Mi svegliai dopo non so quanto tempo.
Ero sdraiato su quello che poteva essere un letto. Non riuscivo a muovermi l’ unica cosa che potevo vedere era il soffitto di legno dalla posizione in cui ero, inoltre potevo sentire delle bende che ricoprivano quasi completamente il mio corpo.
Cercai di alzarmi ma le gambe mi facevano malissimo sembravano come addormentate, come se dovessi essere sdraiato lì da molto tempo.
Ad un tratto una voce parlò, la voce di una donna “Vi siete svegliato finalmente”
Cercai di parlare ma un dolore lancinante al torace mi spezzò il fiato.
“Devo avere delle costole rotte” pensai.
Cercando di inspirare ed espirare piano dissi: “Tu chi sei?”
“Ti basti sapere che sono la donna che ti ha salvato la vita.”
“Avresti dovuto lasciarmi morire…”
“Dovreste apprezzare di più la vita ragazzo e ve lo dice una vecchia che la sua vita è quasi al termine.”
“Non ho più nulla per cui vivere. Il mio maestro, la donna che amavo sono morti. Per cosa dovrei vivere? Perché dovrei farlo quando è tutta colpa mia.”
“Dovreste vivere per vendicarti di colui che ti ha fatto questo. So bene che non è nel vostro codice jedi la vendetta.”
Non fece in tempo a finire che le dissi: “Come fai a sapere che sono un jedi?!”
“Chi pensi che ti abbia tolto le vesti e la spada laser? Sono tre settimane che bendo e sbendo il tuo corpo”
“Ti ringrazio il mio nome è… il mio nome era Kymaren. Ma quell’uomo ormai è morto. Io cercherò un nuovo nome, un nuovo me.”
“Io vengo chiamata la signora della foresta ma in passato venivo chiamata Ferr”
“La forza è come un’eco all’interno di me non riesco più a sentirla.” dissi.
“So cosa ti succede” disse Ferr “Ma se deciderai di seguire la vendetta avrai bisogno della forza e io non ti posso aiutare”
“Dunque non è ancora giunto il mio momento. Ho un obiettivo prima di morire ed è quello di uccidere quel sith! Ho bisogno di scoprire perché la forza mi ha abbandonato.”
“Allora ti converrà tornare su Tython dai tuoi maestri, dal consiglio. Purtroppo non ho da offrirti una nave per abbandonare il pianeta dovrai trovare un altro modo.”
“Non ti preoccupare appena avrò le forze troverò qualcosa. Forse ruberò una nave mandaloriana da uno dei campi.”
“La Forza guiderà sempre i tuoi spostamenti ma ti devo dare una brutta notizia. I loro insegnamenti non ti potranno aiutare però ad ottenere vendetta. Non puoi seguire un’ombra nella luce.”
“Fortunatamente non mi interessa più luce o ombra, voglio solo la mia vendetta...”
Passarono diversi giorni da quando decisi che avevo un motivo per vivere e il mio corpo si riprese completamente.
Non potevo partire, non prima di aver dato una degna sepoltura al maestro Naard e ad Ai-deen.
Dovevo quindi rientrare in quella piramide che mi aveva strappato tutto, compreso la vita.
Ormai ero un uomo morto che spinto dalla voglia di vendicarsi continuava a vivere.
“Ferr ho bisogno del tuo aiuto, non so la posizione di quella piramide e non potendo contare sulla forza ho bisogno che mi ci portiate”
“Ciò che vuoi fare è ammirevole ma dentro quel tempio non troverai altro che ulteriore tristezza e morte.”
“Portatemi la, vi prego”.
Riuscii a convincerla, mi condusse fino alla piramide attraverso quella dannata foresta che era insolitamente deserta nei pressi della capanna di Ferr.
Scalai gradino dopo gradino e ad ogni passo sembravo sempre più pesante.
Il mio cuore perdeva battiti non voleva rientrare li dentro ma come ogni pensiero soppressi anche lui.
Vedendomi così provato Ferr si avvicinò e mi disse: “Ti accompagnerò lungo la strada della tua sofferenza”
Entrammo in quel salone che era ancora illuminato.
In quel momento nella mia mente rividi le immagini della loro morte, le gambe mi cedettero e iniziai a piangere.
Ferr si avvicinò e con un lieve tocco fece scomparire le immagini dalla mia mente, facendomi riprendere un poco.
Dovetti sollevare i corpi delle persone che amavo di più al mondo.
Uno era come un padre per me, l’altra era tutta la mia vita e ora erano solo pesi sulle mie spalle.
Li portai fino dalla capanna di Ferr e lei mi disse: “C’è un posto in mezzo alla foresta una cascata che termina in un lago. Quello mi sembra il posto adatto per coloro che amavi.”
“Grazie Ferr”
Seguendo le indicazioni di Ferr raggiunsi quel luogo.
Era un luogo veramente magico quasi come se non fossimo manco più nella foresta.
