With No Words

di Lithops
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Super Mario ***
Capitolo 2: *** La Finestra ***
Capitolo 3: *** Rabbia ***



Capitolo 1
*** Super Mario ***


SUPER MARIO

“Dai Mail! Alzati! Forza! Vuoi lasciarmi andare da sola? Dai! Giochiamo a nascondino, non vuoi? Per favore!”

Fine livello 1

“Ma lascialo stare quell’asociale! Vieni  a giocare con noi e smettila di perdere tempo con quello sfigato!”
“Mail! Su dai! Non lasciare che ti prendano in giro! Prendevano in giro anche me, davvero! Ma perché non dici niente Mail? Sei sempre il solito! Guarda che mica ti uccidiamo se ti alzi!”

Fine livello 4

“Ehi sfigato! Super Mario non ti ha ancora piantato in asso?”
“Dovresti dargli qualche giorno di ferie a quel poveraccio!”
“Smettetela stupidi! Mail diglielo che non stai ancora giocando a Super Mario, diglielo a quelli che non capiscono niente!”

Fine livello 6

“Mail! Stai davvero giocando a Super Mario! Mi avevi promesso che non ci avresti giocato più! Sei un bugiardo, quel gioco ti sta spaccando il cervello, da qua!”

Pausa.

“Ehi quello sfigato stava giocando a Super Mario vero?”
“Ti conviene lasciar perdere: non lo schiodi di lì quello!”
“Ma perché non hai nemmeno aperto il gioco nuovo Mail? Anch’io ci ho messo dei soldi sai?”

Fine livello 7

“Mail basta! Sta arrivando Roger, se non ti alzi gli dico di prenderti la Playstation! Dai Mail! Voglio giocare a nascondino con te. Tu non vuoi? Ma perché?”

Fine livello 9

“Sei cattivo! Adesso smettila, non capisco nemmeno dove guardi con quei cosi sugli occhi! Adesso te li levo, così vediamo se continui a rompere.”

Game Over

“Ehi brunetta! Levati dai piedi!”

Si, desidero spengere

“Chi sei tu per dirmi cosa fare?”

Cioccolato.

“Levati. Dai. Coglioni.”

Gambe in pantaloni neri si piegano.

Ehi Jeevas. Vieni.”

Mi alzo e lo seguo.

N.d.A.
Ciao. Questa è la mia prima storia con più capitoli, quindi mi aspetto molti consigli ;)
Spero che i dialoghi siano chiari, ho preferito scrivere così per dare più rilievo ai pensieri. Vi anticipo già che i capitoli non saranno tutti così.
Fatemi sapere se la storia vi è piaciuta e se avete una qualsiasi domanda chiedete pure. 
Al prossimo capitolo °w°


 
 

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Capitolo 2
*** La Finestra ***


LA FINESTRA


I corridoi della Wammy’s House mi sono sempre sembrati troppo lunghi. Troppo interminabili da percorrere, con fin troppi quadri appesi alle pareti. Con Mello è tutto diverso. I suoi lunghi passi nervosi macinano la moquette come le ruote di un treno le rotaie, le pareti appaiono indistinte quando si cammina alla sua velocità. Non che lui ci faccia molto caso, con lo sguardo limitato verso avanti dalle lunghe ciocche dorate. Mi  sono sempre chiesto da dove prenda la forza di essere quello che è, da dove tutta quella energia rabbiosa e passionale arrivi è sempre stato un mistero per me. Un mistero certamente nascosto nei suoi tempestosi occhi azzurri che scacciano tutti da davanti al nostro cammino. E, in effetti, mi chiedo quale sia il problema, per chiamarmi così e trascinarmi via all’improvviso. Anche se… ok, sono io che lo seguo.

