LIFE

di Near_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mello e Near ***
Capitolo 2: *** ...la loro storia... ***
Capitolo 3: *** evadere ***
Capitolo 4: *** sorry ***



Capitolo 1
*** Mello e Near ***


MELLO & NEAR

POV MELLO

-Vieni qui immediatamente, peste bianca- strillo, con tutta la voce che ho.

Ma come diavolo si è permesso? Ho appena trovato Near nella mia camera dei giochi. Inammissibile.

-Mello, scusa, io non…-

Mi avvicino con fare minaccioso: sono più alto di lui di almeno cinque centimetri e, approfittando del vantaggio, lo prendo per i capelli costringendolo ad entrare in cameretta.

-M-mi fai male-

Lo ignoro e mi affretto a chiudere la porta. Non a chiave, ovvio, altrimenti se ci scoprono ci ammazzano.

-Adesso stammi bene a sentire: la prossima volta che ti vedo trafficare tra le mie cose, ti spacco la faccia, chiaro?-

-Ma non sapevo che erano cose tue!-

-Chiaro?-

-Ma…-

-Chiaro?- urlo tanto che mi brucia la gola.

-Cristallino-. Sbuffa.

-ma come ti permetti?-

-Che ho fatto?- mi chiede seccato.

-Tu lo sai che in questa casa sei il secondo, vieni dopo di me, comando io! E io dico che non puoi sbuffare quando ti rimprovero-.

Lo spingo a terra, sedendomi a cavalcioni su di lui, cercando di fargli più male possibile.

-Mello, smettila!-

-Come ti permetti?-

La mia mano fende l’aria rapidamente, chiudendosi a pugno e finisce per scagliarsi contro il suo visetto pallido.

Lo sento gemere forte e, felice, mi preparo a colpire di nuovo, quando una sua mano arriva ai miei capelli, tirandoli con forza.

Gli occhi mi pizzicano fastidiosamente, cazzo fa male!

-Lasciami immediatamente!-

-Chiedimi scusa- Mi ordina con tono piatto ma sicuro.

-Io a te?-

 

Prima che la situazione possa degenerare, la porta si apre con un cigolio inquietante. Fa che non sia papà! Tutti tranne papà!

-Mello!- la voce stridula di Halle mi perfora le orecchie. Che culo! Papà non c’è ancora, basta che questa non glielo va a dire.

-Cosa state combinando, Mello?-

Mello! Mica Near? Quando si tratta di sgridare si fa sempre e solo il mio nome. Si perché lui è giustificato, piccolo!

-In punizione entrambi-.

Sparisce all’istante, lasciandoci da soli.

 

Comodamente seduto sulla poltroncina beige, con le gambe distese e le braccia intrecciate dietro la testa, fisso il soffitto insistentemente, senza curarmi di Near e di cosa cavolo voglia fare.

Ho altro a cui pensare: la mamma se ne è andata, più o meno due anni fa e papà ha sempre qualcosa da fare. Occuparsi del suo unico figlio, del suo unico erede sarebbe troppo. E poi mi molla questo cosa in giro per casa. Orribile.

 

POV NEAR

Mello si è rintanato nel suo mondo di cioccolata, quindi a me non resta che trovare altro da fare.

Mi siedo in un angolo della camera, cercando di non dare fastidio. Non provo neppure a prendere i miei giochi: potrei irritarlo e finiremmo col picchiarci ancora.

Non che io abbia paura di Mello, sia chiaro: il problema è che se Halle lo dicesse a mamma e a suo padre, loro ci punirebbero e non mi va!

Inizio a stropicciare inconsciamente le maniche della camicia, mordicchiandomi il labbro inferiore: sono passati tre mesi da quando la mia “cara” mammina, dopo aver divorziato con il mio padre biologico, si è trasferita a casa del suo nuovo ragazzo, nonché padre dell’incubo biondo.

