E se... i personaggi di Super Mario avessero i Pokémon? di Debby_Gatta_The_Best (/viewuser.php?uid=626735)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mario e Luigi contro Bowser (1) ***
Capitolo 2: *** Il Primo Pokémon [Mario/Luigi] ***
Capitolo 3: *** Il Primo Pokémon [Bowser/Bowser Jr] ***
Capitolo 4: *** Sfida Regale [Peach/Daisy/Rosalinda] - Request ***
Capitolo 5: *** Vacanze e inconvenienti (Parte 1) [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***
Capitolo 6: *** Il Team Rocket! [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***
Capitolo 7: *** Suicune [Peach] ***
Capitolo 1 *** Mario e Luigi contro Bowser (1) ***
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Cosa
succederebbe se...
I
personaggi di Super Mario avessero avuto i Pokémon nelle loro
avventure?
Commento
d'apertura
One
shot scritta così perché mi andava, mentre lavoro alle altre
storie. Era un po' che volevo fare qualcosa su “PokéMario” come
lo chiamo io, l'incrocio tra queste due serie che amo. Una cosina
leggerina per chi vuole perdere 10 minuti su una crossover
Pokémon/Super Mario.
Ora,
piccolo avvertimento: non ho mai scritto fan fiction sui Pokémon e
quindi potrebbe risultare un po' bruttina. Sarà la prima di una
corta serie di fan fiction. Spero le apprezzerete nella loro semplicità
:)
PS.
In queste storielle “umanizzo” tutti gli allenatori
Mario
e Luigi contro Bowser per salvare Peach
La
battaglia non si stava svolgendo per il meglio. Combusken aveva
ricevuto parecchi danni, ed anche per Grovyle non si stava mettendo
bene. Il Tyranitar del loro acerrimo nemico era più potente di
quanto avessero pensato. I fratelli ce l'avrebbero fatto a salvare la
bella Principessa e i suoi Pokémon anche questa volta?
Il
Pokémon avversario ringhiò in risposta ai pensieri di Mario,
negativi, come per farsi beffe di lui. Luigi iniziava a perdere la
speranza. Grovyle e Combusken erano gli ultimi Pokémon rimasti in
piedi dei due fratelli.
-Vai
Grovyle! Usa Fendifoglia!-
Urlò
Luigi prima che il Tyranitar nemico potesse infliggere un altro Iper
Raggio e finire in un sol colpo i due starter. Il Pokémon Erba non
se lo fece ripetere: prese tutte le forze che gli rimanevano e balzò
in avanti, accelerando, mentre preparava l'attacco. Tyranitar, il cui
sguardo era diretto verso il Combusken che stava per finire KO, si
accorse troppo tardi dell'attacco laterale dell'altro. Fendifoglia lo
colpì in pieno petto, e nonostante la stazza, il Pokémon
Roccia/Buio barcollò indietro cadendo poi sulla schiena.
-Alzati
imbecille!-
Ruggì
il Re nemico dei fratelli. Tyranirar ubbidì come se nulla fosse
stato, ruggendo a sua volta. Si rimise in piedi ed evitò,
contrattaccando con Codadrago, il secondo attacco di Grovyle. Questo
volò a parecchi metri di distanza, perdendo completamente i sensi.
Luigi gli corse incontro preoccupato e subito lo ritirò nella
Pokéball.
-Ah,
ah, ah! Il mio Tyranitar è troppo forte! Vincerò di sicuro!-
-La
battaglia non è ancora finita, Bowser!-
Urlò
Mario in risposta.
-Tsk,
ti rimane solo quel pollo spelacchiato, idraulico. Farà la fine
dell'altro! Facciamo così... se vi arrendete subito, potrei anche
regalarvi un pezzo di torta omaggio. La torta... del nostro
matrimonio, vero tesoro?-
Concluse
la frase arrossendo e voltando il capo verso la Principessa, che se
ne stava tranquillamente seduta nel giardino del castello del Re a
sorseggiare tè assieme alla sua Milotic e a parlare con Larry come
se nulla fosse.
-Puoi
scordartelo! Peach è la MIA fidanzata! E poi non ci arrenderemo
mai!-
In
pratica, la Principessa era litigata tra due maggiori contendenti.
Mario riteneva che fosse la sua fidanzata, mentre Bowser voleva
sposarsela. Lei, dal canto suo, considerava poco entrambi.
Ringraziava Mario quando veniva a salvarla e trattava Bowser come un
amicone quando questo non la rapiva.
Combusken,
reggendosi l'ala ferita, balzò contro il Tyranitar, effettuando uno
Stramontante a sorpresa. Tyranitar ringhiò dal dolore, cadendo
ancora di schiena, ma si riprese subito rispondendo con Fulmidenti.
Combusken schivò agilmente, e fu colpito solo di striscio. Appena fu
a terra, però, il Tyranitar nemico iniziò a caricare Iper Raggio.
Mario
sudava freddo. Temeva che questa volta per Combusken fosse giunta la
fine. Ma accadde l'improbabile.
Una
forte luce divampò attorno al Pokémon Fuoco/Lotta. In pochissimi
istanti, Cobusken lasciò il posto a Blaziken, completamente guarito
dalle ferite, pronto a finire il combattimento in bellezza. Prima che
Mario potesse dire qualcosa, rimasto incantato dal suo “nuovo”
Pokémon, questo attaccò Tyranitar con un potentissimo Baldeali che
lo mise KO in un solo colpo.
-NOOOOOOOOO!!!
!!! !!!-
Si
narra che il lamento del Re raggiunse anche Fungopoli.
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Capitolo 2 *** Il Primo Pokémon [Mario/Luigi] ***
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Mario
era disteso sull'erba della Piana Fungosa, appena poco fuori città.
Attorno a lui, i suoi Pokémon, liberi dalle sfere, scorrazzavano
felicemente, chi saltellando, chi nascondendosi tra i cespugli di
bacche, chi sorseggiando l'acqua del fiume, chi improvvisando una
battaglia con i Pokémon del fratello.
La
squadra al completo: Blaziken, Spoink, Paras, Cyndaquil e Monferno.
Be', quasi
al completo.
Aver
focalizzato l'interesse su Pokémon tipo fuoco, con solo due
eccezioni, non stava fruttando all'idraulico un gran vantaggio nelle
sue missioni. Tutti i Pokémon che aveva, inclusi quelli che adesso
riposavano al Centro Pokémon e che lui era solito a non portarsi
dietro, spesso e volentieri era stati catturati dall'eroe solo per lo
scopo unico di avere creature infuocate o dallo spirito fiammante tra
la sua collezione.
Ma
adesso che si trovava lì, disteso sul prato, a guardare i Pidove
volare alti nel cielo seguendo le acrobazie dei loro fratelli
maggiori, i Tranquill, che si esibivano nella loro totale libertà,
senza essere sotto il peso dei comandi di Allenatori ambiziosi, gli
fece scattare un ragionamento nel cervello.
Quei
Pokémon che così poco spesso usava, o che catturava solo per svago,
per numero, erano davvero felici?
Luigi
aveva appena tre Pokémon: Grovyle, Archen (regalatogli dal Professor
Strambic come ricompensa dopo aver scacciato dei Gastly da una casa
per le vacanze) e una Venonat, che praticamente si era autoproclamata
in possesso del verde dopo che questo le aveva regalato alcuni dei
propri panini, in occasione di un pic-nic di qualche settimana prima.
Mario
si rigirò più volte la Pokéball tra le mani. Era l'ultimo Pokémon
catturato, preso per completare il suo team... ma, ripensandoci, lo
aveva fatto solo perché era un esemplare raro di Fletchinder
shiny. Sì, già quei tipi di Pokémon non si mostravano molto nel
Regno, dato che abitavano per lo più nelle lande infuocate della
Terra Vulcanica di Bowser, e poi, un Pokémon shiny in libertà era
qualcosa che si incontrava un paio di volte nella vita, se non di
meno. Certo, un esperto di Pokémon, in continuo viaggio magari
poteva avere la fortuna di scontrarsi con molti più mostriciattoli
cromatici, ma per un abitante del Regno come lui, che se si muoveva
lo faceva spesso e volentieri solo per salvare la principessa dalle
grinfie del male, c'era una possibilità minima di avere nuovamente
un'occasione simile. Eppure... stringere tra le mani quella Pokéball,
prigione dell'uccello strappato dal suo habitat naturale solo per
l'egoismo del baffuto, che più volte aveva cercato di sfuggire,
mostrando quindi l'assente intenzione di unirsi ad un Allenatore...
Mario rifletté su questo parecchi minuti. Che significato aveva
essere un Allenatore di Pokémon? Si era mai posto tale quesito...?
Senza
sapere come, questa riflessione lo fece ritornare indietro nel tempo
con la mente di parecchi anni, a quando apprese per la prima volta il
vero significato di tale parola, quando
ricevette il suo primo Pokémon.
Era
da poco entrato nella stanza luminosa del laboratorio, seguito a
ruota dal fratello. Aveva compiuto, da appena una settimana, il suo
12° compleanno. E così il gemello*. Le stanze erano bianchissime,
affollate da scienziati esperti di Pokémon. Un paio salutarono i due
fratelli, già rinomati nella Capitale, che continuarono a procedere
secondo le indicazioni della piantina.
-Il
Re dovrebbe trovarsi nella stanza in fondo, se procediamo dritti-
Ricordò
timidamente Luigi.
Mario
si limitò ad un gesto del capo. Dopo pochi minuti riuscirono a
raggiungere la sala in cui erano attesi dal sovrano del Regno. Di
fatto, era questo che consegnava il primo Pokémon ad ogni giovane
abitante della Capitale, quattro volte all'anno. Era una cosa più
simbolica che altro, ma al Re interessava molto il suo popolo ed era
molto amichevole, soprattutto con i bambini, e quindi aveva deciso di
prendersi questo incarico. Ogni stagione, i ragazzi che avevano
compiuto 12 anni, età stabilita dal Regno per prendere il primo
Pokémon, si dirigevano al laboratorio per riceverlo di persona dal
Sovrano e dal suo scienziato favorito, Strambic, all'epoca poco più
che quarantenne.
Infatti,
i due fratelli si ritrovarono in una stanza non poco affollata, in
compagnia di molti altri ragazzi della loro stessa età. Per Mario,
quella era la prima volta che visitava il settore del laboratorio che
si univa a quello del museo nazionale, posto lì accanto: osservò
nei minimi particolari l'enorme stanza, soffermando lo sguardo verso
la cupola di vetro, da cui si poteva osservare il cielo nella sua
splendida limpidità e si potevano scorgere le fronde degli alberi
piantati attorno ai due edifici collegati ondeggiare lievemente.
Inoltre, le pareti erano intervallate da grandi vetrate, usate come
porte-finestre, che si affacciavano sul giardino su entrambi i lati,
e questo faceva modo che la luce penetrasse senza ostacoli, rendendo
la stanza ancora più bella e luminosa.
Per
un attimo la mente del futuro idraulico, rapita da quella vista così
inusuale, si era distaccata dall'emozione di quel giorno. Quando,
poi, la voce del Re rimbombò in un megafono in un: “Benvenuti!”,
Mario ritornò alla realtà. Stava per ricevere il suo primo Pokémon!
Il Pokémon con il quale avrebbe passato tantissime avventure!
L'amico di una vita! Ed ecco il Re, con una lunga lista in mano,
iniziare a chiamare per nome tutti i ragazzi presenti. Ne erano nati
molti in primavera, e i due fratelli dovettero aspettare un po' prima
che il Re nominasse il cognome “Mario”. L'omonimo sentì il cuore
stringersi, il sudore per l'eccitazione cominciare a colargli giù
per il collo. Iniziò ad avanzare, a passo rigido, seguito dal
fratello, che lui stesso pareva avvertire tremare. Quando furono
giunti sopra il rialzo al centro della sala, dove si ergeva lo
scheletro di un enorme esemplare di Tyrantrum vissuto millenni prima,
dove adesso erano attesi dal Sovrano e Strambic, il giovane in rosso
si agitò ancora di più. Essere emozionato era plausibile, ma
trovarsi di fronte al Re dell'intero Regno trasformava tutto in
un'angoscia mai provata prima. Mario non era solito a perdere la
calma, ma adesso la pressione degli occhi blu del Sovrano iniziava
realmente a schiacciarlo. Avanzò per primo, verso il tavolo
allestito per l'occasione, e pronunciò uno strozzato “salve”.
Il
Re ridacchiò, con il mento coperto dalla barba castana, una voce
assai cristallina. Poi chiese cortesemente ai fratelli come si
chiamavano. Appena ebbe ricevuto la timida risposta dal primo ( Luigi
era così terrorizzato che se avesse dovuto anche parlare sarebbe
svenuto ), il Sovrano commentò, sorpreso:
-I
fratelli Mario e Luigi! Ma certo! Come ho fatto a non riconoscervi!-
Poi
fece cenno al rosso di avvicinarsi. Mario stentò dei piccoli passi
verso il grande tavolo, poi si bloccò a pochi centimetri da esso per
osservare meravigliato tutte le Pokéball lì adagiate. Ve ne erano
davvero tante, poste in file ordinate, e con dei piccoli cartellini
appena sotto. Mario dette un fugace sguardo a tali cartelli, notando
che molte Pokéball erano già state prese. I Pokémon rimanenti non
erano poi tanti. Probabilmente erano contati per ogni ragazzo che in
quella stagione doveva ricevere il Pokémon. Il Professor Strambic,
vicino a Sua Maestà, ripeté quello che aveva detto agli altri
giovanotti:
-Quest'anno
abbiamo avuto una donazione generosa dalla regione di Hoenn. Scegli
pure il Pokémon che preferisci!-
Ogni
anno, regioni diverse donavano Pokémon appena catturati per i
giovani di tutto il Regno, come ringraziamento per gli affari
commerciali vantaggiosi ad entrambe le parti che il Regno dei Funghi
aveva un po' ovunque.
