Amore in mezzo al mare

di Ikki95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Amore in mezzo al mare

 
1. "Nami, tesoro, potresti passarmi quei piatti?" Chiese il cuoco alla sua compagna.
"Certo amore, ecco a te!" Rispose lei.
Nami passò i perfetti vassoi in ceramica a Sanji, il quale la ringraziò con un sorriso e una nuvoletta di fumo a forma di cuoricino. L'uomo portò il vassoio all'ultimo cliente ancora rimasto prima della chiusura del dopo pranzo. Gli porse il piatto con un gentile inchino e lo osservò gustare la pietanza che lui stesso aveva preparato poco prima. Quando tornò in cucina, la prima cosa che fece fu schioccare un bacio sulle labbra della sua Nami - Swan.
"Ti amo." Gli disse lei.
"Ti amo anche io, piccola." Le pupille erano oramai diventati due cuori d'un rosso vivido, e il cuoco continuava ad ondeggiare sempre più velocemente.
Dopo qualche decina di minuti il cliente ebbe finito di mangiare. L'uomo si avviò alla cassa soddisfatto, toccandosi lo stomaco gonfio per il pasto. Pagò e se ne andò, promettendo di tornare presto.
"Chiudiamo?" Chiese Nami.
"Tempo di pulire un po' il locale!"
I due si misero al lavoro di buona lena: Nami puliva il pavimento con una scopa e ne lustrava gli angoli con un cencio umido mentre Sanji lavava i piatti con dovizia e precisione. Poi, assieme, presero le sedie e le posero ribaltate sui vari tavoli, pulendo la base di ognuna di esse. Sanji ripensò a quando lavorava con Zef.
- Quando dovevo fare tutto questo da solo faticavo moltissimo. Ora che sto con lei, invece, vorrei che il tempo si fermasse. -
Quando ebbe finito, Nami si asciugò il sudore che le lambiva la fronte con un braccio e sorrise al suo compagno.
"Andiamo fuori?"
Sanji la seguì, ammaliato dal suo sorriso spontaneo che riluceva al sole e incantato da quell'ondeggiare sinuoso dei suoi capelli arancioni. Nami fu la prima a sedersi sulla larga banchina di legno che circondava il locale, facendo segno all'uomo di accomadarsi anch'egli. Sanji subito la seguì e le cinse le spalle con un braccio fino ad incontrare la sua mano.
"Mi sembra un sogno..."
"Anche a me, amore."
"Credevi che avresti mai trovato un tesoro simile?" Gli domandò Nami.
"Ti riferisci all'All Blue oppure stai parlando di te?" Sanji non riusciva a non farle un complimento ogni frase. Le prime volte Nami aveva sfruttato questa sua... "debolezza" nei suoi confronti per avere pranzi e cene speciali, ma col tempo lei si era innamorata del suo sorriso, di quelle sopracciglia asimettriche, di quel pizzetto appena accennato e di quel suo modo di fumare così dannatamente sexy.
"Scemo!" Gli disse assestandogli una gomitata su un braccio. "Mi riferivo all'All Blue!"
"Ahi!" Esclamò l'uomo toccandosi il punto colpito e sorridendo, poi l'abbracciò di nuovo. "No, pensavo che fossero solo leggende. Immagina un bambino a cui parlano di questo mare leggendario... L'All Blue... Un mare dove vive ogni varietà di pesci. Il sogno di ogni cuoco del mare settentrionale." Nami gli appoggiò la testa su una spalla "E poi, un giorno come tanti, arriva questo squinternato con un cappello di paglia sempre sulla testa che ti dice che vuole diventare il Re dei Pirati." Risero entrambi "Non so cosa mi abbia convinto di lui, forse la sua semplicità, o forse la sua ingenuità... Fatto sta che, quando mi sono imbarcato, non pensavo che lo avrei mai potuto vedere con i miei occhi." Sanji si soffermò ad osservare l'immensa distesa blu, uniforme e quasi immobile in quella calda giornata di fine estate, poi guardò Nami e le accarezzò una guancia. "Ma ancora più incredibile è condividere tutto questo con te, amore mio." La fece voltare con una mano e lei si perse nei suoi occhi. Lui le diede un lungo e passionale bacio che le fece venire i brividi lungo la schiena.
"Ti amo..." Riuscì a malapena a rispondergli prima di abbandonarsi di nuovo alle sue labbra.
 
