Third squad

di micchan91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riunione. ***
Capitolo 2: *** Partenza ***
Capitolo 3: *** Arrivati a destinazione ***
Capitolo 4: *** Bombardamenti ***
Capitolo 5: *** Dopo il bombardamento ***
Capitolo 6: *** Dopo la guerra ***



Capitolo 1
*** Riunione. ***


< Comunicato ufficiale. Tutti gli ufficiali che non sono rimasti feriti nell'attentato di questa mattina si rechino al più presto al quartier generale per ulteriori ordini > dal megafono mezzo rotto la voce incrinata del capitano risuona per tutto il campo. Un ragazzo dai capelli rosa, ormai rovinati dal fango e dalla polvere, si alza stancamente da terra e si avvia verso il luogo che gli è stato indicato. Mentre cammina lentamente si tocca l'occhio ferito coperto da una benda e sospira sconsolato, quella dannata guerra gli ha portato via le persone che amava e adesso gli ha portato via anche un occhio.

< Quando finirà? > sussurra al vento. Nel frattempo un altro ragazzo, molto lontano da quel l'orribile posto è intento in una lunga battaglia diplomatica con diversi uomini per far finire questa assurda situazione.

< Non possiamo andare avanti così, dobbiamo trovare un accordo! > urla sbattendo una mano sul tavolo.

< Un accordo? Non ho intenzione di firmare nessun accordo con quei pazzi! > ribatte il più giovane del gruppo e il castano lo guarda rabbioso.

< Mentre noi stiamo qui a parlare ben protetti dalla guerra, lì fuori centinaia di persone stanno morendo! > esclama nervoso.

< Solo perchè hai paura che il tuo migliore amico crepi in quella guerra non è che noi possiamo abbassarci a firmare un accordo con i nemici! > urla l'altro ancora più nervoso.

< Ora smettela! Shindou, Tsurugi ha ragione, non possiamo cedere alle richieste dei nemici. > dice un ragazzo dai lunghi capelli biondi con delle mesh azzurre raccolti in una coda ed il castano si getta malamente sulla sedia sbuffando.

< Almeno evitate di mandare tutti quei ragazzi verso il suicidio! > sbotta.

< Noi non mandiamo nessuno verso il suicidio! > si intromette Hiroto, uno dei primi ufficiali.

< A me non sembra! > gli urla Shindou di rimando.

< Ora basta, andate tutti a svolgere le vostre mansioni. Siete tutti nervosi, Shindou io capisco che hai paura per Kirino, ma è un ottimo soldato e sono sicuro che starà bene > dice dolcemente Gouenji al ragazzo, che alla giovane età di venticinque anni si è ritrovato a dover tenere in mano le redini di un' orribile guerra mentre il suo migliore amico è stato mandato al fronte a combattere.

Anche un altro ragazzo, ancora più giovane del castano è invischiato in questa guerra, ma si trova esattamente nella fazione opposta.

< Non posso credere che tu abbia tradito il tuo plotone > ridacchia un uomo di mezza età osservando il ragazzo davanti a lui, appena tornato al campo dopo aver posizionato una bomba che ha ucciso decine di soldati della fazione opposta, suoi ex compagni.

< Ho preso l'unica decisione logica per salvare la mia vita > gli risponde posando la pistola sul tavolo e sedendosi sulla lussuosa poltrona, macchiandola di fango e di sangue facendo storcere il naso all'uomo che ha davanti.

< Sei lercio > gli sussurra e il ragazzo si passa una mano nei corti capelli azzurri ridendo.

< Non sono certo stato in villeggiatura > dice osservandolo con i suoi occhi dorati.

< Kariya riponiamo grandi speranze in te, vedi di non deluderci > sussurra serio e il ragazzo alza le spalle.

< La prossima missione? > chiede poi e l'uomo gli porge una foto, quando gli occhi di Kariya incontrano quelli azzurri cielo del ragazzo della foto ha un attimo di esitazione.

< Questo è uno dei primi ufficiali del terzo plotone, nonostante la sua giovane età si è distinto per saper comandare al meglio i suoi sottoposti e per essere uno dei migliori soldati. È praticamente uno dei pilastri portanti del nemico e con il suo spirito d'osservazione e la sua intelligenza riesce a creare delle ottime strategie. Il tuo compito è quello di eliminarlo, non importa come > e Kariya osserva quel viso perfetto, solo leggermente smagrito, quei capelli rosa ora cortissimi e quelle labbra che spesso ha desiderato ardentemente assaporare.

< Accetto > dice alla fine non avendo nemmeno poi molta scelta, un suo rifiuto sarebbe equivalso a morte certa.

< Bene, torna a lavoro concluso > e Kariya esce dalla sala con il cuore in pezzi.

< La guerra è la guerra > si dice alla fine e si incammina verso l'esterno del campo.

 

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< Come va l'occhio? > Kirino è appena entrato nel quartier generale e si volta verso il capo dell'equipe medica.

< Benone, non mi da problemi. Hai fatto un ottimo lavoro, grazie Sangoku > e Sangoku gli sorride dolcemente accarezzandogli una guancia.

< Come mai da queste parti? Non dirmi che già ti rimandano al fronte...> dice con aria affranta.

< Non lo so, hanno richiamato tutti quelli che non sono stati feriti nell'attentato di ieri > dice il rosa senza fermarsi, sa che se i ritardi non sono accettati.

< Si ho sentito dell'attentato...eri lì? > chiede preoccupato camminandogli di fianco.

< Si, hanno fatto esplodere una bomba poco vicino al campo quattro ed io mi trovavo al tre > e l'ennesimo sospiro esce dalle sue labbra rosse e screpolate dal freddo e dalla disidratazione.

< Non riesco a capire cosa stiano facendo ai piani alti....dovrebbero già aver trovato un modo per far finire questa assurda guerra...> si lamenta a bassa voce il più grande.

< Abbi fiducia, in fondo ci sono Shindou e Tsurugi lì, sono sicuro che ce la stanno mettendo tutta per far tornare la pace > e per un breve istante al ricordo del suo migliore amico Kirino sorride dolcemente.

< Bene, io entro così vedo cosa vogliono. Ci vediamo dopo caro il mio capo delle guardie mediche > scherza il rosa una volta arrivati davanti alla sala dove si svolgerà la riunione, Kirino ogni qual volta che può cerca di sorridere e di far sorridere, non vuole permettere alla guerra di portare via la gioia alle persone che ha accanto.

< Ciao a te mio caro primo ufficiale del terzo plotone. Cerca di non fare troppo casino come al tuo solito > gli risponde Sangoku con il sorriso sulle labbra.

< Farò casino ogni qual volta sarà necessario > e detto questo bussa ed entra nella sala spoglia dove lo aspettano gli altri ufficiali e i generali dei vari plotoni.

< Ci siamo tutti? Bene. Ho un importante missione da affidarvi, intanto però abbiamo in video-conferenza il congresso riunito > dice il più anziano di tutti in termini di grado e alle sue spalle si accende un enorme schermo. Immediatamente Kirino nota i suoi due ex compagni di squadra seduti attorno ad un lungo tavolo e il suo primo istinto è quello di salutarli alzandosi in piedi, ma si limita a rimanere seduto osservando sullo schermo il volto del suo migliore amico. Intanto anche Shindou ha scorto lo sguardo azzurro della persona più importante della sua vita ed un senso di sollievo gli pervade tutto il corpo, per fortuna è vivo! Con un solo sguardo i due si comunicano tutto ciò che a parole non possono dirsi, l'unico occhio buono di Kirino parla degli orrori visti in pochi mesi di guerra e quelli di Shindou sono pieni dell'angoscia e della paura che prova nel tenere nelle sue mani tutte quelle vite.

< Abbiamo organizzato un piano d'attacco che se svolto alla perfezione potrebbe mettere la parola fine a questa guerra > inizia un uomo muscoloso seduto a capotavola accanto a Tsurugi, diventato da poco generale.

