Cronache dal 538/

di CappelloParlante
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima fermata ***
Capitolo 2: *** Seconda fermata ***
Capitolo 3: *** Terza fermata ***
Capitolo 4: *** Quarta fermata ***
Capitolo 5: *** Capolinea - Parte 1° ***
Capitolo 6: *** Capolinea - Parte 2° ***



Capitolo 1
*** Prima fermata ***


" Allora" berciò la vecchia fasciata in un cappotto di finto ermellino "cosa mi racconta, Mariuccia?" chiese, sedendosi sul sedile per disabili e guardando attenta l'altra vecchina che le arrancava davanti. "Ah! Non mi dica niente, Annetta" mormorò Mariuccia gettandosi a peso morto sul sedile di fronte all'altra "ho tanto di quel male ovunque che metà basta" continuò facendo qualche smorfia mentre si sistemava meglio. "Guardi, non so se lo ha già saputo, ma ieri alla figlia del macel-" " macellaio è venuto un crampo alla gamba che non finiva più!" concluse Mariuccia con aria sapiente. Fece un gran sorriso "lo so già, cara, lo so già". Annetta incassò il colpo serrando le labbra secche "quindi saprà anche che è finita all'ospe-" " all'ospedale, ma certamente!" tubò partecipe Mariuccia "chi non lo sa, ne parlano ovunque!". Lanciò uno sguardo gongolante ad Annetta, che si sarebbe volentieri mangiata le mani pur di non ammettere che Mariuccia ne sapeva più di lei. Mentre Annetta stava meditando di inventarsi di sana pianta un pettegolezzo stratosferico solo per vedere la faccia allibita di Mariuccia, l'autobus frenò di colpo. "Ponte della Libertà!" urlò l'autista, facendo aprire le porte gracchianti. Quando i passeggeri presenti udirono quel nome, l'autobus fu tutto un percorrersi di sussurri eccitati. Il signor Giancarlo, ancorato saldamente ad una maniglia, interruppe il resoconto dell'ultima partita di calcio con il signor Paolo e fece un sorrisetto di sfida "Per me non ce la fa" sussurrò serafico, porgendo la mano raggrinzita all'altro. Il signor Paolo era un ometto dai folti baffi bianchi che non parlava molto spesso, ma, quando lo faceva, lo ascoltavano tutti. Sorrise appena "io scommetto di si" mormorò convinto. Tutto l'autobus trarrenne il fiato. "Ma come può dire una cosa del genere!"esclamò Annetta, esasperata. La testa dell' autista sbucò fuori dal suo angolino, un gran sorriso sul volto "Sta arrivando" assicurò incredulo. Mariuccia rise piano "ma mi faccia il favore, non scherzi" borbottó, allungando il collo per vedere oltre le porte spalancate. Giancarlo guardò fuori dal finestrino "parta, allora, parta!" strilló sotto lo sguardo divertito di Paolo. L'autista guardò l'orologio da polso. "Cinque, quattro, tre, due, uno..." mormorò assorto. Mentre Giancarlo porgeva vittorioso la mano a Paolo, si sentì l'autobus traballare. "Eccomi!" strilló una nuova voce. Le cinque teste presenti, compresa quella dell'autista, si voltarono verso l'unica porta di ingresso, dove sostava affannata Sofia della Creta, famosa ritardista. Il sorriso si congelò sul volto di Giancarlo. Paolo tese la mano "Ho vinto, amico, una sigaretta non me la leva nessuno" disse giulivo. Mentre Giancarlo rovistava borbottando dentro alle tasche, Annetta diede una pacca amichevole sul braccio di Sofia. "Complimenti, cara, oggi ce l'hai fatta" le disse sorridente. Sofia fece un piccolo sorriso e si sedette, ancora rossa in volto. Tirò sulle ginocchia la sua borsa e iniziò a cercare qualcosa dentro "per arrivare in orario ho rinunciato alla crema idratante" confidò alle due vecchie, che l'ascoltavano avide di sapere. "Rimedierò ora" tubò allegra, iniziando a spalmarsi sul viso una crema verde tirata fuori magicamente dalla borsona. " È contro le rughe, per caso?" chiese con nonchalance Mariuccia. Sofia fece un sorriso misterioso "anche, signora Mariuccia, anche" mormorò godendosi tutte le attenzioni. Intanto il 538/ era già partito e i due anziani in piedi sballottavano in giro per l'autobus. "Allora" iniziò Sofia, riponendo il tubetto di crema in borsa "chi ha scommesso contro di me?" domandò un filo minacciosa, scrutando con i suoi occhi azzurri tutti i presenti. Mariuccia alzò le mani, come per tirarsi fuori dalla questione "mai!" assicurò, guadagnandosi un sorriso dalla ragazza. "Fedifraga" le sussurrò malefica Annetta, non appena Sofia si fu voltata. "Nemmeno io" aggiunse poi ad alta voce, un sorrisone stampato in viso. Sofia sorrise regale e si voltò per studiare i volti dei due anziani sul fondo dell'autobus. "Signor Giancarlo?" chiese incredula "è stato lei?". Paolo scoppiò in una risatina e diede una gomitata all'amico. Giancarlo alzò lo sguardo sulla ragazza "mi dispiace, cara" mormorò rosso in viso. Sofia incrociò le braccia al petto "non me lo sarei mai aspettata da lei" borbottó offesa. Giancarlo stava per aprire bocca di nuovo, quando l'autobus frenò nuovamente "Via dei Pescatori!" urlò l'autista. Sofia parve illuminarsi tutto d'un colpo "Andreino piccino" sussurrò in estasi, un sorriso esagitato sul volto. Tempo due secondi e sulla porta comparve un bel ragazzo dai capelli neri con uno zaino in spalla. "Andre!" strilló Sofia, fiondandosi su di lui. Il ragazzo la strinse in un abbraccio "ciao piccola" mormorò baciandola dolcemente. "Oh!" sussurrano Mariuccia, Annetta e l'autista. "Quando ero giovane io" disse Giancarlo a Paolo con un sorrisetto "mi vedevo con una certa Annamar-" " Se non vuoi che tua moglie sappia tutto" lo interruppe Annetta "ti consiglio di tacere" concluse, gli occhi ancora fissi su Andrea e Sofia che si abbracciavano. Giancarlo ebbe il buon gusto di arrossire. "Da quanto state assieme, cari?" chiese Mariuccia alla coppietta. Andrea si sedette "un anno tra due mesi" ripose stringendo la mano a Sofia, gonfia di finta modestia. "Mamma mia!" esclamò Annetta "Parecchio tempo!" concordò Mariuccia. "Non fate le comari" borbottó Giancarlo, ancora offeso. Sofia sorrise ad Andrea "Amore, posso sedermi su di te? Altrimenti mi si sgualciscono i jeans Gucci" mormorò al ragazzo. Andrea la prese per i fanchi e la fece sedere sulle sue ginocchia "certamente" sussurrò. Senza preavviso l'autobus frenò di nuovo bruscamente " Chiesa della Santissima Maria Annunziata!" berciò l'autista. Con un rumore sordo le porte si aprirono rivelando un ragazzo altissimo con le orecchie da folletto e i capelli rossi che guardava annoiato il cielo scuro, ed una ragazza con i capelli marrone scuro corti e le guance in fiamme. "Buongiorno, Serena!" salutò la ragazza Giancarlo, allegro, trattandola come una nipotina. "Gian, ciao!" salutò Serena, ancora leggermente rossa, facendogli un cenno con la mano. Sofia si alzò di scatto dalle ginocchia del fidanzato e trotterellò sino a Serena "Allora" le disse con aria sapiente "come va la tua cotta galattica per Francesco?". Serena diventò rossissima e scoccò uno sguardo preoccupato al ragazzo con i capelli rossi. Questo, però, era tutto preso da una discussione con Andrea, e, con sommo sollievo della ragazza, non aveva sentito nulla. Serena tirò in sospiro di sollievo "Parla piano" mormorò stizzita a Sofia "Se ti avesse sentita mi sarei buttata giù dall'autobus in corsa" disse esasperata. Sofia la guardò con compassione "e perché mai!" esclamò" sei carina, non ti mortificare" aggiunse facendole un sorriso. Serena non ebbe il tempo di ribattere che l'autista fece spuntare di nuovo il suo viso tozzo dal separatore "Scuola!" urlò esplicito. E solo quando il 538/ fu senza più ragazzini sopra, Mariuccia si sporse verso Annetta "Hai sentito?" chiese allegra "la piccola Serena muore dietro a Francesco!".

