Romance & Cigarettes

di Chise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo, in cui si possono trovare poltrone, sigarette e promesse d'amore mantenute ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo, dove sono facilmente reperibili abili tecniche Slytherin, Mappe ed altre sigarette ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo, in cui, cercando attentamente, si possono trovare sottili raccomandazioni - nuoce gravemente alla salute. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto, dove si possono trovare altre raccomandazioni, delle richieste ed un libro di Astronomia Avanzata ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto, Retrospettiva Slytherin ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto, in cui si possono trovare pugni, biscotti e tacchi rotti ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo, dove perlopiù è possibile trovare lunghe ed estenuanti ricerche ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo, dove, per alcuni, la gioventù non è poi così bruciata ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo, in cui si possono trovare poltrone, sigarette e promesse d'amore mantenute ***


Piccola nota prima di cominciare: questa sottospecie di parto fatto fic ha visto la luce un anno fa e nonostante mi fossi ripr

 

 

Piccola nota prima di cominciare: questa sottospecie di parto fatto fic ha visto la luce un anno fa e nonostante mi fossi ripromessa di non postarla mi stanno costringendo a farlo, quindi eccomi qua XD quindi niente, nonostante un terzo della fic sia già dedicata a lei, intendo dedicare questo primo capitolo alla Sari - tutta per te, sciura! Salutami le tende nuove :*

 

Disclaimer: i personaggi non sono miei ma la storia lo è; ci terrei però a mettere in chiaro con una cosa: in alcune caratterizzazioni dei personaggi o in alcuni riferimenti a luoghi/avvenimenti  penso di aver ripreso le fanfiction di Savannah - dico penso perchè chi ha letto entrambe le fic dice che non è vero. Comunque, ho già parlato con Savannah <3 e ho risolto col mettere questo disclaimer invece di riscrivere tutta la storia. Ecco, niente, prima che mi si accusi di plagio (pf, plagiare io? Ci sono ancora plagi alle mie fic che girano, per la cronaca) volevo mettere le cose in chiaro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Sara, che tifa per Atria e Castor,  e ad Alice, che ama la mia bacchetta, per quanto osceno questo possa sembrare.

E a Chiara, perché è solo grazie a lei se il mio genio si è riversato in questa fic. MeAllaSeconda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Je ne sais pas si je vous aime, mais je sais que je me plais prés de vous, que votre regard m’est doux et que votre voix me caresse le cœur.

Du jour où vous auriez obtenu de ma faiblesse ce que vous désirez, vous me deviendriez odieux.

Le lien délicat qui nous attache l’un a l’autre serait brisé.

Il y aurait entre nous un abîme d’infamies.

Restons ce que nous sommes.

Et... aimez-moi si vous voulez, je le permets.

 

(Misti ; Guy de Maupassant)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“What’s polyphony?”

“Nothing sexual, Preppie.”

Why was I putting up with this? Doesn’t she read the Crimson? Doesn’t she know who I am?

“Hey, don’t you know who I am?”

“Yeah,” she answered with kind of disdain. “You’re the guy that owns Barrett Hall.”
She didn’t know who I was.

“I don’t own the Barrett Hall,” I quibbled. “My great-grandfather happened to give it to Harvard.”

“So his not-so-great grandson would be sure to get in!”

That was the limit.

“Jenny, if you’re so convinced I’m a loser, why did you bulldoze me into buying you coffee?”

She looked me straight in the eye and smiled.

“I like your body,” she said.

Part of being a big winner is the ability to be a good loser. There’s no paradox involved. It’s a distinctly Harvard thing to be able to turn any defeat into victory.

Of course, an out-and-out triumph is better. I mean, if you have the option, the last-minute score is preferable. And as I walked Jenny back to her dorm, I had not despaired of ultimate victory over this snotty Radcliffe bitch.

“Listen, you snotty Radcliffe bitch, Friday night is the Darthmouth hockey game.”

“So?”

“So I’d like you to come.”

 

(Love Story; Erich Segal)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo Primo

In cui si possono trovare poltrone, sigarette e promesse d’amore mantenute.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dammi dell’aria,

Dammela a bere,

Dammi dell’aria che non fa male

Come sai tu.

 

(Giuliano Poi Sta Male; Negramaro)

 

La Sala Comune, notò Harry facendosi strada insieme a Ron ed Hermione nel centro della stanza rotonda, non era cambiata di una virgola; continuava ad essere un tripudio di tendaggi di raso color cremisi, drappeggi d’oro, tavoli alquanto traballanti di mogano, poltrone e divani mollicci e spellati e caminetti in pietra sempre accesi, qualunque fosse la stagione. Un po’ in ogni dove il blasone Gryffindor, finemente scolpito, intagliato o dipinto che fosse. Era sempre la solita vecchia cara Sala Comune Gryffindor, che aveva passato l’estate a sognare mentre era inchiodato nel suo letto d’onore al San Mungo.

E poi la vide, il respiro che si faceva frammentario mentre le si avvicinava e si sedeva su di lei, saggiando con le mani il tessuto ricco e ruvido che la ricopriva, i cuscini si erano naturalmente affossati per accogliere la sua figura, facendolo sprofondare un poco; con un gesto lento e pieno d’affetto poggiò la testa sullo schienale, carezzando educatamente il bracciolo ed emettendo un basso ronzio soddisfatto. Era a casa.

- Harry si sta facendo sbattere da una poltrona o è una mia impressione? -

Sì, riflettè aprendo pigramente gli occhi e puntandoli in quelli divertiti di Seamus, era decisamente a casa.

 

***

 

And I believe

This may call for a proper introduction

And well

Don’t you see?

I’m the narrator and this is just the prologue.

 

(The Only Difference Between Martyrdom and Suicide Is Press Coverage; P!ATD)

 

Un’altra cosa che gli era decisamente mancata, oltre alLa Poltrona, era il dormitorio, per la precisione la stanza che condivideva dal primo anno con Neville, Seamus, Dean e Ron. Anche se cambiavano di anno in anno, le stanze da letto erano fondamentalmente tutte uguali: ampie, a pianta circolare, i baldacchini con le colonne di legno intarsiate, le coperte scarlatte ed i cuscini a strapiombo, soffici come una Puffola Pigmea. 

Squadrò con occhio critico i cinque letti, cercando il favore che aveva chiesto a Silente quando l’uomo era andato al San Mungo a trovarlo. Harry ricordava fin troppo bene la risata cristallina del suo Preside nel sentirsi dire “se fosse possibile mi piacerebbe avere ancora il materasso che ho avuto quest’anno”.

E poi eccolo, tronfio come un Gargoyle e saldo come la presa di un Lupo Mannaro. Il Materasso.

Con un balzo degno di una Cioccorana al culmine della sua carriera di saltatrice si buttò sul letto, sdraiandosi e  rinnovando finalmente il voto fatto alla fine dello scorso anno scolastico: ti ritroverò, fosse l’ultima cosa che faccio.

Durante il sesto anno Il Materasso - il cui precedente fruitore, per quanto Harry poteva dedurre dalle iniziali scritte con la china, era stato Fabian Prewett JR - aveva preso la forma del suo corpo, creando una nicchia confortevole sul lato sinistro, quello che dava sul comodino; Harry mosse inconsciamente la mano a cercare il piccolo bitorzolo costituito da quattro piume, tutto quello che rimaneva del suo - alquanto fallimentare - tentativo di studiare la trasfigurazione degli oggetti inanimati in animali. Il coprimaterasso faceva egregiamente il suo lavoro nascondendo alla vista le piume gialle che sarebbero dovute appartenere ad un canarino, ma Harry sapeva che erano lì, silenziose, a dargli il loro bentornato a casa, rassicurandolo che il peggio era passato, ormai niente li avrebbe divisi: niente più Oscuri Signori a tormentare il loro idillio notturno.

Una delle molle emise un “boing” sordo e gli si conficcò nelle reni. Harry ridacchiò.

Stava quasi per addormentarsi sopra le coperte, circondato dal vociare sommesso dei suoi compagni intenti a sistemare le loro cose quando bussarono, per poi aprire senza neanche aspettare una risposta. Harry aprì un occhio e vide Castor Moon che si ergeva in tutto il suo metro e novanta nel vano della porta, il viso sorridente ed in mano un pacco di qualcosa che dall’odore dovevano essere dolci. Aprì la confezione, sollevando una palletta profumata simile ad un muffin.

- Qualcuno è interessato a dei Calderoni Ripieni? -

Seamus inarcò un sopracciglio, facendo una smorfia divertita. - Non abbiamo dodici anni! -

Harry combatté furiosamente il rossore che si stava diffondendo sul viso e che era sicuramente visibile anche alla luce tenue delle lampade a foggia di grifone: lui continuava a mangiare i Calderoni Ripieni nonostante avesse diciassette anni.

Con una stizzatina d’occhi Castor entrò nella stanza, richiudendosi la porta alle spalle.

- Ripieni di firewhisky. -

- Allora buttamene un paio, compare. - Seamus si sedette sul letto, ricevendo al volo due Calderoni e sorridendo grato all’altro.

Harry addentò il suo calderone, lasciando che il liquore gli bruciasse giù per la gola e ripensando con etilica gioia al momento in cui Castor, per un tacito accordo post Esercito di Silente, si era unito al loro gruppetto, portando una ventata di freschezza e firewhisky nelle loro vite.

Seamus continuava a ripetere che avevano fatto un vero affare (il padre gestiva il novanta percento delle enoteche magiche della Gran Bretagna ed era ad un buon punto della conquista di quelle Babbane) e lui era d’accordo anche per il fatto che Castor si era spesso rivelata una persona piacevole, con la quale si poteva anche parlare di cose private senza correre il rischio che l’intero castello ne venisse a conoscenza.

Effettivamente Castor era un Gryffindor un po’ atipico, ma finché continuava a portare loro alcolici - e una media di 90 punti a partita, come un Cacciatore professionista - a nessuno importava se faceva un po’ di fatica a sbottonarsi sulle sue questioni private.

- Miseriaccia, Castor, ma quanto è forte ‘sto firewhisky?! - Ron strabuzzò gli occhi e nonostante il suo commento ingurgitò un altro calderone, dando prova di uno stomaco foderato di pelle di Dorsorugoso Norvegese.

- Abbastanza da costarmi tre mesi di punizione se mio padre scopre che l’ho sottratto alla sua scorta personale, se capisci cosa intendo... - Harry fissò brevemente Ron, giusto il tempo di vedere il suo sguardo vacuo e l’espressione beata che aveva in volto. Evidentemente non aveva capito cosa l’altro intendesse, ma tra poco non avrebbe capito proprio più niente.

Dieci minuti dopo Ron era sdraiato sul letto a russare sonoramente, dopo venti Castor salutava tutti e tornava nella stanza adiacente alla loro sbadigliando, altri trenta ed Harry stava rimboccando le coperte dei suoi compagni di stanza profondamente addormentati, uno sbadiglio piantato in gola senza apparente intenzione di uscire fuori.

Cinquanta minuti dopo Harry era sotto le coperte, a fissare il baldacchino ad occhi sbarrati. Il firewhisky con lui aveva il potere di fare da eccitante invece che da rilassante muscolare e cerebrale.

Morale della favola, mai sottovalutare un Calderone Ripieno del Firewhisky del padre di Castor.

Un’ora dopo, Harry prendeva il mantello dell’invisibilità e sgusciava fuori dalla Torre Gryffindor.

 

***

 

Don’t you hide your eyes from me

Open them and see me now.

Can you see me now?

 

(Clowns; t.A.T.u.)

 

Alla fine del quinto anno aveva cominciato a fumare.

 Ron diceva che gli conferiva un’aria da “Eroe vissuto” e le ragazze - tranne Hermione, che però dopo un anno era arrivata allo stadio della rassegnazione saltando quello dell’accettazione - erano intrigate dal fatto che un viso così pulito avesse dei polmoni così sporchi.

Accese la sigaretta, mentre un discreto profumo di latte e biscotti si diffondeva nell’aria, e chiuse gli occhi, sistemandosi meglio sul davanzale di una delle finestre del dipartimento di Divinazione - mesi di scappatelle alla nicotina gli avevano insegnato che se cercavi un posto dove fumare in santa pace, in qualsiasi ora del giorno e della notte, quello era il dipartimento di Divinazione, dove chiunque passava imputava il fumo e l’odore acre agli incensi della professoressa Cooman; verso maggio dell’anno precedente, inoltre, i Ravenclaw avevano ovviato al problema del puzzo incantando ogni sigaretta perché profumasse in maniera differente ed assolutamente naturale in base a chi la fumava, pubblicizzandole con l’arguto slogan di “la Bacchetta sceglie il mago, la Sigaretta anche”.

Certo la sua virilità era seriamente stata messa in dubbio dal profumo che si era sollevato dalla prima Sigaretta Magica che aveva acceso. Latte e biscotti. Il profumo dei bambini, in pratica, ma a lui non era importato tanto il profumo quanto quello che poteva significare. La notte di Natale Babbana, un bimbo intento a posare sul tavolo della cucina un piatto di biscotti fatti a mano ed una tazza di latte caldo mentre i genitori vegliano sull’operazione col sorriso sulle labbra, oppure una fredda sera di novembre, sempre lo stesso bambino davanti al caminetto a giocare a Scacchi Magici col padre, concedendosi di tanto in tanto un biscotto al miele ed un sorso di latte, o ancora una madre che sorride guardando il figlio che mangia latte e biscotti la mattina del primo settembre, prima di prendere l’Espresso per Hogwarts. Tenerezza.

Quando aveva esternato i suoi dubbi a Ron quello era scoppiato a ridere e aveva chiesto se Harry volesse un abbraccio, così, tanto per placare la “voglia di coccole, puccipù!”

Il tutto era culminato con Harry che sferrava un gancio destro da manuale al suo migliore amico e dopo il provvidenziale intervento di Hermione la discussione era caduta nel dimenticatoio, insieme a quel sentimento di sottofondo, quel desiderio muto di un abbraccio, che strideva così tanto con l’immagine che, in quanto Sedicenne Neosalvatore Dei Mondi, la gente aveva di lui.

Harry poggiò la fronte contro il vetro freddo della finestra, inspirando un’altra boccata dalla sigaretta, per poi raggelarsi al suono distinto di passi calmi e calcolati lungo il corridoio, sicuramente uno dei Capiscuola di ronda nonostante l’orario improbabile - dopo anni sapeva riconoscere il passo di Gazza e quello dei professori e l’andatura non gli ricordava nessuno. Spense in fretta la sigaretta e si mise il mantello, addossandosi al muro quanto più poteva.

Draco Malfoy emerse dall’angolo, illuminato dal chiarore opalescente della sua bacchetta. Il ragazzo si fermò, annusando l’aria come un animale che odora la sua preda, poi scandagliò con lo sguardo il corridoio, tenendo la bacchetta dritta davanti a sé per concedere all’Incanto Lumino maggiore raggio d’azione; quello che vide parve soddisfarlo, perché rilassò percettibilmente le spalle ed annusò nuovamente l’aria, chiudendo gli occhi. Sorrise, il viso disteso e rilassato, la pelle pallida che pareva prendere colore - ma forse è solo l’effetto delle torce, si disse Harry - e la bacchetta che si abbassava.

- Nox. -

Harry rimase fermo per ben mezzora a fissare imbambolato il punto buio dove era scomparso Malfoy, prima di decidersi a tornare al suo dormitorio per evitare che gli si congelasse eccessivamente il sedere.

 

 

***

 

Look up at the sky

It’s not a bird or a plane

It’s the sweetest crime fighter

That I’ve ever seen.

 

(Save The World; Orson)

 

La cosa che lo divertiva di più del suo ritorno ad Hogwarts tuttavia non era la mobilia della Sala Comune o la facilità impressionante con cui si potevano eludere le difese del castello, bensì il fatto che la gente non lo guardava più. Aveva passato sei anni a camminare abbastanza circospetto per i corridoi della scuola, alcune volte intimidito ed altre - molte altre - infastidito dal vociare che lo seguiva costantemente dovunque andasse, poi finalmente era riuscito a sconfiggere l’Oscuro evitando miracolosamente spargimenti (eccessivi) di sangue e massacri di Babbani, aveva agito a suon di atti eroici meritandosi effettivamente l’appellativo di Ragazzo Che Ha Pluffe e Contropluffe ed improvvisamente aveva perso ogni interesse sociale.

Niente più indici che si alzavano senza ritegno per indicare lui e la sua cicatrice, niente più pettegolezzi del calibro di “Potter ha sbadigliato mentre c’era lezione di Difesa Contro le Arti Oscure!”, niente più riflettori.

Harry somigliava a qualcuno che era stato (tristemente) famoso per un po’ ed ora era passato di moda.

E Godric solo sapeva quanto si stesse godendo quella condizione di Comune Mortale. Da una settimana se ne girava bello tranquillo per i corridoi, andava a lezione, ad allenarsi al campo da Quidditch con la squadra, vegetava in Sala Grande per un tempo che Hermione soleva definire “oltraggioso” e, soprattutto, si godeva la vita, probabilmente per la prima volta in vita sua. Niente tragedie da affrontare, niente profezie terribili da assimilare, niente più pressione inconsulta attorno alla sua persona.

L’unica cosa che era rimasta era il Complesso dell’Eroe, che lo spinse ad intromettersi in una rissa tra studenti del terzo pur non essendo minimamente qualificato per farlo, col semplice intento di separare i due contendenti, Charles Manson, Slytherin, parente stretto del suo omonimo, e Benjamin Vance, primogenito della compianta Emmeline e soldo di cacio del Gryffindor; tutto normale, fino a che da un punto imprecisato della folla che assiepata attorno ai tre era spuntato William “Big Foot” Warrington, che aveva colpito - apparentemente senza alcun motivo fondato - Harry.

Era precisamente così che si era improvvisamente scatenata la rissa d’ordinanza, che decretava l’ufficiale apertura dell’anno scolastico: Gryffindor versus Slytherin.

Ed era precisamente così che Harry si era ritrovato nell’ufficio della McGranitt già la prima settimana di settembre (quando secondo gli standard non tanto Gryffindor quanto Potteriani avrebbe dovuto aspettare almeno verso novembre per palesarsi privatamente alla sua Capocasa), in compagnia dei soliti Irriducibili del Gryffindor: Seamus Finnigan, Dean Thomas, Ron Weasley e Castor Moon.

- Dire che sono oltraggiata e sconcertata dal vostro atteggiamento è usare un blando eufemismo, signori... immischiarsi in una rissa - Harry notò con una certa apprensione l’improvvisa perdita di colore della donna al solo pronunciare quella parola - Con Slytherin, per di più! I trascorsi non vi hanno insegnato nulla? Unità, signori, unità. Ecco ciò che dovete imparare; rafforzare l’unità, non squartarvi senza il minimo ritegno. Nel dipartimento di Trasfigurazione, per giunta! -

E poi la professoressa scoccò la sua freccia avvelenata, l’unica che ebbe davvero il potere di colpire Harry.

- Mi avete profondamente delusa. - anche senza alzare gli occhi, Harry seppe che la professoressa si stava soffermando con lo sguardo su di lui - Salterete il primo sabato ad Hogsmeade. Ora andate. -

Ron aprì la bocca per ribattere qualcosa, ma Seamus gli sferrò un possente calcio negli stinchi, così l’altro chiuse la bocca, rabbuiandosi. Uscirono in silenzio dall’ufficio, e sempre in silenzio fecero le scale che dal dipartimento di Trasfigurazione portava a quello di Pozioni, dove, tanto per alleggerire l’atmosfera, avevano un doppio con gli Slytherin - alcuni dei quali erano reduci dalla loro stessa rissa, ma sicuramente non dalla stessa punizione.

La parzialità di Severus Piton era tristemente nota a tutti.

Castor scosse freneticamente la testa, rompendo il silenzio, che ad Harry era parso pesante come piombo fino a quel momento. - Io non capisco, non è stata colpa nostra, stavamo solo... ahem... insomma... non è stata colpa nostra! -

Da dietro le loro spalle uno sbuffo, che li fece voltare tutti e cinque in blocco. Sally-Anne Perks era appoggiata con grazia al muro di pietra, accanto ai bagni delle femmine. Harry non seppe cosa pensare del fatto che l’avessero oltrepassata senza neanche notarla - e non che fosse facile ignorare Sally-Anne Perks, se non altro per l’innegabile verità che era “un gran pezzo di Veela”, come amava chiamarla Ron.

- No, Moon, non è mai colpa vostra. - l’espressione altezzosa e... schifata induriva notevolmente il suo viso, e la crocchia in cui aveva raccolto i capelli neri la faceva somigliare spaventosamente alla McGranitt. Harry pensò fosse meglio tacere su quel particolare: la ragazza era seconda solo ad Hermione quando si trattava di impugnare la bacchetta per attaccare.

