We are one

di ParaRioter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It's just a spark... ***
Capitolo 2: *** Feeling Sorry ***
Capitolo 3: *** Monster ***
Capitolo 4: *** Here we go again ***
Capitolo 5: *** Movin on ***
Capitolo 6: *** Another Day ***
Capitolo 7: *** Decoy ***
Capitolo 8: *** This Circle ***
Capitolo 9: *** The truth never set me free... ***
Capitolo 10: *** Not alone ***
Capitolo 11: *** I caught myself ***
Capitolo 12: *** Plane crash dreams ***
Capitolo 13: *** Where the lines overlap ***
Capitolo 14: *** Decode ***
Capitolo 15: *** Misery business ***
Capitolo 16: *** Why do we like to hurt so much? ***
Capitolo 17: *** I'm screaming I love you so... ***
Capitolo 18: *** Tell me it's ok ***
Capitolo 19: *** Irresistible ***
Capitolo 20: *** Sometimes goodbye's the only way ***
Capitolo 21: *** Hate to see you heartbreak ***
Capitolo 22: *** Shadow of the Day ***
Capitolo 23: *** I knew you were trouble ***
Capitolo 24: *** We are broken ***
Capitolo 25: *** The only exception ***



Capitolo 1
*** It's just a spark... ***


                                                 IT'S JUST A SPARK



Era una mattina di Dicembre stranamente soleggiata rispetto al solito e Josh non aveva per niente voglia di alzarsi dal letto. In realtà ci sarebbe rimasto volentieri tutto il giorno, ma, quando un pensiero gli passò per la mente, saltò giù dal materasso: doveva assolutamente portare a riparare l’auto! Jenna non l’avrebbe mai perdonato se non l’avesse fatto; il giorno seguente avrebbe dovuto tenere un incontro importante di lavoro e dal momento che doveva dare una buona impressione, meglio non presentarsi a piedi!
Vestito e ripulito scese in fretta le scale e con quel poco che ne restava, portò la macchina all’officina, dove il meccanico gli spiegò che poteva tornare a prenderla il pomeriggio, giusto in tempo.
A casa trovò ad aspettarlo lei. I due si scambiarono un bacio, poi lei disse:--Amore, ho visto che hai portato la mia macchina in officina, grazie!- Figurati, tesoro- rispose lui. -Ah, dopo mangiato devo aiutare Christine a scegliere un abito per stasera, sai, è il compleanno di suo cugino. Potresti accompagnarmi con la tua auto?- gli chiese. -Ma certo, nessun problema-.
-Devo lasciarti qui?- Domandò lui, con la macchina davanti a Chanel. -Si, perfetto. Grazie, ti amo.- disse, dandogli un leggero bacio. –Anche io, divertiti.-                                    

A questo punto non sapeva che fare. Parcheggiò quindi al parco. Voleva sgranchirsi le gambe, e fu a quel punto che successe. Fu un attimo, ma gli bastò…                                                                                                                               
Un gruppo di ragazzini urlanti correva lungo il marciapiedi e tra la folla e le grida, vide tre figure ben distinte. Una ragazza, dalla pettinatura stravagante e un vestito colorato e molto eccentrico, rideva e correva insieme ad altri due piuttosto alti che facevano lo stesso. Taylor si voltò e lo guardò; poi a Josh parve che stesse per fargli un cenno con la mano, ma qualcuno lo tirò a sé e lo costrinse di nuovo a correre. Era Jeremy, il suo vecchio amico, che lo aveva visto, ne era sicuro, e lo aveva evitato, costringendo l’altro a imitarlo. Lei non lo aveva notato: si era fermata e adesso guardava i due con aria perplessa. Jeremy le disse qualcosa, poi i tre tornarono a camminare, dato che avevano seminato i fan esaltati dietro l’angolo, fin quando non trovarono una macchina piuttosto spaziosa, dalla quale uscì un autista che aprì loro le portiere. Josh era rimasto lì, a guardarli andare via, senza dire una parola: erano almeno tre anni e mezzo che non li vedeva. Lei era sempre la stessa, con quel suo sorrisetto da bambina divertita, ma loro erano parecchio freddi, lontani e irriconoscibili. Da quando era uscito dai Paramore non aveva più parlato con loro, come dei perfetti sconosciuti, persone che si sono incontrate ad un falò sulla spiaggia e magari non sapevano nemmeno i nomi gli uni degli altri, svagandosi per una sera soltanto e poi “a mai più!”.                         
Era stato meglio così, non aveva di che farsene di un incontro a distanza fra vecchi conoscenti. Era meglio così, che lei non si fosse girata a guardarlo negli occhi. Era felice adesso, suo fratello Zac pure, i ragazzi erano forti e sua moglie fantastica.     Doveva andare a prendere Jenna.



ANGOLO DELL'AUTRICE
salve ragazzi sono tornata...per motivi di impegni (studio ed esami >.<) ho lasciato in sospeso la storia per tre mesi...tuttavia adesso riposterò tutti i capitoli postati in precedenza che avevo cancellato per paura che essendo troppo lunga non ne valesse la pena e nelle prossime settimane il nuovo capitolo. le mie scuse più sentite, a presto :D

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Capitolo 2
*** Feeling Sorry ***


                                            FEELING SORRY


Venerdì 10 Dicembre. Sapeva cosa significava quella data, per questo alle 7:00 di mattina era già in piedi a gironzolare per casa. Jenna era già andata a lavoro, perfetto. Doveva impegnarsi con tutto se stesso per sceglierle una collana da sogno. Voleva il meglio per Jenna e la sera del loro 5° anniversario era il momento più adatto per dimostrarglielo.         
Alla fine ne scelse una di Cartier  e badò che fosse ben incartata, doveva essere tutto perfetto. Per un attimo gli balenò in mente l’idea assurda di portarla all’Hard Rock Cafe di New York, che sciocchezza, a lei non piaceva questo genere di cose; preferiva le maniere galanti. Alla fine optò per un ristorante molto carino vicino al mare.                                                                
–Amore, dove stiamo andando?- continuava a chiedergli lei, e lui puntualmente rispondeva: -Adesso vedi, abbi pazienza…-                                    
-Ah, sei sempre pieno di sorprese…è per questo che ti amo!-.
Josh non pensava più a quell’incontro, ormai troppo lontano per occupare la sua    mente.                                                                                                                                     
Giunti sul posto, Josh si rese conto di aver fatto davvero un ottimo lavoro. Era molto romantico e suggestivo: prima entrare vi era uno spizzo, una specie di terrazzino che dava sul mare notturno. Lei si appoggiò alla ringhiera e disse: -E’ davvero bellissimo, sei dolcissimo Josh!- Ma in quel momento lui le stava scostando i capelli per agganciarle la collana di perle e pietre preziose che le aveva comprato.                                                                     
–Ma che…?? E’ stupenda! Ma è quella che volevo, Josh, come facevi a saperlo? Non te l’avevo mai detto!-
-Diciamo che sono un ottimo osservatore.- Seguì un bacio appassionato.                                                       
Erano davvero felici e trascorsero la serata nel miglior modo che Josh avesse mai immaginato.                                                                                      
Fecero parecchio tardi, perché quando Josh riaprì gli occhi erano…     
l’una meno venti! Jenna era rimasta a letto, del resto, era sabato. Si precipitò giù dal letto e si lavò in fretta e furia, dato che all’una doveva vedersi con i ragazzi. A giudicare dalla decina di messaggi lasciatagli da suo fratello Zac, lo stavano aspettando di sotto.                                                  
–Ehi, Jo! Ce ne hai messo di tempo, eh? Su, andiamo…oh! Guido io!- e così dicendo, gli diede un buffetto sulla nuca.                                                   
Josh non aveva affatto voglia di raccontargli quello che gli era successo. Conosceva Zac e sapeva come si sarebbe comportato in merito: o gli avrebbe detto “come mai non ti sei avvicinato?” oppure avrebbe annuito, e avrebbe fatto finta di niente.                                                                                    
-Eccoci arrivati.- disse Zac.                                                                                                      
–Oh, ecco i nostri campioni!- Disse ironicamente Van, battendo una mano sulla spalla ad entrambi. – Ce ne avete messo di tempo!- aggiunse Ryan. Poi Zac irruppe nel silenzio:-A proposito, auguri Ryan!- Josh, che non ci  aveva pensato affatto, si sentì mostruosamente in colpa. –Ehm, già! Dovremmo andare da qualche parte!- propose.                                                      -Pensavamo di andare all’Hard Rock Cafe! C’è anche una festa lì, mettono in esposizione strumenti che non avevamo visto prima!- disse in fretta Van, sventolando il volantino del manifesto. Josh ebbe modo di leggere tre parole: Paramore, esibizione live. L’attimo dopo stava leggendo: “Con evento speciale, l’esibizione live dei Paramore, la band più amata dai ragazzi alternativi!” Perché non doveva andarci?! Non c’era nulla da nascondere, stava andando a festeggiare con i suoi amici, perché questo avrebbe dovuto influenzare la sua vita in qualche modo?                                              
-Si, è un’ottima idea… ci sto.- Disse guardando ancora una volta il foglio.         
–Grande! Non vedo l’ora!- completò van soddisfatto.

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Capitolo 3
*** Monster ***


                                                 MONSTER


Quella sera l’Hard Rock brulicava di gente, come sempre del resto. Si fecero spazio tra la folla per cercare un posto appartato dove godersi la serata in santa pace, ma subito un gruppo di ragazze si voltarono verso Josh e lo salutarono con un timido cenno della mano e lui ricambiò con un debole sorriso. Van sembrava davvero compiaciuto del posto che avevano scelto. Zac guardava con aria perplessa Josh, lo vedeva irrequieto, era accorto che stava passando in rassegna l’intera sala, ma evidentemente non ne vedeva il motivo.                                                                                     
La risposta ai suoi dilemmi arrivò quando Hayley Jeremy e Taylor salirono sul palco per sistemare gli strumenti. Mentre li guardava, a Josh passarono per la mente una miriade di domande: “Che canzoni avrebbero e eseguito quella sera?”; “Come avevano preso il suo ritiro dalla band?”; “Avevano modificato il loro sound da quando lui e Zac non c’ erano più?”. La prima canzone che eseguirono, Josh la individuò dai primi accordi taglienti della chitarra: “Misery Business”. Eccola che iniziava a cantare, scatenata come sempre, non stava un minuto ferma, del resto Josh sapeva quanto amasse quella canzone. Il ragazzo che l’aveva accompagnata, adesso stava seduto a guardarla assorto. Era Gilbert. Josh ebbe l’occasione di parlargli solo una o due volte, in tre anni. La canzone fu eseguita normalmente, con una sola eccezione: quell’ “Hey Josh!” alla fine, che lui adorava non c’era più, naturalmente; era una specie di tradizione, che però ormai non aveva più ragione d’esistere. Fu poi Ryan a distoglierlo da quei pensieri.                      
-Ehi Jo, ti sei incantato?-                                                                                              
-Oh, ehm, ascoltavo…- ma alle orecchie di Josh quelle parole suonava così vuote.                                                                          
–Si, beh, sono bravi, eh?- rispose lui con un sorriso, ma sembrava non volesse portare avanti il discorso.                                                                               
–Lo so.- furono le uniche parole che Josh riuscì a dire. Dopo “Misery Business” seguirono “Ignorance” e altri due singoli di cui uno a Josh completamente sconosciuto: era davvero orecchiabile, ( il sound l’avevano modificato davvero..), un testo d’amore che spiegava il duraturo sentimento tra un ragazzo e una ragazza. L’altra era stata la colonna sonora del celebre film “Transformer 3”. Monster.                                  
E proprio mentre ne cantava il ritornello, Hayley si voltò a guardare dalla parte di pubblico che comprendeva anche Josh, e tra i tanti sguardi che avrebbe potuto incrociare, si soffermò sul suo, e in quell’attimo che a Josh parve un’eternità, tutto il vociare della gente che gli stava attorno si spense. Fu come se un enorme muro che fino ad allora lo teneva rinchiuso, fosse crollato. Poi lei dirottò lo sguardo da un’altra parte, e così come tornava la sua lucidità, riprese anche il trambusto attorno a lui. Verso le undici e mezza, Zac propose al gruppo di andare a mangiare qualcosa, anche perché la fine della serata era ormai vicina. A quelle parole le gambe di Josh scattarono automaticamente verso l’uscita. Lei se ne stava andando, e lui doveva farlo, anche se non voleva.                           
–Ehi, Josh! Ma dove stai andando?- mormorò Ryan, ma lui non lo stava ascoltando. Si diresse verso l’uscita e quando la varcò trovò Hayley da sola. Prima ancora di rendersene conto la chiamò. Quella si voltò di scatto e lo fissò per qualche secondo. La sua espressione era indecifrabile, ma poi si trasformò in una posa di assoluta tranquillità.                                         -Ciao- disse, noncurante.                                                                                      
–Io…ecco, avrei voluto parlarti, ma…- non si rendeva conto di cosa stesse dicendo.                                                                                                                    
–Dimmi.- Lei era diversa, più...impassibile                                       
–Mi dispiace…per quello.- fu l’unica frase che riuscì a pronunciare, ma  evidentemente lei lo capì al volo.                                                                            
–Oh, ancora? Figurati, acqua passata!- disse con disinvoltura.                           
–Bene, perfetto…sono contento!- A quel punto lei accennò il suo solito sorrisetto innocente. Poi si sentì una voce più lontana, facilmente distinguibile.                                                                                                             
–Hayley, non vieni?- chiese Chad.                                                                       
–Si,si…arrivo! Scusa, adesso devo andare, ci vediamo!- Non c’era assolutamente altro da aggiungere.                                                                     –
Certo, passa una buona serata!- rispose Josh meccanicamente. Lei voltò le spalle e si allontanò verso l’Audi parcheggiata lì vicino. Restò a guardarla per qualche secondo, poi rientrò da Zac e gli altri.                       
Al ritorno, Van e Ryan non fecero altro che ridere e discutere con Zac sulle loro avventure di quella sera, ma Josh non ebbe nulla da aggiungere in merito. In effetti si sentiva più sollevato adesso che sapeva di essere stato perdonato da Hayley. Non servava rancore, era questo l’importante. Quella sera Jenna avrebbe dormito da sua sorella, lo facevano spesso. Per la stanchezza, appena tornato a casa, Josh si buttò a letto con tutti i vestiti, ma prima di addormentarsi gli venne da pensare “anche se lo aveva perdonata, non era cambiato nulla?” beh, alla fine non era totalmente dalla parte del torto, lei era una gran egocentrica e lui era stato l’unico ad accorgersene, gli altri facevano quello che era di suo volere. Ma questo importava più? Si addormentò con questa domanda che riecheggiava nella sua testa e con un’altra moltitudine di pensieri che gli offuscavano la mente.

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Capitolo 4
*** Here we go again ***


                                                                                        HERE WE GO AGAIN


Il compleanno di Van era servito come scusa per riunirsi. Van spiegò alla band che erano stati invitati ad esibirsi al Midwest Rock Festival nel Wisconsin. La trovarono tutti una buona idea anche per farsi conoscere al di fuori del suolo statunitense, quindi la partenza fu approvata.                     
Il viaggio non fu molto lungo, ma piuttosto ordinario. Josh era entusiasta all’idea di suonare ad un festival così frequentato, insieme ai Novel American, solo che non poteva nascondere una certa nostalgia verso le esibizioni dei Paramore…forse l’intesa fra loro era maggiore.                        
A Madison, però, successe l’ultima cosa che Josh si sarebbe mai aspettato. Era così pieno di gente, tutta stipata all’entrata e attorno al palco, che loro riuscirono a stento a farsi spazio per raggiungere il backstage e di tanto in tanto si sentiva Zac che urlava: -Jo? Dove accidenti sei finito?!- Poi mentre stava quasi per raggiungere la porta dei camerini, si sentì tirare per un braccio e trascinare via. Era difficile distinguere a chi appartenesse, in mezzo a tutta quella confusione e a quella mischia di persone che ti spingevano ogni due secondi. In primo luogo, Josh pesò si trattasse di una fan scatenata, e quindi cercò di divincolarsi dalla presa, ma poi si accorse che questa era troppo potente per appartenere ad una ragazza. Dopo vari tentativi, però, riuscì chiaramente a distinguere l'ingenuo volto di Taylor. –Ah, finalmente!- sospirò, appoggiandosi ad una transenna piuttosto lontana dal palco. –Taylor, ma che…- iniziò stupefatto Josh, ma lui lo interruppe.                                            –Aspetta, fammi parlare…-e divenne più serio. –Ti ho cercato dappertutto, sono arrivato fino a casa tua, troppo tardi, perché Jenna mi aveva detto che eri già partito…- sembrava davvero dispiaciuto.                       
–Perché volevi vedermi?- chiese Josh.                                                                                  
–Per sapere come stavi..-rispose Taylor.                                                                      
–Dopo tre anni?- non poteva fare a meno di essere acido.                                 
–Beh, sai, sei sparito dalla circolazione. Hai anche cambiato numero di cellulare dopo che te ne sei, ehm, andato.- si giustificò Taylor.                       
–Io ho cercato di rintracciarti in tutti i modi…perché?- gli chiese poi, tristemente. Josh non sapeva che dire, così formulò la prima risposta che gli venne in mente: -Non avevo tanta voglia di farmi sentire…-                      
-Cosa? Avevo perso le speranze, ma quando ti ho visto al Central Park, ho fatto di tutto per farmi notare da te, solo che Jeremy…- ma non completò la frase. –Jeremy cosa?- chiese Josh incuriosito.                                                    
–Oh, ehm…mi ha solo esortato ad allontanarmi…- ma Taylor non sembrava affatto convinto di quello che aveva detto, così Josh decise di stuzzicarlo un po’.                                                                                                       
–Jeremy si era per caso accorto di me?- chiese, dunque.                               
–No…credo…- aveva evidentemente parlato troppo.                                               
–E Hayley?-                                                                                                                 
-No, lei davvero no…- rispose incerto Taylor.                                                            
–Quindi Jeremy si?- chiese Josh in tono provocatorio. Sapeva benissimo che in quanto a mentire, Taylor non era proprio un esperto.                            
–Oh andiamo, Josh! non sono qui per questo…dovrei essere io quello a fare le domande, tipo: perché te ne sei andato? Proprio quando sembrava tutto perfetto...- si notava un leggero velo di delusione nella sua voce.      
–insomma ci hai spiazzati, Jeremy si è arrabbiato un sacco e Hayley…- ed eccolo che si bloccava di nuovo.
–Cos’ha fatto Hayley?- chiese Josh, sempre più innervosito per il modo sconnesso di parlare di Taylor.                
–Senti, questo non sono io a dovertelo dire.- tagliò corto Taylor. –Sappi solo che io voglio tornare ad essere tuo amico, e ci sono per te, ma ti prego, non chiedermi altro!- continuò e prima che Josh potesse aggiungere altro, si dileguò un’altra volta in mezzo alla folla. Poi una voce tuonò alle sue spalle, Zac. –Dico, ma sei impazzito? È mezz’ora che ti aspettiamo di là!- era furioso. –Al momento Van è dietro le quinte a cercare di convincere l’organizzatore che si tratta solo di un piccolo disguido momentaneo…- aggiunse Ryan con lo stesso tono.                           
–Scusate ragazzi, io…- tentò di giustificarsi Josh. –ah, lascia stare, e ora muoviti!- lo interruppe Zac voltandogli le spalle.

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Capitolo 5
*** Movin on ***


                                                                                             MOVIN ON


-Ehi, senti mi faresti un favore?-disse Taylor dall’altro capo del telefono. Il nuovo numero era stato Josh a darglielo, sotto sua richiesta per “rimanere in contatto in caso di eventualità” come aveva detto lui.             
-Dimmi…- rispose Josh                                                                                                      
-Possiamo incontrarci alle tre di oggi pomeriggio a Time Square?-                  
-Perché?..- disse Josh perplesso –Oh, ehm…ti spiegherò tutto lì!- rispose Taylor, e prima ancora che Josh potesse replicare chiuse la comunicazione.                                                                                                 
Seguendo le istruzioni di Taylor, Josh si diresse verso Time Square, ma qui non trovò esattamente chi stava cercando. Jeremy si guardava intorno perplesso, fin quando non notò Josh lì impalato di fronte a lui.                             
–Che ci fai tu qui?- chiese brusco                                                                                                
-Taylor mi ha detto di incontrarci qui…-rispose Josh                                       
–Che strano…l’ha detto anche a me!- lo anticipò Jeremy, sempre più nervoso. –Beh, forse ci teneva a farmi uno scherzo…ci è riuscito in pieno- aggiunse guardandolo con disprezzo, poi fece per andarsene, ma Josh lo afferrò per una spalla. –Senti, però, insomma, io volevo parlare anche con te..- disse. – Non credo ci sia niente da dire- commentò Jeremy, aspro.                   
–Perché Taylor mi ha detto che eri furioso quando me ne sono andato?- chiese Josh, ignorandolo. Jeremy si fermò per un istante, poi si voltò di scattò. –Perché? Perché?- ripeté, stupefatto. –Forse perché ti sei comportato da stronzo nei suoi confronti, forse?! Perché non solo sei sparito, ma l’hai dovuta pure diffamare davanti a tutti, la mia migliore amica!- il suo tono si alzava sempre di più. –Tu  non hai idea di quello che abbiamo passato, io per primo, a starle vicino in quello stato senza poter fare niente! Ma certo…basta rincorrere le cose banali, no?- Josh capiva benissimo cosa intendeva Jeremy per “cose banali”, quindi questa volta fu lui a inveire: -Jenna non è affatto una cosa banale, e comunque non capisco perché tutti quanti dobbiate mettere di mezzo Hayley…-                                       
Ci fu un attimo di silenzio, nel quale entrambi non sapevano più come controbattersi, ma poi Jeremy parlò nuovamente: -Certo che Tay è proprio un ingenuo…perché, mi chiedi? Allora è vero…sei un emerito deficiente. Non capisci niente, ed è per questo…è per questo che…-                 
-Cosa?- -Che l’hai persa.- aggiunse Jeremy, più calmo ma chiaramente con una nota di amarezza nella voce. –Ma lei…- Lei cosa? Cos’ avrebbe potuto dire adesso?                                                                                                                    
-Senti, non ho intenzione di andare ancora avanti con questa discussione prettamente inutile.- tagliò corto Jeremy, e così dicendo voltò le spalle a Josh, che questa volta, non potendo aggiungere altro, si diresse nuovamente a casa.             

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Capitolo 6
*** Another Day ***


                                                ANOTHER DAY


–Buongiorno, come mai quest’atto di carità a quest’ora del mattino?- disse Zac tranquillamente. – Non avevo niente da fare..-rispose sinceramente Josh. –Wow, grazie…- disse sarcastico Zac. Josh non voleva turbare il suo buonumore raccontandogli quello che era successo fra lui e Jeremy, ma poi cambiò idea.
-Senti, devo dirti una cosa…- mormorò Josh. -Dimmi pure.- rispose Zac. Dopo avergli raccontato tutto, o quasi, Zac era più sconvolto che mai.             
–Ma perché…- iniziò, ma Josh lo interruppe.
–Senti non lo so, non chiedermi niente, ti prego…-                                                                                       
La sua mente vagò fra la discussione avuta con Taylor e quella di Jeremy: la situazione era davvero incomprensibile, priva di qualsiasi soluzione per essere decifrata, eppure, dopo qualche minuto di silenzio fatto di riflessioni, scattò come un meccanismo nella sua testa che gli fece trovare di colpo il modo per aiutarlo a capire. Voleva solo fare una prova, niente di più; forse non sarebbe servito a nulla, ma meglio di niente comunque era. -Me lo faresti un favore?- gli chiese, mentre ancora i suoi pensieri si spaziavano nel modo migliore per spiegarglielo. –Sarebbe?- rispose Zac, incuriosito. Josh gli spiegò in breve il piano: Zac avrebbe provato a riallacciare i rapporti con loro, e Josh si sarebbe minuziosamente preso l’incarico di accompagnarlo di nascosto alla quello che sarebbe dovuto essere il loro primo incontro. Solo in questo modo sarebbe potuto finalmente riuscire a venire a capo della situazione, o almeno in parte.

Erano davanti alla porta della sede ufficiale dei Paramore, un appartamento quasi alla periferia di Nashville, un posto dove loro si riunivano per scrivere, provare, o semplicemente trascorrere un po’ di tempo insieme senza che l’intero mondo ne venisse al corrente.                 
–Ehm…devo suonare?- chiese Zac, incerto –Certo! Io mi metto là dietro.- e così dicendo si appostò dietro all’alto abete che dava sulla finestra del salotto: da lì avrebbe potuto seguire tranquillamente tutta la scena senza essere visto. –Oh! Attento a non farti scoprire, scemo come sei…- aggiunse, ironico Josh, mentre Zac premeva il dito sul campanello.           
Ad aprire la porta fu proprio Taylor, la cui espressione annoiata si mutò in un baleno in uno sguardo colmo fino all’orlo di sorpresa. –Ma tu…tu che ci fai qui?- chiese, incredulo, mentre Zac gli porgeva timido la mano e lui la stringeva forte. –Volevo parlarvi…-disse Zac accennando un sorriso      
–posso?- -Certo, certo che puoi, entra!- si affrettò a rispondere Taylor. Intanto nel salotto Josh riuscì subito a scorgere Jeremy ed Hayley seduti sul divano intenti in una discussione incomprensibile, da dietro il vetro della, finestra, dalla quale egli poté capire solo i labiali di una frase di Jeremy: “Il pubblico era fantastico, non credi?”. Hayley aveva abbassato leggermente il capo, e poi aveva risposto qualcosa del tipo: “già…”          
La generosità e l’ ingenuità  di Taylor era ormai nota  a tutti, era un ragazzo a posto, sempre gentile e caloroso con tutti, ma la reazione che per poco non fece inciampare Josh fu quella di Jeremy: gli corse incontro ed iniziò a scombinargli i capelli in maniera affettuosa.                                                                   
–Allora sei tornato!- nel frattempo Hayley si era precipitata verso di lui e adesso lo stringeva forte. –Mi sei mancato!- esclamò, felicissima- Josh era sconvolto, non riusciva a capacitarsi del motivo di tanta accoglienza, quando invece lui era stato evitato e anche maltrattato! Mandò un messaggio a Zac nella quale gli annunciava il suo ritorno a casa. Lui sfilò il telefono dalla tasca mentre si accomodava sul divano del salotto, poi buttò un’ occhiata alla finestra e seguì Josh con lo sguardo mentre quest’ultimo si allontanava.

