Two slytherin in love.

di Luxanne A Blackheart
(/viewuser.php?uid=546573)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***



Capitolo 1
*** I ***


                 I

 

“Tre fiammiferi di fila accessi nella notte:
il primo per vedere il tuo viso,
il secondo per vedere i tuoi occhi,
il terzo per vedere la tua bocca;
l’oscurità intera per ricordare tutto questo mentre ti
stringo tra le braccia”
(J. Prèvert)
 
 

 
Narcissa, la primo genita della famiglia Black.
La figlia più seria e sobria, quella che all’apparenza avrebbe obbedito senza ribattere la volontà dei genitori. Veniva soprannominata ‘Agnellino Black’, poiché sempre china sui suoi amati libri di scuola a studiare e leggere diligentemente. La più brava tra le file dei Serpeverde, la più brava del settimo anno ad Hogwarts.
Era una strega intelligente e soprattutto ambiziosa, molto. Qualità comune tra gli studenti della Casa verde-argento.
Studiava per cercare di distaccarsi per sempre dalla famiglia purosangue, la quale la incatenava ad una vita che non sentiva più sua; a dei pregiudizi che, crescendo, aveva imparato a mettere in discussione.
Intendeva intraprendere una carriera importante, magari da Auror o perché no, da Ministro della Magia. Avrebbe rivoluzionato tutti i pregiudizi sui Mezzosangue e Nati Babbani.
Sperava di creare un mondo senza più discriminazioni raziali.
Per questi motivi voleva dare il meglio di sé nei M.A.G.O. In questo modo il suo futuro e i suoi sogni segreti, sarebbero stati ad un passo dalla realizzazione.  
Ma non sapeva, Narcissa, cosa sarebbe avvenuto. Non poteva immaginare che cosa i suoi genitori avessero scritto in quella ruvida e giallastra lettera di pergamena.
Come poteva immaginare che a diciassette anni le sarebbe capitato un simile destino? Promessa sposa ad un’età fatta per svagarsi e vivere spensierati.
Poche misere parole imbrattavano quel piccolo foglio. Parole che l’avevano costretta a rinchiudersi in camera  per due giorni.
Lacrime di rabbia, disperazione e impotenza le rigavano il volto. Gli occhi scuri, rossi e gonfi per il continuo pianto e il mascara che le imbrattava le guance. I capelli di un biondo candido erano per la prima volta fuori posto. Arruffati come un nido di uccelli. Le unghia ridotte al minimo sulle sue mani eleganti, segno indistinguibile del suo nervosismo.
“Narcissa, sposerai il signor Lestrange quest’estate.
                                                                                I tuoi genitori.”
Sempre freddi e trattenuti, questi Purosangue. Non potevano permettersi di fare un passo falso. Dovevano essere sempre perfetti in tutto quello che facevano.
Ma a cosa serviva, quando la loro mente era incontaminata da falsi pregiudizi? .
Avrebbe realmente permesso ai suoi famigliari di venderla così a Lestrange? Avrebbe davvero permesso alla sua famiglia di distruggere il futuro per cui stava lavorando da tempo immemore? Avrebbe davvero sposato quell’uomo che a stento conosceva?
Certo che non l’avrebbe fatto. Anche se questo, voleva dire andare contro la volontà dei suoi genitori. Contro la volontà di suo padre.
Non si sarebbe seduta in un angolo a guardare i sogni e il futuro che aveva faticato ad ottenere, le cadessero davanti agli occhi come castelli fatti di carta.
Avrebbe trovato un modo per rifiutare quel matrimonio, per ribellarsi da tutto quello. Che diavolo, era una Black!
Mai nella sua vita avrebbe mai pensato di mettersi contro suo padre, ma nessuno l’ avrebbe mai comandata. Nessuno doveva permettersi di decidere per lei.
In due giorni di completa autocommiserazione e pianto interminabili, Narcissa Black, ottima Caposcuola Serpeverde, era venuta meno ai suoi doveri.
Doveva alzarsi da quel comodo letto a baldacchino verde-argento e cercare di ricominciare da capo. Piangere, urlare e lanciare incantesimi contro i vasi costosi di sua madre non sarebbe servito a niente. Nessuno l’avrebbe salvata da quella situazione, avrebbe fatto da sé.
Doveva prendere in mano le redini della sua vita e cavalcare decisa, verso il futuro che intendeva intraprendere.
L’ambizione era il segreto. Tutta la sua forza si basava sull’ambizione. La speranza o il credere nella bontà dei suoi famigliari sarebbero state solo futili sprechi di energia.
Rilesse un’ultima volta quelle poche frasi che imbrattavano quel foglio e con un veloce gesto di bacchetta, lo buttò nel fuoco ardente del camino. Narcissa guardò le fiamme mangiarsi lentamente e pigramente i bordi della lettera, finché anche il più piccolo granello di pergamena si disintegrò nella legna.
Solo polvere grigia.
