Amarsi o dimeticarsi? di Risa_chan (/viewuser.php?uid=63749)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Struggimenti d’amore ***
Capitolo 2: *** La miglior nemica ***
Capitolo 3: *** Chi sei? ***
Capitolo 4: *** Strategie d’attacco: colpevole wanted ***
Capitolo 5: *** La pozione cancella dolore ***
Capitolo 6: *** Patrick Ewan ***
Capitolo 7: *** Pensieri tra i tavoli del pub parte I ***
Capitolo 8: *** pensieri fra i tavoliparte II ***
Capitolo 9: *** Controindicazioni ***
Capitolo 10: *** Finalmente ti ricordi di me! ***
Capitolo 11: *** Vaniglia e cioccolato ***
Capitolo 12: *** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte prima ***
Capitolo 13: *** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte II ***
Capitolo 14: *** Impossible is Nothing ***
Capitolo 15: *** Fine del sogno ***
Capitolo 16: *** Per odio, per amore ***
Capitolo 17: *** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto(lettere d’amore prima parte) ***
Capitolo 18: *** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto... Seconda parte ***
Capitolo 19: *** La cosa più strana del mondo ***
Capitolo 20: *** Confidenze ***
Capitolo 21: *** Il lupo in lui ***
Capitolo 22: *** Conoscenza oscura parte I ***
Capitolo 23: *** conoscenze oscure parte II ***
Capitolo 24: *** dimenticare ora sì, poi chissà! ***
Capitolo 1 *** Struggimenti d’amore ***
C’era
qualcosa di sbagliato in tutto quello; di dannoso e controproducente e
la domanda che prepotente si insediava nei suoi pensieri era, Un uomo
poteva umiliarsi a quel mondo per una donna? Non riusciva mai
a trovare una risposta, accidenti.
Innamorarsi
andava anche bene, e capiva benissimo che quella benedetta ragazza
avesse parecchie qualità da far innamorare anche la piovra
del lago. Era molto carina, intelligente, un carattere piccante quanto
un peperoncino, sapeva essere anche simpatica.
Però,
ridursi in quello stato, no, Sirius Black, non lo capiva.
Guardò il suo amico steso sul letto, immobile, senza nessuna
voglia di alzarsi per fare alcunché.
“James,
per favore... tirati su....” chiese esasperato, cercando di
smuovere l’amico dalla sua posizione. Era una cosa inusuale
che Sirius Black chiedesse per favore, non per scarsa educazione, sua
madre aveva provveduto a fargli imparare a memorie le regole di bon ton
del perfetto purosangue. Lui, era il tipo di ragazzo che non doveva
chiedere mai, non perché usasse “Asck”,
più semplicemente, non aveva bisogno di chiedere niente.
Ovvio, non vi pare?
James
Potter, migliore amico di Sirius, era a terra più di una
gomma bucata, il suo umore era ai minimi storici e tutto per una donna.
Sirius aveva passato la notte ad ascoltare le lamentele e i piagnucolii
( prontamente ispirati da Piter Minus, esperto in piagnucolii). Una
nottataccia, in parole povere.
“Non
ho ancora ben capito cosa sia accaduto!” esclamò
Sirius inarcando un sopracciglio. Un mugugno,
parole insensate, frasi scordate, e un semplice, lasciami
affogare nel mio dolore.
E
ancora, Un uomo poteva ridursi in quello stato per una donna? La
dannata risposta era sì, in particolare modo se lui si
chiamasse James Potter e lei Lily Evans. Forse era perché
non si era innamorato, si disse chiudendo la porta del dormitorio.Le
relazioni che aveva avuto erano state sempre troppo brevi, per arrivare
a capire ciò che provava James. In qualsiasi caso, ora,
malediva il giorno in cui James si era innamorato della Evans. Proprio
di lei doveva innamorarsi? Perché non di un'altra? Mary
Macdonald , o Sarah Bergman? No, di Lily Evans.
L’ultima persona che sarebbe potuta uscire con lui.
E
James era così stupido da continuare a sperare... quanti
anni le andava dietro? 4, 5? C’era stato uno straccio di
risultato? No! L’unica cosa che le aveva detto di diverso dei
soliti no era stato: “Uscirò con te quando la Luna
morirà.” Perché non ci metteva una
pietra sopra e andava avanti? Lui faceva così, un grazie
tante, e avanti la prossima. Certo, lui era l’unico ad avere
il suo pseudo fan club personale, sempre pronte a consolarlo se ce ne
fosse stato bisogno... lui non aveva mai accettato, le sanguisughe
potevano essere molto pericolose. Senza contare che erano oche... e
questo bastava e avanzava.
Si
sedette pesantemente vicino a Remus al tavolo di Grifondoro per mettere
qualcosa sotto i denti. Sentì distrattamente un “E
James?” mormorato da Remus. Sirius avrebbe voluto non
rispondere, grazie a Merlino, il ragazzo capì da solo che il
cercatore era entrato in una delle sue crisi profonde depressive.
“Pensi
che si impiccherà?”
“No,
ci ha già provato ieri notte. È disteso sul letto
a piangersi a dosso.” Rispose Sirius.
“Sta
notte è stata...tremenda... quasi quanto...” disse
Remus eloquente. Sirius rise alla battuta dell’amico,
perché paragonare il suo piccolo problema a i problemi
sentimentali di James, rendeva la cosa più comica e meno
allarmate.
“Mi
domando come ha fatto a dormire Codaliscia!” i due guardarono
Piter Minus riempirsi di cibo, decidendo subito di distogliere lo
sguardo da quella visione indecente.
“Non
so più cosa fare, Lunastorta...pensa qualcosa tu
perché finiremo per giocarcelo definitivamente.”
Tuttavia,
per Remus Lupin la diagnosi non era diversa da quella di Sirius: era
una causa persa in partenza. Guardò Lily per un attimo
chiacchierare felice con le sue amiche. Era chiaro come il
sole a mezzogiorno che non era interessata a James... difficilmente
sarebbe uscita con lui, diciamolo pure, mai...Lily non lo odiava come
James continuava a sostenere, però, non le piaceva
il suo comportamento e alcuni lati del suo carattere, certo, aveva
avuto modo di vedere solo quelli, e non aveva mai osservato un James
diverso, come quello che conoscevano i suoi amici. Non poteva,
nonostante ciò biasimarla.
Cercò
di deviare il discorso su un’altra faccenda, non meno
spinosa: “tu, invece? Come va con...”
“Non
me ne importa niente di quella, ok? Vuole stare con il suo migliore
amico pseudo fidanzato? Tanto piacere!”
Remus
Lupin non era affatto convinto. Guardò Sirius lanciare un
occhiata alla ragazza che faceva colazione con il nuovo fidanzato. E
non era un’occhiata indifferente. Tossì due volte,
poi riprese a mangiare, convincere il re dei testoni era
un’impresa ardua, e aveva bisogno di energia.
Ci
fu un fatto che mandò in fumo i suoi piani di persuasione:
Quando Lily Evans si alzò dal tavolo, Remus e Sirius
compresero all’istante il perché James fosse
sprofondato in una disperazione così totale. La giovane
rossa si era avvicinata a Nathan, lo baciò con un tenero
bacio sulle labbra.
I
due Malandrini si guardarono sconvolti da ciò che avevano
visto: nessuno dei due aveva immaginato che la questione fosse
così grave. Silenzio... Sirius non riuscì a
staccare gli occhi dalla coppietta, che uscì dalla sala
grande tenendosi per mano insieme a quell’altra
coppietta, tutti felici come le pasque.
A
quel punto Sirius Black avrebbe voluto immergere la testa nella sua
ciotola di il Porridge, Remus gli batte una mano nella
spalla... c’era d’aspettarselo. Decisero di
lasciare James dov’era, meno vedeva e meglio era, ma per
pranzo sarebbero dovuti andarlo a prendere perché Non poteva
saltare troppe lezioni. Sarebbe stato sospetto.
Era
una fredda giornata di gennaio, il parco, i tetti e i camini
di Hogsmeade erano ricoperti di neve, una di quelle che i professori
riempivano di compiti, una di quelle che avresti preferito
rimanere al calduccio sotto le coperte.
Ed
era di certo iniziate nei peggiori dei modi, anche se passò
molto in fretta.
Remus,
Sirius e Piter, riposero le loro cose in fretta per poter
andare a prendere il malato d’amore, diciamo in stato
terminale, un po’ spaventati da quello che avrebbero potuto
trovare nel dormitori. Uscirono dall’aula senza scambiarsi
una parola, troppo concentrati a pensare al peggio per la loro povera
stanza.
“Ehi,
Black, dov’è Potter? Adesso non si degna nemmeno
di seguire le lezioni?” esclamò Lily.
IL
diretto interessato, si fermò, e per poco non le
chiariva due o tre cosette se Remus non avesse salvato la situazione
afferrandolo per un braccio e con il suo miglior sorriso rispose:
“James, questa notte non si è sentito affatto
bene...ieri a cena deve aver esagerato. Non ha chiuso occhio, e sta
mattina non si reggeva in piedi. Comunque, sono certo che
starà meglio, ora...verrà alle lezioni
pomeridiane.”
Penserete
che sia la peggiore bugia che il nostro dolce e preferito lupacchiotto
che abbia mai detto. Non è così: in effetti James
( o Ramoso) era stato male, tanto da vomitare la cena.
L’amore fa soffrire come animali, o se preferite... come
cervi.
“Oh...”
fu la risposta di Lily che guardò perplessa gli altri.
Remus
come un fulmine trascinò via gli altri prima che altre
domande indiscrete potesse colpirli.
“
Da quando Lily Evans, è amica intima di Cornelia
Steavens?” chiese Piter.
“forse
da quando lei esce con il migliore amico del ragazzo di lei.”
“Ah.”
“Giocano
alle famigliole felici, quelle che si usano per le
pubblicità per capirci... patetico!”
esclamò Sirius.
“E
non lo dico per invidia!” finì guardando
l’espressione che aveva fatto Lunastorta.
Quest’ultimo alzò le braccia per dire
“Chi ha detto niente”.
Trovarono
James nella stessa posizione in cui Sirius l’aveva
l’asciato, e intendo nell’identica posizione come
se non si fosse mosso di un millimetro, Felpato alzò la
bacchetta deciso ad usare le maniere forti, Remus di parere avverso lo
fulminò con lo sguardo e si avvicinò molto
delicatamente all’amico, con la stessa delicatezza lo scosse
e disse: “James, alzati e andiamo a pranzo.”
“No.”
James
si ritrovò appeso per una caviglia, Remus con un altro colpo
di bacchetta gli spruzzò un bella dose di acqua.
Sirius
lo guardò intensamente Remus, che evitò
di ricambiare lo sguardo e rispondere alla tacita domanda di Sirius.
“Ramoso
smettila con questo assurdo comportamento!”
“Lasciami
andare!”
“Apri
le orecchie, ora tu scendi a pranzo senza discutere.”
Remus
Lupin era il classico tipo gentile e dolce, tuttavia, aveva abbastanza
carisma e autorità per farsi ascoltare senza troppe
discussioni.
Fu
così che James, si ritrovò al tavolo di
Grifondoro. Con il corpo, almeno, perché la sua testa era da
tutt’altra parte, ormai deciso a porre fine alla sua inutile
esistenza, rimase in un angolo per tutto il tempo del pranzo e delle
lezioni, senza guardare in faccia la Evans.
Eh,
sì...a volte i casi della vita ribaltano anche le abitudini
più consolidate nel tempo, come quella di “James -
rincorri la Evans - Potter.”
Non
si può piacere tutti, questo è un dato di fatto:
ci sono persone che ci vanno genio, altre che preferiremmo
vedere crepare sotto atroci torture.
Un
esempio, che possiamo definire esplicativo, che arriva dalla famosa e
rinomata scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: Piton e Potter, due
esemplari maschi che vanno accuratamente tenuti a debita distanza, a
meno che la vostra intenzione sia di distruggere la stanza, se non
l’intera abitazione. Ecco, volete demolire casa senza costi
aggiuntivi? Chiudeteci dentro Piton e
Potter insieme e l’effetto è assicurato, potete
credermi sulla parola.
Un
esempio opposto? Prendete il già citato Potter e
accoppiatolo a Black. Sirius Black sta a James Potter quanto il cacio
sta su i maccheroni. Uniti fino alla fine in un’anima sola,
due affascinati giovani con un obbiettivo comune: massacrare Severus
Piton.
Ad
Hogwarts, l’amicizia tra Sirius Black e James Potter
è famosa, se non altro per la popolarità di
tali esemplari in via d’estinzione, per la bravura,
e per la loro fama di combina guai “Nel cuore e per
sempre” insieme a Remus Lupin e Piter Minus.
Ebbene,
Lily Evans considerava Potter come l’essere
più fastidioso che potesse vivere sul pianeta, continuava,
anzi, si ostinava a chiederle di uscire con il risultato di
ottenere solo rifiuti.
Ormai
la faccenda fra i due era ben nota a tutta la scuola, senza
eccezioni di sorta, perché era diventata una specie di rito
consolidato: sempre stesso modo, stessa identica risposta, a volte, si
ripetevano i anche i luoghi, e le ore. Che so, ogni volta
all’ora di pranzo in Sala grande, o nello stesso corridoio
usciti da incantesimi. Quasi si potevano rimettere gli orologi quando
Potter pronunciava la fatidica frase. Se eri uno studente attento,
potevi anche prevedere ogni singola parola, ogni insulto, contornato
dalla perfetta cadenza con cui veniva pronunciato dai due protagonisti.
Tutto
ciò sembrava finito d’improvviso: quella volta,
James Potter non chiese a Lily nulla, non pronunciò una
singola parola a chicchessia, in realtà.
Sirius,
per questo era imbufalito, non sopportava l’idea che una sola
ragazza potesse fare quello a James.
******
Hmm... che ne pensate di
questa roba? Questa doveva essere la terza fanfiction,della famosa
trilogia, per chi non ne sapesse nulla, leggete le altre mie storie,
forse capirete. Se funziona potrei anche continuarla, altrimenti ciao,
per cui fatemi sapere recensendo!!!!! Non sarò
così veloce come con l’altra, perché
questa la scriverò passo dopo passo, studio permettendo.
Anche se ho un scacco di storie dentro al mio computer ( ho
tre anni di arretrati)....va beh magari fra un capitolo e
l’altro pubblicherò qualcos’altro,
sempre se continuerò!
Baci,
Fanny
|
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Capitolo 2 *** La miglior nemica ***
Lily
Evens lì per lì non ci fece caso, vuoi
perché aveva un mucchio di compiti da sbrigare,
vuoi perché in quel momento stava pensando a
tutt’altro, affamata che non fece caso
all’assenza di James.
Dopo,
però, verso al fine delle lezioni, quando appunto ogni
studente inizia a rilassarsi dopo una lunga giornata, e fa i bilanci
giornalieri, La giovane Grifondoro, iniziò a percepire una
strana sensazione, come se qualcosa non fosse andato per il verso
giusto, pensosa aggrottò il suo grazioso nasino
cercando di sforzarsi, cosa di diverso era accaduto. Avesse dimenticato
qualcosa? Però più pensava e più nulla
le veniva in mente.
Chiese anche a
Nathan, ma neanche lui sapeva dirle nulla,le disse semplicemente che
forse era molto stanca.
Qualcosa
c’era... qualcosa che doveva succedere ma che non era
accaduto, ma cosa? Giunse in lei in aiuto, Cornelia Stevens.
“Ehi
Lily! Deve essere una vera lamma?” le disse avviciandosi con
un gran sorriso.
“Cosa?”
“ma come
per la prima volta da un paio di anni a questa parte James Potter non
ti nemmeno detto ciao! Per te questa è una
giornata da ricordare!” le rispose ridendo.
Lily
sbattè le palpebre un paio di volte,
immagazzinò l’informazione ed in un attimo aveva
la soluzione sotto mano... ecco cos’era! Era Potter che
mancava! Mancare era una parola grossa, certo è
che la differenza si era sentita.
“Merlino
è vero! Non ci avevo fatto caso, lo sai?” disse
Lily, molto più sollevata. Sarebbe stato peggio se la
questione avesse riguardato altro.
“Lily,
dico stai scherzando? Questo è un AVVENIMETO! E tu non te lo
godi fino in fondo?! Hai davvero sprecato un’occasione unica,
amica mia!”
Il gruppetto
scoppiò a ridere.
Cornelia Steavens
era curiosa. Al contrario di Lily, lei si era accorta e come, e aveva
notato di più. Potter la stava evitando volutamente. Ma, la
cosa che più la divertiva, era vedere Sirius Black,
furibondo.
Non c’era
cosa che le piacesse vedere di più: quel viso
aristocratico arrabbiato nero più del suo nome. Niente
era più gratificante.
Doveva conoscere i
particolari di quanto era accaduto, nonostante avesse fatto due
più due. Non vedeva l’ora di poter torturare
Black, con qualche battuta buttata lì, con finta innocenza.
Vi starete
chiedendo perché, di tanto godimento alla sofferenza,
Ebbene, Il rapporto tra Black e Stevens, era qualcosa di veramente
raro: Cornelia poteva essere definita la miglior nemica del nostro
affascinate amico. Se uno era il nero, l’altra era il
bianco, tra loro c’era una sottile competizione che
colorava le loro giornale, il loro detestarsi era cordiale, finemente
raffinato, semplicemente sublime.
Black era così... così, irritante, con
quella aria da Grandeur che sfoggiava per i corridoi, con quella sua
mania di infrangere le regole.
Era egocentrico,
presuntuoso, arrogante, testardo, così dannatamente
infantile.... come Potter che continuava ad infastidire Lily. Per non
parlare della sua smodata passione per le ragazze... Non poteva, non
voleva, proprio sopportarlo.
E secondo lei era piacevolmente ricambiata. Infatti, durante la cena,
quando stava cercando, anzi, il termine più appropriato
sarebbe costringendo James con la violenza a mangiare un cosciotto di
pollo, vide quella figura alta e longilinea avvicinarsi, il sangue
iniziò a sobbollire nelle vene.
Ci mancava lei, a
coronare la giornata, Lei sono tutta d’un pezzo
Steavens”, Sirius sapeva benissimo cosa quella
Strega voleva da loro. Oh, si che lo sapeva.
Non gli e
l’avrebbe data vinta, mai. Non come quella volta....
Quella giornata non era
iniziata nei migliore dei modi, i ragazzi per colpa della precedente
notte brava si erano alzati tardi senza nessuna
voglia di farlo stanchi morti com’erano.
Di
fatti, si svegliarono alle 8.30, con conseguente toccata e
fuga al tavolo per la colazione e via di corsa a Trasfigurazione.
Ne
erano successe fino a quel momento: James era inciampato
sulle lenzuola, trascinando sul freddo pavimento Sirius, che
sbatté la testa sula zampa del letto. Poi, Minus rimase
incastrato sul quel dannato scalino che spariva, non vi dico la fatica
per tirarlo fuori.
Sirius
già aveva i nervi a fior di pelle, aveva un gran mal di
testa, l’unica cosa che desiderava era mangiare in santa
pace. Non poté fare nemmeno quello perché Piter
momenti si strozzava con un pezzo di pane tostato ( che bella occasione
persa! Sigh!).
Arrivarono
disgraziatamente il ritardo beccandosi la milionesima strigliata della
professoressa McGranitt.
Che
giorno di merda. La professoressa lì
riempì di compiti, scatenando crisi isteriche a Codaliscia.
Il
colpo di grazia arrivò alla fine della lezione.
Sirius era del tutto impreparato.
“Black”
“Che
cosa vuoi?”
“Voglio
farti un regalo!”
L’interessato
chiuse gli occhi e sospirò girandosi lentamente. Quello a
preoccuparlo era il tono tranquillo che la sua voce aveva assunto.
Si
ritrovò un orologio a due centimetri dal naso -un
sveglia.
“Cosa
sta a significare?”
“Così
domani riusciresti ad arrivare in orario! Forse...”
Risatine
fastidiose. Felpato digrignò i denti e mandò a
quel paese quella creatura fastidiosa.
Si
allontanò furioso, con i suoi amici al seguito, che avevano
trovato divertente lo scherzo.
“Volete
smetterla razza di idioti?” urlò Sirius appena
arrivato nel sotterraneo di pozioni.
“Dai
non prendertela...”
Già, non prendersela
era una parola.
Quella volta aveva vinto lei. Ma non doveva ripetersi. Sirius,
ordinò ad Remus e Piter di sbrigarsi ad andarsene,
perché non quella donna non doveva assolutamente
mettere le grinfie su James. Ne andava del suo onore di uomo. Lui, dove
assolutamente impedire l’irreparabile.
Remus, che
certamente non la faceva così tragica, lo
accontentò per non starlo a sentire. Piter, invece, lo fece
controvoglia perché voleva ancora mangiare qualcosina,
nonostante avesse fatto il bis ben quattro volte. Mancò poco
che Sirius lo mandò via a calci nel sedere.
Giusto in tempo.
*************
Remus lanciò un’occhiata a James costatando che
Sirius non aveva tutti i torti a preoccuparsi così tanto per
l’amico, stava veramente male, Poteva confermare con assoluta
certezza che non aveva mai visto così James prima
d’ora.
Non sapeva che
pesci pigliare, e quando James deviò per il bagno prese in
considerazione l’idea di seguirlo per paura di qualche
stupidaggine. Si limitò, tuttavia a sequestrargli la
bacchetta. Anche se non sarebbe servito a nulla.
James
entrò nel bagno, che a quell’ora sarebbe dovuto
essere deserto, invece, c’era qualcuno, e, sembrava
aspettare lui.
Ramoso nello stato
in cui versava, non ci fece caso, e s’infilò in
uno gabinetto, intenzionato a volersi affogare dentro il Water. Una
morte che nessuno sano di mente vorrebbe fare, Il punto è
che James non era più sano di mete.
Un paio di mani
l’ afferrò per le spalle costringendolo a
voltarsi, convinto che fosse Remus, il ragazzo
sbraitò un lasciami in pace, accorgendosi solo dopo aver
parlato che quello non era il suo amico.
“Chi sei?
E che vuoi?”
“Io? Da
te niente. Ho solo la soluzione fatta a posta per te.”
Doveva essere pronto, affilare bene le sue armi a disposizione. Fare il
finto tonto, se quella provava a tirare in ballo Ramoso. Sangue freddo,
senza lasciare trapelare nulla...infondo lui era un esperto in questo,
con la famiglia che aveva avuto, doveva essere capace di padroneggiare
se stesso.
Chi avrebbe detto
che le ramanzine dei suoi ex genitori sarebbero servite a qualcosa?
“Tu guarda un po’,Steavens! Non dirmi che hai
sentito la mia mancanza.”
“Come se
ne può sentire di una matricola, Black.”
Cornelia si sedette
accanto a Sirius inaspettatamente, segno nefasto che significava fare
una bella chiacchierata con lui. Si legò i biondi capelli, e
poi porse tutta la sua attenzione a Black.
C’era chi
sosteneva che insieme formavano una bella coppia, bella lei, attraente
lui, avevano alcuni tratti in comune, pur: Cornelia era alta e
longilinea capelli biondi, occhi color vere-azzurro
dalla forma allungata, sofisticata, un po’ fredda,
intelligente ed educata, almeno secondo le voci che circolavano su di
lei.
Sirius,invece, era
alto, capelli scuri che gli cadevano sugli occhi grigi, un aria di
distratta eleganza, brillante e con un carattere più che
vivace.
Quello che
è peggio che alcuni dei loro amici avevano avuto quella
orrenda impressione.
“Secondo me,
per levartela dai piedi dovresti uscire con lei e...”
l’espressione di James era fin troppo eloquente.
La
risposta di Sirius fu categoricamente no: ci teneva alla sua
sanità mentale. Quella doveva stargli il più
lontano possibile. Punto.
Cornelia era dello stesso avviso, certamente.
“Penso che sareste una bella coppia una bella coppia
nonostante i continui battibecchi” aveva affermato sua
sorella Anne, una volta.
“Anne,
per favore aggiungi il soggetto, altrimenti non capisco.”
Replicò Cornelia.
“Tu
è Black è ovvio.”
“Non
è per niente ovvio.”
Cornelia non volle
più tornare sul argomento. Infondo, era molto più
divertente averlo per nemico, che come amico.
“Non
dirmi che vuoi far salotto con me, ti avverto che sono un cattivo
ascoltatore.”
“Io,
invece sì.” Rispose lei.
E il gioco era inizato.
Angolo dell'autrice
Per voi, in
escusiva con una velocità impressionate, ecco il
secondo capitolo di questa fanfiction! Il vostro supporto è
stato davvero utile... avevo abbandonato l'idea, e questa ff
è rimasta ricoperta da un bello strato di polvere,
e per cui è stato difficile riprendere il filo!
Ma, niente paura alla fine ho vinto io!
Lady Blue: non potevo non ascoltare la tua richiesta di continuare!
sono molto felice che ti piaccia! spero che questo capitolo ti piaccia
quanto il primo!
Pan_tere94: sono contenta che continui a seguire le mie storie, cosa mi
dici di questo capitlo?
Colgo l'occasione di ringraziare tutte le persone che leggono le mie
storie, e chi le ha inserite tra i preferti. Mi fa davvro molto
piacere. Continuate a recensirmi e a farmi sapere il vostro giudizio.
