Caso Chiuso, La fine dei MIB

di amelia_6
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dei misteriosi personaggi ***
Capitolo 2: *** Dei nuovi amici 1^ parte ***
Capitolo 3: *** Dei nuovi amici 2^ parte ***
Capitolo 4: *** Una cena italiana 1^ Parte ***
Capitolo 5: *** Una cena italiana 2^ Parte ***
Capitolo 6: *** La lettera 1^ parte ***
Capitolo 7: *** La lettera 2^ parte ***
Capitolo 8: *** L'invito 1^ parte ***
Capitolo 9: *** L'invito 2^ parte ***
Capitolo 10: *** Ran si confida ***
Capitolo 11: *** Benvenuti in America ***
Capitolo 12: *** Un giro per New York ***
Capitolo 13: *** La nostra Scuola ***
Capitolo 14: *** La vacanza si tinge di rosso ***
Capitolo 15: *** Il passato bussa alla porta ***
Capitolo 16: *** Arrivederci New York ***
Capitolo 17: *** Amicizie e misteri, primo indizio ***
Capitolo 18: *** Come un Detective, secondo indizio ***
Capitolo 19: *** L'eterna giovinezza, risoluzione ***
Capitolo 20: *** La scelta ***
Capitolo 21: *** Cara Ran ***
Capitolo 22: *** Due criminali al servizio della giustizia ***
Capitolo 23: *** Bianco VS Nero I^ parte ***
Capitolo 24: *** Bianco VS Nero II^ parte ***
Capitolo 25: *** I corvi neri, la sfida ***
Capitolo 26: *** I corvi, faccia a faccia ***
Capitolo 27: *** I corvi neri, strada a senso unico ***
Capitolo 28: *** Si ricomincia, la vita continua ***
Capitolo 29: *** 10 anni dopo, l'invito ***
Capitolo 30: *** 10 anni dopo, Segreti e Matrimoni a Roma ***



Capitolo 1
*** Dei misteriosi personaggi ***


Caso chiuso Nvu Dei misteriosi personaggi

«Ehi Susan, che stai facendo? Muoviti o perderemo l’aereo!» disse un ragazzo alto, con i capelli castani e gli occhi scuri, si chiamava Charles [Carlo in Francese “scarl”] e aveva 18 anni. «Scusa, stavo cercando il mio passaporto, non lo trovo più!» gli rispose una ragazza poco più bassa che aveva dei lunghissimi capelli, castano chiaro e i suoi occhi erano marroni con delle meravigliose striature ambrate; anche lei aveva 18 anni e condivideva con il ragazzo la passione per la chimica e le armi. «Come non lo trovi più? Quando abbiamo preso il caffè, l’avevi in mano!» il giovanotto osservava arrabbiato la ragazza alle prese con la ricerca del prezioso documento nel luogo in cui si erano fermati per ristorare «Trovato!! Lo avevo lasciato sul tavolino!» tirò un sospiro di sollievo «Sei la solita sbadata!» gli disse dolcemente.

Qualche minuto più tardi, s’imbarcarono sull’aereo, e si accomodarono su 2 posti liberi... Susan si mise vicino al finestrino e lui le sedette accanto intanto le hostess illustravano a tutti i passeggeri come comportarsi nell'eventualità di un’emergenza. Una volta concluse le fasi preliminari, il capitano diede il benvenuto e dopo poco si partì. Atterrarono a Tokyo alle nove del mattino, dopo 15 ore di viaggio. Una volta scesi dall’aereo, si diressero al ritiro bagagli per prendere le valige e poi si diressero in albergo con un taxi...

In pochi minuti i due giovani giunsero a destinazione. «Charles io vado a prendere le chiavi della stanza mentre tu prendi i bagagli ok?» gli chiese con il sorriso «Agli ordini capo!» e ridendo prese dal portabagagli le loro valige, mentre Susan andò verso la receptionist... «Salve, come posso esserle utile?» chiese una giovanissima donna. «Salve, ho prenotato una camera doppia» «Va bene, mi può dire il suo nome?» «Certo, Susan De Ginelli!» «De Ginelli» «Susan» la ragazza tirò fuori le chiavi della stanza dopo aver preso visione dell'archivio informatico «trovate!! Ecco a lei le chiavi della stanza, la accompagnerà il signor Mitsuya» concluse indicando un ragazzo alla destra che molto cordialmente s’inchinò alla giovane ospite «Va bene, molte grazie, ma può aspettare un attimo a momenti dovrebbe arrivare il mio ragazzo con i bagagli!» «Ok, non si preoccupi signorina» sorrise mentre il giovane si avvicinava «Eccomi sono arrivato» «siamo qui, lui è Mitsuya, ci accompagnerà nella stanza, la 527» «Grazie mille» rispose anche lui inchinandosi leggermente, per poi seguirlo. Arrivati nella stanza, disfarono i bagagli e quando ebbero finito, notarono che l’orologio segnava mezzogiorno e così decisero di andare a pranzo.

Finito di pranzare uscirono e con una cartina si diressero verso il liceo per convalidare l'iscrizione, poiché erano ancora minorenni, i genitori di entrambi avevano mandato una lettera nella quale chiedevano l’ammissione alla classe, che fu accettata. Infatti, una volta lì vennero accolti e presentati alla classe nella quale erano, stai ammessi.

-- TOC, TOC -- qualcuno interruppe la lezione che si stava svolgendo nell'aula, bussando alla porta; ricevuto il permesso della docente entrò... «Salve» disse l’uomo che non era altri che il preside dell'Istituto, che avvicinatosi alla cattedra presentò i due giovani. «sono qui per presentarvi dei nuovi compagni: loro sono Susan De Ginelli e Charles De Mattei, e frequenteranno questa classe da domani.» fece una breve pausa poi riprese «Vengono dagli Stati Uniti, ma sono di origini italiane e sono qui per una ricerca, ma per non rimanere indietro con lo studio delle altre materie seguiranno i corsi con voi» il preside terminò la sua presentazione, e i due giovani studenti vennero accolti dalla classe con un solare saluto. «Buon giorno e benvenuti!» «Salve a tutti» risposero i due con fare sicuro e disinvolto «Salve, ragazzi. Benvenuti in questa scuola!» sorrise, gentilmente, l'insegnate «Grazie!» risposero Susan e Charles, all'unisono «Prego ragazzi, fate sentire a loro agio i nuovi arrivati, qualcuno di voi si presenti!» la professoressa pronunciò tale richiesta con un tono più freddo, rivolgendosi ai suoi allievi. A prendere parola fu una ragazza dai capelli marroni e lunghi, che si alzò e si presento: «Salve io sono Ran, Ran Mouri, piacere di conoscervi, mentre la ragazza vicino a me, è Sonoko Suzuki» «Salve, piacere di conoscervi!» si alzò in piedi anche la ragazza interpellata «Il piacere è tutto nostro!» risposero ancora una volta all’unisono facendo ridere tutti, ma furono subito richiamati dalla professoressa. «Va bene, ora togliamo il disturbo, così può continuare con la lezione» intervenne il preside dirigendosi verso la porta e facendo accomodare fuori i due fidanzati dove si scuso per il disturbo e si ritirò nel suo ufficio, lasciando i ragazzi andare a casa. «Charles, andiamo a fare un giro per la città?» propose la simpatica ragazza «Sì, perché no!». I due italo-americani iniziarono il giro della città mentre Ran, finite le ore scolastiche pomeridiane, ritornò a casa. «Ciao a tutti, sono a casa!!» esclamò a gran voce per farsi udire da suo padre, il famoso detective Goro, e dall'amico Conan, un bambino dalle spiccate capacità deduttive.

La sua straordinaria intelligenza trovava spiegazione nel fatto che la sua reale identità era quella di un celebre detective liceale, Shinichi Kudo. Shinichi era regredito allo stato infantile a causa di un farmaco che gli fu fatto ingerire da un esponente di un’organizzazione criminale allo scopo di farlo tacere per sempre. Qualcosa però andò sorto, e adesso il giovane detective si ritrova nel corpo di un bambino a dover vivere nella stessa abitazione della sua amata Ran. La ragazza però non sa la verità, perché il ragazzo, la vuole tenere lontana dai pericoli. Gli unici a conoscere la sua reale identità sono il Dottor Agasa, il quale gli ha fornito le nuove generalità, i suoi genitori, che sono affermati VIP statunitensi e Ai Haibara, anch'essa regredita all'età di 7 anni dopo la morte della sorella che come lei faceva parte dell'organizzazione. Infine Chris Vineyard, alias Vermouth, un’attrice molto affascinante che lavora nella banda dei criminali, ma che per qualche misteriosa ragione sta coprendo l'identità dei ragazzi.

«Ciao Ran!» rispose al saluto il detective Goro, intento a sfogliare un quotidiano «Bentornata Ran, com'è andata a scuola?» domandò gentilmente il bambino mentre leggeva un libro di Sherlock Holmes, il suo idolo. «Bene Conan, anche se oggi il preside è venuto in classe!» «Come mai?» «Perché sono arrivati due nuovi studenti stranieri» «capisco» il bambino rimase sorpreso dalla notizia, in fondo si stava pur sempre parlando dei suoi veri compagni di classe. «Ran sbrigati che ho fame, inizia a preparare la cena!!» iniziò a sbraitare come il solito, il pigro detective. «Ma papà, manca ancora due ore!» «Su Goro adesso dovrebbe andare in diretta il programma di Yoko Okino, no?» «Giusto!!» «Meno male che ci sei tu piccolo!!» e accendendo subito il televisore si perse in una dimensione tutta sua. Intanto il piccolo detective, incuriosito, chiese a Ran qualcosa in più. «Hey Ran, ma sai chi sono questi ragazzi!» «So solo quello che ha detto il preside oggi in classe quando li ha presentati, si chiamano, se non sbaglio, Susan De Ginelli e Charles De Mattei e vengono dagli Stati Uniti, ma sono di origini italiane e sono qui per una ricerca, ma per non rimanere indietro con lo studio delle altre materie seguiranno i corsi con noi» gli rispose ripetendo le parole del preside. «devono essere bravissimi allora» disse Conan con la vocina da bambino «già» gli sorrise Ran «ora che ne dici di aiutarmi in cucina?» «certo» annuì e segui l’amica nella piccola cucina.


**************************************** angolo autrice ***********************************
Salve a tutti vi ri-presento questo primo capitolo revisionato con il mio amico Michael Jackson, che mi ha aiutata moltissimo! Ricordo poi che i cognomi li ho scelti a caso e non sono un genio con i nomi giapponesi! Ringrazio nuovamente Michael Jackson e invito SpinellaTappo98 che ha recensito i vecchi capitoli ha dirmi che ne pensa!
 
Appresto Amelia_6

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Capitolo 2
*** Dei nuovi amici 1^ parte ***


Dei nuovi amici 1^ parte

Era la mattina seguente, e dopo essersi preparata per andare a scuola, Ran uscì di casa insieme a Conan. «Ran fermati, aspettami!!» sopraggiunse una voce familiare «Sonoko, tutto bene?» «Sì, apparte la corsa» si fermò a prendere fiato.  Il gruppo partì e le ragazze iniziarono a parlare dei due nuovi e particolari compagni di classe. Quando raggiunsero un incrocio trovarono la squadra dei giovani detective che aspettava Conan. «Ragazze io vado» «certo ci vediamo oggi pomeriggio, ciao» lo salutò Ran «ciao» rispose finche si allontanava. Arrivarono a scuola, in leggero anticipo e così si sederono su una panchina del vialetto della scuola. «ehi» si rivolse Ran all’amica «hai visto per caso i due ragazzi di ieri?» «no, ma a momenti iniziano le lezioni! Per cui dovrebbero arrivare» rispose la Suzuki proprio nel momento in cui i due giovani avevano messo piede nel vialetto. «Eccoli!» esclamò la karateka prendendo per mano l’amica e correndo loro incontro «Salve ragazze!» salutò cordialmente la simpatica Susan come segno di risposta «Ciao, sono contenta di rivedervi, tutto bene?» «Si, grazie, Ran?» disse con fare insicuro la giovane dai capelli castano chiaro «Si!» «è normale, Susan ha una memoria fotografica!» rispose ironicamente Charles «Comunque non ci sono stati problemi fin’ora, in albergo ci hanno trattato benissimo, e la gente del luogo è gentilissima!!» mostrò gioia Charles. «Benissimo, sono contenta!» «Ma scusate l’indiscrezione» si intromise Sonoko  «dormite in un albergo?» «Sì, perché? C’è qualche problema?» domandò Susan, non avendo capito il senso della domanda «No ma pensavo che aveste una casa per essere più comodi!» «Anche noi avevamo pensato a questa opzione, ma purtroppo vicine alla scuola non ce ne sono!» rispose Charles «capisco, e per quanto tempo vi fermerete qui in Giappone?» «Beh non lo so, da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 36» «Ehi Ran, ora che ci penso... il ragazzo che abitava a casa di Shinichi, Subaru, se n’è andato, o sbaglio?» chiese Sonoko all'amica sottovoce «Non ti sbagli, se ne è andato orami da due settimane, ma perché me lo chiedi?» «Ma è ovvio!» esclamo «Protesti chiedere al “tuo maritino” di ospitare i due ragazzi già che lui non c’è mai!» concluse con un ammiccamento sorridente. «Intanto non è “il mio maritino”... ma comunque posso chiederglielo, non dovrebbero esserci problemi» L'amichevole conversazione venne disturbata dal melodioso suono del "Carillon de Westminster", che annunciò l'imminente inizio delle lezioni, invitando la scolaresca a prendere posto nelle rispettive aule. «Forse prima sarà meglio andare in classe o ci sgrideranno tutti e quattro» rinviò Susan la discussione, e con un sorriso si diressero tutti verso l’aula. Il tempo non passava più... le lezioni di inglese e di giapponese che si susseguirono furono una vera tortura, ma alla fine suonò la campanella della pausa pranzo che risollevò gli animi. «Susan, Charles aspettateci veniamo con voi» «Oh, yes sure!» disse Susan soprapensiero.

Dopo pochi minuti i quattro ragazzi arrivarono nel parco della scuola dove si sedettero per pranzare. «Come va il primo giorno di scuola?» domandò Ran «Non c'è male, ma che noia ragazze!» rispose Susan «Ho visto che fate fatica con la grammatica giapponese, ma se posso aiutarvi chiedete pure!» Ran si mostrò ancora una volta molto disponibile nei confronti dei due stranieri, che la ringraziarono. «Grazie mille, ma per il giapponese possiamo farcela tranquillamente da soli, il peggio è l’inglese!» affermò Charles generando stupore «Perché?» «più che altro è pesante, per il fatto che noi queste cose le sappiamo già, infatti, le abbiamo fatte ai primi anni di liceo, quando eravamo negli Stati Uniti... per farti un esempio, è come se tu andassi negli USA e come seconda lingua facessi il giapponese, non so se mi spiego?» «Ma certo, ho capito quello che intendi, in effetti, sarebbe una vera tortura» [Autrice: se le sente Conan, non so cosa potrebbe succedere!] «Comunque se invece voi avete bisogno per l’inglese non fatevi problemi, chiedete pure!» si fece gentile il ragazzo. Intanto si avvicinò e mise il braccio sulla schiena di Susan, la quale si avvicinò a lui senza respingerlo, e come sempre Sonoko non resisti dalla voglia di intervenire «Ehi ehi ma voi due state insiemeee» sorrise ammiccando alla ragazza «Si Sonoko, più o meno da quando ci siamo trasferiti negli USA, per cui da circa 5 anni» rispose gioiosa la bella Susan «Wow state davvero bene insieme!» «Grazie Ran, sei molto gentile» «Ma a proposito di piccioncini, Ran, non dovevi chiamare Shinichi?» ricordò Sonoko «Giusto, adesso provo a chiamarlo!» ed estrasse il cellulare dalla tasca componendo il numero dell'amato detective «Scusate ma chi è Shinichi?» curiosò Susan «È il maritino di Ran» esclamò Sonoko sorridendo «È solo il mio amico d’infanzia, siamo cresciuti insieme» la ragazza non seppe controllare le emozioni, e arrossì. Non molto lontano da li, nella scuola elementare, il piccolo Conan era in pausa con i suoi amichetti, finché non udì la vibrazione del suo cellulare... "Ma chi è?” “È Ran!” “cavolo ma sta chiamando Shinichi, chissà che cosa vuole?" E intanto con la solita scusa che doveva andare in bagno, iniziò a correre per allontanarsi, e preso il papillon con il dispositivo cambia-voce integrato, rispose con la voce di Shinichi, il suo alter ego. «Si pronto» «Ciao, ti disturbo?» «No Ran, figurati, ma ho poco tempo purtroppo» «Ok, ho conosciuto due ragazzi che sono appena arrivati dagli Stati Uniti, e non essendo riusciti a trovare una casa, li tocca dormire in albergo, potresti prestare loro casa tua così da essere più comodi??» fece una pausa «Sono delle bravissime persone non devi preoccuparti di questo!!» «Ok non c’è problema, mi fido di te, chiedo solo che non vengano toccate le mie cose, mi da fastidio» rispose il generoso detective liceale senza pensarci troppo «Grazie! E non ti preoccupare!!» «Mi fido, comunque le chiavi le puoi chiedere al dottor Agasa, lui dovrebbe averne una copia» «Ok va bene, ci passerò più tardi, e grazie ancora Shinichi!!» «Di nulla, ma adesso devo proprio salutarti, appresto Ran!» «Ok, appresto Shin» e così dicendo chiusero, con malinconia, la chiamata. L’umore di Ran era peggiorato, chiamare per pochi secondi Shinichi la faceva star male e di questo i due stranieri se ne accorsero. «È un sì, vero?» osservò Sonoko «Ha detto che non ci sono problemi, e che una copia delle chiavi la possiamo andarla a prendere dal dottor Agasa» «Dottor... Agasa?» chiesero i due con un volto sorpreso «Sì, è uno scienziato che abita vicino Shinichi» Il suono della campana, tanto odiata e amata dagli studenti, non tardò ad arrivare per mettere fine alla pausa. «Sarà meglio andare» disse Charles ottenendo l'approvazione del gruppo.

***************** Autrice *************************
Autrice: Salve a tutti :) Come va? Eccovi il secondo capitolo della mia storia, anche questo molto tranquillo. Ma non preoccupatevi presto arriveranno capitoli un po’ più coinvolgenti (Si può dire? o_O?)

Conan: Su per favore, ammettilo non sapevi come allungare il brodo!

Autrice: Conan! Scusate tutti, spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto nella sua semplicità, aspetto le vostre recensioni sia belle che brutte :) Ringrazio Zanexd22 per la precedente recensione e Michael Jackson, che mi ha aiutato nella stesura della storia. Arrivederci al prossimo capitolo :D

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Capitolo 3
*** Dei nuovi amici 2^ parte ***


Dei nuovi amici 2^ parte

L
e ore pomeridiane erano finite ed i quattro ragazzi, come deciso, si diressero verso la casa del professor Agasa, per ritirare le chiavi di Villa Kudo, che per qualche tempo avrebbe ospitato la giovane coppietta. Il gruppo, avvicinatosi alla casa, bussò, e ad aprire si presentò una bambina dai capelli ramati che fece accomodare gli ospiti, restando però impassibile. Susan e Charles però continuavano a guardarla con sguardo perso come se ci fosse qualcosa che non andasse bene. «Susan, Charles questo è il dottor Agasa» iniziò Ran con le presentazioni «Piacere di conoscervi ragazzi» esclamò con gioia «Il piacere è nostro! Il mio nome è Susan De Ginelli, e il ragazzo è Charles De Mattei!» alla presentazione fecero seguire un lieve inchino «Questi invece sono i giovani detective, abbiamo Conan, Ai, Ayumi, Genta e Mitsuhiko» il dottore presentò anche i bambini, che erano a casa del professore per bere un buon the caldo in compagnia. «Piacere di conoscervi» risposero i ragazzini all'unisono «Grazie, anche per noi» sorrise Susan. «Ehi Conan, non mi sento sicura» iniziò a bisbigliare Ai al giovane «l’ultima volta l'ospite» lasciò in sospeso la frase, ma il giovane detective capì cosa voleva dire.
Aì Haibara è la ragazzina che ha inventato il farmaco che ha fatto rimpicciolire Conan. Il suo vero nome è Shiho Miyano e un tempo lavorava per l'organizzazione criminale come scienziata. Dopo la morte della sorella a causa della volontà di uscire dalla banda, ha ingerito la stessa pillola di Shinichi. Ma come successo al detective regredisce allo stato infantile, riuscendo così a mettersi in salvo e a rintracciare l'abile detective Shinichi Kudo. La bambina però viene trovata dal dottor Agasa che la ospita e le suggerisce un nuovo nome Aì Haibara. Arrivata a scuola conosce Conan Edogawa (Che sa essere Shinichi Kudo) e la squadra dei giovani detective.  
 «Non ti preoccupare, l’idea è stata di Ran» «E se si fossero avvicinati per arrivare a noi?» la ragazzina mostrava chiari segni di turbamento «Su Ai non fare così, è stata Ran a stringere amicizia, e poi mi sembrano delle brave persone, ogni tanto metti da parte la tua diffidenza e fidati di più di me!» concluse lanciando un occhiolino «Infatti, sappiamo benissimo cos'è successo l'ultima volta che hai detto così... per te sono tutte brave persone finché non commettono un omicidio» disse con tono di sfida e un po’ di cattiveria nella voce «He-he» sorrise imbarazzato. «Ehi voi due, che avete da bisbigliare, ho per caso qualcosa che non va?» sbucò improvvisamente alle loro spalle la simpatica Susan, con un sorrisino affettuoso stampato in viso «No no, è solo che la mia amica mi voleva chiedere una cosa, tutto qui!» disse preso alla sprovvista «Ma tranquilli ragazzi, stavo solo scherzando, ma aspetta, come hai detto che ti chiami?» domandò rivolgendosi al piccolo. «Conan» «Conan, come il famoso scrittore Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes» «Si esatto» disse Conan e poi pensare “brava però” «Quindi anche tu ami i gialli?» intervenne Ran sentendo il discorso «Beh, ho letto solo qualche libro di Doyle e di Edogawa» «Edogawa?» «Certo, Rampo Edogawa, perché?» «Mi ha stupito perché Conan fa Edogawa di cognome» «Ah non lo sapevo, ma allora devi essere proprio un genio nel risolvere i casi, dato che porti sia il nome sia il cognome di due giallisti molto importanti!» ipotizzò rivolgendosi al diretto interessato. «Lo so, infatti, i misteri mi sono sempre piaciuti!» sorrise «Allora dovremmo presentarti un nostro caro amico, fa lo scrittore di libri gialli...» s’intromise anche Charles nel discorso «Davvero??» si entusiasmo Ran «Proprio così, si chiama Yusako Kudo, nonostante abbia origini nipponiche, si è distinto molto nella Grande Mela!» Susan fece una rivelazione shock «Yusako Kudo?» esclamò la karateka meravigliata al massimo «Emh... sì, perché questo stupore?» chiese Susan «Perché è il padre di Shinichi!!» «Ah già, mi avevano detto, lui e sua moglie Yukiko, che hanno un figlio della nostra età!» «Eheheh, quanto è piccolo il mondo!» disse con ironia Charles «Sono d’accordo!» confermò la ragazza «ma è da tanto tempo che non li vedo» «Già, anche noi» disse Susan.
 
«Susan, io andrei a prendere le nostre cose in albergo e a saldare il conto, che ne dici?» cambiò discorso il ragazzo dopo aver buttato uno sguardo verso l'orologio che teneva al polso
«Sì, è un ottima idea!» «Aspettate un attimo, forse è meglio se vi facciamo vedere prima la casa!» esclamò il dottor Agasa «Sì! Il dottore ha ragione» osservò Ran «Charles in effetti non c'è fretta, prima diamo un occhiatina alla casa» sorrise la bella De Ginelli «Bambini, voi invece è meglio che voi andiate a casa, siete già in ritardo, e i vostri genitori vi staranno sicuramente aspettando dato che avevate detto che vi sareste fermati qui per mezz’ora!» «Cosaaa?! È già ora?» risposero ancora una volta in coro «Sarà meglio andare adesso» «buona giornata a tutti, e piacere di aver fatto la vostra conoscenza!» salutò Mitsuhiko seguito dagli amici Genta e Ayumi, i quali vennero ricambiati con molto affetto. Dopo che i ragazzi se ne furono andati, il dottor Agasa prese le chiavi e le porse ai due italo-americani e li accompagno insieme a Ran, Sonoko e Conan.  Arrivati a villa Kudo, le simpatiche ragazze presentarono loro l'abitazione. Il giro durò solo un quarto d'ora e subito dopo il gruppo si divise lasciando la giovane coppietta nella nuova dimora.

 
«Susan, io vado in albergo, tu invece occupati della spesa e della cucina, ho una voglia matta di mangiarmi una bella pastasciutta all’italiana!» esclamò con un solare sorriso fra le labbra «Non c’è problema, anche io ho voglia di un piatto di pasta, lo faccio volentieri!» gli rispose «Ah già, prima che me ne dimentichi, ecco la tua carta di credito, sai, preferisco portarla sempre con me!» mentre consegnava la carta, lanciò un ammiccamento ironico «Ok grazie, e stai tranquilla che non sono smemorato come qualcuno!» sorrise anche lui «Sempre molto divertente» «Mi raccomando, piuttosto non perdere la tua di carta!» «Ma stai tranquillo!» «Ok, allora vado, a dopo!!» «Bye bye!». La ragazza entrò in casa e iniziò a cercare carta e penna, li trovò nella biblioteca. “dunque” pensò "a già la spesa" e girando per casa annotò tutto quello che serviva. L’unica cosa che la colpì fu una grande fotografia nascosta in un angolo della sala da pranzo, ritraeva due coppie con due bambini che Susan avrebbe giurato di conoscere.

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Capitolo 4
*** Una cena italiana 1^ Parte ***


Una cena italiana 1^ parte

Era passata una settimana da quando Ran e i due ragazzi si erano conosciuti così domenica decisero di andare a fare un giro. «Susan, Charles!» urlò Ran che correva insieme a suo padre Goro e il piccolo Conan verso i due ragazzi, «ciao, tutto bene?» chiese loro Susan sorridendo «si grazie, scusate il ritardo!» rispose la karateka «tranquilli, lui è tuo padre?» chiese Charles «sì, papà loro sono Susan e Charles, i ragazzi di cui ti ho parlato» rispose Ran presentando poi i due italo-americani «piacere, io sono il celebre detective Mouri Goro» disse Goro dandosi delle arie, come suo solito «scusate, dove volevate andare?» chiese poi, il piccolo detective «non saprei, tu cosa ci consigli?» disse Charles, portandosi una mano al mento «io andrei al parco, è un posto tranquillo e poi possiamo fermarci a mangiare qualcosa sui tavolini» disse Conan, facendo l’aria da bambino, cosa che gli riusciva perfettamente «uff, io non voglio non mi piace andare al parco!» disse Goro «su papà, perché non iniziamo ad incamminarci, non è male come idea» disse Ran sorridendo «va bene» concluse il detective dormiente! Il gruppo iniziò a percorrere le vie del quartiere quando trovò la strada bloccata dalle auto della polizia, davanti ad esse c’erano l’ispettore Megure, i detective Takagi e Sato e una signora.

«Buongiorno ispettore Megure» disse il detective «oh Salve Goro» «Buon giorno ispettore» dissero Ran e Conan. «ciao ragazzi e i vostri amichi chi sono?» chiese notando i due stranieri «io sono Susan de Ginelli, lui invece è Charles de Mattei, molto piacere» disse la ragazza inchinandosi leggermente  «molto piacere» si aggiunse il ragazzo inchinandosi a sua volta «piacere mio, io sono Juzo Megure» rispose L’ispettore «cos’è successo?» chiese poi Goro indicando le macchine della polizia «il proprietario è stato trovato morto in cucina, pensiamo sia stato avvelenato» disse Megure «interessante chi era?» continuò Goro «si chiamava Horiuchi Ogawa aveva 42 anni e viveva in questa casa con la moglie Kayoko Ogawa» disse l’ispettore «mi scusi ha detto  Kayoko Ogawa?» chiese Ran «sì, è una professoressa del liceo» continuò l’ispettore «Lo so è una delle mie insegnanti, dov’è adesso?» chiese, Ran preoccupata «Lì con Takagi e Sato, la stanno interrogando. Quando hanno finito puoi andare» rispose Megure «grazie mille!» disse la giovane. «mi scusi ispettore Megure, posso sapere con che cosa è stata avvelenata la vittima?» chiese Susan «Come mai lo volete sapere?»  «Le rispondo io ispettore, Susan e Charles sono due grandi appassionati di chimica!» disse Ran che stava aspettando e che ricordava quando i due giovani le dissero le passioni che avevano in comune. «capisco, crediamo che la morte sia sopraggiunta a causa della Belladonna» disse l’ispettore aprendo il taccuino dove vi erano gli appunti «capisco, la Belladonna viene usata in piccole dosi anche in campo terapeutico, sa per caso se la vittima la assumeva?» intervenne Charles «no mi spiace ma posso chiedere» rispose l’ispettore, con espressione sorpresa data la bravura dei due stranieri. «Sei bravissimo!» esclamò Conan che aveva ascoltato la conversazione, incuriosito anche lui dalla bravura dei ragazzi, «grazie mille Piccolo» rispose sorridendo «perché hai chiesto se assumeva la belladonna?» chiese Conan con espressione infantile. «va a loro vantaggio, così potranno sapere se il veleno era in casa o era all’esterno, se l’uomo conosceva, o no, il farmaco» disse Susan che si era aggiunta alla conversazione «capisco, voi sapete per cosa viene utilizzata la Belladonna?» «certamente, la Belladonna è un farmaco con proprietà Antiemorroidari lenitive e Antimuscariniche (autrice: che paroloni!) disse Charles «in sostanza, blocca i recettori che controllano la salivazione e le secrezioni, inoltre induce sonnolenza, stordimento, rilassa i muscoli e aumenta la frequenza cardiaca.» Continuò Susan

«capisco!» disse Conan dopo aver ascoltato la conversazione dei due giovani «ragazzi, secondo la moglie il marito non prendeva il farmaco né lo conosceva», disse l’ispettore avvicinandosi nuovamente al gruppo insieme agli agenti Sato e Takagi. «per cui se la moglie ha detto la verità, il veleno non era presente in casa e quindi il colpevole l’ho ha portato con se» disse Susan ragionando ha voce alta «scusate, è stato trovato un contenitore o qualche cosa, dove mettere il farmaco?» chiese Charles «no mi spiace, la scientifica non ha trovato nulla» rispose Takagi. «capisco, un’altra cosa da quanto è morto l’uomo?» a domandarlo, fu la bella italo-americana «da circa 13 ore» rispose Sato «per cui è morto alle 9 di ieri sera» disse Charles. «un’ultima cosa, se siete sicuri che non si sia avvelenato da solo, avrete dei sospetti?» domandò Susan «Non abbiamo prove per supportare nessuna delle due tesi. Comunque le persone coinvolte e indiziate sono tre, Rui Hikasami un’amica della moglie; quando l’amica non c’è, fa le faccende all’interno della casa perché l’uomo vi è raramente e i due non si conoscevano che di vista. Kioichi Kuroimy il suocero della vittima, non era in buoni rapporti con Horiuchi perché avevano avuto una disputa per i soldi. E Benjiro Tomiky un vecchio amico della vittima erano in ottimi rapporti ed era qui per incontrare il signor Ogawa» disse Sato controllando gli appunti sul taccuino.


***************************** Angolo Scrittrice*******************************
Salve ragazzi, sono di nuovo qua per riproporvi l’episodio 4 della mia ff! In questo capitolo c’è un nuovo caso chi è il colpevole? Ringrazio come sempre Michael Jackson per il suo aiuto :)

Ci rivediamo al prossimo capitolo ;) Amelia_6

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Capitolo 5
*** Una cena italiana 2^ Parte ***


Una cena all’italiana 2^ parte

Ran, suo padre il celebre detective Goro e Conan  in compagnia dei due nuovi amici Susan e Charles decidono di andare a fare una passeggiata ma si imbattono in una caso riguardante il marito di una professoressa del liceo Teitan, il signor Horiuchi Ogawa. I due stranieri saputo che l’uomo era stato avvelenato, o si era avvelenato, iniziano a indagare sul caso in compagnia del Detective Goro e Conan.

 «Sappiamo che la vittima è morta a causa della Belladonna. Se fosse un omicidio, le persone coinvolte sono un’amica della moglie, Rui Hikasami, il suocero della vittima, Kioichi Kuroimy, e un amico di  Horiuchi, Benjiro Tomiky» Fece un riassunto Susan «La persona che ha somministrato il veleno, doveva sapere i suoi effetti e anche il modo in cui utilizzarlo; la vittima secondo la moglie non lo conosceva» «scusate, perché non sospettate della moglie?» chiese il detective ricordandosi della donna «da quello che la professoressa mi ha detto»  intervenne Ran «lei era a scuola e l’alibi è stato confermato» «per cui la polizia l’ha esclusa a priori e poi non sono ancora certi se si tratta di suicidio e di omicidio.» «Continuando il discorso Charles se ci pensi tutti i medicinali vengono accompagnati da un foglietto illustrativo che spiega come utilizzarli» evidenziò la sua fidanzata «hai ragione, allora cosa e com’è successo?» «se pensiamo ad un omicidio, il farmaco potrebbe essere stato sostituito, oppure era nel cibo o il colpevole glielo l’ha costretto ad ingerire» «nessuno dei tre sospettati era a diretto contatto con il cibo di Horiuchi, quindi si può escludere» «l’ispettore, mi ha detto di informarvi che la porta d’ingresso era chiusa e non presentava delle scassinature» intervenne Goro «capisco per cui, si può escludere Benjiro e il suocero, che non avevano le chiavi» continuò Susan  «rimane Rui, ma non ha senso i due si conoscevano solo di vista, la vittima era solita lavorare fuori casa, tornava per pranzo quando la donna se ne era ormai andata» disse Charles «ho scordato di chiedere all’ispettore chi ha trovato il corpo?» esclamo l’italo-americana «l’amico, ha bussato più volte ma nessuno rispondeva, quando stava per andarsene Rui è arrivata e gli ha confermato che di solito l’uomo non era in casa» «Ha fatto comunque accomodare l’uomo ma arrivati in salotto hanno trovato il corpo della vittima senza vita» disse Goro, che stava seguendo il ragionamento dei due ragazzi «aspettate, ma se è così allora il colpevole deve essere  lui!» penso il piccolo detective. Conan corse verso l’abitazione e di nascosto entro in casa, si diresse in salotto e quando trovò la prova che cercava, uscì. Il problema più grande ora erano i due stranieri, se per caso lo avessero scoperto, era nei guai! Ma dovette cambiare subito idea, Susan e Charles avevano smesso di fare i detective incoraggiati anche dall’ispettore e stavano per andarsene insieme a Ran, Goro e tutti i sospettati. «Goro, - urlò il piccolo detective – puoi venire un attimo devo chiederti una cosa» «uffa che vuoi moccioso?» Il poveretto non fece in tempo ad avvicinarsi che Conan corse nell’abitazione, Goro si affrettò e quanto lo prese il piccolo detective lo addormentò e chiamò a se tutti quanti per spiegare il caso. Goro iniziò a parlare e chiamò in causa l’amico della vittima, Benjiro Tomiky, «sa devo dire che è stato bravo a mentire signor Tomiky, lei e la signorina Rui vi conoscevate benissimo!» «cosa non è vero» «vuole negare, Conan ha trovato vicino al cadavere una fotografia sua e della signora, abbracciati!» il detective fece una pausa «la foto porta la data di tre anni fa esatti e la firma della donna!» «Basterà esaminarla per trovare le sue impronte, signor Tomiky» «non era mia intenzione, sapevo dove nascondeva le chiavi, le ho prese e sono entrato; quando mi ha visto si è meravigliato ma gli ho fatto dire la verità!» cadde in ginocchio in lacrime e continuò «la sorella della signorina Rui era ammalata, doveva subire un trapianto ma la sorella non poteva così si rivolse all’amica ma non era compatibile; il marito invece sì!» «ma lui non volle sottoporsi all’intervento e questo portò in un anno alla morte della ragazza» fece un’altra pausa ma a prender parola fu la moglie della vittima «questo non è vero, in realtà mio marito lo avrebbe fatto ma in quel periodo aveva avuto anche lui dei problemi e il medico gli sconsiglio di fare l’operazione» «cosa?» dopo quell’affermazione l’uomo cedette si lasciò ammanettare. «Aspetta Goro, come ha fatto ad avvelenarlo?» «Probabilmente la vittima gli ha offerto da bere e quando lui non vedeva il signor Tomiky, ha aggiunto del ghiaccio, dove era stata aggiunta della belladonna» «Il detective Goro ha ragione, ho sciolto la belladonna nell’acqua che poi ho congelato» «Capisco, portatelo via» disse l’ispettore e l’uomo uscì accompagnato dagli agenti.

