Avengent

di AlessiaOUAT96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** proiettili ***
Capitolo 3: *** Sul ring! (parte 1) ***
Capitolo 4: *** Sul ring! (parte 2) ***
Capitolo 5: *** Cacciatore e Preda ***
Capitolo 6: *** decisioni e dubbi ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Marvel e della scrittrice V.Roth ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.


***

Erano saltati tutti, sia trasfazione, sia interni ed ora stavano aspettando che due dei loro istruttori si facessero avanti.

Erano disposti in due file, una per i numerosi trasfazione ed una per gli interni.

Vedova Nera e Occhio di Falco continuavano a guardarsi e studiarsi l’un l’altro, forse per curiosità o forse qualcosa li aveva stupiti. Vennero interrotti dall’arrivo degli istruttori che ovviamente Natasha conosceva bene.
Un ragazzo giovane dai capelli corti e scuri con due occhi blu che risaltavano al buio, ed una ragazza dai capelli scuri e tre piercing nel sopracciglio destro che risaltavano grazie alle lampade.
-Io sono Lauren e sarò l’istruttrice per il primo modulo per gli interni. Venite, a voi non serve il giro turistico- disse incamminandosi seguita da mormorii vari.
Natasha spostò lo sguardo sulla fila che le stava davanti, seguendo Lauren e gli altri interni.

I trasfazione seguirono il loro istruttore in silenzio. Nessuno li aveva obbligati a stare zitti ma l’atmosfera che si era creata, li rendeva nervosi.
-Io sono Quattro, sarò il vostro istruttore. Di solito lavoro al centro di controllo ma durante l’iniziazione sono un insegnante..-
-Quattro? Come il numero?- venne interrotto da una Candida dalla pelle scura.
-Sì, c’è qualche problema?-
Il silenzio fece da risposta.
-Vi porto al Pozzo, consideratelo un punto di incontro..-
-Il Pozzo? Che nome arguto..- venne interrotto di nuovo.
A quel punto Quattro si spazientì, non gli piaceva essere interrotto –Christina giusto? Sai, se fossi stato disposto a sopportare l’impertinenza dei Candidi, avrei scelto la loro fazione- la zittii.
-Se fossi in te, terrei la bocca chiusa- le sussurrò Tony all’orecchio.

Anche se aveva la tendenza a rispondere alle persone, per questa volta Tony preferì rimanere zitto.
Nemmeno Steve disse nulla, e lui era un Candido, anche se non condivideva a pieno le loro idee.
-Prima regola: imparate a tenere a freno la lingua- finì Quattro.

-Potrebbe essere male interpretato..- disse a bassa voce il giovane genio che venne sentito da Occhio di Falco, il quale ridacchiò –Hai ragione! Piacere, Occhio di Falco-
-Che buffo nome.. comunque io sono Tony. È strano vedere dei Pacifici tra gli Intrepidi-
-Non è l’unico- disse Quicksilver –Essere Pacifici non vuol dire necessariamente essere deboli-
-No giusto.. quelli sono gli Abneganti-
“Spero solo che l’Altro non senta..” pensò Bruce “Ci mancherebbe solo la distruzione della base degli Intrepidi il primo giorno.. io me ne sto zitto..”

Senza che se ne accorgessero si ritrovarono in un luogo enorme dove la luce del sole filtrava dai pannelli di vetro posti sopra di loro e appese ai lati c’erano delle lampade. C’era un sacco di gente, persino i bambini correvano senza rendersi conto del pericolo che stavano rischiando.

Camminarono ancora per un po’ finche Quattro non li portò vicino ad una voragine dove si sentiva lo scrosciare dell’acqua. Lo Strapiombo.
-Se salterete da qui per gioco, sappiate che è un modo sconsiderato di mettere fine alla vostra vita. È già successo e succederà ancora- disse Quattro –Se state pensando alla parola incredibile, allora è una giusta definizione-

***

Lauren li aveva portati direttamente in mensa, come aveva detto, a loro non serviva il giro turistico.
Appena arrivati, avevano fatto la fila rumorosamente come al solito e poi avevano preso posto.

Thor si sedette vicino Sif che continuava a guardarlo il più nascosto possibile, inoltre a far loro compagnia c’erano altri Intrepidi tra cui un certo Zeke che ogni tanto parlava con quello che sembrava essere suo fratello Uriah.

Mentre i suoi compagni erano impegnati a mangiare, Natasha si guardava attorno come se stesse aspettando qualcuno. Non sapeva nemmeno lei chi, ma mentre una mano sorreggeva la testa, le dita dell’altra tamburellavano sul tavolo ed il suo sguardo vagava tra le entrate della mensa.
Finalmente i suoi occhi verdi videro quello che inconsciamente ella stava aspettando: i trasfazione, uno in particolare, un ex Pacifico dai capelli corti biondi che stava chiacchierando con alcuni dei suoi compagni.
I loro sguardi si incrociarono ed entrambi interruppero momentaneamente quello che stavano facendo solo per guardarsi.
Fu solo uno sfuggente attimo, ma abbastanza per imprimere i loro volti nella loro mente perché per il primo modulo dovevano stare divisi.
“Ma cosa mi prende? Perché quando l’ho visto il mio cuore batteva più forte del solito?” pensò Nat.
-Ehi Vedova Nera! Vieni a mangiare con noi!- gli urlò Zeke.
Lei accettò, anche perché se avesse continuato a guardare quel Pacifico, qualcuno se ne sarebbe accorto e lei non voleva essere scambiata per una ragazzina probabilmente innamorata.

***

Clint si riprese da quell’attimo di trance grazie a Tony che lo spinse verso la fila per prendere da mangiare.

Clint si distrasse anche perché l’odore del cibo era parecchio invitante e non nascose la fame che aveva represso per ore.
La mensa era grande, ci stavano molte persone.
Si sedettero e cominciarono a mangiare.
Banner mangiò stranito quel pezzo di carne infilato tra due pezzi di pane. Gli dissero che era un hamburger, lui si girò verso quella ragazza Abnegante e vide che anche lei era un po’ stupita di quel genere di alimento, notò anche che dopo si mise a chiacchierare con quelli che dovevano essere dei suoi nuovi amici.

-I cibi complicati non sono tipici degli Abneganti- si affrettò a spiegare dato che cominciarono a guardarlo storto.
-Ah.. comunque ora dovrai fartici l’abitudine..- rispose Tony.
-Sì e non credo che mi dispiacerà.. posso farvi una domanda? Perché ve ne siete andati dalla vostra fazione?-
-Un Rigido curioso.. strano-
-E un Erudito con la bocca di un Candido- rispose Bruce.
Scoppiò una risata.

-Io me ne sono andato perché mi annoiavo- rispose Tony divertito.
-Io perché non sopportavo la mia ex fazione- Steve disse una mezza verità. Era vero che non la sopportava, ma non gli piaceva anche il fatto che venisse sempre umiliato e voleva una sorta di vendetta.
Vendicarsi non era proprio giusto ma.. una rivincita?
-Sinceramente credo che tutti noi abbiamo cambiato fazione perché ci annoiavamo, no?- chiese Clint giocando con una forchetta.
Tutti annuirono.
-Quasi tutti Occhio di Falco.. il nostro Steve non sopportava i Candidi-
-Ai quali tu somigli molto, Tony-

-Che ne dite di una sfida per misurarci?- chiese Pietro.
-Spara, vediamo cosa proponi in una mensa, capelli ossigenati-
-Vediamo a chi mangia di più in cinque minuti, Lasso..-

-Ci sto!- risposero in coro tutti.. o quasi.
-E tu Scarlet?- chiese il fratello ormai carico.
-No grazie.. non ci tengo ad abbuffarmi..-
-Come vuoi.. allora tu tieni il tempo-
-Aspettate.. mi aggiungo anche io!- disse Thor raggiungendo il tavolo.
-Bene allora.. tre, due, uno… via!-

Tutti si fiondarono sul cibo, attirando l’attenzione di tutti i presenti. La cosa che saltava di più all’occhio era la velocità di uno degli sfidanti, sembrava divorare un’intera portata in pochi istanti. Non si fermarono nemmeno quando tutti gli altri Intrepidi si zittirono vedendo arrivare un ragazzo dai capelli lunghi scuri ed unti con molti piercing.
-Stop!- urlò Wanda e tutti si fermarono col fiatone.
-Ma.. chi sei tu per essere così veloce?- chiese stupito Thor.
-Io sono Quicksilver..- rispose ovvio Pietro –E tu?-
-Sono Thor-

-Se avete finito di ingozzarvi, vi accompagno al dormitorio- disse quel ragazzo dai capelli lunghi e scuri.

***

Erano talmente stanchi che lo seguirono senza fiatare. Gli sembrava che la pancia stesse per scoppiare da un momento all’altro e si sentivano un po’ intontiti anche a causa della birra che avevano bevuto.
-Ben vi sta..- disse Wanda.

Il giovane si fermò davanti ad un portone di legno –Per quelli che non lo sanno, io sono Eric, uno dei capifazione. Qui prendiamo il percorso molto seriamente quindi mi sono offerto di sovraintendere alla maggior parte del vostro addestramento-
Quelli che si erano quasi ubriacati non capirono molto di quello che era appena stato detto e si limitarono ad una alzata di spalle come se non gli desse il minimo fastidio.
Continuò a spiegare alcune delle regole, una delle quali era presentarsi nel locale degli addestramenti alle otto di mattina. Wanda sospirò, di sicuro sarebbe toccato a lei svegliare i nuovi compagni.

-Dormirete qui per le prossime settimane, ci sono quattordici letti esatti. Siete numerosi quest’anno. Alla fine dell’iniziazione la classifica terrà anche gli interni- continuò Eric.
-Classifica?- chiese un’Erudita.
-Serve per due motivi- rispose Eric sorridendo malevolmente –Il primo è determinare l’ordine in cui vi saranno assegnati i lavori. Il secondo è che solo quattordici di voi saranno Intrepidi a tutti gli effetti. Gli altri diventeranno Esclusi-
Qualcuno protesta dicendo che non è giusto ma viene interrotta da Eric che severamente risponde –Se sei davvero una di noi, allora non t’importa di dover fallire e se ti importa, allora sei una codarda. Voi avete scelto noi.. ora tocca a noi scegliere voi- finì la frase e se ne andò.

***

I primi che crollarono furono Steve, solo per il mal di pancia, sembrava che su di lui l’alcool non facesse effetto, Tony, Bruce, Pietro e Clint. Poi venne il turno degli altri.




n.d.a. buona sera!! Ecco il prologo della ff, o primo capitolo se preferite..

Ho delle cose da dire.. potrebbe contenere Spoiler per chi non ha letto i libri, infatti come avete potuto notare la ff segue abbastanza il libro. Mi scuso se le battute dei personaggi non sono identiche, ma se dovessi copiarle (e ho provato a farlo..) risulterebbe una copia dei libri e non potrei dare spazio agli Avengers.
Quindi se a volte trovate dei riassunti.. sapete perché..
E per quello che riguarda la classifica, spero solo di non aver calcolato male i personaggi.. (ho dovuto adattare anche quella..)

Spero sia stato di vostro gradimento e.. ovviamente non prometto nulla sulle date di aggiornamento.. i’m sorry..

Alessia.

(Ps. Io amo la Clintasha!!)
 

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Capitolo 2
*** proiettili ***


Il risveglio fu alquanto traumatico, non per la parte maschile del nuovo gruppo creatosi, piuttosto per l’unica componente femminile, ovvero per Wanda. Lei si svegliò in orario per la colazione e senza troppi problemi, quelli che avevano mangiato e bevuto fino a scoppiare la sera precedente dovettero beccarsi una secchiata d’acque gelida a testa accompagnata dalle sgridate della ragazza.
Ovviamente la scena non passò inosservata tra i trasfazione che, di nascosto, ridacchiavano.

In mensa, Wanda prese un vassoio per prendersi il cibo. Indossava i suoi soliti vestiti da Pacifica con l’eccezione dei pantaloni neri da tuta che aveva trovato nel dormitorio. I compagni non sembravano curarsi del loro aspetto, per ora.
-Ehi, voi non volete assaggiare la famosa torta degli Intrepidi?- chiese Wanda arrivando con un vassoio con appoggiata una fetta di quel dolce, un caffè e del succo di frutta.
-Voi non prendete nulla?- chiese di nuovo osservando i vassoi dei compagni con appoggiato solo un pezzo di pane e marmellata ciascuno e del caffè.
-Scherzi? Dopo quello che abbiamo mangiato ieri ci manca solo il dolce!- esclamò Tony.
-Ben vi sta.. potevate pensarci prima e comunque vi siete persi alcune cose..-
-Tipo?- chiese Bruce assonnato.
-Tipo che ci sarà una classifica e alla fine chi sarà sotto la linea rossa, è eliminato e vivrà da Escluso e.. Eric, un dei capofazione, sovraintenderà i nostri addestramenti e.. se non ve ne siete accorti prima, il dormitorio per gli iniziati non è diviso per sesso- appoggiò il vassoio con forza, facendolo stridere contro il tavolo –Chiaro?- era uno di quei toni che non ammettevano repliche da una parte e che dall’altra sottintendevano che era meglio non mettere il dito nella piaga sull’argomento.
Certo, a lei non dava fastidio ma era sempre meglio mettere i puntini sulle i per evitare spiacevoli eventi, era pur sempre una ragazza.
-Trasparente- risposero.