Un potere risiedeva li talmente potente da farmelo sentire anche se privo della forza.
Scavai due buche e posai al loro interno i corpi.
Sulla terra posta per riempire la tomba posai gli oggetti che a loro appartenevano.
Poi mi fermai li davanti e guardai la tomba di Ai-deen, caddi in ginocchio dinanzi ad essa, calde lacrime sgorgarono dai miei occhi.
“Mi dispiace tanto. Abbiamo passato anni a sopprimere i nostri sentimenti, a seguire la nostra passione, i nostri obiettivi…e ora.. ora non c’è più nulla ed è tutta colpa mia…”
lo sussurrai sperando che mi potesse sentire e chissà, magari perdonarmi. Non avevo mantenuta la promessa! Ero stato debole! Una voce alle mie spalle mi fece sussultare “Non è colpa tua Kim. Non lo penso ne io ne Ai-deen.”
Mi voltai e vidi il fantasma del maestro Naard.
“Co…Com’è possibile?!”
“Non ricordi i tuoi insegnamenti Kim? Il nostro credo dice non c’è morte, c’è solo la forza”
“Quello è il credo di un uomo che non esiste più maestro”
“Come puoi dire questo? Sono dinanzi a te puoi sentirmi e vedermi. Rallegrati per noi che ora ci siamo congiunti alla forza”
“Ho tradito la vostra fiducia. Avevo promesso a voi che avrei vendicato Vaathy. Avevo promesso che avrei protetto Ai-deen. Ho fallito, ho fallito in tutto!”
“Kymaren sai che sei come un figlio per me e ti prego, non cercare vendetta. So cosa provi ho perso la mia apprendista che si è sacrificata per salvarmi e come sai era una figlia per me. Non pensavo mi sarei mai ripreso ma poi ho incontrato te e tutto è cambiato”
“Non chiedermi questo maestro. Avrei lasciato l’ordine per lei. Non avrò pace finché quello zabrak sarà vivo.”
“Allora non tornare a farmi visita a porre i tuoi omaggi. Il mio apprendista è morto in quella piramide…” Finì la frase e scomparì.
La rabbia mi percorse e scagliai un pugno al suolo.
Ma una strana forza mi fece perdere i sensi.
Mi svegliai nella capanna e Ferr mi disse: “Devi essere stupido se non hai sentito la forza di quel posto.”
“Come sono finito qui? Mi ricordo che ero dal lago, ho incontrato Naard poi più nulla.”
“Semplice quel luogo è nato grazie a un potente Jedi che in passato combatté su questo pianeta e morì per esso. Dalla sua morte la forza diede vita a quel santuario del lato chiaro. Per questo motivo non ci sono bestie nei dintorni e i sith si erano instaurati su questo pianeta. Gli atti legati al lato oscuro vengono puniti”
“Capisco. Ho riacquistato le forze è giunto il momento di partire.”
“Ho però brutte notizie per te. La tua spada laser è rimasta danneggiata gravemente e nulla tranne il cristallo e utilizzabile.”
“Non fa niente come ho già detto Kymaren è morto in quella tomba e se non si fosse spezzato il mio legame con la forza non tornerei di certo dinanzi al consiglio Jedi.”
“Ho però una cosa per te, prendila so che ti sarà utile.”
Mi lanciò una vecchia spada laser e l’accesi.
“Una spada laser viola.. Un colore insolito ed ancora più strano trovarne una. Comunque l’accetto ti ringrazio Ferr”
Decisi di non portarmi dietro il cristallo blu lo lasciai li nella capanna e partii.
Viaggiai all’interno del santuario per evitare di incrociare ostilità. Dovevo raggiungere Tython il più velocemente possibile o la mia preda si sarebbe allontanata troppo.
Mentre proseguivo lungo il sentiero sentii delle urla che chiedevano aiuto provenire dalla foresta.
Non so il perché ma sentivo qualcosa che mi spingeva ad accorrere in suo aiuto e così feci.
Vidi un ragazzo poco più giovane di me che indossava un armatura mandaloriana che era bloccato su una rupe ed era circondato da molte belve della foresta.
Dai cannok ai boma tutti cercavano di arrampicarsi per divorarlo.
Accesi la spada laser e mi lanciai all’attacco. Fendente dopo fendente liberai la zona e il ragazzo scese.
“G..Grazie mille mi hai salvato la vita!”
“Non ringraziarmi non so perché l’ho fatto, inoltre non ho tempo devo trovare una nave”
Detto questo mi voltai per riprendere il sentiero dalla quale ero arrivato.
“Ehi aspetta Jedi! Forse non sai chi sono io.. Mi chiamo Niklai sono un mandaloriano appartenente alla famiglia Ordo e il mio campo non dista tanto da qui, potrei aiutarti d'altronde ti devo la vita.”
Riflettei sulle parole poteva aiutarmi veramente anche se poteva essere una trappola. I mandaloriani odiavano i Jedi per la guerra combattuta da Revan e Malak.