Il caso era risolto ma era anche pomeriggio inoltrato così Susan e Charles, invitarono gli amici a cena.  Che accettarono volentieri. La camminata non fu lunga e quando il gruppo arrivò davanti villa Kudo, i giovani fecero accomodare gli ospiti. «accomodatevi pure, arrivo tra 1 minuto» disse la ragazza dai lunghi capelli «va bene, grazie» dissero tutti. «eccomi sono andata a cambiarmi e ora per voi preparerò un piatto di pasta all’italiana» che ne dite? «va benissimo» esclamò il detective «hai bisogno d’aiuto?» chiese invece il  fidanzato «no, grazie ci penso io tu rimani qui con gli ospiti» «ok, a dopo» Susan entro in cucina mise sull’acqua e inizio a preparare il condimento, quando l’acqua bolli ci buttò dentro gli spaghetti [N.d.a: uhm buoni, è pure ora di cena, Hahaha scusa vado avanti], dopo pochi minuti erano pronti li scolò e gli unì al sugo in una terrina, la mise al centro della tavola e richiamo gli ospiti con il fidanzato. «È pronto venite pure» «arriviamo» «ecco a voi, un bel piatto di “CARBONARA”»  «sei davvero un ottima cuoca» si complimentò Conan «grazie» «hai detto che si chiama CARBONARA, perché si chiama in questo modo?» «per il fatto che la cucinavano i carbonai» «wow» esclamò Ran. «certo che tu, quando si parla di pasta o comunque di cucina sei un’enciclopedia» disse Charles verso la fidanzata «mi ricorda qualcuno» disse il piccolo detective tra se e se ridacchiando. «molte grazie del complimento» disse e offesa si girò dall’altra parte facendo ridere tutti compresa lei. Dopo cena la famiglia Mouri e Conan non si fermarono molto e quando fu ora di uscire Goro disse «grazie dell’ottima cena», «ci farà sicuramente piacere se ci venite a trovare ogni tanto» disse poi Ran «grazie verremmo sicuramente» risposero Susan e Charles ringraziando con un inchino.

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FONTI:
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20130523075119AAFtEaJ ---> spiegazione utilizzata
http://it.wikipedia.org/wiki/Atropa_belladonna --> info generali
http://www.corriere.it/salute/dizionario/antimuscarinici/index.shtml ---> troppo difficile meglio yahoo!
http://web.mclink.it/MJ7834/fitomedicina/plsvetope/pmvetope.html#bpls --> ispirazione

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Ed ecco a voi la fine anche del secondo caso :) spero vi sia piaciuto ;) Spero di non starvi annoiando :( mi dispiacerebbe
Piccolo spoiler: la storia prosegue con un altro caso dove saranno coinvolti i Detective Boys successivamente invece ci sarà una piccola svolta nella storia :) (Finalmente -_-)
Infine vi invito a recensire la mia FF mi fa davvero molto piacere sapere cosa ne pensate :)

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Capitolo 6
*** La lettera 1^ parte ***


La lettera

Dopo due settimane Susan e Charles si erano ambientati alla vita giapponese, andavano molto bene a scuola e i pomeriggi li trascorrevano nella villetta dei Kudo oppure andavano a farsi un giro con i nuovi amici. Era un tranquillo sabato pomeriggio, i due italo-americani stavano leggendo dei libri di chimica quando dalla finestra della villetta in stile occidentale arrivarono delle urla di bambini. «devono essere i Giovani Detective» ipotizzò Charles «Hai ragione» disse affacciandosi alla finestra Susan «Uhm, hanno suonato al campanello» disse la ragazza italo-americana per poi dirigersi verso l’ingresso. Aperta la porta si trovò di fronte i Detective Boys «Scusi il disturbo Susan, volevamo chiederle se ha visto un cagnolino color panna con le macchie marroni?» chiese Conan con la faccia da bambino «Io no, aspettate, chiedo a Charles» «Cosa mi devi chiedere?» «Hai visto un cagnolino panna e marrone?» «No mi spiace» «Grazie mille, lo stesso» gli rispose Conan «Aspettate se volete, vi possiamo aiutare» disse Charles «Sì, grazie mille» gli rispose il gruppo e insieme si avviarono lungo il viale della villa.

Le vie di Tokio erano piene di vita mentre un gruppetto composto da cinque bambini e due ragazzi camminava osservando bene le strade. «Ragazzi, non mi avete detto di che razza è il cane» si rivolse Susan ai ragazzi «è un bastardino, aspetti forse ho una foto nel telefonino» disse Mitsuhiko ed estratto il cellulare gli mostrò una foto che ritraeva due bambini con un cagnolino piccolo con le orecchie lunghe e dal pelo folto. «è davvero molto bello» disse Susan guardando lo schermo del telefono. «Potremmo chiedere in giro, Mitsuhiko mi invii la foto per favore» chiese gentilmente Charles, il bambino acconsentì e gli mandò la foto del cane che il ragazzo inviò poi alla fidanzata. «Bene bambini ci conviene dividerci, ci troviamo qua fra un’ora ok?» «Va bene». Susan e Charles si avviarono insieme per poi dividersi ad un incrocio, invece i giovani detective presero strade diverse. Ognuno chiese ai passanti e nelle abitazioni se lo avevano visto ma dopo un’ora nessuno era riuscito a trovare il cane. «Ragazzi avete delle novità?» chiese Charles «No» rispose Mitsuhiko «Una signora dice di averlo visto vicino alla casa dei signori Harada, ma non ne era sicura» disse Aì rimanendo impassibile «Va bene, possiamo andare a vedere» disse Susan «Sapete dove abitano?» «Io sì sono dei conoscenti dei miei genitori» rispose Genta «Va bene andiamo allora» intervenne Charles.

Il gruppo si diresse così verso la villetta dei Signori Harada ma quando arrivarono, di fronte alla casa c’erano le auto della polizia «Ehi, agente Takagi» urlò Conan ad un uomo alto con i capelli scuri che era lì vicino «Oh, Conan bambini che ci fate qui? Ci sono anche i due ragazzi, Buongiorno» «Salve agente, eravamo alla ricerca di un cagnolino ma che cosa è successo qui?» chiese la ragazza «Abbiamo trovato la padrona morta nel salotto» «Capisco, spero che abbiate successo nelle indagini» disse Charles «Sarà molto difficile l’arma utilizzata risale al 1925» «Takagi» «dimmi Conan» «Non è più facile se l’arma è rara?» «Vedi Conan, l’arma è stata utilizzata nell’esercito Giapponese durante la seconda guerra mondiale e per legge nessuno dovrebbe tenerne in possesso» Intervenne l’agente Sato «Mi scusi, ma possiamo sapere che tipo di arma è?» chiese Charles «Secondo l’esame balistico, è una TYPE 14» «TYPE 14 o Nambu tipo 14, con colpi calibro 8x22 e può sparare 8 colpi» disse Susan «Sì» dissero Sato e Takagi sbalorditi. «Avete dei sospettati?» chiese Conan subito dopo «Sei sempre curioso, vero Conan» Affermò Sato «Comunque sono: il marito Kazuico Harada, il genero Motoki Yamazaki, la figlia Fujuco Yamazaki e un amico del marito Motoki itȯ». Susan e Charles si allontanarono dal gruppo ma Conan li seguì con lo sguardo. «Quel tipo di arma la può avere solo un militare, Charles cosa ne pensi?» «Non saprei, hai ragione sull’arma» finche i due ragazzi parlavano, un uomo gli arrivò alle spalle e tossì. «Salve, ispettore Megure» disse Susan tornando con il sorriso e rivolgendosi all’ispettore. «Brava» pensò Conan  con la faccia da pesce lesso, notando la bravura della giovane nel cambiare espressione. «Salve ragazzi, scommetto avete qualcosa da dire» «L’arma utilizzata è stata utilizzata nella seconda guerra mondiale solo i militari possono averla» disse Susan «Su questo hai perfettamente ragione» disse l’ispettore «L’avete trovata?» chiese poi Charles «No, abbiamo perquisito i sospetti e controllato in tutta la casa non abbiamo trovato nulla» «Aspettate ma secondo la legge giapponese, nessuno può possedere delle pistole, solo fucili da caccia, per di più non devono avere i proiettili all’interno e devono essere chiuse a chiave» disse Charles «È vero» confermò l’ispettore. «Pensando ad altro, cosa hanno detto i sospettati» «Il marito era ancora incredulo, non ci ha saputo dire niente; La figlia invece ci ha detto che l’arma era di suo nonno la tenevano sempre in credenza sottochiave ed era anche registrata; il genero non era in buoni rapporti con la donna, stessa cosa per la figlia. Per finire l’amico del marito non vedeva mai la donna e non andavano molto d’accordo»  disse Takagi consultando il taccuino. Intanto il gruppo era entrato in casa dove trovarono anche una lettera mezza bruciata e una busta indirizzata alla vittima dalla figlia.

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Sono ancora qua :) Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ;) cosa ne pensate?
Lo so, lo so starete pensando:
«Ancora un altro caso? Non è possibile ma quando succede qualcosa?»
Non vi preocupate vi posso assicurare che dopo la soluzione di questo caso si cambia :)

Aspetto comununque le vostre recensioni :) Vi lascio con qualche piccolo Spoiler:

Altri personaggi faranno la loro comparsa e si cambierà anche location, basta non posso dirvi altro :)

Ci vediamo presto, Con affetto Amelia_6

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Capitolo 7
*** La lettera 2^ parte ***


La lettera 2^ parte

Susan, Charles e i Giovani Detective sono alla ricerca di un cagnolino quando incrociano le automobili della polizia. L’ispettore Megure seguito dai detective Sato e Takagi sta indagando sull’omicidio di Hisae Harada una casalinga di sessanta anni. La donna è stata uccisa da una pistola usata durante la seconda guerra mondiale, per precisione una TYPE 14 da otto colpi con calibro 8x22. La cerchia dei sospettati comprende: Kazuico Harada il marito della vittima di sessantacinque anni, Motoki Yamazaki il genero di trentasette anni, la figlia Fujuco Yamazaki di trenta anni e infine Motoki Itȯ un amico del marito di sessantatré anni.

Susan stava ancora osservando la lettera quando iniziò a parlare: «Mi scusi Ispettore» «Sì» «Ha già preso le testimonianze dei sospettati?» «No, volete assistere?» «Se non creiamo disturbo» sorrise Susan e l’ispettore Megure anche se con qualche dubbio acconsentì. Conan però sapeva che non l’avrebbero lasciato entrare facilmente e così mise una cimice nella tasca della giacca di Susan e subito dopo uscì dalla casa.

Il suono del telefono attirò l’attenzione di un uomo basso con capelli e baffi bianchi «Si pronto?» «Salve dottore» «Oh Shinichi sei tu» «Sì, avrei bisogno della sua presenza, vede sono in compagnia dei ragazzi e dei suoi nuovi vicini» «Cos’è successo?» «Un omicidio ma non posso risolvere il caso!» «Perché?» «Non voglio attirare la loro attenzione!» «Capisco, dove siete» «Quartiere di Sumida, casa Harada» «Arrivo» disse il dottor Agasa chiudendo la chiamata. Intanto Conan grazie alla ricetrasmittente iniziò a seguire gli interrogatori. Kazuico Harada disse che era al Bar nel momento del delitto, che dovrebbe risalire tra le 13.30 e le 15.00. Il genero e la figlia erano insieme a pranzo fino alle 14.00 poi Motoki è dovuto ritornare in ufficio mentre Fujuco è andata a casa. Infine Motoki Ito era in compagnia della moglie fono alle 14.30 quando la donna è uscita per andare a fare la spesa. «Susan, Charles qualche idea di chi possa essere stato?» chiese l’ispettore curioso «No ma se ci da un momento forse potremmo azzardare la nostra opinione» «Uhm, va be-bene» rispose l’uomo sorpreso. «Bambini» «Avete bisogno della squadra dei giovani detective?» chiese Genta eccitato «Sì, ma è un segreto» disse Charles inchinandosi per arrivare alla loro altezza. «Ora dovrete farci un grande piacere, ci potete dire per favore il tempo che ci s’impiega per andare da un posto all’altro» disse Susan. Conan rimase sorpreso «Ho capito, non conoscono la zona ecco il mistero» disse impassibile Aì sottovoce «Co-cosa, oh sì ma certo» gli rispose Conan quasi sussurrando. Intanto il ragazzo italo-americano prese un foglio con degli indirizzi e lo fece vedere al gruppo «Per andare dall’ufficio della Nakajima Security2 alla casa degli Yamazaki ci vuole circa quindici minuti, mentre dall’abitazione al ristorante Ongaku1 ci vogliono circa venti minuti ed è nella direzione opposta della Nakajima security» disse Conan controllando la cartina. «Dall’abitazione degli Yamazaki a quella degli Harada ci vogliono circa dieci minuti, venticinque dalla società Nakajima» Continuò Mitsuhiko «infine l’abitazione della famiglia Ito è ha sette minuti da qui» disse Ayumi certa. «Siete stati davvero molto bravi» disse Susan «Grazie mille» esclamò il gruppo. «Un’ultima cosa detective, mi sapreste dire quanto ci s’impiega da qui a quel bar che abbiamo visto prima» «Pochi minuti forse tre o quattro» disse Genta «Grazie» rispose Susan.   

Le indagini continuavano, Susan e Charles stavano seguendo con interesse il caso quando arrivò il dottor Agasa «Salve dottore» dissero i due ragazzi e il gruppo dei Detective Boys «Ciao bambini, ragazzi» salutò l’uomo. «Conan mi ha detto cosa succedeva voi state tutti bene?» chiese lo scienziato «Sì» confermò Ayumi «Dottor Agasa, mi hanno detto Ran e Sonoko che anche ha lei piacciono i misteri» disse Charles «Oh, sì» rispose sorpreso. «Forse ci può aiutare cosa ne dice se le raccontiamo quello che siamo riusciti a scoprire» disse Charles. «Peccato che non ci sia il padre di Ran è un Detective molto bravo, va bhè dottor Agasa scommetto che lo sostituirà benissimo» sorrise Susan mentre Conan con la sua solita faccia da pesce lesso ricordava che l’unico a lavorare era sempre lui. La conversazione con il dottor Agasa durò pochi minuti ma fu utile al piccolo detective, che stava ascoltando, perché capì come si erano svolte le cose. «Dottore, vada dall’ispettore ho, o meglio lei ha, scoperto chi è il colpevole» disse Conan sottovoce.

Intanto l’ispettore aveva visto l’anziano scienziato e avvicinatosi lo salutò: «Salve Dottor Agasa, come mai qui?» «Buon giorno a lei Ispettore, ero venuto a prendere i bambini ma non ho resistito a seguire i ragionamenti dei due nuovi giovani; e credo di sapere chi è il colpevole» a parlare non era il dottore ma Conan che con il suo papion imitava la voce dell’amico. «Signor Yamazaki Motoki, ci vuole spiegare perché il suo datore di lavoro ci ha detto che lei è entrato alle tre e mezza del pomeriggio, quando dal ristorante Ongaku dove lei ha pranzato con la moglie al suo ufficio ci vogliono solo cinquanta minuti? Cosa ha fatto negli altri quaranta minuti?» «Ho trovato traffico, e mi sono fermato a prendere una bibita?» «Lo può dimostrare?» «io…» «Vede se lei ci dice il distributore dove ha acquistato la bibita potremmo controllare» continuo Conan con la voce del dottore. «Ma avranno già svuotata e preso il denaro» «No, non si preoccupi questo lavoro lo fanno di mattina presto» [N.d.a: Sì avete ragione ho sparato a caso :P] l’uomo non sapeva come difendersi poi un ghigno pervase il suo volto e iniziò a parlare nuovamente: «Quella donna mi voleva rovinare, sapeva che avevo dei debiti, ma non voleva che Fujuco mi aiutasse. Voleva vedermi cadere rovinato non mi aveva mai accettato» «Ho chiesto a mia madre il denaro ma non ha voluto darmelo e per tutta risposta mi ha detto che lui non meritava che avrei dovuto lasciarlo! Anch’io avevo un movente Ispettore» «Mi spiace signora» intervenne l’ispettore Megure «Ma la sua vicina ci ha confermato che per tutto il tempo lei non si è allontanata dalla casa, l’ha vista che stendeva e si occupava del giardino» la donna era scioccata «Mi spiace tesoro, spero che mi perdonerai» disse l’uomo lasciando che gli agenti lo ammanettassero. Susan e Charles che non erano intervenuti durante la spiegazione andarono a congratularsi con il vicino. «Accidenti» esclamò all’improvviso Susan «Che succede?» chiese il fidanzato «Il cane» disse mentre un cucciolo si avvicinava «Credo che lei lo abbia trovato» esclamò Genta «O meglio lui ha trovato lei» intervenne Mitsuhiko «Ma guarda» disse prendendo il cane in braccio «Lo sai che non si deve scappare Birba» «Come sa il suo nome?» chiese Ayumi «È scritto sulla medaglietta, vedete?» mostro la ragazza «Un nome azzeccato» pensò invece Conan. «La macchina è stretta ma vi posso dare comunque un passaggio» «Non vorremmo abusare della vostra gentilezza» sorrise ma Mitsuhiko e Genta li stavano già trascinando verso il maggiolino giallo. «Grazie per il passaggio dottor Agasa, ci sdebiteremo!» disse Charles scendendo dalla macchina «Non c’è di che» rispose l’uomo.

Erano passate tre settimane dall’omicidio di Hisae Harada e per fortuna i due italo-americani non si ritrovarono più coinvolti in qualche caso. Era una tranquilla mattina e Susan con Charles stava facendo colazione quando suonò il telefono. «pronto?» «hello, Black Moon» «Oh yellow lady che piacere come hai fatto a trovarmi?» «c’è voluto un po’ ma un nostro vecchio amico mi ha aiutato!».

1- Musica (音楽)
2- Società inesistente, che si occupa di sistemi di sicurezza elettronici e non.

********************Autrice********************
Come va? Avevate risolto il caso? Spero che la ff vi sia piaciuto anche questo capitolo :) Avete notato qualcosa di strano? Aspetto le vostre recensioni :.)
SPOILER: Come già detto dal prossimo capitolo ci saranno delle nuove svolte ;) spero continuiate a seguire la ff!
Con affetto Amelia_6

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Capitolo 8
*** L'invito 1^ parte ***


L’invito 1^ parte

Erano passate tre settimane dall’omicidio di Hisae Harada e per fortuna i due italo-americani non si ritrovarono più coinvolti in qualche caso. Era una tranquilla mattina e Susan insieme a Charles stava facendo colazione quando suonò il telefono. «pronto?» «hello, Black Moon» «Oh yellow lady che piacere come hai fatto a trovarmi?» «c’è voluto un po’ ma un nostro vecchio amico mi ha aiutato!» «il solito burlone!» disse ridendo Susan «come va lì in Giappone?» «non c’è male e lì da voi?» «tutto tranquillo, ma ti ho chiamato perché volevo ricordarti che a breve si terrà l’annuale festa newyorkese!» «certo è vero cade fra pochi giorni!» «lo so che sei dall’altra parte del mondo ma non puoi mancare!» «lo so cara Yellow lady, bhè ne approfitterò per tornare!» «puoi sempre invitare qualche tuo amico giapponese!» «mi sembra un’ottima idea» «mah io» «si lo so cosa intendevi ma ho trovato dei simpatici amici qui nel paese del sol levante!» «ma certo, se no non saresti tu!» esclamò la voce dall’altra parte del telefono. «Allora ci vediamo alla festa ah e saluta Black Sunny!» «ma certo!» «bye» «bye!» e concluse la chiamata «credo tu sappia di cosa stavo parlando vero caro?» «ma certo della festa di NY e scommetto che stenderai l’invito alle ragazze, il detective, lo scienziato e quei simpatici ragazzi!» «bravo» disse mentre gli si avvicinò e li diede un bacio. «ah e ti saluta YL» «chi? Ma certo, Yellow Lady» disse e la ragazza glielo confermò annuendo. Dopo quello scambio di battute finirono la colazione e si prepararono per andare a scuola.

Usciti da villa Kudo percorsero il vialetto fino all’incrocio dove Conan, Ran e Sonoko gli stavano aspettando. «Ciao ragazzi!» salutò Ran «ciao Ran, vedo che oggi c’è anche Conan» disse Charles  «sì, inizia più tardi scuola e così mi ha chiesto se poteva accompagnarci» «capisco» disse Susan sorridendo «prima che me ne dimentichi pomeriggio vi va di andare a fare una passeggiata?» chiese «Ma certo» rispose Sonoko «basta che non ci troviamo ad affrontare un nuovo caso!» disse Charles «oh ma non dovete aver paura se ci sono io!» disse a gran voce Sonoko dandosi delle arie e lasciando basiti i due stranieri. «vedete ragazzi, come mio padre anche Sonoko risolve i casi a occhi chiusi!» «ma certo, devo dire che voi giapponesi siete incredibili in fatto di deduzioni!» disse mostrando interesse per l’argomento. “grazie per il complimento, ma qui che lavora sono solo io” pensò il detective occhialuto con un sorriso da “pesce lesso” stampato in faccia! «Ah naturalmente Conan, puoi invitare i tuoi amici e il dottor Agasa!» gli si rivolse Charles in modo gentile. «grazie mille» sorrise il finto bambino. «siamo arrivati, allora io vado!» continuò «va bene Conan, ma stai attento!» disse con fare materno Ran «si certo come sempre!» le urlò il bambino salutandola con la mano.

«uffa, oggi c’è verifica di inglese!» esclamò l’ereditiera Suzuki «non farcelo ricordare!» disse Susan lasciando le due ragazze un poco sorprese «per voi sarà facile, parlate in inglese ormai da molti anni!» «si lo so, ma scommetto che a noi, metterà sicuramente qualcosa in più!» disse il ragazzo «è vero l’ho notato anche io, eppure Jodie scusate la professoressa Saintemillion noi la conosciamo è una persona molto buona!» disse Ran “I know Ran which is very good dear Jodie, but isn't really an Angel, after that incident!”  [lo so Ran che è molto buona la cara Jodie, ma non è proprio un Angelo, dopo quell’incidente!] pensarono Susan e Charles.

La professoressa Jodie Saintemillion, in realtà l’agente dell’FBI Jodie Starling, aveva lasciato il ruolo di insegnante dopo un caso in cui era stata coinvolta. Dovette però rivedere la sua scelta dopo alcuni avvenimenti successi nel liceo Teitan. Uno studente straniero, che come Susan e Charles, stava frequentando un periodo di studi in uno stato straniero era morto in circostanze misteriose. L’unico indizio era una foglia nera disegnata sul dorso della mano.

«oh i miei studenti preferiti» disse una voce dall’accento americano «salve, professoressa» disse Ran «Salve, spero che abbiate studiato» «certo professoressa» disse Sonoko «Ran puoi per favore dire a Conan che ho ritrovato il mio fantasma» «certo!» le rispose la giovane, karateka ma rimanendo molto sorpresa da quell’esclamazione. «It is not that you are getting a ghost is just that a particular person has escaped death once again! I must admit that there are many people who know too much!» [trad: Non è che hai trovato un fantasma è solo che una certa persona è sfuggita alla morte per l'ennesima volta! Devo ammettere che sono molte le persone che sanno troppo!]  pensò Susan finche attraversava con il fidanzato e le due Amiche il vialetto. Per fortuna la mattina passò tranquilla la verifica non fu poi così crudele e il pomeriggio arrivò presto. «che bello oggi non c’è il pomeriggio e possiamo andare a casa!» esclamò con gioia Sonoko. «già» «ehi Ran ma quelli non sono tuo padre, il dottore e i giovani detective?» chiese Charles indicando un gruppetto «sì hai ragione» gli rispose la ragazza.

Una volta che il gruppo si avvicinò Conan iniziò a parlare, cercando di fare la voce più infantile che poteva «ciao Ran, ho riunito tutti per fare la passeggiata che abbiamo detto questa mattina» «sei stato proprio bravo, Little Detective» disse Susan abbassandosi alla sua altezza e con un sorriso stampato in faccia. «come mai hai voluto fare una passeggiata, tutti insieme?» chiese l’ereditiera «vedete fra pochi giorni in occasione delle vacanze di primavera a New York si tiene un’annuale festa e siccome devo andarci volevo chiedervi se volete venire con noi!» iniziò a raccontare Susan finché iniziavano a camminare «sarebbe fantastico ma c’è un problema dei nostri amici di Osaka vengono proprio in quei giorni a farci visita!» disse dispiaciuta Ran «potete sempre invitare anche loro non c’è nessunissimo problema!» disse Charles mostrandosi ancora una volta molto gentile e disponibile. «davvero?» «sì» «grazie!» disse Ran gioiosa «ah Sonoko se vuoi anche tu puoi stendere l’invito a qualcuno, più siamo meglio è!» le disse la bella straniera «grazie ma non ho nessuno da invitare però ci sarebbero due persone a cui chiedere» «chi?» chiesero tutti guardandola «l’avvocatessa Eri Kisaki, madre di Ran e un Detective stacanovista di nome Shinichi Kudo!» «sarebbe bello ma la mamma di Ran non credo voglia viaggiare con il suo Ex» disse dopo averci pensato e aver guardato il Detective Goro che faceva finta di nulla «hai ragione Sonoko ma se non c’è problema la inviterei comunque» «certo che no» confermò Susan «per quanto riguarda il padrone di casa?» chiese Charles «è sempre molto impegnato, non credo che venga» disse Ran avvilita. «già, Ran ehm non preoccuparti secondo me ti è più vicino di quando pensi!» disse Susan cercando di tirare su l’umore dell’amica. Ma Conan il diretto interessato ed Aì continuavano a guardare gli stranieri con aria sempre più sospettosa, il motivo non era lo stesso ma di certo il sorriso con cui erano stati accolti da parte del piccolo detective era cambiato. Ran intanto aveva contattato la madre e dopo qualche minuto chiuse la chiamata «Allora Ran, che cosa ti ha detto?» chiese Susan «le Ha detto che se sta almeno a qualche metro di distanza da papà accetta!» «digli che non ci sono problemi!» affermò l’italo-americano “con un Hotel a disposizione” pensò poi! «che ne dite ora di andare al parco?» chiese Sonoko e tutti accettarono. I due stranieri naturalmente erano sempre tenuti sottocchio da Conan ed Aì.

Era sera le strade erano illuminate solo da qualche lampione e dalla luna, in una villetta in stile giapponese un bambino si intratteneva con un gruppo di persone. «Jodie, mi  è arrivato il tuo messaggio» disse un bambino con gli occhiali «Uhm Conan sei qui!» «Sì, ora mi puoi spiegare cosa significa che hai ritrovato un fantasma?» «ti ricordi di me?» «Shuichi Akai!» «già sono proprio io è molto tempo che non ci si vede!» «già!» «sai piccolo detective, io so un tuo segreto» «ehm posso sapere di cosa stai parlando?» «di nulla Jodie, non ti preoccupare» «e ho anche qualcosa per te e la tua amica» disse sempre il misterioso Shuichi «cosa?!» «dei passaporti a mio nome mio e di Aì, ma perché?» chiese il giovane detective mentre gli si gelava il sangue «oh su non fare così, ti puoi fidare e poi l’annuale festa Newyorkese è bellissima!» «ci stavi spiando?» «io, no!»

FLASH BACK

Una figura alta si nascondeva dietro all’angolo del muretto, Conan la notò. Chi era e cosa voleva? Ma non ci fece molto caso, infatti, era troppo concentrato sui due stranieri.

FINE FLASH BACK

«capisco, bhè grazie Shuichi» «non c’è di che» disse “detective” pensò poi. «Jodie se non c’è altro, io dovrei andare, Ran mi sta spettando!» «Certo Conan non ti preoccupare!» disse la professoressa di inglese e subito dopo il piccolo detective se ne andò.

******************************* Autrice *****************************************
Eccomi qua con un nuovo capitolo, vi avevo già avvisato che ci sarebbero state delle novità ;) Vi posso garantire che ce ne saranno altre :D
Apparte questo vi è il piaciuto il capitolo? Spero di si aspetto le vostre recensione :)

A presto, la vostra Amelia_6

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Capitolo 9
*** L'invito 2^ parte ***


L'invito 2^ Parte

Era Domenica mattina e nell’ufficio dell’investigatore privato, Goro Mori, un ragazzo dalla carnagione olivastra e una ragazza dai capelli neri raccolti in una coda stavano parlando amichevolmente con il proprietario dell’ufficio, la figlia ed un bambino. «Ran che piacere» disse la ragazza, si chiamava Kazuha ed era l’amica d’infanzia del ragazzo, Heiji Hattori.

Heiji Hattori veniva considerato il Detective dell’ovest in contrapposizione a Shinichi Kudo, il detective dell’est. Heiji e la famiglia Mori si conobbero quando il detective di Osaka arrivò a Beika per sfidare Shinichi, ma conobbe solo Ran, Goro e Conan. Durante un caso Heiji però riuscì a scoprire la reale identità di Conan/Shinichi e Iniziarono così a collaborare. Kazuha invece conobbe Ran, suo padre e il piccolo Conan, grazie ad un invito ad Osaka di Heiji.

«Piacere nostro, sono contenta che siate venuti ma abbiamo una sorpresa per voi!» Disse con un sorriso a trentadue denti «Non tenerci sulle spine» disse Kazuha dato che l’amica non voleva continuare «Ciao Kazuha, te lo posso dire io: due nuovi compagni di classe di Ran ci hanno invitato a passare qualche giorno a NY per una festa e hanno esteso l’invito anche a voi!» disse Conan sbucando da dietro il divano dell’ufficio «Ciao Conan, ma è stupendo, sono stati gentilissimi! Non ci conosco neanche!» disse la ragazza di Osaka. Ran annui ma Heiji richiamò il piccolo Detective per chiedergli come avrebbe fato, ma Conan gli fece vedere il passaporto e gli spiegò che un membro dell’FBI glielo aveva dato. Gli spiegò poi che insieme c’era anche quello di Aì e che L’uomo gli aveva detto che sapeva e gli sarebbe servito per andare a NY! «ehi Kudo, un’ultima cosa chi sono questi due stranieri di così gentile animo?» «Si chiamano Susan De Ginelli e Charles de Mattei sono Italo-americani; hanno la nostra età e sono appassionati di chimica, veleni ed armi da quello che ho potuto vedere con i due casi in cui sono stati coinvolti» «ah già che mi avevi raccontato! Eppure ho già sentito quei cognomi!» continuò Heiji rivolto all’amico «all’orecchio suonano familiari ma non saprei!» concluse il bambino. «Heiji, Kazuha! Susan e Charles ci hanno detto che staremo via per una settimana, voi avete le cose che vi servono?» «Si Ran!» fece una breve pausa e poi disse: «avevamo già pensato di rimanere qui a Beika per una settimana, come ti avevamo detto» «oh sì, ora ricordo» «dimmi Ran, chi viene oltre a noi?» chiese la ragazza di Osaka «mia madre e mio padre, Sonoko e i Giovani Detective con il professor Agasa.» «che bello!» disse Kazuha ma Heiji fece una faccia da “Pesce lesso” pensando: “Ma quanti soldi hanno per invitare dodici persone in America per una settimana!”.

In una villetta in stile occidentale una coppia di ragazzi si stava preparando «Susan, hai preso anche le mie cose?» «ehm sì, manca solo le cose più personali» «va bene le metto in una borsa e poi te le do» «ok dimmi hai preso tu il lettore musicale e i nostri due libri?» «sì gli ho messi nella tua borsa, quella grande nera con le scritte colorate» «va bene, grazie» «ho messo anche i passaporti con le carte d’imbarco» «ottima idea» disse Susan «cavolo è tardi puoi mandare un messaggio a Ran e dirle che noi siamo quasi pronti e che, fra mezz’ora prendiamo il taxi per l’aeroporto» «va bene, tu cosa fai?» «vado a vedere se sono arrivati i ragazzi e il dottore è pronto» «ok». La ragazza dai capelli lunghi uscì dall’abitazione, percorse il vialetto e si diresse verso la casa del suo vicino. «Salve, scusi il disturbo, sono Susan volevo dirvi che fra mezz’ora noi partiamo ci troviamo in Aeroporto o ci seguite con la macchina?» chiese parlando al citofono della casa «ciao Susan, possiamo benissimo seguirvi con la macchina, fra mezz’ora qui davanti, giusto?» «sì, a dopo allora!» concluse la ragazza per poi ritornare dentro la villa dei Kudo!