< Alcuni nostri informatori ci hanno riferito che il capo dei ribelli è nascosto in uno dei capannoni sulla costa orientale. Abbiamo deciso di penetrare lì dentro con un attacco a sorpresa e catturarlo, una volta caduto il loro capo sarà semplice finire di reprimenere gli attacchi dei ribelli > continua incrociando le mani sotto il mento, in entrambe le stanze c'è un silenzio carico di tensione e nessuno osa dire una parola.

< Abbiamo inoltre deciso che andrà solo un plotone, se mandassimo tanti soldati rischieremmo di essere visti e inoltre laddove fallisse un plotone avremmo raccolto informazioni utili per il prossimo attacco > e Hiroto, Shindou ed altri membri del consiglio abbassano la testa, ecco che nuovamente stanno usando i soldati come pedine da usare e non come esseri umani.

< Abbiamo pensato a lungo a quale plotone mandare e abbiamo deciso di mandare il terzo. È stato attaccato da poco quindi il nemico non si aspetterà di vederlo all'azione molto presto > e Kirino ha un tremito delle mani, lo hanno praticamente appena mandato in una missione dalla quale con molta probabilità non tornerà. Shindou spalanca gli occhi e sbianca considerevolmente diventando ancora più cadaverico di quanto non fosse prima, punta lo sguardo terrorizzato prima sull'uomo al suo fianco e poi sul suo migliore amico che si è alzato in piedi.

< Quando dobbiamo partire? > chiede atono e con l'ippeccabilità degna di un militare.

< Oggi stesso > gli risponde l'uomo.

< No! Non potete mandare il terzo plotone! È dimezzato e sono quasi tutti feriti > urla il castano beccandosi come sempre gli sguardi di disapprovazione da parte dei suoi colleghi, per loro Shindou è troppo emotivo per poter tenere quel posto.

< Appunto perchè il terzo plotone è mezzo distrutto che i nemici non penseranno mai che possa attaccare. Shindou, impara a stare al tuo posto > sbotta l'uomo alla sua sinistra e Shindou si siede in silenzio mentre calde lacrime gli bagnano il viso sconvolto. Kirino gli sorride dolcemente per ringraziarlo del suo intervento, poi torna nuovamente serio.

< Allora chiedo congedo per poter iniziare ad organizzare la partenza > dice e dopo aver ottenuto il permesso di lasciare la stanza si inchina e indirizza un ultimo sguardo verso il volto del suo migliore amico cercando di imprimerselo nella mente.

< Addio > sussurra senza che Shindou se ne accorga ed esce velocemente dalla stanza. È felice che almeno lui non debba vedere gli orrori di questa guerra e che di sicuro si salverà.

< Allora? Cos'hanno detto? > gli chiede Sangoku non appena il rosa mette piede fuori dalla sala, lo ha aspettato perchè era troppo ansioso di sapere quali erano i nuovi ordini. Kirino gli sorride dolcemente.

< Vado a mettere fine a questa guerra > dice contento e il compagno gli sorride radioso.

< Tempo qualche settimana e torneremo tutti a giocare a calcio! > esclama poi felice facendogli l'occhiolino, ma sa perfettamente che con molta probabilità lui non sarà con loro, l'importante però è che nessun altra persona che ama si faccia male.

< Hanno trovato un accordo? > chiede Sangoku seguendo il compagno.

< Più o meno. Tu aspettami, sarò di ritorno presto > ed esce dall'edificio per niente convinto di quelle sue ultime parole.....

 

 

Angolino dell'autrice

Avevo voglia di angst (che poi molto angst non è...ma dettagli) nel fandom non c'era...allora ho tirato fuori una mia vecchia fict e ho deciso di pubblicarla :3

La fict partecipa al progetto < Salviamo il fandom >...anche se sinceramente non è davvero una delle mie migliori fict. Comunque è conclusa, quindi non dovrete attendere a lungo gli aggiornamenti ( e presto aggiornerò anche le altre storie ;) ).

Ora fuggo prima che Diana si accorga che sono sgattaiolata via dal letto e si metta a piangere. Bacioni <3

 

 

Ps, un ringraziamento speciale a Debby, che sostiene le mie continue crisi e le mie sclerate quando la mia autostima fugge via piangendo. Graziah cara <3 ( solo per il titolo della fict le ho rotto le scatoline per ore XD )

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Capitolo 2
*** Partenza ***


Kariya cammina velocemente sulla stradina sterrata imprecando ogni qual volta che un ramo gli graffia le braccia, le gambe o il viso. Ha saputo da una spia infiltrata nel quartier generale che parte del terzo plotone, con a capo proprio il suo obiettivo, si sta dirigendo verso la costa orientale, precisamente stanno andando verso il covo del loro capo. Si è chiesto più volte se non sarebbe il caso di avvertire qualcuno che il capo dei ribelli è in pericolo, ma poi non è che gliene importi molto. Se venisse ucciso e la guerra finisse a Kariya farebbe solo che piacere. Nel frattempo ha deciso di aspettare il suo obiettivo alla meta per prepararsi al meglio per ucciderlo, se non dovesse andare a buon fine la loro imboscata e il capo dei ribelli rimanesse vivo dovrebbe comunque assicurarsi che il suo obiettivo sia realmente morto e farebbe il doppio della fatica, invece se lo uccide lui può essere sicuro della sua morte.

 

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< Li avete mandati al suicidio! > urla per l'ennesima volta Shindou, sono passate diverse ore dalla videoconferenza, ma il gruppo non si è ancora sciolto per finire di discutere di alcune questioni importanti.

< Shindou basta così! È inutile continuare a discutere! Oramai a quest'ora saranno già partiti > urla Tsurugi esasperato, anche lui è agitato visto che nel terzo plotone c'è Tenma, che non sa nemmeno se è ancora vivo o è morto nell'attentato del giorno prima o in uno dei tanti attacchi e anche se non lo da a vedere la cosa lo sta distruggendo.

< Smettetela entrambi, ora c'è da discutere dove effettueremo i prossimi attacchi > anche Hiroto è parecchio nervoso dopo l'annuncio che Kariya è scomparso e non è rientrato dalla sua ronda pochi giorni fa. Il gruppo si ammutolisce nel giro di pochi secondi e pochi minuti dopo un uomo in uniforme mimetica entra nella sala, i suoi occhi rossi scrutano i presenti.

< Mi avete chiamato? > chiede.

< Kidou, abbiamo bisogno di creare un piano strategico per attaccare i punti nevralgici del nemico non appena il capo dei ribelli verrà catturato > dice Gouenji e Kidou si avvicina al tavolo iniziando ad esporre le sue idee, chi l'avrebbe mai detto che la sua capacità di fare strategie un giorno sarebbe servita a questo...

 

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Poche ore prima.

 

Kirino guarda distrattamente fuori dal finestrino osservando i pochi alberi salvi dalle esplosioni delle bombe, si chiede se avrà mai la possibilità di rivedere gli alberi in fiore, o qualsiasi altra cosa... Stranamente non è agitato come credeva, si sente come se stesse andando a fare una passeggiata o una partita d'allenamento con i suoi amici.

< I miei amici...> sussurra pensando a quanti sono morti in quei pochi mesi di violenza, ma è sempre felice che almeno Shindou non è stato toccato da tutto quell'orrore, non in prima persona per lo meno. La macchina corre veloce zigzagando per evitare le buche e le macerie cadute sulla strada e dopo nemmeno un' ora è nuovamente al suo campo.

< Kirino, novità? > chiede Kageyama, uno dei pochi sopravvissuti all'attentato. Sono rimasti sessenta in tutto dai centocinquanta che erano...

< Ci hanno affidato una missione > sussurra guardando i suoi compagni seduti malamente chi per terra, chi sulle brandine, non ce n'è uno che non abbia una benda o una ferita.

< Una missione? Ma siamo tutti feriti e siamo rimasti in pochi! È un suicidio! > urla Kurama alzandosi e tenendosi la spalla dolorante, rotta molto probabilmente.

< Appunto per questo l'hanno affidata a noi...> dice sedendosi stancamente su una brandina mentre tutti si zittiscono.

