Il cavaliere della forza

di AgoTheTrain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Peace (parte1) ***
Capitolo 2: *** Peace (parte2) ***
Capitolo 3: *** Vengeance (parte1) ***
Capitolo 4: *** Vengeance (parte2) ***
Capitolo 5: *** Redemption (parte 1) ***
Capitolo 6: *** Redemption (parte 2) ***



Capitolo 1
*** Peace (parte1) ***




Peace (pt.1)

 

 

Il mio nome è Kymaren e sono un jedi.

Nacqui su un pianeta dell'orlo esterno di nome Tatooine. I miei genitori erano molto poveri; mio padre era un meccanico; mia madre invece serviva in una cantina degli Hutt. Gli Hutt erano una famiglia criminale che avevano il controllo del pianeta e di altri settori dell'orlo esterno.

Nacqui in un periodo in cui la repubblica era praticamente inesistente e sul mio pianeta manco si sapeva che cosa fosse.

La mia vita iniziò però solo all'età di quattro anni quando la fortuna o la forza ora direi, ha condotto sul mio pianeta un Jedi.

Si trattava del maestro Naard venuto per trovare una reliquia importante che mai trovò.

Costui senti la forza scorrere in me e convinse i miei a lasciarmi andare con lui su Tython per iniziare il mio addestramento e diventare così suo apprendista.

Cosi terminò il mio periodo su Tatooine e inizio il mio cammino per diventare jedi.

Subito dopo l'atterraggio il maestro Naard mi porto al tempio, mai in vita mia avevo visto una costruzione di cosi maestosa fattura e bellezza. Enormi colonne sorreggevano archi e in ogni angolo una statua di personaggi del passato, in prevalenza maestri. Rimasi senza fiato non ero abituato a vedere cosi tanto splendore. L unica volta che avevo visto una ricchezza paragonabile a quella era il giorno in cui mi intrufolai sul posto di lavoro di mia madre prima di essere gettato fuori da uno dei due energumeni che proteggevano la porta.

Mi fece strada tra le varie sale piene di persone che si allenavano studiavano o parlavano; fino alla sala del consiglio dinanzi alla porta il maestro Naard si rivolse a me e mi disse: "Oltre a questa porta c'è il tuo futuro figliolo, prevedo che sarà un futuro luminoso ma non ti preoccupare, tu hai già un maestro che ha intenzione di prenderti come suo padawan una volta che avrai l'età giusta e ce l'hai davanti!"

Al suono di quelle parole i miei occhi si illuminarono non solo mi aveva salvato da un avvenire mediocre ma mi stava dando un futuro eccezionale come Guardiano della pace.

Entrammo, dinanzi a me c'erano dieci maestri. Il maestro Naard si inchino dinanzi a loro e io lo replicai passo a passo.

Naard:"Maestri del consiglio sono qui per mostrarvi un giovane che ho incontrato su un pianeta dell'orlo esterno. Ha un potente legame con la forza e io vorrei che fosse aggiunto alla classe degli iniziati e successivamente lo prenderò come mio apprendista, vista la prematura scomparsa del mio precedente padawan non credo avrete obiezioni."

Maestro Hodd:" Il suo legame è potente lo percepisco, fin troppo potente per un bambino della sua età, tuttavia non avrò nessuna obiezione al concedergli di essere addestrato. Tuttavia lui non sostituirà Vaathy lei era da molto con te e ancora ne piangiamo la scomparsa.

Il maestro Naard lo interruppe:"Gran maestro Hodd dimentichi che sono il maestro che insegna storia e cultura non sono cosi ingenuo da pensare che lui possa sostituirla ma credo che ne abbia tutte le qualità e supererà perfino me in potere."

Io ascoltavo in silenzio ma intanto la mia curiosità si faceva sempre più viva su quel mondo e quella via che stavo per intraprendere.

Il gran maestro annuì e disse:"E sia maestro Naard lui sarà il tuo apprendista. Ha un nome?"

"Kymaren" dissi io arrossendo feci un inchino in segno di scusa per l'intromissione.

I maestri risero e poi il maestro Hodd disse: "Bene Kymaren benvenuto fra noi, benvenuto nell'ordine Jedi”.

Ero al settimo cielo ero finalmente un jedi o meglio lo sarei diventato così mi portò al dormitorio.

La mia stanza era nel dormitorio maschile dove tutti i vari iniziati dormivano in vista delle lezioni.

Le lezioni si suddividevano in storia e cultura del maestro Naard e meditazione che il gran maestro Hodd ci insegnava; queste erano solo le lezioni degli iniziati. Non riuscivo a legare con gli altri bambini e spesso preferivo restare nella mia solitudine.

Mi rifugiavo in biblioteca a leggere, la storia mi ha sempre appassionato molto e fu qui che la incontrai... una bambina sedeva in un tavolo, lei pose il suo sguardo su di me e io arrossendo mi voltai di scatto. Lei si avvicinò e si presentò: “Ciao io sono Ai-deen e studio per diventare pilota, tu come ti chiami?”

Non potendo non rispondere titubante dissi: “C.Cc..Ciao io sono Kymaren e presto sarò un jedi!”.

Quello fu il primo nostro incontro non la scorderò mai! Aveva i capelli neri gli occhi verdi ed un sorriso che mi illuminava il cuore. Iniziammo a frequentarci. Ogni volta che non eravamo a lezione ci incontravamo in cortile per parlare, per raccontarci le lezioni altrui o solo per giocare. Così diventammo amici.

Si è vero il codice vieta l'attaccamento ma ero un bambino ed era l'unica amica che avevo e per lei era lo stesso.Mi aiutava a non sentire la mancanza dei miei genitori e glie n'ero molto grato.

 

Passarono due anni, crebbi e con me la voglia di sapere e scoprire sempre di più il mondo dei jedi.

Spesso alle lezioni i maestri paragonavano me e molti altri iniziati, a Vaathy un'allieva del maestro Naard che era scomparsa. Parlavano molto bene di lei la chiamavano la figlia di Naard e quello mi lasciava perplesso; in quanto sapevo che l'ordine Jedi non ammetteva la creazione di una famiglia. Decisi quindi di chiedere notizie al mio maestro.

"Maestro, so che è un argomento difficile ma vorrei sapere qualche informazione sulla tua precedente allieva."

"Kim, non sono argomenti che ti devono interessare. Sei troppo giovane anche per capire."

"Sarò l'apprendista del maestro della conoscenza direi che potrei capire..."

IL Maestro apprezzo la scelta delle mie parole e ormai conosceva la mia testardaggine e si rassegnò.

Mi fece sedere e inizio: "Vaathy era una twi'lek che incontrai la prima volta su Ryloth durante uno scontro con le truppe sith che volevano occupare il pianeta.

Era ancora una bambina più o meno della tua stessa età di quando ti incontrai su Tatooine e anche in lei scorreva potente la forza, tanto che mentre cercai di portarla in salvo fu lei a salvare me. Creò dal nulla uno scudo di forza che deviasse i blaster dei nemici. Riuscii quindi a portarla in salvo e lasciammo il pianeta.

Lei crebbe imparò l'uso della forza divenne abile in tutte le discipline addirittura migliore di me e del maestro di spada Gillarr.

Tutti la consideravano il futuro del nostro ordine un futuro maestro e addirittura c'era gente che la considerava un possibile successore del gran maestro Hodd.

Ogni giorno finite le lezioni mi veniva a trovare e passava tutto il pomeriggio ad aiutarmi o a chiacchierare per questo molti la chiamano mia figlia, io mi affezionai sempre più a lei un po’ come te con Ai-deen. Divenne cavaliere jedi e un giorno il consiglio ci assegnò una missione su di un pianeta di cui ora non ricordo il nome. Qui pensavamo di svolgere il compito assegnatoci in tutta tranquillità quando un sith con due spade rosse a singola impugnatura, ci attaccò. Il nemico era troppo potente per noi due, tanto che le nostre forze furono insufficienti. Capendo la chiara posizione di svantaggio Vaathy corse verso il sith e afferrandolo si getto giù da una scogliera. Il suo corpo fu recuperato dai locali pochi giorni dopo trasportato dalla marea. Mi aveva salvato la vita ma aveva sacrificato la sua."

Ascoltai con attenzione la storia poi afferrai il maestro e lo abbracciai.

Naard scoppio a piangere.

"Ti prometto maestro che scoprirò chi è stato. Quando sarò più grande darò la caccia a questo sith e lo condurrò davanti al consiglio per rispondere dei suoi crimini."

Naard si asciugo le lacrime e disse: "Allora converrà che ti vai ad allenare mio giovane amico"

Così corsi verso il cortile d'addestramento motivato a sconfiggere quel potente nemico.

Le lezioni del maestro Naard sulla storia e la cultura jedi erano le mie preferite amavo ascoltare le storie dei grandi jedi che affrontarono i sith o i mandaloriani nelle guerre. Spesso portavo Ai-deen in biblioteca per leggerle le storie che il maestro raccontava a noi. Lei stava li ad ascoltarmi per ore.

Un giorno notai che svolgendo una ricerca negli archivi con la parola “mandaloriano” venivano dei file bloccati. Ero molto curioso o molto affamato di sapere, non troppo adatto a un jedi ma ero solo entusiasta di scoprire nuove cose. Una notte, Ai-deen ed io, scendemmo nelle stanze dei maestri mi intrufolai nella stanza del maestro Naard e gli sottrai la sua scheda magnetica. Corremmo cercando di far meno rumore possibile nella biblioteca e lei mise la card nel pannello. Ora la ricerca diede molti risultati che prima erano bloccati fu cosi che conobbi la leggenda di Darth Revan, il jedi che andò contro l'ordine per salvare il mondo dalla minaccia mandaloriana. Fin qui mi sembrava un eroe se non fosse stato per la guerra civile successiva contro l'amico Malak. Ai-deen, poi, mi disse: "Ehi guarda qui" indicando il nome di una donna Bastila Shan. I due si scontrarono per lei: uno per la sua salvezza, l'altro per la sua distruzione. Io lessi ad alta voce poi lei mi interruppe: “Promettimi che tu mi salverai sempre promettimi che tu sarai il mio eroe...”

Arrossendo gli dissi : “Te lo prometto qualunque cosa accada io ti proteggerò proprio come Revan e Bastila."

Quella sera rischiai l'espulsione dal ordine dei jedi,ma solo adesso ci sto pensando; allora era solo un gioco con la mia amica.

Giunse finalmente il giorno più importante per un Jedi ovvero il giorno della creazione della spada laser.

Mi ricordo che quella notte non chiusi occhio dall'emozione e dall'indecisione,in quanto non sapevo ancora qual'era la spada laser giusta per me.

Per prima cosa il maestro Hodd e il maestro Gillarr ci accompagnarono a procurarci i cristalli all'interno di una grotta situata alle spalle del tempio.

Ero ancora molto confuso ma ben presto capì che non era il jedi a scegliere il cristallo ma che tutto era già stato scritto nella forza.

Hodd: “ un cristallo blu rappresenta molti dei cavalieri jedi del tempio; anche se il tuo è particolarmente scuro. E' insolita come cosa.”

Gillarr: “Ahhhh cristalli così non se ne vedevano da un po'. Non è il normale azzurro usato da tutti e più scuro sembra quasi che sia li da molti anni in attesa.”

Interrompendolo dissi “E com'è possibile se ha aspettato così tanto che sia giunto a me?”

Hodd: “La Forza è imprevedibile mio giovane allievo ma di sicuro sarà un ottimo cristallo per te!”

Così presi quell'insolito cristallo e ne feci il mio.

E dopo scelsi di volere un arma a doppia lama così da poter proteggere sempre chi amo.

 

Passarono gli anni io diventai il cavaliere jedi che sognavo da bambino e lei diventò pilota.

Spesso e volentieri alle missioni che il consiglio mi mandava ad eseguire ero accompagnato da Ai-deen che da abile pilota qual'era riusciva sempre a portarci a casa tutti interi.

Non scorderò mai la missione su Coruscant quando ci ritrovammo a condurre le indagini dell'omicidio di una della famiglia reale.

Mi ricordo che il maestro Naard voleva che fossi io a condurre le indagini per migliorare la mia abilità nel relazionarmi con le persone.

Tra analisi della scena del crimine, interrogazione dei testimoni e ricerca dell'arma del delitto ci ritrovammo tutti e tre circondati da criminali nella zona del mercato nero situata nel retro di un pub.

Naard mi disse: "ecco dove ci portano le tue indagini"

Ai-deen rise alla battuta del maestro.

Mi misi davanti a loro mi concentrai e lasciai esplodere tutta la forza che avevo in corpo.

Tutti i criminali furono sbalzati contro le pareti e questo ci diede il tempo di scappare e riprendere le indagini in un luogo più tranquillo.

"Visto vi ho messo nei guai ma vi ho anche tirato fuori" dissi.

Il maestro disse: "Sei sempre più bravo a cacciarci nei guai comunque.”

Sia il maestro che Ai-deen si misero a ridere.

Nonostante il caos scatenato avevo notato i simboli che molti di quei criminali portavano sulle spalle, un simbolo di un'importante società che trafficava sull'intero pianeta.

Andammo dalla famiglia reale a raccontare ciò che avevamo scoperto.

Padre: “Mia figlia è stata uccisa dalla Czerka quindi...”

“La Czerka? Cos'è?” chiesi.

Naard: “La Czerka è un associazione criminale che ha il controllo del contrabbando di armi in molti settori. Non pensavo fosse presente anche qui su Coruscant. Addirittura sotto gli occhi di ciò che resta della repubblica.”

Padre: “Si la repubblica è presente qui ma è inutile. Non è più potente da un bel po'. I mondi fuori dall'orlo sono sotto il controllo degli Hutt, altri della Czerka e altri sono indipendenti. Non ci si può mettere contro la Czerka, manco voi Jedi siete tanto forti. Vi ringrazio per ciò che avete scoperto ma nulla mi riporterà mia figlia indietro quindi lasciate Coruscant e dimenticate tutto.”

“Io non temo di certo un gruppo criminale. Dovremmo chiedere aiuto alla repubblica e portare giustizia!”

Naard: “Noi siamo stati chiamati qui dalla famiglia reale Kymaren. Loro decidono cosa fare e hanno deciso. Non possiamo sgominare una potenza del crimine solo perché ci va. La pazienza è uno dei pilastri Jedi ricorda.”

“Si maestro avete ragione.”

Fu così che imparai che un Jedi non può cambiare da solo l'universo. Ma mi promisi che avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per provare a farlo.

Una sera come quella di molti anni fa io e Ai-deen ci incontrammo di nascosto all'alba di una missione che avremmo affrontato insieme ma di cui non sapevamo ancora nulla. Ero cresciuto ormai e il codice jedi era impresso nella mia mente ma lei era stampata nel mio cuore, e quella sera gliel'avrei detto. Ormai ero un jedi non avevo bisogno dell'ordine se mi avesse ricambiato avrei mollato tutto.

Cosi al chiarore delle tre lune le dissi ciò che provavo.

Lei ricambiò ma disse: “Kim, tu sai che quello che provo per te non cambierà mai e se non avessi un sogno probabilmente lascerei tutto per il Noi.

Ma a Coruscant ho capito una cosa, ed è che il mondo va cambiato...Voglio diventare un pilota e magari una volta pronta entrare nell'esercito della repubblica perché io credo sia l'unica possibilità per un futuro migliore.

Capii che aveva ragione i nostri sentimenti non potevamo tapparci le ali ma dovevano spronarci a realizzarci. Ma prima di decidere di mettere via l'amore che provavo per lei la presi tra le mie braccia, la guardai negli occhi e la baciai.

Sembrò passare un eternità. Sarà perché di staccarmi da lei non ne avevo nessun interesse. Il suo sapore mi rimase sulle labbra per giorni.




**Spazio autore: eccomi qui tornato dopo tanto tempo con questa storia originale, sono ancora alle prime armi quindi se avete consigli e volete lasciarmi una recensione sarà ben accetta. bhe vi auguro che vi sia piaciuta, fatemi sapere e grazie in anticipo ;) :D 

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Capitolo 2
*** Peace (parte2) ***





Peace (pt.2)

 

 

Il giorno seguente ci diedero le informazioni: un cacciatore di taglie di nome Rodzaj aveva ucciso un maestro jedi su Hoth per rubargli degli holocron appartenenti ai sith. Ora si trovava su Tatooine.

In quel momento ripensai per la prima volta dopo molto tempo ai miei genitori.

Data la pericolosità della missione il maestro Hodd decise di mandare il maestro Naard ad affiancarci.

Così io, il mio maestro e Ai-deen partimmo per Tatooine.

Seduto sul sedile di quella navetta tutti notarono il mio pensieroso silenzio e il mio maestro mi disse :"Il bambino che tu eri non esiste più nel jedi che ora sei. Sgombra la mente dai pensieri. Non ho bisogno di te se pensi ad altro!"

"Si maestro avete ragione vi chiedo perdono... andrò nella stiva a meditare un po’”.

Uscii dal abitacolo mi appoggiai alla porta ormai chiusa cercando di scacciare via quei pensieri in quel momento sentii un discorso all'interno.

Ai-deen disse: "E' comprensibile ciò che vorrebbe fare al suo posto lo farei anche io se potessi."

Naard: “Non siamo qui per un viaggio di riconciliazione Ai-deen siamo qui per catturare un criminale e recuperare gli holocron. Il tempo per i giochetti è finito dall'ultima scappatella in biblioteca quando eravate bambini.”

Lei si imbarazzò, non pensava sapesse della loro fuga notturna.

Lui sorrise e disse: “Chissà perché tutti pensano che l'esser vecchio significhi esser stupido” i due si misero a ridere poi il salto nell'iperspazio finì e giungemmo su Tatooine.

Per un momento quelle risate mi diedero tranquillità e mi avviai verso la stiva.

Tutto sommato la meditazione aveva dato i suoi frutti ed ero molto concentrato tuttavia il modo migliore per scovare un criminale è quello di andare nelle cantine club o locali notturni. Così entrai in quella cantina dove non mettevo piede da molto, molto tempo.

Il tempo sembrava essersi fermato vent'anni addietro. Quelle luci, quegli odori quella confusione che da piccolo avevo già assaporato. Dovevo restare concentrato e quel luogo non me lo permetteva. La mia mente cercava il criminale mentre il mio cuore cercava la madre che da tempo non vedevo. Naard mi posò la mano sulla spalla e i pensieri per un po' sparirono. Non fu difficile individuare il cacciatore di taglie infatti era in un angolo che costringeva con la forza una ragazza poco più giovane di me a servirgli da bere e da mangiare. All'ennesimo schiaffo non ce la feci più e gli bloccai la mano prima che la colpisse nuovamente. Lui irato estrasse le pistole. Con un gesto cercai di far calmare il cacciatore cercando con la forza di entrare nella sua psiche. Due energumeni, però, mi afferrarono mentre altri presero lui e ci lanciarono in mezzo alla polvere della strada. Qui il cacciatore di taglie si ritrovò ancora con la schiava umana alla catena e strattonandola a sé, disse: “Oh se tu pensi di venire qui e fare i tuoi giochetti mentali su di me ti sbagli di grosso! Io ora uccido lei, e uccido te per la figuraccia che mi hai fatto fare.”

Io vidi la giovane ragazza impaurita dalle minacce e quindi gli dissi : “Hai già ucciso un jedi in questi giorni, due sarebbero proprio una bel salto di qualità! Sai che reputazione che ti faresti?!”

Il cacciatore sembrò riflettere su quelle parole e in effetti pensava fosse vero.

Quindi proseguii : “Lasciala andare non ti ha fatto nulla è solo una povera ragazza. Prendi me!"

La ragazza riuscì morsicandogli la mano a liberarsi e scappò dietro al muro del locale. Nella confusione non mi ero ancora reso conto che ne il maestro ne Ai-deen erano ancora arrivati. Quindi era una sfida per me.

Rodzaj: “Pfff e sia prima ucciderò te jedi poi andrò a recuperare quell'ingrata di una schiava!”

Estrassi la spada laser. Il cacciatore iniziò a lanciare mine verso di me e a sparare col suo fucile. Saltando per evitare le mine e usando la spada riuscì a deviare quasi tutti i colpi qualcuno riuscì a sfiorarmi braccia e gambe senza però causarmi danni. Vedendosi alle strette il criminale prese le ultime bombe e disse: “Vedo che te la cavi piuttosto bene peccato che queste mi faranno vincere!!!”

