Ub Chronicles

di Simok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ~ The Last Z Warrior ***
Capitolo 2: *** Il Figlio che non aveva mai avuto ***
Capitolo 3: *** Perché io sono un Saiyan ***
Capitolo 4: *** Arthiom il Rivoluzionario ***
Capitolo 5: *** Il Prezzo da pagare per la Libertà ***
Capitolo 6: *** Una Storia di Orrori ***
Capitolo 7: *** Quei Saiyan erano davvero uno spasso ***
Capitolo 8: *** Il Leggendario Torneo Tenkachi ***
Capitolo 9: *** Vecchie Amicizie ***
Capitolo 10: *** Semplicemente Troppo Forti! ***



Capitolo 1
*** Prologo ~ The Last Z Warrior ***


Prologo ~ The Last Z Warrior

 


 


Il Tempo. 
Cos'era il tempo in fondo. 
Cos'era un secondo, un minuto, un'ora, un giorno, un mese, un anno, un secolo, un millennio...cos'erano se non un battito di ciglia rispetto all'eternità. E lui, era forse destinato a vivere per l'eternità? O sarebbe invecchiato e morto come qualunque altro essere umano? Troppi dubbi sul suo essere lo assillavano da sempre. Eppure non era stato sempre così. Un tempo la sua vita era spensierata e allegra, come avrebbe dovuto essere quella di qualunque ragazzino di dieci anni. 

Son Goku, conosciuto durante il Torneo Tenkachi, mantenne la promessa e fece sì che Mr. Satan aiutasse il villaggio di Ub, consentendo quindi al ragazzo di allenarsi con il suo nuovo maestro senza badare ad altro. Dopo solo un mese Ub era in tranquillamente in grado di volare e di scagliare colpi energetici di tutto rispetto. I loro allenamenti erano intensi, in zone desertiche per evitare di coinvolgere innocenti, e spesso duravano più giorni consecutivi senza neppure dormire. Eppure dopo un solo anno di allenamento la potenza di Ub si era moltiplicata, le sue capacità fisiche ma soprattutto spirituali erano divenute incredibili e Son Goku ritenne giunto il momento di insegnargli qualche tecnica personale. In poco tempo apprese l'utilizzo della Kamehameha e anche della versione potenziata, la Super Kamehameha, dopodicché iniziò ad addestrarsi nell'utilizzo del Kaioken. Fu in questo periodo che si accorse per la prima volta di avere dei poteri del tutto fuori dal comune: le sue cellule sembravano rigenerarsi costantemente ad una velocità incredibile, consentendogli di guarire da qualunque ferita in massimo ventiquattr'ore, anche se dubitava che se si fosse staccato un braccio gli sarebbe ricresciuto, inoltre quello stesso potere gli consentiva di reggere il Kaioken con una facilità di gran lunga superiore a quella del suo maestro e di chiunque altro. Così si esercito a lungo padroneggiando la tecnica, negli anni, ad un livello incredibile. Entusiasta della crescita del suo allievo, Goku approfittava di qualunque occasione per scontrarsi con Ub, così come del resto Vegeta che non di rado si univa ai due per combattere. Solo una volta al giovane capitò di combattere contro Gotenks, la fusione dei suoi amici Goten e Trunks, in forma di Super Saiyan 3 e la battaglia fu vinta dalla Fusion per un soffio, grazie all'utilizzo del Galattic Donut, tecnica che lo stesso Ub si fece insegnare una volta terminata la battaglia.

Così gli anni passarono velocemente, tra allenamenti e combattimenti spesso su pianeti disabitati per poter evitare di trattenersi nella paura di distruggere la Terra, e tutti, anche i suoi amici Sayan, iniziarono ad invecchiare. Tutti, tranne lui. Alla veneranda età di cinquant'anni aveva ancora il fisico di un diciottenne, mentre la vita del suo maestro andava spegnendosi per la vecchiaia. Fu lui il primo a morire, una calda mattina di primavera. Il mondo intero fu in lutto quel giorno, mentre Gohan consegnava ad Ub una lettera del defunto padre. "Caro Ub" diceva, "A lungo ti ho taciuto la verità temendo l'effetto che avrebbe potuto avere su di te, verità che ho anche pregato gli altri di tenerti nascosto. Devi sapere che..." . E così lo aveva saputo. All'improvviso, dal nulla, aveva avuto tutte le risposte che cercava. Perché era così forte? Perché non invecchiava? Perché le ferite gli si rigeneravano? Le risposte a tutte quelle domande erano in quel nome, il nome di un demone che era arrivato vicino al distruggere ogni forma di vita nell'universo, il nome che lui stesso aveva avuto nella vita passata: Majin Bu. E ora che tutta quella consapevolezza gli piombava addosso si sentiva solo, incredibilmente solo. Perché Goku non gliel'aveva detto prima? continuava a chiedersi. Perché lo aveva lasciato solo?

Nell'arco di qualche anno si spense anche Chichi, poi Bulma, Vegeta, Crilin, Yamcha, il vecchio Muten, Piccolo (la cui vita era stata accorciata dall'unione con il Supremo) e anche il vecchio Mr. Satan. Fu in quel momento, pensando al lutto di Mr. Satan , che comprese l'identità di Mr. Bu, il ciccione rosa che gli ronzava continuamente intorno e con cui si era anche scontrato una volta uscendone sconfitto: era una sorta di suo alter ego. Non riuscì però a trovarlo a villa Satan, a dispetto delle numerose domande che gli riempivano la testa. Fuggito, dissero gli inservienti. Così, di nuovo solo, iniziò a proteggere la Terra da qualunque pericolo si presentasse all'orizzonte, iniziò a mettere sé stesso a servizio degli uomini come il suo maestro gli aveva insegnato.

Passarono gli anni e morirono anche Son Gohan, Trunks e Goten, Marron, Bra e Pan. Certo la loro discendenza continuava, ma il suo lavoro a tempo pieno di protettore della terra non gli aveva consentito di stabilire legami consistenti con i nuovi membri della famiglia Son e Brief. Così ancora una volta era solo. Questa volta totalmente solo, senza neppure un amico su cui poter contare. Per la prima volta, avvertì la pressa della solitudine. Un mostro dentro, che come aveva scoperto da non molto non era decisamente solo psicologico. Nelle ultime righe della sua lettera Goku gli diceva "Perché tenertelo nascosto? Perché la sua energia è presente in te molto più di quanto avessi sperato". In poche parole Majin Bu era ancora vivo, là, sepolto nelle profondità delle sue cellule. E lui lo sentiva, sentiva il suo respiro pesante, sentiva la sua presenza opprimente. Eppure sentiva che era sopito, dormiva, come del resto il suo spirito combattivo. Anni e anni di combattimenti con Goku e Vegeta gli avevano inculcato un'incredibile passione per il combattimento, quel desiderio irrefrenabile di affrontare avversari sempre più forti. Ma chi sarebbe stato alla sua altezza ora che i più forti guerrieri dell'universo erano deceduti? Maledetto tempo. Perché diavolo non avevano chiesto al Drago Shenron di poter vivere in eterno? "Perché l'ora giunge per tutti caro Ub, ed è giusto che sia così. E poi la morte non è brutta, sai quanti guerrieri incredibili ci sono nell'aldilà?" anche questo diceva, la vecchia lettera. Ogni tanto appariva qualche pirata spaziale, o qualche imperatore bramoso di pianeti come lo era stato Freezer, ma nessuno di loro poteva competere con i poteri di Ub. Anche quel poco di speranze riposte nella discendenza di lineaggi Saiyan sulla terra, si rivelarono mal riposte. Certo i mezzi saiyan avevano una predisposizione naturale per la trasformazione in Super Saiyan, ma dalla quinta generazione la trasformazione consumava troppa energia per i loro corpi in prevalenza umani, così come dalla decima trasformarsi equivaleva a morte certa dopo qualche minuto. La coda invece sparì già alla seconda generazione. Alla ventesima generazione il gene dei saiyan era sopito del tutto dentro gli individui che lo possedevano, e che al massimo avrebbero potuto raggiungere livelli di combattimento sopra la norma ma neppure minimamente vicini a ciò che Ub poteva considerare interessante.

Nonostante ciò lui continuò a proteggere la terra. La sua fama fu accresciuta notevolmente sulla terra, dove ormai era venerato quasi come un dio, e nell'intero universo dove si narrava che un leggendario guerriero proteggesse il Pianeta Blu. Quando il namecciano Dende morì, il consiglio degli antichi dei della terra gli propose addirittura di divenire il nuovo Kami del pianeta. Ma lui non era un tipo da santuario, così rifiuto l'offerta, preferendo rimanere un eroe errante. Il tempo continuò a scorrere inesorabile, la tecnologia dei terrestri fece progressi incredibili e il Governo Mondiale entrò presto in contatto con altre civiltà aliene come quella dei Namecciani, con cui si costituì un florente rapporto. Dopo l'avvento degli umani nei rapporti intergalattici, gli stessi costituirono la Repubblica Intergalattica unendo politicamente più pianeti con alleanze commerciali e militari, tra cui la stessa Namec. Potendo avvalersi delle conoscenze di altri pianeti, la tecnologia degli uomini arrivò al punto di poter creare cyborg e guerrieri artificiali, creati cioè con cellule staminali in laboratorio, dalla potenza pari quasi a quello che era stato Perfect Cell. Ad Ub capitò anche di scontrarsi con qualcuno di loro che era scappato dal controllo delle autorità repubblicane ma ancora una volta non erano avversari del suo livello. 

Erano tuttavia ad un livello tale da poter tranquillamente mantenere la pace sul pianeta Terra, così che la stessa figura del Leggendario Ub, il Guardiano della Terra, sbiadisse con il passare degli anni. Molti lo credettero morto, dato che in assenza di necessità non si faceva vedere molto in giro, molti altri credevano che fosse un fantasma e altri ancora facevano pressione sul Governo affinché si trovasse questo misterioso guerriero e si eliminasse in quanto minaccia per la pace, anche se non vennero mai presi sul serio. Da passare le sue giornate a combattere, Ub iniziò a vagabondare allenandosi per conto proprio. "Perchè io...perché io non muoio?" si chiedeva. Non lo diceva, non lo pensava neppure, ma nel suo profondo sapeva di desiderarlo. La vita era un dono, certo, ma nessuno poteva negare che, almeno per lui, la morte sarebbe stata una liberazione. Una liberazione da quell'oblio di monotonia ed eternità, una liberazione dalla stanchezza, che se non era fisica era ormai mentale. Ma non si sarebbe tolto la vita, No, per nulla al mondo. I suoi genitori gli avevano dato la vita, il suo maestro gli aveva, tramite il suo desiderio, conferito i suoi poteri e non avrebbe sprecato nessuno delle due. Avrebbe  combattuto per la terra e per la pace finché non si fosse presentato un avversario in grado di batterlo. Certo però, non poteva morire sapendo di aver lasciato la terra nelle mani di un essere malvagio. E allora si ritornava allo stesso punto, il punto in cui c'era solo una cosa che poteva portarlo via da quell'inferno lasciandogli la sua dignità.

"Il Tempo".

Aprì gli occhi e si stiracchiò. Sopra di lui l'ampia chioma di quell'albero secolare lo proteggeva dai forti raggi del sole, il vento soffiava sul manto erboso su cui era adagiato. Si alzò in piedi e si avvicinò al lago pochi metri dinanzi a lui. Si piegò sulle ginocchia e avvicinò il suo viso allo specchio dell'acqua. Era parecchio tempo che non guardava il suo riflesso. Forse il tempo aveva iniziato a scorrere anche per lui...forse le sue membra stavano iniziando a cedere...No, la sua immagine specchiata dalla limpida distesa trasparente non mentiva, nessuno gli avrebbe dato più di trent'anni. Ripensò a come lo definivano alcuni di quelli che lo avevano visto di recente. L'Immortale. Un nome azzeccato per uno spirito senziente che guardava tutto da un'altra dimensione, uno che giudicava la vita dei "mortali". Ma non era questo lui. Lui era un eroe, anzi lo era stato, quando la Terra ne aveva avuto ancora bisogno. Ora era l'ombra di un eroe.

Guardò un'ultima volta il suo riflesso nell'acqua. Nei suoi occhi freddi lesse quello che non osava pensare. Lui era l'ultimo. L'ultimo di una stirpe di guerrieri leggendari, l'ultimo protagonista di una storia di quelle che si racconta ai bambini, l'ultimo eroe di quelli che per tutta la vita cercano una morte degna di questo nome. Lui era l'ultimo. L'ultimo Guerriero Z.

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Capitolo 2
*** Il Figlio che non aveva mai avuto ***


Capitolo 1: Il Figlio che non aveva mai avuto






10 ottobre 1737
 


«Yaaahwn! » un forte sbadiglio scosse l'aria attorno a quella misteriosa figura.
Era steso lì da ore, su quel bel prato, con quella sua lunga cappa scura il cui cappuccio gli copriva enigmaticamente il volto. Era tempo che aveva preso la buona abitudine di non mostrarsi troppo nei suoi panni in giro. L'opinione delle persone comuni nei suoi confronti era contrastante e comunque avrebbe creato scandalo, senza considerare che non aveva mai apprezzato stare al centro dell'attenzione. Men che meno avere fastidiosi bambini che lo guardavano con quei loro occhi luccicanti sperando un giorno di diventare come lui. Sorrise al pensiero che quando ragionava così si sentiva molto simile a colui che fu il Principe dei Sayan. Rimaneva il fatto che quando decideva di vagabondare con la sua tuta da combattimento, ancora ispirata alla divisa di Son Goku, erano in numerosi che accorrevano sia per vedere il misterioso guerriero errante, ma anche molti che volevano diventare suoi allievi. E lui di allievi non ne voleva affatto. Primo fra tutti perché fino ad ora le proposte erano arrivate solo da contadinotti con livelli di combattimento irrisori, e poi,forse, perché temeva che si sarebbe affezionato al suo allievo come un figlio, come il figlio che non aveva mai potuto avere...
 
I suoi pensieri furono interrotti di scatto. Cos'era quella sensazione? Un'aura era appena apparsa dal nulla. Era decisamente una cosa insolita. Certo talvolta qualche guerriero di livello superiore in grado di controllare il proprio livello di combattimento lo innalzava d'improvviso, ma in tal caso sarebbe stata percepibile l'evoluzione. Invece questa volta era semplicemente apparsa dal nulla. Gli unici casi in cui questo poteva avvenire erano delle nascite ma...era impossibile che un neonato avesse una potenza simile! Preso dalla curiosità si alzò in volo attirando l'attenzione dei pochi presenti nei dintorni, anche se la levitazione non era poi una tecnica tanto misteriosa ormai. In quell'istante il boato di una potente esplosione giunse all'orecchio dell'uomo, esattamente dalla direzione da cui proveniva quell'aura.

«Che diavolo sta succedendo!» con uno scatto si lanciò verso il luogo designato arrivandovi dopo pochi istanti. Si trattava di una casetta in una radura, o meglio di quello che ne rimaneva. L'intera abitazione era in macerie, per lo più avvolte da fiamme, due corpi carbonizzati emergevano in parte da quell'inferno. Uno di quelli aveva in mano un coltello di dimensioni notevoli. Il pianto di un neonato. Ub si lanciò tra le macerie ustionanti e sollevò diverse travi prima di vederlo, lì rannicchiato su se stesso urlante: un piccolo fagotto di carne dai troppi capelli scuri e...una coda pelosa. Per la prima volta da decine di anni lo stupore assalì il moro. Era inconfondibile...era la Loro coda. Eppure era impossibile! La coda era sparita da generazioni ormai, così come era impossibile che un bambino, per quanto avente sangue saiyan, avesse un tale livello combattivo! Ma quella coda...

Lo scenario era chiaro: la donna aveva partorito in casa, forse prematuramente il che avrebbe giustificato la scelta di non andare in un ospedale, ma si era improvvisamente trovata in braccio un bambino con la coda. Non poteva immaginare se il motivo di quell'atto che aveva intenzione di compiere fosse perché il bambino fosse nato da un amore proibito, o per quella sua coda mostruosa, o per chissà cos'altro. Era indubbio però che uno dei due corpi aveva tentato di ucciderlo. Forse un'inserviente, forse il marito, forse un parente. Non era importante. Il bambino non glielo aveva permesso. Aveva liberato un'incredibile quantità di energia facendo esplodere tutta la zona circostante. Nessun neonato era in grado di fare qualcosa del genere. Non umano, namecciano o di qualunque altra razza ancora esistente, per lo meno. "Non ha senso..." si ripeté mentalmente Ub. "Non ha senso...ma non posso negare l'evidenza..." ed era così. Quel potere, quella coda...quel ragazzo era un..."Saiyan!".