Ecco cosa sarebbe diventata lei, se avesse accettato di diventare la moglie di Lestrange. Le fiamme l’avrebbero mangiata lentamente e della Narcissa Black che voleva diventare, sarebbe rimasto solo un vano ricordo. Un ricordo impolverato nei più profondi meandri della sua mente.
La Serpeverde si guardò allo specchio per la prima volta dopo giorni e rimase disgustata dal suo aspetto. Se sua madre l’avesse vista in quel momento, le sarebbe preso un colpo.
Be’, in sua discolpa, poteva dire che niente l’aveva mai sconvolta o resa così disordinata in vita sua.
Con un veloce incantesimo di bellezza, ritornò come prima. I capelli biondi e lisci fino al seno, l’uniforme in perfetto ordine senza una piega di troppo e gli occhi truccati con del leggero mascara per dare intensità allo sguardo.
Erano le nove di sera quando Narcissa uscì dalla camera e la ronda aspettava solo lei.
Sperava solo che Merlino l’aiutasse e che tutti gli studenti fossero nei loro letti a dormire. Non era proprio dell’umore di affrontare combina guai quella sera, né di portarli da Lumacorno.
Era molto stanca sia fisicamente che mentalmente e i silenziosi corridoi semibui del vecchio castello non le permettevano di concentrarsi a dovere. Perciò quando svoltò l’angolo, non immaginò di trovarsi una scena simile.
Lucius Malfoy, ovviamente era lì, avvinghiato fra le braccia di sua sorella, Bellatrix. Si baciavano in modo molto appassionato in quello stretto corridoio, addossati alla parete con l’uniforme sgualcita e parti di pelle scoperte.
Non poteva vedere il volto di Malfoy, ma sapeva che fosse lui. I suoi capelli biondo candido erano inconfondibili.  E lei, quei capelli, li aveva strinti fra le sue mani. Seppur per una breve e folle notte di lussuria.
“Scusate se interrompo le vostre effusioni pubbliche!”- esclamò la Serpeverde, interrompendo i due ragazzi.
Malfoy ghignò, facendo scintillare i suoi bellissimi occhi azzurri; mentre Bella, con movimenti goffi e impacciati, si riabbottonava i primi bottoni della camicetta bianca. I capelli ricci e scuri, arruffati.
“Cosa c’è, Black? Vorresti unirti a noi?”- ridacchiò il Serpeverde, abbottonandosi pigramente la camicia bianca. I muscoli dell’addome leggermente definiti, fisico degno da Cercatore di Quidditch, il suo.
“Oh, Lucius, come sei divertente!”- strillò Bellatrix, portando una mano sull’avambraccio del biondastro. Aveva una risata stridula sua sorella, una delle più fastidiose.-“Sai che mia sorella è troppo puritana per uno come te. E poi, anche se volesse, sposerà Lestrange quest’estate.”
“Lestrange?”- Lucius sembrò realmente confuso e stupito da quella affermazione.-“Ma non è troppo vecchio per te, Black? Potrebbe essere tuo padre.”
“Non sono cose che ti riguardano, Malfoy. E tu!”- esclamò la Caposcuola, puntando il dito verso la sorella minore.-“Dovresti imparare a stare zitta e non divulgare certi argomenti al primo biondo purosangue che capita.”
“Oh, andiamo, è solo Lucius, Cissy. E’ innocuo!”- Bellatrix si sporse verso il ragazzo, lasciandogli un bacio sulla guancia.-“Ci vediamo più tardi in Sala Comune. La vecchia megera mi vuole dare ripetizioni di Trasfigurazione.”
Narcissa osservò i capelli voluminosi di sua sorella scomparire dietro l’angolo e quando spostò lo sguardo davanti a sé, notò che Lucius la stesse osservando intensamente. La ragazza si schiarì la voce, evidentemente in imbarazzo.
Lucius Malfoy e Narcissa Black non erano esattamente buoni amici. I due ragazzi non andavano molto d’accordo e la maggior parte delle volte in cui si incontravano per caso nella Sala Comune Serpeverde, litigavano o si insultavano a vicenda.
Ogni volta era una gara a chi sapesse colpire più in basso.
Erano troppo diversi caratterialmente. C’erano tanti punti che li dividevano, ma se c’era una cosa che li accumunava, quella era l’ambizione.
“Malfoy, non te ne vai?”- domandò Narcissa, guardandolo storto.
Non sapeva cosa ci trovasse sua sorella in quel pomposo Don Giovanni dei suoi stivali. Certo, era molto bello. In realtà, la Serpeverde dubitava che ci fosse mai stato un Malfoy brutto.
Alto, fisico snello ed elegante, viso angelico dai meravigliosi occhi azzurri e capelli di un biondo candido, più lunghi della norma.
Ma cosa se ne faceva di un bel viso quando era un vero idiota dall’ego smisurato?
“Vengo con te, Black.”- ghignò il biondastro. I Malfoy e i loro stupidi ghigni. Credeva fermamente che fosse una cosa ereditaria, ghignare a quel modo.