L’aeroporto di Tokio era immenso, c’era moltissima gente e al centro vi era un tabellone con scritti tutti gli arrivi e le partenze che sarebbero stati effettuati nel giro di poco. Sul tabellone comparivano le città più famose, Roma la capitale italiana, Parigi la capitale della Francia, New York e Los Angeles, le famose città Americane. «Susan, Charles, siamo qui!» «Salve Detective Goro, Sonoko, Ran» Salutò Charles «Voi invece dovete essere i ragazzi di Osaka» «Sì, io sono Kazuha Toyama mentre lui è Heiji Hattori» disse la ragazza facendo un lieve inchino seguita dall’amico. «Io sono Charles de Mattei mentre lei è la mia ragazza Susan de Ginelli» si presentò l’italo-americano. «il nostro volo è il 48-69 per New York, prima classe» disse Susan guardando lo schermo e lasciando un poco increduli i presenti, tranne il fidanzato. «prima classe?» chiese una voce femminile alle spalle del gruppo «Sì, è molto più comoda, dato che il volo durerà parecchio!» disse Susan, guardando verso una donna vestita con un tajer lilla, i capelli castano chiaro raccolti a chignon «lei deve essere la madre di Ran?» «Sì, mi chiamo Eri Kisaki piacere» «io sono Susan mentre lui è il mio fidanzato Charles» fece un breve inchino «devo ringraziare voi per l’invito?» chiese la donna «più o meno, noi l’abbiamo esteso ai parenti e agli amici» «comunque grazie mille!» «di nulla» «ciao mamma» «ciao Ran!» «O c’è anche il piccolo Conan che piacere» «salve, signora» salutò il piccolo detective «Eri» «Goro»  si salutarono i due ex. «mamma, loro sono: Heiji e Kazuha, i ragazzi di Osaka» «piacere» «piacere nostro» dissero i diretti interessati.  «scusate ma dobbiamo avviarci ai metal detector e ai gate!» intervenne Susan guardando l’orologio che segnava le tre del pomeriggio. Al Metal Detector gli ufficiali aeroportuali chiesero loro di togliere gli oggetti di metallo e appoggiare i loro effetti personali negli appositi cestini ci volle un po’ ma dopo un quarto d’ora tutti i personaggi attraversarono l’archetto. «Susan abbiamo tempo per fermarci a bere qualcosa i ragazzi hanno sete!» «ma certo Ran da quella parte ci sono i negozi mentre dall’altra parte troverete un bar!» «grazie mille» «di nulla» disse la ragazza.

Susan stava andando verso un tavolino quando Conan attirò l’attenzione «Scusa Susan» «dimmi» «prendi spesso gli aerei?» «Effettivamente sì, negli ultimi otto anni mi capita spesso di prenderli soprattutto per andare a trovare il resto dei miei famigliari in Italia o quelli di Charles in Francia» «capisco, per cui Charles ha origini anche Francesi» «sì, vedi i miei genitori e quelli di Charles si sono conosciuti in Italia durante un Meeting  sulla ristorazione; decisero così di aprire una rete di Hotel e ristoranti in Italia» fece una breve pausa, come se ritornasse in dietro nel tempo «però la madre di Charles aveva la sua famiglia in Francia e dopo alcuni anni decise di aprire anche lì una sede; mio padre colse l’occasione di creare una nuova sede in America, dove vivevano dei parenti di mia mamma e così partimmo» «che bella storia» «già, Charles e io però eravamo già molto uniti dato che eravamo cresciuti insieme e così con il permesso dei suoi genitori venne in America» «Siete stati fortunati a partire insieme e aiutarvi» «sì hai ragione» sorrise ripensandoci «ma dimmi, perché mi hai chiesto se sono solita prendere gli aerei?» «semplicemente perché ho notato che ti era familiare fare quelle azioni» sorrise il finto bambino «devo dire che hai un occhio niente male per avere solo sette anni!» disse l’italo-americana abbassandosi alla sua altezza «gra-grazie» rispose Conan. I due furono richiamati dagli amici che dissero loro di aver finito e che si potevano avviare al Gate.

«Susan a che ora è segnato l’imbarco?» chiese il fidanzato guardando l’orologio «non saprei, il volo dovrebbe partire alle 17.00» «ok grazie» «di nulla». L’attesa era snervante ma dopo un’oretta sentirono una comunicazione di servizio che diede loro una svegliata «Si avvisano i gentili passeggeri del volo 48-69 per New York, America, che il Gate è aperto; i gruppi con più di dieci persone si accomodino al varco» «Direi che possiamo avvicinarci allora» disse Kazuha che era appoggiata al trolley di Ran «Sì» confermò Susan e si partì. La prima classe era veramente lussuosa e molto accogliente, dopo che si furono sistemati attesero qualche altro minuto e alle 17.00 l’aereo partì.



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Si parte, direzione New York, mi direte ma Ran e Shinichi ci sono già stati! Si lo so ma adoro quella città :) che ci volete fare! Cosa posso dirvi? oh si avete notato il numero del volo?

Con il prossimo capitolo si entra ufficialmente nella seconda parte della storia, spero vi sia piaciuta fino qua anche se un po’ monotona -_- Aspetto le vostre recensioni per saperlo

A presto, Amelia_6

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Capitolo 10
*** Ran si confida ***


Ran si confida

I posti in prima classe erano comodissimi, Susan si mise vicino al finestrino al suo fianco le sedette Ran ma prima le chiese «Scusa posso sedermi qui, mi piacerebbe parlare un po’ con te in tranquillità» «Ma certamente, Charles ti spiace se si siede qui Ran?» «No affatto io mi siederò qui» disse indicando il sedile dalla parte opposta del corridoio. Gli altri si sedettero nei posti rimanenti e nel giro di dieci minuti l’aereo partì. – Ai signori passeggeri, è possibile slacciare le cinture e richiedere il servizio bar. L’aereo atterrerà all’aeroporto John F. Kennedy verso le 17.00 buon volo – quando la voce terminò i passeggeri tolsero le cinture e iniziarono a parlare tra di loro. «Susan, posso farti una domanda?» chiese Ran «Sì, ma certo dimmi pure» «Volevo chiederti il perché ti sei trasferita dall’Italia e sei andata in America» «Vedi Ran i miei genitori lavorano da anni nel campo della ristorazione; Si sono conosciuti durante il liceo, mia madre era al linguistico mentre mio papà faceva un professionale detto Alberghiero» «capisco poi cosa successe?» Ran si fece curiosa «Si incontrarono e si innamorarono. Dopo alcuni anni si sposarono e aprirono un Hotel» fece una pausa e poi continuò «L’Hotel andava a “gonfie vele” e così decisero di partecipare ad un meeting dove incontrarono i genitori di Charles» «Anche loro quindi erano interessati?» «Esattamente, non avevano un’attività ma volevano aprirla, mio padre gli disse che potevano diventare soci e così avvenne. Dopo un anno nacque Charles e dopo pochi mesi arrivai anche io» «Siete cresciuti insieme quindi?» «Sì, ma quando avevamo circa undici anni i nostri genitori decisero che volevano aprire altri Hotel in altri paesi e si decise che la famiglia di Charles avrebbe aperto un hotel in Francia dove vivevano i parenti di Mylène la madre di Charles,  mentre i miei genitori decisero di partire per l’America dove vivevano dei parenti di mia madre» «Vi sareste dovuti dividere?» «Sì, ma i nostri genitori avevano capito che eravamo legati e decisero che io e Charles saremmo andati in America» «che bello» «Sì, arrivati in America non capivamo molto bene l’inglese a tirarci su il morale furono altri due stranieri per la precisione due giapponesi» «Per cui è da lì che hai conosciuto la nostra lingua e il nostro paese?» «Sì, la ragazza si chiamava Shiho eccezionale chimica, Lui invece si chiamava Hijiromi, che noi chiamavamo Jio per semplicità, ed aveva una passione irrefrenata per le armi!» «sono loro quindi che vi hanno insegnato tutto?» «esattamente inoltre ci insegnarono anche il giapponese» intanto Conan che era seduto dietro le due ragazze stava ascoltando «Aspetta un po’ una ragazza di nome Shiho che adorava la chimica? Non sarà mica… No impossibile» il giovane Detective che conosceva il passato di Aì non poté non girarsi a guardarla ricevendo in cambio uno sguardo freddo.

Susan e Ran continuarono a parlare di cose legate all’America, come festeggiavano e le volte che lei viaggiava per andare a trovare i parenti. «Invece tu Ran cosa mi racconti, sento parlare molto di questo Shinichi ma chi è?» «Vedi è un mio amico d’infanzia, anche io e lui siamo cresciuti insieme. Ha una grande passione per i gialli e i misteri che lo ha portato a diventare un detective e anche abbastanza bravo da aiutare la polizia nei suoi casi» «Dev’essere un ragazzo eccezionale?» «Sì, ma è anche uno stupido» «cosa vuoi dire?» «Come già sai è sempre via a risolvere un caso importantissimo, quando torna è per poco» Ran era diventata triste e Susan capì che si stava confidando e così le disse «Mi fa piacere che tu ti confidi con me, posso dirti che secondo me ti tiene lontana perché ti vuole proteggere!» «come fai a dirlo?» chiese titubante la Karateka «Quando lo hai chiamato per noi avevi un’aria malinconica e ti si legge negli occhi che ne sei innamorata» «Tu di-dici?» «Sì, ci sono passata anche io!» «cosa vuoi dire?» «bhè quando ci trasferimmo a New York erano molte le ragazze che giravano sempre intorno a Charles, perché era un bel ragazzo, così un giorno vedendo che ero triste mi prese e nel cortile della scuola mi baciò» «e cosa centra con me e Shinichi» «Nulla in apparenza ma qual gesto lo fece per aiutarmi e sono sicura che Shinichi ti tenga lontano dal suo caso, soprattutto se è pericoloso, per proteggerti» «Gra-grazie» disse Ran un po’ sorpresa ma felice. Susan vedendo il sorriso dell’amica sorrise perché che era riuscita a tirar su di morale la ragazza. Anche Conan stava ascoltando e rimase stupito da quello che disse la straniera «Mi chiedo come faccia a dire che Shinichi voglia proteggere Ran solo sapendo che siamo legati?» «Ehi Kudo?» «dimmi» «cosa ne pensi del discorso tra la tua ragazza e Susan?» «non saprei sotto quell’aria innocente ci deve essere qualcosa! Mi sono fidato ma ho una strana sensazione e poi c’è Aì che mi tormenta sul fatto che quei due siano cattivi!» «perché?» «non lo so Heiji» Heiji e Conan erano sempre pensierosi mentre Ran e Susan avevano trovato un bel affiatamento tanto che Ran non ebbe paura a raccontare alla giovane le uscite buffe tra lei e Shinichi. «Sai una cosa Heiji, Ran non è ingenua e se si fida a parlare di me non voglio pensar male!» «capisco» dopo quel breve discorso tutti iniziarono a divertirsi fino a quando la spia delle cinture non si illuminò e la voce di servizio disse che stava iniziando l’atterraggio.


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Cosa ne pensate? Come sta proseguendo? Fatemi sapere le vostre opinioni belle o brutte che siano!
Mi scuso se non ho aggiornato prima intanto, vi lascio ma torno presto con il seguito :D

Amelia_6

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Capitolo 11
*** Benvenuti in America ***


Benvenuti in America 

L’aereo atterrò all’aeroporto Internazionale John F. Kennedy di New York  alle 07.00, ora giapponese, ovvero alle 17.00, ora Americana. «Susan ricordati di sistemare l’orologio!» disse Charles sfilandosi il suo e sistemandolo. «Sì, giusto grazie per avermelo ricordato» «ehi Conan tu sai di quanto bisogna tirarlo indietro?» chiese Ran al piccolo amico «sì, di quattordici ore» «grazie» sorrise Ran. «Hello JJ!» urlò all’improvviso Susan rivolgendosi ad un uomo vestito in abito elegante blu. «Hey, my favorite girl!» [Hey, la mia ragazza preferita] «please can you speak in japan for my new friends» [per favore puoi parlare in giapponese per i miei nuovi amici] «Salve a tutti!» disse sorridendo «buon pomeriggio a lei» dissero i presenti «io sono JJ e sarò il vostro autista durante la vostra permanenza a New York» «grazie mille» disse Ran sorpresa «Ehm JJ spero tu abbia preso quella più grande, come vedi siamo in molti!» «oh, sì è parcheggiata qui fuori andiamo!» «ok» il gruppo si diresse verso il ritiro bagagli e dopodiché uscirono. Il gruppo appena uscito dall’aeroporto trovò una limousine, blu scuro, parcheggiata davanti «che bella!» disse Ran «un giretto però non ci starebbe male!» disse invece Sonoko «Non ti preoccupare Sonoko farai molto più che un viaggetto!» disse Charles ridendo e aprendo la portiera «Wow» esclamò il gruppo «Scusate un attimo vorrei farvi solo una piccola domanda» «dimmi Heiji» disse Susan «Avete prenotato un volo in prima classe e ci fate viaggiare in limousine come fate?» i due stranieri si guardarono un po’ sorpresi ma poi Susan rispose «Diciamo che il nostro conto in banca ha qualche zero!» fece poi l’occhiolino e salì in macchina seguita dal detective dell’ovest.

La lussuoso limousine aveva lasciato l'aeroporto e si dirigeva verso l'hotel in cui avrebbero alloggiato il gruppo «Uffa, papà ha finito la scorta di birra, signori posso offrirvi allora un super Alcolico?» chiese Susan ai tre adulti presenti «per me no, grazie» disse Eri «io invece ne approfitterei per bere qualcosa, cosa mi consiglia, signorina?» «non saprei i miei genitori hanno lasciato del Sakè, poi del Gin o della Vodka!» disse Susan in maniera gentile «capisco credo che assaggerò il sakè!» «va bene, ecco a lei!» il detective assaggiò e si complimentò ma a Conan e Aì quei due nomi fecero riaffiorare non due super alcolici ma due dei membri dell’organizzazione in nero! «scusate bambini ma per voi non ho niente dovrete aspettare di arrivare in hotel!» «ok, non c’è problema» disse Ayumi «posso farvi una domanda?» «certo Mitsuhiko» «come mai non avete bevande analcoliche?» «vedi, questa limousine è dei nostri genitori, noi di solito ci muoviamo con quella più piccola o con una macchina semplice!» «capisco» «per cui avete altre limousine?» chiese Sonoko incuriosita «oh, sì» sorrise Susan. I passeggeri continuarono a chiacchierare e dopo una quarantina di minuti arrivarono a Manhattan, proprio nel centro del famoso distretto newyorkese si ergeva un bellissimo Hotel a cinque stelle. «Benvenuti all’Hotel Moon» disse Charles «sarà la vostra casa per una settimana» concluse poi Susan lasciando i presenti a bocca aperta! «Good morning, I'm Susan I'd like the key to the Royal Suite, please!» [Buongiorno, sono Susan vorrei la chiave per la suite reale] «Good morning miss, here you are» [buon giorno signorina, ecco a lei] Susan prese le chiavi, fece fare un breve giro dell’Hotel e poi portò gli amici nell’appartamento. «La Royal Suite è l’appartamento delle nostre famiglie, ci sono tre camere: una per le ragazze, una per i ragazzi e la nostra» disse indicando le porte corrispondenti «inoltre troverete per ogni camera il bagno, i letti sono già pronti e preparati!» «Grazie mille, è stupendo!» disse Ran con gli occhi che brillavano «questo è il salottino, l’ultima porta a destra porta in una piccola cucina mentre quella a sinistra nello studio di mio padre!» «Grazie mille!» disse Kazuha. «ora potete accomodarvi nelle camere, la cena sarà servita alle 19.00»

Heiji e Conan stavano sistemando le proprie cose in disparte dal resto del gruppo, così iniziarono a parlare tra di loro. «Ehi Conan, tu immaginavi che i due Italo-americani fossero cosi ricchi?» chiese Heiji «No, ma finche aspettavo l’aereo, Susan mi ha raccontato la storia del perché si è trasferita qui!» «capisco e dimmi come mai?» il piccolo detective ripete le parole della ragazza a bassa voce per non farsi sentire dai compagni di stanza «Però, hanno fatto strada quindi!» «già, e poi ricordi che quando gli hai chiesto come facessero a permettersi tutto ti ha risposto che il suo conto corrente aveva qualche zero!» «pensavo scherzasse!» «io direi di no!» Conan aveva una faccia simpatica da “pesce lesso” e anche Heiji aveva l’aria buffa ripensando ai due stranieri!

Anche le ragazze che si erano sistemate nella camera centrale della Royal suite parlarono dei nuovi amici, la prima a prendere parola fu Sonoko: «Devo dire che Susan e Charles sono proprio strani!» disse «perché» chiesero le due amiche, Ran e Kazuha «sono riccissimi eppure sembrano due persone qualsiasi!» «dì la verità Sonoko, sei invidiosa!» scherzò Kazuha «affatto!» sottolineò ma il suo viso divenne di un rosso acceso, le due amiche capirono e si misero a ridere seguite, subito dopo, dalla stessa Sonoko. «Devo dire però che sono dei ragazzi davvero particolari, hanno un non so che di misterioso» disse Kazuha «Si hai ragione, eppure io mi fido» disse Ran sorridendo.

«Hey Susan» «dimmi Charles» «Chi dorme sopra?» «Cosa?» la ragazza sorpresa si girò e vide il bel letto a castello e disse: «Mi sembra ovvio, io» «lo sospettavo» disse ridendo, risata che fu ricambiata da una linguaccia e un sorriso. «Charles tu credi che stia bene?» «chi?» ora fu il fidanzato a cadere dalle nuvole «ah ma certo, la foto» disse vedendo il portafotografie sulla scrivania per poi fissare la fidanzata che cercava una conferma nel proprio ragazzo «sicuramente» disse e avvicinandosi l’abbracciò e le diede un dolce bacio sulla fronte «sicuramente» sussurrò ancora. Dietro la porta però una figura aveva visto la scena ma soprattutto la fotografia e ne era rimasta così sorpresa che se ne andò, ma la luce riflette due lacrime che le rigavano il viso!

Intanto tutto il gruppo, ad eccezione dei padroni di casa, si era spostato in salotto quando una voce interrompete i loro pensieri «good morning, are you my daughter’s and her boyfriend Japanese friends?» chiese una donna sul metro e settanta con i capelli castano scuro e gli occhi nocciola. Ran che aveva imparato l’inglese grazie alla compagnia di Susan e Charles, capì alcune parole ma non seppe risponderle «Yes, we are! She is Susan’s mother?» «yes, this is my husband» «Nice to meet you» a rispondere alla signora era stato Heiji «scusa Heiji cosa ha chiesto?» chiese Kazuha «ha chiesto se eravamo gli amici giapponesi di sua figlia e del fidanzato e ha detto che quel signore è suo marito» «grazie» «figurati». «Sorry madame, what’s her name?»  chiese Conan «mi chiamo Elaisa» «sa parlare la nostra lingua?» «sì, ho degli amici in Giappone, scusate se non ho parlato subito la vostra lingua» «non si preoccupi» la donna sorrise e poi continuò «l’uomo qui accanto a me è mio marito, Matthew» l’uomo si inchinò, aveva i capelli sul biondo scuso gli occhi verdi ed era alto circa un metro e ottanta; indossava un vestito a giacca e cravatta, nero.  «Salve, e ben venuti nel mio Hotel» il gruppo ringraziò ma all’improvviso da una porta comparve Susan che urlò: «mamma, papà che bello siete già arrivati» corse poi da loro che l’abbracciarono forte. «ehi Charles, come va?» si riferì l’uomo, al ragazzo «Bene grazie, tu invece Matthew?» «benissimo!» i due si scambiarono il saluto mentre Elaisa gli diede i due baci di cortesia, «Dimmi Elaisa noi dove dormiamo?» chiese il padre di Susan ritornando in atrio e buttando l’occhio nelle camere già tutte pronte «le cameriere ci hanno sistemato l’attico dormiremo la su «capisco, per cui non è stato ancora prenotato?» «No, la vista su Manhattan di notte deve essere meravigliosa e poi ci tengo troppo, ci saranno anche Federico e Mylène»  «capisco, la solita romanticona!» «Papà, lo sai noi donne siamo così!» disse Susan facendo la linguaccia al padre che sorrise a abbracciò la figlia. «Cosa ne dite se scendiamo per cena?» disse Matthew. «Ottima idea» approvò la figlia e dopo cinque minuti tutto il gruppo si sedette a tavola per cenare.
Erano le nove quando il gruppo risalì nella Suite, «Susan che ne dici se domani facciamo un giro per New York?» chiese il fidanzato «Uhm, si ottima idea!» rispose entusiasta Susan «Manderò un messaggio a JJ» continuò la ragazza «Per me va bene, voi cosa ne pensate?» si rivolse Charles agli amici che acconsentirono. E si ritirarono nelle proprie stanze per riposare.



***************************Autrice************************************

Ok prima di prendermi i pomodori in faccia lasciatemi farvi una domanda:
1.  il capitolo è venuto Bene?

Scusate «Non riesci a trovare mai delle scuse per non farti tirare i pomodori!» «Conan?!» «Sì, vedi sono scappato momentaneamente dalla scena per vedere cosa avevi in mente per i prossimmi capitoli e scusarmi con i signori lettori» «Sai una cosa o appena cambiato idea non tornerai mai Shinichi!» «Co-cosa?» «Hai capito bene, ti farò rimanere Conan e farò sposare Ran con, uhm? Ma si dai con Eisuke oppure con uno come Goro!» «co-cosa? Io credo che tu sia molto brava e ora devo proprio andare!» «ne ero certa»

Scusate tornando a noi spero vi sia piaciuto, ringrazio ancora tutti coloro che hanno letto e che recensiranno!

P.S: è proprio bello avere in mano il destino degli altri hahahahaha e chi vuole segua pure il consiglio di Conan ;) Amelia_6

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Capitolo 12
*** Un giro per New York ***


Un giro per New York

La notte era passata e nella Royal Suite una sveglia, impostata alle 07.00 del mattino, suonava insistentemente. La prima a svegliarsi fu Susan che tirò giù dal letto il fidanzato e gli amici! «Scusate l’ora ma avremo una giornata lunga. Faremo un bel giro per New York, la prima tappa sarà l’empirie state building da dove potremmo osservare tutta la città, proseguiremo facendo una passeggiata nella zona pedonale del ponte di Brooklyn. Dal ponte di Brooklyn andremmo a visitare Coney Island dove potremmo visitare un parco di divertimenti. Dovremmo riuscire a fare il giro in mattinata torneremo a Manhattan per pranzare poi andremmo a fare un giro a Central Park. «Wow vedremmo dei bellissimi posti!» disse Ran «io non vedo l’ora di andare al parco divertimenti» disse invece Genta «io non ci tengo molto» fu invece il pensiero di Conan. «La colazione sarà servita nella sala da ricevimento al piano terra» disse Charles «ok ci prepariamo e scendiamo» disse Eri. Alle 08.00 tutti erano pronti, uscirono dalla suite e andarono al piano terra dove i camerieri avevano appena iniziato a servire la prima colazione. Il gruppo si sedette in un lungo tavolo preparato per loro, all’arrivo dei camerieri ognuno disse la propria ordinazione e nel giro di dieci minuti tutti furono serviti. «Che mangiata» disse Genta «Sono d’accordo» confermò Susan «Dunque JJ ci aspetta con la limousine all’entrata» disse Charles «ok» disse Susan e uscirono dall’Hotel. «Salve ragazzi, il viaggio durerà circa mezzoretta» disse l’autista «va bene» rispose Ran e poi tutti salirono.

La prima tappa, ovvero l’Empire State Building, lasciò tutti quanti a bocca aperta. Infatti, da una passerella posta in cima all’edificio è possibile vedere New York oltre ai territori confinanti lo stato. «che bel panorama» disse Kazuha  «Sono d’accordo» intervenne Ran «mi piacerebbe che Shinichi fosse qui» disse poi «ma sono qui, Ran solo che non puoi saperlo» pensò Conan avvilito. «Susan, qual è la prossima tappa?» chiese Eri «Il ponte di Brooklyn, ma cosa succede al signor Goro?» «Grazie, non ci badare il mio Ex soffre di vertigini oltre ad essere molto cocciuto» «Capisco, bene allora scendiamo?» «Ne sarei felice» disse Goro con i sudori freddi facendo ridere la compagnia. «JJ ci porti al ponte please?» «Certamente, tu offri qualcosa di forte al Detective, ti ricordo che il ponte è sospeso» gli fece l’occhiolino l’autista «Accidenti» disse Susan «niente paura detective, un po’ di Sakè e percorrerà il ponte in un secondo» «Sì sicuramente» rispose Goro a JJ. Il gruppo salì in limousine e in mezzoretta arrivò sul ponte di Brooklyn, «eccovi a voi uno dei ponti più celebri dell’America» disse Susan indicando il panorama. Iniziarono così a percorrere il ponte nella parte riservata ai pedoni, ad un certo punto si fermarono «La statua che vedete laggiù è miss liberty» disse Charles «Ricordo che quando venni a NY con Shinichi mi disse che i Newyorkesi la chiamano miss liberty, è la statua della libertà!» «Sì, Shinichi ha ragione, noi tutti qui la chiamiamo con quell’appellativo; Non sapevo che tu e Shinichi foste venuti in America» disse Susan «è stato circa due anni fa, ricordo che ci venne a prendere Yukiko voleva farci vedere un teatro, il Golden Apple» «Lo ricordo fu uno dei teatri più tragici che vidi, un angelo morto che saliva oltre uno specchio» «Come, come lo sai?» «Ero tra la folla, con me c’era anche Charles uscimmo dalla sala quasi subito quando arrivarono le forze dell’ordine ricordo che trapelò che a risolvere il caso era stata la baronessa della notte» «Sì, Yukiko risolse il caso anche grazie a un indizio di Shinichi» «Davvero?» «Sì, sull’altezza dello specchio» «capisco, Yukiko si era dimenticata di dirmi questo passaggio, non importa» disse Susan ridacchiando «Ehi Ran c’è qualcosa che non va?» «No è che quella sera non vidi solo quelle scene, io e Shinichi fummo coinvolti in un caso riguardante un malvivente» «L’uomo che aggrediva le giovani donne, fu ritrovato anche lui privo di vita» disse Charles «Ran, devi dire a Shinichi che si faccia benedire due casi in una sola notte» disse Susan sorridendo «Benedire?» pensò Conan guardando la ragazza «Vero Conan?» «Sì, sì hai ragione» disse finche sorrideva in modo ironico. «Su dobbiamo passare momenti felici non tristi» disse ad un tratto Susan «quella è la fine del ponte JJ ci sta aspettando lì» il gruppo salutò nuovamente il simpatico autista e si partì stavolta destinazione Coney Island.

«Bambini state attenti a non perdervi» disse Ran quando scese dalla limousine, varcando poi l’entrata di uno dei tanti parchi della penisola «Sì, faremo i bravi» dissero a gran voce finche correvano. «Non ti preoccupare» disse Sonoko «ora li raggiungiamo» finì Susan «Goro, Eri dottore voi venite con noi?» chiese invece Charles «No andate pure avanti, noi ristoreremo in un chiosco» disse Eri «Va bene, dunque ci ritroviamo all’ingresso alle 13.00 ci vorrà un’ora per tornare indietro quindi mangeremo un po’ più tardi se non ci sono problemi» «Affatto, allora a dopo» disse Agasa «A dopo» salutarono i cinque amici e si diressero verso il resto del gruppo.

Come previsto verso le due del pomeriggio la limousine parcheggiò di fronte all’hotel Moon. Quando il gruppo entrò fu accolto dai genitori di Susan che li invitarono subito a mangiare. Il pasto prevedeva una pasta all’amatriciana, bistecca con patate e una torta di mele. «Che Mangiata, cosa facciamo nel pomeriggio?» disse Sonoko «Possiamo visitare Central Park» rispose Susan «Mi sembra una buona idea» affermò Ran «Allora andremo a piedi non ci metteremo molto» disse Charles. Il gruppo partì mezzora più tardi, il parco era incantevole e tranquillo al centro c’era un lago dove Genta rischiò di cadere. «Devi stare più attento» rimproverò Conan l’amico «Scusa non ho visto il sasso» si scusò il bambino «Ragazzi che ne dite di un bel quiz» «No la prego dottore» «uhm, peccato che non vogliate era simpatico». Intanto il gruppo si spostò nel centro del parco dove Charles stese nell’erba, tre coperte «ci possiamo sedere qui» disse poi rivolto agli amici che ringraziarono. «Charles,  successe qua vero?» «Uhm, oh sì lo ricordo bene» «Ne è passato di tempo» disse Charles «Sì, molto tempo» sussurrò Susan guardando poi in direzione di Aì. Intanto Conan si avvicinò alla ragazza «Susan, posso chiederti una cosa?» «Dimmi» «Quel giorno che ci siamo imbattuti nel caso della professoressa di Ran hai dimostrato, sia tu sia Charles, di avere delle capacità deduttive non indifferenti. Dove avete imparato a ragionare così?» «Ho imparato a ragionare così in questi ultimi anni, del resto mi imbatto un giorno sì e due anche in dei casi e ho imparato a risolverli seguendo un filo logico. Seguo il principio di Sherlock Holmes» «Uhm, capito» disse il finto bambino guardando la ragazza che osservava i Giovani Detective giocare a pallone.

Il gruppo di amici dopo aver passato un tranquillo pomeriggio a Central Park ritornò in albergo dove incontrarono nuovamente i genitori di Susan e cenarono in loro Compagnia. Quando ritornarono nella Suite Susan li raccolse a se nel salottino per raccontare quello che sarebbe successo nei giorni seguenti. «Ragazzi, volevo dirvi che domani andremmo a Time Square spostandoci poi nella quinta strada, ovvero la via dello shopping di New York» «Una bella giornata anche domani insomma» disse Ran «Sì, per la sera invece ci sarà una sorpresa» «Cosa?» chiese curiosa Sonoko «It’s a secret» disse l’italo-americana sorridendo «Uffa» esclamarono invece Ran e Kazuha incuriosite. «Susan, Charles» «Dicci Conan» «Devo dirvi un segreto» la ragazza curiosa si abbassò alla sua altezza e nell’orecchio Conan le disse: «La festa Newyorkese, non è fra quattro giorni?» «Uhm, good, really good guy. you guessed it but the party was in advance, I don't know the real reason!» [uhm,bene,molto bene ragazzino,hai indovinato ma la festa è stata anticipata, ma non ne conosco la vera ragione] disse Susan a bassa voce per non farsi udire dal resto del gruppo.
 

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Capitolo tranquillo ma ci saranno degli sviluppi molto presto statene certi per adesso seguiamo l’allegro gruppo tra le vie della grande mela ;)
Amelia_6

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Capitolo 13
*** La nostra Scuola ***


La nostra Scuola

L’orologio digitale segnava le 07.59 e nella Royal Suite tutti dormivano, ma allo scattare delle 08.00 la sveglia iniziò a suonare svegliando Susan e Charles. «Charles, che ore sono?» chiese Susan che non riusciva a tenere gli occhi aperti «le 08.00, è ora di alzarsi!» le disse lui con fare dolce. Charles si alzò dal letto e si diresse verso il bagno quando Susan scese l’ultimo scalino del letto a castello. Aprì la porta e busso a quella dei ragazzi, «Scusate l’intrusione volevo avvisarvi che la colazione sarà servita fra un’ora» disse nel buio della stanza dove i ragazzi cercavano di svegliarsi. Dopo aver richiuso la porta si diresse verso quella delle ragazze e bussò «scusate, l’intrusione fra un ora sarà servita la colazione» disse «Ti ringrazio» rispose Eri che era l’unica in piedi «Ci penso io a svegliare le ragazze e a buttare giù dal letto il mio caro maritino con i compagni di stanza» «La ringrazio» disse Susan trattenendo a stento uno sbadiglio. «Susan, il bagno è libero» «Grazie Charles» sorrise e si diresse nuovamente nella sua stanza.

Alle 09.00 in punto tutto il gruppo era pronto per scendere, anche se qualcuno sbadigliava ancora. Nel grande salone gli ospiti dell’albergo finivano la loro colazione mentre il numeroso gruppo prendeva posto e ordinava. «Susan, sta mattina se non sbaglio dovremmo visitare Time Square e la quinta strada. Nel pomeriggio invece?»  chiese Eri «Ci sarà una sorpresa» «Qualche indizio?» chiese Heiji finche gustava del pane tostato con la marmellata «Non saprei, stazione» «Stazione?» «Sì» confermò Charles sorridendo guardando la fidanzata. L’orologio a pendolo segnava le 09.30 quando il gruppo si alzò e si diresse all’uscita dell’hotel ad aspettarli come sempre c’era la limousine con JJ. «JJ, ci porti per favore a Time Square a fare un giro?» «Certamente» disse l’autista e quando tutti furono saliti l’auto partì. Arrivarono a Time Square poco dopo «Questa è una delle vie più belle e famose di New York» disse Charles dopo essere sceso dalla macchina «Di notte è ancora più bella» disse invece Susan che si era avvicinata al ragazzo «è piena di luci è come se prendesse vita» continuò la romantica italo-americana. Il gruppo si incamminò e percorse i marciapiedi affollati notando ogni più piccolo dettaglio, ad aspettarli all’arrivo c’era sempre il fedele autista «Signore, fra un quarto d’ora potrete fare Shopping nella quinta strada» «Dev’essere bellissimo, ma non so se permettermelo?» «hai ragione Kazuha» disse Ran «Dimenticate invece che siete nostri ospiti» esclamò Charles «Non vorrai mica dire che…» «Sì Sonoko pagheremo noi, ma per la sorpresa di questa sera servono gli abiti adatti» disse Susan sorridendo all’amica. «siamo arrivati, divertitevi! Vi vengo a prendere alla fine della strada fra un’ora» «Ok JJ, e grazie» disse Susan salutando l’uomo.  Il gruppo delle donne si divise da quello degli uomini e iniziarono a fare Shopping, comprarono gli abiti più belli e su consiglio di Susan anche delle collane o dei bracciali. Quando giunsero alla fine della strada tutte tenevano una o due borse. Anche i ragazzi si erano procurati dei nuovi completi e li tenevano tutti in due borse ben piegati. «Le borse potete metterle dietro» disse JJ aprendo il baule della limousine. «Grazie JJ, ora per favore puoi portarci dove sai tu?» «Certo, my Dear» il gruppo incuriosito salì in macchina. «Ci vorrà circa un quarto d’ora» disse JJ ai passeggeri «Va bene Grazie» gli rispose Charles. Il viaggio passò tranquillo e una volta arrivati si trovarono di fronte alla stazione centrale di NY «Questo è il “Grand Cetral Terminal” la stazione centrale di New York.» disse loro Charles. Il gruppo entrò nella stazione dove i genitori di Susan li stavano aspettando,«Ben arrivati» saluto che venne subito ricambiato dal gruppo. «ma dove sarà?» chiese il padre di Susan continuando a guardarsi a torno «Ehi dad, we are here!» «Sissi, Francesco, Mylène» «Salve, che piacere rivederti Matthew» disse un uomo alto, capelli neri e occhi scuri; indossava un vestito a giacca e cravatta blu. «piacere mio sei incantevole Mylène» «grazie mille» disse una donna bionda con gli occhi grigi indossava un Tajer nero. «Mamma, papà!» «Charles» dissero i genitori abbracciando il figlio «Elaisa come mai con un colore così solare?» chiese Mylène notando la maglia Arancione e i pantaloni bianchi dell’amica  «il mio guardaroba è tutto in lavanderia» «capisco, ehm loro chi sono?» a presentarli intervenne Susan «Mylène, loro sono il dottor Agasa, Eri Kisaki e Goro Mori genitori della ragazza dai capelli lunghi Ran. La ragazza vicino a lei è Sonoko Suzuki seguono poi Heiji Hattori e Kazuha Toyama. I bambini invece sono Conan Edogawa bambino che vive con Ran, la figlia adottiva del dottore Aì Haibara con gli amici Ayumi Yoshida, Genta Kojima e Mitsuhiko Tsuburaya.» «Piacere di conoscervi» si inchinò la donna seguita dal marito «Ragazzi, signori loro invece sono Mylène e Francesco De Mattei» anche il gruppo si inchinò «Sorellina e io chi sono il fantasma?» a parlare era stata una ragazza dai capelli biondo scuro e gli occhi verdi «Sissi!» «proprio io, sono i tuoi nuovi amici?» «Sì, ragazzi lei è mia sorella Sissi ed ha cinque anni in meno di me, il ragazzo invece che ci sta venendo incontro si chiama Alex McGiver ed è il suo ragazzo e ha tre anni in più di lei» la ragazza si inchinò arrossendo un poco, intanto arrivò il ragazzo «Scusate il ritardo, piacere di conoscervi» disse il ragazzo che aveva il fiatone a causa della corsa. «Signori, ragazzi ora conoscete le nostre famiglie vorremmo portarvi in un posto un po’ speciale» «Dove si mangia?» «Sì, Genta dicono che il cibo sia ottimo» disse sorridendo. «Andiamo?» chiese Genta «Su non essere maleducato Genta» disse il dottor Agasa «Non si preoccupi, comunque possiamo andare» disse Charles e si incamminarono tutti insieme. All’uscita cerano due limousine che li attendevano «Lui è George, l’autista di mamma, papà, Francesco e Mylène» disse Susan «Sorellina, Alex andate con loro?» «Sì» gli rispose la ragazza ed entrò insieme al fidanzato nel veicolo seguita dalla famiglia».