I giorni si susseguivano pigramente. Gente che veniva, gente che andava. Gli affari al Neo - Baratie non andavano affatto male, anzi, il locale andava decisamente alla grande, così come la vita di coppia. Sanji aveva sempre sognato di abitare assieme a Nami, così come aveva sempre sognato di gestire un ristorante tutto suo. Adesso aveva tutto, e per di più i due si erano stabiliti nell'All Blue. La vita andava alla grande, e anche Nami, dal canto suo, si sentiva una donna realizzata. Il suo uomo non pensava più alle altre donne come un anno prima, ne le guardava come guardava lei. Si sentiva come illuminata dall'occhio di bue di un teatro; al centro della scena. E a lei piacevano da impazzire tutte le attenzioni che quell'uomo le rivolgeva, così come le piaceva perdersi tra le sue braccia. Amava soprattutto vederlo cucinare per lei ed infondere quei piatti di un sapore speciale che nessun altro avrebbe mai avuto l'onore di provare. Un giorno di inizio autunno come tanti, di prima mattina, Sanji aprì la porta dell'entrata principale del Neo - Baratie per sgranchirsi un po' le gambe prima dell'apertura ufficiale del locale. Davanti all'uscio si trovava una lettera. Sanji la raccolse e alzò gli occhi al cielo. Vide un gabbiano volare poco distante dal locale e pensò che dovesse avergliela consegnata lui. Nami mise la testa fuori dalla finestra e lo sorprese intento nella lettura. Essendosi svegliata da poco, si stropicciò gli occhi.
"Tutto bene, amore?" Gli chiese curiosa.
"Certo." Le sorrise.
"Chi ti scrive?" Indagò la ragazza.
"Oh, è una lettera di Rufy e Zoro... Ti salutano!" Rispose allora lui gioviale e sorridendole di rimando.
"Ah, quei cari ragazzi!" Nami si stiracchiò, ancora intorpidita.
"E poi ci chiedono anche come sta andando il locale!"
"Bene, per fortuna!" Rispose lei conscia che Rufy e Zoro non potessero sentirla.
"E ci chiedono di organizzare una rimpatriata assieme a loro, in futuro!" Continuò cantilenando il cuoco scorrendo le scritte sulla lettera con gli occhi.
"Volentierissimo! Ho proprio voglia di rivedere tutti!"
Sanji si interruppe. Il suo sguardo si fece serio. "...E mi chiedono di accompagnarli a trovare un tesoro."
La faccia di Nami si fece interrogativa. "Come, prego?"
"Lo sai com'è quel ragazzo, vive di avventura...!" Si giustificò allora lui.
Lei fece spallucce "Bhè si, hai ragione. Poco male. Tanto c'è Zoro con lui, no?" Sanji tacque e Nami si fece preoccupata. "Amore... Non avrai mica intenzione di andare, vero?"
"Nami, cara... Io devo andare... Sono miei amici, sono i miei compagni... Non posso lasciarli da soli."
"Ma... Come farò senza di te? E il locale? Chi manderà avanti il locale?"
"Tu, amore mio." L'uomo le si era avvicinato e le stringeva ora una mano, baciandogliela "Lo farai tu. Puoi riuscirci."
"Ma... Io non so cucinare bene come t-" La baciò, interrompendola.
"Invece ne sei capace."
Nami rimase interdetta, guardandolo sognante. "E... Quando partirai...?"
"Domani all'alba. Rufy non vuole perdere tempo, lo sai!"
"Va bene... Però stanotte non lasciarmi sola, ti prego..." Lei si strinse alla mano di lui mentre l'uomo le accarezzò dolcemente i capelli.
"Tu non sarai mai sola... Ti scriverò spessissimo, lo prometto. Non starò via a lungo."
Gli occhi di Nami divennero lucidi. "...Me lo prometti?"
"Si, mia adorata." Un altro bacio ancora sugellò quel momento.
 
