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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo Primo, in cui si possono trovare poltrone, sigarette e promesse d'amore mantenute *** Capitolo 2: *** Capitolo Secondo, dove sono facilmente reperibili abili tecniche Slytherin, Mappe ed altre sigarette *** Capitolo 3: *** Capitolo Terzo, in cui, cercando attentamente, si possono trovare sottili raccomandazioni - nuoce gravemente alla salute. *** Capitolo 4: *** Capitolo Quarto, dove si possono trovare altre raccomandazioni, delle richieste ed un libro di Astronomia Avanzata *** Capitolo 5: *** Capitolo Quinto, Retrospettiva Slytherin *** Capitolo 6: *** Capitolo Sesto, in cui si possono trovare pugni, biscotti e tacchi rotti *** Capitolo 7: *** Capitolo Settimo, dove perlopiù è possibile trovare lunghe ed estenuanti ricerche *** Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo, dove, per alcuni, la gioventù non è poi così bruciata ***
Capitolo 1 *** Capitolo Primo, in cui si possono trovare poltrone, sigarette e promesse d'amore mantenute ***
Piccola nota prima di cominciare: questa sottospecie di parto fatto fic
ha visto la luce un anno fa e nonostante mi fossi ripr
Piccola nota prima di cominciare: questa
sottospecie di parto fatto fic ha visto la luce un anno fa e nonostante mi
fossi ripromessa di non postarla mi stanno costringendo a farlo, quindi eccomi
qua XD quindi niente, nonostante un terzo della fic sia già dedicata a lei,
intendo dedicare questo primo capitolo alla Sari - tutta per te, sciura!
Salutami le tende nuove :*
Disclaimer: i personaggi non sono miei ma la storia
lo è; ci terrei però a mettere in chiaro con una cosa: in alcune
caratterizzazioni dei personaggi o in alcuni riferimenti a
luoghi/avvenimentipenso di aver
ripreso le fanfiction di Savannah - dico penso perchè chi ha letto
entrambe le fic dice che non è vero. Comunque, ho già parlato con Savannah
<3 e ho risolto col mettere questo disclaimer invece di riscrivere tutta la
storia. Ecco, niente, prima che mi si accusi di plagio (pf, plagiare io? Ci
sono ancora plagi alle mie fic che girano, per la cronaca) volevo mettere le
cose in chiaro.
A Sara, che tifa
per Atria e Castor,e ad Alice, che ama
la mia bacchetta, per quanto osceno questo possa sembrare.
E a Chiara,
perché è solo grazie a lei se il mio genio si è riversato in questa fic. MeAllaSeconda.
Je ne sais pas si je vous aime, mais je
sais que je me plais prés de vous, que votre regard m’est doux et que votre
voix me caresse le cœur.
Du jour où vous
auriez obtenu de ma faiblesse ce que vous désirez, vous me deviendriez odieux.
Le lien délicat qui
nous attache l’un a l’autre serait brisé.
Il y aurait entre
nous un abîme d’infamies.
Restons ce que nous
sommes.
Et... aimez-moi si
vous voulez, je le permets.
(Misti ; Guy de
Maupassant)
“What’s
polyphony?”
“Nothing
sexual, Preppie.”
Why
was I putting up with this? Doesn’t she read the Crimson? Doesn’t she know who I am?
“Hey,
don’t you know who I am?”
“Yeah,”
she answered with kind of disdain. “You’re the guy that owns Barrett Hall.”
She didn’t know who I was.
“I
don’t own the
Barrett Hall,” I quibbled. “My great-grandfather happened to give it to
Harvard.”
“So
his not-so-great grandson would be sure to get in!”
That
was the limit.
“Jenny,
if you’re so convinced I’m a loser, why did you bulldoze me into buying you
coffee?”
She
looked me straight in the eye and smiled.
“I
like your body,” she said.
Part
of being a big winner is the ability to be a good loser. There’s no paradox
involved. It’s a distinctly Harvard thing to be able to turn any defeat into
victory.
Of
course, an out-and-out triumph is better. I mean, if you have the option, the last-minute score is
preferable. And as I walked Jenny back to her dorm, I had not despaired of
ultimate victory over this snotty Radcliffe bitch.
“Listen,
you snotty Radcliffe bitch, Friday night is the Darthmouth hockey game.”
“So?”
“So
I’d like you to come.”
(Love
Story; Erich Segal)
Capitolo
Primo
In cui
si possono trovare poltrone, sigarette e promesse d’amore mantenute.
Dammi dell’aria,
Dammela a bere,
Dammi dell’aria che
non fa male
Come sai tu.
(Giuliano Poi Sta
Male; Negramaro)
La Sala Comune, notò Harry facendosi strada insieme a Ron
ed Hermione nel centro della stanza rotonda, non era cambiata di una virgola;
continuava ad essere un tripudio di tendaggi di raso color cremisi, drappeggi
d’oro, tavoli alquanto traballanti di mogano, poltrone e divani mollicci e
spellati e caminetti in pietra sempre accesi, qualunque fosse la stagione. Un
po’ in ogni dove il blasone Gryffindor, finemente scolpito, intagliato o dipinto
che fosse. Era sempre la solita vecchia cara Sala Comune Gryffindor, che aveva
passato l’estate a sognare mentre era inchiodato nel suo letto d’onore al San
Mungo.
E poi la vide, il respiro che si faceva frammentario
mentre le si avvicinava e si sedeva su di lei, saggiando con le mani il tessuto
ricco e ruvido che la ricopriva, i cuscini si erano naturalmente affossati per
accogliere la sua figura, facendolo sprofondare un poco; con un gesto lento e
pieno d’affetto poggiò la testa sullo schienale, carezzando educatamente il
bracciolo ed emettendo un basso ronzio soddisfatto. Era a casa.
- Harry si sta facendo sbattere da una poltrona
o è una mia impressione? -
Sì, riflettè aprendo pigramente gli occhi e
puntandoli in quelli divertiti di Seamus, era decisamente a casa.
***
And I believe
This may call for a proper introduction
And well
Don’t you see?
I’m the narrator and this is just the prologue.
(The Only Difference Between Martyrdom and
Suicide Is Press Coverage; P!ATD)
Un’altra cosa che gli era decisamente mancata, oltre alLa
Poltrona, era il dormitorio, per la precisione la stanza che condivideva
dal primo anno con Neville, Seamus, Dean e Ron. Anche se cambiavano di anno in
anno, le stanze da letto erano fondamentalmente tutte uguali: ampie, a pianta circolare,
i baldacchini con le colonne di legno intarsiate, le coperte scarlatte ed i
cuscini a strapiombo, soffici come una Puffola Pigmea.
Squadrò con occhio critico i cinque letti,
cercando il favore che aveva chiesto a Silente quando l’uomo era andato al San
Mungo a trovarlo. Harry ricordava fin troppo bene la risata cristallina del suo
Preside nel sentirsi dire “se fosse possibile mi piacerebbe avere ancora il
materasso che ho avuto quest’anno”.
E poi eccolo, tronfio come un Gargoyle e saldo
come la presa di un Lupo Mannaro. Il Materasso.
Con un balzo degno di una Cioccorana al culmine
della sua carriera di saltatrice si buttò sul letto, sdraiandosi erinnovando finalmente il voto fatto alla
fine dello scorso anno scolastico: ti ritroverò, fosse l’ultima cosa che
faccio.
Durante il sesto anno Il Materasso - il
cui precedente fruitore, per quanto Harry poteva dedurre dalle iniziali scritte
con la china, era stato Fabian Prewett JR - aveva preso la forma del suo corpo,
creando una nicchia confortevole sul lato sinistro, quello che dava sul
comodino; Harry mosse inconsciamente la mano a cercare il piccolo bitorzolo
costituito da quattro piume, tutto quello che rimaneva del suo - alquanto
fallimentare - tentativo di studiare la trasfigurazione degli oggetti inanimati
in animali. Il coprimaterasso faceva egregiamente il suo lavoro nascondendo
alla vista le piume gialle che sarebbero dovute appartenere ad un canarino, ma
Harry sapeva che erano lì, silenziose, a dargli il loro bentornato a casa,
rassicurandolo che il peggio era passato, ormai niente li avrebbe divisi:
niente più Oscuri Signori a tormentare il loro idillio notturno.
Una delle molle emise un “boing” sordo e gli si
conficcò nelle reni. Harry ridacchiò.
Stava quasi per addormentarsi sopra le coperte,
circondato dal vociare sommesso dei suoi compagni intenti a sistemare le loro
cose quando bussarono, per poi aprire senza neanche aspettare una risposta.
Harry aprì un occhio e vide Castor Moon che si ergeva in tutto il suo metro e
novanta nel vano della porta, il viso sorridente ed in mano un pacco di
qualcosa che dall’odore dovevano essere dolci. Aprì la confezione, sollevando
una palletta profumata simile ad un muffin.
- Qualcuno è interessato a dei Calderoni
Ripieni? -
Seamus inarcò un sopracciglio, facendo una
smorfia divertita. - Non abbiamo dodici anni! -
Harry combatté furiosamente il rossore che si stava
diffondendo sul viso e che era sicuramente visibile anche alla luce tenue delle
lampade a foggia di grifone: lui continuava a mangiare i Calderoni Ripieni
nonostante avesse diciassette anni.
Con una stizzatina d’occhi Castor entrò nella
stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
- Ripieni di firewhisky. -
- Allora buttamene un paio, compare. - Seamus si
sedette sul letto, ricevendo al volo due Calderoni e sorridendo grato
all’altro.
Harry addentò il suo calderone, lasciando che il
liquore gli bruciasse giù per la gola e ripensando con etilica gioia al momento
in cui Castor, per un tacito accordo post Esercito di Silente, si era unito al
loro gruppetto, portando una ventata di freschezza e firewhisky nelle loro
vite.
Seamus continuava a ripetere che avevano fatto
un vero affare (il padre gestiva il novanta percento delle enoteche magiche
della Gran Bretagna ed era ad un buon punto della conquista di quelle Babbane)
e lui era d’accordo anche per il fatto che Castor si era spesso rivelata una
persona piacevole, con la quale si poteva anche parlare di cose private senza
correre il rischio che l’intero castello ne venisse a conoscenza.
Effettivamente Castor era un Gryffindor un po’
atipico, ma finché continuava a portare loro alcolici - e una media di 90 punti
a partita, come un Cacciatore professionista - a nessuno importava se faceva un
po’ di fatica a sbottonarsi sulle sue questioni private.
- Miseriaccia, Castor, ma quanto è forte ‘sto
firewhisky?! - Ron strabuzzò gli occhi e nonostante il suo commento ingurgitò
un altro calderone, dando prova di uno stomaco foderato di pelle di Dorsorugoso
Norvegese.
- Abbastanza da costarmi tre mesi di punizione
se mio padre scopre che l’ho sottratto alla sua scorta personale, se capisci
cosa intendo... - Harry fissò brevemente Ron, giusto il tempo di vedere il suo
sguardo vacuo e l’espressione beata che aveva in volto. Evidentemente non aveva
capito cosa l’altro intendesse, ma tra poco non avrebbe capito proprio più
niente.
Dieci minuti dopo Ron era sdraiato sul letto a
russare sonoramente, dopo venti Castor salutava tutti e tornava nella stanza
adiacente alla loro sbadigliando, altri trenta ed Harry stava rimboccando le
coperte dei suoi compagni di stanza profondamente addormentati, uno sbadiglio
piantato in gola senza apparente intenzione di uscire fuori.
Cinquanta minuti dopo Harry era sotto le
coperte, a fissare il baldacchino ad occhi sbarrati. Il firewhisky con lui
aveva il potere di fare da eccitante invece che da rilassante muscolare e
cerebrale.
Morale della favola, mai sottovalutare un
Calderone Ripieno del Firewhisky del padre di Castor.
Un’ora dopo, Harry prendeva il mantello
dell’invisibilità e sgusciava fuori dalla Torre Gryffindor.
***
Don’t you hide your eyes
from me
Open
them and see me now.
Can
you see me now?
(Clowns;
t.A.T.u.)
Alla fine del quinto anno aveva cominciato a
fumare.
Ron
diceva che gli conferiva un’aria da “Eroe vissuto” e le ragazze - tranne
Hermione, che però dopo un anno era arrivata allo stadio della rassegnazione
saltando quello dell’accettazione - erano intrigate dal fatto che un viso così
pulito avesse dei polmoni così sporchi.
Accese la sigaretta, mentre un discreto profumo
di latte e biscotti si diffondeva nell’aria, e chiuse gli occhi, sistemandosi
meglio sul davanzale di una delle finestre del dipartimento di Divinazione -
mesi di scappatelle alla nicotina gli avevano insegnato che se cercavi un posto
dove fumare in santa pace, in qualsiasi ora del giorno e della notte, quello
era il dipartimento di Divinazione, dove chiunque passava imputava il fumo e
l’odore acre agli incensi della professoressa Cooman; verso maggio dell’anno
precedente, inoltre, i Ravenclaw avevano ovviato al problema del puzzo
incantando ogni sigaretta perché profumasse in maniera differente ed
assolutamente naturale in base a chi la fumava, pubblicizzandole con l’arguto
slogan di “la Bacchetta sceglie il mago, la Sigaretta anche”.
Certo la sua virilità era seriamente stata messa
in dubbio dal profumo che si era sollevato dalla prima Sigaretta Magica che
aveva acceso. Latte e biscotti. Il profumo dei bambini, in pratica, ma a
lui non era importato tanto il profumo quanto quello che poteva significare. La
notte di Natale Babbana, un bimbo intento a posare sul tavolo della cucina un
piatto di biscotti fatti a mano ed una tazza di latte caldo mentre i genitori
vegliano sull’operazione col sorriso sulle labbra, oppure una fredda sera di
novembre, sempre lo stesso bambino davanti al caminetto a giocare a Scacchi
Magici col padre, concedendosi di tanto in tanto un biscotto al miele ed un
sorso di latte, o ancora una madre che sorride guardando il figlio che mangia
latte e biscotti la mattina del primo settembre, prima di prendere l’Espresso
per Hogwarts. Tenerezza.
Quando aveva esternato i suoi dubbi a Ron quello
era scoppiato a ridere e aveva chiesto se Harry volesse un abbraccio, così,
tanto per placare la “voglia di coccole, puccipù!”
Il tutto era culminato con Harry che sferrava un
gancio destro da manuale al suo migliore amico e dopo il provvidenziale
intervento di Hermione la discussione era caduta nel dimenticatoio, insieme a
quel sentimento di sottofondo, quel desiderio muto di un abbraccio, che
strideva così tanto con l’immagine che, in quanto Sedicenne Neosalvatore Dei
Mondi, la gente aveva di lui.
Harry poggiò la fronte contro il vetro freddo
della finestra, inspirando un’altra boccata dalla sigaretta, per poi raggelarsi
al suono distinto di passi calmi e calcolati lungo il corridoio, sicuramente
uno dei Capiscuola di ronda nonostante l’orario improbabile - dopo anni sapeva
riconoscere il passo di Gazza e quello dei professori e l’andatura non gli
ricordava nessuno. Spense in fretta la sigaretta e si mise il mantello,
addossandosi al muro quanto più poteva.
Draco Malfoy emerse dall’angolo, illuminato dal
chiarore opalescente della sua bacchetta. Il ragazzo si fermò, annusando l’aria
come un animale che odora la sua preda, poi scandagliò con lo sguardo il
corridoio, tenendo la bacchetta dritta davanti a sé per concedere all’Incanto
Lumino maggiore raggio d’azione; quello che vide parve soddisfarlo, perché
rilassò percettibilmente le spalle ed annusò nuovamente l’aria, chiudendo gli
occhi. Sorrise, il viso disteso e rilassato, la pelle pallida che pareva
prendere colore - ma forse è solo l’effetto delle torce, si disse Harry
- e la bacchetta che si abbassava.
- Nox. -
Harry rimase fermo per ben mezzora a fissare imbambolato
il punto buio dove era scomparso Malfoy, prima di decidersi a tornare al suo
dormitorio per evitare che gli si congelasse eccessivamente il sedere.
***
Look up at the sky
It’s
not a bird or a plane
It’s
the sweetest crime fighter
That
I’ve ever seen.
(Save
The World; Orson)
La cosa che lo divertiva di più del suo ritorno
ad Hogwarts tuttavia non era la mobilia della Sala Comune o la facilità
impressionante con cui si potevano eludere le difese del castello, bensì il
fatto che la gente non lo guardava più. Aveva passato sei anni a camminare
abbastanza circospetto per i corridoi della scuola, alcune volte intimidito ed
altre - molte altre - infastidito dal vociare che lo seguiva costantemente
dovunque andasse, poi finalmente era riuscito a sconfiggere l’Oscuro
evitando miracolosamente spargimenti (eccessivi) di sangue e massacri di
Babbani, aveva agito a suon di atti eroici meritandosi effettivamente
l’appellativo di Ragazzo Che Ha Pluffe e Contropluffe ed improvvisamente aveva
perso ogni interesse sociale.
Niente più indici che si alzavano senza ritegno
per indicare lui e la sua cicatrice, niente più pettegolezzi del calibro di
“Potter ha sbadigliato mentre c’era lezione di Difesa Contro le Arti Oscure!”,
niente più riflettori.
Harry somigliava a qualcuno che era stato (tristemente)
famoso per un po’ ed ora era passato di moda.
E Godric solo sapeva quanto si stesse godendo
quella condizione di Comune Mortale. Da una settimana se ne girava bello
tranquillo per i corridoi, andava a lezione, ad allenarsi al campo da Quidditch
con la squadra, vegetava in Sala Grande per un tempo che Hermione soleva
definire “oltraggioso” e, soprattutto, si godeva la vita, probabilmente
per la prima volta in vita sua. Niente tragedie da affrontare, niente profezie
terribili da assimilare, niente più pressione inconsulta attorno alla sua
persona.
L’unica cosa che era rimasta era il Complesso
dell’Eroe, che lo spinse ad intromettersi in una rissa tra studenti del terzo
pur non essendo minimamente qualificato per farlo, col semplice intento di separare
i due contendenti, Charles Manson, Slytherin, parente stretto del suo omonimo,
e Benjamin Vance, primogenito della compianta Emmeline e soldo di cacio del
Gryffindor; tutto normale, fino a che da un punto imprecisato della folla che
assiepata attorno ai tre era spuntato William “Big Foot” Warrington, che aveva
colpito - apparentemente senza alcun motivo fondato - Harry.
Era precisamente così che si era improvvisamente
scatenata la rissa d’ordinanza, che decretava l’ufficiale apertura dell’anno
scolastico: Gryffindor versus Slytherin.
Ed era precisamente così che Harry si era
ritrovato nell’ufficio della McGranitt già la prima settimana di settembre
(quando secondo gli standard non tanto Gryffindor quanto Potteriani avrebbe
dovuto aspettare almeno verso novembre per palesarsi privatamente alla sua
Capocasa), in compagnia dei soliti Irriducibili del Gryffindor: Seamus
Finnigan, Dean Thomas, Ron Weasley e Castor Moon.
- Dire che sono oltraggiata e sconcertata
dal vostro atteggiamento è usare un blando eufemismo, signori... immischiarsi
in una rissa - Harry notò con una certa apprensione l’improvvisa perdita
di colore della donna al solo pronunciare quella parola - Con Slytherin, per di
più! I trascorsi non vi hanno insegnato nulla? Unità, signori, unità.
Ecco ciò che dovete imparare; rafforzare l’unità, non squartarvi senza il
minimo ritegno. Nel dipartimento di Trasfigurazione, per giunta! -
E poi la professoressa scoccò la sua freccia
avvelenata, l’unica che ebbe davvero il potere di colpire Harry.
- Mi avete profondamente delusa. - anche senza
alzare gli occhi, Harry seppe che la professoressa si stava soffermando con lo
sguardo su di lui - Salterete il primo sabato ad Hogsmeade. Ora andate. -
Ron aprì la bocca per ribattere qualcosa, ma
Seamus gli sferrò un possente calcio negli stinchi, così l’altro chiuse la
bocca, rabbuiandosi. Uscirono in silenzio dall’ufficio, e sempre in silenzio
fecero le scale che dal dipartimento di Trasfigurazione portava a quello di
Pozioni, dove, tanto per alleggerire l’atmosfera, avevano un doppio con gli
Slytherin - alcuni dei quali erano reduci dalla loro stessa rissa, ma
sicuramente non dalla stessa punizione.
La parzialità di Severus Piton era
tristemente nota a tutti.
Castor scosse freneticamente la testa, rompendo
il silenzio, che ad Harry era parso pesante come piombo fino a quel momento. -
Io non capisco, non è stata colpa nostra, stavamo solo... ahem... insomma...
non è stata colpa nostra! -
Da dietro le loro spalle uno sbuffo, che li fece
voltare tutti e cinque in blocco. Sally-Anne Perks era appoggiata con grazia al
muro di pietra, accanto ai bagni delle femmine. Harry non seppe cosa pensare
del fatto che l’avessero oltrepassata senza neanche notarla - e non che fosse facile
ignorare Sally-Anne Perks, se non altro per l’innegabile verità che era “un
gran pezzo di Veela”, come amava chiamarla Ron.
