Il Guerriero Della Notte

di fedetojen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Angolo scrittrice: Benvenuti a questa nuova FF. Spero vi piaccia essendo la prima storica che faccio :D aspetto vostre recensioni :) Buona Lettura

Il guerriero della notte.
 
Capitolo 1
 

POV Guerriero

Sono un guerriero della notte, proteggo i civili e salvo la gente da ingiustizie e torti. Sono la luce nel buio, la speranza dentro l'inferno, la parte più luminosa dell'io dei cattivi. So come combattono, come ragionano, ero uno di loro tempo fa’. Ma ora lotto contro di loro, sono un redentore e ne vado fiero.
 

POV Chiara
 

Mi presento sono Chiara, sono nell'anno 2014, 1 dicembre.
Vado al quinto superiore come tutte le ragazze normali in una città normale, chiamata San Francisco.
Sono alta, per modo di dire, 1.60 e peso...vabbè credo non vi interessi.
Ho i capelli che mi arrivano al bacino, ondulati e castani, occhi marroni, molto comuni dalle mie parti.
Come ogni mattina mi dirigo a scuola, ma sento una vocina che dice: ‘Il tuo mondo sta per cambiare' con un tono molto inquietante.

Mi giro a destra e a sinistra per vedere se c'era qualcuno dietro di me.
Ma niente, alzo così il volume della musica dal telefono e continuo a camminare.
A un certo punto vedo che tutto diventa instabile, come se si stesse trasformando in un'altra cosa.
Tutto è distorto e cala il buio.

Non vedo nulla, dopo poco mi ritrovo in una... strada?
Non è una strada asfaltata, ai lati ci sono delle case davvero strane, alberi complementi diversi da quelli della mia città.
La luna illumina quel pò di strada non asfaltata che c'è.

Inizio a camminare e vedo un tizio vestito strano più lontano, infondo alla strada.
Non riesco a vederlo bene e mi fermo appena noto che si dirige verso di me.
Arrivato a pochi metri da me e si inginocchia. Ha una maschera e un abito strano, quasi di un'era antica.

"Salve mia principessa" dice con il volto rivolto in basso. Che strano tipo è mai questo?

"Chi sei? Dove sono? Come diavolo ci sono arrivata qui??" chiedo avvicinando a lui. Non mi risponde.

"Perché non mi rispondi? Guardami almeno!" dico infuriata.

"Non posso guardare la principessa, se non è lei a darmi il permesso" mi accorgo solo ora che questo sconosciuto ha delle spade intorno al suo corpo. Chi sarà mai?

"Puoi guardarmi. Ora rispondimi" dico incrociando le braccia. Si alza e piano solleva il capo verso di me. Appena mi guarda i suoi occhi penetranti mi agghiacciano. Scuri come la notte, è l'unica parte del corpo che si vede. Non smette di osservarmi.

"È proprio come nelle profezie" dice a tono basso. Distoglie lo sguardo da me girandosi a destra e a sinistra.

"Cos-"

"Shh" mi dice mentre estrae le sue due spade affilate e lucenti.

"Aspetti qui" mi dice sparendo.

Non mi muovo di un millimetro e mi guardo intorno.
Sento rumore di spade che s’incontrano e alcuni corpi, cadono esanimi da qualche tetto delle case più avanti davanti a me.
Guardo spaventata quello scenario. Appena i rumori finiscono, il ragazzo me lo ritrovo davanti.
Lo guardo: ha i vestiti sporchi di sangue.

"Sei sporco..." dico indicando il suo petto. Si guarda e mi risponde subito.

"Ah non ti preoccupare, ci sono abituato" non riesco a capire se sorride, se è arrabbiato. Maledetta maschera, che utilità avrà?

"Deve venire con me, non è al sicuro qui" dice camminando via.

"Aspetta! " l’urlo mentre corro per raggiungerlo.
Ha un passo davvero lungo, in confronto al mio piccolo e svelto. Ci ritroviamo in una foresta immensa.

"Puoi non correre, non so chi sei e in più ho paura" dico spaventata guardandomi intorno. Si ferma di colpo e mi guarda.

"Cosa vuole fare? Vuole che ci fermiamo? "mi chiede sempre con lo sguardo serio e quasi cattivo.

"Si se è possibile" dico quasi tremando.

"Come vuole" dice sparendo.

Arriva dopo poco con rami e qualche pietra. Inizia ad accendere il fuoco e mi siedo vicina per riscaldarmi.
Sento qualcosa sulla mia schiena. È la sua veste, rimane solo con la maglia a giro che ha.

"E tu? Non senti freddo?" chiedo preoccupata.

"Sono abituato a molto peggio, non si preoccupi" mi da sempre del lei.

"Puoi dirmi chi sei?" chiedo stringendomi tra la sua veste, grande abbastanza da avvolgermi.

"Lo vuole proprio sapere?" mi chiede mentre butta altro legno nel fuoco.

"Certo!” dico curiosa. Continuo a guardarlo mentre gioca con un bastoncino sul terreno, di colpo lo lascia e si alza guardandomi.

"Sono il guerriero della notte, proteggo i civili da ingiustizie e torti che la società commette... e sono il suo protettore. Gli antichi mi avevano avvisato del vostro arrivo oggi e sono stato tutto il giorno lì ad aspettarvi…" dice facendo una pausa.

“Ma mi spieghi dove siamo? Questa non è San Francisco!” dico guardandomi intorno.

“Siamo nell’era Joseon…” lo guardai confusa. Era cosa?

“1890” disse in un soffio.

“COME?!?” dico urlando e spalancando la bocca per la sorpresa.
Come diavolo ci sono finita qui? Mi alzai di scatto e iniziai a guardare intorno.
Ero impaurita, scioccata e volevo andarmene a casa, la mia vera casa!

“Principessa, la prego si calmi” dice alzandosi e avvicinandosi a me.

“Prima di tutto, smettila con questa principessa, e poi levati quella maschera!” gli dico puntandogli il dito contro, a pochi centimetri da me.
Di colpo abbassa lo sguardo.

“Mi scusi se la chiamo principessa, ma è quello che siete. Per la maschera…non posso…ancora” dice tenendo sempre il capo basso.
Sbuffo e mi risiedo, il suo sguardo è sempre basso, e non intercetta mai il mio. Si allontana, ritornando al suo posto e si siede.

“Posso sapere almeno il tuo nome? Quello vero, non guerriero” dico alzando gli occhi al cielo. Alza lo sguardo e guarda il fuoco.

“Mi chiamo Park Ji Min”

“Capisco, quindi il tuo nome è?” chiedo non capendo quale fosse il nome o il cognome.

“Chiamami Jimin” mi dice forse ridendo, non riesco a capirlo.

“E come mai ho bisogno di te?” chiedo curiosa.

“Il Giappone, sta cercando in tutte le maniere di prendere il possesso della Corea, facendola diventare solo un altro trofeo, da far vedere ai politici e alla società. Bisogna che la dinastia della Corea cambi, avendo così come dicono i manoscritti, una nuova sovrana, che non sia né coreana né giapponese. E’ meglio dormire. Domani dovremo fare tanta strada” dice mentre si stende su un fianco di fronte al fuoco e chiude gli occhi.

Mi distendo anche io, rivolgendo il  mio sguardo alle stelle.
Non mi ero mai accorta di quante ce ne potessero essere.
A San Francisco era davvero difficile vederle. Troppa illuminazione artificiale.

“Buona notte” dico sottovoce chiudendo gli occhi

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


ANGOLO SCRITTRICE: Ciaooo, ho visto che vi sta piacendo la storia :D mi fa taaanto piacere. Così vi presento il secondo capitolo :) Buona Lettura (aspetto vostre recensioni :D)


Capitolo 2
 
Aprii gli occhi per il troppo sole che mi stava accecando. Mi guardo intorno e sono sola, con il fuoco ormai spento a farmi compagnia.
Mi levo la giacca che Jimin mi ha dato. Alzo lo sguardo e vedo una sagoma su un albero. Sgrano gli occhi e lo vedo scendere.

“Ma sei impazzito?” scende con molta tranquillità come se stesse scendendo delle scale.
Si avvicina a me e si riprede la sua giacca, ritornando ad indossarla e a chiuderla per bene.
Mi alzo e lo guardo con le braccia incrociate. Mi guarda e mi fa un inchino di 90° e poi mi guarda di nuovo.

“E questo sarebbe il tuo saluto?” continua a guardarmi senza rispondere. Mi dava sui nervi quando non mi rispondeva.

“Principessa dobbiamo andare nel villaggio” dice girandosi e iniziando a camminare.
Ma perché è tutto strano? E perché porta sempre la maschera? Che nervi. Ad ogni passo sbattevo pesantemente le mie Nike sulla terra.

“Si deve cambiare”

“COSAAA?” dissi urlando mettendo le mani intorno al mio busto.

“Ma per niente proprio!” dico continuando la frase.

“Principessa deve moderare i termini” si ferma di colpo e quasi sbatto contro di lui, ma con i miei riflessi pronti riesco a fermarmi qualche centimetro da lui.

“Se non la smette di parlare, sarò costretto a metterla a tacere e portarla sulle mie spalle” dice mentre appoggia la sua mano sul manico della spada alla sua destra.

“Fallo pure!” dico a testa alta.

Di colpo esce la spada, e il rumore mi fa vacillare e mi fa pensare su quello che ho appena detto.
Appena vedo che sta per ammazzarmi con la spada chiudo istintivamente gli occhi, e sento il rumore di qualcosa che viene trafitto.
Io sto bene, quindi non ha trafitto me. Apro gli occhi e lo ritrovo con il volto di fianco al mio, che guarda avanti.
Indietreggia estraendo la sua spada tutta sporca di sangue. Faccio una smorfia di disgusto e mi giro per vedere chi ha trafitto.
Vedo un corpo a terra morto, era vestito come lui, con la maschera e con quei vestiti strani.

“Dobbiamo raggiungere il più presto il villaggio” dice mentre ripone nel fodero, la sua spada ancora sporca di sangue.

“Forse è meglio!” dico andando avanti decisa ma dopo qualche passo mi fermo e lo guardo.

“Ma da che parte?” chiedo curiosa.

“A destra” benissimo, meno male che mi sono fermata e ho chiesto! Camminiamo non so per quanto e stremata, appena entriamo al villaggio, mi siedo su alcune scale vicino ad una piccola casa.

“Principessa Chiara” sento il mio nome uscire dalla sua bocca e sento dei brividi percorrermi tutta la spalla.
Alzo lo sguardo e lo vedo di fronte a me, in ginocchio ad osservarmi. Vengo catturata e risucchiata dai suoi occhi scuri e dai suoi capelli neri come la notte.


“S-si?” dico quasi balbettando.

“Siete seduta sulle scale di una casa che non vi appartiene” mi dice raddrizzandosi e guardando dietro di me.
Mi alzo di scatto e m’inchino vedendo un corpo dietro di me.

“Mi scusi!” dico subito inchinandomi e alzando poi il capo per osservare chi avevo davanti.
Un ragazzo alto, biondo con un’espressione di disapprovazione verso di me. Appena guarda il ragazzo affianco a me sorride.

“Amico mio!” dice mentre si butta in un abbraccio verso il ragazzo che lo ricambia.

“Possiamo entrare?” dice Jimin, sciogliendo l’abbraccio.

“Certo! Da questa parte!” dice mostrandoci la via e seguendolo.

“Non vi scordate di levarvi le scarpe” dice sottolineando il concetto.

Guardo Jimin che si toglie le scarpe, e con dispiacere lascio le mie Nike e cammino scalza dentro la casa: casa completamente in legno, priva di televisione, di stereo, di qualunque cosa tecnologica collegabile all’elettricità.
Prendo il mio telefono e lo controllo: ho ancora l’80% della batteria fortunatamente. Appena alzo lo sguardo, ho gli occhi puntati addosso dei due coreani.
Non voglio dire che non siano belli, ma ero in soggezione.

“Cos’è quell’oggetto, principessa?” mi chiede curioso il ragazzo mascherato.

“E’ l’oggetto più importante della mia vita” dico stringendolo fra le mani. Mi guarda confuso.

“Quindi lei è la principessa?” dice il biondo puntandomi il dito contro e con una buffa espressione in viso mi osserva.

“Si. Lui è Taehyung, mia principessa” ha detto mia principessa?

“Sono Chiara, basta con questa principessa per favore” dico quasi disperata.

“Mi spiace, ma anche se volessi chiamarla per nome, dovrei mettere davanti per forza principessa” mi dice abbassando il volto Jimin.
Il biondo continua a guardarmi, noto così un piccolo neo sul naso.

“Allora se tu sei il mio protettore, lui a che serve?” dico indicando l’altro ragazzo.

“Scusala se è ancora un po’ rude, ma le devo insegnare parecchie cose” dice verso l’amico.
Io sono rude? Davvero? E mi deve insegnare anche parecchie cose? Mi sa che è il contrario!

“Comunque, lui sarà una specie di subordinato. Mi riferirà qualsiasi cosa che sia inerente alle guerre, agli scontri e altro. Lei non si deve minimamente preoccupare”

“Come non mi dovrei minimamente preoccupare? Uno stava per ammazzarmi e non mi dovrei preoccupare? Ma andate al diavolo! Io da qui me ne vado, altro che principessa. Principessa un corno!” dico alzandomi e dirigendomi verso l’uscita, mi sto per infilare le scarpe quando una voce mi ferma.

“Dove crede di andare principessa?” questa voce così dura e seria mi ferma. Vedo di fronte a me una sagoma che intorno al bacino ha anche lui una spada.

“E tu chi sei or-” dico alzando la testa, ma subito mi ritrovo una lama vicino alla gola, e mi pietrifico.
Alto, labbra carnose, uno strano cappello che raccoglieva i capelli in una specie di tuppo e un completo rosso e nero.

“Calma Jin” dice avvicinandosi a me Jimin e abbassando la lama con un dito dalla mia gola. Ritorno a respirare, stavo per soffocare.
Ma qui sono completamenti pazzi!

“E io dovrei rimanere nelle vostre mani? Preferirei morire per mano di uno sconosciuto, che continuare a stare qui con voi!” dico guardano Jimin.
Non riesco a capire che espressione abbia il suo volto per colpa di quella dannata maschera.

“Principessa, lui fa parte delle guardie imperiali, ed è una nostra spia fidata. Non si preoccupi” mi dice pacato Jimin.
Guardo la guardia che mi fissa con sguardo severo e sicuro.

“Non solo sei amico di questi tipi, ma sei anche una spia! Di bene in meglio proprio! Fammi passare” dico di fronte a Jin.
Continua a guardarmi senza muovere ciglio.

“Ho detto fammi passare!” grido con più forza. Vedendo la mia insistenza si sposta. Finalmente scendo le scale.

“Dove sta andando?” mi chiede con arroganza il guerriero.

“A fare due passi, e guai a te se mi segui! Ti pesto giuro!” dico mentre mi allontano.

Mentre cammino, noto la vita completamente diversa da quella di San Francisco.
La gente lavora e vende duramente ciò che produce: dal tessile al mangiare.
Tutto grazie al duro lavoro nei campi o nelle case, la via brulica di gente, di ragazze e ragazzi, adulti e vecchietti.
Qualcuno mi guarda incuriosito e altri continuano a fare il loro lavoro vicino alle bancarelle di legno.
La gente era un sacco e io continuavo a camminare cercando di non far male a nessuno, in mezzo a quella confusione.
Qualcuno mi prende in pieno facendomi quasi cadere.

"Ma Maledizione! Ei guarda dove vai!" dico stizzita.

"Mi scusi non l'avevo vist-" non finisce la frase perché mi guarda curioso.
Ho i capelli fuori posto o la maglia alzata? Mi controllo ma tutto è apposto.

"Principessa" dice inginocchiandosi. Gli occhi degli altri ricadono su di noi.
Lo prendo da un braccio.

"Non sono una principessa" dico sottovoce.

"Andiamo dai" dico sorridente prendendolo sottobraccio e andando alla casa dove stavano i tre ragazzi, tra cui Jimin.
Lo trascino con la forza e appena arriviamo davanti alla casa li vedo tutti e tre ad aspettarmi.

"E questo chi è ora che mi chiama anche lui principessa e s’inginocchia?" chiedo infuriata.
Mai un pò di tranquillità! Jimin si avvicina a noi staccando la mia presa dal braccio del ragazzo.

"Hai fatto presto, Suga" dice al ragazzo di fianco a me.

"Appena l'ho vista con i vestiti strani, l'ho subito riconosciuta" dice verso il ragazzo.

"Si, ora sono diventata la ragazza dai vestiti strani" dico sbuffando e incrociando le braccia.

"Faccia meno la spiritosa" mi avverte Jin, la spia rossa.

"Di certo non prenderò ordini da te spia" dico con un ghigno.

"Calmiamoci, bastano gli scontri del popolo non altri tra noi" dice Jimin cercando di calmare le acque.

"Devo conoscere altre persone come lui?" dico indicando la spia.

"In tutto siamo sette, dovrai conoscerne altre tre" dice Jimin.

"Speriamo siano meglio di voi e con un pò di cervello" dico guardandomi intorno.

"Se non ti uccidono prima, sarà per mano mia, stanne pur certa, principessa" dice prima di andare via Jin. Mi stava minacciando?

"Era una minaccia quella?" chiedo verso Jimin. Sospira e continua a guardarmi con uno sguardo indecifrabile.

"Non è facile dover fingere di essere leale all'imperatore. Capitelo" mi dice.

"Non è facile nemmeno essere una principessa con tipi come voi, al mio fianco"

"Ha un bel caratteraccio eh?" chiede spiritoso Taehyung. Entriamo in casa e ci sediamo.

"Piacere sono Suga. Io sono un fabbro, costruisco armi e come secondo lavoro, proteggo le principesse" dice sorridendo, facendo diventare i suoi occhi delle piccole fessure. Sorrido anche io, il suo sorriso è contagioso.

"Hai fatto colpo amico!" dice Taehyung verso Suga.

