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di Fwooper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***



Capitolo 1
*** 1 ***


ADA
Salve a tutti mi chiamo Tonia e forse qualcuno di voi mi conosce già per la mia serie di racconti sugli Avengers, o per altri racconti. Ho una serie incompiuta che non posso finire perché non ho l’ispirazione, si chiama: “TORMENTI” ed è presente su questo sito. Ho scritto anche un altro racconto in collaborazione con delle mie amiche e anche quello è in fase di completamento. Questa storia invece che state per leggere e originale ed farina del mio sacco. Vi prego di dirmi cosa ne pensate, il suo continuo dipende dal vostro gradimento. Tengo a precisare che non è il mio genere, ma che pubblico comunque il primo capitolo perché è piaciuto a chiunque l’ha letto.
Siate clementi e recensite, con affetto Nia.
                                       
 
 
<< Secondo te è una cosa giusta? Io sono già nel treno. >> Gli occhi della ragazza saettarono nei posti vuoti accanto a lei, e si spostò una ciocca di Capelli corti dal viso con fare impaziente.  << Se mi avessi avvisato prima, non mi sarebbe importato di perdere i soldi del treno, non ci sarei venuta .>> Un altro gesto di impazienza, si passò la mano sulla fronte che si stava già riempiendo di goccioline per la frustrazione, non era possibile che dopo tanti piani per quel weekend nella capitale le sue migliori amiche le dessero buca, tra l'altro non si trattava di dare buca solo a lei, ma anche a Isabella che già le aspettava lì. << Non mi dare ragione Amanda, la ragione e degli sciocchi. Siete sicure di prendere quello delle 12:30? Io vi aspetterò in Hotel, spero che Isabella non se la prenda, Mi raccomando non perdete tempo. >> Si tirò indietro il ciuffo e lo legò con una piccola forcina pescata dalla borsa durante la urlo chiacchierata con la sua amica, continuò ad ascoltare in silenzio le sue scuse e quando il treno con uno scossone si mise in movimento terminò la chiacchierata con un semplice saluto. Le sue migliori amiche, Amanda e Victoria erano sempre in ritardo, erano due sorelle benestanti che vivevano nella parte a bene della città, non erano gemelle, avevano due anni di differenza ma il modo di pensare, gli stessi gusti e quello speciale modo di essere diverse ed uguali insieme le rendeva più simili tra di loro di quanto avessero il coraggio di ammettere. Nia le aveva conosciute tre anni prima, si trovavano tutte al Comicon per un'importante occasione; una parte del cast del loro film fantasy preferito era giunto nella capitale per partecipare a quel grandioso evento e loro non avevano voluto perderselo. L'amicizia era nata per caso, Nia indossava il cosplay di una famosa principessa e Victoria le si era avvicinata per una Foto, poi avevano iniziato a chiacchierare, sulla scelta del cosplay, sul perché erano al Comicon, e scoperta la passione che avevano entrambe per Harry Potter, e la provenienza dalla stessa città, si erano scambiate i numeri di cellulare; La loro amicizia da quel momento era decollata, e aveva coinvolto anche Amanda. Nia ed Amanda erano coetane, con gusti estremamente differenti, se a una piaceva il bianco all'altra automaticamente piaceva il nero, Victoria era il catalizzatore, e mediava per far vivere tutti nel grigio. "Prossima fermata Roma termini" la voce dall'altoparlante la fece sobbalzare, chiuse il libro che si era portata per il viaggio e aggiustò tutti o suoi oggetti nella borsa, il suo weekend lungo a Roma stava per cominciare.
 
 "Il divorzio è sempre una brutta gatta da pelare, soprattutto se di mezzo ci sono i figli". Lui questo lo sapeva. Si appoggiò con delicatezza allo schienale della poltrona e guardò il bicchiere che aveva tra le mani, stava per tornare nella terra che per tanti anni gli aveva dato la popolarità, una popolarità che aveva deciso di lasciare quando la sua integrità minacciava di essere rovinata. Il mondo nel quale era diventato famoso, grazie al suo aspetto e a quelle doti di recitazione nelle quali poco credeva, voleva da lui un prezzo che non era disposto a pagare. I registi che lo avevano contattato dopo il suo ultimo film gli avevano chiesto favori sessuali in cambio di qualche parte, favori che lui non era stato disposto a concedere, e così piano piano era finito nel dimenticatoio, anche se c'era ancora qualche fan che sentiva la sua mancanza. Alzò lo sguardo sulla hostess che gli sorrise dolcemente, sapeva di essere ancora affascinante nonostante i suoi quarantasei anni, il suo aspetto in vent'anni era mutato di poco, regalandogli qualche ruga che secondo la sua ex moglie lo rendeva ancora più sexy, e allora Perché Angela dopo diciotto anni insieme aveva preferito un ragazzo di trent'anni a lui? Non si sapeva dare una risposta, forse perché il loro rapporto era diventato monotono e scontato, o semplicemente perché aveva perso il fascino da bello e dannato, acquistando quello di architetto. Porse il bicchiere alla signorina e puntò i suoi occhi azzurro cielo in quelli verdi della Hostess << Grazie lei è stata molto gentile >> Benché conoscesse alla perfezione l'italiano non gli piaceva parlarlo, lui era più portato per il francese e ovviamente per la sua lingua madre, ovvero l'australiano; la giovane contraccambio il suo sorriso e gli ricordò che la fase di atterraggio era vicina e che dunque doveva allacciarsi la cintura, lo fece in un impeccabile inglese e lui ubbidì all'istante allacciandosi la cintura ed emettendo un sonoro sospiro, la sua vacanza lontano dai problemi di Sidney stava per cominciare, e l'ansia di sapere se Roma era ancora bella come l'aveva lasciata gli fece assumere un aria accigliata, la stessa aria che per dieci anni aveva fatto battere i cuori di milioni di adolescenti in mezza Europa.
 
<< Eccola qua! La mia folle preferita! Ma da quant'è che non ci vediamo? Mi avete lasciata qui a Roma tutta sola! >> Nia guardò Isabella che era più bassa di lei di una ventina di centimetri e magra come un elfo e sorrise facendo cadere la valigia e abbracciandola forte, si erano conosciute da meno di un anno e mentre ancora creavano un rapporto lei aveva deciso di punto in bianco di trasferirsi a Roma per studiare recitazione. << È bellissimo vederti lo sai? Mi dispiace solo che Amy e Vic non c'è l'abbiano fatta ha prendere il treno, ma hanno detto che ci raggiungeranno direttamente al nostro albergo, il tuo appartamento e lì vicino no? >> Isa si era offerta di ospitarle, ma le ragazze avevano declinato l'offerta sapendo dai racconti della ragazza quanto le sue coinquiline fossero pesanti, e avevano preferito optare per un albergo economico ma confortevole, << Ma si tranquilla Nia, hanno l'indirizzo e ci si arriva facilmente prendendo la linea uno della metrò, andrà tutto bene, sei sempre troppo paranoica! Rilassati! >> Nia sorrise e recuperò la valigia incamminandosi sottobraccio con Isa, stando attenta alla borsa, l'ultima volta che era stata nella capitale con le sue amiche avevano assistito ad uno scippo e da quel giorno era terrorizzata. << Sono un po' agitata, sta sera e la prima volta che esco in un locale da quando ho rotto con Federico e sono un po' stranita. >> Isa la guardò mentre la scala mobile le portava alla metro, qui si fermarono ad una macchinetta automatica e fecero i biglietti aspettando poi che il convoglio passasse, << Posso capirlo, quanti anni siete stati insieme? Nove? >> Nia sorrise e scosse la testa leggermente a disagio, mentre si spostava accanto ad un obliteratrice per timbrare il biglietto, parlare di quella storia le faceva male, soprattutto perché aveva trovato Federico che la tradiva e per giunta con un uomo. Prese un grande respiro prima di parlare e poi le sorrise ancora, << dieci anni, ci siamo conosciuti all'ultimo anno delle medie e da li siamo stati una cosa sola, forse e per questo che alla fine ha scoperto di essere gay >> Isa ridacchio appena e quando il treno si fermo la prese per mano trascinandola dentro.
 
Si guardò intorno con aria leggermente spaesata e si avvicinò al rullo dove le valigie svogliatamente giravano in attesa che il loro proprietario con mano scattante le prendesse, e così fece lui, prese la grande valigia nera e il borsone più piccolo blu, quando due giorni prima aveva deciso di partire la sua ultima preoccupazione erano state le valigie, voleva solo allontanarsi dall'Australia e da Angela, così aveva lasciato la sua attività nelle mani del socio ed aveva organizzata tutto per tornare in Italia. Mentre ancora si guardava in torno cercando la persona che doveva venire a prenderlo, si chiese perché avesse scelto Roma anziché Parigi lì aveva molti più amici, e lì aveva conosciuto Angela, beh forse proprio per quello non era tornato lì, per evitare i ricordi spiacevoli. Si allontanò dal rullo e distrattamente lo vide, gli anni lo avevano cambiato un po' ma gli occhi erano sempre gli stessi, lo stava aspettando sorridendo e tra le mani aveva un cartello, anche da lontano poteva vedere che non c'era il suo nome scritto ma quello di un suo personaggio. << Tu non sei proprio cambiato, ma com'è possibile? Di la verità Nick hai fatto un patto col diavolo? >> Nick sorrise e si scostò una ciocca di capelli dal volto con un sorriso, allungò poi la mano e tolse il cartello dalle mani di Riccardo, guardando le lettere dorate che formavano il nome e lo voltò verso di se guardandolo meglio, era strano che qualcuno si ricordasse ancora di lui in quel modo. Si chinò e aprì la borsa blu infilandoci dentro il cartello e rinchiudendola subito dopo, quando si rialzò Riccardo lo guardava aspettando ancora una risposta << Mhmh magari, gli avrei chiesto altro invece del bell'aspetto per sempre, piuttosto tu. Potevi mangiare di meno ed evitare di diventare un ciccione >> Riccardo lo guardò alzando un sopracciglio e prese la valigia nera, << Figurati Nicolas e un piacere ospitati per un po' nel mio appartamento, e no non è stato un disturbo venire a prenderti all'aeroporto >> Nick gli andò dietro sempre ridendo e respirò una volta uscito dall'aeroporto l'odore di Roma e dell'Italia. Finché aveva avuto con se la sua Angela nulla gli era parso importante, infondo stavano insieme da diciotto anni erano sposati da otto e avevano due figli di sette e cinque anni, nulla era più importante della sua famiglia per la quale aveva dato tutto. << Prima di andare a casa tua, facciamo un giro? Voglio vedere Roma, ci manco da quindici anni, e voglio vedere se e ancora bella come me la ricordo! >> Riccardo annui e aprì il cofano della macchina alla quale erano arrivati, posando le valigie di Nick e poi partirono verso il centro della città.
 