Accanto a lui, Castor si irrigidì. Harry sapeva benissimo che non avrebbe mai osato rispondere come si doveva ad una ragazza, quindi il massimo di reazione che ci si poteva aspettare da lui era un broncio da manuale, corredato da qualche grugnito di prima scelta - in breve, esattamente quello che la Perks si aspettava.

Difatti, il ragazzo grugnì.

- Esemplare risposta, Moon, sono colpita. -

Harry fece per dire qualcosa di tagliente quando dal bagno uscì Daphne Greengrass, decisamente seccata, che si lisciò la gonna con le mani, per poi ravviarsi i capelli e guardare il gruppo di Gryffindor come fossero stati Schiopodi sotto periodo di muta. - Io me ne vado, non ho intenzione di mischiarmi a questa gentaglia un solo secondo di più. -

La Perks si diede una spintarella leggera per staccarsi dal muro e le due li sorpassarono per entrare nell’aula di Pozioni.

Ron scosse la testa, - Dannate Slytherin. -

Gli altri assentirono.

 

 

***

 

Dance with me, pretty boy, tonight

Dance with me and you’ll be allright.

(Clap your hands if you want some more.)

 

(Pull Shapes; The Pipettes)

 

Spinto da non si sa bene quale forza magica, Harry aveva aspettato che i suoi compagni di dormitorio cedessero alle amorevoli braccia di Morfeo e, mantello in spalla e Mappa del Malandrino alla mano, era uscito dalla Torre, mettendosi a correre per raggiungere il dipartimento di Incantesimi, dove il puntolino Draco Crux Malfoy stava pattugliando i corridoi.

Solo per punzecchiarlo, si era detto.

Sorpassò un’armatura ridacchiante e scelse una delle finestre più ampie, dalle quali entrava tenue la luce della luna calante. Ripromettendosi di scrivere a Remus per informarsi sulle sue condizioni di salute, si sedette sul davanzale e si accese una sigaretta, nascondendo il mantello ed infilandosi la mappa in mano, aspettando tranquillo.

Erano passati un paio di minuti quando dal corridoio comparve Malfoy, che si irrigidì istantaneamente alla sua vista, dipingendosi in viso un’espressione mortalmente tediata.

- Potter, non si può stare in giro per i corridoi di notte. Tantomeno a fumare. Cinque punti in meno per Gryffindor. -

Harry era un po’ sconcertato, anche se non sapeva bene cosa si fosse aspettato. Scrollò le spalle, avvicinando ancora la sigaretta alle labbra ed aspirando.

- Wingardium Leviosa - la sigaretta si sollevò davanti ai suoi occhi, sfuggendo alla presa molle delle sue dita. Inclinò leggermente il capo di lato, guardando Malfoy, la bacchetta alzata e legata da un filo invisibile alla sua sigaretta. - Non si può fumare, Potter, anche se il modo in cui continui ad appestare i corridoi con questo... odore la dice lunga su quanto tu ti senta superiore a tutti i comuni mortali che vanno a fumare in bagno e durante ore decenti. O forse sconfiggere il Signore Oscuro ti ha garantito la possibilità di fumare dovunque? Evanesco. -

Harry aprì la bocca per rispondere qualcosa di tagliente, ma l’altro se n’era già andato, lasciandolo a chiedersi chi, effettivamente, avesse provocato chi.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo, dove sono facilmente reperibili abili tecniche Slytherin, Mappe ed altre sigarette ***


Capitolo Secondo

Capitolo Secondo

Dove sono facilmente reperibili abili tecniche Slytherin, Mappe ed altre sigarette.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Be afraid of the lame

They'll inherit your legs

Be afraid of the old

They'll inherit your souls

Be afraid of the cold

They'll inherit your blood

Après moi, le déluge

After me comes the flood

 

(Après Moi; Regina Spektor)

 

Sally-Anne Perks della vita sapeva giusto un paio di cose, che però erano necessarie alla sopravvivenza della specie. Anzitutto sapeva che detestava con tutte le sue forze il suo nome, che sarebbe stato meglio su una timida ed impacciata ragazza Huffelpuff che su una sorta di banshee inferocita e fredda calcolatrice, ovviamente Slytherin; per questa ragione nessuno la chiamava mai col suo nome, a parte i genitori. Le persone più fidate (davvero poche) la chiamavano col suo secondo nome, Atria, il resto del genere umano si doveva accontentare di usare “Caposcuola Perks”.

Un’altra cosa che sapeva era che se volevi una giustizia che fosse tale, dovevi fartela da sola - Pansy Parkinson, per quanto stupida, ne era a conoscenza e probabilmente qualche tempo prima avrebbe fatto meglio a tacere su un piccolo particolare che aveva decisamente fatto infuriare Sally Anne, inducendola a rovesciare le sorti della brillante carriera diplomatica del Prefetto Parkinson, ora Assolutamente Niente Parkinson. A Slytherin nessuno aveva mai osato chiedere cosa avesse fatto di così terribile Pansy per ritrovarsi senza la sua spilla di Caposcuola, appuntata invece al petto di Sally Anne.

Era sempre questo desiderio di giustizia che l’aveva spinta, il giorno prima, a prendere da parte Manson, dicendogli che Vance aveva insultato la memoria della sua compianta madre, dandole della donna estremamente scarlatta. Come qualunque prevedibile tredicenne, quello aveva approfittato della prima occasione favorevole per prendere prima a parole e poi a pugni Vance. Puntuale come un qualsiasi idiota, Potter, irresistibilmente attratto dalle buone azioni come una falena dalla fiamma, aveva drizzato le sue antenne da Eroe del mondo magico ed era corso a difendere quanto di Buono e Puro c’era al Mondo, intromettendosi fra i due.

Ad un gesto della ragazza, Warrington si era buttato nel cerchio di fuoco ed addosso al giovine Potter come una perfetta tigre addomesticata, scatenando il classico putiferio per l’orgoglio e per un’altra dozzina di cose che facevano di Gryffindor una Casa tanto rispettabile. In meno di un minuto il resto degli Eroi della Demenza Gryffindor si era premurato di non lasciare Potter da solo. Solo quando aveva visto Moon entrare nella mischia era corsa a chiamare Piton con un sorriso soddisfatto e finalmente la faccenda aveva avuto l’epilogo che meritava.

Trenta punti in meno per Gryffindor, punizione per lo Zoccolo Duro dell’Intelligenza e lei che riusciva a pungolare nell’orgoglio Moon davanti ai suoi amichetti; non l’aveva preventivato, ma non se ne crucciava più di tanto - quella che se ne crucciava era Daphne, che era stata elegantemente spintonata nel bagno non appena Sally Anne aveva sentito i passi pesanti e sgraziati dei Gryffindor. Voleva esserci solo lei, voleva che guardasse solo lei, non l’etereo visino della sua migliore amica. 

La ragazza sorrise maliziosa, varcando la soglia della saletta dei Capiscuola, riflettendo sul fatto che effettivamente Moon aveva ragione.

Non era colpa loro.

- Buonasera. - con un gesto compunto del capo salutò i pochi degni di un saluto - Goldstein, la Patil Intelligente e Susan Bones - per poi dirigersi verso Draco, elegantemente in bilico sul bracciolo di una poltrona davanti al caminetto acceso. Il ragazzo le rivolse un muto cenno di saluto e poi si alzò per cederle il bracciolo, da vero gentiluomo.

Anthony Goldstein, colui che avrebbe meritato l’appellativo “Golden Boy” decisamente molto più di Potter, si mise al centro della stanza ed immediatamente l’attenzione di tutti venne calibrata su di lui, che in tono pacato cominciò, - I professori hanno chiesto l’elenco dei turni per le ronde, così gli ho dato quelli dello scorso anno. Va bene a tutti? -

Il gruppo annuì ed il ragazzo parve soddisfatto, poi si schiarì la gola. - Vi pregherei inoltre di tenere a bada i ragazzetti, Merlino solo sa se abbiamo bisogno di una rissa al giorno. Vitious ha già fatto la ramanzina sull’unità dalle tre alle sette volte e siamo solo alla prima settimana. - Padma annuì, toccandogli il braccio con aria sofferente. - Tuttavia, dobbiamo effettivamente cercare di stare uniti e cooperare, almeno tra di noi, per dare il buon esempio. -

Sally Anne sentì distintamente uno sbuffo provenire dalla zona dove Ron Weasley si stava sicuramente facendo leccare le ferite dalla Granger. Dal canto suo, lei si limitò a modulare in faccia la celebre espressione serafica che si diceva a suo tempo avesse fatto capitolare perfino uno dei gemelli Weasley. Quale non era ben chiaro.

Anthony spostò lo sguardo verso lei e Draco, scegliendo con  la massima cura le parole da pronunciare. - Cooperare, stare uniti. Non aizzare tredicenni uno contro l’altro. -

Sally Anne inarcò un sopracciglio, - Colgo una bassa insinuazione, Caposcuola Goldstein. O mi sbaglio, forse? -

Il ragazzo inclinò la testa, sorridendo beato. - Nessuna insinuazione, Caposcuola Perks. Però, mi chiedevo... per caso sai qualcosa sulla... mmh... incomprensione nata ieri tra Gryffindor e Slytherin? -

- Mah, io so che tutto è cominciato da Vance e Manson. Infatti stavo rispondendo all’appello accorato di uno dei vostri Prefetti. - sguardo distratto alla Granger ed a Weasley - Quando sono arrivata lì però ho visto solo Potter che aggrediva Warrington. -

Per quanto sapeva che la cosa sarebbe risultata quantomeno paradossale, sostenne lo sguardo indagatore di Goldstein. Dopo tutto non c’erano prove certe del fatto che Potter, sotto quel fisico asciutto da Cercatore, non nascondesse montagne di muscoli in grado di contrastare quell’armadio a quattro ante quale era Warrington.

Il ragazzo parve soppesare le parole, poi scrollò le spalle, - Chiudiamola qua, solo dite a Manson di frenare la vena omicida. -

- Sai com’è, Anthony. - ribatté Draco, una punta di divertimento nella voce, - Ce l’ha nel sangue. -

- Anche tu hai nel sangue essere uno schifoso Mangiamorte, eh Malfoy? -

Sally Anne chiuse strettamente gli occhi, mentre la rabbia le montava in corpo. Accanto a lei, Draco si irrigidì, ma fece mostra di nessun sentimento: quando la ragazza guardò il suo volto vi vide solo la fredda consapevolezza che ben presto Weasley si sarebbe ritrovato con qualcosa di rotto, nella migliore delle ipotesi tutte le ossa e nella peggiore --- beh, le ossa probabilmente sarebbero bastate.

Anthony si schiarì la voce. - Appunto quello di cui parlavo, signori. Rinfoderate le bacchette, per oggi basta. -

I due si guardarono per qualche secondo, poi Weasley distolse lo sguardo, incrociando le braccia e sbuffando sonoramente.

Proprio come un bambino.

Sally Anne si ritrovò a provare pena per la Granger, ma scacciò quel pensiero, infastidita dal provare qualunque cosa per Hermione Granger. Si alzò dal bracciolo, toccando gentilmente il gomito di Draco, che la precedette verso l’uscita. 

Nel passare accanto a Goldstein, quello la fermò, - Caposcuola Perks? -

- Caposcuola Goldstein? -

- Manson ha dato una versione curiosa dei fatti. Dice che tu gli hai riportato delle voci di corridoio su Vance. -

La ragazza si dipinse in volto un’espressione mortalmente tediata. Goldstein era il Ravenclaw più Slytherin che le fosse mai capitato di incrociare in tutta la sua vita. - Puoi credere a quello che preferisci. I fatti sono quelli che sono, tuttavia. -

- E quali sono i fatti, Caposcuola Perks? -

Sally Anne aspettò che anche Finch-Fletchey uscisse dalla saletta lasciandoli soli, poi si avvicinò al ragazzo di un paio di passi.

- I fatti sono che non rinuncio mai ad aiutare un amico, Tony, dovresti saperlo. -

- Fai molta attenzione a quello che dici, Tria, perché potrebbe ritorcersi contro te stessa. - nei suoi occhi c’era una sfumatura metallica, che lei non fece fatica ad identificare come diffidenza, la solita che vedeva quando il ragazzo parlava con lei.

- Mi stai minacciando, Tony? - calcò nuovamente sul suo soprannome, raddrizzando le spalle più che poteva e sollevando il mento, un sopracciglio elegantemente inarcato.

- Ti ho solo detto di stare attenta a quello che dici, sta a te decidere cosa fare del mio consiglio. - rimasero a guardarsi per un lunghissimo minuto, anche se entrambi sapevano che lei non avrebbe detto più nulla.

Sally Anne si riscosse, guadagnando la porta della saletta. Sulla soglia si fermò, una mano sullo stipite intagliato. - Caposcuola Goldstein. -

- Caposcuola Perks. -

 

***

 

Once I had a love

And it was a gas

Soon turned out

He’s  got a heart of glass.

 

(Heart Of Glass; Blondie)

 

Draco cominciava seriamente a credere che Potter lo stesse pedinando, non vedeva altrimenti come fosse possibile continuare ad incontrarlo di notte, senza quella patetica scorta d’ordinanza che andavano a costituire i suoi amichetti Gryffindor e, soprattutto, sempre intento a fumare.

Non cercò neanche di nascondere la noia che si era dipinta sul suo volto nel trovarsi davanti la sagoma del ragazzo per la quarta notte di seguito.

- Mi pare superfluo ribadire il concetto che non si può fumare nei corridoi, Potter. Tanto è cristallino che le regole della scuola ti entrano da un orecchio ed escono dall’altro, rimbalzando nella tua tristemente vuota scatola cranica. -

Il ragazzo strabuzzò gli occhi e poi scoppiò a ridere, agitando la sigaretta davanti al volto e spandendo per l’ennesima volta quell’orribile odore di latte e biscotti.

- Dio, Malfoy, sei assurdo! -

- Assurdo, Potter? -

- Vuoi davvero continuare a giocare al Perfetto Caposcuola? Allora dovresti come minimo togliermi dei punti, come hai fatto la prima volta. -

Draco spazzò via dal cervello la considerazione che il tono con cui l’altro aveva detto “prima volta” suonava vagamente osceno e si concentrò invece sulla sigaretta.

Lui odiava il fumo, aveva fumato una sola volta in tutta la sua vita e non era stato particolarmente piacevole, Blaise ancora lo prendeva in giro per le implicazioni di quella sigaretta magica.

Ma vedere Potter che fumava.

Draco non era certo di quale fosse il termine più adatto per descriverlo, ma probabilmente “magnetico” era quello che rendeva di più l’idea; sapeva che era cresciuto (non solo fisicamente), ma vederlo fumare gli dava l’esatta misura di quanto. Harry Potter non fumava per sembrare grande - da che mondo è mondo gli adolescenti cominciano a fumare per farsi accettare - ma perché semplicemente lo voleva. Voleva fumare e l’aveva fatto, fregandosene di quello che la gente avrebbe pensato. E questo la diceva lunga su quanto Harry Potter fosse effettivamente cresciuto.

- Ci ho provato, ma i tuoi amichetti Caposcuola li hanno rimessi in un paio d’ore, sottraendoli ad uno dei miei. -

- Povero piccolo Caposcuola deluso. - la sfumatura ironica non sfuggì a Draco, che spostò lo sguardo dalla sigaretta di nuovo agli occhi dell’altro.

- Taci, Potter, o potrei decidere di chiamare uno dei professori. -

- Sarei sparito prima che tu potessi anche solo dire “professor Piton, Potter mi fa i dispetti!”. -

- Mi stai suggerendo di legarti? - Draco strabuzzò gli occhi per un secondo, rendendosi conto di quello che aveva detto.

Parve rendersene conto anche Harry, perché scoppiò a ridere, senza però dare l’impressione di voler sottolineare la portata delle parole di Draco, cosa di cui gli fu segretamente grato, anche se Harry Potter che evita di mettere in difficoltà Draco Malfoy è qualcosa che non si vede tutti i giorni.

- La spengo, la spengo, non vorrei incappare nel tuo temibile Incanto Incarceratus. Evanesco. - si voltò verso di lui, inchinandosi leggermente, - Caposcuola Malfoy. -

- Quale sfoggio di civiltà, Potter. Peccato tu non abbia un titolo al quale possa riferirmi con l’evidente intento di sfotterti. -

- Puoi sempre provare con “Signore”. -

- Sarebbe troppo persino per te, Potter. -

Harry sorrise, incamminandosi verso il buio del corridoio.

- ‘Notte, Malfoy. -

- ‘Notte, Potter. -

 

***

 

And I realise with fright

The Spiderman is having me for dinner, tonight!

 

(Lullaby; The Cure)

 

Ti prego ti prego ti prego tutto tranne il compito sulla roba dell’anno scorso, ti prego, ti prego!

Un foglio di pergamena levitò senza troppe cerimonie fino al suo banco.

Harry gemette.

In fondo alla vita non aveva mai chiesto molto, il desiderio più ardito (e mai realizzato) era stato solo riavere indietro i suoi genitori, espresso una volta all’anno come minimo. Poi c’era stata anche quell’altra cosa, quella di “ti prego se riesco a baciare Cho Chang poi farò tutto quello che vuoi”, rivolta a nessuno in particolare ed andata a buon fine, anche se non si era ancora presentato nessuno a riscuotere il “tutto quello che vuoi”. Quindi non vedeva perché per una volta la vita non potesse fargliene spuntare una che fosse una senza fargli troppe domande. Insomma, aveva o non aveva sconfitto il Signore Oscuro? Aveva o non aveva diritto ad un po’ di tolleranza?

Il professor Piton finì di consegnare le pergamene dei compiti a sorpresa e controllare che tutti avessero messo nel sottobanco i libri di Difesa Contro le Arti Oscure, poi trasfigurò un acquario con un Avvincino in una clessidra.

- Avete cinquanta minuti da adesso. - girò la clessidra e tutti presero a scrivere, alcuni con autentica lena (vedi sotto la voce “Hermione Jean Granger, Settimo Gryffindor, Caposcuola”) altri con intenzione, anche se a giudicare dai tratti veloci della piuma stavano scarabocchiando con molta disinvoltura Godric solo sa cosa (vedi sotto la voce “Ronald Bilius Weasley, Settimo Gryffindor, Portiere della Squadra, Caposcuola”).

Altri invece fissavano imbambolati la pergamena, chiedendosi cosa li avrebbe salvati quella volta, se una catastrofe naturale o l’ennesimo Mangiamorte evaso da Azkaban.

Vedi sotto la voce “Harry James Potter, Settimo Gryffindor, Capitano della Squadra, Cercatore”.

Alzò gli occhi, intercettando lo sguardo severo e perennemente schifato del professor Piton.

La risposta era assolutamente niente.

Harry sospirò, stropicciandosi le tempie ed abbassando lo sguardo per studiare le venature del legno sul suo banco. Aveva una voglia disperata di una sigaretta, ma non avrebbe potuto fumare almeno fino all’intervallo. O a quella sera.

Sorrise inconsciamente, tornando con la mente al mese appena trascorso di settembre, alle fughe dal dormitorio per intercettare Malfoy e farsi trovare a fumare, l’altro che lo rimbeccava costantemente e faceva evanescere la sua sigaretta, per poi andarsene senza aggiungere altro.

Quello che Harry aveva notato, era che avevano smesso di punzecchiarsi in giro per i corridoi o in Sala Grande; dopo averci riflettuto, era giunto alla conclusione che effettivamente negli ultimi due anni la materia prima sulla quale si plasmavano i loro litigi era il Signore Oscuro e, dal momento che era morto - che Harry l’aveva sconfitto - non c’era più molto di cui discutere. L’altro ragazzo non aveva neanche più il piacere di poter dire “mio padre di qua, mio padre di là” perché Lucius Malfoy era stato Baciato in agosto, ed è abbastanza difficile vantarsi di un padre Baciato.

Quindi, presumeva Harry, avevano smesso di punzecchiarsi apertamente, riservando i loro scambi ad un contesto più intimo, in un certo modo. Gli insulti di Draco erano rivolti alla mania di Harry di infrangere le regole e quelli di Harry erano rivolti a niente in particolare, perché non aveva niente di particolare da insultare.

A dirla tutta era abbastanza a corto di insulti, dopo sei anni passati a crearne di coloriti ed intelligenti, quindi il cambiamento gli andava bene, si accontentava di rimanere in silenzio e lasciare che l’altro gettasse le deboli basi per una bella scazzottata notturna.

