Every Little Bit Of All Of It

di thankyouzayn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 14: *** XIV ***
Capitolo 15: *** XV ***
Capitolo 16: *** XVI ***
Capitolo 17: *** XVII ***
Capitolo 18: *** XVIII ***
Capitolo 19: *** XIX ***
Capitolo 20: *** XX •• Epilogo ***



Capitolo 1
*** I ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

01

Era un martedì come tutti gli altri, anzi forse un po' più noioso del solito quando Zayn fu richiamato nel soggiorno della loro casa a Bradford insieme alle tre sorelle più piccole.
La madre ed il padre erano l'una accanto all'altro sulle due poltrone esattamente di fronte al divano dove si sarebbero dovuti sedere i figli.
Non capitava spesso che si ritrovassero insieme a quell'ora del pomeriggio e che per di più ci fosse tutta la famiglia.
Zayn si leccò le labbra prima di sedersi al centro del divano e appoggiare gli avambracci sulle gambe per poi congiungere le mani. Solamente pochi istanti dopo però sciolse la sua posizione quando Safaa, trotterellando fino a lui, lo guardò con quegli occhi tanto dolci e decisamente troppo uguali ai suoi, chiedendogli silenziosamente il permesso di sedersi in braccio.
Annuì solamente.
Trisha si schiarì la voce, sembrava più raggiante del solito ed una strana luce si era impossessata dei suoi occhi scuri e perfettamente truccati. Sorrise ai suoi figli e solo allora Zayn notò le mani dei genitori intrecciate: fece una mezza smorfia.
«Dobbiamo dirvi una cosa», esordì Yaser.
Doniya e Waliyha li guardarono incuriositi mentre la piccola di casa ascoltava i genitori come se fossero le persone più preziose al mondo: e lo erano, in effetti.
Batté le mani e lui la riprese con lo sguardo. 
Perché doveva essere sempre così agitata?
«So che non potrà essere molto semplice da accettare per voi ma...»
Contrasse istintivamente la mascella quando per l'ennesima volta uno dei due parlava senza arrivare alla conclusione.
«Aspettiamo un bambino», si decise poi a dire la madre.
Inutile dire che per qualche minuto nel soggiorno non si udì altro che silenzio.
Ognuno stava elaborando la notizia a modo suo.
Zayn, ricordava tutte le altre volte che era stato avvisato che un membro si sarebbe aggiunto alla sua famiglia ma con l'arrivo dell'ultima aveva semplicemente desiderato che si fermassero.
Aveva ancora impresso nella memoria quando ad appena tre anni i suoi genitori si erano seduti sul suo piccolo letto nella sua stanza dicendogli che di li a poco non sarebbe stato l'unico loro figlio. Lo shock iniziale non lo avrebbe mai dimenticato.
Ricordava anche quando a sei anni, attorno al tavolo della cucina, si erano seduti lui e la piccola Donyha per sapere che avrebbero avuto un'altra sorella.
Aveva anche in mente quando sette anni fa aveva capito dell'aggiunta di un altro fiocco rosa in famiglia.
L'ultimo, in teoria.
Una sorta di equilibrio si era dunque venuto a creare in questi anni, a cui ormai tutti erano abituati ma che per Zayn era quasi fondamentale.
Aveva imparato ad andare più o meno d'accordo con le sue sorelle e loro avevano finalmente compreso che non dovevano più di tanto invadere lo spazio personale dell'unico figlio maschio, sebbene qualche eccezione ci fosse stata.
I genitori sapevano destreggiare le attenzioni tra i loro quattro figli senza troppi problemi: non ricordava un solo istante in cui uno dei due avesse rinunciato a del tempo con lui per stare con le sorelle più piccole.
Zayn aveva compreso più o meno come si doveva comportare con ognuna di loro, ad essere responsabile e, se necessario, a sacrificarsi in caso di bisogno.
Era stato un duro lavoro ma tutti quegli anni avevano fruttato qualcosa ed ognuno aveva fatto la sua parte.
Per questo si ritrovò a pensare che in un modo o nell'altro quell'equilibrio si sarebbe, prima o poi, rotto perché l'arrivo di un quinto figlio avrebbe stravolto le loro vite, ancora una volta.
Gli occhi di Trisha non smettevano di saettare sulle figure dei figli seduti e ancora in silenzio.
Era felice. Questo non si poteva non notarlo. Il padre non era da meno.
«Non dite niente?» Mormorò a quel punto la madre.
«È..è una bella notizia, mamma», commentò Donyha.
Waliyha assecondò la sorella, sorridendo e annuendo, facendo muovere i lunghi capelli color pece.
«È fantastico, mamma!» Esordì anche.
La piccola Safaa si limitò a sorridere e fare qualche grido di gioia.
A quel punto gli occhi di entrambi i genitori si puntarono su colui che non aveva ancora parlato, che non aveva ancora osato proferire parola circa quella situazione complicata e confusa: Zayn.
«Cosa ne pensi, Zay?» Chiese Trisha. Poteva giurare di aver compreso una sfumatura di speranza nella sua voce.
Cosa ne pensava?
Pensava che fosse un'idea folle, che avrebbe stravolto la sua vita ancora una volta e che non sapeva se sarebbe stato pronto ad accogliere un'altra sorella. Se fosse stato un maschio magari avrebbe potuto semplificare le cose ma, ahimè, era ancora troppo presto per sapere questo genere di cose.
Sospirò, alla fine, perché sua madre, lo stava guardando in modo così adorante che non poteva di certo deluderla ed anche perché ormai non avrebbe potuto cambiare più niente.
Increspò le labbra in una sorta di mezzo sorriso, imbarazzato da quella troppa attenzione. «Sono felice per voi, mamma.»
Trisha a quel puntò si alzò dalla sua postazione per abbracciare ognuno dei figli e soprattutto per stringere forte il suo primogenito che come al solito era stato in grado di renderla più raggiante di quanto già non fosse.
E quando Zayn la guardò negli occhi non fu in grado di scorgere altro che un gran affetto e tutto l'amore che solo una mamma, la sua mamma, sa dare.
«Oh mio Dio», disse anche ad un certo punto Trisha. «Sono così contenta!» Trillò, portandosi una mano alle labbra.
Qualche secondo dopo le sue iridi di inumidirono e Yaser le si avvicinò.
Zayn si grattò la nuca a disagio e una parte di sè sospirò sollevato quando comprese che, almeno per il momento, il ritrovo di famiglia fosse concluso.
Aveva decisamente bisogno di uscire.

La madre gli baciò una guancia e gli aggiustò la cuffia sistemata sulla testa in modo premuroso quando le disse che sarebbe uscito, prima di sorridergli e lasciargli un'ultima carezza.
Zayn le allontanò le mani delicatamente quando si accorse dei risolini delle sorelle, al che riservò loro un'occhiata che le fece tacere ma pur sempre con un sorriso ben impresso sulle labbra, prima di allontanarsi dalla cucina.
«Tanto lo sappiamo che sei il cocco di mamma.»
«Doniya!» La riprese Trisha, giustamente.
Non che quello che aveva appena detto la sorella non fosse vero.
Con i suoi vent'anni sulle spalle era più che sicuro che Trisha e lui avessero un rapporto speciale, che andasse oltre quello tipico tra madre e figlio.
Non che lei volesse meno bene alle altre tre, intendiamoci, ma quando parlava di Zayn le si illuminavano gli occhi in un modo unico, difficile da descrivere e se capitava che le chiedessero il motivo lei rispondeva semplicemente dicendo: «È stato il primo. È in ogni parte di me.»
Lui, anche se cercava di mascherarlo, andava molto orgoglioso di ciò.
Il K2O si trovava non molto lontano da casa sua. Doveva solamente percorrere l'intera sua vita, svoltare a destra e dopo una ventina di metri c'era il bar.
L'insegna azzurra spiccava sul muro con mattoni a vista e due grandi vetrate permettevano di dare una sbirciata all'interno.
La porta d'ingresso era di legno, così come il pavimento che scricchiolava leggermente sotto le scarpe dei clienti.
Era accogliente e confortevole come posto.
Una leggera musica si diffondeva dalle casse poste in ogni angolo del locale e benché fosse di medie dimensioni la massa di gente non mancava, qualunque giorno della settimana fosse.
Zayn era sempre stato un tipo tranquillo, taciturno e poco loquace. Aveva una stretta cerchia di amici, di cui andava più che fiero.
Non amava molto uscire, anzi preferiva starsene in casa, immerso nella sua tranquillità, dov'era sicuro che nessuno gli potesse dare particolarmente fastidio e di avere tutto quello di cui avesse bisogno ma per quel posto poteva decisamente fare un'eccezione.
Louis era indaffarato nel servire un paio di clienti che, a giudicare dal suo sguardo, sembravano piuttosto esigenti quando entrò.
Sugli sgabelli erano appollaiati Liam, Niall e Harry: tutti con una birra stretta tra le dita.
Quando li raggiunse rispose al sorriso allegro di Louis per ringraziarlo quando gli diede una bottiglia e prendendo posto accanto agli altri.
Ormai avevamo un posto privilegiato: dopotutto essere i migliori amici del proprietario del bar aveva i suoi bei vantaggi.
«Buonasera», cinguettò Harry, impegnato nel cercare di rubare qualche patatina al barista. Louis in risposta gli diede una sberla sulle mani, facendogli una linguaccia.
Zayn sollevò le labbra verso l'alto per rispondere a quel saluto e per la scena che gli si presentava davanti.
«Che brutta faccia, Malik. Che ti è successo, è morto il gatto?»
Alzò gli occhi al cielo all'intervento di Niall per poi fulminarlo con lo sguardo. Non tollerava di essere chiamato per cognome.
«Uhm, tutto bene, Zayn?»
Si rincuorò solamente quando la voce calda e rassicurante di Liam gli si rivolse.
Sapeva sempre come prenderlo.
Si chiese poi distrattamente se fosse quello il momento per dire loro che presto avrebbe avuto un altro bambino per casa ma poi constatò che fosse meglio stare in silenzio, non sapeva nemmeno se sua madre avesse già divulgato la notizia a qualche parente.
Sicuramente sì, non riusciva a stare zitta quando c'era qualcosa che la rendeva particolarmente felice.
«Certo che sì», rispose quindi semplicemente, aggiungendo una scrollata di spalle, totalmente in suo stile.
Louis si voltò giusto in quel momento per rivolgergli una rapida occhiata, giusto per constatare che effettivamente stesse bene e Zayn non poté fare a meno che ridacchiare per i suoi capelli scompigliati.
Comprese a quel punto che per il momento fosse tutto ok.
«Credete di poter stare un po' qui dopo la chiusura? Ho bisogno di qualcuno che mi dia una mano per mettere un po' in ordine.»
Tutti fecero una smorfia alla richiesta di Louis ma alla fine annuirono.
La sua totale apatia per l'ordine era ben nota ad ognuno.
«Si», borbottò Niall.
«Grande! Grazie ragazzi.»
Almeno aveva la decenza di ringraziarli.
Sembrò anche sul punto di dire altro quando fu distratto da una risata leggermente sguaiata e allora i suoi occhi azzurri si puntarono su una figura non molto lontano da loro che stringeva tra le mani un vassoio e chiacchierava animatamente con un cliente.
«Lilith!» La rimproverò subito dopo.
Lei si girò appena, giusto il tempo di rivolgere un sorrisino a Louis e poggiare una mano sulla spalla del ragazzo che sembrava intenzionato a non volerla lasciare.
Dopo pochi istanti si incamminò verso di loro.
«Ti pago per lavorare, non per chiacchierare», sibilò tra i denti.
La ragazza non si fece disturbare dalle quelle parole e dopo avergli assestato una pacca sul sedere chiese semplicemente un birra per un altro cliente.
Louis alzò gli occhi al cielo.
«E quella chi è?»
Gli occhi di Niall erano ancora rivolti verso il fondoschiena della ragazza quando parlò e sembrava proprio che non riuscisse a toglierle lo sguardo di dosso.
Liam gli diede una piccola sberla dietro la testa per farlo riprendere.
«È la figlia di un'amica di mia madre», soffiò a quel punto il Louis. «Starà da noi per un po'.»
Ognuno annuì e Zayn lanciò uno sguardo quasi casuale nella direzione della ragazza misteriosa.

L'orario di chiusura era ormai passato da un pezzo e seppure il bar avesse le saracinesche abbassate, dentro la luce era ancora accesa e i cinque ragazzi avevano preso posto ad un tavolo qualsiasi e si stavano godendo qualche risata, nella tranquillità più totale.
Niall stringeva tra le dita affusolate una bottiglia e benché avesse le guance arrossate e biascicasse appena non sembrava intenzionato a mollare l'oggetto.
Diciamo che più o meno tutti erano messi in quelle condizioni.
Il locale era stato ripulito ed era stata una fortuna che i ragazzi avessero deciso di aiutare Louis perché la ragazza che avrebbe dovuto dargli una mano era dovuta scappare di corsa.
Gli aveva assicurato, però, che dal giorno dopo si sarebbe trasformata in una dipendente modello.
Tutto sommato non lavorava male, chiacchierava un po' troppo spesso, quello sì, ma i clienti sembravano apprezzarla ed in più serviva qualche tocco femminile in quel posto.
A qualche minuto alle due la sedia di Liam strisciò rumorosamente sul pavimento, gettò la bottiglia nel sacco e salutò gli amici con la scusa che la mattina dopo si sarebbe dovuto alzare presto per lavorare.
Poco dopo, Harry e Niall lo imitarono.
Louis e Zayn rimasero soli.
«Coraggio Malik, spara.»
Alzò gli occhi al cielo anche quella volta, scroccando un'occhiata scocciata all'amico.
Quella sera parevano tutti in vena di chiamarlo per cognome.
«Non ho intenzione di ascoltare il tuo silenzio», lo avvertì a quel punto Louis, conoscendolo bene.
In effetti il suo migliore amico poteva rappresentare la persona perfetta per sfogarsi e senza ombra di dubbio lo avrebbe capito rapidamente.
Louis di sorelle ne aveva cinque e un solo fratello che rappresentava per lui una piccola speranza, sebbene fosse ancora troppo piccolo per qualsiasi cosa. Aveva davvero una grande famiglia e una gran quantità di ormoni per casa.
A volte Zayn si domandava come faceva.
«Cosa ti fa pensare che qualcosa non vada?»
Louis fece scontrare la lingua sul palato, producendo un rumore fastidioso e guardò l'amico di traverso.
«Beh, punto primo la tua stessa domanda, punto secondo sei più silenzioso del solito e, fidati, ce ne vuole perché tu sia più taciturno del normale.»
Zayn a quel punto sospirò e l'altro sorrise soddisfatto perché anche quella volta ci aveva preso.
«Ti odio.»
«Nah», rispose Louis. «Avanti parla.»
Sospirò: saper come perdere tempo era una sua dote.
«Mia madre è incinta, ancora.»
I minuti successivi furono silenziosi. Zayn non aveva più niente da dire e beh Louis stava cercando di elaborare la notizia. L'unica cosa che riusciva a pensare era che non solo sua madre era quella che non si stancava mai di avere figli, ma si trattenne dal dire questo
«E cosa c'è di male?» Domandò invece.
Louis conosceva Zayn da molto tempo e sapeva bene quanto questo fosse contrario ai cambiamenti, di qualsiasi natura fossero.
C'era equilibrio nella sua vita e solo Louis poteva capire bene quello che portava un neonato in una casa.
«È una bella notizia, Zay. Non la pensi così?»
Increspò lievemente le labbra al soprannome che solo poche ore prima aveva usato anche sua madre per chiedere la sua opinione, sempre sullo stesso argomento.
«Certo che è una bella notizia», borbottò a quel punto il ragazzo.
Louis annuì, posandogli una mano sulla spalla.
«Ma un bambino è un bambino. Piangerà, bisognerà prendersi cura di lui e un sacco di altre cose.»
«Beh certo che sì. I primi mesi saranno un po' difficili. I tuoi genitori ed anche te e le tue sorelle dovrete abituarvi ma dopo sembrerà tutto normale», lo rincuorò l'amico. «Il primi tempi a casa con i gemelli sembravano un inferno. Adesso va tutto bene.»
Zayn s'imbronciò, proprio come quand'era piccolo e non poteva avere il giocattolo che voleva perché la stanza era sommersa da tanti altri e dunque sua madre si rifiutava di prendergliene uno nuovo, ma annuì piano.
Non considerava quel bambino come una cosa negativa ma era ancora leggermente scioccato dalla notizia e gli sarebbe, di certo, voluto qualche altro giorno perché accettasse la cosa senza alcun problema.
«Quando l'hai saputo?» Chiese a quel punto Louis, impegnato nel far girare nella mano la bottiglia di birra ormai finita.
«Questo pomeriggio.»
«Uau.»
«Già», borbottò Zayn.



Note autore:
Buongiorno a tutti, belli e brutti. Non so con che coraggio dopo tanto tempo mi presento qui, sono davvero una brutta persona. Non ci crederete mai ma questa volta non ho una banale os con protagonista il nostro Zayn ma bensì con una storiellina che non so bene quanti capitoli avrà perché devo ancora finirla ma non penso che saranno molti. Sono davvero contenta di condividere questo momento con voi perché è dalla fine della scuola che ho questo piccolo progetto in testa e riesco a realizzarlo solo ora che praticamente mancano poche ore all'inizio di tutto, ancora una volta.
Spero con tutto il mio cuore che vi piaccia veramente perché ci sto mettendo anima e corpo in questo scritto.
Volevo anche svelarvi un segreto: inizialmente questa storia è partita come sempre come un'os perché adesso vanno di "moda", diciamo, one shot lunghe quanto un intero libro ma alla fine ho deciso che fosse meglio spezzare la storia in modo da riuscire a postare qualcosa.
La protagonista che affianca il nostro Zayn è una misteriosa ragazza dal nome Lilith che compare poco in questo capitolo ma a cui tengo, ovviamente e ugualmente, abbastanza.
Scoprirete di certo di più nei prossimi capitoli.
Come sempre, i restanti ragazzi compaiono ed affiancano il nostro protagonista e sono contenta di questo perché non sono proprio riuscita ad escludere nessuno di loro. In cinque sono nati e cinque, per me, rimarranno per sempre.
Tutti i ragazzi avranno dei ruoli ben definiti all'interno del racconto e come avete potuto vedere sin da subito ci sanno diversi momenti Zouis che per me me sono come l'aria. Mi mancano un sacco loro due assieme.
Comunque, già nel prossimo capitolo, si scopriranno maggiori informazioni riguardanti tutto.
Volevo dire il fatto che il bambino che sta aspettando Thisha non so nemmeno come mi sia venuto fuori. Zayn con i bambini è la mia cosa preferita, anche se all'inizio qui va un po' in crisi ahahah, ma davvero non so nemmeno se entro la fine della storia il piccolo fratellino, o sorellina, nascerà.
Una cosa che vi posso dire e confermare sarà la presenza dei gemellini Ernest e Doris per cui io stravedo.
Ah, quasi dimenticavo, ho cambiato qualcosa all'interno della famiglia Malik. Zayn nella storia risulta come il più grande ma nella realtà, penso che voi lo sappiate, è Doniya la figlia maggiore. Ci tenevo che lo sapeste perché è giusto informarvi su queste cose.
Bene, detto questo mi dileguo perché sono veramente di fretta e mi auguro che vi piaccia. Ci sentiamo al prossimo aggiornamento che non dovrebbe essere tra molto tempo (massimo una settimana).
Come sempre mi scuso in anticipo per gli errori ortografici che provvederò a correggere, nel caso ce ne fossero, nei prossimi giorni. Nel frattempo vi mando un bacio e buona lettura.
Inoltre vi ricordo, as usual, che nel caso voleste dare un'occhiata a tutto quello che ho scritto nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente 
qui e per contattarmi potete usare anche il mio Ask (anche se non lo uso molto) ma è pur sempre esistente.
Baci e alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 2
*** II ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

02

La mattina seguente alle sette Zayn era in piedi, con un mal di testa tremendo ed un paio di occhiaie da far paura.
Era stata una pessima idea tornare a casa alle cinque del mattino, ubriaco per di più.
I piedi battevano sul pavimento freddo che lo fece rabbrividire ulteriormente, ma che parve risvegliarlo appena.
Aveva i capelli arruffati e la barba di qualche giorno a ricoprirgli le guance.
Quando giunse in cucina, non perse ulteriore tempo nell'afferrare la tazza blu e versarci dentro del caffè.
Si grattò distrattamente l'addome nudo e gli sembrò di congelare quando la sua mano fredda entrò in contatto con la pelle, ancora in parte calda.
Poi si voltò appena in tempo, giusto per rendersi conto che sua madre e la ragazza che solo la sera prima aveva incontrato al bar di Louis lo stessero osservando: la prima con aria curiosa, sorpresa che non le avesse notate e la seconda con un piccolo sorriso imbarazzato sulle labbra sottili e le guance leggermente arrossate.
«Zay, si gela. Perché non vai a metterti una maglietta?»
Trisha lo riprese amorevolmente prima di voltarsi alla sua destra.
«Lilith questo è mio figlio maggiore, Zayn. Zayn questa è Lilith e da oggi la nuova babysitter di tua sorella Safaa.»
Il caffè gli si bloccò in gola quando la madre lo avvertì di quel fatto.
Certo non che fosse sorpreso, lui e il babysitting non andavano molto d'accordo e con la scusa di essere spesso fuori casa la sua piccola sorellina doveva rimanere quasi sempre da qualche amica.
Almeno questo accadeva fino al giorno prima.
Guardò quindi per qualche istante la mano della ragazza. Era piccola e con le unghie smaltate di azzurro: colore insolito per l'inverno.
«È un piacere conoscerti», pronunciò a quel punto Lilith.
Zayn si limitò a stringere la presa, accennando un sorriso per poi sparire per il corridoio con la sua tazza tra le dita.
Erano le sette ed un quarto di mattina e lui aveva già avuto a che fare con degli umani ed in più se non si fosse dato una mossa sarebbe arrivato in ritardo. Improponibile.
Mezz'ora dopo l'auto stazionava davanti al Far Away, che anche quella mattina aveva già le saracinesche alzate.
Chiuse gli occhi per qualche istante prima di immergersi nel freddo rigido della città e correre al riparo.
Harry era fermo dietro il bancone sistemato all'entrata a chiacchierare con una loro collega quando entrò.
Lo accolse con un espressione a metà tra l'arreso e l'arrabbiato ma quando Zayn notò le sopracciglia aggrottate capì che prevaleva l'ira.
Lo sapeva di essere in ritardo, non aveva certo bisogno di lui per ricordarselo.
«Sei in ritardo», disse a quel punto.
L'altro sollevò lo guardo verso il soffitto e, senza rispondergli, andò dritto nella sua stanza.
L'unica nota positiva di lavorare in quello studio era di certo avere uno spazio per sé, per lavorare in pace.
I ricci dell'amico sbucarono poco dopo dalla fessura della porta, dopo aver bussato ovviamente, ora con un sorriso che sorgeva sulle labbra piene.
«Hai un cliente tra poco.»
Zayn annuì semplicemente e l'altro sparì.
Il Far Away era uno dei due studi di tatuaggi che si trovavano nella piccola città di Bradford e poteva vantare numerosi clienti.
Aveva le pareti bianche ricoperte da quadri in cui erano incorniciati i lavori più elaborati e difficoltosi che erano stati realizzati.
Zayn e Harry avevano deciso di aprirlo ormai due anni prima, quando capirono che non avrebbero voluto fare altro e da allora quindi si divertivano a riempire d'inchiostro le pelli altrui e quelle di loro stessi.
Era piacevole lavorare lì, Harry era un ottimo collega oltre che amico e sebbene qualche volta entrasse nella sua stanza quando stava lavorando tutto sommato riusciva a sopportare la sua presenza solo perché se ne stava in silenzio ad ammirare la macchinetta che lavorava sulla pelle.
Dunque quando anche quella volta l'amico si presentò nella sua stanza non si stupì più di tanto. Ma, a dirla tutta, questa volta, più che osservare il lavoro stava osservando attentamente la figura di Zayn.
Quest'ultimo qualche minuto dopo lasciò una pacca sulla spalla ad un suo, ormai, cliente abituale che gli promise che sarebbe tornato il prima possibile quando poi rivolse il suo sguardo all'amico seduto sulla sua piccola scrivania.
«Tutto bene, Haz?» Domandò quindi.
Gettò i guanti sporchi nel cestino e afferrò la bottiglietta d'acqua.
«C'è qualcosa che non so?»
Alzò gli occhi al cielo per la domanda e si posizionò esattamente accanto ad Harry, facendo una smorfia quando si rese conto di non essere molto comodo.
«Perché dici così?»
«Non lo so Zay, mi sembri diverso.»
Questo scoppiò a ridere, posandogli una mano sulla spalla. Era così tenero Harry, quando si concentrava.
«È tutto a posto, davvero.»
«Non penso sia così. Hai le occhiaie e di solito quando succede è perché ti sei sbronzato con Louis.»
«È vero. Sono stato con Louis fino alle cinque del mattino ma niente che non abbiamo già fatto.»
«Me lo diresti se qualcosa ti turba, vero?»
Zayn guardò Harry per qualche istante e sorrise nel constatare che fosse così preoccupato per lui.
Era vero quella mattina aveva un brutto aspetto, per quanto a uno come lui fosse concesso, ma a parte quello stava bene.
Era riuscito anche a vedere con una luce nuova quello che la madre gli aveva detto solo il giorno prima.
Aveva solo bisogno di dormirci sopra un altro po'.
Tuttavia non si sentiva ancora in vena di dare la notizia agli altri amici.
Magari l'avrebbe rimandato alla sera.
«Certo Harry. Ed ora vai a lavorare, scansafatiche!» Lo canzonò.
L'altro in risposta sollevò il dito medio per poi squagliarsela.
Quando poi nel tardo pomeriggio ritornò a casa, trovò Lilith indaffarata nell'aiutare la piccola Safaa a fare i compiti.
Poi, notò l'assenza delle restanti sorelle.
«Sono uscite», lo informò la ragazza.
Zayn allora annuì, mettendo a terra la bambina che gli era corsa tra le braccia e sparendo al piano superiore per fare la doccia.
Lo infastidiva la presenza di un'estranea in casa sua e lo infastidiva ancora di più che avesse capito i suoi stessi pensieri così velocemente.
Espirò l'aria dal naso mentre si affrettava ad accendere l'acqua, impaziente di sbarazzarsi del freddo che era riuscito a raggiungere quasi le ossa.
Nel momento poi in cui si sfilò la maglietta nera facendola cadere ai suoi piedi, la maniglia della porta si abbassò e la porta si spalancò troppo velocemente, rivelando la figura di Lilith.
«Uhm, scusa», balbettò decisamente a disagio. Si torturò con fare nervoso le mani per giusto un paio di secondi prima di parlare nuovamente. «Pensavo fosse la camera di Safaa.»
Zayn sollevò gli occhi al cielo perché questa ragazza era decisamente troppo invadente e aveva il maledetto potere di essere ovunque.
«È l'ultima porta a destra», la informò dunque, in tono freddo.
L'altra annuì, imbarazzata e sparendo di nuovo.
Zayn sperò di non rivederla fino al giorno seguente, poi borbottò qualcosa di insensato prima di infilarsi sotto il getto di acqua calda e dimenticarsi della ragazza ficcanaso.

Quando poi anche quella sera si chiuse la porta di casa alle spalle e camminò fino al K2O il solito tepore lo accolse, così come i suoi amici più sorridenti che mai.
Li osservò incuriositi e con un sopracciglio alzato per questa insolita versione di loro.
Louis fu più veloce di tutti gli altri a spiegargli la motivazione di tanta allegria.
«Sophia ha finalmente concesso un appuntamento al nostro Liam.»
Zayn osservò il ragazzo chiamato in causa, un sorriso luminoso si apriva sulle labbra e aveva una stana luce negli occhi che sarebbe stato in grado di illuminare tutta la stanza.
C'era da dire, a merito suo, che era più di un mese che tentava di combinate un'uscita con questa misteriosa ragazza che a Louis, Harry, Zayn e Niall era concesso di conoscere solo il nome.
Presentare gli amici prima di uscire era un passo troppo importante da compiere e poi Liam conosceva bene gli elementi a cui avrebbe dovuto metterla davanti e semplicemente aveva pensato di aspettare.
Zayn allora gli assestò una pacca sulla spalla, ricambiando il sorriso allegro.
«Era ora, diamine!» Esclamò anche.
Liam annuì, gioioso.
Stava gongolando, chiunque avrebbe potuto notarlo e per certi aspetti, avrebbe aggiunto Louis, a giudicare dalla sua espressione, era imbarazzante.
Poco dopo la figura di Lilith interruppe i discorsi che erano venuti a creare.
«Lou, mi servirebbero due birre.»
Louis non si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo perché sapeva bene dove fosse ciò che cercava eppure si ostinava a chiedere a lui.
Lei e Zayn si scambiarono una breve occhiata prima che ognuno ritornasse alla proprie attività.
«È più sfaticata di me», si lasciò sfuggire l'amico dietro il bancone. «Davvero. Non pensavo che esistesse qualcuno così.»
Niall a quel punto sollevò lo sguardo dalla sua birra e sfoderò un sorriso furbo, quasi da far paura. «Non dimenticarti di Zayn», borbottò.
Questo sbuffò appena e alzò il dito medio nella direzione dell'amico, facendolo ridere.
Quando poi finì la bottiglia si premurò di lanciargli anche le ultime gocce rimaste sul fondo.
Louis momentaneamente distratto da qualche cliente e da una pila di bicchieri da asciugare parve ritornare in sé solamente quando Lilith gli assestò l'ennesima pacca con il vassoio sul sedere, per poi limitarsi ad incenerirla con lo sguardo.
Era davvero una gran impertinente.
«Mi ha detto di aver trovato un altro lavoro per avere qualche soldo in più», parlò poi Louis.
Zayn a quella constatazione alzò frettolosamente gli occhi sulla figura del suo migliore amico cercando di non destare nessun sospetto.
Magari non aveva parlato di lui. Non avrebbe voluto di certo cominciare a discutere con Niall di quanto fosse fortunato a trovarsi a gironzolare per casa una ragazza di quel calibro.
Che poi..era fortunato?
Nel giro di poche ore era stata in grado di beccarlo senza maglia, aveva dovuto relazionarsi con lei nelle ore più cruciali della mattinata, era entrata nel suo bagno proprio quando stava per farsi una doccia e s'insinuava nei suoi pensieri con una facilità tale da fargli quasi paura.
No, non poteva di certo considerarsi fortunato.
Almeno non per il momento.
«Mi piacerebbe davvero sapere cosa combina fuori da qui.»
Sospirò felice che non dovesse intraprendere nessuna conversazione sul come aveva fatto ad arrivare a casa sua. Che poi, detto sinceramente, quello non lo sapeva nemmeno Zayn.
Se l'era ritrovata lì, tra quelle mura, in modo talmente improvviso che non aveva avuto nemmeno il tempo per farsi quella stessa domanda.
«Accidenti quant'è figa», commentò Niall.
Liam, accanto a lui, sospirò sconfitto e Harry rise appena e quando poi anche quella sera il K2O chiuse loro cinque stazionarono lì ancora per qualche ora.
Era sempre piacevole.
Louis da quando si erano accomodati ad uno dei tanti tavoli osservava Zayn con una strana espressione, forse di speranza, e lui sapeva bene cosa stava a significare.
Dopotutto non sarebbe stato male se l'avesse detto ai suoi amici.
L'amico percepì il sospiro arrendevole dell'altro e quasi gli si illuminarono gli occhi.
«Silenzio! Malik deve dare una notizia», tuonò anche.
Sbuffò per quella dannata mania di chiamarlo per cognome ma per quella volta cercò di non curarsene perché aveva cose ben più importanti a cui pensare.
«Mia madre aspetta un bambino», asserì finalmente qualche istante dopo.
A quel punto Liam divenne improvvisamente serio mentre Niall si limitò a troncare l'attacco di parlantina di cui sembrava affetto fino a poco prima.
Harry, seppur con qualche nota di delusione gli sorrise e gli occhi verdi si illuminarono.
Lui e la strana passione per i bambini.
«Oh mio Dio. Davvero?» Pronunciò Liam per primo.
Zayn annuì semplicemente, congiungendo le mani sul tavolo.
«Congratulazioni!» Trillò a quel punto un Niall totalmente entusiasta.
«Sapevo che era qualcosa di grande! È fantastico!» Esclamò invece Harry, probabilmente collegando i vari eventi.
Zayn si limitò quindi a sorridere impacciatamente e un leggero pizzico di imbarazzo a macchiate la sua persona. Era strano avere tutte quelle attenzioni concentrate su se stesso.
«Accidenti. Tua madre come sta?»
Non che avesse avuto modo di vederla molto spesso negli ultimi due giorni.
Quella stessa sera lei era appena rientrata quando Zayn era sulla soglia della porta, pronto per uscire.
Inoltre aveva sentito davvero troppe storie sulle gravidanze, sul fatto di quanto si stesse male e molte altre ma aveva sempre ritenuto insolito che a parte la stanchezza e qualche nausea ogni tanto per il resto Trisha sembrasse un fiore, raggiante più che mai.
Questo aveva potuto constatarlo con l'arrivo delle tre sorelle.
«Bene direi», si lasciò dunque scappare.
Liam, accanto a lui, annuì.
«Allora propongo un brindisi al prossimo Malik. Che ne dici, questa volta potrà esserci una svolta e sbucare fuori un maschio?»
Zayn rise appena a quello che Niall aveva balbettato ma scrollò semplicemente le spalle omettendo che anche lui avrebbe preferito di gran lunga avere un fratello, questa volta, ma che gli sarebbe andato bene ugualmente dover appendere un altro fiocco rosa alla porta.
Dopotutto è questione di abitudine.

Anche la mattina successiva, quando Zayn si alzò non si curò di portarsi una maglietta con sé, preferendo gelare piuttosto che cercarla nell'armadio incasinato.
Nel momento però in cui incontrò lo sguardo di Waliyha e di Lilith si pentì della sua scelta e capendo che d’ora in poi avrebbe avuto a che fare con delle persone ben prima dell'orario a cui solitamente era abituato.
Lui e sua madre non avevano avuto una chiara conversazione sul ruolo che avrebbe assunto quella ragazza ma gli era già parso chiaro che Trisha, almeno per il momento, di abbandonare il lavoro non ne aveva la minima intenzione.
Peccato.
Magari la sua presenza avrebbe reso più piacevole quella strana convivenza.
«Buongiorno», squittì dopo poco Lilith.
Zayn, ancora con l'idea di essere con la testa sul cuscino la osservò attentamente sfogliare uno di quegli stupidi giornali di gossip ma alla fine afferrò la sua tazza preferita e dopo averci versato dentro del caffè sparì nella sua stanza.
Nel frattempo la piccola Safaa che aveva incontrato per le scale accolse la ragazza con qualche gridolino e sentì l'atra sorella dire qualche parola sempre allo stesso soggetto.
«Non ti preoccupare. Fa così con tutti: alla mattina è un po' scontroso.»
Sbuffò perché non era mai possibile stare un po' in pace in quella casa.
Capì però che c'era qualcuno che apprezzava la presenza di Lilith.
Certo, era pur sempre un'altra donna.
Senza ulteriori pensieri scese frettolosamente le scale, catturando la sua sciarpa e cuffia per sparire oltre la porta, con il sottofondo delle sue sorelle che lo salutavamo.
Era già stufo di quella giornata. E avrebbe dovuto aspettare l'orario di chiusura del Far Away.
Il per tutto il giorno le ore non fecero altro che scorrere lentamente, quasi anche loro fossero state colte da un'improvvisa pigrizia.
Per questo parve a Zayn un miracolo quando l'orologio segnò le sei e mezza del pomeriggio e Harry girò la chiave per chiudere la porta e, con l'aiuto dell’amico, abbassare le saracinesche.
Si guardarono per qualche istante e dopo essersi rivolti un piccolo sorriso ed una pacca sulla spalla entrambi presero due direzioni diverse.
Nell'istante in cui, però, mise la mani nella tasca dei pantaloni per cercare le chiavi dell'auto si rese conto di averle lasciate sulla scrivania nel suo studio.
Chiuse gli occhi, e masticò qualche imprecazione giusto perché ci stava e solo quando ebbe chiuso nuovamente il negozio si preparò ad entrare in auto.
Tuttavia lui e quella sera non andavano decisamente d'accordo perché proprio dietro l'angolo sbucarono la piccola Safaa e Lilith, coperte con pesanti giubbini e cuffie e, a giudicare dal naso della bambina erano anche abbastanza infreddolite.
Quest’ultima, però, sembrava non curarsene e appena vide la figura di Zayn che le stava osservando corse verso di lui, entusiasta di poter raccontare a qualcuno, al di fuori della sua babysitter, la sua giornata trascorsa al parco giochi. Ma ancor prima che riuscisse ad iniziare il suo discorso il ragazzo invitò entrambe a salire sulla sua auto.
Almeno avrebbe ascoltato al caldo.
«Mi fa piacere che tu ti sia divertita.»
Sorrise amorevolmente alla bambina che, seduta sui sedili posteriori, aveva lo sguardo più luminoso di sempre.
«Zayn posso chiederti un favore?»
La voce angelica di Safaa irruppe nuovamente nell'abitacolo e Zayn abbassò quindi la radio per ascoltarla rivolgendole un'occhiata attraverso lo specchietto.
«Lilith può rimanere a cena da noi? La mamma questa sera arriverà tardi.»
Calò il silenzio e, ancora una volta, si rese conto di essere stato ingannato dalla vocina traditrice della sorella.
«La mamma arriverà tardi?»
Strinse distrattamente un po' troppo forte il volante mentre si accingeva a voltare a destra, dopo aver pazientemente aspettato al semaforo.
Lilith, che fino a quel momento se n'era stata in silenzio, si schiarì la gola, pronta a parlare al posto della piccola che evidentemente era meno informata.
«Ha avuto un impegno di lavoro all'ultimo minuto. Mi ha assicurato che ci avresti pensato tu a lei nel frattempo.»
Chiuse gli occhi, nuovamente perché lui, nella famiglia, era sempre l'ultimo a sapere le cose?
Poi, il solo fatto che sua madre non dovesse lavorare per così tante ore lo fece preoccupare.
«Papà?» Provò a chiedere.
«Da quello che mi ha detto tua madre non torna per cena nemmeno lui.»
Fantastico. Sarebbe stato bloccato in casa con le tre sorelle.
«Dai, Zayn, per favore!» Lo supplicò Safaa.
Aggrottò le sopracciglia e rimuginò a lungo, chiuso nel suo silenzio
«Non devi lavorare questa sera?» Tentò quindi.
Lilith scosse la testa. «Louis tiene il bar chiuso.» 
Serrò gli occhi perché ormai era bloccato su tutti i fronti e non aveva altra scelta. Alla fine le infinite lamentele e suppliche della bambina ebbero la meglio.
«Evviva!» Esclamò. Poi si sporse lievemente sul sedile e si rivolse alla ragazza stessa che, sulle labbra, aveva un piccolo sorriso divertito.
«Ti va bene?»
Lei annuì, facendo una carezza sulla testa della piccola e dicendole di sedersi meglio sul sedile. Safaa obbedì e poco dopo tornò il silenzio.
Fantastico. Sarebbe stato bloccato in casa con le tre sorelle e la babysitter.



Note autore:
Buongiorno mie care fanciulle!
Sei giorni dopo ho lo stesso coraggio di domenica scorsa di presentarmi qui e postare il secondo capitolo. Davvero non so il perché.
Sono comunque contenta perché nonostante la mia poca fiducia nella storia in sè la trama mi piace e mi affascina tanto da avvisarvi che non sarà di pochi capitoli come ho detto la scorsa volta ma bensì di un numero indefinito.
Abituatevi perché sarà possibile che dica una cosa diversa ogni volta.
In questo capitolo viene identificata meglio la figura di Lilith che si scopre che non affiancherà solamente il nostro Louis al K2O ma anche Trisha per occuparsi della piccola Safaa.
Ecco, a tal proposito, volevo anche dire che ne sono completamente consapevole che la piccola non abbia quell'esatta età, ovvero sette anni, ma davvero sono ossessionata all'idea che Zayn abbia una sorellina così piccola in casa.
Lilith è una ragazza un po' strana, che oscilla tra i momenti di timidezza, come quando lo incontra per la prima volta, e qualche momento di spavalderia. Ha un carattere strano ma, se vuole, sa come non farsi mettere i piedi in testa. Mi piace davvero che sia così.
La piccola Safaa viene subito conquistata da lei e comincia ad adorarla ancora prima di conoscerla veramente bene. Il loro rapporto è una delle cose più importanti per la storia: sarà una specie di pilastro.
Dunque nella prima parte oltre a scoprire qualcosa in più sulla nostra protagonista Zayn comunica finalmente ai ragazzi che ben presto avrà un nuovo arrivato all'interno della famiglia.
Ma, la cosa più importante, è che finalmente scopriamo che lavoro fa il nostro bel ragazzo.
Affiancato dal caro Harry gestisce un negozio che non dista molto da casa sua.
Zayn tatuatore mi ha sempre affascinato e lo vedo molto ben calato in questo ruolo.
Il nome sinceramente non so da dove sia saltato fuori ma fatto sta che quando finalmente l'ho trovato mi sono ricordata che Louis avesse un tatuaggio con la stessa scritta. Ho provato a cambiarlo ma ormai quel nome mi aveva colpita e questo è il risultato.
Scusate per la poca originalità.
Inoltre in questo capitolo compare anche la frase che ho utilizzato come introduzione e forse più avanti la cambierò ma per adesso mi piace perché dimostra come lui la pensi all'inizio di Lilith.
Volevo anche dirvi, ma penso che ve ne siate accorte anche voi, che c'è un piccolo accenno di Sophiam perché davvero li considero una coppia davvero tenera e bellissima e non potevo non inserirli.
L'ultima parte è lasciata poi in sospeso, ovvero manca il continuo che comparirà la prossima volta. Abbiate pazienza.
Bene detto questo penso di essermi dilungata troppo e quindi vi lascio in pace.
Vi ricordo, come ogni volta, che nel caso ci fossero eventuali errori ortografici provvederò al più presto a correggerli e mi scuso in anticipo. Inoltre vi dico che per leggere quello che ho scritto in questi mesi potete semplicemente cliccare 
qui e spero vivamente che vi piacciano perché in ogni cosa che faccio ci metto il cuore e che per contattarmi potete anche provare su Ask (anche se, come forse sapete, non lo uso molto e non mi piace nemmeno).
Ok, ora vi saluto sul serio e vi mando un bacio enorme. Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 3
*** III ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

03

Quando rientrarono erano tutti stretti nei propri giubbotti perché quell'inverno era più freddo che mai.
Doniya e Waliyha erano appollaiate sul divano che attendevano il rientro di qualcuno ma gettarono solo uno sguardo distratto alle persone che avevano appena varcato la soglia di casa per poi riportare gli occhi su un programma televisivo che sembrava ben più intrigante.
Zayn si piazzò davanti all'oggetto di tanto interesse e passò una mano tra i capelli per poi posarle entrambe sui fianchi.
Dio, perché era sempre così nervoso quando doveva stare in casa con loro?
Le due sorelle lo guardarono male e aggrottarono le sopracciglia quando parvero capire che non si sarebbe spostato a breve.
«La mamma questa sera non torna per cena», informò.
Le altre due annuirono, per niente preoccupate e lui semplicemente si allontanò, tallonato dalla piccola Safaa.
Controllò ora sul suo cellulare e quando notò che erano appena scoccate le sette pensò che avrebbe fatto giusto in tempo a fare una doccia per poi chiamare la pizzeria.
Si inginocchiò per arrivare all'altezza della sorella che lo guardava con i suoi grandi occhi e sorrise ancora una volta.
Portava così tanta allegria e leggerezza nella famiglia che era impossibile non esserle affezionata.ù
«Vado a farmi una doccia e poi ordiniamo le pizze, va bene?»
La piccola annuì e sorrise anche lei.
«Puoi chiamare Doniya e Waliyha per dir loro di apparecchiare?» Chiese anche, pazientemente.
Lei scosse la testa prontamente e Zayn aggrottò le sopracciglia confuso.
I capricci non poteva sopportarli.
«Può aiutarmi Lilith.»
Sospirò di sollievo quando si rese conto che non avrebbe dovuto rimproverarla.
Lui allora spostò lo sguardo sulla ragazza appoggiata allo stipite della porta e solo quando ottenne un consenso da parte sua, rivolse nuovamente lo sguardo alla sorellina.
«Certo che sì.»
E prima di alzarsi le scompigliò i capelli affettuosamente e come risposta la risata allegra della bambina echeggiò per le mura, rendendolo felice a sua volta.
Quando successivamente ritornò al piano inferiore aveva i capelli ancora bagnati, la barba che avrebbe dovuto farsi ma che aveva deciso di tenere ancora un po' e un paio di pantaloni grigi sovrastati da una maglia bianca.
Nel momento poi, in cui arrivò in cucina notò la tavola perfettamente apparecchiata e sollevò il pollice nella direzione di Safaa, come per dirle di aver fatto un ottimo lavoro.
Lilith era al telefono quando si premurò di catturare il suo. La ragazza allora allontanò appena l'oggetto dal suo orecchio per poi coprirlo con una mano, in modo che dall'altra parte non potessero sentire.
«Lascia stare. Ho già fatto io.»
La guardò per qualche secondo e ancora una volta si incupì per il solo fatto che si fosse insinuata così velocemente nei suoi stessi pensieri.
Ma, alla fine, annuì sorridendo appena e stupendosi dell'occhiolino che ricevette.
Di solito era lui ad usare quella mossa con le ragazze.
Quando poi posò il cellulare sul mobile dietro di sé, Lilith seguì Safaa nel soggiorno mentre Zayn, ancora incuriosito dalla storia del bar chiuso si premurò di chiamate Louis.
L'amico rispose dopo diversi squilli e con una voce talmente assonnata che lui non poté fare a meno di ridere.
Si accomodò su una delle sedie posizionate attorno al tavolo mentre aspettava che l'altro smettesse di imprecare animatamente per averlo svegliato nel bel mezzo di un sogno, a detta sua, mozzafiato.
«Hai finito?» Domandò dunque, dopo qualche minuto.
«Sei un cazzone», rispose Louis.
Zayn scollò le spalle, anche se non poteva vederlo e si sistemò meglio sulla sedia, poggiando il braccio sullo schienale di quella accanto.
«Come mai ha tenuto chiuso il bar?»
Louis a quel punto imprecò ancora, aggiungendoci qualche offesa per l'amico.
Era davvero carino.
«Dimmi che non mi hai chiamato per questo.»
Zayn rimase in silenzio.
«Malik, ho una sbonza pazzesca alle spalle e stavo dormendo. Tu non puoi avermi chiamato per chiedermi per quale cazzo di motivo ho tenuto chiuso il bar.»
«Sbornia cattiva?»
«Fottiti», sibilò Louis.
Doppiamente carino.
Adesso però, l'altra domanda era: perché stava avendo i postumi di una sbronza alle spalle?
«A cosa devi la “sbornia pazzesca” di cui stavi parlando?»
L'altro sbadigliò, facendogli intendere che avrebbe preferito far altro piuttosto che parlare ma Zayn non aveva intenzione di chiudere la chiamata, soprattutto dal momento che era solo con ben quattro donne in casa.
«Sono stato fuori tutta notte con il ragazzo di mia sorella. Zay, dovevi vedere come stavano appiccicati. Dovevo pur far qualcosa per evitare che scopassero nella stessa stanza dov'ero anch'io!»
Zayn a quel punto scoppiò nella risata più fragorosa di tutta la storia delle sue risate perché non avrebbe mai immaginato che si sarebbe spinto fino a quel punto.
Anche lui aveva visto le sue sorelle scambiarsi qualche bacio con i rispettivi ragazzi ma, dopo aver lasciato loro uno sguardo minaccioso come per metterli in guardia non aveva fatto altro.
«Sei davvero alla frutta, Tomlinson», commentò dunque.
«Grazie di aver infierito ulteriormente.»
«Figurati. Sempre a tua completa disposizione.»
Dunque gli fu subito fin troppo chiaro che il motivo di quella chiusura improvvisata fosse per darsi il tempo di riprendersi perché se era stato fuori tutta la notte e se alle sette di sera stava dormendo doveva per forza essere stato ubriaco perso.
«Ti basta un giorno per riprenderti?»
A quel punto Louis troncò definitivamente la conversazione, sbattendogli il telefono in faccia, non prima di aver imprecato nuovamente e «Testa di cazzo», pronunciare.
Zayn scoppiò semplicemente a ridere nuovamente perché era strano il ragazzo e di questo se ne accorgeva ogni giorno di più.
Qualche minuto più tardi tutti si sedettero a tavola.

Safaa si era accomodata orgogliosamente accanto a Lilith che le aveva tagliato la pizza per poi chiacchierare allegramente con Doniya e Waliyha.
Tutti sembravano averla accetta molto volentieri, anche se erano appena due giorni che lavorava da loro.
La ragazza rise numerose volte e sorrise altrettante per tutto il tempo. Era una compagnia piacevole, questo Zayn glielo poteva riconoscere.
«Ma non lavoravi alla sera?» Chiese a quel punto Doniya.
Lilith assentì mentre lanciava un'occhiata a Zayn per poi osservare la piccola di casa Malik che stava mangiando l'ultima fetta della sua pizza.
«Il bar era chiuso questa sera e ho deciso quindi di accettare l'invito di Safaa», spiegò, scrollando semplicemente le spalle.
«Dove lavori?»
Zayn fece una smorfia quando notò la bambina di fronte a lui con tutte le mani unte e anche la bocca, fu sollevato che ci fosse Lilith a pulirla.
A quel punto la ragazza mosse la testa, facendo svolazzare i lunghi capelli biondi legati in una coda disordinata quanto improvvisata e guardò Zayn per qualche secondo.
Che volesse il suo consenso?
Per tutta risposta lui si limitò a spostare gli occhi sulla sorella curiosa.
«Al K2O.»
«Ma non mi dire!» Esclamò Doniya. «Zayn va spesso là. Il proprietario è il suo miglior amico.»
Zayn stesso la maledì per quella sua lingua eccessivamente lunga e assentì appena quando sentì lo sguardo di Lilith bruciare sulla sua pelle.
«Lo so», rispose dopo qualche istante. «L'ho incrociato un paio di volte.»
La sorella annuì e poco dopo lei e Waliyha sparirono nelle rispettive camere.
Safaa fu l'unica ad aiutare a riordinare.
«Piccola peste, è ora che tu vada a letto.»
Erano le dieci e mezza passate quando Lilith si inginocchiò all'altezza della bambina e le sorrise gentilmente.
Trisha che nel frattempo aveva chiamato, si era premurata di avvisare che prima delle undici non sarebbe tornata dato che lei e Yaser avevano deciso di rimanere fuori a cena dopo il lavoro.
Zayn si era semplicemente arreso.
La piccola annuì, sbadigliando appena e lui si limitò ad osservare la scena steso sul divano.
La ragazza riscese solamente quando Safaa si fu addormentata.
I capelli che ora le ricadevano morbidi sulle spalle e le sopracciglia erano aggrottate mentre osservava il telefono.
Nella casa non si poteva udire nessun rumore e Zayn pensò che, finalmente, quello era il primo momento di pace della giornata.
«I tuoi stanno per arrivate. Tua madre mi ha scritto di aspettarla. È un problema per te?»
Scosse lentamente la testa, guardandola per una manciata di secondi mentre si avvicinava al divano e poi riportò lo sguardo sul televisore.
Non era altrettanto interessante, però.
«E così il tuo migliore amico è il proprietario del tuo bar preferito. Quale coincidenza!»
Zayn serrò appena gli occhi perché avrebbe dovuto prendere in considerazione il fatto che non se ne potesse stare semplicemente in silenzio.
Si schiarì appena la gola.
«In realtà non si tratta di coincidenza. Suo nonno gestiva quello stesso bar, quindi lo frequento sin da quando ero bambino.»
Lilith si voltò nella sue direzione.
«Suo nonno gestiva quello stesso bar?»
Lui annuì appena perché nonostante il suo stupore le cose stavano così.
La ragazza scosse la testa, incredula.
«Tu, invece? Di cosa ti occupi?»
Non erano di certo i discorsi a cui avrebbe voluto prendere parte alle undici di sera, specialmente dopo una giornata intensa come quella, ma dopotutto, pensò, non era così male.
«Sono un tatuatore», rispose con orgoglio.
Non riusciva a mascherare quanto il suo lavoro gli piacesse.
«Oh mio Dio. Davvero?»
Sollevò appena le sopracciglia e le rivolse un'occhiata per la sua espressione e annuì, ancora.
«Quindi potresti farmi un tatuaggio?»
Zayn scrollò le spalle, vagamente divertito dalla piega della conversazione.
«Se ci tieni.»
Lilith gongolò al suo fianco e puntò allora i suoi occhi azzurri sulla figura del ragazzo.
«Anche in settimana?»
«Anche in settimana», confermò lui.
Lei batté le mani divertita e poco dopo si appoggiò allo schienale e si rilassò. Zayn apprezzò quel gesto.
«E tutti quei tatuaggi che hai te li sei fatti tu?»
Alzò gli occhi al cielo, perché non era possibile che parlasse così tanto, anche se, a dirla tutta, la sua voce non era sgradevole da stare ad ascoltare.
«No», ridacchiò Zayn. «Io ho fatto i disegni, a realizzarli ci ha pensato un mio amico.»
Lilith parve capire e annuì energicamente.
Lui a quel punto, incuriosito, non seppe tenere a freno la sua lingua, condannando così il silenzio che si era venuto a creare.
«Non hai tatuaggi?»
La ragazza scosse la testa, forse dispiaciuta.
«No. Sono una tela immacolata.»
Zayn sorrise per quella strana affermazione non aggiungendo altro. Gli bastava sapere quello.
«Davvero troveresti il tempo per farmene uno?»
Lui allora appoggiò il telecomando sul bracciolo del divano e sistemò meglio i piedi sopra il tavolino, per stare più comodo e le scroccò un'occhiata quasi annoiata.
Quella ragazza parlava veramente troppo per i suoi gusti.
«Sì», rispose semplicemente.
Lei annuì, ancora più felice di prima e quando si appoggiò allo schienale, per la seconda volta Zayn si ritrovò a sperare che fosse la volta buona che rimanesse in silenzio.
La testa di Lilith ciondolò appena quando si addormentò e lui si ritrovò a sospirare perché sua madre non era ancora tornata ed erano le undici e mezza passate.
Dannazione poteva anche avvisare che avrebbe fatto tardi.
Aveva le braccia incrociate al petto e in una delle mani teneva stretto saldamente il telefono e non poté fare a meno di pensare a quanto fosse tenera.
Increspò leggermente le labbra e decise che era giunta l'ora di trovare una soluzione perché non se ne poteva semplicemente stare sul divano a dormire.
L'aveva detto lui che questa storia della babysitter non sarebbe andata a finite bene.
Sbuffò appena quando dovette abbassare il volume della tv e si alzò, sistemandosi i pantaloni che gli erano scivolati lungo i fianchi. Si grattò distrattamente la nuca mentre pensava alla mossa successiva.
Una parte di lui, forse quella più razionale, diceva che avrebbe dovuto svegliarla e darle il permesso di andare a casa ma l'altra parte, quella più indisciplinata, gli diceva di non disturbarla, di sollevarla solamente e portarla nel suo letto, ma anche questa presto si sarebbe rivelata combattuta, perché la tentazione di dormire con lei era tanta ma il rispetto veniva per primo.
Stette attento a prenderla e nel momento in cui fu fra le sue braccia lei non perse tempo ad appoggiare la testa al suo petto per stare più comoda.
Salì un po' faticosamente le scale e aprì la porta con un piede per distenderla sul letto.
Solo quando le ebbe tolto le scarpe e coperta si allontanò e quando si sedette sul divano, pronto per affrontare una notte insonne, pensò che sua madre, in un modo o nell'altra, l'avrebbe pagata e di questo ne era certo.
Sobbalzò però troppo presto sui cuscini quando qualcosa gli sfiorò il viso e solo nel momento in cui riuscì a mettere a fuoco la figura che aveva davanti a sé, riuscì a riconoscere Trisha, che ancora con gli abiti da lavoro addosso lo osservava con aria dispiaciuta.
«Mi dispiace tesoro. Io e papà abbiamo fatto davvero troppo tardi.»
Annuì piano, mentre notava che la tv era stata spenta e l'unica luce proveniva dalla cucina.
La madre gli accarezzò i capelli. «Lilith è ancora qui?»
Zayn, assonnato, annuì piano. «È in camera mia che dorme», sussurrò anche.
La donna annuì, gli diede un bacio sulla testa e sparì oltre le scale con il marito e qualche minuto dopo nella casa si avvertì di nuovo silenzio.
L'unica cosa che stonava in tutto questo era la sua schiena che, dolorante, lo rimproverava per aver dormito fino a quel momento sul divano.
Dopo diversi secondi persi a cercare la posizione giusta, per alleviare il dolore, decise che doveva andare in bagno.
Quando si chiuse però la porta alle spalle e percorse il corridoio si ritrovò presto indeciso se ritornate sullo scomodo divano o affondare la testa nel cuscino del suo dolce letto, anche se in compagnia di una completa estranea.
Alla fine la tentazione ebbe la meglio e frettolosamente sparì nella sua stanza, dove non perse tempo a togliersi la maglietta e scivolare sotto le coperte già intiepidite per la presenza di un altro corpo.
Quella sensazione non era così male, però.



Note autore:
Buongiorno mie belle fanciulle!
Eccomi, finalmente, aggiungerei, con il terzo capitolo della storia. Sono tanto orgogliosa di questa parte perché è dove, bene o male, le cose cominciano ad evolversi ma, purtroppo per voi, le mie parti preferite e decisamente migliori devono ancora arrivare.
Comunque, nonostante questa piccola ed quasi inutile anticipazione volevo spiegarvi velocemente alcune cose.
Qui si riprende la sera delle scorso capitolo che ho lasciato, volutamente, in sospeso. Zayn è un po' sconvolto e molto scettico dal passare una serata insieme alle sue sorelle ed alla babysitter che altro non è che Lilith. La piccola Safaa è letteralmente innamorata di lei e si vede bene in questo capitolo come lo si vedrà in molti altri e anche le altre due sono molto contente di averla con loro. L'unico non molto convinto è il nostro povero Zayn. Gli darà parecchio da fare questa benedetta ragazza.
Nella prima parte c'è anche un piccolo pezzo di conversazione tra il nostro protagonista e Louis. Ho letteralmente adorato scrivere quel pezzo perché nonostante fossi io l'autrice ho riso tutto il tempo. Un ragazzo che va a bere fino a sbronzarsi e stare male perché voleva evitare che sua sorella andasse a letto con il suo ragazzo è davvero una scena inedita. Possiamo dire che sia un po' geloso di Lottie, come io immagino che sia anche nella vita reale.
Zayn, allora, non può fare a meno che prenderlo in giro e ridere delle sue disgrazie mentre l'altro si limita a ricoprirlo d'insulti per difendersi.
Ve l'ho già detto che amo gli Zouis dall'inizio dei tempi e sempre lo farò? Molto probabilmente sì.
Nella seconda parte, invece, assistiamo alla conversazione tra Lilith, Waliyha e Doniya. Le due sorelle, un po' impiccione, non si lasciano perdere l'occasione di scoprire qualcosa in più.
Ma quello che arriva dopo è decisamente migliore.
Lilith che, solo dopo aver messo a letto Safaa si siede sul divano e comincia a conversare con Zayn nonostante quest'ultimo voglia starsene in pace a guardare la tv e rilassarsi dopo una giornata pesante.
Ma lei non se ne accorge, anzi, lo subissa di domande a cui, nonostante la svogliatezza, lui risponde e ad un certo punto si ritrova perfino a ridere per la piega bizzarra che ha preso la conversazione.
Sono così carini, insieme.
Lei è totalmente meravigliata dalla notizia che lui per vivere fa il tatuatore e non può fare a meno che cogliere l'occasione al volo. Quando poi Zayn le conferma che potrà farle un tatuaggio lei quasi esplode dalla gioia.
Poi c'è anche il fatto che i genitori di Zayn tornano davvero tardi. Liltih, testarda tanto da aspettare Trisha nonostante l'orario di rientro venga sempre più rimandato, finisce per addormentarsi sul divano ed il ragazzo, anche se un po' di malavoglia, la porta nel suo letto.
È letteralmente questo il momento in cui avviene la svolta e succede qualcosa attorno a cui ruota tutta questa storia. Ogni passo sarà importante ma si può dire che questo sia il pezzo principale, quello più importante. Decisamente la parte preferita di quest'intero capitolo.
Nonostante anche oggi mi sia dilungata troppo spero che tutto questo sia servito per fare un breve riassunto di tutto quello successo e che non ci siano dubbi su niente. Anche se la lettura è relativamente semplice e, spero, scorrevole non voglio che ci siano incomprensioni di alcun genere.
Per concludere il mio, quasi infinito, monologo vi ricordo che, come sempre, per vedere quello che ho pubblicato nel corso dei mesi scorsi potete cliccare semplicemente 
qui e che per contattarmi potete usare anche Ask (anche se non molto usato).
Inoltre, as usual, mi scuso per gli eventuali errori ortografici che potrebbero esserci ma che provvederò a correggere non appena farò una lettura del capitolo, il che avverrà domani o massimo lunedì.
Detto questo non posso fare altro che mandarvi un bacio e dirvi che vi aspetto al prossimo aggiornamento. xx
-Micol :)

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Capitolo 4
*** IV ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

04

La mattina successiva quando qualche spiraglio di luce entrò dalla tenda e poco dopo la sua sveglia suonò, Zayn la spense con uno scatto della mano, per poi sistemare nuovamente il braccio sotto il cuscino e voltare il capo dal lato opposto.
Nel momento in cui, però, mosse le gambe notò quanto i suoi movimento fossero ostacolati.
Aprì allora lentamente un occhio e poi anche l'altro e quando si accorse del suo braccio intorno alla vita di Lilith quasi si spaventò.
Le loro gambe erano intrecciate e la vicinanza della testa della ragazza al suo petto era talmente tanta che sentiva il suo respiro leggero solleticargli la pelle e poteva anche quasi percepire il battito regolare del suo cuore.
La sua mano destra era sotto il cuscino di Zayn e sul viso aveva una tale espressione beata che gli parve quasi un angelo.
I capelli biondi le ricadevano sulla schiena ed in parte anche sul materasso e solo in quel momento parve notare anche la vicinanza del suo bacino a quello di Lilith.
Nello sonno si fanno indubbiamente cose che non avresti mai pensato di fare.
Si beò, però, di quella sensazione perché dopotutto era piacevole, davvero tanto piacevole.
Poi, quando si accorse che era decisamente tardi, sciolse il nodo delle loro gambe e tolse il braccio dalla vita, sfilando contemporaneamente quello da sotto il cuscino ed in poco tempo di ritrovò accanto al letto, rimpiangendo che non fosse il suo giorno libero.
Scese le scale con estrema calma e quando notò la piccola Safaa che faceva colazione, da sola, attorno al tavolo quasi si pentì di non aver svegliato Lilith.
Doniya e Waliyha dovevano essere già uscite di casa per andare a scuola e sua madre probabilmente si era allontanata momentaneamente.
Zayn, dal canto suo, afferrò due tazze e le riempì di caffè: quella mattina si sentiva più generoso del normale, poi guardò la sorella con aria divertita e la spronò a seguirla con un cenno del capo.
«Vieni con me a svegliate Lilith?»
Apprezzò il fatto che almeno lei non l'avrebbe subissato di domande come avrebbero fatto le altre due, anzi si limitò ad annuire energicamente e abbandonando la tazza di latte che, chiaramente, non voleva più per correre lungo le scale.
«Stai attenta», la rimproverò, piano.
Senza ulteriori indugi Safaa spalancò la porta della sua camera e mentre lui si limitava a stare sulla soglia, appoggiando una spalla allo stipite lei si gettò, priva di nessuna grazia, sul letto.
La sua risata echeggiò poco dopo e quando Lilith aprì gli occhi la bambina gioì entusiasta per essere riuscita nel suo intento.
«Buongiorno marmocchia», sussurrò anche assonnata.
Zayn a quel punto le si avvicinò, posandole accanto la tazza che aveva stretto fino a quel momento tra le dita e scrollò semplicemente alle spalle quando la ragazza gli rivolse un'occhiata confusa.
Qualche istante dopo la voce della madre richiamò Safaa.
«Mmh, devo accompagnarla», si affrettò a dire Lilith.
Zayn allora scosse la testa e mosse una mano, come per cancellare quello appena detto.
«Non ti preoccupare. Ci pensa mia madre.»
La sorella sparì poco dopo, salutando con un abbraccio la ragazza e con un gran sorriso ed un bacio sulla guancia il fratello che la stava osservando sorridente.
«Sei allegro questa mattina», gli sussurrò anche. E tra le tre Safaa era quella che preferiva, decisamente.
Non era invadente, o almeno lo era entro certi limiti e diceva le cose senza troppi giri di parole ma non pretendeva di sapere niente.
«Grazie per il caffè.»
Si voltò solamente quando la piccola si chiuse la porta alle spalle e la voce della ragazza giunse alle sue orecchie.
Si prese qualche secondo per valutare come rispondere e per riflettere che per essere mattina, avesse già parlato più del necessario.
Cosa insolita.
Nel dubbio le sorrise semplicemente e si affrettò a raggiungere l'armadio per prendere i vestiti che avrebbe indossato quella mattina.
Lo sentiva lo sguardo di Lilith sulla sua schiena, lo sentiva eccome.
«Abbiamo dormito insieme?»
Girò quello che bastava il capo, per osservarla da sopra la sua spalla.
La tazza che si avvicina a e allontanava dalle sue labbra e per qualche millesimo di secondo desiderò di essere al posto di quell'oggetto.
«Uhm si. È il mio letto.»
Avrebbe voluto aggiungere che aveva provato a dormire sul divano ma che poi la schiena gli aveva impedito di avere un sonno sereno e che quindi si era semplicemente affiancato a lei.
Lilith annuì appena, in fondo non c'era nulla da ridire. Lui aveva tutto il diritto di dormire nel suo letto.
«Mi dispiace di essermi addormentata. Non volevo disturbare nessuno.»
Zayn scosse appena la testa e passò la lingua sulla bocca prima di parlare, ancora.
«Nessun problema. Nel letto c'è abbastanza spazio per entrambi.»
L'altra annuì e lui ringraziò i santi per non dover più parlare.
Le lanciò un'ultima occhiata prima di bere un altro sorso dalla sua tazza e andare in bagno.