<< Una doccia era proprio quello che ci voleva sai? E ora sono così felice di essere qui! Roma mi piace sempre un sacco! >> Isa che ormai ci abitava da sette mesi non la pensava allo stesso modo, ma annui lo stesso con un sorriso e Nia si girò voltandole di spalle per ammirare meglio una statua sulla fontana di Trevi, era sempre bello essere circondata dall'arte e Nia amava profondamente l'arte. Dopo aver scattato un paio di foto si girò di scatto con la Nikon in mano e iniziò a scattare convinta di trovare alla sua destra Isa, invece scattò una serie di dieci foto ad un perfetto sconosciuto che sembrava assolutamente a suo agio nonostante l'aggressione non voluta. << Oh mio Dio! Mi perdoni. Non era mia intenzione mi dispiace tantissimo, io.. >> Si fermò un attimo perché le risate di Isabella che si trovava alla sua sinistra la fecero sentire immensamente stupida, l'uomo la guardò dritto negli occhi accennando un sorriso imbronciato e lei lo guardò davvero per la volta, i suoi occhi erano azzurri come il cielo, il suo viso lievemente abbronzato era liscio e quasi senza età, aveva un naso proporzionato, e poi quel sorriso imbronciato. Sbatte un paio di volte le palpebre e lo sconosciuto ancora senza proferire parola alzò una mano lunga e affusolata e si spostò una ciocca di Capelli dal volto, << Non è un problema signorina, magari me le mostra e io poi scelgo quella che mi piace di più, e magari ci mettiamo d'accordo per farmela avere no? >> Aveva uno strano accento e il suo sguardo che lento andava dalla macchina fotografica a lei la fecero bloccare, quindi Isabella prese in mano la situazione e sorrise all'uomo << La prego ci scusi, la mia amica e molto distratta, vuole davvero dare un occhiata alle foto o preferisce che le cancelliamo subito? >> Nia abbassò lo sguardo per non sembrare una stolker e sorrise leggermente rossa in volto, allora l'accompagnatore dello sconosciuto si intromise nella conversazione, << Nicolas, non far perdere tempo a queste giovani signorine e decidi cosa vuoi fare! >> L'uomo che aveva parlato era decisamente più grande delle ragazze e Nia si riscosse dal suo torpore sorridendo e poi senza togliere la macchina fotografica dal collo mostrò gli scatti all'uomo, i dieci scatti che si susseguivano lo vedevano prima sorpreso e poi con quello sguardo distrattamente imbronciato, fino ad arrivare ad un lieve sorriso. << Io direi che sono molto carine la quarta e l'ultima, non so il suo viso e cosi caratteristico, ma se lei ne preferisce un’altra, me lo dica >> Nicolas, cosi chiamava lo sconosciuto, la guardo inclinando la testa di lato << Possiamo darci del tu? Il lei che in Italia usate a sproposito mi fa sentire più vecchio di ciò che sono. >> porse la mano nella direzione di Nia che restò a fissarlo lievemente sorpresa senza fare nulla, così Isa le diede una leggera spinta e lei alzò a sua volta la mano per stringere quella dell'uomo, << Io sono Nia, e scusami ancora, sembra che oggi non me ne vada bene una, lei e la mia amica Isabella >> disse indicando la ragazza che minuta come un folletto fece un passo avanti, l'uomo le guardò entrambe e prima che potesse parlare il suo accompagnatore intervenne di nuovo << Ragazze io sono Riccardo, se aspettate un attimo qui devo dire una cosa al mio amico, un minuto sono, non muovetevi. >> Le ragazze annuirono leggermente imbarazzate e Nia riprese a fare fotografie alla grande fontana questa volta con Isabella come soggetto. << Cosa diavolo hai in mente? Non eri afflitto per il divorzio? Quelle ragazze potrebbero essere minorenni e tu le abbordi in una pubblica piazza?>> Nicolas socchiuse leggermente gli occhi e lo guardò con confusione scuotendo lievemente la testa, << Non stavo cercando di abbordare proprio nessuno, cercavo di essere gentile, e poi secondo me sono più che maggiorenni, ma perché vedi il sesso ovunque? >> Riccardo stava per proseguire ma Nicolas alzò una mano a mezz'aria e tornò dalle ragazze che parlottavano tra loro con un caldo sorriso candido, << Vi va di fare un accordo? Magari sta sera vi invito va mangiare una pizza e voi mi portate le due foto che sono venute meglio? >> Nia spalancò gli occhi e fece un passo indietro scuotendo la testa leggermente terrorizzata mentre Isabella con gli occhi socchiusi lo scrutava, << In realtà non ci va che ci offrano le cose gli uomini conosciuti in una piazza, ma possiamo vederci, con delle altre nostre amiche, ovviamente scegliendo noi il posto, e portandoti le foto. >> Nia guardò Isabella confusa e quest'ultima le diede una leggera gomitata nelle costole per farla riprendere così la ragazza sorrise rossa in volto, l'uomo annui divertito e alzò le mani in segno di resa, << Per me va bene ugualmente, e ditemi ragazze dove volete andare? >> Isabella guardò Nia che si strinse nelle spalle con smarrimento, non conosceva Roma e quindi non poteva essere d'aiuto, oltretutto era anche insicura sul da farsi, così Isabella riprese a parlare sicura, << Direi che possiamo vederci qui alle nove e poi decidiamo il posto, tanto e giovedì le pizzerie non dovrebbero essere piene, e ora scusateci ma io e Nia abbiamo un impegno. >> Così dicendo prese Nia, che ancora sconvolta la guardava, sotto braccio e se la portò via, ma una mano sulla spalla la fece fermare << Questo è il mio numero, così se non verrete potete avvisarmi .>> Isabella inclinò la testa di lato e poi prese il bigliettino con la mano libera e lo guardò socchiudendo gli occhi e leggendo il cognome dell'uomo, poi senza aggiungere altro si dileguò con Nia in mezzo alla folla, per tornare in albergo.

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Capitolo 2
*** 2 ***


<< È quindi sta sera portiamo le foto a due tizi che nemmeno conosciamo? Ma state bene? Vi sembra una cosa da fare? >> I lunghi e ricci capelli di Amanda sembravano fremere di vita propria, mentre Victoria seduta sul letto a gambe incrociate si torturava una ciocca dei rossi capelli lisci, era stata silenziosa durante tutto il racconto di Isa, << Mi fai rivedere le foto che gli avete stampato? >> disse ignorando totalmente la sorella che sembrava troppo agitata, prese le foto dalle mani tremanti di Nia e le guardò un attimo << Io direi che possiamo andare, quest'uomo ha degli occhi buoni, non credo ci farà del male >> disse, con un mezzo sorriso restituendo le foto a Nia che le guardò ancora un attimo e poi sorrise a sua volta, in realtà da quando avevano stampato quelle foto, non era riuscita a far altro che guardare quegli occhi, aveva sempre avuto un debole per gli occhi chiari e quelli di quell'uomo erano spettacolari. << In realtà anche io sono un po' preoccupata, però se decidiamo noi il posto, che male potrà mai farci? E poi loro sono in due e noi in quattro. >> mentre parlava giocherellava con una cornice che aveva tra le mani, molto semplice e di legno dentro c'era una foto sempre di Nicolas che aveva stampato di impulso ma che voleva comunque regalargli. Amanda guardò tutte con un misto di ansia e incredulità, << Questo è un complotto. E va bene! Visto che ci volete andare, chi sono io per oppprmi? Ma ricordate che vi ho avvertite. >> Detto questo si sedette sul letto anche lei appoggiando la testa ai cuscini. Erano sedute ognuna sul proprio letto in silenzio e al centro della stanza c'era Isabella con il biglietto da visita con il numero di Nicolas tra le mani. << Nia mi presti il tuo telefono? >> la ragazza pigramente glielo indicò senza alzarsi dalla posizione supina in cui si trovava e Isabella lo prese senza problemi iniziando a digitare qualcosa sulla tastiera.

Era sotto la doccia, il corpo magro e con ancora qualche accenno di muscoli era ricoperto di schiuma candida, i lunghi capelli castano scuro erano bagnati e buttati all'indietro e il suo respiro era calmo e regolare, si passò una mano sul torso per sciacquare via la schiuma in eccesso e poi fece la stessa operazione ai capelli lavandoli con cura. Aveva riflettuto per tutto il pomeriggio sulla ragazza che aveva conosciuto quella mattina in piazza, al fatto che tutto  era sembrato preparato, come uno di quei film sdolcinati che si vedevano troppo spesso in tv e per cui le ragazzine impazzivano a volte senza ritegno . Chiuse l'acqua della doccia e uscì dalla cabina avvolgendosi in un candido accappatoio e si guardò allo spacchio, un uomo di quasi mezza età che faceva il deficente con una ragazzina che poteva essere sua figlia, ma lui voleva essere gentile, solo quello. Il suo cellulare emise il suono che lui aveva destinato ai messaggi e lo prese con una strana ansia alla bocca dello stomaco, non sapeva perché ma sperava vivamente che fosse Angela che lo avvisava di qualcosa che riguardasse i bambini. Ormai il divorzio era definitivo e lui non poteva sperare che lei tornasse sui suoi passi, passò il dito sullo schermo del telefono e lesse il messaggio un po' confuso: "Hei ciao Nick sono Nia la ragazza delle fotografie, ti volevo dire che ci vediamo direttamente da Dante alle nove, chiedi al tuo amico dove si trova, sicuramente ti ci saprà portare.  Nia." Allora la ragazza aveva preso sul serio il suo invito, si tolse l'accappatoio e si infilò gli slip, dopodiché salvò il numero per precauzione e con i capelli bagnati si sdraio sul letto.