Mario
si mise ad osservare più attentamente i nomi dei Pokémon rimanenti,
osservando bene il tipo scritto lì accanto e le loro abilità
speciali. Subito i suoi occhi si soffermarono su una creaturina in
paricolare, maschio, tipo Fuoco, appartenente alla categoria Pulcino,
con Aiutofuoco**. I suoi occhi s'illuminarono nel vedere l'immagine
lì riportata del piccolo batuffolo giallo e rosso, con un musetto
tanto adorabile quanto vispo. Allora allungò la mano, e, tremante,
afferrò la Ball. Subito avvertì un calore che non si aspettava di
percepire da una tale sfera, ma poi intuì che doveva essere per il
tipo Fuoco. Lo portò al petto, poi dichiarò:
-Voglio
questo!-
-Torchic!
Ottima scelta!-
Commentò
entusiasta Strambic. In realtà diceva così tutte le volte, ma il
ragazzo non ci fece caso.
Fremente
d'emozione, Mario sentì le sue mani ungersi di sudore e la Pokéball
quasi scivolargli via, ma la strinse con forza al cuore, avvertendo
ancora di più quel dolce calore. Poi, nel sorridere al Re, notò con
la coda dell'occhio una piccola fanciulla appena dietro egli: lunghi
capelli biondi, occhi blu cielo, sguardo timido. Sì, doveva essere
lei... Peach, la Principessina. Avrà avuto sì e no due anni in meno
del ragazzo. Peach ricambiò timidamente lo sguardo che il rosso si
accorse di aver iniziato a puntare verso di lei, quando si fece
avanti anche Luigi, rompendo quella mistica occhiata. Mario vide il
volto del fratello farsi sempre più indeciso, notando la smorfia
d'incertezza che ormai aveva imparato a conoscere. Luigi pareva
indeciso tra tre Pokémon: Ralts, Wingull o Lotad. Poi, come era
successo al primo, gli occhi del verde scintillarono per un attimo,
notando un Pokémon che prima aveva saltato: Treecko. Senza star a
ragionare sul tipo, abilità e classificazione, afferrò la Pokéball
e pronunciò un lievissimo “questo!”.
Strambic
ripeté la frase precedente, ed il Re rispose con un sorriso. Poi
entrambi scesero dal parco.
Appena
la celebrazione fu terminata, ed ai giovani fu consegnato un
prototipo semplice del Pokédex, che sarebbe stato poi perfezionato
se i giovani Allenatori avessero deciso, in futuro, di dedicarsi allo
studio dei mostriciattoli tascabili, i gemelli uscirono.
-Ti
va... di fare una battaglia?-
Propose
il primo, emozionato. Ormai era il tramonto. I più ragazzi se ne
stavano tornando a casa, il museo-laboratorio chiudeva. Luigi,
incerto, esitò, ma poi fece un cenno di sì con la testa. Qual'era
il miglior modo di familiarizzare con un Pokémon se non lottandoci
assieme?
Mario,
trovato una parte del giardino adatta, lanciò in aria la sfera
bicolore, che subito si schiuse con un fascio di luce, mostrando un
grosso pulcino dai colori fiammanti e dalle piume soffici.
-Torchic!-
Esclamò
contemplando il suo nuovo amico. Questo rispose con un acuto pigolio.
Luigi rimase meravigliato dal Pokémon del fratello, ma non attese a
chiamare il suo geco: Treecko si mostrò, spavaldo, eretto
perfettamente sulle zampe posteriori, all'avversario. Luigi non
riusciva ancora a crederci. La gioia gli si poteva leggere in faccia.
Mario non perse tempo. Indicò la prima mossa, Graffio, al pulcino,
che non si fece attendere. Piombò, come una furia, sul Pokémon
Legnogeco, mostrando cosa era capace di fare nonostante le minute
dimensioni. Treecko fu, infatti, subito scaraventato lontano dal
colpo del primo. Ma non si arrese, riportandosi in piedi velocissimo.
-Uhm...
emm... stai... bene?-
Chiese
Luigi. In risposta Treecko gracchiò il suo verso, piuttosto seccato
dal comportamento non autoritario del suo giovane Allenatore.
-Ecco...
u-usa...-
Ma
il Torchic nemico aveva già ripetuto l'attacco, ferendo ancor di più
il geco. Luigi allora gridò:
-Fulmisguardo!-
Il
piccolo Pokémon non parve molto entusiasta della scelta del ragazzo,
ma eseguì l'ordine fulminando, appunto, il Torchic con un'occhiata
gelida. Ma il pulcino aveva lo spirito troppo fiammante per lasciarsi
intimorire, e procedette con un terzo Graffio. Treecko però schivò,
ringhiando al giovane Luigi, che comprese il modo grintoso in cui il
Legnogeco voleva combattere.
-Assorbimento!
E poi Botta!-
Dichiarò
a gran voce. Questa volta, fu il batuffolo piumoso a ferirsi.
-Non
mollare! Focalenergia!-
Il
Pokémon Pulcino si gonfiò, assumendo l'aspetto di una morbida e
coccolosa palla di piume, diventando ancora più adorabile, ma
rinvigorendosi non poco. Subito dopo scattò in avanti, colpendo al
ventre Treecko, che fu scaraventato a pochi metri di distanza. Luigi
gli corse incontro, scoprendo che era andato KO, e quindi non più in
grado di combattere. Mario aveva vinto.
Quel
giorno tra Mario e Torchic aveva iniziato a stabilirsi un legame
profondo, che si sarebbe consolidato nel tempo. Il legame tra Pokémon
e Allenatore, i sentimenti che provavano che i Pokémon non erano
semplici oggetti da battaglia, ma amici con cui passare la vita. Come
aveva potuto, in quegli anni, dimenticarlo? Mario si mise seduto, ed
osservò Combusken balzare in alto per evitare un colpo di Grovyle.
Rivide la fierezza che aveva dimostrato quel giorno, da pulcino,
quando aveva battuto quello che sarebbe diventato suo grande rivale.
Sorrise nel vederlo muoversi così agilmente rispetto a come aveva
fatto da Torchic.
Mario
guardò la Pokéball. Quel Fletchinder meritava tutto ciò? Non aveva
avuto l'intenzione di unirsi a Mario. Certo, anche Torchic, ma per
lui era stato diverso. I Pokémon che vengono consegnati agli
Allenatori in erba sono piccoli, docili, pronti a diventare
“proprietà” di un ragazzo o di una ragazza. Ma era davvero
quella la parola giusta? “Proprietà”?
Una
leggera ventata fece ondeggiare i baffi del rosso. Guardò un'altra
volta verso l'alto: i Pidove e i Tranquill se ne stavano andando,
tornando nei loro rifugi, per la notte. Effettivamente, si stava
avvicinando il tramonto. La temperatura cominciava a calare. Mario si
alzò, chiamò prima il fratello e poi i suoi Pokémon, ritirandoli
nelle rispettive Ball.
-è
ora di andare... si sta facendo buio...-
Osservò
il fratello.
-Infatti...-
Dopo
aver fatto svagare per un pomeriggio le loro creature, i Fratelli
Mario erano pronti per far rotta verso casa. Mentre lasciavano la
Piana, il primo iniziò a martellare nervosamente le dita sull'ultima
Pokéball. Luigi non fece caso ai dubbi del fratello, e proseguì, ma
Mario si bloccò a metà strada. Quando l'altro si accorse che il
fratello non era appena dietro di lui, si voltò e lo chiamò:
-Mario!
Che fai lì?-
Mario
non rispose. Si tolse la Ball dalla tasca e la lanciò in aria,
dichiarando:
-Fletchinder,
va! Ora sei libero!-
E
mentre la sfera si apriva in un lampo di luce azzurrognolo e
sfavillanti scintille argentee***, Luigi corse incontro all'altro,
domandando stupito:
-Che
fai? Lo liberi? Ma... perché...?-
Il
Pokémon Sfavillante aprì le ali squittendo sorpreso. Dopo
un'ultima, fugace occhiata ai due Umani, si fiondò tra le candide
nubi, sparendo per sempre.
-Io
e quel Pokémon non saremmo stati bene insieme. Così come molti dei
Pokémon che ho catturato per gola. Quando arriveremo al Centro
Pokémon, dovrò restituire la libertà a molti di loro...-
Si
limitò l'idraulico in rosso senza fornire altre spiegazioni.
*È
affermato in più giochi come Mario e Luigi siano gemelli, ma
nonostante ciò spesso Luigi si riferisce a Mario con “fratellone”.
Nelle mie storie, comunque, sono gemelli
**Non
sono solita a guardare i cartoni dei Pokémon. Ash è troppo demente
per i miei gusti. Mi baso soprattutto su ciò che ho imparato dai
giochi, quindi perdonatemi eventuali citazioni troppo legate alle
statistiche e alle tecniche di gioco.
***Sempre
nel gioco, i Pokémon shiny, quando vengono fatti uscire dalle sfere
Poké, rilasciano un inimitabile sfavillio argenteo. Non so se sia
così anche nell'anime.
Commento
E
rieccoci con PokéMario! Questa è la prima di due riflessioni (una
riguardante Mario, di fatto, ed un'altra... be' lo vedrete nel
prossimo capitolo!) sul “Primo Pokémon”. Spero vi sia piaciuta!
Come mi hanno, giustamente, consigliato diversi utenti, ho deciso di
non limitarmi a lotte aride e prive di un gran significato. Spero di
trasformare questa raccolta in qualcosa di simpatico. Al prossimo
capitolo!
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Capitolo 3 *** Il Primo Pokémon [Bowser/Bowser Jr] ***
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Un
re non aveva l'obbligo di rispettare delle stupide regole, pensò
Bowser Junior mentre procedeva sorridente la Sala. E neanche un
principe.
Non
solo compiva i tanto attesi nove anni, ma riceveva anche il suo primo
Pokémon, così come voleva suo padre.
I
corridoi erano vuoti ed i passi del principino risuonavano rapidi e
decisi. Le guardie, che già scarseggiavano negli appartamenti alti
del Castello (dove la famiglia reale passava il più tempo libero),
erano scomparse. Ma lui sapeva dove erano andate: tutte nella Sala
del trono. Ad attenderlo, infatti, ci sarebbe stato sicuramente
Kamek, mago dall'età avanzata che sempre era stato al fianco del Re,
le guardie fidate di suo padre, i suoi fratelli e... suo padre
stesso. Nessuno di importante si sarebbe perso quel giorno.
Bowser
Jr trotterellò ancora per un paio di stanze, poi giunse nella Sala
del trono, colma di sculture raffiguranti suo padre ed arazzi antichi
richiamanti le vecchie dinastie di re. Come aveva previsto, una folla
piuttosto ampia lo stava aspettando. Avanzò a testa alta, con un
ghigno di soddisfazione sulla faccia paffuta che lasciava intravedere
il canino sinistro leggermente più lungo del normale. I capelli
rossi che teneva legati da un ciuffo sobbalzavano ogni volta che il
Principe si lasciava sfuggire un balzo per l'emozione. Procedere in
maniera ordinata e composta non era mai stato il suo forte, neanche
per i giorni importanti come quello, ma poco gli importava. Suo
padre, un uomo talmente alto da far sembrare dei tappi tutti coloro
che aveva attorno, con una folta chioma rossa in testa ed un sorriso
fiero sul volto abbronzato, sedeva sul Trono tenendo le muscolose
braccia serrate ai braccioli. Torreggiava sulla massa di gente un po'
per la sua mole, un po' per il sopraelevamento su cui era posto il
Trono. Sempre sopra il palco, i sette fratelli dell'ottavogenito si
tenevano in piedi nel modo più fiero possibile, nonostante i loro
voti lasciassero ben a vedere quanto quella posa solenne era l'ultima
cosa che avrebbero voluto tenere. Ognuno portava vicino a se il
proprio primo Pokémon, anch'esso con un'espressione talmente regale
da sembrare ridicola. Gli occhi di Ludwig incrociarono i suoi, e per
poco Bowser Jr temette di essere fulminato dallo sguardo gelido del
primogenito. A Ludwig non era mai andato a genio suo fratello minore,
ed il disprezzo del primo cresceva ogni volta che per Bowser Jr si
presentava un occasione che loro padre riteneva “grande ed
importante”.
Kamek
era appena sotto il trono, il viso un po' avvizzito contratto in un
gran sorriso splendente. Gli occhiali a specchio sembravano lasciar
trapelare lo scintillio degli occhi del vecchio mago. Che poi vecchio
non sembrava, fatta eccezione per la schiena leggermente ricurva e
per qualche accenno di ruga nel viso. Bowser Junior si era sempre
chiesto quanti anni avesse, quel servo dal naso adunco e dal
cappello da stregone che sempre era stato dietro ai voleri di suo
padre. Più volte si era domandato, il principino, se Kamek fosse
stato il consigliere non solo di suo padre, ma anche di suo nonno
Morton e magari della madre di suo nonno, e che in realtà usasse la
magia per nascondere la sua vecchiaia. Ma se davvero era così, anche
il suo Xatu doveva essere centenario.