"Ma che dici" dice imbarazzato il ragazzo.

"Ragazzi, smettiamola con le sciocchezze" ecco mister rovina tutto più comunemente chiamato Jimin.

“Vai in camera a cambiarti” dice Jimin indicandomi la camera posta vicino alla finestra vicino a noi.

Appena entro chiudo per bene la porta scorrevole in legno e appena guardo le robe, non me le metterò mai, nemmeno morta! Sembrano così ridicole!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


ANGOLO SCRITTRICE:Ciaooo vedo che la storia piace e spero possa continuarvi a piacervi :D Grazie delle recensioni positive mi spronano molto! Spero vi piaccia anche questo capitolo. Buona lettura e aspetto vostre recensioni :)


Capitolo 3

 
“Principessa, siete pronta?” non avevo nemmeno messo il primo strato di quello strano vestito. Come facevo ad essere pronta?

“Non entrate o vi ammazzo!” dico urlando come una pazza. Ma come diavolo si mette questa cosa?
Dopo non so quanto riesco a mettermi questo strano vestito bicolore. Apro piano la porta.

“Bellissima” dice Taehyung guardandomi.

“Non dire sciocchezze! Che roba è mai questa!? Mi vado a rimettere le mie robe!” ma mentre cerco di ritornare nella stanza, qualcuno mi ferma dal polso.
Una mano ferma, calda, possente. Mi giro e vedo il ragazzo mascherato che mi fissa senza indugiare.

“Non cambiatevi, siete bellissima. Davvero” mi dice.
Sento le guance avvampare, e non so dove nascondermi.
Quella frase detta da lui, suonò diversa, rispetto a quella del biondo.
Lascia subito la presa dal mio polso, forse si è accorto che ero a disagio.

“Scusi per il gesto spontaneo” mi dice abbassando il volto e scusandosi.

“Scuse accettate” dico mentre lo guardo. Alza piano il volto e se ne va.
Lo raggiungo fuori dalla casa e lo guardo mentre rivolge il suo sguardo alla gente che continua a trafficare da una parte e l’altra nel mercato.

“Mi puoi spiegare che cos’è questo strano vestito che indosso?” gli chiedo mentre metto le mani sui fianchi aspettando una risposta. Si gira e mi guarda.

“Quello che voi chiamate vestito, da noi è chiamato Hanbok. È un abito tradizionale usato in corea, come vede è molto largo” dice osservandomi.

“Si, infatti non posso mettere nemmeno in una tasca il telefono!” dico facendolo vedere.
Di colpo me lo sfila dalle mani, senza che io me ne accorga. Subito mi fiondo su di lui cercando di prendere il cellulare.
Mette la mano in alto e io saltellando, provo a prenderlo. Dopo pochi minuti mi fermo e incrocio le braccia. Mi guarda, forse soddisfatto.

“Bene ora che vi siete arresa”

“Non mi sono arresa. Ci sarà un’occasione per prenderlo!” gli dico ribattendo.

“Facciamoci due passi” mi dice offrendomi il suo braccio.
Mai! Inizio a camminare di mia spontanea volontà, senza appoggiarmi a nessuno.
Praticamente sono scortata dai 3 moschettieri, conosciuti come: Il guerriero, il biondo e il fabbro.
Ad un certo punto mi ritrovai in un lungo viale, costeggiato da alberi e case.

“Come si chiamano questi alberi?” chiedo curiosa mentre cammino.

“Alberi di pesco, più conosciuto come Prunus mume”

“Bellissimo” dico guardandoli.

“Eccoci, questa è la casa dove io e la Principessa alloggeremo” dice il guerriero fermandosi e catturando la mia attenzione.
Mi giro verso la mia destra e vedo una casa enorme tutta in legno, con intorno un giardino immenso, pieno di alberi e piante.

“Magnifica!” dico subito entrando nell’immenso giardino.
Mi levo di corsa le scarpe e ispeziono la casa. Un piccolo salone, due camere di medie dimensioni, la cucina e un ampio giardino.

“Ci vediamo domani” dice Jimin salutando i due, che si inchinano e se ne vanno.
Erano quasi le sette, e la sera ormai era calata.
Vedo che Jimin traffica con un fiammifero per accendere le luci poste ai lati della casa.
Appena le accende, riesco a vedere qualcosa e mi siedo sulle scale. Continuo a guardarlo. Appena si accorge che lo fisso si avvicina.

“Principessa, io vado a farmi la doccia dall’altra parte” mi dice inchinandosi e sparendo.

Allora sento dopo qualche minuto, rumore di acqua.
Piano mi addentro in casa e lo vedo dalla finestra, che è dall’altra parte di giardino che si sta preparando.
Allora apro piano la porta che dà sul giardino dietro la casa, e vedo che appena inizia a levarsi la maglia, appoggia prima il telefono su un piccolo tavolo.
Allora inizio ad avvicinarmi furtiva ma il mio sguardo viene catturato dal corpo di Jimin.

Ha le spalle grandi e forti, i muscoli delle braccia sono in tensione e si può vedere quanto siano muscolosi come il resto del corpo.
Noto alcune cicatrici sulle braccia e dietro la spalla.

Rimango così imbambolata a guardarlo, i miei ormoni sono fuori gioco così tanto, che non mi accorgo nemmeno che si è girato e mi sta fissando.
Noto solo poco dopo, che non ha la maschera. Lo guardo: i suoi occhi e i suoi capelli neri come la notte, labbra rosa, e il naso a patata.

Ero praticamente su un altro mondo, lo vidi avvicinarsi e i brividi iniziarono a percorrere il mio corpo.
Non faceva freddo, e così mi raddrizzai facendo finta di aggiustarmi il vestito. Appena si avvicinò, vidi sul petto altre cicatrici.
Le guardai, poi mi soffermai sugli addominali contratti, che sembravano una stecca di cioccolata, ma subito tornai con lo sguardo sul suo volto.
Continuava a guardarmi. Mi avvicinai di qualche passo e alzai la mano e la posai sulla cicatrice al braccio destro.

“Come te la sei fatta?” chiedo quasi titubante. Mi sentivo le gambe deboli, mi sentivo accaldata davanti a quel gran figo!

“Tre anni fa, durante uno scontro” dice in un soffio. La sua voce di colpo dolce e seducente. Non stacco il contatto con il suo corpo caldo e passo alla cicatrice sul petto.

“Questa?” chiedo senza guardarlo.

“Un anno fa, mentre salvavo una ragazza su un ponte” alzo subito lo sguardo e lo vedo che mi fissa.

“Scherzavo” mi dice sorridendomi. Mio dio, il suo sorriso illuminava di più delle lanterne di casa.
La mia mano, senza la mia approvazione si posa sulla guancia calda del guerriero, che mi guarda con sorpresa.
Anch’io sono sorpresa di me, perché la mia mano si è posata lì da sola.

“Principessa” mi dice mentre stacca la mia mano dalla sua guancia.

“Si scusa, me ne vado” dico ma mi blocca dal polso.

“Non si offenda, ma non posso…cioè non possiamo” dice correggendosi.

“Cos’è, nel contratto non era previsto l’amore?” chiedo irritata, quasi con tono di sfida. Mi guarda con sguardo perso, come se non mi avesse capito.

“Lascia stare!” dico mentre mi riprendo il telefono e fuggo in casa. Avevo il cuore che andava a mille.

“E’ solo un ragazzo! L’ha detto anche lui. Non possiamo” ripeto a me stessa ad alta voce.
Sento dei passi e subito mi giro a guardare fuori alla finestra della camera mia, che dava sul cancello di legno.

“Principessa” dice in tono basso.

“Per favore esci” dico in tono freddo.

“Ma-”

“Niente ma. Esci” dico fredda. Quel non possiamo, non so, mi aveva scaturito quella reazione.

“Come vuole” dice prima di chiudere la porta.

Sento il vento freddo sul mio volto, e mi metto le mani in faccia.
Ma cosa sto facendo? Perché mi comporto così? Forse la nostra relazione dovrebbe fermarsi solo a quella di principessa e di protettore, nient’altro.
Mi levai quello stupido vestito e presi da terra le mie robe, che portavo da quando ero venuta in questa stupida era! Prendo delle coperte dall’armadio e le sbatto a terra.

“Sai che faccio ora? Me ne vado” dico mentre esco dalla camera e dalla casa.

“Dove sta andando?!?” chiede correndo verso di me Jimin ancora a petto nudo. Metto una mano davanti a me facendolo fermare a debita distanza da me.

“Primo: copriti, secondo: non sei così importante da sapere cosa voglio o non voglio fare, e ora non seguirmi” gli dico sorridendogli beffarda.

Inizio a camminare per l’immenso viale, ritrovandomi poco dopo in un’immensa foresta.
Mi guardo intorno e grazie alla torcia del telefono continuo a camminare senza una meta precisa.
Mi fermo e mi guardo intorno: alberi e buio mi fanno compagnia. Sento dei rumori e mi guardo anche dietro e vedo una sagoma in lontananza.
Inizio a correre come se non ci fosse un domani, e goffamente inciampo e cado a terra.

“Ahia!” dico mentre alzo la testa e vedo che mi sono sbucciata il ginocchio.

“Bene, chi abbiamo qui?” dice una voce.
Alzo lo sguardo e davanti a me c’è una persona che impugna una spada e mi guarda curioso. Mi alzo a malapena e inizio ad indietreggiare.

“Oh ma non faccia così, principessa” mi dice il ragazzo avvicinandosi a me.
Io sono terrorizzata, zoppico e mi scontro con un albero alle mie spalle.
Non ho vie di fuga. Chiudo gli occhi consapevole di morire, ma qualcuno si mette davanti a me.

“E tu chi saresti? Il suo schiavetto?” dice ridendo il ragazzo davanti a noi.

“Sono di più di uno schiavo. Sono il suo protettore” dice con voce seria Jimin.

L’ho riconosciuto dalla voce. Iniziano a combattere, e le spade si scambiano messaggi a suon di colpi.
Lama contro lama, forza contro forza. Ha la meglio Jimin, mentre ad un tratto scansa l’attacco e lo prende in contro piede trafiggendolo e uccidendolo.
Io sono ancora vicina all’albero, Jimin si gira e noto che non indossa la maschera.
Si avvicina a me con sguardo preoccupato.

“Andiamo?” mi dice porgendomi la mano. La scanso, ritornando sulla strada ma al contrario. Dopo quelle scene e l’accaduto, volevo solo tornare a casa.

“Principessa, non può continuare a comportarsi così”

“A comportarmi come scusa?” gli chiedo fermandomi e guardandolo.

“Così” mi dice su due piedi. Che risposta è? Mi giro e continuo a camminare, e ad ogni passo faccio una smorfia per colpa del dolore al ginocchio.

“La prego si faccia aiutare, secondo lei non so che le fa male il ginocchio quando cammina?” mi chiede. Ma continuo a camminare.

“La prego, si fermi” mi dice quasi supplicandomi.

“No” rispondo acida. Di colpo perdo l’equilibrio perché mi sento prendere da dietro e mi ritrovo fra le braccia si Jimin.

“Lasciami!” grido adirata.

“No” dice mentre continua a camminare.

“Ho detto: METTIMI GIU’” gli urlo contro. Lui continua imperterrito a camminare, fa finta di lasciarmi e non so perché metto istintivamente le mani intorno al suo collo. Fa un sorrisetto, e continua a tenermi in braccio e a camminare. Siamo troppo vicini, e sento per fino i suoi addominali contratti, a contatto con il mio corpo.

“Quanto puoi essere disubbidiente?” gli chiedo mentre guardo altrove, cercando di non guardarlo troppo.

“Quanto lei, suppongo” mi dice sorridendo.

“Perché continui a darmi del lei?” chiedo curiosa.

“Così mi è stato detto e così faccio. In più siete una principessa, darle del lei è alla base di tutto” dice. Finalmente siamo arrivati a casa.

“Puoi lasciarmi ora” dico. Ma continua a camminare ed entra in casa e si dirige verso la mia camera.
Mi posa a terra e i nostri visi sono vicini, di scatto però giro il mio verso la finestra.

“Non si muova, arrivo subito” dice sparendo. Posso respirare a pieni polmoni. Averlo così vicino e quel contatto, mi fa sussultare e mi fa venire i brividi. Sento dei rumori e lo vedo arrivare con una bacinella e degli stracci. Appena si sedette affianco a me, lo guardai.

"Puoi andare" dico prendendo dalle sue mani gli stracci e le bende.

"Si può sapere cosa le ho fatto?" chiede guardandomi con sguardo serio, quasi infuriato.
Incrocia le braccia e aspetta. Io nel frattempo alzo il pantalone fino al  ginocchio.
Meno male che era uno di quelli elasticizzati. Mi prende la mano e la allontana dalla gamba. Lo guardo stizzita.

"Che vuoi?" dico acida.

"Risponda!" mi dice ruggendo.

"Quando ti dico di fare una cosa, falla. Non stare zitto o fai ciò che vuoi andando contro ciò che ti ho detto! Mi da tremendamente fastidio!" gli dico con rabbia, strattonando la mia mano e staccando il contatto con le nostre mani.

"Cercherò di farlo. È solo questo?" chiede. Non lo guardo.

"Lasciami sola" dico a denti stretti.

Sospira e finalmente si alza e se ne va.
Appena chiude la porta, senza permesso le lacrime rigano le mie guance.
Continuo a sciacquare la ferita e infine la bendo, cercando di fare un lavoro decente.
Appena finisco, mi metto sotto le coperte, do un ultimo sguardo al telefono e cerco di dormire.
 
POV Guerriero
 
Appena esco dalla stanza della principessa, penso al suo comportamento: è diventata tutto d'un tratto fredda, e quasi mi evita.
Vado nella mia stanza e mi siedo e medito. Dopo l'accaduto di stasera, spero la smetta di andarsene senza dirmi il motivo.
Posso capire che sia differente dalla sua epoca ma un pò di fiducia può darmela. Continuo a pensare, ma sono preoccupato.

Forse sarà passata un'ora e mezza, forse due. Mi alzo piano e mi dirigo verso la sua camera. Entro e la vedo rannicchiata tra le lenzuola.
I lunghi capelli sono fuori dalle coperte. Che belli che sono, mi avvicino e li tocco. Sono ondulati e setosi. Mi siedo e resto a guardarla.
Gli occhi chiusi e la bocca rosa formano un bel visetto, peccato che il carattere non sia da meno.

Devo assolutamente farle imparare come impugnare la spada o andare a cavallo.
Ci saranno molte di cose da imparare principessa Chiara.
Ripensandoci è cambiata di umore da quando ha cercato di prendere il suo telefono.
Strano, continuo a guardarla e inconsciamente mi addormento appoggiato all'armadio.
 
POV Chiara
 
Mi sveglio per il troppo sole, come sempre.
Mi stiracchio e mi giro verso la finestra e vedo il sole e sento gli uccellini che cantano e volano.
Mi giro verso sinistra e mi ritrovo Jimin appoggiato all'armadio con gli occhi chiusi, le braccia incrociate e le gambe stese.
Perché è nella mia stanza? Mi alzo piano lasciando a terra la coperta. Zoppico ancora e sono a tanto così dall'uscita dalla camera.

"Dove crede di andare?" ha il sonno leggero o sbaglio? Faccio una smorfia e mi giro incrociando le braccia.

"Saranno fatti miei" dico guardandolo. Si alza e si aggiusta i capelli neri.
Perché mi fa questo effetto? Mi fa ribollire il sangue, mi scuote tanto da farmi tremare, ma cerco di non darlo a vedere.

"Se lo metta in testa: tutto ciò che fa, sono anche affari miei." dice in tono serio. Si avvicina e il mio respiro diventa irregolare.

"Andiamo su" dice scompigliandomi i capelli e passandomi affianco.

"Non farlo mai più!" gli grido mentre lo seguo.

"Mi spiace, ma non può addomesticare un animale selvaggio come me" dice sorridendomi.

"Fammi una cortesia, rimettiti la maschera" dico prima di uscire a prendere un pò di aria.
Appena esco in giardino, mi avvicino all'immenso albero di pesco. Ha  un buonissimo odore e stacco un fiore e lo annuso.
Quel profumo mi stampa un sorriso in volto.

"Principessa ritorni dentro" mi chiama Jimin. Appena entro noto che ha messo la maschera.

"Finalmente ubbidisci" dico sedendomi e iniziando a mangiare roba strana, ma saporita.
Qualcuno bussa alla porta. Mi stavo per alzare ma mi blocca Jimin.

"Vado io" se ne va e sento delle voci poco familiari.

"Principessa, loro sono Namjoon e Jungkook." il primo alto, biondo e sorridente, l'altro sorridente anche lui, ma bruno.
S'inchinano e a mia volta piego la testa e continuo a mangiare. I tre si siedono e mi guardano.

"C'è qualche problema?" chiedo ai tre. Mi sorridono.

"No, no è che è strano vedere una ragazza non coreana da queste parti" dice Jungkook continuando a sorridermi.

"Ci dovrete fare l'abitudine mi sa" dico tra un boccone e l'altro.

"Principessa, oggi dovremo fare un pò di pratica con la spada" quasi mi affogo.

"Prima di tutto, loro che funzione hanno?" dico sviando il discorso delle spade, sono una ragazza non un maschiaccio!

"Principessa non cambi discorso" dice serio Jimin.

"Non sono un maschiaccio!" urlo mentre smetto di mangiare.

"Principessa, se accadesse la stessa cosa di ieri notte, lei sarebbe morta a quest’ora se non ci fossi stato io!" dice alzando la voce.

"Che palle!" dico alzandomi. Mi ha fatto passare la fame. Non lo sopporto più.

"Principessa la smetta di scappare" dice alzandosi anche lui.

"Io non scappo, non ci volevo nemmeno stare in questa situazione! Non ho chiesto io di essere catapultata qui senza il mio permesso! Non ho chiesto di essere una principessa per risolvere i vostri problemi!" dico con rabbia.
Non riesco a capire che espressione abbia ma dagli occhi se avrebbe potuto uccidermi, l'avrebbe fatto.