Io risposi: “Ancora? Pensi che sta volta possano avere qualche possibilità di fermarmi?”

Rodzaj: “Oh no no queste non sono per te! Le lancerò verso il pub facendolo saltare in aria! Conoscendo voi Jedi so già che ti lancerai nella speranza di intercettarle dandomi il tempo di scappare!”

“Dannato non puoi mettere in rischio così tante persone solo per sopravvivere!” Ma proprio in quel momento quando il cacciatore stava per attivarle un sonoro colpo di blaster lo trafisse.

Notai che il colpo era partito da dietro, mi voltai e vidi Ai-deen, allora mi rassicurai e spensi la spada.

"Fiuuuu" dissi "Ai-deen potevi arrivare anche un po' prima, fra un po' mi faceva lo scalpo!"

“Quante storie invece di ringraziarmi per l'esser arrivata ti lamenti sempre". Lei non riuscì a trattenere una risata che in breve tempo contagiò anche me.

La giovane schiava corse ad abbracciarmi e mi disse in lacrime: "Grazie, grazie mille davvero non so come potrò mai ripagarti! Tu mi hai salvato la vita!"

"Calma, non c'è bisogno che mi ringrazi questo e il compito di un jedi, ma se proprio vuoi ripagarmi prendi questi." cosi facendo le diedi una borsa piena di crediti.

Lei mi guardò perplessa: “Per cosa sono?". Alzai le spalle e le dissi semplicemente: “Sono per la tua libertà. Ora che non c'è più nessun padrone trovati un buon lavoro e magari anche una casa e una famiglia."

La giovane ragazza in lacrime mi strinse forte e mi disse : "Non conosco il tuo nome ma stai sicuro che mi ricorderò di te. Ti auguro ogni felicità”.

Sorrisi, “Io sono Kymaren e mi auguro di portare il bene in questo mondo.”

Giunse quindi il maestro Naard che recuperò gli holocron dal cadavere del cacciatore e disse: “Fortuna vuole che li avesse ancora con sé altrimenti col tuo piano li avremmo persi per sempre"

“Abbiate fede nella forza, non è ciò che mi dite continuamente?" i tre si misero a ridere e ripresero il viaggio verso la navicella.

Finita la confusione dovuta allo scontro i pensieri mi tornarono.

Quei luoghi, quelle strade, quella sabbia continuavano a non darmi pace.

Non so quanto sarebbe passato ma non sarei potuto tornare su Tatooine per un bel po' di tempo, non potevo, o meglio non volevo lasciare il pianeta senza passare da casa.

Mentre ero immerso nei pensieri mi ritrovai dinanzi ad un luogo.

Naard: “Vai, fai ciò che devi e torna da noi domani. Ricorda comunque che non puoi essere il salvatore del mondo. Potrai vederli ma non potranno venire insieme a te.”

Io non aspettai manco che finisse la frase e corsi ad abbracciarlo. Ero in lacrime, stava disobbedendo ad un ordine solo per farmi felice. Stavo andando verso la porta di casa mia, avevo il cuore in gola mi sentivo come un bambino. Non stavo più nella pelle nel rivedere i miei genitori, mi voltai e incrociai il sorriso di Ai- deen. Deglutii e andai più risoluto verso la mia meta. Sentì dei pezzi di frase che i due si scambiarono.

Naard “Oggi ha salvato numerose vite rischiando la sua si è meritato questa sosta.”

Ai-deen: “Siete una bella persona maestro.”

Naard: “Su non perdiamoci in chiacchiere qualcuno deve pur tener pronta la nave.”

“Agli ordini!” disse lei ridendo.

Mi avvicinai a quella porta che da vent'anni non superavo.

Ero emozionato non sapevo cosa avrei detto non sapevo come mi sarei comportato. Arrivai davanti alla porta, la mia risolutezza di poco prima vacillò, un pensiero poi si insinuò nella mia testa: Loro hanno già perso un figlio e ora per il mio egoismo vorrei che lo ritrovassero per riperderlo un secondo dopo? In quel momento combattei la battaglia più dura. Mi voltai con le lacrime che ancora scendevano e mi avviai verso la nave.

Quando entrai tutti si meravigliarono.

Naard: “Kymaren ma hai capito che ti ho detto di tornare tranquillamente domani?”

Io con le lacrime che ancora scendevano dissi: “Non sarebbe stato giusto, per loro...gli avrei dato un dolore troppo grande. Torniamo su Tython.”

 

Ai-deen accese i motori e partimmo.

Durante il viaggio lei si avvicinò a me: “Kim, sei stato molto forte in questa decisione.”

Il dolore mi annebbiò i pensieri. Non pensai più al codice e l'abbracciai piangendo e lei mi strinse. Non mi vergognavo, con lei potevo essere me stesso, nonostante pensai che fosse stata la scelta migliore per tutti, non sono mai riuscito a far pace con me stesso.

Restai così per tutto il viaggio fino all'atterraggio, dopo di che andammo direttamente a fare rapporto al consiglio.

Un' altra missione era stata portata a termine seppur il consiglio jedi avrebbe preferito che avessimo riportato il cacciatore di taglie vivo, ovviamente il maestro Naard era d'accordo con loro.

Il maestro Hodd disse :"E' un ragazzo ha ancora molto da imparare tuttavia per colpa sua ora non sappiamo chi volesse quegli holocron e cosa se ne volesse fare."

Naard: “La penso ovviamente come voi maestro, ma se non fosse andata così ora avremmo un'intera cantina esplosa e molti più morti. Hanno agito bene.”

In quel momento Ai-deen bussò alla porta, entrò e fece un inchino: “Maestri mi scuso per la mia interruzione ma ho informazioni su quel cacciatore di taglie."

Naard: “Dicci quel che sai dunque!"

Ai-deen: “Non ho avuto il tempo di dirlo prima ma su Tatooine durante la ricognizione mi sono imbattuta nella navetta del ladro di holocron sono entrata ed ho guardato le mappe di viaggio.

Erano cancellate ma ho una certa abilità informatica e sono riuscita a recuperarle, non che ci fosse poi molto da recuperare. Un solo mondo era segnato più volte e presumo che lì ci sia il committente."

Hodd: “La forza a volte agisce in modi inaspettati. Bene quindi qual'era questo pianeta?"

"Onderon"

A quel nome i maestri iniziarono a parlarsi tra di loro in preda ad una agitazione inspiegata, non ne capii il motivo.

Hodd disse: "Silenzio! E sia.. Un gruppo verrà mandato li a cercare il vero colpevole dell'omicidio e della rapina. Ho deciso che sarà la stessa squadra che ho mandato su Tatooine."

Io che fino ad allora ero rimasto in silenzio accettai la missione anche se mi incuriosì tutto quel parlare.

Una volta fuori dal consiglio mi avvicinai al maestro Naard e chiesi :"Maestro come mai tutti hanno avuto quella reazione al nome Onderon?"

Naard: “Speravo non l'avessi notato. Onderon è il pianeta natale dalla quale anni fa iniziò la guerra mandaloriana o anche chiamata la guerra di Revan. Inoltre su una delle lune si trova la tomba di un potente sith; anche se ormai è in rovina ed è stata saccheggiata dai predatori"

"Quindi è per la paura del lato oscuro? Ma ora non siamo in buoni rapporti con la regina di Onderon?"

Naard:"Ora si, ma nessuno ha mai messo piede su tutte le lune di Onderon tanto da poter dire che le minacce sono finite”.

"Capisco".

Naard: “Sento un tremito nella forza mio giovane padawan dobbiamo stare attenti."

Annuì e poi ci separammo.

La sera incontrai Ai-deen "Non venire con noi su Onderon chiedi all'ammiraglio di sostituirti. La forza è in movimento. Visioni confuse mi passano nel cervello e tutte piene di oscurità. Non venire te ne prego!"

La strinsi forte e la baciai.

Era da molto che non accadeva.

Lei mi disse: "Ormai so quando mi tieni nascoste le cose... Cos'hai visto nelle tue visioni?"

"Non sono visioni del futuro perché io non accetto quel futuro! Un futuro senza di te..."

"Non puoi cambiare il mio destino Kim ormai ho imparato qualcosa anche io sulla forza e so che non la si può governare, è libera e agisce in modo neutrale. Non fraintendermi non ho nessuna intenzione di morire ma ho fiducia che tu mi salverai come mi hai promesso tempo fa"

Sapevo che quando Ai-deen si metteva in testa una cosa era impossibile che cambiasse idea ma sapevo che non avrei potuto salvarla nelle mie visioni vedevo un'ombra nera con delle lunghe corna ed un immenso potere. Non ero abbastanza forte... Andai di corsa dal maestro Hodd a cercare sollievo per quelle visioni ma non ne ricevetti, l'unica cosa che mi disse fu:

"Non c'è morte, solo forza. Ricordati il codice. Non puoi permettere alle persone di non morire. La forza agisce senza che le persone possano capirne il significato.”

Non mi fermai manco a riflettere, mi alzai feci l'inchino e me ne andai. Non condividevo quel pensiero. Non avrei permesso che quel futuro si avverasse.

Il giorno seguente aspettammo che i droidi caricassero i rifornimenti e poi partimmo.

La mia mente era sempre distratta non riuscivo a non pensare a quelle visioni.

Più la nave si avvicinava a Onderon più sentivo che qualcosa sarebbe accaduto qualcosa di molto brutto, qualcosa che non avrei potuto evitare...

Naard: “Kim, devi essere concentrato ho bisogno di te quando atterriamo. Abbiamo una missione importante! Dobbiamo trovare colui che ha commissionato il furto e l'omicidio di un Jedi.”

“Perdonatemi maestro sto cercando di essere lucido ma più mi avvicino al pianeta più i miei incubi diventano opprimenti.”

Naard: “E' il potere del lato oscuro. Cerca di entrarti nella mente e distruggerti. Ricorda il codice Jedi: Non c'è emozione c'è solo pace.”

“Maestro il lato oscuro è così potente come ho letto nei dati della biblioteca?”

Naard: “Si purtroppo, in questo periodo dove tutto è allo sfascio numerosi sono i sentieri del lato oscuro. E' probabile che quello che troveremo su Onderon sia uno dei tanti caduti nella tentazione della forza. Bisogna stare attenti perché non sappiamo se incontreremo il maestro o l'apprendista; e dove c'è uno ci può essere pure l'altro.”

“Comprendo maestro. Andrò per un po' nel mio abitacolo a meditare. Quando arriveremo sul pianeta sarò pronto.”

Così andai a concentrarmi e fu una cosa molto lunga ero entrato in trance e finalmente riuscii a spegnere il cervello.

Fui svegliato da degli scossoni allorché mi precipitai verso la sala comandi.

“Che cosa succede?!”

Ai-deen: “Siamo usciti dall'iperspazio proprio dinanzi a Onderon e ci siamo ritrovati in mezzo a un conflitto!”

Osservai al di fuori e si vedevano chiaramente navi di Onderon che fronteggiavano quelle che sembravano essere navi da guerra.

Naard: “Non è possibile! Non è possibile!”

“Cosa maestro?!”

Naard: “Quelle navi... Sono Mandaloriane! Non pensavo che la guerra di Revan avesse lasciato superstiti...”

Dei raggi laser colpirono la nostra nave disattivandone gli scudi e l'iperguida.

Ai-deen: “Non possiamo muoverci! Non possiamo scappare da quest'inferno!”

Non ci fu tempo per pensare e un’altra raffica colpì uno dei motori facendoci iniziare a precipitare.

Cercammo di virare verso la luna più vicina cercando una discesa un po’ più lenta, ma non ci fu nulla da fare e ci schiantammo al suolo.

L'impatto ci fece perdere i sensi. Al risveglio mi ritrovai incastrato sotto le macerie della navicella. Raccolsi l’energia all’interno e la feci esplodere sotto forma di un onda.

Non c'erano tracce di Ai-deen o del mio maestro. Iniziai a cercarli e a chiamarli ma niente, sembravano essersi volatilizzati. Cercai di concentrarmi usando la forza ebbi una visione oscura. Due ombre che portavano via Ai-deen, del maestro Naard non avevo visto nulla. Mi misi quindi sulle tracce di lei correndo col panico che le visioni si avverassero.

Seguii le tracce che passavano per la foresta fino a uno spiazzo dove c'erano delle tende. Notai subito che si trattava di un avamposto mandaloriano. Vidi che Ai-deen era legata ad un palo sorvegliato al centro del campo.

Dovevo liberarla ma il numero dei soldati era troppo alto per sfidarlo da solo. Serviva un diversivo.

La forza o forse semplicemente la fortuna, fece sì che ascoltai una discussione di alcuni mandaloriani che parlavano di un viaggio che dovevano fare con una navicella che era in fondo al campo.

Decisi di andare a vedere se potevo usare quelle informazioni a mio vantaggio.

Vidi dei barili di combustibile di fianco alle navicelle, dovevo trovare un modo per farli esplodere e distrarre le guardie. Allora iniziai ad avanzare lentamente verso quei barili.

Mi avvicinai alla navicella e trovai lo sportello dei comandi che era al di fuori della nave.

Usai la forza e lo feci saltare via. Presi i cavi e una volta scoperchiati i barili li infilai al loro interno. Poi mi ritirai verso la foresta da dove provenivo.

L'ora di partire fortunatamente era giunta. L’accensione della nave innescò i barili incendiandoli e causando un esplosione.

La confusione attrasse le guardie al luogo dell'esplosione. Questo mi diede il tempo di correre verso il palo. Estrassi la spada laser e tagliai le catene, la presi in braccio e scappai di nuovo nella foresta.

Correndo notai una caverna e vi entrai.

Appoggiai Ai-deen al suolo aspettando che si riprendesse. Sembrava stare bene, non aveva ferite di alcun genere, vedendo ciò riuscii a calmarmi un po'. Nell'attesa rimasi a controllare che nessuno si avvicinasse al nostro rifugio.

Si svegliò dopo poco in preda al panico:

"Calmati calmati ora ci sono io qui con te "

Le carezzai dolcemente la testa per tranquillizzarla. Lei mi guardò negli occhi e mi strinse a sè.

L’abbracciai forte e le diedi un bacio. Ero davvero felice che stesse bene soprattutto a causa delle mie visioni.

"Ora devi restare qui al sicuro, io andrò a cercare il maestro Naard".

"Verrò con te Kim, non c'è posto più sicuro che stare al tuo fianco"

"Non conosco i pericoli che ci sono là fuori non so se riuscirò a proteggerti. Ti prego resta qui"

"Dovresti sapere che non riusciresti mai a convincermi a lasciarti da solo. Io verrò con te e ti guarderò le spalle come su Tatooine!".

La strinsi forte e poi la baciai nuovamente. Odiavo la sua ostinazione, sarei stato molto più tranquillo a lasciarla in quella grotta. Non ricordo quando mai sono riuscito a farmi ascoltare da lei, ma col senno del poi l'avrei di certo sedata e immobilizzata.

Era tardi per partire quindi ci sdraiammo e riposammo per tutta la notte.

Come ogni notte da molto tempo i miei sogni erano tormentati dalle solite visioni ma un nuovo dettaglio si era presentato: il luogo, era un tempio o una tomba antica circondata da alberi.

Arrivò il mattino e aspettai che si riprendesse del tutto e ci preparammo. In un qualche modo la forza mi aveva già detto dove dovevo andare.

Dovevo trovare quel posto nella foresta, lì ero certo che avrei trovato il maestro Naard e con molte probabilità anche quell'ombra dalle lunghe corna.

Uscimmo dalla caverna e cercando di non attirare l’attenzione di bestie e mandaloriani ci avviamo dove la forza mi guidava.

La foresta era un posto pericoloso di per sè, pieno di creature orribili e come se non bastasse un esercito di soldati mercenari era stabile su quella luna.

Dopo il mio intervento per liberare Ai-deen probabilmente avevano aumentato le truppe tramite dei mercenari, dovevamo stare attenti e con ogni senso ben attivo.

Fortunatamente per noi la fitta vegetazione ci permetteva di nasconderci da ogni nemico.

Fu cosi che giungemmo nelle vicinanze di quella strana piramide.

La boscaglia la celava quasi completamente.

Erbe rampicanti avevano coperto interamente la facciata. Si vedeva soltanto la lunga scalinata che portava alla porta dell’edificio.

Lungo i gradini c’erano degli uomini che stavano di guardia.

“Non sarà facile entrare” disse Ai-deen.

“La forza ci ha condotto fin qui, di sicuro saprà come farci entrare”

Non potevamo essere avventati. Sfruttando il bosco girammo intorno all'intera struttura, era enorme! I rampicanti la ricoprivano interamente, vi erano solo due vie di accesso le quali erano entrambe ben sorvegliate. Avevo paura di cosa potesse celarsi al suo interno ma ero anche curioso, perché era così tanto protetta? Girandola tutta più volte si poteva notare che c'era una parte della muraglia più bassa, lì sarebbe stato il luogo ideale per scalare quella parete! Con me avevo sempre vari oggetti per la missione tra cui delle funi. Saremmo entrati quella sera stessa, ci appostammo in quei pressi, qualche guardia sporadicamente faceva l'intero giro, era normale solo dei pazzi avrebbero provato a scalare quella parete! Mi erano sempre piaciute le sfide impossibili e Ai-deen era la mia sfida preferita.

“Una volta entrati che faremo?”.

“Ti dovrai nascondere e io mi occuperò di trovare il maestro Naard.”

“Non credo proprio che mi nasconderò io sarò al tuo fianco!”

“L’oscurità governa in quella piramide i miei sensi potrebbero essere offuscati non potrei proteggerti!”

Ai-deen si avvicinò a me: “So che farai qualsiasi cosa per difendermi.”

Ancora una volta i miei sentimenti presero il sopravvento e la baciai.

Quella volta però non ci fermammo ai baci. Facemmo l'amore.

Fu il momento più bella della mia vita, mai prima d’ora avevo sentito Ai-deen così mia. Rimanemmo stretti a lungo, fino a notte fonda, sentivo il suo profumo ancora su di me. Sentendola così vicina mi ricordai di quelle visioni e d'istinto la strinsi di più a me.

Ai-deen: “Non ti preoccupare mio dolce Kim”

“Co.. Come fai a sapere?!”

Lei rise e mi carezzo dolcemente i capelli: “Oh non ti spaventare non sono diventata Jedi tutto d’un tratto! Ti conosco troppo bene”

“Non mi prendere in giro! Comunque sei sempre convinta di volermi accompagnare eh?”

“Non ti liberi facilmente di me lo sai.”

“Voglio dirti una cosa importante prima che partiamo”

Presi un grosso respiro, non volevo avere ripensamenti, volevo che lei sapesse i veri sentimenti che ci legavano.

“ Ti amo Ai-deen, ti amo da sempre e ho preso una decisione importante; appena finita questa missione, appena tornati su Tython andrò a parlare col consiglio. Voglio lasciare l’ordine. Voglio vivere con te per sempre!”

Lo dissi tutto d’un fiato, nel buio che ci avvolgeva non vidi la sua espressione, credo che si imbarazzò. Dopo poco sentì un flebile sussurro:

“Ti amo anch’io Kim, verrò con te! Dopo stanotte non ha senso restare divisi. Per prima cosa occupiamoci del maestro Naard.”
“Come sempre hai ragione andiamo a salvarlo!”

 

Riuscimmo nel nostro intento senza troppi problemi, il buio ci stava aiutando ma ci mettemmo più tempo del dovuto. Quando riuscimmo a scendere da quel muro era già l'alba.

“Strano” pensai “non ci sono guardie all’interno”.

Correvamo per i corridoi verso il fulcro dell’emanazione del potere che sentivo. Fu così che ci trovammo dinanzi a una porta che si spalancò dinanzi a noi e ci ritrovammo in un salone illuminato.

Infondo c’era il maestro Naard incatenato, era ferito molto gravemente sembrava esser stato torturato, corsi verso di lui.

Era privo di sensi ma il polso c’era, fu in quel momento che la porta si chiuse.

Mi voltai e delle guardie afferrarono Ai-deen poi dalle ombre spuntò lui, l’uomo delle mie visioni, era uno zabrak.

“Bene bene bene… finalmente l’apprendista ha raggiunto il maestro giusto in tempo per vederlo morire! In passato mi è sfuggito per colpa di quella donna”

Il maestro riprese conoscenza e urlò: “Scappa Kim lui è il mostro che ha ucciso Vaathy! Non puoi sconfiggerlo!”