Una precisazione sul capitolo: le parti in corsivo sono dei flas back,
non ero si cura di averli evidenziati a dovere, ma non i piace scrivere
sopra Flashblack, perchè mi piacciono le cose immediate,
vorrei che chi legge riuscisse ad entrare dentro la storia, se ci
riesco, non lo so!
Baci, Fanny
|
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Capitolo 3 *** Chi sei? ***
Chi sei?
La mattina dopo Sirius si svegliò
conscio che anche quella giornata si sarebbe svolta una dura battaglia
fra lui e la Steavens.
Lei stessa gli aveva fatto capire quali fossero esattamente le sue
mire, come aveva già previsto, ovviamente. Voleva la
conferma che James fosse con l’umore sotto terra per Lily, e,
inoltre, voleva semplicemente poter vincere una sua espressione
imbufalita. Aveva aperto il discorso mostrando
tutta la sua costernazione nel vedere Potter così
giù di corda. E, sapere se potesse fare qualcosa per lui.
Sirius avrebbe voluto strozzarla, perché entrambi sapevano
benissimo il motivo di quello stato. Sapeva benissimo.
Quel discorso di finta preoccupazione sulla salute
così precaria di James, era talmente così ben
riuscito, che la cosa lo faceva diventare rosso dalla rabbia. Ma, poi,
era riuscito a metterla al suo posto.
Come? Semplice, con un sorriso malizioso, e le parole magiche:
“Non avrei mai creduto, Steavens, che ti piacesse
James!” detto con un tono decisamente più alto del
normale.
La vipera, non aveva potuto far altro di dire che si sbagliava,
e filarsela.
Non sapeva, però, se quel giorno sarebbe stato
così fortunato. Doveva assolutamente pensare ad una
strategia di contrattacco.
Non fece in tempo nemmeno a provarci perché un grosso peso
gli piombò sullo stomaco.
“Che razza di Dormiglione! Muoviti, Felpato! Una altra mega
giornata di scherzi ci attende!”
Qualcosa non andava... indiscutibilmente. Remus non avrebbe detto una
cosa del genere neppure se avesse bevuto chi sa quanto barili
di idromele. Piter? Lo scartò immediatamente,
c’era una sola persona, a parte lui.
“Ramoso?”
“Chi se no; idiota!” rispose ridendo come un pazzo.
Remus e Sirius guardavano James rimpinzarsi di ogni ben di dio,
parlando a raffica, e fece anche due o tre scherzetti innocenti con la
brocca del succo di zucca. Pensare che la sera prima era come
se fosse un moribondo in punto di morte, sul letto aspettando
la tanto agoniata fine, con lamenti struggenti sospiri strozzati, e
vedere von i propri occhi il James di una volta, era
inconcepibile.
Tanto che Sirius si chiese se fosse accaduto qualcosa durante la notte,
un qualche cosa che potesse anche solo spigargli in minima parte cosa
fosse accaduto, perché da solo non ci riusciva.
“Cosa avete tutti è tre? Sembra che siete appena
tornati da un funerale!” esclamò Ramoso guardando
le facce dei suoi tre migliori amici che lo guardavano
scioccati.
“Sai, James, credo che tu stia passano da uno estremo
all’altro, e sinceramente non credo che possa esserti di
qualche aiuto.” Affermò Remus, con una audace
razionalità.
“Di cosa stai parlando, scusa?” chiese lui.
“Questa è bella, davvero! Peccato non fa
ridere!” sibilò Sirius.
Non poteva decidersi prima di metterci una pietra sopra? No, doveva
farlo penare a quel modo? Ora si sentiva molto più
sollevato, certo... però...era strano. Come era strana
l’espressione di Ramoso alle sue parole. Aveva crucciato gli
occhi, aggrottato la fronte, e li guardava, li guardava con un
espressione incolpevole, come se veramente non sapesse di cosa stavano
parlando. Che grandi doti d’attore, non se ne era mai accorto.
In quel momento arrivò il quadretto felice,
ovvero, Lily Evans con Nathan Hilton, e Cornelia
Steavens, insieme a Erine Clifford, suo nuovo fidanzato,
nonché suo migliore amico suo e di Hilton.
I Tre Corvonero salutarono Lily che si diresse sorridente al tavolo
Grifondoro, era giunta l’ora della
verità... guarda caso l’unico
posto libero rimasto era quello accanto a Remus, sempre per
caso Gli occhi verdi della rossa si scontrarono con quelli del
Cercatore.... e Niente.
Non successe niente. Non poteva essere vero, era una cosa
IM-PO-SI-BI-LE. James era rimasto indifferente, o meglio sorpreso
dell’arrivo della ragazza, per il resto... Nada de Nada.
“Buon girono Remus, Black, Potter....”
“perché ci conosciamo? Sei una
nuova?”
Probabilmente un congelamento simile non si era
più visto dall’era glaciale. Lily
guardò James con uno sguardo tra lo stupito e il
furibondo. Se era uno scherzo dei suoi gli
l’avrebbe fatta pagare con gli interessi.
“Potter, non è giornata per i tuoi stupidi
scherzi...”
“Non è uno scherzo, non so veramente chi sei...
non dirmi che voi la conoscete, ragazzi?”
“ Andiamo a lezione con lei da sette anni...”
rispose costernato Piter.
“DAVVERO? Non l’ho mai vista! O mi state prendendo
in giro?”
Sirius pensò seriamente se il dolore potesse
cancellare la memoria, perché altrimenti non vedeva altra
spiegazione. Conosceva James meglio delle sue tasche, tanto
da riuscire a capirlo con un occhiata cosa pensasse. Ed era convinto
che fosse sincero. Lo diceva il suo sguardo, i suoi gesti, e tutto il
resto.
James Potter era stato sempre un ragazzo sincero. Perché
cominciare a mentire per una scemenza simile? Non poteva essere
arrivato ad un punto simile. Aveva toccato il fondo,
sì...non in quel modo.
“Ha dimenticato la Evans! E’ un
miracolo!” esclamò d’un tratto. Il
calcio che gli era arrivato agli stinchi da Remus
era un chiaro segno di: “ Taci idiota!”
Lily, era immobile, senza riuscire a pensare qualcosa, o forse non
voleva pensare... Guardò James, e
costatò che quello era lo sguardo che si poteva lanciare ad
una sconosciuta.
Come ci poteva sentire ad essere dimenticati? Era quella la sensazione
che si provava? James aveva dimenticato lei, solo lei.
Solo due semplici parole: Lily Evans. Quindi tutte le litigate, tutte
le parole sbagliate, gli scontri, gli incontri,qualsiasi cosa
che potesse essere Ricondotto a lei.
Ci accorgiamo dell’importanza di una persona solo quando la
perdiamo, che sia per amarsi, che sia per litigarci.
Ci si abitua anche al tramonto più bello. E,
quando non potremo più vederlo, ne sentiremo la mancanza.
Lily lo sapeva, ma l’orgoglio le impediva di accettarlo.
Remus passò tutt’ora di Difesa, anche le doppie
ore di Pozione a interrogare James su quella o quell’altra
cosa, prendendosi fra l’altro qualche richiamo. Ma il
risultato era sempre lo stesso. James ricordava tutto, tranne di Lily.
Fu lei stessa a dirgli di smettere, perché, affermava che
non le importava se Potter la ricordasse o meno. Era una bugia...
sarebbe morta piuttosto che ammetterlo.
“E’ colpa tua, esclusivamente tua! Come ti
è saltato in mente di dire una cosa del genere! James non te
lo perdonerà!” esclamò inondando
Sirius, parlando di James come se lui non fosse insieme a lui, cosa che
al diretto interessato non passo inosservata.
“Cosa c’entro io, Ora?” chiese.
“Vai a scusarti, immediatamente, razza di bifolco che non sei
altro! Poi, insieme cercheremo una soluzione.”
Ordinò lapidario Remus, senza ascoltare le proteste di James.
In cuor suo, Sirius sapeva benissimo di aver sbagliato, lui doveva
saperlo che non era una bella cosa. Essere dimenticati, intendo.
Si fece coraggio e andò a cercare la ragazza, pensando su
come potersi scusare, lui di certo non era un genio per
affari del genere. La trovò, dietro una colonna persa fra i
suoi pensieri, e lì, capì che forse James era
largamente ricambiato,senza che se ne accorgesse.
“scusami, non volevo dire niente che potesse
offenderti.”
“No, figurati. Anche io a volte ho desiderato che lui si
dimenticasse di me e mi lasciasse in pace. Anche se non pensavo che
potesse essere così...” si interruppe.
“Già, nemmeno io. Non è poi lo stesso.
Dovremmo trovare una soluzione, infondo. Non credo che sia un
incantesimo di memoria! Non potrebbe essere così preciso da
cancellare tutti i ricordi legati ad una sola persona. Deve essere
accaduto qualcosa.”
Nel’ombra, qualcuno sorride beffardo: “Allora ha
funzionato.”
**********
Ciao! ecco il nuovo capitolo di questa fanfiction! avete aspettato un
po', ma credo che ne sia valsa la pena. Spero che gradiate quanto gli
altri due. Le cose si fanno più intricate...chi sa che ne
verrà fuori???
Recensite mi raccomando!!!
Baci,
Fanny
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Capitolo 4 *** Strategie d’attacco: colpevole wanted ***
Lily e Sirius rimasero in silenzio per un
po’, cercando di pensare a qualcosa, anche se raggiunsero
un risultato scarsissimo.
Non c’era la minima idea di cosa, o chi, avesse combinato
quel pasticcio.
Sirius quando era ritornato in sala comune aveva trovato
James nello stesso stato con cui si erano lasciati, anzi,
quando si diresse verso le solite poltrone davanti al fuoco vide James
inondare di lacrime Remus, che basito lo lasciava fare,
dandogli pacche sulle spalle, probabilmente per riuscire a calmarlo.
Quella mattina, con tutto ciò, il suo umore si era
trasformato. Cercò di chiedere a Remus se fosse accaduto
qualcosa di anche lontanamente insolito, ma, Remus, disse, no, non
aveva notato niente di strano, James lungo il tragitto aveva fatto una
capatina in bagno, niente di speciale. Tra l’altro aveva
provveduto a sequestrare la bacchetta di James.
Il bagno: James quella sera era andato in bagno da solo... era
l’unico indizio... infondo loro non lo avevano mollato un
attimo per il resto della giornata... improbabile che qualcuno lo
avesse accredito durante la notte nella stanza, dove dormiva un segugio
come lui.
Sirius si stava scervellando, per capire cosa potesse accadere in un
bagno... aggrottava la fronte, si spettinava i capelli, lo
sguardo concentrato su qualcosa che non era la lezione,
Black era concentrato nelle sue elucubrazioni mentali, senza
accorgersi dei due occhi da lince che lo stavano osservando. Cornelia ,
come il resto degli studenti, aveva notato la rinascita di Potter come
se non fosse mai accaduto nulla.
Era convinta che Black avesse fatto qualcosa all’amico, ma da
come si comportava si sarebbe detto il contrario.
“James, posso farti una domanda?”
“Spara amico!”
“ieri quando sei andato in bagno, per caso hai visto
nessuno?”
“Sì... un tizio. Non lo so chi sia,
perché?”
Bingo. Quel tizio aveva fatto qualcosa a James, non
c’erano altre situazioni possibili...
Remus aveva dirizzato la schiena, e si era appoggiato alla sedia, in
modo da avvinarsi di più al banco dietro di lui, dove
sedevano i suoi amici.
“Ti ha rivolto la parola?” chiese
“Mi pare di sì... non ricordo cosa. Va beh, non ha
importanza! Comunque mi è venuta in mente un idea niente
male....”
Era un inizio... non sapevano chi, ne tantomeno perché, e
cosa di preciso avesse fatto.. era sicuro che un colpevole
c’era. Secondo Remus, bisognava informare I professori,
secondo Sirius bisognava fare per conto loro, e non vi sto a
dire chi vinse.
James Ignaro, come lo può essere un bambino, stava iniziando
a pensare che i suoi amici gli fosse saltata qualche rotella
fuori posto. Li osservava parlare fitto, senza capire quello che
stavano confabulando.
“Coda, staranno bene quei due?” chiese
“Quello che sta male devi essere tu, Potter!”
Di certo, quella voce non era di Coda, perché la voce di
coda assomigliava allo squittio di un topo spaventato, quella ad una
tigre fuori dei gangheri. Si voltò e vide Cornelia Steavens
avvicinarsi a passo di marcia con quella strana ragazza dai capelli
rossi.
Diceva di conoscerlo, diceva anche non erano mai andati
d’accordo, diceva tante cose, eppure lui non ricordava chi
fosse... una zanzara rumorosa gli ronzava nella testa, cercava di
suggerli qualcosa ma lui veniva in mente soltanto il Giglio.
Sì guardava la ragazza e mentalmente gli si
materializzava un enorme Giglio, il suo odore... non riusciva a capire
il perché, la rossa gli faceva venire in mete il fiore,
proprio quel fiore poi, non ne trovava la risposta.
Evidentemente non doveva essere importante.
“Steavens! Cerchi Sirius,eh? Ti sei stufata di quel
gallinaccio?!”
Come nuovo eh? Si è addirittura rinvigorito nelle battuta di
spirito pensò Cornelia, ancora più arrabbiata lo
prese per il collo della camicia, lo sbatacchio per bene.
“ primo:Chiudi quella fogna Potter! Secondo: smettila con
questo gioco definente, perché non fa ridere!”
Questa frase non gli sembrò nuova.
“Io non so di cosa .... ah!è sempre per lei! Giuro
sul mio onore di non conoscere questa bella ragazza! Ti dirò
di più, se l’avessi conosciuta non me la sarei
certo dimenticata, quel bel fiore!”
Cornelia dovette arrendersi all’evidenza. Sentiva
che doveva fare qualcosa, perché lo sguardo spaesato di Lily
era segno evidente che quel ragazzo indisponete era diventato il suo
punto di riferimento. Altra evidenza a cui si doveva presto
arrendere... Anche un ceco avrebbe visto che quei due erano fatti
l’uno per l’altra...Povero Nathan, per quanto si
sforzasse non avrebbe potuto soffiare il poto di quel
deficiente.
Cornelia odiava Potter solo perché odiava Black, per inciso,
lei non aveva nulla contro il Cercatore, per cui aiutarlo non era un
gran problema. Per Lily, avrebbe anche potuto seppellire
l’ascia di guerra con Black.
Sirius, non fu molto contento, di vedersi arrivare come un falco la
Steavens, fu ancora meno contento di sapere che quella si sarebbe
infiltrata nelle indagini.
“Nessuno ti ha chiesto aiuto!”
“Voi no, Lily sì. E in ogni caso, senza di me non
tirerete fuori un ragno dal buco!” affermò con una
certezza tale, che mancò poco di credere che lei ne sapesse
qualcosa.
Gli ingranaggi di Remus iniziarono a lavorare, frenatrici mentre quei
due erano impegnati a bisticciare come una coppia di sposini,
forse, non tutti i mali vengono per nuocere e se avrebbe
giocato la carta giusta, più di un problema si
sarebbe risolto.
“Felpato, ascolta...forse ha ragione lei.”
Gli occhi del ragazzo saettarono verso il lupacchiotto con una
velocità impressionate, mai una volta che Lunastorta fosse
dalla sua, mai!
“Grazie tante, eh!”
Cornelia assunse uno sguardo vittorioso, qualcuno che usava il cervello
c’era, per merino! Ascoltò la posizione di Remus e
si trovò subito d’accordo con lui. Lupin era un
prefetto, dunque aveva un sacco di doveri da sbrigare,
c’erano i compiti, e stava quasi sempre ammalato... non
poteva dedicarsi alla questione con la stessa loro dedizione .
“Non sto dicendo che non sono dei vostri! Il problema che
Piter non è utile, James bisogna tenerlo d’occhio!
Io e te non ce la faremo mai da soli.” Finì Lupin.
Sirius dovette accondiscendere, sconfitto.
Bisognava agire con metodo, per gradi, pensare di trovare il
colpevole fra tutti quei studenti senza una buona base di partenza era
da escludere a priori. Il primo passo era scoprire attraverso i sintomi
di James cosa esattamente quel dannato gli avesse fatto.
Cornelia, avrebbe pensato a questo. Black, essendo un suo
amico avrebbe dovuto fare una lista di sospetti, chi avesse tratto
vantaggio da quel evento.
“Non ce ne è bisogno! C’è
solo una persona! Nathan Smith! Chi altri? Il fidanzatino di Evans...
si è tolto un rivale.”
Gli arrivò un pungo sullo stomaco da una direzione non ben
identificata. Nathan era un ragazzo gentile ed era impensabile che
avrebbe fatto una cosa simile, in ogni caso, delle
probabilità c’erano.
“Falla senza discutere! Non bisogna dare nulla per
scontato.” Ribadì Remus.
James e Lily ( anche Piter), guardavano gli amici perplessi, non si
scambiarono una parola, l’uno perché troppo
concentrato sui suoi amici, l’altra per
l’orgoglio e l’imbarazzo.
Doveva sentirsi così ad essere ignorati, percepire
l’indifferenza dell’altro, peggio se a quella
persona vorresti chiedergli d’uscire.
James Potter, provava le stesse emozioni quando litigavano, che stava
provando lei in quei attimi? Se fosse stato così, Lily
comprese quello che .
Era stata ingiusta con lui, forse... si rese conto
all’improvviso che aveva sempre esagerato nei comportamenti
con James. Lei lo sapeva. Pur vero che Potter faceva lo stesso con i
suoi.
Per certi aspetti loro due erano uguali... testardi, orgogliosi,
assetati di giustizia... lo dimostravano in maniera diversa,
però lo erano.
Guardò James Potter, e per la prima volta lo vide
per quello che in realtà era: un ragazzo
coraggioso, divertente, un po’ monello, ma con un animo buono.
“Non ti preoccupare Lil! Ci penso io, a sistemare le
cose!”
Cornelia la riscosse dai suoi pensieri, le prese le mani e le strinse,
con uno sguardo deciso le assicurò che tutto sarebbe andato
per il verso giusto. Lily conosceva già
la risposta : nessuno avrebbe potuto fermare Black e Steavens.
Sorrise. Ne avrebbe viste delle belle per davvero.
Angolo dellAutrice:
Ciao! è da un po' che non aggiorno questa storia... spero
che mi perdonerete... che dire, questo capitolo non mi piace,
è uno di quelli intransitori ed il bello deve arrivare...
spero solo che possa stuzzicare la vostra curiosità. Chi
è il colpevole? cosa fa fatto a james? provate a
rispondere... e commentate numerosi, mi raccomando! se Recesite, fate
me molto contenta, cosicchè io aggiorno molto presto!!!!!!
Ah, lo so, il titolo fa schifo...ma, io e i titoli non
andiamo d'accordo, ve ne siete resi conto da soli, immagino. Sono
accettati anche i consigli.
Grazie di cuore a chi trova il coraggio di leggere quello che scrivo!
Baci, Francy
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Capitolo 5 *** La pozione cancella dolore ***
Non voleva parlare con quel tizio, non gli
poteva fregare di meno quello che aveva da dire. Fosse anche la trovata
del secolo, a lui non importava.
La sua dolce Lily se ne stava con uno scimmione... peggio di
così non poteva andare, tuttavia uno strano scherzo del
destino volle che quello sconosciuto, riuscì a
catturare l’attenzione del cercatore, mettendogli
davanti una boccetta colorata.
“Che roba è?”
“La soluzione ha tutti i tuoi problemi Potter. Questa
è la pozione “Cancella dolore”
può eliminare qualsiasi sensazione di malessere insieme alla
sua causa, ovviamente. Sarai come nuovo... tutti contano su di te per
la partita, in questo stato il boccino lo prenderai solo nei tuoi sogni
d’ora in poi...sempre se non decidi di farti
aiutare...” concluse togliendo la boccetta da sotto
il naso di Potter.
No, toglietemi tutto, ma non il mio Quidditch ...
tutto tranne quello, pensò James... era la sua vita, a pari
merito con Lily. Se iniziava a perdere sarebbe stata un onta
troppo grande per il grande James Potter.
Non poteva permetterlo.
Fu quel pensiero a spingerlo ad allungare la mano verso lo studente, a
stringere sul freddo vetro le sue dita.
Berla, e domani mattina sarebbe tutto finito, non avrebbe provato
più nulla. Aveva detto così il tizio. Ci penso
per tutto il tragitto, quando chiuso dalla coltri del letto... alla
fine cosa aveva da perdere?
Non aveva ancora capito perché quella ragazza volesse
aiutare James a tutti i costi, non era solo un pallone gonfiato su una
scopa?
Sirius si trovava in biblioteca a stilare la famosa lista dei sospetti,
accanto a lui, Cornelia sfogliava voluminosi libri.
Li stavano osservando tutti: dal primo al l’ultimo, compresa
la bibliotecaria... probabilmente i più pensarono che ci
fosse una rivoluzione in atto, ad Hogwarts, perché vedere
Black e Steavens seduti allo stesso tavolo senza litigare era
fantascienza come vedere Potter non tormentare Evans. Alcuni
nati babbani si convinsero di essere invasi dagli alieni, altri ancora,
che uno strano incantesimo fosse caduto sul castello, i più
scettici, spigarono il fatto dicendo di non aver visto quello
che credono di aver visto.
“Ci guardano tutti...”
“Li puoi biasimare?”
“no...”
Fine della chiacchierata.
Cornelia aveva visionato almeno 4 testi, Sirius aveva scritto
solo due nomi: o per essere precisi, aveva scritto due nomi quindici
volte di seguito ad intervalli regolari.
Cornelia lo sgridò sevareaìmente, lui le rispose
che di possibili sospetti ne vedeva solo due, allora lei gli
lanciò un testo sul capo e gli ordinò di
aiutarla. Rimasero impegnati per circa un ora prima di trovare la
soluzione.
“Black, ecco la soluzione! Si tratta della
pozione cancella dolore! È in grado di
cancellare qualsiasi disturbo fisico o psichico,
però se il malessere, in quest’ultimo
caso, sia dovuto ad una persona, il decotto
cancella ogni elemento che ricorda la persona, e la persona stessa
dalla memoria del mago!”
Era stato molto semplice... certo l’intelligenza di una
Corvonero era in equiparabile a qualsiasi intelletto.
“che dobbiamo fare per eliminarne gli effetti?”
“Che domande basterò preparare un
antidoto!” esclamò quella.
Attenzione: nessun antidoto è efficace, per eliminare gli
effe...
“Le ultime parole famose...” costatò
Black.
“Accudenti! Non si legge più nulla!”
“Qualcuno ci ha vomitato sopra ad occhio e croce.”
Maledetto Black e la sua sincerità buttò via il
libro. Erano punto a capo... qualcosa in più sapevano per
quanto poco. Doveva rintracciare quell’informazione mancante
in qualche modo, doveva trovarsi da qualche parte.
C’era sempre la possibilità di chiederlo al
colpevole... Cornelia prese la lista fatta da Sirius: Piton e Nathan.
Più scontato di così... ragionò:
perché Piton doveva fare una cosa del genere? Avrebbe optato
per qualcosa di più doloroso se mai; in ogni modo cancellare
dalla mente di Potter Lily non avrebbe giovato alla sua situazione.
Nathan lo conosceva troppo bene perché potesse essere capace
di una cosa simile.
“Nient’altro Black? È possibile che
quella testa vuota non pensa ad nient’altro?”
“bada a come parli! Per fare un cosa simile devi essere un
corteggiatore di Evans, altrimenti non avrebbe senso. A meno
che l’infuso non abbia effetti collaterali, e
quindi possa indebolirlo.”
“Un modo fantasioso, è vero... ma, non va escluso
nulla.”
“Forse è uno stupido scherzo.”
“Chi sarebbe il deficiente?”
In quel momento arrivò Remus con il corpo del reato in mano:
la boccetta che conteneva la pozione.
Grazie al cielo, c’era ancora. Da una bottiglietta si
potevano trarre molte informazioni, quali...
“Aspetta un attimo, ma questa boccetta è la stessa
del profumo che usa mia madre.”
Il mistero s’infittisce....
“Cosa? Non può essere una donna, James ha detto
che era un uomo...e poi si trovava nel bagno dei
maschi....” disse Remus
“A proposito dov’è James?”
chiese Sirius.
Remus non fece in tempo a rispondere, che Piter, arrivò
senza fiato. Con una informazione scottante: James si era
fidanzato ufficialmente con Cecilia Scott, Grifondoro.
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Capitolo 6 *** Patrick Ewan ***
Sirius e Cornelia potevano capire tutto tranne
quello, perché quella era la più leziosa frivola
e odiosa ragazza che si potesse incontrare.
Chissà, fosse la madre di Lavanda Brown? Avrete capito di
che tipo si tratta. Da collane enormi con scritto “amore
mio”... e non c’era tipo di cui James fosse
più allergico.
Dopo una settimana lui e Cecilia erano la coppia del secolo in
concorrenza con Lily e Nathan: il punto è che non poteva
sopportare che quella lì stesse con James e per una inutile
ripicca aveva intensificato la relazione con il Corvonero.
Nathan era tranquillo studioso e sparatutto amava leggere qualsiasi
cosa, era abbonato a Trasfigurazione oggi, e conosceva molte cose in
quanto a innovazioni magiche, ad esempio era un esperto della Filosofia
della magia.
