Una Scomoda Scommessa

di Amrlide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prima Mossa ***
Capitolo 3: *** Mossa e contromossa ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Una scomoda Scommessa


Questa storia non l'ho ancora conclusa, o meglio, so esattamente come concluderla, ma non l'ho ancora scritta tutta. Spero di farlo quanto prima, ma intanto non resisto però ad avere un parere, almeno sui primi capitoli ^^

Buona lettura



Il suono dei suoi passi riecheggiava minaccioso sulla pietra dei corridoi, rimbalzava sulle pareti e intimava i più di sgombrare il passaggio. Decisamente, se qualcuno avesse osato mettersi sul suo cammino sarebbe finito male. Eppure, razionalmente, sapeva di doversi calmare: essere aggressivi avrebbe solo peggiorato una situazione già complicata di suo.
Hermione rallentò fin quasi a fermarsi, cercando di fare qualche respiro profondo.
Un respiro, due respiri … sì, poteva andare.
Non voleva entrare nell’ufficio sbraitando, ma una dose di rabbia le sarebbe servita per affrontare la questione. Discese saltellando dagli ultimi gradini e quasi corse alla porta dell’ufficio del professore di Pozioni.
Perfetto, ora doveva solo affrontarlo risoluta ma non arrogante.
Bussò due volte e aprì la porta impaziente. – Professore, mi scusi …
La voce le morì in gola.
Il professor Piton era chino sulla scrivania con una piuma in mano evidentemente intento a correggere dei temi, esattamente come lei si era aspettata di trovarlo, ma non era solo. Di fronte alla scrivania su una poltroncina verde dall’aria piuttosto comoda, stava elegantemente seduto Lucius Malfoy con un bicchiere ambrato in mano.
Lo sguardo disapprovante del professore e quello sprezzante del signor Malfoy, le fecero venire i brividi lungo la schiena. – Ehm … chiedo scusa … - sentì le sue guance arrossire per la figuraccia invadente che aveva appena fatto.
- Credevo che le buone maniere imponessero ancora l’attesa di un invito ad entrare dopo aver bussato, o hanno cambiato l’etichetta di recente? – Lucius Malfoy aveva appena inclinato la testa nel rivolgersi al suo ospite con perfetta grazia.
- Di cosa doveva parlarmi così urgentemente, signorina Granger? – gli occhi scuri del professore non si erano staccati un attimo dalla figura della sua studentessa; sembravano non finire mai la loro carica di disapprovazione.
Hermione cercò di riprendere fiato mentre anche gli occhi metallici di Malfoy tornavano a posarsi su di lei.
- Se disturbo, posso ripassare …
Le labbra di Malfoy si spiegarono in un ghigno mentre la mano ondeggiava il bicchiere.
- Potrei andarmene io, invece. Ormai tutti gli estremi sono stati dettati … - un sorriso beffardo fu rivolto all’indirizzo di Piton che assottigliò infastidito lo sguardo sulla figura dell’uomo che aveva di fronte.
- Non credo proprio. – rispose freddamente. – Signorina Granger, se vuole sbrigarsi ...
Hermione osservò incerta l’ospite del professore prima di sforzarsi di ignorare la sua espressione canzonante e parlare. – Sono qui per il compito assegnatoci stamattina, professore. – Non voleva scendere troppo nei dettagli, non davanti a una persona estranea come Lucius Malfoy, ma il professore non sembrava essere dello stesso avviso.
- Quello che ho assegnato come punizione ai Grifondoro? – chiese noncurante.
Seguendo ogni previsione, il signor Malfoy soffiò divertito mentre si portava il bicchiere alle labbra.
La ragazza cercò di non guardarlo nemmeno; sentiva la rabbia ricominciare a salire.
- Professore, quel compito è impossibile! Ho cercato in biblioteca su tutti i libri possibili, ma l’argomento non è …
La sua invettiva fu interrotta da una risata mal soffocata prima che dallo sguardo freddo del suo professore.
- Se lei e i suoi compagni, che immagino lei rappresenti, non siete in grado di eseguire un semplice compito, signorina Granger, …
- Non è possibile eseguirlo! – la ragazza alzò la voce - Non abbiamo gli strumenti per farlo!
Il professore si limitò a soppesarla. Hermione non staccò gli occhi da lui; non voleva rischiare di vedere il signor Malfoy ridere.
- Sarà difficile, Severus … - Lucius si era di nuovo rivolto al professore a mezza voce con il consueto ghigno sarcastico, come se stesse la ragazza non ci fosse.
Hermione non poté fare a meno di lanciargli un’occhiata veloce: era sbilanciato di lato, proteso verso Piton, con due dita sulle labbra a coprire l’espressione divertita.
Appena i suoi occhi metallici incrociarono i suoi, lei tornò a fissare il professore.
Piton non aveva tolto lo sguardo dalla ragazza, ma non pareva vederla; sembrava tremendamente infastidito, ma questo sembrava derivasse più dalle parole di Malfoy che non per le sue.
- Signorina Granger, se questo è tutto può andare.
- Ma, professore …
- Ho detto che può andare!
Il ghigno del signor Malfoy venne oscurato appena dal bicchiere che sollevò in cenno di saluto.