Quella mattina la noia faceva compagnia ai due ragazzi chiusi nello studio: erano sempre le ore più tranquille, mentre il pomeriggio diventava davvero frenetico e a volte difficile da gestire.
La maggior parte degli appuntamenti erano fissati dall'ora di pranzo in poi.
Zayn stava scherzando animatamente con Harry, ridendo per quello che la sera scorsa Louis aveva combinato perché, dopotutto, non poteva certo tenersi per sé quell'aneddoto.
L'amico gliel'avrebbe fatta pagare ma, per il momento, la sua unica preoccupazione era quella di asciugare le lacrime sfuggite agli occhi per le troppe risa.
Dio, non poteva esistere sul serio un tipo come Louis Tomlinson.
«Dimmi che tutto quello che hai raccontato è falso!»
Zayn scosse la testa e guardò Harry premere una mano all'altezza della pancia e piegarsi in due, perché aveva davvero del ridicolo quella storia.
«Avresti dovuto sentire la sua voce», aggiunse Zayn stesso. «Era disperato.»
L'altro in risposta non poté fare altro che ridere più forte di prima.
Se ci fosse stato Niall probabilmente sarebbe morto per tutte quelle risate.
Tuttavia il loro divertimento cessò quando il piccolo campanello sopra la porta suonò e Harry s'incamminò verso l'entrata per accogliere il cliente insieme a Julia, ancora con un vago sorriso sul volto.
Nella sua stanza regnava il caos e per questo quando fu chiamato dal suo amico niente e nessuno gli impedì di sollevare gli occhi al cielo e sbuffare appena.
Nel momento in cui, però, incrociò lo sguardo di Lilith si immobilizzò all'istante.
Harry lo stava osservando attentamente, con un sopracciglio alzato ed entrambe le mani sui fianchi mentre lei stava firmando delle carte.
Si era andato a cacciate in un guaio.
Accennò un sorriso alla ragazza e scosse la testa appena, quando intuì i suoi piani.
«A quanto pare vuoi davvero un tatuaggio.»
La ragazza rise appena, incrociando le braccia al petto muovendo distrattamente i lunghi capelli.
Cercò di ignorare il più possibile il fatto di avere gli occhi di Harry sul suo viso ma alla fine con un cenno del capo le indicò la porta.
«Avviati. Dammi qualche secondo e ti raggiungo.»
Lilith annuì semplicemente e fece come detto.
«Che storia è mai questa?»
Zayn scrollò le spalle e mise le mani nelle tasche dei jeans neri che indossava quel giorno.
«Vuole un tatuaggio, tutto qui. Mi ha chiamato questa mattina Louis per avvisarmi», mentì.
«Ha chiesto esplicitamente di te.»
Alzò gli occhi al cielo anche quella volta e dopo aver lasciato uno sguardo annoiato al suo amico, gli posò una mano tra i capelli, scompigliandoglieli e voltandogli le spalle.
«Ci vediamo dopo», gli disse anche.
L'altro in risposta borbottò qualcosa di confuso.
Lilith girava per la piccola stanza con gli occhi curiosi che saettavano ovunque, quando entrò.
Aveva un paio di jeans chiari così stretti da risaltare ogni forma e una semplice maglietta bianca e nera su cui vi era scritto “Have a nice day”.
Il tutto sovrastato da una grossa felpa grigia.
Era carina in quegli abiti.
Zayn si limitò a congiungere le mani e sfregarle tra loro quando ebbe chiuso la porta per avere maggior privacy.
Si sedette sul suo sgabello e le diede il permesso di accomodarsi sul lettino.
«Sai già cosa vuoi?»
La ragazza annuì energicamente, con un gran sorriso sulle labbra, coperte da un leggero strato di burrocacao.
«E dove lo vorresti?» Domandò anche, distratto dalla scatola di guanti che non si voleva aprire.
Quando sollevò frettolosamente gli occhi dall'oggetto per gettare uno sguardo al punto in cui avrebbe dovuto lavorare rimase pietrificato per alcuni secondi.
Il bordo della maglia era alzato abbastanza da riuscire ad intravedere il reggiseno bianco, secondo lui in pizzo, che aveva indosso sotto il tessuto e la sua pelle chiara e priva di imperfezioni era sottoposta a tutto il suo sguardo.
Si leccò le labbra quando l'indice di lei accarezzò la zona interessata e si ritrovò a deglutire a fatica.
Aveva già tatuato in quel punto, pensò.
E allora perché sentiva una scarica di adrenalina percorrergli la spina dorsale?
Chiuse gli occhi per qualche istante, tentando di cacciar via quella sensazione ma invano.
Sorrise invece, provando a far finta che niente di tutto ciò gli importasse e senza esitare, ma con una strana luce negli occhi, le consigliò di togliere la maglietta.
«Farà tanto male?» Chiese dubbiosa Lilith.
Zayn in risposta scoppiò a ridere perché avrebbe dovuto sapere che quella era una delle zone più dolorose.
«In effetti abbastanza», rispose dunque.
La ragazza sbiancò appena ma scrollò le spalle e con una mossa abile si privò dell'indumento, coricandosi su un fianco.
Era sexy in quella posizione, si ritrovò a riconoscere Zayn.
E sì, il reggiseno, effettivamente, era in pizzo, notò con apprezzamento.
Solo quando successivamente allontanò la macchinetta dalla pelle, ora arrossata, della ragazza e raddrizzò la schiena appena prima di pulire il tatuaggio e medicarlo a dovere, decise di rivolgere uno sguardo a Lilith.
Aveva una smorfia di dolore stampata sul viso e una lacrima incastrata nell'angolo dell'occhio ma, per il resto, era tutto a posto.
Lui aveva lavorato nel silenzio più totale, apprezzando il fatto che, almeno quella volta, non avesse trovato argomenti per una conversazione.
Si era fatta bastare qualche mugolio uscito dalle sua labbra quando magari il dolore era più fastidioso.
«È tutto ok?» Chiese.
Le diede il tempo di mettersi a sedere, guardandola mentre si contorceva su se stessa per cercare di ammirare il risultato.
Zayn a quella scena ridacchiò appena, sfiorandole allora un braccio per indicarle lo specchio attaccato ad una delle pareti.
Gli occhi della ragazza si illuminarono e quando si fu asciugata le piccole lacrime quasi corse per osservare la piccola scritta, da quel momento in poi, incisa sulla sua pelle.
«È magnifico!» Trillò entusiasta.
Lui scosse semplicemente la testa perché era davvero buffa e gettò i guanti nel cestino accanto a lui.
«Davvero, Zayn, è bellissimo!»
Alzò gli occhi al cielo e nel momento in cui la vide avanzare verso di lui e stringere le sue braccia esili attorno al suo collo si bloccò sul posto.

Il calore della sua pelle si poteva percepire anche attraverso la maglietta che Zayn indossava ed il solo fatto che non fosse coperta da niente gli impedì di muovere le mani.
Dio, da quando era così impacciato con le ragazze?
Lilith si scostò appena per guardarlo negli occhi e senza dubbi in quello che stava per dire «Verrò a farmene altri. Questo è sicuro», pronunciò.




Note autore:
Buongiorno principesse! Per il terzo sabato consecutivo (il primo capitolo l'ho postato di domenica) mi ripresento qui con un nuovo pezzo di questa "interessante" storia.
Come ve la passate dunque?
Io, devo dire, sono già sommersa di studio e compiti, per non parlare di verifiche già programmate. I libri, in pratica, mi aspettano ma nonostante questo piccolo intoppo sono riuscita a ritagliarmi un po' di spazio in questa giornata noiosa, monotona e fredda. L'inverno, grazie a Dio, sta arrivando e non posso che essere più che felice perché nonostante ami anche l'estate preferisco decisamente di più il freddo che il caldo afoso.
Voi cosa dite?
Dunque, a parte questa piccola introduzione, passiamo al capito che è, decisamente, più importante della che stagione che preferisco.
Allora, nonostante sembra che venga raccontato giorno per giorno posso assicurarvi che non è così. Sono i primi capitoli e, devo dirvelo, la storia parte abbastanza lentamente ma, piano piano, si evolverà. Dovete portare pazienza.
La nostra cara Lilith è rimasta a dormire da Zayn, come abbiamo visto nel capitolo precedente, e al mattino si ritrovano con le gambe intrecciate tra di loro ed i copri quasi schiacciati l'uno contro l'altro. È una scena che mi sono immaginata davvero tante volte e i miei occhi si sono trasformati, letteralmente, in due cuoricini perché sono così adorabili.
Inoltre, una volta che lui è riuscito a sbrogliarsi, nonostante sembri menefreghista e la sua apparente freddezza le porta perfino una tazza di caffè. La scena poi in cui appare Safaa è troppo carina. Anche qui, infatti, non perde tempo nel sorridere e ridere non appena ottiene quello che vuole e quando saluta suo fratello non può fare a meno che fare una constatazione che fa riflettere molto Zayn.
È una bambina sveglia, che non si tiene nulla per sé e che dice le cose semplicemente, per puro gusto di dirlo e non per ricevere una risposta. Zayn, infatti, ammette questo. Si rende conto che pur capendo tutto non farà mai troppe domande benché, a volte, sia invadente anche lei. Tuttavia non supera mai il limite.
Zayn e Safaa sono delle perle insieme.
La seconda parte è uno dei famosi pezzi preferiti di cui ho accennato qualche volta. I due ragazzi stanno muovendo i primi passi ed, in questo caso, è proprio Lilith che si avvicina a Zayn.
Si presenta, senza preavviso, nel suo studio di tatuaggi e lui non può che esserne sorpreso.
Il momento in cui, poi, si solleva la maglia per fargli vedere dove vuole il tatuaggio è in assoluto la parte migliore dell'intero capito perché Zayn è così confuso ma al tempo stesso elettrizzato che lo possiamo definire adorabile e ridicolo al tempo stesso.
Lilith inizia già a confondergli le idee.
Le parole che ha incise sulla pelle, forse, verranno svelate prossimamente ma devo ancora decidere questo. Portate pazienza anche per questo.
Lei, dal canto suo, non si fa molti problemi a togliersi la maglietta, anzi ne è ben contenta e soddisfatta della reazione che ha ottenuto sul ragazzo, anche se non lo da a vedere.
L'ultimo pezzo, poi, quando lei gli cinge il collo e lo abbraccia non ho potuto fare a meno di non scriverlo perché anche qui vediamo un Zayn in versione impacciata.
Vi anticipo che nel corso della storia, il ragazzo, intervallerà momenti di sfrontatezza con momenti in cui è molto impacciato e quasi timido.
Bene e con questo, anche per oggi, ho finito. Mi scuso per questo poema ma mi sento più completa se faccio tutte le cose per bene.
Come sempre, poi, vi ricordo che potete sempre contattarmi su 
Ask (anche se non viene usato molto) e che per vedere tutto quello che ho scritto in questi mesi basta che clicchiate semplicemente qui.
Inoltre, vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro una buona lettura ed un fine settimana rilassante.
Aggiungo poi che mi scuso per eventuali errori ortografici che provvederò a correggere il prima possibile. Qualcosa sfugge sempre al mio occhio.
E con questo, alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 5
*** V ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

05

Erano passate diverse settimane da quando sua madre aveva annunciato ufficialmente l'arrivo di un altro bambino e da allora lei e suo padre avevano cominciato a recarsi a delle visite e la casa stava già venendo subissata di tutto l'occorrente che sarebbe servito al bambino.
Sarebbero stati mesi pesanti dato che stavano già progettando tutto quando la pancia si poteva a malapena vedere.
Anzi, Zayn credeva che non esistesse ancora mentre sua madre e le due sorelle maggiori commentavano ogni giorno il minimo cambiamento.
Lui condivideva la filosofia di Safaa che tutte le volte che qualcuno cominciava a parlare della gravidanza usciva dalla stanza, con una smorfia infastidita sul viso.
Dannazione, erano così simili.
Il Far Away era chiuso per le vacanze natalizie e tutta Bradford sembrava ogni giorno di più arricchirsi di decorazioni di ogni tipo e colore, rendendo tutto più bello.
Anche le scuole erano finite.
Lilith, continuava a venire a casa loro la mattina presto ma Zayn, in realtà, la vedeva solo dall'ora di pranzo, quando riemergeva dalla sua camera e con la faccia più intontita che mai.
In fondo la sua presenza, lentamente, aveva imparato ad accettarla sebbene quando, anche lei, cominciava a parlare di gravidanza e bambini con sua madre desiderasse solamente che uscisse di casa.
La piccola Safaa a quel punto lo seguiva in camera, quando anche la sua ultima speranza sembrava andata in fumo e Lilith la passava a chiamare quando uscivano per andare al parco.
Una mattina come tutte le altre, però, fu infastidito da dalle piccole manine che lo scuotevano delicatamente ma al tempo stesso in modo energico, pregandolo di svegliarsi.
Voltò la testa dall'altra parte alle numerose sollecitazioni e solo quando qualcuno gli conficcò le dita nei fianchi aprì gli occhi.
Il volto della sorella più piccola fu la prima cosa che vide e quasi sussultò quando si avvicinò ulteriormente.
Poi, con un lamento fastidioso, posò una mani sugli occhi, per proteggergli dalla luce che proveniva dalla porta.
Non osò guardare ma poteva immaginare chi ci fosse.
«Che c'è, Safaa?» Domandò.
La voce era roca e la bocca ancora impastata dal sonno.
Dio, perché gli sembrava di essere stato svegliato all'alba?
«Ha nevicato tutta la notte, Zay! Devi vedere!» Trillò emozionata la bambina che in preda alla gioia si mise a saltare sul letto.
«Vieni con noi al parco? Ci sono tutti i miei amici per giocare!»
Serrò fortemente gli occhi e desiderò, per qualche istante che non avesse così tanta voglia di urlare, almeno intanto che lui sorpassava la fase delicata chiamata risveglio.
«Ti abbiamo portato anche il caffè!» Aggiunse la sorella.
Si voltò per mettersi con la schiena premuta sul materasso e Safaa non perse tempo a coricarsi su di lui e implorarlo di accontentarla.
Solo allora gettò quindi un'occhiata alla porta dove, appoggiata allo stipite, c'era Lilith con un piccolo sorriso sul volto, i capelli sciolti ed, effettivamente, la sua tazza blu tra le mani.
Da quando sapeva che era la sua preferita?
I suoi occhi saettarono dunque numerose volte dalle due figure e quando, anche quella volta, le infinite suppliche della piccola ebbero la meglio, si ritrovò ad accettare e a subire i suoi stessi urletti per la gioia.
Lilith si sedette suo bordo del letto, allungandogli la tazza e guardando Safaa negli occhi.
«Perché non vai a prepararti mentre tuo fratello beve il suo caffè?»
La bambina, ancora su di giri, annuì sparendo di corsa pochi secondi dopo. Diamine, come faceva ad essere sempre così attiva?
«Grazie per averla accontentata», sussurrò Lilith, poco dopo. «È da quando si è alzata e ha visto la neve che voleva venire a svegliarti. L'ho convinta ad aspettare almeno le undici.
Risero appena entrambi perché Zayn sapeva perfettamente quanto la sorella impazzisse per ogni nevicata e Lilith perché la situazione, almeno ai suoi occhi, risultava spiritosa e buffa.
Quando poi, Safaa irruppe nuovamente nella stanza con i vestiti più pesanti che mai addosso e con la cuffia stretta in una mano ed il giubbino nell'altra Zayn si convinse definitivamente ad alzarsi.
«Coraggio, tesoro. Lasciamo che tuo fratello si cambi.»
La ragazza afferrò le spalle della piccola e la spinse oltre la soglia e mentre scendevano le scale sentì sua sorella sussurrare qualcosa a Lilith.
Dio solo sapeva cosa.
Safaa aveva la manina incastrata in quella di Lilith quando le raggiunse al piano inferiore.
Aveva una splendida cuffia bianca che faceva risaltare il colore dei suoi occhi.
Ma sebbene la sorella fosse tenera con quei vestiti addosso, l'oggetto della sua totale attenzione divenne ben presto la ragazza accanto a lei.
Il giubbino nero le copriva il busto minuto e una grande sciarpa era avvolta attorno al collo. Aveva già affondato il viso in essa, nascondendone buona parte.
Lei, allora, alzò gli occhi appena in tempo per vedere la sua figura e per essere trascinata fuori dalla porta dalla bambina.
Zayn si limitò ad alzare la zip della sua giacca e a calcarsi la cuffia sul capo, sperando di essersi vestito a sufficienza e pentendosi della sua scelta nel momento stesso in cui un colpo di aria fredda gli sferzò in viso.
La manina di sua sorella, ora coperta da un guanto, afferrò la sua e sorrise al pensiero di dove stava andando.
Lui, un po' meno contento, si concentrò su dove metteva i piedi, cercando di non cadere rovinosamente a terra.
Era sicuro, si ripeté per tutto il tragitto, che se ci fosse stato Harry sarebbe finito culo a terra almeno una decina di volte.
Non appena raggiunsero il parco vicino a casa, lo stesso che Zayn frequentava quando era bambino, Safaa saltellò sul posto contenta e si affrettò a correre dai suoi amici.
Loro due rimasero indietro, seguendo con lo sguardo la bambina che si allontanava.
Presto si accorsero entrambi che il silenzio che si era venuto a creare fosse imbarazzante.
«Ho mostrato a mia madre il tatuaggio. Veramente, le ho mandato una foto ma il concetto è quello», disse però Lilith poco dopo.
Come al solito fu lei ad intervenire per prima.
Zayn increspò appena le labbra verso l'alto a quel l'affermazione, voltandosi verso di lei.
«Le piace. Ovviamente prima ha storto il naso e mi ha dato della pazza, ma le piace.»
Rise appena anche quando pronunciò quelle parole, con un vaso sorriso suo volto ed un'espressione divertita.
Con un cenno del capo, poi, lo invitò a sedersi su una panchina poco distante.
«Sapevi che tua sorella è convinta che stiamo insieme?»
Quella domanda gli arrivò alle orecchie fin troppo presto e quando realizzò che era proprio questo che doveva averle sussurrato lungo le scale chiuse gli occhi.
«Il fatto che sia rimasta a dormire a casa vostra, che sia stato tu a farmi il tatuaggio e che questa mattina ti abbia svegliato con il caffè nella tua tazza preferita a quanto pare sono stati elementi abbastanza a far nascere questa supposizione.»
Tuttavia la ragazza si lasciò sfuggire una piccola risata. «I bambini sono così pieni di fantasia», disse anche, scuotendo la testa.
Zayn, ancora in silenzio, annuì non sapendo bene in che modo intervenire.
Tuttavia non fece proprio in tempo a dire niente perché una palla di neve gli arrivò dritta sul giubbino e quando alzò il capo, incontrando lo sguardo della sorella, che innocentemente lo osservava, parve capire.
Si passò la lingua tra le labbra, perché tutto quello lo divertita e la neve lo rallegrava come non mai, quindi si alzò pulendosi e si avvicinò furtivamente alla bambina.
«Ti va di preparare un attacco a sorpresa per Lilith?»
Safaa fu ben più che felice di annuire per poi immergere le piccole mani nel manto bianco a creare una serie di palle.
Zayn si limitò ad imitarla, cercando di concentrarsi al meglio.
Quando entrambi furono pronti si scambiarono un'occhiata d'intesa prima di uscire dal piccolo nascondiglio in cui erano stato fino a quel momento, che in realtà non era altro che un cespuglio e mentre Zayn si diresse verso le spalle della ragazza la piccola si avvicinò furtivamente, lanciando solamente quando
ricevette un cenno dal fratello.
Entrambi scoppiarono a ridere quando Lilith urlò per la sorpresa e, divertita, incrociò lo sguardo di entrambi i colpevoli.
«Voi!» Esclamò puntando un dito contro ad ognuno. «Me la pagherete!»
Zayn e Safaa in risposta le sorrisero e la bambina scappò al riparo vicino al ragazzo.
Quando pochi minuti dopo si trovarono coinvolti in una vera a propria battaglia di neve non poterono fare altro che attirare l'attenzione degli altri bambini, a cui ben presto si unì anche Safaa, e di cui l'obbiettivo principale era diventato cercare di riempire con quanta più neve possibile sia Zayn che Lilith.
«Traditrice!» Esclamò il ragazzo quando notò l'ennesima palla, questa però lanciata dalla sorella, colpirlo.
Lei si limitò a scoppiare a ridere soddisfatta di avere una buona mira.
I due ragazzi si guardarono e presto furono liberi di allontanarsi.
Lilith aveva il fiatone quando si appoggiò ad muro, poco spostato dai bambini.
Le sue guance erano di un rosso scuro e, pensò Zayn, che in quel momento potessero competere con quelle di Niall.
Aveva i capelli inumiditi dalla neve ed un sorriso stampato sul volto.
«Tua sorella è davvero una peste. Mi ha colpito almeno dieci volte.»
Lui rise, gettando il capo all'indietro e beandosi dell'espressione corrucciata della ragazza: era buffa e bella.
Quando poi un suo pugno giocoso gli colpì la spalla e finse di sentire dolore lei gli si avvicinò appena.
«Voglio un altro tatuaggio, Zayn», disse anche.
Lui scosse la testa e si passò una mano tra i capelli, apprezzando il modo in cui quella lingua accarezzasse ogni lettera del suo nome. «Quando riapriremo lo studio potrai venire quando vorrai», le rispose.
Gli occhi di Lilith allora si illuminarono appena a quelle parole e, proprio come una bambina, fece qualche salto di gioia, avvolgendogli ancora una volta le braccia intorno al collo.
Quella volta, però, niente gli impedì di poggiare le sue mani sui fianchi e stringerli appena.
Nel momento in cui però, la presa di Lilith divenne più morbida e si spinse più vicino al corpo di Zayn, entrambi si limitarono a fissarsi in silenzio e quando avvertirono una sensazione famigliare, si concentrarono sulle labbra dell’altro. Fu impossibile, a quel punto, non immaginare quello che sarebbe successo in pochi secondi.
Ben presto le loro bocche furono una sopra l'altra e se in un primo momento si stupirono, successivamente scacciarono ogni pensiero, sciogliendosi al contatto.

Quella stessa mattina quando tornarono dal parco Zayn s'incamminò senza dire niente a nessuno verso la casa di Louis.
Il rientro, dopo il bacio, era stato silenzioso e colmo d'imbarazzo.
Safaa si era accorta di ciò ma se n'era stata semplicemente in silenzio perché sapeva che non era compito suo impicciarsi, non più del dovuto almeno.
Lilith aveva usato per tutto il tempo il cellulare e Zayn, invece, si era limitato a rimuginare sui suoi pensieri che non volevano scostarsi da quello che era successo pochi minuti prima.
Quando, poi, suonò il campanello, il rumore proveniente da esso echeggiò per tutta la casa e dopo pochi istanti sulla soglia comparve Johannah, la mamma di Louis, con in braccio il piccolo Ernest più che interessato alla sua figura.
«Zayn!» Esclamò la donna.
Nonostante i tanti figli ed una casa a cui star dietro appariva sempre bella e riposata.
Lui la salutò con un sorriso e riservando un buffetto sulla guancia del bambino che sorrise, limitandosi ad entrare quando la donna lo lasciò passare.
La casa di Louis, sebbene sempre immersa nel baccano, era accogliente e familiare.
Certo, ogni volta che ci metteva piede era oggetto di sguardi da parte di tutte le sue sorelle ma conosceva ognuna di loro sin da quando erano piccole quindi non rappresentavano un grosso problema.
Sommerso dalla tentazione, quasi fosse Harry, prese tra le braccia l'unico maschietto della famiglia, oltre a Louis ovviamente, e lo posizionò su un fianco, sorridendogli divertito quando allungò una delle piccole manine per sfiorare le collane che Zayn portava al collo
«Allora», esordì Johannah. «Ho sentito che tua madre è incinta. Che meravigliosa notizia!»
Lui annuì al suo tono eccessivamente entusiasta e quando vide invece gli occhi della donna luccicare si chiese distrattamente se avrebbe mai avuto altri figli.
Era più che sicuro che Louis si tenesse fortunato di tutta quella schiera di sorelle ma era anche convinto che, secondo lui, la madre avrebbe dovuto smettere.
«Abbiamo parlato un po' al telefono l'altro giorno», aggiunse Johannah, come per giustificare il fatto che sapesse.
Zayn assentì appena, dondolando Ernest, e chiedendo dove fosse Louis.
Lottie, entrata nel salotto proprio in quel momento, gli indicò il piano superiore.
Quando provò a restituirle il bambino lei scosse la testa e si diresse senza troppi problemi nella sua stanza e la momentanea scomparsa della madre gli fece capire che avrebbe dovuto portarlo con sé.
Sorrise al piccolo quando poggiò una mano sulla maniglia per farla ruotare ed immediatamente la figura del suo migliore amico disteso sul letto gli apparì davanti agli occhi.
Louis, con le cuffiette nelle orecchie e il computer sistemato sulle gambe, alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere entrare nella camera Zayn con tra le braccia il piccolo Ernie. Chiuse il portatile spostandolo e battendo una mano sul materasso per invitarlo a sedere: non era di certo la prima volta che si presentava a casa sua senza dare alcun preavviso prima.
L'amico afferrò il fratellino per farlo sedere tra le gambe sorridendogli e baciandogli la testolina.
«Quale buon vento, Malik?»
Zayn alzò appena gli occhi al cielo perché quella di chiamarlo per cognome era diventata una vera e propria mania, oramai, e, senza ombra di dubbio, non sarebbe svanita a breve.
Non disse nulla a Louis, però.
Anzi, si limitò ad inumidirsi le labbra e pronunciare quelle poche parole per cui era venuto fino a casa sua.
«Ho baciato Lilith.»
Le mani dell'amico, qualche secondo prima, impegnate e giocare con quelle del fratello, interruppero i loro movimenti e lentamente alzò il capo verso Zayn.
Gli mancava qualche passo.
«Come siete arrivati al punto di baciavi?» Chiese Louis, poco dopo.
L'altro allora chiuse gli occhi perché doveva informarlo su un po' di cose e quello fu esattamente quello che fece, sorridendo di tanto in tanto al piccolo Ernest per alleviare il senso di oppressione dato dalle occhiate insistenti dell'amico.
«La babysitter di Safaa?»
Zayn annuì, retrocedendo appena con il busto quando il bambino provò ad afferrargli ancora le collane ed evitando, in quel modo, di morire per strangolamento.
Aveva più forza di quel pensava.
«Quindi, ti sei fatto la babysitter di tua sorella che, tecnicamente, è anche la mia cameriera?»
Lui alzò gli occhi al cielo perché, quando voleva, Louis sapeva essere così dannatamente melodrammatico.
«Non me la sono fatta», precisò Zayn. Ma si affrettò a parlare nuovamente quando vide il sopracciglio dell'amico inarcarsi e le labbra schiudersi,
preparandosi a replicare.
Come sempre aveva qualcosa da ridire.
«Ci siamo solo baciati. Un solo e semplice bacio. Uno. Tutto qui.»
«Te la sei fatta», concluse Louis, sbuffando quando Ernest emise un lamento simile a quello d'inizio pianto.
Poi, fortunatamente, il fratello gli mise tra le mani gli occhiali da vista che usava occasionalmente e, in quel momento, poco importava se li avrebbe rotti: il pianto imminente era stato bloccato e questa era l'unica cosa che importava.
Successivamente, il suo sguardo si posò nuovamente su Zayn.
«Ed ora? È ancora a casa tua?» Il ragazzo annuì appena.
«Cosa pensi di fare?»
Zayn scrollò le spalle, perché non ne aveva la minima idea ma qualcosa avrebbe fatto.
Quando poi si sollevò dal materasso, Louis si premurò di togliere dalle mani di Ernest i suoi occhiali e con un cenno del capo invitare l'amico a prenderlo in braccio.
«Portalo giù, per favore.»
L'altro annuì, stringendo tra le braccia il piccolo e salutando Louis con un cenno del capo.
Quando al piano inferiore vide Johannah le sorrise, restituendogli il bambino, non prima di avergli riservato un ultimo sorriso, ovviamente, e sparendo oltre la porta d'ingresso solo dopo aver rivolto un saluto generale a tutta la famiglia.

Il tempo di Bradford, così come quello di tutta l'Inghilterra, era parecchio strano perché se qualche minuto prima le strade erano ricoperte di neve ora si era venuto a creare un brutto miscuglio con l'acqua che cadeva dalle nuvole grigie ferme sulla città.
Zayn si era limitato a sollevate il cappuccio della felpa che indossava sotto il giubbino e a mettere le mani in tasca, abbassando il capo per proteggersi il più possibile dato che era stato colto impreparato dal quel cambio così repentino.
Passò numerose volte le scarpe sul tappetino all'entrata, abbandonandole accanto alla porta nell'esatto momento in cui arrivò in casa ed un piacevole
tempore lo accolse.
Doniya e Waliyha dovevano essere nelle loro camere o probabilmente fuori dato che era appena passata l'ora di pranzo e né in cucina né in salotto c'era loro traccia.
Tuttavia le voci di Lilith e Safaa gli giunsero chiare e forti alle sue orecchie ma dopo aver recuperato una tazza ed essersi fatto un tè caldo si diresse senza problemi nella sua camera.
«Safaa!» La riprese bonariamente la ragazza.
La risata della bambina, in risposta, esplose, più divertita che mai. Era sempre così allegra.
«Vi ho visto mentre vi baciavate, questa mattina.»
Zayn si bloccò nei suoi stessi passi mentre la vocina della sorella gli arrivò come uno schiaffo in viso, avvicinandosi di qualche passo alla stanza di Safaa.
«Uhm, davvero?» Mormorò distrattamente Lilith.
Non poté vedere quello che fece la piccola ma probabilmente annuì, sorridente, avrebbe anche aggiunto.
«Ti piace mio fratello?»
Lui si limitò a chiudere gli occhi perché anche lei, quando voleva, sapeva essere davvero inappropriata e troppo curiosa.
Tuttavia pochi secondi dopo si concentrò sulla risposta di Lilith che, al momento della domanda, fece cadere quello che teneva tra le mani, qualunque cosa fosse.
«Non ti sembrano discorsi da grandi questi?» Rispose dunque.
Uno sbuffò si udì chiaro e forse e fu impossibile non capire da chi provenisse.
«Ma io sono grande!» Esclamò, per tanto, Safaa.
La leggera risata della ragazza si udì appena e poco dopo ci fu qualche istante di silenzio.
«Davvero non vuoi dirmelo?» Sollecitò ancora.
L'altra negò.
«Insomma non ci credo che non ti piaccia neanche un po'», decretò. «L'hai baciato!»
Se in quel momento avesse avuto del tè in bocca, Zayn, sicuramente lo avrebbe sputato per il modo in cui sua sorella pronunciò quella semplice frase.
«Ora basta così, signorina», disse Lilith, ma dal tono di voce era chiaro che stesse sorridendo, o che almeno fosse divertita dalla situazione. «Torna a giocare.»
Non udendo altra risposta lui si limitò ad appoggiarsi, sconsolato al muro.
Che poi non era chiaro nemmeno a lui perché fosse in quello stato e nell'esatto momento in cui si staccò, i passi della sorella si fecero più che vicini a lui ed in men che non si dica se la ritrovò di fronte e, proprio dietro a lei c'era Lilith che lo osservava in modo curioso.
Era chiaro come il sole che avesse origliato tutta la conversazione ma nonostante ciò la sorella gli abbracciò le gambe, invitandolo ad abbassarsi per potergli sussurrare qualcosa nell'orecchio.
«Tu le piaci», disse mettendo una manina a proteggere la sua bocca per far sì che la ragazza proprio dietro a lei non sentisse.
Tuttavia quando si staccò da lui per correre velocemente al piano inferiore, Zayn sapeva bene che Lilith avesse sentito tutto.
Avrebbe dovuto insegnare a Safaa il vero significato della parola “sussurrare”.
Fece leva sulle gambe per tornare ala sua altezza normale dopo aver riservato qualche occhiata alla ragazza, voltò le spalle e si chiuse la porta della sua camera alle spalle.
Ed in quel momento, pregò più che mai che il prossimo bambino fosse veramente un maschio perché ne sentiva il bisogno.
Alle sette di sera, però, quando qualcuno bussò alla sua porta e vide comparire Lilith sulla soglia quasi ebbe un sussulto: non aveva idea di quello che avrebbe voluto dirgli.
«Tua madre non c'è questa sera. Ti occupi tu della bambina? Devo andare al bar.»
Zayn si schiarì appena la gola e per mezzo secondo pensò a quanto fosse meschina la madre, poi chiuse gli occhi e si obbligò a rispondere, con una smorfia ben disegnata sul volto.
Perché tutto deve accadere nei momenti peggiori?
«Non puoi proprio rimanere?»
Poco importava se risultava patetico ma, come già detto in precedenza, lui e il babysitting non andavano per niente d'accordo.
La ragazza rise appena e scosse il capo, perché era davvero buffo con quell'espressione sul viso.
«Louis mi ucciderebbe», rispose dunque.
«Posso parlarci io, con lui.»
Dio, era davvero patetico ma in casa con tre sorelle non ci sarebbe rimasto, a costo di farsi odiare e riempire di insulti da parte del suo amico per il resto dei suoi giorni.
«Sei così disperato?»
Avrebbe voluto dire di no, ma il fatto era che lui era realmente disperato.
Annuì appena e lentamente, quasi si vergognasse di quel gesto.
Lilith allora abbozzò un sorrisino impacciato, forse timido, e assentì, puntando però un dito nella direzione di Zayn.
«Rimango solo se smetti di ignorarmi. Gesù, è così fastidioso.»
Il ragazzo accettò il compromesso e cercò di nascondere un piccolo sorriso, affrettandosi ad afferrare il cellulare e cercare tra i contatti quello dell'amico.
Alla fine tra un’infinita serie d’imprecazioni, insulti e prediche varie Zayn riuscì ad ottenere quello che voleva, con la promessa che sarebbe andato ogni sera per una settimana ad aiutare Louis con la chiusura. Dopotutto poteva accettare tutto, tranne che rimanere solo in casa, di sera, con le sorelle.
Quando scese al piano inferiore si affrettò a riferite a Lilith che poteva rimanete, quasi con la paura che da un momento all'altro se ne andasse e lei si limitò a sorridergli e incoraggiando la piccola Safaa e Zayn stesso ad aiutarla ad apparecchiare mentre Doniya e Waliyha rimanevano sul divano, attaccate alla televisione.
Alla fine lui si stufò e dopo aver spento l'apparecchio, azione seguita un paio di sbuffi e qualche lamentela, le convinse ad aiutarli.
Non potevano sgobbare solamente lui e Safaa in quella famiglia, decisamente no.




Note autore:
Buongiorno mie belle principesse!
In questo giorno nuvoloso e molto noioso pubblico il quinto capitolo di ELBOAOI (Every Little Bit Of All Of It).
Non ho ancora cancellato la storia quindi è un buon segno.
Allora come ve la passate? La vostra vita scolastica prosegue bene? La mia è fin troppo faticosa e rimpiango come non mai le vacanze. L'unica nota positiva sono le vacanze natalizie tra due mesi e quindi l'inizio del magnifico periodo natalizio. IO AMO IL NATALE.
Bene, dopo quest'introduzione penosa possiamo passare al capitolo di oggi.
Dunque da dove cominciare?
Allora, innanzitutto, come penso che abbiate notato c'è un piccolo salto nel tempo. È quasi inesistente ma c'è.
Essendo a Dicembre non poteva mancare la neve a cui Safaa è particolarmente affezionata. Lei ama la neve tanto quanto la amo io. Infatti, non perde tempo nell'andare a svegliare Zayn saltando sul suo letto e pregarlo di uscire con lei e Lilith per andare al parco.
Ecco, è questa una delle altre scene da cui comincia ad evolversi la storia tra i due ragazzi.
Il fatto che Lilith lo svegli con il caffè nella sua tazza blu preferita è un punto molto importante. Uno dei tanti e quasi fondamentale.
Al parco poi, dopo una bella battaglia di neve e tante risate accade finalmente quello che da vita alla loro storia d'amore.
Si baciano e sembra tutto così perfetto. Lei che inizialmente chiede a lui un altro tatuaggio, lui che ride e che sorridendo le dice che potrà andarci ogni volta che vorrà.
Sono così carini insieme, non lo pensate anche voi?
Ero così esaltata mentre scrivevo quella scena.
Lilith riesce a risultare così spontanea in certi momenti che davvero rimango sbalordita perfino io. Il modo in cui lo abbraccia e condivide con lui uno dei suoi desideri mi fa trasformare gli occhi in due cuoricini. Sono tanto legata a questi due ragazzi.
Poi, ovviamente, quando Zayn si rende conto di quello che è realmente successo se ne rimane in silenzio a rimuginare su quello accaduto e va a parlare con il grande confidente Louis che lo accoglie senza problemi e fa fin troppe domande, ma lui è l'unico che può permetterselo perché con il nostro protagonista gli è fin troppo attaccato. Ciò non significa che non si predano a parole, come abbiamo già visto.
Gli Zouis continuerò all'infinito ad amarli.
L'ultima parte, ma non per questo la meno importante, diciamo che è un po' di transizione perché non c'è granché. La piccola Safaa, più curiosa che mai fa tante domande ad una Lilith che la liquida scherzosamente e con affetto perché la imbarazza parlare di quell'argomento. Poi, quel furbo di Zayn si fa anche beccare mentre origlia e non ho potuto fare a meno di ridacchiare a quella scena perché è così imbarazzato ed al tempo stesso impacciato che è tremendamente adorabile, come sempre.
Ahhh il mio caro e dolce Zayn!
Poi la parte in cui è disperato all'idea di rimanere in casa con le sorelle me la sono immaginata come se fosse una scena che vedo tutti i giorni perché anche io ho una sorella e mi capita di dover rimanere a casa con lei ed andare qualche volta nel panico. Anche se è abbastanza grande, arrabbiare lo fa lo stesso.
Bene, mie care fanciulle, anche per oggi, il monologo è concluso. Come sempre mi sono dilungata fin troppo, perdonatemi! Ma non posso farne a meno.
Concludo, as usual, dicendovi che per dare un'occhiata a tutto quello che ho scritto nei mesi scorsi basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per contattarmi potete provare anche con Ask (anche se lo uso veramente poco).
Poi, come ultima cosa e poi mi dileguo mi scuso per eventuali errori grammaticali che provvederò a correggere il prima possibile, appena ho un po' di tempo per intenderci.
Vi auguro una buona giornata e vi mando un sacco di baci. Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 6
*** VI ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

06

Quella stessa sera aveva cominciato a nevicare di nuovo e quando se ne erano accorti era ormai troppo tardi, perché le strade erano già impraticabili e i fiocchi di neve cadevano con troppa insistenza.
La più piccola di casa Malik si era letteralmente incollata ad una delle finestre per ammirare quello che, secondo lei, era un bellissimo manto bianco.
Ci erano voluti numerosi richiami per convincerla ad andare a letto ma alla fine la promessa di portarla al parco anche la mattina successiva sembrò sufficiente.
Doniya e Waliyha si erano ritirate presto nelle loro stanze ma sicuramente nessuna delle due con l'intento di dormire, almeno inizialmente.
Lilith era scesa come al solito con il cellulare stretto tra le dita sottili e i lunghi capelli che le ricadevano morbidi sulle spalle.
Si era accomodata accanto a Zayn senza dire una parola e quando aveva finito di armeggiare con l'apparecchio l'aveva semplicemente riposto sul tavolino dove il ragazzo aveva appoggiato i piedi e, dopo esserci sistemata meglio, si era avvicinata impercettibilmente al corpo accanto al suo.
Poteva sembrare una mossa tattica oppure una casuale, fatta senza pensarci.
A Zayn, però, piacque di più la prima opzione.
Non era chiaro come, in un modo o nell'altro, fossero arrivati alla conclusione che anche quella sera avrebbe dormito a casa loro, nel suo letto.
Sta di fatto che quando vide i suoi occhi socchiudersi appena e la testa rimanere a fatica ferma non poté trattenersi dal ridere appena.
«Puoi andare a letto se vuoi», mise in chiaro. «Non mi offendo se mi lasci da solo. Voglio solo aspettare che rientrino i miei.»
Lilith scosse prontamente la testa ed, in quel momento, parve assomigliare a Safaa.
Lui sollevò gli occhi al cielo, abitudine che sembrava essere aumentata da quando aveva conosciuto quella ragazza e si arrese alla sua testardaggine.
«Va bene», soffiò. Poi batté appena la mano sul suo petto, invitandola a poggiarci la testa.
Non gli era chiaro il vero motivo che l'aveva spinto a commettere quel gesto ma, nel momento stesso in cui il capo della ragazza si scontrò con il suo torace parve tutto fin troppo naturale e normale.
Lilith, dal canto suo, fu ben più che felice di mettersi comoda e quando sistemò la mano all'altezza dello stomaco di Zayn sentì il suo petto alzasi e abbassarsi regolarmente, calmo e questo le bastò per chiudere gli occhi e rilassarsi e poi nel momento in cui lui, forse in un gesto meccanico, le mise un braccio attorno alla vita addormentarsi. 
Zayn si limitò ad impugnare il telecomando per fare un po' di zapping tra i vari canali televisivi, ritrovando in quella posizione un po' di tranquillità.
Tuttavia quel momento fu interrotto poco dopo, quando i suoi genitori si chiusero la porta alle spalle e lui li intimò di fare un minimo di silenzio.
La madre sorrise amorevolmente al figlio, passandogli una mano tra i capelli e accarezzandogli, in un tocco leggero, la guancia. Poi gli lasciò un bacio sulla testa, intenerendosi quando si accorse della posizione che avevano assunto i due ragazzi.
«Resta qui a dormire?» Domandò.
Lui annuì appena, lasciando uno sguardo a Lilith profondamente addormentata. «Le strade non sono il massimo.»
Trisha assentì comprensiva, capendo bene cosa Zayn intendesse dire dato che c'era voluta più di mezzora per tornare a casa quando di solito ci si mettevano appena dieci minuti.
Poco prima di salire anche il padre gli riservò un'occhiata più lunga di quella abituale e quando gli fece un occhiolino capì che c'era qualcosa di strano. Subito dopo richiamò la moglie affinché andasse a riposare.
Zayn, a sua discolpa, poteva affermare che forse era la prima vera ragazza che vedevano girargli attorno dato che era sempre stato abbastanza riservato circa le sue conquiste.
Nel momento in cui anche i genitori sparirono nella loro stanza si convinse che fosse arrivato il momento di andare a letto.
Sbuffò appena perché questa volta l'avrebbe svegliata per consentirle di indossare qualcosa di più comodo che i jeans che aveva tenuto per tutto il giorno.
La scosse quindi lentamente e nel momento in cui la sua testa si mosse per poterlo osservare senza spostarsi da quella posizione faticò a non cedere alla tentazione di buttarsi a capofitto sulle sue labbra.
«Che ne dici se andiamo a letto?»
La ragazza annuì piano, sollevando il busto e mettendosi a sedere, sfregandosi gli occhi per il sonno interrotto.
Zayn si alzò con un movimento fluido, invece, tendendole una mano per aiutarla dato che non sembrava nelle condizioni di camminare.
La seguì anche per le scale e la sua andatura era così buffa mentre barcollava, nemmeno fosse stata ubriaca, che ridacchiò.
Si chiuse la porta alle sue spalle nel momento in cui entrò e dopo aver rovistato un paio di minuti nel suo armadio le mise tra le mani una sua maglietta, lasciandola sola in stanza mentre lui si dirigeva in bagno.
Quando tornò la ritrovò già infilata sotto le coperte ed i suoi vestiti erano appoggiati con cura sopra la sedia della scrivania.
Lilith rivolse una rapida occhiata a Zayn che frettolosamente la raggiunse solo dopo aver afferrato il colletto della maglia ed averla sfilata in un'abile mossa.
Rabbrividì per il cambio di temperatura e poco dopo si allungò per spegnere la luce che era stata momentaneamente accesa.
Beandosi della pace e del silenzio, non perdendo tempo nel sistemarsi meglio.
«Ti sei pentito del bacio?» Gli domandò Lilith a quel punto.
Ed in quel momento chiuse gli occhi perché non era esattamente nei suoi programmi parlare di quello, soprattutto se erano le undici e mezza di sera e lui stava già immaginando di dormire.
Poi si costrinse a scuotere la testa, sperando che tutto finisse al più presto.
Era stato bene fino a quel momento, con lei appoggiata addosso ed il silenzio a circondarli. Si era quasi ritrovato ad amare quel piccolo momento che era stato concesso loro ma a quanto pare Lilith sapeva, come sempre, guastare le cose.
«Mi hai ignorato, oggi.»
Zayn assentì perché era vero, aveva tentato di ignorarla perché non sapeva bene come comportarsi ma non per via del bacio in sé.
«Non mi è piaciuto.»
Lui rise appena, ed in quell'istante con le sopracciglia aggrottate ed una smorfia di disappunto stampata sulle labbra poteva essere paragonata ad una delle creatura più tenere che ci fossero al mondo.
In risposta spostò la mano che qualche minuto prima era appollaiata sulla pancia accarezzando il suo labbro inferiore con il pollice, notando come Lilith trattenne il respiro a quel contatto. 
A quel punto avrebbe voluto ridere di nuovo ma qualcosa glielo impedì.
Si sistemò quindi meglio su un fianco perché in quel momento la voglia di baciarla stava davvero diventando incontenibile e alla fine cedette abbassando appena il capo e non trovando opposizione quando le sue labbra sfiorarono quelle della ragazza, come qualche ora prima, e sentendo una gamba avvicinarsi alle sue, intrecciandosi.
Le mani di Lilith si mossero veloci per arrivare ai capelli e nel momento in cui sorrise nel bacio, Zayn divenne cosciente del fatto che lei stava bramando quel contatto tanto quanto lui.
E quello era, per Zayn, il modo per farle capire che no, non si era pentito del bacio.
Solo quando si staccarono, con i respiri leggermente accelerati e lei scivolò ulteriormente verso il corpo del ragazzo, entrambi sospirarono leggermente chiudendo definitivamente gli occhi.

Natale era passato, con i suoi grandi cenoni e i numerosi regali scartati da persone di tutte le età.
Il freddo, se possibile, era aumentato e la neve era caduta con più insistenza dei giorni precedenti, senza preoccuparsi di quello che avrebbe potuto combinare.
Zayn, aveva trascorso quel giorno in famiglia, riuscendo a dedicare una parte della giornata anche ai suoi amici, con i quali aveva riso e passato qualche ora giusto perché erano tutti troppo stufi di essere sommersi di parenti rumorosi.
Avevano bevuto una birra e scherzato godendosi un po' di pace ma, nonostante questa piccola interruzione, era andato tutto bene. 
C'è da dire anche che quella festività fu praticamente rimpiazzata da capodanno decisamente più atteso e agognato dai giovani.
Louis si era era ben presto premurato di avvertite i suoi amici che, come ogni anno, li avrebbe aspettati al bar perché, si sa, una tradizione deve essere rispettata.
Gli altri avevano semplicemente acconsentito perché quello era forse uno dei momenti migliori dell'anno.
Lilith, Zayn non la vedeva da un po', o meglio da quando, prima di natale, Trisha si era presa qualche giorno di riposo.
Certo, c'erano pur sempre state le occhiate fuggitive al bar ma niente di più. I loro occhi si incontravano per qualche secondo e poi uno tornava a scherzare con i propri amici con una bottiglia di birra tra le mani, mentre l'altra si dedicava al prossimo cliente.
La sera del trentun dicembre quando Zayn varcò la soglia del K2O scuotendosi di dosso quel poco di neve che stava giusto cadendo in quel momento e si sbarazzò della cuffia, Louis era più indaffarato che mai e rise quando notò Liam accanto a lui che probabilmente tentava di dargli una mano ma senza buoni risultati.
L'amico, infatti, aveva alzato già un paio di volte gli occhi verso il soffitto e Zayn era entrato da appena qualche minuto.
Quando occupò lo sgabello accanto a quello di Harry si limitò a guardare i due ragazzi che sembrano più in difficoltà che mai.
Che fine aveva fatto Lilith?
Normalmente sarebbe dovuto spettare a lei aiutare il povero Louis.
Quando proprio questo si accorse della sua presenza gli si illuminarono gli occhi e con un gesto del capo lo invitò a scambiarsi di posto con Liam.
Certo neanche lui aveva molta esperienza ma con tutti gli anni che frequentava quel bar qualche cosa doveva pur averla imparata.
L'altro, dal canto suo, fu sollevato di quello scambio e non appena si sedette i due amici si occuparono dei clienti rimasti.
«Grazie, Zay.»
Sorrise appena a Louis quando ritornò al suo sgabello, questa volta con una bottiglia tra le dita e il volto leggermente sudato.
Assentì anche con il capo per rispondergli senza sprecare troppe parole.
Niall, qualche secondo dopo, si schiarì la gola e come al solito si dilettò nel porgere la domanda che Zayn aveva in testa da almeno mezzora.
Aveva sempre quella stana capacità di chiedere le cose giuste al momento giusto.
«Che fine ha fatto la ragazza? Quella figa, intendo.»
Tutti gli amici alzarono gli occhi verso l'alto perché era così superficiale e divertente nello stesso tempo che nonostante fossero anni che si conoscessero era ancora in grado di sorprenderli.
«Parli di Lilith?» Chiese Louis, distrattamente.
Il biondino annuì.
«Penso sia fuori. Può sembrare assurdo ma ho voluto darle la serata libera.»
Tutti assentirono, ecco magari c'era chi era più interessato e chi meno ma almeno avevano ascoltato.
Zayn, comunque, faceva parte della prima categoria: a lui interessava fin troppo.
Quindi quando notò che ormai Niall si era arreso all'idea di sapere qualcosa in più s'imbronciò leggermente perché sarebbe dunque toccato a lui porgere la prossima domanda ed, in un modo o nell'altro, avrebbe attirato un po' troppe attenzioni.
Tuttavia quella sua troppa curiosità venne placata nell'esatto istante in cui la diretta interessata fece il suo ingresso con gruppetto di ragazze e sul volto un sorriso più luminoso che mai.
Forse aveva le guance un po' troppo arrossate e a giudicare dalla sua camminata era anche un po' brilla ma era bella.
Gli occhi chiari di Louis si spalancarono quando si accorsero della sua presenza del bar e allargò le braccia per farle poi ricadere lungo i fianchi quando lei stessa s'incamminò nella sua direzione.
«Collins, anche oggi che ti ho lasciata libera ti presenti qui?»
Lei rise appena prima di sparire nel magazzino e riapparire qualche istante dopo senza giubbino e con un vestito nero a fasciarle il corpo.
«Non hai freddo solo quel coso addosso?» Chiese scettico Louis.
Lilith scrollò semplicemente le spalle e «Starò in giro per locali tutta notte. Sono certa che ci sarà la giusta temperatura in ognuno di questi» disse.
Poi, scomparve inghiottiva dalla folla che si era ammassata in un punto.
Louis scosse la testa e rise mentre Zayn e, a dire la verità, anche Niall avevano ancora gli occhi puntati su dove era sparita.
«Lascia perdere», disse Louis in direzione dell'amico biondo. «Penso che sia già mezza occupata.»
In quel momento Zayn stesso s'immobilizzò per qualche istante perché non aveva idea di quello di cui stava parlando il suo amico ma nell'istante in cui si voltò velocemente verso di lui per poi spostare la sua attenzione pochi istanti dopo su un'alta cosa ma pur sempre con un sorriso troppo furbo sul viso, Zayn capì che in un modo o nell'altro era coinvolto in quella frase.
Niall, grugnì dopo le parole di Louis e poggiò, in un gesto teatrale, la testa al bancone facendo finta di sbatterla numerose volte contro la superficie.
Poi, l'attenzione si concentrò immediatamente su un altro di loro che da troppo tempo non raccontava più nulla e povero Liam, in quel momento nessuno avrebbe potuto fermare le domande curiose dei suoi amici che avrebbero fatto di tutto pur di rubargli quante più informazioni possibili.
Quando poi tutti i presenti si accorsero che mancavano appena cinque minuti alla mezzanotte partì il conto alla rovescia e solo nell'esatto istante in cui tutti e cinque fecero uno strappo alla regola, afferrando il proprio bicchiere di vino la manica del maglione di Zayn venne tirata appena e quando notò poco lontano da lui la figura di Lilith che si stava avviando verso la porta d'ingresso e lo spronava a seguirla non poté fare a meno di assecondarla. Così sillabò qualcosa nell'orecchio di Harry quando questo aggrottò le sopracciglia e si allontanò. 
Nel momento in cui tirò la porta un colpo d'aria gli sferzò in pieno viso, facendolo letteralmente rabbrividire ma lei era proprio difronte a lui, con le braccia incrociate al petto, nel vano tentativo di scaldarsi e con un sorriso ad aleggiare sulle labbra dipinte di un rosso acceso, quindi il freddo poteva benissimo aspettare.
Zayn borbottò qualcosa quando un'ennesima folata di vento gli fece ricordare del clima pungente di quella sera e quando rivolse un'occhiata interrogativa alla ragazza lei si limitò a puntare un dito verso il bar e da cui proveniva il conto alla rovescia pronunciato da tutte le persone presenti.
Nel momento stesso in cui scoccò la mezzanotte, Lilith sorrise ancora di più di quello che stava già facendo e nonostante facesse freddo e la neve continuasse a cadere si avvicinò al corpo di Zayn e lo baciò.
Dopotutto, se baci qualcuno a capodanno lo baci tutto l'anno, no?
Il ragazzo, in risposta, strinse la presa sui suoi fianchi e si scordò completamente delle temperature polari perché le labbra di Lilith, in quel momento, trasmettevano più calore del necessario e in fondo tutto il resto era solo un dettaglio.
Quando lo schiocco delle loro labbra echeggiò in quella notte così strana e non appena si staccarono, lei aprì gli occhi.
«Buon anno, Zayn.»
E poi sparì di nuovo nel bar, lasciando tutto il tempo al ragazzo di scuotere la testa con un sorriso ad aleggiare sulle labbra sottili e a percorrere i suoi stessi passi per tornare dagli amici.




Note autore:
Buon pomeriggio a tutte mie belle fanciulle!
Dopo quattro ore di scuola ed un pranzo abbondante mi sono catapultata sul computer perché non avevo ancora sistemato e corretto il capitolo quando invece lo faccio almeno due o tre giorni prima ma tra un impegno e l'altro non ho proprio trovato tempo per farlo. La scuola sciupa troppe energie e minuti preziosi della mia vita ma fa parte della nostra cultura istruirci. In quarta superiore penso di aver ormai capito l'utilità della scuola, nonostante qualche accidente glielo lanci ancora.
E dopo questo inizio dove sembro più saggia che mai l'ennesimo capitolo è stato pubblicato! Sto letteralmente facendo i salti di gioia perché solitamente sono lunga in qualsiasi cosa e pensavo che tra controllare, correggere e pubblicare pensavo di non fare in tempo entro questo pomeriggio. Invece, con in sottofondo il film Skyfall, di cui sono follemente innamorata, sono riuscita a fare tutto. Che fortuna!
Quindi passo velocemente a spiegarvi due o tre cose base per poi lasciarvi in piace anche perché anche oggi mi aspetta una giornata a base di shopping e fremo quindi dalla voglia di uscire.
Povera ragazza patita di spese.
Allora avverto che, nel caso ve ne forte accorte, questo capitolo è leggermente più corto degli altri perché appunto non potevo inserire il pezzo successivo dato che non può essere spezzato.
Giuro che nella mia testa ha più senso!
La prima parte riprende l'ultima del quinto capitolo, giusto per precisare. Lilith dopo aver messo a letto Safaa, che è stata corrotta, si siede sul divano con Zayn ed è proprio qui che accade la magia. Lui che si accorge che la ragazza è troppo stanca per rimanere sveglia e quindi le da l'opportunità di appoggiare la testa suo suo petto. Penso sia la parte più bella e piena di dolcezza dell'intero capitolo. Letteralmente.
Poi quando Trisha e Yaser fanno il loro ingresso in casa e i due ragazzi vanno in camera Lilith decide di interrompere l'idillio che si è venuto a creare e Zayn non può che sbuffare. Davvero, decide di parlare sempre nel momento sbagliato ma, d'altronde, è una sua caratteristica.
Povera Lilith che viene sempre rimproverata.
Ma Zayn, nonostante tutto, decide di darle una risposta degna e per questo la bacia appassionatamente, facendo sembrare questa scena degna di un film. Piena d'amore e sdolcinata fino al midollo, proprio come piace a me.
Ma almeno viene messa a tacere.
Poi viene anche descritto il giorno, o meglio la notte, di capodanno ed i cinque ragazzi si trovano, come sempre, al K2O a festeggiare. Dove potevano mai andare? Louis ha l'obbligo assoluto di lavorare.
Ma a rendere speciale e fuori dal normale la serata compare Lilith, che nel suo abito succinto ed elegante riesce ad attirare l'attenzione su di sé. Specialmente quella di Niall ma, ancora più importante, quella di Zayn. Quest'ultimo è letteralmente rapito dalla sua bellezza.
Anche il suo amico sembra piuttosto attratto ma ben presto arriva Louis a chiarire le cose, dicendogli di lasciar perdere perché la ragazza ha un altro pretendente e sembra piuttosto interessata a lui.
Ma questo, il biondino, non può immaginarlo dato che non ne è a conoscenza.
Nel momento in cui poi Lilith compare dietro le spalle di Zayn per invitarlo ad uscire davvero mi si sono trasformati gli occhi in due cuoricini. Lo so che ho fatto questo confronto numerose volte ma davvero, ogni parte romantica di questa storia è stata scritta con tutto il mio cuore.
Il bacio poi a mezzanotte è la cosa che in assoluto mi ha fatto capire chi è veramente Lilith perché, ragazze mie, ci vuole coraggio per chiamare un ragazzo, fare anche il primo passo ed infine baciarlo. È davvero il mio mito. Coraggiosa e impertinente. Che mix più intrigante di questo può mai esistere?
Un mix che al nostro Zayn Malik, a quanto pare, piace ed anche tanto.
Dunque, mie belle principesse anche per oggi ho finito con il mio solito monologo lungo ed infinito. Mi stuferò mai di scrivere tutto questo?
Come sempre vi dico che se nel caso voleste vedere quello che ho pubblicato nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per chiedermi qualunque cosa potete provare a contattarmi anche su Ask (anche se non viene molto usato).
Aggiungo, inoltre, che mi scuso per eventuali errori ortografici, che provvederò a correggere il prima possibile, nel caso ce ne fossero.
Vi ringrazio per l'attenzione, vi auguro un buon fine settimana e noi ci sentiamo sabato prossimo.
Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 7
*** VII ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

07

«Buon anno, Zay!» Trillò entusiasta Harry appena entrò, abbracciandolo subito dopo.
Successivamente fu il turno di Liam, Louis e Niall.
Ogni cliente aveva brindato con la cerchia di amici con cui era in compagnia e le grida di allegria erano giunte da ogni tavolo mentre un anno nuovo si era appena annunciato.
Niall avvolse un braccio intorno a Zayn quando buona parte dei festeggiamenti furono conclusi e mentre cominciava a parlare nuovamente, alternando qualche parola ad un sorso dal suo bicchiere e non curandosi dell'attenzione che i suoi amici gli stessero riservando, gli altri parvero capire che non ci sarebbe stato modo per fermarlo.
Bastava che non se ne stesse zitto e lui era contento.
Gli altri lo erano un po' meno perché, nonostante il baccano, la voce del ragazzo biondo giungeva alle loro orecchie chiara e forte e Dio, dove trovava tutto quel fiato da sprecare?
Non che se ne dovesse stare in silenzio, intendiamoci, ma se ogni tanto avesse fatto parlare anche gli altri sarebbe stato un gesto carino.
Tuttavia però il suo accento era così marcato e la sua espressione così allegra che niente impedì agli altri di ridere per qualunque cosa uscisse dalle labbra di Niall e considerandosi fortunati ad avere una tale fonte di gioia nel gruppo.
Solo a pochi minuti alle cinque del mattino gli sgabelli che avevano occupato fino a quel momento i cinque ragazzi produssero più rumore del necessario e quando si accorsero che semplicemente, come al solito d'altronde, erano rimasti solo loro nel locale si tirarono appena i muscoli della schiena per poi fare un paio di sbadigli a testa.
Certo, un minimo di stanchezza la stavano provando ma si erano divertiti fino a quel momento e la noia non sapevano nemmeno cosa fosse.
Liam fu il primo a far echeggiare la sua voce dopo qualche istante di silenzio e quando disse che si sarebbe ritirato in casa propria, giusto perché quello stesso giorno, solo qualche ora dopo, avrebbe incontrato Sophia fu un motivo più che valido per abbandonare i suoi fedeli amici.
«Prima o poi ce la dovrai far conoscere», biascicò Niall, passandosi una mano sugli occhi e sbadigliando nuovamente.
L'altro sollevò lo sguardo verso il soffitto e salutò tutti con un cenno della mano e un piccolo sorriso sul volto.
Forse era troppo ubriaco per dire altro.
Niall, invece, non sembrava affatto turbato dall'essere sbronzo anzi, afferrò la bottiglia di birra che doveva ancora finire e se ne uscì dal K2O con un saluto e il dito medio alzato. In sottofondo si potevano sentire benissimo le risate degli altri tre.
Zayn rimase, come per accordo, a sistemare almeno la parte più grande ma quando sia lui che Louis ed Harry, che gentilmente si era offerto di dare una mano, si accorsero che non erano in grado di muovere anche più un arto lasciarono semplicemente stare e ognuno s'incamminò verso la propria abitazione.
Nel momento poi in cui fece girare la chiave nella porta, sospirò contento di avere la casa libera per un paio di giorni.
Non capitava spesso, infondo.
Abbandonò le scarpe all'entrata e di cui si sarebbe occupato dopo un accurato riposo e quasi corse in camera per sbarazzarsi di quei vestiti altamente fastidiosi ed ormai freddi per sostituirli con alcuni più comodi e decisamente in grado di tenere più caldo.
Poi, solo quando si sistemò sul divano per poter guardare un po' di tv, in silenzio, il cellulare prese a suonare con così tanta insistenza che per qualche secondo pensò di scaraventarlo fuori dalla finestra o semplicemente contro il muro.
Quando però si costrinse a sollevare la schiena dal materasso aggrottò le sopracciglia perché un numero sconosciuto appariva sullo schermo e fu quasi tentato di non rispondere. Poi però si costrinse definitivamente a farlo perché aveva la sua famiglia via e, nella vita, non si sa mai cosa possa succedere.
Nello stesso istante in cui si rese conto che non fosse nessuno della famiglia, lasciò andare un piccolo sospiro perché era più che sollevato. Ma, tuttavia, il compito di riconoscere la voce non fu tanto complicato.
«Zayn?»
Chiuse gli occhi quando si rese pienamente conto di chi fosse e quasi scosse la testa incredulo che avesse, in qualche modo, ottenuto il suo numero. «Lilith?» Domandò poi lui.
Certo era più che giusto chiedere conferma ma in quel momento pensò di essere incredibilmente imbecille.
«Sono io», confermò l'altra. «Sei in casa?»
Corrugò la fronte a quella domanda insolita e mentre si chiedeva come avrebbe dovuto risponderle semplicemente si ritrovò a confermare, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«Puoi aprirmi? Sono proprio davanti alla tua porta.»
Allora Zayn alzò definitivamente gli occhi al cielo perché se avesse suonato avrebbe decisamente fatto prima ma non aspettò neanche che uno dei due chiudesse la chiamata prima di allontanarsi dal divano e raggiungere l'ingresso trovandola lì, con le braccia attorno al busto e i denti a battere appena.
E mentre la trascinava dentro si concesse di chiedersi distrattamente perché se ne andasse in giro mezza svestita se poi aveva freddo e, ovviamente, cosa facesse lì, da lui alle sei del mattino.