"Mi spiegate come devo fare con lei?" chiede verso i due, che lo guardano senza rispondere.

"Mi vado a fare due passi. E non seguirmi se muoio, è meglio!" dico sbattendo la porta di casa.
Mancava anche il dolore al ginocchio. Non era per niente passato il dolore e zoppicavo peggio di una lepre zoppa.
La gente mi guardava in modo strano e sicuramente si chiedeva da dove fossi uscita. D’un tratto mi sento prendere da un braccio.

"Principessa, venga con me" dice un ragazzo tirandomi per il braccio. Arriviamo ad una casa e mi fa sedere. S’inchina.

"Sono Hoseok, sono un medico. Lei zoppica, cosa è successo?" finalmente un medico!

"Sono caduta mentre correvo nella foresta" mi guarda e mi osserva. Ha i capelli castani, sorriso raggiante e gli occhi a mandorla.

"Posso vedere?" chiede. Alzo il pantalone e gli faccio vedere la fasciatura.

"Per essere una ragazza, ha fatto un buon lavoro" sorrido, ero stanca di essere sgridata da Jimin.
Un po’ di complimenti non fanno mai male. Inizia a sfilare la benda e vedo che il sangue continua ad uscire.

“Bisogna che mi segua per metterle una crema per questa ferita, se no, non guarirà come si deve” mi dice mentre mi risistema la benda e si alza.

“Va bene” dico mentre mi alzo. Mi porge il suo braccio e con la mano mi appoggio. È più gentile rispetto a Jimin, adesso che ci penso.

“Perché stiamo andando da qui?” dico mentre mi accorgo che stiamo andando di nuovo a casa dove ho lasciato i tre ragazzi.

“Perché la vostra casa è più sicura” mi dice sorridendomi.

“Va bene” dico ubbidendo e sorrido.
Appena arriviamo, troviamo i tre fuori che parlano.
Appena ci vedono entrare in giardino, smettono di parlare e ci guardano.
Subito noto che Jimin mi sta guardando con le braccia incrociate.
Appena siamo vicini a loro, li guardo.

“Bene Hoseok, hai fatto conoscenza della principessa” dice Jimin verso il dottore.

“Si, sono venuto per medicarle per bene la ferita” dice mentre lascio la presa dal suo braccio.
Noto che Jimin con gli occhi segue quella scena, e ricordo di come ho rifiutato il suo aiuto nella foresta.
Mi avvio insieme a Hoseok nella camera e vedo che esce dalla tasca dei suoi abbigliamenti un sacchetto con qualcosa dentro.

“Si sieda, così le metto la crema” mi dice mentre entriamo in camera.

“Senti ma Jimin è sempre così…non so a volte severo, a volte gentile. Perché è così?” chiedo mentre mi alzo il pantalone e levo la bendatura.
Per un momento mi guarda e poi inizia a mettermi la crema.

“Principessa, deve sapere che lui ci tiene più di tutti alla sua vita. È stato il primo a sapere del vostro arrivo, e hanno esplicitamente chiesto a lui di badare a voi e a proteggervi” dice mentre spalma la crema, brucia un po’ ma posso sopportare.

“D’altra parte, se vede un vostro comportamento un po’ freddo o sgarbato, è normale che cambi umore” dice mentre si pulisce le mani e inizia a fasciare il ginocchio.

“Si, ma deve anche capire che non sono venuta per mia spontanea volontà!” dico alzando la voce. Mi guarda e mi fissa preoccupato.

“Principessa, nemmeno noi abbiamo deciso chi venisse. È stata scelta dalle profezie, non da noi. La prega di capire” dice inchinandosi e andandosene. Rimango così sola mentre guardo fuori la finestra, i quattro che si salutano e rimane solo Jimin che ritorna in casa.

“Principessa, posso entrare?” chiede bussando.

“Si” dico sotto voce. S’inchina e si siede.

“Come va la gamba?” mi chiede mentre si leva la maschera.

“Mi fa male” dico mentre lo osservo levarsi la maschera.
Ha lo sguardo preoccupato, le labbra rosa e il naso arrossato per il freddo, e incrocia le gambe e le braccia.
Mi guarda con sguardo serio.

“Che cosa vuol dire quello sguardo?” dico aggiustandomi e appoggiandomi al muro di legno.

“Cerco di studiarvi” dice serio, mentre continua a guardarmi. Mi sento a disagio, iniziano anche ad aumentarmi i battiti. Non va bene.

“Principessa, perché avete cambiato umore dopo che avete cercato di prendere il vostro telefono, ieri sera?” chiede curioso e alzando un sopracciglio scuro.

“Non ho cambiato umore” dico mentre lo guardo, ma i suoi lineamenti così belli mi incanto.

“Non mi menta” dice continuando a guardarmi con sguardo duro e severo. Cosa dovevo dirgli che mi ha dato fastidio la sua frase?

“Devi farci l’abitudine ai miei cambi di umore, sono lunatica” dico cercando di sviare l’argomento.
Inclina la testa, come se avesse capito che stavo mentendo  spudoratamente.

“Non mi convince” dice facendo di no con la testa.

“Se lei non si fida di me, come posso io fidarmi di lei?” mi chiede. Tutto d’un tratto sposta lo sguardo e in pochi secondi prende il telefono.

“DAMMELO!” grido mentre mi avvicino. Alza la mano e cerco di prenderlo, ma il ginocchio mi ferma. Maledizione.

“Mi dica perché ha cambiato umore” dice mentre continua a tenere la mano alta.

“E va bene! Mi ha dato fastidio la frase che hai detto!” dico staccandomi da lui. Mi guarda e abbassa il telefono.

“Quale frase?” mi chiede curioso.

“L’ultima che hai detto ieri sera” dico con sguardo basso.

“Non possiamo?”

“Si” dico con tono basso.
Appoggio la testa al muro e chiudo gli occhi. Appena li riapro me lo ritrovo di fronte a me a pochi centimetri di distanza.
Un angelo con  gli occhi a mandorla. Un angelo con la spada al posto delle ali.
Lo guardo sorpresa mentre mi accorgo che continua a spostare il suo sguardo dai miei occhi ai capelli.

“Chi ha mai detto che l’amore è un reato?” dice sottovoce. Alza la mano e mi accarezza il volto. Mano forte e calda, un po’ ruvida, sicuramente per i calli a furia di impugnare la spada.

“Nessuno, ma forse avevi ragione tu. Non possiamo” dico voltandomi e facendo rimanere la sua mano in aria.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Angolo Scrittrice: scusate per il ritardo ma la febbre mi ha preso in contropiede! Questo è il mio regalo di natale! Spero nelle vacanze di aggiornare qualche altra storia! Buona Lettura aspetto vostre recensioni! :D

Capitolo 4
 
Rimango così a guardare fuori, sentendo il suo profumo e il suo respiro sul mio corpo.
“Ha ragione” dice allontanandosi e uscendo dalla stanza. Quel ragazzo mi farà morire.
 
POV Guerriero
 
Ma cosa mi è preso? Spingermi così tanto da toccarle il viso?
In effetti, lei ha fatto lo stesso con le mie cicatrici…Quella sera quando mi ha toccato, è stato diverso.
Prima, quando facevo parte, di chi scatenava risse e sotterfugi, le donne non mi mancavano.
Mi facevo toccare con facilità, ma non provavo mai sensazioni come quelle dell’altra sera.
Si è avvicinata a me, mentre mi guardava le cicatrici e passava da una all’altra, senza staccare il contatto del suo dito con la mia pelle.
Un brivido dietro la schiena mi ha provocato quel contatto, così semplice e puro.

Forse ho sbagliato a toccarla, ma era così bella e la voglia di accarezzarla mi ha accecato, facendomi dimenticare che io sono un guerriero e lei la principessa. Però, appena ho visto come mi ha guardato sorpresa, mi ha fatto scattare quella voglia di avvicinarmi a lei ancor di più.
Perdermi in quei suoi occhi marroni, scuri come la terra, toccare quei capelli ondulati e soffici.
Ho fatto bene ad uscire dalla stanza, perché so che non mi sarei trattenuto.
Mi dirigo fuori e chiudo gli occhi, facendo andare via tutti questi pensieri.
Mi levo la giacca, rimanendo solo con quella a giro da sotto.
Impugno la spada e inizio a esercitarmi, cercando di liberare la mia mente, senza pensare alla principessa.
 

POV Chiara
 
Appena è uscito dalla camera, i battiti del mio cuore non sono ritornati normali.
Lo vedo che esce in giardino e impugna le spade e inizia ad allenarsi, dando colpi all’aria.
Ad ogni colpo le braccia sono in tensione e i muscoli si contraggono, così ammiro da lontano quel bel ragazzo, chiamato guerriero.
Vedo arrivare da lontano la spia rossa, Jin. Si avvicina al ragazzo e lo osserva incrociando le braccia.

“Jimin, quando inizi ad allenarti da solo, vuol dire che è successo qualcosa” Jimin si ferma e lo guarda. Si passa una mano sulla fronte bagnata.

“Problemi con la donna?” dice la spia.

“Non preoccuparti. Facciamo pratica?” dice verso Jin.

“Certo. Ma dopo devo parlarti” appena sento così, mi alzo e li raggiungo fuori.
Appena arrivo zoppicando, li vedo che si stanno esercitando. Appena mi siedo sul tavolino, Jin butta un attimo lo sguardo su di me.

“Cosa gli è successo?” chiede a Jimin.

“Niente, stava per essere uccisa, ed è caduta” dice mentre continuano a sfidarsi con le spade. Jin non è niente male, ma in confronto a Jimin, è molto prevedibile.

“E immagino tu l’abbia salvata” dice fermandosi la spia rossa, mentre riprendono fiato.

“Si” dice Jimin.

“Fra poche ore lei deve venire con noi” dice avvicinandosi Jin e inchinando la testa come saluto. Faccio a mia volta così e si avvicina a noi anche Jimin.

“Perché?” chiede curioso.

“L’imperatore vuole parlarti e vuole vederla” l’imperatore? E che vuole ora da me?

“Perché?” chiedo alzandomi.

“Non lo so principessa. Se l’avessi saputo, l’avrei detto, non crede?” dice seccato Jin. Faccio una smorfia di disapprovazione e incrocio le braccia. Io e lui, non andiamo proprio d’accordo! Sbuffo e vedo che Jimin è sudato fradicio, dei pensieri un po’ perversi si fanno strada nel mio cervello, ma non è il momento!

“Jimin, ti conviene lavarti. Tra poco dobbiamo andare e lei principessa, si cambi” dice mentre mi guarda da capo a piedi.

“Non c’era bisogno che me lo dicessi tu” dico mentre mi giro e me ne vado in camera.

Esco con il vestito bicolore che loro chiamano….com’è che lo chiamavano?
Boh, chi se ne frega, è solo un vestito come gli altri! Ma ripensandoci, cosa vorrà mai l’imperatore?

Sono pronta così esco e raggiungo i due ragazzi.

“Principessa, sa andare a cavallo?” chiese Jin.

“Veramente no, e poi sarebbe scomodo andarci con questo coso” dissi guardandomi.

“Jimin, domani devi farle imparare ad andare a cavallo, ovviamente con un vestito adatto, diciamo come il tuo. Ora andiamo” disse verso di noi, mentre si girò e iniziò a camminare, con al suo fianco il cavallo con il quale è venuto.

Siamo arrivati dopo molto ad un immenso palazzo, fatto in legno e  con il tetto in tegole.
All’entrata dell’enorme palazzo, c’erano guardie ovunque che mi guardavano incuriositi.
Affianco a me avevo Jimin, che non smetteva di essere vicino a me e guardava gli occhi curiosi degli altri.

Appena arrivammo all’entrata, ci dirigemmo in una stanza.
Davanti a me, c’era una persona seduta di spalle, con un vestito rosso con dei disegni in oro.
Jin ci fece segno di aspettare, così si avvicinò alla persona di spalle, s’inchinò ed iniziò a parlare.

Parlava forse in coreano, perché non lo capivo.
Appena finì di parlare, si girò e fece segno a Jimin di avvicinarsi.
Jin si mise di fianco a me e aspettò.

“Cosa si stanno dicendo?” chiesi guardando Jin, sentendo i due parlare in una lingua incomprensibile per me.
Nessuna risposta, continuava a guardarli con sguardo inceneritore.

“Ti ho detto, cosa stanno dicendo?” chiedo con più rabbia serrando i denti.
Si gira e mi guarda: sguardo socchiuso, labbra rosa e braccia incrociate, bello ma scontroso.

“Stanno parlando di un matrimonio”

“Come?!?” scatto verso Jimin, ma Jin mi blocca per il braccio. Mi giro a guardarlo, mi fa male la sua presa così forte.

“Principessa, stia calma” dice mentre mi spinge rimettendomi affianco a lui, e appena mi lascia la presa, mi passo la mano sulla parte dolorante facendo una smorfia a Jin, che ribatte con un sospiro.

Vedo che la persona vestita di rosso butta un’occhiata veloce a me e si rigira, m’incuriosisce.
Appena vedo che Jimin si inchina e si allontana ci fa segno di uscire.
Non parla per tutto il tragitto verso casa.
Appena arriviamo, Jin ci lascia e se ne va via, e appena siamo soli incrocio le braccia e mi metto davanti a Jimin.

“Allora?” chiedo con insistenza.

“L’imperatore vuole che tu ti sposi con lui” dice levandosi la maschera.

“Cosa?? Mai!” dico andandomene in casa. Jimin mi segue senza perdermi.
Da sotto al vestito non mi ero levata le robe, così appena sono in camera mi alzo il vestito e me lo levo.

“Principessa, deve capire”

“Non devo capire proprio niente! Uno: non lo conosco, due: nessuno mi ha mai parlato di matrimonio e in più non mi metterò mai con qualcuno che non amo!” grido contro Jimin.

La luce negli occhi di Jimin è cambiata, si avvicina a me.

“Perché dite questo?” mi chiede curioso, a quasi un palmo di distanza da me.

“Perché è ciò che penso” dico abbassando lo sguardo. Le sua mani incorniciano il mio volto e lo alzano verso il suo.

“Piccola principessa smarrita, così forte e debole allo stesso tempo. Perché mi fate questo?” mi dice mentre continua a tenermi il volto tra le sue grandi mani,

“Cosa ti faccio?” chiedo mentre cerco di rimanere calma mentre lo guardo nella sua bellezza più raggiante.

“Da quando siete arrivata, non smetto ti guardarla e di pensarla, mi sto comportando diversamente e tutto da quando siete spuntata voi” dice lasciando il mio volto e girandosi dandomi le spalle.

“Ed è una brutta cosa?” dico curiosa.

“Si, perché a volte non riesco a controllarmi” di colpo si gira e avvicinandosi a me troppo velocemente, indietreggio e sbatto contro il muro.

Sbatte una mano sul muro e io lo guardo confusa.
Mi fissa e il suo sguardo diventa sempre più pesante, ma appena si inizia ad avvicinare al mio viso, chiudo istintivamente gli occhi.
Sento il suo respiro sul mio collo, non si muove, resta fermo. Mi accarezza la guancia e nient’altro.
Non sento più il suo respiro addosso e appena apro gli occhi lui è sparito.
Mi metto una mano sul petto cercando di far calmare il mio cuore.
 

POV Guerriero
 
Esco dalla stanza il più veloce possibile.
Devo levarmi dalla mente la figura impressa che ho, della principessa.
Mi dirigo nella stanza e chiudo la porta scorrevole in legno.
Levo le spade intorno al mio bacino e le sbatto con forza sul pavimento. Sento dei passi e la porta aprirsi.

“Tutto bene?” chiede insicura la principessa.

“No che non va bene!” dico gridando e girandomi verso di lei. Mi guarda con sguardo impaurito ancora appoggiata alla porta di legno.

“Mi scusi” dico abbassando lo sguardo e passandomi la mano sulla fronte per cercare di calmarmi. Ma invano. Un matrimonio, ne siamo davvero sicuri?

“Io non ti capisco più” mi dice avvicinandosi.

“La prego non si avvicini” dico mettendo una mano in avanti, sperando che si fermasse, ma invece, mi ritrovo la mia mano fra le sue.

“Questo tuo modo di fare non porterà a nulla. Continui a scombussolarmi, a farmi sussultare e poi che fai? Te ne vai” dice mentre alza piano lo sguardo verso di me.

“Anche se volessi, non posso principessa” gli dico guardandola nei suoi occhi color terra.

“Smettila di dire così. Mi è sempre stato imposto qualcosa: lo studio, l’educazione, il rispetto. Ora basta, le regole sono fatte per essere infrante” mi dice stringendo la presa della mia mano.

“Non posso, mi dispiace”

“Smettila. È inutile che continui a fare così. Ti trattieni e a cosa porta tutto ciò? A niente” dice alzando la voce e cambiando espressione, diventando quasi malinconica.

“Non trattenerti, non farlo. È un ordine” mi dice speranzosa.

“E’ un ordine che non posso portare a termine” dico spezzando la presa delle nostre mani e dandogli le spalle.

“Credevo in qualcosa di più, e invece cosa abbiamo qui? Un donnaiolo che finge di essere leale alla principessa, la protegge e quando le da un ordine, non lo porta a termine. Che me ne faccio di uno come te? A questo punto preferirei stare mille volte con Jin!”
 

POV Chiara
 
Quelle parole escono con rabbia e senza pensare. Forse ho detto troppo e anche male.
Ma in fondo è vero: gli ho chiesto di non trattenersi, è così difficile come ordine?

“Non sono un donnaiolo!” dice girandosi con sguardo intimidatorio. Rimango seria e sicura di me.

“E allora cosa sei? Perché io davvero non capisco! Mi detesti così tanto?!?” chiedo mettendomi una mano sul petto.

“Ma si rende conto di cosa sta dicendo?” chiede alzando la voce.

Lo guardo in attesa di una risposta che mi delucida. Si avvicina e il suo sguardo cambia, diventa dolce.