***

-Per prima cosa oggi imparerete a sparare, poi passeremo agli allenamenti per il corpo a corpo-
Ognuno degli iniziati prese in mano una pistola e cominciò a guardarla, osservarla, alcuni per capire come era fatta, altri per trovare un metodo adatto a loro per usarla.

Clint, come tutti gli altri non ne aveva mai utilizzata una ma si era allenato sin da bambino a prendere la mira, sorrise pensando che per lui non sarebbe stato difficile.
Steve invece non aveva mai allenato una sola parte del suo corpo, era muscoloso ma era stata sola una coincidenza o uno sfortunato evento durante il test.
Tony era abituato alla mira delle armature ma impugnare una pistola non gli fece né caldo né freddo. La mira? In un certo senso ce l’aveva, certo con Mark gli sarebbe stato tutto più facile ma era meglio non scoprire le proprie carte subito. Ripensò a Pepper, chissà cosa stava facendo e cosa avrebbe detto lei su quell’arma.
Bruce sperava che il suo alter ego non decidesse di fare una strage, a volte quel mostriciattolo (se lo si può chiamare così) verde era davvero imprevedibile. Sentì il peso e scrollò le spalle sperando che tutto andasse per il verso giusto.
Nel frattempo Quattro aveva spiegato la composizione dei moduli e Wanda al solo sentir nominare “mentale” si irrigidì. Aveva scoperto di essere capace di leggere e manipolare le menti altrui, se in quel modulo lo avesse fatto con la sua, avrebbero scoperto cosa era lei veramente.
Bruce invece, come se non bastasse avere in mano una pistola carica, sentì il suo cuore perdere un battito sentendo invece la parola “emotivo”. Chi tra i due lo era di più? Non serve rispondere.
“Un problema alla volta” pensò.

-E che cosa c’entrerebbe sparare con una pistola con il coraggio?- chiese un Candido sbadigliando che Steve riconobbe come Peter.
-Pensaci, forse ci arrivi- scappò dalla bocca di Tony.
Quattro lo guardò severo e bastò per fargli abbassare lo sguardo.
-Sveglia! Hai in mano una pistola carica, idiota. Agisci di conseguenza!- lo sgridò Quattro.
-Comunque sia, durante questo tipo di prova, verrete seguiti anche da un altro Intrepido, un’altra, se devo essere preciso- si schiarì la voce –Vi presento Peggy, una delle vostre istruttrici-

Arrivò una donna dai capelli rossi e ondulati fino alle spalle, le sue labbra erano del medesimo colore ed i suoi occhi erano verdi. Al solo vederla, il cuore di Steve accelerò solo per un istante e poi tornò normale come per timore che venisse udito.
-Quattro mi ha già presentata ed adesso vi mostrerà la posizione base e comunque.. rispondendo alla domanda che è stata posta, ti dico soltanto che è meno probabile che tu scappi via anziché usare la pistola-

Quattro si posizionò con i piedi divaricati, di fronte ai bersagli, stringendo con entrambe le mani. Spara e il proiettile colpisce il centro del bersaglio.
Ora toccava a loro. Ognuno imitò Quattro e quasi tutti colpirono almeno il bersaglio. Una ragazza Abnegante dai capelli biondi rischiò di rompersi il naso con l’impugnatura dell’arma, barcolla ma continua a sparare senza però colpire il bersaglio.
Un ragazzo Erudita dai capelli biondi le dice che stava sfidando le leggi della natura. Dopo altri tentativi ci riesce.

-Bruce.. sei riuscito a sparare senza problemi?- chiese la ragazza.
-Ehm.. sì perché?- a dire il vero si era già immaginato il motivo della domanda. Un Abnegante non lo avrebbe mai fatto perché considerato atto di egoismo, ma nel caso di Bruce più che egoismo era sete di adrenalina di un suo “conoscente”.
-Sai.. non so chi tu sia ma non dovresti più pensare alla tua vecchia fazione..- le disse Pietro dopo che aveva esaurito tutti i proiettili –Ora sei un’Intrepida-
-Comunque te l’ho detto, le statistiche non mentono mai- continuò l’Erudito.
-Eccone un altro che continua a comportarsi come se fosse tra i secchioni-
-Come mi avresti definito, Occhio di Falco?- Tony si finse offeso anche se quel nomignolo non gli dispiaceva infondo.

Steve era distratto. Qualcosa o qualcuno che camminava dietro di lui lo sconcentrava anche se era una distrazione… piacevole?
Doveva convincersi a concentrarsi sul bersaglio e non su quella presenza dai capelli rossi dietro di lui. Sudava dall’agitazione e non ne capiva il motivo. Era solo un’istruttrice, quindi perché agitarsi tanto?
-Ti faccio i miei complimenti, chiunque tu sia-
-Steve- si affrettò a rispondere.
-Ti faccio i miei complimenti, Steve. Sei uno dei pochi iniziati ad aver colpito il centro per più di una volta-
-Uhm.. grazie-
Peggy sorrise e si congedò salutando Quattro.
Non capiva ancora il motivo ma l’agitazione era scomparsa lasciando un dolce calore dentro di lui.
“Ma perché mi sento così?”

***

-Cosa?! E da quanto chi non passa diventa un Escluso?-
-Sono le nuove regole, è così e basta- rispose Lauren all’interno che aveva protestato –Motivo per impegnarvi al massimo se non volete abbandonare gli Intrepidi-

“Sapevo che c’era qualcosa che non andava” pensò Natasha.
Da quando aveva origliato quella conversazione, le cose si stavano riempiendo di mistero e c’erano stati parecchi cambiamenti. Era sicura che era tra una donna e qualcun altro di cui non aveva potuto distinguerne il sesso data la voce contraffatta.
Gli Intrepidi avevano una curiosità che li portava ad esplorare un po’ troppo oltre i limiti previsti e per questo erano state prese delle misure di sicurezza.
C’era qualcosa sotto. Nat lo sapeva e pensava che c’entrasse con quella conversazione anche se ricordava di aver sentito solo qualche parola comprensibile: “iniziazione”, “espulsione” e “divergenti”.
Ma cosa c’entravano i divergenti ora? Secondo alcuni erano un pericolo, secondo altri una rarità; ma se erano stati citati in quel dialogo, allora doveva essere una cosa seria, nel bene o nel male anche se a Natasha sembrava più la seconda.
Doveva scoprire di più al riguardo ma doveva fare parecchia attenzione.
Di una cosa era certa. Quel dialogo e quelle parole nascondevano qualcosa di più grande, qualcosa di potenzialmente pericoloso.

***

Ci stavano prendendo la mano a sedersi assieme allo stesso tavolo ed a chiacchierare animatamente.
Gli interni non erano ancora arrivati ma comunque Steve pareva incantato dal tavolo, era come se il tovagliolo rosso o la maglia rossa di Scarlet gli ricordassero qualcosa.. o qualcuno.
-Ehi, Mister muscolo, che cos’ha il rosso per te oggi? È da quando la lezione è finita che sembri attratto da qualsiasi cosa rossa.. non sarà stata mica Peggy a farti quest’effetto?-
-Eh? No Tony..-
Steve arrossì lievemente ma bastò a smascherarlo –Beccato!-
-Ah! Piantala!- sbuffò e riprese a mangiare anche se infastidito dal comportamento del compagno.
-E tu falchetto? Aspetti qualcuno in particolare?- Tony sogghignò. Effettivamente Clint sembrava perso nel cercare qualcuno con lo sguardo, anche se non mancò a prendere in giro Steve per il suo comportamento.
-Ma la vuoi piantare?- chiese Wanda.
-Cosa sto facendo di male? È la verità e scommetto che te ne sei accorta pure tu..-
-Non vedi che sono concentrati su altro?-
Tony fece spallucce e continuò a chiacchierare.

Gli interni arrivarono, Thor si unì a loro ma Clint sembrò deluso. Chissà dove si era cacciata lei. Scosse la testa, probabilmente quel più Candido che Erudito aveva ragione. Tuttavia non l’avrebbe ammesso davanti a loro nemmeno sotto tortura.

***

Dopo pranzo venne il turno degli allenamenti con il sacco. Quattro gli aveva spiegato che solo per questa lezione avrebbero imparato la tecnica per attaccare e difendersi, almeno in parte, mentre per le volte successive ci sarebbero stati veri combattimenti l’uno contro l’altro.

Si mise “in posa” per far vedere i movimenti e poi li osservò mentre lo imitavano colpendo il sacco di cuoio.
Pietro era veloce ma non particolarmente forte, inoltre doveva stare attento a non dare nell’occhio per via dei poteri.
La sorella non era molto allenata e per questo dopo poco tempo le facevano male le nocche delle dita ma non mollava né dava segni di dolore, soffriva in silenzio sopportando il bruciore dei muscoli, il battito accelerato e la voglia di scaraventare il sacco da boxe dall’altra parte della stanza.
Né l’arciere né il genietto sembravano stancarsi, entrambi possedevano un po’ più di massa muscolosa rispetto ai compagni ma quello che li stupì fu Bruce. Era di giusta corporatura Abnegante e non possedeva forza apparentemente.. Ma non fu questo palese aspetto a stupirli, fu più il fatto di aver visto una scintilla verde guizzare nei suoi occhi e nello stesso istante le sue mani diventarono verdi e i suoi colpi più forti.
Durò poco, per fortuna, ma bastò per farli insospettire. Tuttavia non dissero nulla e continuando l’esercizio guardandosi, si dissero che al momento giusto glielo avrebbero chiesto.

SBAM!

Il sacco di Steve era caduto a terra, facendo fuoriuscire un po’ di sabbia. In quel momento tutti si fermarono a guardarlo. Era imbarazzato e sotto pressione, nemmeno lui si aspettava un simile risultato. Quel nuovo corpo gli stava dando parecchie soddisfazioni.
-Complimenti, è la prima volta che un iniziato rompe un sacco da boxe- disse Quattro.
Steve si affrettò a rimetterlo a posto, per quanto potesse e guardò l’istruttore. –Per oggi può bastare per quanto ti riguarda, puoi andare se ti va oppure puoi rimanere a guardare-
Steve si sedette in un angolino asciugandosi il sudore, non era stanco o provato dallo sforzo, era più che altro, sorpreso.

La curiosità di Tony lo spinse a ridacchiare sotto i baffi dopo che Quattro si avvicinò a Tris per mostrarle dove concentrare la tensione. Per alcuni fu un gesto comune che qualcunque insegnante farebbe ma per altri no.
-Ehi, falchetto.. notato anche tu?-
-Non è l’unico..- si aggiunse Pietro.
-Sembra che tra quei due ci sia qualcosa- ecco Bruce.
-Possibile che dobbiate sempre pensare a qualcosa? Può essere un semplice gesto- rispose Wanda.
-Dai.. lo vedi anche tu come lei lo ha guardato, come si è irrigidita- rispose il fratello sorridendo.
-Chi è che si è irrigidita?- si intromise Quattro parlando sottovoce nella stessa maniera del gruppetto.
-Ah.. ehm è stata Scarlet- disse Tony imbarazzato.
Wanda spalancò gli occhi e li fulminò uno ad uno.
-Sì.. forse la tensione l’ha bloccata un po’- aggiunse Pietro.
Quattro spostò lo sguardo su Wanda che si affrettò a confermare il tutto. Per fortuna l’allenamento era concluso ed ora potevano fare ciò che volevano anche se Wanda era desiderosa di vendicarsi della figuraccia che le avevano fatto fare.

***

Si trovarono tutti al Pozzo.
-Sentite io non ho voglia di girare con i miei vestiti da Pacifica quindi credo che farò un po’ di shopping con i punti assegnatomi. Dovreste farlo anche voi-
-Non hai tutti i torti- disse Steve appena arrivato.

Wanda si comprò vari abiti, come farebbe qualsiasi ragazza e si cambiò subito indossando un abito semi lungo nero, una giacca in pelle rossa, delle calze del medesimo colore del vestito e degli anfibi neri anch’essi.
Tutti alla fine si cambiarono: Tony indossò dei pantaloni neri di tuta ed una canotta con maniche sottili, nera che metteva in risalto i muscoli accentuati leggermente.
Steve lo imitò in parte, pantaloni neri con tasche bordeaux e maglietta a mezze maniche scura.
Pietro indossò un completo di tuta nero e blu notte che metteva in risalto il suo fisico ed i suoi capelli biondi.
Bruce non si sporse molto, preferì tenere i suoi larghi pantaloni grigi e cambiarsi la parte superiore con una maglietta con maniche a tre quarti nera.
Clint optò per dei pantaloni di tuta nera, con inserti in pelle e la parte superiore fu cambiata con una canotta nera e viola scuro simile ad un giubbotto antiproiettile con il simbolo degli intrepidi disegnato vicino ad una spalla. Quasi tutti si comprarono scarpe da ginnastica e anfibi o stivali neri.
-Scusate, vado a fare un ultimo acquisto- disse l’arciere congedandosi.
-Tranquillo, qui c’è ancora qualcuno che vuole comprarsi trucchi e cose varie.. ti lascio immaginare chi-

***

Aveva intravisto un negozio di armi varie e voleva vedere se c’era quello che stava cercando. Il suo vecchio arco costruito a mano non poteva fare molto in quel momento e quindi stava cercando un sostituto, magari con qualche miglioria rispetto al precedente.