< E' una missione da cui non si torna indietro eh? > chiede Hamano sorridendo, Kirino crede che niente e nessuno riucirà mai a intaccare quel sorriso.

< Credo proprio di si > gli risponde prendendosi la testa tra le mani, non ha voglia di portare i suoi amici in una missione suicida, non vuole più veder morire nessuno a cui vuole bene.

< Eih noi siamo in gamba! C'è anche la possibilità di tornare indietro no? > chiede Kageyama sorridendo.

< Giusto! > gli da man forte Tenma alzandosi in piedi.

< Noi torneremo! > aggiunge alle sessanta persone che lo osservano in silenzio.

< Tenma, non ti smentisci mai! > dice piano Kirino, poi si alza a sua volta in piedi.

< Vi prometto su tutto ciò che ho che farò di tutto per riportarvi sani e salvi a casa! > urla e l'intero plotone si alza in piedi facendo il saluto al suo ufficiale che prende un lungo respiro chiedendosi se sarà veramente in grado di mantenere la sua promessa. Poi inizia a spiegare a tutti la missione dando ad ognuno il proprio compito e gestendo al meglio le forze che ha a disposizione creando una strategia molto efficace.

< Tutto chiaro? > chiede dopo ben due ore di spiegazione e tutti annuiscono silenziosamente, la stanza è carica di tensione e tutti stanno pregando di poter sopravvivere.

< Andiamo allora > dice alla fine ed ognuno si dirige verso la propria tenda per preparare le poche cose da portare con se. Poco prima di tornare dai suoi sottoposti Kirino fa una deviazione verso una delle tende del campo, quella dove sono stati portati i feriti più gravi che non potranno partecipare alla missione.

< Ciao > saluta un ragazzo sedendosi sulla brandina vuota vicina alla sua, i suoi occhi scivolano involontariamente sulla gamba mancante ed ha un nodo allo stomaco, non potrà mai più giocare a calcio...

< Eih, ho sentito che state partendo > gli dice Kurumada tirandosi su con le mani.

< Si...volevo salutarti prima di andare > dice sorridendo.

< E' un addio o un arrivederci? > chiede guardandolo dritto negli occhi.

< Non si sa...> sussurra il rosa.

< Allora ci vediamo presto Kirino > gli dice porgendogli la mano che il suo compagno afferra e stringe forte.

< Mi dispiace > gli dice a mezza voce.

< Non è colpa tua...è stata una mina a farmi questo, non tu! > ma Kirino non può fare a meno di sentirsi in colpa, si sente in colpa per tutti quelli che si sono feriti o sono morti, in fondo è lui al comando. Alza lo sguardo sconsolato verso le infermiere intente a curare i vari feriti.

< Salutami Akane e Midori e digli di salutarmi Aoi quando la sentono > dice a Kurumada, non vuole disturbare il frenetico lavoro delle ragazze che sono mesi che salvano vite umane nonostante non sappiano molto di medicina avendo iniziato a studiare da poco all'università.

< Va bene > e Kirino esce lentamente dalla tenda mentre una lieve pioggerella inizia a picchiettare sul terreno, ci mancava solo questa!

< Arrivederci mio caro amico...> sussurra Kurumada alla schiena di colui che l'ha salvato da morte certa.

< Siete tutti pronti? > chiede osservando le cinquanta persone chiuse nei loro impermeabili, dieci non sono potuti partire per via del peggioramento delle loro condizioni fisiche.

< Si > rispondono in coro.

< Andiamo allora > e tutti salgono sulle auto che li porteranno vicino al luogo dove si svolgerà la battaglia decisiva. Arrivano a desitinazione dopo molte ore di viaggio e quando scendono dalle macchine sono tutti già pesantemente provati per via delle loro condizioni precarie.

< Ragazzi siete arrivati > il gruppo viene raggiunto da un uomo con degli occhi marroni e dei capelli azzurri, un tempo il suo più grande vanto, ora talmente corti da non scorgerne quasi più nemmeno il colore.

< Kazemaru, che ci fai qui? > chiede Kirino avvicinandosi a quello che è sempre stato il suo idolo.

< Sono stato scelto come vostra guida. Se non si conosono i territori ci si perde facilmente. > gli risponde osservando la moltitudine di ragazzi, tutti troppo giovani per questa guerra e sospira tristemente, questa guerra sta portando via una cosa troppo preziosa a tutti loro.

< Meglio sbrigarsi, non so quanto reggeranno > gli sussurra Kirino che si sente ogni minuto che passa sempre più stanco, anche lui è parecchio provato dal fatto che non si è mai fermato dal momento in cui c'è stato l'attentato.

< Ok andiamo > e inizia a fare strada inoltrandosi nella fitta foresta.

 

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Kariya è quasi arrivato a destinazione, inizia già a scorgere i capannoni in lontananza. Si chiede come fanno quelli del terzo plotone a pensare di poter entrare lì e catturare il capo dei ribelli, non arriveranno nemmeno a cento metri dall'entrata. Soprattutto perchè dopo la bomba che ha piazzato non ne saranno rimasti molti, e chi è rimasto non sarà in condizioni di poter combattere al meglio. Comunque continua a ripetersi che non sono affari che lo riguardano, lui deve solo portare a termine la missione per assicurarsi la sopravvivenza, non ha intenzione di essere ucciso o che chi lo comanda possa fare del male a Midorikawa, preso in ostaggio poche settimane fa per poter ricattare sia lui che Hiroto. Visto che del terzo plotone non c'è ancora traccia Kariya sale agilmente su un albero e si nasconde tra le fronde in attesa. "Chissà come starà Hiroto" pensa tristemente guardando le nuvole grige, è sicuro che Midorikawa sta bene perchè ci ha parlato poco prima di partire e sa che finchè porta a termine ciò che gli viene chiesto di fare non si deve preoccupare, ma sa che Hiroto si è rifiutato di cedere al ricatto e spera solo che non gli sia accaduto nulla. Rimane in attesa del terzo plotone per diverse ore e alla fine scorge un movimento poco vicino al suo nascondiglio, si immobilizza così da mimetizzarsi al meglio e osserva i suoi ex compagni procedere con cautela verso il capannone.

< E' ora...> sussurra a se stesso e scende dall'albero....

 

 

Angolino dell'autrice

Ed ecco il secondo capitolo ^_^

Insomma, Shindou e Tsurugi sono lontani dalla guerra e si stanno struggendo per i loro cari. Kirino si sta struggendo per le persone perse e ferite e rischia di essere ucciso proprio da uno dei suoi amici. Kariya è costretto ad uccidere la persona che ama per evitare che Midorikawa venga torturato o ucciso... che allegria eh? XD

Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate

bacio <3

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Capitolo 3
*** Arrivati a destinazione ***


< Bene, il terzo plotone è arrivato a destinazione > annuncia Kidou osservando i rilevatori di posizione dati a Kazemaru.

< Speriamo che riescano a portare a termine la missione, altrimenti dite a Kazemaru di prendere tutte le informazioni possibili per il prossimo attacco > dice serio il capo dei militari. Shindou sente gli occhi bruciargli da morire mentre osserva quel puntino lampeggiante che segna la posizione di praticamente tutte le persone a cui vuole bene, la posizione della persona che ama. Non dorme da due giorni consecutivi, esattamente come tutti in quella stanza ed anche Tsurugi è allo stremo mentre i suoi occhi continuano a slittare nervosi dal puntino lampeggiante alla radio in attesa di altre notizie.

< Vi prego tornate sani e salvi > sussurra Shindou intrecciando le sue mani e poggiandoci sopra la fonte.

< Vi prego...> sussurra nuovamente stringendo talmente forte la presa da farsi diventare le nocche bianche. Anche Tsurugi sta silenziosamente pregando che i suoi compagni tornino sani e salvi e soprattutto che Tenma sia tra loro.