 Greenwich Village, è un quartiere di New York dove risiede l’università, Washington Square Park,  la Jefferson Market Library, Christopher Street e Winston Churchill Square e anche la Scuola privata, High school of qualification, dove vanno gli studenti più facoltosi di New York, offre vari indirizzi tra cui quello letterario e quello Scientifico o tecnologico, una base universitaria da dove partire. «Si mangia?» chiese Genta con un sorriso sulle labbra «Mangeremo nel ristorante qui di fronte» disse Charles dopo che erano scesi dalla Limousine. Il ristorante che ospitò il numeroso gruppo si chiamava Italy, ed era gestito da un signore sulla cinquantina che si chiamava Giuseppe, era il figlio di un emigrante italiano.

Terminato l’ottimo pranzo il gruppo uscì e si diresse verso un Campus poco distante «Signori, Ragazzi questo è il campus della scuola privata, High school of qualification, ovvero il liceo che frequento io, mia sorella, Charles ed Alex» disse Susan «Wow, è bellissimo» disse Kazuha «Sicuramente è più grande del nostro» disse Heiji «L’ High school of qualification, offre più indirizzi. Si può entrare con un test attitudinale all’età di 14 anni e dura quattro anni» «Voi siete riusciti a passarlo subito?» «No Mitsuhiko, entrammo un semestre dopo a causa della lingua» gli rispose Susan «è difficile entrare quindi» «Sì» confermò Charles intanto una bambina dai capelli ramati pensava tra se “è molto che non ci si vede, my dear school” «Scusate ma abbiamo il permesso di entrare?» chiese Ran «Sì, abbiamo avvisato il preside noi» disse Elaisa «Venite vi faccio fare un giro» disse Susan e si partì. Il campus era enorme c’erano campi per vari tipi di sport due palestre, nel corpo centrale dell’edificio  c’erano i laboratori di informatica, chimica, tecnica e lingue oltre che una biblioteca; nella parte a destra c’erano le aule di indirizzo letterario e linguistico dalla parte opposta invece quelle di indirizzo scientifico, tecnico e informatico. La mensa invece era all’ultimo piano e occupava tutto il perimetro. «che edificio è quello che si vede da qui?» chiese Goro «è la sede dell’università di New York» gli rispose Francesco «mentre poco più in la c’è la “Jefferson Market Library”, edificio che ospita un tribunale, una biblioteca e una sala lettura per i bambini» concluse Mylène.

Il gruppo passò la giornata a visitare il quartiere di New York e verso le sei le due limousine riportarono il gruppo in Hotel. «Bene, ora devo fare un annuncio» disse Susan quando arrivarono nella Royal Suite «Sta sera si terrà la festa Newyorchese, ovvero il motivo per cui siamo venuti dall’altra parte del mondo!» Ran guardò le amiche stupita ma si riprese subito e iniziò a festeggiare. «C’è qualche regola particolare?» chiese Eri «No, forse una: Divertirsi» sorrise Charles. «Ragazzi vi spiace se mi cambio da voi?» chiese poi Charles vedendo la ragazza entrare in camera «affatto» disse Heiji. Intanto le ragazze entrarono e videro che nell’armadio che non avevano ancora aperto c’erano i vestiti da sera che avevano comprato, i corpetti brillavano mentre le gonne arrivavano fino ai piedi. «Mamma il tuo qual è?» «Uhm, quello color lilla pastello!» Ran porse alla madre il vestito  e poi disse: «il mio è questo azzurro» «quello violetto invece è il mio» intervenne Kazuha «io invece ho preso quello blu oltremare» «bambine i vostri?» chiese gentilmente Ran «io quello Rosa» disse Ayumi «io, quello nero; l’ultimo in fondo» «Va bene ecco a voi!» porse l’ultimo vestito e si iniziò a preparare anche lei.

– TOC, TOC – Si sentì bussare «Ragazze siete pronte?» chiese un impaziente Heiji «Stiamo arrivando» disse la voce di Kazuha e un attimo dopo si aprì la porta lasciando tutti quanti sbalorditi «Ragazze state davvero bene!» a parlare fu Susan che era già pronta, indossava un vestito rosso fuoco le spalline cadevano dolcemente sulle spalle, le maniche erano lunghe e partivano da sotto le spalline mentre la gonna era a balzi. «Wow Susan Sei incantevole» «Grazie anche voi» Ran indossava un abito mono-spalla con la gonna larga, Sonoko invece aveva un vestito a spalline aderente con la gonna stretta mentre Kazuha indossava un vestito a girocollo mentre la gonna cadeva dolce, infine Eri aveva un abito a maniche lunghe con un’ampia scollatura che era stata coperta da un copri spalla di pizzo lilla. «Manchiamo solo io e Mylène, tesoro aspettami un attimo, disse Elaisa dopodiché entrò nella stanza della figlia dove si cambiò seguita dall’amica «Il colore è il mio preferito» dissero Mylène ed Elaisa. L’abito di Elaisa, era uguale a quello della figlia, tranne per il colore, era nero con il corpetto di brillantini mentre il vestito di Mylène anch’esso nero, aveva le maniche lunghe con una scollatura rotonda mentre la gonna cadeva giù dritta con uno spacco che partiva all’altezza del ginocchio. «mamma Mylène state veramente bene, il nero vi sta benissimo» «Lo so cara, vedo però che a te dona anche il rosso!» «vedi mamma, io credo che il color rosso sia misterioso quanto il nero!» «già» le due donne si sorrisero e invitarono poi tutti a scendere!


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Che giornata particolare per i nostri personaggi ora però si potranno divertire alla festa Newyorchese, dove potranno incontrare anche molti VIP e persone di rilievo! Chi sa che cosa succederà?!

Attenzione: High school of qualification, letteralmente Liceo di specializzazione, è una scuola che non esiste realmente, ma un punto di incontro molto importante per i personaggi. Diversamente dagli altri luoghi realmente esistenti.

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Capitolo 14
*** La vacanza si tinge di rosso ***


La vacanza si tinge di rosso

Il salone delle cerimonie finemente decorato era pieno e gli invitati chiacchieravano tra loro, al ricevimento erano state invitate molte celebrità tra le quali spiccavano Yusako Kudo, Yukiko Kudo e Chris Vineyard. «Scusate torno subito» disse Susan, che si allontanò avvicinandosi ad una donna «Hey night baroness, how are you» [ehy baronessa della notte come stai?] «Susan, Io sto benissimo e tu?» «Sì, sai devo dire che la vostra villetta in Giappone non è niente male!» «co-cosa» «Sì bhè, vi avevo detto che sarei andata in Giappone» «Sì, ma certo ora ricordo» «Lì ho conosciuto Ran Mori che tramite un certo Shinichi mi ha ospitato a villa Kudo.» «Non ci posso credere» disse Yukiko «Yusako» salutò poi Susan «Susan, dimmi sei ritornata appositamente per la festa?» chiese lo scrittore «Sì, ma ho portato un po’ di amici dal Giappone» «Chi?» chiese Yukiko. La ragazza fece strada e si fermò di fronte ad un gruppo «Ragazzi, Signori credo che conosciate già i miei amici Yusako e Yukiko Kudo» sorrise «Che meraviglia!» esclamò Ran dando un caloroso saluto alla coppia.

All’improvviso però una voce richiamò l’attenzione di Susan «Che confusione! Susan licenzia immediatamente i musicisti» «Cosa!» disse con tono arrabbiato verso un ragazzo dai capelli neri come la pece e gli occhi blu cobalto che risaltavano su una carnagione abbronzata «Jio, sei tu!» la ragazza fece una smorfia e poi abbracciò il ragazzo «Sei sempre il solito» «Certo, questi miei connazionali?» «Amici del viaggio di studi» «Capisco! Peccato però, manca lei!» «Già manca ma sono sicura stia bene magari è in spiaggia a prendere il sole in qualche isola sperduta nell’oceano» «Sì certo è proprio da Shiho mettersi il costume e già che c’è va a fare Shopping» disse ridendo «Povera Shiho, sei cattivo» «Non si fa sentire da anni e io sarei il cattivo?» «certo» disse facendogli la linguaccia il gruppo intanto continuava a guardare i due con aria interrogativa «Scusate, io e Jio stavamo parlando di una nostra amica, si chiama Shiho Miyano ed è veramente un eternità che non la vediamo!» «capisco» disse sorridendo Ran «Aì Haibara, tu conosci Susan e Charles!» disse Conan quasi urlando «è quasi sette anni che non li vedo; Li ho conosciuti quando sono andata a studiare in America, anche se ho mantenuto per un po’ i rapporti finché ero nell'organizzazione» gli rispose con il solito tono freddo e distaccato «Non potevi dirmelo!» «Scusa grande detective ma non mi sembrava importante, del resto sapevo che erano soliti fare viaggi di questo tipo, mai visti i TG? Ma devo dire che in Aereo, quando ho sentito il discorso tra Susan e Ran mi sono affiorati quei pochi ricordi felici!» finalmente sorrise, un sorriso ironico ma che valeva oro almeno per il giovane detective accanto a lei, abituato a vederla sempre triste pensando al suo passato. «Allora Jio, dato che sei qua potresti darti da fare, invita una di queste belle ragazze a ballare, ops scusa non sai ballare» «Sei perfida, lo sai vero?» «Sì, lo so bene!» i due amici continuarono a parlare in compagnia anche di Charles intanto i signori Kudo iniziarono a ballare «Ehm, Eri volevo chiederti se ti va di ballare» disse Goro guardando dalla parte opposta «uhm sì» disse Eri un po’ incerta sulle capacità dell’ex-marito. Ran, Sonoko, Heiji e Kazuha ancora in compagnia dei genitori di Susan e Charles si ritirano verso il buffet lasciando le due coppie andare verso la pista ballo solo i Giovani detective rimasero in fondo al salone non sapendo cosa fare «Scu-scusa Aì potrei invitarti a ballare» chiese titubante il giovane Mitsuhiko «Ma certo» rispose colta di sorpresa la gelida bambina «Conan dai vieni a ballare con me» disse invece Ayumi trascinando il piccolo detective sulla pista da ballo «ma mi lasciate qui da solo?» disse Genta «Allora credo proprio che farò un salto al buffet, ma dove sarà il Dottore?» pensò Genta dirigendosi verso la parete destra dove una lunga tavolata era stata riempita di mille prelibatezze. «Ecco dov’è il professore!» pensò Genta vedendo il tutore chino a prendere dei dolci per poi porli nel piatto che teneva in mano.

Il gruppo dei giovani detective si era di nuovo riunito quando alle loro spalle comparve una donna alta dai capelli biondo platino e le labbra rosse fuoco «Sorry Guys but where is it your parents» gli occhi di Aì divennero due punti azzurri come quelli di Conan mentre  Ayumi, Genta e Mitsuhiko divennero pallidi a causa dello spavento e del fatto che non conoscevano la lingua, a prender parola fu però una voce femminile «Sorry Chris, this guys are with me» [scusa Chris, questi ragazzi sono con me] la donna si girò «Susan what a pleasure, sorry but I've seen them here alone and I thought I had lost» [Susan che piacere, scusa ma li ho visti qui da soli e pensavo si fossero persi] disse la donna «see you» [ci vediamo] disse poi. «Scusate bambini, Chris è una donna molto enigmatica e misteriosa; spero non vi abbia spaventato» disse Susan «un po’» ammise Ayumi che poi sorrise «Chi è?» chiese invece Mitsuhiko «un’attrice molto famosa, quanto la madre Sharon» «ah» esclamò Mitsuhiko «Aì» «dimmi Conan» «Come fa Susan a conoscere Vermouth» «Non so magari l’ha conosciuta come attrice e non come la criminale che è!» disse Aì rimanendo fredda e distaccata come sempre. La sera passava tranquilla fino a quando un grande orologio a pendolo posto alla sinistra del salone risuonò la mezza notte, [discorso in inglese]:

Signori e Signore con grande rammarico voglio annunciare la fine della serata, spero che vi siate divertiti e abbiate potuto incontrare vecchi e nuovi amici. Vi voglio salutare alla mia maniera, con la mia canzone italiana preferita: “Ti lascio una parola, goodbye” dei nomadi per voi amici cantata in Inglese. Buona Notte a tutti!

A parlare era stato Matthew il padre di Susan che era salito sul palco in compagnia della moglie e dei due amici. «Papà sei stato bravissimo come sempre» disse Susan «lo so» gli rispose per poi scoppiare in una fragorosa risata. Gli invitati erano tutti usciti quando Susan e il gruppo si diressero verso un salottino per continuare a parlare. Quando però il gruppo mise piede nella sala trovò un cadavere disteso sopra il tappeto. «Fermi che nessuno tocchi quel corpo» disse a gran voce Susan che avvicinata all’uomo sussultò per poi dire «Jio, mi spiace» l’uomo disteso a terra non era altri che il padre di Jio, Riusuke Hikaminaru. «Susan, non ci sono tracce di soffocamento e non è stato colpito vuol dire che è morto per avvelenamento?» «Può essere, tuo padre non soffriva di nulla vero?» «no!» «Odore di mandorla, è cianuro» disse Conan che si era avvicinato al corpo «e tu come lo sai?» chiese Susan «deve avermelo detto Shinichi» «capisco, comunque è giusto» «Suicidio o Omicidio?» chiese Charles che era arrivato per ultimo sulla scena «non lo so ma dovrà indagare la polizia, su ora andate nelle vostre stanze» intimò il padre di Charles, Francesco «detective Goro conosce l’Inglese?» «Sinceramente no» «Allora per favore accompagni i ragazzi di sopra e cerchi di tenerli lontani, qui non siamo in Giappone» «Sì» il detective capì e per una volta fece la scelta giusta si ritirò con il resto del gruppo. Finche i ragazzi passavano nell’atrio notarono l’arrivo del capitano Radish Redwood e lo scambio veloce di saluti che questo ebbe con i coniugi Kudo, che conosceva ormai da tempo. Yukiko e Yusako uscirono poco dopo facendo un cenno di saluto a Conan, che li aveva visti.

Susan e Charles furono gli ultimi a entrare nella suite reale appena entrati si soffermarono e dissero «Scusate per tutto, buona notte» «tranquilli ormai ci siamo abituati a vedere le scene dei crimini» disse Ran sorridendo. Susan la ringraziò e poi segui Charles dentro la camera prima di chiudere la porta però pronunciò queste parole: «Dear detective that English you know come with me if you want but make sure you can no longer go back!» e socchiuse la porta subito dopo Conan disse «Heiji, devo guardare una cosa sul computer ma non so se posso entrare nello studio verresti con me a chiedere a Susan il permesso di usare il suo?» «eh, Sì» disse il Detective dell’ovest «ragazze non preoccupatevi non ci metteremo molto» disse e poi entrò nella stanza seguito da Conan «Scusate ragazzi io vado a dire a Conan che ho vinto una scommessa andate in camera torno subito» disse Aì che entrò nella camera seguita da Jio che era rimasto con il gruppo.

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Sono di nuovo tra voi ma sta volta con un pezzo di storia sui nuovi arrivati e Shiho! Jio non viene presentato ma vi posso dire che nel prossimo episodio ci sarà sicuramente una descrizione del personaggio. Inoltre con il prossimo capitolo il passato di Susan, Charles, Jio e Shiho (Aì) verrà a galla! Mi sto dilungando un po’ troppo forse, un ultimo indizio, ci sarà ancora un mistero da sciogliere che sarà spiegato tra il X e il Y capitolo!  Spero non mi ucciderete prima con affetto
Amelia_6

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Capitolo 15
*** Il passato bussa alla porta ***


Autrice: Con questo capitolo viene raccontata la storia antecedente alle vicende narrate, si riprende dal discorso tra i detective, Shiho, i due stranieri e Jio per arrivare a un passato lontano dai ricordi ma celato ancora nei cuori! Fino ad una richiesta che viene dal cuore, Buona lettura…

IL PASSATO BUSSA ALLA PORTA

«Susan è per caso una sfida?» chiese Conan «No Conan non è una sfida ma la semplice costatazione che non sei un bambino come gli altri e questo vale per la bambina alle tue spalle» «cosa vorresti da noi?» chiese Heiji «Nulla ma voglio raccontarvi una storia» «Continua» disse Heiji «dovete sapere che il padre di Jio, come il figlio, è un membro dell’FBI e sono sulle tracce di quella che viene chiamata Organizzazione in nero, questa organizzazione conta moltissime persone anche di notevole spessore o star del cinema e della tv. Fino a qualche tempo fa indagavano su un farmaco l’aptx 4869 un veleno in grado di ringiovanire il corpo, mi potreste credere pazza ma ne ho le prove e sono in questa stanza» Il sangue dei presenti si ghiacciò e dato il silenzio la ragazza continuò a parlare «Shio Miyano e Shinichi Kudo» ora il clima era gelido gli sguardi di tutti i presenti erano su Conan e Aì «Un gruppo di infiltrati è riuscito ad avere le informazioni generali sul farmaco e l’ultima persona che ci aveva lavorato, la scoperta ha fatto ghiacciare il sangue a Jio che ha voluto informarci» disse Charles «Vedete il suo nome in codice era Sherry ma il suo vero nome, ne sono certa, è Shiho Miyano» disse Susan guardando di fronte a lei «Come puoi dirlo?» disse Conan «perché la conoscevo, l’ho conosciuta circa sei anni fa» disse la ragazza poi si rivolse alla bambina dai capelli ramati «puoi far credere all’organizzazione che sei morta, ma non alla tua migliore amica!» «Vedo che non hai perso le tue capacita deduttive» disse Aì con il solito tono freddo.

La ragazza si chinò in lacrime solo allora la bambina dal cuore di ghiaccio iniziò a piangere triste per la morte di quel signore che le era stato come un padre quando era in America ma felice per aver rivisto i vecchi amici. Conan era rimasto sconvolto, solo una volta aveva visto piangere Aì ed era stato quando gli confidò che Akemi era sua sorella, quella donna che lui non era riuscito a salvare. Aì si stava riprendendo aiutata anche dalla simpatia di Jio mentre Susan era stretta a Charles che si asciugava le lacrime quando Heiji  riniziò a parlare: «Scusate se interrompo, tu Susan hai fatto un altro nome. Quello del mio amico Shinichi, perché?» «è strano che tu, uno dei pochi che conosce la sua doppia identità me lo chieda» «co-cosa?» «hai capito mi sto riferendo a Conan Edogawa alias Shinichi Kudo» «Scusa Susan ma dovresti avere le prove» insistete Heiji «le ho, Ran mi ha raccontato che Shinichi si fa vedere raramente dopo l’incontro a tropical land. Mi ha raccontato che la prima volta che ritornò Shinichi trovò Conan che beveva del Paikal, un liquore che permette di cancellare gli effetti dell’aptx, inoltre Ran mi ha raccontato dell’arrivo di Aì una bambina molto scontrosa e poi una serie di volte in cui Shinichi ricompariva. Avevo capito che Aì era Shiho già al nostro secondo incontro, del resto ha lo stesso carattere di un tempo. La chiave che mi mancava me la mandò Jio in un e-mail, la struttura di un veleno, l’aptx 4869, che già stavo esaminando con Charles. Così ho fatto due più due e ho capito la vera identità di Conan unita poi a quella bravura di certo non tipica di un bambino di sette anni»  «Sei brava, devo dirlo, non me lo aspettavo» il finto bambino sorrise, un sorriso amaro «Quando ero in aereo mi sono stupito che Ran si fidasse e ti raccontasse di Shinichi, di me, poi nei tuoi occhi ho visto una luce brillare come a infondere sicurezza e mi sono fidato anche io» un'altra pausa come a ripensare a trovare le parole giuste «In casa mia sono sicuro che c’è ancora una mia vecchia foto con Ran e i nostri genitori è stata forse quella che ti ha spinto a chiederti chi ero?» «Sì, hai indovinato; sono andata con una scusa dal dottor Agasa per conoscere meglio la bambina che ero certa di conoscere. Aì non mi ha deluso per tutto il tempo che sono stata lì mi osservava e nei suoi occhi potevo leggere l’odio lo stesso sguardo che Shiho Miyano mi lanciò otto anni fa in America.» «Partendo dalle tue supposizioni sei riuscita a entrare nel cuore di tutti noi per capire il rapporto tra me ed Heiji rispetto a quello che io ho con gli altri!» «Sì, meriti tutta la tua fama giovane detective. Come un’attrice entra nel cuore del personaggio che deve interpretare io sono entrata nei vostri. È difficile imparare ad entrare nel cuore della gente ma sapevo che come c’ero riuscita anni addietro ci sarei riuscita anche stavolta non per cattiveria, per far del male ma per poter capire ed aiutare» le parole di Susan risuonarono nella stanza, lei non guardava più né Conan né i presenti, guardava nel vuoto portando la mente lontano nel tempo…

FLASH BACK

«Ehi Susan stai attenta, dietro di te!» urlò un ragazzo alto circa un metro e settanta dai capelli neri e gli occhi scuri, indossava una divisa scolastica con pantaloni, cravatta e giacca bianchi mentre la camicia era rossa. «Co-cosa» una ragazza che stava correndo all’indietro urtò un’altra ragazza che si stava per sedere su una panchina nel parco. La ragazza aveva i capelli biondi raccolti in una coda che le arrivava a metà schiena gli occhi erano di un marrone molto chiaro simile all’ambra ed erano striati di verde; anche lei indossava la divisa ma diversamente dal ragazzo portava la gonna, la giacca e il fiocco rossi mentre la camicia era bianca. «Scusa non volevo stavo cercando di non perdere l’aquilone» disse la ragazza bionda «per colpa tua ho rovesciato l’acqua sui fogli, accidenti» le rivolse sprezzante uno sguardo vuoto pieno d’odio che traspariva negli occhi azzurri della ragazza circondati da dei ciuffi color del rame. «Ti giuro non volevo» continuò a scusarsi «Erano esercizi di biochimica ora dovrò ricominciare tutto da capo!» «Cosa? Biochimica che meraviglia» «scusa?» «Adoro la chimica è la mia materia preferita infatti vorrei scegliere proprio il corso di scienze a scuola» solo dopo aver ascoltato quel discorso la ragazza dagli occhi ghiaccio notò la divisa simile alla sua che la straniera indossava. «Io mi chiamo Susan De Ginelli e tu sei?» «Mi chiamo Shiho Miyano» «Sei giapponese quindi?» «Sì ma perché?» «ho appena incontrato un ragazzo che andava molto di fretta anche lui giapponese credo si chiamasse Hijiromi Hikaminaru!» «Cosa, quel fannullone di Hikaminaru!» «fannullone?» «è un mio amico, uno dei pochi che sono riuscita a trovare!» esclamò la ragazza dai capelli ramati. «capisco, uhm è lui?» chiese indicando un ragazzo alto circa un metro e ottanta dai capelli neri spettinati e gli occhi blu cobalto.  «Sì in persona!» «Tornando a noi per scusarti ti va di farci compagnia insieme al tuo ragazzo?» «non è il mio ragazzo ma un mio amico d’infanzia si chiama Charles de Mattei» «ok» disse e fece spallucce invitando i due amici a sedersi»

FINE FLASH BACK

«Ricordo bene quel giorno, a quanto pare non mi sbagliavo vi siete fidanzati qualche giorno prima della mia partenza» «Sì, ora Aì mi dici cosa successe dopo quel giorno?» «entrai nell’organizzazione con il nome in codice di Sherry e ci rimasi fino alla morte di mia sorella Akemi. Per fuggire presi il farmaco e grazie anche al dottor Agasa diventai Aì Haibara, sapevo che il farmaco era stato somministrato a Shinichi Kudo che io confermai essere morto. In realtà sapevo che era rimpicciolito e andai a cercarlo» «capisco dunque ora hai una nuova vita e dei nuovi amici» «di certo ha dimenticato quelli vecchi» disse Jio spazientito «No non vi ho mai dimenticato ma ti ricordo che Susan e Charles sono cambiati in  questi sei anni a differenza di te Jio che ho riconosciuto subito!!» la ragazza rivolse uno sguardo esasperato all’amico come aveva fatto molte volte negli anni precedenti. «he-he ora ho capito perché Susan ha detto che ti ha riconosciuto subito» Jio sbuffo mentre gli altri presenti si concessero una risata. «Dimmi Susan c’è un motivo perché ci racconti tutto, giusto?» «sì, hai indovinato Conan, non mi interessava  farvi sapere che ero a conoscenza del vostro segreto fino a quando non ho trovato il corpo del padre di Jio giù nella sala da the» «Hai detto che Riusuke era un agente dell’FBI ed era sulle tracce dell’organizzazione?» «No non direttamente, stava indagando su alcuni funzionari del governo giapponese, probabilmente erano all’interno dell’organizzazione» disse Jio «Capisco ma come fate a essere sicuri che ci sia la loro mano?» «ci sono due motivi, nell’organizzazione c’è un serial killer che uccide con il cianuro, nel caffè corretto con il brandy, super alcolico che gli da il nome. Inoltre al ricevimento era presente Chris Vineyard alias Vermouth» disse Susan  «Capisco, come fai a sapere così tante cose sull’organizzazione?» chiese poi Heiji «Aiuto l’FBI dopo che è venuto a conoscenza dell’aptx 4869, Jio ha detto che conosceva due ragazzi futuri scienziati e così io e Charles aiutiamo l’FBI sono ormai tre anni che cerchiamo e raccogliamo informazioni» disse Susan «da quando Sherry ha lasciato, e quindi tradito, l’organizzazione» finì Charles «Ironia della sorte non trovate?» chiese Aì «Sì è proprio uno scherzo del destino!»

Conan però voleva approfondire quello che era successo nell’ultima ora e quindi chiese se la polizia o l’FBI avrebbero mai sospetteranno dell’organizzazione. Ha rispondergli fu Jio «La polizia non di certo, l’FBI forse cercherà nei casi attualmente aperti ma non credo che troverà una pista sicura e chiuderà il caso come Suicidio. Solo se verranno trovate altre prove il caso verrà riaperto» «Vi chiedo un solo piacere» disse poi Susan «Conoscete le persone che si celano dietro questa organizzazione, non si fermeranno mai. Vi prego aiutateci a fermarli» la richiesta era insolita lei una ragazza all’apparenza semplice e tranquilla aiutava l’FBI a dare la caccia a pericolosi criminali e stava chiedendo l’aiuto a due bambini e un adolescente.

Il primo a rispondere alla richieste della giovane fu Conan che accettò e per poi precisare: «ormai posso definirmi anche io un aiutante dell’FBI» «lo so piccolo detective la professoressa Jodie mi ha detto che un giovane e astuto detective li stava aiutando e quando Shuichi ti ha consegnato i passaporti i miei dubbi si sono dissipati» «Sei in gamba Susan non avrei mai detto che eri li» «lo so ero ben nascosta» «Shuichi mi ha detto che sapeva, cosa sa? Gli hai detto tu qualcosa?» «no io non gli ho detto niente, non sapevo ancora nulla di preciso, ma mi ha detto che un suo amico ti ha visto fare qualcosa che ti collega a Shinichi Kudo» Conan capì chi era quell’amico e non chiese più altro «ma non poteva sapere di me» intervene Aì «se ti dicessi Dai Moroboshi? Oppure Rye?» «Il fidanzato di Akemi» «Dai Moroboshi era il nome sottocopertura di Shuichi Akai» «è colpa sua?» gli occhi le si spalancarono «Non essere frettolosa, è stato scoperto e credevano che tua sorella fosse a conoscenza della sua reale identità» «No non ci credo» «Sai Aì, ancora oggi Shuichi è dispiaciuto per quello che successe, dall’ora si veste unicamente di Nero» «Akemi…» Aì Haibara ora era a conoscenza del perché sua sorella era morta aveva incolpato Conan voleva incolpare Shuichi Akai ma non poté, non ce la fece scoppiò solo a piangere maledicendo quei corvi del malaugurio.

Il sole risplendeva su New York e un'altra giornata stava iniziando, come una fedele amica la luna portò con se i segreti della notte facendo comparire su tutti i visi dei sorrisi.

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Pronta per ricevere i pomodori ma prima lasciate che vi dica grazie per aver letto fino a qui. Ora come annuncia l’ultima frase una pausa dai segreti e complotti dei MIB per trascorrere qualche giorno in tranquillità visitando NY ma anche nella bella città americana si nascondono ricordi e collegamenti?

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Capitolo 16
*** Arrivederci New York ***


Arrivederci New York

Nella Royal Suite una sveglia, impostata alle 07.00 del mattino, suonava insistentemente. «Susan per l’amor del cielo, chiudi quella dannata sveglia» disse una voce assonnata «Sì, un attimo mi è caduto il telefono; Charles, sei sveglio?» «Uhm forse no, ma ho trovato il cellulare!» «Grazie amico» «Figurati Jio» «Scusate l’ora, ma oggi volevo fare un ultimo giro per NY» «Credimi NY non scappa» «Il solito rompiscatole» disse Susan all’amico Jio intanto che scendeva dal letto a castello «vorrei dirti che sei tutta spettinata e bianca» «Cosa? Jio, uffa, non è colpa mia! Vado un attimo in bagno intanto sveglia il resto del gruppo insieme a Charles» «ok». I due amici uscirono dalla stanza ma si trovarono di fronte Aì con gli occhi infuocati Ran e Kazuha in piedi anche se non erano del tutto sveglie Conan che non riusciva a tenere gli occhi aperti come pure Heiji e i giovani detective, quelli più normali sembravano essere Goro, Eri e il Dottor Agasa. «Scusate Susan voleva fare un altro giro a NY ma si è dimenticata di avvisarvi che ci saremmo dovuti alzare un po’ presto» disse Charles con molta diplomazia cosa che lo aiutò a passarla liscia con tutti tranne con una bambina dai capelli ramati «Scommetto Jio che hai fatto cadere il cellulare dal comodino così da farle un bello scherzo, ora è in bagno a lavarsi a causa del borotalco che avevi spanto!» «Co-cosa io non ho fatto niente del genere» «Allora perché dietro di te c’è Susan con lo sguardo di chi vuole uccidere un giapponese» «he-he era un innocente scherzo credimi Susan» la ragazza non si accontentò e per ricambiare la cortesia gli tirò un calcio in piano stomaco che lo fece dondolare «la prossima volta che cerchi di farmi fare il volo, giuro non sarò così clemente» «ok» furono le ultime parole di Jio che poi si andò a preparare seguito da Charles «Ottimo lavoro» disse la bambina «Lo so grazie» disse Susan facendo l’occhiolino.
«Ehi Haibara, ma cosa è successo a quel ragazzo, Jio» «Cosa, oh niente di che Conan ha solo imparato che scherzare con Susan è molto pericoloso» «Ah» il giovane detective non capì subito ma poi lo sentì dire «Susan lo sai che oltre ad avermi lasciato il segno ora non ho neanche fame «ben ti sta la prossima volta pensaci due volte prima di voler far finire la tua amica a “gambe all’aria”» gli rispose la giovane «non ci credo he-he» pensò Conan guardandola con la faccia da pesce lesso. Intanto Susan raccolse a se il gruppo «Allora, vorrei scusarmi nuovamente per ieri sera; oggi per liberarci dai cattivi pensieri faremo un bel giro per New York». «Cosa andremo a visitare?» chiese Genta «Andremo a visitare il museo americano di scienze naturali, e Little Italy nel Bronx; Sono due  bellissimi posti poi nel pomeriggio prima di ritornare a casa potremmo fare un giro dove volete» la giovane sorrise e tutti accettarono.

Come i giorni precedenti tutti si prepararono e scesero per fare colazione. Davanti all’Hotel trovarono JJ che li aspettava «JJ, ci porti tutti all’American Museum of Natural History per favore?» «Certamente se non c’è traffico 10 minuti e siamo lì» «Grazie» disse la giovane e salì in macchina seguita dagli amici. «Lo sai che non si rubano le Limousine ai propri genitori» «Non ci credo ancora tu!» Susan era rossa, anzi nera, in viso «Sì, vorrei visitare Little Italy, dicono sia il luogo in cui si possa respirare l’Italia, dalla cucina alla lingua. Forse è per questo che ci vuoi andare?» «Io, uffa, sei il solito Baka» «E felice di esserlo» Susan era fuori di se e Charles la stava calmando Jio rideva, le ragazze si guardavano imbarazzate in compagnia anche del dottore, Goro faceva orecchie da mercante mentre Heiji e Conan avevano un’espressione da pesce lesso infine Eri e Aì, sorridevano per la simpatica scena. «Susan, siamo arrivati» disse JJ «Grazie» gli rispose e scese subito dalla macchina. All’interno del Museo si possono osservare scheletri di dinosauri e animali, conoscere le teorie sull’evoluzione, oltre alla storia e si può anche osservare lo spazio al planetarium. I giovani detective si divertirono molto e il dottor Agasa fu lieto di raccontare storie o aneddoti lasciando anche il posto a qualche quiz.  Il tour durò un’ora e mezza, dopodiché il gruppo si fermò a fare uno spuntino su richiesta di Genta e verso le dieci JJ fece salire tutti in macchina per la tappa successiva, Little Italy nel Bronx. «La prossima tappa che faremo è Little Italy, ovvero la piccola Italia, si trova lungo Arthur Avenue, nel quartiere Belmont. Questa via racchiude tutte le tradizioni e la cultura italiana.» spiegò Charles «Ci troviamo nel Bronx, un distretto dello stato di New York situato sopra Manhattan» disse Susan accennando il primo sorriso del giorno «Scusate ma anche a Manhattan esiste un quartiere chiamato: Little Italy?» chiese Heiji «Sì, Heiji; ma viene considerato un quartiere italiano più commerciale, fatto per attirare i turisti.» disse Susan. Arrivati scesero dalla lussuosa macchina «Il quartiere non è grandissimo possiamo visitarlo in qualche ora, verso mezzogiorno ci aspettano in un ristorantino tipico per il pranzo.» Disse Charles verso il gruppo per poi incamminarsi.