 

-Ragazzi, a tavola!- Una voce stridente ci raggiunge dal piano inferiore. È ancora Halle.

Una bionda niente male, a detta di Mello, ma troppo rompicoglioni. La odia, decisamente.

Io non sono estremista come lui, ma una governante del calibro di Halle non è semplice da sopportare: troppo invadente, logorroica e a volte un po’bastarda. Secondo me ci gode a vedere Mello e me nei guai.

-Ascolta bene: IO mi siedo al solito posto, TU il più lontano possibile, chiaro?-

La voce di Mello mi arriva forte e chiara. Sarà perché è a mezzo centimetro da me. Ma che ha paura che non sento???

-Io mi siedo dove sono sempre stato fino ad ora-

-No che non lo fai! Lo sai, quando ci sono loro dobbiamo fingerci amici, ma ora che non ci sono, tu mi devi ubbidire! Dopotutto sono più grande io. E poi la casa è più mia che tua!

-Certo-.

La casa. Chiamala villa, castello, palazzo, condominio, torre, fortezza. Ma casa mi pare un po’riduttivo. A questo proposito io avrei una domanda: perché cavolo dobbiamo dividere la stanza se ce ne sono come minimo altre sette vuote? Non oso darmi la risposta. “Rispetto, ragazzi, dovete imparare a rispettarvi, solo allora potrete avere gli spazi che meritate!” e intanto ci ammazziamo!

-Mello, Near! Insomma, non costringetemi a salire ancora-.

Halle ci sta ancora richiamando.

Scendiamo in sala da pranzo, camminando il più distante possibile e sedendoci alle estremità del tavolo.

-Oh, nono, non ci siamo, ragazzi! I vostri posti sono questi!-

Indica di fronte a se. In un tavolo di venti posti, dove potevamo mai doverci sedere? Vicini, attaccati!

Roger inizia a servire la cena, mentre Halle ci da qualche direttiva circa la punizione.

-Dunque: la TV, i videogames, i puzzle, i giochi Lego sono off limits-

-Ben ti sta!- gode Mello.

-La dispensa sarà sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro, il che significa che non ci sarà più cioccolata-

-Ben ti sta!- ghigno, scimmiottando Mello.

-Ma muori!-

-Prima tu!-

-Dicevo: siccome Watari non verrà per questa settimana…-

Watari è il nostro maestro. Farci andare a scuola sarebbe stato troppo normale e quindi ci hanno affibbiato un maestro che viene a casa a tenerci lezione. A dire il vero la cosa è piuttosto normale per entrambi, anche prima di questa convivenza forzata tutti e due studiavamo in casa. È tradizione delle famiglie influenti.

-…non avete necessità di uscire dalla stanza per seguire le lezioni. Dato che siete in punizione, ovviamente, non potete scendere né per andare a giocare, né per andare in cortile, né per comprare qualcosa. Informerò il personale che non devono darvi nulla. Dopo cena filate in camera. Vi chiamo io quando dovete scendere e se vi trovo fuori dalla stanza, avverto chi di dovere-.

“Chi di dovere” è il padre di Mello che se ci scopre in punizione ci massacra. Ma se non sbaglio, Roger prima parlava a telefono e ha detto che il signore sarà fuori per un paio di settimane. Meglio non dirlo a Mello, ne approfitterebbe.

Ciao! La mia prima ff...che emozione ^-^. Mi raccomando siate clementi nel giudicare...non sono esperta xd.

Comunque mi rendo conto che da questo inizio non è che si è capito poi molto, le cose si spiegheranno meglio nei prossimi capitoli. Comunque che ne pensate dell'idea?

Datemi un vostro parere, anche solo per farmi sapere se sono sulla strada giusta o meno ^-^.

E scusate il titolo orribile, ma proprio non ho trovato di meglio. Se avete idee fatemi sapere!!!

Un bacio a tutti,

Near_chan

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Capitolo 2
*** ...la loro storia... ***


...LA LORO STORIA...