<< Il numero è straniero, ho controllato su google ed ho scoperto che è australiano. Aah ovviamente gli ho mandato un messaggio con il tuo cellulare, sai sei tu che hai ricevuto l'invito. >> Gli occhi di Nia si ridussero a due fessure e inclinò la testa di lato per capire se stesse scherzando oppure no. No non stava scherzando, lo si capiva dalla sua espressione colpevole e Nia sospirò leggermente spazientita, non voleva che Nicolas avesse il suo numero, Aveva paura di quello che lui potesse pensare di lei. Guardò L'entrata del locale e scosse la testa. << Fatto sta che sono le nove e un quarto e non si sono ancora presentati, vuol dire che ci stavano prendendo in giro. Isa ho fatto la figura della deficiente. >> Victoria dal suo posto a tavola la guardò e sorrise, per avere ventidue anni era decisamente la più calma e saggia della compagnia, << potrebbe aver avuto un contrattempo, e poi è lui il deficente se ti da buca, si perde la compagnia di quattro bellissime ragazze. >> prese un sorso d'acqua dal suo bicchiere e sorrise a Nia che sospirò. In quel momento sentì uno strano brusio dall'esterno, così si girò e vide entrare Nick con Riccardo, sorrise istintivamente; lui incideva con il suo passo lento e le gambe lunghe, sembrava un modello che sfila in passerella, indossava una camicia bianca arrotolata sino agli avambracci e dei jeans scuri e aderenti, si fermò proprio davanti a loro. << Mi scuso per il ritardo, ma c'erano sette pizzerie da Dante e Nia non mi ha dato l'indirizzo preciso, questa e la quarta che visitiamo. Io sono Nicolas >> il suo accento era qualcosa di straordinario, il sorriso sul volto di Nia si allargò accentuando il suo rossore sulle guance,  così le sue due amiche si presentarono mentre Isabella alzava una mano in segno di saluto. Nick si sedette tra Amanda e Nia guardando quest'ultima con finto rimprovero, e Riccardo tra Isa e Vic, si creò un attimo di silenzioso imbarazzo dopo le presentazioni che la voce squillante di Riccardo interruppe << Uh scusate, io sono Riccardo. Stavo ancora cercando di riprendere fiato. >> Rise e le ragazze fecero un sorriso forzato, << Allora Che fate nella vita ragazze? >> Nick guardò quel gruppetto variegato con interesse, a Sidney non si era occupato di molte donne e non usciva con ragazze così giovani da Almeno vent'anni, Nia si passò una mano dietro la nuca e lo guardò << Sono laureata da in storia medievale e lavoro come receptionist in un centro medico. >> si morse il labbro leggermente in imbarazzo per aver preso per prima la parola, gli occhi di Nick erano fissi nei suoi e lei distolse lo sguardo sempre più imbarazzata, << Sono laureata in scienze sociali, con il massimo dei voti e lavoro presso una cooperativa >> Lo sguardo di Nick si spostò su Amanda che anche se rispondeva alla domanda non lo degnava di uno sguardo, << Sto frequentando l'Accademia delle belle arti >> Nick sorrise a Victoria che ricambiò il suo sorriso e poi automaticamente si spostò su Isabella che per tutto il tempo lo aveva fissato << e tu che cosa studi? >> Isabella continuò a fissarlo per un attimo in silenzio, e poi inclinando la testa di lato sorrise, << Sono un aspirante attrice, studio recitazione qui a Roma, tu invece Nick sei un architetto? O almeno così c'era scritto sul tuo biglietto. >> Questa volta fu Nick a restare in silenzio guardandola, la ragazza studiava recitazione e lui non usciva a cena con un'aspirante attrice da una vita, sorrise e poggiò la testa su di una mano << che percorsi di vita interessanti che avete preso, quindi siete tutte quasi coetane, Riccardo che sta rimpiangendo i tempi dell'Università e un avvocato, ma da giovane ha fatto il menager di qualche meteora, vero? >> Non voleva parlare di lui così aveva sviato il discorso su Riccardo, era lì per non pensare a nulla, e parlare del suo lavoro equivaleva a parlare di casa, Riccardo che sembrava pensieroso sorrise e annui, e nel frattempo arrivò un giovane cameriere indonesiano che prese le loro ordinazioni.

<< Erano secoli che non mangiavo una pizza buona , e credetemi a Sidney non sanno nemmeno com'è fatta una pizza decente! >> Le ragazze sorrisero divertire e lo guardarono scuotendo la testa, <<  Si vede che non hai mai mangiato la pizza di Napoli, quella si che è veramente meravigliosa. >> Isabella aveva ridacchiato conclusa la frase. Dopo la cena e un paio d'ore in compagnia delle ragazze, Nick sembrava decisamente più rilassato e a suo agio, avevano chiacchierato molto durante quel lasso di tempo e si erano conosciuti meglio, era stato sorpreso quando alla sua domanda di quanti anni dimostrasse, le ragazze avevano risposto quasi in coro trentacinque. Dimostrava dieci anni in meno e questo lo faceva ridere, Si sentiva ancora spensierato, e non oppresso dalla sua età, in seguito anche se lo desiderava  non aveva rivelato la sua età e si sentiva leggermente in colpa, ma pensava giustamente che sarebbero scappate nel sapere quanti anni avesse. << Nick queste sono per te >> Nia aveva tirato fuori una busta bianca leggermente gonfia l'uomo la prese dalle sue mani e ne controllò il contenuto, c'erano le due foto scelte insieme e poi una dov'era leggermente sorpreso, questa era stata incorniciata e in un semplice riquadro di legno ma l'insieme era decisamente gradevole << Grazie, è stato un pensiero davvero carino, sei molto gentile. >> Era davvero sorpreso che una ragazza che lo conoscesse appena gli avesse fatto un regalo, perché di una regalo si trattava, accarezzò il vetro della cornice sorridendo. << Ma non è nulla davvero, l'ho fatto con il cuore, e poi secondo la cultura giapponese bisogna portare un dono al primo incontro, come augurio che il rapporto continui >> Nick si accarezzò il mento pensieroso e annui in silenzio, poi si alzò e andò a pagare il conto mentre le ragazze chiacchieravano con Riccardo, era soprattutto Isa a parlare chiedendogli di quale star fosse stato il menager e ascoltando le risposte di tanto in tanto stupita di riconoscere qualche nome. Quando tornò si passò una mani sulle gambe senza sedersi e guardò tutti sorpreso di vederli sorridere << Per voi signorine e tardi o vi va di prendre un Drink da qualche parte?>> le ragazze sorrisero e ognuna contemporaneamente mise mano al portafogli << No la pizza l'ho offerta io, per ringraziare Nia del bellissimo pensiero che mi ha portato! Ora senza fare storie, andiamo? >> Le ragazze si guardarono tra loro imbarazzate e poi si alzarono, << Non c'è ne era bisogno, ora ce ne andiamo, te l'avevo già detto in piazza oggi no? >> e così dicendo mandò un occhiataccia nei confronti delle amiche che ubidendo a Isa si alzarono e uscirono insieme dal locale, solo Nia rimase indietro e sorrise a Nick << Mi dispiace, ma Isabella e molto orgogliosa, mi ha fatto piacere cenare con te, e spero che ci rivedremo. >> gli sorrise ancora e si avviò verso la porta e da dietro gli arrivò la voce di Nick << Domani per pranzo? >> Nia si girò a guardarlo e si strinse nelle spalle prima di uscire dal locale e seguire le sue amiche.

<< La domanda è una sola Nicolas ti interessa oppure no? Cioè sono andate via come quattro diseducate e tu l'hai invitata a pranzo, perché? >> Nick appoggió il bicchiere mezzo vuoto sul tavolo e guardò Riccardo negli occhi, erano passate due ore dall'uscita di scena teatrale delle ragazze e lui non si era ancora capacitato del perché l'avesse invitata a pranzo per il giorno dopo. Una vocina nella sua testa gli diceva che era perché voleva ripagarla per il bel gesto che aveva fatto, ma lui sapeva che non era solo per quello, la ragazza era carina e giovane e benché gli facesse strano anche solo pensarlo poteva essere una piacevole distrazione, non era più la superstar che appariva sui giornaletti per ragazze, non era più assediato da cartoline di auguri e nemmeno da lettere che gli dicessero quanto era bello e figo. A parte qualche sporadico articolo sul web da parte di una dan nostalgica, nessuno si ricordava di lui, e quella ragazza che sicuramente non sapeva chi lui fosse si era premurata di portargli un regalo. << Credo che forse mi interessi, e una volta che abbiamo appurato che non è minorenne che male c'è se la rivedo? >> ci aveva messo un po' a rispondere e Riccardo aveva addirittura creduto che lui non l'avesse minimamente sentito, << fa attenzione Nicolas non sai cosa si possa nascondere dietro quella ragazzina. >> Nick sospirò e riprese il bicchiere bevendo l'ultimo sorso del liquido ambrato che vi era contenuto, << perché non rintracci i miei vecchi colleghi? Magari potremmo vederci per cenare tutti insieme, mi farebbe piacere rivedere Alessandra o Mario o Kim. >> Riccardo parve riprendersi dal suo malumore e sorrise entusiasta all'idea di poter organizzare una rimpatriata dei tempi d'oro, << Certo domani contatti tutti gli agenti e vediamo  una loro disponibilità, magari sarà divertente poterli rivedere tutti! >> Nick prese il cellulare e sorrise alzandosi dal tavolo, << puoi pagare tu? Devo fare una telefonata. >> E così dicendo ammicco ancora nella direzione di Riccardo ed uscì fuori dal locale per chiamare.

<< Siamo state davvero scortesi lo sai Isa? Non avremmo dovuto andare via così, oltretutto Nick sembra davvero simpatico >> Nia Guardò nella direzione di Amanda mentre continuava ad accarezzare i capelli di Victoria che aveva gli occhi chiusi in segno di totale rilassamento, era stupita dalle parole dell'amica che di solito era sempre diffidente nei confronti di tutti. << Avevo avvertito Mister Australia che non eravamo tipi che si fanno offrire la cena da uno sconosciuto, ma lui ha voluto fare di testa sua e Allora gli sta bene la mal'educazione >> Victoria sospirò sempre tenendo gli occhi chiusi e si aggiustò meglio la testa sulle gambe di Nia. << Non era uno sconosciuto, avevamo fatto amicizia durante la cena, e poi era un modo carino per far capire a Nia che era interessato. >> Aprì gli occhi e incrociò per un attimo lo sguardo di Nia prima che lei lo spostasse << Ma a Nia non interessa, o no? Intendo nel senso di un ipotetico flirt, lei dice sempre di non essere pronta. E non mi sembra carino buttarla tra le braccia di uno sconosciuto per una cena >> Isabella sembrava avere le idee molto chiare, ma Nia colse tutti di sorpresa parlando prima di Victoria che si era alzata a sedere sfuggendo alla presa dell'amica. << Beh, ho bisogno di un oggetto transizionale no? Perché non Nicolas, E sexy e più grande rispetto ai soliti imbecilli che mi girano intorno >> Amanda spalancò gli occhi per la sorpresa di sentire Nia parlare così e Victoria le diede una pacca sulla spalla in segno di approvazione, << Se la metti così, allora accetta il suo invito a pranzo per domani >> Negli occhi di Isabella si era accesa una luce maliziosa e Nia si ritrovò a spostare lo sguardo dagli occhi dell'amica, prima che potesse rispondere il telefono sul comodino iniziò a suonare e lei allungò la mano per prenderlo, non riconosceva il numero che era strano e restò per un momento con il cellulare in mano prima di rispondere, poi si fece coraggio e con il dito spostò il cerchietto sul verde: << Pronto? >> la sua voce era carica di indecisione, << Allora domani dove ci vediamo per pranzo? >> La voce di Nick era calda come se si trovasse nella stanza con lei. << Io non ho ancora accettato il tuo invito >> Si alzò dal letto spostandosi verso la finestra << Beh non si dice che chi tace acconsente? E poi mi farebbe piacere conoscerti meglio, e ringraziarti per il regalo >> la ragazza chiuse gli occhi e si passò una mano sulla fronte << Mi hai, mi hai già ringraziato offrendomi la pizza, non credo siano necessari altri ringraziamenti. >> aprì gli occhi e incontrò le amiche che scuotevano la testa, Isabella le mimo la parola codarda e lei si girò di nuovo dando loro le spalle << Oh beh allora non importa, credevo che volevi essere mia amica ma mi sbagliavo, allora buona serata. >> si morse un labbro e scosse la testa << Non riattaccare, certo che voglio essere tua amica, domani ci vediamo a piazza di Spagna alle undici? >> dall'altra parte un attimo di silenzio, tanto che le sembro che lui avesse riattaccato, << Va bene, non devi sentirti in in obligo però. >> Lei sorrise e si girò verso la amiche con una finta aria indifferente << Nessuno mi obliga, mi piace farmi nuovi amici >> alla parola farmi indirizzò uno sguardo malizioso ad Isa che sorrise divertita << Bene, anche io ho bisogno di nuovi amici, Allora alla undici a piazza di Spagna. Buona notte. >> lei alzò gli occhi al cielo e ricambiò il saluto << Buona notte Nick >> e chiuse la comunicazione, appena ebbe posato il cellulare le sue amiche applaudirono e dopo tra scherzi e risa la costrinsero a raccontare tutto ciò che lui le aveva detto. Quando il racconto terminò, Isa si congedò e le tre ragazze si prepararono per andare a dormire.