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Capitolo 7
*** Decoy ***


                                                                                                     DECOY


L’indomani non andò proprio come Josh si aspettava: Zac si presentò alle prove del gruppo con un’ora di ritardo e la stessa cosa accade nei tre giorni che seguirono, fin quando non arrivò persino a dare buca agli appuntamenti della band. Un giorno di quelli finalmente Zac si decise a varcare la soglia della sala prove, e Josh pensò che quello sarebbe stato il momento più adatto per farla finita. –Dico, sei impazzito?!- irruppe, mentre questi stava sistemando i piatti della batteria. – Cosa? Che ho fatto?- chiese, sbalordito –Non so…tipo ci hai dato buca per due volte di seguito? Ti sembrerà un buon risultato, no?- rispose, amaro, Josh                       
-Ma dai, per una volta…o due- rispose lui, tranquillo –Ti sembra niente?!- lo contestò spiazzato Josh. il suo modo di prendere tutto alla leggera gli dava sui nervi. –Che vai farneticando…è la prima volta che lo faccio, e comunque ero con i ragazzi, tutto qui- ribatté Zac, noncurante.                         
–Per “ragazzi” chi intendi?- chiese Josh, curioso. –Hay, Tay e Jerm.- rispose lui. –Da quando esci con loro?- chiese freddo Josh.                                  
–Da quando ci siamo riavvicinati.-                                                                                
-Oh, andiamo. Ti avevo chiesto di fare la spia, non di diventare loro fratello!- rispose Josh beffardo.                                                                               
–Non sono il tuo capro espiatorio! Non abbiamo parlato di fare la spia, era solo un esperimento. Non lo farò, voglio troppo bene a quei tre.- disse Zac con risolutezza.                                                                                                        
–Ma davvero? Scegli dunque di stare dalla loro parte, mi volti le spalle?-                
-Non c’è nessuna parte, nessuno schieramento; voglio bene a loro come ne voglio a te, ma non chiedermi questo. Se tu hai problemi con loro non sono affari miei, vedi di risolverli direttamente tu!- rispose il fratello alzando il tono di voce. –Ma davvero? Fa un po’ come ti pare, fatto sta che 4 anni fa te ne sei andato anche tu!- commentò Josh, risoluto.                      –No! Mi hai trascinato tu!-                                                                                               
-Cosa? COSA?! Vorresti forse insinuare che ti ho obbligato?! Sai, mi sono stancato, me ne vado.- disse e si allontanò velocemente. –Josh! Josh, aspetta, stai sbagliando. Ragiona!- cercò di replicare il fratello, senza riuscire a trattenerlo oltre. La rabbia che Josh provava nei suoi confronti affiorava ogni minuto di più, traboccava. Si sentiva letteralmente tradito, proprio da suo fratello. A volte gli capitava di pensare che forse non c’era niente di grave in quello che stava facendo, ma poi se ne pentiva perché lo vedeva come un affronto, una sfida nei suoi confronti.                               
–Amore, che succede?- chiese Jenna preoccupata. –Niente, sono solo stanco, e in effetti lo era, di tutto. –Sei troppo stressato ultimamente, dovresti prenderti una vacanza…- commentò lei. Josh annuì, anche se un viaggio era l’ultima cosa di cui aveva bisogno, almeno al momento.                 

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Capitolo 8
*** This Circle ***


THIS CIRCLE


Il gruppo continuava a provare, anche se regnava un certo alone di tensione. Di tanto in tanto Ryan o Van sbuffavano su quanto fosse snervante la continua assenza di zac, ma poi si zittivano subito, leggendo l’espressione che si dipingeva sul volto di Josh al solo sentirlo nominare. Quando tornava a casa era sempre solo, poiché i suoi orari non coincidevano con quelli di Jenna, il che raddoppiava la sua frustrazione. Col passare dei giorni Josh arrivò a pensare che in fondo anche lui riportava la sua fetta di torto nella questione, ma ciò non lo toccava troppo. Continuava ad insistere sul fatto che se ci teneva così tanto a loro doveva premurarsi di ricontattarli prima, senza aspettare che l’idea arrivasse proprio a lui. Era sul divano mentre si faceva divorare da quei pensieri, che il campanello suonò. Davanti alla porta si presentò la figura piuttosto riconoscibile di Zac Farro. L’espressione di sconvolgimento che si era impressa sul volto di Josh fece subito posto ad una nuova, di totale indignazione. –Jenna!- chiamò, mentre si dirigeva verso la cucina e lasciando sulla sogli, impietrito, Zac. -Si, tesoro?- chiese lei, tranquilla.               
–Dimmi che il suo arrivo qui è puramente casuale!-                                             
-No, certo che no! L’ho invitato io.-                                                                               
-Ma che ti salta in mente?- chiese lui, sbalordito.                                                     

–Qualunque sia il motivo della vostra lite, avete tutto il tempo per chiarire, anche perché io sto uscendo.- sorrise lei –oh, andiamo, Josh. scommetto che non è poi così grave!- aggiunse poi, in risposta al suo sguardo furibondo. Si allontanò a grandi passi verso la porta d’ ingresso e dopo pochi secondi se la richiuse alle spalle. Nel frattempo Zac si era accomodato su una sedia in salotto, con il cappotto in mano. I due si guardarono torvi e Josh si accomodò sulla sua poltrona preferita, con lo sguardo rivolto al caminetto ne quale scoppiettava imperterrito il fuoco ipnotizzato. Fu Zac a cominciare. –Senti…forse avrei dovuto avvertirti, ma tu- -Io cosa?- lo interruppe Josh, minaccioso. –Insomma, anziché esplodere in quel modo potevi spiegarti meglio, non si agisce mica d’impulso, bisogna prima ponderare le proprie scelte con calma- spiegò Zac e a quelle parole i pensieri di Josh si rivolsero automaticamente, inspiegabilmente, verso Hayley e alle sue lacrime che erano iniziate a cadere incessantemente non appena annunciò alla band il suo imminente ritiro. La visione del suo volto delicato rigato dalla disperazione gli strinse il cuore, a quei tempi e anche in quel momento, al solo ricordo. –Ma mi ascolti?- irruppe d’un tratto Zac, riportandolo alla realtà. –Oh? Certo.- ripose lui, confuso. –Adesso è tutto chiaro?- chiese nuovamente Zac. –Certo- rispose poco convinto Josh. non aveva ascoltato una parola di ciò che aveva detto, ma si sentì comunque sollevato al pensiero che tutto sarebbe tornato come prima. Così infatti fu. Le prove ripresero, frenetiche come prima e le tensioni si erano alleviate. Spesso, mentre suonava con i Novel American, però, si ripresentavano vivide le immagini dei suoi ultimi live con i Paramore, tormentandolo di nostalgia. Anche se Hayley lo aveva perdonato e aveva ripreso i contatti con Taylor, non era cambiato assolutamente nulla, lui era ufficialmente uscito da quella band e comunque Jeremy non aveva più intenzione di rivolgergli la parola. Come se non bastasse, lui e Jenna si vedevano così raramente che era un miracolo che non si fosse dimenticato il suo profumo…era davvero uno strazio.

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Capitolo 9
*** The truth never set me free... ***


CAREFUL!


Uno fra quei giorni, Josh entrò in casa, annunciò il suo ritorno a Jenna, che però non gli rispose. –Ehi, che succede?- le chiese, avvicinandosi. Jenna con un movimento brusco si scansò e Josh iniziò a preoccuparsi sul serio –Josh, non mi sta più bene…- dichiarò                                                      
-Cosa?- chiese esterrefatto lui                                                                               
-Il tuo comportamento. Non ti vedo mai, a stento ci rivolgiamo la parola e tu…tu non sei più lo stesso.- rispose lei, risentita                                                
-Che significa? Io sono me stesso!- esclamò Josh, punto sul vivo, ma lei fu più rapida –No! O almeno non sei il Josh che conosco io!- -Ma come? Amore, non è cambiato nulla, te lo assicuro.- cercò di dire, ma lei lo zittì –Probabilmente allora è cambiato qualcosa fra noi.- e così dicendo si diresse verso l’ingresso. Lui la seguì.                                                                     
–Ma cosa ti passa per la testa?-                                                                               
-Un bel niente, Josh. forse abbiamo bisogno di un po’ di tempo per riflettere…io almeno ne ho bisogno.- rispose, infilandosi il giubbotto. Poi raccolse i borsoni che aveva evidentemente preparato prima e si richiuse la porta alle spalle. Josh restò in piedi, immobile, di fronte alla porta, troppo sconvolto per raggiungerla.                                                               
Avrebbe voluto rimediare, correrle incontro e dirle che l’amava, che non l’avrebbe mai più rifatto, e soprattutto che aveva bisogno di lei! Si trattenne, cercando di distrarsi e di pensare positivo: dopotutto non c’era niente di male a volersi allontanare per un po’. Si promise dunque di non infastidirla nei giorni che seguirono, anche se la notte non riusciva puntualmente a dormire per colpa della sua mente contorta che si rivolgeva a lei ogni minuto.                                                                                 

Natale, la festa più bella a parere di Josh. Zac lo aveva invitato a fare colazione insieme per l’occasione. –Auguri, fratellone.- disse il batterista, porgendogli un pacchetto dalle misure modeste. Scartandolo, Josh scoprì che si trattava di GTA V, lo aspettava da una vita. In preda all’euforia gli saltò addosso e lo riempì di baci. Era il regalo più favoloso che gli avessero mai fatto, si sentì un po’ nerd ripensandoci. –Ehm…ok…ti voglio bene anch’io, ma davvero…non c’è bisogno…Josh!- si affannò, mentre cercava di riprendere l’equilibrio. –Oh…scusa! Beh, grazie mille!- sentiva come se niente avrebbe potuto rovinare la giornata favolosa che si prospettava. Il tutto fu incentivato da un pensiero improvviso: era Natale.                          
Non che non ci avesse fatto caso, solo che si era accorto solo in quel preciso istante cosa doveva fare. –Senti, Jo. Stasera abbiamo la cena con mamma e papà. Nate e John arrivano domani.- dichiarò infine Zac -Davvero? Beh io allora vi raggiungo lì, tu inizia ad andare.-                             
-Cosa? Ma che dici. La mamma vorrebbe passare tutta la giornata con noi, io ti ho detto la cena, ma in effetti loro vorrebbero che li raggiungessimo già ora.- protestò Zac, inutilmente. Oramai Josh aveva un obiettivo, e niente avrebbe potuto fermarlo. Non rispose a Zac che, mentre lui si allontanava, continuò a chiamarlo invano. Comprò il più bel mazzo di rose che trovò e si diresse a casa Rice, dove era sicuro si trovasse Jenna in quel momento. Si trovava già davanti all’ingresso, col dito teso verso il campanello, ma poi pensò che facendole una sorpresa sarebbe stato ancora più fantastico, così optò per la chiave di riserva sotto l’estintore: si trovava ancora lì, Jenna l’aveva messa in caso di emergenza. Aprì con cautela e badò ad essere delicato nel camminare. Salì le scale e attraversò il corridoio che portava nella sala da pranzo: lì non vi era nessuno. Provò col salotto e la cucina, ma niente. Scelse dunque di proseguire nella camera da letto, l’ultimo tentativo. Ne aprì la porta e in un attimo il mondo gli crollò addossò. I fiori caddero sul freddo pavimento, inermi, e sembrava che anche le sue ginocchia stessero per abbandonarlo. L’uomo che prima stava sopra Jenna, adesso raccoglieva in fretta i vestiti stropicciati da terra e lei lo guardava esterrefatta, ovviamente non se l’aspettava. –Perché?- fu l’unica cosa che riuscì a sibilare –Josh, io…NO!- urlò Jenna, ma prima ancora che potesse aggiungere altro, l’uomo finì disteso a terra, col naso gocciolante di sangue. L’aveva fatto. Era questo il motivo della pausa, uno schifoso sotterfugi più viscido di un serpente…                                                                 
-Ti invierò le carte del divorzio quanto prima.- dichiarò e voltò le spalle ai due traditori. Jenna lo chiamò, ma lui non rispose. Non voleva sentire nessun’altro, nient’altro.

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Capitolo 10
*** Not alone ***


NOT ALONE


Prima correva, poi camminava, poi correva nuovamente, non aveva idea di cosa stesse succedendo dentro e fuori di lui. Stremato, forse per l’eccessivo sforzo, o forse per l’immenso peso che aveva sulle spalle, si fermò ad una panchina lì vicina. Ebbe un brivido di freddo abbastanza potente da fargli capire che in quel momento nevicava. Seduto a fissarsi le scarpe, aveva la testa completamente svuotata. Non si rese conto se insieme alla neve che si scioglieva sul suo volto, ci fossero anche le sue lacrime bollenti. Pochi secondi più tardi, udì un rumore di passi che calpestavano il ghiaccio, e presto un paio di piedi calzanti un paio di scarpe nere piuttosto ridotte della Vans apparirono nel raggio del suo sguardo cupo. Cautamente sollevò il capo: Hayley stava in piedi di fronte a lui, con un ombrello chiuso in mano e i viso sconvolto.             
–Cos’è successo?- chiese, chiaramente preoccupata. Josh sentì che poteva dirglielo, poteva dirle tutto, lei era lì per lui ora ed era così fantastico averla accanto in quel momento. Tuttavia non proferì parola, ma si limitò ad appoggiare la testa sul suo petto. Hayley lo strinse forte a sé. –L’ha fatto- mormorò infine, disperato                                                         
-Cosa? Chi?- ciese nuovamente lei, mentre il cuore le batteva a mille.            
–Jenna…mi ha tradito- ripose Josh –la pausa di riflessione, diceva…però io l’ho vista, e lui ha pagato un prezzo caro…oh si, te lo assicuro- farneticava. Un brivido, forse di freddo, lo percorse nuovamente lungo la schiena. Lei gli prese il viso tra le mani, lo voltò verso di sé e lo guardò più intensamente di quanto avesse mai fatto e disse –Ehi, io sono qui, capito?- lui annuì, ma un minuto dopo stava già premendo le sue labbra su quelle di Hayley, così delicate e perfette. Lei esitò per un attimo, poi si ritirò bruscamente –Josh…- mormorò                                                                             
-Io…scusa, m-mi dispiace- ma cosa aveva combinato? Per evitare di incrociare nuovamente il suo sguardo sconvolto, Josh le voltò le spalle e si allontanò ad ampi passi da quella maledetta panchina, sparendo nella nebbia. Lei restò nella stessa, identica, posizione di prima, sconvolta, con gli occhi fissi su di lui che correva via, mentre i fiocchi di neve le si posavano delicati sui bizzarri capelli rossi.

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Capitolo 11
*** I caught myself ***


                                                                 I CAUGHT MYSELF

La mattina seguente Josh non aveva voglia nemmeno di riflettere ma non poté farne a meno. Continuava a rimuginare su tutto e ripeteva a se stesso quanto la sua vita facesse schifo. Quello era stato senz’altro il peggior Natale della sua vita.                                                                                        
A farlo alzare, anche se svogliatamente, non fu né Jenna né la sveglia, bensì il campanello.
Era Zac.                                                                                  
–Josh-                                                                                                                                  
-Cosa vuoi?- chiese brusco                                                                                               
–Ho saputo, mi…dispiace- iniziò ma Josh lo interruppe –Da chi?- ovviamente Zac non rispose, piuttosto cambiò discorso                                                   
-Ehm…Hayley vuole vederti- l’idea di parlare con Hayley dopo quello che era successo la sera prima era orribile appena la si sfiorava, tuttavia Josh non oppose resistenza e seguì il fratello.                                                               
Era tantissimo tempo che non andava alla sede ufficiale Paramore, eccetto con Zac, prima che litigassero. Era sempre uguale, solo più colorata. Il salotto, accogliente come sempre, conteneva tutti i membri al completo. Jeremy lo fissò per un interminabile istante, poi disse: -Mi prendete in giro? No, forse ha sbagliato…senti, perché non vai…- iniziò acido. –Jeremy…- lo interruppe Hayley                                                                     
-No, aspetta, forse si è perso…- continuò lui imperterrito                                                                   
-Jeremy! Ho voluto io che venisse qui!- esclamò lei, al limite della collera. Jeremy sgranò gli occhi e fissò Josh con espressione disgustata. Poi si voltò nuovamente verso Hayley. –Cosa?- chiese incredulo –Andiamo, stai scherzando, no? Lui qui? Lui?!-                                                                                     
-Jeremy, ti prego!- questa volta a parlare fu Taylor, che adesso guardava Jeremy con aria risoluta. –Anche tu? Bah, me ne vado- e così dicendo voltò le spalle ai ragazzi e uscì. Zac e Taylor si scambiarono un’occhiata e per poi seguire Jeremy.                                –Volevi vedermi?- le chiese Josh                                                                               
–Come stai?- lo guardò Hayley, con dolcezza. –Non saprei dirlo…senti, mi dispiace per…- ma lei lo interruppe, appoggiandogli un dito sulle labbra. Lui iniziò a starnutire e Hayley accennò un sorrisetto materno.                                  
–Ti sei dato proprio un gran da fare per prenderti il raffreddore, eh?- e lo spinse sul divano, facendolo coricare. Lo avvolse dunque in una morbida coperta di lana e poi prese il termometro.                                                               
–Mh…39,6! Devi restare a riposare.- annunciò, scuotendo il capo. –Ok…- si limitò a rispondere ubbidiente Josh. non poté fare a meno di notare quanto Hayley fosse maturata nel periodo della sua assenza. Era diventata più disponibile, perfino più responsabile; anziché comportarsi da bambina capricciosa, mostrava gentilezza e serietà.                               
Intanto si era fatta sera tardi e, dopo che Hayley lo aveva imbottito di sciroppi e aspirine, aveva leggermente sonno. Lei si era accomodata ai piedi del divano e lo guardava con aria preoccupata. Prima di rendersene conto, Josh chiuse gli occhi e si addormentò profondamente.

La mattina riaprì piano gli occhi: lei era sdraiata accanto a lui, col viso rivolto verso il suo, vicinissimo. Per un attimo gli balenò in mente la malsana idea di percorrere tutti i suoi lineamenti con un dito, ma pensò che in quel modo l’avrebbe sicuramente svegliata. Restò a guardarla per qualche minuto, poi si alzò. Sul ripiano della cucina trovò la macchinetta del caffè e pensò fosse una buona idea prepararlo, ma non appena prese in mano le bustine, Hayley lo raggiunse, sfilandogliele dalle mani –Dammi qua, faccio io- disse, partica –tu dovresti essere a letto, non credi?- domandò poi, mentre la macchinetta serviva il caffè nelle due tazzine.                –Buongiorno anche a te, Hayls…- rispose Josh, fra il sarcastico e l’infastidito per il saluto poco entusiasta di Hayley. Lei fece un’ espressione talmente divertita e infantile, che per un attimo a Josh parve di avere davanti non più “l’adulta cantante in carriera con i capelli corti”, bensì “la ragazza coi capelli spettinati e scalati rosso fiamma che canta con le calze gialle e rosse”. Gettò distrattamente un’occhiata al calendario e, con sua grande sorpresa scoprì che era 27 dicembre. Ma certo! Come gli era potuto sfuggire di mente? Adesso avrebbe dovuto darle il suo…non aveva un regalo! Entrò nel panico più totale. Non aveva niente: una collana, un plettro, un gioco per play-station, niente, a parte lo stupido braccialetto che aveva al polso. In realtà quel braccialetto non era affatto stupido, aveva un significato ben preciso, un significato di cui solo Hayley e nessun altro era a conoscenza. Era il bracciale che suo zio Harold gli aveva regalato prima di morire. All’epoca Josh aveva solo 11 anni, e sicuramente non poteva immaginare che quel viaggio di cui parlava lo avrebbe portato via per sempre. Suo zio era come un padre per lui, avevano un rapporto inspiegabile, d’ intesa: loro si dicevano tutto. Zio Harold era stato l’unico che aveva compreso fino in fondo la sua passione per la musica e la sua voglia di farne una professione, cosa che andava assolutamente contro le opinioni dei suoi genitori, che vedevano del genio solo in Zac. Ma se solo non fosse salito su quel maledetto treno, forse…                                                                     Josh cercò di dirottare la mente da qualche altra parte ma poi un’ idea leggermente bizzarra lo raggiunse. –Hayley?- disse –Mh?- rispose lei                             
-Buon compleanno- e così dicendo le legò il braccialetto nero al polso, indosso a lei sembrava molto più grande –Josh!- esclamò lei, arrossendo violentemente –Questo no, n-non posso…io non posso accettarlo-                       
-Voglio che lo tenga tu.- la interruppe Josh, ma lei sembrava ostinata, continuando a porgerglielo –Josh, questo bracciale è troppo importante. Lo indossi da quando avevi 11 anni e non l’hai mai più tolto da allora. È una parte di te!- esclamò, con gli occhi lievemente umidi. Era sempre stata particolarmente sensibile a quell’argomento.                                                 
–È proprio per questo che voglio dartelo. Voglio che una parte di me sia sempre con te…- sussurrò Josh. Adesso i loro volti era così vicini che lui poteva percepire il suo respiro caldo sulla pelle. Si stava specchiando negli occhi cristallini di Hayley (giurò a se stesso che avrebbe potuto annegarci) quando il trillo del campanello li fece sobbalzare. –Ehm…aspettami qui, vado ad aprire.- disse, sistemandosi i capelli. Josh si sedette sul divano, in attesa e sentì una voce dal timbro maschile in direzione dell’entrata.                  –Amore, ciao!- quell’ “amore” pronunciato dalle sue labbra, seguito dal rumore dello schiocco di un bacio appassionato, fece notevolmente, quasi sorprendentemente, innervosire Josh. –Auguri, tesoro.- esclamò Gilbert tendendo un pacchetto blu ad Hayley. Sicuramente il regalo di Gilbert era molto più presentabile rispetto a quello di Josh, che ora si sentiva schifosamente inferiore. –Oh, Jerm mi ha detto che Josh è qui…come sta?- dal tono noncurante che usava, Josh intuì che non aveva assolutamente compreso le intenzioni maligne di Jeremy. –Beh, dice di sentirsi meglio, anche se io non ci credo- affermò Hayley. Chad si rivolse dunque direttamente a Josh, avanzando verso di lui. –Ehi, come ti senti?-  -Mai stato meglio.- rispose Josh, in tono di sfida. –Visto? Va bene che gli ho rifilato quasi un’intera farmacia…quasi…- disse Hayley, apprensiva.          
–La solita pasticciona, insomma!- rise Chad, scompigliandole i capelli con una mano. Lui era molto più alto e maturo in volto di lei, pareva suo padre. Erano decisamente un quadretto penoso, pensò Josh. il chitarrista si accomodò tranquillo su una sedia, mentre Hayley si diresse in cucina.    
–Ordino la pizza?- chiese da lì.                                                                                      
–Ottima idea.- la esortò Chad. Nel frattempo tornarono Jeremy, Taylor e Zac, entusiasti della giornata trascorsa al campo di basket.                               
–Hey, Hayls, auguri! Da parte mia, di Jeremy e Taylor!- disse Zac, posando un grande pacco sul tavolo della cucina. -Ciao Chad e…Josh!- una strana espressione si dipinse nel volto di suo fratello, non appena si accorse che erano nella stessa stanza. –Ehi, amico!- esclamò entusiasta Jeremy, dando una pacca sulla spalla a Chad. La sua espressione mutò quando si accorse di Josh, prendendo a fissarlo in maniera sprezzante. –Wooooah!! È la ps4, e dire che la dovevo ordinare stasera, non è ancora uscita!- schiamazzò Hayley dalla cucina, saltellando. –Ragazzi, come l’avete avuta così presto?- chiese a Taylor –Segreto.- rispose quello. –Bene ora ci siamo tutti. Oh, ecco la pizza!- disse Hayley, scattando verso la porta. Ai fattori non importava che loro fossero i Paramore, svolgevano il loro lavoro e basta. Tornò con una pila di pizze fumanti, barcollando. Mangiarono tranquillamente, scambiando qualche parola. Successivamente Jeremy si diresse al piano di sopra e Josh lo seguì. Pensò fosse l’idea più assurda che avesse mai partorito, ma non gl’importava, voleva capire. Lo bloccò dunque per le scale. Quello si voltò stancamente e disse: -Cosa vuoi?-              
-Non ha più senso il tuo comportamento ormai, tra me e Hayley è tutto apposto. Ci siamo messi alle spalle tutto!- disse Josh                                             
-È proprio questo il punto!- esclamò Jeremy –Resteremo così fin quando non ti sveglierai e capirai cos’è giusto per te.- ma perché doveva dire cose senza senso? Jeremy riprese a salire le scale. Pensava di chiarirsi finalmente le idee con questo dialogo, che invece non gli servì ad altro che a farlo confondere maggiormente. Man mano che trascorrevano le ore, i ragazzi se ne andavano verso il tardo pomeriggio restarono solo Chad, Hayley e Josh. –Hey, che facciamo, andiamo, amore?- disse d’un tratto Chad. –Oh, si, sto arrivando, devo solo sistemare alcune cose qui.-   -Ti aspetto in macchina- rispose lui, e uscì.                                                               –Hayley?- la chiamò Josh.                                                                                             
–Dimmi.- rispose lei, voltandosi verso di lui.                                                              
–‘Notte- e così dicendo la strinse in un abbraccio. –E grazie.- le sussurrò poi all’orecchio. –Figurati, lo sai che ci sarò sempre per te…- rispose lei, con un sorriso timido. Erano le parole più rassicuranti che avesse mai ricevuto. Jenna non aveva mai compreso a fondo i suoi pensieri, non aveva mai saputo decifrarli come faceva Hayley. A lei bastava un cenno, solo uno, per leggerlo. Eppure Josh aveva donato il suo cuore a Jenna, perché era andata a finire in quel modo? Preferì proseguire il viaggio verso casa tranquillamente, e sgomberare la mente da quei pensieri.