Il sith allora gli tirò un pugno che lo fece nuovamente svenire poi disse: “Il tuo maestro ha ragione non hai speranze di battermi io ho il potere che tu non hai.”

Si rivolse a Naard sollevandogli il volto : “Mi toccherà uccidere un tuo ennesimo apprendista.. Non impari mai vecchio!”

Una scarica di fulmini si abbatté sul maestro.

Non riuscivo più a stare fermo e scattai verso di lui.

Ma con la forza mi fermo e mi scaraventò a terra.

“Ci hai provato Jedi. Mmm almeno l’ultima volta era stata una bella sfida tu non vali neanche lo sforzo. Vediamo cosa succede motivandoti ancora un po'.”

Iniziò a picchiare e torturare con la forza il corpo del mio maestro.

“Smettila!” gridò Ai-deen.

Il sith allora disse: “Come tu desideri porrò fine alla sua sofferenza una volta per tutte!”

Sciolse le catene di forza che trattenevano Naard. Lo sollevo in aria stringendo con la forza il suo collo.

Cercai di alzarmi ma lo zabrak con l’altra mano mi schiacciava al suolo.

Strinse sempre di più la sua presa sul mio maestro fino a quando la lasciò.

Il corpo di Naard cadde al suolo.

In quel momento capii cosa aveva fatto: gli aveva spezzato il collo.

Le lacrime iniziarono a sgorgare e una rabbia immensa mi fece scattare verso il nemico.

“Fermo sciocco non sei nella posizione per fare qualcosa! Se ti muovi uccideremo la donna… oh si sento la tua rabbia, la voglia di uccidermi. Non molto da Jedi questi pensieri!”

Mi bloccai non potevo perdere anche Ai-deen.

“Dimmi cosa vuoi!” urlai.

“Solo vederti soffrire e nutrirmi della tua rabbia” finita la frase il sith estrasse la spada laser a doppia lama rossa e trafisse Ai-deen.

Fu un attimo, ma per me durò un'eternità. Vidi noi due insieme, i nostri figli e la nostra felicità, una piccola casa su un pianeta tranquillo. Ogni cosa si spezzò in quel momento, il mio cuore, il mio futuro ma soprattutto la mia promessa. Corsi verso di lei e l’afferrai ancora mentre il suo corpo stava cadendo a terra.

Sentivo il calore abbandonare il suo corpo. Era troppo tardi, piansi lacrime amare, lacrime che sapevano di sconfitta. Perché era stata così testarda? Perché non era rimasta in quella stramaledetta grotta!? Avrei dovuto legarcela! Continuavo a ripetermi queste frasi, il destino che volevo impedire mi aveva sopraffatto.

“Non è colpa tua….” Disse lei con gli ultimi respiri.

“E’ tutta colpa tua invece stupido Jedi non dovevi portarla qui le tue visioni te lo dicevano che io Darth Bey t’avrei ucciso!”

“H…Ha ragione”. Avevo la bocca impastata dalle lacrime e dai singhiozzi che non riuscivo più a soffocare. “Non ti ho protetta.”

Ai-deen piangeva: “Mi.. mi.. dispiace non avremo un futuro insieme. Ma tu vivi per noi!”

“Devi resistere! Devi vivere con me, per me! Senza di te cosa posso fare io?”

“Ti.. ti.. amo” disse col suo ultimo respiro poi il suo cuore cessò di battere, insieme al mio. I suoi occhi si chiusero, la poggiai a terra. Serrai i pugni, l'avrei vendicata!

L’ira che avevo dentro esplose dandomi un’elevata velocità e mi avventai sul nemico. Ero solo un uomo morto che camminava ma dovevo vendicarmi avrei ucciso quello zabrak o sarei morto tentandoci.

Estrassi la mia spada laser e mi lanciai all’assalto.

La sua maestria nell’uso della forza e della lotta con la spada laser era nettamente superiore alla mia tanto che mi fece perdere la spada laser, mi prese al volo e mi fece volare contro le pareti del tempio fino a che una crollò sotterrandomi sotto le macerie.

Sentii il sith dire: “Nulla avresti potuto contro un maestro dell’oscurità. Ora raggiungi i tuoi amici nella morte stupido Jedi. Andiamo miei seguaci la guerra spaziale è vinta l’holocron per il quale siamo venuti è preso”. L'oscurità mi avvolse.

Dovevano essere passate diverse ore quando mi svegliai. Non riuscivo a muovermi ed ero ferito. Cercai di concentrarmi ma nella mia mente rivedevo i miei amici morire.

Fu ancora una volta la rabbia dentro di me che divampò e scagliò con un onda d’urto via le macerie liberandomi.

Mi feci forza e mi sollevai. A terra ancora i corpi del maestro e della donna che amavo. Avrei tanto voluto che fosse tutto un brutto sogno.

Come un fantoccio uscii dalla vecchia piramide e crollai lungo la rampa di scale, il resto è buio.




****spazio autore: ecco a voi il secondo capitolo :) spero che vi possa piacere, fatemi sapere se vi piace o cosa ne pensate :) grazie a tutti ;)

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Capitolo 3
*** Vengeance (parte1) ***


Mi svegliai dopo non so quanto tempo.

Ero sdraiato su quello che poteva essere un letto. Non riuscivo a muovermi l’ unica cosa che potevo vedere era il soffitto di legno dalla posizione in cui ero, inoltre potevo sentire delle bende che ricoprivano quasi completamente il mio corpo.

Cercai di alzarmi ma le gambe mi facevano malissimo sembravano come addormentate, come se dovessi essere sdraiato lì da molto tempo.

Ad un tratto una voce parlò, la voce di una donna “Vi siete svegliato finalmente”

Cercai di parlare ma un dolore lancinante al torace mi spezzò il fiato.

“Devo avere delle costole rotte” pensai.

Cercando di inspirare ed espirare piano dissi: “Tu chi sei?”

“Ti basti sapere che sono la donna che ti ha salvato la vita.”

“Avresti dovuto lasciarmi morire…”

“Dovreste apprezzare di più la vita ragazzo e ve lo dice una vecchia che la sua vita è quasi al termine.”

“Non ho più nulla per cui vivere. Il mio maestro, la donna che amavo sono morti. Per cosa dovrei vivere? Perché dovrei farlo quando è tutta colpa mia.”

“Dovreste vivere per vendicarti di colui che ti ha fatto questo. So bene che non è nel vostro codice jedi la vendetta.”

Non fece in tempo a finire che le dissi: “Come fai a sapere che sono un jedi?!”

“Chi pensi che ti abbia tolto le vesti e la spada laser? Sono tre settimane che bendo e sbendo il tuo corpo”

“Ti ringrazio il mio nome è… il mio nome era Kymaren. Ma quell’uomo ormai è morto. Io cercherò un nuovo nome, un nuovo me.”

“Io vengo chiamata la signora della foresta ma in passato venivo chiamata Ferr”

“La forza è come un’eco all’interno di me non riesco più a sentirla.” dissi.

“So cosa ti succede” disse Ferr “Ma se deciderai di seguire la vendetta avrai bisogno della forza e io non ti posso aiutare”

“Dunque non è ancora giunto il mio momento. Ho un obiettivo prima di morire ed è quello di uccidere quel sith! Ho bisogno di scoprire perché la forza mi ha abbandonato.”

“Allora ti converrà tornare su Tython dai tuoi maestri, dal consiglio. Purtroppo non ho da offrirti una nave per abbandonare il pianeta dovrai trovare un altro modo.”

“Non ti preoccupare appena avrò le forze troverò qualcosa. Forse ruberò una nave mandaloriana da uno dei campi.”

“La Forza guiderà sempre i tuoi spostamenti ma ti devo dare una brutta notizia. I loro insegnamenti non ti potranno aiutare però ad ottenere vendetta. Non puoi seguire un’ombra nella luce.”

“Fortunatamente non mi interessa più luce o ombra, voglio solo la mia vendetta...”

 

Passarono diversi giorni da quando decisi che avevo un motivo per vivere e il mio corpo si riprese completamente.

Non potevo partire, non prima di aver dato una degna sepoltura al maestro Naard e ad Ai-deen.

Dovevo quindi rientrare in quella piramide che mi aveva strappato tutto, compreso la vita.

Ormai ero un uomo morto che spinto dalla voglia di vendicarsi continuava a vivere.

“Ferr ho bisogno del tuo aiuto, non so la posizione di quella piramide e non potendo contare sulla forza ho bisogno che mi ci portiate”

“Ciò che vuoi fare è ammirevole ma dentro quel tempio non troverai altro che ulteriore tristezza e morte.”

“Portatemi la, vi prego”.

Riuscii a convincerla, mi condusse fino alla piramide attraverso quella dannata foresta che era insolitamente deserta nei pressi della capanna di Ferr.

Scalai gradino dopo gradino e ad ogni passo sembravo sempre più pesante.

Il mio cuore perdeva battiti non voleva rientrare li dentro ma come ogni pensiero soppressi anche lui.

Vedendomi così provato Ferr si avvicinò e mi disse: “Ti accompagnerò lungo la strada della tua sofferenza”

Entrammo in quel salone che era ancora illuminato.

In quel momento nella mia mente rividi le immagini della loro morte, le gambe mi cedettero e iniziai a piangere.

Ferr si avvicinò e con un lieve tocco fece scomparire le immagini dalla mia mente, facendomi riprendere un poco.

Dovetti sollevare i corpi delle persone che amavo di più al mondo.

Uno era come un padre per me, l’altra era tutta la mia vita e ora erano solo pesi sulle mie spalle.

Li portai fino dalla capanna di Ferr e lei mi disse: “C’è un posto in mezzo alla foresta una cascata che termina in un lago. Quello mi sembra il posto adatto per coloro che amavi.”

“Grazie Ferr”

Seguendo le indicazioni di Ferr raggiunsi quel luogo.

Era un luogo veramente magico quasi come se non fossimo manco più nella foresta.

Un potere risiedeva li talmente potente da farmelo sentire anche se privo della forza.

Scavai due buche e posai al loro interno i corpi.

Sulla terra posta per riempire la tomba posai gli oggetti che a loro appartenevano.

Poi mi fermai li davanti e guardai la tomba di Ai-deen, caddi in ginocchio dinanzi ad essa, calde lacrime sgorgarono dai miei occhi.

“Mi dispiace tanto. Abbiamo passato anni a sopprimere i nostri sentimenti, a seguire la nostra passione, i nostri obiettivi…e ora.. ora non c’è più nulla ed è tutta colpa mia…”

lo sussurrai sperando che mi potesse sentire e chissà, magari perdonarmi. Non avevo mantenuta la promessa! Ero stato debole! Una voce alle mie spalle mi fece sussultare “Non è colpa tua Kim. Non lo penso ne io ne Ai-deen.”

Mi voltai e vidi il fantasma del maestro Naard.

“Co…Com’è possibile?!”

“Non ricordi i tuoi insegnamenti Kim? Il nostro credo dice non c’è morte, c’è solo la forza”

“Quello è il credo di un uomo che non esiste più maestro”

“Come puoi dire questo? Sono dinanzi a te puoi sentirmi e vedermi. Rallegrati per noi che ora ci siamo congiunti alla forza”

“Ho tradito la vostra fiducia. Avevo promesso a voi che avrei vendicato Vaathy. Avevo promesso che avrei protetto Ai-deen. Ho fallito, ho fallito in tutto!”

“Kymaren sai che sei come un figlio per me e ti prego, non cercare vendetta. So cosa provi ho perso la mia apprendista che si è sacrificata per salvarmi e come sai era una figlia per me. Non pensavo mi sarei mai ripreso ma poi ho incontrato te e tutto è cambiato”

“Non chiedermi questo maestro. Avrei lasciato l’ordine per lei. Non avrò pace finché quello zabrak sarà vivo.”

“Allora non tornare a farmi visita a porre i tuoi omaggi. Il mio apprendista è morto in quella piramide…” Finì la frase e scomparì.

La rabbia mi percorse e scagliai un pugno al suolo.

Ma una strana forza mi fece perdere i sensi.

Mi svegliai nella capanna e Ferr mi disse: “Devi essere stupido se non hai sentito la forza di quel posto.”

“Come sono finito qui? Mi ricordo che ero dal lago, ho incontrato Naard poi più nulla.”

“Semplice quel luogo è nato grazie a un potente Jedi che in passato combatté su questo pianeta e morì per esso. Dalla sua morte la forza diede vita a quel santuario del lato chiaro. Per questo motivo non ci sono bestie nei dintorni e i sith si erano instaurati su questo pianeta. Gli atti legati al lato oscuro vengono puniti”

“Capisco. Ho riacquistato le forze è giunto il momento di partire.”

“Ho però brutte notizie per te. La tua spada laser è rimasta danneggiata gravemente e nulla tranne il cristallo e utilizzabile.”

“Non fa niente come ho già detto Kymaren è morto in quella tomba e se non si fosse spezzato il mio legame con la forza non tornerei di certo dinanzi al consiglio Jedi.”

“Ho però una cosa per te, prendila so che ti sarà utile.”

Mi lanciò una vecchia spada laser e l’accesi.

“Una spada laser viola.. Un colore insolito ed ancora più strano trovarne una. Comunque l’accetto ti ringrazio Ferr”

Decisi di non portarmi dietro il cristallo blu lo lasciai li nella capanna e partii.

 

Viaggiai all’interno del santuario per evitare di incrociare ostilità. Dovevo raggiungere Tython il più velocemente possibile o la mia preda si sarebbe allontanata troppo.

Mentre proseguivo lungo il sentiero sentii delle urla che chiedevano aiuto provenire dalla foresta.

Non so il perché ma sentivo qualcosa che mi spingeva ad accorrere in suo aiuto e così feci.

Vidi un ragazzo poco più giovane di me che indossava un armatura mandaloriana che era bloccato su una rupe ed era circondato da molte belve della foresta.

Dai cannok ai boma tutti cercavano di arrampicarsi per divorarlo.

Accesi la spada laser e mi lanciai all’attacco. Fendente dopo fendente liberai la zona e il ragazzo scese.

“G..Grazie mille mi hai salvato la vita!”

“Non ringraziarmi non so perché l’ho fatto, inoltre non ho tempo devo trovare una nave”

Detto questo mi voltai per riprendere il sentiero dalla quale ero arrivato.

“Ehi aspetta Jedi! Forse non sai chi sono io.. Mi chiamo Niklai sono un mandaloriano appartenente alla famiglia Ordo e il mio campo non dista tanto da qui, potrei aiutarti d'altronde ti devo la vita.”

Riflettei sulle parole poteva aiutarmi veramente anche se poteva essere una trappola. I mandaloriani odiavano i Jedi per la guerra combattuta da Revan e Malak.

“Mi chiamo Naaru e non sono un Jedi questa spada l’ho rinvenuta su questo pianeta.”

“Calmo calmo amico non mi interessa se tu lo sei o meno ho un debito con te e non riferirò nulla del salvataggio.”

“Ti ringrazio e..” lo interruppi “..Com’è possibile che un guerriero mandaloriano si faccia mettere in scacco da un branco di belve?”

“La verità è che il mio blaster deve esser stato manomesso non so da chi ma sta di fatto che non potevo difendermi.”

“Mmm piuttosto insolito ma ci conviene proseguire non si sa quante altre bestie potrebbero arrivare attirate dall’odore del sangue delle carcasse.”

Iniziammo a camminare verso il suo campo, fortunatamente senza incontrare altre bestie ci giungemmo.

“Seguimi non posso portarti dinanzi a mia madre vestito così, dubito che possa mettere in dubbio che tu non sia un Jedi.”

“Giusto, fammi strada.”

Mi condusse all’interno di un edificio.

“Questa è la mia stanza, diciamo. Qui nessuno può entrare tranne il sottoscritto. Ci deve essere una vecchia tuta mandaloriana all’interno di quella cassa. Cambiati e lascia la spada laser.” Mentre lo diceva avevo già iniziato a cambiarmi poi disse “ Nessuno può entrare armato dinanzi al Mandalore.”

“Tua madre è il Mandalore?!”

“Si è da tempo che il nostro clan passa il tale titolo da padre in figlio. Mia madre ha preso il titolo il giorno della morte di mio padre.”

“Mi dispiace per la tua perdita Niklai.”

“Tranquillo Naaru è passato molto tempo. Quel giorno abbiamo perso mio padre ma siamo riusciti a tenere il titolo grazie alla forza di mia madre. Ora e meglio andare.”

Fu così che mi portò attraverso l’accampamento fino alla sala del Mandalore.

“Figlio mio finalmente, dov’eri finito?! Sono ore che non abbiamo tue notizie.”

“Madre ho avuto un contrattempo con delle bestie, erano un grosso numero e avevo esaurito le munizioni e in quel momento che quest’uomo mi ha salvato la vita.”

Il Mandalore si alzò in piedi e si avvicinò a me e disse: “Ti ringrazio straniero tu hai salvato mio figlio, dunque, chiedimi qualsiasi cosa e se è in mio potere lo avrai.”

“Mandolore ti ringrazio. Il mio nome è Naaru e sono un mandaloriano che stava andando su Onderon per affari quando la mia nave è stata abbattuta. Sono l’ unico sopravvissuto quindi vi chiedo aiuto per tornare a casa. Ho bisogno di una nave.”

“Una nave eh… Non posso offrirti una delle migliori seppur hai salvato mio figlio e futuro leader, perché i sith ci hanno attaccato. Tuttavia ho una nave non mandaloriana è chiamata Bor’mil che nella nostra lingua vuol dire.”

“Rottame” dissi interrompendola.

“ Esattamente… Era una nave della repubblica molto danneggiata che mio figlio ha restaurato con parti delle nostre navi .”

“Non importa Mandalore l’importante è che voli non chiedo di più”

“Molto bene ma visto che tu hai salvato mio figlio non voglio che si dica che non sono generosa quindi prendi questa unità T3. Ti aiuterà nel pilotare.”

“Vi ringrazio per la vostra generosità e se mi è concesso partirei entro il tramonto.”

“E sia, vai Naaru e da ora in poi finché sarò Mandalore sarai il benvenuto qui nel nostro campo se hai bisogno di tornare usa pure le nostre piattaforme di atterraggio.”

Feci un inchino in segno di rispetto a usci dalla sala con il droide T3 dietro di me.

“Aspetta Naaru” disse Niklai. “Tieni queste sono le tue cose che avevi lasciato nella cassa della mia camera. Volevo ancora ringraziarti per quello che hai fatto per me e spero di vederti presto e che la forza sia con te… Si dice così no?”

La cosa mi fece sorridere e la cosa mi sorprese.

“Addio Niklai” mi voltai e mi diressi verso la zona d’attracco della nave.

Salii sulla nave e mi rivolsi al droide: “Fai rotta per Tython. Imposta il pilota automatico. Io sarò a riposare all’interno della stiva se hai bisogno svegliami.”

Il droide rispose con versi di accordo.

Mi sdraiai su quel letto, ero stanco avevo voglia di riposare e i miei occhi si erano fatti sempre più pesanti.

Mi svegliai di soprassalto dannati incubi, le immagini della piramide mi torturavano anche a diversi parsec di distanza da quella luna di Onderon.

Decisi di alzarmi e di andare a vedere se la nave era ancora tutta intera e in rotta per Tython e scoprii che il viaggio stava per terminare infatti eravamo appena usciti dal salto nell’iperspazio.

 

 

“Tython...”

Iniziammo la discesa all’interno dell’atmosfera e proseguimmo con l’atterraggio.

“L’accademia Jedi…”

“T3 vieni con me tanto la nave è al sicuro. All’interno dell’accademia potrai farti revisionare”

Iniziammo il viaggio verso la sala del consiglio, lasciai T3 nelle officine, dandogli l’ordine di tornare alla nave una volta finito.

Per arrivare dai maestri non potevo far altro che passare davanti ai dormitori.

In quel momento mi bloccai la mia mente era tornata indietro vedevo me e Ai-deen che giocavamo. Ulteriori visioni nella mia mente.

Mi piegai dal dolore stringevo la testa tra le mani cercando di cancellare quelle immagini ma erano troppo forti e le lacrime iniziarono a scendere senza che me ne accorgessi.

Una mano mi si appoggiò sulla spalla e la calma tornò sovrana in me.