 

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Kariya si sposta furtivamente a pochi metri di distanza dal gruppo con a capo Kirino, il terzo plotone si è diviso e stanno iniziando a posizionarsi nei punti strategici per attaccare, non di meno è stato Kirino a creare il piano e non può essere che perfetto. I suoi occhi dorati non perdono di vista nemmeno per un momento il suo obiettivo e sente tutti i muscoli tesi come una corda di violino mentre il suo cuore gli rimbomba nel petto e piange di dolore per ciò che sta per fare. Non può sparare da quella distanza, se dovesse mancare il bersaglio non avrebbe la possibilità di tentare un' altra volta e rivelerebbe la sua posizione rischiando di farsi catturare, o peggio uccidere. La sua mente lavora frenetica alla ricerca di una soluzione.

Accade tutto nel giro di pochi istanti...

 

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< Adesso! > urla Kirino e pochi istanti dopo una bomba esplode facendo saltare l'entrata principale, immediatamente tutto il terzo plotone inizia a correre verso l'ingresso mantenendo la posizione che gli è stata assegnata e nemmeno tre secondi dopo si sentono i primi colpi di pistola, la battaglia è iniziata...

Kirino aspetta qualche secondo che il fumo si diradi per orientarsi meglio e pochi istanti dopo inizia a correre verso l'entrata per andare a dare man forte ai suoi compagni, le urla lo raggiungono come dei proiettili, ma non riesce a capire se si tratti dei suoi compagni o dei nemici. Nota uno dei cecchini nemici affacciato alla finestra e si affretta ad ucciderlo riuscendo a centrarlo da una lunga distanza, l'urlo raggelante di Hamano lo pietrifica per qualche secondo, sa che è stato lui ad urlare, riconoscerebbe la sua voce ovunque.

< Hamano! > urla scattando verso la porta, ma dopo tre passi un colpo deciso dato con il calcio della pistola sulla sua nuca lo fa cadere a terra svenuto...

 

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Il polverone alzato dall'esplosione confonde Kariya per diversi secondi, non si aspettava un'entrata così, è proprio da Kirino un piano del genere. La sua mente lavora freneticamente per trovare una soluzione e pochi minuti più tardi capisce cosa deve fare. Si muove furtivo tra gli alberi fino a trovarsi dietro al suo obiettivo, lo osserva uccidere un cecchino e quando sente l'urlo di Hamano un nodo allo stomaco lo blocca sul posto per qualche secondo.

< Hamano! > l'urlo di Kirino lo riscuote e scatta in avanti avvicinandosi al suo ex compagno, lo colpisce poi con il calcio della pistola sulla nuca facendogli perdere i sensi e velocemente se lo carica in spalla portandolo lontano dalla battaglia.

 

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In tutta la sala c'è un silenzio quasi assordante, rotto solo da qualche saltuaria e sconnessa informazione proveniente dalla radio. Tsurugi è seduto sulla sua poltrona con le mani in tasca, solo apperentemente indifferente alla situazione, mentre il suo cuore non accenna a battere normalmente rimbombandogli nelle orecchie. Solo ogni tanto si lascia sfuggire uno sbuffo nervoso e prende dei lunghi respiri per calmarsi, Shindou invece non riesce più a stare fermo e sta camminando per la stanza lanciando occhiate preoccupate alla radio, ogni volta che c'è un contatto prega di sentire la frase "il capo dei ribelli è stato catturato" e magari aggiungendo anche "non ci sono morti", anche se l'ultima frase sa già che è impossibile che venga pronunciata. Passano i minuti e la speranza inizia a scemare in tutti i presenti, dall'inizio dell'attacco sono passati ben quaranta minuti, possibile che ci mettano tanto? L'ennesimo gracchiare della radio e tutti trattengono il respiro.

< Il capo dei ribelli è stato catturato > urla Kazemaru. Tutti rimangono per qualche secondo come congelati, hanno veramente sentito quella frase o è stata solo frutto della loro immaginazione?

< Gli ordini? > urla poi l'azzurro e tutti capiscono che non è stata la loro immaginazione, è successo davvero!

< Lasciatelo vivo! > urla Kidou e la radio rimane spenta per altri estenuanti minuti, stanno tutti trattenendo il fiato, ancora increduli che il terzo plotone ce l'abbia fatta.

< Ok, il capo dei ribelli è stato preso in custodia, lo portiamo immediatamente al quartier generale! > e tutti tirano un respiro di sollievo.

< Bene, non appena il prigioniero verrà portato qui mandate un comunicato a tutti i ribelli dicendogli che abbiamo il loro capo, di arrendersi e di consegnarsi alle autorità > Kidou ricorda a tutti la seconda parte del piano e molti annuiscono. Shindou invece si fionda alla radio.

< Le perdite? > chiede agitato e Tsurugi gli si affianca, ormai incapace di nascondere la sua agitazione.

< Siamo rimasti in venti, ventinove di noi sono deceduti ed uno è scomparso > la voce di Kazemaru è stanca, dannatamente stanca.

< Il primo ufficiale? > chiede Shindou con il cuore in gola.

< E' scomparso, dopo aver lanciato la bomba per entrare l'ho perso di vista, ma non abbiamo trovato il suo cadavere da nesssuna parte > dice e Shindou si poggia con la mano sul tavolo sentendosi svenire, non può crederci che il suo migliore amico sia scomparso...però almeno non è sicuro che sia morto, c'è ancora una speranza...

 

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Kirino apre lentamente gli occhi e sbatte le palpebre più volte, sente un dolore lancinante alla testa e cerca di muoversi, ma scopre di avere i polsi legati. Si guarda intorno confuso cercando di ricordare cosa sia successo prima di svenire e ricorda l'assalto al capannone per catturare il capo dei ribelli. Cerca di liberarsi usando tutte le sue forze, ma non ci riesce

< E' inutile che provi a liberarti, sei così debole che finiresti solo per sfinirti > una voce lo raggiunge da dietro un albero.

< Chi sei? > urla cercando di tirarsi a sedere, la figura esile esce dall'ombra nella quale era nascosta e Kirino spalanca gli occhi per la sorpresa.

< Kariya? Sei vivo? Ti credevamo morto! > esclama sorpreso.

< Slegami svelto, devo andare a vedere come stanno i nostri compagni. Abbiamo assaltato il capannone per catturare il capo dei ribelli e non so come è andata a finire > aggiunge dimenandosi.

< Mi dispiace, ma non posso > gli dice l'azzurro guardandolo glacialmente e Kirino si blocca.

< Cosa? Perchè? > chiede piano e Kariya si china davanti a lui.

< Vedi, sono stato io a mettere la bomba nell'attentato > gli sussurra con un tono che proprio non si addice al suo volto e Kirino spalanca gli occhi.

< Cosa....? K-Kariya che stai dicendo? Perchè? > le parole gli escono come poco più che un sussurro.

< Perchè vi ho traditi. Ora lavoro per il nemico per tener cara la pelle > decide di mentire, non vuole parlargli di Midorikawa e del fatto che lo stanno minacciando perchè è sicuro che Kirino lo guarderebbe comprensivo e gli direbbe delle parole dolci, potrebbe addirittura dirgli di ucciderlo e Kariya sa bene che in quel caso non riuscirebbe a portare a termine la missione.

< Non puoi averlo fatto > sussurra e Kariya si volta di spalle osservando il cielo nero di pioggia.

< E invece l'ho fatto. Ed ora, devo portare a termine il mio ultimo lavoro > dice girandosi nuovamente ed osservando l'espressione persa della persona che ha amato per tanti anni in segreto, poi estrae la pistola dalla fondina e la punta alla testa del suo obiettivo.

< Addio Kirino > sussurra osservando quei profondi occhi azzurri riempirsi di lacrime....

 

 

Angolino dell'autrice

Oggi mi sono tolta un dente...ho sofferto come una bestia...ma almeno sono potuta restare a dormire a casa dei miei così ho trovato il tempo di pubblicare! In più sono stata a romics, mi son presa tantio abbracci di persone che mi hanno riconosciuta e mi son divertita da pazzi, soprattutto con il mio caro Kirino e sua madre vestita da Natsumi adulta (l'ho adorata <3 anche se cercava di rifilarmi le cose cucinate da lei...io sono un povero Mamoru piccino...non volevo morire giovane XD ).

