Savin me

di valert96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** Capitolo ***
Capitolo 4: *** Capitolo ***
Capitolo 5: *** Capitolo ***
Capitolo 6: *** Capitolo ***



Capitolo 1
*** Capitolo ***


CAPITOLO 1.
La squadra si era recata nel luogo dell’ultimo avvistamento di Ward, un bar di Miami di fronte alla spiaggia che pareva abbandonato. Ma così non era, un grande manipolo di uomini dell’Hydra armati fino alle ossa gli diede il benvenuto, così la squadra fu costretta al combattimento. A Skye venne lasciata Jemma da proteggere, così nel frattempo si stavano liberando dell’Hydra May, Tripp, Bobbi e Hunter e sembrava se la stessero cavando bene.
 
Ad un certo punto Skye non trovò più Simmons così si girò e la vide tra le grinfie di uno dell’Hydra così si lanciò su di lui e così mollò la presa su Jemma. Era stata disarmata e l’uomo l’aveva presa per i capelli, stava per ucciderla ma successe una cosa imprevedibile:  dalle sue mani stavano scaturendo delle scintille violette  che presto si propagarono per tutto il suo corpo e raggiunsero le mani dell’uomo che iniziò ad urlare di dolore e infine si accasciò a terra.
 
Sembrò che il tempo si fosse fermato tutti la stavano fissando. Jemma provò ad avvicinarsi.
Skye iniziò ad urlare - No stammi lontana anzi statemi lontani tutti voi, non so cosa sia. Potrei farvi del male-i suoi occhi si erano riempiti di lacrime.
Ma Simmons non la ascoltò- Skye calmati troveremo insieme una soluzione- provò a toccarla ma invano.
 
Skye era gia corsa fuori dall’uscita principale, trovando alcune persone accalcate davanti alla porta attirate dalle urla dell’uomo. La ragazza per sbaglio urtò una persona, e questa iniziò a diventare viola e poi cadde a terra come l’uomo di prima. La gente spaventata cominciò a urlare, così la ragazza corse verso la strada lasciando la spiaggia.
 
Il televisore mandava le ultime notizie del telegiornale come sottofondo mentre un uomo si preparava da mangiare. Ad un certo punto si girò per spegnerlo ma qualcosa lo bloccò, vide un viso che conosceva apparire in un video dietro la giornalista.
 
Qualcuno in una spiaggia di Miami sembrava, aveva girato un video, il quale mostrava la ragazza conosciuta uscire di corsa da un ambiente, piangendo, quando ad un certo punto si scontra contro una persona, la quale diventa viola e si accascia a terra morta. Il servizio terminava con la richiesta da parte di ogni testimone di trovare quella ragazza per il bene di tutti.
 
L’uomo rimase paralizzato sul posto con il telecomando in mano e la puzza di qualcosa che bruciava, non si era mai sentito così impotente in vita sua. Ad un certo punto il suo telefono iniziò a suonare e la sorpresa fu grande perché quel numero era conosciuto solo a una persona in caso di emergenza ma rispose lo stesso:
-Ward mi devi aiutare a trovarla.- quella era la voce di Coulson, preoccupato come non l’aveva mai sentito
-prima che faccia qualcosa di cui possa pentirsi.- suonava come una supplica.
Ward non riusciva a trovare le parole, ma riuscì a rispondere con un filo di voce-si, si ma ho un accordo da proporti.-
 
 

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


Capitolo 2.
-Oh certo ero sicuro che l’avresti detto- gli rispose prontamente il direttore.
-Ok sono ad Atlanta e so che ci siete anche voi. Tra un’ora al parco sotto gli Skyline, dobbiamo trovarla prima di suo padre- fu la risposta del ragazzo.
-E’ fuori di ogni dubbio, uno psicopatico le farebbe solo del male. A tra poco.- chiuse Coulson.
 
-Credete che si presenterà?- fu la domanda di Simmons quando un’ora dopo, seduta su una panchina insieme ai resti della vecchia squadra.
-Non saprei- fu il coro di May, Coulson e Fitz.
-Sono un uomo di parola, mantengo sempre le mie promesse.- fu l’esclamazione di Ward arrivando alle spalle del Team.
 
May si alzò dalla panchina  per fronteggiarlo ma Coulson la bloccò prima che potesse muovere un solo passo.  Fitz fu il più veloce e senza che Ward potesse accorgersene gli aveva mollato un pugno in faccia.
-Questo è per tutto quello che ci hai fatto, non meritersti nemmeno di vivere!- furono le parole di Leo.
-Hai…hai ragione, credo… devo… mi… mi sento…-non riusciva a pensare dal dolore che gli stavano provocando le parole di Fitz.
-Credi che facendo finta di provare dolore cambierai le cose?-lo schernì l’ex amico.
In quel momento intervenne il direttore-Ora basta. Ward, Fitz ricomponetevi. Ora Jemma ci vuoi spiegare cosa hai visto?-le chiese Coulson con un tono preoccupato.
 