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AdA:
Salve a tutti sono Nia, pubblico il secondo capitolo di questa storia benché io non stia ottenendo l'attenzione sperata, e sono molto indecisa se continuare o no.
Dedico comunque questo capitolo alle mie amiche, quelle vecchie e quelle nuove per il loro sostengo.
A Vale, Anna, Ilaria, Sara e Benedetta. Grazie di tutto.
Un bacio. Nia.

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Capitolo 3
*** III ***


La piazza era affollata dei soliti turisti che erano lì per visitare la prima tappa del loro itinerario, e mai avrebbe potuto pensare solo qualche anno prima, di poter stare lì in mezzo senza dover nascondere il proprio viso dietro un paio di occhiali. L'Italia era Meravigliosa, ma con i propri idoli poteva davvero essere soffocante. Appoggiò il piede su di un enorme conca di pietra che conteneva un aiuola e poi appoggiò il gomito sopra il ginocchio, e infine appoggiò il mento sulla mano;  l'altra era rilassata accanto al corpo e alla fine vi pendeva una busta da regalo verde scuro. Mentre era così pensieroso, riflettendo su quanto la popolarità possa durare meno del battito di ali di una farfalla, una mano picchietto la spalla di Nicolas e lui si girò a guardare chi fosse stato a chiamarlo. Si aspettava di vedere Nia e invece, davanti a lui c'era una donna sulla trentina, gli sorrise e lui cercò di mettere a fuoco il suo viso tentando di ricordare se la conoscesse oppure no, ma lei sorrideva nervosamente, << Si? Non posso stare con il piede sull'aiuola? Lo tolgo subito. >> e cosi dicendo tornò in posizione eretta,  la donna sorrise ancora più nervosamente << Mi scusi se la disturbo, magari e qui in vacanza con la famiglia, ma io devo chiederle una Foto, quando ero una ragazzina ero pazza di lei. Nessun cattivo mi è mai entrato nel cuore come lei. >> Lui socchiuse gli occhi per capire se la donna fosse seria, lo era. Prese un grande sospiro e annuì, così lei si avvicinò e scattò un selfie ad entrambi, << Le ho sempre mandato gli auguri di buon Compleanno e di natale. Lei era il mio idolo >> Lui sorrise e la guardò per un secondo, stampandole un bacio sulla guancia che fece arrossire la donna << È bello sapere che c'è ancora qualcuno che si ricorda di me! >> Lei sorrise e poi continuò per la sua strada stranamente felice, si tocco distrattamente il collo e girandosi vide Nia che gli andava incontro sorridendo, lei e la donna che era appena andata via, Avevano forse sei sette anni di differenza e mentre una ancora si è ricordava di lui l'altra non sapeva nemmeno chi fosse.

Era strano andare ad un appuntamento con un perfetto sconosciuto, per dieci anni era uscita solo con Federico o con gli amici di Federico.  Ora invece stava per andare ad un appuntamento con un architetto trentacinque conosciuto solo il giorni prima in una piazza. Ma lui era così strano, aveva una sensazione alla bocca dello stomaco da quando l'aveva visto la prima volta, una sensazione positiva. Si guardò un ultima volta allo specchio contemplando il trucco che le mani sapienti di Victoria le avevano fatto, e poi diede un ultimo colpo di spazzola ai capelli corti che aveva lisciato apposta; indossava una camicetta azzurra e un paio di jeans scuri, e visto che non sapeva se avessero dovuto camminare molto a piedi aveva messo una paio di scarpette da ginnastica, era più bassa della sera prima ma non le importava, prese la borsa e vi infilò dentro le chiavi della stanza, il portafogli e il cellulare e prese anche la Nikon sperando di poter fare qualche bella foto. Uscì dalla stanza che erano già le dieci e mezza e si diresse velocemente alla metro, lì acquistò un biglietto e dopo averlo obliterato prese al volo il primo convoglio che portava a piazza di Spagna. Mentre il treno si spostava velocemente verso la sua meta Nia si trovò a pensare a quanto strana poteva essere la vita, al fatto che un perfetto sconosciuto potesse d'un tratto essere così interessante, beh almeno per lei, sospirò sonoramente e si guardò intorno con aria stranita, non era possibile che degli occhi l'avessero sconvolta così tanto. Il treno si fermò e lei scese lasciando il convoglio più pieno di quanto lo aveva trovato, e uscì alla luce del sole incamminandosi verso la piazza, che come al solito era gremita da una miriade di persone, ma lui era l'unico che spiccava come se brillasse di luce propria, indossava una camicia verde e un paio di jeans chiari e anche lui aveva le scarpe da ginnastica, gli sorrise ancora prima di arrivargli vicino e poi si bloccò non sapendo come salutarlo, ma ci pensò lui ad abbassarsi di venti centimetri per darle un bacio sulle guance il suo respiro si bloccò sentendo il suo odore avvolgerla e arrossi senza motivo. << Ciao Nia, sei stata puntuale, pensavo di dover aspettarti per ore! >> Rise lievemente e lei rise con lui << No. Sono una persona puntuale, non mi piace che la gente mi aspetti, dunque che programmi hai per oggi? >> Si sentiva leggermente stupida per come si stava comportando ma non sapeva perché, lui si strinse nelle spalle e poi sorrise << questo è per te, sperando che la nostra conoscenza possa continuare senza problemi. >> Nia prese la busta un po' titubante e ne estrasse un libro sulle opere più importanti di Roma,  poi alzò lo sguardo su Nick e sorrise. << Io non so cosa dire, non mi aspettavo nulla del genere, beh grazie! >> prese  un profondo respiro e si alzò sulle punte abbracciandolo forte. Dopo pochi secondi si staccò e lo guardò sorridendo ancora. << Beh io pensavo che potremmo girare per Roma, sono tornato ieri per la verità e non mi ricordo granché, vorresti fare la turista con me? >> Nia annuì e lui le porse il braccio che lei accettò volentieri.

<< Non ci credo Nia? E tu cos'hai fatto? >> Erano le due e si erano da poco seduti in un ristorante per pranzare e il discorso era caduto tra le tante cose sulle loro relazioni, lui aveva detto di essere divorziato da poco e lei gli aveva raccontato quello che era successo con Federico suscitando la sua incredulità. << No purtroppo è tutto vero, dopo dieci anni che stavamo insieme l'ho trovato a letto con quello che credevo fosse il suo migliore amico. E da un Anno che non riesco ad uscire con nessuno. Lui è stato il mio primo ragazzo e ora ho una specie di blocco >>  Era vero, era molto più semplice parlare con uno estraneo che con chi ti conosceva da sempre, lui la guardò e sorseggio il suo bicchiere di vino quasi sovrappensiero, doveva essere orribile scoprire che la tua vita era un cumulo di bugie. << Mi dispiace Nia, non avrebbe dovuto tenerti allo scuro della sua vera natura. Ma non devi chiuderti all'amore, magari la tua anima gemella e dietro l'angolo. >> Le sorrise con uno scintillio dei denti bianchi, anche lui le stava mentendo sulla sua età, ma non trovava un  momento adatto per dirglielo,  lei bevve un sorso del vino che lui aveva ordinato. Mangiarono di gusto e chiacchierarono di un po' di tutto, e gli anni di differenza che avevano sembravano non esistere almeno dentro quel ristorante, proprio come l'insicurezza di Nia. << Mi sono divertita oggi con te Nick, e non mi succedeva da tanto, mi dispiace solo non poter restare insieme ancora un po' >> Lui la guardò mentre dava la carta di credito al cameriere con il conto. << E allora restiamo ancora un po' insieme no? Che impegni hai per oggi? >> lei lo guardò un attimo e poi si guardò le mani, aveva promesso a Victoria di andare con loro a visitare la cappella sistina e non voleva deluderle. << Ho un impegno con le mie amiche, per le cinque >> lui guardò l'orologio e sorrise guardandola poi negli occhi << Abbiamo un'altra ora di tempo. Cosa vorresti fare? >> lei ci pensò su per un attimo e poi sorrise, << verresti con me in un negozio che si Chiama Storia e Magia? >> il camerire tornò con la carta di credito che lui infilò nel portafogli e la guardò per un attimo sorpreso, si alzò tendendole la mano così con un gesto fluido lei lo seguì fuori dal ristorante.

