Tattooed Heart

di psychoforstyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Jamie Campbell Bower, 26 anni, padre da tre anni, single.
Bethany Smith, 24 anni, figlia modello, single.
Due vite totalmente diverse, due caratteri opposti, due anime gemelle.


Jamie ha sempre amato dormire, ogni volta che non sa cosa fare si infila nel suo scomodissimo letto a una piazza e mezza, chiude gli occhi e crolla tra le braccia di Morfeo. Ma quel giorno non era una di quelle volte. Aveva avuto una notte insonne senza sapere il perché. Riuscì ad addormentarsi alle quattro del mattino ma, per sua sfortuna, fu svegliato da suo figlio Michael che stava urlando da circa dieci minuti.
"Mikey, adesso smettila! Sto arrivando!" Urlò Jamie al bambino, il quale smise subito di frignare probabilmente spaventato dal padre.
Per il biondo non era facile occuparsi di suo figlio, perché non aveva nessuno che lo aiutasse. Probabilmente vi starete chiedendo dove fosse la madre. Quando nacque Michael, Jamie era lì accanto a lei ad incoraggiarla. Subito dopo che Sophia allattò il bambino e che quest'ultimo venne portato via dalle infermiere, Jamie le chiese come stesse e lei gli rispose "Non sono mai stata più felice e soddisfatta. Ora me ne posso andare. Ti amo." Jamie non capì immediatamente quello che la sua ragazza intendesse dire, ma quando pochi secondi dopo lei rimase immobile, con gli occhi spalancati e il sorriso stampato in faccia, il ragazzo capì. Lei se n'era andata, se n'era andata per sempre e l'aveva lasciato solo con suo figlio.
Jamie era appena entrato nella cameretta di Michael e, appoggiato allo stipite della porta, gli chiese che cosa fosse successo. "Ho avuto un incubo, papà. Posso dormire con te?" Chiese il bambino, storpiando un po' le parole. "Va bene Mikey, ma solo per questa notte chiaro?" Il bimbo annuì felicemente alle parole del padre. Jamie si avvicinò a lui e lo prese in braccio portandolo nella sua stanza, lo posò delicatamente sul letto e ci si sdraiò accanto. Il bambino si accoccolò sul suo petto scoperto e pronunciò le solite quattro paroline che lo facevano sorridere sempre: "Ti voglio bene papà".


Bethany era chiusa nella sua stanza, seduta ai piedi del letto con un libro in mano. Che libro fosse neanche lei lo sapeva, le bastava poter leggere per essere felice. Leggeva nonostante fossero le quattro del mattino, non riusciva ad addormentarsi probabilmente a causa dell'enorme delusione causata dall'aver visto il proprio ragazzo, con cui stava da due anni, baciare una ragazza che di buono non aveva niente. Mattew, il suo (ex) ragazzo, non sapeva che lei fosse lì e non sapeva nemmeno che li avesse visti. Bethany era totalmente confusa, triste e frustata, e non sapeva cosa fare. Doveva chiamarlo? Scrivergli un messaggio? Incontrarlo? Non riuscendo a decidere cosa fare si mise a leggere, l'unica cosa che poteva consolarla.
Alle cinque si addormentò per poi essere svegliata alle sette dalla sveglia: doveva andare all'università. Troppo stanca per spegnere quel maledetto aggeggio, lo lasciò suonare attirando l'attenzione della madre che si accorse del fastidioso rumore.
"Betty, tesoro, perché non spegni la sveglia?" Chiese la donna preoccupata. "Non sto molto bene mà. Non riesco nemmeno ad aprire gli occhi e ho un mal di testa tremendo." Rispose la ragazza con un briciolo di fastidio causato dal soprannome che la madre aveva usato "Va bene, per oggi puoi restare a casa. Solo per oggi, chiaro?" La ragazza annuì in segno d'assenso. Non era solita saltare le lezioni, ma quel giorno non ce la faceva proprio.
Alle tre del pomeriggio Jessica, la sua migliore amica, si presentò a casa sua. "Brutta stronza, come mai oggi non sei venuta all'università? Non dirmi che è per quel coglione di Matt." Disse l'amica "Non è per lui, Jess. La mia vita non ruota attorno a lui. Questa notte mi sono addormentata alle cinque e non me la sentivo di venire con l'aspetto di uno zombie." Rispose. "Chissà perché non hai dormito." Disse l'amica sospettosa. "Sei qui per passarmi gli appunti o per farmi esasperare?" Disse Beth con tono seccato. "Fammici pensare...entrambe!" A quell'affermazione Bethany roteò gli occhi e si avviò nella sua camera con Jess, dove avrebbero passato l'intero pomeriggio.
"Beth, ora devo proprio andare. Questa sera ti va di andare in un pub? Ne hai bisogno." "Vada per il pub. Ma non bevo, chiaro?" Jess annuì sapendo che non sarebbe stato così.