Si incamminò seguendo ripide stradine scavate nella roccia. Entrò in una di quelle piccole caverne che fungevano da negozio. Il posto era lontano dagli altri e posto piuttosto in alto. Fortuna che non soffriva di vertigini.
Era molto grande ed illuminato solo da qualche lampada, l’aria puzzava di chiuso e si sentiva lo scrosciare dell’acqua. Si trovava vicino alla meta suicida preferita da tutti. Lo Strapiombo.

-Strano.. un Pacifico in un’armeria..- una voce dietro di lui lo fece sobbalzare e quando si girò vide quella ragazza dai capelli rossi e uno sguardo glaciale che lo stava osservando incuriosita.
-Non sono più un Pacifico e.. per quanto mi riguarda, quella fazione ha ben poco di mio reale interesse-
-Allora è strano vedere un iniziato da queste parti. Di solito sono in giro a cambiarsi d’abito- lo squadrò meglio –Come tu hai già fatto, anche se non credo che per quanto una persona ci provi.. non potrà mai essere chi non è realmente-

-Cercate qualcosa in particolare?- chiese quello che doveva essere il venditore. Era un uomo sulla quarantina, secondo Clint. Aveva i capelli corti e scuri, era magro e non molto alto ed aveva una bandana nera legata al braccio, forse per moda.
-Sto cercando un arco e delle frecce-
L’uomo sembrò alquanto sorpreso –Esistono i fucili.. perché proprio un arco?-
-Non dovrebbe essere interessato a vendere?-
-Era solo una curiosità comunque.. questo è l’ultimo, forse l’unico arco che possiedo- disse tirando fuori da sotto il bancone un arco nero e, visibilmente tecnologico e resistente.
-Non pensavo avessi anche questo genere di armi, Coulson- disse Natasha.
-Infatti, forse è anche l’unico- disse abbozzando un sorriso.
-Quanto vuole?- chiese l’interessato.
-Nulla.. per me sarà anche rara una simile occasione ma credo che tu abbia delle potenzialità. Consideralo un mio augurio-
-Dici sul serio? Perché con me non lo hai mai fatto?- chiese Natasha.
-Io ti conosco da tempo.. so che hai potenzialità. Lui è un trasfazione e potrei scommettere su di lui che supererà l’iniziazione, vedi di non deludermi ragazzo- cominciò a spegnere le luci –Io vado.. spero di rivederti e.. non dimenticarti le protezioni e le frecce!-

I due si allontanarono. Natasha tese le mano verso Clint.
-Piacere, io sono Vedova Nera-
-Occhio di Falco-
-Strano nome.. devi avere una buona mira immagino-
-E tu devi essere velenosa a quanto dice il tuo nome-
Lei sorrise scoprendo i suoi bianchi denti nella semi oscurità creatasi dopo che Coulson aveva chiuso la saracinesca. A volte la sua tuta nera con inserti in pelle, rifletteva la fievole luce che era rimasta.
-Può darsi.. spero di rivederti.. Occhio di Falco- si congedò all’istante prendendo la via opposta che avrebbe preso Clint. L’aveva fatto apposta? Forse sì o forse no. Essendo nata negli Intrepidi, conosceva la base molto meglio di lui.
 
 


n.d.a. eccomi qua! Secondo capitolo!
Ve li aspettavate Peggy e Coulson? (soprattutto quest’ultimo come venditore di armi?)
Ringrazio chi legge e chi recensisce che in questo momento sa che mi sto riferendo a lei..
Un bacio a tutti/e!
Ci vediamo al prossimo capitolo!

Alessia
 

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Capitolo 3
*** Sul ring! (parte 1) ***


Il giorno seguente avrebbero dovuto affrontare i loro primi combattimenti e solo pochi di loro si sarebbero scansati.
A nessuno allettava l’idea di prendere a pugni qualcuno, in fondo un conto era colpire un sacco da boxe riempito di sabbia, un altro era colpire qualcun altro, soprattutto con la supervisione di Eric che riusciva a metter loro i brividi al solo sentire il suo nome.
La stanza era sempre quella con l’eccezione che c’erano dei ring da combattimento e, a giudicare dal loro aspetto, anche piuttosto vecchi.
C’erano dei nomi scritti in una lavagna di ardesia, qualcuno si stupì di vederne alcune, ormai la tecnologia era il pane quotidiano ma, a quanto sembrava a loro importava di più l’addestramento che il progresso.

Il primo incontro era tra un ex Erudito e un ex Candido, entrambi non erano felici di combattere e durante l’incontro le cose peggiorarono dato che Eric affermò con noncuranza e decisione che chi perdeva i sensi avrebbe perso l’incontro, insomma una lotta all’ultimo sangue secondo il capofazione. Quattro però non era molto d’accordo ma Eric aveva più autorità.

Guardarono i nomi:
Bruce vs Drew
Occhio di Falco vs Ann
Quicksilver vs Scarlet
Combattimento all’ultimo sangue. Fratello e sorella.
“Cosa?! Devo combattere contro Pietro? Ma è assurdo!”
-Lo so- le disse il fratello come se l’avesse letta nel pensiero –Prima o poi sarebbe successo, meglio tardi che mai, no?-
-Non abbiamo scelta vero?-
Pietro negò con la testa e Wanda capì, non avevano scelta altrimenti sarebbero stati esclusi, nel vero senso della parola.

***

Bruce era agitato, essendo nato Abnegante, picchiare qualcuno non era nella sua indole ma ormai era consapevole di essere un Intrepido. La cosa che lo preoccupava di più era la paura di diventare verde dalla rabbia e di far crollare tutto.
Aveva i sudori freddi e quando si mise nella posizione di guardia, gli tremarono le gambe.
Il suo avversario è basso ma robusto e con i capelli color carota.
Bruce invece era alto e con pochi muscoli ma era intelligente e l’astuzia era una buona carta da giocare.
Cominciò a muoversi lentamente, ad osservarlo, scrutarlo, cogliere un punto debole. Ma il tempo non giocava a suo favore, Drew infatti sferrò un pugno che lo colpì per fortuna in petto, facendolo solo barcollare.

Doveva pensare più in fretta altrimenti qualcun altro lo avrebbe fatto per lui ed allora sarebbero stati guai, per tutti, lui compreso.
Provò a sferrare un colpo che andò a vuoto ma si ricordò di un particolare. Drew quando sferrò l’attacco, ha abbassato la guardia. Doveva solo incitarlo a colpire dal vicino, schivare il colpo e passare al contrattacco.
Era facile a dirsi. Ora passava al farsi.

Si avvicinò a lui e Drew cadde nella trappola. Caricò un pugno ma Bruce fu veloce nel parare e nel colpire dritto sotto la mascella e poi sferrare un calcio laterale, un po’ goffo ma efficace dato che il ginocchio fece la sua parte.
Drew cadde all’indietro e si rialzò infuriato. Bruce ansimava come a riprendere fiato ma l’avversario era talmente arrabbiato che gli si scagliò contro ignorando il suo gesto.
Bruce ne approfittò per fargli uno sgambetto e dargli un pugno sulla nuca tanto da fargli perder i sensi. Se quel gesto era opera sua e non per volere altrui, non lo seppe dire, eppure aveva vinto nonostante le debolezze fisiche, se fosse stato per merito suo o per quella piccola ombra verde nelle sue iridi non sapeva dirlo.

***

Ann era una ex Erudita dai capelli rossi ed il corpo massiccio quasi come la ragazza di nome Molly. Era alta e robusta e probabilmente aveva fatto palestra ma non era il fisico che preoccupava l’arciere, bensì la furbizia tipica della sua fazione d’origine.
Ma lui cercò di vederla come una normale avversaria. I capelli erano dello stesso colore di quelli della Vedova Nera ma quel particolare non fu abbastanza efficace da distrarlo. Magari avesse avuto il suo arco!
-Un Pacifico sul ring.. sicuro di  non fartela sotto?-
Odiava essere preso in giro solo per la sua fazione, ma quanto ci voleva per capire che non voleva più averci nulla a che fare?
-E tu sei sicura di non romperti i finti occhiali che indossi?-
Si misero in guardia nello stesso istante e l’incontro iniziò nel vero senso della parola.

Era veloce nonostante la corporatura e si vedeva che possedeva la forza necessaria a far traballare uno come lui. Ma Clint non si fece impressionare, al contrario di Bruce, lui non osservava. Agiva e basta.
Non si limitarono a pugni e ganci ma arrivarono anche a calci che portavano ad un punto morto.
-Già stanco?-
-Temi che i capelli ti si rovinino?- rimbeccò lui.
Idea. Gliene era venuta una in mente dopo quella frase che il suo cervello aveva fatto uscire dalla bocca. I capelli. Se c’era una cosa che le ragazze detestavano era che le si rovinassero i capelli e, da come Ann li teneva acconciati, si vedeva che ci teneva.

Clint ridacchiò tra se e sé. Potevano esistere migliaia di trucchi per battere una ragazza ma usare i suoi capelli, che fosse stata Erudita, Pacifica, Candida, Abnegante o addirittura Intrepida, i capelli non si toccavano. O forse no, nel caso di Clint doveva toccarli eccome!
Si avvicinò con uno scatto prima che lei potesse attaccarlo e le afferrò i capelli con una mano, tirandoli e stringendo la grossa ciocca. Ann strinse i denti e tentò di liberarsi, tirò pure un calcio che per poco non colpì Clint, ma lui le fece perdere i sensi dopo averle lasciato i capelli ed averla colpita in modo che svenisse e non soffrisse più. I fondo se non fosse stata per quella regola, lei si sarebbe arresa a giudicare dall’espressione dei suoi occhi grigi mentre si dimenava.

-Cinque minuti di pausa!- urlò il capofazione avvicinandosi ad Ann che poco a poco riprese conoscenza. Le sanguinava il naso e i capelli si erano ridotti i fatto di massa.
-Bene, Occhio di Falco.. ti farà piacere sapere che colei che hai battuto è un’ Intrepida-
-Cosa? Pensavo fosse un’ Erudita!-
-Infatti è stata camuffata apposta. Era solo un test per vedere se un Pacifico fosse stato in grado di sconfiggere qualcuno, specie se una ragazza. L’hai battuta ed il risultato verrà contato- Eric si congedò momentaneamente con Ann che gli andava dietro ancora stordita.
“E di lei che ne sarà?”
Sperava non la cacciassero, se perdere per gli Intrepidi era sinonimo di sconfitta totale, allora cosa le sarebbe successo. Si diede dello stupido, più ci pensava e meno riusciva a concentrarsi. Quelle erano le regole e lui doveva adattarsi, anche se un barlume di preoccupazione per gli altri era sempre acceso in lui.
-Prossimo incontro!- urlò Quattro.

***

L’uno di fronte all’altra, entrambi tesi e, se avessero potuto, perdenti insieme perché questo per loro era essere fratello e sorella, due persone che fanno tutto insieme, anche perdere. Ma non era possibile

-Vi muovete ad iniziare?- sbottò Eric dopo l’ennesimo giro di osservazione dei due.
I loro passi erano incerti, dubbiosi e spaventatati. Non si aspettavano una cosa simile e non potevano prevedere come sarebbe finita.
Le mani di Wanda tremavano sebbene il suo sguardo suggerisse determinazione, ma quegli occhi verdi erano capaci di nascondere emozioni profonde come paura ed incertezze. I passi delle sue scarpe da ginnastica erano ben udibili nel silenzio che si era venuto a creare.

Nemmeno quel chiacchierone di Tony proferiva parola. Clint era esausto ma conoscendo la natura dei Pacifici e quei due gemelli che aveva visto allenare era più preoccupato che venissero scoperti per le loro capacità.

Pietro non differiva molto dalla sorella. Sebbene non mostrasse tutta quell’incertezza, aveva qualcosa in più, voleva vincere.
Egoismo? No. Voleva smetterla di sentire addosso gli sguardi adirati e severi del giovane capofazione, entrambi ci avrebbero guadagnato. Wanda forse meno ma era sicuro che si sarebbe ripresa successivamente nei combattimenti successivi.
Doveva essere veloce ma senza farsi notare.

Caricò un pugno che mirava alla spalla della sorella ma lei si spostò leggermente quanto bastasse per schivare il colpo e, con non seppe nemmeno lei quale forza, colpì Pietro con una ginocchiata in pieno ventre, facendolo indietreggiare barcollando.
Wanda respirava a fatica, non tanto per lo sforzo fisico, quanto più per quello mentale riguardante il fatto di aver colpito suo fratello.
Pietro però non aveva cambiato idea e fece in modo che lo scontro finisse al più presto. Aveva notato lo sguardo di Wanda ed aveva saputo leggerlo tra le righe di quelle verdi iridi.
Gli doleva il ventre. Cavolo ne aveva messa di forza! Istintivamente si portò una mano sopra la parte dolorante tenendo, per fortuna, una mano in guardia che servì a parare il pugno di Scarlet che mirava alla faccia.
Facendo ammenda di quello che riuscì ad ascoltare, o meglio origliare, da una conversazione altrui, bloccò la sorella con il braccio dietro la schiena e con l’altra mano le toccò con forza il nervo che si trovava sul gomito, facendola svenire all’istante.