- No, Moon, non è mai colpa vostra. -
l’espressione altezzosa e... schifata induriva notevolmente il suo viso,
e la crocchia in cui aveva raccolto i capelli neri la faceva somigliare
spaventosamente alla McGranitt. Harry pensò fosse meglio tacere su quel
particolare: la ragazza era seconda solo ad Hermione quando si trattava di
impugnare la bacchetta per attaccare.
Accanto a lui, Castor si irrigidì. Harry sapeva
benissimo che non avrebbe mai osato rispondere come si doveva ad una ragazza,
quindi il massimo di reazione che ci si poteva aspettare da lui era un broncio
da manuale, corredato da qualche grugnito di prima scelta - in breve, esattamente
quello che la Perks si aspettava.
Difatti, il ragazzo grugnì.
- Esemplare risposta, Moon, sono colpita. -
Harry fece per dire qualcosa di tagliente quando
dal bagno uscì Daphne Greengrass, decisamente seccata, che si lisciò la gonna
con le mani, per poi ravviarsi i capelli e guardare il gruppo di Gryffindor
come fossero stati Schiopodi sotto periodo di muta. - Io me ne vado, non ho
intenzione di mischiarmi a questa gentaglia un solo secondo di più. -
La Perks si diede una spintarella leggera per
staccarsi dal muro e le due li sorpassarono per entrare nell’aula di Pozioni.
Ron scosse la testa, - Dannate Slytherin. -
Gli altri assentirono.
***
Dance with me, pretty boy,
tonight
Dance
with me and you’ll be allright.
(Clap
your hands if you want some more.)
(Pull
Shapes; The Pipettes)
Spinto da non si sa bene quale forza magica,
Harry aveva aspettato che i suoi compagni di dormitorio cedessero alle
amorevoli braccia di Morfeo e, mantello in spalla e Mappa del Malandrino alla
mano, era uscito dalla Torre, mettendosi a correre per raggiungere il
dipartimento di Incantesimi, dove il puntolino Draco Crux Malfoy stava
pattugliando i corridoi.
Solo per punzecchiarlo, si era detto.
Sorpassò un’armatura ridacchiante e scelse una
delle finestre più ampie, dalle quali entrava tenue la luce della luna calante.
Ripromettendosi di scrivere a Remus per informarsi sulle sue condizioni di
salute, si sedette sul davanzale e si accese una sigaretta, nascondendo il
mantello ed infilandosi la mappa in mano, aspettando tranquillo.
Erano passati un paio di minuti quando dal
corridoio comparve Malfoy, che si irrigidì istantaneamente alla sua vista,
dipingendosi in viso un’espressione mortalmente tediata.
- Potter, non si può stare in giro per i
corridoi di notte. Tantomeno a fumare. Cinque punti in meno per
Gryffindor. -
Harry era un po’ sconcertato, anche se non
sapeva bene cosa si fosse aspettato. Scrollò le spalle, avvicinando ancora la
sigaretta alle labbra ed aspirando.
- Wingardium Leviosa - la sigaretta si
sollevò davanti ai suoi occhi, sfuggendo alla presa molle delle sue dita.
Inclinò leggermente il capo di lato, guardando Malfoy, la bacchetta alzata e
legata da un filo invisibile alla sua sigaretta. - Non si può fumare, Potter,
anche se il modo in cui continui ad appestare i corridoi con questo... odore
la dice lunga su quanto tu ti senta superiore a tutti i comuni mortali che
vanno a fumare in bagno e durante ore decenti. O forse sconfiggere il Signore
Oscuro ti ha garantito la possibilità di fumare dovunque? Evanesco. -
Harry aprì la
bocca per rispondere qualcosa di tagliente, ma l’altro se n’era già andato,
lasciandolo a chiedersi chi, effettivamente, avesse provocato chi.
Capitolo 2 *** Capitolo Secondo, dove sono facilmente reperibili abili tecniche Slytherin, Mappe ed altre sigarette ***
Capitolo Secondo
Capitolo
Secondo
Dove
sono facilmente reperibili abili tecniche Slytherin, Mappe ed altre sigarette.
Be
afraid of the lame
They'll inherit your legs
Be
afraid of the old
They'll
inherit your souls
Be
afraid of the cold
They'll
inherit your blood
Après moi, le déluge
After
me comes the flood
(Après
Moi; Regina Spektor)
Sally-Anne Perks della vita sapeva giusto un
paio di cose, che però erano necessarie alla sopravvivenza della specie.
Anzitutto sapeva che detestava con tutte le sue forze il suo nome, che
sarebbe stato meglio su una timida ed impacciata ragazza Huffelpuff che su una
sorta di banshee inferocita e fredda calcolatrice, ovviamente Slytherin; per
questa ragione nessuno la chiamava mai col suo nome, a parte i genitori. Le
persone più fidate (davvero poche) la chiamavano col suo secondo nome, Atria,
il resto del genere umano si doveva accontentare di usare “Caposcuola Perks”.
Un’altra cosa che sapeva era che se volevi una
giustizia che fosse tale, dovevi fartela da sola - Pansy Parkinson, per quanto
stupida, ne era a conoscenza e probabilmente qualche tempo prima avrebbe fatto
meglio a tacere su un piccolo particolare che aveva decisamente fatto
infuriare Sally Anne, inducendola a rovesciare le sorti della brillante
carriera diplomatica del Prefetto Parkinson, ora Assolutamente Niente
Parkinson. A Slytherin nessuno aveva mai osato chiedere cosa avesse fatto di
così terribile Pansy per ritrovarsi senza la sua spilla di Caposcuola,
appuntata invece al petto di Sally Anne.
Era sempre questo desiderio di giustizia che
l’aveva spinta, il giorno prima, a prendere da parte Manson, dicendogli che
Vance aveva insultato la memoria della sua compianta madre, dandole della donna
estremamente scarlatta. Come qualunque prevedibile tredicenne, quello
aveva approfittato della prima occasione favorevole per prendere prima a parole
e poi a pugni Vance. Puntuale come un qualsiasi idiota, Potter,
irresistibilmente attratto dalle buone azioni come una falena dalla fiamma,
aveva drizzato le sue antenne da Eroe del mondo magico ed era corso a difendere
quanto di Buono e Puro c’era al Mondo, intromettendosi fra i due.
Ad un gesto della ragazza, Warrington si era
buttato nel cerchio di fuoco ed addosso al giovine Potter come una perfetta
tigre addomesticata, scatenando il classico putiferio per l’orgoglio e per
un’altra dozzina di cose che facevano di Gryffindor una Casa tanto
rispettabile. In meno di un minuto il resto degli Eroi della Demenza Gryffindor
si era premurato di non lasciare Potter da solo. Solo quando aveva visto Moon
entrare nella mischia era corsa a chiamare Piton con un sorriso soddisfatto e
finalmente la faccenda aveva avuto l’epilogo che meritava.
Trenta punti in meno per Gryffindor, punizione
per lo Zoccolo Duro dell’Intelligenza e lei che riusciva a pungolare
nell’orgoglio Moon davanti ai suoi amichetti; non l’aveva preventivato, ma non
se ne crucciava più di tanto - quella che se ne crucciava era Daphne, che era
stata elegantemente spintonata nel bagno non appena Sally Anne aveva sentito i
passi pesanti e sgraziati dei Gryffindor. Voleva esserci solo lei,
voleva che guardasse solo lei, non l’etereo visino della sua migliore
amica.
La ragazza sorrise maliziosa, varcando la soglia
della saletta dei Capiscuola, riflettendo sul fatto che effettivamente Moon
aveva ragione.
Non era colpa loro.
- Buonasera. - con un gesto compunto del capo
salutò i pochi degni di un saluto - Goldstein, la Patil Intelligente e Susan
Bones - per poi dirigersi verso Draco, elegantemente in bilico sul bracciolo di
una poltrona davanti al caminetto acceso. Il ragazzo le rivolse un muto cenno
di saluto e poi si alzò per cederle il bracciolo, da vero gentiluomo.
Anthony Goldstein, colui che avrebbe meritato
l’appellativo “Golden Boy” decisamente molto più di Potter, si mise al centro
della stanza ed immediatamente l’attenzione di tutti venne calibrata su di lui,
che in tono pacato cominciò, - I professori hanno chiesto l’elenco dei turni
per le ronde, così gli ho dato quelli dello scorso anno. Va bene a tutti? -
Il gruppo annuì ed il ragazzo parve soddisfatto,
poi si schiarì la gola. - Vi pregherei inoltre di tenere a bada i ragazzetti,
Merlino solo sa se abbiamo bisogno di una rissa al giorno. Vitious ha già fatto
la ramanzina sull’unità dalle tre alle sette volte e siamo solo alla prima
settimana. - Padma annuì, toccandogli il braccio con aria sofferente. -
Tuttavia, dobbiamo effettivamente cercare di stare uniti e cooperare,
almeno tra di noi, per dare il buon esempio. -
Sally Anne sentì distintamente uno sbuffo provenire
dalla zona dove Ron Weasley si stava sicuramente facendo leccare le ferite
dalla Granger. Dal canto suo, lei si limitò a modulare in faccia la celebre
espressione serafica che si diceva a suo tempo avesse fatto capitolare perfino
uno dei gemelli Weasley. Quale non era ben chiaro.
Anthony spostò lo sguardo verso lei e Draco,
scegliendo conla massima cura le
parole da pronunciare. - Cooperare, stare uniti. Non aizzare
tredicenni uno contro l’altro. -
Sally Anne inarcò un sopracciglio, - Colgo una bassa
insinuazione, Caposcuola Goldstein. O mi sbaglio, forse? -
Il ragazzo inclinò la testa, sorridendo beato. -
Nessuna insinuazione, Caposcuola Perks. Però, mi chiedevo... per caso sai
qualcosa sulla... mmh... incomprensione nata ieri tra Gryffindor e Slytherin?
-
- Mah, io so che tutto è cominciato da Vance e
Manson. Infatti stavo rispondendo all’appello accorato di uno dei vostri
Prefetti. - sguardo distratto alla Granger ed a Weasley - Quando sono arrivata
lì però ho visto solo Potter che aggrediva Warrington. -
Per quanto sapeva che la cosa sarebbe risultata
quantomeno paradossale, sostenne lo sguardo indagatore di Goldstein.
Dopo tutto non c’erano prove certe del fatto che Potter, sotto quel fisico
asciutto da Cercatore, non nascondesse montagne di muscoli in grado di
contrastare quell’armadio a quattro ante quale era Warrington.
Il ragazzo parve soppesare le parole, poi
scrollò le spalle, - Chiudiamola qua, solo dite a Manson di frenare la vena
omicida. -
- Sai com’è, Anthony. - ribatté Draco, una punta
di divertimento nella voce, - Ce l’ha nel sangue. -
- Anche tu hai nel sangue essere uno schifoso
Mangiamorte, eh Malfoy? -
Sally Anne chiuse strettamente gli occhi, mentre
la rabbia le montava in corpo. Accanto a lei, Draco si irrigidì, ma fece mostra
di nessun sentimento: quando la ragazza guardò il suo volto vi vide solo la
fredda consapevolezza che ben presto Weasley si sarebbe ritrovato con qualcosa
di rotto, nella migliore delle ipotesi tutte le ossa e nella peggiore --- beh,
le ossa probabilmente sarebbero bastate.
Anthony si schiarì la voce. - Appunto quello di
cui parlavo, signori. Rinfoderate le bacchette, per oggi basta. -
I due si guardarono per qualche secondo, poi
Weasley distolse lo sguardo, incrociando le braccia e sbuffando sonoramente.
Proprio come un bambino.
Sally Anne si ritrovò a provare pena per la
Granger, ma scacciò quel pensiero, infastidita dal provare qualunque cosa per
Hermione Granger. Si alzò dal bracciolo, toccando gentilmente il gomito di
Draco, che la precedette verso l’uscita.
Nel passare accanto a Goldstein, quello la
fermò, - Caposcuola Perks? -
- Caposcuola
Goldstein? -
- Manson ha dato una versione curiosa dei fatti.
Dice che tu gli hai riportato delle voci di corridoio su Vance. -
La ragazza si dipinse in volto un’espressione
mortalmente tediata. Goldstein era il Ravenclaw più Slytherin che le fosse mai
capitato di incrociare in tutta la sua vita. - Puoi credere a quello che
preferisci. I fatti sono quelli che sono, tuttavia. -
- E quali sono i fatti, Caposcuola Perks? -
Sally Anne aspettò che anche Finch-Fletchey
uscisse dalla saletta lasciandoli soli, poi si avvicinò al ragazzo di un paio
di passi.
- I fatti sono che non rinuncio mai ad aiutare
un amico, Tony, dovresti saperlo. -
- Fai molta attenzione a quello che dici, Tria,
perché potrebbe ritorcersi contro te stessa. - nei suoi occhi c’era una
sfumatura metallica, che lei non fece fatica ad identificare come diffidenza,
la solita che vedeva quando il ragazzo parlava con lei.
- Mi stai minacciando, Tony? - calcò
nuovamente sul suo soprannome, raddrizzando le spalle più che poteva e
sollevando il mento, un sopracciglio elegantemente inarcato.
- Ti ho solo detto di stare attenta a quello che
dici, sta a te decidere cosa fare del mio consiglio. - rimasero a guardarsi per
un lunghissimo minuto, anche se entrambi sapevano che lei non avrebbe detto più
nulla.
Sally Anne si riscosse, guadagnando la porta
della saletta. Sulla soglia si fermò, una mano sullo stipite intagliato. -
Caposcuola Goldstein. -
-
Caposcuola Perks. -
***
Once I had a love
And
it was a gas
Soon
turned out
He’sgot a heart of glass.
(Heart
Of Glass; Blondie)
Draco cominciava seriamente a credere che Potter
lo stesse pedinando, non vedeva altrimenti come fosse possibile continuare ad
incontrarlo di notte, senza quella patetica scorta d’ordinanza che andavano a
costituire i suoi amichetti Gryffindor e, soprattutto, sempre intento a
fumare.
Non cercò neanche di nascondere la noia che si
era dipinta sul suo volto nel trovarsi davanti la sagoma del ragazzo per la
quarta notte di seguito.
- Mi pare superfluo ribadire il concetto che non
si può fumare nei corridoi, Potter. Tanto è cristallino che le regole della
scuola ti entrano da un orecchio ed escono dall’altro, rimbalzando nella tua
tristemente vuota scatola cranica. -
Il ragazzo strabuzzò gli occhi e poi scoppiò a
ridere, agitando la sigaretta davanti al volto e spandendo per l’ennesima volta
quell’orribile odore di latte e biscotti.
- Dio, Malfoy, sei assurdo! -
- Assurdo, Potter? -
- Vuoi davvero continuare a giocare al Perfetto
Caposcuola? Allora dovresti come minimo togliermi dei punti, come hai fatto la
prima volta. -
Draco spazzò via dal cervello la considerazione
che il tono con cui l’altro aveva detto “prima volta” suonava vagamente osceno
e si concentrò invece sulla sigaretta.
Lui odiava il fumo, aveva fumato una sola
volta in tutta la sua vita e non era stato particolarmente piacevole, Blaise
ancora lo prendeva in giro per le implicazioni di quella sigaretta
magica.
Ma vedere Potter che fumava.
Draco non era certo di quale fosse il termine
più adatto per descriverlo, ma probabilmente “magnetico” era quello che rendeva
di più l’idea; sapeva che era cresciuto (non solo fisicamente), ma vederlo
fumare gli dava l’esatta misura di quanto. Harry Potter non fumava per
sembrare grande - da che mondo è mondo gli adolescenti cominciano a fumare per
farsi accettare - ma perché semplicemente lo voleva. Voleva fumare e
l’aveva fatto, fregandosene di quello che la gente avrebbe pensato. E questo
la diceva lunga su quanto Harry Potter fosse effettivamente cresciuto.
- Ci ho provato, ma i tuoi amichetti Caposcuola
li hanno rimessi in un paio d’ore, sottraendoli ad uno dei miei. -
- Povero piccolo Caposcuola deluso. - la
sfumatura ironica non sfuggì a Draco, che spostò lo sguardo dalla sigaretta di
nuovo agli occhi dell’altro.
- Taci, Potter, o potrei decidere di chiamare
uno dei professori. -
- Sarei sparito prima che tu potessi anche solo
dire “professor Piton, Potter mi fa i dispetti!”. -
- Mi stai suggerendo di legarti? - Draco
strabuzzò gli occhi per un secondo, rendendosi conto di quello che aveva detto.
Parve rendersene conto anche Harry, perché
scoppiò a ridere, senza però dare l’impressione di voler sottolineare la portata
delle parole di Draco, cosa di cui gli fu segretamente grato, anche se Harry
Potter che evita di mettere in difficoltà Draco Malfoy è qualcosa che non si
vede tutti i giorni.
- La spengo, la spengo, non vorrei incappare nel
tuo temibile Incanto Incarceratus. Evanesco. - si voltò verso di lui,
inchinandosi leggermente, - Caposcuola Malfoy. -
- Quale sfoggio di civiltà, Potter. Peccato tu
non abbia un titolo al quale possa riferirmi con l’evidente intento di
sfotterti. -
- Puoi sempre provare con “Signore”. -
- Sarebbe troppo persino per te, Potter. -
Harry sorrise, incamminandosi verso il buio del
corridoio.
- ‘Notte, Malfoy. -
- ‘Notte, Potter. -
***
And I realise with fright
The Spiderman is having me for dinner, tonight!
(Lullaby; The Cure)
Ti prego ti prego ti prego tutto tranne il compito
sulla roba dell’anno scorso, ti prego, ti prego!
Un foglio di
pergamena levitò senza troppe cerimonie fino al suo banco.
Harry gemette.
In fondo alla
vita non aveva mai chiesto molto, il desiderio più ardito (e mai realizzato)
era stato solo riavere indietro i suoi genitori, espresso una volta all’anno
come minimo. Poi c’era stata anche quell’altra cosa, quella di “ti prego se riesco a baciare Cho Chang poi
farò tutto quello che vuoi”,
rivolta a nessuno in particolare ed andata a buon fine, anche se non si era
ancora presentato nessuno a riscuotere il “tutto quello che vuoi”. Quindi non
vedeva perché per una volta la vita non potesse fargliene spuntare una che
fosse una senza fargli troppe domande. Insomma, aveva o non aveva sconfitto il
Signore Oscuro? Aveva o non aveva diritto ad un po’ di tolleranza?
Il professor
Piton finì di consegnare le pergamene dei compiti a sorpresa e controllare che
tutti avessero messo nel sottobanco i libri di Difesa Contro le Arti Oscure,
poi trasfigurò un acquario con un Avvincino in una clessidra.
- Avete cinquanta
minuti da adesso. - girò la clessidra e tutti presero a scrivere, alcuni
con autentica lena (vedi sotto la voce “Hermione Jean Granger, Settimo
Gryffindor, Caposcuola”) altri con intenzione, anche se a giudicare dai tratti
veloci della piuma stavano scarabocchiando con molta disinvoltura Godric solo
sa cosa (vedi sotto la voce “Ronald Bilius Weasley, Settimo Gryffindor,
Portiere della Squadra, Caposcuola”).
Altri invece
fissavano imbambolati la pergamena, chiedendosi cosa li avrebbe salvati quella
volta, se una catastrofe naturale o l’ennesimo Mangiamorte evaso da Azkaban.
Vedi sotto la
voce “Harry James Potter, Settimo Gryffindor, Capitano della Squadra, Cercatore”.
Alzò gli occhi,
intercettando lo sguardo severo e perennemente schifato del professor Piton.
La risposta era assolutamente
niente.
Harry sospirò,
stropicciandosi le tempie ed abbassando lo sguardo per studiare le venature del
legno sul suo banco. Aveva una voglia disperata di una sigaretta, ma non
avrebbe potuto fumare almeno fino all’intervallo. O a quella sera.
Sorrise
inconsciamente, tornando con la mente al mese appena trascorso di settembre,
alle fughe dal dormitorio per intercettare Malfoy e farsi trovare a fumare,
l’altro che lo rimbeccava costantemente e faceva evanescere la sua sigaretta,
per poi andarsene senza aggiungere altro.
Quello che Harry
aveva notato, era che avevano smesso di punzecchiarsi in giro per i corridoi o
in Sala Grande; dopo averci riflettuto, era giunto alla conclusione che
effettivamente negli ultimi due anni la materia prima sulla quale si plasmavano
i loro litigi era il Signore Oscuro e, dal momento che era morto - che Harry
l’aveva sconfitto - non c’era più molto di cui discutere. L’altro
ragazzo non aveva neanche più il piacere di poter dire “mio padre di qua, mio
padre di là” perché Lucius Malfoy era stato Baciato in agosto, ed è abbastanza
difficile vantarsi di un padre Baciato.
Quindi, presumeva
Harry, avevano smesso di punzecchiarsi apertamente, riservando i loro scambi ad
un contesto più intimo, in un certo modo. Gli insulti di Draco erano rivolti
alla mania di Harry di infrangere le regole e quelli di Harry erano rivolti a
niente in particolare, perché non aveva niente di particolare da insultare.
