Look inside of me with your cold heart.

di Michi_7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo: L'incontro. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo: Rimani un po’qui con me. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo: L'incontro. ***


 



Capitolo Primo: L'incontro.


Nevica come non mai a Seul oggi, nell'aria c'è quel non so cosa di fastidioso e famigliare per Se Hun che lo fa imbestialire più degli altri giorni. Se Hun è un cuore freddo, un ragazzo senza emozioni nè sentimenti. Non si ricorda nemmeno come è provare gioia, tristezza o amore verso una persona, ma anche per se stesso; tutto gli si era spento insieme alla morte dei suoi genitori durante un viaggio di lavoro all'estero quando lui aveva solo 17 anni. Ora ne ha 19, conduce una vita monotona in compagnia del suo migliore amico Kim Jong In, con il quale nonostante tutto riesce ad essere se stesso e a volergli bene a modo suo pure se non lo dimostra spesso.
Ogni tanto il nostro Hun fa a cazzotti con il leader di una gang del suo quartiere e, parlando di pestaggi, questa è una giornata di quelle in cui qualsiasi cosa a Se Hun urta e da fastidio al sistema nervoso. Se i genitori fossero stati ancora in vita, sicuramente la sua esistenza non avrebbe mai e poi mai preso una piega del genere; o almeno lui era convinto di ciò. Mentre si trova a camminare per una stradina isolata della sua città con le mani in tasca, davanti gli si para la persona che odia con tutto se stesso, il leader della gang seguito dalla sua mandria di lecca piedi senza cervello: Kim Yok ShinSe Hun non ha la minima intenzione di attaccare bottone stasera, almeno oggi che è la ricorrenza della morte dei suoi genitori. Così fa per superarli ed ignora completamente lo sguardo divertito di Yok Shin,il quale, appena il ragazzo cerca di superarlo gli da uno spintone facendolo cadere davanti a se sotto lo sguardo di tutti. Hun rimane a testa bassa in terra cercando di gestirsi, ripetendosi nella mente tante volte che non ne vale la pena questa volta di dare spago alle provocazioni di uno sconsiderato di quella categoria.
A Se Hun non è mai importato di scatenare così violentemente il tizio. Da quando lo avevano trasferito nella stessa scuola di Yok Shin dopo la morte dei suoi, dove incontrò poi anche Jong In, i suoi litigi con lui di volta in volta diventavano sempre più violenti e si può dire che non ci andavano giù leggeri nessuno dei due rivali. Hun tornava a casa sempre o con qualche spacco al labbro o sugli zigomi e gli andava bene se ogni tanto ne usciva illeso grazie all'intervento tempestivo dei professori.
Morale? Finì ben presto per abbandonare anche quel posto che non gli apparteneva, ma questo non bastò a fermare Yok Shin e le sue perseguitazioni ingiuste. Ora che Se Hun ci pensa bene, se proprio deve prendersela con qualcuno quel bastardo, è con la ragazza: Park Chae Yool.
Lei aveva tutto e voleva sempre di più, per i ragazzi che decideva di voler fare cadere a suoi piedi poi, era peggio di una stalker, li provocava fino a che visti gli ottimi risultati non si stufava e passava al prossimo ripetendo sempre la stessa tattica. E tutto ciò, alle spalle del leader, che ignaro del divertente passatempo della sua “ragazza”  rendeva la vita impossibile a chi nella faccenda non rientrava minimamente. A Chae Yool non bastavano mai e più vedeva che era desiderata da qualsiasi persona in quella scuola e più si montava la testa; fino a che non arrivò anche Se Hun, ossia: la fine dei suoi giochi. Capirai, vediti arrivare un fusto del genere, ti pare che non ci provi con ogni risorsa in tuo possesso? Per Yool sarebbe stato il colmo averci rinunciato ed infatti non lo fece,anzi.

«Dai Hunnie, andiamo a divertirci un po' solo io e te da qualche parte!»  gli diceva con quella vocetta fastidiosa di oca che si ritrovava a far fuoriuscire da quella fogna di bocca, attaccandosi al suo braccio e strattonandolo pure. Poi magari davanti al suo ragazzo nemmeno lo calcolava o peggio lo snobbava perchè era appena arrivato e era sempre sulle sue fulminando qualsiasi persona che gli si avvicinava. Per Se Hun tutto quello non era solo una semplice tortura destinata a finire presto, no, direttamente una piaga che sarebbe durata anche oltre il dovuto. Il giorno in cui non si tolse mai più Yok Shin dalle scatole se lo ricorda ancora bene, Se Hun era intenzionato a farla pagare a Park Chae Yool una volta per tutte e,forse, aveva anche il giusto argomento per farle aprire gli occhi da quei giochetti insulsi. Le scrisse un bigliettino che le lasciò nell'armadietto: “Vediamoci sul tetto della scuola adesso, dobbiamo parlare.”
La ragazza convintissima di essere riuscita nel suo intento anche stavolta e pronta all'ennesimo momento di gloria, raggiunge Hun sul tetto tutta euforica e su di giri.

«Oppa! Eccomi qui~»  lo abbraccia da dietro mentre lui è ancora di spalle, un brivido di ribrezzo percorre la spina dorsale di Se Hun che non perde tempo a scollarsela di dosso. Col suo sguardo di ghiaccio, il ragazzo fissa negli occhi Chae Yool rimanendo in silenzio per qualche minuto, poi con uno scatto repentino le afferra le spalle e la spinge contro il ferro della rete.

«Sai, Yool, stai giocando con il ragazzo sbagliato.»  dice in modo secco e conciso scandendo ogni parola sulle sue labbra rosee. La ragazza fissa gli occhi di Se Hun privi di una luce propria e rabbrividisce impercettibilmente a tutta quella serietà, è il primo ragazzo che superata la settimana non è riuscita ancora a conquistare.

«Ma oppa, tu mi piaci tantissimo, non sto giocando~.» gli risponde con occhi dolci, ma con lui non attaccano certe moine, anzi lo fanno alterare peggio.

«Ti sto dicendo di non provocarmi ancora Park Chae Yool. Il tuo fidanzato, se poi davvero lo consideri tale, potrebbe venire a sapere tutto e tu non vuoi che il tuo passatempo finisca a causa mia, giusto?»  la ragazza sentendo quelle parole cambia totalmente espressione, probabilmente ha compreso che Se Hun sta facendo sul serio e ciò le fa aggrottare la fronte in segno di disappunto.

«E se…Io non volessi smettere comunque?»  gli risponde sicura di se portando le braccia intorno al suo collo muscolo avvicinandosi pericolosamente. Sono talmente vicini adesso che potrebbe averla vinta Chae Yool, ma il nostro Hun non ha il minimo interesse in una civetta come questa.

Volta il viso di lato sbuffando pesantemente e quasi ridendo per la situazione, quanto è insistente questa ragazza.

«Il tuo ego smisurato mischiato alla sfacciataggine  che ti segue sempre come un’ombra mi fanno davvero ribrezzo , sai? Te lo dico una volta per tutte tesoro, da oggi in poi, stammi lontana il più possibile.»  la ragazza rimane scioccata da quanto poco tatto abbia usato su di lei quel tipo di ghiaccio, poi Se Hun prima di andare via le si avvicina all’orecchio sussurrandole un lieve, ma pesante “You, lose.”  e si allontana con le mani in tasca non curandosi minimamente delle imprecazioni di Park Chae Yool. Tuttavia la ragazza non era il tipo da essere umiliato così facilmente, infatti non perse tempo a raccontare una bugia al suo fidanzato dicendogli che Se Hun l’aveva molestata sessualmente sul tetto della scuola con l’inganno. Il che di conseguenza innescò quello di cui il ragazzo non riesce ancora a scollarsi da dosso oggi.

«Cosa c’è piccolo Se Hun, non riconosci più il tuo amato hyung? Andiamo io e te siamo amici di vecchia data, dovresti prostrarti come una cagna indifesa ed obbedire…Non trovi?»  una percossa sulla spalla da parte di Yok Shin lo riporta alla realtà, Hun lo sente ridere fastidiosamente e cerca di gestire il suo auto-controllo inutilmente.

«Levami quelle tue sudice mani di dosso finchè sei in tempo Yok Shin.»  dice e si alza in piedi sgrullando gli indumenti mentre guarda l’altro ridersela a crepa pelle coi suoi seguaci.

«Altrimenti che vorresti farmi nullità?»  il leader si avvicina talmente tanto a Se Hun che ormai sono muso contro muso e lo spintona provocandolo. Hun però ha sempre avuto i riflessi più pronti del suo avversario così non ci mette molto a bloccarlo e ad ammollargli un gancio sul volto facendolo allontanare.

