Rise of Frozen

di AlexStret
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nascita di una leggenda ***
Capitolo 2: *** Cuore ***
Capitolo 3: *** Nascita ***
Capitolo 4: *** Inseparabili ***
Capitolo 5: *** Inseparabili II ***
Capitolo 6: *** Richiamo ***
Capitolo 7: *** Ricordi ***



Capitolo 1
*** Nascita di una leggenda ***


Capitolo 1     Nascita di una leggenda

Buio.
 
É la prima cosa che ricordo, era buio é avevo freddo. Avevo paura. 

Lentamente aprì gli occhi, mi ritrovai avvolto tra alberi dorminenti ricoperti di neve, sopra un lago ghiacciato. Ma poi... ho visto la Luna, era così grande, così luminosa, sembrava cacciasse via il buio. E da quel punto non ho avuto piu paura.  Non ricordavo nulla di come ci fossi finito un questo posto l'unica cosa che sapevo era il mio nome: Jack Frost!

Fissando incessantemente la Luna, senza accorgermene feci il primo passò scivolando sopra un bastone ricurvo, leggermente piu grande di me, ma molto leggero, dove al mio tatto esso si illuminava di una leggera luce azzurrina. Soppresso mi scivolò da una mano toccando il bordo ghiacciato, facendo comparire un fiocco gigantesco. Rimasi stupito io stesso, così decisi di provare ancora, forse sarà stato solo un caso. 

Arrivai in mezzo a due alberi ricurvi, appogiai la parte superiore del bastone lentamente sulla superficie di una albero, e come la prima ecco comparire nuovamente il fiocco di neve anche se adesso aveva assunto una forma ricurva. 

Decisi di riprovare nuovamente, proprio sull'albero accanto, successe la stessa cosa. Eccitato, in quel momento cominciai ha correre per tutta la superficie ghiacciata del lago senza più il timore di scivolare, trascinando il bastone dietro di me.

Improvvisamente sollevandolo,  cominciai a svolazzare per aria, e solo dopo un susseguirsi di capriole riuscì a prendere il controllò, anche se di poco. Comincia a cadere, rompendo qualche ramo d'albero con la schiena, prima di cadere su uno più spesso, senza però perdere l'emozione, l'adrenalina e il sorriso. Sullevandomi senza particolare fatica, da lontano vedevo un piccolo villaggio, decisi subito di andarci sul posto, così con un bella spinta cominciai a svolazzare tra gli alberi, dove solo alla fine inciampai finendo in mezzo a della legna. 

Mi alzai all'istante, è vidi l'elemento centrale, un grande falò, con un sacco di gente che parlava tra se, chi sa cosa? 
<< Buonasera, signora! >>  << Signora? >> forse non ci aveva fatto caso a me. 

Mi voltai improvvisamente, vidi un bambino che rincorreva il suo cane: 

<< Scusami, puoi dirmi dove mi ..... >> non fini mai di completare quella frase, perché mi oltrepassò, letteralmente, facendomi mancare il fiato, comparse la paura, subito dopo altre persone comparirono alle mie spalle e non solo, tutte quante mi oltrepassavano, mi sollevai in aria ed atterrato leggermente poco più distante. Non riuscivo a credere: 

<< Perché nessuno riese a vedermi o sentirmi? >> 

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Capitolo 2
*** Cuore ***


Capitolo 2 Cuore

<< Kristoff attento a non cadere, non vorai mica che ti recuperiamo sotto forma di ghiacciolo >>
Disse un uomo grosso dal aspetto rude, che però nonostante questo si preoccupava molto della salute del bambino, ci teneva molto, perché conosceva la sua storia, di come rimase orfano di genitori per colpa di un incidente che lo privo del loro affetto.

<< Ehiii, Dajh non sapevo che facessi da madre a quel marmochio? >> disse, l'uomo accanto.
<< Non sto facendo da madre a nessuno! >> si affrettò a dire, scoprendo i denti.
<< Ohh, scusami non volevo offenderti, solo che mi stavo chiedendo da dove era comparso questo... ragazzino >>

Rimase muto senza dare una risposta, continuando a tagliare il ghiaccio mentre un altro accanto stava origliando. Non essendo scioccò, non disse nulla. Li era rispettato da tutti ma nonostante questo si accorse che tutti lo fissavano in modo strano, chi addirittura stava nascondendo una risata sotto i baffi.