Il tempo passava. Nami era diventata brava: riusciva a destreggiarsi tra la cucina e i clienti in maniera egregia. Certo, non era semplice per lei preparare i pasti per tutti e tenere in ordine e pulito il locale, ma la ragazza era davvero in gamba. Se ne andava sempre in giro con un lungo grembiule bianco e gli immancabili pantaloncini neri con ricami gialli a forma di cerchio, portando allegria in tutto il locale. Spesso, a fine giornata, dopo aver pulito il pavimento di legno del Neo - Baratie,  si sedeva sempre con la schiena appoggiata al bancone della cassa, si asciugava la fronte dal sudore e socchiudeva un attimo gli occhi, prima di incominciare a leggere le lettere che Sanji le spediva, come da lui promesso.

Cara Nami, le serate senza di te non sono più le stesse. Mi manchi e vorrei stringerti a me. E' come se tutto il mondo fosse pieno di vita, ma io, privato del mio stesso cuore, non riesco a sentirla.                                                                                                              Tuo per sempre, Sanji.
 
Mia adorata Nami, non vedo l'ora di poter tornare a casa da te. Mi mancano le tue labbra, le tue braccia, il tuo respiro, il tuo sapore... Tutto. Io sto bene, ma soltanto all'apparenza, perchè se qualcuno potesse vedermi dentro allora capirebbe quanto soffro senza di te.                                                            Il tuo Sanji.
 
Ci siamo quasi. E' solo questione di giorni. Aspettami, come io sto aspettando il momento per tornare da te. Non c'è nessun altro pensiero che affolla la mia mente come quello del tuo volto. La sensazione che provo anche solo nel ricordarlo è indescrivibile, superiore a tutte le emozioni che io abbia mai provato in vita mia. L'unica cosa che potrà eguagliare questa sensazione sarà un tuo bacio, mia dolce Nami. Aspettami.                                                                           Il tuo Sanji.
 
Ogni volta che Nami leggeva quelle parole, Una lacrima rigava il suo volto e cadeva sulla carta, macchiandola. Non voleva stare sola, non ci riusciva più. Erano passati quasi due mesi.
 