Uno studio che guarda alla conoscenza globale della magia: I
naturalisti, i razionalisti, e tante altre.
Un giovane d’oro.
Per quanto lo riguardava non sapeva perché avesse
deciso di uscire con quella ragazza ridolina: sarà il
profumo dei capelli, o perché rideva sempre alle sue
battute, aveva occhi blu, un camminata buffa troppo
ondeggiante, e al disopra di tutto faceva qualsiasi cosa lui dicesse.
Cecilia, era una che sapeva stare al gioco e divertirsi... avrebbe
preferito Sirius ma lui voleva starsene rinchiuso in biblioteca con la
Steavens, ed il motivo gli pareva chiaro. Non
obbiettò, era lui quello che ci sapeva fare.
La ricerca era continuata per giorni perché quella
situazione era per loro insostenibile... vedere come per Lily e James
si erano parte le porte di una nuova vita, e come loro la
ignoravano. Sirius pensava che fosse un gran butto tiro mancino, aveva
un attacco di nevrosi se solo ripensava a tutti i sospiri, le
lamentela, le crisi che per colpa di Lily James incappava
costantemente, nel momento in cui lei si accorse di quello
che veramente c’era fra loro lui
dimenticò ogni cosa.
Insopportabile, per chi è il tuo migliore amico.
Gli scaffali erano stracolmi di libri e mai gli erano parsi
così tanti e così interminabili, grossi e
polverosi. Chiese se avrebbero dovuto vederli uno ad uno, o se potesse
risparmiarne qualcuno. L’occhiata che ricevette era
più sufficiente per esprimere il diniego.
Era una vera approfittatrice... lo dichiarasse che ci prova un gusto
perverso nel star china su quei pesanti tomi, marcendo insieme ad
essi. Si chiese perché la sua presenza,
quell’odore delicato ma deciso dava così
fastidio tanto da provocargli dolore. Quel profilo, i capelli biondi
sparsi sulle spalle, tutto.
L’odiava da morire.
Dei passi veloci lo distrassero dalla ricerca frenetica, il suo fiuto
infallibile percepì il pericolo, addrizzò la
schiena e si voltò per incontrare gli occhi scuri di Patrick
, niente sorpresa ,poteva solo scorgere la determinazione di una forte
ambizione che di certo avrebbe portato lontano.
Fosse lui il colpevole? Si squadrarono per cinque minuti, uno
più rigido l’altro più rilassato, come
sfidare l’altro a esprimere disappunto, fino a
quando Cornelia non alzò gli occhi azzurri, un
po’ spettinata, restò ferma a guardare la scena
senza sapere cosa dire.
“Non vorrei disturbarti in qualche modo, Black.. ma
devo chiederti di andare, vorrei parlare con Cornelia se non ti
spiace.”
Sirius buffò, irritato da quel atteggiamento saccente, e
sgarbato se ne andò dicendo: “Tienitela
pure quanto vuoi, basta che me ne liberi.”
Non doveva pensare a lei, doveva evitarlo a qualsiasi costo
perché per loro non c’era futuro. Esisteva un
motivo per il quale certe decisioni erano state inevitabili. Non
importava quante belle sensazioni ed emozioni che quel attimo di follia
aveva scatenato come in una tormenta, una bufera implacabile seppure
intensa sempre effimera.
Remus affermasse tutto ciò che voleva,
l’unica cosa era dimenticare... se avessero dato a lui la
pozione indubbiamente non era sprecata.
Patrick palava e parlava senza che lei riuscisse ad
avvertire alcun suono, come se fosse lontano da lei
dall’altra parte della sponda di un fiume, come se lui fosse
sopra la corsa di un treno e lei ferma sulla banchina... lei non voleva
ascoltare, non voleva sentire le supposizioni, le mezze
verità che proponeva.
Per conto di cosa agiva era sconosciuto a lei stessa, la risposta
ufficiale era quella di aiutare un amica, eppure perché
dentro di sentiva che fosse solo per aiutare lei stessa?
Perché continuava a guardare oltre la spalla di Patrick, in
quel punto vuoto?
Era stata lei a scegliere perché non c’era nulla
di più adatto per noi stessi delle scelte che
cuciamo addosso a noi stessi, Patrick non era fatto a
pennello per lei?
“Una persona non è come un bel vestito,
Leila.”
Le parole di sua nonna le rimbombavano sulla testa, se ci fosse stato
un incantesimo anche per quello... e invece l’amore stesso
era una magia, uno dei sortilegi più grandi e ben
riusciti...oh come odiava tutto quello.
“Patrick, non capisci? È una sfida fra me e lui.
Voglio vincere.”
Dimenticare, sì, scusare anche questa bugia.
Il problema che Patrick la conosceva troppo bene perché lei
riuscisse a mentire a lui, conosceva fin troppo bene
quell’espressione, non poteva sbagliarsi... sapeva che non
l’aveva ascoltato, che con lei era tutto inutile.
Quella battaglia era già persa.
*****
Remus si sentiva intrappolato tra due muri, invalicabili e
impenetrabili fatti si ostinazione e idiozia... alla fine
avrebbe vinto sempre il cuore. Voleva farlo capire a quel testone che
prima o poi quello che era nascosto sarebbe saltato fuori...era
fiducioso che presto o tardi James avrebbe ricordato poiché
esistono cose che non posso essere dimenticate e cancellate per sempre.
C'era silenzio a quel tavolo del pub Tre manici di scopa,
troppo intenti a sorseggiare birra e ad essere rapiti dalla tempesta
che c'era fuori... troppo presi dalle cose sbagliate, forse.
Remus, Sirius e Piter, ad un tavolo, James e Cecilia da
un'altro, e in un altro ancora c'erano Lily e Cornelia insieme a Nathan
e Patrick... quasi per caso i tre tavoli se osservati dall'alto
formavano un triangolo, anche in quello sembra il destino unirli...
eppure tutti sembrava distanti, nessuno riconosceva nessuno
nei modi né nelle parole.
Amarsi o dimenticarsi? sì, lasciare che il tempo
si porti viva quello che di più bello ci lega a
qualcuno o rischiare in quella grande magia? Un dilemma che sembra
quasi ovvio, nonostante tutto quando si parla di amore tutti tentennano
un po' si ritraggono si proteggono, da un semplice bacio da
un semplice abbraccio, dall'affetto.
L'amore ha mille facce, e sempre ti coglie impreparato... ci
cadi sempre nella sua rete... cos'è l'amicizia se
non l'amore senza le sue ali
Mi sono lasciata cogliere dal romanticismo e dall'idealismo in questo
capitolo... beh, ci vogliono anche delle pause all'ironia... spero che
gradiate anche questo Capitolo
Ninny: Mi spiace... non posso rispondere alla tua domanda...
PrincessMarauders: sono felice che questa storia ti piaccia!!!!!
e pensare che ero indecisa se continuare a scriverla...
invece è stata inserita ben 10 volte tra i
preferiti!!!! ringrazio un mondo chi lo
ha fatto!!!!!!
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Capitolo 7 *** Pensieri tra i tavoli del pub parte I ***
Cecilia era tanto contenta da non riuscire a crederci... uscire con il
ragazzo più popolare, più carino e simpatico di
tutta la scuola.
Ridere, lei amava ridere per ogni piccola cosa, perché sua
madre diceva che se si mostrava un carattere
allegro alla gente piacevi, soprattutto i ragazzi.
Si sosteneva che se ridevi alle loro battute, dimostrando di essere
accondiscendente ad ogni sua richiesta, allora, trovare marito sarebbe
stato molto più facile.
Cecilia ci credeva, lei credeva a tutto quello che era bello, che era
rosa, sì come se avesse due occhiali con le lenti rosa... ed
era follemente innamorata di James Potter.
Ora era anche ricambiata.
Non si accorgeva che quella forzatura che
impregnava le loro conversazioni, ne che James era solo una copia di
esso, una parte spezzata all’interno... se una
frammento si stacca inevitabilmente il tutto cambia e diventa
qualcos’altro.
Perde la sua forza e la sua energia.. questo Cecilia non poteva
conoscerlo; Non poteva, perché ormai le cose brutte proprio
non riusciva a vederle.
Vedeva solo l’amore per lui, e, questo è normale
per una ragazza innamorata.
Lily osservava attenta ogni particolare di quel ragazzo che,per anni, a
aveva considerato un presuntuoso, arrogante e bullo, un ragazzo che non
teneva in considerazione il rispetto per gli altri, poi, come se non
potesse farne a meno, la sua attenzione si spostava sul ragazzo sempre
gentile, che stava accanto a lei... perché doveva
sentirsi così diversa? Capì, in quel momento,
cosa doveva fare, e cercando le parole giuste spiegò a
Nathan quello che provava con enorme sincerità.
A volte non si dichiarano le vere iniezioni, i veri pensieri
perché manca il coraggio di affrontare quello che
verrà, senza sapere che può accadere qualcosa di
ne spettato come di essere perfettamente compresi: avere una perfetta
coincidenza dei sentimenti.
Nathan e Lily provavano l’uno per l’altra le stesse
identiche cose senza avene conoscenza e senza dirlo
apertamente: l’amicizia.
Sirius e Remus videro Lily e il Corvonero alzarsi dal tavolo e
andarsene improvvisamente, non abbracciati, non mano nella mano,
semplicemente uno dietro l’altro.
Sirius guardò in direzione di Ewan, e un lampo lo
colse: Fosse stato lui? Per aiutare l’amico? Di certo, era
più intraprendete del altro.
“So quello che stai pensando se vuoi un consiglio
non vedere ogni studente un possibile colpevole.
Invece cerca di pensare a quello che sta accadendo a te e a
Cornelia.”
Quello che era accaduto era accaduto, non poteva tornare indietro,
anche se lo avrebbe fatto volentieri. Dimenticare, cancellare e non
pensarci, nonostante tutto lo portava a quella maledetta sera.
Farla
pagare... doveva pagare caro quel affronto... non doveva sfidarlo in
quel modo, non davanti a tutti.
L’odia da
morire, più l’odiava e più
l’amava, e tuttavia non riusciva a capirla, un mistero tanto
fitto quanto intrigante, ogni giorno che passava la matassa
s’ingrossava si complicava rendendo di certo la sua vita
più bella.
Quasi, se non ci fosse
lei, si sarebbe annoiato il doppio.
“Black!”
Non deve aver gradito le
lumache dentro la sua borda... e pensare che lo aveva fatto con tanto
amore... per ricambiare il suo gesto gentile.
“Ma come... io
volevo solo ricambiate il dono...non te l’ha detto la
mammina? Si ricambiano sempre i doni.”
“Sì,
certo... è per quello che ti sto cercando, dovrai
ricomprarmi la borsa, Black... se non vuoi che io ti scuoia,
ovvio.”
Un susseguirsi di
battute piccanti, sempre più ostinate, pungenti, i corpi
sempre più vicini, i visi sempre più accalorati,
i toni più alti, gli animi sempre più coinvolti.
Il problema era che
Cornelia amava sfidarlo a duello, metterlo in ridicolo, stargli vicino
osservare i lampi dei suoi occhi grigi ... quasi
abbaglianti, improvvisi tremendamente belli.
Ama respirare
quell’aria, amava vederlo distante e vicino, arrabbiato,
colpito, e poi vederlo sorridere, e tuttavia vederlo sconfitto, vederlo
umano, averlo e basta.
Tutti e due sapevano, ma
nessuno accettare.
“Il mio
scherzo era divertente il tuo disgustoso!”
“Ah
sì?! Steavens ti avevo avvertito che ad un’altra
delle tue...”
“Delle mie
cosa?!”
Sirius non rispose,
erano maledettamente vicini, incollati, rapiti... fu il buio.
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Capitolo 8 *** pensieri fra i tavoliparte II ***
Nonostante Remus non sapesse,
quello che era accaduto quella sera aveva intuito che quello
che c’era fra loro discostava da quello che volevano dare a
vedere agli altri, in altri parole, Lunastorta sospettava che Sirius
non raccontasse la verità.
“ Sii sincero con te stesso una buona
volta.” Ribadì il lupacchiotto.
“Hai iniziato a parlare una lingua che non capisco, caro
Luna... davvero, per caso stai seguendo qualche corso di
elfico?”
Remus lo guardo esasperato, cercando dentro di se abbastanza
loquacità e capacità persuasive per affrontare un
lungo e tortuoso cammino come una discussione con
Il Signore dei Testardi.
“Beh, Sirius, se preferisci posso impararlo. Sto
notando che l’inglese con te sia inutile.”
Il giovane rise maligno rendendosi conto che i trucchi con
lui non funzionavano più, era esperto di ogni sua tattica,
rimaneva solo ascoltarlo e sentire cosa aveva da dire.
“precedentemente Patrick era il migliore amico e il
confidente di Cornelia, ora è il suo
ragazzo. Questo per te è seccante, lo
sappiamo. Ebbene, c’è un motivo
particolare? Perché quando si sono fidanzati eri
intrattabile? Vuoi che faccia un ragionamento logico e ci arrivi da
solo o lo racconti di spontanea volontà? Se vuoi evitare che
arrivi a conclusioni ancora più fastidiose,
ovviamente.”
Lo voleva inchiodare, serrare in modo tale che non potesse
evadere dalla prima via d’uscita possibile; Il suo scopo era
metterlo davanti il fatto compiuto, eppure la realtà lui
l’aveva davanti agli occhi ogni singola volta che ripensava a
quella sera...impossibile comunque fuggire. Ad ogni buon
conto era rimasto solo l’orgoglio da difendere e se negare lo
avesse preservato avrebbe negato, mentito.
Sirius Black non era la perfetta brava persona, dunque da lui
c’era da aspettarlo se avesse ritenuto opportuno farlo, se la
cose da difendere fossero tanto importanti da commettere il peggior
crimine: lo avrebbe fatto.
Non c’erano dubbi su quello.
Cornelia e Patrick erano rimasti soli chiacchierando del
più e del meno, come facevano sempre,
sorseggiavano qualcosa da bere, a volte rimanevano in
silenzio a riflettere ed osservare il via vai di persone, ad ascoltare
i discorsi dei maghi di passaggio.
Era appagante, non di certo come quel fugace incontro con Black. Si
chiese come due persone arrabbiate che stavano litigando
furiosamente, che, si erano odiate fino a due minuti prima, annullare
le distanze e spingersi a baciarsi.
Scuse possibile erano viste nelle seguenti:
L’altro era pur sempre affascinate, gli opposti si attraggono
e si annullano, un errore ...provate anche voi ad allungare la lista se
volete, se vi fa piacere.
Fino a qui, nulla in contrario; con tutto ciò, non si
può giustificare quello che era accaduto poi, un bacio
sì, il resto no.
Vi lascio immaginare, come da un bacio si passi a due, a tre, poi, si
esplori il collo, il petto, il seno e via discorrendo... e si finisce
nella stanza delle necessità ( Impellenti, aggiungerei).
Cornelia aveva cercato di bandirne il ricordo nei più
lontani meandri della memoria, fallendo, non fu valse le accuse a
Black, al alcol ( essendo lei sobria), tanto quelle
sensazioni erano prepotenti quanto chi le faceva provare.
Eppure... aveva imparato ad accettare ogni singolo difetto di quel
Black rinnegato, riuscendo assaporare ogni singolo pregio di
quella faccia da schiaffi.
Basta, non poteva premettersi di pensare a se stessa, ora era il turno
di Lily e James. Quella Scott , non la convinceva, eppure, James era
sicuro che l’ampolla l’avesse ricevuta da uno
studente, per far cosa non lo sapeva, perdon non lo ricordava.
Era davvero un mistero.
********
“Hei, Giglio!”
Lily camminava sulla strada che la riportava a scuola
pensosa, ma più serena di quando era uscita. Aveva
finalmente chiarito le posizione con Nathan, ed lui condivideva le
stesse idee... una matassa era stata dissolta, l’altra, beh,
era più complicata.
“GIGLIO!”
Parlavano con lei? Chi però poteva chiamarla a quel modo?
Decise di non girarsi, al più pensò che fosse uno
scherzo.
“Giglio, non rispondi?! Dai, Giglio, non sarai arrabbiata con
me perché non so chi sei?”
Lily si voltò senza poter più ignorare e si
scontò con James, accompagnato dai suoi amici, la
stupì poiché lo riteneva ancora insieme a Cecilia.
L’idea bruciava talmente tanto che non si
preoccupò di nasconderlo ne a James ne a tutto il popolo
studentesco.
“Potter, non eri in bella compagnia? Cosa
può importarmi se sai chi sono?! Direi che sia una
fortuna!” esclamò furiosa.
“E tanto perché tu lo sappia il mio nome
è Lily! Li - ly, è chiaro?”
Lily, Lily, Lily... quella parola gli rimbombava nella testa... sempre
più forte, come se avesse urlato.... dolore fortissimo alla
testa, James, voleva che smettesse... chiedeva di
smetterla... si prese la testa fra le mani, si
rannicchiò e fine perse i sensi.
****
Capitolo corto, ma essendo solo il continuo del precedente... va beh,
non mi pare che debba dire niente in merito a tale cosa ... passiamo
alle risposte delle recensioni:
Tarantella 20: Grazie di aver recensito ogni capitolo! non deve essere
stato facile... per me è un enorme soddisfazione... per cui
cercherò di rispondere a tutte le tue recensioni, per prima
cosa, il tuo consiglio non mi offende, anzi... se
sbaglio è giusto che le lo fai notare, solo così
posso migliorare, se vuoi posso spiegare i passaggi che non
hai capito; basta che mi indichi quali anche contattadomi, se
ti fa piacere ( vale per chiunque non capisca qualcosa, o volgia farmi
notare errori o quant'altro)... di solito rileggo un millione di volte
quello che scrivo, e lo cambio un miglione di volte
pure...però questa volta non ne ho avuto il tempo, scrivendo
capitolo per capitolo, e volendo aggiornare presto. la
rivedrò prima possibile; anche io mi sono accorta che in
alcuni punti non è molto leggibile... ho trovato molto
fatica a decrivere alcune volte, per cui mi ci vorrà un po'
di tempo. spero che continuerai a consigliarmi e a leggere questa
storia!!!!
Pan_tere94: Tere, che dirti, se non grazie? sono felicissima che
continui a seguire le mie stupidaggini!!!!
QUESTA STORIA è STATA INSERITA 15 VOLTE FRA I PREFERITI....
SONO VERAMENTE FELICE ... GRAZIE!!!!
Fanny '87
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Capitolo 9 *** Controindicazioni ***
Riusciva a ricordare solo un gran mal di testa,
scariche elettrice fortissime che trapassavano il cervello... e
soprattutto era quel nome a dargli dolore, come se fosse possibile una
cosa simile... eppure nel momento che Giglio
lo aveva pronunciato il dolore era iniziato e sinceramente
James aveva preso in considerazione la
maledizione Cruciatus come possibile
causa.
Non era una maledizione senza perdono, tuttavia a dargli dolore, era
qualcosa di dimenticato e allo stesso tempo molto amato.
James stentava a riprendere conoscenza, si agitava, nel letto
dell’infermeria, segno buono del resto. In fatti, lentamente
iniziava a distinguere delle ombre confuse e delle voci lontane, quasi
come un sussurro.
“Cosa è accaduto Madame Chips? È grave
o si riprenderà in fretta?” proferì una
voce ansiosa.
“Non dovete preoccuparvi, ragazzi. Non è nulla di
grave... anche se...”
“ Cosa significa “non è grave
anche se”?! Parli una volta per tutte senza pause da pathos,
grazie!”
“Lei, Signor Black, dovrebbe ripassare le buone maniere,
invece! Stavamo dicendo delle condizioni Di Potter,
è chiaro che si tratta di una controindicazione.
”
Lily, Sirius e Remus non ebbero bisogno di tempo per capire
cosa aveva prodotto la controindicazione, e, silenziosamente si
guardarono. Avevano deciso di non dire nulla alle
autorità scolastiche per pura e semplice coscienza: voleva
evitare a James meno rogne possibili, quali gli insegnanti, le
chiacchiere, le oche approfittatrici della debolezza altrui,
tanto altro ancora, dunque, prima se la sbrigavano da soli
tanto meglio era.
Madame Chips interpretò il loro silenzio come simbolo della
inequivocabile ignoranza sull’ argomento, in parole povere,
s’era convinta che non sapessero nulla di quello che al
Signor Potter era successo. Da brava infermiera
quale che era, decise di fare un po’ di informazione sulle
tante controindicazioni che le pozioni non usate a
dovere possano procurare e come possano appunto diventare dannose,
quasi letali.
“ Da una prima analisi veloce e approssimativa ho potuto
costatare che Potter ha ingerito la pozione Cancellus dolorus
in atcimus (orribile cosa, ma è la prime che mi è
venuta in mente per il nome scientifico N.d.A.) , o,
volgarmente conosciuta come pozione cancella dolore.”
Alla faccia dell’analisi veloce e approssimata, quando loro
avevano passato ore a respirare polvere e acari velenosi dentro quella
maledetta biblioteca, con gli occhi di Madame “ i libri non
si toccano neanche con un fiore” o se più vi piace
“Guai a voi se torcente una pagina di quei preziosissimi
libri” Prince.
Sirius poteva aspettarsi di tutto tranne che l’infermiera di
Hogwarts fosse così esperta di tali infusi quando nei libri
avevano trovato solo pochi accenni striminziti. Doveva essere una
specie di enciclopedia ambulante, o, più semplice da giovane
ne aveva fatto un gran utilizzo.
Sirius considerò l’ultima ipotesi molto probabile.
“E’ una pozione della classe pozioni
d’amore, ma speciali, o, considerate
Contrus amorentum,ovvero, chi la beve è attratto soltanto
dalle ragazze con il carattere opposto di quella di cui si è
innamorato nella realtà.”
Remus iniziava a mettere a posto tutti i tasselli del puzzle, quasi si
pentì di non avere portato James prima dalla Chips.
Avrebbero evitato molti complicazioni, pure, indietro non si ritorna
mai.
“Ovviamente, non è statisticamente provato,
potrebbe accadere come no, non è l’effetto
principale della pozione, che al contrario è quello di
distruggere il ricordo di qualsiasi cosa che provoca dolore morale o,
anche fisico.” Concluse soddisfatta, continuando con una
loquace ramanzina sul uso delle pozioni, sull’importanza
dell’informazione su queste e tanto altro che non sto ad
elencarvi, per non diventare soporifera.
“Mi scusi... James potrebbe avere qualche altro
disturbo?”
“Certamente, oltre a forti dolori alla testa, in
casi in cui gli si ricordi la cosa dimenticata, cambio di
personalità sbalzi d’umore, e in fine, potrebbe
iniziare a perdere anche altri ricordi. In ogni caso, ragazzi, il fatto
che James provi dolore significa che la mente ribelli
all’imposizione degli effetti della pozione. Potter
rimarrà in infermeria per ora. C’è
qualche probabilità che ricordi senza bisogno di
rimedi?”
“Perché lei lo conosce?”
“No...si può sempre fare una ricerca.”
Sirius comprese che avrebbe passato altre interminabile ore in
compagnia di libri, acari e Stevens. Una prospettiva davvero allettante.
L’infermiera diede il permesso loro di rimanere con James
fino al suo risveglio,che sembrava ormai prossimo dai movimenti
agitati che il ragazzo costantemente faceva.
Lily non faceva che pensare alle parole della Chips... forse
James ancora custodiva nel proprio cuore qualche stralcio di
ricordo di lei e dei sentimenti che provava, come
l’aveva chiamata? Giglio, sì... e Lily non
significa Giglio? E non era il simbolo più profondo del suo
essere? Sì, ci sono cose che per quanto si possa volere sono
impossibili da dimenticare, tanto meno da cancellare... loro due era
una di queste, per quanto si scappi alla fine si ritorna sempre
nell’arrivo che il Destino ha riservato per noi.
Se voleva, poteva chiamarla anche Giglio, ora non la faceva
più soffrire perché significava che lei
c’era ed era qualcosa di incancellabile.
Un quarto d’ora
più tardi
Cornelia era vittima della felicità e
da tremendi sensi di colpa: felice per Lily e della sua ritrovata
serenità e equilibrio psicofisico, sensi di colpa per
Nathan, erano amici di vecchia data, più di quanto lo fosse
di Lily e dunque sarebbe dovuta essere triste per lui... senza contare
che c’era lei e i suoi quesiti, ma, per ora aveva deciso di
metterli da parte.
Era al parco in compagnia di Black, per continuare le
ricerche... Dovevano scovare quello scemo, un po’ per aiutare
Nathan incolpato di una colpa mai commessa un po’ per... beh
lo sapete l’altro motivo qual è.
Era una questione di principio, ad ogni buon conto.
“E’ possibile che la Scott, possa aver dato quella
pozione a James, pur sapendo che il risultato non era
assicurato?” chiese Cornelia.
“Non è detto che lo sapesse... forse
è stata truffata da qualche studente che aveva bisogno di
guadagnare qualche galeone, è ingenua di brutto.
E’ anche vero che per quanto James stesse male non avrebbe
preso mai niente dalla Scott.”
“Poi, la Scott non è una che si intrufola nei
bagni dei maschi anche per una cosa del genere.