La camera di Mello e Matt non era mai stata una delle più eleganti, né tantomeno accogliente, però aveva presto assunto il significato di “tana”. Non casa, quello no, non si azzardavano a chiamare così nessun posto ed era nata in loro la convinzione che non ci sarebbero state alcune mura da chiamare casa nel loro futuro. Di quella stanza, però, ogni singolo frammento era stampato nelle loro teste da neoadolescenti come un marchio a fuoco sulla pelle. Mello era seduto a gambe incrociate sul suo letto, mentre guardava Matt armeggiare con la sua Playstation per togliere il gioco e metterla in carica.
“Matt, perché non usi il gioco nuovo?” la voce di Mello stranamente stanca gli fece alzare la testa.
“ Aprirlo”
Mello si allungò sul suo letto e afferrò la bianca custodia di plastica. Prese il gioco fra le dita e lo rimirò sghignazzando, mentre Matt si stendeva sul suo letto a pancia in su, con le mani dietro la testa.
“Crea la tua auto: componi, colora e divertiti.” Disse Mello leggendo il titolo sulla schedina di gioco, prima di scoppiare a ridere.
“Per me puoi anche fumartelo quello schifo.” Come se fosse un invito a scartare una delle sue amate barrette di cioccolato, Mello afferrò un accendino, aprì la finestra e poggiò la schedina sul piano di marmo sporco del davanzale, prima di bagnarla con una spruzzata di alcol che teneva nel comodino ed accenderla. Guardò le fiamme brillare per un attimo prima che una piccola e densa voluta di fumo nero si alzasse dalle fiamme adesso scure e deboli. Chiuse la finestra e si sedette sul bordo del letto, guardando la colonnina di fumo salire e annerire appena il vetro. Matt si alzò e si sedette accanto a lui.
Guardarono il fumo salire e la plastica fondersi per un tempo che parve interminabile, poi Matt decise di parlare:
“Perché mi sei venuto a chiamare, prima?” Mello attese un po’ prima di rispondere.
“Non ti ho levato dalle grinfie di quella mocciosa, scusa?”
“Mello. Rispondi alla mia domanda.”
“Ti voleva togliere gli occhiali”
“Si, lo so.”
“Non ti ha dato fastidio?”
“Si”
“Ma non hai fatto nulla”
“L’hai fatto tu”
Mello rimase ancora in silenzio, poggiandosi alla spalla di Matt.
“Mi piacerebbe sapere perché non parli più Mello” un lampo d’ira si accese negli occhi del biondo che si agitò. Poi, come se si fosse accorto che dopotutto non era così importante accusarlo di rompere sempre le scatole, si appoggiò di nuovo alla spalla dell’amico.
“Perché mi hai chiamato Mello? Non lo fai mai senza un motivo, devo sempre cercarti io”
“Me ne voglio andare Matt”
Il rosso sospirò: lo sapeva bene, lo sapeva e non  perché Mello glielo dicesse spesso, ma perché nei suoi occhi di cielo si rifletteva ogni giorno la sofferenza della reclusione. Vedeva che ogni giorno guardava al cancello d’ingresso, come se fosse indeciso se passarci magicamente attraverso e volare via o restare. Vedeva che ogni giorno la sua scelta era la prima ma ciò che poi riusciva a fare era solo rimanere a guardare il cancello, in silenzio.
“Anch’io”
“Ieri ho visto una banda di teppisti che era entrata  dall’inferriata posteriore” Matt ascoltò attento.
“Credo cercassero una villa, gli ho chiesto da dove venivano, mi hanno detto dal retro, ma non mi hanno spiegato come hanno fatto ad entrare. Mi hanno promesso che se li aiuto mi diranno come uscire e rientrare senza farmi vedere”
Matt era abituato alle spiegazioni prive di dettagli dell’amico e aveva pienamente capito che Mello, anche se non glielo avrebbe mai detto, voleva il suo sostegno.
“Cosa vogliono?”
“Soldi” Matt aspettò, cercando di non pensare a nulla.
“Matt senti, io non ce la faccio più. Non vedo nulla dietro i cancelli della Wammy’s, non ho un futuro”
Matt scosse piano la testa:
“Non è vero. Noi riusciamo a vedere solo il fumo nero oltre la finestra, ma scommetto che se guardi attentamente, scorgi  un magnifico tramonto”
Quando il fuoco si spense, il fumo smise di salire così denso e la plastica della schedina si fuse completamente, i due uscirono in silenzio per andare a cena: Mello con una tavoletta di cioccolato in tasca e Matt con gli occhiali ben calcati sugli occhi. 
N.d.A
Ciao,
grazie di aver letto la mia storia! Pero di leggere presto i tuo commento, anche perché ho bisogno di un po’ di consigli. Non sono pienamente soddisfatto da questo capitolo e ma spero di poter ovviare col prossimo,inoltre fatemi sapere se il testo è leggibile, dato che ho sempre qualche problema -.-'
Alla prossima
Lithops
P.S. c’è qualcun altro oltre a me che si arrabbia quando Matt è senza ha gli occhiali senza motivo? O.o
 

 

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Capitolo 3
*** Rabbia ***


Rabbia

“Muori, maledetto bastardo bianco! Muori!”
“Mello ti prego di calmarti, il tuo atteggiamento è insopportabile. Sarò costretto ad espellerti dall’aula.”
“Near tu devi morire! Quel posto toccava a me! Crepa scimmietta bianca!”
“Signor Roger, lasci stare Mello. Non cambierà mai.”
“Basta immenso cretino, figlio di put…”
“MELLO! Adesso basta! Se non vai via subito sarò costretto ad abbassare la tua media!”
“Andiamo Mello dai, lascialo stare.”
“Deve morire!”
 