 

 

 

 

 

 

**********************

 

Ciao a tutti! Allora, ecco qua un'altra storiella leggera leggera, venuta in mente un po' di tempo fa ma realizzata solo oggi. Dovrebbe durare davvero pochi capitoli, ma se mi dite che è proprio molto noiosa posso riscriverla o vedere un po' se cancellarla. In ogni caso grazie per essere passati, se vi va recensite:) Un bacio, CappelloParlante

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Capitolo 2
*** Seconda fermata ***


Quella mattina, quando il 538/ frenò cigolando alla fermata di Ponte della Libertà, la solita vecchia scommessa sul ritardo cronico di Sofia fu vinta da Mariuccia e Annetta, che avevano malignamente puntato contro di lei. Mentre l'autobus ripartiva cigolando l'autista fece sporgere la testa dal divisore "la vedo dallo specchietto, non ci crederete, sta correndo addirittura! Con quei tacchetti che si ostina a mettere, sta correndo proprio!" ridacchió stupito l'uomo. Annetta prese la faccenda molto sul personale "beh, che male c'è a voler essere un po' carine, oggigiorno?" chiese retorica. "Già!" le diede manforte Mariuccia "ora le ragazze si vestono proprio come maschi, le gonne sono sparite, le scarpe sono da ginnastica...dove andremo a finire" mormorò scuotendo la testa. "Pensa a Serena!" esclamò Annetta "anche lei, sempre vestita da maschiaccio, con i pantaloni e magliette larghe...e sarebbe pure carina, eh" Mariuccia annuì solenne "non bella come Sofia, ma carina proprio si" concordò. Annetta si sporse verso l'amica "dovrebbe tenersi un po' meglio, la piccola Serena, se vuole davvero conquistare Francesco" sussurrò partecipe. Giancarlo parve resuscitare dai meandri dell'autobus" chi conquistare cosa?" chiese digrignando i denti. "Non lo sai?" finse stupore Mariuccia "Serena, è cotta di Francesco!" mormorò sorridente. Annetta fece una smorfia "l'ho smentito prima io" mugugnó contrita. Giancarlo fissava le due vecchie ad occhi sgranati "Serena? la piccola Serena innamorata di...quello?" chiese disgustato. Annetta ridacchió "Francesco è un bel ragazzo" rispose con un alzata di spalle "sarebbero belli assieme" assecondò Mariuccia. Giancarlo diventò rosso "ma che bello e bello!" esclamò arrabbiato "è un ragazzaccio, Francesco!". Mariuccia sbuffò "ma piantala, Gian, manco fosse tua figlia" borbottó annoiata. " Beh, è come se lo fosse" rispose Il vecchio piccato "mi sono occupato pera anni di lei, quando Franco non c'era" "Franco ha lavorato sempre troppo" concordò Paolo, comparendo dal nulla. Annetta sbuffò forte" Via dei Pescatori!" ululò l'autista inchiodando. Quando le porte si aprirono e Andrea fece il suo bell'ingresso, le due vecchie sospirarono "Sofia non c'è, caro" mormorò tristemente Mariuccia. Andrea fece un sorrisetto "lo sapevo già" disse, alzando la mano che stringeva il cellulare. "Ah la tecnologia" sussurrò Paolo "quanto è utile, ma quanto distrugge" concluse Giancarlo, stringendo le mani alla maniglia durante un curvone. "Ma cosa dici" sbottó Annetta "cosa faresti, senza il tuo apparecchio acustico?" chiese sprezzante. Mariuccia annuì " e senza il gossip in televisione su canale 17!" esclamò garrula. E si fiondò con Annetta a parlare dell'ultima storia amorosa tra una certa attrice Americana e un tale sconosciuto italiano. Giancarlo si appoggiò al divisiore della celletta dell'autista. "Hai visto la partita ieri?" buttò li con nonchalance "eccome!" esclamò l'autista, pigiando sull'acceleratore "quel gol l'ultimo minuto...giuro, stavo avendo un infarto!". Quando Mariuccia ed Annetta ebbero finito di raccontarsi le ultime nuove, si voltarono verso Andrea, che ascoltava placido la musica dal cellulare. "Andrea, caro ragazzo" iniziò Annetta, sporgendosi avanti per dargli una bottarella sul braccio "lo sai di Serena e Francesco?" chiede, godendosi le occhiatacce risentite di Mariuccia". Andrea si levó gli auricolari "Cosa? Ma mica si conoscono, abitano solo vicini" rispose incolore. Mariuccia fece una risatina "oh, no, Serena è cotta di lui!" spettegolò precedendo Annetta. Andrea sgranò gli occhi "mi pigliate in giro" sussurrò Andrea. Annetta fece un sorriso misterioso "per nulla, caro" mormorò. Andrea sorrise "devo dirlo a Francesco, allora" sussurrò rapito. Mariuccia fece una smorfia "meglio di no, tenere il segreto è essenziale, in queste cose delicate" disse con l'aria di una che la sa lunga. "Già. Può essere difficile, ma bisogna stare zitti. Io e Mariuccia siamo brave in queste cose, ormai, ma capiamo che per te risulti difficile. Provaci, almeno, per Serena" sussurrò magnanima. Andrea annuì "va bene". D'un tratto la voce dell'autista smise di parlare di calcio e strilló la fermata dopo. Mariuccia e Annetta si scambiarono due sguardi complici "Arrivano!" sussurrò eccitata Annetta. "State calme, pettegole!" sbraitò Giancarlo. Subito dopo Francesco e Serena salirono sull'autobus silenzioso come una tomba. Serena, che guardava tutto tranne Francesco, prese parola "Sofia? Non c'è?" chiese, curiosa. Andrea la guardò a lungo, un sorrisetto sornione sul viso "ha perso l'autobus" rispose."Tutto normale, allora" mormorò Francesco, andandosi a sedere in fondo, vicino ad Andrea. Serena rimase in piedi, accanto alle due vecchiette che la fissavano sorridendo " Ciao, Gian" disse all'uomo, dandogli un bacio sulla guancia "ciao piccola, la scuola?" chiese lui, affettuoso. "benone" rispose Serena con un sorriso " e ragazzini? ti vedi con qualcuno?" si intromise a voce altissima Annetta. Serena arrossì" nessuno" pigolò. "Davvero?" chiese Mariuccia, sotto lo sguardo inferocito di Giancarlo "credevo te la intendessi con Fran-" " e cosa fai oggi pomeriggio?" interruppe strillando Giancarlo, salvando per un pelo Serena. La ragazza, pallidissima, prese un gran respiro "studio" sussurrò. Mariuccia stava ripartendo alla carica, quando l'autista si girò sorridente "Scuola!" berciò. Serena si fiondò fuori, seguita dagli altri due ragazzi. Annetta sbuffò" che stupido vecchio che sei, Giancarlo" sussurrò antipatica. "Già" assecondò Mariuccia. "Non vi permetterò di distruggere quella povera ragazza" minacciò l'uomo. "Vedremo"sussurrano le due vecchine. E, in quel momento, parvero proprio due vecchie streghe, con verruche, nasi lunghi e tutto il resto.

