C'è la neve, nei miei pensieri

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Christopher ***
Capitolo 2: *** Michael ***
Capitolo 3: *** Donald ***
Capitolo 4: *** Alessandro ***



Capitolo 1
*** Christopher ***


Sarei voluto diventare un dottore, da grande.
Ed avrei voluto crearmi una famiglia tutta mia, con una moglie davvero innamorata di me e tanti piccoli marmocchi che mi mantenessero giovane anche quando il tempo sarebbe fuggito, con la sua velocità inesorabile.
Sono solo sogni, questi.
E lo rimarranno per sempre.
Mi sono continuamente chiesto a che età sarei morto, se sarei riuscito ad essere un centenario, come i miei bisnonni.
Ora so che non arriverò ai trent’anni.
Ho paura?
No, in me c’è solo accettazione, accettazione per questa guerra improvvisa che ha infranto tutti i miei desideri, rilegandoli a semplici e vani ricordi di un’epoca felice ed ormai perduta per sempre.
Sono solo, ora, solo con i miei pensieri, solo con la neve che mi abbraccia come un’amante dolcissima, e mi fa tremare.
Sono in guerra, adesso.
Ho paura?
No, perché l’unica speranza che ho è accettare il fatto che sono già morto.
Prima lo faccio, prima inizierò a comportarmi come si addice ad un vero soldato.
Senza pietà, senza compassione, e senza rimorso.
Solo così si vince la guerra.
 
 

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Capitolo 2
*** Michael ***


Qualcosa di freddo e delicato mi bagna il viso, facendomi rabbrividire.
Alzo gli occhi, e vedo dei cristalli piccoli e perfetti che scendono lentamente dal cielo, come un dono divino, come lacrime di commozione, o forse di pietà, per noi poveri ed innocenti soldati, costretti a combattere una guerra in cui non crediamo.
È la neve.
Era da quando ero piccolo che non la vedevo, ed adesso… adesso è sbagliata.
Qui, in questo momento, in questo luogo, è qualcosa di troppo bello, troppo magico, per uniformarsi al dolore che io ed i miei compagni stiamo vivendo, per condividerlo anche solo in parte, ed il suo candore puro stona con la violenza, con la morte, con l’odio che ci circonda da ogni parte.
Mi guardo attorno con occhi appannati, e noto che la coltre morbida ricopre i cadaveri che giacciono scomposti accanto a me, nascondendo i loro volti lividi immobilizzati in una smorfia di dolore ed angosciante terrore.
Si mischia con il sangue scarlatto, smorzando il suo rosso scuro che ferisce gli occhi e dilania le anime, purificandolo.
Guardo, e sorrido.
Amo la neve, ed amo la magia che contro ogni aspettativa ha portato anche qui, nel nostro personale Inferno.
Anche i miei compagni sono rimasti affascinati da tale miracolo, e con il volto all’insù, tacciono.
Ci godiamo così un momento di pace, l’unico dall’inizio della guerra.
Domani combatteremo, domani moriremo.
Ma adesso non lo sappiamo.
Adesso stiamo bene.

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Capitolo 3
*** Donald ***


È il 4 luglio, oggi.
I petardi scoppiano intorno a me ininterrottamente, senza fine, fondendosi l’uno con l’altro in un coro assordante che sale verso il cielo e si mischia con l’aria tersa e densa.
Tutto è caos.
Anche io amo sparare i botti, l’ho sempre fatto, sin da quando ero piccolo.
Il rumore è sempre più assordante, adesso.
Mi viene da sorridere, ed è una sensazione piacevole, piacevole e dimenticata.
Quando una bomba cade di fronte a me, smetto di ridere.
È la guerra, questa, non una festa.
Ed i petardi sono mine.
Ed io ho paura, terrore di morire qui, in questa buca fredda e stretta che probabilmente diventerà la mia tomba.
Cerco di pensare ai miei 4 luglio, quando ero a casa, quando ero felice ed al sicuro.
Non ci riesco.
La mia mente è occupata, adesso, da tutt’altri pensieri che mi feriscono la mente come coltelli affilati.
Le bombe continuano a cadere ed a scoppiare, sempre più vicine, sempre più pericolose.
Ed io sono sicuro di morire, ora.
Ma quando cala il silenzio, assoluto e perfetto, sono ancora vivo.

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Capitolo 4
*** Alessandro ***


Vorrei scuoterlo, ma so che gli farei solo più male.
Mi limito a stringerlo, allora, a stringerlo per cercare di scaldarlo almeno un po’, ma soprattutto per impedire alla vita di abbandonarlo.
Il suo sangue mi bagna i vestiti, ed il suo odore forte e dolciastro mi penetra nelle narici, causandomi imperanti conati di vomito che cerco di soffocare con estrema fatica.
Osservo il suo viso, pallido come la neve che ci circonda, e mi si stringe il cuore.
Lui è la persona più importante per me, l’unica che mi è rimasta dall’inizio della guerra.
Ed ora lo sto perdendo, inevitabilmente.
Apre gli occhi, il mio amico morente, e li incatena ai miei, come ha fatto infinite volte, prima, per leggere nei miei pensieri senza che dovessi parlare.
Il velo di lucidità del suo sguardo si appanna velocemente.
Il mio amico muore.
Io sono vivo, invece.
Ma è come se non lo fossi più, rapito per sempre dal dolore di questa guerra continua e senza fine.
C’è solo spazio per il pianto, ora.
Ed io mi abbandono ad esso.

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