Operazione Revenge

di Dark artifact
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kim ***
Capitolo 2: *** Giulia ***
Capitolo 3: *** Linda ***
Capitolo 4: *** India ***



Capitolo 1
*** Kim ***


Camminava tranquillamente per le vie di Kiev diretto verso il Mac Store più vicino.

Tranquillamente nel limite del possibile per un uomo che aveva assistito alla realizzazione del suo peggiore incubo: tutti i suoi preziosi trucchi erano stati dimenticati a Los Angeles –tragedia!- , e lui ora si trovava a centinaia di chilometri da loro, solo e sperduto nel freddo della Russia in agosto, senza nemmeno il fondotinta o la sua meravigliosa cipria bianca e piena di brillantini che lo faceva sembrare un alieno morto.
Un BELLISSIMO alieno morto-, aggiunse la sua testa.

Gerard Way, famosissimo cantante, uomo di quasi quarant’anni, padre di famiglia – e soprattutto persona matura che non spreca il suo preziosissimo tempo per una band che ha delle canzoni con dei testi che potrebbero essere scritti da dei ragazzini appena usciti dal liceo, ma preferisce dedicarsi ad attività molto più interessanti e serie, tipo fotografare fantasmi ed evocare satana tramite foto di pulcini e Power rangers -, senza i suoi trucchi si sentiva perso
.
Il fatto di doverli usare in scena non era altro che una scusa: non l’avrebbe mai ammesso pubblicamente, ma non sarebbe mai uscito di casa senza un filo di matita o un contouring adeguato.

Riassumendo, da lontano sembrava un normalissimo uomo che camminava, mentre all’interno era fuoco, fiamme, fulmini, Satana e uragani allo stesso tempo.
Ciò si poteva dedurre dalle occhiate inceneritrici che lanciava a chiunque intralciasse il suo cammino verso il la profumeria più vicina.
Pali della luce e bidoni della spazzatura compresi.

Aveva appena tirato un calcio ad un povero sasso che non doveva assolutamente occupare spazio sulla strada di Sua Maestà la Diva Dai Capelli Ex Rossi, quando sentì una voce che lo chiamava.
Per qualche secondo si illuse di poter fingere di non aver sentito, ma la fastidiosissima persona che aveva in precedenza gridato il suo nome lo raggiunse, rivelandosi una ragazza con una maglia dei Guns and Roses e un ciuffo di capelli castano scuro sull’occhio sinistro.
Grazie alle creepers che indossava lo superava di un paio di centimetri, impedendogli così di metterla in soggezione guardandola dall’alto al basso.
-Te la sei studiata, ragazzina. Bene, questa volta hai vinto tu.-
Cercò di distendere le labbra il più possibile quando lei gli chiese di abbracciarlo, ma tutto ciò che gli riuscì fu una smorfia molto più simile ad un ghigno di dolore che ad un sorriso.
La strinse mettendosi leggermente sulle punte –odiava essere il nano della situazione-.

Era stata proprio brava a metterlo a disagio, poche persone riuscivano a farlo sentire così inutile.

Mentre formulava questi pensieri si rese conto che da un abbraccio leggero la ragazza aveva tramutato la sua stretta in una morsa dolorosa. Cercò di divincolarsi, ma lei scosse la testa facendo brillare di malignità gli occhi color ghiaccio, tradendo le sue intenzioni poco pacifiche.

Sentì un sussurro appena percettibile nell’orecchio destro “Questo è quello che provo ogni giorno da due anni a questa parte per causa tua. Ti odio, zoccola senza vergogna.”

L’ultima cosa che vide fu una chitarra modello Stratocaster -pff, una misera copia- abbattersi a velocità elevata sulla sua testa. Poi il buio.
 
“Forza, aiutami a trascinarlo nel bagagliaio”
“Non è così facile, hai sentito quanto è ingrassato negli ultimi anni?”
“Zitta e lavora, non abbiamo tutto il giorno”
“Ma non possiamo ucciderlo?”
“No Kim, ci serve..”
“Ti prego”
“Nooo”
“Ma ha sciolto la mia band preferita..”
“Ho detto no!”