“Mi chiamo Naaru e non sono un Jedi questa spada l’ho rinvenuta su questo pianeta.”
“Calmo calmo amico non mi interessa se tu lo sei o meno ho un debito con te e non riferirò nulla del salvataggio.”
“Ti ringrazio e..” lo interruppi “..Com’è possibile che un guerriero mandaloriano si faccia mettere in scacco da un branco di belve?”
“La verità è che il mio blaster deve esser stato manomesso non so da chi ma sta di fatto che non potevo difendermi.”
“Mmm piuttosto insolito ma ci conviene proseguire non si sa quante altre bestie potrebbero arrivare attirate dall’odore del sangue delle carcasse.”
Iniziammo a camminare verso il suo campo, fortunatamente senza incontrare altre bestie ci giungemmo.
“Seguimi non posso portarti dinanzi a mia madre vestito così, dubito che possa mettere in dubbio che tu non sia un Jedi.”
“Giusto, fammi strada.”
Mi condusse all’interno di un edificio.
“Questa è la mia stanza, diciamo. Qui nessuno può entrare tranne il sottoscritto. Ci deve essere una vecchia tuta mandaloriana all’interno di quella cassa. Cambiati e lascia la spada laser.” Mentre lo diceva avevo già iniziato a cambiarmi poi disse “ Nessuno può entrare armato dinanzi al Mandalore.”
“Tua madre è il Mandalore?!”
“Si è da tempo che il nostro clan passa il tale titolo da padre in figlio. Mia madre ha preso il titolo il giorno della morte di mio padre.”
“Mi dispiace per la tua perdita Niklai.”
“Tranquillo Naaru è passato molto tempo. Quel giorno abbiamo perso mio padre ma siamo riusciti a tenere il titolo grazie alla forza di mia madre. Ora e meglio andare.”
Fu così che mi portò attraverso l’accampamento fino alla sala del Mandalore.
“Figlio mio finalmente, dov’eri finito?! Sono ore che non abbiamo tue notizie.”
“Madre ho avuto un contrattempo con delle bestie, erano un grosso numero e avevo esaurito le munizioni e in quel momento che quest’uomo mi ha salvato la vita.”
Il Mandalore si alzò in piedi e si avvicinò a me e disse: “Ti ringrazio straniero tu hai salvato mio figlio, dunque, chiedimi qualsiasi cosa e se è in mio potere lo avrai.”
“Mandolore ti ringrazio. Il mio nome è Naaru e sono un mandaloriano che stava andando su Onderon per affari quando la mia nave è stata abbattuta. Sono l’ unico sopravvissuto quindi vi chiedo aiuto per tornare a casa. Ho bisogno di una nave.”
“Una nave eh… Non posso offrirti una delle migliori seppur hai salvato mio figlio e futuro leader, perché i sith ci hanno attaccato. Tuttavia ho una nave non mandaloriana è chiamata Bor’mil che nella nostra lingua vuol dire.”
“Rottame” dissi interrompendola.
“ Esattamente… Era una nave della repubblica molto danneggiata che mio figlio ha restaurato con parti delle nostre navi .”
“Non importa Mandalore l’importante è che voli non chiedo di più”
“Molto bene ma visto che tu hai salvato mio figlio non voglio che si dica che non sono generosa quindi prendi questa unità T3. Ti aiuterà nel pilotare.”
“Vi ringrazio per la vostra generosità e se mi è concesso partirei entro il tramonto.”
“E sia, vai Naaru e da ora in poi finché sarò Mandalore sarai il benvenuto qui nel nostro campo se hai bisogno di tornare usa pure le nostre piattaforme di atterraggio.”
Feci un inchino in segno di rispetto a usci dalla sala con il droide T3 dietro di me.
“Aspetta Naaru” disse Niklai. “Tieni queste sono le tue cose che avevi lasciato nella cassa della mia camera. Volevo ancora ringraziarti per quello che hai fatto per me e spero di vederti presto e che la forza sia con te… Si dice così no?”
La cosa mi fece sorridere e la cosa mi sorprese.
“Addio Niklai” mi voltai e mi diressi verso la zona d’attracco della nave.
Salii sulla nave e mi rivolsi al droide: “Fai rotta per Tython. Imposta il pilota automatico. Io sarò a riposare all’interno della stiva se hai bisogno svegliami.”
Il droide rispose con versi di accordo.
Mi sdraiai su quel letto, ero stanco avevo voglia di riposare e i miei occhi si erano fatti sempre più pesanti.
Mi svegliai di soprassalto dannati incubi, le immagini della piramide mi torturavano anche a diversi parsec di distanza da quella luna di Onderon.
Decisi di alzarmi e di andare a vedere se la nave era ancora tutta intera e in rotta per Tython e scoprii che il viaggio stava per terminare infatti eravamo appena usciti dal salto nell’iperspazio.