«Ti informo solo  che questa nullità ha molto più cervello di quanto ne abbiate tu e quel gregge di pecoroni che ti porti dietro per fare bella figura.»  gli fa Se Hun inginocchiandosi di fronte a lui e sussurrando ciò all’orecchio prima di allontanarsi. Yok Shin sputa della saliva mista a sangue da una parte e toccandosi con l'indice il labbro spaccato torna in piedi guardando con più disprezzo Se Hun che a sua volta fa lo stesso.

«Sai, pivello, sei decisamente una seccatura per me da quando sei arrivato a scuola e ci hai provato con la mia Chae Yool. Se fossi stato già da subito al tuo posto di emarginato sociale, non avresti avuto problemi, ma nonostante tutto ti sei voluto immischiare e questo ha portato a ciò. Sei un pidocchio fastidioso Oh Se Hun.»  gli fa tornando vicino a lui e dicendo l'ultima affermazione sussurrandogliela a fior di pelle. Hun è sul punto di rivelare a Shin quello che “la sua adorata Chae Yool”  faceva alle sue spalle, ma poi ripensandoci bene, è troppo stupido per capire la realtà delle cose e così ci rinuncia rimanendo in silenzio. Oh Se Hun non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, tantomeno da uno come quello che ha davanti a se ora; i due continuano a sfidarsi con lo sguardo e per un attimo si possono notare delle scintille scontrarsi al posto dei ragazzi.

«Ah? Che fai non dici più una parola? Strano, eppure la lingua quando ti hanno concepito dovevi avercela per forza,giusto? Perchè non scappi con la coda tra le gambe e vai a piangere da tua mad-»  Se Hun non ci vede più a causa della rabbia e preso dall'istinto atterra Yok Shin cominciandolo a colpire ripetutamente, ogni volta sempre più forte, finendo addirittura a farsi male da solo. Intanto i loschi seguaci del leader si guardano un Se Hun talmente diverso dal normale che rabbrividiscono e non si azzardano ad intervenire per nulla al Mondo.

«Non ti azzardare mai più a nominare i miei genitori con quella sudicia bocca, arasseo?»  gli fa prendendolo per il colletto della maglietta e sputandogli in faccia tutto l'odio represso, tutto quello che aveva dovuto sopportare fino a cinque minuti prima. A Se Hun possono toccare tutto, ma non i suoi genitori. Quando si alza da uno Yok Shin mezzo svenuto e abbastanza mal ridotto aiutato dai suoi compagni, sente in lontananza le sirene della polizia arrivare, probabilmente qualcuno dei dintorni ha sentito strillare e avrà chiamato. Per i due non è la prima volta che intervengono i poliziotti, soprattutto per Hun, c'è una persona in quella squadra che ormai lo conosce come le sue tasche: il colonnello Lee Jeong Tae .
Gli altri fuggono lasciando Se Hun da solo nel vicolo, il quale, mettendosi le mani in tasca per nascondere le nocche arrossate e spaccate a causa della violenza precedentemente usata torna sulla strada più illuminata. Tuttavia non fa in tempo ad andare via che proprio il colonnello lo rintraccia e lo ferma.

«Santo Dio, Se Hun! Hai fatto di nuovo a botte con quel Yok coso? Aigoo, che ragazzino combina guai..Comunque, sei tutto intero? Fammi vedere.» il colonnello è un uomo sposato ed ha due bambini. Ha incontrato Se Hun un anno dopo la morte dei suoi genitori e ormai lo considera quasi come un terzo figlio che tratta come tale, infatti. L'uomo lo sposta sotto la luce del lampione e gli prende il mento spostando prima la testa a destra e poi a sinistra; inutile dire che la cosa infastidisce Hunnie~.

«Abbiamo finito? Mi sembra di essere stato appena beccato a farmi una canna per quante cose stai vedendo, hyungnim.»  fa Se Hun guardandolo negli occhi mentre si bagna il labbro inferiore con la lingua. Il colonnello gli ammolla un dolce (?) scappellotto dietro la nuca, ma alla fine gli scompiglia i capelli giocandoci come se fossero davvero padre e figlio.

«Aishhh, questo piccoletto! Diventerò pazzo a starti appresso così spesso, lo sai vero? Comunque, sali in macchina, ti accompagno da tua zia all'ospedale...Credi che quelle mani non abbia capito che le stai nascondendo perchè sono mal ridotte? Dico, pensi sia stupido, sono stato ragazzo anche io come te, lo so cosa significa fare a botte caro il mio Se Hun.»  in quel momento il ragazzo crede davvero per un attimo di aver visto quell'uomo sotto un'ottica diversa. Ma si è ripromesso che per niente al Mondo si sarebbe legato a qualcuno tanto facilmente, così ignora la cosa e sbuffando entra in auto allacciandosi la cintura di sicurezza. Durante il tragitto nessuno dei due proferisce parola, Se Hun guarda fuori dal finestrino ipnotizzato da quella Seoul notturna e pensa costantemente a quanto sarebbe stato bello se anche i suoi avessero visto quello che stava vedendo ora lui.

«Allora? Tua zia sta bene? So che ultimamente con il periodo invernale ha i turni anche di sera.»  fa improvvisamente Jeong Tae rompendo il silenzio creatosi nella vettura.

«Mh, come al solito, si preoccupa sempre troppo per me piuttosto che per la sua di salute.»  risponde Se Hun continuando a guardare fuori.

«Beh, è tua zia, giusto? È normale che abbia più a cuore te che sei il figlio di sua sorella.»  il ragazzo si ricorda vagamente quando sua madre passava del tempo con la zia. Certe volte guardando quest'ultima rivede perfettamente la donna che l'ha partorito e per un attimo ritrova sollievo in tutto questo casino.

«Ya, siamo arrivati, vai di corsa da lei e fatti curare quelle brutte ferite, hai capito?»  Hun scende dalla macchina e salutando con un gesto della mano Jeong Tae entra nell'edificio. Sua zia fa l'infermiera nel reparto che si occupa dei pazienti affetti da cecità sia dalla nascita che permanente,ossia quelli che hanno appena subito un intervento agli occhi. Appena Se Hun la raggiunge, vede quanto alla donna piaccia il suo lavoro, cosa che si nota solamente da quanto impegno ci mette per aiutare tutti. Durante il tragitto verso di lei nota i pazienti che entrano ed escono dalle stanze trasportati da altri infermieri per visite e controlli, poi non appena la raggiunge, sua zia lo guarda stupefatta mentre tiene la cartella medica di qualcuno tra le mani. Lascia un attimo l’entrata della stanza che probabilmente stava preparando per un nuovo paziente dell’ospedale e corre verso suo nipote preoccupata. Baek Ji Won è la zia di Se Hun, più precisamente la sorella di Baek Hye Won, madre del ragazzo. Ji Won è una donna sulla quarantina, single e con un lavoro fisso all’ospedale più grande di Seoul, la donna essendo madrina di Hun si è occupata di lui in questi due lunghi anni in cui sua sorella e suo cognato sono venuti a mancare. Si è sempre fatta in quattro per poterlo mantenere bene ed in forze; infatti ancora oggi fa turni extra soprattutto per il suo adorato nipote.

«Oh Se Hun! Che cosa ti è successo stavolta?!»  dice toccando morbosamente il volto del ragazzo, il quale si scosta leggermente poco dopo.

«Non è niente zia, sono solo dei graffietti.»  risponde lui distogliendo per un attimo lo sguardo da Ji Won.

«Tesoro…Dai non fare l’apatico anche con me e vieni che ti disinfetto un attimo quelle brutte ferite al volto e sulle mani.»  la donna posa la cartella clinica sul bancone dei receptionist e affida la cosa ad una sua cara collega che accetta senza problemi. Se Hun viene trascinato per il polso da sua zia in una stanzetta dello staff munito di tutto il necessario possibile ed immaginabile e infine lo fa sedere di peso sulla sedia bianca in pelle dove lo faceva mettere non molto tempo fa. Il ragazzo abbandona le mani sulle gambe e guarda la donna fare avanti ed indietro nella stanza per prendere acqua ossigenata e kit medico con bende e garze.

«Di nuovo quel bulletto, eh? Guarda che ormai lo so, non c’è bisogno che neghi l’evidenza Hunnie.»  dice prendendo uno sgabello e sedendosi di fronte a lui mentre bagna dell’ovatta che gli inizia a passare tamponando sugli zigomi.

“Porca miseria che dolore...”  pensa imprecando mentalmente Se Hun cercando di non farsi vedere troppo fragile da sua zia.