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Capitolo 3
*** Terza fermata ***


Quella mattina, sul 538/, si sentiva già odore di primavera. Sedute nei posti per disabili, Mariuccia e Annetta mettevano in bella mostra le loro compere per la bella stagione, che consistevano per la prima in un paio di scarpe ortopediche dotate di tacchetto, e per la seconda in un vestito largo svolazzante decorato con fiori di tutti i colori. Quella mattina, prima di salire sull'autobus, avevano fatto scorta di riviste di gossip svaligiando l'edicola davanti alla scuola pubblica e si stavano divertendo a confrontare le notizie da giornale in giornale. "La rivista più accurata, a mio modesto parere, è "Alta Moda", ci si trova di tutto, anche quella ricettina deliziosa della parmigiana fatta per persone con il colesterolo" berciò Mariuccia, facendo scorrere diligentemente l'indice sulle pagine patinate della rivista con aria da intenditrice. Annetta sbuffò, chiudendo di scatto la rivista che teneva in grembo "Ma che dici! La parmigiana è una sola, quella fatta per gente con il colesterolo è una parodia riuscita male! E, comunque, "Fatti Pubblici" è la migliore rivista, in assoluto, leggi un po' qua che notiziona da prima pagina" sussurrò cospiratrice allungando il giornaletto a Mariuccia. Mentre la vecchina apriva la copertina, Giancarlo le raggiunse, traballando leggermente durante la curva di Via Magnolia. "Volete anche un evidenziatore? Immagino ci saranno informazioni davvero importanti tra quelle pagine, tutte da ricordare" mormorò sarcastico. Quel giorno, in occasione del primo vero sole della stagione, aveva messo le mani avanti, spolverando via le ragnatele da una vecchia camicia a maniche corte e mettendosi un paio di pantaloni lunghi più leggeri. Nel complesso dava l'idea di un divo americano di altri tempi, magari anni quaranta o giù di lì. Annetta alzò gli occhi al cielo, sconfrontata "buon Dio, perché tutte a me? Giancarlo, te ne prego, non ti immischiare in faccende che non capisci" "hai ragione, Annetta, la mia mente è troppo arretrata per ascoltare pettegolezzi di alto livello come quelli che vi dite voi due megere". Annetta gonfiò le guance cascanti e strizzò gli occhi, pronta a ribattere alle ingiurie, quando Mariuccia, che non aveva seguito una parola di quello che si erano detti, riemerse dalla lettura, gli occhi sbiaditi lucidi di lacrime. "Annetta!" esclamò concitata "hanno avuto un figlio! Concetta della Rete e Marcoantonio Grimaldi hanno avuto un bambino!" squittì su di giri. Annetta, che preferiva parlare nel nuovo infante con Mariuccia che difendersi da quel vecchio bisbetico di Giancarlo, si voltò in tutta fretta verso la vecchina e le strappò di mano il giornale. " Fa leggere" mormorò attenta. Giancarlo si allontanò il prima possibile da quelle due assatanate, non volendo ascoltare i dettagli piccanti nella vita privata di quella Concettina del Canale e di Marcellinoantonietto, o come diavolo si chiamavano. Arrivò ondeggiando pericolosamente sino al divisore tra l'autista e il corridoio dell'autobus e ci si appoggiò a braccia conserte "come vanno i reumatismi, Gian?" domandò cortese l'autista, fermandosi ad un rosso all'improvviso. Giancarlo, ripreso dallo scossone, fece una smorfietta "mah, si va avanti" rispose con un alzatina di spalle. L'autista aprì la bocca per rispondere, ma il suo sguardo venne catturato da qualcos'altro sulla strada e fece sbucare immediatamente la testa dalla sua celletta, troncando il discorso con il vecchio. "Ponte della Libertà!" urlò a pieni polmoni. Giancarlo pensò seriamente che sarebbe stata l'ora di prendersi un apparecchietto per l'udito nuovo. Mariuccia interruppe il commento acido sul vestito troppo scollato di un'attrice e alzò lo sguardo verso l'autista. "Per me è no!" esclamò convinta. Annetta alzò gli occhi al cielo "Ma è sulla strada, la vedo io! Per me è si!" ribattè la vecchina. Mariuccia si sporse in avanti per vedere oltre la porta e sgranò gli occhi "Ah, già, è vero, per me allora è si!" trillò allegra. Annetta sbuffò " ma non è che puoi cambiare idea così". Giancarlo, aumentando il volume dell'apparecchio acustico, sbirciò oltre al finestrino "anche per me è si!". Quando l'autobus frenò gracchiando alla fermata sul ponte, otto paia di occhietti increduli si posarono sulla leggiadra figura di Sofia della Creta nella sua tenuta primavera/estate appena comparsa tra le porte scorrevoli. " Cara, ma che deliziosa camicetta! Sono certa di averla vista su qualche rivista stamattina "disse partecipe Annetta, fissando rapita la ragazza. Sofia fece qualche passo e si fermò su un sedile accanto alle porte d'entrata " Grazie mille, molto gentile. Si, è probabile, magari su "Alta moda", che, a detta mia, è la rivista migliore sulla piazza". Annetta diventò rossa "già, altro che "Fatti Pubblici", tutta un'altra pasta!" rispose partecipe sotto lo sguardo scandalizzato di Mariuccia. "Guarda te che impertinente" mormorò quest'ultima, offesa nel profondo. Sofia, intanto, aveva posato sul sedile la sua borsa griffata e si era avvicinata alle vecchine con aria cospiratoria. "Allora, cosa è successo ieri mattina tra Francesco e Serena?" sussurrò curiosa. Annetta fece una risata nasale "cosa vuoi che sia successo? Serena è la persona più timida dell'universo, non ha fatto proprio nulla!" esclamò piccata. Mariuccia annuì "ai miei tempi, le ragazze erano tutte delle vere signore, che sapevano come comportarsi con i ragazzini e, se necessario, come corteggiarli senza cadere nel ridicolo" rispose assorta. Sofia, che non aveva capito una parola, fece di si con il capo, scuotendo la coda bionda ordinata. Riprese subito dopo parola "allora, se Serena non fa nulla, faremo tutto noi" affermò sicura. Mariuccia aprì la bocca per ribattere, quanto vide ballonzolare verso di loro Giancarlo. "Cosa state dicendo su Serena?" chiese minaccioso. "Niente" assicurò Annetta. "Vogliamo farla mettere con Francesco" rispose candidamente Sofia. Mariuccia portò una mano alla fronte, sconsolata. "Cosa?" strilló quasi Giancarlo. Poi, tutto rosso, indicò le tre donne "voi...provate a farle male...e vi...vi" "cosa ci fai, Gian?" chiese Annetta stufa "ci prendi a bastonate?" concluse serafica Mariuccia. A Gianacarlo pareva uscire il fumo dalle orecchie, e sembrava sul serio dell'idea di picchiare le due vecchiacce maledette con il bastone da passeggio, quando l'autista urlò la chiamata dopo. La reazione più eclatante che suscitò l'arrivo della fermata in Via dei Pesactori fu, ovviamente, quella di Sofia, che si mise a saltellare, accantonado totalmente la questione Serena. Quando le porte cigolanti rivelarono Andrea, Sofia gli corse incontro a braccia aperte "Andreino Piccino!" strilló in estasi, facendosi cullare dal ragazzo. Mariuccia e Annetta li fissarono con gli occhi a cuoricino "oh!" sospirarono beate. " Mi fate venire in mente l'ultima puntata di Beautifoul in televisione!" mormorò Annetta sognante. Andrea, baciata la sua ragazza, si mise accanto alle due vecchine, un sorriso furbo sul viso "allora...Francesco e Serena, che si fà?" chiese, curioso. Sofia arpionata al braccio del ragazzo, fece un ghigno "devi parlare tu a Francesco, Andre, sei suo amico" propose "e noi tre parleremo a Serena" concluse allegra, indicando se stessa, Mariuccia e Annetta. Quando si arrivò alla fermata della Chiesa della Santissima Annunziata, il silenzio tombale dentro all'autobus non fece ben pensare alla povera Serena, già in imbarazzo per essere appiccicata a Francesco. "Ehm...ciao a tutti?" mormorò incerta, avvicinandosi a Giancarlo. L'uomo, inaspettatamente, l'abbracciò stretta "non ti fidare delle vecchie cariatidi!" le sussurrò all'orecchio, lasciandola perplessa. Francesco salutò con un gesto della mano i presenti e andò come al solito sul fondo del mezzo, assieme ad Andrea. "Serena!" strilló Sofia andandole in contro" stamattina sei un amore" confidò garrula. Mariuccia fece un sorriso tirato "proprio vero! E quel maglioncino grigio...topo che indossi! Speldido! Ralph Laurent?" chiese. Serena scosse le spalle "mercato" rispose semplicemente. " Ah, il mercato, che belle cose che ci si possono trovare" mentì spudoratamente Sofia, che al mercato non ci aveva mai messo nemmeno un mignolo. Sorvolò con grazia sui tre sguardi sbalorditi che ricevette e fece un sorriso a trentadue denti "ma parliamo di cose serie!" esclamò di punto in bianco, spingendo Serena sul sedile per disabili tra Mariuccia ed Annetta. Si chinó su di lei "come va con Francesco?" chiese maliziosa. "Sta per arrivare la fermata della scuola, ragazzi, preparatevi!" esclamò Giancarlo a voce altissima, scuotendo la spalla di Sofia. "Guastafeste" mormorò Annetta. Infatti, nel tempo che fece perdere Giancarlo alle tre arpie, l'autobus arrivò davvero alla fermata della scuola, e ne Sofia, ne Mariuccia ne Annetta poterono parlare di Francesco a Serena. Con un sospiro di sollievo serena scese dall'autobus, seguita da Sofia, Andrea e da un Francesco piuttosto perplesso. Quando il 538/ ripartì, Annetta si sporse verso Mariuccia "domani Giancarlo non dovrà esserci, rovina sempre tutto" sussurrò. La vecchia annuì " mi inventerò qualcosa".