<< Ragazzi miei, questa sarà l'ultima volta che lavorerò con voi. Ho deciso di dedicarmi ad altro, magari come cacciatore >>
<< Aspetta non vorrai mica diventare come lui, come Cain? >> domandò l'uomo di prima, con una certa fretta
<< Chi? Chi mai sarebbe questo Cain? >> domandò a sua volta.
<< Non è il fatto di chi é, diverse voci dicono che sia il migliore sulla piazza, tanto bravo da aver lavorato anche alla corte del re, ma non sta qui il problema. Il suo problema ed é proprio questo che non va giù ad altri cacciatori, sta nel fatto che una volta uccisa la sua preda si metta a piangere, ringraziandola di essersi sacrificato affinché lui potesse sopravvivere >>

Rimase il silenzio tra tutti gli uomini gli presenti ad ascoltare, finché:
<< Ha sicuramente un cuore nobile, io non riuscire mai ha fare del male a Sven! >> dise Kristoff tenendo stretto sotto braccio una renna. I due si guardarono finché uno di loro, rispose guardando Kristoff dritto negli occhi:
<< Certo che ne hai di fegato, ragazzino! Ma tanquillo nessuno qui toccherà la tua renna >>

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Capitolo 3
*** Nascita ***


Capitolo 3 Nascita

Il regno di Arrendelle, situata ai piedi dei monti norvegesi immersa tra distese e distese intere di oscure foreste, interrotte da un mare limpido è cristallino, dove al tramontare del sole, lascia quelle acque dipinte di un rosso cremisi.
Baciato dal caldo estivo, il villaggio, la sua gente era in fermento, tutti attendevano con pazienza, eccetto i bambini che correvano per la piazza centrale della città. Ciascuno di loro teneva saldamente in mano un nastro colorato, di diversi colori, correvano, alternando da piede a piede, facendo dei piccoli salti quasi in sincronia tra loro stessi, mentre avvolgevano tutti quei colori intorno ad un palo centrale.
Nel castello, simbolo di potenza e magnificenza per il proprio paese, c'era tumulto, molti dei servì del castello andavano di qua e di la, solo in pochi comprendevano realmente quello che stava succedendo, sopratutto nella stanza dove risiedevano i due troni dei sovrani, il re attendeva, cautamente con pazienza, non poteva di certo dimostrarsi ansioso anche in un momento come questo.
Nella sua stanza una bambina, sentiva ogni minimo spostamento oltre la porta, sentiva gente passare a passo pesante per i lunghi corridoi, fino a che rimase il silenzio, ma dopo un poco il silenzio ma non durò in modo eccessivo ma ad un certo punto senti l'avvicinarsi fino di due persone, una di loro l'aveva riconosciuta come il loro maggiordomo più leale è fidato, mentre l'altra:
<< Grazie, dottore non so veramente come potremmo mai ringraziarla abbastanza! >> disse il maggiordomo a gran voce
<< Non si preocupi, ho svolto solamente il mio lavoro >> ormai attraversata la porta della stanza dove la bambina stava origliando.
<< Amico mio, da adesso so trovare l'uscita. Sii sbrighi a portare a termine il compito affidatogli! È sopratutto lunga vita al re è alla regina! >>
<< Lunga vita al re è alla regina! >> disse a sua volta salutando l'amico silenziosamente.
Velocemente riprese il corridoio da dove era passato, fermandosi davanti alla porta della bambina, bussò:
<< Signorina, con suo permesso, chiedo di poter entrare nella sua stanza >>
La bambina che aveva sentito tutto in anticipo, corse a passò silenzioso fino alla finestra che dava sul lungo mare.
<< Puoi entrare, Kay! >> ed entro nella stanza, con una certa fretta ma mantenendo tutta la sua prestanza, posse la mano:
<< Signorina, la regina chiede la vostra presenza. La pregò di seguirmi >> fini appena la frase che la bambina era già accanto a lui a stringerli la mano.
Finalmente arrivò nelle vicinanze della stanza personale della regina, Kay compresse di non andare oltre, gli spiegò alla di dover entrare nella stanza dove si trovava attualmente la regina. Di gli a poco Kay la abbandonò da sola nel corridoio, così entrò, la porta era già aperta, in quella stanza c'era solamente un grande letto, tentò si sollevarsi sopra il bordo è quando ci riuscì quasi cadde nel vedere una nuova figura, ancor più piccola di lei, che dormiva accanto alla madre, il quale aveva il viso esausto, ma nonostante questo sorrise nel vederla:
<< Questa è la tua sorellina >> disse, purè nella voce si sentiva la stanchezza
<< Quindi è così una sorellina. È così piccola! >> rispose, mentre la madre le accarezzava una guacia
<< Si. Promettimi che la amerai, sempre >>
<< Lo prometto! >>