Scacciò
via tutti quei pensieri. Ora non era certo il momento per pensare
agli anni del miglior tirapiedi del Re. Avanzò, con i servi e le
guardie che si scostavano per fargli posto, ed il suo ghigno si
tramutò in un vero sorriso a trentadue denti quando scorse il tavolo
dove erano appoggiate varie Pokéball provenienti dagli angoli più
remoti della Terra, catturati solo per lui. Salì gli scalini per
raggiungere suo padre ed i suoi fratelli. Bowser sedeva precisamente
di fronte a lui ed alle sfere Poké, ed i fratelli si trovavano 4 da
un lato e 3 da un altro. Si erano disposti in ordine di età, come
erano soliti a fare, cosicché Larry, Morton, Wendy ed Iggy potessero
salutarlo da sinistra, mentre Roy, Lemmy e Ludwig osservarlo da
destra. Ludwig, in verità, non stava osservando affatto, con la
fronte corrugata e gli occhi fissi in un punto invisibile che solo
lui pareva vedere, in fondo alla sala. Bowser Jr trotterellò in
avanti, e suo padre si alzò in piedi, le borchie attorno al collo ed
alle braccia che rilucevano ad ogni minimo movimento come gioielli:
-Junior,
oggi è un giorno molto importante per te! Non solo compi nove anni ,
ma riceverai il tuo primo Pokémon!-
Come
se non lo sapesse già. Bowser però adorava metterlo in risalto con
tutti quei paroloni. Essere il favorito sarebbe stata una cosa
perfetta se non avesse attirato tutte le gelosie dei più grandi. Lui
sorrise in risposta.
-Naturalmente,
il futuro Re dei Koopa dovrà avere un Pokémon forte, degno della
sua grandezza, al suo fianco! Questi Pokémon sono esemplari rari e
sfuggevoli, scegli bene perché non è stato facile trovarli-
Junior
adesso era indeciso più che mai. Sapeva che suo padre si aspettava
che scegliesse il mostriciattolo più forte, ma tutta quella scelta
gli dava il mal di testa, e proprio non riusciva a decidersi. Troppi
nomi, alcuni mai sentiti, si accavallavano l'uno sull'altro. Troppe
immagini di Pokémon belli e brutti, aggraziati e non, si paravano
davanti agli occhi del Principino.
Piccole
goccioline di sudore nervoso iniziarono a colargli dietro il collo.
Quale scegliere? Qual'era il migliore? Quale avrebbe preso suo padre?
Bowser aveva scelto, da piccolo, un Larvitar grosso e robusto, ma non
c'era nessun Larvitar tra quei Pokémon. Bowser Junior aveva il pecco
di soffermarsi troppo davanti alle scelte più importanti. A dispetto
del padre, istintivo e senza troppi ripensamenti, l'ottavogenito del
Re impiegava secoli a prendere una decisione. Si morse il labbro
cercando di concentrarsi meglio, ma sentiva su di se tutti gli
sguardi dei presenti. Alzò un attimo la testa e diede un occhiata ai
Pokémon dei fratelloni: il Totodile di Larry, vivace e instancabile
come il padrone, il Roggernola di Morton, goffo ma robusto, la
Glameow di Wendy, con la solita aria da superiore dell'unica figlia
del Re, il Porygon Z (evoluto tramite esperimenti scientifici) dalla
mente brillante come quella di Iggy... voltando la testa verso il
lato opposto, Bowser Jr incontrò con lo sguardo anche il Makuhita di
Roy, prossimo all'evoluzione, il Vulpix di Lemmy, che proprio come il
proprietario vantava la stranissima caratteristica di preferire il
freddo al caldo*, ed in fondo, appollaiata sulla spalla
dell'allenatore, la leggiadra Altaria di Ludwig, raggomitolata su se
stessa come se avesse freddo. Ripensando alle scelte che avevano
fatto i fratelli, Bowser Jr notò che ognuno aveva scelto il Pokémon
che meglio gli si addiceva, senza dar troppa importanza al giudizio
del padre. Ma per lui era diverso. Lui non voleva fare la scelta
sbagliata, non voleva tradire la grande fiducia che il padre riponeva
in lui.
Bowser
aggrottò la fronte, appoggiando il mento sulla mano destra. Quella
era la sua posa da pensatore. Perché Junior stava esitando? Erano
passati almeno 10 minuti da quando gli si era parato davanti, eppure
continuava a voltare lo sguardo da una sfera all'altra. Gli sembrava
strano, perché quando lui aveva avuto la possibilità di scegliersi
il primo Pokémon, decidere era stato semplice.
Ricordava
quel giorno...
Aveva
dovuto aspettare di avere 12 anni, dato che i suoi genitori non gli
avevano concesso una scorciatoia come aveva fatto lui con i suoi
figli.
Quel
giorno il clima era perfetto, lui adorava il caldo. Tutti i membri
della famiglia reale dal sangue di rettile vissuti prima di lui
avevano adorato il caldo**. Però non aveva tempo di crogiolarsi al
sole come una lucertola. Il Re del Regno dei Funghi stava chiamando a
voce alta i ragazzi che dovevano ricevere il loro primo Pokémon, e
lui era tra quelli. Il cognome “Koopa” suonò solenne nella
stanza del museo, ed il Principe si fece spazio a spintoni, arrivando
a corsa sul palco. Si avvicinò, lanciò un occhiata a tutte le sfere
e poi afferrò quella contrassegnata dall'etichetta “Larvitar” e
dalla rispettiva immagine. Il suo volto si aprì in un sorriso
compiaciuto, e fece per andarsene, quando scorse la cosa più bella
che avesse mai visto. Dietro il Re, la piccola Principessa Toadstool
se ne stava timidamente ad osservare i ragazzi che salivano sul
palco. L'immagine di quella giovane fanciulla si piantò nel cervello
del Principe, destinata a rimanervi per molto, molto tempo. Il
giovane schiuse la bocca come per dire qualcosa, ma rimase senza
parole dall'aspetto così dolce e fragile della creatura. Gli occhi
cielo di lei incontrarono per un attimo quelli di lui, e Bowser si
sentì le guance diventare rosse come le sue iridi. Provò nuovamente
a balbettare qualcosa, ma la voce potente del Re che annunciava un
altro cognome infranse quel momento mistico. Mai prima di allora
Bowser era riuscito a vedere dal vivo la dolce Principessa. Non era
niente a confronto di lui, un essere minuto senza alcuna presenza di
sangue di rettile in corpo, ma aveva un suo fascino. Oh, sì, ne
aveva molto, di fascino.
Bowser
era tornato a casa a capo basso. All'epoca, nonostante la vera
residenza della sua famiglia era da sempre stata situata nella Valle
dei Vulcani, molto a nord-est della capitale, il Principe risedeva
con i suoi genitori proprio a Fungopoli. Questo perché sua madre
Ginevra era originaria di Fungopoli, e quindi i due sovrani andavano
a trascorrere le vacanze nella capitale. E lui era costretto a
seguirli. Quell'anno, però non era affatto dispiaciuto da tale
decisione. Aveva ricevuto il suo Pokémon direttamente dal Re, senza
aspettare che delle guardie reali giungessero nella sua terra per
mostrare i rimasugli non scelti da altri ragazzi, e soprattutto aveva
avuto quella splendida visione. Peach, in tutta la sua dolce
bellezza... da quello che sapeva, andava spesso ad osservare i
Pokémon che venivano donati ai giovani allenatori. Forse... si
sarebbe trovata lì anche l'anno seguente? Quando lui avrebbe fatto
ritorno a Fungopoli, avrebbe avuto il tempo di tornare a dare
un'occhiata alla Principessa?
Il
suo cuore era peso per le troppe emozioni, e soprattutto era
dispiaciuto che quell'attimo fosse durato così poco. Ma poi si
ricordò del suo Pokémon: lanciò in aria la sfera, lasciando
fuoriuscire un Pokémon dall'aria forte, color salvia, dalla forma
che ricordava vagamente quella di un dinosauro.
-Ok,
Larvitar, da oggi tu sei mio!-
Stranamente,
la mente del sovrano delle Terre Vulcaniche si era spostata su un
altro ricordo, quando qualche anno più tardi aveva fatto ritorno
alle annunciazioni del precedente signore del Regno per rivedere
quella bella ragazzina. Peach avrà avuto qualche anno meno di lui,
forse tre o quattro, addirittura cinque anni di distanza, ma poco gli
importava. Avrebbe atteso che divenisse adulta per poi prenderla in
sposa. Sì, che bella idea! Magari avrebbero avuto anche dei figli, e
di sicuro un regno esteso a tutti confini del mondo... no,
dell'Universo! Bowser adorava, fin da piccolo, fantasticare su
conquiste e regni immensi sui quali governare. I suoi avi erano stati
spesso conquistatori, alcuni giusti altri tiranni, ma pur sempre
conquistatori. Bowser era attratto dalla parte malvagia, nonostante i
suoi genitori avessero sempre cercato di dirigerlo verso la parte del
giusto. Niente da fare, lui sarebbe diventato un temibile Re
rispettato da tutti. Un temibile Re sposato con la più bella
fanciulla del mondo.
Mentre
osservava in disparte la bella ragazza, il suo sguardo cadde per un
attimo su un ragazzo robusto, dal gran nasone tondo, che si era
portato dinnanzi al Re assieme al fratello gemello. Qualcosa non era
andato bene. Nonostante la distanza, i suoi occhi avevano notato
l'incrociarsi di sguardi che c'era stato tra quel ragazzo e la
Principessa. E questo non andava affatto bene.
-Ehy
tu!-
La
voce forte del Principe aveva fatto tremare il verde e destato
l'attenzione del rosso. Bowser procedeva a passo svelto verso il
secondo, che aveva appena vinto una sfida con il suo Torchic.
“La
sua prima gara” pensò il ragazzo dal sangue reale.
-Chi
sei tu?-
Mario
non pareva affatto spaventato dal Principe. Questo sbuffò:
-Vuoi
vederla una vera lotta?-
Sogghignò
mostrando l'unica Pokéball. Il ragazzo grasso rimase impassibile per
qualche secondo, poi rifiutò dicendo che il suo Pokémon era troppo
stanco. Bowser l'aveva deriso:
-Ma
che razza di Pokémon è, se non riesce a tener testa a due sfide
consecutive?-
Questa
sfida non aveva fatto infuriare Mario, ma il suo Torchic, che si era
avvicinato gonfiandosi tutto, indignato. Bowser gli rifilò un
leggero calcio, in modo da farlo scansare, ridacchiando “e questo
sarebbe un Pokémon?”. A quelle parole, il pulcino prese a fremere
di rabbia, e Mario decise di accettare la sfida.
-Non
farlo, Mario!-
Gli
urlò Luigi, ma nessuno dei due allenatori vi fece caso.
Prima
che il verde potesse azzardar parola, i due Pokémon erano già in
campo. Torchic, in tutta la sua buffa fierezza, e Larvitar, a cui
bastava gonfiare il petto per sembrare un gigante.
-Ti
avverto, il mio Larvitar è molto forte-
Sghignazzò
di nuovo il Principe. L'altro pareva non averlo ascoltato.
-Torchic,
usa...-
Ma
il Larvitar era stato più veloce. Era sparito nel terreno prima che
Mario potesse finire la frase, e risbucato sotto le zampe di Torchic
prima che questo potesse afferrare il comando impartitogli. Il
pulcino venne sbalzato in aria, ed ad attenderlo nella caduta c'erano
le zanne pronte a sferrare “Morso” dell'avversario. Torchic
lanciò un pigolio di dolore, poi si staccò dalla morsa dell'attacco
e si rimise in piedi. Questa volta il “Graffio!” di Mario fu più
rapido, ed il Pokémon Fuoco riuscì ad arrecare vari danni al
Larvitar nemico. Bowser rispose con “Frana!”, che però mancò il
bersaglio, e quindi spronò il suo Pokémon a procedere nuovamente
con Morso. Torchic fu svelto, e le zanne dell'altro si chiusero a
pochi centimetri dalla sua tozza ala. Torchic eseguì Focalenergia,
gonfiandosi e facendo il grosso, per poi proseguire con un colpo
laterale. Larvitar sarà stato anche robusto e grosso, ma era goffo
ed i suoi movimenti lenti ed impacciati. Mario decise quindi di
attaccare quel punto debole facendo eseguire al proprio Pokémon
colpi rapidi e precisi. Bowser però non si lasciò intimidire.
Appena comprese la tattica avversaria, comandò al Larvitar di
utilizzare Terrempesta. Così fu, ed un forte polverone invase la
scena della lotta. Torchic barcollò, spinto dal forte vento, ed
esitò. Neanche Mario riusciva a vedere un palmo dal suo grosso naso.
Bowser sfruttò quindi quel momento di distrazione avversaria per
impartire “Fossa!” a Larvitar. Questo si tuffò nella terra come
se fosse stata acqua, e ben presto riemerse gettando a gambe all'aria
il pulcino, prossimo al KO. Mario digrignò i denti. Bowser, anche se
non poteva vedere la faccia del ragazzo, immaginava che l'altro fosse
su tutte le furie. Poi, accadde l'improbabile.
-Treecko,
Botta!-
Un'ombra
nella tempesta di sabbia si mosse, prendendo alla sprovvista anche
Larvitar. Barcollò e cadde, senza comprendere da dove venisse il
colpo. Il Treecko del verde, che prima era accasciato a terra,
sembrava essersi ripreso. Ed anche il suo padrone. Il fratello del
rosso adesso mostrava una grinta che Bowser non si era aspettato di
vedere.
Treecko
si schierò a fianco di Torchic, e quest'ultimo prese coraggio.
Bowser non si lamentò neanche che gli avversari adesso fossero 2.
Era sicuro della vittoria. Ma il Treecko avversario sapeva il fatto
suo. Mentre il geco distraeva Larvitar, il pulcino di Fuoco attaccava
questo da dietro. Bowser iniziò a stufarsi di tutto ciò, e fece per
impartire un nuovo “Frana” al suo Pokémon, quando Treecko
sfoderò una nuova mossa; Assorbimento colpì Larvitar proprio mentre
questo stava tenendo d'occhio Torchic, e fu una bella batosta. In un
batter d'occhio, la battaglia finì, assieme alla tempesta di sabbia.
Larvitar giaceva privo di sensi disteso sull'erba. Bowser si sentì
offeso da quell'affronto.