Nami si tolse il grembiule, come era oramai solita fare, e lo ripose in un cassetto in camera da letto. Tornò poi nella grande sala e controllò che fosse tutto in ordine.
- L'incasso l'ho contato e messo al sicuro. - Fece una spunta con la penna su una lista che teneva in mano - Le sedie sono pulite e in ordine. - Altra spunta - Il bagno l'ho pulito.- Ancora - Poi.. .-
La porta si spalancò all'improvviso.
"Ehi, il locale è chiuso, non ha visto l'insegna? Se ne va-" La ragazza si mise una mano alla bocca.
"Amore... Sono a casa..." Sanji crollò a terra proprio all'altezza dell'uscio.
La donna gli corse incontro piangendo. "Amore mio... Sei tornato..." Lo abbracciò con tutte le forze che aveva in corpo, ma l'uomo riuscì a malapena a sorriderle. Nami lo guardò e lo vide incredibilmente pallido. "Che cosa è successo...?" Gli chiese.
"Nulla, tranquilla... Sto bene..."
Gli mise una mano sulla fronte. "Scotti... Hai la febbre altissima."
"Non è vero..."
Nami aiutò Sanji a rialzarsi mettendosi un suo braccio attorno alla spalla e lo trascinò di peso fin nella loro camera. Non riusciva neppure a camminare decentemente, tanto che strusciò i piedi per terra per tutto il breve tragitto. Lo adagiò delicatamente sul letto. "Torno in un attimo."
Andò in cucina e prese un panno pulito. Lo passò sotto l'acqua gelida del rubinetto e tornò al capezzale del compagno. Glielo mise sulla fronte, in modo da allievare il gran caldo che sicuramente doveva provare.
"Va meglio?"
"Si, ma sto ben-"
"Zitto, per favore." La voce della donna era un misto tra preoccupazione e rabbia.
Gli sbottonò la giacca e gliela tolse, e subito dopo fece con la camicia. I suoi occhi si sbarrarono.
"... Come te li sei fatti tutti quei tagli...?"
"Nami, non è niente, davvero..."
Il suo petto, il suo stomaco, la sua pancia... Tutto il corpo dell'uomo era coperto da profondi tagli ed ematomi, a tratti completamente neri. Nami fece un profondo sospiro e si trattenne dal mollargli uno schiaffone. Gli fece cenno con la mano di attendere ed andò in bagno. Aprì lo sportello dei medicinali e prese delle bende, una pomata e quant'altro ritenesse utile per alleviare il dolore dell'uomo. Si sedette vicino a lui, sul bordo del letto, ed iniziò intingendo dei piccoli pezzi di ovatta nel disinfettante, passandoglielo con quanta più delicatezza potesse sulle ferite. Lo sentiva gemere e stringere i pugni ogni volta che strusciava sulla sua pelle, ma doveva farlo. Quando ebbe finito, prese la pomata e ne spremette un po' sulle dita, poi la passò dolcemente sui vari lividi di Sanji.
"Ti fa male?"
"Tu non mi fai mai male, amore..."
La donna gli fece un sorriso e continuò.
"Adesso voltati." Gli ordinò.
Aiutò Sanji a mettersi su un fianco. La sua faccia ebbe un'espressione di repulsione quando vide che i tagli e gli ematomi erano presenti anche sulle spalle e sulla schiena.
- Che cosa diavolo hai fatto...? - Pensò.
La ragazza ripetè il procedimento di poco prima con ancora più cura. Si mordeva un labbro ogni volta che vedeva il suo uomo stringere le coperte e reprimere un grido di dolore. Se fosse stata lei a decidere, sicuramente avrebbe preferito patire le pene dell'inferno che vedere il suo Sanji ridotto così. Quando ebbe finito lo aiutò a mettersi di nuovo a pancia in su.
"Che ti è successo?" Gli domandò.
"Bhè, sai, ogni mappa del tesoro nasconde grandi perico-"
Un bacio lungo, improvviso e passionale lo interruppe e lo lasciò senza fiato.