Le vie erano stupende, i dialetti tipici italiani si mescolavano. I piatti tipici delle regioni si mostravano sottoforma di ristoranti, pizzerie o negozi di alimentari. Trovavi bancarelle di souvenir ogni pochi metri. A mezzogiorno Susan portò il gruppo in un piccolo ristorante un poco nascosto alla vista. Il proprietario si chiamava Massimo ed era un suo lontano parente, aveva vissuto per anni a Roma poi si era trasferito in America. Non parlava giapponese ed il suo americano era molto accentato e con Susan e Charles parlava in italiano che poi veniva tradotto per il resto del gruppo.
 Finirono di mangiare verso le 13:00 ma rimasero nel locale ancora un po'. «Ragazzi, se volete visitare ancora qualche posto dobbiamo organizzarci» disse Susan «molti dei luoghi più belli li abbiamo visti, ma ritornerei ancora una volta a coney Island, vorrei andare qualche ora in spiaggia» Disse Ran che trovo il consenso delle amiche «ok, ragazze poco distante da li c'è un mio amico che ha due cavalli ne approfitto per fare un giro» «Vengo con te» disse la fidanzata, «potremmo chiedere se riesce a procurarne altri, se non sbaglio suo zio ha un maneggio non molto distante magari ci può venire incontro»Disse Charles «Non sono mai andata a cavallo» disse Kazuha, «nemmeno io» affermo Sonoko «quindi deciso, un giro a cavallo e poi tutti in acqua».

La limousine percorreva le trafficate strade newyorkesi mentre i passeggeri discutevano, «non ci credo, il giornale di oggi riporta che Riosuke è stato ucciso dal "Black Kill"» esclamò Susan leggendo il giornale e suscitando l'attenzione di tutti «Che cos'è?» Chiese Heiji serio «Black Kill è il nome che è stato dato ad un serial killer che lasciava disegnato una foglia nera sul dorso della mano» spiegò Charles. «Il problema è che è stato arrestato una settimana fa dall'FBI» disse Susan. «Ma è impossibile allora che sia stato lui» disse Heiji con sorpresa «Infatti, chi sa chi è stato veramente» disse Sonoko sovrappensiero «Di certo anche il NY times avrà riportato la notizia» disse Charles «Riporta che è stato un suicidio, personalmente lo credo improbabile» affermò Jio «Vedrai troveranno chi è stato» sorrise Susan incoraggiando l’amico.
La lussuosa macchina aveva parcheggiato non lontano dalla spiaggia ed i suoi passeggeri erano scesi, Conan aveva l’aria pensierosa e a svegliarlo dai suoi pensieri fu Aì «Allora grande detective, cosa c’è che non va?» chiese con un sorriso beffardo «Nulla, solo che» non riuscì a terminare la frase che l’amico Hattori intervenne «è una bravissima attrice non è vero?» «Sì, esattamente è riuscita a far credere a tutti che non ne sapesse niente mentre a noi ci ha raccontato una storia che sembra uscita da un film» «è il loro fascino» disse Aì «Cosa intendi?» chiesero i due detective «Il fascino di quei due ragazzi è qualcosa di speciale, riescono a entrare nel cuore delle persone che li circondano, riuscirebbero a mentire a loro madre e non farla accorgere di nulla» «Da come lo hai detto sembra che tu non nutra più molta fiducia» «Non esattamente, semplicemente non mi fido di loro son troppo bravi a mentire e lo so bene» Affermò e poi si allontanò.

Susan e Charles formavano una bellissima coppia e quando il ragazzo arrivò a cavallo la ragazza gli si tuffò tra le braccia per baciarlo, come nella più belle scene d’amore ma ahimè da festeggiare c’era ben poco e a Conan sembrava il momento adatto per parlare con la ragazza del mistero «Susan, posso farti una domanda» chiese Conan «Dimmi» «Sapevo che eri brava nei veleni e nelle armi da fuoco, come Charles ma non sapevo però che eri anche brava nella difesa personale» «Ti riferisci al calcio che ho tirato a Jio» gli disse guardandolo «Sì» «Non farci tanto caso, è stato proprio Jio a insegnarmi l’autodifesa» «Davvero?» «Sì, all’epoca mi disse che una bella ragazza come me doveva sapersi difendere in questa città» «Capisco» sorrise Conan «Ora posso farti io una domanda?» chiese la giovane «Dimmi» «Hai risolto tu i casi in cui ci siamo imbattuti» «Co-cosa» «Non mentirmi, per favore» «Sì, ma come lo sai?» «Semplice, conosco la scienza e un corpo svenuto non può parlare!» «Solo questo?» «No, è stato un indizio il fatto che anche a Sonoko capitasse, e poi il fatto che sei il celebre detective liceale» «Capisco, ma non lo sono più» «Posso assicurarti che ti puoi fidare e il tuo segreto è al sicuro con me, ti posso comunque dire che anche senza il tuo aiuto Goro anche se con fatica ce la può fare» «Perché dici così?» «Finche stavo ragionando, il padre di Ran mi seguiva e successivamente ne traeva delle sue conclusioni, affrettate certo ma ragionava» «Sai, hai ragione mi stupisco solo del fatto che tu sia riuscita ad arrivarci» «Vedi Conan ho semplicemente imparato a conoscere la gente» Conan ed Heiji guardavano Susan con occhi stupiti fino a quando Ran non intervenne «Ragazzi se scendete dal cavallo possiamo fare una bella partita a pallone? E anche un bel bagno».

Acconsentirono e scendendo dall’animale Susan chiese: « cosa preferite?» «Calcio? Pallavolo?» «Calcio» dissero i ragazzi «Ok allora che ne dite di una partita ragazzi contro ragazze?» chiese Susan «Ok» «Conan, Mitsuhiko, Genta, Heiji, Charles e Jio contro me, Ran, Sonoko, Kazuha, Aì e Ayumi» «Va bene» accettarono tutti e si iniziò a Giocare. «Cosa ne dite se noi ci beviamo qualcosa intanto?» disse l’autista hai signori «Per me va bene» disse Goro «Accetto con piacere» aggiunse Eri «vorrà dire che mi aggiungerò anche io» disse il dottor Agasa «Ottimo, ho portato delle bevande dalla Limousine quali preferite?» «Sakè» disse Goro «per me va bene» confermarono il dottore ed Eri. «Uhm, Susan mi ha lasciato dei cioccolatini volete?» «Godiva, i tuoi preferiti Eri» «Sì» «Ottimo! Prego allora» disse JJ porgendo la scatola «Grazie». Quel pomeriggio nonostante i cattivi presagi passò velocemente, anche troppo, e in piena tranquillità. Dopo aver giocato a calcio si fecero un bel bagno per poi rilassarsi sulla spiaggia.
 Verso le 19.00 il gruppo ritornò in Hotel per la cena, Elaisa e Matthew, Francesco e Mylène , la sorella di Susan ed Alex cenarono con loro ma verso le 20.30 l'autista arrivò per informare il gruppo che da li a 10 minuti sarebbero dovuti partire per andare in aeroporto.

Il FIDS (display di informazione sui voli) segnava i vari voli, il primo era quello per Parigi seguiva Tokio alle 21:30. «Abbiamo circa un ora per passare il check-in e la dogana». Disse Susan guardando l'orologio «faremmo meglio ad andare, allora» esclamò Charles. Il gruppo si avviò e completati tutti i passaggi si sedette nelle apposito spazio, per aspettare che il terminal aprisse. Alle 21:25 il personale di terra aprì gate e i primi a salire furono Conan e gli amici, a chiudere il gruppo c'erano Susan e Charles che si soffermarono per guardare un ultima volta l'interno dell'aeroporto e salutare l’autista «Goodbye, my favorite driver». Saliti tutti i passeggeri l'aereo partì.


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Capitolo un po’ più lungo spero vi piaccia comunque :)
Oggi sono di poche parole al prossimo capitolo, Amelia_6

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Capitolo 17
*** Amicizie e misteri, primo indizio ***


Amicizie e misteri, primo indizio

La sveglia posata sul comodino suonava insistentemente quando Conan si svegliò. Si guardava intorno spaesato era nella sua camera, quella dell’appartamento Mori, si mise gli occhiali e andò in bagno. Si lavò e preparò per poi andare in cucina, ad aspettarlo c’erano Ran e Goro. «Buongiorno Conan» disse Ran passandogli un vassoio con la colazione «Buongiorno Ran» «Lo sai Conan con oggi sono ormai tre anni che sei arrivato» Conan sgranò gli occhi e poi guardò il calendario, Ran aveva ragione, esattamente tre anni e un giorno prima lui era andato a Tropical Land con Ran. «Ma i tuoi genitori non ti cercano più?» disse Goro «Goro, non ricordi che mi sono venuti a trovare e ogni giorno li sento quando finisco scuola» Conan stava mentendo per l’ennesima volta, cercando di nascondere il suo segreto. «Conan è tardi dobbiamo andare» disse Ran prendendo la cartella «Arrivo» gli rispose il piccolo detective e si avviò con l’amica. Ran e Conan passeggiavano quando Sonoko arrivò «Ciao Ran, moccioso» «Sonoko» salutano loro «Avete già visto i due italo-americani?» «No, ma possiamo passare davanti alla villa di Shinichi» «a proposito di Shinichi, ti ha chiamato?» chiese Sonoko con un sorriso a trentadue denti. «No non mi ha chiamato, ma lo sai è impegnato» la ragazza sorrise, ma Conan si rabbuio. «Conan, Conan…» Urlava una vocina, il Giovane detective si girò e vide Ayumi che lo guardava con occhi spalancati «che ti succede?» Conan alzò lo sguardo si trovava di fronte alla casa dei Kudo vicino al cancello c’erano i suoi amici e dalla finestra Charles e Susan salutavano con la mano «Nulla, scusate mi ero distratto» «A cosa pensi?» chiese Aì «Niente, è solo che oggi è l’anniversario del mio rimpicciolimento» «è già passato tutto questo tempo?» «Sì» «Lo sai quei due non mi convincono» disse Aì per cambiare discorso «Ma non erano dei tuoi amici?» «Già, che non vedo da … cinque o sei anni» «Sei sempre la solita» Aì lo fulminò con lo sguardo e poi se ne andò! “Credo che si sia arrabbiata” pensò il giovane detective.

La campanella della scuola accoglieva gli studenti, appena rientrati dalle vacanze primaverili. «Susan, Charles» li richiamò Ran «Adesso ci sono le ore di educazione fisica» «Si lo sapevamo, torniamo subito dobbiamo chiedere una cosa a un professore» sorrise Charles. «Ah ok» sorrise. Susan e Charles girarono l’angolo ed estrassero il cellulare «Good morning I’m Black moon, I have a info on the black secret» disse al telefono la giovane «Ok, good Jobs» disse la voce al telefono, Susan aspettò poi mise il vivavoce «I’m Black sunny what are the new provisions?» chiese il ragazzo serio, la voce al telefono parlò, poi chiuse la chiamata e i due giovani si diressero verso la palestra con un sorriso allegro e spensierato.

Intanto Conan seguiva le lezioni o per meglio dire presenziava alle lezioni della maestra Kobayashi «Conan! Preferirei che tu seguissi le lezioni» urlò la maestra Kobayashi arrivando davanti al suo banco «Mi scusi maestra» «Per questa volta sei perdonato, ma mi farai in più una pagina dei Kanji che abbiamo fatto oggi in classe» disse «Si» rispose mentre Aì rideva di gusto seduta vicino a Conan.

Il pomeriggio passò velocemente e dopo scuola sia i due Italo-americani che Conan si diressero verso una villetta alla fine del quartiere di Beika. «Hello cool detective» «Salve professoressa Jodie» «Ti è piaciuta la festa?» «uhm? Parla della festa newyorkese» «Oh yes» «Bhe un omicidio non è proprio una meraviglia» «Figuriamoci per il figlio» disse una voce «Jio?!» «Salve piccolo Detective» disse il ragazzo «Signorino Hikaminaru, ben tornato» disse Jodie «Salve, Miss Starling» «Ma come sei galantuomo» disse un’altra voce ridendo «Si cara Susan, io sono un galantuomo» «Amico ma chi vuoi prendere in giro» disse Charles entrando nel salone dove erano tutti radunati. «Salve piccolo detective» dissero i due italo-americani «salve, non pensavo di vedervi qui» «villa Hikaminaru è sempre stata una casa stupenda e poi dovevo pur rompere un po’ a Jio» disse sorridendo Susan «Villa Hikaminaru?» «Sì, questa è casa mia» disse Jio. «capisco ma come mai non siete andati subito ad abitare qui?» «Perché è il nostro quartier generale, ci abitano James e Camel, Akai ha affittato un appartamento vicino alla stazione viene qua solo se serve infine Jodie, per disperazione, ha preso un appartamento più vicino alla scuola, che tu e Heiji dovreste già conoscere» «Sì» Conan guardava stupito la ragazza «Oh salutamelo, so che sta dando una mano a Goro» «wow, quante cose sai?» a dirlo era stato Jio «me l’ha detto Ran» gli rispose Susan ridendo.  «Non importa ti credo sulla parola» disse l’amico con espressione divertita sul viso. «Come mai sei qui?» chiese poi la professoressa Jodie «Volevo sapere se c’erano altre informazioni sull’organizzazione oggi ho sentito che ci sarà una festa in onore di un politico» «Vedo che hai centrato il bersaglio al primo colpo» disse Jio «Allora è possibile un suo coinvolgimento» «Sì Conan, il politico in discussione è il precedente ministro dell’università e della ricerca» spiegò Susan «Crediamo che centri con le ricerche che fanno all’interno dell’organizzazione» disse una voce dall’altro angolo della sala «Akai, sai qualcosa sugli scienziati?» chiese James Black «Sì, molti hanno studiato fuori dal Giappone conoscono ogni aspetto delle scienze dalla chimica all’anatomia e alla medicina» «Tu non conoscevi uno di loro?» chiese Jodie «Sì, Sherry ma non so altro su di lei» «Aspetta» disse all’improvviso Jodie «Ma Vermouth quella volta, non ha usato proprio quel nome per indicare Aì l’amica di Conan»«Jodie, non credo che una bambina di sette anni abbia le capacità necessarie e poi si parla di più di tre anni fa» «Sì ha ragione James» Conan guardava i due italo-americani e Jio. Che cosa aspettavano a dire tutto, forse mantenevano veramente la parola data e quindi aspettavano la sua prima mossa?


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Ebbene si vi lascio così, spero vi sia piaciuto questo capitolo!
Altrimenti aspetto i pomodori in faccia ;) a presto amelia_6

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Capitolo 18
*** Come un Detective, secondo indizio ***


Come un detective, secondo indizio

Conan, dopo scuola, era andato in una villetta alla fine del quartiere di Beika. Ma non era il solo che aveva deciso di far visita all’FBI. Infatti tra i presenti c’erano i due italo-americani e Jio. Durante il discorso vennero fuori altri indizi sui MIB, tra cui il nome in codice di Sherry e il suo collegamento con Aì.

Conan era ancora di fronte all’FBI e ai due italo-americani. «Conan, dimmi sai qualcosa che noi non sappiamo?» chiese la professoressa Jodie seria. «Io … bhè a dire il vero c’è una cosa che tengo nascosta» disse il ragazzo serio «Cosa?» chiese Jodie «Vede …» la sua voce venne coperta dagli squilli di due telefoni. «Pronto, dimmi Heiji» rispose Conan «Pronto, che succede?» rispose invece Susan al suo cellulare. Ma dopo pochi secondi entrambe le conversazioni si interruppero e all’unisono Conan e Susan dissero: «Dobbiamo andare» e si precipitarono all’esterno dell’abitazione. Mentre correvano Conan iniziò a parlare: «Goro si è imbattuto in un caso molto strano» «Lo sappiamo, Ran ci ha chiamati per chiederci consiglio» disse Charles «Com’è possibile morire avvelenati facendo un bagno termale?» disse Susan «Ho visto casi più strani» ammise Conan «Se non sapessi che in realtà hai diciotto anni avrei i sudori freddi» disse Charles «Tornando al caso, cosa ti ha detto Heiji?» «Come? Semplicemente che Goro ha iniziato a dare di matto» «Ma chi era la vittima?» chiese Susan «Norie Hasegawa, segretaria di 38 anni» «Ha qualche collegamento con Goro?» chiese Charles «Sì, era la sua vicina di casa prima che si sposasse, solitamente quando sono coinvolte le persone a lui legate è serio e fa deduzioni perfette» «capisco, allora perché ci hanno chiamato?» chiese Susan.

«Susan, Charles siamo qua!» urlò una voce «Ciao Ran, cosa è successo?» chiese l’italo-americana riprendendo fiato «La signora Norie Hasegawa di 38 anni che insegnava alle scuole elementari del quartiere qui vicino è morta avvelenata finche faceva un bagno termale. «Si sa altro?» chiese Charles «uhm, fatemi pensare con lei c’erano solo tre persone» disse Ran «I loro nomi erano Mineko Watanabe di 38 anni e Akihiro Watanabe di 39 anni Marito e moglie ed ex compagni di università e Junichi Hasegawa suo marito di 40 anni» aggiunse Heiji che si era avvicinato ai due stranieri e Ran « «salve ispettore Meggure, agenti Sato e Takagi» disse Susan notando che il gruppo si stava avvicinando. «Salve ragazzi, Indagate anche voi?» «più che indagare stiamo riassumendo i fatti» rispose sorridendo Susan «Capisco» «Ispettore, cosa mi sa dire sugli indiziati?» «Uhm, dunque la signora Watanabe ed il marito lavorano entrambi all’università di Beika dove si sono laureati insieme alla vittima in Lettere e filosofia; il marito invece è un medico e lavora presso l’ospedale di Beika» «Capisco, sapete che veleno era?» chiese Susan «Se non sbaglio è della cicuta» «Cicuta, è una pianta che cresce fino a circa 1800 metri è di colore bianco con fiori molto piccoli; Ha un odore forte e sgradevole ed è solubile molto bene nell’alcool» Disse Susan «Se non sbaglio la dose letale per un uomo è di circa 750 gr per via orale; la morte avviene tra le tre e le sei ore i sintomi sono: problemi digestivi, cefalee, diminuzione della forza muscolare, formicolii ed infine paralisi» Concluse Susan. «sapete come potrebbero essere venuti in possesso della cicuta?» «Non ne siamo sicuri, ma sospettiamo che l’abbiano travata durante un campeggio circa una settimana fa» disse Takagi «Cosa è successo prima della morte?» chiese Charles «I signori sono arrivati ai bagni termali verso le otto della mattina, si sono rilassati nei bagni per qualche ora e poi sono andati a mangiare qualcosa» disse Goro «Norie aveva esagerato con l’alcool e così sono tornati verso i bagni termali» «Goro, per favore rimani fuori dalle indagini» disse l’ispettore Megure voltandosi verso il Detective «Per prendere la macchina ma la vittima li ha convinti di ritornare all’interno dei bagni termali» Goro era serio perfettamente serio, non sembrava del nulla fuori di se «Quando sono entrati li ho incrociati e Norie mi ha salutato invitandomi ad andare con lei» continuò stringendo sempre di più i pugni «Siccome eravamo insieme non ho voluto lasciare da solo il detective e sono andato con lui» si intromise Heiji «Ci stavamo preparando quando abbiamo sentito urlare e siamo corsi a vedere e abbiamo trovato la signora Hasegawa morta» finì il detective dell’ovest.

Conan dopo aver ascoltato la conversazione si allontanò ed andò vesso la receptionist delle terme «Mi scusi, posso sapere una cosa?» «Si certo piccolo» «I detective qui fuori vorrebbero sapere se lei sa dove sono andate quelle persone a mangiare» «Vediamo, se non sbaglio al ristorante qui dietro all’angolo» «La ringrazio» «non c’è di che piccolo». Il piccolo detective percorse la strada che portava al ristorante ed una volta entrato chiese al proprietario se ricordava i sospettati «Certo che lo ricordo, una delle signore ha bevuto molto, mi sembrava che avesse litigato con il marito sedutole accanto. Ora che ci penso è stato l’unico a non bere alcolici ma continuava a versare da bere alla Donna» «Si ricorda come erano disposti?» «Certo la donna con i capelli biondi, se non sbaglio si chiamava Norie, dava le spalle alla cucina, li in fondo vedi. La ragazza mora le era seduta davanti i due uomini erano seduti uno accanto alla moglie con cui aveva litigato e l’altro era a capotavola» «La ringrazio» Conan aveva trovato chi era il colpevole ora però doveva trovare le prove. Ritornò sul luogo del delitto e si avvicinò ad Heiji «Allora scoperto chi è il colpevole?» «Si forse, ma mi mancano le prove» disse Conan guardando l’amico «Cos’è successo con Goro, non ho mai visto l’ispettore così» «Goro, ha detto che Norie non si sarebbe mai tolta la vita in quella maniera» «Cosa voleva dire?» «Nessuno l’ha capito, e l’ispettore gli ha proibito di continuare le indagini finche non avesse detto tutto alla polizia» «Heiji, dimmi una cosa, la vittima ha litigato con qualcuno?» chiese Charles «Si con il marito se non sbaglio si è arrabbiata perché voleva bere nonostante avesse avuto dei problemi con l’alcool» gli spiegò Heiji «Good Job Detective, but that sentence is really important good job Detective Goro» pensò Susan, sorridendo finche si avvicinava con il fidanzato. «Ricordate come è morto Socrate?» chiese Charles «Socrate, se non sbaglio è morto avvelenato a causa…» Conan non terminò la frase e disse «Ora capisco» «Già solo lui poteva commettere l’omicidio» disse Heiji.

Poco distante gli agenti dell’FBI osservavano i ragazzi ma riuscirono a percepire parte della conversazione «devo dire che quel ragazzino è proprio bravo» disse James «Ti riferisci a Conan» chiese Jodie «Sì, ha cercato in tutti i luoghi a raccolto le testimonianze ed infine ne ha tratto delle conclusioni» sorrise «Si è comportato proprio come un Detective»

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Ebbene si vi lascio così ;) Chi è stato il colpevole?

Spero vi sia piaciuto il capitolo :) e che non mi tirerete i pomodori
A presto, Amelia_6

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Capitolo 19
*** L'eterna giovinezza, risoluzione ***


L’eterna giovinezza, risoluzione

Conan, dopo scuola, si era andato in una villetta alla fine del quartiere di Beika, ma non era il solo che aveva deciso di far visita all’FBI. Infatti, tra i presenti c’erano i due italo-americani e Jio. Durante il discorso vennero fuori altri indizi sui MIB, tra cui il nome in codice di Sherry e il suo collegamento con Aì, ma all’improvviso i cellulari di Conan e di Susan suonano. A contattarli erano stati Heiji e Ran che volevano un aiuto per risolvere un caso. La vittima era Norie Hasegawa di 38 anni, la donna si era laureata all’università di Beika in Lettere e Filosofia e ora insegnava alle scuole elementari del quartiere vicino. I sospetti sono ricaduti su: Mineko e Akihiro Watanabe di 38 e 39 anni marito e moglie ed ex compagni di università e Junichi Hasegawa marito della vittima di 40 anni.

«Detective Goro» urlò Susan «Sì, cosa c’è» «Socrate» «Cosa?» «La risposta alla domanda che le ha fatto l’ispettore è Socrate giusto?» «Sì» le rispose il detective «a cosa ti riferisci Susan?» chiese Ran «Al famoso filosofo greco Socrate» disse Charles «Accusato di Ateismo ovvero non credere negli dei e di insegnare dottrine che favorivano il disordine politico, fu processato e condannato a morte. La morte avvenne a causa del veleno ricavato dalla Cicuta» Spiegò Susan «I signori Watanabe come la signora Hasegawa all’università avevano studiato lettere e filosofia quindi sicuramente conoscevano il personaggio e la sua storia» «Quindi è uno di loro?» «No ispettore, Norie aveva una grande passione per Socrate ancora ai tempi del liceo, l’ultima volta che l’ho vista mi ha raccontato che aveva iniziato l’università in lettere e filosofia ed era felicissima. Durante i corsi aveva incontrato un ragazzo e una ragazza che amavano come lei Socrate e i filosofi greci» Raccontò il detective «Norie inoltre mi disse che morire come un grande filosofo era un onore, ma che lei non ne avrebbe mai avuto il coraggio» a parlare era stata l’amica Mineko. «Lo raccontò anche a me Ispettore, credo che per quanto si possa apprezzare un personaggio non lo si possa imitare anche nella morte» «Ma Goro questo dimostra che lei non si è suicidata ma l’hanno uccisa e basta» «Vero, non abbiamo le prove per dimostrare altro» «Non è così, io e Conan siamo andati nel locale dove i signori hanno pranzato, il gestore ci ha raccontato che a causa della lite con il marito una delle due donne aveva esagerato nel bere mentre l’uomo non ha toccato nessun alcolico ma continuava a versare del vino alla moglie» «Lei signor Junichi ci ha raccontato che ha litigato con la moglie perché voleva bere nonostante i suoi problemi» «Sì, ma questo cosa centra?» «Le faccio un'altra domanda, lei conosce la cicuta?» «Certo, l’ho studiata con i veleni durante l’università» «Mi può chiarire un dubbio allora?» «Certamente» «In che soluzione si può sciogliere il veleno ricavato dalla cicuta?» «Non ricordo» «Voi signori Watanabe, lo ricordate» «Sinceramente non sappiamo le proprietà scientifiche della pianta solo che è usata come veleno» «Susan, Charles?» «La cicuta è solubile in alcool signor Hasegawa» «Le faccio un'altra domanda» «Come mai nonostante lei non potesse bere continuava a versare alcolici a sua moglie e mi può ripetere come mai avete litigato?» «Mia moglie non voleva bere perché io non posso quindi abbiamo avuto un battibecco per convincerla le ho offerto di versarle da bere e ho continuato per tutto il pranzo» Heiji sorrise «Scusi signor Hasegawa non aveva detto che sua moglie non voleva che lei bevesse e per questo avete litigato? In questo caso non avrebbe senso che lei le versasse da bere» disse l’ispettore Megure «Si è incastrato da solo signor Hasegawa. Ha sostituito lei uno degli alcolici della moglie con la soluzione di alcol e cicuta!» «Goro come avrebbe fatto? Era in pieno ristorante» «Probabilmente, finché versava del vino, ha fatto cadere il bicchiere, con quella scusa è andato a chiederne un altro al Bar» «Goro, ragiona, di solito è il cameriere a portartelo» «Non se gli vai incontro» «Junichi si è alzato per andare a prendere la borsa alla moglie, che aveva lasciato in entrata, quando è tornato, aveva anche il bicchiere. Siccome il vino in tavola era finito se l’era fatto versare al bancone del Bar» spiegò il signor Watanabe. «Mi tolga una curiosità perché?» «Ero stufo, parlava solo di Socrate e delle sue filosofie, che aveva deciso di morire che non si era tirato indietro e aveva accettato la condanna, ho voluto farle provare quello che aveva provato il suo mito» il marito cadde «Non si rende conto che così avrà perso per sempre la donna che ha amato» «Solo ora me ne rendo conto». L’uomo venne portato via dalle auto della polizia e l’ispettore fece i complimenti a quella squadra un po’ fuori dal comune.

Ran dopo aver assistito alla risoluzione del caso si avvicinò a Conan, Heiji e i due italo-americani «Heiji, Susan, Charles che ne dite se mangiamo tutti insieme?» «Volentieri Ran ma prima devo passare a villa Kudo a prendere una cosa» disse Susan «Io invece devo andare dal dottor Agasa con Conan perché gli avevo promesso di provare a risolvere un suo quiz» «Ok allora ci vediamo a Casa» «sì» sorrisero. Il gruppo si allontanò dalla scena del crimine e si diresse nuovamente verso villa Hikaminaru quando sentirono «Ehi detective, we are here» «Jio!» esclamò Susan «Non farti vedere mi raccomando!» avvisò poi la ragazza. «Uff – sbuffò – è da un po’ che siamo qui abbiamo visto risolvere il caso» disse il ragazzo nippo-americano «Ok, come mai siete qui?» chiese Charles, Jio e Akai sorrisero mentre la professoressa Jodie chiese: «Conan cosa centra Aì Haibara con l’organizzazione degli uomini in nero?» «Vede Jodie, io non posso non qui almeno» il bambino si voltò e alla fine della strada vide Ran che parlava con l’amica Kazuha e il padre. «Sarà meglio andare a casa del dottore» disse Conan e la professoressa fece cenno di sì.

Una bambina dai capelli ramati osservava lo schermo di un computer mentre digitava velocemente caratteri scientifici quando una voce la richiamò «Aì vieni hai delle visite» «Arrivo dottore» la giovane salvò il lavoro e uscì dalla stanza ad aspettarla c’erano Conan, Jio, Susan, Charles e l’FBI. «A cosa devo la visita?» chiese. «Vedi, sappiamo che hai avuto a che fare con l’organizzazione ma ci lascia perplessi una cosa» Jodie fece una pausa, ma a continuare fu un uomo vestito di nero con un capello di lana: «Vorrebbero che tu gli spiegassi perché Vermouth ti ha chiamata Sherry, stesso nome in codice della giovane donna che conobbi quando ero un infiltrato all’interno dell’organizzazione» la giovane alla vista dell’uomo provò un senso di paura. Si fece forza e disse: «Siamo la stessa persona» James, Jodie e Camel rimasero senza parole mentre Susan, Charles, Conan, Jio e Heiji rimasero impassibili. «Com’è possibile?» chiese la professoressa «Grazie ad un farmaco l’APTX4869» rispose Susan «Susan, Charles che cosa sapete che non ci avete  ancora detto?» «Vede prof grazie al nostro soggiorno qui in Gippone abbiamo avuto le prove per supportare i dati raccolti da Jio in America e da Kir qui in Giappone» disse Charles «L’organizzazione da molti anni sta lavorando su un farmaco chiamato apotoxina 4869, un veleno che dovrebbe uccidere senza lasciare tracce ma a causa di alcuni errori, voluti o meno, ha l’effetto di rimpicciolire o meglio di ringiovanire le vittime» disse Susan «Le cellule escluse i neuroni vengono riconosciute come infette e quindi eliminate tramite il meccanismo di apoptosi ovvero la morte programmata delle cellule» continuò Susan «Questo lo sapevamo andate avanti» disse impaziente Joide «I primi a fare delle indagini sul farmaco furono due scienziati Elena ed Atsushi Miyano» disse Jio guardando dei documenti «Gli studi non erano terminati quando morirono in circostanze ancora misteriose, lasciando due bambine» continuò il ragazzo «I loro nomi sono Shiho e Akemi Miyano, Shiho viene mandata a studiare in America mentre la sorella rimase in Giappone» intervenne Susan «Shiho studiò presso l’High school of qualification, terminati gli studi tornò in Giappone e continuò gli studi sull’APTX4869» spiegò la giovane italo-americana «La sorella rimase a fare i lavori di copertura per l’organizazzione, anni più tardi conobbe un uomo Dai Moroboshi e la storia la conoscete tutti» disse invece Charles «Probabilmente conoscendo Shiho dopo aver appreso della morte della sorella a deciso di andarsene, magari utilizzando proprio quel farmaco da lei studiato, giusto Aì?» concluse Jio «Sì, giusto, assunsi il farmaco e andai a cercare una persona che sapevo fosse nella mia stessa situazione ma venni trovata dal dottor Agasa che mi adottò dandomi il nome di Aì Haibara» «Si può sapere chi è quella persona? Avrà bisogno d’aiuto?» disse Jodie un po’ preoccupata «Non si preoccupi» disse la bambina, «Aì ha ragione non deve preoccuparsi sa prendersi cura di se» affermò Conan. «Cosa?» «L’altra persona che assunse il farmaco era un detective liceale, famoso poiché aiutava a risolvere i casi della polizia, sto parlando di Shinichi Kudo» Aì guardò verso gli agenti che erano un poco spaesati «non starai parlando dell’amico di Ran?» chiese la donna dell’FBI «Sì» affermò «Ma non era occupato a risolvere un caso? O mio dio non sarà sulle tracce di quei corvi?» «Jodie?» «Dimmi Conan» «Non devi preoccuparti, Shinichi collabora con l’FBI» Jodie era fuori di se osservava quel bambino fuori dal comune, era tranquillo fin troppo per un bambino della sua età. Il bambino dopo una breve pausa riprese a parlare: «Dovrebbe saperlo professoressa» «Co-cosa?» «Sono io Shinichi Kudo!»

***** Autrice *****
Come va?  Eccovi il nuovo capitolo spero vi piaccia :) altrimenti aspetto i pomodori in faccia ;)
L’FBI ha scoperto che Aì e Conan sono in realtà Shiho Miyano e Shinichi Kudo cosa succederà ora?
A presto Amelia_6

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Capitolo 20
*** La scelta ***


La scelta

«L’altra persona che assunse il farmaco era un detective liceale, famoso poiché aiutava a risolvere i casi della polizia, sto parlando di Shinichi Kudo» Aì guardò verso gli agenti che erano un poco spaesati «non starai parlando dell’amico di Ran?» chiese la donna dell’FBI «Sì» affermò «Ma non era occupato a risolvere un caso? O mio dio non sarà sulle tracce di quei corvi?» «Jodie?» «Dimmi Conan» Jodie era fuori di se osservava quel bambino fuori dal comune, era tranquillo fin troppo per un bambino della sua età. Il bambino dopo una breve pausa iniziò a parlare: ««Non devi preoccuparti, Shinichi collabora con l’FBI, dovrebbe saperlo professoressa» «Co-cosa?»