"Jamie, vieni al pub con noi. È un ordine." Disse Mattew al suo amico "Non so se hai capito che ho un figlio e non so a chi lasciarlo." "Lo lasceremo alla mia ragazza, dai." Jamie scosse la testa. Non si spiegava perché frequentasse ancora Matt. Certo, era una ragazzo simpatico e molto bello, ma non era una brava persona. Mattew aveva una ragazza, ma la trattava male. Le lasciava sempre un sacco di cose da fare al posto suo e la tradiva spudoratamente. L'unica cosa che Jamie sapeva di lei è che si chiamasse Bethany, Bethany Smith.
"No Matt, basta lasciare a quella ragazza tutte le tue commissioni e tutti i tuoi problemi, smettila. Sai una cosa? Questa sera andrò al mio fottutissimo negozio con mio figlio e starò lì ad aspettare qualche cliente ubriaco che si vuole fare un tatuaggio di cui si pentirà per tutta la sua inutile vita." Disse Jamie prendendo suo figlio e mettendogli la giacca. Spinse il suo 'amico' fuori da casa sua e uscì, soddisfatto di quello che aveva detto pochi minuti prima.


"Non avevi detto che non volevi assolutamente ubriacarti?" "Non sono ubriaca, ho solo bevuto cinque bicchieri di vodka." Disse Bethany cercando di non cadere da in piedi.
"Dimmi una cosa che ti piacerebbe fare ma che non hai il coraggio di fare." Disse Jessica. "Ti sembra il momento? Sono fottutamente ubriaca." "Appunto, non sai che gli ubriachi dicono sempre la verità?" Beth sbuffò e tirò fuori il suo 'pazzo desiderio': "Voglio un tatuaggio sul dito medio, un cuore." Jess scoppiò a ridere "Sei seria?" Chiese "Ovvio, ho paura degli aghi ma adesso non me ne frega niente quindi potrei anche farmene uno." Rispose seria.

 
Ore 01:27 Jamie è nel suo studio, annoiato.
Ore 01:27 Bethany trova un negozio di tatuaggi, è sola e ubriaca.
Ore 01:30 Bethany entra nel negozio dopo essere stata osservata da Jamie per circa tre minuti.


"Voglio un tatuaggio e sono ubriaca." Jamie rise, pensando che, nonostante non fosse in ottime condizioni, la ragazza di fronte a lui fosse bellissima. "Che cosa ti piacerebbe fare, ubriaca" "Primo: non sei divertente. Secondo: voglio un cuore sul dito medio della mano destra, non colorarlo all'interno." Rispose la bionda. "Seguimi." Le disse Jamie, portandola nello stanzino con tutti i suoi attrezzi. "Sei consapevole che te ne pentirai?" Le disse con tono preoccupato ma allo stesso tempo divertito. "Probabile, ma non mi interessa adesso." Così il ragazzo cominciò a disegnare sul suo dito e, successivamente, a bucare la sua pelle.
Per tutto questo tempo Jamie aveva avuto il sorriso stampato in faccia.
Quando Jamie finì il tatuaggio, portò Bethany alla cassa e, dopo che lei ebbe pagato le disse "Mi servono il tuo nome e il tuo cognome." La ragazza un po' confusa disse "Bethany Smith." Fu a quel punto che Jamie si sentì mancare l'aria. Lei era la ragazza del suo migliore amico ed era sicuro che fosse in quelle condizioni a causa sua.