Tese entrambe le mani e lo afferrò con delicatezza. Saiyan o non saiyan se fosse rimasto lì sarebbe morto. Forse era giunto il momento di rammentare la bontà che aveva sepolto nella profondità del suo animo. Non seppe mai se fu un gesto di pura bontà, se fu perché in fondo sperava di aver trovato un valido avversario o per chissà quale altro motivo. Lo prese e se lo strinse al petto. Aveva smesso di piangere. Quei suoi grossi occhioni lucidi lo guardavano incuriositi. Ub sorrise, poi si libbrò in aria e volò via.
Quel ragazzo sarebbe stato l'avversario che aveva sempre desiderato.

L'allievo che non aveva mai voluto.

Il  figlio che non aveva mai avuto.

 

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Capitolo 3
*** Perché io sono un Saiyan ***


Capitolo 2: Perché io sono un Saiyan

 
 



 


 
«Kogu alle tue spalle!» l'urlo di Ub arrivò giusto in tempo al suo giovane discepolo, che rapido si abbassò evitando quel letale concentrato di energia sottoforma di laser, per poi incenerire il suo attentatore con un ki blast.

«Tutto sotto controllo Ub, non ti agitare» rispose con quel suo solito sorrisetto arrogante il ragazzo. Quell'espressione, quel lieve incurvararsi dell'angolo sinistro della bocca, era ormai impressa nel cuore del moro. Da molto, ormai, era giunto alla conclusione che non poteva più fare a meno di quel piccolo ragazzetto insolente che aveva ben deciso di chiamare Kogu, un piccolo gioco di lettere con il nome del suo maestro, Son Goku appunto. Anche se c'era da dire che più che a Son Goku, la somiglianza era lampante con quello che fu il suo amico Goten: stessa corporatura tonica, stessi capelli bruni portati disordinati dinanzi al volto e soprattutto stessi occhi scuri come le profondità degli abissi. Già, la somiglianza era notevole. Soprattutto con quella divisa di arti marziali simile alla sua che il giovane Saiyan aveva insistito per farsi cucire su misura. Ma dal suo maestro aveva sicuramente preso la spropositata voglia di combattere e di mettersi alla prova contro avversari sempre più forti. Per quanto riguardava quella sua nota di insolenza e di arroganza onnipresente, non avrebbe ben saputo a chi paragonarla, se non al principe Vegeta prima che Son Goku dimostrasse di essere il migliore contro Majin Bu. Ma questo ovviamente a lui era stato solo raccontato.
 
Con un raggio di energia pose fine alle sofferenze di un rivoluzionario ancora agonizzante sul sanguinolento terreno di scontro. La battaglia era finita, l'ultimo avamposto dei rivoluzionari era caduto. Solo una roccaforte era ancora in piedi, Hidar. L'esercito intergalattico era forte e Zatron era sicuramente un ottimo comandante, ma se le voci giunte loro dagli esploratori erano vere, solo loro due avrebbero potuto scrivere la parola Fine a quella follia. Lì, in cima al torrorrione più alto, li aspettava Lui, Arthiom, il comandante della Rivoluzione. Si diceva che prima di scatenare tutto il putiferio di cui ora era protagonista, fosse stato uno dei più grandi generali su cui la Repubblica Intergalattica avesse mai potuto contare, forgiato nell'esperienza da centinaia se non migliaia di battaglie, e plasmato nel corpo da intensi allenamenti combinati con il sapere dei più grandi esperti di cybertecnologia. Era da lui che loro si sarebbero diretti.

«Sei pronto per il vero combattimento Kogu?» chiese il secolare guerriero senza voltarsi verso il suo giovane allievo.

«Sono nato pronto».

Avvertiva la sua presenza al suo fianco. Si voltò per un istante a guardarlo, forse per l'ultima volta. Sì, era pronto. Lo era sempre stato, dopotutto lo aveva ben addestrato. Dopo aver eliminato alla nascita i suoi primi due nemici, i suoi genitori, la sua vita era stata un continuo susseguirsi di vittorie. Addestrato sin dalla più tenera età, aveva imparato da piccolissimo le arti marziali e l'utilizzo dell'energia spirituale, e anche se forse gli addestramenti di Ub erano troppo rigidi, a soli 5 anni era forte già quanto un ufficiale dell'esercito intergalattico. E Ub, che ormai considerava il piccolo Kogu come un figlio, non poteva che essere più orgoglioso del suo pupillo. Quando poi ad 8 aveva risvegliato spontaneamente la trasformazione in Super Saiyan le sue abilità e la sua fama erano schizzati alle stelle. «L'eroe errante è tornato» dicevano «e con sé ha un bambino prodigio dalla forza spropositata». Così lui e il suo piccolo allievo avevano iniziato a girare per la galassia e a difendere il bene e la pace, ma sempre con la forza come piaceva a loro. Ad Ub non importava più di trovare avversari al suo livello, data la rapidità con cui il piccolo Kogu cresceva, ben presto sarebbe stato in grado di dargli del filo da torcere ed era proprio questo ciò che voleva. Continuò ad allenarlo, stando rigorosamente attento a tagliargli la coda quando rispuntava per evitare di avere a che fare con un mega scimmione magari anche in grado di sfruttare il potere del Super Saiyan e che come passatempo distruggeva tutto quello che gli capitava attorno. Fortunatamente la coda sparì dopo tre o quattro amputazioni, ma ciò non influì minimamente sulle abilità del ragazzo.

A 13 anni riuscì finalmente a superare il limite del Super Saiyan, mentre a 16 padroneggiò completamente il suo potere, nella forma che il suo maestro Son Goku aveva chiamato Super Saiyan Full Power. C'era da considerare però che la potenza di quello stadio, per come la vedeva Ub, era ben oltre il Super Saiyan del suo maestro, bensì era una sorta di stadio intermedio tra il Super Saiyan di primo livello e quello di livello successivo. Con una potenza tale, finalmente anche Ub poteva iniziare ad allenarsi discretamente, fiducioso che nell'arco di pochi anni il ragazzo avrebbe raggiunto il secondo, e magari anche il terzo livello, e sarebbe così divenuto un avversario formidabile. Ciò che veramente lo colpiva però, non era solo la facilità con cui diventava sempre più forte, ma soprattutto il modo con cui combatteva. Nulla a che vedere con lo stile di Son Goku o di nessuno dei suoi amici: il ragazzo univa le tecniche delle arti marziali con una sorta di istinto selvaggio che rendeva i suoi movimenti incredibilmente aggressivi, impulsivi, e impossibili da prevedere. Tali caratteristiche lo portarono a non perdere neppure un singolo scontro, se non contro il suo maestro, e ciò contribuì in larga parte a fargli assumere quell'aria di leggera insolenza e arroganza che non aveva quand'era più piccolo.

Comunque Ub non perse occasione, ogni qualvolta il ragazzo esagerava, di ricordargli di abbassare la cresta. Tuttavia in cuor suo sapeva di apprezzare quell'orgoglio, quella forza d'animo del ragazzo. All'età di dieci anni, quando la differenza con qualunque altro essere umano era stata lampante, aveva dovuto spiegargli ogni cosa. In pratica gli aveva sbattuto in faccia la nuda e cruda verità, le sue origini aliene, come lo aveva trovato e che probabilmente aveva ucciso i suoi genitori. Incredibilmente però il ragazzo non reagì come l'altro si era aspettato, non chiese nulla della sua famiglia, ma continuò per mesi a chiedergli della stirpe guerriera da cui discendeva, quei misteriosi Saiyan. E così Ub gli raccontò tutto quello che sapeva, ma soprattutto gli raccontò la storia del più grande Saiyan che fosse mai esistito, Son Goku.

«Pazzesco..» commentava il ragazzo con gli occhi lucidi dalla meraviglia «Ed era così forte il tuo maestro, questo son Goku?»

«Oh, molto più di quanto tu possa immaginare...pensa che sono passati mille anni da quando se n'è andato, e io ancora non ho raggiunto il suo livello» commentava Ub guardando il cielo stellato in cerca di quella stella che da qualche tempo a questa parte aveva iniziato a chiamare con il nome del suo maestro. Quel cruccio, quel non essere mai riuscito in vita a sconfiggere i tre Saiyan più forti, Goku, Gohan e Vegeta, rimaneva persistente. Con il tempo Gohan aveva smesso di allenarsi e la sua forza era calata, ma Goku continuava a ripetere che suo figlio era sicuramente il più talentuoso di tutti. Per quanto riguardava Vegeta e Goku non c'era mai stato nulla da fare: se Ub migliorava, lo facevano anche loro e rimanevano una meta irraggiungibile. Persino ora, dopo mille anni, dubitava di poter competere con loro.

«Maestro Ub...» proseguiva il ragazzo fissando la volta celeste come il suo maestro.

«Cosa c'è Kogu?».

«Crede che riuscirò mai a raggiungere questo Son Goku?» nei suoi occhi quell'irrefrenabile voglia di fissarsi un obbiettivo lontano come le stelle e di raggiungerlo.

«Sì, ne sono sicuro» rispose.

«E come fai ad esserne sicuro?»


Ub si voltò verso il suo giovane allievo. Sorrise.
«Perché tu sei un Saiyan»

«Perché io sono un Saiyan» ripeté il ragazzo fiducioso.










 
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Ciao a tutti, credo di dovervi qualche spiegazione, diciamo...ehm..editoriale XD
Questo capitolo è incentrato su quella che è stata la crescita, come guerriero ma anche e soprattutto morale, del giovane Kogu, e sottolinea anche molto il rapporto profondo che c'è tra lui e Ub e come quest'ultimo lo consideri un tassello fondamentale della sua esistenza. Detto questo spero non vi focalizziate troppo su questa storia della Rivoluzione e della battaglia dove i due si trovano, è solo uno sfondo qualsiasi per introdurre la descrizione di questo rapporto, è una sorta di riflessione che avviene dentro Ub nel momento in cui stanno affrontanto una battaglia di grande entità.
A tal proposito volevo informarvi che la Rivoluzione non rientra nella storia originale, o meglio non è di fondamentale importanza nella trama principale, ma siccome credo come idea possa dare origine ad una simpatica storia potrebbe esserci l'eventualità che io approfondisca la questione in uno Spin Off, fatemi sapere la vostra opinione ;)

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Capitolo 4
*** Arthiom il Rivoluzionario ***


Capitolo 3: Arthiom il Rivoluzionario






Toc Toc Toc.

«Comandante! »

Toc Toc Toc.

«Comandante si svegli, la riunione con gli Ufficiali è tra mezz'ora!»

Toc Toc Toc. TOC TOC TOC.

«SONO SVEGLIO MALEDIZIONE, SMETTILA DI BUSSARE O TI FACCIO SALTARE LA TESTA!» un urlo proveniente da quell'ampia porta in legno ben decorato, scacciò bruscamente quel semplice soldato intento a compiere il suo dovere.

«C-certo Signor Comandante, m-mi scusi...» senza aggiungere altro l'uomo si allontanò repentinamente dalla sua stanza da letto. Ed era meglio così. Odiava essere svegliato di soprassalto. La notte porta consiglio, dicevano, e data la delicata situazione in cui si trovavano, consiglio era proprio quello di cui aveva bisogno. Aveva bisogno di risposte. Risposte strategiche, non quelle stupidate assolutiste che Lui continuava a farfugliargli nelle orecchie durante i loro rari incontri.

Stiracchiandosi rumorosamente in un oliato cigolio metallico, riuscì finalmente ad alzarsi dal suo comodo letto e a raggiungere il suo bagno. Aprì il rubinetto e raccolse quel poco d'acqua che le sue  mani riuscissero a contenere. Era strano, sempre maledettamente strano. Dicevano che dopo un po' ci avrebbe fatto l'abitudine, ma a distanza di quindici anni ancora non riusciva a ritenere "normale" la vista di quell'apparato metallico che lui chiamava mani, che lui chiamava braccia. Ma dopotutto Cosa era normale, in un mondo dove gli innamorati non si parlavano per dimostrare il loro amore, dove ogni essere vivente si definiva libero sebbene costretto a rispettare migliaia di rigide istruzioni, dove gli uomini si facevano la guerra professando di desiderare la pace. Alzò lo sguardo verso il piccolo specchio ovale posto al di sopra del lavabo. Fortunatamente di metallico, almeno esternamente, aveva solo le braccia. Non era sicuro che sarebbe riuscito a fare a meno di quel suo riflesso pallido, dalla carnagione lattea, i corti capelli dorati e quei curiosi occhioni gialli come due gioielli. Ma poteva considerarsi soddisfatto di dimostrare ancora diciassette anni, epoca in cui aveva fatto il primo impianto cybernetico. Uno dei vantaggi di essere un cyborg era proprio quello: certo il tuo cervello, il tuo cuore e tutto quello che non era metallico continuava ad invecchiare, ma esternamente il tuo aspetto rimaneva lo stesso. Magari però ripensandoci, se lo avesse saputo prima, avrebbe aspettato un paio d'anni prima di farsi tramutare in un ammasso di bulloni. Avere l'aspetto di un candido diciassettenne, a dispetto dei suoi trentaquattro anni di età, non era di certo utile per rimorchiare belle donne mature come piacevano a lui. Sorrise. Fortunatamente Dio lo aveva graziato di un "aggeggio metallico" piuttosto considerevole, e quello sì che era utile per rimorchiare belle donne mature come piacevano a lui.

Vestendosi, come sempre, posò lo sguardo su quella stella a dodici punte, onorificenza massima della vita militare repubblicana. Eroe di Guerra, le parole incise nell'oro. Si ricordava bene il giorno in cui il Presidente della Repubblica Intergalattica, lo stesso a cui aveva da poco dichiarato guerra, gliel'aveva consegnata. Il giorno in cui si era trovato all'apice della gloria e della fama. All'epoca aveva ventisette anni, ed erano dodici che serviva la Repubblica. Si era arruolato a soli quindici anni, con il massimo dei voti all'accademia militare.

La sua scheda anagrafica riportava queste parole:
Figlio di una nobile casata, ricco di nascita e sicuramente un Don Giovanni. Nonostante le origini non pecca di arroganza, al contrario spicca per una strabiliante dote intellettiva e strategica. Atleticamente è fuori dalla norma, predilige lo scontro con armi a corta distanza. Si prospetta un ottimo soldato, con una promettente carriera.

E così era stato. Dopo due anni era ufficiale, e aveva deciso di sottoporsi alla nuovissima operazione di cybernizzazione offerta ai militari di rango elevato, anche se aveva dovuto sborsare buona parte del suo patrimonio. Grazie alle potenzialità del suo nuovo corpo, sempre migliorato negli anni, e alla sua intelligenza fuori dal comune, in poco tempo era nell'alto comando nell'esercito. A venticinque anni, oltre ad essere il più forte combattente dell'intero corpo militare intergalattico, era anche il Generale Strategico. A ventisette era stato lui a condurre l'esercito intergalattico alla vittoria contro la più vasta ribellione che ci fosse mai stata dalla costituzione della Repubblica. In quell'occasione gli fu conferita la Stella Heroes, e lo stesso Presidente gli propose di divenire il nuovo Generale Supremo, dopo le dimissioni del precedente. Ma gli orrori di quella guerra erano stati troppi, il suo giovane corpo ne era ormai ripudiato e decise di ritirarsi dalla vita militare. Da allora aveva vagabondato senza una vera meta finché non aveva incontrato Lui, e da quell'incontro era tutto cambiato.

Distolse lo sguardo. Era in ritardo. In pochi minuti era fuori dalla sua stanza, si dirigeva di fretta verso la Sala del Comando dove i suoi Capitani lo attendevano con ansia. Si fidava di quegl'uomini, si fidava al punto che avrebbe tranquillamente affidato la sua vita a ciascuno di loro. Dopotutto non c'erano spazi per disaccordi o attriti interni laddove la loro organizzazione aveva dichiarato guerra al più vasto governo universale per un obbiettivo comune. Quell'obbiettivo dava immensa fiducia ad ogni membro della Rivoluzione, quell'obbiettivo faceva in modo che un rivoluzionario non temesse la morte. Era questo il segreto delle loro vittorie. Erano quasi sempre in minoranza numerica, ma il loro ardente desiderio di vittoria e il loro carisma incredibile avevano sempre intimorito gli avversari e portato la battaglia dalla loro parte. E tutto questo, tutto in onore del loro obbiettivo comune. Libertà. Pura, Essenziale e Irriducibile Libertà.

"Quand'è che ho iniziato a pensare come Lui?".