“Battuto
da un novellino, sgrunf!”
Avanzò
verso il suo Pokémon e lo ritirò nella sfera, e poi fece per
ringhiarne quattro ai fratelli quando apparve, da dietro un albero,
la graziosa fanciulla in rosa.
Il
Principe si sentì il cuore sciogliere. La ragazzina lo stava
fissando sorridente.
-Siete
stati bravi! Vi ho osservati combattere!-
Pronunciò
timidamente. Bowser vide il volto del ragazzo grassoccio divenire del
solito colore del cappello.
-Eh,emm...
sì, sono stati bravi per dei principianti. Io... io ci sono andato
piano ma loro... sì, bravi...-
Le
parole, che spesso gli uscivano tanto fluidamente quanto taglienti,
adesso faticavano a venir fuori.
-Diciamo
che è finita in... pareggio...-
E
appena detto questo, corse via colto da un improvviso imbarazzo. La
bella Principessa gli aveva parlato! Proprio lei, Peach, per la prima
volta! E lui... non si era neanche presentato. Aspetta, che??? Frenò
la corsa , si voltò per un attimo verso la fanciulla e, spremendo i
polmoni di tutta l'aria che tenevano dentro, urlò:
-Io
sono Bowser!-
Ma
non osò dire altro. Procedette la corsa.
Quando
finalmente si riprese, notò che suo figlio era ancora lì, sudato e
perplesso. Quei ricordi avevano fatto scattare qualcosa nella mente
del Re. Senza saperne il motivo, diede un'occhiata a tutti i Pokémon
dei figli. Ognuno era perfettamente abbinato al carattere del
proprietario. Bowser capì il motivo per il quale il suo ottavogenito
impiegava così tanto a scegliere. Di certo, Junior voleva fare una
buona impressione sul padre, prendendo un Pokémon grosso e forte
come lui stesso aveva fatto. Ma lui e suo figlio erano diversi, per
quanto si somigliassero. E capì solo in quel momento che non doveva
imporre al figlio di fare una scelta forzata. Bowser si era sentito
molto a suo agio con Tyranitar e Tyranitar stesso era stato contento
di avere un allenatore come lui, nonostante a volte il Re lo avesse
trattato male. Sapeva che il legame che nasce tra l'allenatore ed il
primo Pokémon è un legame speciale, molto più profondo di quello
riservato ad altri Pokémon. Doveva far capire al figlio che la
scelta doveva essere totalmente sua. Si alzò dal trono e, con la sua
voce tonante ridotta ad un sussurro ed il volto un po' dispiaciuto,
corresse la frase precedentemente detta:
-Un
sovrano deve avere al suo fianco il Pokémon che meglio gli si
addice, Junior. Non deve essere una scelta fatta per compiacere
qualcun altro, ma per se stesso-
Si
rimise seduto in silenzio, sperando che il figlio avesse capito.
Il
padre aveva avuto una reazione strana, ma gli aveva detto la cosa
giusta.
“Non
devo scegliere il Pokémon che vuole papà, devo scegliere quello che
voglio io!”
Così
si rilassò un attimo, e riprese a leggere i cartellini vicini alle
sfere. Poi uno in particolare attirò la sua attenzione.
Il
musetto era simpatico, furbo come il suo, e quel ciuffo gli ricordava
i suoi capelli. Inoltre, sembrava anche un buon Pokémon. Allungò la
mano con decisione, e poi sollevò la Pokéball in modo da mostrarla
a tutti.
-Zorua!-
Proclamò
fiero.
*Secondo
me, i Koopa come tutti i rettili odiano il freddo e adorano il caldo,
nonostante il loro corpo sia comunque più resistente e sviluppato di
quello dei loro cugini striscianti. Lemmy, sempre secondo le mie
storie, ama il freddo quasi quanto la sua palla di gomma. È un po'
una presa di giro quella di un Vulpix a sangue freddo :)
**Tutti
i personaggi sono “umanizzati”, ma presentano comunque delle
caratteristiche diverse in base alla “specie” originale. Qui i
Koopa della famiglia reale presentano corpi imponenti, muscoli
sviluppati, sangue freddo ed altri piccoli particolari che si
avvicinano alla “razza” di Bowser.
Commento
Finita
la seconda parte ;)! Spero vi sia piaciuta! Ho ancora molte storie da
raccontare su Pokémario, continuate a seguirmi! Se avete qualche
preferenza sui personaggi, scrivete nei commenti chi vorreste vedere
combattere ed io, se posso, vi accontenterò ;)! Sono accettati tutti
i personaggi più importanti nella saga di Super Mario, inclusi i
cattivi di M&L e via dicendo :)! A presto, ciao!
|
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Capitolo 4 *** Sfida Regale [Peach/Daisy/Rosalinda] - Request ***
AAA
REQUEST
Il
tè scivolò giù per la gola della Principessa. Peach chiuse gli
occhi, assaporando a pieno il gusto unico e inconfondibile del
rinomato infuso di erbe delle Isole Orange, situate a sud della
regione di Kanto, luogo molto distante dal Regno dei Funghi.
-Non
trovi anche tu che questo tè sia semplicemente delizioso,
Daisy?-
La
Principessa di Sarasland appoggiò la tazzina con poca delicatezza,
storcendo la bocca.
-Sinceramente
io non trovo nulla di spettacolare in questo infuso. Posso comprarlo
uno uguale alla Koop-
Commentò
aspramente. Peach la guardò male.
-Daisy,
tu non sai apprezzare i buoni frutti della terra. C'è una bella
differenza tra il tè del supermercato e quello originale delle Isole
Orange! Il sapore, l'odore... non senti che aroma celestiale?-
Peach
inspirò a pieni polmoni, cercando di far capire all'altra cosa
intendesse. Daisy rimase a guardarla immobile, senza dare segno di
voler cambiare idea. Wigglytuff, seduto accanto alla padrona,
approvava Peach con gesti eleganti del capo, e lo stesso faceva
Delcatty, seduta ai piedi di Peach. Daisy sbuffò:
-Ma
i tuoi Pokémon sono sempre d'accordo con qualsiasi delle tue
scelte?-
Peach
la squadrò nuovamente con occhi di ghiaccio, senza rispondere. Diasy
voltò il capo verso i suoi Pokémon, intenti a scorrazzare tra i
fiori del giardino regale della Principessa in rosa.
-Ehy
ragazzi, secondo voi Peach ha sempre ragione?-
Krookodile
e Roselia scossero la testa all'unisono, mentre gli altri due
continuarono a scorrazzare allegramente.
-Cosa
intendi fare, Daisy? È una sfida questa?-
Il
tono di Peach era piatto, come se si fosse offesa e cercasse di non
darlo a vedere. Daisy notò lampi furiosi negli occhi dell'amica,
chiedendosi cos'aveva detto di male.
-Peach,
c'è qualcosa che non va? Ti vedo tesa quest'oggi...-
Peach
sospirò.
-Perdonami
Daisy, quest'oggi sono molto stressata-
-Si
vede, è da quando sono arrivata che continui a guardarmi male-
Per
un lungo momento, solo il vociare dei Pokémon ruppe il silenzio. Poi
Peach sospirò nuovamente.
-Tutto
colpa della mostra di ieri. In quanto Principessa del Regno dei
Funghi, ero tenuta a rappresentare il nostro amato Paese... sono
andata all'inaugurazione della nuova galleria d'arte di Pariji,
famosa capitale dell'eleganza e della bellezza...-
-Sì,
va bene, lo so. Sei stata via quattro giorni, e sei tornata solo ieri
sera. Ma poi cos'è successo?-
Peach
scosse la testa, e il suo dolce sguardo s'incupì.
-Uno
dei più famosi pittori del mondo, Pablus Pikassu, ha esposto una sua
opera. Quando è stato il mio turno di commentare, be', ho trovato la
sua pittura alquanto... inusuale-
-Buffa,
stravagante, improbabile-
Aggiunse
Daisy, continuando ad ascoltare attentamente i problemi della
migliore amica.
-Io
mi sono sempre interessata all'arte antica, o comunque non attuale,
Daisy. Non potevo sapere che quel quadro esprimeva i più profondi
sentimenti che il pittore riservava ai suoi sei Pikachu. Così...-
-Hai
fatto fare una figuraccia all'intero Regno dei Funghi-
Tagliò
corto la Principessa dei fiori.
-Temo
di aver messo in imbarazzo l'autore. Tutta la folla si è messa a
ridere del mio commento-
La
Principessa in rosa divenne la principessa in rosso da quanto la sua
faccia si tinse per la vergogna. Daisy capì la sua preoccupazione e
poggiò la mano su quella dell'altra.
-Anche
io ho fatto molte figuracce, o ho detto cose sbagliate al momento
sbagliato, Peach-
Lei
s'irritò di nuovo:
-Sì,
ma tu dici sempre cose sbagliate, Daisy! Io ero andata a
Pariji per onorare il Regno e invece...-
Daisy
scosse il capo:
-Su,
non agitarti. Sai cosa ci vorrebbe adesso? Non di certo il tè delle
Isole Arance...-
-Orange-
-Quello
che è. Tu devi sfogarti! Che ne dici di una...-
Ma
una voce profonda distrasse l'attenzione di entrambe:
-Temo
di essere giunta in ritardo. Perdonatemi, ma non riuscivo a trovare
il castello. Fungopoli è così vasta che ho perso la strada più di
una volta, nonostante la cartina...-
Al
di là del cancello che si apriva sul giardino regale, si profilava
la figura di Rosalinda. Peach si alzò e le andò incontro, ordinando
a due Toad di aprire l'entrata.
-Rosalinda,
che piacere averti qui! Sono io a dover chiedere perdono, mi sarei
dovuta esprimere meglio... sicuramente sarà stato un lungo viaggio.
Vieni a prendere un buon tè?-
Rosalinda
accettò gentilmente l'invito, seguendo la Principessa fino al
tavolino bianco in mezzo ai fiori.
-Non
preoccuparti, è bello vedere un'amica di tanto in tanto. Anche se
all'Osservatorio sono in compagnia degli Sfavillotti, iniziavo a
sentirmi un po' sola. Ho proprio bisogno di stare con altre... donne-
Concluse
sorridendo. A Daisy Rosalinda non era mai piaciuta molto. Secondo
lei, aveva modi di fare addirittura più eleganti e irritanti
dell'amica. Rosalinda prese posto, chiedendo informazioni
sull'argomento sul quale stavano discutendo.
-Peach
ha fatto una figuraccia – spiegò Daisy – e ora è depressa. Le
stavo proponendo una lotta-
-Ottima
idea!-
Concordò
Rosalinda con voce controllata, la schiena dritta e sguardo fiero.
Daisy borbottò piano tra sé la sua disapprovazione per quel
comportamento tanto galante tra amiche, ma non disse nulla. Peach
fissò il tè per qualche secondo, con Wigglytuff che le poggiava una
delle sue zampine rosa sul braccio, in attesa che decidesse.
-Va
bene!-
Rispose
dopo aver riflettuto.
-Non
può farmi che bene-
Si
alzò, invitando le altre due a seguirla nel suo personale campo di
allenamento, dietro il castello. Lì il giardino era ancora più
spazioso, e l'erba era stata tagliata da poco, così da permettere ai
Pokémon di combattere senza ostacoli o vantaggi. Un odore di fresco
le investì, e Peach per prima assaporò l'aroma dell'erba fresca.
-Bene,
tutti contro tutti?-
Chiese
Daisy impaziente di cominciare. Rosalinda e Peach si scambiarono
un'unica occhiata, poi annuirono contemporaneamente.
Poco
dopo, Mastro Toad si trovava seduto su un panchetto imbottito in un
angolino, e due Toad reggevano un tabellone con su scritto “2-2-2”.
Quei numeri avrebbero ben presto lasciato spazio ai loro minori, in
quanto segnavano i Pokémon ancora in grado di combattere di ogni
principessa.
-Er-emm:
Che la sfida abbia inizio... e ricordate di non far stancare troppo i
vostri Pokémon, fanciulle!-
Annunciò
fieramente il Maestro. Uno scambio di sguardi, e le principesse
lanciarono in aria le loro Pokéball: la battaglia s'infiammò.
Krookodile
di Daisy lanciò un urlo agguerrito, poi si lanciò sul Togekiss di
Rosalinda senza pensarci due volte. Attaccò con un potente
Sgranocchio, che ferì l'ala del Pokémon Folletto/Volante, che per
poco non precipitò a terra. Ma Togekiss si alzò nuovamente in volo,
lanciando la sua potente Forzasfera per respingere il secondo attacco
di Krookodile, per poi concentrarsi su Wigglytuff di Peach. Questa
ordinò al proprio Pokémon di schivare e di contraccare con
Doppiasberla. Wigglytuff si lanciò in avanti, balzando in alto,
pronto a sferrare il suo attacco, quando la voce di Rosalinda impartì
un nuovo ordine:
-Usa
Extrarapido per schivare, poi vai all'attacco!-
Togekiss
non se lo fece ripetere, e riuscì ad evitare l'attacco con
Extrarapido. Wigglytuff rimase sorpreso, e quel secondo di
distrazione permise all'altro di colpirlo in pieno petto per
scaraventarlo addosso a Krookodile, nuovamente partito all'attacco.
-No,
Krook! Cosa stai facendo! Quante volte di ho detto di non caricare a
casaccio??-
Il
rimprovero di Daisy tracciò una smorfia abbattuta sul lungo muso del
coccodrillo, che però si rialzò subito respinse con la coda
l'attacco a sorpresa di Wigglytuff, ripresosi in breve tempo.
-Veloce,
usa Fossa!-
Il
coccodrillo delle sabbie si tuffò a capo fitto nel terreno del
giardino, scavando una profonda buca con le zampe e con i denti,
sparendo dalla visuale.
