New Life

di LaBabi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 e 26 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 37 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Mamma mi compri il gelato?” chiesi.
“D’accordo tesoro.” Disse mia madre guardandomi con i suoi occhi azzurro intensi, gli stessi che avevo ereditato da lei. I capelli invece li avevo ereditati da mio padre: biondo intensi, sembravano quasi tinti.
“Lo voglio anche io il gelato!” ribatté mia sorella.
“Ok. Bambine aspettatemi qui con papà. Torno subito.” Disse mentre si allontanava.
Guardai mio padre mentre si sedeva in una panchina. Kelly si sedette accanto a lui, mentre io rimasi in piedi. Li guardai. Erano bellissimi. Lui, alto e muscoloso, biondo con gli occhi scuri, vestito in modo elegante, come al solito. Mia sorella, alta per i suoi nove anni, con i suoi capelli color cioccolato e i suoi occhi scuri, sembrava una bambola di porcellana se non fosse per la carnagione abbronzata. Nella mia famiglia avevano tutti la carnagione così, tranne me; la mia era chiarissima.
Poco dopo tornò mia madre con due gelati alla fragola, ne diede uno a me e uno a mia sorella.
La mamma ci guardava sorridendo, mentre stava abbracciata a papà.
“Bambine andiamo a casa. Si è fatto tardi.” ci disse. Così ci incamminammo, io vicino alla mamma e Kelly teneva la mano a papà dietro di noi.
Poi accadde tutto in fretta.
Cinque uomini, all’incirca di trentacinque anni sbucarono all’improvviso. Tre davanti a noi e due dietro. Ci bloccavano il passaggio. Un brivido mi percorse la schiena. Mi strinsi alla mamma che aveva lo sguardo preoccupato. Papà lasciò la mano di Kelly, che spinse dalla mamma, e fece un passo avanti.
“Signori, desiderate qualcosa?” chiese con un tono di voce rassicurante. Ma la sua postura indicava tutt’altro. Non era calmo per niente: era rigido e aveva tutti i muscoli contratti.
Mi guardai in giro, cercai furtivamente con gli occhi il passaggio di qualcuno, qualcuno che poteva aiutarci. Ma non passò nessuno.
Uno dei signori, sicuramente il capo, fece un passo verso papà e mostrò la pistola. A quella vista la mamma cercò di nascondere il viso mio e di Kelly con la sua giacca, stringendoci fortissimo a sé.
“Sì. Desideriamo un paio di cosette” questa fu la risposta. La disse ridendo. E così fecero anche i suoi compagni.
“Innanzitutto fuori i portafogli. Poi vogliamo gli orologi, anelli, ciondoli; ogni cosa di valore.” Dicendo ciò fece gesto a uno degli altri uomini che si avvicinò con un sacco.
Papà diede il portafoglio, l’orologio e persino la fede. Mamma fece le stesse cose, aggiungendo il braccialetto d’oro.
“Ecco, ora vi abbiamo dato ciò che volevate. Lasciateci andare.” Disse mio padre.
“Non così in fretta.” Ribatté il capo alzando la pistola. Kelly, che già era spaventata dalla situazione, vedendo la pistola puntata su nostro padre iniziò a singhiozzare.
“Io rimarrò qui con voi, potrete fare di me ciò che volete ma lasciate andare le bambine e mia moglie.” Lo pregò papà. “E’ tua moglie che ci interessa.” A queste parole tutti gli uomini fecero un passo avanti.
Papà sgranò gli occhi. Guardò la mamma, e gli scese una lacrima. Era la prima volta che lo vedevo piangere. Mosse le labbra dicendo “Ti amo” poi si scagliò sull’uomo con la pistola.
La mamma urlò, Kelly singhiozzò più forte. Io invece rimasi impassibile.
Papà diede un colpo allo stomaco dell’uomo che cadde a terra, ma purtroppo teneva sempre in mano la pistola e sparò. Lo colpì alla testa.
Vidi mio padre che cadeva a terra. Ci mise un’eternità, era come se il tempo trascorresse lentamente. Due uomini si gettarono su mia madre, mentre altri due tenevano ferme me e mia sorella.
La mamma cercò di difendersi come poteva. Scalciò, cercava di scappare, ma poi uno dei due estrasse un coltello e glielo puntò alla gola, ma mia madre non si fece impressionare e scalciò con più forza.
Il capo allora puntò la pistola verso Kelly e fece fuoco. La colpì in pieno petto, esattamente al cuore.
“Se continui a ribellarti, la prossima sarà lei.” Disse indicando me.
Sentendo queste parole mia madre rimase ferma immobile. Gli uomini iniziarono a svestirla. Le strapparono la camicetta con forza e le sollevarono la gonna. Non potevo assistere a questo scempio.
L’uomo che mi teneva fermo si distrasse dalla visione di mia madre mezza nuda e io riuscii a scappare alla sua presa.
Ma non fuggii, corsi verso mia madre, volevo difenderla anche se sapevo che non potevo nulla. Poi uno sparo. Improvvisamente sentii freddo e caddi a terra.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Non svenni, ero cosciente di tutto; solo che non riuscivo a muovermi o parlare. Mia madre vedendomi a terra esanime mi credette morta e allora fece un movimento brusco e si tagliò la gola con il coltello che le era puntato addosso. Gli uomini si alzarono tutti in piedi e guardarono il massacro che avevano causato e risero. Poi all’improvviso arrivarono due figure, un uomo e una donna. Lui alto e massiccio, con i capelli scuri; lei alta e slanciata, era bellissima. Fecero un ringhio verso gli uomini che si spaventarono, e iniziarono a scappare e sparare. Ma le due figure si muovevano a una velocità impressionante. Non riuscivo a seguire i loro movimenti. Vidi solo che uno dopo l’altro i cinque uomini cadevano a terra come mosche. Poi i due ragazzi controllarono se c’era qualche sopravvissuto, ma si tenevano tappato il naso. Non capivo il perché. “Morto” disse l’uomo con la sua voce potente controllando mio padre. “Morta” disse la donna riferendosi a mia madre. “Merda, è morta pure questa” disse sempre la ragazza, stavolta parlava di mia sorella. Non so come ma mi uscì un gemito. I due si girarono verso di me e mi si avvicinarono. La ragazza mi prese in braccio senza sforzo, come se fossi una piuma e disse: “Questa è viva! Presto dobbiamo portarla da Carlisle!” E iniziarono a correre. I miei occhi si chiusero e non riuscii ad aprirli, non ne avevo le forze. “Credi di riuscire a resistere nonostante l’odore del sangue così vicino e così forte?” chiese il ragazzo. “Sì, devo farcela. E’ solo una ragazzina, non voglio farle del male.” Poi svenni.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Mi svegliai per il forte dolore alla spalla destra. Per prima cosa aprii gli occhi e mi resi conto di essere in una stanza sconosciuta, così mi alzai di soprassalto. Fu una cattiva idea: la spalla sembrava in fiamme e così strinsi i denti. “Stai tranquilla, sei al sicuro.” Disse una voce melodiosa. Cercai di capire da chi provenisse: trovare la risposta fu facile, eravamo in due in quella stanza: io e una ragazza, che mi dava le spalle, perché guardava fuori. “C..c..chi sei?” chiesi con voce impaurita. La ragazza girandosi mi mostrò il volto. La riconobbi subito. Era la stessa che mi aveva salvato. Aveva i capelli biondi e lunghi fino a metà schiena. Era alta e slanciata. Aveva la pelle diafana e gli occhi dorati. Era bellissima, sembrava un angelo. “Sono morta vero? E tu sei un angelo giusto?” chiesi ansiosa. Il dolore alla spalla era forte ma ora avevo altro a cui pensare. Poi udii una risata da dietro la porta, era di un uomo, molto fragorosa. La porta si spalancò ed entrò un ragazzo alto e muscoloso. Aveva i capelli scuri, gli occhi dorati e la pelle diafana come la ragazza. Riconobbi subito anche lui. “Tutte le volte che salvi qualcuno dalla morte ti scambiano per un angelo.” Disse rivolto alla donna, mentre si sedeva su una poltrona accanto al letto dove ero sdraiata. La ragazza si sedette sul letto accanto a me e sospirò. Io indietreggiai velocemente, ma forse troppo; tanto che sembrava di ricevere una coltellata alla spalla. Feci un grido di dolore, non troppo forte; non mi piaceva far vedere che soffrivo. “Forse è meglio se vai a chiamare Carlisle. Le fa molto male la spalla.” Disse la ragazza guardando l’uomo. Ma come finì la frase sentii bussare e l’uomo disse di entrare. Entrarono molte persone: tre donne, tre uomini e una bambina. Quest’ultima si avvicinò al letto, mi osservò poi si presentò sorridendo: “Mi chiamo Renésmee, piacere. A quanto pare farai parte della famiglia. Ne sono molto felice, finalmente qualcuno con cui giocare!” “Renésmee, tesoro, mi fai dare un’occhiata alla tua amica?” chiese l’uomo che sembrava più anziano, che dimostrava trentacinque anni. “Certo nonno. Mi raccomando guariscila come tu sai fare. Io vado a telefonare a Jake per dirgli la novità.” Disse mentre si allontanava dal letto, poi si girò verso di me. “Ci vediamo dopo. Ciao” e uscì dalla stanza. L’uomo che prima parlava con la bambina mi si avvicinò, mi spaventai e raccolsi le ginocchia al petto. “Stai tranquilla, sono un medico. Voglio controllare la ferita, sempre se non ti dispiace.” Aveva una voce rassicurante e gentile. Stesi le ginocchia sul letto e abbassai la spallina della camicia da notte. Mi sentii in imbarazzo, tutti quegli occhi che mi fissavano. “Mi serve la mia valigetta” disse mentre si sedeva sul letto. “Eccola Carlisle” disse un ragazzo. Era bellissimo: occhi dorati, capelli bronzei, pelle diafana. “Grazie Edward. Ora devo togliere le bende, è meglio se uscite.” A metà della frase eravamo rimasti soli nella stanza. Tolse le bende, controllò la ferita poi mi mise delle nuove bende. “Deve fare molto male. Ora ti somministro un antidolorifico.” Prese dalla valigetta una siringa e una fialetta di vetro contente del liquido trasparente. Lo aspirò con la siringa poi mi fece la puntura. Mi sentii immediatamente meglio. “Grazie mille” Tornarono tutti in camera senza che nessuno gli dicesse niente e non capivo come facevano a sapere che avevamo finito la medicazione. “Posso sapere chi siete? Dove sono? Che mi succederà?” “Una domanda alla volta. Allora inizio a presentarmi io; sono Carlisle Cullen, il capofamiglia” disse il medico, poi indicò una signora che dimostrava trenta anni, con il volto a forma di cuore, i capelli color caramello, gli occhi dorati e la pelle chiarissima come quella degli altri “Lei è mia moglie.” “Ciao cara, sono Esme. Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiedi pure a me” si presentò la donna. Riprese la parola Carlisle: “Lui è Edward, lei è Bella, lei è Alice e lui è Jasper.” Erano tutti bellissimi. “Forza ragazzi usciamo, devono parlarle.” Era Edward a parlare. Le sei figure che si erano appena presentate uscirono dalla stanza congedandosi. Rimasi sola nella stanza con la ragazza bionda e il ragazzo enorme. Osservandolo meglio notai che sembrava un orso. Sì, la stazza era quella. “Ciao io sono Emmett e l’angelo seduto accanto a te è Rosalie” disse il ragazzo ridendo fragorosamente. “Em è ora di fare un discorso serio.” Lo ammonì la ragazza. Il ragazzo si fece subito serio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Per rispondere alle tue domande ti trovi a casa Cullen a Forks. Per quanto riguarda quello che ti succederà dipende.” Disse Rosalie. “Dipende da cosa?” chiesi curiosa. “Hai parenti che possano prendersi cura di te?” Mi tornò in mente l’accaduto della notte e mi irrigidii. “No” risposi secca. “Nessun nonno, nessuno zio?” “I miei erano figli unici e per il resto sono tutti morti” ribadii con tono aspro. Sapevo di essere odiosa, ma era una situazione difficile. “Allora adesso posso rispondere alla tua terza domanda: se vuoi puoi rimanere qui con noi, fare parte della famiglia.” Famiglia. Quella parola nella mia testa era stata cancellata quella notte, quando i miei genitori e mia sorella erano stati uccisi. “Vorrei riposare un po’ se non vi dispiace.” “Certo che no.” Disse gentilmente la ragazza Mi accoccolai fra le lenzuola e chiusi gli occhi. Emmett si alzò e uscì dalla stanza. Rosalie invece rimase lì con me e mi accarezzò i capelli. “Lo sai già cosa risponderà.” Disse una voce femminile fuori dalla stanza. “Sì lo sappiamo già, ma Rose vuole sentirlo dire dalle sue labbra.” Ripensai alla proposta fattami dall’angelo che mi aveva salvato e fu così che mi addormentai, sotto le sue carezze. Quando mi svegliai Rosalie era dove l’avevo lasciata. Però doveva avermi lasciato per almeno mezz’ora, poiché notai che si era cambiata di abito. Mi misi seduta e la salutai. “Ciao Rosalie.” “Ciao” disse sorridendo. “Ho deciso di rimanere, sempre se non avete cambiato idea.” Sentendo le mie parole il suo sorriso divenne più grande e mi abbracciò. “Ci sono molte cose che devi sapere. Ma prima forse vuoi rinfrescarti.” “Sì, grazie.” Mi aiutò ad alzarmi e mi mostrò il bagno. Sulle maniglia era appesa una busta, che Rosalie disse essere per me. La presi ed entrai. Feci la doccia, stando attenta a non bagnarmi le bende, poi sbirciai nella busta: c’era della biancheria intima, un paio di jeans, una maglia nera molto carina e un paio di scarpe da ginnastica dello stesso colore. Indossai il tutto e uscii dal bagno. Mi diressi in camera mia, non mi persi, la mia camera era quella in fondo al corridoio, impossibile confondersi. Mi guardai allo specchio, il nuovo abbigliamento mi stava davvero bene. Ora però dovevo legarmi i capelli, c’era solo un leggero problema, mi era impossibile con la spalla in quelle condizioni. Mi riguardai allo specchio e vidi Rosalie alle mie spalle. Mi prese l’elastico dalle mani e molto dolcemente mi legò i capelli. Sì, ora ero presentabile. “Ora sono pronta.” “Vieni ti porto in salotto.” Disse la ragazza bionda. Si incamminò nel corridoio, io la segui. Scendemmo al piano inferiore e nel salotto trovammo tutti. Mi avevano lasciato una poltrona libera. Mi sedetti e feci un respiro profondo. “Ora ti diremo il nostro segreto di famiglia, però non potrai dirlo a nessuno. D’accordo?” chiese Carlisle. “D’accordo.” Risposi convinta. Non lo avrei detto nemmeno sotto tortura, di qualsiasi segreto si trattasse. Loro mi avevano preso nella loro famiglia e la famiglia non si tradisce, mai e per nessun motivo. “Siamo vampiri.” Pronunciò solo queste due parole. Sembrava in attesa di una mia risposta. ‘Cosa dovevo dirgli? Ok, tutto bene? Non che la cosa mi crei qualche fastidio, d’altronde se avessero voluto il mio sangue avrebbero già potuto prenderlo, hanno avuto varie occasioni: quando mi hanno trovato e mentre dormivo. Però volevo saperne di più.’ “Stai tranquilla, non beviamo sangue umano.” Disse Carlisle come in risposta a una mia domanda. “Non si sta chiedendo questo, non ha paura. Le sta bene. Vuole saperne semplicemente di più.” Disse Edward. Lo osservai stralunata. ‘Quindi i vampiri sanno leggere nel pensiero. Questo non lo sapevo.’ “No, so farlo solo io. Alcuni di noi hanno dei poteri supplementari: io leggo nel pensiero, Alice vede il futuro, le cose certe; Jasper riesce a controllare l’umore; Bella riesce a bloccare tutti i poteri della mente e Renésmee è capace di far affluire i suoi pensieri nelle menti degli altri con il tocco della mano e può penetrare qualsiasi scudo.” Mi spiegò. “Carlisle, hai detto che non bevete sangue umano. E come fate a sopravvivere?” chiesi curiosa. “Siamo ‘vegetariani’: beviamo sangue animale.” “Capisco. Edward mi ha parlato dei poteri supplementari, ciò vuol dire che ci sono poteri che tutti hanno. Uno di questi è la velocità.” Dissi ripensando alla sera in cui Rosalie mi salvò. “Sì esatto. Poi c’è la forza, l’olfatto e l’udito sviluppato.” “Capisco. Ma io sono ancora umana o sono una v..vampira?” chiesi indugiando sull’ultima parola. “Tranquilla, sei rimasta come sei arrivata. E non ti trasformeremo mai.” Disse Rosalie. L’ultima frase fu pronunciata con molta enfasi, la parola ‘non’ fu quasi urlata. Tutti annuirono. Dopo qualche minuto di silenzio Carlisle prese la parola e mi chiese: “Ora, se non ti dispiace, parlaci di te. Vogliamo sapere tutto.” Feci un respiro profondo. Ciao. Grazie a voi che leggete la mia fanfiction. Allora, non metto i titoli ai capitoli perchè sono molto brevi e non saprei che titolo dargli e non utilizzo il codice html perchè di solito quando posto vado di fretta. La prossima volta lo userò. Promesso! Grazie di nuovo. Spero leggerete questo capitolo e spero vivamente vi piaccia. p.s. Per ora ho scritto fino al capitolo 33, ma non ve li posterò tutti in una volta o vi rimbambisco ^^ Sono già a un capitolo molto avanti, ma la storia non è nemmeno a metà! Credo che sarà moooooolto lunga!! Un bacio a tutti.. -Babi-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Mi chiamo Hope Hammond e ho quattordici anni. Sono nata il 20 dicembre. Sono figlia.. ero figlia di Matthew e Julia Hammond; vivevo a Port Angeles con i miei genitori e mia sorella Kelly di nove anni.” Non versai una sola lacrima pronunciando queste parole; io non piangevo mai. “Hope, quindi è così che ti chiami. Bel nome.” disse Carlisle. A me sembrava un brutto scherzo del destino: come potevo chiamarmi ‘Speranza’ se tutto ciò che mi stava vicino spariva? “Da oggi sarai Hope Cullen. La figlia adottiva di Rosalie ed Emmett Cullen.” Continuò l’uomo. Ora ero la figlia di Rosalie ed Emmett. La cosa non mi dispiaceva affatto, ma era abbastanza strano contando che i due vampiri dimostravano vent’anni al massimo. “Diremo che ti hanno conosciuto mentre erano in viaggio durante le vacanze e che gli sei subito piaciuta tanto che hanno voluto prenderti con loro” disse Edward in risposta al mio pensiero. “D’accordo, mi sta bene.” Improvvisamente si sentì un rumore strano, era il mio stomaco che reclamava cibo. “Vado a prepararti qualcosa da mangiare” disse Bella spostandosi in un'altra stanza. “Esme mi aiuteresti?” “Certo cara!” Improvvisamente Jasper, Edward e Carlisle si volatilizzarono; e io rimasi sola nella stanza con la mia nuova madre , il mio nuovo padre ed Alice, la mia nuova zia. Alice si avvicinò a me e mi chiese di alzarmi, la accontentai. Mi fece fare una piroetta e dopo avermi osservato concluse: “Eh sì, ti sta proprio bene. Andrò a comprarti qualcos’altro. Comunque mentre ero fuori a comprarti gli abiti che indossi ho acquistato anche uno spazzolino, una spazzola e altre cose. Le troverai in una borsa sulla poltrona in camera tua. Ora vado a fare shopping, ci vediamo quando torno cara nipote!” Mi scoccò un bacio sulla fronte e uscì. Mi risedetti e osservai i miei nuovi genitori. Non li avrei mai chiamati ‘mamma’ e ‘papà’ e nemmeno gli avrei voluto il bene che volevo ai miei veri genitori. “Hope, stanotte oltre a te abbiamo recuperato questo. Era il sacco dove i rapinatori avevano fatto mettere gli oggetti di valore ai miei genitori. Lo aprii ed estrassi il portafoglio di mio padre, poi quello di mia madre; i due orologi e le due fedi. Per ultimo estrassi il braccialetto d’oro di mia madre. Era l’oggetto a cui teneva di più: mio padre gliel’aveva regalato per le nozze con due pendenti a forma di cuore, su uno era incisa una M e sull’altro una J. Alla mia nascita si aggiunse un pendente con un’H e lo stesso fu per quella di mia sorella, ma sul cuore c’era una K. Lo indossai e promisi a me stessa di non levarmelo mai. “Posso chiedervi un favore?” “Dicci pure. Puoi chiedere ciò che vuoi.” “Vorrei una catenina, di quelle semplici, senza nessun ciondolo.” “Vado a comprarla” disse Emmett mentre si alzava dal divano. Rimasi sola con Rosalie ed ero molto a disagio, non sapevo cosa dire. “Ti va di fare un giro della casa?” mi chiese. “Certamente” risposi mettendomi in piedi. “Da questa parte c’è la cucina...” disse mentre entravamo nella stanza. Esme la interruppe. “Dove ora potrai mangiare. E’ pronto.” Sul bancone c’era un piatto con una bistecca. Mi sedetti e ringraziando per il pasto iniziai a divorarlo, ero molto affamata. “Sono spiacente, ma non avevamo altro in casa. Noi vampiri non mangiamo.” si scusò Bella. “Se non mangiate come mai avete delle bistecche in casa?” chiesi incuriosita. “Beh, ecco, è per Jake. Un amico di Renésmee, te lo presenterà lei.” spiegò. Notai che al nome del ragazzo Rosalie corrugò il viso e fece un mezzo ringhio, doveva essere qualcuno che non le andava a genio. Ero molto curiosa di sapere chi era questo Jake. Lo aveva ricordato anche Renésmee prima. ‘Sicuramente sarà un bambino che avrà più o meno la nostra età.’ pensai.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Finii di mangiare, ringraziai Bella ed Esme per il pranzo; poi Rosalie finì di mostrarmi la casa: la sala da pranzo, i vari bagni, lo studio di Carlisle e poi le altre stanze. Tornammo in salotto e mi sedetti di nuovo in poltrona. “Come avete fatto a trovarmi ieri sera?” chiesi. “Stavamo tornando dalla caccia e ci siamo fermati a comprare un regalo a Renésmee, poi abbiamo sentito odore di sangue. Di solito cerchiamo di stargli lontano, ma qualcosa mi diceva che dovevo andare a vedere che succedeva. Io ed Emmett abbiamo visto quegli uomini con le pistole e i coltelli ridere e quattro corpi a terra e ci siamo avventati su di loro; poi abbiamo controllato se c’era qualche superstite e così ti abbiamo trovato.” “Bisogna andare alla polizia a denunciare quegli uomini, non voglio che un’altra famiglia faccia la stessa fine della mia.” “Non possono più fare male a nessuno quelle bestie; perché delle persone che si comportano così non sono persone, sono animali.” Sembrava più arrabbiata di me, e la famiglia sterminata era la mia. “Posso farti una domanda io ora? Magari non vuoi rispondere, ma non fa niente.” “Dimmi” “Perché non piangi, non ti arrabbi?” chiese. “Avrebbe qualche senso? Cambierebbe qualcosa? Se piangessi mia sorella tornerebbe in vita? Se urlassi i miei genitori tornerebbero in vita? No.” Stavo pronunciando queste parole con cattiveria, me ne rendevo conto. “No” ripeté. “Dovrei chiedere una cosa a Carlisle, dove lo posso trovare?” cambiai discorso. “Non lo so. Potrebbe essere già andato al lavoro. Andiamo a vedere se in garage c’è ancora la sua auto.” Mi alzai dalla poltrona e sentii un dolore lancinante alla spalla. Strinsi i denti e seguii Rosalie in garage. Carlisle stava salendo in auto. “Salve ragazze.” Ci salutò. “Hope deve chiederti una cosa” gli comunicò Rosalie. “Scusate ma devo andare in ospedale. Possiamo parlarne dopo?” “Ci metterò un secondo. Quando potrò fare attività fisica?” chiesi velocemente. Sembravano entrambi stupiti. “Beh, fra dieci giorni dovresti essere completamente guarita. Dodici al massimo.” “D’accordo. Grazie mille e buon lavoro.” “Grazie cara. Al mio ritorno ti visiterò di nuovo. Ora vado, ciao!” chiuse la portiera, uscì velocemente dal garage e poi uscì dalla nostra visuale. Tornammo in salotto, dove c’erano Bella e sua figlia. “Ciao!” mi salutò. “Mi ha detto la mamma che ti chiami Hope.” “Ciao Renésmee. Sì, mi chiamo Hope.” “Chiamami Nessie. Mi chiamano tutti così” disse sorridendo. Annuii. Vidi lo sguardo di Rosalie farsi cupo e non capivo il perché, poi suonarono alla porta. “Questo è Jake, ora te lo presento. E’ molto simpatico, andrete d’accordo vedrai.” Disse mentre la madre andava ad aprire alla porta. Quando tornò nella stanza era seguito da un ragazzo alto quasi due metri, muscoloso, con la pelle scura, dai capelli neri e con gli occhi scuri. ‘Questo sarà il fratello maggiore di Jake’ pensai e con gli occhi cercai un ragazzino, ma non c’era nessun altro. “Hope, ti presento Jacob Black.” Disse Nessie indicando con lo sguardo il ragazzo appena entrato. “Piacere Jake” disse questo porgendomi la mano. “Piacere Hope” risposi allungando il braccio destro per stringergli la mano. Solo che la spalla destra era quella colpita e non riuscivo a muoverla senza provocarmi un dolore enorme, nonostante ciò gliela strinsi stringendo i denti. Aveva la mano caldissima, tanto che se avessi avuto la mano di metallo si sarebbe fusa; me la strinse, aveva una forza mostruosa. Lo guardai in volto, mi sorrideva. Cercai di sorridere, ma non ci riuscii; la spalla mi faceva troppo male in quella posizione. Jacob lasciò la presa e si sedette sul divano e Nessie si sedette accanto a lui. Lui allungò la mano per accarezzare sulla testa la ragazza. “Non la toccare, cane!” ringhiò Rosalie. Era molto arrabbiata. Bella le lanciò uno sguardo di rimprovero e la dea bionda sbuffò. Jacob invece sorrideva. “Hope siediti accanto a Jake che ci facciamo raccontare una storia” disse Renésmee. “No! Abbiamo da fare!” Replicò Rosalie, mi afferrò per il polso sinistro e mi portò via a forza dalla stanza. Aveva la mano freddissima, sembrava di ghiaccio. Mi riportò in camera mia e mi fece sedere sul letto. Notai che sulla poltrona dove questa mattina era seduto Emmett c’era una borsa come aveva detto Alice. Dovevo ricordarmi di ringraziarla per gli abiti e il resto. “Non devi stargli vicino” disse Rosalie furiosa. “A chi?” chiesi confusa. “Al cane” rispose sempre più infuriata “A Jacob.” Pronunciò il nome come una cantilena. “Perché?” Ero molto curiosa. Doveva odiarlo dal profondo del cuore. Ma cosa gli aveva fatto? “Perché è uno stupido e rognoso cane!” La guardai stralunata. Fece un respiro profondo e si sedette accanto a me. “Hai mai letto libri sui vampiri?” chiese. “Sì, qualcuno.” “Quindi saprai cosa ci infastidisce.” “Beh, la luce del sole vi incenerisce, le croci, l’acqua santa e le pallottole d’argento. Non mi viene in mente altro.” “Niente di questo è vero. Sono solo leggende” mi spiegò. “Chi sono i nemici giurati dei vampiri?” Sembrava un’interrogazione di scuola, ma questa risposta la sapevo. “I licantropi, giusto?” “Esattamente. Per questo lo odio.” La guardai stupita. ‘Quindi Jacob è un licantropo. Allora perché l’hanno fatto entrare in casa e lo fanno stare con Nessie come se niente fosse?’ Non capivo. Aspettavo una risposta da Rosalie, ma lei non leggeva nel pensiero come Edward e quindi avrei dovuto porre i miei quesiti a voce. “Lui è un licantropo. Ma perché allora è qui?” chiesi sempre più curiosa. “Prima che Bella fosse trasformata erano amici e poi lui.. è innamorato di Nessie.” Queste ultime parole le pronunciò con tristezza. Come poteva essere un ragazzo così grande essere innamorato di una bambina? Ero sconvolta. Rosalie lo notò e mi spiegò che la prima volta che lui aveva visto la nipote aveva avuto l’impriting, un colpo di fulmine mille volte più forte, per cui lui amerà lei e solo lei per sempre. “Succede anche ai vampiri?” chiesi incuriosita. “No, succede solo a quegli stupidi cani.” “Capisco.” “Perché hai chiesto a Carlisle quando potrai fare attività fisica?” chiese cambiando discorso. “Perché vorrei che mi insegnaste a combattere, sia corpo a corpo sia con le armi.” “Armi?” Era stupita. “Sì, armi come nunchaku e coltelli. In modo da potermi difendere la prossima volta.” Abbassai lo sguardo. Speravo che non ci sarebbe stata una prossima volta, ma non lo potevo sapere. “Non ci sarà una prossima volta” disse convinta Rosalie. “E se per caso ci sarà, io ed Emmett saremo qui a difenderti. Devi stare tranquilla.” “Grazie mille, ma vorrei imparare lo stesso. Sempre se siete d’accordo.” “Certo, la scelta è tua. E poi Em sarà molto felice quando sentirà che vuoi imparare a lottare.” Disse sorridendo. “Non mi hai detto perché devo stargli lontano. Mi hai solo detto che è un licantropo, anzi non me l’hai detto, l’ho indovinato.” Si fece subito seria e sospirò. “I licantropi sono pericolosi, potrebbero attaccarti in qualsiasi momento. Quindi ti prego, stai lontano da lui e dai suoi amici cagnetti.” “Certo” Ero molto spaventata. Perché allora Nessie gli stava così vicino? Non erano preoccupati per lei? “E poi puzzano.” Disse ridendo. Scoppiai a ridere. Era la mia prima risata dopo la tragedia. Notai che Rosalie mi fissava e non capivo perché. Forse ero sporca in viso o magari avevo qualcosa tra i denti. Terminai subito la risata. “Scusami,” disse “stavo ammirando il tuo stupendo sorriso.” Il mio stupendo sorriso diceva. Se il mio poteva definirsi stupendo, per descrivere il suo sorriso non esistevano aggettivi. Era bellissima. Le modelle che avevo visto nelle riviste della mamma erano orrende al confronto. “Grazie” dissi arrossendo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


In quel momento entrò nella stanza Emmett con tre pacchettini, ne diede due a me e uno a Rosalie. Aprii il prima e c’era la catenina che gli avevo chiesto. “Grazie mille, proprio quella che mi serviva.” Dissi prendendo la catenina dalla scatola, la aprii, ci infilai le due fedi dei miei genitori e chiesi a Rosalie di allacciarmela dietro al collo. Dopo avermi allacciato la catenina, aprimmo gli altri due pacchetti, c’erano due anelli identici. Erano d’argento, con sopra tre piccoli cuoricini, dove dentro ognuno c’era un diamantino. “Alle mie due ragazze preferite” disse ridendo. Mentre Rosalie si infilava il suo anello dissi ad Emmett che non potevo accettarlo, era troppo costoso. In risposta mi disse che se non l’avessi accettato ci sarebbe rimasto molto male. Allora indossai l’anello. Era stupendo ed era esattamente della mia misura. “Grazie amore!” lo ringraziò Rosalie dandogli un bacio breve ma appassionato. “Grazie Emmett” lo ringraziai io. “Nemmeno un abbraccio?” disse sorridendo allargando le braccia. Scesi dal letto e lo abbracciai con il braccio che riuscivo che riuscivo a muovere. Lui ricambiò l’abbraccio, aveva una forza esorbitante, mi avrebbe soffocata e riaperto i punti alla spalla se Rosalie non avesse dato un colpo di tosse per fargli capire che rischiava di farmi male. Tornai a sedermi sul letto. “Indovina cosa mi ha confessato la ragazza” disse sorridendo la ragazza. “Non sono Edward, tesoro. Non so cosa stai pensando” disse scherzando l’enorme ragazzo. “Vuole imparare a lottare a mani nude e con le armi: nunchaku, coltelli e cose del genere” gli spiegò. Lui girò la testa verso di me, mi chiese se era vero ed io annuii. Era felicissimo, come aveva detto Rosalie. “Appena guarisci ti insegno tutto io! Almeno per quello che riguarda il corpo a corpo. Per quanto riguarda le armi, potremo chiedere a Jasper se può aiutarci. Non sono le armi che usava lui, ma magari sa utilizzarle. Tentar non nuoce. Ma per quanto riguarda i coltelli.. meglio non utilizzarli in questa casa.” “Giusto. Grazie mille.” Dissi sorridendo e notai che Rosalie mi stava di nuovo fissando. Il mio sorriso non era poi tanto bello, non potevo credere che mi stesse fissando per quello. “Hope, di sotto c’è Nessie con il suo amico; se vuoi puoi andare a giocare con loro.” disse l’uomo. “No, grazie mille.” dissi girandomi verso Rosalie. “Vorrei sapere qualche cosa da voi.” “Chiedi tutto ciò che vuoi” dissero in coro. “Vorrei sapere di voi prima della trasformazione e della vostra vita ora.” “Sono storie lunghe, meglio se ti siedi.” mi consigliò Emmett. Lui mi raccontò dell’aggressione dell’orso, dell’angelo che lo salvò e della trasformazione. La storia di Rosalie era molto più triste: il suo fidanzato e i suoi amici che abusarono di lei, che la lasciarono mezza morta a terra, di Carlisle che la salvò, della trasformazione. Mi raccontarono del loro amore, dei loro matrimoni. “Capisco. Gli altri invece?” “E’ meglio se lo chiedi a loro. Ti racconteranno la loro storia in maniera più esauriente.” mi consigliò Emmett. “Hai ragione.” Bussarono alla porta, era Renésmee che mi disse che Jake era andato via e mi chiese se poteva rimanere lì con me. Acconsentii. Nessie chiese alla zia di leggerci una storia. Salì sul letto, ci levammo le scarpe e ci mettemmo sotto le coperte, con le orecchie aperte ad ascoltare la storia del ranocchio Chuck che ad una fiera si era perso e cercava i genitori in giro per il mondo. Conoscevo a memoria quella storia. La mamma la leggeva a me e a Kelly tutte le sera, era la preferita di mia sorella. Dopo poco sia io che Nessie eravamo nel mondo dei sogni. Quando mi svegliai ero sola nella stanza con Renésmee che mi fissava. Era un vizio di famiglia? “Che c’è?” chiesi. “Assomigli molto alla zia Rose, nonostante non siate madre e figlia.” “Ah” “Ora che gli zii ti hanno adottata, sei mia cugina.” “Sì, cuginetta.” Dissi sorridendo. Era la mia prima cugina, ed ero molto felice. “Perché prima non sei venuta a giocare con me e Jake?” chiese Nessie. “Beh, avevo da fare con Rosalie.” mentii. In fondo non era una vera bugia, perché avevo veramente da fare con Rosalie; dovevamo parlare di Jacob. “La zia ti avrà detto che è cattivo e pericoloso” “Perché, non è così?” Rosalie mi aveva mentito? “No, cioè, a volte i licantropi possono perdere la pazienza e fare male a qualcuno, ma Jake e i suoi amici si sanno controllare, non ci farebbero mai del male.” Rosalie non aveva mentito allora. “Ma oltre a questo zia Rose non li sopporta.” “Capisco.” “Vieni andiamo di sotto dagli altri.” Mi prese per mano e io la seguii.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


