Lo sai no? Che ti adoro?

di Naxi_4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
 
Un anno esatto dall'ultima tappa del ViolettaLive Tour, lo stesso posto dove i ragazzi si erano salutati l'ultima volta, consapevoli che il loro lungo viaggio insieme era terminato e ognuno avrebbe intrapreso la propria strada, gli stessi abbracci carichi di felicitá e malinconia, anche se questa volta era la gioia a prevalere: davanti agli ex studios Disney PolKa, i ragazzi che componevano l' ormai ex cast di 'Violetta' si stavano rivedendo dopo tanto tempo.
-Guardate,arriva Lodo!- urló Cande,vche nonostante non avesse passato un giorno senza messaggiarla, era davvero molto tempo che non la vedeva di persona! 
Alba sciolse all'istante l'abbraccio con Jorge e corse dalla sua migliore amica italiana -Lodo! Oddio, quanto mi sei mancata- gridó assalendola insieme a Cande con un abbraccio che per poco non l'aveva fatta cadere a terra. 
Lodovica, colta di sorpresa da questa accoglienza, ricambió la stretta affondando il viso nei capelli delle amiche -Ragazze, é stato un incubo non vedervi per cosí tanto tempo!- 
Intanto, dietro di loro Jorge, Martina e Mercedes stavano salutando Diego, arrivato pochi minuti prima dalla Spagna insieme a Clara; la loro relazione era rimasta duratura durante tutti i mesi della tournée ma, una volta finita, avevano deciso di andare a vivere insieme a Madrid. 
-Clara! Finalmente nella tua terra!- esclamó Tini, ormai diventata cantante solista nonché una quasi adulta responsabile e matura in preda con il proprio tour mondiale, correndo ad abbracciarla. La bionda ricambió, accarezzandole i capelli -Mi sei mancata tanto!- 
Mercedes si avvicinó a loro -Non ci credo, hai preso l'accento spagnolo! Dimmi che l'argentina che c'é in te vive ancora!- disse, fingendo di richiamare qualcosa all'interno della sua testa. Clara scoppió a ridere, abbracciando anche lei -Verró piú spesso a trovarvi per mantenerla in vita, promesso!- 
Pochi minuti dopo, la piazzetta davanti agli studios conteneva tutti i ragazzi, meno uno che tardava ad arrivare. 
Tini contó velocemente tutti con gli occhi, poi si accorse di chi mancava all'appello -Facu!- gridó, attirando l'attenzione di tutti gli altri, ancora in preda alle riconciliazioni.
Alba alzó subito gli occhi verso di lei, rendendosi conto di non averlo ancora visto. Spostó lo sguardo da una parte all'altra, senza notarlo. 
Cande raggiunse Martina -Facundo mi ha avvisato che arriverá piú tardi: é in vacanza in Europa con la sua famiglia e non ha trovato voli prima di quello che prenderá. Ci raggiungerá per pranzo, peró!- 
Alba si stava avvicinando a loro, ma venne fermata da un ragazzo alto, moro, con un filo di barba sul mento. -Pedro! Scusami se non sono rimasta con te, ma era da tanto che non li rivedevo e... Non posso certo dire che non mi siano mancati!- spiegó al fidanzato mentre gli stringeva una mano. Lui le fece cenno di tacere -Stai tranquilla, é normale. Ma ora penso che dovremmo ufficializzare a tutti la nostra relazione, non credi?- domandó sorridendole.
Alba abbassó lo sguardo -Alcune lo sanno giá- rise -Credo sia meglio aspettare il pranzo, o almeno l'arrivo di Facundo. Vorrei dirlo a tutti direttamente, per te va bene?- domandó guardandolo negli occhi. Il ragazzo le strinse la vita dolcemente -Tutto ció che vuoi- 
 
Circa un'ora piú tardi, tutti i ragazzi e le rispettive coppie erano seduti ad un grande tavolo in un ristorante che erano soliti frequentare durante la loro permanenza a Buenos Aires, aspettando il pranzo.
Avevano deciso di passare un paio di giorni assieme per rievocare i vecchi ricordi, visto che avevano trovato un periodo dove nessuno aveva impegni.
Lodovica e Tomás avevano preso il primo volo dall'Italia, dove abitavano insieme a Milano, per trasferirsi pochi giorni a casa di Candelaria. Alba e Pedro avevano approfittato dell'occasione per avvisare i genitori di lui, che vivevano lí, del fatto che sarebbero rimasti a Buenos Aires due mesi, dato che a Pedro mancava la sua terra e ad Alba non sarebbe dispiaciuto affatto tornare dove aveva vissuto i quattro anni migliori della sua vita. Ruggero aveva trovato dei giorni liberi nelle riprese di 'Soy Luna', la nuova serie Disney, per raggiungere tutti gli altri. Martina invece era riuscita a trovare dei giorni liberi durante il suo tour e ne aveva approfittato per portare Peter con sé. Jorge il giorno prima aveva avuto il firmacopie del suo primo album, ma appena finito l'incontro con i fans si era preparato e con Stephie era volato a Buenos Aires. Nicolás e Samuel, rimasti buoni amici, erano rientrati dalla loro vacanza alle Hawaii una settimana prima e non avevano esitato ad accettare l'idea del rincontro. Mercedes e Diego Ramalla, un ragazzo che aveva conosciuto durante il ViolettaLive, un ballerino, avevano preso la macchina da La Plata ed erano arrivati alla cittá dove avevano vissuto tanto tempo.  
I camerieri iniziarono a sfilare tra un tavolo e l'altro per arrivare a loro, puntuali con le braccia coperte da piatti ricolmi di tipici piatti argentini e carni di ogni tipo, che posarono sul tavolo sorridendo.
Ruggero e Jorge iniziarono a scherzare mentre ricordavano e riguardavano i vecchi vine. Davanti a loro Lodovica stava conoscendo Pedro, di cui aveva tanto sentito parlare dalla migliore amica, ma mai aveva visto di persona. 
Non fecero in tempo a prendere in mano una forchetta, perché sentirono una voce dietro di loro chiamarli. Si voltarono di scatto e alcuni corsero verso Facundo, abbronzato e leggermente spettinato. Alba fu la prima a correre da lui, avvolgendolo in un forte abbraccio. Era da un anno che non lo vedeva, anche se per fortuna avevano continuato a sentirsi ogni giorno, rimanendo buoni amici. Certo, ci aveva messo un pó a scordare la cotta per lui, o forse era amore, durato quasi due anni, ma alla fine era riuscita a superarlo grazie allo spagnolo che era riuscito ad incantarla.
-Alba- sussurró Facundo ricambiando l'abbraccio -Mi sei mancata- sussurró mentre le accarezzava i capelli, assaporandone l'odore di camomilla. Quando si separarono si guardarono negli occhi per alcuni secondi, intensamente, quasi volessero scoprire qualcosa dell'altro durante quell'anno di lontananza. Facundo aveva una voglia tremenda di abbracciarla ancora, baciarle le labbra dipinte di rosso, stringerla forte e non lasciarla mai piú, ma sapeva che quell'amore tanto forte che ancora provava per lei, era ormai impossibile. 
Le braccia di Lodovica e Candelaria attorno al collo di Facundo interruppero il momento; le due ragazze si erano accorte che tra i due stava succedendo qualcosa e che Pedro non approvava quello scambio di sguardi, perció avevano deciso di spezzare la tensione del momento. 
-Facundo! Torni a Buenos Aires dopo la vacanza e nemmeno mi saluti?- domandó Candelaria fingendosi offesa, per poi stringergli la testa e soffocarlo in un altro abbraccio. -Cande, sposta i capelli dal mio naso, mi fanno solletico!- urló lui mentre cercava di spostare la testa. Appena Cande si allontanó fu il turno di tutti gli altri, che gli domandarono come fosse andata la vacanza e, con il loro solito tatto, se avesse fatto conquiste. Dopo circa dieci minuti di chiacchiere, Samuel si rese conto che avevano lasciato il tavolo deserto, senza nemmeno aver toccato cibo -Ragazzi, e se andassimo a mangiare?- chiese correndo al suo posto per controllare che la carne non fosse diventata troppo fredda. 
Candelaria indicò a Facundo il suo posto, vicino a Pedro. Si sedette e iniziò subito a mettere cibo nel piatto, sotto lo sguardo attento e leggermente schifato di Pedro, che si voltò verso Alba sussurrandole all'orecchio -Davvero hai un amico così? Nemmeno si sa servire con classe in un cinque stelle- concluse con una risatina. Alba non rispose e finse di chiedere il sale a Candelaria, il che fece innervosire Pedro; da quando era arrivato quel Facundo, sembrava che Alba lo preferisse a lui. Insomma, lui era il suo ragazzo, non poteva essere rimpiazzato così da una persona che non vedeva da un anno, non lo poteva permettere, avrebbe tenuto Facundo lontano da lei in ogni cosa. 
 
19.50, Lodovica, Candelaria ed Alba si trovavano a casa della seconda, preparandosi per la festa. Tomàs, Ruggero e Pedro erano stati banditi dall'appartamento, perciò avevano deciso di andare a casa del fidanzato di Alba, che era libera.
-Rosso o fuxia?- domandò Lodovica mostrando alle amiche due rossetti. -Rosso- risposero le due in coro, prima di guardarsi e scoppiare a ridere. -Nei miei video dovremmo fare un 'tutorial by Lodo', amo come ti trucchi amica- disse Cande mentre spazzolava i lunghi capelli color rame. Alba annuì -Candelaria ha ragione. Se non fossi cantante, potresti fare la nostra truccatrice personale. Truccheresti meglio di Barbara, ve la ricordate?- chiese trattenendo una risatina. Candelaria alzò gli occhi al cielo -La odiavi proprio eh!- 
Lodovica si intromise, alzando le mani -Io sono d'accordo con Alba, una ragazza con tutta quella ricrescita non mi sta simpatica a prescindere- disse per poi fare una linguaccia a Candelaria, che per tutta risposta sussurrò un -A ognuno le sue idee-.
 
Erano ormai quasi le 21 quando il salone della festa era pieno. Oltre ai ragazzi si erano uniti anche i più adulti dell'ex cast, accompagnati da Xabiani, Valeria, Macarena e Damien. Insieme a loro c'erano Pancho, Sergio, Veronica, tutti i ballerini e alcune persone della produzione che li avevano accompagnati nei due tour mondiali. Il fratello di Martina, Francisco, aveva voluto fare il dj della serata e in quel momento la musica era così scatenata che invogliava chiunque a ballare. Alcune persone stavano accanto alla tavolata del buffet, altre erano già in pista, altri ancora stavano sui divanetti ai lati della stanza a raccontarsi di quell'anno divisi. 
Pedro ballava con Alba al centro della pista, osservando Facundo che si trovava qualche metro più avanti appoggiato al bancone delle bibite, esattamente davanti a lui. Dopo l'ennesima occhiataccia da parte del ragazzo, Facundo rise, voltandosi verso Samuel che stava bevendo un cocktail -Hai visto? Continua a guardarmi male, pensa di mettermi paura- disse scuotendo la testa e bevendo un sorso dal suo bicchiere. Samuka lo guardò con aria stranita -Perchè mai dovrebbe guardarti male?- chiese alzando un sopracciglio. Facundo alzò le spalle -Vallo a capire, a momenti nemmeno ci siamo parlati oggi-. -Forse è per l'abbraccio con Alba e gli sguardi che sono venuti dopo- disse Samuel. Facundo spalancò gli occhi -Non ci vedevamo da un anno intero, che dovevamo fare? Non salutarci perchè il signorino è geloso?- 
Samuel alzò le spalle -Sarà il classico figlio di papà, viziato e geloso delle sue cose-. -Alba non è una cosa, tantomeno sua. Come ci è finita con un tipo così? Guardalo, sembra che abbia un palo infilato nel culo, non sa ballare- lo derise Facundo. Samuka smise di guardarlo e si voltò verso Facundo, scrutandolo attentamente finchè l'amico si voltò verso di lui -Che hai da guardare?- domandò. -La ami ancora, vero?- 
Facundo scosse la testa -Ne sono pazzo amico, la amo alla follia- rispose prima di voltarsi dall'altra parte per prendere un altro bicchiere.
 
La festa era nel suo culmine e Alba si era allontanata dalle ragazze dopo aver bevuto forse un pó troppo. Si era lasciata trascinare dall'euforia del party e, giá che non aveva nessun tipo di impegno con film o teatri, ne aveva approfittato per divertirsi un pó. 
Era entrata nella terrazza, ormai era circa l'una di notte, il cielo stellato era limpido, nessuna nuvola lo copriva. Non faceva troppo caldo, era primavera e in quel momento il vestito corto che indossava era piú che adatto. 
Vide Facundo e barcollando si avvicinó a lui, appoggiando le mani sulle sue spalle. Lui si voltó con un sorriso, dopo aver appoggiato il bicchiere di spumante sul cornicione del terrazzo. 
Non ebbe tempo di dire nulla, perché Alba gli si avventó addosso per baciarlo. Le sue mani scorrevano veloci dai capelli alle spalle del ragazzo, mentre lo spingeva sempre piú vicino a sé.
Facundo all'inizio non capiva; insomma, poco prima aveva confermato di stare con un altro ragazzo, perché ora stava facendo questo?
Poi, nonostante non fosse del tutto sobrio, reazionó. 
-Alba, quanto hai bevuto stasera?- le domandó separandosi dalle sua labbra. La ragazza alzó le spalle, mettendosi a ridere, poi tornó ad appiccicarsi a lui senza dare risposta. Facundo era tentato di riportarla a casa, in modo che potesse rimettersi ed evitare di compiere qualche stupidaggine, ma anche lui aveva bevuto qualcosa quella sera, e nonostante riuscisse ancora a ragionare e capire quello che stava accadendo, gli istinti prendevano il sopravvento.
Lasció perdere tutto e bació Alba nello stesso modo in cui lei l'aveva fatto poco prima. Appoggió le mani sulla sua vita, attraendola a sé. 
Era la reazione dell'alcol, i sentimenti repressi che si teneva dentro? Non lo sapeva, ma in questo momento non voleva pensare, voleva fare ció che sentiva. Ai pensieri avrebbe badato il giorno dopo. 
Alba si avvicinó al suo orecchio -Facundo- sussurró -Andiamo a casa- 
Facundo annuí, poi mise le mani sotto le gambe della ragazza, in modo che circondassero la sua vita e la portó fino alla macchina. La sua macchina rossa, quella che avevano condiviso tante volte nei tragitti dagli studios agli appartamenti. 
La appoggió sul sedile accanto al suo, quello dove si era seduta tante volte, tanto da averlo soprannominato il suo posto riservato. Facundo appoggió un braccio sulla portiera aperta e ancora una volta Alba lo avvicinó a sé per baciarlo quasi violentemente. Quando lui si separó per tornare a respirare normalmente, gli venne in mente una cosa. Si avvicinó al volto di Alba, che prese il suo tra le mani -Alba, il tuo fidanzato ti aspetta a casa?- la ragazza scosse la testa -Pensa che io stia a dormire da Candelaria- rispose con un risatina. 
Facundo annuí, poi corse a sedersi sul suo sedile. Mise in marcia l'auto e dopo una decina di minuti si trovavano nel suo appartamento. 
Ci era entrato per la prima volta quella mattina dopo tanto tempo, dato che nei precedenti mesi aveva deciso di passare del tempo con la sua famiglia; era molto tempo che non la vedeva a causa degli impegni lavorativi, perció si erano ritrovati un giorno per partire per un viaggio in Europa. Si erano divertiti molto, ma Facundo doveva ammettere che la sua casetta a Buenos Aires gli mancava. 
Condusse Alba fino alla porta del suo appartamento, infilò le chiavi nella serratura e aprí la porta, facendola entrare per prima. Non fece in tempo a chiuderla di nuovo a chiave che la ragazza gli era addosso, questa volta peró senza baciarlo, semplicemente teneva il viso a pochissimi millimetri dal suo. Poteva sentire la sua respirazione, l'alito che odorava leggermente di alcol. Appoggió la fronte sulla sua, poi le strinse la vita in modo che risultasse piú vicina al suo corpo. Alba infiló le mani tra i suoi ricci, spettinandoli mentre con le labbra percorreva tutto il suo viso, depositandogli dei baci qua e lá. 
Entrambi si desideravano, l'alcol ampliava questa sensazione a mille.
Pochi secondi dopo si trovavano al piano di sopra, nella camera di Facundo. 
-Alba- sussurró Facundo mentre respirava affannosamente -Sei sicura?- domandó. Scosse subito la testa, era una domanda inutile, Alba non era in sé in quel momento. 
Non era sicuro di volerlo fare, di dover compiere un'azione come quella sapendo che sarebbe stata vissuta con amore soltanto dalla sua parte. Sapeva che Alba era fidanzata, che non avrebbero mai avuto un opportunitá. E se il giorno dopo il suo ragazzo sarebbe venuto a conoscenza di questo fatto? Avrebbe ammazzato lui, o magari se la sarebbe presa inutilmente con Alba. Scrolló le spalle per togliersi dalla testa questi pensieri; avrebbe finto di essere stato ubriaco quanto lei, in modo tale che nessuno avrebbe avuto colpe. 
Spinse leggermente Alba contro la porta chiusa, i suoi occhi brillavano con tanta intensità che Facundo dovette premere il naso contro i suoi capelli, annusandone l'essenza. Non aveva bisogno di parole. No, non l'avrebbe più lasciata andare via, non poteva. Alba lo abbracciò forte, sembrava volesse aggrapparsi a lui. -Voglio stare così, con te. Sempre.- disse Facundo avvolto da quell'abbraccio asfissiante nel quale si stava sciogliendo.
Facundo iniziò a camminare indietro, trascinando Alba con sè, senza nemmeno sapere dove si stessero dirigendo. L'unica cosa importante era attacata a lui. Abbassò lo sguardo per guardarla, era così bella. Alba alzò la testa, vide gli occhi di Facundo brillare ma non ebbe il tempo di dire nulla perchè rabbrividì sentendo le sue labbra sulle sue rubarle tutta l'aria. Gli rispose come poteva, mentre lui continuava a indietreggiare e lei ad avanzare, attraversando tutta la camera, mentre le loro mani si liberavano dei vestiti. Inarrestabili. Imprevedibili. 
-Ti amerò come nessuno è mai arrivato ad amarti prima, nemmeno io fino ad ora. Questa notte.- sussurrò Facundo, quasi per sè stesso.
-La tua maglia mi da fastidio, Facundo, dovrò togliertela- 
-Tutti i tuoi vestiti mi danno fastidio- 
-Quando è caduto il vaso di fiori?- domandò Alba mentre sfilava la maglia di Facundo, per poi tornare a buttargli le braccia al collo. -Ora i fiori sono a terra, attenta al quadro, Alba- 
-Per caso ti importa?- domandò lei baciandolo ancora. Facundo spostò le mani dal viso di Alba alla sua vita, attraendola a sè. -Facundo, mi fai solletico- disse Alba lasciandosi scappare una risatina. Facundo sorrise. -Facundo, mi fai solletico ho detto!- 
-Lo sai no? Che ti adoro?- chiese lui guardandola dimenarsi tra le sue braccia per poi tornare alle sue labbra, poi alla guancia e infine al collo, mentre lui le accarezzava la pelle, sospirando ad ogni bacio. Tornò a cercare il viso di Alba per poi baciarla ancora, cercando la sua lingua con tutta la fame repressa fino a quel momento. La spinse leggermente verso la finestra, appoggiandola completamente. La spalla di Alba si congelò un istante a contatto con il vetro, ma non le importava. Con un sorriso inevitabile iniziò a percorrere con le mani tutto il suo corpo, sentendo i suoi sospiri mentre tracciava il suo contorno. Era così bello. Era sempre stato così bello, Facundo. 
Facundo sentì la mano di Alba sulla sua, perciò incrociò le loro dita e la spinse leggermente, finchè la mano di Alba rimase appoggiata al vetro della finestra. 
-Ti amo, Alba- sussurrò quasi senza voce. 
-Facundo- 
-Ssh- 
E lo sentì dentro di lei, dopo tutti quegli anni in qui aveva desiderato questo momento. E scoprì che il suo modo di metterle le gambe intorno al suo busto, praticamente seduta sulle sue coscie, era quello che immaginava. Era dolce, sembrava non volesse farle male. 
Sorrise mentre lo baciava con passione, senza voler fermarsi. 
Facundo era nudo, con l'acqua del vaso di fiori caduto prima che gli bagnava le ginocchia, ma non aveva freddo: Alba era stretta a lui, come poteva sentire freddo? 
Scappò da un suo bacio per giocare, poi iniziò a baciarle il collo sentendo come risposta la protesta di Alba -Facundo, non fare così- sussurrò con la testa contro la finestra. 
Facundo rise prima di tornare a ciò che stava facendo prima. E gli piaceva. Gli piaceva sentirla così vicina, così autentica. 
Da fuori, l'acqua colpiva le persiane della finestra, aveva iniziato a piovere, sembrava una tempesta. Ma all'interno, loro erano un'altra tempesta.
 