Il negozio era molto caratteristico, ma del resto cosa ci si poteva aspettare da un negozio che si chiamava "Storia e Magia"? Aveva gli oggetti più disparati che andavano dalla spada medievale al ciondolo della saga più famosa degli ultimi anni. Si fermò accanto ad una spada e la prese dal sostegno dove era poggiata saggiandone il peso e poi la posò al suo posto, guardando Nia che si interessava ad un ciondolo particolare così si avvicinò a sua volta e prese il ciondolo dalla sua mano guardandolo con interesse, era una pietra di un delicato rosa pallido incastonata in una  piccola spirale d'argento, << È meraviglioso Nia, dovresti prenderlo >> La ragazza lo osservò ancora un po' indecisa e poi annuì con un mezzo sorriso dirigendosi alla cassa e poggiando il ciondolo sul bancone, il cassiere si complimentò per la scelta, notando che la ragazza aveva scelto un pezzo unico, Nia pagò contenta ed uscì dal negozio e solo quando fu fuori dal piccolo ambiente si rese conto di essere sola così si guardò intorno e poco dopo Nick uscì con una scatola di cartone proprio fuori al negozio, << Vuoi vedere che cosa so fare? >> aprì la scatola di cartone e tirò fuori un fodero decorato, e dal fodero estrasse una spada che Nia guardò spalancando gli occhi e indietreggiando di poco ma lui come aveva fatto prima nel negozio soppeso la spada e poi iniziò a ruotarla e infine meno fendenti accurati a destra e a manca, lasciando Nia a bocca aperta, che nel frattempo aveva preso la macchina fotografica e aveva iniziato a fare foto perfette di ogni sequenza dei suoi colpi, non accorgendosi di qualche passante che si era fermato a guardare, e quando con un solo gesto rinfodero la spada e le sorrise, lei batte appena le mani come una bambina, << Ma sei bravissimo! Dove hai imparato? Sembravi un cavaliere! E il tuo sguardo era così concentrato! >> gli si avvicinò mostrandogli gli scatti che aveva fatto e poi presa dall'eccitazione di quello spettacolo gli scoccò un bacio sulle labbra che durò solo un secondo e poi si allontanò << Mi aiuti a mettere la collanina? >> e così dicendo gli diede le spalle mentre l'uomo era ancora un po' confuso, ma comunque fece come gli veniva chiesto e allacciò il sottile filo d'argento dietro al collo di Nia che si girò sorridendo. << Ti dona molto, e bello come te >> Lei abbassò lo sguardo e sorrise << purtroppo devo andare, magari ci vediamo prima che io parta. >> L'uomo la guardò con un po' di stupore sul viso, << E quando devi partire? Ma non sei di Roma? Posso sapere il tuo cognome così ti aggiungo su facebook? >> Nia lo guardò e si fermò un attimo con scoppiando poi a ridere, << Sono di Napoli, il mio cognome e De Angelis e parto domenica sera. >> Lui la guardò e posò la spada nel cartone avvicinandosi a lei << Ci rivediamo sta sera? >> Lei scosse la testa un po' dispiaciuta e poi sorrise << Domani per colazione? Dopo ti mando l'indirizzo del mio Hotel così potrai passare a prendermi! >>  Si avvicinò e si alzò come poco prima sulle punte e gli poggiò le mani sulla spalla abbassandolo di qualche centimetro e lo baciò, non un bacio breve come quello di poco prima, ma uno lento e delicato, per assaporarlo, e quando Nicolas lasciò cadere la spada prendendola per i fianchi e ricambiando il bacio le sembrò di volare su di una nuvola. Si staccò da lui e gli accarezzò una guancia con un sorriso << A domani Nicolas! >> e senza dargli il tempo di rispondere scappò via con un senso di leggerezza nel cuore e il suo sapore sulle labbra.

Aveva pensato molto a Nia e a quel bacio che secondo lui era stato un errore, non voleva che le cose degenerassero a  quel punto, avrebbe fatto meglio a non dare ulteriore corda alla ragazza. Mentre rifletteva sul pomeriggio si trovava seduto dentro il ristorante ad aspettare che gli altri arrivassero per cenare tutti insieme. Riccardo aveva organizzato tutto con una rapidità assurda, e a quel punto ringraziava il destino che Nia fosse impegnata altrimenti avrebbe dovuto darle buca.  Era un maniaco della puntualità, preferiva arrivare in anticipo anziché in ritardo, era stato sorpreso di sapere con quanta rapidità i suoi ex colleghi avevano accettato di rivederlo. Guardò l'orologio e si rese conto che quella sera era sicuramente in anticipo, forse troppo; non sapeva come i suoi ex colleghi fossero diventati, ma era certo che almeno due di loro avevano continuato a recitare, Sicuramente Kim e Alessandra. Li aveva visti loro in giro, e doveva ammettere che erano invecchiati piuttosto bene. La prima ad arrivare fu l'attrice che aveva interpretato sua madre, e abbracciarla fu quasi come riabbracciare quella vera, parlarono del fatto che ormai era in pensione e Nick non mancò di farle qualche complimento sulla sua bellezza, in poco tempo furono tutti lì, quelli che ancora abitavano in Italia, e dopo le solite chiacchiere e i convenevoli si sedettero per cenare. Era strano scoprire che tutti in un modo o nell'altro erano rimasti legati al mondo dello spettacolo, chi come attore, chi come manager e chi come regista, o nel caso di Kim tutti e tre. << Perché non sei più tornato per recitare? Ero convinta che ti piacesse interpretare tanti ruoli. >> Lui Guardò Alessandra e poi annuì come a darle ragione, ma lui sapeva che non era portato per la recitazione, << Ho preferito indossare i panni di un unico personaggio per sempre, quelli di Nicolas. >> Le sorrise e il iniziò a sbocconcellare il pane che aveva davanti e poi so girò perché Kim stava parlando << Beh sicuramente avevi delle ottime doti, perché ricordo che avevi una schiera di fan molto corposa >> lui rise e appoggiò il mento sulla mano guardano Kim con aria di sfida << Era per questo che avevo delle fan, perché ero bello e dannato, non perché fossi bravo, tu piutosto, hai fatto carriera perché eri tu quello veramente bravo! >> Kim sorrise e alzò le mani in segno di resa mentre distrattamente Nick si portava un bicchiere alle labbra e beveva, si stava chiedendo come sarebbero andate le cose se avesse deciso di continuare a recitare invece di tornare in Australia per sposare Angela. A fine serata Kim lo prese sotto braccio mentre uscivano dal locale e lo guardò in viso per qualche secondo senza parlare << Se vuoi, sto preparando un corto per un concorso, e ci sarebbe un ruolo anche per te. >> Nick lo guardò pensando che qualche corto lo aveva fatto anche in Australia e si grattó un sopracciglio << Ti farò sapere, tanto credo che Riccardo non impiegherà tanto tempo per trovarti, sta sera ha fatto un ottimo lavoro >> Kim sorrise e si passò una mano sui corti capelli brizzolati e annuì << Nessuno ti vedeva da anni ed eravamo curiosi, e devo ammettere che sei cambiato poco o niente. >> Nick scoppiò a ridere e gli diede una pacca sulla spalla, e in quel momento da nuvole che Nick non aveva notato iniziò a scendere una leggera pioggia, infondo erano agli inizi di marzo e qualche scherzo del tempo poteva esserci. << Kim siamo stati fortunati, tutti noi compresa Alessandra >> Indicò la donna che dopo aver dato un bacio sulle labbra al marito era salita in macchina con lui, << Forse qualche incantesimo che ci lanciavano addosso ha funzionato davvero. >> Kim rise e lui con una strizzata d'occhio lo salutò prima di salire in macchina con Riccardo che era più felice di un bambino la mattina di natale.

La serata non era andata poi così male, gli amici di Isabella erano davvero simpatici e divertenti ti mettevano a tuo agio  e ti sentivi subito uno di famiglia. Ma era stata inquieta tutta la serata, dopo che aveva mandato il messaggio a Nick non aveva più avuto risposta, e ora che la pioggia cadeva lenta sulle finestre si rendeva conto che forse aveva sbagliato a baciarlo. Lui voleva un'amica e lei era sembrata un'assatanata che voleva solo farselo, guardò il display del cellulare e vide che erano le quattro, erano tornate tardi dal locale e la voglia di dormire era passata definitivamente, si stiracchio e si alzò dal tepore delle coperte per mettere in carica il cellulare, Victoria e Amanda dormivano profondamente e lei le invidio, avrebbe voluto anche lei poter dormire. Mentre completava l'operazione il telefono si illuminò, le era arrivato un messaggio così prima di spegnere il cellulare controllò con la vana speranza che potesse essere lui, in realtà era Federico che chissà perché le diceva che il suo compagno gli aveva chiesto di sposarlo, dopo un anno che avevano rotto era ancora lei la prima a cui si rivolgeva per dare una bella notizia. Ignorò il messaggio e spostò la sveglia di un tre ore in avanti, poi spense il cellulare e tornò a letto con la vana speranza di addormentarsi, ma non fu  così. Non riusciva ancora a chiudere occhio, si sentiva in colpa perché stava trascurando le sue amiche per uno qualunque. Un bacio non cambiava niente, lui era più grande e non era interessato ad una ragazza che aveva aveva vergogna della sua stessa ombra, chiuse gli occhi e regolarizzò il respiro e decise che il giorni successivo sarebbe stato solo per le ragazze e per lei, nessuno a distrarla dal suo weekend! Lentamente con quel pensiero scivolò nel sonno ma non era da sola gli occhi di Nicolas l'accompagnarono.

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Capitolo 4
*** IV ***


<< C'è qualcosa che non va in me. Sta notte ho fatto un sogno assurdo! >> Le amiche la guardarono dai loro posti intorno al tavolo del bar, erano abituate ai sogni assurdi di Nia. << E cosa hai sognato? Ricordi quello dove pensavi che Jared Leto fosse lì a dormire con te? E invece era il mio piccolo cane! >> Nia guardò Vic rossa in volto e poi scoppiò a ridere mentre Amanda e Isa scossero la testa divertite.<< Questo era diverso, credo che siano state queste foto a farmi fare il sogno che sto per raccontarvi >> Così dicendo passò la Nikon con le foto fatte il giorno prima a Nick e iniziò a raccontare. << Allora ero tipo imprigionata in una specie di caverna, e arrivava lui su di un cavallo nero e sbam! Con una spada affrontava una specie di mago, mi salvava e poi mi baciava! >> Sospirò appena con occhi sognanti e poi proseguì << Oddio che è successo davvero il bacio ma da qui a vederlo come un cavaliere dalla lucente armatura ce ne vuole! >> prese fiato e bevve un lungo sorso di cappuccino guardando le sue amiche negli occhi. << le foto non rendono vi giuro! >> Non capiva il perché del loro sguardo stupefatto, << che c'è? Non è mica il primo sogno senza senso che faccio! >> Amanda scosse la testa e la guardò mentre versava una terza bustina di zucchero nel suo cappuccio, << Tu l'hai baciato? Dove? Quando? Perché non c'è l'hai detto? >> Nia prese un profondo respiro e staccò con le mani un pezzo di croissant prima di portarlo alla bocca,  << perché è stato un errore, neanche lo conosco e gli sono praticamente saltata addosso, per lui è un brutto periodo è appena uscito da un divorzio. Devo essergli sembrata un'assatanata. >> Isa si scambiò uno sguardo di intesa con Victoria prima di parlare << Beh Nia, tu sei un'assatanata. E poi non mi sembra tanto grave, siete adulti e non ci vedo niente di male. Era un bacio, mica un rapporto occasionale consumato in un bagno? >> Gli occhi di Isa e Vic si posarono su di lei in modo interrogativo e lei scoppiò a ridere sputando dal naso il cappuccino, e poi iniziò a tossire mentre Amanda le batteva la schiena << ma sei scema? Ti sembro il tipo? No, un semplice e meraviglioso bacio, nulla di più. >> Il suo sguardo era deciso ma le sue amiche che erano scoppiate a ridere quando si era quasi strozzata con il cappuccino non avevano ancora terminato. << Non è per niente divertente, stavo per soffocare >> le amiche smisero di ridere e la guardarono per un momento serie <> Nia scosse la testa in silenzio, non aveva raccontato loro quasi niente del giorno prima, il problema era che Nick le interessava, erano bastati due incontri per capirlo, si toccò distrattamente il ciondolo e poi prese la sua parte dal portafoglio per pagare il conto, e una volta depositato le monete sul vassoio si alzò con le amiche e uscì dal bar verso il giro turistico che Victoria aveva preparato per quel giorno.