“Non ho bisogno di un accompagnatore.”
La bionda Caposcuola lo superò a testa alta, ma non andò molto lontano, poiché la forte mano di Malfoy catturò il suo esile polso, tirandola verso il suo petto. Narcissa dovette aggrapparsi alla camicia dell’ uniforme del ragazzo per non perdere l’equilibrio.
“Sei buffa, Narcissa.”- il ragazzo rise, lasciandola andare. Le piaceva sentire la sua risata, non l’avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma era contagiosa e allegra.-“Sei già stata con me, a differenza di quanto la gente pensi. Ma non sei impazzita d’amore come le altre. Anzi, da allora il tuo odio nei miei confronti sembra essere aumentato.”
“E’ per questo che sarei buffa?!”- esclamò Cissy, spalancando gli occhi, sbalordita.-“Lucius, dovresti rivedere le tue priorità. Sembra quasi che tu voglia un’altra notte con me.”
Malfoy rise, seriamente divertito dalla sua espressione contrariata.
Non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura, ma sapeva che la Black aveva ragione.
Una notte.
Una dannata notte ed era completamente impazzito per lei. Il desiderio che provava in quel momento era qualcosa di incontrollabile, una cosa mai provata prima. Voleva solo caricarsela su una spalle e portarla in camera da letto. Baciarla e accarezzarla come nessuno avrebbe mai fatto.
Voleva sentirla sua.
Voleva che Narcissa Black fosse sua ed era confuso dai suoi stessi sentimenti. Lui era quello che giocava con le ragazze, non poteva essersi preso una…qualunque-cosa-fosse per lei.
Narcissa Black era diventata un’ ossessione. Non passava giorno od ora che non pensasse a lei.
“Pff, neanche se tu fossi l’unica purosangue della scuola.”- borbottò, massaggiandosi una tempia.-“Ora che le mie intenzioni sono del tutto nobili, vogliamo andare?”
“Le tue intenzioni non sono mai nobili, Lucius.”- sorrise la Serpeverde, camminando al fianco del suo compagno di casa.-“Sei un serpente, uno dei più letali, direi.”
“E tu sei una vipera. Siamo abbastanza letali entrambi, Cissy.”- Lucius mosse la sopracciglia, stuzzicandola. Sapeva che l’unica che poteva chiamarla a quel modo era la sorella, ma gli piaceva guardarla arrabbiarsi.
Diventava più carina di quanto già non fosse.
“Sei un idiota.”- la ragazza scosse il capo, annoiata dal suo comportamento infantile.
I due Serpeverde imboccarono la strada verso il dormitorio, nei sotterranei. Le scale erano spesso molto umide, scivolose e soprattutto buie.
“Quindi…E’ vero?”
“Cosa, Lucius?”
“La storia di te e Lestrange. Insomma, lui è molto più grande di te. Non saprebbe centrare un buco neanche se avesse due paia di occhiali e…”
“Lucius Malfoy!”- sbottò Narcissa, indignata, ma segretamente divertita. Lo si poteva notare dai suoi occhi. C’era qualcosa di allegro che alleggiava in essi quando Lucius era nei paraggi, la divertiva sentirlo parlare.-“Ti sembra il modo di esprimerti?”
“Oh, andiamo, stavo scherzando!”- il biondastro sorrise, abbassando gli occhi al suolo. Lo faceva sempre, si ritrovò a pensare, quando sorrideva realmente. Quando qualcosa lo divertiva a tal punto da fargli abbassare quella maschera di strafottenza e idiozia che si ostinava a mostrare.
“Comunque sì…I miei genitori mi hanno mandato una lettera questa mattina. Dovrei sposarmi quest’estate e…”- Narcissa abbassò lo sguardo, scuotendo la testa. Non poteva farcela. Il solo pensare a se stessa con un abito bianco fra pochi mesi, la mandava fuori di testa.
E le lacrime ricominciarono a rigarle di nuovo il viso. Non le importava di star piangendo proprio davanti a lui, l’unica cosa che voleva fare in quel momento era cacciare via tutto quel dolore che le opprimeva il cuore.
Sentì Malfoy imprecare, quando due forti e confortevoli braccia la tirarono ad un petto altrettanto massiccio. La Black si lasciò abbracciare da lui, piangendo contro il suo petto e aggrappandosi dolorosamente al tessuto della sua camicia bianca. I singhiozzi la scuotevano tutta, mentre le delicate e grandi mani di Lucius le accarezzavano i capelli con lenti e pazienti movimenti. Si lasciò cullare da lui, dal suo odore di gelsomino, dalla sua voce che le sussurrava parole di conforto. Lasciò che lui guardasse la parte più debole di sé, ma non se ne pentì.
Sentiva, in quel momento e fra le sue braccia, che lui non l’avrebbe giudicata. Sentiva che quello era il suo posto. Se era fra le sue braccia, con lui, il mondo poteva finire e lei non se ne sarebbe accorta.