-Mi dispiace, Wanda..- sussurrò prima di compiere quel gesto che decretò la fine dello scontro.
Vittoria! Doveva essere teoricamente felice ma non lo era, era sua sorella dopotutto, ma il fatto di non averla fatta soffrire lo tranquillizzò almeno in parte.
 



n.d.a. Buon pomeriggio! Purtroppo devo dividere il capitolo in 2 perché, come avete potuto notare, mi dilungo abbastanza sulla parte introspettiva.. o forse anche troppo..

Mi scuso se può sembrare noioso..

Ringrazio Kar_08 per la recensione ed ovviamente Alex_001.!!!

Non mi dimentico di ringraziare anche chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate!
spero di aggiornare presto con la seconda parte..!


Alessia
 
 
 

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Capitolo 4
*** Sul ring! (parte 2) ***


Non appena Wanda fu portata in infermeria, Pietro si sedette in disparte con i sensi di colpa che gli pesavano addosso.
Non poteva credere a quello che aveva fatto. Aveva steso sua sorella? Continuava a ripetersi che lei se la sarebbe cavata in futuro, e se non fosse stato così? E se fosse stata eliminata? Non poteva pensarci, non voleva farlo altrimenti si sarebbe rattristato ancor di più.
-Quicksilver.. è tutto apposto?- chiese Bruce distraendolo da quella marea di pensieri negati che stava inondando Pietro.
L’interpellato alzò lo sguardo ed incrociò quello del nuovo amico.

-Sei dispiaciuto per l’incontro con tua sorella, vero?- chiese Clint anche se a dirla tutta sembrava più un’affermazione.
I due gli si sedettero accanto e guardarono Steve che si preparava all’incontro con Peter.
Due ex Candidi, si conoscevano? Probabilmente sì a giudicare dallo sguardo di Peter.

Tony in quella giornata era uno dei due ad essersi evitato il duello anche se era più che consapevole che la giornata successiva sarebbe capitato a lui e la cosa lo preoccupava non poco dato che, come aveva potuto osservare, gli Intrepidi non si risparmiavano neanche i duelli tra fratelli; poteva benissimo combattere contro i suoi amici pur non volendolo..

***

Steve era nervoso, lo si capiva anche da lontano. Peter era sin da bambino un bugiardo che non si risparmiava menzogne nemmeno sotto le regole ferree dei Candidi. Non esitava mai a mentire per puro egoismo e non si risparmiava nemmeno con gli insulti e le prese in giro.
-Ma guarda chi si rivede.. Steve il mingherlino.. fatto palestra ultimamente?- lo schernì Peter.
Steve però non rispose, alzò la guardia, bilanciò il peso corporeo spostando un piede indietro e si preparò a combattere.
-Non mi interessa se hai i muscoli rafforzati.. ti batterò come ho sempre fatto!-
-Questo lo vedremo, Peter il bugiardo-
-Come osi darmi del bugiardo?-
-Preferisci ingannatore? Avanti smettiamola di parlare e concludiamo l’incontro che deve ancora iniziare!-

Cominciarono con ganci destri e sinistri, alcuni andavano a vuoto, altri no. Steve non era intenzionato a perdere e Peter faceva parte di quella cerchia a cui avrebbe tanto voluto prendersi una rivincita.
Lo aveva sempre preso in giro per la sua piccola stazza e per la sua minuta corporatura, Steve non lo aveva mai sopportato e, tutte le volte che aveva provato a difendersi, ci aveva sempre rimesso. Rischiò più volte grosso ma grazie ad un suo amico che lavorava negli Intrepidi come guardia mobile, si era sempre salvato; si faceva chiamare Bucky anche se il suo vero nome era James Barnes. Purtroppo però non lo rivide più e non seppe mai il perché.
Era l’unico amico vero che avesse mai avuto e che non aveva pregiudizi su di lui. Era alquanto insolito per Steve fare amicizia con un Intrepido ma Bucky era l’eccezione della regola, una di quelle persone che non si basano solo sulle voci e pettegolezzi altrui.
Ora poteva avere quella rivincita.
-Non c’è stavolta quel tuo amico a difenderti, Steve!-
-Taci!- gli tirò un calcio sul fianco che lo fece traballare, ma Peter non cadde, anzi, sembrava che l’adrenalina scorresse a ritmi sempre più accelerati dentro di lui.

Bloccò Steve da dietro ma quest’ultimo prontamente lo colpì in pieno stomaco con una gomitata, facendolo cadere all’indietro, tenendo le mani sullo stomaco. Sputò sangue ma non si arrese e lo caricò un’ultima volta prima che Steve lo mettesse al tappeto con un sonoro pugno in faccia che lo fece svenire.
Aveva vinto, si era vendicato per così dire. Stava sudando ma non era stanco anzi, si preoccupò prima dei suoi amici, in particolare di Pietro dato che aveva notato lo sguardo che aveva dopo il combattimento.

***

-Mi dispiace, Scarlet- sussurrò Quicksilver alla sorella distesa sul letto dell’infermeria. Era ancora addormentata, sembrava un angelo dai capelli scuri e la bocca rosea.
Era veramente dispiaciuto, ancora non ci credeva!
Si era precipitato subito in infermeria dopo la fine dell’incontro di Steve, si era accorto che lo stavano seguendo, era riuscito a sentire i loro passi riecheggiare nei corridoi umidi, ma non parlavano, erano silenziosi anche dopo le loro vittorie. Che fossero davvero preoccupati per lui?
Li sentì arrivare e fermarsi sull’uscio dell’entrata.

-Venite- disse senza nemmeno voltarsi.
Li sentì avvicinarsi e sedersi accanto a lui.
-Non siete obbligati a rimanere, potete andare se volete-
-Nessuno ci ha obbligati- disse l’arciere.
-Non ti libererai di noi così facilmente- continuò Bruce.
-Siamo sopravvissuti al primo combattimento- disse inaspettatamente Tony.
-Ma se non hai nemmeno combattuto?- rimbeccò Clint ridendo.
-Giusto, ma ho sofferto con voi- rispose Tony portandosi una mano al cuore per enfatizzare il tutto.
Le risate che seguirono, calmarono Pietro facendolo rilassare.

-Non preoccuparti- sussurrò debolmente Wanda aprendo gli occhi e portandosi una mano sulla fronte.
-Ti sei svegliata! Come stai? Mi dispiace per..- cominciò con un flusso di parole ma fu interrotto da una Wanda che sorrideva comprensiva –Ti ho detto di non preoccuparti, capisco le tue motivazioni. Piuttosto.. perché siete tutti qui?-

La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo di uno degli iniziati, probabilmente li aveva seguiti di nascosto e poi si era messo a correre. Sembrava agitato ed aveva il fiatone. Ora che lo guardavano meglio pareva si chiamasse Al, era un ex Candido, grosso di corporatura e con delle grandi sopracciglia.
-Eric ha detto che dobbiamo seguirlo..! Vi conviene sbrigarvi e lasciarla lì per poco.. non vorrei che Eric se la prendesse con voi- disse indicando Wanda che con un debole cenno acconsentì anche se ad Eric sarebbe importato ben poco del suo permesso.
-Andate subito, ci vediamo domani- disse la ragazza.
I cinque si guardarono per un istante e poi seguirono Al per i corridoi.

***

-Siete arrivati, la prossima volta non allontanatevi senza il mio permesso, chiaro?- disse il capofazione guardando i cinque arrivati in ritardo accompagnati da Al.
-Questo è quello che succede a chi si arrende- continuò lanciando un’occhiata ad una ragazza dalla pelle scura e dai corti capelli neri appesa alla ringhiera della passerella sopra lo Strapiombo.
L’acqua la sta mettendo in difficoltà, le sue mani scivolano toccando la sbarra metallica ma lei riesce a tenersi aggrappata con le sue forze.
-Cinque minuti e poi se ce la farai potrai tornare tra noi-

-Ma è una follia!- esclamò Steve indignato. Una delle cose che non sopportava erano le ingiustizie e questa, a suo parere era una di queste. Una stupida ed insensata punizione. A volte, e quella era una delle occasioni, si chiedeva se entrare tra gli Intrepidi fosse stata una buona idea. Vedere Christina soffrire in quel modo, tra vita e morte, lo faceva arrabbiare. Gli Intrepidi erano dei pazzi se pensavano di risolvere le cose in quel modo.
“Chissà se anche Bucky ha dovuto sottoporsi ad un simile sforzo”.

-Se non sei d’accordo, prendi tu il suo posto-
-D’accordo-
-Steve.. Christina ha finito il tempo e l’hanno riportata tra noi..- disse Tony preoccupato per l’amico.
-Ormai ha deciso- disse Eric sorridendo –Tocca a te e.. sono dieci minuti per la tua obiezione-
Steve non si oppose e si appese allo stesso modo di Christina. Le sbarre erano tiepide, sebbene l’acqua della corrente fosse gelida, le mani della ragazza l’avevano scaldate. Steve però era più forte di lei e non percepiva lo sforzo. Se era necessario per farsi valere lo avrebbe fatto più di una volta.

Non sapeva quanto tempo era passato, sapeva solo che l’acqua stava cominciando a penetrargli fino alle ossa da quanto era gelida, la maglietta stava diventando aderente e sottile come una seconda pelle, mettendo in risalto il suo fisico, ma non era sufficiente per farlo mollare, ci voleva ben altro.

“Chissà cosa penserebbero Peggy e Bucky di me”. Peggy, il solo pensare a lei lo fece stare meglio e gli diede più forza. Si chiedeva cosa avrebbe pensato di lui, se era uno sciocco sentimentalista o se era coraggioso.
A quel punto non seppe più dare una definizione di coraggio.

-Il tempo è terminato- disse Eric allontanandosi e congedando tutti.
Steve rifiutò l’aiuto e si tirò su da solo con le proprie forze, appena mise piede sulla passerella, qualcuno di diede una giacca per scaldarsi.

Stava per andare via ma una voce lo fermò –Non c’era bisogno che lo facessi- era Christina. Sembrava rilassata dopo quello che le era successo, se lo meritava, era stata brava a non mollare.
-Invece sì, era necessario. Quello che ti ha costretto a fare era orribile e non temo le mie parole-
La ragazza accennò un sorriso –Sai.. credo che alcuni tratti delle nostre vecchie fazioni, per quanto cerchiamo di dimenticarcene, rimangano sempre con noi, emergendo di tanto in tanto-
Christina se ne andò e Steve fece lo stesso seguendo i suoi amici. Quello che ci voleva era una doccia bollente e poi sarebbe andato a dormire. Non aveva rimpianti, anzi, era fiero del suo gesto e ringraziò mentalmente quel siero del test per averlo reso così.. forte. Senza di quello probabilmente sarebbe finito nello Strapiombo.

***

Un altro giorno di combattimenti e stavolta Tony non se la sarebbe scansata. Lo avevano messo contro Steve che non si era tanto stupito. Probabilmente Eric voleva fargliela pagare ancora per il suo gesto del giorno precedente.
Prima di loro però toccava a Tris contro Peter che sembrava essersi ripreso un po’ dopo la  batosta del giorno precedente.

-Qualche problema Peter? Sembri malconcio..- lo schernì Tony, Peter però era concentrato sulla su avversaria che sembrava impaurita dallo scontro.
Cominciano e sembra che lui voglia giocare con la preda come fa un gatto con il topo. Sfortunatamente Eric se ne accorge e gli intima di sbrigarsi.
In poco tempo Tris viene sconfitta e sviene, per sua fortuna.
Peter quel giorno ha vinto contro due persone, Drew e Tris. Sembrava soddisfatto a giudicar dalla sua espressione trionfante.

***

Steve contro Tony. Ultimo combattimento. Gli altri, Scarlet compresa avevano finito e, come Pietro aveva immaginato, la sorella aveva vinto con facilità e stava recuperando.

Posizionati l’uno di fronte all’altro con la guardia alta erano pronti, o almeno all’apparenza, perché entrambi non volevano fare sul serio ma erano obbligati.
-Su dai.. non avrai paura vero?- chiese Tony in modo scherzoso per alleggerire la tensione creatasi. Era il suo modo per dire che non avrebbe mai voluto fare una cosa del genere ed in quel momento capì come si dovettero sentire i due fratelli sul ring.
-Tu invece? Non avrai mica la coda di paglia nascosta da qualche parte?- rimbeccò Steve utilizzando lo stesso tono.
I loro sguardi si incrociarono un’ultima volta prima di cominciare a darsele di santa ragione, quel fugace sguardo lasciò intendere che, qualunque cosa fosse successa, sarebbero rimasti amici.
Steve colpì Tony con un montante allo stomaco che fece indietreggiare l’avversario. Steve continuò a colpirlo ma Tony era veloce e schivava facilmente. Gli fece uno sgambetto e quando Steve cadde a terra si preparò ad atterrare su di lui.