A dirla tutta era
abbastanza a corto di insulti, dopo sei anni passati a crearne di coloriti ed
intelligenti, quindi il cambiamento gli andava bene, si accontentava di
rimanere in silenzio e lasciare che l’altro gettasse le deboli basi per una
bella scazzottata notturna.
Sorrise ancora,
quando una voce interruppe il fluire dei suoi pensieri, - Potter, vuoi far
sapere anche a noi cosa c’è di così divertente nel test che hai davanti? -
Harry deglutì.
Certe cose non cambiano
mai.
***
Got a package full of
Wishes
A Time machine, a
Magic Wand
A Globe made out of
Gold
No Instructions or
Commandments
Laws of Gravity or
Indecisions to uphold
(World; Five For
Fighting)
- Fatto il
misfatto - Harry accese la sigaretta, corrugando la fronte.
Ad un punto imprecisato della serata aveva abbandonato al
suo triste destino il compito di penitenza assegnatogli da Piton per aver
lasciato il test in bianco ed era uscito dal dormitorio, senza sapere neanche
dove sarebbe andato o cosa avrebbe fatto. Prima che potesse accorgersene aveva
tirato fuori la Mappa del Malandrino dalla tasca interna della divisa e si era
messo a scrutare attentamente l’intrico di nomi alla ricerca di quello di
Malfoy, localizzandolo nel dipartimento di Pozioni.
Aveva aspettato circa un’ora appoggiato sul muro di pietra
davanti all’aula, ascoltando i rumori provenienti dall’interno della stanza e
fissando distrattamente il puntino Draco Crux Malfoy che camminava
avanti ed indietro nel laboratorio; poi, finalmente, aveva sentito una serie di
rumori come di vetro che tintinna e viene rimesso a posto, così aveva capito
che l’altro stava per uscire.
Allora si era acceso una sigaretta, mettendo via la mappa.
La porta del laboratorio tre si aprì e Draco rimase immobile
a fissarlo, una specie di sorriso consapevole in volto.
- Mi stai pedinando, Potter. -
Harry ebbe la decenza di non dire nulla, più che altro
perché non quella non era una domanda.
Malfoy si avvicinò, fissando con insistenza la sigaretta e
storcendo il naso, - Ma passi la tua inutile vita a fumare? -
- E se fosse? -
- Ucciditi lontano dal mio perimetro, Potter. -
- Perché continuiamo a battibeccare? -
Harry strabuzzò gli occhi, seguito dall’altro.
Probabilmente la nicotina stava avendo un effetto deleterio
sul suo cervello, anzi, sicuramente la nicotina stava avendo un effetto
deleterio sul suo cervello, oppure era l’ora tarda, o magari la mezzora che
aveva passato a cercare di fare il tema per Piton, o ancora il fatto che a cena
non avesse mangiato poi molto. O magari il filtro che ogni comune persona ha,
quello che separa i pensieri in “da dire” e “da tenere per sé finché
sopraggiunge la morte” si era guastato.
Fatto sta che l’aveva detto, e l’altro non pareva
sinceramente intenzionato a rispondergli. Dopo tutto, rifletté Harry, non
mi risponderei neanche io.
- Perché siamo nemici. -
- Perché siamo nemici? -
Malfoy sbuffò spazientito, mettendosi le mani sui fianchi.
- Ma cos’hai, cinque anni che devi ripetere quello che dico? -
- Puoi andartene. -
Il ragazzo non si mosse, ed Harry trattenne a stento un
sorriso trionfante.
- Siamo nemici perché tu hai deciso così. -
Harry inarcò un sopracciglio, - Non ti sei mai fermato a
chiederti perché? -
Quella era senza dubbio la conversazione più lunga che
avessero mai avuto senza prendersi a pugni o insultarsi, anche alla luce del
recente cambio di comportamento, ed Harry non sapeva cosa pensarne. Si avvicinò
la sigaretta alle labbra ed aspirò una boccata di nicotina al sapore di latte e
biscotti, l’altro che seguiva quel processo con attenzione, spostando gli occhi
dalla mano di Harry alla sua bocca poi di nuovo alla mano, posata mollemente
sul fianco.
- Non recriminare, Potter. -
- Non sto recriminando. -
Malfoy distolse lo sguardo dalla sigaretta e tornò a
guardare Harry negli occhi, un sopracciglio elegantemente inarcato e le labbra
arricciate in una specie di sorriso ironico.
- Dove vuoi arrivare? -
- Come siamo finiti così? -
- Così come, con te che mi pedini impuzzolentendo
costantemente l’aria ed io che mi lascio pedinare senza scagliarti addosso una
fattura? -
Harry sorrise, - Precisamente. -
L’altro lo guardò dritto negli occhi, scrutandoli
intensamente, tanto che Harry cominciò a sentirsi a disagio. Malfoy scrollò le
spalle e si avvicinò, togliendogli la sigaretta dalle mani e gettandola a
terra, per poi schiacciarla con la punta della scarpa.
- Non dovresti fumare, sai. -
Harry voleva rispondere che non erano affari suoi, ma la
bocca di Malfoy premuta sulla sua glielo impediva.
Eeeeeh, ce l’abbiamo fatta! La prima vera
apparizione di Atria, aw *_* Il primo vero momento HarryXDraco, aw *_*!
---ok, basta, vado a ripassare filosofia.
Ah, d’ora in poi posterò ogni domenica; ho 9 capitoli già
pronti e betati e appena ho dieci minuti di tempo vado avanti a scrivere XD
Vavinana: grazie! Eccoti l’aggiornamento (:
Araxe: sì, il titolo è quello di un film con Susan
Sarandon, James Gandolfini e Kate Winslet *_* Sinceramente il “romance” non
c’entra poi molto perchè non so quanto romanticismo potrai trovare nelle mie
fic, però le sigarette c’entrano in pieno XD Aah, non temere, d’ora in poi
Draco sarà molto più presente - anche perchè pure io lo adoro! XD Comunque non
so quanti capitoli conterà la storia, appena ne ho una vaga idea ti faccio
sapere! (:
Axyna: una settimana di tempo, va bene? (: anche
perchè non riesco a postare prima, ho un sacco da fare per la scuola o_o”
comunque grazie mille per i complimenti (L)
Soul: bwah, grazie, grazie! *si inchina* guarda, io
prima ero Draco/Ginny, fai te XD non credo di aver mai letto una
Tom/Voldy/Harry, devo assolutamente rimediare perchè ormai leggo di tutto XD
Leila a: grazie per i complimenti (:
fleacartasi: sciura! XD la dedica è meritatissima,
hai sempre tifato per Cas e Tria anche se non sono dei personaggi canonici (L) Il
celeberrimo Charles Manson, amico di grandi e piccini (?) Gh, cara, appena
scrivo qualcosa di nuovo te lo mailo, probabilmente questa settimana avrò un po’
di tempo libero (se Salazar vuole o_ò)... R&C ringrazia per il paragone con
Mary (che ricordiamo essere a casa a piangere sangue mentre Mauro ci prova con
la bisnonna di McLean) e io volo a rispondere al tuo sms XD (L)
Capitolo 3 *** Capitolo Terzo, in cui, cercando attentamente, si possono trovare sottili raccomandazioni - nuoce gravemente alla salute. ***
Capitolo Terzo
Capitolo
Terzo
In cui,
cercando attentamente, si possono trovare delle sottili raccomandazioni - nuoce
gravemente alla salute.
They took the credit for your second symphony
Rewritten by machines and new technology
And now I understand the problems you can see.
I met you children,
What did you tell them?
(Video Killed The Radio Stars; The Buggles)
- Tu cosa?! - Sally Anne si immobilizzò nel mezzo
del corridoio, fissando inorridita Draco, che si guardò attorno abbastanza
nervosamente prima di prendere la ragazza per un gomito e spingerla in un’aula
vuota.
- Ho baciato Potter. - disse, affettando indifferenza
nella voce ed appoggiandosi mollemente alla cattedra.
Davanti a lui, la ragazza si stropicciò le tempie,
sedendosi su un banco ed accavallando elegantemente le gambe, per poi mettersi
a fissare la punta delle sue scarpe di vernice, - Oh, beh, se è quello che...
insomma, se ritieni fosse la cosa giusta da fare... -
Draco inclinò leggermente il capo. Se la conosceva almeno
un minimo - e riteneva di conoscerla, dopo diciassette anni - il fatto che si
rifiutasse di guardarlo stava ad indicare che gli stava mentendo.
- Tria, guardami. -
Lei alzò di malavoglia lo sguardo, puntandolo in quello di
Draco. - Ti sto guardando. -
- Dimmi cosa non va. -
Sally Anne sbuffò, scendendo dal banco con un saltello, i
tacchi che risuonavano secchi sul pavimento di pietra. - Diciamo tutto,
Draco? Hai baciato Potter, Harry Potter. Ti rendi conto di cosa
significa? -
- Che sono un frocio? -
La ragazza mosse la mano nell’aria, come a voler scacciare
una mosca. - Questo lo sappiamo da almeno tre anni, Dray... vuol dire che sei
impazzito. Sei anni di studio ed una guerra sotto Silente e guarda cos’è
successo! Ti sono entrati nel cervello i suoi discorsi! -
Draco aprì la bocca, indignato. - Ma cos- tre anni?
Io lo so da sei mesi scarsi! -
Sally anne sorrise dolcemente, avvicinandosi al ragazzo e
mettendogli le mani sulle spalle. - Dray, tesoro, hai passato il quinto
anno a raccontarmi sogni erotici in cui invece di farti la tua fidanzata ti
facevi suo fratello. -
Lui puntò l’indice, indicandola, - Tu mi hai detto
che non significavano niente! -
- Sì, certo. “Draco, sei innegabilmente omosessuale.” Con
ogni probabilità la tua risposta sarebbe stata “Avada Kedavra”, e non negarlo.
-
Draco si sedette sullo stesso banco su cui prima era
seduta la ragazza e prese a stropicciarsi le tempie. Per quanto strano potesse
sembrare, il pensiero che fosse gay non gli aveva mai sfiorato il cervello,
aveva sempre creduto si trattasse di uno sconvolgimento ormonale dovuto alla
troppa gioia per come stavano andando le cose.
Insomma, tutti che deridevano Potter, un degno
insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, la Squadra d’Inquisizione, tutti
quei metodi medievali di punizione... era come se non si fosse mai mosso da
Malfoy Manor, distingueva chiaramente gli influssi benefici di suo padre,
quindi non aveva dato troppo peso ai suoi sogni, e quando anche Sally Anne li
aveva liquidati senza troppe moine aveva scrollato le spalle, tornando alla sua
principale occupazione: abusare della sua spilla da Prefetto e di Inquisitore.
La mano di Sally Anne che gli faceva aria lo riportò alla
realtà dell’aula. - Dray? Dray, stai bene? -
- Tri, ho baciato Potter. Potter. - poggiò la testa
contro il muro, per poi cominciare a sbattervela ritmicamente, gemendo.
- Draco Malfoy, per pietà, sembri il mio Elfo Domestico
privato... un po’ di contegno, Santo Salazar! -
Lui si riscosse, passandosi una mano tra i capelli per
ravviarli. - Sì. Sì. Ora io entrerò in Sala Grande e farò finta di nulla, poi
mi dimenticherò questa brutta storia. -
- Così ti riconosco. Ora andiamo a fare colazione. -
Sally Anne aprì la porta ed uscì, lasciando Draco ancora
seduto sul banco ad ascoltare il rumore dei tacchi della ragazza che si andava
affievolendo.
Dimenticare.
Quella era una cosa che era in grado di fare, lo sapeva
per certo. Dopo tutto aveva dimenticato in un anno tutto quello che gli aveva
insegnato suo padre, dimenticare un bacio a stampo dato ad Harry Potter sotto
il palese influsso della nicotina passiva non avrebbe comportato poi una
missione impossibile.
***
Boys and girls of every age
Would you like to see something strange?
Come with us and you will see
This our town of Halloween.
(This Is Halloween; Danny Elfman)
La prima cosa che notò entrando in Sala Grande fu che lo
Stato Maggiore del Gryffindor era seduto al suo tavolo.
Weasley discuteva animatamente con Theodore (Draco sperava
ardentemente che stessero parlando di Quidditch), agitando per aria la
forchetta e spargendo pezzetti di bacon dappertutto, la Granger si stava
esibendo in un soliloquio con Sally Anne, che con ogni probabilità avrebbe
preferito bere estratto puro di Mimbulus Mimbletonia da lì all’eternità,
piuttosto che discorrere con la Caposcuola Gryffindor. Potter, notò con suo
sommo orrore, stava ridacchiando compostamente di qualcosa che aveva detto
Blaise.
La seconda cosa che notò fu che stava per svenire.
Raggiunse il tavolo in fretta, sedendosi tra Sally Anne e
Blaise. La ragazza gli lanciò uno sguardo carico d’odio, per poi tornare ad
ascoltare la Granger, che stava blaterando qualcosa sull’importanza di essere
Caposcuola e di far rispettare le regole. Draco ghignò: se solo la Mezzosangue
Zannuta avesse saputo che la maggior parte degli strani incidenti che
accadevano dal primo anno erano orchestrati da Sally Anne probabilmente non
sarebbe stata così disposta a parlarle dell’importanza delle regole.
Spostò lo sguardo su Potter, seduto davanti a lui, che in
quel momento stava imburrando una focaccina con l’eleganza di chi è abituato a
farlo.
Stava per aprire la bocca e dire qualcosa che avesse una
parvenza di intelligenza, ma Blaise lo precedette, tirandogli una gomitata
nelle costole e sibilandogli un “taci” prima anche solo che potesse formulare
un pensiero coerente, così si limitò a versarsi del the ed ascoltare l’unica conversazione
che si stava avendo in quella parte di tavolata.
- Perché, insomma, è palese che Goldstein ha ragione,
dobbiamo stare uniti, il Cappello Parlante lo dice fin dal quinto anno! Nessuno
gli ha dato retta ed ecco come siamo finiti! Tutti separati, a farci la guerra
tra Case, come dei bambini dell’asilo. Bisogna restare uniti, fare amicizia,
stringere rapporti coi membri di altre Case! -
- Hermione, non ti ho mai vista tanto infervorata per
qualcosa neanche quando si trattava del CREPA. -
La Sacra Trinità Slytherin alzò il capo, fissando
interrogativamente Potter. Sally Anne si schiarì la voce, - Prego? -
- Ah! Il CREPA! Una delle mie idee migliori! - Draco notò
con orrore che gli occhi della ragazza brillavano di eccitazione. CREPA...
qualunque cosa fosse non poteva comportare niente di buono, soprattutto perché
era un’idea che veniva da un Gryffindor, e si sa che quando i Gryffindor si
mettono in testa un’idea qualcuno è destinato a morire, o a finire dietro veli,
oppure in un reparto del San Mungo.
- Signori, signore. - Anthony Goldstein si era avvicinato
al tavolo senza che Draco se ne accorgesse, e si era seduto accanto a Potter,
servendosi del caffè. La tavolata Slytherin stava diventando un porto di mare,
e Draco era fermamente convinto che Salazar non ne sarebbe stato contento - ma
tanto, si disse, peggio di così non può andare.
Proprio mentre formulava quel pensiero, Thomas, Moon e
Finnigan si erano portati alle spalle dei loro amici, prendendo posto un po’
qua, un po’ là. Draco notò con una punta d’ammirazione che Moon era andato a
sedersi proprio accanto a Sally Anne, facendo sfoggio del tanto decantato
coraggio Gryffindor, e le stava sussurrando qualcosa nell’orecchio. Lei annuì
brevemente, facendogli cenno con la mano che “dopo”. Probabilmente lui le aveva
chiesto di parlare in privato.
Improvvisamente qualcosa lo distolse dai suoi pensieri,
più precisamente un piede che strusciava contro il suo polpaccio.
Girò la testa in un movimento che sperava vivamente
risultasse fluido, per poi incontrare gli occhi verdi di Potter, che appena
vide lo sguardo glaciale dell’altro ritirò immediatamente il piede e gli
sillabò “dobbiamo parlare”.
Draco sillabò a sua volta.
“Dopo.”
Accanto a lui, Sally Anne annuì soddisfatta.
***
We slept a while
To turn it off
And get it out of our minds
(Pretty in
Scarlet; Guano Apes)
- Spero non ti dispiaccia se ho scelto il dipartimento di
Divinazione, ma ho bisogno di fumare. -
Draco storse il naso, - Allora passi davvero la vita a
fumare. -
Harry sorrise, e qualcosa si strinse dentro il petto di
Draco, che si schiarì la voce sedendosi su un pouf di chintz.
- La nicotina crea assuefazione. -
- I tuoi polmoni ringraziano, stai riuscendo dove non è
riuscito il Lord Oscuro. -
- Ti preoccupi per me, che carino... -
- Potter, hai intenzione di dire qualcosa o andiamo avanti
così finché comincia la prima ora?-
- Tu cosa vorresti fare? -
Draco inclinò la testa di lato, arricciando le labbra. Strangolarti
con le mie mani e poi farti a pezzi usando un coltello per il burro
arrugginito. - Di sicuro non quello che stai pensando. -
L’altro inarcò un sopracciglio, trattenendo a stento un
sorrisetto soddisfatto. Draco capì di essersi messo esattamente dove Potter
voleva: con le spalle al muro.
- E, sentiamo, di preciso a cosa starei pensando? -
Draco si riscosse dal torpore. Slytherin non è solo un
nome, Slytherin è uno stile di vita. Sorrise malizioso, avvicinandosi all’altro
posandogli le mani sulle spalle, per poi sporgersi e sfiorargli deliberatamente
la mascella con le labbra.
- La domanda, Potter, è a cosa penserai tu stanotte
quando non riuscirai a dormire. -
Stava per ritrarsi, quando due mani si serrarono forte sui
suoi fianchi, impedendogli di spostarsi da quella posizione.
- Attento, Malfoy, perché se giochi col fuoco potresti
scottarti. -
Prima che Draco potesse anche solo pensare di
rispondere qualcosa, l’altro aveva premuto rudemente la bocca sulla sua, la
lingua che spingeva per poter entrare e lui che non poté fare altro se non
inclinare la testa di lato ed aprire la bocca e cedere all’assalto del ragazzo.
A quel punto, Harry si staccò, allontanandosi velocemente da Draco e camminando
verso la porta.
- Credo che la domanda ora sia a cosa penserai tu,
quando stanotte non riuscirai a dormire. -
Merda, pensò Draco inorridito.
***
Oh, how I whish
For soothing rain.
(Nemo; Nightwhish)
E tu, tu sei nato
torto e morirai testa di cazzo.
(Aldo, Giovanni e
Giacomo)
Non che Harry fosse veramente sicuro di quello che stava
facendo. Anzi. A dire la verità si dava del cretino una volta sì e l’altra no,
quando con la memoria ritornava a quella specie di cosa che c’era stata
con Draco quel mattino. Inizialmente aveva pensato solo di tastare il terreno
per valutare la reazione dell’altro al bacio che c’era stato, capire se si era
pentito, se aveva voglia di fingere che non fosse successo o se riteneva di
essere troppo oltre anche solo per degnare ancora di uno sguardo Harry.
Malfoy aveva reagito da Malfoy, ovvero da Slytherin, e lui
si era sentito in dovere di ripagarlo con la stessa moneta; non vedeva perché
dovesse fare la figura del cretino per l’ennesima volta, soprattutto dal
momento che non era stato certo lui a baciare Malfoy.
Almeno fino a quel mattino.
Si stropicciò le tempie, sospirando pesantemente. Che
diavolo sto facendo?
Aveva un impellente bisogno di parlare. Con Castor e la
sua voce bassa e tranquillizzante, possibilmente. Una breve occhiata alla Sala
Comune gli rivelò che a parte Ron, Hermione, Ginny e Luna, probabilmente in
esplorazione nella torre Gryffindor per cercare Scioli Ridacchianti, la sua
nuova passione, non c’era nessun altro. Sospirò nuovamente, affondando nel
divano e fissando il caminetto. Se solo avesse tardato un istante di più
avrebbe notato lo sguardo preoccupato che si erano scambiati Hermione e Ron, e
quest’ultimo che si alzava dalla panca per raggiungere la postazione di Harry.
- Un Falci per i tuoi pensieri. - Ron corrugò la fronte, -
Cioè. In senso figurato, perché non ti darei mai un Falci per farmi dire
cosa stai pensando. Non ho mica soldi da buttare via, io. -
Harry inarcò un sopracciglio, sorridendo. - Ovvio che no,
infatti non ti sei appena abbonato a “Wizard’s Healt” solo per il
piacere di indagare nella psiche femminile. Tra l’altro, Ron, con Hermione
queste cose non funzioneranno mai. - da uno dei tavolinetti bassi prese
una rivista, e la sventolò sotto il naso dell’altro.