Lilith stringeva tra le mani una tazza di the bollente e tremava ancora. Zayn scosse la testa perché non capiva proprio questa storia dei vestiti striminziti e prese la coperta appollaiata sul bracciolo del divano, mettendogliela sulle spalle, assentendo appena quando lei alzò lo sguardo verso di lui.
Erano ancora in silenzio, o almeno non avevano detto una parola da quando la ragazza era entrata. Si erano semplicemente limitati ad osservarsi furtivamente ringraziando che ci fosse la tv accesa a tenere compagnia ad entrambi.
Zayn le aveva scaldato qualcosa, invitandola ad accomodarsi sul divano ad aspettare che dicesse qualcosa, perché credeva di avere il diritto di sapere certe cose.
Ma Lilith non si decideva a parlare e lui si stava spazientendo.
«Vuoi dirmi come mai sei qui o devo cercare di capirlo da solo?» Trovò finalmente il coraggio di chiedere.
Lei allora alzò il capo, sbattendo le ciglia chiare ma, quella sera, colorate di nero e le sue guance, ancora rosse per il freddo, si scurirono ancora di più e riportò immediatamente lo sguardo sulla tazza.
Zayn alzò gli occhi al cielo spazientito, sedendosi accanto a lei e poggiando le mani sulle gambe quando capì che non avrebbe ricevuto una risposta tanto alla svelta.
«Ero stufa di stare in giro», disse poi, in un sussurro.
Il ragazzo, a quel punto, inarcò le sopracciglia perché erano le sei del mattino, era stanco, non aveva ancora avuto la possibilità di chiudere occhio e si trovava a discutere con lei sempre agli orari più improponibili.
Capiva che la casa di Louis a volte potesse risultare un po’ rumorosa e affollata ma era abbastanza certo che quando Johannah non l’avrebbe vista la mattina successiva si sarebbe preoccupata dato che di solito quando rimaneva fuori la notte, Lilith, si premurava di avvertirla.
Successivamente annuì semplicemente, posando gli occhi, per la prima volta dopo settimane, sovrastati da un paio di occhiali da vista, che usava quando più gli andava, sul televisore.
«Ho semplicemente lasciato le mie amiche e tornando a casa mi sono imbattuta davanti alla tua e non ho potuto fare a meno di fermarmi.»
Zayn si leccò le labbra, fingendo di non sapere che per andare verso la casa di Louis non si doveva passare per casa sua, a meno che non si volesse.
Ma rise appena quando notò il sorriso sul volto della ragazza che sapeva bene che quella che aveva appena raccontato fosse una bugia bella e buona ma proprio non ce la fece a non farsi notare quindi si limitò a passarle una mano attorno alle spalle e scoppiare nella risata che aveva trattenuto fin troppo mentre Lilith lo guardava, curiosa e stupita da quella reazione ma poggiando una mano sul petto del ragazzo contro cui fu tirata.
«Potevi risparmiartela, questa», asserì Zayn.
Lei gli sorrise, sfacciatamente questa volta, alzando il capo per la troppa vicinanza e notando, solo in quel momento, che aveva cambiato i vestiti.
Il poco rossetto che le era rimasto sulle labbra le rendeva appena più rosse del normale e lei non mancava di passarci la lingua sopra a distanza di qualche minuto, rendendole, inconsciamente o meno, più invitanti di quello che già non erano.
Zayn non poté fare a meno di lasciarci una lunga occhiata.
«Va bene», si arrese poco dopo, Lilith. «Sono venuta qui di proposito.»
Lui allora la guardò perché questo ormai l’aveva capito e sul viso gli si dipinse un ghigno altamente fastidioso ma che non poteva evitare.
«Sei da solo in casa?»
Il ragazzo scrollò le spalle e assentì appena con la testa, lanciando uno sguardo dettato dall’abitudine al soggiorno.
La madre, con le sorelle ed il padre avevano organizzato una piccola vacanza di qualche giorno in montagna, giusto per sfruttare il fatto che tutte e tre le ragazze per il primo anno sapessero sciare. Lui aveva semplicemente preferito rifiutare per la sua incapacità di fare qualsiasi cosa che non fosse cadere rovinosamente sulla neve e si era quindi ritrovato sulla spalle la responsabilità della casa.
Lilith annuì, sistemando meglio la testa sul petto di Zayn che ancora non aveva tolto il braccio dalle sue spalle, mentre un leggero mal di testa cominciava ad appropriarsi di lei. Quando fece una smorfia di disapprovazione lui la guardò e parve capire immediatamente.
«Forse è meglio andare a dormire», disse anche.
La ragazza, a quel punto, scosse il capo perché sebbene fossero le sei e mezza del mattino non aveva voglia di andare a letto, non adesso che il sole stava lentamente sorgendo e lei e Zayn avevano, forse per la prima volta, instaurato una conversazione vera e propria: priva delle solite rispose secche e per lo più composte da monosillabi.
Quindi quando semplicemente Lilith gli afferrò la mano, non togliendo la coperta che aveva sulle spalle, posando la tazza sul tavolino di fronte al divano ed esortandolo a seguirla, lui lo fece, stringendo la presa ed intrecciando meglio le dita, sorridendo anche inconsciamente quando lei si voltò appena prima di salire le scale e aprire la finestra che avrebbe dato sul terrazzo. Con un’espressione estasiata, che Zayn cercò invece di mascherare, si limitò a guardare meravigliata quello che aveva davanti agli occhi, godendosi quella strana pace che c'era tra loro e ammirando in silenzio quello che lo circondava, come piaceva a lui.
Il sole era all’orizzonte, con i suoi colori e le sue sfumature per rendere il cielo appena più luminoso e piacevole da vedere, sebbene ci fosse qualche nube e nevicasse ancora un po’.
Lilith si mise sulle punte nell’esatto momento in cui il materiale freddo venne a contatto con i suoi piedi e Zayn ancora una volta scosse la testa perché doveva aver voglia di ammalarsi se girava mezza nuda e senza scarpe quando c’era un freddo in grado di entrarti nelle ossa.
Lei puntò il dito in direzione del sole in modo talmente allegro e spensierato che sarebbe stato in grado di contagiare chiunque avesse avuto accanto, Zayn compreso che ben presto allargò il braccio per avvolgerlo attorno al bacino di Lilith che non perse tempo nel guardare la mano che si arpionava al suo fianco e gettare anche un’occhiata alla figura del ragazzo accanto a lei che, impassibile, fissava davanti a sé.
«Cosa c’è?» Domandò a quel punto Zayn, sentendosi un paio di occhi puntati sul suo viso.
Lilith sorrise appena e le sue guance si colorarono di un acceso rosso, forse per essere stata colta in fallo, ma non poté fare a meno pensare che fosse davvero troppo bello mentre si dondolava distrattamente sui suoi stessi piedi per allontanare un minimo il freddo pungente.
Dio, si gelava lì fuori.
«Da quando porti gli occhiali?» Chiese quindi, sistemando i capelli su una spalla, cercando di eliminare ogni pensiero che avesse fatto fino a quel momento e dirottando l'argomento su un piano completamente differente.
«Da qualche anno», replicò Zayn, scrollando le spalle e facendo un respiro più profondo degli altri.
Ed era strano perché era il primo giorno di Gennaio, entrambi erano intorpiditi dal freddo e con ancora qualche traccia di alcool nei loro corpi, stanchi per le ore di sonno mancate, con numerosi messaggi a cui prima o poi avrebbero dovuto rispondere, qualche chiamata persa ma uno strano senso di pace si era impossessato di loro, rendendo perfino difficile rientrare in casa, forse per paura che qualcosa sarebbe cambiato.
Erano su un balcone, a pochi minuti alla sette, a vedere l'alba nel modo più insolito che entrambi avrebbero potuto prevedere eppure sembrava tutto normale, avevano creato un contesto tutto loro e andava bene così.
Ma ben presto Lilith spostò ancora i piedi sul materiale decisamente troppo freddo e Zayn a quel punto ridacchiò, ormai meno stupito dalle sciocchezze che era capace di fare e con una mossa fin troppo abile la sollevò da terra, cercando di scrollare le spalle e rimanere naturale quando la ragazza si voltò nella sua direzione con le sopracciglia aggrottate ed un'espressione interrogativa sul volto.
Si limitò, per tanto, ad inumidirsi le labbra, lasciando un'ultima occhiata prima di concentrare la sua attenzione su Lilith che imperterrita lo osservava, come se l'alba avesse ormai superato il suo fascino iniziale e fosse un infimo dettaglio di quel momento.
Le sue labbra erano premute distrattamente tra i denti bianchi e perfettamente allineati, forse per merito di un apparecchio e Zayn, dentro la sua testa, si appuntò di chiederglielo un giorno.
Poi, quando quest'ultimi mollarono la presa ferrea e la bocca si dischiuse appena entrambi furono convinti che presto ne sarebbe uscito qualcosa che avrebbe rovinato quel momento tanto idilliaco ma, con notevole stupore da parte di Zayn la sfrontatezza di Lilith questa volta non la portò a parlare ma bensì a farle posare le sue labbra sul collo scoperto ma attraente del ragazzo che rimase fermo, come pietrificato, per qualche istante prima di rendersi conto di quello che stava per succedere e che ormai sarebbe stato troppo tardi per fermare ogni cosa.
Anzi, dopo il primo momento di confusione cominciò a sorridere sfacciatamente per il gesto che Lilith aveva appena compiuto, limitandosi a fare qualche passo indietro e spingere la finestra con un piede e richiuderla in altrettanta maniera mentre con il gomito cercava di girare la maniglia. Alla fine lei intervenì, facendolo al posto dell'altro e ricevendo un gesto di ringraziamento dal capo di Zayn fin troppo impegnato a mantenere la concentrazione su dove metteva i piedi e cercando di evitare il pensiero del corpo di Lilith premuto contro il proprio e la sua bocca che sfiorava ogni centimetro del suo collo arrivando alle clavicole.
Nello stesso istante in cui arrivarono in camera, ancora una volta, spinse con un brusco calcio la porta che si richiuse qualche secondo dopo da sola, per la troppa forza messa.
Zayn si limitò a posare la ragazza a terra, finalmente al caldo ed in un ambiente a lei un po' più conosciuto, prima di abbandonarsi totalmente sulle sue labbra e scordandosi del mondo esterno e del freddo pungente di quella strana mattina, preferendo di gran lunga infilare le mani tra i capelli lunghi di Lilith, tirandoli appena, e facendole scorrere poi, lussuriosamente, su ogni parte di quel corpo schiacciato contro il suo e il muro.
Strinse appena la presa sui fianchi della ragazza per rivendicare quel possesso che, forse, gli spettava e non poté fare a meno di ammirare l’espressione che si dipinse sul viso di Lilith: un misto tra l’eccitazione e la curiosità di scoprire quello che sarebbe successo.
Zayn, allora, s’impresse un ghigno fastidioso sul viso perché sapeva che da quel momento in poi avrebbe potuto fare di lei ciò che più avrebbe voluto e sospirò perché era una tale liberazione poterla baciare che mai avrebbe trovato le parole giuste.
Si leccò le labbra prima di farle combaciare per l'ennesima volta ma staccandosi pochi istanti dopo, appoggiando la sua fronte contro quella dell'altra.
Lilith aveva ancora gli occhi chiusi ed il fiato corto quando poggiò le mani sulle spalle di Zayn e lo spinse appena, facendolo indietreggiare fino al bordo del letto, sopra il quale si sedette sempre con quel sorriso spavaldo sul volto dai lineamenti ben definiti.
Erano impazienti entrambi, forse anche un po' troppo, smaniosi di sentire la pelle dell'altro a contatto con la propria come se bramassero ciò da sempre, dal primo istante in cui si erano visti e, probabilmente, era così.
Nel momento in cui poi le piccole mani di Lilith scesero sapientemente verso il bottone dei pantaloni di Zayn, i loro respiri si mischiarono e le loro labbra si toccarono nuovamente, tutto divenne più confusionario e veloce, con un solo chiaro obbiettivo in mentre.
Lui si lasciò cadere sul materasso trascinandosi dietro la ragazza che sorrise, scostando le mani dalle gambe di Zayn per posizionarle sul materasso per attutire la caduta e sorrise quando i capelli biondi ricaddero ai lati del suo viso, quasi a nasconderli.
Entrambi si leccarono le labbra, forse in un gesto automatico, prima di farle sfiorare con quelle dell'altro e sperando che quel tipo di contatto durasse tutta la notte, o mattina dato l'orario.
I respiri pesanti erano l'unico rumore nella stanza ed in tutta la casa.
Ci volle veramente poco perché da quella posizione Zayn ribaltasse la situazione, sovrastando il corpo minuto di Lilith che inarcò la schiena appena prima che lui le slacciasse la cerniera del vestito, posta su un fianco, e facesse scivolare via quella stoffa superflua dal suo corpo per farla rimanere solo con l'intimo. L'unica cosa che riuscì a pensare fu che, quel completino, le stesse troppo bene e quando pronunciò un «Porca puttana» troppo ad alta voce perché potesse essere solamente un pensiero si chinò velocemente sul suo collo, per mascherare il leggero imbarazzo e desiderando che anche quel materiale sparisse dalla sua pelle per poterla ammirare completamente nuda sotto di lui.
E quando, finalmente, Zayn, in un modo o nell'altro, si sbarazzò anche lui dei suoi vestiti ed incastrò le dita tra la stoffa della biancheria e la pelle di Lilith si godette ogni attimo e ogni espressione che si dipinse sul dolce volto della ragazza.



Note autore:
Buongiorno splendori!
Dopo una settimana di scuola terribilmente orribile e stancante sono qui con il settimo capitolo.
Se solo penso al fatto che per la prossima settimana devo preparare verifiche ed interrogazioni varie mi viene da piangere perché la mia mente, per un certo verso, è ancora in vacanza.
L'unica cosa positiva è che mancano sempre meno giorni alle vacanze natalizie. Penso di avervi già accennato di essere in adorazione di questa festività. Lo sono davvero, dovete crederci.
A voi come procede la scuola? Piene d'impegni o libere? Se fate parte della seconda categoria sappiate che vi invidio, sotto un certo punto di vista.
Dunque, come al solito dopo questa breve introduzione è ora di passare al capitolo.
Vi informo in anticipo che davvero questa è la parte che mi è piaciuta di più in assoluto da scrivere perché davvero la dolcezza si riesce a percepire al cento per cento.
Lei che si presenta a casa sua, dopo una serata in giro con le amiche e che finge si essere capitata lì per caso quando, invece, Zayn sa bene che è una grande cavolata quello che ha appena detto.
Alla fine, infatti, è Lilith stessa ad ammettere di aver cambiato strada di proposito per arrivare da lui.
Penso anche che sia tenera quando gli telefona per capire se è a casa o meno e questo fa anche capire quanto sia determinata e sfacciata la ragazza perché in un modo o nell'altro è riuscita ad ottenere il numero di Zayn senza chiederlo al diretto interessato.
Assolutamente fantastica, ecco le parole adatte per descriverla.
La vacanza della famiglia di Zayn è capitata proprio a pennello, poi, perché i due ragazzi si trovano in casa da soli ed è inevitabile che qualcosa accada, o no?
Quando infatti Zayn è tentato di andare a letto per evitare che le cose si complichino e che comincino qualcosa che poi sarà difficile da interrompere, lei lo sorprende, ancora una volta, prendendolo per mano e conducendolo verso il balcone.
Lo so che considerate folle l'idea di esporsi al freddo di Gennaio, soprattutto se consideriamo il fatto che sono in Inghilterra e l'inverno è ancora più rigido. Ma davvero più di tanto ad entrambi non importa perché sono in compagnia l'uno dell'altro ed è quello che conta maggiormente.
Però, se devo dirvi la verità, è folle che Lilith vada fuori senza scarpe e né calze perché fino a quel punto non ci sarei arrivata nemmeno io. La considero anch'io una pazzia quello che ha fatto ma tutto combacia con la sua personalità.
Quello che accade poi, penso che ve lo siate immaginate tutti.
Quando si dice che una cosa tira l'altra non è in senso figurato ma pura e semplice realtà perché una domanda porta ad una risposta che esige una nuova domanda, un silenzio prima deve essere spezzato con delle parole che saranno susseguite da altre e dopo il primo bacio i successivi li si brama, li si desidera. Quindi sì, una cosa porta sempre ed inesorabilmente ad un'altra: questa, almeno, è la mia teoria.
Che dite, vi ho annoiato abbastanza?
Nel caso la risposta fosse "sì", non preoccupatevi perché ho finito.
Volevo solo aggiungere, come sempre, però che se nel caso voleste vedere tutto quello che è presente sul mio profilo basta che clicchiate 
qui e che per contattarmi potete provare anche su Ask (anche se non lo uso molto).
Vi ringrazio, dunque per essere arrivate fin qui, nel caso ci siate arrivate e volevo anche dire grazie a quelle persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate. Inoltre, se volete mi piacerebbe sapere qualche vostra opinione ma tranquille, non è strettamente necessario dato che io stessa sono una di quelle lettrici silenziose. A me piace semplicemente leggere.
Mi scuso, inoltre, per eventuali errori ortografici e che provvederò a correggerli appena possibile.
Bene con questo vi saluto, augurandovi un buon fine settimana e spero che passiate una buona settimana scolastica.
Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 8
*** VIII ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

08

Erano le tre del pomeriggio quando Zayn aprì gli occhi per la prima volta, chiudendoli subito non appena si accorse che la luce di quel giorno entrava dalla finestra non oscurata dalla tenda.
Una guancia premeva sul cuscino sotto il quale era incastrato il braccio mentre l'altro invece, leggermente indolenzito, era attorno alla vita di Lilith che dormiva ancora beatamente.
La stanza era silenziosa e il tempo veniva scandito dai respiri regolari della ragazza mischiati a quelli di Zayn.
Le coperte che, nel corso della notte, si erano spostate, ricoprivano ora poco più di mezza schiena al ragazzo che si accorse solo in quel momento di essere piuttosto infreddolito.
Notò, con una smorfia divertita, quanto fosse invece avvolta Lilith, i cui capelli erano sparsi sul materasso a creare un netto contrasto tra il bianco ed il suo biondo naturale.
Poi poco dopo aver gettato uno sguardo alla sveglia decise che avrebbe chiuso gli occhi ancora per qualche istante, prima di alzarsi, mangiare qualcosa e correre a casa di Louis senza neanche avvisarlo, come l'ultima volta.
Alla fine quel “qualche istante” si rivelò un'altra ora e quando riaprì gli occhi per la seconda volta quasi sussultò alla vista del letto vuoto ma nello stesso istante in cui impiegò a sollevare la testa dal cuscino, dei rumori provenienti dal piano inferiore gli fecero capire che Lilith era ancora lì, in quella casa e con lui.
Non avrebbe di certo gradito che si fosse data a gambe levate.
Con questo pensiero in testa si concesse quindi ancora un po' di tempo prima di alzarsi definitivamente, pentendosi subito dopo della sua scelta, data la bassa temperatura e la mancanza di vestiti sul suo corpo.
Recuperò velocemente dal pavimento quello che qualche ora prima si erano tolti con tanta smania e fretta, quasi da non capire niente, aggrottando le sopracciglia quando si rese conto di non trovare la sua maglia anche se ne avrebbe fatto, come al solito, a meno.
Il pavimento era più freddo di quello che doveva e se ne rese conto dopo i primi due passi e per questo si affrettò a percorrere le scale e catapultarsi ad alzare la temperatura del termostato.
Era il primo di gennaio e si ghiacciava, letteralmente.
Nell'esatto istante in cui poi, appoggiò una spalla allo stipite della porta della cucina dovette fare appello a tutte le forze che aveva per non strozzarsi con la sua stessa saliva e non far rumore.
Lilith era proprio di fronte a lui e la cosa più eclatante è che indossava la maglietta che lui si era tolto la sera precedente.
Era decisamente troppo grande per lei ma le stava bene. Zayn avrebbe osato dire fin troppo.
La ragazza aveva gli occhi fissi sulla macchina del caffè e a giudicare dall'espressione accigliata doveva anche averci litigato.
Il solo pensiero lo divertì.
Non era lei quella che lavorava in un bar?
Poi, senza preavviso Lilith si allontanò dalla sua postazione e, mettendosi sulle punte dei piedi si affrettò a recuperare due tazze che avrebbe presto riempito.
Come al solito si era ricordata quella blu.
Zayn sorrise inconsciamente.
Alla fine non resistette ulteriormente e senza fare troppo rumore si avvicinò alla ragazza che sobbalzò non appena si accorse della sua figura per poi porgergli timidamente la tazza, ora, piena.
La ringraziò con un movimento del capo ed un lieve sorriso sulle labbra.
Ma poi, quando pochi secondi dopo, si ritrovò ad osservarle le labbra pensò che quello che stava per fare non sarebbe stato poi così sbagliato ed in più fremeva dalla voglia.
Quindi nel momento in cui poggiò la sua tazza sul mobile dietro di sé e sghignazzò per l'espressione confusa di Lilith meditò per qualche istante di dirle che il caffè faceva schifo o qualche altro pretesto per vederla imbronciarsi o magari imbarazzarsi ma scosse la testa impercettibilmente perché erano idee stupide.
Quando le afferrò il tessuto della maglietta, mettendo in mostra un ghigno per farle capire che sapeva bene che quella che indossava fosse sua, l'attirò a sé con una tale velocità che quasi rischiò di far uscire tutto il caffè dalla tazza e di sporcare ovunque ma, fortunatamente, Lilith fu abbastanza sveglia da evitare che ciò accadesse.
Nel momento poi in cui le loro labbra si toccarono l'intera casa divenne nuovamente silenziosa mentre l'odore di caffeina aleggiava nell'aria.
Il «Buongiorno» che sussurrò successivamente Zayn, con la bocca contro quella della ragazza non fece altro che farla sorridere.
«Devo andare da Louis», annunciò poi il ragazzo dopo qualche minuto di silenzio e mentre sorseggiava il suo caffè bollente.
Lilith lo guardò con curiosità e si spostò i capelli su una spalla mentre annuiva lentamente.
«Posso venire con te?» Domandò dunque.
Zayn a quel punto inarcò un sopracciglio e dovette trattenersi per non dipingersi una smorfia di disappunto sul volto ma fin troppo velocemente la ragazza replicò, senza lasciargli il tempo di dire qualcosa.
«Non voglio intromettermi nelle vostre conversazioni», chiarì. «Devo tornare a casa dato che manco da ieri nel tardo pomeriggio e visto che non ho avuto modo di avvertire Johannah presumo sia preoccupata.»
Il ragazzo allora acconsentì, sorridendole appena.
Cosa avrebbero detto per tutto il tragitto? Non ce ci volesse molto tempo ad andare a casa di Louis, senza contare che con la macchina avrebbero fatto molto prima che andare a piedi e che quindi ci sarebbero voluti due minuti scarsi.
Ma rimaneva pur sempre del tempo che avrebbero dovuto riempire. Con delle parole, magari.
Alle quattro e mezza del pomeriggio erano, però, sulla macchina di Zayn, con il riscaldamento al massimo e la radio a basso volume, ma pur sempre accesa.
Lilith osservava fuori dal finestrino, con un'espressione assorta. In mano stringeva il vestito della sera precedente e quando lo sguardo di Zayn si soffermò sulle sue gambe coperte da un paio di pantaloni della tuta rubati dall'armadio del ragazzo, questo non poté fare a meno di sorridere, incastrando la lingua fra i denti e facendo il possibile per non farsi notare. Anche la maglietta che indossava sotto il giubbino era sua.
Per qualche secondo si domandò se mai li avrebbe avuti indietro ma poi pensò che stesero meglio a lei e che se non glieli avrebbe restituiti ci sarebbe stata la possibilità che li avrebbe indossati ancora.
Poi scosse la testa perché erano davvero pensieri assurdi quelli e senza senso.
Solo quando si fermarono ad un semaforo e gettò una rapida occhiata a Lilith che armeggiava con il cellulare si concesse di domandarsi come mai fosse capitata giusto a Bradford dato che di ciò sapeva ben poco e, pensò anche, che probabilmente un giorno se ne sarebbe dovuta andare e già adesso, a Zayn, l'idea non lo allettava.
«Come mai sei qui a Bradford?» Si decise quindi a chiedere.
Lilith si voltò di scatto nella sua direzione e il ragazzo poté quasi notare lo stupore con il quale lo guardava.
Non credeva avesse parlato?
Si leccò le labbra allora e tentò anche di mascherare un sorriso, cosa che non le riuscì bene perché Zayn lo notò.
«Mia madre è molto amica di Johannah. È dovuta partire per lavoro: starà via per un po' e non se la sentiva di lasciarmi a casa da sola», spiegò dunque.
A quel punto le seguenti parole di Zayn vennero pronunciate senza quasi pensarci.
«E tuo padre?»
La ragazza si schiarì la voce, riponendo il telefono in una delle tasche del giubbino e osservando davanti a lei mentre le sue labbra si muovevano.
«I miei genitori hanno divorziato diversi anni fa e lui si è trasferito in America.»
Zayn strinse le mani attorno al volante e quasi si pentì della sua domanda. Lilith, invece, si limitò a sorridere appena, «Non preoccuparti» pronunciare e alzare un po' il volume della radio e, raggiante più che mai «Amo questa canzone!» esclamare.
Il ragazzo scosse la testa leggermente e si rilassò quel giusto che gli era stato concesso e arricciò il naso, nel tentativo di non ridere, quando Lilith cominciò a cantate a squarciagola.

Louis era seduto sul suo letto, con il solito computer sulle gambe e le cuffiette nelle orecchie: muovendo, a ritmo della canzone che stava ascoltando, il capo.
I capelli andavano in tutte le direzioni e, Zayn, dedusse che si fosse appena svegliato.
Accanto alla porta era presente uno dei tanti giocattoli dei gemelli e qualcosa diceva che aveva avuto una loro visita.
Quando poi gli occhi di entrambi si incontrarono e Louis si liberò dell'aggeggio tecnologico e sorrise a Zayn, un po' troppo sornione. Questo allora non poté fare a meno di inarcare le sopracciglia velocemente e preoccuparsi.
Quell'espressione stava a significare tante cose, preoccupanti per la maggior parte.
«Quale segreto devi raccontarmi questa volta?» Domandò a quel punto.
Zayn allora sollevò gli occhi al cielo e accennò un sorriso sghembo, per poi scuotere la testa e passare una mano tra i capelli.
Lilith era corsa nella camera che, immaginava, le avessero dato per il tempo che sarebbe rimasta.
Aveva però prima sorriso a Johannah e si era scusata con lei per non averla avvisata che non sarebbe rientrata.
La donna, tuttavia, aveva annuito soltanto, probabilmente troppo presa da tutti i suoi figli, per arrabbiarsi per una svista della ragazza. Anzi aveva accennato un sorrisino e aveva anche gettato un'occhiata eloquente e di chi la sa lunga a Zayn, che si era grattato il capo, imbarazzato, e aveva chiesto frettolosamente di Louis per sviare qualsiasi domanda sarebbe potuta sorgere.
Grazie a Dio Johannah era stata abbastanza sveglia e furba da rimanersene in silenzio ma pur sempre con una strana espressione in viso, la stessa che il ragazzo aveva preferito non decifrare.
Louis, in quel momento, se ne stava a gambe incrociate sul materasso e ci vollero pochi secondi a Zayn per togliersi le scarpe e scavalcare il corpo dell'amico per coricarsi nell'altra metà del letto, mettendo le mani dietro la testa ed incrociando le caviglie.
«Malik, per quanto la farai ancora lunga?»
Il soggetto in questione sghignazzò decisamente divertito. Louis non era una persona paziente, anzi sollecitava fin troppo ma era l'unico che se lo poteva permettere.
«Abbiamo fatto sesso», disse dunque.
«Tu e...»
«Lilith», sentenziò Zayn.
A seguire di quelle parole ci fu qualche istante di silenzio e mentre quest'ultimo rifletteva su quello che aveva appena detto, imponendosi di usare un tono di voce più basso per paura che Lilith stessa sentisse, Louis si dipinse un fastidioso sorriso sul volto e gli si illuminarono gli occhi.
Quello era decisamente il Louis più fastidioso che potesse esistere.
«Oh», furono allora le parole dell'amico. «Mi chiedevo quando ti saresti deciso a scopartela», aggiunse anche.
Zayn allora alzò gli occhi al soffitto e con una smorfia di disappunto si voltò verso l'altro.
«Scusa?»
«Beh», esordì Louis. «Quando mi hai detto del bacio ho immaginato che non sarebbe dovuto passare molto tempo perché te la portassi a letto.»
Zayn scosse la testa, vagamente divertito, questa volta e quando l'amico si coricò, posizionandosi su un fianco e appoggiando la testa sulla mano con l'ennesimo sorriso preoccupante non poté fare a meno di cercare di ignorarlo ma quando le sue parole arrivarono dritte alle orecchie di Zayn, questo scoppiò a ridere nella risata più fragorosa della giornata.
In effetti, dalla prima domanda ad arrivare ad un interrogatorio vero e proprio ci volle poco tempo.
Louis sapeva bene come mettere in imbarazzo le persone.
«Quindi ora state insieme?» Chiese quest'ultimo.
Zayn occupò qualche secondo di tempo a giocare con le sue stesse mani e a quel punto sospirò, rispondendo con un «no» secco.
Fare sesso non implica una relazione, giusto?
«E ne hai parlato con lei?» Domandò anche Louis.
L'altro allora negò nuovamente. «Abbiamo parlato un po' mentre venivano qua. Ma niente riguardo a ieri sera. Mattina, a dire il vero.»
L'amico annuì piano e a quel punto si coricò anche lui sul materasso, imitando la posizione di Zayn e prendendo un bel respiro.
«Ti piace?» Insistette Louis.
L'altro gli scroccò un'occhiata annoiata e si passò una mani sul viso. «Dio, Lou, da quando sei così?»
Quest'ultimo rise appena, mollandogli un piccolo pugno sul braccio e «Rispondimi», intimargli.
«Potrebbe piacermi. Un po'», esordì allora Zayn.
«Secondo me dovreste chiarire, parlarne.»
«Sembri un fottuto psicologo.»
Louis allora scoppiò in una risata e «Sembriamo due ragazzine, invece», ribatté.
Zayn ridacchiò appena e scosse la testa divertito.
Di certo delle ragazzine non se ne stavano così tranquille mentre parlavano di qualche ragazzo.
Loro due lo potevano confermare eccome.
«Come fanno a conoscersi tua madre e quella di Lilith?»
Louis si voltò di scatto verso Zayn, aggrottando le sopracciglia e non capendo bene la domanda, inizialmente, ma alla fine assentì con il capo e si leccò le labbra prima di parlare.
«Andavano a scuola insieme», disse, con una scrollata di spalle. «Si è trasferita quando si è sposata», aggiunse anche.
«E sono rimaste in contatto tutto questo tempo?» Domandò Zayn.
L'amico annuì. «I primi anni veniva spesso a trovarci. Lilith veniva anche lei. Non è una delle prime volte che si ferma per un po' a casa mia.»
Sul volto di Zayn allora si dipinse la confusione perché benché conoscesse Louis dalla tenera età di tre anni non gli era mai capitato di imbattersi in Lilith.
Louis rise appena a vedere la faccia dell'amico.
«Penso che l'ultima volta risalga a quatto anni fa, quando i suoi genitori si sono separati. Ma allora stava con le mie sorelle ed io ero troppo preso dalla mia vita per potermi curare della sua presenza», disse a quel punto, leggermente divertito.
Anche Zayn rise appena e poi annuì. Gli bastavano quelle indiscrezioni.
«Quindi», esordì Louis. «Ti sei baciato e scopato la babysitter di tua sorella che, tecnicamente, è anche la mia cameriera.»
L'altro, in risposta, sollevò gli occhi che poi chiuse qualche istante quando realizzò che aveva usato le stesse parole di quella volta che era corso da lui per raccontargli del bacio.
Dio, detta così, poteva essere scambiato benissimo per una ragazzina.
In risposta si sollevò prontamente dal materasso con il busto, fece dondolare le gambe dal bordo e si girò quel poco che bastava per fare il dito medio a Louis che scoppiò in una risata, ampiamente divertito.
«Il mio caro e dolce Malik.»
Questo in risposta ringhiò un «Vaffanculo» che avrebbero potuto sentire tutti, in quella casa.
Louis rise nuovamente.
«Secondo me le piaci.»
Zayn che si stava infilando le scarpe, bloccò i suoi movimenti per qualche millesimo di secondo e fece scivolare la lingua tra le labbra mentre rifletteva se quelle parole che aveva appena detto Louis le avesse pronunciate davvero o meno.
«Lou, davvero, cominci a preoccuparmi.»
Questo scosse la testa, in parte spazientito, in parte divertito dalla piega della conversazione. Si alzò dalla sua posizione e affiancò l'amico.
«Staremo a vedere», sentenziò dunque Louis.
Quando Zayn se ne uscì dalla stanza dell'amico con un'espressione corrucciata e le mani sul volto, mentre si stropicciava gli occhi e cercava di trovare un modo per passare il resto del pomeriggio, gli bastò girare la testa appena a sinistra per vedere Lilith che parlava con una delle gemelle, con una sola maglietta addosso che le copriva a malapena il sedere e da cui dalla posizione in cui era si poteva intravede l’intimo in pizzo nero.
Non voleva essere volgare e dire che era a novanta, eppure era a novanta.
Quasi in automatico, ovviamente dopo una lunga e attenta osservazione, posò gli occhi anche su Louis che se ne stava impalato al suo fianco e con lo sguardo fisso sulla parte bassa della schiena della ragazza.
Zayn gli assestò quindi una decisa gomitata nello stomaco, aggiungendoci un'occhiataccia per poi farsi spuntate un sorriso sghembo sul viso al gemito che le labbra di Louis si lasciarono scappare.
Ci impiegò, però, fin troppo tempo a realizzare che con quel rumore Lilith si sarebbe accorta della loro presenza.
E così fu.
La ragazza, forse con una mossa fin troppo veloce, ritornò alla normale postura, girando il busto quanto bastava per far entrare nel suo campo visivo le figure di Zayn e Louis, mordicchiandosi il labbro mentre le sue guance si coloravano di una sfumatura di rosa abbastanza acceso.
Quasi rosso, aveva pensato Zayn. Eppure era tenera.
Lilith congedò Daisy o Phoebe, erano troppo uguali perché Zayn avesse imparato chi delle due fosse, nonostante tutti gli anni che frequentava Louis e di conseguenza quella casa.
Fece poi un cenno di saluto nella direzione dei due ragazzi e sparì nella sua camera.
«Oh beh», esclamò a quel punto Louis, mentre Zayn gli rivolgeva un'occhiata circospetta e preparandosi a dovergli assestare un'altra gomitata se avesse detto qualcosa di inappropriato.
Poi però sorrise malignamente a Zayn e prima ancora di finir pronunciare «Benedetta sia la tensione sessuale», era già chiuso nella sua stanza.
«Codardo», sussurrò a quel punto Zayn.
E nel momento stesso in cui si rese conto di essere stato piantato in corridoio, in compagnia di una delle gemelle, sorrise nervosamente e lanciò un'occhiata alla porta chiusa di Lilith, non potendo fare a meno di chiedersi se fosse dovuto entrare o meno.
Alla fine, mandò al diavolo tutti e tutto quanto e prima ancora che potesse realizzare quello che stava facendo le sue nocche stavano già bussando mentre aspettava impaziente una risposta.
Prima ancora che Lilith stessa potesse rispondere ed invitarlo ad entrare, un rumore proveniente dalla stanza di Louis distrasse Zayn che piuttosto che incrociare ancora una volta il suo sorriso furbo e gli occhi vispi che potevano dare sui nervi, spalancò la porta della stanza della ragazza, portandosi un dito davanti alle labbra prima ancora che Lilith potesse dire qualcosa. Quando poi la porta dell’amico si chiuse nuovamente e la voce, che nei precedenti secondi si era udita echeggiare per casa, cessò di essere sentita le labbra del ragazzo lasciarono un sospiro sollevato.
Lilith, nel frattempo, strinse al petto la maglietta che aveva tra le mani, lasciando così intravedere le gambe nude ed, ad una prima osservazione, anche lisce. Spostò lo sguardo nervosamente per tutta la camera alla ricerca di un paio di pantaloni ma quando giunse alla conclusione che avrebbe dovuto per forza allontanarsi da dov’era e mettersi a cercare nell’armadio rinunciò semplicemente, limitandosi ad infilarsi la maglia e sciogliendo i capelli.
Poi sorrise nel vedere Zayn con l’orecchio appoggiato alla porta.
«Ciao», disse non appena si staccò.
Quando successivamente i suoi occhi si soffermarono per un lasso di tempo abbastanza lungo sul corpo della ragazza, lei in risposta inarcò un sopracciglio, indispettita.
«Ciao», pronunciò dunque, piccata. «Cosa ci fai qui?»
Zayn si schiarì la voce, divertito ed anche, in parte, a disagio ma che comunque non diede a vedere, anzi s’inumidì le labbra che poi si incresparono verso l’alto e senza alcun preavviso si avvicinò al corpo di Lilith che, immobile, osservava ogni sua mossa.
Si passò poi una mano tra i capelli neri, sghignazzando appena quando notò gli occhi della ragazza saettare ovunque tranne che sulla figura di Zayn che compì gli ultimi passi che li dividevano posizionando le sue mani sui fianchi di Lilith che sobbalzò leggermente per quel tocco.
«Potresti provare ad essere meno ostile?» Chiese il ragazzo.
Lei al suono di quelle parole non poté fare a meno di aggrottate le sopracciglia e far scoccare la lingua contro il palato in un suono, per Zayn, più che fastidioso.
Era entrato nella sua stanza ad una velocità tale che non aveva nemmeno avuto il tempo di mettersi qualcosa addosso, non si era nemmeno scusato per quell'intrusione improvvisa ed in più aveva lasciato andare troppo il suo sguardo sul suo corpo. Lilith aveva tutto il diritto di essere ostile.
«Tu, invece, potresti almeno avere la decenza di scusarti per essere entrato in questo modo?» Sentenziò, alzando una mano per indicare la porta. Poi sempre Lilith puntò un dito verso il proprio corpo e con un'espressione spazientita «Non sono nemmeno vestita», pronunciò.
Zayn allora si dipinse sul volto un ghigno fastidioso sul volto perfetto.
«Cosa c'è da sorridere, ora?» Domandò, confusa.
«Ti ho vista molto più nuda di così.»
Lilith a quel punto trattenne per qualche secondo il fiato mentre si rendeva conto delle parole appena pronunciate dal ragazzo di fronte a lei e, solo quando ebbe recuperato la piena coscienza della sue azioni, si concesse il privilegio di alzare gli occhi al cielo e dargli un leggero schiaffo sul braccio mentre le sue guance si coloravano di una leggera sfumatura rossastra.
Non ricordava di aver mai arrossito così tanto in presenza di un ragazzo.
Forse, mai nessuno era stato all'altezza di Zayn Malik.
Lui, in risposta, sorrise ancora di più, ridacchiando appena.
E nello stesso istante in cui avvicinò le labbra al collo di Lilith un paio di colpi alla porta li fecero sobbalzare e sbuffare il ragazzo.
Dio, era possibile trovare un po' di pace in quella casa?
«Lilith!»
La voce allegra e, come sempre, squillante, di Louis irruppe al di là della porta e Zayn si costrinse a chiudere gli occhi, mentre affondava appena di più le dita nei fianchi della ragazza e si imponeva di trattenere tutte le imprecazioni di questo mondo.
Per questo si concesse qualche altro secondo di silenzio prima di sentenziare che sarebbe, in un modo o nell'altro, andata a casa con lui.
Quella sera il K2O sarebbe rimasto chiuso e quindi sarebbe stato un problema in meno.
Quando poi la voce di Louis echeggiò nuovamente entrambi dovettero sollevare gli occhi al cielo perché, a volte, sapeva essere dannatamente fastidioso.
«Zayn, lo so che sei lì dentro.»
Poi, quando quest'ultimo aprì la porta con una velocità tale che l'amico si spaventò e Lilith, ora vestita, al suo fianco gli sorrise timidamente, Louis questa volta non poté fare a meno di rimanere senza parole.
«Questa sera non sono in casa», sussurrò la ragazza, sistemandosi meglio la piccola borsa, con dentro il ricambio, sulla spalla minuta. Avrebbe quasi voluto ridere per l’espressione che si dipinse sulla faccia di Louis: era davvero ridicolo.
Poi, quando i suoi occhi si illuminarono e vide Zayn sollevare i suoi verso il soffitto, Lilith uscì dalla stanza osservando i due amici sussurrarsi qualcosa nell’orecchio e successivamente anche ridere.
Lei a quel punto serrò le palpebre e attese pazientemente cercando di ignorarli e chiedendosi cos'avessero da dirsi di così importante e riservato.
Quando poi Lilith e Zayn, si allontanarono dalla casa, si domandò anche distrattamente quello che avrebbero fatto per il resto della giornata dato che Zayn non sembrava molto in vena di parlare.
Forse, però, lui qualche idea già ce l'aveva.




Note autore:
Buongiorno mie belle fanciulle!
Sono imperdonabile, lo so. Avevo intenzione di postare il capitolo sabato pomeriggio ma alla fine non ho fatto in tempo per colpa dello studio. Domani ho la verifica di storia dell'arte e ho davvero troppe pagine da studiare. Alla sera poi è venuta una mia amica ed è inutile dire che da quel momento in poi non ho trovato un minuto libero per postare.
Ieri poi è stata davvero una pessima giornata perché sono tornata a casa in tarda mattinata e totalmente distrutta dalla nottata appena trascorsa che ho passato la maggior parte del tempo stesa a letto a dormire e quindi anche ieri non ho trovato tempo a sufficienza per dedicarmi alla correzione del capitolo.
Questa mattina, però, finalmente ho trovato il tempo che mi serviva.
Non c'è nulla di eclatante in questo capitolo, anche perché dopo il capitolo precedente non penso che ci sia nulla che possa competere.
Anche se la prima parte è davvero piena di fluff e talmente tanto dolce che io stessa avrei voluto vivere quella scena.
Lilith con la maglietta di Zayn e che gli serve il caffè nella sua tazza preferita è la mia nuova cosa preferita.
Inutile dire poi che il pezzo Zouis l'abbia scritto con una tale naturalezza che mi ha lasciato spiazzata. La ship che in assoluto preferisco e di cui sento la mancanza giorno dopo giorno. Ma questo l'ho già detto troppe volte.
Spero un giorno di rivedere qualche foto di loro due insieme. Ne sarei davvero felice.
Il modo in cui Louis dice quelle cose a Zayn, la naturalezza con cui scherzano ma anche la leggerezza con la quale discutono di certi argomenti mi spinge ad amarli ancora di più.
Louis è un ottimo confidente per Zayn perché, come c'è scritto nel capitolo, nonostante gli faccia pressione dato che non è affatto una persona paziente e che aspetta i comodi degli altri è l'unico che si può permettere di sollecitare il nostro protagonista.
Poi vogliamo mettere quando Louis riceve una gomitata da Zayn per aver osservato troppo Lilith? Rido per cose che io stessa ho scritto.
L'ultima parte, poi, quella in cui Lilith riceve quella visita inaspettata in camera sua, entrambi sono così carini e teneri, insieme.
Lei che cerca di dimostrarsi arrabbiata ed imbronciata per il fatto che lui sia entrato senza preoccuparsi di niente, invadendo i suoi spazi e lui che sorride in maniera furba per replicare con una delle sue solite battutine.
Sono sincera, io se fossi stata nei panni di Lilith avrei fatto esattamente quello che ha fatto lei. Intendiamoci, magari un po' mi sarei arrabbiata anche io ma chi avrebbe mai cacciato Zayn Malik? Neanche con tutta la mia forza ci sarei riuscita.
Ok, anche per oggi il mio monologo è finito. Mi scuso ancora per il ritardo ma quando capitano una serie di imprevisti c'è poco che io possa fare.
Come sempre vi ricordo che nel caso voleste vedere quello che ho pubblicato nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per contattarmi potete provare a contattarmi anche su Ask (anche se non lo uso molto).
Ah, aggiungo anche che se nel caso ci fossero errori ortografici provvederò a correggerli il prima possibile. Grazie per l'attenzione e alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 9
*** IX ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

09

Le vacanze natalizie erano finite. Doniya, Waliyha e Safaa erano ritornate a scuola.
Trisha era ogni giorno più raggiante e il piccolo rigonfiamento della pancia, ora, si poteva notare. Le due sorelle maggiori erano eccitate come mai e perfino Zayn e Safaa che sin dal primo momento erano stati leggermente più scettici riguardo a quella gravidanza si trovarono quasi emozionati. Una nascita, rimaneva comunque, un evento unico.
Il Far Away aveva ripreso a lavorare e il K2O ripristinato i normali orari, non che fossero stati cambiati di molto nelle due settimane precedenti ma Louis era solito fare qualche eccezione durante quel particolare periodo dell'anno, il che comprendeva qualche ora in più di chiusura rispetto al normale.
Harry e Zayn avevano sollevato le saracinesche contenti e gioiosi, anche se in parte stanchi, e si erano infilati i guanti, accogliendo i clienti.
Lilith aveva ricominciato a frequentare casa Malik con la solita frequenza ma lei e Zayn si vedevano solamente una volta che lui rincasava dal lavoro e la maggior parte delle volte era talmente tanto stanco che sorrideva a lei e alla piccola Safaa, puntualmente seduta su una delle sedie attorno al tavolo della cucina con un quaderno davanti e spariva al piano superiore. Non ricordava di aver fatto tanti compiti come la sorella.
Tra Lilith e Zayn non c'era un rapporto definito. Erano stati a letto un paio di volte, forse anche tre e si erano scambiati parecchi baci ma per il resto nessuno dei due aveva osato aprire bocca sull'argomento. Che ci fosse attrazione era chiaro eccome e perfino Harry, Niall e Liam avevano aggrottato le sopracciglia e fatto qualche domanda sugli sguardi, forse un po' troppo lascivi, che si scambiavano occasionalmente al bar.
Ma, dopo non aver ricevuto alcuna risposta da Zayn si erano semplicemente arresi e convinti che quando sarebbe arrivato il momento giusto avrebbe detto loro tutto.
Louis, in tutto questo, aveva osservato l'amico e Lilith con divertimento e con uno sguardo di chi la sa lunga ma che, in realtà, non fece altro che guadagnarsi un'occhiataccia dalla ragazza ed un bel dito medio dal ragazzo.
Dopotutto, se l'era meritato.
Dunque, tornando al principio, però le vacanze erano appena terminate ed i negozi avevano da poco aperto quando proprio Lilith si presentò al Far Away con un paio di pantaloni che Zayn conosceva fin troppo bene e benché gli stessero leggermente larghi e forse anche un po' lunghi lei non pareva curarsi di ciò.
Aveva le braccia incrociate al petto, un pesante giubbino a coprirla ed un'enorme sciarpa. I capelli biondi erano fermati in una coda alta e perfetta.
I suoi occhi chiari saettavano da una parte all'altra dell'entrata e dedicò un sorriso allegro a Julia quando questa le disse che ben presto Zayn sarebbe stato da lei.
Fu fortunata che non avesse altri appuntamenti.
Quando poi pochi istanti dopo proprio lui apparve da oltre la sua stanza entrambi rimasero qualche secondo immobili prima che Julia intervenisse per dire al ragazzo che Lilith era pronta per un altro tatuaggio.
Il ragazzo assentì appena, muovendo il capo in direzione della porta dalla quale era appena uscito e che che dopo qualche istante si chiuse dietro le sue spalle.
La ragazza camminava lentamente, muovendo lo sguardo su ogni piccolo o grande disegno appeso alla parete e soffermandosi qualche secondo di più davanti allo specchio forse per controllare il suo aspetto.
Passò la lingua sulle labbra, anche quella volta ricoperte da un leggero burrocacao, mentre i suoi occhi incontravano giusto in quell’istante, il disegno di una scritta che conosceva fin troppo bene.
Zayn allora vide perfettamente le sue sopracciglia aggrottarsi e sul volto dipingersi un’espressione fin troppo confusa e stupita.
Lilith a quel punto si voltò velocemente verso di lui ma questa volta un piccolo sorriso si fece spazio sul suo viso e quando indicò con un dito il piccolo foglio Zayn annuì, perché era stata una sua idea appenderlo e non avrebbe potuto fare scelta migliore.
Non gli aveva mai spiegato il vero significato di quelle due semplici parole che da qualche settimana a quella parte erano incise sulla sua pelle ma a giudicare dalla sua determinatezza dovevano aver qualcosa di molto speciale.
«Allora», esordì Zayn. «Cosa ci fai da queste parti?»
La ragazza gli rivolse la sua attenzione, incrociando nuovamente le braccia al petto e increspando le labbra in un sorriso, poi lo osservò.
Un paio di pantaloni neri gli fasciavano le gambe magre e, nonostante le temperature basse, erano presenti un paio di strappi a livello delle ginocchia.
Il petto era coperto da una camicia in jeans di cui le maniche erano arrotolate fin sopra i gomiti e questo consentiva di vedere i tatuaggi sparsi su di esse. Erano davvero tanti, notò Lilith, e la maggior parte erano veramente belli.
I capelli neri e così uguali a quelli di Waliyha erano fermati con il gel ma questo non gli impediva di passare le mani fra di essi.
«Mi sembra di ricordare che mi avessi detto che sarei potuta venire quando volevo non appena avreste riaperto», rispose semplicemente, aggiungendoci una scrollata di spalle ed un occhiolino.
Zayn allora rise, gettando il capo all’indietro e grattandosi distrattamente una guancia ricoperta da un leggero strato di barba. «Ho detto davvero così?» Chiese quindi conferma, vagamente divertito, però.
Lilith s’imbronciò appena a quella domanda e gli occhi chiari si soffermarono ancora per qualche secondo sul ragazzo che la guardava curioso.
«Le tue esatte parole», controbatté quindi.
«Va bene, allora», esordì Zayn. «Facciamo questo tatuaggio.»
Lilith a quel punto batté le mani entusiasta e sorrise raggiante, mettendo in mostra i denti.
«Dove lo vuoi, questa volta?» Domandò anche.
La ragazza dondolò sui suoi stessi piedi, arrotolando poi una ciocca dei suoi capelli attorno al dito prima di voltarsi ed indicargli la spalla.
Zayn a quel gesto sgranò leggermente gli occhi.
Com'era possibile che ogni volta che entrava in quella stanza finiva per togliersi la maglietta?
S'inumidì le labbra anche lui a quel punto e deglutì a vuoto.
Aveva già tatuato in quel punto, provò a ripetere silenziosamente come fosse un mantra e per sperare che la scarica di adrenalina che si era impossessata del suo corpo lo lasciasse libero.
Le sensazioni della prima volta che aveva posato gli occhi su quella pelle tanto chiara e candida tornarono a fargli compagnia.
Prese l'ultimo bel respiro e con la mano libera dalla confezione dei guanti batté sul lettino sopra il quale si sarebbe seduta, per poi comunicarle, con la solita strana luce negli occhi e provando ad usare il tono di voce più casuale possibile, di togliersi la maglietta.
Quasi si strozzò con la sua stessa saliva quando notò il reggiseno rosso e provò in tutti i modi a mascherare questa piccola debolezza ma alla fine un attacco di tosse fece girare il capo a Lilith, che preoccupata, e a giudicare dal suo sguardo anche soddisfatta, osservò Zayn che aveva appoggiato le mani sulle ginocchia e tentava di ritornare in sé.
L'aveva fatto apposta, lo sapeva.
«Tutto bene?» Gli chiese anche.
Il ragazzo, annuì lentamente e quando Lilith tornò a rivolgergli le spalle si passò una mano sugli occhi, concentrandosi su quello che da quel momento in poi avrebbe fatto.
La sfida più grande era rimanere lucido.
Per fortuna o sfortuna, dipende da come uno lo interpreta, ci pensò Lilith stessa a farlo tornare alla realtà che, questa volta, più rilassata e meno offuscata dal dolore poteva concedersi qualche parola in più.
Non che Zayn fosse molto felice di ciò perché preferiva molto di più lavorare nel silenzio.
«Dunque», esordì. «Tu ed Harry lavorate insieme, Louis ha un bar. Liam e Niall, che cosa fanno nella vita?»
Fermò per qualche secondo il proprio lavoro e corrugò le sopracciglia con una velocità tale che non credeva esistesse.
Come faceva a conoscere così bene i nomi dei suoi amici?
Poi, poco dopo, realizzò che vivere con Louis significava vivere con la sua parlantina e chissà quante volte aveva pronunciato il nome di uno degli altri quattro.
«Il fatto che tu conosca così bene i loro nomi è di per sé un po' preoccupante, non credi?»
Lilith trattenne una risata, per non rischiare di rovinare ciò su cui Zayn stava lavorando con così tanta dedizione e, anzi, fece una smorfia accompagnato da un piccolo lamento quando riprese ciò che aveva momentaneamente sospeso.
«Vivo con Louis», controbatté la ragazza e confermando così le teorie di Zayn.
«La sua parlantina è insopportabile, non è così?»
Lilith increspò le labbra e sorrise per poi annuire lentamente ma con attenzione. «Ma io aspetto, comunque, una risposta», replicò però poco dopo.
«Niall aiuta i suoi genitori a gestire il ristorante di famiglia mentre Liam fa il meccanico», rispose corrugando la fronte per lo sforzo di lavorare e parlare contemporaneamente.
«La famiglia di Niall ha un ristorate? Davvero?»
Zayn mugugnò qualcosa per accontentarla ma si fece comunque sfuggire un sospiro esasperato: parlava veramente troppo.
«E dov’è?»
Il ragazzo a quel punto sollevò gli occhi al cielo e dopo essersi fermato ancora una volta s’impresse un ghigno fastidioso sul viso per far suonare le parole che avrebbe pronunciato di lì a poco meno scortesi di quello che erano in realtà.
«Se non stai zitta farò in modo che il tatuaggio venga rovinato», disse, scherzosamente.
La ragazza allora sollevò le mani, arresa e con un vago sorrido sulle labbra rima di stringerle per il lieve dolore a cui fu di nuovo sottoposta, sussurrando un «dannazione» che fece perfino sghignazzare Zayn.
Quando una ventina di minuti più tardi il ragazzo sollevò la piccola macchina dalla pelle arrossata di Lilith che si lasciò scappare uno sbuffo di soddisfazione misto al sollievo. Chiuse gli occhi quando le dita di Zayn medicarono il secondo nuovo tatuaggio e una sensazione di rifrigerio s’impossessò di lei.
«Tutto bene?» Chiese lui.
Lilith assentì, muovendo ancora una volta il capo lentamente e quando sempre Zayn le sfiorò il braccio indicandole, come la prima volta, lo specchio lei corse verso esso senza ulteriori indugi.
«È magnifico, come sempre!» Trillò entusiasta la ragazza che poi rivolse un ampio sorriso al ragazzo che si alzò dallo sgabello per liberarsi dei guanti e sgranchissi le gambe.
Si grattò la guancia e poi fece scivolare la mano dietro al collo che massaggiò distrattamente.
«Felice che ti piaccia.»
Lilith si voltò nella direzione di Zayn giusto il tempo di vederlo sorridere impacciatamente e gettarsi tra le sue braccia come se fosse la cosa più banale di sempre. In effetti, dalla prima volta che era capitato la confidenza tra di loro era notevolmente aumentata, sebbene ci fosse ancora qualche punta d’imbarazzo.
La ragazza si posizionò nuovamente davanti allo specchio e si concesse qualche altro secondo per ammirare il disegno che aveva sulla pelle.
«Appenderai anche questo?» Domandò, forse un po’ troppo sfacciatamente.
Zayn valutò seriamente la proposta della ragazza e scrollò le spalle con naturalezza. «Chi può dirlo?» Pronunciò anche.
Lilith accennò ad un sorriso e prima ancora che potesse replicare, la porta della stanza, in cui forse erano chiusi da un po’ troppo tempo, si spalancò e Harry si materializzò così improvvisamente da lasciare quasi stupiti gli altri due ragazzi.
Quest’ultimo si passò una mano tra i capelli, prima di sollevare gli occhi dal piccolo foglio che teneva stretto tra le dita lunghe e fermarsi nei suoi stessi passi per la scena che gli si presentava davanti.
Lilith increspò le labbra, palesemente a disagio, e per segno di cortesia quando realizzò di essere ancora senza maglietta. Zayn si accarezzò distrattamente la guancia per rendere tutto quello meno surreale e imbarazzante.
Harry, dal canto suo, si schiarì la voce e fece saettare per qualche istante i suoi occhi sulle figure del suo amico e della ragazza stando attento a dove spostava lo sguardo.
«Disturbo?» Sussurrò, infine.
Lilith s’inumidì le labbra e scosse la testa, girando il capo quanto bastava per individuare la sua maglietta, appoggiata sullo schienale di una sedia, la stessa sedia su cui giaceva il suo cellulare e il portafoglio e che si trovava proprio nel lato opposto della stanza.
Zayn, invece, serrò la mascella e i pugni contro lungo i fianchi quando lo vide indugiare a lungo sul corpo della ragazza. Non voleva essere scortese e mancargli di rispetto ma avrebbe voluto tirargli un pugno.
Assottigliò gli occhi lo osservò così intensamente che la pelle del suo amico avrebbe potuto bruciare. Alla fine parve proprio sentire tutta l’attenzione di Zayn sulla propria figura perché Harry si voltò di scatto.
«Hai un cliente che ti aspetta», esalò quest'ultimo prima di sparire da dov’era venuto e di grattarsi il capo in un chiaro gesto di disagio.
Non sarebbe più entrato in quella stanza senza bussare, questo era sicuro.
Lilith ascoltò il rumore della porta che sbatté contro lo stipite e serrò le palpebre per rimettere in ordine le proprie idee e Zayn scosse la testa quando si rese conto dei pensieri che aveva appena elaborata la sua mente.
Avrebbe davvero tirato un pugno ad Harry?
Non fece nemmeno in tempo a trovare una risposta nel suo subconscio perché Lilith si mosse velocemente e meno di tre secondi dopo aveva già indossato di nuovo la maglia nascondendo la sua pelle chiara dai suoi occhi.
Gli dispiacque.
«Io vado», disse la ragazza.
Zayn allora annuì lentamente seguendo la figura di Lilith che si stava allontanando, ma prima ancora che potesse chiudersi definitivamente la porta alle spalle si voltò giusto il tempo di asserire un «magari chiamami» per poi sparire.
Lui rimase a guardare il punto in cui scomparve e inconsciamente un piccolo sorriso si dipinse sulle labbra sottili.