«M-Mh, di nuovo quella seccatura, ma gliele ho suonate di santa ragione stavolta...Non ci ho visto più.»  il ragazzo non si accorge che a causa delle ferite e del bruciore si sta dimenando lievemente.

«Ti fermi un minuto? Ho quasi finito di disinfettare, stai calmo.»  dice la zia facendolo rinsavire e tamponando ora sulle nocche ancora mezze sanguinanti.

«Se Hun..Lo sai che non mi piace la violenza, ma per provocare il raptus che hai avuto e ridurti in questo stato...Cosa ti ha detto di preciso quel ragazzo, me lo vuoi dire?»  la donna smette un attimo di tamponarlo mentre lo guarda aspettando una sua risposta, Hun storce la bocca per un attimo e infine volta lo sguardo sul pavimento lasciando calare il silenzio nel piccolo stanzino.

«Preferisco di no, zia, mianhae.»  Ji Won assume uno sguardo pensieroso, probabilmente ha capito cosa si sta tenendo il suo adorato nipote dentro. Decide di lasciare stare e afferrando un rotolo di stoffa con delle garze, fascia entrambe le mani di Se Hun; infine applica i cerotti sugli zigomi.

«Ecco fatto, abbiamo finito, puoi andare se vuoi.»  la donna chiude il kit di pronto soccorso e lo ripone nell'apposito scaffale mettendo apposto anche lo sgabello precedentemente preso.
Hun si alza in piedi e ringrazia la zia con un cenno del capo, prima di andarsene le chiede se ha bisogno di qualcosa in particolare.

«Posso fare niente mentre sono qui? Così, giusto per ammazzare il tempo.»  fa togliendosi il giubbino e appendendolo all'attaccapanni.
Sua zia se lo guarda stupefatta e all'apparenza fiera di lui, di profilo assomiglia tutto alla sua cara sorellina; per poco non le scappa una lacrima veloce, ma la trattiene in tempo.

«Fammi pensare...Si! Devo prendere la cartella clinica del paziente nella stanza 947, ma è al piano di sopra e ora non posso proprio muovermi..Potresti andarci tu al posto mio?»  dice unendo le mani sul suo grembo magro. Se Hun annuisce e si avvia per il corridoio con le mani in tasca.
Raggiunge senza problemi il luogo facendo le scale due per due velocemente, quando arriva dai receptionist del piano chiede la cartella clinica facendo il nome di sua zia e questi gliela porgono senza troppe polemiche.
Mentre torna giù, Se Hun non può fare a meno di leggere i dati del presunto paziente:

“Nome: Lu Han.
Cognome: Xiao.
Colore dei capelli: Miele.
Colore degli occhi: castano scuro.
Età: 23 anni.
Altezza: 1,78 cm.
Data di nascita: 20/04/1990.
Gruppo sanguigno: 0.
Cittá d'origine: Beijing (R.P.C.)
Nazionalità: cinese.”


Se Hun rimane stranamente sorpreso, è un suo hyung e viene addirittura dalla Cina! Tra se e se, si domanda se avrà mai modo di incontrarlo all'ospedale.
Prima di scendere l'ultimo scalino, il ragazzo si ferma a leggere una piccola nota scritta sul retro della pagina:


“La TAC non riscontra problemi nel paziente, il quale viene ancora tenuto sotto osservazione e in prognosi riservata. Possibilità d'intervento chirurgico al 90%,per il momento, si rimanga in attesa di conferma.

Firmato: Dottor. Jang.”


Mille dubbi affliggono ora la mente di Se Hun, perchè mai ha una prognosi riservata? Fissa il vuoto senza un motivo apparente cercando una conclusione adatta, ma subito dopo rinsavisce col pensiero in testa che sua zia probabilmente lo sta aspettando, così sceso l'ultimo scalino si avvia per il corridoio del piano. Durante il tragitto nota come l'ospedale sia ben curato e alla vanguardia, nonchè dotato di un personale efficentemente utile, cosa che di questi tempi è davvero difficile da vedere.
Mentre attraversa l'ultimo tratto di strada riesce a scrutare una figura maschile alta e slanciata di spalle, si avvicina ancora un po', ma lo sconosciuto non sembra aver notato nulla.
Se Hun si blocca poco più giù di questo e,non appena il figuro attaccato al corrimano del muro volta di 45° il capo per guardare verso le finestre semi-trasparenti dell'ospedale, rimane sconvolto da quanto quel ragazzo così minuto ha dei tratti mai visti prima.
A Hun viene istintivamente da schiudere leggermente le labbra e di cercare l'angolazione migliore per poterlo vedere di più in volto; quando ci riesce, per poco non inizia a sorridere come un ebete. Tra se e se pensa come sia possibile che ancora anche l'altro non si sia accorto di lui,ma infondo in fondo per Se Hun va bene così, può contemplarlo senza poi doversi vergognare come nessuno.
Il ragazzo poco più basso di Hun continua a tenere lo sguardo fisso sulla finestra senza fare alcun movimento o cenno, da quel punto vede perfettamente quei lineamenti così dolci e indifesi che lo distinguono da una persona qualunque; per un attimo Se Hun crede di aver davvero sentito una sorta di sollievo in se o addirittura un battito del suo cuore. Era la prima volta dopo tanto che probabilmente qualcuno lo rasserenava con solo la propria espressione rilassata.

“E non passerà quella voglia di guardarti che mi distrae dalla realtá.”

Il colmo per il ragazzo arriva quando l'altro sfodera un sorriso smagliante dal nulla, il che basta solamente a Se Hun per sbavicchiare (?) e far cadere a terra la cartella dalle mani creando un baccano assurdo rovinando l'attimo paradisiaco. Quest'ultimo ripresosi dallo stato di trance impreca mentalmente abbassandosi velocemente a raccogliere l'oggetto che nel mentre (finalmente oh (●°u°●)) ha attirato anche l'attenzione del ragazzo più giù di lui; probabilmente prima o poi dovrà ringraziarla o santificarla quella cartellina,sisi.

«Oh? C'era qualcuno e non me ne sono accorto? Che sbadato mi lascio sempre trasportare dai pensieri emarginandomi dal Mondo intero, suvvia avvicinati, forza!»  Se Hun da accucciato alza di scatto lo sguardo a quelle parole e vede il tipo più giù guardare ora nella sua direzione. Riprendendo il controllo di se stesso, prima di raggiungerlo del tutto, si schiarisce la voce roca e profonda. Non appena gli sta a pochi centimetri di distanza, rimane senza parole poi mentre cerca di aprire il discorso nota che sulla porta della stanza c'è il numero 947.
Ma allora...

«Lei è il paziente di questa stanza?»  chiede Se Hun impacciato, ma senza renderlo troppo visibile. L'altro, appoggiato allo stipite del muro, serra le labbra rosee e carnose in un piccolo sorriso quasi forzato. Da vicino Hun si convince che è decisamente MOLTO meglio la visuale.

«Mh esatto, ma ti prego chiamami semplicemente Lu Han, il Lei mi fa sentire più vecchio del solito ehehe.»  ridacchia divertito e Se Hun si sente stranamente meno teso di prima. Sembra un ragazzo così gracilino eppure é addirittura più grande di lui, lo trova decisamente interessante.

«Tu invece? Come ti chiami ragazzo?»  chiede ora Lu Han facendo sussultare lievemente un Se Hun sovrappensiero.

«Oh Se Hun. Anche tu puoi semplicemente chiamarmi Se Hun, se vuoi.»  dice stringendo al petto la cartella del ragazzo.

«Se Hun,eh? Che nome carico di ardore, complimenti~.»  per poco non ci rimane, quale ardore, quando lo ha nominato si stava sentendo Dio sceso in Terra.

«G-grazie, Lu Han hyung.»  risponde senza saperne il perchè, infatti poco dopo si morde la lingua a causa della figuraccia.

«Hyung? Aspetta, ma qui in Corea non significa tipo “fratello maggiore” o comunque viene detto dai ragazzi più piccoli d'etá al maggiore?»  Se Hun ancora una volta rimane sorpreso, per essere cinese, sa addirittura quali onorifici si usano li.

«Yehet, affermativo!»  “Yehet”?  Ma come gli è venuto fuori? O sta perdendo colpi o prima del previsto arriverà l'ennesima figuraccia.

«No aspetta, io ho 23 anni, ma tu?»  chiede con aria perplessa schiudendo le labbra e lo sguardo di Se Hun non puó fare a meno di caderci sopra ed imbambolarsi.

«Ah...? Oh! Vado per i 20, anche se poi è come se fossero 21, qui in Corea usiamo contare anche il periodo di gestazione del feto.»  Lu Han appare con un'espressione ora piú rilassata e il ragazzo puó giurare di aver percepito un respiro di sollievo.