«professoressa, sono io Shinichi Kudo» il bambino non aveva fatto una smorfia, i suoi occhi erano puntati in quelli della donna era assurdo Shinichi e Conan erano la stessa persona e loro non se ne erano accorti! «Non è possibile» Jodie era sconvolta «Ora capisco molte cose, il tuo intuito e il tuo modo di fare – sorrise – good job little Detective» disse la professoressa ripresasi dalla notizia « In realtà voi avete quindi quasi 19 anni?» chiese James ripensando alle parole dei due finti bambini. «Sì esattamente, io diciannove anni il quattro maggio mentre Shiho venti anni il primo di novembre» disse il bambino «Ora Conan cosa credi di fare?» intervenne Susan «Le cose si stanno mettendo sempre più male» continuò «Non lo so» ammise alzandosi e facendo qualche passo «Non so se dire tutto a Ran, a tutti, oppure mantenere il segreto» «Conan questa è una tua scelta, sicuramente da oggi sarà più difficile abbiamo raccolto molte prove e siamo quasi allo scontro finale» disse Susan con aria dolce avvicinandosi al bambino «Susan ha ragione, dire la verità o meno a Ran spetta a te ma devi essere sicuro di ciò che fai» intervenne Aì «Sarà pericoloso, sarà difficile ma credo sia giunto il momento di dire tutta la verità!» Conan aveva deciso aveva preso la sua decisione avrebbe detto tutto a Ran ma come? A voce non ne avrebbe mai avuto il coraggio «Scrivi» disse una voce «Scrivile una lettera, da Shinichi; dille che se verrà a villa Kudo oppure Hikaminaru potrà trovare la risposta a tutte le sue domande» disse Susan «Credimi, Susan in queste cose sa il fatto suo» disse accennando un sorriso Charles «Sicuro» disse allegro Jio «BAKA, sono cose serie queste» urlò Susan all’amico «Sempre il solito baka burlone» disse invece Aì.
«Grazie Susan, accetterò volentieri il tuo consiglio» «Non c’è di che Detective» sorrise. «Cosa ne dite di fermarvi tutti a cena?» chiese poi il dottor Agasa «La cenaaa» urlarono di colpo Conan e Heiji «Ran ci ucciderà tutti» esclamò Conan «Forza che ne dite di unirvi a noi» chiese Conan «Ma disturberemo!» esclamò James «La prego capo non si faccia pregare» disse Susan «E va bene»

Era ormai un ora e mezza che i due italo-americani, Conan ed Heiji si erano allontanati dal loro gruppo «Spero non sia successo nulla» disse Ran «No vedrai che si sono solo persi via» esclamò Goro «Non preoccuparti Ran, vedrai che va tutto bene» le disse Kazuha sorridendo. «Ran sbaglio o è il tuo cellulare che suona?» chiese all’improvviso il padre, Ran confermò e preso il cellulare «Si pronto?» «Ciao Ran sono Conan» «Conan, ma che maniere è più di un’ora e mezza che vi aspettiamo» «Scusaci, abbiamo trovato la professoressa Jodie con dei suoi amici e ci siamo fermati a chiacchierare» «Capisco, ora è li con voi?» «A dire il vero si li avrei invitati vedi i suoi amici sono appena ritornati dall’America ah si c’è anche il dottore con Aì» «Quanti siete?» urlò all’improvviso Goro che stava ascoltando la conversazione «papà non origliare, comunque in tutto quanti siamo?» chiese Ran «Dunque io ed Heiji i due italo-americani, Jio, Jodie, James, Andrè, Shuichi, il dottore ed Aì» «Almeno credo» «Come almeno credi!» «Scusami Ran, ma stiamo correndo ed ho una fame pazzesca credo di non riuscire più a contare fino a dieci» «Ok scaldo la cena, vi aspettiamo» Ran chiuse la chiamata «Che succede?» chiese Kazuha «Nulla saremmo un po’ di più sta sera» «Non è mica un albergo questo!» si lamentò Goro «Papà!» «Scusa, Scusa»

L’orologio segnava le 20.45 quando Conan e la compagnia entrarono nel piccolo appartamento dei Mouri. «Scusate il ritardo» disse Charles «Tranquillo» «Heiji» «Si Kazuha?» «Bakaaa» i presenti dovettero tapparsi le orecchie per non rimanere sordi «Che ho fatto?» «Non ci si presenta così tardi!» «Sempre colpa mia» disse in un soffio «Cosa?» «Nulla Kazuha, nulla» il detective dell’ovest si ricompose e andò con gli altri in sala da pranzo «Professoressa Jodie» «Salve Ran, posso presentarti Shuichi Akai, Andrè Camel e James Black?» «Salve a tutti, Shuichi Akai? ha detto?» «Si Ran è un mio collega» sorrise «Lo sapevo» disse ancora imbambolata Ran «Come?» «L’ho incontrato a New York molto tempo fa» «Capisco» «Cosa ne dici ti do una mano in cucina?» «No, no grazie ho finito devo solo servire» disse tornando in se. 

La serata passò tranquilla e tutti si divertirono, quando Ran si accorse che tra gli invitati c’era Jio un amico di Susan e Charles ci fu da divertirsi. Jio era un ottimo combattente, conosceva molto bene le varie tecniche e aveva sfidato Ran e poi Kazuha, riuscì a vincere contro Kazuha abbastanza facilmente mentre con Ran dovette sudare parecchio prima di vincere. «Devo dire che sei proprio brava» ammise il ragazzo «Grazie mille, anche te sei molto bravo» disse riprendendo fiato «Cosa ne dici Hiroiji di una sfida con me?» disse invece Susan sorridendo «Ho voglia di sgranchirmi un po’ le gambe» «Ok» accettò.

«Credo proprio che il sakè gli abbia dato alla testa» disse Aì «Cosa intendi? Non è stato lui a insegnare a Susan le tecniche di difesa?» «Questo non significa che Susan non abbia mai frequentato dei corsi» sorrise, lasciando Conan perplesso. I due amici si guardavano fissi quando iniziarono a combattere, avevano lo stesso livello di bravura nessuno riusciva a sferrare un colpo vincente. All’improvviso Susan colpì Jio lasciando l’amico inerte «Susan, lo sai che non si aggredisce una persona indifesa» «Dici d’avvero?» «In un colpo il ragazzo fu messo al tappeto ma non aveva proprio voglia di mollare così ribalto la situazione ora era la giovane in gran difficoltà «Scommetto su Jio 100 Yen» disse Goro che seguiva il mach con molto entusiasmo «Io altri tanti su Susan» esclamò Heiji «Io invece punto tutto su Jio» disse Conan «Io su un pareggio» dissero Aì e Charles «Susan» disse Ran «Jio, anche se Susan gli darà vita difficile» dissero i membri dell’FBI «Susan anche io» disse Kazuha «Non saprei Susan» disse il dottor Agasa. Susan era a terra che bloccava Jio quando disse «Che ne dici amico di un pareggio?» «Ottima idea inizio a risentire la fame» i due amici risero e Jio aiutò Susan a rialzarsi «L’avevamo detto» Charles fece un gran sorriso verso Aì che ricambio a modo suo. «Dunque se ho sentito bene dovete alla bambina e a Charles 400 yen della vittoria di Susan, 600 yen sulla vittoria mia» disse il ragazzo nippo-americano «Stavate ascoltando?» disse Ran sorpresa «Certo dunque se matematica non sbaglia, sono 1000 yen divisi per due sono 500 yen a testa» «Accidenti» disse Goro «Ne ero sicuro» «Su papà abbiamo sbagliato quasi tutti» il detective soffio infastidito e dati i soldi ai due ragazzi se ne andò «Ran io andrei sono molto stanca» disse Susan «Certamente ci vediamo domani» sorrise Ran «Heiji, Kazuha voi ve ne andate o rimanete qui?» «Rimarremmo ancora qualche giorno» «Ne sono felice» «Ran sai quando daranno gli esiti degli esami che siamo andati a fare ieri e oggi?» «Sì dovrebbe essere fra due giorni» «Ok grazie» dissero Charles e Susan per poi andarsene con gli agenti, Aì e il dottore.


*************** approfondimenti ***************
Lo Yen, moneta in uso in Giappone, vale circa 0,0075 euro quindi i personaggi hanno scommesso meno di un euro (0.75 centesimi circa)

********* Autrice ************
Allora un capitolo all’inizio un poco teso per poi diventare più soft, e rivelare qualcosa dei personaggi nuovi non presenti all’interno del manga e anime.


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Capitolo 21
*** Cara Ran ***


Cara Ran

Era notte fonda, Conan guardava fuori dalla finestra, era una notte serena ma la luna non si vedeva «C’è luna nera sta sera» pensò il piccolo detective finche guardava fuori giocando con una penna. «Allora, come posso fare?» iniziò a concentrassi su un foglio bianco «Ma certo» disse a voce alta, fin troppo alta, in casa tutti dormivano! Conan piegò in due poi quattro il foglio infine lo strappò lungo le pieghe fatte ed iniziò a scrivere.  

La sveglia suonava insistentemente quando una mano la chiuse, Ran guardava fisso davanti a se ancora assonnata. Kazuha che dormiva in un letto accanto si alzò e disse: «Se vuoi ti do una mano per preparare la colazione» «Grazie» rispose ed insieme all’amica andò in cucina. Quando entrò trovò il padre «Già sveglio?» «Si oggi dovrebbe venire un cliente» «Capisco, ora preparo la colazione» «Va bene, grazie» «Me la puoi portare giù in ufficio?» chiese serio Goro «Ok» gli rispose la figlia un po’ perplessa. Goro aveva sempre un carattere allegro qualche volta anche quando non serviva, vederlo così serio di prima mattina era davvero strano. Quando il famoso detective dormiente uscì dall’appartamento guardò una lettera:

 «So il segreto del perché Goro e Sonoko si addormentano durante i casi, so il perché il bambino che è sempre con te non soffre la lontananza, se vuoi sapere tutto segui gli indizi ti aspetto SK» diceva la lettera che teneva in mano e che era indirizzata alla figlia «SK, chi può essere SK … SK …»

continuava a ripetere tra se e se quando accendendo la televisione sentì «Alla famosa festa newyorchese oltre a celebri Vip come il nostro connazionale Yusako Kudo e l’attrice Chris Vineyard c’è stato anche un omicidio il padrone di casa Matthew De Ginelli ha commentato l’accaduto, la nostra giornalista in diretta da New York» Goro rimase sovra pensiero e poi gli venne in mente chi era SK «Non può che essere Shinichi Kudo» disse a voce alta «Ciao Goro» «che vuoi moccioso» «è proprio strano sono passati 19 anni eppure mi chiami ancora moccioso» sorrise «è giusto che Ran sappi tutto l’ascia che legga quei messaggi, lasciala andare Goro» disse il bambino guardando fisso l’uomo di fronte a lui «19 anni? Tu, tu non sarai mica…» non voleva continuare non voleva sapere era impossibile eppure da quando quel bambino era arrivato lui era diventato famoso in tutto il Giappone.  Gli era difficile ammetterlo ma Shinichi Kudo, quel dannato moccioso, era sicuramente più bravo nelle deduzioni di lui, era sempre stato un passo avanti nonostante lui l’aveva visto crescere.C'era qualcosa che non piaceva, a Goro, in quella situazione Conan era diventato freddo e calcolatore come un adulto non più il bambino impiccione che credeva di essere un detective. «Ok moccioso, ti aiuterò ma cosa succederà?» «Segui Ran e racconterò tutto a tutti» «Va bene» com’era possibile che lui si facesse comandare da un moccioso?!

Ran scendeva con un vassoi le scale che portavano all’ufficio. «Papà ti ho portato la colazione» «Grazie Ran, ah si sulla porta ho trovato una lettera per te» disse il Detective per poi consegnarle la lettera. «Grazie, chi sa chi è che mi scrive?» Pensò ad alta voce aprendo la busta «Co-Cosa significa?» «Che succede Ran?» «Nulla, nulla papà deve essere uno scherzo di Sonoko – sorrise – ora vado a dirgliene quattro» uscì velocemente dallo studio e ritornò nell’appartamento «Che succede Ran?» «Oh, scusa Kazuha devo scappare un attimo perché papà ha bisogno di una cosa, fa come se fossi a casa tua» disse finche si vestiva.

La lettera parlava di alcuni segreti che riguardavano lo strano modo di risolvere i casi di suo padre e della sua amica Sonoko, pensava Ran. «Chi può essere stato? Forse i nuovi arrivati? No non corrispondono alla firma SK» pensava Ran finche correva verso la prima meta Tropical Land. «Ehi Ran, Ran!» «Si sentì chiamare» «Salve Susan, Charles come mai qui?» «Oh è stato Conan a suggerirci questo posto» disse la ragazza italo-Americana sorridendo «Conan?!» «Sì» «Capisco, ora scusate ma devo scappare» «Ciao» salutarono «Credo che qui ci sia lo zampino del piccolo detective vero Moon?» «Sono d’accordo con te Sunny» sorrisero per poi avviarsi nella stessa direzione di Ran. Ran si fermò quando su una panchina trovò una scatola destinata a lei, con incertezza la prese e poi l’aprì. Dentro c’era un oggetto, per la precisione un orologio con una lettera che diceva:

«Brava cara Watson, i miei complimenti! Questo orologio nasconde un segreto qual è? Cambia l’ora e poi Schiaccia ma stai attenta non puntarlo verso di te! SK»

Ran aveva molti dubbi ma fece come scritto, lo punto verso un uccellino li vicino e quando fece le azioni indicate il piccolo animale cadde si avvicino e si accorse che si era addormentato inoltre lo schermo dell’orologio si era alzato come mirino. «Com’è possibile?» Pensava Ran finche rileggeva la lettera «Ora che devo fare? Nel retro della lettera trovò l’indizio che gli serviva.
Perché quella persona voleva proprio che lei andasse a casa di Shinichi? Che motivo aveva? Le strade a quell’ora erano molto trafficate ma in poco tempo, e con qualche scorciatoia, riuscì ad arrivare a casa dell’amico. C’era un problema ora quella casa era abitata da altre persone non poteva entrare! Ma si fece forza ed entrò nel giardino per poi intrufolarsi attraverso una finestra aperta «Susan e Charles sono degli incoscienti non si lasciano aperte le finestre!» Esclamò cercando quello che gli interessava, una foto appesa nella biblioteca della villa. Presa la fotografia la girò, tra la cornice e la fotografia trovò una lettera:

«Brava cara Watson, ora dovrei fare un altro piccolo passo tra i libri di Doyle ed Edogawa c’è un altro oggetto, prendilo. Una volata indossato schiaccia il piccolo bottone! SK»

Fece come descritto quando spostò i volumi trovò un paio di occhiali «Sono quelli di Conan» disse finche li esaminava. Trovato il bottone lo premette e comparve una croce con indicati i punti cardinali ed un segnale. Cosa doveva fare? Rilesse la lettera ma non trovò nulla, la girò e vide che c’era scritto dell’altro

«Elementare Watson, segui il segnale ti porterà da me! SK»

Ran ancora sotto stress seguì il segnale «Quando lo trovo non so che gli faccio è tutta la mattina che giro come una matta!» disse cercando di orientarsi, non era mai stata bravissima. Arrivata a destinazione notò che c’era una figura dietro l’albero «Sei tu, Sei tu SK» «Da dietro l’albero la figura non si mosse ma fece cadere una lettera «Un’altra? No non ci sto» ma la figura non rispose «Forza chi sei? «S» disse una voce strana modificata ma stranamente famigliare «K» «no non voglio sapere questo – stava piangendo – voglio sapere chi sei» «Leggi la lettera» disse allora quella strana voce. Ran era stanca gli occhi rossi per le lacrime, prese il foglio ed iniziò a leggerlo.

«Tuo padre e Sonoko vengono addormentati per poi risolvere i casi con la loro voce, sembra impossibile ma non è! Ora se alzi gli occhi vedrai un altro oggetto, per la precisione un farfallino rosso. Grazie a quello posso cambiare voce. Ti chiederai chi sono eppure ti ho lasciato due indizi SK ed i libri di Doyle ed Edogawa. Watson, Watson pensa bene!»

«Watson, Doyle, Edogawa, SK! Cosa significano» pensava finche raccoglieva l’oggetto da terra e lo provava «Prova» aveva parlato con la voce di Sonoko, «la lettera aveva ragione» «aspetta cosa aveva detto Susan al primo incontro con Conan?» «Brava Watson» disse la voce da dietro l’albero «Co-cosa? Poi ripensò il nome Conan era lo stesso del giallista inglese Arthur Conan Doyle mentre Edogawa di un altro scrittore di gialli ma giapponese, aspetta Conan Edogawa è un nome fittizio!» «Brava Watson ci sei quasi» «SK, SK, Shinichi» si fermò, il cuore perse un battito «S come Shinichi, K come Kudo» «Brava Ran» ora la voce non era più modificata era quella del piccolo Conan ora la figura aveva un volto era quella del bambino che viveva da molto tempo con lei. Era immobile il bambino invece sorrideva e gli consegnò un’ultima lettera:

«Cara Ran, sei davvero brava! Devo ammettere che viverti così vicino per tutto questo tempo è stato difficile, sentire il mio vero nome era una tortura soprattutto quando, lo dicevi con le lacrime agli occhi. È stato difficile essere Conan Edogawa ma l’ho fatto con il cuore perché ti volevo proteggere. Comparivo e scomparivo dalla tua vita sperando di alleviare la mia lontananza. Ma credimi ti ero vicino con un corpo diverso ma ero io! Forse ora sarai arrabbiata perché ti ho mentito ma l’ho fatto per te. Perdonami Ran. S (Shinichi) K (Kudo)»

Ran non si era resa conto di piangere, finito di leggere la lettera si inginocchiò vicino al bambino gli tolse gli occhiali per avere quella conferma «Perché mi fai questo?» disse «Ricordi i due tizi vestiti di nero, presenti quella volta al Tropical Land?» «Sì» rispose facendo mente locale «Sono due malviventi i cui nomi in codice sono Gin e Vodka» «Gin e Vo-Vodka?» «Sì, mi hanno fatto inghiottire contro la mia volontà un farmaco, che poi ho scoperto essere l’APTX4869, che mi ha rimpicciolito» «APTX4869» disse per tenerselo in mente «Non volevo che corressi dei pericoli quindi ho chiesto aiuto al Dottore e su suo consiglio sono venuto ad abitare con te» «Ora ricordo» «Già pensavo che lo zietto Goro mi potesse far avvicinare agli uomini in nero, così chiamati poiché vestono sempre in questo colore, ma alla fine sono stato io ad aiutare lui facendolo diventare Goro il dormiente ma siccome non giravo sempre con lui ho dovuto usare lo stesso metodo con Sonoko» «La regina delle deduzioni» «Già» «Sai ho sospettato più volte che tu fossi Shinichi, ma qualcuno mi ha sempre contrariato, chi altro sa del tuo segreto?» «All’inizio solo il dottore poi si sono aggiunti i miei genitori, che si sono finti genitori di Conan, una dei criminali Vermouth in realtà l’attrice Chris Vineyard o Sharon Vineyard, e per finire Aì Haibara ed Eisuke Hondo» «Aì ed Eisuke?» ripete sbalordita «Aì Haibara è in realtà una scienziata dell’organizzazione, il suo nome in codice era Sherry mentre il suo vero nome Shiho Miyano» «La ragazza amica di Susan e Charles» «Sì esattamente» «Mentre Eisuke?» «è stato coinvolto nei casi di Reina Mitsunashi, in realtà sua sorella Hidemi, è una spia della CIA. Prima che partisse mi ha chiesto se poteva parlare con Shinichi per chiedergli se tu volevi andare con lui in America ed io gli ho ho risposto che non poteva, facendomi quindi smascherare» «Non ci credo!» «Invece è così, in oltre la prof come già saprai è un membro dell’FBI» «Si lo sapevo» Conan e Ran erano ancora uno di fronte all’altro quando interruppero Susan e Charles «Salve, so che è casa tua Shinichi ma potrei almeno invitarvi ad entrare in casa?» disse Susan sorridendo «Certo» disse Conan stupito.

All’interno dell’abitazione ad aspettare i due ragazzi con gli stranieri c’erano già il Dottore con Aì, Heiji con Kazuha e Goro, l’FBI con Jio e la giornalista Rena Mitsunashi l’unico a cui non sembrava avere un nome era un ragazzo alto con la carnagione abbronzata e gli occhiali. «Ciao Ran» la salutò «Ciao» «Non mi riconosci?» «No» «Sono Eisuke»

 
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Eccoci qua :) cosa ne pensate?
Conan: Cosa vuoi che pensino, che sdolcinato che sembro? Bleah!
Autrice: Conan
Conan: Dimmi
Autrice: Lo sai vero che ho fatto uscire Eisuke se fossi in te ci penserei a fare lo spavaldo con me
Conan: Tu non oserai, tu non oserai
Autrice che ride di gusto: Tu non sai con chi hai a che fare
**Conan se ne va **
A presto amici ;)

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Capitolo 22
*** Due criminali al servizio della giustizia ***


Due criminali al servizio della giustizia

All’interno dell’abitazione ad aspettare i due ragazzi con gli stranieri c’erano già il Dottore con Aì, Heiji con Ran e Goro, l’FBI con Jio e la giornalista Rena Mitsunashi, l’unico a cui non sembrava avere un nome era un ragazzo alto con la carnagione abbronzata e gli occhiali da sole. «Ciao Ran» la salutò «Ciao» «Non mi riconosci?» «No» «Sono Eisuke».

Il ragazzo rimase fermo e impassibile, di certo in quel periodo che aveva passato in America l’aveva cambiato. Il ragazzo prima era magro e aveva la carnagione più chiara e gli occhiali, ora invece era abbronzato e più robusto e portava le lenti a contatto. «Scu-scusa non ti avevo riconosciuto» disse Ran traumatizzata ancora da tutte le novità «Tranquilla sono cambiato parecchio da quando ho salutato te e gli altri» «Già, veramente» disse una ragazza dai capelli non molti lunghi e castani «Sonoko, che ci fai qui?» chiese Ran «Kazuha mi è venuta a trovare dicendomi che ci sono delle novità» «Sonoko, vedi Conan in realtà non è veramente» «Un ragazzino?» «Bhè per la precisione il vero nome è Shinichi Kudo» tagliò Eisuke «Co-cosa su non scherzare» «È vero» disse Ran «Tu moccioso saresti quel detective da strapazzo, io ti ….». «Sonoko calmati dai» disse l’amica di sempre «Ran tu dovresti, aspetta ma se tu sei Shinichi è probabile che i casi li risolva» «Brava, Sonoko» disse ora Susan che ascoltava «Susan, te lo sapevi?» «Si da quando siamo andati in America» sorrise «A dire il vero qui che mente ci sono anche io» disse ora Aì, tutti la guardavano «Sono in realtà Shiho Miyano ho diciannove anni, venti in novembre, ed ho sviluppato io il veleno che ci ha ridotti così». Il clima era gelato dalla porta stava entrando la polizia che insospettita dalla confusione, denunciata dai vicini
(N.d.A.: Bho, chi è il vicino di Shin) era andata a controllare. «Ispettore Megure che succede» chiese Conan «I vicini si sono lamentati, e mi sono preoccupato che succede?». A raccontare tutta la storia ci pensarono Ran e Conan, gli agenti presenti rimasero pietrificati ma garantirono al “vecchio Amico” una mano.

Il cellulare di Susan squillava insistentemente quando l’italo-americana rispose «Hi Yellow lady, tell me» «hello, black moon I’m in Jaman with Yellow boy and the spouses of the mystery» «Ok thanks» sorrise Susan «Charles, vieux amis viennent, le couple, garçon et la fille en jaune» « Merci» disse sorridendo anche lui «Parli anche francese?» chiese Ran «Si, la famiglia di Charles ha origini francesi» «Oh capisco» «Cosa avete detto?» Chiese Sonoko sempre molto curiosa «A secret makes a Woman, Woman» pronunciò Susan ed i presenti rimasero impassibili «Un segreto rende donna, una donna» pronunciarono Aì e Jodie contemporaneamente «è una frase di Vermouth o meglio Sharon Vineyard o Chris Vineyard» specificò Jodie «Io conosco Sharon non farebbe mai del male a nessuno» «Ran, vedi è un’attrice quella sera uscì prima dal teatro perché doveva travestirsi da mal vivente e cercare di uccidere Shuichi Akai, perché era un infiltrato, che poi è stato scoperto» disse Susan «Co-cosa la stessa persona che io e Shin abbiamo salvato?» «Ora capisco perché sulle sue foto c’era scritto Angel, Angelo» commentò Jodie “If Susan tell other, she will get one’s fingers burnt ” pensò poi l’agente «Davvero?» Ran non riusciva a seguire «Ran ricordi che mia madre, Yukiko, ti aveva detto che Sharon voleva farti sapere che aveva trovato un angelo?» «Si lo ricordo Conan» «Forse era riferito proprio a te» esclamò Charles avvicinandosi con del caffè «Sei proprio bravo» sorrise la fidanzata per poi dargli un bel bacio di ringraziamento.

 Le interruzioni romantiche tra Susan e Charles e di amore/odio tra Susan e Jio smorzavano quell’atmosfera gelata ma non era ancora tutto dall’altro capo dello studio entrarono i giovani detective con una donna «Ragazzi, ma che succede?» «Susan, Charles scusateci ma questa signora ci ha chiesto di voi e non sapevamo che fare» disse Ayumi che dalla paura tremava «Stai tranquilla, vi ha fatto qualcosa?» disse avvicinandosi seria «No affatto» affermò Mitsuico «Ma che succede?» chiese infine Genta «Tranquilli, con calma vi spiegheremo tutto» disse con gentilezza Charles «invece che ci fai tu qui, Vermouth» disse Susan pronunciando con disprezzo quelle parole «Suvvia devi essere più gentile, sono qui per aiutarvi» «Su non scherzare» gli rispose Charles «Non scaldatevi dai, ora che non siamo in pubblico non è giusto che mi trattiate così» «Tu hai…» non finì la frase che Vermouth affermò seraffica: «Ordini» «Sai che me ne faccio dei tuoi ordini!» ora Susan era rossa in viso dovettero trattenerla in tre per non farle fare delle pazzie «Ciao Ran, molto che non ci si vede» «Ciao» Ran non sapeva se avere paura o meno la reazione dei due amici la preoccupava e gli occhi di Conan ed Aì erano freddi come il ghiaccio «Non abbiate paura sono qui per aiutarvi, so molto anzi tutto di voi potrei farvi condannare a morte o aiutarvi decidete voi» «Ma non sei la preferita del capo, perché tradirlo?» intervenne Aì che aveva ritrovato il coraggio «Oh è un grande aiuto credimi essergli così amica, e poi sono stufa di uccidere voglio aiutarvi a salvare delle vite, una volta un ragazzo mi disse: Dev’esserci per forza un motivo per cui si elimina un'altra persona, non dovrebbe importare perché la si salva» «Disse quelle parole al malvivente di New York quando ero ancora Shinichi» «Esattamente, quindi cosa volete fare?» i presenti si guardavano, del resto Ran e Shinichi la conoscevano e non avevano mai avuto problemi con l’organizzazione, ed Aì era salva grazie all’amico Conan. Il gruppo si sarebbe potuto fidare oppure no?

«Se lei vi aiuta vi posso aiutare anche io» a pronunciare quelle parole fu un ragazzo vestito in elegante abito bianco con cilindro e monocolo. «Kaito Kid!» «Certo, sono qui per aiutarti Shinichi» disse avvicinandosi «è vero quindi, lo sapevi?» «Certo naturale, devo conoscere il mio avversario più agguerrito» «Capisco» disse sorridendo «Quindi Conan che facciamo?» Chiese Susan «pensaci: al centro ci sei te, Shiho e le polizie segrete dell’intero mondo» disse con ironia Jio «Ma certo…» sorrise Susan «Io» Conan non riuscì a terminare che Heiji esclamò: «Aspetta Kudo prima sarà meglio fare una cosa» «uhm, Ok Hattori»
«Ho capito cosa volete fare, cari Detective, ma vi posso garantire che ho le più buone intenzioni» «Effettivamente, hai mantenuto parola e non hai più toccato Aì, ma perché dovremmo fidarci ciecamente?» «Sono cinque settimane che sono arrivati Susan e Charles, quasi un anno che lavorate tra le mura di villa Hikaminaru» pronunciò la donna in nero «Cosa?» mostrò stupore Jodie «Ho forse sbagliato?» «No, da quanto ci segui?» «Da quando siete arrivati in Giappone, so tutto di Kir che è li nascosta per non farsi vedere, del fratellino, della presunta scomparsa di Akai» «Se tu sai così tante cose perché siamo ancora vivi?» chiese Susan ancora con la rabbia in corpo «Vuol dire solo una cosa che l’attrice qui presente sta mentendo al capo» disse Akai avvicinandosi «Perché non lo hai detto?» «Il mio caro maritino non approverebbe che la CIA sia ancora nell’organizzazione oltre ad altre organizzazioni nazionali per la sicurezza. È sorprendente il mondo ci da la caccia ma nessuno è mai riuscito a scovarci» sorrise «Allora, posso aiutarvi?» «Forse c’è un  modo in cui puoi aiutarci» disse Conan con mezzo sorriso «Cosa ne dici di darci qualche indizio su ciò che deve succedere» «Va bene» Vermouth prese un foglio e scrisse giù una tabella con orari e alcune note «Se nulla va storto non ci saranno cambiamenti» «Come possiamo contattarti?» chiese Jodie «Mi farò viva io» disse e uscì dalla porta.

«Che donna strana» disse il ladro gentiluomo appena l’attrice se ne fu andata «Hai ragione Ladro Kid» disse Jio «Credo ci abbia lasciato un grande indizio» disse Susan «Cosa vuoi dire?» «Il boss è suo marito» affermò Conan «interessante» sorrise Akai. «Te invece, cosa vuoi fare?» Disse Conan verso il suo eterno nemico: «Se non avete bisogno di me io me ne andrei» «Aspetta, Io direi che saresti perfetto» interrupe Susan «Per cosa?» chiesero tutti «Interpretare un ladro» disse Conan sorridendo «Io non rubo qualsiasi cosa» «Il ciondolo della moglie dell’ex ministro?» disse Susan facendogli vedere la foto «Uhm, interessante ci sto» «Non ne avrei dubitato» affermò Conan «rubi solo gemme di grande caratura, e quella è perfetta» continuò «vedo che mi conosci bene» «Certamente» concluse. «Cosa pensate di fare?» chiese Jodie «Ogni volta che Kid dice di voler rubare un gioiello la folla si raduna nel punto in cui il gioiello sarà esposto. Con molte persone e le forze di polizia spiegate per Kid sarà difficile attuare il piano» «Ma Conan quegli uomini non si fanno molti scrupoli» intervenne Jodie «Già ma hanno un grande difetto che gioca a nostro favore, non vogliono essere scoperti» disse Jio «Secondo quello che ci ha lascito Vermouth i cecchini saranno nell’edificio di fronte a dove si terrà la festa se la sala sarà piena di Agenti e persone non credo rischieranno» disse Susan «Uccidere tante persone e rischiare di essere scoperti non è da loro» intervenne Charles «E se lo avvelenassero?» «No è impossibile Conan, solamente Brandy uccide in quel modo e non collaborerebbe mai con Gin» disse Jio «Perché?» Chiese Jodie «Semplice, Brandy e Gin hanno litigato anni fa da allora non si sono più potuti vedere» Disse Akai «per cosa litigarono» disse James «Su come uccidere una persona senza lasciar prova di se» “Da non crederci” pensò Conan che stava ascoltando «Ehi Ran, tu ci capisci qualcosa?» chiese Kazuha «No mi spiace» «Siamo in tre allora» aggiunse Sonoko.

Intanto a villa Kudo era arrivata anche un'altra persona «Ran sei qui? Ran?» urlava una voce femminile «Che succede dopo che hai riattaccato, non hai più risposto mi sono preoccupata» «Scusa mamma» «Salve signora» «Ciao Conan, come va?» «Bene grazie ma dovrei dirle una cosa» «Cosa?» «Promette che non mi sgriderà come faceva una volta?» «Sgridare?» «Mamma, Conan in realtà è Shinichi» Disse Ran «Co-cosa?» «Yukiko lo sa?» «So cosa?» «Yukiko» «Ciao Eri» «Sapevi che tuo figlio, vive nella stessa casa di mia figlia» non finì che l’amica disse: «Sotto le sembianze del piccolo Conan?» «Esattamente» «Certo che lo so» «Sei la solita Yukiko» «L’ho fatto per lui» «MAMMA» «Ho forse parlato troppo?» «no cara baronessa, ma i segreti del cuore non si rivelano» disse sorridendo e ammicando Susan «Giusto!» «Ran? Che succede?» si rivolse poi l’avocato alla figlia «Quando ero a Londra, Shinichi si è dichiarato» Ran e Conan avevano il viso di un rosso vivo «Ma certo ora capisco, ma cosa ci fanno tutte queste persone qui?» «Ciao Eri – disse Goro – loro sono agenti dell’FBI e della CIA» disse il Detective per poi raccontare tutti gli avvenimenti di quella giornata.

Tutti si erano messi comodi finche il detective raccontava alla moglie tutto quanto, all’improvviso Yusako richiamò l’attenzione della moglie: «Yukiko?» «Dimmi Yusako» «Dove sono finiti i due ragazzi che erano con noi?» «Cosa, oh no mi sono persa i due ragazzini» «Cosa hai fatto?» chiese Eri sospirando «Ero in compagnia di due ragazzi» «Ragazzi?» chiese titubante Eri «Sissi De Ginelli e Alex McGiver» disse Susan «Esatto» «Non ti preoccupare saranno in giro per la casa» «Sorellona?» «ecco si parla del diavolo… Che c’è Sissi?» «Che casa fantastica, quanto ti invidio» «A noi fanno fare solo lavori da scrivania» disse Alex prendendo una sedia per se stesso e la fidanzata «Poveri colletti bianchi» disse ridendo Susan “Colletti Bianchi?” ripete mentalmente Conan «Molto spiritosa» «Grazie» «Scusateci, eravamo curiosi di vedere la vostra meravigliosa villa» dissero poi verso i signori Kudo. «Non è possibile dobbiamo fare pure i baby-sitter!» Akai pronunciò quelle parole con disprezzo «Non ti preoccupare sanno badare a loro stessi» disse sorridendo Susan «Se sono come voi ho più paura io, che loro» disse l’Agente Camel «Grande e grosso come sei?» lo rimproverò Akai «Certo, sanno usare armi da fuoco, taglio e conoscono tutti i veleni possibili» «Uhm, forse hai ragione» disse scherzando.

Kid, il ladro fantasma, come era comparso scomparve ma le prova che non gli avrebbe traditi fu ben visibili a tutti. la mattina seguente, infatti, fu pubblicato in prima pagina sul giornale nazionale un articolo su di lui il titolo scritto a caratteri cubitali diceva:


“KAITO KID LANCIA UNA NUOVA SFIDA:
RUBERÀ IL PREZIOSO DIAMANTE INCASTONATO NELLA COLLANA DÌ YAMAGUCHI CHIYEKO!”


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Allora che ve ne pare di questo capitolo?
Spero vi piaccia :D Si ho aggiornato prima :) piccolo mio regalo

Al prossimo capitolo, Amelia_6

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Capitolo 23
*** Bianco VS Nero I^ parte ***


Bianco contro Nero

Il sole tramontava su Beika e nel palazzo più bello del quartiere l’ex ministro, Yamaguchi Eiichi, stava dando una sontuosa festa. La signora Yamaguchi Chiyeko, moglie dell’ex ministro, era al centro dell’attenzione poiché ladro Kid aveva lanciato una sfida dicendo che avrebbe rubato il prezioso diamante incastonato nella sua collana. Fuori dall’edificio le forze di polizia capitanate dall’ispettore Nakamori sorvegliavano la zona ma non erano gli unici.