“Tython...”
Iniziammo la discesa all’interno dell’atmosfera e proseguimmo con l’atterraggio.
“L’accademia Jedi…”
“T3 vieni con me tanto la nave è al sicuro. All’interno dell’accademia potrai farti revisionare”
Iniziammo il viaggio verso la sala del consiglio, lasciai T3 nelle officine, dandogli l’ordine di tornare alla nave una volta finito.
Per arrivare dai maestri non potevo far altro che passare davanti ai dormitori.
In quel momento mi bloccai la mia mente era tornata indietro vedevo me e Ai-deen che giocavamo. Ulteriori visioni nella mia mente.
Mi piegai dal dolore stringevo la testa tra le mani cercando di cancellare quelle immagini ma erano troppo forti e le lacrime iniziarono a scendere senza che me ne accorgessi.
Una mano mi si appoggiò sulla spalla e la calma tornò sovrana in me.
“Kymaren sei tornato cos’è successo?” disse il maestro Hodd
“Ne parlerò una sola volta e dinanzi a tutto il consiglio…”
Così mi accompagnò fino alla sala dove tutti i maestri erano già seduti.
“Maestri vi ho convocati perché la forza ci ha riportati un nostro compagno che ci deve aggiornare.”
“Non sono qui per aggiornare nessuno sono qui perché ho bisogno che voi mi aiutate.”
“Sento il vuoto dentro di te com’è possibile?! Non c’è più la forza” disse il maestro Gillarr.
“Sono qui per questo aiutatemi a guarire e aiutatemi a dare la caccia al sith.”
“Caccia al sith?” Disse Hodd “Come sarebbe? Dov’è il maestro Naard?”
“Ora è nella forza” sussurrai trattenendo la rabbia.
“Il maestro Naard non c’è più quindi proprio come avevo sentito” disse la maestra Lorylly.
“Una triste perdita per il nostro ordine” disse Hodd.
“Possiamo parlare d’altro?! Ho bisogno del vostro aiuto e più tempo perdo più la mia preda si allontana.” Dissi.
“Preda?! Kymaren questo non è ciò che ti abbiamo insegnato non c’è emozione c’è pace.”
“Non sono venuto per ricevere ramanzine o lezioni sul codice. Vi chiedo aiuto per eliminare la minaccia di un sith che ha già ucciso Vaathy, il maestro Naard e Ai-deen!”
“Ci dispiace ma non siamo dei cacciatori non viviamo di vendetta. La perdita di queste persone ci addolora ma non daremo inizio a una caccia. Siamo in guerra e le perdite sono normali” disse il maestro Vigne
A quelle parole la rabbia che sentivo dentro prese forma di fulmini che dalle mie mani andarono verso colui che le aveva pronunciate.
Il maestro cadde a terra fumante ma vivo.
Gli altri maestri accesero le loro spade laser e si posizionarono dinanzi a me.
“Kymaren non sappiamo cosa ti sia successo, ma da adesso non sei più un Jedi! Ti esiliamo da quest’ordine vattene e non tornare mai più . Se tornerai faremo ciò che è necessario per eliminarti!”
Ero scosso da ciò che era successo, non avrei voluto tutto quello, iniziai a correre via dalla sala del consiglio, via dall’accademia, via da Tython.
Trovai T3 sulla nave e gli gridai: “Presto torniamo da Ferr! Ho bisogno di lei”
Così il piccolo droide fece decollare la nave e poi iniziò a dirmi cose nel suo modo.
“Cosa?! Quando eri nell’officina ti sei inserito nel sistema e hai registrato la riunione del consiglio? E quindi?”
Azionò la oloregistrazione e mi fece vedere i minuti successivi alla mia corsa via.
“Portate il maestro Vigne nella sala medicazioni.” disse Hodd
“Perché lo abbiamo lasciato scappare maestro Hodd? Sentivamo del suo cambiamento già da quando era ancora su Onderon perché non l’abbiamo imprigionato? Potrebbe fare del male ad altri.” Disse Lorylly
“Non ti preoccupare maestra Lorylly. Ho già pensato a quello. La mia apprendista Jade ha già avuto l’incarico di seguirlo e di fermarlo se necessario”
“ Non è detto che dopo la vendetta non venga a cercare noi!” disse Gillarr
“Non è uno stupido non può batterci finché siamo uniti.”
“Non comprendo ancora perché abbiamo dovuto vederlo dinanzi a noi. Conoscevamo già il suo cambiamento.” Lorylly
“Volevo vedere se la sua caduta era definitiva.”Hodd
La registrazione terminava li.
La guardai e da quanto ero scosso non mi ero accorto che la nave era già giunta sulla luna e stava atterrando.
Fui accolto da Niklai.
“Bentornato Naaru. Ho avuto un bel po’ di problemi da quando sei andato via.”
“Perdonami Niklai ma ora devo scappare appena avrò sistemato il problema che ho tornerò... Prenditi cura di T3.”