Dalla copertina, Gore Jakovic, cercatore dei Puddlemore
United, ammiccava ed indicava col dito il titolo di un articolo, “Come
convincerla a soddisfare ogni tua fantasia”. Ron cambiò un paio di tonalità di
magenta, strappandogli la rivista di mano, - Sei un bastardo, l’avevo lasciata
di sopra! -
- Avevo bisogno di qualcosa da leggere, scusa amico. -
L’altro grugnì, senza dare segno di voler dire altro, così
Harry decise che in mancanza di Castor si sarebbe accontentato dei consigli
sbilenchi del suo migliore amico, dotato sì di un gran cuore, ma di ben poco
senso pratico per le questioni dello stesso.
- Ron... mi chiedevo... hai mai fatto qualcosa di cui non
sapevi se pentirti o meno? Perché, voglio dire, è stato piacevole e tutto, ma
in fondo ci sono certe cose che non andrebbero mai fatte. -
Ron si alzò di scatto, boccheggiando e puntando l’indice
accusatore contro Harry. - Tu ti sei scopato mia sorella! -
Harry impallidì, mentre il vociare basso prodotto dagli
altri occupanti della Sala si arrestava.
Ginny alzò il capo dal suo compito di Incantesimi ed
inarcò un sopracciglio, - Prego? -
Ron si voltò di scatto, spostando l’indice da Harry alla
ragazza. - Voi! -
- Ron-
- No, Ginny, non osare dire niente! Non voglio neanche
ascoltarti! Voi due! -
Harry si schiarì la voce, - Ron, non hai capito niente...
-
- Perché, sei sorpreso? - lo raggiunse la voce ironica di
Ginny. - Ron, vorrei rammentarti un particolare abbastanza rilevante, oltre al
fatto che ho un ragazzo. Harry
è gay. -
Ron parve tranquillizzarsi un attimo, perché annuì, -
Giusto, l’avevo dimenticato... - poi si riscosse, l’orrore che tornava limpido
sul suo volto. - Tu ti sei scopato uno dei miei fratelli! -
Harry sollevò gli occhi al cielo, giungendo le mani, -
Santo Godric, dammi la forza. -
- Harry... dimmi che non era Percy, ti prego... -
- Ron, te l’hanno mai detto che sei un imbecille
patentato? Non mi sono scopato uno dei tuoi fratelli, ho baciato Malfoy!
-
Silenzio.
Le voci di Hermione, Ginny e Ron, dieci decibel più alte
del normale. - Tu COSA? -
- Evidentemente eri sotto l’influsso di un Briciolo
Amoroso. - disse Luna con la massima serietà.
Harry gemette, coprendosi il viso con le mani.
Grazie come sempre, eh, Godric.
***
Quand je s'rai grand je s'rai Beegees
Ou bien pilote de formule 1
En attendant je me déguise
C'est vrai ...
Que tous les costumes me vont bien.
(Double Je ; Christophe Willem)
Sally Anne ripiegò la Carta del Cielo e la ripose nella
tracolla, insieme a portamatite ed appunti, per poi scendere la scalinata che
dall’osservatorio ovest portava alla classe di Astronomia Avanzata ed
Applicata; non aveva intenzione di lasciar passare un altro giorno senza
discutere con la professoressa Sinistra dell’annuale concorso di Astronomia, al
quale partecipavano Durmstrang e Beauxbatons. L’anno precedente era stata
battuta da una di quelle sciacquette francesi solo perché a detta dei giudici
non aveva sviluppato un progetto abbastanza interessante, ma quest’anno...
quest’anno niente e nessuno le avrebbe impedito di vincere il premio in palio:
uno stage di tre mesi nell’Università Astronomica di Volgograd. A dirla tutta
aveva già preparato la valigia.
Con suo sommo disappunto, tuttavia, l’aula era vuota,
eccezion fatta per Moon, che la aspettava con in mano il suo mantello; neanche
Blaise l’aveva aspettata - non che avesse bisogno della balia per tornare nei
sotterranei, ma una conversazione leggera non le sarebbe dispiaciuta,
considerando la portata di quelle che aveva avuto in giornata e di quella che,
con ogni probabilità, stava per avere.
- La prof? - chiese, raccogliendo i capelli in una coda
alta.
- Andata. -
Sally Anne corrugò la fronte. - Di già? -
- Sono le tre di notte. Ti ho preso il mantello. -
La ragazza sbuffò, prendendolo e facendo per uscire
dall’aula.
- Non sono stato io, Tria. Te lo giuro. -
Irrigidì le spalle, sistemandosi meglio la tracolla sulla
spalla. - Chi è stato, allora? -
- Non lo so, ma non sono stato io. -
Fece per muoversi, ma il ragazzo le si parò davanti,
sbarrandole la strada, forte del suo metro e novanta contro il metro e sessanta
di lei.
- Non sono stato io. -
Sally Anne guardò la cattedra alla sua destra ed i banchi
alla sua sinistra. Non sarebbe riuscita a scartarlo neanche pregando quel
vecchio maiale di Gryffindor in persona. Non le restava che chiedere, o meglio,
ordinare. - Fammi passare. -
- Non sono stato io. -
Gli mise le mani sul petto in un impavido tentativo di
spostarlo, e quello le imprigionò fra le sue. - Non sono stato io. -
Lei sbuffò, - Va bene, non sei stato tu. Ora fammi
passare, come hai detto sono le tre e domani ho lezione alla prima. -
Castor le strinse le mani. - Guardami negli occhi e dimmi
che mi credi. -
Lei alzò gli occhi e lo fissò, - Non posso. -
- Perché diamine non puoi?! -
- Perché non ti credo. -
- Dopo tutto questo tempo ancora non ti fidi di me? -
- Petrificus Totalus -
Il ragazzo cadde impastoiato a terra, rivelando la figura
di Blaise, la bacchetta levata.
- Grazie, Blaise. -
- Figurati, cara, salvare damigelle in pericolo è la mia
vocazione. -
Sally Anne si spolverò la gonna, lanciando uno sguardo
indifferente alla sagoma per terra, gli occhi del ragazzo che la fissavano
pieni d’astio. Scrollò le spalle, scavalcandolo e fermandosi sulla porta.
- Finite Incantatem -
L’ultima cosa che vide, prima di chiudere la porta e
gettarle sopra un Incanto Colloporta, fu la sagoma di Castor che si alzava di
scatto, gettandosi verso l’uscita.
L’ultima cosa che sentì, fu la colorita bestemmia che il
ragazzo lanciò, sbattendo i pugni contro la porta.
- Come sono rozzi questi Gryffindor. -
Sally
Anne assentì.
Eccomi qua, puntuale come Lord Voldemort alla fine di un
anno scolastico XD
Ah, un debito grandissimo a Savannah per la frase “a
cosa penserai stanotte quando non riuscirai a dormire?” che mi ha
stuzzicata fin da quando l’ho letta. Comunque. Bando alle ciance!
Soul: ebbene sì, lo confesso, io nasco
DracoGinnara!!11!!! Sinceramente ora non mi ricordo neanche più come ho
cominciato, devo aver preso il primo pairing strano che ho visto girando sul
web XD Comunque *si segna i titoli delle fic da leggere* adesso rimedio, appena
ho un attimo di tempo. Grazie per i complimenti al mio Harry! Sinceramente dai
libri non esce molto bene (soprattutto dal settimo, per il quale non voglio
sprecare neanche un secondo di più), però ho sempre pensato che dovesse esserci
altro... cioè, uno non salva il Mondo a suon di cretinaggine e aiuto da
parte degli altri, no? --- anche se la Rowling crede si possa fare. Ma tant’è.
(Fino ad ora non ho idea di cosa ho scritto, giuro, sono troppo presa dalla
gatta che tenta di mordermi un alluce) No, “Crux” non è il secondo nome di
Draco ma ho pensato si addicesse alla sua storia personale :3 secondo me Draco
è spettacolare per 5 libri, dopo comincia ad essere patetico... e comunque non
ti preoccupare, io detesto tutte le cose melense, la mia idea di romanticismo è
un po’ strana. Niente scene alla “ti amo, oh mio amato, intendo sposarti ed
avere dei figli con te” - ad essere sincere neanche io ho lo stomaco per
sopportarle XD più avanti ci saranno scene che comportano romanticismo, mi
dirai se riesci a sopportarle o meno (: (L)
fleacartasi: eccoti qui, cara! Ah, la perfidia di
Atria, mio vanto e orgoglio *_* ultimamente l’ho fatta ammorbidire o è una mia
impressione? Comunque gnac, anche Castor avrà la sua parte *fa la misteriosa*.
Draco ed Harry così mi erano mancati, ero presa dalla revisione di Winter Just Wasn’t My Season e avevo
completamente dimenticato i loro scambi XD sono così carini ;O; Draco poi è
chiara espressione della Littizzetto, in certi punti, rido da sola, mentre scrivo
XD senza contare che si girano intorno come due cretini fino al *guarda*
nontidiròquale capitolo. Sto comprando i biglietti per andare dalla bisnonna di
Luke, ne prendo uno anche per te? Mauro è qua che si sta facendo ritrarre da
Mary con indosso solo una catenazza del motorino e due gocce di Chanel Nr 5.
(??? Non lo so, fermami prima che il gallo abbia cantato tre volte)
PiccolaSerpe: muaahahah, sono sadica e--- non avevo
minimamente pensato al punto in cui mi ero interrotta, anche perchè chi l’ha
letta in anteprima ha avuto i capitoli vicini XD dai, dai *spegne le lucine al
neon* settimana prossima posterò di sabato, probabilmente, visto che domenica
sono fuori, quindi non dovrai aspettare troppo per il prossimo capitolo (; Gah,
grazie per i complimenti, comunque *__* il titolo in realtà è la cosa migliore,
fidati XD Gnac, Atria è un po’ il mio tesoro, sono felice che ti piaccia! E sono
felice che anche l’idea delle sigarette ti piaccia (: chu! (L)
Azzusam: ciao cara (: grazie per i complimenti *_*
tecnicamente Atria non è una Mary Sue perchè la Rowling la cita nel primo libro
(insieme a un tale “Moon”, cui poi ho trovato il nome), però l’ho disegnata io
a tutti gli effetti e ne vado fiera ^_^ Goldstein è sempre stato uno dei miei
personaggi preferiti, lo vedo così carico di storia... però c’è anche Castor
che adoro, quindi chissà (; Harry diciamo che conserva ancora un po’ dell’antica
cecità per le tematiche fondamentali, ecco... o forse no? (Come sono criptica
oggi o_ò) Per Draco non ti dico niente :P Un bacione :*
Faust_Lee_Gahan: guarda, l’atmosfera comincia a
prendere una piega inaspettata un po’ per tutti XD vedrai poi avanti u_u!
Bazooo :*
Probabilmente questa settimana aggiornerò prima, non so se
a metà settimana o sabato.
Capitolo 4 *** Capitolo Quarto, dove si possono trovare altre raccomandazioni, delle richieste ed un libro di Astronomia Avanzata ***
Capitolo Quarto
Dove si possono trovare altre raccomandazioni,
delle richieste ed un libro di Astronomia Avanzata.
The Gryphonsat
up and rubbeditseyes: thenitwatched the
Queen tillshewas out ofsight: thenitchuckled.
“Whatfun!” said the Gryphon, halftoitself,
halfto Alice.
“Whatisthe
fun?” said Alice.
“Why, she,”
said the Gryphon. “It’sallherfancy, that: they
neverexecutesnobody, youknow.”
(Lewis Carrol; Alice In Wonderland)
Ad
una prima occhiata Minerva McGranitt risultava una
donna arcigna e severa, di un’età indefinita
-
ed indefinibile a meno di voler incorrere nell’ira funesta della donna -, con
una certa propensione
per
i compiti impossibili (era ancora cristallino nella mente di tutti gli studenti
del settimo anno il
tema
che avevano dovuto presentare l’anno prima per l’esame di metà trimestre,
sessantacinque
centimetri
di pergamena sull’esatta trasfigurazione di un tavolino da caffè in una
credenza
vittoriana)
e con un raffinato umorismo tipicamente scozzese.
Ad
una seconda occhiata, anche.
Harry,
dalla sua posizione strategica accanto alla statua di Irina dall’Occhio
Pronunciato, sospirò,
guardando
con malinconia gli studenti che trotterellavano belli garruli verso Hogsmeade,
cianciando
di Burrobirra e Mielandia.
E lui, povero reietto della società, era agli arresti domiciliari
nella
torre d’avorio del Gryffindor, mentre i suoi compagni
impiegavano il loro tempo in maniera
senza
dubbio più costruttiva, ad esempio ubriacandosi alla Testa di Porco.
-
Scacco. -
Beh,
non proprio tutti i suoi compagni.
Diede
un buffetto affettuoso ad Irina, poi raggiunse Ron e Castor che stavano
giocando a scacchi
davanti
al caminetto.
-
Uhm. - Ron inclinò il capo con aria pensosa. - Cavallo in C4. -
La
piccola statuina trotterellò sulle caselle, fermandosi per far sì che il
cavaliere che lo montava
estraesse
una spada ed infilzasse la Regina, che si accasciò sulla scacchiera con un
urlo. Ron sorrise
soddisfatto,
- Scacco Matto. -
Castor
gemette, infilandosi le mani nei capelli. - Ho bisogno di bere. -
-
Hai bisogno di concentrarti, che ti succede oggi? -
-
Niente. -
Niente.
Harry
si era abituato ai “niente” di Castor, ed aveva imparato che un suo “niente”
significava come
minimo
che il ragazzo stava proteggendo un segreto ministeriale, tipo l’imminente
scoppio di una
guerra
batteriologica contro i Babbani.
-
Niente, mh? -
-
Niente, Harry. -
-
Okay, niente. -
Ron
spostò lo sguardo da uno all’altro, inarcando un sopracciglio. - C’è qualcosa
che dovrei sapere?
-
Castor
fissò intensamente il soffitto, alzandosi e dandogli le spalle per tendere le
mani verso il
caminetto.
- Assolutamente niente, Ron. -
-
Andiamo, io sono bravo ad aiutare le persone! -
-
Ma se a mala pena deambuli. -
- Ginny! -
Harry
fece di tutto per trattenersi dallo scoppiare a ridere di fronte al suo
migliore amico, e dopo
una
complicata battaglia interiore ci riuscì; si voltò verso l’ingresso della Sala
Comune, dove Ginny
era
intenta a fissare il fratello, le mani puntate sui fianchi.
Un
breve sguardo a Castor gli rivelò che il ragazzo stava palesemente ridendo,
anche se non
emetteva
alcun suono - le sue spalle che si alzavano ed abbassavano scosse dai
singhiozzi però la
dicevano
lunga.
Ron,
rosso come un pomodoro, boccheggiò, alzandosi dalla poltrona e salendo in
dormitorio,
brontolando
qualcosa sui giovani irrispettosi e sull’inutilità delle sorelle.
Ginny si sedette sul divano, squadrando la
scacchiera. - Chi è che ha mosso quel cavallo in C4? Ha
fatto
una casella in meno. -
Castor
si voltò di scatto, smettendo di ridere. - Brutto... -
Harry,
a quel punto, scoppiò a ridere, mentre Ginny si
svolgeva la sciarpa dal collo e ravviava i
capelli.
- Comunque. Harry, c’è fuori Malfoy per te. -
La
testa di Ron spuntò dalla sommità della scala che portava al dormitorio
maschile, - C’è fuori chi?
-
La
ragazza rispose pronta, - Jenny McRoy, di Ravenclaw. -
Ron
annuì soddisfatto, - Bene. - e poi sparì su per il dormitorio.
Harry
si voltò a scatti verso Ginny. - Non per essere
ripetitivo ma... c’è fuori chi? -
- Malfoy, hai capito bene. È arrivato ordinandomidi chiamarti perché aveva non so cosa da dirti.
Probabilmente
ti dichiarerà il suo sempiterno amore e ti farà la proposta di matrimonio.
Oppure ti
Schianterà.
Non so, scegli tu il finale che preferisci. - agitò una mano per aria,
prendendo una rivista
dal
tavolino.
Harry
si schiarì la voce, alzandosi e cercando di assimilare l’informazione che DracoMalfoy aveva
fatto
quattordici piani di infernali scalinate mobili per venire a dichiarargli il
suo sempiterno amore
o
a Schiantarlo. Cercò con lo sguardo Castor, che sorrise, - Io sto qua ancora un
po’. -
Benedetto
ragazzo.
Spolverò
sommariamente gli abiti, ed uscì dalla Sala Comune.
***
Toi,
Tu m’asdit
Tu m’asditque la vie c’est tranquille.
(J’ai La Aime ; ChristopheMaé)
-
Lasciami in pace. -
Non
che si fosse aspettato la dichiarazione di sempiterno amore, ma a questo avrebbe
preferito uno
Schiantesimo.
Lasciare
in pace DracoMalfoy, se
mai avesse deciso quantomeno di provarci, sarebbe stata la cosa
meno
Gryffindor che avrebbe fatto in tutta la sua vita, e
francamente non sapeva se poteva
accettarlo.
-
Come, prego? -
- Lasciami.
In. Pace. -
- Ma...
perché? -
Draco inarcò un sopracciglio, sistemandosi
con eleganza una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -
Perché
lo dico io, che domande. -
Harry
strinse i pugni senza neanche sapere perché. Cioè, sapeva di essere enormemente
irritato da
quel
comportamento, ma non c’era poi una ragione concreta per la quale
dovesse farsi venire il
sangue
marcio.
Dopo
tutto è sempre Malfoy, che diavolo!
-
Va bene. -
L’indifferenza
dell’altro vacillò per un secondo. - Va bene? -
Harry
annuì, sorridendo, - Va bene. - per poi girarsi verso la Signora Grassa che li
squadrava
sospettosa
e mormorare la parola d’ordine in modo che l’altro non potesse sentirla.
Dietro
di lui, Draco spalancò molto poco elegantemente la
bocca.
***
Oh I couldthrowyou in the lake
Or feedyoupoisonedbirthdaycake
I wontdeny
I'm gonna miss youwhenyou're gone
Oh I couldburyyoualive
Butyoumight crawl out with a knife
And kill me when
I'm sleeping
That'swhy
I can't decide
Whetheryoushould live or die.
(I Can’t Decide; ScissorSisters)
-
Cos’è che ti ho sempre detto, Draco? -
-
Di usare tanto balsamo se asciugo i capelli con un incantesimo? -
Sally
Anne gli gettò uno sguardo torvo, aspirando una boccata di fumo dalla sua
sigaretta, un
delicato
profumo di mandorle che si spandeva nell’aria. Fece cenno al cameriere di
portare il conto
e
poi tornò a guardare l’altro.
-
L’ altra cosa che ti ho sempre detto, allora. -
-
Di non invischiarmi mai in niente coi Gryffindor, a
meno di farci a botte. -
Lei
annuì. - Perché? -
Draco spostò lo sguardo verso il cameriere
che arrivava, irrigidendo la mascella. - Perché se gli
chiedi
qualcosa potresti ottenerla. -
-
Esatto. E non mi pare tu ne sia contento. -
Draco poggiò un gomito sul tavolo ed il
viso sul palmo della mano, guardando fuori dalla finestra;
avevano
ancora un paio d’ore di svago prima di dover tornare al castello, anche se lui
avrebbe
nettamente
preferito essere già in dormitorio.
- Draco. -
Il
ragazzo si raddrizzò, tornando a guardare la sua migliore amica che frugava
nella pochette.
- Draco, tu che cosa vuoi? -
Bella
domanda.
-
Perché se non sai neanche cosa vuoi è inutile che stiamo qui a parlare. - Sally
Anne mise una
manciata
di monete sul tavolo, alzandosi ed allacciandosi il mantello con un gesto
fluido. - Io
rientro,
devo cercare la Sinistra. -
Draco annuì, alzandosi a sua volta e
lasciando un altro paio di monete per pareggiare il conto. Fece
un
gesto del capo a madama Rosmerta, per poi uscire dal
locale ed incamminarsi lungo
l’acciottolato
di Hogsmeade.
Cosa
voleva.
Voleva
Harry Potter. Lo stesso Harry Potter che conosceva da sette anni, quello
arrabbiato, con la
bacchetta
in una mano e le sigarette nell’altra, sempre pronto a fare a cazzotti, non quella
pallida
imitazione
di diciassettenne che si era ritrovato davanti da un mese a quella parte; e se
farsi lasciare
in
pace da quello stesso diciassettenne comportava anche la perdita di Harry
Potter --- Draco non
era
poi così sicuro che fosse quello, il prezzo che voleva pagare per un paio di
stupidi baci con la
sua
nemesi storica.
* **
Slammedyourfingers in the door
Bought the kitchenknifes and skewers
Dressed me up in women clothes
Messedaroundwith gender roles
Dyemyeyes and call me pretty.
(Laid; Matt Nathanson)
Castor
sorrise amaramente, appuntandosi su un foglio di pergamena la magnitudine di Atria e
girando
la pagina di Astronomia Avanzata per non doversi più trovare davanti
quel nome.
Stava
quasi per decidere che non valeva la pena passare il resto di un sabato
pomeriggio in
biblioteca
quando una voce alle sue spalle lo fece irrigidire.