Spazio autrice

Salve a tutti, sono tornata con una nuova storia che non parla dei One Direction e che non è una os.
Questo è solo il prologo e mi scuso se è troppo corto, ma ci ho messo un'eternità a scriverlo perché volevo che fosse perfetto (anche se non lo è).
I personaggi non sono ispirati a nessuno in particolare, nemmeno Jamie. Non ho idea di come sia il vero lui ma io me lo immagino come un ragazzo dolce e quindi il suo personaggio è proprio come me lo immagino.
Spero che vi sia piaciuto nonostante sia solo l'inizio e fatemelo sapere con una recensione (positiva o negativa, mi va bene tutto pur di migliorare).
Cercherò di aggiornare entro venerdì prossimo.
Un bacio x

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo II
 

Like a stone you watch it fall
And let it roll out over the fields
You take your time and watch it crawl
Like you're the big shot symphony
But oh what would you say if I told you
'the pitch is wrong' with a smile?
I took a trip to wonderland,
Gonna get you nowhere by a mile

(One Republic - Light It Up)



 

Bethany si svegliò in un letto che non era il suo. Si sedette e si guardò intorno. Era in una stanza piena di foto che rappresentavano un bellissimo ragazzo biondo con una ragazza mora altrettanto bella. C'erano anche diverse foto di un bambino che, secondo lei, aveva tre anni. Beth era molto confusa, aveva paura di scoprire perché fosse lì e come ci fosse arrivata: non sapeva cosa fare.
Ad un certo punto sentì una melodia provenire dal corridoio, sembrava il suono di una chitarra. Incuriosita, decise di alzarsi e andare a scoprire chi stesse suonando. Attraversò lo stretto corridoio e arrivò davanti ad una porta bianca. A quel punto bussò e la musica si interruppe. Le si presentò davanti un ragazzo molto alto, lo stesso ragazzo delle foto.
"Finalmente ti sei svegliata! Come stai?" Chiese lui "Bene, penso...sono solo un po' confusa." Rispose.

"Oh beh...ti ricordi qualcosa di ieri sera?" "No, l'ultima immagine che ho in mente è quella di un bicchierino di vodka." Il biondo trattenne una risata e Bethany se ne accorse.
"Chi sei e come ci sono finita qui?" "Sono Jamie e sei finita qui dopo essere svenuta nel mio negozio di tatuaggi."
"Sei un tatuatore? Che cosa ci facevo lì?" Chiese preoccupata la ragazza "Un tatuaggio, quello sul dito." Rispose lui.
La ragazza si guardò la mano e per poco non cadeva a terra se Jamie non l'avesse presa in tempo. "Non pensavo che svenissi ancora." Disse Jamie, ma lei non lo ascoltava perché era persa nei suoi pensieri. Cos'avrebbero detto i suoi genitori? Li avrebbe delusi?

"Tutto a posto?" Chiese il ragazzo. Beth lo guardò con gli occhi lucidi per poi scuotere la testa in segno di negazione. Anche se non si conoscevano, lui l'abbracciò e cercò di calmarla.