Detto questo presi il sentiero che mi portava verso la capanna di Ferr.
“Sei dunque tornato..” disse lei.
“Sono tornato, ma senza aver risolto nulla”
“Cos’è successo? Ti vedo turbato.”
“Mi hanno negato il loro aiuto e sono esploso. Mi hanno esiliato..”
“Il loro aiuto sarebbe stato utile.”
“Ho visto un’oloregistrazione in cui dicevano che mi avrebbero dato la caccia”
“Perché ti danno la caccia?”
“ Perché hanno paura. Hanno sempre avuto paura. Se non l’avessero avuta, avrebbero mandato più jedi su Onderon… Credono che io sia un sith ma non sono feccia. Ne sono Jedi. Sono un cavaliere della Forza.”
“Un cavaliere della forza? Oh no non ancora. Sei ancora legato agli insegnamenti Jedi e per quello che devi fare ti servirà molto di più. Ho incontrato Niklai nella foresta cercava un certo Naaru ho pensato si riferisse a te dalla sua descrizione…”
“Si… Ho scelto Naaru come nuovo me. Naaru era il cognome di mia madre o lo è, non ho idea se siano ancora vivi i miei genitori.”
“A tempo debito potrai scoprirlo sento che la forza ti lega al tuo pianeta d’origine”
“Posso farvi una domanda maestro? Voi sapete quasi tutto della mia vita ma io non conosco nulla della vostra. Non credete che sia giunta l'ora di fidarvi di me?”
“Credo che tu abbia ragione”
Mi fece spazio su una sedia e iniziò…
“ Bene allora da dove cominciare…mmm… Ero originaria di Iziz la capitale di Onderon per questo ho scelto di vivere qui a un passo dalle mie origini.
Mi hanno trovato i Jedi durante una missione diplomatica con la famiglia reale e sentendo che avevo un legame potente con la forza mi hanno portata con loro.
Ho portato a termine gli studi e le prove per diventare padawan poi cavaliere infine venni promossa a maestra.
In quel momento però esplose la Guerra Civile tra Revan e Malak.
Non riuscivo a capacitarmi di quelle azioni ,avevo conosciuto molti dei maestri che li avevano addestrati e molti avevano addestrato pure me.
La situazione si fece strana e i miei maestri incaricarono me e un altro padawan di cui non ricordo il nome, a tornare su Onderon per assicurare alla famiglia reale che non avrebbero avuto problemi specialmente dai sith.
Mai avremmo pensato che uno di loro era già all’interno delle mura del palazzo.
Ci colse di sorpresa e atterrati ci portò via.
Ci ritrovammo su questa luna boscosa in quella piramide”
Solo al pensiero della piramide mi strinsi le mani tra la testa ossessionato da quelle immagini.
Poi riprese: “Si esatto la stessa in cui tu hai conosciuto la sofferenza. Li ci diede una sola scelta la morte o l’addestramento. Non mi sarei mai immaginata che un sith ci desse una possibilità. Fu così che per salvarmi la vita ed eliminare quella minaccia da Onderon intrapresi il sentiero del lato oscuro.
Purtroppo allora non conoscevo la corruzione del lato oscuro e che ci mettesse l’uno contro l’altro.
L’altro padawan ricordo essere un twilek di colore rosso. Il sith ci disse che solo uno di noi avrebbe avuto la salvezza l'altro la morte.
Il twilek si scatenò e iniziò ad attaccarmi senza fermarsi un secondo.
Io cercai di convincerlo a smetterla e di unirci contro il sith ma ormai lui era assetato di potere accecato dal lato oscuro.
Mi travolse con una scarica elettrica che mi fece volare all’esterno in mezzo alla vegetazione.
Il sith richiamò il twilek dicendogli che sarei stata divorata dalle bestie.
Fortuna per me mi sottovalutarono.
Così diventai ciò che sono; un maestro della forza.”
“Ora capisco il perché della spada laser del tuo aiuto nei miei confronti e del tuo modo di parlare da jedi ”
“Ti ho raccontato tutto questo perché devi fidarti di me e ora sai che io ti posso aiutare nella tua vendetta.”
“ Sono tornato perché da solo non potrei mai ottenere quello che voglio. Mi hai salvato la vita, dandomi un motivo per andare avanti. Il fatto che tu sia sopravvissuta dimostra quanto i tuoi poteri siano grandi. Mi fido di te Maestra e so che mi renderai un esperto nella forza.”
Ferr sorrise e disse: “Non sarà un sentiero facile quello del lato oscuro ma ciò ti renderà più forte di qualsiasi jedi e più forte di qualsiasi sith e potrai punirli per ciò che ti hanno fatto e che hanno fatto a me”
“Avrò la mia vendetta e per averla sono disposto a tutto!”
Così iniziai gli addestramenti con la maestra Ferr cercando di sfruttare quei sentimenti che per molto tempo avevo imparato a nascondere e ora non riuscivo più.