“Kymaren sei tornato cos’è successo?” disse il maestro Hodd

“Ne parlerò una sola volta e dinanzi a tutto il consiglio…”

Così mi accompagnò fino alla sala dove tutti i maestri erano già seduti.

“Maestri vi ho convocati perché la forza ci ha riportati un nostro compagno che ci deve aggiornare.”

“Non sono qui per aggiornare nessuno sono qui perché ho bisogno che voi mi aiutate.”

“Sento il vuoto dentro di te com’è possibile?! Non c’è più la forza” disse il maestro Gillarr.

“Sono qui per questo aiutatemi a guarire e aiutatemi a dare la caccia al sith.”

“Caccia al sith?” Disse Hodd “Come sarebbe? Dov’è il maestro Naard?”

“Ora è nella forza” sussurrai trattenendo la rabbia.

“Il maestro Naard non c’è più quindi proprio come avevo sentito” disse la maestra Lorylly.

“Una triste perdita per il nostro ordine” disse Hodd.

“Possiamo parlare d’altro?! Ho bisogno del vostro aiuto e più tempo perdo più la mia preda si allontana.” Dissi.

“Preda?! Kymaren questo non è ciò che ti abbiamo insegnato non c’è emozione c’è pace.”

“Non sono venuto per ricevere ramanzine o lezioni sul codice. Vi chiedo aiuto per eliminare la minaccia di un sith che ha già ucciso Vaathy, il maestro Naard e Ai-deen!”

“Ci dispiace ma non siamo dei cacciatori non viviamo di vendetta. La perdita di queste persone ci addolora ma non daremo inizio a una caccia. Siamo in guerra e le perdite sono normali” disse il maestro Vigne

A quelle parole la rabbia che sentivo dentro prese forma di fulmini che dalle mie mani andarono verso colui che le aveva pronunciate.

Il maestro cadde a terra fumante ma vivo.

Gli altri maestri accesero le loro spade laser e si posizionarono dinanzi a me.

“Kymaren non sappiamo cosa ti sia successo, ma da adesso non sei più un Jedi! Ti esiliamo da quest’ordine vattene e non tornare mai più . Se tornerai faremo ciò che è necessario per eliminarti!”

Ero scosso da ciò che era successo, non avrei voluto tutto quello, iniziai a correre via dalla sala del consiglio, via dall’accademia, via da Tython.

Trovai T3 sulla nave e gli gridai: “Presto torniamo da Ferr! Ho bisogno di lei”

Così il piccolo droide fece decollare la nave e poi iniziò a dirmi cose nel suo modo.

“Cosa?! Quando eri nell’officina ti sei inserito nel sistema e hai registrato la riunione del consiglio? E quindi?”

Azionò la oloregistrazione e mi fece vedere i minuti successivi alla mia corsa via.

“Portate il maestro Vigne nella sala medicazioni.” disse Hodd

“Perché lo abbiamo lasciato scappare maestro Hodd? Sentivamo del suo cambiamento già da quando era ancora su Onderon perché non l’abbiamo imprigionato? Potrebbe fare del male ad altri.” Disse Lorylly

“Non ti preoccupare maestra Lorylly. Ho già pensato a quello. La mia apprendista Jade ha già avuto l’incarico di seguirlo e di fermarlo se necessario”

“ Non è detto che dopo la vendetta non venga a cercare noi!” disse Gillarr

“Non è uno stupido non può batterci finché siamo uniti.”

“Non comprendo ancora perché abbiamo dovuto vederlo dinanzi a noi. Conoscevamo già il suo cambiamento.” Lorylly

“Volevo vedere se la sua caduta era definitiva.”Hodd

 

La registrazione terminava li.

La guardai e da quanto ero scosso non mi ero accorto che la nave era già giunta sulla luna e stava atterrando.

Fui accolto da Niklai.
“Bentornato Naaru. Ho avuto un bel po’ di problemi da quando sei andato via.”

“Perdonami Niklai ma ora devo scappare appena avrò sistemato il problema che ho tornerò... Prenditi cura di T3.”

Detto questo presi il sentiero che mi portava verso la capanna di Ferr.

“Sei dunque tornato..” disse lei.

“Sono tornato, ma senza aver risolto nulla”

“Cos’è successo? Ti vedo turbato.”

“Mi hanno negato il loro aiuto e sono esploso. Mi hanno esiliato..”

“Il loro aiuto sarebbe stato utile.”

“Ho visto un’oloregistrazione in cui dicevano che mi avrebbero dato la caccia”

“Perché ti danno la caccia?”

“ Perché hanno paura. Hanno sempre avuto paura. Se non l’avessero avuta, avrebbero mandato più jedi su Onderon… Credono che io sia un sith ma non sono feccia. Ne sono Jedi. Sono un cavaliere della Forza.”

“Un cavaliere della forza? Oh no non ancora. Sei ancora legato agli insegnamenti Jedi e per quello che devi fare ti servirà molto di più. Ho incontrato Niklai nella foresta cercava un certo Naaru ho pensato si riferisse a te dalla sua descrizione…”

“Si… Ho scelto Naaru come nuovo me. Naaru era il cognome di mia madre o lo è, non ho idea se siano ancora vivi i miei genitori.”

“A tempo debito potrai scoprirlo sento che la forza ti lega al tuo pianeta d’origine”

“Posso farvi una domanda maestro? Voi sapete quasi tutto della mia vita ma io non conosco nulla della vostra. Non credete che sia giunta l'ora di fidarvi di me?”

“Credo che tu abbia ragione”

Mi fece spazio su una sedia e iniziò…

 

“ Bene allora da dove cominciare…mmm… Ero originaria di Iziz la capitale di Onderon per questo ho scelto di vivere qui a un passo dalle mie origini.

Mi hanno trovato i Jedi durante una missione diplomatica con la famiglia reale e sentendo che avevo un legame potente con la forza mi hanno portata con loro.

Ho portato a termine gli studi e le prove per diventare padawan poi cavaliere infine venni promossa a maestra.

In quel momento però esplose la Guerra Civile tra Revan e Malak.

Non riuscivo a capacitarmi di quelle azioni ,avevo conosciuto molti dei maestri che li avevano addestrati e molti avevano addestrato pure me.

La situazione si fece strana e i miei maestri incaricarono me e un altro padawan di cui non ricordo il nome, a tornare su Onderon per assicurare alla famiglia reale che non avrebbero avuto problemi specialmente dai sith.

Mai avremmo pensato che uno di loro era già all’interno delle mura del palazzo.

Ci colse di sorpresa e atterrati ci portò via.

Ci ritrovammo su questa luna boscosa in quella piramide”

Solo al pensiero della piramide mi strinsi le mani tra la testa ossessionato da quelle immagini.

Poi riprese: “Si esatto la stessa in cui tu hai conosciuto la sofferenza. Li ci diede una sola scelta la morte o l’addestramento. Non mi sarei mai immaginata che un sith ci desse una possibilità. Fu così che per salvarmi la vita ed eliminare quella minaccia da Onderon intrapresi il sentiero del lato oscuro.

Purtroppo allora non conoscevo la corruzione del lato oscuro e che ci mettesse l’uno contro l’altro.

L’altro padawan ricordo essere un twilek di colore rosso. Il sith ci disse che solo uno di noi avrebbe avuto la salvezza l'altro la morte.

Il twilek si scatenò e iniziò ad attaccarmi senza fermarsi un secondo.

Io cercai di convincerlo a smetterla e di unirci contro il sith ma ormai lui era assetato di potere accecato dal lato oscuro.

Mi travolse con una scarica elettrica che mi fece volare all’esterno in mezzo alla vegetazione.

Il sith richiamò il twilek dicendogli che sarei stata divorata dalle bestie.

Fortuna per me mi sottovalutarono.

Così diventai ciò che sono; un maestro della forza.”

“Ora capisco il perché della spada laser del tuo aiuto nei miei confronti e del tuo modo di parlare da jedi ”

“Ti ho raccontato tutto questo perché devi fidarti di me e ora sai che io ti posso aiutare nella tua vendetta.”

“ Sono tornato perché da solo non potrei mai ottenere quello che voglio. Mi hai salvato la vita, dandomi un motivo per andare avanti. Il fatto che tu sia sopravvissuta dimostra quanto i tuoi poteri siano grandi. Mi fido di te Maestra e so che mi renderai un esperto nella forza.”

Ferr sorrise e disse: “Non sarà un sentiero facile quello del lato oscuro ma ciò ti renderà più forte di qualsiasi jedi e più forte di qualsiasi sith e potrai punirli per ciò che ti hanno fatto e che hanno fatto a me”

“Avrò la mia vendetta e per averla sono disposto a tutto!”
 

Così iniziai gli addestramenti con la maestra Ferr cercando di sfruttare quei sentimenti che per molto tempo avevo imparato a nascondere e ora non riuscivo più.

Iniziai a saper incanalare quell'ira che portavo dentro.

Ferr entrò completamente nella parte di maestro infatti per farmi perdere il controllo insultava me,il maestro Naard e la donna che amavo.
All’inizio tempeste di fulmini si scatenarono dalle mie mani ma Ferr riusciva sempre a sottomettermi.

Una volta imparato a controllarmi il mio potere era triplicato sentivo scorrere dentro di me la forza in modo inesauribile.

Arrivò così il giorno della prova finale.

Ferr disse: “In pochi mesi hai fatto quello che un comune accolito impiega anni a fare ma d'altronde tu avevi già imparato a usare i tuoi poteri, solo ti serviva affinarli. Ora dovrai dimostrarmi che hai imparato alla perfezione la via del lato oscuro. Un'ultima sfida ti ordino di fare, poi, sarai pronto a cacciare.

Dovrai recarti nell’angolo più oscuro della foresta, lì c’è una caverna, i mandaloriani non si avvicinano a quella zona per timore di quello che c’è all’interno. Tu dovrai entrarvi e portarmi un dente di ciò che vi dimora.”

“Quando sarò all’interno i mandaloriani dovranno temere ben più che una bestia. Sono pronto a partire quando vuoi”

“Bene partirai a momenti ma non dovrai usare null’altro che la forza niente spada laser o altro solo ciò che hai imparato”

“Si maestro” Mi inchinai e andai fuori dalla capanna.

 

Il sentiero sicuro attraverso la foresta finì e di lì in avanti ci sarebbero state le belve e i mandaloriani.

Dovevo agire di fretta.

Incontrai diverse pattuglie di mandaloriani e notando che avevano emblemi diversi da quelli del clan Ordo gli spezzai il collo e proseguì.

La vegetazione si fece sempre più fitta, la luce non passava più l’aria si faceva sempre più rarefatta, quasi irrespirabile.

Iniziavo a capire perché non si avvicinava nessuno.

Non era la sola paura della bestia quanto l’aria che scarseggiava.

Se non avessi completato l’addestramento probabilmente sarei crollato ancora prima di arrivare alla mia meta; nell’antro della bestia.

Sentivo i sensi che iniziavano a vacillare, in quel momento ripensai all’addestramento, la paura poteva darmi forza per resistere.

Mi concentrai e iniziai a nutrirmi della mia paura.

Poi percepii la rabbia della bestia e la sua fame.

La terra incominciò a tremare.

I passi della bestia rimbombavano nel silenzio della foresta.

Dalla grotta proveniva un odore fetido, dalle ossa che c’erano all’entrata immaginavo che quella puzza provenisse dai pasti della bestia.

Il suono si fece sempre più forte sempre più vicino.

Così spuntò: Un rancor spinato.

Doveva essere una matriarca della sua specie ma l’unico su quel pianeta.

Era immenso, una bestia che anche con la spada laser sarebbe stata dura da uccidere.

Raccolsi tutte le energie e lanciai una scarica di fulmini.

Il rancor non li sentì nemmeno ma notò la presenza che fino ad allora, date le sue dimensioni, non aveva notato ma solo fiutato.

Gli attacchi del gigante non erano molto rapidi ma imprevedibili.

Schivavo ma non sapevo come fare per abbattere una bestia così temibile.

L’animale continuava a colpire e iniziava a divenire più veloce.

Non provava paura ma una tremenda fame. Sembrava percepire il mio potere e voleva nutrirsene.

Non avrei permesso a quell’essere di togliermi la mia vendetta così cercai di attaccarlo nuovamente con la forza.

I fulmini sembravano procurargli dolore e si era fermato sofferente.

Poi però spezzò l’elettricità e con la zampa mi sferrò un attacco.

Riuscì a scansarmi all’ultimo ma riportai una ferita sull’occhio.

Iniziò a fuoriuscire molto sangue, la vista mi si offuscò e mi inginocchiai, il rancor probabilmente pensò di avermi sconfitto e in quel momento il dolore si tramutò in rabbia e quella rabbia diede molto più potere ai miei attacchi che scatenai contro l’animale, il quale indietreggiò. Andò a sbattere fragorosamente contro la parete della grotta facendo franare su di sè diversi massi.

Il rancor dopo qualche secondo si liberò ma in lui non c’era più fame. Mai si sarebbe aspettato un avversario così forte e iniziò ad avere paura

La sentivo e iniziai a nutrirmi di lei incrementando il mio potere e avvizzendo la bestia.

Non mi ero accorto che il mio sangue fuoriusciva sempre più stavo iniziando a capire il senso dell’insegnamento il lato oscuro ti renderà cieco.

Ma il potere che ricavavo era enorme in quel momento volevo ucciderlo! Lo sollevai con una mano sola e strinsi il pugno facendogli rompere il collo.

L’animale cadde a terra.

Mi avvicinai presi una pietra aguzza e strappai un dente dal cadavere. Successivamente mi riavviai verso la capanna di Ferr tamponandomi l’occhio con la mano per evitare l'ulteriore fuoriuscita di sangue.

“Ho percepito fino da qui la tua forza che cresceva” disse Ferr

“Non è stato semplice e devo chiedervi ancora una volta di medicarmi.”

Scoprì l'occhio e il sangue riprese a scorrere come la mia rabbia per quell'insulsa ferita.

“Mmm non è grave fortunatamente sei stato più veloce delle sue zampe.”

Mi spalmò sull'occhio un unguento di erbe che preparò sul momento disse che mi avrebbe fatto cicatrizzare più rapidamente la ferita.

 

Così con la benda sull'occhio andai verso l'accampamento degli Ordo. La mia missione è compiuta ora mi occuperò del problema di Niklai Una stupida ferita non mi fermerà di certo pensai.

Mi accolse Niklai: “Le vedette mi avevano avvisato del tuo ritorno. Sono felice che tu sia tornato. Seppur non si può dire che ti trovo in ottima forma.”

Esplose a ridere.

Effettivamente ha ragione pensai.

“Mai fare arrabbiare una matriarca rancor” dissi stranamente ridendo.

Lui mi guardò con faccia sbigottita e perplessa.

“Ora che il mio problema è risolto parlami del tuo...”

“Non qui seguimi” così lo seguii fino nelle sue stanze.

Poi iniziò a spiegarmi.
“Dapprima che tu arrivassi nel nostro accampamento sono stato vittima di diversi episodi che dapprima consideravo scherzi ma poi, come hai potuto constatare nella foresta, è venuta in gioco la mia vita. Sempre più spesso mi sono ritrovato in situazioni che mi mettevano in pericolo vitale.
Grazie a te e ai servitori sono ancora qui. La stessa cosa non posso dire di quest'ultimi. Veleno nei miei alimenti mine che esplodono durante uno spostamento...ora mi ritrovo senza servitori e senza pazienza! Quest'inferno deve terminare oggi!”

“Quindi Niklai tu vorresti che rintracciassi chi attenta alla tua vita?”

“Fallo e il mio paese sarà in debito con te e ti renderò molto ricco e avrai tutto ciò che ti serve per i tuoi viaggi”

“Credevo fossimo amici Nik.” dissi con un sorriso.

Lui si rilassò e disse: “Lo siamo e ti ringrazio di questo privilegio e del tuo aiuto”

“Bene inizierò subito”

Veleno e bombe non sono facili da trovare meglio rintracciare il mercante lui potrà saperlo.

Mi avvicinai al mercante: “Mi scusi vorrei porle qualche domanda”

“ Oh lei è il forestiero che ha salvato il nostro erede la ringrazio a nome di tutti ma sono qui per vendere non per rispondere a domande quindi se può scusarmi..”

Ammetto che non apprezzai il suo modo e decisi di usare il mio potere per aiutarmi con le indagini.

“Ora tu mi dirai tutto ciò che voglio sapere” muovendo la mano cercai di imporre la mia volontà con la forza e ci riuscì.

A quanto pare l'allenamento con Ferr non è stato tempo perso.

“Io ti dirò tutto quello che vuoi sapere”

“Ottimo! Voglio sapere se hai venduto del veleno e delle bombe alla stessa persona.”

“Io..Io.. Ho venduto a sole tre persone entrambe le cose che cerchi ma il veleno che ho dato per uccidere Niklai solo a una di queste ma non so il suo nome so solo che fa parte della famiglia reale perchè ho riconosciuto gli stemmi anche se l'uomo cercava di nasconderli bene.”

La sua mente cedette e l'uomo svenne.

Mmm...la famiglia reale un dettaglio fondamentale! In più so che cerco un uomo.

Tornai da Niklai.

“La brutta notizia è che non ho ancora trovato il colpevole ma la buona notizia è che non mi ci vorrà ancora molto ho solo bisogno di una mano che solo tu mi puoi dare.”

“Qualsiasi cosa per smascherare il colpevole.”

“Sto cercando un uomo della tua famiglia che possa avere dei guadagni dalla tua prematura morte.”

“Mmm non saprei anche perchè io non sono mica ancora il Mandalore dovrebbero prima uccidere mia madre non ha senso attaccare me.”

“Uccidere il Mandalore a quanto pare è un azione troppo avventata che lascerebbe un vuoto di potere che non è detto che rimarrebbe alla tua famiglia e questo colui che ti vuole morto lo sa. Uccidere te manterrebbe il potere e probabilmente tolto di mezzo te erediterebbe lui...”

“Aspetta un attimo, se il tuo ragionamento è corretto... L'unico che avrebbe dei vantaggi è mio cugino è lui l'erede se io muoio.”

“Mmm la forza mi dice che ho ragione dobbiamo incontrare tuo cugino.”

“Se è stato lui lo ucciderò con le mie mani! Presto andiamo, tutto questo deve finire!”

Uscimmo dalla camera di Niklai e ci avviammo verso l'edificio dove stava il cugino. Una guardia ci condusse dinanzi a quest'ultimo.

“Ohhh ma che piacere averti qui mio cugino e vedo che ti sei portato pure il fidanzato.” disse scoppiando a ridere.

“Ikar io non riderei fossi in te! Siamo qui per farti delle domande”

“Cugino non credo tu abbia preso un appuntamento per parlarmi io sono Ikar Ordo non uno dei tuoi servitori!”
Notai che c'erano un numero decisamente elevato di guardie e droidi dotati di blaster all'interno della stanza.

Vidi inoltre che Niklai era rimasto a bocca asciutta e quindi intervenni inginocchiandomi.

“Salute a te Lord Ikar, il mio nome è Naaru e sono qui per servirvi.”

“Finalmente uno con un po di cortesia.”

Niklai era piuttosto sorpreso da ciò che stavo facendo lo notai dalla sua faccia ma io avevo un piano.

“E' normale mio lord avere cortesia quando si è dinanzi a una grande potenza come la sua. Ma ho avuto delle idee sui vostri affari...”

Ikar si innervosì e poi rispose: “Che cosa volete dire? Non so di quali affari voi state parlando e non mi interessano le vostre idee”

“Oh mio lord non era mia intenzione innervosirvi. Anzi, sapendo che i vostri affari non sono andati in porto, vorrei essere assunto da voi per portarli a termine, se per voi non è troppo pagare un mercenario come me per svolgerlo.

Ikar questa volta molto sorpreso: “Come?! Ho capito bene?! Ahahah... A quanto pare ti scegli male gli amici mio cugino”

Niklai sorpreso disse rivolgendosi a me: “Cosa?! Mi vorresti vendere a mio cugino?! Ti ho dato tutto quello che volevi ed è così che mi ripaghi?!”

Estrasse la pistola ma io fui più veloce e lo stesi con un pugno.

Perdonami,ma capirai.

“Ahahaha bene visto che hai messo a tacere quella feccia ti sei guadagnato la mia fiducia e il lavoro. I patti come tu ben sai prevedevano che lui morisse ci ho provato innumerevoli volte ma senza successo ma finalmente grazie a te lui e steso e verrà ucciso prima del tramonto.”