«Mi sento un idiota a farti certe domande, scusami..»  dice ridacchiando e grattandosi la nuca nervosamente.

«Ma figurati, non ti scusare, invece tu che mi racconti di te? Come mai da Beijing sei venuto fin qui?»  chiede ora Se Hun curioso, per la prima volta nella sua vita si sente interessato ad una conversazione con un mezzo conoscente.

«Beh, i miei genitori mi hanno mandato in Corea perchè questo ospedale si occupa di quello che mi affligge dalla nascita,ma non mi ricordo di averti detto che sono di Beijing...O si?»  Se Hun avvampa lievemente all'ultima domanda di quello strano ragazzo appena conosciuto.

«Ah...No è che, mentre scendevo le scale ho letto le tue informazioni dalla cartella clinica...»  si morde la lingua pesantemente, spera solo che Lu Han non si arrabbi per questo, ma la sua espressione rimane solare e i suoi occhi sereni anche se apparentemente privi di luce propria.

«Santo cielo, Se Hun?! Aigo, dove si sarà cacciato quello sbadato di mio nipote! Se H- Oh eccoti...»  sbuca improvvisamente Ji Won dal corridoio che raggiunge i due, il ragazzo non sa se essere sollevato o meno dall'interruzione della conversazione con Lu Han. La donna prende la cartella che Hun le porge e mentre ringrazia cerca di rompere il ghiaccio creatosi poco dopo tra i tre.

«Beh, alla fine vi siete conosciuti eh? Nipote mio, devi sapere che racconto spesso di te a Lu Han, probabilmente sa tutto per quanto lo assillo durante il giorno!.»  Se Hun rimane a dir poco interdetto.

Lo conosceva già?

E perchè mai non ha detto nulla quando mi sono presentato?

Dentro di se pensa che nonostante tutto puó sfruttare la cosa a suo vantaggio, ma cerca comunque di non farsi vedere troppo contento e diverso dal solito -almeno da sua zia-.

«Scusami ancora piccolo Se Hun, non era mia intenzione raggirarti o prenderti in giro, spero tu non sia arrabbiato con me~.»  dice Lulú con voce da cerbiatto indifeso mentre unendo le mani quasi a voler pregare si inchina di fronte a lui chiedendogli scusa veramente sentito. Infondo la zia non ha detto tutto in quel momento e cioè che era proprio Lu Han a chiedere alla donna di farsi raccontare di suo nipote, poichè già dalla prima volta l'ha trovato un tipo decisamente interessante.
Se Hun di fronte a cotanta innocenza non sa che dire, le parole gli muoiono del tutto in bocca, del resto si convince che è qualcuno da dover proteggere e non da allontanare per nessun motivo al Mondo.

«Non fa niente, alla fine anche io ho letto informazioni riservate senza il tuo permesso, facciamo che siamo pari e ricominciamo da capo ti va?»  gli tende la mano per una stretta solidale, ma Lu Han non distacca ne lo sguardo ne si muove dalla posizione iniziale. Il ragazzo non capisce, magari non vuole avere nulla a che fare con lui? La sua espressione perplessa viene catturata da un gesto repentino della zia che gli abbassa la mano e se lo guarda come a dire: “Adesso ti spiego.”
Esatto, in questo momento c'è proprio bisogno di qualche spiegazione al riguardo e di nient'altro.

«Per me va bene! Spero svilupperemo meglio il nostro rapporto Hunnie~.»  deve aver sentito male, a parte sua madre, la zia e Jong In nessuno lo ha mai chiamato con il diminutivo, ogni cosa detta da Lu Han gli sembra così perfetta che non pare vero. Avvampa lievemente, ma cerca di non farsi vedere dalla zia che potrebbe fare domande inutili facendolo sotterrare definitivamente.

«A-Adesso andiamo, ti devi far trovare in stanza, girare per l'ospedale a quest'ora non va bene. Vieni, aggrappati a me tesoro.»  Se Hun continua a guardare la scena e a non capire assolutamente niente, perchè mai dovrebbe aggrapparsi? E perchè quale motivo non gli ha stretto la mano prima? Probabilmente l'ipotesi plausibile ce l'ha, ma non vuole crederci, è impossibile. Lu Han afferra il braccio di Ji Won con un pochino di difficoltà, ma non appena ci riesce, si avviano nella stanza lasciando Se Hun dietro.

«Aspetti un attimo, mi faccia salutare suo nipote prima.»  si ferma e guardando leggermente dietro sorride.

«Spero tu venga anche domani, sappi che io ti aspetto Oh Se Hun.»  il ragazzo ha un sussulto dovuto alle parole dello hyung. E mentre lo guarda entrare nella stanza con sua zia, ora più che mai ha bisogno di risposte affrettate dalla donna.
Nel corridoio si scompiglia i capelli lisci e rossicci imprecando mentalmente mentre sbuffa, poi avvicinandosi alle finestre abnormi appoggiando il braccio e la fronte osserva quella notte a Seoul aspettando che Ji Won torni.
Non appena sente chiudere la porta dietro di se, scatta e va da sua zia che lo prende in disparte. Nota che la donna ha un'espressione abbastanza seria; ingoia la saliva rumorosamente aspettando che parli.

«Beh, da dove comincio per fartela il più breve possibile? Vedi, Lu Han è affetto dalla nascita da una cecità parziale che non gli permette di vedere per niente bene le cose intorno a se, soprattutto quelle piú distanti di lui, per questo prima non ti ha stretto la mano o non trovava il mio braccio. Per mettere a fuoco gli ci vuole un bel po' e quindi questo handicap lo limita quasi del tutto. Siccome è una sorta di cecità che si potrebbe curare con un intervento, il Dottor Jang sta studiando a fondo il suo caso; in questo momento credo abbia bisogno di un ragazzo come te al suo fianco a sostenerlo. Magari potreste esservi utili a vicenda, tu che ne dici?»  
 Se Hun sbarra gli occhi rimanendo scioccato dall'amara verità appena rivelata da sua zia. Aveva intuito qualcosa, ma non pensava sarebbe stato vero alla fine.
È confuso, potrebbe essere plausibile il fatto che forse i due possano essersi d'aiuto a vicenda, ma quello che preoccupa ora il ragazzo è come doversi comportare con Lu Han. Sapendo ciò, potrà essere disinvolto ugualmente? Per adesso, sa solo che non vuole pensarci, stasera sono successe parecchie cose e quello che ci vuole è solo un sonno ristoratore; uno di quelli seri.
Mentre torna a casa con sua zia, tira fuori il suo cellulare per controllare l'orario, quello che trova è qualcosa di allucinante: 20 chiamate perse da Jong In e altrettanti messaggi lasciati su Kakao Talk sempre da parte sua.


“Aish..Seriamente, ma cosa prende a quel ragazzo? Meglio che gli mandi un messaggio altrimenti poi chi lo vuole sentire..”  scuote la testa facendo una smorfia con la bocca e sblocca il telefono per iniziare a digitare la risposta a Kai, ossia il soprannome con cui si fa chiamare dagli amici.

“Tu, vuoi morire per mano mia, ah? Dico, sei serio? Come ti salta in mente di inviarmi tutti questi messaggi nel giro di tre secondi di distanza l'uno dall'altro, Jong In?! Aish, comunque adesso è tardi per spiegarti tutto quello che mi è successo, sono stanco morto e sto tornando ora a casa con mia zia. Ti racconto domani davanti ad un bel bubble tea ok? Oh e...Paghi tu vero? Che bravo hyung ho, per adesso buonanotte Kai~.”
Finisce di digitare e non appena invia il messaggio, spegne il cellulare per non avere altre seccature inutili. Quando lui e sua zia arrivano nel loro appartamento, Se Hun per schiarirsi un pochino le idee si butta velocemente sotto la doccia tiepida che gli accarezza delicatamente la pelle marmorea e i lineamenti scolpiti. Con un braccio appoggiato sulle piastrelle fredde del muro, vi posa la fronte e riflette morbosamente sulla situazione creatasi tra lui e Lu Han. Da quando è tornato con Ji Won non fa a meno di pensare al ragazzo, talmente preso che non appena chiude gli occhi lo vede davanti a lui che sorride sereno e felice. Come faccia ad essere così solare su una situazione del genere ancora non se lo spiega, ma probabilmente è quella parte genuina e spontanea di Lu Han che più lo attrae verso il ragazzo.
Quando arriva sul letto si rigira in esso per un po' prima di trovare la posizione adatta, del resto le ferite su mani e zigomi gli fanno ancora abbastanza male. Alla fine però esausto cade in un sonno talmente profondo che si scorda di tutto il resto, cullato solamente dal suo pensiero fisso: Lu Han.