Sorrise ancora, quando una voce interruppe il fluire dei suoi pensieri, - Potter, vuoi far sapere anche a noi cosa c’è di così divertente nel test che hai davanti? -

Harry deglutì.

Certe cose non cambiano mai.

 

***

 

Got a package full of Wishes

A Time machine, a Magic Wand

A Globe made out of Gold

No Instructions or Commandments

Laws of Gravity or

Indecisions to uphold

 

(World; Five For Fighting)

 

 

 

- Fatto il misfatto - Harry accese la sigaretta, corrugando la fronte.

Ad un punto imprecisato della serata aveva abbandonato al suo triste destino il compito di penitenza assegnatogli da Piton per aver lasciato il test in bianco ed era uscito dal dormitorio, senza sapere neanche dove sarebbe andato o cosa avrebbe fatto. Prima che potesse accorgersene aveva tirato fuori la Mappa del Malandrino dalla tasca interna della divisa e si era messo a scrutare attentamente l’intrico di nomi alla ricerca di quello di Malfoy, localizzandolo nel dipartimento di Pozioni.

Aveva aspettato circa un’ora appoggiato sul muro di pietra davanti all’aula, ascoltando i rumori provenienti dall’interno della stanza e fissando distrattamente il puntino Draco Crux Malfoy che camminava avanti ed indietro nel laboratorio; poi, finalmente, aveva sentito una serie di rumori come di vetro che tintinna e viene rimesso a posto, così aveva capito che l’altro stava per uscire.

Allora si era acceso una sigaretta, mettendo via la mappa.

La porta del laboratorio tre si aprì e Draco rimase immobile a fissarlo, una specie di sorriso consapevole in volto.

- Mi stai pedinando, Potter. -

Harry ebbe la decenza di non dire nulla, più che altro perché non quella non era una domanda.

Malfoy si avvicinò, fissando con insistenza la sigaretta e storcendo il naso, - Ma passi la tua inutile vita a fumare? -

- E se fosse? -

- Ucciditi lontano dal mio perimetro, Potter. -

- Perché continuiamo a battibeccare? -

Harry strabuzzò gli occhi, seguito dall’altro.

Probabilmente la nicotina stava avendo un effetto deleterio sul suo cervello, anzi, sicuramente la nicotina stava avendo un effetto deleterio sul suo cervello, oppure era l’ora tarda, o magari la mezzora che aveva passato a cercare di fare il tema per Piton, o ancora il fatto che a cena non avesse mangiato poi molto. O magari il filtro che ogni comune persona ha, quello che separa i pensieri in “da dire” e “da tenere per sé finché sopraggiunge la morte” si era guastato.

Fatto sta che l’aveva detto, e l’altro non pareva sinceramente intenzionato a rispondergli. Dopo tutto, rifletté Harry, non mi risponderei neanche io.

- Perché siamo nemici. -

- Perché siamo nemici? -

Malfoy sbuffò spazientito, mettendosi le mani sui fianchi. - Ma cos’hai, cinque anni che devi ripetere quello che dico? -

- Puoi andartene. -

Il ragazzo non si mosse, ed Harry trattenne a stento un sorriso trionfante.

- Siamo nemici perché tu hai deciso così. -

Harry inarcò un sopracciglio, - Non ti sei mai fermato a chiederti perché? -

Quella era senza dubbio la conversazione più lunga che avessero mai avuto senza prendersi a pugni o insultarsi, anche alla luce del recente cambio di comportamento, ed Harry non sapeva cosa pensarne. Si avvicinò la sigaretta alle labbra ed aspirò una boccata di nicotina al sapore di latte e biscotti, l’altro che seguiva quel processo con attenzione, spostando gli occhi dalla mano di Harry alla sua bocca poi di nuovo alla mano, posata mollemente sul fianco.

- Non recriminare, Potter. -

- Non sto recriminando. -

Malfoy distolse lo sguardo dalla sigaretta e tornò a guardare Harry negli occhi, un sopracciglio elegantemente inarcato e le labbra arricciate in una specie di sorriso ironico.

- Dove vuoi arrivare? -

- Come siamo finiti così? -

- Così come, con te che mi pedini impuzzolentendo costantemente l’aria ed io che mi lascio pedinare senza scagliarti addosso una fattura? -

Harry sorrise, - Precisamente. -

L’altro lo guardò dritto negli occhi, scrutandoli intensamente, tanto che Harry cominciò a sentirsi a disagio. Malfoy scrollò le spalle e si avvicinò, togliendogli la sigaretta dalle mani e gettandola a terra, per poi schiacciarla con la punta della scarpa.

- Non dovresti fumare, sai. -

Harry voleva rispondere che non erano affari suoi, ma la bocca di Malfoy premuta sulla sua glielo impediva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eeeeeh, ce l’abbiamo fatta! La prima vera apparizione di Atria, aw *_* Il primo vero momento HarryXDraco, aw *_*! ---ok, basta, vado a ripassare filosofia.

Ah, d’ora in poi posterò ogni domenica; ho 9 capitoli già pronti e betati e appena ho dieci minuti di tempo vado avanti a scrivere XD

 

Vavinana: grazie! Eccoti l’aggiornamento (:

Araxe: sì, il titolo è quello di un film con Susan Sarandon, James Gandolfini e Kate Winslet *_* Sinceramente il “romance” non c’entra poi molto perchè non so quanto romanticismo potrai trovare nelle mie fic, però le sigarette c’entrano in pieno XD Aah, non temere, d’ora in poi Draco sarà molto più presente - anche perchè pure io lo adoro! XD Comunque non so quanti capitoli conterà la storia, appena ne ho una vaga idea ti faccio sapere! (:

Axyna: una settimana di tempo, va bene? (: anche perchè non riesco a postare prima, ho un sacco da fare per la scuola o_o” comunque grazie mille per i complimenti (L)

Soul: bwah, grazie, grazie! *si inchina* guarda, io prima ero Draco/Ginny, fai te XD non credo di aver mai letto una Tom/Voldy/Harry, devo assolutamente rimediare perchè ormai leggo di tutto XD

Leila a: grazie per i complimenti (:

fleacartasi: sciura! XD la dedica è meritatissima, hai sempre tifato per Cas e Tria anche se non sono dei personaggi canonici (L) Il celeberrimo Charles Manson, amico di grandi e piccini (?) Gh, cara, appena scrivo qualcosa di nuovo te lo mailo, probabilmente questa settimana avrò un po’ di tempo libero (se Salazar vuole o_ò)... R&C ringrazia per il paragone con Mary (che ricordiamo essere a casa a piangere sangue mentre Mauro ci prova con la bisnonna di McLean) e io volo a rispondere al tuo sms XD (L)

 

A domenica prossima! Chuuuuuu!

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo, in cui, cercando attentamente, si possono trovare sottili raccomandazioni - nuoce gravemente alla salute. ***


Capitolo Terzo

Capitolo Terzo

In cui, cercando attentamente, si possono trovare delle sottili raccomandazioni - nuoce gravemente alla salute.

 

 

 

 

They took the credit for your second symphony

Rewritten by machines and new technology

And now I understand the problems you can see.

I met you children,

What did you tell them?

 

(Video Killed The Radio Stars; The Buggles)

 

 

- Tu cosa?! - Sally Anne si immobilizzò nel mezzo del corridoio, fissando inorridita Draco, che si guardò attorno abbastanza nervosamente prima di prendere la ragazza per un gomito e spingerla in un’aula vuota.

- Ho baciato Potter. - disse, affettando indifferenza nella voce ed appoggiandosi mollemente alla cattedra.

Davanti a lui, la ragazza si stropicciò le tempie, sedendosi su un banco ed accavallando elegantemente le gambe, per poi mettersi a fissare la punta delle sue scarpe di vernice, - Oh, beh, se è quello che... insomma, se ritieni fosse la cosa giusta da fare... -

Draco inclinò leggermente il capo. Se la conosceva almeno un minimo - e riteneva di conoscerla, dopo diciassette anni - il fatto che si rifiutasse di guardarlo stava ad indicare che gli stava mentendo.

- Tria, guardami. -

Lei alzò di malavoglia lo sguardo, puntandolo in quello di Draco. - Ti sto guardando. -

- Dimmi cosa non va. -

Sally Anne sbuffò, scendendo dal banco con un saltello, i tacchi che risuonavano secchi sul pavimento di pietra. - Diciamo tutto, Draco? Hai baciato Potter, Harry Potter. Ti rendi conto di cosa significa? -

- Che sono un frocio? -

La ragazza mosse la mano nell’aria, come a voler scacciare una mosca. - Questo lo sappiamo da almeno tre anni, Dray... vuol dire che sei impazzito. Sei anni di studio ed una guerra sotto Silente e guarda cos’è successo! Ti sono entrati nel cervello i suoi discorsi! -

Draco aprì la bocca, indignato. - Ma cos- tre anni? Io lo so da sei mesi scarsi! -

Sally anne sorrise dolcemente, avvicinandosi al ragazzo e mettendogli le mani sulle spalle. - Dray, tesoro, hai passato il quinto anno a raccontarmi sogni erotici in cui invece di farti la tua fidanzata ti facevi suo fratello. -

Lui puntò l’indice, indicandola, - Tu mi hai detto che non significavano niente! -

- Sì, certo. “Draco, sei innegabilmente omosessuale.” Con ogni probabilità la tua risposta sarebbe stata “Avada Kedavra”, e non negarlo. -

Draco si sedette sullo stesso banco su cui prima era seduta la ragazza e prese a stropicciarsi le tempie. Per quanto strano potesse sembrare, il pensiero che fosse gay non gli aveva mai sfiorato il cervello, aveva sempre creduto si trattasse di uno sconvolgimento ormonale dovuto alla troppa gioia per come stavano andando le cose.

Insomma, tutti che deridevano Potter, un degno insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, la Squadra d’Inquisizione, tutti quei metodi medievali di punizione... era come se non si fosse mai mosso da Malfoy Manor, distingueva chiaramente gli influssi benefici di suo padre, quindi non aveva dato troppo peso ai suoi sogni, e quando anche Sally Anne li aveva liquidati senza troppe moine aveva scrollato le spalle, tornando alla sua principale occupazione: abusare della sua spilla da Prefetto e di Inquisitore.

La mano di Sally Anne che gli faceva aria lo riportò alla realtà dell’aula. - Dray? Dray, stai bene? -

- Tri, ho baciato Potter. Potter. - poggiò la testa contro il muro, per poi cominciare a sbattervela ritmicamente, gemendo.

- Draco Malfoy, per pietà, sembri il mio Elfo Domestico privato... un po’ di contegno, Santo Salazar! -

Lui si riscosse, passandosi una mano tra i capelli per ravviarli. - Sì. Sì. Ora io entrerò in Sala Grande e farò finta di nulla, poi mi dimenticherò questa brutta storia. -

- Così ti riconosco. Ora andiamo a fare colazione. -

Sally Anne aprì la porta ed uscì, lasciando Draco ancora seduto sul banco ad ascoltare il rumore dei tacchi della ragazza che si andava affievolendo.

Dimenticare.

Quella era una cosa che era in grado di fare, lo sapeva per certo. Dopo tutto aveva dimenticato in un anno tutto quello che gli aveva insegnato suo padre, dimenticare un bacio a stampo dato ad Harry Potter sotto il palese influsso della nicotina passiva non avrebbe comportato poi una missione impossibile.

 

***

 

Boys and girls of every age

Would you like to see something strange?

Come with us and you will see

This our town of Halloween.

 

(This Is Halloween; Danny Elfman)

 

La prima cosa che notò entrando in Sala Grande fu che lo Stato Maggiore del Gryffindor era seduto al suo tavolo.

Weasley discuteva animatamente con Theodore (Draco sperava ardentemente che stessero parlando di Quidditch), agitando per aria la forchetta e spargendo pezzetti di bacon dappertutto, la Granger si stava esibendo in un soliloquio con Sally Anne, che con ogni probabilità avrebbe preferito bere estratto puro di Mimbulus Mimbletonia da lì all’eternità, piuttosto che discorrere con la Caposcuola Gryffindor. Potter, notò con suo sommo orrore, stava ridacchiando compostamente di qualcosa che aveva detto Blaise.

La seconda cosa che notò fu che stava per svenire.

Raggiunse il tavolo in fretta, sedendosi tra Sally Anne e Blaise. La ragazza gli lanciò uno sguardo carico d’odio, per poi tornare ad ascoltare la Granger, che stava blaterando qualcosa sull’importanza di essere Caposcuola e di far rispettare le regole. Draco ghignò: se solo la Mezzosangue Zannuta avesse saputo che la maggior parte degli strani incidenti che accadevano dal primo anno erano orchestrati da Sally Anne probabilmente non sarebbe stata così disposta a parlarle dell’importanza delle regole.

Spostò lo sguardo su Potter, seduto davanti a lui, che in quel momento stava imburrando una focaccina con l’eleganza di chi è abituato a farlo.

Stava per aprire la bocca e dire qualcosa che avesse una parvenza di intelligenza, ma Blaise lo precedette, tirandogli una gomitata nelle costole e sibilandogli un “taci” prima anche solo che potesse formulare un pensiero coerente, così si limitò a versarsi del the ed ascoltare l’unica conversazione che si stava avendo in quella parte di tavolata.

- Perché, insomma, è palese che Goldstein ha ragione, dobbiamo stare uniti, il Cappello Parlante lo dice fin dal quinto anno! Nessuno gli ha dato retta ed ecco come siamo finiti! Tutti separati, a farci la guerra tra Case, come dei bambini dell’asilo. Bisogna restare uniti, fare amicizia, stringere rapporti coi membri di altre Case! -

- Hermione, non ti ho mai vista tanto infervorata per qualcosa neanche quando si trattava del CREPA. -

La Sacra Trinità Slytherin alzò il capo, fissando interrogativamente Potter. Sally Anne si schiarì la voce, - Prego? -

- Ah! Il CREPA! Una delle mie idee migliori! - Draco notò con orrore che gli occhi della ragazza brillavano di eccitazione. CREPA... qualunque cosa fosse non poteva comportare niente di buono, soprattutto perché era un’idea che veniva da un Gryffindor, e si sa che quando i Gryffindor si mettono in testa un’idea qualcuno è destinato a morire, o a finire dietro veli, oppure in un reparto del San Mungo.

- Signori, signore. - Anthony Goldstein si era avvicinato al tavolo senza che Draco se ne accorgesse, e si era seduto accanto a Potter, servendosi del caffè. La tavolata Slytherin stava diventando un porto di mare, e Draco era fermamente convinto che Salazar non ne sarebbe stato contento - ma tanto, si disse, peggio di così non può andare.

Proprio mentre formulava quel pensiero, Thomas, Moon e Finnigan si erano portati alle spalle dei loro amici, prendendo posto un po’ qua, un po’ là. Draco notò con una punta d’ammirazione che Moon era andato a sedersi proprio accanto a Sally Anne, facendo sfoggio del tanto decantato coraggio Gryffindor, e le stava sussurrando qualcosa nell’orecchio. Lei annuì brevemente, facendogli cenno con la mano che “dopo”. Probabilmente lui le aveva chiesto di parlare in privato.

Improvvisamente qualcosa lo distolse dai suoi pensieri, più precisamente un piede che strusciava contro il suo polpaccio.

Girò la testa in un movimento che sperava vivamente risultasse fluido, per poi incontrare gli occhi verdi di Potter, che appena vide lo sguardo glaciale dell’altro ritirò immediatamente il piede e gli sillabò “dobbiamo parlare”.

Draco sillabò a sua volta.

“Dopo.”

Accanto a lui, Sally Anne annuì soddisfatta.

 

***

 

We slept a while

To turn it off

And get it out of our minds

 

(Pretty in Scarlet; Guano Apes)

 

- Spero non ti dispiaccia se ho scelto il dipartimento di Divinazione, ma ho bisogno di fumare. -

Draco storse il naso, - Allora passi davvero la vita a fumare. -

Harry sorrise, e qualcosa si strinse dentro il petto di Draco, che si schiarì la voce sedendosi su un pouf di chintz. 

- La nicotina crea assuefazione. -

- I tuoi polmoni ringraziano, stai riuscendo dove non è riuscito il Lord Oscuro. -

- Ti preoccupi per me, che carino... -

- Potter, hai intenzione di dire qualcosa o andiamo avanti così finché comincia la prima ora?-

- Tu cosa vorresti fare? -

Draco inclinò la testa di lato, arricciando le labbra. Strangolarti con le mie mani e poi farti a pezzi usando un coltello per il burro arrugginito. - Di sicuro non quello che stai pensando. -

L’altro inarcò un sopracciglio, trattenendo a stento un sorrisetto soddisfatto. Draco capì di essersi messo esattamente dove Potter voleva: con le spalle al muro.

- E, sentiamo, di preciso a cosa starei pensando? -

Draco si riscosse dal torpore. Slytherin non è solo un nome, Slytherin è uno stile di vita. Sorrise malizioso, avvicinandosi all’altro posandogli le mani sulle spalle, per poi sporgersi e sfiorargli deliberatamente la mascella con le labbra.

- La domanda, Potter, è a cosa penserai tu stanotte quando non riuscirai a dormire. -

Stava per ritrarsi, quando due mani si serrarono forte sui suoi fianchi, impedendogli di spostarsi da quella posizione.

- Attento, Malfoy, perché se giochi col fuoco potresti scottarti. -

Prima che Draco potesse anche solo pensare di rispondere qualcosa, l’altro aveva premuto rudemente la bocca sulla sua, la lingua che spingeva per poter entrare e lui che non poté fare altro se non inclinare la testa di lato ed aprire la bocca e cedere all’assalto del ragazzo. A quel punto, Harry si staccò, allontanandosi velocemente da Draco e camminando verso la porta.

- Credo che la domanda ora sia a cosa penserai tu, quando stanotte non riuscirai a dormire. -

Merda, pensò Draco inorridito.

 

***

 

Oh, how I whish

For soothing rain.

 

(Nemo; Nightwhish)

 

E tu, tu sei nato torto e morirai testa di cazzo.

 

(Aldo, Giovanni e Giacomo)

 

Non che Harry fosse veramente sicuro di quello che stava facendo. Anzi. A dire la verità si dava del cretino una volta sì e l’altra no, quando con la memoria ritornava a quella specie di cosa che c’era stata con Draco quel mattino. Inizialmente aveva pensato solo di tastare il terreno per valutare la reazione dell’altro al bacio che c’era stato, capire se si era pentito, se aveva voglia di fingere che non fosse successo o se riteneva di essere troppo oltre anche solo per degnare ancora di uno sguardo Harry.

Malfoy aveva reagito da Malfoy, ovvero da Slytherin, e lui si era sentito in dovere di ripagarlo con la stessa moneta; non vedeva perché dovesse fare la figura del cretino per l’ennesima volta, soprattutto dal momento che non era stato certo lui a baciare Malfoy.

Almeno fino a quel mattino.

Si stropicciò le tempie, sospirando pesantemente. Che diavolo sto facendo?

Aveva un impellente bisogno di parlare. Con Castor e la sua voce bassa e tranquillizzante, possibilmente. Una breve occhiata alla Sala Comune gli rivelò che a parte Ron, Hermione, Ginny e Luna, probabilmente in esplorazione nella torre Gryffindor per cercare Scioli Ridacchianti, la sua nuova passione, non c’era nessun altro. Sospirò nuovamente, affondando nel divano e fissando il caminetto. Se solo avesse tardato un istante di più avrebbe notato lo sguardo preoccupato che si erano scambiati Hermione e Ron, e quest’ultimo che si alzava dalla panca per raggiungere la postazione di Harry.

- Un Falci per i tuoi pensieri. - Ron corrugò la fronte, - Cioè. In senso figurato, perché non ti darei mai un Falci per farmi dire cosa stai pensando. Non ho mica soldi da buttare via, io. -

Harry inarcò un sopracciglio, sorridendo. - Ovvio che no, infatti non ti sei appena abbonato a “Wizard’s Healt” solo per il piacere di indagare nella psiche femminile. Tra l’altro, Ron, con Hermione queste cose non funzioneranno mai. - da uno dei tavolinetti bassi prese una rivista, e la sventolò sotto il naso dell’altro.

Dalla copertina, Gore Jakovic, cercatore dei Puddlemore United, ammiccava ed indicava col dito il titolo di un articolo, “Come convincerla a soddisfare ogni tua fantasia”. Ron cambiò un paio di tonalità di magenta, strappandogli la rivista di mano, - Sei un bastardo, l’avevo lasciata di sopra! -

- Avevo bisogno di qualcosa da leggere, scusa amico. -

L’altro grugnì, senza dare segno di voler dire altro, così Harry decise che in mancanza di Castor si sarebbe accontentato dei consigli sbilenchi del suo migliore amico, dotato sì di un gran cuore, ma di ben poco senso pratico per le questioni dello stesso.