Matt sentiva come se secoli fossero passati dalla serata del giorno prima, quando un Mello triste e malinconico aveva cercato conforto sulla sua spalla e nelle sue parole.
La sera prima Matt aveva faticato ad addormentarsi, mentre soppesava le parole dell’amico. Mello era un tipo che cambiava umore spesso e radicalmente anche. Lo sapeva. Ma non lo aveva mai visto giù come quel giorno, quando, a tavola, si risparmiò le sue solite battutine acide e si limitò a sbocconcellare la sua tavoletta in silenzio. Andò a letto presto, senza fare altro che cambiarsi e infilarsi sotto le coperte. Matt lo aveva seguito, ma il ragazzo biondo non gli rivolse più la parola, così Jeevas finì, per la decima volta, il noto gioco a livelli. La mattina dopo al suo risveglio Matt non trovò che un letto vuoto accanto a se e, come sempre in ritardo, si fiondò fuori dalla sua stanza poco prima dell’inizio delle lezioni, saltando la colazione. Trovò il suo solito posto accanto a Mello, che, con lo sguardo basso, si rimirava le scarpe. Matt si rese conto di non sapere cosa dire, finché non vide Roger entrare nell’aula con la sua solita, composta eleganza.
Solo allora ricordò della consegna delle pagelle del primo trimestre. Quella però, non era una consegna dei voti normale. Lo stidente col miglior punteggio avrebbe collaborato per una settimana con l’FBI, in una missione di secondaria importanza. Matt non trovava la cosa nemmeno lontanamente invitante, se non per i potenti computer dai quali poter piratare centinaia di videogiochi giapponesi in un colpo solo. Ma per Mello… per Mello era diverso. Oltre a testare sul campo le sue capacità sarebbe potuto uscire, e chissà, se avesse avuto il fegato, magari anche provare a scappare.
 
Poco dopo che Roger consegnò i risultati e appese la bacheca con la graduatoria gli occhi di Mello si trasformarono. Pareva che lanciassero saette e nel giro di pochi secondi aveva le dita strette saldamente intorno al collo di Near che, impassibile come sempre, cercò appena di allontanarsi dalla presa di Mello. Matt gli corse dietro nonostante Mello avesse saltato come un puma per afferrare Near dall’altra parte dell’aula. Lo bloccò e lo tirò indietro, mentre Mello, in preda ad un raptus omicida, scagliava maledizioni ed insulti di vario tipo a Near che, lentamente ma con una certa premura, si era spostato dietro Roger e osservava la scena come una piccola ombra bianca.
 
Mello sa essere davvero terrificante. Si trasforma, non ha senso. Ieri era così abbattuto…
Dove la trovi questa forza? Dove trovi la forza di essere Michael Keel? Perché lotti così estenuantemente e non ti sei ancora piegato agli eventi?
Io giuro che lo ammazzo! Un giorno di questi lo pesto di brutto e vedrai che regalino gli farò per il tredicesimo compleanno di quel gran rompicoglioni!”
Devo lasciarlo sfogare. Solo questo. Non lasciarmi coinvolgere.
“ma perché poi? Per una stupida virgola, per un novantanove! E che cazzo però! Un novantanove virgola novantanove, e lui?”
Però ha pure ragione eh! Ma devo lasciarlo sfogare.
“Eh certo, lui cento! E perché non mille a quel leccaculo viziato!”
Non penso che tirare calci alle porte sia il migliore modo per aprirle, però…
Matt?”
Dice a me?
“Matt?”
“si?”
“a te non dà fastidio? Nemmeno un po’?”
Si, mi dà fastidio vederti così, mi da fastidio vederti triste, ma allo stesso tempo la tua furia mi affascina, Mello.
Ehm… io, cioè… non mi frega molto dei voti”
“Come fa a non fregartene Matt! Sono l’unico modo che abbiamo per farci notare da L!”
“Io…”
“Matt, cazzo! Formula una frase!”
“A me non interessa più di tanto diventare l’erede di L”
“Cosa scusa?”
“Voglio dire apprezzo quello che fa, il suo lavoro, la sua genialità… però io non mi ci vedo al suo posto…”
Solo silenzio.
 
Quella sera Mello uscì dalla finestra, sicuro che Matt l’avrebbe coperto. Matt lo aspettò alzato, consumando due volte la batteria della sua PlayStation. Quando Mello tornò trovò Matt appisolato nel ripiano della finestra con gli occhiali coperti da un folto ciuffo rosso e fra le dita la console spenta.
 
N.d.A
Ciao a tutti coloro che sono arrivati fin qui!
E grazie, anche ;)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero di non essere caduto troppo nell’OOC. Inoltre ho potuto rivedere il capitolo solo molto di fretta e quindi non so se sarà esente da errori di scrittura/battitura quindi vi sarei riconoscente se me li faceste notare così che possa correggerli, grazie u.u
Fatemi sapere cosa ne pensate con una bella recensione :D ( o anche brutta eh!)
A presto,
Lithops
 

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