Amarsi o dimeticarsi?

di Risa_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Struggimenti d’amore ***
Capitolo 2: *** La miglior nemica ***
Capitolo 3: *** Chi sei? ***
Capitolo 4: *** Strategie d’attacco: colpevole wanted ***
Capitolo 5: *** La pozione cancella dolore ***
Capitolo 6: *** Patrick Ewan ***
Capitolo 7: *** Pensieri tra i tavoli del pub parte I ***
Capitolo 8: *** pensieri fra i tavoliparte II ***
Capitolo 9: *** Controindicazioni ***
Capitolo 10: *** Finalmente ti ricordi di me! ***
Capitolo 11: *** Vaniglia e cioccolato ***
Capitolo 12: *** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte prima ***
Capitolo 13: *** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte II ***
Capitolo 14: *** Impossible is Nothing ***
Capitolo 15: *** Fine del sogno ***
Capitolo 16: *** Per odio, per amore ***
Capitolo 17: *** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto(lettere d’amore prima parte) ***
Capitolo 18: *** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto... Seconda parte ***
Capitolo 19: *** La cosa più strana del mondo ***
Capitolo 20: *** Confidenze ***
Capitolo 21: *** Il lupo in lui ***
Capitolo 22: *** Conoscenza oscura parte I ***
Capitolo 23: *** conoscenze oscure parte II ***
Capitolo 24: *** dimenticare ora sì, poi chissà! ***



Capitolo 1
*** Struggimenti d’amore ***



C’era qualcosa di sbagliato in tutto quello; di dannoso e controproducente e la domanda che prepotente si insediava nei suoi pensieri era, Un uomo poteva umiliarsi a quel mondo per una  donna? Non riusciva mai a trovare una risposta, accidenti.

Innamorarsi andava anche bene, e capiva benissimo che quella benedetta ragazza avesse parecchie qualità da far innamorare anche la piovra del lago. Era molto carina, intelligente, un carattere piccante quanto un peperoncino, sapeva essere anche simpatica.

Però, ridursi in quello stato, no, Sirius Black, non lo capiva. Guardò il suo amico steso sul letto, immobile, senza nessuna voglia di alzarsi per fare alcunché.

“James, per favore... tirati su....” chiese esasperato, cercando di smuovere l’amico dalla sua posizione. Era una cosa inusuale che Sirius Black chiedesse per favore, non per scarsa educazione, sua madre aveva provveduto a fargli imparare a memorie le regole di bon ton del perfetto purosangue. Lui, era il tipo di ragazzo che non doveva chiedere mai, non perché usasse “Asck”, più semplicemente, non aveva bisogno di chiedere niente. Ovvio, non vi pare?

James Potter, migliore amico di Sirius, era a terra più di una gomma bucata, il suo umore era ai minimi storici e tutto per una donna. Sirius aveva passato la notte ad ascoltare le lamentele e i piagnucolii ( prontamente ispirati da Piter Minus, esperto in piagnucolii). Una nottataccia, in parole povere.

“Non ho ancora ben capito cosa sia accaduto!” esclamò Sirius inarcando un sopracciglio.  Un mugugno, parole  insensate, frasi scordate, e un semplice, lasciami affogare nel mio dolore.

 E ancora, Un uomo poteva ridursi in quello stato per una donna? La dannata risposta era sì, in particolare modo se lui si chiamasse James Potter e lei Lily Evans. Forse era perché non si era innamorato, si disse chiudendo la porta del dormitorio.Le relazioni che aveva avuto erano state sempre troppo brevi, per arrivare a capire ciò che provava James. In qualsiasi caso, ora, malediva il giorno in cui James si era innamorato della Evans. Proprio di lei doveva innamorarsi? Perché non di un'altra? Mary Macdonald , o Sarah Bergman?  No, di Lily Evans. L’ultima persona che sarebbe potuta uscire con lui.

E James era così stupido da continuare a sperare... quanti anni le andava dietro? 4, 5? C’era stato uno straccio di risultato? No! L’unica cosa che le aveva detto di diverso dei soliti no era stato: “Uscirò con te quando la Luna morirà.” Perché non ci metteva una pietra sopra e andava avanti? Lui faceva così, un grazie tante, e avanti la prossima. Certo, lui era l’unico ad avere il suo pseudo fan club personale, sempre pronte a consolarlo se ce ne fosse stato bisogno... lui non aveva mai accettato, le sanguisughe potevano essere molto pericolose. Senza contare che erano oche... e questo bastava e avanzava.

Si sedette pesantemente vicino a Remus al tavolo di Grifondoro per mettere qualcosa sotto i denti. Sentì distrattamente un “E James?” mormorato da Remus. Sirius avrebbe voluto non rispondere, grazie a Merlino, il ragazzo capì da solo che il cercatore era entrato in una delle sue crisi profonde depressive.

“Pensi che si impiccherà?”

“No, ci ha già provato ieri notte. È disteso sul letto a piangersi a dosso.” Rispose Sirius.

“Sta notte è stata...tremenda... quasi quanto...” disse Remus eloquente. Sirius rise alla battuta dell’amico, perché paragonare il suo piccolo problema a i problemi sentimentali di James, rendeva la cosa più comica e meno allarmate.

“Mi domando come ha fatto a dormire Codaliscia!” i due guardarono Piter Minus riempirsi di cibo, decidendo subito di distogliere lo sguardo da quella visione indecente.

“Non so più cosa fare, Lunastorta...pensa qualcosa  tu perché finiremo per giocarcelo definitivamente.”

Tuttavia, per Remus Lupin la diagnosi non era diversa da quella di Sirius: era una causa persa in partenza. Guardò Lily per un attimo chiacchierare  felice con le sue amiche. Era chiaro come il sole a mezzogiorno che non era interessata a James... difficilmente sarebbe uscita con lui, diciamolo pure, mai...Lily non lo odiava come James continuava a sostenere, però,  non le piaceva il suo comportamento e alcuni lati del suo carattere, certo, aveva avuto modo di vedere solo quelli, e non aveva mai osservato un James diverso, come quello che conoscevano i suoi amici. Non poteva, nonostante ciò biasimarla.

Cercò di deviare il discorso su un’altra faccenda, non meno spinosa: “tu, invece? Come va con...”

“Non me ne importa niente di quella, ok? Vuole stare con il suo migliore amico pseudo fidanzato? Tanto piacere!”

Remus Lupin non era affatto convinto. Guardò Sirius lanciare un occhiata alla ragazza che faceva colazione con il nuovo fidanzato. E non era un’occhiata indifferente. Tossì due volte, poi riprese a mangiare, convincere il re dei testoni era un’impresa ardua, e aveva bisogno di energia.

Ci fu un fatto che mandò in fumo i suoi piani di persuasione: Quando Lily Evans si alzò dal tavolo, Remus e Sirius compresero all’istante il perché James fosse sprofondato in una disperazione così totale. La giovane rossa si era avvicinata a Nathan, lo baciò con un tenero bacio sulle labbra.

I due Malandrini si guardarono sconvolti da ciò che avevano visto: nessuno dei due aveva immaginato che la questione fosse così grave. Silenzio... Sirius non riuscì a staccare gli occhi dalla coppietta, che uscì dalla sala grande  tenendosi per mano insieme a quell’altra coppietta, tutti felici come le pasque.

A quel punto Sirius Black avrebbe voluto immergere la testa nella sua ciotola di il  Porridge, Remus gli batte una mano nella spalla... c’era d’aspettarselo. Decisero di lasciare James dov’era, meno vedeva e meglio era, ma per pranzo sarebbero dovuti andarlo a prendere perché Non poteva saltare troppe lezioni. Sarebbe stato sospetto.

 Era una fredda giornata di gennaio, il parco, i tetti  e i camini di Hogsmeade erano ricoperti di neve, una di quelle che i professori riempivano di compiti,  una di quelle che avresti preferito rimanere al calduccio sotto le coperte.

Ed era di certo iniziate nei peggiori dei modi, anche se passò molto in fretta.

Remus, Sirius e Piter,  riposero le loro cose in fretta per poter andare a prendere il malato d’amore, diciamo in stato terminale, un po’ spaventati da quello che avrebbero potuto trovare nel dormitori. Uscirono dall’aula senza scambiarsi una parola, troppo concentrati a pensare al peggio per la loro povera stanza.

“Ehi,  Black, dov’è Potter? Adesso non si degna nemmeno di seguire le lezioni?” esclamò Lily.

IL diretto interessato, si fermò,  e per poco non le chiariva due o tre cosette se Remus non avesse salvato la situazione afferrandolo per un braccio e con il suo miglior sorriso rispose: “James, questa notte non si è sentito affatto bene...ieri a cena deve aver esagerato. Non ha chiuso occhio, e sta mattina non si reggeva in piedi. Comunque, sono certo che starà meglio, ora...verrà alle lezioni pomeridiane.”

Penserete che sia la peggiore bugia che il nostro dolce e preferito lupacchiotto che abbia mai detto. Non è così: in effetti James ( o Ramoso) era stato male, tanto da vomitare la cena. L’amore fa soffrire come animali, o se preferite... come cervi.

“Oh...” fu la risposta di Lily che guardò perplessa gli altri.

Remus come un fulmine trascinò via gli altri prima che altre domande indiscrete potesse colpirli.

“ Da quando  Lily Evans, è amica intima di Cornelia Steavens?” chiese Piter.

“forse da quando lei esce con il migliore amico del ragazzo di lei.”

“Ah.”

“Giocano alle famigliole felici, quelle che si usano per le pubblicità per capirci... patetico!” esclamò Sirius.

“E non lo dico per invidia!” finì guardando l’espressione che aveva fatto Lunastorta. Quest’ultimo alzò le braccia per dire “Chi ha detto niente”.

Trovarono James nella stessa posizione in cui Sirius l’aveva l’asciato, e intendo nell’identica posizione come se non si fosse mosso di un millimetro, Felpato alzò la bacchetta deciso ad usare le maniere forti, Remus di parere avverso lo fulminò con lo sguardo e si avvicinò molto delicatamente all’amico, con la stessa delicatezza lo scosse e disse: “James, alzati e andiamo a pranzo.”

“No.”

James si ritrovò appeso per una caviglia, Remus con un altro colpo di bacchetta gli spruzzò un bella dose di acqua.

Sirius lo guardò  intensamente Remus, che evitò di ricambiare lo sguardo e rispondere alla tacita domanda di Sirius.

“Ramoso smettila con questo assurdo comportamento!”

“Lasciami andare!”

“Apri le orecchie, ora tu scendi a pranzo senza discutere.”

Remus Lupin era il classico tipo gentile e dolce, tuttavia, aveva abbastanza carisma e autorità per farsi ascoltare senza troppe discussioni.

Fu così che James, si ritrovò al tavolo di Grifondoro. Con il corpo, almeno, perché la sua testa era da tutt’altra parte, ormai deciso a porre fine alla sua inutile esistenza, rimase in un angolo per tutto il tempo del pranzo e delle lezioni, senza guardare in faccia la Evans.

Eh, sì...a volte i casi della vita ribaltano anche le abitudini più consolidate nel tempo, come quella di “James - rincorri la Evans - Potter.”

Non si può piacere tutti, questo è un dato di fatto: ci sono persone  che ci vanno genio, altre che preferiremmo vedere crepare sotto atroci torture.

Un esempio, che possiamo definire esplicativo, che arriva dalla famosa e rinomata scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: Piton e Potter, due esemplari maschi che vanno accuratamente tenuti a debita distanza, a meno che la vostra intenzione sia di distruggere la stanza, se non l’intera abitazione. Ecco, volete demolire casa senza costi aggiuntivi?   Chiudeteci  dentro Piton e Potter insieme e l’effetto è assicurato, potete credermi sulla parola.

Un esempio opposto? Prendete il già citato Potter e  accoppiatolo a Black. Sirius Black sta a James Potter quanto il cacio sta su i maccheroni. Uniti fino alla fine in un’anima sola, due affascinati giovani con un obbiettivo comune: massacrare Severus Piton.

Ad Hogwarts, l’amicizia tra Sirius Black e James Potter è famosa, se non altro per la popolarità di tali  esemplari in via d’estinzione, per la bravura, e per la loro fama di combina guai  “Nel cuore e per sempre” insieme a Remus Lupin e Piter Minus.

Ebbene, Lily Evans considerava Potter  come l’essere più fastidioso che potesse vivere sul pianeta, continuava, anzi, si ostinava  a chiederle di uscire con il risultato di ottenere solo rifiuti.

Ormai la faccenda fra i  due era ben nota a tutta la scuola, senza eccezioni di sorta, perché era diventata una specie di rito consolidato: sempre stesso modo, stessa identica risposta, a volte, si ripetevano i anche i luoghi, e le ore. Che so, ogni volta all’ora di pranzo in Sala grande, o nello stesso corridoio usciti da incantesimi. Quasi si potevano rimettere gli orologi quando Potter pronunciava la fatidica frase. Se eri uno studente attento, potevi anche prevedere ogni singola parola, ogni insulto, contornato dalla perfetta cadenza con cui veniva pronunciato dai due protagonisti.

Tutto ciò sembrava finito d’improvviso: quella volta, James Potter non chiese a Lily nulla, non pronunciò una singola parola a chicchessia, in realtà.

Sirius, per questo era imbufalito, non sopportava l’idea che una sola ragazza potesse fare quello a James.

******
Hmm... che ne pensate di questa roba? Questa doveva essere la terza fanfiction,della famosa trilogia, per chi non ne sapesse nulla, leggete le altre mie storie, forse capirete. Se funziona potrei anche continuarla, altrimenti ciao, per cui fatemi sapere recensendo!!!!! Non sarò così veloce come con l’altra, perché questa la scriverò passo dopo passo, studio permettendo. Anche se ho un scacco di storie dentro al mio computer ( ho  tre anni di arretrati)....va beh magari fra un capitolo e l’altro pubblicherò qualcos’altro, sempre se continuerò!

Baci,

Fanny

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Capitolo 2
*** La miglior nemica ***




Lily Evens lì per lì non ci fece caso, vuoi perché aveva un mucchio di compiti da sbrigare, vuoi  perché in quel momento stava pensando a tutt’altro, affamata  che non fece caso all’assenza di James.
Dopo, però, verso al fine delle lezioni, quando appunto ogni studente inizia a rilassarsi dopo una lunga giornata, e fa i bilanci giornalieri, La giovane Grifondoro, iniziò a percepire una strana sensazione, come se qualcosa non fosse andato per il verso giusto,  pensosa aggrottò il suo grazioso nasino cercando di sforzarsi, cosa di diverso era accaduto. Avesse dimenticato qualcosa? Però più pensava e più nulla le veniva in mente.
Chiese anche a Nathan, ma neanche lui sapeva dirle nulla,le disse semplicemente che forse era molto stanca.
Qualcosa c’era... qualcosa che doveva succedere ma che non era accaduto, ma cosa? Giunse in lei in aiuto, Cornelia Stevens.  
“Ehi Lily! Deve essere una vera lamma?” le disse avviciandosi con un gran sorriso.
“Cosa?”
“ma come per la prima volta da un paio di anni a questa parte James Potter non ti nemmeno detto ciao!  Per te questa è una giornata da ricordare!” le rispose ridendo.
Lily sbattè le palpebre un paio di volte,  immagazzinò l’informazione ed in un attimo aveva la soluzione sotto mano... ecco cos’era! Era Potter che mancava!  Mancare era una parola grossa, certo è che la differenza si era sentita.
“Merlino è vero! Non ci avevo fatto caso, lo sai?” disse Lily, molto più sollevata. Sarebbe stato peggio se la questione avesse riguardato altro.
“Lily, dico stai scherzando? Questo è un AVVENIMETO! E tu non te lo godi fino in fondo?! Hai davvero sprecato un’occasione unica, amica mia!”
Il gruppetto scoppiò a ridere.
Cornelia Steavens era curiosa. Al contrario di Lily, lei si era accorta e come, e aveva notato di più. Potter la stava evitando volutamente. Ma, la cosa che più la divertiva, era vedere Sirius Black, furibondo.
Non c’era cosa che le piacesse vedere di più: quel  viso aristocratico arrabbiato nero più del suo nome. Niente era  più gratificante.
Doveva conoscere i particolari di quanto era accaduto, nonostante avesse fatto due più due. Non vedeva l’ora di poter torturare Black, con qualche battuta buttata lì, con finta innocenza.
Vi starete chiedendo perché, di tanto godimento alla sofferenza, Ebbene, Il rapporto tra Black e Stevens, era qualcosa di veramente raro: Cornelia poteva essere definita la miglior nemica del nostro affascinate amico. Se uno era il nero, l’altra era il bianco,  tra loro c’era una sottile competizione che colorava le loro giornale, il loro detestarsi era cordiale, finemente raffinato, semplicemente sublime.

Black era  così... così, irritante, con quella aria da Grandeur che sfoggiava per i corridoi, con quella sua mania di infrangere le regole.

Era egocentrico, presuntuoso, arrogante, testardo, così dannatamente infantile.... come Potter che continuava ad infastidire Lily. Per non parlare della sua smodata passione per le ragazze... Non poteva, non voleva, proprio sopportarlo.

E secondo lei era piacevolmente ricambiata. Infatti, durante la cena, quando stava cercando, anzi, il termine più appropriato sarebbe costringendo James con la violenza a mangiare un cosciotto di pollo, vide quella figura alta e longilinea avvicinarsi, il sangue iniziò a sobbollire nelle vene.  

Ci mancava lei, a coronare la giornata, Lei sono tutta d’un pezzo Steavens”,  Sirius sapeva benissimo cosa quella Strega voleva da loro. Oh, si che lo sapeva.
Non gli e l’avrebbe data vinta, mai. Non come quella volta....

Quella giornata non era iniziata nei migliore dei modi, i ragazzi per colpa della precedente notte  brava  si erano alzati tardi senza nessuna voglia di farlo stanchi morti com’erano.

Di fatti,  si svegliarono alle 8.30, con conseguente toccata e fuga al tavolo per la colazione e via di corsa a Trasfigurazione.
Ne erano successe fino a quel momento: James  era inciampato sulle lenzuola, trascinando sul freddo pavimento Sirius, che sbatté la testa sula zampa del letto. Poi, Minus rimase incastrato sul quel dannato scalino che spariva, non vi dico la fatica per tirarlo fuori.
Sirius già aveva i nervi a fior di pelle, aveva un gran mal di testa, l’unica cosa che desiderava era mangiare in santa pace. Non poté fare nemmeno quello perché Piter momenti si strozzava con un pezzo di pane tostato ( che bella occasione persa! Sigh!).
Arrivarono disgraziatamente il ritardo beccandosi la milionesima strigliata della professoressa McGranitt.
Che giorno di merda. La professoressa  lì riempì di compiti, scatenando crisi isteriche a Codaliscia.
Il colpo di grazia arrivò alla fine della lezione. Sirius  era del tutto impreparato.
“Black”
 “Che cosa vuoi?”
“Voglio farti un regalo!”
L’interessato chiuse gli occhi e sospirò girandosi lentamente. Quello a preoccuparlo era il tono tranquillo che la sua voce aveva assunto.
Si ritrovò un orologio a due centimetri dal naso -un  sveglia.
“Cosa sta a significare?”
“Così domani riusciresti ad arrivare in orario! Forse...”
Risatine fastidiose. Felpato digrignò i denti e mandò a quel paese quella creatura fastidiosa.
Si allontanò furioso, con i suoi amici al seguito, che avevano trovato divertente lo scherzo.
“Volete smetterla razza di idioti?” urlò Sirius appena arrivato nel sotterraneo di pozioni.
“Dai non prendertela...”
Già, non prendersela era una parola.  

Quella volta aveva vinto lei. Ma non doveva ripetersi. Sirius, ordinò ad Remus e Piter di sbrigarsi ad andarsene, perché non  quella donna non doveva assolutamente mettere le grinfie su James. Ne andava del suo onore di uomo. Lui, dove assolutamente impedire l’irreparabile.

Remus, che certamente non la faceva così tragica, lo accontentò per non starlo a sentire. Piter, invece, lo fece controvoglia perché voleva ancora mangiare qualcosina, nonostante avesse fatto il bis ben quattro volte. Mancò poco che Sirius lo mandò via a calci nel sedere.
Giusto in tempo.

*************
Remus lanciò un’occhiata a James costatando che Sirius non aveva tutti i torti a preoccuparsi così tanto per l’amico, stava veramente male, Poteva confermare con assoluta certezza che non aveva mai visto così James prima d’ora.

Non sapeva che pesci pigliare, e quando James deviò per il bagno prese in considerazione l’idea di seguirlo per paura di qualche stupidaggine. Si limitò, tuttavia a sequestrargli la bacchetta. Anche se non sarebbe servito a nulla.
James entrò nel bagno, che a quell’ora sarebbe dovuto essere deserto, invece, c’era qualcuno, e,  sembrava aspettare lui.
Ramoso nello stato in cui versava, non ci fece caso, e s’infilò in uno gabinetto, intenzionato a volersi affogare dentro il Water. Una morte che nessuno sano di mente vorrebbe fare, Il punto è che James non era più sano di mete.
Un paio di mani l’ afferrò per le spalle costringendolo a voltarsi, convinto che fosse Remus,  il ragazzo sbraitò un lasciami in pace, accorgendosi solo dopo aver parlato che quello non era il suo amico.
“Chi sei? E che vuoi?”
“Io? Da te niente. Ho solo la soluzione fatta a posta per te.”
 
Doveva essere pronto, affilare bene le sue armi a disposizione. Fare il finto tonto, se quella provava a tirare in ballo Ramoso. Sangue freddo, senza lasciare trapelare nulla...infondo lui era un esperto in questo, con la famiglia che aveva avuto, doveva essere capace di padroneggiare se stesso.

Chi avrebbe detto che le ramanzine dei suoi ex genitori sarebbero servite a qualcosa?

“Tu guarda un po’,Steavens! Non dirmi che hai sentito la mia mancanza.”

“Come se ne può sentire di una matricola, Black.”
Cornelia si sedette accanto a Sirius inaspettatamente, segno nefasto che significava fare una bella chiacchierata con lui. Si legò i biondi capelli, e poi porse tutta la sua attenzione a Black.
C’era chi sosteneva che insieme formavano una bella coppia, bella lei, attraente lui, avevano alcuni tratti in comune, pur: Cornelia era alta e longilinea capelli biondi, occhi  color vere-azzurro  dalla forma allungata, sofisticata, un po’ fredda, intelligente ed educata, almeno secondo le voci che circolavano su di lei.
Sirius,invece, era alto, capelli scuri che gli cadevano sugli occhi grigi, un aria di distratta eleganza, brillante e con un carattere più che vivace.
Quello che è peggio che alcuni dei loro amici avevano avuto quella orrenda impressione.

“Secondo me, per levartela dai piedi dovresti uscire con lei e...” l’espressione di James era fin troppo eloquente.

La risposta di Sirius fu categoricamente no: ci teneva alla sua sanità mentale. Quella doveva stargli il più lontano possibile. Punto.

Cornelia era dello stesso avviso, certamente.


“Penso che sareste una bella coppia una bella coppia nonostante i continui battibecchi” aveva affermato sua sorella Anne, una volta.

“Anne, per favore aggiungi il soggetto, altrimenti non capisco.” Replicò Cornelia.
“Tu è Black è ovvio.”
“Non è per niente ovvio.”
Cornelia non volle più tornare sul argomento. Infondo, era molto più divertente averlo per nemico, che come amico.

“Non dirmi che vuoi far salotto con me, ti avverto che sono un cattivo ascoltatore.”
“Io, invece sì.” Rispose lei.

E il gioco era inizato.

Angolo dell'autrice
Per voi, in escusiva  con una velocità impressionate, ecco il secondo capitolo di questa fanfiction! Il vostro supporto è stato davvero utile... avevo abbandonato l'idea, e questa  ff  è rimasta ricoperta da un bello strato di polvere, e per cui è stato difficile  riprendere il filo! Ma, niente paura alla fine ho vinto io!
Lady Blue: non potevo non ascoltare la tua richiesta di continuare! sono molto felice che ti piaccia! spero che questo capitolo ti piaccia quanto il primo!
Pan_tere94: sono contenta che continui a seguire le mie storie, cosa mi dici di questo capitlo?
Colgo l'occasione di ringraziare tutte le persone che leggono le mie storie, e chi le ha inserite tra i preferti. Mi fa davvro molto piacere. Continuate a recensirmi e a farmi sapere il vostro giudizio.
Una precisazione sul capitolo: le parti in corsivo sono dei flas back, non ero si cura di averli evidenziati a dovere, ma non i piace scrivere sopra Flashblack, perchè mi piacciono le cose immediate, vorrei che chi legge riuscisse ad entrare dentro la storia, se ci riesco, non lo so!
Baci, Fanny

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Capitolo 3
*** Chi sei? ***


Chi sei?