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Baci, a presto <3

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Capitolo 4
*** Bombardamenti ***


Kazemaru e i pochi sopravvissuti sono seduti nelle varie auto e stanno velocemente tornando al quartier generale. Hanno catturato il loro obiettivo, ma non trovano nessun motivo per gioire, in quel capannone hanno lasciato molti dei loro amici.

< Kageyama? > chiede Tenma ad Hamano in una delle ultime auto della fila, il compagno scuote leggermente la testa e osserva fuori dal finestrino mentre Tenma si stringe le gambe al petto.

< Quindi da adesso è finita? > chiede poi.

< Se i ribelli si arrendono si > gli risponde Kurama massaggiandosi la spalla che ormai non gli da tregua.

< Speriamo accettino la resa...> sussurra Tenma, poi sospira tristemente.

< Secondo voi Kirino è...? > nessuno riesce a pronunciare quella parola.

< Spero di no... > sussurra Hamano, Kirino è stato molto importante per tutti loro e li ha salvati più volte da morte certa mettendo in gioco la sua vita molto spesso. Continuano il resto del viaggio nel silenzio più totale che d'improvviso viene rotto da un rumore assordante, come di un'enorme esplosione.

< Cosa cavolo? > urla Kurama e pochi istanti dopo una bomba cade proprio vicino alla loro macchina spazzandoli via.

 

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< Ci hanno attaccato! > l'urlo di uno dei soldati alla radio sembra fendere l'aria nella stanza silenziosa. Shindou immediatamente scatta in piedi, si era lasciato andare alla stanchezza poggiando la testa sul tavolo.

< Dove vi trovate? > chiede Kidou.

< Siamo a venti miglia a sud della base, ci stanno bombardan..... > e la comunicazione viene bruscamente interrotta. Tutti i presenti nella stanza rimangono di ghiaccio.

< Che facciamo? > chiede Shindou isterico guardando sia Kidou che il capo dei militari mentre quest'ultimo va vicino alla radio.

< Abbiamo ucciso il vostro capo! Arrendetevi e cessate il fuoco! > urla connettendosi alle frequenze nemiche, in lontananza si sentono dei botti e affacciandosi alla finestra possono vedere il fuoco che divampa per via delle verie esplosioni.

< Arrendetevi! > continua ad urlare, ma dalla radio nessuna risposta.

< Digli che firmeremo un accordo! > urla Hiroto poco dopo senza staccarsi dalla finestra.

< Assolutamente no! Non firmeremo nessun accordo! Senza il loro capo sono disorganizzati e facili da battere! > gli urla il più anziano.

< Tutti coloro che possono combattere vadano subito! > urla poi alla radio cambiando frequenze.

< Vado anche io! > sbotta alla fine Tsurugi ed esce di corsa dalla stanza per andare ad aiutare i suoi compagni, Shindou invece è pietrificato davanti a quella visione ed osserva le bombe cadere dagli aerei, abbastanza lontane da loro lasciandoli al sicuro.

< Gli dica che firmeremo un accordo! > urla alla fine isterico quando l'ennesima bomba si schianta a terra e le urla dei soldati riescono ad arrivare alle orecchie del ragazzo, Hiroto accanto a lui gli stringe una spalla con la mano....

 

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L'oro e l'azzurro si fondono insieme e nessuno dei due distoglie lo sguardo.

< Kariya...> sussurra Kirino con la voce tremante, non ha paura di morire, ma il fatto che uno dei suoi amici sia lì davanti a lui e gli sta puntando una pistola alla tempia lo fa stare malissimo.

< Mi dispiace Kirino, devo farlo > stringe gli occhi e poggia il dito sul grilletto.

Il primo boato prende entrambi di sorpresa.

< Ci bombardano! > urla Kariya senza togliere la pistola dalla testa del compagno che cerca di scrutare il cielo.

< Sono nemici o amici? > chiede non vedendo gli aerei essendo seduto per terra.

< Cosa importa? > ribatte Kariya tornando a concentrarsi sulla missione.

< Kariya la guerra sta per finire! Non c'è bisogno che tu mi uccida! > gli dice e l'altro scuote la testa.

< Non è detto che vincerete voi! > ribatte poco convinto, sa benissimo che una volta catturato il capo è solo questione di tempo prima che i ribelli vengano schiacciati, sa che lo hanno catturato perchè li ha spiati mentre attendeva che Kirino si riprendesse, ma in questo momento è confuso e non riesce a ragionare bene. Le urla e le esplosioni poi non lo aiutano certo a pensare.

< Kariya, ti prego... dobbiamo andare ad aiutare gli altri! > urla il rosa preoccupato per i suoi compagni quando l'ennesima bomba esplode in lontananza.

< Mi dispiace...> sussurra e uno sparo viene coperto dall'ennesimo scoppio tremendamente vicino ai due.

 

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Sono passati trenta estenuanti minuti da quando hanno ricevuto la prima cominucazione dell'attacco aereo. Sotto di loro centinaia di soldati combattono per la vittoria e sopra le loro teste gli aerei esplodono ad intervalli regolari senza distinzione tra amico e nemico. Shindou osserva il tutto con gli occhi spalancati, protetto in quella stanza così in alto e così lontana dalla guerra che da un senso di irrealtà, come se non stesse guardando veramente l'esterno, ma un film in 3D. L'ultima bomba viene lanciata e si schianta al suolo molto vicino al loro edificio facendo tremare i muri, poi il silenzio...

< Ci arrendiamo, cessate il fuoco > la voce di uno dei ribelli risuona nella radio.

< Cessate immediatamente il fuoco, si sono arresi. Arrestate tutti i ribelli rimasti in vita e portateli nelle prigioni del quartier generale > esclama il capo dei militari e pochi secondi dopo si lascia scappare un sospiro stanco.

< E' finita... > sussurra.

< E' finita... > gli fa eco Shindou osservando la distruzione sotto di lui e sente di non riuscire nemmeno a piangere di fronte a tanta sofferenza, sarà ancora vivo qualcuno dei suoi amici? Sarà vivo Kirino? E se si, come farà a ritrovarli? Poggia le mani e la fronte sul vetro gelido, il cielo cupo rende la vista ancora più spettrale e il silenzio che si è venuto a creare risulta innaturale e non fa che aumentare la pesantezza nei cuori di tutti.

< Andiamo a renderci utili > gli dice Hiroto dandogli una pacca sulla spalla e Shindou annuisce per poi seguire il rosso verso l'uscita del quartier generale, salgono in macchina e si avviano velocemente verso il luogo che ha visto svolgersi l'ultima battaglia.

Arrivano dopo nemmeno venti minuti e rimangono sconvolti dalla moltitudine di feriti, Shindou immediatamente si toglie la giacca blu della divisa e la getta a terra per correre ad aiutare un gruppo di persone che sta cercando di spostare un masso dalla strada per far passare i mezzi di soccorso.

 

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Kariya continua ad inciampare sui rami e sui sassi e cerca di sorreggersi come meglio può agli alberi. Cammina lentamente cercando di mantenere l'equilibrio mentre le lacrime gli bagnano le guance sporche di terra e di sangue, l'esplosione lo ha quasi ucciso.

< Midorikawa...Hiroto..dove siete? > sussurra quando arriva vicino alla strada sterrata, poi si poggia con tutto il peso su un albero e chiude gli occhi cadendo al suolo pochi istanti dopo.

 

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Sono ore che Hiroto sta soccorrendo i soldati feriti, sta aiutando ad arrestare i ribelli e sta spostando macerie dalla strada, vuole sentirsi ultile perchè fino a questo momento non ha fatto altro che rimanere chiuso in quella stanza dando ordini e si sente così dannatamente inutile e in colpa adesso.

< Al mio tre! Uno, due e tre! > urla spingendo un masso insieme ad altre persone per liberare il passaggio ad una delle tante jeep che sta portando i feriti verso i vari ospedali.

< Hiroto? > e il rosso si blocca riconoscendo la voce, si volta lentamente e quando i suoi occhi incontrano due iridi scure per poco non crolla in ginocchio.