Aveva provato questo, quella notte lussuriosa passate a rotolarsi fra le coperte. Aveva provato questo, quando le sue labbra avevano incontrato le sue miliardi di volte e quel sentimento l’aveva spaventata. Ecco perché aveva passato i mesi ad odiarlo…Perché sapeva che Lucius Malfoy sarebbe stata la sua rovinata.
Ma adesso si rendeva conto di essersi sbagliata.
“Narcissa, guardami.”
“Non posso sposarmi, Lucius. Io…semplicemente non posso! Non lo amo. Non l’ho neanche mai visto!”- urlò la Serpeverde, colpendolo con forza sul petto.
“Lo so, cazzo, lo so! Ma nessun Purosangue si sposa per amore, lo sai meglio di me. La purezza del sangue è tutto per noi, anche se questo vuol dire sposare persone che non amiamo…”- sussurrò, prendendole il viso fra le mani. Argento fuso e nero si incontrarono realmente per la prima volta dopo giorni, quando i loro occhi crearono un contatto.-“Ma, ti giuro sul mio orgoglio da Malfoy, che non lascerò che quel vecchio rincoglionito metta le mani su di te. Mai. Troveremo una soluzione, insieme.”
“I-Insieme?”- balbettò la bionda, persa nei suoi occhi. Non aveva mai visto persona più bella. Sentiva il cuore batterle nelle orecchie, prepotentemente. –“E perché mai dovresti aiutarmi?”
“Perché nessuno sarà mai come te, Narcissa Black.”- Lucius abbassò il viso, unendo le labbra con quelle della ragazza. Quanto aveva aspettato per un semplice contatto simile? Labbra contro labbra, saliva contro saliva, fiato contro fiato e lingue contro lingue. Mani che vagavano sul corpo dell’altro per toccare e accarezzare pelle e stoffa. Corpi così vicini da con capire dove iniziasse l’uno e finisse l’altra.
Avevano trovato qualcosa di unico. Qualcosa che andava oltre l’immaginazione umana dell’amore.
Ma nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso per primo.
Nonostante tutto quei due erano fatti per stare insieme e quel bacio nella più totale oscurità del corridoio ne era una prova lampante.
 
A.N//
Prima che voi Potterhead mi diate dell’eretica (?) o iniziaste ad insultarmi pesantemente, vi voglio dire che so perfettamente di aver incasinato le cose. So che Bellatrix è più grande di Narcissa e che era lei quella destinata a Lestrange, suo coetaneo. E che Narcissa e Lucius sono sempre stati fatti per stare insieme e che le due Black hanno anche un’altra sorella di nome Andromeda.
Sono a conoscenza di tutti questi particolari, ma per la trama e questo spin-off o short story, mi sono permessa di ingarbugliare un po’ i fatti.
Detto questo, spero che vi sia piaciuto questo capitolo e vi invito a votare e commentare, facendomi sapere cosa ne pensate.
Come ho già detto sopra, è uno piccolo spin-off della Dramione che io e una mia amica stiamo scrivendo (per chi fosse interessato, la trova nel  mio profilo). Non ci saranno più di tre/quattro capitoli.
Spero di non avervi fatto venire le palpitazioni,
alla prossima xx
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II ***


II

 

“Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole.”
-Charles Bukowski.
 

Molto spesso Narcissa aveva pensato a come sarebbe stata la sua vita se non fosse nata in una famiglia Purosangue tradizionalista e razzista come la sua.
Sua madre parlava spesso dei Potter e dei Weasley, sangue puro il loro, ma nonostante questo la società magica, o meglio quella ‘nobile’ dei Purosangue, non li guardavano di buon occhio. Perché? Erano traditori del loro sangue, instauravano rapporti con Nati Babbani e ne difendevano i diritti. Inconcepibile per sua madre.
Ma a lei non sembravano così male quei Potter.
Suo cugino, Sirius, era il migliore amico di James Potter e insieme ad altri studenti di cui ignorava i nomi, avevano formato una piccola combriccola. Erano di qualche anno più piccoli di lei e sua sorella Bellatrix, ma non c’era persona che non conoscesse il loro gruppo.
Erano diventati delle star all’interno della scuola.
Aveva osservato James Potter di recente e tutto quello che aveva visto in lui e gli altri era libertà.
Libertà di pensiero, libertà di comportarsi in un certo modo senza che la sua famiglia lo guardasse come se fosse un traditore.
Aveva anche notato un’altra cosa nei suoi occhi…Amore. Amore per una piccola e intelligente Nata Babbana, Lily.
James Potter la guardava proprio come Lucius Malfoy guardava lei. A Potter, però, non importava da quale importante stirpe di maghi provenisse o come fosse il suo sangue. Lui la guardava con amore perché ne era innamorato. Era innamorato di lei. Solo ed esclusivamente di lei.
E Lucius? Il suo Lucius l’avrebbe mai guardata a quel modo, l’avrebbe mai baciata o semplicemente le avrebbe mai parlato, se fosse stata una Mezzosangue? Lucius Malfoy, l’avrebbe mai amata come aveva fatto negli ultimi mesi, con passione e dedizione, se il suo sangue fosse stato impuro?