In salotto c’era Alice, che doveva essere appena tornata dallo shopping. “Sono tutte per te, tranne questa che è per Nessie.” Disse indicando le sporte sul divano. Diedi un’occhiata all’interno, non avevo mai visto tanti abiti in una volta sola! “Grazie mille, per tutto.” “Di niente cara! Vieni andiamo a sistemare gli abiti nell’armadio.” Raccolse tutte le buste e le sollevò come se fossero vuote. Salimmo le scale ed entrammo in camera mia. Lei aprì l’armadio vuoto, lo guardò con disprezzo dicendo: “Fa una tristezza vederlo così.” Iniziò a prendere gli abiti e a metterli nell’armadio. Piccola di statura e molto magra, Alice sembrava un folletto. I suoi movimenti erano aggraziati, sembrava quasi che ballasse invece di camminare. “Ecco fatto! Ora sì che si può definire armadio!” disse dopo un po’. “Grazie mille Alice. Sei molto gentile, ma non dovevi.” “Non potevo permettere che mia nipote non avesse niente da mettere! E poi ho comprato solo il necessario.” Disse sorridendo. Il necessario?! Doveva aver svaligiato almeno una decina di negozi! Oltre agli abiti mi aveva anche comprato una ventina di paia di scarpe e una decina di borse. “Alice” “Sì?” “Non sei obbligata” “A fare che?” “Ad essere gentile, a trattarmi come una vera nipote; dopotutto non lo sono.” Abbassai lo sguardo. Mi si piazzò davanti, con la mano mi sollevò il viso per guardarmi negli occhi. “Non dire assurdità. Io mi comporto così perché ti sento veramente come una nipote. Su siediti che devo raccontarti una cosa.” Feci come mi diceva, ero troppo curiosa di sapere perché si comportasse così nonostante mi conoscesse solo sa poche ore. “Noi vampiri non possiamo avere figli. Esme e Rosalie sono quelle che hanno più senso materno. Esme si è accontentata di avere tutti noi come figli, mentre per Rosalie è diverso. Però prima devo raccontarti un’altra storia.” Mi raccontò di Edward e Bella che si innamorarono quando quest’ultima era ancora umana. Che Rosalie la trattava con freddezza, perché invidiosa della sua normalità. “Poi Edward e Bella si sposarono e lei rimase incinta. Subito dopo la nascita di Nessie, Edward la trasformò poiché lei rischiava di morire. Comunque il fatto è che Rosalie desidera una famiglia, con figli, nipoti e tutto il resto; ma essendo un vampiro tutte queste cose non le può avere. Quindi si è attaccata molto a Nessie, le vuole bene come una figlia. Ma ieri sera quando ti ha portato qui era disperata, credo che se avesse potuto piangere l’avrebbe fatto. Non l’avevamo mai vista così. Ha pregato Carlisle di curarti, di non lasciarti morire. Lei ti vuole bene come una figlia. Mi ha confessato Emmett che stanotte quando è venuto in camera tua per chiedere a Rosalie se ti eri svegliata, lei ti stava guardando con amore. Ha detto Em che quello sguardo non glielo aveva mai visto. Quindi lei ora ti considera tua figlia, per cui tu ora sei mia nipote, nipote di Edward, Bella, Jazz, Esme e Carlisle indipendentemente da ciò che tu possa dire o pensare. E tutti noi ti vogliamo bene.” Sentivo gli occhi gonfiarsi, stavo per piangere. No, non dovevo piangere. Io non piango mai. Feci un respiro profondo. “Quindi ti chiedo un favore, sii gentile con Rosalie.” Poi guardò l’anello che mi aveva comprato Emmett. “Levatelo un momento e guarda cosa c’è scritto all’interno.” All’interno? Mi sfilai l’anello e lessi le tre parole che c’erano scritte: “A Hope. Papà.” Scoppiai in lacrime. Mi volevano davvero bene allora. “Sapevo che avresti reagito così, per questo ti ho comprato questi.” disse mentre mi porgeva una scatola di fazzolettini. “Grazie.. zia” dissi prendendo un fazzoletto. “Ehm.. se non ti dispiace preferirei solo Alice. L’appellativo zia mi fa sentire vecchia.” E scoppiò a ridere. “Posso abbracciarti?” chiesi timidamente. Lei aprì le braccia e io mi ci buttai dentro. Era durissima, sembrava un pezzo di marmo, ma io ci stavo benissimo. Lei mi abbracciò e rimanemmo così finchè non smisi di piangere. “Ah sì. Lo zio Jazz ti sembrerà un po’ freddo, distaccato. Lui è così, anche con Nessie. Non farci caso.” “D’accordo. Alice senti, è vero che vedi il futuro?” “Sì, solo le conseguenze delle decisioni altrui. Come facevo a sapere della scritta del tuo anello?” “Poteva avertelo detto Emmett.” “No, ancora non l’ho incontrato da quando sono uscita.” “Ho capito.” Dopo qualche minuto in silenzio, lei urlò. “Che idea!” “Cosa zi.. Alice?” “Devo organizzare una festa per la tua entrata nella famiglia!” “No, grazie. Non è necessario.” “Sì che è necessario! Mi metto all’opera.” E uscì danzando dalla stanza. Una festa. Mi piacciono le feste, ma non quando la festeggiata ero io. Sicuramente non potevo dire di non avere niente da mettermi. Poi ripensai a tutto il discorso di Alice. Loro mi volevano bene, qualsiasi cosa io avessi detto, fatto o pensato. Amore incondizionato. Ecco cosa significa. E’ l’amore di un genitore, di una famiglia. L’amore che mi era stato tolto davanti agli occhi. Un amore che credevo di aver perso per sempre. E invece loro me l’avevano donato di nuovo. Ripensai a ciò che pensavo quella mattina, che non li avrei mai considerati della famiglia, non gli avrei mai voluto bene come ai miei veri genitori. Mi sbagliavo. Come si può non volere bene a delle persone che ti amano incondizionatamente? Ma avevo bisogno di conferme.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Uscii dalla stanza e mi diressi in cucina. Aprii il frigorifero e lo trovai pieno di cibo. Presi uno yogurt alla fragola e lo appoggiai sul bancone. Ora dovevo cercare un cucchiaino. Aprii un paio di cassetti prima di trovarlo. Mi stavo gustando la cena quando sentii una voce melodiosa provenire dietro di me. “Ma cara, con tutto quello che c’è nel frigorifero sei sicura di volere solo quello?” Mi voltai di scatto e un dolore lancinante mi prese la spalla. Accidenti. “Ti fa molto male? Carlisle tornerà tra breve.” Era Esme, aveva il volto preoccupato. “Non fa male se non faccio movimenti affrettati. Comunque grazie, ho visto che avete fatto la spesa.” “Sì, sono uscita prima.” Mi rivolse un sorriso gentile. Era bellissima. Tutti i membri di quella famiglia lo erano. “Eri con Alice prima?” “Sì, vuole organizzare una festa. Non puoi cercare di convincerla a non farla?” chiesi con voce che implorava aiuto. “Convincere Alice ad annullare una festa? Penso che non esista nessuno in grado di fare una cosa del genere.” “Quindi dovrò rinunciare al pensiero di scampare alla festa. Ma quando ha intenzione di farla?” “Penso dopodomani, perché Jazz ed Edward sono a caccia.” “Capisco. Esme posso chiederti una cosa?” e abbassai lo sguardo. “Certamente” “Credi che mi vorrai mai bene come a una nipote?” mi vergognavo da morire a chiedere una cosa del genere. “Tesoro, io e Carlisle ti vogliamo già bene come a una nipote.” Non ci potevo credere. Alice aveva ragione. Mi volevano bene sul serio. E mi stavo rendendo conto che io iniziavo a volerne a loro. Io. Io che in ventiquattro ore avevo perso la mia vera famiglia, io che ero stata salvata da una fine certa, io che avevo trovato una nuova famiglia, io che ero già amata da questa nuova famiglia. “Oh, grazie nonna!” Sul volto di Esme si formò un bellissimo sorriso. “Eccoti Hope” disse una voce alle mie spalle. “Vieni andiamo di sopra a controllare come stai.” Io e Carlisle andammo in camera mia. Controllò la ferita e mi disse che se continuava a cicatrizzarsi così, sarei guarita prima di quanto si aspettasse. “Grazie nonno. Posso chiamarti così vero?” “Certamente!” e mi sfoderò un sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque. “Mi racconteresti della tua vita?” “E’ una storia lunga.” “Mi hanno detto la stessa cosa Rosalie ed Emmett della loro, ma alla fine non erano poi tanto lunghe.” “La mia sì invece. Te la racconto domani d’accordo? Mi sembri stanca. Forse dovresti dormire un po’.” Feci uno sbadiglio. “Sì, forse hai ragione. Meglio dormire un po’. Ma prima voglio augurare la buona notte a tutti.” “Ehm, veramente noi vampiri non dormiamo mai.” Questo non lo sapevo. “Vabè, li vado a salutare.” Gli feci un sorriso e corsi di sotto. Erano tutti in salotto. Per prima salutai Esme con un bacio. “A domani nonna.” Sentendo queste parole rimasero tutti allibiti, tranne la nonna ed Alice che sfoderò un sorriso. Poi proseguii con gli altri, un bacio e un saluto. “A domani Alice” “A domani zia Bella.” “A domani Nessie.” Poi mi avvicinai a Carlisle che mi aveva seguito in salotto e salutai anche lui. “A domani nonno.” Poi indicando Rosalie ed Emmett dissi di seguirmi. Loro si alzarono e mi seguirono in camera. “Grazie per avermi adottato.” I due si scambiarono un’occhiata, poi mi avvicinai ad Emmett dicendo: “Ciao papà” e gli scoccai un bacio. “Dormi bene” ed uscì dalla stanza con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro. Mi infilai sotto le coperte e poi guardai Rosalie. “M…M…Mamma, mi faresti compagnia finchè non mi addormento?” Ero imbarazzatissima. Sentendo che mi rivolgevo a lei con l’appellativo mamma, fece un sorriso. I suoi occhi sprizzavano felicità. “Certo cara. Non mi muoverò di qui.” Si sedette accanto a me e mi rimboccò le coperte. Fui sorpresa di essermi attaccata a questa famiglia così presto, ma loro mi attiravano, come si può non volergli bene? Sicuramente la tragedia della sera prima non l’avrei mai dimenticata, mi avrebbe segnato a vita. Non avrei mai dimenticato i miei veri genitori e mia sorella, ma io ero viva e dovevo rifarmi una vita. Loro avrebbero voluto così. E immersa in questi pensieri mi addormentai.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Mi svegliai di buon mattino, e la prima cosa che notai era il viso di Rosalie che fissava il mio.
“Buongiorno principessa” disse sorridendo.
“Buongiorno” dissi stiracchiandomi, ma quando fu il momento di alzare la spalla destra arrivarono i problemi e quindi decidi di alzarmi.
Scesi dal letto e andai in bagno. Era enorme, non me ne ero accorta il giorno prima. Oltre alla doccia c’era anche una vasca. La cosa mi allettava molto. Aprii il rubinetto dell’acqua bollente e mentre aspettavo che la vasca si riempisse mi guardai allo specchio. Sembravo più grande. No, doveva essere una mia impressione; eppure avevo un’aria più matura, non più quella di una bambina.
Osservai il ripiano del lavandino, era pieno di creme di ogni tipo, di bagnoschiuma di ogni profumo. Dopo averne annusato alcuni scelsi quello alla pesca. Ne misi un po’ nell’acqua della vasca e subito si creò una schiuma profumata, nella quali mi immersi. Dopo un po’ bussò alla porta qualcuno. Era Rosalie che voleva aiutarmi a lavare i capelli. La ringraziai. Lei prese qualcosa e si inginocchiò sul pavimento, accanto alla vasca. Mi levai la benda, ormai completamente bagnata, dalla spalla.
Rosalie mi bagnò i capelli, poi verso qualcosa sulle sue mani e poi incominciò a lavarmi i capelli. Nella stanza l’odore di pesca si rafforzò, probabilmente aveva scelto lo shampoo e il balsamo dello stesso tipo del bagnoschiuma. Mi risciacquò i capelli, poi uscì dalla stanza.
Io uscii dalla vasca e mentre questa si svuotava, mi avvolsi in un asciugamano. Mi infilai l’intimo e mi misi gli abiti del giorno precedente.
Poi scesi al piano inferiore, c’erano Esme e Carlisle.
“Tesoro, non fai colazione?” chiese la donna.
“No, grazie. Non mangio mai la mattina. Dove sono gli altri?”
“Emmett è in giro e Alice ha portato Rose fuori di casa a forza. Bella e Nessie non le ho ancora viste. Comunque dovresti mangiare qualcosa, la colazione è il pasto più importante della giornata.”
“Lo so, ma non ho fame.” Spostai il mio sguardo su Carlisle. “Avevi promesso di raccontarmi la tua storia oggi.”
“Sì, lo so. Seguimi.” Rispose l’uomo.
Entrammo nel suo studio e mostrandomi i quadri mi raccontò la sua vita partendo da suo padre, dal misterioso vampiro che lo trasformò. Mi raccontò di tutto ciò che aveva fatto e mi parlò dei Volturi. Mi raccontò anche di aver trasformato prima Edward, poi Esme, Rosalie ed infine Emmett. Era un uomo immensamente buono e gentile.
Restammo nello studio un po’ a parlare del più e del meno, finchè Nessie entrò nella stanza e mi saltò addosso per darmi un bacio sulla guancia.
“Nessie, tesoro, ricordati che le fa male la spalla” le ricordò il nonno.
“Sì, lo so. Se avete finito di parlare, ti chiederei di accompagnarmi in un posto” disse guardandomi negli occhi. “Certamente. Vado a cambiarmi.” Corsi in camera e trovai un bellissimo completo adagiato sul letto con un biglietto adagiato sopra:
‘Ho visto tu e Nessie che uscivate. Indossa questi abiti e ai piedi del letto troverai le scarpe coordinate. Fate le brave, ti voglio bene. Alice.’
Riguardai il completo, era stupendo: un paio di pantaloni bianchi con una rosa rossa disegnata sulla parte destra del sedere, una maglia bianca a maniche lunghe o quasi: la manica sinistra era squarciata e “ricucita” con un nastro rosso. Conoscevo molto bene la marca di quegli abiti: era la più famosa fra gli adolescenti. Se la zia continuava a comprarmi cose del genere mi avrebbe viziata.
Mi vestii e indossai le bellissime ballerine rosse. Mi guardai allo specchio e quasi non mi riconobbi. Quel vestito mi aveva trasformata. Aprii l’armadio alla ricerca di una giacca da mettere sopra e ne presi una bianca. La osservai, sopra c’era un biglietto. Era di zia Alice, diceva di mettere quella rosa. Seguii il consiglio e scesi in salotto.
“Se sei pronta possiamo andare” disse Bella.
“Certo” Seguii lei e Nessie in garage, salimmo sulla ferrari e io mi misi a guardare fuori dal finestrino.
Facevo sempre così quando ero in viaggio, mi piaceva osservare il paesaggio.
“Eccoci arrivate.” Scendemmo tutte d’auto e rimanemmo in piedi ferme, in mezzo al nulla. Non ne capivo il senso.
Poi vidi avvicinarsi una figura, la riconobbi subito, era Jacob. Feci un passo indietro, ma prontamente Nessie mi prese la mano e mi diede uno strattone. Non potevo scappare. Rosalie si sarebbe molto arrabbiata quando avrebbe scoperto dove ero.
“Sam ha detto che avete il permesso di oltrepassare il confine.” Di che confine stava parlando? Non ci capivo più nulla. E chi era Sam? “Vieni Hope, ti porto in spalla io.” Lo fissai pieno di paura. Nessie se ne accorse. Scambiò un’occhiata con sua madre e Bella annuì.
“Jake, perché non porti me? A Hope ci pensa la mamma.”
Per risposta il licantropo la prese in braccio e iniziò a correre.
Bella fece lo stesso con me, ma prima di partire mi disse che era meglio se non avessi chiuso gli occhi, parlava per esperienza; poi partì a tutta velocità.
Andavamo talmente veloci che non mi accorsi nemmeno del paesaggio circostante, poi ci fermammo. Bella mi fece scendere e la ringraziai per il passaggio. Prima però feci dei respiri profondi e la zia non mi mollò finchè non fu sicura che potessi reggermi in piedi con le mie gambe. Poco dopo arrivarono anche Jacob e Nessie. Quando lui si fermò lei scese al volo.
“Devo presentarti dei miei amici” Mi prese per mano e mi portò dinnanzi a un uomo sulla sedia a rotelle e a una donna seduta su un tronco d’albero.
“Questo è Billy Black, il papà di Jake.” Disse indicando il robusto uomo, con le rughe sul viso, dalla pelle rossastra, con occhi e capelli neri.
Allungai il braccio, nonostante la spalla dolorante e gli strinsi la mano.
“Questa invece è Sue Clearwater.” E strinsi la mano anche a lei, ma questa mi si alzò da dove era seduta per salutarmi con un bacio sulle guance. Erano molto amichevoli, anche troppo. Poi ebbi uno strano presentimento.




Ciao lettori e lettrici!! Fino ad ora ci sono state più di 1000 visite e mi fa molto piacere.
Le recensioni invece sono solo 18 e la cosa mi dispiace.
Quindi vorrei invitare coloro che leggono la storia a commentarla, anche negativamente se pensate che sia brutta, le critiche sono costruttive secondo me.

Ora rispondiamo alle commentatrici:
- delfina: eccoti il capitolo numero 10!

- gatt881: mi spiace di averti fatta piangere, cercherò di essere più attenta

- annuxiaaa: la tua è una buona idea, ma finora sono arrivata a scrivere fino al capitolo 34. Magari un'altra storia. Comunque grazie per i complimenti!!

- pum: grazie mille!

- cullengirl: ti dirò, io trovo tutti i Cullen interessanti; ma Rosalie è la mia preferita. Poi il suo senso materno trovo sia immenso e mi è sembrato giusto che anche lei avesse la gioia di avere un figlio.

- AlessandraMalfoy: grazie mille. Per quanto riguarda l'html io lo studio a scuola, solo che quando pubblico non ho mai il tempo di aggiungerlo. Magari la prossima volta chiederò il tuo aiuto.
Ringrazio di nuovo tutte per i complimenti.
Ciao ragazze!!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ciao ragazze e ragazzi che leggete questa storia, come va? Spero bene. Io sono indaffaratissima con la scuola, non ho nemmeno il tempo di respirare quasi; ma nonostante questo cerco di postarvi dei capitoli lo stesso (eh sì, vi tocca! ^^).

Ora vi sembrerò presuntuosa, ma questo capitolo mi piace molto, sì, stranamente mi sento orgogliosa di una cosa che scrivo; di solito penso sempre che facciano schifo. Comunque non siamo qui a fare la permanente alle giraffe (come mi è uscita questa non lo so, sarà la scuola che mi fa male..)e quindi eccovi il capitolo 11. Spero vi piacerà e vorrete commentarlo. Sapete il capitolo 10 è stato letto finora da 116 persone e l'hanno commentato solo in 3. La cosa mi mette tristezza, perchè significa che non vi è piaciuta e mi dispiace; ma se commentaste e mi diceste cosa non va potrei migliorare no?



Capitolo 11


Non mi accorsi nemmeno dei suoi passi alle spalle. Sentii solo una mano poggiarsi sulla spalla sinistra. E reagii d’istinto.
Con la mano sinistra afferrai la mano del nemico, ruotai verso destra velocemente, senza mollare la presa.
Restò per un minuto senza parole, con lo sguardo inebetito. Poi arrossì.
“Forte la ragazzina. Dove hai imparato una presa del genere?” mi chiese l’aggressore.
“Non ho imparato. E’ la prima volta che la vedo e la eseguo.” Risposi senza mollare la presa. Il ragazzo dai capelli castano scuro come gli occhi, era decisamente più forte di me; se avesse voluto si sarebbe liberato della mia presa senza fatica.
“Beh Seth, già nei guai?” scherzò una ragazza alle sue spalle. Era bellissima, la sua pelle aveva un colore olivastro molto scuro. I suoi capelli erano lunghi e castani, le ciglia erano lunghe e le mettevano in risalto gli occhi marroni.
“Sì, ti piacerebbe.” Rispose il ragazzo scherzando.
“Ragazzi, piantatela. Hope puoi lasciarlo, è un mio amico.” Era Jacob a parlare. Un suo amico? Meglio non mollarlo allora, ma alla fine feci come aveva detto.
“Questi sono Leah e Seth. I figli di Sue.” Fu così che me li presentò Jacob.
“Ciao” disse sfuggente la ragazza. Non dovevo andarle a genio, e pensare che ci conoscevamo da cinque secondi.
Il fratello invece mi si avvicinò troppo e allora io feci un passo indietro. Lui si bloccò notando la mia paura nei suoi confronti. Poi si girò verso Jacob come per chiedere il motivo di tanta paura, ma il suo amico fece spallucce.
Seth mi guardò incuriosito ma vidi avvicinarsi delle altre persone. Erano sette ragazzi, uno stava a capo degli altri, che chiacchieravano fra loro.
“Lui è Quil, lui è Embry, lui è Jared, lui è Paul, lui è Collin e lui è Brady.” E mano a mano che pronunciava i nomi me li indicava.
Poi si avvicinò a un ragazzo altissimo e muscoloso, con due larghe spalle e muscoli molto ben definiti, dai lunghi capelli nero carbone, lisci come seta, e occhi neri e penetranti.
“Lui invece è Sam Uley”
”Molto piacere, Hope Ham.. voglio dire.. Hope Cullen.” Sentendo il mio nuovo cognome tutti trasalirono. Uno di loro, forse Paul, mi si avvicinò e iniziò ad annusare l’aria attorno a me. Lo seguii con lo sguardo.
“Caspita Jake, avevi ragione. E’ umana, per ora.” Le ultime due parole le pronunciò come una minaccia nei miei confronti, ma nonostante lui fosse molto più grande di me gli rivolsi un sorriso di sfida, che fu spiegato da Bella:
“Per ora e per sempre. Rose ha detto che non la trasformerà mai e ha fatto promettere a tutti di non farlo.”
Sam mosse un passo verso di me, e mi spaventai, la sua espressione era troppo seria. Con il secondo passo mi fu vicino, io feci tre passi indietro. Le parole di Rosalie mi tornavano in mente: ‘I licantropi sono pericolosi, potrebbero attaccarti in qualsiasi momento.’
Poi lui si voltò verso Jacob chiedendo:
“Cosa sa?”
“Per ora so che sa di loro. Sa cosa sono.”
“Altro?”
“Non ne ho idea”
Sam fece un altro passo verso di me e mi fu vicinissimo e visto che uno dei suoi passi equivaleva a tre dei miei, arretrai di nuovo di altri tre passi.
“Gli ha detto che siete pericolosi. Ma per il resto non lo so nemmeno io.” Disse Nessie.
Jacob guardò Bella con sguardo interrogativo e per tutta risposta lei ribatté:
“Non guardare me. Io non so nulla. Dovresti chiedere a lei.”
Accidenti! La mia nuova famiglia per caso mi stava tradendo?
Sam tornò a guardarmi. Ora ero davvero terrorizzata.
“Che ti ha detto la bionda?” chiese Jacob. ‘La bionda’ come lui l’aveva chiamata aveva un nome. Se non l’avesse trattata con maggior rispetto non avrei aperto bocca.
Sam fece uno sguardo di rimprovero a Jacob, poi chiese:
“Quindi ora fai parte dei Cullen. Ne sei contenta?”
“Sì, ne sono molto felice.”
“Cosa pensi riguardo al loro problema?”
Di che problema parlava? Non capivo. Ah sì, il fatto che erano vampiri.
“Non ho problemi. L’importante è che non mi trattino male e che mi vogliano bene, il resto non è importante.”
Sembravano tutti stupiti dalle mie parole, ma io ero sincera.
“Mi hanno detto che ora sei la figlia di ..” sembravano sfuggirgli i nomi.
“Emmett e Rosalie”
“Esatto. Dimmi, lei ti ha detto qualcosa di noi?”
Abbassai lo sguardo. Dovevo mentire o essere sincera? Meglio la verità.
“No. Come vi ha già detto Nessie ha semplicemente detto che Jacob e i suoi amici sono pericolosi.”
“Altro?”
“No” Ero sincera. Non me l’aveva detto lei che loro erano licantropi, lo avevo dedotto io.
“Se è possibile, ora avrei io una domanda da rivolgervi.”
“Certo. Dì pure.” Sam mi guardò negli occhi.
“Nei libri si dice che voi licantropi vi trasformate solo con la luna piena. E’ vero?”
Tutti trasalirono.
Due dei ragazzi ringhiarono un “Bugiarda!”, ma Sam alzò un braccio per farli tacere.
“Dimmi, come fai a sapere che siamo licantropi?”
“Ho indovinato e Rosalie ha semplicemente annuito. E quindi lei non mi ha detto niente. E io non ho mentito, non sono una bugiarda.” Quest’ultima frase la urlai in modo che i due ragazzi che prima mi avevano rivolto quell’accusa potessero sentire bene.
“Questo è vero. Comunque no, non è vero della trasformazione con la luna piena. Noi possiamo trasformarci in qualsiasi momento a nostro piacimento.”
“Capisco. Grazie per la spiegazione” E gli rivolsi un sorriso. Lui lo ricambiò e si sedette accanto a Sue.
Tutti si misero in cerchio accanto a me, ad osservarmi, nemmeno fossi stata un fenomeno da baraccone.
Poi Nessie si fece largo tra la ‘folla’ e mi portò in salvo.
“Ragazzi, devo invitarvi a una festa domani sera!” disse. La guardai sorpresa e anche un po’ arrabbiata. La festa era organizzata dalla zia Alice; lei non poteva prendere l’iniziativa e invitare i suoi amici. Lei non fece caso al mio sguardo e lo ripeté più forte.
Tutti guardarono la mia nuova cugina, in attesa di saperne di più.
“Domani sera, a casa Cullen verrà data una festa in onore dell’entrata in famiglia di Hope. Siete tutti invitati e naturalmente potete portare le vostre fidanzate!”
I ragazzi iniziarono a decidere se partecipare o meno, ma alla fine mi parve di capire che avrebbero partecipato.
Accidenti, Rosalie sarebbe andata su tutte le furie. Prima nel sapere che ero stata tutto il pomeriggio con i licantropi e poi quando alla festa avrebbe visto i suoi adorati amici ‘cagnetti’, come li chiamava lei.
Ero molto triste al pensiero di aver fatto arrabbiare la mia nuova madre, anche se in fondo non era colpa mia. Mi separai dal gruppo e seguii un sentiero lungo la foresta. Volevo restare sola a pensare.
Mi misi a correre nella foresta, corsi a più non posso per circa venti minuti. Quando non ne potei più mi fermai, mi levai la giacca, la sistemai per terra e mi ci sedetti sopra, almeno da non sporcare i pantaloni candidi.
All’improvviso sentii un rumore poco lontano da me, ma non mi preoccupai. Me ne ero accorta durante la mia fuga che qualcuno mi stava seguendo. Era uno degli amici di Jacob.
Io chiusi gli occhi e restai in silenzio a pensare a tutto, ascoltando il rumore della natura, ma poi sentii che qualcuno si era seduto accanto a me. Non aprii gli occhi, non mi importava chi fosse.
“Ehm.. ciao” disse il quasi sconosciuto.
“Ciao” Rimasi con gli occhi chiusi.
“Come va?”
“Come quando eravamo con gli altri.”
“I ragazzi non volevano essere cattivi prima” si scusò per gli altri.
“Non importa” ero sincera.
“Hai intenzione di dormire?”
“No” non ero per niente stanca.
“Allora perché tieni gli occhi chiusi?”
“Mi aiuta a rilassarmi” poi li aprii. Lui mi stava fissando con i suoi occhi scuri. “Che c’è?” Perché cavolo mi fissavano tutti? Prima Rosalie, poi Nessie e ora lui. Era una cosa molto fastidiosa.
“Niente” E scostò subito gli occhi.
“Ecco allora piantala.” Mi pentii subito di ciò che avevo detto, ma mi pentii soprattutto del tono. Ma lui sembrava non averci fatto caso.
“Sei arrabbiata perché la bambina ci ha invitato alla festa?”
“Non è quello. A me non cambia nulla, solo che magari prima poteva chiederlo ad Alice o a Rosalie.”
Cambiò discorso.
“Hope. Bel nome.”
“Grazie. Il tuo se non sbaglio è..” Niente, non mi veniva in mente nulla.
“Seth, quello a cui ormai rompevi un braccio.”
“Giusto, Seth. Comunque scusami per prima. E’ stato l’istinto. Presto sarò in grado di difendermi sul serio.”
“A me è parso che sei in grado di difenderti anche ora.” disse mentre si massaggiava il polso.
Scoppiammo entrambi a ridere.
Parlammo per molto tempo. Seth era molto simpatico. Quando fu ora di tornare dal gruppo ci fu un problema: mi alzai di scatto e la spalla fece uno strano rumore, ed emisi un urlo.
“Ti senti male? Vado a chiamare aiuto?” Seth era molto preoccupato.
“Non preoccuparti, solo che mi fa male la spalla e non riesco a correre, a tornare indietro ci metterò tantissimo tempo.”
“E che problema c’è? Ti do un passaggio io.”
Lo guardai stralunata. Lui mise una mano dietro la mia schiena e con l’altra sotto le ginocchia mi sollevò.
“Pronta a partire?” chiese con un sorriso stampato sulle labbra. Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere.
Si era alzato un vento gelido e io,nonostante la giacca, avevo freddo. Seth se ne accorse e mi strinse verso di sé. Il suo corpo emetteva un calore fortissimo. Dopo poco non sentii più il freddo.
Arrivati al luogo dove erano riuniti tutti mi fece scendere e ci scambiammo uno sguardo imbarazzato. Seth tornò dai suoi amici, che lo iniziarono a prendere in giro dicendo che anche lui adesso aveva la fidanzata. Feci finta di non sentire per non arrossire.
“Bella e Nessie sono già andate. Ti riporto a casa io. D’accordo?” mi comunicò Jacob vedendo che con lo sguardo ero alla ricerca della zia e di mia cugina.
“Certo.” Dopo il pomeriggio passato con Seth ora mi fidavo sai di lui che dei suoi amici licantropi.
Mi avvicinai a Jacob che indossava solo un paio di jeans fino al ginocchio. Lui mi prese in braccio come Seth prima e iniziò a correre. Anche il suo corpo era caldo. Forse era una caratteristica dei licantropi. Arrivati a casa c’era Rosalie sulla porta che ci aspettava. Vedendomi in braccio al licantropo ringhiò e si mise in posizione di attacco. Quando scesi dalle braccia di Jacob lo ringraziai velocemente:
“Grazie, Jacob.”
“Chiamami Jake. Comunque non c’è di che. A domani sera.”
“A domani sera, ora corri!”
Io mi gettai tra le braccia di Rosalie, che vedendomi scendere da Jake aveva riassunto una posizione normale.
“Ho bisogno di Carlisle, la spalla ha fatto uno strano rumore prima.”
“Se è stato lui giuro che lo uccido.” Era furiosa.
“No, è che ho fatto un movimento affrettato.”
Si rilassò leggermente.
“E’ in cucina. C’è un’altra cosa di cui hai bisogno, un bagno. Puzzi di cane."