Era mattina e il sole era alto nel cielo quando Alba si sveglió. Strofinó gli occhi con una mano mentre si stiracchiava soffocando uno sbadiglio. Tentó di voltarsi dall'altra parte, ma qualcosa le impediva di farlo. Una stretta la teneva sdraiata sul fianco sul quale aveva dormito durante la notte. Giró la testa e rabbrividí alla visione: Facundo, con indosso solo un paio di boxer, la stava abbracciando mentre dormiva con la testa poggiata vicino alla sua schiena. Allarmata, sciolse le sue mani e si mise a sedere sul letto.
Si guardó in giro: quello non era il suo appartamento, e nemmeno quello di Cande. 
Perché si trovava in quel posto, e perché Facundo aveva dormito con lei? 
Quando un pensiero inizió a farsi largo nella sua mente, abbassó lo sguardo e vide le sue gambe nude. Indossava solo una maglietta larga da uomo, probabilmente quella che Facundo aveva addosso alla festa. 
Preoccupata, inizió a scuotere velocemente il dorso del ragazzo, che dopo un grugnito aprí gli occhi. Appena la vide sorrise, mentre stirava le braccia e si sistemava meglio sul materasso. 
Alba scosse la testa -Facundo- urló scuotendolo ancora, questa volta dal braccio. -Facundo, che ci facciamo quí, dove siamo?- domandó indicando le pareti accanto a lei. 
Lui si sedette, appoggiando la schiena contro la testiera del letto -É la mia casa- rispose tranquillamente, ricordando quello che era successo durante la notte.
Alba spalancó gli occhi -Facundo, guarda come siamo vestiti, guarda il letto disfatto. Perché sei cosí tranquillo? Non dovremmo nemmeno essere insieme, io non dovrei stare quí da te!- sbottó mentre lo stesso presentimento che aveva dal momento in cui aveva relizzato dov'era la perseguitava. 
Facundo alzó le spalle -Non lo so. Sará stato l'alcol- rispose pacatamente, aumentando l'ansia della ragazza. Alba si inginocchió sul materasso, girandosi verso di lui -Facundo. Tutto questo non va bene. Ho un brutto presentimento, che spero non sia vero. Facundo, io sono fidanzata, non posso essere andata a letto con un altro! Non mi importa dell'alcol, io non dovevo farlo! Oddio, sono una bruttissima persona- disse affondando la testa tra le mani. 
Facundo la abbracció, cercando di infonderle un pó di calma -Alba, non eri in te, non é colpa tua. Facciamo una cosa, dimentichiamo tutto questo e nessuno saprá mai nulla, okay?- Alba annuí con la testa, appoggiandola sulla spalla di Facundo -Okay, grazie- 
Detto questo si alzó e prese in mano il cellulare, che stava appoggiato sul comodino. Trovó una chiamata persa da Cande e un suo messaggio; le due si erano messe d'accordo per andare a dormire dalla rossa, dopo la festa. Probabilmente si era preoccupata non avendola trovata al momento di andare. Decise di richiamarla; dopo due squilli Candelaria rispose. 
"Pronto, Alba?"
"Si, Cande sono io, scusami per ieri sera" non fece in tempo a finire la frase che l'altra la interruppe
"Alba! Dove ti eri cacciata? Ti ho aspettata per venti minuti fuori e non vedendoti ho fatto tutto il giro dell'edificio e del giardino senza trovarti! Se la prossima volta decidi di andare a dormire da Pedro, avvisami almeno!" gridó la rossa
"Cande, ho bisogno di parlarti, troviamoci davanti agli studios tra mezz'ora" taglió corto Alba chiudendo la chiamata. 
Non voleva parlare di questo al telefono, tanto meno a casa di Facundo che avrebbe potuto sentirla da un momento all'altro. Peró aveva bisogno di confidarsi con un'amica e Cande era sicuramente la scelta migliore. 
Scese le scale, trovandosi in un piccolo soggiorno illuminato dal sole. Camminó fino a quella che doveva essere la cucina e vide Facundo impegnato ad appoggiare sul tavolo un piatto con appoggiate due brioches, probabilmente appena comprate. Si appoggió alla parete mentre lo osservava tornare verso i fornelli per versare il latte in due tazze, che appoggió vicino alle brioches. 
Appena si accorse di Alba le sorrise, invitandola a sedersi. La riccia decise di accettare la proposta, anche perché quelle brioches sembravano molto invitanti! 
Si accomodó sulla sedia vicina a lui allungando una mano per afferrare una delle brioches, ma nello stesso momento Facundo fece lo stesso gesto, prendendo l'altro lato della stessa brioche. 
Si guardarono scoppiando a ridere, poi Alba strinse l'angolo che non aveva in mano Facundo e avvicinó il dolce a sé, facendo una linguaccia al ragazzo. 
Facundo finse di arrabbiarsi e lo prese dalle sue mani, dando un morso ad una punta del croissant; non fece in tempo a dare il successivo perché Alba se n'era giá impossessata un'altra volta e aveva dato il secondo morso. 
-Prendi quello- gli disse con la bocca piena, indicando l'altra brioche ancora nel piatto. Facundo alzó un sopracciglio -Chi é l'ospite quí?- domandó tentando di riprendersi il dolce. 
Alba alzó le spalle -Appunto, di solito non si da il meglio agli ospiti?- chiese mentre assaporava la crema fresca. Facundo approfittó del fatto che la ragazza fosse distratta e avesse la brioche in mano abbastanza vicina a lui e ne mangió un altro pezzo, senza nemmeno toccarla con un dito. 
Quando Alba se ne accorse spalancó gli occhi -É la mia brioche!- urló ancora una volta per poi scoppiare in una grande risata -Ma se vuoi te ne do un pezzo- cedette infine -Ma piccolino, perché ne hai giá mangiata mezza!- ribadí staccandone una parte e porgendola al ragazzo accanto a lei. 
Finito di fare colazione, Alba si alzó per portare la sua tazza al lavandino, poi afferró uno straccio per ripulire il disastro di briciole che erano cadute sul tavolo durante la lotta per il criossant. 
Facundo la bloccó, dicendole che avrebbe pulito lui. Alba gli porse lo straccio, ma tornó al lavandino per lavare le tazze e il piatto. 
-Riguardo a ció che é successo stanotte...- inizió la riccia mentre strofinava con la spugna la superficie liscia del piatto. Facundo la bloccó -Non diremo nulla a nessuno, stai tranquilla- taglió corto. -Piuttosto, perché non mi racconti qualcosa di te, di cosa hai fatto in Spagna durante questo anno?- domandó sorridendole. 
Alba alzó le spalle -Sai tutto quello che devi sapere, ti ho sempre tenuto aggiornato. Tu invece?- chiese voltandosi verso di lui. Facundo fece una smorfia -La stessa cosa vale per me. E di Pedro invece, che mi dici? Vedo che vi siete decisi a confermare la vostra relazione- 
Alba spense l'acqua del lavandino e si appoggió al piano della cucina, voltata verso Facundo -Beh, sí. Credevamo non avesse senso nasconderlo ancora- 
Facundo si sedette su una sedia, guardandola dritta negli occhi -Ti trovi bene con lui?- 
-Sí, fino ad ora non mi ha mai dato nessun motivo per pensare che sia un cattivo ragazzo. Ci siamo legati tanto, credo proprio che sia il ragazzo per me. Tu invece, nessuna ragazza?- chiese guardandolo negli occhi. Facundo scosse la testa -Non ancora- rispose senza troppi dettagli. 
Alba capí che l'amico non voleva parlare di questo argomento, perció si rialzó e camminó fino alle scale -Ora vado, devo vedermi con Candelaria! Ci vediamo piú tardi, magari con gli altri!- 
 
Uscita dalla casa, chiamó un taxi e arrivó davanti agli ex studios, dove Candelaria la stava aspettando seduta su una panchina insieme a Lodovica. 
Corse da loro scusandosi per il ritardo e si sedette, ringraziando la rossa per aver chiamato anche l'italiana. 
-Ora ci devi raccontare tutto. Cos'é successo?- inizió Candelaria facendo cenno ad Alba di parlare. Lei scosse la testa -Aspettate, ditemi che non avete ancora parlato con Pedro, prima!- 
Le due amiche scossero la testa, Alba fece un sospiro di sollievo -Okay, perfetto. Non voglio che sappia nulla di tutto quello che sto per dirvi, vi prego!- le supplicò incrociando le mani in segno di preghiera. Le altre due le incitarono a raccontare. 
-Stanotte non sono stata da Pedro, ma da Facundo- 
Lodovica e Candelaria spalancarono gli occhi sorprese, mentre chiedevano spiegazioni. -Non lo so, non so come sia successo tutto! Fatto sta che stamattina ero con lui... Nella sua camera- lasció cadere la frase. Candelaria guardó prima Lodo, poi di nuovo Alba -Nella sua camera, in che senso?- domandó nonostante giá immaginasse la risposta. 
Alba sospiró -Nel suo letto, abbracciata a lui- le due amiche si guardarono preoccupate, mentre Alba annuí con la testa -Sí, é quello che pensate, per questo Pedro non deve sapere nulla. Mi promettete che starete zitte?- 
Le due annuirono portandosi una mano alla bocca, poi si guardarono e fecero un cenno di intesa prima di domandare all'unisono -Quindi... Com'é Facu?- 
Alba diede una sberla ad entrambe, mentre spalancava gli occhi -Ragazze! Parlo sul serio!- 
Lodovica e Candelaria scoppiarono a ridere -Beh, se questa cosa é successa é perché l'avete voluta voi, quindi tanto vale che ci racconti tutto- disse Candelaria dando una pacca sulla spalla dell'amica. Alba scosse la testa -Ragazze, non l'abbiamo voluto noi, eravamo ubriachi!- 
Lodovica mostró un'espressione preoccupata, mentre Candelaria sussurró un 'aahh' sommesso. Alba applaudí con le mani -Vedo che avete capito la gravitá della situazione!- esclamó prima di alzarsi. -Ora vado da Pedro, si stará preoccupando. Ci sentiamo dopo, va bene?- le due annuirono, guardandola perplesse. 
Alba stava giá camminando verso l'altro lato della strada quando si voltó l'ultima volta. 
-Tutto ció non deve uscire di quí, intesi?- 
 
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E dopo tanto, tanto, tanto, tantissimo tempo passato fuori da efp, causa mancanza di ispirazione, eccomi tornata! 
Credo che non ci sia tanto da aggiungere sulla ff, mi era venuta in mente qualche mese fa e ora mi sono decisa a continuarla, spero che possa piacervi. 
Fatemi sapere nelle recensioni.
Baci