“Come potrei mai odiarla, è così…perfetta” mi dice mentre mi prende il volto tra le sue mani calde e grandi.

Mi sento una vampata di calore e lui mi sorride, e io sogno.
Continua a guardarmi concentrandosi poco a poco su tutto il mio volto: un po’ sulle labbra, sul naso, sugli occhi.
Mi accarezza la guancia e ho gli occhi lucidi me lo sento.

“E’ così forte, ma a volte mi fa davvero arrabbiare. Non capisce quando fermarsi” mi dice guardandomi fisso negli occhi e sorridendomi. Il suo sorriso mi strega e mi uccide.

“Smettila di sorridermi” dico cercando di mascherare l’imbarazzo.

“Perché? È irresistibile vero?” dice mentre continua a sfoggiarlo come se fosse un quadro in piena mostra.

“Ma dai” dico cercando di sottrarmi alla presa delle sue mani sul mio volto.

“Davvero principessa. Non posso fare ciò che mi ha chiesto” dice ritornando serio.

“Allora lo farò io” mi butto sulle sue labbra e chiudo gli occhi.

Il contatto di esse è morbide e sono calde.
Rimango così per qualche secondo, e quando mi allontano le mani di Jimin non si staccano dal mio volto, e il suo sguardo è quasi fulminio.
Cerco di cercare di capire cosa stia pensando, perché sembra davvero arrabbiato.

“Esca” dice lasciando cadere le mani sui suoi fianchi.

Dal tono sembra furioso. Così senza dire una parola, esco e mi faccio due passi.
Ma che mi è preso? Di solito non devono fare il primo passo i ragazzi? Non c’è l’ho fatta, quelle sue labbra così belle…è irresistibile!
Mi metto le mani nei capelli cercando di smettere di pensare a ciò che ho fatto.
Senza rendermene conto mi ritrovo davanti ad un fabbro, che sembra molto familiare.

“Suga?” chiedo mentre lo guardo che lavora ad una spada. Si asciuga la fronte e mi guarda. È sorpreso così lascia tutto e si avvicina.

“Principessa!” dice inchinandosi.

“Ti prego, non anche tu”

“Mi spiace ma devo. Come mai qui?” chiede mentre ritorna al lavoro e io lo seguo.

“Mi serviva un po’ di aria per pensare a ciò che ho fatto” dico mentre lo osservo che lavora: batte il martello sulla spada ancora calda per modellarla.

“Se posso, cosa avete combinato?” mi chiede guardandomi per millesimi di secondi. Avvicino una specie di sgabello e mi siedo.

“Ho baciato Jimin” dico con sguardo basso giocherellando con la terra sotto le mie scarpe.

“Ahia” dice fermandosi Suga. Lo guardo preoccupata.

“Ti sei fatto male?” chiedo avvicinandomi.

“No, no. Non dicevo a me ma a lei” dice sorridendo.

“A me?” chiedo risiedendomi.

“Si, a lei. Ha reagito male vero?” chiede ricominciando a dare colpi con il martello.

“Malissimo, se avesse potuto disintegrarmi con lo sguardo, sarei già un ammasso di polvere” dico mentre lo osservo ferita.

“Principessa, ma lui non vi ha detto nulla?”

“Più volte mi ha detto che non poteva. Io gli avevo chiesto solo di non trattenersi tutto qui”

“Principessa” una voce forte e sicura dietro alle mie spalle mi fa sussultare. Mi sento agghiacciare. Ho anche paura di voltarmi.

“Chi è?” mimo con le labbra a Suga.

Che mi guarda e poi guarda dietro di me.
Mi fa no con la testa, evidentemente non poteva mimare o parlare.
Allora mi giro piano con lo sguardo basso.

“Che diavolo ci fa qui?” Jimin è più che arrabbiato, è su tutte le furie.

“Che c’è non posso nemmeno camminare?!?” chiedo alzandomi. Continua a guardarmi come se volesse uccidermi, e credo che in parte un po’ lo voglia.

“Suga, ha dato problemi?” chiede guardando il fabbro.

“No, no. Tranquillo” risponde pacato.

“Andiamo” dice Jimin voltandosi e iniziando a camminare.

“Ciao” dico verso Suga prima di correre dietro Jimin per raggiungerlo, fortunatamente con quella crema messa da Jin, il ginocchio è passato in pochi giorni, quindi sono come nuova.

Cammina davanti a me facendo forza con i piedi ad ogni passo e alzando un po’ di terra ad ogni passo. È davvero furioso.

“Mi spieghi che hai?” chiedo mettendomi le mani ai fianchi e fermandomi. Si allontana di poco e quando si accorge che non lo seguo si gira, e fa ritorno.

“Ha davvero sbagliato!” dice puntandomi il dito contro.

“E perché mai?” dico urlandogli contro.

“Perché non doveva!” sbuffo, ecco che ci risiamo.

“Con te è sempre la stessa storia!” dico mentre lo sorpasso e raggiungo casa.

“La avverto: veda di non fare più una cosa del genere senza il mio permesso!” dice afferrandomi per un braccio e girandomi verso di lui.

“Più qualcuno mi mette delle regole, più io le infrango” dico mentre stacco la presa e mi dirigo in camera.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Angolo Scrittrice: Ciao a tutti, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! Aspetto vostre recensioni a presto e Buon Lettura!

Capitolo 5
 

POV Jin
 
La principessa sta rischiando grosso con me, se non la smette di essere così irritante, si scaverà la fossa da sola.
Li ho lasciati a casa loro che l’aria era molto tesa, così decido di riprendere Dae, e andare da loro.
Corro più veloce della luce e mi ritrovo davanti alla loro casa.

Scendo e attacco Dae, il mio fedele destriero a quattro zampe, vicino al grosso albero di pesco.
Appena entro, mi levo le scarpe e vedo Jimin seduto al tavolo della cucina, assorto nei suoi pensieri o forse sta solo meditando.

“Ei” dico ma non risponde. Così mi avvicino, mi siedo e lo scuoto da un braccio.

“Jimin!” dico mentre mi accorgo che dopo qualche secondo che continuo a scuoterlo, ritorna sulla terra e mi guarda curioso.

“E tu che ci fai qui?” mi chiede mentre si sistema.

“Ho fatto bene a ritornare. Vi ho lasciati che eravate tutti sereni, e ora ti trovo nel mondo dei sogni. Dai dimmi, problemi con la gatta?” chiedo con ironia.

“Problemi? Lei attira tutte le catastrofi che ci possano esistere, amico mio. Segui il mio consiglio: non essere mai il protettore di nessuno, specialmente di una donna! Sono molto meno prevedibili del tempo stesso!” mi dice irritato Jimin.

“Calmati però, se no esplodi amico mio!” dico mentre vedo che Jimin inizia a innervosirsi e a diventare tutto rosso in viso.
Gli do qualche pacca amichevole sulla spalla e sospira rilassandosi.

“Perché diavolo è qui lui?!?” dalla voce la riconosco subito. Mi giro con il busto e la vedo appoggiata alla porta che mi guarda con le braccia incrociate.

“Principessa, che piacere rivederla” dico abbassando il volto e rialzandolo come saluto.
Ha i capelli sciolti che le incorniciano il volto, i suoi soliti abiti strani e la rabbia in volto. Mi guarda come se avesse intenzione di bruciarmi vivo.

“Se la spia è qui, un motivo ci sarà. Stai tranquillo che non l’ho ancora picchiato!” dice prima di chiudere e sbattere la fragile porta di legno che divideva la cucina con le altre due camere.

“Bene…cioè male. Amico che cosa gli hai fatto per farle uscire così tanto gli artigli?” chiedo cercando di sapere qualcosa da Jimin, che come risposta scuote la testa e si mette le mani nei folti capelli raccolti in un piccolo codino, lasciando liberi i capelli in più.

“Niente, caso mai è il contrario” non lo sto capendo, o forse la mia mente non vuole farmelo capire. Non so davvero.

“Ragazzi c’è la principessa?” mi giro a vedere chi fosse, e vedo Suga sulla porta di entrata.

“Si è nella sua stanza” dico a Suga mentre entra e si leva le scarpe.

“Grazie” dice sorpassandomi e sorridendomi.
 

POV Suga
 
Appena entro in cucina, l’aria è pesante, più che altro molto tesa.
Così appena chiudo la porta dietro di me, raggiungo la camera della principessa. Busso e aspetto.

“Avanti” mi sento dire dall’altra parte. Appena apro la porta scorrevole in legno, degli occhi marroni, mi guardano sorpresi vicino alla finestra.

“Suga, che ci fai qui?” chiede preoccupata alzandosi e raggiungendomi.

“Principessa” dico inginocchiandomi e abbassando lo sguardo.

“Si si, non preoccuparti. Perché sei qui?” chiede mentre mi solleva da terra e mi porta vicino alla finestra e ci sediamo uno di fronte all’altro

“Volevo vedere come stavate, ve ne siete andata dal mio posto di lavoro che eravate preoccupata. Così sono venuto, ma la situazione non sembra migliorata” dico mentre vedo che abbassa lo sguardo e inizia a giocare con le sue dita delle mani, è agitata.

“Come sto? Che ho combinato un casino. Più lui m’impone delle regole, più io disubbidisco, e gliel’ho detto” mi dice guardandomi abbattuta.

“Cosa è successo di tanto grave?” chiedo preoccupato guardandola.

“L’ho baciato” dice in un sussurro.

“L’ha…bac-”

“Ssssh!” dice mettendo una mano sulla mia bocca bloccandomi.

“Ho capito…ho capito. Ha fatto un bel danno” dico con sarcasmo.

“Questo non è di aiuto Suga” dice abbassando lo sguardo.

“Non sono riuscita a fermarmi, mi attiravano le sue labbra perfette, il suo corpo. Diamine! E io dovrei sposarmi con quello? Ma per piacere!” sposare?

“Aspetti qui principessa” dico alzandomi e lasciandola da sola nella stanza. Corro nella cucina e vedo Jimin da solo. Mi metto affianco a lui e mi siedo.

“Quando dovevi avvisarmi del matrimonio?” chiedo furioso verso Jimin, che si gira a guardarmi senza nessuna espressione sul volto.

“E quando dovevo dirtelo? Tanto te l’ha detto lei, no?” osserva alzandosi e rimettendosi la maschera.

“Dove vai?” chiedo confuso alzandomi.

“A farmi due passi” dice impassibile.

“E la principessa?” dico preoccupato.

“Sa badare a se stessa” dice chiudendo con forza la porta di casa.

“Dio mio, ma che hanno questi due?” appena mi giro, mi ritrovo la principessa che mi fissa.

“Puoi andare non preoccuparti” mi dice abbozzando un sorriso. Mi inchino ed esco. Speriamo non succeda nulla.
 

POV Chiara
 
Appena Suga se ne va, cado a terra e le lacrime scendono.
Mi metto le mani in testa e la scuoto, cercando di non pensare a ciò che ha combinato Jimin, continua a invadere la mia mente con il suo sorriso e i suoi occhi scuri come la notte. Mi pulisco il volto ed esco da casa con sguardo basso.
Sento alcuni passi così appena alzo il capo, vedo Taehyung che viene verso di me, sorridente.

“Principessa” dice chinando il capo e rialzandolo.

“Ciao” gli dico semplicemente.

“E’ successo qualcosa? Avete pianto…” dice avvicinandosi, e cambiando espressione, da sorridente diventa preoccupato.

“Non ti preoccupare, è una cosa passeggera” dico sforzandomi di sorridergli, ma si gratta il mento e mi guarda come se volesse interrogarmi.

“Principessa, lo sa che non è brava a mentire?” ma è così evidente?!?

“Ma cosa dici, stai zitto” dico sorpassandolo e raggiungendo l’albero di pesco del giardino.

“Principessa, se lei non parla con noi che siamo i suoi ‘protettori’, cioè il suo unico protettore è Jimin ma-”

“Possiamo non parlare di lui?” lo interrompo bruscamente girandomi e guardandolo storto.

“Certo…” dice preoccupato e guardandomi furtivamente. Mi sono seduta alla base del grande albero e respiro l’odore piacevole dei fiori di pesco.

“Taehyung sei qui?” sento una voce avvicinarsi così alzo lo sguardo.

“Dimmi Jungkook” dice il biondo verso il moro.

“Principessa” dice chinandosi e continuando a parlare “C’è uno scontro tra le guardi imperiali e alcuni ribelli. Ci conviene andare” dice di fretta il ragazzo.

“Dammi una spada” dice Taehyung e Jungkook gliela lancia.

Mi alzo e li seguo senza fare rumore.
Continua a camminare fino ad arrivare al luogo dello scontro: guardie imperiali schierate da una parte, e noto Jin, che impugnano la spada e cercano di non creare scontri, dall’altra parte i ribelli, potranno essere tutti uomini di mezza età con spade e forconi, che continuano ad avanzare facendo indietreggiare così le guardie.

“Indietreggiate o saremo obbligati a iniziare uno scontro che non vogliamo!” grida una guardia di fianco a Jin.

I ribelli non sono intenzionati a seguire questo consiglio, così fra urla di coraggio, si buttano contro le guardie imperiali, che anche loro rispondono a suon di spadate. Rimangono con le mani sulle impugnature delle spade, Taehyung e Jungkook, che guardano la scena senza fare niente.

“Perché non fate niente?!?” chiedo tirando il braccio al biondo.

“Non possiamo, se ci mettessimo in mezzo anche noi, saremmo catturati dalle guardie” dice guardandomi.

“Sta arrivando Jimin” dice il bruno lasciando la presa dalla sua spada.
Lo vedo arrivare dalla parte delle guardie imperiali: con la sua maschera indosso, il suo vestiario strano, e le spade ai suoi fianchi, viene verso di noi sorpassando le guardie con tranquillità e passo deciso.

“Cosa ci fate qui?” chiede Jimin, guardando il biondo.

“Jungkook mi ha avvisato di questa rivolta e siamo venuti subito qui” dice il biondo verso Jimin.

“Vi siete resi conto che avete portato con voi, la principessa?” dice con tono basso e arrabbiato Jimin, buttandomi una fugace occhiata.

“Ce ne siamo accorti solo dopo che siamo arrivati qui, credevamo non ci seguisse” dice Jungkook in sua difesa.

“Credevate? Andiamo, prima che vi faccia male sul serio” dice avvicinandosi a me guardandomi per qualche secondo, e passando di fianco mentre gli altri due lo seguono come dei cani bastonati. Li seguo e appena arriviamo davanti alla casa, Jimin si avvicina a me.

“Principessa lei rimanga in casa” mi dice guardandomi con insistenza.

“Va bene” rispondo vedendo la sua insistenza. Mi dirigo nella mia stanza e li guardo dalla finestra.
 
POV Jungkook
 
Jimin ci ha detto di aspettarlo fuori, cosa vorrà mai dirci?

“Taehyung, ma sono io o l’aria è leggermente tesa?” chiedo avvicinandomi a lui.

“Poi ti spiego, non ora” mi dice mentre noto Jimin venire verso di noi, dopo aver mandato la principessa dentro casa.

“Ragazzi, sapete del matrimonio? L’altro giorno Jin, ci ha portati dall’Imperatore e mi ha detto che entro un mese, vuole che la Principessa, sappia ogni usanza e sappia comportarsi di conseguenza e dopodiché vuole che vada a vivere a palazzo” dice guardandoci e abbassandosi la maschera.

“Sarà complicato” dice Taehyung.

“Chi vuoi che lo faccia?” chiedo incrociando le braccia.

“Non lo so” dice abbassando lo sguardo e incrociando le braccia.

“Chiederò a Hoseok, spero accetti” dice Jimin mentre ci da un’ultima occhiata e se ne va.
Lo vedo molto preoccupato e teso, non lo è mai stato. Cosa potrà mai essere successo?
 
POV Jimin
 
Lascio Taehyung e Jungkook fuori casa, mentre entro e mi dirigo verso la porta della camera della Principessa.
Sono in piedi davanti alla porta, qualcosa mi blocca dall’aprirla, come se qualcosa mi dicesse di non farlo.

Ma la porta scorrevole si apre, e vedo la Principessa con sguardo basso, che appena vede i miei piedi, alza lo sguardo e sorpresa sgrana gli occhi.
Di colpo chino il capo in segno di rispetto, e lo rialzo vedendo che ha uno sguardo triste, abbattuto.

“Che ha principessa?” chiedo curioso. Con una mano mi scansa e passa oltre di me, senza degnarmi di uno sguardo. Le prendo il polso e la blocco.

“Le ho fatto una domanda” chiedo con voce ferma.

“E io decido di non risponderti” mi gira voltandosi verso di me e guardandomi con sguardo arrabbiato. Le lascio andare la presa e cammina uscendo dalla casa.

“Dove sta andando?” chiedo correndole dietro. Di colpo si ferma e si gira.

“A trovare un amico” mi dice incrociando le braccia.

“Che amico?” chiedo guardandola di sottecchi.

“E’ anche amico tuo, o almeno lo spero” dice voltandosi e andando via a passo svelto.

Scelgo così di seguirla senza farmi vedere. La seguo e noto che ha un passo deciso, come se sapesse già dove andare.
Si ferma davanti ad una casa con una persona di spalle che parla con una donna anziana. Mi avvicino così da ascoltare ciò che dicono.

“Hoseok?” chiede timidamente verso la sagoma, che appena sente una voce dietro di se, si gira e appena vede la vede s’inginocchia.

“Principessa” dice Hoseok.

“Sssh” dice alzandolo e guardandosi intorno.

“Disturbo?” chiede giocherellando con le dita delle sue mani.

“No, no entri pure” dice invitandola dentro e salutando l’anziana che era seduta davanti alla casa.
È in buone mani, così decido di ritornare a casa, mi fido cecamente di Hoseok, lo conosco quasi da dieci anni.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Angolo Scrittrice: ciao a tuttiiii, questo capitolo vi sorprenderà (o almeno lo spero xD), aspetto con impazienza le vostre recensioni. Buona Lettura!!
 