I due uomini osservarono in silenzio la porta chiusa, dopo che Hermione Granger fu uscita, per qualche attimo, prima di tornare a fissarsi.
- Nessuna regola, se non l’uso esclusivamente indiretto della magia.
- I tuoi modi di divertirti sono assurdi…
-Mi sembravi d’accordo, poco fa… vuoi forse rimangiarti la parola?
Lucius conosceva già la risposta dell’altro. Gliela aveva letta negli occhi nell’attimo in cui era entrata la Mezzosangue.
- Si dia inizio alla sfida. – sussurrò alzando il bicchiere.


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Capitolo 2
*** Prima Mossa ***


Una scomoda scommessa


Il vento fresco di ottobre imperava sulle vie di Hogsmede. Madame Rosmerta allontanava le foglie dalla porta del suo locale, Zonko dava una nuova impostazione alla vetrina del suo negozio. L’arrivo degli studenti di Hogwarts era un appuntamento commerciale non indifferente e nel piccolo centro magico tutti si preparavano a ricevere i giovani probabili acquirenti. Penne colorate e sconti sulle pergamene, libri divertenti non propriamente scolastici, giochi e distrazioni per ragazzi adolescenti annoiati dal troppo studio; ogni commerciante sfoggiava la merce che più avrebbe potuto attrarre questa speciale clientela.
Lucius si rispecchiò nella vetrina più vicina incurante dell’accattivante allestimento: il suo aspetto veniva prima di tutto. Lui avrebbe avuto l’onore della prima mossa e già con quella voleva assicurarsi una buona probabilità di vittoria. Con le labbra si inumidì brevemente pollice e indice e se li passò sulle sopracciglia.
Sorrise al suo riflesso: Severus non avrebbe avuto vita facile.
Baldanzoso, iniziò a percorrere la via verso la parte bassa del villaggio. Un po’ gli dava fastidio non avere il suo fido bastone da passeggio con sé: gli sembrava di essere disarmato … una mano istintivamente tastò la tasca interna della veste. Non era più abituato a riporre lì la bacchetta. La accarezzò lievemente quando realizzò che probabilmente in quell’occasione non gli sarebbe nemmeno servita. L’aveva posta lui quella condizione: niente magia diretta. Si morse mentalmente la lingua; il termine “magia” non includeva propriamente “filtri” e “pozioni” e conoscendo l’abilità di Severus a riguardo, sarebbe stato più opportuno bandire esplicitamente anche quei mezzi.
Scosse appena la testa alzando il mento: non importava, perché si sarebbe assicurato la vittoria al primo impatto. Di sott’occhio si rimirò nuovamente nella vetrina più vicina.
Sì, ce l’aveva praticamente in tasca.
Era pienamente soddisfatto del suo elegante abito blu, sebbene forse quella plebaglia con cui stava per mescolarsi non avrebbe neppure notato che era fatto su misura da uno dei migliori sarti d’Inghilterra.
Distrattamente si assicurò che i capelli fossero ancora perfettamente ordinati nella coda di cavallo. Sul suo volto dipinse quel sorriso suadente che si era esercitato a fare nei giorni precedenti; dopo anni di matrimonio, gli era stato difficile trovare l’espressione giusta per quell’occasione.
Alzò gli occhi sulla strada che arrivava da Hogwarts; gli studenti stavano arrivando.
Dopo un’ultima controllata alla vetrina, si apposto all’angolo delle via, nel luogo più conforme ai suoi piani, e attese il momento giusto. Doveva calcolare bene i tempi …
All’improvviso uscì. Si buttò in pieno verso la ragazza appena vide i suoi capelli cespugliosi spuntare. Era esattamente come se l’era immaginato: lei aveva perso l’equilibrio per la sorpresa e lui ne aveva approfittato per prenderle il braccio e tirarla a sé.
- Oh! Mi scusi … - tono basso e suadente, sguardo vagamente sorpreso. Mani salde sul suo gomito, testa e busto leggermente chinati in avanti. I loro visi così vicini; poteva specchiarsi negli occhi indagatori di lei …
- Perché non guardi dove vai?!
Lucius Malfoy alzò appena lo sguardo, ma non mollò la presa sulla ragazza.
Chi lo aveva interrotto era uno dei tanti figli straccioni di quel pezzente di Weasley.
- Tutto bene, Hermione?
C’era anche Potter; si era avvicinato all’amica e le aveva messo una mano sulla spalla.