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
Erano giá passati due mesi e mezzo dal rincontro con i vecchi compagni di lavoro, ma Alba si trovava ancora in Argentina con Pedro.
La mattinata nuvolosa preannunciava un grosso temporale e la riccia si trovava da sola nell'appartamento, visto che Pedro era andato dai genitori per aiutarli a riverniciare il salotto.
Non si era mossa dal divano da quando ci si era sdraiata sopra dopo aver fatto colazione, a causa di alcuni dolori che la affliggevano da alcuni giorni. Credeva fosse un normale mal di stomaco, ma ormai erano settimane che ne soffriva! 
Non aveva detto nulla a Pedro per non farlo preoccupare, gli aveva semplicemente raccontato che era un banale mal di pancia. 
Si sentiva stanca, senza forze per fare nulla, nemmeno per pulire la casa o semplicemente cucinare, compito che ultimamente apparteneva al fidanzato. Si alzó e corse verso il bagno dopo l'ennesimo senso di nausea, ma non accadde nulla. Si inginocchió vicino al lavandino aspattando che la sensazione passasse, poi le venne un'illuminazione. -Il ciclo!- esclamó, nonostante fosse sola in casa. Erano due mesi e mezzo che non le arrivavano le mestruazioni. Non era mai stata particolarmente regolare, ma cosí era veramente molto tempo! 
Da qualche tempo le balenava un'idea nella testa, ma cercava di non pensarci. O meglio, non voleva pensarci. 
I dolori erano iniziati poco tempo dopo la festa, così come la nausea e la stanchezza. E ovviamente, anche il ciclo. Cercando su internet l'unica causa trovata su questi sintomi era la gravidanza. Non ci aveva mai dato particolare peso, credeva fosse semplicemente un malessere fisico, forse dato dalla stanchezza, ma durava da troppo tempo. Era la prima mattinata che passava sola, perció decise di fare di un piccolo controllo. 
Entró nella sua camera e si vestì velocemente, poi prese la borsa e uscì di casa diretta alla farmacia. Due minuti di strada dopo la raggiunse ed entró. Una commessa in camice bianco la accolse sorridendo, facendole segno di avvicinarsi al bancone. Alba arricció il naso: aveva sempre odiato l'odore delle farmacie, troppi medicinali concentrati nella stessa aria. 
-Come posso aiutarla signorina?- domandó la signora probabilmente sulla cinquantina. 
Alba guardó dietro di lei, finchè scorse quello che cercava -Quello- disse indicando un test per la gravidanza. 
La commessa le sorrise amorevolmente e si voltó per prenderlo -Spero che il test dia buoni risultati, ha la faccia di una brava mamma- disse porgendolo alla riccia. 
Alba sorrise, ma nella sua mente sperava solo che i risultati fossero negativi, o almeno che il bambino fosse suo e di Pedro. Non se la sentiva di dover affrontare una situazione complicata scoprendo che il bimbo fosse di Facundo. Non poteva essere e basta. 
Pagó e salutó la signora, che le urló un "Buona fortuna" mentre usciva dalla porta. 
Nascose il sacchetto nella borsa mentre sperava di non incontrare nessuno di sua conoscenza in giro. Era già abbastanza agitata di suo, voleva fare quel test e togliersi un peso di dosso. O almeno sperava di toglierselo.
Entró in casa e chiuse in fretta la porta, poi corse verso il bagno mentre si toglieva la giacca, che lanció nel corridoio.
Uscí poco dopo scuotendo la testa come una disperata, mentre sussurrava dei "no" ripetuti. Camminava avanti e indietro per il corridoio, dalla porta in fondo all'entrata del salotto, fissando il test che mostrava un risultato positivo. Dopo alcuni minuti ricordó che inclusi c'erano due test. 
Senza nemmeno pensarci corse di nuovo in bagno; magari quello era sbagliato, aveva commesso un errore. Sicuramente ora avrebbe rifatto il test e il risultato sarebbe stato negativo, si sarebbe tranquillizzata e avrebbe buttato tutto. 
Uscí di nuovo da quella porta, forse ancora piú preoccupata di prima. Si sedette appoggiata ad una parete nel corridoio e appoggió la testa sulle ginocchia, stringendola tra le mani. 
-Non puó essere- gridó lanciando il test contro il muro opposto -Non puó essere cazzo!- 
Non era pronta per un bambino, men che meno da un bambino con Facundo. 
Come l'avrebbe detto a Pedro? Non poteva di certo fingere che fosse successo per causa sua, al momento della nascita e delle visite tutto si sarebbe scoperto. 
Questo bambino era di Facundo, ma chi l'avrebbe cresciuto, chi l'avrebbe tenuto? Se avesse deciso di tenerlo lei, avrebbe avuto una famiglia, ma se lo avesse tenuto Facundo? 
In ogni caso non sarebbe potuto crescere senza scoprire la veritá sulla sua famiglia. Sarebbe stato come un bambino dai genitori divorziati. 
E poi lei sarebbe dovuta tornare in Spagna, mentre Facundo sarebbe rimasto in Argentina.
-Facundo!- esclamó ricordandosi di lui. Prese i test e indossó di nuovo la giacca, poi uscí ancora di casa diretta a casa del ragazzo.
Appena arrivó sotto inizió a suonare il campanello ripetutamente, finché sentí la voce esasperata di Facundo domandare chi fosse. Si avvicinó al citofono e rispose, pochi secondi dopo il cancello si aprí. 
Sali velocemente le scale e trovó la porta aperta con un Facundo allarmato che le fece segno di entrare. 
-Facundo, dobbiamo parlare- disse decisa.
Non sapeva se dirlo con mille giri di parole, per allentare la tensione, o arrivare diretta al punto. 
-Ricordi quella notte?- domandó spingendolo verso il divano in salotto, sul quale si sedette dopo di lui. Facundo annuí con la testa, senza capire. 
-Sono incinta- 
Era arrivata dritta al punto. I giri di parole li avrebbe fatti dopo. 
Facundo impallidí e spalancó gli occhi sorpreso, senza trovare le parole adatte. Alba annuí con la testa -Facundo, come faremo? Io, io non sono pronta- disse a bassa voce sedendosi piú vicina a lui. Il ragazzo la abbracció forte -Stai tranquilla, ci sono io- la rassicuró accarezzandole dolcemente i capelli. Alba lasció cadere la testa nell'incavo del suo collo, lasciandosi trascinare da quell'abbraccio che la faceva sentire cosí protetta. Circondó con le braccia il suo corpo, lasciandosi scappare dei singhiozzi soffocati. Facundo si separó lentamente, alzandole il mento con le dita per riuscire a guardarla negli occhi -Pedro lo sa?- 
Alba scosse la testa -Non saprei nemmeno come dirglielo- rispose coprendosi la faccia con le mani. Facundo le tolse, asciugando con il pollice una lacrima che le percorreva la guancia -Alba, stai tranquilla. Pedro é il tuo ragazzo, vedrai che capirá. E in ogni caso ci sono io per testimoniare che é stato tutto un incidente- spiegó tranquillamente. 
Forse lo faceva solo per non farla agitare, forse perché ancora non aveva realizzato ció che la ragazza gli aveva appena detto, ma non si sentiva particolarmente preoccupato.
Rimasero abbracciati per un pó, Alba continuava a pensare alla grande cazzata che avevano compiuto; certo, aveva ormai 27 anni, una dimora e un fidanzato, ma non se la sentiva ancora di crescere un figlio, soprattutto in questo momento. Voleva andare avanti con la sua carriera, continuare con il lavoro che aveva trovato in Spagna e che sarebbe iniziato tra cinque mesi. Sentiva Facundo piú vicino che mai da quella notte, ma in questo momento non sapeva se fosse un bene o un male. 
L'idea di avere un mini Facundo girovagare per casa non le dispiaceva affatto, non sapeva nemmeno lei il perché. Se si trovava a pensare ad un figlio, non riusciva a vederlo somigliante a Pedro, mentre era cosí facile vedere un Facundo nel corpo di un bimbo. 
Facundo intanto ragionava su come sarebbe andata avanti la sua vita dopo questa notizia. Amava ancora Alba, non poteva negarlo. Avevano finito il ViolettaLive Tour, non si erano visti per un anno intero, nonostante i messaggi fossero stati sempre all'ordine del giorno, si erano ritrovati e ora si vedevano quasi ogni giorno come amici. Ma lui non riusciva a dimenticare i suoi sentimenti per lei. O forse non voleva. 
E ora aveva vicino a sé una Alba cosí fragile e indifesa, sembrava cosí piccola in quel mondo enorme. Doveva aiutarla, starle accanto piú di quanto avesse mai fatto; non gli importava della presenza di Pedro, l'avrebbe guidata anche lui.
Alba alzó gli occhi verso di lui, osservandolo cosí intento nei suoi pensieri mentre fissava un punto impreciso dello schermo nero del televisore. Si chiedeva se stesse pensando nelle stesse cose che la tormentavano, se fosse felice o meno di quello che era successo. Non aveva dimostrato molte emozioni, l'aveva solo calmata, ma in questo momento avrebbe preferito sapere cosa ne pensasse davvero. 
Facundo abbassó il volto per guardarla, ma anziché i suoi capelli vide i suoi occhi castani scrutarlo attentamente. Senza nemmeno pensarci si avvicinó fino ad unire le loro labbra in un bacio estremamente dolce, lento, che riempiva entrambi di brividi. Portó una mano sulla sua guancia per accarezzarla lentamente, mentre Alba avvolse il suo collo con le mani, che muoveva dal colletto della maglia fino all'attaccatura dei capelli. 
Quando si separarono rimasero interdetti per pochi secondi, fissandosi incantati, senza ancora capire bene ció che era appena successo. 
Poi Alba scosse la testa, allontanandosi -No, Facundo, non possiamo. Non sai quanto vorrei continuare e scordarmi del resto, ma non posso, ho giá un problema a cui pensare- disse alzandosi dal divano. Facundo fece lo stesso, scusandosi per quel bacio accidentale che gli aveva fatto sentire le cosiddette 'farfalle nello stomaco'. Ma quelle non erano state farfalle, erano stati una serie di fuochi artificiali scoppiati successivamente, uno per ogni tocco che le loro labbra avevano avuto. 
-Ora devo andare, Pedro arriverá a momenti- si congedó Alba prima di uscire dall'appartamento.
Facundo tornó a sedersi sul divano, appoggiando i piedi sul tavolino davanti a questo. 
Mise le mani dietro la testa e lanció un sospiro. In che situazione era finito? 
Non bastava quell'amore impossibile, ora stava anche per diventare padre di un figlio che sarebbe stato cresciuto dal fidanzato della ragazza che amava. Troppe complicazioni tutte riunite in un vicolo cieco. 
Padre. Quella parola che era sempre stata cosí familiare risultava tanto strana, quasi sbagliata riferita a sé stesso. Si chiese come avesse fatto suo papá ad accudire lui, i suoi fratelli e la sorellina Lucia da cosí giovane. Lui ancora non ne era convinto, era insicuro. 
Forse se avesse avuto una relazione stabile con Alba sarebbe stato diverso, ma ora aveva mille sentimenti diversi che gli giravano in testa. 
 
Arrivata a casa sua, Alba non trovó Pedro. Probabilmente si sarebbe fermato a mangiare dai suoi genitori e avrebbe terminato il lavoro nel pomeriggio, pensó.
Entró nella sua camera e prese il portatile dall'armadio, poi lo accese e si sedette sul letto. 
Entró su skype e cliccó sul contatto di sua madre, inviandole una richiesta di videochiamata. Si sentivano spesso da quando era partita per Buenos Aires; ora che erano abituate a vedersi tutti i giorni, dopo che Alba era tornata in Spagna, faceva strano ad entrambe non parlarsi faccia a faccia.
Pochi secondi dopo Lourdes rispose e sullo schermo del portatile apparve il suo solito dolce sorriso che salutava la figlia con gioia. Alba ricambió il saluto, poi tornó seria -Mamma, posso chiederti un consiglio?- domandó torturandosi la pelle intorno alle unghie con le dita. 
Lourdes annuì con la testa, assumendo un'espressione seria -Dimmi tutto amore- le rispose amorevolmente. Alba sospiró, poi le raccontò tutta la storia. -Cosa devo fare?- 
Sua madre morse un labbro -Amore, vorrei tanti abbracciarti in questo momento, davvero. L'unica cosa che posso dirti è di seguire il cuore. Ormai la cosa è fatta, non si puó tornare indietro, pronta o meno. Se senti di voler crescere tuo figlio con Pedro dovrai raccontarglielo quanto prima, altrimenti sarà peggio continuare a nasconderlo; se lui ti ama davvero capirà. Se invece capisci di non essere pronta a formare una famiglia con lui, significa che non lo ami abbastanza- 
Alba la interruppe -E se fosse così, che farei? Non posso crescere un bambino da sola! E Facundo? È anche suo figlio!- 
Lourdes sorrise -Alba, fammi finire!- esclamó mentre sua figlia le chiedeva scusa. -Ricordati che io ci saró sempre, in qualsiasi caso potrai contare su di me. Facundo è il padre, in ogni caso avrà diritto di vedere il bambino, ma per questo dovrete mettervi d'accordo voi due soli. Ma, amore mio spiegami, sicura di non provare davvero nulla per Facundo?- domandó continuando a sorriderle come solo una madre sa fare. Alba scosse la testa, anche se non era del tutto convinta. Aveva provato un amore molto forte per lui durante il periodo di Violetta, non era stato facile scordarlo, ma alla fine ce l'aveva fatta. E ora tutto stava risalendo alla luce, ma lei non voleva: ci aveva messo troppo a rimarginare questa tappa, non voleva commettere l'errore di aprirla di nuovo. Anche se con questo fatto la loro 'relazione da amici' non sarebbe risultata  molto credibile. -Mamma, cosa significa il fatto che io non riesca a immaginare una famiglia con Pedro, ma al contrario con Facundo mi risulti molto facile?- 
Sua madre portó le mani al cuore -Alba, ma tu sei ancora innamorata di Facundo!- esclamó mimando un cuore con le dita. Alba portó una mano alla testa, confusa -Troppe cose tutte insieme, mamma aiutami!- la pregó.
-Amore, te l'ho detto, tutto dipende da ció che vuole il tuo cuore. Quando lo capirai fammi sapere. Ora devo andare, è ora di dormire quì in Spagna! A domani amore mio, ti amo- 
-Anche io- rispose Alba mandandole un bacio e chiudendo la chiamata.
Spense il computer e lo appoggiò sulla scrivania, poi si sdraiò sul letto coprendosi la faccia con le mani. Dopo la videochiamata aveva ancora più dubbi. Non sapeva nemmeno lei cosa provasse per Pedro e cosa per Facundo. Insomma, dopo tutto quel tempo era sicurissima che il periodo Facundo fosse concluso e che l'amore per Pedro fosse molto forte e pronto a tutto, ma quei due mesi passati a Buenos Aires avevano messo tutto a repentaglio. Lei e Facundo si vedevano tutti i giorni a casa dell'uno o dell'altra, avevano un buon rapporto, ma quando si trovava con lui e Pedro assieme, non poteva evitare di pensare che con Facundo si trovava molto meglio. Si, Pedro era un ragazzo molto responsabile, forse anche troppo, era un bravo ragazzo, ma gli mancava qualcosa. Non è che fosse un ragazzo depresso, ma forse un pò più di allegria non avrebbe guastato in lui. Facundo invece era il contrario, pensava meno ai problemi della vita, se ci pensava riusciva sempre a trovare qualcosa di positivo. Era serio nel suo lavoro, ci metteva tutta l'anima, ma allo stesso tempo era un festaiolo nato. Ed era tanto dolce con lei. Sapeva capirla al volo, cosa che con Pedro non succedeva spesso. 
-Dio, perchè sono tornata a Buenos Aires? In Spagna non avevo tutti questi dubbi!- esclamò Alba mentre si stropicciava gli occhi. In quel momento Pedro entrò nella loro camera. -Dubbi hai detto?- chiese. Alba si alzò dal letto e gli corse incontro -Paella o carne, questa è la vera sfida. In Spagna avrei subito risposto paella, ma quì? Insomma, la carne è così buona!- 
Pedro si mise a ridere di gusto e la prese per la vita -Carne, stasera ti porto al ristorante, ci stai?- domandò per poi lasciarle un bacio a stampo sulle labbra, troppo corto per essere ricambiato. -Scusa se oggi non sono tornato per pranzo, ma il salotto dei miei è davvero enorme! Spero non ti sarai annoiata- disse sedendosi sul letto, trascinando Alba davanti a sè con la mano. -No, sono uscita un pò con Candelaria- mentì lei.
Pedro la fece cadere sul letto accanto a lui, poi inizio a baciarla con fin troppa foga, finchè Alba non lo fermò. -Pedro, non dovevamo andare al ristorante?- domandò. Ancora prima di ricevere una risposta, lo spostò leggermente con le mani e corse in bagno per prepararsi. 
Pedro si alzò e si appoggiò ad una parete, confuso. Insomma, ad Alba non era mai importato arrivare puntuale al ristorante, se era una cena tra loro due e nessun'altro, non lo aveva mai respinto. Poi un nome gli balenò alla mente -Facundo- sussurrò prima di dare un pugno al muro -Me la farai pagare per tutto, ragazzo- 
 
Intanto Alba era seduta con la schiena appoggiata sulla vasca da bagno, alcune lacrime le bagnavano le guance. -Facundo, perchè mi fai questo?- domandò, forse a sè stessa. -Un anno senza vederti e in così poco tempo ho le idee così poco chiare, credevo di essere una donna decisa. Credevo di amare Pedro, poi lui mi bacia e vedo te, perchè?- continuò a sussurrare nascondendo sempre più la testa tra le gambe -Perchè?- continuò -Sto perdendo la testa- concluse soffocando un singhiozzo. 
La fecero tornare alla realtà le parole di Pedro fuori dal bagno -Amore, sei pronta?- domandò lui bussando alla porta. Alba asciugò le lacrime e schiarì la voce -Si, un secondo e sono pronta!- detto questo, afferrò la trousse e si truccò in fretta e furia, poi indossò un vestito nero che arrivava sopra al ginocchio ed uscì, cercando di evitare lo sguardo di Pedro: non doveva capire che aveva pianto. Afferrò la giacca dall'appendiabiti e lo raggiunse -Andiamo?- 
 
"Pronto, Cande? Sono Facundo, riesci a venire a casa mia tra poco? Okay, grazie, a dopo"
Facundo rimise il telefono a posto prima di sedersi sul divano. Aveva pensato molto in quel pomeriggio. Pensava ad Alba, non riusciva a togliersela dalla testa. Pensava a quanto la situazione si stesse facendo complicata, ogni giorno di più. Non bastava amarla in segreto, ora uno dei suoi sogni più desiderati stava diventando realtà. 
Perchè si, ogni volta che si era ritrovato a pensare ad un figlio, l'aveva sempre immaginato una metà tra lui ed Alba, aveva sempre detto che, se un giorno sarebbe dovuto succedere, sarebbe successo con lei. E ora era accaduto, ma non nel modo giusto, non come lui lo aspettava.
Dentro ad Alba stava nascendo una piccola creatura che aveva metà dei suoi geni, ma nonostante questo non sarebbe stato suo padre. O almeno, non sarebbe stato il padre che l'avrebbe cresciuto, non avrebbe mai sentito la sua prima parola, o visto muovere i suoi primi passi. 
Il bambino non avrebbe problemi, vivrebbe con Pedro e avrebbe avuto la cosiddetta famiglia felice, ma no, Facundo non lo accettava. Un figlio avrebne unito ancora di più Alba e Pedro e lui non poteva nemmeno immaginarlo, non poteva permetterlo. 
Stava grattando nervosamente i capelli, quando il citofono lo scosse dai suoi pensieri. Domandò chi fosse, nonostante sapesse perfettamente che fuori da casa sua c'era Candelaria, poi la fece salire.
-Che faccia Facundo! Che succede?- chiese la rossa togliendo la giacca e sedendosi sul divano accanto a lui. Facundo lasciò cadere la testa indietro sospirando, poi si mise composto e si voltò verso l'amica -Ti ricordi il rincontro? Sai, il pranzo, la festa, tutto il cast assieme- Cande annuì -Ecco, Alba ti aveva raccontato cos'era successo quella notte, giusto?- la rossa annuì di nuovo -Immaginavo volessi arrivare a questo. Avanti, che succede? Se te ne sei pentito non parliamone nemmeno, eravate ubriachi, è successo e basta, è inutile farsi una colpa- 
Facundo strofinò le mani sulla faccia -È questo il punto, Candelaria, io non ero ubriaco- 
Cande spalancò gli occhi, aggrappandosi al suo braccio -Aspetta, che cosa? Facundo, sai quanto ci è stata male Alba per questo? È andata avanti giorni dicendo a me e a Lodovica di essere una persona orribile, e dopo così tanto finalmente l'abbiamo convinta a non farsi più queste paranoie, visto che entrambi eravate ubriachi e non lo avevate fatto apposta. E tu ora che mi vieni a dire? Che non eri ubriaco! Facundo!- urlò tutto di un fiato la rossa prima di accasciarsi sullo schienale del divando sistemandosi i capelli. Facundo appoggiò i gomiti alle ginocchia e nascose la testa tra le mani -Lo so, Cande, lo so. Non avrei mai dovuto farlo, ma devi capire che nemmeno io ero del tutto sobrio, capivo e non capivo. L'unica cosa di cui sono certo è che l'ho amata come mai ho amato nessuno. Alba è tutto per me, Candelaria, non posso continuare a trattarla come un'amica- 
Candelaria sospirò, cercando le parole giuste da dire -Facundo- disse appoggiando una mano sul suo braccio -Non l'hai mai dimenticata e non hai intenzione di dimenticarla, vero?- 
Facundo scosse la testa -Non posso dimenticarla, non lo farò mai. Ma Candelaria, se il problema fosse solo questo me ne farei una ragione, ormai sono passati due mesi. Il punto è un altro- disse voltandosi di nuovo verso di lei. Cande gli rivolse uno sguardo interrogativo. 
-Vedi, stamattina Alba è venuta a parlarmi e mi ha detto una cosa abbastanza grave. Quando ti ho accennato quella notte, prima, era per arrivare ad una conclusione. Alba è incinta- spiegò per poi chiudere gli occhi e appoggiarsi contro lo schienale del divano. 
Candelaria sgranò gli occhi -È incinta? Oddio, fai sul serio?- chiese portandosi le mani alla bocca. Facundo fece cenno di si con la testa -Non sarei così preoccupato altrimenti, non credi?- rispose scuotendo la testa. -Alba mi confonde- 
-Confonde, perchè?- domandò la rossa. -Vedi, quando stamattina è venuta a dirmelo, l'ho abbracciata per consolarla e, beh, ad un certo punto ci siamo baciati, non so come sia successo. E lei mi ha detto "Non sai quanto vorrei continuare e scordarmi del resto, ma non posso". Candelaria, non puó dirmi di amare un altro e nel frattempo uscire con queste frasi!- 
Candelaria sistemó i capelli con aria perplessa -In effetti... Vuoi che le parli io? Magari domani, visto che deve venire e casa mia- suggerí incrociando le braccia sul petto. Facundo alzó le spalle -Come vuoi, tanto so che non cambierá nulla tra noi. Lei ha Pedro ed é felice con lui, basta- 
Cande scosse la testa, alzandosi dal divano -Forse non é poi cosí felice, se ti ha detto quella frase- obiettó mentre infilava la giacca nera. Si diresse alla porta e la aprí -Facundo- lo chiamó prima di uscire del tutto. L'amico alzó lo sguardo verso di lei. -Se la ami davvero, lotta per lei- suggerí prima di chiudersi la porta alle spalle. 
Facundo tornó ad accasciarsi sul divano e lanció un calcio al tavolino davanti a lui, con la testa tra le mani -Perché mi fai impazzire, Alba?- sussurró sconsolato.
 