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Capitolo 4
*** Inseparabili ***


Capitolo 4 Inseparabili

Tra le varie catene montuose, oltre agli alberi di pino che emanavano un continuo profumo piacevole, c'era un'unica distesa di prato verde dove pero era destinata a finire dalle acque del mare.
Proprio su quel prato che i bambini andavano a giocare, correvano con oppure scalzi facendosi accarezzare dal erba estiva, ma non tutti sapevano giocare in gruppo oppure veniva rifiutata, in quel momento un gruppo stava stuzzicando una bambina dai capelli rossi intrecciati che formavano due trecce di capelli.
<< Sei cosi brutta, Anna! >> dissero insieme, mentre la bambina si copriva le orecchie con le mani, ma invano perché continuava ancora a sentire, cominciò a piangere:
<< HaHaHa >> << Anna é brutta!! Anna é brutta! >> continuavano, finché uno ad uno non cominciarono a sentire improvvisamente freddo
<< Hey! >> disse uno di loro
<< Questa é neve? >> disse in altro accanto
<< Impossibile! >> mentre la tempesta continuo ad aumentare di intensità, investendoli contro fiochi di neve ed aria gelida
<< Non ce la faccio piu. Sto congelando! >> presto si separavano, disperdendosi frettolosi di arrivare dalle loro case, ma nel frattempo ecco una bambina avvicinarsi alle spalle della bambina piangente, che la perse delicatamente per il mento é dolcemente le asciugava le lacrime sul viso. Anna aveva ancora la vista annebbiata, ma presto riuscì a mettere a fuoco la figura accanto a lei, è con sua grande sorpresa vide:
<< Elsa! >> abbracciandola con tutta la forza che possedeva
<< Anna! >> rispose, assunse velocemente un aria furba
<< Vuoi conoscere un segreto? >> chiese alla sorellina. Tutto d'un tratto Anna diventò curiosa:
<< Segreto? Quale segreto? > chiese, mentre la sorella si avvicinava al suo orecchio, come se dovesse sentirlo solo lei:
<< Sei bellissima >> rispose, mentre la sorellina per l'emozione tratene un grido con le mani, avvolgendo nuovamente la sorella in un abbraccio.
Alla fine correvano, tenendosi per mano fino al castello.

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Capitolo 5
*** Inseparabili II ***


Capitolo 5 Inseparabili II

Fu una calda giornata estiva, ma oramai era il momento che il Sole si lasciase come inghiottire a poco a poco dalle acque tinte di rosso del mare, lasciando spazio nel regno sconfinato del cielo alla Luna. Di li a breve arrivarono le prime nulove, sopra la città coprendo il cielo notturno, coprendo le stelle e la Luna che donavanano la loro luce, immergendo la città nelle ombre e penombre.
Arrivarono i primi lampi, seguiti da tuoni violenti, si potevano intravedere in lontananza tutta la potenza di questo portento che la natura aveva generato. Andò avanti fino a che non si aggiunse il vento forte che sbatteva contro i rami degli alberi rompendo i più deboli, portando via le foglie secche, creando un turbine di foglie, più simile se lo si può definire come una danza.
La pioggia comincio a scendere copiosamente, sulle strade, nelle foreste, nel mare, sui tetti delle abitazioni è del castello. Ecco arrivare la prima scarica, seguito dal tuono, nelle vicinanze del vilaggio, ed ancora la seconda molto più potente della prima.
Tutti questi avvenimenti contribuirono a svegliare Anna dal suo sonno, che buttandosi dal letto verso il pavimento corse fino al letto della sorella.
<< Elsa? >> chiamò Anna, sperando che si svegliase
<< Elsa! >> chiamò di nuovo, ed ecco la sorella che si alzò, rimanendo nel suo letto, fisso la sorellina spaventata
<< Posso dormire con te questa notte? >> chiese
<< Ma certo che puoi. Vieni qui, Anna! >> sentendo la risposta della sorella, felice si tuffo rapidamemte, sotto le lenzuola con la sorella che si fissavano negli occhi:
<< Elsa... >> < BR> << Si, Anna? >>
<< Grazie >>
<< Prego, Anna >> ormai stanca, chiuse gli occhi
<< Buonanotte, Elsa. Ti amo >> la stanchezza ebbe la meglio anche su Anna, chiudendole a poco a poco gli occhi, cominciò a dormire
<< Ti amo, anche io. Buonanotte Anna >>