Capitolo 6
 
POV Chiara
 
Appena entro in casa di Hoseok, mi siedo e lo guardo mentre si toglie il camice bianco da medico.

“Ditemi tutto” mi dice sedendosi e sorridendomi.

“Allora, vorrei chiederti una cosa o due…in questi giorni ho sempre un dolore alla schiena, la tachicardia, sono costantemente…tesa, puoi darmi qualche consiglio o un rimedio?” chiedo agitata verso Hoseok, che mi guarda sorridendomi.

“Principessa, i dolori alla schiena e il fatto che voi siate tesa, può riferirsi allo stress di questi giorni, ho saputo del matrimonio…ma la tachicardia può essere dovuta a quando vedete qualcuno in particolare, o provate rabbia, piacere o repulsione per quel qualcuno” mi spiega infine.

“Capisco….” In effetti quando c’è Jimin nei paraggi, ho sempre la tachicardia.

“Ti prego non dirlo agli altri ok? Puoi farlo vero?” chiedo preoccupata verso di lui.

“Ma certo, tutto quello che lei vuole, mia principessa” dice chinando il capo e alzandosi.
Mi alzo e mi dirigo verso le scale della casa e mi fermo appena vedo davanti a me Jin che mi guarda incuriosito.

“Che ci fa lei qui?” chiede la spia.

“Non sono affari tuoi” dico acidamente, ma appena lo guardo meglio, noto del sangue cadere dalla sua mano destra che finisce sulla spada sporca anch’essa di sangue.

“Stai bene?” chiedo preoccupata avvicinandomi.

“Solo un piccolo taglio. Hoseok!” grida spaventandomi.
Il giovane dottore arriva e appena lo vede gli fa segno di entrare, così io invece ritorno a casa.
Mentre entro nel giardino, sento qualcuno che cade e appena mi giro vedo Jimin che è appena caduto dall’albero.

“Tu non sei normale” gli dico scuotendo la testa.

“Principessa, dov’è andata?” mi chiede incrociando le braccia e mettendosi davanti a me.

“A farmi due passi, qualche problema? Tu invece dove sei andato?” chiedo curiosa incrociando anch’io le braccia.

“Non è una cosa che le interessa” mi dice con sguardo serio.

“Ok allora da adesso in poi non ti deve interessare ciò che faccio o dico, mi sono spiegata?” dico mentre gli passo affianco.

“Aspetti, non intendevo quello” mi fermo di colpo e mi volto, mi guarda contrariato.

“Non…smettiamola con questa farsa!” mi dice avvicinandosi. Mi guarda intensamente con sguardo tra il preoccupato e il severo.

“Perché tutta questa è una farsa” mi dice avvicinandosi ancora di più al mio volto.
La tachicardia inizia di nuovo e non posso che stare a guardarlo, ma poi ritorno in me e lo spingo via posando le mani sul suo petto.

“Questa non è una farsa” dico con voce seria e tremante.

“Ricordati che sei il mio protettore, niente di più” dico girandomi e andando nella mia stanza.
Appena la chiudo un colpo al cuore mi fa sussultare, un vuoto improvviso.
Sono stata troppo dura? Ma lui è stato il primo a dirmi che io ero la principessa e lui il guerriero.
 

POV Jimin
 
‘Ricordati che sei il mio protettore, niente di più’.
Queste sono state le sue parole. Sono rimasto fuori casa, mentre la guardavo entrare dentro e dirigersi nella sua camera.
Con il cuore in subbuglio, forse perché ho agito senza pensare, o forse perché le sue parole mi hanno ferito, in parte.
Perché sono vere, e in parte vorrei che non lo fossero.

Il nostro unico legame è che io sia il suo guardiano, protettore, niente di più.
Ma in fondo questo non è ciò che voglio, ciò che voglio è cambiato da quando ho iniziato a conoscerla.
Ciò che voglio è qualcosa di più di un legame di asservimento.
Voglio un legame che sia più solido di questo, qualcosa che ci leghi in modo permanente, come l’amore.

“Come va?” per lo spavento mi giro e guardo sorpreso Hoseok.

“Tutto bene?” mi chiede guardandomi.

“Si, ero solo sovrappensiero” dico alzandomi la maschera e allontanandomi.

“Dove vai?” mi chiede fermandomi con il braccio.

“Devo pensare, ritornerò non ti preoccupare” dico mentre sposto il braccio e me ne vado verso l’immensa foresta.

Appena varcato il primo albero, corro.
Corro a più non posso sentendo il vento muovere i miei capelli e scontrarsi contro i miei occhi, che si socchiudono per il troppo freddo.
Mi fermo per respirare a pieni polmoni, quando di colpo sento alcuni passi dietro di me, estraggo la spada e mi giro per vedere chi fosse.

“Volevi uccidermi?”

“Avrei scommesso che fossi tu Jungkook” gli dico abbassando la spada, proprio situata sotto la sua gola.

“Vieni qui quando sei confuso, arrabbiato, quando hai voglia di pensare…te ne devo dire altri?” mi dice avvicinandosi.

“Mi conosci troppo bene, maledizione” gli dico abbassando la maschera.

“Diciamo che anche la conoscenza fa molto, ma sai che dovunque io vada riesco a memorizzare ogni posto nei minimi dettagli, e tu mi hai detto che proprio qui,
la principessa è stata aggredita” mi dice indicando l’albero.

“E’ vero” dico rendendomene conto una volta guardato l’albero.

“Quindi, vuoi dirmi che hai?” mi dice mettendosi davanti.

“Cosa vuoi che ti dica le solite cosa, pressione, casini, rivolte…” dico guardandomi intorno.

“Amore” mi dice e appena sento quella parola lo guardo voltandomi.

“Come?” chiedo incrociando le braccia.

“Lo sai benissimo. Lo sappiamo tutti”

“E chi…”

“Se qualcuno si confida, ciò che puoi fare è solo aiutarlo e rincuorarlo se ciò che vuole non è possibile” mi dice mettendomi una mano sulla spalla.

“Senti, non so di cosa tu stia parlando” dico guardandolo serio. Aumenta la presa sulla mia spalla, facendomi arricciare leggermente le labbra.

“Lo sai che a livello fisico, sono superiore a te, per questo non mentirmi. La prima bugia, la dici prima a te stesso” mi dice, lasciando la presa e passandomi affianco, lasciandomi da solo nella foresta.

Mi guardo intorno alzando lo sguardo verso i folti alberi pieni di foglie verdi.
Socchiudo gli occhi e ascolto la natura intorno a me: uccellini che cinguettano, le foglie che fanno rumore quando il vento soffia su di loro, il sole che mi riscalda il volto.
Decido così ti ritornare a casa ma davanti a me c’è qualcuno che non conosco che mi sta guardando.

“E tu sei?” chiedo alzandomi la maschera. Mi guarda con sguardo di sfida.

“Il tuo prossimo incubo” mi dice mentre estrae la spada e viene verso di me con passo svelto.

Subito evito il suo colpo con la spada e mentre estraggo la mia, cerco di vedere come si muove.
Esita a fare la prima mossa, così la faccio io, prendendolo in contropiede e facendolo quasi cadere.
Se è qualcuno che sa qualcosa, devo prenderlo vivo. Per una volta devo cercare di non uccidere nessuno, sarà un po’ difficile però.
Fa un passo falso così ho la possibilità di mettermi alle sue spalle e bloccarlo con la spada alla gola.
Di colpo si ferma e velocemente, con il manico dell’altra spada nella fodera, gli do un colpo alla testa, così da portarlo a casa.
 

POV Chiara
 
È da quando Jimin se n’è andato che continuo a pensare a ciò che ho detto.
È pomeriggio inoltrato e ormai il mio telefono ha poca autonomia.
Gli do un’ultima occhiata: 16:59. Dove diavolo sei finito, Jimin?

“Principessa!” mi spavento e corro subito in cucina. Ho davanti Jimin che porta sulla sua schiena qualcuno.

“Chi è?” chiedo curiosa.

“Non lo so, si sposti” mi dice mentre lo faccio passare.
Lo porta nella sua stanza e lo poggia a terra, sembra stia dormendo.
Così Jimin appena lo poggia, se ne va e ritorna poco dopo con una corda.

“Che fai?” chiedo mentre mi siedo e lo guardo.

“Lo lego, devo parlargli” mi dice mentre porta le mani del ragazzo dietro la schiena, e inizia a legarle con la corda.

“Ma…è ferito” dico mentre noto una ferita sul braccio destro.

“Non ho potuto portarlo tutto intero, per caso le dispiace?” mi chiede mentre finisce di legarlo e adagiarlo sul muro, con la spalla dritta.

“Fai poco lo spiritoso” dico mentre lui si ferma sulla soglia della porta.

“Devo parlare con gli altri, se si dovesse svegliare, non gli parli per nessuna ragione, ha capito?” mi dice severo.
Annuisco e lui se ne va. Appena mi volto verso il giovane, lo becco che mi sta fissando, curioso.
Ha capelli lunghi, fino all’altezza delle spalle, raccolti in un piccolo codino.

“Principessa” dice chinando la testa, faccio lo stesso e continuo ad osservarlo.
La ferita continua a sanguinare, così mi alzo e prendo alcune bende e un po’ di disinfettante.
Appena ritorno, mi siedo più vicina a lui, e mentre gli alzo la manica, lo medico.

“Scappi con me” appena udì quelle parole, lo guardai sorpresa. Il suo sguardo era quasi una supplica.

“Perché dovrei?” chiedo ritornando con lo sguardo sulla sua ferita.

“Posso offrirle denaro, protezione, una vita migliore di questa. E lo sa” mi dice.

“No non lo so, come potrei saperlo? Hai sicuramente cercato di uccidere Jimin, come potrei fidarmi di uno come te?” chiedo mentre ho finito di medicarlo e lo fisso.

“So che è difficile fidarsi, ma posso garantirvi che c’è un’alternativa a questo, al matrimonio…” mi dice guardandomi quasi con speranza.
Un rumore, fece smettere a lui di continuare il discorso e a mi di sentirlo, mentre appena sentito il rumore, mi girai verso la porta e mi trovai lo sguardo di un Jin arrabbiato rivolto verso il ragazzo vicino a me.

“Principessa se ne vada” mi dice Jin entrando nella stanza.
Senza fiatare me ne vado e chiudo la porta.
I sei ragazzi erano seduti intorno al piccolo tavolo della cucina e appena mi videro, sui loro visi apparve un sorriso.
Jimin si alzò e si avvicinò a me.

“Principessa andiamo un attimo in camera sua” mi dice prendendomi per il braccio. Appena entrati in camera, si avvicina alla finestra.

“Cosa le ha detto?” mi chiede dandomi le spalle.

“Niente” dico rimanendo vicino alla porta. Si volta con le braccia incrociate e mi guarda.

“Secondo lei dovrei crederle?” mi dice con tono severo.

“Perché non dovresti?” chiedo avvicinandomi di qualche passo.

“Come ha potuto parlare di ciò che ha fatto l’altro giorno a tutti gli altri?!?” mi chiede arrabbiato avvicinandosi.

“Non so di cosa tu stia parlando” dico spostando lo sguardo e avvicinandomi alla finestra.

“Come se non lo sapesse. Se voleva parlarne perché non l’ha fatto con me? Perché ne ha parlato con gli altri, se il diretto interessato ero io??” mi chiede con voce dura e arrabbiata.

“Parlarne con te…come potevo?!? Prima sei freddo e distaccato, poi mi dici che è tutta una farsa! Sappiamo entrambi che questo è sbagliato, che non potrà mai
esistere un NOI” dico con le lacrime agli occhi, mentre metto le mie mani intorno al busto, come a reggermi. Si avvicina a me e rimane a guardarmi.

“Ci deve essere una soluzione a questo” mi dice spostando il mio volto verso di lui.

Mi asciuga le lacrime che cadono dalla mia guancia e al contatto delle sue dita con il mio volto chiudo gli occhi e cerco di non pensarci.
Senza preavviso mi ritrovo contro il suo petto e le sue braccia forti, intorno al mio corpo, a stringermi.
Continuo a piangere mentre mi stacca dal suo petto, con ancora gli occhi chiusi continuo a singhiozzare.
Ma sento le sue labbra sulle mie, in un contatto che dura non so quanto, ma per me è durato troppo poco.
Quando apro gli occhi sorpresa, lo vedo ancora con le labbra a contatto con le mie e i suoi occhi chiusi.

Piano stacca le sue labbra dalle mie. E mi continua a guardare, in un modo dolce, quasi premuroso.
Ha le mani sulle mie guance, e mi asciuga le lacrime che mi rigano il volto.

“Scusi ma non sono riuscito a trattenermi” dice abbassando la testa.

“Perché non l’hai fatto prima?” sgrana gli occhi sorpreso e alza la testa.

“Come?” chiede sorpreso dalla mia frase.

“Niente” dico allontanandomi da lui.

“Non l’ho fatto perché l’avrei messa in pericolo” mi dice avvicinandosi.

“Sono già in pericolo. Secondo te sono al sicuro?” gli chiedo alzando la voce.

“Se resta con me, lo sarà sempre” mi dice prendendomi la mano, ma la ritiro subito e gli lancio un’occhiata fredda.

“Esci” dico con voce fredda. Mi guarda per un po’, e dopo aver chinato la testa come saluto, esce dalla stanza.

“Maledetto” dico a denti stretti.
 

POV Jin
 
Gli do un altro pugno in faccia, cercando di farlo parlare.

“Dimmi cosa hai detto alla principessa!” gli grido, ma mi risponde con un sorrisetto e lo colpisco ancora.

Mi guardo le nocche e sono sporche di sangue, così mi allontano ed esco dalla stanza. Mi dirigo in cucina e tra gli sguardi di tutti, mi siedo.

“E’ tosta la faccenda. Non parla e non parlerà” dico verso gli altri, mentre mi pulisco la mano.

“La violenza non è sempre tutto, Jin” mi dice Suga.

“Se sei così saggio, perché non vai a parlarci tu?” chiedo irritato dalla sua affermazione.

“Potrei anche farlo ma se ha parlato solo con la principessa un motivo ci sarà” dice difendendosi.

“La principessa, per stasera, starà nella sua stanza” alzo lo sguardo e Jimin si siede vicino a me, con una faccia lugubre.

“Che cosa è successo ora?” chiedo incrociando le braccia.

"Avete litigato di nuovo?" chiede Taehyung verso Jimin.

"Se volete metterla così" dice Jimin con noncuranza.

"Senti, tra te e la principessa a volte non saprei proprio chi scegliere. Ora metti da parte questo tuo atteggiamento e dicci se la principessa ti ha detto qualcosa"
dico a Jimin che mi guarda e sospira.

"Ho chiesto se avesse parlato con lui, e mi ha riferito che non gli ha detto niente" dice lui guardandoci uno a uno.

"Per me c'è qualcosa che non quadra. Se lui ha parlato con la principessa, vuol dire che la diretta interessata era lei, non noi. Quindi abbiamo due possibilità: o la principessa ci sta mentendo, o il ragazzo sta bluffando" dice Jungkook, verso noi tutti.

"Io credo che la principessa non ci mentirebbe mai" dice Hoseok. Annuiamo all'unisono.

"Quindi il piccoletto sta bluffando" dico con voce ferma.
 

Nel frattempo Chiara….

POV Chiara
 
Mentre continuavo a crogiolarmi nel rimorso di non aver ricambiato il bacio a Jimin, aprii piano la porta, e notando che i ragazzi stavano discutendo, sgattaiolo nella stanza di Jimin, dove stava il ragazzo, entro e appena lo vedo, tutto sanguinante, chiudo la porta e mi dirigo verso di lui.

“Ei” dico, ma non apre gli occhi. Gli prendo il viso con le mani e lo metto dritto.

“Ei” ripeto, e con molto sforzo apre gli occhi sorridendomi.

“E’ venuta alla fine” dice continuando a sorridermi.

“Ci ha ripensato?” mi chiede sforzandosi. Annuisco e sorridente mi fissa.

“Nel mio stivale c’è un coltello, lo prenda per favore” mi dice, detto fatto!

Con cautela taglio la corda delle sue mani, e appena libero, esce dalla finestra della stanza.
Mi porge una mano, e io l’accetto.
Esco con lui e corriamo nella grande foresta.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Angolo scrittrice: eccomi qui non sono morta, sono viva, scusate il ritardo ma meglio tardi che mai. Buona lettura e aspetto vostre recensioni!!

Capitolo 7
 
Non so da quanto stiamo correndo io e questo ragazzo, che ho deciso di seguire. Mi chiedo da quando me ne sono andata, se ho fatto la scelta giusta.

"Scusami, per quanto ancora dobbiamo camminare?" chiedo e il ragazzo mi parla senza voltarsi.

"Parecchia, non possiamo nemmeno accendere il fuoco, ci troverebbero subito” dice aumentando il passo. Lo raggiungo e mi accosto.

"Aspetta, vieni qui" dico prendendolo dal braccio. Non troppo lontano avevo visto una piccola pozza di acqua.
Fortunatamente ho portato con me il pacco di fazzoletti. Mi inginocchio in prossimità della pozza e lo fa anche il ragazzo.
Esco un fazzoletto dal pacco e lo bagno.

"Vieni" dico mentre mi avvicino al suo volto con il fazzoletto. Lui esitante si avvicina.
Ha il labbro spaccato, il sangue che gli cade sulla fronte e va a finire un pò su tutto il viso.
Quando lo pulisco per bene, mi accorgo anche che si è fatto male sul sopracciglio destro.

"Ti ha sistemato per le feste Jin " dico mentre gli passo un'ultima volta il fazzoletto sul volto. Mi sorride.

"Si è fatto tardi. Dobbiamo dormire" dice guardandosi intorno.

"Venga" mi dice prendendomi la mano. Si avvicina a un albero che ha una rientranza. Si adagia alla rientranza e mi fa segno di venire.

"Si appoggi a me" dice indicando il suo petto. Esitante non mi muovo, resto a guardarlo, con le gambe aperte che m’invita a sedermi con lui.