C’è un altro fatto, come faceva a sapere che
sarebbe entrato in quel bagno?”
“E’ il più vicino alla Sala grande, no?
Direi come faceva a sapere che James avrebbe avuto bisogno di pisciare
in quel momento.”
Sirius e Cornelia si guardarono trasmettendo si la risposta con lo
sguardo... nessuno aveva la prova che James era andato nei
bagni per bisogni impellenti; in conclusione era
qualcuno che lo conosceva e sapeva che avrebbe tentato di
suicidarsi nella tazza del water.
“Non è che sei stato tu, Black.”
“Non è che è stato Ewan,
Steavens.”
“Patrick, non perde tempo per cose simili.”
“Beh, nemmeno io...”
“Tu però hai affermato che era un
miracolo!”
Ecco che tornava ad innervosirlo con gli occhi con le smorfie, con
quelle labbra carnose e maledettamente rosse. Sirius
richiamò il suo self - controll, respirò
profondamente e esplicò con tutta la calma che gli
era possibile quello che erano stati i suoi pensieri i suoi dubbi.
Potete immaginare come si sentisse Sirius Black vedere il suo
migliore amico sgonfiarsi, marcire e decadere, morire per
amore? Cosa , nella sua mente si raffigurava, come
( e questo era un segreto per tutti tranne che per voi) disegnava Lily
Evans? Aveva fatto schizzi interessanti in proposito:
un “Lily diavolessa, con coda, corna e
tridente, denti da vampiro, capelli rosso fuoco, pelle bianca con tante
macchie putride,e, l’aveva pure animata, in gesti e
posizioni sconvenienti, quasi comiche se si paragonavano a
quella vera... Lily non avrebbe gradito... quindi non ditele niente,
per favore.
Tutto ciò non perché odiasse o disprezzasse la
Evans, ma perché Lei disprezzava James, disprezzava anche
lui, però non gli importava, quello che dava fastidio era
che non apprezzasse James cotto di lei e che hai suoi occhi era una
delle persone più belle che avesse incontrato.
Perché non riusciva a vedere le mille qualità di
James, perché non riusciva a vedere quanto fossero
fatti l’uno per l’altra.
E se c’era arrivato Sirius Black, era molto grave.
Angolo autrice:
Questa volta mi sono impeganta, ogni volta che volevo
lasciar perdere mi imponevo di contiunare, ed è venuto fuori
questo capitolo... spero che sia venuto bene, non volgio sbilanciarmi
perchè sono sempre euforica quando finisco un capitolo, e mi
piace sempre molto, poi, finisco per odiarlo e mi fa veramente schifo (
è la rutine... vedi Il potere del tempo, mi pareva di aver
dato vita ad un orrore, al contrario è piaciuto molto)
quindi il vostro giudizio è molto importante.
Passiamo a rispondere alle recenzioni:
Tarantella20: Hai ragione è un passaggio interessante
perchè iniziamo ad entrare nel cuore della storia!!! aspetto
un tuo parere anche per questo capitolo.
Ninny: Non disperare se perdi un capitolo... Non lo specifico qui ma
James è sveglio u po' confuso ma in salute (o
quasi)!
Lady padfoot: Capisco che si perda qualche passaggio, è una
storia contornta, e, scrivendo in fretta non sono riuscita ad esplicare
bene. Cercherò di rimediare senza svelare troppo, tra Sirius
e Cornelia ( si chiama così) c'è una sorta di
odio e amore, sono come due opposti Positivo e negativo, si
attranggono, ma si respingono... per cui i loro incontri sono sempre
fatti di litigi e complicità...e di fatti,
non si capisce bene cosa ci sia fra di loro, ma,
dedicherò il prossimo capitolo a questo! Non ho capito molto
bene cosa non è chiaro, quindi non so se la mia spiegazione
sia stata utile.
A TUTTI, SE AVETE QUALCOSA DA CHIEDERE, FATELO! NON MI
OFFENDO, ANZI MI AIUTA A MILGIORARE E MAGARI A METTERE IL
LUCE QUELLO CHE NON E' CHIARO NEL CAPITOLO SEGUENTE. Per me,
è importante che arrivvi il mesaggio di quello che scrivio,
altrimenti non ha senso, io la vedo così.
Ringrazio tutto voi che mi seguite e che mi recensite e spero che
continuerete a farlo!!!!
Baci,
Fanny87
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Capitolo 10 *** Finalmente ti ricordi di me! ***
Perché
Potter era rinchiuso in infermeria da una settimana? Perché
? Lui voleva aiutarlo, non affondarlo... forse non avrebbe dovuto
fidarsi di quella lì....okay 30 galeoni
così dal nulla non era cosa da poco, soprattutto
per lui che non navigava nell’oro.
Iniziava seriamente a preoccuparsi di quella faccenda, voleva
dire tutto, ma, aveva paura di cosa Black avrebbe
potuto fargli se solo si fosse azzardato a dirle quello che
sapeva della faccenda. Ponderò bene la questione decidendo
che l’unico a cui avrebbe parlato era Remus
Lupin: un Prefetto, amico di Potter e sopra ogni
cosa, un tipo pacifico. Con molta probabilità avrebbe fatto
rapporto, si sarebbe preso una bella strigliata con una punizione
esemplare al seguito; indubbiamente meglio che vedersela con Sirius
Black in persona.
Nick, Grifondoro, anno terzo, svuotò il sacco.
Lo svuotò, per davvero, raccontando a
Remus come si erano svolti i fatti per filo e per
segno. Con l’unica richiesta di rimanere
nell’anonimato, della serie testimoni protetti.
Finalmente direte voi, e se questo è stato in vostro primo
pensiero, siete entrati in sintonia perfetta con Remus Lupin,
il quale, di tutta quella situazione ne aveva piene le
scatole.
All’racconto non poté che stupirsi davvero
poiché di tutte le ipotesi fatta quella era
l’unica a cui non avevano pensato.
Interrogò approfonditamente il giovane , cercando di
estorcergli più informazioni possibili, eppure quel
ragazzino l’antidoto non lo conosceva.
E, James , a poco a poco mostrava tutti i sintomi
dall’infermiera elencati, come ad esempio, chiamava
Sirius “Cane”, Piter “ Topo
biondo” e lui...Luna. Se la situazione non era
quella in cui si trovavano ci sarebbe stato da
ridere, dal buttarsi per terra.
Con buone probabilità, quel nomignolo non lo avrebbe
abbandonato più, sentendosi chiamare Luna nei momenti
più impensati. Con Sirius come amico era una
eventualità abbastanza realistica, tuttavia, a
nessuno veniva da ridere, ma solo da piangere.
James sembrava innamorarsi di tutto e tutti ( compresi loro due),
essere felice, poi triste, eccitato e stranamente tranquillo,
a momenti non ricordava chi era, o, non ricordava cose della sua vita,
i nomi, un po’ di tutto.
Eppure c’erano momenti che sembrava ritornare il buon vecchio
James, cotto della Evans, era lì che la speranza ritornava.
Un po’ per i motivi sopra citati, Remus si permise di
strigliare per bene quel ragazzino impudente, mettendolo in punizione.
Insomma, per colpa sua era sull’urlo di una crisi di nervi.
“mi stai dicendo che un ragazzino non
bene identificato, abbia dato quella maledetta pozione a James per
soldi?” chiese Sirius tranquillo.
Erano in sala di ritrovo Grifondoro, insieme a Lily insieme alla quale
aveva cercato di tenere a bada James che aveva assunto comportamenti
infantili facendolo diventare peggio di quando era nella sua forma
migliore, di idiota s’intende.
“Sì, Sirius. Più precisamnete,
l’ha fatto perché voleva aiutarlo in vista della
partita, in primis... beh, poi gli sono stati offerti trenta galeoni..
fanno sempre comodo. ”
“Dimmi chi è che lo ammazzo.”
Non c’era scusa peggiore di quella.
“Lui sa come farlo tornare normale?” chiese Lily
“No, però chi gli ha chiesto di farlo si. Era
veramente pentito.” Rispose Remus
“Non mi frega un accidente se era pentito lo ammazzo e
basta.”
“Si finisce ad Azkaban, per omicidio.” Gli
ricordò Lily.
“Chissenefrega. Almeno mi sono tolto una
soddisfazione.”
Remus e Lily sorrisero all’espressione crucciata di Sirius,
in quale sorprendentemente sapeva essere bello anche
così imbronciato e con un diavolo per capello, un
fascino irraggiungibile. Almeno lo era per pochi.
Anche Cornelia rimase abilita alle nuove informazioni, e a conti fatti,
avrebbero potuto aiutare James senza l’aiuto del mandante.
Nick aveva detto a Remus che la pozione veniva venduta da
un gruppo di Tassorosso, e che quindi, facendo le
sue mosse avrebbe potuto ottenere l’antidoto, senza problemi.
Una di quelle era una certa Miranda, cotta di Black tanto da andare in
fumo soltanto sentendo il suo profumo a chilometri di distanza, bastava
regalarle un indumento (o qualsiasi altra cosa di sua
proprietà) e avrebbe dato la testa.
Aveva tutti i presupposti per agire senza paura di fallimenti: Lei non
sbagliava mai. Lasciò con un sorriso a trentadue
denti i Grifondoro dicendo voler inscriversi al fans
club di Black.
“Ah, ah... lo sai che c’è una tassa
d’iscrizione?” chiese Sirius sarcastico convinto
che lo stesse prendendo per i fondelli.
“Hmm... però io ho, come dire un ambito premio, il
quale, senz’altro non sarà rifiutato !”
Cornelia si avviò verso la sala comune dei tasso
rosso, il club si riuniva tutti i giorni in una aula in disuso
lì vicino.
Bussò tre volte, e una ragazzina con le trecce le
venne ad aprire. Quest’ultima, abilita, la lasciò
entrare. Cornelia era l’ultima persona che mai si
sarebbe aspettata di vedersi comparire su quella porta, ancor meno
quello che aveva da dare.
James sembrava essersi tranquillizzato e dormiva pacatamente, era quasi
l’ora di andarsene, il silenzio e la stanchezza regnava
sovrano. Cornelia aveva detto loro di aspettarli lì, e
ancora non si era fatta vedere.
Sirius si stava spazientendo davvero. Che credeva di fare? Va bene,
forse , niente sarebbe stato come prima, in qui giorni
passati gomito a gomito nonostante le litigate, aveva capito
che allontanare il passato era sempre più difficile.
Quella notte ritornava prepotentemente nei suoi sogni, era un
ingiustizia, loro non erano come Lily e James.
La porta si sa spalancò con un rumore tale che James si
svegliò, come un fulmine Cornelia fece
ingurgitare qualcosa a James.
Fu un attimo perché gli occhi di James ritornarono brillanti
e persero quel opacità, il colorito farsi
più accesso.
Una frase: “Ho sognato di essermi dimenticato di
Evans...è impossibile, non è vero?”
Tutto il resto fu storia.
Angolo dell'autrice:
Tiro un sospiro
di sollievo, perchè sono arrivata a metà,
benchè la strada è ancora lunga mi permetto di
essere felice di essere arrivata fino a qui, e devo dire grazie a voi,
senza il vostro sostegno questa storia non avrebbe mai visto la luce,
vi chiedo solo di continuare. In questo capitolo dico ( faccio capire)
che cornelia da un indomento di Sirius al suo fan
club; non è una svista, o un errore èproprio
così, ora sta a voi capire come cavolo ne era in
possesso!
Passimamo
a rispondere alle recensioni:
Ninny: hai
perfettamente ragione, Lily deve svegliarsi, ma non credo che dovrai
aspettare molto, eh! una parte del mistero è risolta, in
ogni modo. spero che veramente che ti sia piaciuta.
Pan_Tere94: ora
posso dirtelo, James chiama Giglio Lily perchè una parte del
suo subincoscio si ribella alla magia inposta però entro un
certo limite non può andare, ed una questo stratagemma.
Lady Padfott:
felice di esserti stata utile, e sono contenta che la storia ti piaccia.
Tarantella 20:
Remus ha ragione, però avrebbe tolto tutto il divertimento,
non credi? per quanto riguarda Siirus, lui conosce bene James e Lily ed
ha capito che tra loro c'è un sentimento davvero forte. Per
quanto riguarda la Scott...alla luce dei fatti, chi può
essere il vero colpevole???
Bacioni,
Fanny
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Capitolo 11 *** Vaniglia e cioccolato ***
La perseveranza premia, che sia un babbano, che
sia un mago, se sei giovane o vecchio, se sei donna o sei uomo, lei
prima o poi ti premia.
James Potter era stato preseverante, con assoluta dedizione
per cinque anni aveva chiesto a Lily di uscire, ogni giorno a qualunque
ora del giorno e della notte ( sì, aveva fatto pure
quello;spedire un gufo al dormitorio con un messaggio, alle due di
notte).
Era stata perseverante Lily, negando sempre, aspettando che quelle
corna di cervo si abbassassero un poco, mica tanto di un centimetro
bastava.
Finalmente, il loro amore poteva essere coronato. Come in un sogno
James fu abbracciato di slancio da Lily, e credo fu lì che
iniziò la loro tenera storia d’amore...ne erano
accadute di cose fino a quel momento e pensare che erano solo a
metà del trimestre.
Il giorno dopo, gli studenti furono al quanto disorientati
perché se Sirius e Cornelia erano tornati come una volta,
cioè a precorrere strade completamente diverse, cercando di
evitarsi, Lily e James erano diventati pappa o ciccia.
O, Quasi.
“Quanto è vero Merlino, Potter se fai il
deficiente te la cancello io la memoria, in maniera
permanente!”
“E dai Lily, era uno scherzo innocente!”
“Per bambini deficienti!” risposero in coro Lily e
Remus.
“Traditori! Vi siete alleati contro di me! Sirius ameno
tu...Sir? Dov’è Sirius? ”
Qualcosa di storto esserci in quel periodo del anno
perché non gliene andava bene una, prima James con il cuore
spezzato, poi James che beve una schifosa pozione non- so
-cosa”, ore passate in Biblioteca con la Steavens, di nuovo a
fare l’infermiere a James, no qualcuno da qualche parte
l’odiava.
Ormai James era bello che andato per la Evans, e se ne era fatto una
ragione, per carità. Tuttavia quello che non era chiaro era
perché si ritrovava quella maledetta strega dovunque andasse.
Il pericolo era scampato, lei si era tolta la soddisfazione di dire
“Senza di me non avreste cavato un ragno dal buco”,
perche, dunque non lo lasciava in pace?
Orami era passata una settimana, eppure, nonostante cercasse di
cambiare strada pur di non incontrasi (perché entrambi
usavano la stessa tattica), puntualmente si ritrovavano insieme da per
tutto. Da qualsiasi posto andavano, qualsiasi cosa facevano,
loro finivano per stare accanto all’altra. Neanche fosse un
buco quel castello, e accadeva ciononostante.
“Ci fai a posta?”
“Cosa? Tu ci fai a posta!”
“No, tu!”
“NO, tu!
“No...”
Si azzittirono, perché continuare con quella farsa era
impensabile, anche se si trovavano di fronte in un
corridoio deserto.
Si arrivava a pensare che si odiavano così tanto da non
poter farne a meno, di cercarsi pur di litigare.
“Comunque, l’ho trovata io la soluzione.”
“ A parte che te l’hanno detto, Chi poteva pensare
alla vaniglia?”
“In ogni caso io avevo appoggi giusti.”
Tralasciò il fatto dell’indumento, una cosa troppo
imbarazzante, da poter da rivelare. Guardò il ragazzo di
fronte a lei, e vedere la sua espressione risentita e
imbronciata fu così appagante da farla ridere.
“Certo, volevo morire quando l’ho saputo,
è una cosa così semplice... Madame Prince ha
detto che la vaniglia è sempre un ottimo antidoto contro le
pozioni d’amore o di quel genere.”
Bella scoperta, pensò Sirius e sperò ardentemente
di non berla mai, a lui piaceva il cioccolato, quello fondente (ma
anche a latte), quello speziato, era una delizia sentirlo
sciogliere nella bocca. La vaniglia, invece, era delicata, mai
esagerata, dolce, ma con un sapore deciso tanto quanto
l’odore, il quale se entrava nelle narici difficilmente ti
abbandonava.
“ Dimmi come facevi ad avere quella bevanda alla vaniglia? Te
l’hanno data al fan club?”
“No, io ne tengo alcune bottiglie nel mio baule, a me piace
molto.”
Sì, Cornelia era Vaniglia e lui il cioccolato. Era giusta
definizione per loro due: vaniglia e cioccolato.
“Sarà per quello che non possiamo sopportarci,
suppongo siamo due gusti irrimediabilmente diversi. Io
preferisco cioccolata”
Cornelia si toccava leggermente i lunghi capelli biondi con lo sguardo
verso la finestra, un sorriso dolce e birichino, annuì.
“Può anche essere, il cioccolato accende la
passione, la vaniglia riequilibra ogni cosa.”
Azzurro e grigio ( riferito al colore degli occhi N.d.A) si
mescolano, la vaniglia e il cioccolato vanno a braccetto insieme, sono
diversi, ma, insieme sono il tutto.
Lily vide Sirius entrare in Sala grande, e dirigersi verso di loro, era
strano secondo il suo punto di vista.
Nonostante i gesti quanto le parole, il volto rilassato
Lily aveva avuto l’impressione inversa, come se
qualcosa lo procurasse o lo turbasse. Un turbamento interno se pur ben
camuffato ancora ben visibile.
“ dove te ne sei andato, eh? Sei sparito... non dire niente,
una nuova fiamma?”
“Ma che nuova fiamma, ho solo pensato che i due
piccioncini volessero rimanere da soli.”
Nell’orto spuntarono due pomodori.
Cornelia, intanto mangiava svogliatamente una fettina di
carne accanto a Patrick e alla sua compagna di dormitorio
Lexi. Patrick blaterava qualcosa sula puntualità
dell’orario dei pasti, la quale sembrava ai suoi occhi un
importante regola di educazione.
“ te ne vai in giro per i corridoi da sola,
percorrendo la strada più lunga, non puoi fare
quella che fanno tutti gli altri?”
Avrebbe tanto voluto rispondergli che lo faceva per evitare
disperatamente qualcuno, ma alla luce dei fatti non
c’era modo di aver successo. Da un po’ di
tempo Il suo ragazzo non la capiva, non
più come quando erano semplicemente amici
d’infanzia. Lui, lei e Lexi.
Forse mancava la sincerità di un tempo, oppure
erano cresciuti a tal punto che il loro punto di
vista era diventato diverso. Eppure lei tentava di cambiare e
vedere le cose da un angolazione diversa, comprendere qualcosa di
diverso da sé e dai suoi occhi.
Era vero che il mondo poteva essere differente da una
posizione all’altra, Patrick invece rimaneva sempre quello,
da tutti i punti in cui lei lo vedeva.
Era il suo cardine, la sua bussola, ed era il principale motivo per cui
loro stavano insieme.
“Cornelia, posso chiederti una cosa?”
“Dimmi Lexi.”
“secondo te, posso piacere a Sirius Black?”
Una domanda sconveniente, pensò Cornelia, tuttavia
rispose dicendole quello che pensava, come aveva sempre fatto.
“Sì, Lexi, è uscito con ragazza molto
più insipide per cui te dovresti essere una perla
rara!”
Lexi sorrise felice incoraggiata dalle sue parole perché era
molto insicura su quel punto di vista. Guardò in
il tavolo di Grifondoro presa da nuova forse chiede ancora quasi
supplichevole:
“Me lo fai conoscere? Ti prego...lo so che a te non piace,
però... è così carino!”
Angolo dell'autrice:
Molte bene, un nuovo capitolo fresco di giornata ( si fa per dire), la
situazione fra Cornelia e Sirius si fa più complicata....
tra l'altro ci sono due cosette ancora in sospeso, per quelle dovrete
aspettare. Comunque, la storia sta prendendo una piega
diversa dall'idea originale, nel senso che si sta discostando
dall'idea con cui era nata... da adesso mi concentrò sul
Sirus, visto che James ha ritrivata la seenità perduta.
Rinnovo il mio invito a informami dei passaggi che non sono
chiari, e provvederò a chiarire.
Passimo a rispondere alle recensioni:
Ninny: faccio quello che posso, aggiornado quanto prima, cosa ne pensi
si Corn e Sir? come finirà?
Tarantella20: Cosa ne dici dell'antidoto? ti chiederai come
ci ho pensato, beh, c'era un telefilm che vedevo da bambina, in una
puntata, per contrastare la ciccolata che faceva innamorare dell prima
persona che si vedeva, viene usata la vaniglia... mi ha
sempre affascinato l'idea, due gusti diversi ma che si abbinano
insieme...sei daccordo con me? Per l'indumento... eh eh...quello si che
è un mistero! sarei curiosa di sapere la tua idea!
Ringrazio tantissimo chi mi segue, tutte le persone che hanno inserito
sta sotria tra i preferiti, chi da anche solo un occhiata a quello che
scrivo! Magari se avete tempo lasciate un commento per dire la vostra!
Un bacio,
Fanny
|
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Capitolo 12 *** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte prima ***
Stupidamente si accorse che il tempo passava
troppo in fretta, e le cose accadevano senza che lui ne avesse un
minimo controllo.
Si era accorto di uscire regolarmente con Lexi, quel pomeriggio
primaverile a passeggio per negozi.
Non che fosse brutta, anzi, aveva un caschetto moro e vaporoso, occhi
grandi color tra il viola e il nero. Intelligente e dolce, per lo meno
non lo faceva uscire fuori dai gangheri come... e si trattenne dal
imprecare al solo pensiero di quel nome.
Cosa si era inventata pur di incastrarlo, pur difendere la sua
vanità femminile, si comportava tanto quanto Lily poco tempo
prima.
A quale stupido gioco stava giocando? Quale scusa ipocrita
stava impalcando per difendere una sentenza ingiusta?
Ed era ovvio che il condannato era lui, aveva deciso che lui faceva
parte della categoria “Questo è male” e
quello stupido del suo fidanzato “Questo è
bene”.
Peccato che quello stesso inizia importunandolo con più o
meno disprezzo, con battute sarcastiche e di ammonimenti. Della serie :
“ fai qualcosa a Lexi di anche soltanto lontanamente
sbagliato e te la vedrai con me.”
Come se lui potesse aver paura di Ewan, come se lui avesse cercato
qualcosa o avesse chiesto alcunché.
“In questa schifosissima situazione mi ci ha buttato la
ragazza, coglione!” avrebbe voluto urlare.
E tornava prepotentemente a domandarsi, come aveva fatto per James,
cosa nella vita avesse fatto per meritarsi quello.
“Ascolta...vuoi fermarti?!”
Lexi si girò sorpresa e sorrise gentile... ecco, in qui
momenti avrebbe voluto sotterrarsi, quella ragazza sapeva togliere ogni
minima volontà, era frustante per chi come lui ne aveva da
vedere.
“Dimmi, c’è qualcosa che non va? Ti stai
annoiando, immagino. Però ti chiedo si pazientare ho quasi
finito con gli acquisti.
“NO.”
La giovane lo guardò spaesata, non spendendo che fare lo
fissava dispiaciuta. Aveva commesso una errore
colossale, aveva ragione Lunastorta, era un pezzo di Idiota alto 1.85
cm, pesa 78 kg.
“No, intendevo che non sono i tuoi acquisti a darmi
dei problemi...”
Che dire? Mica poteva dire sei tu a darmeli.
Respirò e continuò a esplicare il suo pezzo
preparato accuratamente la notte prima.
“non è la noia a preoccuparmi, davvero,
ne che sono due ora che giriamo per negozi. Mi sembra strano
che una, anzi che tu voglia uscire con me.”
“perché? Cosa c’è di
strano...se non..”
“No, aspetta, non correre, eh?”
Lexi si azzittì sorpresa. Era
così forte, così scuro e affascinate, era
impossibile resistergli. Vide una panchina e lo
prese per mano e lo condusse lì per sedersi e parlare di
ciò che lo turbava.
“Parla, ti ascolto.”
“Bene. Sai che passo per un dongiovanni; no? Sai
che mezza scuola mi viene dietro, e sai anche che non sono certo
l’ideale di ragazzo perfetto. E
tu vuoi uscire con me, ugualmente?”
“Sì, esatto. Non mi importa di quello che la gente
può dire! Dipende da te se vuoi uscire con me
oppure no. Cornelia mi ha presenta a te proprio per..”
“E’ esattamente questo che non mi fa stare
tranquillo!”
Lexi lo guardò attentamente spettinarsi i capelli neri,
lì ritto in piedi davanti a lei, con tutto il ben di dio che
c’era, arrossì.
“Cornelia?”
“Sì! LEI- MI- ODIA, non so se è chiaro
il concetto. Mi considera il peggior soggetto esistente al mondo, e che
fa, mi presenta la sua migliore amica?!”
“Scusami se ci vedo del marcio.”
Lexi scoppiò a ridere sollevata dal conoscere
l’esatto pensiero di Black, per lei era molto anche solo
arrivare a conoscere un po’ di quello che lui pensava o,
anche che facesse.
“Leila, sa bene quanto possa essere testarda, ha preferito
farlo lei che lasciarlo fare a qualcun altro. Non può
decidere per me, può solo mettermi in guarda e stare ferma a
guardare.”