- Ron... mi chiedevo... hai mai fatto qualcosa di cui non sapevi se pentirti o meno? Perché, voglio dire, è stato piacevole e tutto, ma in fondo ci sono certe cose che non andrebbero mai fatte. -

Ron si alzò di scatto, boccheggiando e puntando l’indice accusatore contro Harry. - Tu ti sei scopato mia sorella! -

Harry impallidì, mentre il vociare basso prodotto dagli altri occupanti della Sala si arrestava. 

Ginny alzò il capo dal suo compito di Incantesimi ed inarcò un sopracciglio, - Prego? -

Ron si voltò di scatto, spostando l’indice da Harry alla ragazza. - Voi! -

- Ron-

- No, Ginny, non osare dire niente! Non voglio neanche ascoltarti! Voi due! -

Harry si schiarì la voce, - Ron, non hai capito niente... -

- Perché, sei sorpreso? - lo raggiunse la voce ironica di Ginny. - Ron, vorrei rammentarti un particolare abbastanza rilevante, oltre al fatto che ho un ragazzo. Harry è gay. -

Ron parve tranquillizzarsi un attimo, perché annuì, - Giusto, l’avevo dimenticato... - poi si riscosse, l’orrore che tornava limpido sul suo volto. - Tu ti sei scopato uno dei miei fratelli! -

Harry sollevò gli occhi al cielo, giungendo le mani, - Santo Godric, dammi la forza. -

- Harry... dimmi che non era Percy, ti prego... -

- Ron, te l’hanno mai detto che sei un imbecille patentato? Non mi sono scopato uno dei tuoi fratelli, ho baciato Malfoy! -

Silenzio.

Le voci di Hermione, Ginny e Ron, dieci decibel più alte del normale. - Tu COSA? -

- Evidentemente eri sotto l’influsso di un Briciolo Amoroso. - disse Luna con la massima serietà.

Harry gemette, coprendosi il viso con le mani.

Grazie come sempre, eh, Godric.

 

 

***

 

Quand je s'rai grand je s'rai Beegees
Ou bien pilote de formule 1
En attendant je me déguise
C'est vrai ...
Que tous les costumes me vont bien.

 

(Double Je ; Christophe Willem)

 

Sally Anne ripiegò la Carta del Cielo e la ripose nella tracolla, insieme a portamatite ed appunti, per poi scendere la scalinata che dall’osservatorio ovest portava alla classe di Astronomia Avanzata ed Applicata; non aveva intenzione di lasciar passare un altro giorno senza discutere con la professoressa Sinistra dell’annuale concorso di Astronomia, al quale partecipavano Durmstrang e Beauxbatons. L’anno precedente era stata battuta da una di quelle sciacquette francesi solo perché a detta dei giudici non aveva sviluppato un progetto abbastanza interessante, ma quest’anno... quest’anno niente e nessuno le avrebbe impedito di vincere il premio in palio: uno stage di tre mesi nell’Università Astronomica di Volgograd. A dirla tutta aveva già preparato la valigia.

Con suo sommo disappunto, tuttavia, l’aula era vuota, eccezion fatta per Moon, che la aspettava con in mano il suo mantello; neanche Blaise l’aveva aspettata - non che avesse bisogno della balia per tornare nei sotterranei, ma una conversazione leggera non le sarebbe dispiaciuta, considerando la portata di quelle che aveva avuto in giornata e di quella che, con ogni probabilità, stava per avere.

- La prof? - chiese, raccogliendo i capelli in una coda alta.

- Andata. -

Sally Anne corrugò la fronte. - Di già? -

- Sono le tre di notte. Ti ho preso il mantello. -

La ragazza sbuffò, prendendolo e facendo per uscire dall’aula.

- Non sono stato io, Tria. Te lo giuro. -

Irrigidì le spalle, sistemandosi meglio la tracolla sulla spalla. - Chi è stato, allora? -

- Non lo so, ma non sono stato io. -

Fece per muoversi, ma il ragazzo le si parò davanti, sbarrandole la strada, forte del suo metro e novanta contro il metro e sessanta di lei.

- Non sono stato io. -

Sally Anne guardò la cattedra alla sua destra ed i banchi alla sua sinistra. Non sarebbe riuscita a scartarlo neanche pregando quel vecchio maiale di Gryffindor in persona. Non le restava che chiedere, o meglio, ordinare. - Fammi passare. -

- Non sono stato io. -

Gli mise le mani sul petto in un impavido tentativo di spostarlo, e quello le imprigionò fra le sue. - Non sono stato io. -

Lei sbuffò, - Va bene, non sei stato tu. Ora fammi passare, come hai detto sono le tre e domani ho lezione alla prima. -

Castor le strinse le mani. - Guardami negli occhi e dimmi che mi credi. -

Lei alzò gli occhi e lo fissò, - Non posso. -

- Perché diamine non puoi?! -

- Perché non ti credo. -

- Dopo tutto questo tempo ancora non ti fidi di me? -

- Petrificus Totalus -

Il ragazzo cadde impastoiato a terra, rivelando la figura di Blaise, la bacchetta levata.

- Grazie, Blaise. -

- Figurati, cara, salvare damigelle in pericolo è la mia vocazione. -

Sally Anne si spolverò la gonna, lanciando uno sguardo indifferente alla sagoma per terra, gli occhi del ragazzo che la fissavano pieni d’astio. Scrollò le spalle, scavalcandolo e fermandosi sulla porta.

- Finite Incantatem -

L’ultima cosa che vide, prima di chiudere la porta e gettarle sopra un Incanto Colloporta, fu la sagoma di Castor che si alzava di scatto, gettandosi verso l’uscita.

L’ultima cosa che sentì, fu la colorita bestemmia che il ragazzo lanciò, sbattendo i pugni contro la porta. 

- Come sono rozzi questi Gryffindor. -

Sally Anne assentì.

 

 

 

 

 

Eccomi qua, puntuale come Lord Voldemort alla fine di un anno scolastico XD

Ah, un debito grandissimo a Savannah per la frase “a cosa penserai stanotte quando non riuscirai a dormire?” che mi ha stuzzicata fin da quando l’ho letta. Comunque. Bando alle ciance!

Soul: ebbene sì, lo confesso, io nasco DracoGinnara!!11!!! Sinceramente ora non mi ricordo neanche più come ho cominciato, devo aver preso il primo pairing strano che ho visto girando sul web XD Comunque *si segna i titoli delle fic da leggere* adesso rimedio, appena ho un attimo di tempo. Grazie per i complimenti al mio Harry! Sinceramente dai libri non esce molto bene (soprattutto dal settimo, per il quale non voglio sprecare neanche un secondo di più), però ho sempre pensato che dovesse esserci altro... cioè, uno non salva il Mondo a suon di cretinaggine e aiuto da parte degli altri, no? --- anche se la Rowling crede si possa fare. Ma tant’è. (Fino ad ora non ho idea di cosa ho scritto, giuro, sono troppo presa dalla gatta che tenta di mordermi un alluce) No, “Crux” non è il secondo nome di Draco ma ho pensato si addicesse alla sua storia personale :3 secondo me Draco è spettacolare per 5 libri, dopo comincia ad essere patetico... e comunque non ti preoccupare, io detesto tutte le cose melense, la mia idea di romanticismo è un po’ strana. Niente scene alla “ti amo, oh mio amato, intendo sposarti ed avere dei figli con te” - ad essere sincere neanche io ho lo stomaco per sopportarle XD più avanti ci saranno scene che comportano romanticismo, mi dirai se riesci a sopportarle o meno (: (L)

fleacartasi: eccoti qui, cara! Ah, la perfidia di Atria, mio vanto e orgoglio *_* ultimamente l’ho fatta ammorbidire o è una mia impressione? Comunque gnac, anche Castor avrà la sua parte *fa la misteriosa*. Draco ed Harry così mi erano mancati, ero presa dalla revisione di  Winter Just Wasn’t My Season e avevo completamente dimenticato i loro scambi XD sono così carini ;O; Draco poi è chiara espressione della Littizzetto, in certi punti, rido da sola, mentre scrivo XD senza contare che si girano intorno come due cretini fino al *guarda* nontidiròquale capitolo. Sto comprando i biglietti per andare dalla bisnonna di Luke, ne prendo uno anche per te? Mauro è qua che si sta facendo ritrarre da Mary con indosso solo una catenazza del motorino e due gocce di Chanel Nr 5. (??? Non lo so, fermami prima che il gallo abbia cantato tre volte)

PiccolaSerpe: muaahahah, sono sadica e--- non avevo minimamente pensato al punto in cui mi ero interrotta, anche perchè chi l’ha letta in anteprima ha avuto i capitoli vicini XD dai, dai *spegne le lucine al neon* settimana prossima posterò di sabato, probabilmente, visto che domenica sono fuori, quindi non dovrai aspettare troppo per il prossimo capitolo (; Gah, grazie per i complimenti, comunque *__* il titolo in realtà è la cosa migliore, fidati XD Gnac, Atria è un po’ il mio tesoro, sono felice che ti piaccia! E sono felice che anche l’idea delle sigarette ti piaccia (: chu! (L)

Azzusam: ciao cara (: grazie per i complimenti *_* tecnicamente Atria non è una Mary Sue perchè la Rowling la cita nel primo libro (insieme a un tale “Moon”, cui poi ho trovato il nome), però l’ho disegnata io a tutti gli effetti e ne vado fiera ^_^ Goldstein è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti, lo vedo così carico di storia... però c’è anche Castor che adoro, quindi chissà (; Harry diciamo che conserva ancora un po’ dell’antica cecità per le tematiche fondamentali, ecco... o forse no? (Come sono criptica oggi o_ò) Per Draco non ti dico niente :P Un bacione :*

Faust_Lee_Gahan: guarda, l’atmosfera comincia a prendere una piega inaspettata un po’ per tutti XD vedrai poi avanti u_u! Bazooo :*

 

Probabilmente questa settimana aggiornerò prima, non so se a metà settimana o sabato.

Un bacino a tutti quanti *_* <3

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto, dove si possono trovare altre raccomandazioni, delle richieste ed un libro di Astronomia Avanzata ***


Capitolo Quarto

Dove si possono trovare altre raccomandazioni, delle richieste ed un libro di Astronomia Avanzata.

 

The Gryphon sat up and rubbed its eyes: then it watched the

Queen till she was out of sight: then it chuckled.

What fun!” said the Gryphon, half to itself, half to Alice.

What is the fun?” said Alice.

Why, she,” said the Gryphon. “It’s all her fancy, that: they

never executes nobody, you know.”

(Lewis Carrol; Alice In Wonderland)

 

Ad una prima occhiata Minerva McGranitt risultava una donna arcigna e severa, di un’età indefinita

- ed indefinibile a meno di voler incorrere nell’ira funesta della donna -, con una certa propensione

per i compiti impossibili (era ancora cristallino nella mente di tutti gli studenti del settimo anno il

tema che avevano dovuto presentare l’anno prima per l’esame di metà trimestre, sessantacinque

centimetri di pergamena sull’esatta trasfigurazione di un tavolino da caffè in una credenza

vittoriana) e con un raffinato umorismo tipicamente scozzese.

Ad una seconda occhiata, anche.

Harry, dalla sua posizione strategica accanto alla statua di Irina dall’Occhio Pronunciato, sospirò,

guardando con malinconia gli studenti che trotterellavano belli garruli verso Hogsmeade,

cianciando di Burrobirra e Mielandia. E lui, povero reietto della società, era agli arresti domiciliari

nella torre d’avorio del Gryffindor, mentre i suoi compagni impiegavano il loro tempo in maniera

senza dubbio più costruttiva, ad esempio ubriacandosi alla Testa di Porco.

- Scacco. -

Beh, non proprio tutti i suoi compagni.

Diede un buffetto affettuoso ad Irina, poi raggiunse Ron e Castor che stavano giocando a scacchi

davanti al caminetto.

- Uhm. - Ron inclinò il capo con aria pensosa. - Cavallo in C4. -

La piccola statuina trotterellò sulle caselle, fermandosi per far sì che il cavaliere che lo montava

estraesse una spada ed infilzasse la Regina, che si accasciò sulla scacchiera con un urlo. Ron sorrise

soddisfatto, - Scacco Matto. -

Castor gemette, infilandosi le mani nei capelli. - Ho bisogno di bere. -

- Hai bisogno di concentrarti, che ti succede oggi? -

- Niente. -

Niente.

Harry si era abituato ai “niente” di Castor, ed aveva imparato che un suo “niente” significava come

minimo che il ragazzo stava proteggendo un segreto ministeriale, tipo l’imminente scoppio di una

guerra batteriologica contro i Babbani.

- Niente, mh? -

- Niente, Harry. -

- Okay, niente. -

Ron spostò lo sguardo da uno all’altro, inarcando un sopracciglio. - C’è qualcosa che dovrei sapere?

-

Castor fissò intensamente il soffitto, alzandosi e dandogli le spalle per tendere le mani verso il

caminetto. - Assolutamente niente, Ron. -

- Andiamo, io sono bravo ad aiutare le persone! -

- Ma se a mala pena deambuli. -

- Ginny! -

Harry fece di tutto per trattenersi dallo scoppiare a ridere di fronte al suo migliore amico, e dopo

una complicata battaglia interiore ci riuscì; si voltò verso l’ingresso della Sala Comune, dove Ginny

era intenta a fissare il fratello, le mani puntate sui fianchi.

Un breve sguardo a Castor gli rivelò che il ragazzo stava palesemente ridendo, anche se non

emetteva alcun suono - le sue spalle che si alzavano ed abbassavano scosse dai singhiozzi però la

dicevano lunga.

Ron, rosso come un pomodoro, boccheggiò, alzandosi dalla poltrona e salendo in dormitorio,

brontolando qualcosa sui giovani irrispettosi e sull’inutilità delle sorelle.

Ginny si sedette sul divano, squadrando la scacchiera. - Chi è che ha mosso quel cavallo in C4? Ha

fatto una casella in meno. -

Castor si voltò di scatto, smettendo di ridere. - Brutto... -

Harry, a quel punto, scoppiò a ridere, mentre Ginny si svolgeva la sciarpa dal collo e ravviava i

capelli. - Comunque. Harry, c’è fuori Malfoy per te. -

La testa di Ron spuntò dalla sommità della scala che portava al dormitorio maschile, - C’è fuori chi?

-

La ragazza rispose pronta, - Jenny McRoy, di Ravenclaw. -

Ron annuì soddisfatto, - Bene. - e poi sparì su per il dormitorio.

Harry si voltò a scatti verso Ginny. - Non per essere ripetitivo ma... c’è fuori chi? -

- Malfoy, hai capito bene. È arrivato ordinandomi di chiamarti perché aveva non so cosa da dirti.

Probabilmente ti dichiarerà il suo sempiterno amore e ti farà la proposta di matrimonio. Oppure ti

Schianterà. Non so, scegli tu il finale che preferisci. - agitò una mano per aria, prendendo una rivista

dal tavolino.

Harry si schiarì la voce, alzandosi e cercando di assimilare l’informazione che Draco Malfoy aveva

fatto quattordici piani di infernali scalinate mobili per venire a dichiarargli il suo sempiterno amore

o a Schiantarlo. Cercò con lo sguardo Castor, che sorrise, - Io sto qua ancora un po’. -

Benedetto ragazzo.

Spolverò sommariamente gli abiti, ed uscì dalla Sala Comune.

 

***

 

Toi,

Tu m’as dit

Tu m’as dit que la vie c’est tranquille.

(J’ai La Aime ; Christophe Maé)

 

- Lasciami in pace. -

Non che si fosse aspettato la dichiarazione di sempiterno amore, ma a questo avrebbe preferito uno

Schiantesimo.

Lasciare in pace Draco Malfoy, se mai avesse deciso quantomeno di provarci, sarebbe stata la cosa

meno Gryffindor che avrebbe fatto in tutta la sua vita, e francamente non sapeva se poteva

accettarlo.

- Come, prego? -

- Lasciami. In. Pace. -

- Ma... perché? -

Draco inarcò un sopracciglio, sistemandosi con eleganza una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -

Perché lo dico io, che domande. -

Harry strinse i pugni senza neanche sapere perché. Cioè, sapeva di essere enormemente irritato da

quel comportamento, ma non c’era poi una ragione concreta per la quale dovesse farsi venire il

sangue marcio.

Dopo tutto è sempre Malfoy, che diavolo!

- Va bene. -

L’indifferenza dell’altro vacillò per un secondo. - Va bene? -

Harry annuì, sorridendo, - Va bene. - per poi girarsi verso la Signora Grassa che li squadrava

sospettosa e mormorare la parola d’ordine in modo che l’altro non potesse sentirla.

Dietro di lui, Draco spalancò molto poco elegantemente la bocca.

 

***

 

Oh I could throw you in the lake

Or feed you poisoned birthday cake

I wont deny I'm gonna miss you when you're gone

Oh I could bury you alive

But you might crawl out with a knife

And kill me when I'm sleeping

That's why

I can't decide

Whether you should live or die.

 

(I Can’t Decide; Scissor Sisters)

- Cos’è che ti ho sempre detto, Draco? -

- Di usare tanto balsamo se asciugo i capelli con un incantesimo? -

Sally Anne gli gettò uno sguardo torvo, aspirando una boccata di fumo dalla sua sigaretta, un

delicato profumo di mandorle che si spandeva nell’aria. Fece cenno al cameriere di portare il conto

e poi tornò a guardare l’altro.

- L’ altra cosa che ti ho sempre detto, allora. -

- Di non invischiarmi mai in niente coi Gryffindor, a meno di farci a botte. -

Lei annuì. - Perché? -

Draco spostò lo sguardo verso il cameriere che arrivava, irrigidendo la mascella. - Perché se gli

chiedi qualcosa potresti ottenerla. -

- Esatto. E non mi pare tu ne sia contento. -

Draco poggiò un gomito sul tavolo ed il viso sul palmo della mano, guardando fuori dalla finestra;

avevano ancora un paio d’ore di svago prima di dover tornare al castello, anche se lui avrebbe

nettamente preferito essere già in dormitorio.

- Draco. -

Il ragazzo si raddrizzò, tornando a guardare la sua migliore amica che frugava nella pochette.

- Draco, tu che cosa vuoi? -

Bella domanda.

- Perché se non sai neanche cosa vuoi è inutile che stiamo qui a parlare. - Sally Anne mise una

manciata di monete sul tavolo, alzandosi ed allacciandosi il mantello con un gesto fluido. - Io

rientro, devo cercare la Sinistra. -

Draco annuì, alzandosi a sua volta e lasciando un altro paio di monete per pareggiare il conto. Fece

un gesto del capo a madama Rosmerta, per poi uscire dal locale ed incamminarsi lungo

l’acciottolato di Hogsmeade.

Cosa voleva.

Voleva Harry Potter. Lo stesso Harry Potter che conosceva da sette anni, quello arrabbiato, con la

bacchetta in una mano e le sigarette nell’altra, sempre pronto a fare a cazzotti, non quella pallida

imitazione di diciassettenne che si era ritrovato davanti da un mese a quella parte; e se farsi lasciare

in pace da quello stesso diciassettenne comportava anche la perdita di Harry Potter --- Draco non

era poi così sicuro che fosse quello, il prezzo che voleva pagare per un paio di stupidi baci con la

sua nemesi storica.

* **

 

Slammed your fingers in the door

Bought the kitchen knifes and skewers

Dressed me up in women clothes

Messed around with gender roles

Dye my eyes and call me pretty.

(Laid; Matt Nathanson)

 

Castor sorrise amaramente, appuntandosi su un foglio di pergamena la magnitudine di Atria e

girando la pagina di Astronomia Avanzata per non doversi più trovare davanti quel nome.

Stava quasi per decidere che non valeva la pena passare il resto di un sabato pomeriggio in

biblioteca quando una voce alle sue spalle lo fece irrigidire.

- Mi serve quel libro. -

Se la conosceva almeno un minimo aveva le braccia puntate sui fianchi e quel fottuto sguardo

perennemente annoiato stampato sul volto.

- Lo sto usando io. -

- Devo guardare una cosa. -

- Lo sto usando io. - ripeté.

La ragazza si avvicinò al tavolo, appoggiandovisi. - Mi daresti quel libro un attimo? -

Castor si voltò verso di lei, porgendole il libro con un sorrisetto ironico; lei lo prese e sfogliò

velocemente le pagine fino ad un punto dopo la metà. Il ragazzo era sicurissimo che l’avesse già

letto almeno diecimila volte. Sally Anne prese un pezzetto di pergamena dal tavolo e scarabocchiò

sopra qualcosa con una matita, per poi porgergli il libro.

