Caso Chiuso, La fine dei MIB di amelia_6 (/viewuser.php?uid=220549)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dei misteriosi personaggi ***
Capitolo 2: *** Dei nuovi amici 1^ parte ***
Capitolo 3: *** Dei nuovi amici 2^ parte ***
Capitolo 4: *** Una cena italiana 1^ Parte ***
Capitolo 5: *** Una cena italiana 2^ Parte ***
Capitolo 6: *** La lettera 1^ parte ***
Capitolo 7: *** La lettera 2^ parte ***
Capitolo 8: *** L'invito 1^ parte ***
Capitolo 9: *** L'invito 2^ parte ***
Capitolo 10: *** Ran si confida ***
Capitolo 11: *** Benvenuti in America ***
Capitolo 12: *** Un giro per New York ***
Capitolo 13: *** La nostra Scuola ***
Capitolo 14: *** La vacanza si tinge di rosso ***
Capitolo 15: *** Il passato bussa alla porta ***
Capitolo 16: *** Arrivederci New York ***
Capitolo 17: *** Amicizie e misteri, primo indizio ***
Capitolo 18: *** Come un Detective, secondo indizio ***
Capitolo 19: *** L'eterna giovinezza, risoluzione ***
Capitolo 20: *** La scelta ***
Capitolo 21: *** Cara Ran ***
Capitolo 22: *** Due criminali al servizio della giustizia ***
Capitolo 23: *** Bianco VS Nero I^ parte ***
Capitolo 24: *** Bianco VS Nero II^ parte ***
Capitolo 25: *** I corvi neri, la sfida ***
Capitolo 26: *** I corvi, faccia a faccia ***
Capitolo 27: *** I corvi neri, strada a senso unico ***
Capitolo 28: *** Si ricomincia, la vita continua ***
Capitolo 29: *** 10 anni dopo, l'invito ***
Capitolo 30: *** 10 anni dopo, Segreti e Matrimoni a Roma ***
Capitolo 1 *** Dei misteriosi personaggi ***
Caso chiuso Nvu
Dei
misteriosi personaggi
«Ehi
Susan, che stai facendo? Muoviti o perderemo
l’aereo!» disse un ragazzo alto, con i capelli
castani e gli occhi scuri, si chiamava Charles [Carlo in Francese
“scarl”] e aveva 18 anni. «Scusa, stavo
cercando il mio passaporto, non lo trovo più!» gli
rispose una ragazza poco più bassa che aveva dei lunghissimi
capelli, castano chiaro e i suoi occhi erano marroni con delle
meravigliose striature ambrate; anche lei aveva 18 anni e condivideva
con il ragazzo la passione per la chimica e le armi. «Come
non lo trovi più? Quando abbiamo preso il caffè,
l’avevi in mano!» il giovanotto osservava
arrabbiato la ragazza alle prese con la ricerca del prezioso documento
nel luogo in cui si erano fermati per ristorare «Trovato!! Lo
avevo lasciato sul tavolino!» tirò un sospiro di
sollievo «Sei la solita sbadata!» gli disse
dolcemente.
Qualche
minuto più tardi, s’imbarcarono
sull’aereo, e si accomodarono su 2 posti liberi... Susan si
mise vicino al finestrino e lui le sedette accanto intanto le hostess
illustravano a tutti i passeggeri come comportarsi
nell'eventualità di un’emergenza. Una volta
concluse le fasi preliminari, il capitano diede il benvenuto e dopo
poco si partì. Atterrarono a Tokyo alle nove del mattino,
dopo 15 ore di viaggio. Una volta scesi dall’aereo, si
diressero al ritiro bagagli per prendere le valige e poi si diressero
in albergo con un taxi...
In
pochi minuti i due giovani giunsero a destinazione. «Charles
io vado a prendere le chiavi della stanza mentre tu prendi i bagagli
ok?» gli chiese con il sorriso «Agli ordini
capo!» e ridendo prese dal portabagagli le loro valige,
mentre Susan andò verso la receptionist... «Salve,
come posso esserle utile?» chiese una giovanissima donna.
«Salve, ho prenotato una camera doppia»
«Va bene, mi può dire il suo nome?»
