se c'è ancora un modo...

di nelli chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** direzioni diverse ***
Capitolo 2: *** direzioni diverse ***



Capitolo 1
*** direzioni diverse ***


Avevano camminato per ore, intorno al campo da Quidditch, comportandosi come perfetti sconosciuti e assaggiando fiocchi di neve gelida sugli zigomi e sulle labbra secche; tentavano di mostrare una placida indifferenza ai fatti che li legavano e tanto avevano faticato ad accettare.
Avevano camminato senza dirsi una parola, passo dopo passo senza guardarsi negli occhi, fingendo di ignorare il vero motivo per cui si trovavano lì, entrambi, sotto la tormenta di neve che gelava fin dentro le ossa; si chiedevano chi dei due si sarebbe arreso prima, quasi come se stessero giocando, si chiedevano chi avrebbe ceduto, chi avrebbe parlato per primo.
Draco si scostò con un gesto brusco cambiando la traiettoria delle orme sulla neve, era il suo modo per cominciare un discorso serio, ma passarono ancora svariati minuti prima che il biondo serpeverde cominciasse a parlare
“Potter…” Harry lo guardò stranito oltre le lenti appannate degli occhiali, sentirgli pronunciare il suo cognome gli faceva sempre uno strano effetto, ma Draco non lo chiamava mai per nome quando non era certo che fossero soli; quasi come se avesse letto nei suoi pensieri il ragazzo fece una breve pausa poi si corresse “Harry…” la neve fredda pungeva, i fiocchi morbidi si infilavano sotto gli occhiali del ragazzino, il quale continuava a fissare Draco con sospetto per via di quel suo strano comportamento.

Era sempre così quando si incontravano, sempre dietro il campo da quidditch come tutti gli amori clandestini; passavano minuti interminabili in silenzio, ignorandosi come sconosciuti, incapaci di ammettere che non era più soltanto una cotta, cercavano rifugio in qualcosa che credevano sarebbe stato eterno, ma quella sera, sotto la tormenta di neve, il silenzio era durato più del solito e lo sguardo di Draco non aveva incontrato il sorriso di Harry; il Grifondoro sentì che tra loro stava per qualcosa rompersi
“Malfoy…” lo schernì allora spronandolo a continuare il discorso; le parole di Draco furono delineate e brevi
“non continuerà” quell’affermazione colpì Harry come un pugno, si riaggiustò gli occhiali sul naso colto da un improvviso gesto nervoso e chiese spiegazioni con la voce spezzata dalla sorpresa
“che vuoi dire?” Draco non rispose, si limitò a sospirare profondamente alzando il viso verso la neve che lo schiaffeggiò con violenza “che vuoi dire?” ripeté Harry agitato avvicinandosi al compagno
“che non deve continuare” ribadì Draco senza trovare il coraggio di guardarlo in faccia; Harry sembrava aver perso il sorriso che lo illuminava fino a poco prima, gli prese un braccio, visibilmente agitato e cercò di scuoterlo dalla sua apatia
“ma… non è vero che non può continuare…” Draco allora abbassò la testa, con uno sforzo doloroso riuscì a guardarlo crudelmente negli occhi
“è finita” scandì lentamente stringendo il braccio sottile di Harry sotto il pesante cappotto e staccandolo dal suo in malo modo, ma la sua voce ferma era tradita dal tremolio leggero della mano e dalla stretta poco convinta. Si allontanò senza aggiungere una parola; sapeva bene che Harry non gli avrebbe creduto, forse lui stesso non credeva alle parole che aveva appena pronunciato.
Harry Potter, gli occhiali scivolati sulla punta del naso, lo sguardo perso oltre la miriade di fiocchi di neve, lo fissò stupefatto, tante volte Draco aveva avuto dei momenti di crisi, tante volte si era chiesto i motivi di quel sentimento e non li aveva trovati, ma non era mai arrivato a comportarsi come quella sera; era come se qualcosa si fosse intromesso tra loro, qualcosa di più forte dell’amore…
Lo lasciò andare, osservando la sua figura di spalle, e sembrava ancora più esile e sottile ora che si stava allontanando da lui, ma in quel momento Harry non poteva fare nulla se non aspettare.