< Mido....> sussurra e quello gli si getta al collo per poi baciarlo con passione.

< Sei vivo! > gli sussurra.

< Anche tu > gli risponde il rosso accarezzandogli la schiena.

< Come hai fatto a scappare? > chiede poi.

< Quando sono iniziati i bombardamenti sono tutti scappati dalla casa dove mi tenevano ed io sono fuggito > gli spiega.

< Dov'è Masaki? > chiede poi preoccupato e Hiroto guarda a terra disperato.

< E' scomparso pochi giorni fa.... > dice piano e il compagno si porta una mano alla bocca scuotendo la testa.

< No...il mio Masaki...> sussurra iniziando a piangere piano, Hiroto lo prende per le spalle e lo scuote leggermente.

< Starà bene! Lui è un ragazzo in gamba! > gli dice e l'altro gli sorride dolcemente annuendo, poi entrambi riprendono ad aiutare gli altri.

Dopo altre due ore sono sfiniti, hanno percorso veramente tanta strada a piedi ed hanno le mani piene di ferite e vesciche a furia di spostare sassi e detriti, ma non se ne curano e continuano a prestare soccorso a tutti.

< Hiroto...guarda! > urla Midorikawa indicando un albero semi bruciato e corrono nella sua direzione, Kariya è inerme sull'erba bruciata

< E' vivo? > chiede Hiroto mentre il suo compagno lo tiene in braccio. Midorikawa annuisce felice quando sente il battito dal polso.

< Masaki?> lo scuote e questo socchiude gli occhi.

< Mido.... > sussurra mentre il suo tutore lo abbraccia forte.

< Si sono io. C'è anche Hiroto > gli dice.

< Ho fatto delle cose orribili..> gli sussurra all'orecchio.

< Non fa niente Masaki, non pensarci, non adesso. Ti portiamo via da qui > gli dice tra le lacrime, ma l'azzurro è nuovamente svenuto.

< Tu va con lui, io rimango qui ad aiutare! > gli dice Hiroto facendoli montare sopra una delle jeep.

< Ci vediamo dopo > li saluta poi dando un bacio sulla fonte di Kariya e uno sulle labbra di Midorikawa, dopo di che osserva la macchina allontanarsi velocemente e riprende il suo lavoro.

 

 

Angolino dell'autrice

Kirino sarà morto? E gli altri? Nel frattempo almeno Kariya, Hiroto e Midorikawa si sono ritrovati e la guerra è finalmente finita.

Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate

bacio <3

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Capitolo 5
*** Dopo il bombardamento ***


Un ragazzo cammina lentamente per le strade deserte dopo l'ultimo bombardamento, quello che ha strappato alla vita centinaia di vite innocenti, che ha distrutto sogni e speranze di molti. Ovunque si posino i suoi occhi non vede altro che caos, palazzi distrutti che si stagliano come scheletri ai lati delle strade ostruite dalle macerie. Cammina trascinando i piedi, senza una meta precisa, guardandosi intorno e soffermandosi ogni tanto sulle chiazze di sangue sparse un po' ovunque. Dietro di lui lascia delle gocce rosse che cadono dalla ferita alla spalla, ma lui non se ne preoccupa, sa solo che non vuole finire il suo tempo lì e cammina alla ricerca di un prato, come quello dove era solito passare le sue giornate calciando un pallone. Quei giorni gli sembrano così dannatamente lontani....cammina a lungo trascinando i piedi stancamente e si blocca quando nota un viso conosciuto, ormai mortalmente pallido, seduto malamente sul ciglio della strada con la schiena poggiata ad un masso. Dalla sua testa scende un rivolo rosso ed ha gli occhi chiusi.

< Hamano? > lo chiama piano e quello apre gli occhi.

< Eih > dice allegramente, non ha perso il suo buon umore nemmeno adesso che è così vicino alla morte.

< Sei vivo allora > aggiunge e il rosa gli sorride.

< Ancora per poco > gli risponde sedendoglisi accanto, ha deciso che morire accanto ad un amico non è così male.

< Abbiamo vinto allora? > chiede Hamano chiudendo nuovamente gli occhi.

< Non lo so > sussurra l'altro facendo lo stesso, le loro mani si intrecciano l'una nell'altra e si stringono con la poca forza rimasta nei corpi esausti.

< Va bè..l'importante è che sia finita > la sua voce è poco più di un sussurro, l'altro non risponde, non ne trova la forza. Pochi secondi dopo un colpo di tosse fende il silenzio innaturale ed Hamano si piega in avanti dolorante, Kirino invece rimane immobile, i suoi occhi non si aprono nemmeno quando con un verso strozzato il suo amico cade di lato nella polvere. Adesso c'è solo la pace...

 

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Shindou sta correndo velocemente, ha voluto proseguire a piedi dopo che la sua jeep è rimasta bloccata da una facciata di un palazzo caduta totalmente sulla strada ed è seguito dall'elicottero dei soccorsi.

< Shindou non li vediamo da nessuna parte > sente la voce di Sangoku dal walkie talkie.

< Cercateli meglio! > urla continuando a correre, sa che i suoi compagni sono stati mandati con il terzo plotone che è stato mandato in questo territorio, quindi devono essere qui!

< Trovati, sono pochi metri davanti a te, c'è anche Kirino! > nuovamente la voce di Sangoku e Shindou aumenta il passo.

< Kirino! Hamano! > urla correndo verso i due corpi. Dall'elicottero intanto si calano i primi medici mentre Shindou controlla se il suo migliore amico è vivo, poggia il pollice sul suo polso, ma sente solo il nulla...

< No...> sussurra mentre sente le prime lacrime andare a mescolarsi con la polvere sulle sue guance.

< Spostati! > gli urla Sangoku e controlla anche lui le funzioni vitali di entrambi i ragazzi.

< Portateli sull'elicottero! > e la squadra carica i due corpi inermi sull'elicottero sparendo poco dopo alla vista del castano, che è rimasto fermo immobile tra le macerie. Questa è la prima volta da quando è iniziata la guerra che gli occhi del ragazzo si posano direttamente su cosa è stata effettivamente la guerra e sulla distruzione che ha comportato...la sua mano scivola lentamente verso la fondina attaccata alla cintura ed estrae la pistola che non è mai stata usata, con la mano tremante se la punta verso la tempia e chiude gli occhi piangendo piano. Troppa sofferenza, troppa distruzione, troppa rabbia, troppa cattiveria, Shindou non ha più la forza di sopportarlo soprattutto adesso che anche l'ultimo suo raggio di sole è scomparso...

< Non fare cazzate > gli dice una voce alle sue spalle e una mano sposta la pistola lontano dalla sua testa. Il castano si volta e i suoi occhi si puntano in quelli di Tsurugi, malamente ferito e con Tenma inerme sulle spalle.

< E'...? > chiede non riuscendo a dire quella parola.

< No è vivo, ma ha bisogno di cure. Dove sono i soccorsi? > chiede Tsurugi stancamente.

< Un elicottero ha appena lasciato il posto, ma più avanti ci sono i soccorsi di terra > gli risponde Shindou e si alza a fatica da terra.

< Dai a me Tenma > e si carica lui il suo amico sulle spalle risparmiando al suo compagno già abbastanza provato il peso del corpo. Arrivano velocemente al campo dove vengono affidati alle cure mediche. Shindou si siede come in trance su una delle tante brandine osservandosi le mani, un tempo perfettamente curate ed ora piene di ferite e di vesciche, e sente di poter impazzire. Attorno a lui decine di persone corrono frenetiche per cercare di salvare quante più vite possibili, ma a lui sembra tutto rallentato, sente il proprio respiro rimbombargli nelle orecchie e si sente perso.

< Shindou? > lo chiama qualcuno, ma il ragazzo rimane a fissare il vuoto.

< Eih > Kurama poggia una mano sulla sua spalla e solo in quel momento il castano lo osserva.

< Sei vivo...> sussurra osservando l'unico occhio non coperto dalla frangia sporca.