Probabilmente era stato dopo il loro incontro. Dopo che Lui gli aveva raccontato la sua storia, dopo che gli aveva mostrato quello che la Repubblica faceva sul suo pianeta. Dopo che gli aveva aperto gli occhi e messo davanti la cruda verità: le loro esistenze, l'esistenza di ciascun essere vivente in quell'angolo di universo, erano tutte dominate, gestite e incatenate dalla Repubblica. Il Governo mentiva, i media parlavano e facevano credere alla gente di essere liberi quando loro collaboravano a privarsi della loro stessa libertà. Gerarchie, Istituzioni, Alleanze, Leggi, Governi. Erano tutte catene, catene che legavano e stritolavano l'anima di chiunque fino a soffocarla del tutto. Ed era da questa consapevolezza che era nata quell'idea, forse insinuata dalle parole di quel tipo. Certo era evidente come Lui tentasse di manipolarlo, di piegarlo al suo volere. E in qualche modo il biondo fingeva di stare al gioco, ma entrambi sapevano che il cyber umano aveva dato il via a tutto quello, mettendoci la faccia al contrario del suo compare, perché credeva in quell'ideale. Perché credeva che l'unica cura per il mondo era debellare la malattia. Perché sperava che una volta fatta crollare la Repubblica, ogni individuo avrebbe iniziato nuovamente a pensare, a riflettere su sé stesso. All'inizio avrebbe regnato il Caos, certo, ma ben presto un nuovo ordine, questa volta dettato dalla natura e non da subdoli strataggemmi umani, avrebbe preso il sopravvento.
Spalancò la porta e assistette come sempre al saluto militare dei suoi seguaci. Con un cenno della mano metallica gli concesse il riposo, prima di sedersi anch'egli al posto che gli spettava.
 
«Ben trovati miei cari Capitani, quali nuove mi portate quest'oggi» disse guardandoli uno per uno.
Erano stanchi, come del resto lo era lui. Quand'era iniziata quella follia? Non lo ricordava più. Anni prima, circa cinque, aveva iniziato a reclutare membri per la sua organizzazione. E molti di quei volti risalivano a quell'epoca, forse rovinati dal tempo e dalle cicatrici di battaglia. Amici, Ex Compagni d'Armi o Militari dalle vedute rivoluzionari, furono chiamati a combattere per un alto ideale, l'alto ideale che lui offriva loro. Un'identità, un qualcosa che li rappresentasse più di quel "Per l'ordine galattico" che era il motto dell'esercito Repubblicano, parole vuote considerando che la maggior parte delle spedizioni militari erano punitive o di conquista. In molti erano accorsi alla sua chiamata, molti altri si sarebbero aggiunti in seguito nei numerosi pianeti che visitò per i primi tempi. Chi non era dei loro era contro di loro, e per quanto gli dispiacesse, non poté fare altro che eliminarli. Ben presto divennero un numero vastissimo di Rivoluzionari, così si facevano chimare in merito a ciò che appunto volevano scatenare. Stabilirono la loro base lì, a Hidar, e da lì iniziarono a conquistare vari avamposti repubblicani. Le prime battaglie furono un succeso incredibile: le sue strategie militari, unite all'effetto sorpresa di quei primi tempi e all'entusiasmo che vigeva, portarono a vittorie travolgenti. Inoltre nei pianeti che conquistavano in numerosi si proponevano per ingrossare le loro fila, e ben presto risultarono una vera minaccia per la Repubblica Intergalattica. Lo scontro diretto avvenne ben presto, e dopo qualche schermaglia isolata si passò alla guerra aperta. Gli hacker Rivoluzionari entravano nei sistemi repubblicani e diffondevano il credo della Rivoluzione, invogliando a sostenere la loro Causa. D'altro canto la Repubblica aveva ormai approvato la pena di morte per chi appoggiasse quell'organizzazione. Ma le cose andavano a gonfie vele e le loro forze erano quasi patte. Poi arrivarono loro e le cose cambiarono. Ub, l'Eroe Errante, quel Leggendario guerriero la cui figura era perennemente avvolta da una coltre di nebbia ma i cui poteri inimmaginabili erano noti ai più, assieme a quel moccioso che dimostrava capacità non inferiori a quelle del suo maestro. E avevano iniziato a perdere, a cedere terreno. Allora, quando avevano capito che non sarebbero riusciti a raggiungere la Capitale della Repubblica, il pianeta Terra, era scattato il piano d'emergenza. Erano convenuti che l'unica cosa da fare era ripiegare, radunare tutte le forze lì a Hidar, dove il terreno gli era favorevole, e distruggere l'esercito intergalattico. Se avessero vinto, avrebbero potuto sferrare in seguito l'attacco decisivo alla repubblica. Se al contrario avessero perso, le aspettative erano di portarsi all'inferno con loro la stragrande maggioranza dell'esercito repubblicano. E senza forza militare, la Repubblica era persa. Quell'oligarchico sistema di dominio, dove pochi individui di ogni razza decidevano le sorti dell'universo, sarebbe collassato sul peso delle loro responsabilità e ogni pianeta sarebbe ritornato a gestirsi meglio, nel proprio piccolo. In qualunque dei due casi, per loro sarebbe stata una vittoria. Ma andare incontro alla morte, non era facile per nessuno. C'era da considerare che avrebbero potuto perdere in maniera talmente soverchiante da non arrecare alcun danno considerevole alla Repubblica, ed era quello che stavano cercando di evitare con tutte le loro forze.

«Yval è caduta Comandante, le nostre truppe si sono ritirate qui e ci stanno raggiungendo anche le truppe di Jawsol e Hras».

«Ormai è questione di ore...entro dopodomani, all'alba, l'esercito repubblicano sarà qui e avrà luogo la più grande battaglia che la Repubblica possa ricordare dalla sua fondazione».

«Ma c'è bisogno che lei parli alle truppe Signor Comandante...il morale non è buono, non tutti sono disposti a sacrificare la loro vita per il nostro ideale...».

Arthiom sospirò.
«Parlerò alle truppe quando sarà il momento. E nessuno sta dicendo che sacrificheremo le nostre vite. No, noi vinceremo questa battaglia!» disse con forza. Sarebbe stato di grande aiuto se Lui avesse acconsentito a rendere nota la sua presenza. Un guerriero del suo calibro tra le loro fila, un guerriero che a suo dire avrebbe potuto rivalegare e anche sconfiggere il leggendario Ub, avrebbe dato un'impennata al morale delle truppe. Ma non poteva farlo, lo aveva giurato.
Il suo sguardo tornò a fissarsi negli occhi di ciascuno dei suoi Capitani.
L'aria era pesante, la tensione palpabile.
La Battaglia Finale era alle porte.







 
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Alla fine ho deciso di inserire la Rivoluzione come parte integrante della storia dato che credo sia un bel racconto oltre che utile a chiarire molte questioni. Questo capitolo in particolare ripercorre le prime fasi della Rivoluzione dagli occhi di Arthiom, colui che ha scatenato il tutto, per i suoi ideali liberalistici. Ci mostra come le fatiche della battaglia lo abbiano portato a ripudiare la vita militare ma nel contempo un misterioso Lui lo abbia convinto a ritornare in guerra, questa volta contro il suo stesso governo. E mi soffermo su questo Lui, che a quanto pare è convinto di essere forte quanto il nostro Ub, anzi addirittura di più. Possibile? Lo scopriremo presto ;)

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Capitolo 5
*** Il Prezzo da pagare per la Libertà ***


Capitolo 4: Il Prezzo da pagare per la Libertà


 



Il respiro di cento mila uomini. Il caldo. Il peso delle responsabilità. Lo sguardo perso all'orizzonte. Il caldo. L'esercito repubblicano che avanza. Passi rimbombanti. L'ansia. Il Respiro di cento mila uomini. Le Grida di ufficiali intenti a dare gli ultimi ordini. Il cigolio dei Pesanti macchinari metallici spostati. Il Caldo. Il Silenzio. L'Ansia. La Rabbia. La Paura. Il Respiro di Cento Mila Uomini. La Morte Addosso.

«Fratelli e Sorelle Rivoluzionari!»

La sua voce echeggiava, forte, potente, illuminante come la luce di un faro per chi si era smarrito in mezzo a quella tempesta. Aveva pensato che il terrore, no, che la consapevolezza di essere probabilmente così vicino alla morte quanto non lo era mai stato, lo avrebbe paralizzato. Aveva pensato che dalla sua bocca metallica non sarebbe uscito alcun suono, che il suo corpo non sarebbe stato in grado di muoversi. E invece aveva scoperto che quella sensazione a lui del tutto nuova, la Paura, non lo immobilizzava affatto come si diceva. Anzi, non si era mai sentito così vivo in tutta la sua esistenza.

«Quest'oggi, si consuma l'ultima delle nostre memorabili battaglie. Comunque vada a finire i libri di storia narreranno le nostre imprese, le vostre imprese; comunque vada il mondo ci ricorderà. Ma a noi questo non è sufficiente. Non vogliamo essere ricordati come ribelli, come semplici derelitti della società che si sono rivoltati contro il proprio Governo per lo sfizio di un pazzoide, No. Noi verremo ricordati come coloro che diedero speranza, coloro che diedero libertà. Le forze del nemico sono forti e numerose, più di noi questo è certo. Ma non è forse sempre stato così? Non siamo sempre stati "inferiori" sulla carta?»

Sentiva il cuore bruciargli in petto, pulsare così forte da poterlo sentire distintamente, premere con incredibile forza contro la sua gabbia toracica in lega di Auxanio.

«Eppure abbiamo vinto, vinto e continuato a vincere. Perché quegli uomini là in fondo, non sono come noi. Non credono in nulla! Noi...noi invece abbiamo qualcosa da difendere, qualcosa da proteggere e qualcosa da diffondere...la Libertà!»

Sentiva il vociare dei soldati sotto di lui, che si ergeva dalla torre di comando ai migliaia di uomini lì schierati, sentiva i loro spiriti ardere, i loro cuori innalzarsi alle sue parole.

«Quest'oggi noi dimostreremo al mondo intero cosa è in grado di fare un gruppo di uomini Liberi! Dimostreremo a tutti quanto vale questa Libertà che ci ostiniamo a difendere strenuamente anche con la vita! Quest'oggi, molti di noi perderanno la vita. Forse tutti noi perderemo la vita. E c'è chi dice che questo vanificherà i nostri sforzi. Ma io vi dico: NON È COSÌ! La vita, miei cari fratelli e sorelle, finisce per tutti. Che si voglia o non si voglia. E sta solo a voi scegliere se morire tra cinquant'anni sopendosi lentamente, magari dopo aver avuto una felice famiglia e aver visto i propri discendenti crescere, o morire qui, adesso, in questa fredda e putrida montagna rocciosa. Chi vuole andare via si limiti a farlo, senza chiedere conto a nessuno. Ma io vi dico che se sceglierete la via più facile, se sceglierete di scappare, forse sì avrete una bella vita ma quando ve ne andrete sarete pieni di rimpianti, e penserete "Cosa ho fatto di buono nella mia vita?". Se invece restate qui. Se invece resterete al mio fianco finché un raggio laser non vi avrà trapassato da parte a parte, o finché una spada non vi avrà tagliato in pezzi, non avrete alcun rimpianto e i vostri nomi verranno ricordati per i millenni a venire. La morte arriva per tutti, fratelli miei. È un prezzo che il Creatore esige, per averci donato la vita. La vita di ognuno di noi è stata diversa, certo, ma è il modo di morire che conta. Io vi giuro che non scapperò mai. Io vi giuro che rimarrò al vostro fianco fino all'ultimo istante, come un padre amorevole con i suoi figli. Io vi giuro che accoglierò con voi la morte, a braccia aperte come si accoglia una vecchia amica che si presenta un po' troppo presto all'appuntamento. Perché questo...QUESTO È IL PREZZO DA PAGARE PER LA LIBERTÀ!!»

L'urlo di centomila uomini pronti a pagare quel prezzo, il prezzo più alto, per il loro ideale, si alzò in cielo in un boato assordante. Il terreno tremò, l'aria vibbrò, mentre in molti dell'esercito repubblicano deglutivano affannosamente davanti a tanta ferocia.

Arthiom sorrise di buon gusto. Erano pronti. Lui era pronto.

La Battaglia Finale poteva iniziare.
 

 
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Un urlo disumano si innalzò dal torrione di Hidar. "Anche loro sono pronti..." pensò Ub. Non ascoltò il discorso di Zatron, il Generale dell'esercito repubblicano. Era bravo in battaglia e carismatico, certo, ma il loro spirito non sarebbe mai stato all'altezza di quello dei rivoluzionari, pronti a perdere tutto per la loro causa. E un po' questo lo temeva.

«...quindi miei compagni e amici, Per l'Ordine Galattico...ALL'ATTACCO!» l'ordine era arrivato, l'esercito Repubblicano si mosse contro le porte di Hidar.

Il primo assalto fu un massacro, le difese di Hidar erano incredibili, gli scudi energetici resistenti e i cannoni al plasma potenti. La prima linea fu distrutta, gli unici sopravvissuti erano loro, Ub e Kogu, impegnati a destreggiarsi tra i numerosi proiettili di energia.

 «Ub maledizione occupati di quello scudo!» strillò il Generale Zatron passandogli di fianco a mezz'aria. Ub guardò truce il militare. Non gli piaceva prendere ordini. Con uno sbuffo Ub attivò il Kaioken. La potenza venti sarebbe stata più che sufficiente.

«Ka....me....ha.....me.....HA!» il suo colpo si infranse contro lo scudo energetico contrastandone la potenza per un po', finché la struttura difensiva non crollò e il colpo di Ub venne annullato.

«Ben fatto vecchio!» lo schernì Kogu mentre iniziava il confronto diretto contro i soldati Rivoluzionari. I combattenti della rivoluzione non erano grandi esperti, anche gli ufficiali non erano all'altezza di Kogu e Ub neppure nella loro forma normale sebbene le armi energetiche di cui disponevano non erano da poco.

«Kogu ricordati che il nostro obbiettivo è lassù!» gli ricordò Ub facendo cenno con il capo verso la Grande Torre dove si trovava Arthiom.
Ci misero molto per superare le fila nemiche a tutta velocità, il fatto che tutti potessero volare tramite capacità spirituali o nuove tecnologie di certo non aiutava, ma una ventina di minuti dopo erano finalmente lì, nella sala di comando. Lui, Arthiom, li aspettava.

«Sei arrivato finalmente Ub...ti aspettavo ansiosamente...non è un onore di tutti i giorni potersi confrontare con un guerriero leggendario del tuo calibro» disse l'uomo, anche se più che un uomo sembrava un ragazzino.

«E questo sarebbe Arthiom? A me sembra poco più grande di me!» disse Kogu, che aveva da poco compiuto sedici anni.

«Non farti ingannare dal suo aspetto, mio giovane allievo...è un cyborg, conserva le sue fattezze giovanili ma la sua mente ha più di trent'anni..» spiegò il moro guerriero.

«Non lo trovi curioso Ub?» disse il Rivoluzionario ignorando del tutto l'allievo del moro «Tu, l'Eroe Errante, contro Me, l'Eroe Caduto...potrebbe essere il titolo di un racconto...ahahah» rise, ma con una risata isterica e tutt'altro che spontanea. Poi tornò serio come prima «ma ora basta con i convenevoli...fatti sotto!» l'uomo, o quasi, si era messo in posizione di combattimento.

Lo stesso fecero Ub e Kogu, prima che Arthiom si lanciasse come una furia contro il più vecchio dei due impattando contro il suo braccio. "Ha una potenza incredibile!" pensò Ub, attivando subito il Kaioken con una potenza di cinquanta volte quella normale. Sin dall'inizio la battaglia fu tra loro due, Ub e Arthiom, mentre Kogu assisteva dall'esterno senza riuscire ad intervenire benché ci provasse con qualche colpo andato a vuoto. Sembrava che il cyborg non si preoccupasso proprio di lui. Come si permetteva! Certo doveva essere un avversario formidabile per aver costretto il suo maestro ad utilizzare il Kaioken Cinquantesimo sin da subito, ma lui non era da meno. I colpi dei due si susseguivano potenti iniziando a ledere la struttura della torre.

«Non ti azzardare...ad IGNORMARMIII!!!» con un grido di rabbia Kogu esplose la sua energia trasformandosi in Super Saiyan prima di scagliarsi contro un sorpreso Arthiom e colpirlo al volto con un pugno.
«Kogu fatti da parte» disse Ub, che dopo aver trovato un avversario di potenza non indifferente con cui scontrarsi non aveva alcuna intenzione di condividerlo con altri. Ma Kogu non era un tipo facile da convincere.
«Te lo sogni, ci penso io al nonnino ringiovanito!» disse prima di lanciarsi contro il cyborg. Ub però non poté fare a meno di notare lo sguardo sorpreso del Rivoluzionario rivolgersi prima ai suoi capelli dorati e poi...al suo fondoschiena? Che...cercasse la coda?
"Impossibile non può sapere dei Saiyan" convenne Ub prima di lanciarsi ad aiutare il suo allievo.