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Capitolo 2
*** direzioni diverse ***


La sala dei Serpeverde era come al solito deserta, quella notte Draco non era tornato troppo tardi, al contrario, guardando l’orologio si accorse che erano appena le dieci di sera; non aveva voglia di dormire, né tanto meno di studiare gli appunti di pozioni per il giorno dopo, d’altronde che gli importava? Snape gli avrebbe dato un ottimo voto comunque.
Si lasciò andare su una poltrona lontana dalle fiammelle verdi del caminetto e si prese la fronte con due dita; non immaginava che sarebbe stato tanto facile, sicuramente la mattina dopo sarebbero sorti altri problemi, ma era riuscito a fare il passo più doloroso, senza tatto e senza delicatezza… aveva lasciato Harry bruscamente, senza attutire il colpo; scotendo la testa si convinse che in quel modo il ragazzo avrebbe sofferto meno, ma era solo l’ennesimo tentativo di nascondere l’evidenza e non appena se ne rese conto si sentì un vigliacco.
Ebbe la tentazione di sgattaiolare di nuovo fuori dal dormitorio Serpeverde, ma la represse con sdegno; non doveva ripensarci, aveva deciso che sarebbe stato inamovibile su quella decisione, aveva deciso che non sarebbe tornato indietro e che avrebbe ignorato i piagnucolii di Potter…

La lettera spiegazzata giaceva ancora sul comodino, era arrivata due giorni prima e in quel breve lasso di tempo Draco era riuscito a maturare molto più che nei due anni trascorsi nell’incantesimo della cecità di chi non vuol vedere; la calligrafia era, come al solito, quella di suo padre, raccontava schematicamente quello che succedeva al Malfoy Manor e portava i saluti della madre a Draco il quale aveva letto il foglio senza troppo peso nostalgia… il riassunto di ogni lettera che arrivava da parte dei genitori era lo stesso “non deluderci”
Era evidente, era gridato in ogni riga… e Draco, quell’ultima volta, si era reso perfettamente conto che non avrebbe voluto deluderli.
Ci erano voluti due giorni soltanto per rompere la campana di vetro sotto la quale si era chiuso e capire che quello non era il modo giusto, che quello non era il ciò che avrebbero desiderato per lui.
Harry Potter era soltanto un maghetto più famoso di altri fino a quando non si erano innamorati, e da quella sera avrebbe ricominciato ad esserlo; Harry Potter era solo un ragazzino al quale probabilmente aveva spezzato il cuore, e non doveva importargli.
Ricominciava a trattarlo male, a pensare a lui con freddezza e scherno, e questo era, secondo Draco, un ottimo segno; pian piano anche l’ombra di rimorso che gli attanagliava il petto sarebbe scomparsa… quella situazione avrebbe avuto l’unico devastante risultato di fortificarlo e renderlo ancora una volta impermeabile ai sentimenti; era questo che gli dava coraggio, dopo quella notte Draco sarebbe stato quello che tutti gli chiedevano di essere, quello che lui stesso desiderava essere, l’esemplare perfetto della famiglia.
I suoi piani di notorietà ingloriosa si sarebbero realizzati, Draco Malfoy sarebbe stato il figlio prediletto, avrebbe continuato la pantomima dell’erede senza difetti e avrebbe continuato a deludere suo padre nelle piccole cose perdonabili. Non si sarebbe fatto ripudiare perché ciò che voleva era solo e semplicemente la vita che aveva sempre fatto e l’ombra di Harry dietro il campo da Quidditch sarebbe rimasta l’unico ricordo sincero

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