-Alba! Alba, ti senti bene? Dobbiamo tornare a casa?- 
La voce preoccupata di Pedro riecheggiava nel ristorante, mentre correva accanto alla sedia davanti a lui per afferrare il braccio di Alba. -Alba, rispondimi!- fece un cenno per chiamare un cameriere, ma Alba gli abbassò la mano -Pedro, è solo un normale mal di testa, stai tranquillo- lo rassicurò la ragazza mentre stringeva la testa con una mano. -Alba, ma stavi per cadere dalla sedia!- ribattè il ragazzo spostanto la testa a due centimetri da quella di Alba, che la spostò un attimo dopo. -Pedro, mi metti più ansia facendo così! Mi è solo girata la testa un attimo, non è niente di che!- sbottò lei. Negli ultimi giorni il suo ragazzo non era il Pedro di sempre; era più appiccicoso, le stava appresso in qualunque cosa. Non era più il suo Pedro, le dava quasi fastidio. 
Il ragazzo alzò le mani -Va bene, va bene, torno al mio posto. Ma dillo se ti senti ancora così- rispose alzando gli occhi al cielo e tornando ad accomodarsi sulla sua sedia, che cercando di non farsi notare spostò leggermente verso quella di Alba. -Domani andrai ancora da Facundo?- domandò fingendo di interessarsi all'etichetta della bottiglia d'acqua davanti a lui. 
Alba alzò un sopracciglio -Ti da fastidio la sua presenza?- domandò aspettando che si voltasse verso di lei. Pedro alzò le spalle -Un pò, quando siete soli soprattutto- 
Alba spalancò gli occhi -E perchè mai dovrebbe darti fastidio? Facundo è un amico, Pedro!- 
Il ragazzo si voltò verso di lei -Un amico che ti guarda come se fossi l'ottava meraviglia del mondo. Anzi, non l'ottava, la prima! Dai Alba, non puoi negare che per lui sei molto più di un'amica, è impossibile non notarlo!- sbottò Pedro. Alba scosse la testa -Pedro, non è vero! Facundo sa che noi due stiamo insieme, si è sempre comportato perfettamente da amico in tua presenza!- questa volta fu Pedro a scuotere la testa -In mia presenza, appunto. Ma in mia assenza? Si comporta nello stesso modo? Io ho i miei dubbi- si lasciò scappare fissando Alba dritto negli occhi. -Stai forse insinuando che io gli permetta di fare determinate cose in tua assenza? Credevo avessi fiducia in me, Pedro- rispose Alba abbassando la voce. Non solo si sentiva estremamente in colpa per tutto ciò che stava succedendo, ora si aggiungeva pure Pedro con le sue ramanzine. E le pesava, perchè sapeva di aver commesso una cattiva azione, sapeva che Pedro aveva ragione riguardo a Facundo, ma sapeva anche che, da quando lei e Facundo avevano iniziato a vedersi ogni giorno, il loro legame si era rafforzato parecchio, ed era quasi del tutto certa di preferirlo a Pedro. Ma non lo aveva scelto lei.
Il resto della serata lo passarono in silenzio. Tornati a casa si cambiarono e si infilarono nel letto matrimoniale, ognuno in un'estremità, lontani tra loro. 
Pedro era arrabbiato, indispettito, geloso. Come poteva in due mesi aver perso Alba in quel modo? Dopo un anno di relazione stabile dove si erano trovati alla grande, ecco crollare tutto, disintegrarsi davanti ai suoi occhi come se non ci fosse mai stato nulla. 
Credeva che Alba ricambiasse il suo amore. Lui la preferiva ad ogni cosa, teneva a lei come nulla al mondo, ma ultimamente il sentimento non pareva reciproco. E non poteva sopportarlo. Odiava Facundo, lo odiava più di ogni altra persona o cosa al mondo, doveva trovare un modo per eliminarlo dalla sua relazione con Alba, non poteva sopportare di vederlo un giorno di più, di vederlo fare a pezzi quello che lui aveva costruito in un anno. Alba era una sua proprietà, non la avrebbe mai concessa a nessuno. Non le avrebbe mai permesso di concedersi a nessuno, di tradirlo. Era sua e basta. 
 
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Capitolo triste direi eh. Ma guardate il lato positivo, ho aggiornato un sacco un fretta! Dopo così tanto tempo senza scrivere mi sorprendo da sola. 
Scusate se il capitolo non è quello che vi aspettavate, anche a me non piace molto, ma dovevo scriverlo così per far intendere bene i sentimenti di tutti i personaggi, in modo che dal prossimo potrò far compiere più azioni e sarò sicura che saranno ben capite. 
Beh, non ho altro da aggiungere, perciò fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.
Baci.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
 
Alba stava facendo colazione seduta al bancone della cucina, quando sentí il trillo del citofono rimbombare per casa. Dopo essersi assicurata di avere ancora il senso dell'udito, controvoglia appoggió la brioche sul tavolo e corse al citofono. -Chi é?- domandó sbadigliando. 
Dopo aver sentito la voce di Candelaria, aprí e tornó al tavolo. Dopo pochi secondi la rossa entró in casa, stretta nella sua giacca nera. -Oh, ti ho svegliata? Perdonami!- esclamó vedendo Alba ancora in pigiama. L'amica scosse la testa -No, mi hai solo frastornato un timoano, non ti preoccupare- rispose con una risata. Candelaria le sorrise e si sedette accanto a lei -Dobbiamo parlare. Pedro è in casa?- chiese all'amica guardandosi intorno alla ricerca del ragazzo. -No, è in ufficio dai suoi, pare che suo padre voglia assumerlo, ma non so bene la storia. Non l'ho visto stamattina- rispose mentre torturava la sua brioche alla ricerca del cioccolato. 
-Avete litigato?- domandó Cande con aria perplessa. Alba alzó le spalle -Abbiamo un pó discusso ieri sera, stamattina é uscito di casa prima che mi svegliassi- spiegó. Candelaria si morse un labbro -É molto arrabbiato?- domandò con cautela. Era quasi del tutto certa che il motivo della discussione fosse Facundo, ma voleva che fosse Alba a dirlo, non voleva trarre conclusioni affrettate da sola. -Abbastanza. Sai, per la storia che usciamo ogni giorno con Facundo, é geloso- rispose Alba voltandosi verso l'amica -Sai, non é piú il Pedro che conoscevo, da quando ci siamo trasferiti a Buenos Aires- 
-L'aria argentina non vi fa bene?- chiese ironicamente Cande con un sorriso. -Okay, ora sono seria, cosa succede?- 
Alba sospirò -Non lo so nemmeno io, è tutto così strano. Da un lato c'è Pedro, siamo fidanzati, mi ama e su questo non ho nessun dubbio, ma è così appiccicoso, se la prende per ogni parola ultimamente. E dall'altro lato c'è Facundo, che oddio, con lui è tutto così complicato. Siamo amici, però c'è quella notte che ci lega. Ci vediamo sempre e so che è sbagliato da pensare, ma mi trovo meglio con lui che con Pedro. Sono confusa Candelaria, insomma, non voglio lasciare Pedro per questo ritorno di una vecchia cotta, mi ti giuro che ultimamente non riesco a vederlo come un fidanzato- confessò la riccia mentre si torturava le mani. Candelaria scosse la testa, poi le prese le mani tra le sue -Alba, quella per Facundo non era una cotta, lo sai bene. Era stato un amore molto forte, durato per tanto tempo per giunta, è logico che sarebbe tornato rivedendolo- le spiegò abbassando la voce -Ieri ho parlato con lui, e ti posso assicurare che, seppur l'amore di Pedro ora ti sembri tanto forte, non esiste persona al mondo che ti ami quanto Facundo. Farebbe ogni cosa per te, Alba, qualsiasi- continuò stringendole forte le mani e accarezzandole con i pollici. Alba lanciò un altro sospiro -Candelaria, devo confessarti una cosa, ma promettimi che non lo dirai a nessuno, non voglio che si sappia- 
Candelaria annuì, anche se già sapeva quale argomento l'amica volesse toccare, ne aveva parlato il giorno prima con Facundo. Alba lasciò le mani della rossa per arricciare tra le dita un boccolo bruno. -Quella notte di cui non ricordo assolutamente nulla, è iniziata la mia gravidanza. E non solo fa male la situazione, dato che sento che sto tradendo spudoratamente Pedro, confondendo Facundo e aspettando un figlio non cercato. Fa male anche il fatto di non ricordare assolutamente nulla. Quando questo bambino nascerà, non ricorderò nemmeno la situazione vissuta per farlo nascere, non saprò nulla. È come se me l'avessero messo nella pancia senza che me ne accorgessi- spiegò mentre sentiva che nella gola le si stava formando un blocco. Candelaria senza nemmeno pensarci si alzò dalla sedia e la abbracciò forte, accarezzandole i capelli. Non sapeva nemmeno come consolarla, era difficile per lei mettersi nei suoi panni in quella situazione complicata. Avrebbe voluto con tutto il cuore fare qualcosa per aiutarla, ma non aveva nessuna idea. Perciò si limitava ad accarezzarle i capelli e ad ascoltare i singhiozzi disperati sul suo petto, abbracciandola il più forte possibile, tentando di trasmetterle tutto l'affetto che aveva in corpo. 
-Cande- sussurrò Alba staccandosi leggermente da lei -Come lo dico a Pedro? Non posso aspettare ancora molto- chiese asciugandosi una lacrima. Candelaria tornò a sedersi -Così come l'hai spiegato a me, gli dirai che alla festa avevi leggermente esagerato con l'alcol e accidentalmente sei stata capultata in questa situazione, evidentemente più grande di te. Se ti ama davvero, ti capirà Alba- suggerì la rossa sorridendole. Alba annuì -Okay, grazie Cande, di tutto-. Candelaria scosse la testa -Ehi, non devi ringraziarmi! E ora fatti forza e di al tuo fidanzato di questo figlio nascosto, su- la incitò prima di abbracciarla e uscire dalla casa. 
Alba si stava alzando per andare a lavare la tazza della colazione, quando sentì una voce maschile dietro di lei -Figlio? Alba, ci stiamo forse prendendo per il culo? Credevo che la nostra fosse una relazione seria- 
Pedro era arrivato, e a quanto pare giusto in tempo per sentire parte del discorso. La riccia si voltò di scatto -Pedro, lasciami spiegare, ti prego- lo supplicò correndo verso di luì. Pedro respirò profondamente -È di Facundo?- domandò con gli occhi infuocati dalla rabbia. -Pedro, lasciami spiegare tutta la storia, ti prego- 
-Alba, rispondimi e basta, è di Facundo?- chiese ancora alzando la voce e avvicinandosi a lei. Gli occhi di Alba si riempirono di lacrime, il nodo alla gola si fece ancora più stretto. -Alba, rispondi cazzo! È di Facundo quel maledetto figlio?- 
La ragazza ancora non rispose, gli occhi erano pieni di timore. -Lo sapevo! Quanto ancora avresti voluto aspettare per confessarmi di avermi tradito come se nulla fosse con quel tuo amico da quattro soldi? Il parto?- sbraitò lanciando un calcio alla sedia. -Fino a ieri osavi dirmi che era solo un amico! E ora sei incinta! Sai cosa significa? Lo sai Alba?- chiese avvicinandosi ancora di più -Non credevo fossi così, ma evidentemente questo anno di relazione è stata tutta una finta! Se non ti piacevo, se preferivi andare a letto di nascosto con altri, potevi dirlo prima di illudermi- concluse lanciando un altro calcio alla stessa sedia. Alba asciugò con un dito le lacrime che ormai scendevano numerose sulle sue guance -Pedro, non è come pensi- disse a filo di voce. Il ragazzo inarcò un sopracciglio -Non è come penso, non è come penso mi dice la ragazza!- sorrise beffardo -Alba, non stiamo a raccontarci fiabe, sappiamo entrambi che è Facundo quello che ami, ora sparisci dalla mia vista, per favore- 
Alba spalancò gli occhi -Mi stai cacciando di casa?- domando spaventata. Pedro alzò le spalle -Che senso avrebbe vivere ancora assieme? Prepara le tue cose e poi vai via da quì- rispose.
Alba corse via dalla cucina e salì le scale in lacrime, mentre Pedro la osservava amareggiato. Sapeva di aver perso le staffe, ma non poteva fare altrimenti. Doveva accettare di averla persa per sempre. 
 