Buon pomeriggio, popolo del disagio! Sono sempre io, la tipa della OS deprimente di qualche settimana fa. Vi avevo promesso una long che tarderà un po' ad arrivare (miss ispirazione mi guarda con fare sdegnato e non ha intenzione di rifarsi viva).  Durante una MERAVIGLIOSora di fisica, nella quale mi stavo divertendo proprio un sacco (sì, sì, certo, e poi mi credete pure) ho avuto una folgorazione: perchè non scrivere qualcosa di leggero per rallegrare le giornate altrui? Quindi è venuto fuori questo scempio. Perdonatemi, so che fa schifo, ma le mie intenzioni sono ottime. Praticamente questa cosa era nata come una one shot, ma poi la situzione mi è sfuggita di mano come al solito (questo capitolo doveva essere riassunto in quattro righe) e ho deciso di dividerla in piccole "pillole di felicità" che posterò ogni giorno, o perlomeno quando ne avrò il tempo (il liceo fa schifo e mi ruba la vita). Spero che vi piaccia e soprattutto che vi strappi un sorriso.
Ci vediamo domani con il secondo capitoletto disagioso <3
Lilith



 

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Capitolo 2
*** Giulia ***


Non esiste nulla di più rilassante di un the caldo dopo un pomeriggio estenuante in studio, secondo Ray. 
In quel momento l’uomo sedeva su uno sgabello nel suo bar preferito sorseggiando la bevanda calda, perso nei pensieri riguardo ciò che lo rendeva più felice al mondo: la sua musica. 
Sospirò felicemente: ormai, quella del the, era diventata una specie di tradizione. 
Ogni volta che beveva dalla tazza fumante, si sentiva come se la giornata migliorasse istantaneamente. 
Bevuto il primo sorso, guardò verso il cielo, nel quale troneggiava un bellissimo arcobaleno attraversato dalle sottili gocce di pioggia del temporale che stava passando. 
Chiuse gli occhi ascoltando la melodia che aveva in testa e si girò verso destra, dove vide una ragazza che gli sorrideva.
Distese le labbra quando vide la maglietta di The Black Parade che indossava e la invitò a sedersi per scambiare due chiacchiere. Le parlò in generale del suo nuovo progetto come solista e dopo un po' si piegò per tirare fuori la chitarra dalla custodia accanto a lui e suonarle un inedito. Mentre non guardava, però, la ragazza gli lanciò addosso una rete. 
“Scusa, giuro che ti voglio tanto bene e non ti succederà nulla” sentì dire in modo ansioso appena prima di trovarsi con un fazzoletto impregnato di un liquido puzzolente sul naso. 
Cadde in una sorta di dormiveglia, durante il quale si sentì trascinare per un tragitto abbastanza lungo. 
Prima di perdere completamente i sensi sentì delle mani che gli accarezzavano compulsivamente i capelli in modo maniacale e oltremodo inquietante. 





“Secondo te gli abbiamo fatto male?” 

“Non credo, siamo state delicatissime e gli abbiamo somministrato pochissimo cloroformio. Kim, controlla che la ex redhead troia non si svegli.” 

“Gli abbiamo somministrato pochissimo cloroformio perché era tutto quello che avevamo, ti ricordo che i nostri fondi sono parecchio limitati. Comunque appena apre gli occhi glieli strappo.” 

“Anche io lo farei, ma ci conviene lasciarli nelle sue care orbite se vuoi che continui a fare il suo lavoro…” 

“Per cantare non servono gli occhi” 

“Troverebbe una scusa per non farlo, e poi oltre che per sequestro di persona saremmo condannate per tentato omicidio” 

“Togli pure il “tentato”, io lo uccido veramente. Poi se riusciamo a farlo fuori liberiamo il mondo da un fardello insostenibile…” 

“…Kim…” 

“Pensa alla fame nel mondo! PENSA AI BAMBINI! A QUEI POVERI BAMBINI AFRICANI CHE MUOIONO DI FAME OGNI GIORNO! PENSA ALLE MIGLIAIA DI PERSONE CHE CI SONO RIMASTE DI MERDA QUANDO HA SCIOLTO LA BAND! PENSA A NOI!” 