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Capitolo 4
*** Quarta fermata ***


Come si poteva notare benissimo, quella mattina triste e un po' grigia, sul 538/ non c'era nessun Giancarlo Molinari ad incespicare sul fondo dell'autobus, nessuna camiciola colorata e nessun borbottio burbero. Il vociferare tra i sedili si limitava soltanto ai classici commenti acidi di Mariuccia e Annetta, che discutevano sulla nuova collezione estiva di un qualche stilista americano. "L'ho sempre detto che l'Italia è la migliore, in fatto di moda" esclamò orgogliosa Annetta, una mano sul petto. Mariuccia annuì brevemente "e non solo, pensa un po' alla nostra cucina regionale!" rispose partecipe. Annetta fece una smorfia sconsolata "se solo non ci fossero sempre solo guastafeste a comandare il Paese" sussurrò tristemente. " Proprio vero! Basta guardare la faccia da rincretini-" "Mariuccia, Annetta, scusate, vi volevo domandare una cosa" interruppe pacifico Paolo, aggrappandosi ad una maniglia. La nuova stagione aveva portato in lui ben pochi cambiamenti, spiccava alla vista soltanto un nuovo bastone da passeggio, più scuro e ricurvo del precedente. Annetta alzò gli occhi al cielo "cosa vuoi, Paolo?" domandò annoiata. "Beh" il vecchio fece una smorfia "stamattina Giancarlo mi ha chiamato, e mi ha detto che non sarebbe potuto venire con me al bar in Corso Europa perché aveva vinto un premio e doveva andare a riscuoterlo. Io, curioso, gli ho chiesto di cosa si trattasse" mormorò assorto "e lui mi ha risposto che aveva appena ricevuto una lettera da una compagnia di crociere. Mi ha detto che ha vinto un viaggio gratis per lui e per sua moglie, Ines, tutto pagato" borbrottò assorto. Lanciò una lunga occhiata alle due vecchine "ciò che si domandava, e che mi domando anche io, è come ha fatto a vincere questa crociera se non ha partecipato a nessun concorso" concluse. Mariuccia arrossì visibilmente "e allora? Noi cosa ne possiamo?" chiese velocemente. Paolo la guardò male "non so, ho l'impressione che sia uno scherzo poco divertente di una di voi due" sussurrò. Poi guardò Annetta, che si fissava le mani intrecciate in grembo "o di entrambe, ovviamente" scrollò appena le spalle. Annetta parve risanvinre "oh, Paolo, piantala" sbottó secca "Ines avrà risposto ad un sondaggio su un giornaletto e poi se lo sarà scordata, lo sai che memoria ballerina ha". Paolo aspettò qualche secondo prima di parlare "sarà" sussurrò "ma non finisce qui, sappiatelo" concluse, tornando poi al suo sediolino in fondo all'autobus. Mariuccia rabbrividì "ecco, ci ha scoperte!" sussurrò concitata allungandosi verso Annetta. "Shh! Parla piano!" rispose questa sgranando gli occhi "non abbiamo fatto nulla di male. Giancarlo andrà all'indirizzo della compagnia di crociere e chiederà del premio. Quando gli diranno che non ha vinto un tubo se ne tornerà a casa, fine del gioco" mormorò velocemente "e, parte più importante, intanto noi potremo fare parlare Serena con Francesco senza spiacevoli interruzioni". Mariuccia, non molto convinta, annuì. "E se riconoscesse la mia calligrafia? Dopotutto cosa ne so io di come scrivono le ragazze che lavorano per le crociere..." chiese poi, ansiosa. Annetta alzò gli occhi al cielo "Gesù, che svampita!" mormorò affranta "e, comunque, anche se fosse, cosa vuoi che succeda? Te lo dico io, nulla! Ora zitta che è il momento delle scommesse". Infatti, durante questo teatrino, il 538/ si era avvicinato alla fermata di Ponte della Libertà, terra di Sofia della Creta. Quella mattina Mariuccia e Annetta incrociarono le dita delle mani e qualuna dei piedi pregando che la loro alleata nel piano "Amore sull'autobus" riuscisse a non perdere il mezzo. I loro desideri furono esauditi perché Sofia, leggiadra come non mai, percorse con qualche delicata falcata i tre gradini per salire a bordo e andò verso di loro. "Buongiorno Mariuccia, buongiorno Annetta" mormorò mostrando la dentatura perfetta e regolare. Le due anziane sorrisero di rimando mostrando le dentiere giallognole. "Allora" iniziò Annetta "oggi, come promesso, Gian non c'è, ma io e Mariuccia non abbiamo uno straccio di piano...che si fa?" domandò. Sofia fece un sorriso allegro "ora aspettiamo Andreino Piccino con calma, poi, quando sarà qui con noi, vi illustrerò quello che dovremmo fare". Le due vecchine ghignarono, complici. Quando l'autista annunciò con un certo pathos la fermata di Chiesa della Santissima Annunziata, ogni passeggero all'interno dell'autobus era nella sua postazione da combattimento, ciò che avrebbe dovuto fare ben impresso nella mente. Mariuccia e Annetta, che fischiettavano stonate facendo finta di nulla, erano sedute nei loro classici posti a sedere per disabili. Sofia accanto a loro, in piedi, un sorriso sin troppo accomodante sul viso e un piedino che batteva a terra nervoso. Andrea, infine, se ne stava accanto alla porta d'ingresso, pronto ad acciuffare Francesco non appena fosse entrato. Paolo, all'oscuro di tutto, fissava curioso gli altri dal suo sedile accanto al finestrino. Quando le porte scricchiolanti si aprirono, Serena aveva già la vaga idea di cosa sarebbe accaduto da li a poco, ed era totalmente terrorizzata. Entrò con passo tremolante e venne accolta dalle tre donne, mentre, alle sue spalle, Francesco veniva portato da un Andrea particolarmente ridanciano sul fondo del bus. "Allora cara, pronta per il grande giorno?" chiese Annetta sorridente. Serena fece una smorfia "che grande giorno?". Mariuccia ridacchiò garrula "ti sei messa anche dei bei pantaloni, brava, ce ne sarà bisogno". Serena, che non capiva ufficialmente un tubo, lanciò un occhiata persa a Sofia. Questa le sorrise "tranquilla, Serenella, vieni con me" sussurrò prendendole una mano. Serena la seguì incerta "dove stiamo andando?" chiese preoccupata. "A fare due chiacchiere con il mio Andreino e con Fracesco, ti farà bene" rispose allegra. Serena strattonò la mano da quella dell'altra "assolutamente no" sussurrò impaurita. "Dai, Serena, fidati, Andrea mi ha detto che piaci a Francesco già da un po'" le disse sorridente. Serena arrossì" davvero?" chiese, incredula. Sofia fece una smorfietta "beh, no, non ha detto proprio così, ma ormai ci siamo" sussurrò velocemente. Infatti, alzando lo sguardo, Serena vide Andrea e Francesco, quest'ultimo stranamente rosso, venirgli in contro. Quando i quattro ragazzi si trovarono l'uno di fronte all'altro, pronti all'azione, accadde, come nei peggiori film demenziali, il grande finimondo. Sofia stava parlare, cercando di rompere il ghiaccio, ma la voce che si sentì non fu la sua, ma quella dell'autista. "Scuola!" strilló perforando i timpani a tutti i presenti. Quando l'autobus frenò all'improvviso, Sofia cacciò un urletto e si aggrappò al solido Andrea, principe senza macchia e senza paura. Ma Serena, senza equilibrio dalla nascita, si ritrovò a barcollare pericolosamente e a cadarere su Francesco. La ragazza sfortunata chiuse gli occhi mentre si stringeva forte al petto asciutto del ragazzo, mentre le sorgeva spontaneo sulle labbra una preghiera imparata a catechismo. Quando ebbe il coraggio di aprire gli occhi di nuovo, trovò quelli dolci e premurosi di Francesco a fissarla, assorti, facendola arrossire. Rimasero così, stretti in un forte abbraccio senza dire una parola, sino a quando non dovettero proprio scendere per andare a scuola. Mentre Serena usciva scombussolata dal 538/ con uno strano Francesco sorridente a seguito, Annetta si asciugò una lacrima solitaria dal viso. Mariuccia la guardò stupita "piangi?" domandò. Annetta fece di no con la testa. Poi prese un sospiro tremante " è che so già come andrà a finire, ed è così commovente" sussurrò con una smorfia che, guardata bene, poteva sembrare un vero e proprio sorriso.