No, non l’avrebbe fatto; probabilmente l’avrebbe odiata e disprezzata come tutti gli altri Mezzosangue della scuola.
E questo la riempì di tristezza, perché Narcissa sapeva che nonostante le sue origini, Lucius sarebbe stato il suo unico e grande amore.
Erano passati alcuni mesi da quel disperato bacio che si erano scambiati in quel buio e freddo sotterraneo.
Bacio che aveva dato inizio alla loro folle e segreta storia d’amore. Nessuno sapeva dei loro sentimenti, nemmeno sua sorella Bella, alla quale sarebbe certamente scoppiato il cuore in gola dalla gelosia, se lo avesse saputo.
Narcissa sapeva cosa sua sorella provasse per il ragazzo e andava ben oltre all’attrazione sessuale. Bellatrix Black si era innamorata di Lucius, il suo ragazzo segreto.
E per questo, ogni volta che le labbra di Lucius incontravano le sue, la bionda Serpeverde si sentiva dannatamente in colpa. Ma quella sensazione di colpevolezza e disagio durava pochi secondi, perché nonostante quanto Bella provasse nei confronti del biondo, Narcissa lo amava. E, come si soul dire, al cuore non si comanda.
Lucius Malfoy era diventato il suo tutto. Non riusciva neanche ad immaginare di vivere senza di lui, non dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi.
I due amanti erano riusciti a crearsi una sorta di bolla protettiva per proteggersi dalla realtà e soprattutto dallo scorrere del tempo. Perché quando si è innamorati di qualcuno il tempo sembra scorrere più velocemente di quando non lo si è? Le ore diventano minuti ed i minuti secondi quando si ha la persona giusta al proprio fianco, e quando questa è lontana, i minuti si trasformano magicamente in secoli.
Quando Lucius e Narcissa erano dentro questa bolla, la realtà non riusciva neanche a scalfirli.
La Torre Di Astronomia, isolata dal resto del vecchio castello, era il loro piccolo covo d’amore.
Fingere di trovarsi indifferenti alla luce del Sole però, risultava sempre più difficile, quando ogni notte si amavano così intensamente.
E mentre il giorno delle sue nozze si avvicinava sempre più, non erano riusciti a trovare nessuna soluzione.  E la speranza stava cominciando ad abbandonarli definitivamente.
L’unica cosa sensata da fare era scappare. Insieme. Fuggire via, lontano dall’Inghilterra, in un posto dove le loro famiglie non potessero trovarli.
Narcissa, per quanto fosse sicura e risoluta all’inizio, aveva paura. Paura di disobbedire a suo padre e a sua madre. Paura di deluderli quando aveva passato un’intera vita per cercare di compiacerli.
“Cosa ti disturba, Black?”- la profonda voce di Lucius la distrasse dai suoi pensieri.
Il caldo vento di Maggio solleticava loro i visi, mentre l’uno nelle braccia dell’altro, cercavano di leggere un libro, preso in prestito dalla biblioteca. La schiena di Narcissa poggiata contro il forte petto di Malfoy. Le braccia forti di Lucius circondavano il bacino della Serpeverde , mentre le lasciava dei baci caldi e soffici sul pallido collo. Era coperta di pelle d’oca.
Amava il fatto che lui la facesse sentire così amata. Era felice per la prima volta dopo tanto tempo. Era lui a renderla felice.
Chi l’avrebbe mai detto che due Serpeverde si sarebbero innamorati ?
“Niente, Malfoy, niente. ”-rispose lei, girando il capo verso il biondo e guardandolo intensamente. Oh, quelli occhi d’argento, erano davvero un capolavoro. Poteva sembrare sdolcinata come cosa, ma lo amava così tanto ed intensamente che quell’amore avrebbe potuto ucciderla. Lo amava nonostante la facesse infuriare e ingelosire continuamente, lo amava perché la rendeva felice. Lo amava perché era Lucius. Ed era perfetto così com’era.- “Dovremmo smetterla, finirla qui, Lucius.”
Lo amava e per questo doveva lasciarlo andare. L’amore spesso non basta per far sì che due persone stiano insieme.
“Cosa diavolo stai farfugliando, Narcissa Black?”- sbottò il biondo, guardandola confuso. Era arrabbiato, anzi furioso, ma soprattutto ferito. Stava andando tutto alla grande, perché gli stava facendo questo?
“E’ la soluzione migliore. Non possiamo stare insieme e fare finta di niente. Mi sposerò, Lucius, e se tu sarai ancora nella mia vita quando questo accadrà, renderai tutto più difficile. Per entrambi.”- Narcissa si asciugò una leggera lacrima che le era scesa lungo la guancia, mentre con l’altra mano accarezzava il volto pallido del suo ragazzo.
Il suo bellissimo ed intelligente Lucius.
Fortunata sarebbe stata colei che l’avrebbe sposato e magari gli avrebbe dato un figlio.