Era accompagnata. Sì, sapeva che con tutta probabilità l’avrebbe incontrata in compagnia di altre persone, ma si era figurato la scena con delle cinguettanti ragazzine come spettatrici, non con due petulanti zoticoni.
Be’ la cosa poteva anche tornargli utile: la sua classe sarebbe stata ancor più in risalto. Aveva perso il fattore sorpresa, ma la sfida iniziava in quel momento.
Sotto lo sguardo fulminante dei due ragazzi, Lucius si alzò del tutto ricomponendosi e fissò Hermione Granger, che ancora non aveva detto una parola.
- Sono veramente mortificato, - le disse fissandole il viso – E’ tutta colpa mia …
- Certo che è colpa tua! – rincarò Weasley – Le sei fiondato addosso!
Quel ragazzo era totalmente privo di buone maniere; e non sembrava nemmeno in grado di farsi gli affari suoi. Lucius decise di ignorarlo.
- Vorrei poter rimediare. Permettimi … - allungò la mano verso la ragazza in un tacito invito.
Weasley si frappose. Anche Potter fece un passo in avanti. Due degne guardie del corpo che non volevano perdere l’esclusiva di accompagnare la ragazza.
Hermione sorrise imbarazzata.
- Non fa niente. Sono cose che capitano.
Ignorando la sua mano ancora tesa, inchinò la testa come cenno di saluto e riprese il cammino sulla via principale di Hogsmede affiancata dai suoi due amici. Lucius la seguì con lo sguardo.
- Lo conoscevi, Hermione?
- Quando ho visto il capello biondo ho pensato che fosse Malfoy!
- Dai, Ron! Non pensare sempre male …
Le voci dei tre si dispersero tra il cicaleccio allegro degli altri studenti.
Lucius si scostò dalla strada; aveva bisogno di raccattare le idee per fare la seconda mossa, possibilmente prima che Severus facesse la sua. Non aveva idea di dove la Granger potesse andare, né se sarebbe stata sempre accompagnata da quei due bellimbusti impiccioni. Seguirla non sarebbe stato adatto ai suoi scopi … In realtà, aveva pensato di cavarsela con poco: una volta rotto il ghiaccio andandole addosso era sicuro di riuscire a prendere confidenza e da lì avere il gioco in mano. Non aveva assolutamente previsto la presenza di quei due. E probabilmente Severus lo sapeva; per questo l’aveva lasciato per primo.
Be’ non avrebbe fatto altri errori; la prossima volta sarebbe stata decisiva e a suo favore.
Aveva solo bisogno di qualche ragguaglio e lui sapeva benissimo a chi chiedere.
In mezzo alla folla di studenti individuò suo figlio e gli si avvicinò.
- Draco, vieni.
Il ragazzo lo guardò con un sopracciglio alzato. – Ci conosciamo?
Per tutta risposta Lucius gli prese un braccio e lo trascinò via dalla strada principale.
Draco si divincolò. – Ma come si permette! - i suoi occhi incontrarono quelli severi della persona che aveva di fronte e ammutolì. Fece cenno ai compagni che gli stavano venendo in aiuto, assicurò loro che li avrebbe raggiunti più tardi.
Quando furono soli in un luogo appartato, finalmente si arrischiò a chiedere:
- Padre?
- Sì, Draco.
- Come ti sei conciato?!
Lucius si guardò perplesso.
- Sei … sei … - Draco non trovava le parole. A guardarlo bene, poteva trovare nella persona che aveva davanti dei tratti caratteristici di suo padre, ma …
- Sono solo ringiovanito un po’.
- Un po’?! Un po’?! Dimostri la mia età!
- L’intenzione era quella, in effetti … - Lucius capiva lo sbalordimento del figlio: non doveva essere facile vedere il proprio genitore con una ventina d’anni in meno. Non che lui si sentisse vecchio, ma Draco l’aveva sempre visto come “adulto”, vederlo ora come “coetaneo” doveva essere uno shock per lui … Purtroppo Lucius non poteva permettersi di perdere troppo tempo. – Mi serve il tuo aiuto, Draco. – disse sbrigativo.
Il ragazzo sentì l’urgenza nella voce del genitore, ma non voleva darci troppo peso. - Perché ti sei conciato così?
- Non ho tempo per le tue domande, Draco. Dobbiamo agire velocemente.
Draco trasse un profondo respiro: evidentemente era una questione vitale e urgente. Assentì con il capo. – Cosa ti serve?
- Segui la Mezzosangue Granger e non lasciare che Severus Piton le si avvicini.
Draco aprì la bocca ma non riuscì ad articolare un suono. Probabilmente non aveva capito bene cosa suo padre avesse detto.