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Capitolo 5
*** Capolinea - Parte 1° ***


In quella mattina primaverile che profumava, finalmente, di fiori e allergie, Mariuccia e Annetta sembravano più burbere che mai. Se ne stavano sedute nei loro posti per disabili, la faccia grigia e scura, aspettando solo che qualche malcapitato gli passasse accanto per vomitargli addosso tutte le loro paturnie. Infatti, quella mattina, Mariuccia si era storta la caviglia scendendo dal letto, e adesso si comportava come un ferito di guerra tornato miracolosamente in Patria, nonostante la perdita di arti superiori e inferiori. Annetta, dal canto suo, raccontava a chiunque avesse la forza fisica e mentale per ascoltarla, che quella mattina ne aveva viste di tutti i colori. Prima aveva perso la dentiera e, si sa, una donna d'alta borghesia come lei non sarebbe potuta uscire senza, piuttosto erano preferibili gli arresti domiciliari. Poi non trovava più il suo gatto, Asdrubale 3°, e questo l'aveva mandata alla disperazione nel giro di quattro minuti di ricerca. Alla fine, quando aveva trovato il gatto sclerotico nella cesta della biancheria, aveva tirato un sospiro di sollievo. Un po' meno allegra lo era stata quando Asdrubale 3°, aprendo la bocca per mangiare, aveva fatto cadere la sua dentiera. Come si suol dire, due piccioni con una fava. In ogni caso, quella frizzante mattina di marzo, le cose non andavano un granché bene sul 538/. "Non che mi faccia schifo, eh, sia chiaro, dopotutto Asdrubalino è come un figlio per me, ma, alla fine, cosa ne so delle malattie che può portare la saliva di gatto!" esclamò Annetta, sprofondata nel suo sedile giallo canarino per disabili. Mariuccia annuì "pensa che ho sentito dire dalla moglie del macellaio che una sua grande amica, credo che tra l'altro sia la nuora dell'avvocato Tessaglia, sai quello che abbiamo incontrato al parco, comunque, che questa sua amica ha contratto qualche brutta malattia causata dalla saliva di cane" assicurò, massaggiandosi la caviglia gonfia. Dopo qualche secondo di silenzio pensoso, Annetta corrucciò le sopracciglia "e come ha fatto ad avere a che fare con la saliva di can-" " buongiorno signore" la interruppe la voce forzatamente gentile di Giancarlo. Quella mattina indossava, oltre alla sua classica tenuta da divo anni 40, un paio di occhiali da vista rotondi che facevano sembrare i suoi occhietti lucenti e marroni grandi occhi da cucciolo. Mariuccia arrossì, colpevole, all'istante "che vuoi, Giancarlo?" mormorò guardando insistentemente fuori dal finestrino. Giancarlo la guardò male "credo che Paolo vi abbia raccontato di quella faccenduola che mi è successa l'altro giorno, quella del viaggio gratuito in crociera" continuò con voce lenta. Una palpebra di Annetta iniziò ad andare su e giù, colta da un tic nervoso "risparmiaci il racconto" disse aspra, una mano sull' occhio nel tentativo di bloccare la palpebra "lo sappiamo già". Giancarlo fece un sorriso senza gioia "benissimo, allora ci vorrà molto meno tempo" sussurrò arrabbiato "io so che siete state voi due, volevate levarmi dai piedi per un giorno per fare del male a Serena, povera creatura, e vi smaschererò, eccome se lo farò" butto li, a mo di minaccia. Poi, sotto lo sguardo allibito delle vecchie, Giancarlo girò sui tacchi e si allontanò, sorridendo tra se e se. " Ecco! Ha riconosciuto la mia calligrafia!" mormorò sconfrontata Mariuccia, le braccia rivolte al cielo. "Oh, cielo, aiutami" sussurrò invece Annetta, guardando male l'altra. " Sei proprio una vecchia rimbam-" " Ponte della Libertà!" tuonò l'autista, facendo interrompere i discorsi di tutti i passeggeri. " Non ce la fa" sussurrò tra i denti Giancarlo. "Sto con Gian" concordò Paolo. " Assolutamente no! Lei deve salire!" esclamò Annetta, seguita dai borbottii di assenso di Mariuccia. "Che vecchie sciocche! Ma non lo capite che a Serena non piace quel ragazzino! Sofia non vi servirà a nulla" le riprese Giancarlo, dal fondo ombroso dell'autobus. Mariuccia ridacchiò" Serena è innamorata persa di Francesco, faremo in modo che te lo dica di persona, così almeno ti levarai dai piedi una volta per tutte" rispose. Giancarlo fece un espressione stupita "Ah ah! Beccate! Allora siete state davvero voi due a farmi quello scherzo da ragazzine!" tuonò arrabbiato. "Secondo te, vecchio sciocco? Ovvio che si!". Giancarlo stralunò gli occhi, e stava proprio per esplodere quando Sofia salì sul 538/, il fiatone e le guance rosse. "Oggi proprio per un pelo" mormorò affannata, reggendosi ad un palo. Mollò stancamente la borsa su di un sedile e si avvicinò alle due vecchine. "Allora" disse allegra sfregandosi le mani "oggi è la volta buona". "Mah, si spera" rispose Annetta, alzando le spalle. "Non ho bisogno di uomini negativi in questa squadra" rispose a tono Sofia. Mariuccia la guardò male "semmai donne! E che donne, oltretutto! Sai che ci è capitato stamattina? Un disastro, Sofia, un disastro!". La ragazza, che non aveva la