 



IL MIO CUOREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE T_____________T



 

Angolo della demenzialità (?)

Si, sono proprio io u.u La vostra disagiata Michi :’) *stappa spumante*
Stavolta porto una news, cui questa nuova storia sulla Hun Han! *-*
I miei poveri feelz, addio Mondo.
Eniuei, è la prima storia che pubblico di questo genere e, niente, io spero proprio che vi piaccia. Ad essere sincera era partita solo per essere una Os questa ff, ma voglio onorare la loro coppia come è giusto che sia. So spero mi supporterete perché non ho mai scritto così velocemente anche il secondo capitolo - che attende solo di essere pubblicato, aspetterò solo per vedere se almeno questo inizio storia vi invoglia a continuare hihihi :3 –
Well, mi dileguo su u.u Ciu bella gentaaaaaaaah :*

 _Michi_

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo: Rimani un po’qui con me. ***




 Capitolo Secondo: Rimani un poqui con me.


Angolo della demenzialità PT.2

 E LA MICHI TORNAAAAA, YEEEEEAH! * saluta tutti mentre saltella * Beh, dopo questo rientro in scena un po’ da film comico (?) ci tenevo a dirvi che mi dispiace essere mancata per quasi tre mesi da questo sito, ma dovete anche da una parte capirmi…Il terzo liceo scientifico, mi sta portando via tanto di quel tempo per lo studio che non ho più una vita sociale. E se non riesco ad avere quella, figuratevi se trovo del tempo per rilassarmi e scrivere…

Tutto questo per dirvi che non aggiornerò presto né questa ff né Dark Lover, proprio per questo motivo, spero mi aspetterete lo stesso * sigh *. O almeno, nei periodi che interessano la scuola sappiate che non pubblico per cause di forza maggiore e non per altro.

Spero mi capirete, pure perché scrivere è qualcosa che amo, purtroppo però come si dice: “Prima il dovere e poi il piacere”.

So, adesso vi lascio con il capitolo 2 della HunHan nella speranza che come sempre vi piaccia! Ringrazio il supporto per il primo capitolo, ho veramente apprezzato moltissimo!

Un bacione e, spero, a presto :*

 

_Michi_

Il mattino seguente il ragazzo viene svegliato nel peggior modo possibile: un bicchiere pieno d'acqua rovesciato tutto sulla faccia addormentata. Se Hun balza dal letto e per poco non cade dal materasso, in stato di panico cerca di mettere a fuoco la cosa e non appena vede che l'artefice è stato Kai, gli impreca qualcosa con la bocca impastata e si vendica lanciando un cuscino mancando totalmente il bersaglio che ride divertito mentre vede il suo amico cerca di ripigliare sonno all'impiedi.

«Si può sapere chi ti ha fatto entrare in camera mia?»  Se Hun si stropiccia gli occhi muovendo successivamente il ciuffo umido e fastidioso.

«Tua zia, mi ha detto di fare come se fossi a casa mia e così ne ho approfittato, ho sempre voluto assistere ad una scena del genere, ora posso morire felicemente dicendo di aver visto tutto!»  Hun lo fulmina leggermente con lo sguardo ancora perso tra le braccia di Morfeo.

«Sei decisamente un idiota, Kim Jong In. Comunque, ormai mi hai svegliato, tanto vale che mi prepari per uscire con te, suppongo.»  il ragazzo va in bagno mezzo barcollante e si lava accuratamente il volto lasciando Kai seduto sulla sponda finale del letto a giocare con un peloso Rilakkuma.

«Sai, stamattina ho letto il tuo messaggio. Sono rimasto abbastanza sorpreso dall'orario in cui hai risposto, così non ce l'ho fatta ad aspettare oltre e stamattina mi son precipitato qui, spero tu abbia succulenti cose da raccontarmi o al prossimo giro la doccia te la faccio con una pompa dell'acqua congelata sul tuo amato sedere caro il mio Hunnie.»  dice alzandosi mentre va ad appoggiarsi allo stipite della porta guardando il suo amico dallo specchio del bagno mentre questo si sta lavando i denti. Se Hun ha un'aria contraddetta, il suo amato fondoschiena non lo toccherà nemmeno con un dito. Velocemente il ragazzo si cambia e insieme a Jong In escono di casa per raggiungere il negozio di Bubble Tea preferito di Hun. I due ordinano e si mettono seduti ad un tavolino libero e finalmente iniziano a parlare di quello successo la sera precedente.

«Allora, prima cosa, ho fatto il culo a Yok Shin stavolta. Mi aveva davvero stancato con le sue provocazioni da quattro soldi e gliele ho suonate, ma poi è arrivato il colonnello Lee e a causa delle ferite sulle mani mi ha portato da mia zia all'ospedale poichè per un po' avrà i turni notturni. Ieri sera sono tornato a casa con lei e nonostante l'orario ed il cellulare mezzo morto ti ho risposto.»  Jong In rimane perplesso un attimo.

Quel Kim Yok Shin?

Il bullo della loro scuola che viene pestato da Oh Se Hun?

Sembra tutto un sogno per lui tanto che rimane a bocca aperta. Il suo amico se lo guarda stranito con una smorfia disegnata in volto, certe volte è fermamente convinto che a Kai manchi qualche rotella.

«Dannazione, vuoi chiudere quella bocca a canotto e toglierti quegli occhi a cuoricino? Le ragazze nel locale ci stanno fissando tutte Jong In!»  dice Se Hun sussurrando al ragazzo in stato di trance per farlo rinvenire, questo poco dopo inizia a ridere e ad applaudire da solo. Hun si facepalma alla grandissima, maledicendo l'istante in cui ha deciso di uscire con Kai. La gente e i commessi continuano a guardarli interdetti, Se Hun si fa sempre più piccolo mentre cerca di far intendere che è seduto in quel tavolo per pura coincidenza e non conosce affatto quel caso clinico che gli sta davanti a ridere come una iena in calore.

«Per l'amor di Dio, Jong In basta! Si può sapere cosa c'è da ridere così tanto?»  il ragazzo con ormai le lacrime agli occhi si tiene la pancia cercando di smettere e soprattutto di non cadere dalla sedia. Quando finalmente si ferma, fa un respiro profondo prima di provare a parlare, ancora ha qualche istintivo risolino a guardare Se Hun in faccia, ma alla fine insieme all'arrivo dei Bubble Tea ci riesce.

«Tu sei il mio nuovo idolo Oh Se Hun, cioè non ci posso pensare, davvero. Solo immaginarmi la scena di te che le suoni di brutto a Yok Shin è qualcosa di boh, probabilmente epico. Passerei alla storia amico mio, preparati a ricevere le medaglia da Obama nel mentre.»  Se Hun ormai rassegnato alla demenza di Kai scuote la testa ed inizia a sorseggiare insieme a lui il suo adorato Tea.

«Beh, a parte questo, ora stai meglio con le ferite?»  chiede Jong In più preoccupato, guardando meglio le nocche della mano con cui Hun tiene il bicchierone di plastica.

«Mh, ancora mi fanno un po' male a dire la verità, ma guariranno presto ho la pellaccia dura io.»  accenna quasi un sorriso lieve tornando a bere, ma poi non sa perchè inizia a chiedersi se Lu Han lo stia aspettando nella sua stanza. Se quello strano hyung conosciuto ieri, abbia mai assaggiato un bubble tea e se si, quale potrebbe essere il suo gusto preferito? Mille domande affliggono ora la mente di Se Hun che lo distaccano dalla realtà, tanto da non accorgersi che Kai lo sta insistentemente chiamando tra i vivi.

«Yah, Hunnie!»  il ragazzo ha un sussulto e guarda con un'espressione confusa Jong In. Hunnie...Anche Lu Han lo ha chiamato così ieri sera e non c'è assolutamente stata sensazione migliore di quella negli ultimi anni.

«C'è per caso...Qualcosa che non va, amico?»  dice il più grande di qualche mese mentre osserva il suo migliore amico corrucciarsi sul bubble tea per giocherellare con la cannuccia.
Ed é parecchio strano, Oh Se Hun non si mette MAI a smanettare con una cannuccia davanti alla sua bevanda preferita senza una motivazione valida. Hun sospira a fondo grattandosi poi la fronte confuso, che deve fare?