La mattina dopo Sirius si svegliò conscio che anche quella giornata si sarebbe svolta una dura battaglia fra lui e la Steavens.
Lei stessa gli aveva fatto capire quali fossero esattamente le sue mire, come aveva già previsto, ovviamente. Voleva la conferma che James fosse con l’umore sotto terra per Lily, e, inoltre, voleva semplicemente poter vincere una sua espressione imbufalita.  Aveva aperto il discorso  mostrando tutta la sua costernazione nel vedere Potter così giù di corda. E, sapere se potesse fare qualcosa per lui.
Sirius avrebbe voluto strozzarla, perché entrambi sapevano benissimo il motivo di quello stato. Sapeva benissimo.
Quel discorso di finta preoccupazione   sulla salute così precaria di James, era talmente così ben riuscito, che la cosa lo faceva diventare rosso dalla rabbia. Ma, poi, era riuscito a metterla al suo posto.
Come? Semplice, con un sorriso malizioso, e le parole magiche: “Non avrei mai creduto, Steavens, che ti piacesse James!” detto con un tono decisamente più alto del normale.
La vipera, non aveva potuto far altro di dire che si sbagliava, e  filarsela.
Non sapeva, però, se quel giorno sarebbe stato così fortunato. Doveva assolutamente pensare ad una strategia di contrattacco.
Non fece in tempo nemmeno a provarci perché un grosso peso gli piombò sullo stomaco.
“Che razza di Dormiglione! Muoviti, Felpato! Una altra mega giornata di scherzi ci attende!”
Qualcosa non andava... indiscutibilmente. Remus non avrebbe detto una cosa del genere neppure se avesse  bevuto chi sa quanto barili di idromele. Piter? Lo scartò immediatamente, c’era una  sola persona, a parte lui.
“Ramoso?”
“Chi se no; idiota!” rispose ridendo come un pazzo.
Remus e Sirius guardavano James rimpinzarsi di ogni ben di dio, parlando a raffica, e fece anche due o tre scherzetti innocenti con la brocca del succo di zucca. Pensare che la sera prima  era come se  fosse un moribondo in punto di morte, sul letto aspettando la tanto agoniata fine, con lamenti struggenti sospiri strozzati, e vedere  von i propri occhi il James di una volta, era inconcepibile.
Tanto che Sirius si chiese se fosse accaduto qualcosa durante la notte, un qualche cosa che potesse anche solo spigargli in minima parte cosa fosse accaduto, perché da solo non ci riusciva.
“Cosa avete tutti è tre? Sembra che siete appena tornati da un funerale!” esclamò Ramoso guardando le facce dei suoi tre migliori amici che lo guardavano  scioccati.
“Sai, James, credo che tu stia passano da uno estremo all’altro, e sinceramente non credo che possa esserti di qualche aiuto.” Affermò Remus, con una audace razionalità.
“Di cosa stai parlando, scusa?” chiese lui.
“Questa è bella, davvero! Peccato non fa ridere!” sibilò Sirius.
Non poteva decidersi prima di metterci una pietra sopra? No, doveva farlo penare a quel modo? Ora si sentiva molto più sollevato, certo... però...era strano. Come era strana l’espressione di Ramoso alle sue parole. Aveva crucciato gli occhi, aggrottato la fronte, e li guardava, li guardava con un espressione incolpevole, come se veramente non sapesse di cosa stavano parlando. Che grandi doti d’attore, non se ne era mai accorto.
In quel momento arrivò il quadretto felice, ovvero,  Lily Evans con Nathan Hilton,  e Cornelia Steavens, insieme a Erine Clifford, suo nuovo fidanzato, nonché suo migliore amico suo e di Hilton.
I Tre Corvonero salutarono Lily che si diresse sorridente al tavolo Grifondoro, era giunta l’ora della verità...  guarda caso l’unico posto  libero rimasto era quello accanto a Remus, sempre per caso Gli occhi verdi della rossa si scontrarono con quelli del Cercatore.... e Niente.
Non successe niente. Non poteva essere vero, era una cosa IM-PO-SI-BI-LE. James era rimasto indifferente, o meglio sorpreso dell’arrivo della ragazza, per il resto... Nada de Nada.
“Buon girono Remus, Black, Potter....”
 “perché ci conosciamo? Sei una nuova?”
Probabilmente un congelamento simile non  si era più visto dall’era glaciale. Lily guardò James con uno sguardo  tra lo stupito e il furibondo. Se era uno scherzo dei suoi  gli l’avrebbe fatta pagare con gli interessi.
“Potter, non è giornata per i tuoi stupidi scherzi...”
“Non è uno scherzo, non so veramente chi sei... non dirmi che voi la conoscete, ragazzi?”
“ Andiamo a lezione con lei da sette anni...” rispose costernato Piter.
“DAVVERO? Non l’ho mai vista! O mi state prendendo in giro?”
Sirius  pensò seriamente se il dolore potesse cancellare la memoria, perché altrimenti non vedeva altra spiegazione.  Conosceva James meglio delle sue tasche, tanto da riuscire a capirlo con un occhiata cosa pensasse. Ed era convinto che fosse sincero. Lo diceva il suo sguardo, i suoi gesti, e tutto il resto.
James Potter era stato sempre un ragazzo sincero. Perché cominciare a mentire per una scemenza simile? Non poteva essere arrivato ad un punto simile. Aveva toccato il fondo, sì...non in quel modo.
“Ha dimenticato la Evans! E’ un miracolo!” esclamò d’un tratto. Il calcio  che gli era arrivato agli stinchi da Remus  era un chiaro segno di: “ Taci idiota!”
Lily, era immobile, senza riuscire a pensare qualcosa, o forse non voleva pensare... Guardò James, e  costatò che quello era lo sguardo che si poteva lanciare ad una sconosciuta.
Come ci poteva sentire ad essere dimenticati? Era quella la sensazione che si provava? James aveva dimenticato lei, solo lei.
Solo due semplici parole: Lily Evans. Quindi tutte le litigate, tutte le parole sbagliate, gli scontri,  gli incontri,qualsiasi cosa che potesse essere Ricondotto a lei.
Ci accorgiamo dell’importanza di una persona solo quando la perdiamo, che sia per amarsi, che sia per litigarci.
Ci si abitua  anche al tramonto più bello. E, quando non potremo più vederlo, ne sentiremo la mancanza.
Lily lo sapeva, ma l’orgoglio le impediva di accettarlo.
Remus passò tutt’ora di Difesa, anche le doppie ore di Pozione a interrogare James su quella o quell’altra cosa, prendendosi fra l’altro qualche richiamo. Ma il risultato era sempre lo stesso. James ricordava tutto, tranne di Lily.
Fu lei stessa a dirgli di smettere, perché, affermava che non le importava se Potter la ricordasse o meno. Era una bugia... sarebbe morta piuttosto che ammetterlo.
“E’ colpa tua, esclusivamente tua! Come ti è saltato in mente di dire una cosa del genere! James non te lo perdonerà!” esclamò inondando Sirius, parlando di James come se lui non fosse insieme a lui, cosa che al diretto interessato non passo inosservata.
“Cosa c’entro io, Ora?” chiese.
“Vai a scusarti, immediatamente, razza di bifolco che non sei altro! Poi, insieme cercheremo una soluzione.”  Ordinò lapidario Remus, senza ascoltare le proteste di James.
In cuor suo, Sirius sapeva benissimo di aver sbagliato, lui doveva saperlo che non era una bella cosa. Essere dimenticati, intendo.
Si fece coraggio e andò a cercare la ragazza, pensando su come potersi scusare, lui di certo  non era un genio per affari del genere. La trovò, dietro una colonna persa fra i suoi pensieri, e lì, capì che forse James era largamente ricambiato,senza che se ne accorgesse.
“scusami, non volevo dire niente che potesse offenderti.”
“No, figurati. Anche io a volte ho desiderato che lui si dimenticasse di me e mi lasciasse in pace. Anche se non pensavo che potesse essere così...” si interruppe.
“Già, nemmeno io. Non è poi lo stesso. Dovremmo trovare una  soluzione, infondo. Non credo che sia un incantesimo di memoria! Non potrebbe essere così preciso da cancellare tutti i ricordi legati ad una sola persona. Deve essere accaduto qualcosa.”
Nel’ombra, qualcuno sorride beffardo: “Allora ha funzionato.”
**********
Ciao! ecco il nuovo capitolo di questa fanfiction! avete aspettato un po', ma credo che ne sia valsa la pena. Spero che gradiate quanto gli altri due. Le cose si fanno più intricate...chi sa che ne verrà fuori???
Recensite mi raccomando!!!
Baci,
Fanny

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Capitolo 4
*** Strategie d’attacco: colpevole wanted ***


Lily e Sirius rimasero in silenzio per un po’, cercando di pensare a qualcosa, anche se raggiunsero un  risultato scarsissimo.
Non c’era la minima idea di cosa, o chi, avesse combinato quel pasticcio.
Sirius quando  era ritornato in sala comune aveva trovato James nello stesso stato con cui si erano lasciati, anzi,  quando si diresse verso le solite poltrone davanti al fuoco vide James inondare di lacrime Remus, che basito lo lasciava fare,  dandogli pacche sulle spalle, probabilmente per riuscire a calmarlo.
Quella mattina, con tutto ciò, il suo umore si era trasformato. Cercò di chiedere a Remus se fosse accaduto qualcosa di anche lontanamente insolito, ma, Remus, disse, no, non aveva notato niente di strano, James lungo il tragitto aveva fatto una capatina in bagno, niente di speciale. Tra l’altro aveva provveduto a sequestrare la bacchetta di James.
Il bagno: James quella sera era andato in bagno da solo... era l’unico indizio... infondo loro non lo avevano mollato un attimo per il resto della giornata... improbabile che qualcuno lo avesse accredito durante la notte nella stanza, dove dormiva un segugio come lui.
Sirius si stava scervellando, per capire cosa potesse accadere in un bagno... aggrottava la fronte, si spettinava i  capelli, lo sguardo concentrato su qualcosa che non era la lezione,
Black  era concentrato nelle sue elucubrazioni mentali, senza accorgersi dei due occhi da lince che lo stavano osservando. Cornelia , come il resto degli studenti, aveva notato la rinascita di Potter come se non fosse mai accaduto nulla.
Era convinta che Black avesse fatto qualcosa all’amico, ma da come si comportava  si sarebbe detto il contrario.
“James, posso farti una domanda?”
“Spara amico!”
“ieri quando sei andato in bagno, per caso hai visto nessuno?”
“Sì... un tizio. Non lo so  chi sia, perché?”
Bingo. Quel tizio aveva fatto qualcosa a  James, non c’erano altre situazioni possibili...
Remus aveva dirizzato la schiena, e si era appoggiato alla sedia, in modo da avvinarsi di più al banco dietro di lui, dove sedevano i suoi amici.
“Ti ha rivolto la parola?” chiese
“Mi pare di sì... non ricordo cosa. Va beh, non ha importanza! Comunque mi è venuta in mente un idea niente male....”
Era un inizio... non sapevano chi, ne tantomeno perché, e cosa di preciso avesse fatto.. era sicuro che un colpevole c’era. Secondo Remus, bisognava informare I professori, secondo Sirius bisognava  fare per conto loro, e non vi sto a dire chi vinse.
James Ignaro, come lo può essere un bambino, stava iniziando a pensare che i suoi amici  gli fosse saltata qualche rotella fuori posto. Li osservava parlare fitto, senza capire quello che stavano confabulando.
“Coda, staranno bene quei due?” chiese
“Quello che sta male devi essere tu, Potter!”
Di certo, quella voce non era di Coda, perché la voce di coda assomigliava allo squittio di un topo spaventato, quella ad una tigre fuori dei gangheri. Si voltò e vide Cornelia Steavens avvicinarsi a passo di marcia con quella strana ragazza dai capelli rossi.
Diceva di conoscerlo, diceva anche non erano mai andati d’accordo, diceva tante cose, eppure lui non ricordava chi fosse... una zanzara rumorosa gli ronzava nella testa, cercava di suggerli qualcosa ma lui veniva in mente soltanto il Giglio.  Sì guardava la ragazza e  mentalmente gli si materializzava un enorme Giglio, il suo odore... non riusciva a capire il perché, la rossa gli faceva venire in mete il fiore, proprio quel fiore poi, non ne trovava la risposta.

 Evidentemente non doveva essere importante.
“Steavens! Cerchi Sirius,eh? Ti sei stufata di quel gallinaccio?!”
Come nuovo eh? Si è addirittura rinvigorito nelle battuta di spirito pensò Cornelia, ancora più arrabbiata lo prese per il collo della camicia, lo sbatacchio per bene.
“ primo:Chiudi quella fogna Potter! Secondo: smettila con questo gioco definente, perché non fa ridere!”
Questa frase non gli sembrò nuova.
“Io non so di cosa .... ah!è sempre per lei! Giuro sul mio onore di non conoscere questa bella ragazza! Ti dirò di più, se l’avessi conosciuta non me la sarei certo dimenticata, quel bel fiore!”
Cornelia dovette arrendersi all’evidenza.  Sentiva che doveva fare qualcosa, perché lo sguardo spaesato di Lily era segno evidente che quel ragazzo indisponete era diventato il suo punto di riferimento. Altra evidenza a cui si doveva presto arrendere... Anche un ceco avrebbe visto che quei due erano fatti l’uno per l’altra...Povero Nathan, per quanto si sforzasse non avrebbe  potuto soffiare il poto di quel deficiente.
Cornelia odiava Potter solo perché odiava Black, per inciso, lei non aveva nulla contro il Cercatore, per cui aiutarlo non era un gran problema. Per Lily, avrebbe anche potuto seppellire l’ascia di guerra con Black.
Sirius, non fu molto contento, di vedersi arrivare come un falco la Steavens, fu ancora meno contento di sapere che quella si sarebbe infiltrata nelle indagini.
“Nessuno ti ha chiesto aiuto!”
“Voi no, Lily sì. E in ogni caso, senza di me non tirerete fuori un ragno dal buco!” affermò con una certezza tale, che mancò poco di credere che lei ne sapesse qualcosa.
Gli ingranaggi di Remus iniziarono a lavorare, frenatrici mentre quei due erano impegnati a bisticciare come una coppia di sposini, forse,  non tutti i mali vengono per nuocere e se avrebbe giocato la carta giusta, più di un problema  si sarebbe risolto.
“Felpato, ascolta...forse ha ragione lei.”
Gli occhi del ragazzo saettarono verso il lupacchiotto con una velocità impressionate, mai una volta che Lunastorta fosse dalla sua, mai!
“Grazie tante, eh!”
Cornelia assunse uno sguardo vittorioso, qualcuno che usava il cervello c’era, per merino! Ascoltò la posizione di Remus e si trovò subito d’accordo con lui. Lupin era un prefetto, dunque aveva un sacco di doveri da sbrigare, c’erano i compiti, e stava quasi sempre ammalato... non poteva dedicarsi alla questione con la stessa loro dedizione .
“Non sto dicendo che non sono dei vostri! Il problema che Piter non è utile, James bisogna tenerlo d’occhio! Io e te non ce la faremo mai da soli.” Finì Lupin.
Sirius dovette accondiscendere, sconfitto.
Bisognava agire con  metodo, per gradi, pensare di trovare il colpevole fra tutti quei studenti senza una buona base di partenza era da escludere a priori. Il primo passo era scoprire attraverso i sintomi di James cosa esattamente quel dannato gli avesse fatto.
Cornelia,  avrebbe pensato a questo. Black, essendo un suo amico avrebbe dovuto fare una lista di sospetti, chi avesse tratto vantaggio da quel evento.
“Non ce ne è bisogno! C’è solo una persona! Nathan Smith! Chi altri? Il fidanzatino di Evans... si è tolto un rivale.”
Gli arrivò un pungo sullo stomaco da una direzione non ben identificata. Nathan era un ragazzo gentile ed era impensabile che avrebbe fatto una cosa simile, in ogni caso,  delle probabilità c’erano.
“Falla senza discutere! Non bisogna dare nulla per scontato.” Ribadì Remus.
James e Lily ( anche Piter), guardavano gli amici perplessi, non si scambiarono una parola, l’uno perché troppo concentrato  sui suoi amici, l’altra per l’orgoglio e l’imbarazzo.
Doveva sentirsi così ad essere ignorati, percepire l’indifferenza dell’altro, peggio se a quella persona  vorresti chiedergli d’uscire.
James Potter, provava le stesse emozioni quando litigavano, che stava provando lei in quei attimi? Se fosse stato così, Lily comprese quello  che .
Era stata ingiusta con lui, forse... si rese conto all’improvviso che aveva sempre esagerato nei comportamenti con James. Lei lo sapeva. Pur vero che Potter faceva lo stesso con i suoi.
Per certi aspetti loro due erano uguali... testardi, orgogliosi, assetati di giustizia... lo dimostravano in maniera diversa, però lo erano.
Guardò James Potter, e per la prima volta  lo vide per quello che  in realtà era: un ragazzo coraggioso, divertente, un po’ monello, ma con un animo buono.
“Non ti preoccupare Lil! Ci penso io, a sistemare le cose!”
Cornelia la riscosse dai suoi pensieri, le prese le mani e le strinse, con uno sguardo deciso le assicurò che tutto sarebbe andato per il verso giusto.  Lily  conosceva già la risposta : nessuno avrebbe potuto fermare Black e Steavens.
Sorrise. Ne avrebbe  viste delle belle per davvero.
Angolo dellAutrice:

Ciao! è da un po' che non aggiorno questa storia... spero che mi perdonerete... che dire, questo capitolo non mi piace, è uno di quelli intransitori ed il bello deve arrivare... spero solo che possa stuzzicare la vostra curiosità. Chi è il colpevole? cosa  fa fatto a james? provate a rispondere... e commentate numerosi, mi raccomando! se Recesite, fate me molto contenta, cosicchè io aggiorno molto presto!!!!!!  Ah, lo so, il titolo fa schifo...ma, io e i titoli non andiamo d'accordo, ve ne siete resi conto da soli, immagino. Sono accettati anche i consigli.
Grazie di cuore a chi trova il coraggio di leggere quello che scrivo! Baci, Francy

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Capitolo 5
*** La pozione cancella dolore ***


Non voleva parlare con quel tizio, non gli poteva fregare di meno quello che aveva da dire. Fosse anche la trovata del secolo, a lui non importava.
La sua dolce Lily se ne stava con uno scimmione... peggio di così non poteva andare, tuttavia uno strano scherzo del destino volle che quello sconosciuto, riuscì  a catturare l’attenzione del  cercatore, mettendogli davanti una boccetta colorata.
“Che roba è?”
“La soluzione ha tutti i tuoi problemi Potter. Questa è la pozione “Cancella dolore” può eliminare qualsiasi sensazione di malessere insieme alla sua causa, ovviamente. Sarai come nuovo... tutti contano su di te per la partita, in questo stato il boccino lo prenderai solo nei tuoi sogni d’ora in poi...sempre se non decidi di farti aiutare...” concluse  togliendo la boccetta da sotto il naso di Potter.
No, toglietemi  tutto, ma non  il mio Quidditch ... tutto tranne quello, pensò James... era la sua vita, a pari merito con Lily. Se iniziava a perdere  sarebbe stata un onta troppo grande per il grande James Potter.
Non poteva permetterlo.
Fu quel pensiero a spingerlo ad allungare la mano verso lo studente, a stringere sul freddo vetro le sue dita.
Berla, e domani mattina sarebbe tutto finito, non avrebbe provato più nulla. Aveva detto così il tizio. Ci penso per tutto il tragitto, quando chiuso dalla coltri del letto... alla fine cosa aveva da perdere?
Non aveva ancora capito perché quella ragazza volesse aiutare James a tutti i costi, non era solo un pallone gonfiato su una scopa?
Sirius si trovava in biblioteca a stilare la famosa lista dei sospetti, accanto a lui, Cornelia sfogliava  voluminosi libri.
Li stavano osservando tutti: dal primo al l’ultimo, compresa la bibliotecaria... probabilmente i più pensarono che ci fosse una rivoluzione in atto, ad Hogwarts, perché vedere Black e Steavens  seduti allo stesso tavolo senza litigare era fantascienza come vedere Potter non tormentare Evans.  Alcuni nati babbani si convinsero di essere invasi dagli alieni, altri ancora, che uno strano incantesimo fosse caduto sul castello, i più scettici, spigarono il fatto  dicendo di non aver visto quello che credono di aver visto.
“Ci guardano tutti...”
“Li puoi biasimare?”
“no...”
Fine  della chiacchierata.
Cornelia aveva visionato almeno 4 testi, Sirius aveva scritto  solo due nomi: o per essere precisi, aveva scritto due nomi quindici volte di seguito ad intervalli regolari.
Cornelia lo sgridò sevareaìmente, lui le rispose che di possibili sospetti ne vedeva solo due, allora lei gli lanciò un testo sul capo e gli ordinò di aiutarla. Rimasero impegnati per circa un ora prima di trovare la soluzione.
“Black, ecco la soluzione!  Si tratta della pozione  cancella dolore! È in grado di cancellare  qualsiasi disturbo fisico o psichico, però se  il malessere, in quest’ultimo caso, sia dovuto ad una persona,  il decotto  cancella ogni elemento che ricorda la persona, e la persona stessa dalla memoria del mago!”
Era stato molto semplice... certo l’intelligenza di una Corvonero era in equiparabile a qualsiasi intelletto.
“che dobbiamo fare per eliminarne gli effetti?”
“Che domande basterò  preparare un antidoto!” esclamò quella.
Attenzione: nessun antidoto è efficace, per eliminare gli effe...
“Le ultime parole famose...” costatò Black.
“Accudenti! Non si legge più nulla!”
“Qualcuno ci ha vomitato sopra ad occhio e croce.”
Maledetto Black e la sua sincerità buttò via il libro. Erano punto a capo... qualcosa in più sapevano per quanto poco. Doveva rintracciare quell’informazione mancante in qualche modo,  doveva trovarsi da qualche parte.
C’era sempre la possibilità di chiederlo al colpevole... Cornelia prese la lista fatta da Sirius: Piton e Nathan.
Più scontato di così... ragionò: perché Piton doveva fare una cosa del genere? Avrebbe optato per qualcosa di più doloroso se mai; in ogni modo cancellare dalla mente di Potter Lily non avrebbe giovato alla sua situazione. Nathan lo conosceva troppo bene perché potesse essere capace di una cosa simile.
“Nient’altro Black? È possibile che quella testa vuota non pensa ad nient’altro?”
“bada a come parli! Per fare un cosa simile devi essere un corteggiatore di Evans, altrimenti non avrebbe senso. A meno che  l’infuso non abbia effetti collaterali, e quindi possa indebolirlo.”
“Un modo fantasioso, è vero... ma, non va escluso nulla.”
“Forse è uno stupido scherzo.”
“Chi sarebbe il deficiente?”
In quel momento arrivò Remus con il corpo del reato in mano: la boccetta che conteneva la pozione.
Grazie al cielo, c’era ancora. Da una bottiglietta si potevano trarre molte informazioni, quali...
“Aspetta un attimo, ma questa boccetta è la stessa del profumo che usa mia madre.”
Il mistero s’infittisce....
“Cosa? Non può essere una donna, James ha detto che era un uomo...e poi si trovava nel bagno dei maschi....”  disse Remus
“A proposito dov’è James?” chiese Sirius.
Remus non fece in tempo a rispondere, che Piter, arrivò senza fiato.  Con una informazione scottante: James si era fidanzato ufficialmente con Cecilia Scott, Grifondoro.