- Devo anche sapere cosa le piace e come posso avvicinarla.
Non si trattava di un errore, non aveva sentito male: SUO padre gli stava chiedendo di quella schifosa Mezzosangue?
- Padre, cosa diavolo …
- Andiamo Draco, non te lo chiederei se non fosse fondamentale!
Suo padre era serio.
Lucius assottigliò gli occhi minaccioso, come faceva sempre quando esigeva qualcosa senza obiezioni da suo figlio.
Sbatté gli occhi più di una volta: era strano vedere le espressioni così tipiche di suo padre in un volto troppo giovane. – Ok, la Granger sarà sicuramente insieme a Lenticchia e Sfregiato.
- Mi serve da sola.
Draco fissò suo padre con sollievo, la situazione cominciava ad avere più senso: Lucius stava cercando di interrogare o – ancora meglio – affatturare la Mezzosangue. Questa considerazione lo tranquillizzò un poco.
- Può darsi che vada a fare spese da qualche parte: mentre Potter e Weasley perderanno tempo da Zonko o altri negozi stupidi, lei andrà sicuramente da sola a vedere libri o altro materiale scolastico. Si daranno appuntamento ai Tre manici di scopa, probabilmente.
Lucius annuiva mentre ascoltava attento. Poteva braccarla all’uscita di qualche negozio, accompagnarla verso il bar, … La mossa successiva si delineò facilmente nella sua mente. Già si vedeva nel chiederle “Ti andrebbe di bere qualcosa?” Sì, ce l’avrebbe fatta. – Bene. Vado.
Draco inspirò, quasi si fosse bloccato nel dire qualcosa. La cosa non sfuggì a Lucius.
- Che altro?
Suo figlio esitò - Non credo che quell’abito sia adatto. – azzardò.
Lucius si scandalizzò: - E’ finissimo tessuto! Lavorato a mano dai migliori ….
- Sì lo so, padre. – Draco si inumidì le labbra cercando le parole giuste. – Ma non credo la Granger apprezzi i vestiti così ricercati. E nemmeno l’ostentazione di ricchezza. Ah, ha anche non so bene quale avversione agli Elfi domestici …
Lucius non lo ascoltava, guardava trasognante i merletti ai polsini. – Ho dato il primo bacio a tua madre con quest’abito. A lei piacque un sacco … – Il suo sguardo, illuminato dai ricordi, incrociò quello del figlio. – L’abito intendo! Ma anche il bacio non fu male …
Draco cercava di racimolare saliva, cercando di non assumere un’espressione troppo esasperata.
- Trovi che sia così anacronistico?
- No, - Draco si riscosse – No, è sicuramente molto ricercato. Solo che la Granger è troppo provinciale per apprezzarlo. Sarà diffidente. Meglio qualcosa più classico … elegante, ma nel contempo semplice.
- Come il tuo vestiario.
Draco si guardò i pantaloni e il cappotto lungo fino al ginocchio. – Sì, una cosa così andrebbe bene.
- Ottimo! – concordò gioviale Lucius e iniziò ad sbottonarsi le vesti.
Un punto interrogativo si compose sulla faccia di suo figlio.
- Abbiamo la stessa taglia ora. Dammi i tuoi vestiti.
- Ma non puoi comprarteli?
- Ti ho già spiegato che non ho molto tempo, Draco. – Ormai Lucius si stava proprio svestendo.
- Ma non puoi usare la magia per modificare … ?
- Trasfigurare un abito del genere?! – Gli allungò la veste merlettata – Passami il cappotto, sto gelando.
Draco fece in fretta; passò maglione, pantaloni e cappotto a suo padre e si infilò la veste. Non si sentiva propriamente a suo agio, ma suo padre sembrava di tutt’altro parere: gli strinse una spalla compiaciuto. - Dovresti approfittarne per andare in cerca della futura signora Draco Malfoy. – Era allegro. Troppo allegro per una persona che stava andando a interrogare o incantare a una stupida Mezzosangue.
- Ehm … padre …
- Dopo, figliolo, dopo. – sorrise divertito. - Ora devi aiutarmi. – con fare cospiratore si avvicinò a suo figlio. – Controlla i dintorni di Zonko; io invece do un’occhiata alla parte alta del paese. Se vedi la Granger, sta’ nei paraggi e intercetta Severus.
- Il professor Piton? – Draco non capiva perché suo padre mirasse ad escludere Piton dall’interrogatore la Granger.
- Sì. Non lasciare che le si avvicini. – gli strinse di nuovo la spalla – Posso fidarmi di te, vero, Draco?
Lo guardava così fiducioso che il ragazzo si sentì investito di un’aurea di responsabilità che non gli permise di rispondere nulla di diverso – Certamente, padre!