"Mi sei mancato." Seguì un violento schiaffo. "Ma non prendermi in giro. Sei stato via oltre due mesi e mezzo. Ho il diritto di sapere la verità."
Sanji la guardò negli occhi, poi sospirò. Infine si fece coraggio e parlò.
"Non c'era nessun tesoro."
"Lo avevo capito." Gli rispose piccata lei.
"Non volevo mentirti."
"Forse, semplicemente, non avresti dovuto farlo." Nami manteneva un tono di voce sostenuto.
"Nami, la Marina stava per lanciare un Buster Call su tutta Alabasta."
Gli occhi della ragazza si sgranarono. "Bibi..."
"Capisci adesso perchè Rufy ha contattato me e Zoro? Dovevamo fermare i piani della Marina."
"La Marina adesso arriva a fare queste cose?"
"Quel Sakazuki non si ferma davanti a nulla pur di perseguire il suo ideale di giustizia, lo sai."
"Quel bastardo..."
Sanji gemette e si toccò sotto al pettorale destro.
- Cazzo. - Pensò Nami dandosi un leggero schiaffo - Sono proprio un disastro. -
"Amore, fermati, lascia che ti bendi..."
L'uomo annuì e alzò le braccia. Nami prese una lunga fasciatura ed iniziò a far passare le bende attorno a tutte le ferite dell'uomo, con delicatezza. Quando ebbe finito, gli baciò delicatamente il petto e risalì fino al collo e poi alle labbra. Ne assaporò l'odore e poi si ritrasse, non senza fatica.
"... Abbiamo dovuto affrontare una decina di vice ammiragli." Riprese lui, ancora intontito dal profumo della sua amata.
"Mio dio..." Nami si portò le mani alla bocca.
"Testa d'alga, come al solito, si è fatto un sacco di ferite..." Provò a sdrammatizzare Sanji.
"Sta bene?"
"Non vorrei mai ammetterlo, ma è un uomo forte, lo sai."
La ragazza annuì. "E Rufy?" Chiese.
"Rufy non aveva occhi che per Bibi. Voleva proteggerla a tutti i costi. Bhè, dopo tutto è comprensibile... Non ha esitato un solo attimo a lanciarsi in battaglia."
"E' sempre il solito..." Rispose Nami. Sanji le sorrise "E tu?"
"Bhè, io sono vivo, come ve-"
Un nuovo, violento schiaffo lo colpì dritto in volto.
"MI HAI FATTO PREOCCUPARE, DANNAZIONE." Nami stava urlando. Sanji non la aveva mai vista così, mai in così tanto tempo. Si teneva la guancia arrossata con una mano, massaggiandosela. "Non sapevo come stavi veramente, non sapevo che cosa facevi, se stavi bene... Sapevo che non mi stavi dicendo tutta la verità, lo sapevo dal momento in cui hai ricevuto la lettera..." Le lacrime iniziarono a farsi strada sul volto di Nami rigandole le guance. La voce era ora diventata un singhiozzo. "... Ho avuto paura. Volevo riabbracciarti." Si nascose la testa tra le mani. Sanji fece uno sforzo e si mise a sedere, cingendole il volto con le braccia.
"Mi dispiace, piccola mia, mi dispiace. Ma adesso sono qui con te... E' questa l'unica cosa che conta. Io sto bene, e la Marina ha rinunciato ai suoi propositi per evitare di perdere altri uomini."
Nami alzò lo sguardo svelando gli occhi arrossati. "Li avete sconfitti tutti...?"
"Li abbiamo rispediti a casa a calci nel sedere." Le rispose scherzando lui.
La donna gli sorrise. "Ti amo..."
"Ti amo anche io."
I due si baciarono a lungo. Nami si stese al suo fianco, mentre lui riposava con un braccio dietro alla testa. Ci fu qualche minuto di silenzio e di coccole.
"Devo dirti una cosa..." Esordì lei.
"Dimmi, tesoro."
Quella frase non preannuncia mai nulla di buono, per un uomo.
Nami contrasse i muscoli della bocca facendo una espressione buffa, tanto che riuscì a strappare un sorriso al suo uomo.
"Sono incinta." Confessò infine.