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Capitolo 6
*** Patrick Ewan ***


Sirius e Cornelia potevano capire tutto tranne quello, perché quella era la più leziosa frivola e odiosa ragazza che si potesse incontrare.
Chissà, fosse la madre di Lavanda Brown? Avrete capito di che tipo si tratta. Da collane enormi con scritto “amore mio”... e non c’era tipo di cui James fosse più allergico.
Dopo una settimana lui e Cecilia erano la coppia del secolo in concorrenza con Lily e Nathan: il punto è che non poteva sopportare che quella lì stesse con James e per una inutile ripicca aveva intensificato la relazione con il Corvonero.
Nathan era tranquillo studioso e sparatutto amava leggere qualsiasi cosa, era abbonato a Trasfigurazione oggi, e conosceva molte cose in quanto a innovazioni magiche, ad esempio era un esperto della Filosofia della magia.
Uno studio che guarda alla conoscenza globale della magia: I naturalisti, i razionalisti, e tante altre.
Un giovane d’oro.
Per quanto lo riguardava non  sapeva perché avesse deciso di uscire con quella ragazza ridolina: sarà il profumo dei capelli, o perché rideva sempre alle sue battute, aveva occhi blu, un  camminata buffa troppo ondeggiante, e al disopra di tutto faceva qualsiasi cosa lui dicesse.
Cecilia, era una che sapeva stare al gioco e divertirsi... avrebbe preferito Sirius ma lui voleva starsene rinchiuso in biblioteca con la Steavens, ed il motivo gli pareva chiaro.  Non obbiettò, era lui quello che ci sapeva fare.
La ricerca era continuata per giorni  perché quella situazione era per loro insostenibile... vedere come per Lily e James si erano  parte le porte di una nuova vita, e come loro la ignoravano. Sirius pensava che fosse un gran butto tiro mancino, aveva un attacco di nevrosi se solo ripensava a tutti i sospiri, le lamentela, le crisi che per colpa di Lily James incappava costantemente, nel momento in cui  lei si accorse di quello che veramente c’era  fra loro lui dimenticò ogni cosa.
Insopportabile, per  chi è il tuo migliore amico.
Gli scaffali erano stracolmi di libri e mai gli erano parsi così tanti e così interminabili, grossi e polverosi. Chiese se avrebbero dovuto vederli uno ad uno, o se potesse risparmiarne qualcuno.  L’occhiata che ricevette era più sufficiente per esprimere il diniego.
Era una vera approfittatrice... lo dichiarasse che ci prova un gusto perverso nel star china su quei pesanti tomi, marcendo insieme ad essi.  Si chiese perché la sua presenza, quell’odore delicato ma deciso dava  così fastidio tanto da provocargli dolore. Quel profilo, i capelli biondi sparsi sulle spalle, tutto.
L’odiava da morire.
Dei passi veloci lo distrassero dalla ricerca frenetica, il suo fiuto infallibile percepì il pericolo, addrizzò la schiena e si voltò per incontrare gli occhi scuri di Patrick , niente sorpresa ,poteva solo scorgere la determinazione di una forte ambizione che di certo avrebbe portato lontano.
Fosse lui il colpevole?  Si squadrarono per cinque minuti, uno più rigido l’altro più rilassato, come sfidare  l’altro a esprimere disappunto, fino a quando Cornelia non alzò  gli occhi azzurri, un po’ spettinata, restò ferma a guardare la scena senza sapere cosa dire.
“Non vorrei  disturbarti in qualche modo, Black.. ma devo chiederti di andare, vorrei parlare con Cornelia se non ti spiace.”
Sirius buffò, irritato da quel atteggiamento saccente, e sgarbato  se ne andò dicendo: “Tienitela pure quanto vuoi, basta che me ne liberi.”
Non doveva pensare a lei, doveva evitarlo a qualsiasi costo perché per loro non c’era futuro. Esisteva un motivo per il quale certe decisioni erano state inevitabili. Non importava quante belle sensazioni ed emozioni che quel attimo di follia aveva scatenato come in una tormenta, una bufera implacabile seppure intensa sempre effimera.
Remus affermasse  tutto ciò che voleva, l’unica cosa era dimenticare... se avessero dato a lui la pozione indubbiamente non era sprecata.
Patrick palava e parlava senza che  lei riuscisse ad  avvertire alcun suono, come se fosse lontano da lei dall’altra parte della sponda di un fiume, come se lui fosse sopra la corsa di un treno e lei ferma sulla banchina... lei non voleva ascoltare, non voleva sentire le supposizioni, le mezze verità che proponeva.
Per conto di cosa agiva era sconosciuto a lei stessa, la risposta ufficiale era quella di aiutare un amica, eppure perché dentro di sentiva che fosse solo per aiutare lei stessa? Perché continuava a guardare oltre la spalla di Patrick, in quel punto vuoto?
Era stata lei a scegliere perché non c’era nulla di più adatto per noi stessi delle scelte che  cuciamo addosso a noi stessi, Patrick  non era fatto a pennello per lei?
“Una persona non è come un bel vestito, Leila.”
Le parole di sua nonna le rimbombavano sulla testa, se ci fosse stato un incantesimo anche per quello... e invece l’amore stesso era  una magia, uno dei sortilegi più grandi e ben riusciti...oh come odiava tutto quello.
“Patrick, non capisci? È una sfida fra me e lui. Voglio vincere.”
Dimenticare, sì, scusare anche questa bugia.
Il problema che Patrick la conosceva troppo bene perché lei riuscisse a mentire a lui,  conosceva fin troppo bene quell’espressione, non poteva sbagliarsi... sapeva che non l’aveva ascoltato, che con lei era tutto inutile.
Quella battaglia era già persa.
*****
Remus si sentiva intrappolato tra due  muri, invalicabili e impenetrabili  fatti si ostinazione e idiozia... alla fine avrebbe vinto sempre il cuore. Voleva farlo capire a quel testone che prima o poi quello che era nascosto sarebbe saltato fuori...era fiducioso che presto o tardi James avrebbe ricordato poiché esistono cose che non posso essere dimenticate e cancellate per sempre.
C'era silenzio  a quel tavolo del pub Tre manici di scopa, troppo intenti a sorseggiare birra e ad essere rapiti dalla tempesta che c'era fuori... troppo presi dalle cose sbagliate, forse.
Remus, Sirius e Piter, ad un  tavolo, James e Cecilia da un'altro, e in un altro ancora c'erano Lily e Cornelia insieme a Nathan e Patrick... quasi per caso i tre tavoli se osservati dall'alto formavano un triangolo, anche in quello sembra il destino unirli... eppure tutti sembrava distanti, nessuno riconosceva nessuno  nei modi né nelle parole.
Amarsi o dimenticarsi? sì, lasciare  che il tempo si porti viva quello che di più bello  ci lega a qualcuno o rischiare in quella grande magia? Un dilemma che sembra quasi ovvio, nonostante tutto quando si parla di amore tutti tentennano un  po' si ritraggono si proteggono, da un semplice bacio da un semplice abbraccio, dall'affetto.
L'amore  ha mille facce, e sempre ti coglie impreparato... ci cadi sempre nella sua rete... cos'è l'amicizia se  non l'amore senza le sue ali
Mi sono lasciata cogliere dal romanticismo e dall'idealismo in questo
capitolo... beh, ci vogliono anche delle pause all'ironia... spero che
gradiate anche questo Capitolo
Ninny: Mi spiace... non posso rispondere alla tua domanda...
PrincessMarauders: sono felice che questa storia ti piaccia!!!!!
 e pensare che ero indecisa se continuare a scriverla...
invece è stata inserita ben 10 volte tra i

preferiti!!!!  ringrazio un mondo chi lo ha fatto!!!!!!

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Capitolo 7
*** Pensieri tra i tavoli del pub parte I ***



Cecilia era tanto contenta da non riuscire a crederci... uscire con il ragazzo più popolare, più carino e simpatico di tutta la scuola.
Ridere, lei amava ridere per ogni piccola cosa, perché sua madre diceva che se  si mostrava  un carattere allegro alla gente piacevi, soprattutto i ragazzi.
Si sosteneva che se ridevi alle loro battute, dimostrando di essere accondiscendente ad ogni sua richiesta, allora, trovare marito sarebbe stato molto più facile.
Cecilia ci credeva, lei credeva a tutto quello che era bello, che era rosa, sì come se avesse due occhiali con le lenti rosa... ed era follemente innamorata di James Potter.
Ora era anche ricambiata.
Non si accorgeva che  quella forzatura  che impregnava le loro conversazioni, ne che James era solo una copia di esso, una parte  spezzata all’interno... se una frammento si stacca  inevitabilmente il tutto cambia e diventa qualcos’altro.
Perde la sua forza e la sua energia.. questo Cecilia non poteva conoscerlo; Non poteva, perché ormai le cose brutte proprio non riusciva a vederle.
Vedeva solo l’amore per lui, e, questo è normale per una ragazza innamorata.
Lily osservava attenta ogni particolare di quel ragazzo che,per anni, a aveva considerato un presuntuoso, arrogante e bullo, un ragazzo che non teneva in considerazione il rispetto per gli altri, poi, come se non potesse farne a meno, la sua attenzione si spostava sul ragazzo sempre gentile, che stava accanto a lei...  perché doveva sentirsi così diversa? Capì, in quel momento, cosa doveva fare, e cercando le parole giuste spiegò a Nathan quello che provava con enorme sincerità.
A volte non si dichiarano le vere iniezioni, i veri pensieri perché manca il coraggio di affrontare quello che verrà, senza sapere che può accadere qualcosa di ne spettato come di essere perfettamente compresi: avere una perfetta coincidenza dei sentimenti.
Nathan e Lily provavano l’uno per l’altra le stesse identiche cose senza avene conoscenza e senza  dirlo apertamente: l’amicizia.

Sirius e Remus videro Lily e il Corvonero alzarsi dal tavolo e andarsene improvvisamente, non abbracciati, non mano nella mano, semplicemente uno dietro l’altro.
Sirius  guardò in direzione di Ewan, e un lampo lo colse: Fosse stato lui? Per aiutare l’amico? Di certo, era più intraprendete del altro.  
“So quello che stai  pensando se vuoi un consiglio non vedere ogni studente un  possibile  colpevole. Invece cerca di pensare a quello che sta accadendo a te e a Cornelia.”
Quello che era accaduto era accaduto, non poteva tornare indietro, anche se lo avrebbe fatto volentieri. Dimenticare, cancellare e non pensarci, nonostante tutto lo portava a quella maledetta sera.
 Farla pagare... doveva pagare caro quel affronto... non doveva sfidarlo in quel modo, non davanti a tutti.
L’odia da morire, più l’odiava e più l’amava, e tuttavia non riusciva a capirla, un mistero tanto fitto quanto intrigante, ogni giorno che passava la matassa s’ingrossava si complicava rendendo di certo la sua vita più bella.
Quasi, se non ci fosse lei, si sarebbe annoiato il doppio.
“Black!”
Non deve aver gradito le lumache dentro la sua borda... e pensare che lo aveva fatto con tanto amore... per ricambiare il suo gesto gentile.
“Ma come... io volevo solo ricambiate il dono...non te l’ha detto la mammina? Si ricambiano sempre i doni.”
“Sì, certo... è per quello che ti sto cercando, dovrai ricomprarmi la borsa, Black... se non vuoi che io ti scuoia, ovvio.”
Un susseguirsi di battute piccanti, sempre più ostinate, pungenti, i corpi sempre più vicini, i visi sempre più accalorati, i toni più alti, gli animi sempre più coinvolti.
Il problema era che Cornelia amava sfidarlo a duello, metterlo in ridicolo, stargli vicino osservare  i lampi dei suoi occhi grigi  ... quasi abbaglianti, improvvisi tremendamente belli.
Ama respirare  quell’aria, amava vederlo distante e vicino, arrabbiato, colpito, e poi vederlo sorridere, e tuttavia vederlo sconfitto, vederlo umano,  averlo e basta.
Tutti e due sapevano, ma nessuno accettare.
“Il mio scherzo era divertente il tuo disgustoso!”
“Ah sì?! Steavens ti avevo avvertito che ad un’altra delle tue...”
“Delle mie cosa?!”
Sirius non rispose, erano  maledettamente vicini, incollati, rapiti... fu il buio.

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Capitolo 8
*** pensieri fra i tavoliparte II ***


 Nonostante Remus non sapesse, quello che era accaduto quella sera aveva intuito che  quello che c’era fra loro discostava da quello che volevano dare a vedere agli altri, in altri parole, Lunastorta sospettava che Sirius non raccontasse la verità.
“ Sii sincero con te stesso una buona volta.”  Ribadì il lupacchiotto.
“Hai iniziato a parlare una lingua che non capisco, caro Luna... davvero, per caso stai seguendo qualche corso di elfico?”
Remus lo guardo esasperato, cercando dentro di se abbastanza loquacità e capacità persuasive per affrontare un lungo e  tortuoso cammino  come una discussione con Il Signore dei Testardi.
“Beh, Sirius, se preferisci posso impararlo.  Sto notando che l’inglese con te sia inutile.”
Il giovane  rise maligno rendendosi conto che i trucchi con lui non funzionavano più, era esperto di ogni sua tattica, rimaneva solo ascoltarlo e sentire cosa aveva da dire.
“precedentemente Patrick era il migliore amico e il confidente di Cornelia,  ora è il suo ragazzo.  Questo per te è seccante, lo sappiamo.  Ebbene, c’è un motivo particolare? Perché quando si sono fidanzati eri intrattabile? Vuoi che faccia un ragionamento logico e ci arrivi da solo o lo racconti di spontanea volontà? Se vuoi evitare che arrivi a conclusioni ancora più fastidiose, ovviamente.”
Lo voleva inchiodare, serrare in modo tale che  non potesse evadere dalla prima via d’uscita possibile; Il suo scopo era metterlo davanti il fatto compiuto, eppure la realtà lui l’aveva davanti agli occhi ogni singola volta che ripensava a quella sera...impossibile  comunque fuggire. Ad ogni buon conto era rimasto solo l’orgoglio da difendere e se negare lo avesse preservato avrebbe negato, mentito.
Sirius Black non era la perfetta brava persona, dunque da lui c’era da aspettarlo se avesse ritenuto opportuno farlo, se la cose da difendere fossero tanto importanti da commettere il peggior crimine: lo avrebbe fatto.
Non c’erano dubbi su quello.

Cornelia e Patrick erano rimasti  soli chiacchierando del più e del meno, come facevano sempre, sorseggiavano  qualcosa da bere, a volte rimanevano in silenzio a riflettere ed osservare il via vai di persone, ad ascoltare i discorsi dei maghi di passaggio.
Era appagante, non di certo come quel fugace incontro con Black. Si chiese come  due persone arrabbiate che stavano litigando furiosamente, che, si erano odiate fino a due minuti prima, annullare le distanze e spingersi a baciarsi.
 Scuse possibile erano  viste nelle seguenti: L’altro era pur sempre affascinate, gli opposti si attraggono e si annullano, un errore ...provate anche voi ad allungare la lista se volete, se vi fa piacere.
Fino a qui, nulla in contrario; con tutto ciò, non si può giustificare quello che era accaduto poi, un bacio sì, il resto no.
Vi lascio immaginare, come da un bacio si passi a due, a tre, poi, si esplori il collo, il petto, il seno e via discorrendo... e si finisce nella stanza delle necessità ( Impellenti, aggiungerei).
Cornelia aveva cercato di bandirne il ricordo nei più lontani meandri della memoria, fallendo, non fu valse le accuse a Black, al  alcol ( essendo lei sobria), tanto quelle sensazioni erano prepotenti quanto chi le faceva provare.
Eppure... aveva imparato ad accettare ogni singolo difetto di quel Black rinnegato, riuscendo  assaporare ogni singolo pregio di quella faccia da schiaffi.
Basta, non poteva premettersi di pensare a se stessa, ora era il turno di Lily e James. Quella Scott , non la convinceva, eppure, James era sicuro che l’ampolla l’avesse ricevuta da uno studente, per far cosa non lo sapeva, perdon non  lo ricordava.
Era davvero un mistero.
********
“Hei, Giglio!”
Lily  camminava sulla strada che la riportava a scuola pensosa, ma più serena di quando era uscita. Aveva finalmente chiarito le posizione con Nathan, ed lui condivideva le stesse idee... una matassa era stata dissolta, l’altra, beh, era più complicata.
“GIGLIO!”
Parlavano con lei? Chi però poteva chiamarla a quel modo? Decise di non girarsi, al più pensò che fosse uno scherzo.
“Giglio, non rispondi?! Dai, Giglio, non sarai arrabbiata con me perché non so chi sei?”
Lily si voltò senza poter più ignorare e si scontò con James, accompagnato dai suoi amici, la stupì poiché lo riteneva ancora insieme a Cecilia.
L’idea bruciava talmente tanto che non si preoccupò di nasconderlo ne a James ne a tutto il popolo studentesco.
“Potter, non eri in bella compagnia?  Cosa può importarmi se sai chi sono?!  Direi che sia una fortuna!” esclamò furiosa.
“E tanto perché tu lo sappia il mio nome è Lily! Li - ly, è chiaro?”
Lily, Lily, Lily... quella parola gli rimbombava nella testa... sempre più forte, come se avesse urlato.... dolore fortissimo alla testa, James, voleva che smettesse...  chiedeva di smetterla... si prese la testa fra le mani, si  rannicchiò e fine perse i sensi.
****
Capitolo corto, ma essendo solo il continuo del precedente... va beh, non mi pare che debba dire niente in merito a tale cosa ... passiamo alle risposte delle recensioni:
Tarantella 20: Grazie di aver recensito ogni capitolo! non deve essere stato facile... per me è un enorme soddisfazione... per cui cercherò di rispondere a tutte le tue recensioni, per prima cosa,  il tuo consiglio  non mi offende, anzi... se sbaglio è giusto che le lo fai notare, solo così posso migliorare, se  vuoi posso spiegare i passaggi che non hai capito; basta che mi indichi quali  anche contattadomi, se ti fa piacere ( vale per chiunque non capisca qualcosa, o volgia farmi notare errori o quant'altro)... di solito rileggo un millione di volte quello che scrivo, e lo cambio un miglione di volte pure...però questa volta non ne ho avuto il tempo, scrivendo capitolo per capitolo, e volendo aggiornare presto.  la rivedrò prima possibile; anche io mi sono accorta che in alcuni punti non è molto leggibile... ho trovato molto fatica a decrivere alcune volte, per cui mi ci vorrà un po' di tempo. spero che continuerai a consigliarmi e a leggere questa storia!!!!
Pan_tere94: Tere, che dirti, se non grazie? sono felicissima che continui a seguire le mie stupidaggini!!!!
QUESTA STORIA è STATA INSERITA 15 VOLTE FRA I PREFERITI.... SONO VERAMENTE FELICE ... GRAZIE!!!!
Fanny '87

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Capitolo 9
*** Controindicazioni ***


Riusciva a ricordare solo un gran mal di testa, scariche elettrice fortissime che trapassavano il cervello... e soprattutto era quel nome a dargli dolore, come se fosse possibile una cosa simile... eppure nel momento  che  Giglio lo  aveva pronunciato il dolore era iniziato e sinceramente James aveva preso in considerazione  la maledizione   Cruciatus  come possibile causa.
Non era una maledizione senza perdono, tuttavia a dargli dolore, era qualcosa di dimenticato e allo stesso tempo molto amato.
James stentava a riprendere conoscenza, si agitava, nel letto dell’infermeria, segno buono del resto. In fatti, lentamente iniziava a distinguere delle ombre confuse e delle voci lontane, quasi come un sussurro.
“Cosa è accaduto Madame Chips? È grave o si riprenderà in fretta?” proferì una voce ansiosa.
“Non dovete preoccuparvi, ragazzi. Non è nulla di grave... anche se...”
“ Cosa  significa “non è grave anche se”?! Parli una volta per tutte senza pause da pathos, grazie!”
“Lei, Signor Black, dovrebbe ripassare le buone maniere, invece!  Stavamo dicendo delle condizioni Di Potter, è chiaro  che si tratta di una controindicazione. ”
Lily, Sirius e Remus non ebbero bisogno di tempo per capire  cosa aveva prodotto la controindicazione, e, silenziosamente si guardarono.  Avevano deciso di non dire nulla alle autorità scolastiche per pura e semplice coscienza: voleva evitare a James meno rogne possibili, quali gli insegnanti, le chiacchiere, le oche  approfittatrici della debolezza altrui, tanto altro ancora, dunque,  prima se la sbrigavano da soli tanto meglio era.
Madame Chips interpretò il loro silenzio come simbolo della inequivocabile ignoranza sull’ argomento, in parole povere, s’era convinta che non sapessero nulla di quello che al Signor Potter era  successo.  Da brava infermiera quale che era, decise di fare un po’ di informazione sulle tante controindicazioni che  le pozioni  non usate a dovere possano procurare e come possano appunto diventare dannose, quasi letali.
“ Da una prima analisi veloce e approssimativa ho potuto costatare che Potter ha ingerito la pozione  Cancellus dolorus in atcimus (orribile cosa, ma è la prime che mi è venuta in  mente per il nome scientifico N.d.A.) , o, volgarmente conosciuta come pozione cancella dolore.”
Alla faccia dell’analisi veloce e approssimata, quando loro avevano passato ore a respirare polvere e acari velenosi dentro quella maledetta biblioteca, con gli occhi di Madame “ i libri non si toccano neanche con un fiore” o se più vi piace “Guai a voi se torcente una pagina di quei preziosissimi libri” Prince.
Sirius poteva aspettarsi di tutto tranne che l’infermiera di Hogwarts fosse così esperta di tali infusi quando nei libri avevano trovato solo pochi accenni striminziti. Doveva essere una specie di enciclopedia ambulante, o, più semplice da giovane ne aveva fatto un gran utilizzo.
Sirius considerò l’ultima ipotesi molto probabile.
“E’ una pozione della classe pozioni d’amore, ma speciali, o, considerate   Contrus amorentum,ovvero, chi la beve è attratto soltanto dalle ragazze con il carattere opposto di quella di cui si è innamorato nella realtà.”
Remus iniziava a mettere a posto tutti i tasselli del puzzle, quasi si pentì di non avere portato James prima dalla Chips. Avrebbero evitato molti complicazioni, pure, indietro non si ritorna mai.
“Ovviamente, non è statisticamente provato, potrebbe accadere come no, non è l’effetto principale della pozione, che al contrario è quello di distruggere il ricordo di qualsiasi cosa che provoca dolore morale o, anche fisico.” Concluse soddisfatta, continuando con una loquace ramanzina sul uso delle pozioni, sull’importanza dell’informazione su queste e tanto altro che non sto ad elencarvi, per non diventare soporifera.
“Mi scusi... James potrebbe avere qualche altro disturbo?”
“Certamente, oltre a  forti dolori alla testa, in casi in cui gli si ricordi la cosa dimenticata, cambio di personalità sbalzi d’umore, e in fine, potrebbe iniziare a perdere anche altri ricordi. In ogni caso, ragazzi, il fatto che James provi dolore significa che la mente ribelli all’imposizione degli effetti della pozione. Potter rimarrà in infermeria per ora. C’è qualche probabilità che ricordi senza bisogno di rimedi?”
“Perché lei lo conosce?”
“No...si può sempre fare una ricerca.”
Sirius comprese che avrebbe passato altre interminabile ore in compagnia di libri, acari e Stevens. Una prospettiva davvero allettante.
L’infermiera diede il permesso loro di rimanere con James fino al suo risveglio,che sembrava ormai prossimo dai movimenti agitati  che il ragazzo costantemente faceva.
Lily non faceva che pensare alle parole della Chips... forse James  ancora custodiva nel proprio cuore qualche stralcio di ricordo di lei e dei sentimenti che provava, come  l’aveva chiamata? Giglio, sì... e Lily non significa Giglio? E non era il simbolo più profondo del suo essere? Sì, ci sono cose che per quanto si possa volere sono impossibili da dimenticare, tanto meno da cancellare... loro due era una di queste, per quanto si scappi alla fine si ritorna sempre nell’arrivo che il Destino ha riservato per noi.
Se voleva, poteva chiamarla anche Giglio, ora non la faceva più soffrire perché significava che lei c’era ed era qualcosa di incancellabile.