POV MELLO

Dopo cena, Near ed io filiamo in camera senza dire una parola, senza pensarla neppure! Halle potrebbe leggerci nel pensiero.

Appena la porta si chiude alle nostre spalle però iniziamo a “chiacchierare amichevolmente”.

-contento? Near per colpa tua siamo in punizione e ti giuro che se mio padre lo viene a sapere sei morto!-

Ignorando alla grande quello che ho appena detto, inizia a cercare il pigiama da mettersi, poi si chiude in bagno.

Ovvio no? Abbiamo il bagno in camera. Mi sembra naturale.

Lo aspetto, frugando educatamente tra le sue cose.

Dopotutto, di lui non so più nulla.

 

 

Da bambini eravamo qualcosa di vagamente simile a due amici.

Nessuno dei due poteva uscire dalla propria casa senza i genitori o i governanti al seguito e potevamo frequentare solo “gente alla nostra altezza”, quindi farsi delle amicizie era difficile.

Le nostre famiglie si conoscevano, quindi spesso ci incontravamo a casa di uno dei due.

 

Poi, all’improvviso, non so bene il perché, lui non è più venuto qui ed io mi sono sentito troppo orgoglioso per andare da lui, o semplicemente per telefonargli.

 

Poi è morta la mamma. Credo che Near non lo sapesse proprio. In quel periodo infatti c’è stato il primo processo a suo padre: venne accusato di omicidio doloso, ma non ricordo chi aveva ucciso. Forse qualcuno che conoscevo anche io. So soltanto che mio padre ne seguì il caso e che, nonostante il ricordo della mamma fosse ancora vivo in lui, iniziò a sentire una profonda amicizia nei confronti di quella donna.

 

Poi, da qualche tempo a questa parte, la mamma di Near ha chiesto il divorzio. Ha detto che non voleva avere nulla a che fare con un criminale, un assassino e quanto altro.

Ma io penso che fosse per mio padre.

Infatti, nemmeno finito il processo, ecco che sono arrivati qui lei e il figlio.

 

Adesso però tutto è cambiato: io non posso perdonare mio padre per essersi messo con qualcuno che non sia mia madre. Ma è sempre mio padre. E neppure me la sento di prendermela con la madre di Near, è una persona davvero squisita.

chi resta come capro espiatorio? Near.

Ok, lui non centra nulla, ok, siamo stati amici. Ok. Ma il tempo passa, le persone cambiano.

E poi credo che il sentimento di odio sia reciproco: neppure lui ha provato più ad avvicinarmi.

 

 

Per buona educazione non dovrei, però inizio a frugare un po’tra le varie cose di Near, nei cassetti, nell’armadio. Non trovo nulla che possa portarmi a qualche anno fa.

-Non credo ti vadano i miei vestiti-.

La voce gelida di Near mi fa trasalire.

-Non stavo…-

-Non stavi…? Non stavi cosa? Se proprio dobbiamo stare negli stessi spazi, impara a rispettarli-.

Non ha torto. Colto con le mani nel sacco.

-tze- sbuffo e vado a cambiarmi anche io.

 

POV NEAR

Ma che cavolo stava facendo tra le mie cose? Almeno ora che siamo in punizione potrebbe evitare di fare scherzi stupidi. Stavolta non so davvero cosa aspettarmi.

Appena arrivati, per darmi il benvenuto, mi ha messo le cavellette nel letto. Dove le ha prese poi, non ne ho idea!

Il più delle volte trova modi stupidi per farmi inciampare ovunque, oppure ruba la cioccolata e dice che sono stato io.

Ma questo è di routine e poi Roger è abituato ai furti di Mello e non mi incolpa mai.

Quando c’è Watari mi strappa i quaderni con gli appunti e una volta ha dato fuoco a un libro.

Ieri sera ho trovato la candeggina al posto dello shampoo.