-
Mi serve quel libro. -
Se
la conosceva almeno un minimo aveva le braccia puntate sui fianchi e quel
fottuto sguardo
perennemente
annoiato stampato sul volto.
-
Lo sto usando io. -
-
Devo guardare una cosa. -
-
Lo sto usando io. - ripeté.
La
ragazza si avvicinò al tavolo, appoggiandovisi. - Mi daresti quel libro un
attimo? -
Castor
si voltò verso di lei, porgendole il libro con un sorrisetto ironico; lei lo
prese e sfogliò
velocemente
le pagine fino ad un punto dopo la metà. Il ragazzo era sicurissimo che
l’avesse già
letto
almeno diecimila volte. Sally Anne prese un pezzetto di pergamena dal tavolo e
scarabocchiò
sopra
qualcosa con una matita, per poi porgergli il libro.
-
Fatto. -
Certo,
grazie è un vocabolo troppo complicato da usare.
Lui
fece per prendere il libro, poi passò oltre e le strinse invece le dita attorno
al polso.
L’espressione
negli occhi della ragazza rimase immutata, Castor era sicuro che lei si
aspettasse che
avrebbe
cercato di toccarla - come sempre del resto.
-
Prego. Che ti dicevo, Tri? Non chiedere mai qualcosa
ad un Gryffindor, o potresti ottenerla. -
Lei
gli restituì uno sguardo gelido, poi strattonò il polso, e lui la lasciò
andare. - Ti ho chiesto una
cosa
sola in tutta la mia vita, e non l’ho ottenuta. Non mi pare una pubblicità poi
così buona, per un
cosiddetto
Gryffindor. -
Prima
che Castor potesse anche solo pensare di rispondere, lei era già
scomparsa tra gli scaffali
impolverati
della biblioteca, lasciandosi dietro solo un vago profumo di mandorla.
Sno ma: mi si è spampinato il computer, quindi mi ero completamente
dimenticata che avrei dovuto postare il quarto capitolo… m’è venuto un flash
mentre stavo studiando filosofia o_ò comunque.
Rispondo alle recensioni e poi mi eclisso che è meglio, ho millemila
cose da fare e zero tempo per farle, che bello.
fleacartasi:
sì, sei stata la prima a recensire! XD guarda, le foto come ti ho detto non
riesco a risalvarle, son esondata
nel cranio! Però appena ho un minuto di tempo ci riprovo perché erano davvero
carine, mi son pure divertita a scattarle! ;O; nei nuovi capitoli tra l’altro
hai visto che non ci sono? Non ho tempo neanche di farle ;_; che vita grama,
che grama vita. Comunque posterò un paio di appendici con le foto. Ma con Hermione non funziona una cippa,
continuo a chiedermi perché stia con Ron! Che poi vabè,
lasciamo perdere, cos’era quella stupida battuta sugli elfi domestici che fa
Ron in DH? Ma per pietà, lasciam perdere o_ò Harry e Percy insieme è
un’idea inquietante, sì XD però da qualche parte una fanfic
di questo tipo l’avevo pure letta… *attimo di silenzio*Draco…Draco era gay…Draco adesso è ancora gay, credo. Se non esce l’ANSA
controfirmata dai maggiori capi di Stato del mondo magico mica ci credo che si
è redento (cosa sto blaterando?) comunque Cissa ci
entra perfettamente nel ruolo della madre iper
apprensiva XD e povero Lucius, ubriaco fradicio,
com’è? *non si ricorda il testo*
S0emme0S: gah, grazie mille per i complimenti e per il volo di R&C nei preferiti (:
Azzusam:
ebbene sì, tra l’altro credo di tenerti sulle spine pure con questo capitolo… o
forse no, solo il tempo potrà dirlo XD Guarda, per scoprire cos’ha fatto Castor
devi aspettare ancora sei capitoli, tipo XD è un Mondo difficile. A dire il
vero Anthony non l’ho sviluppato troppo, ma se riscuote così tanto successo
vedrò di dargli un ruolo più centrale (: sì, il giorno che Harry e Draco faranno dei passi in avanti io mi chiamerò Napoleone
XD Forse sei rimasta sorpresa perché il mio Harry è diverso da quello canonico?
Decisamente meno pippe mentali (che non è vero ma
tant’è).
Soul: grazie mille per
i complimenti *_* *fa la ruota come un pavone* La quotidianità più semplice è
sempre mancata (per ovvie ragioni) nei libri della Rowling, quindi mi diverto
un sacco a descrivere questi momenti XD e poi permettono di far interagire un
sacco di personaggi, così da arricchire la vicenda! Povero Ron (che pure io trovo
inutile e fastidioso, tra l’altro), impensierito dall’incolumità dei posteriori
dei maschi Weasley. Che poi io mi sto ancora
chiedendo come abbia fatto ad aprire la Camera dei Segreti… se basta sibilare
come se si avesse la raucedine allora son buoni tutti, no? O_ò
ma sì, è amico di Harry e quindi non posso maltrattarlo troppo, temo =_= Sì,
elencami pure le ragioni della tua predilezione (come sto parlando?) per HBP
^_^ a me piace per certi versi, per altri proprio no… comunque credo che la mia
avversione per quel Draco dipenda dal fatto che io
sono una persona estremamente orgogliosa e non credo mi sarei messa a piangere
come una femminuccia. Era palesemente in una situazione più grande di lui, ma
non bisogna dimenticare la dignità! C’erano millemila
altri modi per risolvere la situazione e lui ha scelto quello più sbagliato.
Cioè, la Rowling ha scelto per lui quello più sbagliato, così da puntualizzare
il degrado degli Slytherin (vedi anche la scenata di Pansy in DH) (sto divagando). Non ti fulmino, tranquilla!
Dopo tutto i gusti son gusti! Allora, ho visto che le Tom/Harry che mi hai
linkato contano un’infinità di capitoli e purtroppo avendo poco tempo a
disposizione non so quanto potrò metterci… non ci sono delle oneshot (o comunque fic con pochi
capitoli) che vorresti farmi leggere? Fammi sapere! (:
Faust_Lee_Gahan:
Ron farà morire tutti noi, temo! XD ma Tria non è cattiva, è che la dipingono
così (cit) Harry è il mio Harry, con quello dei libri
non so quanto ci azzecchi o_ò le citazioni sono la
parte più divertente di tutto il capitolo, devi vedere che casino c’è in stanza
quando prendo i libri per cercare quella giusta XD a domenica prossima! Bazo :*
Il caminetto scoppiettava allegramente - per quanto allegramente
possa scoppiettare un caminetto Slytherin - e, dalla sua postazione su una
poltrona di raso verde, Blaise sorseggiava Firewhisky, guardando ammirato la Venere
Triste che, nella sua cornice, guardava la luna nascosta dalle nuvole e
piangeva.
Sette anni e Draco ancora si stupiva di quanto fosse accogliente
il loro dormitorio.
Certo, il primo anno, appena entrato nella Sala Comune,
gli si era stretto lo stomaco. Tanto per cominciare non era affatto sicuro che
sarebbe riuscito a ritrovare l’ingresso, anche se Flitt continuava a ripetere
che era facilissimo - e grazie tante, dopo cinque anni anche un cretino
saprebbe dove cercare, ma un undicenne che si trovava davanti corridoi
sconfinati tutti di pietra molto probabilmente avrebbe passato il tempo a
mormorare la parola d’ordine ad ogni centimetro di muro, pregando che fosse
quello giusto; la paura era evaporata quando Severus gli disse che l’avrebbe sentito.
Ed effettivamente così era stato.
La Sala Comune, poi, era tutta un programma. Lunga e
bassa, priva di quadri, completamente in pietra; perfino le sedie ed i tavoli
erano di pietra. Draco non capiva da dove, ma filtrava una luce verdognola, che
gettava ombre sinistre su tutti i teschi sparpagliati della stanza. Le poche
lampade presenti pendevano dal soffitto, appese a delle catene, ed erano verdi
anch’esse, quindi la luminosità restava praticamente nulla.
Aveva cercato con lo sguardo il caminetto, manco a dirlo
di pietra, e si era accorto che pure le fiamme erano verdi, come quelle dei
fuochi fatui.
Flitt aveva indicato loro un corridoio, - Di là i maschi -
poi uno adiacente, - Di là le femmine. - ed era scomparso nel primo corridoio.
Draco si era dipinto in faccia la tipica espressione
Malfoy e si era incamminato lungo il corridoio, alla ricerca della sua stanza
da letto. Di pietra. Abituato all’opulenza strutturale di Malfoy Manor, tutto
quel verde e quella pietra gli stavano dando la nausea. Poi era arrivato
Blaise, che bacchetta alla mano aveva modificato l’estetica della stanza, dando
alle pareti toni tenui di bianco e verde e creando un vero fuoco nel
caminetto. Un altro colpo di bacchetta e due quadri si appesero alle pareti;
uno dei due era un ritratto di Salazar Slytherin, lo stesso che Draco aveva in
camera sua a casa.
L’altro ragazzo puntò un dito alle pareti, - Non sono veramente
tinte. È solo un’illusione ottica. -
Draco annuì, diffidente. Nonostante le loro madri si
conoscessero fin dai tempi di Hogwarts, loro due non avevano mai legato molto -
Lucius continuava a ripetere che non era accettabile il fatto che quel ragazzo
non avesse un padre e che fosse sua madre a gestire tutto, quindi nelle rare
occasioni in cui si incrociavano Draco distoglieva lo sguardo, quasi come se
l’altro stesse chiedendo l’elemosina.
- Il fuoco... è vero? -
Blaise annuì, legando i tendaggi di velluto di un
baldacchino ai lati e sedendosi sul letto, per poi guardarlo.
Draco non aveva perso tempo, si era seduto davanti al
caminetto e si stava scaldando le mani, l’abbozzo di un sorriso sul suo volto.
- Grazie. -
L’altro lo fissò, sorridendo a sua volta, sorridendo veramente.
- Prego. Mi chiamo Blaise, Blaise Zabini. Anche se lo sai già. -
Draco aveva fissato la sua mano per un nanosecondo, poi
l’aveva stretta; di sicuro non sarebbe riuscito a non essere gentile - per
quanto gentile possa essere uno Slytherin - col ragazzo che gli aveva
regalato un po’ di calore.
Sette anni dopo, Draco si complimentava internamente con
Potter per non aver stretto la mano ad uno Slytherin, cosa che avrebbe dovuto
fare anche lui con Blaise, se solo l’altro non l’avesse biecamente abbindolato
con un caminetto.
- Dov’è finito il ritratto di Slytherin? - chiese,
fissando disgustato la donna sulla tela, che a quelle parole prese a piangere
più rumorosamente, coprendosi il viso col dorso di una mano.
- Andato. -
- Dove? -
- Per quello che ne so, ad amoreggiare con quello della
Ravenclaw che c’è al quarto piano. -
Si sedette sul bracciolo della poltrona, mentre l’altro
faceva comparire un altro bicchiere panciuto pieno di Firewhisky.
Va bene che la carne è debole, ma al posto del suo
beneamato Slytherin c’era una donna smunta e piangente, ed a Draco non pareva
uno scambio equo.
- Chi è questa? - indicò con un gesto del capo il nuovo
dipinto, - Non mi sembra di averla mai vista in nessun libro d’arte. -
- Venere
Triste, Romaine Brooks, millenovecentodiciassette, Musées de la Ville de
Poitiers et de la Societée des Antiquaires de l’Ouest Poitiers. - enunciò
Blaise.
- Romaine Brooks ? Mai sentita. -
- Babbana. -
Draco si alzò di scatto dalla poltrona, inorridito. -
Blaise?! Hai portato della roba Babbana in camera mia?! -
L’altro sbuffò, facendo apparire unabottiglia di Firewhisky e versandone due
dita nel bicchiere. - Si dà il caso che questa sia pure camera mia. E
poi è un quadro bellissimo, a casa ne ho una riproduzione a grandezza naturale.
Guarda, l’ho pure incantato per farlo muovere. -
- Capirai, non fa altro che piangere. -
- Venere Triste, Draco, che ti aspettavi, che
ballasse la quadriglia? -
- Sembra Cho Chang. -
Blaise sbarrò gli occhi, sputacchiando un po’ di Firewhisky
nel caminetto, le fiamme che avvampavano. - Evanesco. -
La Venere Triste scomparve con un ultimo lamento
strozzato, - Se vuoi scusarmi, Draco, cose più importanti da fare che parlare
con degli ignoranti. -
Draco ghignò, riappendendo il quadro di Slytherin alla
parete. Lo stava raddrizzando quando il Padre Fondatore comparve sulla tela,
cogliendolo quasi alla sprovvista.
- Ragazzo, chi era quella donna che c’era qui prima? Era
raccapricciante. -
- Venere Triste, signor Slytherin. -
- Donne. Sempre tristi, per quanto tu le ingioielli come
una Madonna avranno sempre qualcosa da rinfacciarti. -
Draco trattenne a stento un sorrisetto ironico, ed annuì
compostamente. - Sì, signore. -
- Meglio gli uomini. Non vogliono gioielli ed il massimo
che possono rinfacciarti è di esserci andato troppo piano, se capisci cosa
intendo. - Slytherin ammiccò al suo indirizzo, e Draco si ritrovò
improvvisamente ad avere bisogno di bere qualcosa di forte.
***
La critica,
elevata o infima che sia, è una forma di autobiografia.
(Oscar Wilde)
- Qual’è la data della quarta Rivolta dei Goblin?-
Sally Anne alzò gli occhi dal suo libro, - Non ne ho idea.
-
- Andiamo, hai preso E al G.U.F.O. di Storia della Magia!
- Daphne inarcò un sopracciglio, tamburellando spazientita le dita sul tavolo
di pietra.
- Quello è stato due anni fa, ho fatto tabula rasa di
Storia della Magia circa mezzo minuto dopo aver finito l’esame. -
- Ti odio. -
- Che colpo al mio amor proprio, Daph. -
La ragazza brontolò qualcosa, tornando alla sua pergamena
e prendendo a scarabocchiare freneticamente. Sally Anne stava per riprendere la
lettura quando una figura imponente si parò davanti ad una lampada, gettando
un’ombra sul suo libro.
- Mi togli la visuale, Blaise. -
- Ho bisogno di una raffinata esperta d’arte. -
- Non so dove sia Draco. -
Qualcuno tossicchiò, e la ragazza alzò lo sguardo,
incontrando quello oltraggiato di Malfoy. Sally Anne gli soffiò un bacio sulla
punta delle dita, tornando al libro.
- Guarda questa. -
Blaise coprì le pagine con una piccola riproduzione di un
quadro dove era raffigurata una donna pallida ed abbastanza smunta, la pelle
diafana ed una chioma corvina ad incorniciarle il volto scavato, sdraiata su
quello che alla ragazza pareva un letto di seta nera.
- Bellissimo, ma non l’ho mai visto in nessuna galleria...
è da una collezione privata? -
Il ragazzo scosse la testa, poi picchiettò con la punta
della bacchetta sulla riproduzione,la
donna aprì gli occhi - Sally Anne rimase colpita dal nero profondo e luminoso,
incredibilmente velato di tristezza - e guardò la luna, seminascosta dietro le
nuvole, per poi mettersi a piangere.
Sally Anne inorridì. - Santo Salazar, è Cho Chang! -
Blaise le strappò di mano la riproduzione, uscendo a
grandi passi dalla Sala Comune e blaterando qualcosa sulla gente che d’arte ne
capiva meno di un Weasley. Draco scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di un
paio di matricole che arrossirono e si misero a confabulare ridacchiando, poi
si sedette tra Sally Anne e Daphne.
- Quella era innegabilmente Cho Chang. -
Draco annuì, - Già. -
Daphne sollevò la testa dal tema di Storia della Magia. -
Dite che Cho Chang si ricorda la data della quarta Rivolta dei Goblin? -
Sally Anne e Draco si fissarono per un istante, prima di
rispondere in coro, - No. -
***
Where haveall the good man gone,
And where are all the gods?
(Holding Out For A Hero; Frou Frou)
Si chinò, raccogliendo da terra la piccola cartolina
animata e rigirandosela fra le mani, mentre Anthony Goldstein gli si affiancava,
- Cos’è? -
Michael Corner non si intendeva particolarmente d’arte, ma
sulle donne la sapeva lunga.
- Una foto di Cho Chang. -
Da dietro l’angolo giunse un urlo angosciato seguito da
un’esclamazione indignata, - IGNORANTI! -
Michael aggrottò le sopracciglia, chiedendosi con chi ce
l’avesse Zabini.
Domenica è sempre domenicaaaaaa si sveglia la città con le
campaneeeeee... poi non la ricordo più, so solo che c’entrava il Gainicolo. Comunque.
Buona domenica e buona festa della donna, sciure! (L)
Ora.
Questa settimana è come se non avessi aggiornato, in
sostanza, perchè in questo capitolo non succede una cippa di niente XD volevo
approfittarne per postare le foto dal primo capitolo ad oggi manon riesco a capire come si faccia a
salvarle dal Word; se qualcuno ha una vaga idea di come fare... io sono qua XD
Soul: sob, questo capitolo suppongo ti deluderà,
Harry viene nominato solo di sfuggita XD Gnac, vedo se dopo la pagella trovo
tempo, intanto mi sono salvata i capitoli (: a dire il vero dovrei stampare e
leggermeli in filovia, ma non ho più inchiostro... magari li porto in
stamperia, ho un po’ di roba da stampare o_ò Mno, Atria e Castor non sono Mary
& Gary (detesto Mary & Gary =_=) perchè non sono i veri
protagonisti della storia; le loro vicende mi servono per costruire la
relazione tra Harry e Draco... e poi mi diverto a scrivere un po’ di Het, ogni
tanto (... da quando? O_O) Castor è pocho, non mi viene in mente nessun altro
aggettivo XD (e considerando che “pocho” non è neanche un aggettivo...) Svabè
guarda, Draco HBP è... svabè, non ho neanche più parole, guarda. Tra l’altro
quando l’ho letto ero in vacanza a Brunico, in questo chalet bellissimo, con
vista sui monti, tutto silenzioso, con Heidi che passava ogni tanto
ridacchiando. Bene, ho scagliato il libro per aria ed è finito fuori dalla
finestra. Oltre ad aver cacciato un urlo degno di una Banshee ho quasi
ammazzato il cane dei proprietari, sob. La mia compagna di stanza è uscita
terrorizzata dalla doccia, pensava mi stesse assalendo Heidi XD e questo te l’ho
scritto perchè? Boh, mah, chi lo sa. (cit) A me è piaciuta la parte su Silente
che si trova nel settimo... tutti quei panni sporchi, Gellert *_* Ach! *_* Il
settimo? Settimo? Ho detto settimo? Esiste un settimo libro? *finge
indifferenza* Guarda, domani ho un test di storia, martedì interrogazione di
francese, test filosofia, mercoledì interrogazione tedesco e inglese, test
francese e inglese... avanti così tutta la settimana. Come rido. A domenica, se
sarò ancora viva XD (L)
Arisu Kon: ecco qua il seguito (:
leila a: eeeh, cos’è successo tra Atria e Castor?
Chi lo sa XD aspetta e vedrai u_u (L)
Faust_Lee_Gahan: ma grazie, il mio Harry ringrazia
:3 Draco complessato è una delle cose migliori XD col balsamo in testa, poi...
eh, la faccenda Tria/Cas incuriosisce un po’ tutti pare XD *si tappa la bocca*
sì, libri aperti coi post-it XD più i post-it appesi dovunque con su delle
battute da usare XD sob, come vorrei passare il tempo a scrivere e basta e_e
comunque XD a domenica :*!
Azzusam: sob, chiedo perdono, questa storia non va
bene per le persone troppo curiose XD pensa che ogni tanto non va bene neanche
a me! Il lato Slytherin di Harry mi stuzzica un sacco u_u Eh sì, anche se il
mio orgoglio Slytherin un po’ ne risente è bello vedere Harry che tiene in mano
decentemente la situazione XD Ma Draco riserva tante sorprese, tranquilla u_u!
Ti saluta Anthony! XD (L)
fleacartasi: eccomi cara, dopo vado a leggere Drops
<3 il balsamo è più che fondamentale! Comunque fa un decotto di camomilla
come Lucrezia Borgia XD anzi, ti dirò di più: Lucrezia Borgia è una Malfoy in
realtà, ed è da lei che si tramanda la pozione (?? Sto delirando, che novità
XD) Harry ogni tanto mi va OOC, sob, me tapina! Ah, ieri ho visto Castor in un
film! Non era brutto, anche se è un po’ troppo bamboccione, forse... comunque
XD a dopo dear (L)
Capitolo 6 *** Capitolo Sesto, in cui si possono trovare pugni, biscotti e tacchi rotti ***
Capitolo Sesto
Capitolo
Sesto
In cui
si possono trovare pugni, biscotti e tacchi rotti.
When I was just a baby
My mama told me
‘Son, always be a good boy,
Don’t ever play whit guns.’
But I shoot a man in Reno
Just to watch him die.