< Già...tu perchè sei qui? Non eri ai piani alti? > chiede sedendosi dolorante al suo fianco.

< Speravo di rendermi utile > sussura tornando a guardarsi le mani.

< Hai notizie degli altri? > chiede alla fine e Kurama sospira.

< Kageyama e Amagi sono morti. Minamisawa e Nishiki li ho persi di vista ore e ore fa quindi non lo so. Kurumada era in infermeria per via della gamba quindi credo si sia salvato, Tsurugi e Tenma li ho visti poco fa qui in infermeria, si dovrebbero riprendere presto. Shinsuke è scomparso un po' di giorni fa, Kariya idem e lo stesso per Kirino. Hamano l'ho visto mentre lo portavano via con l'elicottero, forse verso un ospedale funzionante, non so se ce la farà > gli dice senza guardarlo e Shindou stringe i pugni.

< Ed io non sono riuscito ad impedire che vi mandassero in quella missione...> sussurra.

< Non è colpa tua Shindou, non eri il solo lì a prendere le decisioni > gli dice Kurama mettendogli una mano sulla schiena. I due rimangono in silenzio per molti minuti e osservano tristemente il frenetico lavoro delle infermiere.

< Kirino comunque è morto > sussurra Shindou dopo un po' e Kurama spalanca gli occhi.

< Come fai a saperlo? > chiede sconvolto.

< L'ho ritrovato vicino ad Hamano...non aveva più battito > sussurra sentendosi stranamente senza emozioni.

< Mi dispiace > gli risponde l'altro abbassando lo sguardo.

< Kurama? Shindou? > una voce li fa voltare, Minamisawa è dietro di loro, ha un braccio fasciato e diversi cerotti, ma si tiene in piedi senza difficolta. Subito Kurama scatta in piedi tenendosi la spalla dolorante e gli corre incontro gettandosi tra le sue braccia.

< Sei vivo! > gli dice e quello gli da un lieve bacio sulle labbra.

< Ti avevo promesso o no che sarei tornato? > gli dice sorridendo e Kurama lo stringe forte, Shindou li guarda sorridendo tristemente, è felice che si siano ritrovati, ma sperava in un lieto fine anche per lui.

Passano ore, tutte uguali, tutte piene della stessa sofferenza, tutte piene di soldati feriti, civili rimasti coinvolti nella battaglia e di morti. Hiroto è riuscito finalmente a tornare alla base e subito inizia a cercare la sua famiglia tra la moltitudine di persone, ora che sa che Kariya è vivo e che Midorikawa è libero si sente molto più sollevato, ma è preoccupato per le condizioni del figlio adottivo, non era messo bene e teme per lui.

< Gouenji, hai visto Midorikawa? > chiede al suo compagno che sta dando una mano nel trasporto delle medicine da una tenda all'altra.

< No, chiedi a Kidou però, lui sta facendo la lista dei sopravvissuti > gli risponde l'altro tirandosi dietro l'orecchio i capelli e prendendo in mano una pesante scatola per poi portarla in una delle tende. Hiroto corre verso Kidou.

< Eih Kidou, hai visto per caso Midorikawa? > gli chiede.

< Tenda sei, è insieme a Kariya > gli risponde l'uomo senza alzare gli occhi dai fogli che sta leggendo.

< Grazie > e si avvia velocemente verso la tenda sei. Lì dopo una breve ricerca trova il suo compagno sdraiato accanto a Kariya, gli è stato messo il respiratore e sul petto scoperto può vedere diverse bende, ma sembra stare bene. Si avvicina e accarezza la testa del suo compagno che dorme stremato, poi accarezza anche la testa di Kariya.

< Finalmente siamo di nuovo insieme > sussurra sedendosi per terra vicino alla brandina e chiude gli occhi lasciandosi andare anche lui alla stanchezza.

 

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< Dov'è? > chiede un ragazzo magrissimo, gli occhiali tondi sono malamente poggiati sul naso e si tengono insieme solo per miracolo.

< L'hanno portato all'ospedale della città vicina, le sue condizioni erano troppo gravi per poterlo tenere qui > gli risponde un ragazzo dagli occhi di ghiaccio mentre fascia il braccio di un soldato.

< Fubuki, io devo vederlo > continua Hayami e l'albino si volta verso di lui guardandolo con dolcezza, anche lui è preoccupato per Gouenji che nonostante non sia stato in prima linea sa che comunque adesso è lì fuori, non sa bene dove e non sa quando lo potrà rivedere.

< Tra dieci minuti parte un altro elicottero, chiedi se ti fanno salire. Tanto magro come sei non dovresti dare problemi > gli dice dolcemente e Hayami gli prende le mani.

< Grazie! > gli dice ed esce fuori da una delle tante tende.

< Ah Hayami > lo chiama poco prima che esca e questo si volta verso di lui.

< Se per strada incontri Gouenji, puoi dirgli che io sto bene? > gli chiede e l'altro annuisce, poi inizia a correre per la strada ignorando le fitte di dolore che gli mandano le varie costole rotte. Per strada ha la fortuna di incontrare Gouenji intento a dare ordini ad un gruppo di medici.

< Gouenji san > lo chiama avvicinandosi.

< Hayami....giusto? > e l'altro annuisce.

< Volevo dirti che Fubuki sta bene, è nella tenda dieci. Non ha riportato ferite e il suo plotone si è salvato dall'attacco aereo > gli dice e corre via. Gouenji osserva la strada che porta verso la tenda numero dieci e sorride felicemente.

< Ci rivedremo ancora lupetto mio > sussurra e torna a dare ordini.

 

Angolino dell'autrice

Ok, qui stiamo iniziando a vedere i finali delle varie coppie che si ritrovano, il lieto fine ci sarà per tutti state tranquilli!

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, a presto, baci <3

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Capitolo 6
*** Dopo la guerra ***


Tsurugi è disteso a pancia all'aria sulla brandina vicino al suo compagno, ha voluto lasciare un posto a chi ne aveva più bisogno di lui. Tenma non si è ancora svegliato e lui gli accarezza piano la testa cercando di imporsi di mantenere un contegno e di non lasciarsi andare alla stanchezza fisica e mentale. Passano i minuti e Tsurugi si poggia il braccio sugli occhi premendolo forte per impedire alle lacrime di uscire, poi sente una voce a lui fin troppo familiare e scatta a sedere gemendo di dolore.

< Kyosuke...> suo fratello lo osserva con le lacrime agli occhi e Tsurugi si alza velocemente per andare ad abbracciarlo.

< Yuuichi! > urla stringendolo forte, il suo povero fratello non ha fatto in tempo a riprendersi dall'operazione che è stato mandato in guerra, fortunatamente non nelle prime file e in plotoni che non hanno quasi mai visto il campo di battaglia, ma vederlo lì per Tsurugi è un grande sollievo.

< Sei sano e salvo > gli sussurra e Yuuichi gli sorride.

< Anche tu > sussurra in risposta, poi si volta verso Tenma.

< Come sta? > chiede.

< Bene, hanno detto che si riprenderà > risponde stancamente Kyosuke osservando il suo fidanzato dormire sulla brandina. I due fratelli si siedono accanto al corpo del castano chiaccherando piano cercando conforto l'uno negli occhi dell'altro.

< Kyosuke....Yuuichi...> il lieve sussurro di Tenma li fa sobbalzare per la sorpresa, non si aspettavano si riprendesse così in fretta.

< Tenma, come ti senti? > gli chiede dolcemente Kyosuke e Tenma gli sorride.

< A pezzi, ma vederti mi fa stare molto meglio. E anche vedere te Yuuichi > dice con la sua solita dolcezza e il suo ragazzo lo abbraccia piano per paura di fargli male.

< Ti amo > gli sussurra all'orecchio dandogli poi un lieve bacio sulle labbra.

< Anche io > gli risponde per poi cadere nuovamente in un sonno ristoratore, anche i due fratelli si lasciano andare alla stanchezza poco dopo e si sdraiano l'uno accanto all'altro sulla piccola brandina.