"Non le farò nulla" dice chiudendo la mano e alzando solo il mignolo.

"Promesso?"

"Promesso" dice sorridendomi. Allora prendo coraggio e mi siedo.

Mi adagia la schiena sul suo petto e una volta che la mia schiena è a contatto con il suo petto, le sue mani avvolgono il mio busto, come a proteggermi.
Mi giro a guardarlo, e ha appoggiato la sua testa sul lato del tronco così appoggio la mia sulla sua spalla, e cerco di dormire.

Mi sveglio per il freddo. Così apro gli occhi e mi ritrovo da sola nella rientranza del tronco.
Sgrano gli occhi ed esco per vedere dov'è finito il ragazzo, ma appena lo vedo più avanti, mi rassereno.
Si gira a guardarmi con le mani sui fianchi.

"Buongiorno" dice salutandomi con un gesto della testa.

"Giorno" dico avvicinandomi a lui. Di colpo mette le sue mani sulle mie braccia e massaggiando su e giù, cerca di riscaldarmi.

"Grazie, ora sto molto meglio" dico spostando le sue mani dalle mie braccia.

"Lee Hyon-su" dice.

"Come?" chiedo.

"Il mio nome è Lee Hyon-su" dice guardandomi.

"Va bene" dico guardandomi intorno.

"Andiamo?" mi chiede. Annuisco e continuiamo a camminare.


Casa Park la sera prima
 
POV Jimin
 

"Vado a dare un'occhiata al prigioniero" dico mentre mi alzo, verso gli altri. Mi avvio verso la mia camera e appena entro non c'è nessuno.

La rabbia entra in campo e chiudo la porta sbattendola, e ritorno in cucina.

"Avevamo torto. La principessa ci ha mentito. Sono entrambi scappati!" dico con rabbia. Subito tutti gli altri si alzano preoccupati e iniziano ad agitarsi.

"E ora come facciamo?" dice Suga.

"La principessa sarà in pericolo!" dice subito Jungkook.

"Ragazzi state calmi, sembrate delle femminucce alle prime armi!" dice Jin calmando gli animi degli altri.

"Jimin calmati e ritorna in te. Dobbiamo andare a cercare la principessa e quel ragazzo" dice guardandomi con le braccia incrociate.

"Va bene. Allora, l'unica possibilità più veloce per fuggire è la foresta. Però, non dobbiamo escludere la via per la città" dico calmandomi e pensando.

“Allora facciamo così: io, Jimin e Jungkook andiamo nella foresta, voi quattro fate la via per la città” dice Jin con spirito di leader.

I quattro annuiscono ed escono dalla casa e si avviano in città. Noi facciamo lo stesso, però andando verso la foresta.
Jungkook è davanti, io sono in mezzo e Jin è dietro a coprire le nostre spalle.
Camminando cerco di mandare via la rabbia e la frustrazione che provo pensando a cosa ha fatto la principessa.

“Di questo passo non li troveremo mai” dice Jungkook fermandosi e mettendo le mani sui fianchi.

“Ci conviene fare la ricerca domani mattina” dice Jin appoggiandomi una mano sulla spalla.

Con un gesto brusco levo la mano di Jin dalla mia spalla e ritorno arrabbiato verso casa.
Appena entro in cucina, non ci vedo più dalla rabbia e prendo il piccolo tavolino e lo butto contro il muro, ma questo gesto non mi fa calmare, mi levo la maschera e urlo a squarcia gola cercando di calmarmi.
 
POV Jin
 
“Come facciamo ora?” chiedo verso Jungkook. Mi guarda senza espressione.

“Non lo so…non avrei mai creduto che la principessa avesse fatto una cosa del genere…non così presto” dice preoccupato e deluso.

Intanto sento le grida di Jimin provenienti dalla casa, così decido di raggiungerlo.
Lo trovo che ha buttato il tavolino contro il muro e sta gridando come un pazzo.

“Ti calmi?” grido cercando di sovrastare il suo grido. Si gira guardandomi arrabbiato e continua a dare calci a qualsiasi cosa abbia davanti.

“Maledizione!” dice gridando e buttando un pugno sul muro, facendo uscire così dalle suo nocche il sangue.
Così decido di agire e di prenderlo dalla maglia e guardarlo.

“La vuoi smettere? Ritorna in te!” dico scuotendolo dalla maglia.

Continua a guardarmi arrabbiato e amareggiato. Mi spinge via facendomi sbattere contro il muro.
Appena si rende conto di ciò che ha fatto, mi guarda dispiaciuto e si dirige nella sua stanza chiudendo la porta.
 
POV Suga
 

“Secondo voi la principessa sarà in pericolo?” chiedo verso i due.

“Credi che quel ragazzo sappia difendere il fardello che sta portando con se?” chiede Namjoon verso di me.

“Non ne sono sicuro” dico verso di lui.

“La principessa si stava già comportando stranamente nei giorni precedenti, ma questa volta…” dice Taehyung facendo una pausa.

“Questa volta ha confermato il nostro pensiero” dice Namjoon.

“Non potete biasimarla. Se fosse stati voi nella sua situazione, come avreste reagito? Avreste potuto accettare un matrimonio contro la vostra volontà, per giunta con un uomo che non conoscete affatto?” dice Hoseok difendendo la principessa.

Il silenzio fu la risposta di noi tre.

“Come pensavo” dice Hoseok aumentando il passo.
 
La mattina seguente…
POV Chiara

 
Dopo esserci allontanati dall’albero e aver saputo come si chiama il ragazzo, continuiamo il nostro cammino verso un posto da me ignoto.

“Hyon-su?” chiedo a voce bassa.

“Ditemi” dice voltandosi verso di me.

“Ora dove andremo?” chiedo curiosa. Siamo arrivati davanti ad un piccolo villaggio e noto alcuni cavalli in un piccolo recinto.

“In una piccola città, aspetti qui qualche momento” mi dice.

Annuisco e mi dirigo verso i cavalli che stanno mangiando del fieno.
Appena mi avvicino ad uno di essi, mi annusa la mano che sporgo, e mi fa il solletico.

“Principessa andiamo” mi volto e vedo Hyon-su con le briglie del cavallo in mano, e dietro di lui il cavallo che aspetta.

“Dobbiamo sbrigarci” mi dice avvicinandosi.

Mi mette le mani sui fianchi e con delicatezza cerca di mettermi sul cavallo, dopo essermi seduta sulla sella, si mette dietro davanti a me, e senza pensarci due volte, metto le mie mani intorno al suo busto per tenermi più salda.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Spazio autrice: ed eccomi qui con un nuovo capitolo! Spero vi piaccia e che possiate recensire dicendomi cosa ne pensate!! Buona Lettura!
 
Capitolo 8
 
POV Jimin
 
Dopo essermi arreso, nella ricerca della principessa questa sera, mi distendo sul pavimento cercando di dormire.
Mi è difficile addormentarmi, sapendo che la principessa non è nelle vicinanze, e soprattutto, non è sotto la mia protezione.
Mi continuo a chiedere cosa l’abbia spinta a tanto. A mentirci, ad andarsene e rimanere con qualcuno che neppure conosce.
Forse proprio perché non lo conosce, se n’è andata? Non lo so. Continuo a girarmi a destra e a sinistra, senza riuscire a chiudere occhio.

“Non prendi sonno vero?” di scatto mi volto e guardo sulla soglia della porta, Jin che si avvicina a me e si siede.

“No. Continuo a farmi domande” dico pensieroso.

“Me le faccio anch’io. Ma credo che per questa volta dobbiamo lasciarla fare…”

“Come?”

“Se accade qualcosa, si renderà conto di aver preso la decisione sbagliata e ritornerà da noi. Ma comunque dobbiamo starle dietro” dice Jin sospirando e chiudendo gli occhi.

“Tu dici?” chiedo speranzoso.

“Si” dice serio Jin.

“Domani mattina prenderò i cavalli, così andremo più veloci nelle ricerche” dice alzandosi e lasciandomi solo.

Mi sdraio a terra e cerco di restare calmo, ma proprio non ci riesco. Mi sforzo di addormentarmi e di riposare, e dopo molto, ci riesco.
La mattina seguente, vengo svegliato da un rumore e alzandomi con calma, esco la spada e spalanco la porta.

“Taehyung! Miseriaccia!” dico abbassando la spada.

“Ahaha scusami! Non volevo spaventarti, sono venuto a dirti che ti aspettiamo fuori, ok?”

“Ok, arrivo subito” dico, mentre esce di casa. Una lavata veloce, e subito mi avvio fuori dai ragazzi. Tutti mi aspettano sui loro cavalli, io li raggiugo salendo sul mio e aspetto notizie.

“Ho perlustrato la zona della foresta e ci sono delle tracce che portano oltre il piccolo villaggio, situato alla fine della foresta” dice Jin avvicinandosi con il suo destriero. Annuisco.

“Allora andiamo. Non perdiamo altro tempo!” dico incitando il mio cavallo a incalzare il passo. Arriviamo in poco tempo al villaggio posto dopo la foresta, con foga scendo e mi dirigo verso un contadino più avanti.

“Buongiorno, mi scusi vorrei chiedere se da qui sono passati due giovani, un ragazzo e una ragazza” chiedo inchinandomi per rispetto, prima.

“Si, il giovane ha pagato una somma per il mio cavallo  migliore. Quel cavallo è il più veloce tra tutti, e credo siano andati molto lontani”

“Grazie” dico inchinandomi e raggiungendo gli altri.

“Novità?” chiede Suga preoccupato, lottando contro il cavallo che iniziava a disobbedire ai suoi ordini.

“Sapete tutti cosa c’è, oltre quella montagna più in là….” dico aggiustandomi sulla sella.

“Varrà la pena percorrere tanta strada a vuoto?” Jungkook non sembrava dell’opinione di continuare il viaggio.

“Potrei andare da solo, per vedere la situazione e-”

“Ci andremo insieme. Stasera fatti trovare pronto, appena il tramonto cala, partiremo” dice Jin andandosene per primo.

“Sicuro Jimin?” chiede Hoseok.

“Sì, ritorniamo a casa” dico andando per primo.
 


POV Chiara
 
Superammo una grande montagna, e ci ritrovammo davanti ad un immenso villaggio, o….è un regno? Non saprei dire, ma è molto grande.
Il passo del cavallo rallenta, così da farmi sistemare e stringere la presa intorno al busto del ragazzo che dopo qualche minuto ferma il cavallo e scende.

“Venga” mi dice porgendomi le mani. Le accetto e scendo quasi cadendo di faccia a terra!

“Stia attenta” dice ridendo il giovane.

“Cercherò di esserlo” dico ridendo anch’io.

Continuavo a guardarmi intorno e la gente sembrava quasi diversa.
La loro fisionomia cambiava rispetto a quella del villaggio, dove ero con i sette ragazzi.
Camminiamo a lungo e finalmente entriamo in un grande giardino, dove troviamo molte guardie a fare la guardia ad una grande casa nella quale entreremo tra poco.
Le guardie ci guardano e subito dopo spostano lo sguardo altrove.
Appena entrammo nell’enorme palazzo, una guardia mi scortò ad una camera.

“Aspetti qui, tra poco verrà l’imperatore a ricevervi” mi dice prima di andarsene inchinandosi per poi sparire.

Mi guardo intorno: la vista è bellissima, alberi e villaggi che spiccano dalla piccola finestra.
Tante persone che lavorano e si scambiano informazioni felici, in una lingua a me incomprensibile.
Appena sento la porta aprirsi mi volto e vedo il ragazzo di prima, che è vestito in modo completamente diverso.
Ha una specie di tunica, che somiglia a quella dell’imperatore che vidi quando Jin mi portò con se e Jimin.

“Lee Hyon-su che scherzo è mai questo?” chiedo divertita avvicinandosi a lui.

“Mi dispiace principessa ma non è nessuno scherzo, io sono l’imperatore del Giappone” appena sentii così, spalancai la bocca esterrefatta da quella notizia.

“E perché mi hai portato qui?” chiedo con le braccia conserte.

“Semplice: il mio popolo ed io, non vogliamo che ci sia un’imperatrice straniera, vogliamo che sia giapponese” dice serio.

“Quindi per ora vi avviso che lei, mia principessa, è mia prigioniera”

“Si inchini di fronte al suo nuovo imperatore” dice severa la guardia affianco a lui, arrivata poco dopo, impugnando una spada contro di me.

“Non è necessario” dice Hyon-su verso la guardia, che abbassa il capo, e ritrae la spada nella fodera.

“Ma che storia è mai questa?” chiedo avvicinandomi a lui, imbestialita.

“Calmati. So di averti mentito, ma dovevo”

“Dovevi? DOVEVI?!? Lasciami sola!” dico voltandomi verso la porta che dava al grande giardino.

Ormai sera, e sola nella mia stanza decido di uscire, e prendere un po’ di aria.
Guardai le stelle, ma qualcosa catturò la mia attenzione: non erano le stelle, ma qualcuno sopra il grande muro, che mi divideva dall’enorme regno.
Mi avvicinai e subito riconobbi qualcuno.

“Jin!” dico sottovoce.

Appena mi vede, sgrana gli occhi e richiama qualcuno con un fischio.
Poco dopo, un’altra sagoma è vicino a lui, e con fare veloce scende dal muro grazie ad un albero lì vicino e si avvicina a me.
È all’oscuro e mi è difficile riconoscere chi sia, ma appena si sposta verso la luce, riconosco chi sia dal taglio di occhi.

“Jimin…” dico sottovoce, più a me stessa che a lui.

Di scatto s’inchina, portando la testa in basso, evitando il mio sguardo.
Il cuore va a mille, tremo per la sorpresa e subito mi avvicino inchinandomi vicino a lui e alzandogli il volto.

“Guardami” gli dico cercando di alzargli il volto ma oppone resistenza.

“Mi avete disubbidito” ruggisce contro, mentre a quelle parole, le mie mani si staccano dal suo viso.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Angolo scrittrice: è da tanto che non aggiornavo, così eccomi con un nuovo capitolo! Spero vi piaccia e che recensiate facendomi leggere cosa ne pensate! Buona Lettura!

Capitolo 9
 
POV Chiara

Quella frase: ’Mi avete disubbidito’, subito mi allontanai da lui e guardando Jin, lo vidi osservarci in modo contrariato.
Andai a sbattere contro la parete della stanza, dove dovevo passare la notte, ma se iniziava così sarebbe stata una lunga nottata.
Jimin si alza e sistemandosi la maschera, mi guardò con sguardo truce. Si avvicinò in modo impercettibile e mi parlò dopo un lungo silenzio.

"Questa è la vostra punizione per avermi disubbidito. Credevamo di poterci fidare di lei... e cosa fa? Scappa con il primo che incontra! Impressionante! Senza sapere poi, che colui con il quale lei è scappata, è l'imperatore del Giappone. Credevo che fosse più intelligente... ma mi sbagliavo" con tono deluso disse l'ultima frase, che mi colpì più a fondo rispetto alle frasi precedenti.

Sentii un leggero senso di bagnato e quando mi portai la mano al viso, notai che stavo piangendo.
Jin si avvicinò a Jimin, appoggiando una mano sul suo polso, richiamando così la sua attenzione.

"Dobbiamo andare" disse veloce Jin, mentre guardava in lontananza una sagoma avvicinarsi.

"Sì" dice Jimin, appena nota lo stesso.

Si allontanano da me, senza degnarmi di uno sguardo e senza dirmi una parola.
Jin prima di sparire insieme a Jimin, mi guarda per un’ultima volta per poi sparire nel buio della notte.
Appena la guardia arrivò si posizionò davanti a me, mostrando fiero la sua spada.

"Cosa ci fate qui fuori?" chiese arrogante verso di me, la guardia.

"Guardavo le stelle" dissi in un fiato asciugandomi le lacrime.

"Ritorni dentro, non è sicuro qui fuori per lei" disse aprendomi la porta e indicandomi di entrare.

Così feci, senza obiettare e mi raggomitolai sotto le coperte, sperando che Morfeo mi venisse a far visita.
 
 
POV Jin
 
Credo che Jimin sia stato troppo duro, ma purtroppo quelle parole erano vere.
Ciò che ha fatto la principessa è sbagliato, ma non sapeva a cosa andava in contro.
Cercai di stare al passo di Jimin, che lo aveva aumentato appena usciti da quella fortezza.

"Jimin" lo richiamai, e con uno sguardo veloce mi guardò.

"Cosa?" disse arrabbiato.

"La principessa non sapeva in cosa andava incontro" dissi in sua difesa.

"Proprio perché non lo sapeva, non doveva fare nulla!" disse fermandosi e ringhiandomi contro.

Era nero dalla rabbia, e calmarlo in quella circostanza, sarebbe stato più difficile che in passato.

"Non ti ho mai visto così... è la prima volta... quella ragazza, ti ha cambiato amico mio" dissi continuando a camminare.

"Mi ha cambiato e credo che sarebbe stato meglio, se non fosse mai successo. Non ho mai intrapreso un rapporto come questo, i miei erano quelli da una notte e via: non ci conosciamo e non ci siamo mai visti, ecco com'era... ma con lei, con Chiara, tutto questo è andato a puttane!" dice buttando un pugno contro un albero di passaggio.

Sento dolore al posto suo, mentre continua a rimanere teso e a imprecare.

"A volte, Jimin, i cambiamenti sono necessari per vivere meglio e per iniziare a vedere in modo diverso, ciò che prima reputavi una cosa, più che scontata. A volte giocare con le persone e con i sentimenti, non porta a nulla di buono" dissi infine.
 
POV Jimin
 
Forse ciò che diceva Jin è vero: ho sempre giocato con i sentimenti altrui, vedevo l'amore come una cosa futile, quando invece diventa poi qualcosa d’importante.

"Io devo andare dal comandante. Mi ha detto che aveva bisogno di me"

"Allora ci vediamo domani, Jin, non preoccuparti" dissi prima che sparisse insieme al suo destriero tra gli alberi.