Quella stessa sera Zayn, Liam, Niall ed Harry si ritrovarono come d’abitudine sugli sgabelli riservati a loro al K2O, dove Louis li accolse come sempre con un sorriso luminoso sul viso e i capelli scompigliati.
A giudicare dalla sua espressione si era anche appena liberato da un paio di clienti abbastanza esigenti quando rivolse ai suoi amici la sua attenzione.
Harry era impegnato nell’osservare attentamente lo schermo del cellulare e digitare abilmente qualche tasto sopra, probabilmente per scrivere un messaggio, Liam si stava osservando in torno, sorridendo cortesemente a qualche ragazzo che conosceva e teneva stretto tra le dita un bicchiere di birra, Niall aveva le guance arrossate come suo solito ed un’espressione allegra sul volto, la stessa che fece ridere appena Louis: come poteva essere così sempre allegro quel ragazzo?
Zayn invece se ne stava semplicemente seduto, con le spalle appena ricurve e le sopracciglia leggermente aggrottate mentre giocava distrattamente con i pollici.
Era una serata tranquilla, a quanto pare.
Poi, prima che Louis potesse intervenire e riportare le cose al normale, Liam si schiarì la voce e fece saettare i suoi occhi su tutte le figure dei suoi amici che non persero tempo nell'osservarlo incuriositi.
«Io e Sophia stiamo insieme», disse semplicemente.
Chiaro e conciso come sempre, pensò proprio Louis non appena quella frase arrivò alle sue orecchie.
Harry sgranò appena i grandi occhi verdi e poi un sorriso tanto dolce spuntò sulle labbra piene e più rosee del normale. Inclinò anche la testa appena, gesto che lo rese ancora più adorabile.
«Davvero?»
Liam annuì semplicemente, abbozzando un sorriso leggermente imbarazzato ed immergendo una mano nei capelli castani che aveva sistemato con il gel.
«Quando aspettavi a dircelo?» Domandò, Zayn invece.
L’amico in risposta scrollò semplicemente le spalle, mandando giù un sorso della sua birra.
Niall che fino a quel momento se n’era stato in silenzio s’inumidì le labbra e sorrise forse un po’ troppo maliziosamente. Lentamente poi sia avvicinò all’orecchio di Liam, seduto proprio accanto a lui, e «te la sei già scopata?» sussurrare.
Quello che sentirono gli altri fu, appunto, un insieme di parole pronunciate così a bassa voce da non poter essere sentite al di fuori dei due ragazzi e quello che videro fu un Liam scocciato che diede una sberla dietro alla testa di Niall che non perse tempo nello sghignazzare come se quello che avesse appena detto fosse davvero divertente. Tuttavia ben presto tutti e cinque si ritrovarono coinvolti in una grande risata di gruppo.
Proprio in quel momento Lilith sfiorò con una spalla la schiena di Zayn e quando i loro sguardi si incontrarono il moro poté dire di aver visto lo sguardo più incattivito della sua vita.
Cos’aveva fatto di male?
Poi, improvvisamente la forte consapevolezza di aver mancato in qualcosa a cui, Lilith, sembrava tenere molto lo colpì e a quel punto scosse la testa.
Non l’aveva chiamata.
A sua discolpa poteva dire che la ragazza non era stata molto precisa: aveva solamente detto che magari avrebbe potuto chiamarla e lui, forse per pigrizia o per chissà che altro non l’aveva fatto.
A quel punto si passò una mano tra i capelli e mentre osservava la figura di Lilith sparire nel magazzino, lanciò uno sguardo nervoso ai suoi amici e poi si alzò dal suo sgabello.
Gli altri lo guardarono: chi capendo le sue intenzioni, chi invece scrollando semplicemente le spalle e preferendo dedicarsi alla propria birra: quello era Niall.
Zayn allora afferrò il suo giubbino perché a giudicare dalla sua sparizione furiosa doveva essere uscita dalla porta sul retro.
Perché le donne sembrano sempre così complicate?
Rivolse uno sguardo di fuoco a Louis che lo guardava con un sopracciglio alzato ed un ghigno ben marcato sul viso e sparì ben prima di sentire i possibili commenti che, ci avrebbe giurato, avrebbero cominciato a fare dì li a poco i suoi amici.
Insopportabili, quello pareva l’ottimo aggettivo per descriverli.
Come previsto la porta sul retro era socchiusa e da dietro di essa si poteva notare qualche ciocca della chioma che Zayn sapeva bene appartenesse a Lilith.
Si concesse qualche secondo per osservarla dal piccolo spiraglio e non poté non pensare che fosse realmente tanto bella.
I suoi capelli chiari svolazzavano al vento freddo di quella sera di Gennaio e le maniche della maglia grigia che portava erano tirate fino a coprire le mani, probabilmente infreddolite.
Sorrise poi nel vederla incrociare le gambe ed inconsciamente rivisse quando le loro si erano aggrovigliate. Quando poi molleggiò appena le ginocchia avrebbe voluto sghignazzare perché sapeva essere sexy e tenera allo stesso tempo. Era un delicato mix di timidezza, prontezza, sfacciataggine, bellezza e tenerezza. Un miscuglio alquanto intrigante e se lui non stava attento alle mosse, o meglio, alle non mosse che faceva avrebbe potuto perderla.
Perché sì, lo sapeva che una parte di lui la considerava già sua, da ben prima che finissero nello stesso letto e ancor prima che lei si presentasse al Far Away.
Era bastato solo uno sguardo, quando era comparsa con quel sorriso allegro ed in parte sfacciato sul volto e dando una vassoiata sul sedere di Louis.
Nel momento in cui però udì l’ennesimo sospiro di Lilith e la vide perfino accendersi una sigaretta che fino a quel momento non aveva notato nella sua mano, si decise a fare imprimo passo.
Infilò allora le mani nelle tasche dei pantaloni e camminò a testa bassa finché non la raggiunse. Rumò in modo rumoroso nel giubbino per trovare quello che voleva e solo quando ebbe acchiappato il suo pacchetto e l'accendino si lasciò andare in un piccolo sorriso.
Espirò il fumo e quando la vide fare lo stesso si domandò da quanto lo facesse se non l’aveva mai vista tenere una sigaretta in mano.
«Da quanto fumi?» Le domandò quindi, schiarendosi la voce quando si accorse di averla leggermente roca.
«Perché non mi hai chiamata?» Chiese però prontamente Lilith.
Zayn allora scosse la testa divertito, spingendosi fino al punto di schioccare la lingua contro il palato, provocando un rumore che ben odiava.
La ragazza cercò di contenere un sorriso a quel gesto perché sapeva bene quanto non lo sopportasse ma mascherò il tutto serrando le labbra ed imponendosi di rimanere seria.
«Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda», pronunciò dunque il ragazzo.
Lilith storse appena il naso e chiuse gli occhi per evitare di inveirgli contro: improvvisamente anche quel pizzico di buonumore che le era rimasto svanì completamente.
Osservò ancora per qualche secondo la sua sigaretta consumarsi tra le sue stesse dita per poi concludere che voleva sottrarsi a quella compagnia, per il momento, indesiderata.
Gettò quindi quello che rimaneva e con un’ultima occhiata gli diede le spalle, pronta per rientrare.
Prima ancora che potesse mettere un solo piede all’interno, la mano di Zayn si strinse attorno al suo polso destro e anche se nei secondi iniziali provò a ribellarsi alla presa, questa sembrava comunque troppo forte e salda per liberarsi facilmente.
Per questo si lasciò scappare un sospiro arrendevole e quando si voltò lentamente verso il ragazzo si trovò interdetta per alcuni istanti.
Proprio in quel momento, infatti, Zayn aveva reclinato appena all'indietro il capo per consentire al fumo di uscire dalle sue labbra sottili, ma invitanti, e di prendere il volo verso l’alto.
La barba di appena qualche giorno occupava le guance e la mascella serrata, forse per il nervosismo, e Lilith non poté non pensare che fosse realmente tanto bello.
Peccato che non sapesse che Zayn, solamente pochi istanti prima, aveva fatto la stessa constatazione su di lei.
Quando poi il ragazzo gettò lontano dai loro corpi il mozzicone e le rivolse la sua attenzione, Lilith si rese conto di qualcosa di diverso nel suo sguardo ma nello stesso istante in cui schiuse appena le labbra per parlare la voce di Zayn la distrasse.
«Mi dispiace», disse. «Mi dispiace di non averti chiamato», asserì anche.
Lei trattenne il fiato perché di tutti gli scenari a cui aveva pensato non le era passato per la mente che proprio lui potesse scusarsi, e per due volte per di più.
L’aveva conosciuto in quest’ultimo periodo ed aveva imparato bene o male come ragionava ed aveva anche capito che Zayn non sapesse bene cosa fossero delle scuse dato che la maggior parte delle volte era seppellito nel suo orgoglio.
«Non voglio trovare scuse stupide o che altro perché davvero mi dispiace per non avere fatto a qualcosa a cui tenevi.»
Lilith soppresse quello che aveva tutta l’aria di essere un singhiozzo perché davvero non avrebbe potuto trovare le parole appropriate per rispondergli. Tutto quello che aveva appena detto le era sembrato così giusto e vero che piangere le sembrava la cosa migliore da fare.
Alla fine, però, prese un profondo respiro e si leccò le labbra prima di parlare ma, ancora una volta, venne interrotta.
«Sono imperdonabile lo so.»
E Zayn scosse la testa rassegnato.
Lei a quel punto gli sorrise e si avvicinò di poco al suo corpo. Sentiva gli occhi del ragazzo bruciare sul suo viso e sul resto del corpo e se probabilmente si fosse trovata in un altro contesto si sarebbe imbarazzata per quell’attenzione eccessiva.
Le sopracciglia di Zayn si aggrottarono velocemente quando videro il sorriso aleggiare leggero sulle labbra della ragazza ma non disse niente: la situazione era già abbastanza precaria.
«Non fa niente», pronunciò a quel punto Lilith.
Ma quando sul volto del ragazzo la confusione ebbe la meglio lei si limitò a ridere appena, divertita dalla situazione e chiarendogli le sue idee.
«Oh meglio. Avresti potuto chiamare quello sì, ma non ne farò una tragedia ora che mi hai spiegato le cose come stanno.»
Che poi tutto quello che aveva detto Zayn non erano state che un ammasso di scuse, parole all’apparenza così banali e stupide che Lilith avrebbe dovuto dargli le spalle e togliergli il saluto perché l’unica volta che gli aveva chiesto di fare qualcosa lui non l’aveva fatto. Ma dopotutto, nessuno dei due in quel momento, sapeva bene come stavano le cose tra di loro, non c’era una vera e propria parola per descrivere il loro rapporto, quello che esisteva e quello che non esisteva, quindi delle scuse, per il momento, potevano andare più che bene.
Zayn allora scosse la testa, perché era vero quando definivano le donne incomprensibili e complicate. Erano anche in grado di far accadere l’inevitabile perché lui mai avrebbe pensato di strisciare quasi ai piedi di una ragazza e chiuderle scusa anche se l’orgoglio si batteva per rispuntare ma che lui, prontamente, cercava di ricacciare via.
Ma per Lilith, si ritrovò a pensare, che avrebbe fatto questo e molte altre cose e se ci pensava bene la cosa era un po’ spaventosa e anche nuova, sotto certi punti di vista perché non si era mai spinto così tanto oltre il suo limite con nessun’altra.
Fu con questa consapevolezza che le si avvicinò così tanto da spingerla fin contro il muro. Posò quasi prepotentemente le mani sui fianchi di Lilith che inarcò appena la schiena per quel gesto, mugugnando sulle labbra di Zayn che in risposta chiuse gli occhi e la baciò.
La bocca di Lilith era morbida e calda, famigliare per tutte le volte che ormai vi era venuto a contatto.
Un gesto così banale eppure in grado di suscitare innumerevoli sensazioni.
«Ti aspetto alla chiusura», bisbigliò lui sulle labbra di Lilith.
Lei annuì piano, sospirando quando si staccarono e riaprendo gli occhi.
Nel momento in cui poi Zayn si allontanò dal suo corpo e le lasciò un ultima occhiata prima di sparire oltre la porta e ritornare dentro, Lilith si prese il suo tempo per cercare di regolare il battito del cuore che di stare calmo non ne voleva sapere, appoggiando le mani sulle ginocchia e scuotendo la testa divertita per la scena appena avvenuta.
Fece un ultimo profondo respiro e con passi esitanti e sicura di avere le guance arrossate si ricompose più che poteva, aggiustandosi i capelli e sparì, sbattendo numerose volte le palpebre quando la forte luce si incontrò con i suoi occhi stati al buio per diverso tempo.
Recuperò frettolosamente il suo vassoio e giusto per sembrare di non dare peso alle occhiate di Louis e degli altri suoi amici, compreso Zayn, diede una sberla sul sedere del primo e si allontanò con una risata allegra ed un sorriso ben impresso sul volto nel momento in cui Louis, poco caninamente, la insultò.



Note autore:
Anche questa settimana sono davvero imperdonabile. Con addirittura tre giorni di ritardo mi presento da voi con la coda tra le gambe e maledicendomi di non essere stata puntuale. Non amo il ritardo. Scusate davvero ma la scuola nelle ultime due settimane mi sta distruggendo. Ogni settimana ho come minimo tre verifiche ed anche questa non è da meno.

Ah, l'ansia tipica della scuola non mi era mancata nemmeno un po'.
Beh a parte questo, che è decisamente irrilevante passiamo alla notizia buona.
Ho finalmente postato il capitolo! Siate felici di ciò perché questo, a parola mia e scusatemi la modestia, è davvero bello. Almeno a me piace davvero tanto.
Zayn e Lilith sono sempre più carini e quando lei si presenta allo studio di tatuaggi del ragazzo con i suoi vestiti penso che abbiano raggiunto ufficialmente il livello più alto di tenerezza. Super cute e non c'è niente da ribattere su ciò.
Li adoro.
Lilith poi mi fa morire quando tempesta il nostro povero Zayn con tutte quelle domande che in realtà, uno scopo ben preciso non hanno ma lei deve sempre dire qualcosa e quindi non può fare a meno di starsene in silenzio.
Ah, ragazze dopvremmo essere tutte come lei.
Spero che viviate con i vostri occhi la scena in cui si accorge che Zayn ha appeso al muro della suo studio il tatuaggio che le fatto qualche settimana prima.
Tremendamente adorabili.
Il povero Harry, poi, che si trova coinvolto in qualcosa con cui non c'entra niente mi fa troppo ridere. È spaesato, poverino e non sa cosa pensare.
Zayn, invece, ha le idee chiare perché vede bene gli occhi del suo amico che scorrono sul corpo della ragazza ma, in realtà, non nessuna cattiva intenzione. Si è ritrovato comunque catapultato in qualcosa che non si aspettava.
È la seconda parte, però, quella che ha più significato ed anche la più bella.
Qui si capiscono meglio i pensieri di Zayn che sta ormai capendo che Lilith sta assumendo un ruolo sempre più importante per lui e che non può evitare nulla di tutto ciò.
Come dice lui stesso è iniziato ancor prima che si conoscessero, quando lei è arrivata con il suo sorriso e ha dato una vassoiata a Louis facendo spiccare fin da subito la sua ilarità. 
È davvero una ragzza da cui dovremmo prendere spunto.
Poi, non meno importante, c'è il bacio. Lo stesso bacio che Zayn le da perché vuole farle capire che nonostante si sia dimenticato di chiamarla, lui, a Lilith ci tiene.
Lo ripeto: sono tanto adorabili che quasi il mio cuore esplode per la gioia.
Bene, ho detto fin troppe parole anche per oggi quindi vi saluto, vi mando un bacio e vi ringrazio in anticipo se arriverete a leggere fino a questo punto.
Ah, come al solito, vi ricordo che per vedere tutto quello che ho scritto in questi mesi basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per contattarmi potete anche provare su Ask (anche se non lo uso molto).
Nel caso ci fossero errori ortografici provvederò a correggerli il prima possibile.
Grazie per l'attenzione ed alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 10
*** X ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

10

Quando al momento della chiusura Liam e Zayn comunicarono a Louis e agli altri che non sarebbero restati al bar come al solito fino a tarda notte si lamentarono, aggiungendoci qualche supplica che cessarono non appena Lilith entrò nella stanza e Liam disse che avrebbe dormito a casa di Sophia.
Lo sguardo di Niall saettò maliziosamente dall’unica ragazza presente nella stanza a Zayn che in una mano stringeva la sua giacca e l’altra era appoggiata sulla schiena di Lilith in un gesto puramente casuale ma piacevole per entrambi.
«Va bene», si arrese a quel punto Louis che con un gesto li intimò di allontanarsi, non prima di aver riservato un’occhiataccia a ciascuno dei suoi amici.
Ne avrebbero pagato le conseguenze della loro scelta, di questo ne era certo Zayn.
Liam, con un gesto della mano ed un sorriso, salutò sia Zayn che Lilith che girarono l’angolo pochi instanti dopo.
Senza che nessuno dei due dicesse niente lui spostò la sua mano, fino ad avvolgerla attorno al bacino della ragazza che rimase confusa da quel tocco ma non disse nulla. Si limitò a lanciargli qualche occhiata che perfino lei stessa non seppe decifrare e lasciò che il silenzio regnasse nell’aria fredda di quella notte.
«Sto cercando un appartamento», disse a quel punto Zayn, inumidendo poi le labbra ma pentendosene qualche istante dopo quando una folata di vento gli sferzò in viso.
«Nulla di eclatante», precisò. «Ma volevo lo sapessi.»
Lui scrollò le spalle con semplicità ed infilò la mano libera nella tasca del giubbino, per proteggerla dal freddo pungente.
Lilith giusto in quel momento si voltò, con un sorriso appena accennato sul volto. Aveva deciso di condividere qualcosa con lei.
«È una bella notizia, Zay.»
Quest’ultimo si voltò nella direzione della ragazza che guadava davanti a sé. Quel soprannome era una cosa insolita per le labbra di Lilith.
Lui allora si limitò ad annuire piano e a continuare a camminare senza più dire altro per il resto del tragitto.
Casa Malik si intravide fin troppo presto e quando proprio Zayn si voltò verso Lilith, riportando entrane le mani nelle tasche ed abbassando il capo di poco si poterono udire i respiri di tutti e due i ragazzi.
«Ti va di restare stanotte?»
Lilith allora premette le labbra fra loro per non ridacchiare a quelle parole. Zayn Malik all’apparenza così freddo e insensibile le aveva appena proposto di rimanere a casa sua a dormire e l’aveva fatto nel modo più impacciato che esistesse.
Probabilmente proprio per questo gli si avvicinò e dopo avergli lasciato un delicato bacio sulle labbra, tanto veloce quasi da non essere notato ma che Zayn percepì eccome «Sì», rispose solamente.
Chiara e concisa, una risposta che non comprendeva dubbi.
Il ragazzo, ancora leggermente confuso per la velocità della successione degli avvenimenti annuì distrattamente estraendo le chiavi dalla tasca dei pantaloni.
La casa era avvolta nel silenzio quando i due ragazzi ad un quarto al l'una, varcarono l'ingresso.
Tutti dormivano e per sottolineare ciò Zayn si portò un dito davanti alle labbra, intimando a Lilith di fare quanto più silenzio le era possibile.
Sempre lui tastò un paio di volte la parete alla ricerca dell'interruttore e quando finalmente lo trovò e la luce si accese poterono percorrere le scale senza alcun rischio di cadere.
La stanza di Zayn era come al solito ordinata, fatta eccezione per qualche vestito appoggiato sulla sedia davanti alla scrivania e un paio di scarpe non riposto nella scarpiera, ma erano dettagli che potevano benissimo passare inosservati.
Lilith, forse già avendo confidenza con l'ambiente o semplicemente perché era solamente stanca, si gettò sul letto, rimbalzando appena un paio di volte sul materasso morbido e decisamente troppo comodo.
Zayn a quel punto le si avvicinò furtivamente, con un sorriso ben impresso sul volto e quando le sfiorò il collo con il naso e la sentì trattenere il respiro per il gesto inaspettato, quasi rise.
«Non è ora di dormire», l'avvertì.
La ragazza, in risposta, emise un suono simile ad un mugolio e a quel punto lui si allontanò, con il pretesto di prenderle dei vestiti che avrebbe usato come pigiama.
Ma ancora prima che potesse mettere le mani nel guardaroba perfettamente ordinato sentì dei movimenti provenienti da dietro di lui e quando successivamente il leggero ma quasi impercettibile fruscio di abiti che cadevano al suolo lo attirò e quasi rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva nel momento in cui si voltò. Lilith era lì, nella sua stanza poco illuminata se non per l’abajour che giaceva sul comodino posto al lato del letto e che la ragazza stessa aveva insistito per accendere, con solo un reggiseno nero che non faceva altro che accentuare le sue curve e degli slip che lasciavano davvero poco all'immaginazione.
I loro occhi si incontrarono ancora prima che qualche parola si potesse liberare nell'aria.
Lilith si passò la lingua sulle labbra in un gesto tanto sensuale che Zayn si ritrovò a deglutire a vuoto, con la gola improvvisamente secca.
A quanto pare il sonno che aveva qualche minuto prima era svanito per essere rimpiazzato da qualcos'altro.
Quando poi con qualche passo gli si avvicinò, posandogli entrambe le mani sulle spalle e quelle di Zayn, seppur fredde, entrarono in contatto con la pelle calda di Lilith entrambi sospirarono, per finire di perdersi in un groviglio di gambe, baci pieni di saliva e confusionari, capelli scompigliati e fiati corti.
Un mix talmente sexy ed invitante che se solo avessero voluto avrebbero potuto continuare per tutta la notte.

La sveglia, impostata sul cellulare di Zayn, suonò puntuale alle sette del mattino come sempre e pochi istanti dopo seguì a ruota quella di Lilith che però aveva il cellulare nella borsa che giaceva immobile sulla scrivania.
«Spegni quell'affare», borbottò il ragazzo rivolto a lei quando non appena aver fatto cessare il suono proveniente del suo cellulare si premurò di far notare a Lilith quanto fosse insopportabile il suo.
La ragazza, in risposta, mugugnò qualcosa senza senso e si strinse ancora di più contro il corpo di Zayn che con un braccio sotto al cuscino e l'altro attorno alla vita di Lilith aveva appena riappoggiato la guancia contro il cuscino troppo morbido ed invitante con il presupposto di rimanerci altri cinque minuti soltanto: il tempo di godersi ancora un po' quel piacevole tepore dato dai loro due corpi schiacciati l'uno contro l'altro e la pura e bella consapevolezza che Lilith fosse completamente nuda sotto le coperte.
Quando il limite di tempo massimo fu oltrepassato ed il suo telefono si occupò di farglielo notare provò a districare quel complicato groviglio di gambe che durante la notte si era formato e rafforzato e quando mise un braccio fuori dalle coperte un forte brivido attraversò il suo corpo per il cambio drastico di temperatura.
Lilith, improvvisamente sveglia ed, ora, con gli occhi aperti storse il naso ai suoi troppi movimenti e quando gli si avvicinò schiacciando la propria guancia contro il petto del ragazzo lo sentì trattenere un respiro brusco e quasi rise per la reazione.
«Non andare», si lamentò anche.
Zayn allora sollevò gli occhi verso il soffitto e senza che se ne accorgesse posò una mano sul fianco della ragazza che apprezzò il gesto.
«Ma devo andare», ribatté prontamente lui.
Lilith allora scosse la testa e dopo essersi inumidita le labbra ed essersi fatta spuntare su di esse un sorrisino al quanto furbo e malizioso le premette sul collo di Zayn.
«Non voglio che tu vada», mormorò la ragazza con la bocca sulla pelle di lui.
La presa della mano di Zayn si intensificò appena ma la consapevolezza che avrebbe fatto tardi al lavoro era ben presente dentro di lui.
«Devo andare a lavorare.»
Lilith, imperterrita, continuò quello che stava facendo e quando si sistemò meglio, arrivando perfino a sedersi sul corpo di Zayn, mostrandogli il sorriso più seducente della sua storia e il ragazzo, in quel momento capì di essere in trappola.
Non avrebbe mai rifiutato le avance di una ragazza, soprattutto se quella ragazza era nuda sopra di lui e a maggior ragione se si trattava di Lilith.
«Resta a casa questa mattina. Accompagno Safaa a scuola e poi ce ne restiamo a letto un altro po'.»
Lui sapeva benissimo che quel “restiamo a letto un altro po'” non comprendeva il riposo che, detto con sincerità, una parte di lui bramava ugualmente ma era una proposta invitante da morire. Come avrebbe fatto a rifiutare?
Se non fosse stato quasi sicuro che di lì a poco le sue sorelle ed i suoi genitori si sarebbero svegliati e avrebbero cominciato a girare per la casa avrebbe colto l'occasione al volo ma si sa, purtroppo, che quando parli del diavolo, puntualmente, spuntano le corna.
In questo caso non si trattava di nessun diavolo, sebbene qualche volta fosse comunque troppo invadente e se necessario ricattatrice, ma semplicemente della piccola Safaa che senza aver bussato e pensando ci fosse solo suo fratello maggiore entrò nella stanza con lo zainetto tra le mani e già il giubbotto infilato e solo da allacciare.
Zayn alla vista della bambina sgranò gli occhi e prima ancora che potesse dire qualcosa Lilith, con uno scatto fulmineo, scese dal suo corpo coprendosi quanto più poteva con le coperte e cercando di dare una sistemata ai capelli, in quel momento, arruffati.
Dio, eppure era così bella, si ritrovò a pensare il ragazzo che le gettò un'occhiata prima di rivolgere la propria attenzione alla sorellina più piccola che, ancora immobile, stava guardando la scena davanti ai suoi occhi con un'espressione confusa.
Zayn si schiarì la voce prima di passarsi una mano sul viso e «Cosa c'è Safaa?» dire.
La bambina in risposta sorrise per aver ottenuto finalmente le attenzioni di cui necessitava e fece saettare gli occhi identici a quelli del fratello ancora un altro paio di volte sulle figure dei due ragazzi prima di accennare ad un sorriso e portarsi una mano tra i capelli, arricciandosi una ciocca attorno ad un dito.
«Lil era in ritardo e prima di farla chiamare dalla mamma sono passata a controllare se fosse qui», spiegò semplicemente lei, lasciando di stucco sia Zayn che Lilith si era intenerita per il dolce soprannome che le aveva appena affibbiato la piccola.
Zayn allora sospirò sconfitto perché Safaa era più intelligente e perspicace di quello che credeva e con questa sua ultima uscita ne aveva avuto la conferma.
Poi, qualche secondo dopo, mosso dalla curiosità che aveva creato sua sorella sollevò quello che bastava il cellulare per constatare che, in effetti, era eccessivamente tardi e le sette e mezzo del mattino scritte sullo schermo lo confermavano.
Quando lo riferì a Lilith la vide trattenere un'imprecazione giusto perché c'era Safaa nella stanza e quando qualche secondo dopo le dissero di aspettare in salotto la ragazza scappò fuori dal letto mentre un «Cazzo quant'è tardi», uscì dalle sue labbra.
«E tu che non volevi far alzare me», le disse Zayn che in risposta si guadagnò un dito medio ed un espressione incattivita.
Quando la ragazza fu di nuovo vestita e pronta per portare la bambina a scuola si piegò quanto necessario per arrivare al livello di Zayn e dopo avergli lasciato un bacio a fior di labbra che non dispiacque a nessuno dei due si premurò di «Aspettami, per favore», sussurrare su di esse.
Lui, annuì lentamente come ipnotizzato dal movimento della sua bocca e poi la guardò mentre usciva dalla stanza lasciando nell'aria il suo profumo, come per confermare che lei c'era stata e che qualcosa di lei ci fosse anche adesso che se n'era andata.
Quando si alzò dal letto con il pretesto di andare a prendere il caffè poté constatare con amarezza quanto male si stesse da fuori le coperte e che sì, solo per questa volta ed in vista del tutto eccezionale perché davvero non ricordava fosse mai esistito un giorno così freddo avrebbe accettato la proposta di Lilith e sarebbe rimasto a casa con lei, decidendo che avrebbero sfruttato ancora un po' il letto.
Quando Lilith tornò aveva in una mano due caffè caldi e dentro al sacchetto due brioche appena sfornate mentre nell'altra teneva qualche giornale.
Ma prima ancora che Zayn potesse dire qualcosa la ragazza, con una mossa del capo, lo spronò a seguirla al piano superiore e quando capì le sue intenzioni non poté fare a meno di abbandonare la sua tazza preferita, anche questa un'eccezione, per seguirla. I suoi occhi, appena entrato nella stanza, si posarono sulla schiena nuda di Lilith fatta eccezione per il reggiseno.
I due caffè però erano posati accuratamente sul comodino ed i giornali che fino a poco fa aveva a malapena intravisto ora erano sul letto, con un evidenziatore vicino.
Quando il leggero rumore, come la notte appena passata, dei jeans della ragazza si udì Zayn si voltò giusto il tempo di vederla infilarsi nel suo letto e sotto le sue coperte mentre batteva la mano sul pezzo di materasso vuoto per invitarlo a farle compagnia.
Non ci impiegò molto per convincerlo.
Lilith sorrise nel momento in cui lui le passò il bicchiere con la bevanda calda e poi la brioche.
Era così bello poter stare assieme in tutta quella tranquillità.
«Questo vuol dire che stai a casa oggi?»
Zayn si prese qualche secondo per finire di masticare la sua colazione e per rubare un sorso di caffè poi annuì. «Sì. Ho chiamato Harry poco fa. Gli ho detto che non mi sento molto bene, in realtà», le disse, facendole l'occhiolino.
La ragazza rise appena e sorrise poi quando gli sventolò davanti agli occhi uno dei due giornali.
«Ho pensato che potremmo mettere a frutto questo tempo. Perché non provi a guardare se c'è qualche annuncio di qualche casa?»
Zayn rimase qualche secondo interdetto per quello che Lilith aveva appena detto.
Non solo si era ricordata perfettamente delle parole che aveva detto la sera prima ma si era anche presa la briga di andare a prendere dei giornali per aiutarlo nella scelta.
Era semplicemente stupenda.
Fu con quell'idea nella testa che le tolse qualsiasi cosa avesse tra le mani e, forse con più foga del normale, la baciò, facendola sorridere sulle sue labbra.
Ma ben presto quando si ritrovò le sue mani tra i capelli si costrinse a fermarsi per non andare oltre: non era il momento. Avevano tutta la mattina per loro.
«Mi aiuti?» Propose quindi Zayn che divertito dalla reazione di Lilith rise leggermente e si godette l'espressione gioiosa con la quale recuperò l'evidenziatore e puntò il suo sguardo più attendo sulla carta.
Non prima di aver lasciato un altro bacio sulle labbra del ragazzo che non aveva ancora smesso di osservarla e che chissà quando avrebbe smesso.

«Quindi tu vuoi dirmi che sei stato a casa, nel tuo letto, insieme a lei tutta la mattina a cercare una casa?»
Zayn alzò gli occhi al cielo, sistemando meglio il piccolo Ernest che aveva trovato nella stanza insieme a Louis, il giorno seguente.
La camera era sommersa nel caos ma questo era solo un piccolo dettaglio.
Aveva fatto una piccola fuga a casa del suo amico non appena era uscito dal Far Away ed aver salutato Harry. Ma, alla fine, era passata un’ora prima che finissero a parlare di qualcosa di veramente serio.
«Ha comprato dei giornali, apposta per cercare qualche avviso e quando stavamo per fare qualcosa era già ora di andare a prendere Safaa.»
«Questa si chiama sfiga.»
Zayn rise appena, facendo una linguaccia al piccolo che rise gorgheggiando nonostante il ciuccio stretto tra le piccole labbra. Era così piccolo e sotto certi aspetti così tremendamente simile a Louis.
Il bambino batté freneticamente le manine e si sporse per afferrare le collane del ragazzo che lo teneva fra le braccia.
«Dimmi almeno che te la sei scopata, l’altra sera.»
Zayn fulminò Louis per la scelta di parole e scosse la testa indicando impercettibilmente Ernest. In risposta l’altro scrollò le spalle e «Non capisce, ancora» dire. «Allora?» Insistette però.
L’amico annuì piano e quando Louis liberò un fischio dalle sue labbra entrambi risero.
«È a casa tua adesso?»
I due ragazzi vennero interrotti dall’irruzione di Lottie nella stanza. Tra le braccia stringeva la piccola Doris con il ditino in bocca e l’aria di una che si è appena svegliata.
«Lou, puoi occuparti di lei? La mamma sta riposando ed io devo uscire.»
Il diretto interessato alzò gli occhi verso il soffitto e sospirò sconfitto con le spalle al muro. Se ci fosse stata la possibilità di affidare la bambina ad una delle altre sue sorelle Lottie l’avrebbe fatto senza alcun dubbio piuttosto che importunare suo fratello maggiore che, giusto in quel momento, era occupato con un suo amico.
«Nessun problema, Lottie», rispose Zayn al posto di Louis stesso.
La ragazza annuì e cedette la piccola tra le braccia del fratello che la prese prontamente sistemandola sul letto, assicurandosi che non potesse cadere, prima di salutare la sorella e vederla chiudersi la porta alle spalle.
«Sarebbe quasi ora che trovassi una casa tutta mia anche io. Qui dentro siamo in troppi», commentò poco dopo.
Zayn assentì, sistemando Ernest sul materasso accanto alla sorellina affinché potessero giocare un po’ insieme.
Quando proprio Louis si voltò in direzione di quest’ultimo e «Te ne resti qui fino a quando mia madre non si sveglia», lo costrinse a risistemarsi sul letto ed afferrare il telecomando per accendere la tv mentre Doris mugugnava per essere presa in braccio.
«Dio, ma perché devono piangere?»
Zayn a quel punto scoppiò a ridere e bastò giusto una smorfia e portarsela vicino al proprio corpo per farla cessare con qualsiasi verso mentre Ernest gattonava vicino a Louis muovendo freneticamente il ciuccio.



Note autore:
Come al solito da due settimane a questa parte sono in ritardo e questa volta, devo dire, che ho superato i limiti massimi già da qualche giorno. Spero che riusciate a perdonarmi ma davvero la scuola non mi sta lasciando tregua e sto passando intere giornate sui libri a studiare e l'unico momento libero che ho trovato è stato adesso.
L'unica cosa che mi consola è che mancano sempre meno giorni alle vacanze di natale. Manca un mese, lo so, ma vivo nella speranza che arrivino più in fretta possibile.
Ma comunque, tralasciando questa introduzione posso dirvi che finalmente il decimo capitolo è stato pubblicato.
In parte è il continuo di quello precedente.
Liam e Zayn se la svignano per dedicarsi alle proprie ragazze e Louis non può che rivolgere loro un'occhiataccia per metterli in guardia. Ah, questi uomini.
Adesso non ricordo bene se l'ho detto la scorsa volta o meno ma sono pienamente consapevole che Liam e Sophia, per quanto mi dispiaccia perché per me erano davvero una bellissima coppia, si siano lasciati ma in questa storia hanno un ruolo un po' marginale alla fine quindi non intendo abbandonarli e, dunque, anche su questo aspetto ci siamo chiariti.
Adesso passiamo dunque ai nostri cari e amati Zayn e Lilith che lentamente stanno cominciando a portare la loro relazione a qualcosa di sempre più importante, anche se loro fanno fatica ad ammetterlo.
Sono, però, le piccole cose che fanno capire che loro tengono all'altro ogni giorno di più e che è ormai troppo tardi per tirarsi indietro in qualcosa in cui ci stanno mettendo tutta la loro anima.
Ecco, Zayn che cerca un nuovo appartamento sarà un'altra piccola svolta non solo nella vita del ragazzo ma bensì anche della ragazza. Questo lo vedrete soprattutto nei prossimi capitoli.
Poi, come al solito e voi sapete che non posso farne a meno, ci sono gli Zouis che ovviamente si confrontano e fanno un po' di pettegolezzi in stile ragazzine ma davvero mi fanno morire dalle risate e poi mi piacciono troppo quindi devo sempre ricavare un piccolo spazio per loro. Se poi ci sono anche i piccoli Ernest e Doris allora tutto è anche meglio.
Quei bambini sono davvero una gioia per occhi.
Dunque, mie belle fanciulle, come al solito vi ringrazio se siete arrivate fino a qui con la lettura e per l'attenzione che mi avete dedicato.
Vi ricordo inoltre che per leggere quello che ho scritto nel corso di questi mesi basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per contattarmi potete provare anche su Ask (anche se a dire la verità non lo uso molto).
C'è anche da dire che nel caso ci fossero errori ortografici provvederò a correggerli il prima possibile.
Anche per oggi sono arrivata alla fine di queste note autore. Vi auguro una buona continuazione della settimana e ci sentiamo sabato (questa volta sarò puntuale, lo prometto).
Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 11
*** XI ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

11

Zayn, con i capelli spettinati e il cappuccio della felpa sopra di essi, varcò la soglia della porta alle sette e mezza di sera. Dopo infinite richieste da parte di Johannah per rimanere a cena, che aveva cortesemente rifiutato, era riuscito ad uscire da quella casa per arrivare alla sua.
La piccola Safaa era seduta sul divano con Waliyha a guardare qualche strano programma televisivo mentre Lilith era in cucina con Doniya, impegnate a chiacchierare e ridere: si potevano sentire per tutta la casa.
Salutò tutti con un sorriso sul viso e quando i suoi occhi incontrarono quelli della ragazza si sorrisero appena e quando pochi istanti dopo che si allontanò per raggiungere il piano superiore e sentì dei passi seguire i suoi non poté non pensare che fosse proprio lei.
Lilith, infatti, si appoggiò allo stipite della porta della sua camera con un sorriso sul volto, le braccia incrociate ed i capelli arruffati.
«Dove sei stato?» Chiese.
Zayn scrollò le spalle con leggerezza, passandosi una mano tra i capelli nella speranza di dargli una forma.
«Da Louis», rispose semplicemente.
La ragazza annuì, assicurandosi che non ci fosse nessuno nel corridoio ed addentrandosi sempre di più nella stanza fino ad arrivare davanti alla figura del ragazzo che la osservava, incuriosito.
Proprio quando sembrava che Lilith si sarebbe avvicinata a lui per baciarlo allungò il braccio quanto bastava per afferrare il giornale che giaceva esattamente dietro alla sua figura.
Poi, la ragazza, sorrise trionfante per aver ottenuto la reazione che voleva.
Zayn, dal canto suo, corrugò le sopracciglia quando non avvenne quello che si aspettava e s'inumidì le labbra quando puntò i suoi occhi sull'oggetto che la ragazza stringeva nella mano.
«Ho dato un'altra occhiata oggi, mentre eri via. Ci sono un paio di case che potresti prendere in considerazione.»
E detto questo gli lasciò un ultimo sorriso e sparì, scendendo al piano inferiore.
Il ragazzo allora rise appena e dopo aver dato una vera occhiata al giornale, si cambiò e si diresse in cucina.
Trisha arrivò poco dopo, con un sorriso sul volto e qualche foglio tra le mani, mentre sorrideva amorevolmente ai suoi figli e dava il via libera a Lilith di poter ritornare a casa.
«La saluto, signora Malik.»
La diretta interessata le fece un occhiolino divertito e le lasciò un ultimo sorriso prima di riportare la propria attenzione alla piccola Safaa che ci teneva a descrivere alla madre ogni momento della giornata.
Zayn osservò Lilith allontanarsi e quando fu sicuro di non essere osservato più del dovuto uscì dalla stanza, raggiungendola.
Quando si appoggiò con una spalla alla parete per guardarla mentre si sistemava la cuffia «Potresti venire con me», decretò.
Lilith interruppe i suoi movimenti giusto per sollevare gli occhi ed accorgersi della sua presenza.
«Scusa?» Chiese quindi.
«Potresti venire con me, a vedere qualche casa.»
La ragazza rimase perplessa per qualche secondo prima di accennare ad un sorriso ma premette le labbra tra loro per tentare di mascherare l'entusiasmo.
Era carino da parte sua proporglielo.
«Certo, quando vuoi. Possiamo metterci d'accordo.»
Zayn annuì, e dopo aver incrociato le braccia al petto aspettò pazientemente che finisse di vestirsi. Poi, quando fu quasi sul punto di uscire di casa la richiamò.
Lilith lo guardò avvicinarsi al suo corpo esattamente come aveva fatto lei stessa non molto tempo prima e pensò distrattamente per qualche secondo che volesse solo prendersi una rivincita ma quando invece le posò le mani sui fianchi e avvicinò il proprio corpo a quello di lei, le venne quasi spontaneo posare gli occhi sulle labbra di Zayn.
E nel momento in cui si baciarono quasi non si accorse che avvenne. Lui era lì, con la propria bocca su quella di Lilith e la ragazza non poté fare a meno che sorridere su di essa mentre le braccia andavano automaticamente attorno al collo per attirarlo più vicina a sé.
Indubbiamente ogni volta era unica.
Solo quando successivamente si staccarono e Lilith uscì di casa forse un po' troppo velocemente ebbero, entrambi, il tempo di elaborare.
Tra di loro, ancora, non c'era una linea di confine ben stabilita.
Erano capitati nello stesso letto innumerevoli volte ormai, di baci se ne erano scambiati a bizzeffe eppure non avevano ancora stabilito cosa provassero nei confronti dell'altro e seppur Zayn cercava di sminuire la cosa davanti ai suoi amici sapeva bene, in realtà, che Lilith fosse ben più importante di quello che andava dicendo.
Lilith, dal canto suo, non ne aveva fatto parola con nessuno. Le poche ragazze che conosceva a Bradford non rappresentavano il genere di persone con cui si sarebbe confidata.
Poi, inoltre, se le cose si sarebbero concluse male non avrebbe dovuto dare spiegazioni a nessuno.

Quando qualche giorno dopo Zayn si fermò davanti a casa di Louis e scese per suonare il campanello un'allegra Daisy, o forse Phoebe, ancora non riusciva a capire come Johannah riuscisse distinguerle nonostante fosse uguali, apparve dietro la porta.
Anche con il corpo magrolino che si trovava, teneva stretta tra le braccia la piccola Doris che guardava il ragazzo con curiosità.
«Hai bisogno di Louis?» Domandò la bambina subito dopo aver chiudo la porta.
Zayn sollevò gli occhi al cielo e chiuse appena le mani in due pugni perché lui l'aveva detto che sarebbe stato meglio se avesse aspettato Lilith in macchina anziché entrare in quel campo minato ma lei, ovviamente, non aveva voluto dargli ascolto.
«Veramente...»
Non riuscì a finire la frase perché proprio Lilith comparve dalla cima delle scale con una scarpa infilata e l'altra no e un giubbino appeso al braccio.
«Phoebe perché non vai a dare un'occhiata ad Ernest? Penso stia cercando Doris.»
Zayn ringraziò Dio in quel momento per essere accorsa in suo aiuto e quando vide la bambina con la gemellina sparire si tranquillizzò appena, giusto in tempo per lasciare un'occhiataccia a Lilith.
«Scusa», disse solamente lei.
Quando poi aprì la porta e schizzò fuori, Zayn non poté fare altro che scuotere la testa, arreso.
Lilith sprofondò nel sedile del passeggero qualche secondo dopo e si aggiustò un paio di volte sopra esso mentre si sistemava meglio la sciarpa intorno al collo.
«Fa freddo», commentò infatti qualche secondo dopo.
Il ragazzo in risposta annuì semplicemente ad abbozzò una risata poi ingranò la marcia e premette sull'acceleratore, schizzando per le strade di quella piccola cittadina.
«Mi fa piacere che tu mi abbia chiamata.»
Zayn sorrise leggermente e senza darle una risposta scrollò le spalle e posò la mano sinistra sulla coscia della ragazza che, inizialmente, la guardò con le sopracciglia corrugate poi premette le labbra fra loro.
La prima casa che Zayn, insieme a Lilith ovviamente, aveva selezionato per andare a vedere non si trovava a molta distanza da quella di sua madre e, se proprio bisogna dirla tutta, nemmeno da quella di Louis.
Certo ci sarebbero voluto due o forse tre minuti in più per arrivare al Far Away e forse anche cinque al K2O ma erano dettagli che potevano essere non presi in considerazione.
Una signora sulla cinquantina, con un caschetto biondo e ben curato li aspettava all'inizio della via.
Pochi centimetri sopra la testa della donna si poteva notare un'insegna con il nome della via.
«Buongiorno», disse la signora, tendendo una mano.
Zayn fu quello a farsi avanti per primo e quando ricambiò la presa e le disse il suo nome un sorriso simpatico spuntò sulle sue labbra.
Poco dopo sempre Zayn mise una mano alla base della schiena di Lilith che fece qualche passo in avanti per potersi presentare anche lei e riservare a «Emma», così si era soprannominata, un sorriso.
«Andiamo a dare un'occhiata?»
I due ragazzi annuirono con vigore, scambiandosi una breve occhiata quando si accinsero a seguire la signora.
La porta di legno bianca con inciso sopra il numero “18B” era la prima cosa che si poteva notare dopo il piccolo cancellino ed il ristretto filo di giardino.
Emma estrasse una semplice chiave e pochi secondi dopo si ritrovarono a muovere i primi passi in quell'abitazione davvero piacevole alla vista.
Il pavimento, anch'esso in legno, era lucido e perfettamente pulito tanto da potersi quasi specchiare e, sebbene all'interno mancasse qualche mobile per renderla più accogliente di quanto già non fosse, nessuno avrebbe potuto scartarla.
Zayn si chiese distrattamente perché fosse ancora in vendita nonostante fosse così bella.
La proprietaria fece fare ad entrambi un giro completo che, anche se durò pochi minuti date le dimensioni accettabili, aveva comunque spiegato ogni cosa che potesse ritornare utile.
«Cosa ne pensate?» Domandò a quel punto Emma.
Il ragazzo si grattò distrattamente la nuca, facendo un mezzo sorriso impacciato.
La donna aveva subito ipotizzato fossero una coppia che stava cercando casa per andare a convivere.
Questo però non fece altro che irrigidire impercettibilmente Lilith che si sistemò meglio la borsa sulla spalla, facendo saettare i suoi occhi su Zayn e l'unica cosa che seppe dire per interrompere quel silenzio forse un po' troppo imbarazzante fu un «Può lasciarci un attimo?»
La signora annuì e quando si chiuse la porta alle spalle il silenzio si amplificò ancora di più.
«Allora? Cosa ne dici?» Chiese la ragazza, porgendogli la stessa domanda che Emma aveva pronunciato appena pochi istanti fa.
Zayn scrollò le spalle, guardandosi in giro.
La casa era davvero bella e sebbene sarebbe servito qualche tocco di mano propria per renderla sua era rimasto colpito ben più di quello che voleva ammettere.
Era luminosa, spaziosa quanto bastava per lui, o forse anche troppo, accogliente e adatta per un ragazzo di quasi ventidue anni.
«Non è male», decretò infine.
Lilith allora sorrise e si sistemò i lunghi capelli biondi su una spalla prima di parlare nuovamente.
«Vorresti vederne altre?»
Zayn passò in rassegna il volto della ragazza e quando arricciò le labbra lei comprese che fosse un no. Quella casa aveva tutto quello che poteva servire perché continuare ad andare in giro sapendo bene che qualunque altra abitazione che avesse visitato avrebbe sorbito i paragoni con questa?
«Nei sei sicuro?» Domandò, ancora, a quel punto Lilith.
Anche se lei ammetteva che quella casa avesse davvero tutto quello ce sarebbe potuto servire ad un ragazzo come Zayn l'idea di andare a guardare qualche altra casa non era poi così brutta, in sua opinione.
Lui, a quel punto, scrollò le spalle con la solita semplicità e abbozzò un sorriso alquanto impacciato ma Lilith apprezzò quel gesto e dopo aver scosso la testa e sorriso anche lei richiamò Emma con la sua solita voce gentile ma ferma allo stesso tempo.
«Cos'avete deciso?»
Entrambi i ragazzi trattennero il fiato ancora una volta quando la donna, inconsciamente o meno, parlò al plurale ma quando successivamente i suoi occhi visti si posarono sulla figura di Lilith che alzò le mani in segno di resa, la sua attenzione si spostò allora su Zayn che dopo essersi passato una mano tra i capelli, ormai privi di gel per le troppe volte che aveva compiuto quel gesto in poco tempo, lui si limitò ad annuire appena e «La prendo», sussurrare come se si vergognasse di Emma.
Lilith lo osservò stringere la mano della donna, e sperando di poter essere lei quella, una volta usciti da quella casa, che avrebbe preso per mano.
La giacca in pelle che portava slacciata gli donava quel poco di aria trasandata che addosso a lui non poteva che risultare perfetta.
La lingua fece la sua comparsa giusto il tempo per inumidire le labbra e a quel punto Lilith dovette spostare il suo sguardo altrove per non essere colta in fallo e con le guance arrossate.
Zayn, ogni volta, andava ammirato con occhio diverso perché la sua bellezza ed i suoi tratti non potevano essere assimilati e notati in una volta sola.
«Ti manderò il contratto via email se per te va bene.»
Il ragazzo semplicemente annuì, muovendo il capo su e giù e sorridendo ancora una volta e stringendo nuovamente le mani quando furono in procinto di salutarsi.
Anche Lilith ricambiò com enfasi la presa di Emma e si salutarono con un sorriso prima di «Vi aspetto», dire.
I ragazzi assentirono piano e nello stesso modo si avviarono verso l'auto.
«Mi sembra che ti sia piaciuta», affermò Lilith.
Zayn sorrise davanti al suo, forse troppo, entusiasmo e nel momento in cui lei gli si posizionò davanti dando una leggera occhiata alle sue spalle per controllare che non ci fosse niente o nessuno e continuò semplicemente a camminare all'indietro fu costretto a tirare fuori le mani dalle tasche dei suoi pantaloni per metterle in modo protettivo intorno ai fianchi di Lilith, fino a farla girare affinché non cadesse a terra ed avvolgere un braccio attorno al suo bacino senza dire una parola.
«Oh, ti è piaciuta davvero tanto», commentò invece Lilith che con il cuore palpitante per il gesto appena compiuto dal ragazzo gli sorrise un po' troppo radiosamente.
Zayn in risposta a quell'affermazione avvicinò il suo volto al collo della ragazza che premette tra loro le sue labbra quando quelle di lui entrarono a contatto con la sua pelle del collo, non facendo altro che produrre uno schiocco rumoroso ma per niente fastidioso e qualche istante dopo la risata di Lilith echeggiò per la strada, in un suono melodioso.




Note autore:
Buon pomeriggio, mie belle e dolci fanciulle!
Oggi, sono lieta di annunciare che sono molto puntuale e benché debba studiare e continuare a leggere Amleto mi sono interrotta apposta per il capitolo.
È sabato pomeriggio ed io devo passarlo sui libri. Immaginate il mio umore: è alle stelle.
Per fortuna fuori c'è brutto tempo, il che rende lo studio un po' più facile d'affrontare.
Beh, a parte quest'inizio pessimo volevo dire, prima di iniziare a parlare del capitolo, che ho già in testa un'os molto carina ed anche romantica che devo solo rendere concreta ma ancora non so bene quando finirò di pubblicare questa storia quindi penso sia un po' prematuro dire bene o male quando posterò questo mio nuovo progetto.
Vi ricordo che prima di cominciare a pubblicare qualcosa ho fatto passare qualcosa come tipo due mesi.
I miei tempi di scrittura sono davvero troppo lunghi.
Bene, direi che è ora di finirla con gli inconvenienti e passare al capitolo.
Eccoci all'undicesimo!
Anche questo, come quello che ho pubblicato due giorni fa, è una sorta di continuo del precedente e penso che sia un altro punto saliente della storia che si sta vedendo a cercare tra Zayn e Lilith.
Lui che con una tale naturalezza e tranquillità le chiede se vuole accompagnarlo per trovare una casa che sarà una nuova svolta nella sua vita perché è pur sempre un passo molto importante e lui vuole che al suo fianco ci sia una persona importante.
E Lilith è una persona importante, per lui.
Come c'è scritto nel capitolo tra loro non c'è più un confine ben definito perché pur continuando a capitare tra le braccia dell'altro non hanno mai deciso di parlare seriamente di quello che provano l'uno nei confronti dell'altra.
Da un lato penso che molti di noi riescano a capirli perché è sempre un po' difficile confessare a qualcuno i propri sentimenti, soprattutto se quel qualcuno ti piace davvero tanto.
Zayn e Lilith si trovano esattamente in questa situazione e benché a qualcuna di voi possa risultare un po' strano e senza alcun senso vi assicuro che se a uno dei due non andasse bene la situazione si farebbero immediatamente avanti.
Entrambi hanno imparato a non avere più problemi, a parlare quando c'è di mezzo l'altro. Non esiterebbero a chiedere delle spiegazioni, insomma.
Li trovo fantastici anche sotto questo punto di vista.
Quando poi entrambi guardano con i propri occhi quella casa così piccola ma al tempo stessa bella non possono che sembrare una coppia in cerca di un nido d'amore.
E così la pensa anche Emma, l'agente immobiliare, che senza alcun pudore chiede l'opinione di entrambi.
Ecco, tuttavia, questa domanda non può che suscitare le reazioni di Zayn e Lilith che impallidiscono e quasi sbiancano quando capiscono cosa intenda la donna.
È proprio qui che forse cominciano a capire che, prima o poi, un piccolo discorsetto dovranno farlo ma, fino a quando tutto procede per il verso giusto entrambi rimaranno al loro posto.
Nonostante questo, la casa Zayn, alla fine, la prende perché non ha potuto fare a meno di constatare che fosse un perfetto rifugio per un ragazzo della sua età.
Lilith non può che esserne più contenta e si gode il ragazzo che, felice, le stringe la vita e le bacia il collo.
Ci può essere qualcosa di meglio? A mio parere no.
Bene, penso di aver esaurito le parole da spendere, come da abitudine, per il capitolo.
Vi ricordo soltanto che nel caso voleste vedere quello che ho pubblicato nel corso di questi mesi basta che clicchiate 
qui e che per contattarmi potete provare anche su Ask (anche se non lo uso molto).
Vi ringrazio, come ormai faccio da un po' di tempo, per l'attenzione che mi avete prestato nel caso siate arrivate fino a questo punto e dirvi che se nel caso ci fossero errori ortografici provvederò a correggerli il prima possibile.
Un bacio grande a tutte ed alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 12
*** XII ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

12

Trisha era rimasta qualche secondo in silenzio quando aveva saputo che il suo primogenito avrebbe, a breve, lasciato definitivamente la casa per trasferirsi in una tutta sua.
Non che non se l'aspettasse, questo sia chiaro, ma fu comunque un po' spiazzante per lei.
Era pur sempre il suo bambino ed anche se avrebbe vissuto a soli due minuti da lei era via da casa.
Zayn dovette sorbirsi gli occhi lucidi della madre e qualche abbraccio di troppo ma alla fine furono gesti che apprezzò e che gli fecero capire che lui avrebbe occupato un posto più che speciale nel cuore della madre.
Quando invece i suoi amici erano venuti a conoscenza della notizia si erano semplicemente complimentati con lui, dandogli una pacca sulla spalle ed alzando le bottiglie di birra per fare un brindisi.
A quel punto Zayn non si riuscì a trattenere e quando chiese una bottiglia in più a Louis, che prontamente obbedì, e richiamò Lilith, poco lontana da loro, le passò la birra e le poggiò una mano alla base della schiena quando lei gli rivolse un'occhiata confusa e spaesata.
Niall gettò uno sguardo alla mano dell'amico e quasi si strozzò con il liquido amarognolo che stava per mandare giù ma cercò di darlo il meno a vedere possibile. L'intenzione fallì, però, quando cominciò a tossire e facendo più baccano del normale.
Il colpo finale arrivò però quando Lilith stessa si sporse per lasciare un dolce e delicato bacio sulla labbra di Zayn che rimase basito davanti a quel gesto e, con lui, tutti gli altri.
Quello però parve l'unica soluzione per troncare l'attacco di tosse di Niall.
Tutti però si limitarono a rimanere in silenzio, aspettando di rimanere soli nel bar per poter fare qualche domanda in più.
Come stabilito dal silenzioso accordo, Lilith e gli ultimi clienti avevano fatto appena in tempo ad uscire prima che gli occhi di Liam, Harry e Niall si posassero sulla figura di Zayn. Louis si limitò a lasciargli uno sguardo annoiato in quanto era già a conoscenza di ogni fatto.
«Ti scopi quella figa?»
Zayn alzò gli occhi al cielo per la poca finezza di Niall che si beccò una sberla dietro la testa in risposta.
«Dio, ma riesci ad avere una parvenza di civiltà?» Lo riprese Harry con una strana espressione in volto.
Il biondino in risposta alzò il dito medio rendendo ufficiale la risposta che tutti avevano pensato ma che nessuno aveva detto: ovvero “no”.
«Da quanto?» Chiese a quel punto, ancora, Niall.
Zayn allora s'inumidì le labbra, corrugando le sopracciglia per riflettere.
«Da Natale», rispose poi, semplicemente, aggiungendo come suo solito una scrollata di spalle.
Le labbra di tutti i suoi amici, ovviamente escluso Louis che si godeva la scena, si spalancarono per lo stupore mentre riservarono a Zayn un'occhiata di confusione ed offesa allo stesso tempo.
«Davvero ci hai tenuto nascosta questa cosa per tutto questo tempo?»
Il ragazzo allora si passò una mano tra i capelli, cercando l'appoggio del suo migliore amico, seduto al suo fianco, che di collaborare non ne aveva la minima voglia.
«Sono solo due settimane», chiarì allora pochi secondi dopo, giusto per tentare di non avere più tutti quegli sguardi addosso.
«Tecnicamente», si schiarì la voce Louis. «Tutto è iniziato qualche giorno dopo che si è trasferita qui.»
Zayn puntò gli occhi su colui che aveva appena parlato e se le occhiate avrebbero potuto uccidere quella che rivolse all'amico sarebbe stata un vero e proprio omicidio.
«Ma da che parte stai?» Domandò quindi, con un cipiglio ben marcato tra le sopracciglia.
L'altro in risposta scrollò le spalle. Doveva pur avere una parte in tutto questo.
«All'inizio si è però semplicemente fermata a dormire da lui», chiarì poco dopo Louis.
Zayn assentì appena con il capo perché quella era la vera versione della storia.
«Ma è da due settimane che se la scopa.»
Il moro alzò ancora, forse per la centesima volta nel corso della serata, gli occhi verso il soffitto, perché davvero erano insopportabili e lasciò ricadere le mani sulla superficie del tavolo con fare annoiato.
«Hai capito Malik.»
A quel punto digrignò scherzosamente i denti quando Niall scosse la testa con un sorriso fin troppo malizioso sul volto.
«Non ci pensare nemmeno», lo avvertì allora Zayn prima che pronunciasse qualcos'altro. «Non intenzione di scendere nei particolari.»
Le sopracciglia del biondino allora si aggrottarono, mostrando un'espressione alquanto confusa ed oltraggiata.
«Ma l'abbiamo sempre fatto!» Esclamò a quel punto.
Louis allora batté una mano sul tavolo per richiamate l'attenzione di tutti ma soprattutto quella di Niall che evidentemente pareva l'unico a non aver capito il motivo di tutta la riservatezza di Zayn su un argomento che non avrebbe fatto fatica ad intavolare in qualsiasi momento.
«Possibile che tu non lo capisca, Nialler?» Lo prese in giro, con la sua solita vocina squillante ed un sorriso molto più che furbo sulle labbra sottili. «Lilith gli interessa, ed anche tanto direi. Non è come tutte le altre.»
Zayn si finse oltraggiato da quella spiegazione ma proprio quanto stava per ribattere che non era assolutamente quello il motivo per il quale diceva ancora meno parole del suo solito, la consapevolezza che quello appena detto fosse più veritiero di quello che voleva far credere e che voleva credere lui stesso, lo colpì in pieno.
Allora richiuse le labbra ed incurvò appena le spalle quando, di sottecchi, vide i suoi amici sorridere amorevolmente ma pur sempre in modo furbo.
Loro lo sapevano almeno quanto lui che quello che stava accadendo con Lilith significava qualcosa, altrimenti non starebbe andando così a rilento per così troppo tempo.
«Forse il cuore di Malik ha finalmente fatto la sua comparsa?»
Sospirò profondamente quando per l'ennesima volta fu chiamato per cognome ma scosse la testa dopo pochi secondi perché era davvero inutile continuarglielo a far notare se poi Niall avrebbe comunque fatto quello che più gli pareva.
Proprio quando Zayn stava per aprire bocca e rispondere per le rime al suo amico Liam intervenì prima di lui e «Lo sappiamo che hai un cuore. Niall è solo invidioso», disse.
Liam era sempre Liam ed il fatto che sapesse dire le giuste cose al momento giusto lo rendeva più speciale di quanto già non fosse.
Quando poi gli lasciò un occhiolino prima di voltarsi verso l'amico biondo che lo stava guardando in cagnesco Zayn si rese conto che, nonostante tutti e quattro fossero dei gran rompicoglioni, fossero davvero una benedizione del cielo e che doveva ritenersi fortunato ad avere al suo fianco persone come loro, anche se per la maggior parte del tempo si comportavano in modo stupido.
«Al cuore di Zayn!» Allora esclamò Niall sollevando la sua bottiglia di birra e mostrando un sorriso un tantino sbronzo e messo in evidenza dalle guance arrossate.
Tutti risero e lo imitarono: dopotutto qualche risata non faceva mai male.