Sopra il tetto di un edificio posto ad una cinquantina di metri due cecchini stavano puntando il primo ministro «Chianti, Korn quanti poliziotti ci sono?» disse una voce fredda attraverso l’auricolare che avevano in dosso i due cecchini «Dunque sono una trentina tutti intorno all’edificio, sul tetto ce ne sono altri quindici» disse la donna, Chianti «Inoltre all’interno dell’edificio ci sono una ventina di uomini per piano oltre a quelli in borghese» riferì l’uomo, Korn «Possibile, che per un ladro da strapazzo come quel Kaito Kid sia impiegato mezzo esercito?» chiese una voce più forte e decisa «Per una volta hai ragione Vodka, è proprio un inutile dispiegamento di forze» disse la voce fredda «Gin cosa dobbiamo fare?» chiese Chianti che iniziava ad agitarsi, a causa dell’attesa. «Aspettiamo che compaia il ladro e poi spariamo» ipotizzò Vodka «No aspettiamo che il ladro se ne vada, da quello che leggo qui, non utilizza armi da fuoco, sarebbe troppo avventato» «Gin, Kir ha avvicinato l’uomo alla finestra» «Stai calma Chianti, nei patti c’era che lo avrebbe trattenuto per una mezz’oretta per l’intervista abbiamo ancora qualche minuto» «Ma cosa succede?» esclamò Korn che stava fissando l’edificio attraverso il mirino del fucile «Korn, novità?» «Sì, all’interno dell’edificio sono stati fatti esplodere dei fumogeni abbiamo perso di mira Yamaguchi» «Cosa!» «All’interno della stanza è comparso quel Kid» disse Chianti «Dov’è Yamaguchi?» chiese Gin irritandosi «Non lo vedo più, aspetta eccolo lì è circondato dalle sue guardi del corpo insieme alla moglie» «Il ciondolo della donna?» chiese Gin «Nelle mani del Ladro» «Non è possibile» «Capo che facciamo?» chiese Vodka «Non sarai mica stato incastrato da quel ladruncolo?» chiese una voce femminile «Vermouth!» «Non è la verità?» «Smettila, come mai sei qui?» «La stanza era troppo piena di inutili poliziotti» «Da non crederci» disse Vodka «Tu che non sei al centro dell’attenzione» Finì la frase l’uomo. «Allora Gin cosa credi di fare?» chiesero i due cecchini «Ritiriamoci, ci riproveremo quando finisce questa buffonata»

All’interno dell’edificio dove Kid era comparso oltre a Kir, c’erano anche Conan e gli amici. La conversazione tra gli uomini in nero non era stata molto riservata infatti grazie alla ricetrasmettente che Conan aveva messo a Vermouth aveva potuto seguire lo scambio di informazioni. Conan si stava allontanando dalla sala principale per dirigersi verso i corridoi più interni e non visibili dell’edificio, per andare a parlare con gli Agenti dell’FBI. «Ciao Conan» salutarono i federali per poi chiedergli come stava andando il loro piano «Gin ha dato ordini di ritirarsi per il momento, colpiranno quando finirà la festa» «Il ladro invece?» chiese Akai «È scomparso nello stesso momento in cui i due cecchini si sono ritirati» «come faceva a saperlo?» «L’ho incontrato nei corridoi dell’edificio e gli ho detto che gli avrei fatto segno io per scomparire» «Se ti avessero visto?» «Impossibile, il signor Suzuki zio di Sonoko, era presente perché voleva comprare il famoso gioiello e grazie a lui ho potuto entrare nelle indagini» «Ma sei solo un ragazzino, come mai?» «Semplicemente perché ogni volta che Kid lancia una sfida sono sempre presente, oltretutto anche i giornalisti mi hanno definito come il suo storico rivale» «Che tu non fossi un bambino normale si era intuito ma addirittura finissi nei giornali non lo sapevo» disse James «Era un pericolo per me finire sui giornali, ma ero bersagliato dai giornalisti ogni volta che Kid lanciava una sfida» spiegò Conan «Comunque bisogna far in modo che il signor Yamaguchi esca dall’edificio e rimanga vivo» disse Akai «Hai ragione» «E se lo seguissimo in macchina?» chiese Conan per poi spiegare agli agenti dell’FBI la sua Idea. Il piano consisteva nel far uscire due limousine una con dentro l’ex ministro con la moglie e le guardie del corpo mentre nell’altra si sarebbero messi i federali. «Dove la troviamo un'altra Limousine?» chiese Jodie una volta che Conan ebbe spiegato il piano «Per quello possiamo pensarci noi» disse una voce femminile «Susan, Charles c’eravate anche voi?» chiese Conan «Oh si eravamo in fondo alla stanza ben nascosti «Devo dire che siete molto bravi nel nascondervi» «Ti ringrazio Conan» rispose Charles al complimento «Allora? Facciamo come ha detto il detective?» chiese Susan «Va bene» disse James «Voi che farete?» «Vi seguiremo insieme a Conan con un utilitaria» «Ma chi guida?» «Chiese Jodie» «Ci penserò io» disse Yukiko che si stava avvicinando “Siamo apposto” pensò Conan ricordando il modo di guidare della madre.

Intanto il ricevimento si era concluso e l’ex ministro con la moglie si stava preparando per uscire. Quando la coppia fu pronta James riferì il piano, spiegando che il pericolo non era terminato, dopo che ebbero il via Susan fece arrivare un'altra macchina identica a quella del signor Yamaguchi ed una famigliare. Le macchine uscirono distanziate tra loro di qualche minuto per non insospettire i membri della Porsche 356A nera appostata nel parcheggio dell’edificio dall’inizio della festa.

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Capitolo veloce, compiono finalmente i MIB :) che succederà? Gin non si farà sicuramente fregare da Conan :D
Al presto con il prossimo capito  Amelia_6

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Capitolo 24
*** Bianco VS Nero II^ parte ***


Bianco Vs Nero 2^ parte

Conan in compagnia dell’FBI, degli stranieri e degli amici si è recato alla festa di un ex ministro, Yamaguchi Eiichi, per mettere impedire agli uomini in nero di uccidere l’uomo. Oltre al detective però alla festa compare anche il ladro gentil’uomo, che ruba vuole rubare il gioiello della moglie dell’ex ministro. Conan e Kid, che si erano già messi d’accordo, riescono a evitare il peggio ma la serata non è ancora finita…

La porche 365A era la macchina di Gin e Vodka, macchina che Conan conosceva bene. «Gin è possibile che siano loro? Due limousine nero metanizzato direzione centro di Tokio» «Addirittura due limousine non crederanno di depistarci» rispose Gin glaciale e con un sorriso beffardo sulle labbra «Chianti, Korn affiancate le macchine e mettere la bomba su entrambe» «Vogliono, una bella festa e noi gliela faremo» disse Gin guardando fuori dal finestrino.

Conan intanto in compagnia della madre e dei due stranieri stava seguendo da distante le due macchine, quando suonò il cellulare «Conan, sono Ran dove sei?» «Ciao, Ran sono in macchina con mamma, Susan e Charles» «Dove stai andando?» «A Tokio, non preoccuparti entro sera sarò a casa» disse con voce infantile e dolce «Ti prego non farmi stare in pensiero» «Tranquilla, sono in ottime mani» disse sorridendo «A dopo Conan» disse prima di chiudere la conversazione «A dopo» gli rispose il finto bambino. Susan e Charles ebbero un brutto presentimento quando due moto gli sorpassarono affiancandosi alla macchina «Yukiko, accelera e mettiti vicino ai due motociclisti» urlò Susan «Perché?» «Fallo mamma» esclamò poi Conan capendo chi erano i due uomini. «Gin una famigliare con a bordo una donna due ragazzi e un bambino si è affiancata a noi e il ragazzino non smette di fissarci» «Cosa, ragazzini e ladri la serata più insulsa di sempre» «Fregatene Chianti, è solo un moccioso, fai esplodere anche loro» «Va bene Gin» la perfida donna rallentò un attimo e dopo essersi messa dietro alla macchina sistemò una bomba, nonostante il bambino continuava a fissare la moto.

Un minuto e trenta secondi, e la bomba sarebbe esplosa ma i passeggeri si accorsero della donna e fermarono la macchina presso un area di servizio vicina e trovata la bomba la disinnescarono. Susan avvisò poi i federali che fecero fermare le due macchine per far allontanare i passeggeri. Allo scattare dei sessanta secondi le bombe esplosero, Gin e Vodka erano nel traffico e poterono notarono l’esplosione ma il messaggio che ne seguì fece infuriare Gin «Le bombe sono esplose ma Yamaguchi è ancora vivo –Chianti» gli occhi dell’uomo divennero due fessure «Capo non aveva detto che si sarebbero fermati solo una volta arrivati in centro a Tokio?» disse Vodka «Probabilmente a causa degli eventi di oggi avranno preferito cambiare piani» disse gelido “Giuro che se ti trovo, ladruncolo da strapazzo te la faccio pagare” pensò poi Gin.
 

Era mattina e Conan stava leggendo il giornale mentre era dal dottor Agasa insieme ai Detective Boys. Quello che era successo il giorno prima sembrava lontano anni luce, ma gli attori di questa storia non erano ancora scesi dal palco mancava ancora la scena conclusiva e Conan lo sapeva bene! «Dai Conan, ti prego dicci quello che è successo» chiedeva o meglio supplicava Ayumi «Non è successo nulla» continuava a ribattere il piccolo detective «Ma quella donna è un attrice, ce l’ha detto Susan» ricordò Mitsuhiko «è vero, ma cosa voleva da te Conan?» chiese Genta «Nulla di importante, ma posso sapere dove siete andati dopo che quella donna vi ha portato nello studio di villa Kudo?» «Li ho fatti allontanare io, non mi sembrava il caso!» disse con freddezza Aì che sorseggiava del the caldo. «Ma perché non volete dircelo, Noi siamo la squadra dei giovani detective!» disse quasi urlando Genta «NO, VOI SIETE SOLO DEI BAMBINI! METTETEVI IN TESTA CHE ALCUNE COSE NON POTETE SAPERLE» urlò Conan tutto ad un fiato «Ma anche te sei un ba-bambino» disse Mitsuhiko spaventato dall’atteggiamento dell’amico «Su Conan, sta calmo, il vostro amico ha comunque ragione. Meno cose sapete meglio è!» «Ma dottore, anche lei la pensa così» chiese Ayumi triste «Si e credo che anche Aì sia d’accordo, non è vero?» «Sì dottore, anche io sono pienamente d’accordo ma i bambini vogliono sapere» «Non sarai mica dalla loro parte?» «No, non ti agitare grande detective, ma ti ricordo che la curiosità dei bambini è molto pericolosa» «E secondo te potrebbero reggere?» «Non credo» concluse in un soffio. I giovani detective erano allo stesso tempo arrabbiati e confusi, cosa sapevano i due amici di così particolare da non volerlo dire a loro? E cosa significavano le parole di Conan?

In una stanza d’albergo una donna dai capelli platino era seduta alla scrivania in mano teneva un piccolo oggetto. «Devo dirlo, proiettile d’argento, sei stato proprio furbo» sorrise maliziosa «E pensare che ti fidi di loro e non di me» disse per poi distruggere l’oggetto. Conan era assorto non era di buonumore quando sentì un rumore molto vicino all’orecchio «Dannazione» esclamò.

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Conan: L'autrice non è ragiungibile al momento
Amelia_6: Conan?!
Conan: Scusate buon proseguimento
Amelia_6: Se prendo quel dannato moccioso lo faccio fuori :D
                 Detto questo, Piaciuto il capitolo?

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Capitolo 25
*** I corvi neri, la sfida ***


I corvi neri, la sfida

Non erano ancora le 6.00 del mattino quando Conan si sveglio, era pensieroso ripensava alle parole di Aì e il comportamento dei suoi piccoli amici. Viveva ancora in casa Mori poiché la sua abitazione era occupata dai due stranieri. Susan e Charles si erano offerti di traslocare nell’albergo che li ospitava prima ma Ran intervenne dicendo che non era necessario, Conan o meglio Shinichi poteva rimanere con lei, inoltre non avrebbe insospettito i bambini. Goro invece era di tutt’altro parere non era molto contento di avere, il “fidanzato” della figlia in casa sua, ma dovette cedere. Sembrava tutto normale quando il campanello dell’appartamento suonò. «Salve professoressa Jodie, c’è qualcosa che non va?» chiese Ran che era andata ad aprire «Nulla di particolare ma mi piacerebbe parlare con Conan, scusa Shinichi» «Certo, posso offrirle del caffè?» «Volentieri grazie, buon giorno detective» disse poi verso Conan e Goro.

Jodie era preoccupata qualcosa la turbava ma dopo pochi secondi iniziò a parlare: «Vedi Shinichi, ci ha contattati nuovamente Vermouth, dice che è arrivata al capo e che quest’ultimo vuole concludere un traffico di armi tanto da occuparsene di persona» «Che tipo di armi?» «Vedi sono armi di natura chimica e biologica molto pericolose» «Cosa volete fare?» «Susan e Charles , che sono i nostri più validi scienziati al momento, si sono offerti di partecipare a questo scambio» «Ma è pericoloso! Non possono essere così sciocchi!» «lo so, ma il problema più grande è che Akai non si fida di loro e Vermouth fa delle allusioni strane, senza contare il comportamento che ha avuto nei confronti dei due ragazzi» «Anche io me ne sono accorta, non avevo mai visto ne Susan ne Charles così!» «Grazie Ran – disse prendendo la tazza di caffè – Susan e Charles sono dei bravi attori, sono nel programma dell’FBI da molto tempo ormai» «Mi scusi, ma Susan ci ha raccontato che è stato Jio a farli entrare nell’FBI e lui ha confermato» «Dici davvero? Oh capisco» «Professoressa, sembra che attorno a quei due ragazzi ci siano molti più misteri di quello che sembra» «I don’t tell another » «La prego professoressa» supplico il ragazzo «Va bene vi racconto la loro storia, almeno quel poco che conosco:

Susan e Charles sono cresciuti fino all’età di undici anni in Italia, successivamente per motivi di lavoro dei genitori dovettero trasferirsi. Andarono insieme ai genitori della ragazza in America mentre i genitori di lui si trasferirono da dei parenti in Francia. Entrambi dicono che fu per allargare il loro piccolo impero ma non è del tutto vero. Il padre di Susan, Matthew, è un agente dei servizi per l’estero italiani e così anche la moglie. Si sono conosciuti al liceo e frequentarono insieme i vari test per entrare, la loro copertura erano i ristoranti e gli hotel sparsi per mezzo mondo. Durante l’addestramento conobbero i genitori di Charles e divennero amici oltre che complici e colleghi il problema? Che loro facevano parte di un altro addestramento quello per i servizi segreti francesi. Grazie alle loro doti molti traffici riguardanti l’organizzazione furono fermati. Il padre quando era in servizio chiamava le sue due figlie la luna nera e la dama gialla, che tradotti in inglese diventano: Black Moon e Yellow Lady. Lo fece perché i loro nomi non venissero scoperti, così come il nome di Charles che lui soprannominava sole nero ovvero Black Sunny. Si scoprirà più tardi che i nomi erano dedicati ai nonni dei ragazzi mentre quello di sissi era già utilizzato da Susan. Quando si trasferirono negli Usa le loro abitudini non cambiarono ma si avvicinarono a due ragazzi, il figlio di un agente dell’FBI e una strana ragazza che poi scoprimmo essere Sherry. Si lo sapevamo che Susan conosceva la scienziata, ora tua amica, ma non sapevamo molto ne Susan ne Charles infatti non vollero mai parlare della giovane e questo è il punto centrale. Secondo Shuichi entrambi hanno seguito le orme dei genitori e sono stati degli infiltrati nell’organizzazione, appoggiandosi sulle loro incredibili capacità e a Sissi e Alex che nonostante la giovane età sono abilissimi hacker.

Quando Jodie finì di raccontare le facce dei presenti erano bianche come un lenzuolo, ma non per la storia ma per il fatto che i suoi protagonisti erano comparsi dalla porta. «Ran devi stare più attenta, avevi lasciato la porta socchiusa» disse Susan con un sorriso «Oh non me ne ero nemmeno resa conto» «Tranquilla, comunque Jodie anche se Shuichi ha questa idea, può benissimo fidarsi di noi!» disse sorridendo, non sembrava arrabbiata del fatto che la professoressa avesse raccontato la storia sua e del suo ragazzo a Conan. «Siamo venuti però per parlare di una cosa importante, Vermouth è stata gentile fino ad un punto ora pretende una cosa» disse Charles serio «Infatti, è arrivata una lettera a villa Kudo a nome suo e destinata all’FBI e hai Detective» «Si me l’ha detto Shuichi sono qui apposta» «Allora vedo che si è dilungata prof» 
Susan sorrise nuovamente, facendo come se nulla fosse, anche se aveva fatto un accusa ben precisa alla donna. «Vedi Susan è stata colpa mia, ero curioso» «Oh great Detective you are very curious, but the curiosity it’s like a fire, burns» Il ragazzo spalancò gli occhi, quella ragazza era veramente molto strana, la curiosità brucia come il fuoco era quello che era successo a lui si era scottato! «Yes Susan, but a characteristic of Detective is exactly the curiosity» disse Charles «Yes sure» rispose la fidanzata sorridendo.

«Susan, la lettera era di sfida vero?» «Sì Conan, esattamente, è per questo che vogliamo andare noi e poi se l’idea di Shuichi è vera abbiamo due motivi o meglio tre motivi per “scendere in campo” e giocare con il diavolo» disse accennando un sorriso di sfida. “Diavolo? L’ho già sentito da qualche parte, ma certo in quel documentario su quella spia italiana aveva definito il loro nemico il diavolo aveva poi detto che come nome in codice il capo dell’organizzazione veniva chiamato il diavolo o signor Black. Da il modo di dire italiano “giocare con il diavolo” o “scendere a patti con il diavolo” e signor black in fede al colore usato nella sua “società” Conan interrupe il monologo mentale e capì. «Susan, Charles ne siete sicuri volete veramente farlo?» chiese Conan «Sì, non abbiamo nessun problema a farlo» affermò Charles «Va bene, io sono d’accordo con loro all’inizio pensavo fosse da pazzi ma sarebbe ipocrita da parte mia, del resto sono il primo che cerca di risolvere sempre tutto anche se si potrebbe mettere nei guai» «Thank you, great Detective» dissero i due italo-americani.

Il cellulare di una bambina dai capelli ramati suonava insistentemente, «Si pronto?» chiese burbera «Ciao Aì sono Shinichi, volevo sapere se sai le novità?» chiese «Ho sentito qualcosa nulla più» Conan decise quindi di raccontare tutto, compresa la storia dei due amici di Susan «Si lo sapevo, Susan e Charles me lo avevano raccontato prima di partire anche Jio lo sa. Disse che era un segreto e darebbe dovuto rimanere tale» «Davvero lo sapevi?» «Sì, ma non si fidavano a parlare» «Per quel l’uomo, brandy?» «Sì, è spietato si pensa sia uno potente, al pari di Gin e Vermouth. Inoltre è lui l’uomo che mi accompagnò in America» «Co-cosa?» «Sì, quei due lo sanno, l’hanno riconosciuto come hanno riconosciuto me, non è difficile fare due più due» «va bhè cosa ne pensi te? Fanno bene?» «Diciamo così, Susan e Charles a differenza tua contano anni di esperienza quindi se hanno deciso così per me va bene» «Cosa significa, Aì … Aì ….» nulla la scienziata aveva chiuso la chiamata ora però nella testa di Shinichi c’era un nuovo tassello da mettere in ordine, l’ultima frase di Aì.

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Si entra nel vivo :) Lasciatemi questa volta ringraziare ErroreGrave che mi segue da un po' e ha recensito tutti i capitoli e a Ran Mouri 2 :)

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Capitolo 26
*** I corvi, faccia a faccia ***


I corvi neri, l’incontro

Conan camminava lungo le vie di Beika, con la testa piena di idee e supposizioni cercava di venire a capo di tutta quella faccenda, quando davanti a lui comparvero i due stranieri. «Ciao Conan, volevamo avvisarti che ci incontreremo con Vermouth e Rena, prima di andare all’incontro» «Va bene grazie» «Ci dobbiamo incontrare a casa tua, fai la strada con noi?» si mostrò gentile Susan «Va bene» confermò e partirono.
A villa Kudo erano già arrivati l’FBI e la CIA oltre ad Heiji. «Ciao Shinichi, mi sono precipitato qua dopo la tua telefonata, ero appena arrivato a casa» «Scusa hai detto qualcosa hai tuoi genitori?» «No a Kazuha ho solo detto che era per quella storia» «Grazie Hattori, come mai sei venuto qui» «In realtà sono arrivato con Kazuha e siamo andati in agenzia ma non c’eri, lei si è fermata li con Ran mentre io sono venuto a cercarti, pensavo fossi qua» «Avevo semplicemente fatto il giro largo» «Ma guarda due Detective che non sanno neanche trovarsi fra loro» disse una voce per poi ridacchiare «Kid» «Ciao Conan, o meglio Shinichi come ti avevo detto posso darti una mano ma è due giorni che mi sento seguito. Di hai tuoi amici che non voglio, ho la mia privacy» «Povero, ladruncolo» disse Heiji «Ladruncolo a chi scusa?» «BASTA» urlò Susan e i tre si girarono traumatizzati «Ladri e Detective se volete collaborare farete meglio ad andare d’accordo o» Non finì la frase perché entrò Aì «Buon giorno a tutti» «Ciao Aì» salutarono i presenti «Scusaci Kid, o meglio Kaito Kuroba, dirò ai miei agenti che non ti sorveglino più ma spero di poterti parlare ancora da oggi» disse sorridendo James «Ma se la mette così per me va bene! Se avete bisogno di me chiamatemi, il signore – disse indicando James – saprà sicuramente come fare» disse per poi svanire.

«È proprio un tipo strano» disse Sissi che era appena entrata nella stanza. «Si vero» ammise la sorella «C’è qualche novità?» chiese poi «Nessuna,  Alex sta ancora cercando» «Mi chiedo come sia possibile non trovare nulla» «Infatti, sta tranquilla sorellona, vedrai che troviamo qualcosa» «Forse ho un idea» «Quale?» «Chiedete al dottor Agasa degli occhiali di Conan» «Sono particolari?» «Molto» disse ammiccando «Va bene, a dopo». Il breve scambio di informazioni tra Susan e Sissi aveva lasciato tutti di stucco, quelle due avevano veramente l’età che dicevano di avere? «Susan, che succede?» chiese Conan «Nulla di particolare, little Detective; diciamo solo che è meglio prevenire che curare» disse sorridendo per poi girarsi infatti la porta principale era stata aperta e sulla soglia si videro due donne.

Conan con gli amici e gli Agenti dell’FBI si era appena accomodato nella sala da pranzo della villa, quando Vermouth richiamò l’attenzione: «Susan, Charles o dovrei chiamarvi: Black Moon e Black Sunny siete ancora dei loro?» Disse indicando il cellulare della ragazza che vibrava sul tavolo, ma la proprietaria non accorgendosene non aveva risposto. Susan e Charles ebbero un brivido lungo la schiena, non fecero nulla tranne che guardare lo schermo del telefono, notando la scritta Black Secret «Come sospettavo fate ancora riferimento ai servizi segreti italiani e francesi, che insieme alla CIA e all’FBI sono sulle tracce della nostra organizzazione, con l’operazione Black Secret» Conan si girò verso i due stranieri «Hai indovinato, siamo degli agenti dei servizi segreti per l’estero dei nostri paesi come i nostri genitori del resto» disse Susan «Usiamo gli Hotel in: Italia, Francia, Usa ed uno anche in Giappone come copertura»  spiegò Charles «I servizi segreti italiani sono il SISMI (per l’estero) e il SISDE (per l’interno) mentre per la Francia ci sono il DGSE (per l’estero) e il DCRI (Per l’interno) ed entrambi sono sulle tracce dell’organizzazione» Spiegò Jio. «L’hotel dove soggiornavamo è stato fondato da dei miei lontani zii» disse Susan «Ancora dieci anni fa quando è iniziata l’operazione Black Secret» spiegò Charles «perché accettaste di vivere a villa Kudo?» chiese Jodie «Per non suscitare scompiglio; il Nikko (日光), letteralmente luce del sole, è uno degli alberghi più lussuosi di Tokio» disse Aì che era venuta a sapere dove avevano soggiornato i due vecchi amici. «Ecco perché non volevate dircelo» «Esattamente, avevamo paura che faceste due più due» disse Susan «Ma a quanto pare uno di voi ci è arrivato comunque» disse Charles «Va bhè oltre a Shiho, scusa Aì, che era una delle persone che sapeva la storia nella sua interezza giusto?» sorrise il ragazzo «Sì» ammise «Conan anche te ci eri arrivato vero? Non avevi le prove sicure giusto? Great detective!» disse Susan sorridendo «Sì, mi ero basato su un servizio che avevo visto in tv dove un NOC, di cui però non si vedeva il volto e aveva la voce distorta, che raccontava alcuni aneddoti sulle operazioni dei servizi segreti italiani» Susan e Charles si guardarono e poi dissero «Quel farabutto, traditore di Key» Conan ed i presenti non capirono ma poi Charles spiegò.

Quando avevano 14 anni, i genitori di Susan dovettero partire per una missione insieme ad un altro agente, per l’esattezza Key. Susan e Charles riuscirono a trovare la coppia, erano a Los Angeles, che facevano delle ricerche su un membro dell’organizzazione. I due ragazzi senza volerlo si intromisero nelle indagini in maniera molto discreta tanto che proprio grazie a loro riuscirono ad avere le informazioni che volevano e a scoprire che Key stava per tradire il gruppo. Nonostante Elaisa e Matthew erano infuriati con i due, il capo di allora, disse che se volevano collaborare potevano. Li inserì nel gruppo che indagava nel capo delle scienze, dove poterono dare un contributo essenziale. Da allora cambiarono aspetto, Susan passo dal biondo oro al castano chiaro e iniziò a portare delle lenti colorate, dal colore marrone ambrato. Charles invece si tinse i capelli di castano scuro ed iniziò a portare delle lenti colorate di un marrone molto intenso.

Susan e Charles dopo aver raccontato un pezzo della loro vita si prepararono, a villa Kudo arrivò Yukiko mentre Vermouth se ne andò. Kid ricomparve con la scusa che quella donna lo traumatizzava. Susan e Charles vennero truccati dalla madre di Shinichi in modo da non essere riconosciuti anche gli agenti dell’FBI cambiarono immagine grazie a trucco e parrucche: James si ritrovò ringiovanito di una ventina d’anni, mise una parrucca bionda e con titubanza anche delle lenti a contatto colorate. Shuichi invecchiò di circa trent’anni anni e da moro divenne bianco, con i capelli che gli arrivavano alle spalle. A Jodie i capelli si allungarono di almeno trenta centimetri e divennero biondo cenere mentre gli occhi assunsero il color verde. Infine Camel rimase uguale ma i capelli gli si accorciarono e divennero più chiari. Rena rimase com’era del resto doveva interpretare se stessa e suo fratello aveva un ruolo marginale e non era conosciuto quindi non subì cambiamenti.

Fu proprio prima di partire che la sorella di Susan comparve con Alex, «Ecco a voi, vi aiuteranno» disse ammiccando e consegnando ad ognuno un piccolo aggetto. «Sono delle piccole ricetrasmittenti, qualsiasi cosa succeda basterà pronunciare una parola e la polizia interverrà» spiegò Alex «Ne ho consegnati altri al White Thief dicendoli di portarle alla polizia» aggiunse Susan «Ci possiamo fidare?» chiese un uomo «Certo è monitorato giorno e notte» fece l’occhiolino Sissi «In che modo?» «Semplice Conan, grazie ai tuoi occhiali» sorrise Sissi, Conan capi e sorpreso guardò le due sorelle. Erano identiche, per figura e carattere, entrambe sempre sorridenti, entrambe con mille segreti.

Alle 19.00 in punto tutti erano sul luogo dello scambio, che era stato comunicato da Vermouth, in via ufficiale, a Susan e Charles. Mezzora dopo una Mercedes berlina nera parcheggiò e dall’auto scese un uomo sui sessant’anni. Aveva il fisico allenato, i capelli erano bianchi mentre gli occhi di un azzurro così chiaro da sembrare ghiaccio. «Buona sera» disse, la sua voce era rauca aveva un accento straniero, Americano per la precisione.


*************************************************** Fonti **************************************************************

- https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_informazioni_e_sicurezza_interna
- https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_informazioni_e_sicurezza_esterna
- https://it.wikipedia.org/wiki/Direction_centrale_du_renseignement_int%C3%A9rieur
- https://it.wikipedia.org/wiki/Direction_g%C3%A9n%C3%A9rale_de_la_s%C3%A9curit%C3%A9_ext%C3%A9rieure

**************************************************Autrice**************************************************************
Piccolo regalino spero vi piaccia :D
Il Nikko non esiste l'ho inventato di sana pianta :P

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Capitolo 27
*** I corvi neri, strada a senso unico ***


I corvi neri, strada a senso unico

Alle 19.00 in punto tutti erano sul luogo dello scambio che era stato comunicato da Vermouth, in via ufficiale, a Susan e Charles. Mezzora dopo arriva una Mercedes berlina nera e dall’auto scese un uomo sui sessant’anni. Aveva il fisico allenato, i capelli erano bianchi mentre gli occhi di un azzurro così chiaro da sembrare ghiaccio. «Buona sera» dice, la sua voce è rauca e aveva un accento straniero, Americano per la precisione. «Vermouth dimmi cara chi sono i nostri Soci» «Allora capo, loro sono Luna e Sunny lei è italiana mentre lui è americano, abili nelle scienze hanno detto che hanno un prototipo di sostanza chimica tanto potente quanto introvabile, può uccidere un gruppo di dieci persone nel giro si pochi secondi.» «Molto interessante, ma le vostre facce mi sono familiari, non mi fido» disse l’uomo.

A poca distanza un gruppo di persone arrivava a piedi «Uhm capo laggiù c’è della gente cosa dobbiamo fare?» «Non sparate, catturateli» disse in maniera serafica e i suoi uomini si mossero catturando il gruppo «Oh che gruppo interessante, ditemi cosa siete qui a fare, c’è pure un bambino» «Noi, Noi siamo una famiglia non, non ci vorrete far del male, noi siamo qua per, per fare un giro» «Oh per ora non vi faccio nulla, ma più tardi ci sarà una sorpresa, su piccolo non serve che piangi dimmi sono mamma e papà?» «Sì, sì gli altri due sono il nonno, lo zio e mio cugino» disse con vece flebile «dimmi ragazzo – rivolto al più giovane – dov’è la tua mamma?» «è … è … è morta signore» rispose terrorizzato «Sta tranquillo fra poco tornerai da lei insieme ai tuoi famigliari non sei contento» il ragazzo non rispose e l’attenzione dell’uomo si posò nuovamente sui due giovani scienziati.

«Stavo dicendo, voi due avete delle facce, che mi ricordano qualcuno» la voce si era alzata, come per farsi sentire da tutti i presenti. «Non so perché ma – fece una piccola pausa - vi ho già visti dite di essere te italiana mentre tu Americano si può essere, ma non avete nessuna cadenza particolare. Cosa mi dite?» «Signore, vede io fin da piccolo ho imparato varie lingue, forse per questo?» «Io ho degli amici qui in Giappone che vengo a trovare una volta all’anno fin da piccola e quindi probabilmente non ho preso l’accento» «Capisco quindi secondo voi non avete sviluppato l’accento perché fin da bambini parlate questa lingua o altre. Ci posso stare, come mai avete voluto contattare noi?» «Abbiamo trovato quella donna e abbiamo iniziato a parlarci, volevamo smerciare quest’arma a persone che ne potessero far buon uso e lei ci ha parlato di un organizzazione e noi abbiamo accettato» ha rispondere era stata Susan «Cosa sapete su di noi?» «Che volete delle buone armi batteriologiche e che le volete sviluppare nulla di più» «Vedi, perché io dovrei fidarmi di voi quando ho un gruppo di scienziati, con tre o quattro laure ciascuno e che mi obbediscono?» «Vede, quello che abbiamo noi nessun altro lo può sviluppare, vede i due cecchini la su?» l’uomo guardò verso i due subalterni quando la donna estrasse una pistola e sparò, i due cecchini Chianti e Korn caddero «Co-cosa avete fatto?» «Una prova che un solo grammo di questa meraviglia provoca seri danni a chiunque, vede i suoi cecchini sono fortunati nei proiettili non c’è la dose letale rinverranno fra una decina di ore» «Capisco, effettivamente è molto potente ma ora i miei uomini hanno in pugno quella famigliola e vi hanno puntato, non potete fare mezzo passo» disse facendo vedere che ognuno dei complici aveva la pistola puntata, inoltra ai piedi di ciascuno c’erano gli ostaggi con le mani legate ed imbavagliati: Gin sorvegliava  un anziano mentre Vodka un uomo giovane con i capelli biondi Kir teneva in pugno sia il bambino che il ragazzino; Brandy un uomo alto corpulento con i capelli rasati e un tatuaggio sul collo a forma di foglia da the, teneva in pugno l’uomo con i capelli corti e Vermouth invece la donna dai capelli lunghi.

«Vede il problema è che quella gente noi non la conosciamo, potete benissimo sparare a non ci fa ne caldo ne freddo» disse Charles «infatti, per noi sono pericolosi quanto lo siete voi» disse Susan con un sorriso beffardo «Ora però mi lasci dire una cosa Yoshirou Kuroto, i suoi novant’anni li porta davvero bene come la sua cara moglie Sharon Vineyard» disse Susan puntando la pistola «Chi sei?» l’uomo era furente, la ragazza lo aveva in pugno, gli occhi gli presero fuoco «Si salutano così i vecchi amici?» disse con disprezzo Charles per poi levarsi il travestimento, anche la fidanzata lo fece e l’uomo non poté che rimanere stupito «Vedi caro signor Black, posso chiamarti così vero? Devi svelarci il segreto della tua giovinezza eterna perché noi invecchiamo mentre tu hai la stessa faccia di sessant’anni fa l’unica cosa di diverso è che non sorridi più» Susan parlava all’uomo come fosse un vecchio parente «Oh ma certo tu sei la figlia di Matthew, nipote di colui che nel nostro campo è noto come l’uomo nero mentre tu dovresti essere il nipote dell’uomo bianco sbaglio?» «No vedi i nostri nonni nonostante le origini italiane hanno vissuto qui per la maggior parte della loro vita tanto da prendere nomi giapponesi: Kuroichi il mio mentre il nonno di Charles si chiamava Haru» «Si lo so, eravamo grandi amici ma erano dei traditori li ho dovuti far uccidere, ma ora basta con le chiacchiere liberatemi da questa seccatura» disse ripensando ai due uomini per poi dare l’ordine ai suoi agenti.