Sirius non aveva più dove aggrapparsi,
intrappolato nella sua stessa rete, conscio del sorriso sincero che
quella gli dava in quel momento.
Una piccola luce su quella pelle pallida.
“Voglio solo conoscerti, se tu lo voi.”
“Ok, ho capito.”
Dietro un albero con l’atteggiamento di chi ha paura di
essere scoperti a commettere cosa in giusta, Remus, James e
Lily spiavano i due, il primo e l’ultima perché
della faccenda avevano molte idee confuse e ignari di troppi fatti per
capre cosa accadesse, e, arrivare a quell’atto di certo non
li rendeva felici. Quello di mezzo, era per pura curiosità
da miglior nemico,e lo spionaggio lo intrigava da morire da quando per
caso ne aveva parlato Lily.
“Farà sul serio?”
“Spero di no.”
“Perché Remus? Lei è così
carina...forse Sirius non la merita...”
Il lupacchiotto aveva i suoi validi motivi per dire ciò,
solo che di prove non ne aveva. Di tanto in tanto Sirius spariva per
andare chi sa dove, James continuava a ripetere che si trattasse di
incontri galanti, Remus poteva anche essere d’accordo, il
punto era con chi?
Le presunte sparizioni temporanee erano iniziate, se non ricordava male
da quando Ramoso aveva ripreso conoscenza di se. Qualche
giorno dopo, sia Leila e Sir erano arriva tardi. Prima uno
poi l’altro, il ragazzo aveva avuto l’impressione
che i ritardi fossero collegati fra loro; sospettava dunque,
poiché come detto le prove non c’erano.
La gita mensile ad Hogsmeade passava sempre troppo in fretta
per gli stendenti, in particolar modo quando il bel tempo iniziava ad
affacciarsi sulle vaste montagne che circondavano la valle.
Sirius e Lexi percorsero in silenzio tutto il tragitto fino alle porte
della sala comune di Corvonero dove si salutarono.
Quello che stava per fare non era certo una gran bella cosa.
ANGOLO DELL'AUTRICE:
Per la ptima volta nella mia carriera su EFP, pubblico ad un ora
decente... forse perchè sono stata poco bene, per cui il
nuovo capitolo ha tardato ad arrivare, questa è la prima
parte, per farmi perdonare. Questa storia è molto seguita, e
mi fa molto felice: è stata inserita 18 volte fra i
preferiti e per me è un nuovo record: grazie! spero che il
mio lavoro contiui a piacervi!
una domanda per voi: qual'è la parte che prefeite di questa
storia? e quale no? il presonaggio preferito tra quelli inventati da
me? rispondete, ok? ci tengo molto a sapere le vostre opinioni,
perchè possono rivelarsi una nuova fonte
d'spirazione! per cui ricensite!!!! è il mio diperato
apello! :)
passimo a rispondere alle recensioni:
Ninny: e lo so, le disgrazie non vengono mai sole... lexi,
già il nome ti da i nervi, ma sono del parere che si
rivelrà molto importante ai fini della trama. se finisce
bene? non posso ditelo, però ti dico che io sono una fans
dei lieto fine: mi dico, perchè far finire male una storia?
che senso ha? le favole sono belle perchè finisocno bene...
o no?
Tarantella20: per prima cosa, ci tengo a dirti che rispondere alle tue
recensioni per me non è un problema, anzi... una
soddifazione perchè io pubblico per condivide
qualcosa, una passione, un punto di vista, e se qualcuno recensice una
mia fanfiction devo essere grata anche se si rivela un
commento negatvo perche facendolo da importanza al mio lavoro
e al tempo che gli ho dedicato. passiamo al capitolo... sono felice che
aprezzi l'idea della vaniglia, è semplice ma non banale!
è quello che ci vuole per una cosa simile. ah,
sono riuscita a farti venire qualche idea è un buon segno...
sta storia non è una palla! ed hai ragione a non rovinare la
notizia ai miei lettori...sempre che la tua supposizione sia
esatta ....
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Capitolo 13 *** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte II ***
Non c’era nessuno a
costringerlo,e ancora più sconcertante non lo
aveva programmato. Alcuni avvenimenti avvengono perché
devono avvenire, sono le circostanze che modificano il destino di un
uomo e permettono a tali fatti di avverarsi.
Sirius Black si avviò al sesto piano lentamente con quella
solita distratta eleganza dei movimenti, rilassato tanto da
fischiettare una canzone molto conosciuta tra i giovani maghi.
Pochi di voi sanno che, pure la comunità magica è
stata colpita dal furore del 68: un anno pieno di cambiamenti e di
proteste, furono proprio gli anni in cui moltissime specie mezzosangue
emarginate gli sono state concesse più libertà;
gli anni delle grandi riforme che vanno dal ’68 a tutti gli
anni ’70.
Moltissimi musicisti magici composero melodie in riguardo a
ciò, e un esempio era la canzone fischiata da
Felpato.
In ogni caso, continuiamo: La trovò nel punto
esatto in cui sperava d’incontrarla, appoggiata al muro dove
sarebbe comparsa la stanza delle necessità. Era strano per
lui capire e provare le identiche cose che provava lei... non era
così difficile costatò subito dopo
poiché entrambi erano soliti fare ragionamenti simili ed
arrivare ad altrettante soluzioni simili.
Voleva sapere da lei in persona quello che aveva capito da
sé. Tanto per essere sicuro.
“Mi chiedo dove arriveresti pur di sbarazzarti di me,
Steavens.”
A quale sporco gioco giocando, eh? Ti avverto, che se mi costringi
gioco anche io.”iniziò senza dire neanche
“Ciao”.
“Non hai capito nulla come sempre, Black. Intuito zero, caro
mio!” fu la risposa secca.
“lasciatelo dire, come investigatore fai pena!”
Sirius rise, appoggiando una spalle al muro rivolto verso Cornelia per
poterla vedere, il suo profilo. Guardava dritto davanti a lei, senza
mostrare mai un segno di cedimento, una mossa o un occhiata di sguincio
verso il ragazzo, fiera e impassibile.
“Può essere... non ho mai detto di voler essere un
investigatore! In ogni caso, ti ho trovata senza nemmeno un indizio
dove cercare...forse più che intuito e olfatto?”
“Non sono in vena di battute.”
“Non mi sembrava, sai?”
“ delle tue, tesoro.”
“Uh... siamo nervose...”
Iniziava sempre così, da un po’ di tempo, con
battute spinose, litigi, versacci o anche gesti carini niente
affatto.
“Non sono qui per scherzo, Cornelia Steavens. Voglio capire
una volta per tutte perché cavolo lo hai fatto! Non lo posso
capire da me? Benissimo! Spiegalo tu!”
Cornelia compre a pieno che quello non era uno scherzo, non era per
deriderla o chissà cos’altro, Sirius Black era
venuto per delle spiegazione che mai si sarebbe sentita di dargli.
Aveva paura che lui avesse capito tutto, non voleva bastoni
tra le ruote... eppure lei stessa per la sua ragione era un ostacolo
irto da superare. La contraddizione di due forze opposte le quali
tirano, spingono verso due poli diversi. Una voleva amarsi,
l’altra dimenticare e continuare la vita di sempre.
“Me lo ha chiesto lei...”
“Dopo tutto quello che è accaduto?”
chiese Sirius aprendo le braccia.
“Dopo tutto quello che è accaduto come pensi che
doveri prenderla?!”
“Prendila come ti pare! NON M’IMPORTA!”
esplose Cornelia voltandosi verso di lui.
Il silenzio era solo il preludio del bacio che si scambiarono poi,
cos’ improvvisa una forza li spinse a prendere la
rincorsa e avvinghiarsi l’uno contro
l’altro.
La stanza delle necessità era così vicina.
....
“E’ colpa tua.” Affermò
Cornelia stringendo il lenzuolo contro il seno.
Sirius buffò: “Non è vero! È
anche colpa tua!”
“cosa? Io, sono quella indifesa?!
In difesa lei? Quella sì, era una sparata grossa! Sirius si
svergò gli occhi e si mise a sedere deciso a non cogliere le
sue provocazioni. C’erano dentro fino al collo entrambi.
“Non doveva succedere più!” si
lamentò ancora lei.
“ La vuoi smettere?! Non ha senso lamentarti ora!”
esclamò lui esasperato rinfilando i pantaloni della divisa.
“AH no? È colpa tua se fosse stato per
me...”
“CHE COSA?!”
Sirius miracolosamente si calmò e finì di per
vestirsi cercando di non litigare con la ragazza, la quale
rimase impressionata Black non era tipo da dispiegare una
bella litigata con lei.
“Cosa t’è preso?”
“Hai visto come finisce sempre no?”
Silenzio nella stanza segno inequivocabile che Cornelia aveva capito.
Accidenti se aveva ragione, finiva sempre così, tra odio e
amore vinceva sempre quest’ultimo.
“Non te ne andare...”
Sirius si bloccò e in quel momento, girandosi
indietro, guardando quella creatura bella e orgogliosa
riuscì a pensare soltanto...
“Ecco, lo sapevo!”
ANGOLO DELL'AUTRICE
Oh dio che casino! è un vero cataclisma questo racconto....
e ne devono accadere di cose!!!! spero di non esagerare.... non ho
ancora deciso come e se finirà "A.D." ( acronimo
del titolo), avendo avuto l'idea di renderla una long fic ( si dice
così?). non mi sono mai cimintata in cose del genere e spero
di non rovinarla, nonostante già abbia avuto questa
impressione. Lasciamo perdere, e passimo a rispondere alle recensioni.
Tarantella 20: Remus per quello che mi riguarda ha sempre ragione
essendo il più giudizioso! Oh, è vero Lexi
è insopportabile... quando ho paralato di lei non mi ero
accorta di avrela resa così odiosa...grazie a te mi sono
resa conto di come doveva apparire agli occhi del lettore, ed ho avuto
il lampo di genio! un idea insapettata ma che ritengo niente male!
quindi ti dico grazie!!!!!
Ninny: felice che la pensi ugulmente a me...contenta anche che tifi per
Cornelia, ma cosa ti piace di questo personaggio?
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Capitolo 14 *** Impossible is Nothing ***
Solito
angolo dell'autrice:
Scusate per il ritardo,
ma, avevo bisogno di una pausa per rielaborare nuove idee... spero che
vi piaccia. ho pensato di spostare il mio angoletto, prima della
storia, perché magari aveva più senso... non
è vero, la verità che avevo voglia di
cambiamento... Rispondo alle recensioni, "che è meglio!"
Ninny:
Sì, Leila lo fa impazzire, in ogni caso, Sirius è
fantastico in qualsiasi versione!!!!!
Tarantella20: le tue
idee si stanno concretizzando, eh? sono felice, vuol dire che la
pensiamo allo stesso modo! ho deciso di farti odiare ancora
di più Lexi...perché... ah! non te lo posso dire!
lo devi capire da te! non è difficile. Comunque, sono felice
che ti sia piaciuto il capitolo precedente, è forse quello
che mi piace di più, e che avevo in testa da molto
tempo...è stato difficile ricrearlo dalla mia (malata) mente
alla tastiera.
Ringrazio come sempre
chi legge, e auguro buona lettura di questo nuovo capitolo.
Fanny
Prima o poi, qualcuno avrebbe scoperto in quale immensa
tresca fossero finiti, ed entrambi ne erano consapevoli.
Il primo che sospettava di loro due era il caro Remus, alias
Lunastorta, il quale aveva iniziato ad indagare con la chiara
intenzione di andare fino in fondo.
A Sirius non avrebbe importato più di tanto se non
per quella cosa che tutti chiamano
orgoglio: quel diabolico lupus in fabula , aveva sempre
sostenuto che, Sirius fosse attratto da Leila, e che ne fosse anche
corrisposto.
Remus capiva sempre tutto e più dello stesso interessato e
ciò non poteva che dare gran fastidio. Se posso
dire, almeno non rammentava mai le tante
volte in cui aveva visto premiata la sua ragione dai fatti. In
sostanza, aveva sprecato molte buone occasioni per dire “Ve
lo avevo detto”.
La seconda, era Lily che giusto appunto aveva notato delle strane
coincidenze, risoluta, però, ad ignorarle. Era
dell’avviso secondo cui non erano fatti riguardanti a lei in
prima persona, e più importanti desiderava sinceramente che
i diretti interessati ne parla serro di spontanea volontà.
Fino ad allora, ogni supposizione poteva essere ritenuta falsa, oltre
al ragionevole dubbio.
Posso sentire distintamente un coro che recita:
“James?”
James, Primo, non aveva bisogno di supporre, lui sapeva
già che era così. Secondo, a lui stava bene
così. Terzo, era preso da ben altri pensieri.
Provando a ricordare per cercare di capire, la prima volta ( per Leila,
la prima in assoluto) era avvenuta a settembre,
dopo un turbolento litigio, erano finiti in quel luogo che
conoscete bene.
Fu la prima, ma anche l’ultima.
Errare è umano...
...perseverare è diabolico.
Ebbene, se credevano di poter sfuggire si sbagliavano alla
grande, se affermavano che ciò che era accaduto
era uno sbaglio, mentivano. Loro si amavano cecamente,
follemente, irrimediabilmente. Si odiavano, pure. Potevano passare
giorni senza guardarsi per il quieto vivere, tanto le litigate erano
frequenti, burrascose, micidiale.
Era questo a farli desistere da quella passione, poiché non
volevano passare inutili giorni amari, per la gioia di cinque minuti di
felicità. Leila, preferiva la certezza di una
amore tiepido con Patrick, Sirius il calore della grande amicizia.
Anche dopo questi preamboli, in ogni ragionevole caso Leila e
Sirius non potevano non vedersi, non sfiorarsi, o fare qualsiasi cosa
insieme.
Continuava la loro storia, nell’ombra, sperando che prima poi
sarebbe passata.
*****
“ è accaduto qualcosa fra te e Black?”
chiese Patrick.
“Certo che sì! Siamo usciti, no?”
“Non intendevo quello,Lexi. Ti ha fatto visitare qualche
sgabuzzino per le scope? un’aula vuota ... o
chissà cosa?”
“No. Mi ha solo gentilmente accompagnato davanti la sala di
ritrovo.”
“Non dovrebbe sapere dove si trova!”
“Black sa tante cose che non dovrebbe sapere.”
Cornelia roteava gli occhi da dietro il libro che stava leggendo,
ascoltando la chiacchierata fra Pat e Lexi. Da un po’ di
tempo a questa parte fra di loro non si parlava che di Black...
annoiante, per chi come lei aveva la grazia di tanti ravvicinati
incontri.
Le dava fastidio, inoltre , perché era
opprimente dover sempre pensare a quel Grifondoro visto che alla fine
il pensiero le andava sempre a quel punto dolente.
“E’ strano per uno come lui.”
“Già... “ rispose con la testa da
tutt’altra parte, più precisamente al incontro di
quel pomeriggio.
Non faceva altro che parlare di quanto fosse bravo Patrick, come era
intelligente, studioso, comprensivo e gentile... Patrick
aveva fatto questo, o quest’altro, lui dice sempre che,
è convinto di questo... per Sirius fu inevitabile non
chiedergli:
“Per caso hai una cotta per Ewan?”
Non che a lui diede la benché minima
importanza alla risposta, lo chiese perché gli
sembrò evidente il sentimento trapelato da
quel tripudio di virtù elencate da Lexi.
“Oh, no, no, no! Che vai a pensare!” rispose lei
scuotendo la testa energicamente e ridendo scioccamente. Sirius
alzò un sopracciglio, costatando che un po’ se lo
meritavano entrambi, lui e Cornelia, intendo.
Ci sarebbe stato da ridere.
“Evans e James, stanno insieme, ora?”
“OH, e chi li schioda più.”
Lexi si morse un labbro, lo sguardo rabbuiato da un pensiero a
lui sconosciuto. Era strano, come quella domanda
perché era quella ragazza a parola.
Semplice curiosità?
Forse.
****
Nella sala comune rosso oro le conversazioni non erano diverse, a parte
tinte ogni tanto da argomenti più scuri come i brutti fatti
che nella comunità magica accadevano.
Tra Lily e James scorreva così bene,
tanto da sembrare che fra loro non fosse mai esistito il grande divario
che li aveva separati per tanto tempo.
Sirius era disgustato da tanta dolcezza che evitava di guardarli.
“Geloso?”
“Non sai quanto, Luna...”
“Ah, ah, spiritoso.”
Tipico comportamento da Felpato, tirare in ballo scherzi quando si
tirava in ballo una questione spinosa per lui.
“Mi hai dato la conferma che è questione ti
brucia, Felpato mio.”
Sirius non si mosse dalla sua posizione stravaccata, libero da sensi di
colpa: Cornelia le aveva chiesto di tenere la bocca cucita. Per quanto
lo riguardava i suoi amici potevano anche usare Il
Veritaserum, lui stava adempiendo a una promessa fatta.
Non che ci fosse il rischio, Non era certo cose possibili per
Remus J. Lupin, lui sì che aveva classe. In riguardo ad
Interrogatori.
“Esistono due tipi di bugie, Sirius, una con le gambe corte,
l’altra con il naso. Tu, appartieni sicuramente alla prima
categoria.” Detto ciò mostrò
si avvinò a lui, e tolse un lungo capello biondo dalla
giacca e lo mise in bella mostra davanti agli occhi
dell’amico.
“Non mi verrai a dire che, questo, è
tuo.”
|
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Capitolo 15 *** Fine del sogno ***
Bene, bene, un altro
capitolo postato! senza titolo perchè non me ne veniva in
mente nessuno! lo inserisco quando avrò qualche idea decente
e sono accettati i consogli!!! ci stiamo avvicinado al prossimo nodo
della questione. spero di aver acceso le vostre sinapsi e stimoltato
adeguatamente la vostra cuiosità!
Tarantella20: adorare Remus è una delle cose che abbiamo
incomune, per me è come una malttia. come sirius
riuscirà a sfuggire alla sua morda indacatrice? lo spiego in
questo capitolo, dimmi se ti è piace! per Lexi, ora ti
innervosoce... vedrai che l'odio peggiorerà, ma dovrai
aspettare il prossimo aggiornamento!!
ninny: hai ragione, poveretto! spero che mi perdonerà!
Baci,
Fanny
****
Una prima volta nella vita capita a tutti di rimanere senza parole,
perché c’è sempre una prima volta per
tutto.
Sirius non avrebbe neanche potuto dire “ è un
crine di cavallo”, non conoscendo la famosissima canzone
babbana, la quale appunto fa passare un incriminato capello biondo per
un crine uscito da un paltò ( la conoscete,no?
N.d.A).
Sirius rimase a fissare l’amico per un interminabile momento,
colto da una sorta di mutismo estemporaneo, giusto per aver il tempo di
difendersi.
“No ,che non è mio”.
Si alzò dalla poltrona per una ritirata veloce verso i
dormitori, vinto da quella prova inconfutabile.
Disgraziatamente, delle ragazze che in quel momento gli venivano in
mente, dai capelli biondi c’era solo Leila. Nei suoi stupidi
pensieri, c’era solo lei e basta, in realtà.
Parlare con Remus non significava solo ammettere gli incontri
clandestini con la Corvonero, significava ammettere tutta una
serie di sentimenti e emozioni provati da un po’ di tempo e
motivo principale per quel gran casino. Ebbene, di fare i conti con i
propri sentimenti non ne aveva nessuna voglia... avrebbe significato
soffrire, troppo abituato a tenrsi tutto dentro.
No, non era il caso.
“Dove stai andando ora?”
“A dormire.”
“Batti in ritirata, eh?” chiese James osservandolo
dalla posizione in cui si trovata, cioè, seduto sul divano
vicino al fuoco con Lily fra le braccia.
“Ho sonno. È reato?”
Una fiamma improvvisa si levò lì vicino, due
occhi fiammanti, una mano quasi lupesca si serrò sulla
spalla di Felpato impedendogli di muoversi, un ringhio basso e grave...
“Non vai da nessuna parte...ORA, SPIEGHI. TUTTO. DALL'INIZIO
FINO ALLA FINE. SONO STATO CHIARO?”
E non era nemmeno la luna piena.
****
La luce delle candele era fioca, e i loro volti erano in
penombra, distesi su dei morbidi cuscini colorati, l’aria era
profumata da essenza di glicine. La Stanza della
Necessità riusciva a trasformarsi nelle cose più
incredibili, come se riuscisse a decifrare le emozioni e i desideri di
chi aveva bisogno di lei... Mai una volta fu colta impreparata, era
sempre diversa, a seconda del giorno, dell'ora, o del momento. Quando
era colti da una passione improvvisa e bruciante, la luce era dorata,
il numero di cuscini aumentavano, come la loro grandezza e la loro
morbidezza, cambiava anche l'essenza, a volte incenso, a volte essenze
di violetta o di rosa...era come una mamma attenta allesigenze del
figlio, un amica, che coglieva i bisogni trasformandoli il
realtà concreta. Era la magia infita di
Hogwarts la quale sempre ti sbigottiva e mai avresti voluto abbandonare.
“Ti hanno costretto...”
“Eh,eh.”
“Non pensavo che fossi così femminuccia.”
“Perché non ti strangolo una volta per
tutte?”
Cornelia sorrise a quelle parole, e cercò la sua mano
grande,e la strinse forte... era inevitabile che accadesse, una
relazione del genere non sarebbe potuta rimanere nascosta a lungo.
Si erano concessi una pausa dalla solita guerra, erano diventati
un'unica cosa, però, non era abbastanza per
chiudere quella crepa che c’era fra di loro, quelle
incomprensioni, quei duri litigi.
“Non pensavo che ti sarebbe dispiaciuto troncare con
me.”
“Sei un grande insensibile! Come a te no?!” urlo
cercando di lasciare la presa di Black sulla sua mano. Lui,
non mollava, anzi stringeva sempre di più. La
tirò a se per odorare il profumo dei suoi capelli e
delicatamente sussurrò che gli dispiaceva tantissimo.
Quelle parole fecero montare di rabbia ancora di
più nel cuore della ragazza, le sue
lacrime sembrava cristalli contenti rabbia, tristezza e soprattutto
impotenza, quella forza mancante per riuscire a staccarsi da
lui.
“Sei tu che hai deciso di lasciar perdere quando
qualcuno avrebbe scoperto dove ci nascondevamo. Potresti decidere il
contrario.”
Sirius non riusciva a scacciare dalla testa le parole dei
suoi amici, quelle con cui esprimevano la loro approvazione, la loro
contentezza per quello che c’era fra lui e Leila.
“E’ scontato che state bene insieme.”
Non lo era per Leila, e ciò non riusciva a capacitarsi di
come l’amore fosse bizzarro, come prendesse in giro la gente.
C’era qualcosa di sbagliato in tutto quello; di dannoso e
controproducente e la domanda che prepotente si insediava nei suoi
pensieri era, Un uomo poteva umiliarsi a quel mondo per una
donna?
Forse Sirius aveva trovato la risposta a tutti quei dubbi, a quella
cosa chiamata amore, la quale lui non riusciva a comprendere.
Ora sapeva, perché era innamorato. A cosa sarebbe
andato in contro, ora? Alla rovina totale, oppure una via
più filosofica della serie “domani è un
altro giorno? Cosa ne sarebbe stato di loro due?
Maledì per la millesima volata quella dannata/ o che aveva
avuto la brillante idea di avvelenare James.... non sarebbe mai
accaduto.
Lui e Leila avrebbero continuato la vita di sempre, dimenticando quel
isolato episodio di pazzia, vivendo felice e spensierati. E, a pensarci
bene, ancora non aveva scoperto chi avesse pagato Nik, per quella
spinosa affaccenda.... se ne erano dimenticati... James stava bene, si
era fidanzato con Lily, Piter, beh, con quel cervello fino...Remus
troppo concentrato a tenerlo d’occhio, Sirius,
dall’altra parte era troppo concentrato a scappagli, troppo
preso da quei eventi turbolenti che avvenivano dentro di lui...non
sapevano chi era.
Nik, aveva tenuto nascosto il nome, perché non
voleva guai, e in cambio aveva detto loro chi poteva dargli
l’antidoto. Se l’era cavata senza ossa rotte e con
una bella punizione inflittagli da Remus.
“Chi è stato?”
“A far cosa?”
“ma, sì...la pozione cancella dolore chi ha
chiesto a quel ragazzino di dare la pozione cancella dolore a
Ramoso?”
Cornelia costatò di non saperlo, si tirò su
pensosa cercando una soluzione. Se il ragazzino non parlava,
perché si dice il peccato non il peccatore l’unico
modo era ritornare dal Black’s fan club.
“Basta darmi un tuo indumento.”
“Cosa, vuoi leggerlo nelle mie mutande?”
Un pugno gli arrivò sulla testa come secondo, come contorno
una bella sfilza di parolacce.
“Come riscatto per l’informazione. O paghi con
galeoni, oppure dai qualcosa di tuo, specialmente se indossato, e non
deve essere lavato.” Spiegò saccente Leila.
“perché io?”
“E’ il tuo fan club, non mio!”
Sirius strinse gli occhi per pensare prima che le sue labbra disegnate
si aprirono in un ghigno.
“Adesso capisco come hai fatto
a convincere Miranda a darti della vaniglia! Posso sapere...”
“Sai quelle volta...beh... ti ho cacciato via tanto
velocemente che avevi dimenticato la cravatta. Volevo
restituirtela...” rispose arrossendo.