Zayn stava camminando per le corsie del supermercato con fare annoiato mentre seguiva una Lilith che con occhio attento metteva nel carrello molta più roba di quella che, in realtà, serviva.
Lui aveva già provato due o forse tre volte a spiegarglielo ma in risposta non aveva ricevuto altro che una smorfia di disappunto ed una mossa della mano che lo intimava di tacere se non aveva niente di meglio da dire.
Alla fine aveva semplicemente rinunciato a farla ragionare capendo che ormai era impossibile.
Quando poi pochi secondi dopo aver estratto il telefono dalla tasca, sentì la voce di Lilith più squillante che mai ridere con quello che aveva tutta l'aria di essere un ragazzo si costrinse ad alzare lo sguardo ed non appena individuò Liam affiancato da una ragazza si rilassò, rendendosi conto solo allora del suo cambiamento di atteggiamento.
Con passo lento e stanco si avvicinò quindi a loro, passando un braccio attorno alle spalle di Lilith.
Quando successivamente notò le due confezioni di dentifricio nelle mani di quest'ultima niente gli impedì di alzare, comunque, gli occhi al cielo.
Poi posò lo sguardo sull'amico che, con un sorriso radioso sul volto, aveva il braccio attorno al bacino di quella che doveva essere la famosa Sophia di cui aveva tanto sentito parlare ma che non aveva ancora avuto modo di conoscere.
Zayn si costrinse ad essere più discreto possibile e mentre lanciava un'occhiata eloquente a Liam che a sua volta guardava lui, gli sorrise e porse una mano alla ragazza per presentarsi.
«Zayn», disse semplicemente, senza troppi giri di parole.
Sophia sorrise gentilmente e ricambiò in modo fin troppo sicuro la presa.
«Liam mi ha parlato tanto di te.»
Zayn allora puntò i suoi occhi sull'amico che in tutta risposta scrollò le spalle increspando le labbra verso l'alto.
«Ho parlato anche degli altri», aggiunse, però, poco dopo.
Sophia a quell'affermazione annuì semplicemente, lasciando cadere il discorso.
Poi gli occhi di quest'ultima si posarono sull'altra ragazza che faceva parte di quel piccolo gruppetto.
«Lei è Lilith», pronunciò a quel punto Zayn, come sei lei non riuscisse a farlo da sola.
Tuttavia la persona chiamata in causa non parve disturbata da questa cosa e, anzi, sorrise a Sophia prima di stringerle la mano.
Quest'ultima allora non perse tempo a far saettare i suoi occhi sulle figura di Zayn e Lilith, e voltandosi anche verso Liam, probabilmente per accertarsi che le sue ipotesi fossero giuste.
Tuttavia quando il ragazzo annuì appena Zayn capì che aveva raccontato alla sua ragazza ben più cose di quello che avrebbe dovuto ed il solo pensiero gli faceva voglia di allontanarsi prima che sorgesse qualche domanda indiscreta.
E quando, infatti, le labbra di Sophia si aprirono e Liam stesso sbiancò di colpo non appena comprese la domanda, Zayn capì che le sue intuizioni non sbagliano quasi mai.
«State insieme?» Domandò.
Sempre Liam allora si permise di posare gli occhi sul carrello a cui era appoggiato Zayn e la mano di questo sulla base della schiena di Lilith e pensò che in effetti, potevano sembrare una coppia, anche se si ostinavano a non volerlo ammettere a loro stessi e, quindi, ad intavolare un discorso per mettere chiarezza circa il loro stravagante rapporto.
Nonostante ciò, Zayn dopo i primi secondi di rigidezza aveva riacquistato la sua naturalezza e scioltezza nei movimenti, passandosi la lingua tra le labbra giusto per inumidirla e «Quasi», decretò.
Solo allora Liam e Lilith stessa si voltarono verso il ragazzo che aveva appena parlato: il primo con le sopracciglia aggrottate ma un'espressione comunque di orgoglio verso l'amico che, forse, si era decisamente deciso a fare un passo in avanti, la seconda con un'espressione di puro stupore sul volto, mischiata a della confusione.
Zayn non la poteva biasimare.
«Oh ma è magnifico!» Esclamò dunque una Sophia all'oscuro di tutti i retroscena. Forse non proprio tutti, ma almeno della maggior parte.
Liam a quel punto si schiarì la gola, gettando una rapida occhiata all'orologio per poi fare una faccia sorpresa.
«Tesoro», esordì allora. Zayn sollevò gli occhi al cielo per il nomignolo troppo sdolcinato ma tipico dell'amico. «È davvero tardi. Dovremmo muoverci.»
La ragazza allora annuì e quando anche lei si rese conto dell'orario, praticamente sgranò gli occhi per poi passare ai saluti.
«È stato un piacere conoscere entrambi», disse. «Magari una sera potremmo uscire insieme.»
Lilith a quel punto, palesemente imbarazzata fece saettare il suo sguardo su Zayn che questa volta non accennava a volerla aiutare. Certo, aveva già detto fin troppo.
«Oh..ehm...certo. Sì, sì potrebbe fare», balbettò quindi.
Per fortuna a levarla dalla situazione d'impaccio ci pensò Liam che dopo aver posato un braccio attorno alla vita della sua ragazza la trascinò praticamente via, non prima di aver salutato il suo amico e Lilith.
A quel punto i due rimanenti liberarono un sospiro di sollievo e si scambiarono un'occhiata fin troppo lunga perché non volesse dire niente e, solo dopo aver stabilito un accordo silenzioso secondo cui non avrebbero parlato di niente fino a quando non sarebbero arrivati a casa, la ragazza sistemò le confezioni di dentifricio che ancora teneva strette in una mano e rivolgendo a Zayn un sorriso si diresse verso la corsia che le interessava quel momento. In sottofondo lo sbuffo del suo “quasi”, come aveva detto lui, ragazzo le fece increspare le labbra ancora di più verso l'alto di quando non stava già facendo.




Note autore:
Buonasera mie splendide principesse!
Allora con un giorno di ritardo, anche se a dirla tutta, ieri avevo il pomeriggio libero ed abbastanza tempo per postare il capitolo ma, povera me, mi sono persa nella lettura di un libro che mi è piaciuto davvero tanto e che ho finito in soli due giorni. Non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale per poter leggere tutti i libri che voglio. Amo occupare il mio tempo libero leggendo.
Fondamentalmente, è grazie alle lettura che ho imparato a scrivere.
Dunque, oggi, dopo aver passato il pomeriggio sul libro di fisica e a cercare gli appunti di motoria che, a quanto pare, ho perso ho trovato il tempo giusto da dedicare al capitolo che è davvero, a parola mia, simpatico e, se anche non molto lungo, pieno di significato.
Tanto per cominciare i nostri ragazzi scoprono la "relazione" tra Zayn e Lilith e non possono fare a meno di fare i loro commenti piccanti, in particolare Niall che, in riposta, riceve qualche scappellotto e insulti ma a lui va bene così perché è il suo modo di parlare e, con i suoi amici, si sente libero di fare quello che più gli piace.
Zayn, inoltre, si rende conto che, proprio come dice Louis, Lilith è molto più importante di quello che vuol far credere a tutti ed anche a lui stesso. Gli è ormai entrata sotto la pelle e non è più in grado di immaginare la sua vita senza di lei.
La trovo una riflessione davvero profonda e piena di significato e che ho amato scrivere.
Infatti, preferisce non scendere nei particolari della loro vita sessuale come magari avrebbe fatto con un'altra ragazza qualsiasi.
Questo dimostra l'importanza di Lilith per Zayn.
Poi c'è la parte in cui i due protagonisti incontrano Liam e Sophia.
Letteralmente amo la sfrontatezza di quest'ultima che, dopo essersi presentata ed aver conosciuto i ragazzi che le stanno di fronte, vuole immediatamente chiarire le idee che le vorticano nella testa.
In pratica va al sodo in pochissimo tempo ed infatti Zayn e Lilith sbiancano e s'irrigidiscono perché non si aspettavano proprio una domanda come quella. La riposta, però, di Zayn lascia spiazzata la sua "quasi" ragazza e Liam, che conosce più o meno tutti i retroscena. Ma, tuttavia, ne rimane impressionato e felice. È anche orgoglioso del suo amico.
A dire la verità, anche io sono orgogliosa di Zayn.
Io e Liam andremmo molto d'accordo.
Bene, con questo, si può concludere il mio infinito monologo.
Come al solito, vi ricordo che per leggere quello che ho scritto nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per contattarmi potete provare anche su Ask (anche se non lo uso molto).
Aggiungo che nel caso ci fossero eventuali errori ortografici provvederò a correggerli il prima possibile, lo prometto.
Detto anche questo vi saluto augurandovi una buona domenica, per quel poco che ne rimane, e alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 13
*** XIII ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

13

La nuova casa di Zayn, giorno dopo giorno, stava diventando sempre più sua.
Aveva già portato i vestiti ed anche alcuni mobili che aveva nella sua vecchia camera e che non aveva voluto abbandonare.
Nonostante sua madre e Lilith l'avessero preso in giro dicendo che era affezionato a dei semplici oggetti, lui in cuor suo sapeva che non era alto che la verità.
Insomma, perché prendersi in giro se quella era la verità?
Lilith piombava in quella casa ogni volta che ne aveva l'opportunità. Che fosse la mattina del giorno libero di Zayn, il tardo pomeriggio con la piccola Safaa oppure la sera per cena e per, magari, rimanere a dormire lì, non faceva differenza.
Lei ci andava e lui non poteva e non voleva rifiutare la sua presenza.
Le cose sembravano andare bene.
Sua madre aveva versato qualche lacrima quando aveva visitato per la prima volta la prima casa del suo figlio maggiore ma aveva giustificato il tutto dicendo di avere troppi ormoni in corpo per rimanere indifferente a tutto ciò.
Yaser le aveva stretto le spalle, baciandole il capo e Zayn aveva fatto una smorfia, come sempre quando i genitori erano impegnati in atteggiamenti intimi.
Anche Safaa era rimasta decisamente colpita da quel nuovo appartamento ed, a giudicare dal suo sguardo gioioso, sembrava apprezzarne ogni parte.
Waliyha e Doniya erano state più che felici alla notizia di non vederlo più gironzolare in casa, anche se, sapevano che avrebbero sentito la sua mancanza.
Zayn aveva assicurato loro che potevano andarlo a trovare ogni volta che volevano ma loro per sminuire tutto avevano alzato gli occhi al cielo, facendo una finta smorfia di orrore.
Ah, le adolescenti.
Una sera della settimana in cui il trasloco era quasi ultimato e Lilith, come ormai da copione, era andata da Zayn con l'intenzione di fermarsi a dormire, il campanello suonò.
Zayn allora gettò occhiata all'orologio che portava al polso e solo successivamente aver notato che fosse relativamente tardi si rese conto che l'unica cosa che indossava era, per l'appunto, l'oggetto che aveva appena scrutato.
Sobbalzò a quel pensiero e mentre intimava Lilith di vestirsi alla svelta il secondo rumore del campanello lo fece imprecare numerose volte.
Alla fine un «Arrivo!» esclamato forse a voce fin troppo alta mise fine all'insistenza e con la cosa dell'occhio controllò che la ragazza fosse scomparsa oltre le scale prima di aprire la porta.
«Finalmente!» Si lamentò un Niall scocciato.
Lui e Louis furono i primi ad entrare, seguiti da Liam ed Harry che, per educazione, si pulirono le scarpe e sussurrarono un «Permesso» che i primi due non si erano nemmeno presi la briga di dire.
Dubitava che sapessero le buone maniere.
Zayn sollevò gli occhi al cielo perché chi mai poteva essere a quell’ora, se non i suoi amici?
«Cosa fate da queste parti?» Si ritrovò dunque a chiedere il proprietario di casa.
Era strano definirsi tale. Fino a qualche giorno fa viveva ancora in casa con la sua famiglia, dormiva nella stanza che aveva ormai da qualche anno, almeno sei, e passava più tempo con le sue sorelle. Ed ora? Ora aveva una casa sua ed un mucchio di spese sulle spalle ma la libertà che si respirava in quella casa non l'aveva mai provata, nonostante i suoi vent’anni.
I suoi pensieri, però, vennero interrotti proprio mentre Harry aveva dischiuso le labbra per parlare e Lilith stava scendendo le scale, in tutta la sua bellezza e con solo una maglietta addosso.
Il suo sguardo era posato sullo schermo del telefono che teneva stretto tra le mani e le sopracciglia erano aggrottate, segno che si stava concentrando.
Solo dopo diversi istanti, che per Zayn sembrarono ore, se non giorni, bloccò il cellulare nello stesso momento in cui alzò la testa e le sue labbra liberarono qualche sillaba per poi accorgersi che non erano soltanto loro due, come pochi minuti fa, e che aveva decisamente qualche paia di occhi in più puntati sulla sua figura.
Zayn allora chiuse gli occhi appena e fece qualche passo giusto per arrivare davanti al corpo di Lilith e provarla a coprire.
Nonostante fossero suoi amici e non ci avrebbero mai provato con quella che sembrava avere l'aria della sua quasi ragazza non poteva che essere un po' geloso ed indispettito dalle occhiate che le avevano riservato.
«Perché non vai a metterti qualcosa addosso?» Le chiese quindi.
Lilith arricciò il naso a quella richiesta perché la verità era che quella maglietta, che aveva ben incastrato tra le fibre grigie il profumo di Zayn, era comoda. Certo, c'era pur sempre il problema del freddo ma niente che il corpo del ragazzo non avrebbe saputo risolvere.
E così, mentre elaborava questi pensieri, annuì distrattamente a Zayn che rimase a fissarla mentre saliva le scale e spariva al piano superiore.
Ma si pentì immediatamente di averla lasciata andare perché le occhiate che gli riservarono i suoi amici, a quel punto, non erano colme di malizia, di più.
Allora non si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa con un sorriso come per confermare le loro ipotesi.
Non avrebbe potuto fare altro.
«Non ci fermeremo a lungo», promise Louis.
Zayn annuì semplicemente, lanciando uno sguardo in direzione delle scale quando sentì un rumore.
«Non pensavamo avessi compagnia», si scusò Liam.
Allora lui gli sorrise perché con una persona come l'amico non ce la si poteva prendere proprio per niente.
Scrollò, come sempre, le spalle e basta.
Solo quando Niall accennò ad un sorriso troppo furbo per i suoi gusti e «E che compagnia, aggiungerei», dire si costrinse a fare un grande respiro per far finta di nulla.
Alle volte sapeva essere davvero invadente.
«Niall», lo ammonì dunque Liam.
Quest'ultimo, in difesa, alzò le mani in segno di resa e cessò con le parole.
«Non vi preoccupate», si sentì dunque in obbligo di rispondere Zayn. «Non disturbate.»
Inizialmente cercò di ignorare le sopracciglia aggrottate sul viso dei suoi amici ma quando alla fine cedette e si lasciò andare in una risata anche gli altri si unirono.
«Posso offrirvi qualcosa?»
Louis ghignò a quel Zayn insolitamente gentile ed ospitale, tanto che avrebbe tanto voluto prenderlo in giro se non fosse stato che nel momento in cui aveva elaborato la battuta giusta Lilith aveva rimesso piede in salotto, attirando, in un modo o nell'altro, l'attenzione di tutti gli ospiti che si erano catapultati in quella casa quella sera.
Sbuffò e si ripromise di segnare quelle parole che vorticavano nella sua mente per poterle usare alla prima occasione possibile.
Zayn arricciò il naso alla vista dei pantaloni che la ragazza aveva indossato ed ancora di più alla felpa che era andata a sovrastare la maglietta che gli aveva rubato senza nemmeno chiedergli il permesso, ma non disse nulla. C'era troppa gente in casa sua perché potesse dire a Lilith che era troppo vestita, quindi, per quel momento, decise di accontentarsi.
Lei, dal canto suo, ignara di tutti i pensieri di Zayn salutò allegramente gli altri e si beccò un'occhiata più che eloquente da Louis, che la stava rimproverando per aver saltato un giorno di lavoro. In risposta, si limitò a scrollare le spalle e sorridere furbamente.
Ogni tanto poteva capitare, si diceva.
Lilith si sedette sul divano nello stesso momento in cui Zayn fece lo stesso, proprio accanto a lei. Un braccio del ragazzo, a quel punto, si andò ad appoggiare sullo schienale e mentre lei accavallava le gambe e appoggiava la schiena relativamente vicino al petto di Zayn con una naturalezza tale da sembrare un gesto di tutti i giorni le sue labbra si dischiusero quel tanto che bastava per fare la proposta che avrebbe mandato in fumo la serata che Zayn aveva pensato.
«Avete già mangiato, ragazzi?»
Tuttavia Liam parve capire qualcosa perché non appena lo sguardo del suo amico saettò su tutte le loro figure non perse tempo nel provare a ribattere.
«Veramente..»
Ma, nonostante i buoni propositi di Liam, Louis, come sempre, fu più veloce a rispondere, seguito a ruota da Niall.
«No, a dire la verità.»
Lilith allora assentì e quando si rivolse a Zayn che le stava rivolgendo una strana espressione in viso, semplicemente si voltò dalla parte opposta e «Vi va di rimanere per una pizza? Dobbiamo ancora mangiare anche noi.»
Gli altri, in risposta, annuirono guadagnandosi così un'occhiataccia da Zayn che, ormai, era in trappola.

Il dodici Gennaio era arrivato alla svelta quell'anno e mentre Zayn, ancora ignaro che fosse il giorno del suo compleanno, se ne stava a letto a dormire prima d'iniziare la giornata, Lilith, che come ormai da copione ormai, si era fermata a dormire da lui scese dal letto lentamente e silenziosamente prima di afferrare da terra la maglietta che Zayn si era tolto la sera precedente con foga e se la fece calare sul corpo ancora avvolto dal torpore del letto.
Gettò un'ultima occhiata al ragazzo e poi scese al piano inferiore, rabbrividendo non appena i suoi piedi toccarono il materiale freddo del pavimento.
Distrattamente s'inumidì le labbra e legò i capelli in una coda spettinata quanto improvvisata.
Quando il caffè, rigorosamente nella tazza blu che Zayn aveva portato dall'altra casa, e la colazione furono pronte, arricciò il naso quando si rese conto che avrebbe dovuto portare tutta quella roba in equilibrio su per i gradini.
Alla fine dovette arrendersi e dopo l'ennesimo respiro, afferrò il piccolo vassoio e compì i primi passi, anche se con titubanza.
Una volta che arrivò in prossimità della camera poi, aprì la porta con un piede e sorrise quasi inconsciamente quando notò Zayn ancora nel pieno del suo sonno.
Il ragazzo aprì gli occhi solo quando sentì le labbra di Lilith posarsi sul suo collo ed i capelli a solleticargli il viso.
Grugnì quando le mani della ragazza si posarono sotto la maglietta per infastidirlo ed invitarlo ad aprire gli occhi.
Zayn allora, non ancora intenzionato ad alzarsi, si mise un braccio sugli occhi per provare a sfuggire alla luce proveniente dalla finestra che Lilith aveva privato della tenda, producendo un'altra serie di versi incomprensibili e senza uno scopo preciso.
«Buongiorno», cinguettò quindi Lilith.
Zayn non rispose per i successivi minuti ma quando la ragazza poggiò nuovamente le labbra sul suo collo allora alzò il braccio il tempo necessario per osservarla ed sorridere appena per quel gesto.
Grugnì ancora.
«Hai intenzione di fare altro? A parte grugnire, intendo.»
Ed anche se era fin troppo presto quella mattina, per qualunque cosa, Zayn si concesse una risata, appena accennata, ma pur sempre una risata.
Pochi secondi dopo, con una mossa veloce e sbalorditiva si portò sopra il corpo della ragazza che in riposta inarcò un sopracciglio e sorrise in modo malizioso.
«Buongiorno», allora pronunciò cercando di imitare la voce di Lilith che non fece altro che lasciargli una gomitata nello stomaco e ridere per la sua espressione di finto dolore.
«Allora cos'hai intenzione di fare oggi?»
Zayn aggrottò la fronte e bevve un altro sorso del suo caffè prima di rivolgerle un'occhiata interrogativa.
«Vado a lavoro?!» Chiese quindi retoricamente.
Lilith allora alzò gli occhi al cielo e sistemò meglio la testa che poggiava sulla mano e sfogliò distrattamente la pagina di una rivista che aveva portato precedentemente.
«Intendo per il tuo compleanno», specificò a quel punto lei.
Zayn alla sua risposta sorrise maliziosamente perché era da quando gli aveva portato la colazione che voleva baciala e, perché no, farla anche sua proprio come la notte prima, giusto per ricordarle a chi, ormai, appartenesse.
Perché benché stessero evitando più a lungo possibile quel discorso era ormai ovvio che Lilith gli appartenesse, tanto da considerarla la sua ragazza, ed allo stesso tempo sapeva bene che la ragazza lo tenesse in pugno, adesso più che mai.
Erano stati entrambi per troppo tempo in compagnia dell’altro per evitare che qualunque cosa provassero si consolidasse fino ad arrivare a qualcosa di più serio e, chi lo sa, magari anche duraturo.
Proprio con questi pensieri caotici in testa, posò la tazza sul comodino accanto al letto, sotto lo sguardo vigile di Lilith, e presto si ritrovò proprio sopra di questa.
I lunghi capelli biondi erano sparsi sul cuscino, lo stesso che oramai era impregnato del suo profumo per tutte le notti che aveva passato in quella casa.
«Effettivamente, qualche idea che l’ho», disse quindi, con il tono di voce macchiato di malizia.
La ragazza in risposta gli riservò un pugno sul braccio ma pur sempre accompagnato da un sorriso sul volto ed un bacio sulla mascella, giusto per fargli capire che la sua idea era, comunque, ben accetta.
Ma prima di iniziare qualunque cosa alzò il capo quello che bastava per guardarla negli occhi e «Perché non passi per il negozio oggi? Potremmo andare a prendere Safaa insieme.»
Lilith allora lo guardò incuriosita, aggrottando le sopracciglia alla sua proposta perché solitamente a quell’ora era così sommerso da impegni che riusciva a malapena a respirare.
«Ne sei sicuro? Harry non si lamenterà?»
Zayn scosse la testa alla domanda della ragazza e, con un ghigno ben marcato sulle labbra, «Sono sicuro che per un po’ saprà cavarsela molto bene anche da solo», pronunciò.
Lei allora ridacchiò appena prima di allacciare le braccia attorno al collo del ragazzo ed attirarlo verso di sé e «Va bene», sussurrare a fior di labbra.




Note autore:
Buonasera ragazze mie!
Dico già subito che sono in ansia perché ultimamente ho scritto davvero poco e sono preoccupata di non riuscire a pubblicare il capitolo la prossima settimana. Sarebbe un vero peccato e quindi m'impegnerò al massimo per andare avanti con la storia.
Nonostante questa notizia sono contenta che tra lo studio e lo shopping io sia riuscita a postare il capitolo, con solo qualche ora di ritardo.
Sono davvero stanca perché vengo da una settimana difficoltosa e l'unica cosa che voglio, per almeno stasera, è di andare nel mio dolce letto e dormire fino a domani pomeriggio. Sarebbe davvero una bella cosa.
Ma, apprezzate, sto resistendo.
E quindi, se siete d'accordo, possiamo parlare del capitolo.
Diciamo che la prima parte e la seconda non combaciano molto ma sorvoliamo.
La volta scorsa se inserivo anche il primo pezzo risultava davvero troppo lungo il capitolo e quindi ho deciso che l'avrei riservato a questo.
Fondamentalmente le novità non sono molte, perché spiega semplicemente meglio come si sta cominciando a svolgere la "nuova", per un certo verso, vita di Zayn.
La sua casa è visitata un po' da tutti: madre, padre, sorelle ed anche i ragazzi che sembrano essere tutti felici e davvero entusiasti della casa. Lilith, però, è quella più contenta. Si è per mezza trasferita a casa di Zayn e nessuno dei due obbietta.
Va fin troppo bene a tutti e due così. Io la trovo una cosa estremamente adorabile e romantica.
Nel secondo pezzo, invece, c'è una sorta di salto nel tempo. Finalmente è arrivato il dodici Gennaio e Lilith si premura di preparargli la colazione, svegliandolo dolcemente. Lui, allora, la sorprende proponendole di andare a prendere la piccola Safaa. Come ho scritto anche nel capitolo l'orario in cui Zayn si allontana dal negozio è il momento più impegnativo della giornata perché è un susseguirsi di appuntamenti ma, il solo fatto che lui rinunci a ciò significa molto.
È adorabile, invece, Harry che si arrabbia. Non può fare a meno di ribattere.
Nel prossimo si sveleranno più cose, lo prometto. Ho molti progetti in mente per la sera del compleanno del nostro Zayn.
Bene, questa volta ho speso meno parole del solito, sono consapevole che voi siate felici.
Voglio ringraziare chiunque sia arrivato a leggere fino a questo punto. Siete dei tesori.
Come ogni volta vi dico, ormai quasi da copione, che per vedere tutto quello che ho pubblicato nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per provare a contattarmi potete provare anche su Ask (anche se non lo uso molto).
Aggiungo, inoltre, che nel caso ci fossero eventuali errori ortografici provvederò a correggerli il prima possibile: lo giuro.
Bene, queste sono le ultime parole che spendo per oggi e vi auguro una buona serata ed una buona domenica. Riposate se potete!
Nel frattempo, alla prossima! xx
-Micol :)

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Capitolo 14
*** XIV ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

14

Entrambi si erano alzati dal letto ad un orario indecente e con almeno venti minuti di ritardo. Era poi scappati frettolosamente in bagno senza fare caso al fatto che uno faceva la doccia mentre l'altra si lavava i denti. Solitamente erano ben organizzati e nonostante la loro acquisita intimità rispettavano l'uno gli spazi dell'altra. Tuttavia quella mattina gli era stato impossibile e per una serie di complicanze finirono anche per vestirsi insieme, scambiandosi qualche indumento se capitava nelle mani sbagliate.
La notte scorsa si erano tolti i vestiti con troppa foga che con nessuna cura erano atterrati sul pavimento.
Avevano poi fatto a malapena in tempo ad arrivare alle loro automobili prima che Zayn ricevesse una chiamata da Harry e Lilith da Trisha.
Il tempo di un bacio frettoloso, un'ultima occhiata e poi ognuno sfrecciò per le proprie strade per cominciare quella giornata appena iniziata ma già stancante.
Zayn arrivò al Far Away con quaranta minuti di ritardo. Varcò la soglia del negozio con il fiatone e le guance leggermente arrossate per tutte le corse che aveva fatto fino a quel momento e per il drastico cambio di temperatura tra l'esterno e l'interno.
Harry, aveva un cipiglio ben marcato mentre osservava l'amico che a malapena riusciva a parlare ma, nonostante fossero pur sempre quaranta minuti, quel giorno era il suo compleanno e sospettava che il motivo di questo clamoroso ritardo non fosse a causa sua ma bensì di una ragazza a lui ben nota e quindi, sentendosi particolarmente generoso, abbandonò l'idea di fargli l'ennesima filippica sul fatto che dovrebbe mettersi più sveglie per combattere il suo sonno pesante e gli si avvicinò con un largo sorriso sul volto e lo strinse tra e braccia, lasciandogli una pacca sulla spalla prima di pronunciare «Tanti auguri Zay.»
Quest'ultimo tuttavia lo guardò per i primi secondi con la fronte corrugata e già pronto a sorbirsi l'ennesimo discorso sul ritardo ma quando invece l'abbracciò e dischiuse le labbra per parlare quasi rise.
Harry aveva forse considerato il giorno del suo compleanno come un bonus?
Scosse la testa in un movimento quasi impercettibile quando realizzò che l'amico era ormai sceso a livelli davvero bassi ma tuttavia non glielo disse, ed anzi, si fece l'appunto di magari ricambiare il favore in futuro anche se Harry aveva la fastidiosa abitudine di arrivare puntuale ovunque e che quindi non sarebbe di certo mai arrivato in ritardo al lavoro, soprattutto se sapeva che ci avrebbe già pensato Zayn a quell'aspetto.
Tuttavia, però, si risvegliò dai suoi pensieri solamente quando Julia gli si affiancò giusto per «Tanti auguri, Zay!» Pronunciare con il solito timbro squillante.
E solo in quel momento parve ricordarsi di tutte le chiamate e messaggi che aveva ignorato nella fretta di arrivate al negozio.
Allora senza alcun preavviso si diede una sberla sulla fronte e pescò il cellulare dalla tasca e quasi sgranò gli occhi nel constatare che affettivamente le notifiche erano davvero tante e che ci avrebbe impiegato più tempo del previsto a rispondere a tutti quanti.
Amici, parenti e conoscenti sembravano essersi tutti ricordati di lui e questo lo rese allegro.
«Allora devo dedurre che con il tuo ritardo centri Lilith?»
Quasi non si rese nemmeno conto di aver camminato fino alla sua stanza e che l'amico l'avesse seguito.
Alcuni messaggi contenevano cose davvero assurde che quasi si divertiva a leggerli.
Sollevò gli occhi dal suo schermo illuminato giusto in tempo per vedere Harry passarsi una mano tra i capelli ed allora ripose l'apparecchio elettronico e «Mhm, mhm», rispondere mentre ritornava all'entrata.
Fece poi un giro della scrivania, giusto per arrivare di fronte all'agenda degli appuntamenti e si preparò psicologicamente che la prossima frase che avrebbe pronunciato e che avrebbe rappresentato la sua condanna.
«Spostami tutti gli appuntamenti da l'una in poi di un'ora.»
Harry, proprio di fianco a lui, non perse quindi tempo nel spalancare la bocca e cominciare a brontolare.
Era arrivato in ritardo e pretendeva anche di andare via prima? Che diamine gli era saltato per la testa quella mattina? Ma prima ancora che potesse dire qualcosa, Zayn gli mise una mano sulla spalla, stringendo la presa leggermente.
«Sono sicuro che per un'ora saprai cavartela benissimo, anche da solo», disse quindi, ripetendo le stesse parole che aveva usato con Lilith. «Ho un impegno che devo assolutamente rispettare. Ne vale della mia sopravvivenza», decise di aggiungere, anche se eccedendo un po' troppo con la scelta delle parole.
Harry allora alzò gli occhi al soffitto, decidendo che stare zitto era meglio che dire qualcosa perché tanto l’avrebbe ascoltato dal sì al no e non l’avrebbe mai preso sul serio.
Tanto Zayn, i suoi programmi, gli aveva già fatti e niente e nessuno glieli avrebbe cambiati, neanche con la forza.
«E quest'“impegno che devi assolutamente rispettare” riguarda Lilith?» Allora domandò Harry.
La verità? Provava un minimo di divertimento nel vedere il suo amico quasi diventare rosso per l'imbarazzo quando si parlava di quella ragazza. Lo faceva ogni volta e se non fossero stati due ragazzi e per il fatto che voleva conservare quell'amicizia che ormai andava avanti da troppi anni gli avrebbe detto che era carino e assolutamente adorabile mentre si metteva sulla difensiva e non permetteva a nessun di pronunciare il nome di Lilith per più di un certo numero di volte.
Harry, era sicuro che Zayn l'avrebbe ammazzato se gli avesse rivelato quelle cose.
«Non sono fatti tuoi», rispose infatti il diretto interessato, che portò perfino le braccia al petto, incrociandole.
Che volesse difendere il suo cuore malato d'amore? Pensò Harry nello stesso istante in cui un ghigno si concretizzò sulle sue labbra.
Santo cielo. Era cotto, realizzò poi.
«Beh dal momento che mi lasci da solo nel nostro negozio penso di avere il diritto di sapere se c'entra lei o meno. Così saprò con chi arrabbiarmi in seguito.»
Harry aveva ancora qualche traccia del sorrido furbo di poco prima quando Zayn l'osservò per più secondi delle altre volte ed allora capì che il suo amico si stava prendendo gioco di lui ma, nonostante questo, era comunque indispettito dal solo pensiero che Harry potesse arrabbiarsi con Lilith.
Dio, come si era ridotto?
In risposta allora girò i tacchi e «Vaffanculo», pronunciò ad un Harry che scoppiò a ridere per l'offesa poco carina appena indirizzatagli.
«I ragazzi innamorati, sono così pesanti, a volte», allora sussurrò Harry quando ormai Zayn era già sparito.
A mezzogiorno esatto poi, Lilith varcò la porta d'ingresso.
Julia si accorse immediatamente della sua presenza e quando le sorrise e con un cenno del capo le indicò la porta chiusa, dietro la quale ci sarebbe stato Zayn, quasi si dovette trattenere per la risata che minacciava di uscire dalle sua labbra.
Harry si era affacciato quel che bastava dalla porta per vedere se riusciva a cogliete qualche informazione in più, ma tuttavia quel suo piano inventato sul momento era destinato a fallire perché nel momento in cui le due ragazze si scambiarono un'occhiata complice entrambe capirono che con i ragazzi non c'era nulla da fare.
Strani erano e strani sarebbero rimasti.
Quando infatti Lilith alzò una mano proprio in direzione di Harry, quest'ultimo imprecò per essere stato colto nel pieno del suo fallo e dunque le altre due si abbandonarono ad una risata liberatoria e sinceramente divertita.
La porta era chiusa e prima di aprirla Lilith, giusto per educazione e per essere certa che al suo interno non ci fosse alcun cliente, bussò: Julia avrebbe potuto sbagliarsi a darle le informazioni.
Tuttavia, Zayn era dentro quella stanza, seduto sulla sedia dietro la sua scrivania con una matita in mano ed un'espressione concentrata sul volto.
Lilith gli si avvicinò lentamente e con calma mentre i suoi occhi notarono, solo in quel momento, le cuffiette alle orecchie ed il suo piede che si muoveva a tempo della musica.
Le braccia erano esposte al clima tiepido della stanza, dovuto da riscaldamento, lasciando così in vista i numerosi tatuaggi sulla pelle olivastra.
La ragazza rimase ammaliata dalla visione che le si presentava davanti e mentre si perse nell'osservare qualche particolare in più, gli occhi di Zayn si sollevarono dal disegno, che probabilmente aveva finito, per posarli su qualcosa di più bello e soprattutto concreto.
Lilith quindi incrociò le braccia al petto e gli sorrise impacciatamente mentre aspettava che si alzasse.
Ma ciò non accadde.
Fu allora lei quella a doversi far strada fino ad arrivare dietro la sua scrivania, sotto richiesta del ragazzo, e quando i loro corpi furono a pochi centimetri l'uno dall'altro, Zayn mise una mano alla base della schiena di Lilith e non dovette insistere più di tanto per farla sedere sulle sue ginocchia.
«Sono quasi sicura che Harry stia origliando», sussurrò la ragazza quando le sue labbra furono abbastanza vicine all'orecchio di Zayn che in risposta ridacchiò, preferendo avvicinare la sua bocca a quella di Lilith e baciarla.
Lei in risposta sorrise sulle labbra del ragazzo, portandogli le braccia attorno al collo.
«Sei in anticipo», notò però Zayn.
La ragazza scrollò le spalle e poggiò la fronte su quella di lui ed entrambi si fecero bastare il silenzio che da quel momento in poi aleggiò per la stanza, fino a quando Zayn non si fece sfuggire un sorriso malizioso ed a quel punto Lilith inarcò le sopracciglia, confusa.
Non poteva pensare quello che stava pensando lei.
Ma le sue mani ben presto scivolano dai fianchi della ragazza fino ad arrivare appena sopra al fondoschiena che si adattava perfettamente a quelle mani maschili e grugnì quando Lilith si morse il labbro e mosse istintivamente il bacino contro quello del ragazzo.
Sorrise, compiaciuta di quello che era riuscita ad ottenere e posò le labbra sulla pelle scoperta del collo di Zayn che sembrò più che apprezzare quel gesto.
«Dio, rifallo», bisbigliò anche.
Lei allora increspò le labbra verso l’alto ancora di più di quello che stava già facendo e mentre soffiava i punti umidi di pelle che aveva toccato con le labbra e Zayn mormorava qualcosa di incomprensibile ripeté quella mossa tanto apprezzata dal ragazzo che a quel punto gettò la testa all’indietro e «Cazzo», disse mentre cercava di far entrare nei polmoni quell’aria gli era stata privata troppo velocemente poco meno di qualche secondo prima.
Lilith lasciò un ultimo bacio su quella pelle, ormai arrossata, e si alzò così velocemente da quasi perdere l’equilibrio. Zayn alzò la testa e aprì di stato gli occhi che non si era nemmeno accorto di tenere chiusi e osservò quella ragazza per cui aveva perso tanto la testa voltargli le spalle e chiudere a chiave la porta della piccola stanza.
Ora erano ufficialmente soli e niente o nessuno avrebbe potuto interromperli.
Ritornò sulle gambe del ragazzo ancora prima che uno dei due pronunciasse qualche parola e non appena furono di nuovo vicini abbastanza le loro bocche entrarono in contatto, cercandosi e risultando l’una perfetta per l’altra, come sempre. Le mani di Zayn percorsero lentamente la schiena di Lilith che la inarcò per quel gesto inaspettatamente lento e romantico, chiuse gli occhi quando un paio di labbra le scivolarono sul collo e, successivamente, le clavicole sporgenti.
Gli occhi di lui che incontrarono quelli della ragazza solo per pochi secondi prima di baciarla nuovamente e, contemporaneamente, andare alla ricerca dell’orlo del maglione pesante e spesso che portava per coprire il busto minuto.
Il reggiseno in pizzo nero apparì ai suoi occhi divoratori fin troppo presto e quando, senza alcun indugio, posò le labbra su un seno e poi sull’altro, rifletté, che era ormai troppo tardi perché riuscisse a fermarsi.
Lilith, ancora una volta, mosse il bacino per farlo congiungere, anche se con tutti quei vestiti in più, con quello di Zayn che grugnì e lanciò qualche imprecazione sulla sua pelle delicata ed, in quel momento, particolarmente sensibile.
Prima ancora che entrambi se ne accorderò si ritrovarono senza alcun vestito, con Lilith seduta in una qualche maniera sulla scrivania e Zayn esattamente in mezzo alle sue gambe che, con mani avide, le percorreva la pelle nuda e morbida, baciandola con una una lentezza e delicatezza che non era solito avere.
Allora accadde.
Forse per il momento di particolare passione, per il fatto che entrambi avevano davanti agli occhi colei o colui che da un mese a quella parte si era rivelato più importante di quello che, tutti e due, avrebbero mai pensato.
Le labbra di Zayn si staccarono da quelle della ragazza, con gli occhi languidi ed il cuore che gli martellava nel petto, come per ricordargli la sua presenza costante. Poi, pronunciò quelle fatidiche parole che fecero rimanere entrambi pietrificati per qualche istante.
«Credo di essermi innamorato di te», disse semplicemente.
Erano in uno studio di tatuaggi, su una scrivania e lui aveva appena ammesso di essere innamorato di lei. Se ci si fermava ad analizzare la situazione molte ragazze avevano ricevuto questa notizia in luoghi ben più romantici ma, non per questo Lilith si scoraggiò anzi, incassò la notizia, lo scrutò con i suoi grandi occhi chiari e sorrise davanti a quelle parole dal significato tremendamente importante e che credeva non avrebbe mai sentito uscire dalle labbra di Zayn.
“Credo di essere innamorato di te”, era una confessione a cui si associavano fin troppi sentimenti.
Gli baciò una guancia e appoggiò la sua fronte su quella del ragazzo che, con un pallore insolito per la sua carnagione, la stava fissando in attesa di una risposta. Il petto che si alzava ed abbassava velocemente per i baci rubati e per l’ansia del momento.
Niente di questo gli era mai capitato.
Lilith allora fece scorrere le sue labbra sugli zigomi di Zayn fino a quando decise di riaprire gli occhi e dedicargli così tutta la sua attenzione.
«Ti amo», gli sussurrò lentamente.
E allora non parve sbagliato a Zayn ridacchiare per la sua solita schiettezza e sicurezza, rimarcando l’idea di entrambi spingendo le dita nei fianchi della ragazza e desiderando che il tempo si fermasse.
Quando, poi, tornarono a baciarsi, riprendendo da dove si erano interrotti la stanza fu, ben presto, riempita di sospiri, gemiti più o meno leggeri e parole sussurrate.
Sì, decisamente avrebbero voluto, entrambi, fermare il tempo e vivere quel momento fino a quando non sarebbero stati stanchi.
Entrambi erano usciti frettolosamente dalla stanza, con i capelli scompigliati e le gote arrossate. Né Harry né Julia avevano fatto domande ed era stato un bene perché Lilith era già imbarazzata abbastanza.
Si era schiarita la gola non appena la sua figura e quella del ragazzo avevano attirato l’attenzione degli altri due ed avrebbe desiderato sparire perché era chiaro che avessero capito cosa fosse successo dentro quella benedetta stanza.
Zayn li aveva semplicemente ignorati, prendendo il giubboni e posando un braccio attorno al bacino, spingendola verso l’entrata mentre l’altra la faceva passare in mezzo ai capelli per provare a dargli una forma.
Erano in ritardo e quella era l’unica cosa che contava davvero e di certo non avrebbe voluto prendere una strigliata dalla madre e vedere il broncio della sua sorellina, nonostante spogliare Lilith fosse un motivo ben più che valido per fare ritardo. Di certo, però, questo non avrebbe potuto spiegarlo a Trisha e men che meno a Safaa.
Entrambi si sedettero sui sedili dell’auto di Zayn e quando il ragazzo premette il piede sull’acceleratore, Lilith si assicurò di aver allacciato bene la cintura di sicurezza e sorrise quando proprio la persona al suo fianco poggiò, con disinvoltura, una mano sul suo ginocchio, per poi farla scivolare leggermente verso l’alto e non muovendola più.

Safaa era corsa tra le braccia del fratello, contenta che per una volta le avesse fatto questa sorpresa e quando poi, accanto a lui, notò la figura di Lilith allora urlacchiò appena e, dandole una manina, saltellò al suo fianco con fare più allegro del solito.
Era così tremendamente carina e questo lo pensarono sia Lilith che Zayn.
Poi, quando improvvisamente la bambina parve ricordarsi di che giorno fosse, si fermò nel bel mezzo del suo cammino e si voltò di scatto verso il fratello, correndogli contro e abbracciandogli le gambe per poi «Tanti auguri Zay!» Urlare con tale gioia che il ragazzo chiamato in causa non poté fare a meno che ridacchiare per il suo essere così adorabile anche senza fare, all’apparenza, niente.
«Grazie, marmocchia», disse allora Zayn che se la prese tra le braccia fino a quando non arrivarono, di nuovo, alla macchina.
Quando successivamente si fu assicurato che avesse la cintura di sicurezza ben allacciata, le lasciò un bacio tra i capelli color pece e le fece un occhiolino al quale la bambina sorrise. Osservò, poi, Lilith che si voltava verso Safaa per sorriderle e chiederle della giornata a scuola e la piccola increspare le labbra verso l’alto mentre, con voce allegra, commentava ogni dettaglio della giornata. Allora, esattamente come all’andata, poggiò una mano sulla coscia di Lilith e sorrise nel constatare come la sua espressione cambiò non appena avvertì il calore della sua mano sulla propria pelle e decise che quello era appena diventato il suo momento preferito.
Solo quando arrivarono davanti a casa Malik, Lilith si fermò dal parlare con Safaa per guardare Zayn e sorridergli amorevolmente.
Posò la sua mano su quella del ragazzo e con uno sguardo divertito ma che al contempo non lasciava spazio a nessuna obiezione «Ci vediamo questa sera», disse.
Zayn, dal suo canto, non ebbe nemmeno il tempo di replicare perché dopo avergli lasciato un fuggitivo bacio sulle labbra ed incitare la bambina a scendere dalla macchina, gli rivolse un ultimo sorriso prima di correre in casa al riparo dal freddo ed, anche se di mala voglia, dagli occhi di Zayn che l’avevano osservata per tutto il tempo.
Il ragazzo, dopo aver visto la figura di Lilith e quella della sorella sparire in casa scosse la testa, con un sorriso ben marcato sulle labbra e la consapevolezza che ormai a quella ragazza aveva affidato il suo intero cuore.
Fu con lo stesso sorriso che varcò la soglia del Far Away e non appena incrociò lo sguardo perplesso di Harry semplicemente gli fece l’ennesimo occhiolino della giornata e si chiuse la porta della sua stanza alle spalle, con il borbottii dell’amico e una Julia che chiedeva qualche indiscrezione, in sottofondo.
In quel momento adorava la sua vita.




Note autore:
Hello, stelline del mio cuore!
Dopo un interessante pomeriggio passato sul libro d'inglese, ed è sabato, mi sono finalmente dedicata alla correzione ed alla revisione del quattordicesimo capitolo che non vedevo l'ora di pubblicare.
Avviso che c'è solo una parte del compleanno di Zayn perché vediamo solamente quando il nostro ragazzo si presenta al Far Away e viene accolto da Harry che lo abbraccia e passa sopra il fatto che sia arrivato in ritardo per colpa di "problematiche" che hanno a che fare con Lilith.
Tuttavia, il nostro ragazzo dai capelli ricci ha il tempo di ricredersi e la voglia di rimangiarsi tutto quello che ha pensato perché nel momento in cui Zayn chiede a Julia di farsi spostare tutti gli appuntamenti di un'ora il suo amico è tentato di affondare le mani nei capelli per la disperazione.
Però non lo fa e gli lascia il via libera perché sa bene che combattere con lui è un po' impossibile, una battaglia persa in partenza, insomma.
Zayn non se ne preoccupa più di tanto e scappando nella stanza riservata a lui attende con impazienza l'arrivo di Lilith.
Ecco, questo è il fulcro del capitolo ed anche della storia perché finalmente mettono a nudo i propri sentimenti, senza più alcuna barriera tra loro. Anche se non chiariscono ancora la loro reazione è ormai ben noto che l'uno non può più stare senza l'altro.
È un passo importante, comunque.
Faccio presente che Zayn è però molto più discreto perché è intimorito dalla reazione della ragazza e di certo non gradirebbe di commettere un passo falso. Per questo sbianca e attende con impazienza una risposta.
È tremendamente adorabile. Voi non potete capire come i miei occhi si sono trasformati in veri e propri cuoricini quando scrivevo questa scena.
Certo, qualcuna di voi può pensare che non sia niente di eccessivamente romantico come luogo ma ehi, è il sentimento quello che conta ed il fatto che siano in uno studio per tatuaggi, vi assicuro, passa in secondo piano.
Lilith, invece, è più schietta e decisa, proprio com'è il suo carattere in determinate circostanze perché sebbene s'imbarazzi per le cose più semplici, per quelle più importanti trova una forza dentro di sé che solo poche persone hanno.
Non ha infatti paura di ammettere ciò che prova ed anzi, lo ammette con decisione.
Ovviamente, poi non possono fare a meno che festeggiare a modo loro questa importante confessione.
Ahh, i miei ragazzi stanno crescendo.
La piccola seconda parte però è quella più tenera in assoluto perché Safaa è tremendamente adorabile e il rapporto tra lei e Zayn è qualcosa di davvero speciale che io stessa vorrei entrare nella storia per poterli vedere con i miei occhi.
Poi Lilith ci svela anche se succederà qualcosa di davvero importante nella sera del compleanno del ragazzo (che tra parentesi devo ancora scrivere: che qualcuno mi aiuti).
Ho già qualche idea in mente ma è ancora un po' tutto confuso.
Perdonatemi se come al solito mi sono dilungata un po' troppo ma lo ritengo indispensabile.
Come al solito per concludere le mie note vi dico che per leggere tutto quello che ho scritto nei mesi precedenti basta che clicchiate 
qui e che per contattarmi potete provare anche su Ask (anche se non lo uso molto).
Inoltre, mi scuso per eventuali errori ortografici che provvederò a correggere il prima possibile.
Vi dico anche che, con mio immenso dispiacere, non so se la settimana prossima riuscirò ad aggiornare con puntualità dato che la prossima settimana sarò sommersa da verifiche ed interrogazioni e quindi scrivere mi sarà un po' difficile.
Cercherò di fare del mio meglio.
Comunque adesso mi dileguo, augurandovi una buona domenica e buona settimana, anche se in anticipo. Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 15
*** XV ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

15

Zayn uscì dal Far Away seguito da Harry che sbuffò e si passò una mano tra i capelli prima di abbassare la saracinesca ed accompagnare il tutto con qualche imprecazione colorita.
A quel punto, dopo essersi accertati che tutto fosse chiuso entrambi i ragazzi si salutarono, non prima che il riccio si sporgesse verso Zayn e gli desse una pacca sulla spalla aggiungendoci un «Tanti auguri, Zay. Ancora», che fece sorridere entrambi.
Si scambiarono un occhiolino a vicenda e poi si allontanarono definitivamente l’uno dall’altro.
Zayn balzò sulla sua macchina in un movimento fluido e veloce, affrettandosi ad accendere il riscaldamento e a premere sull’acceleratore per arrivare il prima possibile a casa. Quando poi, successivamente, varcò l’ingresso dell’abitazione quasi aggrottò le sopracciglia nel constatare che non ci fosse nessuna traccia della ragazza che pensava di trovare al suo rientro.
Sollevò gli occhi al cielo quando la delusione si presentò più forte che mai e solo allora si accorse di aver sperato e sognato troppo ad occhi aperti quel pomeriggio perché ora, si aggiungeva anche l’amarezza di non poter vedere Lilith in nessun completino sexy come aveva pensato.
Sbuffò e si concentrò sulle parole che gli aveva sussurrato appena prima di scendere dall’auto. Poi scosse la testa e sfregandosi gli occhi si concentrò sulla prossima mossa da fare: la doccia.
Fece, tuttavia, a malapena in tempo a mettere piede fuori dalla doccia prima di sentire il campanello echeggiare per le mura della casa prima di alzare gli occhi verso il soffitto e sbuffare perché non poteva mai starsene in pace.
Strinse l’asciugamano che aveva in vita ed imprecò nel momento in cui un secondo rumore gli ricordò la visita inaspettata che stava per avere.
Una serie di brividi si formò sulla sua pelle non appena l’aria entrò in contatto con essa e quando puntò i suoi occhi sulle figure dei suoi amici, inarcò un sopracciglio.
Niall gli sorrise maliziosamente, Liam alzò gli occhi alla reazione dell’amico, Louis gli diede un pugno e Harry si limitò a salutare Zayn con un mano.
Senza troppe cerimonie si fecero largo in casa e si accomodarono sul divano e solo allora Zayn notò come fossero, stranamente, più eleganti del solito.
Dio, magari il termine elegante era eccessivo ma erano vestiti meglio del solito. Ecco, questo sembrava suonare già molto meglio.
«Allora amico, hai intenzione di prepararti e uscire insieme a noi oppure vuoi stare con quell’asciugamano addosso ancora per molto?»
Zayn sorrise davanti alle parole di Niall e sollevò poi le sopracciglia divertito quando Louis poi esordì con un «Abbiamo intenzione di festeggiare per bene il tuo compleanno.»
Ed era sicuro che avrebbe voluto abbracciarmi ma, tuttavia, erano pur sempre dei ragazzi e gli abbracci gli riservavano solo per le cose davvero importanti.
«Datemi qualche minuto», disse allora, scuotendo la testa e salendo al piano superiore ed aprire l’armadio alla ricerca di cosa indossare.

Il Golden Lion era più affollato del solito quel venerdì sera e mentre i cinque ragazzi si facevano spazio tra la piccola folla per passare nel piccolo corridoio salutarono e sorrisero a  chiunque conoscessero. In una cittadina piccola come Bardford era facile conoscersi.
Niall si sedette al suo posto con un sorriso allegro sul volto ed allargò le braccia quando Zayn gli si sedette accanto e a quel punto gli lasciò una pacca sulla spalla giusto perché quella mattina gli aveva mandato solo un messaggio veloce, dove le maggiori parole erano spese per cercare di capire se Zayn avesse qualcosa in mente per quella serata oppure no.
Non appena intravidero la cameriera che con un sorriso educato sul volto mise loro davanti le birre che avevano ordinato solo pochi minuti prima tutto cominciò ad avere un senso e a quel punto le voci dei cinque ragazzi presero a sovrapporsi per raccontare qualcosa inerente alla loro giornata, delle risate sguaiate presero ad aleggiare nell’aria e i sorrisi allegri sui volti si fecero ben marcati.
Quando Liam aveva alzato la mano per chiamare l’attenzione della cameriera per quella che era la terza volta, Louis si affrettò ad asserire un «Offro io, questo giro», con tutti gli altri che annuivano e ammiccavano nella sua direzione.
Niall, che lasciò un’ultima attenta occhiata alla ragazza che prese l’ordine al loro tavolo, si sporse su di esso e «Come mai non devi stare al bar, stasera?» Domandò ad un Louis momentaneamente più che interessato allo schermo del cellulare e quando Zayn si avvicinò per cercare di sbirciare qualcosa l’amico fu più veloce nel bloccato e sorridergli sfacciatamente prima di rivolgersi al biondino.
«Mio nonno era un po’ che rimpiangeva i vecchi tempi in cui lavorava al bar. Questa sera si è presentata l’occasione e l’ho colta», spiegò semplicemente, aggiungendoci una scrollata di spalle.
«Non ho intenzione di andare a casa fino all’alba», si preoccupò a quel punto di dire Niall, ricevendo l’appoggio di Harry che sembrava cercare con gli occhi qualcuno all’interno del pub.
Zayn, però, riportò quasi subito lo sguardo sul suo amico irlandese, aggrottando le sopracciglia. Doveva immaginare che non si sarebbero limitati ad una banale uscita in un pub.
«Cos’avete in mente?» Si ritrovò dunque a dire.
Harry ridacchiò e «Il Mint Club è aperto», sillabò prima di lanciare un’occhiata eloquente a tutti.
A quel punto i restanti quattro sghignazzarono perché quel posto era decisamente il luogo in cui avevano condiviso le peggiori sbronze e le migliori serate, senza alcun dubbio.
Allora Zayn si ritrovò ad annuire per dare una sorta di conferma che, era certo, non sarebbe stata necessaria ma ancora prima che qualcuno gli potesse rispondere tutto, da quel momento in poi, accadde tutto troppo velocemente. Liam sorrise più ampiamente, un ghigno si dipinse sul volto di Niall mentre Louis e Harry si limitarono a ridere sommessamente. Zayn, dal canto suo, aggrottò semplicemente le sopracciglia quando non riuscì a capire la motivazione di tanto divertimento. Tuttavia gli bastò che il suo amico biondo gli fece un cenno con il capo, intimandolo a voltarsi ed allora sgranò gli occhi e le sue labbra si schiusero per la sorpresa e per l’incredulità.
Ruotò di scatto il capo verso i suoi amici per poi riportarlo verso la ragazza che, accanto a Sophia, avanzava lentamente.
E fu come se l’intero locale sparisse ai suoi occhi perché Lilith era proprio davanti a lui, più bella e sorridente che mai e Zayn si rese conto che non aveva mai provato per nessuna ragazza quello che provava per lei.
Non c’erano parole adatte per rendere l’idea di quello che, ormai, significava per il suo cuore e dunque sapeva anche che il giorno che se ne sarebbe andata avrebbe lasciato un grande vuoto nella vita di Zayn.
Tuttavia, scacciò alla svelta quei pensieri con cui, in quel momento, non voleva avere niente a che fare e si concentrò sulla ragazza che ancora non gli aveva rivolto alcuna occhiata.
I soliti jeans o pantaloni della tuta e le semplici magliette erano stati sostituiti da un vestito nero dalla gonna ampia che arrivava al ginocchio e che metteva in mostra quelle belle gambe snelle e chilometriche che gli piacevano tanto e che molte volte aveva toccato e marchiato, i capelli biondi che solitamente erano lisci, erano pieni di boccoli che brillavano anche nella fioca luce del pub. I tacchi che mai le aveva visto indosso e un giacchetto in pelle andavano a completare il look.
Era davvero bellissima e, di questo, non c’erano dubbi.
Zayn rimase a guardarla per tutto il tempo che c’impiegò ad arrivare al tavolo, senza neanche provare a toglierle gli occhi di dosso perché sapeva bene che non ci sarebbe riuscito.
Fu una visione quasi celestiale vederla accostarsi a lui e sorridergli, non appena i loro occhi entrarono in contatto per la prima volta da quando era entrata e, solo allora, notò i suoi occhi, solitamente messi in risalto da solo un po’ di mascara, truccati leggermente più del solito, rendendo così ancora più splendido quel suo viso che era marcato da un sorriso mozzafiato.
Zayn perse di vista Lilith solo quando Liam si schiarì la voce, rivolgendosi alle due ragazze ancora in piedi e che non davano cenno di voler muoversi o di smettere di sorridere. «Ci avete impiegato tanto. È tutto ok?»
Tutti sghignazzarono quando le sopracciglia del ragazzo si aggrottarono, dimostrando la sua tipica preoccupazione ma non appena Sophia batté le ciglia e scosse la testa per tranquillizzarlo lui parve rasserenarsi, appoggiando la schiena al divanetto sul quale era seduto.
Louis guardò stupefatto le due ragazze che sghignazzarono ancora un paio di volte prima che Lilith, si avviasse verso il bancone del bar mentre Sophia si sedeva senza troppe cerimonie accanto al suo Liam. Louis, avrebbe tanto voluto chiedere come fosse possibile che dopo solo pochi minuti di conoscenza fossero così amichevoli l’una nei confronti dell’altra ma scrollò le spalle quando si rese conto di essere esattamente come loro.
Tuttavia, la sua attenzione fu presto catturata dalla nuova ragazza di Liam che con un sorriso gentile sulle labbra carnose stava porgendo la mano a Niall per presentarsi. Louis allora s’impresse un ghigno ben marcato sul viso quando lei si voltò verso di lui e gioii nel vedere le sopracciglia del suo amico sollevarsi e poi aggrottarsi velocemente quando non riuscì a capire il motivo di tanto divertimento.
Liam, alla fine, sospirò sconfitto. Con Louis era una battaglia persa in partenza.
Zayn scosse la testa davanti a quella scena e dopo aver salutato con un sorriso ed un cenno di mano Sophia che lo stava guardando, puntò i suoi occhi sulla zona bar e non appena individuò la figura di Lilith che poggiava gli avambracci sul bancone, si alzò dal suo posto senza dire niente a nessuno e le si avvicinò.
Si passò una mano tra i capelli, abitudine ormai radicata, e fece scorrere lo sguardo su tutto il suo corpo prima di notare il barista, circa della sua età, che le sorrideva forse troppo amabilmente e mostrando la sua dentatura perfetta, ridendo ed esagerando forse anche un po’ troppo. Fu proprio per questo che, senza neanche rendersi conto, accelerò il passo fino a ritrovarsi al fianco di Lilith e avvolgendole un braccio attorno alla vita prima di baciarle una tempia.
Il ragazzo fece saettare i suoi occhi verdi sulle due figure di fronte a loro e sorridendo ancora, impacciatamente questa volta, mentre prendeva le ordinazioni.
«Due birre», disse a quel punto Zayn, non curandosi di guardare il giovane ma preferendo tenere gli occhi sul profilo di Lilith che sorrideva, leggermente imbarazzata, per come aveva marcato il territorio Zayn.
Dio, a volte i ragazzi si comportavano in modo così infantile.
«Cosa c’è da sorridere?» Domandò allora quest’ultimo quando il barista si fu allontanato.
La ragazza, a quel punto, non resistette e si lasciò andare in una risata divertita e notando perfettamente l’espressione confusa di Zayn. Ma, aveva notato anche il vago sorriso che aveva sulle labbra.
Com’era possibile rimanere seri quando Lilith esplodeva in una risata fragorosa ed anche contagiosa?
Allora la ragazza gli posò una mano sul petto, stringendosi a lui con fare amorevole, lasciandogli un leggero quanto delicato bacio sulla guancia, indugiando leggermente sulla pelle e tutto questo sotto gli occhi del barista che aveva battuto la ritirata dopo aver servito loro ciò che avevano ordinato.
Zayn ghignò soddisfatto.
Nel momento in cui poi Lilith, con un cenno del capo, lo spronò a raggiungere di nuovo il tavolo dal quale si erano allontanati e dove erano rimasti tutti gli altri Zayn agì velocemente, posando una mano sul fianco della ragazza ed avvicinandola al suo corpo. Sorrise sfacciatamente e la baciò.
Era da quando era entrata al Golden Lion che desiderava farlo e non aveva intenzioni e di attendere oltre. Lei lo lasciò fare, gettandogli le braccia al collo e stringendosi al suo corpo, non importandosene se c’era altra gente in quel locale e nemmeno del fatto che un paio di ragazze li guardassero, invidiandoli.
«Andiamocene di qui», asserì Zayn quando si staccarono. «I due ragazzi in fondo alla sala stanno squadrano il tuo culo da troppo tempo.»
Lilith sbiancò leggermente a quell’affermazione ma pochi istanti dopo sorrise e «Quelle due dietro di te, invece, guardano il tuo da fin troppo tempo perché non mi dia fastidio», disse anche.
Il ragazzo ridacchiò ed afferrandole un fianco la portò con sé verso il tavolo.
«Cazzo quanto sei bella», si lasciò scappare Zayn e la ragazza increspò le labbra, riconoscente ed arrossendo appena.

Il Mint Club, una delle discoteche di Bradford. Non distava molto dal Golden Lion, anzi ci si metteva a malapena cinque minuti.
Il parcheggio era affollato come d’abitudine e grazie a Dio loro si erano mossi in taxi perché sapevano bene che quando sarebbero usciti da lì avrebbero avuto un tasso alcolemico nel sangue ben più superiore alla norma.
Le auto erano rimaste parcheggiate dalla parte opposta del pub e ci sarebbero rimaste fino al mattino successivo o almeno fino a quando ognuno non si sarebbe ripreso dalla sbronza ed avrebbe avuto le forze necessarie per recuperarle.
Zayn si voltò nella direzione di Lilith non appena questa scese dall’auto e le avvolse il bacino con un braccio, avvicinandola a sé.
I taxi che li avevano accompagnati si dileguarono subito dopo essere stati pagati ed i ragazzi si avviarono all’entrata.
Harry alzò gli occhi al cielo quando vide una piccola coda ma dopo aver sbuffato incrociò le braccia al petto e si accodò, seguito da tutti gli altri.
«Non abbiamo mai aspettato, prima di entrare.»
Liam gli posò una mano sulla spalla con fare consolatorio mentre lasciava uno sguardo confuso a Louis che proprio in quel momento si stava accendendo una sigaretta.
Solitamente era lui quello a lamentarsi per qualsiasi cosa.
Lilith e Sophia conversavano amabilmente, ridacchiando e sfoggiando sorrisi troppo appariscenti per non essere notate e proprio mentre esplodevano nell'ennesima risata dovuta a chi sa mai cosa, dato che si conoscevano da appena due ore, Louis e Zayn gettarono a terra le loro sigarette, ormai consumate, e pochi istanti dopo ebbero il permesso di entrare.
Sembrò quasi come ripercorrere gli anni addietro quando Zayn, Liam, Niall, Louis e Harry erano un po' più ragazzini ed un po' meno uomini e la loro occupazione di tutti i sabati era di ritrovarsi al Mint Club, giusto il tempo per prendersi quelle piccole sbronze giovanili che avrebbero fatto parte della storia della loro vita e che non avrebbero cancellato mai, anche se il giorno dopo i postumi erano davvero tremendi e magari correvano il rischio di essere beccati dai genitori. Insomma, gli inconvenienti di vita di ogni ragazzo adolescente, più o meno.
Ma in quel momento non c'erano genitori che avrebbero potuto rimproverarli perché ormai erano cresciuti abbastanza, la notte era ancora giovane e Harry lasciò una gomitata ben assestata nel costato di Niall quando notò la poca fila al bar e quest'ultimo si premurò di avvertire Louis perché se le cose si dovevano fare, era meglio farle bene.
Tuttavia, Louis era famoso per la sua poca finezza e lo sguardo cristallino che era in grado di trafiggere chiunque e quando ricevette il colpo dal suo amico lo incenerì prima con lo sguardo e poi «Cazzone, mi hai fatto male», pronunciare mentre, nonostante tutto, le sue labbra sottili si dischiudevano in un sorriso vivace ed i suoi occhi cercavano le figure di Liam e Zayn che, al momento, stavano parlando con le rispettive ragazze.
Sempre che non si sbagliasse.
Tuttavia, poco dopo gli si affiancarono e bastò un cenno del capo per far capire loro le sue intenzioni.
Liam avvolse un braccio attorno al bacino di Sophia mentre Zayn si limitava a posare una mano alla base della schiena di Lilith e spronarla ad avanzare.
Louis non si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo.
Quei due erano proprio cotti.