«Certo, Susan De Ginelli!» «De
Ginelli» «Susan» la ragazza
tirò fuori le chiavi della stanza dopo aver preso visione
dell'archivio informatico «trovate!! Ecco a lei le chiavi
della stanza, la accompagnerà il signor Mitsuya»
concluse indicando un ragazzo alla destra che molto cordialmente
s’inchinò alla giovane ospite «Va bene,
molte grazie, ma può aspettare un attimo a momenti dovrebbe
arrivare il mio ragazzo con i bagagli!» «Ok, non si
preoccupi signorina» sorrise mentre il giovane si avvicinava
«Eccomi sono arrivato» «siamo qui, lui
è Mitsuya, ci accompagnerà nella stanza, la
527» «Grazie mille» rispose anche lui
inchinandosi leggermente, per poi seguirlo. Arrivati nella stanza,
disfarono i bagagli e quando ebbero finito, notarono che
l’orologio segnava mezzogiorno e così decisero di
andare a pranzo.
Finito
di pranzare uscirono e con una cartina si diressero verso il liceo per
convalidare l'iscrizione, poiché erano ancora minorenni, i
genitori di entrambi avevano mandato una lettera nella quale chiedevano
l’ammissione alla classe, che fu accettata. Infatti, una
volta lì vennero accolti e presentati alla classe nella
quale erano, stai ammessi.
--
TOC, TOC -- qualcuno interruppe la lezione che si stava svolgendo
nell'aula, bussando alla porta; ricevuto il permesso della docente
entrò... «Salve» disse l’uomo
che non era altri che il preside dell'Istituto, che avvicinatosi alla
cattedra presentò i due giovani. «sono qui per
presentarvi dei nuovi compagni: loro sono Susan De Ginelli e Charles De
Mattei, e frequenteranno questa classe da domani.» fece una
breve pausa poi riprese «Vengono dagli Stati Uniti, ma sono
di origini italiane e sono qui per una ricerca, ma per non rimanere
indietro con lo studio delle altre materie seguiranno i corsi con
voi» il preside terminò la sua presentazione, e i
due giovani studenti vennero accolti dalla classe con un solare saluto.
«Buon giorno e benvenuti!» «Salve a
tutti» risposero i due con fare sicuro e disinvolto
«Salve, ragazzi. Benvenuti in questa scuola!»
sorrise, gentilmente, l'insegnate «Grazie!»
risposero Susan e Charles, all'unisono «Prego ragazzi, fate
sentire a loro agio i nuovi arrivati, qualcuno di voi si
presenti!» la professoressa pronunciò tale
richiesta con un tono più freddo, rivolgendosi ai suoi
allievi. A prendere parola fu una ragazza dai capelli marroni e lunghi,
che si alzò e si presento: «Salve io sono Ran, Ran
Mouri, piacere di conoscervi, mentre la ragazza vicino a me,
è Sonoko Suzuki» «Salve, piacere di
conoscervi!» si alzò in piedi anche la ragazza
interpellata «Il piacere è tutto
nostro!» risposero ancora una volta all’unisono
facendo ridere tutti, ma furono subito richiamati dalla professoressa.
«Va bene, ora togliamo il disturbo, così
può continuare con la lezione» intervenne il
preside dirigendosi verso la porta e facendo accomodare fuori i due
fidanzati dove si scuso per il disturbo e si ritirò nel suo
ufficio, lasciando i ragazzi andare a casa. «Charles, andiamo
a fare un giro per la città?» propose la simpatica
ragazza «Sì, perché no!». I
due italo-americani iniziarono il giro della città mentre
Ran, finite le ore scolastiche pomeridiane, ritornò a casa.
«Ciao a tutti, sono a casa!!» esclamò a
gran voce per farsi udire da suo padre, il famoso detective Goro, e
dall'amico Conan, un bambino dalle spiccate capacità
deduttive.