La ragazza fece un respiro profondo e iniziò a raccontare-Uno del Hydra mi ha presa e mi ha minacciato con una pistola, Skye si…si è lanciata su di lui e così mi ha mollato. E’ stata disarmata e l’uomo l’ha presa per i capelli.- finchè raccontava Ward si era rabbuiato e aveva iniziato a serrare la mascella.
-Sta…stava per ucciderla ma…ma ad un certo punto dalle sue mani uscivano delle scintille violette  che presto si sono propagate per tutto il suo corpo e l’uomo ha iniziato ad urlare di dolore e infine si…si è accasciato a te…terra.- Simmons durante il racconto era scoppiata a piangere.
-E’ successo quello che temevamo, Phil.-disse May abbracciando Jemma.
-Magari non è ancora troppo tardi-le rispose il direttore.
-Di che cosa state parlando?- chiesero Ward e Fitz insieme.
 
Cos’è successo? Cosa mi è successo?  Pensava Skye mentre camminava nel bosco, per nascondersi da occhi indiscreti. Diventerò come lui? Come l’uomo che si definisce mio padre? Diventerò un mostro? Questi pensieri la tormentavano dal tempo in cui era successo il fattaccio. Cosa avrebbero pensato May e Coulson, o Fitz, o Jemma o Ward. Gia proprio lui. L’uomo che l’aveva amata. e adesso? Si domandava Adesso vedendola avrebbe provato ad ucciderla per eliminare la minaccia? Oppure l’avrebbe accolta per essere mostri insieme? Era immersa nei suoi pensieri quando un frusciio la mise in allerta, si nascose più che potè. Sentiva dei passi avvicinarsi e delle voci. Poi si accorse che erano semplici escursionisti, così aspettò che se ne andassero e uscì dal suo nascondiglio. Proseguì il suo cammino in cerca di un riparo.
 
-Skye ragazza mia, sei così sbadata, ma presto sarai mia! -in lontananza un uomo stava osservandola senza farsi vedere aspettando il momento propizio per avvicinarla.
 
 
 
Angolo Autrice:
Si lo so sono pazza, ma è così. Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate e recensite.
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo ***


Capitolo 3.
-Vedete-iniziò Coulson.
-Skye non è… umana, è uno 0-8-4. Venticinque anni fa un villaggio nella provincia di Hunan è stato massacrato e l’unica sopravvissuta fu lei. Pare che cercassero lei, ma poi non trovandola se ne sono andati. Da allora è sempre stata sotto la custodia dello SHIELD, sono morte alcune persone per proteggerla si diceva che avesse una maledizione perchè chiunque fosse con lei moriva. Da quel momento la gente la schivava infatti non è mai stata adottata definitivamente, poi quando ha compiuto diciotto anni è scappata e si è unita a Marea montante. Il resto credo che lo sappiamo tutti.-concluse Coulson.
 
Era riuscita a fuggire dalla polizia anche quella volta, ma per quanto ancora sarebbe riuscita a scappare dalle persone, si domandava Skye. e se la prossima volte fossero stati i suoi amici a provare a prenderla, e se l’avessero toccata. Non riusciva a pensare di poter fare loro del male. Ma più si agitava, aveva notato, più emanava scintille.
 
Ad un certo punto si rese conto che qualcuno la stava seguendo, un uomo sembrava dal passo allora si fermò e pochi passi più indietro l’uomo si era fermato. Così si girò per affrontarlo-Cosa vuoi?
L’uomo fece un sorriso soddisfatto-So cosa sai fare…-disse lasciando la frase in sospeso tra loro.
La ragazza iniziò a temere per se stessa-Chi sei tu? –chiese lei.
-Una persona che ti conosce e che potrebbe aiutarti- le disse l’uomo-i tuoi amici come stanno, -continuò.
-Miles?- sperò Skye.
-Oh no tu stai bluffando, non vi siete più visti, ma se verrai con me potresti salvarli-la minacciò.
-E se non venissi, loro sono a chilometri da qui, non potresti fargli nulla.-provò a sviare lei.
L’uomo fece una risata agghiacciante e nella mente di Skye apparvero delle immagini. Jemma e May legate ad una sedia svenute mentre Fitz, Ward e Coulson erano legati per le mani a delle catene che li tenevano penzolanti e coperti di sangue. Quelle immagini l’avrebbero fatta impezzire se l’uomo non le avesse fatte smettere, la ragazza cadde in ginocchio con la testa tra le mani.
-se verrai con me non succedere nulla a loro, ma se ti opporrai farò loro molto peggio, la scelta è nelle tue mani.-le sussurrò l’uomo al suo orecchio.
-Verrò- fu il sussurro di Skye.
 