Iniziai a saper incanalare quell'ira che portavo dentro.
Ferr entrò completamente nella parte di maestro infatti per farmi perdere il controllo insultava me,il maestro Naard e la donna che amavo.
All’inizio tempeste di fulmini si scatenarono dalle mie mani ma Ferr riusciva sempre a sottomettermi.
Una volta imparato a controllarmi il mio potere era triplicato sentivo scorrere dentro di me la forza in modo inesauribile.
Arrivò così il giorno della prova finale.
Ferr disse: “In pochi mesi hai fatto quello che un comune accolito impiega anni a fare ma d'altronde tu avevi già imparato a usare i tuoi poteri, solo ti serviva affinarli. Ora dovrai dimostrarmi che hai imparato alla perfezione la via del lato oscuro. Un'ultima sfida ti ordino di fare, poi, sarai pronto a cacciare.
Dovrai recarti nell’angolo più oscuro della foresta, lì c’è una caverna, i mandaloriani non si avvicinano a quella zona per timore di quello che c’è all’interno. Tu dovrai entrarvi e portarmi un dente di ciò che vi dimora.”
“Quando sarò all’interno i mandaloriani dovranno temere ben più che una bestia. Sono pronto a partire quando vuoi”
“Bene partirai a momenti ma non dovrai usare null’altro che la forza niente spada laser o altro solo ciò che hai imparato”
“Si maestro” Mi inchinai e andai fuori dalla capanna.
Il sentiero sicuro attraverso la foresta finì e di lì in avanti ci sarebbero state le belve e i mandaloriani.
Dovevo agire di fretta.
Incontrai diverse pattuglie di mandaloriani e notando che avevano emblemi diversi da quelli del clan Ordo gli spezzai il collo e proseguì.
La vegetazione si fece sempre più fitta, la luce non passava più l’aria si faceva sempre più rarefatta, quasi irrespirabile.
Iniziavo a capire perché non si avvicinava nessuno.
Non era la sola paura della bestia quanto l’aria che scarseggiava.
Se non avessi completato l’addestramento probabilmente sarei crollato ancora prima di arrivare alla mia meta; nell’antro della bestia.
Sentivo i sensi che iniziavano a vacillare, in quel momento ripensai all’addestramento, la paura poteva darmi forza per resistere.
Mi concentrai e iniziai a nutrirmi della mia paura.
Poi percepii la rabbia della bestia e la sua fame.
La terra incominciò a tremare.
I passi della bestia rimbombavano nel silenzio della foresta.
Dalla grotta proveniva un odore fetido, dalle ossa che c’erano all’entrata immaginavo che quella puzza provenisse dai pasti della bestia.
Il suono si fece sempre più forte sempre più vicino.
Così spuntò: Un rancor spinato.
Doveva essere una matriarca della sua specie ma l’unico su quel pianeta.
Era immenso, una bestia che anche con la spada laser sarebbe stata dura da uccidere.
Raccolsi tutte le energie e lanciai una scarica di fulmini.
Il rancor non li sentì nemmeno ma notò la presenza che fino ad allora, date le sue dimensioni, non aveva notato ma solo fiutato.
Gli attacchi del gigante non erano molto rapidi ma imprevedibili.
Schivavo ma non sapevo come fare per abbattere una bestia così temibile.
L’animale continuava a colpire e iniziava a divenire più veloce.
Non provava paura ma una tremenda fame. Sembrava percepire il mio potere e voleva nutrirsene.
Non avrei permesso a quell’essere di togliermi la mia vendetta così cercai di attaccarlo nuovamente con la forza.
I fulmini sembravano procurargli dolore e si era fermato sofferente.
Poi però spezzò l’elettricità e con la zampa mi sferrò un attacco.
Riuscì a scansarmi all’ultimo ma riportai una ferita sull’occhio.
Iniziò a fuoriuscire molto sangue, la vista mi si offuscò e mi inginocchiai, il rancor probabilmente pensò di avermi sconfitto e in quel momento il dolore si tramutò in rabbia e quella rabbia diede molto più potere ai miei attacchi che scatenai contro l’animale, il quale indietreggiò. Andò a sbattere fragorosamente contro la parete della grotta facendo franare su di sè diversi massi.
Il rancor dopo qualche secondo si liberò ma in lui non c’era più fame. Mai si sarebbe aspettato un avversario così forte e iniziò ad avere paura
La sentivo e iniziai a nutrirmi di lei incrementando il mio potere e avvizzendo la bestia.
Non mi ero accorto che il mio sangue fuoriusciva sempre più stavo iniziando a capire il senso dell’insegnamento il lato oscuro ti renderà cieco.
Ma il potere che ricavavo era enorme in quel momento volevo ucciderlo! Lo sollevai con una mano sola e strinsi il pugno facendogli rompere il collo.
L’animale cadde a terra.