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Capitolo 6
*** Richiamo ***


Capitolo 6 Richiamo

Adoro giocare con i bambini del villaggio, il solo divertimento e al ordine del giorno, io creavo loro la neve, e loro creavano pupazzi, palle da neve, case, insomma tutto quello che si poteva fare con la neve. Così ogni volta che il sole attraversava le montagne, loro tornarono sempre con nuove storie da raccontare, riempiendo le case, di allegria e divertimento.
Mi piaceva il fatto di intrufolarmi a guardare tutte le notti, dalla finestra è vedere come i genitori cercavano di farli addormentare, leggendo o raccontando storie, ed ecco a poco a poco chiudevano gli occhi lasciandosi avvolgere sotto le coperte oramai dormienti, alla fine quando anche l'ultima luce fu spenta tutto diventava buoi, capivo che anche per me era ora di tornare a casa.
Arrivai sopra il lago in cerca del solito posto, mi sdraiai su un ramo appoggiando la schiena conto il tronco, lasciando che il bastone penzolare su un ramo, infine fissai la Luna. Purtroppo non parlava, sarebbe stata un ottima compagna per la notte, pensai. Ma nonostante questo, mi sentivo felice, cominciai a ricordare tutta la giornata, nel mentre anche le mie labbra si appesantirono, perciò non opposi resistenza, chiusi gli occhi aspettando di addormentarmi, ricordai come i bambini gridavano felicemente, rincorrendosi, lanciandosi palle di neve, ma improvvisamente sentì una voce che mi fece trasalire, rischiando di farmi cadere.
<< Jack! >>
<< Jack! >> chiamò una seconda volta
Anche da sveglio continuai a sentirla, saltai da albero a albero in sua ricerca ma niente non trovai nessuno, finche silenzio, da dove veniva é da chi veniva, ancora non so spigarmelo.