Insomma, manco avessimo ancora sette anni! Magari…

Comunque non mi va di perdere tempo a pensare a come si potrà divertire Mello, me ne occuperò domani e magari troverò il modo di dargli pan per focaccia.

Ora ho sonno.

Mi ficco sotto le coperte e dopo non molto cado nel mondo dei sogni.

 

POV HALLE

Quei ragazzi mi manderanno al manicomio!

 

DRIIIIIN,DRIIIIIN

 

Mai un po’di pace! Solo il telefono ci mancava. Per mia fortuna risponde Roger.

È l’unico in questa casa che mi da una mano quando i signori non ci sono.

 

Il padre di Mello è un uomo sempre impegnato, un magistrato piuttosto in gamba, forse un po’in sovraccarico di lavoro.

Qualche anno fa mi ha fatto vincere una causa contro il mio ragazzo, lo ho conosciuto così.

È un uomo talmente buono che, non solo mi ha fatto vincere la causa, ma mi ha anche dato una casa, vitto e alloggio. Unico pagamento da parte mia è stare con i ragazzi.

In fondo so che non avrebbe bisogno di me, perché ha fin troppo persone al suo servizio, ma mi ha voluta. E io non posso non essergli grata.

Mi chiedo solo per quale motivo con il figlio sia sempre tanto severo e non gli mostri mai questo lato dolce di se.

 

La madre di Near è una donna squisita, a modo e molto dolce.

Ma passa la maggior parte della vita a lavoro anche lei. È la caporeparto di chirurgia cardiaca al Center Hospital.

Insomma, una coppia davvero impegnata. Di tempo per i ragazzi ce ne è davvero poco ed è per questo che non si sono resi conto che i figli hanno problemi tra loro. Seri problemi, perché ragazzi della loro età non dovrebbero proprio farsi dei dispetti simili e soprattutto non dovrebbero alzare le mani l’uno sull’altro. Ma provare a farglielo capire è come insegnare ad una leptinotarsa a non mangiare pomodori.

 

Roger credo che lavori qui da sempre, conosce a memoria la casa e sa sempre come prendere Mello quando ha le sue crisi isteriche. È davvero un santo!

Wow...sono felicissima: CHE BELLO, CHE BELLO, CHE BELLO!!! La storia vi piace ^-^

Ok...passando al capitolo: questa è la versione di Mello, però mancano alcuni passaggi. Near, prima o poi li chiarirà!!! ^-^

Adesso devo andare, comunque grazie a tutti, vi voglio tantissimo bene,

Near_chan

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Capitolo 3
*** evadere ***


EVADERE

POV MELLO

Se davvero esiste qualcosa che odio di più di Near…quella cosa è la punizione!

Cosa pretende che facciamo qui Near ed io, senza nulla? Halle è impazzita. Non esiste altra soluzione.

Come se non bastasse, tutto il nervosismo di ieri sera mi ha fatto dormire malissimo e mi sono svegliato presto. Adesso che faccio? Sono appena le otto del mattino.

Non posso neppure divertirmi torturando Near, perché dorme ancora e non saprei che scherzetto fargli nel sonno.

La pallina bianca nel letto di fianco al mio, come se mi avesse letto nel pensiero, ha iniziato ad agitarsi un po’.

Devo ammettere che sembra proprio un bimbo. Ok, magari un po’lo è ancora, ma non parlo dell’età. Mi riferisco all’atteggiamento e alla posizione infantile che ha mentre dorme: un braccio sotto la testa e una mano a sfiorargli le labbra, appena dischiuse; i capelli spettinati che gli ricadono sugli occhi e l’espressione rilassata.

Lo odio. Perché io devo essere arrabbiato e lui può rilassarsi?

-Tappo svegliati-.

Se dobbiamo condividere la stanza, allora tanto vale condividere anche la rabbia. E quando dico condividerla intendo che lui deve subire la mia.

-Mel…lo, lasciami in pace-.