Dopo circa un quarto d'ora, Alba scese di nuovo dalle scale con le valigie piene e una borsa a tracolla. Si diresse velocemente alla porta, che stava per aprire quando sentì qualcosa strattonarle il braccio. -Pedro, mi fai male!- urlò massaggiandosi il braccio con la mano libera. -Hai dimenticato il libro- disse lui freddamente porgendole l'oggetto. 
Alba lo prese in mano, aprì la porta e uscì, poi si voltò verso Pedro, fermo all'ingresso -Allora me ne vado... Addio- gli disse prima di girarsi verso la strada e sentire la porta chiudersi dietro di lei. 
Altre lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi, ma cercò di trattenerle e senza pensarci iniziò a correre verso l'unica meta che aveva nella testa. 
Dopo pochi minuti era arrivata sotto alla casa di Facundo, che poco dopo le aprì il cancello. Salì in fretta le scale, trovando la porta dell'appartamento già aperta, con Facundo all'ingresso ad aspettarla. Non appena il ragazzo vide la sua espressione e i bagagli nelle sue mani, si affrettò ad aiutarla a portare tutto in casa, poi la trascinò dentro e chiuse la porta dietro di loro.  
Appoggiò le valigie all'entrata della cucina e corse subito da Alba, che senza pensarci lo abbracciò forte. Facundo rimase impietrito. Non capiva cosa fosse successo. 
Ricambiò l'abbraccio stringendola forte a sè e appoggiando la testa sui suoi ricci bruni, mentre li accarezzava lentamente. Sentiva sul suo petto i singhiozzi soffocati della ragazza farsi sempre più frequenti e forti. Le mani di Alba dal suo collo passarono al suo petto, a cui si aggrapparono quasi fosse una via di salvezza. Dopo vari minuti si separarono, rimanendo comunque a pochi centimetri l'uno dall'altra. Facundo rimase un attimo a guardarla mentre si asciugava le ultime lacrime, ma non ricevendo la sua attenzione le prese le mani e le fece cadere sui fianchi, poi con i pollici le asciugò le guancie bagnate e tornò a prenderle le mani chiudendole tra le sue. -Che succede?- domandò cauto guardandola negli occhi. Alba scosse la testa -Pedro- 
Facundo la guardò con aria perplessa mentre iniziava a pensare quale fosse il modo più crudele per ucciderlo, se avesse fatto del male ad Alba. -Cosa ti ha fatto?- domandò tentando di mantenere la calma, mentre stingeva più forte le mani di Alba. -Lo ha scoperto- confessò lei voltandosi dall'altra parte e trattenendo le ennesime lacrime. Non voleva più piangere, era stanca. Facundo tirò alcuni respiri profondi per non far uscire la rabbia che aveva in corpo, poi con indice e pollice fece girare Alba di nuovo verso di lui. -Mi ha cacciata di casa- concluse lei coprendosi il viso con le mani. Facundo questa volta non riuscì a trattenersi -Ti ha cacciata di casa? Per una cosa del genere? Alba, gli hai spiegato com'è successo tutto? Quel pezzo di merda deve finire male per trattarti in questo modo!- non fece in tempo a terminare che la mano di Alba sul suo braccio lo fece fermare. Facundo appoggiò le mani sulle braccia della ragazza, tornando a guardarla negli occhi -Pedro è in casa?- 
Alba lo guardò perplessa, ma quando capì le intenzioni del ragazzo scosse la testa tentando di scansarsi dalla stretta di Facundo, che al contrario strinse di più, causando una smorfia di Alba. -Facundo, mi fai male al braccio- sussurrò spostandogli la mano e massaggiando il punto dove poco prima Pedro l'aveva strattonata. Facundo spalancò gli occhi, timoroso di averla stretta troppo, poi la aiutò a togliere la giacca e alzò la manica fino al punto dove Alba sentiva dolore e vide un livido, evidentemente appena nato. Alzò lo sguardo di nuovo verso Alba, inarcando un sopracciglio con aria perplessa. La ragazza annuì, abbassando la testa -Pedro, mi ha strattonata per darmi un libro- 
Questa volta Facundo perse seriamente le staffe, corse fino alla porta di casa e lanciò un pugno -Come ha osato farti del male, come ha osato toccarti! Non si doveva nemmeno permettere, non doveva lontanamente pensare di farti una cosa del genere! È una coglione, non ammetto questo genere di cose, no!- un'altra volta fu Alba a bloccarlo prima che uscisse di casa e corresse da Pedro. Non voleva casini, solo avere un attimo di tranquillità.
Facundo abbassò il viso -Scusa, mi sono lasciato un pò prendere dall'ira- sorrisero entrambi -Vieni con me- disse poi prendendo Alba per una mano e trascinandola in cucina. -Siediti pure- la invitò mentre apriva un armadio da cui estrasse una scatola. La appoggiò sul tavolo e tolse il coperchio, poi frugò tra i medicinali che conteneva finchè trovò quello che cercava. Si sedette sulla sedia accanto ad Alba, girandola verso di lei, poi si inclinò leggermente sul suo braccio e spalmò un pò di crema sul livido, facendo attenzione a non premere troppo per evitare di farle male. Alba intanto lo osservava mentre attentamente si prendeva cura di lei, cauto ma deciso. Con la mano libera gli accarezzò i capelli depositando un bacio su questi. -Grazie- sussurrò sorridendogli dolcemente. Facundo alzò il viso, trovandosi a faccia a faccia con Alba. Ricambiò il sorriso -Non devi ringraziarmi, piccola- rispose per poi tornare al suo braccio, sul quale depositò l'ultimo strato di crema, poi appoggiò il tubetto sul tavolo e tornò a sedersi avvicinando la sedia a quella della ragazza, in modo da trovarsi esattamente di fronte a lei. -Come lo ha scoperto?- domandò prendendole una mano. Alba scosse la testa -Io e Cande stavamo parlando convinte che non fosse in casa, ma evidentemente era arrivato prima che ce ne rendessimo conto. Nessuna delle due lo ha sentito entrare, avrà qualche strana abilità da spia- sorrise amaramente, abbassando lo sguardo -Ha sentito parte del discorso, ma sicuramente solo le ultime frasi, o avrebbe capito quanto io stia male per tutto ciò-. 
-Non hai avuto modo di spiegargli?- domandò Facundo. Che strano, fino al giorno prima non avrebbe desiderato altro che questo momento, e ora stava aiutando Alba a riconciliarsi con Pedro. Vederla stare così male era effettivamente troppo. 
-No, non ho potuto spiegargli nulla! Perchè lui ha iniziato a sclerare prima ancora che io potessi dire nulla, mi ha cacciata ed è finita lì! Nemmeno mi ha salutata, il bastardo- sbottò Alba per poi scuotere la testa sbuffando. -Quanto mai sono venuta a Buenos Aires- aggiunse poi abbassando il tono di voce. Facundo allentò un pò la presa intorno alle mani di Alba. La ragazza se ne accorse e si affrettò a correggersi -Non è che non volessi vederti, per carità! Però Facundo, tutto ciò si sta facendo ogni giorno più complicato- 
Facundo scosse la testa, poi passò una mano tra i ricci -È tutta colpa mia, Alba- affermò chiudendo gli occhi e abbassando il viso. Alba tornò a prendergli la mano -Facundo, sappiamo benissimo che non è colpa nostra, o almeno, non totalmente. Eravamo ubriachi, lo sai bene- spiegò con calma sorridendogli dolcemente. Facundo forzò un sorriso come risposta. Dio, quanto avrebe voluto raccontarle tutta le verità, il segreto che aveva dentro gli scalfiva lo stomaco ogni giorno, quasi volesse mangiarlo vivo. Sentiva di dover spiegare ad Alba che lui non era ubriaco quella notte, doveva farlo, ma proprio ora? Adesso che le cose tra loro due stavano iniziando ad andare bene, ora che Pedro si era tolto di mezzo? E poi, con quale coraggio sarebbe riuscito a confessarle una cosa del genere dopo due mesi e mezzo? Semplicemente non poteva. Scosse questi pensieri dalla testa e si alzò, tendendo la mano ad Alba -Vieni di la?- chiese con un sorriso. Alba accettò, afferrando la sua mano per alzarsi, gesto che li fece terminare esattamente uno di fronte all'altra, distanti pochi centimentri. Rimasero a guardarsi negli occhi per qualche minuto, come se fossero in uno stato di trance, mentre Facundo allungava una mano verso la schiena di Alba, che strinse fino a farla avvicinare di piú a lui, annullando la distanza. La ragazza rispose allacciando le mani dietro al suo collo, tutto senza mai smettere di fissarsi.
E poi fu questione di un millesimo di secondo, perché entrambi giá erano totalmente presi in un bacio di quelli 'da infarto', quei baci che fanno venire la pelle d'oca ad ogni contatto, pieni di amore ma anche di elettricitá, quelli che non finirebbero mai se non per mancanza d'aria. Le mani di Facundo scorrevano su e giú sulla schiena di Alba, attraendola sempre piú a sé, anche se piú di quando lo fosse in quel momento era impossibile, lei nel frattempo gli accarezzava i capelli con una mano, spingendo la sua testa verso di lei, mentre l'altra stava ferma sul suo collo. Entrambi avevano il corpo scosso da brividi.
Quando si separarono si sorrisero, poi si strinsero in un abbraccio. Alba appoggiò il viso sulla spalla di Facundo, chiudendo gli occhi -Facundo, non capisco più nulla- sussurrò sospirando. Lui alzò una mano sulla sua testa, accarezzandole i capelli -Cos'hai provato in questi istanti?- domandò. Alba scosse la testa -Cose che mai avevo provato con Pedro- rispose abbracciandolo più forte. Facundo sorrise affondando la testa nei ricci di Alba -Cose migliori o peggiori?- chiese ancora nonostante immaginasse già la risposta. Alba richiuse gli occhi con le labbra piegate in un sorriso -Secondo te?- 
Facundo con una mano le fece girare il viso verso di lui -Migliori?- chiese speranzoso. Sapeva per certo che avevano entrambi provato dei sentimenti, sapeva che Alba sentiva inevitabilmente qualcosa per lui, o non avrebbe seguito così il bacio. Ne era sicuro, ma Alba aveva comunque appena lasciato Pedro, questo particolare non era da nulla.
Ad annullare tutti questi dubbi fu il 'si' di Alba, che si avvicinò ancora a lui per posare un bacio a stampo sulle sua labbra. 
Sembrava così tranquilla e serena, a Facundo invece stava per venire un infarto. Riuscì a riprendersi dalla trance ed evitare di sembrare un rimbambito alla prima cotta grazie ad una domanda che gli sorse spontanea -E Pedro? Lo hai già dimenticato?- 
Non voleva illudersi di avere tutto l'amore di Alba. Sapeva che ciò che lei aveva appena detto era la verità, ma non era successo perché voleva dimenticarsi più in fretta di Pedro? O forse perché si trovava tanto bene con lui, ma era solo qualcosa di passeggero?
Alba scosse la testa, trasformando il suo sorriso in un'espressione seria -Non dimenticherò mai la persona che mi ha cacciata di casa per un fraintendimento, ma non posso negare che da un pò di tempo non provavo per lui gli stessi sentimenti di prima. Sai, Facundo, da quando noi due abbiamo iniziato ad uscire ogni giorno, soli, con Pedro o con Candelaria, ho iniziato a dubitare sul nostro rapporto. Nonostante fosse passato già un anno dall'inizio della nostra relazione, con lui non stavo bene tanto quanto lo sto con te. E so che può sembrare una cosa assurda quella di rivedere un compagno di lavoro e pendere dalle sue labbra all'istante, ma Facundo questa cosa continua dai tempi di Violetta! Credevo di aver dimenticato quella cotta, o forse amore, per te, credevo che con Pedro andasse tutto bene, ma tornare a vederti mi ha fatta entrare in un tunnel di domande senza risposta. Tutto gira intorno a me senza che io capisca cosa stia succedendo, ma ogni giorno di più mi sto rendendo conto che forse tutto ciò che avevo provato negli anni di Violetta non è totalmente scomparso- confessò per poi abbassare il viso verso il pavimento. Facundo seguì il suo sguardo e si soffermò ad osservare lo stesso punto a terra -Quindi provi qualcosa per me?- domandò. Era sollevato dalla risposta che aveva dato la ragazza, ora era sicuro che quella notte forse non era stato solo un modo per dire addio al suo amore per Alba e poi dimenticarsi di lei, no, ora sentiva che sarebbe potuto stare con lei senza nessun fraintendimento o paura. Ora era sicuro che anche lei provava qualcosa per lui, non stava più nella pelle per questo, era come la realizzazione di un sogno finalmente non più proibito.
Alba scosse la testa e abozzò un sorriso -Mentirei se ti dicessi di no, Facundo, ma solo ora mi sto accorgendo che stare con Pedro è stato un modo per non pensare a te. Perché insomma, se ti avessi dimenticato in questo momento starei ancora con lui, no? Sarei già a casa sua chiedendogli mille volte scusa per il fraintendimento, invece no, nemmeno sento la necessità di chiarire le cose- si fermò un attimo e tornò a guardarlo negli occhi -Facundo, mi stai facendo impazzire, lo sai?- 
Lui sorrise -E io sono pazzo di te da anni, lo sai?- 
Entrambi risero, per poi unire di nuovo le labbra nell'ennesimo bacio. Sembrava che avessero bisogno di quel contatto per essere sicuri di essere lí, in quel preciso momento, entrambi. Essere sicuri che le cose che si erano detti pochi secondi prima fossero reali. Avevano bisogno di sentirsi vicini piú che mai, in quel momento. 
Questa volta le mani di Facundo erano posate sulle guance di Alba, anziché sul suo corpo. Le accarezzava il viso dolcemente, quasi avesse paura che potesse dissolversi da un secondo all'altro lasciandolo solo con la sua illusione. Alba invece lo stringeva in un abbraccio cingendogli il busto con le braccia, il che era in contrasto con il bacio che si stava facendo sempre più profondo. 
-Tu non hai idea di quanto io abbia aspettato questo momento- disse Facundo non appena le loro labbra si separarono. Alba arrossì leggermente, attraendolo ancora verso di lei e affondando la testa sulla sua spalla, sfiorandogli il collo con i capelli, che Facundo si affrettò ad accarezzare lentamente -Rimani quì, ti prego- la supplicò. Alba annuì -Come potrei andarmene proprio ora?-
Facundo non potè fare a meno di lasciarsi andare ad un sorriso che forse mai aveva riempito il suo viso prima d'ora, non poteva essere più felice di quello che era successo nel giro di forse mezz'ora. Le cinse la vita e la trascinò fino alla sua camera, poi si lasciò cadere sul letto, trasportandola con sè. Afferrò la coperta di lana appoggiata sotto i suoi piedi e la posò sopra di loro, poi la abbracciò in una stretta possessiva, ma dolce allo stesso tempo.
Alba, ancora un misto tra il confusa e il sorpresa, si girò verso di lui e gli accarezzò una guancia con una mano -E tutta questa dolcezza, Gambandé?- domandò sorridendo. Lui inarcò un sopracciglio -Non l'avevi mai notata?-. Alba alzò le spalle -Forse ci avevo fatto caso ai tempi di Violetta- 
Facundo scosse la testa -Forse? Davvero non ti rendevi conto di quanto io ci provassi con te?- domandò ridendo. Alba si unì alla risata -E tu davvero non ti rendevi conto di quanto io diventassi nervosa in tua presenza? Guarda che nemmeno io scherzavo quanto a provarci con te!- affermò spostandogli un riccio che si era posato sulla sua fronte. -E allora perché non abbiamo mai trasformato la nostra amicizia in qualcosa di più?- chiese lui facendosi serio. Alba scosse la testa -Forse avevamo paura. C'era la distanza di mezzo, la paura di un non ricambio, di rovinare la nostra amicizia, i fattori erano tanti, Facundo- rispose continuando ad accarezzargli i capelli. 
Facundo fece per aprire bocca per rispondere, ma una voce a lui conosciuta lo interruppe. 
-Facundo, per caso hai... Aspettate. Oh mio dio. Vi siete messi assieme? Oddio congratulazioni, era ora!- 
Candelaria fece il suo ingresso nella camera del ragazzo con la voce che faceva trasparire tutta la gioia e la gratitudine di quel momento. Facundo e Alba si separarono leggermente e si misero seduti sul materasso, invitando la rossa a fare lo stesso. -Ora dovete raccontarmi tutto, ma assolutamente ogni dettaglio. Ma non raccontare tu Facundo, che non ti sai spiegare bene, vai tu Alba, sono tutta orecchie- disse indicando la ragazza senza nemmeno lasciare loro il tempo di salutarla, o dire qualcosa. Alba scoppiò a ridere -E cosa dovrei dirti? Hai già visto tutto- 
Candelaria trasformò il suo sorriso in un'espressione di disapprovazione -Mi sbagliavo quando dicevo che Facundo racconta male, in confronto a te potrebbe scrivere un poema!- spostò il ciuffo da destra a sinistra -E Pedro? Gli hai raccontato tutto? Non sei più innamorata di lui? Oh mio dio, io lo sapevo! Ho sempre pensato che il vostro non fosse un amore così duraturo, per fortuna te ne sei resa conto! Non sai quanto Facundo ci sia stato male per la vostra relazione!- Alba lanciò uno sguardo commosso a Facundo, che alzò le spalle guardando il materasso -E invece ora? Avete ammesso di amarvi e state assieme? Raccontate, su! Sono curiosa!- 
Facundo lasciò cadere indietro la testa -Candelaria, stai raccontando tutto tu! A proposito, come sei entrata in casa mia?- domandò confuso. Candelaria alzò gli occhi al cielo -Proprio per questo sono quì! Passavo di qua e ho visto il cancello aperto, perciò credevo fosse successo qualcosa. Certo, avrebbe potuto averlo lasciato aperto qualche inquilino del palazzo, ma sai, per sicurezza ho preferito entrare per controllare. E difatti ho trovato la porta della tua casa non chiusa a chiave! Ero venuta a chiederti il motivo quando ho assistito a questa scena troppo tenera. Raccontate, io sto ancora aspettando!- 
-Non smetterai mai di aspettare, eh?- La linguaccia di Cande fece zittire Facundo e questa volta fu Alba a prendere parola -Pedro mi ha cacciata di casa, perciò sono venuta quì, e nulla, Facundo mi ha un pò consolata- spiegò brevemente. 
-Perciò ora state assieme?- 
Gli sguardi imbarazzati dei due la convinsero a non insistere -Okay, non ne avete ancora parlato. Ma appena deciderete mi direte! Ho scommesso con Ruggero che vi sareste fidanzati entro questo mese, non fatemi perdere, vi prego, altrimenti sarò costretta a mangiare pesce per una settimana. E voi sapete quanto odio il pesce- 
Tutti e tre si misero a ridere, poi Candelaria si alzò dal letto salutandoli con una mano -Non vi disturbo più, ci vediamo in settimana ragazzi- si congedò per poi uscire dalla camera. 
Quando sentirono il tonfo della porta d'ingresso che si chiudeva, Facundo e Alba si lanciarono uno sguardo d'intesa - Sarà sempre il nostro cupido, vero?- domandò Alba sorridendo. Facundo annuì -Credo proprio di si-.
 
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Premetto dicendo che questo capitolo non mi piace, perciò scusate per la pessima qualità rispetto agli altri. 
 
Care Falba, non iniziate a cantare vittoria, perchè le cose non saranno sempre così rose e fiori, aspettatevi di tutto, questo era solo un capitolo tranquillo.
Perdonatemi per il ritardo nel publicarlo, ma sono riuscita a finirlo solo ora. 
Questo capitolo e lo scorso erano un pò le 'vie di mezzo' della storia, in questo qualcosa si è mosso con Pedro e Alba, ma la vera storia inizierà nel prossimo.
Fatemi sapere che ne pensate con una recensione, se vi va. 
Baci. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
 
Quando Alba aprì gli occhi, una luce debole illuminava la stanza in cui aveva dormito quella notte. Aveva sognato lei e Facundo fuori da una villa bianca, seduti a bordo di una piscina al centro di un prato color smeraldo circondato da fiori di ogni colore, mentre badavano ad una piccola bimba dai capelli ricci e gli occhi vispi.
Sorrise e si voltò dall'altra parte, ma accanto a lei non c'era nessuno. Strofinò gli occhi e si mise a sedere sul letto di Facundo. Ancora non riusciva a credere che da un giorno all'altro le cose fossero andate così. Era finalmente felice, accanto alla persona che in realtà voleva sin dall'inizio. 
Si voltò verso la porta quando sentì qualcuno bussare e sorrise automaticamente alla vista di un Facundo ancora spettinato con un sacchetto in mano domandandole se potesse entrare. Aprì le braccia per fargli capire di raggiungerla, cosa che il ragazzo fece all'istante.
Facundo si lanciò sul letto, finendo sopra di lei, poi la abbracció forte e appoggió la testa sul suo petto. Alba, ancora seduta, strinse il suo busto con una mano, mentre con l'altra gli accarezzava i capelli. Chinò la testa verso di lui e posò un bacio sulle sue labbra che venne subito ricambiato da Facundo, che si alzò leggermente per prendere il posto di Alba contro la testiera del letto, mentre lei si sedeva sulle sue gambe mentre circondava il suo collo con le mani, spingendo la sua testa verso di lei e approfondendo il bacio. 
-Ero sceso a prendere le brioche per colazione- sussurrò Facundo tra un bacio e l'altro, con la voce ancora roca essendosi svegliato da poco. Alba sorrise, spostandogli un riccio che gli era finito sulla fronte. Facundo la strinse più a sè avvolgendole la vita con le braccia. -Perchè mi guardi così?- domandò Alba dopo qualche secondo passato con il suo sguardo puntato su di lei. -Sei bellissima- rispose Facundo accarezzandole una guancia lentamente. 
Scosse la testa sorridendo -Tu non puoi immaginare da quanto tempo aspettavo un momento così tra noi due. Sapere che finalmente potremo essere liberi di stare insieme, senza nessuno di mezzo, Alba, non sai che peso mi hai tolto di dosso- confessò continuando a guardarla negli occhi. Alba arrossì leggermente -Tu invece mi hai fatta confondere! Io ero una ragazza sicura di ciò che sentiva!- esclamò fingendosi arrabbiata prima di tirargli un pugno debole sul braccio. Facundo alzò un indice -Ehi, tu sei sempre stata sicura di ciò che volevi, semplicemente non lo hai mai ammesso e ti sei accontentata di un ragazzo carino- incorniciò la parola 'carino' imitando delle virgolette con le dita -e simpatico- fece un gesto con le mani come a dire che non lo era fin troppo -per dimenticarmi. Però Facundo torna sempre, dovevi immaginarlo, Alba- 
Alba non rispose. Le aveva letto dentro tutto ciò che lei non aveva mai voluto ammettere. 
Perché si, forse era vero che Pedro era stato solo una distrazione da Facundo, ma lei non se n'era mai resa conto. Stava bene con lui, anche senza avere sempre la necessità di averlo accanto, come invece le succedeva con Facundo prima di conoscere Pedro. Ma era una persona simpatica e abbastanza divertente, quando stava ancora con lui credeva di aver concluso definitivamente la tappa Facundo. E invece bastava vederla ora, ancora perdutamente innamorata di lui da quando lo aveva rivisto dopo un anno di distanza. O forse non aveva mai smesso di amarlo, era la cosa più probabile. Candelaria e Lodovica non erano mai state convinte della sua relazione con Pedro, forse loro avevano capito tutto sin dall'inizio, magari perché si era messa con lui subito dopo il periodo di pianti continui dedicati a Facundo, all'averlo perso per sempre essendo tornata in Spagna, quando avrebbe facilmente potuto rimanere in Argentina con lui. Durante quei pomeriggi passati sul suo letto ad Elda a pensare a lui, aveva capito che il suo amore era ricambiato completamente da parte di Facundo, ma nessuno dei due aveva mai fatto un passo avanti per trasformare la loro amicizia in qualcosa di più. Alba si era sfogata tanto con le due amiche, finché aveva deciso che non poteva continuare a piangere sopra ad una cosa ormai passata e si era messa in testa di trovare un altro ragazzo. Alla fine lo aveva incontrato, ma solo ora capiva che in realtà il suo cuore era sempre appartenuto ad una persona, quella che in questo momento si trovava davanti a lei guardandola stranito.
-Alba, ti ho lasciata senza parole?- domandò Facundo smuovendola con un movimento delle braccia. Alba distolse lo sguardo dalla parete bianca e tornò a guardarlo negli occhi -Scusa, stavo pensando. Andiamo a fare colazione?- 
Facundo annuì nonostante non fosse molto convinto della sua risposta, ma decise di non insistere domandando cosa la turbasse; se aveva qualcosa da dirgli lo avrebbe fatto.
 