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Capitolo 12
*** Plane crash dreams ***


                                                                                              PLANE CRASH DREAMS

I giorni trascorsero più tranquilli, dopo l’incontro alla sede dei Paramore. Josh li frequentava regolarmente, tuttavia continuava a suonare con i Novel American. In questo non c’era assolutamente niente di male, a parte il continuo distacco fra lui e Jeremy che si faceva sempre più pesante da sopportare. Van e Ryan sapevano che Zac e Josh avevano ripreso i contatti con Hayley e gli altri, ma la cosa non sembrava turbarli affatto. Solo una volta Ryan li aveva elegantemente richiamati: “Le prove però le dovete fare con noi, perciò cercate di non assentarvi troppo spesso”. Josh non ebbe il coraggio di controbattere, anche perché il tempo trascorso con i Paramore molte volte superava di gran lunga quello impiegato in studio.
Un pomeriggio, Josh era solo nella sala prove dei Paramore. Era la prima volta che si recava in quella stanza, senza gli altri,  da tantissimo tempo. Non sapeva specificamente il motivo di quel suo gesto, aveva solo sentito di volerlo fare. Stava in silenzio a contemplare le lucide chitarre messe in piedi una accanto all’altra. La prima era quella bianca e bronzo, la preferita di Taylor da sempre, un giorno gliel’aveva confidato.                            
–Che fai?- chiese d’improvviso Hayley che era apparsa silenziosamente sull’uscio. Solo per poco a Josh non venne un colpo, tuttavia cercò di riprendersi per non fare la figura dell’idiota. Era così imbarazzante la prospettiva che lo stesse fissando, senza che lui se ne accorgesse, mentre guardava tanto assorto i loro strumenti. –Oh…niente.  Stavo dando un’occhiata in giro.- notò che accanto alla batteria c’erano parecchi strumenti tecnici in più di quanti ne ricordasse. Poi impugnò una delle chitarre acustiche appoggiate lì ed eseguì qualche accordo a caso. Hayley prese posto accanto a lui, i due si guardarono e Josh capì cosa volevano entrambi fare. Attaccò con Plane Crash Dreams, facendosi seguire a ruota dalla sua voce così melodica. Era una sensazione che non provava da un sacco di tempo…suonare con LEI.  Non era cambiato assolutamente niente, almeno non da questo punto di vista, l’intesa era sempre la stessa. Ogni tanto lui la guardava, assorto e lei se ne accorgeva, a quel punto l’imbarazzo aveva la meglio, facendoli scoppiare in una tenera risata. –Te la ricordi ancora, eh?- gli chiese Hayley alla fine. –Come dimenticare- rispose lui un po’ compiaciuto, un po’ sorpreso di se stesso. Nel frattempo gli altri erano tornati e Jeremy stava giusto per entrare in sala prove quando, vedendoli, cambiò idea. Taylor ebbe quindi l’occasione di raccontare a Josh come si erano giostrati dopo la loro uscita dalla band. Sembrava tutto ok, a parte il fatto che mentre parlava, ogni tanto si fissava le scarpe evidentemente in imbarazzo.

Quella notte Josh pensò e ripensò a quanto era stato fantastico suonare con lei per la prima volta dopo così tanto tempo e per un momento si immaginò di nuovo sul palco insieme ai Paramore. Con la mente ripercorse tutte le loro migliori performance, quelle più divertenti, i loro sketch dieci minuti prima degli show, le migliori risate della sua vita. Ciò gli provocava una terribile nostalgia verso la band che solo 3 anni prima aveva deciso di lasciare. Jeremy aveva ragione, si era messo a rincorrere le cose banali e adesso se n’era pentito. Aveva amato, assecondato, viziato e dato fin troppa importanza a Jenna Rice, e lei lo aveva ricambiato in quel modo. Una parte di lui , Josh non poté negarlo, anche se remota, si sentiva sollevata di aver litigato con lei. Si sentì quasi più...libero. Era forse un pensiero egoistico? Probabilmente. Aveva sentito Jenna così vicina e perfetta, la donna della sua vita per 5 lunghi anni, era così sicuro di amarla fino a quel giorno. Per “quel giorno” ovviamente Josh non intendeva più il tradimento di Jenna, bensì quando aveva rivisto i Paramore…o Hayley? La confusione si insediava, come una zanzara, nella sua mente e pian piano lo divorava. Ora tutte le sue certezze divenivano vane. Era certo di aver sepolto la sua situazione sentimentale che rientrava  negli anni 2004-2007, eppure adesso si sentiva debole e insicuro. Hayley aveva uno strano effetto su di lui, gli faceva dimenticare tutto il resto, la ragione per cui stava con Jenna, soprattutto. Effettivamente lui aveva cercato di allontanarsi il più possibile da lei dopo la loro rottura per evitare problemi, ma lei era ostinata e continuava a stuzzicarlo, in modo particolare durante i tour.

Hey, Jo! Dov’ è la biondina?” Hayley si precipita accanto a me e mi guarda in tono di sfida. Io smetto di suonare e ricambio. “A questo show non c’è, fortunatamente.” Riprendo dall’ultimo accordo di Brick by boring brick. “Per non vederti fare qualche figura storica?” “O magari per salvarla dalle tue grazie?” rispondo prontamente senza distogliere lo sguardo dalle mie stesse mani. Hayley fa una sorta di risatina nervosa e poi si alza. Sospiro. “E il tuo Gilbert? È ancora impegnato nei suoi assolutamente fantastici tour con i New found…come si chiamano?” “Glory. Grazie per il sarcasmo, ma non serviva. Chad molto probabilmente ci raggiungerà a Parigi, gliel’ho chiesto io.” Odiavo il modo sdolcinato in cui ne parlava, ma chi si credeva di essere quell’idiota troppo cresciuto?! Alcune volte mi veniva da pensare che lo facesse apposta, mi provocava. Lei poteva insultare mia moglie liberamente, mentre io non potevo aprir bocca sul suo “uomo”. Poso la chitarra, rassegnandomi al peggio che mi attendeva quella sera. Già lo immaginavo: si comporterà esattamente come tutte le altre volte, probabilmente  suoneremo “You ain’t  woman enough”, scelta da lei all’ultimo momento ecc...ecc... ero stanco, ma per puro orgoglio non lo davo a vedere."

Il sonno di quella notte era servito da calmante per tutte le sue tensioni infatti, non appena ebbe in mano le carte di divorzio inviate da Jenna, le firmo senza batter ciglio. Quella stessa mattina andò a prendere un caffè con Zac allo Starsbuck, il loro preferito.  –Hey Zac, posso chiederti una cosa?- chiese d’un tratto Josh –Certo, che c’è?- rispose quello –Torneresti mai a suonare con i Paramore?- seguì un lungo silenzio, poi finalmente Zac parlò –Questo dipende soprattutto da te…-                                                                                   
-Cos…cioè, in che senso?- chiese stupito Josh –Nel senso che se fosse per me lascerei i Novel American anche adesso.- rispose risoluto lui          
-Davvero?- la sorpresa aumentava, anche se in un certo senso Zac stava esternando ciò che Josh pensava da un sacco di tempo. –Devo farlo per forza…ho troppa nostalgia dei ragazzi. La mia vera band!-           
-Beh…allora dovremmo parlarne con gli altri…-aggiunse infine Josh     
-Vuoi anche tu??- Zac sgranò gli occhi –Si…per il tuo stesso motivo…-rispose lui.

-To…tornate con noi?!- chiese Taylor, chiaramente in visibilio –Beh, si, però vorremmo il vostro parere, prima.- disse Zac. Dopo qualche minuto, Taylor tornò in salotto tutto trionfante _Sono riuscito a convincere Jeremy!- esclamò –Va beh che per lui era indifferente, dopo la minaccia che gli ho fatto…dannazione!- aggiunse poi, a bassa voce, un po’ risentito. –Manca solo Hayley…- disse poi Zac e in quell’istante lei irruppe nella stanza. –Chi mi chiama?- chiese tranquilla. Josh le si avvicinò e, dopo un cenno d’intesa, Zac e Taylor uscirono dalla stanza. –Volevo parlarti di una cosa molto importante- iniziò –Di che si tratta?-                                                                                                                            
-Di un possibile rientro nella band mio e di Zac- disse lui –abbiamo già parlato con Van e Ryan e per loro è ok, mi serve solo la tua risposta…-  lei sembrò non ascoltarlo, aveva evidentemente la testa altrove                               
–Davvero volete tornare?- i suoi occhi brillavano di una luce diversa, più intensa, o forse era un impressione  –Se per te va bene…- precisò lui ma, prima che potesse finire, lei parlò di nuovo –Se per me va bene?! Jo, tu… tu non hai idea di quanto tempo è che aspetto questo momento, io…tu…- lo abbracciò fortissimo e Josh si sentì il petto esplodere, adesso era più sicuro che mai di aver fatto la cosa giusta.                                                        

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Capitolo 13
*** Where the lines overlap ***


                                                        WHERE THE LINES OVERLAP

Il loro rientro fu così comunicato ufficialmente. La maggior parte dei fan erano in delirio, i Twitter erano stracolmi di post ed era tutto così fantastico. Tuttavia vi erano coloro che, sarcasticamente e acidamente, seguivano il filone di Jeremy, ovvero snobbarli. I cinque pensarono che, per confermare il tutto, sarebbe stato opportuno organizzare un tour. Questo si sarebbe svolto in America ed Europa, i continenti dov’erano più famosi. La scaletta delle canzoni sarebbe variata secondo le loro preferenze. Naturalmente quest’idea non fu divulgata al pubblico, poiché occorreva tempo per prepararsi.                                                                                

Di tempo ne era passato tanto e, nel periodo in cui Josh e Zac non c’erano, era uscito un altro album, a loro totalmente ignoto, o quasi. Dovettero quindi lavorare sodo per alcuni mesi prima di impararle perfettamente. Nelle volte in cui Josh sbagliava un accordo, o saltava direttamente al ritornello, era l’occasione perfetta per Jeremy di farsi beffe di lui, il che lo deconcentrava il doppio. Il tutto accompagnato dal terrore dipinto negli occhi di Taylor alla vista di Jeremy così schifosamente divertito, e dai continui “non preoccuparti” di Hayley. Ma come diavolo faceva a non preoccuparsi, d’altronde era strano: Josh quelle canzoni proprio non le sentiva, non ne percepiva il ritmo come con tutte le altre. Non perché le avesse composte lui, per eseguire perfettamente una cover impiegava al massimo due settimane, mentre con queste gli succedeva qualcosa di strano; provava quasi…fastidio, nell’eseguirle.
Un giorno, però, Hayley diede a Josh la risposta a tutti i suoi dilemmi. Stavano sistemando gli spartiti quando lei disse: -Sai, alcune canzoni, tipo Still into you, le ho scritte per Chad- ora capiva il suo disagio di fronte alla prospettiva di suonarle, a differenza di quelle vecchie.  –Oh…- si limitò a rispondere, forzando un sorriso. Nel frattempo la data della partenza si avvicinava e la sera prima Hayley annunciò a tutti che restare a dormire alla sede sarebbe stato più pratico, considerata la partenza mattutina. Prima ancora che potesse terminare la frase, Zac, Jeremy e Taylor si precipitarono al piano di spora per accaparrarsi le stanze migliori, lasciando soli Hayley e Josh, entrambi nell’imbarazzo più totale.
-Ehm…- iniziò lei, imbarazzata. –Che c’è?- chiese incredulo lui                                   
-Non ci sono altri letti…quindi credo proprio che io e te dovremo dormire lì- rispose, indicando la porta della stanza di fronte al salotto. Josh ne varcò la soglia e vide, con suo sconforto, che nella stanza vi era un unico, grande, letto matrimoniale.                                                                                         
–Oh, ecco, io posso dormire sul divano…- propose, senza troppa convinzione. –No, non se ne parla. È troppo scomodo!- lo contraddisse lei, ed in effetti non aveva tutti i torti. I due presero posto a letto e lei era ancora più imbarazzata di prima. –S-spengo?- chiese, alludendo alla lampadina sul comodino. –Ehm…suppongo di si…- rispose lui, incerto. Calò dunque il buio e Josh pensò che era la cosa più assurda che avesse mai fatto. Dormire con la sua ex. Lei si girava e rigirava in continuazione, al contrario di lui che restava immobile come una statua, per paura di fare qualche mossa sbagliata, cosa che in effetti successe qualche attimo dopo. Hayley, girandosi per l’ennesima volta, non calcolò bene lo spazio e gli finì addosso, dandogli una sonora testata. –AHI!- esclamò subito lui. Lei emise una specie di gridolino e poi si affrettò a dire –Oh…scusa…io…- non sapeva come continuare, la sua voce tremava notevolmente. –Fi…gurati.- la tranquillizzò Josh. Sapeva che di per sé lei era una persona ansiosa e non voleva farla agitare più di quanto non lo fosse già. Eppure lei si era voltata di scatto verso il lato opposto. Voleva dirle qualcosa per evitarle le preoccupazioni, tuttavia, finalmente, il sonno prese il sopravvento.

La mattina il primo ad aprire gli occhi fu comunque lui. Spense in fretta la sveglia che trillava insistente e fece per alzarsi quando si accorse della situazione imbarazzante che si era venuta a creare: Hayley, con la testa appoggiata sul suo petto, lo stringeva in un abbraccio, mentre lui le circondava le spalle con il suo braccio. Cercò di spostarla, senza svegliarla, con delicatezza. Quindi si avvicinò per prenderla, ma a quel punto lei si svegliò e lo fissò sbalordita. Aveva frainteso, chiaramente, il suo gesto. Per rimetterle la testa sul cuscino le aveva preso il viso fra le mani, cosa che può ovviamente essere mal interpretata. Hayley risolse il tutto scostandosi bruscamente ma finendo così per cadere dal letto. –E’…tardi! Non credi che dobbiamo andare?- esclamò, rialzandosi ed uscendo a grandi passi dalla stanza.
Al parcheggio vi erano posteggiati due enormi pullman neri che li avrebbero portati in giro per il mondo. Salirono e sistemarono le loro cose nei rispettivi letti. Poi furono raggiunti da una figura alta, sfilata. Era Karl Goodman, il loro manager da una vita. -Allora, ragazzi, emozionati?- li salutò, un ad uno, con una stretta di mano. -Leggermente!- rispose Hayley amichevolmente e appena Josh la guardò, gli balenò in mente l’immagine della mattina. Diavolo, quant’era bella quando dormiva! Era bellissima anche adesso, semplicissima con la sua vecchia maglietta rosa dell’Hard Rock Cafe, la giacca e i pantaloni neri, entrambi di pelle, e le immancabili Doctor Martens, nere anch’esse.  Ma che cavolo c’entrava ora?! -Beh, plausibile.- proseguì Karl. -Dunque, i primi due letti sono di Zac e Taylor, quelli a destra di Jeremy e Josh, l’altro ovviamente è di Hayley. Bene, detto ciò, divertitevi e buon viaggio a noi!- rise, lievemente giulivo e, prima che Josh potesse contestarlo, voltò le spalle diretto alla cabina di guida. Con Jeremy? Doveva dormire accanto a lui, nel suo stesso letto a castello. Quale sorte peggiore gli sarebbe potuta mai capitare? La partenza non andò per niente come Josh si aspettava. Zac e Taylor chiacchieravano per fatti loro, come se si fossero ritrovati dopo 20’anni, con un mucchio di cose da raccontarsi. Jeremy si comportava come al solito, lo ignorava. Gli passava davanti senza degnarlo di uno sguardo. Josh si ritrovò dunque a trascorrere buona parte del tempo impiegato nel viaggio con Hayley che diventava ogni minuto più tesa, ma sempre gentile. Avevano automaticamente scelto di rimuovere dalla memoria la sera precedente. Tuttavia Josh continuava a pensare a quanto fossero dolci, appoggiati l’una all’altro, ma dovette comunque scacciare quei pensieri fuorvianti. La prima meta del tour  “Paramore: the beginning” fu Helsinki nella quale il concerto si sarebbe svolto un’ora dopo del loro arrivo lì.

Dopo consuete battute e risate per distendere in nervi pre-show, Karl li guidò nel corridoio che li avrebbe condotti sul palco. Non appena i 5 furono illuminati dai fari, il pubblico si gettò ad urla ma mai sentite prima. Josh sentiva l’adrenalina impadronirsi di lui, era una sensazione strana ma al contempo piacevole che credeva di aver dimenticato. La prima canzone ad essere eseguita fu “Misery Business”, il loro cavallo di battaglia. Fu lievemente imprevista la decisione di Hayley che, a metà canzone scelse di dire proprio “Hey Josh!” mentre metà fan urlarono “Taylor!” ed altri semplicemente “involving”. Il risultato fu una gran bella confusione. Seguirono “Grow up”, “CrushCrushCrush”, “Fast in my car”, “That’s what you get”, “Looking up”, “Last hope” ed altre. Quando arrivò il momento di “My heart”, posta circa a metà concerto, un fan alzò un cartellone con le migliori foto di Josh e Hayley, risalenti al periodo in cui stavano insieme, che fu notato sia da lui che da lei. I due si rivolsero uno sguardo imbarazzato, riferito soprattutto alla foto del loro bacio, incollata al centro. Poi Hayley si voltò bruscamente da un’altra parte e, avvicinandosi a Jeremy, continuò a cantare. Chiusero lo show con “Still into you”, con lieve fastidio di Josh che tuttavia non si oppose alla set list proposta da Hayley.

Quel concerto fu davvero entusiasmante, uno dei migliori, forse. Verso le undici e mezza di sera i 5 tornarono finalmente sul pullman, dopo l’intervista e il meet & greet, ancora inseguiti dai fan urlanti, un’emozione che sembrava essere ormai stata sepolta da Josh che era così stanco che non badò nemmeno a salutare gli altri, compreso Goodman. Voleva buttarsi a letto e così fece, seguito da Jeremy. –Ottimo concerto, eh?- irruppe lui, mentre si sfilava la maglietta. Josh aspettò a rispondere, era assolutamente incredibile che l’avesse fatto davvero. –Si.- disse poi. –Può darsi che ti abbia sottovalutato…- riprese Jeremy dopo un colpetto di tosse imbarazzato. –Può darsi- ripeté lui, sempre più sbalordito. –Che c’è? Non atteggiarti troppo eh?- si affrettò a dire Jeremy.                                                                                                                 
–Non sto facendo niente…-                                                                                               
-Si che lo stai facendo-                                                                                                             
-No, non è vero!- Jeremy rise e così fece anche Josh. –A parte gli scherzi, non stupirti del mio comportamento, o hai forse dimenticato tutto quello che hai fatto?- chiese Jeremy, tornando serio                                                         
-Affatto, Jerm…affatto. E sono qui per questo, per rimediare.-                             
-Non ti basterà una vita intera…-                                                                                 
-Lo so…ma sappi che non mi sono mai sentito così in colpa in tutta la mia vita..-                                                                                      
-Lo apprezzo. Ti giuro, Hayley era inguardabile quando non c’eri. È come se tu avessi riportato colore alla sua vita, e devo riconoscerlo questo. Devo riconoscere anche che ci siete mancati, senza di voi non sapevamo come fare…- Jeremy si sedette sul letto                                                                   
-Beh, non mi è sembrato molto così, con l’album che vi è venuto fuori…- un sorrisetto di gratitudine increspò le labbra di Jeremy –Musicalmente, si, dopo tre mesi di assoluto silenzio… sapevi che Hayley voleva lasciare tutto?- il modo pacato, quasi amareggiato di porsi di Jeremy, permise a Josh di riflettere meglio sulle sue parole che lo colpirono in pieno petto.    –Ma sembravate felici, lei sembrava felice…-                                                        
-Davanti agli schermi…non appena eravamo fuori dalla portata dei giornalisti Hayley trascorreva il suo tempo a piangere e se non piangeva cercava di scrivere e se non ci riusciva tornava a piangere…era diventata una paranoia. Cercavo di consolarla e si calmava ma dentro di sé continuava a piangere e a disperarsi e io lo sapevo. Taylor non sapeva che dire perché forse stava quasi male quanto lei, solo che lui poi ha fatto pace con Zac e ha cambiato idea. Non sai quanto ti ho odiato e te lo dico schiettamente, Jo.- sospirò                                                                                               
-Ma poi come…?- balbettò Josh, impietrito                                                              
–Come abbiamo fatto ad arrivare fin qui? Non lo so neanch’io. Penso sia stata la buona volontà a portarci avanti. Volevamo farvi vedere che avevamo saputo voltare pagina e che non avevamo più bisogno di voi anche se nel profondo eravamo coscienti che non fosse così. La situazione è un po’ migliorata quando abbiamo deciso di impegnarci a scrivere un vero album, dopo Single club. Hayls, grazie anche all’aiuto di Tay è riuscita a scrivere e comporre pezzi buoni anche senza di te e adesso eravamo consapevoli che i Paramore erano finalmente tornati, in tre, ma erano sempre loro. Joshua e Zac Farro erano solo passato oramai. Il mondo intero doveva sapere eravamo usciti dalla merda da soli. Fine della storia.- vi fu qualche istante di silenzio.          
-Io…non so che dire.- boccheggiò Josh –Non devi dire per forza qualcosa, se sei qui c’è un motivo.-                                                                                                
-Jerm, io non avevo idea del casino che avevo combinato. Sono un coglione! Che demente! Lei…lei è stata così per me?- Jeremy sospirò –L’importante è che tu abbia capito la cazzata che hai fatto. Ti abbiamo perdonato tutti ormai…-                                                                               
-Grazie, Jerm.-                                                                                                                
I due si guardarono un attimo e poi si strinsero in un abbraccio, come se avessero bisogno di farlo da anni.                                                                                           

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Capitolo 14
*** Decode ***


                                                                          DECODE

Intanto la tournée procedeva freneticamente e man mano che si spostavano, la tensione fra i ragazzi si alleviava, anche sul palco. Il tour durò complessivamente un anno e qualche mese , nel quale si successero migliaia di avvenimenti, uno più fantastico dell’altro. Appena arrivati a Madrid, Goodman dichiarò loro che il concerto era stato posticipato per problemi di acustica e di conseguenza avrebbero avuto la giornata libera. Hayley propose di fare un giro turistico della città e tutti furono immediatamente d’accordo. Decisero di andare al luna park, con ovviamente al seguito diversi bodyguard dall’atteggiamento diffidente e sospettoso, e si posero come obbiettivo di provare tutte le giostre. Le prime in lista furono senz’altro le montagne russe, dove accettarono di salire tutti eccetto Zac che, da sempre, soffriva di vertigini. Dovettero farci cinque giri prima di rassegnarsi all’idea di star per rimettere anche l’anima, fu quella una delle esperienze più spassose, secondo Josh. L’unica a perseverare era, ovviamente, Hayley che, con un sorriso stampato in faccia, ebbe il coraggio di chiedere il sesto biglietto, prima di essere trascinata via da Josh che le consiglio varie altre attrazioni da provare (sapeva che il metodo che aveva sempre usato con Isabelle sarebbe funzionato anche con lei). Fu quindi il turno del tunnel dell’orrore ; Josh non aveva mai avuto paura di quei giochi, ma forse Hayley adesso si. In effetti, di tanto in tanto, Josh si sentiva stringere per un braccio da lei che, con grandissimo imbarazzo di Josh, intrecciò la mano nella sua alla comparsa di una qualsiasi nuova “creatura mostruosa” e si faceva sempre più vicina nell’oscurità soffocante di quel posto. Non chiese mai ad Hayley il perché di quella reazione ma, quando ne provarono uno molto più realistico, non poté fare a meno di notare quanto fosse imperturbabile di fronte a ciò che le capitava davanti, mentre Jeremy camminava al suo fianco e Josh un po’ più avanti.

La serata trascorse tranquilla, mentre sparivano le tensioni per il vicino concerto. Tuttavia il ritorno sul pullman fu lievemente incasinato. Mentre camminavano silenziosi verso il parcheggio, un gruppo di ragazzine urlanti presero a rincorrerli e a sbraitare indicandoli e fotografandoli. D’istinto Josh afferrò la mano di Hayley e i due iniziarono a correre a più non posso con le lacrime agli occhi per via delle eccessive risate. In realtà non vi era un particolare motivo ad indurli a ridere, ma piuttosto la spensieratezza e la felicità dell’essersi ritrovati prendevano il sopravvento. Il cuore sembrava più leggero con lei, era come se tutto il mondo fosse loro e quella notte fosse stata scelta per essere esattamente così, ed era meraviglioso. Dopo un po’ raggiunsero, senza fiato ma ancora felici, il pullman. Josh si cambiò e si diresse verso il suo letto, ma lungo la strada s’imbatté in Hayley, che invece era diretta alla zona living. –Oh, buonanotte!- gli sorrise –E tu? Non vai a dormire?- chiese Josh. –Hem…in realtà non ho molto sonno, anche se non si direbbe- alluse alle sue occhiaie. –Allora saremo in due.- disse lui –Oh, suvvia. È tardi, non fare lo scemo- iniziò, ma Josh si sedette comunque al tavolo, stappando due birre. Hayley sospirò. –MI sa che devo arrendermi. Allora, brindiamo all’inizio del tour? Anche se è già iniziato…-disse, ironica. Risero. –Ai Paramore!- esclamarono in coro e bevvero. –Sto trascorrendo i miei giorni più belli…- dichiarò Hayley, dopo alcuni attimi di silenzio. –con te.- si guardarono intensamente –Io…non ci speravo più…non posso credere che sia successo davvero- una lacrima le rigò il volto e scese lieve lungo la sua guancia –Ah…che idiota..-rise, con la voce leggermente tremante e si asciugò gli occhi. Josh avrebbe voluto formulare una frase abbastanza importante per racchiudere tutti i sentimenti che provava in quel momento, ma non ne trovò una abbastanza completa così si avvicinò a lei che continuava a piangere e ridere in contemporanea, con le guance rosse per la vergogna e la strinse più forte che poté al suo petto, cercando di trasmetterle il suo desiderio incondizionato di proteggerla, che da anni faceva parte del suo essere. La circondò con le ampie braccia e le baciò teneramente la fronte ed i capelli, i suoi singhiozzi man mano si spensero nella notte, mentre si lasciava andare in un sonno profondo e di nuovo lui non fece altro che fissarla tutto il tempo mentre nella sua mente scorrevano una miriade di fotogrammi di loro e della loro perfetta armonia.