- Fatto. -

Certo, grazie è un vocabolo troppo complicato da usare.

Lui fece per prendere il libro, poi passò oltre e le strinse invece le dita attorno al polso.

L’espressione negli occhi della ragazza rimase immutata, Castor era sicuro che lei si aspettasse che

avrebbe cercato di toccarla - come sempre del resto.

- Prego. Che ti dicevo, Tri? Non chiedere mai qualcosa ad un Gryffindor, o potresti ottenerla. -

Lei gli restituì uno sguardo gelido, poi strattonò il polso, e lui la lasciò andare. - Ti ho chiesto una

cosa sola in tutta la mia vita, e non l’ho ottenuta. Non mi pare una pubblicità poi così buona, per un

cosiddetto Gryffindor. -

Prima che Castor potesse anche solo pensare di rispondere, lei era già scomparsa tra gli scaffali

impolverati della biblioteca, lasciandosi dietro solo un vago profumo di mandorla.

 

 

 

Sno ma: mi si è spampinato il computer, quindi mi ero completamente dimenticata che avrei dovuto postare il quarto capitolo… m’è venuto un flash mentre stavo studiando filosofia o_ò comunque. Rispondo alle recensioni e poi mi eclisso che è meglio, ho millemila cose da fare e zero tempo per farle, che bello.

 

fleacartasi: sì, sei stata la prima a recensire! XD guarda, le foto come ti ho detto non riesco a risalvarle, son esondata nel cranio! Però appena ho un minuto di tempo ci riprovo perché erano davvero carine, mi son pure divertita a scattarle! ;O; nei nuovi capitoli tra l’altro hai visto che non ci sono? Non ho tempo neanche di farle ;_; che vita grama, che grama vita. Comunque posterò un paio di appendici con le foto. Ma con Hermione non funziona una cippa, continuo a chiedermi perché stia con Ron! Che poi vabè, lasciamo perdere, cos’era quella stupida battuta sugli elfi domestici che fa Ron in DH? Ma per pietà, lasciam perdere o_ò Harry e Percy insieme è un’idea inquietante, sì XD però da qualche parte una fanfic di questo tipo l’avevo pure letta… *attimo di silenzio* Draco… Draco era gay… Draco adesso è ancora gay, credo. Se non esce l’ANSA controfirmata dai maggiori capi di Stato del mondo magico mica ci credo che si è redento (cosa sto blaterando?) comunque Cissa ci entra perfettamente nel ruolo della madre iper apprensiva XD e povero Lucius, ubriaco fradicio, com’è? *non si ricorda il testo*

 

S0emme0S: gah, grazie mille per i complimenti e per il volo di R&C nei preferiti (:

 

Azzusam: ebbene sì, tra l’altro credo di tenerti sulle spine pure con questo capitolo… o forse no, solo il tempo potrà dirlo XD Guarda, per scoprire cos’ha fatto Castor devi aspettare ancora sei capitoli, tipo XD è un Mondo difficile. A dire il vero Anthony non l’ho sviluppato troppo, ma se riscuote così tanto successo vedrò di dargli un ruolo più centrale (: sì, il giorno che Harry e Draco faranno dei passi in avanti io mi chiamerò Napoleone XD Forse sei rimasta sorpresa perché il mio Harry è diverso da quello canonico? Decisamente meno pippe mentali (che non è vero ma tant’è).

 

Soul: grazie mille per i complimenti *_* *fa la ruota come un pavone* La quotidianità più semplice è sempre mancata (per ovvie ragioni) nei libri della Rowling, quindi mi diverto un sacco a descrivere questi momenti XD e poi permettono di far interagire un sacco di personaggi, così da arricchire la vicenda! Povero Ron (che pure io trovo inutile e fastidioso, tra l’altro), impensierito dall’incolumità dei posteriori dei maschi Weasley. Che poi io mi sto ancora chiedendo come abbia fatto ad aprire la Camera dei Segreti… se basta sibilare come se si avesse la raucedine allora son buoni tutti, no? O_ò ma sì, è amico di Harry e quindi non posso maltrattarlo troppo, temo =_= Sì, elencami pure le ragioni della tua predilezione (come sto parlando?) per HBP ^_^ a me piace per certi versi, per altri proprio no… comunque credo che la mia avversione per quel Draco dipenda dal fatto che io sono una persona estremamente orgogliosa e non credo mi sarei messa a piangere come una femminuccia. Era palesemente in una situazione più grande di lui, ma non bisogna dimenticare la dignità! C’erano millemila altri modi per risolvere la situazione e lui ha scelto quello più sbagliato. Cioè, la Rowling ha scelto per lui quello più sbagliato, così da puntualizzare il degrado degli Slytherin (vedi anche la scenata di Pansy in DH) (sto divagando). Non ti fulmino, tranquilla! Dopo tutto i gusti son gusti! Allora, ho visto che le Tom/Harry che mi hai linkato contano un’infinità di capitoli e purtroppo avendo poco tempo a disposizione non so quanto potrò metterci… non ci sono delle oneshot (o comunque fic con pochi capitoli) che vorresti farmi leggere? Fammi sapere! (:

 

Faust_Lee_Gahan: Ron farà morire tutti noi, temo! XD ma Tria non è cattiva, è che la dipingono così (cit) Harry è il mio Harry, con quello dei libri non so quanto ci azzecchi o_ò le citazioni sono la parte più divertente di tutto il capitolo, devi vedere che casino c’è in stanza quando prendo i libri per cercare quella giusta XD a domenica prossima! Bazo :*

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto, Retrospettiva Slytherin ***


Capitolo Quinto

Capitolo Quinto

Retrospettiva Slytherin.

 

 

 

 

A long, long time ago

I can still remember

How that music

Used to make me smile.

 

(American Pie; Madonna)

 

Il caminetto scoppiettava allegramente - per quanto allegramente possa scoppiettare un caminetto Slytherin - e, dalla sua postazione su una poltrona di raso verde, Blaise sorseggiava Firewhisky, guardando ammirato la Venere Triste che, nella sua cornice, guardava la luna nascosta dalle nuvole e piangeva. 

Sette anni e Draco ancora si stupiva di quanto fosse accogliente il loro dormitorio.

Certo, il primo anno, appena entrato nella Sala Comune, gli si era stretto lo stomaco. Tanto per cominciare non era affatto sicuro che sarebbe riuscito a ritrovare l’ingresso, anche se Flitt continuava a ripetere che era facilissimo - e grazie tante, dopo cinque anni anche un cretino saprebbe dove cercare, ma un undicenne che si trovava davanti corridoi sconfinati tutti di pietra molto probabilmente avrebbe passato il tempo a mormorare la parola d’ordine ad ogni centimetro di muro, pregando che fosse quello giusto; la paura era evaporata quando Severus gli disse che l’avrebbe sentito. Ed effettivamente così era stato.

La Sala Comune, poi, era tutta un programma. Lunga e bassa, priva di quadri, completamente in pietra; perfino le sedie ed i tavoli erano di pietra. Draco non capiva da dove, ma filtrava una luce verdognola, che gettava ombre sinistre su tutti i teschi sparpagliati della stanza. Le poche lampade presenti pendevano dal soffitto, appese a delle catene, ed erano verdi anch’esse, quindi la luminosità restava praticamente nulla.

Aveva cercato con lo sguardo il caminetto, manco a dirlo di pietra, e si era accorto che pure le fiamme erano verdi, come quelle dei fuochi fatui.

Flitt aveva indicato loro un corridoio, - Di là i maschi - poi uno adiacente, - Di là le femmine. - ed era scomparso nel primo corridoio.

Draco si era dipinto in faccia la tipica espressione Malfoy e si era incamminato lungo il corridoio, alla ricerca della sua stanza da letto. Di pietra. Abituato all’opulenza strutturale di Malfoy Manor, tutto quel verde e quella pietra gli stavano dando la nausea. Poi era arrivato Blaise, che bacchetta alla mano aveva modificato l’estetica della stanza, dando alle pareti toni tenui di bianco e verde e creando un vero fuoco nel caminetto. Un altro colpo di bacchetta e due quadri si appesero alle pareti; uno dei due era un ritratto di Salazar Slytherin, lo stesso che Draco aveva in camera sua a casa.

L’altro ragazzo puntò un dito alle pareti, - Non sono veramente tinte. È solo un’illusione ottica. -

Draco annuì, diffidente. Nonostante le loro madri si conoscessero fin dai tempi di Hogwarts, loro due non avevano mai legato molto - Lucius continuava a ripetere che non era accettabile il fatto che quel ragazzo non avesse un padre e che fosse sua madre a gestire tutto, quindi nelle rare occasioni in cui si incrociavano Draco distoglieva lo sguardo, quasi come se l’altro stesse chiedendo l’elemosina.

- Il fuoco... è vero? -

Blaise annuì, legando i tendaggi di velluto di un baldacchino ai lati e sedendosi sul letto, per poi guardarlo.

Draco non aveva perso tempo, si era seduto davanti al caminetto e si stava scaldando le mani, l’abbozzo di un sorriso sul suo volto. - Grazie. -

L’altro lo fissò, sorridendo a sua volta, sorridendo veramente. - Prego. Mi chiamo Blaise, Blaise Zabini. Anche se lo sai già. -

Draco aveva fissato la sua mano per un nanosecondo, poi l’aveva stretta; di sicuro non sarebbe riuscito a non essere gentile - per quanto gentile possa essere uno Slytherin - col ragazzo che gli aveva regalato un po’ di calore.

Sette anni dopo, Draco si complimentava internamente con Potter per non aver stretto la mano ad uno Slytherin, cosa che avrebbe dovuto fare anche lui con Blaise, se solo l’altro non l’avesse biecamente abbindolato con un caminetto.

- Dov’è finito il ritratto di Slytherin? - chiese, fissando disgustato la donna sulla tela, che a quelle parole prese a piangere più rumorosamente, coprendosi il viso col dorso di una mano.

- Andato. -

- Dove? -

- Per quello che ne so, ad amoreggiare con quello della Ravenclaw che c’è al quarto piano. -

Si sedette sul bracciolo della poltrona, mentre l’altro faceva comparire un altro bicchiere panciuto pieno di Firewhisky.

Va bene che la carne è debole, ma al posto del suo beneamato Slytherin c’era una donna smunta e piangente, ed a Draco non pareva uno scambio equo.

- Chi è questa? - indicò con un gesto del capo il nuovo dipinto, - Non mi sembra di averla mai vista in nessun libro d’arte. -

- Venere Triste, Romaine Brooks, millenovecentodiciassette, Musées de la Ville de Poitiers et de la Societée des Antiquaires de l’Ouest Poitiers. - enunciò Blaise.

- Romaine Brooks ? Mai sentita. -

- Babbana. -

Draco si alzò di scatto dalla poltrona, inorridito. - Blaise?! Hai portato della roba Babbana in camera mia?! -

L’altro sbuffò, facendo apparire una  bottiglia di Firewhisky e versandone due dita nel bicchiere. - Si dà il caso che questa sia pure camera mia. E poi è un quadro bellissimo, a casa ne ho una riproduzione a grandezza naturale. Guarda, l’ho pure incantato per farlo muovere. -

- Capirai, non fa altro che piangere. -

- Venere Triste, Draco, che ti aspettavi, che ballasse la quadriglia? -

- Sembra Cho Chang. -

Blaise sbarrò gli occhi, sputacchiando un po’ di Firewhisky nel caminetto, le fiamme che avvampavano. - Evanesco. -

La Venere Triste scomparve con un ultimo lamento strozzato, - Se vuoi scusarmi, Draco, cose più importanti da fare che parlare con degli ignoranti. -

Draco ghignò, riappendendo il quadro di Slytherin alla parete. Lo stava raddrizzando quando il Padre Fondatore comparve sulla tela, cogliendolo quasi alla sprovvista.

- Ragazzo, chi era quella donna che c’era qui prima? Era raccapricciante. -

- Venere Triste, signor Slytherin. -

- Donne. Sempre tristi, per quanto tu le ingioielli come una Madonna avranno sempre qualcosa da rinfacciarti. -

Draco trattenne a stento un sorrisetto ironico, ed annuì compostamente. - Sì, signore. -

- Meglio gli uomini. Non vogliono gioielli ed il massimo che possono rinfacciarti è di esserci andato troppo piano, se capisci cosa intendo. - Slytherin ammiccò al suo indirizzo, e Draco si ritrovò improvvisamente ad avere bisogno di bere qualcosa di forte.

 

***

 

La critica, elevata o infima che sia, è una forma di autobiografia.

 

(Oscar Wilde)

 

- Qual’è la data della quarta Rivolta dei Goblin?  -

Sally Anne alzò gli occhi dal suo libro, - Non ne ho idea. -

- Andiamo, hai preso E al G.U.F.O. di Storia della Magia! - Daphne inarcò un sopracciglio, tamburellando spazientita le dita sul tavolo di pietra.

- Quello è stato due anni fa, ho fatto tabula rasa di Storia della Magia circa mezzo minuto dopo aver finito l’esame. -

- Ti odio. -

- Che colpo al mio amor proprio, Daph. -

La ragazza brontolò qualcosa, tornando alla sua pergamena e prendendo a scarabocchiare freneticamente. Sally Anne stava per riprendere la lettura quando una figura imponente si parò davanti ad una lampada, gettando un’ombra sul suo libro.

- Mi togli la visuale, Blaise. -

- Ho bisogno di una raffinata esperta d’arte. - 

- Non so dove sia Draco. -

Qualcuno tossicchiò, e la ragazza alzò lo sguardo, incontrando quello oltraggiato di Malfoy. Sally Anne gli soffiò un bacio sulla punta delle dita, tornando al libro.

- Guarda questa. -

Blaise coprì le pagine con una piccola riproduzione di un quadro dove era raffigurata una donna pallida ed abbastanza smunta, la pelle diafana ed una chioma corvina ad incorniciarle il volto scavato, sdraiata su quello che alla ragazza pareva un letto di seta nera.

- Bellissimo, ma non l’ho mai visto in nessuna galleria... è da una collezione privata? -

Il ragazzo scosse la testa, poi picchiettò con la punta della bacchetta sulla riproduzione,  la donna aprì gli occhi - Sally Anne rimase colpita dal nero profondo e luminoso, incredibilmente velato di tristezza - e guardò la luna, seminascosta dietro le nuvole, per poi mettersi a piangere.

Sally Anne inorridì. - Santo Salazar, è Cho Chang! -

Blaise le strappò di mano la riproduzione, uscendo a grandi passi dalla Sala Comune e blaterando qualcosa sulla gente che d’arte ne capiva meno di un Weasley. Draco scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di un paio di matricole che arrossirono e si misero a confabulare ridacchiando, poi si sedette tra Sally Anne e Daphne.

- Quella era innegabilmente Cho Chang. -

Draco annuì, - Già. -

Daphne sollevò la testa dal tema di Storia della Magia. - Dite che Cho Chang si ricorda la data della quarta Rivolta dei Goblin? -

Sally Anne e Draco si fissarono per un istante, prima di rispondere in coro, - No. -

 

***

 

Where have  all the good man gone,

And where are all the gods?

 

(Holding Out For A Hero; Frou Frou)

 

Si chinò, raccogliendo da terra la piccola cartolina animata e rigirandosela fra le mani, mentre Anthony Goldstein gli si affiancava, - Cos’è? -

Michael Corner non si intendeva particolarmente d’arte, ma sulle donne la sapeva lunga.

- Una foto di Cho Chang. -

Da dietro l’angolo giunse un urlo angosciato seguito da un’esclamazione indignata, - IGNORANTI! -

Michael aggrottò le sopracciglia, chiedendosi con chi ce l’avesse Zabini.

 

 

 

 

Domenica è sempre domenicaaaaaa si sveglia la città con le campaneeeeee... poi non la ricordo più, so solo che c’entrava il Gainicolo. Comunque. Buona domenica e buona festa della donna, sciure! (L)

Ora.

Questa settimana è come se non avessi aggiornato, in sostanza, perchè in questo capitolo non succede una cippa di niente XD volevo approfittarne per postare le foto dal primo capitolo ad oggi ma  non riesco a capire come si faccia a salvarle dal Word; se qualcuno ha una vaga idea di come fare... io sono qua XD

 

Soul: sob, questo capitolo suppongo ti deluderà, Harry viene nominato solo di sfuggita XD Gnac, vedo se dopo la pagella trovo tempo, intanto mi sono salvata i capitoli (: a dire il vero dovrei stampare e leggermeli in filovia, ma non ho più inchiostro... magari li porto in stamperia, ho un po’ di roba da stampare o_ò Mno, Atria e Castor non sono Mary & Gary (detesto Mary & Gary =_=) perchè non sono i veri protagonisti della storia; le loro vicende mi servono per costruire la relazione tra Harry e Draco... e poi mi diverto a scrivere un po’ di Het, ogni tanto (... da quando? O_O) Castor è pocho, non mi viene in mente nessun altro aggettivo XD (e considerando che “pocho” non è neanche un aggettivo...) Svabè guarda, Draco HBP è... svabè, non ho neanche più parole, guarda. Tra l’altro quando l’ho letto ero in vacanza a Brunico, in questo chalet bellissimo, con vista sui monti, tutto silenzioso, con Heidi che passava ogni tanto ridacchiando. Bene, ho scagliato il libro per aria ed è finito fuori dalla finestra. Oltre ad aver cacciato un urlo degno di una Banshee ho quasi ammazzato il cane dei proprietari, sob. La mia compagna di stanza è uscita terrorizzata dalla doccia, pensava mi stesse assalendo Heidi XD e questo te l’ho scritto perchè? Boh, mah, chi lo sa. (cit) A me è piaciuta la parte su Silente che si trova nel settimo... tutti quei panni sporchi, Gellert *_* Ach! *_* Il settimo? Settimo? Ho detto settimo? Esiste un settimo libro? *finge indifferenza* Guarda, domani ho un test di storia, martedì interrogazione di francese, test filosofia, mercoledì interrogazione tedesco e inglese, test francese e inglese... avanti così tutta la settimana. Come rido. A domenica, se sarò ancora viva XD (L)

Arisu Kon: ecco qua il seguito (:

leila a: eeeh, cos’è successo tra Atria e Castor? Chi lo sa XD aspetta e vedrai u_u (L)

Faust_Lee_Gahan: ma grazie, il mio Harry ringrazia :3 Draco complessato è una delle cose migliori XD col balsamo in testa, poi... eh, la faccenda Tria/Cas incuriosisce un po’ tutti pare XD *si tappa la bocca* sì, libri aperti coi post-it XD più i post-it appesi dovunque con su delle battute da usare XD sob, come vorrei passare il tempo a scrivere e basta e_e comunque XD a domenica :*!

Azzusam: sob, chiedo perdono, questa storia non va bene per le persone troppo curiose XD pensa che ogni tanto non va bene neanche a me! Il lato Slytherin di Harry mi stuzzica un sacco u_u Eh sì, anche se il mio orgoglio Slytherin un po’ ne risente è bello vedere Harry che tiene in mano decentemente la situazione XD Ma Draco riserva tante sorprese, tranquilla u_u! Ti saluta Anthony! XD (L)

fleacartasi: eccomi cara, dopo vado a leggere Drops <3 il balsamo è più che fondamentale! Comunque fa un decotto di camomilla come Lucrezia Borgia XD anzi, ti dirò di più: Lucrezia Borgia è una Malfoy in realtà, ed è da lei che si tramanda la pozione (?? Sto delirando, che novità XD) Harry ogni tanto mi va OOC, sob, me tapina! Ah, ieri ho visto Castor in un film! Non era brutto, anche se è un po’ troppo bamboccione, forse... comunque XD a dopo dear (L)

 

Buona domenica ancora! (L)

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sesto, in cui si possono trovare pugni, biscotti e tacchi rotti ***


Capitolo Sesto

Capitolo Sesto

In cui si possono trovare pugni, biscotti e tacchi rotti.

 

When I was just a baby

My mama told me

‘Son, always be a good boy,

Don’t ever play whit guns.’

But I shoot a man in Reno

Just to watch him die.