Dopo aver fatto colazione entrambi tornarono in camera, dove le valigie di Alba giacevano ancora accanto alla porta, coperte dai vestiti che aveva tolto la sera precedente prima di indossare il pigiama. 
-Dove posso lasciare i miei vestiti?- chiese a Facundo indicando i bagagli. Lui si guardò intorno perplesso -Se non ti da fastidio per adesso lascia tutto lì, più tardi sistemo l'armadio e ci facciamo stare sia i miei che i tuoi- rispose. Insomma, la sua casa non era poi così grande e i vestiti di Alba non così pochi, doveva ancora pensare a come disporre le cose, d'altronde lei si era presentata a casa sua solo il giorno prima. 
Tolse la maglia grigia che usava come pigiama e i pantaloni a quadri, poi si avvicinò all'armadio e lo aprì per decidere cosa indossare. Alba si voltò verso di lui e arrossì all'istante, giusto mentre Facundo si voltò verso di lei. Il ragazzo scoppiò a ridere -Cosa credevi, che ci saremmo cambiati uno alla volta? Dai Alba, di cosa hai vergogna?- la scherzò mentre lei si voltava verso la valigia per aprirla. -Non ho vergogna, ma non mi aspettavo che ti saresti cambiato così tranquillamente- si giustificò mentre frugava alla ricerca di qualcosa da indossare. 
Facundo rise ancora -Io non mi vergogno di te, Alba- ribatté -E poi, se non mi sbaglio addirittura ci siamo visti senza nulla addosso, perciò cosa pretendi? Da ora in poi sarà con me che ti cambierai, dimentica il corpo flaccido di Pedro davanti a te- 
Alba sgranò gli occhi -Ehi, Pedro non aveva il corpo flaccido, solo non aveva troppi addominali- gli rivolse una linguaccia -E poi, è come se non ci fossimo mai visti in quel modo, non ricordiamo nulla- aggiunse abbassando lo sguardo e afferrando un paio di jeans.
Facundo non rispose, poi prese alcuni vestiti dall'armadio, lí indossò e sistemò il letto, mentre anche Alba si vestiva. 
Entrambi si voltarono per guardarsi nello stesso momento, sorrisero e si avvicinarono. Facundo allacciò le mani sulla schiena di Alba, avvolgendola in un abbraccio. Lei avvicinó il viso al suo, fino a far sfiorare i nasi e combaciare i contorni delle labbra. Facundo annullò la distanza baciandola e attraendola di più a sè, spostandosi fino ad appoggiarla alla parete accanto alla porta. Alba sorrise nel bacio, mentre le labbra di Facundo giocavano con le sue, scontrandosi e scatenando scintille ad ogni tocco. -Alba- sussurrò lui per poi tornare a depositare alcuni baci a stampo sulle sue labbra -Ti amo
Alba lo allontanò di pochi millimetri per poterlo guardare negli occhi, poi lo avvolse in un abbraccio e prese una delle sue mani tra le sue, facendola scendere sulla sua pancia che ancora non mostrava curvature, fino a depositarla sopra alla stoffa leggera della maglietta azzurra. -Lo senti? Questo non lo abbiamo cercato, ma la vita ha deciso di donarcelo. È mio, tuo: è nostro. È il simbolo della nostra unione, sarà frutto di me e te messi assieme. Avrà i nostri ricci, i miei occhi e il tuo sorriso. È la cosa piu bella che abbia potuto succederci, è la prova che quello che c'è tra di noi è unico- si fermò un attimo per accarezzargli lentamente il viso, mentre lui la osservava con gli occhi lucidi -È un pezzo di te e di me, è nostro- 
Facundo posò anche l'altra mano sulla pancia di Alba, poi si soffermò ad osservarla mentre la accarezzava dolcemente -Farò qualsiasi cosa per voi- disse, poi si abbassò sotto lo sguardo commosso di Alba, fino ad arrivare con il viso all'altezza della pancia, continuando a tenerla tra le mani. Alzò leggermente la maglia di Alba, poi si avvicinò fino a posare le labbra sulla pelle nuda, depositando un bacio. Rimase con il viso appoggiato alla pancia e gli occhi chiusi per qualche secondo, poi lasciò un altro piccolo bacio carico di amore e riabbassò la maglietta, prima di tornare in piedi davanti ad Alba. 
-Sei tutto quello di cui ho bisogno in questa vita, farei di tutto pur di tenerti sempre al mio fianco, amore mio- sussurrò al suo orecchio, poi depositò una sci di baci sul suo collo fino ad arrivare al viso, sul quale proseguì il tragitto fino ad arrivare alle labbra. -Ti amo- sussurrò tra un bacio e l'altro. 
Alba lo strinse di più a sè. Ora si, era sicura che Facundo era la persona che avrebbe voluto accanto a sè per tutta la vita. Avrebbe vissuto ogni singolo giorno amandolo, fino alla fine. Era suo, niente e nessuno lo avrebbe più tolto dal suo fianco. 
Facundo fece un passo indietro, trascinando Alba con sè mentre le loro labbra erano ancora unite. -Alba- la chiamò mentre lei non dava segno di voler smettere di baciarlo. Controvoglia, la prese per la vita e la staccò leggermente da lui. -Devo dirti una cosa- disse prendendola per mano e andando a sedersi sul bordo del letto, invitandola a fare lo stesso.
Sentiva che era arrivato il momento di dirle la verità, non poteva nascondere ancora per molto che il giorno della festa non era ubriaco, non poteva farle credere ancora che nessuno dei due aveva provato sentimenti quella notte. Non poteva negare un'altra volta di non ricordare nulla, perché non era così; ci pensava ogni giorno a quel corpo perfetto che tanto aveva desiderato, a quella passione che si era creata tra le quattro mura della sua camera.
-Facu, che succede?- domandò Alba, che ancora gli stringeva forte una mano.
-Alba, arriverò direttamente al sodo, ma ti prego, non odiarmi- iniziò mentre cercava invano di nascondere il tremolio delle sue mani. Se lei si sarebbe arrabbiata, se ne sarebbe andata, e senza di lei non avrebbe potuto vivere. 
-Facundo, come potrei odiarti?- lo rassicurò Alba accarezzandogli la mano che fremeva nervosamente tra le sue. Il ragazzo sospiró -Alba, quella notte non ero ubriaco- la presa intorno alla sua mano si fece più debole. Alzò gli occhi verso il viso di Alba, che mostrava un'aria sorpresa, amareggiata e delusa al tempo stesso. -Ma ti ho amata ogni singolo istante che abbiamo passato assieme, te lo giuro. Alba, non ero del tutto sobrio, ma la ragione non è riuscita a prendere il sopravvento, mi dispiace. Non ho potuto pensare, ti desideravo e non sai quanto, quella notte- disse tutto d'un fiato guardandola negli occhi, che si stavano riempiendo di lacrime. -Amore mio, non piangere, ti prego- la implorò togliendole alcune lacrime che scendevano dalle guancie con i pollici. Al contatto, Alba allontanò la testa -Non mi toccare!- urlò mentre lo guardava inorridita con gli occhi spalancati. Si alzò in piedi, cercando di scappare da lui, che invece avanzava verso di lei. -Facundo, vattene! Facundo, non ti voglio avere vicino, vai via!- gridò con tutta la sua voce. Lui riuscì ad afferrarle un braccio, riportandola davanti a sè. -Alba, ti prego...- la implorò prima di ricevere uno schiaffo che gli fece voltare la testa dall'altro lato. -Sei un mostro, fai schifo! Cosa credevi che fossi, un oggetto sessuale? Qualcosa che potessi usare a tuo piacimento con la scusa di 'non essere del tutto sobrio'? Facundo, sono incinta di te! Sai cosa significa? Io avevo deciso di dare tutto per questo bambino, anche se non l'avevo cercato, perché sapevo che era stato un errore di entrambi! E invece ora vengo a scoprire che, se tu avessi prestato un po' più di attenzione anziché ascoltare solo i tuoi ormoni impazziti, non mi troverei in questa situazione!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. -Perché hai approfittato di me mentre ero ubriaca Facundo? Spiegamelo. Non potevi semplicemente aiutarmi, al posto di utilizzarmi per placare i tuoi desideri sessuali?- la sua voce si ruppe, scoppiando in un pianto disperato -Non sono un oggetto!- disse per poi spostarsi verso la parete dietro di lei, vedendo come Facundo si avvicinava. -Vai via, non ti voglio vicino!- urlò guardandolo terrorizzata. -Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te, Facundo! Credevo che tu mi amassi davvero, ma a quanto pare mi sbagliavo. Come ho potuto equivocarmi tanto, innamorarmi di te solo perché c'era quella notte che ci univa? Mi sono illusa di avere l'amore di una persona, ho lasciato il mio fidanzato per questo, ma a quanto pare mi sono completamente sbagliata- abbassò la voce, singhiozzando mentre le lacrime scendevano sempre più veloci e il nodo alla gola prendeva il sopravvento, impedendole di andare avanti. Coprì il viso con le mani e scosse la testa, poi asciugò le lacrime e tentò di assumere un'espressione seria, anche se la tristezza, la rabbia e la delusione continuavano ad invaderle gli occhi. -Questo bambino ti ha scombussolato i piani, vero Facundo? Se non ci fosse stato avresti continuato a fingere che quella notte era stata solo un equivoco, probabilmente in questo momento mi staresti usando come hai fatto quel giorno, senza mai dirmi la verità. Ti saresti finto ancora innamorato, no? Ma hai deciso di raccontarmi la verità solo ora perché per altri sette mesi non saresti riuscito ad avere quello che volevi, perciò tanto valeva lasciarmi andare, non è così?- chiese mentre gli occhi si riempivano ancora di lacrime, nonostante volesse assumere un'aria severa. 
Facundo scosse la testa, avvicinandosi -Amore mio, non dire così- la supplicò con la voce inondata dalla tristezza. Alba lo guardò addolorata -Non chiamarmi amore mio!- urlò indietreggiando ancora. -Alba, quei ti amo non erano una menzogna, credimi. Ti amo più della mia propria vita, darei tutto per te- cercò di spiegarle con la voce rotta dalla paura. Non voleva perderla, non se lo sarebbe mai perdonato. Ma in questo momento aveva capito che le possibilità di riaverla di nuovo al suo fianco erano poche, quasi inesistenti. Lei lo odiava con tutta sè stessa. 
Alba scosse la testa mentre lo osservava con disperazione e rabbia. -Ti odio Facundo!- urlò prima di uscire definitivamente dalla camera e correre giù dalle scale fino ad arrivare alla porta del condominio e scappare dall'appartamento che le aveva rovinato la vita. 
Corse senza sosta tra i marciapiedi, sotto lo sguardo preoccupato o curioso di qualcuno. Nemmeno aveva pensato che qualche suo fan avrebbe potuto riconoscerla, non voleva pensare a nulla, solo andarsene da quel posto che tanto la faceva stare male. 
Si fermò quando raggiunse un parco a lei familiare: ci era stata tante volte durante il periodo di Violetta. Si accasciò sulla prima panchina che si trovò davanti e finalmente si liberò in un pianto sconsolato e pieno di dolore. Sentiva un peso sul petto, all'altezza del cuore, che non dava segno di volersene andare. Lo aveva perso. Si era illusa di essere amata da lui. Aveva lasciato Pedro per lui. Si era promessa di badare a suo figlio con amore perché era sicura che lo avrebbe avuto accanto. Ma no, si sbagliava di grosso.
Appoggiò le mani sulla pancia e si inclinò in avanti, facendo si che alcune lacrime bagnassero la giacca che aveva indossato velocemente mentre correva. -Ti amerò con tutta me stessa piccolo, ti donerò il mio cuore e tutto l'amore che ho in corpo, anche quello che tuo padre non saprà darti, te lo prometto- sussurrò mentre accarezzava la sua pancia tra le lacrime.
-Alba?- 
Una voce conosciuta dietro di lei si fece spazio tra i suoi pensieri, costringendola a voltarsi. -Alba, oh mio dio, che ti è successo?- 
Una Candelaria preoccupatissima si avvicinò a lei, sedendosi sulla sua stessa panchina e avvolgendola in un forte abbraccio. -Perchè piangi? Calmati, ti prego- la implorò la rossa mentre le accarezzava la schiena con le mani, ascoltando i suoi singhiozzi sulla spalla. 
L'aveva sentita piangere troppe volte negli ultimi tempi, ma ora non capiva cosa non andava visto che il giorno prima l'aveva vista così felice.
-Alba, ti calmi e mi spieghi cosa succede, per favore?- le chiese allontanandola da lei in modo da poterla guardare negli occhi. Alba asciugò distrattamente le lacrime che scendevano lungo le sue guance con una mano, poi respirò profondamente e si decise a parlare -Facundo-. 
Candelaria spalancò gli occhi -Facundo?- ripetè senza poterci credere. Insomma, ieri stavano così bene insieme! 
Alba annuì. -Che cosa ti ha fatto? Giuro che se ha osato toccarti lo picchio a quel ragazzo! Cos'è successo?- domandò la rossa preoccupata e incuriosita. 
-Facundo non era ubriaco quella notte, mi ha ingannata fino ad ora. Mi ha usata- spiegò abbassando lo sguardo. Candelaria si morse un labbro -Gli avevo detto che avrebbe dovuto dirti subito tutta la veritá! Mai una volta che mi ascolta quel ragazzo- esclamò scuotendo la testa. Alba intanto sbiancò -Lo sapevi?- chiese osservandola perplessa. Nemmeno della sua migliore amica poteva fidarsi ora? 
Candelaria scosse i capelli con una mano -Alba, non fare scenate, okay? Non ti ho detto nulla semplicemente perché non mi sembrava giusto che fossi io a dirtelo, era una cosa tra te e lui. Credimi, sono rimasta sorpresa quanto te quando Facundo me l'ha detto, ma non lo ha fatto con cattive intenzioni- spiegò. Alba scosse la testa -Mi avrebbe detto subito la verità, se non avesse avuto cattive intenzioni- replicò. 
-Ma Alba- iniziò Candelaria posando una mano sulla sua spalla. Alba non la fece finire -Cande, non voglio parlarne, okay? Mi sono stancata di piangere per lui- tagliò corto voltandosi dall'altra parte. Candelaria rimase un attimo a fissarla perplessa, poi sospirò e si alzò in piedi -Vieni a casa mia, su. Non vorrai vivere in un parco il resto della tua vita spero!- disse tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Alba forzò un sorriso e afferrò la sua mano, seguendola verso l'uscita del parco.
 
Circa dieci minuti di strada più tardi le due raggiunsero la casa di Candelaria. -Alba, in casa dovrebbe esserci Ruggero, tu prova a citofonare mentre io cerco le chiavi, perché non le trovo!- ordinò la rossa mentre frugava velocemente nella sua borsa. Alba fece quello che l'amica le aveva chiesto e pochi secondi dopo il cancello si aprì. Candelaria sbuffò -Proprio ora che avevo trovato le chiavi!- disse mentre entrava in casa seguita da Alba. 
-Amore, hai trovato... Alba! Che ci fai quì?- domandò Ruggero entrando nel salotto dove si trovavano le due ragazze. Candelaria gli fece cenno di stare zitto mentre gli occhi di Alba tornavano umidi. Ruggero si morse un labbro -Ehi, non devi dirmelo se è qualcosa che ti fa stare male!- tentò di correggersi per salvare la situazione. -Vuoi qualcosa da mangiare, da bere, o vuoi dormire? Se vuoi...- non fece in tempo a finire la frase perché Candelaria si avvicinò a lui e gli coprì la bocca con una mano, guardandolo male. -Lascialo stare, è sempre così con gli ospiti- disse poi rivolgendosi ad Alba, che alzò le spalle. 
-Ruggero, ti dispiacerebbe lasciarci un attimo sole, adesso?- domandò Candelaria appoggiando le mani sulle sue spalle. Ruggero finse un'espressione imbronciata -Ma anche io voglio sentire- la supplicò. Candelaria scosse la testa e lo spinse verso la porta della sua camera -No Ruggero, sono discorsi tra ragazze quelli che faremo, perciò fuori!- ordinò la ragazza tornando vicina ad Alba. Ruggero inarcò un sopracciglio -Sono bandito dal mio salotto quindi?- 
Candelaria annuì sorridendo -Sì!- rispose prima di andare a sedersi sul divano trascinando Alba con sè. 
 
Facundo era seduto per terra con la testa tra le mani, dopo essersi sfogato per quello che era successo contro casa sua. Aveva abbattuto tutta la sua furia contro mobili, cuscini, tavoli e qualsiasi cosa si trovasse nei paraggi, per poi accasciarsi a terra sopra ai soprammobili ormai rotti. -Sono uno stupido- ripeteva continuamente lanciando pugni alla parete di tanto in tanto. Non riusciva a perdonarsi di aver perso Alba in quel modo, semplicemente perché non le aveva detto prima la verità. Era completamente pentito di averla ingannata in quel modo, o di non aver ascoltato la sua coscienza evitando di andare nel suo appartamento, quella notte, ma non aveva fatto tutto questo per farla soffrire. 
Non aveva pianto, non voleva farlo, preferiva abbattere la sua sofferenza sulle cose che gli stavano intorno, voleva sentire fisicamente il male che stava sentendo dentro, nel cuore. 
La amava, come avrebbe fatto senza di lei? 
-Alba, sei la mia vita intera- sussurrò frustrato appoggiando la testa alla parete dietro di lui e stringendo i denti per non urlare. Non voleva che la sua storia amorosa diventasse l'oggetto principale delle chiacchiere dei suoi vicini, che sicuramente sarebbero accorsi a vedere cosa gli fosse successo, se si fosse messo a gridare.
Si alzó in piedi e corse fino al computer appoggiato sul divano, scrisse velocemente qualcosa e partì una melodia. Si sedette sul divano con il viso tra le mani, concentrato sulle parole della canzone che aveva sempre ascoltato pensando ad Alba durante l'anno di lontananza dopo Violetta.
 