-Skye è stata avvistata lungo una strada del Nevada- fu l’annuncio di Coulson.-E’ apparsa piuttosto debilitata e instabile, ma per il resto era lei ne siamo sicuri. Un uomo l’ha portata via, ma non si sa dove siano finiti.-terminò May.
-Come possono essersi volatilizzati- fu l’esclamazione generale.
-il problema è che quell’uomo è suo padre e non una persona qualunque.-li richiamò Coulson.

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Capitolo 4
*** Capitolo ***


Capitolo 4.
Concentrati, inspira… allungò le mani davanti a sé espira e ora… lascia andare una minuscola scintilla si irradiò dalle sue mani.
L’uomo davanti a lei la stava istruendo per imparare ad usare i suoi poteri compresa la percezione dei pensieri; nel frattempo aveva scoperto che era suo padre, ma dopo la confessione si era limitato alle poche semplici istruzioni per l’allenamento per il resto continuavano a raggiungere un luogo, fermarsi qualche giorno e poi riprendere il cammino.
Non poteva fare a meno di domandarsi come stava il Team e a preoccuparsi che potessero fare qualche sciocchezza per ritrovarla.
 
-Sono passati di qua, vedete le orme? sono i suoi stivaletti- fu l’annuncio di May.
Ward ringhiò per la frustrazione e lanciò un sasso ai suoi piedi-Non è possibile, sono settimane che arriviamo tardi, probabilmente le avrà fa…-i suoi strepiti vennero interroti da Jemma.
La ragazza si inginocchiò vicino al solco che aveva lasciato il sasso lanciato da Ward, con cura si infilò i guanti e richiamò a se Fitz. Con cura alzò dal terreno il sasso e lo aprì dimostrando che era una capsula e al suo interno vi era un biglietto:
“Dovete smettere di seguirci, altrimenti ve la metterò contro”
-Mi suona come una minaccia- fu il commento di Fitz.
-Certo che ti suona come una minaccia, perché lo è.-fu la risposta di Jemma.
-Dobbiamo trovarla al più presto, prima che diventi una sua marionetta. In che direzione proseguono le impronte?- domandò impaziente Grant.
-Verso nord-est. Sbrighiamoci!-fu la risposta di May.
 
-Posso farti una domanda sui miei poteri?- gli chiese Skye.
-Se è l’unico modo di farti smettere di parlare, allora va bene.-fu la risposta acida dell’uomo.
-Si scatenano veramente sempre ogni volta che li userò oppure devo solo imparare a controllarmi?-fu la domanda di Skye.
-Vedi dipende molto dalla persona, ma si possono essere controllati, mentre la percezione dei pensieri è un discorso diverso, puoi scegliere tu come gestirlo, e con il tempo svilupperai il tuo personale potere. E’ diverso per ognuno, io per esempio riesco a curare gli altri, tua madre invece riusciva a diventare invisibile. Il tuo si manifesterà quando ne avrai bisogno-rispose l’uomo.
Skye lo ringraziò e il silenzio cadde tra loro, finchè non arrivarono ad una casa disabitata,  abbastanza vicina ad una cittadina.
 
Spesso quando si fermavano in una nuova cittadina non usciva mai da dove veniva lasciata, dormiva mangiava, ascoltava musica e si rilassava; lui spariva per ore e tornava quando lei dormiva. Stavolta avrebbe scoperto cosa succedeva in quei momenti.
 
Si trovavano in questo bosco, dove sembrava si fossero diretti Skye e suo padre, ma avevano un presentimento sinistro. Ward si trovava dietro al gruppo, sperava di riuscire a trovare la sua amata non troppo cambiata, mano oscura di lui. Quello che meno si aspettava era di essere attacati. Un uomo saltò addosso a Fitz che lo atterrò e provò a strangolarlo ma riuscì a toglierglielo di dosso, l’uomo si girò verso di lui. Si scambiarono alcuni calci e pugni, ma ad un certo punto l’uomo lo prese alla gola e iniziò a stingerlo, iniziò a faticare a respirare, il panico lo prese alla sprovvista chiuse gli occhi aspettando la morte.
 