Si gira a pancia in giù.

-Guardami quando ti parlo, tappo-.

Lo afferro per una spalla, costringendolo a girarsi.

-Cosa desidera?-

Mi chiede con fare canzonatorio, socchiudendo gli occhi.

-Mi annoio-

-Bravo-

-E quinti tu devi annoiarti con me-

-…-

-Avanti, alzati-.

Ubbidisce.

-E adesso, di grazia, mi dici che hai concluso?-

-Nulla, ma almeno non mi annoio solo io. Che aspetti a fare i letti?-

-lettI??? Strano, credevo di aver dormito solo su un letto!-

Fa anche ironia, adesso. Tze.

-Near, vuoi che ti dica esplicitamente di fare i letti, se non vuoi che ti rompa quel bel faccino che ti ritrovi? Lo ho fatto. Ora, da bravo, fai i letti!-.

-Non ci penso proprio!-

-Devo picchiarti?-

-Se proprio non ne puoi fare a meno…-

Ma che è masochista? O solo fortemente scemo? Vabbè in ogni caso, le richieste vanno sempre accontentate.

Afferro i capelli morbidi e un po’annodati di Near con una mano, strattonandolo forte.

-Fa male?-

Non mi risponde, ma dall’espressione contorta che è comparsa sul suo visino deduco proprio che gli sto facendo male.

-Mettiamola così: se mi implori e mi fai il letto, ti lascio andare-.

-Mai-.

Sibila a denti stretti.

-E allora ti piace soffrire. Vabbè, non c’è problema, io posso anche picchiarti ininterrottamente per tutta la mattina, basta che poi non lo dici ad Halle!-.

Halle. Cazzo se vede Near con un solo graffietto mi taglia a fettine. O peggio, lo dice a papà.

-Vabbè senti, fai quello che cavolo vuoi fare tu- mi affretto a dire, lasciando la presa sui suoi capelli –io vado a farmi un giro-.

-Dove vai?- mi chiede preoccupato, appoggiandosi al letto e portando una manina pallida all’altezza della bocca, per farla giocare con le labbra.

-Da quando ti interessa? E comunque, non ti riguarda-.

-Ma se Halle…?-

-Oh, avevo pensato anche a questo. Basta che tu non ti fai sgamare. Io adesso mi vado a fare un giretto, faccio quello che voglio e trovo della cioccolata. Halle non ci chiamerà prima di pranzo. Basta che ogni tanto le fai sentire qualche rumore e che se ci vuole dici che sono in bagno. Poi, appena se ne va, trovi il modo di avvertirmi-

-E come se non so dove vai?-

-Questo è un tuo problema-.

-E perché dovrei accettare?-

-Perché altrimenti ti spacco la faccia-

Cosa che faccio davvero se non ti stai zitto, ora e subito.

-Ma io…-

Ma allora non mi sono spiegato? In uno scatto d’ira, lo prendo per le spalle e lo butto a terra, poi gli mollo un calcio all’altezza dello stomaco. Tanto mica Halle se ne può accorgere? Basta che lascio in pace il viso.

Decido comunque che è il caso di smetterla, se lo riduco troppo male poi si vede lo stesso.

Salgo in piedi sulla finestra, sotto lo sguardo terrorizzato dell’albino e salto sul ramo dell’albero di fronte la stanza.

Ok che siamo al primo piano, però mica sono un gatto che mi butto giù? Io mi arrampico!

 

Inizio a camminare per il giardinetto, mentre un pensiero si fa spazio nella mia testa: ho pensato a tutto, ma veramente a tutto, solo ad una cosa no: Come ci rimango qui fuori col freddo che fa? In pigiama, per altro.

Mi stringo nelle spalle, alla ricerca di un po’di calore, stando anche attento a non farmi vedere dal giardiniere.