Apenas nos vimos, sé que nos sentimos brutal
Y a mi me tiene mal
Y tú sonreías 
Seguro sabías lo que a los dos nos iba a pasar
(Yo sé que tú también sientes lo mismo) 
 
Esta es mi forma de decirte hoy 
Qué en donde tú me digas voy
 
Hay un lugar, tan especial 
Donde yo contigo quisiera estár
Ese lugar, tan especial 
Donde si quieres nos besamos y me voy enamorando
 
Me voy enamorando
Me voy enamorando
Me voy, me voy enamorando 
Me voy enamorando
 
Y yo no sé si es el escote o tu espalda 
O si será lo corto de tu falda
Estas curvas tienen un hook que a mi me atrapa
 
Sobre tus alas yo despego mi vuelo
Bailar contigo pegaito yo quiero
Tú me elevas en tus brazos hasta el cielo 
 
Ese lugar, tan especial 
Donde yo contigo quisiera estár 
Y ese lugar, tan especial 
 
Donde si quieres nos besamos y me voy enamorando
 
Me voy enamorando
Me voy enamorando
Me voy, me voy enamorando 
Me voy enamorando
 
Facundo si sdraiò a pancia in giù sul divano facendo ripartire la canzone. L'avrebbe ascoltata fino alla morte tra le lacrime, perché era l'unico modo per avere Alba accanto, per immaginarsela abbracciata a lui in quel luogo speciale di cui parlava la canzone, per poterla baciare mentre si rendeva conto che ne era innamorato perdutamente, e mai avrebbe smesso di farlo.
 
Dopo aver parlato di sciocchezze tutto il pomeriggio, Alba e Candelaria stavano guardando la televisione con Ruggero, che finalmente aveva avuto il permesso di unirsi a loro. 
Lui e Candelaria avevano cercato di far distrarre l'amica, non volevano vederla troppo triste. Credevano avesse funzionato e che non stesse più pensando all'accaduto, almeno per il momento, finché la sua voce li fece sobbalzare. -Voglio tornare in Spagna-. 
 
----••----••----
 
Buonasera a tutti! 
Un pò in ritardo, ma eccomi quì con un capitolo finalmente molto pieno di avvenimenti, direi.
Facundo dice ti amo per la prima volta ad Alba (senza contare quando Alba non era sè stessa), finalmente sembra che tutto vada bene, ma la verità rompe ogni cosa. 
Ecco perché vi avevo detto di prepararvi perché tutto non sarebbe andato rose e fiori. 
Volevo avvisare che tra pochissimi capitoli la storia finirà e se riuscirò a finirla oddio, credo che urlerò, fino ad ora sono riuscita a finirne solo una, di ff a capitoli.
Ah, se volete ascoltare la canzone che ho scritto, si chiama "Me voy enamorando" di Chino y Nacho ft. Farruko.
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo.
Baci.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 
CAPITOLO 5
 
Candelaria si voltò verso di lei, allibita. Ruggero abbassò completamente il volume della televisione per poterla ascoltare più facilmente.
-Come sarebbe a dire che vuoi tornare in Spagna?- domandò la rossa con gli occhi spalancati. Alba alzò le spalle -Cande, quando stavo in Spagna andava tutto così bene. Poi sono tornata quì e tutto ciò che avevo vissuto negli scorsi quattro anni è tornato alla luce. Sento che in questo momento stare a Buenos Aires non mi fa bene, riaffiorano in me troppi ricordi ogni volta che guardo una strada, un parco, un edificio... Ho bisogno di riflettere, di prendermi una pausa dal mondo e di stare con la mia famiglia. Capisci?- domandò speranzosa che l'amica potesse mettersi nei suoi panni per capire ciò che le stava accadendo. 
Candelaria sospiró, pero poi annuì e le sorrise malinconicamente -Si, capisco amica- le prese una mano e la avvolse tra le sue -Sappi che per qualsiasi cosa io ci sono e ci sarò sempre, okay? Quando vorrai tornare a Buenos Aires la nostra porta sarà sempre aperta per te- 
Ruggero appoggió una mano sulla spalla della fidanzata e prese parola -Era troppo bello per essere vero averti di nuovo quì con noi, eh!- esclamò con un sorriso. Poi si alzò dal divano e si mise davanti ad Alba, invitandola ad alzarsi. -Ci mancherai tanto- le disse mentre la stringeva in un forte abbraccio. Alba sorrise amaramente; nemmeno lei avrebbe voluto andarsene, ma ne aveva bisogno. -Anche voi mi mancherete- disse separandosi da Ruggero per abbracciare Candelaria. -Amica, te lo ripeto, per qualsiasi cosa ci sono. Ora ti accompagneremo fino all'aeroporto, ma ricordati di chiamarmi appena arriverai in Spagna! E ti voglio sentire ogni giorno, intesi?- la raccomandò. Alba le rivolse un sorriso pieno di gratitudine e si diresse verso la cucina, dove aveva lasciato le valigie. -Prendo le mie cose e parto subito, va bene?- 
I due fidanzati annuirono per poi guardarsi con un'espressione seria. Entrambi sapevano che l'unica ragione per cui Alba voleva andarsene era Facundo, e per un certo senso potevano capirla. Ma allo stesso tempo entrambi erano sicuri che quel ragazzo non aveva fatto tutto ciò per farla soffrire: dopo tutti quegli anni passati ad amarla come un pazzo, sicuramente no.
Ruggero scosse la testa mentre Candelaria gli lanciava uno sguardo rassegnato, poi la voce di Alba fece eco dietro di loro -Sono pronta- cercó di dire con un falso tono felice che non convinse nemmeno lei. Candelaria le sorrise debolmente per poi raggiungerla e farle segno di dare le valigie a Ruggero, che le avrebbe caricate in macchina. 
 
Una volta arrivati all'aeroporto Candelaria disse ad Alba e a Ruggero di andare a cercare il primo volo fino ad Alicante, mentre lei sarebbe andata in bagno. Appena i due si allontanarono a sufficienza prese a correre fino ai servizi, controllò che non ci fosse nessuno ed entrò nel bagno dei disabili, assicurandosi di avere chiuso a chiave la porta. Cercò freneticamente nella sua borsa fino a trovare il cellulare, che per poco non cadeva a terra quando iniziò a sbloccare lo schermo ripetutamente perché era bloccato. Appena riuscì ad entrare nella schermata home cercò il nome di Facundo nella rubrica e lo chiamò immediatamente. Dopo qualche squillo rispose.
"Pronto?" 
"Facundo! Abbiamo un'emergenza!"
"Un'emergenza? Candelaria, che succede? Devo venire lì? Dove sei?" domandò dall'altro capo del telefono, spaventato.
"Alba" rispose semplicemente la rossa.
"Alba? Le è successo qualcosa? Candelaria cazzo spiegami!" la supplicò, questa volta lo spavento dava spazio all'ansia.
"Alba sta partendo per Alicante! Facundo l'hai ferita così tanto? Muoviti a venire a prenderla, stiamo in aeroporto con lei, ma tra poco dovremo andarcene!" lo supplicò.
Un lungo attimo di silenzio sostituì gli urli di pochi secondi prima. 
"E non potevate trattenerla anziché farle trovare il tappeto rosso per Alicante?" 
gridò Facundo rimproverandola.
Candelaria sgranò gli occhi "Facundo, sarò diretta, se Alba se ne sta andando è soltanto per colpa tua, dovrebbe essere compito tuo fermarla, non credi? Io e Ruggero non siamo nulla per non permetterle di andarsene. Io vado o inizieranno a pensare che sia scappata, pensaci Facundo, lo dico per voi."
Detto questo chiuse la chiamata e corse di nuovo al centro dell'aeroporto dove Alba e Ruggero la stavano aspettando seduti su una panchina. Avvicinandosi notò che Alba aveva in mano un biglietto, perciò dedusse che avesse trovato un volo vicino.
Appena li raggiunse Alba si alzó -Parto tra mezz'ora, posso aspettare da sola, tanto tra poco andrò a cercare il gate, andate pure se volete- la avvisò sorridendole. Cande sospiró e posò una mano sul braccio dell'amica -Mi raccomando, chiamami appena arriverai in Spagna, e ricordati di avvisare anche Lodovica- 
Alba annuì -L'ho chiamata prima, non ti preoccupare. Ci vedremo presto amica, prometto che verrò a trovarti ogni volta che potrò!- la rassicuró per poi abbracciarla forte. -Ti voglio bene- le disse Candelaria all'orecchio prima di lasciarla e rivolgerle uno sguardo triste -E ricorda, non tutti sono dei mostri come sembrano essere- aggiunse prima che l'amica abbracciasse Ruggero. 
Con un gesto delle mani i tre si salutarono e Alba rimase sola con i suoi bagagli, che prese tra le mani per andare a cercare il punto da dove sarebbe partito il suo aereo. Con lo sguardo prestava attenzione ad ogni schermo appeso alle pareti, mentre quasi correndo andava avanti nella enorme sala piena di panchine, bambini che giocavano, genitori spazientiti e gente in giacca e cravatta che parlava al telefono frettolosamente.
Finalmente raggiunse il check-in e si mise in fila; davanti a lei c'erano circa una decina di persone. Appoggió a terra le valigie e prese il telefono dalla borsa: sullo schermo c'era una foto di lei e i suoi genitori, l'unico motivo che la rendeva felice di andarsene da Buenos Aires. Credeva di poter avere un nuovo futuro insieme a Facundo lì, ma evidentemente si sbagliava.  
Non aveva intenzione di tornare un'altra volta in Argentina. Nonostante avesse promesso a Candelaria che sarebbe andata a trovarla presto per rassicurarla, non voleva più tornarci, Buenos Aires era piena di ricordi. Voleva tornare alle origini, farsi una nuova vita in Spagna e dedicarsi solo alla sua carriera. E alla creatura che portava in grembo. Anche se quello sarebbe sicuramente stato un grandissimo problema con i suoi progetti; magari le avrebbero chiesto di abbandonarli o di lasciarli in disparte per un pò. Ma doveva vedere il lato positivo della situazione. Avrebbe cresciuto un bambino, il suo bambino, e lo avrebbe amato come mai aveva amato nessuno fin'ora. Sua madre le avrebbe dato le dritte giuste e magari sarebbe riuscita a trovare un fidanzato e a dimenticare Facundo. 
Sorrise amaramente scuotendo la testa. Si stava prendendo in giro da sola, non avrebbe mai potuto dimenticare Facundo, se fino a quel momento non era riuscita a farlo. Anche se avesse trovato un altro uomo che amasse più della sua vita stessa, Facundo sarebbe sempre riaffiorato nei suoi ricordi come la sua maggiore felicità e disperazione. Mai una volta erano riusciti a stare senza problemi, forse il destino aveva scelto di non farli stare insieme, pensava.
Si voltò verso l'atrio e con una lacrima che minacciava di uscire dai suoi occhi sussurró quasi impercettibilmente -Addio Buenos Aires-.
 
"Che cosa? L'avete lasciata in aeroporto da sola? Candelaria, questa parte davvero per Alicante! La conosco, non tornerà mai indietro all'ultimo momento!" dall'Italia Lodovica urlava nell'orecchio di Candelaria, che dovette allontanare il cellulare per non rompersi un timpano.
"Ho cercato di dirle che non era necessario partire, ma mi ha dato dei buoni motivi per andarsene, ha bisogno di tornare in Spagna, capisci? L'unico che può fermarla è Facundo, io e Ruggero non siamo nessuno per dirle di rimanere!" rispose la rossa scuotendo la testa.
"Hai ragione... Speriamo che riesca a raggiungerla in tempo, però!" 
"Esattamente. E spero che riesca a trovare le parole giuste per farle cambiare idea! Ogni volta che cerca di parlarle per chiarire le cose peggiora la situazione!" 
"L'unica cosa che possiamo fare è incrociare le dita. Ora ti lascio perché Tomàs mi sta aspettando per uscire! Ci sentiamo appena posso, okay?" 
"Va bene amica, a presto" disse prima di chiudere la chiamata e lasciarsi cadere sul divano sospirando.
 