“Ebbene il mio pagamento dov'è?”

Fece un segno a una delle sue guardie e mi portò un sacchetto pieno di crediti poi disse: “Portate via mio cugino e fatelo sparire per sempre!”

“Mi dispiace” lo interruppi.

“Di cosa? Non c'è nulla di cui dispiacersi è per il bene dei mandaloriani.”

“Mi dispiace per te.”

Fu così che estrassi la spada laser la lanciai trafiggendolo.

Le guardie mi iniziarono a sparare come avevo previsto non curando il corpo di Niklai a terra.

Riafferrai la spada che volteggiava verso di me e deviando i colpi di blaster riuscì a uccidere tutte le guardie della stanza.

Poi mi chinai su Niklai e schiaffeggiandolo delicatamente lo feci svegliare.

Notò subito che tutti nella stanza erano morti e chiese: “Ma tu...”

“Si” Dissi “Ho sempre pensato che avrei dovuto lasciare l'ordine per diventare un attore.”

Si mise a ridere e disse: “Era necessario l'atterrarmi? Hai un gancio che fa dannatamente male!”

“Dovevo essere il più reale possibile dovevano credermi e se ci sei cascato tu vuol dire che ho fatto esattamente la cosa giusta. Ora il problema è risolto.”

“Non so come ringraziarti amico mio.”

“Direi che ci ha pensato tuo cugino. Non credo che i crediti gli serviranno dov'è ora.”

“Parlerò con mia madre e ne avrai degli altri e tutto ciò che ti serve. Mi hai aiutato molto e sono nuovamente in debito con te.”

Fu così che tornammo al villaggio ma non mi fermai volevo dare un ultimo saluto a Ferr prima di partire ormai non mi restava nulla da fare su quel pianeta.

La trovai china a cucinare.

“Maestra” dissi.

Lei sollevò lo sguardo.

“Vedo che la ferita è quasi cicatrizzata e immagino tu sia venuto a dirmi addio.”

“Si maestra devo andare, ho ottenuto ciò che volevo e ho le finanze e gli alleati giusti per dare la caccia al sith”

La mia mente fu pervasa ancora da quelle immagini di morte nella piramide.

Non finiranno mai di perseguitarmi.

“Così sia mio apprendista vai e compi ciò per cui ti ho addestrato.”

“Ti ringrazio di tutto. Un giorno magari tornerò...” dicendo così mi allontanai.

Non so perchè ma si era creato comunque un legame tra noi. Ancora una volta per colpa di quel sith il legame veniva spezzato.

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Capitolo 4
*** Vengeance (parte2) ***


Tornai rapidamente al villaggio e andai subito, senza parlare, alla mia nave. Non avevo intenzione di salutare questa volta.

A quanto pare Niklai non era della mia stessa opinione infatti lo trovai nella cabina.

“Cosa ci fai qui Nik?”

“Beh sapevo che saresti partito e sapevo che non avresti salutato.”

“Sarei tornato tra qualche settimana forse qualche mese.”

“Non ti credo altrimenti non avresti avuto problemi a salutarmi.”

“Non ti devo spiegazioni.”

“Siamo amici e ti devo la mia vita e ho intenzione di venire con te! Ti aiuterò nei tuoi viaggi se me lo permetterai.”

“No. Non verrai con me. Mi sono promesso che il mio viaggio l'avrei fatto da solo.”

“Perchè? Fammi venire con te ti prego!”

“Non insistere! Non è detto che tornerò, la mia missione ha alte probabilità di morte.”

“Qual'è la tua missione?”

“Sto dando la caccia a un sith che ha ucciso il mio maestro e la donna che amavo. Per questo non posso portarti con me. Ti ringrazio per l'offerta ma nessun altro morirà per me!”

“Capisco. Hai delle ottime ragioni per non volermi a bordo ma te ne darò altre altrettanto buone per avermi. Io e la mia famiglia abbiamo informatori e conoscenze su molti dei pianeti dove il tuo sith si può nascondere e se mi porti con te potrei usarle per aiutarti.”

Stranamente in quella testardaggine rividi quella di Ai-deen e sapevo che non avrei mai vinto contro quella caparbietà, quindi mi rassegnai.

“Va bene Niklai. Se ci tieni tanto verrai con me, ma devi promettere che non ti metterai in situazioni a rischio!”

“D'accordo, hai la mia parola! Comunque meno male che hai deciso di tenermi, avevo già caricato a bordo le mie cose” disse ridendo.

“Dove pensi che si possa nascondere quel sith?”dissi.

“Mmm direi che dovremmo cercarlo dove si va a nascondere la feccia di tutti i sistemi,o vvero Nar Shaddaa.”

“La Luna del Contrabbandiere eh?E sia, T3 imposta la rotta.”

Fu un viaggio piuttosto silenzioso, soltanto i versetti di T3 rompevano quella quiete.

Giungemmo così nell'atmosfera del pianeta.
“Naaru conviene atterrare in una delle apposite zone pagando la tassa evitando così di lasciarla senza protezioni. Nar Shaddaa è un covo di criminali ed essi si nascondono dietro ogni angolo. Tuttavia so che un alleato si trova su questa luna.

Egli è il nostro esperto di commercio diciamo.”

“Come sai che ci si può fidare di costui?”

“Semplice è mio zio. Ha sposato la sorella di mia madre.”

“Bene allora rintracciamolo e chiediamo il suo aiuto”

Atterrammo dove Niklai aveva suggerito e pagammo la tassa necessaria per lasciarla li.

“Dove pensi che sia tuo zio?”

“Mmm bella domanda il pianeta è grande ma penso che a quest'ora sia nella zona del mercato.”

Nar Shaddaa era un pianeta decisamente strano sentivo come un eco nella forza. Migliaia di persone abitavano il pianeta e ne soffrivano le pene.

Niklai mi condusse con precisione fino al mercato.

“Nik sei già stato su questo pianeta vero? I tuoi spostamenti sono troppo precisi per essere la prima volta.”

“Hai ragione. Sono venuto più volte qui;mandato dal Mandalore a svolgere transizioni insieme a mio zio. Comunque sia la sua bancarella è in fondo alla piazza.”

“Ehiiiiii extramondo! Venite a commerciare con Gal'Hat io ho le migliori armi mandaloriane tutto a un prezzo molto basso approfittatene!”

“Ehi zio sono io Niklai”

“Oh cielo Niklai. Cosa ti porta sulla luna del contrabbandiere? Il Mandalore non mi ha avvisato di una missione commerciale...”

“Tranquillo zio. Sono qui per una missione personale e insieme al mio amico abbiamo bisogno del tuo aiuto.”

“Mmm non qui venite dentro al mio bazar e potremo parlare in totale tranquillità.” fece un segno a un droide protocollare che prese il suo posto nelle vendite ed entrammo.

“Come può il buon vecchio Gal'Hat aiutarvi?”

“Il mio nome è Naaru e ho bisogno di rintracciare chiunque possa darmi informazioni su un certo Rodzaj,un cacciatore di taglie che ho ucciso su Tatooine. Voglio sapere per chi lavorava perchè ho recuperato l'oggetto commissionato.”

“Tu amico di Niklai eh? Beh non so se posso aiutarti. Di sicuro non so rispondere alla tua domanda. Ma so che Rodzaj lavorava con una donna. Non conosco il nome viene soprannominata Brooz in quanto è una campionessa di corse dei sgusci. Magari lei saprà risponderti.”

“Zio sai dove possiamo trovarla?”

“Forse alla cantina ho sentito dire che tra non molto ci sarà una gara con una grossa somma in palio dubito che se la perderà.”

“Grazie Gal'Hat.”

“Grazie Zio”

“Lieto di essere d'aiuto, noi mandaloriani dobbiamo restare uniti e aiutarci l'un l'altro.”

Uscimmo dal bazar e ci avviammo verso la nostra meta.

“Ci conviene non dare nell'occhio questo luogo appartiene agli Hutt meglio non farli arrabbiare.”

Gli Hutt, gli stessi padroni della cantina di Tatooine pensai.

Nik continuò a parlare, non so di preciso cosa disse. La mia mente era tornata indietro, ripensai a mia madre. Probabilmente poi notò il mio disinteressamento, infatti si interruppe e mi chiese:

“Ehi ma mi ascolti?!”

“Ah si scusami Nik. Mi ero perso nei pensieri di un passato che ormai non esiste più.”

“..D'accordo, mi spiace..siamo arrivati comunque! Dividiamoci e troviamo questa Brooz.”

Iniziammo ad aggirarci tra un mare di persone.

Ad un tratto un'aqualish gridò: “Ehi Brooz” indicando una ragazza umana dai capelli biondi e verdi “Questa volta non vincerai la gara. Ho sentito dire che il tuo amichetto Rodzaj non ci darà più fastidio e dopo la gara manco tu me ne darai!”

Fu così che individuai la nostra “preda”.

Mi avvicinai e dissi: “Brooz?”

“Tu chi diavolo sei? Non mi sembra di conoscerci vattene e non mi infastidire.”

Sembrava piuttosto convinta ma nulla poteva contro la forza quindi mi concentrai e feci forza sulla sua socialità.

“Scusa ti posso fare qualche domanda” dissi muovendo la mano a mezz'aria dinanzi alla sua faccia.

“Certo cosa vuoi sapere?”

“Vieni fuori di qui e ti farò le domande.”

“Verrò fuori di qui così puoi farmi le domande.”

Io, Niklai e la donna uscimmo dalla cantina.
La ragazza però riprese il controllo della sua mente e si agitò.

Non gli diedi tempo di estrarre il blaster che teneva alla cintura e la stesi con un pugno facendole perdere i sensi.

Me la caricai in spalla e mi avviai verso il bazar dello zio di Nik che era il luogo più sicuro e più vicino in quel momento.

La legammo a una sedia e poco dopo riprese i sensi.

“Ehi chi siete?! Cosa volete?! Lasciatemi andare!”

“Calmati e te ne andrai di qui molto presto.”

“Tu chi diavolo sei?!”

“Io sono colui che ha ucciso il tuo compagno su Tatooine. Rodzaj ha pensato di essere più forte di me. Nessuno lo è.”

“Mi hai solo fatto un favore uccidendo quell'idiota ho perso un mare di soldi per colpa sua! Purtroppo tu mi hai tolto l'unica cosa che ancora mi apparteneva; la nave che usava era la mia e non l'ho ancora rivista!”

“Non sono qui per la tua storia non m'interessa voglio sapere chi era il committente del vostro lavoro?”

“Ahhh e io ti dovrei aiutare?! Preferisco la morte”

“Bene allora avrai ciò che vuoi” Detto questo scagliai una serie di fulmini verso la ragazza.

Gridò contorcendosi dal dolore.

“Ti do un'altra possibilità, dammi quel nome” scandii bene ogni singola parola. Ero piuttosto alterato.

“Sei solo un bastardo!”

Un'ennesima scarica.

Urlava di dolore.

“Basta basta... va bene. Non so il nome del committente... So solo che dovevamo consegnare il pacchetto su Dathomir. Non so altro.”

“Vedo che non era così difficile parlare. Tuttavia non posso permettermi che tu riferisca del nostro arrivo.”

Estrassi la spada laser e l'accesi.

“Naaru aspetta potrebbe ancora tornarci utile perchè non la portiamo con noi? Sa benissimo che se provasse a scappare o a tradirci tu saresti in grado di ucciderla senza problemi”

Riflettei e poi risposi: “Va bene Nik, la porteremo con noi” poi mi rivolsi a lei: “Ti terrò d'occhio se non ci sarai d'aiuto potrei pensare di venderti a quelli che ti danno la caccia.”

Così dicendo gli slegai i polsi.

La ragazza mi diede un pugno e disse: “Non credere che mi scorderò di ciò che mi hai fatto! ”

“Meglio così se per caso dimenticassi sarò pronto a ricordartelo!”

Nik poi le chiese: “Tu avevi il compito di portare il pacco a destinazione quindi dovresti conoscere il committente, giusto?”

“Conosco l'uomo che doveva fare da mediatore e se non mi ucciderete vi condurrò da lui.”

“Mmm essia verrai con noi ma tradiscimi e ti ucciderò.”dissi.

 

Uscii dal bazar.

Ero strano ciò che era successo mi turbava. Non volevo farlo ma la rabbia mi aveva accecato. Il potere cresceva sempre di più in me. Ogni giorno di più la mia umanità veniva meno. C'erano giorni in cui non mi ricordavo più il motivo per cui lottavo, ma c'erano sempre gli incubi a ricordarmelo e l'ira aumentava.

Tornammo alla navetta.

“Trovati una zona dove riposare ed evita di girare per la nave.”dissi.

Dathomir, un ennesimo passo verso lo zabrak ..che la caccia abbia inizio.

 

Non si poté definire di certo un viaggio silenzioso.

Niklai e Brooz non facevano altro che parlare. Era strano che una cacciatrice di taglie parlasse così tanto.

Quello che era successo con la ragazza non mi faceva stare tranquillo e perciò cercai di meditare.

Il Lato Oscuro non era ciò che volevo essere ma era solo un mezzo per raggiungere uno scopo e quello scopo si chiama Vendetta.

D'un tratto mi svegliai e trovai T3 di fianco a me.

“Che succede T3?”

Il robottino rispose con versi che ormai avevo imparato a conoscere.

“Mmm hai ragione sei piuttosto malridotto”

Il droide iniziò a svolgere versi arrabbiati per la mia affermazione.

“Dai che scherzavo. Ti metterò a posto. Spegniti per qualche minuto ho qui tutto l'occorrente.”

Era strano ma quell'odore di oli, mi fece tornare al passato e il mio animo si rasserenò.

Nella mia mente rivedevo Tatooine, l'officina di mio padre. Non pensavo che la ricordassi così bene, d'altronde ero molto piccolo e invece nella mia testa era tutto perfettamente nitido.

Uno scrollone della nave mi fece tornare alla realtà. Senza che me ne accorgessi stavamo entrando nell'atmosfera del pianeta.

Riattivai T3. “Ho fatto il possibile ma adesso dobbiamo prepararci all'atterraggio riprenderemo più tardi.”

Gli accarezzai il capo mettalico e mi fece un versetto felice. Andai verso la scala di sbarco.

“Allora Brooz dove dobbiamo incontrare il tuo mediatore?”

“Eravamo rimasti d'accordo che sarei dovuta andare alla cantina ordinare un cocktail chiamato Luna Rossa e il barista avrebbe saputo cosa fare.”

“Mmm passiamo di cantina in cantina” Disse Niklai

“La feccia si nasconde sempre nei soliti posti”

Così la ragazza ci accompagnò al luogo prestabilito e ordinò un Luna Rossa.

Il barman ci fece accomodare e sparì nel retrobottega lasciando al droide cameriere il compito di servire.

“Brooz sei stata altre volte qui?”

“Poche Nik, so giusto i punti d'incontro di noi criminali.”

“Capisco.”

Il barman tornò e disse: “Seguitemi”

Ci portò nel retrobottega qui aprì una botola e ci condusse in una stanza sotterranea dove cera una bisca d'azzardo.

“Non vedo perchè dovresti nascondere una cosa che tutti tengono in bella luce.”

“Non sono cose che ti devono interessare! Comunque ecco la persona che state cercando.”disse il barman indicandoci un uomo in fondo alla stanza.

Ci avvicinammo e Brooz disse: “Salve siamo qui per consegnarle il pacco da lei ordinato.”

L'uomo si alzò, era uno zabrak probabilmente nato li. Era una montagna, l'uomo più alto che avessi mai visto ed anche quello più grasso.

“Il pacco che il mio padrone ha ordinato. Siete in ritardo di vari mesi!!!! Chi razza vi credete di essere per arrivare solo ora?! Tra l'altro ho sentito dire che il tuo compare Brooz è stato ucciso su Tatooine chi sono questi che ti accompagnano?!”

“Loro sono amici miei come hai detto tu Rodzaj è morto lasciandomi indebitata fino al collo, loro sono la mia assicurazione sulla vita. Le mie guardie del corpo.”

Scoppiò a ridere, una risata terrificante; “Ora hai pure le guardie del corpo? E con cosa le pagheresti?”

“Salve signore io mi chiamo Nik e sono il cugino di Brooz e non mi faccio pagare per difendere la mia famiglia.”

“Senta signor?”dissi
“Suf 'ah” disse.

“Senta signor Suf'ah se non vuole il pacco troveremo a chi venderlo, non importa su andiamocene”

“Ehi ehi non abbiate fretta non ho mai detto che non mi interessa anzi sono sicuro che al mio padrone interesserà moltissimo.”

“Ecco visto che interesserà al tuo padrone vorremmo portarcelo direttamente se non ti dispiace”dissi.

“Ehi ma chi ti credi di essere per incontrare il grande Bey?!”

Al suono di quel nome il mio cuore cessò di battere, il respiro rallentò.

Solo una cosa affollava la mia mente: L'ho trovato!

 

“Devi portarci da lui”Dissi impaziente cercando di usare la forza per fare breccia nella sua mente.

L'uomo iniziò a urlare in preda al dolore, stava cercando di combattere povero idiota ero troppo forte per lui! Mi concentrai di più, d'un tratto si fermò: “Vi porterò da lui.”

L'ora della mia vendetta si avvicinava ogni passo che percorrevamo verso il luogo dove ci aspettava Darth Bey.

Quando iniziai a vedere la villa mi fermai di colpo.

Mi voltai e dissi ai miei compagni: “Nik, Brooz ora dovete tornare indietro di qui in avanti proseguirò da solo.”

“Cosa?! Non andrai da solo nella villa avrai bisogno di noi!” disse Niklai.

“Ascolta il tuo amico non puoi andare da solo sarebbe un suicidio!”

“Proprio per questo voi non verrete con me non vi permetterò di accompagnarmi verso quella che potrebbe essere una missione suicida. Voi tornate alla nave se non sarò di ritorno entro l'alba, Brooz tieniti la nave come compenso per averti tolto tutto uccidendo Rodzaj e Nik riprenditi i crediti che sono nella mia stanza. Non accetterò un no come risposta. Non costringetemi ad usare la forza per fermarvi.”

Niklai sembrò spaventato a quell'idea, prese per un braccio Brooz e si avviarono verso la Bor'mil.

Mi voltai verso Suf'ah e gli dissi: “Conducimi dal tuo capo e non fare scherzi”

La sua mente era sempre sotto il mio controllo ma dovevo comunque stare attento.

La villa era molto grande già dall'entrata c'erano guardie chissà quante ce ne saranno pensai.

Una di esse ci fermò: “Ehi Suf finalmente sei tornato il capo ti cerca. E chi è quello che hai con te?”

“Ah tranquilli è solo colui che ci ha portato il pacco che stava aspettando Lord Bey.”

“Mmm va bene allora proseguite.”

Avanzammo fino aa arrivare in quella che dedussi essere la stanza principale, era molto spaziosa e illuminata da grandi torce e su ogni muro c'era un arazzo o un dipinto che sembrava essere molto costoso.

Non ha nessuna paura di mostrare il suo potere pensai.

Alla fine della stanza, nella zona centrale una scalinata conduceva a quello che sembrava essere un trono.

“Ohhhh Suf'ah il mio più fedele suddito ti stavo aspettando da parecchio e lo sai che non mi piace aspettare...”

Una scarica di fulmini partì dalle mani di Darth Bey in direzione della mia guida.

Suf'ah cadde a terra contorcendosi dal dolore poi si alzo lentamente e disse: “M..Mi...Mi dispiace Lord Bey non succederà più.”

“Chi è colui che è con te? Fai un passo avanti che non vedo il tuo volto.”

Lui, il nemico che da tempo inseguivo, la mia preda era ora li davanti a me e finalmente avevo l'occasione di vendicarmi.

Feci un passo in avanti e mi inchinai.

Cercai di non dare nell'occhio afferrando la spada laser.

“Oh suvvia non inchinarti tanto più che non ti conosco.. chi sei?”

Non gli diedi tempo di sapere la risposta azionai la spada laser e mi scaraventai su di lui.

I riflessi del nemico però furono ancora una volta molto veloci e il colpo da me iniziato andò a infrangersi contro il trono distruggendolo.

“Uhhh e così un Jedi mi è venuto a trovare. Ma è strano non hai accennato a cose del tipo sei in arresto o cose simili che voi Jedi dite spesso.”