Ma non funzionò. Steve fu veloce e si scasò prima che la gomitata di Tony gli colpisse l’addome.
Il contraccolpo subito dal ex Erudito, gli causò un forte dolore che lo costrinse ad indietreggiare. Tony strinse i denti dal dolore e nel frattempo la zona lesa si gonfiò. Si fece una diagnosi in pochi secondi grazi a tutti i libri di medicina che aveva letto ed il risultato fu che si trattava di una botta. Non una qualsiasi ma per fortuna non c’era nulla di rotto.
-Tutto qui? Riesci solo a farmi uno sgambetto?- Steve stava dando fondo a tutta l’ironia tagliente che possedeva pur di non apparire debole. L’apparenza stava davvero creando problemi.
Tuttavia Tony comprese il vero significato di quelle parole. Non era questione di apparenza, ma era questione di tempo. Tony doveva sbrigarsi a stenderlo, praticamente lo stava lasciando vincere, ma il giovane genio non era dello stesso avviso, voleva lasciare la vittoria al Candido.
-E tu non sai fare altro che schivare?- rimbeccò Tony.
Quel combattimento stava diventando più verbale che fisico. Si trattava di capire le parole dell’altro, di leggere tra le righe di quei suoni prodotti da ciascuna bocca.

Entrambi si caricarono, misero tutta la loro forza in un pugno che mirava alla faccia dell’altro e che andò a segno in un unico istante.
Stessi deboli suoni, stessa quantità di sangue mista a saliva che uscì con uno sputo dalle loro bocche. Stessa voglia di finire l’incontro.
Finirono a terra.

“Non posso permettere che si ammazzino a vicenda”

Wanda senza farsi vedere fece in modo che svenissero anche se già entrambi erano nel mondo dei sogni pensando che l’avversario avesse vinto.
Anche se il gesto di Wanda fu vano, ella si sentì rilassata nel sapere il risultato dell’incontro. Aveva capito le loro intenzioni, voleva aiutarli ma avevano fatto tutto da soli. Chissà cosa avrebbe pensato Eric del pareggio, sicuramente non l'avrebbe presa bene avrebbe trovato un modo per fargliela pagare. Al momento però a nessuno importava della sua opinione.
 
 


n.d.a. Ecco la seconda parte!

Forse il titolo non è in perfetta concordanza come con la prima parte ma questo capitolo mi serviva anche per chiudere il girone dei primi combattimenti..

Ringrazio Raven03 e Alex_001 per le recensioni e tutti quello che continuano a leggere questa storia!

Comunque se non l’ho già detto, il titolo me l’ha suggerito involontariamente mio fratello per scherzo.. io ovviamente l’ho preso sul serio, e lui continua a dirmi che sono matta..
Boh, volevo dirvelo anche perché voleva essere considerato..
 
 
 

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Capitolo 5
*** Cacciatore e Preda ***


Un altro centro seguito da delle leggere pacche sulla spalla da parte dei suoi compagni, lo fece sentire attivo.
Quelle giornate di allenamento erano state dure anche per lui, ma infondo era un Intrepido, doveva essere pronto ad ogni caso e un semplice allenamento poteva considerarsi nullo di fronte agli imprevisti che potevano capitare. A volte l’orgoglio era la causa di parecchie risse e, se i suoi compagni non lo avessero fermato prima, probabilmente Thor avrebbe ucciso qualcuno con la forza che aveva sviluppato e che stava potenziando.

-Sai per caso quando giocheremo a ruba bandiera?- gli disse Fandral, poggiando per terra alcuni attrezzi.
-No, Lauren non ha detto nulla ma non dovrebbe tardare, essendo una tradizione dovrà essere celebrata a breve dato che tra non molto finisce il primo modulo- rispose Thor asciugandosi con un panno il sudore che gocciolava dalla sua fronte.
-Io so che i trasfazione verranno accompagnati alla recinzione per vedere dei futuri lavori che potranno svolgere dopo l’iniziazione- disse Volstagg entrando nella conversazione.
-Questo SE supereranno tutti i moduli- continuò Sif lanciando un coltello contro un bersaglio ovviamente centrato in pieno.
-Dai Sif, dagli almeno delle possibilità- si intromise anche l’ultimo del gruppo, Hogun.

Sebbene non parlasse quasi mai, le sue parole non sfioravano mai il ridicolo o il crudele, era sempre realista e uno dei più ottimisti
-Il livello di quest’anno mi sembra scarso, tutto qui- rispose la donna dai capelli corvini andando a prendere l’arma.
-O forse sono semplicemente cambiate le modalità dell’iniziazione. Gli anni scorsi non erano così selettivi- rispose di nuovo Hogun.
-Cambiamo argomento. Ehi, Thor prova a lanciare questo!- lo sfidò Volstagg indicando un martello che però non riuscì a sollevare dalla pesantezza. Sembrava come incollato al pavimento e nessuno di loro si era accorto della presenza di quell’oggetto prima.

-Non riesci neanche a sollevarlo..- lo punzecchiò Fandral –E dire che sei di corporatura massiccia..-
-Sfido anche te a sollevarlo, poi vediamo- si guardarono negli occhi, sfidandosi silenziosamente. Se neanche Volstagg ci era riuscito, cosa poteva fare quel mingherlino di Fandral?
Volstagg si beò tra i suoi pensieri mentre guardava l’amico in difficoltà che però non dava segni di cedimento anche se era visibile a distanza che non riusciva a sollevare quel martello sbucato dal nulla.
Thor aveva accettato la sfida e, dopo l’ennesimo sbuffo del biondo amico si alzò dal seggiolo dove era seduto e si diresse verso il punto dove i due si stavano sfidando a occhiatacce.
Fece schioccare le dita e disse sorridente –Bene, adesso tocca a me!-

***

Si svegliarono solo grazie ai rumori di piedi che si muovevano di fretta come se dovessero prepararsi per una maratona.
-Che ora è?- chiese ancora addormentato Clint.
-Non so.. so solo che è presto- gli rispose Steve più o meno nella condizione dell’amico. Si era addormentato facilmente ma aveva avuto più di un incubo. Aveva sognato di essere appeso di nuovo alle ringhiera, stavolta per i pollici o per i piedi. Nel sogno non aveva paura, sentiva dentro di sé che lo stava facendo per una buona causa ma qualcosa lo spaventava, e non era la morte o la sconfitta.
-Perché c’è tutto questo rumore?- continuò Tony sbadigliando.
-E che ne so, sei tu il genio- rispose Wanda coprendosi le orecchie con il cuscino. A differenza di Steve, lei era tranquilla ma restava comunque assonnata.

-Se non erro, ieri Eric o Quattro aveva dato un avviso, dobbiamo andare da qualche parte mi sa..- disse Bruce che, lentamente, si stiracchiò facendo scrocchiare le ossa della schiena.
-Oh cavolo.. Bruce ha ragione! Svegliatevi se non volete dormire assieme agli Esclusi!- scattò Pietro, ormai sveglio dopo tutto quel bisbigliare e parlare a bassa voce.
Perché sì, erano tutti mezzi addormentati ma riuscivano lo stesso a comunicare anche se lentamente o emettendo versi poco comprensibili.
-Perché?- chiesero in risposta tutti.
-Dobbiamo andare alla recinzione per vedere dei nostri futuri lavori.. ma dove eravate ieri con la testa?-
-Io ero svenuto- disse Steve ormai in piedi. Barcollava un po’ ma l’idea di perdere tutto per colpa di una dormita non lo allettava affatto.
-Io gli facevo compagnia- rispose Tony.
-Vado a prendere qualcosa per colazione, voi muovetevi- disse Pietro correndo alla sua maniera.
Mantenendo i lenti ritmi, si vestirono ed aspettarono Pietro. Quasi tutti erano coperti fino al collo perché avevano intuito il freddo che poteva esserci di mattina.

Clint, senza farsi scoprire seguì silenziosamente Pietro che nel frattempo cercava di farsi scoprire il meno possibile. A quell’ora nessuno si aggirava tra i bui corridoi degli Intrepidi, gli fu facile prendere qualcosa dalla mensa. Nessuno lo notò, era talmente veloce che fu scambiato per un venticello che si era infiltrato da qualche fessura.
Con la stessa velocità tornò indietro. Vedeva le cosa attorno a sé sfocate ma se c’era da notare qualcosa lo faceva senza problemi, e fu questa sua capacità che gli permise di notare qualche figura muoversi nell’ombra.
Le luci a neon non aiutavano a distinguere la fisionomia degli individui, quindi non riuscì a capire neanche di che sesso erano. Quando si accorse che stavano venendo verso la sua direzione, scattò alla velocità della luce.
Per sua sfortuna (o fortuna?) fu intercettato da Clint che, avendo adocchiato il pericolo si nascose in modo da passare inosservato.
Vide delle figure, non riuscendo a capirne il sesso dato l’abbigliamento simile a dei ninja, che lo sorpassarono senza notarlo. Avevano in mano una specie di telefono portatile all’antica collegato a delle cuffiette negli orecchi di quello che sembrava essere il capo.
Non appena lo superarono e distanziarono, Clint che ormai conosceva la maggio parte dei corridoi, corse per raggiungere l’amico velocista.

Per fortuna non incontrò nessuno. Vide Quicksilver che stava per svoltare verso i dormitori; si era portato il suo arco e scoccò una freccia che si conficcò nel muro proprio vicino alla testa di Pietro. Quest’ultimo girò la testa di scatto come farebbe una preda dinanzi al suo predatore, spalancò gli occhi e aprì leggermente la bocca per la sorpresa ma quando vide che era solo il suo amico Occhio di Falco, i suoi occhi chiari divennero meno tesi.
-Li hai notati anche tu, vero?- esordì Clint mettendosi sotto la luce della lampada in modo da farsi vedere del tutto.
-Sì.. mi è sembrato strano ma alla fine potevano essere chiunque- Pietro incrociò la braccia al petto e lo guardò incuriosito.
-No, li ho visti, erano vestiti in modo strano ed era evidente che stessero parlando con qualcuno che forse conosciamo. Non ho idea di chi. Dimmi Quicksilver, secondo te perché degli sconosciuti vestiti di nero dovrebbero aggirarsi nella base degli Intrepidi?-
-Non ne ho idea- disse sincero Pietro facendo spallucce e appoggiandosi al muro con fare disinvolto –Ma non posso nascondere che mi sembravano strani. Che si fa?-
-Per ora niente, aspettiamo e vediamo cosa succederà e soprattutto non diciamo nulla agli altri, per ora..- Clint staccò la freccia dal muro e la rimise nella faretra.
-Carino l’arco..- disse Pietro prima di aprire la porta.
-Tu invece sei una veloce come un fulmine..- gli battè una leggera pacca sulla spalla prima di varcare la soglia.

***

In treno per l’ennesima volta dovettero ascoltare le piccole litigate e prese in giro da parte di Peter verso Tris, per fortuna intervenne Quattro altrimenti i battibecchi sarebbero durati fino alla fine del viaggio.
Ognuno aveva mangiato la sua piccola colazione che Pietro aveva distribuito prima di salire sul treno. Ora avevano finito e guardavano fuori dai finestrini della vettura. Erano stanchi ma svegli.
Quando il treno frenò, segno che erano giunti a destinazione, non persero l’equilibrio come alcuni  e scesero senza problemi.
Seguirono Quattro senza fiatare. A Bruce quel luogo sembrava familiare, ebbe una specie di dejà-vu come se ci fosse già stato. Provò a pensare ma non gli venne in mente nulla, forse era stato Hulk a portaglielo una volta ma non ne aveva memoria.

I tre ex Pacifici invece cominciarono ad avere spacchi di memoria della loro vita tra i campi. L’unico che non provava nostalgia era l’arciere, in fondo a lui non era mai piaciuta una vita così tranquilla, i gemelli invece cercavano di nascondere la nostalgia guardando e pensando ad altro anche se i loro stomaci continuavano a contorcersi.
La tranquillità gli mancava molto ma non disdegnavano la loro nuova vita. La Cerimonia della Scelta, l’Iniziazione erano fatti per mettere fine al percorso dell’infanzia ed iniziare quello da adulti anche se l’età adolescenziale di mezzo era piena di ostacoli e limiti da superare ed infrangere, la nostalgia del passato era uno di quelli.
-Ehi, cosa c’è dopo i vostri campi?- li risvegliò da quello stato di trance Tony che ne aveva approfittato per indossare i suoi amati occhiali da sole.
-Non lo sappiamo- rispose Wanda.
-Non ci era permesso oltrepassare i limiti, dicevano sempre che c’erano pericoli e che la vita non esisteva- continuò il fratello grato all’amico per averlo distratto.
-Alcuni che hanno oltrepassato i confini non hanno più fatto ritorno- continuò Clint mentre osservava gli Intrepidi lavorare alla recinzione.