A svegliarli dal profondo sonno fu Taylor che, preoccupato, fece loro una ramanzina degna di una nonna sul fatto che avrebbero dovuto coricarsi prima per riposarsi, che senza il sufficiente sonno non avrebbero potuto fare per bene il concerto eccetera. I due si limitarono ad annuire senza ascoltarlo davvero e, non appena lui voltò loro le spalle, presero a ridacchiargli dietro.
Fu quindi la volta di Parigi, la città dell’amore. Fu proprio per questo che decisero di chiudere il concerto in quella splendida città con “The only exception” la loro canzone più romantica. Ai tempi in cui fu scritta, Hayley la presentò come un inno all’amore in cui lei tuttavia non aveva completamente fiducia. Ci fu un momento in cui Josh credette che Hayley la volesse dedicare proprio a lui, pensiero piuttosto egoistico che veniva fuori ogni volta che la suonavano. E dopo quattro anni, anche quella sera. Hayley come sempre era immersa nel suo mondo, illuminata da un unico faro, come Josh ed il resto oscurato. Non c’era una ragione specifica del perché quella canzone li legasse così tanto, ma era un fattore involontario che si verificava e basta. Cercò di concentrarsi il più possibile su quella melodia. Ma in un attimo tutto si fece strano e Josh riuscì a distinguere nel suo mondo solo lei che lo guardava intensamente negli occhi. Poi, lieve, cantò le parole seguenti “You are the only exception…and I’m on my way to believing.” Ma se un solo sguardo, unito alla frase di una canzone che un tempo odiava così tanto era riuscito a sconvolgerlo, significava che era ancora innamorato di lei? La prospettiva di convivere con tale sentimento fu orribile, per cui Josh si unì agli altri Paramore per il saluto, cercando di soffocare tali pensieri.

Per completare l’opera, durante il Meet  & Greet successe qualcosa di ancora più imbarazzante. Mentre firmavano gli autografi e facevano le foto coi fan, una ragazza si avvicinò. –Premesso che sono contentissima di questo, volevo chiederti come mai sei tornato nei Paramore?- aveva un volto astuto la ragazza, come se già conoscesse la risposta –Perché loro sono miei amici e volevo tornare a mettere in pratica la mia passione di una vita…- rispose lui, stranito. –O per lei?- disse lei, alludendo ad Hayley che, trovandosi qualche metro più in là, aveva sentito tutto. Josh gettò un’occhiata verso Hayley: aveva smesso di firmare autografi e lo fissava, preoccupata  e in attesa di una risposta.  Josh, allibito, non seppe come controbattere, per cui si allontanò senza aggiungere altro.

Giunti all’albergo a cui avrebbero alloggiato nei  giorni seguenti, Josh si precipitò, innervosito, nella stanza assegnatagli per cambiarsi e, proprio mentre cercava un apio di pantaloni, Hayley spuntò sulla soglia, ma, non appena si accorse che Josh indossava solo i boxer, gettò lo sguardo sul pavimento . -Che imbarazzo! Scusami, io non volevo…-mormorò Hayley    -Ma figurati, come facevi a saperlo tu…- afferrò il primo jeans che riuscì a rimediare dalla valigia e lo indossò.                                                                          –Ehm… volevo solo dirti che mi dispiace per poco fa, sai come sono le fans. Alcune credono che tu sia ancora… - sussurrò –Ma figurati. Non ci ho nemmeno fatto troppo caso. Lo sappiamo che ci sono in giro ancora persone con queste convinzioni banali ficcate in testa.- disse, tutto d’un fiato. Hayley non restò in silenzio per un attimo, come paralizzata dalle sue parole –Ma certo, già…che idiozia- mormorò lei e Josh si accorse della sua totale mancanza di tatto –Si, ma io…-                                                                  -Buonanotte- tagliò corto Hayley e uscì in fretta dalla stanza.

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Capitolo 15
*** Misery business ***


                                                                  MISERY BUSINESS

Ma che gli passava per la testa?! C’erano momenti in cui si meravigliava della sua stessa idiozia. Da quando a Natale era successo quel che era successo, lui ed Hayley avevano cercato di comportarsi nella maniera più naturale possibile. Certo, all’inizio non era stato facile, almeno per lui, ma ci aveva fatto l’abitudine. Eppure era in casi come questi che si rivelava quanto fosse realmente impossibile esserle amico. Forse, affrontare un viaggio così lungo insieme dopo così tanto tempo speso a non rivolgersi nemmeno la parola, era una questione le cui conseguenze erano state sottovalutate da entrambi.

La mattina Josh si vestì e scese all’home per fare colazione e, mentre raggiungeva il tavolo dove vi erano già seduti gli altri, si scontrò con Hayley che lo fissò per un istante per poi prendere posto vicino a Jeremy, seguita da Josh. non l’aveva salutato. Eppure l’aveva notato.                            
Era forse ancora sconvolta per la sera prima? Probabile. Non aveva voglia di girare il coltello nella piaga ulteriormente, per cui si affrettò a bere il suo caffè e, dato che Goodman gli aveva già annunciato la loro giornata libera, si diresse a grandi passi verso la sua stanza, con l’intento di recuperare un po’ di sonno perduto. Fu tuttavia bloccato dalla presa ferrea di Jeremy, proprio mentre era sulla soglia. –Hey, che succede?- chiese. In quei giorni non avevano avuto modo di parlare in maniera approfondita, anche se Jeremy si mostrava ugualmente disponibile e disposto ad aggiustare il loro rapporto. –Niente…ehm…perché?-                          
-Dai, Josh, finiscila. Vi ho visti te ed Hayley prima.-  disse, abbassando il tono della voce come per riguardarsi dal fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirli. –Non…ecco…- era ancora incerto. –Racconta.- disse Jeremy in tono fraterno. –Io…ecco…so che sei l’ultima persona a cui dovrei raccontarlo. Ma davvero, non so più che fare con lei. Pensavo che dopo quel piccolo incidente noi…-                                                                       
-Aspetta, quale incidente?- gli chiese severo Jeremy                                                  
–La sera di Natale…-                                                                                                            
-Intendi dopo…?-                                                                                                            
-Si.- sospirò Josh –Io l’ho… baciata-                                                                               
-Oh, wow.- ecco. –Ma poi le ho chiesto scusa, ti giuro, io non volevo!- si giustificò. –Tu…ma perché?- Jeremy si portò una mano ai capelli –Non ne ho idea.- dichiarò in tutta onestà –Però sembrava tranquilla, ma ora…dopo che quella ragazzina ha detto quelle cose…-  continuò e raccontò a Jeremy l’episodio del Meet&Greet e quello che lui ed Hayley si erano detti in stanza. –Josh…lei è confusa!- sentenziò infine Jeremy –Devi darle il tempo di riflettere e pensare. Il tuo ritorno sulle scene e soprattutto nella sua vita l’ha sconvolta. Credimi, lo so. Ci ha messo così tanto per rifarsi una vita-                                                                                         
-Ma io non avevo nessuna intenzione di scombussolarle la vita e, se ho davvero distrutto il suo equilibrio sono pronto a sparire di nuovo.- disse risoluto –Ma che dici? Se hai fatto una cosa buona è stata proprio questa! Devi darle solo tempo, Josh, solo tempo.-
Nei giorni che seguirono, Josh cercò di non intralciare troppo Hayley, lasciandole i suoi spazi. Di tanto in tanto le schiudeva le labbra guardandolo, come per dire qualcosa che però non disse mai poiché puntualmente se ne pentiva e trovava scuse per rivolgersi all’intero gruppo senza degnarlo di altre attenzioni.
-Ok, ragazzi, si parte!- dichiarò loro Goodman nel tardo pomeriggio               
-Oh, peccato. E dire che mi stavo abituando al clima parigino!- dichiarò malinconico Taylor prendendo posto sul pullman –O ti eri abituato all’idea di poltrire?- lo punzecchiò Zac. Era davvero divertente viaggiare con i ragazzi. Aveva dimenticato, fra le altre cose, quanto fossero indimenticabili i loro momenti su quel tourbus. In quei giorni aveva trascorso il suo tempo pienamente con Hayley. Quella volta, però, dovette accontentarsi della compagnia dei ragazzi.

Amsterdam era inspiegabilmente la città europea preferita di Josh, forse per l’aria di liberta che tirava o per i paesaggi suggestivi, fatto sta che era carico di adrenalina tutta da scaricare sul palco la sera stessa. Quell’euforia però sarebbe stato più divertente condividerla con qualcuno, qualcuno che in quel momento non aveva nessuna voglia di farlo. Rassegnato all’idea che probabilmente Hayley avrebbe mantenuto quell’atteggiamento fino alla fine del tour, raggiunse gli altri nel back stage. Si buttò dunque sulla prima poltrona che trovò lì e impugno la chitarra acustica per ammazzare il tempo. Fu in quel momento che si accorse, con un tuffo al cuore, che la rossa si era appena seduta vicino a lui. –Josh…- mormorò . –Dimmi?- balbettò. Si sentiva un idiota, ma allo stesso tempo sicuro di sé. Per la serata Hayley aveva scelto di indossare una felpa nera con un disegno colorato della Looney Tunes  con dei jeans arrotolati alle caviglie per via della sua stazza, delle scarpe leopardate e d una sciarpa grigia e nera. Josh non poté assolutamente non notare quanto, anche con dei vestiti così semplici, fosse bella. Quei capelli corti la prima volta lo avevano sconvolto, ma non si meravigliò tanto perché cambiare stile era nella sua indole. Lei decideva di cambiare e basta, era indipendente e, se qualcuno avesse avuto il coraggio di dirle che stava male, lei lo avrebbe ignorato. Per questo, da sempre, Josh la ammirava. Perché anche quando era certo di averla buttata giù e distrutta del tutto, l’aveva vista rialzarsi per continuare a combattere, non come lui che era così vile e ignobile. –Senti, mi dispiace per l’altra sera, io non dovevo…- iniziò lei –Hey, dispiace più a me. Scusa, che idiota. Tu sei il motivo principale per cui son tornato. Perché tutto questo mi mancava. Mi mancavi tu.- sussurrò, prendendole dolcemente la mano. Gli occhi di lei andavano dalle loro mani intrecciate al viso di Josh, a cui parve di aver detto un po’ troppo. Tutta via Hayley apprezzò il gesto e, sempre tenendosi per mano i due raggiunsero il palco insieme agli altri.
Il concerto fu movimentato, come sempre, del resto. Hayley era riuscita a familiarizzare subito con la platea, che apprezzò l’intro “Evil in your heart” in memoria dei vecchi tempi e tutta la scaletta.                                           
Dovettero passare dalla porta di sevizio per uscire, visto che quella normale era ormai invasa dai fans olandesi, provocando la leggera irritazione di Jeremy che però cercava di restare impassibile. –Calorosi gli olandesi!- scherzò Hayley. -Puoi dirlo forte…- rispose Josh. –Ho sonno- si limitò a commentare Taylor. –Oh, Tay…Adesso la mamma ti porta in braccio!- gli disse Zac, mimando il gesto di una madre che culla il proprio figlio. La risata coinvolse tutti, anche Jeremy. Prima di arrivare a Copenaghen non avrebbero fatto fermate per non perdere tempo, così trascorsero il viaggio interamente sul pullman senza però annoiarsi mai. La città era splendida, ma purtroppo non ebbero il tempo di visitarla, poiché arrivarono giusto il tempo del concerto. La Danimarca era uno stato che si distingueva per la sua diplomazia e la sua neutralità che, stranamente, quella sera non si manifestò. Il pubblico era particolarmente scatenato e questa è sempre una soddisfazione per una band. Tuttavia ebbero solo il tempo di firmare alcuni autografi, senza interviste.                                                                                                                       
Alla fine del concerto di Berlino, tuttavia, successe qualcosa che dalla grazia divina poteva essere tranquillamente evitato. –Chad!!- esclamò Hayley entusiasta dinnanzi all’imponente figura che le si presentò davanti. –Ho pensato di passare a trovarti, anche se mi ero imposto di non farlo. Sai come sono fatto…- disse lui, baciandole delicatamente i capelli. Disgustoso. –Oh, che cucciolo. Allora dobbiamo dire a Goodman che proseguirai il tour con noi. Jo, ti dispiace…?- chiese Hayley. –Ma no! Ci penso io, ho più confidenza con Karl!- intervenne prontamente Jeremy con una risatina nervosa. Josh non aveva idea di cosa avrebbe potuto commentare a riguardo, per cui si limitò ad annuire e ringraziarlo a denti stretti. –Oh, ok. Grazie, Jerm!- disse Hayley, ma pareva piuttosto presa dalla presenza di Gilbert.                                                                                     

Durante il viaggio per Varsavia dunque Josh rimase totalmente apatico. Aveva perso la voglia di fare qualsiasi cosa, come se Gilbert gli avesse risucchiato tutto l’entusiasmo. Infatti non faceva altro che fissare assente Jeremy, Taylor e Zac che giocavano a carte, senza mai azzardarsi a voltarsi verso Hayley e il gigante.  La notte dopo il concerto di Varsavia Josh, per evitare di captare strani rumori si infilò le cuffie e le tenne per tutto il tempo, con il risultato che la mattina sembrava un cadavere. Alle dieci si convinse e scese dal letto per fare colazione ma, non appena gli si presentò davanti la scenetta di Hayley e Chad che si imboccavano a vicenda, gli passò la fame. Per cui si sedette sul divano, lontano da loro e rassegnato. Qui fu raggiunto da Hayley. –Hey, Jo…è successo qualcosa? Sai, siccome non hai mangiato niente stamattina…- sembrava preoccupata. Josh sospirò. –Non è successo niente. È solo che non avevo fame…- non aveva voglia di aggiungere altro, per cui si diresse alla cabina di guida, ma Hayley lo fermò. –Hey ma che hai?- avrebbe voluto risponderle per bene, eppure si morse il labbro prima di parlare nuovamente –Uhm, Chad?- chiese, minaccioso, ma non era esattamente quello che voleva dire. –Che c’entra Chad?- chiese lei, perplessa –Raggiungilo, no? Sicuramente sarà già in astinenza dalla tua presenza.- parlava decisamente troppo. –Veramente lui mi lascia i miei spazi.- lo precedette, alludendo a qualcosa in maniera lievemente acida. –E comunque è quello che succede quando due persone si amano troppo!- esclamò, come per rafforzare il concetto, con un’espressione profondamente severa e delusa. Dopodiché gli voltò le spalle e si allontanò. Josh, a cui parve di sentirla singhiozzare mentre andava via, rimase impietrito di fronte alla porta della cabina di guida, accorgendosi del suo atteggiamento che, troppo infantile, aveva rovinato tutto.

 

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Capitolo 16
*** Why do we like to hurt so much? ***


WHY DO WE LIKE TO HURT SO MUCH?
 
-Aspetta!- esclamò Josh tutto d’un fiato. Hayley si voltò guardandolo dritto negli occhi: -Non ti sembra abbastanza per stasera?- aveva gli occhi rossi del pianto che a fatica aveva trattenuto fino a quel momento in cui silenziosamente, alcune lacrime iniziarono a rigarle il volto. Josh si precipitò verso di lei tirandola a sé. –Scusami, Hay… scusami. Sono un emerito imbecille. È che a volte non mi controllo e non riesco a ponderare le parole…mi dispiace.-                                                                   -Non credo che tu sia un idiota Josh, è questo il problema. Ti perdono qualsiasi cazzata tu faccia. Prima litighiamo, ci urliamo addosso e poi… ci troviamo così, a chiederci scusa in maniera sdolcinata. Ti sembra lontanamente normale questo?- non sembrava arrabbiata o delusa, ma avvertiva un certo senso di colpa, lo lasciava trasparire dallo sguardo.         
-Hey, Hayles, ma tu lo sai che siamo fatti così…- sorrise Josh. Lei si morse un labbro in segno di protesta, poi so voltò nuovamente ad incrociare i suoi occhi color cioccolato, quegli occhi che tanto amava…un tempo…        
-Non so mai che fare con te…mi sembra sempre tutto troppo azzardato o sbagliato-                                                                                               -Non devi per forza decidere sempre tu…- non poteva lasciarsi sfuggire quell’occasione. Quando le loro labbra si trovarono ad un centimetro le une dalle altre, Hayley trattenne il respiro per la sorpresa di quella vicinanza. Fu un bacio lungo ed intenso, ma anche molto dolce, entrambi sentivano di volerlo davvero, e, per la prima volta dopo secoli, in quella stanza ampia e accogliente di quell’hotel, esistevano solo loro due, il resto era ozio. Josh, condusse Hayley prendendola fra le braccia in maniera spaventosamente semplice, tanto era piccola e leggera, e la adagiò sul letto. Hayley si strinse forte a Josh, e si lasciò trasportare dal suo tocco che le mandava, piacevolmente, scariche e brividi in tutto il corpo. Si sentiva egoista nel pensare che quel tocco le mancava così tanto. In realtà tutto di lui le mancava in maniera esasperata. Negli ultimi quattro anni, ogni volta che si permetteva di pensare una cosa del genere, quasi non si prendeva a schiaffi, ma quella sera non aveva intenzione di tenere la mente aperta a qualsiasi altro pensiero che non fosse Josh. Non c’era nessuno quella notte; gli altri chissà dov’erano, non le importava. Il silenzio regnava indisturbato mentre tutti probabilmente, o quasi, dormivano. Si lasciò stringere dalle sue braccia possenti, le sue braccia come torri. Le veniva da sorridere ripensando a “We are broken” la canzone che aveva scritto almeno otto anni prima, quando era una ragazzina piccola e ingenua. E così si sentiva fra le braccia di Josh, piccola e insicura. Soltanto lui riusciva a farla tornare ad essere la ragazzina che da tempo ormai aveva abbandonato. Una lacrima, segno di tutte le ferite che, da poco richiuse, si erano aperte tutte, sgorgò dal suo volto.                 
–Hayles…- chiamò Josh, col fiato corto. –Sto bene…voglio solo stare con te adesso- Josh le sorrise nella manierà più dolce che avesse mai visto e la baciò delicatamente.                                                                                                
L’alba stava iniziando a colorare il cielo di un arancio con sfumature color salmone, mentre Josh e Hayley si abbandonavano ad un sonno profondo, esausti ma felici, felici come non mai.
Una luce accecante si insinuò fra le tende della finestra, costringendo Josh a riaprire gli occhi, ma quello che vide non fu ciò che si aspettava.                 
Vicino a lui, proprio sul cuscino dove una volta ci stava la testa di Hayley, vi era appoggiato un piccolo foglio bianco e Josh vi riconobbe subito la scrittura di Hayley:

Caro Josh,
intanto, buongiorno. Ti sei svegliato bene? Spero di si. Ti consiglio di scendere all’home se vuoi fare colazione, perché mi sa che il servizio in camera sta mattina non passa, problemi tecnici. Ieri sera è stato davvero bello con te, sono stata benissimo e spero anche tu. Mi sono alzata prima ancora che facesse completamente giorno, non volevo destare troppi sospetti e sai quanto odio che si sappiano le mie cose in giro, per cui sono sgattaiolata nella mia stanza mentre che tu ancora dormivi. Eri bellissimo. Non voglio dilungarmi troppo perciò ti chiedo solo una cosa: dimentica tutto. Lo so…è una richiesta assurda, ma ti prego, fallo. Sarà un bene per entrambi, più per te che per me. Detesto l’idea di farti soffrire e non voglio essere egoista con te per cui, per il bene dei tuoi e dei miei sentimenti, fa finta che non sia successo niente. Per il bene anche di Chad, so che non te ne importa un accidente di lui, ma a me si. Lo amo. E non voglio che anche lui soffra, perché ci tengo alla nostra relazione. È stato un bel modo di rivivere i ricordi, ieri sera, non credi? Ti sembrerò una schifosa doppiogiochista ma ti assicuro che non è così. E poi, in fondo, anche tu la pensi come me. Siamo persone grandi ormai, l’hai detto anche tu. Ed è ora di mettere sul serio il passato alle spalle ed io, con ieri sera, credo di avercela fatta. Spero che tutto ciò non guasti quello che c’è comunque fra di noi, ma non pretendo. Prenditi il tempo che ti serve per decidere, io non ti metterò fretta.

                                                                                                                                                                                                                -Hayley                      ps.: non dire a nessuno quello che è successoti prego, preferirei che non lo sapessero gli altri, nemmeno Jeremy…
 
E così era questo che gli aveva lasciato? Una misera lettera di scuse per aver passato una notte romantica? Solo questo?! Voleva fargli credere che si risolvesse tutto così? E cosa pretendeva ora, che si parlassero normalmente come se nulla fosse accaduto? Ovviamente. Lo amo.                                                                              Quelle parole riecheggiavano ancora nella sua mente, tormentandolo. Era stato solo un passatempo allora. Non sapeva che fare e ha scelto di trascorrere una notte con lui, davvero disgustoso. O era forse un modo per rivivere i vecchi tempi, come aveva scritto nella lettera? D’altronde lui si era preso gioco di lei innumerevoli volte e non poteva certo non aspettarsi che si vendicasse. Ma davvero aveva a cuore il suo bene? Anche se le interessava proteggerlo e non farlo soffrire, sul volto di Josh, che tanto odiava piangere, apparvero involontariamente alcune lacrime che gli segnarono le gote.
ANGOLO DELL'AUTRICE: mi scuso anticipatamente per il formato/ scarsa qualità del capitolo ma purtroppo il mio pc al momento non funziona molto bene e sembra non voler collaborare e.e grazie, per l'attenzione xD

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Capitolo 17
*** I'm screaming I love you so... ***


Quella mattina Josh non seguì nessuno dei consigli di Hayley, e preferì rimanere a digiuno nella sua stanza d’albergo. Una sola domanda gli martellava la mente: come aveva spiegato la sua assenza a Chad?     Quello sarà anche uno stupido ma sapeva che non sarebbe mai rimasto indifferente dinnanzi alla prospettiva della sua ragazza che dorme nella stanza del suo ex. Doveva saperne di più.                                        
Si alzò e si vestì in fretta con i primi indumenti che trovò per uscire a cercare Jeremy.                                                                                                     
Lo trovò infatti seduto su una poltrona all’home intento a leggere l’ultimo numero di Alternative Press.                                                                                          
–Jeremy!-                                                                                                                               
-Ehilà! Buongiorno Josh.- disse alzando lo sguardo dalla rivista.                               
–Ieri dove sei stato?-                                                                                                            
 -Sono uscito. Perché?-                                                                                                      
-Con chi?-                                                                                                                                     
–Con Taylor, Zac e Chad…-
-E a che ora siete tornati?- chiese lievemente sollevato ma al contempo agitato.                                                                                               
–Heeey…passata una brutta nottata? Cos’è tutto questo interrogatorio, Josh?- adesso aveva un’aria perplessa, curiosa.                                                     
–Puoi rispondere alla mia domanda, Davis?- insistette lui.                                      
–Verso le tre. Abbiamo fatto un po’ tardi.- ma alle tre Hayley era ancora con lui. Supponendo dalla lettera doveva essere andata via poco dopo le cinque. Forse Chad non aveva avuto il tempo nemmeno di accorgersi della sua assenza, tanto era stanco. –E…avete bevuto? Non so, vi siete divertiti?- sul volto di Jeremy apparve una smorfia fra l’accigliato e il senso di colpa.                                                                                                                     
 –Beh, si. Abbiamo bevuto un po’, ma ti prego di non dirlo a Kat. Insomma, io mi sono mantenuto il più sobrio di tutti, ma gli altri forse ci hanno calcato un po’ troppo la mano. Oh…Hayley mi ammazzerà, per tutti.- piagnucolò.                                                                                                                           
–Beh, l’importante è che non avete fatto niente di strano. Ecco perché non si vede nessuno in giro. Sappi che Hayley se ne accorgerà da sola, non è mica una stupida…-                                                                                                       
-No! Non è successo niente di male, semplicemente Zac ha rischiato di addormentarsi per strada- disse poi, soffocando una risata. –Comunque, perché ti serviva saperlo?- Josh si era dimenticato quasi completamente la questione principale della discussione. Doveva fuggire da Jeremy prima che…                             -Hai combinato qualcosa, Farro?- esatto.                                                                   
–Sei ancora ubriaco, Jeremy?- dise, cercando di mostrare un tono più disinvolto possibile e allontanandosi con gesti impercettibili.                        
–Dove scappi?- lo trascinò nella sua stanza e chiuse la porta.                                
–Parla.-                                                                                                                               
-Ti sembra vagamente normale tutto ciò?- protestò Josh.                                       
–Tu non sei mai così preoccupato, dev’essere successo qualcosa di strano o grave. Josh non puoi sfuggire alla mia nobile arte di estorcere le cose alla gente.- seguì un lungo silenzio. Doveva mantenere la promessa fatta ad Hayley, fatta in un certo senso. Ma pur sempre fatta. Non doveva rovinare tutto di nuovo, altrimenti chissà come avrebbe reagito. Jeremy continuava a fissarlo accigliato. –Non c’è niente da dire, e non ti stai comportando molto da amico facendo così perché, anche se ci fosse, dovresti rispettare il mio silenzio.- su Jeremy apparve un’espressione di disappunto. –Ma se è una vita che ci diciamo sempre tutto? Josh, seriamente, quando sei anni fa avevi problemi con Hayley, con chi andavi a parlarne? Ti sembra che di tutto quello che hai detto io abbia mai riferito niente?- era vero, aveva ragione. Lo aveva incastrato. –Jeremy, ti prego, questa volta non dipende solo da me e dai miei capricci, cerca di capire.-          -Beh ma dipende anche da me, perché se è successo qualcosa con Hay ci terrei a saperlo perché mi importa di lei quanto di te.- non poteva replicare oltre, che altre scuse poteva trovare? E poi Jeremy non l’avrebbe detto a Chad, questo era certo.                                                                        
–Jeremy…io e Hayley…siamo andati a letto insieme.- Jeremy si pietrificò e i suoi occhi color acquamarina parvero indecifrabili per qualche secondo. –Tu cosa?! Josh! Che cazzo ti passa per la testa?! Ma sei fuori? Hayley…Hayley! Io…e lei c’è stata?-                                                                                  
-Visto! Sapevo che non dovevo dirti niente!- alzò il tono anche Josh.                           
–Non dovevi dirmi…cosa? E come dovrei reagire secondo te? Siete due irresponsabili! Ma sapete cosa state combinando? Mettete di mezzo persone che non c’entrano niente ferendone i sentimenti. Josh… o mio Dio…- sembrava essersi calmato adesso, ma c’era ugualmente agitazione nella sua voce.                           –Hayley mi ha fatto promettere- cercò di giustificarsi. Infondo era arrabbiato anche con lei, e la verità viene comunque a galla, prima o poi.  –Me ne sto fottendo di quello che ha detto Hayley. Hai fatto bene a dirmelo. O forse no. Che situazione di merda. Non dirò una parola, questo è scontato. Ma gentilmente, voglio che Chad lo sappia. Non sarà da me che lo saprà, ma da voi. Sai meglio di me quanto odio il doppiogiochismo. Farò finta che tu non mi abbia detto niente.- Josh si sentì ancora più in colpa alle parole di Jeremy ed un magone si fece spazio nel suo stomaco al solo pensiero di dover parlarne con Gilbert. –Grazie Jerm, grazie davvero.- Jeremy lo strinse in un abbraccio goffo come per dirgli “scusa per la sfuriata, sono qui amico”. Ormai sapeva cosa significavano quei suoi gesti come fosse suo fratello.