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Capitolo 3
*** Mossa e contromossa ***


Una scomoda Scommessa

Grazie a tutti coloro che hanno recensito la "Prima Mossa" ^.^ Purtroppo non ho tempo stasera (è circa mezzanotte -__-') per rispondere singolarmente a tutti (mi riservo di farlo nel prossimo capitolo ^^), però volevo ringraziare sinceramente Mae, Erin87, Felicity89, giuliabaron, bribry85 ed Orione.
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia ai propri "Preferiti", ovvero Akasta, biancalupin, bribry85, eilinor, Felicity89, giuliabaron, Mae, noiaia, novecento_princi e Orione.

Buona lettura e di nuovo grazie ^^




Hermione Granger aprì la porta del negozio piuttosto scocciata. Ron ed Harry erano ancora così infantili! Di fronte a un compito impossibile dato da Piton loro si permettevano di alzare le spalle e commentare “Tanto ci darebbe un brutto voto comunque, no?”
E invece no! Lei avrebbe trovato la soluzione; non avrebbe fatto il gioco di quell’ingiusto, perfido e …
- Salve! – salutò decisa il commesso dietro al bancone. – Mi serve una scorta di Radigorda e Striodiosporo, e anche della Pietra Lunare, già che c’è. – improvvisamente ostentò un sorriso a mezza bocca - E, magari se avete un libro dedicato agli infusi di Alioto …
Anche il commesso sorrise – Compiti di scuola, eh?
Mentre spariva dietro il banco Hermione si arrischiò a rispondere in un sussurro – No, solo assurdi trucchi di un malefico pipistrello …
Un suono la fece scattare, un suono uguale a quel fastidioso sbuffo sarcastico che faceva il professor Piton quando qualcuno faceva uno stupido errore durante le sue lezioni.
Veloce si guardò intorno: nel negozio non c’era nessun professore, solo un ragazzo pallido all’estremo sinistro del bancone. Sfogliava pigro l’elenco degli ingredienti disponibili, ogni tanto riportava su un foglio a lato il codice di ciò che gli serviva . Hermione sbuffò e tornò a voltarsi verso il bancone, tanto ormai la figuraccia l’aveva fatta …
- L’Alioto è una pianta decisamente sottovalutata.
Hermione lo guardò di nuovo, mentre lui continuava a sfogliare il suo elenco: non sembrava che si rivolgesse a lei, ma non c’era nessun altro nella stanza con loro in quel momento.
Improvvisamente il ragazzo puntò i suoi occhi scuri nei suoi. - I libri non danno tutte le risposte. – continuò a fissarla mentre riponeva l’elenco.
Hermione si sentì in obbligo di rispondere – Non si può certo inventarle di punto in bianco.
Il ragazzo si scostò i capelli neri dal viso, infastidito. – Tipica risposta di chi dipende solo dalla parola scritta.
Hermione stinse le labbra sentendo le sue guance arrossarsi. Lui continuò imperterrito con una smorfia divertita – Nelle pozioni bisogna conoscere anche materialmente un ingrediente per saperlo usare.