 

(Folsom Prison Blues; Johnny Cash)

 

In tutta la sua vita Castor non si era mai sentito meno posato di quel momento, la mascella irrigidita, le mani strette a pugno ed il petto che si alza ed abbassa a ritmo frenetico, la gola secca, degli insulti che volevano uscire ma si erano fermati al pomo d’Adamo formando un nodo poco piacevole, Zacharias Smith che lo guardava come se fosse un Vermicolo, e la Sala Grande ammutolita come ai vecchi tempi del QuintoPotter, dove ogni pasto era un’occasione per sentire gente che dal tavolo di Gryffindor cacciava “Voldemort!” concitati, subito seguiti da un terribile “hem hem”, impresso a fuoco nelle menti e sulle mani di un buon ottanta percento della popolazione scolastica.

Dal tavolo delle autorità una forchetta sbattè sulla porcellana dei piatti ed un turbinare di vesti annunciò a Castor che la sua ora era giunta.

- Signor Moon, io non tollero, non tollero questo comportamento! Nel mio ufficio, adesso. -

Smith riacquistò la sua normale ingessatura Huffelpuff e riguadagnò il suo tavolo, mentre Castor riprendeva a respirare più o meno normalmente nonostante un intenso dolore alle giunture, come se si stessero lentamente e dolorosamente strappando i tendini; uscì dalla Sala Grande senza guardare da nessuna parte, specialmente verso il tavolo Slytherin.

 

***

 

May he turn 21

On the base of Fort Bliss

‘Just a day’,

He said down to the flask in his fist,

‘Ain’t been sober since

Maybe october of last year’.

 

(Breathe 2 a.m.; Anna Nalick)

 

L’ufficio della McGranitt non era poi cambiato tanto rispetto a quando ci era venuto con i suoi amici, c’era solo una nuova poltrona. Voci di corridoio mormoravano che si fosse sfondata per le troppe attività notturne della Vicepreside e del Preside, ma lui sapeva che in realtà la vecchia poltrona era stata sostituita perché lui l’aveva rotta la settimana precedente in un impeto di rabbia.

- Ora tu prendi un biscotto e mi spieghi cosa sta succedendo. -

Castor si stropicciò le tempie, prendendo un biscotto al burro dalla scatola di latta che la professoressa gli porgeva. - Io, ecco, io. -

Chiaro, lineare e conciso.

La donna sospirò, poggiandosi alla scrivania e passandogli una mano tra i capelli biondi, indugiando sulla mascella in un gesto carezzevole. - Castor, è la seconda volta in una settimana che prendi a pugni Smith. Cosa succede. -

- È lui. -

- Credo che sia altro, ma che tu non voglia dirmelo. -

Minerva McGranitt non era certo una donna particolarmente dolce e comprensiva, e Castor sapeva che se avesse cercato di svicolare dalla risposta un’altra volta lei si sarebbe arrabbiata. Minerva McGranitt arrabbiata privatamente era, se possibile, ancora più terribile e temibile di Minerva McGranitt sull’orlo dell’isterismo in Sala Grande.

- Non so se posso dirtelo, però vorrei. -

Le labbra della donna fremettero.

Ahia.

- Castor, - risuonò la voce severa ed ammonitrice - tu ora mi spieghi perché di questi tempi sei così suscettibile a qualunque cosa dica il signor Smith, altrimenti io... -

Il ragazzo fece roteare le pupille, sorridendo ironico. - Tu cosa, sentiamo, mi togli dalla squadra del Gryffindor? -

- Precisamente. -

A Castor si incastrò il biscotto in gola. Cominciò a tossire, guardando spaventato la donna. - Mina! -

- Castor? -

- Non puoi! Tu desideri vedere il Gryffindor vincere quella benedetta coppa quasi più di me! -

- Non mi stai lasciando altra scelta, Castor. -

Grugnì, appoggiando l’altra metà del biscotto sulla cattedra e tenendosi la testa fra le mani. Mai, mai dare idee a Minerva McGranitt, mai; in diciassette anni era convinto di aver assimilato quella nozione, ma a quanto pareva aveva ancora parecchio da imparare sulla donna, ad esempio che sotto sotto era un po’ Slytherin pure lei. Un po’ tanto, in certi momenti, ma il più delle volte era relativamente facile gestirla privatamente.

Decise comunque di sganciare la bomba.

- Riguarda una ragazza. -

- Detto così suona molto frivolo, Castor, e spero che tu non abbia fatto a botte con un tuo compagno per questo. Ne rimarrei molto delusa. -

Il ragazzo ridacchiò, prendendo dalle mani della professoressa la metà del biscotto che aveva avanzato e mettendoselo in bocca, soppesando attentamente le parole.

Avrebbe voluto dire che non era niente di così frivolo, ma non era certo di potere. Magari, se giocava bene le sue carte, poteva passare per l’adolescente medio con gli ormoni a mille, proteggendo così la verità.

A che pro, poi.

Sempre ammesso che riuscisse a giocare bene le sue carte.

- Sì, vedi... lei sta con lui ed io sono... geloso. -

Crack, fecero il suo Orgoglio e la sua Dignità che sbriciolavano come uno di quei biscotti al burro che la Vicepreside gli porgeva ancora.

- Mh. Quindi non c’entra niente il trasferimento a Durmstrang del fratello di Atria? -

Spatash, scrick, ciack, fecero le scarpe basse di Minerva McGranitt che camminavano sopra Orgoglio e Dignità.

- Ehm. -

- Castor. - alzò gli occhi sulla donna, mentre lei gli carezzava una guancia, l’ombra di un sorriso sul suo volto. - Devi smettere di pensare che quella ragazza non si sappia difendere da sola. Non ha bisogno del cavaliere senza macchia e senza paura, ma di qualcuno a cui appoggiarsi senza nessuna apparente ragione, perché è perfino più orgogliosa di un Malfoy e di un Black messi insieme. -

Lui annuì, inclinando la testa mentre la mano della donna lo carezzava nuovamente. Certo, lo sapeva perfettamente com’era fatta Sally Anne, ormai c’era anche quasi abituato, ma non era sicuro di poter modellare se stesso sul carattere della ragazza.

- Ma vedi, lei-

- Lei sta avendo qualche problema con una... chiamiamola fuga di notizie, e Severus ha detto molto chiaramente di lasciare che se la sbrighi da sola. Come si suol dire, i panni sporchi si lavano in famiglia. -

- Sì, ma-

- Castor. Godric solo sa se tu non saresti stato perfetto nel Quattrocento, a poetare la grazie delle Madonne. L’unico problema, è che la donna tua tanto gentile e tanto onesta non pare. Te la sei scelta contorta, orgogliosa e soprattutto Slytherin. Accettane le conseguenze. - fece una breve pausa, sistemandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorridendo brevemente prima di concludere.

- Ora vai. Ti darei il permesso di passare dalle cucine a prendere da mangiare, ma sicuramente i tuoi amici ci avranno già pensato. -

Castor si alzò, chiudendo la scatola di latta e sorridendo alla donna, per poi guadagnare la porta.

- Ah, Castor. Dieci punti in meno per Gryffindor. Un altro livido su Smith e puoi dimenticarti il Quidditch. -

Gemette. Odiava la professoressa McGranitt quasi quanto amava la sua madrina Minerva.

 

 

***

 

These boots are made for walkin’

That’s just what they’ll do

One of these days this boots

Are gonna walk all over you.

 

(These Boots Are Made For Walkin’; Geri Halliwell)

 

- Io lo uccido. -

- Mhm. -

- Adesso vado lì e gli dico un paio di paroline. -

- “Avada Kedavra”? -

- Pensavo più a “Imperio” e “sali sulla torre ovest e buttati giù”. -

- Sarebbe una gran bella... caduta di stile, per il gigante buono del Gryffindor. -

Daphne spostò gli occhi dal tavolo Gryffindor, dove era appena arrivata la McGranitt, a Blaise, - Ma il “gigante buono del Gryffindor” non era il Mezzogigante Ignorante? -

Il ragazzo scrollò le spalle. - Cosa vuoi che ne sappia io di Gryffindor. Perlomeno, non ne so quanto lei. - denotando un coraggio tutto Gryffindor, nonostante le sue parole, Blaise ammiccò in direzione di Sally Anne, che stringeva convulsamente i pugni, mormorando qualcosa.

- Cara, non capisco cosa stai dicendo. -

- Crucio. Ecco cosa sto dicendo, Crucio. Magari se lo ripeto abbastanza intensamente lui si accascia su quel fottuto tavolo e nel dolore accoppa pure Potter e quell’altra testa di Schiopodo di Smith. -

Blaise inarcò un sopracciglio, servendosi un tortino di carote. - Cosa c’entra accoppare Potter? -

- C’entra che farebbe un grandissimo favore all’umanità. - si intromise Draco, rubando un gambo di sedano dal piatto di Sally Anne, troppo impegnata a lanciare sguardi di fuoco a Moon (che usciva dalla Sala Grande con la stessa verve di un gigante imbizzarrito) per accorgersi del furto.

- No, basta, questa cosa deve finire. -

- La vita di Potter? L’ho sempre sostenuto anche io. -

La ragazza si alzò di scatto, tanto che Draco credette di aver protratto troppo il consueto scambio di dolcezze su Potter.

- Tri... -

- Tri un corno, Draco, Tri sta andando ad uccidere. -

Aggirò il tavolo con grazia, camminando compostamente fino a che non fu uscita dalla Sala Grande; a quel punto, si mise a correre, battendo il record di velocità su tacchi dodici, detenuto fino a quel momento dall’adorabile Tess Steeval e conquistato a suon di Schiantesimi durante l’Ultima Battaglia, dove aveva inseguito Avery per quattro piani prima di riuscire nel suo intento. Era quasi arrivata all’altezza del dipartimento di Trasfigurazione quando le si parò davanti un uomo alto, avvolto nel nero, i capelli corvini che gli ricadevano sul viso, e lei, mentre finiva col sedere per terra per la brusca frenata, pensò che era proprio bellissimo.

Ad un’occhiata più approfondita si accorse che era Piton - ed in Piton non c’era assolutamente niente di bellissimo.

L’uomo tese una mano e la aiutò a rialzarsi. - La calma, Sally Anne, è una cosa che non ti è molto amica, di recente. -

Lei avvampò, sbattendo un piede per terra con forza. Il tacco della scarpa destra si ruppe, sbilanciandola nuovamente; sarebbe caduta se il professore non l’avesse trattenuta per un braccio. Lei lo scostò con rabbia, togliendosi le scarpe. - La calma può andare al diavolo, mi sono altamente stufata, quello deve capire con chi ha a che fare! - raccolse da terra il tacco, rialzandosi di scatto per urlare, la voce un’ottava sopra il suo normale volume caldo e suadente, - E non ti avevo detto che non volevo che si intromettesse nessuno?! -

- Infatti non si sta intromettendo nessuno, Sally Anne. -

- A parte quel cerebroleso di Moon! E non chiamarmi Sally Anne, o quant’è vero che a cena c’era il tortino di carote ti lancio addosso una fattura, al diavolo la spilla da Caposcuola! -

Aveva raggiunto una frequenza che probabilmente solo gli Snasi ed i cani riuscivano a raggiungere. Da qualche parte dietro un Velo sicuramente Sirius Black si sta facendo quattro risate, pensò distrattamente mentre cercava di riacquistare compostezza e dignità puntando le braccia sui fianchi ed alzando il mento in una fedele riproduzione della Narcissa Malfoy dei bei tempi andati, prima che confiscassero i territori di famiglia e le restituissero il marito sotto forma di grazioso involucro vuoto.

Lui inarcò un sopracciglio, arricciando le labbra in una specie di sorriso sardonico. - Che paura. Certo acquisteresti credibilità con un paio di scarpe ai piedi, ti darebbero qualche centimetro in più, ma tant’è. -

Sally Anne si sgonfiò, appoggiandosi al muro e lasciando cadere le scarpe per terra, prendendosi la testa tra le mani.

- Non... è così ingiusto, Severus. Ora so che mi dirai che la giustizia è un carnevale ai lati della strada, ma semplicemente non è giusto. Carlisle non se lo merita, e vaffanculo, tutto quello che dovevo fare era stare zitta e proteggerlo, e ci sono riuscita proprio bene! Dio, come mi sento Gryffindor. -

- Ti senti fedele come un cane e stupida come un Potter? -

- No, incapace di tenere un segreto. -

Severus si appoggiò al muro accanto a lei, richiamando a sé con la magia la scarpa rotta e sistemandola, - Non ti seguo. -

- Beh, pensa cosa sarebbe successo se la Weasley si fosse tenuta per sé le sue beghe sentimentali senza bisogno di spiattellarle a Sua Eccellenza Fatta Di Oscurità. - sputacchiò fuori quel nome, scimmiottando la parlantina di Bellatrix Lestrange. - A quest’ora la Camera dei Segreti sarebbe ancora intatta, con buona pace di quella povera creatura che è stata prima accecata e a cui poi hanno cavato i denti, pensando che fosse una cosa carina da fare. -

L’uomo inarcò un sopracciglio.

- Per non parlare di quel benedetto Esercito della Salvezza o come diavolo si chiamava, era così segreto che nell’arco di dieci minuti sapevano tutto perfino a Volgograd. Santo Salazar, Justin Finch-Fletchey è venuto a chiedere a me se volevo unirmi! -

Le sopracciglia inarcate divennero due. - Questa non la sapevo, non hai detto niente. -

- Sì, beh, approvavo ma non avevo certo bisogno di Potter per farmi insegnare a lanciare un Incanto Patronus, lo sai benissimo. -

L’uomo annuì. - Ti sei calmata? -

- Sì. Ma voglio ancora uccidere Moon. -

- E Smith? -

Stava quasi per rispondere “chi?” ma qualcosa dentro di lei le disse che era meglio tacere e riformulare con più attenzione la risposta. - Smith non mi ha fatto niente. -

- Non vorrei dover ripetere il colorito epiteto che ti ha rivolto, Atria. -

- Smith non mi ha fatto niente. Parla tanto ma appena mi incrocia per i corridoi gira dall’altra parte terrorizzato. Quelli come lui me li mangio a colazione. -

Severus scosse la testa schifato, - Huffelpuff. E Moon cosa ti ha fatto? -

Sally Anne lo fissò dritto negli occhi. - Lo sai benissimo. Non intendo fargliela passare liscia. -

- Stai attenta, Tria. È molto ben... protetto, come sai. Tua madre non me lo perdonerebbe mai, se ti espellessero. -

- So giocare, Severus, e molto bene, anche. -

L’uomo sorrise apertamente, - Lo sa bene anche Pansy Parkinson. -

 

***

 

When the storm arrives

Would you be seen with me?

 

(You Know My Name; Chris Cornell)

 

Harry pensava che i tempi in cui si era ritrovato a giocare al Piccolo Investigatore fossero finiti, o almeno sperava che con la fine della Guerra nessuno avrebbe avuto più niente da tramare.

- Stanne fuori, Parkinson, se non vuoi che ti capiti qualcosa di molto doloroso. -

Harry evidentemente si sbagliava. Chiuse con delicatezza il libro, avvicinandosi allo scaffale dieci del reparto di Erbologia, dal quale proveniva la voce, le orecchie tese.

- Non ho paura di te, Greengrass. - una breve risatina di scherno; provò a sporgersi, ma purtroppo un volume di almeno mille pagine sull’assenzio gli toglieva la visuale in qualunque modo si mettesse.

- Fai male. -

- Oh, taci! Cosa vuoi saperne, tu? -

- Ne so più di quanto tu immagini. Credi che non ti abbia vista infilare le mani nelle mutande di Smith? Coinvolgere un Huffelpuff, che mossa subdola, perfino per te. Di solito il tuo genere sono le bestie feroci, non gli agnellini. -

Harry inarcò un sopracciglio, mentre le sue cellule grigie si mettevano in movimento per cercare di collegare le parole delle due a quello che gli aveva detto Castor, ovvero che Smith avrebbe dovuto smetterla di parlare così di --- e poi Ron era entrato in Sala Comune sventolando in aria la sciarpa dei Cannoni di Chudley ed una piccola radiolina, dicendo che la partita stava per cominciare.

Pansy Parkinson mormorò qualcosa che lui non riuscì a cogliere, poi emise un gemito strozzato, e ci fu un rumore di qualcosa che va a cozzare contro qualcosa d’altro. Harry provò a sporgersi, ma fece cadere un paio di libri, così si acquattò dietro lo scaffale, pregando che Daphne Greengrass non guardasse in basso, perché altrimenti l’avrebbe sicuramente individuato, e lui e non era pronto a morire per mano di una donna, anche se Ginny c’era arrivata vicino parecchie volte.

La ragazza scandagliò con lo sguardo la Biblioteca, mentre la Parkinson emetteva un altro lamento addolorato.

- Stalle lontana, Parkinson. Stalle lontana e vedi di fingerti molto, molto sofferente e dispiaciuta, perché quando lei casualmente scoprirà chi è che le sta aizzando contro Smith, allora vorrà uccidere quella persona, e forse solo la sua pietà potrà salvarti. Sempre ammesso che riesca ancora a provarne per te. -

Harry rimase in silenzio, il cuore che batteva a tremila, mentre Daphne si allontanava dallo scaffale; Pansy Parkinson la seguì un minuto dopo, massaggiandosi il collo, sul quale spiccavano segni rossi - di dita, notò Harry con una punta di stupore - e mormorando qualcosa di incomprensibile.

Si passò una mano fra i capelli, inspirando; stava succedendo qualcosa, qualcosa di grosso, e tutto portava a credere che non fossero coinvolti solo gli Slytherin, bensì anche i Gryffindor - non che la cosa lo stupisse, però, loro erano sempre coinvolti - e perfino gli Huffelpuff. Harry non sapeva di cosa si trattasse ma decise che la soluzione era la stessa di sempre.

Avrebbe indagato.

 

 

 

 

 

 

Scusate il ritardo dell’aggiornamento ma è un periodo terribile >_> almeno è un capitolo lungo e pieno di cose XD

 

fleacartasi: i capitoli dove non succede nulla sono sempre i migliori (anche perchè da questo mi sono ampiamente complicata la vita XD) Comunque Salazar è un buontempone (???), non so dei suoi trascorsi amorosi XD il quadro c’era nella versione originale, non so se te lo ricordi ;O; comunque (e 2) ho trovato il modo di salvare le foto, ora devo solo riupparle (sè ciao). (L)

 

Arisu Kon: beh, il Gianicolo è stato profetico! XD Blaise è il paladino di grandi e piccini (;

 

Faust_Lee_Gahan: sigh povero Blaise! E povero Mondo (??? Non lo so, so solo che ci sto mettendo una vita a rispondere alle recensioni e devo studiare) :****

 

Soul: io? Certo che sono logorroica XD comunque... boh, auguri di Saint Patrick? XD

 

Azzusam: certo che ti tratto bene Draco, tranquilla (; e Sally Anne è forte, non temere!11!! XD

 

Booboo: ok, sappi che la risposta al tuo commento mi impedirà di studiare e quindi per colpa tua domani prenderò un brutto voto in crucco. Btw. Di dove sei? *_* poi. Sto gongolando in maniera assurda, sappilo XD comunque per il formato concordo, in Italia gli si dà poca importanza... solo che io amo il formato delle mie fic. Ci ho messo anni per trovarne uno che mi soddisfacesse e non credo di essere disposta a cambiarlo, spiacente u_u’ saltare una riga tra un paragrafo e l’altro non mi piace, e poi sul mio pc c’è una bella visualizzazione (forse perchè questo portatile ha delle misure assurde, ma tant’è), è ordinato. Quindi grazie per il consiglio ma temo dovrò ostinatamente restare con questo formato XD Per quanto riguarda i complimenti non posso che inchinarmi e ringraziare perchè questa fic è molto importante per me e vedere l’accoglienza è semplicemente meraviglioso! Però da questo capitolo ho inserito il complotto, sob! XD Anche se resta comunque la quotidianità, alla quale non potrei mai rinunciare - solo che andava fatto qualcosa perchè il tutto stava diventando monotono. Beh, in sostanza ti ringrazio tanto per avermi fatta gongolare e accetto la proposta di ripopolare il Mondo XD Un bacione :*

 

 

A domenica!! (Spero)

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo Settimo, dove perlopiù è possibile trovare lunghe ed estenuanti ricerche ***


Capitolo Settimo

Capitolo Settimo

Dove perlopiù è possibile trovare lunghe ed estenuanti ricerche.

 

 

 

 

And tell me who’s the killer,

If we all consider that

emotions run as deep as flash.

Beauty is the Beast,

And you better believe it.