La potenza di Kogu non era troppo distante da quella di Arthiom, in fondo, ma l'esperienza del secondo sul campo di battaglia era considerevole e sapeva sfruttare tutte le armi del suo corpo cybernetico al meglio. Una serie di pugni del Saiyan colpì il cyborg, prima che i suoi propulsori lo portassero in aria e una raffica di proiettili super perforanti investissero il giovane allievo di Ub. La reincarnazione del demone rosa però si era già portata alle spalle del rivoluzionario colpendolo con un potente calcio alla schiena. Utilizzando i propulsori sulle mani, Arthiom riuscì a non schiantarsi al suolo, ma anzi a schivare per un soffio il colpo energetico di Ub."Questo ragazzo non è potenzialmente un mostro, ma combatte divinamente!" Ub aveva iniziato ad assaporare il gusto della battaglia e di nuovo il confronto si spostò su loro due. Gli avambracci metallici del rivoluzionario si scontrarono ripetutamente con quelli del moro prima che un calcio mozzasse il fiato a quell'amasso di bulloni spedendolo contro una parete.

«Energy....Sphere!» un concentrato di energia di colore blu su formò sul palmo della mano del Saiyan, una sfera dal diametro di una decina di centimetri, prima che la stessa impattasse contro il petto del Cyborg ingigantendosi e raggiungendo un diametro di cinque metri buoni. Il corpo di Arthiom venne nuovamente scagliato contro la costruzione perdendosi tra i rottami.
«Bel colpo Kogu!» si complimentò Ub con il suo allievo.
«Suvvia, sai meglio di me che posso fare molto di meglio!» rispose con la sua solita arroganza il ragazzino. Lo sguardo di Ub era però concentrato. Il cyborg era sparito. Fuggito? Impossibile, non avrebbe mai abbandonato i suoi uomini. Ma essendo fatto prevalentemente di metallo era impossibile percepire la sua aura, e questo creava parecchi problemi.

«Tieni gli occhi aperti moccioso, ora ci sarà da divertirsi!» disse Ub, subito prima che dei missili comparissero praticamente dal nulla sfondando un muro e dirigendosi proprio verso di lui. Provò a schivarli ma questi lo seguivano ad incredibile velocità, costringendolo a parare il colpo non senza difficoltà.
«Ahahah ti ha arrostito eh? Credo proprio che quello che dovrebbe tenere gli occhi aperti sei t-» le parole del Saiyan furono interrotte dal frastuono del pavimento che si sbriciolava sotto i suoi piedi per lasciare uscire il pugno del cyborg che centrò in pieno stomaco Kogu mozzandogli il fiato. Arthiom aprì il palmo della mano, ancora a contatto con l'addome del ragazzo, ed un potentissimo raggio di energia investì il giovane.
«Merda Kogu!» la potenza di quel colpo era incredibile, certo magari non avrebbe ucciso il suo allievo, ma Ub era comunque preoccupato per le sue condizioni.
"Quello stupido moccioso non mi ascolta mai, e queste sono le conseguenze!" i due avversari si guardarono negli occhi. Di Kogu non c'era alcuna traccia. Pochi istanti ed entrambi svanirono alla vista di qualunque normale essere umano, prima che ad ipervelocità i loro colpi si scontrassero con incredibile intensità, dove la sola onda d'urto dei loro colpi faceva vibrare l'intera struttura.

Nuovi missili ad inseguimento vennero lanciati dal cyborg, neutralizzati dal ki di Ub, prima che il rivoluzionario estraesse una lama dal suo polso ed iniziasse a combattere armato. "Maledizione non ho la forza per oppormi a quella lama, se continua così sarò costretto a potenziare il mio Kaioken!" non che gli dispiacesse, ma semplicemente apprezzava di più uno scontro con un po' di suspance, ecco.
«Perdonami Ub, non ho mai avuto nulla contro di te, ma in questo momento rappresenti un governo corrotto e che agisce solo per i suoi interessi, e per tanto ti eliminerò!» Arthiom era teso, impaurito, sapeva bene che la potenza del suo avversario era ben oltre quella che dimostrava in questo momento, perciò doveva finirlo prima che aumentasse la sua forza. Con un raggio di energia costrinse Ub a spostarsi verso destra, così il biondo si lancio con il polso destro, armato di lama, pronto a penetrare nel cuore del suo avversario. L'angolazione era giusta, la velocità pure. Lo sguardo di Ub tradiva sorpresa, avrebbe dovuto attivare immediatamente il livello successivo del Kaioken per evitare di venire ucciso.

«Ehi rottame ambulante, non ti scordare di me!» Kogu era comparso sulla destra del cyborg, sorpreso da quell'apparizione, mentre nel palmo della sua mano destra questa volta si formava una sfera di energia dal diametro di circa trentacentimetri. «Energy ORB!» la versione potenziata dell'Energy Sphere si schiantò contro la spalla del rivoluzionario con una potenza incredibile, ingigantendosi fino a raggiungere un diametro di venti metri costingendo anche il suo maestro a proteggersi per evitare di venire coinvolto seriamente nel colpo. Colpito di sorpresa, Arthiom non fu in grado di deviare la potenza incredibile del colpo che scaricò in pieno sul suo braccio metallico riducendolo in frantumi mentre lui veniva scagliato a decine di metri di distanza nell'ampio salone della torre.

«Haha, l'ho fatto secco! E ti ho anche salvato il culo vecchio, credo che dovresti dirmi grazie!» si pavoneggiava il Saiyan. Ub rispose con un sorriso.
«Che dire, sei stato bravo...ma non credo proprio che tu l'abbia tolto di mezzo!» disse il maestro indicando il cyborg che senza un braccio si rialzava a fatica. Arthiom era sconfortato, impaurito. La battaglia là fuori ancora infuriava, e se lui non fosse riuscito a trattenerli ancora per un po' il loro intervento avrebbe reso vani tutti i loro sforzi.
«Io...Io non vi lascerò andare via da qui!» disse stringendo con forza l'unico pugno che gli era rimasto.
"Che forza di volontà....purtroppo però per te è finita ormai" pensò Ub.
Poi quella sensazione. Quell'aura, così vicina. Possibile che non aveva avvertito un tale potere avvicinarsi? Non che la potenza di quell'individuo che dalla penombra si avvicinava ad Arthiom fosse esaltante, ma la sua aura aveva un qualcosa di incredibile. Era terribilmente selvaggia, terribilmente iraconda e aggressiva.

«Arthiom, caro Arthiom...come ti sei ridotto» l'uomo era ancora immerso nell'ombra delle rovine di quel luogo.
«Non avrei mai pensato che per qualche minuto di ritardo ti avessero conciato così...aaah si vede che ti ho sopravvalutavo» proseguì l'individuo.
«O forse eri tu che sottovalutavi loro, Drake» rispose con un sorrisetto il cyborg. Era evidente che provava ammirazione e rispetto per quell'uomo, ma nel contempo sembrava irritato dai suoi atteggiamenti.

Pochi passi, l'uomo uscì dall'ombra. Gli occhi di Ub si strabuzzarono per la sorpresa. L'uomo indossava una divisa che poche volte al moro era capitato di osservare, ma sapeva bene di cosa si trattava. Ma era impossibile che fosse uno di loro. D'altro canto per molti elementi non c'erano dubbi. Quello sguardo, quell'aura, e soprattutto quella....coda. Quell'uomo era un Saiyan.
Un sorriso teso si dipinse sul volto dell'eroe errante.
"Ultimamente sembra che i Saiyan spuntino come funghi" scherzava dentro di sé, ma a dirla tutta era piuttosto preoccupato.
«Tu devi essere Ub immagino...la tua aura è impressionante» disse il Saiyan avvicinandosi al moro.
«Ehi Tu, si può sapere chi diavolo sei?» Kogu gridò stizzito, quei tre avevano iniziato a conversare come se si trovassero ad un simpatico Teà party ignorandolo del tutto.

Lo sguardo di Drake si posò su quel ragazzino dagli occhi verde acqua e i capelli dorati ritti in testa.
«Tu...tu sei ancora vivo?» la sorpresa dell'uomo era, se possibile, addirittura maggiore a quella di Ub, il quale nel frattempo aveva iniziato a creare qualche possibile collegamento tra quell'uomo e il suo allievo. E nessuno di quelli gli era piaciuto.
«Certo che sono vivo, ma si può sapere chi sei tu?» disse Kogu indietreggiando, mentre l'uomo si avvicinava pericolosamente.

Il Saiyan sorrise.

«Io sono tuo padre».

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Capitolo 6
*** Una Storia di Orrori ***


Capitolo 5: Una Storia di Orrori


 



«M-mio padre?» Kogu arretrò spaesato. Non era possibile. Ub gli aveva detto che il piccolo aveva ucciso i suoi genitori da piccolo, perché quelli tentavano di ucciderlo. Lo sguardo del saiyan si spostò sul suo maestro, cercando risposte a quello che stava succedendo. Ma Ub scosse la testa. Non sapeva nulla di più di quanto gli avesse raccontato.

«Certo che sì! Non vedi la mia coda? Chi altri può...ah ma vedo che la tua è stata tagliata...prevedibile dopotutto. Dovrò darti un'altra prova allora!» con una facilità impressionante l'uomo si trasformò in Super Saiyan, i lunghi capelli che prima mori si accavallavano sul suo volto, si alzarono in morbidi ciuffi biondi, mentre le pupille diventavano verdi.

«N-non è possibile...» sillabò a stento il ragazzo.

«Invece è proprio così! E ora vieni figliolo, abbraccia tuo padre!» Drake spalancò le braccia come per accogliere un figlio, il suo viso trasudava certamente felicità ma allo stesso tempo era pauroso. Kogu era pietrificato.

«Perdonatemi se interrompo un allegro ritrovo di famiglia, ma sono curioso di sapere un paio di cosette...numero uno, come diavolo...esisti? Le code, nei mezzi saiyan si sono estinte anni fa, e poi dovresti reggere la trasformazione con il doppio dello sforzo...e dov'è tua moglie? E come mai non hai cercato tuo figlio in tutto questo tempo?» Ub posò una mano sulla spalla del suo allievo, tranquillizzandolo.

«Ahahah be' mi sembra giusto che io vi dia qualche spiegazione...tanto per cominciare, trattieni parole spregievoli come "mezzo saiyan" eroe Ub...io sono un Saiyan Purosangue!» disse l'uomo fiero stringendo il pugno. Il Guerriero Z era piuttosto perplesso. Se forse non era sicuro che la coda fosse sparita in tutti i mezzi saiyan, era certo più che mai che i Saiyan Puri si fossero estinti con la morte di Son Goku e di Vegeta.

«Nonostante ciò, non ho una madre né un padre Saiyan. Devi sapere che dietro i successi militari della Repubblica si cela un misterioso corpo di ricerca, lo chiamano Poligorn. Il loro laboratorio altri non era che un pianeta disabitato ai confini della galassia. Ma questo solo da un centinaio di anni a questa parte. Prima Poligorn si trovava sulla Terra. E fu proprio lì, che centinaia di anni or sono, in molti iniziarono ad accorgersi di misteriosi guerrieri in grado di cambiare il colore dei loro capelli che raggiungevano vette di forza incredibile per quei tempi. Ben presto si scoprì che questi erano discendenti dell'antica ed ormai estinta razza aliena dei Saiyan, la razza guerriera per eccellenza. Così, circa cinquecento anni fa, venne avviato il Progetto Z, per la creazione di un esercito di super guerrieri saiyan. Ma dopo pochi anni venne a galla che il corpo di questi saiyan parziali, non era adatto a sostenere la potenza di un vero saiyan, così veniva deteriorato sino alla morte. Iniziò la sperimentazione. I sacrifici di mezzi saiyan raggiunsero picchi altissimi. Prima si tentò di potenziare il corpo degli ospiti, ma quando si convenne che nessun corpo se non quello di un vero saiyan avrebbe potuto sostenere l'intera portata di quel potere, si iniziò a cercare il misterioso Gene Z, il gene saiyan. Ancora una volta i saiyan impuri vennero cacciati come selvaggina, imprigionati e costretti a torture tra le peggiori per ricavare tracce le loro DNA. Ma dopo anni e anni di studio, i risultati erano ancora nulli. Il progetto Z venne archiviato, portato avanti con passività per i secoli. Adam Rudmond era un novellino al Poligorn, quando scoprì di questa storia. In pochi anni divenne il più grande esperto di Saiyan della storia di Poligorn, finché, vicino alla morte lo trovò. Sessant'anni fa, Adam Rudmond, trovò il Gene Z.» l'uomo arrestò il suo racconto, si contrasse in uno spasmo di rabbia.
Ub nel frattempo collegava il suo racconto con quelle voci che per anni aveva sentito, di rapimenti di mezzi saiyan e di esperimenti segreti. Era tutto vero. Anche lui fu preso da un impeto di rabbia: se lo avesse saputo prima avrebbe tolto subito di mezzo l'intera Poligorn e risparmiato tutte quelle vite.

«Ottenuto quel gene, la tecnologia delle cellule staminali era già al punto da poter consentire di ricreare un primo embrione saiyan. Ci vollero altri dieci anni prima che si ottenesse un composto genetico adatto alla maturazione dell'embrione, e il vecchio Adam era già morto. Ma Cinquant'anni fa si ottenne finalmente il più grande risultato del Progetto Z. Ero io, la prima forma di vita Saiyan che raggiunse l'anno di età in perfetta forma. Il mio nome non fu mai importante, venni chiamato soggetto Delta 471, dalla cui iniziale mi sarei poi fatto chiamare Drake. Fui trattato per anni come una cavia, allenato ogni giorno rigidamente per mostrare il mio vero potere. Ma per i saiyan puri, anche da laboratorio, era molto più difficile risvegliare la trasformazione in Super Saiyan. Nel frattempo, quando io avevo quindici anni, un nuovo embrione maturò. Questa volta era una femmina, Alfa 836, Ayria. Io ed Ayria eravamo nati per accoppiarci, mi dissero, e riportare in vita la gloriosa stirpe dei saiyan. Inizialmente io non ero d'accordo, ma quando Ayria crebbe io non riuscì a non innamorarmene. Era così bella, così vera. E soprattutto così simile a me. Quando durante un plenilunio distruggemmo buona parte della zona a noi adibita, riuscimmo a vedere cosa c'era oltre quel cortile dove ci allenavamo: decine, centinaia, forse migliaia di situazioni come la nostra, dove bio guerrieri, esseri di altre razze o semplicemente prigionieri, erano esposti a crudeli sperimentazioni. Quel luogo era un inferno. Ma noi non avevamo la forza per opporci a quelle crudeltà. Per gli anni a venire mi allenai con tutto me stesso ma non riuscì mai a trasformarmi. Quando poi Ayria rimase incinta, tutto cambiò. Dovevamo scappare, subito. Non potevamo permettere che nostro figlio, Tu, fossi trattato come una cavia da laboratorio. Così una notte, scappammo. Noi, i soggetti più importanti dell'intero Poligorn, rubammo una navicella spaziale e fuggimmo. Ma eravamo troppo preziosi per essere lasciati liberi. Per mesi fummo inseguiti, per mesi restammo nascosti vagando senza meta per lo spazio. Decidemmo di nasconderci sulla Terra, dove pensavamo nessuno ci avrebbe cercato. Costruimmo una casetta in una radura, vivemmo per poco tempo come una famiglia normale. Poi,il giorno in cui tu saresti dovuto nascere, ci trovarono. La battaglia fu cruenta, Ayria fu ferita gravemente, io fui catturato. L'ultima immagine che vidi fu un piccolo batuffolo di carne che piangeva, nelle mani di mia moglie, mentre un uomo con una lama in mano si avvicinava minaccioso verso di lei. Quell'ultimo uomo che non ero riuscito ad eliminare. Poi fu tutto buio» il volto di Drake si oscurò di nuovo.

Mentre il rumore della battaglia fuori era udibile a miglia di distanza, lì in quell'ampio salone, il silenzio sembrava regnare assoluto. Ub e Kogu erano esterrefatti da quel racconto. Entrambi avevano capito che il piccolo aveva liberato una grandissima quantità di energia uccidendo sia sua madre che il suo assalitore per difendersi. Gli scienziati sopraggiunti successivamente avevano poi mal interpretato l'accaduto e fatto prigioniero solo Drake, credendo che il bambino che era ancora vivo sepolto sotto le macerie, fosse in realtà morto. Arthiom sembrava avere già sentito tutta questa storia, così si limitava a guardare il pavimento, truce. Ub giurò che una volta finito quella battaglia avrebbe sterminato l'intero Poligorn.

