La strana storia della signoria Grayson

di Ires
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quello è il mio cadavere ***
Capitolo 2: *** Andata e ritorno ***



Capitolo 1
*** Quello è il mio cadavere ***


Fleria Grayson era assolutamente, inesplicabilmente e indubbiamente morta, o almeno così le diceva la ragione mentre stava a fissare quello che una volta era il suo corpo. Il suo cadavere era davanti a lei, pallido e immobile come un morto.
Oh giusto. Lei era morta.
“Uh. Ok” disse la ragazza, anche se dubitava che qualcuno potesse sentirla. Come funzionava ora? Sarebbe stata trascinata all’inferno o elevata al paradiso? C’era una specie di tribunale? Forse sarebbe rimasta un fantasma… diamine, la cosa era confusa. Si sarebbe dovuta arrangiare a quanto pareva; per ora la situazione non includeva niente di sovrannaturale.
A parte il fatto che lei stesse guardando il suo cadavere. Uh.
Comunque avrebbero potuto mandare qualcuno ad avvisare. Del tipo “eh scusa del disturbo ma TA-DAN! Sei morta. No niente, solo per avvisare”.
Santo cielo, era morta! La sua vita era finita ed era finita male perché, andiamo, chi vorrebbe essere ricordato come “quella morta scivolando nel fiume”?
Fleria stava per gridare qualcosa simile a “Mi rifiuto di credere di essere deceduta in un modo così indegno!”, ma d’improvviso qualcosa risucchiò via quello che era rimasto di lei, segnando quel momento come l’istante esatto in cui la signorina Grayson aveva cessato di esistere.

Un bianco accecante attaccò i suoi occhi e per un flebile momento la studentessa pensò di essere in una sala d’ospedale; poi si ricordò di aver visto quello che forse era il suo cadavere e si rizzò in piedi.
Ok, non era in un ospedale. Decisamente no.
I capelli biondi fluttuavano nell’aria come se fosse sott’acqua, eppure Fleria riusciva a respirare. Almeno, pensava di riuscirci: in effetti si accorse di non averne più bisogno; il suo petto non si abbassava né si alzava e il suo cuore era fermo. Si sorprese quando trovò le sue mani tiepide e morbide, mentre sarebbero dovute essere fredde e rigide; il tempo era come sospeso.
La ragazza si alzò, ma diede troppo slancio: finì per fluttuare lei stessa, eterea ma morta tra le luci bianche di quel posto.
“Ehilà?”
La sua voce riecheggiò anche se le sembrava di essere all’esterno e per qualche motivo questo piccolo, insignificante particolare la irritò più che mai; con un paio di bracciate si spinse in avanti, versò la fonte di luce più luminosa.
“Fantastico! Forse sono morta, fluttuo, non respiro e non ho idea di dove cazzo sono! Andiamo, non posso essere morta! Però non so dove sono! Oh, aspetta! C’è qualcos- oh porca puttana”
Lo sproloquio di Fleria fu interrotto da un enorme porta aperta che lasciava intravedere cosa c’era oltre esso: quello che sembrava lo spazio si estendeva all’infinito ed enormi palazzi di cristallo illuminati di bianco troneggiavano su un terreno terribilmente simile a quello lunare; un cartellone con una scritta al neon stava davanti tutto questo, la parola scritta sopra che lampeggiava.
La dicitura “Paradiso” si impresse nelle retine della ragazza permanentemente, tanto che dovette distogliere lo sguardo.
Se avesse avuto bisogno di un respiro ne avrebbe preso uno profondo; Fleria si limitò ad afferrare lo stipite e spingersi dentro, verso lo spazio che tanto vuoto non era.