 
Un quarto d’ora più tardi

Cornelia era vittima della felicità e da tremendi sensi di colpa: felice per Lily e della sua ritrovata serenità e equilibrio psicofisico, sensi di colpa per Nathan, erano amici di vecchia data, più di quanto lo fosse di Lily e dunque sarebbe dovuta essere triste per lui... senza contare che c’era lei e i suoi quesiti, ma, per ora aveva deciso di metterli da parte.
Era al parco in compagnia di Black,  per continuare le ricerche... Dovevano scovare quello scemo, un po’ per aiutare Nathan incolpato di una colpa mai commessa un po’ per... beh lo sapete l’altro motivo qual è.
Era una questione di principio, ad ogni buon conto.
“E’ possibile che la Scott, possa aver dato quella pozione a James, pur sapendo che il risultato non era assicurato?” chiese Cornelia.
“Non è detto che lo sapesse... forse  è stata truffata da qualche studente che aveva bisogno di guadagnare qualche galeone, è ingenua di brutto.  E’ anche vero che per quanto James stesse male non avrebbe preso mai niente dalla Scott.”
“Poi, la Scott non è una che si intrufola nei bagni dei maschi anche per una cosa del genere. C’è un altro fatto, come faceva a sapere che sarebbe entrato in quel bagno?”
“E’ il più vicino alla Sala grande, no? Direi come faceva a sapere che James avrebbe avuto bisogno di pisciare in quel momento.”
Sirius e Cornelia si guardarono trasmettendo si la risposta con lo sguardo... nessuno aveva la prova  che James era andato nei bagni  per bisogni impellenti;  in conclusione era qualcuno che lo conosceva e  sapeva che avrebbe tentato di suicidarsi nella tazza del water.
“Non è che sei stato tu, Black.”
“Non è che è stato Ewan, Steavens.”
“Patrick, non perde tempo per cose simili.”
“Beh, nemmeno io...”
“Tu però hai affermato che era un miracolo!”
Ecco che tornava ad innervosirlo con gli occhi con le smorfie, con quelle labbra carnose e maledettamente rosse. Sirius richiamò il suo self - controll, respirò profondamente e esplicò con tutta la calma  che gli era possibile quello che erano stati i suoi pensieri i suoi dubbi.
Potete immaginare come si  sentisse Sirius Black vedere il suo migliore amico  sgonfiarsi, marcire e decadere, morire per amore?  Cosa , nella sua mente si raffigurava, come  ( e questo era un segreto per tutti tranne che per voi) disegnava Lily Evans?  Aveva fatto schizzi interessanti in proposito: un  “Lily diavolessa,  con coda, corna e tridente, denti da vampiro, capelli rosso fuoco, pelle bianca con tante macchie putride,e, l’aveva pure animata, in gesti e posizioni  sconvenienti, quasi comiche se si paragonavano a quella vera... Lily non avrebbe gradito... quindi non ditele niente, per favore.
Tutto ciò non perché odiasse o disprezzasse la Evans, ma perché Lei disprezzava James, disprezzava anche lui, però non gli importava, quello che dava fastidio era che non apprezzasse James cotto di lei e che hai suoi occhi era una delle persone più belle che avesse incontrato. Perché non riusciva a vedere le mille qualità di James,  perché non riusciva a vedere quanto fossero fatti l’uno per l’altra.
E se c’era arrivato Sirius Black, era molto grave.

Angolo autrice:
Questa volta mi sono impeganta, ogni volta che volevo lasciar perdere mi imponevo di contiunare, ed è venuto fuori questo capitolo... spero che sia venuto bene, non volgio sbilanciarmi perchè sono sempre euforica quando finisco un capitolo, e mi piace sempre molto, poi, finisco per odiarlo e mi fa veramente schifo ( è la rutine... vedi Il potere del tempo, mi pareva di aver dato vita ad un orrore, al contrario è piaciuto molto) quindi il vostro giudizio è molto importante.
Passiamo a rispondere alle recenzioni:
Tarantella20: Hai ragione è un passaggio interessante perchè iniziamo ad entrare nel cuore della storia!!! aspetto un tuo parere anche per questo capitolo.
Ninny: Non disperare se perdi un capitolo... Non lo specifico qui ma James è sveglio u  po' confuso ma in salute (o quasi)!
Lady padfoot: Capisco che si perda qualche passaggio, è una storia contornta, e, scrivendo in fretta non sono riuscita ad esplicare bene. Cercherò di rimediare senza svelare troppo, tra Sirius e Cornelia ( si chiama così) c'è una sorta di odio e amore, sono come  due opposti Positivo e negativo, si attranggono, ma si respingono... per cui i loro incontri sono sempre  fatti di litigi e complicità...e di fatti,  non si capisce bene cosa ci sia fra di loro, ma, dedicherò il prossimo capitolo a questo! Non ho capito molto bene cosa non è chiaro, quindi non so se la mia spiegazione sia stata utile.
 A TUTTI, SE AVETE QUALCOSA DA CHIEDERE, FATELO! NON MI OFFENDO, ANZI MI AIUTA A MILGIORARE E MAGARI A  METTERE IL LUCE QUELLO CHE NON E' CHIARO NEL CAPITOLO SEGUENTE. Per me, è importante che arrivvi il mesaggio di quello che scrivio, altrimenti non ha senso, io la vedo così.
Ringrazio tutto voi che mi seguite e che mi recensite e spero che continuerete a farlo!!!!
Baci,
Fanny87



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Capitolo 10
*** Finalmente ti ricordi di me! ***



Perché Potter era rinchiuso in infermeria da una settimana? Perché ? Lui voleva aiutarlo, non affondarlo... forse non avrebbe dovuto fidarsi di quella lì....okay  30 galeoni così dal nulla  non era cosa da poco, soprattutto per  lui che non navigava nell’oro.
Iniziava seriamente a preoccuparsi di quella faccenda,  voleva dire tutto, ma,  aveva paura di  cosa Black avrebbe potuto fargli se  solo si fosse azzardato a dirle quello che sapeva della faccenda. Ponderò bene la questione decidendo che l’unico a cui avrebbe parlato era  Remus Lupin:  un Prefetto, amico di Potter  e sopra ogni cosa, un tipo pacifico. Con molta probabilità avrebbe fatto rapporto, si sarebbe preso una bella strigliata con una punizione esemplare al seguito; indubbiamente meglio che vedersela con Sirius Black in persona.
Nick, Grifondoro, anno terzo,  svuotò il sacco. Lo  svuotò, per davvero, raccontando a Remus  come si  erano svolti i fatti per filo e per segno. Con l’unica richiesta di rimanere nell’anonimato, della serie testimoni protetti.
Finalmente direte voi, e se questo è stato in vostro primo pensiero, siete entrati  in sintonia perfetta con Remus Lupin, il quale,  di tutta quella situazione ne aveva piene le scatole.
All’racconto non poté che stupirsi davvero poiché di tutte le ipotesi fatta quella era l’unica  a cui non avevano pensato. Interrogò approfonditamente il giovane , cercando di estorcergli più informazioni possibili, eppure quel ragazzino l’antidoto non lo conosceva.
E, James , a poco a poco mostrava tutti i sintomi dall’infermiera elencati, come ad esempio, chiamava  Sirius “Cane”, Piter “ Topo biondo” e lui...Luna. Se la situazione non era quella  in cui si trovavano ci sarebbe stato da ridere,  dal buttarsi per terra.
Con buone probabilità, quel nomignolo non lo avrebbe abbandonato più, sentendosi chiamare Luna nei momenti più impensati. Con Sirius come amico  era una eventualità abbastanza realistica, tuttavia, a nessuno  veniva da ridere, ma solo da piangere.
James sembrava innamorarsi di tutto e tutti ( compresi loro due), essere felice, poi triste, eccitato e stranamente tranquillo,  a momenti non ricordava chi era, o, non ricordava cose della sua vita, i nomi, un po’ di tutto.
Eppure c’erano momenti che sembrava ritornare il buon vecchio James, cotto della Evans, era lì che la speranza ritornava.
Un po’ per i motivi sopra citati, Remus si permise di strigliare per bene quel ragazzino impudente, mettendolo in punizione. Insomma, per colpa sua era sull’urlo di una crisi di nervi.
“mi  stai dicendo che un ragazzino  non bene identificato, abbia dato quella maledetta pozione a James per soldi?” chiese Sirius tranquillo.
Erano in sala di ritrovo Grifondoro, insieme a Lily insieme alla quale aveva cercato di tenere a bada James che aveva assunto comportamenti infantili facendolo diventare peggio di quando era nella sua forma migliore, di idiota s’intende.
“Sì, Sirius. Più precisamnete, l’ha fatto perché voleva aiutarlo in vista della partita, in primis... beh, poi gli sono stati offerti trenta galeoni.. fanno sempre comodo. ”
“Dimmi chi è che lo ammazzo.”
Non c’era scusa peggiore di quella.
“Lui sa come farlo tornare normale?” chiese Lily
“No, però chi gli ha chiesto di farlo si. Era veramente pentito.” Rispose Remus
“Non mi frega un accidente se era pentito lo ammazzo e basta.”
“Si finisce ad Azkaban, per omicidio.” Gli ricordò Lily.
“Chissenefrega. Almeno mi sono tolto una soddisfazione.”
Remus e Lily sorrisero all’espressione crucciata di Sirius, in quale sorprendentemente  sapeva essere bello anche così imbronciato e  con un diavolo per capello, un fascino irraggiungibile. Almeno lo era per pochi.
Anche Cornelia rimase abilita alle nuove informazioni, e a conti fatti, avrebbero potuto aiutare James senza l’aiuto del mandante.
Nick aveva  detto a Remus che la pozione veniva venduta da un  gruppo di Tassorosso, e che quindi,  facendo le sue mosse avrebbe potuto ottenere l’antidoto, senza problemi.
Una di quelle era una certa Miranda, cotta di Black tanto da andare in fumo soltanto sentendo il suo profumo a chilometri di distanza, bastava regalarle un indumento (o qualsiasi altra cosa di sua proprietà) e avrebbe  dato la testa.
Aveva tutti i presupposti per agire senza paura di fallimenti: Lei non sbagliava mai.  Lasciò con un sorriso a trentadue denti i Grifondoro  dicendo voler inscriversi al fans club  di Black.
“Ah, ah... lo sai che c’è una tassa d’iscrizione?” chiese Sirius sarcastico convinto che lo stesse prendendo per i fondelli.
“Hmm... però io ho, come dire un ambito premio, il quale, senz’altro non sarà rifiutato !”
Cornelia  si avviò verso la sala comune dei tasso rosso, il club si riuniva tutti i giorni in una aula in disuso lì vicino.
Bussò tre volte, e una ragazzina  con le trecce le venne ad aprire. Quest’ultima, abilita, la lasciò entrare. Cornelia era l’ultima persona  che mai si sarebbe aspettata di vedersi comparire su quella porta, ancor meno quello che aveva da dare.

James sembrava essersi tranquillizzato e dormiva pacatamente, era quasi l’ora di andarsene, il silenzio e la stanchezza regnava sovrano. Cornelia aveva detto loro di aspettarli lì, e ancora non si era fatta vedere.
Sirius si stava spazientendo davvero. Che credeva di fare? Va bene, forse , niente sarebbe stato come prima, in  qui giorni passati  gomito a gomito nonostante le litigate, aveva capito che allontanare il passato era sempre più difficile.
Quella notte ritornava prepotentemente nei suoi sogni, era un ingiustizia, loro non erano come Lily e James.
La porta si sa spalancò con un rumore tale che James si svegliò, come un fulmine Cornelia fece   ingurgitare qualcosa a James.
Fu un attimo perché gli occhi di James ritornarono brillanti e persero  quel opacità, il colorito farsi più accesso.
Una frase: “Ho sognato di essermi dimenticato di Evans...è impossibile, non è vero?”
Tutto il resto fu storia.

Angolo dell'autrice:

Tiro un sospiro di sollievo, perchè sono arrivata a metà, benchè la strada è ancora lunga mi permetto di essere felice di essere arrivata fino a qui, e devo dire grazie a voi, senza il vostro sostegno questa storia non avrebbe mai visto la luce, vi chiedo solo di continuare. In questo capitolo dico ( faccio capire) che cornelia  da un  indomento di Sirius al suo fan club; non è una svista, o un errore èproprio così, ora sta a voi capire come cavolo  ne era in possesso!

Passimamo  a rispondere alle recensioni:

Ninny: hai perfettamente ragione, Lily deve svegliarsi, ma non credo che dovrai aspettare molto, eh! una parte del mistero è risolta, in ogni modo. spero che veramente che ti sia piaciuta.

Pan_Tere94: ora posso dirtelo, James chiama Giglio Lily perchè una parte del suo subincoscio si ribella alla magia inposta però entro un certo limite non può andare, ed una questo stratagemma.

Lady Padfott: felice di esserti stata utile, e sono contenta che la storia ti piaccia.

Tarantella 20: Remus ha ragione, però avrebbe tolto tutto il divertimento, non credi? per quanto riguarda Siirus, lui conosce bene James e Lily ed ha capito che tra loro c'è un sentimento davvero forte. Per quanto riguarda la Scott...alla luce dei fatti, chi può essere il vero colpevole??? 

Bacioni, 

Fanny


 

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Capitolo 11
*** Vaniglia e cioccolato ***





La perseveranza premia, che sia un babbano, che sia un mago, se sei giovane o vecchio, se sei donna o sei uomo, lei prima o poi ti premia.
James Potter era stato preseverante, con  assoluta dedizione per cinque anni aveva chiesto a Lily di uscire, ogni giorno a qualunque ora del giorno e della notte ( sì, aveva fatto pure quello;spedire un gufo al dormitorio con un messaggio, alle due di notte).
Era stata perseverante Lily, negando sempre, aspettando che quelle corna di cervo si abbassassero un poco, mica tanto di un centimetro bastava.
Finalmente, il loro amore poteva essere coronato. Come in un sogno James fu abbracciato di slancio da Lily, e credo fu lì che iniziò la loro tenera storia d’amore...ne erano accadute di cose fino a quel momento e pensare che erano solo a metà del trimestre.
Il giorno dopo, gli studenti furono al quanto disorientati perché se Sirius e Cornelia erano tornati come una volta, cioè a precorrere strade completamente diverse, cercando di evitarsi, Lily e James erano diventati pappa o ciccia.
O, Quasi.
“Quanto è vero Merlino, Potter se fai il deficiente te la cancello io la memoria, in maniera permanente!”
 “E dai Lily, era uno scherzo innocente!”
“Per bambini deficienti!” risposero in coro Lily e Remus.
“Traditori! Vi siete alleati contro di me! Sirius ameno tu...Sir? Dov’è Sirius? ”

Qualcosa  di storto esserci in quel periodo del anno perché non gliene andava bene una, prima James con il cuore spezzato, poi James che beve una schifosa pozione non- so -cosa”, ore passate in Biblioteca con la Steavens, di nuovo a fare l’infermiere a James, no qualcuno da qualche parte l’odiava.
Ormai James era bello che andato per la Evans, e se ne era fatto una ragione, per carità. Tuttavia quello che non era chiaro era perché si ritrovava quella maledetta strega dovunque andasse.
Il pericolo era scampato, lei si era tolta la soddisfazione di dire “Senza di me non avreste cavato un ragno dal buco”, perche, dunque non lo lasciava in pace?
Orami era passata una settimana, eppure, nonostante cercasse di cambiare strada pur di non incontrasi (perché entrambi usavano la stessa tattica), puntualmente si ritrovavano insieme da per tutto.  Da qualsiasi posto andavano, qualsiasi cosa facevano, loro finivano per stare accanto all’altra. Neanche fosse un buco quel castello, e accadeva ciononostante.
“Ci fai a posta?”
“Cosa? Tu ci fai a posta!”
“No, tu!”
“NO, tu!
“No...”
Si azzittirono, perché continuare con quella farsa era impensabile, anche se si trovavano di fronte in   un corridoio deserto.
Si arrivava a pensare che si odiavano così tanto da non poter  farne a meno, di cercarsi pur di litigare.
“Comunque, l’ho trovata io la soluzione.”
“ A parte che te l’hanno detto, Chi poteva pensare alla vaniglia?”
“In ogni caso io avevo appoggi giusti.”
Tralasciò il fatto dell’indumento, una cosa troppo imbarazzante, da poter da rivelare. Guardò il ragazzo di fronte a lei, e vedere la sua espressione risentita e imbronciata  fu così appagante da farla ridere.
“Certo, volevo morire quando l’ho saputo, è una cosa così semplice... Madame Prince ha detto che la vaniglia è sempre un ottimo antidoto contro le pozioni d’amore o di quel genere.”
Bella scoperta, pensò Sirius e sperò ardentemente di non berla mai, a lui piaceva il cioccolato, quello fondente (ma anche a latte),  quello speziato, era una delizia sentirlo sciogliere nella bocca. La vaniglia, invece, era delicata, mai esagerata,  dolce, ma con un sapore deciso tanto quanto l’odore, il quale se entrava nelle narici difficilmente ti abbandonava.
“ Dimmi come facevi ad avere quella bevanda alla vaniglia? Te l’hanno data al fan club?”
“No, io ne tengo alcune bottiglie nel mio baule, a me piace molto.”
Sì, Cornelia era Vaniglia e lui il cioccolato. Era giusta definizione per loro due: vaniglia e cioccolato.
“Sarà per quello che non possiamo sopportarci, suppongo siamo due gusti irrimediabilmente diversi. Io  preferisco cioccolata”
Cornelia si toccava leggermente i lunghi capelli biondi con lo sguardo verso la finestra, un sorriso dolce e birichino, annuì.
“Può anche essere, il cioccolato accende la passione, la vaniglia riequilibra ogni cosa.”
Azzurro e grigio ( riferito al  colore degli occhi N.d.A) si mescolano, la vaniglia e il cioccolato vanno a braccetto insieme, sono diversi, ma, insieme sono il tutto.

Lily vide Sirius entrare in Sala grande, e dirigersi verso di loro, era strano secondo il suo punto di vista.
Nonostante i  gesti quanto le parole, il volto rilassato Lily  aveva avuto l’impressione inversa, come se qualcosa lo procurasse o lo turbasse. Un turbamento interno se pur ben camuffato ancora ben visibile.
“ dove te ne sei andato, eh? Sei sparito... non dire niente, una nuova fiamma?”
“Ma che nuova fiamma, ho solo pensato che i due piccioncini  volessero rimanere da soli.”
 Nell’orto spuntarono due pomodori.
Cornelia, intanto mangiava svogliatamente una fettina di carne  accanto a Patrick e alla sua compagna di dormitorio Lexi. Patrick  blaterava qualcosa sula puntualità dell’orario dei pasti, la quale sembrava ai suoi occhi un importante regola di educazione.
“  te ne vai in giro per i corridoi da sola, percorrendo la strada più lunga, non  puoi fare quella che fanno tutti gli altri?”
Avrebbe tanto voluto rispondergli che lo faceva per evitare disperatamente qualcuno, ma alla luce dei fatti non c’era  modo di aver successo. Da un po’ di tempo Il suo ragazzo non la capiva,  non più  come quando erano semplicemente amici d’infanzia. Lui, lei e Lexi.
Forse mancava la sincerità di un tempo, oppure erano  cresciuti a tal punto che il loro punto di vista  era diventato diverso. Eppure lei tentava di cambiare e vedere le cose da un angolazione diversa, comprendere qualcosa di diverso da sé e dai suoi occhi.
Era vero che il mondo poteva  essere differente da una posizione all’altra, Patrick invece rimaneva sempre quello, da tutti i punti in cui lei lo vedeva.
Era il suo cardine, la sua bussola, ed era il principale motivo per cui loro stavano insieme.
“Cornelia, posso chiederti una cosa?”
“Dimmi Lexi.”
“secondo te, posso piacere a Sirius Black?”
Una domanda sconveniente, pensò Cornelia,  tuttavia rispose dicendole quello che pensava,  come aveva sempre fatto.
“Sì, Lexi, è uscito con ragazza molto più insipide per cui  te dovresti essere una perla rara!”
Lexi sorrise felice incoraggiata dalle sue parole perché era molto insicura su quel punto di vista.  Guardò in il tavolo di Grifondoro presa da nuova forse chiede ancora quasi supplichevole:
“Me lo fai conoscere? Ti prego...lo so che a te non piace, però... è così carino!”

Angolo dell'autrice:
Molte bene, un nuovo capitolo fresco di giornata ( si fa per dire), la situazione fra Cornelia e Sirius si fa più complicata.... tra l'altro ci sono due cosette ancora in sospeso, per quelle dovrete aspettare. Comunque, la storia sta prendendo una piega  diversa dall'idea originale, nel senso che si sta discostando dall'idea con cui era nata... da adesso mi concentrò sul Sirus, visto che James ha ritrivata la seenità perduta.  Rinnovo il mio invito a informami dei passaggi che non sono chiari, e provvederò a chiarire.
Passimo a rispondere alle recensioni:
Ninny: faccio quello che posso, aggiornado quanto prima, cosa ne pensi si Corn e Sir? come finirà?
Tarantella20:  Cosa ne dici dell'antidoto? ti chiederai come ci ho pensato, beh, c'era un telefilm che vedevo da bambina, in una puntata, per contrastare la ciccolata che faceva innamorare dell prima persona che si  vedeva, viene usata la vaniglia... mi ha sempre affascinato l'idea, due gusti diversi ma che si abbinano insieme...sei daccordo con me? Per l'indumento... eh eh...quello si che è un mistero! sarei curiosa di sapere la tua idea!
Ringrazio tantissimo chi mi segue, tutte le persone che hanno inserito sta sotria tra i preferiti, chi da anche solo un occhiata a quello che scrivo! Magari se avete tempo lasciate un commento per dire la vostra!
Un bacio,
Fanny

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Capitolo 12
*** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte prima ***


Stupidamente si accorse che il tempo passava troppo in fretta, e le cose accadevano senza che lui ne avesse un minimo controllo.
Si era accorto di uscire regolarmente con Lexi, quel pomeriggio primaverile a passeggio per negozi.
Non che fosse brutta, anzi, aveva un caschetto moro e vaporoso, occhi grandi color tra il viola e il nero. Intelligente e dolce, per lo meno non lo faceva uscire fuori dai gangheri come... e si trattenne dal imprecare  al solo pensiero di quel nome.
Cosa si era inventata pur di incastrarlo, pur difendere la sua vanità femminile, si comportava tanto quanto Lily poco tempo prima.
A quale stupido gioco stava giocando?  Quale scusa ipocrita stava impalcando per difendere una sentenza ingiusta?
Ed era ovvio che il condannato era lui, aveva deciso che lui faceva parte della categoria “Questo è male” e quello stupido del suo fidanzato “Questo è bene”.
Peccato che quello stesso inizia importunandolo con più o meno disprezzo, con battute sarcastiche e di ammonimenti. Della serie : “ fai qualcosa a Lexi di anche soltanto lontanamente sbagliato e te la vedrai con me.”
Come se lui potesse aver paura di Ewan, come se lui avesse cercato qualcosa o avesse chiesto alcunché.
“In questa schifosissima situazione mi ci ha buttato la ragazza, coglione!” avrebbe voluto urlare.
E tornava prepotentemente a domandarsi, come aveva fatto per James, cosa nella vita avesse fatto per meritarsi quello.
“Ascolta...vuoi fermarti?!”
Lexi si girò sorpresa e sorrise gentile... ecco, in qui momenti avrebbe voluto sotterrarsi, quella ragazza sapeva togliere ogni minima volontà, era frustante per chi come lui ne aveva da vedere.
“Dimmi, c’è qualcosa che non va? Ti stai annoiando, immagino. Però ti chiedo si pazientare ho quasi finito con gli acquisti.
“NO.”
La giovane lo guardò spaesata, non spendendo che fare lo fissava dispiaciuta. Aveva commesso una  errore  colossale, aveva ragione Lunastorta, era un pezzo di Idiota alto 1.85 cm, pesa 78 kg.
“No, intendevo che non sono i tuoi  acquisti a darmi dei problemi...”
Che dire? Mica poteva dire sei tu a darmeli.  Respirò e continuò a esplicare il suo pezzo preparato accuratamente la notte prima.
“non  è la noia a preoccuparmi, davvero, ne che sono due ora che giriamo per negozi.  Mi sembra strano che una, anzi che tu voglia uscire con me.”
“perché? Cosa c’è di strano...se non..”
“No, aspetta, non correre, eh?”
Lexi  si  azzittì sorpresa. Era così forte, così scuro e affascinate, era impossibile resistergli.  Vide  una panchina e lo prese per mano e lo condusse lì per sedersi e parlare di ciò che lo turbava.
“Parla, ti ascolto.”
“Bene.  Sai che passo per un dongiovanni; no? Sai che mezza scuola mi viene dietro, e sai anche che non sono certo l’ideale di ragazzo perfetto.   E  tu vuoi  uscire con me, ugualmente?”
“Sì, esatto. Non mi importa di quello che la gente può dire! Dipende da te se vuoi uscire con  me oppure no. Cornelia mi ha presenta a te proprio per..”
“E’ esattamente questo che non mi fa stare tranquillo!”
Lexi lo guardò attentamente spettinarsi i capelli neri, lì ritto in piedi davanti a lei, con tutto il ben di dio che c’era, arrossì.
“Cornelia?”
“Sì! LEI- MI- ODIA, non so se è chiaro il concetto. Mi considera il peggior soggetto esistente al mondo, e che fa, mi presenta la sua migliore amica?!”
“Scusami se ci vedo del marcio.”
Lexi scoppiò a ridere sollevata dal conoscere l’esatto pensiero di Black, per lei era molto anche solo arrivare a conoscere un po’ di quello che lui pensava o, anche che facesse.
“Leila, sa bene quanto possa essere testarda, ha preferito farlo lei che lasciarlo fare a qualcun altro. Non può decidere per me, può solo mettermi in guarda e stare ferma a guardare.”
 Sirius non aveva più dove aggrapparsi, intrappolato nella sua stessa rete, conscio del sorriso sincero che quella gli dava in quel momento.
Una piccola luce su quella pelle pallida.
“Voglio solo conoscerti, se tu lo voi.”
“Ok, ho capito.”