Note autore:
Buon pomeriggio, mie care fanciulle!
Come avevo preannunciato non sapevo se la settimana scorsa avrei aggiornato o meno perché per colpa della scuola non ero riuscita a scrivere molto, anzi diciamo che non avevo buttato giù neanche mezza parola. Purtroppo è stata una settimana molto impegnativa e se riuscivo a trovare del tempo per respirare era già tanto.
Tuttavia, mercoledì sono iniziate le vacanze e questo significa che posso stare più sveglia durante la notte e scrivere quanto mi pare, perché dovete sapere che preferisco scrivere quando fuori fa buio e sotto una bella coperta che di giorno. Può sembrare una cosa strana ma anche io ho le mie paturnie.
Detto questo sono riuscita a produrre qualcosa.
Innanzitutto la storia è quasi giunta al termine.
Lo so che l'ho già detto tempo addietro ma questa volta posso affermarlo con un po' più di sicurezza. Penso che in linea di massima ci saranno altri due o tre capitoli circa. Ma, sapete anche bene, che io e le date di scadenza non andiamo molto d'accordo quindi potrà anche essere che la storia si allunghi un po'. Chi lo saprà mai.
Dunque, passando al capitolo, questo è un altro pezzo che parla del compleanno del nostro Zayn. Il pezzo più importante deve ancora arrivare e sarà nel prossimo capitolo ma anche qui ci sono un paio di cose che mi fanno letteralmente impazzire.
Ma andiamo con ordine.
La prima parte non è niente di che ma entrano in gioco Liam, Niall, Louis e Harry che hanno un bel piano già in mente e devono per forza coinvolgere un Zayn totalmente amareggiato per non essersi trovato in casa nessuna Lilith in nessun completino sexy. Povero lui.
Nella seconda parte invece li vediamo tutti e cinque intendi a cominciare una serata, che sanno già come si concluderà, al Golden Lion.
Ecco, per quanto riguarda questo locale volevo solo dirvi che esiste davvero ma che però non è realmente a Bradford ma bensì a Londra. Diciamo che ho applicato qualche variante.
Beh, ritornando a noi, è proprio qui che i ragazzi fanno capire a Zayn che hanno chiamato loro Lilith.
Il ragazzo, tuttavia, non riesce ad elaborare alcun pensiero quando scorge la sua figura perché non l'ha mai vista vestita così elegante e truccata ed è davvero una visione celestiale. È in assoluto la mia parte preferita perché è proprio come se l'intero mondo attorno a loro si fermasse, come se il tempo smettesse di scorrere e ci fossero solamente Zayn che osserva una Lilith che avanza verso di lui.
È davvero una parte indubbiamente significativa.
Bello è anche il momento in cui lui la raggiunge al bancone e qui non ho potuto fare a meno che ridacchiare anche io quando Zayn in modo possessivo avvolge un braccio attorno alla via di Lilith. Dio, morirei per vivere una scena come questa.
L'ultimo pezzo poi diciamo che è un anticipazione per quello che succederà nel prossimo capitolo. Perché che ve lo aspettiate o meno ci sarà una svolta.
Ecco, qui subentra un altro locale: il Mint Club. Questo, giusto per informazione, si trova davvero a Bradford. L'ho trovato per caso durante le mie ricerche e mi è piaciuto davvero tanto da volerlo inserire nella mia storia.
A parte il locale qui non succede più di tanto. C'è solo Louis che incenerisce con lo sguardo Niall dopo che gli ha dato una gomitata nel costato e le due coppiette che amoreggiano davanti agli occhi di un Louis esasperato.
Ecco, per quanto mi riguardano le novità per questo capitolo sono terminate. Lo so che come al solito ho fatto un papiro ma volevo scusarmi soprattutto per non aver aggiornato la settimana scorsa e, come al solito, voglio anche assicurarmi che non ci siano incomprensioni di alcun tipo.
Detto questo sono anche pronta a salutarvi ma non prima di dirvi, as usual, che per dare un'occhiata a tutto quello che ho scritto nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente 
qui e che per chiedermi qualsiasi cosa potete trovarmi anche se Ask (anche se non lo uso molto).
Inoltre, volevo augurarvi buon Natale, anche se in ritardo, ed un felice 2016 perché la prossima volta che aggiornerò sarà già iniziato un nuovo anno. Mamma mia come passa velocemente il tempo.
Vi ringrazio anche se siete arrivate fino a questo punto e buon proseguimento delle vacanze. Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 16
*** XVI ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

16

Harry si sistemò per la decima, o forse quindicesima chi lo saprà mai, i capelli mentre il braccio di Niall rimaneva appollaiato pigramente sulla sua spalla.
«Penso di aver appena battuto il mio record personale di bicchieri», asserì, anche, il biondo che si preoccupò di avvicinare le sue labbra all'orecchio dell'amico e di alzare il tono di voce per poter farsi capire.
Ma poi, prima che potesse dire qualcosa d'altro una ragazza dai lunghi capelli castani gli passò accanto, lanciandogli un'occhiata troppo eloquente perché Niall potesse evitarla e solo dopo aver lasciato il bicchiere, ormai vuoto, nelle mani di un Harry che osservava la scena con scetticismo misto a divertimento si allontanò senza dire una parola.
D'altronde era grande e vaccinato e se la sarebbe cavata più che bene.
Harry scosse allora la testa e impiegò giusto il tempo di incrociare lo sguardo con Liam prima di scoppiare in una risata fragorosa perché Niall era sempre Niall ed, in un modo o nell'altro, sarebbe sempre stato capace di attirare l'attenzione su di sé, anche pur non facendo niente.
Poco dopo, sempre Harry seguì Louis fuori che, già con una sigaretta incastrata tra le labbra si accingeva a cercare l'accendino sperduto in chissà quale tasca dei suoi indumenti.
Lilith e Zayn erano proprio lì, intenti a chiacchierare sorridenti e anche loro con una sigaretta chi ben stretta tra le dita mentre buttava fuori il fumo, chi incastrata tra le labbra per aspirarlo, il fumo.
Sembravano proprio una di quelle coppie delle riviste, quelle che se vai in prima pagina sei capace di fare il giro del mondo, quei giornali tanto importanti da avere un intero esercito di lettori ai loro piedi.
Insomma, capiamoci, erano una di quelle coppie che avresti voluto fotografare solo per cercare di riuscire a immortalare il modo in cui lo sguardo di Zayn si posava con adorazione sul volto e sul corpo di una Lilith che sorrideva, inconsapevole o meno dei sentimenti che si celavano dietro a quegli occhi tanto marroni quanto profondi.
Qualunque passante con un po' di esperienza nella fotografia avrebbe voluto rallentare il suo passo e fermare il tempo nella magia di quell'esatto momento, lo stesso in cui Lilith indossava quell'abito splendido e che le donava così tanto da darle un aspetto quasi irrealistico, i capelli lunghi lasciati cadere sulle spalle e quelle scarpe con il tacco che la facevano alzare di qualche centimetro, forse anche un po' di più di qualche, ma nonostante ciò risultando sempre più bassa del ragazzo, quel ragazzo che all'apparenza sembrava così in antitesi a lei, a cominciare con il semplice giubbino in pelle che quella sera gli copriva le spalle, per poi proseguire con quei jeans neri e attillati rotti sulle ginocchia e per finire con quegli stivaletti che erano diventati il suo paio di scarpe preferito.
Una coppia così insolita da vedere ma così bella da non poter fare a meno che premere quel bottone che avrebbe prodotto il classico quanto amato “clic” ed immortalare, o almeno provarci, quel momento.
Sono sicura che ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe anche voluto fotografare l'espressione di Lilith dopo che Zayn esordì con un «Voglio che tu sia la mia ragazza», con così tanta naturalezza da lasciarla spiazzata e con tanti di quei pensieri per la testa da creare un gomitolo troppo aggrovigliato per essere sciolto facilmente.
Ma, nonostante questo, rimaneva adorabile anche immersa nella sua totale confusione.
Era sempre adorabile, sotto gli occhi di Zayn. Era molte altre cose, di cui la maggior parte se le sarebbe tenute per sé ma adorabile è l'aggettivo che meglio la descriveva.
E mentre quest'ultimo si perse nell'ammirarla per l'ennesima volta, Lilith rimase immobile, con la sua sigaretta che ormai si stava consumando da sola e con le sopracciglia aggrottate. Rifletté allora che è proprio vero che quando smetti di cercare o di volere qualcosa, questa arriva da te.
E, intendiamoci, non che lei non volesse essere, esattamente come aveva specificato Zayn, la sua ragazza ma semplicemente ci aveva perso le speranze perché aveva creduto che il ragazzo non avrebbe mai fatto il primo passo e lei, in quanto donna, era fermamente convita che dovesse essere l'uomo a farlo.
Perché era ormai chiaro a ciascuno dei due giovani, come anche a chi stava loro intorno che i sentimenti che avevano provato a celare fossero palesemente diventati più forti e si fossero, con il passare dei giorni, consolidati e la mattina appena trascorsa ne era l'ennesima conferma.
Poi, diciamoci la verità loro erano ben più che amici da tanto tempo ormai, anche troppo, solo che non avevano mai voluto spendere alcuna parola su questo argomento, preferendo non darsi un'etichetta e godendosi quello che giorno per giorno era destinato loro. Ma, tuttavia, bastò a Lilith incrociare lo sguardo di Zayn per capire che nonostante fino a quel momento le fosse andato bene quel tacito accordo quello che voleva realmente era essere vista come la sua ragazza.
Per questo la sua espressione corrucciata lasciò il posto ad una rilassata e le labbra, prima arricciate in una smorfia senza un'apparente senso si distesero in un sorriso luminoso.
Lasciò cadere la sigaretta, abbandonandola non troppo lontano dai loro corpi e senza dire nulla lo baciò.
A Lilith non servivano tanti giri di parole e nemmeno quella volta le usò perché pensò semplicemente che in quel momento un discorso sarebbe stato superficiale, non avrebbe reso bene l'idea dei sentimenti che si celavano dietro ad un semplice mucchio di parole.
Perché usare la bocca per produrre suoni quando si può rimanere in silenzio e comunicare molto di più usandola in altri modi?
Tuttavia, quando le loro labbra si separarono ed ogni loro respiro, leggermente accelerato, generava un piccola nuvola di condensa data dalla bassa temperatura, Zayn inarcò un sopracciglio perché anche se solitamente era uno che meno aveva a che fare con le parole meglio era quella volta qualche suono, dalla bocca di Lilith, lo voleva sentire perché era la domanda, o meglio affermazione, più importante che avesse mai fatto e non si sarebbe accontentato di un misero silenzio.
Lilith non era come tutte le altre.
Allora aumentò quello che bastava la presa sui fianchi della ragazza ed i loro occhi s’incontrarono in una frazione di secondo e non appena Zayn dischiuse le labbra per parlare, Lilith lo precedette, probabilmente dopo aver capito i pensieri che vorticavano nella mente del ragazzo, e «Sì, Zay», pronunciò semplicemente, aggiungendoci una scrollata di spalle e l'abbozzo di un sorriso per tentare di smorzare quella lieve tensione che per un attimo si era venuta a creare.
Zayn, a quel punto, sorrise, attirando il corpo di Lilith verso il suo e pregò che la sua ragazza sentisse il suo cuore battere erraticamente contro la gabbia toracica perché davvero, in quel momento, di parole giuste non ne avrebbe trovate per descrivere l'euforia, le farfalle svolazzanti nel suo stomaco e l'amore che provava per Lilith.
Erano sentimenti che andavano ben oltre i convenzionali significati che intellettuali avevano saputo affibbiare a quell'ammasso di parole che, solo guardate, non avevano nessun significato, nessuna logica.

Erano le quattro e mezza di notte quando Zayn guardò l’ora per l’ultima volta prima di uscire dal locale. La musica era ancora alta ma la pista si era decisamente svuotata e solo dopo aver ufficialmente dato per disperso Niall gli altri avevano ormai capito che fosse arrivato il momento di battere la ritirata verso casa.
Il tasso alcolemico nel copro di ognuno era decisamente sopra la norma e sebbene qualcuno di loro cercasse di mascherarlo altri non ci riuscivano proprio.
Una volta essere usciti dal Mint Club e aver salutato con un cenno del capo il bodyguard, che ormai conoscevano bene, Louis si sedette su un muretto con una serie di imprecazioni e dopo aver fatto cadere numerose volte l’accendino finalmente riuscì a fumarsi la sua sigaretta. Harry gli si affiancò e sebbene fosse più taciturno del normale nei suoi occhi verdi e lucidi si poteva notare benissimo che i bicchieri che aveva bevuto nel corso della serata avevano fatto effetto.
Lilith anche lei si era seduta a terra nel vano tentativo di fermare la testa che girava vorticosamente e per poter aspettare il taxi senza correre il costante rischio di cadere. Pochi istanti successivi le si affiancò Sophia e solo dopo che la prima ebbe afferrato un sigaretta dal pacchetto che teneva nella pochette si persero a parlare di un argomento che potevano conoscere solo loro e a ridacchiare ogni tanto.
Liam e Zayn sembrano quelli messi meglio e quando intravidero le macchine che avrebbero dovuto portarli a casa dalle loro labbra si liberò un sospiro sollevato.
Diciamo che entrambi i ragazzi avevano molte idee per la testa e la maggior parte di queste comprendevano le rispettive ragazze che ora erano molto impegnate in un’animata conversazione.
Liam si mise un braccio di Harry attorno alle spalle e affermò che ci avrebbe pensato lui a farlo tornare a casa sano e salvo e lo stesso fece Zayn con Louis.
I due erano talmente tanto ubriachi che sarebbe stato pericoloso farli rincasare da soli. Avrebbero potuto cadere dalle scale o qualcosa del genere dato il loro equilibrio precario.
Controllarono un’ultima volta che effettivamente Niall non ci fosse e poi ognuno prese direzioni diverse, non prima di essersi dati un saluto sommario e promettendo di sentirsi nel mattino.
Pensandoci bene, però, mancavano solo due ore all’alba e quindi fu subito chiaro che si sarebbero messi in contatto solamente quando si sarebbero svegliati.
Lilith e Zayn arrivarono a casa di quest’ultimo solamente dopo essersi assicurati che Louis fosse al sicuro nella sua, tutto intero. Inoltre per evitare possibili cadute che sarebbero state rinfacciate a Zayn dal suo amico per il resto della sua vita lo accompagnò lui stesso in casa, assicurandosi che Lilith se ne stesse nel taxi senza fare troppe storie.
Per questo quando si chiuse la porta di legno bianco alle spalle Zayn si concesse di liberare l’ennesimo sospiro sollevato perché nei minuti precedenti gli era sembrato di essere un babysitter, proprio lui che con il babysitting non andava per niente d’accordo.
Tuttavia, ci pensò Lilith ad eliminare tutti i suoi pensieri perché solo pochi istanti dopo essersi sbarazzata delle scarpe con il tacco che ormai cominciavano a farle male ai piedi si avvicinò alla figura di quello che, da qualche ora a quella parte, era il suo ragazzo.
Sorrise, forse un po’ troppo sfacciatamente, e poggiò le mani sulle spalle di Zayn che la osservava con un sopracciglio alzato e divertito da come i bicchieri che aveva bevuto la rendessero più audace.
Perché era proprio così. Lilith sapeva essere timida in determinate situazioni e fare la prima cosa che le passasse per la testa in altre. Ed ogni volta era bello, intrigante ed affascinante scoprire come avrebbe reagito.
Per questo quando fece scontrare il suo petto con quello di Zayn, il ragazzo si limitò ad afferrare con prepotenza i fianchi perché aveva capito perfettamente che quella sera non ci sarebbero state remore di alcun tipo e lui di certo non avrebbe fatto di nulla per fermarla.
Zayn allora si perse anche ad osservarla mentre con il labbro inferiore stretto nella presa salda dei denti lo guidava verso quello che era il divano. Di certo Lilith, quella sera, non aveva la pazienza di aspettare di arrivare al piano di sopra e di conseguenza al letto.
Durante però quel l'insieme di movimenti scoordinati, veloci e frenetici che stavano compiendo per raggiungere la loro meta Lilith inciampò nei suoi stessi piedi e Zayn per evitare quello che sarebbe stato senza alcun dubbio un rovinoso capitombolo a terra rafforzò la presa suoi fianchi della ragazza e si buttò, privo di nessuna grazia, sul divano.
Lilith allora rise, gettando appena il capo all'indietro per quello che aveva appena fatto la figura esattamente sotto di lei e Zayn si chiese in quel momento come avesse fatto fino ad ora, nella sua vita, ad ascoltare altre risate quando quella della sua ragazza rappresentava il suono più melodioso mai sentito.
Si rendeva perfettamente conto di essere pazzo a fare questi pensieri ma nessuno li avrebbe mai conosciuti, sarebbero rimasti incastrati nella sua mente per un lungo periodo ed in nessun modo glieli avrebbero estorti. Forse Lilith, quando sarà il momento opportuno, ne verrà a conoscenza ma per il momento gli bastò godersi la visuale della ragazza che con una mossa veloce si sciolse i capelli, legati in una coda alta quanto improvvisata e in battito di ciglia si liberò anche della maglia e Zayn non si ricordava di aver passato un compleanno tanto bello da abbastanza tempo. Quindi alzò il capo per quello che bastava e la baciò, perché per adesso e per le prossime ore i suoi pensieri e le sue premure sarebbero state tutte per la splendida Lilith con il respiro accelerato.
Lilith, però, è famosa per le sue idee a breve durata, soprattutto se queste idee contemplano la scomodità ed altre infinite cose che è meno importante elencare. Per questo dopo l'ennesimo mugolio Zayn prese in mano la situazione.
Con una mossa veloce si alzò dal piccolo divano e, nonostante le lamentele che arrivarono, se la caricò in spalla, ricevendo così almeno tre pugni nella schiena, qualche pizzicotto sui fianchi e una serie di insulti verbali. Per essere sbronza se la cavava bene con le minacce.
Zayn, però, rise per tutto il tempo e diede anche un'approfondita quando accurata occhiata al suo fondoschiena, e nel momento in cui Lilith intervenì con un «Smettila di fissarmi il sedere», rise ancora di più.
Quando poi la posò, con cura questa volta, sul materasso del suo letto la osservò mentre si sistemava per l'ennesima volta i capelli, scuotendo la testa.
Ma, tuttavia, quel momento fu velocemente sostituito da un cambiamento di atmosfera e mentre Zayn si concentrava sulle labbra che Lilith si stava inumidendo nello stesso momento in cui con cautela si stava avvicinando a lui decise che nulla da quel momento in poi li avrebbe interrotti, perché aveva ancora voglia di festeggiare il suo compleanno ma, questa volta, solo con Lilith ed il suo corpo.
Era pur sempre una buona prospettiva, no?




Note autore:
Buona domenica e buon anno, mie principesse adorate! Ve l'avevo detto che la prossima volta che avrei aggiornato saremmo stati già nel 2016. Mamma mia come passa alla svelta il tempo. Sembra ancora Natale ed invece tra quattro giorni ricomincia la scuola ed io sono ancora in alto mare con i compiti. Help me!!!
Dovrò darmi da fare se non voglio cominciare l'anno con qualche rimprovero e nota sul registro.
Beh a parte questa piccola confessione sulla mia vita scolastica che so bene che non vi interessa spero che abbiate passato un bel capodanno e che vi siate divertiti. Insomma, bisogna finire l'anno per bene e speriamo che il 2016 ci riservi solo cose belle, che dite?
Comunque, venendo a noi, finita questa piccola introduzione direi che possiamo passare definitivamente al capitolo.
Grande cambiamento per il nostro Zayn e la nostra Lilith.
Io urlerei un FINALMENTE perché santo cielo dopo esattamente sedici capitoli il nostro ragazzo si è deciso a dire le cose come stanno, ovvero che lui vuole che Lilith sia la sua ragazza. Glieli facciamo i complimenti?
Devo svelarvi che niente in questa storia è programmato, io non mi faccio una scaletta di tutte le cose che devono succedere, so bene o male cosa voglio per i miei personaggi ma la scrittura avviene tutta sul momento, in base a quello che penso e cosa provo nel momento in cui scrivo.
Era piena notte quando ho scritto la prima parte e si sa che di solito durante la sera si ripensa agli amori passati, quelli che ti sono sfuggiti dalle mani o ancora quelli che non si sono mai concretizzati ma che magari ti sarebbe piaciuto vivere ed allora ho deciso che fosse il momento perfetto perché Zayn facesse quella domanda all'apparenza così banale ma che ha tanto significato per entrambi. Dopotutto ogni ragazza che si rispetti spera che la propria cotta, il ragazzo con il quale esce, le chieda di essere la sua ragazza.
Zayn l'ha fatto un po' in ritardo ma è il pensiero che conta, no?
Amo letteralmente la prima parte e non perché l'ho scritta io ma perché è contenuto un pezzo del mio cuore in essa e sono orgogliosa per come sia venuta, insomma è proprio quello che vorrei io.
Mi rendo perfettamente conto che per molte di voi può non avere un'aria molto romantica ma vi ricordo che neanche la prima volta che si sono resi conto di amarsi a vicenda non lo è stato al cento per cento. Ma, dovete anche sapere, che a me piacciono molto le cose semplici, quelle che sono in gradi di conquistarti fin da subito. Non sono una che ricerca l'impossibile ed il difficile, anzi, il contrario.
Per tornare a noi Lilith alla domanda del ragazzo non può che rispondere di sì perché chi è quella pazza che rinuncerebbe ad essere la ragazza di Zayn Malik? Beh a parte le sciocchezze è esattamente quello che aspettava da tanto tempo ed ora che finalmente ha quello che vuole non si tira per nulla al mondo indietro.
La seconda parte non ha nulla di speciale a parte che tutti sono ubriachi e tocchi a Liam e Zayn spartirsi Louis ed Harry perché sono talmente tanto andati che a malapena stanno in piedi. Poveri loro.
Ma, tranquille, si occupano Lilith e Sophia a scacciare ogni preoccupazione dei due ragazzi non appena si sono assicurati che i due loro amici siano al sicuro nella loro case.
Amo la coppia formata da Lilith e Zayn ed amo ancora di più i miei Sophiam che, purtroppo, non esistono più. Ah ma non mi arrenderò così facilmente ed è possibile che compariranno anche nei miei scritti futuri.
Ecco, a proposito di scritti e di futuro allora posso dire e QUASI confermare che mancano uno o due capitoli alla fine e che sto già scrivendo ma se sabato prossimo non dovessi aggiornare è perché probabilmente sarò un po' indietro. Nei prossimi giorni devo concentrarmi al cento per cento sulla scuola e ho davvero poco spazio per le distrazioni ma farò il necessario per trovare il tempo per scrivere.
Inoltre, vorrei anche scrivere qualcosa per il compleanno di Zayn, che sarà tra una settimana circa ma ancora non ho idee, accidenti alla mia testa.
Non ci posso credere che davvero tra pochi giorni il mio baby faccia 23 anni. Come passa alla svelta il tempo!
Come non posso credere che i ragazzi siano andati in pausa. E adesso chi riempirà i vuoti nelle mie giornate noiose? Oh beh spero che si riposino e che tornino più carichi di prima.
Ok, anche questa volta ho scritto davvero troppo e devo dileguarmi alla svelta perché ho un mucchio di cose da fare e troppo poco tempo per farle.
Prima però, come sempre, vi ricordo che se nel caso voleste contattarmi potete trovarmi anche su 
Ask e che per leggere quello che ho scritto nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente qui. Volevo anche ringraziare chiunque abbia messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate. Un ringraziamento va anche a tutti quelli che hanno letto il mio scritto preferito: Imagination. Ho visto l'altro giorno che ha raggiunto le 340 visualizzazioni e per me è davvero un grande traguardo ed una soddisfazione dato che ci ho messo tutto il mio cuore ed è una cosa talmente tanto intima che per un po' ho meditato di tenerla solo per me ma sono contenta di averla condivisa con voi.
Bene, per chiunque si arrivato fin qui mi scuso per eventuali errori ortografici, che provvederò a correggere il prima possibile. Un bacio grande ed alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 17
*** XVII ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

17

Il giorno dopo Zayn aprì gli occhi quando l'orologio segnava le tre del pomeriggio e, grazie a Dio, era domenica perché di certo non avrebbe avuto la forza necessaria per lavorare. Lilith era appoggiata con la testa sul suo petto che dormiva ancora beata e quando le accarezzò i capelli perché semplicemente gli andava di farlo quasi temette di sottrarla dal suo sonno. Quindi semplicemente, sistemò meglio un braccio sotto al capo poggiando l'altro attorno al copro di Lilith e incrociò le caviglie che in qualche modo era riuscito a sottrarre dalla presa ferrea delle gambe della sua ragazza.
Ci avrebbe fatto volentieri l'abitudine a svegliarsi tutte le mattine in questo esatto modo. Con Lilith contro di lui, meglio ancora se nuda, ed il suo corpo così avvinghiato a lui da avere difficoltà nello sciogliere il groviglio di gambe e braccia.
Perché no, era una sensazione piacevole quella di avere accanto la persona che ami e cominciare la giornata con un suo bacio o una carezza.
Lilith si svegliò dopo una ventina di minuti circa, stirandosi i muscoli e facendo un paio di sbadigli prima di alzare gli occhi verso la figura di Zayn e sorridergli come per dirgli “Buongiorno”.
C'era silenzio quella mattina e nessuno dei due poteva desiderare niente di meglio.
Zayn perché alla mattina non amava nessun rumore di nessun genere, anche se questo valeva anche per il resto della giornata più o meno, e Lilith perché...beh la serata scorsa aveva dimenticato di avere una testa che il mattino dopo le avrebbe fatto male per via dei troppi bicchieri che si era scolata. Insomma erano motivazioni valide per starsene in silenzio a godersi a la compagnia dell'altro senza dire una parola.
Valeva la pena vivere di istanti di silenzio per riuscire a conoscere i propri sentimenti e semplicemente per sentire il proprio cuore battere ereticamente nella gabbia toracica e capire di avere uno dei più grandi privilegi a sentire quel suono, all'apparenza così banale, ma che solo in pochi hanno il privilegio di conoscere: gli innamorati.
Fu proprio in nome dell'amore che Zayn lasciò a Lilith un bacio tra i capelli prima di alzarsi e scendere al piano inferiore, il tutto sotto lo sguardo attento della ragazza ed al quale lui rispose semplicemente con una scrollata di spalle, intimandole infine di non muoversi da lì.
Non che lei avesse intenzione di farlo, intendiamoci.
Dieci minuti dopo era di ritorno nella sua camera da letto con due tazze di caffè, quella blu e quella rosa che da poco avevano preso insieme e per la quale Lilith andava pazza. Zayn alla vista del colore aveva alzato gli occhi al cielo e fatto una piccola smorfia di disappunto, così piccola che se fosse stato più attento a non farsi beccare da quella che allora non era ancora la sua ragazza allora non si sarebbe visto arrivare un piccolo quando innocente pugno sul braccio che poi era stato seguito da una risata da parte di entrambi.
Lilith, allora, lo ringraziò con un sorriso affettuoso ed un bacio a fior di labbra non appena furono sufficientemente vicini e poi un «Ti amo», sussurrato così piano, quasi da non essere sentito.
Ma, Zayn, lo sentì chiaro e forte e nonostante lo stupore dei primi secondi, poi non poté non pensare che fosse la parola più bella che avesse mai sentito uscire dalla sua bocca e per questo avvicinò ancora una volta le sue labbra a quelle di Lilith e la baciò, cercando di trasmetterle tutto il sentimento possibile. Solo dopo aggiunse un «Ti amo anch'io», che gli fece guadagnare un mugolio di apprezzamento.

Quel pomeriggio stesso quando Lilith si fu addormentata per l’ennesima volta e dopo aver preso qualcosa per il troppo mal di testa, Zayn si alzò silenziosamente dal letto, con passo felpato prese i suoi indumenti sparsi per il pavimento, rifugiandosi in bagno per indossarli. Diede una sistemata sommaria ai capelli che andavano in tutte le direzioni e sorrise quando notò una piccola serie di macchie violacee sul suo collo e così, inevitabilmente, i suoi pensieri andarono alla ragazza appisolata nel suo letto ed aggrovigliata tra le lenzuola, in cui ormai ci poteva scommettere era impresso il suo dolce profumo o addirittura, se avesse avuto un pizzico di fortuna, avrebbe avuto il privilegio di sentire quello di entrambi, mischiati insieme come fossero due ingredienti di una qualsiasi pozione magica.
Poi, successivamente questa riflessione venne subito rimpiazzata da un'altra altrettanto importante. Perché anche Zayn aveva marchiato il corpo di Lilith ma, a differenza della ragazza, l’aveva fatto in punti strategici, dove nessuno poteva mettere occhio se non lui e il solo fatto di doverla spogliare per poterli vedere gli faceva venire voglia di tornare nella stanza accanto e svegliare Lilith. Ma, a sua discolpa, aveva promesso ad un Louis, che aveva chiamato come minimo una decina di volte prima che Zayn si decidesse a rispondere, che sarebbe passato da lui per vedere come stava ed allora, da quale buon amico effettivamente è doveva mantenere la sua parola.
Per questo quando aprì la porta del bagno gettò una lunga occhiata al suo letto ed alla figura che beatamente dormiva sopra di esso e scosse la testa, provando l'irrefrenabile impulso di tornare esattamente dov'era fino a pochi minuti prima perché non c'era niente di più bello che poter stare accanto alla ragazza che ami senza fare assolutamente niente e magari perdendoti ad osservarla e tracciare il contorno del suo profilo, o addirittura di tutto il corpo, con gli occhi.
Ma, almeno per questa volta, fece prevalere il buon senso, promettendo a sé stesso che prima sarebbe arrivato da Louis prima sarebbe tornato da Lilith.
Si avvicinò, quindi, quello che bastò per lasciare a Lilith un bacio tra i capelli e sorrise nel notare come le sue ciglia vibrarono sotto quel piccolo quanto quasi inesistente gesto. Scrisse poi anche un veloce biglietto che appese al frigorifero con l’aiuto di una calamita e quando si decise definitivamente ad abbandonare la casa fece di tutto per non sorridere ma a stento ci riuscì.
Lilith gli aveva proprio rubato il cuore, come una deliziosa ladruncola e lui non aveva intenzione di lamentarsi per nessuna ragione.
Johannah apparve alla porta solo pochi secondi dopo che Zayn ebbe suonato il campanello ed il piccolo Ernest era proprio proprio affianco a lei, con il ciuccio che muoveva freneticamente ed i capelli con i piccoli boccoli biondi che lo rendevano adorabile ed al tempo stesso gli donavano quell'aria terribile che solo ai bambini così piccoli calzava a pennello. Ma, dopotutto, era fratello di Louis e, Zayn, sapeva bene quanti guai, piccoli o grossi non importava, avesse combinato il suo amico.
Johannah doveva avere davvero tanta pazienza.
Quando puntò nuovamente gli occhi sul piccolo rimase qualche secondo interdetto per la somiglianza che vide con Harry ma poi scosse la testa e li salutò entrambi, inginocchiandosi per sorridere ad Ernest che gli gettò le braccia minute al collo. Ormai trascorreva troppo tempo in quella casa perché il piccolo non lo potesse riconoscere. Allora lo afferrò da sotto le ascelle e se lo posò sul fianco mentre spiegava alla donna di fronte a lui che Lilith era al sicuro, a casa sua e addormentata. Johannah a quel punto sorrise con fare amorevole e materno e gli indicò con il capo il piano superiore per dirgli che Louis era in camera sua: come al solito.
«Ti dispiace se lo porto con me?» Chiese Zayn, riferendosi ad Ernest.
La madre allora scosse la testa e «Assolutamente no», disse mentre sollevava la piccola Doris che proprio in quel momento aveva fatto irruzione nella stanza.
Zayn acconsentì, ringraziandola e cominciando a salire le scale, sulle quali incontrò Lottie in compagnia di una delle due gemelle per poi entrare nella camera del suo amico senza neanche degnarsi di bussare.
«Buongiorno, cazzone», esordì a quel punto Louis.
Zayn scosse la testa e fece segno di avere il bambino con sé ma l’altro scrollò le spalle ed «È ancora troppo piccolo per capire, te l’ho già detto», aggiungere.
Se Ernest avesse cominciato a parlare come uno scaricatore di porto sarebbe stata colpa solo del fratello.
«Come ti senti?» Chiese a quel punto Zayn a Louis mentre si sedeva sul letto.
«Ho un gran mal di testa ma non ho vomitato e questo è già un bel punto di partenza», rispose l’amico.
Zayn fece una smorfia alle parole di Louis perché non era esattamente quello che voleva sapere ma dopotutto se lo sarebbe dovuto aspettare.
«Lilith sta bene? Questa mattina non l’ho vista e non riesco a ricordare se sia venuta a casa con te o meno.»
Il moro si sistemò i capelli e lasciò un’occhiata veloce al bambino che, abbandonato tra i corpi dei due ragazzi giocava con gli occhiali del fratello che non se ne importava se li avesse rotti: l’importante è che se ne stesse buono.
«È a casa mia, sì», asserì allora Zayn.
Louis a quel punto s’impresse un ghigno malizioso sul volto e l’altro non poté fare a meno che alzare gli occhi verso il soffitto. Possibile che stesse a pensare solo a quelle cose.
«Prima che tu mi faccia la domanda che ti ronza per la mente e che non desidero nemmeno sentire né rispondere, ti dico sì e non voglio più andare sull’argomento.»
Louis a quel punto dischiuse le labbra, stupefatto, ma quando i suoi occhi cristallini intravidero una piccola macchia sul collo del suo amico non poté starsene zitto.
«Oh andiamo!» Si lamentò quindi. «Amico, ci sarà pur qualcosa da raccontare. A giudicare dai segni che hai suo collo e dalla tua faccia distrutta presumo che ci siate andati giù pesanti. La prossima volta, però, ti consiglio un po' più di tatto: ci sono dei bambini in questa casa, Santo cielo. Oh, e a proposito: un po' di fondotinta non ti farebbe male. Lottie potrebbe darti una mano, sai se la cava con quegli intrugli.»
Louis sghignazzò e si guadagnò da parte di Zayn un'occhiata truce alla quale l'altro rispose con una scrollata di spalle. «Non te la prendere troppo, Zay. Era solo un consiglio, il mio.»
E nonostante queste parole avrebbero dovuto rappresentare la verità Louis non poté fare a meno di dirle con un sorrisino sarcastico di cui era molto esperto ma facendo alzare a Zayn gli occhi verso il soffitto e successivamente farlo sbuffare.
Il ragazzo dagli occhi chiari, però, notò anche come con una mano si toccò nervosamente il collo come se la macchia, di cui Zayn andava, nonostante tutto, fiero, potesse sparire magicamente.
C'era da dire, a discolpa di Louis, che questo Zayn innamoratissimo e così impacciato in ogni singolo gesto da risultate anche tenero (sebbene Louis questi pensieri cercasse di evitarli il più possibile) non si era mai visto e per questo, pur sempre con della segreta bontà che si nascondeva dietro ogni gesto, Louis trovava buffa la volubilità del suo amico: la stessa che usava come arma per prendersi almeno un po' gioco di lui.
«Ti piace proprio, eh?» Chiese però, dopo pochi istanti di silenzio, durante i quali gli unici rumori erano i gorgheggi del piccolo Ernest.
Zayn rimase a fissare per i secondi successivi la trapunta blu notte di Louis, meditando se dare voce ai tanti pensieri che gli vorticavano in testa e dire al suo migliore amico come le cose stavano realmente o, se anche per questa volta, avrebbe dovuto celare tutto dietro un silenzio e decidendo così di scegliere un altro momento per confessare il tutto.
Alla fine parve proprio che le sue labbra non diedero ascolto al cervello ed, ancora prima di rendersene conto «Sono innamorato di lei, Lou», disse, lasciando spiazzato Louis.
«Innamorato?» La voce stridula e stupefatta che utilizzò il ragazzo accanto a Zayn gli fece guadagnare un'occhiataccia proprio da quest'ultimo.
«Caspita, Zay, non pensavo fosse una cosa così seria», disse allora Louis, come per scusarsi di tutta quella sceneggiata che aveva improvvisato poco prima.
Zayn in riposta scrollò le spalle, come per sminuire quello che aveva appena detto.
La verità era che semplicemente non era mai stato il tipo che esibiva pubblicamente e raccontava per filo e per segno i suoi sentimenti. Anzi, solitamente tendeva ad essere riservato, cercando di custodirli il più segretamente possibile e facendo ogni cosa necessaria affinché nessuno ne venisse a conoscenza.
Si accontentava del fatto che solo lui ed il suo cuore sapessero la vera realtà dei fatti.
Che c'era di male in questo?
Ma, nonostante questo discorso filosofico a volte, anche per Zayn stesso, ciò non aveva né capo né coda. Perché, in determinate circostanze, anche se avesse voluto continuare a celare quello che realmente provava sentiva il bisogno impulsivo di parlarne con qualcuno ed, in fin dei conti, quello che aveva accanto in quel momento era il suo tanto fidato amico Louis. Lo stesso che conosceva dai tempi dell'asilo, il compagno di tutte le avventure: da quelle più banali a quelle più inutili, fatte solo per ridere e divertirsi un po'. La stessa persona che avrebbe custodito perfettamente tutte le cose che gli avrebbe detto perché, nonostante Louis avesse una bocca che non sapeva quando esattamente chiudere, per quando riguardava la riservatezza, beh in quella era un maestro. Se poi ci mettiamo che avrebbe dovuto custodire qualche confessione del suo amico più caro, allora sarebbero dovuti passare sul suo stesso corpo prima di ricavare qualche informazione.
Le parole che Zayn avrebbe detto sarebbero rimaste incastrate tra le mura di quella camera che ne aveva viste di cose, compreso vedere i due ragazzi crescere giorno dopo giorno. La stessa camera dove avevano vissuto qualche esperienza che sarebbe rimasta nella loro memoria, come in quella della cameretta che poteva rappresentare un posto all'apparenza banale ed uguale a molti altri luoghi, ma non per Louis e per Zayn.
Quando entri nella casa di un tuo amico alla tenera età di tre anni e continui a farlo per i diciannove anni consecutivi finisci per affezionarti a cose che non solo neanche tue.
Sta di fatto che qualunque cosa avrebbe rivelato Zayn non sarebbe uscito da quella stanza: le parole del ragazzo avrebbero aleggiato nell'aria, forse un tantino viziata, e poi si sarebbero disperse sul pavimento, tra gli abiti e perfino tra tutti gli oggetti sparsi sulla scrivania ed in tutti gli altri luoghi dove c'era una superficie piana e qualcosa appoggiato sopra di essa.
Si sarebbero dissolte in polvere, invisibile all'apparenza solo per quelli che non hanno occhio per i sentimenti ma avrebbero continuato ad aleggiare e sarebbero state ben visibili per chiunque possedesse non solo la capacità di vedere le cose come stanno ma anche quella di scoprire la realtà di ogni sentimento, perché si sa che anche solo ad un semplice “ciao” si possono nascondere tanti ed infiniti significati: bisogna solo saper interpretare quello giusto e non tutti hanno le giuste competenze per farlo.
«È la mia ragazza», si decise finalmente a pronunciare dopo quelli che parvero infiniti istanti di silenzio.
Louis drizzò la schiena, sollevandola successivamente dal materasso per poter guardare meglio negli occhi il suo amico.
«Da quando?» Chiede subito dopo che gli fu passato lo stupore iniziale.
Zayn si schiarì la voce, passandosi una mano tra i folti capelli corvini e muovendosi nervosamente sul letto.
«Da ieri sera», sussurrò.
L’altro lo guardò, sollevando le sopracciglia e puntandogli addosso quegli occhi chiari che erano in gradi di scavarti nell’anima. Non gli tornavano dei conti.
«Ieri sera?»
«Hai capito bene.»
Louis allora fece scontrare la lingua con il palato, producendo quel fastidioso suono che sapeva bene desse fastidio a Zayn, ma fece finta di nulla.
«Uau», asserì. «È per questo che siete stati appiccicati tutto il tempo?»
Il moro alzò gli occhi al soffitto, mandando a Louis l’ennesima occhiataccia.
Questo allora sollevò le mani, dichiarandosi colpevole e scusandosi. «Scusa, hai ragione. Niente più battute di questo tipo. Afferrato», aggiunse anche.
Zayn lo ringraziò con un movimento del capo e «Solo cerca di andarci cauto. Lilith non è come tutte le altre», disse.
Louis annuì. «Lo so, amico. Credimi.»
Zayn di relazioni ne aveva avute in passato, forse anche qualcuna di troppo. C'erano state quelle un po' più superficiali, quelle che aveva vissuto con gioia e quel pizzico di affetto che sapeva offrire un ragazzino che allora aveva solamente diciassette anni e non sapeva con esattezza cosa fosse l'amore.
C'erano state anche quelle relazioni più durature di altre, quelle più intriganti, quelle semplicemente noiose ed in cui ogni momento che passava gli veniva spontaneo chiedersi come aveva fatto a ficcarsi in quel casino.
Ma a parte i tipi di relazione, che per aver solamente ventidue anni ne aveva vissuti tanti, questo non toglieva il fatto che Lilith fosse diversa da quelle che aveva frequentato in passato.
Non sapeva con esattezza da cosa dipendeva ciò ma in cuor suo cominciava a pensare che fosse per i sentimenti che gli aveva fatto provare forse per la prima vera volta.
Lilith era semplicemente una di quelle persone di cui puoi innamorarti senza troppi sforzi perché bastava osservare solamente quello che faceva per capire che mai nessuna avrebbe attirato il tuo sguardo come faceva lei, semplicemente muovendosi per i tavoli di un vecchio bar con un vassoio in mano ed un sorriso ben scolpito sul volto. E questo era solo un esempio perché erano infinite le cose che Lilith faceva in maniera così spontanea e naturale, risultando così perfettamente rilassata e cosciente di sé stessa la maggior parte delle volte.
Ma, era bella anche poterla osservare in quei rari momenti quando la timidezza predominava in lei ed allora il viso, incorniciato da quegli splendidi capelli biondi, si colorava di una sfumatura rossa.
Perfino quella, si ritrovò a pensare Zayn, era unica: era una strana sfumatura e poteva benissimo essere paragonata ad uno di quei tramonti estivi quando il cielo si colora mentre il rosso ed il rosa si mischiano fino a diventare una cosa sola. Più o meno era quello che avveniva sulla pelle del volto di Lilith.
Il rossore dell'imbarazzo si univa in modo spaventosamente perfetto al rosa tenue delle sue guance, creando quel particolare colore che era solo suo. Solo di Lilith.
Zayn non aveva mai espresso i suoi pensieri ad alta voce e mai l'avrebbe fatto ma avrebbe desiderato vederla arrossire per tutta la vita, solo per poter intravedere il colore speciale.
Era tenera quando succedeva e, come gli già capitato di notare, lui amava la tenerezza quando questa si impossessava di Lilith.
Tuttavia, rinsavì dal vortice di pensieri in cui era incastrato solo quando la voce di Louis echeggiò nuovamente nella stanza ed a quel punto sollevò il capo che fino a quel momento aveva tenuto chino, sbattendo le palpebre numerose volte prima di concentrarsi sulle parole dell'amico.
«Avete già tastato il terreno su questo genere di discorsi o vi siete fermati ai festeggiamenti?»
Zayn abbozzò un sorriso nel sentire quello che aveva appena udito, anzi gli lanciò un'occhiata di sbieco, vagamente divertito al solo pensiero di ricordare la notte appena trascorsa, la stessa in cui aveva, per la prima volta, avuto a disposizione l'intero cuore di Lilith oltre che al suo magnifico corpo. E questo era nettamente importante, per Zayn.
«Abbiamo preferito fermarci ai festeggiamenti», asserì allora il moro, schiarendosi la voce e passando, ancora una volta, una mano tra i capelli che quel giorno potevano essere di tutto tranne che ordinati. «Non c'è nessuna fretta», aggiunse anche, lasciando l'amaro in bocca a Louis.
Louis, essendo proprio Louis, aveva la mania o forse il difetto (rimaneva in entrambi i modi una cosa poco carina da dire) di parlare troppo, più del necessario e in situazioni dove il suo intervento non era implicato.
Semplicemente non sapeva tenere a freno la lingua, il che a volte poteva far ritrovare lui o chiunque gli stesse accanto in situazioni imbarazzanti o, peggio ancora, complicate. Per complicate s'intende qualcuno che avrebbe voluto stenderlo con un cazzotto ben assestato.
Tuttavia, non si sa nemmeno in quale maniera, lui riusciva sempre a cavarsela e questo era l'importante.
Perciò quando disse: «Immagino, allora, che abbiate già discusso di quando tornerà a Manchester. Dovrebbe succedere a giorni», non si rese conto di aver appena lanciato una bomba pronta ad esplodere ad attimi. Una sorta di esplosivo letale che però non avrebbe provocato nessun morto, a parte il cuore di Zayn che stava già cominciando a rompersi in qualche pezzo.
Il ragazzo in questione si massaggiò le tempie, chiuse gli occhi e lasciò che un respiro pesante fuoriuscisse dalle sue labbra, diventate improvvisamente secche.
Forse non voleva ammettere a sé stesso che le parole che aveva appena pronunciato Louis potessero essere vere.
Quest’ultimo, tuttavia, parve divenire consapevole di quello che aveva detto solamente quando notò l’espressione confusa e stupida di Zayn.
Il moro, infatti, aveva notato come qualcosa negli atteggiamenti di Lilith non gli tornava ma ogni volta che aveva provato a chiederle spiegazioni per i comportamenti sospetti, la ragazza liquidava il tutto con un semplice movimento.
Zayn allora si prese la testa tra le mani, puntellando i gomiti sulle cosce. Non potevano iniziare ad andargli male le cose proprio quando le aveva appena sistemate ma, evidentemente, il destino non era dalla sua parte.
Louis a sua volta sopirò pesantemente, stropicciandosi gli occhi quasi trovandoci un minimo di conforto in quel gesto.
«Oddio», soffiò anche, schiarendosi la voce e maledicendosi per la sua parlantina eccessiva.
Allora gli posò una mano sulla spalla, stringendo appena la presa e «Zay, non farti strane idee, ok? Può anche essere che i piani siano cambiati e la partenza rinviata», disse.
Ma, tuttavia, dalla voce di Louis trasparì chiaramente l’insicurezza e Zayn, oltre che ad accorgersene, aveva ormai capito anche che i piani di Lilith non sarebbero cambiati e se lui non ne fosse venuto a conoscenza grazie al suo amico chi saprà mai se la ragazza glielo avrebbe detto.
Una potente furia s'impossessò gradualmente e lentamente del corpo di Zayn, come un fuoco pronto ad ardere qualsiasi cosa avesse trovato lungo il suo cammino.
La rabbia prese a logorare ogni fibra del ragazzo che con una mossa fulminea si alzò dal materasso per poi posare in una mossa veloce quando praticamente inesistente gli occhi su Louis che deglutì rumorosamente per spostarsi poi sul bordo del letto.
Zayn non era mai stato uno di quei ragazzi con i particolari attacchi d'ira ma quel pomeriggio avrebbe volentieri scaraventato un mobile contro la parete e, perché no, uno anche fuori dalla finestra, giusto per il gusto di spaccare qualcosa.
Tuttavia il piccolo Ernest lo distrasse a sufficienza per evitare che combinasse qualsiasi casino.
Il bambino gli porse gli occhiali ed allora Zayn accennò quello che aveva tutta l'aria di essere un sorriso e battendo le mani tra loro tese poi le mani per invitarlo ad avvicinarsi. Era arrivata l'ora di tornare a casa e sapeva bene che Louis non voleva occupare il resto del suo tempo con il fratellino biondo e tremendo. Passati i primi minuti di tranquillità, Ernest avrebbe cominciato a correre da tutte le parti e di certo l'ultima cosa a cui avrebbe voluto pensare Louis era un bambino in preda al delirio.
Questo allora rimase a guardare il suo amico prepararsi ad uscire dalla stanza e solo dopo che Zayn ebbe salutato Louis con un cenno lieve del capo, che a malapena non si sarebbe notato se gli occhi chiari del castano non fossero stati fissi sulla figura dell'altro, si schiarì la voce per parlare un'ultima volta.
«Non fare cazzate, Zay.»
E Zayn acconsentì, afferrando delicatamente il braccino del piccolo Ernest e intimandogli dolcemente di salutare il fratello.
Louis sollevò una mano per sorridere al bambino e poi spostare lo sguardo nuovamente sul suo amico e «Non volevo che lo venissi a sapere in questo modo e, soprattutto, da me», disse.
Questo annuì liquidando il tutto, come se fosse un faccenda di poca importanza, con un gesto della mano.
Anzi ringraziò sotto voce Louis per averglielo detto perché qualche scenario davvero orribile stava cominciando a prendere vita nella sua testa e non era assolutamente una delle cose che voleva. Era consapevole di stare andando fuori di testa ma dentro di lui si alternavano così tante emozioni che non sapeva, con esattezza, a quale dare ascolto.
Perché qualcuno non lo aveva avvertito che essere innamorati comportava anche sbalzi d'umore giganteschi?
Per quando varcò la soglia di casa Tomlinson/Deakin l'emicrania di Zayn, a furia di pensare a troppe cose contemporaneamente, era già a livelli che andavano ben oltre la soglia di sopportazione massima.
L'aria che lo colpì in pieno viso, poi, fu peggio di qualsiasi doccia fredda avesse mai fatto e, distrattamente si permise di chiedersi cosa sarebbe mai successo se non fosse andato a casa di Louis quel pomeriggio e non avesse scoperto quel tassello tanto importante che Lilith si era premurata fino a quel momento di custodire come se fosse uno dei segreti più inconfessabili di sempre.
Perché, Zayn, sapeva bene che una volta che sarebbe arrivato a casa ed avesse visto la ragazza la calma che stava cercando di mantenere in tutti i modi possibili avrebbe vacillato ed una discussione bella e buona non gliel'avrebbe, ad entrambi, tolta nessuno
Bella merda.
Erano insieme da un giorno neanche e già avevano qualcosa per cui litigare.
Quando allora Zayn montò sulla sua macchina e girò la chiave per metterla in moto, sospirò pesantemente per l'ennesima volta e sperò che Lilith avesse una motivazione più che convincente perché non la voleva perdere proprio subito dopo essere riuscito ad averla completamente.
Non se ne parlava.
Se ce ne fosse stato di bisogno avrebbe lottato in tutti i modi per il loro amore perché, per lui, quel genere di fatica non rappresentava un'impresa così grande e Lilith, valeva ogni istante di questa battaglia che non avrebbe portato a nessuna goccia di sangue.
Batté un pugno sul volante e si costrinse a guidare fino a casa sua, nonostante la nausea e la voglia pari a zero di rientrare tra quelle mura che solo due ore prima aveva fatto fatica ad abbandonare.




Note autore:
Buon pomeriggio, care mie. Oggi c'è una bellissima giornata di sole e quindi mi è sembrato giusto postare il capitolo perché già ho sgarrato sabato scorso e non volevo farlo anche questa volta.
A proposito, volevo scusarmi per la mia assenza della settimana scorsa ma con la ripresa delle scuole non ho avuto un minuto di pace e anche oggi, nonostante sia sabato e giorno assolutamente sacro per me, devo studiare. Immaginate la mia felicità.
Però sono risorta come il sole che c'è fuori dalla mia finestra e quindi ci accontentiamo, che dite?
Spero vivamente che il vostro 2016 prosegua al meglio.
Bene a parte questo, ecco il capitolo!
Dio solo sa quanto tempo ho impiegato per scriverlo.
La fantasia sembrava essere sgusciata via e ho fatto davvero fatica a scrivere qualsiasi parola, nonostante sapessi bene o male come volevo che le cose dovessero proseguire per i miei personaggi. Insomma un gran giro per dire semplicemente che ho lavorato parecchio sopra questo pezzo.
Vengono svelate un po' di cose.
I "ti amo" detti così spesso, i pensieri profondi, il fatto di svegliarsi l'uno accanto all'altra ti fanno riflettere su quanto entrambi siano fortunati a trovare una persona che ha deciso di star loro accanto.
Sono tremendamente adorabili Zayn e Lilith insieme e sono contenta di aver formato questa coppia così affiatata.
La prima parte e metà della seconda si concentrano soprattutto sul loro amore e sul fatto che si sentono così tanto "strani", in senso buono ovviamente, ad intraprendere questa nuova esperienza.
Quando tuttavia Zayn si precipita a casa di Louis perché il suo amico non ha fatto altro che chiamarlo per un lasso di tempo così lungo da spazientirlo, non ha potuto fare a meno che accettare ed alzarsi dal letto, anche se aveva il corpo di Lilith schiacciato contro il suo, e uscire fuori al freddo.
I miei momenti Zouis sono l'unica cosa che mi spinge ad andare avanti e prego che nel futuro ce ne possano essere altri, anche se lo dubito vivamente. È veramente un peccato. Mi piacerebbe un sacco che un bel giorno sbucassero delle nuove foto di questi due. Per molto tempo sono stati davvero LA ship del mio cuore e quando vedo una loro foto mi rattristo sempre un po'.
Insomma io sono una di quelle persone che avrebbe voluto fermarsi persino a fumare una sigaretta con gli Zouis. Vi rendete conto di quanto sia disastrosa la situazione? Sono caduta un po' in basso, lo ammetto, ma fumare con Louis e Zayn è come un mio sogno proibito.
Bene, ormoni impazziti e filmini mentali a parte, riprendiamo il discorso.
Dunque, quando si parla di Louis non si può che pensare alla persona che non sa quando è il momento di tenere a freno la propria lingua.
Tuttavia, in fin dei conti, se ci si pensa bene Louis non ha fatto poi niente di tanto sbagliato perché sebbene avrebbe dovuto aspettare che fosse stato Zayn ad accennare l'argomento, lui gli ha svelato qualcosa che la sua ragazza non aveva intenzione di dirgli, almeno non nell'imminente futuro. Louis, in fin dei conti, ha fatto una cosa buona.
Mi spiace un sacco per il nostro Zayn ma, sfortunatamente, la vita non è sempre rose e fiori e qualche volta si complica, inevitabilmente. E nella maggior parte delle occasioni le cose più sconvenienti avvengono quando tutto fila liscio.
Non posso dirvi come andrà a finire la storia perché, primo, non lo so nemmeno io (stendiamo un velo pietoso su questo) e, secondo, non ci sarebbe gusto.
Ah, inoltre non potevo far mancare il piccolo Ernest. Davvero io adoro questo bambino ed anche la sua sorellina.
Vorrei fare un salto a casa di Louis solo per quei due bambini.
....E  detto questo dovrei ritirarmi.
Dio, oggi non so proprio cosa mi sia successo. L'effetto di troppe ore sui libri.
Alla fine il nostro Zayn si prepara per andare a casa ma, il brutto fatto, è che non vorrebbe davvero tornarci perché l'ultima cosa che vuole fare è quella di discutere, ma si rende perfettamente conto che non c'è altra soluzione. Un bisticcio è inevitabile.
Prima di concludere voglio che sappiate e che sia chiaro che quando scrivo "Lilith non è come tutte le altre", non sto dicendo e soprattutto descrivendo Zayn come un puttaniere. Scusate la franchezza ma non apprezzo questi pensieri su lui. Su lui o uno dei altri ragazzi. Proprio per niente. Che abbia avuto qualche relazione è normale ma con nessuna era come Lilith. Lei è davvero la più importante. Lei è la prima dove davvero si lascia coinvolgere dai sentimenti che prova.
Voglio che capiate bene perché non avrei mai avuto l'idea di descriverlo in questo modo orribile.
Bene, chiarito anche questo penso proprio che adesso sia ora di sparire perché un bel libro di italiano mi aspetta.
Come sempre, prima di lasciarvi definitivamente vi informo che per contattarmi potete provare anche su 
Ask e che per leggere quello che ho scritto nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente qui.
Vi dico, anche, che per la fine, come ho già accennato una della volte precedenti, non manca poi molto.
Mi scuso, inoltre, per gli eventuali errori ortografici che potranno saltarvi agli occhi e che provvederò a correggere il prima possibile.
Adesso che sono sicura di aver detto tutto mi dileguo perché sono davvero in ritardo. Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 18
*** XVIII ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