Erano le 15 e Bethany era ancora a casa di Jamie. Si erano conosciuti quel poco che bastava per capire che sarebbero diventati buoni amici, ma il biondo non le aveva detto ancora una cosa: che il suo migliore amico era il suo ragazzo.
Il telefono di casa squillò e Beth decise, dopo un attimo di esitazione, di rispondere.
"Signor Bower? Sono Stephanie, l'insegnante di suo figlio." La ragazza non sapeva come rispondere.
Era a conoscenza di Michael, il figlio di Jamie, ma non sapeva se dovesse andare a chiamarlo o rispondere lei.
Nell'esatto momento in cui stava per parlare, scese Jamie con solo un asciugamano in vita. Dopo qualche secondo in cui si era incantata ad osservare il fisico scolpito del ragazzo disse: "Glielo passo subito." Il ragazzo la guardò con una faccia preoccupata e rispose. Dopo cinque minuti posò il telefono e andò da Bethany. "Mike ha la febbre e devo andare a prenderlo all'asilo."
La ragazza pensò subito che sarebbe stato meglio tornarsene a casa, ma quando disse "Allora io vado..." Jamie le chiese "Vuoi venire con me? Solo se ne hai voglia, ovviamente." Bethany, spiazzata, annuì e il biondo le sorrise.
Era uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto.



Erano le 15,20 e i due erano in macchina, fermi ad un semaforo. Nella mente di Jamie continuavano a formarsi domande a cui non trovava risposta, ma soprattutto: perché l'aveva invitata? A prendere suo figlio con la febbre poi, neanche fosse un appuntamento. Ma al biondo piaceva la compagnia della bionda e lo stesso era per lei.
Arrivarono davanti ad un edificio di un rosa pallido e Jamie spense la macchina.
"Mi aspetti qui?" chiese. Bethany annuì lasciandogli un piccolo sorriso che gliene procurò un altro in risposta.

Dopo dieci minuti la porta posteriore si aprì, era Jamie con il bambino addormentato in braccio. Lo legò sul seggiolino e si andò a sedere al posto del guidatore, mettendo in moto. "Grazie per avermi aspettato. Dove abiti?" Bethany perse il sorriso che le si era formato quando aveva visto padre e figlio insieme e riferì l'indirizzo.


"Questo è il mio numero. Chiama per qualsiasi cosa, anche per un caffè!"
Fu questa l'ultima frase che il ragazzo le disse ed erano passate quattro ore da quel momento. Nel frattempo Bethany era arrivata a casa e si era subita la ramanzina da parte dei suoi genitori che non sapevano ancora del tatuaggio.
Aveva 23 anni ed era sottomessa a sua madre e a suo padre, ma soprattutto aveva 23 anni e non era mai stata innamorata davvero di nessuno, nemmeno di Mattew. Non sapeva che qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita, grazie a Jamie.



Michael si era riaddormentato appena arrivato a casa. Il padre, però, era molto nervoso. Aveva paura che Bethany non lo richiamasse più o che non gli scrivesse.
Si era affezionato a quella ragazza anche se si conoscevano da poco tempo, neanche un giorno.

Passarono le ore e Jamie andò a dormire all'una di notte, dopo aver ricontrollato il telefono una ventina di volte.
Si era appena infilato nel letto, quando sentì arrivare un messaggio.


Da: Beth
Grazie per avermi ospitata e per la bella giornata passata insieme.
Spero in una prossima uscita xx


A Jamie spuntò un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

A: Beth
Grazie a te per avermi sopportato tutto il giorno haha

Buonanotte xx





Spazio autrice

Ciao a tutte e a tutti!
Ho aggiornato di venerdì come avevo detto. So che è un capitolo abbastanza corto (forse anche più di quello precedente) ma l'ho scritto quasi tutto oggi perché ho avuto un sacco di impegni e volevo aggiornare in tempo.
Nonostante la lunghezza, spero vi piaccia. Mi farebbe piacere se mi lasciaste la vostra opinione con una piccola recensione, sia positiva che negativa.

Voglio ringraziare:
- le tre persone che hanno aggiunto la storia alle seguite;
- Juls, la mia migliore amica che ricontrolla ogni capitolo (5secondsof1D);
- i One Republic che mi hanno fatto da sottofondo.