“Io non sono un Jedi ,io sono colui che ti ucciderà.”

Detto questo cercai un nuovo scontro ma la stanza si era riempita di guardie.

“Nessun Jedi sarebbe stato così stupido da attaccarmi qui nel mio regno. Non sopravviverai mai contro di me e contro di loro. É giunto il momento che tu muoia.”

Scoppiai a ridere.

“Mi dispiace deluderti ma già una volta hai fallito Darth Bey e non avrai più quell'occasione.”
Feci esplodere una serie di fulmini talmente ampia che tutte le guardie caddero a terra morte.

“C.. chi sei?!”

“Non ti ricordi più di me? Allora mi chiamavo Kymaren eravamo su Onderon e tu hai ucciso le persone che amavo all'interno di una piramide.”

“Mi stai dicendo che tu sei quel ragazzo?! Non farmi ridere quello era un idiota e un incapace! Non puoi essere tu...”

Vidi la paura nei suoi occhi, ciò mi diede ancora più forza e adrenalina. Scatenai un onda di forza che fece sbalzare il nemico contro una parete poi dissi:

“Nulla puoi contro un maestro della Forza. Ora raggiungi i tuoi seguaci nella morte stupido sith!”

Lo zabrak si rialzò, aveva capito, avevo usato appositamente quelle parole. “Sei tu! Quelle parole sono mie le ricordo. Com'è possibile?!

Tu eri sotterrato nella piramide, eri morto!”

“Kymaren era morto non Naaru! E sono qui per ucciderti!”

In quel momento una nuova truppa di guardie entrò all'interno guidate da Suf'ah

“Uccidete il Jedi salvate Lord Bey presto!”

Non avevo ancora recuperato le forze avevo usato quasi tutta la mia potenza per uccidere il gruppo precedente ora ero in difficoltà.

“Hai un ottimo potenziale unisciti a me e avrai salva la vita!

Non mi sarei mai arreso iniziai quindi ad attaccare.

Molti caddero prima che riuscissero a stancarmi completamente.

Ero li che affannavo pensai che Ormai era finita quando...

“Fermatevi subito voi siete tutti in arresto per ordine del Consiglio Jedi. Il mio nome è Jade e sono stata incaricata di portarvi su Tython per ricevere giudizio.”

“Ahahah un altro Jedi. Sembra proprio che dovrò ucciderne un altro.”

“Dannata ragazza perché sei qui? Questa è la mia battaglia!”.

“Stupido così ti farai solo uccidere e anche tu devi rispondere a delle accuse davanti al consiglio”

“Non per intromettermi eh..ma non uscirete mai vivi di qui!”

“E qui che ti sbagli Darth Bey perchè Naaru ha noi!”

Conoscevo quella voce troppo bene e non mi sorprese vedere che non mi avevano ascoltato e anziché andare alla nave, erano tornati.

“Perchè non mi avete ascoltato?! Nessuno morirà più a causa mia!”

Gridai quasi disperato, avevo già perso tutto una volta non doveva succedere di nuovo! Fu così che scattai verso i nemici e fendente dopo l'altro riuscii a dimezzarli.

Niklai con un blaster a ripetizione e Brooz con un fucile di precisione eliminarono una parte delle guardie.

Anche quella ragazza che rispondeva al nome di Jade fece la sua parte, tanto che alla fine la situazione diventò a nostro vantaggio e anche Darth Bey lo capì.

Iniziò a cercare una via di fuga ma non gli avrei mai permesso di scappare.

Purtroppo non avevo calcolato il ritorno di Suf'ah.

Infatti quest'ultimo penetrò nella sala con una bomba addosso e l'azionò gridando: “Mio Lord lo faccio per te!”

La stanza esplose e le pareti crollarono.

Ne vidi una che stava per crollare sulla Jedi mi gettai d'istinto e la spinsi lontano.

Dopo il buio calò su di me.

Quando mi svegliai ero a terra. Sentivo un gran dolore alla testa.

Ad un tratto una voce.

“Devi stare giù, sei ferito.”

Tra tutti ero finito con lei.

“La solita pietà jedi” Dissi ridendo.

“Da quanto ho capito hai lasciato fuori i tuoi amici per la stessa pietà di cui tu parli”

“Da quanto sono svenuto?”

“Da un po ma non c'è modo di uscire. Quell'uomo ha fatto saltare la stanza e ci ha bloccati qui.”

“Come mi sono ferito?”

“A quanto pare il tuo lato buono ha fatto si che ti preoccupassi per me salvandomi la vita. Ti ringrazio.”

Era strano ero davanti a un nemico ma non avevo timore anzi il suo sorriso mi dava serenità.

La mia mente mi giocava strani scherzi . La figura di Jade spesso veniva sovrascritta da quella di Ai-deen.

Persi nuovamente i sensi.

“Ehi... ehi svegliati”

“Che succede?”

“Sei svenuto di nuovo.”

Aprii gli occhi e questa volta mi accorsi di una cosa che mi era sfuggita. La mia mente era sempre stata lucida anche prima di svenire era il mio cuore che mi dava allucinazioni: Jade assomigliava molto alla donna che amavo.

Arrossii purtroppo lei lo notò.

“Ehi sei diventato tutto rosso non è che hai la febbre?” posò la sua mano sulla mia fronte per misurarmi la temperatura.

“St..sto.. bene. Tranquilla.”

“Dobbiamo uscire di qui, insieme dovremmo farcela.”

Aveva ragione stavo vaneggiando e perdendo tempo in sciocchezze.

Lei era il mio nemico mi avrebbe condotto a Tython e li sarei stato condannato.

“Non credo che avrò problemi a uscire di qui.”

“Se fossi in forma non avrei nessun dubbio ma ora come ora non hai possibilità senza di me.”

Ancora una volta aveva ragione era già tanto se mi reggevo in piedi.

“Hai vinto, collaboreremo fino all'uscita.”

Studiai quella “stanza” dietro una parete di macerie si poteva sentire dell'aria e fortunatamente con me avevo ancora la mia spada laser.

“Bene questo è il piano io aprirò un varco tra le macerie tu passerai io ti seguirò dopo essermi assicurato che tu sia all'esterno.”

“Molto gentile da parte tua”disse sorridendo.

Arrossii di nuovo, quel sorriso..Ai-deen..scossi la testa, dovevo smetterla di fantasticare! Feci allora come avevo deciso e feci passare Jade nell'apertura.

Uscimmo fuori.

Pochi secondi dopo delle voci ci dissero: “Ehi voi due!”

Ci fermammo erano le voci di Niklai e Brooz.

“Ehi Naruu stai bene?”

“Potrei stare meglio.” dissi sorridendo

“Fortuna che avevi la jedi a prendersi cura di te”disse Brooz vedendomi ancora sorretto da lei.

Entrambi arrossimmo e loro scoppiarono a ridere notandolo.

“Forza ragazzi Darth Bey sarà morto ci conviene lasciare il pianeta di corsa.”

“Hai ragione Nik meglio andarcene da qui sei d'accordo Naaru?”

“Mmm senza un corpo davanti non posso credere nella sua morte. Tuttavia sono piuttosto debole per proseguire almeno torniamo alla nave poi vedremo.”

Mentre andavamo verso la nave però un sith ci si parò davanti.

“Non tornerete mai alla vostra nave io ve lo impedirò! Voi avete osato attaccare Darth Bey che non solo è il mio maestro ma è anche mio fratello. Non vi perdonerò mai!”

“Cosa facciamo adesso? Naaru non ha le forze per affrontarlo e noi siamo più che inutili contro un Sith.”

“Calmati Nik io ho ancora le forze per combattere voi andate alla nave accendete i motori e fate in modo di passare ad un'altezza che mi permetta di salirvici a bordo in caso di necessità.”

“Sei sicuro?”

“Andate. Ora!”

“Pensi che andranno distanti?! Ucciderò te e poi penserò a loro! Non sottovalutare il grande potere di Darth Nihagaa”

“In troppi pensate di poter avere quel titolo e finchè uno di voi lo porterà io vi ucciderò”dissi e poi attaccai.

Fendente dopo fendente le mie forze iniziavano a diminuire, non mi ero ancora ripreso e il nemico iniziava ad essere superiore.

Fu così che la lama dell'avversario attraversò il mio stomaco e caddì in ginocchio.

“Le ultime parole?” disse puntandomi la spada alla gola

Ero spacciato non avevo più le forze per muovermi.

In quel momento una serie di colpi si abbatterono sul sith, la Bor'mil era li dietro a usare i cannoni per proteggermi.

“Forza Naaru sali” urlò Nik alla guida.

Lo avrei fatto se ne avessi avuto la forza ma nulla non riuscivo a muovermi fu in quel attimo che fui alzato da terra e trasportato sulla rampa della nave.

Alzai lo sguardo e la vidi di nuovo. Ai-deen..

“Sei uno stupido!”

La nave si alzò e lasciò l'atmosfera del pianeta.

Quella fu l'ultima cosa che ricordai poi persi i sensi.

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Capitolo 5
*** Redemption (parte 1) ***


Non so per quanto tempo rimasi privo di sensi.

So solo che al mio risveglio ero in un letto e riconobbi subito quel soffitto. La capanna di Ferr.

Guardai in basso e la vidi...

Jade era lì, addormentata sulle mie gambe. A quanto pare ha vegliato su di me pensai.

“Jade..”Sussurrai dolcemente.

“Cosa?! Cosa?!” Mi guardò sbalordita. Saltò in piedi, arrossì vistosamente ed uscì dalla capanna. La sentii poi urlare: “Venite! Si è svegliato!”

Tutti corsero da me si radunarono di fianco al letto.

“Finalmente!”disse Nik scoppiando a piangere.

Era strano era da tempo che non provavo quei sentimenti; ero felice.

“Da quanto tempo sono così? Cos'è successo?”

“Lasciatelo riprendere”disse una voce che non avevo dimenticato.

“Maestra Ferr! E' bello rivedervi.”

“E' bello vederti sveglio. E' un mese che eri li nel letto. Hai riportato una bella ferita. Se non fosse stato per Jade saresti di certo morto.”

La notizia mi sorprese: “Cosa?”

“Lei ha vegliato su di te ogni giorno e prima che ti riportassero qui ha usato la forza per salvarti la vita.”

Quella ragazza mi aveva salvato la vita? Perchè l'aveva fatto?
“Ti ringrazio Jade, ancora una volta sono in debito con te.”

Lei arrossì e mi fece un timido sorriso.

“Chi è che stavolta ha la febbre?” dissi ridendo.

Era strano ma non provavo più rabbia, non capivo il motivo ma sembrava che fosse sparita. Una nuova voglia di vivere c'era in me e non sapevo il motivo ma sentivo che mi legava a Jade.

Passarono ancora diversi giorni prima che mi potessi rimettere in piedi.

I punti che mi avevano dato tiravano. In una città come Coruscant probabilmente c'erano droidi medici in grado di ricostruire le cellule, anziché dare punti in modo così primitivo, ma infondo era un dolore sopportabile dato che ero vivo.

Uscito dalla capanna andai verso Jade volevo chiedere a lei di quel legame che sentivo.

“Scusami posso parlarti un attimo?”

“Certo”rispose lei sorridendo.

“Posso chiederti se anche tu senti il legame che sento io?”

“Speravo tu non lo notassi. Si probabilmente quando ho usato la forza per salvarti la vita si è creato un legame nella forza che ci unisce.”

“Ha spazzato via la rabbia che avevo...”

“E' un male? La redenzione è possibile.”

“Mi sembra di sentire il mio vecchio maestro sempre legato al codice.”dissi sorridendo.

“Perdonami, ma perché ti chiamano Naaru? Io so che ti chiami Kymaren.”

“Non pensavo che sarei mai stato pronto a questo momento. Mi chiamavo Kymaren, ma da quando ho fallito nel salvare le persone che amavo e da quando ho seguito il sentiero oscuro ho lasciato quel nome. Così ora sono Naaru.”

“Non pensi che sia ora di tornare con il vecchio nome? Vieni con me su Tython i maestri ti aiuteranno ora che il tuo cuore è sereno e non provi più rabbia.”

“Non sono più un Jedi lo sai? Ormai ho tradito il codice e tutti voi, in più non sono d'accordo sul dover dare un giudizio ai sith io voglio donar loro la morte che gli spetta.”

“Non spetta a noi decidere chi vive e chi muore! Noi Jedi non diamo la morte noi crediamo nella redenzione. Spero tu ci rifletterai... A quanto pare il tempo di Kymaren non è ancora giunto... devo fare rapporto al mio maestro conosci un modo per farmi contattare l'accademia Jedi?”

“Si certo sulla Borm'il c'è un trasmettitore, puoi inviare un messaggio all'accademia se ti serve una mano chiedi a T3. Io ora ho una cosa da fare.”

Mi avviai verso il santuario nella foresta, ai piedi del lago.

“...Ai-deen sono tornato. Mi dispiace esser stato lontano per così tanto tempo.. purtroppo ho fallito ancora non ti ho potuto vendicare. Ma ormai ho capito che non avrebbe senso..tu non tornerai da me. Ormai ti ho perso...” Piangevo come da molto tempo avevo smesso di fare. Mi inginocchiai e battendo i pugni al suolo. Avevo una fitta al petto troppo dolorosa. Quel luogo mi faceva ancora star male.

“Infine hai ascoltato il tuo maestro. Beh meglio tardi che mai.”

Mi voltai, strabuzzai gli occhi, poi sorrisi: “Lo sapete se non ci sbatto la testa non capisco i miei errori. Sono contento di vedervi, maestro Naard”

“E io sono contento di vedere che il lato oscuro non ti appartiene più e che non ti abbia ucciso.”

“Sono duro a morire a quanto pare...”

“Kim non essere triste sono passati anni da quando è accaduto devi andare avanti. Ascolta la jedi, torna Kymaren torna ad essere un Jedi il bene che puoi donare è ancora molto.”

“Maestro, io ho vissuto a lungo e solo perchè volevo vendetta per voi e la voglio ancora come posso essere un Jedi? Io amo Ai-deen, l'amerò per sempre e questo non cambierà mai. Tutto ciò mi fa inadatto a essere un Jedi.”

“L'amore non sarà una debolezza se usato per il bene di tutti e non per il bene di un singolo.”

“Ci rifletterò su maestro. Mi mancate lo sapete vero.”

“Lo so Kim anche tu mi manchi molto, ora però devo andare ho ancora un consiglio da darti; guarda sotto ciò che riflette la tua immagine li troverai un alleato. Alla prossima mio giovane amico.”

“Addio maestro.”

Mi voltai verso il lago riflettendo sul quell'ultimo consiglio. Arrivato sulla sponda mi fermai, guardai la mia immagine. Avevo ancora gli occhi arrossati per il pianto. Possibile che il mio maestro volesse dirmi qualcosa a proposito di quel lago? Ma cosa?

Mi immersi, decisi di guardare nelle profondità di laghetto. Non era così profondo fortunatamente. Notai così che al centro del lago c'era un canale; decisi di percorrerlo.

Alla fine di questo canale trovai una grotta sommersa. Al centro vidi un datacron. Lo afferrai e subito reagì.

“Finalmente sei giunto Kymaren.”

“C..ci conosciamo?!”

“No, direi di essere morto all'incirca trecento anni fa. Io sono il maestro Bount ma sono anche Darth Bount. Due parti della stessa medaglia.”

“Tu sei come me..”

“Si sono come te ma a differenza tua non ho mai dubitato di me ho sempre saputo chi sono. Tuttavia ascoltami, questo è il mio Datacron purtroppo non è stato fatto per contenere nulla oltre che i miei ricordi. Ascoltami attentamente.

Io sono colui che ha addestrato la tua maestra Ferr e ho addestrato anche colui che la sconfisse. Ma quello che è importante è che so che hanno rubato l'holocron nella piramide e uno su Tatooine. Erano le due parti di una delle tecniche più potenti della storia dei Jedi e dei Sith.”

“E quale sarebbe?”chiesi.

“La tecnica che permette all'anima di reincarnarsi. Sono morto per difendere quella tecnica. Il consiglio sapeva che quel twilek rosso avrebbe cercato i datacron per questo dovetti seguirlo. Gli altri maestri pensavano che sarei riuscito a portarlo sulla retta strada invece fu lui a corrompere me. Ma alla fine lottai contro il mio allievo per evitare che ottenesse quei datacron, vinsi e lui non li ottenne.

Li nascosi su due pianeti inospitali come Onderon e Tatooine ero ferito giunsi in questo lago e morii.

La Forza mi aiutò a proteggere questa mia eredità creando il santuario,un luogo protetto dove nasconderla. Ora io ho tramandato la mia eredità a te salva l'universo, il nemico ha ottenuto i datacron.”

“Com'è possibile il secondo datacron lo abbiamo all'accademia di Tython e il primo è nelle mani dello zabrak di nome Bey.”

“Un allievo avrà sempre un maestro e viceversa.”

“Questa non è una buona notizia.. ma ci rimane comunque un datacron e sappiamo che gli serve per sapere la tecnica.”

“Alla fine sembra proprio che dovrò tornare su Tython.”

“Stai attento Kymaren il lato oscuro è molto potente. Da solo verrai annientato come me prima di te.”

“Grazie dell'aiuto ora so che cosa devo fare, avrò la mia vendetta ma non ora.

Devo salvare l'universo da questa nuova tecnica.”

Così mi buttai in acqua e ripercorsi i miei passi fino a tornare all'accampamento.

Vidi che tutti erano agitati e chiesi:
“Che succede?”

Si fece avanti Jade e disse: “Il maestro Hodd mi ha dato una notizia terribile che ti riguarda.”

“Quale notizia?”

“Ha scoperto che tuo padre è un sith, e che ora è disperso su Tatooine.”

“Cosa?! Com'è possibile mio padre non è sensibile alla forza!”

“Devi sapere Kim che tu sei stato trovato perchè il maestro Naard stava svolgendo una missione su Tatooine sennò non ti avrebbero mai trovato è un pianeta troppo distante da Tython. Per questo nessuno ha mai saputo che tuo padre fosse sensibile alla forza.”

“Kim andiamo a cercarlo” disse Niklai.

“Se andrai su Tatooine io verrò con te.”disse Jade

“Grazie amici...”

Fu così che partimmo in rotta per il mio pianeta natale.

 

“Stai bene?” chiese Jade.

“Non lo so... Sono confuso.”

“Lo so lo immagino ma vedrai che tutto si sistemerà abbi fiducia nella Forza”

Non sapevo spiegarmi il motivo, ma la sua voce mi tranquillizzava.

“Hai ragione. Jade nell'inferno che ho vissuto nell'ultimo periodo tu sei stata sempre al mio fianco e mi hai salvato più volte. Ti ringrazio.”

Lei arrossì vistosamente non aspettandosi tali parole.

“Di nulla” rispose balbettando mentre guardava altrove.

“Ma ancora non mi spiego perché l'hai fatto, in fondo eravamo nemici.”

“Eravamo appunto. Io credo nella redenzione e credo che quello che ti è successo avrebbe turbato e tentato chiunque.”

“Non prendertela male ma tu assomigli molto ad Ai-deen.”

“Non potrei mai offendermi. Ho sentito molto parlare di lei in accademia era una dei migliori piloti della repubblica”

“Ehi piccioncini siamo quasi in prossimità di Tatooine meglio che vi allacciate le cinture” Disse Brooz.

Lei arrossì al termine piccioncini. Io la guardai e scoppiai a ridere. Lei iniziò a insultarmi dicendomi “Non ridere! Non è divertente! Non sei simpatico!”

Ad ogni parola ero sempre più piegato in due dalla sua reazione così ingigantita.

Era da tanto, forse troppo tempo che non stavo così. Forse il ritorno di Kymaren, non è impossibile, ne così distante pensai.

“Iniziamo la discesa nell'atmosfera!” urlò Niklai dalla cabina di pilotaggio.

“Atterra più vicino che puoi a Bastine. Lì è dove abitavo.”

Così atterrammo a poco distante dalla città. Ci incamminammo verso il centro, verso quella casa dove non mettevo più piede da ormai molto tempo.

La porta era aperta e tutto era sotto sopra. Provai un senso di sconforto misto a paura. Cos'era successo?

Non vi era nessuna traccia dei miei genitori.