«Scommetto che stai pensando di distruggere Poligorn, vero Ub? Oh non ti preoccupare. Quando mi sono risvegliato, nella mia vecchia e unta cella, e mi è stato riferito che mia moglie si era fatta esplodere per non concedergli il bambino vivo, la mia furia venne fuori. Mi trasformai in Super Saiyan, feci strage di chiunque mi si parasse davanti, uomini, donne, vecchi e bambini. Eliminai tutti, anche qualche cavia come me che mi passò per le mani. Poi, distrussi il pianeta. Era quello che si meritavano! Viaggiai per anni, mi allenai fino allo sfinimento e diventati sempre più forte, finché non incontrai Arthiom. Era l'uomo giusto per i miei scopi. Gli raccontai la mia storia e lo convinsi a combattere con me contro i terrori dell Repubblica. Lo convinsi a lottare con me per la Giustizia e per la Libertà. E dopo tutti questi anni ti ritrovo figlio mio...non sai la gioia che mi stai dando! Allora unisciti a me! Il mio e il tuo potere insieme potranno regnare sull'intero universo! Costruiremo un sistema più equo, dove noi saremo i giudici, noi saremo gli dei! Nessuno potrà più dirci cosa fare! Distruggeremo la Terra, il simbolo della Repubblica, annienteremo tutti gli alleati dei nostri vecchi nemici e assumeremo il comando della Galassia! Io e te, Padre e Figlio, conquisteremo il mondo! Perché è questo che fanno i Saiyan, figliolo, conquistano!» la voce dell'uomo era diventata folle. Il dolore lo aveva fatto impazzire. Ed era tutta colpa di quella tetra, terribile storia. Quella sanguinolenta storia di orrori.

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Capitolo 7
*** Quei Saiyan erano davvero uno spasso ***


Capitolo 6: Quei Saiyan erano davvero uno spasso!




 


«N-non...Non ti avvicinare!» Kogu indietreggiava impaurito, mentre il suo maestro si frappose tra quel folle e il suo pupillo. Con un sorriso terrificante, il saiyan svanì davanti agli occhi di Ub materializzandosi subito a meno di un metro da suo figlio.

«Non puoi rinnegare le tue radici Zartas, segui tuo padre!» proseguì Drake porgendo la mano al ragazzo. Con un gesto iracondo Kogu scostò forzatamente la mano al padre prima di sputare ai suoi piedi.

«Punto primo il mio nome è Kogu! Secondo io non seguirei mai un folle come te. Ma soprattutto, TU NON SEI MIO PADRE!» furioso Kogu esplose tutta la sua forza in un colpo verso il volto del padre. Il suo livello combattivo era paradossalmente molto più elevato di quello del genitore, ma il suo colpo, fin troppo prevedibile, andò a vuoto mentre Drake gli afferrava la gola. Pochi istanti dopo però l'assalitore si ritrovò scaraventato contro una parete, il gomito di Ub circondato dall'aura del Kaioken potenza cinquanta dove prima c'era stato il suo addome.

«Non ti azzardare a toccare il mio allievo!» disse Ub furioso. Per ora quell'individuo non dimostrava capacità combattive tali da poter impressionare Ub, tanto da risultare addirittura inferiore al figlio sebbene entrambi fossero Super Saiyan. Eppure l'eroe errante era sicuro che il Saiyan doveva ancora mostrare la sua vera forza. Difatti dopo pochi secondi il polverone alzato dall'impatto del corpo contro la parete si diradò, consentendo di vedere Drake che con passo disinvolto ritornava verso i due.

«Ebbene anche mio figlio mi rinnega...dunque è destino che io debba governare l'universo da solo! Arthiom, anche conciato così dovresti riuscire a tenere a bada Zartas finché non mi sarò disfatto di Ub...a quel punto mio e solo mio sarà l'onore di trapassare da parte a parte quel corpo indegno!» disse in un impeto di follia il saiyan, mentre il suo alleato cyborg, seppur privato di un braccio, iniziava a muoversi verso il ragazzo.

«Stupido, il tuo livello combattivo non è minimamente paragonabile a quello di Ub!» lo aggredì Kogu, sicuro che anche egli stesso sarebbe stato in grado di uccidere quel tizio.

«Ahahahah a quanto pare il tuo maestro non ti ha spiegato che il Super Saiyan è solo lo stadio iniziale della trasformazione» Drake rideva mentre si era arrestato a dieci metri dai due. Loro, Ub e Kogu, erano spalla a spalla mentre difronte avevano i rispettivi avversari. Ub era sorpreso per l'ennesima volta in quella giornata. "Ma allora lui è in grado di-".

«AAAH!» con un urlo i capelli del saiyan si rizzarono ulteriormente, la sua aura si incrementò incredibilmente mentre la sua coda si tingeva di un giallo più dorato e il suo intero corpo veniva avvolto da scariche elettriche. Aveva raggiunto il secondo livello. Kogu era esterefatto. Da Super Saiyan il suo livello era maggiore di quello del padre, ma in questo stadio lo scontro non sarebbe stato neppure equo. "Perché io non posso farlo?" dubbi assillavano il suo animo, ma non era quello il momento. Lo scontro stava per iniziare. Ub decise di incrementare la sua potenza, raggiungendo un Kaioken di Settantacinque volte superiore al normale, mentre Arthiom lo guardava a bocca aperta. Era evidente che se Drake fosse arrivato qualche istante dopo per lui sarebbe stata finita. D'altro canto Drake non pareva troppo sorpreso da un livello combattivo che attualmente era alla pari con il suo.

«Bene bene...credo che ci divertiremo...fammi vedere di cosa sei capace Ub!» in un istante gli scontri ebbero inizio, Arthiom e Kogu si scontrarono nuovamente questa volta ad armi pari ora che la maggiore esperienza di Arthiom era minorata dalle sue condizioni fisiche precarie, mentre dall'altro lato si consumava uno scontro di potenza ben superiore. I corpi dei due guerrieri vennero scalfiti da innumerevoli colpi dell'altro, percossi da pugni, calci, ginocchiate e gomitate mentre la loro potenza si ripercuoteva sul grande salone che di lì a pochi istanti sarebbe crollato. Kogu, ardente dalla voglia di confrontarsi con suo padre e in qualche modo vendicarsi per la funesta verità che gli era stata comunicata, si scagliava con potenza incredibile contro il cyborg obbligando il rivoluzionario e piegare ripetutamente e a schivare i colpi del ragazzo per evitare di essere disintegrato. Fu proprio un Energy Orb di potenza incredibile a dare il colpo di grazia alla struttura che crollò. Trascinati dalle macerie Arthiom e Kogu si ritrovarono a combattere nei piani di sotto, attraversando numerose stanza e distruggendo tutto ciò che incontravano.
Nel frattempo lo scontro tra il saiyan Drake e Ub si era spostato all'esterno, attirando l'attenzione di numerosi soldati che tuttavia non potevano concedersi un attimo di distrazione. Un rapido sguardo al campo di battaglia costrinse Ub a digrignare i denti: contro tutte le aspettative i Rivoluzionari stavano vincendo e il generale Zatron era alle strette. Doveva finire al più presto quello scontro e aiutare l'esercito intergalattico.

«Avanti Drake, vedi di impegnarti di più, mi stai un po' deludendo!» disse provocatorio il moro facendo cenno al saiyan di farsi sotto. Il Super Saiyan di secondo livello digrignò i denti e si lanciò selvaggiamente all'attacco. "Combatte proprio come Kogu" pensò Ub mentre parava un colpo al viso e si scansava rapido per evitare una potente onda. Dopo un'altra serie di colpi parati riuscì a centrare il saiyan con una ginocchiata in pieno sterno e poi a respingerlo con un calcio in volto, ma all'ultimo il saiyan scomparve per poi colpirlo a sorpresa.
Nel frattempo lo scontro nella torre di Hidar tra Kogu e Arthiom era più che mai agguerrito, contrapponendo da un lato la potenza bruta di Kogu che non ci vedeva più dalla rabbia e distruggeva tutto quello che gli capitasse a tiro, e dall'altra il cyborg che sfruttava ogni roccia, ogni parete e ogni macigno per nascondersi e attaccare di sorpresa con i suoi mille congegni.

«Ora mi hai stufato, basta nascondersi!» consumando una quantità incredibile di energia similmente a quando era stato un neonato, Kogu distrusse con un solo colpo l'intero torrione mentre il cyborg si proteggeva con il suo unico braccio. Tutti i presenti si voltarono per un attimo ad osservare quel cumulo di macerie e rovine dove un istante prima c'era stata la più imponente costruzione dell'Esercito Rivoluzionario. Anche Ub e Drake si erano arrestati costretti a proteggersi per non venire coinvolti da quell'incredibile colpo che d'altro canto aveva lasciato Kogu a corto di energie abbassando di non poco il suo livello combattivo. "Che diavolo stai facendo Kogu, sprecare energia contro un cyborg che invece di energia ne ha infinita è la cosa più stupida che tu possa fare!" Ub era contrariato dalla scelta dell'allievo, probabilmente accecato dal furore, ma d'altro canto ora il morale dei rivoluzionari aveva subito un duro colpo e l'esercito intergalattico stava tornando alla ribalta.
Nonostante tutto, le sorti di quella battaglia dalle dimensioni spropositate e che continuava ad uccidere migliaia di persone ogni minuto che passava, era in mano a quei due combattenti, un umano ed un Saiyan, che si affrontavano nei cieli di quel Pianeta di lì a poco disabitato. Ub sentiva la pressione della situazione costringerlo ad accelerare l'andamento dello scontro, così con una raffica di colpi riuscì a mettere il suo avversario alle strette prima di colpirlo al petto con un raggio energetico facendolo precipitare al suolo. Lo scontro era ormai dalla sua parte.

Dall'altro lato, invece, la scelta di Kogu aveva iniziato a gravare sul suo combattimento, consentendo ad Arthiom di riprendersi un certo vantaggio. L'ennesimo missile colpì il ragazzo mandandolo al tappeto. Mentre si rialzava riuscì a vederlo, Ub che colpiva con forza suo padre scaraventandolo al suolo. "Quello è il mio maestro...e io ho promesso che l'avrei superato..io...io devo vincere!". Arthiom si era scagliato con la sua lama contro il petto del super saiyan ma la mano sinistra del biondo si frappose tra l'arma e il suo cuore. La lama trafisse il tessuto della mano del ragazzo ma venne arrestata. «Perdonami Arthiom, so che le tue intensioni sono nobili e mi spiace solo che tu ti sia alleato con un pazzo come quello... ma io non posso perdere,perché io sono un saiyan!» un Energy Orb di potenza incredibile si infranse contro la gabbia toracica del cyborg scaraventandolo in lontananza. Dopo che il colpo si consumò, il suo corpo era lì, disteso a terra senza la minima ombra di una reazione vitale. "Ho...ho vinto!" il ragazzo crollò seduto, mentre i suoi capelli tornavano a disporsi in lunghi ciuffi mori dinanzi agli occhi che ora si fissavano sullo scontro più importante.
Drake si era rialzato, furioso, portandosi nuovamente in cielo.

«Avanti Drake arrenditi, i nostri livelli combattivi sono equivalenti ma io combatto da mille anni, non puoi sperare di vincere con me un confronto di arti marziali» asserì Ub ed era piuttosto convinto di quello che diceva. Eppure..

«Ahahahahah! Credi davvero che sia tutto qui il mio potere? NO! Speravo che sarei riuscito a batterti in questa forma, ma a quanto pare ti sottovalutavo...e ora...ammira il mio asso nella manica, la mia ultima carta da giocare...il Super Saiyan di Terzo Livello!» con un ghigno malefico Drake aveva iniziato a radunare tutte le sue energie.
"Super Saiyan di terzo livello??...non è possibile!!" il volto di Ub tradiva i suoi pensieri, mentre i capelli del saiyan avevano iniziato ad allungarsi sotto lo sguardo sconvolto del figlio.

Con un ultimo urlo liberatorio il saiyan si trasformò, raggiungendo un livello di combattimento spaventoso, tale che i rilevatori di quasi tutti i marchingegni dei rivoluzionari e dell'esercito intergalattico esplosero. Chiunque in questo momento stava guardando quel guerriero dalla lunga e folta chioma che combatteva con il Leggendario Ub. Ad armi pari, si sarebbe anche detto fino a qualche minuto prima. Ma dopo pochi scambi di colpi fu evidente che lo scontro era impari, e dopo pochi istanti la situazione era invertita con Ub in netto svantaggio. Il colpo del moro venne martellato di colpi mentre il suo allievo si maledisse per non essere in grado di aiutare il suo maestro con il suo ridicolo livello di combattimento, senza considerare che ormai era a corto di forze. L'ennesimo pugno al plesso solare spezzo il fiato all'Eroe Errante prima che la mano del super saiyan di terzo livello si piazzasse dinanzi al suo volto.

«A quanto pare è finita, Ub...mi dispiace di non aver potuto giocare con te un po' di più!» con una violenta esplosione il corpo di Ub si schiantò al suolo, travolto da una sfera di energie violacea dalla potenza incredibile. Se Ub non avesse fatto da scudo umano, probabilmente il colpo avrebbe distrutto il pianeta.
«NOOOOOO!» l'urlo di dolore di Kogu fu straziante, il ragazzo si trasformò in Super Saiyan trovando quelle ultime forze nella disperazione, poi si lanciò a testa bassa contro il padre.
«Non fare il moccioso, è inutile strillare in quel modo, il tuo maestro se ne è andato! Ahahahah» per Drake era una passeggiata schivare i colpi di suo figlio, finché con un colpo di mano non lo rispedì contro il duro terreno. Kogu provava a rialzarsi, ma le ultime energie lo stavano abbandonando. Drake era sceso a terra, e ora davanti a lui radunava le sue forze in quel pugno per trafiggerlo da parte a parte come aveva promesso.
«Ben fatto Arthiom, lo hai trattenuto come promesso» disse il saiyan rivolto verso il cyborg.
"Ma allora...non era morto!". Il cyberuomo si era appena rialzato, quasi spazzato via dall'ultimo colpo del suo avversario, ma non ancora morto.
«Addio, mio figlio indegno!» Kogu chiuse gli occhi, il braccio del genitore si tese in avanti per perforare il cuore del ragazzo. Ma non successe nulla.

Kogu riaprì gli occhi. Ub era lì, in piedi, sorridente come non lo vedeva da tempo. Era leggermente ammaccato, ma tutto sano, la sua tuta strappata sul petto. Aveva afferrato il braccio del saiyan bloccando il suo tentativo di uccidere il figlio, ma cosa più importante era circondato da un'aura di grandezza spropositata, come Kogu non l'aveva mai visto.
«Questo è il...»
«Kaioken Centesima potenza, esatto.» disse Ub al suo allievo mentre il suo avversario si era liberato dalla presa e indietreggiava, scosso. «Sai Drake in pochi hanno avuto l'onore di vedermi usare la mia piena potenza...dovresti considerare un privilegio morire in questo modo».
Kogu era esterrefatto, non aveva mai sentito Ub parlare così. Era sempre stato sicuro di sé, certo, ma stava raggiungendo i limiti dell'arroganza. Tuttavia ben presto comprese il perché. Tutti i presenti lo compresero: la potenza di Ub andava oltre quanto chiunque avesse potuto immaginare. Con estrema facilità evitò i colpi del suo avversario, avvedendosi di non dare a vedere il minimo segno di fatica sebbene non fosse facile neppure per lui reggere un Kaioken di potenza tale. Bloccò l'ennesimo colpo di Drake per poi colpirlo allo stomaco con un pugno di incredibile potenza, piegandolo in due.

«Non ha più senso continuare Drake...sei stato un avversario incredibile, e probabilmente con un allenamento più duraturo e  migliore, nel tempo avresti potuto anche spingermi fino ai miei limiti. Ma nonostante tu sia riuscito a raggiungere il Terzo Livello, non sei minimamente in grado di controllarlo. Quello stadio dona un potere incredibile, è vero, ma le tue forze vanno già scemando e presto non riuscirai più a reggere la trasformazione. Che dire, è un vero peccato...» Ub sorrideva spavaldo.

«Tu...TU...MALEDETTO!» Drake schizzò in aria, ormai consapevole di non poter vincere contro un avversario di quella portata. «Non sono in grado di sconfiggerti è vero...ma se io morirò, porterò con me tutti quanti su questo insulso pianeta! Ahahahah» preso da un raptus di follia il saiyan radunò tutta la sua energia in un globo dal colore violaceo dinanzi al suo palmo destro.

«Stupido, se il tuo colpo andrà a segno distruggerai tutto il sistema planetario circostante, miliardi di forme di vita!» Ub era alterato, e non sapeva se dopo tutto quel tempo che non sollecitava i suoi limiti sarebbe riuscito a contrastare un colpo di tale potenza senza creare un esplosione di dimensioni spaventose.

«Mi spiace, ma la sconfitta non è  un opzione contemplabile per me...eheh...mi accontenterò di un...Pareggio! DARK MATTER!» il piccolo globo venne sferrato verso Ub, verso la fredda crosta del pianeta. Dopo pochi metri si espanse diventando un enorme sfera dal diametro di almeno un chilometro. Tutti, interrotta la battaglia, guardavano l'aspetto che quell'oggi avrebbe avuto la morte per loro. Nessuno dei loro colpi avrebbe potuto contrastare quella cosa, nessuno avrebbe potuto opporsi. Nessuno, meno che lui, il Leggendario Ub.
La folla di soldati e rivoluzionari accorsi tutto intorno al guerriero si era diradata per consentire al moro di radunare tutta l'energia necessaria.