Grazie per aver letto fin qui! Un bacio x

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Bethany venne svegliata dalle urla dei suoi genitori. Non capiva di cosa stessero discutendo a causa della porta chiusa e dello stato di dormiveglia in cui si trovava. Si mise a sedere sul letto stropicciandosi gli occhi per poi alzarsi e avviarsi verso il bagno accanto alla sua stanza.
Mentre percorreva la breve distanza fra le due stanze, captò una frase "Betty lo scoprirà". Probabilmente avevano rotto o perso qualcosa che le apparteneva, pensò.
Entrò in bagno e si lavò la faccia, cercando di svegliarsi. Scese in cucina per fare colazione notando che i due genitori si erano calmati. Appena entrò la osservarono in modo strano. Guardò il suo abbigliamento e aggrottò le sopracciglia. Indossava un pigiama rosso con delle api stampate, che risaliva alla sua adolescenza. Non era cresciuta molto in quegli anni, è sempre stata una ragazza minuta.
Alzò lo sguardo su suo padre -Ho qualcosa di sbagliato?- chiese alzando un sopracciglio.
-La tua mano- rispose il padre -hai fatto un tatuaggio?-
La ragazza sbuffò avviandosi verso il frigo con l'intenzione di prendersi uno yogurt alla fragola, il suo preferito.
-Spero non sia un problema. Anche se per voi è sempre un problema.- Si sedette sullo sgabello accanto al bancone della cucina.
-Hai 23 anni, puoi fare le tue scelte senza chiedere la nostra opinione.- Bethany si stupì. Non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere dai suoi genitori, men che meno da suo padre. Forse era successo qualcosa di più che qualche oggetto rotto o perso.
Nonostante questo, preferì non fare domande e si alzò per tornare in camera sua dopo aver buttato il barattolo dello yogurt, ma venne fermata dalla voce della madre -Qualsiasi scelta tu prenda, noi ti sosterremo.-
Mentre saliva le scale era persa nei suoi pensieri, dove tutto era confuso. Era certa solo di una cosa: i suoi genitori le nascondevano qualcosa di grosso e, come aveva detto sua madre, lei lo avrebbe scoperto.


Jamie amava il weekend. La sua più grande gioia era non andare a lavorare per restare a casa con suo figlio. Ma quel giorno c'era qualcosa di diverso. Non faceva altro che pensare alla ragazza con cui aveva passato un'intera giornata e al messaggio ricevuto la sera precedente.
Jamie era in cucina a preparare il caffè quando qualcuno bussò alla porta. Guardò dallo spioncino e, notando che il suo ospite era Mattew, sospirò come rassegnato. -Caffè, necessito di caffè.- disse il ragazzo.
-Te l'hanno mai detto che esistono dei locali fatti apposta? Tipo Starbucks, hai presente?- rispose Jamie seccato. Il castano alzò gli occhi al cielo entrando in cucina e sedendosi su uno sgabello. -Sono il tuo migliore amico, perciò questa è come se fosse casa mia.- il biondo, che era appena entrato in cucina, strinse i pugni lungo i fianchi e ringhiò un -non sei mio amico-
L'altro ragazzo fece finta di non aver sentito e disse -La mia stupida ragazza non risponde alle mie chiamate e ai miei messaggi. So che li legge. Che troia.- A quel punto, Jamie non ci vide più dalla rabbia e urlò -Non parlare mai più così di Bethany!- Matt sussultò -Amico, ma che hai? Non te n'è mai fregato niente di lei quando ne parlavo.- a quel punto Jamie si calmò.
Mattew non sapeva che lui e Beth si erano incontrati e non doveva saperlo. Almeno non per il momento.
-Senti, meglio che me ne vada prima che tu mi prenda a pugni. Non voglio che tu mi rompa di nuovo il naso. Ci vediamo in giro.- detto questo, Matt uscì da casa Bower, lasciando Jamie nei suoi ricordi.