Dietro un albero con l’atteggiamento di chi ha paura di essere scoperti  a commettere cosa in giusta, Remus, James e Lily spiavano i due, il primo e l’ultima perché della faccenda avevano molte idee confuse e ignari di troppi fatti per capre cosa accadesse, e, arrivare a quell’atto di certo non li rendeva felici. Quello di mezzo, era per pura curiosità da miglior nemico,e lo spionaggio lo intrigava da morire da quando per caso ne aveva parlato Lily.
“Farà sul serio?”
“Spero di no.”
“Perché Remus? Lei è così carina...forse Sirius non la merita...”
Il lupacchiotto aveva i suoi validi motivi per dire ciò, solo che di prove non ne aveva. Di tanto in tanto Sirius spariva per andare chi sa dove, James continuava a ripetere che si trattasse di incontri galanti, Remus poteva anche essere d’accordo, il punto era con chi?
Le presunte sparizioni temporanee erano iniziate, se non ricordava male da  quando Ramoso aveva ripreso conoscenza di se. Qualche giorno dopo, sia Leila e Sir erano arriva tardi.  Prima uno poi l’altro, il ragazzo aveva avuto l’impressione che i ritardi fossero collegati fra loro; sospettava dunque,  poiché come detto le prove non c’erano.
La gita mensile ad Hogsmeade  passava sempre troppo in fretta per gli stendenti, in particolar modo quando il bel tempo iniziava ad affacciarsi  sulle vaste montagne che circondavano la valle.
Sirius e Lexi percorsero in silenzio tutto il tragitto fino alle porte della sala comune di Corvonero dove si salutarono.
Quello che stava per fare non era certo una gran bella cosa.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Per la ptima volta nella mia carriera su EFP, pubblico ad un ora decente... forse perchè sono stata poco bene, per cui il nuovo capitolo ha tardato ad arrivare, questa è la prima parte, per farmi perdonare. Questa storia è molto seguita, e mi fa molto felice: è stata inserita 18 volte fra i preferiti e per me è un nuovo record: grazie! spero che il mio lavoro contiui a piacervi!
una domanda per voi: qual'è la parte che prefeite di questa storia? e quale no? il presonaggio preferito tra quelli inventati da me? rispondete, ok? ci tengo molto a sapere le vostre opinioni, perchè possono rivelarsi una nuova  fonte d'spirazione! per cui ricensite!!!! è il mio diperato apello! :)
passimo a rispondere alle recensioni:
Ninny: e lo so, le disgrazie non vengono mai sole... lexi, già il nome ti da i nervi, ma sono del parere che si rivelrà molto importante ai fini della trama. se finisce bene? non posso ditelo, però ti dico che io sono una fans dei lieto fine: mi dico, perchè far finire male una storia? che senso ha? le favole sono belle perchè finisocno bene... o no?
Tarantella20: per prima cosa, ci tengo a dirti che rispondere alle tue recensioni per me non è un problema, anzi... una soddifazione perchè  io pubblico per condivide qualcosa, una passione, un punto di vista, e se qualcuno recensice una  mia fanfiction devo essere grata anche se si rivela un commento negatvo perche  facendolo da importanza al mio lavoro e al tempo che gli ho dedicato. passiamo al capitolo... sono felice che aprezzi l'idea della vaniglia, è semplice ma non banale!  è quello che ci vuole per una cosa simile. ah, sono riuscita a farti venire qualche idea è un buon segno... sta storia non è una palla! ed hai ragione a non rovinare la notizia ai miei lettori...sempre che la tua supposizione sia esatta ....

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Capitolo 13
*** Intrighi amorosi: il triangolo no! parte II ***


Non c’era nessuno a costringerlo,e  ancora più sconcertante non lo aveva programmato. Alcuni avvenimenti avvengono perché devono avvenire, sono le circostanze che modificano il destino di un uomo e permettono a tali fatti di avverarsi.
Sirius Black si avviò al sesto piano lentamente con quella solita distratta eleganza dei movimenti, rilassato tanto da fischiettare una canzone molto conosciuta tra i giovani maghi.
Pochi di voi sanno che, pure la comunità magica è stata colpita dal furore del 68: un anno pieno di cambiamenti e di proteste, furono proprio gli anni in cui moltissime specie mezzosangue emarginate gli sono state concesse più libertà; gli anni delle grandi riforme che vanno dal ’68 a tutti gli anni ’70.
Moltissimi musicisti magici composero melodie in  riguardo a ciò, e  un esempio era la canzone fischiata da Felpato.
In ogni caso, continuiamo:  La trovò nel punto esatto in cui sperava d’incontrarla, appoggiata al muro dove sarebbe comparsa la stanza delle necessità. Era strano per lui capire e provare le identiche cose che provava lei... non era così difficile costatò subito dopo poiché entrambi erano soliti fare ragionamenti simili ed arrivare ad altrettante soluzioni simili.
Voleva sapere da lei in persona quello che aveva capito da sé. Tanto per essere sicuro.
“Mi chiedo dove arriveresti pur di sbarazzarti di me, Steavens.”
A quale sporco gioco giocando, eh? Ti avverto, che se mi costringi gioco anche io.”iniziò senza dire neanche “Ciao”.
“Non hai capito nulla come sempre, Black. Intuito zero, caro mio!” fu la risposa secca.
“lasciatelo dire, come investigatore fai pena!”
Sirius rise, appoggiando una spalle al muro rivolto verso Cornelia per poterla vedere, il suo profilo. Guardava dritto davanti a lei, senza mostrare mai un segno di cedimento, una mossa o un occhiata di sguincio verso  il ragazzo, fiera e impassibile.
“Può essere... non ho mai detto di voler essere un investigatore! In ogni caso, ti ho trovata senza nemmeno un indizio dove cercare...forse più che intuito e olfatto?”
“Non sono in vena di battute.”
“Non mi sembrava, sai?”
“ delle tue, tesoro.”
“Uh... siamo nervose...”
Iniziava sempre così, da un po’ di tempo, con battute spinose, litigi, versacci o anche gesti  carini niente affatto.
“Non sono qui per scherzo, Cornelia Steavens. Voglio capire una volta per tutte perché cavolo lo hai fatto! Non lo posso capire da me? Benissimo! Spiegalo tu!”
Cornelia compre a pieno che quello non era uno scherzo, non era per deriderla o chissà cos’altro, Sirius Black era venuto per delle spiegazione che mai si sarebbe sentita di dargli. Aveva paura che lui avesse capito tutto,  non voleva bastoni tra le ruote... eppure lei stessa per la sua ragione era un ostacolo irto da superare. La contraddizione di due forze opposte le quali tirano, spingono verso due poli diversi. Una voleva amarsi, l’altra dimenticare e continuare la vita di sempre.
“Me lo ha chiesto lei...”
“Dopo tutto quello che è accaduto?” chiese Sirius aprendo le braccia.
“Dopo tutto quello che è accaduto come pensi che doveri prenderla?!”
“Prendila come ti pare! NON M’IMPORTA!” esplose Cornelia voltandosi verso di lui.
Il silenzio era solo il preludio del bacio che si scambiarono poi, cos’ improvvisa  una forza li spinse a prendere la rincorsa e  avvinghiarsi l’uno contro l’altro.
La stanza delle necessità era così vicina.
....
“E’ colpa tua.” Affermò Cornelia  stringendo il lenzuolo contro il seno.
Sirius buffò: “Non è vero! È anche colpa tua!”
“cosa? Io, sono quella indifesa?!
In difesa lei? Quella sì, era una sparata grossa! Sirius si svergò gli occhi e si mise a sedere deciso a non cogliere le sue provocazioni. C’erano dentro fino al collo entrambi.
“Non doveva succedere più!” si lamentò ancora lei.
“ La vuoi smettere?! Non ha senso lamentarti ora!” esclamò lui esasperato rinfilando i pantaloni della divisa.
“AH no? È colpa tua se fosse stato per me...”
“CHE COSA?!”
Sirius miracolosamente si calmò e finì di per vestirsi cercando di non litigare con  la ragazza, la quale rimase impressionata Black non era tipo da  dispiegare una bella litigata con lei.
“Cosa t’è preso?”
“Hai visto come finisce sempre no?”
Silenzio nella stanza segno inequivocabile che Cornelia aveva capito. Accidenti se aveva ragione, finiva sempre così, tra odio e amore vinceva sempre quest’ultimo.  
“Non te ne andare...”
Sirius si bloccò e in quel momento, girandosi  indietro, guardando quella creatura bella e orgogliosa riuscì a pensare soltanto...
“Ecco, lo sapevo!”

ANGOLO DELL'AUTRICE
Oh dio che casino! è un vero cataclisma questo racconto.... e ne devono accadere di cose!!!! spero di non esagerare.... non ho ancora deciso come e se finirà  "A.D." ( acronimo del titolo), avendo avuto l'idea di renderla una long fic ( si dice così?). non mi sono mai cimintata in cose del genere e spero di non rovinarla, nonostante già abbia avuto questa impressione. Lasciamo perdere, e passimo a rispondere alle recensioni.
Tarantella 20: Remus per quello che mi riguarda ha sempre ragione essendo il più giudizioso! Oh, è vero Lexi è insopportabile... quando ho paralato di lei non mi ero accorta di avrela resa così odiosa...grazie a te mi sono resa conto di come doveva apparire agli occhi del lettore, ed ho avuto il lampo di genio! un idea insapettata ma che ritengo niente male! quindi ti dico grazie!!!!!
Ninny: felice che la pensi ugulmente a me...contenta anche che tifi per Cornelia, ma cosa ti piace di questo personaggio? 
 

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Capitolo 14
*** Impossible is Nothing ***



Solito angolo dell'autrice:
Scusate per il ritardo, ma, avevo bisogno di una pausa per rielaborare nuove idee... spero che vi piaccia. ho pensato di spostare il mio angoletto, prima della storia, perché magari aveva più senso... non è vero, la verità che avevo voglia di cambiamento... Rispondo alle recensioni, "che è meglio!"

Ninny: Sì, Leila lo fa impazzire, in ogni caso, Sirius è fantastico in qualsiasi versione!!!!!
Tarantella20: le tue idee si stanno concretizzando, eh? sono felice, vuol dire che la pensiamo allo stesso modo! ho deciso  di farti odiare ancora di più Lexi...perché... ah! non te lo posso dire! lo devi capire da te! non è difficile. Comunque, sono felice che ti sia piaciuto il capitolo precedente, è forse quello che mi piace di più, e che avevo in testa da molto tempo...è stato difficile ricrearlo dalla mia (malata) mente alla  tastiera.
Ringrazio come sempre chi legge, e auguro buona lettura di questo nuovo capitolo.
Fanny

Prima o poi,  qualcuno avrebbe scoperto in quale immensa tresca fossero finiti, ed entrambi ne erano consapevoli.
Il primo che sospettava di loro due era il caro Remus,  alias Lunastorta, il quale aveva iniziato ad indagare con la chiara intenzione di andare fino in fondo.
 A Sirius non avrebbe importato più di tanto se non per  quella cosa che tutti chiamano  orgoglio:  quel diabolico lupus in fabula , aveva sempre sostenuto che, Sirius fosse attratto da Leila, e che ne fosse anche corrisposto.
Remus capiva sempre tutto e più dello stesso interessato e ciò non poteva che dare gran fastidio.  Se posso dire, almeno non  rammentava  mai le tante  volte in cui aveva visto premiata la sua ragione dai fatti. In sostanza, aveva sprecato molte buone occasioni per dire “Ve lo avevo detto”.
La seconda, era Lily che giusto appunto aveva notato delle strane coincidenze,  risoluta, però, ad ignorarle. Era dell’avviso secondo cui non erano fatti riguardanti a lei in prima persona, e più importanti desiderava sinceramente che i diretti interessati ne parla serro di spontanea volontà. Fino ad allora, ogni supposizione poteva essere ritenuta falsa, oltre al ragionevole dubbio.
Posso sentire distintamente un coro che recita: “James?”
James, Primo,  non aveva bisogno di supporre, lui sapeva già che era così. Secondo, a lui stava bene così. Terzo, era preso da ben altri pensieri.
Provando a ricordare per cercare di capire, la prima volta ( per Leila, la prima in assoluto) era avvenuta   a settembre, dopo un turbolento litigio, erano finiti  in quel luogo che conoscete bene.
Fu la prima, ma anche l’ultima.
Errare è umano...
...perseverare è diabolico.
  Ebbene, se credevano di poter sfuggire si sbagliavano alla grande, se  affermavano che ciò che era accaduto era uno sbaglio, mentivano. Loro si amavano cecamente,  follemente, irrimediabilmente. Si odiavano, pure. Potevano passare giorni senza guardarsi per il quieto vivere, tanto le litigate erano frequenti, burrascose, micidiale.
Era questo a farli desistere da quella passione, poiché non volevano passare inutili giorni amari, per la gioia di cinque minuti di felicità. Leila, preferiva  la certezza di una amore tiepido con Patrick, Sirius il calore della grande amicizia.
Anche dopo questi preamboli, in ogni  ragionevole caso Leila e Sirius non potevano non vedersi, non sfiorarsi, o fare qualsiasi cosa insieme.
Continuava la loro storia, nell’ombra, sperando che prima poi sarebbe passata.
*****
“ è accaduto qualcosa fra te e Black?” chiese Patrick.
“Certo che sì! Siamo usciti, no?”
“Non intendevo quello,Lexi. Ti ha fatto visitare qualche sgabuzzino per le scope?  un’aula vuota ... o chissà cosa?”
“No. Mi ha solo gentilmente accompagnato davanti la sala di ritrovo.”
“Non dovrebbe sapere dove si trova!”
“Black sa tante cose che non dovrebbe sapere.”
Cornelia roteava gli occhi da dietro il libro che stava leggendo, ascoltando la chiacchierata fra Pat e Lexi. Da un po’ di tempo a questa parte fra di loro non si parlava che di Black... annoiante, per chi come lei aveva la grazia di tanti ravvicinati incontri.
Le dava fastidio, inoltre ,   perché era opprimente dover sempre pensare a quel Grifondoro visto che alla fine il pensiero le andava sempre a quel punto dolente.
“E’ strano per uno come lui.”
“Già... “ rispose con la testa da tutt’altra parte, più precisamente al incontro di quel pomeriggio.
Non faceva altro che parlare di quanto fosse bravo Patrick, come era intelligente, studioso, comprensivo e gentile... Patrick  aveva fatto questo, o quest’altro, lui dice sempre che, è convinto di questo... per Sirius fu inevitabile non chiedergli:
“Per caso hai una cotta per Ewan?”
Non che  a lui diede la benché minima importanza  alla risposta, lo chiese perché gli sembrò evidente  il sentimento trapelato da  quel tripudio di virtù elencate da Lexi.
“Oh, no, no, no! Che vai a pensare!” rispose lei scuotendo la testa energicamente e ridendo scioccamente. Sirius alzò un sopracciglio, costatando che un po’ se lo meritavano entrambi, lui e Cornelia, intendo.
Ci sarebbe stato da ridere.
“Evans e James, stanno insieme, ora?”
“OH, e chi li schioda più.”
Lexi si morse un labbro, lo sguardo rabbuiato da un pensiero a lui  sconosciuto. Era strano, come quella domanda perché era quella ragazza a parola.
Semplice curiosità?
Forse.
****
Nella sala comune rosso oro le conversazioni non erano diverse, a parte tinte ogni tanto da argomenti più scuri come i brutti fatti che nella comunità magica accadevano.
 Tra Lily e James  scorreva così bene, tanto da sembrare che fra loro non fosse mai esistito il grande divario che li aveva separati per tanto tempo.
Sirius era disgustato da tanta dolcezza che evitava di guardarli.
“Geloso?”
“Non sai quanto, Luna...”
“Ah, ah, spiritoso.”
Tipico comportamento da Felpato, tirare in ballo scherzi quando si tirava in ballo una questione spinosa per lui.
“Mi hai dato la conferma che è questione ti brucia, Felpato mio.”
Sirius non si mosse dalla sua posizione stravaccata, libero da sensi di colpa: Cornelia le aveva chiesto di tenere la bocca cucita. Per quanto lo riguardava i suoi amici potevano  anche usare Il Veritaserum, lui stava adempiendo a una promessa fatta.
Non che ci fosse il rischio, Non era certo cose  possibili per Remus J. Lupin, lui sì che aveva classe. In riguardo ad Interrogatori.
“Esistono due tipi di bugie, Sirius, una con le gambe corte, l’altra con il naso. Tu, appartieni sicuramente alla prima categoria.” Detto ciò mostrò  si avvinò a lui, e tolse un lungo capello biondo dalla giacca e  lo mise in bella mostra davanti agli occhi dell’amico.
“Non mi verrai a dire che, questo, è tuo.”


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Capitolo 15
*** Fine del sogno ***



Bene, bene, un altro capitolo postato! senza titolo perchè non me ne veniva in mente nessuno! lo inserisco quando avrò qualche idea decente e sono accettati i consogli!!! ci stiamo avvicinado al prossimo nodo della questione. spero di aver acceso le vostre sinapsi e stimoltato adeguatamente la vostra cuiosità!
Tarantella20: adorare Remus è una delle cose che abbiamo incomune, per me è come una malttia. come sirius riuscirà a sfuggire alla sua morda indacatrice? lo spiego in questo capitolo, dimmi se ti è piace! per Lexi, ora ti innervosoce... vedrai che l'odio peggiorerà, ma dovrai aspettare il prossimo aggiornamento!!
ninny: hai ragione, poveretto! spero che mi perdonerà!
Baci,

Fanny
****
Una prima volta nella vita capita a tutti di rimanere senza parole, perché c’è sempre una prima volta per tutto.
Sirius non avrebbe neanche potuto dire “ è un crine di cavallo”, non conoscendo la famosissima canzone babbana, la quale appunto fa passare un incriminato capello biondo per un crine  uscito da un paltò ( la conoscete,no? N.d.A).
Sirius rimase a fissare l’amico per un interminabile momento, colto da una sorta di mutismo estemporaneo, giusto per aver il tempo di difendersi.
“No ,che non è mio”.
Si alzò dalla poltrona per una ritirata veloce verso i dormitori, vinto da quella prova inconfutabile.
Disgraziatamente, delle ragazze che in quel momento gli venivano in mente, dai capelli biondi c’era solo Leila. Nei suoi stupidi pensieri, c’era solo lei e basta, in realtà. Parlare con Remus non significava solo ammettere gli incontri clandestini con la Corvonero,  significava ammettere tutta una serie di sentimenti e emozioni provati da un po’ di tempo e motivo principale per quel gran casino. Ebbene, di fare i conti con i propri sentimenti non ne aveva nessuna voglia... avrebbe significato soffrire, troppo abituato a tenrsi tutto dentro.
No, non era il caso.
“Dove stai andando ora?”
“A dormire.”
“Batti in ritirata, eh?” chiese James osservandolo dalla posizione in cui si trovata, cioè, seduto sul divano vicino al fuoco con Lily fra le braccia.
“Ho sonno. È reato?”
Una fiamma improvvisa si levò lì vicino, due occhi fiammanti, una mano quasi lupesca si serrò sulla spalla di Felpato impedendogli di muoversi, un ringhio basso e grave...
“Non vai da nessuna parte...ORA, SPIEGHI. TUTTO. DALL'INIZIO FINO ALLA FINE. SONO STATO CHIARO?”
E non era nemmeno la luna piena.
****
La luce delle candele era fioca, e  i loro volti erano in penombra, distesi su dei morbidi cuscini colorati, l’aria era profumata  da essenza di glicine. La Stanza della Necessità riusciva a trasformarsi nelle cose più incredibili, come se riuscisse a decifrare le emozioni e i desideri di chi aveva bisogno di lei... Mai una volta fu colta impreparata, era sempre diversa, a seconda del giorno, dell'ora, o del momento. Quando era colti da una passione improvvisa e bruciante, la luce era dorata, il numero di cuscini aumentavano, come la loro grandezza e la loro morbidezza, cambiava anche l'essenza, a volte incenso, a volte essenze di violetta o di rosa...era come una mamma attenta allesigenze del figlio, un amica, che coglieva i bisogni trasformandoli il realtà concreta. Era la magia infita di   Hogwarts la quale sempre ti sbigottiva e mai avresti voluto abbandonare.
“Ti hanno costretto...”
“Eh,eh.”
“Non pensavo che fossi così femminuccia.”
“Perché non ti strangolo una volta per tutte?”
Cornelia sorrise a quelle parole, e cercò la sua mano grande,e la strinse forte... era inevitabile che accadesse, una relazione del genere non sarebbe potuta rimanere nascosta a lungo.
Si erano concessi una pausa dalla solita guerra, erano diventati un'unica cosa, però, non era abbastanza per chiudere  quella crepa che c’era fra di loro, quelle incomprensioni, quei duri litigi.
“Non pensavo che ti sarebbe dispiaciuto troncare con me.”
“Sei un grande insensibile! Come a te no?!” urlo cercando di lasciare la presa di Black  sulla sua mano. Lui, non mollava, anzi stringeva sempre di più. La tirò a se per odorare il profumo dei suoi capelli e delicatamente sussurrò che gli dispiaceva tantissimo.
Quelle parole fecero montare di rabbia ancora di più  nel cuore della ragazza,  le sue lacrime sembrava cristalli contenti rabbia, tristezza e soprattutto impotenza, quella forza mancante per  riuscire a staccarsi da lui.
“Sei tu che hai deciso di lasciar perdere  quando qualcuno avrebbe scoperto dove ci nascondevamo. Potresti decidere il contrario.”
Sirius  non riusciva a scacciare dalla testa le parole dei suoi amici, quelle con cui esprimevano la loro approvazione, la loro contentezza per quello che c’era fra lui e Leila.
“E’ scontato che state bene insieme.”
Non lo era per Leila, e ciò non riusciva a capacitarsi di come l’amore fosse bizzarro, come prendesse in giro la gente.
C’era qualcosa di sbagliato in tutto quello; di dannoso e controproducente e la domanda che prepotente si insediava nei suoi pensieri era, Un uomo poteva umiliarsi a quel mondo per una  donna?
Forse Sirius aveva trovato la risposta a tutti quei dubbi, a quella cosa chiamata amore, la quale lui non riusciva a comprendere.
Ora sapeva, perché era innamorato.  A cosa sarebbe andato in contro, ora? Alla rovina totale, oppure una via più filosofica della serie “domani è un altro giorno? Cosa ne sarebbe stato di loro due?
Maledì per la millesima volata quella dannata/ o che aveva avuto la brillante idea di avvelenare James.... non sarebbe mai accaduto.
Lui e Leila avrebbero continuato la vita di sempre, dimenticando quel isolato episodio di pazzia, vivendo felice e spensierati. E, a pensarci bene, ancora non aveva scoperto chi avesse pagato Nik, per quella spinosa affaccenda.... se ne erano dimenticati... James stava bene, si era fidanzato con Lily, Piter, beh, con quel cervello fino...Remus troppo concentrato a tenerlo d’occhio, Sirius, dall’altra parte era troppo concentrato a scappagli, troppo preso da quei eventi turbolenti che avvenivano dentro di lui...non sapevano chi era.
Nik, aveva tenuto nascosto  il nome, perché non voleva guai, e in cambio aveva detto loro chi poteva dargli l’antidoto. Se l’era cavata senza ossa rotte e con una bella punizione inflittagli  da Remus.
“Chi è stato?”
“A far cosa?”
“ma, sì...la pozione cancella dolore chi ha chiesto a quel ragazzino di dare la pozione cancella dolore a Ramoso?”
Cornelia costatò di non saperlo, si tirò su pensosa cercando una soluzione.  Se il ragazzino non parlava, perché si dice il peccato non il peccatore l’unico modo era ritornare  dal Black’s fan club.
“Basta darmi un tuo indumento.”
“Cosa, vuoi leggerlo nelle mie mutande?”
Un pugno gli arrivò sulla testa come secondo, come contorno una bella sfilza di parolacce.
“Come riscatto per l’informazione. O paghi con galeoni, oppure dai qualcosa di tuo, specialmente se indossato, e non deve essere lavato.” Spiegò saccente Leila.
“perché io?”
“E’ il tuo fan club, non mio!”
Sirius strinse gli occhi per pensare prima che le sue labbra disegnate si aprirono in un ghigno.
“Adesso capisco come hai fatto    a convincere Miranda a darti della vaniglia! Posso sapere...”
“Sai quelle volta...beh... ti ho cacciato via tanto velocemente che avevi dimenticato la cravatta. Volevo restituirtela...” rispose arrossendo.
“però hai pensato che fosse un bel souvenir.”
“NO.  Non potevo darti niente allo scoperto, e dunque  non avevo trovato l’occasione per ridartela... potevo buttarla, ma, non era mia. Era giusto ridartela.”
“Ma che brava ragazza!”
Sirius fece il bis di tutto, due volte.