« SUUUUPER..» un globo azzurro si formò tra le mani del guerriero, mentre l'enorme aura del Kaioken di potenza Cento lo avvolgeva consumando le sue membra magiche. «...KAME.....HAME....» la potenza del colpo aveva raggiunto picchi tali che l'intero pianeta tremava mentre la Dark Matter di Drake stava per raggiungere la superficie, rallentata dalle imponenti dimensioni.
«...HAAAAAAA!» un gigantesco raggio azzurro impattò contro la sfera del saiyan, mentre l'onda d'urto derivante dallo scontro dei due colpi spazzò via l'intera aria circostante.

«Non...non è possibile...ho messo tutte le mie forze in quel colpo!» la sfera di Drake aveva iniziato a rimangiarsi il suo percorso, mentre il saiyan era tornato ormai al primo livello.
«Mi spiace per questo funesto epilogo Drake...avresti potuto redimerti e venire con noi, saresti diventato un grande avversario. Devo tuttavia ammetterlo...è stato...un bello scontro!» con il sorriso più genuino del secolo, Ub diede l'ultimo impulso energetico al suo colpo che inglobò la Dark Matter del saiyan e colpì in pieno il nemico incenerendolo.

Era finita, la battaglia tra le due fazioni si era ormai placata dinanzi a quelle forze travolgenti.

Ub sorrideva. Quei saiyan erano davvero uno spasso.










 
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Sono Tornato! ^^ 
Perdonate la lunga e ingiustificata assenza, ma ho avuto problemi a scrivere oltre al fatto che ho trovato la scrittura di questo capitolo tutt'altro che semplice. Per evitare di scrivere un "romanzo nel romanzo" per dirla alla Manzoni, ho preso la scelta di focalizzarmi maggiormente sugli scontri, per far ben capire il potenziale dei nostri eroi. Mi scuso con chi non apprezzerà la veloce uscita di scena di questo personaggio (Drake), ma non è lui il vero punto focale della mia storia. Pongo invece una nota di rilievo su Ub, di cui finalmente ci viene mostrato il pieno potere (eppure lui dice che non è ancora stato spinto sino al limite, che vorrà mai dire? o.o) e forse ho esagerato, ma era per ben chiarire che la sua potenza è strabiliante. Per finire questo combattimento risveglia del tutto la sua parte guerriera, addirittura lo vediamo sorridere di gusto alla fine. Ma cosa accadrà ora? Non ve lo aspettereste mai, percià non vi resta che continuare a leggere :P

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Capitolo 8
*** Il Leggendario Torneo Tenkachi ***


Capitolo 7: Il Leggendario Torneo Tenkachi

 


«...Eeeeeeh ora, signori e signori, dopo questi intensi giorni di competizione, siamo finalmente giunti alle fasi finali di questo torneo che sicuramente entrerà nella storia come le numerose edizioni che lo hanno preceduto! E mi sembra il momento di presentarvi i campioni che si affronteranno nei quarti di finale del 1000esimo Torneo Tenkachi!» il presentatore urlò a squarciagola nel microfono fomentando la folla. Al centro della piattaforma di gigantesche dimensioni erano schierati gli otto finalisti, inquadrati dai droni-camera che ne inviavano immagini ad altadefinizione ai vari schermi disposti per tutta l'arena e in generale per tutta la galassia. Ma come siamo giunti a questo punto? Occorre fare qualche passo indietro!

Dopo la Battaglia di Hidar, il mondo intero fu nuovamente testimone dell'immenso potere di Ub nonché di quello del suo giovane allievo. La rivoluzione fu fermata, ma il suo impatto fu sufficiente a far insorgere le popolazioni contro la ristretta cerchia di governatori che gestivano le sorti della galassia dall'alto. A tutti loro era stata data la caccia fino alla morte, finché tutti i pianeti erano tornati ad autogestirsi come era stato in passato, mantenendo comunque forti rapporti diplomatici. E proprio in onore di questi rapporti sempre più stretti e amichevoli, anche se si temevano nuove cerchie dispotiche, era stato indetto la fantomatica millesima edizione del leggendario torneo il cui prestigio era andato scemando negli ultimi tempi, con edizioni anche ogni sei mesi ma con un livello veramente insignificante. Questa volta però, più per motivi politici e propagandistici che per altro, tutto fu fatto con più professionalità e interesse.

 Ma ancora una volta il perno trainante dell'intera baracca fu Ub. Al termine della battaglia infatti la sua potenza era stata cantata ai quattro angoli della galassia come magica, insuperabile e inconcebile per un qualsiasi mortale. Ma in molti si erano lanciati in audaci dichiarazioni. «Sicuramente è un forte guerriero, ma sono sicuro di poter fare di meglio!» diceva qualche atleta sospinto dal suo manager a fare una buona impressione sui media, anche se sotto sotto sudava freddo al pensiero di quello che si dicesse aver fatto il moro a Hidar. Quando il Governatore della Terra, un vecchio amico di Ub, lo aveva scongiurato per settimane di partecipare al torneo e lui esasperato aveva accettato, era scattato il putiferio. Ub e il suo talentuoso pupillo saranno le star del nuovo torneo, recitavano le locandine e le pubblicità. E la corsa alle iscrizioni era stata terrificante: in centinaia di migliaia si erano iscritti, così ci erano voluti mesi di eliminatorie da cui ovviamente Ub e Kogu furono esenti partecipando direttamente ai trentaduesimi di finale.

E dopo tanta preparazione si era finalmente giunti a tale fase del torneo, con un'immenso spiazzale di migliaia di metri quadrati che si trovava al centro di un'arena ovale su un pianeta poco distante dalla nostra Terra. Le regole erano semplici: chi spariva dall'arena per trenta secondi o non era più in grado di continuare a combattere perdeva. Era anche ammesso, a partire da queste fasi finali, di uccidere il proprio avversario dato che il governo terrestre e quello namecciano avevano assicurato che avrebbero in qualche modo resuscitato i defunti con un metodo segreto, che ovviamente Ub sapeva essere le sfere del drago (e c'è da dire che chi non conosceva questo segreto non era di certo tranquillo all'eventualità di poter perdere la vita per una competizione sportiva). I guerrieri erano veramente i più forti della galassia, ma superare le prime fasi era stato uno scherzo per i nostri eroi. Eppure lo stesso non si sarebbe potuto dire di quelli che si prospettavano i loro prossimi incontri, e sia Kogu che Ub erano su di giri.
 
«...Direttamente dall'esercito Intergalattico, il suo più grande condottiero e generale, famoso per aver condotto alla vittoria le sue truppe in battaglia epiche e storiche come la più recente Battaglia di Hidaaaar...iiiil Generaleee Zatron!» il soldato alzò il suo spadone in segno di saluto verso la folla delirante, con atteggiamento da vero gladiatore come piaceva a lui. Era stata una bella sorpresa trovarlo là dopo tutto quel tempo.
 
«...E' stato il più grande nemico dell'ex governo Intergalattico per anni, prima un generale noto nell'intera galassia per i suoi successi e di recente detenuto nel carcere di massima sicurezza. Ma ricordo al pubblico che siete protetti da un potentissimo campo energetico, perciò abbiamo pensato di rendere ancora più interessante il nostro torneo permettendogli di partecipare...non potrete dimenticarvi il volto del recente ricercato numero uno...Aaaarthiom il Rivoluzionariooo!!» già, c'era anche lui alla fine. Dopo la morte di Drake aveva fatto arrendere i suoi uomini e si era consegnato alla legge. Sarebbe stato condannato alla pena capitale se l'insurrezione dell'intera galassia non avesse rovesciato il governo intergalattico. Era così stato semplicemente detenuto in un carcere di massima sicurezza, e dato che nessuno osava fargli torto dati i suoi poteri, neppure le guardie del carcere, se l'era passata piuttosto bene. Quando aveva sentito che al torneo avrebbero partecipato anche Kogu e Ub, volenteroso di prendersi la rivincita sul saiyan, aveva chiesto un permesso al carcere subito accordatigli dal direttore che tra l'altro era stato in passato un suo sottoposto nell'esercito. E così, con il corpo totalmente rimesso a nuovo e anche rivisitato, era arrivato fino ai quarti di finali senza la minima difficoltà.
 
I due atleti presentati in seguito altri non erano che un Super Namecciano di nome Uron, già precedente campione Tenkachi, e un alieno dall'aspetto molto simile ad un Demone del Freddo, forse un lontano discendente, di nome Crood.
 
«...Ai giorni d'oggi molti si chiedono se la tecnologia non abbia già superato le capacità biologiche naturali delle specie che vivono nel nostro universo. E per rispondere a questa domanda un equipé di super cervelloni si è riunita e ha creato il più potente androide mai creato, X99! Il suo corpo è dotato di un arsenale pressocché illimitato di armi, una resistenza oltre l'immaginabile e un'intelligenza artificiale degna delle migliori menti dell'universo.» anche quello era un avversario da tenere d'occhio, aveva subito pensato Ub.
 
«...Certamente la più grande sorpresa di questo torneo, uno sconosciuto venuto da chissà dove nell'universo, con poteri del tutto fuori dalla norma e che ha superato i precedenti round come se fosse tutto un gioco, il cui nome ricorda quello di un eroe con le cui favole siamo tutti cresciuti da bambini...signori e signore Misteeeer Sataaan!» un simpatico omaccione rosa con uno strano codino ed un bizzarro abbigliamento sorrise al pubblico. Quando Ub lo aveva visto ai trentaduesimi di finale gli era venuto un colpo. Possibile che dopo tutto quel tempo che aveva cercato Bu, ora si presentasse così come se nulla fosse? Ma comunque non aveva più alcuna domanda da porgli, così si era limitato a salutarlo e a chiedergli cosa avesse fatto in tutto quel tempo. La risposta era stata «cercavo dove fosse andato Mr. Satan». La tristezza aveva assalito il cuore di Ub. Che ricordasse, il teletrasporto era l'unico modo per accedere al regno dei morti senza l'approvazione delle divinità ultraterrene, e comunque non c'era possibilità di permanenza. Si era anche chiesto perché avesse deciso di partecipare al torneo. Possibile che volesse riportare in vita Mr. Satan con le sfere del drago? Ma allora perché iscriversi con il suo nome?
«Bu lo sai che non può tornare vero? Neppure le sfere del drago possono farlo tornare» gli aveva spiegato.
«Lo so bene...ma questo è un grande torneo, e a Mr Satan sarebbe piaciuto vincerlo» Ub sorrise con un velo di tristezza che in quel momento lo accomunava con quel gigantesco bambinone rosa. La vera amicizia non finiva mai, neppure dopo mille anni.

«...E per concludere...c'è lui...la leggenda vivente, l'uomo la cui mortalità e tuttora da provare...una divinità, dicono molti, uno spirito protettore dicono altri...quello che è sicuro è che da quando gli annali possono scrivere di lui, questo Leggendario Eroe non ha mai perso una singola  battaglia...». Ub sorrise, avrebbe voluto dirgli che c'era stato un tempo in cui perdere era all'ordine del giorno per lui. «...ovviamente sapete di chi stiamo parlando...è l'ospite speciale dell'evento, l'eroe che ha posto fine al terrore della Rivoluzione....il Leggendarioooo Uuuub!» il boato del pubblico fu assordante. E tra quell trambusto infernale si distinsero appena le parole «con ovviamente il suo talentuoso allievo al seguito!» ma pochi udirono questa frase.
«Mpf» Kogu sbuffò contrariato lanciato un'occhiataccia al suo maestro «non mi ha neppure chiamato per nome...sono considerato solo il tuo...scudiero».
«Vorrà dire che avrai modo di farli ricredere, giusto?» Ub sorrise, ma dentro di sé era preoccupato. Dagli avvenimenti di tre anni prima, il ragazzo era cambiato incredibilmente e il moro non era sicuro che tutto questo fose un bene. Ma non era questo il momento di pensarci.
 
«Fin'ora abbiamo visto scontri avvincenti è vero, ma credo sarete tutti d'accordo con me nel dire che non erano nulla in confronto a ciò che vedremo da ora in poi! Perciò signori e signore, ho un groppo alla gola nell'annunciare l'avvio dei quarti di finale di questo storico evento, la millesima edizione del Torno Tenkachi!!» ancora una volta il pubblico esplose la sua euforia e adrenalina. Gli atleti si scambiarono sguardi di sfida.
Il più grande torneo dell'ultimo millennio poteva avere veramente, definitivamente, inizio.










 
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Ed ecco che giungiamo nelle ultime fasi di questa fiction ^^ 
Sono sicuri che molti di voi saranno sorpresi nel vedere come, dopo battaglie di dimensioni colossali e con poteri incredibili come quella di Hidar, come ambientazione finale abbia scelto proprio il Torneo Tenkachi. Eppure mi è sembrato legittimo ambientare il tutto qui, dove tutto è iniziato per il giovane Ub, in questa edizione restaurata ad'opera d'arte e pubblicizzata in modo che ciò che succederà possa essere sui maxi schermi di tutta la galassia. Ma mi guardo bene dal fare spoiler per tanto se vi fa piacere continuate a leggere la mia storia, e magari lasciate un commentucio così da farmi sapere che non scrivo solo per me stesso XD

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Capitolo 9
*** Vecchie Amicizie ***


Capitolo 8: Vecchie Amicizie

 



«E direi che siamo tutti pronti per il primo emozionante scontro di questi quarti di finali!» con la sua solita voce enfatica il presentatore, uno strano alieno dalla pelle verde e con occhi talmente neri da farli sembrare occhiali da sole (che tra l'altro si abinavano con grande stile al completo con giacca e cravatta che indossava), fece partire uno strano macchinario.

«Ehi Bu fammi un favore, so che ci tieni a combattere con me, ma prima vorrei affrontare quell'androide » sussurrò l'eroe errante al suo rosa amico che sapeva essere in grado di manipolare i sorteggi. Bu annui un po' perplesso da quella richiesta, non poteva intuire quanto fosse curioso Ub di scoprire la potenza di quell'androide che era l'unico partecipante di cui non conoscesse la forza.
Otto palline vorticarono a gran velocità dentro un globo di verto prima che due venissero espulse. Fu lo stesso presentatore ad annunciare il primo scontro.

«E per aprire le danze si scontrerannoo....Crood contro Kogu!» dei fischi si alzarono per lo stadio oltre a qualche sommesso applauso. Non era sicuramente uno degli scontri più attesi dell'evento, ma qualcuno si preoccupava di far comunque sentire la propria presenza.

«Finalmente, tutto questa mess'in scena aveva iniziato a darmi sui nervi!» disse Kogu balzando oltre la recinzione dell'arena prima di mettersi in posizione di combattimento. Di fronte a lui l'alieno faceva lo stesso, anche se a modo suo. Nessuno poteva testimoniarlo, ma quell'alieno somigliava incredibilmente a Freezer nella sua ultima forma. Come uniche differenze aveva una colorazione tendente all'azzurrino e una specie di piccolo corno sulla fronte . Si alzò levitando a qualche centimetro dal suolo, i palmi delle mani aperti verso l'esterno e le braccia distese.

«Che lo scontro...Abbia Inizio!» esplose il commentatore.

«Fatti sotto moccioso»

«Mpf...ti stenderò in una manciata di secondi»

Kogu si scagliò aggressivo contro il suo avversario tentando un colpo alla mascella, ma l'agile alieno si abbassò giusto in tempo per evitare il forte colpo. Portò entrambe le mani difronte al petto e con un sonoro «Ah!» esplose la sua energia in un'onda di discreta potenza che si espanse dinanzi a sé. L'allievo di Ub fu però rapido e saltò alle spalle del nemico prima che l'onda potesse colpirlo, per poi atterrare l'avversario con un potente calcio tra le scapole. I primi boati di gradimento si diffusero per lo stadio dopo quella discreta dimostrazione di abilità, mentre Crood si rialzava. Guardò quel moccioso, la sua potenza era notevole ed era quasi sicuro si stesse trattenendo.

Tentò una serie di calci al busto ma il ragazzo fu rapido a schivare, finché colto di sorpresa dalla coda dell'alieno non si ritrovò sbalzato di diversi metri, ma ancora in piedi. Sfruttando quel breve momento di vantaggio Crood si spostò rapidissimo dietro al suo avversario per colpirlo alle gambe e farlo cadere, ma Kogu fu più rapido e saltò in aria per poi posizionare la sua mano ad un palmo dal muso dell'alieno.
«Questa volta tocca a me!» disse sorridente, prima che una grande onda blu investisse il suo avversario alzando un polverone.