Uscì dalla stanza di Jeremy per andare a cercare Hayley e affrontarla. Scostò piano la porta della sua stanza, sperando che fosse sveglia e che invece lui dormisse. Chad e Hayley stavano sdraiati a letto, lei accoccolata vicino al suo petto, mentre si scambiavano baci dolci. Josh credeva di sapere tutto sulla vita, ma non aveva mai dovuto fare i conti con questo tipo di sensazione. Si sentiva il cuore stringersi pian piano fino a che il dolore non gli faceva quasi cedere le ginocchia. Hayley si voltò lentamente verso la porta e quasi non cadde dal letto nel vedere proprio Josh piazzato sulla soglia. –Hey, devo uscire un attimo, tu continua a dormire va bene, amore?- gli posò un leggero bacio sulla guancia e uscì, lasciandolo a biascicare qualcosa. –Che ci fai qui, Josh?- sussurrò, richiudendosi piano la porta alle spalle. Era spettinata e senza trucco e aveva dei vestiti messi alla buona ma comunque Josh non poté evitare di pensare a quanto fosse bella.                                                                                             
–Che gli hai detto riguardo ieri sera?- chiese Josh, con un tono più fermo possibile. –Cosa dovevo dirgli? Il problema non si è nemmeno posto visto che era ubriaco fradicio. So che di mezzo c’è Jerm, con lui parlerò più tardi.- disse, tranquilla. Sembrava già aver dimenticato tutto, sembrava un’altra Hayley, diversa da quella piccola e indifesa della sera prima.                   
–Hayely, io non ci sto, ok? Non ci riesco, non puoi chiedermi di salvaguardare Chad pensando di salvaguardare me. Lui deve sapere, se poi ti ama così come dice, ti perdonerà. Io non posso dimenticare, né posso tenermi tutto dentro.- parlò quasi tutto d’un fiato. Hayley si avvicinò cautamente prendendogli la mano. Era sempre comunque più bassa di lui ameno di qualche centimetro, e lo guardava con il viso rivolto verso l’alto. –Perché no? Perché ti viene difficile dimenticare, Joe?- aveva un’espressione indecifrabile, come se si aspettasse qualcosa. –Perché certe cose non si dimenticano. Hayley…- la sua mano, piccola e curata gli si posò su una guancia. –Perché fai così?- chiese Josh, più a se stesso che alla rossa. –Devi essere onesta con lui. Fine.- Hayley parve riportata alla realtà da quella sua frase, e interruppe quel contatto.                                                           
–Non posso, lo sai. Ne uscirebbe distrutto.-                                                               
-Ma allora perché l’hai fatto? Perché non te ne andavi semplicemente e mi lasciavi solo ieri sera?- Hayley parve interdetta e rispose solo dopo alcuni secondi di silenzio. –Tu non rispondi alle mie domande e io devo alle tue?- disse, dolcemente. Odiava il modo in cui riusciva sempre a cavarsela, perché lui non poteva mai vincere contro di lei.                                                                                                               
–Te l’ho scritto. Mi…serviva. Mi serviva trascorrere una notte con te dopo così tanto tempo per capire cosa volevo.-                                                        
-E cosa vuoi?- chiese Josh, mentre il cuore gli batteva all’impazzata. Lo strinse forte a sé, e qualche lacrima le cadde dal voltò, bagnando la camicia di Josh. –Voglio…voglio stare con Chad.- disse, con voce tremante. Josh le prese il volto fra le mani, cercando di riparare l’impossibile. –No, non è vero. Non è così altrimenti…- altrimenti cosa? Non gli aveva dato nessuna prova di voler lasciare Chad per lui. –Hayley fai sul serio?-                                                                          
-Si, Josh- si liberò con cautela da quella presa e lo guardò, gli occhi ancora lucidi. Vedeva il suo riflesso in quei smeraldi in cui tante volte si era perso, compresa quella.

I’m screaming “I love you so” but my thoughts you can’t decode.

Il volto di Josh si stava spegnendo. E voleva dirgli quello che pensava. Per quanto tempo il suo ricordo l’aveva tormentata, per quanto tempo avrebbe voluto che fosse suo. Per quanto tempo lo aveva amato, segretamente, giorno e notte. Di quanto voleva alzarsi in piedi a quello stupido matrimonio e urlare a tutti, sposa compresa, quanto lo amava e quanto lui amava lei. Ma era tardi, troppo tardi. Non era più tempo per loro. Né per Josh nel suo cuore. Era cresciuta tanto nel periodo in cui lui non c’era e aveva maturato idee diverse, da persona adulta. E da persona adulta sapeva riconoscere che era Chad l’uomo della sua vita, non Josh. Il primo amore non si scorda mai, vero. Ma questo non significa che sarà l’unico amore della tua vita. Doveva accettarlo.                                               
–In ogni caso devi dirglielo.- disse in tono piatto lui.                                                         
–Non posso.-                                                                                                                                         
-Devi, Hayley. Non puoi prenderlo in giro, l’ha detto anche Jeremy- Josh non si rese conto di ciò che aveva detto fin quando non vide la reazione di Hayley.       –Jeremy?- chiese, in tono a fatica controllato.                                                              
–Io…- non ebbe il tempo di finire la frase                                                                      
-Jeremy lo sa? Gliel’hai detto?!- sembrava sconvolta, impaurita. Cosa voleva concludere comunque? No sapeva assumersi le sue responsabilità? Un velo di rabbia si calò dentro Josh, misto ad un dolore acuto che alimentava l'ira.                                                                                                
–Si. Speravi che rimanesse nascosto per sempre? Te l’ho detto, certe cose non si possono mica fare e poi sperare di buttarle al vento. Non funziona così, non può andare sempre a modo tuo, d’accordo?- lo sguardo di Hayley era incredulo.                                                                                                                      
–Non ci posso credere. Mi dispiace per quello che ti ho fatto, e mi sono scusata ma addirittura…-                                                                                                   
-Non funziona così! Non ci si scusa con una lettera per essere stati a letto insieme! Se avevi intenzione di passarti il tempo andavi da Chad.-                      
-Smettila di urlarmi addosso! Io… perché me lo rinfacci? Io non riesco nemmeno a capire quello che pensi davvero di me.- disse lei con voce spezzata.           –Non c’è niente da capire, fa come credi. Mi hai detto che mi avresti dato tempo, e adesso me lo prendo eccome il tempo.-                                                  
-Hai ragione, non dovevo farlo. Ma Josh, ti giuro che non avevo intenzioni cattive nei tuoi confronti, né era per prenderti in giro o cose simili.-                -D’accordo. Gentilmente, adesso basta però. Non mi arrabbierò più, né ti minaccerò di dirlo a Chad, fai tu. Se vuoi stare con lui chi sono io per trattenerti…
-E perché vorresti farlo?-                                                                                                    
-Smettila. Ti ho detto tutto quello che dovevo dirti.-                                                 
-Lo vedi che finiamo sempre col litigare?- piangeva. L’aveva fatta piangere, di nuovo.                                                                                                            
–Non stiamo litigando, Hayley. Stiamo risolvendo. Farò finta che non sia successo niente, ok? È meglio così, sai? Avevi ragione.- non poteva più reggere il contatto con gli occhi di Hayley che cercava un appiglio nei suoi. –Adesso vado. È meglio che torni da lui, e mi raccomando, prepara le valigie che stasera partiamo.- Hayley aprì la bocca per dire qualcosa, qualcosa che lui non scoprì mai, perché aveva già voltato le spalle allontanandosi dal corridoio e da quella situazione infernale.

ANGOLO DELL' AUTRICE:
eccoci all'altro capitolo,
il più lungo di tutta la ff forse, finora xD
E' il primo capitolo dove c'è un sovrapporsi dei pensieri di uno con quelli dell'altra. il primo dopo quello che lo precede. non c'è un vero e proprio punto di vista, almeno non adesso. Non l'ho deciso io, ho scritto e boh...è venuto fuori questo. magari più avanti ci saranno vere e proprie scene interamente dal POV della Willy, chi lo sa, anzi io lo so ahahah vabbè...detto ciò, enjoy e...alla prossima ;D
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Tell me it's ok ***


TELL ME IT'S OK


Londra, Arena O2, un posto ad dir poco magnifico. Stadio enorme, luci scenicamente perfette e massima sicurezza. Josh stava accordando la chitarra per far scorrere velocemente le tre ore che lo separavano dal concerto. Gli sembrava di vivere in continua tensione, di essere tornato ai tempi peggiori, quando bastava muovere un passo falso per mettersi contro tutti. Sentì dei passi avvicinarsi e alzò lo sguardo dalla Telecaster.             
–Hey…- mormorò Hayley timidamente
-Ciao.- rispose tornando a concentrarsi sulla chitarra.
–E’ già tutto pronto per il concerto, il soundcheck è perfetto. Che ne dici piuttosto di andare a mangiare qualcosa insomma…gli altri sono già andati ma non fa niente, possiamo sempre andare solo io…e te.- sbuffò           
-Potresti almeno guardarmi in faccia mentre ti parlo?!- Josh sollevò il volto –Stavo ascoltando comunque- disse.
–Senti, sono giorni che non mi parli, settimane forse. Non pensi sia giunto il momento di smetterla di torturarmi? Ho avuto abbastanza notti da farmi cento esami di coscienza e assumermi le mie colpe, ok?- lo aveva spiazzato ed ammutolito ma non avrebbe ceduto. Tuttavia, farsi del male a vicenda era il loro passatempo preferito. –Come sei esagerata. Abbiamo…parlato. E poi è passata solo una settimana. È stupido da parte mia starti sempre appiccicato, o meglio, non posso volermene stare un po’ per affari miei?- -Ma non ha senso! Sai quanto odio litigare con te… e quanto non sopporti l’idea che tu mi ignori.- protestò Hayley, facendosi più vicina. Lo strinse in un abbraccio, sollevando il viso per guardarlo meglio.                –Io…anch’io. Ma sai di che idea sono.- lo zittì poggiandogli un dito sulle labbra. Josh si sporse verso di lei e i loro nasi si sfiorarono. Poi si udì un gran baccano provenire dall’entrata della sala e Hayley interruppe immediatamente quel contatto. –Che fate?- disse con voce squillante Jeremy. Hayley si schiarì la voce, fingendo di sistemare uno degli amplificatori. –Stavamo…controllando le ultime cose. Sai, qualcosa può sempre sfuggire.- disse con tono poco disinvolto.                             –Andiamo a mangiare qualcosa?- si intromise Taylor. Hayley fece spallucce e si incamminò dietro gli altri ma non prima di aver lanciato a Josh un’impercettibile occhiata complice che lo lasciò basito.

Il concerto quella sera fu super movimentato e, ovviamente, stancante al massimo. Mancavano solo una decina di spettacoli prima di concludere il tour passando dagli States. Ormai, da quando erano partiti era passato più di un anno, tuttavia non volevano fare troppi show, era solo una cosa simbolica per reintrodurre Zac e Josh, gli ex/nuovi-componenti tanto desiderati nella band. Goodman gli aveva consigliato un buon ristorante dove avrebbero potuto cenare senza farsi assaltare dai fan, cosa da non dare troppo per scontata. Si trovarono dunque loro cinque più Kat, che li aveva raggiunti insieme a Bliss, una bambina assolutamente fantastica, e Jon. –Adoro questo ristorante- commentò Jeremy. La bambina rise, come faceva ogni qualvolta parlava il suo papà. Vedendola, a Josh venne in mente di come, fino a due anni prima, avrebbe voluto farsi una famiglia con la sua ex-moglie Jenna. Poi un’immagine gli apparve in testa: Hayley con in braccio un bambino, il suo bambino. Allucinazione assurda dovuta all’averla appena vista giocare con la figlia di Jeremy. Forse doveva smetterla di bere birra per quella sera. Ognuno era immerso nei propri discorsi: Jeremy e Kat da una parte, Taylor, Zac e Jon dall’altra, e infine loro due. –Non è adorabile quella piccola principessina?- disse Hayley con un tono materno a lui del tutto sconosciuto. –Oh…è tenerissima.- mormorò Josh, ma in realtà stava guardando la rossa, che così assorta nel guardare una bimba, gli sembrava dolcissima. Hayley si alzò e si diresse verso il balcone del locale, facendogli segno di seguirla. Fuori c’era una panoramica favolosa del Tamigi e del Tower Bridge illuminato dalle luci della notte.
–Sta sera è stato magnifico, anche se ho scaricato tutte le energie su quel palco, la soddisfazione non mi ha fatta stancare. A te che ne è parso del pubblico?-      -Beh, decisamente il miglior concerto fin ora… ma forse non posso decidere quale sia stato il mio preferito.- -Per qualche motivo preciso?- Josh la fissò, interdetto –Forse… perché siamo di nuovo insieme- Hayley gli rivolse un tenero sguardo, come aspettasse quelle parole da una vita. A volte a Josh capitava di pensare che forse Hayley avesse ancora paura che lui potesse scappare da un momento all’altro ed abbandonarla di nuovo, ma come biasimarlo? Aveva sofferto per così tanto tempo. Forse aveva addirittura sviluppato una sorta di fobia. L'ennesima occasione per accorgersi di quante cazzate aveva fatto. –Sai…negli ultimi periodi avevo completamente perso l’importanza del significato della nostra band, di quanto fosse bello suonare insieme, di come stessi bene con…voi.- senza che i due se ne resero conto le loro mani, fino ad allora appoggiate sulla ringhiera si cercarono e si intrecciarono l’una nella altra. Si scambiarono una fugace e timida occhiata, poi il loro sguardo tornò sul panorama; entrambi non volevano rovinare quel momento. Era il loro modo per fare pace, nettamente migliore a quello di finire a letto insieme, per certi aspetti. Era complicato, qualcosa del tipo: “So che mi hai ferito e che forse non smetterai mai di farlo, e fa dannatamente male, ma ho comunque bisogno di te”. Non erano tipi da darsi tante spiegazioni, quello che avevano ce l’avevano e basta e non potevano respingersi o fingere che non esistesse. –Adesso è meglio andare forse, scommetto che gli altri ci stanno aspettando.- gli sorrise Hayley. Sarebbe voluto rimanere in quel modo per sempre ma sapeva che non era quello che doveva fare o che, almeno, doveva cercare di evitare.

Qualcuno li riconobbe e li fermò comunque per strada; una bella fortuna trovarli tutti quanti insieme. Dopo essere arrivati al parcheggio, il pullman partì subito pronto per raggiungere la nuova meta: Glasgow.
 
 

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Capitolo 19
*** Irresistible ***


                                                            IRRESISTIBLE

La Scozia non si rivelò per niente deludente, mostrando un pubblico partecipe e affatto stanco del concerto. Fu quasi impossibile procedere verso il parcheggio col trambusto post-concerto che si venne a creare intorno alle undici di sera. Tuttavia riuscirono a raggiungere l’alloggio sani e salvi. Adesso, dopo essere passati da Dublino in fretta e furia, si trovavano a Copenhagen, in un hotel anche troppo lussuoso (le solite scelte esagerate di Goodman). Si sarebbero fermati lì solo un giorno poiché la tappa successiva era di lì a 72 ore. L’ipocrisia che Hayley mostrava era anche troppo insopportabile a Josh che, al solo pensarci, usciva fuori dai gangheri e Jeremy, che sembrava essersene accorto, faceva di tutto per distrarlo, anche quando poteva passare del tempo con la sua famiglia. Giravano per le città, compravano souvenir, ne visitavano i posti famosi e i monumenti. Insomma, cercavano di godersi il più possibile la vita da tour senza cadere nella paranoia, o almeno era quello che cercava di evitare Josh. La sera in cui arrivarono però, Josh sentì per caso una discussione fra Chad e lei che gli procurò l’unica notizia buona della settimana.                                                                                      –Ci vediamo appena posso… a Capodanno!- la cantante sbuffò –Non sopporto l’idea che te ne vai e mi abbandoni dicendomi che tornerai fra un secolo… non ci sei nemmeno per il mio compleanno?-                        -Heey, quante storie… mancano poco più di due settimane a Capodanno e no, non posso essere lì per il tuo compleanno, ho un concerto, tesoro. Sai quanto mi dispiace lasciarti ma devo, e, ti prego, non farmi diventare sdolcinato che non lo sopporto.- risero entrambi. Se ne sarebbe andato, un impiccio in meno!                                                                          –Attenta piuttosto a Farro…- lo sguardo di Hayley si fece allarmato e lei prese a fissarsi le scarpe per evitare di mostrare l’imbarazzo e il timore dipinto sul suo volto. Cosa?! che c’entrava lui? –Sai a volte… ti fissa come un pesce lesso!- prese a ridere come un idiota, era evidentemente sicuro degli affari suoi e non aveva il minimo dubbio sui sentimenti di Hayley, per cui era solito essere schietto su questo tipo di cose, fondamentalmente per farsi beffe di Josh. Hayley, che prima era già evidentemente imbarazzata, avvampò. –Ma… Chad! Smettila, devi sempre prenderti gioco di lui?- tuttavia Josh, incredulo, vide un piccolissimo sorriso spuntarle sulle labbra.                                                                                     -Ma è la verità- si limitò a rispondere tranquillo lui. Voleva ucciderlo. –Sul serio però, adesso devo andare…- così dicendo, posò un ultimo bacio sulle labbra della rossa, gesto che fece infervorare ulteriormente, se possibile, Josh. Poi accese il motore della macchina e uscì dal parcheggio dell’hotel.

-Josh!- esclamò Hayley vedendolo e sperando che non avesse udito niente della sua conversazione con Chad. –Ciao. Dobbiamo tornare dentro, sicuramente Karl desidera parlare con noi, sai, per organizzarci domani- cercò di mostrarsi il più disinvolto possibile di fronte a quella ragazza così abilmente capace di lasciarlo ammutolito e metterlo in difficoltà tutto nello stesso istante. –Oh, ok. Sai, stavo accompagnando- tentennò nel pronunciare il suo nome –Chad… è andato via.- Josh fece un cenno di conferma con la testa e i due si diressero di nuovo all’home dell’albergo senza aggiungere altro.

–Aah! Ragazzi, eccovi qui! Muovetevi forza, devo spiegarvi il programma di domani.- esclamò Karl, con la sua solita voce acuta che lasciava intendere quanto fosse esaurito ed impaziente al contempo. –Bene, domani mattina vi voglio tutti giù alle nove, siete in radio per un’intervista e dobbiamo presentarci lì alle dieci, per cui, niente ritardi. Chiaro?- sembrava categorico. –Chiaro.- risposero tutti e cinque all’unisono. Cenarono presto in modo da avere la possibilità di coricarsi prima e quindi di riposare di più.               –Mi raccomando voi due, mettetevi a fare i nerd fino alle due di notte- rise Hayley –Come se tu fossi da meno!- si difesero Taylor e Zac. La mattina Josh non fu il primo a svegliarsi come invece era solito fare. Uscì dalla stanza e non trovò nessuno. Prese il telefono e vi trovò un messaggio di Taylor: “Io, Zac, Jeremy e Karl siamo usciti a fare colazione e siccome tu non ti svegliavi ce ne siamo andati lo stesso. Raggiungeteci direttamente allo studio. T”.                                                                     Raggiungeteci? Hayley!                                                                                                       Si diresse subito nella sua stanza per avvertirla di prepararsi ma, quando si trovò sull’uscio, tentennò. Era sdraiata con le lenzuola che la coprivano fino al bacino. Non poté fare a meno di immaginare cosa avesse di sotto… forse niente. Si avvicinò piano a letto, era bellissima anche quando dormiva. Le scostò una ciocca fuori posto che le copriva la fronte, ma il tocco non sembro disturbarla. Si sedette sul letto ubriaco del suo profumo e la osservò per qualche istante. Hayley si mosse leggermente ma non si svegliò. Era vero allora. Era vero che la guardava come un pesce lesso, i sospetti di Jeremy si erano rivelati giusti. E molto probabilmente anche in quel mometo era così, ma la cosa non lo scalfiva molto, aveva di fronte lei, e lei gli faceva perdere la testa, cosa del tutto inconcepibile per un tipo razionale come Josh. Sembrava così innocente e pura sdraiata lì nel suo letto, senza neanche la minima idea che lì al suo fianco ci fosse un…maniaco. Josh non si curava nemmeno della figura che avrebbe potuto fare se si fosse svegliata. Non gli importava, no. Per questo si sporse solo leggermente per adattare nuovamente le sue labbra a quelle di Hayley, sugellandole con un piccolo bacio. Sentì un sospiro, l’aveva svegliata e avrebbe fatto meglio a trovare una delle sue scuse migliori per cercare di spiegare una mossa tanto inappropriata. Tuttavia fu la sorpresa a cogliere Josh, quando le mani di Hayley gli corsero lungo la schiena raggiungendo la nuca per trattenerlo con presa salda dai capelli. Hayley non rifiutò minimamente il bacio anzi, lo ricambiò approfondendolo ulteriormente. Le sue gambe gli circondarono la schiena impedendogli di alzarsi. Quando si staccò dalle sue labbra, quelle gli si trovarono a portata dell’orecchio destro –Puoi farlo se vuoi- disse in un sussurro che gli provocò più brividi del dovuto. Il suo buon senso era scappato chissà dove perché in seguito agì in maniera del tutto imprevista. Le sue mani non risposero più ai comandi di quel poco di cervello che restava e si spostarono agilmente lungo il bacino privando la rossa della sua maglietta. Non si staccavano un minuto gli uni dagli altri e presto si trovarono quasi del tutto senza vestiti. Hayley aveva provato a controllarsi ma non appena le sue labbra si erano trovate di nuovo a contatto con Josh aveva perso la testa. Gli impulsi, di qualunque genere fossero, avevano sempre la meglio su di loro. Tuttavia Hayley sapeva benissimo che quello che c’era fra loro non era solo una questione fisica, ed era questo che la spaventava di più. Cercò di scacciare dalla testa il pensiero di un  possibile “Ti amo” sussurrato da Josh in qualche momento poco appropriato, mentre i suoi baci sul collo le offuscavano la mente. No, non sarebbe successo, in fondo lo sapeva bene, nemmeno Josh avrebbe mai voluto affrontare un imbarazzo simile. Si fermò un momento per ammirare il ragazzo che si trovava su di lei. Dio, si sarebbe potuta perdere in quegli occhi color cioccolato. Josh si avvicinò di nuovo e le punte dei loro nasi si sfiorarono in un gesto dolce. Stavano per compiere il passo decisivo quando si sentì un telefono squillare, quello di Josh. Si affrettò a recuperare i pantaloni gettati chissà dove sul pavimento e rispose. –Dove diavolo siete?!- la voce di Goodman gli arrivò dritta nei timpani, ridestandolo dalla sua favola. –Cosa?- biascicò.                   –Sono tre quarti d’ora che vi aspettiamo. Siete in super ritardo! Vi voglio qui. Ora.- ritardo? Cazzo. L’intervista. Era quello il vero motivo per cui era andato nella stanza di Hayley… di certo non per finirci di nuovo a letto insieme. Prima ancora che potesse aggiungere latro, Goodman interruppe la comunicazione. Hayley, che aveva afferrato la discussione, si era già precipitata sotto la doccia lasciando Josh stordito, sconvolto e lievemente irritato con ancora il telefono in mano.
-Siete un danno.- disse Zac, mentre i due prendevano posto e si sistemavano le cuffie. –Oh, eccovi.- disse Robert, il giornalista con cui avevano appena fatto la figura più colossale di sempre. –Io…ci dispiace tanto è che noi stavamo…- iniziò Hayley che molto probabilmente non aveva idea di come finire. Tuttavia Robert la precedette. –Fa niente, anche noi abbiamo avuto qualche problemino. Si va in onda. Buongiorno a tutti! Qui è Rob che vi parla e con noi abbiamo… I Paramore! Allora ragazzi, parlateci un po’ del vostro ultimo periodo, son successe molte cose, non è così?- chiese. -Oh, beh, siamo in tour già da un anno ormai, è stato un periodo frenetico. Abbiamo riacquistato i due membri persi quattro anni fa.- rise Hayley e così fece anche Rob. –Si, lo vedo. Era a questo che volevo arrivare. Josh, ce ne parli tu?- Hayley si appoggiò allo schienale della poltroncina. –Ehm, si. Io e mio fratello dopo un po’ di ripensamenti abbiamo deciso di tornare con la nostra band e…-                                                      -Aggiungerei quattro anni di ripensamenti!- scherzò Rob. Jeremy tossicchiò imbarazzato. –Beh, non tutti si accorgono dei propri errori subito, no? Meglio tardi che mai.- -Giusto. Scusa se entro nel personale, ma ho saputo che tu e tua moglie avete divorziato. Credi che questa cosa abbia influenzato la tua scelta?- Hayley prese a giocare con la cerniera del giubbotto, nervosa.                       -Assolutamente no. Ho preso la decisione per altri motivi personali ed il fatto per giunta è successo prima di rincontrare Hay… i ragazzi- si corresse -E cosa dici in merito a quella storia del blog e tutto quello che ne è conseguito? Insomma, sembrava che non ci sarebbe stata mai più la possibilità di vedervi di nuovo insieme. Ci eravamo rassegnati tutti.- Hayley sprofondò pian piano nella sua poltrona. Josh aprì la bocca per iniziare un qualche discorso, ma Taylor lo precedette. –Non credo che alle fan interessi molto questo. Tutte le incomprensioni, soprattutto quelle fra Josh e Hayley, sono state già risolte dai diretti interessati e, anche se cantiamo “le seconde possibilità non esistono”, devo ammettere che ci siamo dovuti ricredere. Le persone possono cambiare, anche in meglio. Altre domande?- fortunatamente, dopo le parole del sempre saggio Taylor la discussione non prese più una piega imbarazzante come quella ma Rob si limitò a chiedere della band e del tour in maniera totalmente discreta. Quando furono congedati Josh evitò di parlare con Hayley per il resto della mattinata sentendosi sempre più in colpa di aver mentito agli altri su ciò che era successo meno di tre ore prima, soprattutto a Jeremy.