Salii anch'io sul mio destriero e mi diressi verso casa, e appena arrivai trovai un Suga preoccupato ad aspettarmi.

"Suga! Perché non sei andato dentro casa, ad aspettarmi?" chiesi appena attaccai il cavallo all’albero, e mi avvicinai a lui.

"Che cosa ha detto la principessa?" mi chiese preoccupato mentre ci sedevamo in casa.

"Primo: calmati e secondo: sta benissimo, non dovresti preoccuparti di lei così tanto" dissi con noncuranza. Ci sedemmo e il respiro di Suga era irregolare.

“Cosa è successo alla tua mano?” appena mi domandò ciò, mi accorsi che la mia mano sanguinava, non provavo dolore, ma sentivo quel po’ di bruciore farmi capolinea ed avvisarmi che mi ero fatto male.

“Nulla di che” dissi cercando di nascondere la mano ferita.

“Suga, è tardi, dovresti andare a casa” dissi alzandomi, e fece lo stesso lui, ma dopo qualche secondo d’indecisione, mi guardò.

“Dovresti andare a salvarla. Ha sbagliato, ma credo che abbia capito l’errore che ha commesso. Non essere così duro con lei, infondo è stata catapultata qui senza sapere nulla. Cerca di essere più comprensivo con lei” mi disse prima di andarsene.

Rimasi a riflettere su quelle parole, e scelsi che per ciò che aveva fatto, doveva aspettare ancora un po’ per essere salvata, se ci riflettiamo su, è lei che se n’è andata. La mattina seguente, incontrai i ragazzi.

“Allora” dissi prima di parlare. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso: chi preoccupato, chi sicuro di se o chi ancora indeciso sul da farsi.

“Dobbiamo escogitare un piano per stanotte” all’udire di questa frase, quasi tutti esultarono per la notizia, tranne Jin.

“Non vorrei interrompere la vostra gioia, ma stiamo parlando di irrompere nel palazzo dell’Imperatore del Giappone. Credete che non ci sia nessuno ad aspettarci?” disse Jin affiancandosi a me.

“Non fare il melodrammatico Jin” disse serio Jungkook, a braccia conserte.

“Non sono melodrammatico, sono realista. Ho osservato un po’ le mura, e la notte è ancora più sorvegliato: se la mattina ci sono solo coppie sparse a fare la ronda, la notte ci sono arcieri ad ogni angolo delle mura in alto, due coppie che fanno ronde in continuazione. Volete un mio parere? Quella fortezza è impenetrabile” disse serio e deciso Jin.

“Ci dovrà essere un modo per entrare!” dissi stringendo i pugni e cercando di mantenermi calmo.

“Un modo ci sarebbe” disse ridendo Hoseok.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Angolo Scrittrice: ed eccoci qui con un nuovo capitoloooooo xD spero vi piaccia e possiate dirmi nelle recensioni cosa ne pensate!! Buona Letturaaa!
 

Capitolo 10
 
LA SERA.
 
“HOSEOK GIURO CHE APPENA RIPORTIAMO A CASA LA PRINCIPESSA, TI AMMAZZO CON LE MIE MANI!” sentii urlare questa frase dalla camera della principessa, così appena andai a guardare, trovai al suo interno un Namjoon davvero buffo.

“Ahahahah” scoppiai a ridere, non riuscendo a trattenere le lacrime.

“E tu non ridere o ammazzo anche te!” disse Namjoon indicandomi. Cercai di riprendermi e subito arrivò dietro di me Hoseok.

“Namjoon quante storie! Taehyung e Suga non hanno fatto tutte queste scene” disse serio Hoseok a braccia conserte.

“Si vede che sono abituati a vestirsi in modo buffo” disse Namjoon in sua difesa.

“Essere dei finti chiromanti non sarà facile, vedi di calarti nella parte o il nostro piano fallirà e tutto questo non sarà servito a nulla! Ci ho messo un’intera giornata per trovare i vostri costumi, non sprecateli!” disse arrabbiandosi Hoseok, prima di uscire dalla stanza.
Continuai a ridere sotto i baffi, prima di avvicinarmi a Namjoon che si sedette un istante per calmarsi.

“Non preoccuparti, quando sarà tutto finito non te ne sarai nemmeno accorto” dissi dandogli una pacca sulla spalla.

“Lo spero amico. Non sai cosa vuol dire indossare questi abiti” disse arrabbiato verso di me.
Lo invitai ad alzarsi e a raggiungere gli altri fuori. Appena ci radunammo fuori, iniziammo a parlare della strategia.

“Allora” dice Jongkook attirando l’attenzione di tutti.

“Stavo pensando…”

“Addio, non ci rivedremo mai più” disse spiritoso Namjoon, al quale arrivò una gomitata da parte di Jongkook, che rise vedendo la smorfia di dolore dell’amico.

“Stavo dicendo, pensavo che mentre Hoseok, Suga, Taehyung e Namjoon distraggono le guardie e l’imperatore, facendo finta di essere dei chiromanti, io Jimin
e Jin scavalcheremo le mura e andremo a prendere la principessa, facendo sempre attenzione a guardie e arcieri di ronda. Che ne dite?” disse Jongkook guardando tutti a turno. Tutti dicemmo di si, e subito ci mettemmo in viaggio.

“Allora ragazzi, ci rivedremo se tutto va bene a casa ok?” dissi prima di dividerci verso gli altri.

Con un cenno, mi risposero, e nella notte iniziammo la nostra missione.
Mentre sentimmo che le guardie iniziarono a ridere alle battute e alle facce di Namjoon, iniziammo la nostra scalata per andare a prendere la Principessa.

“Vedi qualcuno?” chiesi a Jongkook che era più avanti rispetto a me.

“No possiamo andare” disse andando avanti.

Appena arrivammo davanti alla camera della principessa, feci segno a Jongkook e a Jin di aspettare e di fare un fischio qualora fosse arrivato qualcuno.
Così feci un respiro e aprii la porta, cercando di fare meno rumore possibile e richiusi la porta alle mie spalle.
 


POV Chiara
 
Dopo la visita di Jimin, la mattina seguente rimasi in camera per tutto il giorno, facendomi portare in camera il pranzo e lo stesso per la cena.
Rimasi a pensare a come ha reagito Jimin: ha davvero esagerato! Continua a trattarmi come se fossi una bambina e questo non mi va bene!
Me ne sono andata per trovare una via di fuga, e forse l’ho trovata: qui mi trattano da vera principessa, mi rispettano e non alzano mai la voce con me.
Invece Jimin sa solo rimproverarmi e alzare la voce, e non mi sembra poi così giusto verso una principessa.

Sbuffai e appena sentii la porta che dava sul giardino aprirsi, guardai curiosa chi fosse. Appena entrò, mi alzai di scatto e con aria dura parlai.

“Cosa ci fai qui?” dissi verso Jimin che mi guardava fisso negli occhi.

“Siamo venuti a prenderti” dice avvicinandosi. Alzo la mano per fermarlo e di colpo si blocca.

“Mi spiace ma io resto” dissi, notando la sua faccia cambiare, e diventare sorpresa all’udire di quelle parole.

“Non faccia storie e andiamo” disse duro prendendomi il polso con forza.

“Ecco! Vedi perché voglio restare?!?” dissi dimenandomi. Lasciò con forza la presa, facendomi barcollare.

“E ora qual è il problema?” chiese arrabbiato mettendosi le mani sui fianchi e guardandomi furioso.

“Qual è il problema?! Ma ti vedi almeno?! Sei scorbutico, arrogante, insensibile, devo continuare?” dissi incrociando le braccia.
Mi guardò come se volesse fulminarmi.

“Questo è il problema? Il mio carattere?” disse alzando un filino, la voce.

“Non solo. Mi tratti come se fossi una bambina, quando non lo sono. Sei maleducato e alcune volte vorrei riempirti di schiaffi!” dissi arrabbiandomi.

“Ti rendi conto che stiamo litigando per delle sciocchezze?” mi dice avvicinandosi a me.

“Non ti avvicinare! E poi se per te sono delle sciocchezze, non è un mio problema! Per me sono cose importanti! Si vede che siamo completamente diversi” dico guardando altrove irritata. Sbuffa pesantemente e si tocca i capelli nervoso.

“Ma cosa devo fare con lei? Non la capisco proprio!” dice buttando un pugno sul muro.

“Vattene” dico secca guardandolo male.

“Come? Ma sa cosa abbiamo fatto per venire a prenderla?” mi dice irritato.

“Nessuno ha chiesto il vostro aiuto” dico voltandomi.

“Con lei non si può proprio ragionare lo sa? E poi mi dice che non dovrei trattarla come una bambina?! Ma se è quello che siete!” mi dice urlandomi contro.
Mi volto di scatto e gli tiro uno schiaffo. Il silenzio di colpo cala, e subito sento i passi di qualcuno.

“Principessa tutto bene?” chiede una guardia bussando alla porta. Di scatto si voltò Jimin a guardarmi, quasi supplicasse di non dire nulla.

“Nessun problema” dissi subito dopo. Appena la guardia si allontanò mi avvicinai a Jimin.

“Vengo, non per te, che sia ben chiaro” mi guardò per qualche secondo, per poi voltarsi e aprire piano la porta.

Controllò se ci fosse qualche guardia a fare la ronda, e appena fu tutto libero uscimmo e scavalcammo con qualche difficoltà il muro, che mi rinchiudeva in quella fortezza. Appena fuori, trovai Jongkook e Jin a perlustrare la zona per non trovarci con guardie in allerta.

"Principessa" dissero in coro Jin e Jongkook inchinandosi.

Con un cenno del capo li salutai anch’io, e subito ci incamminammo nella foresta.
Io cercai di essere il più distante da Jimin, così mentre lui ci guidava, io affiancai Jin.

"Principessa.....è successo qualcosa?" chiese sottovoce Jin avvicinandosi al mio viso.

"Con lui non si può stare mai tranquilli" dissi arrabbiata.

"È successo qualcosa. Sicuramente" disse divertito Jin.

"Perché ridi?" chiesi curiosa.

"Non ho mai visto così Jimin. È la prima volta che lo vedo agitato, preoccupato per qualcuno che non sia sé stesso. Deve sapere che prima Jimin, era una persona completamente diversa" lo interruppi subito.

"Non mi importa se prima era una persona completamente diversa. Mi da fastidio per com'è ora!" dico guardando Jin, che sorridente scuote la testa.

"Dovreste ringraziare per com'è diventato ora, perché se lo avesse visto prima, vi sareste arrabbiata ancora di più" dice serio Jin.
Si avvicinò a noi Jongkook, che ci guardava curiosi.

“Di cosa parlare ragazzi? Vorrei capire perché Jimin è così arrabbiato… eppure vi abbiamo salvato” dice Jongkook guardandoci pensieroso.

“Non preoccuparti Jongkook, ci sarà sicuramente un motivo” dice Jin come scusa. Jongkook annuisce alle parole dell’amico.

Così, in silenzio, continuiamo il percorso verso casa. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Angolo scrittrice: salve genteee, un nuovo capitolo è stato scritto per voi, spero vi piaccia e state pronti per i colpi di scemaaaa! xD Aspetto vostre recensioni e Buona Lettura!


Capitolo 11
 

“Principessa, la lasciamo nelle mani di Jimin” disse Jin, dopo che tutti gli altri se ne andarono, appena arrivammo a casa.

“Va bene” dissi annuendo.

Si inchinò e se ne andò.
Sospirai, e facendomi forza entrai in casa, cercando Jimin.
Era seduto in cucina, con gli occhi chiusi, a pensare a chissà cosa.

“Hai fatto preoccupare tutti” dissi cercando di smuovere quel silenzio.

“Non m’interessa” disse con tono duro, guardandomi. Mi fece uno sguardo fulminio.

“Che hai? Non sei abituato a litigare?” dissi a braccia conserte.

“No. Non sono abituato a litigare con delle bambine” disse guardando davanti a sé.

“Con delle bambine!? Mi stai paragonando ad una bambina? Dico bene?” dissi entrando in cucina e posizionandomi davanti a Jimin.

“Sì, principessa” mi disse guardandomi.

“No, vabbè…” dissi rigirandomi e agitandomi.

“Si può sapere che problemi hai? Cosa ti affligge?” chiesi arrogantemente, con le mani sui fianchi.

“Lei mi affligge. Il non poterla amare come vorrei, il non poterla stringere tra le mie braccia, dirle quanto la amo e che morirei per lei, che farei di tutto purché non sposi qualcuno che non ama! Questo è ciò che mi affligge, principessa” mi disse in un soffio.

Quelle frasi mi colpirono in pieno, facendomi immobilizzare sul posto. Jimin, era evidentemente agitato, stanco.
Si alzò, ed uscì dalla cucina.

“Dove vai?” dissi seguendolo.

“Più resto qui, più impazzirò per colpa sua, principessa” disse fermandosi e guardandomi.

“Non lo capisce che lei è troppo importante, per uno come me?” mi disse, mentre mi accarezzò il volto con le sue mani.

“E allora perché te ne vai?” chiesi mettendo le mie mani sulle sue.

Non rispose, continuando a guardarmi con sguardo dolce e sconfitto.
Ritirò le mani e si allontanò di qualche passo.

“Se ne deve andare. Deve ritornare da dove è venuta, principessa” disse ritornando serio e freddo.

“Perché? A me piace qui, potrei viverci e persino-”

“Non continui nemmeno…pensa davvero di costruire una famiglia qui?” disse arrogantemente, con sguardo arrabbiato.

“Perché no…” dissi speranzosa.

“Principessa, lei non sa nemmeno cosa vuol dire vivere qui. Se ne ritorni da dove è venuta” disse con tono duro.

“E’ una minaccia? Perché se no, posso anche iniziare a prenderti a schiaffi e farti ragionare!” dissi alzando il tono della voce.

“E’ lei che deve ragionare non io, principessa. Rimanga in casa”

“E’ un ordine?” dissi stizzita.

“Sì” mi rispose, mentre si allontanava.

“E tu dove vai?!” dissi seguendolo.

“A trovare una soluzione per farla tornare indietro!” disse girandosi e rispondendo.

“Mai!” dissi raggiungendolo.

Appena fui vicina a lui, cercai di mettermi davanti a lui, per impedire di proseguire.
Ma con un solo braccio, mi fece cadere a terra. Presi una forte botta, ma per fortuna misi le mani davanti al volto.

Lo guardai, mentre se ne andava senza dire una parola e senza degnarmi di uno sguardo.
Mi alzai da terra, cercando di pulirmi e notai che perdevo sangue dal braccio.
Ecco, mi mancava solo questa. Subito mi diressi verso la casa di Hoseok, e stranamente  non trovai nessuno a fare la fila.

“Hoseok?” chiesi entrando in casa.

“Sì?” mi disse spuntando fuori da una camera. Appena mi vide, sgranò gli occhi e corse da me.

“Cos’è successo?” chiese preoccupato.

“Nulla. Potresti aiutarmi…?” dissi indicando il braccio.

“Subito. Venga, principessa” mi disse accompagnandomi nella stanza e facendomi accomodare.

Mentre mi medicava, ripensai a quello che Jimin mi aveva detto: come poteva dirmi di ritornare da dove sono venuta?
Non resistetti, e iniziai a piangere, bagnando così la mano di Hoseok che mi medicava.

“Principessa….?” mi chiese fermandosi.

“Mi ha detto di ritornare da dove sono venuta” dissi asciugandomi il volto.

“Sapevo avrebbe fatto qualcosa di stupido” disse scuotendo la testa, Hoseok.

“Questo succede quando è coinvolto sentimentalmente…” disse Hoseok guardandomi dispiaciuto.

“E’ già accaduto?” chiesi, cercando di sapere di più.

“Sì…” disse abbassando lo sguardo Hoseok.

“Non può fare sempre così però!” dissi alzandomi.

“Principessa, si calmi. Lo so che può essere visto come un comportamento sbagliato, ma cerchi di capirlo. Se fosse lei nella sua situazione?” disse Hoseok, cercando di trattenermi.

“Di certo non darei ordini agli altri! In più, sono libera di fare ciò che voglio!” dissi mentre mi dirigevo fuori dalla casa di Hoseok.
Appena stavo per mettere piede fuori di casa, mi ritrovo Jimin con il fiatone davanti a me.

“Cosa vi avevo ordinato!?!” mi disse gridando.

“Calmati!” dissi urlando a mia volta.

“Vi ho cercato ovunque!” disse arrabbiato.

“Non mi interessa. Hai trovato ciò che cercavi?” dissi in modo indifferente.

La rabbia con lui non faceva nessun effetto, l’unica cosa era provare con l’indifferenza.
Chiuse gli occhi respirando pesantemente, prima di rispondermi.

“Non so cosa mi trattenga dall’ucciderla all’istante. Il vostro comportamento non le si addice proprio” mi disse irritato.

“Addirittura vuoi uccidermi?” chiesi divertita. Ero sull’orlo di scoppiare a piangere, ma cercai con tutte le forze di non farlo.

“Jimin…ma cosa stai dicendo?” intervenne Hoseok, mettendosi davanti a me, come uno scudo.

“Sì. Ho trovato il metodo per spedirla da dove è venuta” disse senza calcolare Hoseok.

“Jimin” ripeté Hoseok, alzando il tono di voce.

“Venga” disse Jimin allungando una mano oltre Hoseok.

“Mai” dissi a denti stretti.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
Pov Hoseok
 
"Ho detto di venire..." disse ancora più arrabbiato Jimin, davanti a me. Era completamente cambiato. Non lo riconoscevo nemmeno più.

"Principessa, si diriga in casa per favore..." le dissi voltandomi leggermente verso di lei.

"Sì" disse per poi entrare in casa. In lontananza vidi arrivare Jin, e appena fu abbastanza vicini ci guardò incuriosito.

"Che succede?" chiese Jin appoggiando una mano sul manico della sua spada, pronto ad intervenire.

"La principessa non vuole ritornare da dove è venuta..." disse Jimin continuando a guardarmi come se volesse uccidermi.