(Folsom Prison Blues; Johnny Cash)
In tutta la sua vita Castor non si era mai sentito meno
posato di quel momento, la mascella irrigidita, le mani strette a pugno ed il
petto che si alza ed abbassa a ritmo frenetico, la gola secca, degli insulti
che volevano uscire ma si erano fermati al pomo d’Adamo formando un nodo poco
piacevole, Zacharias Smith che lo guardava come se fosse un Vermicolo, e la
Sala Grande ammutolita come ai vecchi tempi del QuintoPotter, dove ogni pasto
era un’occasione per sentire gente che dal tavolo di Gryffindor cacciava “Voldemort!”
concitati, subito seguiti da un terribile “hem hem”, impresso a fuoco
nelle menti e sulle mani di un buon ottanta percento della popolazione
scolastica.
Dal tavolo delle autorità una forchetta sbattè sulla
porcellana dei piatti ed un turbinare di vesti annunciò a Castor che la sua ora
era giunta.
- Signor Moon, io non tollero, non tollero questo
comportamento! Nel mio ufficio, adesso. -
Smith riacquistò la sua normale ingessatura Huffelpuff e
riguadagnò il suo tavolo, mentre Castor riprendeva a respirare più o meno
normalmente nonostante un intenso dolore alle giunture, come se si stessero
lentamente e dolorosamente strappando i tendini; uscì dalla Sala Grande senza
guardare da nessuna parte, specialmente verso il tavolo Slytherin.
***
May he turn 21
On the base of Fort Bliss
‘Just a day’,
He said down to the flask in his fist,
‘Ain’t been sober since
Maybe october of last year’.
(Breathe 2 a.m.; Anna Nalick)
L’ufficio della McGranitt non era poi cambiato tanto
rispetto a quando ci era venuto con i suoi amici, c’era solo una nuova
poltrona. Voci di corridoio mormoravano che si fosse sfondata per le troppe attività
notturne della Vicepreside e del Preside, ma lui sapeva che in realtà la
vecchia poltrona era stata sostituita perché lui l’aveva rotta la settimana
precedente in un impeto di rabbia.
- Ora tu prendi un biscotto e mi spieghi cosa sta
succedendo. -
Castor si stropicciò le tempie, prendendo un biscotto al
burro dalla scatola di latta che la professoressa gli porgeva. - Io, ecco, io.
-
Chiaro, lineare e conciso.
La donna sospirò, poggiandosi alla scrivania e passandogli
una mano tra i capelli biondi, indugiando sulla mascella in un gesto
carezzevole. - Castor, è la seconda volta in una settimana che prendi a pugni
Smith. Cosa succede. -
- È lui. -
- Credo che sia altro, ma che tu non voglia dirmelo. -
Minerva McGranitt non era certo una donna particolarmente
dolce e comprensiva, e Castor sapeva che se avesse cercato di svicolare dalla
risposta un’altra volta lei si sarebbe arrabbiata. Minerva McGranitt arrabbiata
privatamente era, se possibile, ancora più terribile e temibile di
Minerva McGranitt sull’orlo dell’isterismo in Sala Grande.
- Non so se posso dirtelo, però vorrei. -
Le labbra della donna fremettero.
Ahia.
- Castor, - risuonò la voce severa ed ammonitrice - tu ora
mi spieghi perché di questi tempi sei così suscettibile a qualunque cosa dica
il signor Smith, altrimenti io... -
Il ragazzo fece roteare le pupille, sorridendo ironico. -
Tu cosa, sentiamo, mi togli dalla squadra del Gryffindor? -
- Precisamente. -
A Castor si incastrò il biscotto in gola. Cominciò a
tossire, guardando spaventato la donna. - Mina! -
- Castor? -
- Non puoi! Tu desideri vedere il Gryffindor vincere
quella benedetta coppa quasi più di me! -
- Non mi stai lasciando altra scelta, Castor. -
Grugnì, appoggiando l’altra metà del biscotto sulla
cattedra e tenendosi la testa fra le mani. Mai, mai dare idee a Minerva
McGranitt, mai; in diciassette anni era convinto di aver assimilato
quella nozione, ma a quanto pareva aveva ancora parecchio da imparare sulla
donna, ad esempio che sotto sotto era un po’ Slytherin pure lei. Un po’ tanto,
in certi momenti, ma il più delle volte era relativamente facile gestirla
privatamente.
Decise comunque di sganciare la bomba.
- Riguarda una ragazza. -
- Detto così suona molto frivolo, Castor, e spero
che tu non abbia fatto a botte con un tuo compagno per questo. Ne
rimarrei molto delusa. -
Il ragazzo ridacchiò, prendendo dalle mani della
professoressa la metà del biscotto che aveva avanzato e mettendoselo in bocca,
soppesando attentamente le parole.
Avrebbe voluto dire che non era niente di così frivolo,
ma non era certo di potere. Magari, se giocava bene le sue carte, poteva
passare per l’adolescente medio con gli ormoni a mille, proteggendo così la
verità.
A che pro, poi.
Sempre ammesso che riuscisse a giocare bene le sue carte.
- Sì, vedi... lei sta con lui ed io sono... geloso. -
Crack, fecero il suo Orgoglio e la sua Dignità che
sbriciolavano come uno di quei biscotti al burro che la Vicepreside gli porgeva
ancora.
- Mh. Quindi non c’entra niente il trasferimento a
Durmstrang del fratello di Atria? -
Spatash, scrick, ciack, fecero le scarpe basse di
Minerva McGranitt che camminavano sopra Orgoglio e Dignità.
- Ehm. -
- Castor. - alzò gli occhi sulla donna, mentre lei gli
carezzava una guancia, l’ombra di un sorriso sul suo volto. - Devi smettere di
pensare che quella ragazza non si sappia difendere da sola. Non ha bisogno del
cavaliere senza macchia e senza paura, ma di qualcuno a cui appoggiarsi
senza nessuna apparente ragione, perché è perfino più orgogliosa di un Malfoy e
di un Black messi insieme. -
Lui annuì, inclinando la testa mentre la mano della donna
lo carezzava nuovamente. Certo, lo sapeva perfettamente com’era fatta Sally
Anne, ormai c’era anche quasi abituato, ma non era sicuro di poter modellare se
stesso sul carattere della ragazza.
- Ma vedi, lei-
- Lei sta avendo qualche problema con una... chiamiamola fuga
di notizie, e Severus ha detto molto chiaramente di lasciare che se la
sbrighi da sola. Come si suol dire, i panni sporchi si lavano in famiglia. -
- Sì, ma-
- Castor. Godric solo sa se tu non saresti stato perfetto
nel Quattrocento, a poetare la grazie delle Madonne. L’unico problema, è che la
donna tua tanto gentile e tanto onesta non pare. Te la sei scelta
contorta, orgogliosa e soprattutto Slytherin. Accettane le conseguenze.
- fece una breve pausa, sistemandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio e
sorridendo brevemente prima di concludere.
- Ora vai. Ti darei il permesso di passare dalle cucine a
prendere da mangiare, ma sicuramente i tuoi amici ci avranno già pensato. -
Castor si alzò, chiudendo la scatola di latta e sorridendo
alla donna, per poi guadagnare la porta.
- Ah, Castor. Dieci punti in meno per Gryffindor. Un altro
livido su Smith e puoi dimenticarti il Quidditch. -
Gemette. Odiava la professoressa McGranitt quasi quanto
amava la sua madrina Minerva.
***
These boots are made for walkin’
That’s just what they’ll do
One of these days this boots
Are gonna walk all over you.
(These Boots Are Made For Walkin’; Geri
Halliwell)
- Io lo uccido. -
- Mhm. -
- Adesso vado lì e gli dico un paio di paroline. -
- “Avada Kedavra”? -
- Pensavo più a “Imperio” e “sali sulla torre
ovest e buttati giù”. -
- Sarebbe una gran bella... caduta di stile, per il
gigante buono del Gryffindor. -
Daphne spostò gli occhi dal tavolo Gryffindor, dove era
appena arrivata la McGranitt, a Blaise, - Ma il “gigante buono del Gryffindor”
non era il Mezzogigante Ignorante? -
Il ragazzo scrollò le spalle. - Cosa vuoi che ne sappia io
di Gryffindor. Perlomeno, non ne so quanto lei. - denotando un coraggio
tutto Gryffindor, nonostante le sue parole, Blaise ammiccò in direzione di
Sally Anne, che stringeva convulsamente i pugni, mormorando qualcosa.
- Cara, non capisco cosa stai dicendo. -
- Crucio. Ecco cosa sto dicendo, Crucio.
Magari se lo ripeto abbastanza intensamente lui si accascia su quel fottuto
tavolo e nel dolore accoppa pure Potter e quell’altra testa di Schiopodo di
Smith. -
Blaise inarcò un sopracciglio, servendosi un tortino di
carote. - Cosa c’entra accoppare Potter? -
- C’entra che farebbe un grandissimo favore all’umanità. -
si intromise Draco, rubando un gambo di sedano dal piatto di Sally Anne, troppo
impegnata a lanciare sguardi di fuoco a Moon (che usciva dalla Sala Grande con
la stessa verve di un gigante imbizzarrito) per accorgersi del furto.
- No, basta, questa cosa deve finire. -
- La vita di Potter? L’ho sempre sostenuto anche io. -
La ragazza si alzò di scatto, tanto che Draco credette di
aver protratto troppo il consueto scambio di dolcezze su Potter.
- Tri... -
- Tri un corno, Draco, Tri sta andando ad uccidere.
-
Aggirò il tavolo con grazia, camminando compostamente fino
a che non fu uscita dalla Sala Grande; a quel punto, si mise a correre,
battendo il record di velocità su tacchi dodici, detenuto fino a quel momento
dall’adorabile Tess Steeval e conquistato a suon di Schiantesimi durante
l’Ultima Battaglia, dove aveva inseguito Avery per quattro piani prima di
riuscire nel suo intento. Era quasi arrivata all’altezza del dipartimento di
Trasfigurazione quando le si parò davanti un uomo alto, avvolto nel nero, i
capelli corvini che gli ricadevano sul viso, e lei, mentre finiva col sedere
per terra per la brusca frenata, pensò che era proprio bellissimo.
Ad un’occhiata più approfondita si accorse che era Piton -
ed in Piton non c’era assolutamente niente di bellissimo.
L’uomo tese una mano e la aiutò a rialzarsi. - La calma,
Sally Anne, è una cosa che non ti è molto amica, di recente. -
Lei avvampò, sbattendo un piede per terra con forza. Il
tacco della scarpa destra si ruppe, sbilanciandola nuovamente; sarebbe caduta
se il professore non l’avesse trattenuta per un braccio. Lei lo scostò con
rabbia, togliendosi le scarpe. - La calma può andare al diavolo,
mi sono altamente stufata, quello deve capire con chi ha a che fare! - raccolse
da terra il tacco, rialzandosi di scatto per urlare, la voce un’ottava sopra il
suo normale volume caldo e suadente, - E non ti avevo detto che non volevo che
si intromettesse nessuno?! -
- Infatti non si sta intromettendo nessuno, Sally Anne. -
- A parte quel cerebroleso di Moon! E non chiamarmi
Sally Anne, o quant’è vero che a cena c’era il tortino di carote ti lancio
addosso una fattura, al diavolo la spilla da Caposcuola! -
Aveva raggiunto una frequenza che probabilmente solo gli
Snasi ed i cani riuscivano a raggiungere. Da qualche parte dietro un Velo
sicuramente Sirius Black si sta facendo quattro risate, pensò
distrattamente mentre cercava di riacquistare compostezza e dignità puntando le
braccia sui fianchi ed alzando il mento in una fedele riproduzione della
Narcissa Malfoy dei bei tempi andati, prima che confiscassero i territori di
famiglia e le restituissero il marito sotto forma di grazioso involucro vuoto.
Lui inarcò un sopracciglio, arricciando le labbra in una
specie di sorriso sardonico. - Che paura. Certo acquisteresti credibilità con
un paio di scarpe ai piedi, ti darebbero qualche centimetro in più, ma tant’è.
-
Sally Anne si sgonfiò, appoggiandosi al muro e lasciando
cadere le scarpe per terra, prendendosi la testa tra le mani.
- Non... è così ingiusto, Severus. Ora so che mi
dirai che la giustizia è un carnevale ai lati della strada, ma semplicemente
non è giusto. Carlisle non se lo merita, e vaffanculo, tutto
quello che dovevo fare era stare zitta e proteggerlo, e ci sono riuscita
proprio bene! Dio, come mi sento Gryffindor. -
- Ti senti fedele come un cane e stupida come un Potter? -
- No, incapace di tenere un segreto. -
Severus si appoggiò al muro accanto a lei, richiamando a
sé con la magia la scarpa rotta e sistemandola, - Non ti seguo. -
- Beh, pensa cosa sarebbe successo se la Weasley si fosse
tenuta per sé le sue beghe sentimentali senza bisogno di spiattellarle a Sua
Eccellenza Fatta Di Oscurità. - sputacchiò fuori quel nome, scimmiottando la
parlantina di Bellatrix Lestrange. - A quest’ora la Camera dei Segreti sarebbe
ancora intatta, con buona pace di quella povera creatura che è stata prima
accecata e a cui poi hanno cavato i denti, pensando che fosse una cosa carina
da fare. -
L’uomo inarcò un sopracciglio.
- Per non parlare di quel benedetto Esercito della
Salvezza o come diavolo si chiamava, era così segreto che nell’arco di dieci
minuti sapevano tutto perfino a Volgograd. Santo Salazar, Justin Finch-Fletchey
è venuto a chiedere a me se volevo unirmi! -
Le sopracciglia inarcate divennero due. - Questa non la
sapevo, non hai detto niente. -
- Sì, beh, approvavo ma non avevo certo bisogno di Potter
per farmi insegnare a lanciare un Incanto Patronus, lo sai benissimo. -
L’uomo annuì. - Ti sei calmata? -
- Sì. Ma voglio ancora uccidere Moon. -
- E Smith? -
Stava quasi per rispondere “chi?” ma qualcosa
dentro di lei le disse che era meglio tacere e riformulare con più attenzione
la risposta. - Smith non mi ha fatto niente. -
- Non vorrei dover ripetere il colorito epiteto che ti ha
rivolto, Atria. -
- Smith non mi ha fatto niente. Parla tanto ma
appena mi incrocia per i corridoi gira dall’altra parte terrorizzato. Quelli
come lui me li mangio a colazione. -
Severus scosse la testa schifato, - Huffelpuff. E Moon
cosa ti ha fatto? -
Sally Anne lo fissò dritto negli occhi. - Lo sai
benissimo. Non intendo fargliela passare liscia. -
- Stai attenta, Tria. È molto ben... protetto, come
sai. Tua madre non me lo perdonerebbe mai, se ti espellessero. -
- So giocare, Severus, e molto bene, anche. -
L’uomo sorrise apertamente, - Lo sa bene anche Pansy
Parkinson. -
***
When the storm arrives
Would you be seen with me?
(You Know My Name; Chris Cornell)
Harry pensava che i tempi in cui si era ritrovato a
giocare al Piccolo Investigatore fossero finiti, o almeno sperava che con la
fine della Guerra nessuno avrebbe avuto più niente da tramare.
- Stanne fuori, Parkinson, se non vuoi che ti capiti
qualcosa di molto doloroso. -
Harry evidentemente si sbagliava. Chiuse con delicatezza
il libro, avvicinandosi allo scaffale dieci del reparto di Erbologia, dal quale
proveniva la voce, le orecchie tese.
- Non ho paura di te, Greengrass. - una breve risatina di
scherno; provò a sporgersi, ma purtroppo un volume di almeno mille pagine sull’assenzio
gli toglieva la visuale in qualunque modo si mettesse.
- Fai male. -
- Oh, taci! Cosa vuoi saperne, tu? -
- Ne so più di quanto tu immagini. Credi che non ti abbia
vista infilare le mani nelle mutande di Smith? Coinvolgere un Huffelpuff, che
mossa subdola, perfino per te. Di solito il tuo genere sono le bestie feroci,
non gli agnellini. -
Harry inarcò un sopracciglio, mentre le sue cellule grigie
si mettevano in movimento per cercare di collegare le parole delle due a quello
che gli aveva detto Castor, ovvero che Smith avrebbe dovuto smetterla di
parlare così di --- e poi Ron era entrato in Sala Comune sventolando in aria la
sciarpa dei Cannoni di Chudley ed una piccola radiolina, dicendo che la partita
stava per cominciare.
Pansy Parkinson mormorò qualcosa che lui non riuscì a
cogliere, poi emise un gemito strozzato, e ci fu un rumore di qualcosa che va a
cozzare contro qualcosa d’altro. Harry provò a sporgersi, ma fece cadere un
paio di libri, così si acquattò dietro lo scaffale, pregando che Daphne
Greengrass non guardasse in basso, perché altrimenti l’avrebbe sicuramente
individuato, e lui e non era pronto a morire per mano di una donna, anche se
Ginny c’era arrivata vicino parecchie volte.
La ragazza scandagliò con lo sguardo la Biblioteca, mentre
la Parkinson emetteva un altro lamento addolorato.
- Stalle lontana, Parkinson. Stalle lontana e vedi di
fingerti molto, molto sofferente e dispiaciuta, perché quando lei casualmente
scoprirà chi è che le sta aizzando contro Smith, allora vorrà uccidere quella
persona, e forse solo la sua pietà potrà salvarti. Sempre ammesso che riesca
ancora a provarne per te. -
Harry rimase in silenzio, il cuore che batteva a tremila,
mentre Daphne si allontanava dallo scaffale; Pansy Parkinson la seguì un minuto
dopo, massaggiandosi il collo, sul quale spiccavano segni rossi - di dita,
notò Harry con una punta di stupore - e mormorando qualcosa di incomprensibile.
Si passò una mano fra i capelli, inspirando; stava
succedendo qualcosa, qualcosa di grosso, e tutto portava a credere che
non fossero coinvolti solo gli Slytherin, bensì anche i Gryffindor - non che la
cosa lo stupisse, però, loro erano sempre coinvolti - e perfino gli
Huffelpuff. Harry non sapeva di cosa si trattasse ma decise che la soluzione
era la stessa di sempre.
Avrebbe indagato.
Scusate il ritardo dell’aggiornamento ma è un periodo
terribile >_> almeno è un capitolo lungo e pieno di cose XD
fleacartasi: i capitoli dove non succede nulla sono
sempre i migliori (anche perchè da questo mi sono ampiamente complicata la vita
XD) Comunque Salazar è un buontempone (???), non so dei suoi trascorsi amorosi
XD il quadro c’era nella versione originale, non so se te lo ricordi ;O; comunque
(e 2) ho trovato il modo di salvare le foto, ora devo solo riupparle (sè ciao).
(L)
Arisu Kon: beh, il Gianicolo è stato profetico! XD Blaise
è il paladino di grandi e piccini (;
Faust_Lee_Gahan: sigh povero Blaise! E povero Mondo (??? Non lo so, so solo che ci sto mettendo
una vita a rispondere alle recensioni e devo studiare) :****
Soul: io? Certo che sono logorroica XD comunque... boh,
auguri di Saint Patrick? XD
Azzusam: certo che ti tratto bene Draco, tranquilla (;
e Sally Anne è forte, non temere!11!! XD
Booboo: ok, sappi che la risposta al tuo commento mi
impedirà di studiare e quindi per colpa tua domani prenderò un brutto voto in
crucco. Btw. Di dove sei? *_* poi. Sto gongolando in maniera assurda, sappilo
XD comunque per il formato concordo, in Italia gli si dà poca importanza... solo
che io amo il formato delle mie fic. Ci ho messo anni per trovarne uno che mi
soddisfacesse e non credo di essere disposta a cambiarlo, spiacente u_u’
saltare una riga tra un paragrafo e l’altro non mi piace, e poi sul mio pc c’è
una bella visualizzazione (forse perchè questo portatile ha delle misure
assurde, ma tant’è), è ordinato. Quindi grazie per il consiglio ma temo dovrò
ostinatamente restare con questo formato XD Per quanto riguarda i complimenti
non posso che inchinarmi e ringraziare perchè questa fic è molto importante per
me e vedere l’accoglienza è semplicemente meraviglioso! Però da questo capitolo
ho inserito il complotto, sob! XD Anche se resta comunque la quotidianità, alla
quale non potrei mai rinunciare - solo che andava fatto qualcosa perchè il
tutto stava diventando monotono. Beh, in sostanza ti ringrazio tanto per avermi
fatta gongolare e accetto la proposta di ripopolare il Mondo XD Un bacione :*
Capitolo 7 *** Capitolo Settimo, dove perlopiù è possibile trovare lunghe ed estenuanti ricerche ***
Capitolo Settimo
Capitolo
Settimo
Dove
perlopiù è possibile trovare lunghe ed estenuanti ricerche.
And tell me who’s the killer,
If we all consider that
emotions run as deep as flash.
Beauty is the Beast,
And you better believe it.