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


“Forza che è tardi!”
“Non è vero, mancano ancora più di due ore alla festa.”
“Non ce la faremo mai!”
“Alice, calmati. Due ore bastano e avanzano a prepararci.” “Ehm, a prepararti vorrai dire. Comunque se non iniziamo subito temo non basteranno.” Mi trascinava verso l’enorme bagno
“Due ore solo per preparare me? Ma se io ci metto solo cinque minuti!”
“Hope, stasera è la tua serata. Devi essere bellissima, di più di quanto tu non sia già.” Mi fece arrossire.
“D’accordo, per stasera sono nelle tue mani” mi arresi.
Mi fece sedere sul bordo della vasca da bagno.
“Per prima cosa lo smalto” disse aprendo un armadietto. Dopo aver passato qualche secondo alla ricerca di quello giusto si voltò compiaciuta.
“Questo colore è perfetto. Su porgimi le mani” Così feci e lei mi mise lo smalto rosa perlato sulle unghie delle mani e dei piedi.
“Tu stai ferma immobile, non ti muovere nemmeno se venisse giù la casa. Torno subito.” E sparì.
Non ebbi nemmeno il tempo di lamentarmi che lei era già ritornata. Si era cambiata d’abito, ora indossava una maglia bianca monospalla, pantaloni neri e dei tacchi altissimi. Era bellissima.
“Alice.. wow!” fu l’unica cosa che riuscii a dire. “Grazie cara. Ma non è niente di che. E poi tu sarai cento volte meglio!”
La guardai stralunata. Era impossibile essere più bella di lei, e anche se ci fosse riuscita avevo sempre Rosalie che mi faceva concorrenza.
“Ora occupiamoci dei tuoi capelli. Vuoi lasciarli sciolti o preferisci un’acconciatura?”
“Mmm.. stupiscimi.”
“D’accordo. Allora chiudi gli occhi, o non sarà una sorpresa.” Annuii.
Dopo circa trenta o quaranta minuti Alice disse:
“Pronta tesoro? Ricordati che se non ti piace posso farti qualcos’altro.”
“Sono pronta”
“Apri gli occhi, Hope” E così feci.
Non credetti ai miei occhi. Voltai la testa a destra e a sinistra. Era un’opera d’arte.
Aveva raccolto ciocca per ciocca i capelli vicino al viso, poi li aveva arrotolati su se stessi e li aveva uniti in una specie di chignon, dal quale uscivano delle ciocche. Semplicemente stupendo.
“Grazie Alice, è semplicemente magnifico!”
Sul suo volto si allargò un sorriso, poi guardò l’orologio.
“Su forza, andiamo a vestirti!” e mi trascinò in camera mia.
Io mi avvicinai all’armadio dicendo: “Allora, cosa mi metto?”
“Questo” disse Alice con un pacco in mano. Non potevo crederci, mi aveva comprato un altro abito.
Aprii il pacco e all’interno c’era un vestito. Lo indossai; per fortuna aveva la cerniera e lo infilai dai piedi, altrimenti avrei rovinato l’opera della zia. Come finii di vestirmi non ebbi nemmeno il tempo di guardarmi allo specchio, che Alice mi aveva già ritrascinato in bagno. Mi risedetti al mio solito posto, sul bordo della vasca.
La zia mi diede un leggerò strato di ombretto rosa pallido e poi mi passò il lucidalabbra sulle labbra.
Fece due passi indietro e mi osservò. Poi sorrise compiaciuta del suo operato.
Mi alzai e mi diressi verso la mia camera, ma fui intercettata da Rosalie. Indossava una camicetta azzurra con un paio di pantaloni blu scuro molto attillati.
“Stai benissimo. Sembri una principessa.”
“Grazie” e arrossii.
Entrai in camera e mi piazzai davanti allo specchio. Non riconobbi il mio riflesso. Il vestito che mi era stato regalato arrivava quattro dita sopra le ginocchia ed era a maniche corte. Era di colore rosa pallido, tranne sui contorni delle maniche e nel fondo del vestito, che era tendente al viola. L’abito mi faceva sembrare più alta e slanciata, e la mia carnagione chiara sembrava più abbronzata.
Rosalie mi si avvicinò dicendo:
“Ed ora il tocco finale” Mi mise fra i capelli una rosa dello stesso colore dell’abito.
“Caspita!” Era la voce potente di Emmett. “Sei stupenda!”
Lo ringraziai e in quel momento entrò Alice con una fotocamera: “Su forza, mettetevi in posa!”
Rosalie si posizionò dietro di me e mi abbracciò ed Emmett si mise al suo fianco con una mano sulla mia spalla e l’altra sui fianchi della moglie.
Alice ci scattò la foto poi corse via. Suonarono alla porta e mio padre disse:
“Sono arrivati. In perfetto orario!” e corse al piano inferiore, quasi sicuramente andò ad aprire alla porta.
Mi si strinse lo stomaco. Lo sapevo, ora avevo paura.
“Andrà tutto bene, stai tranquilla.” Mi consolò e mi diede un bacio sulla fronte.
Poi arricciò il naso e si fece seria.
“Alla fine sono venuti anche loro.” E suonarono alla porta. Dopo cinque minuti suonarono di nuovo e ebbi sempre più paura. Tutte le volte che sentivo il campanello sussultavo.
Alice danzò all’interno della stanza, mi abbracciò dicendo:
“Ci sono tutti, due minuti e potete scendere. Vado a cercare Emmett. Senza di lui non possiamo cominciare.”
“Jasper ed Edward sono tornati dalla.. ehm.. caccia?” chiesi.
“Sì, cinque minuti fa. Sono di sotto con gli altri che attendono la tua entrata.” Si voltò di scatto e uscì dalla stanza chiamando Emmett.
Respirai profondamente per cercare di calmarmi, niente da fare.
“Eccomi, possiamo andare” disse mio padre. “Ma forse prima è meglio se ti metti le scarpe.”
E scoppiò a ridere. Mi guardai i piedi e mi accorsi di essere scalza. Rosalie mi passò un paio di ballerine eleganti di colore viola. Le indossai e dissi che ora ero davvero pronta.
Loro mi presero per mano ed insieme ci incamminammo per il corridoio fermandoci a un metro dalle scale.

Ora rispondiamo ai commentini:

Grazie a tutti coloro che hanno commentato e hanno detto che la fanfiction gli piace.



- Florence: lo scoprirai nel prossimo capitolo, chissà se un altro lupacchiotto ha ceduto al fascino di Hope..oppure è semplicemente gentilezza?

- cullengirl: come ho già detto a Florence lo scopriremo presto se Seth ha avuto l'impriting con Hope..



Alla prossima puntata e commentate in tanti!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


“Signori e signore, ecco a voi Hope Cullen!” Era Alice che mi presentava.
Emmett mi lasciò la mano. Rosalie strinse la mia e iniziammo la camminata verso le scale. Emmett ci seguiva. Scesi il primo scalino e sentii tutti gli occhi su di me. Che vergogna!
Scendemmo lenti le scale. Quando fummo al piano inferiore scoppiò un grande applauso. No, anche l’applauso no!
“Tesoro, ora dovrai salutare tutti gli invitati. Poi potrai divertirti.” Disse Rosalie.
Annuii. Il nonno si avvicinò con due coppie.
“Questo è il dottor Luke Jones questa è sua moglie Sally. Questo invece è il dottor Charles Rowlins e questa è Marilyn.” Strinsi la mano a tutti, non mi faceva male, perché Carlisle mi aveva somministrato un antidolorifico.
“Piacere di conoscerti Hope. Tuo nonno non fa altro che parlare di te in ospedale.”
“Piacere mio, Dottor Jones. Spero che il nonno non vi abbia annoiata parlando di me.” Sorrisi.
Mi chiesero come mi trovavo con la famiglia Cullen, meravigliosamente naturalmente.
Rosalie si scusò e mi portò a conoscere dei loro amici di famiglia.
“Ciao Hope, sono Tanya. Del clan dei Denali” Sì presentò una ragazza che dimostrava circa vent’anni, dai lineamenti fini e delicati, i capelli biondo rossicci, occhi d’oro liquido e pelle diafana.
“Ciao. Carlisle mi ha parlato di voi questa mattina.” Tornai con la mente quando chiesi se erano gli unici a bere sangue animale e lui mi disse che c’era un altro clan, quello dei Denali, come loro.
“Questa è Katrina.” Disse Tanya indicandomi la ragazza al suo fianco.
La ragazza aveva il viso tondo con grandi occhi dorati, con lievi sfumature di verde. Katrina aveva le labbra grandi e carnose e i capelli lunghi, lisci e biondi. La pelle naturalmente era diafana come quella di tutti i vampiri.
“Kate, piacere” disse questa rivolgendomi la mano e un sorriso.
“Piacere mio.” Le strinsi la mano e ricambia il sorriso.
“La coppietta qui dietro sono Carmen ed Eleazar.” Disse Tanya.
La coppia si fece avanti e mi salutò. La ragazza aveva la pelle più scura dei vampiri che avevo visto finora, in perfetta armonia col nero pece dei capelli, lunghi e ribelli. L’uomo, alto circa un metro e settantacinque, aveva i capelli nerissimi e gli occhi d'oro.
Ricambiai il saluto e li ringraziai di essere venuti, mi aveva fatto molto piacere conoscerli.
Poi fui presentata ad altre persone. Credevo non finissero più.
“Ecco, abbiamo salutato tutti. Ora puoi divertirti.”
“Ehm.. mamma?”
“Sì?”
Era un suicidio chiederglielo sapendo benissimo come la pensava.
“Posso stare con Jake e i suoi amici?”
Nessuna risposta. Brutto segno.
Ma lo zio Edward mi fu subito alle spalle.
“Rose, lasciala andare. Almeno stasera, d’altronde è la sua festa.”
Ma lei non disse nulla.
“No, non è una buona scusa.” Rispose lui, probabilmente a un pensiero di mia madre.
“D’accordo vai.” Disse in tono triste.
Mi buttai fra le sue braccia.
“Ti voglio bene.” Lei sorrise e io mi diressi verso il gruppo di Jake. Ma fui rapita dalla zia Alice che voleva che facessi delle foto con tutti. Ci avrei messo tutta la notte.
Danzando mi portò dal nonno e dalla nonna e ci scattò una foto. Poi me ne scattò un’altra con i colleghi di Carlisle, una con il clan dei Denali, una con zio Edward e zia Bella.
Poi ci dirigemmo verso Jasper, l’unico della famiglia che non mi aveva ancora rivolto la parola dal mio arrivo. La zia Alice mi aveva detto che lui era un tipo freddo, ma io lo avrei definito glaciale.
Era appoggiato a una parete, isolato da tutti.
“Jazz, amore, ti ricordi di Hope?” disse Alice.
Lui annuì. No nemmeno glaciale, peggio.
Io abbassai lo sguardo triste.
Lei gli diede un’occhiataccia e lui allora disse: “Ciao Hope, scusa se non mi sono ancora presentato. Sono Jasper. Benvenuta in famiglia” e sfoderò un sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque.
“Grazie, Jasper” dissi felice.
Alice lo guardò male di nuovo, lui fece finta di niente. Lei, allora, mise le mani sui fianchi, e fece la faccia imbronciata. Lui non resistette a vederla così.
“Abbracciami altrimenti la zia Alice mi ucciderà con quello sguardo” disse scherzoso mentre allargava le braccia.
“E io non voglio che lei ti uccida” e lo abbracciai. Era freddissimo, come tutti quelli della sua specie.
Alice fece scattare tantissime foto a noi tre insieme, altrettante a me e lei insieme e altrettante a me con Jasper.
Quando mi lasciò libera cercai di raggiungere Jake e i suoi amici, ma il dottor Jones e moglie mi si stavano avvicinando. Accidenti.
Lo zio Edward li anticipò e li distrasse per me. Dovevo ricordarmi di ringraziarlo, anzi no. Grazie, zio Edward. Lui mi fece l’occhiolino. Aveva letto il mio ringraziamento. Mi diressi a grandi passi verso il gruppo di licantropi.
“Hope, finalmente! Ma che fine avevi fatto?” era Renésmee a parlare.
“Non mi lasciavano più andare.”
“Capisco.” Mi saltò al collo, per poco non cademmo, e mi diede un bacio sulla guancia. Sentii un click. Mi voltai di scatto e capii, era Alice che ci aveva scattato una foto.
Ci avvicinammo al gruppo di Jacob.
“Ciao Hope!”
“Ciao Jake.” Mi girai verso gli altri. “Ciao ragazzi e ragazze.”
Notai che c’erano delle ragazze oltre a Leah, l’unica che avevo conosciuto. Nessie sembrava avermi letto nel pensiero e mi portò davanti a loro.
“Questa è Kim, la ragazza di Jared” disse presentandomi la ragazza, che salutai con una stretta di mano e un sorriso. Poi sottovoce aggiunse:
“Lei non sa.”
“Questa invece è Rachel, la ragazza di Paul, che è anche la sorella di Jake.” Salutai anche lei allo stesso modo di Kim. Nessie aggiunse sottovoce che lei invece sapeva. Per ultima mi fu presentata una ragazza carina se non fosse per il fatto che gran parte del viso era sfigurato. Era Emily, la fidanzata di Sam. La salutai come avevo salutato le altre due ragazze.
Ora capivo cosa voleva dire Rosalie quando diceva che i licantropi erano pericolosi. Ma Nessie mi aveva assicurato che erano capaci di controllarsi, e io avevo deciso di fidarmi.


In questo capitolo non posso rispondere ai commenti perchè ho fretta..prometto che nel prossimo risponderò a ogni vostra singola domanda ^^



Volevo scusarmi perchè mi sono accorta che il capitolo dove si chiarisce meglio il rapporto fra i licantropi e Hope sono il numero 14 e 15. Quindi perfavore abbiate pazienza. Se ho tempo posterò il successivo stasera.



COMMENTATE NUMEROSI!!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Ad un certo punto partì la musica lenta e molti si misero a ballare.
Jake andò in pista con Nessie, Sam con Emily, Jared con Kim e Paul con Rachel.
Ad un certo punto sentii qualcuno bussarmi sulla spalla.
“Posso avere questo ballo?” chiese il ragazzo sorridente.
“Certamente” e ricambiai il sorriso.
Misi la mia mano destra sulla sua spalla e la mia mano sinistra nella sua mano sinistra e iniziammo ad ondeggiare. Era altissimo, per fortuna io ero molto alta per avere quattordici anni, altrimenti avrebbe dovuto prendermi in braccio per ballare.
“Ehm..”
“Che c’è?” chiese.
“Spero non ti arrabbierai, ma non mi ricordo il tuo nome. Sono indecisa fra Embry e Quil.” Ammisi.
“Io sono Embry. E figurati, non me la prendo. In questi giorni hai conosciuto tantissime persone, è normale che non ti ricordi il nome di qualcuno.”
“Grazie, Embry.”
Dopo qualche secondo di silenzio fu lui a parlare, o quasi.
“Ehm..”
“Che c’è?” chiesi io.
“Cosa sai dei licantropi?”
“Praticamente niente, solo che vi trasformate quando vi pare.”
“Nient’altro?”
“Direi proprio di no. C’è qualcos’altro che dovrei sapere?”
“Vediamo, da dove potrei partire?” chiese retoreticamente.
“Mmm.. dall’inizio?” scherzai.
Scoppiò a ridere, poi tornò subito serio.
“Non ti stupisce che Nessie passi molto tempo con Jake?”
“No, Rosalie mi ha spiegato che lui è innamorato di lei, per l’impriting.”
Lui rimase stupito della tranquillità con cui pronunciai la frase, poi si riprese.
“Allora sai già quello che volevo spiegarti.” Guardò verso il gruppo rimasto seduto. “Povero Quil, lui è molto bravo a ballare.”
“Se non ti dispiace ora giudicherò io.” Mi accompagnò da Quil che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
“Ehm.. Quil?” lo chiamai.
Si risvegliò da quel sogno ad occhi aperti.
“Sì?”
“Mi hanno detto che sei molto bravo a ballare, volevo verificare.”
Lui si girò verso Embry e disse:
“Non sono un ballerino professionista, ma sicuramente meglio di lui lo sono!” E tutti e due scoppiarono a ridere.
Andammo a ballare.
“Di che hai parlato con Embry?” chiese.
“Di voi.”
“Di noi? In che senso?” Aveva frainteso e mi scappò una risatina.
“Di voi licantropi. Mi voleva spiegare cos’era l’impriting ma era stato battuto sul tempo.”
“Ho capito.”
“Embry l’ha già avuto?” chiesi curiosa.
“No, poverino. Siamo in molti ormai ad averlo avuto, lui non lo ammette, ma secondo me si sente un po’ escluso.”
“Mi dispiace per lui. Quindi tu hai avuto l’impriting? Con chi? Perché non l’hai portata?” chissà di chi si era innamorato Quil.
“Sicuramente fraintenderai e giudicherai. Ma non dipende da noi.”
“Questo lo so. E poi secondo te io, un’umana che vive con dei vampiri, si mette a giudicare?”
“Si chiama Claire. E’ la nipote di Emily. Non è venuta perché è piccola, non ti dico quanti anni ha, solo che sono molto meno di dieci.” Abbassò lo sguardo, come se si sentisse in colpa.
“La voglio conoscere. La voglio vedere. La prossima volta che vengo a trovarmi portala, d’accordo?”
Lui alzò lo sguardo e mi sorrise.
“Certo che la porterò!”
Continuammo a ballare in silenzio. Alle spalle di Quil, vidi Seth che trascinava la sorella sulla pista da ballo; ma Leah non era per niente d’accordo.
Al cambio della musica Quil mi riportò dal gruppo, ma prima gli confessai che lui era molto più bravo di Embry a ballare. Lui allora scoppiò a ridere e quando fummo davanti ad Embry non faceva altro che darmi di gomito e ridere.

Risponderò ai vostri commenti nel capitolo 16. Posto subito anche il capitolo 15 perchè non voglio lasciarvi sulle spine.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Seth e Leah non erano ancora sulla pista da ballo perché la ragazza opponeva resistenza.
“Leah, se me lo permetti ti salvo io da tuo fratello.” Lei annuì e senza nemmeno ringraziarmi si risedette.
Seth invece, mano alla mia vita e l’altra che teneva la mia, mi portava in pista con delle piroette. Altro che Quil, il mio attuale cavaliere era semplicemente il più bravo ballerino con cui avessi mai ballato. Forse il mio giudizio non era il massimo, contando che le uniche persone con cui avessi mai ballato erano lui, i suoi due amici e mio padre.
Ripensando a lui mi prese una fitta al cuore e dovevano essermi venuti gli occhi lucidi perché Seth rallentò il ritmo e con sguardo preoccupato mi chiese:
“Hope, che ti è successo?”
“Niente, un brutto pensiero.”
“Mi dispiace molto.” E il suo volto si fece triste.
“Su, non siamo tristi, dopotutto questa è una festa.”
“Hai ragione.”
Rimanemmo un po’ in silenzio poi lui girò lo sguardo a destra e sinistra
“Accidenti, Alice le organizza sempre così le feste?”
Non capivo cosa intendesse. Poi seguii i suoi occhi e notai che nell’enorme salotto c’erano più di una ventina di mazzi di rose, tutte uguali a quella che avevo fra i capelli.
Fra l’agitazione e tutte le presentazioni non mi ero accorta delle decorazioni del salotto. Osservai attentamente tutta la stanza, poi mi accorsi che su una parete erano stati tolti i quadri ed erano state incollate delle rose a formare la scritta “Hope”.
Rimasi a bocca aperta, Alice era una grande organizzatrice, altroché.
Tornai a guardare Seth e sembrava pensieroso.
“Hope, posso chiederti un favore?”
“Certamente, dimmi.”
“Io avrei un po’ caldo, ti va di uscire e fare un giro?”
“Non so se posso abbandonare gli invitati alla mia festa così, dal nulla.”
“Ah, capisco.” Era triste. Il suo sguardo mi faceva sentire male.
“D’accordo, verrò, ma facciamo in fretta.”
Sgattaiolammo velocemente in cucina e uscimmo dalla porta di servizio.
Come la mia pelle entrò in contatto con il freddo pungente dell’esterno, il mio corpo si irrigidì. Lui si tolse la camicia e, restando a petto nudo me la porse. La indossai sopra al vestito, non mi faceva molto caldo, ma era meglio di niente.
Come il giorno precedente nella foresta, mi sollevò e iniziò a correre. Io appoggiai la mia testa sul suo petto, caldo e muscoloso. Lui mi strinse di più sé con le sue forti braccia. Non mi ero mai sentita meglio nelle braccia di qualcuno.
Quando mi fece scendere mi accorsi che mi aveva portato nel luogo dove il giorno prima avevamo trascorso il pomeriggio insieme a parlare.
Dopo qualche istante di silenzio iniziò lui a parlare.
“Ehm... Hope...non so come iniziare."
“Eh? Cosa?”
“La sai la storia dell’impriting?” Ora mi guardava negli occhi. Non capivo dove volesse arrivare.
“Sì” Altrochè, era solo tutta la sera che me lo ripetevano.
“Beh...è più forte di quanto immaginassi."
Sentendo quelle parole rimasti impietrita per un lasso di tempo che mi pareva eterno, ma non dovevano essere passati più di trenta secondi.
“Oh” non riuscii a dire altro quando mi ripresi.
"Lo so che è improvviso, che ci conosciamo da poco più di ventiquattro ore, ma te lo devo dire...altrimenti scoppio.." Lo interruppi.
“No.. non lo dire.. ti prego.. non lo dire..” e piano piano indietreggiavo.
“Ti amo.”
Quelle due parole che spesso avevo sentito, dai miei genitori o dagli attori della televisione, erano diventate pesantissime. Improvvisamente mi ritrovai a tremare. Lui tentò di avvicinarsi, ma io indietreggiai velocemente.
“Hope, io..”
“Zitto!” lo aggredii. Ma poi mi pentii. “Scusami. Ho bisogno di tempo.”
Lui non disse nulla.
“Ora, per favore, portami a casa.”
Mi prese in braccio e iniziò a correre. Nonostante avessi freddo cercai di appoggiarmi il meno possibile al suo corpo caldo.
Mi fece scendere vicino all’entrata della cucina, io mi levai la sua camicia ed entrai in casa, con la coda dell’occhio vidi che Seth si inoltrò nella foresta.
Entrai in salotto, nessuno mi guardava. Probabilmente non si erano accorti della mia assenza. Mi sedetti vicino a Leah e non aprii bocca. Ripensai a tutto ciò che era accaduto nella foresta. Ero assorta nei miei pensieri quando Emmett mi chiese di ballare.
Senza dire nulla mi alzai e gli presi la mano, lui mi portò al centro della pista e mi fece ballare. Io non sapevo nemmeno che facevo, il mio corpo si muoveva da solo.
Finita la canzone, lasciai Emmett a Rosalie e tornai a sedermi.
“Dal tuo sguardo direi che Seth te l’ha detto” disse una voce femminile.
Non risposi. La ragazza ridacchiò del mio silenzio e aggiunse:
“Eh, si. Deve avertelo detto.”
“Leah, non te la prendere, ma non sono affari tuoi.”
“Non me la prendo, ma ricordati che non è dipeso da lui. L’impriting è una cosa incontrollabile.” Aveva la voce triste. “So cosa vuol dire.”
Rimanemmo entrambe in silenzio per lungo tempo, poi però gli invitati iniziarono ad andare via e quindi dovetti ringraziare tutti per aver partecipato. La mia testa era altrove. Era rimasta ferma ai ricordi della foresta, non facevo altro che rivedere la scena all’infinito.
Quando tutti gli invitati furono usciti corsi in camera, indossai il pigiama e mi buttai sul letto. Iniziai a piangere e, per non farmi sentire dagli altri che erano di sotto a pulire, nascosi la testa sotto al cuscino.

Spero vi siano piaciuti i capitoli finora postati, commentate numerosi e un bacione a tutti!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


“Ci sta un momento in cui perdo di vista
Tutti gli obbiettivi e casco giù, non voglio niente
Solo un po’ di silenzio, perdermi nel tempo che non c’è più..”

Passarono giorni. E io ero sempre più confusa. All’inizio volevo solo fare in modo di dimenticare ciò che mi aveva detto, di dargli il tempo di dimenticarsi di me. Poi però mi ricordavo che non era una cotta passeggera la sua, ma amore vero e proprio e scoppiavo in lacrime. Maledetto impriting.
Naturalmente tutti pensavano che le mie lacrime fossero dovute alla perdita dei miei veri genitori, e io glielo lasciai credere. Edward doveva sapere che era colpa di Seth, ma non disse niente.
Col passare del tempo mi accorsi di pensare sempre di più a Seth. No, non dovevo; non volevo. Tanto più pensavo a lui, tanto più io mi segregavo in camera mia; uscivo solo per andare al bagno, a pranzo e a cena. Ma poi anche la fame passò, mangiavo poco e raramente. Erano tutti preoccupati per me, per le mie condizioni fisiche, soprattutto Rosalie. Tutte le volte che non scendevo in cucina per mangiare, lei mi portava il pasto in camera; e tutte le volte riportava in cucina il vassoio pieno.
Il nonno mi visitava spesso, ma nella mia salute non c’era niente che non andava.
Spesso Rosalie veniva a chiedermi cosa avessi fatto, perché piangessi sempre, ma io non le rispondevo. Non potevo dirle che un ragazzo aveva detto di amarmi, soprattutto un licantropo. Non potevo dirle che non me l'aspettavo e che avevo paura di innamorarmi di lui per poi perderlo.
Dovevo assolutamente trovare una soluzione al problema di Seth, dovevo dimenticarmi di lui.
Nessie certamente non mi aiutava. Ogni mattina si ripeteva la stessa scena: bussava in camera mia, entrava e si sedeva sul letto. Dopo avermi detto che ero sempre più pallida e magra mi chiedeva se volevo accompagnarla a La Push. La prima volta la aggredii. “Accompagnarti a La Push?” chiesi sconcertata. “Sì, andiamo a trovare Jake e i suoi amici.” Disse sorridendo.
Non risposi.
“Allora?”
“No” risposi secca.
“Su Hope, vieni dai. L’altra volta ti sei divertita. Poi sei simpatica a tutti.”
“No.” Ripetei.
“Prima ha chiamato Jake. Ha detto che Quil, Embry e Seth vogliono rivederti.”
Sentendo il nome di Seth andai su tutte le furie. “Senti Nessie, se ho detto che non voglio venire è così e non insistere!” Urlai.
“D’accordo. Non arrabbiarti.”
La zia Bella la chiamò dal piano inferiore.
“Ora devo andare. Ti saluto i ragazzi. Ciao cugina!” disse mentre usciva dalla stanza.
Dopo circa venti giorni dopo la festa successe l’irreparabile.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Salve fans! Che emozione chiamarvi così! I miei fans, anzi i fans della storia che sto scrivendo. Ok, sì, non è un ragionamento che fila, ma capitemi, sono ancora rimbambita dalla verifica di informatica di stamattina. Vorrei dirvi tante cose, ma taglio qui, perchè non vorrei dire altre cretinate e perchè non penso siate qui per leggere il mio slero giornaliero, ma per leggere la fanfiction, quindi

BUONA LETTURA!!

Mi svegliai di soprassalto. Ero tutta sudata, così mi tolsi la coperta di dosso con un calcio. Mi alzai faticosamente dal letto e mi diressi in bagno dove feci velocemente una doccia. Mi avvolsi in un asciugamano e andai in camera mia. Aprii l’armadio e indossai la prima cosa che mi capitò fra le mani. Erano un paio di jeans e una maglia viola con un disegno floreale.
Aprii la finestra e l’aria fresca pomeridiana mi colpì in faccia e io la respirai a fondo. Feci un po’ di stretching, per prepararmi alla mia prima lezione con papà e Jasper, che sarebbe avvenuta un’ora dopo. La spalla era completamente guarita, c’era rimasta solo la cicatrice.
Indossai le scarpe da ginnastica e mi diressi al piano inferiore, per andare a bere in cucina.
Quando fui a metà della scala sentii una voce salutarmi: “Ciao Hope.” Alzai lo sguardo e lo vidi. Era Seth. Si trovava in fondo alle scale con Jake, Nessie, Quil ed Embry.
Le gambe mi cedettero, mi sbilanciai in avanti e caddi. Per fortuna Renésmee mi prese al volo. Un secondo prima era in fondo alle scale e un secondo dopo era accanto a me. “Grazie” dissi mentre mi rimettevo in piedi.
“Tutto a posto?” chiese mia cugina.
“Sì” mentii. La visione di Seth a pochi passi da me mi aveva reso inquieta.
Finii la scalinata accompagnata da Nessie e di corsa andai in cucina. Aprii il frigorifero, presi il succo d’arancia e lo versai in un bicchiere. Bevetti lentamente, ero talmente agitata che avrei potuto strozzarmi. Misi il bicchiere nel lavandino e mi sedetti per terra in un angolo della stanza.
Perché Seth era venuto lì? Cosa voleva?
Improvvisamente Emmett entrò nella stanza.
“Che fai lì a terra?” chiese incuriosito.
“Oh nulla. Aspetto che si faccia l’ora dell’allenamento.”
“Visto che sei già pronta possiamo iniziare.” E mi fece strada nella foresta vicino alla casa.
“E Jasper?” chiesi quando ci fermammo in una radura poco lontano.
Emmett mi fece segno di guardare in alto. Così feci e vidi Jasper appollaiato su un ramo.
“Ciao Hope! Pronta?” chiese mentre saltava giù dall’albero. Se fosse stato umano si sarebbe rotto come minimo entrambe le gambe.
Annuii.
“Prima vediamo come reagisci in caso di pericolo.” Disse Emmett che mi si avvicinò alle spalle e mi posò la sua mano sulla spalla, come Seth aveva fatto la prima volta a La Push. Io reagii alla stessa maniera.
“Molto bene.” Disse Emmett compiaciuto.
“Ora cominciamo con il riscaldamento, fai il giro della radura dieci volte.”
Guardai Jasper sconvolta. La radura era grande come un campo da calcio e io non ero allenata: ci avrei messo un’eternità.
Iniziai a correre, ma mi tornava in mente il viso sorridente di Seth, così per distrarmi iniziai a cantare mentalmente una canzone. Ma la cosa non funzionò. Così iniziai ad accelerare, andai il più veloce possibile, era un ottimo modo per sfogarmi.
Riuscii a finire tutti i giri e non ci misi nemmeno molto, ma ero completamente distrutta.
“Brava, ora vediamo quante flessioni riesci a fare.” Jasper voleva forse vedermi morta? Se avesse continuato così ci sarebbe riuscito.
Mi misi a terra, feci un respiro profondo e iniziai. Una flessione, poi un’altra e un’altra ancora. Alla quarta crollai a terra. Non riuscivo a farne una di più.
“Devi migliorare.” Disse Jasper.
“Ma è stata brava lo stesso. Ora dovresti fare cinquanta addominali.” Intervenì Emmett.
Mi girai sulla schiena, infilai i piedi sotto una radice sporgente di un albero e feci tutti gli addominali senza affaticarmi.
“Caspita, come mai senza fatica?” chiese curioso Emmett.
“Ginnastica artistica. L’ho frequentata per sei anni. Devo ringraziare mia madre per avermi iscritto contro la mia volontà. Dopo poche lezioni mi sono appassionata a questo sport e ora riesco a fare questo.” Presi la rincorsa, feci una rondata, una ribaltata e poi finii con una spaccata; tutto di fila, senza fermarmi.
Emmett rimase a bocca aperta, mentre Jasper, gelido come al solito, disse:
“E’ un bene che tu sia così elastica. Nel combattimento sarà molto utile.” Si voltò verso Emmett. “Vieni, facciamole vedere alcune mosse di difesa.”
Emmett si piazzò di fronte a Jasper, che intanto aveva iniziato a spiegare.
“È importante che una tecnica di difesa entri nella memoria fisica di chi la esegue; la tecnica non deve essere pensata, deve essere eseguita e basta, come se il corpo reagisse per istinto.”
Poi con l’aiuto di Emmett mi fece vedere alcune tecniche base, che poi ripetei varie volte.
“Molto bene. Si vede che hai una predisposizione naturale.” Jasper mi fece un complimento. La cosa mi stupì alquanto.
“Ora torniamo a casa. Forza Hope, ti do un passaggio io.” disse Emmett, mentre mi caricava sulle spalle e iniziava a correre verso casa. Quando arrivammo feci una doccia e poi crollai sul divano.

Sentivo qualcuno accarezzarmi i capelli, doveva essere Rosalie. Lo faceva tutte le volte che dormivo e la cosa non mi dispiaceva affatto. Solo che c’era qualcosa di diverso.
Aprii gli occhi e vidi che non era la mamma, ma bensì Seth. Cercai di scappare, ma lui mi afferrò per il polso e non mi lasciava andare. Con uno strattone mi attirò a sé e mi abbracciò.
“Ehi, dove credi di andare?” mi chiese.
“Via” risposi acida.
“Non puoi” disse abbracciandomi più forte.
“Lasciami stare.”
Esordii, ma il mio tono di voce non era convincente.
Lui fece finta di nulla e continuò il suo abbraccio.
“Lasciami stare!” ripetei in tono furioso. “Vattene! Mi fai schifo! Non ti voglio più vedere!”
Seth, sconvolto, lasciò la presa e io fuggi in camera mia.





Ora rieccomi qui a rispondere ai vostri commentini, che, su 202 letture sono stati solo 6, ma ho anche i commenti vecchi a cui rispondere, quindi, visto che non siamo qui a fare la ceretta agli scimpanzè (anche se sarebbe divertente) eccovi le vostre risposte!!

- stezietta w: scoprirai presto cosa pensa Hope di Seth, il perchè è rimasta shockata dalla notizia che lui la ama e perchè ha reagito in quel modo!

-
mikelina: Hope e Seth una bella coppia dici? Vedremo, anzi vedrai, io so già come finirà (eheh). Comunque per quanto riguarda Rosalie che sbranerà Seth..sì, molto probabile.

- Michiu: l'hai letta tutta d'un fiato?! Lo sai che avresti potuto rischiare la vita? E poi io non me lo sarei mai perdonata, ti avrei avuto sulla coscienza per tutta la mia vita. Non so se si capisce o meno, ma sono una ragazza molto critica nei confronti delle proprie opere, infatti non mi accontento mai quello che scrivo, a parte qualche raro caso. Comunque ecco l'aggiornamento che tanto attendevi, spero ti piaccia!!

- virgi_lycanthrope: ami la mia ff? Oh che emozione!! Adori Hope e ami Seth, beh che dire? Grazie!! Ah sì, spero i prossimi capitoli e quello appena postato ti piacciano, così il tuo amore per questa storia non si spenga mai!

- cullengirl e ishizu: ecco la continuazione, così scoprirete che accade.

Voglio mandare un bacio enorme a tutti coloro che continuano a leggere la mia storia, chi l'ha messa tra i preferiti e chi le commenta. Alla prossima puntata!!





In una ff che ho letto in fondo ci sono le anticipazioni e mi è sembrata un'idea carina, così ho pensato di metterla anche io, almeno come prova. Fatemi sapere se pensate sia una buona idea o meno.

PROSSIMAMENTE NEL CAPITOLO 18

“No.” Non potevo dire a Renésmee il motivo per cui mi rifiutavo di andare a La Push.
“Ti prego, ti prego.” Insisteva.
Non ne potevo più. Mi arresi.
“D’accordo verrò!” Me ne sarei sicuramente pentita.

-------------------------------------------------
Ma Seth ci seguiva. Mi fermai e mi girai verso di lui.
“Non mi pare di averti invitato a partecipare” dissi schietta.
“Lo so. Ma io vengo lo stesso.” Mi stava facendo arrabbiare e io ero una persona dall’infinita pazienza.
“Ci lasci in pace?” continuai.

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“Allora? Forza dimmelo!” insisteva.
“Non dire scemenze!” urlai, ma come mi resi conto di ciò che avevo detto mi misi una mano davanti alle labbra, come per rimangiarmi quelle parole.

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Avrei dovuto chiedere a lui, ma ero troppo in imbarazzo.
“Non lo so, Nessie. Ora basta domande.”



Alla prossima puntata!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Saaaaaaaaaaalve! Come va? Tutto bene? Spero di sì. Ecco a voi il capitolo 18, dove tutto cambierà.


Buona lettura!



“No”
Due grandi occhi cioccolato mi stavano fissando cercando di mettermi pietà.
“No” ripetei.
“Ti prego”
“Scordatelo”
“Mi spieghi perché non vuoi venire?”
“No.” Non potevo dire a Renésmee il motivo per cui mi rifiutavo di andare a La Push.
“Ti prego, ti prego.” Insisteva.
Non ne potevo più. Mi arresi.
“D’accordo verrò!” Me ne sarei sicuramente pentita.
Mi alzai dalla poltrona malvolentieri, che avevo posizionato davanti alla finestra per osservare il meraviglioso paesaggio, mi posizionai davanti all’armadio e l’aprii. Presi le prime due cose che mi capitarono sotto mano: un paio di jeans e una maglietta nera molto lunga.
Poi presi gli stivali bassi neri e li infilai ai piedi. Andai in bagno, mi lavai i denti, mi pettinai e raggiunsi Nessie nel vialetto. Era venuto Jake a prenderci.
“Hope! Che ci fai qui?” Era sorpreso di vedermi.
“Torno volentieri a casa!” dissi voltandomi per tornare da dove ero venuta. Venni afferrata per un polso.
“Dove credi di andare?” chiese Nessie come per rimprovero.
“D’accordo, d’accordo. Vengo!”
Salimmo in auto e ci dirigemmo alla riserva.