18

La casa era silenziosa quando Zayn varcò la soglia. L'unica eccezione era il leggero brusio proveniente dalla televisione in soggiorno.
Posò le chiavi sul mobiletto accanto alla porta e fece saettare gli occhi per quella parte della casa che poteva vedere.
Ispezionò cucina e salotto e quando si accorse che di Lilith, in quelle due stanze, non c'era la minima traccia si rilassò appena.
Si tolse le scarpe fin troppo lentamente e quando si accinse a salire le scale, stette attento a non saltare nemmeno un gradino: come invece faceva tutte le altre volte.
Avrebbe avuto voglia di scappare a gambe levate da quella casa, perché la sola prospettiva di intraprendere una discussione con Lilith era l'ultimo dei suoi pensieri, in quel momento, eppure lo sapeva e lo sentiva che sarebbe stato inevitabile.
Quando anche l'ultimo scalino fu sorpassato e si ritrovò in cima alla rampa, fece un lungo sospiro per cercare di liberarsi di quel peso, più pesante di quello che in realtà credeva, dal petto.
Tuttavia, questo, non parve alleviarsi, anzi una morsa dolorosa gli strinse il cuore e fu in quel momento che valutò veramente l'opzione di fare dietro front e chiudersi la porta di casa alle spalle ma, tuttavia, non voleva assolutamente che qualcosa di tanto prezioso ed importante come Lilith gli scivolasse tra le mani e se lui se ne fosse andato in quel momento e avrebbe fatto qualcosa di stupido, perché sapeva bene che in un modo o nell'altro avrebbe fatto qualcosa che non andava bene, avrebbe rischiato di perdere Lilith e di ritrovarsi, alla fine, con niente.
Quindi ingoiò il groppo che gli impediva di respirare normalmente e si fece forza per avanzare lungo il corridoio.
«Non è niente di trascendentale», si continuò a ripetere mentre camminava.
Insomma, non stava andando di certo all'inferno.
Quando giunse in prossimità della camera da letto, solo allora sentì la voce di Lilith, proveniente dal bagno, che intonava una canzone vecchia e tremendamente romantica.
Per intenderci, un brano che sarebbe stato capace di farti venire una carie a forza di ascoltarlo.
Per questo Zayn alzò gli occhi al cielo e senza che nemmeno se ne accorse sulle sue labbra si disegnò uno splendido quando inaspettato sorriso.
La voce della ragazza non si poteva definire intonata, non rientrava di certo nella categoria “voci eccezionali” ma neanche in “voci peggiori”. Era una metà via, e la si poteva definire tranquillamente neutra, chiunque l'avrebbe definita tale eppure Zayn non poté non pensare che in qualche modo fosse tenera e dannatamente adorabile.
Ecco, a volte si chiedeva se questi pensieri fossero normali ed ogni volta arrivava alla conclusione che, forse, l'unica persona di sua conoscenza che poteva pensare quelle cose potesse essere Liam, allora faceva una smorfia perché il suo amico era davvero troppo romantico, la maggior parte delle volte.
In altre parole, avrebbe vomitato volentieri.
Non che lo considerasse sbagliato, ma di certo Zayn non era quel tipo di persona da esternare così spudoratamente i suoi sentimenti.
Già dire ad alta voce a Lilith che l'amava gli era costato riflessioni su riflessioni ed una vera e propria confessione a Louis.
Dannazione era caduto davvero a livelli bassi raccontando quelle cose.
Si convinse allora che nemmeno Waliya o Doniya si erano mai comportante in quella maniera.
Scacciando però il pensiero delle due sorelle su come raccontavano qualcosa, parve ricordarsi solo in quel momento del perché il suo umore fosse così volubile e gli bastò un minuto per arrabbiarsi di nuovo.
Nervosamente si passò una mano tra i capelli e imboccò la strada per la camera.
Il letto era rifatto, notò, e, non seppe nemmeno lui il motivo veritiero, ma quel semplice fatto lo fece incazzare ancora di più di quando già non fosse.
Soffiò, a quel punto, l'aria dal naso e la rabbia prese il sopravvento in lui.
Con un gesto fulmineo e scattante si sporse quel poco necessario per afferrare il piumone per scaraventarlo a terra e lasciarlo esattamente lì.
Poi si sedette sul bordo del letto, puntellò i gomiti sulle gambe e si mise la testa tra le mani, decidendo, o meglio obbligandosi, ad aspettare l'uscita dalla doccia di Lilith per dare di matto.
Non ci volle poi molto perché la diretta interessata aprì la porta del bagno, rivelando la sua presenza nella stanza.
La osservò accigliato, non appena sollevò la testa e lei apparve nel suo campo visivo: i capelli biondi legati in modo improvvisato e confusionario, da cui oltretutto alcune ciocche erano sfuggite e che, di conseguenza, si erano inumidite.
Le gambe snelle e lunghe erano scoperte, l'asciugamano che copriva i punti salienti e piccole gocce che costellavano le spalle e quella parte del petto che s'intravedeva prima della arricciatura del tessuto.
Ancora lo lasciava quasi sorpreso constatare che fossero arrivati al punto che lei gli rubava gli asciugamani con una tale naturalezza da non farci nemmeno caso, come se fosse stata sempre abituata a farlo e tutte le volte questa piccola quanto banale azione lo faceva sentire felice, quasi come se avesse veramente trovato il posto a cui apparteneva ed in cui voleva, in un modo o nell'altro, restare.
Era bellissima, non poté che constatare Zayn, perché sebbene fosse arrabbiato, o per meglio infuriato, con lei, le guance rosse per il vapore e gli occhi sgranati privi di trucco della ragazza non gli permisero di pensare diversamente.
S'inumidì le labbra e si concesse un'ultima ed approfondita occhiata, era pur sempre un ragazzo (suvvia!), prima di sospirare pesantemente e prepararsi a quello che sarebbe successo.
Non era poi il finimondo, no?
Tuttavia, non fece in tempo ad aprire bocca perché Lilith sorrise a Zayn e «Ciao anche a te», cinguettare.
Il suo sorriso radioso, arrivava agli occhi, illuminandoli di una luce quasi innaturale.
Zayn se ne accorse, ma diversamente dalle altre volte, non riuscì a ricambiare quel gesto con la solita spontaneità. Lilith, tuttavia, non parve notare minimamente la rabbia che aleggiava intorno alla figura del ragazzo. Anzi, imperterrita, proseguì il suo cammino fino alla borsa posta su una sedia, afferrando la confezione di crema che si metteva sempre subito dopo la doccia. Fece, successivamente, una piroetta su sé stessa e con infinita grazia si sedette sul bordo del letto, accanto a Zayn.
A quel punto, si girò il tempo necessario per date un'occhiata sommaria al suo ragazzo per poi avvicinate le sue labbra alla guancia dell'altro.
Zayn, con la coda dell'occhio la vide avvicinarsi ed, in quel momento, non voleva essere toccato da nessuno e, per quanto gli doleva ammettere a sé stesso, Lilith era proprio l'ultima di questa lista.
L'aveva deluso.
Lei allora parve accorgersi che qualcosa non andava e la sua espressione, prima serena, ora era confusa. Le sue sopracciglia chiare si aggrottarono velocemente e le sue labbra si dischiusero, senza tuttavia emettere alcun suono.
Però il silenzio che improvvisamente tenne prigionieri i due ragazzi non durò molto perché, a quanto pare, Lilith, dopo una serie di profondi respiri, si era schiarita la gola e «Tutto bene, Zay?»
Zayn chiuse gli occhi quando la lingua della ragazza accarezzò il suo soprannome con una tale fluidità e facilità che mai si sarebbe aspettato, serrò le palpebre e strofinò le dita sopra di esse. Poi fece passare una mano tra i capelli, come spesso faceva.
Non era sicuro che rispondendo alla domanda della ragazza sarebbe riuscito a mantenere la calma per molto ma al tempo stesso voleva, esigeva e pretendeva delle risposte perché da quando era venuto via da casa di Louis non aveva fatto altro che interrogarsi di continuo, non riuscendo a pensare ad altro.
Santo cielo, era proprio rovinato su tutti i fronti.
«Zayn?» Lo richiamò ancora Lilith.
A quel punto sollevò la testa, puntando però gli occhi sulla parete di fronte a lui.
Avrebbe detto quello che c'era da dire, per almeno questa volta, perché, sotto un certo punto di vista, avrebbe preferito perderla dopo averle detto tutto quello che pensava, piuttosto che lasciarsela scappare senza mai averci provato veramente. Perché è vero quando si dice che gli ostacoli della vita ti colgono impreparato e si presentano sempre nel momento in cui tutto va bene, o almeno pensi che tutto vada bene. Ma sta a te decidere se saltare questo piccolo o grande impedimento per cercare di superarlo ed uscirne più forte di prima o impaurirti di fronte a questo e preferendo fare marcia indietro, rinunciando a quello che vorresti ma che non potrai mai ottenere perché sei stato troppo codardo.
Ecco, Zayn, forse per troppo tempo, era stato una di quelle tante persone che si era bloccato all'ostacolo dell'amore, senza mai decidere di superarlo. Tuttavia, questa volta c'era di mezzo Lilith e, se aveva imparato qualcosa, tutto quello che aveva fatto in passato non contava più nulla perché lei era riuscita a stravolgere il suo modo di vedere in tante cose.
Lei era diversa, unica e particolare e, detto sinceramente, non sapeva quale santo ringraziare per avergli dato la possibilità di stare al suo fianco.
Era la ragazza più imprevedibile, strana e allegra che conoscesse ma non l'avrebbe mai scambiata con nessun’altra.
Mai e poi mai.
Tuttavia, i suoi pensieri tornarono presto al nocciolo della questione ed allora, senza più peli sulla lingua «Te ne vai», disse.
Lilith sulle prime non capì, aggrottò, se possibile, ancora di più le sopracciglia e la fronte si corrugò, formando una serie di pieghettine adorabili.
Allora Zayn scosse la testa e dalle labbra gli sfuggì un rantolo di risata amara.
«Te ne torni a Manchester tra qualche giorno. Te ne vai», aggiunse.
Solo a quel punto la ragazza parve capire completamente, perché il suo splendido viso sbiancò di colpo, le mani che aveva appoggiato sulle cosce presero a tremare appena, spostandosi alternativamente dai fianchi alle gambe, con una sosta di pochi secondi in entrambe le zone.
S'inumidì troppe volte le labbra, diventate improvvisamente secche come un deserto, per cercare di occupare tempo e per trovare le parole giuste da dire.
I suoi occhi erano sbarrati, e con il terrore impresso in essi.
Alla fine Lilith scosse la testa, pettinandosi con una mano i lunghi capelli biondi «Come fai a saperlo?» Sussurrò.
Zayn dapprima la guardò diffidente poi alla fine i suoi occhi tornarono sulla parete, ma soli pochi istanti si sollevò dal materasso, portando maggiore distanza tra il suo corpo e quello della ragazza.
Scoppiò nell'ennesima risata amara che gli costò un dolore al petto.
«La domanda qui non è come cazzo faccio a saperlo!»
Lilith non trovò nessun pretesto per frenare l'urlo improvviso de ragazzo che la fece sobbalzare. Zayn aveva il pieno diritto di arrabbiarsi e di urlare. Inoltre erano in casa sua e di certo, la ragazza, non poteva dirgli come comportarsi.
«Dannazione, stavi per andartene e non mi volevi dire nulla. Questo è il vero problema.»
Nonostante tutto gli fu grato che avesse abbassato la voce. Era sicura che altrimenti i vicini avrebbero cominciato a preparare i popcorn per mangiarli mentre ascoltavano la loro lite.
Ok, forse non era il momento adatto per scherzare su queste cose.
Lilith non sollevò il capo per guardare Zayn, i capelli le coprirono il viso allo sguardo del ragazzo, se mai avesse voluto lasciarle un'occhiata. Si portò una mano alla bocca perché improvvisamente la nausea s'impadronì di lei, ed in più non aveva la più pallida idea di come reagire.
«Zay, non è come pensi.»
Di tute le cose che poteva dire aveva scelto la più stupida. Ecco, quando si parlava di fare scelte giuste Lilith era sempre la migliore in questo campo.
Zayn allora sollevò un sopracciglio, mentre velocemente portò i suoi occhi sulla ragazza per poi riposarli su un altro punto qualsiasi, basta che non fosse Lilith, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
«Non è come sembra? A me pare fin troppo chiaro», ribatté dunque Zayn.
Non poteva credere a ciò che le sue orecchie avevano appena sentito.
Ogni respiro gli costava fatica perché per quanto fosse restio ad ammetterlo lui teneva fin troppo a Lilith per vederla andar via dalla sua vita. Non avrebbe mai voluto che si allontanasse da lui perché, dopotutto, l'amava e l'amore, per quando complicato a volte possa essere, non va mai preso sottogamba o snobbato.
«Non volevi condividere con me i tuoi piani. Questo è abbastanza offensivo, per me.»
Lilith rimase con il capo abbassato mentre le parole del ragazzo la colpivano come la lama di un coltello affilato, ferendola proprio al centro del petto e provocando una brutta ferita che non sarebbe guarita facilmente. Poteva comprendere e capire la rabbia di Zayn perché anche lei, al suo posto, si sarebbe infuriata e sarebbe stata amareggiata.
In fin dei conti Lilith aveva preso una decisione senza confrontarsi con lui e per quando entrambi sapevano che prima o poi sarebbe dovuto succedere che lei sarebbe dovuta tornare a casa sua, nella sua città, avevano ignorato questo particolare preferendo godersi la felicità attimo per attimo.
Ma la verità era solo una: Lilith avrebbe voluto parlargliene il giorno dopo aver ricevuto la chiamata da sua madre ma da quel momento in poi le cose tra i ragazzi si erano evolute, avevano capito che ad entrambi non bastava più la scusa del “siamo solo semplici amici” e quindi la cosa le era sfuggita di mano. Sua madre aveva contattato Johannah, un po' di tempo fa, cogliendo l'occasione per ringraziarla dell'ospitalità, aggiungendo che sarebbe arrivata entro la fine della mese per prendere Lilith e portala di nuovo  casa.
Certo, quest'ultima era una ragazza adulta ma Lilith sapeva bene quanto sua madre contasse su di lei a casa e quindi di certo non si sarebbe potuta rifiutare di accontentarla per come le era possibile.
Le aveva fatto piacere passare un po' di tempo nella città dov'era nata, stare con Johannah, rivedere Louis e tutte le sue sorelle, conoscere i due nuovi arrivati. Ernie e Doris. Le aveva fatto piacere lavorare al K2O, essere la babysitter di Safaa. Ma soprattutto le aveva fatto piacere, o per meglio dire immensamente piacere, conoscere Zayn.
Con lui era scattato qualcosa fin dalla prima sera che i loro sguardi entrarono in contatto, anche se furtivamente e per solo pochi secondi. Era una storia d'amore un po' complicata la loro ma altrettanto bella e affascinante perché di solito ciò che è difficile attrae e conquista più di qualunque altra cosa.
E loro lo sapevano bene.
«Da quanto lo sai?» Chiese a quel punto Zayn, passandosi una mano tra i capelli corvini più spettinati che mai.
Lilith fece un profondo respiro e, dopo quella che parve ad entrambi un'eternità, sollevò la testa, senza tuttavia scostarsi dal materasso. Con un solo asciugamano addosso si sentiva vulnerabile.
S'inumidì le labbra, leggermente secche, e «Da abbastanza tempo da essere sicura che tu non lo voglia sapere», confessò.
Il ragazzo allora sospirò pesantemente, considerandosi sconfitto e stringendo tra le dita l'attaccatura del naso per provare, invano, a calmarsi.
«Cioè», esordì con voce un po' troppo squillante, «tu sai, da quanto ho capito, da tanto tempo che te ne saresti andata e hai preferito non dirmi niente piuttosto che parlarne per vedere di affrontare la situazione?»
Lilith chiuse gli occhi per qualche istante perché per quanto gli costasse fatica ammetterlo, le parole del ragazzo che stava in piedi accanto a lei, erano veritiere al cento per cento.
Allora si vide costretta, anche perché non aveva altre possibilità, ad annuire.
Avrebbe voluto piangere, dare il via libera alle lacrime che le appannavano gli occhi di scorrere senza alcun problema sulle sue guance ma si dovette trattenere perché era lei quella dalla parte del torto e non si poteva di certo permettere una scenata.
E poi, che senso aveva ormai piangere sul latte versato?
Aveva fatto una scelta ed, indipendentemente dal fatto che la considerasse giusta o sbagliata nel momento della sua decisione, adesso ne stava pagando le conseguenze.
«Fantastico. Oserei dire, Lilith, che il tuo modo di agire è stato perfetto.»
Con una punta di sarcasmo, Zayn, lasciò che le sue parole aleggiassero nell'aria.
La ragazza con una mano si asciugò le piccole lacrime incastrate agli angoli degli occhi e poi si lasciò sfuggire un respiro tremolante.
Ma, quello che disse dopo Zayn, la colpì nel profondo perché era sempre stata convinta che da quelle labbra sarebbe uscito niente del genere.
Zayn era arrogante in molte occasioni, ti osservava così attentamente da non perdersi nemmeno il minimo dettaglio, era taciturno e tendeva a rimuginare e lungo sui suoi pensieri.
Proprio per il fatto di essere un tipo silenzioso faceva delle sue parole buon uso. Un qualcosa che poteva usare a duplice scopo: o semplicemente per colloquiare in modo civile con gli stava attorno o come una vera e propria arma per proteggersi, per evitare di ferirsi.
Ed infatti quando pronunciò un freddo, inespressivo «Vattene», rivolto a Lilith, questa si stupì di quello che aveva appena detto Zayn.
Infatti trattenne il respiro a lungo perché non era sicura di aver capito bene ma alla fine il ragazzo si voltò con una furia mai vista prima, rischiando anche di rompersi l'osso del collo per lo scatto improvviso. Digrignò i denti e «Vattene. Immediatamente», ripeté, con l'espressione più arrabbiata della storia.
Lilith assentì e solo quando lui si dileguò dalla stanza, ovviamente sbattendo la porta, si concesse di osservare il letto e chiedersi come fossero riusciti a passare dalla mattina rilassante e piena d'amore a lui che la cacciava dalla sua casa.
Poi le bastò osservare la borsa ai piedi del letto per ricordarsi che tra pochi giorni avrebbe fatto le valigie e avrebbe definitivamente levato le tende da quel posto e chissà quando ci sarebbe tornata. Ecco perché avevano litigato.
Però, mentre sistemava la sua roba nella borsa si chiese distrattamente chi mai avesse dato a Zayn quella notizia che aveva cercato di custodire con tanta segretezza da aver pensato per un primo momento di aver fatto un bel lavoro. Tuttavia non aveva idea di quanto si sbagliasse.




Note autore:
Buon pomeriggio a tutte, mie principesse adorate!
Dio, mi vergogno veramente per questo ritardo di una settimana ma davvero per problemi scolastici non ho avuto un solo minuto libero ed in più ci possiamo mettere anche il fatto che a quanto pare l'inspirazione mi ha completamente abbandonata. Questa è la cosa peggiore che possa accadere ma purtroppo con il troppo stress è possibile.
Grazie a Dio, però, è finito il primo quadrimestre e posso riaquistare un po' di libertà e tranquillità fino al prossimo periodaccio.
Vi do un consiglio: scartate l'idea di fare un liceo in principio se volete conservare un minimo di sanità mentale. Io sto già facendo il conto alla rovescia per i giorni che mancano all'estate. Questi sono i miei livelli di disperazione.
Ok, però adesso ho parlato fin troppo di cose che non centrano nulla con il capitolo e che di sicuro, a voi, non interessano.
QUINDI, passiamo a qualcosa di decisamente più importante.
Siamo arrivati ufficialmente al diciottesimo capitolo e non mi capacito davvero di averne fatti così tanti (per una persona che scrive solo os sono davvero molti).
Purtroppo non è un capitolo molto allegro perché Zayn è così incazzato con Lilith che non può fare a meno che farle una sfuriata e dare inizio ad un bisticcio in piena regola. Ecco, per quanto riguarda questa lite non ho voluto fare niente di nulla eccessivamente aggressivo: della serie niente urlate pazzesche e insulti a non finire. Ho preferito che Zayn mantenesse un timbro di voce quasi neutrale, come se in qualche modo fosse già di partenza sconfitto. Come ho scritto nel capitolo lui ha davvero paura di perdere Lilith, perché dopo tutta la fatica che ha fatto per conquistarla, ora che è sua sta rischiando di perderla e non può davvero permetterselo.
D'altro canto però lei l'ha deluso quindi in qualche tratto alza la voce, come penso sia normale.
Chi di voi sarebbe capace parlare con una persona con cui si è arrabbiati senza alzare di un minimo la voce in determinati momenti?
Ma Zayn, è un bravo ragazzo e per quanto la voglia di urlare contro Lilith sia tanta, lei è pur sempre una ragazza e non si permetterebbe mai di trattarla male. È un bravo ragazzo.
Però non è solo arrabbiato ma anche ferito perché sebbene nel profondo si aspettasse che un giorno Lilith sarebbe dovuta tornare a casa non si aspettava di certo di scoprire questa notizia scioccante il giorno dopo il suo compleanno e appena dopo aver esposto così tanto i suoi sentimenti.
Ah, ragazze mie, non dimenticatevi mai che le difficoltà, nella vita, spuntano come funghi quando meno ve lo aspettate. Io stessa lo sto provando sulla mia pelle.
Zayn, e posso capirlo bene, è amareggiato e confuso ma non può di certo farci niente.
Ecco, un'altra cosa che ci tengo a chiarire è che è vero che Lilith sia grande ormai, insomma per quanto grande una ragazza di vent'anni possa essere (sì è più piccola di Zayn) ma lei, almeno per il prossimo futuro, non ha intenzione di abbandonare casa sua, dove c'è ovviamente sua madre, e quindi è ovvio che la donna in questione la passi a prendere per riaverla di nuovo con sé.
Inoltre, cosa che non ho scritto e che non so se inserirò (consideratelo come un segreto che vi svelo) Lilith ha intenzione di iscriversi all'università e riprendere a studiare.
Beh alla fine di tutto, le parole che Zayn si lascia sfuggire dalle labbra sono le stesse che Lilith non pensava che avrebbe mai sentito. È un vero colpo per il suo cuore ma a quel punto doveva aspettarsi una cosa del genere.
Voi che dite?
Ok, anche per oggi mi sono dilungata fin troppo ma davvero quando comincio a scrivere le mie note autore non riesco più a fermarmi, a meno che non me lo imponga.
Prima di dileguarmi vi ricordo, as always, che per vedere tutto quello che ho pubblicato nei mesi precedenti basta che clicchiate semplicemente 
qui e per contattarmi potete provare anche su Ask (anche se non lo uso molto).
Dico anche che nel caso ci fossero eventuali errori ortografici, provvederò a correggerli il primo possibile.
Ah, mie care fanciulle, nel caso non lo sappiate ma ne dubito fortemente, ieri è uscito il video della prima canzone da solista di Zayn. Sono davvero orgogliosa del mio baby e come una mamma faccio pubblicità al mio bambino perché sento di dover lo fare. Gli voglio davvero troppo bene e non posso che essere felice per la nuova strada che ha deciso di intraprendere ed io, sempre e comunque, lo sosterrò.
Ho già spiegato in qualche scritto che Zayn significa veramente tanto per me e che è stato il mio punto di forza in tante situazioni a me sfavorevoli. Gli sono davvero grata per quello che, incosciamente, ha fatto per me. Per tanto, da quale pazza sono, vi pubblico il link del 
video (guardatelo perché è davvero una perla). Mi piace pensare che non sarò l'unica a passarci tutti i minuti successivi delle giornate che verranno. A volte è meglio ascoltarmi senza ribattere e lasciarmi perdere perché mi stupisco anche io di quello che dico.
Ah, e poi Zayn e Gigi sono la mia nuova otp. Dopo gli Zouis e gli Ziam, però. Che nessuno mi tocchi queste otp perché potrebbe trovarsi con un occhio nero.
Bene, con questo chiudo definitivamente. Grazie per l'attenzione e spero proprio di essere puntuale per il sabato che verrà. Alla prossima. xx
-Micol :)

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Capitolo 19
*** XIX ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

19

Due settimane dopo Bradford era ricoperta da uno spesso strato di neve che rendeva difficile ai cittadini muoversi ma che richiamava a gran voce i bambini di tutte le età che non facevano altro che pregate i genitori affinché li portassero fuori a giocare.
Safaa era una di quelle. Impiegò un intero pomeriggio per cercare di convincere Thisha a portarla fuori il giorno successivo. La madre sebbene non d'accordo, dopo infinite suppliche, si ritrovò ad annuire esasperata perché la bambina non sembrava assolutamente intenzionata a smettete.
Le temperature erano davvero basse e per il resto del fine settimana non sarebbero cambiate. Trisha era titubante per questo, solo per uscire qualche secondo dalla porta bisognava coprirsi veramente bene. Tuttavia ormai aveva deciso che avrebbe speso il suo giorno libero al parco con la figlia piccola e magari al ritorno, giusto per riscaldarsi, si sarebbero concesse una cioccolata calda. In questo modo avrebbe accontentato il palato di Safaa, il suo e quello del piccolo bambino che cresceva lentamente dentro di lei.
Il Far Away e il K2O, invece, lavoravano come al solito, imperterriti e totalmente indifferenti al tempo meteorologico. Fino a che ci sarebbero stati i clienti loro non sarebbero andati da nessuna parte.
Niall e Liam bazzicavano, nel loro tempo libero, in entrambi i locali.
Insomma tutto sembrava proseguire alla normalità. Ognuno trascorreva la propria vita senza particolati intoppi e questo non sembrava creare particolari problemi a nessuno.
Zayn non vedeva Lilith da quel pomeriggio a casa sua, quello che sembrava tanto vicino ma al tempo stesso distante anni luce. Il giorno dopo era stato davvero tremendo e non pensava sarebbe stato così doloroso non vedere la ragazza gironzolare per casa e preparargli la sua tazza di caffè.
Era stato brutto e diverso anche svegliarsi in quel letto troppo vuoto e freddo.
Non c'era più nulla di quella routine che aveva acquistato in poco tempo ma che gli piaceva così tanto. Tutto era cambiato nel giro di poche ore e, lui, doveva cercare di farsene una ragione perché, oramai, quel che era stato fatto era fatto e non ci sarebbe stato modo per cambiarlo.
Zayn, non rimpiangeva la sua decisone, quello per nulla al mondo. Aveva semplicemente fatto quello che riteneva giusto e andava piuttosto orgoglioso di averlo fatto.
Louis lo aveva chiamato subito dopo aver visto rientrare in casa una Lilith in lacrime.
Il ragazzo aveva aggrottato le sopracciglia e liberato un respiro profondo quando capì che, lui, in tutta quella tragedia aveva un ruolo.
Zayn aveva liquidato la chiamata velocemente, facendo più mugoli che parole pronunciate. Louis, la cui pazienza era quella di un lombrico, si stufò alla svelta e dopo aver asserito un «Chiamami quando farai meno il cazzone», gli attaccò il telefono in faccia
Sì, a lui piaceva essere maledettamente schietto.
Ci vollero solamente pochi minuti perché il moro riprendesse il cellulare, che nel frattempo aveva lanciato contro la testiera del letto, per cercare tra le chiamate recenti il nome del suo amico. Louis rispose esattamente tre squilli dopo e da quel momento per le successive due ore rimasero a parlare di tutto e di niente. Parlarono un po' di quello che era accaduto con Lilith, di come si sentisse Zayn e di mille altre cose differenti, giusto per cercare di risolvere la situazione ma, il ragazzo in questione aveva presto chiarito che non sarebbe stato lui a fare qualsiasi primo passo. Lei gli doveva delle spiegazioni, ancora.
Liam, Niall ed Harry sapevano solo le cose essenziali della vicenda ma ciò non impediva loro di dire la propria opinione ogni volta che l'argomento passava loro per la mente. Zayn sbuffava spesso e si concedeva il lusso di alzare gli occhi al cielo perché dopo un po' diventava difficile ascoltare consigli di qualunque genere su una ragazza a cui Harry ci aggiungeva “della tua vita”, in direzione di Zayn.
Quest’ultimo, la prima volta che l'aveva sentito dire una cosa del genere era sbiancato e si era anche affrettato a fare qualche passo indietro, giusto per allontanarsi dall'amico, scuotendo violentemente la testa come per cancellare le parole appena sentite.
D'accordo che l'amava, che stava ancora soffrendo per il distacco improvviso ed un'altra serie di fattori ma definirla “amore della sua vita” gli sembrava eccessivo perfino per i sentimenti che provava.
Tuttavia, Harry continuava imperterrito a pensarla in questa maniera.
Zayn non aveva più messo piede all'interno del K2O, se non fatta eccezione per qualche rara volta.
Louis stesso ogni volta si assicurava che la ragazza stesse in casa prima di dare il via libera all'amico.
Come tale rompiscatole anche quel mercoledì Louis aveva chiamato Zayn e gli ci erano volute almeno una decina di telefonate prima che il moro si degnasse di rispondere con voce roca ed assonnata.
«Ti prego, dimmi che non sei già a letto alle dieci di sera», piagnucolò Louis.
Zayn allora alzò gli occhi al cielo. Per quale motivo l'amico rompicoglioni era toccato proprio a lui? Aveva forse fatto qualcosa di male in una sua vita passata?
Ancora non sapeva darsi una spiegazione.
Il grugnito che allora seguì le parole del primo non fu per niente carino.
«Oh coraggio Zay!»
Questo chiuse gli occhi quando la voce, petulante e cantilenante, di Louis entrò in contatto per la seconda volta con il suo timpano destro.
Di una cosa Zayn era sicuro: non si sarebbe mosso dal suo divano.
Ma, al tempo stesso, era anche sicuro che ciò Louis non lo avrebbe mai e poi mai accettato.
«Lou, sono stanco. Questa mattina ho lavorato parecchio», asserì dunque con la speranza che il suo amico comprendesse e lo lasciasse in pace.
Tuttavia, Louis non aveva la minima intenzione di mollare così presto: non era nella sua natura.
«Testa di cazzo, non ci sei neanche andato a lavorare, questa mattina.»
Zayn lasciò perdere la mancanza di finezza del castano nel rivolgerglisi e semplicemente si dedicò a liberare dalle labbra un sospiro pesante.
Poi chiuse gli occhi. Possibile che nemmeno uno dei suoi amici si facesse i cazzi propri?
«Beh stanco lo sono», affermò allora.
«Zay, lo sai che molte delle tue cazzate sono offensive?»
In effetti, che anche la stanchezza fosse una bugia bella e buona era vero perché Zayn era seduto nel salotto di casa sua, con una birra ghiacciata, perché sì, nonostante le temperature bassissime, lui la beveva solamente fredda, a guardare per la milionesima volta una serie indefinita di episodi di “How I Met You Mother”.
Certo, la storia di come Ted aveva incontrato la sua anima gemella era bella e romantica ma anche maledettamente deprimente, per uno come lui.
«Perché non vieni a farti un giro? Giusto per respirare un po' di aria che non sia quella viziata di casa tua.»
Zayn emise l'ennesimo grugnito della serata e «No», asserì preso prima di concludere la chiamata.
Inutile dire che pochi istanti dopo l'amico riprese a chiamarlo senza sosta e il moro rifiutò ogni chiamata.
Dieci minuti e almeno trenta chiamate dopo il telefono smise definitivamente di suonare e allora Zayn si concesse il lusso di sospirare soddisfatto. Per una volta era riuscito a far desistete Louis.
Tuttavia si sa che non è un bene cantare vittoria troppo presto perché quando il suono del campanello echeggiò per le pareti della casa di Zayn, lui stesso alzò gli occhi verso il soffitto e pregò che non fosse chi pensava.
La figura di Liam e Louis apparvero davanti a lui ancor prima di quello aveva sperato e dopo una lunga occhiata ad entrambi si limitò a rimanere sulla soglia della porta, inarcando le sopracciglia.
«Cosa volete?»
Louis con una spallata per niente leggera si fece strada nell'abitazione e Liam lo seguì, pulendosi le scarpe prima d'entrare, però.
Zayn borbottò qualcosa ed asserì anche un «Accomodatevi pure», totalmente ironico.
Louis si fermò al centro del salotto, incrociò le braccia al petto e «Sei pronto?» Chiese.
Zayn allora fece saettare i suoi occhi castani dalla figura dell'amico a quella di Liam che lo osservava impassibile. Si era forse perso qualche parte di una conversazione che evidentemente i ragazzi avevano pensato di avere con lui?
«Scusate?»
«Te l'ho detto che non te ne saresti stato in casa anche questa sera a piangerti addosso.»
Tecnicamente guardare gli episodi di una serie tv non era per Zayn piangersi addosso ma si rendeva perfettamente conto di quanto la situazione fosse ridicola. Ma questo, di certo, non cambiava il fatto che non avrebbe mosso un passo da casa sua.
Sarebbe rimasto intrappolato in quella vecchia tuta grigia della Nike e avrebbe bevuto le sue due o tre birre da solo prima di andare a dormire e prepararsi per un'altra giornata uguale alla precedente.
«Ed io ti ho detto che sarei stato in casa», ribatté allora.
«Tecnicamente non hai usato queste parole.»
«Nemmeno tu l'hai fatto, se la vogliamo mettere così.»
Zayn aveva le mani appoggiate sui fianchi e con sguardo omicida fissava il suo amico che evidentemente di starsene zitto e di farsi gli affari non ne era capace.
«Hai cinque minuti per renderti presentabile.»
Louis era testardo, questo Zayn lo sapeva già, quando decideva una cosa era quella e non c'era di certo verso di fargli cambiare idea. Scontrarsi con Louis era come andare dritti contro un muro. In poche parole: non avevi alcuna possibilità di uscirne vivo.
Tuttavia, quella sera, c'era qualcosa di diverso in lui. Non c'era solo la cocciutaggine dalla sua parte ma anche qualcos'altro che Zayn non era ancora riuscito a capire.
«Non ho intenzione di rendermi presentabile», asserì Zayn usando appositamente le parole di Louis.
«La metti così?»
Il moro aggrottò le sopracciglia, puntano i suoi occhi sulla figura dell'amico che si stava sforzando a non sorridere.
Qualche istante dopo le sue labbra si dischiusero e mentre Louis pronunciò un «Mi dispiace», Liam si mosse dalla sua postazione fino a caricarsi Zayn sulle spalle.
«Ma che cazz...? Liam, santo cielo, mettimi immediatamente giù!»
Louis allora scoppiò in una risata fragorosa, spegnendo il televisore e dando il via libera a Liam per muoversi.
Era per caso finito in un film di mafia a sua insaputa?
«Dannazione!» Imprecò Zayn. «Ragazzi, smettetela di fare i cazzoni.»
«Te l'avevo detto che non te ne saresti stato in casa. A costo di passare sul mio cadavere.»
Il moro alzò gli occhi al cielo, allora, perché come sempre Louis era così melodrammatico da risultare quasi ridicolo. Tuttavia, in quell’occasione, Zayn l'avrebbe preso a pugni.
Fin troppo presto, però, il fondoschiena di Zayn toccò il sedile dell'auto di Liam e proprio questo asserì uno «Scusa, amico», prima di chiudere la portiera e salire al posto del guidatore.
Beh, il tempo per tirare un pugno a Louis lo avrebbe trovato più avanti. La serata era ancora lunga.

Zayn varcò la soglia del K2O con le braccia incrociate al petto ed un broncio sul viso che nemmeno sua sorella Safaa era in grado di fare.
Louis apparve presto al suo fianco e, poggiandogli una mano sulla spalla, si voltò nella sua direzione.
«Per la misera, Malik, sorridi altrimenti con il tuo muso posso dire addio ai miei clienti.»
Niall e Harry non si chiesero nemmeno perché Zayn se ne stette semplicemente in silenzio, assottigliando gli occhi, caricandoli di una furia omicida mai vista prima.
«Lou, perché non lo lasci un po' in pace, adesso?»
A parlare per far calmate un po' le acque era stato Harry che, con un sorriso conciliante sul volto, porgeva a Zayn una birra fredda. Questo l'afferrò senza particolari problemi e dopo aver puntato un dito in direzione di Louis «Questa la offri tu», decretò con un tono di voce che non comprendeva repliche.
«Naturalmente», bofonchiò quindi il suo amico.
Niall scivolò sullo sgabello accanto e con una mano batté su quello vuoto. «Coraggio Zay, vieni a sederti.»
Il ragazzo in questione fece prima scorrere l'intero locale con occhi attenti, giusto per vedere che non ci fosse qualcuno di non gradito ma Louis, come al solito, lo precedette.
Quel ragazzo aveva per caso il potere di leggere nella mente?
Fatto sta che quando «Non c'è stasera», pronunciò, Zayn sì sentì subito più sollevato.
Ultimamente considerava il bar come una sorta di campo minato. Era pericoloso solo avvicinarsi.
Harry gli assestò una pacca sulla spalla non appena Zayn si sedette al suo posto e Niall gli rifilò, poco carinamente, una gomitata nelle costole.
Bene, oltre che essere finito nel bel mezzo di un film mafioso, improvvisamente si era anche ritrovato ad un incontro di box.
A volte le sue giornate prendevano pieghe davvero strane.
«Cosa ci racconti Zay?» Domandò quindi poi Harry.
E Zayn si lasciò scappare un sospiro prima di biascicare qualche parola. Beh questa poteva anche essere considerata normalità.
Tuttavia, proprio quando la serata stava cominciando a decollare per la piccola compagnia di amici, qualche bottiglia in più era sul bancone lucido, i clienti si stavano piano piano dileguando fino a che nel bar non rimasero solo i cinque ragazzi, l'atmosfera rilassata e gioiosa fu smorzata dal rumore della porta che si chiudeva e dalla figura di Lilith che apparve avvolta nel suo pesante cappotto, con tanto di sciarpa che nascondeva metà del suo volto.
Erano giorni che non lavorava più al K2O e se mai le capita di farci un salto si assicurava di andarci poco prima della chiusura o si prendeva almeno la briga di chiamare Louis. Quella sera aveva fatto male i conti o semplicemente qualcuno di molto vicino a lei aveva mentito. Ed avrebbe anche potuto chiudere gli occhi e puntare alla cieca il dito contro colui che aveva tramato quello scherzo decisamente di brutto gusto.
Ci mancava solo di rivedere Zayn dopo tutto quello che era successo.
Ma ormai era troppo tardi per fare marcia indietro e tornate il giorno dopo. Quindi con un gesto di puro coraggio, si schiarì la gola e nonostante sentisse bene gli occhi di tutti puntati addosso, soprattutto quelli di Zayn, indicò la porta che conduceva al magazzino e «Devo prendere le mie cose», asserì sussurrando. E certo, perché la voce doveva venirle meno sempre nelle occasioni peggiori.
Zayn, dal canto suo, aggrottò le sopracciglia non appena vide Lilith e poi, quando i suoi neuroni si furono risvegliati dal quel piacevole letargo durato solo qualche istante si rese conto che quello di quella sera non poteva essere solo un caso. Proprio per niente.
Ed improvvisamente capì anche cos'era quella starna luce che si era impadronita degli occhi di Louis.
Dannazione, quella era speranza bella e buona.
Lo sapeva che avrebbe dovuto opporre più resistenza per starsene a casa.
Però, accidenti, lei era così bella ed un fracco di altre cose che Zayn arricciò il naso quando si rese conto che il suo cuore aveva preso a martellare nel petto e che una piacevole sensazione lo avvolse non appena il nome Lilith apparve nella sua testa.
Accidenti, due settimane o più di lontananza non erano servite proprio a niente.
Fu solo dopo che Lilith fu sparita che Liam, Niall, Louis ed Harry puntarono i loro occhi sulla figura di Zayn.
Quest'ultimo allora aggrottò la fronte e «Cosa?» Chiese.
Dannata ingenuità, pensò però Louis, che con un'occhitaccia di avvertimento ed una mossa del capo lo spronò ad alzarsi dallo sgabello per seguire la ragazza. Pochi istanti dopo lo seguirono anche gli altri tre suoi amici.
Sembrava proprio che tutti si fossero coalizzati contro Zayn.
Proprio lui, incrociò le braccia al petto per quella che doveva essere la ventesima volta in soli pochi minuti per poi sciogliere immediatamente quel garbuglio di arti perché sentiva il bisogno impellente di passarsi una mani tra i capelli. Durante le settimane precedenti aveva notato che era una cosa che faceva solamente quando c'era Lilith di mezzo.
Era come se scacciasse via un po' della sua ansia con quella semplice quanto banale mossa.
«Ragazzi, statevene fuori», asserì poi.
La gomitata nelle costole che gli arrivò da Louis non appena ebbe compiuto il giro del bancone lo fece, però, pentire delle sue parole.
«Io ti avevo avvertito», si giustificò il castano, aggiungendoci una scrollata di spalle, giusto perché gli andava. «Ed ora, alza quel dannato culo dallo sgabello e cerca di riprenderti la tua ragazza. Non ho fatto tanta fatica per niente.»
Liam, due sgabelli più in là, si sporse quello che bastava per poter osservare Louis e con un finto colpo di tosse ricordò a tutti quanti che lì, quello a fare fatica, era stato proprio lui. Sempre meglio farlo presente.
Louis, dal canto suo, liquidò il suo intervento con un gesto della mano ed alzando gli occhi verso il soffitto.
Così melodrammatico ogni volta.
«Scordatevelo», replicò, a quel punto, fermamente Zayn.
Cinque minuti dopo stava fissando attentamente la porta che portava al magazzino, la stessa oltre la quale era sparita Lilith.
Una parte di lui continuava a sperare che la ragazza fosse fuggita attraverso la porta sul retro, un'altra aveva una voglia pazza di vederla e la terza ed ultima parte voleva che qualcuno gli sbattesse quella maledetta porta dritto sul naso, giusto per evitarsi i mille scenari possibili che Zayn aveva attentamente elaborato in quel poco tempo.
Chiamiamola pure disperazione, questa.
«Sii uomo», urlò Louis prima che Zayn biascicasse un «Vaffanculo» e spingesse la porta.
Un detto recita le seguenti parole: “O la va o la spacca” e Zayn avrebbe, in qualsiasi situazione, cercato di spaccare.
Gli occhi del ragazzo saettarono per tutta la stanza, fiocamente illuminata per colpa delle poche luci accese. Nulla dava la sensazione che ci fosse una persona là dentro. Tuttavia, presto lo sguardo di Zayn cadde sulla porta a qualche metro di distanza da lui, che trovò sfessurata.
Un sorriso sbieco gli si formò sulle labbra e, distrattamente, si chiese se Lilith se ne fosse davvero andata, sgattaiolando dalla seconda porta del locale per evitare di rivederlo. Faceva male, se era quella la verità.
Allora, per pura curiosità spostò i suoi piedi fin verso la postazione di Lilith, o meglio il punto dove lei era solita poggiare le sue cose appena arrivava.
Sorpreso perfino lui, Zayn notò la borsa nera e perfettamente curata della ragazza.
Il peso, che fino a quel momento, gli aveva oppresso il petto, si alleggerì leggermente. Era confortante sapere che non se ne era andata e lo era ancora di più avendo la consapevolezza che Lilith era a poca distanza da lui.
Zayn cominciò a quel punto a compiere altri passi. I suoi piedi presero a muoversi come guidati da una forza estranea, una forza che sapeva perfettamente dove portarlo.
Con la mano destra, allora, spinse la porta mentre con la sinistra tastò le varie tasche del giubbino in cerca delle sue sigarette, perché sapeva perfettamente che ne avrebbe avuto bisogno.
Con Lilith andava sempre a finire così.
Quando la ragazza comparve davanti ai suoi occhi, a Zayn parve una visione. Quel vicolo, sempre attraversato da una corrente di vento freddo, le faceva svolazzare le ciocche di capelli biondi.
Lilith, con il capo chino, osservava attentamente la punta delle sue scarpe mentre ad con un ritmo preciso e ben scandito si portava alle labbra la sigaretta.
Non erano molte le volte che l’aveva vista fumare. Certo, c’erano state le nottate tra le lenzuola, durante le quali tra un chiacchierata ed un bacio di troppo era scappata ad entrambi una sigaretta, o forse più. Era comunque qualcosa di raro e strano vederla intenta a soffiare il fumo dalle labbra.
Zayn, si sarebbe volentieri improvvisato fotografo, giusto per cercare di immortalarla con i capelli legati ma disordinati ed il volto stanco, segnato dalla mancanza di sonno e di una persona nella sua vita.
Solo nel momento in cui Lilith si decise a sollevare gli occhi ed i loro sguardi s’incrociarono lei si rese conto di non essere più l’unica persona in quel violetto male illuminato e freddo.
«Non dovresti stare qui da sola», disse allora Zayn.
La voce profonda e dal suono suadente ruppe quella bolla di silenzio che si era venuta a cercare tra i due ragazzi.
Lilith osservò a lungo il ragazzo che improvvisamente si era ritrovata di fronte e nonostante la barba di qualche giorno, i capelli leggermente disordinati ed un sorriso pigro sul volto rimaneva comunque così tanto affascinante da avere l'esigenza di trattenere il respiro per i primi secondi.
La verità era una sola: si amavano.
Però c'era uno sbaglio di mezzo che, a quanto pareva, sembrava pesare più di mille.
La ragazza, chiuse anche gli occhi quando il suono della voce di Zayn arrivò alle sue orecchie. Poi sospiro, perché i suoi progetti per quella sera non erano li stessi che stava vivendo.
Aveva chiesto più volte a Louis la conferma che Zayn non fosse al K2O. Tutte le volte, il ragazzo aveva semplicemente risposto di no, assicurandole che ogni momento della serata sarebbe stato perfetto per andare a prendere le sue cose.
Lilith, all'inizio, era rimasta perplessa e non del tutto convinta che le parole di Louis fossero veritiere. C'era qualcosa, soprattutto nel suo sguardo, che le suggeriva di mettersi in guardia.
La stessa luce che aveva notato Zayn quella sera.
Alla fine la stanchezza aveva giocato brutti scherzi a Lilith che, di malavoglia, si era vista costretta ad alzarsi dal comodo divano sopra il quale stava guardando una delle puntate di “How I met your mother” e infilarsi un paio di jeans qualsiasi ed un maglione pensante, giusto per non uscire in pigiama.
Pigiama che per altro aveva sopra delle ananas con tanto di faccia. Sì, era decisamente consigliabile non uscire in quelle condizioni.
Per colpa della stanchezza era anche uscita prima di quello che aveva progettato.
Una delle sere prima aveva sentito Louis al telefono con uno dei suoi amici, Niall probabilmente, mentre si lamentava che Zayn fosse diventato un fantasma. Usciva solo per lavorare e per fare una puntatina breve al K2O che si concludeva generalmente alle dieci di sera. Altre volte nemmeno si presentava. Era così strano per tutti questo suo atteggiamento perché si sapeva bene che Zayn si alzava dal suo sgabello solamente quando per Louis era arrivato il momento di abbassare le saracinesche.
Lilith aveva accolto queste informazioni come se fossero oro colato dalle labbra del suo amico.
Alle dieci e quaranta, giusto il tempo di lasciargli un po' di agio se mai si fosse trattenuto per qualche altro minuti, afferrò le chiavi della macchina di Johannah per immergersi per le strade di Bradford.
Le luci del bar le erano apparse davanti prima del previsto e fece a malapena in tempo ad aprire la porta del locale prima di inciampare in un paio di occhi castani che potevano appartenere ad una sola persona.
Stava di fatto, che Zayn continuava a rimanere fermo accanto alla soglia della porta, che avrebbe dovuto chiudere per scacciare qualsiasi sospetto del ragazzo, sbarrandole così una possibile via di fuga. Certo, avrebbe sempre potuto lasciare la borsa al K2O e chiedere a Louis di portarla a casa ma dubitava che il ragazzo l'avesse intenzione di farlo. Sarebbe stato un altro ottimo pretesto per attirarla al bar e qualcosa le diceva che anche la volta successiva ci avrebbe trovato Zayn.
«Non sono una ragazzina indifesa», si decise allora a pronunciare Lilith.
Il ragazzo sollevò di scatto il capo, come se non si aspettasse una risposta.
Insomma non era lui quello arrabbiato e che si rifiutava di rivolgerle la parola a meno che non avesse sentito delle scuse e delle valide motivazioni per il gesto di Lilith?
Zayn a quel punto si concesse perfino una piccola risata e doveva essere davvero un giorno speciale se si concedeva di farlo. Era da quando Lilith era sparita improvvisamente dalla sua vita che dalle labbra non lasciava uscire niente di diverso a qualche monosillabo e conversazioni forzate con i clienti che incontrava tutti i giorni.
Può sembrare ridicolo ma due settimane sono più tempo di quello che tutti pensano.
«Giuro che è stato Louis ad organizzare tutto ciò.»
Il ragazzo allora smise immediatamente di ridere, rimettendo su quel muso che lo aveva abbandonato per pochi minuti soltanto.
Accidenti, pensò Lilith mentre lo vedeva afferrare bruscamente il pacchetto di sigarette e accenderne una con un gesto meccanico ed abile poco dopo.
Zayn lo sapeva benissimo che questo incontro “casuale” come aveva detto Louis, non fosse frutto del destino ma di un attenta organizzazione.
D'altronde lui ci aveva provato a dire ai suoi amici di starne fuori. In risposta non aveva ottenuto niente se non un gomitata talmente forte che la sentiva ancora.
Erano cose, però, che dovevano risolvere loro. E probabilmente non le avrebbero mai risolte visto che si evitavano e soprattutto perché Lilith sarebbe partita a breve.
«Lo so», si sforzò di dire Zayn.
La ragazza assentì, maledicendosi di non aver portato con se tutto il pacchetto ma solamente una sigaretta. Non progettava di certo di fermarsi così a lungo in quel vicoletto.
«Mi ha chiamato mio padre, ieri», esordì Lilith dopo qualche minuto. «Mi ha proposto di raggiungerlo in America per un po'. Almeno fino a quando non finisco gli studi. Devo ancora decidere.»
Zayn trattenne il fiato. Guardò la ragazza che aveva davanti agli occhi, la stessa che due settimane prima era la sua ragazza ma che adesso gli appariva più come un'estranea che come una persona con la quale aveva condiviso momenti importati.
Il respiro gli si bloccò in gola che improvvisamente si seccò. Gli parve anche che la terra sotto i suoi piedi stesse per cedere.
La verità era che se fino a quel momento aveva sperato che le cose si potesse, in un modo o nell'altro, mettere a posto, ora, non era più tanto sicuro.
Un'ora di macchina era fattibile ma non lo erano le almeno cinque ore di fuso e le sette ore di aereo.
Ognuno aveva il diritto di vivere la sua vita come più credeva per la propria persona e di questo Zayn ne era fermamente convinto. Basta essere consapevoli delle proprie scelte ed a quello che si va incontro.
Per questo, non si scompose più di tanto, nonostante dentro di sé stesse accumulando una tensione tale da voler quasi piangere.
Finì la sua sigaretta in silenzio, sotto lo sguardo attento di Lilith che si aspettava che da un momento all'altro il ragazzo scoppiasse in una scenata isterica.
Peccato però, che Zayn non le avrebbe dato questa soddisfazione, questa volta.
Gettò il mozzicone a terra e si assicurò che fosse spento con la punta della scarpa e poi alzò gli occhi un'ultima volta su Lilith. Giusto per imprimersi a memoria ogni suo particolare perché per quando una storia si possa cercare di far andare bene se entrambe le persone non collaborano non ci sarà mai nulla da fare.
Sorrise appena nella direzione della ragazza che ora aveva un sopracciglio inarcato e «Fai buon viaggio, qualunque cosa tu decida», disse Zayn.
E poi, girò i tacchi e se ritornò dentro al bar, lasciando Lilith con un labbro tremante e gli occhi sgranati per la sorpresa e lucidi per una miriade di emozioni che inondavano la sua persona.
Zayn, una volta che riapparve puntò i suoi occhi sulla figura di Liam e «Portami a casa», pronunciò semplicemente.
Detestava dipendere da qualcuno ma detestava ancora di più piangere davanti ad altre persone. E chi se fotte se era un ragazzo ed avrebbe dovuto avere una corazza dura a proteggerlo. Lilith gli aveva spezzato il cuore e faceva male, maledettamente male.




Note autore:
Buonasera miei adorabili fiorellini!
Mi scuso per il ritardo che ho fatto ma purtroppo, come vi avevo già anticipato, il tempo è quello che è.  Non è assolutamente mia intenzione saltare l'"appuntamento" che mi sono prefissata per il sabato ma, care mie, la scuola quest'anno è più impegnativa che mai ed alla sera sono troppo stanca anche solo per scrivere una parola.
Ma finalmente ho postato il capitolo quindi RALLEGRATEVI!
Spero che ne siate davvero contente perché io sono molto fiera di me stessa. So bene che un po' di settimane fa avevo detto che mancavano pochi capitoli alla fine e, devo dirvelo, con il prossimo ho intenzione di concludere la storia. Ma non allarmatevi, per Zayn e Lilith non è ancora tutto finito. Volevo solo informarvi che appena potrò, e punterò a sabato prossimo, posterò l'epilogo.
Ho già altre idee per una storia futura ma penso proprio di fare una pausa di qualche mese, in modo da mettermi un po' avanti con la stesura ma punto a pubblicarla appena mi sarà possibile.
Ecco, chiarito questo aspetto che ci tenevo che sapeste, possiamo benissimo parlare al capitolo.
Allora, non so se qualcuna di voi l'avrà notato ma è più lungo dei soliti che pubblico. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, ho dovuto scrivere e concentrare tante cose per riuscire a concludere.
Nella prima parte c'è una piccola introduzione che ci fa ricordare tutto quello che bene o male è accaduto nel capitolo precedente. C'è anche il punto della situazione, di come si siano evolute le cose tra Zayn e Lilith.
I ragazzi, ovvero Liam, Niall, Louis e Harry hanno un ruolo fondamentale nella prima parte perché comunque cercano in tutti i modi di sollevare l'umore di Zayn che è disperato all'idea di aver perso la sua ragazza.
Ci tengo a ricordarvi, come ho fatto anche nel capitolo, che nonostante Zayn stia soffrendo è comunque convinto di aver fatto la cosa giusta, ed effettivamente è così. Non cambierebbe per niente le sue azioni e seppur facciano male ha preferito fare così piuttosto che continuare a vivere in una bugia. Certe cose vanno dette subito. Io sono di questa idea. E Zayn è con me
So che magari per qualcuna non può sembrare una motivazione per cacciarla di casa e per troncare il rapporto ma insomma, come vi sentireste se voi scopriste che il vostro ragazzo stesse per partire e lui non vi avesse detto niente? Ci rimarreste male e sareste deluse: questo è poco ma sicuro.
È qui che per fortuna, e questo va detto sinceramente, entra in campo Louis..
Non c'è niente di meglio di un amico che cerca di risollevare il morale ad un altro amico. Ve l'ho mai detto per caso che gli Zouis sono il mio punto debole?
Louis, letteralmente, le tenta tutte e quando quel mercoledì sera chiama Zayn per invitarlo al K2O a bersi una birra, appena lo sente rifiutare non può che mettersi sull'attenti. Quindi, nonostante un piccolo bisticcio non appena il moro gli attacca il telefono in faccia lui agisce immediatamente.
Mi ha fatto letteralmente morire la parte in cui Liam e Louis si sono presentati a casa di Zayn e il primo se l'è scaricato in spalla con le lamentele che non tardarono ad arrivare.
La seconda parte, e qui lo confermo anche, che è la parte più importante dell'intero capitolo.
Zayn arriva al bar e tra una gomitata ricevuta, un birra tra le mani e qualche pacca sulle spalle non fa in tempo a rilassarsi che Lilith rompe il suo idillio. I ragazzi allora cominciano a fargli presente che forse dovrebbe alzarsi e andare dietro alla ragazza ed è quel punto che Zayn capisce che non è per niente tutto frutto del caso ma bensì di un'attenta organizzazione da parte di Louis che gli rifila una forte gomitata per spronarlo a fare qualcosa.
Il solo pensiero che Lilith si sia allontanata che sia scappata dalla seconda porta è davvero pensate da poter sopportare quindi potete immaginarvi il sollievo del ragazzo appena ha notato che c'era la porta sfessurata e la borsa di Lilith.
Ovviamente per Zayn non è cambiato nulla a livello di sentimenti e neanche da parte della ragazza. C'è solo quel fastidioso segreto che va a rovinare tutto.
Purtroppo per il ragazzo, quello non è tutto perché quello che dice Lilith poco dopo lo fa riflettere che quella partenza improvvisa non è nulla a confronto con quella dannatissima distanza che si metterebbe tra loro se lei andasse in America.
Dovete sapere, però, che non avevo in mente questo ribaltamento della situazione fino a ieri sera e quindi adesso dovrò lavorare sull'effetto che quest'azione porterà alle loro vite. Non si sa ancora se per i due ragazzi è un programma un lieto fine o meno.
Solo il tempo e la pazienza ce lo saprà dire.
Allora, anche per oggi ho finito queste note autore che sono ancora più lunghe del solito, visto che il capito è più lungo. Quindi, in tanto che ci sono, ringrazio tutte coloro che sono arrivate fino a questo punto.
Colgo l'occasione anche per ringraziare chiunque abbia messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e alle personcine tanto carine che mi hanno inserita tra le loro scrittrici preferite. È davvero un onore per me.
Dunque è anche arrivato il momento della mia pubblicità. Volevo ricordarvi che nel caso voleste contattarmi potete trovarmi anche su 
Ask (anche se non lo uso molto) e che per leggere tutto quello che ho scritto basta che clicchiate semplicemente qui.
Ah, anche questa volta, da proud mommy vi ricordo che c'è il video di Zayn, 
Pillowtalk, e tanti cuori per lui e questo meraviglioso capolavoro. Ne sono ossessionata. Letteralmente.
Bene ed anche per oggi sono giunta al termine.
Mi scuso per eventuali errori ortografici che provvederò a correggere il prima possibile.
Con questo vi saluto e non posso che dirvi alla prossima. Un bacio. xx
-Micol :)

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Capitolo 20
*** XX •• Epilogo ***


ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

20 •• Epilogo

Zayn sedeva sul suo divano di casa, a guardare la televisione senza, tuttavia, vedere realmente le immagini.
Era una domenica noiosa quella che stava trascorrendo tra le mura di casa, mentre fuori era in corso una tempesta vera e propria. La pioggia cadeva con furia al suolo, sbattendo anche contro le finestre. Un vento forte soffiava dalla mattina, abbassando così, ancora di più, le temperature.
Non c'era quindi da stupirsi più di tanto che l’atmosfera allegra della neve, fosse stata rimpiazzata dal cielo grigio, lasciando così, inevitabilmente, il posto a tristezza e malinconia.
Il cellulare di Zayn, dimenticato da qualche parte in cucina, aveva già squillato almeno una decina di volte ma, per nessuna di queste, si era scomposto dalla sua postazione.
I capelli gli ricadevano morbidi sulla fronte, in quanto privi di qualsiasi traccia gel. Era stata una settimana impegnativa quella appena trascorsa e tra i turni lunghissimi al Far Away e l’alzarsi tutte le mattine sempre prima per colpa di intere notti passate a non dormire Zayn era arrivato alla domenica stanco e distrutto più del normale.
Intendiamoci, Zayn sarebbe riuscito ad arrivare stanco al fine settimana anche senza fare più di tanto ma, a suo merito o discolpa, è tutta questione di punti di vista, si era praticamente spaccato la schiena nei giorni precedenti, quindi del sano riposo gli era più che concesso. L'unica cosa che aveva intenzione di fare, quindi, sarebbe stata quella di starsene in casa, bazzicando tra il divano ed il letto.
E poi, quale miglior occasione di una domenica piovosa per non fare assolutamente nulla?
Dal famoso mercoledì in cui aveva rivisto Lilith, al K2O non ci aveva più messo piede. Louis aveva provato anche questa volta a convincerlo a fare un salto al bar per bere qualcosa in compagnia ma Zayn non aveva voluto sentire ragioni, anzi aveva sbattuto il telefono in faccia all’amico per ribadire il concetto.
Della ragazza non aveva avuto più informazioni se non quelle strettamente essenziali che aveva ottenuto con qualche domanda fatta, con del finto interesse, a Louis. Questo, dal canto suo, aveva capito perfettamente dove volesse andare a parare il ragazzo ma si era semplicemente limitato a dire, giusto per accontentarlo, le cose più importanti e a riferirgli che Lilith sarebbe partita il lunedì seguente per tornare a Mancherter e che sì, solo poche ore dopo avrebbe preso un volo che l’avrebbe portata a Los Angeles, dal padre.
Zayn era sbiancato, prima di ritrarsi come ferito da quello che aveva detto l'amico e senza dire ulteriori parole era schizzato fuori da casa di Louis senza neanche badare all'altro che lo richiamava indietro. Sapeva che il padre di Lilith abitasse in America ma saperla dall'altro capo del mondo era pur sempre difficile da accettare.
Grazie a Dio quel pomeriggio la ragazza era con Safaa.
Johannah gli aveva rivolto un sorriso materno prima di vederlo sparire oltre la porta.
Non seppe nemmeno lui la motivazione di tale reazione, a parere suo, troppo esagerata, ma appena gli parve quasi di udire il suo cuore spezzarsi per quel dolore improvviso capì che Lilith l’aveva ferito per l’ennesima volta.
Era stato bello cercare di convincersi che lei se ne sarebbe rimasta a Manchester, senza nessuna America di mezzo e che avrebbero provato a risistemare le cose prima che partisse.
Zayn si rendeva perfettamente conto di essere capriccioso e di star comportandosi come una ragazzina in piena crisi amorosa ma aveva smesso di preoccuparsi di queste cose già da qualche tempo. Ma, ciò non stava a significare che non fosse imbarazzante e, per questo, i suoi amici non avrebbero dovuto essere a conoscenza di ciò.
Sussultò quindi impercettibilmente quando le voci di Ted e Barney riecheggiarono per il salotto ed appena prima che riuscisse ad abbassare il volume anche il campanello di casa suonò.
Alzò gli occhi al cielo, perché fino a prova contraria non attendeva nessun genere di ospiti ma, tuttavia, quando davanti ai suoi occhi apparve la figura di Louis che aveva tutta l'aria di un pulcino bagnato si chiese distrattamente perché non avesse previsto un agguato di quel genere.
L'amico, non appena la porta si aprì sollevò un sacchetto di plastica e con un sorriso sulle labbra sottili «Fifa quindici e gelato possono andare?» pronunciò.
Zayn rise, scuotendo la testa e facendosi da parte per lasciar passare quello che da tanti anni, ormai, era la persona più vicina a lui.
Louis si mosse con abilità, e dopo aver sistemato il cibo nel congelatore si sedette a terra per sistemare il gioco.
«Come mai da queste parti, Lou?» Chiese quindi Zayn.
L'amico l'osservò da sopra la sua spalla mentre con il joystick in mano cercava di sistemare le impostazioni.
Tutte cose che richiedono anni di esperienza, ovviamente.
«Sono venuto a vedere se stessi bene. Non ti fai vedere da un po'. Io e i ragazzi siamo preoccupati...»
Il moro si grattò distrattamente la nuca, in segno di nervosismo, socchiudendo gli occhi. Poi sospirò.
«Harry mi ha detto che per tutta la settimana sei arrivato puntuale al lavoro e che ti sei anche occupato dell'apertura. Ora, Zay, io non m'intendo molto di cuori spezzati ma la storia dev'essere molto grave se tu, re del ritardo, arrivi puntuale. Capisci?»
Zayn, s'inumidì le labbra mentre osservava l'amico dargli le spalle ma stando, al tempo stesso, attento ad ogni mossa che avrebbe commesso il primo.
Era difficile a volte avere a che fare con persone che conoscono ogni aspetto della tua persona. Da quello meno importante al più significativo.
Zayn, si riteneva più che fortunato ad avere amici come i suoi al suo fianco ma quando capitava che questi si coalizzassero contro di lui per aiutarlo in qualche modo, beh era una vera scocciatura perché ogni volta non si davano pace fino a quando il loro obbiettivo finale non sarebbe stato raggiunto. E non era facile stabilire come avrebbero agito ed era ancora più difficile cercare di capire cos'avessero in mente questa volta.
Poi, però, nessuno aggiunse più nulla. Louis premette su play ed i giocatori si dispersero sul campo per iniziare una nuova partita.
«Tanto lo sai che vinco io», si pavoneggiò Louis che in risposta ottenne un dito medio ed un alzata di occhi verso il soffitto ma, Zayn sapeva quanto il suo amico fosse realmente bravo in quel gioco e che sarebbero bastati solamente pochi secondi per fargli accumulare già un vantaggio.

C'era qualcosa di rassicurante nel premere i bottoni, spostare con abilità i calciatori sul campo e mandare a fanculo Louis ogni volta che, in un qualche modo, riusciva sempre ad evitare che la palla andasse in rete. C'era qualcosa di abituale anche nel sentire la risata di Niall in sottofondo, perché sì, il nonno di Louis si era offerto anche per quella sera di gestire il bar ed allora perché non ritrovarsi tutti a casa di Zayn per bere qualche birra intervallate a partite con Fifa.
Le risate sguaiate, i lamenti, i brontolii e le urla era proprio quello che mancava a quella casa per renderla un po' meno vuota e più accogliente.
Harry, steso sul tappeto, perché ormai del divano si era stufato, era intento ad osservare con le sopracciglia aggrottate i mini calciatori che si agitavano nel gioco. Forse era l'unico all'interno di quel piccolo gruppo a non sapere nemmeno come s'impugnasse un joystick. Qualche anno fa gli altri avevano tentato di insegnargli le basi per poi approfittare della sua debolezza per sconfiggerlo facilmente ma Harry, che di pazienza ne aveva molta ma non per quel genere di cose, aveva sollevato bandiera bianca non appena sia Niall che Louis avevano cominciato a pronunciare nomi tecnici. Da quel momento in poi nessuno aveva più tentato nulla.
Liam, seduto accanto a Zayn, dava consigli a questo su come fosse meglio agire ma solo poche volte venne realmente ascoltato perché prima che potesse finire ogni minima frase la voce squillante di Louis lo riprendeva.
Louis stesso, invece, era a terra, con le gambe incrociate e la seconda bottiglia di birra accanto a lui perché, ovviamente, far correre i giocatori da una parte all'altra del campo di gioco e muovere le dita sul joystick era tremendamente faticoso, tanto da portarti alla disidratazione.
«A destra, Zay! A destra!»
Louis alzò gli occhi chiari verso il soffitto quando anche questa volta Liam parlò ma decise di rimanere semplicemente in silenzio, anche perché era già la terza partita che facevano e ci sarà stato pur un buon motivo se aveva già ottenuto due vittorie consecutive.
In sottofondo Harry sbuffò, pretendendo un sorso di birra dalla sua bottiglia. «Mi spiegate perché dobbiamo sempre finire così?» Si lamentò anche.
Louis allora s'inumidì le labbra, sulle quali minacciava di spuntare un sorriso oltretutto, e «C'è il gelato», disse semplicemente.
Perché sarà stato pur vero che spesso e volentieri se si trovavano a casa di uno di loro, alla fine ed in un modo o nell'altro, qualche partita a Fifa la si faceva sempre ma, era anche vero che bastava menzionare la parola “gelato” per mettere in sesto gli animi infranti.
Harry, infatti, fu più che felice di sentire quello che sentì e, con un sorriso sul volto, si alzò dal tappeto che ormai avrebbe potuto prendere la sua forma, e si diresse senza troppi problemi in cucina. Niall invece, fu combattuto fino all'ultimo perché quando in una stanza si giocava a Fifa e nell'altra c'era del gelato, beh era quella la vera sfida.
Calcio o cibo? Il dilemma della vita.
Tuttavia, dopo aver assodato che Zayn avrebbe perso, anche questa volta, mandò al diavolo tutti quanti e si alzò dal divano.
«Sapevo saresti arrivato», commentò anche Harry, in merito alla sua decisione.
«Zayn non se la sta cavando bene», rispose solamente Niall.
Il riccio scosse la testa, divertito mentre afferrava altre ciotole per il gelato perché sapeva bene che fine avrebbe fatto il suo gelato e quello dell'amico biondo accanto a lui se non ne avesse portato in quantità sufficienti.
Avrebbe potuto dire addio immediatamente anche solo all'idea di assaggiarlo.
«Haz, sta attento. Non sono sicuro che Zayn sia dell'umore adatto per pulire via il gelato dalla sua cucina.»
Harry cancellò con un gesto della mano le parole di Niall e quando notò una piccola goccia di gelato sul bancone la tolse con il dito. Dito che poi si portò alle labbra per ripulirselo e fare anche il segno del silenzio.