(Beauty Is The Beast; The Ark)
Daphne si sedette sul letto di Theodore Nott, carezzando
con una mano il copriletto verde.- Credo che Potter mi abbia sentita mentre dialogavo
amabilmente con la nostra cara Pansy. -
Draco alzò gli occhi dal tema di Pozioni, inarcando un
sopracciglio. - Come, prego? -
- Ieri sera, in biblioteca. Probabilmente era lì da prima
e non me ne sono accorta. Comunque. Ad un certo punto sono caduti dei libri, mi
sono girata ma non c’era nessuno. Magari era sotto quel benedetto mantello. -
Il ragazzo poggiò la piuma, girandosi completamente verso
Daphne, adesso sdraiata sul letto del suo fidanzato storico. - Come, prego?
-
- A colazione guardava me e Pansy come se fossimo ree
confesse di devozione alla Causa, quindi credo che abbia fatto due più due e
come al solito non abbia capito nulla. -
Draco sbattè la testa contro la scrivania un paio di
volte, prima di appoggiare semplicemente la fronte sulla pietra; Daphne
continuò imperterrita, accendendosi una sigaretta. - C’è bisogno di un’azione
diversiva, o come minimo ci distrugge i sotterranei. - sbuffò fuori una
nuvoletta di fumo profumato all’arancia, accavallando con eleganza le gambe. -
Draco, lei non deve saperlo. Se anche solo subodora che Potter si sta
immischiando in affari che non lo riguardano è capace di Schiantarlo e
seppellirlo vivo in riva al lago. -
Il ragazzo si raddrizzò sulla sedia, annuendo.
Non che lo allettasse particolarmente l’idea di mentire
alla sua migliore amica, ma se volevano evitare lo scoppio dell’apocalisse era
meglio non farle sapere che Segugio Potter si stava imbarcando nell’ennesima
avventura scolastica insieme al suo bagaglio di Gryffindoraggine. Anche se,
effettivamente, gli sembrava strano; stando a quanto diceva Sally Anne, Moon
aveva spiattellato alle persone giuste un paio di cosette - insomma, si
disse, se veramente fosse un Gryffindor degno di questo nome avrebbe parlato
anche all’intera Cricca degli Sfigati, non solo alla Parkinson.
Ma
- perché c’è quasi sempre un ma - se Potter aveva tirato fuori dalla
naftalina cappello da Sherlock e pipa, questo poteva significare solo una cosa:
non ne sapeva niente.
Draco
alzò gli occhi e li incrociò con quelli azzurri di Daphne. - Lei lo verrà a
sapere. -
- Non
parlate di me come se non fossi in questa stanza, idioti. -
Daphne
ridacchiò, - Ecco come sarebbe andata se non mi avessi intercettata mentre
venivo qua. -
Sally
Anne si alzò dalla sua postazione davanti al caminetto, dove prima che
cominciasse il teatrino dei poveri stava leggendo. - Ecco come andrà ora.
Dunque, per prima cosa... -
Il
Principe di Machiavelli riposava al calduccio davanti al fuoco, mentre
Sally Anne metteva in pratica gli insegnamenti che ne aveva tratto.
***
You
made up all the rules,
We
follow them like fools.
I’m
sorry, it’s like this.
(They; Jem)
Harry
si guardò attentamente intorno, frugando con gli occhi la Mappa del Malandrino
alla ricerca di Daphne Greengrass; durante l’ora di Pozioni era casualmente
entrato in possesso di un biglietto lanciato da Malfoy ed indirizzato alla
ragazza, dove, prima che Piton togliesse cinque punti a Gryffindor per uso
inappropriato di pergamena, era riuscito a scorgere le parole “quarto piano” e
“18.30”. Harry sapeva per esperienza che a quell’ora, al quarto piano, si
incontrava solo chi aveva qualcosa da nascondere - lui stesso vi aveva
organizzato la resistenza, l’anno precedente - e gli era parso quantomeno appropriato
andare a vedere cosa stessero tramando i due.
Individuò
la ragazza dentro una classe vuota, era seduta sulla cattedra con gli occhi
chiusi, così Harry ne approfittò: si infilò il Mantello dell’Invisibilità ed
entrò anche lui. La Greengrass era talmente sicura che nessuno li avrebbe
scoperti che aveva addirittura lasciato spalancata la porta dell’aula.
Non
passarono neanche due minuti che Malfoy entrò nell’aula, glaciale ed austero,
il mantello allacciato fino alla gola. Il cuore di Harry perse un battito, ma
si riscosse quasi subito. Non era lì per circuire Draco, era lì per spiare
Malfoy.
Daphne
scese dalla cattedra, estraendo dalla tasca interna del mantello un
portasigarette d’argento ed accendendosi una sigaretta. - Hai fatto? -
Il
ragazzo annuì, - Bestie pericolose, i Venberboorth. Uno mi ha quasi staccato
una mano a morsi. -
La
ragazza spalancò gli occhi sorpresa, per poi tornare composta ed aspirare
un’altra boccata dalla sigaretta. Harry era abbastanza lontano rispetto a loro,
ma riusciva comunque ad percepire l’odore fresco dell’arancia; la mano di
Malfoy era fasciata e la fasciatura era sporca di quello che non poteva essere
altro che sangue.
Bestie
pericolose, i Venberboorth.
Harry
deglutì.
Qualunque
cosa fossero i Venberboorth, si sarebbe premurato di starne alla larga.
La Greengrass fece Evanescere la sigaretta, sporgendosi per guardare da vicino
la mano dell’altro. Malfoy si schiarì la voce, e la ragazza si riscosse subito,
raddrizzandosi. - Ehm. Sì, sì, hai proprio ragione. Ne abbiamo uno anche noi
nel Devonshire. Ora dobbiamo aspettare che Smith si trovi dove lo vogliamo. -
Harry
drizzò le orecchie, avvicinandosi silenziosamente ai due.
-
Ovvero nella torre est, domani a mezzanotte e tredici. - disse Draco, fissando
intensamente Daphne.
La
ragazza sorrise maliziosa, - Lo aspetta proprio una bella sorpresa. -
Malfoy
ghignò in risposta; una campanella suonò in lontananza, indicando che la cena
stava per cominciare. I due uscirono dall’aula senza dire niente, e solo quando
vide sulla Mappa che avevano girato l’angolo, Harry si tolse il mantello.
Tutto
sommato era stato un appostamento fruttuoso, aveva scoperto che Malfoy aveva
ordinato una qualche sorta di bestia pericolosa che l’aveva quasi dilaniato e
che intendevano, nella migliore delle ipotesi, uccidere Zacharias Smith.
Mentre
si incamminava verso la Sala Grande, Harry capì che non sarebbe stato prudente
raccontare a Castor ciò che aveva visto, altrimenti il ragazzo si sarebbe
recato personalmente alla torre est, a mezzanotte e tredici, per impedire al
Venberboorth, qualunque cosa esso fosse, di uccidere Smith.
Solo
perché potesse farlo lui con le sue mani.
Si
risolse quindi per convocare una riunione d’urgenza dei Magnifici Cinque (Meno
Uno), quella sera stessa dopo cena, quando Castor era al Club dei Duellanti.
***
Look,
I’m only trying to help,
I’m
only trying to help.
(Trying
To Help; Orson)
Dean
si grattò il mento, - Quindi tu pensi che stiano macchinando qualcosa? -
-
Non è che penso, ne sono certo. Vogliono palesemente uccidere
Smith con un Venberboorth! -
Seamus
scosse la testa, - Non lo so, Harry... non ho mai sentito di nessun animale che
si chiami Venberboorth, e sono specializzando in Cura delle Creature Magiche. -
- Magari è qualcosa di Oscuro e Pericoloso. -
Ron
si grattò il naso. - Però pensaci, Seam: magari c’è qualche animale che non ti
hanno fatto studiare, appunto perché era Oscuro e Pericoloso. Tipo il
Basilisco, al secondo anno. -
Seamus
si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi per un attimo, quasi come se quel
gesto potesse aiutarlo a ricordare. - Può essere... -
Harry
si illuminò, il Sacro Fuoco dell’Avventura - spento da fin troppo tempo, a
detta sua - che divampava dentro di lui. - Abbiamo ventiquattro ore per
scoprire cos’è un Venberboorth, prima che Zacharias Smith muoia. -
Dean
ridacchiò, - Tragico come ai vecchi tempi, amico, non hai perso la mano. -
Dalle ventidue alle ventitre
-
Sentite questo! - tutti si raddrizzarono dalle loro posizioni di ricerca sui
letti; Dean si schiarì la voce e prese a leggere.
-
“Il Fwooper è un uccello africano dal piumaggio molto vivace; può essere
arancio, rosa, verde acido o giallo. È stato a lungo un fornitore di
stravaganti piume per scrivere” --- ecco cos’era quell’abominio verde che aveva
Dennis al terzo! Comunque, dicevo, “depone anche uova dai disegni
coloratissimi.” -
Harry
tossicchiò educatamente, - Scusa se ti interrompo, ma... dice qualcosa sui
Venberboorth o no? -
Dean
scosse la testa, - No, ma sentite qua: “benché all’inizio risulti piacevole, il
canto del Fwooper condurrà l’ascoltatore alla follia”. -
Ron
corrugò la fronte. - Non ti seguo. -
L’altro
ragazzo scosse con veemenza la testa, - Ma non capite?! Bellatrix Lestrange
non era pazza, è solo stata allevata da Fwooper! -
Gli
altri non si presero neanche la briga di rispondere.
Dalle ventitre alle ventiquattro
-
Ci ho pensato, - disse Seamus, - e se fosse una specie di drago? Tipo, che ne
so, l’Ironbelly Ucraino. -
Ad Harry parse plausibile.
Bestie
pericolose, aveva detto Malfoy, no? E bestie pericolose siano.
Seamus
frugò nel suo baule, riemergendone con un volume dalle dimensioni
considerevoli, Enciclopedia dei Draghi.
Ron
grugnì, - Ne ha una pure mio fratello Charlie, quando ero piccolo mi minacciava
con quella, diceva che se non stavo zitto me l’avrebbe fatta imparare a memoria
e poi mi avrebbe fatto bere della Polisucco, così avrei dato l’esame al posto
suo. Dannato Schiacciasassi. -
-
Lo psicodramma impera. - disse Seamus, cominciando a sfogliarla, per poi
sospirare. - Niente Venberboorth. -
Harry
poggiò la fronte su una delle colonne intarsiate del suo baldacchino. -
Continuate a cercare, Zacharias ha bisogno di noi. -
-
Se ti sente Castor ti spezza la colonna vertebrale, la estrae e poi ci fa un
guinzaglio per i Thestral. -
Lo
stomaco di Harry si contorse al pensiero che stavano mentendo ad un loro amico,
ma dopo tutto lui era un Gryffindor, un eroe Gryffindor, la sua
competenza all’interno della scuola era evitare che nessuno morisse, non più. “
Basta morti”, si era detto l’anno precedente, e “basta morti” era stato;
nessuno si sarebbe più permesso di uccidere in sua presenza.
-
Continuate a cercare lo stesso, alla mia colonna vertebrale ci penso io. -
Dalle ventiquattro all’una
-
Ragazzi? -
-
Trovato? -
-
... no, Harry. Sono... sono stanco. -
Ron
grugnì la sua approvazione, mentre Harry sbuffò.
-
Continuate. A. Cercare. -
Dall’una alle due
-
Seamus. -
Russare
sommesso.
- Seamus,
santo Godric, svegliati! -
Sonoro
russare.
Dalle due alle tre
-
Dean, ti prego, non dormire pure tu! -
Il
ragazzo si stropicciò gli occhi, sbadigliando. - Scusa, amico, domani ho anche
un test alla prima... -
Harry
sospirò.
Dalle tre alle quattro
-
Ron? -
Il
ragazzo era accartocciato su una delle enciclopedie di Seamus, e ci stava
sbavando sopra. Harry grugnì disperato; nessuno voleva aiutarlo? Avrebbe fatto
da solo, avrebbe scoperto cosa fosse un Venberboorth ed avrebbe salvato il
Mondo un’altra volta, perché lui era Harry Potter e poteva fare questo ed
altro, perché lui era Harry Potter e non sentiva la stanchezza.
Dalle quattro e cinque alle quattro e dieci
Harry
continuò a russare, girandosi su un fianco, e che Zacharias Smith imparasse a
guardarsi le spalle da solo.
***
But Lord knows that,
I’m not you.
And if I was,
I wouldn’t be so cruel.
(Sitting,
Waiting, Whishing; Jack Johnson)
- Venberboorth,
Malfoy? Che diavolo è un Venberboorth? -
-
Una marca di scotch. -
Daphne
scoppiò a ridere, - Oddio, stanno cercando una marca di scotch! -
Draco
ghignò maligno. - Se conosco un minimo la psicologia Gryffindor a quest’ora
staranno setacciando il Reparto Proibito pensando che sia una qualche bestia
Oscura. -
Sally
Anne entrò nella stanza senza bussare, e si buttò svogliatamente sul letto di
Blaise, - Allora? Ha abboccato? -
-
Certo che ha abboccato. È Potter, dopo tutto. - Draco ghignò.
Si
sentiva stranamente vivo.
Wa,
eccomi, riesco ad aggiornare di domenica *_* per i deliri di risposta alle
recensioni incolpo la febbre, sappiatelo o_ò
leila
a: eh sì, il mistero si infittisce! Per avere le risposte però temo dovrai
aspettare (:
Booboo:
ma guarda che pure io sono una talpa! E con le dimensioni dello schermo del
portatile il verdana 8 è microscopico, tipo o_ò quindi uso un times 12 che è
pure elegante (? Non lo so). Guarda, più che un terribile complotto (non sono
capace a fare terribili complotti, mea culpa) è una cosa che mi serviva per
mettere tutti insieme e dare al Mondo intero un lieto fine XD La famigliarità
coi prof nasce dalla mia mente malata, la McGranitt e Severus sono i due
professori più severi di tutta Hogwarts e mi ha sempre divertita pensarli in un
contesto quotidiano, quindi appena ne ho avuto l’occasione li ho “umanizzati”
XD capisco che possa sembrare falso ma purtroppo non saprei che fare o_ò anche
perchè mi servivano degli adulti °_° Sai che quando scrivevo il capitolo ho
scritto “Sailor Moon”? Ogni tanto mi capita ancora di scriverlo, che bei
momenti. Messicana *_* meraviglia. Io e lo spagnolo abbiamo litigato, al
massimo arrivo a qualcosa di catalano XD a domenica!
Nasreen:
gah, Minnie! XD è talmente assurdo che mi fa morire ogni volta che lo leggo - e
dire che l’ho scritto io. No, quella di Harry è deformazione professionale,
temo! (:
Elfosnape:
per prima cosa: hai un nick carinissimo XD poi: un riassunto di cosa? In realtà
non è successo molto, dimmi cosa non ti è chiaro e ti spiegherò tutto (:
Azzusam:
ottimo riassunto, cara! Hai colto tutto in pieno ^_^ appena vado avanti a
scrivere (sono al decimo capitolo) inserisco subito Anthony, così ti faccio
contenta (:
Arisu
Kon: non temere che Draco ed Harry avranno il loro momento! Prima devo
mettere tutte le carte in tavola (: Bacione!
fleacartasi:
ho appena visto uno sneak peak della 5x19 di Grey’s... lasciamo perdere XD
comunque. Severus è un tenerone in fondo! Eh sì, Atria e Cas sono come Gianni e
Pinotto,come Mary e Mauro, come Mirco
e Sergio, come---che schifo di partita ieri, tra l’altro. Harry è un ficcanaso
atroce, oltre che un ciuciamanuber XD vado a rispondere ai tuoi sms, ora che ho
ritrovato il cellulare (ci stava dormendo sopra la gatta, tanto per cambiare)
:*
Capitolo 8 *** Capitolo Ottavo, dove, per alcuni, la gioventù non è poi così bruciata ***
Sally Anne lanciò un Incanto Colloportus su una delle portefinestre
della Serra Cinque, guardando nervosamente all’esterno
Capitolo Ottavo
Dove, per alcuni, la gioventù non è poi
così bruciata.
If you want my gravy
Pepper my ragu -
Spice it up for Mama
She'll get hot for you!
(When You’re Good To Mama; Queen
Latifah)
Sally Anne lanciò un Incanto Colloportus
su una delle portefinestre della Serra Cinque, guardando nervosamente
all’esterno. - Buon Salazar, se qualcuno mi vede ora verrò diseredata. -
Dietro di lei, Hermione Granger
si schiarì la voce. - Perks, non per essere scortese, ma potrei dire la stessa
cosa. - si sedette aggraziata su uno dei banchi, mentre l’altra ragazza
continuava a lanciare incantesimi silenzianti alla serra. - Prova Muffliato,
muovendo la bacchetta come per un Incanto Patrono. -
Sally Anne inarcò un
sopracciglio, eseguendo. Una sottile nebbiolina lilla avvolse la stanza,
silenziandola. - Sono colpita, Granger. -
- Ti assicuro che con questo non
hai bisogno degli altri. - sorrise brevemente, inclinando il capo. - Dovevi
parlarmi? -
- Potter è un cretino. -
Hermione si irrigidì
immediatamente, il sorriso che scompariva dal suo viso, - Beh, se mi hai
chiamata qui per- un gesto dell’altra la fermò.
- Anche Draco è un cretino. -
La ragazza annuì compiaciuta, -
Ci ho messo tutto agosto per convincere Harry che Malfoy poteva essere
quantomeno piacevole, si baciano e lui rovina tutto. -
Sally Anne sbuffò, - Sì, certo,
perché Potter non ci ha messo del suo, vero? Poteva interpretare fino in fondo
la parte dell’eroe tragico e dire “no, non ti lascerò in pace perché ti amo” o
che so io, invece no, lui per una volta in vita sua deve giocare a fare
lo Slytherin e dire “va bene”. -
Le due si guardarono in cagnesco
per qualche minuto, poi Hermione si riscosse, scuotendo il capo. - Senti, non
possiamo morderci anche tra di noi, altrimenti non ne usciamo più. Avevi
intenzione di dirmi qualcosa, no? È per questo che mi hai trascinata qua. -
L’altra annuì, sedendosi a sua
volta su uno dei banchi. - Potter si sta intromettendo in una certa questione.
-
- C’entra qualcosa Castor? -
- Anche se fosse, non te lo
direi. -
Hermione sbuffò ancora,
ravviandosi i capelli. - Va bene, va bene. Harry si sta intromettendo in una
questione. Quindi? -
Sally Anne ravviò i capelli a sua
volta. - Quindi lo stiamo sviando, per così dire. -
L’altra ragazza aggrottò le
sopracciglia, scuotendo leggermente la testa, - Non ti seguo. -
- Mettiamola così; non credere ad
una parola di quello che ti dirà, ma non contraddirlo. -
- Continuo a non seguirti ma
voglio fidarmi. -
Sally Anne arricciò le labbra,
trattenendo a stento un sorrisetto. - Gryffindor. Così prevedibili. -
Hermione si alzò, sistemandosi in
spalla la tracolla e sorridendo gelida. - Ti stupirebbe sapere quanto imprevedibile
posso essere, Perks. Buona giornata. - con un gesto fluido della bacchetta
districò la barriera di incantesimi posta dall’altra ed uscì dalla serra.
- Santo Merlino, sono appena
stata minacciata da Hermione Granger? -
***
Ich tausch nicht mehr,
ich will mein Leben zurück.
(Guten Tag; Wir Sind Helden)
- ‘Mione, devo parlarti. -
A quanto pareva quel giorno
avevano tutti bisogno di Hermione. La ragazza sospirò, poggiando il Profeta
e guardando dolcemente Harry.
- Sì? -
- Smith sta per essere ucciso da
un Venberboorth. -
Deglutì prima che le andasse di traverso
il the, per poi fissare Harry come se fosse uno Schiopodo. Stava per rispondere
che suvvia, un po’ di scotch non ha mai ucciso nessuno, quando una
piccola pantera di carta le morse un dito, facendola sobbalzare. Irritata
dispiegò l’origami, che recava solo una parola.
Assecondalo.
Con un altro sospiro, Hermione
tornò a guardare Harry, - Ah sì? È terribile. -
Il ragazzo annuì con veemenza, -
Stanotte. -
- Harry, “stanotte” cosa vuol
dire, con esattezza? -
- Mezzanotte e tredici. -
- Ah. -
Si stropicciò le tempie,
sospirando per l’ennesima volta. - Me lo stai dicendo perché...? -
- Perché ho bisogno che tu tenga
impegnato Castor. -
Questa volta le era senza dubbio
andato di traverso il the. Tossì rumorosamente, le lacrime che le uscivano
dagli occhi. - Come, prego?! -
Harry sbuffò, - Non in quel
modo, a meno che tu non voglia vedere Ron che va incontro a morte certa per
prendere a pugni l’uomo che gli ha soffiato la ragazza. -
Hermione si schiarì la voce,
cercando di combattere il rossore. Quella discussione stava prendendo una piega
troppo assurda perfino per i loro standard.