Angolo Autrice:
Mi scuso per il ritardo, ringrazio tutti quelli che mi seguono. So che siete curiosi di conoscere il potere speciale di Skye presto lo conoscerete.
A presto.

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Capitolo 5
*** Capitolo ***


Capitolo 5.
Quando pensava che fosse giunta la fine, non sentì più nulla. Cadde a carponi per riprendere fiato, così riaprendo gli occhi  vide l’uomo volare ad alcuni metri lontano da lui. Gli sembrò di vedere un’ombra dietro i cespugli scappare, si guardò intorno per vedere se i suoi compagni se ne fossero resi conto, ma erano tutti troppo impegnati a combattere per rendersene conto, così decise di passare alle maniere forti, tirò fuori due Icer e freddò il resto degli uomini.
 
Nel momento in cui uscì di casa avvertì un brivido agghiacciante lungo la schiena, una voce chiedeva aiuto. Si girò di scatto ma non riusciva a seguire la direzione da cui proveniva, così pensò che fosse solo una sua impressione, ma un momento dopo la risentì e capì che era nella sua mente, ma non riuscì più ad ignorarla perché quella voce le familiare. Così provò a chiudere gli occhi e a concentrarsi sulla voce, chiedeva di essere liberata… di essere salvata.
 
A quel punto capì da dove proveniva così iniziò a correre verso la voce, quando arrivò a qualche metro da quel suono lo sentì anche con le orecchie oltre che con la mente.
Il suo team era a pochi passi da lei e tutti erano impegnati a combattere con degli uomini dall’aspetto familiare, così si accucciò fra i cespugli intenzionata solo a guardare. Ma la sua attenzione venne attirata da una scena: Ward era tra le mani di uno di quegli uomini che lo stava strangolando ma  non riusciva a liberarsi come avrebbe creduto. Così inspira, respira, inspira, respira dalle sue mani iniziò ad uscire quella luce viola e la lanciò verso l’aguzzino, che cadde a terra privo di vita. Quando si rese conto di cosa aveva fatto scoppiò in lacrime e vedendo che Ward guardava da quella parte scappò.
 
-C’era qualcosa dietro quei cespugli!- indicò Ward ai compagni.
-Ne sei certo?- domandò Coulson.
-Oh si, e credo…- bisbigliò –credo che fosse Skye che cercava di salvarmi- ultimò il ragazzo.
-Oh e davvero credi che lo farebbe dopo quello che hai fatto?- lo scherni Fitz con voce dura.
-Si si credo di si, ho visto una luce violetta come quella che avete visto uscire dalle mani di Skye- sussurrò stanco Ward.
-In effetti qui ho trovato tracce di qualcosa simile a lacrime e capelli- urlò Jemma uscire da dietro il cespuglio -probabilmente è stata qui- osservò May.
-Proviamo a seguire le tracce- decise Coulson.
 
Quando rientrò nel cottage era il tramonto, ma non vi era traccia di suo padre. Così si diresse verso il frigo per preparare qualcosa, ma quando stava per afferrare una birra, lo sguardo le cadde sulle sue mani. Stavano emettendo la solita luce violetta, così chiuse le mani a pugno e si concentrò sui suoni attorno a lei, restò così per qualche minuto.
 
Poi qualcuno le toccò la spalla e si girò di scatto. Era suo padre, lei si girò lo fissò:
-Dove sei stato tutto il pomeriggio?-chiese lei con una voce che non sembrava nemmeno la sua.
- A pescare, piccola mia-le disse dolcemente l’uomo.
-Non è vero- esclamò lei.
-Come dici?- le chiese l’uomo.
-So che hai combattuto contro il mio Team- lo accusò lei.
-Non lo puoi sapere, a meno che… a meno che TU- soggiunse l’uomo.
-Gia- gli rispose lei – credevi che mi sarei rivoltata contro di loro?- gli domandò lei sconcertata.
-Bhe piccola mia dopo quello che ti hanno fatto a Miami credevo che volessi vendetta- esclamò l’uomo.
-Che mi hanno fatto loro? Che mi hai fatto tu vorrai dire- li urlò contro la ragazza mostrandogli le mani emanare scariche elettriche viola.
-Tesoro mio, questa è la cosa migliore che potesse capitarti, è… è un dono- gli rispose lui.
-Un dono? È una condanna, come puoi pensare che lo voglia?- gli domandò lei con rabbia.
-Perché è ciò che ti rende unica-le disse l’uomo.
A quel punto perse il controllo e un lampo di luce le scaturì fuori, così suo padre svenne e fece prendere fuoco al cottage.
Presa dal panico scappò lontano dal fuoco.