Mi avvicinai presi una pietra aguzza e strappai un dente dal cadavere. Successivamente mi riavviai verso la capanna di Ferr tamponandomi l’occhio con la mano per evitare l'ulteriore fuoriuscita di sangue.
“Ho percepito fino da qui la tua forza che cresceva” disse Ferr
“Non è stato semplice e devo chiedervi ancora una volta di medicarmi.”
Scoprì l'occhio e il sangue riprese a scorrere come la mia rabbia per quell'insulsa ferita.
“Mmm non è grave fortunatamente sei stato più veloce delle sue zampe.”
Mi spalmò sull'occhio un unguento di erbe che preparò sul momento disse che mi avrebbe fatto cicatrizzare più rapidamente la ferita.
Così con la benda sull'occhio andai verso l'accampamento degli Ordo. La mia missione è compiuta ora mi occuperò del problema di Niklai Una stupida ferita non mi fermerà di certo pensai.
Mi accolse Niklai: “Le vedette mi avevano avvisato del tuo ritorno. Sono felice che tu sia tornato. Seppur non si può dire che ti trovo in ottima forma.”
Esplose a ridere.
Effettivamente ha ragione pensai.
“Mai fare arrabbiare una matriarca rancor” dissi stranamente ridendo.
Lui mi guardò con faccia sbigottita e perplessa.
“Ora che il mio problema è risolto parlami del tuo...”
“Non qui seguimi” così lo seguii fino nelle sue stanze.
Poi iniziò a spiegarmi.
“Dapprima che tu arrivassi nel nostro accampamento sono stato vittima di diversi episodi che dapprima consideravo scherzi ma poi, come hai potuto constatare nella foresta, è venuta in gioco la mia vita. Sempre più spesso mi sono ritrovato in situazioni che mi mettevano in pericolo vitale.
Grazie a te e ai servitori sono ancora qui. La stessa cosa non posso dire di quest'ultimi. Veleno nei miei alimenti mine che esplodono durante uno spostamento...ora mi ritrovo senza servitori e senza pazienza! Quest'inferno deve terminare oggi!”
“Quindi Niklai tu vorresti che rintracciassi chi attenta alla tua vita?”
“Fallo e il mio paese sarà in debito con te e ti renderò molto ricco e avrai tutto ciò che ti serve per i tuoi viaggi”
“Credevo fossimo amici Nik.” dissi con un sorriso.
Lui si rilassò e disse: “Lo siamo e ti ringrazio di questo privilegio e del tuo aiuto”
“Bene inizierò subito”
Veleno e bombe non sono facili da trovare meglio rintracciare il mercante lui potrà saperlo.
Mi avvicinai al mercante: “Mi scusi vorrei porle qualche domanda”
“ Oh lei è il forestiero che ha salvato il nostro erede la ringrazio a nome di tutti ma sono qui per vendere non per rispondere a domande quindi se può scusarmi..”
Ammetto che non apprezzai il suo modo e decisi di usare il mio potere per aiutarmi con le indagini.
“Ora tu mi dirai tutto ciò che voglio sapere” muovendo la mano cercai di imporre la mia volontà con la forza e ci riuscì.
A quanto pare l'allenamento con Ferr non è stato tempo perso.
“Io ti dirò tutto quello che vuoi sapere”
“Ottimo! Voglio sapere se hai venduto del veleno e delle bombe alla stessa persona.”
“Io..Io.. Ho venduto a sole tre persone entrambe le cose che cerchi ma il veleno che ho dato per uccidere Niklai solo a una di queste ma non so il suo nome so solo che fa parte della famiglia reale perchè ho riconosciuto gli stemmi anche se l'uomo cercava di nasconderli bene.”
La sua mente cedette e l'uomo svenne.
Mmm...la famiglia reale un dettaglio fondamentale! In più so che cerco un uomo.
Tornai da Niklai.
“La brutta notizia è che non ho ancora trovato il colpevole ma la buona notizia è che non mi ci vorrà ancora molto ho solo bisogno di una mano che solo tu mi puoi dare.”
“Qualsiasi cosa per smascherare il colpevole.”
“Sto cercando un uomo della tua famiglia che possa avere dei guadagni dalla tua prematura morte.”
“Mmm non saprei anche perchè io non sono mica ancora il Mandalore dovrebbero prima uccidere mia madre non ha senso attaccare me.”
“Uccidere il Mandalore a quanto pare è un azione troppo avventata che lascerebbe un vuoto di potere che non è detto che rimarrebbe alla tua famiglia e questo colui che ti vuole morto lo sa. Uccidere te manterrebbe il potere e probabilmente tolto di mezzo te erediterebbe lui...”
“Aspetta un attimo, se il tuo ragionamento è corretto... L'unico che avrebbe dei vantaggi è mio cugino è lui l'erede se io muoio.”
“Mmm la forza mi dice che ho ragione dobbiamo incontrare tuo cugino.”