Sicuro della sua vittoria iniziò a tornare verso il suo maestro che lo guardava con soddisfazione, ma si accorse ben presto che l'aura del suo avversario era ancora lì, decisamente indebolita ma ancora presente. Si voltò gusto in tempo per schivare un velocissimo raggio verde che scaturì dall'indice del suo avversario, seguito subito da numerosissimi altri raggi. In una specie di danza iperveloce, il ragazzo schivò tutti i colpi del suo avversario e lo colpì in pieno volto con una gomitata. Pronto ad assestare il colpo di grazia caricando un ki blast, però, il suo braccio fu afferrato dalla coda di Crood e strattonato. Senza rendersene conto si ritrovò prima il pugno e poi il ginocchio destro dell'altro rispettivamente contro il suo zigomo e il suo fianco sinistro. Sorpreso dal colpo Kogu arrancò indietreggiando, momentaneamente senza fiato, mentre l'altro cercava di assestare nuovi colpi, energetici e non, riuscendo a colpire ripetutamente, seppur in maniera leggera, il saiyan.

«Ora Basta!»

Fu solo un lampo giallo agli occhi degli spettatori, poi Crood fu visto al tappeto e Kogu davanti a lui, il pugno ancora teso per l'impatto contro lo stomaco del suo avversario e i capelli che ricadevano sul volto come se prima fossero stati tirati su da una qualche forza sconosciuta. Solo i partecipanti si erano resi conto dell'accaduto: il ragazzo si era trasformato raggiungendo una potenza incredibile e aveva steso Crood con un solo pugno al plesso solare per poi tornare quello di sempre.

«Wow! Una grande apertura! Il vincitore di questo primo match è Kogu, degno allievo del Leggendario Ub!» riecheggiò la voce del presentatore per tutta l'arena, mentre  boati della folla erano evidenti.
Dal canto suo Kogu era stizzato, anche se vinceva rimaneva sempre e soltanto l'ombra del suo maestro. Fu proprio lui a rivolgerli la parola per primo quando vi si avvicinò.

«Perché ti sei trasformato? In forma normale ti saresti divertito di più e avresti dato più spettacolo» lo quasi ammonì il suo mentore.
«Non ho tempo da perdere con esseri deboli come quello» rispose il ragazzo secco prima di appoggiarsi al muro con le braccia incrociate fissando l'arena dove presto si sarebbe tenuto il prossimo scontro. Ub lo guardò truce: era evidente che qualcosa non andava per il ragazzo. Se solo lui fosse stato bravo a leggere nei cuori delle persone come lo era stato Goku, come lo era stato anche lui secoli prima, forse avrebbe capito l'opprimente sentimento che pressava il cuore del suo giovane allievo. Ma aveva perso quell'abilità da troppo tempo ormai, e si limitò a lanciargli l'ennesimo sguardo ammonitorio.
 
«Il prossimo incontro sarà....» due nuove palline uscirono dal globo di vetro «Il Generale Zatron contro...Arthiom il Rivoluzionario! Una sfida scritta nelle stelle!» già, uno scontro di grande importanza per tutti, che fu accolto con un'acclamazione seconda solo alla presentazione di Ub. Anche l'eroe era entusiasta dello scontro a cui avrebbe assistito: il più grande generale dell'esercito contro quello che era stato sia il più grande nemico dell'esercito ma anche il più grande generale anni addietro. Nessuno poteva sapere che il legame che univa quei due combattenti era un tempo stato il più forte al mondo. Entrambi i concorrenti salirono sul ring.

«Ciao Zatry, pronto a perdere come quella volta?» disse sorridente il Rivoluzionario, ricodando avvenimenti di un lontano passato mentre metteva in moto le sue membra metalliche.
«Non credo proprio...all'epoca ero solo un Primo ufficiale, e tu un Capitano...ora siamo entrambi Generali, le cose andranno diversamente» il soldato riscaldava l'articolazione del polso muovendo il gigantesco spadone in orbite circolari. Per lui sarebbe stato un modo per dimostrare a sé stesso, oltre che a tutta la galassia, che anche se a Hidar era stato Kogu a sconfiggere Arthiom, anche lui sarebbe stato in grado di farlo.

«Sempre fissato con i gradi eh? Be' mi dispiace ma io non sono più un Generale...ma rimango il più forte!» senza alcun preavviso Arthiom si lanciò contro il suo ex compagno d'armi, impattando il suo pugno contro il piatto della lama del suo avversario. L'onda d'urto del colpo riecheggiò in tutta l'arena mentre Zatron stringeva i denti, evidentemente sorpreso da tanta potenza. Era chiaro che il cyborg aveva deciso di dare il tutto per tutto sin da subito.

I colpi dei due si susseguirono rapidi e potenti, la spada del Generale era fatta dello stesso metallo di gran parte del corpo dell'altro, ma ciò non voleva dire che colpendo le articolazioni con adeguata forza non avrebbe potuto staccargli un braccio, una gamba, o chissà magari anche la testa.

Ma non era la potenza, né la resistenza del cyberumano a renderlo un arduo avversario, quanto la quantità di congegni che il suo corpo possedeva. Il piatto della spada di Zatron parò ancora una volta una lunga serie di proiettili sparati dal cyborg mentre Ub moriva dalla voglia di confrontarsi contro quei grandi combattenti. Avrebbe voluto combattere al primo turno, ma Bu gli aveva detto che avrebbero combattuto per ultimi perché voleva vedere bene tutti gli altri. Che triste sorte dover assistere a tutte quelle avvincenti lotte senza poter scaricare l'adrenalina che aveva in corpo.

I suoi pensieri furono interrotti da un'esplosione, seguita da molte altre. Arthiom aveva scaricato la sua prima batteria di missili sull'arena, mandando buona parte della pavimentazione in frantumi. Uscendo dal fumo Zatron si rivelò in parte ferito e sanguinante, anche leggermente abbrustolito dall'attacco. Nonostante tutto ciò, sorrideva, entusiasta della battaglia. Certo il suo avversario era un cyborg incredibilmente potenziato, con un corpo considerato indistruttibile dalla maggior parte della gente, e una forza, oltre che un'esperienza di battaglia, di gran lunga superiore alla sua. Ma non si sarebbe arreso tanto facilmente. Dopo la battaglia di Hidar si era sentito un incapace, e si era allenato senza sosta per questi tre lunghi anni. Certo non aveva neppure lontanamente raggiunto il livello di Ub o di quel mostro che aveva tentato di farli saltare tutti in aria, ma era comunque diventato molto più forte. Concludendo inoltre che non avrebbe mai raggiunto il livello del guerriero Z, si era concentrato sul creare una tecnica in grado di danneggiare seriamente anche avversari molto più forti di lui. E dopo migliaia di tentativi ce l'aveva fatta.

«Taglio del Drago!» radunando tutta la sua energia nello spadone, un gigantesco fendente di fiamme fu scagliato da Zatron colpendo in pieno petto un sorpreso Arthiom ed infliggendogli la prima seria ferita dello scontro. D'altro canto, Zatron era già pieno di lividi, tagli e ustioni sparse un po' per tutto il corpo. Aveva anche la sensazione che un precedente attacco del cyborg gli avesse lussato se non fratturato due costole.

Il fumo che cirondava il Rivoluzionario si diradò. Ub era sorpreso: la maglia di Arthiom era squarciata, i brandelli erano in fiamme, ma soprattutto sul suo petto metallico c'era un profondo solco da cui emergeva qualche cavo elettrico. Quell'attacco era stato devastante, con una potenza di taglio senza precedenti non dissimili da quelle del Kienzan. Se Arthiom non si fosse trovato ad oltre dieci metri da Zatron, probabilmente a quest'ora sarebbe stato diviso in due. "Se io o Kogu avessimo subito quel colpo avremmo riportato danni ben più seri" si disse incredibilmente sorpreso dalle potenzialità che aveva dimostrato il generale, e che lui di certo non si aspettava.

«Vedo che hai imparato a combattere sfruttando le tue doti, generale» disse un affannato Arthiom.
«Dopo aver visto di cosa è stato capace Ub oltre che il tuo amico con la coda, mi è sembrata la cosa più saggia da fare» rispose l'altro con un sorriso, orgoglioso della sua nuova tecnica.

A questo punto le sorti della battaglia erano tutt'altro che prevedibili. Se in un primo momento Arthiom era stato in vantaggio, ora era seriamente danneggiato, anche più del suo avversario. Ma nessuno dei due avrebbe rinunciato a combattere fino all'ultimo respiro. Dopotutto non si combatteva per un Torneo dove sapevano avrebbero perso se non ora, in finale contro Ub. Combattevano per quella singola battaglia, combattevano per tutto quello che ne sarebbe derivato. Non c'erano ordini da dare ai soldati, non c'erano comandi da dover impartire alle truppe. Non c'erano strategie di assalto da mettere in atto, non torrioni da difendere. C'erano solo loro due. Loro due e il loro orgoglio.

«AAAAAAH!» con un urlo incredibile i colpi dei due si scontrarono di nuovo e di nuovo, con potenza e furore inaudito. La loro potenza ormai era quasi la stessa, e Arthiom conoscendo la nuova tecnica del suo avversario non poteva di certo permettersi di abbandonarsi alla pura forza bruta come aveva fatto poc'anzi. Un pugno colpi il mento del Generale, poi lo spadone dello stesso impattò contro la coscia del suo avversario. Quell'incredibile coreografia di tecnica perfetta e potenza sconvolgente andò avanti per svariati minuti, mentre ora anche onde di energia venivano indirizzate dai palmi del rivoluzionario verso il suo avversario che rispondeva con fendenti di fuoco. Lo scontro era emozionante, e dopo tutto quel tempo di accesa battaglia nessuno dei due sembrava volerla dare vinta all'altro. Dopo oltre mezz'ora di battaglia sfruttando a pieno le loro capacità i due si concessero un momento di riposo. L'energia di Arthiom era pressocché infinita, sì, ma le ferite che aveva riportato non erano indifferenti.

«Dobbiamo concludere questa battaglia Zatron» disse ansimante il cyborg, il suo corpo graffiato o squarciato in più e più punti.
 Il suo braccio si spostò in avanti e si aprì in numerosi cannoni: era pronto per eseguire la sua mossa finale. «Hell's Cannon!» una  moltitudine di sfere energetiche venne scagliata contro il suo avversario e anche in maniera casuale per tutta l'arena, di certo non con buona mira.

«Sono più che d'accordo» rispose l'uomo, meno ferito dell'altro ma decisamente più stanco, quasi sfinito .«Perciò preparati ad essere sconfitto, traditore!» con un misto di nostalgia, furore, adrenalina ed euforia Zatron si scagliò verso il suo avversario con la lama ben salda in pugno, davanti a lui.

Quel traditore non era stato messo lì a caso. Un tempo quei due erano stati grandi amici, uniti dal un legame forte e apparentemente indissolubile. Avevano condiviso tutto, gioie e dolori, avevano vissuto insieme al fronte per anni. E quando il cyborg aveva disertato, l'uomo si era sentito profondamente tradito nell'anima. Aveva provato disprezzo per il rivoluzionario, in un primo momento, poi sostituito dal rancore. Gli aveva dato la caccia per anni, anche se non si erano mai scontrati direttamente. Poi, dopo che il cyborg era stato arrestato, gli aveva spiegato le ragioni di tutte le sue azioni. E i sentimenti che provava erano stati sostituiti da una grigia e fredda tristezza.

«Perché non mi hai portato con te...perché non mi hai neppure chiesto se volessi seguirti...sai che l'avrei fatto» aveva detto Zatron, non piangendo le lacrime che aveva pianto per anni.
«Non volevo immischiarti in faccende troppo grandi per te». Per quanto lo avesse disprezzato, Zatron non poteva dimenticarsi quante volte Arthiom gli aveva salvato la vita. E aveva desiderato proteggerlo anche nel suo abbandono, voleva vederlo schierato con il nemico poiché temeva che se avesse perso la battaglia le sue decisioni avrebbero potuto ripercuotersi sull'amico.

Un clangore metallico assistette quel colpo, la spada di Zatron aveva perforato la spalla sinistra del cyberumano, tra la clavicola e la spalla. Arthiom non si era mosso. Il generale avrebbe potuto trafiggergli il cuore e ucciderlo, anche se sapeva sarebbe stato resuscitato dalle Sfere del Drago. Ma Arthiom in cuor suo voleva vedere se lo spadaccino avrebbe avuto il coraggio di ucciderlo.

«Sei diventato proprio forte...amico» il Rivoluzionario sorrise, mentre il suo pugno destro che precedentemente aveva sparato un po' a caso quelle sfere di energia si chiuse. D'un tratto Zatron si rese conto dell'errore commesso: quelle sfere che aveva facilmente evitato credendo che Arthiom avesse sbagliato il colpo si erano invece disposte tutt'intorno a lui. Inoltre ora che la sua spada era incastrata nel corpo del suo avversario non era in grado di difendersi. Chiuse gli occhi un istante prima che quell'ondata di ki lo investisse producendo una gigantesca esplosione dove lo stesso Arthiom fu sbalzato e ferito. Quando dopo qualche secondo il fumo si diradò il commentatore e tutti gli spettatori erano senza fiato dopo una battaglia di tale portata che di certo prima d'ora avevano visto solo in televisione. Zatron era a terra, incosciente, forse addirittura morto. Arthiom era anch'egli al tappeto, il braccio sinistro gli era stato staccato dall'esplosione e giaceva  assieme allo spadone dell'amico diversi metri più in là. «Sta diventando una moda staccarmi le braccia» disse tra sé e sé mentre recuperava il corpo del generale. Controllò il suo battito. Aveva avuto paura, ma alla fine Zatron si era dimostrato sufficientemente resistente e anche se incosciente era ancora vivo.

Ripresosi dallo shock il presentatore distolse quel grave silenzio.
«Il vincitore è...Arthiom il Rivoluzionarioooo!» la folla esplose tutto il suo entusiasmo in una baraonda che probabilmente avrebbe potuto essere avvertita da chilometri di distanza.

Dopo aver consegnato il corpo dell'amico ai medici, lo sguardo del cyborg cadde su Ub. "Bel lavoro!" disse con gli occhi l'eroe sorridendo.
Il suo ultimo sguardo prima di andare a farsi riparare, fu per Kogu. Il ragazzo intercettò il suo sguardo e i due rimasero così per qualche secondo, sorridenti, determinati.
Al prossimo turno, si sarebbero scontrati di nuovo. Al prossimo turno Arthiom avrebbe avuto la sua rivincita.










 
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E' finalmente iniziato questo incredibile torneo e abbiamo visto i due scontri. Il primo scontro si incentra sulle capacità del nostro Kogu, visibilmente cresciuto dall'esperienza contro la Rivoluzione, specialmente caratterialmente. Decisamente molto diverso dal ragazzino focoso e volenteroso di mettersi alla prova che era una volta. Ma non è questo il centro del capitolo. Vecchie Amicizie si riferisce in fatti ovviamente al legame tra Arthiom e Zatron, su cui avevo già riflettuto ai suoi tempi e che ho voluto valorizzare in questo capitolo. Due vecchi amici messi d'improvviso uno contro l'altro ma che hanno infine sfruttato quest'occasione che riappacificarsi. Personalmente spero che i combattimenti siano stati di vostro gusto, spero non troppo macchinosi e sono sicuro che i prossimi sviluppi vi stupiranno ^^
Spero che qualcuno continui a leggere la fiction anche perché avverto mancano pochi capitoli alla fine ^^

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Capitolo 10
*** Semplicemente Troppo Forti! ***


Capitolo 9: Semplicemente Troppo Forti!


 


«Il prossimo quarto di finale vedrà contrapporsi la sorpresa di questo emozionante torneo, il simpatico Mr. Satan...contro niente meno che il campione della scorsa edizione del Torneo Tenkachi! Direttamente dal leggendario ed eremitico Namek, ultimamente pianeta particolarmente importante per gli affari politici e diplomatici, questo campione ha dimostrato le sue abilità quattro anni fa sconfiggendo, seppur arduamente, l'androide X90 in finale! Ovviamente sapete di chi stiamo parlando...signori e signoreeee il Super Namecciano Uroooon! » il presentatore presentò il namecciano, molto simile a Piccolo avrebbe detto Ub sebbene fin'ora tutti i namecciani che aveva avuto l'onore di incontrare erano pressocché identici.
Questo qui, tuttavia, aveva una particolarità: la sua carnagione non era verde scura, ma più un verde intenso e fluorescente. Inoltre il fatto che non indossasse alcuna maglia evidenziava i suoi muscoli esplosivi assai diversi da quelli di un qualunque namecciano, così come le sue antenne molto più grosse del comune. Sembrava un vero guerriero, aggressivo e visibilmente pieno di sé, anche se sembrava vantare una certa esperienza sul ring. Il suo livello di combattimento appariva pressocché insignificante, ma chiunque con un minimo di cervello avrebbe potuto facilmente intuire che nascondeva molta più potenza di quanto sembrava dimostrare. 