Una signora che passava di li si avvicinò e disse: “Il signore non è in casa deve essere andato via di corsa ha lasciato questo vecchio droide protocollare da solo e spento per questo me lo sono presa. Servirà di sicuro più a me che a lui...”

“Ehi quel droide non le appartiene” disse Jade.

“Non importa... Signora vorrei solo dare un occhiata a quel droide poi se lo potrà anche tenere.”

La donna ci rifletté poi annuì.

Mi avvicinai al droide e lo accesi.

“Relazioni umane e cyborg per cosa posso esservi utile padrone?”

“Sto cercando chi ti ha comprato o programmato.”

“Oh cielo, il padrone è stato portato via dalle guardie degli Hutt. Dicono che abbia ucciso una persona ma è impossibile il padrone è stato sempre una buona persona con tutti perfino con me. Solamente da quando è tornato da un incontro importante l' ho visto strano; ma non so di più.”

“Grazie dell'aiuto” lo spensi successivamente.

“Cosa intendi fare?”Chiese Jade

“Devo andare a trovarlo, gli Hutt lo avranno torturato se non addirittura ucciso. Devo scoprire cosa gli è successo. Voi tornate alla nave io tornerò entro il tramonto se cosi non sarà; partite senza di me.”

“E per andare dove?!”disse Niklai

“Non lo so ma sentitevi liberi di fare ciò che volete l'unica cosa riportate Jade a Tython e la nave resterà a Brooz visto che gliene devo una da tempo.”

“Io verrò con te” disse Jade

“Non posso permettertelo. Non so cosa ci sia laggiù. È meglio che tu non venga, non sarei tranquillo se pensassi che ti possa succedere qualcosa di male.”

Le mie parole la fecero arrossire non capivo perchè le avevo dette, ma forse lo sospettavo. Era da tempo che non provavo quel sentimento, ma non abbastanza da dimenticare cosa fosse.

“Io verrò con te non cambierò idea!”disse lei.

Ancora una volta sembrava assomigliare a Ai-deen con la sua testardaggine.

Mi rassegnai.

 

Ci avviammo verso il palazzo degli Hutt e già dalle guardie all'esterno capimmo che ci trovavamo nel posto giusto. Tutte parlavano dell'uomo catturato, il “pazzo” lo definivano.

Aprii la mente come un tempo e la Forza mi indicò la via verso un'ala del palazzo dove non c'erano guardie, successivamente scendendo delle scale arrivammo alle prigioni.

Trovai mio padre incatenato e bendato pieno di ferite. Come avevo previsto era stato torturato.
La rabbia si stava impossessando del mio cuore. Vederlo in quelle condizioni era veramente molto doloroso per me.

Tutti quei ematomi sul corpo. La mia agitazione era evidente tanto che Jade se ne accorse e appoggio una mano sulla mia.

Il mio cuore si placò.

“Siete tornati per torturarmi ancora eh?! Non mi fate paura! Ho già perso tutto ciò che nella vita aveva un valore.”

“Calmati siamo qui per salvarti”disse Jade

“Chi siete? Perchè mai dovreste rischiare tanto per un povero meccanico?”

“Perchè con me c'è vostro figlio.”

“Non mi mentite mio figlio è morto”

Jade tolse la benda a mio padre.

“C..c..ciao papà” dissi balbettando con un filo di voce.

“Cosa?!”disse strabuzzando gli occhi. “Non può essere vero. Non puoi essere lui. Eppure ci assomigli così tanto. Ma non è possibile quell'uomo mi ha fatto vedere la sua morte su Dathomir.”

“E passato molto tempo lo so ma sono io sono; il tuo Kymaren. Ho lasciato questo pianeta molti anni fa,ero solo un bambino e il maestro Naard mi ha portato con se su Tython.”

“Come fai a sapere tutte queste cose? Che tu sia veramente chi dici di essere?”

“Sono io padre” dissi avvicinandomi a lui

“Quegli occhi...Sono quelli di tua madre”disse iniziando a piangere dalla gioia poi mi strinse forte a lui.

“ Non per essere insensibile ma chi era quell'uomo che ti ha detto che Kymaren era morto?” Jade

“Non so il suo nome. Era un twi'lek di colore rosso.”

“Mi perdoni ma lei come ha potuto credere a questa storia?”disse Jade

“Mi ha mostrato un oloregistrazione in cui si vedeva chiaramente che venivi trafitto da uno zabrak con una di quelle spade laser.”

“Devi aver visto solo quello che lui voleva che vedessi in quanto la ferita non era mortale daltronde sono qui. Mi dispiace non essere arrivato prima.”

“Oh mio dio” disse piangendo “Tu sei vivo il resto non conta. Devi andartene, Tatooine non è più un posto tranquillo. Ma non andare su Tython è da li che quell uomo arrivava.”

“Come fate a saperlo?” Disse Jade

“Prima che perdessi il controllo sono riuscito a scoprire dove era atterrato e a scaricare i dati dei viaggi del proprietario. Da li ho scoperto che arrivava da Tython”

“Vieni via con me padre”

“Non posso figliolo la mamma...”S'interruppe.

“La mamma la passeremo a prendere ma ora sbrighiamoci dobbiamo raggiungere la mia nave”

“La mamma è morta Kim, una malattia l'ha portata via pochi anni dopo la tua partenza. Io ho promesso che sarei rimasto a vegliare su di lei, non lascerò questo pianeta in più è vero ciò che si dice ho ucciso tre persone. Non so cosa mi sia preso so solo che dei fulmini sono partiti da me e dopo erano li stesi a terra, morti.”

“E' colpa del lato oscuro ma ora usciamo di qui poi ti spiegherò.”

Un laser trapassò il corpo di mio padre. Eravamo circondati dalle guardie degli hutt.

Stringevo ancora il corpo di mio padre tra le braccia e pensavo Mi ero promesso che nessuno sarebbe più morto a causa mia e ora... le lacrime fuoriuscivano copiose, non riuscivo a fermarle, poi la rabbia esplose in un onda e dopo nessuno era più in piedi, nessuno era più vivo in quella stanza; tranne me e Jade.

Il tempo per Kymaren non esiste più questo pensai trasportando mio padre fuori dal palazzo fino a casa sua.

Al suo interno trovai il droide.

“Che ci fai qui dovresti essere dal tuo nuovo padrone.”

“Oh cielo il padrone è morto?”

“Si...” dissi stringendo i denti.

“Ho bisogno di nuovo di te. Sai dov'è sepolta mia madre?”

“Sua madre?! Allora deve essere il signorino Kymaren? Suo padre mi ha parlato molto di voi. Comunque sia infondo alla valle c'è una duna dalla quale nasce un'oasi è piuttosto piccola ma di solito non c'è acqua su questo pianeta.”

“Grazie mille dell'aiuto, addio.”

Uscimmo dalla casa e dissi a Jade: “Ora devi andare alla nave controlla che Nik stia bene e che tutto sia al proprio posto. Seppellirò mio padre vicino a mia madre poi tornerò da voi.”

Lei mi abbracciò e in quel momento capii che lei ci sarebbe sempre stata per me, in tutto quel dolore era l' unica cosa che mi rendeva felice.

Presi qualche pezzo di metallo e costruì una lettiga con il quale trasportare il corpo di mio padre; il viaggio non era semplice e l'oasi era molto lontana dal centro abitato.

Ci impiegai un intero giorno ma la raggiunsi. Durante il tragitto pensai ai miei genitori, al tempo che avrei preferito trascorrere con loro. Ricordai le bellissime giornate passate insieme, i loro insegnamenti.

Quel posto mi ricordava il lago sulla luna di Ferr era una meraviglia della natura in un pianeta cosi inospitale.

Lo stupore di quel posto venne scacciato via dalla tomba di mia madre era lì nel centro di quel paradiso, i fiori germogliavano da soli grazie a quell'acqua.

Presi gli attrezzi che mi ero portato e iniziai a scavare.

L'ennesima tomba pensai.

Deposi il cadavere e la riempii.

Mi soffermai ancora per un po a guardare il mio cimitero.

“Mi dispiace tanto se fossi arrivato prima tutto questo non sarebbe successo.”

“Non avresti potuto fare nulla” disse una voce dietro di me “Perdona l'intrusione del tuo vecchio maestro”

“Non potete saperlo maestro. Se fossi stato più forte anche voi magari sareste ancora qui.”

“La storia non si vive di se. Non preoccuparti per me Kim, sto bene tutto sommato” gli scappò una risata.

“Perché siete qui?”

“La forza mi ha portato qui, devi stare attento a ciò che tuo padre ti ha detto. Ho un brutto presentimento in più percepisco il tuo cuore. Si è affezionato a un'altra persona a quanto sento."

“È un legame che devo spezzare. Un sentimento che devo cancellare. Non posso continuare a perdere chi amo. In più ho una teoria su chi sia l'uomo di cui parlava mio padre anche se priva di senso. "

“So cosa ti ha detto il droide. Un solo twi'lek di colore rosso risiede a Tython. l unico modo per scoprire se sia vero o meno è tornare all'accademia per trovare le risposte che cerchi..”

“Grazie maestro per essere venuto qui in mio soccorso ora ho le idee molto più chiare.”

“In realtà temevo di ritrovare il sith che dava la caccia a Darth Bey. Rinato con la morte dei tuoi genitori. Fortunatamente non è così”

“Ho imparato la lezione. Il lato oscuro non mi ha portato altro che rabbia e dolore. Ora voglio soltanto la serenità e magari perché no, diventare ciò di cui voi sareste fiero.”

“Oh Kim, io sono sempre stato fiero di te sin dal primo esame superato all'accademia. Non sono meno fiero di te solo perché hai seguito la via oscura d'altronde, hai capito l'errore e ora lotti per il bene dei tuoi amici e di tutti. Non sei adatto a far parte del consiglio ma nessuno ti vieta di diventare maestro. Trovati un padawan tramanda ciò che ti ho insegnato. Inoltre se quello che pensiamo e vero il consiglio è stato corrotto."

“Non avevo mai pensato che voi foste fiero di me. Una cosa voglio dirvela io però, colui che ho perso oggi era mio padre si, biologico almeno; perché quello che ho amato e quello vero l'ho perso molto tempo fa su Onderon”.

Piansi calde lacrime mentre dicevo quella piccola verità. Eppure riuscii a scorgere due lacrime rigare le guance anche all'uomo che avevo dinanzi.

“Non pensavo che un fantasma della forza potesse piangere"dissi.

“Vedi ancora a distanza di molti anni ti insegno ancora qualcosa” esplodemmo a ridere. Quella risata ci fece bene a entrambi, ne avevamo bisogno.

Poi mi voltai, dandogli la schiena “Devo andare maestro, magari un giorno ci rincontreremo quando tutto sarà finito”

“Speriamo che debba succedere tra molto tempo. Ora vai”

Così salutai il mio passato e mi rimisi in viaggio verso le risposte che cercavo.

“Tython, questa è la nostra prossima meta”dissi a tutti nell'abitacolo.

“Cosa ci aspetta su Tython?” chiese Niklai.

“Delle risposte.”dissi.

“So quello che ti domandi ma non penso che sia lui l'uomo che ha parlato con tuo padre”.

“Tu hai fatto rapporto a Hodd lui era l'unico a conoscenza dei nostri spostamenti e guarda caso corrisponde alla descrizione... non credo ci siano dubbi.”

Era rimasta senza parole, forse aveva capito che avevo ragione.

“Rotta per Tython T3. Vado nella mia stanza a meditare svegliatemi in prossimità del pianeta.”

Mi svegliai ma non eravamo ancora arrivati per questo approfittai del tempo a mia disposizione per dare delle spiegazioni che da tempo aspettavano di essere date.

Mandai T3 a chiamarmi Niklai,oggi avrebbe saputo la verità su di me.

“Grazie per esser venuto. Ti devo chiedere scusa amico mio perchè per molto tempo ti ho omesso la verità.”

“Cosa vuoi dire? Mi stai facendo preoccupare...”

“Devi sapere che il mio nome, quello vero è Kymaren e come ormai sai ero un Jedi addestrato su Tython. Durante una missione su Onderon ho perso il mio maestro e la donna di cui mi ero innamorato. Sono uscito vivo per miracolo ma allora l'unica cosa che volevo era vendicarmi contro Darth Bey, per questo l'ho rincorso per mezzo universo. Passato al lato oscuro e per la mia sicurezza ho deciso di usare il cognome di mia madre come mio nome ovvero Naaru.”

“Naaru... cioè Kymaren io la prima volta che ti incontrai ti dissi che non mi importava cosa fossi perchè mi avevi salvato la vita. Successivamente me l'hai nuovamente salvata in più di un'occasione. Non mi è mai importato di sapere chi fossi ma solo cosa saresti stato. Per me sei diventato più che un amico quasi un fratello e sarò sempre al tuo fianco.”

Quelle parole mi calmarono, temevo il suo giudizio, ma sentirmi dire ciò mi sollevò. Lo abbracciai di slancio.

“Ti ringrazio Nik, mi fa davvero piacere sentirtelo dire e mi dispiace di aver aspettato solo ora per dirtelo. Vorrei ancora condividere con te ciò che mi ha riferito mio padre.”

“Dimmi Kym” disse . Mi staccai da lui e lo guardai negli occhi.

“Sto andando su Tython perchè li c'è l'uomo che ha mostrato una videoregistrazione a mio padre dicendogli che ero morto. Ciò ha causato come nel mio caso un attacco di rabbia che lo ha corrotto e condotto al lato oscuro.

Dalla descrizione io temo si tratti del gran maestro Jedi ovvero colui che ha insegnato tutto a Jade. Non capisco ancora il perchè o se sia vero ma è l'unico Twi'lek di colore rosso che conosca.”

“Se quello che dici e vero ti servirà tutto il nostro aiuto.”

Ormai avevo capito che discutere non avrebbe avuto senso. Nulla gli avrebbe fatto cambiare idea e infondo era vero non sarei riuscito a sconfiggere Hodd da solo tanto meno se gli altri maestri si fossero lasciati corrompere dalle sue parole.

Niklai mi diede un pacca sulla spalla e mi fece l'occhiolino, era come se mi dicesse “Conta pure su di me, ti aiuterò”. Mi lasciò e mi misi a meditare preparando la mia mente e il mio corpo per essere al meglio.

Atterrammo in una pianura poco distante dall'accademia ma già da li si poteva vedere un vasto fumo provenire da quella direzione.

“Qualcosa non va, deve essere successo qualcosa al tempio.”disse Jade preoccupata e si affrettò verso di esso.

Noi la seguimmo.

L'accademia era in fiamme qualcuno l'aveva attaccata, i corpi di migliaia di Jedi occupavano le scalinate.

I piccoli iniziati, i giovani padawan, i cavalieri Jedi ma nessun maestro.

“É strano che nessun maestro sia tra i cadaveri. Sembra quasi che non siano intervenuti.”

“Quale motivo avrebbero di non farlo?!”. Disse Jade innervosita.

“Non conosco la risposta ma continuiamo, qualcuno potrebbe essere ancora vivo.”

Di corridoio in corridoio, di stanza in stanza lo spettacolo era sempre lo stesso.

Ci avviammo verso la sala della conoscenza dove tutti i datacron erano conservati, situata dietro alla sala del consiglio.

Nessun corpo dei maestri neanche qui pensai.

Dopo un paio di passi il silenzio fu rotto da un rantolo.

Guardammo e c'era un Jedi sotto a delle macerie.

“Rev! Gridò Jade che ti è successo?!” disse correndo incontro a quelle macerie cercando di spostarle da sola.

Ci unimmo a lei e le spostammo liberando il ragazzo

“Oh Jade il mio cuore si riempe di gioia nel vederti ancora sana e salva!”

“Fratello mio cerca di resistere ti porteremo in salvo”

Cercò di sollevarlo e Niklai andò a darle una mano.

“Aspettate... dovete guardare le registrazioni lì ci sono le risposte alle vostre domande.”

“Portatelo alla nave io vi raggiungerò” Dissi.

Attivai l'oloregistratore e osservai.

 

Le registrazioni davano ragione ai miei sospetti.

Il T'wilek rosso che aveva ingannato mio padre era Hodd! Ma erano molto più gravi le risposte che mi stava dando.

Infatti le riprese mostravano tre signori dei sith: Hodd, Darth Nihagaa e il terzo che subito non riconobbi ma poi capii; Darth Bey era ancora vivo.

Come se non bastasse dinanzi a loro i maestri Jedi che si inginocchiavano giurando fedeltà.

A questo punto Hodd si fermò e guardando la telecamera disse: “Ti aspetto su Onderon!”

L'oloregistrazione terminava lì.

L'ordine dei Jedi era stato annientato. I sith stavano vincendo. I Datacron di Bount erano nelle mani del nemico.

La situazione era disperata. Presi il file della registrazione e mi avviai verso la nave. Tutti avrebbero dovuto vedere la caduta dell'ordine e il tradimento di Hodd.

Jade lasciò la stanza io la inseguii.

“So che è difficile per te...”

“Tu non sai niente Kim, lui è il mio maestro ho sempre avuto la massima fiducia in lui e ora scopro che lui è un signore dei sith?! Non ci posso credere”

Non esistevano parole di conforto da usare in quel momento, per questo l'afferrai e la strinsi tra le mie braccia: “Non sei sola. Mi prenderò cura di te qualsiasi cosa succeda”

Una volta calmata, rientrammo nella stanza.

Eravamo tutti d'accordo dovevamo andare su Onderon per fermare i Sith e per portare la pace nell'universo.






**Spazio autore: eccomi qui  dopo una lunga attesa il nuovo capitolo :) la prima parte dell'ultimo capitolo :) spero che vi stia piacendo e come sempre per consigli commenti o qualsiasi cosa sono sempre qui :D spero di non farvi attendere troppo anche con l'ultima parte :/ vi chiedo scusa per i tempi un po lunghi :)  un saluto a tutti ;)

 

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Capitolo 6
*** Redemption (parte 2) ***


Pace questa parola risuonava nella mia mente. Tutto dipendeva da me.

Quella missione sarebbe stata la più difficile di tutta la mia vita e con molte probabilità sarebbe stata l'ultima. Non contavo di fare ritorno.

Da solo contro un intero ordine; quello dei sith.

Solo, perchè non avevo intenzione di farmi accompagnare dagli altri.

Li riunii tutti nella cabina di pilotaggio.

Senza giri di parole dissi: “Voi non verrete con me. Questa è la mia vita, la mia missione. Non accetto obbiezioni ne discussioni vane, su Onderon andrò da solo. Niklai tu insieme a Brooz, Jade e a Rev andrete al tuo accampamento e ci resterete fin quando io non farò ritorno.”

“Kim noi vogliamo venire con te! Non ci puoi tagliare fuori”disse Niklai.

“Sono d'accordo con lui sono un Jedi proprio come te e combatterò al tuo fianco per riportare la pace”

“No. E' qui che ti sbagli Jade io non sono un jedi tu sei l'ultima per quanto ne sappiamo e per questo hai un valore inestimabile. Tu puoi ricreare l'ordine se necessario! Inoltre in questi ultimi tempi mi sono molto legato a te e non intendo ripetere l'errore che ho commesso con Ai-deen.”

Il silenzio calò nella stanza poi aggiunsi: “Così ho deciso, appena giunti su Onderon le nostre strade si separeranno.”

Il viaggio durò molto poco almeno per chi aveva come me molte cose a cui pensare.

Scendemmo dalla Bor'mil e dissi: “Farò tutto ciò che è in mio potere per farvi avere un futuro roseo. E' stato un enorme piacere viaggiare con voi e condividere la mia vita. Voi avete dato un senso a ciò che restava di me.”

Niklai mi abbracciò e disse: “A presto Fratello. La casata dei Ordo avrà sempre le porte aperte per te. Torna presto.”

“Addio Niklai. Sarai un ottimo Mandalore. Prenditi cura di T3 e di Brooz”dissi sorridendo.

I due si guardarono arrossendo e si voltarono con aria indifferente.

Subito dopo mi allontanai insieme a Jade.

“Portami con te Kim...”

“Ancora con questa storia? Tu non ti arrendi mai?” Dissi ridendo.

“Mai” disse lei mettendo il broncio poi esplose in lacrime mi strinse forte e mi baciò.

“Non osare morire! Creeremo insieme un nuovo ordine. Insieme capito?!”

Stavolta non potevo fermare i sentimenti ne farmi fermare dalla mia timidezza la presi e la baciai. Poi sorrisi e mi voltai.