La
sua straordinaria intelligenza trovava spiegazione nel fatto che la sua
reale identità era quella di un celebre detective liceale,
Shinichi Kudo. Shinichi era regredito allo stato infantile a causa di
un farmaco che gli fu fatto ingerire da un esponente di
un’organizzazione criminale allo scopo di farlo tacere per
sempre. Qualcosa però andò sorto, e adesso il
giovane detective si ritrova nel corpo di un bambino a dover vivere
nella stessa abitazione della sua amata Ran. La ragazza però
non sa la verità, perché il ragazzo, la vuole
tenere lontana dai pericoli. Gli unici a conoscere la sua reale
identità sono il Dottor Agasa, il quale gli ha fornito le
nuove generalità, i suoi genitori, che sono affermati VIP
statunitensi e Ai Haibara, anch'essa regredita all'età di 7
anni dopo la morte della sorella che come lei faceva parte
dell'organizzazione. Infine Chris Vineyard, alias Vermouth,
un’attrice molto affascinante che lavora nella banda dei
criminali, ma che per qualche misteriosa ragione sta coprendo
l'identità dei ragazzi.
«Ciao
Ran!» rispose al saluto il detective Goro, intento a
sfogliare un quotidiano «Bentornata Ran, com'è
andata a scuola?» domandò gentilmente il bambino
mentre leggeva un libro di Sherlock Holmes, il suo idolo.
«Bene Conan, anche se oggi il preside è venuto in
classe!» «Come mai?»
«Perché sono arrivati due nuovi studenti
stranieri» «capisco» il bambino rimase
sorpreso dalla notizia, in fondo si stava pur sempre parlando dei suoi
veri compagni di classe. «Ran sbrigati che ho fame, inizia a
preparare la cena!!» iniziò a sbraitare come il
solito, il pigro detective. «Ma papà, manca ancora
due ore!» «Su Goro adesso dovrebbe andare in
diretta il programma di Yoko Okino, no?»
«Giusto!!» «Meno male che ci sei tu
piccolo!!» e accendendo subito il televisore si perse in una
dimensione tutta sua. Intanto il piccolo detective, incuriosito, chiese
a Ran qualcosa in più. «Hey Ran, ma sai chi sono
questi ragazzi!» «So solo quello che ha detto il
preside oggi in classe quando li ha presentati, si chiamano, se non
sbaglio, Susan De Ginelli e Charles De Mattei e vengono dagli Stati
Uniti, ma sono di origini italiane e sono qui per una ricerca, ma per
non rimanere indietro con lo studio delle altre materie seguiranno i
corsi con noi» gli rispose ripetendo le parole del preside.
«devono essere bravissimi allora» disse Conan con
la vocina da bambino «già» gli sorrise
Ran «ora che ne dici di aiutarmi in cucina?»
«certo» annuì e segui l’amica
nella piccola cucina.
****************************************
angolo autrice ***********************************
Salve
a tutti vi ri-presento questo
primo capitolo revisionato con il mio amico Michael
Jackson,
che mi ha aiutata moltissimo! Ricordo poi che i cognomi li ho scelti a
caso e
non sono un genio con i nomi giapponesi! Ringrazio nuovamente Michael
Jackson
e invito SpinellaTappo98 che ha recensito i vecchi capitoli ha dirmi
che ne
pensa!
Appresto
Amelia_6
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Capitolo 2 *** Dei nuovi amici 1^ parte ***
Dei
nuovi amici 1^ parte
Era
la mattina seguente, e dopo essersi preparata per andare a scuola, Ran
uscì di casa insieme a Conan. «Ran fermati,
aspettami!!» sopraggiunse una voce familiare
«Sonoko, tutto bene?» «Sì,
apparte la corsa» si fermò a prendere
fiato. Il gruppo partì e le ragazze iniziarono a
parlare dei due nuovi e particolari compagni di classe. Quando
raggiunsero un incrocio trovarono la squadra dei giovani detective che
aspettava Conan. «Ragazze io vado» «certo
ci vediamo oggi pomeriggio, ciao» lo salutò Ran
«ciao» rispose finche si allontanava. Arrivarono a
scuola, in leggero anticipo e così si sederono su una
panchina del vialetto della scuola. «ehi» si
rivolse Ran all’amica «hai visto per caso i due
ragazzi di ieri?» «no, ma a momenti iniziano le
lezioni! Per cui dovrebbero arrivare» rispose la Suzuki
proprio nel momento in cui i due giovani avevano messo piede nel
vialetto. «Eccoli!» esclamò la karateka
prendendo per mano l’amica e correndo loro incontro
«Salve ragazze!» salutò cordialmente la
simpatica Susan come segno di risposta «Ciao, sono contenta
di rivedervi, tutto bene?» «Si, grazie,
Ran?» disse con fare insicuro la giovane dai capelli castano
chiaro «Si!» «è normale, Susan
ha una memoria fotografica!» rispose ironicamente Charles
«Comunque non ci sono stati problemi fin’ora, in
albergo ci hanno trattato benissimo, e la gente del luogo è
gentilissima!!» mostrò gioia Charles.