 

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< Mido? > gli occhi neri di Midorikawa si aprono di scatto e s inchiodano in quelli oro del suo figlioccio.

< Masaki, come ti senti? > gli chiede tirandosi faticosamente a sedere per notare Hiroto sdraiato accanto alla brandina.

< Mi fa male tutto > gli risponde Kariya e Midorikawa gli accarezza la testa dolcemente.

< Passerà, adesso è tutto finito > gli sussurra, ma Kariya scuote la testa.

< Non supererò mai i sensi di colpa per ciò che ho fatto > gli dice e Ryuuji lo abbraccia di slancio.

< E' stata la guerra Masaki > sussurra, ma il ragazzo scuote la testa.

< Ho ucciso i miei compagni...io..io ho sparato a Kirino > e nel momento in cui lo dice è come se realizzasse cosa ha fatto davvero, subito si preme le mani sulla bocca sentendo salire la nausea e spalanca gli occhi che si riepiono di lacrime.

< Ho sparato a Kirino > ripete scoppiando a piangere e Midorikawa non può fare altro che stringerlo forte a se, sa che non ci sono parole per confortarlo, che solo il tempo forse lenirà le sue ferite. Restano così, padre e figlio, ascoltando solo i singhiozzi dell'azzurro, sovrastati dalle grida che provengono dall'esterno della tenda, segno che ancora c'è molto da fare lì fuori. Hiroto viene svegliato da quei singhiozzi e cerca una risposta nello sguardo di Midorikawa, ma non fa domande ad alta voce, limitandosi a sedersi sulla brandina e ad accarezzare la schiena di Kariya. E' solo dopo molto tempo che l'azzurro riesce a calmarsi e dopo aver preso un lungo respiro e tirato su con il naso alza lo sguardo sui suoi due tutori, che gli sorridono dolcemente.

< Devo trovare Shindou > dice serio e quelli annuiscono, così Hiroto lo aiuta ad alzarsi e insieme si mettono alla ricerca del castano.

Lo trovano dopo quasi un'ora, si è spostato accanto a Tenma e a Tsurugi per cercare un po' di conforto, non riesce ancora a credere che il suo migliore amico sia morto. Quando il gruppo vede Kariya lo fissano ed è Tenma l'unico a sorridere.

< Kariya! Allora sei vivo! > gli urla, ma l'azzurro sta fissando Shindou e non risponde. Lentamente si stacca da Hiroto e avanza instabile fino al letto. I suoi occhi sono inchiodati in quelli di Shindou, che sembra quasi già sapere cosa sta per dirgli.

< Ho sparato io a Kirino > soffia alla fine lasciando anche Tenma senza parole. Shindou lo osserva intensamente per diversi secondi, quasi come non avesse sentito, poi si alza lentamente, con tranquillità, e gli si mette davanti.

Il pugno arriva rapido e preciso e fa cadere Kariya a terra a quasi un metro di distanza da Shindou, che però non gli si getta sopra come tutti pensavano, ma resta immobile a fissarlo con le guance bagnate di lacrime.

< Lui amava te! > esclama poi, come se il pugno gliel'avesse dato per quel motivo e non perchè gli aveva sparato.

< Prima che questa guerra rovinasse tutto, si stava innamorando di te > aggiunge e Kariya non può far altro che spalancare gli occhi per poi chiuderli, lasciando che le lacrime riprendano a scorrere copiose. I due restano immobili, l'uno a terra, l'altro in piedi, a piangere silenziosamente per la stessa persona, provando forse lo stesso intenso amore per una persona che non c'è più. Nessuno si muove, nessuno fiata, anche i rumori esterni sembrano essersi fermati. Si sentono solo i singhiozzi di Kariya, rannicchiato su se stesso, roso dai sensi di colpa. E' Shindou il primo a muoversi, precendendo Midorikawa, cammina verso Kariya e si china davanti a lui. L'azzurro si prepara ad essere picchiato nuovamente, ma il castano inaspettatamente lo abbraccia forte, così forte da far sembrare che ne valga la sua vita. Resta ancora in silenzio, tenendo stretto a se il corpo del compagno, che dal suo canto riprende a piangere, ripetendo solo < Mi dispiace > come una cantilena.

 

....

 

 

Il tempo scorre veloce, dopo una guerra non si fa in tempo a chiudere gli occhi che quando li rapri è tutto cambiato, il paesaggio non è più lo stesso...le persone non sono più le stesse. Ora Inazuma Cho sembra un'altra città, abitata da altra gente. I bambini corrono felici per le strade senza la paura dei bombardamenti, le donne stendono i panni fuori e vanno a fare la spesa, si sentono solo risate in giro. Il buon umore ha contagiato tutti, la voglia di vivere adesso c'è e si sente.

C'è un posto però che non è mai raggiunto dalle risate delle persone, isolato com'è dalla città. La collina su cui è posto in questo periodo dell'anno è ricoperta di fuori e se si guarda verso la città poco distante c'è un bel campo da calcio, spesso pieno di bambini. Qui però le persone ci vanno e piangono, piangono per i loro cari, piangono per chi non ha potuto respirare quest'aria di gioia che rende il cuore leggero, piangono per chi non potrà mai dire "io c'ero". Non ci sono bei monumenti o lapidi bianche che risplendono al sole, c'è una sola croce, posta lì sopra, a simbleggiare tutti quelli che non ci sono più, che vegliano da lì sopra i loro cari. Una mano ancora fasciata per le ferite la sfiora e posa dei fiori ai suoi piedi. C'è così tanto silenzio che il rumore del vento sembra quasi sussurrargli qualcosa e sorride, sorride ai suoi compagni dispersi, a quei compagni che lui non è riuscito a riportare a casa con se. Sa benissimo che dovrebbe incamminarsi, che lo aspettano a casa e che sono mesi che non torna, ha avvertito solo sua madre con una breve telefonata.

< Sono vivo > ecco cosa ha sussurrato alla donna da dietro una cornetta. Ricorda solo i suoi pianti di gioia e le proprie lacrime che scendevano lentamente sulle guance. Non ha avvertito nessun altro, non ce la faceva...forse non sapeva nemmeno se era davvero vivo o era morto e quello era tutto un sogno.

Si sfiora la cicatrice che gli percorre l'occhio chiuso e alza lo sguardo verso il sole, godendosi quella calma e quel tepore che non sentiva da troppo. E' stato in ospedale a lungo, perdendo i contatti con tutti gli altri siccome è stato portato lontano per essere curato, ma in quel periodo non è riuscito a stare mai calmo. I morti continuavano a tormentarlo insieme ai sensi di colpa e al dolore cronico alle ferite, ma adesso era tempo di reagire e di tornare alla sua vita. Si alza stancamente facendo leva sulle braccia e da un ultimo sguardo alla croce.

< Ciao, amici miei > sussurra dolcemente per poi dargli la schiena e incamminarsi verso la città. Si stringe leggermente nella giacchetta militare e cammina con gli occhi bassi, fino ad arrivare davanti alla sua casa. Anche quella è diversa, colore diverso, finestre diverse, porta diversa...Sospira piano e bussa, attendendo a pochi passi dal legno tirato a lucido. Quando la porta si spalanca il suo unico occhio è puntato ancora sullo zerbino con su scritto "welcome" ed è la stretta forte di sua madre a confermargli che quella è davvero la sua casa.

Per i successivi minuti non fa che rispondere alle domande di sua madre, facendosi osservare da lei e sorridendole rassicurante mentre nota la sua magrezza e l'aria stanca.

< Dai, entra > gli dice alla fine la donna facendogli largo in casa e Kirino ci mette qualche secondo prima di entrare, respirando quell'aria familiare...è finalmente a casa.

 

 

 

Angolino dell'autrice

Io volevo farlo morire Kirino...con un finale del tipo Shindou sulla sua lapide a chiaccherare con lui e qualcosa tipo "eroe nazionale"...però...il mio Ran...il mio cucciolotto...non ce la faccio a farlo morire (non stavolta almeno XD ) Quindi ci sarà almeno un altro capitolo conclusivo!

Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate :)

Baci <3

 

 

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