Kymaren è tornato in vita ma ora per tutti quelli che lo hanno reso possibile devo riequilibrare l'ordine pensai.

Il pianeta stava lentamente morendo. Il Lato oscuro lo stava consumando.

“Sapevo che saresti arrivato mio apprendista.”

“Maestra” inchinandomi.

“Questa l'ho tenuta in serbo per te l'ho riparata nella tua assenza. Pensando che un giorno ti sarebbe potuta tornare utile.”

“La mia vecchia spada laser... Il bagliore del suo blu è molto più acceso di quanto ricordassi. Grazie mille.”

“Era il minimo che potessi fare visto che come al solito hai deciso di negarti degli alleati. Ancora una volta vai da solo verso morte certa.”

“Sono testardo maestra.”

“Lo è sempre stato.” disse una voce alle mie spalle.

“Maestro Naard anche tu qui eh?”

“Non sono da solo...” Il fantasma della forza si fece da parte e li c'era Lei.

Come allora non riuscii a trattenere le lacrime.

“C...Com'è possibile che tu sia qui?”dissi singhiozzando.

“Ciao Kim, è tutto merito del maestro Naard è riuscito a farmi essere un fantasma della forza ma non lo sarò per molto tempo.”

“Sei bellissima... Mi manchi davvero tanto lo sai? Ogni giorno vorrei tornare indietro per impedirlo. Avrei voluto essere più forte così voi sareste ancora qui..con me... ma ho fallito...”

“Kim sapevamo che sarebbe stato pericoloso ma ogni secondo vissuto con te ha dato un senso alla nostra vita. Ne è valsa la pena restare al tuo fianco fino alla fine. Manchi tanto anche a me.”

“Ti amo Ai-deen non ho mai smesso di provare questo sentimento per te. Sono felice che tra non molto saremo insieme.”

“Non dire così Kim anche io ti amo ma tu devi vivere, devi vivere per me e il maestro Naard, devi vivere ed essere felice, magari chissà proprio insieme a Jade.”

Stava sorridendo, io come un perfetto idiota ero stato preso alla sprovvista dai miei sentimenti e non riuscivo a smettere di piangere. Ritrovarmela di fronte era stata un'emozione unica. Il mio amore per lei mi stava provocando una fitta al petto allucinante, non volevo vivere in un mondo senza Ai-deen. Eppure senza volerlo e senza rendermene conto quella Jade era diventata importante per me, mi aveva dato la speranza, la speranza di poter essere ancora felice.

“Non credo che riuscirò a batterli sono tre contro uno...” lo dissi a bassa voce, forse più a me stesso che a loro.

“Io verrò con te Kim, che maestra sarei se non lo facessi? In più ho un conto in sospeso con quel twi'lek.”

“Non ho manco la forza per provare a fermarvi. Saremo noi due allora contro l'ordine dei sith.”

“Addio Ai-deen, maestro; Se ci rivedremo presto vuol dire che avrò fallito oppure che non sono stato abbastanza forte da uscirne vivo.”

Mi voltai, asciugai le lacrime ed estrassi la spada laser.

“La piramide è la nostra meta” dissi.

Li dove siamo morti dobbiamo tornare per avere un futuro in cui vivere.

Li dove c'è stata la nostra caduta si compierà la nostra redenzione.

Dal cielo di Onderon piovevano fulmini, sulla punta della piramide il cielo era sempre più oscuro, la terra tremava.

Arrivammo ai piedi della piramide e li trovammo morti molti dei maestri del consiglio. Poco più avanti ecco inginocchiati i maestri Jedi sopravvissuti. Al segnale di Darth Bey si alzarono e si voltarono verso di noi.

“Finalmente sei giunto a ricevere la punizione che ti spetta da tempo”disse una voce femminile; era la maestra Lorylly

“Il sith è giunto per essere giustiziato!”disse invece quello che un tempo era Gillarr.

“Non credo che voi possiate giudicare qualcuno” disse Ferr

“Oh la maestra Ferr che fortuna avere dinanzi a noi un altro reietto dell'ordine, un altro fallimento da giudicare.”

“Non credo di conoscervi” disse lei,

“Sono i maestri Jedi Gillarr e Lorylly. Mi hanno addestrato e sono stati nel consiglio che ha rifiutato di aiutarmi a distruggere i sith in passato.”. Dissi a Ferr. Poi mi voltai verso i miei vecchi maestri: “Vi chiedo di farvi da parte e di aiutarmi a portare l'ordine nella Forza.”

Esplosero in una sonora risata.

“Tu?! Tu vorresti portare equilibrio dopo che l'hai distrutto?! Noi porteremo l'ordine! Non tu! Noi che siamo i Jedi più potenti di sempre! Noi che siamo gli unici che sono sopravvissuti all'allenamento del sommo maestro Hodd”

“Il maestro vi ha ingannati!”

“Non ascolteremo mai un seguace del lato oscuro!”dissero all' unisono.

“Dobbiamo scontrarci con loro Kim è l' unica via per procedere. Non abbiamo molto tempo. Loro non sono più i tuoi maestri ora sono solo servi del signore dei sith!”

“Se così deve essere...”

Ha ragione pensai. Loro sono il primo ostacolo che ci si pone davanti.

 

Un tempo volevo vendetta, loro mi avevano tradito e meritavano di morire ma era passato molto tempo da allora, oggi provavo pietà per ciò che erano diventati.

Mi scagliai contro Lorylly mentre alla maestra Ferr toccava Gillarr .Riuscii a dare affondo ad ogni colpo terminando velocemente lo scontro il che mi sorprese e chiesi a Ferr “Com'è possibile che i miei colpi siano andati tutti a segno? Loro erano tra i più potenti Jedi.”

“Il lato oscuro si è cibato di loro, quelli che abbiamo affrontato non sono altro che gusci vuoti.”disse lei riponendo la spada alla cintura.

Alzammo lo sguardo ed eccoli li in cima alla scalinata; tutti fieri, i due fratelli zabrak.

“Ancora una volta vieni dinanzi a me con il tuo maestro... Non si può dire che voi Jedi capiate in fretta. D'altronde il mio maestro vi ha ingannati per così tanto tempo che non mi può sorprendere la vostra cecità.

Ci penseremo io e mio fratello a fermarvi una volta per tutte!”

“Parlando di cecità, mi sembra che il tuo corpo abbia avuto delle migliorie o mi sbaglio?”

“La solita spavalderia Jedi... Ma dovrei ringraziarti se fossi stato meno spavaldo probabilmente non sarei qui. Il mio corpo è stato ricostruito dopo che Suf' Ah si è fatto esplodere,ma fidati che ti potrò battere comunque facilmente”

Da quanto vedo ha perso il braccio e la gamba destra,avendoli di metallo potrebbero dargli delle complicazioni. Potrebbe rivelarsi un prezioso aiuto.

Esiste solo un modo per scoprirlo pensai...

“Terminerò ciò che ho lasciato a metà. Ops non volevo!” dissi ghignando.

Il sith si innervosì e partì all'attacco. Riuscivo a parare colpo su colpo e anche a contrattaccare, a quanto pare come pensato, il nuovo fisico gli creava non pochi problemi.

Darth Nihagaa fu sopraffatto molto velocemente da Ferr.

“Il tuo maestro avrebbe dovuto insegnarti meglio” disse, poi gli trapasso il petto e con il secondo affondo gli tagliò la testa dal collo.

“Ecco Kim questo è un modo per evitare che ti ritornino mezzi meccanici come il tuo avversario”

L'ira sembrò pervadere Bey alla vista del fratello morto ci fu un esplosione e finimmo entrambi a terra.

“Kim prosegui mi occuperò io di lui ti raggiungerò presto.”

“No maestra mi occuperò io di Darth Bey prosegui tu non ci vorrà molto. Devo ancora vendicare Naard e Ai-deen. Questa volta ti sconfiggerò maledetto, non mi farò sopraffare tanto facilmente.”

Ferr probabilmente vedendo la mia risolutezza si convinse.

“Pensi davvero di non avere bisogno di aiuto? Mi sembra che nel ultimo scontro io abbia ucciso il tuo maestro e la donna che amavi. Oh è stato un piacere immenso sentire la vita lasciare il loro corpo.”

Scattai verso di lui gli saltai sopra scavalcandolo dandogli nella discesa a terra un calcio al volto.

Lui si rialzò e vide che la maestra Ferr aveva già lasciato la zona,per addentrarsi nella piramide.

“Esattamente il mio calcio serviva solo per distrarti. Ora non abbiamo intralci e posso terminare ciò che ho iniziato tempo fa”

Scattai verso di lui. Lo zabrak alzò la guardia ma con un solo colpo io gli spezzai la spada laser.

“Oh sembra che tutto sia già finito.”dissi

“T..ti prego non uccidermi! Tu non sei un sith tu credi nella redenzione! Posso cambiare!”

Mi avvicinai a lui pronto a dargli il colpo di grazia quelle parole non le sentivo manco.

Alzai la spada oltre la sua testa in quel momento il sith estrasse una spada laser nascosta nella tunica.

Riuscii a fare in modo che non mi trapassasse ma fui ferito su un fianco.

Il sangue iniziò a fuoriuscire e per un attimo persi l'equilibrio e mi appoggiai con un ginocchio al pavimento.

“Ancora una volta inginocchio dinanzi al grande Darth Bey. Stavo chiaramente mentendo, non supplicherei mai uno sporco Jedi per la mia vita, anche perchè, ne ho già uccisi un buon numero per credere di non farcela a batterne ancora uno.”

In quel momento presi tutte le forze e scattai verso di lui.

Alzò nuovamente la guardia ma stavolta mi abbassai e rotolando gli trafissi la gamba metallica.

Il sith cadde e gli strappai anche il braccio che teneva la spada.

Con la forza mi impossessai di quest'ultima puntandogliele tutte e due alla gola gli dissi: “Hai parlato fin troppo Darth Bey ma ti ringrazio se tu non lo avessi fatto probabilmente avrei perso, invece pensando che mi avresti sconfitto mi hai dato il tempo di pensare a un piano e di recuperare le forze... Addio”

Le due lame passarono attraverso il suo collo staccando di netto la testa dello zabrak.

C'è voluto del tempo ma ho avuto la mia vendetta proprio ora che non ha più significato. Pensai.

Sorrisi e lanciai via la spada del sith.

Corsi verso la sala principale qui trovai la maestra Ferr a terra e Hodd in piedi che dominava la stanza con la spada laser accesa.

“Sei arrivato finalmente. Mi scuso per la confusione ma ti ringrazio per avermi mandato un intrattenimento nella tua attesa. Tranquillo è viva non aveva senso ucciderla prima del tuo arrivo.”

“Sono qui per fermarti”

“Oh ma questo lo so. Forse tu pensi di essere arrivato qui con le tue forze ma non è così. Tu sei qui perchè io ho deciso che tu arrivassi qui.

Ho molte cose da spiegarti...

Il mio nome è Darth Penhack sono il signore dei sith sono un clawdite. Ai tempi facevo parte dell'ordine quando conobbi il maestro Hodd lui godeva di rispetto e si diceva che sarebbe diventato il nuovo gran maestro del tempio e questo mi dava parecchia rabbia ma alla fine fu un bene altrimenti non sarei così potente.

Infatti escogitai un piano: come tu ben saprai i Clawdite sono mutaforma uccidendolo sarei potuto diventare lui. E così feci e divenni il nuovo gran maestro dei Jedi.

Ma durante i miei anni avevo ascoltato che esisteva un modo per vivere in eterno e il maestro Hodd non ne aveva mai fatto parola.

Quel bastardo si era portato un così importante segreto nella tomba. Ma sapevo che da qualche parte sarei riuscito a trovare la conoscenza che cercavo.

L'essere Hodd mi ha consentito di esplorare affondo tutti i segreti dei Jedi e dei Sith racchiusi nella biblioteca.

Li ho manipolati tutti per anni fino a raggiungere il potere massimo.
D'altra parte il rovescio della medaglia fu che non potevo abbandonare l'accademia molto spesso per questo mi servivano dei seguaci e su Dathomir trovai quei due fratelli orfani e mezzi morti e decisi di addestrarli all'oscuro da tutti. Loro avrebbero proseguito le mie ricerche e così fu fino ad oggi. Li ho usati e non mi servivano più per questo ti ho permesso di ucciderli, loro avevano fatto il loro tempo ora è il tuo!

Da quando il maestro Naard ti ha portato dinanzi a me ho capito il tuo potere ho desiderato averti al mio fianco per questo Bey non ti ha ucciso nella piramide. No non è stata fortuna la tua, è stato solo il mio volere. Così anche su Dathomir.

I miei allievi servivano solo a farti migliorare a renderti degno di essere il mio apprendista il mio allievo fino al giorno in cui avrò bisogno del tuo corpo per tornare in vita.”

“Tutto questo è stato pensato e programmato?”

“Esattamente Kymaren. Ho calcolato ogni singolo tuo passo verso questo giorno. Sinceramente avrei preferito fossi giunto con quella rabbia e odio con cui tornasti su Tython. Forse dovrei solo uccidere tutti i tuoi cari, di nuovo...”

“Cosa vuol dire di nuovo?!”dissi stringendo i pugni e digrignando i denti.

“Non hai ancora capito? Ho voluto io la morte di Ai-deen e di Naard per creare ciò che sei oggi, ciò che mi serviva”

Accesi la spada laser e lo attaccai, non volevo più sentire nulla di ciò che aveva da dirmi.

Mi scansò senza troppe difficoltà senza manco accendere la spada laser mi colpi con l'impugnatura sul collo, facendomi ruzzolare per terra.

“Attaccarmi non ti servirà a nulla. Sono il più potente dell'universo. Lo controllerò come ho fatto con tutti fino ad oggi. Devo anche ammettere che mi deludi particolarmente Kymaren sei un insulto a tutti i maestri che hanno speso tempo ad allenarti, se solo Vaathy fosse ancora in vita, lei era la mia prima scelta lei doveva essere il mio mezzo per l'eternità. Ma sbagliai a volerla plasmare quando ancora non avevo entrambi gli holocron e la conoscenza per trasferire la mia anima al suo interno.”

“Sono felice di deluderti ancora una volta.” dissi sorridendo mentre mi rialzavo.

“Ridere non ti renderà più forte di me. Io otterrò il tuo corpo che tu lo voglia o meno”

Accese dunque la spada laser e passò all'attacco.

I suoi attacchi si abbatterono con ferocia e potenza sulla mia difesa, facendomi indietreggiare continuamente.

Mi ritrovai con le spalle al muro.

“Qui il mio apprendista ti lasciò vivo e qui morirai se non ti inginocchierai a me.”

Raccolsi tutte le forze e feci un onda d'urto che fece indietreggiare il sith e mi diede lo spazio per uscire da quella situazione.

Lui è più forte di me. Non ho idea di come fare a batterlo.

Il mio attacco doveva essere più potente avendo una lama a due mani ma restavo comunque in netto svantaggio.

I miei colpi venivano annullati e quelli del nemico riuscivo a malapena a schivarli.

Il lato oscuro pervadeva tutta la stanza e lo sentivo dentro di me.

Sta cercando di cibarsi di me, non posso permetterglielo!

“Oh vedo che ti sei accorto. Il lato oscuro ti sta indebolendo lentamente. Potrai aver ricevuto un addestramento ma questa è la vera potenza, nulla può contrastarla.”

“Tu parli troppo” dissi ansimando “Preferirei morire piuttosto che unirmi a te sporco sith!”

“Se queste sono le tue decisioni le rispetterò...Sappi però che non mi limiterò ad uccidere te. Tu sarai solo il primo, poi seguiranno tutti i tuoi amici a partire da Jade. Riesco a leggere nel tuo cuore so cosa provi per lei”

Aveva ragione, non era questione della mia sopravvivenza se fossi caduto loro avrebbero fatto la mia stessa fine.

Kymaren da solo non ce la farà mai, ho bisogno di Naaru. Pensai.

“Non m'importa di cosa succederà dopo ma non ti permetterò di fare del male a chi amo.”

Lasciai entrare il lato oscuro dentro di me.

Lasciai che si cibasse del mio essere.

Quel potere era ciò di cui avevo bisogno e lo avrei domato.

Fu grazie al dolore del mio corpo che andava a pezzi che acquistai il potere.

Mi scagliai contro Darth Penhack i miei attacchi erano sempre più veloci sempre più potenti e il sith iniziò a indietreggiare finchè la sua difesa non si ruppe e riuscì a trafiggerlo.

Cademmo entrambi a terra.

Il sith scoppiò a ridere e disse: “Sei str..aordinario. Hai assorbito il lato oscuro distruggendo il tuo corpo. Solo per fermarmi.”S'interruppe sputando sangue.

“Ora sei ciò che volevo che tu diventassi, con la mia morte tu sarai il signore dei sith. Hai raggiunto il livello che volevo ora potrò usare la tecnica che mi renderà immortale. Ancora una volta hai fatto ciò che volevo.”

Tenendosi il petto grondante di sangue si sollevò e venne verso di me.

E' la fine. Non ho più le forze per il colpo di grazia. Ho preteso troppo dal mio corpo e ora sta cedendo. Ho solo un ultima possibilità; distruggere ciò che lui vuole...

Attirai la spada con la forza l'accesi e chiusi gli occhi calandola verso di me.

Vi chiedo scusa amici.

In quel momento riapri gli occhi una mano aveva fermato la spada.

“Ti avevo detto che dovevi vivere per creare insieme un nuovo ordine!”

Alzai lo sguardo erano tutti li.

“Se non ci prendiamo cura l'uno dell'altro che compagni saremmo?” disse Niklai.

“Per una volta sono d'accordo con lui! Sei uno scemo a essere venuto qui da solo!”disse Brooz

“I tuoi compagni sono venuti tutti qui Kim”disse Ferr.

“Scusate se vi interrompo ma il puntarmi dei blaster contro non servirà a fermarmi anzi vi ringrazio per averlo fermato altrimenti il mio piano sarebbe fallito. Forse potrei risparmiarvi la vita, anzi no...Vi ucciderò tutti così il mio nuovo corpo si potenzierà con la rabbia.”

Spinse via Brooz e Niklai e scattò verso di me con la spada laser in mano.

Capì un secondo dopo che non puntava a me voleva Jade.

Il suo colpo fu però fermato...

Ferr aveva fatto da scudo col suo corpo a Jade venendo trafitta al suo posto.

Cadde a terra priva di vita.

Il mio corpo era stato troppo lento.

Per colpa mia era morta.

L'ira fece ribollire il sangue nelle mie vene mi avventai verso il sith un'ultima volta con tutte le mie forze e con un fendente solo lo decapitai.

Non mi ero manco accorto della sua spada laser che mi passava da parte a parte.

Caddi a terra.

Vidi Jade correre verso di me.

Vidi che stava piangendo e anch'io lo stavo facendo.

“Non osare!”disse lei tra le lacrime. “Non osare morire!”

Nei miei occhi rivedevo la mia vita e tutte le persone che avevo aiutato, tutte quelle che avevo perso ma non ero triste presto le avrei riabbracciate.

I miei occhi si stavano facendo pesanti, l'energie mi stavano abbandonando.

“Io ti amo! Non posso vivere senza di te! Resta con me!” disse Jade

Riuscii a vedere ancora i volti di tutti che si riunivano intorno a me in lacrime e ciò mi rese felice.

Fu l'ultima cosa che vidi poi più nulla.

 

 

 

 

Alla fine non ce l' hai proprio fatta a restare vivo eh Kim?”

Non potevo stare ancora lontano da te Ai-deen. Ti amo”

 

***(Narratore)

Con la caduta di Darth Penhack l'ordine fu ristabilito.

Jade lasciò Onderon. Si trasferì su Coruscant dove insieme al fratello Rev si impegnarono a rifondare l'ordine.

Il suo cuore appartenne per sempre a Kymaren.

Niklai ereditò il titolo di Mandalore e si impegnò a riunire tutti i clan sotto un'unica fazione. Prese in moglie Brooz che abbandonò il suo ruolo di cacciatrice di taglie e si dedicò a fare la mamma a tempo pieno.

Madre del piccolo Kymaren.







**Spazio autore: Ebbene si siamo arrivati all'ultima parte. Ho provato a mantenere la parola di non farvi aspettare dei secoli per leggerla xD Spero che vi sia piaciuta quanto a me scriverla. Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta, a presto ;)

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