“Non puoi dirmi una cosa simile, Cissy!”- urlò il Serpeverde, spingendola via e alzandosi dal suo posto. Gli serviva aria. Doveva respirare o il cuore avrebbe fermato di battere nel suo petto.
Come poteva dirgli una cosa simile e restare così dannatamente calma?
“Lucius, ti prego, sii ragionevole…”- Narcissa gli toccò la spalla, ma la sua mano venne spinta via rudemente. Il Serpeverde la spinse contro il muro, intrappolandola col suo corpo. I loro respiri affannati e il contatto visivo più intenso che avevano mai avuto.
“Mi chiedi di essere ragionevole? Come puoi chiedermi di essere fottutamente ragionevole quando mi stai lasciando per paura? Hai gettato la cazzo di spugna! Ti sei arresa!”
Narcissa sorrise, stampandogli un bacio sulle labbra.
Oh, quelle morbide e soffici labbra!
“Devi esserlo. Io sto soffrendo, amore mio, perché ti amo così tanto che potrei morire e risorgere ogni volta che sono con te. Il mio cuore sembra impazzire quando mi sei vicino, ma…Non possiamo. Il destino è contro di noi e il nostro amore.”
“Me ne fotto del destino, di Lestrange e dei tuoi genitori, Narcissa!”- urlò Lucius, una vena che pulsava all’altezza del collo.
Davvero pensava che per lui significasse così poco e che l’avrebbe lasciata andare via, così, senza lottare? Avrebbe fatto di tutto per la sua Cissy, di tutto. Persino rinunciare all’essere un Malfoy, perché non importa cosa sei nella vita se non hai un po’  d’amore…E lui l’aveva trovato. Aveva trovato quella persona che molta gente non riesce a trovare.
Aveva trovato la sua anima gemella.
“Scappiamo. Insieme. Non appena ci diplomeremo, fuggiremo. Via, per sempre, dove nessuno ci conosce.”- esclamò Lucius, eccitato all’idea di aver trovato una soluzione al loro problema.
“Cosa? E dove andremo? Come vivremo? Non siamo esattamente abituati a vivere nella miseria…”
“Siamo entrambi maggiorenni e abbiamo un camera alla Gringott piena zeppa di galeoni, non ci manca niente! I soldi non sono mai stati un problema per noi. Andremo ovunque tu voglia!”
“Oh, Lucius! Sai di essere completamente fuori di testa?”- ridacchiò la bionda, baciando con passione il suo fidanzato.-“E tuo padre…”
“Non m’importa niente di mio padre o del mio orgoglio da Malfoy se ci sei tu al mio fianco.”
“Ti seguirei in capo al mondo, Lucius Malfoy.”- rispose decisa la ragazza, accarezzandogli una guancia.
“Non volevo sentirmi dire altro. Una volta terminati i nostri M.A.G.O., andremo via per sempre.”- Lucius l’abbracciò, ritornando alla posizione di prima. Quel libro abbandonato in una parte indefinita della Torre.
“E dove?”
“Ovunque tu voglia, mia cara Black.”
“Mh…L’America mi ha sempre attratta…”- ammise Narcissa, arrossendo leggermente quando il biondo, prendendo l’anello dei Malfoy, lo infilò nel suo anulare.-“Narcissa Malfoy…Suona bene, vero?”
“E’ musica per le mie orecchie.”
A.N//
I Lucissa fanno fuoriuscire la parte sdolcinata che è in me. Quindi mi scuso per la quantità di diabete che vi ho creato.
Spero che vi sia piaciuto, se sì i commenti sono sempre ben accetti, sia negativi che positivi,
al prossimo ed ultimo capitolo xx
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III ***


 
“ Amami quando lo merito meno, perché sarà
Quando ne avrò più bisogno.”
(Caio Valerio Catullo).
 
Il loro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts, passò relativamente, molto velocemente. Come quasi tutti gli anni precedenti.
Erano diventati adulti e ne avevano passate molte, sia buone che cattive.
Dover dire addio alla scuola di Magia e Stregoneria,  per Narcissa equivaleva a salutare per sempre casa sua. La sua amata scuola era l’unico posto in cui poteva essere sé stessa, dove poteva sentirsi libera e non avere freni.
L’unico posto dove poteva far vedere che lei, Narcissa Black, valeva qualcosa. L’unico posto in cui poteva dimostrare che non tutti i Purosangue sono altezzosi, razzisti e soprattutto scansafatiche.
E si era fatta valere la giovane Serpeverde. Aveva dimostrato a tutti quanti di che pasta fosse fatta, superando i suoi M.A.G.O. a pieni voti, così come Lucius, ricevendo dai loro genitori una cospicua somma di denaro nella loro camera della Gringott.
Quello era l’ultimo giorno di scuola, ma il primo di una nuova vita. Una vita insieme al suo Lucius.