«Benissimo, sono contenta!» «Ma scusate
l’indiscrezione» si intromise Sonoko
«dormite in un albergo?» «Sì,
perché? C’è qualche
problema?» domandò Susan, non avendo capito il
senso della domanda «No ma pensavo che aveste una casa per
essere più comodi!» «Anche noi avevamo
pensato a questa opzione, ma purtroppo vicine alla scuola non ce ne
sono!» rispose Charles «capisco, e per quanto tempo
vi fermerete qui in Giappone?» «Beh non lo so, da
un minimo di 6 mesi ad un massimo di 36» «Ehi Ran,
ora che ci penso... il ragazzo che abitava a casa di Shinichi, Subaru,
se n’è andato, o sbaglio?» chiese Sonoko
all'amica sottovoce «Non ti sbagli, se ne è andato
orami da due settimane, ma perché me lo chiedi?»
«Ma è ovvio!» esclamo
«Protesti chiedere al “tuo maritino” di
ospitare i due ragazzi già che lui non
c’è mai!» concluse con un ammiccamento
sorridente. «Intanto non è “il mio
maritino”... ma comunque posso chiederglielo, non dovrebbero
esserci problemi» L'amichevole conversazione venne disturbata
dal melodioso suono del "Carillon de Westminster", che
annunciò l'imminente inizio delle lezioni, invitando la
scolaresca a prendere posto nelle rispettive aule. «Forse
prima sarà meglio andare in classe o ci sgrideranno tutti e
quattro» rinviò Susan la discussione, e con un
sorriso si diressero tutti verso l’aula. Il tempo non passava
più... le lezioni di inglese e di giapponese che si
susseguirono furono una vera tortura, ma alla fine suonò la
campanella della pausa pranzo che risollevò gli animi.
«Susan, Charles aspettateci veniamo con voi»
«Oh, yes sure!» disse Susan soprapensiero.
Dopo
pochi minuti i quattro ragazzi arrivarono nel parco della scuola dove
si sedettero per pranzare. «Come
va il primo giorno di scuola?» domandò Ran
«Non c'è male, ma che noia ragazze!»
rispose Susan «Ho visto che fate fatica con la grammatica
giapponese, ma se posso aiutarvi chiedete pure!» Ran si
mostrò ancora una volta molto disponibile nei confronti dei
due stranieri, che la ringraziarono. «Grazie mille, ma per il
giapponese possiamo farcela tranquillamente da soli, il peggio
è l’inglese!» affermò Charles
generando stupore «Perché?»
«più che altro è pesante, per il fatto
che noi queste cose le sappiamo già, infatti, le abbiamo
fatte ai primi anni di liceo, quando eravamo negli Stati Uniti... per
farti un esempio, è come se tu andassi negli USA e come
seconda lingua facessi il giapponese, non so se mi spiego?»
«Ma certo, ho capito quello che intendi, in effetti, sarebbe
una vera tortura» [Autrice: se le sente Conan, non so cosa
potrebbe succedere!] «Comunque se invece voi avete bisogno
per l’inglese non fatevi problemi, chiedete pure!»
si fece gentile il ragazzo. Intanto si avvicinò e mise il
braccio sulla schiena di Susan, la quale si avvicinò a lui
senza respingerlo, e come sempre Sonoko non resisti dalla voglia di
intervenire «Ehi ehi ma voi due state insiemeee»
sorrise ammiccando alla ragazza «Si Sonoko, più o
meno da quando ci siamo trasferiti negli USA, per cui da circa 5
anni» rispose gioiosa la bella Susan «Wow state
davvero bene insieme!» «Grazie Ran, sei molto
gentile» «Ma a proposito di piccioncini, Ran, non
dovevi chiamare Shinichi?» ricordò Sonoko
«Giusto, adesso provo a chiamarlo!» ed estrasse il
cellulare dalla tasca componendo il numero dell'amato detective
«Scusate ma chi è Shinichi?»
curiosò Susan «È il maritino di
Ran» esclamò Sonoko sorridendo
«È solo il mio amico d’infanzia, siamo
cresciuti insieme» la ragazza non seppe controllare le
emozioni, e arrossì. Non molto lontano da li, nella scuola
elementare, il piccolo Conan era in pausa con i suoi amichetti,
finché non udì la vibrazione del suo cellulare...