Arrivati a La Push, fui salutata calorosamente da tutti, soprattutto da Embry e Quil che mi abbracciarono e mi baciarono sulla guancia, come se ci conoscessimo da una vita. La cosa non mi dispiaceva, dopotutto erano i più simpatici del gruppo di Quileute.
Poi c’era Paul che si stava stuzzicando con Jared, i quali mi rivolsero un semplice “Ciao”.
Poi c’era lui, che mi fissava con quei suoi occhi profondi, distolsi subito lo sguardo dal suo, avrei potuto sciogliermi se lo avessi guardato troppo a lungo. Con la coda dell’occhio vidi che continuava a fissarmi e non smise. La cosa iniziava a infastidirmi.
“Quil! Embry! Andiamo a fare un giro!” dissi alzandomi di scatto.
“D’accordo Hope.” Si alzarono anche loro, io presi entrambi sottobraccio e iniziammo a camminare verso la foresta. Ma Seth ci seguiva. Mi fermai e mi girai verso di lui.
“Non mi pare di averti invitato a partecipare” dissi schietta.
“Lo so. Ma io vengo lo stesso.” Mi stava facendo arrabbiare e io ero una persona dall’infinita pazienza. “Ci lasci in pace?” continuai. “No. Ho detto che vengo anch’io.”
“E io ti ripeto che non sei il benvenuto!” Ero semplicemente furiosa.
Lui non fece una piega, era come se stessi parlando al vento.
“L’hai sentita, fratello.” Intervenne finalmente Embry. Seth, sentendo l’amico che mi appoggiava, strinse i denti e ringhiò. All’improvviso iniziò a correre verso di me, mi prese al volo fra le sue braccia e aumentò la velocità.
Embry e Quil provarono a seguirlo, ma Seth era molto più veloce di loro e dopo poco li seminò.
Non provai nemmeno a ribellarmi, la mia testa diceva di farlo e il mio cuore no.

Dopo circa dieci minuti di corsa si fermò e mi fece scendere.
Io mi allontanai da lui, e gli diedi le spalle; non volevo guardarlo in faccia.
“E quindi non ti piaccio neanche un po’?” chiese lui. Non risposi, ma anche in questo caso la mia testa diceva una cosa e il mio cuore un’altra.
“No, direi proprio che non ti piaccio per niente. Ma che ho che non va?”
Avrei voluto dirgli che non era lui che aveva qualcosa che non andava, ero io; ma tacqui.
“Allora? Forza dimmelo!” insisteva.
“Non dire scemenze!” urlai, ma come mi resi conto di ciò che avevo detto mi misi una mano davanti alle labbra, come per rimangiarmi quelle parole.
Lui sorrise rumorosamente.
“Ti piaccio allora!” dalla sua voce sembrava il ragazzo più felice sulla faccia della terra.
Ormai mentire era inutile, mi ero fregata con le mie stesse mani.
“Sì” ero imbarazzatissima.
Lo sentivo avvicinarsi a me, poi mi fu alle spalle. Fra me e lui dovevano esserci cinque centimetri di distanza.
“Perché giorni fa mi hai detto il contrario?”
Feci un respiro profondo prima di rispondergli.
“Non mi aspettavo che tu mi dicessi che mi ami, ma il motivo principale è che ho paura di innamorarmi e poi perderti.”
“Mai, non mi perderai mai.”
Mi girai e ora eravamo appoggiati l’uno all’altro, fra i nostri visi c’era pochissima distanza, respiravamo la stessa aria, sentivo il suo respiro sulla mia faccia.
“Saresti pronto anche a giurarmelo?” chiesi guardandolo negli occhi.
“Te lo giuro, non ti lascerò mai.” Sembrava una promessa di matrimonio. Ero talmente contenta che gli buttai le braccia al collo. Ora i nostri visi erano attaccati, ci distanziava un soffio. Lui si avvicinò e appoggiò le sue labbra alle mie, ma poi le ritrasse subito; forse si aspettava che io fossi arrabbiata per quel gesto. Io gli sorrisi e lui mi baciò di nuovo. Ma questo era un bacio diverso, era appassionato, caldo, dolce ma anche aggressivo; era il più bel bacio della mia vita, il mio primo vero bacio, che non avrei mai dimenticato; non perché fosse il primo, ma perché l’avevo dato al ragazzo a cui volevo più bene al mondo, al ragazzo che avrei potuto amare presto.

“..fammi sentire che durerà tra te e me e il tempo si fermerà tra te e me..”

Rimanemmo da soli per molto tempo, parlammo di lui, della sua famiglia; di me e della mia vecchia famiglia, la cosa non mi faceva nemmeno più tanto male, forse era il suo abbraccio caldo a farmi forza.
“E’ ora di tornare” disse circa un’ora e mezza; mi prese in braccio e iniziò a correre.
Quando fummo poco lontano dagli altri mi fece scendere e proseguimmo il cammino a piedi, mano nella mano. Quando Nessie ci vide arrivare era tutta euforica:
“Hope! Che è successo? Oddio vi siete baciati? Siete andati oltre? Ma non sei troppo giovane?” Non mi dava nemmeno il tempo di rispondere. Non la badai, prima dovevo dire a Seth di mantenere il segreto con i Cullen: se Rosalie l’avesse saputo sarebbe andata su tutte le furie, lui annuì e disse che l’avrebbe detto anche agli altri.
Poi mi lasciò sola con mia cugina.
“Allora? Allora? Allora?” Nessie era diventata insistente.
“Prima di dirti tutto devi promettermi che non dirai niente a nessuno, soprattutto alla mamma e a papà.”
“D’accordo, non dirò nulla; soprattutto a zia Rose e zio Emmett. Ora racconta!”
La presi da parte e le raccontai cosa era successo fra me e Seth; io ero arrossita ripensando a tutto e arrossì anche lei sentendo l’accaduto.
“Che bello!” esclamò alla fine del mio racconto “Ma quindi ora siete fidanzati?”
Domanda difficile. Ero alla mia prima esperienza amorosa e non sapevo come comportarmi, non sapevo se un bacio equivaleva a fidanzarsi. Avrei dovuto chiedere a lui, ma ero troppo in imbarazzo.
“Non lo so, Nessie. Ora basta domande.”
Lei avrebbe continuato se Jake non ci avesse chiamato per andare a casa.


Eccomi qui a rispondere ai commenti:
- virgi_lycanthrope: eheh..come puoi vedere Hope ha cambiato comportamento con Seth..

- meginlove: beh se adori Seth hai trovato pane per i tuoi denti, anzi storia per i tuoi occhi. Ok, si..ho detto una cavolata..

- Michiu: per fortuna sei ancora viva e vegeta, altrimenti avrei smesso di scrivere in tua memoria. Eccoti l'atteso 18° capitolo.

- mery123: ora ti dispiacerà meno per Seth vero? E come dicevo prima a meginlove..hai trovato la tua storia se adori Seth.

- stezietta w: aggiornato!

Voglio ringraziare coloro che hanno letto questa ff: il primo capitolo è stato letto da ben 1860 persone. Grazie a tutti. Ringrazio anche i 43 ragazzi che hanno fra i loro preferiti "New Life". Significa molto per me. Grazie dal cuore.


PROSSIMAMENTE NEL CAPITOLO 19

Mi stavano tutti fissando.
“Che c’è?”
“Beh..” disse Jake.
“..ecco..” continuò Jared, abbracciato a Kim.
“..sei..” cercò di dire Embry, ma non continuava la frase.
“Allora? Mi dite che c’è?” chiesi scocciata.
-----------------------------------------
Sorrisi mentre guardavo le cinque donne in piedi, l’uomo sulla sedia a rotelle e i dieci ragazzi che mi stavano ancora fissando. Però i conti non tornavano, c’era un ragazzo in più, uno che non conoscevo.
-----------------------------------------
Quil stringeva fra le mani un pacco abbastanza grande.
“Grazie mille, ma non dovevate!”
“Non dire stupidaggini e aprilo.” La solita gentilezza di Leah.
Presi il pacco dalle mani del mio amico, era molto pesante, chissà cosa potesse contenere.
-----------------------------------------
“Santo cielo, sei magnifica! Comunque buoni diciassette anni!”
“Grazie. Ma tu ti sei vista? Sei stupenda!” ribattei io; sembrava una bambola con quegli abiti.
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Lei si fece coraggio e si incamminò verso Embry che era rimasto dove l’avevo lasciato e iniziarono a parlare. Io e mia cugina facemmo finta di chiacchierare, ma in realtà li spiavamo da lontano. Quando vedemmo che si stavano divertendo e che andavano molto d’accordo fra loro, raggiungemmo il gruppo e partecipammo alla conversazione.


p.s. Come avrete capito, la storia farà un salto temporale, infatti nel prossimo capitolo Hope avrà 17 anni.

p.p.s. Ecco Hope a 17 anni.--> qui
---> qui (questa è quella che mi piace di più)
Ditemi che ne pensate.

ALLA PROSSIMA PUNTATA!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Ciao ragazzi! Posto velocemente perchè devo andare a studiare economia aziendale..meglio non commentare. Visto che non siamo qui a fare la piastra ai leoni vi posto il capitolo 19.


Buona lettura!



“Suonarono alla porta e mi diressi ad aprire, ma prima ricontrollai il mio look allo specchio: i capelli, ormai lunghi fino al fondoschiena, sciolti e perfettamente pettinati; il vestitino nero, che arrivava appena sotto al sedere, era scollato e metteva in risalto le mie curve; le scarpe con il tacco da dieci centimetri, che ormai non erano più scomode, visto che Alice mi faceva indossare scarpe alte sempre, mi rendevano alta circa un metro e ottantacinque. Sì, direi che ero perfetta.
Aprii la porta e mi ritrovai davanti la faccia simpatica dei ragazzi.
“Ciao Hope, auguri!” dissero in coro.
“Grazie ragazzi! Forza, entrate.” Passarono molte persone e quando fuori dalla porta non ci fu più nessuno la chiusi. Mi stavano tutti fissando.
“Che c’è?”
“Beh..” disse Jake.
“..ecco..” continuò Jared, abbracciato a Kim.
“..sei..” cercò di dire Embry, ma non continuava la frase.
“Allora? Mi dite che c’è?” chiesi scocciata.
Sentii una risata e una risposta:
“Vogliono dirti che sei stupenda oggi, ma non riescono a spiccicare parola.” Era Leah. Indossava una gonna, era la prima volta in tre anni che gliene vedevo indossare una.
“Sì, la mamma l’ha praticamente costretta.” Disse Seth indicandomi la gonna della sorella. Sembrava quasi mi leggesse nel pensiero. Era una cosa che accadeva spesso da quando ci eravamo fidanzati, lui sapeva cosa pensassi io e viceversa.
Mi avvicinai a lui, ma poi mi allontanai rapidamente: mi ero completamente dimenticata di essere a casa mia; di solito a La Push stavamo sempre insieme e ci scambiavamo rapidi baci in pubblico, tutti sapevano della nostra relazione; ma a casa Cullen solo io, Nessie ed Edward sapevamo la verità.
“Grazie del complimento, ma ringraziate Alice, è lei che mi ha passato la passione per gli abiti e per il look curato.” Sorrisi mentre guardavo le cinque donne in piedi, l’uomo sulla sedia a rotelle e i dieci ragazzi che mi stavano ancora fissando. Però i conti non tornavano, c’era un ragazzo in più, uno che non conoscevo.
Mi guardava come se non avesse mai visto una ragazza in vita sua e la cosa era impossibile, perché era carino: pelle scura, capelli castano chiaro e occhi scuri. Come gli altri era altissimo e molto muscoloso.
“Ti presento Logan. Non l’hai ancora conosciuto, perché è arrivato due giorni fa e tu da una settimana non ti fai vedere a La Push.” Mi spiegò Jake vedendomi osservare con fare incuriosito il nuovo ragazzo.
“Piacere Hope.” Dissi allungando la mano. Lui era un po’ titubante, poi l’afferrò e me la strinse.
Embry mi girò attorno e si misi alle mie spalle chiudendomi gli occhi.
“Non mi attaccare, è solo per la sorpresa.”
Se non mi avesse avvertito l’avrei sicuramente sbattuto a terra. Gli allenamenti con Jasper e papà avevano avuto un buon risultato, forse anche troppo: riuscivo a cogliere di sorpresa persino i miei stessi insegnanti a volte.
Sentii le sue mani calde allontanarsi dai miei occhi e tutti in coro mi dissero:
“Sorpresa!”
Quil stringeva fra le mani un pacco abbastanza grande. “Grazie mille, ma non dovevate!”
“Non dire stupidaggini e aprilo.” La solita gentilezza di Leah.
Presi il pacco dalle mani del mio amico, era molto pesante, chissà cosa potesse contenere.
Mi diressi in salotto, seguita da tutti e appoggiai il regalo sul tavolo. Strappai via la carta.
“Una valigetta, grazie!” Li ringraziai sorridendo.
“Dovresti aprirla.” Intervenne Brady.
“Ah certo, che stupida.” La aprii facendo scoccare le chiusure.
La valigetta conteneva un set completo delle armi che avevo imparato ad usare: nunchaku, sai e coltelli. Erano stupendi, tutti avevano la stessa decorazione, un lupo sul manico.
Chiusi la valigetta e corsi fuori di casa. Tutti mi seguirono, probabilmente curiosi di sapere cosa ne pensassi del regalo.

Presi i due sai e dopo averli fatti roteare un po’ fra le mie mani, lanciai il primo contro un albero molto lontano da me e naturalmente feci centro nel bersaglio attaccato al tronco. Jasper mi aveva insegnato come si usavano quei coltelli a tre punte e ormai ero in grado di fare centro anche ad occhi chiusi.
Andai a recuperare il sai che avevo lanciato e lo rimisi al suo posto nella valigetta, poi presi i nunchaku e iniziai a farli muovere a grande velocità.
I miei amici Quileute mi guardavano sorridendo, non era la prima volta che mi vedevano all’opera, mentre Logan aveva uno sguardo tra il terrorizzato e il sorpreso, così decisi di rimettere a posto l’arma nella custodia.
“Grazie mille ragazzi, mi servivano proprio, quelli che avevo prima erano tutti rovinati.” Li ringraziai con un abbraccio ognuno.
“Tranquillo non mordo” dissi quando fu il turno di Logan che era ancora shockato per la mia esibizione “Ora torniamo dentro che inizia la festa.”
Presi la valigetta e con i miei amici mi diressi in salotto, dove appoggiai il regalo sul tavolo dove gli invitati avrebbero dovuto posare i regali.

Suonano alla porta, mi scusai ed andai ad aprire: erano i miei compagni di scuola Matt, Tammy, Layla, Alex e sua sorella Roxanne; quelli con cui andavo più d’accordo. Li feci accomodare e gli presentai gli altri miei amici.
“Questo è Matt Gray” dissi mettendomi accanto a lui e lo indicai, e feci così anche per gli altri.
“Questa invece è Tammy Owen; questa è Leyla Fisher e questi sono i fratelli Clarks, Alex e Roxanne, ma chiamatela Roxy.”
Poi mi spostai dalla parte dei Quileute e presentai anche loro ai miei compagni:
“Collin, Brady, Paul e Rachel, Kim e Jared, Sam ed Emily, la signora Clearwater con i suoi figli Leah e Seth, il signor Black e suo figlio Jacob, Quil ed Embry, infine il nuovo arrivato, che ho conosciuto anch’io poco fa, Logan.”
Mano a mano che dicevo il nome di una persona mi mettevo al suo fianco e lo indicavo.
I ragazzi fecero subito amicizia fra loro, invece Tammy, Roxy e Leyla stavano per conto loro. Mi avvicinai a loro e le costrinsi ad unirsi al gruppo e a partecipare alla conversazione.
Improvvisamente sentii una mano calda toccarmi un braccio, era Jacob.
“Dov’è Nessie?”
Non riuscii a rispondere alla domanda che la voce squillante di mia cugina giunse alle nostre orecchie.
“Ciao Jake!”
Lui era rimasto impietrito: mia cugina, che dimostrava la mia età, aveva i lunghi capelli bronzei racconti in uno chignon, indossava una gonna corta bianca, una canotta azzurra e le scarpe col tacco azzurre. Era bellissima.
Nessie mi guardò ed esclamò:
“Santo cielo, sei magnifica! Comunque buoni diciassette anni!”
“Grazie. Ma tu ti sei vista? Sei stupenda!” ribattei io; sembrava una bambola con quegli abiti.
“Renésmee! Ci sei anche tu!”
“Ciao Roxy! Certo che ci sono, avrei mai potuto saltare la festa di mia cugina?” e scoppiammo tutte a ridere.
Poi la nostra amica si fece seria e ci sussurrò:
“Ma.. Jacob.. è fidanzato?”
Io e Nessie ci guardammo poi scoppiammo a ridere di nuovo, ridevamo talmente forte che si erano girati tutti a guardarci.
“Allora?” Roxy era impaziente.
“Ehm.. ecco..” dissi io guardando mia cugina.
“Veramente esce con me” disse Nessie calma.
“Ah. Scusa non lo sapevo.” La nostra amica era imbarazzata. Poi si guardò intorno e tornò a sussurrare. “E quello che sta ridendo?”
Parlava di Seth. Evitai di incontrare lo sguardo di Nessie perché sarei scoppiata a ridere di nuovo.
“Lui è felicemente fidanzato, mi dispiace Roxy.” Disse velocemente mia cugina.
“Uffa, tutti impegnati questi bei ragazzi. E quello che invece sta isolato? Logan mi pare si chiami.”
“Non lo so, l’ho appena conosciuto anche io.” Risposi.
“No, lui è liberissimo” disse sorridendo Renésmee. “Forza, vai a parlarci.”
“Sì certo, come no. E che gli dico?”
“Vado io a parlarci per te.” Le dissi mentre mi incamminavo verso il nuovo licantropo.
Non sapevo cosa gli avrei detto, ma in qualche maniera me la sarei cavata.
“Ciao Logan” lo salutai.
Lui, che fissava il pavimento, alzò lo sguardo e sorrise. “Come ti trovi qui a Forks?” Sì, prima avrei iniziato con domande varie, poi gli avrei chiesto cosa pensava di Roxy.
“Bene.”
“Ti piace La Push?”
“E’ carina.”
“Dove vivevi prima?”
“In una cittadina qui vicino”
“Ehm.. vedi quella ragazza dai capelli neri lunghi, con la camicetta rossa?”
“Sì” Accidenti, era il licantropo più chiacchierone del mondo.
“Cosa ne pensi? La trovi carina?”
Guardò lei, poi me fisso negli occhi.
“Sì, è carina. Ma in questa stanza ne preferisco un’altra.” Poi distolse lo sguardo e guardò il gruppo, dove c’erano le altre mie amiche. Quindi gli piaceva Tammy o Leyla.
“Scusami, torno dalla mia amica che vuole sapere cosa ho scoperto.” Sorrisi “Possiamo finire di parlare dopo, magari mentre balliamo.”
“D’accordo, a dopo.”
Tornai da Roxy che dall’impazienza stava saltellando sul posto. Dovevo darle una brutta notizia, Logan preferiva una delle altre. La cosa non aveva molto senso, Roxy dopotutto era la più carina delle tre. I capelli neri lunghi e mossi le incorniciavano il viso perfetto e stavano molto bene con la sua carnagione chiara. L’unico difetto era l’altezza, era alta appena un metro e sessantacinque.
Tammy era invece molto alta, dalla carnagione chiara. I capelli erano rossi e sempre spettinati; il viso stretto le metteva in risalto le labbra molto pronunciate. Leyla invece, con la pelle mulatta, aveva i capelli scuri tagliati molto corti e che le mettevano in risalto il naso aquilino.
Ma dopotutto i gusti sono gusti.
“Allora? Allora?”
“Ha detto che sei carina, però gli piace un’altra ragazza. Mi dispiace.” Mi addolorava darle questa notizia, poi sentii la risata di Embry e un’idea mi lampeggiò nella testa. “Scusami un secondo.”

Mi diressi a grandi passi verso il gruppo, presi Embry per un braccio e lo trascinai lontano dai suoi amici.
“Embry, tu sei ancora single, giusto?”
Sospirò molto rumorosamente. “Sì e lo sai benissimo.”
“Ti devo chiedere una cosa, ma però devi essere sincero.”
Mi guardò negli occhi curioso. “Dimmi”
“Come ti sembra la mia amica Roxy? Quella che sta parlando con Nessie.”
Embry la guardò poi tornò a guardare me. “Ma davvero ti devo rispondere?”
Il mio sguardo bastò come risposta.
“Ok, è molto bella. Va bene?” era diventato tutto rosso.
Gli sorrisi. “Grazie Embry.”
“Grazie di cosa?” Era confuso.
Io risi e gli schioccai un bacio sulla guancia e tornai mia cugina e dalla mia amica.
“Roxy, hai presente il ragazzo con cui ho appena parlato? E’ carino vero?”
“Sì, è molto affascinante. Perché me l’hai chiesto?”
“A lui piaci. Forza, vacci a parlare!”
“Cosa? Io? Parlare? Con lui?” Mi sembrava una bambina.
“Roxy, vai!” dicemmo io e Nessie insieme.
Lei si fece coraggio e si incamminò verso Embry che era rimasto dove l’avevo lasciato e iniziarono a parlare. Io e mia cugina facemmo finta di chiacchierare, ma in realtà li spiavamo da lontano. Quando vedemmo che si stavano divertendo e che andavano molto d’accordo fra loro, raggiungemmo il gruppo e partecipammo alla conversazione.


Eccomi qui a rispondere ai commenti, anche se sono solo 2, ma meglio pochi ma buoni no?
- stezietta w: eccoti accontentata..aggiornata!

- virgi_lycanthrope: mi fa piacere che Kirsten Dunst ti piaccia come Hope. Ho trovato il mio Logan, secondo me è perfetto. Per Seth, boh, non ho trovato nessuno, ma si accettano consigli!!


ANTICIPAZIONI CAPITOLO 20:
“Hai ragione pa..cugino Emmett!”
Lui scoppiò a ridere fragorosamente, adoravo la sua risata.
“Emm lasciala un po’ anche agli altri!” disse lo zio Edward.
Mio padre sbuffò poi mi passò allo zio ed iniziammo a ballare.
------------------------------------
“Ora balla”
“Sì certo, come no.” Disse come se io stessi scherzando.
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“Oddio, si sta avvicinando quel figo pazzesco..” sussurrò Tammy.
“Chi?” chiesi.



Ecco qui. Nello scorso capitolo ho messo una foto di Hope..e oggi ecco a voi Logan ---> qui

Ora vi saluto, poichè la contabilità mi attende.
ALLA PROSSIMA PUNTATA!

p.s. salvatemi!!

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Ciao ragazzi! Anche oggi posto velocemente perchè devo andare a studiare economia aziendale perchè domani c'è la temuta verifica..aiutooooooo..Ma, visto che non siamo qui a giocare a briscola con i cavalli, eccovi il capitolo 20


Buona lettura!



Partì la musica lenta ed Emmett mi chiese il primo ballo.
“Posso?” chiese porgendomi la mano e facendo un mezzo inchino sorridendo.
“Certamente” dissi posando la mia mano sulla sua. Iniziammo a danzare per primi, poi fummo seguiti da Alice e Jasper, più che altro era la zia a danzare intorno a lui, che era fermo immobile. Il solito Jasper e la solita Alice.
Seguirono il nonno e la nonna, e lo zio Edward che immagino avesse trascinato zia Bella, visto che lei odiava ballare.
“Grazie.”
“Di cosa?” sembrava davvero non capire.
“Della festa, di tutto quello che tu e la mamma avete fatto per me.”
“Non dire cavolate, noi non abbiamo fatto niente.” Era davvero convinto.
“Se per voi è niente salvare, amare e crescere una figlia che non è nemmeno vostra..”
“Senti Hope, tu sei figlia mia e di Rosalie a tutti gli effetti, non importa se il sangue è diverso” mi interruppe lui.
“Papà, ti voglio bene. Da morire” dissi mentre quasi gli saltavo in braccio.
“Anch’io tesoro. Solo ricordati di non chiamarmi papà davanti ai tuoi compagni, per loro io, la mamma e gli altri siamo tuoi cugini.”
Me ne ero dimenticata. “Hai ragione pa..cugino Emmett!”
Lui scoppiò a ridere fragorosamente, adoravo la sua risata.
“Emm lasciala un po’ anche agli altri!” disse lo zio Edward.
Mio padre sbuffò poi mi passò allo zio ed iniziammo a ballare. Non parlavamo molto io e lui, ma nonostante tutto sentivo che mi voleva bene. Chissà se quello che pensavo io era quello che provava lui.
“Sì, è così” rispose lui. Aveva letto cosa stavo pensando. Gli sorrisi contenta, poi guardai Jasper. Per lui invece ero indifferente, sia che ci fossi stata o meno.
“No, ti sbagli. Ti vuole più bene di quanto tu pensi.” Rimasi sconvolta. Ero convinta che non mi volesse nemmeno un po’ di bene.
“Grazie zio.”
“Il nonno vuole un ballo, sta pensando se venire o meno a interromperci.”
Ci fermammo e guardammo entrambi Carlisle che, vedendoci fermi in mezzo alla pista si avvicinò.
“Eccola, ora è tutta tua.”
“Grazie Edward” disse il nonno prendendomi la mano. Lo zio si allontanò e si diresse dalla moglie.
Iniziammo a ballare, roteammo un po’, poi mi fece fare un caschè finale.
“Grazie per il ballo.”
“Di niente, no.. ehm..papà. Grazie a te” Gli scoccai un bacio sulla guancia e lo abbracciai.
Quando ci separammo lui tornò dalla nonna e io invece andai dai miei amici. Embry e Roxy stavano ancora parlando, formavano davvero una bella coppia.Ero fiera di me per averli fatti conoscere.
Alice cambiò musica e dal maxi stereo iniziò ad uscire della musica house. I miei amici iniziarono a muoversi a tempo, così a gruppetti li presi per mano e li portai in mezzo alla pista e, dopo che li ebbi portati tutti, iniziarono a ballare. Ora sì che iniziava la festa!
Improvvisamente qualcuno mi si buttò alle spalle, l’avrei colpito se non avessi riconosciuto il profumo, Chanel n. 5, era Nessie. Quel profumo gliel’avevamo regalato io e la mamma per compleanno e lei lo indossava sempre.
“Forza, balla con me” disse. La presi come una sfida.
Sulle note di Hot ‘n cold, una vecchia canzone, iniziammo ballare in sincronia, come se ci fossimo messe d’accordo sui passi eseguire. In parte era vero, perché quando ci annoiavamo io e mia cugina ci divertivamo ad inventare dei mini balletti. Tutti ci guardavano come se fossimo pazze, ma poi si aggiunse anche la zia Alice, e, siccome i passi erano molto semplici e si ripetevano, anche le mie amiche. A metà della canzone quasi tutti stavano ballando il nostro balletto, solo i miei zii, mio padre e qualche altro ragazzo non ballavano. Poi vidi Leah seduta sul divano, mi avvicinai a lei e, insieme ai ragazzi, la sollevai e la portai in mezzo alla pista.
“Ora balla”
“Sì certo, come no.” Disse come se io stessi scherzando.
“Su Leah, balla” la incitai.
“Scordatelo”
“Ammetti che non ne sei capace” la sfidai, non poteva rinunciare ad una sfida.
“No, è che non mi va” si vedeva benissimo che mentiva.
“Su, segui me” Le mostrai i passi principali e lei malvolentieri li seguì. I nostri amici Quileute stavano ridendo sotto i baffi, io diedi un’occhiataccia a Quil che era il più vicino a me e lui fece smettere gli altri.
Leah imparò tutti i passi e lo zio Edward, che doveva aver letto nel mio pensiero, rimise la stessa canzone. Tutti si scatenarono nel pazzo ballo, perfino i ragazzi.
Finita la canzone tutti si rimisero a ballare normalmente.
“Hope, sei stata fortissima!”
“Sì, è vero!”
“Tammy, Leyla, ma che dite?”
“Iniziare a ballare da sola, davanti a tutti!” Leyla era emozionata.
“Ma no, anche voi avete ballato no?” gli ricordai.
“Sì, ma è diverso.” Al ricordo diventarono tutte rosse.
“Oddio, si sta avvicinando quel figo pazzesco..” sussurrò Tammy.
“Chi?” chiesi.
“Uno dei tuoi amici, quello che stava in disparte..” rispose Leyla.
Non capivo di chi parlassero, poi mi illuminai. “Chi? Logan?”
“Sì, esatto. Oddio, oddio, oddio. Eccolo.” Dissero quasi in coro.
Dopo dieci secondi qualcuno mi chiamò alle spalle, così mi voltai cercando di avere un’aria stupita.
“Sbaglio o avevi detto che avremmo ballato?” chiese sorridendo.
“Sì, hai ragione”
Ci avviammo in mezzo alla pista e iniziammo a ballare, anzi ad ondeggiare.


Ecco le risposte ai vostri commenti:
- stezietta w: eccoti accontentata..aggiornata! Mi fa piacere che le anticipazioni ti piacciano..continuerò a metterle!

- virgi_lycanthrope: per la foto di Seth..si accettano consigli!

- Michiu: ..vorrei dire una cosa ma..non posso. rivelerei troppo. Leggi le anticipazioni..potresti scoprire qualcosa!!
ANTICIPAZIONI CAPITOLO 21:
“Sei qui da poco” dissi iniziando il discorso.
“Già”
“I ragazzi sono simpatici vero?”
“Sì”
Accidenti, era peggio di Jasper.
------------------------------------
“Devo dirti una cosa” abbassò lo sguardo.
“L’avevo capito. Se ti serve aiuto per conquistare Tammy o Leyla, tranquillo, ci penso..”
Ma fui interrotta.
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Lo colpì al collo molto violentemente, tanto che se il ragazzo non fosse stato un licantropo credo che l’avrebbe ucciso.
------------------------------------
“Sognavo di stare in questa posizione con te, magari senza armi.”
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Poi salutai tutti gli altri e li accompagnai fuori, dove fui raggiunta dalle mie compagne, che mi salutarono e se ne andarono. Rientrai in casa, ma ebbi un brutto presentimento.



Ecco qui. Sono alla ricerca di un Seth..per chi abbia consigli..prego..dica..

Ora vi saluto, poichè il suicidio mi attende.
ALLA PROSSIMA PUNTATA!

p.s. se non posto presto è colpa dell'economiaaaa!!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Lui rimaneva in silenzio e io non capivo il perché.
Dopotutto era lui che mi aveva chiesto di parlare.
Forse si vergognava a chiedermi aiuto a conquistare una delle mie due amiche.
“Sei qui da poco” dissi iniziando il discorso.
“Già”
“I ragazzi sono simpatici vero?”
“Sì”
Accidenti, era peggio di Jasper.
“Perché mi hai chiesto di parlare?” arrivai dritta al punto.
“Devo dirti una cosa” abbassò lo sguardo.
“L’avevo capito. Se ti serve aiuto per conquistare Tammy o Leyla, tranquillo, ci penso..”
Ma fui interrotta.
“Sai, ti amo.” Ora mi guardava negli occhi.
D’accordo, era carino e anche molto, se non fossi stata fidanzata con Seth non ci avrei pensato due volte e gli sarei saltata addosso per baciarlo.
“Sai, io no.” Meglio essere diretti.
“Non è vero. L’impriting è reciproco, quindi anche tu mi ami.” Aveva uno strano sorriso sulla faccia.
“In teoria dovrebbe essere così, ma già un altro licantropo ha avuto l’impriting con me e io amo lui e nessun’altro. E non credo cambierò idea ora o mai.”
Lui mi afferrò per le spalle e mi attirò a sé, con un braccio mi teneva bloccata e con l’altro mi prese il viso, lo avvicinò al suo e mi baciò. Non riuscii a ribellarmi, ero talmente sconvolta che non riuscii a mettere in pratica nessuna delle tecniche che avevo imparato.
No, non era vero. Se avessi voluto avrei potuto staccarmi, ma non lo feci. Lui baciava in modo completamente diverso dal mio fidanzato. Era molto più aggressivo, come se avesse fame di me. Lui cercava il mio bacio come un uomo che sta per annegare ricerca l’ossigeno.
Cercai di concentrarmi su quello che stava accadendo attorno a me. Vidi Seth che voleva avvicinarsi, per staccarmi da Logan, ma Quil lo tratteneva, insieme ad Embry. Alle mie spalle sentii il ringhio di qualcuno, lo riconobbi subito, era la mamma. Dallo specchio dietro a Logan vidi che mia madre si stava avvicinando a grandi passi, ma papà la bloccò.
“E’ compito mio questo” e di corsa arrivò alle spalle di Logan. Lo colpì al collo molto violentemente, tanto che se il ragazzo non fosse stato un licantropo credo che l’avrebbe ucciso.
Logan mi lasciò e io, senza pensarci corsi fra le braccia di Seth, che nel frattempo era stato lasciato da Quil ed Embry.
Sentii Logan avvicinarsi, allora io corsi al tavolo dove c’erano i regali, aprii la valigetta che mi avevano regalato i miei amici Quileute ed estrassi i due sai.
Tutto intorno si bloccò, tutti mi guardavano con aria impaurita. Io mi scagliai di corsa addosso a Logan che si scansò facendo un passo laterale. Io mi abbassai di colpo e roteando gli feci lo sgambetto e lui cadde all’indietro. Gli saltai in grembo e mi sedetti sopra di lui, bloccandolo e incrociando i due sai sulla sua gola; bastava un minimo movimento e avrei potuto ucciderlo.
“Non farlo mai più” gli dissi all’orecchio.
“Sognavo di stare in questa posizione con te, magari senza armi.”
Premetti i sai contro la sua gola.
“Non farlo mai più altrimenti ti ucciderò” glielo dissi piano all’orecchio. Nessuno avrebbe potuto sentirmi, tranne i licantropi e i vampiri, che avevano un udito molto fino.
Jasper si avvicinò a me e mi sollevò portandomi dall’altra parte della stanza. Ora mi avrebbe rimproverato per aver usato i suoi insegnamenti per attaccare. Ero pronta ad essere sgridata.
“Brava” disse
“Mi dispiace, lo so che..” poi mi resi conto che mi aveva appena fatto un complimento. “Grazie. Credevo mi volessi sgridare.”
“No, lui ti ha provocato. E tu ti sei comportata in maniera egregia. Sono fiero di come ti sei comportata stasera.”
“Grazie Jasper.” Ero felice, molto.
“Prego. Un’altra cosa, ci conosciamo da tre anni ormai, quando hai intenzione di chiamarmi zio Jasper?” stava sorridendo. Era bellissimo, come tutti gli altri membri della mia famiglia; io mi sentivo inadeguata fra loro.
“Io ti avrei chiamato zio già da molto tempo, ma credevo di esserti indifferente.”
“Io, invece credevo di esserlo io a te”
Ci guardammo entrambi stupiti e ridemmo. Non lo avevo mai visto ridere di gusto.
Vidi i miei amici Quileute avvicinarsi.
“Scusami, zio Jasper, ma gli amici mi chiamano.” Lui annuii.
Il primo a parlare fu Sam.
“Hope, ti chiedo scusa per ciò che è accaduto. Ora torniamo alla riserva e Logan si prenderà una strigliata. Non lo rifarà più, tranquilla.”
“Conviene a lui non riprovarci più, se tiene alla sua vita. Comunque grazie Sam, ma non sei tu che dovresti scusarti. Ci vediamo presto.”
Poi salutai tutti gli altri e li accompagnai fuori, dove fui raggiunta dalle mie compagne, che mi salutarono e se ne andarono.
Rientrai in casa, ma ebbi un brutto presentimento.