Il mio obiettivo è quello di andare nell’unico posto dove riesco a rilassarmi: alla voliera. Eh si, ho un pappagallino. Si chiama Poly, avete presente il pappagallo che parlava troppo? Proprio lui, solo che il mio non sa parlare.

Continuando a camminare, non posso fare a meno di soffermarmi a guardare “Il quartier generale”.

È una casetta sull’albero, sulla quale non salgo da un bel po’. Ricordo che l’avevamo costruita io ed il nipote di Roger, che adesso è andato a vivere con i genitori  in America per completare gli studi.

Matt, il bambino di cui sto parlando, è venuto a vivere qui qualche settimana dopo che è morta la mamma, perché papà temeva che, siccome lui non c’era, la mamma se ne era andata e non avevo più amici, potessi deprimermi, isolarmi, suicidarmi.

In effetti nella mia situazione forse qualcuno ci aveva pensato, ma io sono troppo orgoglioso anche per morire. Finirei col fare una fine ingloriosa.

È per questo motivo, comunque, che il ragazzino si è trovato qui. Anche se lui “lavorava” al mio servizio, mi sono sempre divertito tanto, gli piacevano le mie stesse cose e parlavamo di tutto, anche se era un po’fissato con i videogames. Tutte le volte che glielo dicevo lui mi rispondeva che i videogames per lui erano come la cioccolata per me: indispensabili.

Sorrido inconsapevole, allontanandomi man mano da quello che per tanto tempo è stato un luogo di divertimento.

Ripensandoci ora non lo è più: dopo aver “litigato” con Near ho iniziato a pensare che l’amicizia non esistesse, ma insomma era un bambino! Matt mi ha fatto rimangiare tutto. Con lui ho passato il periodo più bello della mia vita. Che è durato quasi un anno.

Infatti da quando lui se ne è andato, io mi sono ritrovato di nuovo da solo.

Che ci posso fare? Ci sono persone nate per vivere senza amici, se io sono una di queste mica la colpa è mia? L’unica cosa che mi da fastidio è che papà vuole dimostrarmi il contrario, con questa convivenza forzata con near. Ma lui che ne sa che è per il mio bene? lui che ne sa cosa è il mio bene? nulla. Tanto non c’è mai, come potrebbe saperlo?

Ciao!!!

Allora, che ne dite di questo capitoletto??? Mello ci sta dando tante notizie sulla propria vita. Molto allegra, neh??? xd

Comunque, grazie a chi ha letto la fic, a chi la ha messa nei preferiti:

AndyKodoku 
berta 101
Fe85 
gemi_girl 
himeno chan 
Liby_chan 
naru_sasu_fan 
philotaty 
YouDaw 

e a chi ha recensito: 

x Elly_Mello: L padre di Mello. Come ho potuto non pensarci? Imperdonabile! Però....non ho idea di chi sia Mikami, devo documentarmi xd! Perchè l'identità di questo papi in relatà è...è...un padre qualsiasi perchè non avevo idee -_-". Comunque L comparirà, non so quando, ma comparirà, non temere!!! 

x himeno chan: ola!!! Mmm Mello maturo? dove? xd. Quanto a Near, la pallina di pelo ne passerà di tutti i colori muamuamua. Halle...sto pensando ancora se lasciarla santa o farla diventare una racchia cattiva. Mumble mumble. Comunque...Certo che si ci può fidanzare! O almeno, qui si può, altrimenti Near e Mello potrebbero morire per astinenza...xdxdxd. 

Mi raccomando, recensite in tanti, fatemi sapere cosa ne pensate della fic, se avete consigli, critiche, suggerimenti, domande...oppure solo se mi volete salutare xd! 

Alla prossima, 

Near_chan & I Wammy's Boys




 

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Capitolo 4
*** sorry ***


Ciao a tutti! Mi scuso con chi aspettava il capitolo. Imperdonabile. ma tra una serie di problemi con il pc, con la vita, con tutto...non so quando potrò aggiornare. Ancora scusa a tutti, un kiss ^^

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