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Capitolo 7
*** Ricordi ***


Capitolo 7 Ricordi

Nonostante la voce avesse smesso di chiamare, continuai le ricerche in mezzo al bosco ma niente, senza perdere la speranza continuai, era la prima volta che sentivo richiamare il mio nome da qualcuno dovevo pur arrivare.
L'unica cosa che vedevo erano gli alberi, tutti i rami erano ricoperti di neve cominciai, cosi volai lentamente finché non vidi un gufo, non poteva sicuramente venire da lui, pensai. Cercai e cercai, ma niente, quando decisi infine di smettere, improvvisamente sentì sulla pelle una leggera breza umida di calore, come era possibile in mezzo ad un bosco innevato.
Mi avicinai sempre più, lo capivo perché l'aria stava diventando calda. C'era grande parete calcarea ricoperta di muschio, ma non era del muschio normale perché questo brillava di luce proprio, di una luce di un verde molto chiara anche se debole, tocai con mano la parete rocciosa, ma improvvisamente sentì qualcosa dietro di me muoversi, mi girai subiro a controllare, ma l'unica cosa che poteva fare rumore gli erano i potenti e soprattutto caldi flussi d'acqua che uscivano fuori delle viscere della terra. Guardando in basò vidi solo molti massi ammassati uno accanto al alto, decisi di non farci caso.
Certo che come posto era un po monotono, non fosse per il muschio luccicante, pensai, così mi veni in mente un grande ideea mi volta verso la parete, e con un semplice toccò con la punta del bastone ecco comparire un fiocco, che coprì tutta la parete, mentre la luce lunare gli dava lucentezza nella notte. Ecco adesso va meglio pensai. Scesi infine, toccando il terreno sentì subito caldo ai piedi, ma non troppo, continuai ad avanzare al indietro finché non andai a sbattere contro le rocce di prima, appena mi girai, però:
<< Salve >> disse la pietra, dietro alle mie spalle, indietreggiai subito, tenendo stretto tra le mani il bastone
<< Salve, giovanotto >>
<< Cos...cosa? Ma tu parli? E'... é riesci a vedermi? >>
<< Esattamente come tu vedi me io vedo te >> rimasi fisso a squadralo, era piccolo di statura, ricoperto dello stesso muschio della parete che usava come mantello, dei capelli lunghi molto spessi, anche le sopracciglia erano grandi, ed infine un gran naso. Ma chi o cosa é? << Io sono Granpapa. Noi siamo i troll di pietra dei gayser roventi >>
<< Aspetta noi? >> attorno a me, ecco arrivar rotolando le rocce, trasformandosi in troll di pietra, erano molto simili al Granpapa, il naso almeno era lo stesso
<< OK... >> rimasi sul mio posto
<< Ti abbiamo osservato, gli accanto a quella parete, é ci hai lascito sbalorditi. Chi sei? Dimmi, da dove vieni? >> chiese, sembrava molto saggio
<< Il mio nome é Jack Frost... >> risposi frettoloso, non so se potevo fidarmi di loro, ma continuai non avevano intenzioni ostili, anzi se mai il contrario, erano attenti ad ascoltare cio che avevo da dire, così continuai spiegandoli come sono arrivato da loro seguendo una voce misteriosa, del fatto che non ricordavo nulla eccetto il mio nome. Fini di raccontare, tutto quello che avevo da dire, crollando il silenzio tra noi. Alcuni del gruppo si consultavano tra loro ed alri con il capo della tribù. Il Granpapa stava sicuramente elaborando qualcosa, infine disse:
<< Forse ti posso aiutare a recuperare i tuoi ricordi > rimasi stupefatto riusciva davvero a far ritornare i ricordi persi, cominciò ad avvicinarsi lentamente verso la roccia dove oramai il fiocco era sparito, toccando la parete calcare il muschio cominciò ad accendersi, assumendo varie sfumature di verde, vidi chiudere le sue mani ed avvicinarsi nuovamente verso di me.
<< Avvicinati, ragazzo >> mi abbassai, lasciandoli toccare la tempia chiuse gli occhi, un attimo dopo gli riapri, togliendo la mano delicatamente, si allontanò un poco i suoi lineamenti erano cambiati, sembrava gli fosse costate molte delle sue energie.
<< Vedi... questi sono i tuoi ricordi, Jack? >> tutti i miei ricordi erano sospesi nell'aria, donandomi una visone di tutti i miei ricordi, ma niente che non ricordavo, inevitabilmente capi cosa volesse dirmi, questi erano tutti i miei ricordi?
<< Impossibile... >> doveva esserci del altro << Perché allora ho sentito quella voce? >>
<< Se non si trovano li, c'è solamente un posto dove si possano trovare, ed é nel cuore, nel tuo cuore, Jack >> strinse appena le mani, continuando a parlare:
<< Vedi Jack, nel corso della nostra vita noi, tu, o qualunque essere umano tendiamo tutti ha perdere i nostri ricordi, ma non il cuore, che può imprigionare ogni cosa al suo interno, dalle emozioni fino ai ricordi che si pensavano dimenticati o persi >>
<< Purtroppo Jack, con il cuore non si scherza, ma con la testa si può già ragionare. Affinché il tuo cuore ti conceda i tuoi ricordi, devi darli in cambio altri ricordi, ma potrebbero non essere necessari, devi anche porvare delle emozioni molto intense >>
L'alba vi stava avvicinando, accendendo lentamente l'orizzonte. Cominciai a ricordare, li su quel albero prima di addormentarmi, provavo allegria ricordando i bambini del villaggio giocare. Ora avevo la speranza che un giorno sarei riuscito a ricordare:
<< Granpapa >>
<< Sì, Jack? >>
<< Grazie! >>

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