 

(Beauty Is The Beast; The Ark)

 

Daphne si sedette sul letto di Theodore Nott, carezzando con una mano il copriletto verde.- Credo che Potter mi abbia sentita mentre dialogavo amabilmente con la nostra cara Pansy. -

Draco alzò gli occhi dal tema di Pozioni, inarcando un sopracciglio. - Come, prego? -

- Ieri sera, in biblioteca. Probabilmente era lì da prima e non me ne sono accorta. Comunque. Ad un certo punto sono caduti dei libri, mi sono girata ma non c’era nessuno. Magari era sotto quel benedetto mantello. -

Il ragazzo poggiò la piuma, girandosi completamente verso Daphne, adesso sdraiata sul letto del suo fidanzato storico. - Come, prego? -

- A colazione guardava me e Pansy come se fossimo ree confesse di devozione alla Causa, quindi credo che abbia fatto due più due e come al solito non abbia capito nulla. -

Draco sbattè la testa contro la scrivania un paio di volte, prima di appoggiare semplicemente la fronte sulla pietra; Daphne continuò imperterrita, accendendosi una sigaretta. - C’è bisogno di un’azione diversiva, o come minimo ci distrugge i sotterranei. - sbuffò fuori una nuvoletta di fumo profumato all’arancia, accavallando con eleganza le gambe. - Draco, lei non deve saperlo. Se anche solo subodora che Potter si sta immischiando in affari che non lo riguardano è capace di Schiantarlo e seppellirlo vivo in riva al lago. -

Il ragazzo si raddrizzò sulla sedia, annuendo.

Non che lo allettasse particolarmente l’idea di mentire alla sua migliore amica, ma se volevano evitare lo scoppio dell’apocalisse era meglio non farle sapere che Segugio Potter si stava imbarcando nell’ennesima avventura scolastica insieme al suo bagaglio di Gryffindoraggine. Anche se, effettivamente, gli sembrava strano; stando a quanto diceva Sally Anne, Moon aveva spiattellato alle persone giuste un paio di cosette - insomma, si disse, se veramente fosse un Gryffindor degno di questo nome avrebbe parlato anche all’intera Cricca degli Sfigati, non solo alla Parkinson.

Ma - perché c’è quasi sempre un ma - se Potter aveva tirato fuori dalla naftalina cappello da Sherlock e pipa, questo poteva significare solo una cosa: non ne sapeva niente.

Draco alzò gli occhi e li incrociò con quelli azzurri di Daphne. - Lei lo verrà a sapere. -

- Non parlate di me come se non fossi in questa stanza, idioti. -

Daphne ridacchiò, - Ecco come sarebbe andata se non mi avessi intercettata mentre venivo qua. -

Sally Anne si alzò dalla sua postazione davanti al caminetto, dove prima che cominciasse il teatrino dei poveri stava leggendo. - Ecco come andrà ora. Dunque, per prima cosa... -

Il Principe di Machiavelli riposava al calduccio davanti al fuoco, mentre Sally Anne metteva in pratica gli insegnamenti che ne aveva tratto.

 

***

 

 

You made up all the rules,

We follow them like fools.

I’m sorry, it’s like this.

 

(They; Jem)

 

Harry si guardò attentamente intorno, frugando con gli occhi la Mappa del Malandrino alla ricerca di Daphne Greengrass; durante l’ora di Pozioni era casualmente entrato in possesso di un biglietto lanciato da Malfoy ed indirizzato alla ragazza, dove, prima che Piton togliesse cinque punti a Gryffindor per uso inappropriato di pergamena, era riuscito a scorgere le parole “quarto piano” e “18.30”. Harry sapeva per esperienza che a quell’ora, al quarto piano, si incontrava solo chi aveva qualcosa da nascondere - lui stesso vi aveva organizzato la resistenza, l’anno precedente - e gli era parso quantomeno appropriato andare a vedere cosa stessero tramando i due.

Individuò la ragazza dentro una classe vuota, era seduta sulla cattedra con gli occhi chiusi, così Harry ne approfittò: si infilò il Mantello dell’Invisibilità ed entrò anche lui. La Greengrass era talmente sicura che nessuno li avrebbe scoperti che aveva addirittura lasciato spalancata la porta dell’aula.

Non passarono neanche due minuti che Malfoy entrò nell’aula, glaciale ed austero, il mantello allacciato fino alla gola. Il cuore di Harry perse un battito, ma si riscosse quasi subito. Non era lì per circuire Draco, era lì per spiare Malfoy.

Daphne scese dalla cattedra, estraendo dalla tasca interna del mantello un portasigarette d’argento ed accendendosi una sigaretta. - Hai fatto? -

Il ragazzo annuì, - Bestie pericolose, i Venberboorth. Uno mi ha quasi staccato una mano a morsi. -

La ragazza spalancò gli occhi sorpresa, per poi tornare composta ed aspirare un’altra boccata dalla sigaretta. Harry era abbastanza lontano rispetto a loro, ma riusciva comunque ad percepire l’odore fresco dell’arancia; la mano di Malfoy era fasciata e la fasciatura era sporca di quello che non poteva essere altro che sangue.

Bestie pericolose, i Venberboorth.

Harry deglutì.

Qualunque cosa fossero i Venberboorth, si sarebbe premurato di starne alla larga.
La Greengrass fece Evanescere la sigaretta, sporgendosi per guardare da vicino la mano dell’altro. Malfoy si schiarì la voce, e la ragazza si riscosse subito, raddrizzandosi. - Ehm. Sì, sì, hai proprio ragione. Ne abbiamo uno anche noi nel Devonshire. Ora dobbiamo aspettare che Smith si trovi dove lo vogliamo. -

Harry drizzò le orecchie, avvicinandosi silenziosamente ai due.

- Ovvero nella torre est, domani a mezzanotte e tredici. - disse Draco, fissando intensamente Daphne.

La ragazza sorrise maliziosa, - Lo aspetta proprio una bella sorpresa. -

Malfoy ghignò in risposta; una campanella suonò in lontananza, indicando che la cena stava per cominciare. I due uscirono dall’aula senza dire niente, e solo quando vide sulla Mappa che avevano girato l’angolo, Harry si tolse il mantello.

Tutto sommato era stato un appostamento fruttuoso, aveva scoperto che Malfoy aveva ordinato una qualche sorta di bestia pericolosa che l’aveva quasi dilaniato e che intendevano, nella migliore delle ipotesi, uccidere Zacharias Smith.

Mentre si incamminava verso la Sala Grande, Harry capì che non sarebbe stato prudente raccontare a Castor ciò che aveva visto, altrimenti il ragazzo si sarebbe recato personalmente alla torre est, a mezzanotte e tredici, per impedire al Venberboorth, qualunque cosa esso fosse, di uccidere Smith.

Solo perché potesse farlo lui con le sue mani.

Si risolse quindi per convocare una riunione d’urgenza dei Magnifici Cinque (Meno Uno), quella sera stessa dopo cena, quando Castor era al Club dei Duellanti.

 

***

 

 

Look, I’m only trying to help,

I’m only trying to help.

 

(Trying To Help; Orson)

 

Dean si grattò il mento, - Quindi tu pensi che stiano macchinando qualcosa? -

- Non è che penso, ne sono certo. Vogliono palesemente uccidere Smith con un Venberboorth! -

Seamus scosse la testa, - Non lo so, Harry... non ho mai sentito di nessun animale che si chiami Venberboorth, e sono specializzando in Cura delle Creature Magiche. -

 - Magari è qualcosa di Oscuro e Pericoloso. -

Ron si grattò il naso. - Però pensaci, Seam: magari c’è qualche animale che non ti hanno fatto studiare, appunto perché era Oscuro e Pericoloso. Tipo il Basilisco, al secondo anno. -

Seamus si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi per un attimo, quasi come se quel gesto potesse aiutarlo a ricordare. - Può essere... -

Harry si illuminò, il Sacro Fuoco dell’Avventura - spento da fin troppo tempo, a detta sua - che divampava dentro di lui. - Abbiamo ventiquattro ore per scoprire cos’è un Venberboorth, prima che Zacharias Smith muoia. -

Dean ridacchiò, - Tragico come ai vecchi tempi, amico, non hai perso la mano. -

 

Dalle ventidue alle ventitre

 

- Sentite questo! - tutti si raddrizzarono dalle loro posizioni di ricerca sui letti; Dean si schiarì la voce e prese a leggere.

- “Il Fwooper è un uccello africano dal piumaggio molto vivace; può essere arancio, rosa, verde acido o giallo. È stato a lungo un fornitore di stravaganti piume per scrivere” --- ecco cos’era quell’abominio verde che aveva Dennis al terzo! Comunque, dicevo, “depone anche uova dai disegni coloratissimi.” -

Harry tossicchiò educatamente, - Scusa se ti interrompo, ma... dice qualcosa sui Venberboorth o no? -

Dean scosse la testa, - No, ma sentite qua: “benché all’inizio risulti piacevole, il canto del Fwooper condurrà l’ascoltatore alla follia”. -

Ron corrugò la fronte. - Non ti seguo. -

L’altro ragazzo scosse con veemenza la testa, - Ma non capite?! Bellatrix Lestrange non era pazza, è solo stata allevata da Fwooper! -

Gli altri non si presero neanche la briga di rispondere.

 

Dalle ventitre alle ventiquattro

 

- Ci ho pensato, - disse Seamus, - e se fosse una specie di drago? Tipo, che ne so, l’Ironbelly Ucraino. -

Ad Harry parse plausibile.

Bestie pericolose, aveva detto Malfoy, no? E bestie pericolose siano.

Seamus frugò nel suo baule, riemergendone con un volume dalle dimensioni considerevoli, Enciclopedia dei Draghi.

Ron grugnì, - Ne ha una pure mio fratello Charlie, quando ero piccolo mi minacciava con quella, diceva che se non stavo zitto me l’avrebbe fatta imparare a memoria e poi mi avrebbe fatto bere della Polisucco, così avrei dato l’esame al posto suo. Dannato Schiacciasassi. -

- Lo psicodramma impera. - disse Seamus, cominciando a sfogliarla, per poi sospirare. - Niente Venberboorth. -

Harry poggiò la fronte su una delle colonne intarsiate del suo baldacchino. - Continuate a cercare, Zacharias ha bisogno di noi. -

- Se ti sente Castor ti spezza la colonna vertebrale, la estrae e poi ci fa un guinzaglio per i Thestral. -

Lo stomaco di Harry si contorse al pensiero che stavano mentendo ad un loro amico, ma dopo tutto lui era un Gryffindor, un eroe Gryffindor, la sua competenza all’interno della scuola era evitare che nessuno morisse, non più. “ Basta morti”, si era detto l’anno precedente, e “basta morti” era stato; nessuno si sarebbe più permesso di uccidere in sua presenza.

- Continuate a cercare lo stesso, alla mia colonna vertebrale ci penso io. -

 

Dalle ventiquattro all’una

 

- Ragazzi? -

- Trovato? -

- ... no, Harry. Sono... sono stanco. -

Ron grugnì la sua approvazione, mentre Harry sbuffò.

- Continuate. A. Cercare. -

 

Dall’una alle due

 

- Seamus. -

Russare sommesso.

- Seamus, santo Godric, svegliati! -

Sonoro russare.

 

Dalle due alle tre

 

- Dean, ti prego, non dormire pure tu! -

Il ragazzo si stropicciò gli occhi, sbadigliando. - Scusa, amico, domani ho anche un test alla prima... -

Harry sospirò.

 

Dalle tre alle quattro

 

- Ron? -

Il ragazzo era accartocciato su una delle enciclopedie di Seamus, e ci stava sbavando sopra. Harry grugnì disperato; nessuno voleva aiutarlo? Avrebbe fatto da solo, avrebbe scoperto cosa fosse un Venberboorth ed avrebbe salvato il Mondo un’altra volta, perché lui era Harry Potter e poteva fare questo ed altro, perché lui era Harry Potter e non sentiva la stanchezza.

 

Dalle quattro e cinque alle quattro e dieci

 

Harry continuò a russare, girandosi su un fianco, e che Zacharias Smith imparasse a guardarsi le spalle da solo.

 

***

 

But Lord knows that,

I’m not you.

And if I was,

I wouldn’t be so cruel.

 

(Sitting, Waiting, Whishing; Jack Johnson)

 

- Venberboorth, Malfoy? Che diavolo è un Venberboorth? -

- Una marca di scotch. -

Daphne scoppiò a ridere, - Oddio, stanno cercando una marca di scotch! -

Draco ghignò maligno. - Se conosco un minimo la psicologia Gryffindor a quest’ora staranno setacciando il Reparto Proibito pensando che sia una qualche bestia Oscura. -

Sally Anne entrò nella stanza senza bussare, e si buttò svogliatamente sul letto di Blaise, - Allora? Ha abboccato? -

- Certo che ha abboccato. È Potter, dopo tutto. - Draco ghignò.

Si sentiva stranamente vivo.

 

 

 

 

 

 

Wa, eccomi, riesco ad aggiornare di domenica *_* per i deliri di risposta alle recensioni incolpo la febbre, sappiatelo o_ò

 

leila a: eh sì, il mistero si infittisce! Per avere le risposte però temo dovrai aspettare (:

 

Booboo: ma guarda che pure io sono una talpa! E con le dimensioni dello schermo del portatile il verdana 8 è microscopico, tipo o_ò quindi uso un times 12 che è pure elegante (? Non lo so). Guarda, più che un terribile complotto (non sono capace a fare terribili complotti, mea culpa) è una cosa che mi serviva per mettere tutti insieme e dare al Mondo intero un lieto fine XD La famigliarità coi prof nasce dalla mia mente malata, la McGranitt e Severus sono i due professori più severi di tutta Hogwarts e mi ha sempre divertita pensarli in un contesto quotidiano, quindi appena ne ho avuto l’occasione li ho “umanizzati” XD capisco che possa sembrare falso ma purtroppo non saprei che fare o­_ò anche perchè mi servivano degli adulti °_° Sai che quando scrivevo il capitolo ho scritto “Sailor Moon”? Ogni tanto mi capita ancora di scriverlo, che bei momenti. Messicana *_* meraviglia. Io e lo spagnolo abbiamo litigato, al massimo arrivo a qualcosa di catalano XD a domenica!

 

Nasreen: gah, Minnie! XD è talmente assurdo che mi fa morire ogni volta che lo leggo - e dire che l’ho scritto io. No, quella di Harry è deformazione professionale, temo! (:

 

Elfosnape: per prima cosa: hai un nick carinissimo XD poi: un riassunto di cosa? In realtà non è successo molto, dimmi cosa non ti è chiaro e ti spiegherò tutto (:

 

Azzusam: ottimo riassunto, cara! Hai colto tutto in pieno ^_^ appena vado avanti a scrivere (sono al decimo capitolo) inserisco subito Anthony, così ti faccio contenta (:

 

Arisu Kon: non temere che Draco ed Harry avranno il loro momento! Prima devo mettere tutte le carte in tavola (: Bacione!

 

fleacartasi: ho appena visto uno sneak peak della 5x19 di Grey’s... lasciamo perdere XD comunque. Severus è un tenerone in fondo! Eh sì, Atria e Cas sono come Gianni e Pinotto,  come Mary e Mauro, come Mirco e Sergio, come---che schifo di partita ieri, tra l’altro. Harry è un ficcanaso atroce, oltre che un ciuciamanuber XD vado a rispondere ai tuoi sms, ora che ho ritrovato il cellulare (ci stava dormendo sopra la gatta, tanto per cambiare) :*

 

Un bacione, a domenica!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo, dove, per alcuni, la gioventù non è poi così bruciata ***


Sally Anne lanciò un Incanto Colloportus su una delle portefinestre della Serra Cinque, guardando nervosamente all’esterno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo Ottavo

Dove, per alcuni, la gioventù non è poi così bruciata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


If you want my gravy
Pepper my ragu -
Spice it up for Mama
She'll get hot for you!

 

(When You’re Good To Mama; Queen Latifah)

 

Sally Anne lanciò un Incanto Colloportus su una delle portefinestre della Serra Cinque, guardando nervosamente all’esterno. - Buon Salazar, se qualcuno mi vede ora verrò diseredata. -

Dietro di lei, Hermione Granger si schiarì la voce. - Perks, non per essere scortese, ma potrei dire la stessa cosa. - si sedette aggraziata su uno dei banchi, mentre l’altra ragazza continuava a lanciare incantesimi silenzianti alla serra. - Prova Muffliato, muovendo la bacchetta come per un Incanto Patrono. -

Sally Anne inarcò un sopracciglio, eseguendo. Una sottile nebbiolina lilla avvolse la stanza, silenziandola. - Sono colpita, Granger. -

- Ti assicuro che con questo non hai bisogno degli altri. - sorrise brevemente, inclinando il capo. - Dovevi parlarmi? -

- Potter è un cretino. -

Hermione si irrigidì immediatamente, il sorriso che scompariva dal suo viso, - Beh, se mi hai chiamata qui per- un gesto dell’altra la fermò.

- Anche Draco è un cretino. -

La ragazza annuì compiaciuta, - Ci ho messo tutto agosto per convincere Harry che Malfoy poteva essere quantomeno piacevole, si baciano e lui rovina tutto. -

Sally Anne sbuffò, - Sì, certo, perché Potter non ci ha messo del suo, vero? Poteva interpretare fino in fondo la parte dell’eroe tragico e dire “no, non ti lascerò in pace perché ti amo” o che so io, invece no, lui per una volta in vita sua deve giocare a fare lo Slytherin e dire “va bene”. -

Le due si guardarono in cagnesco per qualche minuto, poi Hermione si riscosse, scuotendo il capo. - Senti, non possiamo morderci anche tra di noi, altrimenti non ne usciamo più. Avevi intenzione di dirmi qualcosa, no? È per questo che mi hai trascinata qua. -

L’altra annuì, sedendosi a sua volta su uno dei banchi. - Potter si sta intromettendo in una certa questione. -

- C’entra qualcosa Castor? -

- Anche se fosse, non te lo direi. -

Hermione sbuffò ancora, ravviandosi i capelli. - Va bene, va bene. Harry si sta intromettendo in una questione. Quindi? -

Sally Anne ravviò i capelli a sua volta. - Quindi lo stiamo sviando, per così dire. -

L’altra ragazza aggrottò le sopracciglia, scuotendo leggermente la testa, - Non ti seguo. -

- Mettiamola così; non credere ad una parola di quello che ti dirà, ma non contraddirlo. -

- Continuo a non seguirti ma voglio fidarmi. -

Sally Anne arricciò le labbra, trattenendo a stento un sorrisetto. - Gryffindor. Così prevedibili. -

Hermione si alzò, sistemandosi in spalla la tracolla e sorridendo gelida. - Ti stupirebbe sapere quanto imprevedibile posso essere, Perks. Buona giornata. - con un gesto fluido della bacchetta districò la barriera di incantesimi posta dall’altra ed uscì dalla serra.

- Santo Merlino, sono appena stata minacciata da Hermione Granger? -

 

***

 

 
Ich tausch nicht mehr,

 
 ich will mein Leben zurück.
 
(Guten Tag; Wir Sind Helden)

 

- ‘Mione, devo parlarti. -

A quanto pareva quel giorno avevano tutti bisogno di Hermione. La ragazza sospirò, poggiando il Profeta e guardando dolcemente Harry.

- Sì? -

- Smith sta per essere ucciso da un Venberboorth. -

Deglutì prima che le andasse di traverso il the, per poi fissare Harry come se fosse uno Schiopodo. Stava per rispondere che suvvia, un po’ di scotch non ha mai ucciso nessuno, quando una piccola pantera di carta le morse un dito, facendola sobbalzare. Irritata dispiegò l’origami, che recava solo una parola.

Assecondalo.

Con un altro sospiro, Hermione tornò a guardare Harry, - Ah sì? È terribile. -

Il ragazzo annuì con veemenza, - Stanotte. -

- Harry, “stanotte” cosa vuol dire, con esattezza? -

- Mezzanotte e tredici. -

- Ah. -

Si stropicciò le tempie, sospirando per l’ennesima volta. - Me lo stai dicendo perché...? -

- Perché ho bisogno che tu tenga impegnato Castor. -

Questa volta le era senza dubbio andato di traverso il the. Tossì rumorosamente, le lacrime che le uscivano dagli occhi. - Come, prego?! -

Harry sbuffò, - Non in quel modo, a meno che tu non voglia vedere Ron che va incontro a morte certa per prendere a pugni l’uomo che gli ha soffiato la ragazza. -

Hermione si schiarì la voce, cercando di combattere il rossore. Quella discussione stava prendendo una piega troppo assurda perfino per i loro standard.

- Quindi cosa dovrei fare? -

- Non lo so. Addormentalo, Schiantalo, fallo ubriacare --- basta che lo tieni in Sala Comune fino a che non torniamo. -

La ragazza sospirò, riprendendo in mano il Profeta. Tenere a bada un gigante non era una cosa difficile - Grop le aveva insegnato molto -, il difficile era tenere a bada Castor, soprattutto ora che aveva la certezza che anche lui fosse invischiato in qualcosa con gli Slytherin. Certo, sperare che la Perks si sbottonasse era decisamente troppo, ma forse avrebbe potuto aggirare Castor con qualche abile tecnica femminile, come ad esempio del Firewhisky corretto con polvere di Verbena.