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Capitolo 6
*** Capitolo ***


Capitolo 6.
 
-C’è del fumo laggiù-esclamò May.
-Proviene da dove portano le orme-sussurrarono Fitz-Simmons.
-Andiamo- li incoraggiò Coulson.
 
Quando arrivarono sul posto, i pompieri stavano spegnendo l’incendio. da quello che riuscirono a scoprire non c’erano state gravi conseguenze, erano riusciti a liberare un uomo dalle fiamme; il padre di Skye.
 
 
Skye camminava da ore, era molto stanca e si rese conto che non sarebbe riuscita a proseguire ancora molto. Così cercò un posto dove fermarsi, ma le gambe le cedettero prima che potesse fare qualcosa. Prima che chiudesse gli occhi intravide una figura che la prendeva e le sussurrava di essere al sicuro, voleva ribattere ma le forze le vennero meno e chiuse definitivamente gli occhi.
 
 
-Cosa le hai fatto?-gli urlò il ragazzo sovrastandolo.
-Oh, io assolutamente niente ha fatto tutto da sola-ghignò beffardamente l’uomo.
Era stato ammanettato ad una sedia e da ore veniva interrogato da Ward, prima da May, poi da Fitz e ancora prima da Coulson senza alcun risultato.
-Non risponderà mai-sussurrò sconsolata Simmons.
-Stiamo solo perdendo tempo-concluse Ward chiudendosi alle spalle la porta della sala interrogatori.
-E’ un pazzo senza controllo ma ci tiene a lei piò della sua stessa vita, ma non sa nemmeno lui dov’è secondo me-disse May.
-Ma non possiamo non fare nulla-esclamò la parte giovane del Team.
-Si ma non possiamo andare alla cieca dobbiamo capire cosa fare-li rimproverò Coulson.
 
 
Quando Skye aprì gli occhi si trovò in una stanza molto carina, i muri erano verdi chiari, era seduta su un letto molto grande sul quale scendeva una zanzariera. L’arredamento era molto semplice un tavolo con uno specchio a destra e a sinistra una finestra da dove entrava la flebile luce del pomeriggio.
 
La porta della stanza era di fronte al letto, e si aprì appena per lasciare entrere un ragazzo alto e biondo, che quando la vide sveglia le sorrise-buongiorno, bella addormentata-la salutò.
Lei in risposta si alzò in piedi sul letto e cercò il coltello che portava alla caviglia ma non lo trovò e il ragazzo rise-cercavi questo?-le chiese mostrandole l’oggetto.
-esatto, chi sei tu?-rispose Skye avvicinandosi in cerca di risposte.
 
Il ragazzo le rilanciò il coltello e lei lo afferrò al volo e glielo puntò alla gola in un solo movimento, lui non si mostrò spaventato –Calmati, io sono Lincoln ti ho trovata svenuta sul ciglio di una strada svenuta. Qui sei al sicuro-le spiegò.
-Come faccio a fidarmi se non ti conosco?-gli rispose fredda afferrando più saldamente il coltello.
-Per questo-gli mostrò le mani da cui nacque un fuoco.
Lei gli fissò le mani e poi lentamente gli tolse il coltello dalla gola.
-Come fai a sapere…-iniziò lei ma lui la interruppe-quando ti ho trovata stavano iniziando ad uscire dal tuo corpo delle scariche elettriche viola, così ho pensato che fosse troppo pericoloso lasciarti allo scoperto, così ti ho portata qui-concluse il giovane sorridendogli.
-Capisco-rispose lei imbarazzata.
 
-e’ stata avvistata ad alcuni chilometri da Atlanta-urlò Simmons entrando in sala riunioni correndo.
-Fa vedere-gli ordinò Coulson.
Sullo schermo del tavolo olografico si materializzò l’immagine di una giornalista, che mostrò un video Skye stava camminando sul ciglio di una strada più sconvolta che mai, si fermò un momento e si guardò attorno. All’improvviso il suo corpo si inizia ad accasciare a terra, ma prima che sbatta la testa qualcuno l’afferra e la porta via.
 
Ward sbattè il pugno sul muro stizzito-non è possibile ci è sfuggita un’altra volta-esclamò.
-Dove sono state girate le immagini?-domandò Coulson.
-A pochi chilometri da Atlanta-rispose Fitz.
-May, segui le coordinate, portaci ad Atlanta-concluse Coulson.
 
Angolo Autrice:
Chiedo venia, per il ritardo ma ho perso l’ispirazione e poi è tornata. Comunque aspetto le vostre recensioni.
A presto, kiss kiss.

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