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Capitolo 20
*** Sometimes goodbye's the only way ***


SOMETIMES GOODBYE'S THE ONLY WAY


-Josh...- iniziò Jeremy con tono stanco.   
-Che hai combinato sta volta?-
-Non metterla così sul tragico, ti prego.-
-Ovvio che la metto sul tragico. Lei è fidanzata. Fidanzata, capisci? E nemmeno da poco. Perché devi fare sempre casini?-
-Beh, non è stata solo colpa mia. Lei...-
-Fammi indovinare, ci hai provato di nuovo con lei.- disse e si portò una mano ai capelli.     
-Ehi, non farmi passare per maniaco!- cercò di difendersi Josh pur sapendo, nel profondo, di essere lievemente ossessionato da quella ragazza.                                                                                               
-Ma io non riesco a capire una cosa. Che  vuoi da lei? Ti attrae fisicamente? Tensione sessuale tipica degli ex?-         
Non sapeva come rispondere a quella domanda. Cos'era per lui Hayley? Qualche anno prima avrebbe risposto: un'estranea. Prima ancora: una compagna di band. Più a ritroso: la sua "migliore amica". E all'inizio... 
L'amore della sua vita.
Ma sapeva che fra quelle elencate era la risposta più inadatta e insensata. Non era più un ragazzino, ormai. Quando ruppe con Hayley, la prima cosa che si  promise fu che non sarebbe mai più dipeso da lei in alcun modo, che le avrebbe dimostrato di poter andare avanti quanto facilmente aveva fatto lei. E adesso eccolo di nuovo qui, a pendere dalle sue labbra e da ogni suo gesto.
-Non lo so, Jerm. Non lo so. È questo il punto.-        
-E questo è un gran bel casino, sai? Hai avuto un sacco di occasioni però, vedo, di poter chiarire i tuoi sentimenti per lei una volta per tutte. Perché sei sempre così...-
-Come?-                     
-Codardo. Fattelo dire, Josh. Lo sei sempre stato e sai che io sono un tipo schietto e sincero. Ti sei sempre comportato come se il mondo non andasse oltre le tue opinioni e il tuo modo di pensare. Beh, allora tu ed Hayley vi siete trovati. Uguali ed opposti. Ecco qual è il vostro problema. Siete troppo orgogliosi entrambi per dirvi cosa provate e troppo infantili per ammetterlo.- lo aveva lasciato spiazzato. Non era infantile. Forse era... insicuro e confuso. Se ne avesse parlato ad Hayley lei cosa avrebbe detto?
-Rovinerei tutto, anche perché non mi piace essere impulsivo. Non so nemmeno con certezza cosa sia successo nell'arco di quest'ultimo anno fra me e lei.-
-Ma se non provi? Morirai col rimorso. Anch'io ero insicuro con Kat. Pensavo che i miei trascorsi da Don Giovanni avrebbero rovinato il nostro rapporto e l'avrebbero allontanata e invece no. Mi sono mostrato una persona ragionevole ed affidabile e le ho dimostrato che la amavo e che era l'unica per me. È l'unica per me. E ora vedi? Siamo sposati e abbiamo una famiglia.-
-Parli in maniera troppo esagerata. Sono appena uscito da un fottuto matrimonio precoce, stancante, impossibile e devastante. A questo punto non credo di voler fare sul serio.- prese un lungo sorso di birra e poi gettò uno sguardo fuori dal finestrino. Il panorama scorreva velocissimo davanti ai suoi occhi mentre la mente si perdeva in altri pensieri. Il tour era stata la cosa più bella che gli fosse mai capitata. Tornare coi ragazzi gli era sembrato un sogno, eppure aveva dovuto rifare i conti con quei sentimenti che pensava aver sotterrato in qualche parte remota del suo cuore.
-Ciao...- una voce fin troppo familiare risuonò dal fondo del tourbus. Hayley avanzava piano e con il capo chino, leggermente rossa in volto.
-Ciao Hayley! Ah, ora che ci penso avevo promesso a Z e T che ci saremmo visti un bel film di Spielberg stasera, perciò ora vado, altrimenti rischio un linciaggio per "ritardo a serate di estrema importanza"- detto ciò, Jeremy si alzò dal divano stiracchiandosi per poi rivolgere uno sguardo eloquente all'amico ancora seduto.
-Oh...ok.- mormorò Hayley -Posso sedermi?- chiese poi rivolgendosi a Josh.
-Certo...- Josh sentì le certezze abbandonarlo, com'era consuetudine in presenza della cantante. 
-Avrei bisogno di parlarti riguardo alcune cose Josh- il suo tono si era fatto più serio e meno insicuro. -Tipo ieri...- un silenzio tombale piombò sui due non appena toccato l'argomento. Perché doveva essere così imbarazzante?
-Mi dispiace...- iniziò ma Hayley si era già fatta più vicina del dovuto.
-Dev'esserci un motivo se continuiamo a comportarci così. Andiamo, non siamo più dei ragazzini.- ricordò le stesse identiche parole proiettate in un contesto diverso, un paio di anni prima, quando starle vicino era diventato quasi impossibile. Allora, per un paio di malintesi avevano rovinato la band. E non era forse quello che stavano facendo di nuovo?
-Hayley… questo discorso fino a che punto ha senso? Intendo, siamo cresciuti e le nostre idee in merito sono cambiate.-
-Però torniamo sempre al punto di partenza. Tu cerchi me...- avvicinò il volto a quello di Josh e con al punta del naso gli sfiorò la gota. -io cerco te. Sempre. Non possiamo fare a meno di attirarci come calamite dalle cariche opposte. Ecco come siamo io e te. E io amo questa cosa. Amo il nostro rapporto, tanto che non lo lascerei mai andare. Non lascerei mai andare te. In realtà non l'ho mai fatto.- il cuore di Josh fece un balzo mentre si lasciava ammaliare dalla sua voce.
-Sei sempre stato mio, nel profondo. Nel mio piccolo, in quell'angolo del mio cuore riservato solo a te. Eri mio ed era un segreto per tutti, persino per te. Eri mio quando ci siamo lasciati, quando non ci sopportavamo, quando litigavamo fino a farci male, fino a farmi piangere o urlare. Quando mi hai detto che volevi andartene e mandare a rotoli tutto quello che avevamo costruito e io ti ho riportato indietro conservando ogni parte di te in quell'album che altro non è stato se non un'ulteriore fonte di litigi e discordie. Ma non mi importava nulla, perché con quei testi avrei potuto finalmente gridare al mondo che eri mio e, nonostante tutto, lo eri ancora. Che l'idea che tu mi giudicassi mi faceva diventare matta, che la prospettiva di non rivedere mai più il tuo sorriso non la volevo considerare nemmeno, che però ero troppo stronza per chiederti scusa per tutti gli sbagli, che nessuno era fortunato quanto me che avevo trovato te, che mi ero sentita persa e avrei preferito scomparire, che avevo tutto tranne ciò che volevo davvero, che le favole non esistono, e che tu... eri ancora la mia unica eccezione.- qualche lacrima accompagnata da lievi singhiozzi iniziò a farsi sentire. E presto Josh si sarebbe aggiunto a lei se avesse continuato.
-Per me eri mio anche su quell'altare. E, Dio, quanto mi sono sentita stupida a immaginarmi al suo posto lì con te a recitare le nostre promesse, oppure a sperare che tu mandassi all'aria tutto solo per me. Ero una ragazzina forse ma...- Josh sapeva dove voleva arrivare e fu in quel momento che capì che non era pronto a sentire altro. La corazza che si era costruito con tanta fatica non poteva essere abbattuta con così tanta facilità. L'aveva permesso... a se stesso. Non sarebbe più finita in quel modo, non avrebbe più rovinato la band per i suoi capricci da ragazzino innamorato e troppo presuntuoso. Hayley era nostalgica e a volte troppo impulsiva, come Josh del resto. Ma non questa volta. Questa volta sarebbe stato diverso, sarebbe stato lui a dare un freno alla situazione prima che fosse troppo tardi.
-Appunto. Eri una ragazzina, ora non lo sei più. Sei una donna e sei anche molto matura, vedo.- accompagnò le sue parole con una carezza sul volto di Hayley per asciugarle le lacrime incontrollate che le avevano segnato le guance. Si sentì terribilmente in colpa per averla illusa e aver illuso anche se stesso.
-Mi dispiace, al momento potresti odiarmi, ma quando ci ripenserai capirai che stiamo facendo la cosa migliore, Hay. È lo stesso motivo di sette anni fa. Ma non solo, non possiamo continuare a distruggerci a vicenda coinvolgendo anche gli altri. Ti ricordi quello che mi hai scritto nella lettera? Leggendola mi sono arrabbiato moltissimo con te, ma ripensandoci non avevi torto. Perché continuare a riversarci sul passato perché temiamo il futuro?- -Io non temo il futuro, Josh. Forse tu lo temi, ed è per questo che parli così. Avevo detto che avrei chiuso per sempre con Joshua Farro e invece eccomi qui. Ho superato qualsiasi possibile paura nei tuoi confronti e ho ricucito le mie stesse ferite. Se c'è una cosa che odio è proprio parlarne ma ho sistemato tutto, Joe. Cosa c'è che non va?- il suo tono era quasi supplichevole e Josh si sentì un mostro ripensando a tutto ciò che le aveva fatto passare ma proprio per questo rimase fermo sulle sue idee.
-Non c'è niente che non va in te. Non potrebbe mai. Quello che non va è la situazione in cui ci siamo cacciati, perché siamo stati troppo impulsivi, per primo io. Riallacciare i rapporti non significava approfittarne. Mi dispiace. Mi dispiace di averti fatto tradire Chad, una persona nettamente migliore di me che tu ami e a cui tieni tantissimo. Sono stato così infantile da non capirci niente. La gelosia mi ha accecato e non posso assicurarti che se vi vedessi anche ora insieme mi farebbe piacere, perché sono troppo abituato all'idea di essere io il tuo punto di riferimento, l'unico di cui ti importa fino in fondo, ma devo accettare che non è più così. Non sto dicendo che tra noi non esiste più alcun legame ma è così che è meglio che vada. Scusami...- le posò un delicato bacio sulla fronte a cui lei non seppe dire di no. Poi le rivolse un sorriso dolce ma lievemente malinconico. Voleva poter avere la capacità di tornare indietro nel tempo per resettare gli ultimi cinque minuti e riascoltare le sue bellissime parole e poi rituffarsi nel passato un'ultima volta per rivivere tutti i momenti più dolci con Hayley, la sua non più piccola e fragile Hayley. Ma fece tutto il contrario. Non la strinse a sé ancora una volta, non si lasciò trasportare dal suo profumo o dalle sue carezze, dai suoi sorrisi o dai suoi occhi sempre attenti e pieni di amore, o dai suoi baci così leggeri ma al contempo profondi e passionali. No. Le rivolse un ultimo sguardo rassicurante che nascondeva tutte le frasi superflue e il pentimento che già si faceva strada dentro di lui. Poi si alzò e si allontanò senza voltarsi indietro. Hayley lo guardò andare via senza dire una parola per fermarlo perché in fondo sapeva che aveva fatto la cosa più giusta ma più crudele allo stesso tempo, ed era proprio questo a farle più male, l'idea di essere stata respinta dal suo Josh. Colui che, nel bene o nel male, l'aveva fatta arrivare dov'era. Colui a cui doveva tutto, compreso il suo cuore.
E non appena se ne fu andato, Hayley lasciò che nuove lacrime le cadessero sul volto, incessanti come la pioggia d'autunno, scoprendo e sfogando tutto il dolore trattenuto nelle ultime parole pronunciate.

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Capitolo 21
*** Hate to see you heartbreak ***


HATE TO SEE YOUR HEARTBREAK

 
Stare accucciati con la testa fra le ginocchia a piangere come i bambini non è forse il gesto più coraggioso che una donna può fare, ma quanto ancora doveva spezzarsi dentro di lei? Riusciva a rifugiarsi solo nelle lacrime ed i singhiozzi quando non aveva altro a cui aggrapparsi. Osservando la situazione in maniera superficiale si sarebbe potuto affermare con assoluta certezza che il motivo per cui la rossa stesse piangendo non era poi così importante, problemi sentimentali; ma per Hayley Josh era sempre stato più di questo. Era sempre stato più di un ragazzo di cui prendersi una cotta al liceo. Per lei rappresentava un amico, alle occasioni giuste anche un fratello maggiore, la sua famiglia insieme agli altri ragazzi, l'amore tenero e adolescenziale che fai fatica a dimenticare. Tuttavia le erano rimasti solo i ricordi del suo Josh che ormai l'aveva lasciata andare.
Forse si era stancato del suo continuo agire come una ragazzina, nonostante lei credeva di essere cresciuta. Troppe parole dette e non dette, ecco cos'era lei, e aveva impiegato troppo tempo a capirlo. Da piccola le piaceva ascoltare la buona musica, classificata da lei così non perché fosse di buona qualità, ma perché chi la faceva aveva le idee chiare e sapeva cosa voleva dalla vita. Hayley era cresciuta con l'idea che un giorno sarebbe diventata come Cindy Lauper, il suo idolo, una donna forte e sicura di sé, ma solo ora aveva capito che tutto quello che i suoi fan le dicevano ogni giorno, che i suoi genitori, i suoi amici, e le persone che amava di più le facevano credere erano menzogne. Non era la ragazza determinata ed energica che tutti pensavano che fosse. Ed era quando Josh la feriva che questa parte vulnerabile di lei usciva allo scoperto. Aveva deluso le aspettative di tutti perché, ogni qualvolta qualcosa la buttava giù, non sapeva più rialzarsi e adesso aveva una paura matta, paura di essere abbandonata di nuovo e di cadere ancora una volta nel baratro della solitudine e dell'incertezza. 
Erano ormai passate due ore da quando era rimasta sola sul divanetto del tourbus, depositato nel parcheggio.    
Aveva mentito ai ragazzi dicendo che era stanca e che quindi non sarebbe scesa, nonostante fossero appena arrivati a Monaco e avessero un pomeriggio intero per andare a spasso per le strade della città. Ed era stanca davvero, non aveva dormito tutta la notte e, dopo anni, sentiva di nuovo la pressione di un tour non più tanto desiderato. 
Si alzò dal divanetto e si diresse al frigorifero per bere qualcosa, mentre le lancette dell'orologio scorrevano con estrema pigrizia. Prese il telefono col tentativo di distrarsi -non le era mai capitato di silenziarlo e abbandonarlo sul tavolo se non in casi estremi, per venti minuti massimo- e lesse un messaggio di una delle sue più care amiche di sempre, Taylor. 
"Hey Hey heeeeey! Quant'è che non ci si sente? Come va con il tour? E con Josh?" leggere quel nome le provocò un'inaspettata fitta al petto "Dovrei chiamarti così ci raccontiamo tutto anche perché ti volevo parlare di un progetto riguardante il mio nuovo video per Bad Blood, mi servirebbe il tuo aiuto ;) aspetto la risposta. Baci!"
Sì senti totalmente in colpa, non solo per aver letto un messaggio così importante con sei ore di ritardo, ma anche perché sapeva che non l'avrebbe assolutamente richiamata, aveva troppe cose per la testa e per ultima le serviva proprio dover spiegare un casino del genere alla sua migliore amica. 
Un cigolio di cardini proveniente dalla portiera del tourbus in apertura avvertì Hayley dell'arrivo di qualcuno, per cui si affrettò ad asciugarsi il volto e si distese a letto con le coperte fin sopra le orecchie per non far vedere gli occhi rossi di pianto, mentre pregava con tutta se stessa che quel qualcuno non fosse Josh. La sorpresa la colse quando invece vide apparire Taylor, il suo chitarrista, davanti al lettino. 
-Come stai? Un po' meglio o un po' peggio?- come faceva a sapere che stava male?
-Oh, non guardarmi così, a me non la dai a bere. Piuttosto puoi sederti e magari mi fai un po'di posto?- sorrise in maniera del tutto spontanea e rassicurante. Goffamente, Hayley si mise a gambe conserte per permettere all'amico di sedersi vicino a lei e, senza dargli il tempo di sistemarsi per bene, adagiò la testa sulla sua spalla e ricominciò a piangere ininterrottamente, questa volta senza temere che qualcuno potesse sentirla, bagnando la camicetta di Taylor, che non sembrò curarasene. Lasciò che il suo braccio le circondasse le spalle per ritrovare un pò di quella sicurezza persa chissà dove. Una delle qualità che apprezzava di più di Taylor era che sapeva consolare le persone e farle sentire al sicuro anche solo con la sua presenza, senza bisogno di chissà quali grandi discorsi, anche se all'occasione sapeva diventare un ottimo oratore. 
-Allora, vuoi parlarne?- un altro minuto di silenzio si interpose fra loro prima che i singhiozzi di Hayley cessassero.
-Taylor, ho sbagliato tutto...- 
-Cosa? Ma che dici? È successo qualcosa di grave?-
-Josh... io... non so più che fare con lui, davvero. Tutto quello che faccio lo faccio perché mi sembra giusto e ogni volta scopro di aver sbagliato. Non è giusto!- disse Hayley con voce spezzata. Taylor sospirò, mostrando la consapevolezza che alla radice di tutto ci fosse Josh.
-Lo so, a volte sembra tutto così ingiusto e non si sa cosa fare, come comportarsi. Tu e Josh avete due caratteri molto difficili e a turno vi distruggete e vi ferite, e continuerete così all'infinito, fin quando fra voi non resterà più niente se non l'odio reciproco, e scommetto che tu non vuoi questo.-
-Ma è inevitabile...-
-Non è vero!- la interruppe il riccio guardandola attentamente -Sta a voi decidere se farvi annientare da sentimenti contrastanti come il rancore e l'amore trascinato per anni- Hayley arrossì violentemente -e si, non dire che non sei innamorata di lui; oppure cambiare le cose e comportarvi da persone mature e chiuderla. Lo so, è difficile, ma è per questo che sono qui. Ti aiuterò a superare tutto senza soffrire, lo abbiamo sempre fatto, ricordi?-
Hayley rimase interdetta per qualche secondo. Voleva andare fino in fondo? Sapeva di avere il pieno appoggio di Taylor, e questo la incoraggiava, ma continuava a valutare la prospettiva di un pentimento.
-E se non ci riesco? Stiamo parlando di Josh, lo sai come sono io quando si tratta di lui.-
-Certo. Non sto affatto sminuendo il vostro rapporto, anzi, è proprio per questo che voglio sostenerti. Josh resterà sempre nel tuo cuore, immagino che ormai una parte gli appartenga e nessuno può cambiare questa cosa, né io voglio farlo, ma questo non significa che devi soffrire solo per lui e devi ridurti così per lui. Tu ce la potresti fare benissimo, è solo che a volte torni ad essere la piccola Hayley che pensava che oltre Josh non esistesse nessun altro ragazzo ma, andiamo, stai con Chad da sette anni e io sono sicurissimo che lo ami ma a volte la lontananza da lui ti fa mettere un po di canto i sentimenti profondi e bellissimi che provi per lui.- Hayley accennò un sorriso 
-Tu come fai con Baylie?- le guance di Taylor si arrossarono lievemente, mostrando il suo evidente imbarazzo a quella domanda improvvisa. Non era abituato a parlare delle sue situazioni sentimentali e Hayley lo sapeva bene, era più bravo a dare consigli che a confidarsi con qualcuno.
-Beh, vedi, noi figuriamo amici davanti ai fan e abbiamo deciso di fingere di non stare insieme dopo quello che è successo con loro per cui è molto difficile, si, anche perché dobbiamo stare attentissimi a non farci beccare in situazioni troppo sospettabili eccetera, eccetera. A volte è proprio uno schifo saperla così lontana da me per così tanto tempo e lei ha anche più difficoltà di Chad a raggiungerci in viaggio perciò a volte mi devo accontentare...-
-Di un pc?- rise lei                          
-Hey!- la sua allusione le costò un buffetto sulla nuca più forte del solito. I due presero a ridere in maniera spensierata, dimenticando per un attimo tutti i problemi.
-Sono un disastro...- disse infine lei
-Non è così. Sei la sorella maggiore migliore che io abbia mai potuto desiderare. Anche meglio di Justin! Sul serio, sei una persona fantastica ed è solo grazie a te che io sono quel che sono adesso.- sul suo volto apparve un sorriso sincero. Non era vero, nonostante il più piccolo fra i due fosse Taylor,  il ruolo di fratello maggiore toccava quasi sempre a lui.
-Mi prometti che da oggi ti concentri solo su ciò che ti fa bene e non pensi a cose tristi?- 
Hayley fece un cenno di assenso. 
-Ecco. Pensa che a Capodanno viene Chad e così avete tutto il tempo per stare insieme. Tra l'altro saremo ad Osaka, sarà un Capodanno indimenticabile.-
-Okay... okay... hai ragione. Sai a volte mi viene in mente quello che abbiamo provato quando Josh e Zac se ne sono andati e mi chiedo se capita anche a te...-
-Questo fa parte dei pensieri tristi però! Diciamo che anche a me è capitato e a volte avevo l'impulso di prendere a schiaffi Zac per farlo sentire in colpa di avermi fatto soffrire così tanto però poi pensavo "Se è tornato perché rovinare tutto? L'unica cosa che conta è essere di nuovo tutti insieme" quindi non mi pongo più il problema e cerco invece di trascorrere più tempo possibile col mio migliore amico per recuperare quello perduto.-
Hayley avvertì una dolcezza unica nel tono in cui pronunciò quelle parole e si sentì grata come non mai di avere al suo fianco una persona meravigliosa come Taylor.
Lo strinse di nuovo in un abbraccio, ricambiato prontamente dal chitarrista. 
-Grazie, Tay. Sai sempre la cosa più giusta da fare. Ti voglio bene.-
-Anch'io Hayley.- sorrise Taylor.
ANGOLO DELL'AUTRICE Aaaaallora, sentimentalismi e pucciosismi (?) a parte, vi devo parlare di una cosetta importante, per la quale mi servirebbe il vostro aiuto. Ora, so che è una cosa assurda da chiedere a cinque-sei capitoli dalla fine ma io lo farò lo stesso. Sono una joshley convintissima e li preferisco non poco a Chad e Hayley però non penso sia molto corretto da parte mia intitolare una storia Joshley con un verso della canzone chadley per eccellenza. Cioè, non c'entra molto ahahha vi chiederete perché io ci abbia pensato solo adesso. In verità non lo so nemmeno io lol è che quando ho iniziato a scrivere la storia, il che significa quasi due anni fa, non avevo idea che Still into you fosse per Chad insomma xD l'ho scoperto poco dopo però mi ero scordata di aver scelto questo nome per la mia fanfic e fra l'altro ormai mi ero abituata a quel titolo però adesso vorrei cambiarlo. Mi date qualche idea please? Accetto suggerimenti di ogni tipo ahah e in caso pensiate che non sia il caso (scusate il gioco di parole lol) ditemi pure! Grazie per l'attenzione e alla prossima!