Guardò ancora il cellulare indeciso, infondo lo aveva invitato per la colazione, anche se lui non le aveva dato nessuna risposta, non voleva dire che lei non lo stesse aspettando. Prese coraggio e provò a chiamare; Uno, due, tre squilli e poi la voce della segreteria. Chiuse la comunicazione senza lasciare un messaggio e sospirò, Sicuramente aveva conosciuto un coetaneo la sera in cui non si erano visti e magari ora lei e le sue amiche si trovavano insieme a lui. Si gratto la testa cercando di scacciare quel pensiero poco appropriato, infondo era  meglio così, non poteva davvero credere che tra di loro potesse funzionare. Si alzò dal letto e si stiracchio andando in bagno, doveva radersi, iniziò a stendere la schiuma sul viso e iniziò a radersi stando attendo a non tranciare il pizzetto senza il quale non riusciva a riconoscersi, mentre era a metà dell'opera il suo cellulare iniziò a suonare così con metà viso sbarbato andò a prenderlo e quando lesse il numero sorrise. << Buongiorno. Come stai? >> La ragazza dall'altra parte resto un attimo in silenzio, <> lui sospiro, nessun segno al fatto che non aveva risposto al suo messaggio << Si grazie, ho fatto una rimpatriata con dei vecchi amici, a te com'è andata? >> Ma che conversione era quella? Nia se lo chiese distrattamente, possibile che l'avesse chiamata solo per sapere se aveva passato una buona serata? << È andata molto bene, ho conosciuto molti amici di Isa che sembrano estremamente simpatici.  Scusa se non ho risposto, stavo facendo delle foto, a proposito quelle fatte al negozio sono stupende. Sei molto carismatico. >> Si toccò una guancia pulita pensando a tutti gli scatti che lei gli aveva fatto. << Addirittura? Mi fa piacere, voglio vederle meglio, perché ieri sono stato leggermente distratto. >> c'era malizia nella sua voce? Lei non seppe decifrare il tono con cui lui le si era rivolto. <<  che ne dici di vederci sta sera per cena? Così mi scuso per averti dato buca a colazione >> Nia restò un attimo in silenzio prima di parlare, non sapeva che cosa avessero organizzato le amiche, << Posso farti sapere dopo? Mi consulto con le mie amiche perché non so che programmi hanno per sta sera. Tanto ho il tuo numero. >> lui alzò gli occhi al cielo, Cosa si era aspettato? lei aveva ragione, non aveva pensato che poteva avere degli altri impegni, << Certo allora aspetto un tuo messaggio. Ciao Nia >> e quando lei lo ebbe salutato chiuse la comunicazione e tornò in bagno per finire la sua opera; ma con la mente andava sempre alla conversazione con la ragazza, come appariva ai suoi occhi? Si pulì la faccia dalla schiuma in eccesso e iniziò a spogliarsi per infilarsi sotto la doccia. Mentre l'acqua lavava via la stanchezza che  nemmeno dieci ore di sonno erano riuscite a scacciare pensò che la ragazza gli avrebbe dato buca per ripagarlo con la stessa moneta. Non capiva perché la cosa gli interessasse tanto, non si rendeva conto del perché i pensieri di quella ragazza gli importavano tanto. Chiuse l'acqua e prese un accappatoio, Riccardo era più preciso della sua ex moglie con il bucato, e a turni alterni dovevano farlo, fortunatamente il suo turno non era ancora arrivto, altrimenti immaginava già il disastro che avrebbe combinato. Si tolse l'accapoatoio e si guardò nello specchio; il corpo magro e atletico, non più muscoloso come quando aveva vent'anni, ma nemmeno flaccido, si chiese cosa ne avrebbe potuto pensare una ragazza giovane come Nia, che non lo conosceva nella sua fase più splendente. Raccolse l'accapoatoio che era caduto e lo poggiò ad un gancio dietro la porta, poi infilò dei boxer e si diresse in camera da letto, chiedendosi quanti soldi aveva tirato su Riccardo per potersi permettere quell'appartamento così lussuoso. Il led del suo cellulare lo avvisava che gli era arrivato un messaggio così già rassegnato ad un due di picche si accinse a leggerlo: "Ho parlato con le mie amiche, e hanno già prenotato in un ristorante giapponese per sta sera. Ma se vuoi possiamo vederci dopo cena per prendere il dolce insieme. Che ne dici se ci vediamo a mezza notte al mio Hotel? Un bacio Nia."  Lesse due volte il messaggio prima di rispondere, quasi non sembrava la stessa ragazza con cui aveva pranzato, ma forse era lui a vedere le cose in modo malizioso, e il messaggio era semplicemente un invito a prendere un dolce. Si riavviò i capelli e poi rispose: " Va bene l'indirizzo c'è l'ho, allora va bene a mezza notte al tuo Hotel." Posò il cellulare in carica e visto che erano le quattro decise di dormire ancora un po' prima di prepararsi all'appuntamento. 