-Dai stronzo! Vediamo chi è il più forte!- disse Mattew, che a quei tempi era molto diverso. Era più minuto e con un ciuffo di capelli biondi ossigenati.
-Lo sappiamo già chi vincerà Matt. Ti conviene arrenderti.- disse Jamie. Anche lui era diverso da adesso. Era decisamente più magro e i suoi capelli erano castani.
-Jamie no! Non sei costretto a farlo! Non ce n'è bisogno!- urlò una ragazza. Quella ragazza era il motivo della rissa. Si chiamava Sophia e, secondo Jamie, era la ragazza più bella sulla faccia della terra che avesse mai visto ed era la sua ragazza. Fino a quando Mattew non decise che l'avrebbe fatta sua, come un premio per dimostrare a Jamie quanto fosse superiore.
Iniziarono a picchiarsi, la gente si era radunata attorno a loro formando un cerchio. Tutta la scuola li guardava. La maggior parte di loro tifava per Mattew, in quanto capo della squadra di lacrosse. Ma quel giorno le regole cambiarono, era stato Jamie a vincere tirando un pugno in faccia al ragazzo che stramazzò a terra e fu portato all'ospedale.
Jamie venne sospeso per dieci giorni da scuola, ma per lui ne valeva la pena: aveva dimostrato a tutti cosa era capace di fare per la ragazza che amava.


I ricordi furono interrotti dalla suoneria del suo telefono. Si schiarì la voce e rispose. -Pronto?-
-Hey Jamie! Sono Bethany, disturbo?-
-No, tranquilla!- sorrise a causa del tono che la ragazza aveva usato: timido. -È successo qualcosa?-
-In realtà ho scoperto una cosa e avevo bisogno di parlartene.-
-Parlarmene? Non so proprio come io possa esserti d'aiuto.-
-Non mi devi aiutare, mi devi spiegare. Vediamoci alle 11 davanti al tuo negozio, d'accordo?-
-Va bene. A più tardi.- Jamie si preoccupò. Spiegare? Cos'avrebbe dovuto spiegarle?
Svegliò Michael, gli fece fare colazione e lo vestì. Insieme uscirono e si avviarono verso Camden Town, dove si trovava il suo negozio.




BOOM

Non picchiatemi, vi prego.
Quant'è che non aggiorno questa storia? Quattro mesi?
Mi dispiace un sacco, davvero! Non me ne sono dimenticata, ma sono stata molto impegnata con la scuola e sono appena tornata dalle vacanze, quindi abbiate un po' di pietà.
Comunque, il capitolo fa meno schifo dei precedenti (miracolo!) ma fa sempre schifo (te pareva).
In quest'ultimo mese mi sono iscritta a Wattpad (ciao ciao vita sociale) dove ho pubblicato questa storia. Se voleste aggiungermi lì sono @94STVYLES che è lo stesso nick di twitter.
Ci vediamo al prossimo capitolo (speriamo che 'sta volta ci metta un po' meno a scrivere).
Un bacio!

P.s.: ringrazio il pigiama rosso con le api che mi ha ispirata e tenuto compagnia mentre la notte scrivevo questo coso che chiamo capitolo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Angolo autrice

Mi scuso per il ritardo, che è davvero tanto. Ma la fantasia mi aveva abbandonata. Spero che il capitolo vi piaccia. Buona lettura :)
-

Erano le 11.15 e di Bethany nessuna traccia. Jamie continuava a guardare il telefono sperando in un suo messaggio. "E se mi avesse dato buca?" Pensava. Non avrebbe avuto senso visto che lei lo aveva chiamato.

Mentre osservava il piccolo Mike giocare con il suo orsacchiotto seduto sulla panchina, Jamie sentì una stretta al braccio destro. Si girò e la vide; aveva gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime.

-Beth! Che diavolo è successo?- disse il biondo avvicinando la mano alla sua guancia. Ma la ragazza fece qualcosa che lui non si aspettava: lo abbracciò.
-Ehi piccola, va tutto bene.- continuava a ripetere mentre le accarezzava i capelli.

-So che conosci Matt, Jamie. Perché non me lo hai detto?- disse Bethany dopo essersi leggermente calmata. Jamie si irrigidì -Io...ecco non pensavo fosse il momento. Insomma, sei arrivata nel mio studio ubriaca e sono sicuro che la causa fosse lui.- si fermò spostando lo sguardo da lei a suo figlio -Lo conosco da anni ormai e so com'è fatto. Te l'avrei detto.- spostò lo sguardo di nuovo sulla ragazza.