"Ma chi è?” “È
Ran!” “cavolo ma sta chiamando Shinichi,
chissà che cosa vuole?" E intanto con la solita scusa che
doveva andare in bagno, iniziò a correre per allontanarsi, e
preso il papillon con il dispositivo cambia-voce integrato, rispose con
la voce di Shinichi, il suo alter ego. «Si pronto»
«Ciao, ti disturbo?» «No Ran, figurati,
ma ho poco tempo purtroppo» «Ok, ho conosciuto due
ragazzi che sono appena arrivati dagli Stati Uniti, e non essendo
riusciti a trovare una casa, li tocca dormire in albergo, potresti
prestare loro casa tua così da essere più
comodi??» fece una pausa «Sono delle bravissime
persone non devi preoccuparti di questo!!» «Ok non
c’è problema, mi fido di te, chiedo solo che non
vengano toccate le mie cose, mi da fastidio» rispose il
generoso detective liceale senza pensarci troppo «Grazie! E
non ti preoccupare!!» «Mi fido, comunque le chiavi
le puoi chiedere al dottor Agasa, lui dovrebbe averne una
copia» «Ok va bene, ci passerò
più tardi, e grazie ancora Shinichi!!»
«Di nulla, ma adesso devo proprio salutarti, appresto
Ran!» «Ok, appresto Shin» e
così dicendo chiusero, con malinconia, la chiamata.
L’umore di Ran era peggiorato, chiamare per pochi secondi
Shinichi la faceva star male e di questo i due stranieri se ne
accorsero. «È un sì, vero?»
osservò Sonoko «Ha detto che non ci sono problemi,
e che una copia delle chiavi la possiamo andarla a prendere dal dottor
Agasa» «Dottor... Agasa?» chiesero i due
con un volto sorpreso «Sì, è uno
scienziato che abita vicino Shinichi» Il suono della campana,
tanto odiata e amata dagli studenti, non tardò ad arrivare
per mettere fine alla pausa. «Sarà meglio
andare» disse Charles ottenendo l'approvazione del gruppo.
*****************
Autrice *************************
Autrice:
Salve a tutti :) Come va? Eccovi il secondo capitolo della mia storia,
anche questo molto tranquillo. Ma non preoccupatevi presto arriveranno
capitoli un po’ più coinvolgenti (Si
può dire? o_O?)
Conan:
Su per favore, ammettilo non sapevi come allungare il brodo!
Autrice:
Conan! Scusate tutti, spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto
nella sua semplicità, aspetto le vostre recensioni sia belle
che brutte :) Ringrazio Zanexd22 per la precedente recensione e Michael
Jackson, che mi ha aiutato nella stesura della storia. Arrivederci al
prossimo capitolo :D
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Capitolo 3 *** Dei nuovi amici 2^ parte ***
Dei
nuovi
amici 2^ parte
Le
ore pomeridiane erano finite ed i quattro ragazzi, come deciso, si
diressero
verso la casa del professor Agasa, per ritirare le chiavi di Villa
Kudo, che
per qualche tempo avrebbe ospitato la giovane coppietta. Il gruppo,
avvicinatosi alla casa, bussò, e ad aprire si
presentò una bambina dai capelli
ramati che fece accomodare gli ospiti, restando però
impassibile. Susan e
Charles però continuavano a guardarla con sguardo perso come
se ci fosse
qualcosa che non andasse bene. «Susan, Charles questo
è il dottor Agasa» iniziò
Ran con le presentazioni «Piacere di conoscervi
ragazzi» esclamò con gioia «Il
piacere è nostro! Il mio nome è Susan De Ginelli,
e il ragazzo è Charles De
Mattei!» alla presentazione fecero seguire un lieve inchino
«Questi invece sono
i giovani detective, abbiamo Conan, Ai, Ayumi, Genta e
Mitsuhiko» il dottore
presentò anche i bambini, che erano a casa del professore
per bere un buon the
caldo in compagnia. «Piacere di conoscervi»
risposero i ragazzini all'unisono
«Grazie, anche per noi» sorrise Susan.