- Va bene. -

Il volto del ragazzo si illuminò. - Oh, Hermione, sei la migliore! - lei annuì sorridendo, mentre Harry usciva dalla Sala Grande irradiando gioia e felicità da tutti i pori.

L’origami di Sally Anne giaceva spiegazzato accanto alla caraffa del succo d’arancia.

Assecondalo.

- Bah. Slytherin. -

 

***


Never felt so lonely I
Wish that you could show me love
Show me love, show me love, show me love
Show me love, show me love
'Till you open the door

 

(Show Me Love; t.A.T.u.)

 

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo complice.

Qualunque cosa fosse entrata da quella porta loro sarebbero riusciti a contrastarla, come era sempre stato. Scacchiere, chiavi volanti, infidi specchi, diari, basilischi, pericolosi evasi, boia, ratti, professori invadenti, Cercatori bulgari, Veela francesi, Mangiamorte, calici, labirinti, porte chiuse a chiave, profezie, veli, Horcrux. Maghi Oscuri.

 Non c’era niente che non potessero affrontare.

Seamus levò la bacchetta, - Alohomora. -

 

***

 


Let's get these teen hearts beating. Faster, faster
So testosterone boys and harlequin girls,
Will you dance to this beat, and hold a lover close?

 

(Lying Is The Most Fun A Girl Can Have Without Taking Her Clothes Off; P!ATD)

 

Clarisse Fawcett avrebbe dovuto immaginare che dal suo fidanzamento con Roger “Sfiga Vagante” Stebbins non sarebbe mai potuta nascere una relazione semplice.

Avrebbe dovuto immaginare anche che anche un atto vecchio come il Mondo - unirsi mente e corpo con l’Uomo che Amava - si sarebbe rivelata una fatica erculea.

Avrebbe dovuto immaginarlo quando il professor Piton li aveva stanati da dietro un cespuglio allo Yule Ball, o quando la professoressa McGranitt (con classe al seguito) li aveva sorpresi in uno dei laboratori del dipartimento di Trasfigurazione. O ancora quando Madama Pince si era esibita in una scenata isterica solo perché li aveva scoperti nella sezione proibita a --- beh, non propriamente a scambiarsi figurine delle Cioccorane.

Clarisse Fawcett, migliore del suo corso in Divinazione Avanzata, nelle sue vene da generazioni sangue veggente, avrebbe quantomeno dovuto prevedere che neanche quella sera Roger e lei sarebbero riusciti a consumare in pace la loro relazione. Dopo tutto, c’era un motivo se l’intera scuola li chiamava “Duo Prendetevi Una Stanza”.

Clarisse sospirò sconsolata, coprendosi il seno con i boxer di Roger e cercando la camicetta della divisa, mentre il suo ragazzo le faceva scudo col suo corpo per proteggerla dagli sguardi sconcertati del Quintetto più famoso della storia, ridotto per l’occasione ad un Quartetto.

- Ahem... che ci fate qui? -

- Sssno... cioè... Non è che avete visto Zacharias Smith o qualche Slytherin? -

La ragazza emerse da dietro le spalle muscolose di Stebbins, porgendogli dei boxer con una graziosa fantasia a coniglietti.

- Eravamo impegnati a fare altro, Potter. -

- Ehm... notavamo. -

Ron si schiarì la voce. - Allora noi... noi andremmo, sì? - Harry, Seamus e Dean annuirono, facendo dietrofront e scendendo le scale che dalla torre est portavano al quarto piano, nel dipartimento di Incantesimi.

Arrivati all’altezza del terzo piano, Seamus si voltò verso Harry, un sopracciglio inarcato. - Quindi i casi sono due. O nessuno sta cercando di uccidere Smith, oppure nessuno sta cercando di uccidere Smith. -

Dean annuì sospirando. - Credo che nessuno stia cercando di uccidere Smith. -

- Aspettate, ragazzi! - Harry si fermò in mezzo al corridoio, guardando la Mappa del Malandrino con occhi spalancati. - Smith sta andando verso la torre est! -

I quattro si guardarono per un istante, prima di decidere di fare dietrofront e correre a perdifiato lungo il corridoio, Harry che ogni tanto gettava lo sguardo sulla Mappa per cercare Mrs. Purr o Gazza o chi per loro. Magari perfino il fantasma della Umbridge appositamente tornato dall’oltretomba per perseguitarli.

Zacharias Smith fumava bello tranquillo, sorridendo beato alla luna.

- Smith! -

Il ragazzo ingoiò il filtro della sigaretta, cominciando a tossire come un pazzo. Dean eseguì un magistrale Incanto Sturante, battendo una pacca sulla spalla al ragazzo, - Scusa amico. -

Ron si accasciò contro al muro, iperventilando. - Miseriaccia, non ho più il fisico di una volta. -

- Dove “una volta” vuol dire “quattro mesi fa”. - commentò Harry ridacchiando, per poi guardare accigliato Smith, gli occhi sbarrati ed un’espressione di puro terrore dipinta sul volto. - Stai bene? -

- Sì, beh, avete appena cercato di uccidermi, quindi , sto bene. -

Dean gli puntò la bacchetta ad una tempia e quello emise un gridolino isterico, - Thomas?! -, ma quello si limitò a controllare i suoi valori, prima di annuire ad Harry.

- Sta bene. -

Seamus sbadigliò. - Sta bene. Quindi noi siamo qui a fare cosa, di preciso? -

Harry si grattò una tempia.

Non ne aveva idea.

 

***

 

It's much more fun, I must confess
When lives are on the line
Not mine, of course, but yours, old boy
Now that'd be just fine.

 

(Oogie Boogie Song; Danny Elfman)

 

- Blaise Astor Zabini, piantala di ridere o la prossima volta invece di portarti allo zoo ti lascio in dormitorio a litigare con Draco sull’arte Babbana. -

Il ragazzo tossicchiò, cercando di tornare serio nel minor tempo possibile. - Scusami, Regina delle Nevi, ma sono ridicoli! Ancora non hanno capito che si tratta di uno scherzo! -

Sally Anne sbuffò, - Sono Gryffindor, ti aspettavi un’istantanea alba della comprensione? -

- La speranza è sempre l’ultima a morire. -

La ragazza si sporse da dietro l’angolo, ritirandosi quando vide che il quartetto stava venendo verso di loro.

- Blaise, tocca a te. Ci vediamo alle cucine tra quaranta minuti. -

Lui annuì, toccandole lievemente un fianco e mettendosi in bella vista. L’ultima cosa che Sally Anne sentì, prima di girare l’angolo, fu Potter che ringhiava - Zabini! Cosa ci fai qui? -

 

***

 

High on diesel and gasoline, psycho for drum machine
Shaking their bits to the hits,
Drag acts, drug acts, suicides, in your dads suits you hide
Staining his name again,
Cracked up, stacked up, 22, psycho for sex and glue
Lost it to bostik, yeah,
Shaved heads, rave heads, on the pill, got too much time to kill
Get into bands and gangs,
Oh, here they come, the beautiful ones.

 

(Beautiful Ones; Suede)

 

Esci dalla Sala Comune.

Castor alzò gli occhi. - Come, prego? -

- Ho detto “Regina in E3”. Tutto  bene, Castor? -

Il ragazzo guardò Hermione e le sorrise. - Tutto bene. Mmh... Torre in C6. -

Ti fa scacco in due mosse.

- Hai... detto qualcosa, Hermione? -

- Castor... sei sicuro di stare bene? -

Esci dalla Sala Comune, muoviti, non ho tutta la notte.

- Io... io torno subito. -

Si alzò dalla poltrona, stropicciandosi le tempie. L’ultima volta che qualcuno aveva dato retta ai suggerimenti di una voce si erano ritrovati con mezza Hogwarts pietrificata e la loro dose annuale di pollo decisamente diminuita. Nessuno sapeva con esattezza cosa fosse successo, ma c’era di mezzo  Potter che parlava Serpentese, quindi nessuno aveva realmente voluto indagare, bastava vedere Ginny Weasley, che da quel giorno non era più stata la stessa. C’era chi giurava di averla vista inferocita mentre toglieva punti a Caroline Meadows, Gryffindor, rea di stare scrivendo il suo diario segreto in Biblioteca. Il mistero restava quindi fitto, ma Castor sapeva che dare retta alle voci non porta mai a niente di buono.

Uscì dal buco del ritratto, ritrovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere, ma comunque un po’ più rinfrancato nello spirito. Non sentiva nessuna voce.

- Devi piantarla di intrufolarti nel mio cervello, Atria. -

La ragazza increspò le labbra trattenendo un sorriso, - Ti volevo solo aiutare, farsi battere a scacchi dalla Granger dev’essere piacevole quasi quanto farsi predire la propria morte dalla Cooman. -

- Piantala e basta. -

Sally Anne annuì, facendogli segno di seguirla. - Devo parlarti. -

- Parla. -

- Hai bisogno del pubblico, Moon? - indicò con un gesto del capo la parete alle spalle di Castor, dove la Signora Grassa si era goduta il teatrino fino a quel momento.

Lui annuì, facendo per prendere la ragazza per un braccio, ma quella si scostò. - So camminare da sola. -

Sbuffò, alzando gli occhi al cielo. - D’accordo. Dove andiamo? -

- Seguimi. -

Camminarono in silenzio per una decina di minuti, arrivando nel dipartimento d’Aritmanzia. Castor immaginava che sarebbe successo, in effetti ci sperava; si lasciò guidare dalla ragazza dentro un’aula vuota, dove lei sigillò la porta con un incantesimo, per poi voltarsi verso di lui.

- Adesso io e te parliamo, e tu mi dici tutto quello che sai. -

 

***

 

He's the kind of guy
Who knows just what he knows
He's the kind of guy
Who oh-oh-oo-oh-oh-oh

 

(ABC; The Pipettes)

 

Harry si irrigidì. - Zabini! Cosa ci fai qui? -

Il ragazzo sorrise sornione, - Passeggio. -

Harry sapeva che l’equivalente di “passeggio” era “compio azioni illegali punibili con l’espulsione o, in certi casi, un viaggetto ad Azkaban”. Lui stesso aveva detto “passeggio” tante di quelle volte che ormai aveva perso il conto.

Inarcò un sopracciglio, sorridendo. - Mi dispiace, Zabini, ma Smith è salvo. Non potete toccarlo. -

- Buon Merlino, a chi mai verrebbe in mente di fare una cosa tanto orribile come toccare Smith? - disse l’altro con una faccia disgustata.

Accanto a lui, Ron tossicchiò, nascondendo abilmente una risatina. Non che Zabini avesse tutti i torti... l’unica che aveva avuto l’ardire di toccare Smith in quel senso era stata Pansy Parkinson, e Godric solo sapeva perché mai l’avesse fatto.

- Cosa avevate intenzione di fare? -

- Andiamo, Potter, non è divertente scoprirlo da soli, cosa avevamo intenzione di fare? -

Harry sorrise raggiante, - Ah-ha! Quindi avevate intenzione di fare qualcosa! -

Zabini sgranò gli occhi, mettendosi una mano davanti alla bocca, - Ops. -

Nessuno la faceva ad Harry Potter.

 

***

 

Get back in town I wanna paint it black
I wanna get around
Easy living crowd so flat
said it all before
They try to kick it, their feet fall asleep
I want to be wrong but
No one here wants to fight me like you do.

 

(Combat Baby; Metric)

 

- Tutto quello che so. -

Lei annuì.

- Tutto quello che so cosa, di preciso? -

Sally Anne inarcò un sopracciglio. - Per esempio potresti dirmi chi è stato a dire in giro che-

- Quante volte devo dirti che non lo so? -

- Tante quante ne serviranno per convincermi. - Castor si passò una mano tra i capelli, fissando il soffitto.

- Non posso dirtelo. -

La ragazza si sedette su un banco, fissando intensamente l’altro. La luna filtrava attraverso le grandi finestre dell’aula, illuminandolo, e Sally Anne sorrise: a parte l’altezza Castor non era affatto cambiato, esteticamente parlando.

Lui si voltò, inclinando il capo. - Mi stai fissando. - commentò in un sussurro, avvicinandosi lentamente al banco su cui era seduta lei.

- Fermo. -

- Perché? -

- Perché non ti ho ancora perdonato. -

Castor interruppe la tranquilla marcia verso Sally Anne. - Perdonato cosa, dal momento che non ho fatto niente? -

Lei si alzò, - Questo è ancora da vedere. Legilimens. -

C’era la luna piena, e Castor stava correndo tra gli alberi della Foresta Proibita, scappando da qualcosa. Un ululato, poi-

Sally Anne si ritrovò contro il muro, le mani del ragazzo ad imprigionarle sopra la testa i polsi.

- Non. Entrare. Nella. Mia. Mente. - lei si divincolò debolmente, ottenendo come unico risultato che l’altro si avvicinasse di più, premendo il corpo contro il suo, la bocca contro il suo orecchio. - Smettila di entrare nella mia mente, smettila e basta. -

- Mi costringi a farlo. -

Sally Anne si irrigidì, mentre Castor le baciò delicatamente l’orecchio. - Stai un po’ zitta, per favore. -

In fondo posso anche stare zitta per mezzora, pensò, mentre le labbra del ragazzo si posavano sulle sue ed una mano si insinuava sotto la sua gonna.

 

***

 

Mmmm whatcha say,
Mmmm that you only meant well?
well of course you did
Mmmm whatcha say,
Mmmm that its all for the best?
Because it is
Mmmm whatcha say?
Mmmm that it's just what we need
you decided this
whatcha say?
Mmmm what did she say?

 

(Hide And Seek; Imogen Heap)

 

Draco lanciò un’occhiata seccata a due matricole che lo fissavano da mezzora con occhi sognanti, scambiandosi di quando in quando qualche commento, sempre seguito da un velato sospiro. Si sentiva incredibilmente Potter, in quel momento. Stava per rinunciare ad aspettare Blaise e Sally Anne quando una parete della Sala Comune si smosse, rivelando i suoi amici.

- Allora? - disse appena questi si sedettero sulle sedie di pietra accanto a lui.

Sally Anne fissò il fuoco concentrata. - Penso che dovresti passare del tempo con Potter. -

Probabilmente non aveva capito.

Probabilmente lei era impazzita.

Probabilmente Blaise che annuiva serio era un’illusione ottica.

Probabilmente era tutto un’illusione ottica, un grazioso parto della sua mente malata.

- Non credo di aver capito. -

- Beh, - cominciò Blaise - temo di aver detto qualcosa, ecco. Qualcosa che potrebbe aver indirizzato Potter verso la verità, ecco. -

- Dimmi che stai scherzando. -

L’espressione di Blaise gli disse che sfortunatamente non stava scherzando. La sua espressione sicuramente stava suggerendo a Blaise che l’avrebbe ucciso.

- Cosa dovrei fare? -

Qualcosa brillò negli occhi di Sally Anne. - Facci amicizia. Per sviarlo dal resto. - aggiunse nel vedere l’espressione sconvolta del ragazzo. - Se lui è impegnato a chiedersi perché gli stai parlando, avrà meno tempo per rincorrere noi. -

- Sacrificati alla Causa. - disse Blaise in tono solenne.

- Questo lo diceva pure mio padre, poi sappiamo tutti com’è finito. - commentò piccato Draco, stropicciandosi le tempie. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era fare amicizia con Potter. Alzò gli occhi verso Sally Anne, sperando di trovare un appoggio nonostante l’idea fosse stata suggerita proprio da lei. La ragazza stava piangendo.

- Ti prego, Dray... -

Il cuore cominciò a fargli male. Odiava quando Sally Anne lo pregava, perché sapeva che non sarebbe riuscito a resistere. Fare amicizia aveva dei consistenti svantaggi.

- Va bene, va bene! Asciugati le lacrime però. -

Sally Anne sorrise raggiante.

 

***

 

- Attrice consumata. - Blaise arricciò le labbra, porgendo alla ragazza un bicchiere di Sherry.

Lei sorrise maliziosa, allungando le gambe davanti al caminetto della Sala Comune. Sapeva che avrebbe dovuto giocare la carta della preghiera, perché Draco non avrebbe mai ceduto di sua spontanea volontà, quindi si era preparata tornando indietro dal dipartimento di Aritmanzia.

Adesso Draco aveva accettato, mettendosi esattamente dove lei avrebbe voluto, ovvero alla sua completa mercé, così poteva dormire sonni relativamente tranquilli.

- Tutto per la Causa, Blaise. -

Il ragazzo sorrise, - Lo diceva anche il padre di Draco, e sappiamo tutti com’è finito. -

Lei ridacchiò, sorseggiando lo Sherry.

- Dove sei stata? - lo Sherry le andò quasi di traverso.

- Come, “dove sei stata”? -

Blaise strinse gli occhi, scrutandola attentamente. - Ci hai messo un’ora più del previsto, stavo quasi per andarmene, gli Elfi Domestici mi hanno assediato. -

La ragazza deglutì, fissando ostinatamente le fiamme del camino. - Ho avuto un contrattempo. -

- Certo, si chiama così adesso. -

Si schiarì la voce, mentre immagini del contrattempo le passavano davanti agli occhi. - Quei due. Azzardo tre mesi. -

Lui sorrise. - Io cinque, cara la mia Regina delle Nevi. Cinquanta Galeoni? -

Sally Anne annuì, - Blaise, i miei contrattempi non sono affar tuo. Comunque sì, cinquanta Galeoni. Già miei, fra le altre cose. -

- Oh, col cavolo. Vincerò io, puttanella. -

- Ti piacerebbe, piccolo bastardo figlio di un Babbano. -

Un cuscino la colpì a tradimento, così cacciò un urletto e si girò per restituire all’altro il favore, sciorinando insulti.

Il ritratto di Phineas Nigellus annuiva soddisfatto, pensando che ogni tanto c’è qualcosa di buono, nella gioventù, come il fatto che sia Slytherin.

 

It’s time now to turn off the light
This has been such a beautiful night
We have served you a lot of delights
And some really wonderful sights

 

(Goodbye To The Circus; Aqua)

 

 

 

 

 

 

... sono pessima, lo so, non odiatemi (troppo).

Dovrei essere tornata, anche se sicuramente non riuscirò a postare una volta a settimana, magari una ogni due? Magari posterò ogni due giorni, chi lo sa XD

Scusatemi ancora e grazie mille per le mail piene di complimenti, le belle parole e tutto il resto, siete stati una ventata d’aria fresca in questi mesi opprimenti! (L)

 

fleacartasi: guarda cara, non ti rispondo neanche alla recensione tanto stiamo messaggiando XD

 

Elfosnape: Tolkien *_* comunque. Sì, siamo al settimo anno, Sally Anne è un personaggio di Slytherin realmente esistente (nel primo libro allo smistamento viene fatto il suo nome, quindi tecnicamente non è una Mary Sue, cerco di non farla diventare troppo importante anche se la sua storia si intreccia con quella di Harry e Draco)... lei e Draco sono solo amici, ovviamente. Per quanto riguarda la missione... beh, non te lo posso dire, ci vuole del mistero! XD altrimenti ti svelerei tutta la storia.

Draco & co ovviamente c’entrano perchè questa è prima di tutto una fic slash, no? E per il resto volevo dare un po’ di colore al tutto :D

Grazie per la recensione!

 

Arisu Kon: chiedo scusa per il ritardo, eccoti il prossimo capitolo e grazie mille per i complimenti!

 

leila a: richiedo scusa per l’attesa, sono imperdonabile, veramente! Ma troverò il modo di farmi perdonare ;)

 

Azzusam: Anthony ti saluta, ma detto questo passiamo alle cose serie! XD Harry è troppo ingenuo in certi momenti, però fa parte del suo charme (???) E Draco... beh, Draco è Draco, alla fine! Nessuno è come lui (sto straparlando, si nota?)

 

_Fruscio_di_Anime_: grazie mille, a dire il vero la cosa delle sigarette piace anche a me *____* E adoro il fatto che tu adori questa storia! Spero tu continui a seguire nonostante i mesi in cui ho allegramente disertato EFP. Grazie mille per i complimenti! (L)

 

p.s: tra parentesi, sono l’unica a cui il sesto film ha fatto schifo?

p.p.s.: oddio, ho appena visto tutti i preferiti e quelli che seguono... GRAZIE MILLE *_* mi riempite di orgoglio e felicità! Prometto di non deludervi più :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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