Ciao a tutti!! Eccomi qui con il capitolo 21. Non ho molto tempo, quindi risponderò ai commenti la prossima volta e per questa volta passo anche le anticipazioni, mi spiace. A presto! Un bacione e grazie a tutti!!

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Entrata in casa, vidi che i miei parenti avevano già messo tutto in ordine ed erano tutti spariti, tranne Rosalie, che era in piedi al centro della stanza, con uno sguardo molto arrabbiato.
“Sono andati via tutti. Mamma, grazie mille per la festa, è stata bellissima, a parte l’inconveniente finale.”
Sembrava non mi sentisse. Nella stanza calò il silenzio, tranne per il mio respiro. Lei non stava respirando, doveva essere davvero arrabbiata. L’ultima volta che l’avevo vista così era stato due anni prima, quando Emmett mi portò a casa ferita. Era il primo giorno di allenamento con le armi e mi ero tagliata con un coltello. Carlisle era al lavoro e io dovevo essere medicata. Lei era disperata, per fortuna c’era Edward e mi medicò come meglio poteva.
Ma ora il problema era un altro, ma io non sapevo quale. Ma lo scoprii subito.
“E così ti piace proprio quello stupido cane.”
“Logan? Ma che dici? Se ormai lo ammazzavo!”
“Non lui.” Era veramente furiosa. “L’altro, quello che hai abbracciato.”
“No, ma che stai dicendo?” Le mentii spudoratamente, ma io non ero brava a mentire.
“Si vede che gli vuoi molto bene e che lui ne vuole a te. Ma con tutti le persone che ci sono a questo mondo proprio un maledetto cane ti deve piacere?!”
“Lui non è un cane! E’ una persona normale, solo che è particolare; proprio come te!” ero fuori di me. “E poi ci amiamo!”
“Da quanto tempo dura?” Sembrava essersi calmata, ma sapevo che non era così.
“Tre anni, è successo poco dopo un mese che stavo qui.” Le spiegai tutto. Dell’impriting di Seth, della sua confessione, di me che cercavo di stargli lontano, che cercavo di reprimere i miei sentimenti, ma che, dopo varie vicissitudini, ci baciammo e ci fidanzammo.
“E non me l’hai mai detto?” Ora stava urlando.
“Avrei voluto dirtelo, ma so che tu li odi. Non volevo darti un dolore.” Ero triste, molto.
“Capisco.” Si era calmata. “Hai ragione, li odio. E certamente ora li odierò di più. Ma ti capisco se non mi hai detto nulla. Solo avrei preferito scoprirlo da te.”
“Mi dispiace mamma. Ti voglio bene.”
“Anch’io, da morire.” Ci abbracciammo. Mi piaceva stare fra le sue braccia.
“Ora posso telefonare a Seth? Vorrei uscire un’oretta con lui.”
Mi guardò con aria severa, ma alla fine acconsentì. Corsi al telefono e composi il numero di casa Clearwater.
“Pronto?”
“Buonasera, signora Clearwater. Sono Hope, c’è Seth?”
“Ciao Hope. Seth è fuori con gli altri, ma Leah è ancora in casa, se vuoi puoi chiedere a lei.”
“Sì, grazie mille.”
“Ora te la passo.” Chiamò la figlia al telefono. “Eccola, ti saluto e ancora buon compleanno!”
“Grazie mille. A risentirci signora!”
“Hope, che vuoi?”
“Leah, sei sempre così gentile! Comunque tua madre mi ha detto che Seth è fuori con gli altri. Potresti dirgli se mi passa a prendere appena può stasera?”
“Uffa, d’accordo. Ora vado.”
“Ciao e grazie.”
Chiuse la chiamata senza salutare, come al solito.
Andai al piano superiore a recuperare una giacca, intanto aprii la finestra per far entrare un po’ d’aria fresca nella stanza. Andai in bagno, mi lavai il viso e i denti, e tornai in camera.
Aprii i regali che mi erano stati fatti: i miei compagni mi avevano regalato un album di fotografie con tutte le nostro foto insieme e lo zio Edward, lo zio Jasper e il nonno mi avevano regalato un biglietto, lo aprii e c’era scritto di andare in un negozio a mio piacimento e comprare tutto ciò che volevo per rifare la mia stanza; mi avevano regalato l’arredamento nuovo.
Sul mio comodino trovai una scatolina e una sporta. Aprii quest’ultima e all’interno trovai un bigliettino e un vestito tipo amazzone: un corpetto viola molto corto e stretto, un paio di pantaloni di pelle molto attillati e un paio di scarpe con il tacco viola. Era un regalo delle mie zie e di mia cugina. Poi aprii la scatolina, regalo dei miei genitori. Conteneva le chiavi di un’auto. Mi sporsi dalla finestra e la vidi. L’auto più bella che avessi mai visto. Era una Ferrari Fashion nera. Era il più bel regalo di tutta la mia vita.
“Ehi Hope!” Era Seth. Era appena sbucato dalla foresta. “Ora scendo.” Afferrai la giacca.
“Buttati, ti prendo al volo!” Feci un respiro profondo e mi buttai.
Venni afferrata e mi fece scendere.
“Grazie, mi hai risparmiato le scale” gli sorrisi. “Andiamo in auto. Guarda che meraviglia.”
“Sì, molto carina.”
Salimmo in auto, ingranai la marcia e partimmo nel buio della notte. Ci fermammo davanti alla spiaggia. Scendemmo e ci sedemmo per terra. Alla luce della luna piena notai la ferita fresca sul suo petto.


Ciao a tutti!! Come va? Spero bene..è un po' che non posto..
Ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la mia ff fra le loro preferite e grazie a tutti i commentatori!!! Buona Pasqua (nel caso non postassi prima di domenica..) ciao ciao un bacione grande grande

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


“Oddio, ma tu sei ferito! Stai sanguinando!” Lo guardai piena di paura.
“Tranquilla, non è nulla. Fra poco si rimarginerà, lo sai come funzioniamo noi licantropi.” Lo sapevo benissimo, sapevo tutto di loro; mi avevano mostrato la loro trasformazione e la rimarginazione delle ferite. Ma io ero lo stesso preoccupata da morire: la ferita era molto profonda e sanguinava tantissimo.
Mi levai la giacca e la premetti contro la sua ferita, per cercare di fermare il sangue.
“Non ti devi preoccupare. E’ una cosa da nulla.” Cambiò discorso. “Sei proprio carina stasera. Vestiti nuovi?”
“No” mentii con tono arrabbiato.
“Ehi” con una mano mi alzò il viso “che hai?”
“Penso a quel cretino di Logan, mi ha fatto proprio arrabbiare. Non lo vedrò stasera vero?”
“Tranquilla, ci ho già pensato io!”
“Cosa intendi per -ci ho pensato io- ?”
Lui sorrise e io capii.
“Spero tu stia scherzando” ero molto arrabbiata. “Non ti sarai mica ferito lottando con lui?!”
Domanda retorica. Conoscevo benissimo la risposta.
“Ma.. ma.. sai che mi so difendere benissimo da sola. Mi hai visto prima, l’ ho atterrato. Se avessi voluto avrei potuto sgozzarlo davanti a tutti!”
“Non è questo il punto” aveva alzato la voce, per la prima volta dopo anni.
“Qual è allora?” stavo urlando.
“I suoi pensieri. Tu non li puoi sentire, ma io sì. Quando ci siamo trasformati lui pensava a te in una maniera talmente..” si bloccò. Non riusciva a trovare le parole. “Non potevo permettere che pensasse a te in quel modo.”
Mi appoggiai al suo petto caldo, lui mi cinse a sé con un braccio. Adoravo stare così con lui. Mi tornarono in mente tutte le volte che ci eravamo addormentati così sul suo divano.
“Promettimi che non lo attaccherai più.” Dissi sussurrando. Lui mi guardò sorpreso. “Lo dico per te. Non voglio che ti faccia male a causa di un cretino del genere.” La ferita ormai si era rimarginata, ora non rimaneva altro che una lieve cicatrice, che percorsi con un mio dito.
“Amore, non ti preoccupare. Non mi sono fatto nulla. Per te potrei anche morire.” Era la cosa più bella che mi potesse dire. Sembrava tutto un sogno, la spiaggia, il rumore del mare, io e lui abbracciati, lui che fa il romantico. “Comunque dovevi esserci, gli ho dato certi morsi!” Fine del sogno. A volte era identico a sua sorella.
Dopo qualche minuto tornò a parlare.
“La festa è stata bellissima, nonostante tutto.”
“Sì, hai ragione. Sono riuscita a far ballare Leah.”
“Già, hai fatto un miracolo. Non l’avevo mai vista ballare.” E sorrise come per schernirla.
“E’ molto brava! Non la prendere in giro!” e gli diedi un colpo leggero sul petto, come per sgridarlo, ma stavo sorridendo anche io. “Comunque, mi sbaglio o oggi indossava una gonna?”
Lui scoppiò a ridere dicendo: “Sì, la mamma l’ha obbligata.”
Risi anch’io.
“Ah sì, lo sa” dissi tornando seria.
“Chi sa cosa?” chiese confuso.
“La mamma, sa tutto; sa di noi.”
“Rosalie sa tutto?!” era spaventato. Sapeva che se la mamma si arrabbiava non rispondeva di sé, e le conseguenze potevano essere serie.
“Sì, stai tranquillo. All’inizio era furiosa, ma poi abbiamo parlato. Naturalmente non è d’accordo, ma rispetta la mia decisione.”
Fece un sospiro di sollievo.
Rimanemmo lì abbracciati, per un tempo che mi parve brevissimo. Lui iniziò ad accarezzarmi dolcemente i capelli e io mi strinsi di più a lui. Poi ruotai e mi posizionai su di lui a cavalcioni, come avevo fatto alla festa con Logan.
“Devo ringraziarti per il regalo” dissi mentre il mio volto si avvicinava sempre di più al suo.
Lui si mosse velocemente e finimmo ai punti opposti, io stesa sulla sabbia e lui a cavalcioni su di me.
I nostri visi si avvicinarono sempre di più, fino a sfiorarsi. La sua bocca si avventò sulla mia, le nostre labbra si schiusero e le nostre lingue entrarono in contatto. Quando ci staccammo eravamo entrambi senza fiato; il bacio era stato lunghissimo.
“Forza, devo portarti a casa” disse alzandosi.
“Mmmgh” mugugnai. Volevo rimanere ancora un po’ lì con lui.
“Amore, tua madre mi ucciderà sul serio se non ti porto a casa immediatamente” disse tirandomi per le braccia per farmi alzare. Quando fui in piedi gli diedi un rapido bacio. Lui sorrise dicendo: “Se continui così non ti porterò più a casa.”
“Idea allettante” sorrisi e lo baciai di nuovo. “Sì, lo ammetto. Ma ora sali in auto, è tardi e domani devi andare a scuola.”
Salii in auto senza replicare e aspettai che si sedette sul sedile del passeggero, poi misi in moto e puntai verso casa mia: casa Cullen.
Scendemmo dall’automobile e io mi avvicinai a Seth e lo salutai.
“Domani mi vieni a prendere da scuola?”chiesi in tono supplicante.
“Non vai con l’auto nuova?”
“No se vieni tu.” Lui ci pensò un po’ su, io gli feci gli occhi dolci e lui annuì.
“A domani allora; buonanotte!”
“Buonanotte amore.” Mi salutò e si dileguò nella foresta. Entrata in casa vidi Rosalie che era appoggiata alla finestra e guardava fuori.
“Mamma, ci hai spiati?”
“No. Ho semplicemente controllato che quel cane non facesse brutti scherzi.”
La guardai arrabbiata. “D’accordo, non ti fidi. Ti concedo di controllarci per i primi tempi, ma almeno chiamalo con il suo nome.”
“Infatti. L’ho chiamato con il suo nome: cane.”
“Seth. Si chiama Seth.”
Lei sbuffò e infine annuì.
“D’accordo. Seth.” Lo pronunciò come se quel nome pesasse tantissimo.

“Grazie mamma. Ora vado a dormire.”
“Buonanotte tesoro. Vengo su da te più tardi. Ora devo raccontare agli altri del ca.. di Seth.”
Le sorrisi. Si stava sforzando e io gliene ero grata.
Corsi in camera, mi misi la camicia da notte e mi buttai sotto le coperte. Caddi nel mondo dei sogni prima ancora di accorgermene.


Cosa succederà nella prossima puntata? Una piccola anticipazione..vedrete Hope veramente furiosa!!

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Sentii qualcosa di gelato toccarmi prima la fronte, poi un braccio. Sapevo benissimo cos’era: le mani della mamma.
“Devo già alzarmi?” chiesi con la gola secca.
Lei mi sorrise, era un sì. A fatica mi alzai dal letto e mi diressi in bagno. Feci una doccia veloce, mi pettinai e mi lavai i denti. Tornai in camera e mi vestii. Indossai una camicetta bianca, un paio di jeans stretti scuri e un paio di stivaletti neri con i tacchi non troppo alti, circa cinque centimetri. Per ultima cosa afferrai una giacca nera e lo zaino.
Scesi al piano inferiore dove c’era riunita tutta la famiglia.
“Non vorrai uscire così!”
“Che c’è che non va?” Non capivo cosa avesse da obiettare zia Alice.
“Il vestito è perfetto, ma hai delle occhiaie enormi! Forza vieni che vediamo che posso fare.”
“Alice è tardi.” La interruppe lo zio Edward.
La zia sbuffò. “Ci penserò in auto.”
Salimmo in auto: io, Alice, Nessie e la mamma su quella di quest’ultima e gli altri su quella dello zio Edward.
Quando fummo in viaggio la zia estrasse dalla borsa un intero salone di bellezza e iniziò a truccarmi. Quando arrivammo mi porse uno specchio.
“Ho fatto quello che potevo, ma avevo poco tempo” si scusò. Mi guardai allo specchio e rimasi a bocca aperta, le occhiaie erano completamente sparite e mi aveva anche truccato a dovere.
“Grazie Alice” la ringrazia e le diedi un bacio sulla guancia.
Tutte e quattro uscimmo dall’auto in contemporanea, aspettammo gli altri della famiglia.
Quando arrivarono io e Nessie li salutammo con un semplice: “Ciao, ci vediamo a pranzo” e ci dirigemmo in classe. Le prime ore passarono velocemente. Ci stavamo dirigendo in mensa quando fummo raggiunte da Roxy, Leyla e Tammy. Prendemmo da mangiare e ci sedemmo ad un tavolo.
Poco dopo arrivarono anche Matt e Alex.
“Ciao ragazze. Tutto bene?”
“Sì, grazie Matt” dissi rivolgendo lo sguardo al ragazzo alto e biondo, con gli occhi scuri.
Presi la mela e le diedi un morso. Nessie mi inviò un’immagine, era quello che stava accadendo: i due ragazzi mi fissavano con curiosità.
“Mi volete dire che avete da guardare?” chiesi spazientita. Odiavo essere osservata con insistenza.
Matt e Alex si guardarono.
“Stavamo pensando a quello che è successo ieri sera” disse l’ultimo.
“Ah. Chiedo scusa per quel cretino di Logan, ha rovinato la festa.”
“Noi ci riferivamo a come l’hai atterrato. Dove hai imparato?” erano troppo curiosi.
Io non sapevo cosa rispondere. Non potevo dirgli che avevo chiesto a dei vampiri di addestrarmi nell’arte del combattimento per potermi difendere in caso fosse accaduto quello che era successo ai miei veri genitori.
“Frequentava una scuola di karate anni fa” si intromise Nessie. La ringraziai con gli occhi.
In quel momento entrarono i ragazzi più belli della scuola: i nostri parenti.
Per primi entrarono Bella ed Edward, seguiti dalla mamma e Alice. Dov’erano papà e lo zio Jasper?
Gli altri continuavano a parlare, ma io ero preoccupata per Em e lo zio. Suonò la campanella e tutti corsero in classe. Io, Nessie e i Cullen rimanemmo lì. Ci alzammo e ci avvicinammo.
“Dove sono?” chiesi.
“Te lo spiego mentre andiamo in classe” disse Alice.
Avevamo entrambi un’ora di letteratura inglese con la professoressa Watson.
Ci separammo di nuovo e io e la zia ci dirigemmo a grandi passi nell’aula numero 32. Entrammo e ci sedemmo al nostro solito posto, nell’ultima fila. La professoressa iniziò a parlare di Shakespeare.
“Allora?” chiesi sussurrando.
“Stai tranquilla” mi sorrise.
La guardai implorandola con gli occhi.
“D’accordo. Sai sei davvero insistente” e soffocò una risata.
“Ti sembra il caso di scherzare? Dove sono papà e lo zio?” stavo perdendo la pazienza. Io ero agitata e impaurita e lei rideva.
“Avevano sete e sono andati a caccia”
“Non potevi dirmelo prima?” mi ero agitata tanto per nulla. Lei sorrise e io sospirai. Per il resto della lezione rimasi in silenzio a scarabocchiare il quaderno.
Quando suonò la campanella mi diressi alla lezione successiva. La giornata passò in fretta.
Quando uscii il cielo si era fatto scuro e cupo, sembrava di essere in piena notte. Percorsi la strada per andare al parcheggio, ma non c’era nessuno. Erano già andati tutti a casa, io mi ero trattenuta un po’ a parlare con il professore.
Mi accorsi di un ragazzo in piedi alla sinistra della strada che stavo percorrendo. Lo osservai velocemente: aveva i capelli scuri e il volto angelico, dimostrava più o meno vent’anni.
Proseguii per la mia strada, ma lui iniziò a seguirmi.
Aumentai il passo e lui iniziò a correre e si piazzò a un metro davanti a me, bloccandomi il passaggio. Cercai di passare da sinistra, ma lui si spostò sbarrandomi la strada; allora provai da destra ma la storia si ripeté. “Le serve qualcosa?” chiesi.
Lui fece un sorriso che sembrò più un ghigno; brutto segno.
“Le serve qualcosa?” ripetei.
“Ti chiami Hope giusto?” chiese.
“Sì, Hope Cullen. Lei chi è?”
“Dylan McGregor, il tuo fidanzato.”
“Non credo proprio”
“Invece sì”
Feci finta di non averlo sentito e cercai di passare, ma quando lo superai lui mi si prese alle spalle e mi bloccò le braccia. Iniziò a baciarmi sul collo. Io diedi una testata all’indietro e lui, dolorante mi lasciò. Io lo guardai in faccia e lui si scagliò verso di me, probabilmente voleva sbattermi a terra; ma io gli diedi un calcio allo stomaco, lui si bloccò e si piegò in avanti, coprendosi con le mani la parte dolorante. Lo colpii al volto con un altro calcio talmente forte che lo fece cadere all’indietro. Mi ricomposi e ripresi a camminare verso il parcheggio. L’uomo, steso a terra, iniziò a parlare urlando:
“Tu.. tu mi ami..”
“Tu sei pazzo” gli risposi continuando a camminare “Io amo un altro”
“Tu sei giovane.. non sai quello che vuoi.. tu vuoi me.. lo sappiamo entrambi.. tu devi amarmi..”
Mi voltai di scatto e tornai verso di lui.
“Nessuno mi dice quello devo fare, nessuno!” stavo urlando. Mi piegai su di lui e lo colpii al volto con una scarica di pugni “E nessuno sa quello che voglio.. solo io!”
“Stai facendo un grave errore.. tornerai da me in ginocchio..”
Lo colpii di nuovo con una scarica di pugni, finchè qualcuno non mi sollevò e mi portò via.
Era Seth. Mentre ci allontanavamo, l’uomo steso a terra urlava:
“Hope Cullen, ricordati di me. Tornerò e tu mi amerai!”
Per fortuna c’era Seth a tenermi, altrimenti sarei tornata indietro a picchiarlo.


Nella prossima puntata vedremo Hope alle prese con due lupacchiotti insistenti!

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 e 26 ***


Ciao ragazzuole!!Come va? Spero bene..si sta avvicinando la fine della scuola..finalmente! Io l'ho già terminato, ora sto facendo lo stage..sono distrutta! Ma non siamo qui a mangiare Vigorsol e ricostruire i ghiacci..quindi ecco a voi i capitoli 25 e 26, spero vi piacciano e mi raccomando

COMMENTATE IN TANTI!!


p.s. Ho postato due capitoli insieme perchè il 26 è breve..


CAPITOLO 25
Mi fece salire sulla sua auto e chiuse le portiere con la sicura.
“Hope..” disse con tono gentile.
“Io lo uccido”
“Amore..”
“Io lo disintegro”
“Amore!” urlò.
Mi accoccolai nel sedile e cercai di calmarmi. Lui mise in moto e mi portò alla riserva; parcheggiò davanti a casa sua. Scendemmo dall’auto ed entrammo in casa.
Io mi accasciai sul divano e rimasi con lo sguardo perso nel vuoto. Seth sparì in cucina e tornò con uno strofinaccio umido, me lo passò sulle mani. Lo straccio si sporcò di sangue, il sangue di quell’uomo che io avevo picchiato; lo riportò in cucina e si sedette di fianco a me. Allungò un braccio dietro le mie spalle, per avvicinarsi a me, ma io con uno scatto mi alzai e mi allontanai da lui.
“Non toccarmi” stavo per piangere, ma non volevo. “Non mi merito di essere toccata da te”
“Che stai dicendo?”
“Hai visto che gli ho fatto? Se non fossi venuto a fermarmi l’avrei probabilmente ammazzato di botte.”
“Ci sarà stato sicuramente un motivo. Ti sei battuta altre volte, ma non eri mai stata così violenta. Che ti ha detto quell’uomo per farti arrabbiare così tanto?”
Gli raccontai tutto ciò che era successo. Alla fine della storia Seth si avvicinò di corsa a me e mi abbracciò fortissimo.
“Sarà stato uno psicopatico. Se l’è meritato, anzi forse era meglio picchiarlo un altro po’ ” concluse.
Rimanemmo un po’ così in piedi abbracciati.
“Mi sembri stanca. Vuoi dormire un po’?” era sempre dolcissimo con me.
“Sì, ora mi stendo un po’ sul divano”
“No, ti cedo il mio letto”
“Ma tua madre chissà cosa pen..”
“Mia madre non c’è. Forza andiamo” mi prese in braccio e mi portò al piano superiore, ed entrammo in camera sua. Mi posò sul letto e fece per uscire dalla stanza, ma lo bloccai per un braccio.
“Non mi fai compagnia?”
“Mia madre chissà cosa pen..”
“Ma tua madre non c’è” dissi tirandolo sul letto.
Lui sorrise, si sdraiò; io mi sdraiai accanto a lui e ci abbracciammo.
“Grazie” gli sussurrai.
“Di cosa?”
“Di esistere e di amarmi” lo strinsi più forte.
Lui rise.
“Sono io che devo ringraziarti di amarmi. Se non fosse così la mia vita non avrebbe senso”
Gli scoccai un bacio appassionato. “Ti amo” gli sussurrai.
“Io ti amo e ti amerò per tutta la mia vita”
Ero felicissima e anche lui sembrava esserlo; volevo stare lì ad osservarlo per sempre, ma la stanchezza prese il sopravvento e mi addormentai..

*****************

“Chi va a chiamare Seth?” chiese Sam.
Io non ci sarei andato per niente al mondo. Quel ragazzo non lo sopportavo, lui stava con la donna che amavo.
“Vado io” si propose Quil.
“Logan, accompagnalo” era un ordine dell’alfa, non potevo rifiutarmi. Annuii svogliatamente.

Quando arrivammo bussammo alla porta, ma nessuna risposta.
Quil girò la maniglia e la porta si aprì.
“Tu cercalo qui, che io vado di sopra. Magari dorme.”
“D’accordo.” Dovevo controllare solo due stanze.
In salotto non c’era e nemmeno in cucina. Passò qualche minuto e Quil non diceva nulla.
Decisi di salire a vedere che fine aveva fatto.
“Quil! L’hai trovato?” chiesi mentre salivo di corsa le scale.
“No! Qui non c’è nessuno!” La voce proveniva dalla stanza in fondo a destra. Quando entrai li vidi.
Erano stesi sul letto, abbracciati, che dormivano. Lui stava toccando la mia donna, la teneva stretta a sé e lei, nel sonno, stava sorridendo. Era la più bella cosa che avessi mai visto. E lui me la stava rubando. Lui mi stava rubando l’unica persona che avessi mai amato in vita mia.
Non ero arrabbiato, ero furioso.
Mi avvicinai al letto, ma Quil mi bloccò.
“Logan! Lasciali stare!”
“No! Non la deve toccare!”
Stavamo urlando. Ce ne rendemmo conto perché la figura angelica e il lupo si svegliarono.

*****************

“Logan! Lasciali stare!”
“No! Non la deve toccare!”
Qualcuno nella stanza stava urlando, ma non capivo chi, così aprii gli occhi. C’era Logan che veniva trattenuto da Quil.
Seth scattò a sedere e mi nascose dietro la sua schiena.
“Che ci fate qui?” chiese confuso.
“Sam ci ha mandato a chiamarti” spiegò Quil affaticato, probabilmente la forza con cui Logan si stava ribellando era inaudita.
“D’accordo. Porto Hope a casa e arrivo” disse Seth aiutandomi a scendere dal letto.
Un ringhio. “Non la toccare!”
“Lei è mia” ribatté Seth.
“Non la toccare!” ringhiò più forte Logan, che sfuggì alla presa di Quil e stava per scagliarsi addosso al mio fidanzato, quando si bloccò improvvisamente sentendo il mio urlo.
“Basta!” Era un urlo a pieni polmoni. Scesi velocemente le scale, recuperai il mio zaino e uscii sbattendo la porta.
Iniziai a camminare verso il confine della riserva, in modo da poter chiamare la mamma e farmi venire a prendere.
“Hope!” urlarono all’unisono Logan e Seth. Io tirai dritto per la mia strada e feci finta di non sentirli. Aumentai il passo e quando fui vicina al confine chiamai a casa.
“Pronto?”
“Nonna, sono Hope. Potresti dire a qualcuno di venirmi a prendere?”
“Tesoro, che ti è successo?” era molto agitata. Non avevo mai chiamato per farmi venire a prendere.
“Te lo spiego quando sono a casa.”
“D’accordo. Dove sei?”
“Sono al confine della riserva.”
“Verrà qualcuno immediatamente.”
“Grazie nonna.” Chiusi la telefonata.
“Hope!” continuavano a chiamarmi. Iniziavano a darmi fastidio.
“Lasciatemi stare!” Ma sembravano non sentirmi.
Quando arrivai al confine vidi la BMW della mamma e salii in auto.
“Che è successo?” chiese incuriosita.
“Nulla” risposi aggressivamente.
“Se ha fatto qualcosa di male giuro che lo uccido subito” era più furiosa di me e non sapeva nemmeno il motivo della mia rabbia.
“No. Mamma, andiamo. Per favore.” Lei partì a velocità supersonica in direzione di casa.

CAPITOLO 26
Entrata in casa erano tutti, tranne lo zio Jasper e papà, in salotto e aspettavano di sapere cosa fosse successo. Io ripensai velocemente alla litigata dei miei pretendenti.
“Spiegaglielo tu” dissi rivolta allo zio Edward che annuì.
Corsi in camera e mi gettai sul letto.
Dal piano inferiore si sentivano i commenti dei miei parenti al racconto dello zio. Poi un urlo.
“Tu sapevi tutto, non è vero?!”era la mamma.
Silenzio.
“Tu sapevi che stava con quel cane e non mi hai detto nulla! Non ci avevo pensato prima! Ma tu avevi letto nei suoi pensieri!”
Di nuovo silenzio.
“Sei un bastardo!” la mamma era fuori di sé.
Di nuovo silenzio, poi un boato confuso di voci.
“No, Rose ferma!”
“Calmati Rosalie!”
Sentii la porta sbattere.
“Edward! Avresti dovuto dirglielo” era Carlisle “in fondo è sua figlia.”
“Non pensate alla privacy di Hope? Mi sono comportato come se non potessi leggere nel pensiero, come se fossi un vampiro normale.”
Ci fu di nuovo il silenzio.
Poi sentii qualcosa che sbatteva contro il vetro della finestra. Andai a vedere cos’era. Era Seth che lanciava dei sassolini per cercare di attirare la mia attenzione. Aprii la finestra.
“Che vuoi?” chiesi con aria strafottente.
“Perché ti sei arrabbiata prima?”
“Per quello che dicevate e perché ormai vi scontravate di nuovo”
“Lui diceva delle cavolate, ma io?” non capiva.
“E me lo chiedi pure?! -Lei è mia-” ripetei le parole che aveva detto prima a casa sua.
“Che c’è di male?”
“Vuoi farmi arrabbiare sul serio?!”
Lui abbassò lo sguardo come per scusarsi.
“Se avessi detto ‘ lei ama me ’ non avrei fatto una piega, ma tu hai detto che sono tua, come se fossi un oggetto.”
“Mi dispiace” era sincero. Quando era veramente pentito di una cosa si mordeva il labbro, proprio come stava facendo in quel momento.
“Con Logan come hai risolto?” chiesi.
“Non abbiamo risolto. Dopo che sei andata via con Rosalie siamo corsi da Sam e l’ha mandato in perlustrazione con Jake.”
“Devo chiarirmi con lui. Ci devo parlare”
“D’accordo”
“Dobbiamo parlare da soli” dissi facendo pressione sulle ultime due parole.
“Scordatelo”
“Non mi serve il tuo permesso. Te lo sto semplicemente comunicando” precisai.
Lui sospirò. “D’accordo”
“Allora direi di andare subito. Mi preparo e arrivo.”
Corsi in bagno, mi lavai i denti. Poi tornai in camera, mi legai una piccola custodia nel braccio sinistro e uno in quello destro, e vi infilai due coltelli; meglio essere sicuri.
“Eccomi” mi buttai dalla finestra e lui mi prese al volo.
“La prossima volta avverti prima di calarti dalla finestra” disse sorridendo, mentre mi metteva con i piedi per terra.
“Digli che lo aspetto al confine” dissi mentre gli davo un rapido bacio e salivo in auto.


Allora rispondiamo ai commenti:
- NemoTheNameless: la storia è strana (se fosse normale non sarebbe interessante da leggere no? ^^) comunque questo psicopatico, Dylan, ricordatelo, perchè tornerà..e saranno guai..

- stezietta w: eheh..magari Hope è una lontana parente di Bella..no? chi lo sa..cmq come dicevo a NemoTheNameless, questo psicopatico, Dylan, ricordatelo, perchè tornerà..e saranno guai..

- 3things: chi è dylan? leggi le risposte precedenti..

PER TUTTI Dylan: ricordatevelo bene..tornerà e saranno c*zz* amari..

ANTICIPAZIONI:
“Non cambierai mai idea vero?” la sua voce era dura, spigolosa.
Lo guardai, mi dava ancora le spalle.
“No”
Sentendo le mie parole fece un lungo sospiro.
“Allora non mi resta altra scelta” disse mentre si voltava a guardarmi e si avvicinava a me. Io afferrai i due coltelli e mi preparai a difendermi; ma lui mi sorprese.

**************
Gli presi le mani per calmarlo. “Va tutto bene. Ora tocca a te.”
Lui sembrò calmarsi, poi sospirò e iniziò a raccontare.

*************
“Tu di loro che ricordi hai rimasto?” chiesi.
“Nulla, ho gettato tutto. Ma ho deciso che quando avrò una figlia femmina la chiamerò come mia sorella.”



Ciao ragazzi..al prossimo capitolo!! Boys and Girls..c'è un problema..questo capitolo ha avuto 112 visite e nessun commento!! la cosa non va bene..non mi aiutate così..vi prego lasciate qualche recensione o sarò costretta ad interrompere..