“però hai pensato che fosse un bel
souvenir.”
“NO. Non potevo darti niente allo scoperto, e
dunque non avevo trovato l’occasione per
ridartela... potevo buttarla, ma, non era mia. Era giusto
ridartela.”
“Ma che brava ragazza!”
Sirius fece il bis di tutto, due volte.
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Capitolo 16 *** Per odio, per amore ***
Angolo dell'autrice:
Siamo arrivati al sedicesimo
capitolo di questa storia, un vero traguardo per me, poichè
le fanfiction scritte fin ad ora sono arrivate ad un massimo di 8 o 9
capitoli. cerco di scrivere storie piccole per concluderle in maniera
dignitosa senza che io mi perda in centomila idee per andare a finire
di non cloncluderne nessuna. amarsi e dimeticarsi ha avuto un
dicreto sucesso, e vi ringrazio per questo... le strade sono due, o
continuo ampliando il racconto, con le modifiche appropriate, o la
concludo qui, con un altro capitolo, o arrivando a venti per far numero
pari. la scelta è rimessa a voi, lettori, quindi se vi piace
che continui ,fatemelo sapere!!!
detto questo rispondiamo a Tarantella 20: ho deciso di dedicarti questo
capitolo visto che sei stata così brava da indovinare tante
cose!!!! spero che la fine non ti sia sembrata troppo scontata.
Ncl: rispondo al commento che hai lasciato al primo capitolo... tu sai
quanto mi piace ridere, e le cose divertenti mi piace scriverle.... ho
detto basta hai melodrami, molto tempo fa!!!!
un grosso bacione,
Fanny
PER
ODIO, PER AMORE
Ciò che spinge una donna a deprecabili azioni possono essere
soltanto due cose, l’amore e l’odio.
Per questi due sentimenti forti e tanto devastanti, una donna
è disposta a fare qualsiasi cosa.
Lexi, per entrambe le cose. Non l’una o l’altra...
lei agiva sia per amore che per odio.
Quante volte aveva buttato fango su Black? Un milione...
già, tutte le volte che compariva una nuova fiamma, o fans,
lei riusciva in un modo o nell’altro, a rendere Black il
peggiore degli esseri chiamati uomini.
Non che fosse difficile, visto il comportamento che quel tale teneva, e
soprattutto per il modo di Leila di saltare alle conclusioni sbagliate.
Una sputasentenze, e nient’altro.
Come quella Lily Evans, costatare con i propri occhi come disprezzava
chi con tanto ardore le dimostrava i suoi sentimenti, le faceva venire
il voltastomaco.
Si capiva benissimo che non aveva mai provato sulla propria pelle cosa
significava essere rifiutati, essere ignorati da chi si ama.
Una lezione ci voleva, pure per lei, doveva comprendere cosa
significava essere dimenticati, cercare di emergere e tentare di
trovare la luce del sole, ma rimanere lo stesso invisibile...
Lei per Pat, era invisibile... ma, piuttosto che odiarlo preferiva
amarlo ancora di più, e cercare di fare la sua
felicità.
E, se questo significava Cornelia, a lei andava bene.
erano anni che conosceva cosa realmente c’era fra la sua
amica e Black, per paura di un possibile abbandono di lei per lui,
aveva complottato alle spalle, spingendo studentesse procaci a provarci
spudoratamente con il giovane insistentemente fino a quando non avesse
ceduto. Tutto sotto gli occhi di Leila, e con i suoi commenti a far da
sottotitolo.
Per amore di un egoista. Patrick Ewan amava solo se stesso, e la sua
indipendenza, quella con cui Cornelia spiccava di più in
lei. Lexi aveva bisogno di un uomo protettivo, Pat di proteggere non ne
aveva nessuna voglia.
Per odio, aveva chiesto di uscire con Black, ma anche per amore,
s’intersecavano nel suo animo... e costantemente lottava
affinché uno prevalesse sull’altro.
Odio per Leila, amore per Pat, poi viceversa... era pazza, forse. Ma
uno era il ragazzo di cui era segretamente innamorata,
l’altra era, la sua migliore amica.
A volte, cercava di allontanare Sirius e Cornelia, per
dispetto a quest’ultima, a volte odiava Pat per quanto fosse
stupido a non capire i suoi sentimenti, e desidera che Cornelia lo
lasciasse, sì per Black in modo tale da fargli comprendere
quanto si potesse star male.
Era depressa, a lei mai nessuno pensava.
“Ciao, Lexi.”
“Ciao, Cecilia.”
La ragazza si sedette vicino alla Corvonero e insieme mirava
il parco verdeggiante. La primavera era arrivata, i primi caldi si
facevano sentire così da permettere agli studenti di passare
il loro tempo libero, seppur poco, fuori all’aria aperta.
“Sai, non era poi così bello come
pensavo.” Disse Cecilia
“Cosa?”
“Quando James mi degnava di uno sguardo.”
Il vento muoveva le fronde degli alberi, producendo quel fruscio
delicato da accompagnamento per il canto degli uccelli.
“Non era come me lo sognavo io.”
“ Quando è tornato in lui ho capito, che non era
la stessa persona...come se fosse un altro. Lui faceva certe cose solo
per piacere a Lily Evans... non ci riusciva magari... si capiva che lo
faceva perché sotto l’effetto di una
pozione.”
Lexi non rispose, sentendosi sciocca per ciò che aveva fatto.
“Ti ringrazio lo stesso! Il tuo consiglio mi ha aiutato a
carpire, sai?”
Detto questo, fece un sorriso e se ne andò lasciandola
nuovamente ai suoi pensieri.
C’era solo una cosa da fare.
****
“Picchiami, se vuoi.”
Lo sguardo di Sirius La trapassava da parte a parte, Lexi non ci fece
caso. Quello che era stato era stato, e redimersi non era possibile se
non confessare.
“Picchiami, me lo merito.”
Merlino, che situazione! Se solo pronunciava di nuovo quella
frase l’avrebbe fatto davvero, non per il danno provocato,
perché stesse zitta.
“Zitta. Non dire più ...non picchio le donne, io.
solo Mocciosus a questo privilegio.”
Lexi sorrise a quella frase, perché le botte erano un
privilegio di cui tutti ne facevano benissimo a meno.
Il sospiro del ragazzo la sorprese tanto era carico di tristezza e
rassegnazione. Cornelia aveva deciso di non vedersi
più. Si appoggiò alla colonna fredda
con le mani infilate dentro le tasche.
“Se pensi di avere la maggior parte della colpa ti sbagli. La
tua amica non è così influenzabile... pensare
quello di me , le faceva comodo.”
Dire di no, era sprecare fiato per un’altra menzogna la quale
non sarebbe mai creduta, la giovane abbassò lo sguardo
indirizzandolo verso i piedi.
“una brava ragazza come te, non può piacere uno
come me. E’ probabile che Cornelia abbia mangiato la foglia.
In ogni caso, posso finalmente dire che la storia è
conclusa.”
“Non è vero!” sbottò Lexi
trovando il coraggio di fissarlo negli occhi.
“Eh?”
“Un amore del genere non può andare
sprecato.”
Sirius rise mentre lei gli voltava le spalle, di tante cose
che poteva dirgli lei aveva scelto proprio quella.
Nel frattempo Cornelia cercava di concentrarsi sul tema di pozioni, il
quale era stato abbandonato già da tre giorni,
dall’ultima volta che aveva visto Black. Era stata
la scelta giusta? Era chiaro fin troppo dell’amore
che li legava, all’attrazione fisica e i punti in comune.
Era testarda e sciocca, si ostinava a volere avere sempre ragione, e,
in quel caso aveva sbagliato alla grande.
Avrebbe tuttavia significato dover dire addio all’amicizia
con Pat, niente più storia, niente più amicizia.
Se rese conto mentre leggeva il capitolo sulla legge di Zompante, di
quanto avesse sbagliato a mischiare amicizia e amore. Da un
po’ accumulava errori, senza più riuscire farne
una giusta.
Era giunto il momento di troncare con quella schiera da fallimenti.
Primo passo, di difficoltà media, era Patrick. Lasciarlo, si
rivelò più facile del previsto, bastò
ammettere di aver baciato Black, dunque ferire l’amor proprio
del giovane Corvonero, per mettere fine a quella relazione insensata.
Difficilissimo per lei, era ammettere di fronte a Black di aver
sbagliato, o come preferiva dirlo lei, un piccolo disguido nei calcoli.
PRIMO PASSO: trovare Sirius.
Facile per lei bastava decidere al momento dove andare, e lui
magicamente appariva. Infatti, preso il corridoio
giusto, eccolo apparire davanti a lei insieme ai suoi malandrini.
SECONDO PASSO: fermarlo e chiedere di poter scambiare quattro
chiacchiere da buoni amici. Non riuscì a compiere
la missione nascondendosi dietro una colonna.
“Non ce la faccio... no....”
“ non pensavo fossi così codarda.”
“Lily mi hai spaventa... che cosa hai detto?”
Non avrà detto...
“Sei spaventata al punto tale da non riuscire più
a parlarci... sembri Miranda.”
Non doveva dirlo questo no.
“Black, VIENI SUBITO QUI!”
Di marcia, nera da fumare quanto un camino, strattonò Sirius
trascinandoselo dietro.
TERZO PASSO: dichiararsi.
Aveva fatto tanto, ora era giunta la mission impossible.
Sirius osservava perplesso il fumo che usciva dalle orecchie
di Leila chiedendosi cosa avesse combinato da farla arrabbiare tanto.
Più ci pensava e più non gli veniva in mente.
“per colpa tua ho troncato con Patrick.”
Silenzio.
Un moto di felicità percorse il ragazzo... ah, ah, fuori un
altro damerino! Evviva! Non si preoccupò di nascondere tale
sentimento, tanto quanto ne fosse consapevole.
“Ma, davvero? Lo prendo come complimento.”
“Dubito che io abbia fatto qualcosa per... ”
“Taci. Gli ho detto di noi. E se l’ho fatto
è solo per te. Ho perso un caro amico, e ti odio per questo.
Ti odio perché ti amo.”
Per amore e per odio si fa di tutto.
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Capitolo 17 *** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto(lettere d’amore prima parte) ***
Angolo
autrice
Buona pascqua a
tutti!!!! chiedo perdono per il folle ritardo, ma sai
com'è, l'ispirazione non è qualcosa che viene
così... inazitutto dovevo trovare l'idea giusta per
continuare, e, ora l'ho trovata e prevedo scintille... comunque questo
è il mio regalo di pasqua per voi!!!!
Tarantella 20: sono felice che ti piace come e quello che
scrivo e sono contenta che hai azzeccato tutto, sei veramente un genio
quando anche io avevo dubbi su come andava a finire!!!!
Zarkyna: , grazie mille per i complimenti!!! sono felice che questa
storia ti piaccia... non ho proprio aggiornato presto, ma prometto
grandi cose!!!
Ringrazio chinque legga e apprezzi questa storia.
Baci
Fanny87
Remus J. Lupin non sapeva se la felicità
esistesse, la realizzazione assoluta di una persona. Probabilmente al
mondo non aveva ancora vissuto l’uomo che aveva
ottenuto tutto dalla vita.
Forse chi si era avvinato più di tutti era Silente, ma non
ne era sicuro. Ebbene, Lupin era convinto che esistesse un modo di
essere felici, e cominciava a credere di aver ottenuto il suo. Aveva
perso la speranza, il caro Remus, eppure anche per lui era apparsa una
chance. E, non poteva che essere grato per questo.
Per così poco, Remus era sereno... andava bene a scuola,
aveva amici con cui condividere tutto, divertirsi e perché
no, concedersi anche di sognare-
Saranno state l’una del mattino, la candela ridotta a un
coagulo acquoso continuava imperterrita ad illuminare la
pergamena dove una piuma graffiava
velocemente la sua superficie ruvida.
Remus aveva l’abitudine di annotare in un piccolo quaderno
malconcio qualsiasi cosa gli accadesse, quello che pensava, quelle che
erano le sue riflessioni personali, o quelle dei suoi amici e tanto
altro. Era rimasto indietro di parecchie cose ultimamente,
poiché, come sapete, erano accadute troppe cose, una dietro
l’altra per poterle riportare nella maniera
corretta. Bisognava, prima di tutto riflettere e comprendere
tutti i fatti accaduti.
Espresse la sua più sincera contentezza nel vedere due dei
suoi migliori amici maturati e più assennati e
felicemente innamorati.
Lily e James erano ufficialmente la coppia più bella del
mondo, Sirius e Leila, in via ufficiosa se così si
può dire. L’importante che fossero felici e che
stessero bene.
“Anche tu non chiudi occhio?” chiese una voce scura
alle sue spalle.
“Scemo, mi hai spaventato...” rispose voltando il
viso verso il suo interlocutore.
“Immagino che non sia per lo stesso motivo.”
Continuò l’interlocutore diritto sul filo del suo
discorso.
“Le brutte abitudini sono dure a morire.”
“Sirius ti rendi conto di esserti impuntato per una
stupidaggine?”
“Lunastorta caro, non è come pensi tu.”
A No?
“Tecnicamente, non siamo una coppia, però,
teoricamente lei sostiene che dovrei comportarmi come se
fosse così.” dichiarò Felpato, in
quella che doveva essere una sorta di dichiarazione alla stampa.
“Allora?”
“Sessanta minuti. Merlino, non ha senso!”
esclamò Black lasciandosi trasportare dalle forti emozioni
del suo animo disturbato anche nel sonno.
“Abbiamo deciso di comune accordo di essere quello che siamo
sapendo benissimo di non essere persone normali? Allora, siamolo fino
in fondo! Una coppia libera, in tutti i sensi!”
L’espressione bastia di Remus era tutto un
programma, conscio che ne avrebbe avuto fino al mattino.
“Su dai scrivi...”
“prego?”
“Voglio una conferma scritta di questa
conversazione a tu per tu.” Disse Sirius, serio come non lo
era stato mai.
“per amor di merlino! Comportati da persona sensata, una
buona volta, e magari cerca di pensare cose con un senso che si
avvicini alla ragionevolezza. E’ normale che non le sta bene
questo discorso... e poi, anche James è d’accordo
su questo punto.” Disse l’amico, ma
più che una affermazione, sembrava una supplica.
“Ramoso è d’accordo solo
perché lo ha detto Lily. Ormai è
partito!”
“Codaliscia?”
“Quello è d’accordo solo
perché lo è Ramoso!”
“Io, invece?”
“Tu lo fai solo per darmi torto... no, dai sto
scherzando...” si riprese subito vedendo
l’espressione di Remus cambiare un tantino, dal esasperato al
adirato.
“Infondo lei sta cercando di ricuperare il rapporto con il
suo ex, ex, ex fidanzato migliore amico...”
“per lei è importante!”
“lo anche per me!”
“ Per una cravatta?!”
“C’ero molto affezionato.” Rispose
Sirius aveva tentato di riprendersi quello che gli era legittimo, con
risultato di essere ricattato, o usciva con Miranda o niente cravatta.
Cornelia, ovviamente, si era trovata in disaccordo, e ormai erano tre
giorni che non si rivolgevano la parola.
“Quella è capace di raccontare chi sa cosa con
quella cravatta incriminata.”
“Sirius, Cornelia sa che è stata lei a dargliela,
per cui ciò che dice non ti deve importare.
”
La discussione sembrava essere giunta al termine, tuttavia Lunastorta
sapeva che l’amico non si sarebbe arreso tanto facilmente.
“Mi da comunque fastidio quello che dice la
racchia!”
O Sirius... perché non pensi a far pace con lei? Erano tre
giorni di silenzio per uno stupido capriccio, o può darsi
era quell’abitudine a cui nessuno voleva
rinunciare. Alla fine facevano sempre l’amore.
“Non capisco perché però,
proprio la cravatta...”
“Semplice, altrimenti avrebbe dovuto sborsare galeoni, no?
Avrebbe potuto farlo. In effetti...”
“Sirius!”
Infondo era solo uno scherzo.
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Capitolo 18 *** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto... Seconda parte ***
AnGoLo AUtRiCe:
Salve a tutti... lo so,
probabilemte mi avete dato per dispersa, sono in un fottuto ritardo, e
mi avrete maledetto un centinaio di volte. Sono imperdonabile, ma vi
chiedo perdono, lo chiedo anche per le grosse stupidaggini che ho
riportato qui sotto in questo capitolo. Ringrazio a tutti per il grosso
coraggio che dimostra nel leggere quello che scrivo.
Rispondiamo alle recensioni:
Ale03: sono sempre felicissima di sapere che nuove persone leggano
quello che scrivo! grazie. Quante storie per una cravatta, ma, Sirius
è un testardo coronico e quando s'impunta non c'è
santi che tengano...
Tarantella 20: Lo so, perdere le speranze come è facile, ma
non potevo non continare questa storia che mi ha davvero dato tanto.
prometto che sarò più veloce, ma con gli esami in
arrivo, le 180 ore di tirocineo che mi sono fatta (Manca
poco, evvai), mianno prosciugato.
Buona lettura, e per favore, recensite!!!!
Baci, Fanny
Per quanta calma in quei giorni si respirasse fra le vecchie mura di
una scuola di magia, le novità non mancavano mai, e ed
infatti, qualche ora più tardi al tavolo Grifondoro
planò un vistoso gufo con una altrettanto vistosa busta rosa
grande che profumava di...
“Violetta, si, sì.” Decretò
James, già sul piede di guerra. Assaporava già la
calda sensazione che provava tutte le volte riuscisse a
portare in giro Felpato.
“Taci, cervo scornato.”
Aprì la busta, piano, piano, buttò un occhio, e
sollevò lo sguardo verso Remus, il quale stava
osservando la scena ad occhi sgranati.
Sirius sospirò e lanciò un'altra occhiata al
contenuto della busta.
“Maledizione, vuoi aprirla si o no?!”
chiese Remus stizzito.
Forse mancava di sonno, forse aveva bisogno di una vacanza e
un po’ di relax, magari di una ragazza...Fatto sta che Remus
ogni tanto come si suol dire aveva la luna storta, e guarda caso questo
accadeva ogni 28 giorni. E, come in tutte le cose Remus era
un tipo puntuale.
Per questo, per quante ipotesi e diagnosi i suoi amici
potessero fare, il motivo dello squinterno di Remus era uno soltanto.
“Va bene...non mi sbranare...”
Mossa falsa, un fiammella si accese negli occhi di Remus,
e a giudicare dell’espressione arcigna non
prometteva nulla di buono.
“perché dovrei? Ho perso tante buone
occasioni....”
“E’ vero.” Costatò
l’altro.
James e Piter si limitarono ad assentire.
Sirius aprì la busta, e sorrise capendo immediatamente chi
fosse il mandante.
Era sua cugina che gli scriveva sotto insistenza della piccola peste di
Nifandora Tonks, sua figlia.
“Uh, è Andromeda!”
“Tua cugina? E ti manda certe buste?”
“Oh, ma questa l’ha scelta Tonks sua
figlia!” Sirius sorrise, prese il secondo foglio dove a
lettere cubitali ( probabilmente su indicazione di Tonks) Dora aveva
scritto “Sirius non leggere, dalla a chi sai tu.”
Porse il foglio all’amico, che , stava sorreggendo un
caffè leggendo Il profeta. Quest’ultimo
alzò di poco lo sguardo per osservare di sbieco cosa quello
scemo gli porgesse.
“cosa...”
“Ah, non chiederlo per a me... mi è stato
severamente proibito di leggere.” Disse ridacchiando.
Prese il foglio e lesse:
caro mio futuro sposo,
Forse penserai che sono piccola, ma non è vero... ho
già quattro anni. Siri mi ha parlato tanto di te, e se ti
ricordi ci siamo incontrati anche queste estate al mare. Sto dettando
alla mamma cosa scrivere perché io ancora non lo so fare,
però non sono tanto sicura che scriva quello che dico
io...brontola sempre. Ma tanto la faccio leggere a Lil, e lei
non mi direbbe mai una bugia. Sa che se dici le bugie sei cattiva e vai
all’inferno. Dopo un attenta analisi dei vari possibili
pretendenti che erano: Papi, Siri, Jim, e ovviamente ho
scelto te. Perché, papi, è impegnato, Siri
è mio cugino quindi non è
possibile...però ero combattuta. Volevo solo avvertirti che
ho deciso che ci sposeremo,non so quando ma ho deciso così.
Ho quattro anni, ma mica mi posso sposare! Ah, mamma ha
invitato Siri queste estate perché non vieni anche tu? E
anche coso come si chiama? Ah sì James. Ci divertiremo
tanto, e Siri mi insegnerà volare, sai? Me lo ha promesso...
lui mantiene sempre le promesse.
con tanto amore,
Tua per sempre,
Tonks
Remus finito di leggere si sorprese a sorridere, quella piccola peste
era riuscita a fargli tornare il sorriso. Piegò la
pergamena imbrattata di una sostanza non identificata e la
mise via.
“So benissimo cosa c’è scritto
sai... e mi arrabbio se la fai solamente piangere, ok?” disse
Sirius serio.
Remus non aveva voglia di arrabbiarsi, per cui sorrise
e notò: “Ma, non ti era vietato
leggere?”
“Severamente. Sì. Eppure ero ha
conoscenza della intrigata diaspora per il pretendente alla
mano, e ho immaginato che fossi stato surclassato così
miseramente da te, Luna.”
I ragazzi risero.
“Certo che così sveglia a quattro
anni...”
“E’ una vera peste.” Disse Sirius.
In quel momento Cornelia passò, tranquilla senza
degnare di uno sguardo Sirius. Anzi, lo guardò in segno di
sfida, poi scollò i capelli e riprese a camminare.
“Sirius...” richiamò Lily.
“Ok, vado.”
Raggiunse la Corvonero con estrema facilita, e con altrettanta la
sospinse dietro ad un arazzo. Leila, lo guardò con
un espressione mista di sfida e stupore.
“Black...quale onore...”
“Visto che parlare con te è divenuto
impossibile...”
“la mia risposta è No.”
“Non t’importa che quella dica di essere la donna
de4l grandissimo Sirius Black.”
“No, perché è chiaro che non parla
della stessa persona a cui ora sto parlando.”
Sirius, sorrise e buttò indietro la testa: “Ah
no?”
“No, il Black che conosco io non è
lontanamente Grandissimo. Visto, non parliamo della stessa
persona. Per cui...”
“lascia perdere, tanto quella cravatta non me
l’avrebbe restituita mai.”
Cornelia sorrise al pensiero di quanto quello scemo potesse
essere scemo e infantile. Sapeva quanto lei di che
pasta fosse fatta quella piattola, dunque sapeva di fare qualcosa a
vuoto. Ma, per ripicca avrebbe fatto pure quello.
“Mi dispiace poverino...”
“Nessuno ti ha dato il permesso di dargli quella cravatta.
Voglio un risarcimento.” Disse prendendola per la vita.
“ Sono d’accordo, nonostante fosse per una buona
causa. In denaro o in Natura?”
“Possibilmente in Natura.” Disse avvicinando le sue
labbra a quelle di Leila.
Si beccò un cazzotto sulla testa.
“AIO, mi hai fatto male!”
“Che vorresti fare?” chiese una voce all’
esterno da dove si trovavano loro. Per un primo momento decisero di
fare finta di nulla, troppo presi in quel bacio tanto atteso dopo una
pausa di tre giorni, lunghissimi giorni. Intenti ad assaporare
l’odore e il sapore dell’altro come se fosse una
vita che non rimavano avvinghiati.
Una frase lasciò cadere in frantumi quel idillica
sensazione.
“Ci sarà un modo per prendere il cuore di Remus J.
Lupin.”
Cornelia si strinse a Sirius, perché quella voce non
prometteva nulla di buono, guardò il ragazzo, in quale
riusciva a tenere un espressione calma, attenta, in ogni caso a quei
stralci di conversazione udita.
“Un modo per fargli abbassare quelle difese ci
sarà no?! È un essere umano. Basta saper muovere
la corda giusta. Non perdere le speranze. Sei riuscita ad agganciarlo,
e mi pare che ci sia stata una sorta di corrispondenza. Palate di tutto
no?”
“Sì, ma, mi pare di...”
“cosa ti frega? In amore e in guerra tutto è
lecito. Fidati di quello che ti dico. E fai come abbiamo
già programmato andrà tutto bene. Avrai
il ragazzo del tuo cuore, ed io l’informazione che cerco.
Saremo tutti contenti, lui non lo saprà mai,
fidati.”
“OK.”
Passi frettolosi che si allontanavano, e il silenzio invase il
piccolo angolo semibuio dove si nascondevo Sirius e Cornelia.
Sirius era pallido e preoccupato, perché sapeva benissimo
che sbottonare Remus non era la cosa più facile del mondo.
Ancora una volta il lupacchiotto aveva un segreto, e non sapeva quanto
potesse essere dannoso.
Che fare?
“Sirius, non ci sarà nulla di peggio della pozione
cancella dolore, e questa volta prossimo giocare in anticipo.”
Infondo, volevano la guerra...
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Capitolo 19 *** La cosa più strana del mondo ***
Angolo
dell'autrice:
Buona seraaa a tutti!
Iniziamo col dire che questo capitolo è un regalo per voi (
quattro o cinque lettori preziosismi) per farmi perdonare il mio
mancato aggiornamento periodico, okay, il mio ritardo!