minima voglia di ascoltare, fece un sorriso tirato "me lo racconterete dopo, ora aprite bene le orecchie: ho già parlato del Piano con Andreino, lui sa già la sua parte, non vi dovete preoccupare. Ora, come sapete, l'unico scoglio che potrebbe incialtrare la riuscita del Piano è Giancarlo, che vorrebbe tenere Serena in una teca di vetro, modello Biancaneve nostrana" sussurrò cospiratrice. Annetta annuì vigorosamente "si, esatto! l'ho sempre detto che esagera con la piccola Serena, ma nulla, è una testa di coccio, che ci volete fare" esclamò in tono esasperato. Sofia riprese prontamente la parola, prima che Mariuccia attaccasse discorso e non se ne uscisse più "si, proprio per questo ho avuto un idea. Fidatevi di me, ci parlo io con Giancarlo sistemerò tutto nel giro di qualche minuto" disse sicura di se. Annetta proruppe in un risolino divertito "bella questa! stai...stai scherzando, vero?" chiese poi, in un sussurro, sotto lo sguardo serio della ragazza "certo che no!" esclamò Sofia, offesa. Mariuccia agrottó le sopracciglia preoccupata, come se sentisse aria di guai "su, su, calma ragazze, non c'è bisogno di litigare...Sofia, cara, ma come puoi anche solamente credere di potere convincere Giancarlo che l'amore di Serena per Francesco è reale, lo conosci bene, ormai" mormorò sconfrontata. Sofia fece un sorrisetto vittorioso "confidate in me, signore mie" disse spavalda "state a vedere". Allungò una mano e tirò a se la sua borsa griffata, poi, con una smorfia maliziosa, estrasse il suo cellulare. Mariuccia e Annetta la fissavano attente, la prima sempre più ansiosa e la seconda palesemente contrariata. "Molto bene, basta solo questo" mormorò Sofia stringendo il telefono "torno subito". E, in una stucchevole ventata di Chanel, Sofia girò sui tacchi e si allontanò dalle vecchie barcollando verso il fondo del 538/. " Le staccherà i capelli uno ad uno, e Dio solo sa quanto ci tiene ai capelli Sofia!" sussurrò preoccupata Mariuccia, sporgendosi in avanti per cercare di ascoltare i discorsi tra la ragazza e Giancarlo. Annetta sbuffò infastidita "beh, le starebbe bene, è solo una sciocca ragazzina, non può pensare che quel vecchio cocciuto possa credere a lei dopo che io ho provato a convincerlo miliardi di volte! Come se lei potesse essere migliore di me nel persuadere la gente..." borbottò. Mariuccia annuì distrattamente, il busto sempre più proteso verso Sofia e Giancarlo e una smorfia terrorizzata sul viso, sino a che non andò a sbattere contro la spalla di Annetta. "Ma insomma!" berciò quest'ultima " non dirmi che credi anche tu che Sofia abbia qualche possibilità! che diavolo stai guardando, Mariuccia".Quando Annetta ruotò il capo con un ringhio sordo, dovette ammettere anche lei che la ragazzina sembrava sapere il fatto suo. Infatti, in quel preciso istante, Giancarlo pareva pendere letteralmente dalle sue labbra rosse laccate, mentre lei faceva scorrere il dito curato sullo schermo del telefono. "Secondo te cosa le sta facendo vedere?" sussurrò angosciata Mariuccia. Annetta, un cipiglio rabbioso in volto, diede le spalle alla scenetta incrociando le braccia al petto "non lo so e nemmeno mi interessa, se vuoi saperlo" borbottò frustrata. Fatto stà che, qualche secondo più tardi, Sofia trotterellò baldanzosa sino alle due vecchie, un sorriso trionfante in viso. "Allora? L'hai convinto? Che gli hai detto? Cosa gli hai fatto vedere?" domandò Mariuccia con la voce assillante, ignorando i borbottii sconnessi di Annetta . Sofia ridacchiò con l'aria di una che la sa lunga " è bastato fargli vedere qualche messaggio che mi ha inviato Serena e, voilà, Giancarlo è capitolato. Per il bene sella sua Serenella, ovviamente". Annetta, suo malgrado, si ritrovò ad allungare l'orecchio verso la ragazza, senza riuscire a trattenere la sua vena pettegola "che messaggi? Se si può sapere, chiaro...". Sofia fece una smorfia "si, ma non ora, non c'è tempo" concluse sbrigativa. In quell'esatto secondo, puntuale come un orologio svizzero, la testa dell'autista sbucò dal separatore " Via dei pescatori!" urlò con il suo vocione profondo. Sofia fece un saltello "Andreino piccino!" tubò affannata. E Andreino piccino comparve, sorridente come sempre, sulla porta del 538/. " Allora, signore mie" mormorò dando un bacio veloce a Sofia "tutte pronte per il piano?". Annetta alzò gli occhi al cielo "se volete spiegarcelo una volta per tutte, molto volentieri" mugugnò frustrata. Dal fondo dell'autobus si levó la voce affannata di Giancarlo "voglio sapere anche io cosa volete fare alla mia Serena" esclamò andando verso il gruppetto di persone. "Anche io voglio capirci qualcosa, è da giorni che sembra di vivere in un film di spionaggio!" didede manforte Paolo, arrancando dietro all'amico. Sofia sorrise, guardando i volti di tutti i presenti che la fissavano curiosi. Prese un gran respiro e si avvicinò ancora di più ai compagni "va bene, squadra" sussurrò concitata "statemi dietro, perché non sarà facile uscire illesi".