«Ieri all'ospedale mentre aiutavo mia zia, ho conosciuto un ragazzo cinese. Si chiama Lu Han e quando ci ho parlato mi sono sentito...Strano. Era la prima volta dopo tanto che parlo con uno sconosciuto senza distogliere mai lo sguardo da lui. Mi ha detto zia che è parzialmente cieco dalla nascita e che si sta lavorando sodo affinchè possa affrontare un possibile intervento e guarire.»  gli si chiude abbastanza lo stomaco, continua a guardare il liquido del tea muoversi avanti ed indietro insieme alle sue palline nere come la pece.

«Embeh? Perchè lo dici con quel tono di voce così amareggiato, dovresti essere contento che c'é qualche speranza per lui di guarire, non credi? Avanti Se Hun, apri gli occhi al fatto che non puoi fare per sempre il distaccato a vita.»  dice Kai attirando il suo sguardo all'apparenza cupo.

«Ma figurati, io spero venga aiutato in tutti i modi qui disponibili..»  fa una piccola pausa prima di continuare a parlare «Tuttavia prima di andare in stanza accompagnato da mia zia, ha detto che mi aspetta. Il punto è che i-io non so come dovermi comportare,ecco. Lo sai benissimo quanto non me la cavi con i dialoghi prolungati..»  Se Hun si passa una mano sul collo sgranchendoselo prima da una parte poi dall'altra, sotto gli occhi di Kai.

«Secondo me invece, sarebbe una bella cosa per te provare a stringere nuovi rapporti. Dopo come ti ho visto stare negli ultimi tempi, credo che Lu Han sia la persona venuta a colmare tutte le tue assenze Hunnie e da come hai detto di sentirti quando vi siete parlati probabilmente dentro di te avrai già percepito che c'è qualcosa in lui che vuoi possedere solo tu. Pensa solo a buttarti, il resto lasciatelo alle spalle...Amico, è tempo di ricominciare a vivere!»  Se Hun rimane colpito da quelle parole, ora che Jong In lo fa riflettere, effettivamente per un attimo ha desiderato sapere tutto su Lu Han. Anche le cose più infime e segrete che nasconde da quando è nato, vuole sentire che lo hyung si fida di lui tanto da raccontargli certi dettagli mai rivelati ad alcuno.
Se Hun vuole semplicemente...Tutto di Lu Han.
Nel mentre i due hanno finito le loro bevande e si alzano per buttarle, quando Kai va a pagare il commesso, un Se Hun pensieroso e con le mani in tasca riflette sul da farsi. Il punto è, lui vuole andare, ma se poi arrivato li non sa che dire facendo solo scena muta? Se, peggio, il suo carattere “freddo” ha il sopravvento e ci fa rimanere involontariamente male Lu Han? 

“No, Oh Se Hun, così non va bene. Come ha detto Jong In, devi buttarti, ed è quello che ora farai.”  pensa tra se e se, avverte Kai sulla decisione appena presa pensando di portare anche un bubble tea allo hyung, ma non sapendo quale gusto scegliere, opta per il suo preferito e con qualche spicciolo riesumato dalle tasche paga la bevanda.
Quando i due escono dal negozio si salutano andando ognuno per la propria strada, Se Hun non perde altro tempo e con i mezzi raggiunge l'ospedale di sua zia. Lei non c'è nei turni del pomeriggio, così il ragazzo può andare tranquillamente li senza essere assillato da domande insistenti della donna.
Durante il tragitto osserva silenzioso fuori dal finestrino con la fronte appoggiata al vetro freddo, creando un piccolo alone di vapore con il proprio fiato caldo; si domanda come una città come Seoul possa essere così piena di vita sia la mattina che la sera. Stare seduto con tutta quella gente attorno lo fa sentire parecchio a disagio, non è più abituato alla cosa, ma cerca lo stesso di darsi una regolata poichè sta andando dal suo hyung. 
Si chiede nuovamente come Lu Han possa rimanerci nel vederlo arrivare, al solo pensiero della sua espressione serena e dolce, Se Hun sente dentro di se un fervore sconnesso che arriva dalle viscere più profonde che inspiegabilmente gli fanno percepire di essere più vivo che mai. Aumenta leggermente la presa sulla busta contenente il bubble tea. 
Il suo sangue,ora più caldo, ribolle talmente tanto che il contatto freddo proveniente dalla bevanda gli rilassa i nervi su di giri; poco dopo scende alla fermata.

“Bene, ostacolo bus...Superato. Mi rimane solo la parte più complessa...Aish, ma perchè sono qui, mi sento alquanto patetico.” sbuffa, mentre scompigliandosi i capelli ramati tendenti al rosso mentre fissa l'imponente struttura ospedaliera. Ragione e sentimento sono fortemente in contrasto dentro, Se Hun lo percepisce bene, anche solo dal fatto che non si sente tranquillo e distaccato come è solito fare. 
Ancora sull'orlo dell'indecisione più pura cerca di studiarsi discorsi assurdi con la gente che se lo guarda come a dire: “Ehy, se vuoi il provino per i ventriloqui è sull'altro marciapiede _.”
Ma l'espressione accigliata di Se Hun non è da meno, di tutta risposta sembra voler dire: “Beh, invece tu sei sul lato giusto, l'ospedale per ricoverarti è proprio davanti a te ◉‿◉.”
Insomma, una cosa che proprio non sopporta è quel tipo di gente che sta per i cavoli suoi fino ad una certa, poi ti vedono fare qualcosa di inusuale ed incominciano a fissarti; roba che la testa rimane li mentre il collo si allunga lasciando andare il corpo per cavoli suoi.
Urto puro per Oh Se Hun.
Subito dopo ciò, il suo cellulare nella tasca ha una vibrazione, il ragazzo lo tira fuori e quello che legge è un messaggio di Kai: “Tanto lo so che stai esitando, muovi il culo ad airbag che ti ritrovi ed entra in quel benedetto ospedale. Se non lo farai scordati il sacro bubble tea per sempre ^^ .
Con affetto, il tuo amato Jong In.”

“Tsk..Amato un corno. Ma nonostante questo, odio ammetterlo, ma ha ragione. Che cosa sto esitando? Devo essere disinvolto e basta.”  Se Hun ripone il suo cellulare e dopo un respiro profondo decide finalmente di andare a mettere piede in quella struttura. Davanti a se osserva le porte di vetro automatiche aprirsi con una lentezza straziante, poi, l’aria fredda dell’ospedale che lo avvolge una volta entrato va ad intaccare tutto il suo corpo rendendolo rigido e scosso.
Non perde altro tempo e fa lo slalom sotto gli occhi incuriositi dei pazienti più anziani mischiati a quelli dei più giovani. Si sente nervoso come prima nell’autobus, purtroppo è abituato a starsene per conto suo, in qualche modo gli sembra che tutta quella serie di persone lo stia valutando come se stesse affrontando una prova di sopravvivenza o fosse un soggetto alieno non identificato. Si ripete di rimanere calmo, tanto è arrivato davanti la stanza di Lu Han e quello che importa veramente ora sarà come tenergli compagnia senza sembrare troppo noioso o patetico. Fissa morbosamente il numero sulla porta in legno non muovendo ancora un dito per bussare, poi incoraggiandosi alza un pugno per farsi dare il permesso per entrare; esita nuovamente, ma alla fine percuote il materiale duro una volta sola che doveva bastare per le altre.
Per un attimo non arriva nessuna risposta.

“Forse non mi ha sentito..” si dice a bassa voce Se Hun, così fa per ribussare, ma non ha il tempo di toccare la porta che una vocina minuta arriva dall’altra parte dandogli il permesso di entrare.
Hun sente un tuffo al cuore, finalmente la prima parte della cosa è andata liscia e senza problemi. Stringe la bustina del bubble tea e apre la porta lentamente, le sue dita tremano impercettibilmente, poi al contatto con la maniglia fredda sussulta un po’. Quando entra, la luce del sole inonda la stanza di Lu Han, il quale è nel letto sotto le coperte appoggiato ad un cuscino con la schiena.

«E così alla fine sei venuto, Se Hun.»  il ragazzo sta per chiudere la porta alle sue spalle, ma con queste parole, dire che ha una fitta allo stomaco è dire poco. Viene colto alla sprovvista e non sa che rispondere, solo ingoia la saliva facendo fare lo scatto finale alla serratura.
Come è riuscito a capire che è veramente lui?
Si volta appoggiandosi al legno, fissa un Lu Han sorridente e radioso tanto quanto la luce che entra nella sua camera. 
 
“Ed è solo quando tu sorridi che posso iniziare a sorridere.”
 