- Quindi cosa dovrei fare? -
- Non lo so. Addormentalo,
Schiantalo, fallo ubriacare --- basta che lo tieni in Sala Comune fino a che
non torniamo. -
La ragazza sospirò, riprendendo
in mano il Profeta. Tenere a bada un gigante non era una cosa difficile
- Grop le aveva insegnato molto -, il difficile era tenere a bada Castor,
soprattutto ora che aveva la certezza che anche lui fosse invischiato in
qualcosa con gli Slytherin. Certo, sperare che la Perks si sbottonasse era
decisamente troppo, ma forse avrebbe potuto aggirare Castor con qualche abile
tecnica femminile, come ad esempio del Firewhisky corretto con polvere di
Verbena.
- Va bene. -
Il volto del ragazzo si illuminò.
- Oh, Hermione, sei la migliore! - lei annuì sorridendo, mentre Harry usciva
dalla Sala Grande irradiando gioia e felicità da tutti i pori.
L’origami di Sally Anne giaceva
spiegazzato accanto alla caraffa del succo d’arancia.
Assecondalo.
- Bah. Slytherin. -
***
Never felt so lonely I
Wish that you could show me love
Show me love, show me love, show me love
Show me love, show me love
'Till you open the door
(Show Me Love; t.A.T.u.)
Harry e Ron si scambiarono uno
sguardo complice.
Qualunque cosa fosse entrata da
quella porta loro sarebbero riusciti a contrastarla, come era sempre stato.
Scacchiere, chiavi volanti, infidi specchi, diari, basilischi, pericolosi
evasi, boia, ratti, professori invadenti, Cercatori bulgari, Veela francesi,
Mangiamorte, calici, labirinti, porte chiuse a chiave, profezie, veli, Horcrux.
Maghi Oscuri.
Non c’era niente che non potessero affrontare.
Seamus levò la bacchetta, - Alohomora.
-
***
Let's get these teen hearts beating. Faster, faster
So testosterone boys and harlequin girls,
Will you dance to this beat, and hold a lover close?
(Lying Is The Most Fun A Girl Can Have Without
Taking Her Clothes Off; P!ATD)
Clarisse Fawcett avrebbe dovuto
immaginare che dal suo fidanzamento con Roger “Sfiga Vagante” Stebbins
non sarebbe mai potuta nascere una relazione semplice.
Avrebbe dovuto immaginare anche
che anche un atto vecchio come il Mondo - unirsi mente e corpo con l’Uomo che
Amava - si sarebbe rivelata una fatica erculea.
Avrebbe dovuto immaginarlo quando
il professor Piton li aveva stanati da dietro un cespuglio allo Yule Ball, o
quando la professoressa McGranitt (con classe al seguito) li aveva sorpresi in
uno dei laboratori del dipartimento di Trasfigurazione. O ancora quando Madama
Pince si era esibita in una scenata isterica solo perché li aveva scoperti
nella sezione proibita a --- beh, non propriamente a scambiarsi figurine delle
Cioccorane.
Clarisse Fawcett, migliore del
suo corso in Divinazione Avanzata, nelle sue vene da generazioni sangue veggente,
avrebbe quantomeno dovuto prevedere che neanche quella sera Roger e lei
sarebbero riusciti a consumare in pace la loro relazione. Dopo tutto, c’era un
motivo se l’intera scuola li chiamava “Duo Prendetevi Una Stanza”.
Clarisse sospirò sconsolata, coprendosi
il seno con i boxer di Roger e cercando la camicetta della divisa, mentre il
suo ragazzo le faceva scudo col suo corpo per proteggerla dagli sguardi
sconcertati del Quintetto più famoso della storia, ridotto per l’occasione ad
un Quartetto.
- Ahem... che ci fate qui? -
- Sssno... cioè... Non è che
avete visto Zacharias Smith o qualche Slytherin? -
La ragazza emerse da dietro le
spalle muscolose di Stebbins, porgendogli dei boxer con una graziosa fantasia a
coniglietti.
- Eravamo impegnati a fare altro,
Potter. -
- Ehm... notavamo. -
Ron si schiarì la voce. - Allora
noi... noi andremmo, sì? - Harry, Seamus e Dean annuirono, facendo dietrofront
e scendendo le scale che dalla torre est portavano al quarto piano, nel
dipartimento di Incantesimi.
Arrivati all’altezza del terzo
piano, Seamus si voltò verso Harry, un sopracciglio inarcato. - Quindi i casi
sono due. O nessuno sta cercando di uccidere Smith, oppure nessuno sta cercando
di uccidere Smith. -
Dean annuì sospirando. - Credo che
nessuno stia cercando di uccidere Smith. -
- Aspettate, ragazzi! - Harry si
fermò in mezzo al corridoio, guardando la Mappa del Malandrino con occhi
spalancati. - Smith sta andando verso la torre est! -
I quattro si guardarono per un
istante, prima di decidere di fare dietrofront e correre a perdifiato lungo il
corridoio, Harry che ogni tanto gettava lo sguardo sulla Mappa per cercare Mrs.
Purr o Gazza o chi per loro. Magari perfino il fantasma della Umbridge
appositamente tornato dall’oltretomba per perseguitarli.
Zacharias Smith fumava bello
tranquillo, sorridendo beato alla luna.
- Smith! -
Il ragazzo ingoiò il filtro della
sigaretta, cominciando a tossire come un pazzo. Dean eseguì un magistrale
Incanto Sturante, battendo una pacca sulla spalla al ragazzo, - Scusa amico. -
Ron si accasciò contro al muro,
iperventilando. - Miseriaccia, non ho più il fisico di una volta. -
- Dove “una volta” vuol dire
“quattro mesi fa”. - commentò Harry ridacchiando, per poi guardare accigliato
Smith, gli occhi sbarrati ed un’espressione di puro terrore dipinta sul volto.
- Stai bene? -
- Sì, beh, avete appena cercato
di uccidermi, quindi sì, sto bene. -
Dean gli puntò la bacchetta ad
una tempia e quello emise un gridolino isterico, - Thomas?! -, ma quello si limitò
a controllare i suoi valori, prima di annuire ad Harry.
- Sta bene. -
Seamus sbadigliò. - Sta bene.
Quindi noi siamo qui a fare cosa, di preciso? -
Harry si grattò una tempia.
Non ne aveva idea.
***
It's much more fun, I
must confess
When lives are on the line
Not mine, of course, but yours, old boy
Now that'd be just fine.
(Oogie Boogie Song;
Danny Elfman)
- Blaise Astor Zabini, piantala di ridere o la prossima
volta invece di portarti allo zoo ti lascio in dormitorio a litigare con Draco
sull’arte Babbana. -
Il ragazzo tossicchiò, cercando
di tornare serio nel minor tempo possibile. - Scusami, Regina delle Nevi, ma
sono ridicoli! Ancora non hanno capito che si tratta di uno scherzo! -
Sally Anne sbuffò, - Sono Gryffindor,
ti aspettavi un’istantanea alba della comprensione? -
- La speranza è sempre l’ultima a
morire. -
La ragazza si sporse da dietro
l’angolo, ritirandosi quando vide che il quartetto stava venendo verso di loro.
- Blaise, tocca a te. Ci vediamo alle
cucine tra quaranta minuti. -
Lui annuì, toccandole lievemente
un fianco e mettendosi in bella vista. L’ultima cosa che Sally Anne sentì,
prima di girare l’angolo, fu Potter che ringhiava - Zabini! Cosa ci fai qui? -
***
High on diesel and gasoline, psycho for
drum machine
Shaking their bits to the hits,
Drag acts, drug acts, suicides, in your dads suits you hide
Staining his name again,
Cracked up, stacked up, 22, psycho for sex and glue
Lost it to bostik, yeah,
Shaved heads, rave heads, on the pill, got too much time to kill
Get into bands and gangs,
Oh, here they come, the beautiful ones.
(Beautiful Ones; Suede)
Esci dalla Sala Comune.
Castor alzò gli occhi. - Come,
prego? -
- Ho detto “Regina in E3”.
Tuttobene, Castor? -
Il ragazzo guardò Hermione e le
sorrise. - Tutto bene. Mmh... Torre in C6. -
Ti fa scacco in due mosse.
- Hai... detto qualcosa,
Hermione? -
- Castor... sei sicuro di stare
bene? -
Esci dalla Sala Comune,
muoviti, non ho tutta la notte.
- Io... io torno subito. -
Si alzò dalla poltrona,
stropicciandosi le tempie. L’ultima volta che qualcuno aveva dato retta ai
suggerimenti di una voce si erano ritrovati con mezza Hogwarts pietrificata e
la loro dose annuale di pollo decisamente diminuita. Nessuno sapeva con
esattezza cosa fosse successo, ma c’era di mezzoPotter che parlava Serpentese, quindi nessuno aveva realmente voluto
indagare, bastava vedere Ginny Weasley, che da quel giorno non era più stata la
stessa. C’era chi giurava di averla vista inferocita mentre toglieva punti a
Caroline Meadows, Gryffindor, rea di stare scrivendo il suo diario segreto in
Biblioteca. Il mistero restava quindi fitto, ma Castor sapeva che dare retta
alle voci non porta mai a niente di buono.
Uscì dal buco del ritratto,
ritrovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere, ma comunque un
po’ più rinfrancato nello spirito. Non sentiva nessuna voce.
- Devi piantarla di intrufolarti
nel mio cervello, Atria. -
La ragazza increspò le labbra
trattenendo un sorriso, - Ti volevo solo aiutare, farsi battere a scacchi dalla
Granger dev’essere piacevole quasi quanto farsi predire la propria morte dalla
Cooman. -
- Piantala e basta. -
Sally Anne annuì, facendogli
segno di seguirla. - Devo parlarti. -
- Parla. -
- Hai bisogno del pubblico, Moon? - indicò con un gesto
del capo la parete alle spalle di Castor, dove la Signora Grassa si era goduta
il teatrino fino a quel momento.
Lui annuì, facendo per prendere la ragazza per un braccio,
ma quella si scostò. - So camminare da sola. -
Sbuffò, alzando gli occhi al cielo. - D’accordo. Dove
andiamo? -
- Seguimi. -
Camminarono in silenzio per una decina di minuti,
arrivando nel dipartimento d’Aritmanzia. Castor immaginava che sarebbe
successo, in effetti ci sperava; si lasciò guidare dalla ragazza dentro un’aula
vuota, dove lei sigillò la porta con un incantesimo, per poi voltarsi verso di
lui.
- Adesso io e te parliamo, e tu mi dici tutto quello che
sai. -
***
He's the kind of guy
Who knows just what he knows
He's the kind of guy
Who oh-oh-oo-oh-oh-oh
(ABC; The Pipettes)
Harry si irrigidì. - Zabini! Cosa ci fai qui? -
Il ragazzo sorrise sornione, - Passeggio. -
Harry sapeva che l’equivalente di “passeggio” era “compio
azioni illegali punibili con l’espulsione o, in certi casi, un viaggetto ad
Azkaban”. Lui stesso aveva detto “passeggio” tante di quelle volte che ormai
aveva perso il conto.
Inarcò un sopracciglio, sorridendo. - Mi dispiace, Zabini,
ma Smith è salvo. Non potete toccarlo. -
- Buon Merlino, a chi mai verrebbe in mente di fare una
cosa tanto orribile come toccare Smith? - disse l’altro con una faccia
disgustata.
Accanto a lui, Ron tossicchiò, nascondendo abilmente una
risatina. Non che Zabini avesse tutti i torti... l’unica che aveva avuto
l’ardire di toccare Smith in quel senso era stata Pansy Parkinson, e
Godric solo sapeva perché mai l’avesse fatto.
- Cosa avevate intenzione di fare? -
- Andiamo, Potter, non è divertente scoprirlo da soli,
cosa avevamo intenzione di fare? -
Harry sorrise raggiante, - Ah-ha! Quindi avevate
intenzione di fare qualcosa! -
Zabini sgranò gli occhi, mettendosi una mano davanti alla
bocca, - Ops. -
Nessuno la faceva ad Harry Potter.
***
Get back in town I wanna paint it black
I wanna get around
Easy living crowd so flat
said it all before
They try to kick it, their feet fall asleep
I want to be wrong but
No one here wants to fight me like you do.
(Combat Baby; Metric)
- Tutto quello che so. -
Lei annuì.
- Tutto quello che so cosa, di preciso? -
Sally Anne inarcò un sopracciglio. - Per esempio potresti
dirmi chi è stato a dire in giro che-
- Quante volte devo dirti che non lo so? -
- Tante quante ne serviranno per convincermi. -
Castor si passò una mano tra i capelli, fissando il soffitto.
- Non posso dirtelo. -
La ragazza si sedette su un banco, fissando intensamente
l’altro. La luna filtrava attraverso le grandi finestre dell’aula,
illuminandolo, e Sally Anne sorrise: a parte l’altezza Castor non era affatto
cambiato, esteticamente parlando.
Lui si voltò, inclinando il capo. - Mi stai fissando. -
commentò in un sussurro, avvicinandosi lentamente al banco su cui era seduta
lei.
- Fermo. -
- Perché? -
- Perché non ti ho ancora perdonato. -
Castor interruppe la tranquilla marcia verso Sally Anne. -
Perdonato cosa, dal momento che non ho fatto niente? -
Lei si alzò, - Questo è ancora da vedere. Legilimens. -
C’era la luna piena, e Castor stava correndo tra gli
alberi della Foresta Proibita, scappando da qualcosa. Un ululato, poi-
Sally Anne si ritrovò contro il muro, le mani del ragazzo
ad imprigionarle sopra la testa i polsi.
- Non. Entrare. Nella. Mia. Mente. - lei si divincolò
debolmente, ottenendo come unico risultato che l’altro si avvicinasse di più,
premendo il corpo contro il suo, la bocca contro il suo orecchio. - Smettila di
entrare nella mia mente, smettila e basta. -
- Mi costringi a farlo. -
Sally Anne si irrigidì, mentre Castor le baciò
delicatamente l’orecchio. - Stai un po’ zitta, per favore. -
In fondo posso anche stare zitta per mezzora,
pensò, mentre le labbra del ragazzo si posavano sulle sue ed una mano si
insinuava sotto la sua gonna.
***
Mmmm whatcha say,
Mmmm that you only meant well?
well of course you did
Mmmm whatcha say,
Mmmm that its all for the best?
Because it is
Mmmm whatcha say?
Mmmm that it's just what we need
you decided this
whatcha say?
Mmmm what did she say?
(Hide And Seek; Imogen Heap)
Draco lanciò un’occhiata seccata a due matricole che lo fissavano
da mezzora con occhi sognanti, scambiandosi di quando in quando qualche
commento, sempre seguito da un velato sospiro. Si sentiva incredibilmente
Potter, in quel momento. Stava per rinunciare ad aspettare Blaise e Sally Anne
quando una parete della Sala Comune si smosse, rivelando i suoi amici.
- Allora? - disse appena questi si sedettero sulle sedie
di pietra accanto a lui.
Sally Anne fissò il fuoco concentrata. - Penso che
dovresti passare del tempo con Potter. -
Probabilmente non aveva capito.
Probabilmente lei era impazzita.
Probabilmente Blaise che annuiva serio era un’illusione
ottica.
Probabilmente era tutto un’illusione ottica, un
grazioso parto della sua mente malata.
- Non credo di aver capito. -
- Beh, - cominciò Blaise - temo di aver detto qualcosa,
ecco. Qualcosa che potrebbe aver indirizzato Potter verso la verità,
ecco. -
- Dimmi che stai scherzando. -
L’espressione di Blaise gli disse che sfortunatamente non
stava scherzando. La sua espressione sicuramente stava suggerendo a
Blaise che l’avrebbe ucciso.
- Cosa dovrei fare? -
Qualcosa brillò negli occhi di Sally Anne. - Facci
amicizia. Per sviarlo dal resto. - aggiunse nel vedere l’espressione sconvolta
del ragazzo. - Se lui è impegnato a chiedersi perché gli stai parlando, avrà
meno tempo per rincorrere noi. -
- Sacrificati alla Causa. - disse Blaise in tono solenne.
- Questo lo diceva pure mio padre, poi sappiamo tutti
com’è finito. - commentò piccato Draco, stropicciandosi le tempie. L’ultima
cosa di cui aveva bisogno era fare amicizia con Potter. Alzò gli occhi
verso Sally Anne, sperando di trovare un appoggio nonostante l’idea fosse stata
suggerita proprio da lei. La ragazza stava piangendo.
- Ti prego, Dray... -
Il cuore cominciò a fargli male. Odiava quando Sally Anne
lo pregava, perché sapeva che non sarebbe riuscito a resistere. Fare amicizia
aveva dei consistenti svantaggi.
- Va bene, va bene! Asciugati le lacrime però. -
Sally Anne sorrise raggiante.
***
- Attrice consumata. - Blaise arricciò le labbra, porgendo
alla ragazza un bicchiere di Sherry.
Lei sorrise maliziosa, allungando le gambe davanti al
caminetto della Sala Comune. Sapeva che avrebbe dovuto giocare la carta della
preghiera, perché Draco non avrebbe mai ceduto di sua spontanea volontà,
quindi si era preparata tornando indietro dal dipartimento di Aritmanzia.
Adesso Draco aveva accettato, mettendosi esattamente dove
lei avrebbe voluto, ovvero alla sua completa mercé, così poteva dormire sonni
relativamente tranquilli.
- Tutto per la Causa, Blaise. -
Il ragazzo sorrise, - Lo diceva anche il padre di Draco, e
sappiamo tutti com’è finito. -
Lei ridacchiò, sorseggiando lo Sherry.
- Dove sei stata? - lo Sherry le andò quasi di traverso.
- Come, “dove sei stata”? -
Blaise strinse gli occhi, scrutandola attentamente. - Ci
hai messo un’ora più del previsto, stavo quasi per andarmene, gli Elfi
Domestici mi hanno assediato. -
La ragazza deglutì, fissando ostinatamente le fiamme del
camino. - Ho avuto un contrattempo. -
- Certo, si chiama così adesso. -
Si schiarì la voce, mentre immagini del contrattempo
le passavano davanti agli occhi. - Quei due. Azzardo tre mesi. -
Lui sorrise. - Io cinque, cara la mia Regina delle Nevi.
Cinquanta Galeoni? -
Sally Anne annuì, - Blaise, i miei contrattempi non
sono affar tuo. Comunque sì, cinquanta Galeoni. Già miei, fra le altre cose. -
- Oh, col cavolo. Vincerò io, puttanella. -
- Ti piacerebbe, piccolo bastardo figlio di un Babbano. -
Un cuscino la colpì a tradimento, così cacciò un urletto e
si girò per restituire all’altro il favore, sciorinando insulti.
Il ritratto di Phineas Nigellus annuiva soddisfatto,
pensando che ogni tanto c’è qualcosa di buono, nella gioventù, come il fatto
che sia Slytherin.
It’s time now to turn off the light
This has been such a beautiful night
We have served you a lot of delights
And some really wonderful sights
(Goodbye To The Circus; Aqua)
... sono pessima, lo so, non odiatemi (troppo).
Dovrei essere tornata, anche se sicuramente non riuscirò
a postare una volta a settimana, magari una ogni due? Magari posterò ogni due
giorni, chi lo sa XD
Scusatemi ancora e grazie mille per le mail piene di
complimenti, le belle parole e tutto il resto, siete stati una ventata d’aria
fresca in questi mesi opprimenti! (L)
fleacartasi: guarda cara, non ti rispondo neanche
alla recensione tanto stiamo messaggiando XD
Elfosnape: Tolkien *_* comunque. Sì, siamo al
settimo anno, Sally Anne è un personaggio di Slytherin realmente esistente (nel
primo libro allo smistamento viene fatto il suo nome, quindi tecnicamente
non è una Mary Sue, cerco di non farla diventare troppo importante anche se la
sua storia si intreccia con quella di Harry e Draco)... lei e Draco sono solo
amici, ovviamente. Per quanto riguarda la missione... beh, non te lo posso
dire, ci vuole del mistero! XD altrimenti ti svelerei tutta la storia.
Draco & co ovviamente c’entrano perchè questa è prima
di tutto una fic slash, no? E per il resto volevo dare un po’ di colore al
tutto :D
Grazie per la recensione!
Arisu Kon: chiedo scusa per il ritardo, eccoti il
prossimo capitolo e grazie mille per i complimenti!
leila a: richiedo scusa per l’attesa, sono
imperdonabile, veramente! Ma troverò il modo di farmi perdonare ;)
Azzusam: Anthony ti saluta, ma detto questo
passiamo alle cose serie! XD Harry è troppo ingenuo in certi momenti, però fa
parte del suo charme (???) E Draco... beh, Draco è Draco, alla fine! Nessuno è
come lui (sto straparlando, si nota?)
_Fruscio_di_Anime_: grazie mille, a dire il vero la
cosa delle sigarette piace anche a me *____* E adoro il fatto che tu adori
questa storia! Spero tu continui a seguire nonostante i mesi in cui ho
allegramente disertato EFP. Grazie mille per i complimenti! (L)
p.s: tra parentesi, sono l’unica a cui il sesto
film ha fatto schifo?
p.p.s.: oddio, ho appena visto tutti i preferiti e
quelli che seguono... GRAZIE MILLE *_* mi riempite di orgoglio e felicità! Prometto
di non deludervi più :)