 

<< Continua>>>

 

 

 

 

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Ciao a tutti! Mi dispiace un sacco del ritardo, ma eccomi qui! Allora, la storia è quasi finita, e devo ammettere ne sento già la mancanza. Ma, bando ai convenevoli, manca ancora l'ultima parte. Ho deciso di dividere il capitolo non tanto per la lunghezza, perché è all'incirca come gli altri, ma perché mi sentivo che sarebbe uscito un aborto se avessi continuato. E, insomma, secondo me Serena e Francesco si meritano un po' di più. Grazie a chiunque segua ancora "Cronache dal 538/", a chi recensirá (ribadisco che le recensioni sono sempre ben accette) e a chi, semplicemente, ha fatto piacere leggere ancora della compagnia dell'autobus. Se interessa a qualcuno, comunque, aggiornerò oggi o domani, non più tradi. Un bacio a tutti, CappelloParlante

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Capitolo 6
*** Capolinea - Parte 2° ***


" Allora, avete capito tutto?" "non so, Sofia, non mi sembra una cosa carina da fare, Serena potrebbe restarci male davvero" "oh, Giancarlo, piantala di fare la prima donna! si, io ci sto in pieno, Sofia" " quoto Annetta, davvero, non facevo una cosa così elettrizzante da quando ero ragazza" " circa due secoli fa, allora" "Giancarlo, non osare prend-" " Gente! Fermata della Chiesa della Santissima Maria Annunaziata! Arrivano!" "oddio che ansia" "Andreino, zitto, silenzio tutti" "questo vecchio rimbambito mi ha appena dato della cariatide! Come posso stare zit-" "shhh!". Quando le porte sferraglianti dell'autobus si aprirono come tende di un sipario, non un passeggero del 538/ osò fiatare. Serena e Francesco comparvero sulla soglia, sorridenti e con le guance arrossate, e sembrava davvero stare andando tutto alla grande sino a che non si accorsero delle facce curiose e impazienti del gruppetto di gente radunata attorno a loro. "Va ehm...tutto bene?" mormorò Serena, scoccando un occhiata indagatrice a Giancarlo. L'uomo fece una risatina stridula "certo che si, Serena cara, allora, gente, non c'è nulla da guardare, sciò, via tutti...Paolo, mi stavi dicendo, l'ultima partita di calcio...". I due anziani zoppicarono più arzilli che mai sino ai fondali dell'autobus e Annetta e Mariuccia intrapresero immediatamente un discorso sulla nuova collezione estate con gran zelo. Rimasero solo Andrea e Sofia, che guardavano gli altri due ragazzi sorridendo esageratamente, come se sapessero qualcosa di incredibilmente divertente su di loro. "Andre? Mi fai paura, perché sorridi così?" chiese Francesco, passando una mano davanti agli occhi vitrei dell'amico. Il ragazzo parve risvegliarsi "eh? oh! Niente, nulla di che...in realtà volevo parlare un po' con Serena, oggi, ti va? è da secoli che ci conosciamo ma non siamo mai diventati amici" buttò lì con nonchalance. Serena agrottó le sopracciglia confusa, mentre Francesco diventò di un piacevole color pomodoro da sugo. La ragazza guardò Sofia "cosa...?" "Serena, non farti pregare, Andreino piccino è una persona sensibile, non accetta no come risposta, altrimenti piange" tre visi sbalorditi si fissarono su di lei. "Ehi!" esclamò Andrea, offeso"non è vero! io non sono un piagno-" " andate, su!" Sofia spintonò Serena e Andrea verso due sedili, ignorando gli sguardi increduli e le potreste deboli che le venivano rivolti. " Allora" mormorò poi a Francesco, che la fissava vagamente terrorizzato "ti va di fare quattro chiacchiere con me?" e, senza aspettare una risposta, trascinò il ragazzo su due sedili proprio dietro all'autista, distanti dal resto del gruppo. Intanto, sugli unici due sedili per disabili del 538/, Mariuccia stava ancora discutendo febbrilemte di una camicetta di Sangallo. "Fidati se te lo dico io, cara, quella camicia è un a-mo-re! È un must, davvero, non si può non...che c'è?" la voce della donna si spense sotto allo sguardo astioso dell'altra. Annetta, dall'alto del suo sedile color canarino, incaricò le sopracciglia con l'aria di una che la sa lunga "non credi che sarebbe meglio parlare di qualcos'altro" sussurrò cospiratrice. L'amica sgranò gli occhi "il Piano! Me ne ero dimenticata, lo shopping estivo mi fa sempre questo effetto! ". Annetta sbuffò "non è lo shopping, è la demenza senile" borbottò a bassa voce. "Cosa?" chiese stridula Mariuccia, alzando il volume dell'apparecchio acustico "nulla" sorrise melensa l'altra. " Comunque" mormorò poi Mariuccia, lasciando saggiamente perdere "io non ho ben capito perché il piano dovrebbe funzionare, cioè, ci sto, ovviamente, ma...insomma, non si può basare solo sulla gelosia che provano Francecso e Serena per l'altro, è stato dato tutto troppo per scontato!". Annetta alzò gli occhi al cielo "cara, lasciatelo dire, si vede proprio che ti sei persa le ultime trentasette puntate di Beautiful. Allora, è decisamente semplice come faccenda, Andrea dirà in segreto a Serena che Francesco è cotto di Sofia, mentre Sofia dirà a Francesco che Serena muore dietro ad Andrea, così i nostri due teneri innamora-" " lo so, ma non ha senso! Andrea e Sofia sono fidanzati! E poi a Serena non piace davvero Andrea, come a Francesco non piace Sofia " la interruppe Mariuccia. Annetta si battè una mano sulla fronte " è ovvio!" ringhiò quasi " è una balla! b-a-l-l-a! si spera solo che Serena e Francesco ci caschino...e poi, scusa eh, ma il fatto che Sofia e Andrea siano fidanzati mica impedisce alla gente di innamorarsi di loro, oh! Comunque...accecati dalla gelosia Serena e Francesco inizieranno a parlare e, ovviamente dovranno esternare i loro sentimenti! una volta che si saranno detti tutto saranno solo rose e fiori!". Mariuccia studiò a lungo il sorriso sognante di Annetta, poi corrucciò le sopracciglia "non credo che funzionerà" mormorò incerta. L'altra sbuffò "e sentiamo, genio del male, perché?". Mariuccia la guardò male "per miliardi di motivi! Prima di tutto, siamo certi che a Francesco piaccia Serena? Sarebbe imbarazzante, altrimenti...e poi, lo sai benissimo anche tu, Serena è la timidezza impersonificata, non spiaccicherà parola se mai Francesco andasse da lei per cercare di capirci qualcosa!". Annetta grugnì infastidita "sai chi mi sembri? Giancarlo! Francesco è innamorato perso di Serenella, fidati, è una cosa che si sa! non dubitare del piano, Mariuccia, andrà tutto a gonfie vele". Le vecchie stettero per qualche secondo a fissarsi negli occhi prima che Mariuccia interrompesse il silenzio, la voce strascicata e appena incerta "ma, se in questo momento Sofia sta parlando con Francesco, e Andrea sta spettegolando con Serena, allora..." "si, a momenti si svolgerà davanti ai nostri occhi la più bella telenovela della nostra vita, Mariuccia! Meglio di Cento Vetrine, di sicuro!" "Sai cosa mi fai venire in mente? Avevo un dubbio sulla scorsa puntata, quando è entrato in scen-" " Cosa?!". Mariuccia venne bruscamente interrotta dalla voce di Francesco, aspra e scossa, che si levava da qualche sedile più avanti "Sofia gliel'ha detto!" mormorò Annetta conciatata. Il ragazzo dai capelli rossi scosse appena la testa, e Mariuccia provò un moto di compassione per lui "ma io credevo...che, beh...credevo di piacerle" lo si sentì mormorare. Al suo fianco Sofia annuì e poi si chinò per