“Poi mi spieghi cosa c’entrano i bambini” 

“Lo farò quando troverò un senso al discorso che ho appena fatto” 

“Quindi sei consapevole di quello che hai detto?” 

“A malapena” 

“Comprendo… Tranquilla, lo elimineremo più tardi. Siamo a metà dell’opera." 

"Giulia, controlla la principessa Fro Fro.” 

“Sissignora”









Ciao personcine <3 
Sono sempre io, la vostra Lilith, puntuale nel rovinarvi la giornata. 
Questo è il secondo capitolo-disagio, spero di avervi strappato almeno un sorrisino piccolo piccolo. 
So che è molto corto e me ne vergogno, perdonatemi, io vi voglio bene. 
Non so che dire, vado a fare matematica. Ci vediamo domani con la terza puntata di questo obbrobrio, che più lo rileggo, più mi fa schifo. 
Se volete dirmi che fa pena (ma di questo ne sono già consapevole) oppure lasciarmi due paroline dove mi dite se vi piace (anche come messaggio privato, eh) io sono sempre pronta a leggere e rispodere. Davvero, mi fareste piacere.
Detto questo, buona giorntata <3 
Lilith

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Capitolo 3
*** Linda ***


“Hai preparato l’esca?”
“Sì, sì, tranquilla. E’ tutto pronto.”
 
Frank si lasciò cadere sul divano della sua camera d’albergo. Era stanco. Stanco del tour, stanco del color diarrea delle pareti della stanza e della sua vita in generale. In più al momento era stato preso da un attacco di nostalgia della sua band. Decise di fare qualcosa prima di scoppiare a piangere da solo e a fatica si tirò su dal divanetto nel quale era sprofondato. -Che schifo essere bassi- Pensò mentre si avviava verso la porta. Sarebbe uscito per fumare una sigaretta e rilassarsi, altrimenti si sarebbe rigirato tutta la notte nel letto in preda ai sudori freddi. Abbassò la maniglia e il suo sguardo fu catturato da un movimento vicino ai suoi piedi. Davanti a lui c’era un piccolo cucciolo di cane con delle ali da pipistrello fatte di cartone sulle quali era attaccato il cartello “seguimi per le coccole”.
Frank non riuscì a trattenere una risatina (adorabile) e si abbassò (non di molto perché era già nano) per accarezzare l’animaletto che gli leccò la mano. Dopo qualche secondo sbadigliò e trotterellò via, seguito a distanza ravvicinata dal chitarrista che gli gattonava dietro, ormai deciso a non lasciarsi scappare quella creaturina meravigliosa.
Andarono avanti così per parecchi minuti e, dopo aver girato circa metà albergo, il cagnolino si infilò in uno sgabuzzino dove le donne delle pulizie conservavano coperte e cuscini, tutto ordinato in grandi pile, su una delle quali si sistemò comodamente. Frank lo raggiunse velocemente e lo prese in braccio per coccolarlo, abbandonandosi su una di quelle morbide torri di tessuto. Ben presto, complici l’ora tarda e la stanchezza, l’uomo chiuse gli occhi e si addormentò.
Non appena fu sicura che non si sarebbe svegliato, una ragazza bionda spuntò dalla pila di cuscini e richiamò il cagnolino con un fischio, il quale la raggiunse ubbidiente e saltò nel suo zaino poggiato a terra. Controllando che non ci fosse nessuno a spiarla, avvolse Frank in una coperta (era piccolo e DOVEVA proteggerlo) e lo trascinò via, guardandolo dolcemente. Quel ragazzo riusciva a risvegliare il suo istinto materno inesistente.
Raggiunse le altre tre complici che la aiutarono a poggiare delicatamente il corpo del loro chitarrista preferito nel bagagliaio dell’auto accanto al quasi-cadavere di Gerard, non prima però di averlo avvolto in un ulteriore strato di coperte per evitare che prendesse freddo. Gli diedero tutte e quattro un bacio sulla fronte e chiusero il portellone delicatamente, in modo da non svegliarlo.
 