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Capitolo 16
*** Per odio, per amore ***


Angolo dell'autrice:
Siamo arrivati al sedicesimo capitolo di questa storia, un vero traguardo per me, poichè le fanfiction scritte fin ad ora sono arrivate ad un massimo di 8 o 9 capitoli. cerco di scrivere storie piccole per concluderle in maniera dignitosa senza che io mi perda in centomila idee per andare a finire di non cloncluderne nessuna.  amarsi e dimeticarsi ha avuto un dicreto sucesso, e vi ringrazio per questo... le strade sono due, o continuo ampliando il racconto, con le modifiche appropriate, o la concludo qui, con un altro capitolo, o arrivando a venti per far numero pari. la scelta è rimessa a voi, lettori, quindi se vi piace che continui ,fatemelo sapere!!!
detto questo rispondiamo a Tarantella 20: ho deciso di dedicarti questo capitolo visto che sei stata così brava da indovinare tante cose!!!! spero che la fine non ti sia sembrata troppo scontata.
Ncl: rispondo al commento che hai lasciato al primo capitolo... tu sai quanto mi piace ridere, e le cose divertenti mi piace scriverle.... ho detto basta hai melodrami, molto tempo fa!!!!
 un grosso bacione,
Fanny

PER ODIO, PER AMORE


Ciò che spinge una donna a deprecabili azioni possono essere soltanto due cose, l’amore e l’odio.
Per questi due sentimenti forti e tanto devastanti, una donna è disposta a fare qualsiasi cosa.
Lexi, per entrambe le cose. Non l’una o l’altra... lei agiva sia per amore che per odio.
Quante volte aveva buttato fango su Black? Un milione... già, tutte le volte che compariva una nuova fiamma, o fans, lei riusciva in un modo o nell’altro, a rendere Black il peggiore degli esseri chiamati uomini.
Non che fosse difficile, visto il comportamento che quel tale teneva, e soprattutto per il modo di Leila di saltare alle conclusioni sbagliate. Una sputasentenze, e nient’altro.
Come quella Lily Evans, costatare con i propri occhi come disprezzava chi con tanto ardore le dimostrava i suoi sentimenti, le faceva venire il voltastomaco.
Si capiva benissimo che non aveva mai provato sulla propria pelle cosa significava essere rifiutati, essere ignorati da chi si ama.
Una lezione ci voleva, pure per lei, doveva comprendere cosa significava essere dimenticati, cercare di emergere e tentare di trovare la luce del sole, ma rimanere lo stesso invisibile...
Lei per Pat, era invisibile... ma, piuttosto che odiarlo preferiva amarlo ancora di più, e cercare di fare la sua felicità.
E, se questo significava Cornelia, a lei andava bene.
erano anni che conosceva cosa realmente c’era fra la sua amica e Black, per paura di un possibile abbandono di lei per lui, aveva complottato alle spalle, spingendo studentesse procaci a provarci spudoratamente con il giovane insistentemente fino a quando non avesse ceduto. Tutto sotto gli occhi di Leila, e con i suoi commenti a far da sottotitolo.
Per amore di un egoista. Patrick Ewan amava solo se stesso, e la sua indipendenza, quella con cui Cornelia spiccava di più in lei. Lexi aveva bisogno di un uomo protettivo, Pat di proteggere non ne aveva nessuna voglia.
Per odio, aveva chiesto di uscire con Black, ma anche per amore, s’intersecavano nel suo animo... e costantemente lottava affinché uno prevalesse sull’altro.
Odio per Leila, amore per Pat, poi viceversa... era pazza, forse. Ma uno era il ragazzo di cui era segretamente innamorata, l’altra era, la sua migliore amica.
 A volte, cercava di allontanare Sirius e Cornelia, per dispetto a quest’ultima, a volte odiava Pat per quanto fosse stupido a non capire i suoi sentimenti, e desidera che Cornelia lo lasciasse, sì per Black in modo tale da fargli comprendere quanto si potesse star male.
Era depressa, a lei mai nessuno pensava.
“Ciao, Lexi.”
“Ciao, Cecilia.”
 La ragazza si sedette vicino alla Corvonero e insieme mirava il parco verdeggiante. La primavera era arrivata, i primi caldi si facevano sentire così da permettere agli studenti di passare il loro tempo libero, seppur poco, fuori all’aria aperta.
“Sai, non era poi così bello come pensavo.” Disse Cecilia
“Cosa?”
“Quando James mi degnava di uno sguardo.”
Il vento muoveva le fronde degli alberi, producendo quel fruscio delicato da accompagnamento per il canto degli uccelli.
“Non era come me lo sognavo io.”
“ Quando è tornato in lui ho capito, che non era la stessa persona...come se fosse un altro. Lui faceva certe cose solo per piacere a Lily Evans... non ci riusciva magari... si capiva che lo faceva perché sotto l’effetto di una pozione.”
Lexi non rispose, sentendosi sciocca per ciò che aveva fatto.
“Ti ringrazio lo stesso! Il tuo consiglio mi ha aiutato a carpire, sai?”
Detto questo, fece un sorriso e se ne andò lasciandola nuovamente ai suoi pensieri.
C’era solo una cosa da fare.
****
“Picchiami, se vuoi.”
Lo sguardo di Sirius La trapassava da parte a parte, Lexi non ci fece caso. Quello che era stato era stato, e redimersi non era possibile se non confessare.
“Picchiami, me lo merito.”
Merlino, che situazione!  Se solo pronunciava di nuovo quella frase l’avrebbe fatto davvero, non per il danno provocato, perché stesse zitta.
“Zitta. Non dire più ...non picchio le donne, io. solo Mocciosus a questo privilegio.”
Lexi sorrise a quella frase, perché le botte erano un privilegio di cui tutti ne facevano benissimo a meno.
Il sospiro del ragazzo la sorprese tanto era carico di tristezza e rassegnazione.  Cornelia aveva deciso di non vedersi più.  Si appoggiò alla colonna fredda con le mani infilate dentro le tasche.
“Se pensi di avere la maggior parte della colpa ti sbagli. La tua amica non è così influenzabile... pensare quello di me ,  le faceva comodo.”
Dire di no, era sprecare fiato per un’altra menzogna la quale non sarebbe mai creduta, la giovane abbassò lo sguardo indirizzandolo verso i piedi.
“una brava ragazza come te, non può piacere uno come me. E’ probabile che Cornelia abbia mangiato la foglia. In ogni caso, posso finalmente dire che la storia è conclusa.”
“Non è vero!” sbottò Lexi trovando il coraggio di fissarlo negli occhi.
“Eh?”
“Un amore del genere non può andare sprecato.”
 Sirius rise mentre lei gli voltava le spalle, di tante cose che poteva dirgli lei aveva scelto proprio quella.
 
Nel frattempo Cornelia cercava di concentrarsi sul tema di pozioni, il quale era stato abbandonato già da tre giorni, dall’ultima volta che aveva visto Black.  Era stata la scelta giusta?  Era chiaro fin troppo dell’amore che li legava, all’attrazione fisica e i punti in comune.
Era testarda e sciocca, si ostinava a volere avere sempre ragione, e, in quel caso aveva sbagliato alla grande.
Avrebbe tuttavia significato dover dire addio all’amicizia con Pat, niente più storia, niente più amicizia.
Se rese conto mentre leggeva il capitolo sulla legge di Zompante, di quanto avesse sbagliato a mischiare amicizia e amore.  Da un po’ accumulava errori, senza più riuscire farne una giusta.
Era giunto il momento di troncare con quella schiera da fallimenti. Primo passo, di difficoltà media, era Patrick. Lasciarlo, si rivelò più facile del previsto, bastò ammettere di aver baciato Black, dunque ferire l’amor proprio del giovane Corvonero, per mettere fine a quella relazione insensata.
Difficilissimo per lei, era ammettere di fronte a Black di aver sbagliato, o come preferiva dirlo lei, un piccolo disguido nei calcoli.
 
PRIMO PASSO: trovare Sirius.
Facile per lei bastava decidere al momento dove andare, e lui magicamente appariva.   Infatti, preso il corridoio giusto, eccolo apparire davanti a lei insieme ai suoi malandrini.

SECONDO PASSO: fermarlo e chiedere di poter scambiare quattro chiacchiere da buoni amici.  Non riuscì a compiere la missione nascondendosi dietro una colonna.
“Non ce la faccio... no....”
“ non pensavo fossi così codarda.”
“Lily mi hai spaventa... che cosa hai detto?”
Non avrà detto...
“Sei spaventata al punto tale da non riuscire più a parlarci... sembri Miranda.”
Non doveva dirlo questo no.
“Black, VIENI SUBITO QUI!”
Di marcia, nera da fumare quanto un camino, strattonò Sirius trascinandoselo dietro.

TERZO PASSO: dichiararsi.
 Aveva fatto tanto, ora era giunta la mission impossible.
  Sirius osservava perplesso il fumo che usciva dalle orecchie di Leila chiedendosi cosa avesse combinato da farla arrabbiare tanto. Più ci pensava e più non gli veniva in mente.
“per colpa tua ho troncato con Patrick.”
Silenzio.
Un moto di felicità percorse il ragazzo... ah, ah, fuori un altro damerino! Evviva! Non si preoccupò di nascondere tale sentimento, tanto quanto ne fosse consapevole.
“Ma, davvero?  Lo prendo come complimento.”
“Dubito che io abbia fatto qualcosa per... ”
“Taci. Gli ho detto di noi. E se l’ho fatto è solo per te. Ho perso un caro amico, e ti odio per questo. Ti odio perché ti amo.”
Per amore e per odio si fa di tutto.



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Capitolo 17
*** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto(lettere d’amore prima parte) ***


Angolo autrice  
Buona pascqua a  tutti!!!! chiedo perdono per il folle ritardo, ma sai com'è, l'ispirazione non è qualcosa che viene così... inazitutto dovevo trovare l'idea giusta per continuare, e, ora l'ho trovata e prevedo scintille... comunque questo è il mio regalo di pasqua per voi!!!!
Tarantella 20:  sono felice che ti piace come e quello che scrivo e sono contenta che hai azzeccato tutto, sei veramente un genio quando anche io avevo dubbi su come andava a finire!!!!  
Zarkyna: , grazie mille per i complimenti!!! sono felice che questa storia ti piaccia... non ho proprio aggiornato presto, ma prometto grandi cose!!!
Ringrazio chinque legga e apprezzi questa storia.
Baci
Fanny87


Remus J. Lupin non sapeva se  la felicità esistesse, la realizzazione assoluta di una persona. Probabilmente al mondo non aveva ancora vissuto l’uomo che  aveva ottenuto tutto dalla vita.
Forse chi si era avvinato più di tutti era Silente, ma non ne era sicuro. Ebbene, Lupin era convinto che esistesse un modo di essere felici, e cominciava a credere di aver ottenuto il suo. Aveva perso la speranza, il caro Remus, eppure anche per lui era apparsa una chance. E, non poteva che essere grato per questo.
Per così poco, Remus era sereno... andava bene a scuola, aveva amici con cui condividere tutto, divertirsi e perché no, concedersi anche di sognare-
Saranno state l’una del mattino, la candela ridotta a un coagulo  acquoso continuava imperterrita ad illuminare la pergamena  dove una piuma  graffiava  velocemente la sua superficie ruvida.
Remus aveva l’abitudine di annotare in un piccolo quaderno malconcio qualsiasi cosa gli accadesse, quello che pensava, quelle che erano le sue riflessioni personali, o quelle dei suoi amici e tanto altro. Era rimasto indietro  di parecchie cose ultimamente, poiché, come sapete, erano accadute troppe cose, una dietro l’altra per poterle riportare nella maniera corretta.  Bisognava, prima di tutto riflettere e comprendere tutti i fatti accaduti.
Espresse la sua più sincera contentezza nel vedere due dei suoi migliori amici  maturati e più assennati e felicemente innamorati.
Lily e James erano ufficialmente la coppia più bella del mondo, Sirius e Leila, in via ufficiosa se così si può dire. L’importante che fossero felici e che stessero bene.
“Anche tu non chiudi occhio?” chiese una voce scura alle sue spalle.
“Scemo, mi hai spaventato...” rispose voltando il viso verso il suo interlocutore.
“Immagino che non sia per lo stesso motivo.” Continuò l’interlocutore diritto sul filo del suo discorso.
“Le brutte abitudini sono dure a morire.”

“Sirius ti rendi conto di esserti impuntato per una stupidaggine?”
“Lunastorta caro, non è come pensi tu.”
A No?
“Tecnicamente, non siamo una coppia, però, teoricamente lei  sostiene che dovrei comportarmi come se fosse così.” dichiarò Felpato, in quella che doveva essere una sorta di dichiarazione alla stampa.
“Allora?”
“Sessanta minuti. Merlino, non ha senso!” esclamò Black lasciandosi trasportare dalle forti emozioni del suo animo disturbato anche nel sonno.
“Abbiamo deciso di comune accordo di essere quello che siamo sapendo benissimo di non essere persone normali? Allora, siamolo fino in fondo! Una coppia libera, in tutti i sensi!”
L’espressione bastia di Remus era tutto un programma,  conscio che ne avrebbe avuto fino al mattino.
“Su dai scrivi...”
“prego?”
“Voglio una  conferma scritta di  questa conversazione a tu per tu.” Disse Sirius, serio come non lo era stato mai.
“per amor di merlino! Comportati da persona sensata, una buona volta, e magari cerca di pensare cose con un senso che si avvicini alla ragionevolezza. E’ normale che non le sta bene questo discorso... e poi, anche James è d’accordo su questo punto.”  Disse l’amico, ma più che una affermazione, sembrava una supplica.
“Ramoso è d’accordo solo perché lo ha detto Lily. Ormai è partito!”
“Codaliscia?”
“Quello è d’accordo solo perché lo è  Ramoso!”
“Io, invece?”
“Tu lo fai solo per darmi torto... no, dai sto scherzando...” si riprese subito  vedendo l’espressione di Remus cambiare un tantino, dal esasperato al adirato.
“Infondo lei sta cercando di ricuperare il rapporto con il suo ex, ex, ex fidanzato migliore amico...”
“per lei è importante!”
“lo anche per me!”
“ Per una cravatta?!”
“C’ero molto affezionato.” Rispose
Sirius aveva tentato di riprendersi quello che gli era legittimo, con risultato di essere ricattato, o usciva con Miranda o niente cravatta. Cornelia, ovviamente, si era trovata in disaccordo, e ormai erano tre giorni che non si rivolgevano la parola.
“Quella è capace di raccontare chi sa cosa con quella cravatta incriminata.”
“Sirius, Cornelia sa che è stata lei a dargliela, per cui ciò che dice non ti  deve importare. ”
La discussione sembrava essere giunta al termine, tuttavia Lunastorta sapeva che l’amico non si sarebbe arreso tanto facilmente.
“Mi da comunque fastidio quello che dice la racchia!”
O Sirius... perché non pensi a far pace con lei? Erano tre giorni di silenzio per uno stupido capriccio, o può darsi era quell’abitudine  a cui nessuno voleva rinunciare. Alla fine facevano sempre l’amore.
 “Non capisco perché però, proprio la cravatta...”
“Semplice, altrimenti avrebbe dovuto sborsare galeoni, no? Avrebbe potuto farlo. In effetti...”
“Sirius!”
Infondo era solo uno scherzo.

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Capitolo 18
*** Al mio caro futuro sposo, con tanto affetto... Seconda parte ***


AnGoLo AUtRiCe:
Salve a tutti... lo so, probabilemte mi avete dato per dispersa, sono in un fottuto ritardo, e mi avrete maledetto un centinaio di volte. Sono imperdonabile, ma vi chiedo perdono, lo chiedo anche per le grosse stupidaggini che ho riportato qui sotto in questo capitolo. Ringrazio a tutti per il grosso coraggio che dimostra nel leggere quello che scrivo.
Rispondiamo alle recensioni:
Ale03: sono sempre felicissima di sapere che nuove persone leggano quello che scrivo! grazie. Quante storie per una cravatta, ma, Sirius è un testardo coronico e quando s'impunta non c'è santi che tengano...
Tarantella 20: Lo so, perdere le speranze come è facile, ma non potevo non continare questa storia che mi ha davvero dato tanto. prometto che sarò più veloce, ma con gli esami in arrivo,  le 180 ore di tirocineo che mi sono fatta (Manca poco, evvai), mianno prosciugato.
Buona lettura,  e per favore, recensite!!!!
Baci, Fanny



Per quanta calma in quei giorni si respirasse fra le vecchie mura di una scuola di magia, le novità non mancavano mai, e ed infatti, qualche ora più tardi al tavolo Grifondoro planò un vistoso gufo con una altrettanto vistosa busta rosa grande  che profumava di...
“Violetta, si, sì.” Decretò James, già sul piede di guerra. Assaporava già la calda  sensazione che provava tutte le volte riuscisse a portare in giro Felpato.
“Taci, cervo scornato.”
Aprì la busta, piano, piano, buttò un occhio, e sollevò lo sguardo verso Remus, il quale stava  osservando la scena ad occhi sgranati.
Sirius sospirò e lanciò un'altra occhiata al contenuto della busta.
“Maledizione, vuoi aprirla si o no?!” chiese  Remus stizzito.
Forse  mancava di sonno, forse aveva bisogno di una vacanza e un po’ di relax, magari di una ragazza...Fatto sta che Remus ogni tanto come si suol dire aveva la luna storta, e guarda caso questo accadeva  ogni 28 giorni. E, come in tutte le cose Remus era un tipo puntuale.
Per questo, per quante ipotesi e diagnosi  i suoi amici potessero fare, il motivo dello squinterno di Remus era uno soltanto.
“Va bene...non mi sbranare...”
Mossa falsa, un fiammella si accese  negli occhi di Remus, e  a giudicare dell’espressione arcigna non prometteva nulla di buono.
“perché dovrei? Ho perso tante buone occasioni....”
“E’ vero.” Costatò l’altro.
James e Piter si limitarono ad assentire.
Sirius aprì la busta, e sorrise capendo immediatamente chi fosse il mandante.
Era sua cugina che gli scriveva sotto insistenza della piccola peste di Nifandora Tonks, sua figlia.
 “Uh, è Andromeda!”
“Tua cugina? E  ti manda certe buste?”
“Oh, ma questa l’ha scelta Tonks sua figlia!” Sirius sorrise, prese il secondo foglio dove a lettere cubitali ( probabilmente su indicazione di Tonks) Dora aveva scritto “Sirius non leggere, dalla a chi sai tu.”
Porse il foglio all’amico, che , stava sorreggendo un caffè leggendo Il profeta. Quest’ultimo alzò di poco lo sguardo per osservare di sbieco cosa quello scemo gli porgesse.
“cosa...”
“Ah, non chiederlo per a me... mi è stato severamente proibito di leggere.” Disse ridacchiando.
Prese il foglio e lesse:
caro  mio futuro sposo,
Forse penserai che sono piccola, ma non è vero... ho già quattro anni. Siri mi ha parlato tanto di te, e se ti ricordi ci siamo incontrati anche queste estate al mare. Sto dettando alla mamma cosa scrivere perché io ancora non lo so fare, però non sono tanto sicura che scriva quello che dico io...brontola sempre. Ma tanto la faccio leggere a  Lil, e lei non mi direbbe mai una bugia. Sa che se dici le bugie sei cattiva e vai all’inferno. Dopo un attenta analisi dei vari possibili pretendenti che erano: Papi, Siri, Jim, e ovviamente  ho scelto te. Perché, papi, è impegnato, Siri è mio cugino quindi non è possibile...però ero combattuta. Volevo solo avvertirti che ho deciso che ci sposeremo,non so quando ma ho deciso così. Ho quattro anni, ma mica mi posso sposare!  Ah, mamma ha invitato Siri queste estate perché non vieni anche tu? E anche coso come si chiama? Ah sì James. Ci divertiremo tanto, e Siri mi insegnerà volare, sai? Me lo ha promesso... lui mantiene sempre le promesse.
con tanto amore,
Tua per sempre,
Tonks

Remus finito di leggere si sorprese a sorridere, quella piccola peste era riuscita a fargli tornare il sorriso. Piegò la pergamena  imbrattata di una sostanza non identificata e la mise via.
“So benissimo  cosa c’è scritto sai... e mi arrabbio se la fai solamente piangere, ok?” disse Sirius serio.
Remus non aveva voglia di arrabbiarsi, per cui sorrise e  notò: “Ma, non ti era vietato leggere?”
“Severamente. Sì. Eppure ero ha conoscenza  della intrigata diaspora per il pretendente alla mano, e ho immaginato che fossi stato surclassato così miseramente da te, Luna.”
I ragazzi risero.
“Certo che così sveglia a quattro anni...”
“E’ una vera peste.” Disse Sirius.
In quel momento Cornelia passò,  tranquilla senza degnare di uno sguardo Sirius. Anzi, lo guardò in segno di sfida, poi scollò i capelli e riprese a camminare.
“Sirius...” richiamò Lily.
“Ok, vado.”
Raggiunse la Corvonero con estrema facilita, e con altrettanta la sospinse dietro ad un arazzo.  Leila, lo guardò con un espressione mista di sfida e stupore.
“Black...quale onore...”
“Visto che parlare con te è divenuto impossibile...”
“la mia risposta è No.”
“Non t’importa che quella dica di essere la donna de4l grandissimo Sirius Black.”
“No, perché è chiaro che non parla della stessa persona  a cui ora sto parlando.”
Sirius, sorrise e buttò indietro la testa: “Ah no?”
“No, il Black che conosco io non è lontanamente  Grandissimo. Visto, non parliamo della stessa persona. Per cui...”
“lascia perdere, tanto quella cravatta non me l’avrebbe restituita mai.”
Cornelia  sorrise al pensiero di quanto quello scemo potesse essere scemo e infantile.  Sapeva  quanto lei di che pasta fosse fatta quella piattola, dunque sapeva di fare qualcosa a vuoto. Ma, per ripicca  avrebbe fatto pure quello.
“Mi dispiace poverino...”
“Nessuno ti ha dato il permesso di dargli quella cravatta. Voglio un risarcimento.” Disse prendendola per la vita.
“ Sono d’accordo, nonostante fosse per una buona causa. In denaro o in Natura?”
“Possibilmente in Natura.” Disse avvicinando le sue labbra a quelle di Leila.
Si beccò un cazzotto sulla testa.
“AIO, mi hai fatto male!”
“Che vorresti fare?” chiese una voce all’ esterno da dove si trovavano loro. Per un primo momento decisero di fare finta di nulla, troppo presi in quel bacio tanto atteso dopo una pausa di tre giorni, lunghissimi giorni. Intenti ad assaporare l’odore e il sapore dell’altro come se fosse una vita che non rimavano avvinghiati.
Una frase lasciò  cadere in frantumi quel idillica sensazione.
“Ci sarà un modo per prendere il cuore di Remus J. Lupin.”
Cornelia si strinse a Sirius, perché quella voce non prometteva nulla di buono, guardò il ragazzo, in quale riusciva a tenere un espressione calma, attenta, in ogni caso a quei stralci di conversazione udita.
 “Un modo per fargli abbassare quelle difese ci sarà no?! È un essere umano. Basta saper muovere la corda giusta. Non perdere le speranze. Sei riuscita ad agganciarlo, e mi pare che ci sia stata una sorta di corrispondenza. Palate di tutto no?”
“Sì, ma, mi pare di...”
“cosa ti frega? In amore e in guerra tutto è lecito. Fidati di quello che ti dico. E fai  come abbiamo già programmato andrà tutto bene.  Avrai il ragazzo del tuo cuore, ed io l’informazione che cerco. Saremo tutti contenti, lui non lo saprà mai, fidati.”
“OK.”
Passi frettolosi che si allontanavano, e il silenzio invase il piccolo  angolo semibuio dove si nascondevo Sirius e Cornelia.
Sirius era pallido e preoccupato, perché sapeva benissimo che sbottonare Remus non era la cosa più facile del mondo. Ancora una volta il lupacchiotto aveva un segreto, e non sapeva quanto potesse essere dannoso.
Che fare?
“Sirius, non ci sarà nulla di peggio della pozione cancella dolore, e questa volta prossimo giocare in anticipo.”
Infondo, volevano la guerra...