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Capitolo 26
*** Capitolo 27 ***


Ragazzi buongiorno! So che ho aggiornato da poco, ma non so quando lo rifarò quindi eccomi qui con il capitolo 27, spero vi piacerà.
Rispondo al quesito di Lorelaine86 ebbene sì, Rose è uscita di corsa di casa, molto arrabbiata.
A presto e mi raccomando COMMENTATE perchè altrimenti non posterò più, quindi vi prego, lasciate recensioni, anche brevi, di due sole parole; dopotutto non vi consumate le dita no? ^^

Quando arrivai, scesi dall’auto e dopo circa due minuti sentii un guaito provenire dalla boscaglia; osservai con cura e notai un lupo enorme, dal colore bianco argenteo; doveva essere lui.
L’animale sparì nella foresta, dopo circa trenta secondi tornò in forma umana.
“Ciao!” era tutto sorridente.
“Ciao. Ti devo parlare” ero serissima.
“Dimmi pure” il sorriso scomparve dal suo volto, molto probabilmente aveva capito cosa volessi dirgli.
"Riguarda la storia del tuo imprinting con me.
Sinceramente non capisco se mi stai prendendo in giro o dici sul serio, visto che già Seth l' ha avuto con me e non è mai accaduto che due licantropi l’avessero con la stessa ragazza. Ma la questione non è questa. Il fatto è che io amo lui e non lo cambierei con nessun altro al mondo. So che per te è un brutto colpo e mi dispiace se sono stata dura con te, ma questa è la verità e non posso farci niente. Ovviamente capirò se vorrai starmi alla larga, ma se ti va sarei molto felice di esserti amica” dissi tutto d’un fiato.
Sentendomi parlare così lui si irrigidì, si potevano notare tutti i suoi nervi tesi.
“Questo è tutto” dissi in cerca di una sua risposta che non arrivava.
Passarono tre minuti e lui non dava segni di voler proferire parola, allora gli voltai le spalle e mi incamminai verso l’auto.
Quando fui salita, misi in moto. Stavo per partire quando mi ricordai che avevo un’altra cosa da dirgli; così aprii il finestrino.
“Ah sì, un’altra cosa. Non azzuffatevi più fra di voi.” Ingranai la prima e stavo per schiacciare l’acceleratore quando sentii la sua voce.
“Aspetta” stava parlando pianissimo, come se non volesse farsi sentire. “Dimmi” “Ti va di fare un giro? Prometto di comportarmi bene.”
“Certo.” Se si fosse avvicinato troppo sapevo come difendermi e poi i suoi occhi lasciavano trasparire sincerità. Spensi il motore e scesi dall’auto.
Lui procedette nella foresta e io ero due passi dietro a lui. Rimanemmo in silenzio per molto tempo, poi lui improvvisamente si fermò.
“Non cambierai mai idea vero?” la sua voce era dura, spigolosa.
Lo guardai, mi dava ancora le spalle.
“No”
Sentendo le mie parole fece un lungo sospiro.
“Allora non mi resta altra scelta” disse mentre si voltava a guardarmi e si avvicinava a me. Io afferrai i due coltelli e mi preparai a difendermi; ma lui mi sorprese.
Mi abbracciò. Io rimasi immobile e lui con un mezzo sorriso replicò:
“Non abbracci un amico?” L’ultima parola fu pronunciata con enfasi.
Quindi aveva accettato di essermi semplicemente amico.
“Certamente” dissi sorridendogli.
Quando ci staccammo fu lui il primo a parlare.
“Immagino ti chiederai perché ho deciso di essere tuo amico.” Io annuii. “So che restandoti lontano starei malissimo, preferisco vederti anche se so che fra noi non ci sarà mai nulla, purtroppo.” Il suo sguardo si fece triste; mi dispiaceva per lui, ma io amavo Seth e niente al mondo mi avrebbe fatto cambiare idea.
Continuammo a camminare per il bosco e a parlare.
“Come mai un’umana vive con delle sanguisughe?” Lo rimproverai con gli occhi e lui si corresse subito. “Come mai vivi con dei vampiri?”
“E’ una lunga storia.”
“Se ti va puoi raccontarmela.”
Feci un respiro profondo e iniziai a parlare.
“Il mio vero nome è Hope Hammond. Avevo quattordici anni quando una sera, durante una passeggiata con i miei genitori e la mia sorellina, cinque uomini ci accerchiarono e ci derubarono. Ma non si accontentarono e volevano anche violentare mia madre, così mio padre per difenderla venne ucciso. Quando si scagliarono su mia madre lei cercò di difendersi e per farla stare ferma prima uccisero mia sorella e poi minacciarono di uccidere anche me, così non oppose resistenza, ma io mi ribellai e mi spararono. Mia madre, vedendo tutti noi morti, allora si suicidò con il coltello che le era stato puntato alla gola.” Mentre parlavo stringevo fra le mani il braccialetto di mia madre, che non mi ero mai tolta da quando l’avevo messo tre anni prima. Cercavo di non piangere, di essere forte, ma i ricordi di quella sera mi provocavano sempre un dolore atroce al cuore e la mia voce lo lasciava trasparire. “Poi arrivarono Emmett e Rosalie che mi salvarono e mi portarono da Carlisle. I Cullen mi presero nella loro famiglia ed eccomi qui.”
Quando lo guardai in volto era tanto triste quanto arrabbiato.
“Quanti anni aveva tua sorella?”
“Nove”
“Bastardi! Li odio! Perché uccidere una famiglia felice?! Perché uccidere una bambina così piccola?! Perché spararti?!” stava ringhiando, i suoi muscoli erano tesi e i denti stretti.
“Logan, stai calmo. Rose ed Em li hanno uccisi quando mi hanno trovata.”
“Li odio lo stesso. Tua sorella aveva solo nove anni e tu quattordici. Eravate delle bambine!”
Gli presi le mani per calmarlo. “Va tutto bene. Ora tocca a te.”
Lui sembrò calmarsi, poi sospirò e iniziò a raccontare.
“Il mio nome completo è Logan Shadi. Mio padre è nato e vissuto in questa riserva, poi un giorno conobbe mia madre e quando si sposarono, lui abbandonò la riserva. Quando avevo cinque anni mia madre morì dando alla luce mia sorella, Krystal; così io e lei siamo cresciuti solo con l’amore di mio padre; ma poi un giorno anche loro morirono, vittime della strada: un camionista ubriaco andò contro l’auto di mio padre e finirono fuori strada. Krystal aveva undici anni.” Mentre parlava guardava per terra. Capivo il suo dolore, perdere la famiglia. Ora capivo perché era furioso quando gli avevo raccontato di Kelly, gli tornava in mente sua sorella; così come a sentire di Krystal io ero arrabbiata, perché mi tornava in mente mia sorella.
Poi continuò la storia.
“Io avevo sedici anni; così per un po’ ho vissuto dai miei zii materni, ma poi ho deciso di venire a vedere dove viveva mio padre quando era giovane e poco dopo mi sono trasformato per la prima volta e il resto lo sai.”
“Ora quanti anni hai?” gliene davo circa venti.
“Diciotto e mezzo; fra due mesi ne compio diciannove.”
Lui alzò lo sguardo e mi guardò, poi indicò il mio braccialetto.
“Quello è un ricordo della tua vecchia famiglia?”
“Sì. Apparteneva a mia madre, all’inizio c’erano quattro cuori, ma poi ne ho aggiunti altri tre.” Gli mostrai i sette cuori su cui erano incise una M, una J, una K, una H, una R, una E e una S. Questi ultimi li avevo aggiunti due anni prima, quando avevo compiuto quindici anni. “Non è l’unico loro ricordo, ho anche queste.” Gli mostrai la catena in cui erano infilate due fedi nuziali.
“Tu di loro che ricordi hai rimasto?” chiesi.
“Nulla, ho gettato tutto. Ma ho deciso che quando avrò una figlia femmina la chiamerò come mia sorella.”
“Ottima idea.” Guardai l’orologio, era ora di tornare a casa. “Logan, io devo andare, ma per parlare io ci sarò sempre; ricordalo.”
“Anch’io per te. Ti accompagno all’auto.” E ci incamminammo verso il confine.
Quando arrivammo salii in auto e prima che partissi lui mi ringraziò per il bel pomeriggio e mi disse che non era necessario che quando mi incontravo con lui andassi armata. Lo salutai e andai a casa.

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Capitolo 27
*** Capitolo 28 ***


Hi boys and girls! Come va? Spero tutto bene ^^

Io ho rimasto esattamente 2 settimane di stage e poi VACANZAAAAAAAA..eh si..dopo purtroppo per voi mi sa che posterò più velocemente..se avrò ispirazione..

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto questa fanfiction alle loro preferite (69) o anche solo alle seguite (10)..quindi GRAZIE! Ringrazio ancora più calorosamente chi commenta...è merito vostro se continuo a postare..quindi vi prego CONTINUATE A RECENSIRE!!

Ora rispondiamo a queste cari fans che commentano..ehm ehm (*si schiarisce la voce*):

  • noe_princi89: secondo te Logan e Hope si metteranno insieme? Boh..non ci resta che scoprirlo, quindi continua a seguire la storia..potresti aver intuito giusto..oppure no?

  • Michiu: sei curiosa eh? Mi sembra di parlare con me stessa..sì, io sono la curiosità fatta persona..comunque mi fa piacere che ti faccia piacere che Hope e Logan abbiano chiarito (accidenti mi è venuto mal di testa facendo questo ragionamento XD)..per scoprirne di più posso darti solo un consiglio..continua a seguirmi!! Un'altra cosa..tu mi hai parlato di rapporto d'amicizia..sei sicura che saranno solo amici? E se invece avesse ragione noe_princi89(vedi risposta sopra) e fra i due invece ci fosse del tenero? Non si sa..vedremo..

Ora ecco a voi il capitolo 28

Ciao Jake!”
Sentendo queste parole il ragazzone sfoggiò un sorriso da orecchio a orecchio.
“Ciao Nessie!”
“Ciao Jake!” lui si accorse di me solo quando lo salutai, era troppo preso ad ammirare mia cugina.
“Ciao Hope!”
“Dov’è Logan?”
“Dorme ancora.”
“Lo vado a svegliare.”

Mentre Nessie e Jacob entravano in casa Black, io mi diressi al garage e bussai alla porta. Nessuna risposta; Logan aveva il sonno pesante. Entrai silenziosamente e vidi che il mio amico stava dormendo sul suo letto, che sembrava piccolissimo per lui. Lo chiamai un paio di volte, ma nessuna risposta. Lo scossi per una spalla, ma lui si girò su lato; proprio un dormiglione. Ruotandosi aveva fatto cadere il cuscino e così ebbi l’idea. L’afferrai e gli diedi una cuscinata in pieno volto, lui si alzò di scatto.
“Buongiorno, anzi buon pomeriggio. Sono già le tre.”
“Così presto?” rispose rimettendosi a dormire.
Gli sbattei il cuscino di nuovo sulla faccia, lui allora con un movimento veloce mi trascinò sul letto con lui.
“Oh guarda che bel cuscino che ho trovato!” diceva mentre mi stringeva come se fossi un cuscino.
“Logan mi stai soffocando!” la sua presa era fortissima.
“Allora mi farai dormire un altro po’?” chiese sorridendo.
“Scordatelo.” Lui allora strinse ancora più forte. “E poi ormai sei già sveglio.”
“Accidenti hai ragione.”
Mi lasciò andare e si alzò. “Devo fare più attenzione quando giochiamo, potrei romperti.”
“Sì certo come no. Guarda che sono più forte di quanto tu non creda” replicai dandogli un pugno sulla spalla.
“Certo certo.” Voleva farmi arrabbiare, lo guardai con sguardo assassino.
Lui fece finta di niente, si tolse la maglia che indossava, rimanendo solo con i pantaloni corti al ginocchio. Aveva un fisico stupendo, gli addominali erano perfettamente scolpiti e i suoi bicipiti erano molto voluminosi. Cercò una canottiera pulita e, dopo averla trovata, la indossò.
“Dove mi porti?” chiese.
“Non lo so, tu dove vuoi andare?”
“Alla spiaggia, così Seth ci può raggiungere.”
“D’accordo.”
Ci dirigemmo verso la mia auto e insieme a Jake e Nessie andammo alla spiaggia.

“Ciao fratello!”
disse una voce stupenda, che avrei riconosciuto fra mille.
“Ciao!” rispose Logan avvicinandosi a Seth e dandogli la mano.
“Ciao amore!” disse poi Seth dandomi un bacio, poi tornò a guardare l’amico e iniziarono a parlare, escludendomi. A volte mi sentivo esclusa da loro due. Ormai era passato più di un mese dal giorno in cui io e Logan diventammo amici nel bosco. Lui e Seth dopo poco diventarono migliori amici. Le serate romantiche fra me e Seth erano quasi inesistenti: quei due non si separavano quasi mai.
Stavo ripensando a tutte le serate passate insieme, quando improvvisamente dalla mia borsa usciva una musica allegra: il cellulare.
“Pronto?”
“Sono Bella. Tu e Renésmee dovete tornare a casa subito”
la sua voce era agitata, non l’avevo mai sentita così.
“Zia, che è successo?” mi stava facendo preoccupare tantissimo.
“Ve lo dirò quando sarete a casa.”
“Zia!” dovevo assolutamente sapere.
“A casa, subito!” urlò e poi riattaccò. Ero agitatissima, non capivo perché non volesse dirmelo al telefono; probabilmente era una cosa molto seria e grave.
Rimisi il cellulare nella borsa, di corsa mi diressi verso Nessie e la tirai per un braccio e le raccontai della telefonata. Salimmo in auto e partii a tutta velocità.

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Capitolo 28
*** Capitolo 29 ***


Ciao a tutti!!

Rispondiamo subito alle recensioni:

- noeprinci89: ovviamente lo faccio finire sul più bello, altrimenti che divertimento ci sarebbe?

- Michiu: in bocca al lupo per le interrogazioni!! Cmq come dicevo sopra ovviamente lascio tutto sul più bello! Comunque la storia è già scritta nella mia testa, devo solo metterla su carta, anzi su schermo!!

- Uchiha_chan: mi fa piacere che Hope ti piaccia, sai... in pratica sono io nella storia..si era capito?? ahah

- LadyEl: se sei nuova nn dirmi che hai letto tutto d'un fiato?!?! Sei impazzita?? Rischi di rimanerci secca, letteralmente!

- tittitrilli89: come dicevo a LadyEl, sei impazzita?!?! tutta insieme?!?! Vuoi morire?!?!?!

- Lily Evan 93: grazie*me davvero brava* che emozione!!


CONTINUATE A SEGUIRMI MI RACCOMANDO!!


Parte 29
Parcheggiai nel vialetto e di corsa entrai in casa. Erano tutti agitati, passeggiavano avanti e indietro per la stanza.
“Allora?” durante il viaggio avevo pensato e ripensato a cosa potesse essere successo.
“Alice” questa fu la risposta di Edward, mentre mi indicava mia zia.
Lei era l’unica seduta, sulle scale. Io le corsi incontro e le presi le mani gelate.
“Che è successo?!” stavo urlando. L’agitazione si era impossessata di me.
“Ho avuto una visione, verranno i Volturi fra esattamente due mesi a partire da oggi”
Io crollai a terra in ginocchio, sapevo benissimo chi erano questi vampiri, i loro precedenti, i componenti del gruppo e dei loro poteri, alcuni erano terrorizzanti: quelli di Jane e di Alec.
“Come mai verranno qui?!” ero terrorizzata, poi improvvisamente mi sentii pervadere da un senso di quiete; era merito dello zio Jasper.
“Non l’ ho visto” disse Alice alzandosi e stiracchiandosi.
“Cosa facciamo?” chiesi cercando di rimettermi in piedi.
“Ci alleniamo, dobbiamo essere preparati” rispose il nonno.
“Ci sarà da divertirsi” disse sorridendo mio padre; lui, il suo senso dell’umorismo e il suo amore per il combattimento. Tutti gli diedero un’occhiataccia.
“Voglio venire anch’io ad allenarmi con voi” dissi.
“Scordatelo. Tu non ti batterai contro i Volturi, mai” esclamò mia madre.
“Ma.. “ cercai di replicare ma Rose ripeté la frase di prima; era stata molto chiara, non avrei combattuto contro i Volturi.
“D’accordo, andiamo” disse il nonno uscendo con un balzo dalla finestra, seguito da tutti i membri della famiglia, tranne me, mia cugina e lo zio Edward.
“Potete anche entrare” disse quest’ultimo avvicinandosi alla finestra.
La porta si aprì ed entrarono Seth, Logan e Jake.
“Che ci fate voi qui?” chiesi.
“Siete andate via talmente in fretta e senza nemmeno salutare, eravamo preoccupati così vi abbiamo seguito e abbiamo sentito tutto. Vogliamo aiutarvi” rispose Jake.
“Ne parlerò con gli altri, intanto rimanete qui con le ragazze” disse lo zio Edward, si avvicinò a sua figlia, gli diede un bacio sulla fronte e uscì dalla finestra rivolgendoci uno dei suoi stupendi sorrisi sghembi.
“Mi devo sfogare, andiamo in palestra” dissi incamminandomi verso la stanza in questione, che Emmett mi aveva regalato l’anno precedente “Ma prima mi devo cambiare, aspettatemi lì”
Andai in camera e mi cambia d’abito, indossai un paio di pantaloni corti, una canottiera corta, che lasciava scoperta tutta la pancia e un paio di scarpe da ginnastica. Legai i miei capelli in una coda e mi fasciai le mani.
Entrai in palestra, la stanza che più preferivo della casa; appeso al soffitto c’era un sacco da boxe e alle pareti c’erano appese tutte le armi: nunchaku, coltelli, shuriken e sai. Andai davanti al sacco da boxe e iniziai a colpirlo con pugni e calci. Lo feci con particolare forza e violenza, nella mia mente immaginavo che quel sacco fosse uno degli individui che aveva sconvolto tutta la mia famiglia: un membro dei Volturi.
Logan, Seth e Jake rimasero stupefatti, ma vedevano che ero furiosa, allora cercarono di calmarmi.
“Amore, calmati” disse il mio fidanzato. Io colpii con più violenza il sacco.
“Hope!” mi chiamarono in coro.
“Che avete da rompere?” ero arrabbiata e non ero in vena di conversazione.
“Fermati un po’, calmati.”
“Come faccio a calmarmi?! I Volturi stanno venendo qui e voi mi dite di calmarmi?!” stavo urlando.
“Capisco che tu abbia paura, ma se continui così ti potresti fare male.”
“Voi non capite. Sono in pericolo le persone che amo e io non posso fare nulla.”
“Sì, ma tu..” mi voltai a guardarli e interruppi Jake che stava parlando.
“Ma io cosa?! Io sono semplicemente una stupida umana?!”
“Non è questo che volevo dire!” ora anche Jake stava urlando.
“Ma l’ hai pensato.” Sentendomi pronunciare queste parole il ragazzo abbassò lo sguardo.
“Hope,” si intromise Nessie “io sono una mezza vampira, ma non posso aiutare i nostri parenti lo stesso.”
Aveva ragione. Mi voltai e tornai a fare quello che stavo facendo prima della discussione. Dopo circa quindici minuti avevo il fiatone ma non mi fermai, continuai a colpire il sacco con tutta la potenza e con tutta la rabbia che avevo in corpo. Dopo alcuni minuti presi i sai e iniziai a farli roteare.
“Sono pronta” dissi a mia cugina, che sapeva benissimo cosa fare, perché aveva assistito ad alcuni allenamenti.
Lei annuì e iniziò prima a lanciarmi contro degli shuriken da ferma e io li evitai tutti, o spostandomi con molta agilità o bloccandoli con i sai; poi iniziò a correre velocissimo attorno a me continuando a lanciare gli shuriken e io feci come avevo fatto precedentemente.
Riappesi le armi, spensi le luci e accesi un altro interruttore, quello delle luci laser. Erano molto vicine fra loro, io dovevo passare fra di loro senza toccarle; così feci eseguendo capriole, ruote e altri movimenti simili. Quando passai tutte le luci, mi girai e tornai indietro facendo lo stesso percorso a ritroso.
Riaccesi le luci, tornai davanti al sacco da boxe e ripresi a colpirlo. Di solito mi bastava poco per sfogarmi, una mezz’oretta di pugni e calci; ma questa volta non riuscivo a calmarmi, quegli esseri erano pericolosi e noi non sapevamo nemmeno il motivo del loro arrivo a Forks.
Era inutile continuare ad allenarmi, così me ne andai in bagno e feci una doccia, cercando di capire il motivo per cui i Volturi sarebbero arrivati. Quando mi guardai allo specchio, ero talmente arrabbiata con me stessa per non aver trovato una risposta che diedi un pugno allo specchio. Questo si ruppe e la mia mano iniziò a sanguinare, così aprii il rubinetto e la misi sotto il getto d’acqua gelato.
Andai a vestirmi e raggiunsi mia cugina e i miei amici in salotto.
“Abbiamo sentito un rumore. Tutto bene?”
“Sì”
“Ma stai sanguinando!”
“Tranquilli, non è nulla.”
In quel momento entrarono dalla finestra i miei parenti.
“Che è successo?!” chiese Rosalie preoccupata.
“Nulla mamma.”
“Non è vero! Stavamo tornando quando abbiamo sentito l’odore del tuo sangue e allora siamo venuti il più velocemente possibile.”
“Sì, mi sono ferita, ma non è niente di grave” dissi mentre le mostravo la mano sanguinante.
“Carlisle!” Rosalie chiamò il padre “Hope è ferita, non è che le daresti un’occhiata?”
“Certo. Vieni cara, andiamo nel mio studio.” E ci allontanammo dal resto del gruppo.

“E’ una brutta ferita, ma come hai fatto a procurartela?” chiese il mio adorato nonno.
“Dando un pugno ad uno specchio”
Lui alzò lo sguardo dalla mia mano ai miei occhi, poi tornò al lavoro.
“Ecco allora cosa sono questi piccoli frammenti” disse mentre con delle pinzette estraeva i pezzetti dello specchio dalla mia mano. Quando non ci furono più frammenti, disinfettò la ferita e mi fasciò la mano.
“Grazie nonno.”
“Di nulla cara.”

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Capitolo 29
*** Capitolo 30 ***


“No Leyla, va tutto bene”
“Ne sei sicura? A noi non sembra: sei sempre pensierosa, non parli quasi mai e appena suona la campana della fine dell’ultima ora ti precipiti fuori dalla classe alla velocità della luce senza nemmeno salutarci. Io, Tammy e Roxy siamo preoccupate da morire, sai che se c’è qualcosa che non va puoi dircelo.”
"Sentire la tristezza e la preoccupazione delle mie amiche mi faceva sentire male, ma ero costretta a mentire.
Non potevo dire che i vampiri più pericolosi al mondo stavano venendo a Forks e che la mia famiglia, anch’essi vampiri, si stava allenando in ogni momento libero per essere pronti in caso di scontro; e che io ero semplicemente inutile.
“Sul serio, tutto bene” mentire alle mie amiche mi faceva sentire una persona orribile “Scusami ma ora vado.
Ci vediamo domani a scuola.”
“A domani e ricordati che noi ti vogliamo bene!”
Ora mi sentivo davvero una schifezza.
“Anche io” ero sincera.
Riagganciai e tornai in palestra ad allenarmi.
“Eccomi zio. Scusami ma era una mia amica” dissi “Ora sono pronta, possiamo ricominciare.”
“D’accordo” mi guardò negli occhi “ma sei sicura di star bene? E’ da quando abbiamo saputo che i Volturi verranno qui che non fai altro che passare le giornate in palestra ad allenarti.”
“Manca solo un mese al loro arrivo, devo essere pronta” risposi decisa.
“Lo sai come la pensa tua madre. Rose non ti permetterà mai di combattere contro di loro, a costo di legarti.” Era serio, non stava scherzando e lo sapevo benissimo: la mamma avrebbe fatto di tutto pur di non farmi partecipare alla battaglia.
“Lo so, ma bisogna essere preparati. E poi non capisco perché la mamma sia così testarda, eppure Seth, Logan e gli altri parteciperanno allo scontro.”
Lui sorrise, quando lo faceva era più bello del solito, semplicemente una divinità.
“Parli proprio tu di testardaggine?” Gli feci la linguaccia poi gli sorrisi; aveva ragione. Ero peggio di mia madre.
“Comunque lo sai benissimo perché i tuoi amici combatteranno al nostro fianco, loro hanno le caratteristiche fisiche” Aveva ragione: solo per il fatto che erano mutaforma il loro fisico era più preparato a questi scontri e poi avevano già combattuto contro i Volturi. Sospirai.
“Allora continuiamo l’allenamento?” volevo assolutamente cambiare discorso, perché ricordarmi che ero semplicemente inutile mi dava veramente fastidio.
Lui tornò serio.
“Devi riuscire a colpirmi. Hai a disposizione tutte le armi.”
Mi avvicinai alla parete alla mie spalle e infilai i coltelli nelle custodie che avevo allacciato alle braccia e i sai in quelle che avevo in vita. Presi tutti gli shuriken e mi misi al centro della stanza, Jasper mi si piazzò davanti.
“Pronta?”
“Pronta zio Jazz.”
“Via!”
Al suono di quella parola gli lanciai contro tre shuriken che si conficcarono nella parete, si era spostato alla velocità della luce; ora si trovava alla mia sinistra. Era tranquillo perché stava respirando e io sentivo sul mio collo il suo respiro, tanto mi era vicino.
Con un flic indietreggiai ed estrassi il coltello e glielo lanciai contro, ma anche questo si conficcò nella parete, anche stavolta l’aveva schivato. Se avessi continuato così non avrei combinato nulla, dovevo pensare a un piano. La sua velocità era il problema e non c’era modo di contrastarla, l’unico modo era usarla a mio vantaggio, ma come? Gli corsi incontro e gli lanciai degli altri shuriken che come avevo previsto schivò spostandosi verso sinistra. Gliene lanciai contro altri, ma anche questa volta lì evitò spostandosi sempre verso sinistra.
Mi venne un’idea, ma feci un’altra prova per vedere se avevo intuito bene, così iniziai a lanciargli altri shuriken e lui naturalmente non venne mai colpito.
“Così non risolverai nulla” disse lui.
“Vedremo” dissi rivolgendogli un sorriso di sfida.
Mi avvicinai a lui, tanto da essere a dieci centimetri e gli lanciai contro il coltello che mi era rimasto. Poi si sentì un suono metallico, l’avevo colpito; ma non con il coltello, che si era conficcato nella parete, ma con il sai che tenevo nascosto dietro la schiena e che avevo mosso in contemporanea al coltello. L’arma a tre punte si spezzò.
“Brava, ce l’ hai fatta.”
“Grazie. Era l’unico modo possibile per riuscire a colpirti. Ho notato che tutte le volte che ti lanciavo contro un’arma tu ti spostavi sempre verso sinistra, così mentre ti lanciavo il coltello ho mosso anche il sai e così ti ho colpito. Solo che ora me ne servirà uno nuovo” dissi mostrandogli l’arma spezzata a metà.
“A questo ho già provveduto io!” disse entrando danzando zia Alice con due sai nelle mani.
“Grazie!” dissi andandole incontro e prendendo le due armi per poi riporle al loro posto.
“Sapevo avresti vinto” disse mostrando un sorriso stupendo.
“E l’ hai detto ad Emmett. Era convinto che Hope ce l’avrebbe fatta, abbiamo perfino scommesso.”
La moglie si avvicinò dandogli un bacio. “Su, non potevo certo dirtelo!” Erano una coppia perfetta.
“Noi ora andiamo, è ora dell’allenamento. Al piano di sotto c’è Rose con Esme, se per caso ti serve aiuto. Ciao, cara nipote!”disse uscendo dalla stanza danzando, poi tornò indietro e sporgendosi dalla porta disse: “Ah sì, mentre ero a comprarti i sai ho fatto un po’ di shopping; le borse sono sul tuo letto!” La solita Alice, conoscendola doveva avermi comprato almeno dieci completi come minimo. Ringraziai la zia e iniziai a colpire il sacco da boxe.
“Ciao amore!” disse il mio fidanzato entrando sorridente in palestra.
“Ciao” lo salutai senza entusiasmo continuando ad allenarmi.
“Nemmeno un abbraccio?” chiese sempre sorridendo Seth allargando le braccia.
“Ho da fare, come vedi”
Lui sbuffò.
“E’ da un mese che non ci vediamo, da quando abbiamo saputo dei Volturi; potresti anche essere un po’ più gentile” si stava arrabbiando.
“Scusa, ma in questo periodo ho avuto molti impegni.”
Sbuffò di nuovo.
“Ti va di uscire? Così parliamo un po’.” Era sempre gentile con me.
“No, come ti ho già detto sono impegnata ora, mi sto allenando.”
“Senti Hope, è da un mese che non fai altro, penso che per due ore puoi anche riposarti un po’” non alzò la voce, non lo faceva mai.
“Sarà per la prossima volta. Ciao ci vediamo” Lo stavo cacciando, lui lo capì e se ne andò arrabbiato; ma poco dopo tornò preceduto da mia madre.
“Hope, Seth mi ha detto che non vuoi uscire. Sai che di solito sono contro lui e la sua razza, ma questa volta ha ragione; è da un mese che stai rintanata in questa stanza, esci solo per andare a scuola: è ora che tu esca e ti diverta un po’. Forza vai a vestirti!” era un ordine, ma cercai lo stesso di intervenire.
“Ma mamma,..”
“Vai!” inutile replicare.
Andai in bagno, feci la doccia e mi infilai i primi vestiti che trovai. Quando andai al piano inferiore Rosalie mi fece tornare di sopra a cambiarmi, secondo lei “stavo scherzando a voler uscire conciata in quel modo”. Quando mi guardai allo specchio in effetti aveva ragione, certo, ogni singolo capo da solo era bellissimo, la combinazione fra loro come l’avevo fatta io era davvero orrenda. Indossai un paio di comodi jeans, una camicetta, un golfino nero e argento e gli stivali neri e i tacchi argento.
“Ora va bene?” chiesi a mia madre.
“Sì, ora sei perfetta. Però, per favore, divertiti.”
Ora il suo tono era completamente diverso da quello di prima, non più duro, ma gentile.
“D’accordo mamma” le sorrisi.
Quando fummo fuori dalla casa Seth mi prese in braccio ed iniziò a correre.


ATTENZIONE-->Nel prossimo capitolo succederà una cosa importante (almeno io la vedo così!) Non perdetevelo!

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Capitolo 30
*** Capitolo 31 ***


Ciao fans!! Che emozione chiamarvi così *___* Scusate sto impazzendo!!

Allora..la scuola è finita (per me da un pezzo) e lo stage (alternanza scuola/lavoro, pardon) pure..oh yeah!!

Vi posto un altro capitolo di New Life sperando vi faccia piacere..sarà una cosa come dire.. ehm.. non proprio bella.. dipende per chi tifate..magari ne rimarrete contenti..vedremo..anzi FATEMI SAPERE!!

Ora rispondiamo ai commentini:

  • stezietta w: non pensi sia giusto trattare Seth male? Allora il prossimo capitolo non te gusterà..nono

  • Uchiha_chan: grazie mille!! *___* me felice.. spero che commenterai anche questo e che ti piaccia!!

  • Michiu: finalmente una recensione lunghetta!! yeeeee *si ricompone* Ehm, dicevamo U.U Solo 40 minuti di ritardo?? Ahah direi che gli altri non se ne saranno accorti!! ahah “La cosa importante” sarà quella che pensi tu?? Sì o no? Perchè se fosse quella che pensi sarei prevedibile e se invece non lo fosse sarei psicopatica.. e se non fosse quella che io credo che tu credi sarà?! Come facciamo?? ahah scusa i miei ragionamenti da schizzoide ^^ Adesso vedremo..poi voglio sapere cosa pensavi..in ogni caso qll che mi dirai NON influenzerà la mia storia (HO GIA' SCRITTI I CAPITOLI FINO AL CAPITOLO 37 COMPRESO..E SO GIA' COME CONTINUARLA E TERMINARLA..DEVO SOLO SCRIVERE!!)

    Care fans vi salutoooo ciaoooo (alla fine un indizio!!)



Parte 31

Quando mi liberò dalla sua stretta mi sedetti a terra e osservai il meraviglioso paesaggio. La spiaggia era bellissima, con una sabbia finissima color oro; l’acqua era cristallina e invitava le persone a tuffarsi per rinfrescarsi.

Amore che ti succede?” chiese gentilmente mentre con una mano mi accarezzava i capelli.

Sono qui, ecco che succede” dissi con cattiveria.

Sul serio, che c’è che non va?” odiavo la sua gentilezza, lui era sempre cortese con me, anche quando non me la meritavo; non si arrabbiava mai con me, nemmeno quando ne aveva i motivi.

Mi hai portato via da casa, dalla palestra. Non volevo venire qui e mi hai praticamente costretto. Pretendi che non mi arrabbi con te?”

Volevo stare un po’ con te, è da un mese che non ci vediamo.”

Potevi aspettare un altro po’ allora!” ora stavo urlando.

Ma sentivo la tua mancanza..”

E io no invece!” lo interruppi.

Lui si alzò e se ne andò, senza nemmeno salutarmi.

Iniziai a giocherellare con le mani,muovevo le dita e formavo strane forme, cercavo di distrarmi, ma le parole che avevo detto mi tornavano in mente. Perché avevo detto che non mi era mancato? Non era vero, a lui pensavo ogni singolo secondo della mia esistenza. Cercavo di non pensarci allenandomi in ogni momento libero, ma pensavo sempre a lui. Non ero preoccupata solo perché i Volturi potessero uccidere i miei parenti, ma che potessero uccidere anche l’uomo della mia vita e i suoi amici. Mi odiavo per questo, odiavo non poter far nulla per loro, non poterli aiutare.

Una voce maschile interruppe i miei pensieri.

Ciao Hope”

Mi voltai a guardare chi fosse, nonostante lo sapessi benissimo.

Ciao Logan”

Che hai combinato?” chiese.

Nulla” sapevo benissimo a cosa si riferivo, ma non volevo parlarne.

Dimmi la verità”

Non gli risposi.

Seth è venuto dal gruppo e non ha salutato nessuno, ha persino risposto male a me e Jake. Non l’avevamo mai visto così. Sapevamo che era con te, quindi dimmi che è successo.”

Niente, non è successo niente!”

Ok, continua pure a mentire, ma sappiamo entrambi che non è vero. Devi aver detto una cosa che gli ha dato molto fastidio.” Gli diedi le spalle, non volevo farmi vedere mentre piangevo. “Ma è mai possibile che dopo un mese che non vi vedete dovete litigare?”

Piantala” sussurrai, ma aveva ragione lui.

In questo periodo in cui non vi siete visti non ha fatto altro che tormentarci, da umano non faceva altro che parlare di te, da lupo non faceva altro che pensare a te e a quanto gli mancavi.”

Basta” lo dissi troppo piano, quasi non riuscii a sentirmi io stessa.

Allora che cavolo gli hai detto?”

Mi alzai di scatto e mi voltai a guardarlo, lui rimase sorpreso di vedermi piangere.

Finiscila!” stavo gridando.

No! Lo sai, io ti amo e dovrei essere felice perché tu e Seth avete litigato, così forse potrei avere qualche possibilità con te, ma non ci riesco; come posso gioire se il mio migliore amico sta male?” mi stava aggredendo.

Non sono affari tuoi!” ero furiosa, non con lui, ma per ciò che diceva; aveva ragione e io lo sapevo, ma sentirmi dire quelle cose mi faceva male, come una coltellata in pieno petto.

Sì invece!” voleva farmi sentire in colpa, come se già non mi sentissi così.

Non volevo rimanere lì a sentirmi rimproverare da Logan, a sentirmi ricordare che ero stata una stupida, che avevo detto una cosa imperdonabile.

Sei uno stupido idiota!” dissi correndo via. Lui non mi seguì, probabilmente aveva capito che mi sentivo in colpa.

Io corsi a casa e per la strada non feci altro che piangere all’impazzata, le lacrime sembravano non volersi fermare, ripensavo a ciò che avevo detto a Seth, a ciò che mi aveva detto Logan. Mi sentivo una vera cretina.

Quando arrivai davanti a casa feci di tutto per smettere di piangere, e quando ci fui riuscita mi asciugai gli occhi; non volevo che i miei parenti sapessero che avevo pianto.

Aprii la porta di casa e in salotto trovai papà che stava guardando una partita con lo zio Jazz e la mamma che chiacchierava con Nessie. I ragazzi e mia cugina mi guardarono di sfuggita e mi salutarono, mentre lo sguardo attendo della mamma mi scrutò da cima a fondo.

Quel pulcioso cane ti ha fatto piangere?” disse arrabbiata Rosalie mentre si alzava dalla poltrona in cui era seduta.

No mamma.”