-Wigglytuff,
concentrati su Togekiss!-
Ordinò
Peach, con il volto già più rilassato. Il Pokémon Pallone si
gonfiò, onorando la sua classificazione, e volteggiando per qualche
secondo in aria, raggiunse Togekiss, che non ebbe il tempo di
contrattaccare e finì steso dal suo Sdoppiatore.
-Oh
cielo! Togekiss, ritorna-
Per
quanto potesse essere sconvolta, Rosalinda manteneva sempre la calma
sia nel comportamento che nel tono di voce. Daisy inclinò la bocca
irritata. Le dette quasi fastidio che non fosse stato Krookodile a
sconfiggere Togekiss.
-Un
punto per la Signorina Peach!-
Mastro
Toad abbassò il numero di Rosalinda da 2 a 1.
Wigglytuff
atterrò e osservò per un attimo il grosso numero “1” scattare
nel contatore, ma l'urlo della principessa di Sarasland lo riportò
alla realtà:
-Veloce,
Krook, attacca!-
Dal
terreno sbucò una mascella irta di denti, che colpì il Pokémon
Normale/Folletto dal basso. Quando la polvere provocata dal
coccodrillo si dissipò, Wigglytuff apparve disteso in terra privo di
sensi.
-Oh,
povero il mio Pokémon! Ritorna!-
Peach
richiamò il suo amico, e Daisy improvvisò una buffa danza
sbeffeggiando la migliore amica.
Mastro
Toad tolse il punto anche a Peach.
-Va
bene, adesso mandate in campo i vostri altri due Pokémon. Vi ricordo
che potete usare solo due Pokémon a testa, quindi per il momento la
signorina Daisy è in vantaggio!-
Dichiarò
il Mastro. Peach chiamò il suo miglior Pokémon: Milotic. Rosalinda
fece uscire dalla Pokéball un magnifico esemplare di Absol.
Al
collo teneva una collanina con legata una strana gemma.
-Cos'è
quel ciondolo che ha al collo il tuo Pokémon?-
Chiese
Daisy, fingendosi interessata.
-Lo
scoprirai presto-
Rispose
Rosalinda con un sorriso malizioso. Poi ordinò:
-Absol,
Megaevoluzione!-
Premendo
su una gemma incastonata in uno dei suoi orecchini a forma di stella.
Una forte luce circondò il Pokémon, e Absol mutò di forma: il suo
pelo bianco adesso era molto più spesso, e sulla schiena prendeva la
forma di un bellissimo paio d'ali. Il corno, inoltre, era allungato
di parecchi centimetri, inoltre ad essersi allargato. La maestosità
del Pokémon distrasse Krookodile, che rimase a fissarlo per vari
secondi con la grande bocca aperta.
-Vai,
Absol! Nottesferza!-
Il
Pokémon Buio si avventò con un grande balzo su Krookodile,
colpendolo con potenza col corno sul grosso petto. Il coccodrillo
venne sbalzato via, e mentre si rimetteva in piedi, Daisy commentò:
-Notevole...
ma ti ricordo che le mosse tipo Buio non sono molto efficaci contro i
Pokémon tipo Bui...!-
Fu
interrotta bruscamente dalla vista del suo Pokémon venir spazzato
via dal potente Idropulsar di Milotic. Quando atterrò no riuscì più
a rialzarsi, e la principessa fu costretta a richiamarlo.
-Be',
vediamo come ve la cavate contro un Pokémon così raro! Vai
Shaym...-
Stava
per lanciare la Pokéball contenente Shayming, uno dei Pokémon di
cui andava più fiera, quando Roselia, che stava assistendo alla
battaglia, la fermò.
-Ros...
Ros-Roselia!-
Con
il suo verso fece capire a Daisy che voleva combattere lei al posto
del Pokémon Gratitudine, e dopo qualche secondo di riflessione,
Daisy le concesse questo privilegio.
-Va',
ma fatti valere Roselia!-
Il
Pokémon annuì, e si gettò nella mischia. Nel frattempo Milotic e
Absol avevano iniziato una dura lotta che stava sfinendo entrambi.
Milotic non riuscì a schivare l'ennesimo Morso sferratole da Absol,
e cadde vicino all'allenatrice, che la implorò:
-Non
puoi arrenderti ora, Milotic! Attacca con Geloraggio!-
Il
serpente spalancò la bocca sputando un gelido raggio lucente verso
Mega Absol, che però riuscì a balzare via sfruttando la sua grande
agilità; appena dietro di lui, Roselia stava andando all'attacco
preparando Velenospina, ma il Geloraggio di Milotic la colpì in
pieno.
-Nooo,
Roselia!-
Ruggì
scompostamente Daisy, mandando dentro di se accidenti al Pokémon
Tenerezza.
Roselia
non sopportò il colpo, e collassò per terra.
-Argh!
È tutta colpa tua! Doveva gareggiare Shayming!-
In
risposta, il suddetto Pokémon uscì da solo dalla Pokéball, e si
andò a posare, sfruttando la sua forma cielo, sulla spalla
dell'allenatrice.
“Non
essere così dura con lei! Voleva solo mostrarti il suo valore!”
La
brontolò telepaticamente. Daisy mise il broncio, ritirandosi dal
campo di battaglia.
Mastro
Toad tolse l'ultimo punto a Daisy, e la battaglia si focalizzò
sull'Absol di Rosalinda e Milotic della Principessa del Regno dei
Funghi.
-Su,
Milotic! Fatti valere! Idropompa!-
Un
potentissimo getto d'acqua scaturì dalle fauci a serpente del
Pokémon marino, ma Absol riuscì a schivare anche questa volta,
lasciando che l'attacco colpisse uno dei Toad impegnati a reggere il
tabellone.
-Oh,
povero caro! Stai bene?-
Chiese
Peach chiedendo un momento di pausa, ma il servitore si rialzò,
bagnato fradicio, ma con un sorriso imbarazzato in faccia:
-No
no, principessa! Non si preoccupi, sto benissimo!-
Peach
ne fu felice.
Absol
attirò a se l'ira di Milotic con Provocazione, e il secondo si
scagliò ferocemente sul Pokémon Catastrofe senza pensarci due
volte. Absol venne colpito alla zampa, ma questo non gli impedì di
attaccare con Psicotaglio mettendo fine alla battaglia.
-La
Principessa Rosalinda si aggiudica la vittoria! Adesso... sarà
meglio occuparci dei vostri Pokémon!-
Si
affrettò a dire il Maestro, sempre preoccupato per la salute delle
creature della principessa e delle sue amiche.
Circa
un'oretta più tardi, le tre si ritrovarono nuovamente a sorseggiare
un tè.
-Delizioso
questo tè delle Isole Orange, Peach!-
Commentò
Rosalinda accarezzando con la mano libera la testa di Absol, tornato
normale, sdraiato vicino al tavolo.
-Ed
ecco che ricominciano con la storia del tè...-
-Suvvia,
Daisy! Non puoi tenere il broncio tutto il tempo per una battaglia
persa! Ed io cosa dovrei dire, che per la maggior parte delle volte
perdo?-
Rise
Peach. Daisy sospirò, poi cambiò argomento:
-Ma
insomma, cos'hai detto a quello smorfioso di Pablo Pikassu?-
Peach
arrossì, poi abbassò lo sguardo.
-Ecco...
gli ho detto...-
-Sì?-
Domandarono
con una punta di curiosità Daisy e Rosalinda.
-“Perché
quel Pikachu ha le orecchie sul sedere?”-
Le
tre amiche si abbandonarono ad una sana risata.
Commento
Ed
Io
Sono
Ancora
QUA
EEEEH
GIA'
EEEEH
GIA'
Non
sono morta! Al contrario, sono... risorta dopo aver passato mesi a
vagabondare su altri fandom e a disegnare. Uff... è un anno quasi
che non aggiornavo! Cielo... mi avevate fatto questa Request... e
solo adesso la pubblico! Mi dispiace così tanto per l'attesa...
voglio però riprendere questa storia e continuare nel frattempo la
seconda stagione di Luce&Oscurità, sperando che ne esca qualcosa
di buono. Poi... chissà? Se mi torna un po' d'ispirazione, potrei
continuare quella vecchia storia di Luigi Cacciafantasmi!
Non
posso promettervi nulla, ma nel frattempo...
Altre
request! E giuro che questa volta non metterò un anno ad aggiornare
xD
Al
prossimo capitolo!
|
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Capitolo 5 *** Vacanze e inconvenienti (Parte 1) [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***
AAA
L'aeroplano
atterrò dolcemente sulla pista, rallentando moderatamente per poi
fermarsi del tutto. Il veicolo privato della Principessa Peach si
aprì, lasciando scendere l'appunto proprietaria Principessa dei
Funghi, seguita a ruota dal suo Wigglytuff, Mario e Blaziken, Luigi e
Grovyle, Daisy con la sua Shaimin accoccolata sulla spalla, e infine
Mastro Toad, e il suo fidato Herdier, dal passo felpato e l'andatura
rigida come sempre.
-Ah,
che splendida giornata di sole!-
Commentò
la principessa in rosa dopo la prima boccata d'aria. L'odore
salmastro fece pizzicare le narici di Daisy.
-Non
vedo l'ora di andare a farmi un bel bagno! Con questo caldo, non ci
sarebbe niente di meglio, vero Shaimin?-
Il
piccolo riccio verde annuì con distrazione, troppo preso
dall'osservare l'aeroporto sul mare per degnare la sua padrona di
attenzione. I colori tenui della costruzione circondata dal mare
cristallino dell'Isola Delfinia, che a sua volta era punteggiato
dagli sgargianti colori delle barche attraccate al pontile vicino
alla pista d'atterraggio.
-L'ultima
volta che sono stata qui... non è stata propriamente una vacanza...-
Commentò
pensierosa Peach ricordando come il Re dei Koopa avesse mandato il
figlio minore, l'ingenuo Bowser Junior, a rapirla convincendolo che
lei fosse la sua vera madre.
-Già!-
S'intromise
grave Mario. Quando era stato per la prima volta sulla famigerata
isola era stato scambiato per un criminale – che si era svelato
infine Bowser Junior stesso – ed era stato costretto a ripulire la
città dai graffiti lasciati dal principino egoista. Blaziken sbuffò
una nuvoletta di fumo dal becco. Quell'isola era, come tutte le
isole, circondata dal mare, e quindi acqua. E i Pokémon tipo Fuoco
non vanno particolarmente d'accordo con l'H2o allo stato liquido.
-Blaziken
sembra agitato-
Gli
fece notare Peach. Mario lo richiamò nella Pokéball, e il Pokémon
Vampe non pare dispiacersi. Grovyle, al contrario, alzò il muso e
aprì ben bene le foglie, lasciando che i raggi dorati del sole lo
scaldassero, senza badare minimamente al vastissimo mare che li
circondava.
-Adesso...
dove andiamo?-
Chiese
Daisy, che non aveva mai messo piede su Delfinia.
-Prenderemo
una barca per arrivare all'Hotel Tramonto, dove lasceremo i bagagli,
e poi faremo un giro nella piazza! Delfinia è formata da più di
un'isola, è praticamente un arcipelago tutto da esplorare!-
Raggiante,
Peach fece strada, affiancata da Mastro Toad e da Herdier, attenti
che non accadesse nulla alla giovane regale.
-Daisy,
dov'è Krook?-
Chiese
Luigi, con voce un po' forzata. L'idraulico in verde tendeva ad
emozionarsi quando doveva parlare alla giovane principessa “da
battaglia”, come lei stessa si autoproclamava.
-Ah,
Krook! È rimasto a Sarasland... sai, lui odia l'acqua, e preferisce
le sabbie del deserto che quelle delle spiagge. Spero che non combini
troppi guai quel pasticcione mentre sono via...-
L'Hotel
si rispecchiava imponente nell'acqua azzurra, sfoggiando le sue
massicce colonne e il colore tendente all'arancio che ricordava il
sole morente. Giochi d'acqua e fontane zampillanti circondavano la
struttura, regalando una magnifica accoglienza al gruppo.
-Speriamo
che questa volta Bowser non arrivi a rovinare tutto!-
Sospirò
Peach disfacendo le valige. Wigglytuff l'aiutava piegando
ordinatamente i vestiti nei cassetti dell'armadio della stanza.
-Be',
Wigglytuff, intanto pensiamo a divertirci! E poi... se sorgessero
problemi di qualsiasi tipo, ricordiamoci che Mario e Luigi, e
addirittura Daisy sono con noi. Neanche Bowser avrebbe facilmente la
meglio sulla furia di Daisy...-
Wigglytuff
ascoltava annuendo di tanto in tanto, canticchiando tra sé e sé un
motivetto allegro.
-Adesso
dobbiamo andare, è quasi ora di pranzo! Voglio tornare in quel
favoloso ristorante di qualche anno fa, quello dove servivano quei
deliziosi involtini di alghe e frutti di mare! Te li ricordi?-
-Wiggly!-
Squittì
il Pokémon in risposta.
-Perfetto,
affrettiamoci!-
La
piazza brulicava di turisti sorridenti e abbronzati. Bancarelle di
prodotti artigianali ingombravano le vie, e il profumo intenso dei
frutti esotici entrò presto nel naso di Mario.
“Mmh...
che buon profumino!”
Shaimin
aveva dato voce ai suoi pensieri. Mentre si facevano largo tra la
gente intenta ad osservare le bancarelle, Mastro Toad continuava ad
illustrare i cibi più raffinati dell'isola senza accorgersi di non
essere ascoltato. Herdier apriva la fila facendo attenzione a
qualsiasi cosa potesse sembrare sospetta.