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Capitolo 19
*** La cosa più strana del mondo ***


Angolo dell'autrice:

Buona seraaa a tutti!
Iniziamo col dire che questo capitolo è un regalo per voi ( quattro o cinque lettori preziosismi) per farmi perdonare il mio mancato aggiornamento periodico, okay, il mio ritardo!
Piccola premessa, mentre scrivevo mi sono dovuta fermare per il tanto ridere, e sì, io mi faccio ridere moltissimo, spero che faccia ridere anche a voi, e se non fosse così, perdonate la mia ironia da quattro soldi.
Che altro dire ? mi sto avvicinando pian pianino al succo di questa nuova avventura....ci saranno delle sorprese, se continuerete a seguire!!!!
Tarantella20: Ah, solo tu mi capisci!!!! a casa mia sono convinti che non facevo un cavolo!!! va beh, prima cosa, per me: Crepi il lupo!!!!!  Tonks, io ho adorato questo personaggio, e continuerò a farlo per sempre... quando ho saputo che lei e Remus si erano messi insieme sono morta dalla sorpresa e in men che non si dica mi sono elettrizzata, sono bellissimi insieme!!!! la mia " Tonks" bimba (mia nel senso di quella descritta nella storia, perché lei è della Row...che ringrazio ancora per averla inventata) è semplicemente, come me la sono sempre immaginata. un tipo allegro che dice quello che pensa senza farsi troppi problemi. felicissima che ti sia piaciuta. lo è stato anche per me! al dire il vero l'idea  della sua  lettera era un'altra,tuttavia, grazie ad una tua recensione  la storia ha preso una  strada diversa! ah, non te lo aspettavi vero? mi fermo qui, il mio lato logorroico di ha già inondato abbastanza.
Buona lettura a,
un bacione
Fanny 87
  _______________________________


Sirius Black, di sentimenti non ci capiva molto, e questo era un dato di fatto. Non aveva capito James, non aveva capito se stesso, Leila e Lily, non capiva proprio cosa muovesse le persone a giungere a determinate azioni.
Era convito di essere giunto ad una soluzione di quel rompicapo antico quanto il mondo; Nel momento stesso in cui poteva dire a se stesso, ah, so cosa significa, era punto a capo.
“Che c’è, Black? Non sforzarti di comprendere  quello che non potrai mai capire.” Le consigliò beffarda Leila.
Gli stava dando della’insensibile... e già, ora sparava una di quelle frasette contro gli uomini, su quanto fossero scemi in fatto di sentimenti.
“Voi uomini non capireste neanche fra 100 secoli.”
Come volevasi dimostrare, la tesi era  esatta. Oh, merlino quanto era scontata quella frase! Perché incolparli, soltanto per il loro modo di fare spensierato? Incolparli di cosa?  
Uomini e donne parlavano una lingua tanto diversa da non poterci essere nessun tipo di dialogo?  aveva sperimentato quanto non fosse vero, lui e Leila sembravano pensare al’unisono, quasi fossero davvero una persona sola, avevano sesso diverso eppure aveva in sé qualcosa da permettere loro di capirsi senza parlarsi... non sempre, ma, spesso sì.
Leila  camminava in silenzio con lo sguardo dritto a se, e, non sembrava molto turbata da quello che era accaduto un attimo prima.
Lei non conosceva il piccolo problema peloso di Lunastorta Lupin. non aveva motivo di preoccuparsi, qualsiasi cosa quella gente  volesse fare.
“Quando si tratta di questioni di cuore  in generale le persone, non ragiono ,Sirius. Agiscono e basta. In fondo è quello che fai tu tutto il tempo. Sanno, ma fanno finta di nulla. E’ lo stomaco o il fegato, non lo so.”
Le parole di Remus, di  quella notte insonne e silenziosa, finita poche ore prima, quando i dubbi assalgono anche al più sicuro  e saggio mago, e rifletti sulle questioni che al giorno non sembrano minimante toccarti, ti domandi e ripeti a te stesso quanto sia stupido pensarci,  vorticose precipitano alla coscienza senza un perché.
Il crepitio di quella candela stanca  e ostinata insieme allo strusciare della piuma di Remus  prendevano il posto delle loro parole lasciate a metà, riempiendo l’aria lasciando tutti i pensieri sospesi al vento.
“E’ in un certo senso egoistico. Che ti importa quello che potrebbe accadere? Quello che conta sono  i sentimenti, i quali la fanno da padrone. Loro sussurrano qualcosa e non  puoi fare a meno di seguirli e fare a modo loro.”
“Scusa, Remus, ma non ha senso. L’amore non può essere egoista. Non è forse darsi senza chiedere nulla in cambio?”
“Sì, ma è raro ottenerlo. Infondo nessuno a il diritto di prendere qualcosa senza dare niente in cambio.”
Remus si bloccò, scosse la testa come a cacciar  via quel’ultimo pensiero dalla testa, l’amico  si accorse e senza preamboli notò: “ Tu hai paura di lasciarti andare. Una paura tremenda.”
“Sarà perché non posso permetterlo.”
“Non essere scemo! Cosa cavolo centra? Smettila di fare la vittima!”
“Non stavamo certo parlando di me. Ma di quello che ti ha detto Lexi. Non dove essere facile innamorasi  di qualcuno che non ti vede. Sapere di essere ignorata rispetto ad un'altra che credi un’amica.  Era confusa, immagino.”
“Eppure, Sirius, accade anche questo. L’amore ha le sue ragioni che ragione non vuol capire.”
“Quindi solo sesso?”
“Oh, Sirius... cambierai mai?”
Accidenti, se fosse difficile... si voltò verso Leila per chiederle quale lezione avesse.
“quale... Leila? Ma dove è finita?”
Leila non era più al suo fianco si voltò a destra e a sinistra senza trovar traccia della bionda. Avesse fatto qualcosa per farla arrabbiare? Che strazio la vita...
si voltò e la trovò subito qualche metro distante con  le braccia conserte e le labbra aperte ad un ghigno  sbalordito.
“ Che ci fai lì?”
“Me lo chiedi pure? Si può sapere che ti prende? Ti ho chiamato tre volte senza ricevere nessun segno di vita! Sei partito per marte?  avverti la prossima volta, eh?”
Sirius scoppiò a ridere pensando di essere invecchiato come sosteneva James.  Non voleva pensarci più di tanto.
“Non ho niente. Anche i cani pensano... e qualche volta vanno in paradiso.”
Cornelia si avvicinò curiosa chiedendo cose centrasse con il loro discorso, non ebbe una risposta, era una storia troppo lunga da raccontare. Incrociò gli esili bracci intorno al collo di lui, sorridendo alla espressione imbronciata e burbera di  Sirius.
Il suo piccolo bambino viziato.
“Non indagherò oltre ho una interessante lezione di Antiche Rune da seguire, con permesso...”
Ah, quella espressione schifata era di nuovo di Black, del suo dannatamente amato Sirius Black.
 Remus sedeva sempre  davanti a lui sulla fila prima, accanto a Piter, mentre Sirius e James si sedevano vicini.
Dunque in quel momento Il ragazzo poteva osservare il lupacchiotto di spalle. Abbassava e rialzava la testa ritmicamente, per scrivere e seguire con lo sguardo l’ennesimo professore di Difesa contro le arti oscuro: quel posto era sfigato non poco; in pochi anni si erano succeduti molti insegnati.
Le arti oscure non erano solo pericolose, portando distruzione e morte. Erano anche iellate.
Non nascondeva a se stesso la sua preoccupazione, poiché, quella conversazione lo aveva sinceramente colpito.
Una corrispondenza falsa, se quella ragazza era lì a scuola... In ogni caso, perché non parlarne? Un pensiero passo nella mente di Black, e così come se ne era venuto... era rimasto.
Remus aveva taciuto perché temeva fosse preso in giro da loro, doveva essere così. O, se vogliamo un’ipotesi  più realistica, poteva essere che Remus non la ritenesse una cosa di importanza tale da raccontare ai suoi più cari amici.  
Poi penso, a come le lettere sarebbero dovute arrivare, per mano? O infilate in un libro ( molto plausibile visto  il destinatario), su un buco nel tronco di un albero? O magari semplicemente via gufo?
Magari la ragazza fingeva di vivere nel Venezuela, cercando un mago intelligente con cui  potersi scambiare idee e teorie, sulla trasfigurazione, o che so su qualche incantesimo.
“Noto con piacere, signor Black, che il suo interesse è sempre vivo e attento.”
“Ma, professoressa... come potrebbe essere diverso, con un tal fiore di bravura e bellezza come insegnate?”
La classe fu scossa dalla risate isteriche dei studenti, Remus gli lanciò un occhiata carica di, cosa? Quasi non riusciva più a vederlo come prima.  Ogni volta i loro sguardi si incontravano sia per caso, sia per intimarlo non verbalmente, di non esagerare come al suo solito ( ed il caso di questo momento N.d.A.), Sirius ripensava al segreto.  Oh, merlino glielo avrebbe chiesto, o chi se ne frega della discrezione!
“Mi ero dimenticato.”
....
Remus  ripose il libro nella borsa e tornò a fronteggiare Felpato rimasto a bocca aperta.
“Siriuuus...” chiese cantilenando per ottenere attenzione dal’amico.
“Dimenticato? Cioè, tu hai una corrispondenza con una ragazza, e ti dimentichi?”
“ Nessuno dice che è una ragazza.” Notò quello con disappunto.
   “Non sarai gay...”  chiese James con due occhi a palline dalla sorpresa. Remus scrutò il cercatore con uno sguardo difficile da descrive per i migliori narratori. Uno di quelli, per capirci, che lanciano il comico quando la spalla dice una grande scemenza, e così il pubblico ride, poiché la successione di battute seguenti sono ancora più strampalate.
“Come ti vengono in mente certe cose, Ramoso? Cos'hai al posto del cervello? Un boccino?”
“Lunastorta... con chi vuoi avere una corrispondenza, scusa? Con me?”
“No di certo... altrimenti mi ritroverei a parlare di Lily, Quidditch, scherzi di vario genere, Lily, Quidditch,  quello che hai mangiato a colazione, quanto ti sei annoiato, Lily, che sei stufo di fare i compiti, Quidditch, la lezione di pozioni è una noia mortale e... ho già detto Lily e Quidditch?”
Sirius e Piter si sbellicavano dalle risate, a volte Remus era uno spasso tremendo niente  meno faceva parte di quel gruppo  “out limit”.
“Oh Remus! Non sto scherzando! Una corrispondenza significa entrare in intimità con l’altra, dirsi tante cose, immaginarsi come sarebbe cosa direbbe se ti vedesse, cosa vi diresti non può essere un maschio!”
“James, sai cos’è un amico di penna?”
“Beh, sì è qualcuno con cui scambi delle lettere.”
“Appunto... mica te lo devi sposare! Dunque è plausibile che possa essere anche un mago.”
Remus molte volte aveva l’impressione di parlare con dei bambini del’asilo,e il brutto era che quei due scemi avevano intelligenza da vendere. Veri amici comunque.
“Dunque questo è... un amico di penna che viene  dal Venezuela.”
James, Remus e Piter guardarono Sirius.
Oh per la barba di merlino, era solo una supposizione!

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Capitolo 20
*** Confidenze ***


 Angolo autrice
Ci siamo, il nuovo capitolo di A.o.D è pronto per essere sottoposto al vostro giudizio! Apparentemente, questo capitolo non ha niente a che vedere con il precedente, e neache con quelli prima. Non è così, dunque ritengo opportuno, fare delle precisazioni in merito. praticamente, sto affrontando il problema dei sentimenti in tre ottiche differenti: quella di James, Sirius, e ora anche di Remus. metto a confronto come, questi tre reagiscono all'amore, come lo vedono a seconda di personalità ed espreienze. tutte e tre, però, hanno  una scelta comune: lasciarsi andare al sentimento o dimeticarli.  Sirius nel capitolo precedente si fa tutte quelle pippe, perchè (come lo è stato con James) non comprende a pieno cosa passi per la testa di Remus, perchè fa quello che fa. Questo capitolo spiega, in parole povere quello che Sirius non ha capito. Se ci sono riuscita non lo so, sta a voi dirmelo.
Ora  rispondiamo a Tarantella20 : prima i chiarimenti: sì le parti in corsivo sono sia conversazioni, avute nel passato, quando scrivo in corsivo, generalmente è un flashblack vero e proprio, in cui il potratagonista ripensa a ciò che ha detto o fatto, ma anche le sensazioni e i pensieri provati nella situazione del momento. andiamo altre, sono felicissima che tu abbia riso! volevo spezzare un po' dopo tutti quei ragionamenti contorti! chi è, già in questo capitolo conosciamo qualcosa di lei, però, ti dico questo: dietro c'è qualcosa di grosso....basta, non dico di più. già che capisci sempre tutto al volo, rischio di rovinarti la sorprsa! a quanto pare la lista dei nostri punti in comune si allunga! dedicare i capitoli a chi mi segue mi pare il minimo!  sono io che ringrazio,  voi amanti di questa fanfiction!!!
Baci, Fanny'87
__________________________________________

Non avrebbe mai creduto  di essere scoperto ne da Sirius ne da un altro dei suoi amici. Ogni tanto si chiedeva perché tenerlo nascosto, sentendosi un po’ stupido in quello strano comportamento.
Rammentava, in seguito, che se lo faceva era per evitare guai, i quali arrivavano sempre troppo in fretta se si trattava di James e Sirius.
Conosceva fin troppo bene il loro modo di essere, tanto da predire quello che sarebbe accaduto in una qualsiasi caso quei due mettevano in atto ciò che pensavano.  Avrebbero frainteso tutto, dopo averlo preso in giro per un po’ avrebbero fatto di tutto perché quella relazione “a distanza” potesse essere trasformata in  una “molto ravvicinata”.
   Giacché Gli volevano molto bene. Come se si potesse veramente amare un Lupo mannaro.  La sensazione di essere un ragazzo come tutti svaniva con il contatto della realtà di quelle notti di luna piena, con  il dolore, sentire la mente offuscarsi, percepire la trasformazione del corpo, e poi più niente.
Risvegliarsi il giorno dopo come se un macigno si fosse schiantato su di te, l’odore e il sapore del proprio sangue nelle narici e nella bocca. Dolore, solo tanto dolore. Mai, ricordi... dolore e paura,e trovarsi solo nel confine della solitudine.
Perché  ogni singola volta si sentiva vicino al baratro oscuro, trascinato dal peso di quella parte di lui, così oscura e spaventosa per lui stesso.
Remus era diviso in due, lacerato a metà, felice per quei amici inaspettati che per il suo bene, avevano infranto una regola importante. Pur di stargli accanto.
“Che problema c’è? Se non possiamo starti accanto da umani, lo faremo da animali!” esclamò James soddisfatto.
“Di cosa stai...no, James, non penserai a...”
Invece James e Sirius pensavano proprio a quello, diventare Animagi per lui. Cosa chiedere di più? Come poteva, lui, dannato com’era chiedere di più? L’amore, non era certo qualcosa di contemplato per lui. Bastavano i suoi amici. Cosa ne sapeva un lupo mannaro, d’amore? Era in mostro.
Ma, era anche un uomo.
Dall’altra parte, c’erano i sensi di colpa verso chi aveva dimostrato tanta fiducia, tanta umanità da permettergli di vivere una vita normale, portare i segni di chi vive fra i maghi, non di rilegarlo fra i mostri. E, lui si era permesso di chiedere di più. Ingrato!
Remus era lacerato tra  felicità e sensi di colpa, per tutto quello che era accaduto, per le passeggiate notturne, per quello che i suoi amici avevano fatto, spinti dal desiderio di aiutarlo a non sentirsi più solo.
Chiedere l’amore di una donna, era veramente passare il limite.

Nel silenzio della biblioteca si domandava come Sirius avesse scoperto la corrispondenza  fra lui  e Ive. Aveva frugato nelle sue cose? O aveva visto spedire la lettera? Dunque come mai era così convito  che fosse femmina?
Leggeva senza leggere, guardava senza guardare, sentiva senza tuttavia farlo, come se i suoi sensi non riuscissero più a comunicare con il suo cervello.
Era solo una corrispondenza per studio, lo scambio di appunti, e, basta.  aprire le orecchie hai suoi amici, mettere in chiaro la faccenda.
“Come mai così pensieroso?”
Remus alzò il volto osservando  sorpreso Leila seduta di fronte a lui. Un rumore di sedia fece percepire la presenza di un’altra persona, il profumo indicò a Remus chi fosse.
“Ciao, Leila, Lily.”
“Cosa ti turba?” chiese Lily gentile.
Avrebbe voluto rispondere nulla, era sereno e felice, bensì, era una  bugia troppo grande per essere creduta da chicchessia.
“Temo che, due soggetti di vostra conoscenza, mettano in pratica uno dei loro soliti piani mefistofelici.”
“Immagino che si tratti della  famigerata corrispondenza che hai con una sconosciuta amica di piuma.”  Suppose Leila
Il giovane sbatté le palpebre un paio di volte, come  se non avesse capito la frase pronunciata dalla Corvonero.
“come lo sapete?”
“Storia lunga.”
“Ah.”
Remus riprese a sfogliare distrattamente il libro, che aveva sotto mani, senza riuscire a distinguere quelle macchie d’inchiostro che dovevano essere frasi di significato connesse fra loro.
“Chi è?” chiese Lily
“Si chiama Ive. Ha 16 anni, le piacciono i fiori, e la pasta al sugo.” Rispose Remus arrossendo per ciò che aveva detto.
“E’ buona la pasta la sugo!” affermò Leila.
 Lily rise  apertamente nel vedere quanto imbarazzo metteva il suo amico. Il dolce e sensibile Remus Lupin. Il migliore amico per eccellenza, secondo molti punti di vista.
Anche lui, tuttavia aveva bisogno d’amore.
“Non c’è nulla di male ad essere innamorati, lo sai?”
“Chi,i-o? guar  –da io... no –n... non so-no mica...in – na – mo... rato...io.” balbettò più rosso che mai.
Lily e Leila guardarono il lupacchiotto,il quale a dirvela tutta, sembrava tutt’altro che spaventoso, sembrava più un cucciolo indifeso molto spaventato. Era tenero quel Remus, talmente tanto che le due non poterono che ridacchiare deliziate.
“E’, so-lo un amica... con cui scambio...insomma scambio pareri sui compiti e le lezioni, ecco.”
“Sì certo, e tra questi rientrano la pasta al sugo e i fiori dico bene?”
“Che centra! Dovevamo far conoscenza in qualche modo!” esclamò  alterato quello.
Lily  sganciò una gomitata alla mica che si scusò immediatamente. Perché tanta agitazione? Perché Remus voleva chiudersi ermeticamente? Impenetrabile su certi punti di vista?
E, l’unica ragione possibile era la volontà di nascondere un grande dolore celato dentro di lui, un segreto pesante come un macigno.
Non era facile crederlo considerando chi fosse Remus J. Lupin; Un Grifondoro, prefetto, diligente studente dai modi gentili e affabili, divertente, moderato e riservato. Ecco, poteva essere lì la risposta, dietro a quella riservatezza  tanto accorta.
Lily, invece, sapeva cosa bruciava dentro Remus, sapeva di quel piccolo problema peloso, quanto costasse per lui, vivere un po’ della vita normale, quanto costasse un po’ di felicità.
“Come è nato tutto?”
“E’ strano, è nato tutto per colpa di uno sbaglio, credo. Io ho mandato un gufo, per avvertire dell’errore, e così abbiamo preso a scriverci.”
Cornelia, si chiese se era il caso di parlargli di ciò che lei e Sirius sapevano, perché  quasi certamente, Remus non era stato agganciato per sbaglio.
In quello stesso momento nella sala comune di Tassorosso, quella conosciuta con il nome di Ive, se ne stava lunga sul letto a pensare.
Aveva una cotta per Remus da molto tempo, senza trovare il coraggio di parargli, poi, le è stata suggerita la soluzione al suo problema, ed era filato tutto liscio. Le veniva ora chiesto il prezzo per quel sevizio che le era stato offerto.
Non sapeva cos’era quel liquido scuro in  quella boccetta, ne tantomeno cosa rappresentasse lo strano talismano: “La soluzione a tutto”
Tutto cosa? Alla sua timidezza? A cosa? Loro volevano qualcosa da Remus come lo voleva lei, però, quanto potesse essere differente era del tutto sconosciuto per lei.
Ive voleva un bacio, mentre quei altri volevano l’inferno.

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Capitolo 21
*** Il lupo in lui ***


Angolo dell'autrice:
Buenas Noches!
Come mio solito posto in orari allucinati! Posto, fra l'altro, un capitolo insignificate, ma abbiate pazienza, perchè ultimanete sono stata impegnata, e fra l'altro il tempo degli esami si avvicina sempre di più... incombe anche due relazioni da dirigere, e anche una Tesi da iniziare. sono proprio esaurita, credetimi.
E cosa faccio io? mi intrico in un idea pazzescamente contorta e complicata, da allungare i tempi della pubblicazione dei capitoli...ahi, ahi!
Ci vorrà un po' ma troverò la soluzione giusta, fidatevi!
Se poi, avete anche qualche consiglio, ben venga!
Tarantella20:Remus, è così, ha due alter ego, uno conosciuto da tutti, l'altro nascosto ai più; E, è questa sua duplicità ha renderlo uno dei personaggi più interessanti!!!! anche a me fa tenrezza, io adorooo Rem!e mi sento molto in colpa per dargli tenti di qui problemi... Hermione12: grazie per i complimenti!!! sei gentilissima, e,prometto che presto arriverà qualcosa di nuovo! Ok, vi lascio alla lettura del mini capitolo!
Fanny
*****

“Avvertirlo di cosa?”
“Idiota, di quello che abbiamo sentito!”
Sirius  appoggiò la schiena nuda sulla fredda parete e prese una sigaretta accendendola prese a espirare il fumo.
Leila era seduta con addosso le intricate lenzuola impregnate ancora del odore e dell’amore che si scambiarono.
Percepiva uno strano sentimento nel suo giovane amante quasi a dubitare che quella fosse  una buona cosa. Che passava per la testa di quel decerebrato? Già, poi, non era tanto sicura che avesse tutte le rotelle apposto.
“Sei sicura che quella con cui parlava il tizio fosse  davvero quella che scrive a Remus?”
“No, ma, abbiamo sentito molto bene di chi parlavano e abbiamo sentito anche la parola “Corrispondenza”, o sbaglio? E, dimmi, quante persone possono scrivergli contemporaneamente?”
  “...Smettila di fumare!” urlò esasperata da quel odore acre.
Sirius, buttò la sigaretta svogliatamente, e guardò Leila senza fiatare, senza esprimere ciò che la sua testa diceva, forse perché non sapeva nemmeno come comportarsi.
Lì, c’era di mezzo un grosso segreto, il quale avrebbe potuto rovinare l’esistenza tranquilla di Remus. Dal tra parte,  non sapeva se si trattasse di quello, però quello strano presentimento che gli pungeva dentro, non lo faceva stare tranquillo manco per poco.
Piego la testa nascondendo i suoi occhi fra i capelli scuri.
“Sirius...”
Due mani delicate si posarono sul suo viso  per tirarlo su, e lasciare che suoi occhi contemplare quei occhi  d’angelo azzurro che brillavano come stelle.
“Cosa ti prende? cosa c’è che ti preoccupa tanto? Se pensi che è importante diglielo Sirius. Ma, se una cosa di poco conto, aspetta e vedi cosa accade, anche se, sono convinta, che sia meglio parlarne. Dirlo ora, significa non dirlo poi, quando forse è troppo tardi e diventi più difficile dirlo.”
“Hai ragione, tu...”
*****
“Ero convinta che il professore avesse in mente un altro dei suoi compiti a sorpresa!”  esclamò Lily sollevata
“Ormai si avvicino gli esami, e  i M.A.G.O  per cui non avrebbe senso, no? spiegano e ci riempiono di compiti.” le fece notare Remus.
“ Esattamente... costringendoci a sprecare moltissimo del nostro prezioso tempo!” sbuffò James al quanto infastidito.
Non aveva nessun problema  con i compiti e la sua media era alta, ma, in ogni caso, c’era un campionato da seguire, e per lui era di una vitale importanza.
Remus alzò gli occhi al cielo facendo ridere Lily. In quel momento, al lupacchiotto gli fece male   la testa, una fitta dolorosa come quando qualcuno ti urla dentro l’orecchio.
“accidenti, quelli del primo anno sono i più rumorosi, che abbia visto fin ora.” disse osservano quel gruppetto infondo al corridoio, stizzito. una bella strigliata nona avrebbe che giovato.
“Cosa?”
“Beh, certo sempre secondi a James e Sirius!” sottolineò lui, vedendo l’espressione dei suoi amici.
Espressione fin troppo sorpresa,a dire il vero, Lily stringeva gli occhi per vedere quei quatto monelli, James si pulì occhiali per vederci meglio.
“Remus, come hai fatto  a capire chi erano?”
“ anche a sentirli?”
Come?
Remus girò il volto accorgendosi all’improvviso che in effetti, erano troppo distanti da quel gruppo di ragazzini, per poter capire che si trattasse di primini.. perché lui li aveva visti così bene? perché sentiva così bene, come se fossero lì accanto a lui lontani pochi passi.
Si accorse, anche lui della stranezza, quel corridoio non gli era mai apparso così lungo,ora. Lungo ma per lui così vicino.
“ E’ probabile che  sia per via della prossima Luna molto vicina, no?” cercò di tranquillarlo James.
“Sì, forse i tuoi istinti hem.. animaleschi sono più forti, magari.”