Piccola premessa, mentre scrivevo mi sono dovuta fermare per il tanto
ridere, e sì, io mi faccio ridere moltissimo, spero che
faccia ridere anche a voi, e se non fosse così, perdonate la
mia ironia da quattro soldi.
Che altro dire ? mi sto avvicinando pian pianino al succo di questa
nuova avventura....ci saranno delle sorprese, se continuerete a
seguire!!!!
Tarantella20: Ah, solo tu mi capisci!!!! a casa mia sono convinti che
non facevo un cavolo!!! va beh, prima cosa, per me: Crepi il lupo!!!!!
Tonks, io ho adorato questo personaggio, e
continuerò a farlo per sempre... quando ho saputo che lei e
Remus si erano messi insieme sono morta dalla sorpresa e in men che non
si dica mi sono elettrizzata, sono bellissimi insieme!!!! la mia "
Tonks" bimba (mia nel senso di quella descritta nella storia,
perché lei è della Row...che ringrazio ancora per
averla inventata) è semplicemente, come me la sono sempre
immaginata. un tipo allegro che dice quello che pensa senza farsi
troppi problemi. felicissima che ti sia piaciuta. lo è stato
anche per me! al dire il vero l'idea della sua
lettera era un'altra,tuttavia, grazie ad una tua
recensione la storia ha preso una strada diversa!
ah, non te lo aspettavi vero? mi fermo qui, il mio lato logorroico di
ha già inondato abbastanza.
Buona lettura a,
un bacione
Fanny 87
_______________________________
Sirius Black, di sentimenti non ci capiva molto, e questo era un dato
di fatto. Non aveva capito James, non aveva capito se stesso, Leila e
Lily, non capiva proprio cosa muovesse le persone a giungere a
determinate azioni.
Era convito di essere giunto ad una soluzione di quel rompicapo antico
quanto il mondo; Nel momento stesso in cui poteva dire a se stesso, ah,
so cosa significa, era punto a capo.
“Che c’è, Black? Non sforzarti di
comprendere quello che non potrai mai capire.” Le
consigliò beffarda Leila.
Gli stava dando della’insensibile... e già, ora
sparava una di quelle frasette contro gli uomini, su quanto fossero
scemi in fatto di sentimenti.
“Voi uomini non capireste neanche fra 100 secoli.”
Come volevasi dimostrare, la tesi era esatta. Oh, merlino
quanto era scontata quella frase! Perché incolparli,
soltanto per il loro modo di fare spensierato? Incolparli di cosa?
Uomini e donne parlavano una lingua tanto diversa da non poterci essere
nessun tipo di dialogo? aveva sperimentato quanto non fosse
vero, lui e Leila sembravano pensare al’unisono, quasi
fossero davvero una persona sola, avevano sesso diverso eppure aveva in
sé qualcosa da permettere loro di capirsi senza parlarsi...
non sempre, ma, spesso sì.
Leila camminava in silenzio con lo sguardo dritto a se, e,
non sembrava molto turbata da quello che era accaduto un attimo prima.
Lei non conosceva il piccolo problema peloso di Lunastorta Lupin. non
aveva motivo di preoccuparsi, qualsiasi cosa quella gente
volesse fare.
“Quando si
tratta di questioni di cuore in generale le persone, non
ragiono ,Sirius. Agiscono e basta. In fondo è quello che fai
tu tutto il tempo. Sanno, ma fanno finta di nulla. E’ lo
stomaco o il fegato, non lo so.”
Le parole di Remus, di quella notte insonne e silenziosa,
finita poche ore prima, quando i dubbi assalgono anche al
più sicuro e saggio mago, e rifletti sulle
questioni che al giorno non sembrano minimante toccarti, ti domandi e
ripeti a te stesso quanto sia stupido pensarci, vorticose
precipitano alla coscienza senza un perché.
Il crepitio di quella
candela stanca e ostinata insieme allo strusciare della piuma
di Remus prendevano il posto delle loro parole lasciate a
metà, riempiendo l’aria lasciando tutti i pensieri
sospesi al vento.
“E’
in un certo senso egoistico. Che ti importa quello che potrebbe
accadere? Quello che conta sono i sentimenti, i quali la
fanno da padrone. Loro sussurrano qualcosa e non puoi fare a
meno di seguirli e fare a modo loro.”
“Scusa, Remus,
ma non ha senso. L’amore non può essere egoista.
Non è forse darsi senza chiedere nulla in cambio?”
“Sì,
ma è raro ottenerlo. Infondo nessuno a il diritto di
prendere qualcosa senza dare niente in cambio.”
Remus si
bloccò, scosse la testa come a cacciar via
quel’ultimo pensiero dalla testa, l’amico
si accorse e senza preamboli notò: “ Tu hai paura
di lasciarti andare. Una paura tremenda.”
“Sarà
perché non posso permetterlo.”
“Non essere
scemo! Cosa cavolo centra? Smettila di fare la vittima!”
“Non stavamo
certo parlando di me. Ma di quello che ti ha detto Lexi. Non dove
essere facile innamorasi di qualcuno che non ti vede. Sapere
di essere ignorata rispetto ad un'altra che credi
un’amica. Era confusa, immagino.”
“Eppure,
Sirius, accade anche questo. L’amore ha le sue ragioni che
ragione non vuol capire.”
“Quindi solo
sesso?”
“Oh, Sirius...
cambierai mai?”
Accidenti, se fosse difficile... si voltò verso Leila per
chiederle quale lezione avesse.
“quale... Leila? Ma dove è finita?”
Leila non era più al suo fianco si voltò a destra
e a sinistra senza trovar traccia della bionda. Avesse fatto qualcosa
per farla arrabbiare? Che strazio la vita...
si voltò e la trovò subito qualche metro distante
con le braccia conserte e le labbra aperte ad un
ghigno sbalordito.
“ Che ci fai lì?”
“Me lo chiedi pure? Si può sapere che ti prende?
Ti ho chiamato tre volte senza ricevere nessun segno di vita! Sei
partito per marte? avverti la prossima volta, eh?”
Sirius scoppiò a ridere pensando di essere invecchiato come
sosteneva James. Non voleva pensarci più di tanto.
“Non ho niente. Anche i cani pensano... e qualche volta vanno
in paradiso.”
Cornelia si avvicinò curiosa chiedendo cose centrasse con il
loro discorso, non ebbe una risposta, era una storia troppo lunga da
raccontare. Incrociò gli esili bracci intorno al collo di
lui, sorridendo alla espressione imbronciata e burbera di
Sirius.
Il suo piccolo bambino viziato.
“Non indagherò oltre ho una interessante lezione
di Antiche Rune da seguire, con permesso...”
Ah, quella espressione schifata era di nuovo di Black, del suo
dannatamente amato Sirius Black.
Remus sedeva sempre davanti a lui sulla fila prima,
accanto a Piter, mentre Sirius e James si sedevano vicini.
Dunque in quel momento Il ragazzo poteva osservare il lupacchiotto di
spalle. Abbassava e rialzava la testa ritmicamente, per scrivere e
seguire con lo sguardo l’ennesimo professore di Difesa contro
le arti oscuro: quel posto era sfigato non poco; in pochi anni si erano
succeduti molti insegnati.
Le arti oscure non erano solo pericolose, portando distruzione e morte.
Erano anche iellate.
Non nascondeva a se stesso la sua preoccupazione, poiché,
quella conversazione lo aveva sinceramente colpito.
Una corrispondenza falsa, se quella ragazza era lì a
scuola... In ogni caso, perché non parlarne? Un pensiero
passo nella mente di Black, e così come se ne era venuto...
era rimasto.
Remus aveva taciuto perché temeva fosse preso in giro da
loro, doveva essere così. O, se vogliamo
un’ipotesi più realistica, poteva essere
che Remus non la ritenesse una cosa di importanza tale da raccontare ai
suoi più cari amici.
Poi penso, a come le lettere sarebbero dovute arrivare, per mano? O
infilate in un libro ( molto plausibile visto il destinatario), su un buco nel tronco di un albero? O magari semplicemente via gufo?
Magari la ragazza fingeva di vivere nel Venezuela, cercando un mago
intelligente con cui potersi scambiare idee e teorie, sulla
trasfigurazione, o che so su qualche incantesimo.
“Noto con piacere, signor Black, che il suo interesse
è sempre vivo e attento.”
“Ma, professoressa... come potrebbe essere diverso, con un
tal fiore di bravura e bellezza come insegnate?”
La classe fu scossa dalla risate isteriche dei studenti, Remus gli
lanciò un occhiata carica di, cosa? Quasi non riusciva
più a vederlo come prima. Ogni volta i loro
sguardi si incontravano sia per caso, sia per intimarlo non
verbalmente, di non esagerare come al suo solito ( ed il caso di questo
momento N.d.A.), Sirius ripensava al segreto. Oh, merlino
glielo avrebbe chiesto, o chi se ne frega della discrezione!
“Mi ero dimenticato.”
....
Remus ripose il libro nella borsa e tornò a
fronteggiare Felpato rimasto a bocca aperta.
“Siriuuus...” chiese cantilenando per ottenere
attenzione dal’amico.
“Dimenticato? Cioè, tu hai una corrispondenza con
una ragazza, e ti dimentichi?”
“ Nessuno dice che è una ragazza.”
Notò quello con disappunto.
“Non sarai gay...”
chiese James con due occhi a palline dalla sorpresa. Remus
scrutò il cercatore con uno sguardo difficile da descrive
per i migliori narratori. Uno di quelli, per capirci, che lanciano il
comico quando la spalla dice una grande scemenza, e così il
pubblico ride, poiché la successione di battute seguenti
sono ancora più strampalate.
“Come ti vengono in mente certe cose, Ramoso? Cos'hai al
posto del cervello? Un boccino?”
“Lunastorta... con chi vuoi avere una corrispondenza, scusa?
Con me?”
“No di certo... altrimenti mi ritroverei a parlare di Lily,
Quidditch, scherzi di vario genere, Lily, Quidditch, quello
che hai mangiato a colazione, quanto ti sei annoiato, Lily, che sei
stufo di fare i compiti, Quidditch, la lezione di pozioni è
una noia mortale e... ho già detto Lily e
Quidditch?”
Sirius e Piter si sbellicavano dalle risate, a volte Remus era uno
spasso tremendo niente meno faceva parte di quel
gruppo “out limit”.
“Oh Remus! Non sto scherzando! Una corrispondenza significa
entrare in intimità con l’altra, dirsi tante cose,
immaginarsi come sarebbe cosa direbbe se ti vedesse, cosa vi diresti
non può essere un maschio!”
“James, sai cos’è un amico di
penna?”
“Beh, sì è qualcuno con cui scambi
delle lettere.”
“Appunto... mica te lo devi sposare! Dunque è
plausibile che possa essere anche un mago.”
Remus molte volte aveva l’impressione di parlare con dei
bambini del’asilo,e il brutto era che quei due scemi avevano
intelligenza da vendere. Veri amici comunque.
“Dunque questo è... un amico di penna che
viene dal Venezuela.”
James, Remus e Piter guardarono Sirius.
Oh per la barba di merlino, era solo una supposizione!
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Capitolo 20 *** Confidenze ***
Angolo
autrice
Ci siamo,
il nuovo capitolo di A.o.D è pronto per essere sottoposto al
vostro giudizio! Apparentemente, questo capitolo non ha niente a che
vedere con il precedente, e neache con quelli prima. Non è
così, dunque ritengo opportuno, fare delle precisazioni in
merito. praticamente, sto affrontando il problema dei sentimenti in tre
ottiche differenti: quella di James, Sirius, e ora anche di Remus.
metto a confronto come, questi tre reagiscono all'amore, come lo vedono
a seconda di personalità ed espreienze. tutte e tre,
però, hanno una scelta comune: lasciarsi andare al
sentimento o dimeticarli. Sirius nel capitolo precedente si
fa tutte quelle pippe, perchè (come lo è stato
con James) non comprende a pieno cosa passi per la testa di Remus,
perchè fa quello che fa. Questo capitolo spiega, in parole
povere quello che Sirius non ha capito. Se ci sono riuscita non lo so,
sta a voi dirmelo.
Ora rispondiamo a Tarantella20 : prima i chiarimenti:
sì le parti in corsivo sono sia conversazioni, avute nel
passato, quando scrivo in corsivo, generalmente è un
flashblack vero e proprio, in cui il potratagonista ripensa a
ciò che ha detto o fatto, ma anche le sensazioni e i
pensieri provati nella situazione del momento. andiamo altre, sono
felicissima che tu abbia riso! volevo spezzare un po' dopo tutti quei
ragionamenti contorti! chi è, già in questo
capitolo conosciamo qualcosa di lei, però, ti dico questo:
dietro c'è qualcosa di grosso....basta, non dico di
più. già che capisci sempre tutto al volo,
rischio di rovinarti la sorprsa! a quanto pare la lista dei nostri
punti in comune si allunga! dedicare i capitoli a chi mi segue mi pare
il minimo! sono io che ringrazio, voi amanti di
questa fanfiction!!!
Baci, Fanny'87
__________________________________________
Non avrebbe mai creduto di essere scoperto ne da Sirius ne da
un altro dei suoi amici. Ogni tanto si chiedeva perché
tenerlo nascosto, sentendosi un po’ stupido in quello strano
comportamento.
Rammentava, in seguito, che se lo faceva era per evitare guai, i quali
arrivavano sempre troppo in fretta se si trattava di James e Sirius.
Conosceva fin troppo bene il loro modo di essere, tanto da predire
quello che sarebbe accaduto in una qualsiasi caso quei due mettevano in
atto ciò che pensavano. Avrebbero frainteso tutto,
dopo averlo preso in giro per un po’ avrebbero fatto di tutto
perché quella relazione “a distanza”
potesse essere trasformata in una “molto
ravvicinata”.
Giacché Gli volevano molto bene. Come
se si potesse veramente amare un Lupo mannaro. La sensazione
di essere un ragazzo come tutti svaniva con il contatto della
realtà di quelle notti di luna piena, con il
dolore, sentire la mente offuscarsi, percepire la trasformazione del
corpo, e poi più niente.
Risvegliarsi il giorno dopo come se un macigno si fosse schiantato su
di te, l’odore e il sapore del proprio sangue nelle narici e
nella bocca. Dolore, solo tanto dolore. Mai, ricordi... dolore e
paura,e trovarsi solo nel confine della solitudine.
Perché ogni singola volta si sentiva vicino al
baratro oscuro, trascinato dal peso di quella parte di lui,
così oscura e spaventosa per lui stesso.
Remus era diviso in due, lacerato a metà, felice per quei
amici inaspettati che per il suo bene, avevano infranto una regola
importante. Pur di stargli accanto.
“Che problema c’è? Se non possiamo
starti accanto da umani, lo faremo da animali!”
esclamò James soddisfatto.
“Di cosa stai...no, James, non penserai a...”
Invece James e Sirius pensavano proprio a quello, diventare Animagi per
lui. Cosa chiedere di più? Come poteva, lui, dannato
com’era chiedere di più? L’amore, non
era certo qualcosa di contemplato per lui. Bastavano i suoi amici. Cosa
ne sapeva un lupo mannaro, d’amore? Era in mostro.
Ma, era anche un uomo.
Dall’altra parte, c’erano i sensi di colpa verso
chi aveva dimostrato tanta fiducia, tanta umanità da
permettergli di vivere una vita normale, portare i segni di chi vive
fra i maghi, non di rilegarlo fra i mostri. E, lui si era permesso di
chiedere di più. Ingrato!
Remus era lacerato tra felicità e sensi di colpa,
per tutto quello che era accaduto, per le passeggiate notturne, per
quello che i suoi amici avevano fatto, spinti dal desiderio di aiutarlo
a non sentirsi più solo.
Chiedere l’amore di una donna, era veramente passare il
limite.
Nel silenzio della biblioteca si domandava come Sirius avesse scoperto
la corrispondenza fra lui e Ive. Aveva frugato
nelle sue cose? O aveva visto spedire la lettera? Dunque come mai era
così convito che fosse femmina?
Leggeva senza leggere, guardava senza guardare, sentiva senza tuttavia
farlo, come se i suoi sensi non riuscissero più a comunicare
con il suo cervello.
Era solo una corrispondenza per studio, lo scambio di appunti, e,
basta. aprire le orecchie hai suoi amici, mettere in chiaro
la faccenda.
“Come mai così pensieroso?”
Remus alzò il volto osservando sorpreso Leila
seduta di fronte a lui. Un rumore di sedia fece percepire la presenza
di un’altra persona, il profumo indicò a Remus chi
fosse.
“Ciao, Leila, Lily.”
“Cosa ti turba?” chiese Lily gentile.
Avrebbe voluto rispondere nulla, era sereno e felice, bensì,
era una bugia troppo grande per essere creduta da
chicchessia.
“Temo che, due soggetti di vostra conoscenza, mettano in
pratica uno dei loro soliti piani mefistofelici.”
“Immagino che si tratti della famigerata
corrispondenza che hai con una sconosciuta amica di
piuma.” Suppose Leila
Il giovane sbatté le palpebre un paio di volte,
come se non avesse capito la frase pronunciata dalla
Corvonero.
“come lo sapete?”
“Storia lunga.”
“Ah.”
Remus riprese a sfogliare distrattamente il libro, che aveva sotto
mani, senza riuscire a distinguere quelle macchie
d’inchiostro che dovevano essere frasi di significato
connesse fra loro.
“Chi è?” chiese Lily
“Si chiama Ive. Ha 16 anni, le piacciono i fiori, e la pasta
al sugo.” Rispose Remus arrossendo per ciò che
aveva detto.
“E’ buona la pasta la sugo!”
affermò Leila.
Lily rise apertamente nel vedere quanto imbarazzo
metteva il suo amico. Il dolce e sensibile Remus Lupin. Il migliore
amico per eccellenza, secondo molti punti di vista.
Anche lui, tuttavia aveva bisogno d’amore.
“Non c’è nulla di male ad essere
innamorati, lo sai?”
“Chi,i-o? guar –da io... no
–n... non so-no mica...in – na – mo...
rato...io.” balbettò più rosso che mai.
Lily e Leila guardarono il lupacchiotto,il quale a dirvela tutta,
sembrava tutt’altro che spaventoso, sembrava più
un cucciolo indifeso molto spaventato. Era tenero quel Remus, talmente
tanto che le due non poterono che ridacchiare deliziate.
“E’, so-lo un amica... con cui scambio...insomma
scambio pareri sui compiti e le lezioni, ecco.”
“Sì certo, e tra questi rientrano la pasta al sugo
e i fiori dico bene?”
“Che centra! Dovevamo far conoscenza in qualche
modo!” esclamò alterato quello.
Lily sganciò una gomitata alla mica che si
scusò immediatamente. Perché tanta agitazione?
Perché Remus voleva chiudersi ermeticamente? Impenetrabile
su certi punti di vista?
E, l’unica ragione possibile era la volontà di
nascondere un grande dolore celato dentro di lui, un segreto pesante
come un macigno.
Non era facile crederlo considerando chi fosse Remus J. Lupin; Un
Grifondoro, prefetto, diligente studente dai modi gentili e affabili,
divertente, moderato e riservato. Ecco, poteva essere lì la
risposta, dietro a quella riservatezza tanto accorta.
Lily, invece, sapeva cosa bruciava dentro Remus, sapeva di quel piccolo
problema peloso, quanto costasse per lui, vivere un po’ della
vita normale, quanto costasse un po’ di felicità.
“Come è nato tutto?”
“E’ strano, è nato tutto per colpa di
uno sbaglio, credo. Io ho mandato un gufo, per avvertire
dell’errore, e così abbiamo preso a
scriverci.”
Cornelia, si chiese se era il caso di parlargli di ciò che
lei e Sirius sapevano, perché quasi certamente,
Remus non era stato agganciato per sbaglio.
In quello stesso momento nella sala comune di Tassorosso, quella
conosciuta con il nome di Ive, se ne stava lunga sul letto a pensare.
Aveva una cotta per Remus da molto tempo, senza trovare il coraggio di
parargli, poi, le è stata suggerita la soluzione al suo
problema, ed era filato tutto liscio. Le veniva ora chiesto il prezzo
per quel sevizio che le era stato offerto.
Non sapeva cos’era quel liquido scuro in quella
boccetta, ne tantomeno cosa rappresentasse lo strano talismano:
“La soluzione a tutto”
Tutto cosa? Alla sua timidezza? A cosa? Loro volevano qualcosa da Remus
come lo voleva lei, però, quanto potesse essere differente
era del tutto sconosciuto per lei.
Ive voleva un bacio, mentre quei altri volevano l’inferno.
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Capitolo 21 *** Il lupo in lui ***
Angolo
dell'autrice:
Buenas Noches!
Come mio solito posto in orari allucinati! Posto, fra l'altro, un
capitolo insignificate, ma abbiate pazienza, perchè
ultimanete sono stata impegnata, e fra l'altro il tempo degli esami si
avvicina sempre di più... incombe anche due relazioni da
dirigere, e anche una Tesi da iniziare. sono proprio esaurita,
credetimi.
E cosa faccio io? mi intrico in un idea pazzescamente contorta e
complicata, da allungare i tempi della pubblicazione dei
capitoli...ahi, ahi!
Ci vorrà un po' ma troverò la soluzione giusta,
fidatevi!
Se poi, avete anche qualche consiglio, ben venga!
Tarantella20:Remus, è così, ha due alter ego, uno conosciuto da tutti, l'altro nascosto ai più; E, è questa sua duplicità ha renderlo uno dei personaggi più interessanti!!!! anche a me fa tenrezza, io adorooo Rem!e mi sento molto in colpa per dargli tenti di qui problemi...
Hermione12: grazie per i complimenti!!! sei gentilissima, e,prometto che presto arriverà qualcosa di nuovo!
Ok, vi lascio alla lettura del mini capitolo!
Fanny
*****
“Avvertirlo di cosa?”
“Idiota, di quello che abbiamo sentito!”
Sirius appoggiò la schiena nuda sulla fredda
parete e prese una sigaretta accendendola prese a espirare il fumo.
Leila era seduta con addosso le intricate lenzuola impregnate ancora
del odore e dell’amore che si scambiarono.
Percepiva uno strano sentimento nel suo giovane amante quasi a dubitare
che quella fosse una buona cosa. Che passava per la testa di
quel decerebrato? Già, poi, non era tanto sicura che avesse
tutte le rotelle apposto.
“Sei sicura che quella con cui parlava il tizio
fosse davvero quella che scrive a Remus?”
“No, ma, abbiamo sentito molto bene di chi parlavano e
abbiamo sentito anche la parola “Corrispondenza”, o
sbaglio? E, dimmi, quante persone possono scrivergli
contemporaneamente?”
“...Smettila di fumare!” urlò
esasperata da quel odore acre.
Sirius, buttò la sigaretta svogliatamente, e
guardò Leila senza fiatare, senza esprimere ciò
che la sua testa diceva, forse perché non sapeva nemmeno
come comportarsi.
Lì, c’era di mezzo un grosso segreto, il quale
avrebbe potuto rovinare l’esistenza tranquilla di Remus. Dal
tra parte, non sapeva se si trattasse di quello,
però quello strano presentimento che gli pungeva dentro, non
lo faceva stare tranquillo manco per poco.
Piego la testa nascondendo i suoi occhi fra i capelli scuri.
“Sirius...”
Due mani delicate si posarono sul suo viso per tirarlo su, e
lasciare che suoi occhi contemplare quei occhi
d’angelo azzurro che brillavano come stelle.
“Cosa ti prende? cosa c’è che ti
preoccupa tanto? Se pensi che è importante diglielo Sirius.
Ma, se una cosa di poco conto, aspetta e vedi cosa accade, anche se,
sono convinta, che sia meglio parlarne. Dirlo ora, significa non dirlo
poi, quando forse è troppo tardi e diventi più
difficile dirlo.”
“Hai ragione, tu...”
*****
“Ero convinta che il professore avesse in mente un altro dei
suoi compiti a sorpresa!” esclamò Lily
sollevata
“Ormai si avvicino gli esami, e i M.A.G.O
per cui non avrebbe senso, no? spiegano e ci riempiono di
compiti.” le fece notare Remus.
“ Esattamente... costringendoci a sprecare moltissimo del
nostro prezioso tempo!” sbuffò James al quanto
infastidito.
Non aveva nessun problema con i compiti e la sua media era
alta, ma, in ogni caso, c’era un campionato da seguire, e per
lui era di una vitale importanza.
Remus alzò gli occhi al cielo facendo ridere Lily. In quel
momento, al lupacchiotto gli fece male la testa,
una fitta dolorosa come quando qualcuno ti urla dentro
l’orecchio.
“accidenti, quelli del primo anno sono i più
rumorosi, che abbia visto fin ora.” disse osservano quel
gruppetto infondo al corridoio, stizzito. una bella strigliata nona
avrebbe che giovato.
“Cosa?”
“Beh, certo sempre secondi a James e Sirius!”
sottolineò lui, vedendo l’espressione dei suoi
amici.
Espressione fin troppo sorpresa,a dire il vero, Lily stringeva gli
occhi per vedere quei quatto monelli, James si pulì occhiali
per vederci meglio.
“Remus, come hai fatto a capire chi
erano?”