Hai gli occhi gonfi, non mi mentire. Che ti ha fatto? Lo uccido giuro.” Stava ringhiando.

Niente, sul serio.”

Non è vero, io lo disintegro!”

Calmati mamma” sapevo che si sarebbe infuriata.

Un ringhiò fortissimo le uscì dalla gola e stava per correre alla porta quando papà la bloccò alla spalle.

Rose, su calmati. Se Hope ha detto che non è nulla sarà così.”

Vuoi che qualsiasi cosa quel cane le abbia fatto la passi liscia?!” urlò la donna mentre cercava di liberasi dalla presa del marito. Era talmente arrabbiata che la sua forza sembrava superare quella di papà, infatti lui riusciva a trattenerla a fatica.

Non mi ha fatto nulla! E’ colpa mia!” dissi ricominciando a piangere.

Lei smise di urlare e muoversi e mio padre la lasciò. La donna mi si avvicinò e mi abbracciò, mi serviva un abbraccio materno. Io mi sfogai piangendo più lacrime di quante non ne avessi, ero agitatissima, ma improvvisamente sentii nascere dentro di me un senso di tranquillità. Smisi di piangere e guardai il ragazzo biondo seduto sul divano.

Grazie zio Jazz.” In tutta risposta ebbi un cenno con il capo. Poi mi rivolsi a mia madre.

Scusa, ti ho bagnato tutta la camicia.”

Non fa nulla cara, non ti preoccupare” disse sorridendomi “Vieni, ti accompagno in camera così puoi dormire un po’, che mi sembri stanchissima.”

Sì grazie, comunque non arrabbiarti con Seth.”

Lei alzò gli occhi al cielo e sospirò, mentre mio padre faceva uno dei suoi soliti sorrisini spiritosi.

Andai in camera, indossai il pigiama e mi misi sotto le coperte, mia madre mi accarezzò i capelli, mi diede un bacio sulla fronte e mi augurò la buonanotte.

Io chiusi gli occhi e mi addormentai.

Feci uno strano sogno, c’erano una ragazza e un ragazzo che stavano parlando, io non riuscivo a vedere né i loro volti né a sentire ciò che si dicevano, riuscii a sentire solo una frase: “E io no invece!”. Improvvisamente i visi delle due persone mi si mostrarono davanti, eravamo io e Seth.

Mi svegliai di soprassalto. Mi voltai verso la finestra e chiusi gli occhi, improvvisamente sentii una mano che mi accarezzava i capelli, guardai chi fosse.

Ciao Nessie. Che fai qui?” sussurrai.

Sono andati tutti ad allenarsi, così ho pensato di venire a dormire qui con te, ci facciamo compagnia” rispose sfoderando uno dei suoi magnifici sorrisi mentre si infilava sotto le coperte con me.

Certo, rimani pure.”

Rimanemmo un po’ in silenzio, poi lei iniziò a parlare.

Hope, lo sai che io ti voglio tantissimo bene, sei come una sorella per me.”

Anche per me è lo stesso” dissi sorridendole.

Con me ti puoi confidare, che c’è che non va? Che è successo oggi con Seth?”

Toccava un tasto dolente.

Niente di grave” mentii, ma lei se ne accorse e inviò alla mia mente un’ immagine, eravamo noi due alla riserva, con i Quileute. Stavamo tutti sorridendo, eravamo felici; io ero abbracciata a Seth e lui stava schioccando un bacio sulla fronte.

Io iniziai a piangere e lei mi abbracciò stringendomi a sé. Le raccontai cosa era successo qualche ora prima e lei non mi interruppe. Senza nemmeno accorgercene ci addormentammo insieme, così abbracciate.



Avevo promesso un indizio..lo volete proprio sapere?? No?? Vabè farete senza U.U io sto bene lo stesso!!!







Ok..ve lo dico..uffa non vi si può nascondere niente (ahah vi nascondo tuttttto) cmq NEL PROSSIMO CAPITOLO ALTRA COSA INASPETTATA..HOPE FARA' PACE CON SETH OPPURE SI LASCERANNO? E LOGAN? ALLA PROSSIMA PUNTATA (E ALLA SUCCESSIVA CHE SARA' IMPORTANTEEEE!!)

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Capitolo 31
*** Capitolo 32 ***


Parte 32


Hope! Renésmee! E’ ora di svegliarsi!” Una voce femminile stava chiamando me e mia cugina. Quando aprii gli occhi mi accorsi che era zia Bella.
“Come avete fatto ad addormentarvi così abbracciate?” chiese guardandoci. Non capivo, poi guardai mia cugina, eravamo ancora sistemate come la sera prima. Io e Nessie ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere talmente forte che la zia ci guardò come se fossimo pazze.
Ci alzammo e ci dirigemmo in bagno e, mentre io facevo la doccia lei faceva il bagno; poi tornate in camera sul letto trovammo due completi uguali: due minigonne a pieghe, due camicette e due corpetti; l’unica differenza erano i colori.
“Regalo di zia Alice!” dicemmo in contemporanea.
“Io prendo questi!” dissi afferrando la minigonna nera, la camicetta bianca e il corpetto anch’esso nero.
“D’accordo, a me piacciono più questi” rispose indossando la camicia bianca, poi indossò la gonna rosa e il corpetto dello stesso colore. Ci guardammo allo specchio e scoppiammo di nuovo a ridere.
“Facciamoci anche la stessa acconciatura!” propose Nessie.
“Ok, ci sto!”
Decidemmo per la mezza coda, quando fummo pronte prendemmo le borse nuove che la zia ci aveva comprato, intonate ai nostri completi; Alice aveva anche provveduto a metterci i libri necessari per la giornata. Indossammo gli stivali che avevano dei tacchi vertiginosamente alti e andammo in garage, dove tutti gli altri ci stavano aspettando. Un fischio di approvazione partì da mio padre, ma zio Edward lo ammonì dicendo che così ci metteva in imbarazzo.
“Ragazze, non sapete che gioia mi date.” Disse sorridendo Alice. La ringraziammo e salimmo in auto.

“Driiiiiiiiiiiiiin!”
Uscimmo dall’aula e nel corridoio fui raggiunta da Roxy, Leyla, Tammy, Matt, Alex e Nessie.
Parlammo un po’ della giornata, poi quando fu il momento di salutarci i miei amici mi dissero una cosa:
“Siamo felici per te, sembri rinata.”
“Grazie ragazzi, ci vediamo domani!”
Loro si allontanarono e Nessie mi prese per mano e mi portò in bagno.
“Perché siamo venute qui?” chiesi incuriosita.
“Devo truccarti” rispose.
“Per quale motivo? Dobbiamo andare a casa ora.”
“Noi si, ma tu no.”
La guardai stupita, non capivo cosa avesse in mente. Mi sforzai di comprendere mentre lei mi passava l’ombretto, la matita e il mascara.
“Ora possiamo andare, ma questa la prendo io!” disse prendendo la mia borsa. “Non ne avrai bisogno.”
Mi prese per mano e mi scortò fuori dalla scuola. Non mi aveva mollato tutto il giorno, mi era stata sempre vicino.
Quando raggiungemmo il parcheggio mi sussurrò all’orecchio:
“Hope, c’è qualcuno a cui forse vuoi chiedere scusa.”
“Dov’è?” ero agitata. Volevo vederlo, volevo fargli sapere che quello che gli avevo detto non lo pensavo.
“Chi cerca trova.” Questa fu la risposta di mia cugina, poi mi voltò le spalle, salì nell’auto della mamma e se ne andò, insieme al resto della mia famiglia.
Io mi guardai in giro e lo vidi subito, stava appoggiato ad un albero, nascosto all’ombra della chioma del grande salice. Gli corsi incontro sorridendo e lui fece due passi avanti, mostrandosi alla luce del sole.
Aumentai la velocità e gli saltai in braccio, gli strinsi le gambe attorno alla vita e le braccia intorno al collo e gli diedi un bacio, anzi no, il bacio; fu il bacio più bello di tutta la mia vita.
Quando le nostre labbra si separarono lo guardai negli occhi, era stupito.
“Ci guardano tutti” esordì lui.
“Non mi interessa” risposi dandogli un altro bacio.
“Ma ieri sera..”
Gli diedi un bacio a stampo. “Scusa” un altro bacio. “Scusa” Bacio. “Scusa” Bacio. Mi ripetei per circa una decina di volte, poi lui sorrise.
“Se tutte le volte che litighiamo poi tu fai pace così, dovremmo litigare più spesso.” Il solito spiritoso, il suo senso dell’umorismo somigliava tantissimo a quello di mio padre.
Scesi da lui e salimmo sulla sua auto e ci dirigemmo al confine, dove poi mi prese in braccio e mi portò nella foresta.

Eravamo nel luogo dove la prima volta avevamo parlato da soli, dove mi aveva confessato il suo amore, il nostro posto.
Ci sedemmo su un tronco e iniziammo a parlare di no e di tutto ciò che ci era accaduto in quel mese di lontananza. Non facevamo altro che baciarci e abbracciarci, era il momento più romantico che avessi mai vissuto con lui. Ero felicissima.
“Ti amo da morire” disse lui.
“Anche io” risposi.
Seth si alzò e si fece serio.
“Dici sul serio?”
Ma che razza di domanda era? Certo che lo amavo!
“Certamente”
“Allora io ti faccio una promessa, Hope Hammond Cullen..“ si mise in ginocchio e mi prese le mani fra le sue, io rimasi senza parole, non poteva essere ciò che pensavo “"..ti prometto che se uscirò vivo dalla battaglia contro i Volturi ti sposerò." Ero totalmente allibita, lo guardai spaventata. “Sempre se tu lo vorrai ovviamente.”
Non sapevo cosa dire. Lo amavo dal profondo del cuore, ma eravamo giovani, io avevo solamente diciassette anni e lui ventiquattro, oltretutto Rosalie ci avrebbe ucciso se ci saremmo sposati. Ma contro i Volturi non avremmo avuto scampo, quindi non ci sarebbe stato il problema di sposarci o meno.
“Sì, dopo la battaglia contro i Volturi, se saremo ancora vivi ci sposeremo.”
Lui mi sollevò e mi baciò.
Rimanemmo nella foresta un altro po’, poi tornammo alla sua auto a piedi. Io non facevo altro che pensare a ciò che lui mi aveva chiesto, di sposarci. Lo guardai negli occhi e capii cosa dovevo fare.
Mi bloccai improvvisamente.
“Hope, che ti succede?”
Io iniziai a piangere.
“Scusami, mi dispiace”
“Di che cosa?” era confuso.
“Mi spiace di averti illuso, non posso mentirti su una cosa così seria.” Lui mi guardava impaurito e le mie lacrime scendevano sempre di più. “Ti ho detto che ti voglio sposare, ma non era vero. Ho acconsentito perché ho pensato che non sopravvivremo ai Volturi, ma ora, guardandoti negli occhi ho capito cosa voglio.”
“E..e cosa vuoi?” la sua voce tremava.
“Te, per tutta la mia vita, anche se dovesse finire con tra un mese, con l’arrivo di quei vampiri. Quindi voglio sposarti, ne sono assolutamente sicura. Ma forse, ora dopo ciò che ti ho detto non mi vorrai più.”
“Invece io ti voglio di più di prima, perché ora sei stata sincera.”
Gli saltai in braccio per la seconda volta quel giorno e rimanemmo così per molto tempo, fra un bacio e l’altro.









Ciao a tutti!! come va???

COMMENTATE NUMEROSI!!

Allora..vediamo di dirvi qualcosa di più del prossimo capitolo..mmm..come fare..ah sì!

Hope prima o poi dovrà tornare a casa..no? E qualcuno leggerà nella sua mente l'accaduto..cosa succederà??

SCOPRITELO AL PROSSIMO EPISODIO DI NEW LIFE!!


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Capitolo 32
*** Capitolo 33 ***


Parte 33

Seth mi accompagnò all’inizio del vialetto e mi salutò con un caloroso bacio. Io proseguii pensando a tutto ciò che era successo quel pomeriggio: mi ero fidanzata.

In lontananza vidi aprirsi la porta di casa ed uscì lo zio Edward. Accidenti! Aveva letto nel mio pensiero e sapeva quello che era successo.

Esatto signorina” rispose a voce quando gli fui vicino.

Ma porca put..

Non lo pensare nemmeno, non sta bene” il solito Edward, gentile ed educato.

Scusami, ma non potevi fare a meno di leggermi nella mente?” chiesi indispettita.

Non posso evitarlo e poi tu me l’ hai praticamente sbattuto in faccia, come facevo a non notarlo?”

Aveva ragione. “Scusami zio Edward” gli sfoderai un sorriso.

Non pensare di cavartela così.”

Mi punirai?” chiesi in tono scherzoso.

No, non ho mai punito nemmeno Renésmee; ma non posso non dirlo a tua madre.”

Caspita, essere puniti era mille volte meglio. La mamma avrebbe ucciso Seth e segregato me in casa.

Ti prego zio, non dirglielo!” lo pregai.

L’ultima volta che gli ho nascosto una cosa importante mi ha attaccato e perfino Jasper e

Carlisle hanno fatto fatica a trattenerla, stavolta mi ammazza sul serio.”

Gli feci gli occhi dolci, magari funzionava.

No, mi spiace Hope.”

D’accordo, diglielo” dissi sbuffando.

Devi dirglielo tu.”

Cosa? Ma era impazzito?

No cara, sono sanissimo” rispose mostrandomi uno dei suoi sorrisi sghembi, come potevo resistergli?

Annuii con il capo e sospirai. Aprii la porta ed andai in salotto, dove era riunita tutta la famiglia.

Che c’è tesoro? Edward ha detto che dovevi dirci una cosa importante” chiese la nonna agitata.

Grazie zio!’ pensai ironicamente.

La mamma batteva ripetutamente un piede per terra, era impaziente e a guardarla in viso sembrava anche un po’ arrabbiata; perfetto, tempismo perfetto.

Ehm..” non volevo dirlo.

Allora?” chiese Alice; poi lanciò uno sguardo ad Edward. Lei sapeva, probabilmente aveva avuto una visione di Seth che decideva di farmi la proposta. Ma se lei era a conoscenza di ciò che dovevo dire, perché non mi aiutava?

Abbassai lo sguardo e quando lo rialzai avevo gli occhi di nove vampiri puntati addosso, la cosa mi fece salire l’agitazione ancora di più.

Hope, allora ci vuoi dire questa cosa?” la mamma era infuriata, forse immaginava il discorso che avrei dovuto fare. Lo zio Edward mi sussurrò che lei pensava ad un’altra cosa, pensava che dovessi darle un’altra notizia. Che altra notizia avrei dovuto darle? Poi capii.

No mamma, non è quello che pensi!” mi affrettai a dire. Lei sembrò calmarsi.

Cos’è questa cosa tanto importante che devi dirci?” chiese papà. Chissà come l’avrebbe presa lui, forse lui essendo di natura una persona spiritosa, che non si arrabbiava quasi mai, l’avrebbe presa con calma.

Ehm..bhè..ecco..” cercavo di temporeggiare, ma non risolvevo nulla.

Allora?” la mamma stava perdendo la pazienza.

Feci un respiro profondo e lo dissi, senza fermarmi, senza respirare.

Io e Seth ci siamo fidanzati, se usciremo vivi dalla battaglia contro i Volturi ci sposeremo” poi il silenzio. Parve durare un’eternità.

Nessuno fiatò, né respirò. Tutti gli sguardi, che prima erano puntati su di me, si spostarono sulla mamma. Per un minuto rimase impassibile, come se non avesse sentito ciò che avevo detto; speravo davvero che fosse così; ma purtroppo aveva sentito, altroché.

Cosa hai fatto?!” il suo ringhio ruppe il silenzio “Ti sei fidanzata con quello lì?!”

Non ebbi il coraggio di risponderle. Lei si alzò dal divano e a grandi passi si diresse verso di me, che mi avvicinai allo zio Edward.

Rosalie, calmati” intervenì il nonno.

Zitto!” urlò la mamma senza nemmeno guardarlo; i suoi occhi erano puntati su di me. Per la prima volta in tre anni quella donna mi spaventava.

Come ha osato quella sottospecie di cane chiederti di sposarlo?” mi era praticamente davanti, mi stava mostrando i denti; brutto segno.

Lo zio mi afferrò e mi nascose dietro di lui per metà. La mamma si bloccò davanti a lui e lo fissò minacciosa.

Edward spostati! Devo parlare con mia figlia!”

Calmati prima” lui era calmo come al solito; non l’avevo mai visto arrabbiarsi.

Un ringhio fortissimo uscì dalla gola della mamma che si sarebbe scagliata contro lo zio se Jasper e Carlisle non l’avessero trattenuta.

Lasciatemi!” urlava la donna.

Emmett non ci daresti una mano?” chiese il nonno, ma mio padre non dava segno di risposta.

Mia madre era talmente arrabbiata che la sua forza superò quella di Carlisle e di Jasper, che la lasciarono e lei cadde a terra addosso ad Edward; lo scontro fra i loro corpi fece un baccano tremendo. Io feci appena in tempo a spostarmi e corsi da Emmett. Mia madre non lottò con lo zio, non era lui quello con cui voleva parlare; ero io. Si alzò e si avvicinò velocemente a me.

Mamma, ti prego” la scongiurai “Non farmi del male...” Sentendomi pronunciare queste parole si bloccò. Si guardò intorno e poi tornò a fissarmi; dai suoi occhi color oro traspariva lo stupore; sembrava non si rendesse conto di ciò che aveva fatto, come se quella donna che aveva steso a terra Edward e aveva spaventato me non fosse lei.

Ma non potete esservi fidanzati! Tu sei troppo giovane!” sembrava essersi calmata un po’.

Io lo amo e lui ama me, per quale motivo l’età dovrebbe fermarci?” chiesi.

Non puoi e basta!” si era trasformata di nuovo in quella donna che mi faceva paura “Non te lo permetto!”

Ma la decisione spetta a lei” replicò zia Bella, cosa che non avrebbe dovuto fare “Non puoi decidere tu per lei.”

La mamma fissò con sguardo assassino colei che aveva osato intromettersi.

Cosa centri tu? Non mi stavo rivolgendo a te! E non ti permettere di dirmi come devo comportarmi con mia figlia, così come io non ti dico cosa devi fare con la tua; quindi taci!”

Era semplicemente la mia opinione” rispose calma Bella.

Quello che pensi non mi interessa minimamente, come non mi è mai interessato fino ad ora!” l’atmosfera si stava facendo incandescente, stavano volando parole pesanti.

Non volevo che tutto ciò accadesse, non volevo che la mia famiglia litigasse per causa mia e l’unico modo per calmare la mamma era provare a parlarle da sola.

Lasciamole sole, Hope e Rosalie hanno tante cose da chiarire” disse Alice come se mi avesse letto nel pensiero.

Nessuno obiettò e uscirono tutti dalla stanza, tranne papà che non si mosse.

Emmett, andiamo.” Lo incoraggiò la zia, ma lui scosse il capo.

E’ anche mia figlia, quindi io di qui non me ne vado.”

Alice ci lasciò soli.

Mamma,..” volevo parlarle, chiarirmi con lei, ma non me ne diede l’opportunità.

No! Tu lui non lo sposerai mai!” urlò convinta. “Mai! Sono stata chiara?”

Ma..” cercai di replicare.

Sono stata chiara?” non l’avevo mai vista così furiosa.

Papà, ti prego, dì qualcosa!” lui mi avrebbe capito, ne ero sicura.

Su Emmett! Forza diglielo che lei quel quattrozampe non lo sposerà mai e da ora in poi non lo vedrà nemmeno più!” la mamma invece credeva che papà avrebbe appoggiato lei.

Rimanemmo in silenzio in attesa di una risposta dall’uomo. Passarono secondi interminabili, fino a che questo non scoppiò a ridere fragorosamente.

Non cercate di fregarmi. Se darò ragione a Rose, tu Hope non mi rivolgerai più la parola; e viceversa. In ogni caso credo che abbiate torto entrambe.”

Lo guardammo come se fosse pazzo.

Da che mondo è mondo, prima di chiedere alla ragazza amata di sposarsi, un uomo dovrebbe prima chiedere il consenso ai genitori. E naturalmente i genitori non possono obbligare la figlia a sposarsi con chi vogliono loro. Quindi tu Hope, per quanto mi riguarda, non sei ancora fidanzata; lo sarai quando Seth verrà a chiederci la tua mano e quando noi acconsentiremo.”

Sul viso della mamma si stampò uno strano sorriso.

Io fossi in te, Rosalie, non gioirei così presto, perché quando il ragazzo ci chiederà in sposa Hope, e stai certa che verrà, noi acconsentiremo; sempre se nostra figlia lo ama e vuole sposarlo, e secondo me è così.”

Il sorriso che prima era sul viso della mamma passò al mio. Quindi io e Seth ci saremmo sposati.

Non ho ancora finito il mio discorso. Voglio, anzi vogliamo,” si corresse guardando la mamma “un buon discorso, con le motivazioni del perché noi dovremmo cedergli la cosa che di più preziosa abbiamo al mondo.”

Certo, tranquillo papà” dissi abbracciandolo. Lui mi strinse a sé con le sue forti braccia. Il suo abbraccio mi ricordava sempre quello di Seth, l’unica differenza era che un abbraccio era freddissimo mentre l’altro bollente; ma adoravo stare abbracciata ad entrambi. “Vado a telefonare a Seth.” Dissi andando in camera saltellando, ero troppo felice.

 

*****************

 

Non posso credere a ciò che hai appena fatto!” ero arrabbiatissima con mio marito, per la prima volta da quando ci conoscevamo.

Rose, se ci pensi è la cosa giusta” voleva farmi ragionare, ma non ci riuscivo.

Cosa giusta un cavolo!” Non potevo sopportare che mia figlia sposasse uno di quei maledetti cani, non volevo; e mio marito non mi appoggiava.

Sì, è la scelta giusta” disse lui venendomi vicino.

Me ne frego se è giusto o sbagliato! So che io non voglio per cognato una spocchiosa bestia da circo puzzolente!” Sentendo come avevo definito il fidanzato di nostra figlia, mio marito scoppiò a ridere e non dava segno di voler smettere.

Ti fa tanto ridere?” chiesi imbronciata.

Un po’ per la “spocchiosa bestia da circo puzzolente” e il resto perché ti stai comportando come tutte le mamme. Non sei arrabbiata perché Hope si sposa un licantropo, ma perché si sposa. Potrebbe anche avere come fidanzato il principe azzurro che a te non andrebbe bene. Ammetti che non vuoi che lei ci lasci.”

Non è vero! Odio semplicemente quei leccaciotola!” Aveva colto nel segno, ma non volevo dargliela vinta.

Su amore, a me puoi dirlo” mi si avvicinò e mi abbracciò.

Sbuffai molto rumorosamente.

Hai ragione, non voglio che lei mi lasci. Certo, sapevo che prima o poi si sarebbe sposata, ma non mi immaginavo così presto!”

Ah, lo sapevo! Ti conosco troppo bene, angelo mio.”

Come sono giù.”

Lui sorrise e si scostò di poco da me.

Conosco un modo per renderti felice.”

Emmett sei il solito!” dissi facendo la finta arrabbiata.

Forza prepara la tua roba, io avverto gli altri che stiamo andando a ehm.. che staremo via fino a domani sera.”

Vado!” dissi andando in camera, mentre lui andava a cercare Carlisle.

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Capitolo 33
*** Capitolo 34 ***


Parte 34


Pronto?” chiesi curiosa.

Ciao promessa sposa!”

Ciao amore! Stavo giusto per chiamarti.”

Davvero?”

Sì. Quando siamo tornati zio Edward ha sentito i nostri pensieri.”

E cosa ha detto?”

Nulla, è d’accordo.”

Lo sapevo. Edward è sempre stato un grande” esclamò con gioia.

Aspetta a gioire, non hai sentito tutta la storia.”

Oh-oh”

Esatto, oh-oh” poi ci furono trenta secondi di silenzio.

Allora?”

Allora cosa?” volevo farlo soffrire un pochino.

Mi dici tutta la storia?”

Uff, non sai stare al gioco. Comunque il tuo mito Edward mi ha praticamente costretto a dire a tutta la mia famiglia della tua proposta.”

Una serie di imprecazioni mi giunsero dalla cornetta, così mi tornò in mente quella volta che Seth imprecò e sua madre, che l’aveva sentito gli diede un’occhiataccia e mi disse che suo figlio da piccolo non era così; ma da quando stava sempre con Jake aveva preso questa brutta abitudine. Purtroppo era una cosa contagiosa, anche a me a volte capitava, ma a casa dovevo stare molto attenta, perché se mi avessero sentito si sarebbero arrabbiati. Maledetto Jake e maledette le sue imprecazioni.

E cosa hanno detto?” chiese ansioso.

Niente di che”

E Rosalie?” chiese ancora più agitato.

Lei era fuori di sé, mi ha fatto paura, davvero. Ma alla fine Emmett l’ ha convinta.”

Un sospiro di sollievo si levò dall’altro capo del telefono.

Quindi è sì?”

Secondo papà noi due non siamo fidanzati.”

Scusa? Credo di non capire” era confuso, lo si percepiva dalla voce.

In pratica papà ha detto che non siamo fidanzati perché tu non hai chiesto prima la mia mano ai miei genitori; però ha aggiunto che se io ti amo e voglio sposarti loro acconsentiranno al matrimonio.”

Evvai! Quindi siamo fidanzati in fondo, sempre se tu mi vuoi davvero sposare.”

Certo che ti voglio sposare!” nemmeno chiederlo!

Allora preparati a dire il fatidico ‘sì’!” disse tutto felice.

Aspetta, papà ha detto che vuole un bel discorso con le motivazioni per cui mi vuoi sposare.”

Un’altra imprecazione.

Seth, stai diventando peggio di Jacob!” sentii la signora Clearwater rimproverarlo.

Senti tesoro, dì ai tuoi genitori che domani sera dopo cena verrò a fare la mia proposta.”

D’accordo. Mi vieni a prendere domani all’uscita da scuola?” chiesi speranzosa.

No, devo scrivere la proposta. Ci vediamo solo domani sera.”

Ma dai non essere in ansia, papà dirà sì anche se tu dovessi dire solo ‘Posso sposarla?’!”

Non è Emmett che mi preoccupa, ma Rosalie.” In effetti non aveva torto, lei avrebbe trovato qualsiasi difetto anche in una proposta perfetta.

D’accordo, a domani sera.”

Ciao tesoro” mi salutò lui.

Ciao amore.”

 

Terminai la chiamata e in quel momento bussarono alla porta di camera mia.

Avanti”

Tesoro, volevo solo avvertirti che io e tuo padre staremo via fino a domani sera” disse la mamma sorridente. Sapevo benissimo il motivo della loro partenza, succedeva spesso.

D’accordo, però dovete tornare prima di domani dopo cena, perché Seth verrà a fare la proposta.” Il suo sguardo si incupì. “Su mamma, ora vai. Non pensare a domani, altrimenti poi ti arrabbi e tratti male papà, e lui si arrabbia con me perché non avete combinato nulla.” Credo che se avesse potuto sarebbe arrossita, come avrebbe fatto ogni madre sentendo la figlia parlare così.

Ok. Mi raccomando, dai ascolto ai nonni e ai tuoi zii e non combinare guai.”

Quando mai ho combinato guai?” chiesi retoricamente.

Mai, sei sempre stata bravissima; ma una madre certe raccomandazioni deve farle anche se ha una figlia perfetta” rispose dandomi un bacio sulla fronte.

Divertitevi!” urlai dal parapetto delle scale quando la mamma era già scesa al piano di sotto.

Contaci piccola!” mi rispose papà ridendo prima di chiudere la porta d’ingresso.

Feci i compiti di algebra senza fatica, poi aprii un cassetto della mia scrivania e trovai l’album dove erano contenute le foto della mia entrata in famiglia.

L’album era molto raffinato, tutto bianco con dei disegnini rosa a forma di fiore. Sulla copertina una scritta rosa riportava il mio nome, Hope, scritto con una scrittura molto arzigogolata.

Nelle prime pagine c’erano le foto mie con Rosalie ed Emmett e sotto la zia Alice aveva scritto “Hope con mamma e papà”. Proseguii e trovai le foto mie con la zia Bella e lo zio Edward, poi quelle con lo zio Jasper, e poi quelle con lui e sua moglie, e con sua moglie soltanto.

Girai le pagine ed ad un certo punto un sorriso mi si disegnò sul viso, c’erano le foto che la zia Alice aveva scattato di nascosto: alcune con Nessie, altre con i miei cavalieri del ballo e infine quella che io più amavo, eravamo io e Seth che stavamo ballando sorridenti.

Rimasi molto tempo ad osservare quella foto, poi all’improvviso mi venne fame, così scesi al piano inferiore ed entrai in cucina, dove c’era la nonna.

Ciao” la salutai.

Ciao tesoro. Hai fame?” chiese con la sua voce dolce e gentile.

Sì, un po’.”

Allora ti preparo qualcosa da mangiare”

No, grazie nonna. Mangio questa e sono a posto” dissi afferrando una mela e dandole un morso.

D’accordo. Comunque dovresti fare pasti più completi.”

Io le sorrisi. Me lo diceva sempre.

Esme sei pronta?” chiese entrando in cucina la zia Alice.

Sì, saluto Hope e poi possiamo andare” rispose la nonna.

D’accordo. Buonanotte nipote!” disse Alice.

Grazie!” risposi.

Cara, ora andiamo ad allenarci. Tu vai pure a dormire, domattina verrò io a svegliarti. Ti voglio bene” disse avvicinandosi e dandomi un bacio sulla fronte.

Grazie nonna. Buon allenamento.”

Lei mi sorrise e così fece la zia.

Nonna puoi chiedere allo zio Edward e alla zia Bella se Nessie può venire a farmi compagnia?”

Li hai fatti i compiti?”

Sì. Algebra, una cavolata.” Era la verità, qualsiasi cosa mi sembrava facile, poiché da quando facevo parte della famiglia Cullen Rosalie mi faceva da maestra personale e mi aveva insegnato molte cose.

D’accordo.” Poi insieme ad Alice uscì dalla porta di servizio.

Rincominciai ad azzannare la mela.

Allora che facciamo?” chiese una voce alle mie spalle quando terminai di cenare.

Non lo so, decidi tu”

Potremmo invitare i ragazzi!” urlò Nessie.

La guardai come di solito si guardano i pazzi.

Vuoi per caso che i nostri parenti ci uccidano?”

Dai, ti prego cugina!”

I suoi occhioni marroni erano dolcissimi, come potevo resisterle?

Eh va bene! Solo Logan e Jake, perché Seth stasera ha da fare.”

Approposito, congratulazioni!” e mi saltò al collo.

Grazie.”

Quando si staccò mi prese le mani e poi rimase sconvolta.

Ma.. ma come? Niente anello?” Io scossi la testa. “Bisogna rimediare, dirò a Seth di comprartene uno.”

No, non dirgli niente. Ti prego.” Lei annuì. “Li chiami tu e io preparo i pop corn?”

Corro!” disse lei precipitandosi fuori dalla stanza.

Misi il sacchetto di pop corn nel microonde e guardai fuori dalla finestra. Il cielo era coperto di stelle, le stesse che forse, anche Seth stava guardando in quel momento.










Ciao ragazzi!

Come va? Spero tutto bene! Ecco qua il capitolo..vi è piaciuto? O no? FATEMI SAPERE!!

Come avete letto arriveranno Logan e Jake..una serata fra amici..ma..cosa accadrà?

A presto!

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Capitolo 34
*** Capitolo 35 ***


Parte 35

Io e Nessie eravamo intente a scegliere il film da vedere quando suonarono alla porta, così andai ad aprire.

Ciao!” li salutai, ma loro non davano segno di voler oltrepassare la soglia. “Che c’è, il gatto vi ha mangiato la lingua?”

Mi diedero un’occhiataccia.

Scusate, ma perché non entrate?”

Rosalie dov’è?” chiese Jake.

Dovevo immaginarlo, volevano sapere dov’era la vampira che li odiava tanto. Non che avessero paura, ma meglio essere premuniti.

Fuori città con Emmett. Allora, volete entrare o stare lì?” fuori soffiava  un vento gelido e io avevo freddo.

Gli altri dove sono? Non sentiamo il loro odore.”

Stavano per farmi perdere la pazienza.

Ragazzi sentite, gli altri sono andati ad allenarsi, ma scusate, secondo voi se la mamma e gli altri fossero stati in casa vi avremmo chiesto di venire senza avvertirvi che erano qui?”

Non risposero, entrarono e si lasciarono cadere sul divano, con la loro grazia da elefante.

Ciao! Allora, io e Hope avremmo optato per questi due film, scegliete voi” li salutò Nessie.

Scegli tu” disse Jake dolcemente con gli occhi puntati su mia cugina, figurarsi, a lui sarebbe andato bene qualsiasi cosa lei avesse detto o fatto. Logan invece fece spallucce.

Allora questo” rispose Nessie.

Io mi sedetti sulla poltrona.

Come mai non siete ad allenarvi con i nostri parenti?” chiesi curiosa.

Noi dobbiamo dormire, così di notte non ci alleniamo” rispose Jake. Logan sembrava arrabbiato con me, forse per la discussione del giorno prima.

Logan, puoi venire un secondo ad aiutarmi con i pop-corn?” Lui non dava segno di volersi muovere, allora andai in cucina da sola.

Vai! E’ un ordine!” sentii dire a Jake, l’amico non poteva replicare; infatti poi mi raggiunse.

Dimmi che devo fare” era freddo, distaccato.

Logan, sei arrabbiato per ieri?” chiesi. Lui sbuffò.

Sì, tu non puoi immaginare, tutto ieri sera Seth ha pensato a te, era disperato. Mi fa male vederlo così.”

Non hai visto o sentito Seth oggi vero?” chiesi sorridendo.

No, perché? C’è qualcosa che non so?”

Abbiamo fatto pace, quindi ora puoi anche trattarmi da amica e non da nemica, grazie.”

Sul suo volto, prima contratto si era formato un sorriso.

Accidenti, sono proprio un idiota! Una volta che litigate io da cretino mi lascio sfuggire l’occasione di provarci con te!” stava scherzando, o almeno era quello che speravo, così scoppiai a ridere.

Tieni, aiutami a portarli di là!” dissi dandogli due ciotole piene di pop-corn e prendendone un'altra.

Ma quanti ne hai preparati?” chiese con gli occhi sgranati.

Gli lanciai un’occhiataccia.

Visto quanto mangiate voi licantropi mi sono premunita e ne ho preparati in abbondanza!”

Lui scoppiò a ridere. “Sì, mi sembra giusto!”

Quando tornammo in salotto, ci guardammo il film e poi iniziammo a parlare del più e del meno, finché Nessie non diede la notizia a tutti.