Quattro cominciò a spiegare. Disse che se non venivano classificati tra i primi nove avrebbero lavorato alla recinzione. Fu interrotto solo una volta da Will.
La risposta alla domanda di Peter li lasciò senza parole. Si era classificato primo ed aveva scelto di fare da insegnante e lavorare al centro di controllo. Lo sgomento dell’ex Candido era giustificato e comprensibile. Tutti si chiesero perché e, quando Peter concretizzò quei pensieri sotto forma di domanda, la risposta fu un semplice “Non lo volevo”.
Mentre gli altri iniziati ascoltavano Quattro e gli Intrepidi spiegare, Tony si allontanò dal gruppo per osservare meglio la recinzione. Come previsto era piena di guardie armate ma la cosa che lo stranì di più fu il cancello stesso: non aveva la serratura all’interno ma all’esterno.
“Perché? Che senso avrebbe?” furono i primi pensieri di Tony. Poi scosse la testa e rise silenziosamente, comportamento che, per alcuni risultò alquanto strano.
“Dai.. è semplice.. solo che non voglio crederci! Ci vogliono tener dentro? Che assurdità, di sicuro sarà il sole e quella musica campagnola!” disse tra sé e sé.
Musica campagnola?

Tony si girò e vide che un camion con dei Pacifici se n’era appena andato e dentro la vettura, un ragazzo stava suonando un banjo. Notò che anche la ragazza di nome Tris si era allontanata e, dal suo sguardo capì che anche secondo lei qualcosa non andava.
Anche se i loro sguardi si incrociarono per poco, Tony riuscì a percepire quella piccola vena di curiosità assolutamente anormale per un’Abnegante. Non appena Quattro si avvicinò a Tris, Tony si dileguò, raggiungendo il gruppo verso i binari.

-Tony, ti sei perso la spiegazione- lo rimbeccò Steve.
Il genio sbuffò –Dai, non dirmi che eravate veramente interessati!-
-In effetti no.. anche se potrebbero essere i nostri lavori in futuro..- rispose Bruce.
-Mi dispiace per voi, ma io non mi piazzerò in quelle posizioni..- rispose pacato e con una certa ironia nella voce, Tony.
-Ah si? E dove penseresti di piazzarti?- chiese Clint interessato alla conversazione.
-Ovvio, falchetto. Primo, dove sennò?- allargò le braccia come se la cosa fosse ovvia.
-Secondo, io sarò primo- rispose Clint.
-Per favore ragazzi..- si intromise Pietro –Sapete tutti che vi batterò-
“Se lo sapesse Hulk..”

***

-Forza ragazzi! È arrivato il momento di giocare!- urlò Lauren nel dormitorio degli Intrepidi.
Natasha era già pronta, aveva sentito (o quasi origliato) Eric parlarne con Quattro, e decise che era meglio non farsi trovare impreparati, infatti fu la prima ad uscire ed a seguire Quattro ed il capofazione verso il dormitorio degli iniziati.
“Poverini” si ritrovò a pensare. Sapeva che per i trasfazione la vita da Intrepidi era dura e costava loro il doppio della fatica, quanto sarebbe stato difficile alzarsi dal letto dopo un altro giro di combattimenti?
“Chissà come starà Lui..”
-Tutti in piedi!- urlò qualcuno.

Natasha vide che si vestivano a fatica, alcune di loro erano coperte solo da una maglia semi-lunga.
E poi lo vide, fu solo un attimo perché erano loro che dovevano sbrigarsi se non volevano subire le ire di Eric o peggio, vivere da Esclusi. Clint fece finta di non vederla anche se la sua vista infallibile non sbagliò neanche questa volta, la vide eccome! Doveva solo sbrigarsi a vestirsi.
Dovettero prendere un fucile, o delle pistole a testa e dei proiettili di vernice.
Natasha notò che Clint aveva con sé il suo arco e che Eric non aveva battuto ciglio al riguardo, anzi era curioso di vedere come se la sarebbe cavata. Eric era come un gatto a cui piaceva giocare con le prede: prima vedeva le loro potenzialità e poi decideva la loro sorte.
Gli altri iniziati, trasfazione, sembravano quasi a loro agio. L’addestramento stava dando i suoi frutti, pensò Natasha mentre con agilità felina balzò sul treno con due pistole e parecchie munizioni di vernice.
Quando tutti sono entrati, Eric spiegò che ci saranno due squadre miste, ovvero tra trasfazione ed interni. Una squadra scenderà per prima e cercherà un posto in cui nascondere la bandiera. Poi toccherà alla seconda.

Essendo una tradizione della fazione, bisognava prenderla seriamente, soltanto Thor ed i suoi amici sembravano entusiasti davvero, gli altri erano felici, Natasha era normale, nessuna emozione poteva essere scorta in lei a parte un senso di sfida che saettava nei suoi occhi verdi in contrasto con i capelli rossi come le sue labbra che di tanto in tanto prendevano la piega di un sorriso che scopriva i denti bianchi e perfetti.
Qualcuno chiese cosa si vince e Quattro gli rispose alla solita maniera piuttosto vaga “Vinci che hai vinto, naturalmente”.
“Che genio!” pensò Natasha ironicamente.
I capisquadra ovviamente sarebbero stati loro due. Eric e Quattro che costrinse “l’amico” (anche se era chiaro da un miglio che quei due non si sopportavano) a cominciare con la selezione.
Purtroppo le squadre non erano pari in fattore numerico, infatti quella di Eric contava undici persone mentre quella di Quattro aveva un componente in più.

Quattro: Tris, Christina, Will, Drew, Marlene, Uriah, Tony, Steve, Scarlet, Quicksilver,Thor, Vedova Nera.

Eric: Edward, Peter, Molly, Al, Myra, Sif, Fandral, Hogun, Volstagg, Bruce, Occhio di Falco.

Erano nemici. Si guardarono giusto un attimo prima che lei saltasse giù dal treno dato che era nella prima squadra. Il loro sguardo fu di sfida misto a curiosità sulle mosse dell’altro.

***

Una compagna di Natasha provò a farsi dire da Quattro dove avevano nascosto la bandiera quando toccò a lui giocare e, ovviamente Quattro non rispose. Ci pensò Uriah a rispondergli e così si diressero verso il molo.
Secondo Natasha non era un’idea del tutto errata scegliere un luogo già conosciuto, ma non era neanche del tutto giusta. Se era già conosciuto ed esplorato, allora anche la squadra nemica poteva esserne a conoscenza; in sostanza erano un facile bersaglio.
Nonostante questo però, Natasha non si scoraggiò e promise a se stessa che a qualsiasi costo lei avrebbe protetto la bandiera, meglio ancora se il suo avversario fossi stato Occhio di Falco. Li potrebbe stanare subito e per entrambi sarebbe una sfida senza esclusioni di colpi e strategia.

Dovevano camminare sui ponti perché i resti del fiume, cioè fango, erano ancora presenti. Era buio ad un certo punto e, anche se non ne aveva timore, Nat mise i sensi all’erta. Marlene accese una torcia che spense subito dopo una provocazione da parte  di Uriah.
“Devono sempre fare così?”
Un conto era lo spirito di autoconservazione, un altro era l’idea di stare attenti a dove si mettono i piedi. Poco più in là, infatti, Nat poté udire la voce di Scarlet che imprecava a denti stretti. Da come parlava probabilmente era rimasta impigliata in qualcosa di non identificato.

Seguirono delle risatine. Senza accorgersene, Nat accelerò il passo, raggiungendo il gruppetto che ora era silenzioso anche se si percepiva, se molto vicini a loro, i respiri delle loro risate che diventavano nuvolette di vapore non appena uscivano dalle loro bocche.
Aveva imparato a distinguere ogni cosa. Ognuno di loro aveva un odore di alito differente. Inevitabilmente e con sua grande sorpresa si ritrovò a pensare all’odore di Clint, chiedendosi di cosa potesse sapere, o al suo alito riferendosi a cosa potesse aver mangiato.
“Che stupida! Devo concentrarmi sul gioco, non posso distrarmi!”

Costeggiarono il molo passando accanto ad una vecchia ruota panoramica. Era incredibile pensare che una volta era una giostra funzionante e che la gente pagava per farci un giro.
C’è chi si sfidò a saltare la palude. Non capivano che non c’era tempo da perdere?
-Non dovremmo nascondere la bandiera?- chiese Tony.
-Solo perché sei un genio, non vuol dire che devi sempre aver ragione. Io propongo di fare la guardia qui mentre alcuni andranno allo scoperto-
-Io dico che sei un idiota-
-Siamo entrambi ex Eruditi, se lo sono io lo sei anche tu..-
-Esistono le eccezioni, Will-
-La smettete di litigare?- intervenne Thor, uno dei pochi interessati al gioco.

Quattro non diceva nulla, si limitava ad osservare mentre tutti proponevano idee diverse, in fondo l’unica cosa che no gli sarebbe andata giù era il fatto di perdere contro la squadra di Eric, non altro.

***

Clint era piuttosto disinteressato alla strategia da adottare. Avevano scelto il parco oltre il molo. Posto discreto, ampio e circondato da alberi che dovrebbero fare da copertura. Si appollaiò su un albero con l’arco a portata di mano e le frecce-munizioni al suo fianco.
Teneva i sensi all’erta e soprattutto aguzzava la vista. Si era staccato dalla squadra perché oltre a Bruce non andava d’accordo con nessuno. A proposito, dov’era Bruce?
Girò la testa lentamente, osservando con minuziosa attenzione ogni particolare che richiamava la sua attenzione. Scorse una figura poco distante da lui che si muoveva nell’ombra, per un momento pensò a Vedova Nera, poi però vide i capelli corti e gli occhiali e si rilassò.
-Bruce, come mai qui?-
L’interessato sobbalzò –Ehm.. diciamo che non mi piace arrabbiarmi con le persone..-
A Clint venne un dubbio –Dimmi un po’, conosci quel coso verde che una volta arrivò dai Pacifici?-

Bruce non si trattenne più, non fu solo il fatto di essere chiamato “coso”, non riusciva più a tenersi tutto dentro. Sapeva che di Clint poteva fidarsi, si era accorto quando durante il primo allenamento con i sacchi lui e Tony avevano sospettato qualcosa e quindi, dato che non avevano detto nulla, pensò che non dovevano essere cattive persone.
-Sì.. non ti chiederò come fai a saperlo, non ora almeno..-
-D’accordo, fidati se ti dico che ho una buona vista- lo guardò e gli sorrise –Se vuoi allontanarti dalla mischia, mettiti su un albero per fare da cecchino anche se non hai una mira perfetta. Almeno il coso verde non si farà vedere-
-Si chiama Hulk, non coso verde.. stai attento.. si offende facilmente..-
-Preparati.. stanno arrivando! Io vado avanti.. vedi di non chiamare Hulk..-

***

Dopo aver deciso, grazie a Tris, la strategia, si prepararono all’assalto.
Si misero a correre stando comunque attenti a non fare rumore.
-Vedova Nera! Stai attenta!- la richiamò gentilmente Steve.
-Steve ha ragione, dovremmo decidere chi va avanti e chi copre le spalle che ne dite?-
Il resto del gruppo annuì e decisero che Vedova Nera sarebbe andata avanti assieme a Thor, Steve, Tony, e il gemelli Maximoff mentre il resto della squadra sarebbe andato a cercare la bandiera.
Si divisero definitivamente e in silenzio si rimisero a correre con le dita premute sui grilletti dei fucili o delle pistole a proiettili di vernice.
Pietro cercava di non farsi notare in fatto di velocità anche se tutti in qualche modo se ne erano accorti e non dicevano nulla, in fondo la sua velocità non poteva essere che un bene per la squadra. Pietro dal canto suo si sentiva diverso, non percepiva più sguardi di disgusto o di antipatia, sentiva su di se un calore che solo con sua sorella percepiva, si sentiva accettato per quello che era.

-Chissà se questi fucili sparano davvero colori..- disse sottovoce Tony.
-Non fare ca..- Wanda non fece in tempo a finire la frase che un proiettile partì dal fucile dell’ex Erudito, andando contro un albero, sfiorando per poco Thor.
-Per poco non mi centravi la guancia, Tony-
-Complimenti, genio!- lo rimproverò sarcastico Steve mentre si sentivano chiaramente i passi di qualcuno che correva e pestava le foglie per terra.
-Vado io- disse Nat.
-Io vengo con te- si aggiunse Wanda desiderosa di aiutare una delle poche ragazze che conosceva. Non sapeva ancora dare un giudizio su Natasha, l’unico indizio che la sua esperienza le forniva era che non l’aveva rifiutata né fermata, si era limitata a fare un cenno per seguirla.

Riuscivano a sentire le urla e i rumori dei fucili che sparavano, urla di persone colpite o di persone esultanti, era una cacofonia indistinta che le due ragazze non potevano permettersi di analizzare.
Purtroppo però furono intercettate dall’arciere che aveva cambiato postazione insieme a Bruce che l’aveva seguito ed ora si trovavano faccia a faccia con Nat e Wanda in posizione di attacco.
-Ma guarda un po’- disse beffardo Clint –Hanno mandato voi come diversivo?-
Natasha in risposta, sparò un colpo che sfiorò l’orecchio di Clint che continuava a sorridere.
-Direi che è stata una pessima mossa- le disse sentendo dietro di lui Bruce che si stava trasformando. Quando Hulk fece la sua comparsa ruggendo ed impugnando il fucile come se fosse un giocattolo, le due ragazze capirono che era arrivato il momento di fare sul serio.
-Sfida accettata- disse Natasha cominciano a sparare ad Hulk che si comportava come se i proiettili non gli facessero nemmeno il solletico.
-Sono io il tuo avversario- le disse Clint puntandole una freccia.