Il commesso rientrò con diversi pacchettini tra le mani – Purtroppo non c’è un libro specifico sugli usi dell’Alioto, ma sicuramente su qualche manuale …
- Non c’è, ho già guardato. – Hermione estrasse seccata il suo borsellino per pagare. Mentre contava lentamente i soldi intravide il ragazzo fare cenno alla lista che aveva scritto accordandosi con il commesso per ritirare la merce in seguito. Sperò che la precedesse per uscire dal negozio, ma lui sembrava quasi aspettarla.
Hermione si imbronciò; si augurò proprio che quel tipo non avesse intenzione di seguirla e continuare a dispensare inutili consigli. Se avesse solo provato a deriderla di nuovo, gli avrebbe risposto per le rime!
- Sai, - iniziò lui appena la porta del negozio si chiuse alle loro spalle – Sono certo che saprei elencarti almeno cinque modi di usare l’Alioto che non sono descritti nei libri … - Hermione si fermò a guardarlo suo malgrado. – Ce la farei sicuramente prima di finire un boccale di Burrobirra. – dosò una pausa prima di aggiungere – Ti va di provare?
La ragazza ponderò bene la proposta: per avere degli elementi che avrebbero potuto aiutarla a svolgere il compito di Piton valeva certamente la pena sopportare una persona così fastidiosamente saccente per il tempo di una Burrobirra ... Tanto più che ai Tre manici di Scopa sarebbero arrivati sicuramente Ron ed Harry nel giro di pochi minuti ...
- Granger! - Draco Malfoy arrivò trafelato al suo fianco. Quando però vide il ragazzo di fronte a lei ammutolì, visibilmente sconvolto. L’altro invece non sembrava affatto sorpreso di vederlo, anche se la sua espressione impassibile sembrò assumere una luce leggermente scocciata.
- Mi cercavi, Malfoy?
Draco la guardò stranito; aprì la bocca ma non disse niente, tornando a fissare il ragazzo di fronte a sé.
Hermione non capiva; ma soprattutto non le tornava il vestito che stava sfoggiando il suo compagno di scuola: era uguale a quello del tipo che le era venuto addosso prima. E in effetti, doveva proprio dare ragione a Ron: una certa somiglianza fisica tra i due era più che evidente …
Fu il ragazzo che aveva incontrato nel negozio di Pozioni a rompere il silenzio: - Ci vediamo fra un po’ ai Tre manici di Scopa. – mise una mano sulla spalla di Malfoy e iniziò a spingerlo via.
- Ehi! Io non ho ancora accettato!
Il ragazzo si voltò a guardarla – Non ti serve contro un pipistrello? – un ghigno si formò sulle sue labbra.
Hermione non ripose. Le sembrò che Malfoy scuotesse leggermente la testa guardandola, ma non ebbe il tempo di appurarsene: l’altro ragazzo l’afferrò più saldamente e si allontanò. Continuò a fissarli con un sopraciglio alzato. C’era qualcosa che non quadrava. Con un senso di ansia, Hermione si affrettò a raggiungere il locale dove sperava di incontrare presto i suoi due amici.