A fine serata, almeno una decina di bottiglie di birra erano state buttate nel sacco della spazzatura e qualche goccia di gelato era finita sul tappeto.
Qui, Zayn, era sicuro centrasse Niall. Di Harry si fidava abbastanza per poter dire e confermare che non sarebbe riuscito, neanche se si fosse impegnato, a sporcare.
Liam, insieme agli altri due, si erano poi avviati lungo il tragitto con il sottofondo della ramanzina che il moro aveva rivolto a Niall, puntandogli un dito contro, come per ribadire il concetto che sarebbe toccato a lui pulire. Il biondo, in risposta, era finito per scoppiargli a ridere in faccia, prima di salutarlo allegramente con la mano e tornare a casa. Liam aveva lasciato una pacca sulla spalla di Zayn, scuotendo la testa, in direzione di Niall, rassegnato. Lo sapevano tutti che non avrebbe pulito niente. Tuttavia, quando Liam, promise a Zayn di chiamarlo il giorno dopo, il moro alzò gli occhi al cielo ma, Liam rimaneva pur sempre Liam e quindi si limitò ad annuire con un sorriso appena accennato sulle labbra.
Louis, invece, decise di rimanere per un altro po'.
«Zay, hai una sigaretta?»
Zayn alzò gli occhi al cielo per quella che forse sarà stata la milionesima volta e mentre tastava ogni tasca della felpa e dei jeans provò a ripensare a cosa mai avesse fatto tanto di male in una vita precedente per avere sempre alle calcagna uno come Louis.
Tuttavia, non ebbe molto tempo perché fece a malapena in tempo ad estrarre il pacchetto prima che Louis lo strascinasse in cucina. Con un abilità e scioltezza tale che sembrava essere in casa sua, aprì la finestra e poi, con un salto, si sedette su uno dei banconi.
«Se mi gelerò il culo darò la colpa a te», precisò Zayn che si stava già accingendo a cercare l'accendino che per il momento era ancora disperso. «Lascia stare», disse il castano e, sbilanciandosi leggermente a sinistra afferrò l'oggetto dei loro desideri.
Zayn glielo soffiò dalle mani ancor prima che potesse solamente provate a farlo scattare.
«Ehi!» Protestò infatti Louis.
Ma l'altro sorrise furbamente e dopo aver fatto il primo tiro s'inumidì le labbra e «Tu mi hai preso una sigaretta io mi accendo la mia per primo.»
E sembrava quasi avessero due anni ed improvvisamente fossero arrivati a riuscire a bisticciare per un pupazzo che volevano entrambi ma, ancora non erano riusciti a capire che con un po' di pazienza e spirito d'adattamento avrebbero potuto giocarci entrambi. Solo che il peluche si era trasformato in qualcosa di decisamente più dannoso alla salute.
Quella, praticamente, era l'unica differenza.
Louis rubò una patatina dal pacchetto di fianco a lui, prendendo a masticare rumorosamente.
«Fai cagare», si limitò a dire semplicemente Zayn.
L'altro non parve nemmeno farci caso a quelle parole, anzi prese un'altra manciata di patatine e «Dovresti fare un salto al bar, domani sera. Lo sgabello sente la mancanza delle tue chiappe.»
Zayn sogghignò mentre avvicina alle labbra la sigaretta ma fece una smorfia per camuffare il tutto. Il K2O era ancora da considerare un argomento tabù.
«Lou, davvero, non ricominciamo con questa storia.»
Fu il turno del castano, questa volta, di sollevare gli occhi chiari, che poi si premurò di assottigliare anche, e «Zayn, Lilith è partita esattamente quattro ore fa. La vedo difficile che tu possa trovartela al bar.»
Louis conosceva bene Zayn in ogni sua sfumatura, se c'era qualcuno che sapeva tutto sul ragazzo dai capelli neri e l'aria da misterioso beh quello era proprio lui. Lo stesso che sapeva esattamente che punti colpire per farlo ridere, quelli per farlo arrabbiare, quelli per metterlo in imbarazzo ed anche quelli per ferirlo. Louis sapeva esattamente tutto di Zayn. Dai i suoi più oscuri segreti a quelle cose che si raccontanti tutti i giorni perché sono di poca importanza.
Louis era sveglio, ed in quanto tale miglior amico di Zayn sapeva esattamente cosa fare e quando farlo.
Il silenzio che allora si venne a creare nella piccola cucina fu talmente assordante che Louis si portò una mano sugli occhi massaggiandoli, come se in quel questo modo potesse trovare la soluzione per rimangiarsi quello appena detto.
Ancora una volta la sua bocca si era mossa prima di pensare realmente alle conseguenze.
Zayn, invece, rigido come una statua si perse nei suoi pensieri. Lilith se ne sarebbe dovuta andare il giorno dopo quando invece era già nella sua bella casa a Manchester.
Era sparita dalla circolazione senza neanche premurarsi di lasciare qualche saluto.
«È già partita?» Trovò il coraggio di chiedere.
Louis sospirò pesantemente, scuotendo il capo e «Zay, non volevo dire quelle cose», tentò di sviare.
L’altro ignorò spudoratamente le parole appena udite e, puntando gli occhi sulla figura di Louis, «È già partita?» Domandò nuovamente.
Il ragazzo dagli occhi chiari annuì, piegando leggermente in avanti il capo, come per nascondersi da Zayn.
Questo sospirò sconfitto perché avrebbe dovuto pensarci che Lilith, all’ultimo momento, avrebbe cambiato i piani.
La ragazza aveva chiamato la madre, per anticipare la partenza. La donna, allora, si era presentata alla porta di casa Tomlinson/Deakin un’ora dopo, sorridendo più che mai. Aveva abbracciato la figlia a lungo perché era davvero troppo tempo che non la vedeva ed ormai la sua voce non cominciava ad essere più sufficiente. Numerose volte si era persa in ringraziamenti a Johannah da risultare quasi ripetitiva.
Doris aveva teso le manine verso una Lilith che le aveva sorriso, prendendola in braccio. Anche se era piccolina era come se volesse anche lei salutare la ragazza che a breve sarebbe partita.
Louis aveva portato le valigie davanti all’entrata, in quanto unico uomo in casa ed era riapparso in soggiorno proprio nel momento in cui Lottie e Félicité stavano salutando quella che da due mesi a quella parte era stata la loro vicina di stanza.
Si sarebbe sentita la mancanza di Lilith in quella casa.
Johannah aveva stretto forte a sé la ragazza che per per un po’ di tempo era stata praticamente una figlia per lei ed anche Louis aveva allargato le braccia, salutando per bene Lilith. Era stato davvero un piacere averla accanto ed aveva scoperto in lei un’ottima amica. La risata della ragazza era echeggiata per le mura della casa quando Louis l’aveva sollevata dal pavimento, tenendola stretta al petto.
Sì, avrebbero sentito indubbiamente tutti la sua mancanza.
Louis parve rinsavire dai suoi ricordi della mattina proprio prima di notare che l’amico stava stringendo tra i denti il labbro inferiore, probabilmente per evitare di dire qualcosa di poco carino.
Entrambi presero l’ennesima boccata di fumo.
Zayn a quel punto gettò il mozzicone nel posacenere, soffiando il fumo verso l’alto. Il giorno dopo avrebbe dovuto aprire le finestre dell’intero appartamento.
Se ne restarono quindi in silenzio.
«Quando parte per l’America?»
Il moro chiuse gli occhi quando si rese conto di non riuscire a trattenere oltre quella domanda che da lunghissimi minuti non lo lasciava libero.
«Lunedì nel tardo pomeriggio», disse Louis.
«È ancora sicura della sua decisione?»
«Zay…», tentò d’intervenire l’altro.
«Lou, ascolta, non ho bisogno di discorsi filosofici. Mi basta una semplice risposta.»
Louis allora scosse la testa, totalmente in disaccordo con tutto quello appena detto dall’amico ma assentì, perché da quanto aveva capito Lilith era più che sicura della sua scelta. Poteva anche quasi dire che fremesse dalla voglia di salire sull’aereo che l’avrebbe ricongiunta al padre che non vedeva da fin troppo tempo. Insomma, sotto la stanchezza, il dispiacere di lasciare delle persone importanti in Inghilterra ed un leggero strato di preoccupazione per l’inizio di una nuova esperienza della sua vita c’era la felicità e l’entusiasmo.
Zayn si passò una mano sul mento, coperto da quello che ormai non era più un leggero strato di barba ma che non si decideva a togliere per colpa della troppa pigrizia, e chiuse gli occhi sospirando. Era stancate tutta la situazione, soprattutto se non si sapeva come affrontarla.
«Perché non l’hai fermata?»
Il ragazzo dai capelli color pece sollevò lo sguardo sulla figura del suo migliore amico che, ancora seduto su un bancone, dondolava le gambe, attento ad osservare il movimento dei suoi piedi.
Zayn aggrottò le sopracciglia, cercando con gli occhi il pacchetto di sigarette che aveva abbandonato chissà dove.
«Non mi sembrava molto intenzionata a rinunciare», chiarì allora Zayn.
Louis scosse la testa con, impresso sulle labbra, un sorrisino di chi la sapeva lunga.
«Zay, sai quanto amo avere ragione, vero?» E questo annuii. «Bene allora concorderai con me sul fatto che lei ha accettato di andare in America, dal padre, anche per colpa di quello che è successo tra di voi, giusto?»
Zayn stesso parve confuso a quell’affermazione, perché aveva davvero dell’assurdo quello che Louis aveva appena detto.
Erano pur sempre due giovani, con un’intera vita davanti e ci sarebbero stati, pertanto e ovviamente, altri amori ad aspettarli.
Nella vita nulla era rosa e fiori e più andava avanti, Zayn, capiva questo concetto. Nulla si può prevedere. Cose belle e brutte arrivano, inaspettatamente, come fossero una di quelle piogge estive che fanno scurire all’improvviso il cielo e cancellano ogni tuo tipo di programma. Devi solo aver pazienza per scoprire cos’hanno in serbo per te.
Louis la faceva così facile. Era semplice dire di andarla a fermare, di riprendersela e di riportarla nella sua vita perché tutto sembrava migliore quando Lilith si svegliava accanto a lui, avvolta nelle lenzuola in cui si erano rotolati per metà della notte. E, a volte, si sarebbe voluto prendere a pugni lui stesso per averla cacciata in malo modo e per averla per sempre esclusa dalla sua vita. Ma, a sua discolpa, poteva dire che il cuore spezzato era una nuova esperienza per lui, un qualcosa che nelle sue brevi relazioni amorose non era mai capitato. Di solito il tutto finiva prima che i sentimenti potessero diventare davvero forti e, sotto un certo punto di vista, gli era sempre andato bene.
Ma, e se lo continuava a ripetere, con Lilith era stata ritta un’altra storia.
Zayn, non si ricordava con esattezza come quando la ragazza avesse fatto breccia nel suo cuore, eppure da un giorno all’altro si era ritrovato con un unico obbiettivo e un solo pensiero fisso.
Lilith, in poco tempo, era diventata il centro delle sue attenzioni ed, anche se per pochi secondi, poterla osservare varcare la soglia di casa per sorridere a Safaa era una soddisfazione che il suo cuore non si voleva assolutamente perdere. Erano state tante piccole cose a far cadere Zayn totalmente ai piedi della ragazza dai lunghi capelli biondi ed il carattere esuberante.
Giorno dopo giorno avevano costruito un magnifico rapporto basato sulla fiducia reciproca, diventando così, in poco tempo, quella magnifica coppia che tutti osservavano con ammirazione. Eppure, per loro, forse accecati dal troppo amore che erano impegnati a nascondere e celare dietro gesti moderati, vedere quello che gli altri vedevano era stato difficile all’inizio.
Era stata la parte più difficoltosa quella di riconoscere i propri sentimenti, soprattutto per il ragazzo.
«Lou, lei ha accettato di andare in America perché voleva andarci. Non per la nostra storia. Levati queste idee dalla testa.»
«E sulla base di cosa dici queste cose?»
«È così e basta, ok?»
Gli occhi cristallini del ragazzo di fronte a Zayn si alzarono verso il soffitto bianco e, a quel punto, seppero entrambi chi diceva la verità o chi mirava solo a convincere sé stesso.
Louis diceva esattamente le cose come stavano e Zayn, per quanto sapesse che l’amico in parte potesse aver ragione, stava tentando in tutti i modi di non credere a quelle parole che il suo amico pronunciava con facilità.
«Ha unito più cose. La vostra storia finita ed il fatto che non vede il padre da troppo tempo.»
«Lou, siamo stati davvero insieme per neanche un giorno. Non ci sarebbe stato modo di scappare fino a Los Angeles. Sarebbe bastato che se ne tornasse a Manchester.»
«Zayn, siete stati insieme per molto di più di “neanche un giorno”», ribatté Louis, tentando d’imitare la voce profonda del suo amico.
Il moro allora s’inumidì le labbra perché quel discorso stava andando troppo sul personale e gli faceva tornare alla memoria delle cose che non avrebbe voluto ricordare.
Zayn lo sapeva bene che la loro storia era realmente iniziata sin dal primo giorno in cui lui aveva incrociato, anche se di sfuggita, gli occhi della ragazza tutta sorridente. Gli era sembrata una boccata d’aria fresca, aveva scoperto che, con il passare dei giorni, Lilith avesse qualcosa di cui, il ragazzo, non sapeva di aver bisogno fino a quando lei non se n’era andata. Lilith aveva finito per riempire le sue giornate di allegrie e gioia e sottraendole così alla monotonia.
Si schiarì allora la voce e tentò di cacciare quelle cose dalla testa. Era l’ultima cosa di cui aveva bisogno, in quel momento.
«Lou, se non ti dispiace, vorrei andare a dormire. Quindi o te ne vai o ti sistemi sul divano in silenzio.»
Louis, guardò negli occhi ancora per qualche minuto Zayn e quando capì che per quella sera le parole potevano bastare annuì semplicemente, dileguandosi da quella piccola casa, ma al contempo così straripante di emozioni diverse.
Per quanto Louis avrebbe preferito fermarsi su quel divano ci fu qualcosa, non seppe bene neppure lui cosa, che gli consigliò di lasciare l’amico da solo. A volte riflettere nel silenzio di casa propria era quello che serviva.
«’Notte Zay.»
E si chiuse la porta alle spalle.

La mattina dopo unì più cose: la voglia che proprio non c'era di andare al lavoro, il fatto che per la giornata avesse solamente pochi appuntamenti e la semplice motivazione che sua madre aveva il giorno libero e lui era troppo tempo che non passava per casa. Tra una cosa e l’altra si era dimenticato quasi dell’esistenza della sua famiglia. Scappò quindi fuori dal Far Away prima che Harry potesse anche solo replicare e lanciando uno sguardo alla strada per controllare che non passasse nessuna macchina, ingranò la retro e s’immise su di essa pochi secondi dopo.
Qualche traccia di ghiaccio si trovava ai lati della strada, giusto per ricordare a tutti che fosse ancora pieno inverno e che mancava ancora un po' per vedere il sole che, seppure all'inizio con timidezza, appariva dietro le nuvole. In effetti, la città di Bradford era stata piuttosto fredda in quei giorni.
Zayn aspettò paziente che il semaforo divenne verde e poi premette nuovamente sull'acceleratore prima di svoltare sinistra e poi sempre a sinistra.
La sua casa di famiglia gli apparve davanti bella e curata come sempre.
Doniya, Waliyha e Safaa sarebbero state a scuola e ciò stava a significare che la madre era sola in casa. Arricciò appena il naso perché questo voleva dire avere piena attenzione della donna e non sempre si poteva considerare un bene. A volte era in grado di subissarlo con tante di quelle domande che, Zayn, si chiedeva distrattamente da dove le tirasse fuori.
Il rumore del campanello echeggiò per le mura spesse della casa e non appena la faccia perfettamente truccata di Thisha apparve dietro la porta, Zayn sorrise alla madre che entusiasta di vederlo lo avvolse tra le sue braccia.
«Oh, Zayn caro! Cosa ci fai da queste parti?»
Ormai era diventata una specie di abitudine passare da loro alla domenica mattina, approfittandone per rimanere a pranzo dato che lui non aveva la minima idea di come si prendesse solo in mano una pentola.
C'erano bambini di sei anni che sapeva cucinare piatti che avrebbero tranquillamente potuto battere quelli di certi cuochi e, lui, non sapeva nemmeno cucinare una pasta decente.
Ritornando al presente, si pulì le scarpe sullo zerbino all'entrata e s'intrufolò nel tempore della casa. Si sentiva la mancanza delle sorelle: nell'aria c'era troppo silenzio e tranquillità.
Si tolse quel fastidioso giubbino in pelle che ostacolava i suoi movimenti e osservò la madre. La pancia non era ancora ben visibile da sotto i vestiti ma, se si stava molto attenti, si poteva notare un piccolo rigonfiamento. La gravidanza procedeva bene ma lentamente e di questo aveva sentito Trisha lamentarsi più e più volte, soprattutto quando nella stanza c'era Lilith che l'appoggiava in tutto e per tutto.
Pur di non rovinarsi quella mattinata che aveva improvvisato con la madre tentò di scacciare tutti i pensieri sulla ragazza innominabile.
Trisha gli passò una mano tra i capelli folti e sorrise al figlio prima di baciargli la fronte. A volte sentiva così tanto la sua mancanza che si andava a rifugiare nella camera di Zayn. E dire che abitavano a poca distanza l'uno dall'altra.
Poi, come se niente fosse, gli diede una spallata e «Cosa ci fai qui, sunshine? Non dovresti essere a lavorare?»
Zayn increspò le labbra per quel soprannome che la madre non usava da un po', o almeno non quando era in compagnia delle altre figlie, e allora le passò una mano attorno alle spalle, attirando la sua figura contro il suo petto.
Le baciò la tempia ed un ondata di profumo famigliare, quello della sua mamma, lo travolse. Sì, gli era decisamente mancata quella donna.
«Volevo vederti, mamma. C'è qualche problema? Se hai da fare posso ripass...»
Trisha lo bloccò prima ancora che potesse finire la frase e, con un sorriso sulle labbra dipinte con il rossetto, scosse la testa.
«Zay, non c'è niente di più importante di te, lo sai.»
E Zayn questo lo sapeva bene, come sapeva bene che la madre avrebbe smesso di fare qualunque cose stesse facendo per lui. Era il suo bambino, come diceva sempre lei.
«Pensi di poter restare per pranzo? Tuo padre ha chiesto un permesso e torna anche lui. C'è una cosa che vogliamo dire a te ed alle tue sorelle.»
L'ultima volta che aveva sentito una una cosa del genere, o comunque qualcosa che gli si avvicinava molto, aveva scoperto che sarebbe arrivato presto un fratellino o una sorellina, quindi non poté fare a meno che aggrottare le sopracciglia ma annuire prima lanciare uno sguardo all'orologio.
Il primo cliente sarebbe arrivato per le tre del pomeriggio e, Zayn, per quell'ora avrebbe già finito di mangiare. Poi, sarebbe bastato chiamare Harry e dirgli che la madre aveva qualcosa da dirgli a proposito della gravidanza per convincerlo facilmente a rientrare all'ora che voleva.
A volte si sentiva in colpa per l'enorme lavoro che lasciava al suo amico. Altre volge nemmeno se ne curava.
Zayn scosse la testa e decise che dal giorno seguente avrebbe cominciato a migliorare sotto quel punto di vista.
Tante altre volte se l'era imposto ma non c'era stato nulla da fare.
«Certo mamma che rimango qui a pranzo», pronunciò anche, come per ribadire il concetto.
La donna parve molto contenta, tanto da improvvisare un piccolo ballo da seduta che fece ridere Zayn.
Poi, quando quel minuto di gioia finì, Zayn fece saettare i suoi occhi da madre aquila sul viso del figlio e subito la compassione s'impadronì dei suoi lineamenti.
«Come va, tesoro?»
Zayn colse perfettamente il significato dietro quella domanda all'apparenza così innocua e casuale.
Perché per quanto male potesse averle raccontato la sequenza degli avvenimenti e aver tralasciato i dettagli: in quanto convinto sostenitore del fatto che a sua madre non interessasse sapere i dettagli della loro notte tra le lenzuola e ancora più convito sostenitore del fatto che non avrebbe mai e poi mai rivelato alla donna qualche particolare della sua vita sessuale. Gli amici erano una cosa, la madre un'altra.
Beh, stava comunque di fatto che, nonostante i borbottamenti vari, l'incertezza in alcuni momenti, la confusione con cui aveva raccontato la serie di eventi, Trisha aveva capito tutto perfettamente. Come esattamente aveva fatto più e più volte con le sue figlie minori, allora, aveva preparato un bel tè caldo e aveva messo su un film, nonostante i brontolii di Zayn. Alla fine, anche se fu molto duro, il ragazzo ammise che tutta quella pantomima era stata utile.
Come diceva un vecchio proverbio “La mamma è sempre la mamma” e su ciò non si accettavano obiezioni.
Zayn, allora, si schiarì la voce e guardò la madre che aspettava con ansia una risposta. Sapeva bene che ai suoi occhi era arrivata l'immagine delle occhiaie e sapeva anche perfettamente bene che se nel caso avesse raccontato una bugia sarebbe stato smascherato nel giro di qualche frazione di secondo.
Non si può nascondere niente ad una persona che ti conosce meglio delle proprie tasche.
Accidenti, pensò Zayn, era fregato su tutti i fronti anche questa volta, esattamente come la sera prima con Louis.
«Zay?» Lo richiamò Trisha, ancora in attesa.
E allora annuì, non per dare una risposta ma più come gesto che stava a significare che fosse pronto a dire quelle parole ferme all'altezza della gola ma che faticava liberare.
«Mi manca mamma...»
E chi se ne frega se sembrava infantile, poco virile o un mucchio di altre cose. Aveva imparato che non solo le ragazze avevano il diritto di ritrovarsi con un cuore spezzato da gestire.
«Oh, tesoro...», esordì Trisha abbracciandolo e solo dopo una serie di minuti in silenzio aggiunse un «Sono sicura che manchi molto anche a lei», che fece trattenere il respiro a Zayn.
Era tutto così strano quello che accadeva nella sua testa quando anche quando c'era un solo piccolo riferimento alla ragazza che si vedeva costretto a scacciare dalla mente qualsiasi pensiero su Lilith si stesse per creare.
Tuttavia, la madre parve capire che era esattamente uno di quei momenti e dopo aver sorriso a Zayn in modo affettuoso e materno, si sfregò le mani, pronunciando un «Coraggio, Zay, bisogna cominciare a preparare qualcosa», nonostante fossero le undici del mattino e prima di tre ore non avrebbero toccato cibo. Ma, il ragazzo, era riconoscente a Trisha che, anche quella volta, seppe esattamente cosa dire e quando dirlo.

Zayn di cucina non se sapeva un bel niente, nel senso letterale della parola. Aveva tanti altri pregi, molti dei quali doveva ancora finire di scoprire lui stesso (ma qualcuno ne aveva), ma avere a che fare con pentole, padelle e fuoco di certo non era il suo mestiere.
Dopo aver sbuffato per la millesima volta perché l'impasto dei biscotti non ne sapeva di voler amalgamarsi, lasciò fare alla madre che con due mosse abili, dimostrando la sua ormai tanta esperienza in quel campo, riuscì a fare quello che il figlio tentava di ottenere da venti minuti buoni.
Zayn alzò gli occhi al cielo e la madre ridacchiò.
Sapevano entrambi che la breve conversazione avuta sul divano non era finita e che di lì a poco ci sarebbe stato un secondo round ma per il momento tutti e due si facevamo bastare il silenzio spezzato da qualche parola o risata.
La tv era accesa e costituiva un ottimo sottofondo.
«Ti ho mai detto di come ci siamo conosciuti io e tuo padre?»
Il ragazzo grugnì alle parole di Trisha perché ormai aveva perso il conto per tutte le volte che aveva sentito quella storia.
Da piccolo ne era ossessionato ed almeno una volta al giorno finiva sul divano, con la madre accanto, ad ascoltare ciò che sul loro amore aveva da dire.
«Mamma...», tentò d'intervenire Zayn. «La so così bene da poterla raccontare usando le tue esatte parole.»
La madre sorrise, perché era proprio così che stavano le cose. L'amore tra Trisha e Yaser era scoppiato improvvisamente e, se si stava a sentire la donna, fu anche aiutato da un po' di caso.
Il ragazzo attraente e dalla pelle olivastra che aveva intravisto in aeroporto proprio prima di salire su quell'aereo che l'avrebbe portata a fare la sua prima vacanza da adulta con le sue amiche, lo stesso che sedeva nella fila dietro di lei nel ritorno e sempre quello che aveva la valigia uguale alla sua.
Quell'uomo che aveva sposato qualche anno dopo.
«Il destino, in quei giorni, è stato il mio migliore amico.» E Zayn avrebbe potuto scimmiottare benissimo quella frase che Trisha continuava a ripetere da quando lui ne aveva memoria.
A discolpa dei genitori, il ragazzo poteva affermare che dieci anni di matrimonio e quasi quattro figli dopo l'amore che trovava nelle figure dei due adulti, che erano stati il suo punto di riferimento per tutti quegli anni, non era mai cambiato ed era lo stesso che avrebbe voluto per sé.
Perché non sperare di trovare la propria anima gemella? Magari avrebbe dovuto faticare un po' o aspettare a lungo ma avrebbe voluto senz'altro trovarla.
«Mamma», disse dolcemente Zayn, mentre vedeva la donna con lo sguardo fisso in un punto indefinito. Non sapeva ancora se credere nel destino o semplicemente reputare quello che era successo alla madre una serie di eventi particolarmente fortunati ma che sarebbero potuti capitare a chiunque.
Era decisamente più razionale della donna che gli stava accanto.
Avrebbe potuto anche dire che fosse stato colpo di culo, ma dubitava che la madre si sarebbe trattenuta dal dargli qualunque cosa avesse a portata di mano sul capo. Aveva impiegato anni a spiegare ai figli che un linguaggio scurrile non era segno di educazione ma, con Zayn, per certi versi, aveva fallito miseramente.
Date la colpa al fatto che sia un ragazzo, alla troppa vicinanza con Louis che non si fa alcun tipo di problema a dire parole sboccate o meno ma sta di fatto che Zayn, con il passare del tempo, acquisisce sempre di più un linguaggio altolocato.
Ah, povera Trisha.
«La vuoi sapere però una cosa, Zay?» Domandò Trisha, con un tono di voce vellutato e dolce. «Gli aeroporti sono i luoghi perfetti per incontrare persone ma anche per riprendersele.»
E lì Zayn tacque, con il respiro bloccato all'altezza della gola e nessuna parola con un vero significato da dire. Semplicemente la madre aveva detto tutto.
E sì, anche lui considerava gli aeroporti nello stesso modo di Trisha, solo che a differenza di altri non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di prendere la macchina e andare a fermare Lilith, anche se l'amava.

Tre ore dopo, come aveva previsto Zayn, tutta la sua famiglia sedeva a tavola. Le sorelle erano rincasate prima da scuola ed il padre preso un permesso dal lavoro.
Doveva essere una cosa davvero importante quella che avevano da dire i genitori ai figli.
Con la scusa di controllare i biscotti Trisha si alzò da tavolo, dirigendosi verso la cucina.
Safaa saltò sulle gambe di Zayn ed avvolse con le sue piccole braccia il collo del fratello.
Il ragazzo le sorrise, stringendo la presa attorno alla sua schiena. Gli era mancata così tanto quella bambina.
«Resti anche questo pomeriggio?»
Avrebbe voluto annuire per rendere felice la sorellina ma purtroppo si vide costretto a scuotere la testa e «Devo lavorare, Safaa.»
Questa acconsentì, abbassando appena il capo ed allora sfoderò uno dei suoi tanti sorrisi portatrici di idee e punzecchiò con un dito il fianco della sorella. «Che ne dici se domani ti passo a prendere dopo scuola ed andiamo a mangiarci qualcosa insieme?»
E nel momento in cui vide il sorriso della sorella, lo stesso con qualche finestrella perché ormai cominciava ad essere grande e quindi a caderle qualche dentino alla volta, lo considerò un sì.
Avrebbe fatto arrabbiare di nuovo Harry ma l'espressione raggiante di Safaa valeva molto di più.
Proprio in quel momento fece il suo ingresso la madre che, oltre alla teglia piena di biscotti appena sfornato, li stessi che se non fosse intervenuta Trisha sarebbero stati da buttar via, Zayn notò che nella mano destra stringeva qualcosa d’altro.
«Mi ha aiutato Zayn a fare questi biscotti», cinguettò la madre allegra come non mai.
Il ragazzo, in risposta a tutti gli sguardi che si posarono su di lui, improvvisò un sorriso tirato e annuì distrattamente, rubandone uno dalla teglia e stando attento a non scottarsi mani e lingua.
Ma, e fu davvero un peccato, presto si vide costretto a fermarsi dal masticare. La madre si schiarì la voce e si andò ad affiancare al marito.
Oh, poveri noi, pensò Zayn mentre vedeva il braccio della madre appollaiarsi sulle spalle del padre.
Il ragazzo si grattò distrattamente la barba e accolse Safaa che non volle state da sola.
Trisha sfoderò uno dei suoi sorrisi luminosi e con le mani che tremavano appena sollevò la busta gialla che stringeva tra le dita.
Waliyha aggrottò le sopracciglia e dischiuse le labbra per parlare ma, Zayn, con un colpo di ginocchio alla gamba le intimò di tacere.
Non era il momento dell'impazienza.
L'immagine che la madre mostrò loro non era altro che un mucchio di macchie grigie che si accostavano a qualcuna più chiara. Tutti trattennero il fiato quando compresero cos'era.
Doniya e Waliyha, per nulla sconvolte, si portarono una mano alle labbra, con gli occhi che brillavano di felicità.
Probabilmente erano a conoscenza della visita che la madre aveva svolto, come ormai da routine, e lui da stupido che era con tutte le altre cose, e decisamente più futili della madre che aspetta un bambino, non si era nemmeno interessato.
Dio, che razza di figlio era?
Zayn allora allungò una mano, come per poter vedere con i suoi stessi occhi quello che tra qualche mese sarebbe entrato o entrata a far parte della sua famiglia.
Dovette concentrarsi a lungo per riuscire a intravedere la macchia bianca che si distingueva da tutto il grigio che si estendeva intorno ma, alla fine, ci riuscì.
A pochi mesi di gravidanza quella era la prima immagine che aveva della sua sorellina o fratellino.
E poco importava se sarebbe stato maschio o femmina, era una cosa così strana che nemmeno con Safaa, e dire che era già grande abbastanza da comprendere tutto, era stato un insieme così stravolgente di cose.
Poi, Trisha, con un sorriso che sarebbe stato in grado di abbagliare chiunque, per la sua luminosità, «È un maschietto», pronunciò.
Zayn trattenne il fiato allora e non appena comprese che tutte le sue preghiere erano state avverate sorrise anche lui, posando la piccola Safaa a terra ed alzandosi dalla sedia esattamente come fecero le altre due sorelle.
Tra urletti di gioia ed abbracci vari Zayn incontrò presto lo sguardo della madre che, leggermente appannato, lo guardava con tanta gioia. Allora scoprì che anche i suoi occhi erano umidi ed una volta avvolto il corpo della donna tra le sue braccia, lei appoggiò la testa sulla spalla del figlio.
Esattamente tre sorelle dopo avrebbe avuto quel fratellino maschio che reclamava da troppo tempo e Trisha, esattamente dopo tre figlie femmine avrebbe avuto un altro figlio maschio che sperava avrebbe regalato lei tante gioie esattamene come il primo.
Eppure, mentre Zayn si sedeva nuovamente a tavola e mostrava a Safaa la macchiolina bianca che tra qualche mese sarebbe stata a tutti gli effetti il suo nuovo fratellino maschio, il ragazzo non poté notare tristemente che nonostante la sua famiglia fosse tutta lì, accanto a lui ed avesse voglia di chiamare ciascuno dei suoi amici per condividere con loro quella meravigliosa notizia, c'era qualcuno, più lontano da lui che avrebbe dovuto sapere quella notizia e, Zayn, aveva una voglia pazza di condividerla con lei.
Lilith, seppur a Manchester ed in procinto di partite per l'America era ancora il suo punto fisso.
Guardò al madre allora e non appena le parole che gli aveva detto appena qualche ora prima, in cucina, gli tornarono alla mente si vide costretto a pensate che, la donna, aveva molta più ragione di quello che pensava.
Come al solito, del resto.
Allora con uno scatto fulmineo si alzò dalla sedia, appoggiandovi sopra Safaa e dandole un biscotto tra le mani. L'attenzione di tutta la sua famiglia allora si spostò su di lui e Zayn, in risposta, scosse il capo e puntò i suoi occhi in quelli della madre.
«Devo andare», borbottò impaziente.
E chiamatelo pure istinto materno o il semplice fatto che Trisha conosceva il figlio meglio delle tasche di tutti i suoi vestiti ma quando lo vide afferrare la giacca e correre verso la porta seppe benissimo quello che Zayn stava andando a fare. Quindi sorrise per l'ennesima volta.
Zayn, dal canto suo, appena fu fuori dalla casa, afferrò il telefono per chiamare Louis. Sentiva il bisogno impellente di comunicate quella notizia a qualcuno.
L'amico rispose al terzo squillo e non appena la voce del ragazzo arrivò all'orecchio di Zayn, questo non si perse in chiacchere inutili.
«Lou, è un maschio!» Esclamò Zayn in preda all'euforia. E che importava se Louis non avesse compreso il soggetto di quell'esclamazione improvvisa lui doveva pur gioire con qualcuno. Ma Louis era sveglio e solo dopo pochi istanti di silenzio esclamò qualcosa di confuso pure lui prima di asserire un «E adesso che si fa?» che stava a significare che in qualche modo avrebbero dovuto festeggiare.
Erano anni fortunati se prima Louis ed adesso Zayn avrebbero avuto un altro fratello in famiglia.
Il ragazzo dai capelli neri e tremendamente disordinati allora sospirò, scuotendo la testa perché, nonostante la felicità dettata dal momento, subito un altro pensiero si impossessò della sua mente e rifletté dunque che, ormai, era abbattuto su tutti i fronti e non appena pronunciò quelle parole che fremevano di uscire dalle sue labbra seppe che Louis stava sorridendo vittorioso. «Vado a dirlo a Lilith.»

Il viaggio in macchina fu più difficile di quello che pensò Zayn. Non tanto per la strada quanto per i pensieri che nel silenzio e nella solitudine trovarono ottimo luogo dove attecchire e cominciare a vorticare nella sua testa senza alcuna intenzione di smettere. Aveva più volte rivalutato quello che stava per fare e ci furono determinati momenti in cui avrebbe anche fatto tranquillamente inversione a U anche se avrebbe rischiato di mettere sotto qualcuno e di prendere una bella multa per la mossa troppo azzardata.
In altri momenti avrebbe voluto prendersi a sberle in testa perché non aveva assolutamente idea di cosa le avrebbe detto, accidenti non aveva idea di quello che avrebbe fatto una volta che avrebbe incontrato il suo sguardo, figuriamoci se aveva pensato a delle parole.
Erano le quattro del pomeriggio e nonostante quella piccola punta di traffico che aveva beccato sarebbe arrivato a casa di Lilith sicuramente prima della sua partenza.
Louis, una volta tanto, era stato d'aiuto e dopo aver rovistato a lungo nell'agenda della madre aveva scoperto l'indirizzo che interessava a Zayn.
Ora l'unica incognita che rimaneva era se Lilith avrebbe accettato di vederlo. Ma, di questo se ne sarebbe occupato poi. Fare un passo alla volta è più che sufficiente.
Il numero 48A fu ciò che gli diede la conferma per capire se quella fosse realmente la casa di Lilith o meno. Una piccola villettina, perfetta per una famiglia dal numero ridotto, si estendeva di fronte a lui.
Le mura bianche e prive di qualsiasi difetto fecero pensare a Zayn che la madre della ragazza dovesse tenerci molto a fare una buona prima impressione e lui si concesse il lusso di domandarsi cosa mai avrebbe pensato.
Si stava per presentare alla porta di una casa che non aveva mai visto, senza alcun invito e per di più dopo rubato l'indirizzo dalla rubrica di Johannah e non tralasciamo che c'è anche la questione del cuore spezzato. Beh sì, decisamente quello che vorrebbero aver fatto tutti prima d'incontrare la madre della ragazza che si ama.
Tuttavia, non si diede il permesso di pensarci troppo perché altrimenti sapeva bene anche lui che avrebbe fatto dietro front e avrebbe potuto così dire addio a Lilith.
Quando Zayn suonò il campanello, il cui rumore echeggiò poi per le mura della casa, tutto ciò che riuscì a sentire il ragazzo era il battito del suo cuore che minacciava di sfondare la gabbia toracica.
Avrebbe fatto bene a provare a contattare Lilith prima di provare questa mossa troppo azzardata e rischiosa, forse addirittura più dell’inversione.
Dio, se solo gli fosse capitata l’occasione si sarebbe messo a correre a gambe levate verso la macchina e sarebbe tornato a casa.
Ma, nel momento in cui la porta si aprì e la figura di una donna, che avrà avuto su per giù da poco superato la quarantina, si presentò davanti ai suoi occhi rifletté che semplicemente era troppo tardi per qualsiasi ripensamento.
Inumidendosi le labbra e provando ad assumere un’espressione che non faceva trasparire il timore che stava provando in quel momento, si schiarì poi la voce.
Un paio di occhi chiari, come quelli della figlia, osservavano attentamente ogni sua mossa e a Zayn, per qualche secondo, parve che ci fosse proprio Lilith, di fronte a lui.
Le tese quindi una mano, convinto almeno in parte del fatto che se era riuscito a conquistare la ragazza ci sarebbe riuscito anche con la donna che gli stava di fronte.
«Buon pomeriggio, signora», esordì. «Sono Zayn e sto cercando Lilith.»
La madre sorrise al ragazzo e mosse i lunghi capelli biondo cenere, leggermente più scuri di quelli di Lilith, prima di corrugare le sopracciglia e «Zayn? Zayn Malik?» Chiedere.
E in quel preciso momento il ragazzo seppe che qualcuno aveva parlato molto di lui. Allora Zayn annuì, incastrando la lingua tra i denti e provando un moto d’affetto sconfinato verso quella ragazza che gli aveva ormai rubato il cuore da un po’ di tempo.
«Sì, sono esattamente io, signora.»
La donna allora gli tese una mano per presentarsi e «Darcey Davies», pronunciò con voce delicata come quella della figlia. Zayn strinse prontamente la mano di Darcey e assentì con il capo, come per dire che aveva capito e quando fu invitato ad entrare in casa con un cenno del capo e «Entra pure», si sentì sempre più vicino al suo obbiettivo.
La donna lo condusse all’interno di quella casa così ordinata e che profumava di biscotti, fino ad arrivare alla cucina, fonte di quello splendido ed invitante odore che si era impadronito delle mura.
Lilith era proprio lì, che impastava con un sacco di farina sparsa sul grembiule che proteggeva i vestiti ed un po’ anche sulla faccia e tra i capelli. Sorrideva e muoveva i fianchi a ritmo della canzone che la piccola radio trasmetteva ed era così bella che Zayn avrebbe potuto rischiare di collassare in quel preciso momento. Le gambe tremavano perché seppur fosse una settimana o forse poco più che non la vedeva, la verità era che aveva sentito così tanto la mancanza della ragazza da sembrargli un tempo infinito.
Lilith alzò lo sguardo proprio in quel momento, con una frase già pronta ma, chiuse le labbra non appena vide la figura di Zayn.
Osservò per qualche istante la madre e quando questa fece un cenno del capo e sollevò un pollice nella sua direzione, come per dire che aveva fatto un’ottima scelta, lei scosse semplicemente la testa.
Poi, senza dire altro, Darcey si allontanò lasciandoli soli e Lilith si pulì le mani piene di impasto sul grembiule, considerandola una valida vendetta per la madre che lo avrebbe dovuto poi pulire.
A quel punto, con le sopracciglia aggrottate e la fronte corrugata in maniera tale da arrivare a formare tante piccole pieghettine adorabili si posò le mani sui fianchi mentre Zayn incrociava le braccia al petto.
«Cosa ci fai qui?» Gli chiese dopo.
Il ragazzo sospirò, perché di certo avrebbe dovuto immaginare che si sarebbe sorbito un’accoglienza fredda ma avrebbe sopportato.
Eppure non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di lei che saliva su un aereo, allontanandosi da lui.
I suoi occhi vagarono per la stanza troppo illuminata ed anche decisamente disordinata fino a finire ad osservare i capelli di Lilith che arruffati e con qualche traccia di cibo le davano un'aria dolce e buffa. Sul viso, leggermente arrossato, spiccavano gli occhi che probabilmente non avevano mai trasmesso così tanta finta indifferenza come quel giorno.
Zayn, allora sospirò, sconfitto dal fatto che prima o poi avrebbe dovuto dare una risposta alla ragazza che ora lo stava guardando sempre più confusa.
«È un maschio», esordì quindi.
E pazienza se aveva cominciato con un discorso preso dal nulla, un qualcosa che sicuramente Lilith non avrebbe compreso subito ma almeno aveva aperto bocca.
Temeva che gli fosse andata via la voce.
«Cosa stai dicendo?»
E sorrise anche Zayn quando con tono perplesso e spaesato, lei, si accise a rispondere.
Beh, se non altro aveva attirato la sua attenzione.
Il ragazzo allora inclinò appena la testa, per guardarla meglio mentre con occhi attenti Lilith stava ad osservare ogni sua mossa. «Il bambino che aspetta mia madre è un maschio», spiegò quindi e non appena vide l'informazione arrivare a Lilith che finalmente comprese tutto, Zayn vide lo sguardo della ragazza illuminarsi mentre congiungeva le mani come se stesse per pregare e «Oh mio Dio, dici sul serio?!» e poi schiarirsi la gola non appena si rese conto dell'eccessiva enfasi che aveva messo nella frase.
Dovette provare a ricordarsi parecchie volte perché fosse arrabbiata con il ragazzo.
Ma Zayn parve d'intravedere già qualcosa che non gli era concesso di osservare da un po' di tempo. Perché anche scorgere l'accenno di un sorriso di Lilith serviva a lui per capire che per un tempo molto lungo, indefinito addirittura, quello che provava per lei non sarebbe cambiato.
Fu proprio sulle note di questi pensieri che dopo che la ragazza abbe biascicato un «Congratulazioni», così in antitesi con il tono che aveva usato solo pochi istanti prima e poi diventò immediatamente di nuovo seria, si concesse di pensare bene alle parole che avrebbe potuto usare.
«Cosa ci fa qui, veramente, Zayn?»
Ed a quel punto il ragazzo sospirò, profondamente, ma pronto per dire una volta per tutte le cose come stavano.
«Ti rivoglio con me.» E prima ancora che Lilith potesse intervenire con quasi cosa avesse per la mente, lui la precedette mettendo una mano davanti a sé ed intimandole di lasciarlo continuare. «Può sembrate una di quelle frasi maschiliste e da stronzi, lo so, ma davvero Lilith io ti rivoglio con me. Solo dopo che te ne sei andata, svuotando le mie giornate e portandoti con te quella routine, che insieme avevamo costruito, mi sono accorto che non sono mai stato tanto favorevole ai cambiamenti. Ed è vero probabilmente avrei potuto dire queste cose qualche settimana fa ma ero ancora talmente spaventano all'idea di perderti che tutte queste parole non sarebbero riuscite ad uscire dalla mia bocca. So bene di aver scelto il momento sbagliato, possiamo dire anche del cazzo, giusto perché così rendiamo meglio l'idea ma, Lilith, non mi sono mai accorto come in questi giorni di quanto mi senta completo solo quando ci sei tu al mio fianco. Tu stai per partire per l'America, io me ne dovrò ritornate a Bradford ma questa cosa sento il bisogno di dirtela: quando questa mattina mia madre mi ha dato quella splendida notizia l'unica persona con cui avrei voluto condividere il tutto eri tu e questo vorrà pur dire qualcosa, no? È stato allora che ho ascoltato le suppliche di Louis, a proposito sai che ti vuole davvero molto bene? Ho ascoltato mia madre, gli infiniti brontolii dei miei amici e sono corso da te perché mi hanno sempre detto che tentare non nuoce, giusto? Lilith, ti voglio al mio fianco, mattina pomeriggio e sera, giorno dopo giorno, ti voglio nel mio studio sul quel lettino scomodo e impaziente di farti un nuovo tatuaggio, ti voglio vedere scorrazzare per il K2O facendo impazzire Louis. Ti voglio vedere mentre abbracci Safaa e parli con mia madre della gravidanza. Ti voglio nel mio piccolo appartamento, voglio che mi svegli di nuovo con il caffè nella mia tazza preferita, ma soprattutto voglio vederti nel mio letto e accanto a me. Niente di quello che sto dicendo è finto, sappilo. Voglio tutte queste cose, una per una perché, sinceramente, non sono pronto a vederti salire su un aereo e non sapere quando ritornerai e se ritornerai.»
Lilith allora rimase in silenzio perché semplicemente di parole adatte dopo tutto quello che Zayn aveva appena detto non ne esistevano. Fu, però, al tempo stesso doloroso perché se solo avesse detto queste esatte cose solo qualche settimana prima probabilmente non starebbero allo stesso modo.
Allora si concesse di alzare lo sguardo su colui che aveva rubato ogni più piccolo pezzo del suo cuore e della sua anima senza troppa fatica, con un sorriso e una mano tra i capelli.
Zayn era così bello da quasi pensare fosse un dono del cielo, un insieme di perfezione da renderlo quasi irrealistico. Zayn, se Lilith ci pensava bene, era tutto, dalla cosa più insignificante a quella di maggiore importanza, niente aveva molto senso se lui non era accanto a lei.
Inumidendosi le labbra «Perché proprio ora?» Domandò.
Ed, in effetti, se si soppesava la cosa quello era esattamente il momento peggiore che qualcuno avesse mai potuto scegliere.
Zayn quindi le sorrise, avvicinandosi alla ragazza di qualche passo, giusto per diminuire la lontananza gradualmente.
«Perché con il tempismo non ci so proprio fare e perché ho capito che ti rivoglio nella mia vita ora più che mai.»
Lilith si sistemò i capelli. «Zay, non è così semplice», replicò poi, portandosi una mano sugli occhi.
Il ragazzo trattenne il respiro per i primi secondi, perché sentirla chiamarlo con quel soprannome che poche volte gli aveva affibbiato gli fece sciogliere il cuore. Ma, poi, sospirò anche perché si rese perfettamente conto della situazione precaria in cui si trovavamo entrambi. Zayn che silenziosamente la implorava di non partire, di restare in Inghilterra mentre Lilith chiedeva di provare ad essere capita.
Zayn, trasse allora un ultimo respiro profondo e «Non posso permettermi di perderti, Lilith», si decise a pronunciare.
«Lo sai che in questo modo mi stai chiedendo di non partire?»
«Ed è qui che ti sbagli», disse il ragazzo dai folti capelli neri che si avvicinò di qualche altro passo. «Ti sto chiedendo di porre fiducia in me, perché io ti amo, Lilith.»
E fu il turno di Lilith, questa volta, di trattenere il fiato per alcuni secondi mentre elaborava le parole appena udite, senza tuttavia smettere di pensare a tutte quelle che in pochi minuti si erano scambiati.
Avrebbe tanto voluto baciarlo, attirarlo a sé e mandare a puttane tutti i programmi che aveva fatto, tutto quello che si era immaginata nella sua nuova vita fuori dall'Inghilterra, nella splendida soleggiata Los Angeles. Zayn era piombato in casa sua inaspettatamente, con parole che mai avrebbe pensato sarebbero uscite dalle sue labbra e per di più ora le stava chiedendo di porre tutta la sua fiducia in lui e nel loro amore.
«E se quello che proviamo un giorno non potesse più essere abbastanza?»
Lilith si abbandonò alla razionalità, vagando con la mente alla ricerca dei peggiori finali a cui avrebbe potuto condurre la sua scelta.
«E se per caso non fosse così?»
Ora Zayn si trovava a davvero troppo pochi centimetri di distanza perché Lilith potesse pensare lucidamente e senza farsi persuadere dalla sua acqua di colonia che non si ricordava fosse così buona.
Se solo avesse voltato appena la tesa verso destra, le loro labbra si sarebbero toccate.
«Zay...», tentò d'intervenire. «È una situazione assurda, e lo sai bene anche tu.»
E con una spinta si allontanò dal bancone contro cui era poggiata e si costrinse a rimettere una distanza dignitosa tra i loro corpi.
«Cosa vuoi che faccia, allora? Che salga sulla mia auto e che me ne torni a casa, lasciandoti partite?»
Lilith avrebbe voluto urlare “no”, perché anche lei amava Zayn molto di più di quello che sarebbe riuscita ad esprimere ma a ciò si accostava presto anche la paura.
«Lil», la richiamò lui, dolcemente. «Tu mi ami?»
E allora a quel punto la ragazza non poté fare a meno che annuire, sconfitta: come se le avesse deciso di giovare a carte scoperte. Ma, prima che il ragazzo potesse dire qualunque cosa lei intervenì nuovamente. «Zayn, io voglio partire.»
E non appena le parole uscirono dalla sua bocca il silenzio calò nuovamente nella stanza. La distanza, all'apparenza poca, divenne molto più evidente e nessuno dei due seppe, esattamente, cosa fare e soprattutto cosa sarebbe successo dopo quest'ultima uscita.
«Mi dispiace», sussurrò allora Lilith, passandosi una mano sul viso stropicciato in una smorfia.
Zayn, una volta riscosso dalla trans, in cui era scivolato, si passò una mano tra i capelli corvini, resistendo all'impulso di strapparseli.
«Non c’è niente che possa fare per convincerti a restare?»
I capelli biondi di Lilith svolazzarono quando, lentamente, scosse la testa per enfatizzare la sua, ormai definitiva, decisione.
Il ragazzo allora assentì, ingoiando il groppo che gli si era formato all’altezza della gola e chiuse gli occhi per qualche istante. Quando poi li riaprì sorrise forzatamente a Lilith e, avvicinandosi lentamente le lasciò un bacio sulla fronte.
«Buona fortuna, allora. Salutarmi tua madre», disse prima di sparire oltre la porta e correre verso la macchina che l’avrebbe riportato a Bradford.
Lilith l’unico suo pensiero fisso.



 

“La informiamo che l’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile.”

 

Uno sbuffo fu tutto quello che la sua bocca emise, prima di osservare la porta con il numero 18B sopra. Era difficile pensare quello che sarebbe potuto succedere una volta che avrebbe bussato, come avrebbe reagito ma era ancora più difficile accettare l’idea di avere la possibilità di essere cacciata in un battito di ciglia. E, forse, se lo meritava per come si era comportata.
Alzò gli occhi al cielo per il suo ennesimo tentativo di suonare il campanello, senza riuscirci veramente e sentiva ancora il rumore della macchina di Louis in sottofondo perché, secondo lui, una ragazza non poteva girarsene sola di notte. E per questo lo ringraziava ma sapeva anche bene di quanto si stesse, lentamente, spazientendo. Quel ragazzo e la pazienza non andavano per niente a braccetto. Nemici totali.
Sorrise nervosamente infatti quando lo schermo del suo cellulare quasi scarico s’illuminò.

Un nuovo messaggio: ore 10.30pm
Da: Louis
“Suona e falla finita.”

Chiaro e coinciso come sempre il ragazzo aveva detto implicitamente che avrebbe voluto tornarsene a casa ed, in effetti, se lo meritava dopo aver guidato per due ore senza pausa.
Sbuffò ancora, allora, e poi avvicinò nuovamente per quella che probabilmente era la decima volta il dito al campanello e quando finalmente trovò la forza per suonare avrebbe preferito bere una birra prima di affrontare questo discorso. Ne sentiva il bisogno.
Ma, tuttavia, fece a malapena il tempo a continuare quel pensiero perché Zayn le apparì davanti ai suoi occhi, con i capelli scompigliati e gli occhi stanchi. Il volto perfetto coperto da uno strato di barba a cui nel pomeriggio non aveva fatto molta attenzione e la famosa bottiglia di birra che lei avrebbe voluto in una mano.
Dunque s’inumidì le labbra perché era una completa imbecille.
«Mi dispiace», asserì quindi. «Sono una completa imbecille, lo so. Dopo tutto quello che ti ho detto questo pomeriggio mi presento qui senza una scusa plausibile, con Louis che è nervoso perché ho aspettato fino ad adesso il momento che ritenevo giusto per suonare. Ma, Zayn, io ti amo e davvero tanto. A volte questo sentimento è così grande che ho la sensazione di soffocare. Mi hai stravolto in poco tempo, da non riuscire a metabolizzare la cosa. Non voglio andare da nessuna parte che non sia con te, voglio che tu sia al mio fianco ogni giorno, voglio riempirmi la pelle d’inchiostro su quel lettino scomodo, proprio come hai detto tu, voglio portarti il caffè tutte le mattine, giusto per vedere il sorriso che ti nasce sul viso per questo semplice gesto. Voglio trascorrere del tempo nel tuo appartamento, con te e solo con te. Voglio giocare con Safaa tutte le volte che mi è possibile e vedere tuo fratello nascere. E, sì, se te lo stai chiedendo voglio anche svegliarmi nuda nel tuo letto, purché appena apra gli occhi la prima cosa che mi sia concessa di vedere sia tu. Non voglio nient’altro che questo.»
La parlatina ormai aveva avuto la meglio e non c’era più alcuna speranza che riuscisse a chiudere la bocca. Quel ragazzo era diventato giorno dopo giorno, minuto dopo minuto e secondo dopo secondo sempre più importante, fino a divenire una parte fondamentale della sua vita e questo Lilith lo sapeva anche mentre Zayn era a casa sua, devastato per la sua partenza imminente ma, ancora, non aveva compreso quanto fosse difficile lasciare la propria città e le persone che si amano.
Vedere la sua valigia imbarcata, il biglietto aereo strappato era stato troppo per lei, che era corsa quindi fuori dall’aeroporto e aveva chiamato frettolosamente Louis affinché la venisse a prendere.
Zayn, in tutto questo, era ancora in silenzio. Non si era ancora deciso a pronunciarsi.
Lilith allora lo guardò con i suoi occhi umidi perché fuori faceva davvero freddo e loro erano ancora fermi sulla soglia della porta.
Ma, inaspettatamente, Zayn fece cadere a terra la bottiglia che gli impegnava la mano destra e l’attirò a sé, respirando finalmente liberamente e senza un peso opprimente sul petto, non appena il suo corpo venne in contato con quello della ragazza.
Lilith, dal canto suo, non perse tempo nell’avvolgere le braccia attorno al busto del ragazzo ed a respirare il suo profumo.
Gli era mancato così tanto.
Le sollevò, poi, il mento e quando finalmente i suoi occhi castani incontrarono quelli chiari della ragazza sentì il suo cuore fare una capriola nel petto. L'altra mano si posò sul fianco di Lilith e qualche istante dopo si stavano già baciando.
Un bacio che stava a significare tante cose insieme, tra cui mille promesse celate dietro a quel gesto all'apparenza così banale.
«Allora, resti
E per quanto la vita in America potesse sembrare affascinante e stesse a significare parecchie novità aveva qualcuno di più bello e prezioso nella sua amata Inghilterra e pazienza se avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa perché, in realtà, aveva appena dato una nuova occasione a sé stessa, era quella la nuova strada su cui si sarebbe dovuta concentrare, la sua nuova opportunità.
L'America avrebbe semplicemente aspettato. Di università è pieno il mondo. Di persone come Zayn, invece, molto meno.
«Resto




Note autore:
Buongiorno mie belle fanciulle!
Se vi chiedevate se fossi per caso morta la riposta è ovviamente no ma, tra le tante cose da fare per la scuola e questo capitolo che è stato letteralmente un parto ho fatto un ritardo più che clamoroso. Ma, adesso sono qui, non è questo quello che importa?
FINALMENTE l'epilogo è qui: piango dalla gioia (gioia perché sono riuscita a trovare un po' di tempo).
Per farmi perdonare per bene qui ci sono diciotto pagine e esattamente 10.720 parole. Quindi sicuramente avete avuto il vostro bel da fare.
Dovete anche considerare il fatto che tra poche ore partirò per un piccolo viaggetto con la scuola ed io, nonostante tutti gli ultimi preparativi, ho trovato spazio per postare il capitolo. È un gesto molto carino, non trovate anche voi?
Bene, a parte questa orribile introduzione che serviva per scusarmi con voi e per spiegarvi il motivo della mia assenza vorrei passare immediatamente al capitolo.
Allora, è giusto che lo dobbiate sapere, all'inizio non avevo proprio idea di come sarebbe andata a finire questa storia. Una parte di me diceva che sarebbe stato "bello" che Lilith salisse su un aereo per andarsene in America, abbandonando per sempre Zayn, mentre l'atra, la più razionale, continuava a pregare di farmi scrivere un finale romantico e sdolcinato e, sapete alla fine cosa ho scelto? Ovviamente la seconda opzione perché con tutti i libri d'amore che ho letto, ce n'è stato qualcuno in cui i due amati proseguivano ognuno per la propria strada ed il vuoto all'altezza del petto che ho provato ogni volta non lo voglio provare mai più.
Per questo, per la nostra Lilith ed il nostro Zayn, ho deciso che tutto doveva finire bene. Siete contente?
Nella prima parte abbiamo Zayn distrutto psicologicamente dalla fine della storia con Lilith, soprattutto perché ha saluto da poco che la ragazza è intenzionata a partire per Los Angeles (conto di andarci anch'io in questa città un giorno).
In effetti, posso capirlo perché è stata una vera e propria batosta.
Insomma chi non sarebbe scosso?
Beh a parte questo comunque ci pensa il mio amatissimo Louis a cercare di mettere un po' a posto le cose, portando Fifa ed un po' di gelato. Ecco, è bene che vi ragguagli anche sul fatto che io non so assolutamente nulla di questo gioco. Il calcio è un sport che proprio odio. Dovete sapere che io soffro di apatia compulsiva contro qualsiasi cosa comporti del movimento ma per il calcio il mio disgusto aumenta giorno dopo giorno. 
Bene e dopo questa confessione ritorniamo a dove eravamo rimaste.
Poco dopo però arrivano anche Niall, Liam ed Harry.
Ahh, la mia OT5, quanto mi manca.
La seconda parte è una delle mie preferite perché Louis e Zayn hanno l'ennesimo loro discorso e mi piace pensare che nella mia storia, come sicuramente sarà capitato anche nella vita reale, gli Zouis siano uniti e che si aiutino a vicenda. Il fatto che qui ci siano l'uno per l'altro mi riempie il cuore di gioia.
Qua, però arriva l'ennesima batosta perché chi si aspettava mai che Lilith partisse in anticipo rispetto a quello che aveva detto?
Povero Zayn e povero il suo cuoricino.
Quindi, tra una parola e l'altra, tra un'arrabbiatura e l'altra si finisce presto con Zayn che, implicitamente, caccia fuori casa sua Louis. Gli chiede, sì, se vuole rimanere a dormire da lui ma, l'altro, sa bene che in realtà vuole rimanere solo e quindi lo accontenta semplicemente.
Louis lo conosce davvero troppo bene.
La parte in cui poi ritorna nella sua casa di famiglia per vedere Thisha è una parte in cui mi piange il cuore. Per me sono così belli e dolci insieme che quando ho scritto questa scena riuscivo ad immaginarmi tutto alla perfezione.
Quando lo chiama "sunshine" volevo davvero strapparmi i capelli dalla testa.
Anche qui, presto, si arriva al punto in cui la madre gli chiede come sta realmente e trovo che non ci sia del male se un ragazzo esprime il proprio stato d'animo. Anche loro hanno il diritto di stare male, anche perché delle volte siamo noi donne a ferire loro.
Io la vedo così.
Tuttavia, Trisha, sa perfettamente cosa fare e gli affida i biscotti.
Ecco, Zayn è davvero negato in cucina e non so perché ma anche nella realtà non mi da l'idea di un tipo che si mette davanti ai fornelli. Penso che sia di più uno a cui piace trovare le cose pronte, non pensate anche voi?
È davvero un disastro e quindi presto deve intervenire la madre. Questa scena è, possiamo dire così, uno dei punti chiave dell'intero capitolo perché ci sono le prime spie che gli dicono che effettivamente potrebbe fare qualcosa per cambiare le cose.
Un altro pezzo in cui avrei voluto strapparmi cuore e capelli è stato quando Safaa si è seduta in braccio al nostro Zayn. Deve essere un'ottimo fratello maggiore anche nella realtà.
Alla fine, sarete felici di sapere, che effettivamente sarà un maschietto il bambino che Trisha aspetta. Ho voluto accontentare il povero Zayn. Insomma ci sta.
Un altro piccolo Malik da aggiungere alla lista.
È proprio qui che Zayn capisce che questa notizia la deve condividere immediatamente con qualcuno che, però, non fa parte dei suoi amici e che è un po' lontana da lui.
Quando lo capisce non è ancora troppo tardi, ha tempo. È allora che si alza da tavola in fretta ed esce dalla porta, con la madre che ha capito ogni cosa.
Ovviamente, nonostante il fatto che non vedesse l'ora di condividere la notizia con Lilith questo non gli impedisce di chiamare il suo caro e fidato amico Louis.
La penultima parte è stata quella in cui ho riscontrato più difficoltà in assoluto perché a parte il piccolo pezzo in cui Zayn conosce la mamma della ragazza non sapevo assolutamente cosa scrivere e cosa no.
È stato davvero difficile ed impegnativo.
Tuttavia, però, alla fine sono riuscita ad inserire tante parole ed il discorso di Zayn a momenti faceva piangere anche me. E sono la scrittrice di tutto questo.
Il suo "ti rivoglio con me" mi ha fatto letteralmente sciogliere: amore di mamma.
Però, Lilith, è ancora convinta di voler partire, di voler andarsene in America e di poter iniziare un nuovo capitolo della sua vita. Ecco ci tengo a farvi sapere che la ragazza non se ne va a Los Angeles perché la storia con Zayn è finita. Magari in piccola parte anche per quello ma è un'opportunità che vuole cogliere al volo.
Lilith è una ragazza caparbia ma anche orgogliosa e quando capisce di aver sbagliato tutto, di aver dato poca importanza a delle cose che invece se ne maritavano molta di più si rifiuta di partire e chiama la prima persona che le viene in mente: Louis.
Diciamo che questo ragazzo, per l'intera storia, è stato una sorta di cupido. Lo si può dire?
La parte finale è la mia preferita, quella che aspettavo da tanto tempo ma che non sapevo come scrivere ed impostare.
Ma eccomi finalmente qui che con il "resto" di Lilith ho concluso questa storia che quando ho cominciato non sapevo nemmeno se l'avrei messa su Efp. Alla fine, sono contenta di questa mia scelta. Sono davvero molto orgogliosa di me stessa perché sono riuscita a portare a compimento questo mio progetto.
E sulle note di ciò volevo, per primo, ringraziare tutte quelle che mi hanno messa tra le loro scrittrici preferite, quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate. Sono davvero contenta che l'abbiate fatto perché per me significa che avete apprezzato quello che ho fatto.
Volevo ringraziare le persone tanto carine che hanno lasciato un commento e che mi hanno spronata a continuare e per di più volevo ringraziare il mio caro ed unico Zayn che mi ha ispirata a sufficienza per poter scrivere questa storia.
Dopo tanto tempo metterò "completa" alla storia e non so se essere felice o meno. Mi mancheranno sicuramente ognungo dei personaggi, a partire dai nostri protagonisti.
Va bene, penso che con i ringraziamenti possiamo smettere.
Come tutte le volte è tempo di pubblicità. Allora, vi ricordo che nel caso voleste contattarmi potete provare anche su 
Ask (anche se non lo uso molto) e che per leggere tutto quello che ho scritto basta che clicchiate semplicemente qui. Volevo anche dirvi che qui c'è il mio Instagram (se volete seguirmi sarò ben contenta di ricambiare). Nella bio, inoltre c'è anche il mio Tumblr.
Ah, non dimentichiamoci della pubblicità al mio bambino. Non so se avete sentito la sua nuova canzone: It's you. Dio, non aspetto altro che l'uscita del suo album perché è da Marzo dell'anno scorso che voglio scoprire com'è la musica che davvero vuole fare.
Bene per abbreviare le cose vi lascio direttamente il suo canale 
Youtube e spero che v'iscriviate in tante.
Una marea di abbracci e baci a tutti ed adesso mi dileguo perché la valigia non si chiude da sola e devo anche rendermi un po' presetabile con del trucco.
Prima di concludere definitivamente vi voglio avvertire che non ho molto tempo per controllare gli errori ortografici e quindi provvederò a correggerli quando torno.
Mie belle fanciulle, ci sentiamo con il prossimo scritto. All the love. xx
-Micol :)



Zayn Malik



Lilith Collins


Louis Tomlinson


Liam Payne


Niall Horan


Harry Styles


Doniya Malik


Waliyha Malik


Safaa Malik


Trisha e Yaser Malik


Lottie Tomlinson


Félicité Tomlinson


Phoebe e Daisy Tomlinson


Ernest e Doris Deakin


Johannah Deakin


Sophia Smith

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