Bethany era ancora abbracciata a lui, il quale teneva le braccia intorno alla vita della ragazza -Lo so che me lo avresti detto, tranquillo. Comunque non sono qui per questo.- Jamie fece una faccia confusa che causò una risatina da parte della bionda. -Devi aiutarmi a scoprire una cosa.- disse tornando improvvisamente seria. -Ho trovato questa foto in casa e non so cosa pensare.- prese una foto dalla borsa e la diede al ragazzo -Oggi ho sentito i miei genitori discutere su qualcosa che non avrei dovuto scoprire. Probabilmente si riferivano a questo.-

Jamie osservava attentamente la foto ma continuava a non capire. -Cosa dovresti scoprire da questa foto? Io vedo solo i tuoi genitori e tuo fratello in ospedale. Questo fagottino che tiene in braccio tua madre devi essere tu.- spostò lo sguardo sul volto della ragazza. Non riusciva a decifrare la sua espressione: era triste ma soddisfatta di quello che aveva detto Jamie. -Se hai un cervello in quella testolina bionda, usalo. Non c'è qualcosa di strano, Jem?- la ragazza lo guardava con un sopracciglio alzato mentre lui provava a ragionare fissando la foto.
Ad un certo punto capì e guardando la ragazza con gli occhi spalancati disse: -Tu non hai un fratello!-
-Bingo- sorrise soddisfatta Bethany.

-Secondo te il bambino nella foto chi è? Un tuo cugino? Magari è un amico di famiglia.- chiese Jamie -No fidati. I miei cugini li conosco tutti e non è un amico di famiglia. Sono convinta che sia mio fratello, non vedi quanto lui e mio padre si somigliano?-
"In effetti" pensò Jamie "Beth non ha tutti i torti. Ma se fosse davvero suo fratello, adesso dov'è?"
-So a cosa stai pensando- disse lei -ti stai chiedendo dove sia. Beh non ne ho idea e, prima che tu me lo dica, non chiederò ai miei genitori. Non me lo direbbero.-
-Forse tua madre lo farebbe. Non hai detto che nella litigata di questa mattina lei voleva dirti qualcosa?- la ragazza annuì, ma era comunque decisa a non chiedere niente ai suoi.

-Sai, a volte penso di essere un peso per i miei genitori. Loro hanno sempre voluto il meglio per me, ma spesso li ho delusi e lo faccio ancora.- Jamie fece per parlare, ma lei lo interruppe -Da piccola avevo un sacco di sogni, anche da ragazzina. Ho sempre voluto recitare, andare in una scuola di recitazione. Ma i miei non capivano e me l'hanno impedito. Non mi capiscono ancora adesso.- disse con voce nostalgica e triste.
Dopo un minuto in cui nessuno dei due parlava, Jamie disse -Anche io avevo dei sogni e ne ho tutt'ora. Quando hai grandi progetti che nessun altro capisce, devi comunque lanciarti. Dicono che siamo perdenti, ma ci conviviamo. Siamo convinti che non torneranno, ma stiamo bene comunque.-
Bethany si girò a guardarlo con un'espressione stupita -Li conosci?- Jamie rise, una risata che la fece sciogliere -Già, mi piacciono i 5 Seconds Of Summer. Ma non dirlo in giro, ho una reputazione da difendere.-
-Non è vero!- urlò il piccolo Mike al padre, che aveva un'espressione shockata. La ragazza rise e continuò tutto il pomeriggio. Rise talmente tanto che quando tornò a casa aveva il sorriso stampato in volto e gli occhi lucidi.




 

Sono di nuovo qui!!

Non merito un applauso per aver aggiornato? Sì che me lo merito.
Allora, questo capitolo non è il massimo anche perché è il passaggio dall'introduzione alla prima parte della storia.
Se vi va lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate (spero cose positive).
E niente! Ci vediamo al prossimo capitolo!

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