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Capitolo 22
*** Shadow of the Day ***


SHADOW OF THE DAY


Osaka era forse una delle migliori città al mondo dove trascorrere il Capodanno. L’anno era volato troppo in fretta, pensava Josh. Se il tempo fosse più lento, si avrebbe più consapevolezza di ciò che si fa e a cosa si va incontro, invece nel giro di dodici mesi Josh era stato capace di rovinare quello che era riuscito a ricostruire in molto più tempo. Ormai il tour stava finendo e le possibilità che il rapporto fra lui e Hayley tornasse quello di quando si erano appena rincontrati erano davvero scarse. Come preannunciato dalla cantante, a raggiungerli in città sarebbe stato Chad, tanto per completare l’opera.                                                                                                               
Dopo qualche ora di viaggio in cui ognuno stette per gli affari propri e Josh e Hayley fecero di tutto pur di non stare troppo vicini, il tourbus fermò a qualche chilometro fuori dal centro città, che i cinque raggiunsero con un taxi. Ad aspettarli, o meglio, ad aspettare Hayley di fronte alla stazione c’era Gilbert, appoggiato su un muretto e con un’espressione preoccupata, che si tramutò in un sorriso a trentadue denti non appena intravide Hayley incamminarsi verso di lui. La rossa gli saltò in braccio e i due restarono appiccicati per diversi minuti, mentre Josh sistemava la macchina fotografica per immortalare alcuni particolari del famosissimo centro culturale ed economico di Osaka, Minami, e per tenere impegnata la mente. Le strade erano così affollate ed illuminate che a volte Josh si confondeva e perdeva di vista gli altri. Le decorazioni erano il pezzo forte: alberi di Natale interamente costituiti da migliaia di minuscole lucette bianche e abbaglianti, alti quasi sei metri, dominavano il posto; era tutta una danza di luci e colori e Josh non sapeva nemmeno da che parte incominciare a fare foto. Lampioni e insegne a caratteri giapponesi che auguravano Buone Feste e bancarelle piene di ogni cosa facevano da contorno ad un paesaggio da togliere il fiato, mentre l’animo si divideva fra la meraviglia e la paura di perdersi in mezzo a un baccano tale. Chad e Hayley restavano sempre parecchi metri indietro perché, come due bambini, si fermavano davanti ad ogni negozio e boutique e restavano a fissarli anche per cinque minuti consecutivi, fin quando Taylor, Jeremy o Zac non li trascinavano via. Erano davvero uguali, Josh se lo ripeteva spesso. Forse per questo erano perfetti insieme. Loro non litigavano quasi mai, sicuramente, cosa delle volte impossibile ad Hayley e lui. La sera trascorreva tranquilla e nel frattempo al gruppo si era aggiunta Kat, con l’immancabile piccola Bliss. Una festa davvero romantica quella del Capodanno, quasi alla pari di San Valentino e la cosa peggiore che potesse capitargli era di trascorrerla da solo, mentre di fronte ai suoi occhi la ragazza che amava era felice con qualcun altro. Purtroppo non si può volere tutto dalla vita e a volte bisogna scegliere. Era per il bene di tutti, e adesso la cosa era più grande di loro. I Paramore non erano più un gruppo di ragazzini scalmanati che facevano tutto tranne che rispettare le regole del business, ma una band seria, con dei contratti ben stabiliti e una fama a livello mondiale da dover gestire e il tutto raggiunto in sua assenza. A maggior ragione non poteva arrivare e far crollare tutto di nuovo.                                                                                                                                                
Nel frattempo la mezzanotte si avvicinava e alcuni mercanti sistemavano tutto l’occorrente necessario per il grande spettacolo di fuochi d’artificio annuale. Dopo aver pagato il biglietto, giunsero finalmente in cima allo Tsutenkaku, il più famoso edificio del posto, da cui avrebbero ammirato il tutto. Zac e Taylor, non appena saputa l’altezza della torre, ovvero 103 metri, erano sbiancati in volto e non avevano più aperto bocca. Così, mentre salivano, Jeremy teneva per un braccio Taylor, e Josh faceva la stessa cosa con Zac, per prevenire qualche crisi per via delle vertigini. La vista da quella terrazza era mozzafiato, e solo guardare di sotto e vedere tanti puntini al posto delle persone ti faceva un certo effetto.                                                           
–Sto bene- borbottò Zac, e allontanò il braccio dalla sua presa per conservare un poco della dignità che gli era rimasta. Josh rise e poi volse il suo sguardo ad Hayley che se ne accorse immediatamente e si allontanò. Chad non era lì, stranamente, nonostante mancassero solo pochi minuti al conto alla rovescia. Josh, come sempre senza premeditarlo, si avvicinò ad Hayley e, nonostante lei lo avesse notato, i due restarono in silenzio per qualche secondo.                                                                                         
–Questa città è favolosa…- disse Josh                                                                             -Mi sembra di averla già sentita questa- rise Hayley, abbassando lo sguardo.      –Forse è il panorama che ci ispira a riconciliarci.- sospirò lui                                   -Non so dove sia finito Chad. Mi ha detto che doveva scendere a prendere una cosa.- la naturalezza con cui lo menzionava fu una cosà che lo colpì in pieno petto, ma era quello che voleva. Intanto, sul megaschermo di fronte a loro apparve il conto alla rovescia e Josh e Hayley si scambiarono immediatamente un’occhiata fugace.              
“10”
 
Josh si avvicinò ancora.                                                                                                
“9”
Jeremy giocava con Bliss mentre prendeva la mano di Kat e le rivolgeva un sorriso dolce.                                                                        

"8”                      
Taylor e Zac si scambiavano qualche occhiata piena di vergogna per essere lì sopra senza una ragazza e per giunta insieme, scena che a primo acchito faceva alludere a qualcosa di molto diverso dalla realtà.                                              
“7”
Hayley continuava a guardare insistentemente il paesaggio, sperando che Josh si allontanasse da un momento all’altro, invece di rendere tutto più complicato e confusionario.                                                       
“6”
Josh si trovava in un bivio, costituito da due parti molto conosciute e piuttosto contrastanti fra loro: ragione e sentimento. A chi doveva dare ascolto?                   “5”
Il tempo scorreva e di Chad non si vedeva nemmeno l’ombra, si sarebbe perso un momento abbastanza importante con Hayley.                                     
“4”
Il freddo pizzicava sulla pelle e Hayley si strinse nel suo cappotto nero il più possibile, con la speranza di sparirci dentro.                                                 
“3”
Ora o mai più diceva la parte irrazionale di Josh, quella a cui non aveva mai dato ascolto. Perché avrebbe dovuto farlo questa volta? Eppure, prima di rispondere alla domanda, ecco che vinceva la parte indesiderata.                   
“2”
-Suppongo… che in momenti come questi ci sia una specie di protocollo da seguire- disse
–Come?- chiese allarmata lei. Josh si avvicinò, accarezzandole il volto e avvicinandolo al suo.                                                                                                  
“1”
Hayley non ebbe il tempo di ragionare e muoversi di un millimetro.                
"0"
Josh aveva appena concluso l’anno di Hayley e aperto quello nuovo sugellandolo con un bacio che sapeva soprattutto di lacrime, quelle che scesero lungo il volto di entrambi, forse consapevoli che quello sarebbe stato sul serio l’ultimo.
“Buon Anno Nuovo!”                                                 
La scritta a led, in inglese per essere compresa da tutti, apparve sullo schermo, mentre il rumore dei fuochi d’artificio e la luce che ne seguì creava lo scenario perfetto di una favola destinata a non avere un lieto fine ma a cui entrambi vollero credere fin quando non sarebbero cessati. Fu probabilmente il bacio più lungo della sua vita, considerata la durata dei fuochi a Capodanno. E non gli importava che tutti li vedessero, che i loro amici fossero a pochi metri da loro, aveva la sua Hayley adesso, e lei aveva il suo Josh.                                                       Come tutte le altre cose, la magia si ruppe e svanì, custodendo in segreto il bacio e tutta la dolcezza e il dolore in esso contenuti. Josh la guardò un’ultima volta, vedendo il suo volto riflesso negli smeraldi lucidi di pianto della rossa, per poi correre via senza voltarsi indietro.

-Perché?- chiese Taylor, fissando l’amico seduto sul marmetto di una vetrina di un negozio ancora illuminato.                                                                                          –Perché la amo e non posso farci niente.-                                                                     -Non è una scusa che vale. Non più, lo sai.-                                                                     -Mi dispiace-                                                                                                                           -No. Non ti dispiace affatto baciarla, Josh. Tu pensi di poterti comportare così all’infinito, tanto lei sarà sempre qui ad aspettarti. A te non importa di come si senta, di come soffra ogni volta che tu hai questi scatti di gelosia.-                           -Non sono affatto geloso! Che stai dicendo, Taylor?-                                                   -Invece si, non pensare che io sia un idiota. Jeremy potrà anche darti corda perché pensa sia giusto così ma io no. Ho visto troppa sofferenza e troppi cuori spezzati a causa dell’incoerenza, adesso basta. Devi finirla una volta per tutte. Devi lasciarla in pace e non lo dico perché ti odio ma per il suo bene. Ti ha fatto comodo l’idea di potertela prendere quando volevi perché sai che non oppone mai resistenza e diventa debole quando ci sei tu. Tu conosci tutti i suoi punti deboli, Josh, e, di proposito o non, li usi contro di lei e non mi piace. Adesso come credi che stia? L’hai fatta sentire amata e le hai fatto credere che ci fosse una possibilità per voi due e poi hai cambiato idea.- sembrava furioso, nonostante il suo tono fosse calmo e controllato.
–Io…ti giuro, non avevo nessuna di queste intenzioni, voglio il meglio per lei e voglio che sia felice, anche se con Chad. È solo che delle volte non riesco a controllarmi e sento il bisogno di stringerla e averla accanto a me.-
-Già. Perché hai paura di restare solo. Hai paura che lei ti abbandoni e chiuda i battenti a qualsiasi possibilità di tornare insieme. Tu dipendi da lei e lei dipende da te. Solo che lei sta lavorando su questo aspetto e sta cercando di diventare autonoma, tu non ci metti niente di tuo e questo mi rattrista parecchio. Perciò fidati di me quando ti dico di lasciar perdere. Davvero, non puoi più far niente ormai. Chad ha intenzioni serie e… e non credo che cambierà idea.-                      
-Di che parli?- Josh avvertì che il tono di Taylor era cambiato drasticamente, era diventato un avvertimento il suo.
-Josh, rinuncia a lei. Adesso, finché sei in tempo.- con l’ultima frase confermò che il discorso era chiuso e si allontanò, tornando da Zac e gli altri e lasciando Josh in preda ai sensi di colpa e la preoccupazione crescente per le sue ultime parole. 

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Capitolo 23
*** I knew you were trouble ***


I KNEW YOU WERE TROUBLE



-Il Capodanno qui a Minami è davvero fantastico!- disse Jeremy con un gran sorriso stampato in faccia avvicinandosi a Josh.
-Hey, amico, che hai?- Jeremy si sedette di fianco a Josh.
-Non lo so. Taylor poco fa è venuto a parlarmi e a dirmi cose strane, non riesco a capire dove voglia arrivare avvertendomi di stare lontano da Hayley "perché Chad fa sul serio"-
-E perché mai dovrebbe dire una cosa del genere? È successo qualcosa?- si voltó verso l'amico in cerca di una risposta
-Ooh, ora capisco. Hai baciato Hayley per festeggiare l'anno nuovo...-
-Come fai a indovinare sempre?- chiese Josh, sconvolto. Jeremy fece spallucce. 
-Non saprei dirti cosa ha spinto Taylor a dire determinate cose, magari ha paura per i tuoi sentimenti...-
-Paura di che? Ho già sopportato tutto: averceli sul tourbus, in albergo, al ristorante, in giro per le città... Per quale altro motivo dovrei sconvolgermi?-
-Non lo so, potresti provare a chiederglielo.-
-Nah, sai com'è lui. Quando sceglie di dirti le cose solo in parte niente può convincerlo a sputare il rospo. Penso che Hayley mi odi...- disse Josh, portandosi una mano ai capelli.
-Si, sicuramente al momento non vuole nemmeno vederti.-
-Grazie, eh...- 
-Beh, è la verità! Meglio non illudersi... Che hai intenzione di fare?-
-Voglio stare con lei. Io... la amo ancora capisci, Jeremy?- il biondo lo guardó per un attimo, poi sorrise. 
-Questo è il Josh che voglio vedere. Quello che ho conosciuto tredici anni fa.- così dicendo si alzò e gli diede un'amichevole pacca sulla spalla. 
-Devi dirglielo. Lotta per lei se è ciò che vuoi davvero e falle sapere quello che provi. So che ti saresti aspettato un sonoro "no" come risposta e devo dirti che ho più paura di te all'idea che lei sappia ma so che quando siete insieme siete felici e in quanto vostro fratello maggiore voglio il meglio per voi.- sorrise amabile 
-Grazie, Jerm. È davvero molto importante per me.-
-Ti consiglio però di aspettare per parlarle, magari dopo che se ne va Chad visto che per ora sono sempre insieme.-
-D'accordo. Dovremmo andare adesso...-
-Già, non voglio che rimani lì a deprimerti per il resto della serata.- 
I due si incamminarono verso gli altri che li aspettavano davanti all'ascensore della torre e così tutti loro scesero dall'alto edificio, con enorme sollievo di Zac e Taylor. 
Tutti tranne Chad e Hayley, dei quali Josh iniziò a chiedersi dove fossero finiti.    


Hayley stava ancora a guardare il suggestivo paesaggio che si estendeva di fronte ai suoi occhi. Sapeva che gli altri erano già scesi ma aveva preferito restare da sola. Pensava a quanto assurdo fosse quello che le stava capitando. Non le era mai successo di trovarsi in una situazione del genere in cui non sapeva come comportarsi. Si sentiva terribilmente in colpa nei confronti di Chad, si era promessa che non gli avrebbe fatto più del male e invece eccola di nuovo lì ad assecondare il volere di Josh. O il suo? 
Il problema principale era che più si sforzava a ignorare e respingere Josh, più quello cercava di avvicinarsi e lei si sentiva impotente. Perché quel ragazzo era come una calamita e lei era il suo pezzo di acciaio. Qualsiasi cosa Josh facesse, giusta o sbagliata che fosse, lei lo assecondava, come se la sua vita pendesse da un filo e lui avesse le forbici che potessero spezzarla da un momento all'altro. Si era impegnata per dimenticarlo, per andare avanti, per far si che le loro strade si dividessero, eppure ogni volta Josh apriva una nuova porta che la spingeva a tornare indietro per conoscere cosa ci fosse oltre di essa. 
Era una continua novità, un continuo pensiero scostante, un continuo cambiare idee, la intrappolava in un labirinto di cui nemmeno lui stesso conosceva la via d'uscita. 
Nonostante ciò era l'unico che la conosceva davvero, qualità sia positiva che enormemente devastante poiché sapeva quali erano i suoi punti deboli e, se voleva, poteva sfruttarli a suo piacimento. 
Josh era un mistero.
In tutti quegli anni passati insieme, Hayley aveva sempre cercato di scavare più a fondo della superficie che lo faceva apparire così arrogante e presuntuoso, provando a capire le risposte ai suoi dubbi e cosa lo portasse a stare così sulle difensive con tutti. Era riuscita a fargli aprire il suo cuore, dimostrandogli che poteva fidarsi e il rapporto che si era creato andava oltre qualsiasi apparenza. Nonostante loro due fossero l'esatto opposto l'uno dell'altra, Hayley delle volte riusciva a rivedere alcune parti di sé in Josh, ed era questo che le facilitava le cose con lui. Lei poteva capirlo meglio di tutti, di questo ne era sicura. 
Lo conosceva e sapeva come prenderlo talmente bene che la sua ex moglie stessa la odiava per questo. In realtà lei e Jenna non si erano mai tollerate, sin dai tempi del liceo. 
Ciò fondamentalmente per l'invidia e la gelosia di Jenna nei confronti di Hayley. 
Jenna pretendeva di meritare Josh più di chiunque altro, solo perché loro due si conoscevano dalle elementari e quindi da molto più tempo di Josh e lei. 
Quando però scoprì che, nonostante tutti sapessero della cotta storica che Josh aveva per Jenna, lui avesse scelto di stare con Hayley perché si era innamorato di lei si infuriò e non rivolse più la parola a Josh per la brutta umiliazione che rovinava il suo titolo di 'ragazza cheerleader più popolare e più voluta della scuola'.
Rise al solo pensiero.
-Hayley!- chiamò una voce affannosa dietro le sue spalle. Hayley si voltò. Era Chad, piegato in due con le mani ai fianchi.
-Chad! Ma che hai combinato?- chiese perplessa. 
-Oh...- sospirò quello -era pieno di gente davanti all'ascensore. Ho aspettato un po' ma poi è partito il conto alla rovescia. Io... io pensavo di arrivarci così ho... fatto di corsa le scale d'emergenza ma non sono arrivato in tempo comunque. Mi... dispiace...- si concesse qualche secondo per far si che il suo battito tornasse regolare. 
-Ma sei pazzo?! Sono venti rampe di scale!- Hayley soffocò una risata. 
-Beh, almeno mi tengo in forma.-sorrise Chad -Non potevo perdermi il Capodanno con te. O almeno, quello che ne resta.- si avvicinò, infilando una mano in tasca. -Ho una cosa importante da mostrarti. Mi sembrava perfetto dirtelo con il countdown di fronte a noi e poi i fuochi d'artificio ma vabbé, non mi lamento, questo posto è magico anche senza giochi pirotecnici.- così dicendo estrasse una piccola scatolina in velluto e, con cautela, si mise in ginocchio di fronte ad Hayley. Sapeva già cosa stava per succedere, ma non voleva crederci e cercava di mantenere la calma nonostante il suo cuore sembrava voler scoppiare dal petto. Un senso di ansia e panico si impadronì di lei, serrandole le labbra.
-Hayley Nichole Williams, vorresti concedere a quest'uomo pazzo l'onore di diventare sua moglie?- 
Esattamente quello che sospettavo
pensò.
 

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Capitolo 24
*** We are broken ***


WE ARE BROKEN



Dal fatidico capodanno erano ormai trascorsi diversi giorni, tutti centellinati nella quasi completa solitudine. Ormai erano in viaggio di ritorno, l'ultima tappa del tour, conclusosi a Boston, era stata un successone e tutti erano stati combattuti nel lasciare il palco quella sera. 
Il tour era stata una gran soddisfazione, la sua fine aveva portato un po' di malinconia, nonostante la sera stessa avessero festeggiato nel migliore dei modi, tutti insieme a fare baccano sul tourbus. 
A volte per essere felici non ci vogliono grandi cose, basta solo essere circondati da persone che ti amano e che ami. 
La felicità era quella, secondo Josh. 
Aveva promesso a Jeremy che si sarebbe fatto avanti con Hayley una volta che Chad, separatosi da loro solo due giorni prima, fosse ripartito per Los Angeles. Eppure non era riuscito mai a trovare né il momento, né le parole giuste per spiegarle quello che provava. Era come se Hayley avesse constantemente altro per la testa. Per giorni interi si accomodava nella sua cuccetta e si estraniava dalla realtà mettendosi davanti al computer. 
La situazione era diventata pesante e la distanza fra loro due si faceva marcata. 
In poche parole, da quando l'aveva baciata a capodanno non avevano più parlato di loro. Continuavano a rivolgersi la parola solo per cose strettamente necessarie o attinenti alla band. 
Ma Josh era stanco di vivere quella routine. Presto avrebbe detto tutto ad Hayley, anche se questo comportava un rischio non poco temibile. 
-Josh, stiamo arrivando a Nashville. Ci lasciano al nostro studio- disse Zac, rivolto al fratello che stava disteso sul divano con un libro in mano. 
-Oh, grazie per avermi avvertito. Inizio a preparare le cose allora- disse e si diresse verso i letti. 
Dalla luce proveniente da quello di Hayley, capì che la ragazza era lì.
-Stiamo quasi arrivando, faresti meglio a fare le valigie-
-Si, hai ragione- rispose distrattamente lei, senza nemmeno guardarlo. 
Josh si sentì sprofondare.
Dove avrebbe dovuto trovare il coraggio?

A mezzogiorno e quaranta, il tourbus si fermò davanti alla sede ufficiale dei Paramore, il loro ritrovo e studio dove registravano alcuni pezzi per conto loro. 
Quando scesero dal pullman trovararono un gruppo ben distinto di persone ad aspettarli, amici, familiari.
La mente di Josh si rivolse per un attimo a Jenna. 
Che sciocco pensare che potesse esserci anche lei. 
In un baleno si ricordò tutto ciò che  grazie al tour ma soprattutto a Hayley aveva dimenticato e sentì una fitta al petto.
Lui e Jenna non stavano più insieme, lei lo aveva tradito.
Questo voleva significare solo una cosa: divorzio. 
Doveva cercarla e parlarle per chiedere appuntamento all'avvocato, poi ci sarebbe stata l'udienza, e poi sarebbero tornati ad essere completi estranei. 
La via era piuttosto semplice, eppure qualcosa di ciò lo feriva.
Forse la freddezza con cui Jenna gli aveva chiesto una pausa solo per dedicarsi di più al suo amante, il fatto che non avesse tentato di scusarsi ma lo avesse lasciato partire senza chiedersi se fosse la cosa giusta e se dovesse fermarlo e tentare di rimediare. 
La sua vita non sarebbe stata più la stessa senza di Jenna, questo era certo, in parte non era ancora pronto ad affrontare ciò che lo aspettava. Il problema era fondamentalmente questo: lui non era mai stato capace di affrontare ciò che non conosceva, l'ignoto, l'idea di dover ricominciare per l'ennesima volta, e per l'ennesima volta da solo. 
Ma non era un codardo, no. Non avrebbe fatto la figura del vigliacco anche quella volta. Quella volta sarebbe stato diverso. Doveva prendersi di coraggio e fare l'uomo per una buona volta. Sarebbe andato da Jenna a risolvere quella faccenda. 
-Cosa hai intenzione di fare adesso, tu?-
Una voce lo distolse dai suoi pensieri. Si voltò.
Hayley. 
-Devo andare da Jenna, abbiamo alcune faccende da sistemare.-
-Capisco. Voglio accompagnarti.-
-Come?- chiese, incredulo. 
-Voglio venire con te- disse la rossa, guardandolo dritto negli occhi.  
Era sempre dannatamente imprevedibile e testarda. Tentare di persuaderla a lasciar perdere non sarebbe servito a nulla.       
-D'accordo.-
 
Entrarono nell'auto di Josh, imbarazzati. Era da quando si erano baciati che non restavano da soli.
Senza pensarci due volte, Josh mise in moto e si diresse spedito a casa dei genitori di Jenna dove sicuramente la ragazza si era trasferita dopo che lui era partito. 
Quando posteggiò e fece per aprire lo sportello, Hayley non si mosse. 
-Io resto qui ad aspettarti- disse. 
-Va bene- rispose Josh. 
Mentre stava per scendere la ragazza lo afferrò per una mano, dolcemente. 
-Cerca di non soffrire, mostrati impassibile, altrimenti sarà peggio- disse, con una fermezza nel tono in lei rara.  
Josh annuì.     
Quindi si trovò davanti alla porta e, con un gesto poco deciso della mano, premette il dito sul campanello. 
Trascorso qualche minuto, alla porta si presentò la madre di Jenna. 
Per quanto si sforzasse, Josh aveva sempre trovato quella donna troppo invadente. Non mancava occasione che si intromettesse nella vita di lui e Jenna, era fastidioso.
-Josh- disse con distacco. Era assurdo.  
-Buongiorno, signora Rice- nonostante si conoscessero da ormai più di cinque anni, non riusciva a non mantenere le distanze da quella donna, per cui si ostinava a darle del 'lei'.
-Cercavo Jenna. È importante.-
La signora Rice inarcò un sopracciglio, poi tornò impassibile. 
-Jenna non è più a Nashville.-
Josh la fissò sconvolto. 
-Che significa?-
-Si è trasferita in Florida, ha trovato lavoro anche lì, ormai è passato più di un anno. Non ti sembra di arrivare in ritardo?-
-E a Jenna non sembra di esagerare? Sono successe delle cose fra me e lei, in caso lei non lo sapesse- disse acido.      
-Non sei tu a dovermelo dire, ho già parlato con mia figlia a tempo debito e abbiamo convenuto che fosse la soluzione migliore. Piuttosto, speravi di trovarla a braccia aperte ad aspettarti? Non credo proprio, poi con lei lì in macchina- commentò, lanciando un'occhiata malevola in direzione della sua auto.   
Josh si voltò meccanicamente e osservò per un attimo Hayley intenta a guardarsi intorno perplessa e a giocare con una ciocca dei capelli color fiamma. 
-Lei mi ha fatto solo un favore- rispose poi, voltandosi nuovamente verso il suo interlocutore. 
-Oh, davvero? Non ti sei chiesto se lei c'entrasse con il trasferimento di Jenna? Forse eri troppo preso a pensare a suonare con la tua band di nuovo, finalmente, e non hai pensato che magari potevi aggiustare le cose con tua moglie quando eri ancora in tempo-
-Jenna mi ha tradito!- esclamò, furibondo. 
-Beh, chiediti perché. Le cose non si verificano dal nulla.-
Josh la guardò incredulo. Dove voleva arrivare?     
-Comunque non credo che fossi qui per questo. Sappi che Jenna ha già svolto la parte più critica del lavoro. Tutto ciò che devi fare e firmare le carte del divorzio, andare in udienza fra un mese, alla data scritta nei fogli, e poi sarai libero- lo guardò con disprezzo e gli consegnò un plico sigillato. Josh afferrò le scartoffie.
-Bene. La ringrazio- disse con amarezza, e poi tornò all'auto.
-Allora?- fece Hayley. Sembrava piuttosto preoccupata. 
-Jenna si è trasferita in Florida, non so nemmeno con precisione dove, forse non vuole che lo sappia.- disse, mentre accendeva il motore. 
-Sul serio?- rise ironica -È davvero una persona di merda.-
-Sua madre mi ha fatto avere le carte del divorzio. L'udienza in tribunale è fissata fra un mese.-
-Aspetta... Fanno sul serio? Jenna non si è degnata nemmeno di parlare con te di persona? E poi sua madre chi è, il suo ciambellano di corte?- si stava scaldando. 
-Non aveva il coraggio di affrontarti perché è una falsa ed è meschina, semplice-   
-Non ne ho idea, so solo che la situazione è questa- affermò Josh, con lo sguardo sempre fisso sull'asfalto che scorreva velocissimo sotto le gomme del veicolo. 
-E tu la lasci fare? Stai sempre in un angolo a permettere che gli altri decidano per te?-
-E cosa vuoi che faccia, Hayley?! Diamine.- 
Nell'abitacolo calò un silenzio carico di tensione. 
-Nulla, se non vuoi fare nulla. So solo che già ti sei fatto combinare un matrimonio che non volevi.-
-Non è così. Le ho chiesto io di sposarmi.-
-Certo- rise di nuovo -dopo quanti lavaggi del cervello? Tu non sei mai stato il tipo che sposa la cheerleader cotonata dopo appena un anno che la frequenta. Non è da te, ma tu hai finto che lo fosse. Così come hai finto tutto il resto.-
La precisione con cui analizzava ogni suo sentimento e ogni suo gesto quasi lo spaventava. 
-Cosa vuoi dirmi davvero con questo discorso?-
-Niente di speciale. Solo che sono stanca di vederti soccombere alle volontà altrui.-
Josh frenò l'auto. 
-Siamo arrivati.-
-Grazie per il passaggio, Josh.- disse cupa Hayley, scendendo dal veicolo. Josh fece lo stesso. 
-Lascia che ti dica qualcosa io, Hayley Williams- esclamò, mentre lei si dirigeva verso il suo appartamento con le chiavi in mano. Si voltò di scatto. 
-Ho pensato a lungo negli ultimi tempi. Ho pensato a tutta la mia vita, a quando vi ho conosciuti, a quando siamo diventati una band e abbiamo realizzato il nostro sogno più grande. Ho pensato a quando io e te, Hayley, eravamo qualcosa di più di semplici frammenti di ricordi dolorosi, a quando tu significavi tutto per me ed io per te. E sai a che conclusione sono arrivato? Che tu rappresenti per me ancora tutto ciò che voglio davvero, ciò di cui ho bisogno per essere felice. Il mio sogno più grande in realtà è sempre stato spendere il resto della mia vita con te. Amarti come ho sempre promesso a me stesso di fare, renderti felice e proteggerti dal male del mondo perché tanta innocenza non fosse mai intaccata da esso. Ma non ci sono riuscito, mi sei sfuggita come può fare una manciata di sabbia trattenuta in una mano aperta. 
Hai trovato qualcuno che ti amasse meglio e ti rendesse più felice di me e, non contento di ciò ti ho distrutta fin quando non ti ho vista crollare davanti ai miei occhi. Ho distrutto ciò che amavo di più al mondo per puro egoismo di non poterlo più tenere con me. 