“ anche a sentirli?”
Come?
Remus girò il volto accorgendosi all’improvviso
che in effetti, erano troppo distanti da quel gruppo di ragazzini, per
poter capire che si trattasse di primini.. perché lui li
aveva visti così bene? perché sentiva
così bene, come se fossero lì accanto a lui
lontani pochi passi.
Si accorse, anche lui della stranezza, quel corridoio non gli era mai
apparso così lungo,ora. Lungo ma per lui così
vicino.
“ E’ probabile che sia per via della
prossima Luna molto vicina, no?” cercò di
tranquillarlo James.
“Sì, forse i tuoi istinti hem.. animaleschi sono
più forti, magari.”
Vedrai che non sentirla più male... fidati Remus.
Remus non rispose, mise una mano nella tasca e ne strinse il contenuto.
No, era solo la sua immaginazione.
“Avete ragione! sarà per quello.”
Si sentiva strano, Remus, sentiva dei sentimenti strani, lui. era
così energico, così forte, e di solito
prima del novilunio si sentiva sempre troppo stanco, quasi da non
riuscire ad andare avanti, non si era mais sentito
così in forze.
Si sentiva anche più libero di esprimere i sentimenti,
rabbia, divertimento, amore, già, quasi che lui ora potesse
ottenere davvero tutto dalla vita.
prima no, ora, invece sì.
Cosa gli stava accadendo? I suoi movimenti più agili,
più veloci più tutto... come se stesse diventando
un altro.
Prese il talismano che Ive gli aveva regalato, lo girò tra
le mani e sospirò... quella ragazza aveva occupato un posto
speciale nel suo cuore, eppure non aveva mai trovato il coraggio di
incontrarla.
“Remus?” lo chiamò Sirius con il
fiatone, appoggiandosi alla poltrona.
Il giovane alzò gli occhi per osservare i suoi
amici stremanti per il solo fatto di doverli seguire.
“Ma quanto corri?”
Un sorriso divertito, una sensazione di vera forza si
impadronì di lui, era bello ma una vocina gli diceva di
stare attento.
E, Lui seguiva sempre le parole del suo grillo parlante.
“Volevi dirmi questo?”
“No, c’è una cosa che non ti ho
detto.”
Sirius parlò calmo e spiegò i motivi della sua
preoccupazione per tale fatto, ma, era troppo poco anche per Remus
capire e accettare che qualcosa non quadrava.
“Non m’importa. sono stufo di dovermi nascondere
sempre! sono quello che sono e la gente deve accettare, altrimenti
problemi loro!” esclamò chiudendo il discorso.
I suoi amici lo guardarono allontanarsi consci che qualcosa stava
accadendo, e di certo non era un bene.
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Capitolo 22 *** Conoscenza oscura parte I ***
Era soltanto uno scienziato, un amante della
conoscenza, e, conoscere significa rischiare.
Ma, Conoscenza è anche potere, e attraverso il potere si
può raggiungere anche fama e ricchezza.
Il suo nome era Raye BAKER .
La condanna peggiore, la maledizione più terrificante, ecco,
tutto ciò di cui un essere umano è
costretto a vergognarsi, a rinnegare, a celare, a umiliarsi,
perché non debba diventare un punto di forza?
Funzionava così il suo esperimento: l’amuleto se
portato addosso una settimana prima della Luna piena, avrebbe
spinto gli istinti, e la forza del soggetto sperimentale
senza una vera e propria trasformazione; In sostanza, trovarsi di
fronte al Lupo Mannaro senza rischiare di essere sbranato. Il
rischiò di una aggressione non era pari a o, però
grazie al soggetto prescelto gli si avvicinava molto.
Un ragazzo il quale portava i segni della convivenza con i maghi, dal
temperamento mite, permetteva una certa sicurezza.
Peccato che Silente non aveva acconsentito, e avrebbe dovuto fare di
testa sua, con il piccolo contributo di suo figlio Wolf.
**********
Remus sudava freddo, il respiro affannato, la vista
appannata, si senti va male, la testa che scoppiava di suoni,
il naso pieno di odori nauseanti.
Aveva perso il controllo di se, sei suoi muscoli, della sua testa,
lì appoggiato al muro. davanti a lui, una ragazza minuta dai
capelli biondi, che lo guardava preoccupata.
“Finirà presto Remus.”
“Chi sei?”
“Ive, sono io. ti ho visto così pallido, e ho
pensato che ti sentissi poco bene.”
“Sto bene.”
“Ah, ah...passa infetta, già è
diventata rossastra.”
“Cosa?”
“Ma sì, la pozione. quella in cui il talismano a
versato il tuo potere. dicono, che, se la pozione diventa rossa come il
sangue si avrà l’anima del lupo. per svegliare la
bestia che c’è in ognuno di noi. e, quando
accadrà non soffrirai più, lui l’ha
promesso.”
Qualcosa in Remus si risvegliò, e si accorse in un solo
momento di essersi cacciato in un grosso guaio, per di più,
tutto da solo.
“Mi avevi detto che quel talismano era solo un portafortuna
per gli esami, Ive.”
“Ho mentito... ma, mi ha costretto... io, volevo solo
conoscerti e, lui mi aveva detto di potermi aiutare... ma in cambio
voleva una cosa.”
“Chi, Ive? chi è che voleva questo?”
“Lui, Baker Wolf.”
Okey, era nella merda più totale. Conosceva I
Baker per fama, e conosceva i loro sperimenti in riguardo ai Lupi
mammari. sapeva anche che qui tizi erano in contatto con Fenrir
Greyback , che aveva accettato stranamente di collaborare.
Sì, certo, quando qualcuno inizia a parlare di
“Supremazia” , “ razza
superiore”, Vedetta”,
“Rivincita”, era facile da loro credito.
Ma, I Baker volevano solo utilizzare la forza dei Lupi a loro
vantaggio.
“Ascolta, Ive, ora tu vai subito a parlare con Silente si
questo, e per favore, non dare retta più a gente del genere,
vende fumo. probabilmente, mi sta ammazzando.”
Passi frettolosi, che piano si spegnevano.... il silenzio, il buio,
il nulla.
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Capitolo 23 *** conoscenze oscure parte II ***
ANGOLO AUTRICE:
Vi annucio, ed
è ufficilale, che siamo arrivati alla fine della
storia gioia e dolori, sia per me che per voi. questo
è l'ultimo capitolo, e sto già lavorando sul
l'ultimo per regalarvi un bel finale!
Aprofitto per ringraziare chiunque abbia seguito questa pazza
e contorta storia, chi ha commentato, chi l'ha inserita tra i preferiti
o seguiti, e sono in molti... GRAZIE! Se Amarsi o
dimenticarsi è stato frutto di tante soddisfazioni
il merito è vostro che l'avete letta!
Mi scuso anche per l'assenza ma ultimanente ne ho fatte tante, anche
troppe.
un po' mi dipiace di essere alla fine, ma come si dice, la fine di una storia, è
sempre l'inizio di un altra.
Fanny'87
Trovarono Lunastorta riverso a terra privo di conoscenza, la febbre
alta e il viso madido di sudore freddo.
Dalla cera che Remus aveva i suoi amici capirono che doveva stare molto
male, senza capirne la causa. L’ultima cosa, che chiedevano,
era che lui stesse male, speravano sinceramente di passare un
po’ di tempo tranquilli, ma il destino non voleva
accontentarli.
“ In situazioni come queste che rimpiango veramente la vita
noiosa ma tranquilla di quando ero solo una babbana!”
ribadì Lily esasperata da quei infiniti guai che li
tormentavano.
“Però non mi avresti mai conosciuto, e questo
è sicuramente un punto a favore!” fece notare
James.
“Non ne sono così sicura.”
Sirius ridacchiò divertito mentre James metteva una di
quelle sue espressioni offese.
“Portiamolo da Madame Chips, subito.”
continuò lei china sull’amico, impegnata a
misurargli la febbre.
“Accidenti, parla anche nel sonno!” notò
Sirius chinandosi a sua volta verso le labbra dell’amico per
capire cosa dicesse.
“Ho bisogno di carne... di sangue... ne ho
bisogno...” udirono più di un sussurro,
sconcertante, incredibile.
“Avete sentito?”
“Yeah, deve centrare il piccolo problema peloso. non ne ho
dubbio.” rispose James.
“Che facciamo?” chiese preoccupata Lily.
“Direi di dargli bistecche crude ancora piene di sangue e
aromatizzare tutto con un po’ di rosmarino.”
“Sei disgustoso, James. che ti viene in mente?!”
“dai, Lily è per sanare il suo appetito,
no?”
Sirius attirò l’attenzione dei due
facendo loro presente che Remus stava male, e che avrebbe gradito un
aiuto a trasportarlo in infermeria, infondo non potevano fare
altro. già tanto era stato il comportamento del
lupacchiotto figuriamoci quello.
“Dai, James, aiutami! andiamo dalla Chips!”
Mentre si davano da fare per aiutare Remus, dei
passi veloci e severi si avvicinavano implacabili, prima che
i ragazzi avessero il tempo di alzare lo sguardo si trovarono di fronte
alla professoressa Mcgranitt e all’infermiera. con loro,
però, c’era anche una ragazzina che
tremante se ne stava in disparte.
Furono rispediti a letto, o, almeno ciò che la professoressa
di Trasfigurazione aveva intimato loro di fare.
Senza una spiegazione, senza dire più nulla di non
preoccuparsi perché a Remus avrebbero pensato loro, se ne
erano andate veloci come erano venute. dar spiegazioni a degli studenti
era poca cosa, alla fine, era un futile spreco di tempo,
chissà, e se c’entrava il piccolo problema peloso,
potevano stare certi che a loro nulla avrebbero detto.
Morale, avrebbero dovuto fare da se.
“Il mistero s’infittisce.” disse Ramoso
guardando il corridoio deserto.
“NO...” sussurrò la ragazzina, la quale
con passo malfermo si piazzò davanti a loro, pallida,
tremante e forse spaventata.
“Baker.”
Un solo nome e tutte le informazioni del modo.
*******
“E’ quello laggiù con i capelli corti e
il viso squadrato da farlo a somigliare ad un pitbull.” disse
Leila fingendo di avvinarsi di più a Sirius per
baciarlo. Il ragazzo strinse a sé la ragazza, un
po’ per approfittarne e un po’ per stare al gioco
della ragazza.
“Sei sicura?”
“Yeah. Quello è Wolf S.Baker; la sua
famiglia entra nella lista di quelle da cui ben guardarsi. Non sembra,
eppure quello proviene da una famiglia parecchio nota. sia chiaro, non
quanto la tua, amore.”
“Ah sì? non importata, giusto perché
ora è lui che farebbe meglio a guardarsi le
spalle.”
“Posso venire a conoscenza delle tue brillanti
intenzioni?” chiese Cornelia divertita
dall’espressione arcigna che il suo ragazzo aveva assunto.
Ogni promessa era debito per Black, era notizia diffusa, e ciò non lo aveva mai messo in dubbio; dev'essere questo che
la spinse a domandare, per preparasi alla valanga di
problemi che sicuramente avrebbe portato dietro, inondandoli.
“Domanda stupida: pestarlo a sangue.”
“Risposta altrettanto stupida.”
“Cosa ti aspetti? a domanda si risponde: stupida la
domanda stupida è la risposta.” notò
Sirius come se quella massima fosse così semplice, chiara
tanto che anche i sassi ne erano a conoscenza.
Cornelia sospirò, a questo punto rassegnata ad
accettare il risultato delle sue scelte e con lui anche quel cretino
così com’era.
spiegò, piuttosto che niente
tentò, al suo giovane amico la situazione dei
fatti.
In sostanza, secondo la bionda, il presunto
pestaggio ai danni di Baker era uno spreco di energie
giacché il corpo insegnate doveva essere venuto a conoscenza
della presunta colpa del essere, dunque una bella punizione
era già pronta per lui.
“Cornelia, tutto è più complesso di
come sembra. quando si tratta di Remus tutto è
sempre MOLTO più complicato.”
ribadì Sirus prima di catturare quella labbra
rosse in un bacio famelico, in una danza sensuale e bruciante.
“su, mettiamo in atto il piano, e tutto ti sarà
chiaro. però prima devi promettermi una cosa.”
“cosa?”
“qualunque cosa scoprirai non ti farai prendere dalla paura,
e che, rispetterai sempre Remus.”
Promesso,
e cos’ sia.
Mettere
con le spalle al muro Baker si rivelò più facile
del previsto, disarmarlo e appenderlo a testa in giù, ancora
di più.
Lily faceva il palo sulla porta mentre James e Sirius si occupavano del
interrogatorio. Leila prendeva appunti su qualsiasi cosa venisse detta
in quella l’ultima stanzetta, dell’ultimo piano.
“Baker, Baker... non pensare di cavartela,
perché non è così.”
apostrofò James.
“Noi sappiamo. dunque, non renderci le cose
difficili”
“canta.” finì per l’amico
Sirius.
“Se non lo fai saranno dolori... e sai no, che I Maurders
mantengono sempre le loro promesse.”
“E’ nel codice d’onore dei Maurders: le
promesse sono promesse. che sia un bacio che sia un pacco di
botte.”
Leila seduta sul banco sospirò e alzò gli occhi
al cielo: qui due dovevano sempre scherzare.
Wolf Baker, però, prese tutto tremendamente sul serio e
siamese di dimenarsi, urlare, perché tanto sapeva che quei
due lo avrebbero torturato fino allo sfinimento non prima di aver
ottenuto ciò che volevano.
“E va bene, ma mettetemi giù.”
“Saggia decisione!” esclamò James
liberandolo dall’incantesimo. tuttavia Felpato lo teneva
sotto tiro.
“Se scappi, sei morto.” sibilò
minaccioso.
Wolf sospirò asciugandosi il sudore dalla fronte:
“Dite di sapere, dunque non è niente di nuovo se
dico che Lupin è un Lupo mannaro.”
“smettila con i preamboli se non vuoi qualche bella
maledizione! non ti abbiamo preso per dirci questo. avanti.”
disse James.
Sirius lanciò un occhiata a Leila,la quale era rimasta
impassibile.
“Va bene, calmatevi... Non molti sanno che mio padre ha avuto
l’opportunità di studiare diverse congregazioni di
lupi mammari. Ne ha studiato le qualità, osservato le
trasformazioni e quant’altro. ad una maledizione
simile non c’è rimedio. nessuno sa come, ne
perché ma un uomo morso da un altro lupo si trasforma una
volta al mese.”
“sta scritto in un migliaio di libri, Baker. non necessita
che tu lo ribadisci, smuoviti.” ordinò Leila
gelida.
“volete sapere, almeno abbiate un attimo di pazienza, che
cavolo! mi brigo, va bene...” disse vedendo pericolose
scintille uscire dalle bacchette di Ramoso e Felpato.
“L’esperimento di mio padre, perché
è lui l’artefice, è quello di
risvegliare l’anima del lupo assopita in Lupin. ad
ogni Luna piena l’uomo perde ogni conoscenza di
sé, e si trasforma in una bestia, con una forza enorme, i
cinque sensi più sviluppati, e tutta una altra serie di
conseguenze. risvegliando questa anima, secondo mio padre, il mannaro
potrebbe utilizzare queste qualità senza la
necessità di aspettare la luna piena e senza perdere ne
ricordi ne conoscenza.”
“ Notevole...” notò James.
“Una settimana prima del plenilunio ho fatto dare un amuleto
capace di risvegliare influenzato dal periodo proprio
“Anima.” più quella si desta e
più una pozione denominata anima del lupo diventa rosso
sangue. praticamente, è questo quello che doveva
accadere.”
“E dopo? ottenuta la pozione?” chiese Sirius.
“beh, secondo mio padre è quella che permette di
controllare il poter e la forza del Lupo mannaro.”
“Funziona?”
“Beh, no. è ancora in fase
sperimentale.”
“Remus era la cavia. C’è una cosa che
non capisco. come è arrivato tuo padre a una ipotesi
simile?” chiese Leila.
“ conoscete, un tizio di nome Fenrir Greyback? E’
un lupo mannaro di professione. si diverte a mordere la gente,
soprattutto i bimbi, per poi allevarli alla insegna della
licantropia.”
“Oh, lo sappiamo bene...” disse sprezzante James.
“Greyback, con il tempo a perso la fisionomia di un uomo
diventano più simile a un lupo, capace di mordere senza
essere trasformato. è questo caso che ha spinto, mio padre a
credere che, ci sia un modo, a parte la trasformazione, per utilizzare
la grande forza di un lupo mannaro. comunque, la pozione è
stata confiscata da Silente.”
“Il quale non era d’accordo sulle ricerche condotte
da tua padre, vero? ecco perché ha chiesto a te,non
è così?” provò ad
indovinare Sirius.
“Tu hai utilizzato una cotta da ragazzina per i tuoi scopi,
eh?” continuò James.
Baker non rimase altro da fare che annuire sconfitto.
Lo scopo di Baker segnor era semplice da capire: utilizzare i lupi
mannari, con la loro forza i loro sensi pronunciati, vista acuta al
buio, olfatto e udito supersonici per lavoro socialmente utili,
così da impiagare risorse preziose che altrimenti sarebbero
inutile. Lodevole non c’è che dire!
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Capitolo 24 *** dimenticare ora sì, poi chissà! ***
Angolo
dell'autrice
E' tempo di bilanci, anzi, diciamo che do i numeri, e non in senso
metaforico: questa storia è stata vista ben 2115 volte, 51
commenti, inserita 21 volte tra i preferiti, e 8 persone che hanno
pensato che valeva la pena seguirla inserendola nelle loro storie
seguite, e io non ho parole per quanto ne sia rimasta sorpesa e non
posso nemmeno dimostravi a parole quanto mi abbia fatto felice. E,
pensare che io fossi convita che non valesse nemmeno la pena di
scriverla! ah, non ci credete? sta storia lo rivoltata come un
calziono, avrò fatto non so quante versione, preso, lasciato
ripreso.
UN grazie di cuore a:
clairefraser
Contessa_miseria
DANINO
elenapg
fairy_lullaby
francydenis
hermione12
Lady blue
Lars Black
mick_angel
ninny
PrincessMarauders
Remus J
sihu
SkAnNeRiZzAtA
Thaleron
Wolverine
Zarkyna
zenity_jazery
Alohomora
ArwenBlack
Azah Black
ElseW
lily D G
Ringrazio in paricolarmodo Tarantella20 ( pensavi
che m'ero dimenticata,eh?) che ha commentato pazientemente tutti i
capitoli, senza tralasciarne uno! Lo so, io sono peggio di un
geroglifico e che vado costantemente intrpretata, e
chiedo scusa se non sempre sono stata chiara nel
spiegare quello che avevo in mente! Non per niente mi aspetto un posto
all Ufficio Complicazione Affari Semplici! grazzie mille per tutti i
complimenti, che non sono sicura di meritare.
Bene, è l'ultimo capitolo, e spero di non avere
deluso nessuno con alla fine e che mi lasciate un commentino
piccolo piccolo,volete?
Buona lettura!
Fanny
Ps: perchè interessa, forse sto pensando ad un continuo...
ma, nulla è certo!
**********
Il caldo soffocante estivo opprimeva le loro pelli, pressava su loro
apparato respiratorio, polmoni e trachea compresa, stressati,
sfiancati, esausti.
Dopotutto, erano felici, si erano diplomanti, e aspettava loro una
meritata vacanza, magari un bel viaggio in qualche luogo tropicale,
sole e mare, e Notti brave.
“Non che l’idea non sia piacevolmente allettane, ma
guardiamoci in faccia, una vacanza con l’aria che tira
possiamo solo sognarcela!” esclamò Leila
interrompendo i vaneggiamenti di quel pazzo del suo ragazzo.
“E dove sta scritto? chi mi impedisce di partire, Lord
Voldemort? se vuole ucciderci aspetterà che
torniamo a casa.” rispose pronto Sirius.
“Merlino, è possibile che non predi la cosa
seriamente?” chiese stizzita Leila.
“Tutto il contrario, amore. Noi e gli altri abbiamo deciso di
essere in prima fila, in questa guerra.”
Cornelia nonostante il caldo fu percorsa da un brivido lungo la
schiena, non c’erano scorciatoie da prendere, ne vie di fuga
possibile, la guerra era alle porte, l’oscurità di
tempi bui stava pian piano sorgendo. Era la cruda realtà.
“ma penso, che, finché possiamo è
giusto godersi la vita! Non possiamo permettere ad un pazzo
di toglierci il sorriso, nonostante tutto quello che accade,
c’è sempre qualcosa di bello che
accade,no?”
“Ma, sì, hai ragione.”
“Come sta Remus?”
“Bene, a parte la brutta amnesia che sembra averlo colpito
improvvisamente...”
Leila ridacchiò, capendo ciò che il suo
accompagnatore ufficiale voleva farle intendere.
“Non possiamo biasimarlo. Credo sia comprensibile.”
Molto, pensò Sirius, anche se, a dirla tutta, considerava il
silenzio stampa di Remus solo un buon pretesto per dimenticare lui
stesso tutto quanto.
Era stato l’anno delle domande senza risposta quello,
c’aveva provato in tutti i modi per
venirne a capo, invece, ci capiva sempre meno; Dare
per scontato le emozioni era il suo mestiere, eppure ormai non riusciva
più a fare a meno di pesare che tutto fosse dannatamente
sbagliato.
Amare, era un affare assai grosso, per poter essere messo da parte, ci
puoi provare, ma, appena può ti mette nel sacco un'altra
volta.
Sirius annuì con poca convinzione, anche se non
era poi così importante crederci o no, Remus prendeva sue
decisioni autonome, come giusto che fosse, dunque ciò che
pensava lui passava in secondo piano.
“A cosa pensi?” chiese Leila
“Che Remus pieno di peli era davvero buffo. soprattutto
quando ci ringhiava a dosso e i peli si arruffavano tutto, era
così carino...” rispose ridacchiando Sirius
“Deve essere stato terribile scoprire che non si era
completamente trasformato!” fece notare la ragazza per
riportare il discorso su un piano più serio.
“Non era previsto, piuttosto. lui non aveva preso la pozione,
dunque si pensava che i malesseri rafforzati fossero l’unica
controindicazione.”
Cornelia scoppiò a ridere lasciando sorpreso Sirius, tanto
era convinto che la sua bimba prendesse la cosa molto seriamente. Era
così, ciò che la fece ridere fu che, per la prima
volta aveva colto Black nel fallo, nelle mille sfide che si erano
lanciati mai una volta era accaduto, ora a sorpresa quando non le
importava più quel desiderio si avverava.
Strano il destino.
“Infatti, prima di dare l’amuleto a Remus questo
doveva essere imbevuto con il decotto, per creare il legame con il
possessore suppongo, e credo che, il sangue faccia il resto.”
“Com’è che non ne ero al
corrente?”
“Poca attenzione? zero senso di osservazione? O
forse entrambe le cose? vedila come ti pare Black, ma la risposta credo
sia evidente.”
Sirius prese il suo viso e lo baciò con passione le sue
labbra sussurrando “Questa me la paghi”, anche se
tutto passò nell’ oblio e ciò che
rimase furono le loro bocche che si nutrivano del loro sapore
avidamente.
“Andiamo, che faremo tardi e non voglio sorbirmi una
filippica sull’importanza della
puntualità.”
“Comunque, quell’esperimento non è
servito a nulla.”
“Dici?”
“E’ l’evidenza dei fatti a dirlo. Anche
se Silente non fosse intervenuto probabilmente, Remus avrebbe
sputato pelo solo un po’ più al lungo di una
settimana!”
“ In parte è vero. E’ stupido pensare di
riuscire al primo colpo come è stupida l’idea di
volere utilizzare la forza dei lupi mannari , ciò nonostante
quelle ricerche non sono così inutili. Basta capovolgere il
concetto di base, il motivo di fare certe ricerche. Uno degli effetti
principali che Baker voleva ottenere era quello di eliminare
l’aggressività dei Lupi mannari, giusto? E in
qualche modo ha dimostrato che è possibile mostrando la
strada per ottenere di rendere innocui i lupi durante la luna piena e
anche come rendere meno terribili le trasformazioni. La strada
è lunga, però so che alcuni maghi hanno iniziato
ad interessarsi a questa prospettiva, e che ci piaccia o no, il merito
è di quel pazzo del professor Baker.”
“Si vede che sei una Corvonero!”
“Cioè che sono nettamente superiore a te per
intelligenza e sagacia?”
“Oi, vedi non allargarti troppo! ah siamo
arrivati!” esca lamò felice Sirius. aveva
intravisto la casetta e guardando l’orologio aveva visto che
erano arrivanti in tempo.
“Un ultima cosa, con Ive?” chiese
titubante.
“Non ha più voluto vederla, ma lei non lo ha mai
cercato. Non l’ha presa bene come te
evidentemente...”
“SIRIUUUUS!” urlò una voce spalancando
la porta della casa. Quasi senza accorgersi una mocciosa
dagli improbabili capelli rosa si fiondò fra le
braccia di Sirius.
Un adorabile peste, fra parentesi.
“Ciao Tonks!” esclamò prima di stampare
un bacio sulla guancia di Tonks.
“ Perché non hai portato il mio futuro
sposo?!”
Dimenticare sì, ma un giorno chissà.
The and
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