 
Spazio dell'autore: Era tipo una vita che non pubblicavo qualcosa qui su EFP. Questa Fan Fiction risale a qualche mese fa (O forse un anno?): la scrissi ma non la pubblicai mai, ma ora è giunta l'ora! x'D Come sempre, vi lascio i link per le altre mie storie e se vi va di lasciarmi un parere per questa o per altre fatelo, che a me fa solo piacere!
Nicola

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Capitolo 2
*** 2. ***


2. "Zef! Non devi assaggiare le cose prima di pranzo!"
Nami tolse dalle mani del figlioletto un cucchiaio colmo di sugo. Sanji concesse solo un veloce sorriso a quella scena, dopodichè continuò imperterrito a cucinare una enorme bistecca per Rufy. Nami gli si avvicinò e gli fece una carezza. "Porto questi di là."
Sanji annuì lievemente. La donna prese dei piatti in finissima porcellana con disegni floreali dorati e si diresse verso la sala da pranzo. Sulla porta del Neo - Baratie campeggiava la scritta Closed, mentre all'interno della sala vi era un lunghissimo tavolo di legno già apparecchiata. Forchette, coltelli, cucchiai, piatti fondi, piatti piani... Tutto era pronto, persino le numerose piante che adornavano la tavola e l'enorme tovaglia bianca recante lo stemma dei Mugiwara che la ricopriva sembravano essere state messe lì con una precisione assoluta. Nami finì di posare gli ultimi piatti al loro posto e poi si allontanò di qualche metro per osservare la tavola, pienamente soddisfatta.
"A che punto sei, amore?" Chiese al suo compagno.
"Quasi fatto." Disse lui continuando a fumare e a destreggiarsi tra un fornello e l'altro.
"Non dovresti fumare mentre cucini, sai?" Gli diede un bacio sulla guancia, abbracciandolo. "E poi che esempio dai ai nostri figli?"
Sanji sorrise. "A proposito, hai visto Bellmere? Non la vedo da un paio d'ore..."
"Deve essere nella nostra stanza a giocare con i miei trucchi...! Vado subito a controllare."
La donna si allontanò dalla cucina e salì le piccole scale che conducevano al primo piano, laddove avevano dovuto spostare la loro camera e quelle dei bambini. Come previsto, trovò Bellmere davanti allo specchio a disegnarsi ghirigori sulla faccia utilizzando la matita della mamma.
"Oh, eccoti qui, tesoro!" Disse Nami avvicinandosi a lei.
"Mamma!" La abbracciò d'impeto. "Hai visto come sono brava a truccarmi?"
Nami sorrise e le scompigliò i già lunghi capelli arancioni. Le assomigliava moltissimo. Zef, invece, era tutto suo padre. Aveva persino un sopracciglio già lievemente arricciato. "Sei stata bravissima. Ma che ne dici se adesso ti truccasse la mamma?"
"Siii!"
Le due si chiusero in bagno e ci stettero qualche minuto. Quando ne uscirono, la piccola Bellmere aveva il volto completamente ripulito dai disegni di prima e mostrava un trucco appena accennato, consono ai suoi cinque anni di età. Il vestitino bianco la faceva sembrare un confetto. Nami la prese per mano e la condusse giù per le scale, recuperò anche Zef e li fece prendere posto a tavola.
"Tra poco arriveranno anche lo zio Rufy e lo zio Zoro, e anche la zia Bibi e la zia Robin, e lo zio Brook e..." I bambini la guardavano curiosi. "Bhè si, insomma, avete capito! Fate i bravi, mi raccomando!" Diede un veloce bacio sulla fronte ad ognuno di loro e si mise ad attendere i propri ospiti vicino alla porta.


 