Hulk ruggì e Wanda schivava i colpi in continuazione. Lo sapeva che i proiettili non avevano effetto contro di lei quindi si decise ad usare il suo asso nella manica: la manipolazione mentale.
Fece sì, in poco tempo, che Hulk cadesse  a terra addormentato, ritornando nei panni, ormai strappati di Bruce.
-Va avanti- la esortò Natasha mentre sfidava a colpi di karate ed altre arti marziali Occhio di Falco che, pur essendo stato un Pacifico, non aveva nulla che lo rispecchiasse in quel momento della sua ex fazione che a lei tanto mancava.
Scarlet si limitò ad un cenno e continuò a correre verso le urla maggiori. Pensava che i due ragazzi appena incrociati fossero l’unico ostacolo tra la squadra di Quattro e quella di Eric.
Ma si sbagliava.

-Dove credi di andare?- una voce femminile le giunse alle orecchie e da dietro un albero sputò una ragazza dai capelli neri ed il fisico snello, accanto a lei comparvero altri tre ragazzi, ognuno con una fisionomia diversa.
-Lo sai che sei in trappola, vero?- la canzonò Sif mentre Wanda veniva accerchiata.
-Io non direi- altre voci. Questa volta a lei conosciute.
Poco dopo dietro di lei arrivarono Thor, Steve, Tony e suo fratello pronti a darle man forte.
-Sif, non ti lascerò sconfiggere Scarlet così facilmente, siete quattro contro uno, non è leale- disse Thor pronto ad attaccare in caso di una mossa falsa.
-In amore e in guerra tutto è lecito. Slealtà compresa, Thor-
-Boccoli d’oro, ti daremo una mano noi- Tony gli diede una leggera pacca su una spalla, lo stesso fece Steve e Pietro. In questo modo erano pari e, in pochi secondi quel piccolo spazio divenne teatro di colori e spari dove le persone correvano e si nascondevano elaborando una strategia vincente.

Pietro era veloce ma Fandral non era da meno.
Sebbene Thor fosse affezionato a Sif, non si risparmiò di provare a colpirla, con scarsi risultati dato che quest’ultima era veloce ed agile, cosa che ovviamente Thor si aspettava da lei, dopotutto si conoscevano sin da piccoli.

Wanda nel frattempo proseguiva da sola. I rami le graffiavano il viso e fu costretta a coprirlo con la sciarpa e, già che c’era si tirò su anche il cappuccio perché il freddo, nonostante la corsa e la conseguente scarica di adrenalina, si faceva sentire.
Per la terza volta si trovò qualcuno davanti. Non seppe identificare chi, vedeva solo che era più alto e robusto rispetto a lei e che le puntava il fucile carico.
-Nessun altro uomo passerà di qui- disse il ragazzo .
Wanda osservò meglio il paesaggio attorno a sé. Vide dopo un po’ che la bandiera nemica era appesa ad un ramo di un albero piuttosto alto, scorse anche delle figure che stavano per raggiungerla; la vittoria era vicina.

-Io non sono un uomo*!- si tolse cappuccio e sciarpa e sparò alla gamba del malcapitato che si rivelò essere Al, il quale si accasciò a terra premendosi una mano nel punto in cui era stato colpito. Non provava rimorsi particolari, era dispiaciuta e basta.

Nello stesso momento in cui Al cadde, Wanda vede Christina prendere la bandiera, seguita da urla di gioia.

***

Erano esausti, non c’era stata nessuna esclusione di colpi. Corpo a corpo, precisione ed altri elementi erano stati protagonisti di quello scontro che terminò subito dopo le grida di gioia della squadra di Natasha.
Vedova Nera sorrise mentre era seduta per terra ad osservare l’amico che si massaggiava le parti colpite.
Bruce era stato spostato dalla battaglia, in modo che Hulk non potesse farsi vivo di nuovo.

Quello scontro fu una prova reciproca della forza dell’altro e la conferma che entrambi davano del filo da torcere agli avversare e che quindi non dovevano sottovalutarsi a vicenda, in nessuna occasione.
-A quanto pare avete vinto- commentò senza emozioni Clint sdraiandosi sull’erba ormai segnata dalle impronte di scarpe e vernice.
-A quanto pare, sì- rispose Natasha sdraiandosi accanto a lui ad osservare le stelle.
 

n.d.a. rieccomi!! Stavolta il capitolo è più lungo del solito! Capitoli così lunghi non li facevo/vedevo dalle mie prime ff..! spero di non essere stata pesante, ma dividerlo in due sarebbe risultato nullo o poco piacevole.. ho cercato di inserite più o meno tutti i punti di vista ma è ovvio che la Clitasha è dominante..!

* citazione dal Signore degli Anelli. (si capiva ma è sempre meglio specificare..)

(La lunghezza del capitolo è anche dovuta al fatto dei tempi di aggiornamento)

Spero che vi sia piaciuto!

Alessia
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** decisioni e dubbi ***


Durante il viaggio di ritorno lo spettacolo variava da chi come Peter, Molly e Drew, sporchi di vernice e con uno sguardo seccato e infuriato per la sconfitta, a chi esultava per la vittoria.

Natasha e Clint avevano smesso di guardarsi, forse per non dare troppo nell’occhio o forse perché non accettavano ancora la situazione. Per entrambi, aprirsi in quel modo era stato qualcosa di inaspettato; nessuno dei due però non poteva dire che non era stato piacevole.

Bruce era sollevato: quasi nessuno si era accorto di Hulk a parte Natasha e Wanda. Mentalmente ringraziò quella ragazza con quei poteri alquanto strani. Certo, lo aveva addormentato in poco tempo, però l’essere messo fuori gioco così velocemente non era stato molto gradevole. Non ricordava esattamente cosa successe in quel lasso di tempo, gli venivano in mente immagini sfocate e confuse di una mano che lo carezzava come un bambino.

I suoi abiti non erano messi tanto male, dopotutto aveva dormito lontano da tutto quel caos.

Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dai movimenti del treno e ascoltando distrattamente le conversazioni altrui.

Tony non era stato mai così esausto. Senza la sua armatura aveva tenuto testa agli avversari, ma le energie consumate erano il doppio di quelle che usava con Mark. Gli allenamenti durante quei giorni, lo avevano rafforzato tanto da far stancare Hogun. Il loro incontro era stato un mix di forza fisica e tattiche basate sulla conoscenza dei punti deboli del corpo umano e Tony dovette ammettere che, per essere un Intrepido, Hogun era davvero scaltro e intelligente.

Guardò il suo avversario, sporco di vernice colorata quanto lui ed entrambi, incrociati gli sguardi, si sorrisero come a farsi reciprocamente i complimenti.

Steve al contrario non era molto stanco, e nemmeno Volstagg che, con la sua stazza, gli aveva dato del filo da torcere e parecchi colpi colorati che facevano sembrare Steve un quadro vivente.

Volstagg invece, aveva la barba di mille colori, come se una spugna li avesse assorbiti.

Ad un certo punto del viaggio, Uriah, si mise a giocare con un proiettile di vernice che però, a causa di una virata del mezzo, gli esplode in faccia e di conseguenza in bocca, scatenando delle risa generali.

Pietro decise di imitarlo, contando sul fatto che il suo equilibrio fosse più stabile di quello dell’amico. Ormai, dopo quell’esperienza cominciava a pensare che si sarebbe fatto più di qualche amico.

Giocherellando con un proiettile, si avvicinò a Tony fingendosi calmo e rilassato e nascondendo il piccolo oggetto tra le dita.

-Tony, che macchia è questa?- indicò un punto della maglietta abbastanza vicino al collo dell’amico e, approfittando del fatto che quest’ultimo guardò il punto indicato, gli fece esplodere il proiettile in faccia.
Non aveva contato però che Tony non si era fatto trovare impreparato e, dopo quel gesto, gli fece esplodere ben due proiettili vicino al viso per poi spalmare il colore tanto da arrivare ad un violetto.

-Se diventi rosso, il colore facciale complessivo cambia- disse tra una risata e l’altra.

Pietro riconobbe l’astuzia del compagno ma non si fece bastare solo quello scherzo. Si avvicinò all’unico capace di non farsi notare in qualsiasi situazione e gli propose sotto voce una marachella da attuare contro il genietto.

-Che ne dici di fare qualche scherzetto a Tony e Steve? Guardali, sembrano andare tanto d’accordo-

Clint si appoggiò contro la parete metallica incrociando le braccia al petto e sorridendo malevolmente.

-Non ti è bastato?- gli indicò la faccia viola.

-No, allora collabori o no?-

-Sì ma non è il momento adatto, sarebbe troppo esplicito. Aspetteremo il momento giusto e organizzeremo qualcosa di più efficace di una pallottola colorata. Ci stai?- gli porse la mano.

Pietro gliela strinse, felice di aver trovato qualcosa di interessante a cui pensare durante gli allenamenti, per non sentire dolore, e durante il tempo libero per distrarsi un po’.

                                                                                                                ***

Il mattino seguente entrarono in palestra e notarono al primo impatto un grande bersaglio appeso alle pareti e poco più in là un tavolo con dei coltelli. Eric era in mezzo alla stanza e quando tutti furono dentro pronunciò una frase che tese i nervi degli iniziati come corde di violino “Domani sarà l'ultimo giorno del primo modulo. Dopo riprenderete gli allenamenti, ora Quattro vi mostrerà la giusta tecnica per lanciare i coltelli”

Clint era abbastanza tranquillo,la sua mira non comprendeva solo arco e frecce ma più cose in generale. Tuttavia guardò attentamente i movimenti di Quattro, anche per non far arrabbiare Eric.

Ognuno doveva avere in mano tre coltelli.

“Non è difficile, posso farcela” pensò lanciando il primo e colpendo il bersaglio. Non mirò al centro apposta, voleva osservare meglio gli altri compagni che purtroppo, per alcuni, non avevano la sua stessa mira.

Scarlet sembrava incerta nei movimenti, certo, sarebbero stati nettamente più precisi se ci avesse messo del suo, ma Clint sapeva che non poteva farlo. Pietro invece, andava meglio e cercava di tranquillizzare la sorella che, al terzo tentativo colpì il bersaglio.

Bruce sembrava aver trovato una tecnica per non passare per un totale incapace: ogni tanto lasciava che Hulk venisse allo scoperto, ovviamente senza farsi notare, cosa che sembrava gli venisse abbastanza bene.

Quello che però stupì l'arciere e che fece divertire Peter, fu che Tris non usò immediatamente i coltelli; lei stava imparando la tecnica senza, per poi riuscire a lanciare senza problemi. È come se si stava concentrando in un luogo tutto suo e poi, dopo poco tempo, colpisce il bersaglio e risponde a Peter.

L'ex Candido di nome Al sembrava l'unico a non aver colpito il bersaglio e questo fece infuriare Eric che, dopo l'ennesimo sbaglio, lo obbligò a raccogliere le sue armi mentre tutti gli altri lanciavano.

Nessuno fiatò ma a qualcuno di loro questa cosa non piacque affatto, era come se Eric si stesse divertendo a torturare gli Iniziati, anche se effettivamente la vena sadica non gli era mai mancata.

-Ma cos'ha oggi?- chiese sottovoce Wanda al fratello -Non può essere così cattivo!-

-Invece può, Scarlet. Lui è il capofazione, ricordi?-

-Eric è così e basta- si aggiunse Steve, ricordandosi della sua esperienza aggrappato ad una ringhiera scivolosa solo perchè aveva cercato di difendere una sua compagna.

Ad un certo punto, Tris sfidò in un certo senso Eric che la costrinse a mettersi davanti al bersaglio al posto di Al, mentre Quattro lanciava i coltelli.

-Devo ricordare a tutti voi, cosa succede non obbedendo ai miei ordini?- scoccò un'occhiataccia in direzione di Steve.

Lei rimase immobile per tutta la durata dell'esercizio.
La maggior parte delle persone in quella stanza si stupì del coraggio di una che di coraggio non avrebbe dovuto averne minimamente. Bruce si stupì più di tutti: l'aveva conosciuta da Abnegante ed il suo gesto rispecchiava molto i tratti di quella fazione,ma c'era una cosa che lo spaventava e che aveva lo stesso effetto anche su i gemelli Maximoff, Tony e Steve. Tris era diversa, non era una semplice Abnegante o una semplice Intrepida.

I combattimenti rivelarono un tratto vendicativo di lei. Sconfisse la sua avversaria come se ne dipendesse qualcosa come il suo orgoglio,come se si volesse vendicare di qualcosa.

                                                                                                       ***

Il Giorno delle Visite fu qualcosa di molto emotivo per parecchi Iniziati. Tony non vedeva l'ora di rivedere Pepper e magari di sperare che non ce l'avesse con lui per la sua scelta. Gli altri non sembravano particolarmente agitati,in fondo non avevano creato chissà quali legami nelle loro vecchie fazioni e poi sapevano che era meglio non infastidire il capofazione con atteggiamenti dolci: significava non essere Intrepidi e venir meno a “la fazione prima del sangue”

Steve avrebbe sperato di veder ricomparire Bucky ma nel profondo sapeva che non era possibile. Era sparito, basta.