“Mio Dio, è così CARINO”
“Lo so, sto per piangere dalla dolcezza”
“Cosa”
“Shh, lascia perdere i miei fangirleggiamenti e osservalo”
“E’ un peluche”
“Dopo il cagnolino glielo regaliamo, se lo merita”














Ciao a tuttiiii
Volevo augurarvi nuovamente un buon pomeriggio e ringraziare la ragazza che ha recensito ieri sera. Sei stata davvero dolcissima, grazie ancora <3
E in questo capitolo sono entrata in scena io! Sì, Linda è il mio vero nome e sono una (finta) bionda pazzoide...
 A domani, miei piccoli guastafeste! 
(p.s. le recensioni sono sempre gradite) 
Lilith

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Capitolo 4
*** India ***


Mikey stava lavorando in giardino.
Da quando aveva letto su internet che le carote sembravano essere il cibo preferito degli unicorni, aveva iniziato a coltivarle in massa nel suo orto, trattandole come se fossero sue figlie, nella speranza di attirare almeno uno dei suoi adorati animali mitologici.
Mentre era chinato nell’intento di potare qualche foglia di troppo, sentì suonare il campanello.
“Saranno gli unicorni” pensò emozionato prima di andare ad aprire con un accenno di sorriso.
Non trovò però ciò che si aspettava e tornò alla sua poker face standard.
Infatti davanti a lui stazionava una ragazza con i capelli neri dallo sguardo serio.
“Mikey” disse “So che può sembrare strano, detto così, ma questo è un rapimento. Io e i miei complici abbiamo esaurito le idee per delle entrate in scena epiche tipo film d’azione e roba simile.
Devi venire con me. Se ti rifiuti di seguirmi sarai tramortito come tua sorellAHEM FRATELLO VOLEVO DIRE FRATELLO maggiore. Se invece deciderai di non opporti nessuno ti farà del male e uscirai da questa faccenda illeso. Che ne dici?”
Mikey soppesò la richiesta per qualche secondo, poi incurvò leggermente verso l’alto l’angolo sinistro della bocca.
“Ti seguirò, ma ho bisogno di un paio di minuti per finire di innaffiare il giardino. Me li concedi?”
Lei annuì e lo aspettò fuori dalla porta. Il bassista sistemò le ultime foglie di carota e la raggiunse nuovamente.
Seguì la mora fino ad una macchina dove vide quelli che riconobbe come i capelli di Ray. Si ranicchiò nel bagagliaio di fianco al chitarrista svenuto, facendo cenno con il pollice alzato al conducente per fargli capire che stava comodo. Quella situazione cominciava a divertirlo.
 
“Sul serio? Davvero ti ha seguita senza fare storie?”
“Te lo giuro, sembrava addirittura felice…”
“O-okay… contento lui, contenti tutti…”
“KIM! TOGLI LE MANI DAL COLLO DI GERARD!”
“MA LO STAVO SOLO ABBRACCIANDO! SUL COLLO!”
“SI DICE STRANGOLARE”
“E’ UNA MERA DIMOSTRAZIONE D’AFFETTO!”
“Dai, lo potrai uccidere alla fine, ma solo se si rifiuterà. Intanto controllalo.”
“UUUUUH, CHE BELLO. POSSO USARE UN COLT-“
“NO!”
“Okay… però non c’è gusto così…”
“Andiamo, dai. Joey ci aspetta.”








TAN TAN TAAAAAN. 
Ecco a voi il fatidico Quarto Capitolo.
So che sono in ritardo. Vorrei dire che oggi non ho aggiornato prima perchè sono uscita con i miei fantstici e meravigliosi amici del cuore, ma la verità è che ho cominciato a scrivere una nuova storia e ho perso la cognizione del tempo. Faccio pena awh.
Grazie alle due ragazze che hanno recensito ieri (spero di avervi sorprese u,u), vi risponderò non appena riuscirò a caricare questa cosa.
Buon sabato sera a tutti <3
Lilith

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