Arrivarono alla spicciolata. Il primo fu Rufy, accompagnato dalla compagna Bibi e dal loro figlio Roger. Poi arrivò Zoro, ancora infreddolito dagli ultimi scampoli d'inverno, a braccetto con Tashigi, la quale a sua volta teneva per mano la loro figlioletta. Poi fu il turno di Robin, Chopper e Brook.
Dlin dlon.
Nami andò ad aprire.
"Suuuuuuuuuuuupeeeeeeeeeeeeeeeeeeeer!"
Anche Franky era arrivato. La donna, dopo aver abbracciato tutti, fece accomodare i presenti a tavola.
"Sono contentissima che siamo di nuovo insieme!"
"Lo siamo anche noi!" Le rispose Rufy.
"Dov'è quel cuoco da strapazzo?" Chiese Zoro con il solito tono di sfida.
"Ti sento, testa d'alga. Ti sono mancato?" Gli rispose immediatamente Sanji.
"Come l'influenza d'estate."
"E tu sei mancato a me quanto un brufolo sulle chiappe."
Tutti i presenti risero. Era bello riunirsi dopo così tanto tempo. Avevano quasi tutti messo su famiglia, e chi non lo aveva fatto era comunque felice. Ma loro non avevano mai smesso di essere una ciurma.
"Amore, vienimi ad aiutare, per favore." Chiese Sanji richiamando l'attenzione di Nami.
"Arrivo!"
Nami trovò il suo uomo alle prese con una enorme pentolone e lo aiutò a sorreggerne un'estremita. Lo portarono a fatica nella sala da pranzo e lo misero al centro del tavolo. Con l'auto di un mestolo la donna servì uno ad uno tutti i presenti.
"Buon appetito, ragazzi!"
Tutti si avventarono sul contenuto dei loro piatti come se non toccassero cibo da una vita.
"Ehi, attento, togliti il cappello, quando mangi." Disse Rufy a suo figlio spostandogli il cappello di paglia e mettendoglielo dietro alla testa "E' una cosa preziosa, sai?" Il figlioletto gli sorrise.
"Le mie papille gustative non hanno mai provato nulla di così intenso... Se solo avessi le papille gustative! YOHOHOHOHOH!" Commentò Brook dopo aver assaggiato quella pietanza.
Anche Franky ne portò una cucchiaiata alla bocca. "Questo piatto è semplicemente Super!" Commentò poi.
Il clima a tavola era piacevolissimo.
"Robin, come va il tuo lavoro di bibliotecaria ad Alabasta?" Chiese Nami all'amica dopo un paio di portate.
"Va benissimo, grazie! Stare immerse nei libri è ciò che ho sempre sognato." Le rispose la studiosa.
"Ti piace, testa d'alga?" Chiese curioso Sanji all'amico.
"No." A Zoro quella pietanza piaceva moltissimo, ma l'ultima cosa che voleva era dare una soddisfazione al cuoco.
Le portate si susseguirono una dopo l'altra: Rufy si avventò sulla carne, proprio come previsto da Sanji, che servì il secondo a parte agli altri commensali. Per dolce aveva preparato un'enorme torta con il suo simbolo disegnato con la cioccolata. Fu parere comune quello di non aver mai assaggiato nulla di così delizioso. Quando ebbero finito anche l'ultima mollica di pane, i presenti si abbandonarono allo schienale delle loro sedie, rilassandosi. Tutti i bambini, al termine del pranzo, si misero seduti in cerchio davanti a Brook, il quale aveva impugnato una chitarra acustica e stava sviscerando il proprio repertorio di canzoni natalizie.
"Ancora una! Ancora una!"
"Dai, zio Brook!"
Queste erano alcune delle cose che gli adulti udivano nel confuso vociare dei loro figli al termine di ogni canzone dello scheletro. Tutti ridevano, osservando quelle scene di sana vita familiare.
"E' stato tutto incredibilmente delizioso..." Commentò Chopper esausto per la mangiata.
"Grazie, Chopperino." Gli rispose Nami "E pensa, non ti ho ancora detto la parte migliore del pranzo!"
Alla renna si illuminarono gli occhi, così come a tutti gli altri. "E cos'è??"
"Renna fritta!"
"Aaaaaaaaargh! Non voglio essere cucinato, Nami, ti preeego!"
Tutti risero prendendo amabilmente in giro Chopper. Il pranzo era durato qualche ora ma, come tutte le cose belle, prima o poi sarebbe dovuto terminare.
"Ci ha fatto un grandissimo piacere essere qui, oggi." Disse Bibi abbracciando Sanji e Nami, prima di andarsene. "Grazie di tutto, rifacciamolo più spesso."
"Certamente." Disse lei. "Ehi, piccola! Hai mangiato bene?" Nami si era chinata per poter salutare la figlia di Zoro. La bambina annuì.
"E' ancora molto timida, scusala... Mi ricorda me da giovane!" Commentò Tashigi.
Uno alla volta tutti salutarono i padroni di casa, non senza una punta di tristezza e rammarico. Sanji e Nami si affacciarono dalla porta principale e salutarono di nuovo tutti con la mano.