La ragazza si guardò ancora una volta allo specchio, l'abitino viola  che indossava era troppo corto per i suoi gusti, ma Amanda le aveva assicurato che le stava bene.        Le scarpe con il tacco alto le davano uno slancio maggiore e i corti capelli erano ancora perfettamente lisci, al collo il pendente rosa riluceva nella penombra.  Le sue amiche dopo cena erano andate in una discoteca mentre lei attendeva che Nicolas passasse a prenderla, guardò la borsa già preparata e poi il cellulare, era mezzanotte meno cinque, forse era ancora in tempo per disdire e invece il cellulare squillo prendendola di sorpresa, lesse il messaggio e presa la borsa spense la luce ed uscì dalla sua camera. Era sicura che quella che si accingeva a compiere era un'azione da incosciente, infondo quanto conosceva l'uomo con cui si stava per vedere? Per niente si rispose mentre scendeva le scale, all'apparenza senza la minima esitazione. Ma dentro era insicura, da un lato c'era la voglia di riscoprirsi giovane e incosciente, e dall'altra la paura che qualcosa potesse andare storto.  Uscì dall'albergo e lo trovò che l'aspettava accanto alla macchina. Lui indossava una camicia blu scuro a maniche lunghe e dei pantaloni aderenti, il tempo si era rinfrescato e lei era uscita senza giacca, rabbrividi appena e lui da perfetto gentiluomo le aprì la portiera per farla salire in macchina, e benché fosse una semplice smart la fece sentire come la protagonista di un film. << Non possiamo allontanarci molto, non so se la mia patente di guida qui sia valida. >> Disse una volta salito dal lato del guidatore, mise in moto e la guardò. << Potremmo andare a prendere del gelato qui vicino, senza che ci spostiamo, conosco una gelateria che è a cinque minuti da qui. >> Lui si spostò sulla strada e la guardò. << Bene, sei premurosa. Non preoccuparti mi è venuta un idea. >> Lei lo guardò un po' incerta e si allacciò la cintura in silenzio, forse il messaggio che gli aveva mandato poteva essere leggermente frainteso ma ormai il latte era stato versato, e il detto diceva che non bisogna mai piangere sul latte versato.
La macchina si fermò davanti ad un elegante palazzo in centro, scese con la vaschetta di gelato e fece brevemente il giro per aprirle la portiera, l'aria fresca aveva portato con se delle grandi nuvole che ora piangevano piccole lacrime d'argento, lei scese con i tacchi alti e si appoggiò alla mano che lui gli tendeva, e dopo che aveva fatto scattare l'antifurto  entrarono nel palazzo. Avevano deciso di andare a mangiare il gelato seduti sulla fontana di Trevi ma quella pioggia decisa aveva stravolto i programmi che Nicolas si era creato e così era stata lei a suggerire che se casa sua era vicina sarebbero potuti andare lì. Ora spettavano l'ascensore con una distanza di dieci centimetri a separarli, lei era leggermente agitata e quando le porte dell'ascensore si aprirono entrò per prima appoggiandosi all'angolo più lontano, lui la guardò incuriosito è senza un perché si appoggiò all'angolo opposto. Si guardarono in silenzio per tutto il tragitto dell'ascensore e quando questo si fermò all'ultimo piano lui uscì per primo e lei lo seguì con gli occhi bassi, lui si fermò davanti a una delle due porte del piano e bussò al campanello un paio di volte senza ottenere risposta, così inserì la chiave nella serratura e aprì la porta << Mi sa che Riccardo non è in casa, accomodati pure. >> E così dicendo accese la luce spostandosi dall'ingresso per farla passare, lei si ritrovò in un elegante salotto arredato con un buon gusto moderno e sorrise guardandosi intorno << Molto bello questo appartamento e di Riccardo? >> Lui annuì e si diresse in cucina prendendo due cucchiaini << Esatto come ti spiegavo ieri a pranzo ho divorziato da poco e avevo bisogno di cambiare aria. >> Lei annui e si sedette sul divano << Non dimenticare dei tovagliolini di carta altrimenti imbattiamo tutto! >> Lui prese anche quelli e poi tornò in salotto e si sedette accanto a lei porgendole un cucchiaio e guardandola. Mentre si sedeva si chiese distrattamente perché l'avessero scelto quell'abbigliamento che non sembrava adeguato per l'occasione, il vestito metteva in mostra le gambe e il seno, che sembrava quasi strabordare, distolse lo sguardo e scacciò quei pensieri sorridendo, e aprì la piccola vaschetta bianca con il nome della gelateria << Io adoro il cioccolato fondente e la zuppa inglese, ma ho preso anche vaniglia e cioccolato bianco perché secondo me sono gusti più adatti a te. >> lei prese il cucchiaio e prese un po' di zuppa inglese assaggoandola con gli occhi chiusi e poi sospirò << Dovresti assaggiarla, è buonissima >> Aprì gli occhi e lo guardò, lui le sorrise e si avvicinò e lo stesso fece lei, quando furono abbastanza vicini da potersi baciare, lei prese un cucchiaino di gelato alla zuppa inglese e si sporco le labbra << assagialo! >> sembrava una sfida più che un invito e lui si  fermò affondando i suoi occhi azzurri in quelli castani di lei,  poi la baciò senza che i loro sguardi perdessero il contatto che si era creato, lei posò il cucchiaio dentro la vaschetta e gli accarezzò i capelli attirandolo verso di se, e chiuse gli occhi lasciandosi trasportare da lui, dalle sue labbra e assecondando ogni movivento della sua lingua. Era lì sulla nuvola del giorno prima, intrecciando le dita tra i suoi capelli mentre le mani di lui le accarezzavano la schiena, il suo respiro aumentò leggermente in conseguenza a quei baci, se doveva essere semplicemente l'avventura di un weekend lei voleva godersela fino in fondo. Si sedette a cavalcioni su di lui e il vestito salì scoprendo ancora di più le gambe, dando così agio a Nicolas di poterle sfiorare ed accarezzare, ma le sue mani rimanevano incollate alla sua schiena così come incollate erano le loro bocche. Staccò una mano dai suoi capelli e cercò quella di lui poggiandola sulla sua gamba e si allontanò per guardarlo negli occhi.<< Sei distante, e mi sento colpevole anche se non ho capito bene di quale reato. >> Lui la guardò negli occhi e le accarezzò il collo e le spalle scoperte, << Non sei colpevole di niente, sei solo bellissima e mi tenti in un modo inimmaginabile, ma io non posso. Mi sentirei in colpa. >> Lei non si mosse di un centimetro e gli accarezzò il petto sopra la camicia, il suo sorriso era comprensivo. << Scusami, mi avevi detto che volevi solo un'amica e invece io ho rovinato tutto. È solo che con te mi sento bene, sei il primo dopo Federico che mi fa sentire i brividi lungo la schiena. Provo una forte attrazione per te, ma non avevo capito che non  era lo stesso. >> Sorrise e con nonchalance si risedette accanto a lui sul divano e prese un altro po' di gelato al cioccolato bianco, si sentiva in colpa, e forse la sua reazione era quella più comprensibile, non voleva fare sesso con una ragazzina, continuò a mangiare il gelato immaginando che hai suoi era una di quelle facili che cercavano solo sesso. Ma non era così, se fosse stato qualcun'altro non si sarebbe mai comportata così, almeno così credeva. Forse aveva solo bisogno di sentire quelle sensazioni che erano morte quando Fede l'aveva lasciata, o forse davvero aveva bisogno solo di una notte di sesso, anche se fosse non era quella la situazione ideale. 
Mangiava in silenzio il gelato evitando il suo sguardo così emise un sospiro nel guardarla e si diede dell'idiota, lei era sexy e dolce, e gli aveva appena detto che lo desiderava e lui invece l'aveva umiliata. Le si avvicinò mentre lei era concentrata sui colori dei gelati e le accarezzò una spalla e poi il collo, Nia si girò a guardarlo con il cucchiaino a mezz'aria e rimase di nuovo incantata dal quel sorriso imbronciato,  si morse delicatamente un labbro e lui salì con la mano ai suoi capelli e l'attiro verso di se, e invece di essere forte e orgogliosa e di rifiutarlo si lasciò guidare fino alla sua bocca e il bacio riprese, questa volta più forte e deciso di prima, ogni centimetro di pelle che Nicolas toccava sembrava dieci volte più sensibile, emise un profondo sospiro quando la bocca dell'uomo si allontanò dalla sua e scese giù verso il  collo alternando baci a piccoli morsi, iniziò a sbottonargli la camicia e quando il petto fu libero gliela tolse completamente accarezzando il suo torace e fermandosi sul petto. La voglia di congiungersi a lui era tanta e le mani continuarono il loro percorso scendendo poi verso il ventre ma si fermarono  tremanti per i baci e i morsi, e rsalirono verso il suo collo, lui si allontanò dalla sua pelle guardandola negli occhi e lasciandola con il fiato corto. Se si fosse tirato di nuovo indietro probabilmente sarebbe finita male tra di loro, ne era convinta, perché sentirsi rifiutare di nuovo sarebbe stato un colpo troppo basso, e invece lui le sorrise << Vuoi vedere la mia camera? >> sembrava divertito dalla situazione, come un'ragazzino che fa una proposta indecente alla sua compagna di banco, lei annuì alzandosi e quando lui ebbe recuperato la camicia la guidò nella camera da letto. Quando furono nella stanza lui riprese a baciarla conducendola verso il letto e facendo cadere la sua camicia a terra, prima che lui potesse farla stendere  lei fu più veloce spingendolo sul letto e facendolo sdraiare. Mentre lui era supino lei restò in piedi e con un gesto fluido fece scivolare via il suo vestito restando in intimo, collant e tacchi alti, lui si alzò sui gomiti e la guardò mentre il suo desiderio traspariva dagli occhi prima che dal corpo. Camminando come una pantera  gli si avvicinò e gli toccò gli addominali, accarezzandoli lentamente e fermandosi ai pantaloni che sbottonó, prima che potesse fare altro lui l'attiro verso di se e la imprigionò col suo peso, cambiando improvvisamente posizione e continuò a baciarla finché non si allontanò e le tolse le scarpe, sfilando poi via i collant, e iniziando ad accarezzarle l'intimità al di sopra delle mutandine, con il respiro corto lei fece scivolare via il reggiseno, restando solo con le mutandine. Le  lunghe dita di Nick continuarono ad accarezzare la sua intimità finché il respiro affrettato di Nia non si trasformò in una serie di gemiti; si fermò per  togliersi  le scarpe e i pantaloni e rimase in boxer. Lo suardo di lei si perse sul corpo di Nicolas e si raddrizzò guardandolo negli occhi, aveva voglia di lui e lo attirò a se  accarezzendogli  il sesso con delicatezza. Si fermò a giocare con la molla dei boxer, finché non li abbassò completamente.  Nick  li fece scivolare via, mostrando la voglia che aveva di lei, la ragazza spostò lo sguardo dal suo sesso ai suoi occhi mentre si stendeva sul letto, fece scivolare via le mutandine restando completamente nuda. Si spostò sul letto muovendosi verso di lui, i loro sguardi si incontrano e si fusero quando si sedette su di lui, aiutandolo a scivolare dentro di lei. Quando le fu dentro  emise un lieve gemito guardandola negli occhi, le sue mani le accarezzarono il seno e poi scesero delicatamente sui fianchi aiutandola ad iniziare un movimento che ben presto fece aumentare i loro respiri, le mani di Nick risalirono delicatamente verso i seni di Nia chiudendovisi intorno, mentre i loro sguardi rimanevano incatenati la ragazza continuava il suo lento movimento. Si amarono, ripetutamente fino a cadere entrambi privi di forze, erano uniti da una strana frenesia,  i loro corpi sembravano chiamarsi a vicenda  per congiungersi, si desideravano, bramando ogni contatto possibile. Dopo l'ultimo amplesso Nia si adagiò con delicatezza appoggiando la testa sul petto di Nick  accarezzandogli il ventre. Il respiro di Nicolas era regolare e il suo indice disegnava cerchi concentrici sulla schiena di Nia e benché lei non potesse vedere il suo viso lo immaginò con gli occhi chiusi. Anche lei chiuse gli occhi rilassandosi al suo tocco e ascoltando il battito del suo cuore si addormentò.

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Capitolo 5
*** V ***


                                                                      
<< Cosa pensi di me? >> Parole sussurrate nel buio della notte, parole che sembravano chiedere conferme del perché erano lì, << In che senso? >> il respiro di lui si alterò leggermente e ricominciò ad accarezzarle la schiena come quando si era addormentata,  << Perché sei qui?, nel senso cosa ti ha colpito di me? >> Lo sguardo della ragazza vago per la stanza e aspettò un attimo prima di rispondere,  << Io mi sono sentita attratta da te dal primo sguardo che ti ho rivolto. Non so il perché ma sembrava che tu mi avessi lanciato un incantesimo. >> lui alzò gli occhi al cielo e sorrise approfittando del fatto che non potesse vederlo << Mi sembra una spiegazione molto razionale, una volta ero un potente stregone. >> Lei si alzò sul gomito e lo guardò negli occhi, anche nel buio poteva distinguerne il colore azzurro. << In un altra vita? Chissà magari eravamo destinati a stare insieme, e io invece ho sposato un principe qualunque >> Il discorso prendeva una strana piega infantile e lui rise guardandola negli occhi << Chissà, io volevo. >> Dei rumori dall'altra stanza lo fecero zittire si alzò a sedere mentre Nia si coprì con un lenzuolo nascondendosi dietro di lui, la porta si aprì e la stanza fu inondata dalla luce fredda che proveniva dal salone. << NICOLAS! Hai fatto un disastro! Sul mio tavolino da caffè! Ma come ti salta in mente di lasciare del gelato lì? >> si interruppe guardando l'uomo che cercava di trattenere le risate e guardando meglio si accorse di una figura raggomitolata dietro di lui e inclinò la testa di lato per capire di chi si trattasse << Scusa Riccardo, prometto che non succederà più >> Il suo sorriso era colpevole e Riccardo non rispose restando con le mani attaccate ai fianchi. << Ci credo Nicolas altrimenti lo pulirai con la lingua! Non mi presenti la signorina che è con te? >> Nia alzò appena la testa e mosse una mano nella sua direzione e Riccardo sospiro ricambiando il gesto. Dopodiché lanciò un occhiataccia a Nicolas e chiuse la porta con un tonfo. Nia baciò una spalla di Nicolas << La scena invece di essere disgustosa sarebbe carina,sai, riesco quasi ad immaginarti che lecchi un tavolino da caffè ricoperto da gelato. >> Lui si girò e la guardò negli occhi << Mi stai per caso prendendo in giro? >> lei lo guardò negli occhi e poi rise dandogli un bacino sul naso << Non potrei mai. Ma che ora si è fatta? Dovrei tornare in albergo! >> Lui la guardò e poi guardò la sveglia sul comodino << Sono le quattro. Ed è ufficialmente il mio compleanno. Sono nato il sei marzo. >> Lei sorrise e gli appoggiò le mani sulle spalle con energia riportandolo verso di se e baciandolo sulle labbra. << Buon compleanno! Sei un trentaseienne molto sexy.  >> Lui sorrise e arriccio il naso, si sentiva leggermente in colpa ma non disse niente, e lei riprese a baciarlo dolcemente. << Mi accompagneresti in albergo? >> lui la guardò per un momento, << Non vuoi restare a dormire qui? Poi domani dopo colazione ti accompagno >> Lei si morse un labbro indecisa e poi si stese coprendosi con il lenzuolo e allargando le braccia perché lui potesse raggiungerla.