Intanto, il professor Piton aveva spinto Draco lontano; lo lasciò solo quando fu certo che la Granger non potesse sentirli.
- E’ tuo padre che ti manda, immagino. – esordì.
Il giovane Malfoy guardò il suo professore: come era successo con suo padre, gli fece un certo effetto vedere una persona adulta che conosceva ringiovanita. Per fortuna, constatò Draco, il professore aveva avuto più giudizio su come vestirsi.
- Trovo ammirevole la tua totale dedizione a lui, non dev’essere facile …
- Mi ha detto di fermarla. - Draco lo fissò negli occhi.
- Ah, - il professore sembrava vagamente stupito - Ti ha spiegato la scommessa? Non immaginavo avrebbe rischiato tanto …
- Che scommessa? – Draco era certo che il professore avrebbe provato a confonderlo. Se suo padre gli aveva detto di tenerlo lontano dalla Granger ci doveva essere sicuramente un valido motivo. Tuttavia aveva dei forti dubbi sulle intenzioni di suo padre con la Mezzosangue. Insomma se voleva torturarla, perché non mettersi una maschera e appenderla a testa in giù come aveva fatto alla Coppa del Mondo di Quidditch?
- Ah, non te l’ha detto? – il tono falsamente sorpreso – Be’ posso capirlo … - il professore si voltò sospirando – Io ho provato a farlo desistere, gli ho detto che ci sono altri modi per divertirsi, ma quando Lucius scommette non bada ad alcunché per vincere. – sentì gli occhi curiosi del ragazzo su di sé e se ne gongolò – Una cosa disdicevole, senza dubbio, soprattutto nei confronti di tua madre …
- Cosa? – l’indignazione di Draco era palpabile.
- Ammetto che, fisicamente, la Granger non regge assolutamente il confronto con Narcissa, ma come ti ho detto, quando Lucius scommette …
Draco non lo ascoltava più, anzi, già avanzava a passo di marcia alla ricerca di suo padre.
Severus Piton ghignò.
Così il vecchio Lucius era sistemato per un po’…




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