Pensò a lui nel tragitto fino al Pozzo, pieno di famiglie in attesa dei propri figli. Chissà quali consigli avrebbe saputo dargli e come avrebbe reagito al suo nuovo fisico. Camminava a testa bassa e per questo non si accorse di andare a sbattere contro qualcuno.

Alzò lo sguardo pronto a scusarsi, ma la persona in questione lo precedette.

-Steve, giusto?- chiese per conferma, Peggy -Tutto a posto? Sembravi con la testa da un'altra parte.. cerchi la tua famiglia?-

Steve sembrò confuso da tutte quelle domande, sembrò stupito soprattutto che Peggy si ricordasse di lui tra tutti i trasfazione.

-Sì, tutto a posto- rispose velocemente -Non sto cercando nessuno, non penso che qualcuno si sia ricordato di me tanto da farmi visita-

-Non c'è proprio nessuno che ti piacerebbe incontrare?-

“Te” pensò Steve solo che non diede aria ai suoi pensieri, troppo imbarazzanti per lui.

-A dire il vero ce n'è una ma è scomparso anni fa senza dare notizia a nessuno. Era un Intrepido e si chiamava Bucky- la guardò negli occhi. Lei sembrò irrigidirsi a quel nome come se conoscesse James Barnes. I suoi lineamenti divennero per un secondo rigidi, poi si rilassò quando Steve continuò -Lo conoscevi per caso?-

-Avevo sentito il suo nome, era uno di pattuglia, vero? Purtroppo non l'ho mai conosciuto. Tu piuttosto, come lo conosci?-

-Lui, ehm. Mi tirava fuori dai guai quando venivo preso di mira-

-Capisco. Steve.. ora vado. Sicuramente ci sarà qualcun altro con cui potrai passare la giornata. Ci vediamo!-

E Steve rimase solo, di nuovo, ma almeno aveva parlato con Peggy.

“Non le ho nemmeno chiesto scusa!”



Nel frattempo Thor aveva incontrato suo padre e stava raccontando dei suoi allenamenti e dell'incontro inaspettato con quello strano martello. Era riuscito a sollevarlo mentre nessuno dei suoi amici lo aveva fatto.

-La tua forza fisica è superiore alla loro, di cosa ti stupisci?-

-Mi stupisco del fatto che anche Volstagg è forte e di corporatura massiccia e poi quel martello è sbucato fuori dal nulla!-

-Sicuramente non ve ne siete accorti quella giornata-

-C'è un'altra cosa di cui ho dubbi- guardò suo padre dritto nel suo occhio -Altruismo e coraggio, coincidono o sono due cose diverse?-

-A questo dovrai rispondere tu stesso. Non posso darti una risposta valida solo per me, ma posso dirti che gli Abneganti non avrebbero fatto per te, tu sei un Intrepido-

-Sono solo questo?-

-Che vuoi dire con “solo”?-

-Non posso essere più di una cosa? Devo essere solo Thor, l'Intrepido?-

-Devi essere te stesso, senza metterti in guai troppo seri. Ci vediamo dopo, Thor- suo padre si congedò, lasciando il figlio ai suoi pensieri. Poco dopo venne raggiunto dai suoi amici che capirono subito che qualcosa non andava.

-Rispondetemi a questa domanda: devo essere solo parte di un luogo, o di una sola fazione?- disse fazione sottovoce, per non farsi sentire da orecchie indiscrete.

Sif, Fandral, Volstagg e Hogun si guardarono negli occhi, tutti seri; Sif prese la parola a nome di tutti e rispose.

-Se non lo fossi, risulteresti un divergente- anche quella parola fu detta sottovoce -E i divergenti portano guai, se ne conosci qualcuno, stanne alla larga o potresti scomparire all'improvviso. Sii un Intrepido, non un Abnegante o un Pacifico o chissà cos'altro-

                                                                                                  ***

Clint si era dileguato per un po'. Dall'alto vedeva i gemelli in disparte a guardare tutti con indifferenza, sapeva che la loro famiglia non sarebbe andata a trovarli e pensava che forse forse non era tanto negativo per loro.

Vedeva Bruce parlare con la madre di Tris, lo vedeva sorridere imbarazzato ed essere cordiale come lo era sempre stato, o quasi sempre. Vedeva le famiglie degli Intrepidi parlare allegramente con i figli ma queste cose non lo scalfirono nemmeno. Forse quello che lo stupì di più fu Steve intrattenere una breve conversazione con Peggy, una delle istruttrici.

-Tu non hai nessuno?- una voce parlò alle sue spalle, lui la riconobbe subito. Non si girò per guardare Natasha in volto, rimase appoggiato con le spalle al muro, fissando tutte quelle persone parlare tra loro e guardò un po' Pietro e Wanda, seduti a mangiare qualcosa.

-No, e tu?-

-Nemmeno io- si mise accanto a lui -Tra poco terminerà il primo modulo, non sei agitato?-

-No, non ho problemi con la classifica. Immagino neanche tu- solo a quel punto si girò -Coulson dov'è? Vorrei passare da lui un attimo, ho dei punti da spendere-

Vide Nat diventare seria in volto, i lineamenti farsi più duri e la mascella stringersi -Non c'è- rispose semplicemente -Non so dove sia-

-Non so perchè lo sto facendo ma sento di dirtelo- esordì la rossa.

A quella frase il cuore di Clint accelerò un istante e lui deglutì. “Non sarà che..”

-Ho ascoltato una conversazione giorni fa, aveva a che fare con l'iniziazione. Oltre a questo ho sentito anche le parole espulsione e divergenti. Ti dice nulla? So che ti muovi nell'ombra,Occhio di Falco-

Clint cedette -E va bene. Ho seguito Quicksilver giorni fa, ha detto di aver visto degli strani tizi vestiti in modo strano, li ho visti anche io ma non so chi fossero. Forse c'entrano i divergenti- ipotizzò -Tu hai mai visto gente vestita in modo strano?-

Natasha scosse la testa negativamente -Ho un brutto presentimento-

-Sì, anch'io-

                                                                                                                          ***

Tony aveva incontrato Pepper ma ricordandosi delle parole di Eric, non si lasciò andare a nessun sentimentalismo. Lei era vestita perfettamente in varie tonalità di blu che risaltavano il colore dei suoi capelli, senza nemmeno qualcosa in disordine a parte uno sguardo lievemente preoccupato.

-Non sei arrabbiata con me?- le domandò Tony.

-Perchè dovrei? È una tua scelta, poi penso ti saresti annoiato dagli Eruditi-

“Non sai quanto mi manchi” pensarono entrambi.

-Ti trovi bene qui? Ho visto che ti sei fatto qualche amico-

-Sì, ho degli amici simpatici ma gli allenamenti a volte sono duri e non sai quanto mi piacerebbe che Mark partecipasse, ti immagini che spettacolo?-

-Rischieresti di distruggere la base della tua nuova fazione. A proposito, vedi di passare il primo modulo-

-Agli ordini signorina Potts- finse un inchino ridendo -Come va lì?- le domandò.

-Non bene, ci sono dei problemi, delle divergenze tra Eruditi e Abneganti e la situazione è sempre più tesa. Putroppo non so esattamente il perchè. Jeanine tiene tutto per sé e ora che non ci sei, io non so come accedere ai dati per sapere di più-

-Ma sentila!-

-Sono seria Tony, in giro parlano di sparizioni ed ho paura che i divergenti non siano l'unico problema, c'è qualcos'altro sotto che i capifazione non vogliono dirci. Jeanine ultimamente esce troppo spesso e nessuno a parte la sua scorta sa dove va-

-Vedrò se posso fare qualcosa, Jeanine mi conosce. Magari quando i moduli saranno terminati (o prima) le andrò a parlare-

-Spero che tu scopra qualcosa ma non metterti troppo nei guai- abbassò il tono notevolmente come se stesse sussurrando qualcosa -Non devono scoprire cosa sei- marcò quel “cosa” facendo intendere che lei sapesse del suo test e che non ne avesse fatto parola con nessuno.

Quando si guardarono negli occhi,Tony capì che la sua migliore amica sapeva tutto e gli si sciolse il cuore dalla gratitudine. Non seppe resistere e l'abbracciò, incurante di quello che avrebbe potuto dire Eric.

-Tony,non so se ti conviene abbracciarmi-

-Sì invece, lo voglio io- la strinse di più beandosi del suo profumo e del suo calore,conscio che potrebbe non rivederla più.

                                                                                             ***

Quando tutti ebbero finito di vedere le proprie famiglie, Tony chiamò Clint in un angolo e gli chiese di condurre lui e gli altri in un luogo lontano da tutti, l'arciere obbedì e portò con sé Natasha e Thor.

-Perchè ci hai portati qui?- domandò Scarlet una volta arrivati.

-Dobbiamo parlare di cose serie e dato che siete le uniche persone di cui mi fido qua dentro, lo dico a voi e voi non dovete dirlo in giro- rispose.

-Ci sono problemi tra Eruditi e Abneganti, problemi che peggiorano di giorno in giorno- continuò guardandosi attorno.

-Allora mi intrometto io a questo punto e parlo a nome di tre persone, me compreso- fece una pausa e poi guardò Natasha e Quicksilver, questi accettarono silenziosamente quello che Occhio di Falco stava per dire.

-Giorni fa Quicksilver ed io ci siamo allontanati un attimo, lui li vide per primo, io solo dopo. Erano dei tizi che giravano per i corridoi degli Intrepidi ed erano vestiti in modo strano, non abbiamo capito chi fossero. Poco fa Vedova Nera mi ha riferito di aver origliato una conversazione dove aveva capito solo tre parole-

-Quali erano?-domandò Steve interrompendo l'amico.

-Iniziati, espulsione, divergenti- rispose Natasha. -Qua non ci sono telecamere o microfoni, nessuno ci sentirà- aggiunse.

-Pepper parlava di divergenti e di persone che spariscono. I capifazione non dicono nulla ma mi ha riferito che Jeanine esce spesso-

-Potrebbe anche essere una coincidenza- disse Thor con mille pensieri in testa dovuti alla conversazione avuta con il padre e Sif.

-No, un mio caro amico è scomparso anni fa ma non si sa come. È da troppo tempo che nessuno parla più di lui ed altre persone fanno la stessa fine- rispose Steve.

-Ho due domande da farvi- disse Wanda -Cosa è risultato nel vostro test attitudinale e quali capacità reali possedete?-

Tony fu il primo a rispondere -Il mio indicava una forte divergenza- poi continuò -Ho un'armatura nascosta sotto il letto. L'ho costruita io stesso-

-Il mio test ha trasformato il mio corpo e non ho saputo il risultato- rispose Steve -Ero mingherlino e senza uno straccio di muscoli prima. Ora sono nettamente più forte-

-Io ho una doppia personalità, si chiama Hulk ed è grosso e verde-

-Si manifesta in stati di rabbia o tensione?- domandò Clint. Alla risposta affermativa di Bruce aggiunse -Ci scommettevo. Ogni tanto vedevo un luccichio nei tuoi occhi durante gli allenamenti, poi rubabandiera lo ha confermato-

-Io sono molto veloce- Pietro si spostò velocemente da una parte all'altra per dimostrarlo -E Scarlet ha dei poteri psichici- la sorella spostò una panca di legno, avvolgendola in una “nebbia” rossa.

-Ok, ora che abbiamo finito con le confessioni ho una richiesta da fare- esordì Tony -Non fatene parola con nessuno e cercate di non mettervi nei guai l'uno con l'altro. Inoltre, se scoprite qualcosa, riferitelo di nascosto a qualcuno di noi-

-Vedete di rimanere tra gli Intrepidi, vivi possibilmente- disse Natasha congedandosi -Dopo il primo modulo se ci sarà tempo, ne riparleremo. Altrimenti chi rimarrà, saprà-

                                                                                                             ***

Thor percorreva i corridoi bui per andare nel dormitorio. Era confuso, stordito. Cosa doveva fare, abbandonare i suoi amici solo perchè diversi? Non poteva, glielo aveva promesso.

Poi le parole di Sif gli tornarono in mente, facendogli venire il mal di testa. Lei era contro i divergenti e così sembrava anche suo padre, non poteva deluderli.

Non poteva nemmeno tradire i suoi amici.

“Cosa scelgo? Chi lascio? Da una parte c'è mio padre, dall'altra ci sono queste persone che si fidano di me; al momento non posso fare nulla se non aspettare come evolverà la situazione. Che stupido pensiero mi è appena venuto in mente! Ho appena sperato che qualcuno di loro venga espulso! Come posso pensare una cosa simile! Sono un egoista, altro che altruista e coraggioso. Mi sento un codardo in questo momento. E se chiedessi un consiglio a Quattro o a Eric? Uno di loro saprebbe cosa fare!”

 









n.d.a Ehilà gente!

Mi scuso per l'enorme ritardo ma tra una cosa e l'altra (tra cui la mancanza di ispirazione per continuare) non ho potuto aggiornare prima, scrivendo buona parte del capitolo oggi!

Spero vi sia piaciuto in qualche modo, anche se magari non ho seguito pari pari il libro..

Non ho idea di quando riuscirò a rimettermi a scrivere questa storia..magari rileggo la saga e mi rivedo i film degli Avengers..

Al prossimo capitolo!




Alessia

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