-...quindi
concludo che le banane split dell'isola sono semplicemente deliziose,
grazie ai frutti coltivati con metodi naturali e il gelato superbo
che possiamo trovare solo a Delfinia, ottenuto con una lavorazione
accurata e...-
Mario
si guardava attorno, cercando con gli occhi una bancarella di
vestiti. Aveva portato la sua salopette estiva, con la maglia a
maniche corte, ma vedere tutti quei turisti con allegre camicette
hawaiane gli stava facendo invidia. Ma ovunque si girasse, vedeva
solo frutta fresca o souvenir in legno.
-...siamo
quasi arrivati al ristorante che vi stavo illustrando pochi minuti
fa!-
Concluse
Mastro Toad mettendo la parla fine al noioso monologo. Herdier abbaiò
entusiasta.
-Allora,
dove si trova?-
Chiese
Luigi con un certo languorino. Grovyle, che era rientrato nella
Pokéball, uscì fuori esprimendo la sua fame acuta.
-Si
trova giusto dietro l'angolo!-
Stavano
finalmente per uscire dalla strada colma di bancarelle, quando
Herdier lanciò un forte ululato. Mastro Toad si allarmò sobbalzando
sul posto, e cercò con lo sguardo il Pokémon, fermo davanti ad un
muro.
-Cos'hai
visto, Herdier?-
Chiese
impaurito, seguito dagli altri.
-Spicciati,
cane, io ho fame!-
Si
lamentò Daisy, e a sottolineare la sua frase il suo stomaco
produsse un suono contorto.
Herdier
aveva il muso peloso puntato contro un foglio affisso al muro. Era un
disegno a pastello ritraente un ritratto di un tipo, e sotto, la
scritta WANTED occupava gran parte del foglio.
-Ma
cosa...-
Mario
si avvicinò per vedere meglio, e si pietrificò nel vedere quel
volto così familiare.
-Non
è possibile... non di nuovo!-
In
quel momento sentirono dietro di loro un forte:
-Fermi!-
E
il gruppo voltandosi si ritrovò faccia a faccia con la polizia
Palmense – curiosi umani piuttosto robusti dai lineamenti marcati
che sfoggiavano delle pettinature buffe e originali, spesso a forma
di palma – e con il commissario, che li guardò uno ad uno con
occhi di ghiaccio.
-Tu!-
Indicò
l'idraulico.
-Sei
in arresto!-
Annunciò
con un vocione cattivo. Luigi sobbalzò.
-Cosa?
IO? Perché mai sarei in arresto?-
Grovyle
aprì la bocca come per spaventare gli agenti, ma si ritrasse appena
vide i grossi Exeguttor corazzati al seguito della squadra.
-Non
prenderci in giro!-
Il
commissario avanzò con fare minaccioso, quando notò anche Daisy.
-ASSIEME!
Ne ero certo, sapevo che vi avrei trovato insieme!-
Indicò
i due, per poi pronunciare un solenne “catturateli!”
Luigi
alzò subito le mani al cielo, mentre Daisy tentò di chiamare uno
dei suoi Pokémon, ma fu immobilizzata prima che ci riuscisse.
-In
caserma! E voi... principessa Peach, signor Mario! E... quel
vecchietto baffuto... – Mastro Toad si lasciò sfuggire un sospiro
indignato – dovreste seguirci! Questi due sono impostori, e adesso
avranno la pena che meritano!-
-Ma
cosa state dicendo? Lui è mio fratello!-
-Suo
fratello è un farabutto della peggior specie, allora! Lo scoprirà
presto!-
In
caserma Luigi e Daisy furono presi in disparte per essere
interrogati, mentre un poliziotto spiegava la situazione ai restanti:
-Una
coppia di vili mascherati ha già colpito tre banche nell'ultima
settimana! E se non bastasse, ha recentemente fatto irruzione in un
centro Pokémon rubando tutte le Pokéball lasciate in custodia dagli
allenatori! Secondo le testimonianze, il loro aspetto è questo-
Il
Palmense mostrò due fogli identici a quello che aveva trovato
affisso al muro, ritraenti un tipo uguale identico a Luigi, con una
maschera nera sugli occhi e una giovane somigliante a Daisy, con la
stessa maschera.
-Ma...
non ha senso!-
Cercò
di protestare il Maestro:
-Il
signor Luigi è una persona rispettabilissima e per di più fratello
del nostro grande eroe Mario! E la Principessa Daisy non farebbe mai
nulla del genere, accusarla di una simile colpa potrebbe essere
ritenuto un crimine tremendo a Sarasland!-
-Ma
qui non siamo a Sarasland, e la nostra legge impone di catturare i
malfattori. Se non è così anche negli altri regni, non è affar
nostro. Noi seguiamo la nostra legge-
-Ma
avete sbagliato persona!-
Tentò
Mario, rosso in faccia. Blaziken, seduto al suo fianco, gonfiò le
piume irritato.
-Possiamo
sbagliare una volta – rispose arrossendo il poliziotto,
ricordandosi dello spiacevole equivoco di qualche anno prima – ma
non due! Siamo sicuri che siano stati quei due a commettere quei
furti! Abbiamo anche le registrazioni delle telecamere!-
In
quel momento apparvero un Luigi distrutto e una Daisy bollente di
rabbia, scortati dall'Exeguttor dell'ispettore.
-Domani
si terrà il processo!-
Annunciò
senza mezzi termini.
-Ma
non potete! Sono innocente!-
Protestò
Daisy, ma il poliziotto non si scompose:
-Lo
deciderà domani il giudice!-
Detto
questo, Mario, Peach e Mastro Toad vennero scacciati e Luigi e Daisy
furono invece trattenuti.
-Non
so cosa quei testimoni abbiano creduto di vedere, ma Luigi è
innocente, così come lo è la principessa Daisy! E io troverò la
prova che li scagionerà!-
Senza
aggiungere altro, l'eroe in rosso fece cenno a Blaziken di seguirlo e
corse via per raccogliere informazioni. Peach e Mastro Toad si
guardarono chiedendo come avrebbe fatto Mario a trovare qualcosa
senza neanche sapere da dove iniziare a cercare.
-...non
preoccuparti, Luigi!-
Lo
rassicurò Peach dall'altra parte delle sbarre. Wigglytuff sospirò
il suo sconforto, abbattuto dalla situazione che stavano
attraversando.
-Come
posso non preoccuparmi?-
Chiese
lui lasciandosi cadere sconfitto sulla sedia di legno nella prigione.
-Pensano
che sia un ladro, che abbia derubato tre banche in pochi giorni e che
i miei Pokémon siano miei complici!-
-Ma
dalle registrazioni cosa emerge?-
-Sembra
che quel tipo che mi somiglia abbia i miei stessi Pokémon!-
La
Principessa rimase in silenzio, pensierosa, poi fece notare
all'altro:
-Non
ti sembra strano che questo tipo ti assomigli così tanto e che usi i
tuoi stessi Pokémon? Forse è qualcuno che vuole incastrarti!-
-Ma...
perché dovrebbe? E cosa ci ricaverebbe?-
-Non
so... ma Mario è in cerca di indizi per tirarti fuori di qui, e io
farò il possibile per far rivalutare la situazione. Non
preoccuparti, Luigi, riusciremo a dimostrare l'innocenza tua e di
Daisy!-
Peach
fu costretta a lasciarlo, scortata dall'agente che le aveva
annunciato la fine della visita, e Luigi non poté che sospirare
tristemente.
Da
quel che aveva capito, i ladri avevano attaccato tre banche a
Delfinia negli ultimi tempi, e quindi non dovevano essere lontani.
Dato che c'era solo un aeroporto, se avessero tentato di lasciare
l'Isola via cielo sarebbero stati subito scoperti, così se ci
avessero provato via mare, dato che i porti erano sorvegliati dalla
polizia. Fatta eccezione del mare appena attorno all'isola,
cristallino e dalla temperatura mite, a largo delle isole si trovava
un vero e proprio oceano periglioso, abitato da selvaggi e potenti
Pokémon Acqua, e quei due ladri avrebbero dovuto avere dei Pokémon
abbastanza forti per attraversarlo via Surf, ma più i Pokémon
fossero stati grandi, più sarebbe stato facile riconoscerli... anche
via cielo, attraverso Pokémon Volanti, non appariva una delle
migliori soluzioni. Certamente, dopo il primo assalto, ogni via di
fuga doveva essere stata sorvegliata strettamente... eppure, secondo
la polizia, i criminali erano stati acciuffati... quindi la polizia
avrebbe potuto allentare le misure di sicurezza appena dopo la
cattura di Luigi e Daisy! E se quei mascalzoni si fossero travestiti
da Luigi e Daisy proprio per questo? Sfruttando l'arrivo imminente di
Peach e compagnia, avessero deciso di attuare i loro piani e... ma
come avevano fatto a scoprire che il fratello di Mario e l'amica di
Peach si sarebbero uniti al viaggio? Mentre rifletteva, l'idraulico
in rosso giunse di fronte alla seconda banca derubata. Vari Palmensi
e Conchiglini – un popolo che indossava accessori e vesti ricavate
dalle conchiglie per tradizione – abitanti naturali dell'Isola,
entravano e uscivano dall'edificio situato nel quartiere non
turistico di Delfinia. Mario entrò a sua volta, seguito da Blaziken
che intimidiva con lo sguardo gran parte della folla.
-Il
Grande Mario!-
Notò
un grosso Palmense sfoggiante un bel paio di baffoni neri. Era il
direttore della banca che aveva incontrato Mario dopo gli avvenimenti
di qualche anno prima, e per scusarsi dell'inconveniente aveva donato
all'eroe una somma raccolta dai cittadini che avevano voluto lasciare
un'offerta all'idraulico.
-Che
onore averti qui! Cosa ti porta da queste parti?-
Mario
si schiarì la voce, illustrando l'accaduto.
-...
e quindi mio fratello è stato arrestato. La descrizione corrisponde
precisamente a lui, ma io so per certo che non può essere stato
Luigi! Fino a due giorni fa eravamo entrambi nel Regno dei Funghi a
preparare le valige!-
-Che
inconveniente sgradevole!-
Commentò
il direttore.
-La
polizia non ti ha ascoltato?-
-No,
ha detto che le prove raccolte sono schiaccianti, ma io devo scoprire
la verità! Le telecamere di sicurezza hanno registrato i due
aggressori, giusto?-
Il
direttore si guardò un attimo in giro, poi avvicinò Mario verso una
porticina sul retro.
-Nessuno
tranne gli addetti potrebbero alla sala controllo, ma per te farò un
eccezione. Spero che riuscirai a risolvere questo mistero-
Mario
entrò, e il direttore chiuse la porta, per poi cercare la
registrazione di qualche giorno prima.
-Allora,
dovrebbe essere questa...-
Il
Palmense mostrò a Mario una registrazione in bianco e nero, senza
volume, che ritraeva... Luigi e Daisy, mascherati alla meno peggio,
intenti a derubare la banca.
-Ma
com'è possibile!?-
Esclamò
Mario, prima di notare un particolare:
-Luigi
non cammina in questo modo... questo tipo sembra molto sicuro di sé!-
Ma
prima che potesse notare altro, il computer produsse una piccola
esplosione e lo schermo si spense per un attimo, per poi riaccendersi
e mostrare una grossa R su sfondo nero rimbalzante per il wallpaper,
e una musichetta sbeffeggiante di sottofondo.
-Cosa...
?!-
Il
direttore e Mario si guardarono stupefatti, poi corsero fuori dalla
porta mentre Blaziken ruggiva il suo furore. Prima che il Pokémon
scatenasse il panico, Mario lo richiamò nella Pokéball e uscì a
corsa dalla banca.
-Cos'era
quel segno? Sono sicuro di averlo già visto... e so che non
significa nulla di buono!-
Il
direttore lo raggiunse aggiustandosi la cravatta.
-Credo
sia la R del Team Roket!-
-Eh?-
-Una
malvagia organizzazione delinquente! Rapiscono Pokémon e si
procurano soldi nei peggiori modi-
-Rubando,
appunto-
Confermò
Mario ricordandosi in quel momento dove aveva già sentito parlare
del Team – dal commissario di Fungopoli, appunto, quando aveva
illustrato le organizzazioni malvagie più grandi in azione – .
-Devo
avvertire la Principessa Peach e soprattutto la polizia!-
Mario
corse nuovamente via.
Tra
le bollenti sabbie di Sarasland, un Krookodile giaceva beatamente
coccolato dal calore del deserto. Mentre sonnecchiava, ebbe la fugace
visione della sua allenatrice intenta a scalciare e dimenarsi, con il
volto rosso di rabbia. Krook ebbe un fremito della coda, sobbalzò e
balzò fuori dalle sabbie. Stava succedendo qualcosa a Daisy, e lui
non poteva stare lì a oziare! Si tuffò nuovamente nella sabbia
utilizzando Fossa...
Commento
E
ritornai, dopo secoli e secoli di assenza misteriosa...
L'importante
è che di tanto in tanto mi faccia viva, no? Ma non temete! Ho una
bellissima notizia, l'ISPIRAZIONE STA TORNANDO, LO SENTO! E non vedo
l'ora di scrivere vagonate di capitoli! Allora... questo doveva
essere un solo capitolo, ma ho notato che si è allungato parecchio e
ho deciso di dividerlo (così potrò aggiungere più cose nel
prossimo, senza rischiare di tagliarlo troppo come avrei fatto
scrivendolo tutto assieme). E spero sinceramente di poterlo
concludere abbastanza velocemente!
A
parte questo, vorrei riassumere un attimo la situazione delle
Request: mi pare che al momento ce ne siano due, una riguardo
Dimensio (che avevo già previsto e scriverò tra un po') e una su
Kamek, che non vedo l'ora di illustrarvi. Poi ne ho in programma
molte altre, incentrate in alcuni casi sui Bowserotti, un paio di
volte sui fatti di Super Paper Mario e via dicendo... quindi, facendo
il punto della situazione... avete altre request da proporre al
momento? Il prossimo capitolo sarà, salvo imprevisti, il seguito di
questo, ma dopo questo non dovrebbero essercene più molti altri a
“puntate”, e ritornerò a basarmi sulla raccolta di one shot...