«C-Come hai fatto a capire che ero io?»  domanda un Se Hun imbarazzato, non ci può credere, da quanto è che non era così patetico? Fortuna che si era ripromesso di non esserlo.
«Beh, dal tuo modo di bussare. Di solito tua zia ci lascia direttamente la mano a forza di mandarcela contro e in questa stanza a parte lei e il Dottor Jang non è che ci venga poi così tanta gente.» un sorriso stavolta più amaro si disegna sulle labbra rosee di Lu Han, l’altro ragazzo le nota bene e non può fare a meno di incantarcisi sopra.
«Ah…Capisco. Uhm, posso sedermi accanto a te? Ti ho portato una cosa.»  subito il ragazzo più minuto si ravviva e un sorriso abbastanza contenuto si fa strada di fronte agli occhi di Se Hun.
«Una c-cosa? Comunque, ma certo che ti puoi sedere, che domande! Dovrebbe esserci uno sgabello o una sedia qui attorno se non sbaglio.»  Se Hun sentendosi ben accolto dallo hyung si rilassa piano piano, anche i suoi nervi in tensione lo fanno in contemporanea. Non esita oltre e a passo lento si avvicina a Lu Han guardandolo attentamente in viso, sente che di quel ragazzo non ne avrà mai abbastanza.
Sul comodino in legno di mogano ci sono varie cianfrusaglie tra cui degli strani farmaci chiusi in un barattolino bianco latte. Se Hun si incuriosisce, ma non intende impicciarsi,a meno che Lu Han non gli dia il permesso di farlo. Così afferra la sedia in pelle accanto al comodino e la sposta molto vicina al letto dell'altro ragazzo, che aspetta quasi con ansia, di ricevere il “regalo” di Se Hun.
Hun si siede e un rumore leggermente fastidioso si crea quando il suo peso entra in contatto col materiale della sedia.
«E-Eccomi, qui...Ehm, scusa se ci ho messo un po'. Comunque prendi questo, l'ho portato per te nella speranza che ti piaccia.»  Lu Han ha il volto rivolto verso Se Hun e si chiede come sia possibile che proprio ad un ragazzo così innocente e puro possa capitare ciò. Hun si convince che la vita è troppo ingiusta con tutti e purtroppo non c'è scampo nemmeno per chi della sua esistenza -e quella degli altri- ha sempre avuto una grande considerazione. Lu Han rimane con le mani poggiate delicatamente sul suo grembo e Se Hun posa gli occhi anche su quelle, all'apparenza vuole toccarle con tutto se stesso per sentire la loro morbidezza, ma anche questo desiderio deve venire represso...Per ora.
Hun finalmente gli adagia la sua bevanda preferita tra le mani, Lu Han sussulta leggermente sentendo quel contatto freddo; lo tasta con le dita e involontariamente sfiora quelle di Se Hun. Il ragazzo arrossisce abbastanza e non sa perchè, ma ritira subito le mani come se si fosse appena ustionato. Effettivamente Lu Han ha un tocco caldo, il suo sangue ribolle per far sentire che nonostante l'handicap lui c'è ed è più vivo che mai.
O almeno, questo è quello che Se Hun ha percepito.

«È così freddo...Che cos'è Hunnie?»  Hunnie... Il ragazzo si sta sempre più convincendo che non ne avrá mai abbastanza di sentirsi chiamare col diminutivo da Lu Han.

«Si chiama bubble tea ed è...la mia bevanda peferita. Prima di venire qui ho pensato di portarti qualcosa e...Beh, eccolo qui. Se non ti piace peró non fa niente, posso sempre butt-»  Han fa uno scatto repentino allontanando la bevanda dalle mani di Se Hun che rimane col fiato mozzato.

«Ah no, non ti azzardare Oh Se Hun. Lo bevo molto più che volentieri.»  il ragazzo dai capelli rossicci continua ad essere interdetto e vede Lu Han appoggiare delicatamente le sue labbra rosee sull'enorme cannuccia e cominciare ad aspirare il liquido mischiato alle palline nere galleggianti. 
Osserva come l'espressione e le guance di Lu Han diventano sempre più appagate, istante dopo istante, sorso dopo sorso.

«Oh, mio buon Dio.»  esclama sorpreso il ragazzo appena ingoia l'ultimo sorso. A Se Hun scappa un piccolo risolino, dentro di se scoppia di gioia talmente tanto che non può non trattenersi di fronte ad una scena del genere. 

«Davvero non lo avevi mai provato prima?»  chiede cercando di riprendersi, poi alza lo sguardo vede Lu Han arrossire leggermente.

«B-Beh...N-No..A causa del mio problema non uscivo molto dai dintorni di casa prima e così i piccoli piaceri della vita come questo qui, non ho mai avuto modo di provarli insomma..»  Se Hun torna di nuovo espressivo e serio, Lu Han lo stupisce ogni minuto o secondo che passa, chissà quante cose non si possono fare avendo un handicap del genere. Dentro di se,spera con tutto se stesso che l'intervento porti i risultati che aspetta.

«Scusami. Comunque, per qualsiasi cosa, conta anche su di me.»  risponde Se Hun assumendo un tono più dolce per rassicurare il più grande.
«Qualsiasi,qualsiasi? Allora ti chiedo solo una cosa..Promettimi, che da domani verrai a trovarmi ogni giorno e resterai un po’ qui con me a chiacchierare. Lo so che può sembrare una richiesta abbastanza egoista da parte mia, ma io voglio conoscerti per come sei Oh Se Hun e poi, mi renderebbe molto felice avere qualcuno con cui distrarmi!»  il nostro ragazzo rimane leggermente sorpreso, però stranamente non pensa affatto che la proposta di Lu Han sia egoistica o abbia secondi fini, quindi gli crede e glielo vuole dire chiaro e tondo.
«Certo, te lo prometto. Quindi cosa vuoi che facciamo domani?»  chiede Sehun con tono dolce e scherzoso, facendo rilassare visibilmente le spalle a Lu Han che sorride sincero.
«Sai, la lettura mi piace molto e mi distende i neuroni, ma come sai se nessuno può rendersi disponibile per leggere, io non posso farlo autonomamente…Quindi solo per domani, ti va se mi fai da lettore personale? Sai, giusto per sapere come va a finire il mio libro preferito..Di solito lo fa volentieri tua zia, ma è veramente stanca in questo periodo e vorrei che si riposasse di più invece che pensare a me.»  Se Hun rimane sorpreso nuovamente, per un attimo nella stanza non vola una mosca, solo rimane a guardare fisso il più grande pensando a quanto sia anche lontanamente possibile che questo ragazzo lo lasci piacevolmente senza parole da dire ogni volta.
«S-Se Hun? Sei ancora qui?»  il ragazzo sobbalza rinvenendo dai suoi pensieri.