 

Sanji era sdraiato nel letto, a petto nudo e con la coperta tirata fin sopra all'ombellico. Aveva le braccia piegate dietro alla nuca e gli occhi socchiusi. Sentiva la sua Nami strofinarsi i denti nel bagno. La aspettava impaziente. Quando la donna ebbe finito di prepararsi, si sporse dalla porta. Aveva una lunga vestaglia bianca, piuttosto scollata per essere inverno. Lui la trovava bellissima. Nami si affrettò ad infilarsi sotto le coperte. Era scalza e aveva freddo ai piedi. Diede un veloce bacio sulle labbra dell'uomo e gli si accoccolò accanto passandogli un braccio attorno al fianco.
"Sei stato bene, oggi?" Gli chiese.
"Si amore, benissimo. Mi mancavano da morire..."
"Anche a me. Dovremmo farlo più spesso."
Sanji annuì. Nami fece un sorriso e si mise a sedere. L'uomo la guardò stranito mentre rovistava dentro ai cassetti del comodino vicino. La vide estrarre da esso delle buste, quasi esultando.
"Lo sai che cosa sono queste?" Chiese lei, canzonandolo.
"Uhm... No..."
"Queste, caro il mio tesoro, sono le lettere che tu mi inviasti 5 anni or sono!"
L'uomo si mise le mani tra i capelli e sorrise. "Le hai conservate?"
"Certo che le ho conservate! Per me saranno sempre la testimonianza di come, una volta, tu fossi molto più romantico!"
Sanji tentò di strappargliele di mano, ma lei lo allontanò tenendolo a distanza. "Fermo! Senti qua..."
Ne aprì una con un cuore disegnato sopra e ne inizò a leggere il contenuto. "Cara Nami, ti scrivo perchè - Ehi!"
L'uomo gliela tolse di mano con un movimento fulmineo e la nascose dietro alla schiena. "Smettila! Queste sono per quando sei sola, non per prendermi in giro!"
"Ridammela!"
La donna gli si gettò sopra nel tentativo di recuperarle, e i due si ritrovarono presto a lottare scherzosamente per quei foglietti di carta. Rotolarono sul letto per qualche minuto e si presero persino a cuscinate. Poi, quando entrambi furono stanchi, si stesero su di un fianco guardandosi negli occhi, ansimando.
"Sei bellissima."
"Tu di più."
Si diedero un lungo e passionale bacio.
"Sai..." Esordì Sanji "Tanto tempo fa pensavo che trovare l'All Blue sarebbe stata la cosa più bella che mi sarebbe potuta capitare." Lei lo guardava rapita accarezzandogli dolcemente il pettorale scolpito "Non pensavo minimamente ad avere una famiglia. Tutto ciò che avevo erano Zef e gli altri del Baratie. Ma se ora tornassi indietro non cambierei nulla di ciò che ho fatto, o detto, o anche solo pensato, perchè mi ha portato qui dove sono ora, assieme a te, a Bellmere, al piccolo Zef..."
Una lacrima gli rigò una guancia. Nami si tirò leggermente su e gliela asciugò amorevolmente con la mano.
"Ehi, tesoro, che cosa succede...?"
"Grazie." La guardò dritta negli occhi. "Grazie di esistere, amore mio. Grazie per tutto quello che hai fatto, per tutto quello che sei, per tutto quello che abbiamo costruito insieme. Sei la cosa più bella che potesse capitarmi." La baciò all'improvviso, lasciandola esterrefatta, con gli occhi ancora spalancati. "Grazie."


 

The end.
 

Spazio dell'autore: Eccoci qua, finita! Onestamente, spero che vi possa piacere quello che sono riuscito a scrivere, anche perché diciamo che è un argomento un po' diverso dai miei soliti canoni! Un vostro parere, positivo o negativo, mi farebbe solo piacere! ^^ Come sempre vi lascio i link delle mie storie, e vi ringrazio per la lettura!
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