Penso
di aver parlato anche troppo. A presto!
|
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Capitolo 6 *** Il Team Rocket! [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***
AAA
La
Principessa delle dorate sabbie di Sarasland non poteva che girare in
tondo sfiorando le pareti dell'angusta cella.
“Non
è così che si trattano le ragazze del mio rango!”
A
dir poco furibonda, non poteva che augurarsi che quel paffuto di
Mario riuscisse a scagionarla al più presto. Certo che quei Palmensi
erano proprio cocciuti! Aveva degli alibi di ferro, al castello, ma
non ne avevano voluto sentir parlare: per loro lei era colpevole e
basta.
Si
sedette sulla panca dondolante della cella, grugnendo la sua rabbia
tra sé e sé, e iniziò a tamburellare con la mano sul legno. I
Pokémon le erano stati prelevati e al momento si trovavano al Centro
Pokémon più vicino, quindi lei era sola e non poteva neanche
lamentarsi con qualcuno.
“Spero
solo che Mario si sbrighi! Questa cella puzzolente non fa per me!”
Non
perché l'umidità le potesse rovinare la messa in piega, non perché
la muffa si sarebbe potuta posare sui vestiti, non era schizzinosa
come Peach. La cosa che le rodeva era il fatto di essere venuta lì
in vacanza per godersi il fantastico mare di Delfinia, per
rinfrescarsi e prendersi una meritata pausa dopo settimane di lavoro
al castello tra le sabbie dorate di Sarasland, per poi ritrovarsi,
invece, in una cella bollente, sporca e maleodorante.
“Appena
esco di qui, giuro che inizio una campagna per infangare il nome di
quest'isola!”
Incrociò
le braccia, sospirando irritata, quando un forte rumore la fece
sobbalzare. Sembrava un terremoto, ma allo stesso tempo pareva
provenire da poco sotto di lei. Il pavimento crepato esplose in una
miriade di cocci e dal terreno sbucò la testa del suo Krookodile.
-Krook!-
Esclamò,
per poi abbassare la voce:
-Che
ci fai qui?-
-Krook-krookodile!-
Con
un cenno della testa, indicò a Daisy di seguirlo, e lei non se lo
fece ripetere. Si tuffò nel lungo tunnel scavato dal suo Pokémon
privilegiato.
Mario
bussò tre volte alla porta della camera numero 341, la stanza della
Principessa Peach. Questa aprì la porta e si sorpresa di vedere
l'idraulico:
-Mario!
Già di ritorno? Hai scoperto qualcosa?-
Mario
annuì.
-Con
tutta probabilità c'entra un malvagio gruppo di loschi figuri che si
fa chiamare “Team Roket”. E sta per lasciare l'isola, se non l'ha
già fatto!-
-Oh...
sì, ne ho già sentito parlare! Ma... cosa c'entrano con Luigi e
Daisy?-
-Le
spiegherò tutto strada facendo, Principessa! Al momento dobbiamo
organizzare un piano per non farli fuggire, sperando che non se ne
siano già andati. Dobbiamo correre dalla polizia e sperare che ci
ascoltino!-
Peach
annuì decisa, poi seguì Mario.
-...se
quel che dici è vero, dobbiamo intervenire al più presto!-
Esclamò
sorpreso il commissario dopo aver sentito le deduzioni di Mario.
-Ma
non abbiamo prove concrete... invierò subito degli agenti a
controllare il video corrotto della banca. Nel frattempo, dobbiamo
trovare un modo per far venire questi impostori allo scoperto, sempre
che la tua versione dei fatti sia corretta...-
In
quel momento arrivò trafelato un Palmense in divisa:
-Signor
commissario! La detenuta è fuggita!-
-Cosa??-
Peach,
Mario e Mastro Toad, si guardarono sorpresi.
-La
Principessa Daisy è in grado di scatenare pandemoni quando è
infuriata!-
Commentò
infine il Maestro. Mario annuì grave.
-Ma
come ha fatto a lasciare la prigione?-
-Abbiamo
trovato un tunnel praticato, probabilmente, con Fossa-
-E
allora seguitelo, no? Veloci!-
Ordinò
il commissario, e il Palmense obbedì scattando sull'attenti per poi
correre da dove era venuto.
-Dobbiamo
agire velocemente. Se la Principessa Daisy fosse innocente, e i due
ladri ancora a piede libero... cos'è che attira i ladri più della
fuga dopo un colpo andato a segno?-
Chiese
ironico il commissario, e Mario rispose:
-Un
ultimo colpo prima di fuggire, immagino!-
-Esatto...
dobbiamo chiamare i giornalisti, ho appena avuto un piano
infallibile!-
Quel
pomeriggio il Porto Giocondo era brulicante di persone.
-...Ed
è per questo che, dopo aver acciuffato i ladri, abbiamo deciso di
inaugurare questa nuova banca, dove ieri sono stati depositati tutti
i soldi di tutti i cittadini di Delfinia, sotto strettissima
sorveglianza! Nessuno riuscirà più a compiere dei furti a scapito
dei nostri cittadini!-
Il
Sindaco parlava sopra un palcoscenico allestito per l'occasione,
circondato da giornalisti e pezzi grossi di Delfinia.
-Abbiamo
anche progettato un nuovo Centro Pokémon, molto più grande di tutti
quelli presenti sull'Isola! I vostri Pokémon godranno di un
trattamento divino!-
Mario
fremeva inquieto, aspettandosi da un momento all'altro di avvistare
un gruppo di malfattori piombare giù dal cielo o irrompere con dei
Pokémon esplosivi nell'edificio, ma non accadde nulla.
“Be',
perlomeno non sono troppo stupidi. Giungere qui quando la polizia
perlustra ogni centimetro di Porto Giocondo sarebbe da suicidi...”
Passata
l'inaugurazione, Mario si appostò come previsto dietro ad una delle
grande casse lasciate al porto, certo che prima o poi, quella notte,
i mascalzoni sarebbero arrivati.
-Vieni,
Luigi!-
Daisy
lo strattonò per il braccio, trascinandolo fuori dal tunnel. Non
poteva andarsene senza liberare il baffuto.
-Ma
questo si chiama evadere!-
Aveva
protestato pochi minuti prima Luigi.
-No,
si chiama uscire di prigione perché innocenti. Adesso andiamo,
dobbiamo trovare quei due che si spacciano per noi-
-Ma,
come faremo a...-
In
quel preciso istante, una figura scura passò in volo sopra le loro
teste.
-Cos'è
stato?-
Luigi,
allarmato, portò la mano alla cintura dove solitamente teneva le
Pokéball, per poi ricordarsi che gli erano state portate via.
-Devono
essere loro!-
-Come
fai a dirlo?-
-Si
dirigono verso il centro Pokémon della piazza!-
-Potrebbero
essere degli allenatori qualsiasi, no?-
-No,
te lo dice il mio istinto!-
Senza
aspettare repliche, trascinò nuovamente Luigi per il braccio,
correndo verso la piazza.
La
figura scura atterrò, e dalla luce delle lampade Daisy riuscì a
capire che si trattava di un esemplare di Pidgeot. Da sopra la sua
groppa, un paio di figure balzarono agilmente a terra. Daisy
trattenne il fiato, spingendo Luigi dietro il muro di una casa e
osservando i due da lì. Non c'erano poliziotti in giro, il che era
parecchio strano. La cosa che colpì Daisy fu principalmente il
fisico di quei due: la prima figura, più esile e femminile, portava
un taglio di capelli uguale al suo, mentre quella più bassa pareva
avere un cappello e una salopette identica a quella di Luigi, ma con
il buio non riusciva a stabilire se avesse anche gli stessi baffi.
-Krook,
preparati ad attaccare!-
Mormorò
al Pokémon, che annuì con la grossa testa. La figura più alta
ritirò Pidgeot nella Pokéball, e quella più bassa sguinzagliò un
Grovyle, che si precipitò nel centro assieme all'allenatore.
-Guarda!-
Esclamò
Daisy, così forte che la figura alta, rimasta fuori, si voltò
sorpresa.
-KROOK!
– ruggì Daisy – SGRANOCCHIO!-
Il
coccodrillo rosso caricò verso la figura, che in men che non si dica
rilasciò il suo Krookodile.
-Morso!-
La
sentì gridare. Daisy balzò allo scoperto e così fece la figura, ed
entrambe, assieme ai loro Pokémon si trovarono sotto la fredda luce
del lampione... e Daisy trattenne il fiato: l'altra era uguale
identica lei, fatta eccezione per quella tuta attillata e la maschera
nera sugli occhi. Un ghigno malefico le deformava il volto. Un mezzo
istante dopo la fugace contemplazione della copia, Daisy vide i due
Krookodile cozzare l'uno contro l'altro a mezz'aria, per poi
atterrare scompostamente sul terreno.
-Fossa!-
Gridò.
L'avversaria
aspettò che Krook fosse sprofondato nel terreno prima di impartire
l'ordine “Terremoto!” al proprio coccodrillo Terra/Buio.
Il
terreno ebbe una scossa tremenda, e Krook fu sbalzato fuori dallo
stesso tunnel che aveva creato.
-No,
Krook!-
Daisy
gli corse incontro, più che certa che quel colpo avesse steso il
Pokémon.
-Ah,
povera illusa!-
Sghignazzò
l'altra.
-Pensavi
di poter fermare Daisy l'Impavida?-
Gli
occhi di Daisy s'infiammarono di rabbia:
-IO
sono l'unica e inimitabile Daisy! Chi sei tu piuttosto, impostora!?-
L'altra
fece spallucce noncurante, e prima che potesse rispondere l'allarme
della banca risuonò alle sue spalle. Chiamò il Pidgeot fuori dalla
Pokéball, e vi balzò sopra agilmente, aspettando che il compare
uscisse con un sacco stracolmo di Pokéball.
“Quei
due impostori...! Stanno rubando davanti ai miei occhi e io non posso
fare nulla per...!”
Daisy
ebbe un'illuminazione. Mentre la copia esatta di Luigi, seguito da un
Grovyle con tanto di maschera nera sugli occhi, sfrecciava fuori dal
Centro Pokémon, la Principessa ne approfittò per gettarsi sopra il
Pidgeot nemico, afferrando per la maglia la sosia, che urlò dallo
spavento, perse equilibrio e cadde, mentre Pidgeot prendeva quota
dall'agitazione. Daisy, penzolante da una delle penne caudali del
Pokémon, non poté che tener salda la presa, troppo in alto per
balzare giù.
-Cosa
succede qui?-
Chiese
inorridito il falso Luigi. La falsa Daisy indicò il cielo e il
Pidgeot impazzito.
-Pidgeot,
ritorna!-
Il
fascio di luce che assorbì il Pokémon non toccò Daisy, che,
sentendo le mani chiudersi sull'aria, iniziò a precipitare. Una
caduta breve, ma dolorosa se da un punto impreciso sotto di lei non
fosse balzato fuori un Exeguttor pronto a pararle la caduta con le
enormi foglie del capo.
-Ma...!-
Daisy
e Luigi – gli impostori – furono in poco tempo circondati dalla
polizia di Delfinia, e a corsa giunsero il vero Luigi accompagnato da
Mario e da Blaziken.
-Mi
credete adesso? – urlò Luigi, indicando la sua copia – Sono
innocente!-
Ma
anche senza quell'affermazione, i Palmensi si erano dovuti capacitare
all'idea che quelli fossero i veri ladri.
-Pensavamo
che avrebbero attaccato la nuova banca, ed invece hanno puntato
all'ultimo Centro Pokémon...-
Bonficchiò
il commissario, lisciandosi un baffo nero.
-Fermi,
siete in arresto! Dovete molte spiegazioni alle autorità!-
Urlò
appena dopo. Ma i due ladri non parevano intenzionati ad arrendersi.
Si portarono schiena contro schiena, sfoggiando ghigni divertiti.
Poi, la donna tirò fuori dalla tasca un telecomando, e premendo un
pulsante rosso, dalla borsa che aveva a tracolla scaturì una potente
esplosione. Accecati un attimo dal fumo, Mario e la polizia
riuscirono a riprendersi appena in tempo per vedere una gigantesca
mongolfiera sfoggiante una grande R prendere il volo.
-Mongolfiera
tascabile!-
-Perfetta
e comoda!-
-Per
le fughe più difficili-
-Da
utilizzare in casi speciali!-
I
due cantilenavano un'irritante discorso.
-Foglielama!-
Urlò
un poliziotto, e l'Exeguttor attaccò seguendo l'ordine. Le foglie
però non riuscirono a raggiungere la mongolfiera, che stava
aumentando di velocità ogni secondo. Mario allora s'intromise
impartendo un “Baldeali” al proprio Blaziken, che senza esitare
balzò contro una palma, poi contro un edificio per poi librarsi in
aria abbastanza in alto da poter colpire la stoffa della mongolfiera,
che si lacerò in un istante.
-COSA?
Com'è possibile? Era a prova di Pokémon!-
Ruggì
la falsa Daisy precipitando. Nonostante la brutta caduta, i due non
parvero essersi fatti nulla.
-Ripeto,
in arresto!-
Cercò
di farsi notare il commissario, ma anche questa volta i ladri lo
ignorarono.
-Chi
siete veramente?-
Chiese
sprezzante Daisy, appena scesa dalla testa dell'Exeguttor che l'aveva
salvata.
I
due colleghi si afferrarono per le maglie, strappando tutto in un
unico ed elegante gesto. Sotto le vesti, delle tute attillate nere
rilucevano sotto la luce delle lampade, con una grande R impressa
sopra.