Ed era strano come la vita cambiasse le cose a suo piacimento: il giorno prima era una giovane normale e ambiziosa Purosangue che cerca gradualmente di separarsi dai propri genitori, e quello dopo una giovane Purosangue innamorata di un altro Purosangue con il quale cerca di scappare, per crearsi una vita migliore.
Innamorarsi di Lucius non era mai stato nei suoi piani e neanche portare un bambino che le cresceva in grembo ad una così giovane età.
Suo figlio…Suo e di Lucius Malfoy.
O, almeno, non pensava di averlo così presto.
Narcissa era incinta di poche settimane, troppo poche perché la sua pancia si notasse in modo allarmante, ma abbastanza per non voler porre fine alla sua vita.
Poteva abortire e far finta che niente di tutto quello fosse mai successo, considerato che Lucius non ne era ancora a conoscenza. Ma a cosa sarebbe servito? La sua coscienza sarebbe stata macchiata dall’omicidio di una piccola creatura che non aveva colpe e il senso di colpa per aver compiuto una cosa così orribile l’avrebbe divorata dall’interno.
No, questa idea non l’aveva mai presa seriamente in considerazione, neanche se questo voleva dire perdere Lucius per sempre.
Non erano ancora pronti, troppo giovani per fare da genitori, ma lo sarebbero diventati. Nessuno è mai pronto fin quando le difficoltà non si presentano.
E se Lucius sarebbe venuto meno ai suoi doveri, be’, poteva anche dirle addio. Non si sarebbe certamente fatta trattare male da nessuno, nemmeno dal padre di suo figlio.
Non aveva bisogno di nessuno.
Aveva chiesto a Severus, uno dei pochi amici del suo ragazzo, dove potesse trovarlo; così adesso stava girando tutto il castello per andare da lui e vuotare il sacco.
Il biondo Serpeverde doveva sapere la verità, e se Merlino voleva, avrebbero trovato una soluzione insieme.
Narcissa si fermò ad una delle finestre, guardando distrattamente fuori da essa. Una mano poggiata sull’addome, la quale accarezzava dolcemente e con cura il ventre ancora piatto.
“Ti darò tutto quello che avrò, piccolo mio, tutto.”- mormorò assorta fra i suoi pensieri.
Decise di darsi una mossa, percorrendo velocemente le scale che portavano al dormitorio Serpeverde, svoltando verso sinistra, dove si trovava quello maschile.
Lucius, grazie alla forte influenza di suo padre, era riuscito a procurarsi una camera singola. Probabilmente l’avrebbe trovato lì, considerato che il Quidditch era terminato e a scuola non c’era una vasta scelta di persone che volessero stare spontaneamente con lui.
Avrebbe mai smesso di sentirsi così ogni volta che i suoi occhi di ghiaccio la guardavano?
Il biondo era seduto sul suo letto a baldacchino verde-argento con indosso solamente un paio di pantaloni neri. I muscoli dell’addome scolpiti e abbronzati.
Era aumentato molto di stazza in quegli ultimi mesi. E aveva perduto quell’aspetto da ragazzino, sostituendolo con uno da vero uomo.
Deglutì, cercando di riportare il flusso dei suoi pensieri sulla notizia importante che aveva da dargli e smettendo di farsi influenzare dal suo aspetto.
Lucius ghignò, notando il suo disagio e andandole incontro, le afferrò una mano, tirandola verso il suo petto forte.
“Non ti vedo da due giorni, Black. Che fine hai fatto?”- le chiese lui, baciandola con dolcezza sulle labbra. Narcissa chiuse gli occhi, inclinando leggermente il capo quando la lingua di Lucius incontrò la sua.
“Mi serviva del tempo per pensare…”- ammise la bionda, torturandosi il labbro inferiore, nervosa. Come poteva dirgli una cosa di simile portata su due piedi?
“Quando lo fai, non porta mai a niente di buono. Dimmi tutto quello che vuoi, sai che ti sarò affianco qualunque cosa tu dica.”- Lucius le sorrise incoraggiante, prendendola per mano e facendola sedere sul letto.
Narcissa si stava torturando le mani, decidendo come iniziare e soprattutto quali parole usare.
Era nervosa e aveva paura.
“Io…Lucius…sono incinta…”- balbettò con voce tremante.
Teneva lo sguardo basso per paura di guardare la reazione del suo ragazzo. Tutto il coraggio che aveva imparato a tirar fuori nei momenti di bisogno era completamente evaporato nel nulla. E il silenzio tombale che era improvvisamente calato nella stanza, non sapeva come interpretarlo.
Narcissa alzò lo sguardo verso il ragazzo dalle bionda sopracciglia aggrottate e una strana espressione tra il disorientato e il confuso.
“B-Bene…”- Lucius si schiarì la voce, leccandosi le labbra.-“Suppongo che sia inutile darci la colpa adesso…Posso sapere di quanti giorni?”
“Tre settimane.”
“Per tutte le mutande di Merlino!”- esclamò Lucius, sorpreso.  Narcissa avrebbe riso per la sua espressione stupefatta e la esclamazione che di certo non tirava fuori tutti i giorni, ma non le sembrava il caso.-“E tu hai aspettato così tanto per dirmelo, Narcissa?”