Ho scontato la mia pena con gli anni e la solitudine e tu sei finalmente tornata da me. Ti riavevo al mio fianco in qualche modo e, grazie al tempo trascorso insieme in viaggio, ho potuto capire che non tutto era perduto. 
Tu hai avuto la capacità di farmi dimenticare quattro anni di matrimonio e di quello che potevo provare per Jenna che, paragonato a quello che provo per te, credimi, non è nulla. 
Adesso sono qui a scavare nel fondo del mio cuore per far uscire tutto quello che in otto anni non sono riuscito a dirti. Non scapperò questa volta, sono qui, sto affrontando tutto come hai sempre fatto tu. Ti amo, Hayley e non ho paura di dirlo, fosse per me lo urlerei al mondo-disse. Quelle parole non erano mai state preparate, mai scritte, mai studiate, mai pensate con attenzione prima di essere pronunciate. Erano venute fuori con tanto impeto che adesso Josh sentiva mancare il fiato per continuare. 
Hayley stava in piedi davanti alla porta del suo appartamento, le chiavi le erano lentamente scivolate dal palmo ed erano cadute sul marciapiedi, le lacrime le segnavano il volto. Si mosse a piccoli passi verso di lui. 
Si fermò a pochi centimetri dal suo viso e abbassò la testa, appoggiandola sul suo petto. 
-Perché... non me lo... hai mai detto?- la sua voce uscì in un sussurro spezzato dai singhiozzi. 
-Non ne ho idea...- disse Josh. Gli sembrava di tornare a respirare dopo una lunga apnea. 
-Se solo tu... se solo tu lo avessi detto prima... le cose sarebbero andate in modo diverso. Sarebbe cambiato tutto, lo capisci? Perché non mi hai aperto il tuo cuore quella notte in albergo. Eravamo solo noi, lì. Ho sentito che nel tuo modo di sfiorarmi, di baciarmi e di farmi tua c'era qualcosa di più di un semplice desiderio carnale. Eppure non volevo creare false illusioni, non volevo nemmeno pensare che tu mi amassi perché avevo paura.- mormorò la rossa.
-Io... io ci ho provato ma non è cambiato nulla.-
-Non è vero, te lo assicuro.- 
Hayley alzò nuovamente lo sguardo e lo puntò su quello di Josh. 
Gli smeraldi di lei incontrarono gli occhi color nocciola di lui.  
Per un attimo, solo uno, il mondo si fermò, la vita perse un battito.

Josh la strinse a sé e restarono immobili in quella posizione per, forse, un'eternità.
Hayley ricominciò a piangere, questa volta con più foga. 
-Io non posso, Jo, tu non capisci. Perdonami.- 
Fu come se si rimpicciolisse fra le sue braccia, quasi a volervi sparire dentro. 
-Perché? Perché non puoi? Io so che questi sentimenti non sono solo miei.-
-Josh... non dire queste cose, ti prego. Non cambieranno nulla.-
-Ma di che parli?-
Hayley chiuse gli occhi e sospirò. Lui doveva sapere, non meritava di soffrire così.
Sciolse l'abbraccio e si concesse un attimo per guardarlo. 
Dio, se era innamorata di lui.
Ma non poteva fermarsi a questo. Lei aveva Chad, la sua certezza, la sua rocca forte, il suo compagno di vita.
L'amore che provava per Josh era qualcosa che avrebbe sempre portato con se e che nessuno le avrebbe mai tolto, ma quello che provava per Chad era un amore più maturo, semplice, giusto. Forse era quello l'amore vero, non quello distruttivo e complicato che provava per Josh. 
La vita non è un film.
Le scelte non vanno sempre lasciate al cuore. Chad aveva bisogno di lei e lei di lui. Non avrebbe mai perdonato a se stessa di ferirlo.      
E Josh nemmeno avrebbe dovuto soffrire, ma quello sarebbe stato, in parte, inevitabile, purtroppo. 
Bastava solo non fargli sapere che lo amava anche lei, questo sarebbe servito a non illuderlo e a non illuderla.
-Josh... A Capodanno, Chad...- la voce le morì in gola.
-Cosa?-
Lui non aiutava affatto. 
-Mi ha chiesto di sposarlo-
Josh ebbe la sensazione di annullarsi. Era di questo che parlava Taylor? 
-E tu?- chiese con una voce anche a lui stesso estranea. 
Hayley restò in silenzio per qualche secondo. 
Una voragine si stava aprendo nel suo petto.
Quanto ancora doveva sopportare? 
-Gli ho detto che avevo bisogno di tempo.-
-E adesso?- 
-Adesso devo andare da lui a dirgli di si-
Josh deglutì ma non disse nulla. Non una parola per fermarla, non una per arrabbiarsi con lei, non una per farle capire che stava sbagliando. 
Vuoto. Solo questo.
Hayley lo guardò colpevole. 
-Scusami... Josh, mi dispiace- cercò di dire, con voce tremante. 
-Non fa niente. Se è quello che vuoi, vai. Vai, lui ti starà aspettando sicuramente.-
-Non dire cose che non vuoi. Josh, ti prego, odiami se necessario. Lo preferisco all'amarezza.- 
-Non ci riesco- concluse lui, sfuggendo ai suoi occhi.     
-È meglio se me ne vado, forse. Più resto, più fa male.- mormorò lei. 
Josh la guardò intensamente, poi le prese il viso tra le mani e la baciò.
Hayley si aggrappò al suo collo, ricambiando con dolcezza. 
-Era l'unica cosa che volevo fare prima che partissi- disse poi, scostandosi lentamente dalle sue morbide labbra.
-Ciao, Hayles- le asciugò una lacrima che le bagnava la guancia, dopodiché si voltò e si diresse nuovamente verso la macchina. Senza aggiungere altro, richiuse lo sportello e mise in moto per tornare a casa sua.
Il dolore era troppo grande persino per formulare qualche pensiero degno di essere chiamato tale.

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Capitolo 25
*** The only exception ***


THE ONLY EXCEPTION

-E tu, Hayley Nichole Williams, vuoi prendere il qui presente Chad Everett Gilbert come tuo legittimo sposo per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?- dice il prete, guardando con un sorriso raggiante i volti dei due quasi sposi in piedi sull'altare a scambiarsi promesse d'amore. 
Sono seduto su una delle panche della chiesetta di Franklin, tanto piccola quanto meravigliosa e, per la prima volta in vita mia, sto pregando il Signore con un fine egoistico. Non può dirgli di sì.
Ed ecco che mi sbaglio immediatamente.
-Lo voglio- risponde Hayley, con tanta sicurezza da farmi paura.     
Cerco il suo sguardo con troppa insistenza, forse qualcuno se n'è accorto. Nonostante ciò, Hayley ha occhi solo per il suo ormai sposo, non ho più alcuna speranza. 
O forse si. 
-Se qualcuno è contrario a questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre- pronuncia il prete.   
È il mio momento. 
Mi alzo in piedi e nel medesimo istante tutti si voltano verso di me: invitati, prete e Chad. 
Ma solo quando parlo Hayley si accorge di me.
-Io! Io ho qualcosa in contrario.- 
La rossa mi guarda con un misto di sorpresa e esasperazione. 
-Hayley, non sposarlo, ti prego. Vieni via con me, possiamo andare dove vuoi. Scappiamo. Io ti amo, non posso lasciare che ciò accada-
Tutto intorno a me è un coro di 'Ooh', alcuni di sorpresa, altri di tenerezza e altri ancora di indignazione. 
Hayley mi fissa per istanti che sembrano anni e infine parla. 
-Davvero un gesto nobile e cavalleresco da parte tua, Joshua. Ma, come vedi, io sono più che felice di sposare l'unico uomo che amo. E sto parlando di Chad. 
Forse ho sbagliato ad invitarti, mi stai mettendo in imbarazzo davanti a tutti. Scusa- dice, con un falso tono di compassione.              
Vengo pietrificato da quelle parole. 
-Non... non può essere... Hayles, non puoi farmi questo. Non puoi!- 
Sembra non ascoltarmi e il suo volto sembra già lontano chilometri quando inizia a biascicare un 'Josh' con una voce del tutto estranea, non sua. 
Continua a ripeterlo, lo urla.
Non smetto di chiamarla e non capisco perché continui a parlare con la voce di...


-Jeremy!- urlò impanicato Josh, mentre pian piano apriva gli occhi, accecato dalle luci di un giorno ormai inoltrato. 
-Alzati, e smettila di ripetere "Hayley". Sei imbarazzante- rispose quello, tirandogli le coperte di dosso. 
-Come sei entrato in casa mia?!-
-Zac mi ha dato la sua copia delle chiavi. Lui e Taylor sono in salotto. Adesso và a farti una doccia, per favore, io sono di là ad aspettarti- concluse e uscì dalla stanza da letto. 
Josh obbedì.

 
When I was younger
I saw my daddy cry
And curse at the wind
He broke his own heart
And I watched
As he tried to reassemble it


 
  Poi raggiunse i tre amici.
-Che ci fate qui?- aprì il frigorifero per prendere delle uova. 
-Veniamo a tirarti fuori da questo tugurio che chiami casa- disse Taylor.
-È una settimana che sei chiuso qua dentro, siamo preoccupati- aggiunse Zac.
Josh si voltò pigramente verso di loro. 
-Non c'è molto da fare in giro per ora, quindi-
-Non dire stronzate. Con noi non la spunti. Fare il depresso non risolverà i tuoi problemi con Hayley- lo interruppe Jeremy. 
-Non ho intenzione di risolvere niente. È andata a Los Angeles, ho provato a fermarla ma era troppo tardi, era già partita. Fine della storia- ammise Josh, duro.
-E quindi? È così che reagisci?- continuò il biondo. 
-Josh Farro, scaricato dall'amore della sua vita, si chiude in casa come una quattordicenne col mestruo- lo canzonò Taylor. 
-Smettetela! Non sapete nulla, voi. E ora fuori- esclamò quello, fuori di sè.
-Fuori perché diciamo la verità? Perché ti mettiamo davanti al fatto compiuto?- Zac si alzò dal divano, spazientito anche lui. 
-Non sei un bambino, non dobbiamo preservati da nulla- 
Le parole di suo fratello gli erano arrivate come uno schiaffo. 
-Molto probabilmente a quest'ora staranno già pianificando il loro matrimonio, vivendo la loro favola felici e contenti. Io sono rimasto indietro, ormai- disse Josh, in tono cupo. 
-E chi se ne frega! Anche se fossero sull'altare a scambiarsi promesse d'amore eterno, devi fare qualcosa. Mi avevi promesso che avresti agito, che non ti saresti tirato indietro. Dov'è finito quel Josh?- chiese Jeremy, rimproverandolo come solo un fratello farebbe. 

And my momma swore
That she would never let herself forget
And that was the day that I promised
I'd never sing of love
If it does not exist, but darlin'

You are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception


-Io... Non sapevo che le avesse fatto la proposta. Cambia tutto.-
-Cambia il fatto che la ami?- 
-No...-
-E allora non cambia niente- affermò il bassista, senza smettere di guardarlo negli occhi. 
Jeremy era un po' come una sorta di coscienza per Josh, lo guidava sempre a fare la scelta più giusta. 
-Cosa devo fare?-
-Questo lo sai tu. Ma se c'è una cosa che non devi fare è arrenderti. Non ora.- concluse, poggiandogli una mano sulla spalla.
Josh rifletté a lungo. Sapeva esattamente cosa fare ed era meglio agire al più presto: più tempo passava, meno possibilità aveva di riuscirci. 
-Scusate ragazzi, se non ci foste voi non saprei come fare- 
 -Per questo siamo qui- sorrise Taylor. 
-Adesso noi andiamo. Qualsiasi cosa tu faccia sappi che ti sosteniamo e che vogliamo vederti, anzi, vedervi felici- disse poi Zac e i tre uscirono dall'appartamento, lasciando Josh solo con i suoi pensieri.

Le strade di Los Angeles sono sempre affollatissime e, paradossalmente, questo ti fa sentire terribilmente solo.
Hayley passeggiava in cerca di qualche negozio d'abbigliamento dove buttarsi a capofitto a fare compere. Svoltò sicura alla sua sinistra, lasciando la Wilshire Boulevard per imboccare la 7th Street, dove successivamente trovò Target, il suo negozio preferito. 
Si guardava distrattamente attorno in cerca di qualcosa di interessante ma, anche se le capitava davanti qualche indumento di suo gradimento, non vi prestava la minima attenzione. 
La sua mente vagava altrove, a tremila
chilometri da dove si trovava. 
Josh. 


Maybe I know, somewhere
Deep in my soul
That love never lasts
And we've got to find other ways
To make it alone
But keep a straight face


Chissà cosa stava facendo in quel momento. La pensava? Forse no. Anzi, sicuramente. 
Come poteva aspettarselo, d'altronde?
Dopo quello che gli aveva fatto il minimo che le sarebbe potuto capitare sarebbe stata la totale indifferenza da parte sua. 
Si odiava per averlo ferito e per aver di nuovo incasinato le cose nella band.
Josh provava ancora dei sentimenti per lei. 
La amava. 
E lei? Anche
Ma quanto potevano contare quei sentimenti quando c'era Chad? Nulla
Quella sera Chad sarebbe tornato dal tour e Hayley avrebbe potuto avere la sua occasione per parlargli. Era sicura di quello che voleva, ovvero compiere il grande passo con lui. 
Per un attimo immaginò Josh al posto di Chad a farle la proposta. 
Ma che razza di pensieri faceva?!
La situazione era così complicata che le veniva da urlare. 
Era come se tutto ciò che aveva tenuto nascosto nei meandri più profondi di sé per anni sarebbe voluto uscire tutto in una volta. 
Rabbia, dolore, confusione, nostalgia, angoscia, paura: un mix letale. 
Rimise al suo posto il paio di jeans che teneva in mano e uscì di corsa dal negozio poiché notò due ragazze fissarla troppo insistentemente e, dal momento che non era per niente in vena di fare foto e firmare autografi, si dileguò togliendo l'occasione ma sentendosi ugualmente in colpa. 
Non poteva più pensare a Josh. Era partita una settimana in anticipo proprio per allontanarsi il prima possibile da lui e ormai non aveva più senso piangere sugli errori passati o su quello che ci sarebbe potuto essere e che invece non ci sarebbe stato mai. 
Era un'adulta e da adulta sapeva scindere la realtà dalle favole. 
Il suo lieto fine, quello concreto, era con Chad, e Josh non avrebbe potuto più fermarli ormai, distante com'era. 


And I've always lived like this
Keeping a comfortable, distance
And up until now
I had sworn to myself that I'm content
With loneliness


Era ora. Esclamò Josh fra sé e sé, quando arrivò al termine del check in all'aeroporto, dopo più di due ore d'attesa. 
Salì in aereo e prese il posto segnato sul biglietto. Era dal lato dell'oblò, come piaceva a lui. Nel sedile accanto si sedette una discreta signora di mezz'età che gli lasciò tranquillamente sistemare i bagagli. 
Non appena ebbe finito, prese gli auricolari e chiuse gli occhi, lasciando che i Foo Fighters lo isolassero dal resto del mondo. 
Quattro ore e mezza
Soltanto quattro ore e mezza lo separavano da Hayley. 
Si addormentò con quell'unico pensiero fisso in testa e, prima ancora che potesse cadere in completo stato d'incoscienza, l'aereo atterrò e tutti i passeggeri si affrettarono a scendere. 
Primo passo superato, era a Los Angeles. 
Adesso doveva solo trovare casa di Hayley. 
Poco prima di partire Jeremy gli aveva dato due indirizzi: uno della casa di Chad e Hayley e uno del suo appartamento da sola. 
Seguendo una fredda logica, Josh si diresse nella casa in cui convivevano i due. 
Era una bella villetta, davvero graziosa, dall'esterno. 
Suonò più volte il campanello ma, con grande sorpresa, non udì alcuna risposta nemmeno dopo aver aspettato per più di dieci minuti.                                
Optò infine per recarsi all'appartamento di Hayley, sempre prendendo un taxi. 
Appena arrivato pagò l'autista e scese, non aveva intenzione di farlo aspettare lì. Se Hayley avesse scelto di rifiutarlo sull'uscio di casa anziché dentro non voleva sentirsi umiliato.
Un trillo di campanello, solo uno fu sufficiente a farsi aprire.

Because none of it was ever worth the risk

But, you are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception

Eccola lì.
Aveva i capelli color carota che le ricadevano sulle spalle, erano cresciuti un sacco in quei due anni di tour. Indossava una canotta aderente bianca, una giacca a quadri di flanella bianca e nera e un paio di shorts.   
A giudicare dal volto che aveva non si aspettava di ricevere una simile visita. 
Josh deglutì, aveva la gola secca.
-Ciao- riuscì a pronunciare, flebilmente. 
Hayley sbatté le palpebre più volte, come a voler verificare che ciò che aveva davanti fosse reale. 
-Josh... Cosa ci fai qui?-
-Avevo bisogno di vederti.-
I due si guardarono a lungo. A rompere il silenzio fu Hayley. 
-Perché?- chiese, analizzando ogni centimetro del suo volto, mentre il cuore
le batteva a mille, ansioso di conoscere la risposta. 
-Per quello che ti ho detto a Franklin. Per me non è cambiato nulla Hayley, e so che sei qui ormai e che ti sposerai con Chad e hai da fare perché devi prendere le tue cose e trasferirle tutte nella tua casa con lui per poi organizzare il matrimonio, ma volevo dirtelo lo stesso. 
Non sono mai stato tanto sicuro in vita mia di amare qualcuno quanto lo sono con te. E in tutto questo tempo trascorso a stare uniti o separati, il mio amore per te è solo diventato più forte. E si, sono venuto fin qui con la presunzione di dirti: lascia Chad Everett Gilbert e vieni via con me. Possiamo ricominciare tutto da capo, questa volta più con calma e senza errori- disse, senza perdere di vista i suoi smeraldi, ora lucidi per la commozione. 
E più Hayley lo ascoltava parlare e lo vedeva davanti alla sua porta, più voleva stringerlo a sé e non lasciarlo andare mai più.


I've got a tight grip on reality
But I can't let go of what's in front of me here
I know your leaving in the morning, when you wake up
Leave me with some kind of proof it's not a dream, oh


 -Sai perché non mi sono fatta più sentire?- chiese, con voce spezzata. 
Josh fece cenno di no. 
-Sono partita una settimana prima del dovuto perché volevo allontanarmi da tutto e da tutti, ma soprattutto da te-
Josh sentì ogni certezza frantumarsi. Era sollevato di aver fatto andare via il taxi ora più di prima.
-Chad è arrivato ieri sera- 
-Mi dispiace davvero di averti creato questo imbarazzo, io...- inziò Josh, pronto ad andare via. 
-Mi ha chiesto una conferma riguardo il nostro matrimonio- continuò imperterrita la ragazza. 
Josh sospirò.
-Stavo per dirgli di si, perché sentivo di volerlo davvero, ma poi qualcosa in me si è bloccato, quasi a volermi tappare la bocca e farmi tornare indietro.
Quel qualcosa eri tu.- sussurrò, accarezzandogli la guancia con un dito.


You are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception


-Cosa...?- chiese Josh, incredulo. 
-Tutto torna. Tutto ha un senso. Te lo ricordi il nostro videoclip, Joe, quello per The Only Exception?- 
Josh annuì, mentre il suo sguardo si perdeva in quello dolce e sincero di Hayley. 
-A quel tempo spiegasti alle telecamere che la canzone parlava di una ragazza che non credeva nell'amore ma poi si innamorava di un ragazzo che la faceva ricredere e aver fiducia in quel sentimento. Quella era la nostra canzone, è la nostra canzone, Josh. Non ha mai smesso di esserlo. E con quel videoclip, cinque anni fa cercai di spiegarti quello che provavo da sempre.
E solo ora mi accorgo di come nulla sia cambiato. Anche se il tempo è passato, le persone attorno a noi sono cresciute e anche noi lo siamo, ciò non influenza quello che abbiamo. 
Il vero motivo per cui ero qui chiusa in casa stamattina, era perché stavo preparando le valigie per tornare a Nashville per dirti che ti amo. Ti amo più di qualsiasi cosa e non ho mai smesso di amarti, nonostante altre persone importanti mi abbiano accompagnata nel corso della vita. Sei tu tutto quello che voglio e adesso che ti ho qui, non ho intenzione di lasciarti andar via per niente al mondo- disse la rossa. Poi si sporse verso Josh e lo baciò come mai aveva fatto. Si strinse a lui e avvolse le braccia attorno al suo collo, mentre Josh la teneva per i fianchi.


You are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception
You are, the only exception


Lo prese per un braccio e lo trascinò dentro, senza staccare le labbra dalle sue. 
Camminarono nell'appartamento senza badare a dove andavano e, a furia di indietreggiare, Hayley cadde sul divano, trascinandosi Josh.  
Risero, ma Hayley si scostò da lui solo per un attimo. 
-Sei tu la mia unica eccezione- disse, in un sussurro.


And I'm on my way to believing
Oh, and I'm on my way to believing.


Poi tutto ciò che li circondava divenne di poco conto e i due si dedicarono interamente l'uno all'altra, trovando finalmente la felicità.



C'è un segreto che tengo, è nascosto proprio fra i miei denti.
E adesso sta aspettando di essere rivelato, con un'impaziente presa ferrea. 
Odio questa tortura, stare a fissare il cielo sapendo che sei mio, ma non posso dirlo... 
Ripenso solo a tutti i momenti che ho dovuto negare.
Scappiamo, scappiamo! 
Diamo a questo amore una svolta migliore. 
Devo dire che è troppo tardi. 
Ma meglio tardi che mai.    
Possiamo essere uniti dal nostro legame anziché separati da esso.   

Siamo un arco, legati insieme come un nodo, non siamo un nastro sparso per il cielo.        
E se fosse per me, se il nostro amore fosse un cappotto invernale, io lo indosserei per tutte le stagioni. 
E se potessi decidere, allora tutti saprebbero, e non ci sarebbe nulla di sbagliato.   
Un giorno ci guarderemo alle spalle e penseremo a quanto siamo arrivati lontano. 
Un giorno, quando tutto il mondo saprà del nostro amore.
E siamo unici. 
Ti amo.

(Hayley Williams, blog "Forever_of_course" 2005)


ANGOLO DELL'AUTRICE

Siamo giunti alla fine della storia, dopo quasi due anni e mezzo ahah.
Vorrei semplicemente ringraziare coloro che mi hanno supportata direttamente e indirettamente, recensendo e leggendo. Grazie davvero a tutti, mi è piaciuto tantissimo scrivere questa fanfic su Josh e Hayley che insieme sono la tenerezza **
Che dire, spero vi sia piaciuta la conclusione e così tutta la storia :
Bye!



 
 
 
 
 
     

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