-Siamo
il Team Rocket!-
-Paladini
de- –
Ma
furono interrotti dal Blaziken di Mario, che stava caricando adesso
con un Calciardente. Il Grovyle ladro si mise in mezzo, a scapito di
se stesso. Il colpo lo stese in un istante.
-Grovyle!-
-Perché
vi siete spacciati per mio fratello e per la Principessa Daisy?-
Ripeté
questa volta Mario, senza la minima intenzione di voler cambiare
discorso.
A
questo punto, i due si tolsero... parrucche e maschere. Sotto la
coroncina finta dell'impostora, brillavano dei lunghi capelli fucsia,
e uno sguardo maligno. Sotto il cappello dell'impostore, invece,
riluceva una metallica chioma celeste. Anche i baffi erano in realtà
azzurri e meno vistosi di quelli del vero Luigi.
-Siamo
J&J, le migliori reclute del Team Rocket!-
-E
siamo pronti a farvi partire alla velocità della...-
La
falsa Principessa non ebbe il tempo di finire la frase che già si
trovava ammanettata.
Sull'aereo
di ritorno, qualche settimana dopo, Mario, Luigi, Daisy, Peach e
Mastro Toad discutevano dell'accaduto.
-...Be',
diciamo che non è stata una delle nostre avventure più
emozionanti... è stato un po' strano-
Ammise
Luigi. Daisy fece spallucce:
-L'importante
è che c'abbiano fatto godere la vacanza, dopo!-
-Sì,
ma... perché quei due si erano travestiti da noi?-
-Probabilmente
sono nostri grandi fan...-
Dopo
essersi tuffata nelle acque di Delfinia, tutto l'odio era sbollito da
Daisy e lei non si era più sentita in dovere di sporgere denuncie o
cose varie come si era ripromessa.
-Be'...
in fondo, è bene tutto ciò che finisce bene-
Commentò
un po' perplessa Peach.
-Comunque,
quel vestito io l'ho già visto da qualche parte...-
Si
ricordò improvvisamente Luigi. La tuta del ladro, molto simile alla
sua, assomigliava tantissimo ad una tuta nera indossata da un certo
Mr.L qualche avventura prima... ma forse erano solo coincidenze.
-Immagino
che questi scontri non diretti abbiano lasciato i fratelli Mario a
bocca asciutta!-
Commentò
ridacchiando Mastro Toad versandosi del tè.
-Be',
ci rifaremo la prossima volta che incontreremo Bowser...-
Un
forte frastuono giunse da fuori. Tutti corsero ad osservare fuori
dagli oblò, e non misero più di due secondi a riconoscere uno degli
immensi Vascelli Volanti di Re Bowser fare la sua entrata in scena da
una coltre di nuvole particolarmente fitta.
Il
Re stesso, assieme al figlioletto prediletto, si affacciarono
salutando con fare naturalissimo l'aero della Principessa.
-Ciao
Peach!-
Ridacchiarono
assieme.
-Ecco.
Come non detto...-
Peach
sospirò, finendo di sorseggiare con calma la sua bibita calda.
-Li
lascio a voi due...-
Luigi
e Mario misero mano alle Pokéball.
Commento
Ammettetelo,
non ci speravate che tornassi così presto... vero? Dovevo
assolutamente finire questo capitolo troppo lungo (e piuttosto noioso
a mio parere, ma ormai l'avevo iniziato e mi dispiaceva lasciarlo a
mezzo), e, come vi avevo detto, mi sta tornando l'ISPIRAZIONE, quella
brutta bestia che se ne va proprio quando serve, e sto cercando di
riprendere il via con le storie di Mario Bros! Questi due capitoli
sono stati poco a tema Pokémon, in fin dei conti, ma i prossimi si
incentreranno sui piccoli compagni dei nostri eroi! A presto!
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Capitolo 7 *** Suicune [Peach] ***
documenti nvu per efp
Peach
all’epoca non era altro che una paffuta bimba molto curiosa.
Nonostante le premure, spesso esagerate, di Mastro Toad, quel
pomeriggio era riuscita a superare la staccionata che limitava le sue
escursioni giornaliere a quel tratto di giardino che nel tempo si era
rimpicciolito fino a diventare banale e noioso. Gattonando, con il
ciuccio in bocca, guardandosi a destra e a manca con gli occhi blu
pieni di curiosità, la bambina si inoltrò tra gli alberi del
boschetto di baccagliegi dietro al castello. Le foglie sotto le sue
manine erano diverse da quelle nel suo giardino. I colori degli
alberi in fiore erano bellissimi. Molto meglio di quelli del
giardino! Sopra di lei sentiva i Fletchling e i Pikipek cinguettare
allegramente. Ogni tanto uno Spearow richiamava un suo compagno, e a
volte dei Pokémon volanti le passavano sopra e in quel momento, per
pochi istanti, il terreno su cui posava piedi e mani si oscurava,
come se fosse stato coperto da nuvole per qualche frammento di
secondo. E lei rideva, sorpresa. Nel suo giardino vivevano i Pokémon
degli inservienti, divertendosi in un parco giochi apposito per loro,
e alcuni Pokémon – molto batuffolosi e pacioccosi – erano
addestrati a sopportare i peggiori pizzicotti di qualsiasi bambino,
ed erano messi a sua disposizione quando voleva accarezzarne uno; ma
lei era sempre buona con i Pokémon, e adorava accarezzare le loro
pellicce folte e spazzolate. Ma questi animali erano diversi, erano
selvatici, scappavano quando la vedevano, o la ignoravano. Peach
avrebbe voluto arrampicarsi su un albero di baccaliege per affondare
la manina rosea nelle piume di un Tailow dormiente, o si sarebbe
divertita a toccare il buffo naso di un Caterpie. Mentre avanzava,
ignara che l’Herdier di Mastro Toad si era già messo alla sua
ricerca, preoccupato, la sua attenzione fu attratta da un fascio di
luce che la colpì in viso, facendole strizzare gli occhi. Si guardò
a destra, e vide un lago azzurro, una pozza d’acqua nel mezzo del
boschetto, dalla superficie frammentata e scintillante come un
diamante. Attorno, dei fiori coloratissimi a cui attingevano dei
Combee e dei Butterfree lo coronavano con eleganza. La bambina si
lasciò sfuggire un grido di stupore. Che bello! Nel farlo il suo
ciuccio cadde tra l’erba morbida, ma lei non vi fece caso. Si alzò
barcollando sulle due gambe e zampettò alla maggior velocità
consentitale dalla sua inesperienza verso quello specchio d’acqua
così lucente e così cristallino.
Mastro
Toad e il suo fidato compagno, già Herdier all’epoca, avevano
finito di cercare per tutto il giardino.
«Cosa
facciamo?!» esclamò lui, disperato.
«Woff!?»
Herdier
lo guardò con occhi intelligenti per un attimo, poi piantò il naso
per terra iniziando ad annusare.
«Vai,
amico mio, troviamo la Principessina prima che sia troppo tardi! Oh,
santo cielo, non potrei mai perdonarmi se accadesse qualcosa al mio
bocciolo in fiore!»
Paonazzo
si lanciò al seguito del cane, che aveva già trovato una pista
indirizzata fuori dal cancello.
Quando
inciampò, per un attimo sentì il suo corpicino sospeso per aria e
ebbe un attimo di panico. Il suo piedino aveva urtato un sasso, e
dopo un attimo si era trovata a rotolare fino al lago tra l’erba e
i fiori. Non si era fatta niente, ma la paura prese il sopravvento.
Senza neanche provare a rialzarsi, spalancò la bocca e iniziò ad
urlare, disperata. Il boschetto sembrava tremare sotto le sue urla
tanto potenti quanto il suo corpo era piccolo. Lacrimoni pesanti le
sgorgavano dagli occhioni blu, mentre i Pokémon impollinatori
fuggivano via spaventati. La bimba agitò i pugni al vento,
scalciando e dimenandosi. Dov’era Mastro Toad quando serviva?
Dov’era la sua pappa? E il muso morbido di Herdier? E il suo
ciuccio? Perché si era allontanata così tanto? In quel bosco era
sola, e solo adesso se ne rese conto. Come sarebbe tornata a casa?
Quanto si era allontanata? Continuò a piangere anche quando la gola
prese a farle male.
Poi
qualcosa le toccò la fronte, e lei rabbrividì sorpresa; aprendo gli
occhi cristallini, si ritrovò il muso capovolto di uno strano
Pokémon intento a guardarla. Sembrava un cane azzurro, con un grande
cristallo sulla testa. Qualcosa in quello sguardo la tranquillizzò.
Peach smise di urlare. Suicune la guardava con solennità. Lei rotolò
sulla schiena, fece forza sulle gambe e sulle braccia e si mise
gattoni. Continuò a guardare quel buffo animale, così grande e così
bello, dalla chioma fluente e dalle zampe lunghe e aggraziate. Questo
era in piedi sull’acqua, a pochi centimetri da lei. Questo sì che
era buffo!Il lupo allungò di nuovo la testa, toccando di nuovo la
fronte della bimba, che rise. Si era completamente dimenticata di
quel brutto incidente di poco prima. Suicune continuò a guardarla, e
lei tese una mano in avanti per accarezzare la sua pelliccia color
cielo. La creatura si lasciò accarezzare la testa. Rimase immobile
sull’acqua a osservarla, per lunghi istanti. Peach rise di nuovo.
Poi Suicune alzò la testa allarmato, scattò all’indietro e con un
paio di balzi attraversò il lago e sparì nel boschetto. La
Principessina non ebbe tempo di capire cos’era successo che le
braccia forti di Mastro Toad la cinsero.
«Principessina!
Sia ringraziato il cielo! Stai bene!»
E
si lasciò sfuggire delle lacrime di gioia, mentre Herdier
scodinzolava rilassato.
«Po..
po… pocchema»
Disse
lei indicando il punto in cui era sparito Suicune.
«Sì,
ci sono molti Pokémon pericolosi nel bosco! – affermò il Maestro
facendosi cupo – ed è per questo che le Principessine come te devo
rimanere in giardino con i Pokémon buoni e Herdier e Mastro Toad,
ok?»
E
senza aspettarsi una risposta si avviò per riportare la bambina di
nuovo nei giardini del castello.
Qualche
anno dopo, Peach era già una ragazzina dalle gambe gracili e
dall’animo sfavillante. Quella sera corse, come di consueto, tra i
ciliegi del castello. Doveva andare da quel Pokémon ferito che aveva
trovato la settimana prima, e portargli delle bacche. Si era
emozionata nel trovare quel Pokémon. Desiderava tantissimo averne
uno suo, ma mancava almeno un anno prima che potesse riceverne uno.
Non lo ammetteva, ma era invidiosa di Mario e Luigi che già ne
possedevano uno per uno, e di Bowser, quel prepotente che di tanto in
tanto si faceva vedere per darle noia, che ne aveva già due. Quando
aveva trovato quel Pokémon infortunato, invece, e aveva iniziato a
prendersi cura di lui, si era sentita un’Allenatrice per la prima
volta.
“Un
Allenatore non deve solo far combattere i suoi Pokémon – aveva
rimproverato Mario qualche mese prima, quando questo si era preso
poca cura del suo Torchic ferito ad una zampa – anzi, soprattutto
deve prendersi cura di loro, e crescere con loro affinché nelle
battaglie si diverta invece che farsi male!”
Lei
non avrebbe amato far combattere la sua squadra, lo sapeva già.
Probabilmente si sarebbe dedicata a cose meno violente, come le Gare
Pokémon di bellezza o di abilità, o al Pokéathlon, così come
avrebbe fatto sicuramente Daisy. Mentre rifletteva su queste cose,
raggiunse il laghetto vicino al castello. Aveva con sé delle bende,
e delle baccarancie “prese in prestito” dalla dispensa. Si
inginocchiò sulla riva e chiamò il suo nuovo amico:
«Feebaaaas!
Feeeeeebaaaaas!»
Vide
un’ombra sotto la superficie del lago venirle incontro. Lei
spezzettò una baccarancia e la lanciò sull’acqua, dove la vide
sparire pezzo per pezzo. Ridacchiò nel veder sprofondare quei
pezzettini celesti. Poi il musetto poco elegante del Pokémon Pesce
affiorò e aprì la bocca in un sorriso storto per ringraziare la
fanciulla. Lei sorrise, e guardò la pinna destra dell’animaletto
attraverso l’acqua limpida. Sembrava guarita. Decise che non aveva
bisogno di nuove bende.
“Piccoletto,
prometto che quando sarò abbastanza grande ti prenderò come primo
Pokémon. Scommetto che non sei così brutto come sembri...”
Quando
il pesce marrone ritornò a nuotare sul fondo, Peach sospirò e si
alzò, trovandosi faccia a faccia con il muso di un lupo azzurro. Si
impietrì, bloccata da quello sguardo indagatore che la raggelava, e
fissò negli occhi il suo osservatore. Una specie di dejavu la colse.
Aveva già visto quel muso da qualche parte? Ma dove? Bastarono pochi
minuti prima che la Principessina capisse che Suicune non solo non
l’avrebbe aggredita, ma sarebbe rimasto immobile per farsi
accarezzare. Lei si avvicinò un poco e gli affondò le dita tra la
criniera voluminosa.
«Sei
proprio bello» sussurrò guardandolo negli occhi rossi. Suicune le
toccò la fronte, poi scosse la testa e balzò via. Peach rimase a
guardarlo finché non scomparve nel bosco.
Commento
Appunti
mentali. Mai scrivere una storia di PokéMaio a puntate o troppo
lunga, tanto non la finiresti.
Detto
questo, vi lascio con questo bocconcino, spero possa allietare la
vostra interminabile attesa fino ad un capitolo, spero, più
complesso.
A
presto(pftt)!
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