<< Secondo me è impazzita. Non è tornata a dormire in albergo! >> Amanda staccò con un morso un pezzo del suo fagottino al cioccolato dopo aver parlato e poi guardò le altre due. << È meno male che non era niente di serio, chissà se alla fine ha concluso. Spero di si per lei. >> Victoria guardò Isa che aveva appena finito di parlare e si pulì la bocca dai residui di cappuccino << Beh, è maggiorenne. È può fare quello che vuole. Non possiamo rimproverarle nulla, praticamente l'abbiamo spinta noi tra le braccia di Nicolas. >> Amanda bevve un sorso di cappuccino e poi sospirò, << Speriamo le serva per rimettersi in pista e non a incasinarsi di più. >> Victoria prese il cellulare e visto che erano le dieci e trenta decise di chiamarla, al terzo squillo Nia rispose, << Pronto? >> Victoria sorrise e poi con tono da mamma iniziò a parlare << Ma dove diavolo sei finita? È questo il modo di trattarci? Torna immediatamente in albergo altrimenti non ti rivolgiamo più la parola. >> le amiche dall'altro lato del tavolo la guardarono incuriosite per quel cambio improvviso di idee e lei per risposta fece una linguaccia << Oh ma che ora è? Scusatemi torno tra mezz'ora! Perdono! >> Victoria trattenne a stento una risata e poi chiuse la comunicazione con un semplice: "sbrigati". Le amiche la guardarono curiose e lei scoppiando a ridere esclamò << Verrà prima se pensa che siamo arrabbiate. >> 

​Il rumore dei tacchi alti di Nia si sentiva per tutto il corridoio, aveva fatto più in fretta che aveva potuto, chiamando un taxi per non far svegliare Nicolas, e quando aprì la porta della stanza tre cuscini le volarono in faccia facendola vacillare e poi cadere con il sedere per terra. Lei guardò le sue amiche ma vedendo che sorridevano si rilassò << Scusatemi. Mi sono addormentata. >> si alzò e rientrò nella stanza chiudendo la porta e togliendosi le scarpe. << Mi dispiace così tanto. Sono una pessima amica lo so! >> Isa e Amanda la guardarono ridendo e Victoria si alzò raccogliendo le scarpe << No non lo sei. Ti prendevo in giro. Volevamo solo sapere che cosa ti aveva trattenuto lontano da noi. Era un anno che non uscivi con nessuno hai fatto bene. >> Lei sospirò e si tolse il vestito ripiegandolo e si accorse che le sue amiche avevano già fatto le valigie. << devo fare ancora la borsa e ho anche lasciato i collant da Nick! >> posò il vestito nella borsa e dopo aver tolto gli indumenti per quel giorno iniziò a buttare le cose dentro alla rinfusa. << È credi di cavartela così? Con: "Ho dimenticato i collant da Nick?" vogliamo i dettagli. >> dopo aver infilato anche le scarpe col tacco che Vic aveva raccolto nella borsa riuscì a chiuderla con uno sforzo e si  girò a guardare le amiche << Diciamo che ho recuperato un anno di astinenza visto il ritmo con cui io e Fede facevamo l'amore, un anno e più che recuperato. >> Isa la guardò interrogativa e Vic spalancò gli occhi con aria divertità << quattro volte in una notte? Complimenti a Nick! >> e scoppiò a ridere Nia rossa in volto si avviò in. Bagno e si chiuse dentro.  Quando uscì aveva tra le mani il beauty case e guardò le amiche << per caso c'è posto in una delle vostre borse? >> Amanda con aria rassegnata lo prese dalle sue mani e lo depose con cura nella sua valigia. << Ma che diavolo ti è preso? Devi essere più ordinata, il sesso ti fa male. >> Nia sorrise è una volta infilate le scarpe da ginnastica la guardò.<< Beh mi piacerebbe sentirmi così più spesso >> poi prese la borsa e guardò le amiche con aria perplessa << Allora questo giro per negozi? Guardate che alle sei abbiamo il treno per Napoli. >> Isa la guardò prendendo a sua volta la borsa << Ora sarebbe colpa nostra? Dai andiamo altrimenti la butto giù.>> e così dicendo recuperarono tutte e tre le borse e uscirono dalla stanza.

La stanza era rischiarata dal sole, la sera prima aveva dimenticato di chiudere le tende, ma con Nia lì era stato impossibile ricordarsi di qualcosa. Si girò con un sorriso che si spense quando trovò la parte destra del letto vuota, e si alzò a sedere, si guardò intorno ma degli abiti della ragazza non c'era traccia, si alzò e recuperò i boxer dal pavimento e dopo averli indossati uscì in soggiorno, dalla cucina veniva un odore di caffè e vi si avvicinò appoggiandosi alla porta, Riccardo era seduto intento a fare colazione. << Buongiorno Nicolas, e auguri. Nia non viene a fare colazione? >> Nicolas entrò in cucina, prese una tazzina e la riempì di caffè prima di sedersi alla destra di Riccardo << È andata via. Non so nemmeno a che ora. Tu non l'hai vista? >> Riccardo scosse la testa e continuò a spalmare marmellata sulla fetta biscottata che aveva in mano << mi sono alzato dieci minuti fa. Sta notte sono andato a dormire alle cinque a causa del porcile che avete combinato >> Addento la fetta biscottata guardandolo negli occhi e poi bevve un sorso di latte che aveva nella tazza << Mi farò perdonare, magari ti offro il pranzo oggi? >> Nocolas gli sorrise e poi fece uno sguardo dolce e Riccardo lo guardò a sua volta e poi sbuffo nella sua direzione << Va bene Nick, perché ora non vai a chiamarla? Magari ti fai dare qualche spiegazione. >> Nick finì il suo caffè e annuì, alzandosi per posare la tazzina nella lavastoviglie diede una pacca sulla spalla a Riccardo e tornò in camera sua. Recuperò il cellulare dalla tasca dei pantaloni e notò i collant di Nia che erano finiti sotto il letto e prese anche quelli prima di sedersi su di una poltrona e poi controllò il cellulare, due chiamate perse dalla sua ex moglie e tre messaggi. Uno di Marcos suo fratello che gli augurava buon Compleanno, uno da parte di Angela che lo esortava a chiamarla perché Edward e Samuel volevano salutarlo. Era partito da quattro giorni e non aveva mai chiamato. Così prima di leggere l'ultimo messaggio chiamò a casa, dopo due squilli Rispose Edward con il suo solito tono deciso. << Hello dad how are you ? >> sorrise alla parete che aveva di fronte immaginandosi la sua faccia seria << I'm fine Edward and you ? >> beh era vero che stava bene, forse non come se avesse potuto stringerlo tra le braccia << I'm fine Dad, Happy Birthday . When you come back ? We miss you . >> le parole di Edward gli spezzarono il cuore, il suo piccolo ometto sentiva la sua mancanza. << Honey, dad will be back soon , and I will bring a gift to you and one to Sam >> si passò una mano sulla fronte mentre si rendeva conto di essere stato un pessimo padre a non farsi sentire per quattro giorni, << Okay dad I care only that you come back soon >> prese un profondo respiro prima di riprendere a parlare << All right, Ed, May you throw Samuel please? >> il bambino dopo un attimo di indecisione rispose << Sure, happy birthday dad >> non aveva immaginato che sentire i suoi cuccioli lontano gli avrebbe procurato tanta tristezza. << Dad ? Hello! how are you? I miss you so much. I made you a nice gift with my hands! >> La voce di Samuel era più allegra e lo fece sorridere di nuovo spontaneamente,  << Skullcap Hello ! all right . I'll come back soon can not wait to discover the gift you did to me ! >> Il bambino rise entusiasta e poi riprese a parlare. << Dad Happy Birthday and good holiday ! I step on the phone my mother . >> e così dicendo passò il telefono ad Angela. << Ciao Angela come va? >> Aveva cercato di mantenere un tono neutro ma non sapeva se c'era riuscito. << Capisco che tu c'è l'abbia con me e mi sta bene, ma in quattro giorni nemmeno una telefonata ai tuoi figli? Sei proprio stronzo! >> strinse gli occhi e serrò la mascella per non esplodere in un'imprecazione << lo so mi sono già scusato con i bambini ma stavo cercando di ambientarmi. >> Il tono di Angela dall'altro lato era leggermente arrabbiato quando riprese a parlare << Beh stai attento a non ambientarti troppo i tuoi figli hanno bisogno di te! Cazzo cresci Nicolas, non hai più vent'anni. Ne hai quarantaquattro! e una famiglia da mandare avanti! >> Restò in silenzio mentre avrebbe voluto urlarle contro che se non si fosse scopata un ragazzino ora non sarebbero in quella situazione, è invece scosse la testa e con calma rispose << Ho bisogno dei miei tempi per superare il fatto che tra di noi sia finita perché tu hai deciso così. Quindi potresti gentilmente evitare di attaccarmi? >> dall'altra parte uno sbuffo arrabbiato << Buon Compleanno stronzo. >> e la chiusura della comunicazione. Non riusciva a capire perché Angela fosse cosi arrabbiata con lui, non sapeva in che modo l'avesse ferita, ma era sicuro di averlo fatto, perché lei non era mai stata acida con lui in quel modo. Prese un profondo respiro e lesse poi l'ultimo messaggio: "Buongiorno bellissimo. Mi scuso per la mia fuga, ma non volevo svegliarti visto che eri così bello mentre dormivi, e poi non mi piacciono gli addì. Spero tu passi una bella giornata e che tutti si ricordino di farti gli auguri. Sta sera torno a casa. Ancora Buon Compleanno. Nia." Prese un grande sospiro e posò il cellulare sulla scrivania, era finita. Era stata dunque l'avventura di un weekend? Non ne era certo, per lei sicuramente dato il messaggio che gli aveva mandato, ma per lui? Non poteva essersi invaghito di una ragazza che aveva conosciuto solo quattro giorni prima, non era un film, era la vita vera e nella vita vera non ci si innamora in quattro giorni. Si alzò dal letto e con una lenta svogliatezza si diresse verso il bagno per fare una doccia

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