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Capitolo 2
*** Andata e ritorno ***


“Dio Santo”
Forse bestemmiare non era appropriato, visto che tecnicamente era in Paradiso, ma dopo aver appurato di essere effettivamente morta, a Fleria importava poco di trasgredire qualche regola terrena.
Probabilmente quella fu la ragione per cui decise che se era davvero nell’ Aldilà, tanto valeva capirci qualcosa una volta per tutte.
“Chi è il padrone qui? Mi piacerebbe vedere Dio, grazie. Sono davvero morta? Cavolo, non pensavo mi sarebbe mai successo… eh, la vita. Cioè, tecnicamente la morte”
Passarono solo pochi secondi prima che una sfera di luce dall’aria molto arrabbiata (Fleria non riuscì a spiegarsi come aveva fatto a capirlo, perché la sfera non aveva una faccia né tanto meno un’espressione) le si parò davanti e sbuffò indignata.
“Che modi!” – esordì, la voce fra il cristallino e lo stridulo – “Che maniere, davvero! Dunque Anima, ti sarai accorta di essere arrivata nella splendida landa-”
“Oh, cose fluttuati! Forte! Ora che me lo fai notare è un posto veramente fuori dagli schemi. Dove posso avere un palazzo di cristallo illuminato come quello? Sembra spropositatamente figo”
Il globo luminescente lanciò a Fleria lo sguardo più cattivo che riuscì a produrre senza occhi e probabilmente l’avrebbe rimproverata per il suo comportamento poco rispettoso se un suo simile non gli fosse sfrecciato davanti, bloccando la sua ramanzina sul nascere.
“E’ quella sbagliata!” gridò il nuovo arrivato, panico evidente nel… nel suo… essere.
Quello che la ragazza aveva appena rinominato Sfera Uno svolazzò verso il suo compagno. “Non può essere, Lui non fa certi errori!” sibilò con un cenno di cattiveria.
Sfera Due sembrò irritarsi per il sospetto dell’… amico? Collega? Parente? “Poco importa” pensò Fleria, impassibile e calma nonostante la situazione assurda. Beh, abbastanza calma. Forse era un pelino sovraeccitata.
I due… cosi luminescenti si allontanarono da lei e riprese a borbottare.
“Invece è così! Mi hanno mandato i Superiori!”
“Lei è qui ed è morta. Come hanno fatto a sbagliare?”
“… Non posso dirlo”
Sfera Uno tacque, perplessa. Quando ricominciò a parlare l’argomento della loro discussione notò una nota esasperata nella sua voce: “Vuoi dirmi che hanno preso la ragazza… per sbaglio?!?”
“No”
“Oh Grande e Immenso, l’hanno uccisa prima del tempo! E’ anche peggio!”
“Peggio o non peggio, qui non può stare!”
“Oh giusto, resuscitiamo un cadavere! Sono sicuro che gli Inferiori non batteranno ciglio quando un morto comincerà a camminare!”
“L’abbiamo già fatto, ricordi? Abbiamo rimandato indietro uno letteralmente morto e sepolto! Non solo, l’hanno etichettato come miracolo e hanno beatificato il primo che passava perché lo credevano responsabile. Ci hanno scritto persino un libro!”
“Quello è un caso a parte! Poi penso sarebbe meglio non farlo di nuovo!” 
“Pff, ti prego. Sono talmente stupidi da vivere sopra Atlantide e non accorgersene, dubito che si faranno molte domande”
“Non è questo il punto!”
Fleria avrebbe ascoltato volentieri le due sfere ancora per un po’, ma all’improvviso un’ombra immensa coprì tutta la zona e i due esseri luminescenti si zittirono. Pareva che tutto quello strano mondo fosse caduto nel silenzio e la studentessa provò allo stesso tempo un enorme desiderio di girarsi e vedere la causa di tale trambusto e rimanere immobile, visto che forse aveva capito esattamente  cosa o chi fosse la fonte di tanta agitazione.
“Panettiere ostrogota” strillò Sfera Due.
La ragazza non fece a tempo a chiedersi se fosse il loro corrispondente di “oh cazzo” perché qualcosa (qualcuno?) la sollevò e la lanciò verso la Terra. Il viaggio durò pochi secondi e Fleria non riuscì nemmeno ad urlare. Sbatté contro qualcosa, dentro qualcosa, e capì immediatamente cos’era successo.
La prima cosa che fece quando aprì gli occhi fu prendere un lungo e profondo respiro.
 
A/N: cos'era questo? Non lo so, ma spero vi sia piaciuto.

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