Nonostante ciò, Ub non avrebbe puntato neppure uno spicciolo su di lui. Il suo avversario era troppo forte, o comunque troppo difficile da sconfiggere. A dire il vero anche lui si stava chiedendo come avrebbe dovuto sconfiggere, in seguito, il suo vecchio amico. Era quasi sicuro di essere ormai su un livello superiore a Bu, ma la sua rigenerazione rendeva il tutto molto più difficile. Il segnale dell'inizio dell'incontro interruppe i suoi pensieri.
 
Senza alcun preavviso Uron si lanciò contro il suo avversario aumentando improvvisamente il suo potere e sferrando una micidiale serie di calci e pugni tutti a segno. Dal canto suo Bu non si mosse di un millimetro limitandosi a ricevere i colpi che deformavano parzialmente il suo corpo gommoso, il quale però dopo pochi istanti era come nuovo. Dopo un minuto di buoni colpi il namecciano si fermò, saltando indietro per distanziarsi dal nemico che sembrava non essersi mosso di un millimetro né quanto meno aver ricevuto il benché minimo danno.

«Ma di cosa diavolo è fatto quel mostro! Avrei voluto conservare la mia vera potenza per lo scontro con Ub, ma di questo passo esaurirò in fretta le mie energie senza concludere nulla...Bene! Farò sul serio!» con un grido liberatorio il namecciano esplose tutta la sua potenza. Un'aura dorata lo circondò mentre il suo corpo veniva avvolto da potenti scariche elettriche. Arthiom, Kogu e persino Ub furono stupiti da tutta quella potenza. In un attimo il guerriero fu nuovamente addosso al grasso combattente, martellandolo con nuovi colpi sebbene questa volta il corpo del demone fu scagliato a destra e a manca. "Pazzesco...credo sia forte almeno quanto Arthiom..." pensava l'Eroe Errante ipotizzando una spassosa battaglia tra quel super namecciano e il suo allievo.

Di certo quel combattente aveva stupito tutti, ma era ben lungi da potersi considerare una minaccia per Bu. L'ennesimo calcio al volto del demone rosa fu bloccato dall'avambraccio dello stesso. «Sei bravo» disse solo il grasso combattente, prima di allungare improvvisamente il suo braccio destro e colpire in pieno volto il namecciano. Uron si ritrovò a parecchi metri dal suo avversario, al tappeto e sanguinante. Quel colpo aveva una potenza incredibile.  Ub sorrise, a quanto pare Bu aveva deciso di fare sul serio. Dopotutto non era abituato a risparmiarsi per rendere più interessanti le battaglie.

Con uno scatto Bu si portò addosso al suo avversario iniziando un rapido scambio di colpi. Da quel momento il namecciano riuscì a gestire la prorompente potenza del suo avversario per circa un minuto, poi finì per essere colpito ripetutamente dai pugni di quello strano essere. In breve tempo fu di nuovo al tappeto.

«Attenzione signori e signore, il misterioso Mr Satan ci sta mostrando una potenza ECCEZIONALE a cui neppure l'ex campione sembra in grado di resistere!» commentò il cronista entusiasta di quell'accesa battaglia.
"E' troppo forte...sto usando tutta la mia potenza e il mio ki inizia a calare...al contrario non so se quell'essere stia combattendo al massimo delle sue forze, ma la sua potenza è schiacciante rispetto alla mia, e per lo più non sembra consumarsi minimamente...non avrei voluto arrivare a tanto ma ne sono costretto...". Uron inizò a concentrare l'energia nella sua mano deserta contraendola a forma di artiglio. Numerose scariche gialle circondarono l'arto, poi Uron sparì improvvisamente. In un istante si lanciò contro Bu il quale non si mosse minimamente, mentre il colpo lo tagliava letteralmente in due. Superato il suo avversario, ormai in pezzi, il namecciano rilasciò la sua tecnica. «Perdonami Mr Satan, ma non posso deludere la mia gente...non ho avuto altra scelta che usare il Thunder Claw...non importa quanto tu possa essere forte, la mia tecnica taglia qualunque cosa» mentre attendeva l'annuncio del presentatore rigurdo la sua vittoria, si voltò alla ricerca dei resti del suo avversario. Spalancò gli occhi. Bu era in piedi, e per lo più tutto intero.

«N...non...non è possibile!» Uron digrignò i denti iniziando a raggruppare una quantità incredibile di energia. Come aveva fatto quel mostro ad evitare il suo colpo? Eppure era sicuro di averlo colpito! Pazienza, questa volta non avrebbe fallito. «Dragon Cannon!» un raggio di energia dal diametro di circa un metro partì dall'avambraccio sinistro del namecciano, investendo in pieno il demone e creando un buco su gran parte del suo busto. Uron sorrise soddisfatto, mentre ansimava affaticato. Anche Ub sorrideva in disparte. "Mi spiace per la tua sfortuna Uron, ma un colpo del genere non serve a nulla contro di lui".

«E purtroppo ladies and gentlemen questo scontro si chiude in questa tetra maniera, con la vittoria per uccisione di...Ma...Ma un attimo! Il...il Buco nel petto di Mr Satan si sta chiudendo!! » il presentatore era più che strabiliato. Il fatto che Bu fosse ancora in piedi sarebbe potuto sembrare un riflesso involontario, ma tutti erano sicuri fosse morto. Eppure in pochi secondi quel grassone era di nuovo lì, come se nulla fosse successo.

«Non vuoi proprio deciderti a schiattare eh?» disse Uron sudato e visibilmente affaticato. Era evidente che quel mostro possedevauna rigenerazione simile a quella namecciana, anzi decisamente più efficace. "Ma ti rigenererai se ti riduco in poltiglia?" si chiese l'ex campione iniziando a radunare tutta la sua forza in un ultimo disperato colpo. «Choukaremitsu!» la tecnica dal nome assolutamente impronunciabile venne scagliata, rivelandosi una gigantesca onda di energia di colore giallo diretta verso Bu.

Ub era sorpreso ancora una volta da tale dimostrazione di potenza, ma ancora convinto che tale colpo non sarebbe stato sufficiente a togliere il demone dalla circolazione. Dal canto suo però, il falso Mr Satan si era stufato di farsi colpire. Le sue goffe mani guantate si avvicinarono dietro al fianco destro, molto similmente alla Kamehameha di Ub. In pochi istanti una sfera di colore rosa si formò. Infine poco prima dell'impatto con la gigantesca tecnica avversaria, Bu lanciò il suo colpo «Buu Bomb!». Portò entrambe le braccia davanti al petto e un'onda del tutto simile alla kamehameha si diresse a velocità impressionante contro il colpo del suo avversario, sorverchiandolo in potenza e colpendo in pieno il namecciano. Una cortina di fumo seguì la violenta esplosione, laddove tutti volevano vedere se quel micidiale colpo avesse ucciso l'ex campione. Ci volle qualche secondo, poi il fumo si diradò e il corpo del guerriero apparve steso sulla pavimentazione, ustionato gravemente e decisamente incosciente.

«I-il vincitore è....Mr. Sataaan!» annunciò il presentatore, esterrefatto come tanti altri dell'incredibile potenza dimostrata da quel misterioso partecipante che si stava avvicinando al corpo del suo avversario. La folla esplose il suo entusiasmo ma la voce del cronista risuonò di nuovo, questa volta ammonitrice.
«Signor Satan le ricordo che è vietato infierire sui propri avversari quando un combattimento è dichiarato terminato! Si avvicini ancora e-»
«Lasciatelo fare»
Era stato Ub a parlare. Il commentatore era tentato di ricordare all'ospite speciale dell'evento le sue regole, ma non si sentiva in diritto di discutere da pari a pari con l'eroe. I palmi delle mani di Bu nel frattempo si posero sul petto del namecciano prima che una scarica di energia si trasferisse dal primo al secondo. Dopo qualche istante, sotto lo sguardo stupito del pubblico, Uron si rialzò magicamente guarito.
«Ma cosa....G-grazie mille! » rispose un nuovamente cosciente Uron inchinandosi rispettosamente a quell'avversario dalle mille risorse che si era dimostrato ben al di sopra delle sue possibilità.
Accompagnati da un fragoroso applauso della folla, i due combattenti si allontanarono dal ring.
 

«Dopo questo bellissimo esempio di spirito sportivo, annunciamo lo scontro in assoluto più atteso di questi quarti di finale...gli ultimi due concorrenti sono pregati di salire sul ring!» disse il presentatore mentre Ub iniziava a camminare pacatamente verso la piattaforma. «Alla mia sinistra abbiamo l'utopia della robotica, il robot perfetto, plasmato direttamente in lega di Katchin, il metallo più duro al mondo, il suo nome è X99!» la folla esultò mentre una crescente adrenalina imperversava nell'arena dove tutti erano ansiosi di vedere l'altro concorrente fare finalmente sul serio. «Alla mia destra invece qualcuno che non ha bisogno di presentazioni! Il suo nome riecheggia nella galassia accompagnato da epiteti come la Leggenda, l'Immortale e l'Eroe Errante...sapete tutti di chi stiamo parlando! Lui è Uuuuuub!!!» la folla esplose con un boato assordante. I due combattenti si posizionarono uno di fronte all'altro.

Ub fissò a lungo lo sguardo sul suo avversario. Era evidente che non era come Arthiom, ma totalmente metallico. Il suo corpo era plasmato similmente a quello di un essere umano, alto circa tre metri con muscoli prorompenti ed una pelle metallica di un blu cromato. L'unica cosa che lo differenziava da un gigantesco essere umano era il volto, null'altro che una specie di maschera a forma di teschio, al centro del quale due occhi rossi scannerizzavano attentamente i movimenti del suo nemico. Ub iniziò a ruotare il collo, pronto a farsi valere.

«Che la battaglia....Abbia inizio!»
Con uno scatto a velocità impressionante X99 fu a un passo dall'impreparato Ub, che subì in pieno un pugno in pieno volto dalla potenza devastante, venendo scagliato contro il muro di protezione dell'arena a centinaia di metri di distanza per poi cadere a terra. Era passato meno di un secondo dall'inizio della competizione e il favorito, Ub, era già al tappeto.

«E'...è incredibile signori e signore, ma sembra che Ub sia già al tappeto! Che la forza di questo androide sia tanto soverchiante? Io nel frattempo mi ritrovo costretto a far partire il conto alla rovescia...trenta....ventinove...» il presentatore così come tutti gli spettatori erano atterriti da tanta potenza.

Kogu si limitò a dare uno sguardo più approfondito a quel robot. Il pugno che aveva dato aveva di certo una potenza fuori dal comune, ma aveva visto il suo maestro rialzarsi quasi come se nulla fosse dopo il potentissimo colpo di Drake, di certo non si sarebbe fatto battere da un colpo simile.

Difatti d'improvviso Ub si alzò in piedi, quasi balzando sul posto. Tornò a torcere il collo per mobilitarne l'articolazione. «Dimmi ammasso di bulloni, ti hanno mai detto che non è molto corretto attaccare un avversario che si sta ancora scaldando?» disse Ub. Il suo sguardo era vuoto, come spesso quando combatteva. Era evidente che quel robot aveva attaccato con tutta la sua potenza, e il suo colpo era stato certamente duro, avendo quasi slogato la mascella al moro. Ma era veramente tutto qui quello che sapeva fare? Lo avrebbe lasciato stare ancora un po'.

Dopo una nuova scannerizzazione l'androide fu in grado di rilevare che l'avversario non aveva riportato il benché minimo danno. «Possibile? Ho messo tutta la mia potenza in quel pugno!» disse con voce profonda e metallica. «Oh ma quindi parli anche! Notevole!» disse sarcastico la reincarnazione di Majin Bu mentre pensava a come la rigenerazione donatagli da questo lo aveva aiutato in più e più situazioni.

Prima che potesse pensare a quando effettivamente gli fosse stata più utile, un ginocchio metallico si piazzò nel suo ventre piegandolo in due, poi un mano colpì il suo collo tesa come una lama mandandolo nuovamente a schiantarsi contro la recinsione. Era di nuovo al tappeto per la seconda volta in meno di un minuto. Dopo pochi secondi fu nuovamente in piedi come se nulla fosse.
«N-non...non è possibile!?» l'androide sembrava esasperato dal fallimento di ogni sua previsione. Quell'essere andava oltre la comprensione dei suoi circuiti cybernetici. Con un impulso molto simile alla rabbia umana allungò il braccio destro, che si aprì rivelando un grosso cannone.

«Ti presento la mia arma segreta, che non era previsto usassi, ma contro di te è più che indispensabile: CyberStorm!» un incredibile onda partì dall'avambraccio di X99, diretta verso l'essere umano. A detta degli scienziati costruttori di quella macchina da guerra, nessuno poteva sopravvivere a quel colpo basato sulle reazioni di fusione nucleare. Forse anche lo stesso Ub, se non ucciso, sarebbe rimasto gravemente ferito. Ma noi non lo sapremo mai.
In un istante la sua potenza crebbe al punto che l'aria tutto intorno a lui si deformò, il suo corpo fu circondato da un'aura rossa che gli conferiva un'aria minacciosa. "Kaioken...potenza settantacinque!". Per gli spettatori sarebbe stato solo un flash rosso prima che il guerriero sparisse nel nulla, ma per chiunque fosse stato in grado di percepire la potenza, quell'energia era a dir poco incredibile, ben al di sopra di qualunque livello raggiunto sino ad ora. Tra i combattenti solo Bu, Kogu e Arthiom non erano sorpresi.  Il primo non dava molta importanza a quello che percepiva e in vita sua aveva assistito a battaglie di potenza immensamente superiore, mentre gli altri due avevano avuto la prova che il potere di Ub poteva andare molto oltre quella soglia. Nonostante ciò, Kogu strinse i denti, contrariato.

Ma tornando al combattimento, l'onda esplose tutta la sua potenza oscurando la visuale a tutti per pochi istanti. Erano tutti certi che Ub fosse stato colpito, eppure quando la nube di fumo si diradò il guerriero era lì, alle spalle del suo nemico, il braccio destro teso all'altezza della medesima spalla. Nel frattempo gli occhi rossi dell'androide si spegnevano, mentre la sua testa crollava a terra separata rispetto al resto del corpo. Ci fu un attimo di silenzio, poi la folle esplose la sua emozione e l'annunciatore dichiarò la vittoria dell'eroe.
«Un combattimento breve, al cui inizio il nostro eroe sembrava addirittura essere in difficoltà! Ma è evidente che questa ferraglia non è nulla per l'Eroe Errante, e quindi il vincitore è proprio Uuuub!!» il boato del pubblico sembrava non volersi fermare mentre Ub scioglieva la potenza del Kaioken e tornava al suo posto, con solo qualche gocciolina di sudore a imperlargli il volto.

«Be' anche tu avresti potuto goderti di più il combattimento no? Direi che con un Kaioken potenza cinquanta sarebbe stato molto più equo» lo punzecchiò l'allievo similmente a come aveva fatto il moro prima con lui.
«Già probabilmente sì, ma ho chiesto a Bu di....cioè volevo combattere con questo tipo giusto per valutare la sua potenza. Quando ho visto qual'era il suo limite non ho visto più alcuna attrattiva in quello scontro. E poi è giusto che l'ospite speciale faccia vedere di essere ad un livello superiore no?» concluse con un sorriso vanitoso.

Dall'altro lato dell'arena il super namecciano era pietrificato. Aveva a malapena visto Ub svanire prima dell'impatto con l'onda dell'androide e poi aveva visto X99 incassare quel tremendo quel colpo che sarebbe stato fatale anche per lui. 
Sia il suo avversario che il famoso Ub, erano su un livello completamente differente dal suo! Entrambi erano..."Semplicemente troppo forti!" pensò con suo disappunto.









 
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Eccoci di nuovo con questa seconda ed ultima fase dei quarti di finale ^^

Abbiamo visto Bu battere con relativa semplicità il suo avversario, che per chi volesse saperlo ha un'energia spirituale pari almeno a quella di Kogu SSJ, sebbene fisicamente non sia al suo livello. Dall'altro alto invece c'è Ub, che suo malgrado non è ancora riuscito a trovare un avversario realmente stimolante. A suo dire ha superato Bu da un pezzo, ma doverlo sconfiggere data la sua rigenerazione non sarà per nulla semplice! Sempre per chi volesse saperlo, l'androide X99 ha invece una potenza fisica pari a quella di Kogu SSJ, ma non ne ha le capacità spirituali.
Concludendo i prossimi combattimenti saranno senza dubbio più ricchi: ci saranno Arthiom contro Kogu, dove il primo spera ardentemente di riprendersi la rivincita dopo essere stato sconfitto per poco pur mancando di un braccio, e poi ovviamente Ub contro Bu ;)

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