"E perché dovrebbe tornare da dove è venuta?" chiese Jin parandosi davanti a me e guardando Jimin.

"Perché sì!" disse subito lui.

"Non è una risposta, Jimin" disse calmo Jin.

"Al diavolo!" disse voltandosi e andandosene Jimin.

"Resta con la principessa, intesi?" mi disse Jin. Annuii, per poi vedere Jin seguire Jimin.
 

Pov Jin
 
"Jimin" dissi più volte, ma continuava a camminare. Allora mi avvicinai ancora di più e lo presi per il braccio.

"Fermo! Perché fai così? Perché vuoi così disperatamente portarla indietro?” chiesi appena riuscii a fermarlo.

"Perché? Perché la amo troppo, e perderla sarebbe troppo. Non riuscirei a sopportarlo...non ti ricordi cos'è successo a Kim Soo Ra? Io me lo ricordo bene...."
disse abbassando lo sguardo.

"Non puoi continuare a vivere la tua vita, negandoti la felicità! Non è stata colpa tua!"

"E invece sì! Se non l'avessi amata, a quest'ora sarebbe ancora viva! Non voglio ripetere questo errore una seconda volta" mi disse urlandomi contro.

Era stanco, arrabbiato, ferito.

"Per questo vuoi mandare la principessa, da dove è venuta?" chiesi cercando di calmarlo.

"Per questo...per quello....per una serie di motivi" mi disse prima di andarsene. Ritornai da Hoseok e lo presi in disparte.

"Com'è andata?" mi chiese Hoseok.

"Male. Ha uscito ancora il fatto di Soo Ra. Sai quanto era legato a lei, per questo vuole rimandarla indietro…" dissi verso Hoseok.

"Non può fare così! È sempre la stessa storia...quando cambierà pagina?" mi chiese preoccupato Hoseok.

"Non lo so....ma credo che non lo farà mai..." dissi preoccupato.
 

Pov Chiara
 
Chi è questa Soo Ra?

Sì, stavo origliando. Ero curiosa, e lo sono ancora.

Così uscii di nascosto dalla casa di Hoseok e mi diressi a casa mia.
Appena entrai, trovai la porta della mia stanza aperta, e dentro la stessa, Jimin, che fissava qualcosa.

"È per colpa di quella Soo Ra...vero?" dissi subito, facendo voltare di scatto Jimin, che mi guardò sorpreso.

"Non sono affari che le riguardano" mi disse abbassando lo sguardo.

"E invece lo sono, visto che per colpa di quello non vai avanti!" dissi arrabbiata.

"Non lo sai....non sai cosa vuol dire perdere l'unica persona che con un solo sguardo ti capisce, che ti ama alla follia persino in punto di morte, mentre è tra le
tue braccia sanguinante e agonizzante....non lo sai..." mi disse mentre una lacrima silenziosa, rigava il suo volto.

"Perché non me l'hai mai detto? Di cosa avevi paura?" chiesi avvicinandomi a lui.

"Ho ancora paura....di perderla. Non sopporterei un'altra perdita..." mi disse accarezzandomi dolcemente la mano.

"Nessuno ha detto che mi devi perdere..." gli dissi accarezzandogli una guancia. Mi osservò con sguardo preoccupato e subito si allontanò.

“Non l’ha detto nessuno, ma succederà ne sono sicuro…”

“Smettila di vivere in questo modo. Non è salutare vivere senza un briciolo di amore e felicità! Perché non mi lasci restare?” chiesi avvicinandomi a lui e prendendogli la mano, supplicante.

“Perché voglio proteggerla, e questo è il modo migliore, ve lo assicuro” mi disse guardando oltre la finestra. Lasciai la sua mano e mi allontanai.

“Detesto quando mi dai del lei, e più di tutto quando non mi guardi mentre mi parli” dissi sottovoce, ma sembrava che l’avessi detto ad alta voce, visto che Jimin si voltò e venne spedito verso di me, prendendo il mio volto fra le sue mani e baciandomi dolcemente.

Dopo quel bacio lento e delicato, mi guardò felice, appoggiando la sua fronte alla mia e dopo aver lasciato un bacio sulla mia fronte mi parlò.

"Vado a farti una cosa. Aspettami seduta, va bene?" mi chiese sorridendomi.

Annuii e mi sedetti, mentre Jimin si diresse in cucina.
Guardai oltre la finestra e la notte ormai regnava incondizionatamente.

"Ecco" mi disse appena entrò. Mi voltai e mi diede una tazza fumante, che appena odorai storsi il naso.

"Non fare quella faccia, l'odore non è buono ma il sapore si però" mi disse divertito.

Lo guardai prima di prendere la tazza, ma alla fine accettai.
La presi e appena ne bevvi un sorso, sul mio volto comparve un sorriso.

"Hai ragione! È buonissimo" dissi subito.

Appena finii tutta la tazza, un sonno improvviso mi fece appoggiare a Jimin, che mi accolse con delicatezza, stringendomi tra le sue braccia, mentre sentivo il suo profumo entrare nelle mie narici e farmi sorridere come una stupida.

Caddi in un sonno profondo, e al mio risveglio vicino a me non c'era nessuno, perché ero di nuovo a casa mia.

Un vuoto improvviso, si fece avanti mentre osservavo con cura la mia stanza, cercando di capire se fosse solo un sogno troppo reale, o se davvero Jimin mi aveva riportato indietro.

La stanza era sempre la stessa: in disordine, il mio pc sulla scrivania e la stessa maglia lasciata proprio sulla sedia come quel giorno che finii da Jimin.
Allora capii che era tutto vero. Un pianto straziante quella mattina mi fece compagnia, tra singhiozzi e colpi al petto.

Sarei tornata alla normalità nella cittadina di San Francisco.



ANGOLO SCRITTRICE: Salveee, un finale inaspettato, eh? Ma se vi dicessi che non è il finale? Muahahaha *risata diabolica* XD Sono curiosa di leggere le vostre recensioni!

Vi lascio con Jimin *___*

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
Pov Jimin
 
"L'ho lasciata andare..." dissi verso Jin, che stava strigliando il suo destriero.

"Come?!" mi disse fermandosi e guardandomi perplesso.

"Sì, l'ho fatto" dissi sedendomi.

"Sei...sei proprio uno cretino" mi disse scuotendo la testa.

"L'ho fatto per lei!" dissi in mia difesa.

"Non l'hai fatto per lei! Non dire che l'hai fatto per lei, perché non è vero! L'hai fatto per te! Perché non vuoi soffrire, non vuoi piangere un'altra perdita! Smettila di mentire agli altri e più di tutti a te stesso!" mi disse evidentemente arrabbiato.

"Forse è vero…l'ho fatto per me, ma se fosse rimasta non sarebbe riuscita a sostenere tutto questo!" dissi alzandomi.

"E invece, sono sicuro che sarebbe riuscita a superare tutto questo! Perché è una ragazza dalle mille risorse, che quando vuole riesce a far diventare piccolo anche un grande imperatore!" disse Jin guardandomi contrariato.

"Lo sai cosa ti diranno gli antenati, vero?" mi chiese continuando a strigliare il cavallo.

"Che andassero al diavolo!" dissi prima di andarmene.

Passarono i giorni e la mancanza della principessa si sentiva parecchio, mentre mi domandavo se sarebbe riuscita a ritornare alla sua vita quotidiana.
La casa era vuota e le giornate senza di lei erano diventate ormai tutte uguali, monotone e senza colore.
Il paesaggio aveva perso la sua bellezza, la vita era noiosa e ripetitiva.

Così decisi di usare lo stesso metodo: bevvi la tisana nel posto in cui portai la principessa mentre dormiva, e aspettai che Morfeo mi prendesse tra le sue braccia.
 


Pov Chiara
 
"Chiara!" mi urlò la mia compagna di banco

"Dimmi" dissi ritornando alla realtà.

"Tutto bene? Sembri su un altro pianeta..." mi disse preoccupata.

"Più che su un altro pianeta, in un'altra era..." dissi accucciandomi sul banco.

Un'altra giornata passata, senza più emozioni, senza pensieri, senza guai…. Pigrizia assoluta e sconforto.
Preferivo mille volte la vita nell'era Joseon: lì c'era azione, intrighi strani, vita diversa, abitudini nuove...tutto un altro mondo.

La giornata passò più lentamente del solito, mentre guardavo quelli della mia classe ridere e scherzare: sapranno mai cosa succedeva in un’epoca che non è questa? Come viveva la gente senza telefonini, senza tv ma solo a contatto con la natura e le persone?
La tecnologia ha diviso le persone in due grandi gruppi: quelle super tecnologiche e quelle all’antica.

“Ei…ma chi è quel figaccio pazzesco?!?” disse una mia compagna, mentre uscivamo da scuola.

Un ragazzo alto, dai tratti asiatici, capelli corti, bruno, pantalone nero, scarpe sportive e maglia scura a maniche corte.

“Che mi venga un colpo…” dissi guardando Jimin, che si voltava e si guardava intorno, sperduto.

Appena però incrociò io mio sguardo, si fermò e mi sorrise.
Iniziai ad aumentare il passo, e finii per raggiungerlo correndo.
Lanciai la cartella a terra e mi buttai addosso Jimin, che mi strinse forte a sé.
Rimanemmo per qualche secondo così: i miei piedi non toccavano terra, mentre stringevo forte a sé, mentre sentivo il suo dolce profumo.

“Ti sono mancato, eh?” mi chiese facendomi toccare terra.

Lo guardai: aveva gli occhi lucidi, come me, e un sorriso da deficiente stampato in volto.

“Sì…guerriero” dissi sorridendogli.

“Principessa” disse come un saluto, prima di avvicinarsi e azzerare le distanze.

Le sue labbra morbide e carnose, avevano il bisogno di incontrarsi con le mie.
Sentivo il desiderio, la passione e l’ardore di toccarmi, di baciarmi e di accarezzarmi.
Mentre stringevo i suoi capelli fra le mie dita, lui continuava a baciarmi e a stringermi a sé, proprio come si fa con un oggetto prezioso.
Appena quel momento finì e le nostre fronti si toccarono, respirammo in simbiosi.

“Hai visto a Chiara!” dissero le mie compagne mentre passarono di fianco a noi. Ridemmo come due scemi, mentre mi accarezzava con cura il volto.

“Quanto mi sei mancato…” gli dissi mordendogli il labbro.

“Mi ero scordato che non ero nell’era Joseon” mi disse con un accenno di divertimento. Lo presi per mano e iniziammo a camminare.

“Ora comando io” dissi sicura di me.

“Ah si? E perché?” mi chiese divertito mentre stringeva saldamente la mia mano.

“Sei nel mio mondo, sei un estraneo adesso. Come ci si sente?” chiesi guardandolo mentre mi guardava divertito.

“E’ strano…sono spaesato” mi disse guardandosi attorno, per poi ritornare con lo sguardo su di me.

“Ma a me basti tu” mi disse fermandosi e baciandomi con più lentezza, assaporando ogni attimo e sapore.

Ripresi fiato allontanandomi da lui, non ero abituata ai suoi baci e ad averlo così vicino.

“Che c’è?” mi chiese accarezzandomi, con tono sereno e dolce.

“E’ che non sono abituata. Ti ho sempre avuto a metri di distanza e adesso ti ho a qualche centimetro di distanza” dissi mentre riprendevo fiato.

“Un passo avanti” mi disse baciandomi la guancia.

“Guai a chi ti tocca” mi sussurrò all’orecchio prima di tempestarmi di baci sul collo.



ANGOLO SCRITTRICE: Eeeee macarena! XD scusate ma è  lo sclero prima degli esami ahahha Che ne pensate??? Credete che sia finita qui??? E invece no u.u dovrete soffrire ancora un pò hihihi *risata diabolica*. Recensite perchè ho bisogno dei vostri commenti, sapete che sono molto importanti per me u.u

Jimin *__*

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
“Be allora, visto che siamo nel mio mondo, ora comando io” dissi ricominciando a camminare, mano nella mano con Jimin e riprendendo da terra la cartella.

“Comandi tu? Non farmi ridere” disse stuzzicandomi Jimin.

“Oh sì, guerriero” dissi marcando l’ultima parola. Mi guardò con sguardo dolce, e mi baciò lentamente, per poi continuare a camminare.

“Sai, preferisco di gran lunga questo mondo” disse sincero e felice Jimin.
 


POV Taehyung
 
“Ma che fine ha fatto Jimin!? Se lo prendo lo riempio di lividi!” dissi inveendo mentre cercavo in casa se lui c’era.

“Maledizione!!” dissi uscendo di casa. Vidi arrivare Jin, e scendere velocemente da cavallo.

“Dobbiamo andare a prendere Jimin” disse con tono severo Jin.

“Ei, calmati. Cosa è successo?” chiesi preoccupato. Jin, sospirò cercando di calmarsi.

“L’imperatore giapponese ha indetto una specie di rivolta, non chiedermi perché di politica non ne so nulla. In pratica è una specie di taglia su Chiara. Ogni tipo
di scagnozzo, è praticamente sparito dalle nostre prigioni. Senza ombra di dubbio è opera dell’Imperatore. Dobbiamo affrettarci per-”

“Fermo, fermo!” dissi interrompendolo.

“Chiara ormai è ritornata nel suo mondo. Il problema è che ora è sparito Jimin!” dissi agitandomi.

“COSA?!?!” mi ringhiò contro Jin, sbarrando gli occhi incredulo.

“Ragazzi!” ci sentimmo dire. Ci voltammo vedendo RapMonster, Hoseok, Suga e Jungkook venire verso di noi.

“Abbiamo un problema” disse Suga. Lo guardammo in attesa di una risposta.

“Jimin è andato da Chiara” disse Suga.

“L’ho visto ieri che faceva il rituale” disse RapMonster.

“E ora?” dissi preoccupato guardando Jin.

“Mi sembra ovvio: andiamo anche noi” disse a braccia conserte, Jin con un sorriso non proprio rassicurante.

“Io dico che non sia una buona idea” disse Suga, cercando di tirarsi indietro.

“Ormai siamo qui, abbiamo bevuto tutti l’infuso, ora dobbiamo aspettare” disse Jin, sedendosi a terra.
 
 

San Francisco: shopping

POV Chiara

 
“Cioè, voi donne per stare bene fate compere?” mi chiese sorpreso Jimin guardando ogni vetrina del centro commerciale.

“Sì” dissi ridendo e stringendomi al braccio di Jimin, che incredulo mi guardava. Delle risate catturarono la nostra attenzione.

“Ma da dove vengono quelli?” continuavano a ripetere ridendo. Quando poi vedemmo a chi si riferivano, corremmo incontro a loro.

“Ragazzi!” dissi felice verso Jin, Jungkook, RapMonster, Hoseok, Suga e Taehyung. Jin si avvicinò a Jimin e velocemente gli diede un pugno nello stomaco, facendolo piegare su sé stesso.

“Jin!” dissi portando le mani sulla spalla di Jimin.

“Hai idea di cosa hai combinato?!?” disse Jin contro Jimin.

“Andiamo a casa mia” dissi guardando male Jin.

“Bella questa casa” disse Taehyung guardandosi intorno.

“Non toccate nulla o vi picchio” dissi con il dito alzato. Annuirono impauriti e mi seguirono nella stanza. Nemmeno entrammo nella stanza che Jin parlò.

“C’è una taglia su Chiara” disse verso Jimin, che guardò con gli occhi spalancati Jin.

“Dimmi che stai scherzando” disse Jimin con i pugni chiusi. Jin, scosse la testa.

“Gli scagnozzi delle prigioni sono spariti. Tutti. Opera dell’imperatore giapponese: se vuole qualcosa, può averla in tutti i modi” disse a braccia conserte Jin.

“Non si può fare niente?” chiesi avvicinandomi a Jin.

“Ritornare” disse subito.

“No” disse Jimin.

“Jimin” disse Jin, con voce dura.

“Sarebbe pericoloso per tutti quanti, non solo per Chiara” disse Jimin guardando gli altri.

“Jimin, sappiamo quanto tieni a lei, ma il villaggio è distrutto. Le persone si nascondono per paura di essere picchiate e peggio ancora, uccise. Dobbiamo fare qualcosa” disse Hoseok intervenendo.

“Ha ragione” dissi guardando Jimin. Si avvicinò a me, portando le mani intorno al mio volto.

“Ti ho appena raggiunto, non posso lasciarti ancora” mi disse poggiando la fronte sulla mia, chiudendo gli occhi e serrando la mascella.

“Lo so, ma il dovere viene prima” dissi prendendo le sue mani e staccandole dal mio volto. Mi guardò triste, ci eravamo appena incontrati e già dovevamo lasciarci.

“Al diavolo l’Imperatore! Lo ucciderò una volta per tutte!” disse Jimin voltandosi.

“La profezia non diceva questo!” disse Jin, mettendosi davanti a Jimin.

“Non me ne frega niente della profezia! Lei è MIA, e l’imperatore morirà per mano mia! Chiaro?!” disse Jimin alzando la voce.

In quell’attimo era come se il Jimin che conoscevo era sparito. Terrorizzata, guardai Jin, che annuì debolmente.
Fece passare Jimin che uscì di casa.

“Jin” dissi in un sussurro. Si avvicinò a me, posando le mani sulle mie spalle.

“Non preoccuparti, si calmerà…almeno lo spero” disse voltandosi con il capo in direzione dell’uscita.

“Principessa” mi disse Suga.

“Chiamami Chiara, non siamo a Joseon” dissi sorridendogli debolmente.

“Bene. Chiara, lei non deve muoversi da qui. Ha una taglia sulla sua testa e per qualsiasi motivo non deve ritornare con noi, sono stato chiaro?” mi chiese guardandomi fisso.

Annuii, ma non potevo lasciare che Jimin andasse via in quello stato.


ANGOLO SCRITTRICE: SCUSATEMI! Lo so che forse è più di due mesi che non aggiorno, ma avevo altre priorità! Ora che una storia l'ho finita posso dedicarmi anche alle altre. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Aspetto calorosamente vostre recensioni!


Jimin

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BTS
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