“Credevo che non avresti capito..”- cercò di giustificarsi la bionda, abbassando lo sguardo, colpevole.
“Dannazione, Black! Dovresti sapere cosa provo per te e che non ti lascerei neanche se diventassi un orribile troll!”
Narcissa sorrise, dandosi dell’imbecille per aver creduto che Lucius fosse come tutti gli altri e che l’avrebbe lasciata da sola, baciando il biondo su una guancia.
“Hai ragione, scusami…Ma adesso questo bambino complicherà le cose, come faremo?”
“Semplice. Ci sposeremo. Tu diventerai una Malfoy e allora nessuno potrà vietarci nulla.”
“S-Sposarci, Lucius?! Ma siamo troppo giovani!”
“E allora?! Preferiresti sposarti con Lestrange?”
“No, certo che no! Come ti saltano in mente certe conclusioni?”- esclamò Narcissa, disgustata dal solo pensiero.
“Pensaci Black! Avremmo finalmente la possibilità di essere una coppia vera e di crescere il nostro bambino nel nostro paese, di crescerlo al fianco della sua famiglia e io potrei continuare a seguire il mio Signore!”- una strana luce di eccitazione brillava nei suoi occhi.
Non l’aveva mai visto così felice prima di quel momento.
“Il tuo Signore?”- domandò confusa, Narcissa.
“Lord Voldemort, Cissy. Potrei finalmente darci il futuro che ci meritiamo.”
“Voldemort, Lucius?”- sbraitò la bionda, estremamente disgustata.-“E’ un Mago Oscuro ricercato dal Ministero, per di più! Li leggi i giornali, Malfoy?! Hai visto quanta gente è morta e morirà a causa sua?!”
“Perché? Cosa c’è di male nel combattere nei propri ideali? Quei schifosi Mezzosangue e Babbani se lo saranno meritati!”
“Sai o no che ti potrebbero arrestare e sbattere in una sudicia cella fredda ad Azkaban se scoprissero che tu sei…un Mangiamorte?”- pronunciò quel nome a bassa voce.
Non avrebbe mai immaginato che proprio lui si sarebbe unito a quella banda di mostri. E’ proprio vero quel che dicono, l’amore rende ciechi.
Avrebbe preferito crescere suo figlio da sola che in un ambiente simile.
Non lo avrebbe mai permesso. Mai.
“Non ho ancora ricevuto il Marchio, quindi non lo sono ancora, Narcissa.”- sussurrò, contrariato.-“Gli ideali del Signore Oscuro sono giusti. Dovremmo liberarci di quella feccia una volta per tutte.”
“Lucius Malfoy, non puoi realmente aver detto una cosa simile. Sono persone, maghi! Proprio come noi due.”
“Il loro sangue è sporco, infettato da quello dei Babbani, Black, lo sai che sono inferiori a noi.”
“Così come la tua mente, Malfoy!”
“Cos’hai appena detto, Narcissa Black?”
“Devi scegliere, Lucius Malfoy. O scegli una vita con me e tuo figlio, o una in cui segui i tuoi maledetti ideali sulla purezza del sangue, nel quale non ci sarà posto né per me, né per tuo figlio.”- gli occhi le si erano riempiti di lacrime amare. Lacrime di dolore. Lei aveva rinunciato a tutto per lui, a tutto quello in cui credeva. Si aspettava che anche lui facesse una cosa del genere.-“ Non me ne starò a casa mentre tu uccidi gente per ordini di un pazzo psicopatico, sperando che il Ministero non ti uccida prima, però.”
Narcissa scosse il capo, correndo verso la porta.
Perché tutte a lei?
“Aspetta!”- urlò Lucius, correndole dietro e inchiodandola ad una porta. –“Va bene, perdonami. Scusami, sono stato uno stupido. Scelgo te, scelgo il bambino, scelgo il nostro futuro. Non mi lasciare, siete tutto quello che ho.”
Narcissa singhiozzò ancora più forte, abbracciando il ragazzo.
“Promettimi che lo farai. Promettimi che starai sempre al mio fianco e non ti immischierai con faccende del genere.”
“Lo prometto. E tu promettimi che mi resterai accanto per sempre.”
“Oh, Lucius, sai che lo farò.”- sorrise la ragazza, asciugandosi una lacrima e stringendolo ancora più stretto fra le sue braccia.
Ma, purtroppo, uno dei due non avrebbe rispettato la sua promessa; e, come si suole dire, il resto è storia.
Spazio autrice!
Salve a tutte voi,
spero che il capitolo vi sia piaciuto e che questa piccola short story vi abbia altrettanto allietato. A me è piaciuta molto scriverla, come ho già detto prima, è un piccolo spin-off sulla Dramione che sto scrivendo, essendoci alcuni parallelismi.
E niente, vi invito a votare e lasciare un piccolo commento, facendomi sapere cosa ne avete pensato.
Un bacio,
Luxanne xx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3256846