Intanto una macchina rossa sfrecciava veloce sulla superstrada che portava all'aeroporto di Buenos Aires. All'interno un ragazzo in preda all'ansia guidava premendo forte il piede sull'accelleratore, cercando di superare le macchine davanti a lui. 
I vetri erano appannati a causa della temperatura fredda che c'era fuori in contrasto al riscaldamento dell'auto.
Facundo era in preda al panico, nei suoi occhi si potevano leggere mille emozioni: paura, tristezza, pentimento e rabbia si susseguivano in un tunnel infinito che gli lasciava un peso sulla coscienza. Se Alba stava partendo era solo colpa sua e dei suoi stupidi pensieri da poco sobrio.
Appena raggiunse l'aeroporto si affrettò a parcheggiare la macchina nel primo posto libero, poi scese tanto in fretta che sembrava stesse per travolgere la portiera, che chiuse dietro di sè prima di spegnere l'auto con il telecomando voltandosi mentre correva verso le porte d'entrata. 
Arrivato nell'atrio principale si guardò intorno alla ricerca di Alba, sperando che si trovasse ancora lì. Corse velocemente tra le persone, che puntualmente si voltavano verso di lui squadrandolo male ogni volta che accidentalmente andava addosso a qualcuno. Si fermò davanti ad uno schermo con le partenze e con gli occhi cercò velocemente Alicante. Nella settima riga lo trovò, scorse con lo sguardo sulla colonna degli orari e vide il "17.30" scritto a caratteri cubitali gialli. Guardò l'orologio: erano le 17.00, aveva ancora pochissimo tempo per trovarla e convincerla a tornare da lui. 
Si guardò un attimo intorno e prese di nuovo a correre finché vide una hostess che stava parlando con una donna. Chiese scusa e la fece voltare verso di lui -Dove si fa il check-in?- domando a voce alta quasi senza fiato. La ragazza indicò le file di persone alle sue spalle, circa a tre metri da loro. Facundo biascicò un grazie e corse in quella direzione mentre la donna tornó a parlare con la hostess scuotendo la testa e sussurrando un -I ragazzi di oggi, interrompono senza ritegno e senza nemmeno chiedere il permesso-, ma Facundo non riuscì ad afferrare le ultime parole perché era già troppo lontano. 
Raggiunse la fila e fece scorrere con lo sguardo tutte quelle persone, ma nessun volto corrispondeva a quello di Alba. Stava per perdere le speranze e andarsene quando, mentre guardava davanti a lui, scorse i boccoli neri della ragazza che amava muoversi attraverso il metal detector. Sbiancò completamente mentre le gambe si facevano pesanti. Nella questione di pochi secondi si riprese dalla trance e senza pensarci sueprò tutte le persone in fila fino ad arrivare all'entrata dei metal detector, che cercò di superare urlando il nome di Alba, che però non riuscì a sentirlo perché si era già allontanata troppo. I due controllori lo bloccarono tenendolo per le braccia mentre Facundo continuava ad urlare e a dimenarsi preso dalla disperazione. -Alba! Alba! Ti prego ascoltami, Alba!- urlò continuando a lanciare calci sul pavimento. -Alba! Per favore, Alba!- continuò a gridare raschiando la voce sulla sua gola, che iniziava a fargli male. Lanció un calcio ad un controllore, che gli strinse di più il braccio. Pochi secondi dopo arrivarono tre guardiani che lo presero per i polsi e per le spalle e lo trascinarono via sotto gli sguardi stupiti e confusi della gente in fila. 
-Fatemi tornare la, Alba! Alba!- continuava ad urlare Facundo con tutto il fiato che aveva in corpo dimenandosi tra le braccia dei tre. 
Solo in questo momento si rendeva conto di ciò che era appena successo. Aveva lasciato andare Alba, era finita. Non sarebbe più riuscito a convincerla a tornare. Non l'avrebbe più abbracciata per l'ultima volta, niente. 
Impallidì e sentì le sue gambe farsi di pietra mentre si fermava in mezzo all'atrio. Uno dei guardiani si voltò verso di lui -Che succede ragazzo, hai perso tutta la forza che avevi?- lo derise. Facundo aveva gli occhi sbarrati, non riusciva a pensare a nient'altro che non fosse Alba. Un metal detector li divideva, e lui non era riuscito a superarlo.
Uno dei guardiani fece cenno agli altri di lasciarlo con Facundo e, quando i due se ne andarono, si pose di fronte a lui continuando a tenergli il polso -C'è la tua ragazza di la?- gli chiese. Facundo annuì. L'uomo, che sembrava avere pochi anni in più di lui, si guardò intorno, poi si avvicinò al viso di Facundo e sussurró -Senti, io dovrei farti uscire da questo posto, ma se ti muovi a comprare un biglietto per Alicante posso andare a dire ai controllori del metal detector di aspettarti, va bene?- 
Negli occhi di Facundo nacque una nuova speranza -Grazie! Grazie mille, davvero!- disse prima di fare dietro front verso la biglietteria mentre il guardiano gli urlava -Muoviti ragazzo!- scuotendo la testa e dirigendosi verso i colleghi.
Facundo corse ai metal detector, che superò velocemente, lanció al guardiano che lo aveva aiutato uno sguardo pieno di gratitudine e corse all'interno della seconda parte dell'aeroporto. Guardò l'orologio; erano le 17.15, mancava poco. Si guardò intorno mentre la paura prendeva il sopravvento su di lui. Ad un certo punto la vide. Era davanti a lui, nel gate per Alicante. Quattro metri li dividevano. -Alba!- urlò mentre correva verso di lei.
La ragazza scattò a sentirlo. Già all'uscita dai metal detector le era sembrato di sentire la voce di Facundo chiamarla, ma era lontana, credeva fosse stata solo frutto della sua immaginazione. Ma ora l'aveva sentita dietro di lei, vicina, chiara. La disperazione in essa le aveva fatto venire la pelle d'oca. Si voltò velocemente e lo vide. 
Con gli occhi pieni di disperazione, una manica della felpa caduta lungo il suo braccio e il corpo scosso da fremiti, la supplicava di andare da lui. 
Appena i loro sguardi si incrociarono, senza nemmeno pensarci corsero uno tra le braccia dell'altra. I bagagli di Alba volarono da qualche parte intorno a loro e nel frattempo Facundo, stringendola forte per la vita, la fece girare mentre lei teneva le braccia intorno al suo collo. 
Si tenevano in una stretta asfissiante che volevano non finisse mai. 
-Ti prego, resta con me- la supplicò Facundo all'orecchio. 
Alba voleva rispondere di sì, andarsene via con lui, dimenticare quel volo per la Spagna e urlare al mondo che lo amava, ma il suo orgoglio e tutto quello che avevano alle spalle non glielo permettevano.
Scosse la testa e si allontanò da lui -Non posso Facundo- disse a bassa voce spostando lo sguardo verso terra mentre le lacrime iniziavano a scendere sulle sue guance e il ricordo di tutto quello che lui le aveva confessato si faceva largo nella sua testa.
Il corpo di Facundo tremava, ma appena vide che Alba stava per voltarsi e andarsene di nuovo le prese una mano, la fece girare verso di lui e la accolse di nuovo tra le sue braccia, disperato. La stava perdendo. Mentre tentava di assimilare tutto quello che stava succedendo, l'amore della sua vita se ne stava andando.
-Lasciami Facundo, lasciami! Mi hai già ferita abbastanza, ora permettimi di dimenticare tutto... Di dimenticarti- disse Alba mentre la voce le si spezzava sulle ultime parole.
-No- sussurrò lui -Se te ne vai, porti il mio cuore con te, non lasciarmi solo, ti prego- la supplicò guardandola dritta negli occhi, che come i suoi erano lucidi, mentre ancora la stringeva forte a sè. -Non andartene dalla mia vita-.
-Mi avevi detto che mi amavi- sussurrò lei.
-Ti amo- affermò lui mentre la abbracciava più forte per averla più vicina al suo corpo, come se temesse di vederla dissolversi da un momento all'altro.
-Mi hai ingannata- disse Alba alzando la voce mentre debolmente cercava di liberarsi dalla sua stretta. -Perché l'hai fatto Facundo? Perché?- domandò mentre le lacrime ormai non riuscivano a cessare di scendere dai suoi occhi. Capì che l'intento di allontanarsi da lui era inutile e abbandonò tutte le sue forze. Facundo subito la strinse ancora di più -Non dire così- disse con la voce spezzata. Nascose la testa nei capelli di Alba -Non puoi pensare che non ti amo, se sei la persona più importante per me. Cazzo Alba, morirei per te! Tu non hai idea di quanto ti amo. Non dire che vuoi dimenticarmi, sarebbe come uccidermi- le sussurrò all'orecchio reprimendo le lacrime.
-E allora perché mi hai mentito per tutto questo tempo?- chiese lei con la testa appoggiata sul suo petto, così vicina da poter sentire i battiti veloci del suo cuore. -Ma forse sono così poco importante per te che non è necessario darmi spiegazioni, vero?- dedusse non sentendo alcuna risposta da parte di Facundo.
Lui si separò leggermente da lei tentando di posare una mano sulla guancia di Alba, ma lei la schivò. -Alba, tu sei importante per me, credimi- 
Alba lasciò scappare una risatina cinica mentre tentava di trattenere il pianto -Così importante che non ti sei fatto problemi ad utilizzarmi mentre ero ubriaca- asciugò le lacrime con una mano e alzò il viso per guardarlo in faccia; i suoi occhi sembravano colpevoli, tristi e soprattutto disperati, sembravano sussurrarle 'Non te ne andare'. -Io non posso dimenticarmi di te, Facundo- 
Il ragazzo la guardò sorpreso e, prima che potesse finire la frase o reazionare, le prese il viso tra le mani e la baciò. 
Le lacrime tornavano ad impossessarsi di Alba mentre corrispondeva immediatamente alle sue labbra, quelle labbra così dolci e suavi che probabilmente avrebbe baciato per l'ultima volta. 
Le mani di Facundo si spostarono sulla vita di Alba, attraendola ancor più verso di lui, per quanto fosse possibile, con la paura di vederla andare via definitivamente. 
Alba sentì la lingua di Facundo sfiorare le sue labbra delicatamente, perciò lei le aprì accettando tutto quello che lui poteva darle prima di andarsene. 
Doveva andarsene.
Non poteva rimanere lì, con quel ragazzo che non aveva fatto che ingannarla dicendole di amarla. 
Passò le sue mani per il suo collo, attraendolo di più verso di lei, combinando il loro fiato, il loro amore, la tristezza e la disperazione. Si necessitavano, si amavano. 
Ma lei non poteva resistere a tutto questo.
-Non te ne andare, ti prego- sussurrò Facundo tra un bacio e l'altro -Non te ne andare- ripeté.
Alba singhiozzò contro le sue labbra e aumentò la velocità del bacio, cercando di farlo stare zitto per non dover dire che sì, lo perdonava. Non voleva essere quella debole questa volta. Aveva bisogno di essere forte.
All'improvviso il bacio iniziò ad essere lento, delicato. Le mani di Alba scesero sul petto di Facundo e afferrarono la sua felpa mentre lui appoggiava le mani dietro alle sue spalle, attraendola a lui, avvicinando le loro labbra il più possibile. Quelle labbra che emanavano amore, tristezza.
Si stavano dicendo addio.
Alba si staccò lentamente da Facundo, asciugò per la milionesima volta le lacrime e, quando lo guardò negli occhi, si rese conto che anche lui aveva pianto in silenzio mentre la baciava.
Sentì il suo cuore spezzarsi, Facundo non aveva mai pianto in pubblico. Le uniche volte in cui lo aveva fatto erano state durante gli ultimi show del ViolettaLive Tour, ma solitamente lui era quello che si mostrava forte, che rassicurava gli altri. Non aveva mai voluto che qualcuno lo vedesse piangere. Fino ad ora.
-Rimani, per favore. Io ti amo- disse mentre Alba notava che i suoi occhi si facevano sempre più lucidi. -Non saprei che fare senza di te. Sono uno stupido, un orgoglioso, a volte anche un pò egocentrico, forse troppo geloso, ma non sono forte- spiegò tornando ad abbracciarla e ad affondare la testa nell'incavo del suo collo. -Non sarò forte se te ne vai, morirei di tristezza- 
Alba titubante gli accarezzò una guancia -Non so cosa sarebbe la mia vita senza di te, ora che sono abituato ad averti accanto ogni giorno-. 
Alba si morse il labbro inferiore convincendosi a non piangere ancora; aveva pianto tutta la mattina, nemmeno capiva come facevano i suoi occhi ad avere ancora lacrime.
-Non voglio essere quella debole questa volta, Facundo- sussurró -Sono sempre io quella debole, non voglio esserlo anche oggi- 
Sentì come Facundo le stringeva più forte le spalle. Si era arrabbiato.
-Debole?- chiese mentre alzava la voce e sorrideva cinicamente -Tu non vuoi essere debole ora? Merda Alba, io sono debole in questo momento! Non avevo mai pianto per una donna, per di più davanti a lei! Non piango mai davanti a qualcuno, sai che odio farlo!- fece una pausa e respirò profondamente -Alba, entrambi stiamo male, siamo distrutti. Non capisci che abbiamo bisogno l'uno dell'altra? Siamo uno Alba, non siamo niente da soli!- esclamò con gli occhi pieni di risentimento. 
Alba scosse la testa -Mi chiedo quante altre volte tu abbia fatto quello che hai fatto con me, ma con altre ragazze- sussurrò con rabbia. Non doveva cedere alle sue parole, non poteva credergli e perdonarlo come se non fosse successo niente.
-Alba, se ho fatto quello che ho fatto era solo perché ti amo! Credi che sia il tipo da una notte e via?- gridò lui penetrando con i suoi occhi quelli di lei. Alba scosse di nuovo la testa. -Non ero del tutto sobrio, ma sono un uomo, non domino il mio corpo! Ti desideravo, ma ti posso giurare che quella non era la prima volta!- 
Alba rise amaramente -Tutte le altre volte ero troppo sobria Facundo? Hai afferrato al volo l'occasione quella notte deduco-. Facundo sospiró -Non ho detto questo, Alba! Se è per questo anche in questo momento ti desidero, ma è perché sei tu! Non ho mai desiderato nessuna con solo un bacio, ma tu sei in grado di farmi questo! Credi che mi potrebbero interessare altre ragazze, avendo te?-. La respirazione di Alba si fece più agitata -Cazzo Alba, sei l'unica donna per me, lo eri, lo sei e lo sarai per tutta la vita!- lanció un calcio al pavimento -Come puoi dubitare dei miei sentimenti per te?- domandò arrabbiato. Non si era mai sentito così deluso e addolorato come in quel momento.
-Forse perché mi hai mentito per tutto questo tempo?- ribatté lei. 
-No, non ti ho mentito! Non ti ho mai mentito sul fatto di amarti Alba! Quella notte i miei sentimenti per te hanno preso il sopravvento, lo so. Ma non avrei mai fatto una cosa simile se non ti amassi, credimi- sfiorò le braccia di Alba con le dita -Amo solo te- sussurrò avvicinandosi -Perché lo dubiti tanto?- non la baciava, ma le sue labbra sfioravano quelle della riccia. 
-Facundo, per favore- lo supplicò -Lasciami andare-. Cercò di allontanarsi, ma non riusciva a smettere di guardare quelle labbra rosate vicine alle sue, tentandola. -Facundo, non farlo, ti prego- 
Lui aprì leggermenre le labbra e toccò le sue mentre la sua respirazione si faceva più agitata. -Facundo- sussurrò mentre lui si avvicinava ancora. 
-Baciami- disse lui a bassa voce -Per favore-
Alba semplicemente si lanciò sulle sue labbra vinta dalla tentazione. Che avrebbe fatto senza di lui? Senza i suoi baci, gli abbracci, le carezze? Senza la sua voce? 
Cos'era lei senza di lui? Lo amava tanto, troppo.
Senza nemmeno rendersene conto le sue gambe stavano intorno ai fianchi di Facundo mentre si baciavano senza controllo. Facundo inizió ad abbassare il viso per baciarle il collo fino ad arrivare alla clavicola. -Facundo, no- disse Alba rendendosi conto di ciò che stava succedendo. 
-Tu non vuoi smettere, è il tuo orgoglio che ti impedisce di lasciarti andare- sussurrò Facundo al suo orecchio per poi tornare a baciare le sue labbra con una dolcezza estrema.
Alba sorrise e gli avvolse il collo con le mani rispondendo al bacio. -Lo sapevo- disse Facundo iniziando a far diventare il bacio più profondo. -Tu mi ami, lo so. Non puoi negarlo- 
-Merda, è ovvio che ti amo Facundo- sussurrò sulle sue labbra -Ti amo tanto- 
Facundo tornó a baciarla, questa volta con un'allegria che gli riempiva il corpo intero.
 
Il volo per Alicante parte tra cinque minuti, i passeggeri sono pregati di imbarcarsi.
 
Una semplice frase bastò per far ricordare ad Alba il motivo per cui se ne stava andando. 
Lo sguardo di Facundo si posò di nuovo su quello di Alba e sentì come il cuore gli si spezzava quando vide la tristezza che la avvolgeva. 
-Alba- iniziò, ma lei lo zittì posandogli sulle labbra un indice, sul quale Facundo si affrettò a posare un piccolo bacio. -Non dire nulla- 
La voce della ragazza era parsa così triste che Facundo si sentiva come se una pietra si fosse affondata nel suo cuore. 
Alba si separò da lui, ma Facundo tornó ad afferrarle una mano -Alba, perché non capisci che sei tutto per me?- disse avvicinandosi ancora. Alba non si mosse, voleva che lui si scusasse con lei, voleva che le desse un motivo per dimenticarsi di tutto e restare con lui. Non voleva partire, ma il suo orgoglio le impediva di rimanere. Se Facundo non le diceva qualcosa di sensato ora, se ne sarebbe andata. Probabilmente si sarebbe voltata indietro mentre si dirigeva verso l'aereo, ma i suoi piedi avrebbero continuato ad avanzare. Aveva bisogno che lui pronunciasse le parole giuste.
-Forse perché mi hai mentito?- tornó ad urlargli contro a denti stretti. -Ti ho mentito per un motivo, Alba! Non ti ho detto tutto subito perché non sapevo come raccontarti tutto! L'unica cosa che so è che- non fece in tempo a finire perché la ragazza lo interruppe -Che cosa? Che mi hai usata?- urlò arrabbiata. -Che non sono così importante per te come fai sembrare? Che sono solo una delle tante?- 
-Che ti amo?- la interruppe, serio.
-Mi ami?- 
-Si Alba, si! Ho commesso un errore? Sì, l'ho fatto. Ma non sono perfetto Alba, sono umano! Non so perche non mi sono fermato quando hai iniziato a baciarmi alla festa, ma non puoi darmene una colpa per tutta la vita! Pochi secondi prima che quello accadesse avevo detto a Samuel che ti amavo ancora alla follia! Non sei una delle tante, sei l'unica!- cercò di convincerla. -Sei quella che mi ha lasciato imbambolato con il suo sorriso sin dai primi giorni in cui ti conoscevo, sei quella che mi ha aiutato tante volte nei quattro anni di Violetta, sei quella con cui uscivo ogni giorno anche dopo le riprese perché con lei stavo bene. Sei quella che ho sempre voluto che diventasse la mia fidanzata-. Alba sentì le lacrime tornare ai suoi occhi. -Sei quella indicata per me, sei la donna della mia vita. Solo tu, nessun'altra. Perché semplicemente non ci dimentichiamo di tutto e andiamo avanti?- si avvicinò a lei in modo che le loro respirazioni combinassero. -Solo ho bisogno di una seconda opportunità, permettimi di dimostrarti tutto quello che provo per te-
Senza darle il tempo di rispondere posò le sue labbra su quelle di Alba, e quando percepì le sue lacrime salate arrivare alla sua bocca, sentì come lei rispose velocemente, allacciando le braccia dietro al suo collo. Facundo invece aveva le mani intorno al suo corpo, attraendola a lui. 
Desiderava che lei dimenticasse tutto per poter ripartire da capo, senza interruzioni, senza cadute o inganni. Senza nessuna barriera che impedisse loro di essere felici.
Se se ne fosse andata, sarebbe stato come morire per lui. Sarebbe stato come se gli togliessero il cuore dal petto per farlo smettere di respirare. 
Alba era la sua vita, non poteva perderla un'altra volta.
Le loro bocche era sincronizzate come se fossero una melodia, Facundo sembrava disegnare le labbra di Alba come se le sapesse a memoria. Ed era così, sapeva ogni cosa di quelle labbra provate come Maxi e come Facundo. Ne sapeva il sapore, la forma, la morbidezza, tutto.
Spostò le mani sulle guance di lei, avvicinandola tanto da non poter respirare, in modo che i loro nasi si sfiorassero con ogni movimento delle labbra. 
Improvvisamente Alba si stacco da lui a testa bassa -No Facundo, non posso- 
A Facundo sembrò che il mondo gli crollasse addosso.
-Addio- 
Il ragazzo la vide inchinarsi per prendere in mano le valigie. Le lacrime trattenute fino ad ora si impossessarono finalmente dei suoi occhi, ma in quel momento non gli interessava che la gente lo vedesse così. -Alba, non farmi questo, per piacere!- la pregò vedendo che lei cercava di ignorarlo. -Alba, ti prego...-
Alba tornó alla sua altezza con le valigie in mano, decisa a non lasciarle più -Facundo, io ti amo, ma non posso rimanere con te sapendo tutto ciò che è successo- sentì come lui le afferrava le braccia. -È finita, Facundo, mi dispiace- disse chiaramente abbassando lo sguardo verso terra.
-No- balbettò lui -Se mi ami non è ancora finita. Noi possiamo superare tutto questo, Alba- tentò di convincerla. -No Facundo, non c'è più nessun noi. Ora siamo tu ed io- chiarì cercando di mostrarsi forte nonostante le lacrime scendessero dai suoi occhi come se avessero aperto un rubinetto. -Addio- 
Si voltò e iniziò a camminare velocemente verso l'aereo che stava per partire. Poteva sentire perfettamente come Facundo la chiamava urlando, le faceva male il cuore ascoltandolo, ma lui non aveva pronunciato nessuna parola che la costringesse a mollare tutto per rimanere a Buenos Aires. Lei voleva rimanere, il suo cuore urlava a tutto spiano il nome di Facundo, ma niente di quello che lui le aveva detto era una scusa logica per tornare indietro.
-Alba, per favore, non te ne andare!- gridò Facundo per l'ultima volta -Perdonami- 
Eccola.
Quella parola.
Solo di quello aveva bisogno.
Voleva perdonarlo, ma come poteva farlo se lui non glielo chiedeva?
Si fermò di scatto e lo vide mentre si girava per accasciarsi su una panchina, distrutto. Nei suoi occhi rossi si potevano notare il dolore, la tristezza e la disperazione.
-Cos'hai detto?- chiese una volta arrivata davanti a lui. Facundo alzò velocemente il viso, incredulo al vederla di nuovo così vicina. -Che cosa?- domandò confuso.
-Ripeti quello che hai detto mentre camminavo!- ripeté velocemente. 
-Perdonami- sussurrò lui guardandola negli occhi.
Fu come se il peso dei suoi problemi fosse scomparso con solo una parola, lasciò le valigie dietro di lei e percorse velocemente quel metro che li separava, mentre Facundo si alzava in piedi con gli occhi pieni di speranza, pronto ad abbracciarla. 
Appena lo raggiunse si lanciò tra quelle braccia che la aspettavano con disperazione per ricevere quel calore unico che solo il corpo di Facundo emanava. 
Lui ricambiò l'abbraccio come potè mentre realizzava ciò che era appena successo.
-Ti perdono Facundo- sussurrò lei vicino al suo orecchio-Ti perdono, solo di questo avevo bisogno, nient'altro- spiegò singhiozzando mentre sorrideva contro il suo collo, abbracciandolo più forte.
-Ti amo- disse lui per tutta risposta -Ti amo Alba- 
Su guardarono negli occhi e questa volta, oltre alla lucidezza e al rossore dovuti alle lacrime, riuscirono a vedere felicitá. 
Senza pensarci si avvicinarono e si baciarono con delicatezza, sentendo l'altro dolcemente, senza fretta. Le carezze di Facundo scesero dalla guancia di Alba fino alle sue spalle, per poi finire sui suoi fianchi, mentre le mani di Alba si mossero fino al suo petto, dimenticandosi di tutto.
Si staccarono e alzarono lo sguardo quando sentirono un rumore alle loro spalle. Si guardarono negli occhi, poi rialzarono la testa vedendo come l'aereo per Alicante volava sopra di loro, lasciando una scia dietro di sé. 
Facundo prese con una mano una delle valigie di Alba, mentre posò l'altra sulla sua spalla, facendola voltare -Andiamo?- sussurrò indicando l'uscita. La ragazza annuì appoggiando la testa sulla spalla di lui sorridendo. 
 
 
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Meglio tardi che mai, giusto? 
Sentite, oggi non dirò molto, penso che il capitolo parli da solo. 
Spero di aver descritto bene i sentimenti di Facundo e Alba come li immaginavo, e soprattutto spero di essere riuscita a farvi cagare sotto dalla paura nei tira e molla di Alba per scegliere se partire o non partire eheh. 
Non aggiungo altro. Penso che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, che malinconia oddio.
Baci
 

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