“Se è stato lui lo ucciderò con le mie mani! Presto andiamo, tutto questo deve finire!”
Uscimmo dalla camera di Niklai e ci avviammo verso l'edificio dove stava il cugino. Una guardia ci condusse dinanzi a quest'ultimo.
“Ohhh ma che piacere averti qui mio cugino e vedo che ti sei portato pure il fidanzato.” disse scoppiando a ridere.
“Ikar io non riderei fossi in te! Siamo qui per farti delle domande”
“Cugino non credo tu abbia preso un appuntamento per parlarmi io sono Ikar Ordo non uno dei tuoi servitori!”
Notai che c'erano un numero decisamente elevato di guardie e droidi dotati di blaster all'interno della stanza.
Vidi inoltre che Niklai era rimasto a bocca asciutta e quindi intervenni inginocchiandomi.
“Salute a te Lord Ikar, il mio nome è Naaru e sono qui per servirvi.”
“Finalmente uno con un po di cortesia.”
Niklai era piuttosto sorpreso da ciò che stavo facendo lo notai dalla sua faccia ma io avevo un piano.
“E' normale mio lord avere cortesia quando si è dinanzi a una grande potenza come la sua. Ma ho avuto delle idee sui vostri affari...”
Ikar si innervosì e poi rispose: “Che cosa volete dire? Non so di quali affari voi state parlando e non mi interessano le vostre idee”
“Oh mio lord non era mia intenzione innervosirvi. Anzi, sapendo che i vostri affari non sono andati in porto, vorrei essere assunto da voi per portarli a termine, se per voi non è troppo pagare un mercenario come me per svolgerlo.
Ikar questa volta molto sorpreso: “Come?! Ho capito bene?! Ahahah... A quanto pare ti scegli male gli amici mio cugino”
Niklai sorpreso disse rivolgendosi a me: “Cosa?! Mi vorresti vendere a mio cugino?! Ti ho dato tutto quello che volevi ed è così che mi ripaghi?!”
Estrasse la pistola ma io fui più veloce e lo stesi con un pugno.
Perdonami,ma capirai.
“Ahahaha bene visto che hai messo a tacere quella feccia ti sei guadagnato la mia fiducia e il lavoro. I patti come tu ben sai prevedevano che lui morisse ci ho provato innumerevoli volte ma senza successo ma finalmente grazie a te lui e steso e verrà ucciso prima del tramonto.”
“Ebbene il mio pagamento dov'è?”
Fece un segno a una delle sue guardie e mi portò un sacchetto pieno di crediti poi disse: “Portate via mio cugino e fatelo sparire per sempre!”
“Mi dispiace” lo interruppi.
“Di cosa? Non c'è nulla di cui dispiacersi è per il bene dei mandaloriani.”
“Mi dispiace per te.”
Fu così che estrassi la spada laser la lanciai trafiggendolo.
Le guardie mi iniziarono a sparare come avevo previsto non curando il corpo di Niklai a terra.
Riafferrai la spada che volteggiava verso di me e deviando i colpi di blaster riuscì a uccidere tutte le guardie della stanza.
Poi mi chinai su Niklai e schiaffeggiandolo delicatamente lo feci svegliare.
Notò subito che tutti nella stanza erano morti e chiese: “Ma tu...”
“Si” Dissi “Ho sempre pensato che avrei dovuto lasciare l'ordine per diventare un attore.”
Si mise a ridere e disse: “Era necessario l'atterrarmi? Hai un gancio che fa dannatamente male!”
“Dovevo essere il più reale possibile dovevano credermi e se ci sei cascato tu vuol dire che ho fatto esattamente la cosa giusta. Ora il problema è risolto.”
“Non so come ringraziarti amico mio.”
“Direi che ci ha pensato tuo cugino. Non credo che i crediti gli serviranno dov'è ora.”
“Parlerò con mia madre e ne avrai degli altri e tutto ciò che ti serve. Mi hai aiutato molto e sono nuovamente in debito con te.”
Fu così che tornammo al villaggio ma non mi fermai volevo dare un ultimo saluto a Ferr prima di partire ormai non mi restava nulla da fare su quel pianeta.
La trovai china a cucinare.
“Maestra” dissi.
Lei sollevò lo sguardo.
“Vedo che la ferita è quasi cicatrizzata e immagino tu sia venuto a dirmi addio.”
“Si maestra devo andare, ho ottenuto ciò che volevo e ho le finanze e gli alleati giusti per dare la caccia al sith”
La mia mente fu pervasa ancora da quelle immagini di morte nella piramide.
Non finiranno mai di perseguitarmi.
“Così sia mio apprendista vai e compi ciò per cui ti ho addestrato.”
“Ti ringrazio di tutto. Un giorno magari tornerò...” dicendo così mi allontanai.
Non so perchè ma si era creato comunque un legame tra noi. Ancora una volta per colpa di quel sith il legame veniva spezzato.
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