sussurrargli qualcosa all'orecchio. Annetta e Mariuccia spostavano gli occhi da uno all'altro, sperando di capirci qualcosa. Ma, purtroppo, per quanto potessero alzare il volume degli apparecchi acustici, si sentirono solo borbottii indistinti. "Secondo te dovrei davvero parlarci?" fu l'ultima frase udibile che Francecso pronunciò. Poi l'autobus cadde nel silenzio. Quando, qualche secondo più tardi, Francesco si alzò e iniziò a percorrere il corridoio del 538/, le teste dI tutti i presenti volarono da lui a Serena, che stava seduta accanto ad Andrea con un espressione distrutta in volto. La ragazza, tremante, guardò Andrea, come a chiedergli una conferma, e lui le fece segno di andare, un sorriso tenue in viso. Così, titubante e rossa in viso, Serena si alzò e iniziò a barcollare verso Francesco, che le veniva incontro spedito. Si incontrarono esattamente davanti alle porte dell'autobus, e nessuno dei due si rese conto che tutti i passeggeri dell'autobus si erano radunati attorno a loro. C'erano Sofia ed Andrea, che si sorridevano, compiaciuti per la riuscita del piano, c'era Mariuccia, che trafficava nella borsetta alla ricerca di un fazzoletto e Annetta, che non l'avrebbe ammesso mai, ma aveva gli occhi lucidi, c'era Giancarlo, i pugni serrati e le labbra strette, mentre guardava mortificato il volto esausto di Serena, e Paolo, che confrontava l'amico con qualche pacca sulla spalla " è ora che la tua bambina diventi grande, Gian, non fare storie" gli aveva sussurrate poco prima. " E così stai dietro a uno" sussurrò aspro Francecso, guardando male Serena e interrompendo il silenzio denso che si era andato a formare. La ragazza arrossì sino alla radice dei capelli "cosa?" mormorò cauta. Francesco fece un sorriso senza allegria " cosa ti dice il nome Andrea? sei innamorata di lui, vero? beh, potevi anche evitare di farmi pensare che...farmi credere che...". Serena lo guardò con dolcezza "non mi piace Andrea, Francesco" sussurrò. Poi fece una smorfia "ma a te piace Sofia, lo so, non mentirmi, almeno,". Il ragazzo la guardò frustrato"Serena, ti prego, basta bugie! Ti piace Andrea, è quello che mi ha appena detto Sofia! Mi ha anche raccontato di tutti i messaggi che le hai mandato dicendo che ti piace il suo ragazzo, e che ti dispiace e tante altre cose inutili". Serena sgranò gli occhi "ma cosa dici? non mi piace Andrea!" Francesco roteò gli occhi "ah, ma davvero?" sputò velenoso. " Davvero!" rispose Serena, offesa. Per qualche secondo si guardarono fissi negli occhi, senza dire nulla. Poi Serena, all'improvviso, sgranò gli occhi, puntandoli su Sofia "non ci credo" sussurrò. "Sofia, è il vostro piano, questo? quello di cui ti ho sentito parlare al telefono con Andrea? questa è...è tutta una bugia?". Sofia fece una smorfia colpevole "oh..ehm beh...si". Serena sbuffò, mentre un colore rosso le compariva sulle guance "che dannati impiccioni". " Cosa? " chiese Francesco allibito "vuoi dire che non ti piace Andrea? che questa è tutta una farsa per farci finire assieme" sussurrò Francesco, l'ombra di un sorriso sul volto "no che non mi piace! e tu non sei cotto di...Sofia?" sussurrò Serena, imbarazzata. Il ragazzo la fissò attento "assolutamente no" rispose, mentre tutto l'autobus tratteneva il fiato. "Beh...allora...ecco" ballettò Serena, portando una ciocca di capelli dietro all'orecchio, nervosa. Proprio in quel momento, esattamente quando Francecso stava per sporgersi verso di lei, il 538/ frenò sferragliando "scuola!" tuonò l'autista, che aveva teso l'orecchio tutto il tempo per ascoltare i colpi di scena della love story. Durante tutto quel trambusto, Serena perse l'equilibrio e, per la seconda volta in davvero troppo poco tempo, finì tra le braccia di Francesco. Annetta tirò una gomitata a Mariuccia "scommetto un abbonamento mensile ad "Alta Moda" che si baciano" mormorò assorta, stringendo la mano dell'altra vecchietta. Giancarlo teneva gli occhi sgranati incollati alla scena, mentre Sofia, Andrea e Paolo sembravano essere incapaci di respirare. Ma, per Francesco e Serena, non esisteva nulla di tutto questo. Non esistevano le porte aperte dell'autobus, che presto si sarebbero richiuse, non esisteva la scuola, dove non potevano arrivare in ritardo, non esistevano quelle sei paia di occhi che li fissavano attenti. C'erano solo loro. E andava bene così. Si guardarono per un poco, persi l'uno negli occhi dell'altro, poi il ragazzo sorrise " ho un deja vù " sussurrò piano, come se volesse essere sentito solo da lei. Serena arrossì "ho la stessa impressione anche io" mormorò, sempre più a suo agio tra le braccia strette di Francesco. "Allora tu e Andrea non..." "no" Serena sorrise e poggiò una mano sulla guancia del ragazzo. "E tu e Sofia...?" "assolutamente no! mai!" ridacchiò il ragazzo. "Hei!" si indignò Sofia, ma nessuno parve prestarci attenzione. Francesco arrossì appena, mentre posava lo sguardo sulle labbra sorridenti di Serena "uh! allora noi...ecco" borbottò. "E baciala!" berciò Annetta, saltando sul sedile. Forse Francesco le avrebbe dato saggiamente retta, fatto sta che non lo sapremo mai. Perché Serena, in uno slancio di coraggio mai provato, portò anche l'altra mano sulla guancia fresca del ragazzo, e quando poso finalmente le labbra sulle sue, sembrò tutto così naturale, così giusto, che sorrise appena. Mentre Francesco la stringeva forte a se e le inclinava appena il capo indietro per approfondire il bacio, scoppiò un applauso forte e commosso. Applaudiva Annetta, che si era assicurata un abbonamento mensile alla sua rivista preferita, applaudiva Mariuccia, il naso lungo sprofondato in un fazzoletto, applaudiva a malincuore Giancarlo, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere felice Serena, e, beh, se questa cosa aveva i capelli rossi e le orecchie da elfo, se lo sarebbe fatto andare bene, applaudiva Paolo, appena commosso e con un gran sorriso sulle labbra, applaudivano Andrea e Sofia, mentre si scambiavano un tenero bacio, orgogliosi novelli cupidi del 538/, e applaudiva l'autista, che singhiozzava tra le mani, muto osservatore della vita di quella compagnia scalcagnata. E la vita non finiva li di certo, ci sarebbero stati altri gossip, altre liti, altre incomprensioni e altre fermate. Ma erano sempre loro, sempre le stesse nove persone che si conoscevano da una vita, che avevano condiviso momenti di imbarazzo, di gioia e di dolore. E decisero in quell'attimo veloce di tempo felice, che, nonostante l'enormità che gli aspettava proprio dietro l'angolo, andava bene così.

 

 

 

 

 

 

 

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E per noi, compagni di viaggio, il 538/ si ferma qui. Grazie di cuore per aver assistito alle vite di Annetta e Mariuccia, pettegole di alta classe, di Giancalrlo, divo anni 40 odierno e col bastone da passeggio, di Paolo, silenzioso e fedele amico, Serena, timida oltre l'inverosimile, Sofia, vagamente frivola appassionata di moda e di Andrea, orsacchiotto vivente e, assicura lui, per niente un piagnone. Grazie, davvero davvero tanto a chi ha inserito la storia tra le ricordate e chi tra le preferite. Alla prossima, un bacio CappelloParlante

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