Quelle parole diedero il via il bambino e il giovane si alzarono facendo notare che non erano stati legati «Kir!» urlò Gin «Scusa Gin ma dopo tanti anni ho voglia di gettare la maschera» «Traditrice» urlò l’uomo «No non ho mai tradito nessuno faccio solo gli interessi degli stati uniti d’America» puntò la pistola e si avvicinò alla donna per slegarla mentre i ragazzi liberavano gli alti «Ecco ora siete liberi, una famiglia felice libera» disse «Ti ringrazio» esclamò l’uomo più vecchio al bambino prima di togliersi il travestimento «Ma vedi cara Hidemi, noi siamo una famiglia molto particolare» «Rye» disse il capo prendendo la sua pistola «Vedo che dovrò ucciderti di persona» disse sparando ma l’uomo aveva indossato un giubbotto antiproiettile e quindi non aveva un graffio. Akai ricambiò la cortesia e riuscì a prendere il braccio sinistro del mitico capo dell’organizzazione «Ora capisco perché fa fare agli altri, inizia a sentire l’età anche lei» disse Jodie che si era liberata della parrucca e aveva preso in mano la pistola seguita da James e Camel. «Siete tutti agenti dell’FBI molto, molto interessante. Ma ditemi perché avete con voi un moccioso» «Sono un detective» l’uomo fece una faccia sorpresa «Ma vede, a causa di un veleno che la sua organizzazione mi ha fatto inferire ora sono costretto in questo corpo» «Oh quindi hai nel tuo corpo gli effetti dell’Aptx4869 sviluppato dai Miyano» «Sì e vede voglio indietro il mio corpo» disse prendendo anche lui una pistola. Le armi erano arrivate li tramite un simpatico ragazzo vestito di bianco e nascoste con un trucco prima dell’incontro.

Yoshirou Kuroto però non era stupido e sparò in aria, a quel segnale altri uomini, rigorosamente vestiti di nero, vennero fuori e iniziarono a sparare. Gli agenti dell’FBI e della Cia ne approfittarono e si misero in un posto più sicuro dove potevano sparare senza rischiare di essere colpiti. I colpi rimbalzavano ma nessuno riusciva a prevalere finché i colpi non attirarono i poliziotti. «Settant’anni che faccio questo lavoro e non sono mai riuscito a farmi incastrare Sharon non, non mi avrai mica tradito?» «Scusa caro, ma avevo paura che il divorzio con te non fosse abbastanza» «Maledetta» furono le ultime parole di uno dei più potenti criminali internazionali, Conan aveva puntato l’arma contenente il veleno e aveva sparato mirando a braccia e gambe dell’uomo. Nessuno degli uomini che fino ad allora avevano seguito i suoi ordini, neppure Gin e Brandy i due peggiori, o migliori dipende dai punti di vista, aveva ricordato che la dose sparata non era abbastanza forte da uccidere un uomo. Nonostante tutto però non si era erano arresi alle forze dell’ordine, forse per vendicarsi. Ma numerosi agenti delle società segrete degli USA, dell’Italia e della Francia erano intervenuti e avevano fermato quegli uomini. Una delle più potenti organizzazioni era stata sconfitta i suoi membri erano stati traditi dagli amici e ingannati dai nemici, ma la cosa che bruciava di più era che era stato un bambino a fermare il più potente criminale, il capo di quell’organizzazione. Quella gente aveva preso una strada a senso unico che terminava con un vicolo cieco.

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ta ta tan ... ecco a voi il primo capitolo della fine :)
Cosa deve ancora succedere? Shinichi riavrà il suo corpo?
E Susan e Charles che sembrano spariti per lasciar posto a Conan!
Quali altri segreti ci sono ancora da sciogliere?

Aspetto le vostre recensioni ;) Al prossimo capitolo, Amelia_6

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Capitolo 28
*** Si ricomincia, la vita continua ***


Si ricomincia, la vita continua

Susan e Charles erano seduti a terra, la gente passava avanti e indietro, nessuno li vide lì immobili che guardavano il sole. La notte era ormai passata e la luna stava tramontando lasciando il posto al sole che faceva capolino dall’orizzonte con un colore rosso fuoco. «Susan, Charles» richiamò l’attenzione un bambino. «Ciao Conan, che succede?» «Avevate avvisato voi gli agenti segreti italiani e francesi?» «Si certamente, chi altri se no?» «SUSAN, CHARLES» si sentì urlare «COSA VI È SALTATO IN MENTE» l’uomo era infuriato «scusaci James Junior» «SIETE IMPAZZITI» «Ti ho detto che … MI DISPIACE …» Susan era in lacrime. Conan intanto faceva mente locale, quell’uomo dove lo aveva già visto? «Agente McGiver, la prego cerchi di capire cosa è successo» disse in italiano un uomo con il viso severo e gli occhi e i capelli neri come la pece. «Susan che cos’è successo» «Nulla, stavamo cercando di capire cos’era successo ai nonni ma c’erano altri uomini ed è iniziata una sparatoria, Ad un certo punto il ragazzino a preso l’arma ed ha sparato» «Il ragazzino! Che arma?» «Nulla di straordinario era una comunissima pistola, ma avevamo cambiato i proiettili modificandoli aggiungendo un veleno» «Che veleno era?» «Nulla di particolare» disse Susan «Ehi ragazzino, oh ti chiami Conan, giusto?» «Cosa? Sì, sono io» «Sei un ragazzino sveglio, lo notato a New York, dimmi come mai hai usato un arma?» Il bambino non sapeva cosa fare quell’uomo lo conosceva, lo aveva incontrato a New York? Poi un fulmine attraversò i suoi pensieri. «James Junior lascia stare, non indagare ulteriormente» «Ma Susan» «Ti spiegherò io, comunque tuo figlio è al sicuro insieme a mia sorella ho chiesto a due amiche di tenerli d’occhio» «Non credo che siano abbastanza forti…» «Hahahaha non conosci le due ragazzine di cui parla Susan» disse Jio che si aggiunse alla conversazione, vedendo i due amici in crisi «Ran Mouri e Kazuha Toyama sono entrambe delle campionesse di arti marziali rispettivamente di Karate e Aikido» disse Charles che finora era stato in silenzio. «Capisco, ora vado a parlare con il capo, a dopo my favorite girl and boy» «Ciao a dopo JJ» Disse Susan salutando l’amico, l’autista più fuori del mondo.

Aì digitava velocemente al computer una serie di codici, formule chimiche e numeri; vicino a lei sedevano Susan e Charles, anche loro intenti a scrivere su dei computer. Nella stanza il silenzio, erano tutti troppo concentrati per parlare, solo il rumore dei tasti riempiva la stanza. «Non vi bruciano gli occhi?» chiese all’improvviso Jio che era entrato di soppiatto nella stanza. «No, ci siamo abituati» disse Susan senza levar gli occhi dallo schermo «Almeno che tu non abbia del caffè non disturbarci» disse Aì gelida «Ecco a lei principessa» disse Jio con ironia «La bambina batte le mani sul tavolo con forza tanto da far tremare gli strumenti che vi erano appoggiati. «ESCI IMMEDIATAMENTE O TI FACCIO CAMBIARE I CONNOTATI» disse urlando contro al ragazzo. Jio guardò gli amici che sorridevano dolcemente «Grazie, Jio ora vai è meglio» disse Susan e il ragazzo se ne andò lasciando nuovamente soli i tre scienziati. «Sei troppo dolce Susan» disse Aì con tono distaccato «uhm lo so, lo so Shiho» la ragazza sorrise era ormai molto tempo che nessuno pronunciava più quel nome.

Ran andava avanti e indietro per il salotto del professor Agasa «quanto ci metteranno?» chiese impaziente «Ci vorranno almeno un paio d’ore» gli rispose il professor Agasa «Di solito Aì si rinchiude nella sua stanza almeno un giorno, prima di aver pronto l’antidoto di prova» continuò lo scienziato. «Con tutti i dati, dovrebbero metterci meno» disse Conan. «Conan, ci sono i bambini» disse il dottor Agasa «Ciao Conan, cos’è successo?» chiese con timore Ayumi «Nulla tranquilla» sorrise «ora ci dici cos’è successo? Dove Sono Aì, Susan e Charles?» chiese Ayumi più spaventata che resto «Vedete ragazzi è una storia molto lunga e non credo che…» Conan non poté finire la frase che i tre amici dissero «non ci importa nulla, vogliamo sapere» a quelle parole Conan si arrese e iniziò a raccontare quel che era successo, dagli avvenimenti più recenti e al perché erano successi. «Quindi tu, tu in realtà sei Shinichi?» chiese Mitsuhiko «Sì, sono io» disse «è per quello che sapevi tutte quelle cose» disse Ayumi che stava per piangere, poi con le lacrime agli occhi si avvicinò a Ran e disse «Mi dispiace tanto, sei una ragazza fortunata» scoppiando poi in lacrime «Non ti preoccupare» la consolò Ran. «Ayumi ha una cotta per Conan mentre Conan, in realtà Shinichi, è innamorato di Ran. Aì dal canto suo aveva dei riguardi per Conan perché gli ricordava Jio, l’amico che aveva perso insieme alla sua libertà quando iniziò a lavorare per l’organizzazione. Sei fortunato Conan, riesci a incantare tutti. È una dote straordinaria fanne buon uso» disse Susan, guardando poi il suo ragazzo. «Ecco qua l’antidoto per l’APTX4869, potrai tornare Shinichi» disse Aì porgendogli una pillola, Conan la guardò, quando la prese in mano tremò, avrebbe finalmente riavuto il suo corpo. Si sedette e mise in bocca la piccola pastiglia, i bambini ebbero paura e si chiusero gli occhi ma molti dei presenti vollero vedere quel miracolo della scienza, vollero vedere quella magia. In pochi secondi il cuore di Conan prese a battere sempre più forte, dei forti dolori gli riempirono il petto e il suo corpo iniziò a crescere. Nel giro di due minuti Conan scomparve e ritornò Shinichi. «Non ci credo è, è stupendo» disse felice per poi inchinarsi verso la scienziata l’amica che aveva condiviso quell’avventura con lui «Grazie di tutto Aì, tu cosa farai?» «Non prenderò l’antidoto e ripercorrerò gli anni che mi sono stati rubati» rispose e accennò dopo moltissimi anni un vero sorriso, che scaldo il cuore a tutti. «Ti aspetterò, lo prometto» interrompete Jio «Aspetterò che tu cresca di nuovo, che diventi di nuovo una donna, aspetterò finche tu non capirai che ti voglio un mondo di bene» crollò il simpatico e burlone amico, cadde sotto il peso dei sentimenti e abbracciò la bambina. Aì non si movete da dov’era strinse solo le braccia al collo del ragazzo.

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Era passato un mese dalla cattura degli uomini in nero. Ran stava per indossare per l’ultima volta la divisa scolastica «Ran» disse la voce del padre «C’è quel detective che ti cerca» sbuffò «Si arrivo, scendo subito» disse sistemandosi i capelli. «Ciao Shinichi, come va?» «Bene» sorrise «Andiamo?» chiese e la ragazza annuì. Al contrario dei vecchi tempi, in cui andavano a scuola a piedi quel giorno c’era la macchina che gli aspettava, all’interno c’erano già Goro con Eri e Yukiko con Yusako, gli ultimi a salire furono loro. «RAN!» Urlo Sonoko appena l’amica entrò nel vialetto della scuola «Ci stiamo diplomando, non ci credo ancora» «Già, nemmeno io». Shinichi, Ran e Sonoko si diressero verso l’interno della scuola. «La cerimonia si svolgerà nel cortile dietro della scuola» disse Shinichi «Uff lo sai ti preferivo quando eri un quattrocchi» «Spiritosa» disse il ragazzo. I tre amici percorsero i corridoi e salutarono la loro classe per poi andare verso l’esterno dell’edificio dove amici e parenti aspettavano i neo-diplomati.

La cerimonia fu stupenda, In prima fila i genitori dei ragazzi e gli amici, ma la cosa più bella fu che tutti i personaggi di questa storia erano presenti e alla fine si alzarono per applaudire. Uno ad uno gli studenti presero il diploma salendo sul palco. Tra gli alunni spiccavano anche Susan e Charles a cui venne consegnato un attestato di frequenza.

Alla fine della consegna dei diplomi ci fu un piccolo rinfresco. «Congratulazioni» dissero due voci in coro «Heiji, Kazuha e voi che ci fate qua?» «Nulla, siamo venuti a sapere che avevate la cerimonia e volevamo ricambiare il piacere» «Che bello! Ora siamo tutti diplomati» esultò Ran. «Abbiamo una sorpresa per voi» disse poi Kazuha «Cosa?» «Frequenteremo entrambi l’università a Tokio» «Come mai questa scelta Hattori?» chiese Shinchi all’amico «Così, volevo sfidarti anche sui banchi di scuola» gli rispose il rivale. «Va bene» disse. «Sarà un peccato non vedere chi vincerà» interruppe Susan, «Quando partite?» chiese Shinichi «JJ ci aspetta con il Jet privato, in aeroporto» disse Charles «Appena finisce la cerimonia ce ne andiamo» finì Susan «Jet privato?» chiese Heiji «Sì, AJ è un comandante dell’aeronautica oltre che capo dell’operazione e fratello di JJ» spiegò Susan, lasciando tutti un po’ sorpresi «Allora, ci vediamo» sorrise l’italo-americana «A presto» la salutarono i nuovi amici. «Vi aspettiamo in Italia» disse Charles prima di andarsene.

Tutto era tranquillo il vento soffiava e rinfrescava il volto alle persone sedute sulla riva del fiume. Quando Shinichi interruppe il silenzio «cosa ne dite se facciamo una scommessa» «Cosa?» chiesero in coro i presenti «Fra dieci anni, quando avrete la nostra età dovrete essere diventati dei detective, ok?» i bambini si guardarono e fecero un sorriso a trenta due denti. Ran e Shinichi, finalmente insieme si godettero il tramonto in compagnia degli amici di sempre.

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Ecco a voi il ventottesimo capitolo, spero vi piaccia :D
Potri dirvi che è l'ultimo ma in realtà non è cosi hihihihihi
ci saranno due capitoli conclusivi in cui ....... spero vi piacciano ;)
A presto, Amelia_6

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Capitolo 29
*** 10 anni dopo, l'invito ***


10 anni dopo, l'invito

Il sole splendeva su Beika in una villetta in stile giapponese due famiglie stavano tranquillamente trascorrendo la giornata. «Ehi Kazuha è arrivata posta?» Chiese una delle due donne, Ran. «Si Ran c’è una strana lettera spedita da Roma con destinatari tutti e quattro noi» rispose Kazuha all’amica. «Da Roma? Chi potrebbe essere?» pensò a voce alta Kazuha finche apriva la lettera. La lettera era scritta in giapponese perfetto, ed era firmata Black Moon and Black Sunny. Le due donne capito chi era il mittente sorrisero avviandosi verso la biblioteca. «Heiji, Shinichi» disse a voce alta Ran «Che c’è?» rispose in tono assorto Shinichi «Abbiamo un mistero per voi» disse Kazuha, i due uomini si guardarono e incuriositi chiesero quale. «Dunque, La luna nera e l’eclissi di sole si incontrano» disse Ran pensando bene alle parole. «Ma Ran è impossibile» disse Shinichi «Invece no» gli rispose la moglie «Luna nera? Eclissi di sole?» pensò ad alta voce Heiji «Black Moon o new moon e Solar eclipse oppure Black Sunny» disse Shinichi guardando l’amico «Ma certo» dissero i due Detective «Susan de Ginelli e Charles de Mattei» disse Heiji «L’unica volta in cui una luna nera incontra un eclissi di sole» disse sorridendo «Cosa hanno scritto?» chiese curioso Heiji «Dunque, Sissi e Alex si sposano» disse Kazuha «Però, bhè se è come il matrimonio della sorella e Charles sarà stupendo» disse Shinichi ricordando l’evento di qualche anno prima.

Circa un anno dopo le vicende narrate negli scorsi capitoli, inizio flash back

Susan e Charles sorridevano, lei era vestita in un meraviglioso abito bianco: la gonna larga con uno strascico lungo e il corpetto rivestito di pizzo bianco, il velo si attaccava ad una piccola coroncina che si incastrava in una stupenda pettinatura, degna di una regina. Charles invece indossava un abito nero a doppio petto che ne risaltava la figura ed i capelli erano perfettamente in ordine. Si trovavano in una stupenda chiesa, nella periferia di Roma. La cerimonia seguiva quella ufficiale cattolica anche se tra i presenti c’erano le più diverse persone, dalle più diverse origini. Nelle file più avanti c’erano i genitori mentre in quelle centrali si notavano un gruppo folto di giapponesi.

La festa che si tenne dopo il matrimonio fu una favola, Susan e Charles arrivarono al ristorante New Moon in una carrozza trainata da due cavalli bianchi e due cavalli neri. Il ristorante era in una zona più centrale ed il calesse destò particolare attenzione tra i visitatori della città e tra gli abitanti. Davanti al ristorante, come spesso succedeva, vi erano parcheggiate varie macchine tra le più belle, berline o cabrio nere di diverse marche: Audi, Alfa, BMW, Mercedes, Porche, Ferrari (unica ad essere di colore rosso), Lamborghini e Bugatti.

«Ciao ragazzi» disse Susan al gruppetto nipponico «Ciao Susan» sorrisero «Come va?» chiese Charles «Tutto bene, l’università è un po’ dura ma ce la faremo» disse Shinichi «Certo capisco» sorrise la sposa «Voi invece?» chiese Aì «Nulla, la nostra laurea è stata accettata anche in Italia quindi dal prossimo mese entriamo in due gruppi di ricerca» Affermò Charles «Scusate – interrupe Ran – ma quando vi sareste laureati?» chiese dubbiosa «Prima di venire in Giappone, Of Course» disse sorridendo Susan «Prima?» si alzò un coro «Certamente non ve lo abbiamo detto?» chiese Charles ridacchiando «No» fu la risposta del gruppo «Io lo sapevo» disse Jio «Bhè mi sembra il minimo dato che la nostra laurea è arrivata un anno dopo il tuo diploma e la decisione di seguire le orme di tuo padre» sorrise Susan «Già» disse quasi sottovoce «Su forza, ora divertiamoci» disse mettendo il braccio intorno al collo dell’amico «Ho già provveduto» gli disse in un orecchio e gli lasciò un bacio «Grazie, Susan» sorrise «Ma guarda che il tuo maritino sarà geloso» ammiccò Jio «Io mi preoccupo di più per il tuo piccolo angelo custode» disse ricambiando l’occhiolino, per poi andare verso Charles.

Fine Flash back

Ran sfogliava, insieme al marito e agli amici, l’album delle foto ricordando il matrimonio lussuoso e particolare degli amici italo-americani. «Ricordo anche quando vennero loro al nostro matrimonio, qualche anno fa» disse Kazuha «Si lo ricordo, quel mese ci sposammo anche io e Shinichi e Susan e Charles fecero un mese di ferie con le loro famiglie» ricordò Ran. «Dimmi Ran c’è altro nella busta» chiese poi Shinichi ricordando un particolare dei due ragazzi «Uhm, dunque, si c’è un biglietto di gruppo per la prima classe sono segnate tredici persone però c’è anche la possibilità di un supplemento» disse Ran «Ci avrei scommesso» esclamò Shinichi sorridendo, sorriso che vene subito ricambiato.

Il giorno dopo

Shinichi era in piedi davanti al portone della villa, «Ehi amico, sono pronte le ragazze?» chiese Heiji «Uhm no non sono ancora scese» «Uhm se non ci sbrighiamo arriviamo tardi» disse seccato il detective, originario di Osaka, «Papà» urlò una bambina dai capelli marroni «Dimmi Shiho» disse Shinichi «La mamma a detto che arriva subito» sorrise «Ok grazie, dov’è tuo fratello Conan?» chiese poi «Eccolo sta arrivando» disse indicando un bambino sui 6/7 anni con i capelli un po’ arruffati «Conan – urlò Ran da in cima le scale – sistemati che dobbiamo partire» «Si mamma» disse sorridendo. «Heiji, Kazuha ha chiesto dov’è Hideaki» «Non è con voi?» chiese Heiji preoccupato «No» disse Ran sorpresa «Papà, papà guarda» disse il bambino sbucato all’improvviso «HIDEAKI DOV’ERI?» urlò Heiji «Scu… Scusa papà ero in giardino» disse per poi mostrare un libro «Ho terminato di leggerlo anche io» disse accennando un sorriso «Bravo piccolo, ma il papà ha ragione» disse dolce Kazuha, che era scesa in quel momento con Ran, al figlio.
La macchina viaggiava lungo le vie di Tokio per poi fermarsi nel grande parcheggio dell’aeroporto. Le due famiglie raggiunto l’aeroporto si erano incontrate con un gruppo di liceali ed un signore sulla sessantina ed un uomo. «Salve ragazzi, doc» disse Shinichi «Ciao» salutarono sorridendo. Il gruppo era composto da: Ayumi Yoshida, Mitsuhiko Tsuburaya, Genta Kojima e Aì Haibara, ormai adolescenti; Hiroiji (Jio) Hikaminaru ora mai trentenne e Hiroshi Agasa (Doc).

Il gruppo entrò nell’aereo e passati i controlli chiese dove partisse l’aereo indicato nel biglietto. A rispondergli fu un uomo che avrebbero giurato conoscere «Siete voi gli amici di Moon e Sunny vero?» chiese l’uomo riconoscendo il biglietto, i presenti si guardarono per poi annuire «Voi non mi conoscete, mi chiamo Alexander Junior o AJ e sono il fratello gemello di JJ» il gruppo si guardò e sorrise «Piacere io sono Shinichi, lei è mia moglie Ran con i nostri figli Shiho e Conan. Poi il ragazzo con la pelle olivastra è Heiji segue la moglie Kazuha con il figlio Hideaki. I giovani detective con Ayumi, Genta, Mitsuhiko e Aì, l’uomo con i capelli e i baffi bianchi invece è il dottor Agasa ed infine Jio» presentò Shinichi «Piacere di conoscervi a tutti e di rivedervi signorino Hikaminaru» «Il piacere è mio AJ, ti ha mandato Susan vero?» chiese il ragazzo «Sì, il biglietto che avete è per un volo privato» disse facendo notare un piccolo particolare. I presenti non si stupirono più di tanto, del resto avevano imparato a conoscere i due ragazzi.

Il Jet privato della compagnia Moon parti dall’aeroporto internazionale di Tokyo alle 13.00 e atterrò alle 4.00 ora giapponese, 21.00 di sera del giorno precedente (fuso orario +9 in Giappone) . Il gruppo dopo aver preso i bagagli si diresse fuori dall’aeroporto di Fiumicino «Ehi Guys, we are here» disse una voce femminile che apparteneva ad una donna dai capelli biondo scuro e gli occhi marrone-verde «Ciao Susan» salutarono «buona sera a voi, e bentornati in Italia» disse sorridendo. «Ehm Charles?» chiese Jio «Ci aspetta dalle macchine. Il gruppo avviatosi dopo pochi minuti arrivò nel parcheggio dell’aeroporto dove stava aspettando il marito di Susan. «Buona sera a tutti» salutò l'uomo dai capelli neri e occhi molto scuri, saluto che venne ricambiato affettuosamente. «Bene, Bene, JJ è impegnato quindi andiamo in macchina; Dunque abbiamo due Audi, prese in prestito da papà, da 7 posti l’una e la moto per Jio» disse «Uh che bello mi avete portato la moto» disse contento il ragazzo «certo è la migliore» disse Charles «Mi fido di te» sorrise per poi prendere al volo le chiavi, lanciategli dall’amico. «Ehi Aì» disse dopo aver messo il casco «Uhm non mi fido di te» disse la ragazza, l’uomo rise divertito e dopo avergli messo il casco disse «Nemmeno io mi fiderei di me» Aì sbuffò ma seguì comunque l’amico (N.d.A: ma si dai il fidanzato). Quando tutti furono saliti e pronti si diressero verso la villa dei de Mattei.

La villa dei De Mattei sorgeva un poco fuori Roma, era circondata dal verde. Il giardino era enorme nella parte anteriore c’erano delle piante da frutto mentre in quella posteriore una piscina ed un enorme prato. La villa aveva tre piani, al primo si trovavano la sala da pranzo ed una grande cucina, al piano superiore c’erano dieci camere da letto tra cui quattro camerette molto grandi per i bambini. L’ultimo piano era una grandissima sala che prendeva l’intero perimetro, comprendeva: una raccolta di enciclopedie scientifiche e letterarie perfetta, una libreria con vari romanzi di vario genere, quattro scrivanie ed un mobile con svariati oggetti.

Era mattina e l’intero gruppo era nella grande cucina per la colazione quando nella villa entra Sissi con un enorme sorriso «Sorellina, domani mi sposo» urlo abbracciando Susan «Sì lo so Sissi, da brava saluta» disse rimproverandola «Scusate, buon giorno a tutti» sorrise. La somiglianza tra le due era incredibile tanto che le due avrebbero potuto scambiarsi e ingannare anche i loro genitori. Quella giornata passò molto tranquilla Susan e Charles portarono i vecchi amici a fare un giro della città e alla sera cenarono nella bella residenza di famiglia.

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Eccomi, spero che anche questo tranquillo capitolo vi sia piaciuto :)
Vi aspetto al prossimo capitolo, conclusivo :)
Amelia_6

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Capitolo 30
*** 10 anni dopo, Segreti e Matrimoni a Roma ***


10 anni dopo, Segreti e Matrimoni a Roma

A villa Kudo arriva un invito ad un matrimonio, i mittenti sono Black Moon e Black Sunny, che vogliono invitare il gruppo al matrimonio di Yellow Lady e Yellow Boy ovvero la sorella di Susan, Sissi, con Alex. Arrivati a Roma grazie al jet privato di Susan e Charles, si sistemano nella villa dei De Mattei.

Sissi aveva un abito bianco con gonna a campana e ricoperto da pizzo con disegni floreali, come il velo. Alle 9.00 la sposa arrivò su una macchina d’epoca nero metallizzato cabrio. Ad accompagnarla all’altere era Matthew che indossava un completo blu notte. La cerimonia in chiesa fu molto bella e dopo l’ormai celebre «può baciare la sposa» del prete tutti uscirono dalla chiesa buttando chicchi di riso sopra ai novelli sposi. La macchina che aveva portato Sissi fu portata nuovamente davanti alla chiesa e dopo aver fatto salire i neo-sposi partì con destinazione il ristorante Moon.

Susan e Charles in compagnia degli amici giapponesi arrivarono pochi minuti prima degli sposi, ad aspettargli c’era JJ con la limousine. Quando l’uomo aprì la porta della lussuosa macchina scesero quattro bambini, due di circa otto o nove anni e altri due di circa cinque o sei anni. «Mamma, papà» urlarono quando videro i genitori, Susan e Charles. «Siete arrivati» sorrise la donna «È stato bello» disse con il sorriso la bambina più grande, Violette. «Sono felice che vi sia piaciuto» gli rispose la madre. «Ragazzi loro sono i nostri figli» disse Charles finchè la moglie parlava con i piccoli. «La bambina più grande si chiama Violette, il bambino più grande, è suo fratello gemello Mark. I due più piccoli invece sono Bianca e Roberto» continuò Charles. «Buon giorno» salutarono in inglese i quattro bambini una volta raggiunto il gruppo, che ricambiò calorosamente il saluto. Violette e Bianca avevano entrambe i capelli biondo scuro e gli occhi grigi mentre i bambini: Mark e Roberto avevano capelli castano molto scuro e occhi verdi.

Durante il ricevimento Susan e Jio si misero a parlare «Allora moon, non hai mai abbandonato loro vero?» «Uhm, già ne io ne Charles, ma neanche te hai abbandonato la vecchia via o sbaglio?» «Non ti si può nascondere nulla, vero Moon?» «Già – sorrise – e con lei come va?» «Male» «Cosa? Perché?» «Scherzavo» «Brutto» la ragazza tentata di uccidere l’amico si alzò «Ho imparato a ballare» disse prima che Susan lo mandasse al creatore «Cosa? Si hai ragione va mele» esclamò «Non mi credi mai» «Sei un cretino Jio, come sta tua madre?» «Abbastanza bene dai» «È una donna forte» «Come te» «Sei gentile, come mai? Cosa ti serve?» «Uff, mi hai scoperto» «Forza dimmi» «Chi sono Blue e Red Moon?» «Non lo sai? Sono mio padre e mia madre» «Capisco, è proprio un soprannome di famiglia» «Già, c’è un motivo dietro al nome degli Hotel» «Come facciano le più grandi menti criminali a non capirlo non lo so» «Non lo so neanche io, ora ti conviene andare» disse Susan «Perché?» «Il tuo piccolo angelo ti aspetta» i due si scambiarono un sorriso e si divisero.

Shinichi correva lungo il parcheggio del ristorante «Susan, Charles abbiamo un problema» urlò «Che succede Shinichi» chiese Susan «Una donna sta male» «dov’è?» Susan senza pensarci corse nella direzione indicatagli dal ragazzo e trovò la nonna «Nonna» Esclamò per poi prendere dei farmaci dalla borsa dell’anziana signora «Ecco prendi» disse, la donna fatto come diceva la nipote prese la pastiglia e nel giro di qualche minuto si sentì meglio. «Shinichi grazie» «Non c’è di che» «Shinichi come sapevi che era la nonna di Susan?» chiese Ran raggiunto il marito e l’amica «Dagli occhi» «Cioè?» «Entrambe le donne hanno un particolare sguardo e occhi particolarmente grandi» disse facendolo notare «Questa caratteristica ce l’hanno anche Elaisa e Sissi» spiegò Shinichi.

Da quel momento la giornata passò tranquilla, tra musica e ballo e alle undici di sera ci furono anche i fuochi d’artificio. I bambini di Susan e Charles fecero molta amicizia con Conan, Shiho e Hideaki e passarono tutto il pomeriggio insieme per poi crollare verso le 22.00. Sissi ed Alex stavano veramente bene insieme e tutti furono felici per loro, la festa terminò verso l’una e mezza dopodiché i due sposi partirono immediatamente mentre Susan e Charles assieme agli amici ritornarono a villa De Mattei.

«Susan posso farti una domanda» «Dimmi pure Shinichi» «come mai usate il soprannome Moon? So che nero deriva da tuo nonno» «Si ricordi bene, Moon è parte del nome in codice dei miei genitori, mio padre Blue moon e mia madre Red moon. Venivano usati nelle comunicazioni per non usare i nomi veri, poiché molto celebri» «Capisco quindi anche per Sunny vale lo stesso ragionamento?» chiese Heiji e la ragazza annuì «Un ultima cosa» «Chiedi pure» si intromise Charles «Il boss, è dieci anni che me lo chiedo, come aveva conosciuto i vostri nonni» «I nostri nonni erano dei militari oltre che agenti sottocopertura, furono infiltrati nella mafia giapponese molti anni fa. Quando Yoshirou Kuroto creò l’organizzazione i nostri nonni riuscirono ad entrare, dato che avevano fatto amicizia con l’uomo. Scoperto che i nostri nonni erano degli infiltrati, li mandò ad uccidere da una donna, all’epoca molto giovane con la quale aveva una relazione» spiegò Charles «Vermouth?» chiesero i detective «Esattamente, all’inizio il signor Kuroto era molto tranquillo, sorrideva spesso ma con il passare degli anni e dopo aver eliminato vari amici a causa di segreti e complotti cambiò» continuò a raccontare Susan «Prima di morire i nostri nonni riuscirono a mandare dei file con le informazioni essenziali per iniziare ad investigare» spiegò l’italo-americana «Il gruppo all’inizio era formato da: Riosuke Hikaminaru (RH), James Junior McGiver (JJ), Alexander Junior McGiver (AJ), George Marcus McGiver (GM), Elaisa McHonis (Red Moon), Matteo de Ginelli (Blue Moon), Mylène De Marie (Red Sunny), Federico de Mattei (Blue Sunny)» spiegò Charles «Le nostre famiglie erano uno l’opposto dell’altra come lo era per i nostri nonni» disse sorridendo Susan. «Io invece mi sono sempre chiesta un'altra cosa» interruppe Ran «Cosa?» gli rispose Susan «Prima di iniziare con gli Hotel, deve trovavate i soldi?» «I nostri bisnonni erano famiglie nobiliari molto note, al servizio prima del regno d’Italia e poi della repubblica Italiana» Spiegò Susan «Ah capisco, eravate famiglie molto importanti quindi?» «Si esattamente» disse Susan sorridendo.

Il giorno dopo Susan e Charles accompagnarono nuovamente gli amici a fare un giro per la città. «Questo che vedete è l’ingresso per i fori romani da qui poi andremo a vedere il Colosseo» disse Charles. «Wow ma è meraviglioso, che posti stupendi» disse Ran. «Hai ragione Ran» disse Shinichi che osservava gli antichi resti romani. «Ragazzi state vicino» disse Susan quando il gruppo dei bambini si allontanò «Ragazzi, quello è il cancello» indicò Charles «Da li gireremo a destra per arrivare davanti al Colosseo. «Susan, Charles posso farvi una domanda?» chiese Mitsuhiko «Certo chiedi pure» «Come mai viene chiamato Colosseo?» «Dunque il suo vero nome è anfiteatro Flavio, una volta davanti a questo vi era un enorme statua di Nerone. È proprio grazie a quella che oggi è noto con quel nome inoltre le sue dimensioni sono veramente colossali. Infatti è tuttora considerato uno degli anfiteatri più grandi del mondo» Spiegò Susan «Wow, la statua che fine a fatto» chiese invece Ayumi «È stata spostata, in origine, come diceva mia moglie era di Nerone. Dopo la morte dell’imperatore la statua cambiò raffigurando il dio sole» disse Charles. Il gruppo, dopo essere entrato nel famoso monumento italiano, si diresse verso un ristorantino dove ordinarono dei piatti tipici italiani, come pasta e pizza.

Quella giornata si concluse in maniera stupenda ma la notizia che il gruppo doveva tornare arrivò proprio la mattina seguente. La sera di martedì Susan e Charles ringraziarono tutti della visita e lasciarono il gruppo alla porta dell’aeroporto in compagnia di AJ. Ma prima che partissero Susan chiese hai giovani Detective se avevano mantenuto la promessa ed erano diventati dei bravi Detective, i quattro ragazzi si guardarono per poi annuire. «Come facevi a saperlo?» chiese Aì, Susan sorridendo disse: «Ognuno ha i propri segreti, mia cara Aì».

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Eccomi qua :) si questo è l’ultimo capitolo :D
Spero che questa storia vi sia piaciuta, ma lasciatemi cogliere l’occasione per ringraziare tutte le persone che mi hanno seguito. Un ringraziamento a:
Michael Jackson che mi ha aiutato a iniziare questa storia. Erroregrave e Ran Mori 2 per aver seguito tutta la storia e per le recensioni incoraggianti :)
Quindi arrivederci a tutti, Amelia_6


PS: C'è i progetto un prequel con portagonisti Shiho e Jio e Susan e Charles :)

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