Vedrai che non sentirla più male... fidati Remus.

Remus non rispose, mise una mano nella tasca e ne strinse il contenuto. No, era solo la sua immaginazione.
“Avete ragione! sarà per quello.”

Si sentiva strano, Remus, sentiva dei sentimenti strani, lui. era così energico, così forte,  e di solito prima del novilunio si sentiva sempre troppo stanco, quasi da non riuscire ad andare avanti,  non si era mais sentito così in forze.
Si sentiva anche più libero di esprimere i sentimenti, rabbia, divertimento, amore, già, quasi che lui ora potesse ottenere davvero tutto dalla vita.
prima no, ora, invece sì.
Cosa gli stava accadendo? I suoi movimenti più agili, più veloci più tutto... come se stesse diventando un altro.
Prese il talismano che Ive gli aveva regalato, lo girò tra le mani e sospirò... quella ragazza aveva occupato un posto speciale nel suo cuore, eppure non aveva mai trovato il coraggio di incontrarla.
“Remus?” lo chiamò Sirius con il fiatone, appoggiandosi alla poltrona.
Il giovane alzò gli occhi  per osservare i suoi amici stremanti per il solo fatto di doverli seguire.
“Ma quanto corri?”
Un sorriso divertito, una sensazione di vera forza si impadronì di lui, era bello ma una vocina gli diceva di stare attento.
E, Lui seguiva sempre le parole del suo grillo parlante.
“Volevi dirmi questo?”
“No, c’è una cosa che non ti ho detto.”
Sirius parlò calmo e spiegò i motivi della sua preoccupazione per tale fatto, ma, era troppo poco anche per Remus capire e accettare che qualcosa non quadrava.
“Non m’importa. sono stufo di dovermi nascondere sempre! sono quello che sono e la gente deve accettare, altrimenti problemi loro!” esclamò chiudendo il discorso.
I suoi amici lo guardarono allontanarsi consci che qualcosa stava accadendo, e di certo non era un bene.

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Capitolo 22
*** Conoscenza oscura parte I ***


Era soltanto uno scienziato, un amante della conoscenza, e, conoscere significa rischiare.
Ma, Conoscenza è anche potere, e attraverso il potere si può raggiungere anche fama e ricchezza.
Il suo nome era Raye BAKER .

La condanna peggiore, la maledizione più terrificante, ecco, tutto ciò di cui un essere umano è costretto  a vergognarsi, a rinnegare, a celare, a umiliarsi, perché non debba diventare un punto di forza?
Funzionava così il suo esperimento: l’amuleto se portato addosso una settimana prima della Luna piena, avrebbe spinto  gli istinti, e la forza del soggetto sperimentale senza una vera e propria trasformazione; In sostanza, trovarsi di fronte al Lupo Mannaro senza rischiare di essere sbranato. Il rischiò di una aggressione non era pari a o, però grazie al soggetto prescelto gli si avvicinava molto.
Un ragazzo il quale portava i segni della convivenza con i maghi, dal temperamento mite, permetteva una certa sicurezza.
Peccato che Silente non aveva acconsentito, e avrebbe dovuto fare di testa sua, con il piccolo contributo di suo figlio Wolf.
**********
Remus sudava freddo, il respiro affannato, la vista appannata,  si senti va male, la testa che scoppiava di suoni, il naso pieno di odori nauseanti.
Aveva perso il controllo di se, sei suoi muscoli, della sua testa, lì appoggiato al muro. davanti a lui, una ragazza minuta dai capelli biondi, che lo guardava preoccupata.
“Finirà presto Remus.”
“Chi sei?”
“Ive, sono io. ti ho visto così pallido, e ho pensato che ti sentissi poco bene.”
“Sto bene.”
“Ah, ah...passa infetta, già è diventata rossastra.”
“Cosa?”
“Ma sì, la pozione. quella in cui il talismano a versato il tuo potere. dicono, che, se la pozione diventa rossa come il sangue si avrà l’anima del lupo. per svegliare la bestia che c’è in ognuno di noi. e, quando accadrà non soffrirai più, lui l’ha promesso.”
Qualcosa in Remus si risvegliò, e si accorse in un solo momento di essersi cacciato in un grosso guaio, per di più, tutto da solo.
“Mi avevi detto che quel talismano era solo un portafortuna per gli esami, Ive.”
“Ho mentito... ma, mi ha costretto... io, volevo solo conoscerti e, lui mi aveva detto di potermi aiutare... ma in cambio voleva una cosa.”
“Chi, Ive? chi è che voleva questo?”
“Lui, Baker Wolf.”
Okey, era nella merda più totale.  Conosceva I Baker per fama, e conosceva i loro sperimenti in riguardo ai Lupi mammari. sapeva anche che qui tizi erano in contatto con Fenrir Greyback , che aveva accettato stranamente di collaborare.
Sì, certo, quando qualcuno inizia a parlare di “Supremazia” , “ razza superiore”, Vedetta”, “Rivincita”,  era facile da loro credito.
Ma, I Baker volevano solo utilizzare la forza dei Lupi a loro vantaggio.
“Ascolta, Ive, ora tu vai subito a parlare con Silente si questo, e per favore, non dare retta più a gente del genere, vende fumo. probabilmente, mi sta ammazzando.”
Passi frettolosi, che piano si spegnevano.... il silenzio, il buio, il nulla.

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Capitolo 23
*** conoscenze oscure parte II ***


ANGOLO AUTRICE:
Vi annucio, ed è ufficilale, che siamo arrivati alla fine della storia  gioia e dolori, sia per me che per voi. questo è l'ultimo capitolo, e sto già lavorando sul l'ultimo per regalarvi un bel finale!
 Aprofitto per ringraziare chiunque abbia seguito questa pazza e contorta storia, chi ha commentato, chi l'ha inserita tra i preferiti o seguiti, e sono in molti... GRAZIE!  Se  Amarsi o dimenticarsi è stato frutto di tante soddisfazioni  il merito è vostro che l'avete letta!
Mi scuso anche per l'assenza ma ultimanente ne ho fatte tante, anche troppe.
un po' mi dipiace di essere alla fine, ma come si dice, la fine di una storia, è sempre l'inizio di un altra.
Fanny'87

Trovarono Lunastorta riverso a terra privo di conoscenza, la febbre alta e il viso madido di sudore freddo.  
Dalla cera che Remus aveva i suoi amici capirono che doveva stare molto male, senza capirne la causa. L’ultima cosa, che chiedevano, era che lui stesse male, speravano sinceramente di passare un po’ di tempo tranquilli, ma il destino non voleva accontentarli.
“ In situazioni come queste che rimpiango veramente la vita noiosa ma tranquilla di quando ero solo una babbana!” ribadì Lily esasperata da quei infiniti guai che li tormentavano.
“Però non mi avresti mai conosciuto, e questo è sicuramente un punto a favore!” fece notare James.
“Non ne sono così sicura.”
Sirius ridacchiò divertito mentre James metteva una di quelle sue espressioni offese.
“Portiamolo da Madame Chips, subito.” continuò lei china sull’amico, impegnata a misurargli la febbre.
“Accidenti, parla anche nel sonno!” notò Sirius chinandosi a sua volta verso le labbra dell’amico per capire cosa dicesse.
“Ho bisogno di carne... di sangue... ne ho bisogno...”  udirono più di un sussurro, sconcertante, incredibile.
“Avete sentito?”
“Yeah, deve centrare il piccolo problema peloso. non ne ho dubbio.” rispose James.
“Che facciamo?” chiese preoccupata Lily.
“Direi di dargli bistecche crude ancora piene di sangue e aromatizzare tutto con un po’ di rosmarino.”
“Sei disgustoso, James. che ti viene in mente?!”
“dai, Lily è per sanare il suo appetito, no?”
Sirius attirò l’attenzione dei due  facendo loro presente che Remus stava male, e che avrebbe gradito un aiuto a trasportarlo in infermeria, infondo non potevano fare altro.  già tanto era stato il comportamento del lupacchiotto figuriamoci quello.
“Dai, James, aiutami! andiamo dalla Chips!”
Mentre  si davano  da fare per aiutare Remus, dei passi veloci e severi  si avvicinavano implacabili, prima che i ragazzi avessero il tempo di alzare lo sguardo si trovarono di fronte alla professoressa Mcgranitt e all’infermiera. con loro, però, c’era anche una ragazzina  che tremante se ne stava in disparte.
Furono rispediti a letto, o, almeno ciò che la professoressa di Trasfigurazione aveva intimato loro di fare.
Senza una spiegazione, senza dire più nulla di non preoccuparsi perché a Remus avrebbero pensato loro, se ne erano andate veloci come erano venute. dar spiegazioni a degli studenti era poca cosa, alla fine, era un futile spreco di tempo, chissà, e se c’entrava il piccolo problema peloso, potevano stare certi che a loro nulla avrebbero detto.  Morale,  avrebbero dovuto fare da se.
“Il mistero s’infittisce.” disse Ramoso guardando il corridoio deserto.
“NO...” sussurrò la ragazzina, la quale con passo malfermo si piazzò davanti a loro, pallida, tremante e forse spaventata.
“Baker.”
Un solo nome e tutte le informazioni del modo.
*******
“E’ quello laggiù con i capelli corti e il viso squadrato da farlo a somigliare ad un pitbull.” disse Leila  fingendo di avvinarsi di più a Sirius per baciarlo. Il ragazzo strinse a sé la ragazza, un po’ per approfittarne e un po’ per stare al gioco della ragazza.  
“Sei sicura?”
“Yeah.  Quello è Wolf S.Baker; la sua famiglia entra nella lista di quelle da cui ben guardarsi. Non sembra, eppure quello proviene da una famiglia parecchio nota. sia chiaro, non quanto la tua, amore.”
“Ah sì? non importata, giusto perché ora è lui che farebbe meglio a guardarsi le spalle.”
“Posso venire a conoscenza delle tue  brillanti intenzioni?” chiese Cornelia divertita dall’espressione arcigna che il suo ragazzo aveva assunto.
Ogni promessa era debito per Black, era notizia diffusa, e ciò non lo aveva mai messo in dubbio; dev'essere questo che la spinse a domandare, per preparasi alla valanga di problemi che sicuramente avrebbe portato dietro, inondandoli.
“Domanda stupida: pestarlo a sangue.”
“Risposta altrettanto stupida.”
“Cosa ti  aspetti? a domanda si risponde: stupida la domanda stupida è la risposta.” notò Sirius come se quella massima fosse così semplice, chiara tanto che anche i sassi ne erano a conoscenza.
Cornelia  sospirò, a questo punto rassegnata ad accettare il risultato delle sue scelte e con lui anche quel cretino così com’era.  spiegò,  piuttosto che niente tentò,  al suo giovane amico la situazione dei fatti.
In sostanza, secondo  la bionda,  il presunto pestaggio ai danni di Baker era  uno spreco di energie giacché il corpo insegnate doveva essere venuto a conoscenza della presunta colpa del essere, dunque una bella punizione  era già pronta per lui.
“Cornelia, tutto è più complesso di come sembra. quando si tratta di Remus  tutto è sempre MOLTO  più complicato.” ribadì Sirus prima di catturare  quella labbra rosse in un bacio famelico, in una danza sensuale e bruciante.
“su, mettiamo in atto il piano, e tutto ti sarà chiaro. però prima devi promettermi una cosa.”
“cosa?”
“qualunque cosa scoprirai non ti farai prendere dalla paura, e che, rispetterai sempre Remus.”
Promesso, e cos’ sia.

Mettere con le spalle al muro Baker si rivelò più facile del previsto, disarmarlo e appenderlo a testa in giù, ancora di più.
Lily faceva il palo sulla porta mentre James e Sirius si occupavano del interrogatorio. Leila prendeva appunti su qualsiasi cosa venisse detta in quella l’ultima stanzetta, dell’ultimo piano.
“Baker, Baker... non pensare di cavartela, perché non è così.” apostrofò James.
“Noi sappiamo. dunque, non renderci le cose difficili”
“canta.” finì per l’amico Sirius.
“Se non lo fai saranno dolori... e sai no, che I Maurders mantengono sempre le loro promesse.”
“E’ nel codice d’onore dei Maurders: le promesse sono promesse. che sia un bacio che sia un pacco di botte.”
Leila seduta sul banco sospirò e alzò gli occhi al cielo: qui due dovevano sempre scherzare.
Wolf Baker, però, prese tutto tremendamente sul serio e siamese di dimenarsi, urlare, perché tanto sapeva che quei due lo avrebbero torturato fino allo sfinimento non prima di aver ottenuto ciò che volevano.
“E va bene, ma mettetemi giù.”
“Saggia decisione!” esclamò James liberandolo dall’incantesimo. tuttavia Felpato lo teneva sotto tiro.
“Se scappi, sei morto.” sibilò minaccioso.
Wolf sospirò asciugandosi il sudore dalla fronte: “Dite di sapere, dunque non è niente di nuovo se dico che Lupin è un Lupo mannaro.”
“smettila con i preamboli se non vuoi qualche bella maledizione! non ti abbiamo preso per dirci questo. avanti.” disse James.
Sirius lanciò un occhiata a Leila,la quale era rimasta impassibile.
“Va bene, calmatevi... Non molti sanno che mio padre ha avuto l’opportunità di studiare diverse congregazioni di lupi mammari. Ne ha studiato le qualità, osservato le trasformazioni e quant’altro.  ad una maledizione simile non c’è rimedio. nessuno sa come, ne perché ma un uomo morso da un altro lupo si trasforma una volta al mese.”
“sta scritto in un migliaio di libri, Baker. non necessita che tu lo ribadisci, smuoviti.” ordinò Leila gelida.
“volete sapere, almeno abbiate un attimo di pazienza, che cavolo! mi brigo, va bene...” disse vedendo pericolose scintille uscire dalle bacchette di Ramoso e Felpato.

“L’esperimento di mio padre, perché è lui l’artefice, è quello di risvegliare l’anima del lupo assopita in Lupin.  ad ogni Luna piena l’uomo perde ogni conoscenza di sé, e si trasforma in una bestia, con una forza enorme, i cinque sensi più sviluppati, e tutta una altra serie di conseguenze. risvegliando questa anima, secondo mio padre, il mannaro potrebbe utilizzare queste qualità senza la necessità di aspettare la luna piena e senza perdere ne ricordi ne conoscenza.”
“ Notevole...” notò James.
“Una settimana prima del plenilunio ho fatto dare un amuleto capace di risvegliare influenzato dal periodo proprio “Anima.” più quella si desta e più una pozione denominata anima del lupo diventa rosso sangue. praticamente, è  questo quello che doveva accadere.”
“E dopo? ottenuta la pozione?” chiese Sirius.
“beh, secondo mio padre è quella che permette di controllare il poter e la forza del Lupo mannaro.”
“Funziona?”
“Beh, no. è  ancora in fase sperimentale.”
“Remus era la cavia. C’è una cosa che non capisco. come è arrivato tuo padre a una ipotesi simile?” chiese Leila.
“ conoscete, un tizio di nome Fenrir Greyback? E’ un lupo mannaro di professione. si diverte a mordere la gente, soprattutto i bimbi, per poi allevarli alla insegna della licantropia.”
“Oh, lo sappiamo bene...” disse sprezzante James.
“Greyback, con il tempo a perso la fisionomia di un uomo diventano più simile a un lupo, capace di mordere senza essere trasformato. è questo caso che ha spinto, mio padre a credere che, ci sia un modo, a parte la trasformazione, per utilizzare la grande forza di un lupo mannaro. comunque, la pozione è stata confiscata da Silente.”
“Il quale non era d’accordo sulle ricerche condotte da tua padre, vero? ecco perché ha chiesto a te,non è così?”  provò ad indovinare Sirius.
“Tu hai utilizzato una cotta da ragazzina per i tuoi scopi, eh?” continuò James.
Baker non rimase altro da fare che annuire sconfitto.
Lo scopo di Baker segnor era semplice da capire: utilizzare i lupi mannari, con la loro forza i loro sensi pronunciati, vista acuta al buio, olfatto e udito supersonici per lavoro socialmente utili, così da impiagare risorse preziose che altrimenti sarebbero inutile.  Lodevole non c’è che dire!

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Capitolo 24
*** dimenticare ora sì, poi chissà! ***


Angolo dell'autrice

E' tempo di bilanci, anzi, diciamo che do i numeri, e non in senso metaforico: questa storia è stata vista ben 2115 volte, 51 commenti, inserita 21 volte tra i preferiti, e 8 persone che hanno pensato che valeva la pena seguirla inserendola nelle loro storie seguite, e io non ho parole per quanto ne sia rimasta sorpesa e non posso nemmeno dimostravi a parole quanto mi abbia fatto felice. E, pensare che io fossi convita che non valesse nemmeno la pena di scriverla! ah, non ci credete? sta storia lo rivoltata come un calziono, avrò fatto non so quante versione, preso, lasciato ripreso. 
UN grazie di cuore a:
clairefraser 
 Contessa_miseria
DANINO
 elenapg
 fairy_lullaby
 francydenis
 hermione12
 Lady blue
 Lars Black
 mick_angel
 ninny
 PrincessMarauders
Remus J
 sihu
SkAnNeRiZzAtA
  Thaleron
 Wolverine
Zarkyna
 zenity_jazery
Alohomora 
 ArwenBlack
 Azah Black
 ElseW
 lily D G
 Ringrazio in paricolarmodo  Tarantella20 ( pensavi che m'ero dimenticata,eh?) che ha commentato pazientemente tutti i capitoli, senza tralasciarne uno! Lo so,  io sono peggio di un geroglifico e che vado costantemente intrpretata, e  chiedo  scusa se non sempre sono stata chiara nel spiegare quello che avevo in mente! Non per niente mi aspetto un posto all Ufficio Complicazione Affari Semplici! grazzie mille per tutti i complimenti, che non sono sicura di meritare. 

Bene, è l'ultimo capitolo, e spero di non avere  deluso nessuno con alla fine e che mi lasciate un commentino piccolo piccolo,volete?
Buona lettura!
Fanny

Ps: perchè interessa, forse sto pensando ad un continuo... ma, nulla è certo!

**********
Il caldo soffocante estivo opprimeva le loro pelli, pressava su loro apparato respiratorio, polmoni e trachea compresa, stressati, sfiancati, esausti.
Dopotutto, erano felici, si erano diplomanti, e aspettava loro una meritata vacanza, magari un bel viaggio in qualche luogo tropicale, sole e mare, e Notti brave.
“Non che l’idea non sia piacevolmente allettane, ma guardiamoci in faccia, una vacanza con l’aria che tira possiamo solo sognarcela!” esclamò Leila interrompendo i vaneggiamenti di quel pazzo del suo ragazzo.
“E dove sta scritto? chi mi impedisce di partire, Lord Voldemort? se vuole  ucciderci aspetterà che torniamo a casa.” rispose pronto Sirius.
“Merlino, è possibile che non predi la cosa seriamente?” chiese stizzita Leila.
“Tutto il contrario, amore. Noi e gli altri abbiamo deciso di essere in prima fila, in questa guerra.”
Cornelia nonostante il caldo fu percorsa da un brivido lungo la schiena, non c’erano scorciatoie da prendere, ne vie di fuga possibile, la guerra era alle porte, l’oscurità di tempi bui stava pian piano sorgendo. Era la cruda realtà.
“ma penso, che, finché possiamo è giusto  godersi la vita! Non possiamo permettere ad un pazzo di toglierci il sorriso, nonostante tutto quello che accade, c’è sempre  qualcosa di bello che accade,no?”
“Ma, sì, hai ragione.”
“Come sta Remus?”
“Bene, a parte la brutta amnesia che sembra averlo colpito improvvisamente...”
Leila ridacchiò, capendo ciò che il suo accompagnatore ufficiale voleva farle intendere.
“Non possiamo biasimarlo. Credo sia comprensibile.”
Molto, pensò Sirius, anche se, a dirla tutta, considerava il silenzio stampa di Remus solo un buon pretesto per dimenticare lui stesso tutto quanto.
Era stato l’anno delle domande senza risposta quello, c’aveva provato in tutti i modi per  venirne  a capo, invece, ci capiva sempre meno;  Dare per scontato le emozioni era il suo mestiere, eppure ormai non riusciva più a fare a meno di pesare che tutto fosse dannatamente sbagliato.
Amare, era un affare assai grosso, per poter essere messo da parte, ci puoi provare, ma, appena può ti mette nel sacco un'altra volta.
Sirius annuì con poca convinzione, anche se non  era poi così importante crederci o no, Remus prendeva sue decisioni autonome, come giusto che fosse, dunque ciò che pensava lui passava in secondo piano.
“A cosa pensi?” chiese Leila
“Che Remus pieno di peli era davvero buffo. soprattutto quando ci ringhiava a dosso e i peli si arruffavano tutto, era così carino...” rispose ridacchiando Sirius
“Deve essere stato terribile scoprire che non si era completamente trasformato!” fece notare la ragazza per riportare il discorso su un piano più serio.
“Non era previsto, piuttosto. lui non aveva preso la pozione, dunque si pensava che i malesseri rafforzati fossero l’unica controindicazione.”
Cornelia scoppiò a ridere lasciando sorpreso Sirius, tanto era convinto che la sua bimba prendesse la cosa molto seriamente. Era così, ciò che la fece ridere fu che, per la prima volta aveva colto Black nel fallo, nelle mille sfide che si erano lanciati mai una volta era accaduto, ora a sorpresa quando non le importava più quel desiderio si avverava.
Strano il destino.
“Infatti, prima di dare l’amuleto a Remus questo doveva essere imbevuto con il decotto, per creare il legame con il possessore suppongo, e credo che, il sangue faccia il resto.”
“Com’è che non ne ero al corrente?”
“Poca attenzione? zero senso di osservazione?  O forse entrambe le cose? vedila come ti pare Black, ma la risposta credo sia evidente.”
Sirius prese il suo viso e lo baciò con passione le sue labbra sussurrando “Questa me la paghi”, anche se tutto passò nell’ oblio e ciò che rimase furono le loro bocche che si nutrivano del loro sapore avidamente.
“Andiamo, che faremo tardi e non voglio sorbirmi una filippica sull’importanza della puntualità.”
“Comunque, quell’esperimento non è servito a nulla.”
“Dici?”
“E’ l’evidenza dei fatti a dirlo. Anche se Silente non fosse intervenuto  probabilmente, Remus avrebbe sputato pelo solo un po’ più al lungo di una settimana!”
“ In parte è vero. E’ stupido pensare di riuscire al primo colpo come è stupida l’idea di volere utilizzare la forza dei lupi mannari , ciò nonostante quelle ricerche non sono così inutili. Basta capovolgere il concetto di base, il motivo di fare certe ricerche. Uno degli effetti principali che Baker voleva ottenere era quello di eliminare l’aggressività dei Lupi mannari, giusto? E in qualche modo ha dimostrato che è possibile mostrando la strada per ottenere di rendere innocui i lupi durante la luna piena e anche come rendere meno terribili le trasformazioni. La strada è lunga, però so che alcuni maghi hanno iniziato ad interessarsi a questa prospettiva, e che ci piaccia o no, il merito è di quel pazzo del professor Baker.”
“Si vede che sei una Corvonero!”
“Cioè che sono nettamente superiore a te per intelligenza e sagacia?”
“Oi, vedi non allargarti troppo! ah siamo   arrivati!” esca lamò felice Sirius. aveva intravisto la casetta e guardando l’orologio aveva visto che erano arrivanti in tempo.
“Un ultima cosa, con  Ive?” chiese titubante.
“Non ha più voluto vederla, ma lei non lo ha mai cercato. Non l’ha presa bene come te evidentemente...”
“SIRIUUUUS!” urlò una voce spalancando la porta della casa.  Quasi senza accorgersi una mocciosa dagli improbabili capelli rosa  si fiondò fra le braccia di Sirius.
Un adorabile peste, fra parentesi.
“Ciao Tonks!” esclamò prima di stampare un bacio sulla guancia di Tonks.
“ Perché non hai portato il mio futuro sposo?!”
Dimenticare sì, ma un giorno chissà. The and

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