Logan, mi sembra che l’ hai presa bene!”

Il ragazzo smise di ridere e la guardò stralunato.

Perché non dovrei?” chiese probabilmente pensando al fatto che io e Seth avevamo fatto pace.

Tu sei innamorato di Hope e pensavo che scoprendo che si sposa ti saresti infuriato.”

Ora erano guai seri. Ma perché Nessie non imparava a starsene zitta?!

Logan si voltò di scatto verso di me.

Cosa? Che cavolo sta dicendo?” stava urlando.

Miseriaccia, avevamo fatto pace da due ore e eccoci di nuovo a litigare.

Sì, Seth mi ha chiesto di sposarlo e io ho risposto di sì; quindi se dopo la battaglia con i Volturi saremmo ancora vivi ci sposeremo.”

Si alzò velocemente dal divano e si avvicinò a grandi passi a me, così mi alzai e ci ritrovammo l’uno davanti all’altro, con il naso a dieci centimetri di distanza.

Cos’è questa storia?!” il suo viso era teso, così come tutti i muscoli del suo corpo.

Senti, io lo amo e lui mi ama. Non vedo cosa ci sia di sbagliato.”

Tutto! Non pensi a me? Non pensi a quello che provo io?!”

Lo guardai negli occhi.

Logan, ma se sei stato tu ieri che mi hai spinto a far pace con lui! Ora ti lamenti pure?” mi stavo arrabbiando anche io.

Non sapeva cosa rispondere, così si voltò e uscì. Lo seguimmo tutti.

Che fai? Vai via?” chiesi gentilmente.

Come quando eravamo in casa si posizionò a dieci centimetri da me, ma stava per esplodere, lo si vedeva benissimo.

Tu! Stai zitta!” non l’avevo mai visto così furioso.

Improvvisamente si fece cadere in avanti, stava mutandosi in licantropo, niente di strano; l’unico problema era che mi stava cadendo addosso, con il suo peso mi avrebbe soffocata, così mi buttai a terra all’indietro e per fortuna Jake si gettò sopra di me, proteggendomi.

Il lupo argenteo mi ringhiò contro e fuggì nella foresta.

Hope, stai bene?” chiese Jacob, la sua voce era sofferente.

Sì, tu invece?” che domanda stupida.

Qualche graffietto, niente di grave” disse mentre si rialzava lentamente.

Quando fui in piedi vidi la sua schiena coperta di sangue.

Jake, sei ferito in profondità, vieni in casa che ti medico” gli comunicai.

No, sto bene” affermò facendo un passo in avanti, ma cadde all’indietro. Io e mia cugina lo aiutammo a rialzarsi.

Dai forza, hai bisogno di cure”

Tranquilla, sto benone!” disse ridendo, ma il suo sorriso si trasformò in una smorfia di dolore.

Jacob Black!” lo chiamai in maniera solenne “ora tu entri con me in casa e ti lascerai medicare”

No” rispose lui.

Era un ordine, non una domanda” dissi aiutandolo ad entrare in casa “Nessie, vai a prendere la borsa del nonno!”

Feci stendere Jake prono sul tavolo in sala da pranzo e andai a lavarmi le mani in cucina. Quando tornai dal ferito mia cugina era lì che gli stringeva la mano, che carini.

Aprii la borsa del nonno ed indossai i guanti. Osservai la schiena del mio amico, c’erano tre tagli ed in uno di questi c’era una scheggia di legno, probabilmente era entrata quando era caduto a terra.

Presi le pinze e velocemente gliela tolsi. Osservai di nuovo le ferite, si stavano già rimarginando; ma erano profonde, quindi decisi di disinfettarle e metterci una garza sopra, per evitare che sanguinasse in giro.

Ecco Jake, va meglio?” chiesi togliendomi i guanti.

Insomma, ma lo sai, noi Quileute abbiamo la pelle dura!” disse ridacchiando.

Sì certo” tagliai corto. Andai in cucina e rimasi lì un po’, a ripensare a ciò che era accaduto. Logan aveva ferito il suo compagno; avrebbe potuto uccidermi, per fortuna c’era Jake. E la mamma si lamentava sempre che i licantropi sono pericolosi! Sì ok, Logan era stato pericoloso, ma senza Jacob non sarei stata viva. Ma meglio non dirlo alla mamma. E a Seth avrei dovuto dirglielo? No, meglio di no; lo avrebbe ucciso. Ma non potevo mentire al mio promesso sposo. Un risolino mi uscì dalle labbra. Il mio promesso sposo.

Tornai in salotto e comunicai a Jake che era ora che andasse a casa; lui non obiettò, ci salutò e uscì.

Andiamo a dormire”

Ok. Sai è successa una cosa” disse mia cugina arrossendo.

Cosa?” ero curiosa.

Lei mi toccò un braccio e li vidi. Lei e Jake che si baciavano.

Nessie! Oh mio Dio!” ero sconvolta. Ero felice per lei, ma d’altro canto non sapevo se fosse stata una cosa giusta.

Non sono mai stata così felice!” esclamò lei. D’accordo, era stata una buona cosa.

Sono contentissima per te!” la abbracciai “Ora c’è solo un piccolissimo problema.”

Quale?” non capiva sul serio.

Come la prenderanno i tuoi?”

Non lo sapranno” sorrideva.

Impossibile”

Non vorrai fare la spia!” il sorriso era scomparso.

No di certo”

E allora è impossibile che lo scoprano” tornò a sorridere.

Renésmee Carlie Cullen, quel bacio deve averti rincoglionito alla grande! Tuo padre leggerà nei tuoi pensieri e vedrà tu e Jake che vi sbaciucchiate!”

Ora il suo viso era preoccupato, molto preoccupato.

Le uscì un’imprecazione che avevo sentito da Jacob quando gli avevo tolto la scheggia. Le lanciai un’occhiataccia. Jake stava influenzandoci tutte con queste sue maledette parolacce e bestemmie.

Meglio dormirci su!” concluse mia cugina.

Approvo” e ci dirigemmo in camera, dove dopo esserci cambiate ci mettemmo a dormire.




Hi guys! Come va? Spero bene!! L'estate si fa sentire vero? Io oggi sono stata in piscina e beh..sono cotta come un wurstel sulla griglia..ma non siamo qui a pettinare i ricci quindi procediamo..

  • Uchiha_chan: serata movimentata dici? Mmm direi che il termine che hai usato è, come dire, riduttivo!! Ciao e grazie per il commento! Alla prossima! Un bacio!

  • Zio_Legend: O.O questo è il mio unico commento. Cosa dovrei dire? Dici che ti piace il personaggio di Hope (che, se non si fosse capito, è la personificazione di me ihih); ti piace che Seth abbia avuto l'impriting con lei, ti piace la storia..i casi sono 2, o sei un bugiardo (e non credo minimamente) o sei semplicemente pazzo perchè ti piace davvero la storia..spero la seconda!!Ciaoo e grazie! Un bacio!

  • sa chan: tutta d'un fiato? Ragazzi..mi impazzite se me la leggete tutta insieme..rischiate la vostra vita!! Vi prego..non voglio! Ihih ehm..dopo questo capitolo..mi sa che non solo massacri Logan..eh già..lo disintegri proprio!!


Ringrazio tutti coloro che hanno messo questa ff nelle preferite e nelle seguite..DANKE!!

Grazie anche solo a chi legge, vi ricordo che le RECENSIONI sono BENE ACCETTE!!


Voglio dirvi che si cerca ancora Seth..eh già..non so se vi ricordate..tempi indietro vi mostrai Hope e Logan..ma ci manca il nostro leprotto Seth!! Consigli? SCRIVETE!!


Ciao a tutti e un bacione grande grande..ALLA PROSSIMA!






Cosa? Un indizio? Siete incontentabili u.u

D'accordo, d'accordo..allora..come avete letto Logan stava per ehm..come dire..spiaccicare Hope e Jake l'ha salvata ferendosi..

E quindi? (dicono i lettori)

Come e quindi?? I Cullen dovranno tornare a casa..e..beh..alla prossima!

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Capitolo 35
*** Capitolo 36 ***


Parte 36
“Hope! Nessie! Forza svegliatevi!” ci chiamava una voce dolce e gentile, ma un po’ agitata.
“Mmgggh” rispose la ragazza alla mia destra girandosi sul fianco sinistro.
Aprii gli occhi e vidi quegli occhi dorati, quella pelle chiara e quel viso a forma di cuore che adoravo.
“Buongiorno nonna” la salutai prima di sbadigliare.
“Tesoro, sveglia tua cugina e scendete subito in salotto.” Era seria, era successo qualcosa. Di solito quando ci svegliava ci dava un bacio sulla fronte, ci accarezzava i capelli e ci diceva parole dolci.
“Nonna?” chiesi per sapere cosa fosse accaduto.
“Non vestitevi, venite giù direttamente in pigiama” non riuscii a risponderle che era già uscita dalla stanza.
Cosa poteva essere successo? I Volturi! Che altro poteva essere.
“Nessie! Svegliati! Emergenza!” gridai scuotendola. Lei mi diede le spalle. Accidenti a questa pigrona! Ma io avevo l’arma segreta. Le sussurrai all’orecchio le paroline magiche: “Nessie, c’è Jake, vuoi farti vedere in pigiama da lui?” Al nome del ragazzo aveva già spalancato gli occhi e alla fine della frase era già in piedi.
“Jake? Dove?” chiedeva agitata saltellando sul posto.
“Niente, stavo scherzando, ma non ti svegliavi. I nostri parenti ci stanno aspettando di sotto, la nonna ha detto che dobbiamo scendere subito in salotto, senza cambiarci. Deve essere un’emergenza, sicuramente è successo qualcosa relativo all’arrivo dei Volturi!” Ero agitata, impaurita. Oh cielo. Mamma e papà erano fuori città a divertirsi, e se i vampiri italiani fossero arrivati prima e li avessero uccisi? E’ successo qualcosa di orribile ai miei genitori.
Ero talmente preoccupata che afferrai la mano di mia cugina e me la trascinai dietro fino al piano inferiore, dove trovai i miei zii e i miei nonni. La nonna e zia Alice erano sedute sul divano, il nonno sulla poltrona, zia Bella era appoggiata allo stipite della porta, zio Edward accanto alla moglie e zio Jasper era in piedi davanti alla finestra. La tensione si sentiva, i volti magnifici dei membri della mia famiglia erano seri, troppo.
Non doveva essere qualcosa di grave, no, peggio, molto peggio. Strinsi i pugni. Mamma, papà. Doveva essergli accaduto qualcosa.
“Rose ed Em stanno benissimo” rispose al mio pensiero il ragazzo dai capelli bronzei “ma la situazione potrebbe sempre cambiare.”
Oddio. Lo zio mi stava facendo venire sempre più paura.
“Che è successo?” la mia voce tremava.
La nonna fece per alzarsi ma zia Alice le trattenne la mano e così Esme tornò a sedersi. Sapevo cosa voleva fare, voleva abbracciarmi e consolarmi.
“Volete dirmi che è successo?” stavo alzando la voce, sapevo che non dovevo farlo, ma non riuscivo a trattenermi.
“C’era odore di sangue stamattina quando siamo tornati” iniziò il nonno.
“E anche una terribile puzza di can.. lupi” terminò Alice, correggendosi alla mia occhiataccia.
Quindi era quello il problema, che i ragazzi fossero stati lì.
“Specifica quali ragazzi” disse freddo lo zio Edward.
“Logan e Jake” rispose mia cugina.
“Il sangue era di Black, lo avevamo riconosciuto” parlò il nonno rivolgendosi agli altri.
“Cosa cavolo sono venuti a fare?” chiese aggredendoci la zia.
“Niente, a vedere un film” risposi abbozzando un sorriso.
“Che altro?!” mi urlò lei. Era furiosa.
“Mamma, sul serio, sono venuti solo a vedere un film” mi difese mia cugina.
“Allora come mai qualcuno è stato ferito?” chiese dolcemente la nonna. La adoravo, lei non perdeva mai la gentilezza nemmeno nei casi di grave pericolo o agitazione.
Io e Nessie ci guardammo, sapevamo cosa fare.
Lo zio Edward sorrise.
“Ragazze, questo trucco lo usate da sempre”
“Tabelline?” chiese la moglie. Per non far leggere alcuni pensieri allo zio ripetevamo a mente le tabelline e funzionava sempre.
“Esattamente” ci guardò intensamente. “Renésmee. Hope.” Ci chiamò solennemente. “Avete due possibilità, parlate voi o preferite che andiamo alla riserva a fare quattro chiacchiere con i vostri amici?”
Tornai a guardare mia cugina e le annuii.
“Come dicevamo prima, abbiamo guardato un film, poi ci siamo messi a parlare un po’, solo che mi sono lasciata sfuggire del matrimonio fra Hope e Seth e…” raccontò mia cugina.
“E?” chiese il nonno.
“E Logan non l’ha presa molto bene. E’ uscito di casa, Hope l’ha seguito per parlargli, ma lui era talmente infuriato che si è trasformato. Dovevate vederlo, tremava come una foglia. Comunque vi stavo dicendo che lui si è mutato e lei gli era molto vicino; praticamente le è caduto addosso, per fortuna Jake si è buttato sopra Hope per difenderla. Anche Jacob che è licantropo era ferito gravemente, ma Hope l’ha medicato e poi le ferite si sono rimarginate. Se non fosse stato per lui ora invece di una cugina avrei una schiacciatina.”
La guardai. La battuta poteva evitarla.
“Cosa?!” urlò il vampiro biondo facendo un passo avanti.
“Zio, tranquillo, sto bene” cercai di calmarlo.
Nessuno fiatò, solo il mio respiro e quello di mia cugina. Un ringhio ruppe il silenzio.
“Jasper!” urlò zia Bella.
“Figliolo!” gridò il nonno.
“Zio!” strillai con tutta la forza che avevo, ma il ragazzo era già uscito da casa. “Zio!” urlai uscendo dalla porta di casa cercando di seguirlo ma era già lontano; ma mi aveva sentito, infatti in tutta risposta ottenni un ringhio.
Dovevo raggiungerlo e fermarlo. Non potevo credere che lo Jasper se la sarebbe presa tanto, me lo sarei aspettato da mamma e papà, ma da lui no.
Lo zio Edward guardò negli occhi Alice, poi mi caricò sulle spalle e iniziò a correre a tutta velocità seguendo la scia di Jasper seguito dalla zia.
“Ti prego zio, corri, corri più veloce che puoi, non voglio che gli accada niente” dicevo pensando al ragazzo che si era sempre dimostrato gelido con me.
“Dovresti preoccuparti per il tuo amico cagnolino” rispondeva la zia sorridendo. Non la guardai nemmeno. Volevo solo che la mia famiglia fosse al sicuro, e Logan non era la mia famiglia, ma lo zio Jazz sì.
“Alice, la infastidisci così” la rimproverò Edward.
Guardai il cielo, era nuvoloso come al solito, ma faceva più freddo dei giorni precedenti e il vento soffiava forte tra i miei capelli.
“Zio!” urlai. Accidenti, era colpa mia. Sarebbe stata colpa mia se lo zio avesse ucciso qualcuno.
“Ecco, manca poco” mi avvertì il ragazzo che mi stava trasportando.
Infatti pochi secondi dopo lo vidi, era metri avanti a noi.
“Amore!” lo chiamò Alice, ma lui fece finta di nulla.
Edward aumentò la velocità e, quando gli fummo abbastanza vicino gli saltai addosso.
Finimmo entrambi a terra. Ero sopra al biondo.
“Jasper” dissi, ma lui ringhiò. “Zio Jasper!” strillai, prima di abbracciarlo e di sussurrargli all’orecchio “Ti voglio bene”
Improvvisamente si calmò e mi strinse in un abbraccio.
“Ti voglio bene anch’io tesoro” mi disse piano all’orecchio.
Ero felice, ma allo stesso tempo sconvolta; Jasper non esprimeva mai i suoi sentimenti, lo faceva solo con Alice e in privato.
“Ehm.. ti potresti alzare? E’ tardi e dobbiamo andare a scuola.”
Alzarmi, era più facile dirlo che farlo; forse lui si era dimenticato che io ero umana e lui invece era duro come il marmo: buttandomi su di lui mi ero fatta male ad una mano ed ad una spalla.
Aveva percepito il mio dolore e così, dolcemente, mi sollevò e mi disse che mi avrebbe portato a casa dal nonno per curarmi.

“Che è successo?” chiese la nonna sempre gentilmente ma preoccupata.
“E’ colpa mia” si accusò Jasper.
“Non dire scemenze, è stato un incidente” lo sgridai.
“Carlisle, ti prego” supplicò semplicemente lo zio.
“Hope, fa vedere” disse il nonno facendomi sedere sul divano. Valutò le mie ferite: la mano destra rotta, la spalla destra lussata, ematomi sulle ginocchia e sui fianchi.
“Oggi rimani a casa a riposare” constatò alla fine.
“No, andrò a scuola.” Nessuno tentò di convincermi, ero cocciuta quanto mia madre e sapevano che contro di me solo lei poteva spuntarla. “Ora però il problema è un altro”
Mi guardarono tutti con aria curiosa, tranne lo zio Edward, lui aveva letto nella mia testa.
“Se mamma e papà lo scoprono è un disastro, quindi acqua in bocca, su Logan e sulla corsa per prendere lo zio.”
“E le ferite come le spiegherai?” chiese mia cugina.
“Ovviamente sono caduta dalle scale” risposi facendo enfasi sulla prima parola. Il nonno scossò la testa in senso di disapprovazione, seguito a ruota dalla nonna e da zia Bella.
“Volete che la mamma uccida Logan?” chiesi sarcasticamente. Dalle occhiate dei membri della mia famiglia la risposta sarebbe stata sì, ma li anticipai “Non rispondete.”

“Emily Dickinson morì di nefrite nello stesso posto dove era nata, ad Amherst, nel Massachusetts, il 15 maggio 1866 all'età di cinquantasei anni” finì il discorso la professoressa.
“Nefrite?” chiese alzando la mano Mandy, una biondina della seconda fila.
“La nefrite o glomerulo nefrite è un'infiammazione del rene assai pericolosa che interessa il glomerulo. Può essere causata da un processo autoimmune o da un'infezione. Il principale sintomo è il sangue nelle urine” risposi.
“Signorina Cullen, prima di rispondere potrebbe chiedere la parola alzando la mano” mi rimproverò l’insegnante.
Mi alzai faticosamente.
“Professoressa, ho una spalla lussata e faccio fatica a muovermi. Mi scusi.” Tornai a sedermi e strinsi i denti. Accidenti che dolore.
“Per questa volta fa niente, anche perché la risposta era esatta ed esauriente.”
Alice, seduta accanto a me, non poté fare a meno di ridere sotto i baffi.

“Che ti è successo?!” una domanda che in quella giornata avevo sentito già una decina di volte.
“Niente”
“Hope!” un urlo.
“Sono caduta dalle scale”
Uno sguardo che avrebbe spaventato chiunque, ma non me.
“Hope!” un altro urlo.
“Mamma, sono caduta dalle scale.” Dissi scandendo le parole “Ora vieni di sopra con me che dobbiamo cambiarci per l’arrivo di Seth!”
Un ringhio basso.
“Mamma, fallo per me”
Mi prese in braccio e mi portò al piano superiore, dove facemmo la doccia e ci cambiammo per la serata, la serata più importante della mia vita.



Ciao a tutti! Come va? Ecco il capitolo..piaciuto?

Sì, lo so; Jazz è diverso dal libro..ma penso che anche lui sotto sotto sia protettivo e volevo esprimere questo..spero di esserci riuscita..

  • Zio_Legend: sì, Hope è una guerriera, per questo mi piace tanto e piace anche a te!

  • Uchiha_chan: ahah lo spezzatino di lupo..mai mangiato..chissà com'è! Jasper poteva scoprirlo..ihih credo che Rose non lo scoprirà mai e Seth..beh..boh!! eheh

Ciao a tutti e commentate!!

Un bacio


-Babi-

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Capitolo 36
*** Capitolo 37 ***


Parte 37

I’ll always love her

Mancava poco e avrei potuto essere felice per tutta la mia vita o triste per altrettanto tempo.

«Tesoro, non mangi? Come mai?»

Se mamma e papà avessero acconsentito mi sarei sposata altrimenti no. Dipendeva tutto da quella serata.

«Hope, la nonna parla con te»

Stavo pregando Dio e tutti i Santi che conoscevo di far rabbonire la mamma e fare in modo che non sbranasse Seth. Stavo chiedendo alla mia vera madre e al mio vero padre di aiutarmi ad affrontare quella serata.

«Ci sei?» chiese qualcuno scuotendomi per un braccio facendomi risvegliare dai miei pensieri.

«Ahi!» strillai.

«Scusa, è vero che è la spalla che ti duole.»

«Sì, esatto. Ma si può sapere che c’è?» chiesi a mia cugina.

«La nonna ti ha chiesto perché non mangi. Tu non le rispondevi, ti ho chiamato pure io ma niente. Eri su un altro pianeta.»

«Scusate, ero pensierosa.» Guardai la nonna. «No, non mangio. Sono troppo agitata per farlo.»

«Devi mangiare qualcosa: sei ferita e devi rimetterti in forze, oggi non hai voluto riposare, almeno mangia» diceva la nonna con il suo viso d’angelo.

«Ho lo stomaco chiuso» poi guardai mia cugina che si stava ingozzando con il tacchino e le patate. «Nessie, mangia anche la mia parte.» Lei non se lo fece ripetere due volte.

La nonna non ribatté e guardammo la ragazza spazzolare sia il suo piatto che il mio.

«C’è un po’ di torta?» chiese questa quando ebbe finito. Era un pozzo senza fondo.

«Sì, ma è per Seth che dopo verrà qui a parlare con Rosalie ed Emmett.»

Il mio sguardo si posizionò sulla nonna. Ricordarmi che il mio fidanzato doveva venire lì a casa per chiedermi in sposa certamente non mi aiutava a calmarmi.

«Un pezzettino» pregò mia cugina «Ti scongiuro nonna!»

«D’accordo, ma poco» La nonna si era fatta incantare dagli occhioni dolci che Nessie le aveva rivolto. Ci cascava sempre, povera.

L’orologio sulla porta dietro le mie spalle mi stava facendo aumentare l’ansia; quel dannato ticchettio mi segnalava che il tempo stava trascorrendo, che si stava avvicinando l’ora.

Mi alzai a fatica e mi diressi verso la porta, uscii e mi sedetti sulle scale. Respirai a fondo l’aria serale di Forks, era fredda come sempre; mi ricordava la pelle dei miei famigliari. Improvvisamente un soffio di vento mi sollevò i capelli, era caldo come il mio ragazzo. Anche la natura mi ricordava che era venuto il momento, mancava poco.

Guardai il cielo, era nero, scuro, tinteggiato di stelle che brillavano sopra di me; e la luna piena era grande e luminosa. Semplicemente stupenda.

«E’ bellissima, non è vero?» chiese una voce.

«Sì, è perfetta»

La figura alle mie spalle si sedette accanto a me.

«Mi ha detto Esme che non hai cenato»

«Non ho fame» risposi continuando a guardare il cielo.

«Guardami»

Non lo feci.

«Hope, guardami, per favore» aveva la voce dolcissima.

Obbedii.

«Lo sai che sei la cosa più importante per me, con Emmett. Senza di te non vivrei, quindi qualsiasi cosa accada stasera ti prego, non smettere di volermi bene»

Rimasi in silenzio, guardai i suoi occhi color oro, tanto profondi, poi quella pelle diafana, quelle labbra carnose, quei capelli biondi semiraccolti, osservai il viso nella sua interezza, era teso,in attesa della mia risposta.

«Tu sei mia madre, non potrei mai non volerti bene, nemmeno se lo volessi.» le dissi abbracciandola «Comunque prima che arrivi Seth, voglio dire una cosa»

Era seria, stava ascoltando.

«Lui è il mio ragazzo, il mio primo ed ultimo amore, l’unico uomo che voglio sposare, con cui voglio passare il resto della mia vita, avere dei figli e dei nipoti. Ricordati che qualsiasi decisione tu prenda io non smetterò mai di amarlo, così come non smetterò mai di voler bene a te, mamma»

Non disse niente. Alzò gli occhi per guardare il cielo.

«Sarà così, e lo sai anche tu. Come il sole e la luna, qualsiasi cosa accada intorno a loro, queste continueranno sempre ad alternarsi, a rincorrersi»

Le scappò un sorriso.

«Forza, entriamo.»

Mi aiutò a rimettermi in piedi, mi pulii il vestito azzurro e rientrai in casa seguita da mia madre.

 

«Hope è il pensiero più bello al mattino, il raggio di sole che mi fa svegliare, l’arcobaleno dopo una giornata di pioggia. E’ il mio ieri e il mio oggi e vorrei fosse il mio futuro, per sempre. Hope è l’unica cosa che mi fa vivere; io per vivere non ho bisogno di aria o acqua o sole o cibo, ho solo bisogno di una cosa, vostra figlia. Vi giuro che l’amo più della mia stessa vita, la proteggerò a costo di morire. Farò in modo che non soffra mai, che viva la vita dei suoi sogni; per me non dovrà rinunciare a niente, anzi, se fosse necessario sarei io a rinunciare a qualcosa. La tratterò come una principessa; farò in modo che sia felice, anche perché lo sapete, la mia felicità consiste nel vederla felice.

So che per voi Hope è tutto, non volete che ve la porti via; ma non sarà così. Voi siete i suoi genitori e so che non vi lascerà mai, e questo mi va bene. So anche che tu, Rosalie, mi odi, o meglio ci odi, noi licantropi; ma ti ripeto, Hope rimarrà sempre la tua bambina, non te la porterò via, ma ti prego, non portarmela via tu. Non potrei sopravvivere.»

«Ascoltare il mio fidanzato pronunciare quelle parole non potei fare a meno di piangere. Era dolcissimo, aveva detto tutto ciò che una ragazza potesse desiderare. Se non avessi voluto sposarlo dopo quelle parole avrei cambiato idea; ma non ero io quella che doveva convincere.

Guardai il volto di mia madre e di mio padre, per cercare di capire qualche cosa: niente, erano inespressivi.

I miei genitori si guardarono, sembrava quasi stessero comunicando con gli occhi.

Dopo un paio di minuti ecco mio padre prendere parola.

«Te lo concediamo, ti concediamo di sposare nostra figlia. Seth ricordati una cosa però, lei è l’amore più grande della nostra vita, prova a farla soffrire e sei un uomo morto»

«Un cane morto» puntualizzò mia madre. «Se anche solo una volta la vedrò piangere giuro che verrò da te, ti cercherò anche in capo al mondo per ucciderti con queste mani. Non mi importa se lei piangerà perché si è tagliata o è inciampata e si è fatta male; tu sei morto comunque.»

L’aria in casa era diventata più gelida che fuori, non mi sarei meravigliata se i pinguini fossero entrati nella stanza a ballare la samba.

Vidi i miei genitori alzarsi e Seth imitarli. Mia madre si diresse in cucina, mentre mio padre si avvicinò al mio ragazzo, anzi ormai fidanzato ufficiale.

«Respira, o muori prima di portarla all’altare» disse l’uomo dandogli una pacca sulla spalla.

«Grazie Emmett!»

«Ah, una cosa, non mi chiamare papà però!» disse mio padre, per poi scoppiare a ridere insieme a me e a Seth.

 

«Che hai fatto?» chiese il ragazzo seduto accanto a me.

Dirgli la verità o no?

Se gli avessi detto che mi ero ferita bloccando Jasper perché voleva sbranare Logan che aveva rischiato di uccidermi, avrebbe ammazzato il suo migliore amico.

Se non glielo avessi detto sarebbe andato tutto bene finché non l’avesse scoperto da Jake o direttamente da Logan quando erano trasformati in lupi.

Bel dilemma. Stavo riflettendo su cosa rispondere quando sentii un grido provenire dal piano superiore, era Nessie. Stava urlando il nome della zia.

Corsi su per le scale nonostante fossi tutta dolorante e mi diressi da mia cugina. Stava ancora gridando.

«Alice!»

Spostai i miei occhi sulla giovane seduta a terra. Aveva lo sguardo vacuo e gli occhi spalancati, stava avendo una visione. Tutto normale, se non fosse stato che stava tremando fortissimo, tanto che sembrava avesse le convulsioni. Non l’avevo mai vista così.

«Zia!» continuava ad urlare mia cugina.

«Seth, vai a chiamare gli altri, anche se credo che stiano già venendo qui» dissi velocemente al ragazzo rimasto sullo stipite della porta. Tornai ad osservare la zia. «Da quanto è così?»

«Cinque minuti buoni!» urlava Nessie, stava diventando isterica. La capivo benissimo, era in pensiero per la zia.

«Amore!» Era arrivato lo zio Jasper, lui forse riusciva a calmarla. «Va tutto bene, è tutto ok» ripeteva accarezzando i capelli della zia quando questa si fu tranquillizzata un poco. «E’ spaventata a morte, deve aver visto qualcosa di terribile.» ci spiegò.

«I Volturi, ecco cosa ha visto»

Mi voltai e guardai il ragazzo che aveva parlato.

«Cosa stai dicendo?!» chiesi agitata.

«Sono in anticipo, saranno qui fra meno di due giorni.»

Silenzio. Carlisle strinse di più a sé Esme, che si mise una mano sulla bocca. Bella abbracciò la figlia. Emmett strinse i pugni, mentre Rose si avvicinò a me, per poi accarezzarmi i capelli. Jasper cercò di far alzare Alice. Seth prese parola.

«Vado dal branco a riferire. Ci vediamo al solito posto fra un’ora.» disse prima di buttarsi dalla finestra e fuggire nella foresta.

«Edward..continua» balbettò a fatica Alice.

Lo zio non ci aveva detto tutto.

Il bronzeo scosse la testa per poi proseguire.

«Alice ha vissuto una visione extra-corporea, era nel corpo di qualcun altro, uno sconosciuto. Ma è stato torturato da Alec e Jane per poi essere ucciso da uno nuovo, solo che hanno ucciso Alice, non so come spiegarvi.»

Il mio sguardo si spostò sulla zia. Poverina, aveva sopportato tutto ciò e per cosa? Scoprire che quei bastardi sarebbero arrivati in anticipo. Mi faceva pena, tremava ancora. Lei, che sembrava tanto fragile, in realtà era una roccia, ma quell’esperienza l’aveva veramente scossa. Dannato Alec e dannata Jane, quei due piccoletti erano due veri e propri mostri. Poi quell’altro, l’aveva uccisa. Uno nuovo, aveva ucciso un innocente; doveva essere davvero cattivo.

«Hai detto uno nuovo» constatò Carlisle.

«Esatto, è uno che non abbiamo mai visto o conosciuto, si è unito da poco ai Volturi, anche se questi non l’hanno proprio accettato, diciamo che è in prova.» dichiarò Edward, che probabilmente aveva letto le informazioni tra i pensieri di Alice, che sicuramente aveva saputo durante la visione. «Si chiama Dylan, ed è ancora un neonato»

«E’ pericoloso» comunicò Jasper «Lui è mio» disse in tono minaccioso, voleva occuparsi direttamente di colui che aveva ucciso sua moglie.»

«Non è l’unico, ce n’è un altro, lo chiamavano Gabriel ma Alice non riusciva a vederlo, probabilmente ha un potere che gli permette di essere immune alle visioni.

«Addirittura due» fece papà «ci divertiremo»

«Scemo» lo insultò dolcemente la mamma per poi iniziare a ridere con gli altri.

Papà riusciva a far sorridere tutti, in qualsiasi situazione; era un uomo buffo, ma allo stesso tempo duro. Il suo umorismo e il suo aspetto fisico erano una strana accoppiata, ma per questo era unico.

«Sarà una dura battaglia» disse la nonna.

«Ma ci siamo allenati tanto» continuò zia Bella.

«E con l’aiuto dei licantropi ce la faremo» affermò il nonno.

«Dovete farcela, per me. Voglio che alla fine siate tutti sani e salvi, sarà il vostro regalo di nozze per me» finii io.

Si strinsero tutti attorno a me, per un abbraccio di gruppo. I vampiri che stavo abbracciando erano le persone più importanti della mia vita, e senza ciascuno di loro non avrei potuto vivere.

«Sopravvivete, fatelo per me» finii.

«Ce la faremo, è sicuro» disse sicura Alice che nel frattempo si era ripresa «E’ una promessa.»

In quel momento, abbracciata a tutti i miei parenti, mi sentivo in paradiso; speravo che lo scontro con i Volturi non mi portasse via nessuno di loro.





Hi guys! Come va? Tutto bene spero!

Come vanno le vacanze?? Io sono andata in piscina lunedì 15 e mi sono bruciata la schiena..già..uffa..che roba..in 17 anni non mi sono mai bruciata e vedi te se dovevo bruciarmi quest'anno..ma porca...vabè..non siamo qui a fare le lampade ai vampiri..quindi..ora rispondiamo ai commentuzzi:

  • mv3028: Hope un mito..grazie! E grazie per il fatto che ti piaccia la storia!

  • Uchiha_chan: Jasper ottimo padre..beh..come hai potuto capire (spero si sia capito) Jazz vede Hope come una figlia..sai..a Jazz ci vedo bene un figlio maschio..per allenarlo..insegnargli le cose che lui sa fare bene..lottare..e con Hope, nonostante sia una ragazza, lui è riuscito a fare..

  • Zio_Legend: concordo..pensavo di comprare una museruola per Nessie..magari poi impara a tenere chiusa la bocca..o a usarla solo per mangiare!!

  • Michiu: don't worry sister! Fa niente..anche io per 4 gg non ho acceso il pc..eccoti accontentata..Seth e Rose..la resa dei conti..eheheh..


Visto ragazzi? Ho dato anche un titolo a questo capitolo..I'll always love her..si capisce da dove l'ho tratto eheh..dalla canzone I'll always love you..a me piace..spero anche a voi!!

A presto..ora vado a dormire..è quasi l'1..cacchiuss..non me ne ero accorta..*me scema*

Besitos ragazzuoli miei..a presto!!


N.B. Fino a qui i capitoli erano già scritti..dovevo solo postare..ora quelli “pre-scritti” sono finiti..quindi..2 parole--> PAZIENZA FRATELLI!!


P.S. Do un consiglio..rileggete attentamente tutto..perchè beh..forse vi siete accorti di qualcosa..(vedi capitolo sopra)..volete un aiutino..mmm..un nome..una persona già incontrata..forse..bah..non posso svelarvi tutto per Giove!!





ALTRE MIE FF:

TERMINATE

- Il vendicatore (one shot su Death Note)

- You don't know, I love you (one shot originale)

- I fiori della felicità (one shot originale)
IN CORSO oltre a questa

- Love changes people (long fiction su Harry Potter)

- Solo per te (long fiction originale)

- L'amore uccide (long fiction originale)


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