«A-Ah? Oh, sisi scusa ero sovrappensiero. Comunque è vero, ho visto i suoi occhi stanchi e mi è bastato per capire la situazione. Purtroppo da quando i miei sono morti, mia zia Ji Won si è data sempre molto da fare soprattutto per me. Tuttavia ora sono adulto e preferirei che finalmente adesso si prendesse una pausa per se stessa.»  Lu Han rimane in silenzio ad ascoltare un mezzo sfogo di Se Hun e in cuor suo non può esserne che felice.
«Devi volerle davvero un gran bene Hunnie, si sente da come ne parli.»  risponde Han mettendo una mano calda su quella del minore appoggiata sul bordo del letto da sostegno. Il ragazzo avvampa un po’ guardando la scena, ma decide di continuare a parlare.  
«A-A volte posso sembrare freddo nei suoi confronti e magari può pensare che non provi affetto nei suoi confronti, ma la verità è che le sono infinitamente grato, lei è tutta la famiglia che mi rimane e senza non so davvero come avrei potuto fare…Probabilmente sarei finito in uno di quegli orfanotrofi o chissà dove.»  finalmente anche Se Hun si fa forza e stringe saldamente la mano minuta a Lu Han che sobbalza sorridendo poco dopo. Hun si accorge di quanto sia piccola e calda in confronto alla sua, ma nonostante questo pensa che insieme così stiano benissimo.
«Tutto questo che mi stai raccontando, glielo hai mai detto? Penso che ne sarebbe molto felice. Sai Se Hun, tua zia è talmente fiera di te che ogni volta parla di suo nipote quasi come se fosse suo figlio ed è anche per questo che ho sperato tanto di conoscerti un giorno. E sai anche cosa posso aggiungere? Che tua zia ha pienamente ragione ad essere fiera di te.»  Se Hun a quelle parole alza repentinamente lo sguardo verso Lu Han e nel mentre gli brillano gli occhi. Sulle labbra gli si dipinge un sorriso sollevato, si rende conto che a quel ragazzo conosciuto così dal nulla, potrebbe veramente rivelare il vero se stesso. Quello che, forse, nemmeno Kim Jong In conosce fino infondo. Rivelare quel lato che tiene nascosto per paura di essere contaminato anch’esso dalla tristezza.
«Grazie Lu Han. Grazie perché hai saputo capirmi senza che parlassi oltre e sono veramente in pochi a riuscirci. Mi ha fatto veramente bene parlare un po’ senza che fossi teso o rigido e devi sapere che di solito non sostengo dialoghi proprio perché la gente tende a mettermi sotto pressione ed io odio dover sottostare a qualcuno o qualcosa. E’ la prima volta dopo tanto che finalmente sento di stare almeno per quel poco, meglio. Stai tranquillo, verrò di certo ogni giorno, perché mi sono accorto che stare in tua compagnia mi fa rilassare più di ogni altra cosa.»  Lu Han sente una fitta allo stomaco, ma è tutto meno che fastidiosa. Il cuore gli batte improvvisamente contro lo sterno e non riesce a controllarlo, si sente strano, ha voglia di abbracciare Se Hun ora, vuole sentire il calore del suo corpo che si fonde col profumo che emana quello dell’altro ragazzo. Quando si accorge di questi pensieri un po’ inusuali, è troppo tardi, le guance sono ormai leggermente colorite di un rosato più scuro della sua pelle lattea. Il più grande spera con tutto se stesso che Hun non lo noti e ritraendo velocemente la mano da quella di Se Hun si gratta la testa nervosamente distogliendo il volto dal minore.
«Fa abbastanza caldo qui..Non trovi anche tu?»  dice improvvisamente Lu Han cercando di allentarsi il colletto del pigiama dal collo con fare teatrale.
«Caldo? Non direi…Fuori fa decisamente freddo, sicuro di non avere la febbre? Lasciami sentire un attimo.» Se Hun si sporge verso Lu Han ancora voltato, l’altro non fa in tempo a ribattere che finisce in un momento molto imbarazzante.
«Cos-Aspet-…» Hun con la sua mano abnorme non fasciata alza delicatamente la frangetta color miele di Lu Han e l’adagia ancor più dolce sulla sua fronte candida. Il ragazzo più grande rimane senza fiato, ingoiando poi molto rumorosamente la saliva quando sente il respiro caldo di Se Hun sul suo volto probabilmente in fiamme. Anche se non lo percepisce visivamente Lu Han avverte benissimo la vicinanza importante dell’altro e non può fare a meno di agitarsi e fremere piacevolmente. Quanto avrebbe voglia di vedere anche la perfezione fisica di quel ragazzo, solo in cuor suo lo sa.
«Naah, mi sembra tutto normale, poi è un ambiente riscaldato questo..Penso sia normale avere qualche vampata di calore in più.» quando Lu Han sente il ragazzo protrarsi nella sua postazione iniziale, caccia un meritato sospiro di sollievo mentre si morde a sangue il labbro inferiore. 
“E’ così delicato e gentile con me…”  pensa tra se e se, ma il cuore nonostante tutto continua a battere ancora accelerato. 
«Beh, è proprio vero, quando si sta bene in compagnia il tempo passa troppo velocemente! Devo proprio andare ora si sta facendo buio…Spero tu non sia dispiaciuto, ma ti prometto che domani tornerò quindi aspettami, ok?» Lu Han annuisce sorridendo un po’ amaramente mentre sente Se Hun mettere di nuovo al suo posto la sedia presa all’inizio. Ma infondo Han si convince che non può trattenerlo dicendogli che si sente solo la notte con tutto quel silenzio, può solo aggrapparsi al pensiero che domani lo avrà di nuovo li con lui per chiacchierare e stare insieme.
«Non ti serve nulla prima che me ne vada?» chiede Se Hun mentre si avvicina alla porta guardando Lu Han dissentire con il capo.
«Va bene,allora a domani Lu Han! Buonanotte.» 
«A domani Oh Se Hun.» lo saluta alzando la mano e rimanendo lì mentre la porta si chiude con uno scatto.
Se Hun si affretta ad uscire dall’ospedale senza dare troppo nell’occhio, durante il tragitto verso la porta ripensa quei momenti precedenti passati nella stanza di Lu Han e involontariamente un sorriso compiaciuto gli si dipinge sulle labbra. Stare con quel ragazzo gli fa perdere letteralmente la cognizione del tempo e delle ore; parlare con quel ragazzo gli fa essere quel vero se stesso che non è mai più stato dalla morte dei suoi genitori, Jong In lo conosce si, ma non fino in fondo come probabilmente lo ha fatto Lu Han. Uscito fuori dall’ospedale una ventata gelida lo colpisce in pieno facendolo tremare, si copre con il giubbotto e allunga il passo tornando a casa un’oretta dopo.
Ovviamente sua zia Ji Won non c’è, visto che ha il turno di notte, quindi probabilmente dovrà scaldarsi la cena in frigo per conto suo, ma non è un problema visto che lo fa quasi tutte le sere. Decide di chiamare Kai per farsi fare un po’ di compagnia e per parlare di oggi. Dopo aver messo la cena nel microonde a scaldare ed impostati i minuti necessari per non mangiare proprio dei ghiaccioli, prende il suo cellulare e appoggiandosi al bancone della cucina nel registro chiamate seleziona “Migliore amico strambo” , poi la composizione automatica inizia a far squillare.
«Pronto? Se Hun?» finalmente dopo qualche minuto Jong In risponde apparentemente allarmato.
«Kai, hai da fare adesso?» chiede Se Hun controllando la sua cena volteggiare sul piatto del microonde mentre si scalda.
«In realtà mi stavo annoiando, perché?» un attimo di silenzio, precede la risposta di Hun che nel frattempo ha tirato fuori il tutto dall’elettrodomestico.
«Sto da solo a casa e mi da fastidio mangiare col silenzio in stanza, muovi le chiappe e vieni qui, poi voglio vedermi un film.» Se Hun si accorge come dopo qualche ora di lontananza da Lu Han, gli faccia tornare al solito vecchio atteggiamento da nonnetto scorbutico e asociale, ma la situazione non può cambiare così dal giorno alla notte.
«La tua finezza è pari alla considerazione da parte di un gatto. Non esiste. Comunque, attraverso il parchetto e sono lì, vedi di sceglierlo bello il film Oh Se Hun.» la chiamata termina e il ragazzo apparecchia per due la tavola, sa già da se che Jong In adora la cucina di sua zia Ji Won e poi perché starebbe sempre a mangiare se solo potesse.
Qualche minuto più tardi il campanello suona e Se Hun ormai in pigiama va ad aprire facendo entrare Kai tutto infreddolito. Si salutano, ma è inutile dire che ormai quella è la seconda casa del ragazzo così non perde altro tempo e butta il giubbotto sul divano fiondandosi a tavola per iniziare a mangiare. Hun lo raggiunge e si siede di fronte ad un Jong In intento ad ingozzarsi come se non mangiasse da anni.
«Quindi come è andata con quel ragazzo?» quella domanda frena Se Hun dal prendere il primo boccone che lo lascia di nuovo nel piatto. Lo coglie impreparato e improvvisamente si sente nervoso.
«Tutto normale…Alla fine è stato, piacevole. Gli ho promesso che da domani in poi andrò sempre a trovarlo.»  Kai pulendosi la bocca con il tovagliolo, sorride beffardamente mentre Hun con lo sguardo sul piatto torna a mangiare.
«Si eh? Ho capito tutto Oh Se Hun. Ti conosco, quel ragazzo ti piace e sta diventando importante per te.»  Hun sentendo quelle parole spalanca gli occhi e contemporaneamente il boccone gli va di traverso iniziando a tossire come un ossesso nel tovagliolo. Si alza correndo al lavabo della cucina per bere un po’ d’acqua e respirare per calmarsi. Jong In lo guarda sorridendo soddisfatto, pensa di aver fatto centro, ma vuole solo aspettare che il suo migliore amico si smentisca da solo.
«MA SEI IMPAZZITO?! Stai tentando di uccidermi?» a passi pesanti ritorna vicino a Kai afferrandolo per il colletto della camicia. Se Hun è rosso in volto, sia per la situazione precedente che forse…Per una mezza verità?
«Dai Hunnie, è inutile che fai il duro e neghi. Vuoi parlarmene?» il ragazzo si rilassa poco a poco con quelle parole, si fa un giro della stanza sospirando pesantemente ogni qual volta cerca di non sbottare.
«E va bene…Ma prima aiutami a sparecchiare plebeo.» detto ciò, Kai felice e contento come un bimbo aiuta Se Hun nello sparecchiare aspettando con ansia di sapere.

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