«Ehi Conan, non mi sento sicura» iniziò
a bisbigliare Ai al giovane «l’ultima volta
l'ospite» lasciò in sospeso la
frase, ma il giovane detective capì cosa voleva dire.
Aì
Haibara è la ragazzina che ha inventato il farmaco che ha
fatto rimpicciolire
Conan. Il suo vero nome è Shiho Miyano e un tempo lavorava
per l'organizzazione
criminale come scienziata. Dopo la morte della sorella a causa della
volontà di
uscire dalla banda, ha ingerito la stessa pillola di Shinichi. Ma come
successo
al detective regredisce allo stato infantile, riuscendo così
a mettersi in
salvo e a rintracciare l'abile detective Shinichi Kudo. La bambina
però viene trovata
dal dottor Agasa che la ospita e le suggerisce un nuovo nome
Aì Haibara. Arrivata
a scuola conosce Conan Edogawa (Che sa essere Shinichi Kudo) e la
squadra dei
giovani detective.
«Non ti
preoccupare, l’idea è stata di Ran»
«E
se si fossero avvicinati per arrivare a noi?» la ragazzina
mostrava chiari
segni di turbamento «Su Ai non fare così,
è stata Ran a stringere amicizia, e
poi mi sembrano delle brave persone, ogni tanto metti da parte la tua
diffidenza e fidati di più di me!» concluse
lanciando un occhiolino «Infatti,
sappiamo benissimo cos'è successo l'ultima volta che hai
detto così... per te
sono tutte brave persone finché non commettono un
omicidio» disse con tono di
sfida e un po’ di cattiveria nella voce
«He-he» sorrise imbarazzato. «Ehi voi
due, che avete da bisbigliare, ho per caso qualcosa che non
va?» sbucò
improvvisamente alle loro spalle la simpatica Susan, con un sorrisino
affettuoso stampato in viso «No no, è solo che la
mia amica mi voleva chiedere
una cosa, tutto qui!» disse preso alla sprovvista
«Ma tranquilli ragazzi, stavo
solo scherzando, ma aspetta, come hai detto che ti chiami?»
domandò
rivolgendosi al piccolo. «Conan» «Conan,
come il famoso scrittore Arthur Conan
Doyle, il creatore di Sherlock Holmes» «Si
esatto» disse Conan e poi pensare
“brava però” «Quindi anche tu
ami i gialli?» intervenne Ran sentendo il
discorso «Beh, ho letto solo qualche libro di Doyle e di
Edogawa» «Edogawa?»
«Certo, Rampo Edogawa, perché?»
«Mi ha stupito perché Conan fa Edogawa di
cognome» «Ah non lo sapevo, ma allora devi essere
proprio un genio nel
risolvere i casi, dato che porti sia il nome sia il cognome di due
giallisti
molto importanti!» ipotizzò rivolgendosi al
diretto interessato. «Lo so,
infatti, i misteri mi sono sempre piaciuti!» sorrise
«Allora dovremmo
presentarti un nostro caro amico, fa lo scrittore di libri
gialli...» s’intromise
anche Charles nel discorso «Davvero??» si
entusiasmo Ran «Proprio così, si
chiama Yusako Kudo, nonostante abbia origini nipponiche, si
è distinto molto
nella Grande Mela!» Susan fece una rivelazione shock
«Yusako Kudo?» esclamò la
karateka meravigliata al massimo «Emh... sì,
perché questo stupore?» chiese
Susan «Perché è il padre di
Shinichi!!» «Ah già, mi avevano detto,
lui e sua
moglie Yukiko, che hanno un figlio della nostra
età!» «Eheheh, quanto è
piccolo
il mondo!» disse con ironia Charles «Sono
d’accordo!» confermò la ragazza
«ma è
da tanto tempo che non li vedo» «Già,
anche noi» disse Susan.
«Susan,
io andrei a prendere le nostre cose in albergo e a saldare il conto,
che ne
dici?» cambiò discorso il ragazzo dopo aver
buttato uno sguardo verso
l'orologio che teneva al polso
«Sì, è un ottima idea!»
«Aspettate un attimo, forse è meglio se vi
facciamo
vedere prima la casa!» esclamò il dottor Agasa
«Sì! Il dottore ha ragione»
osservò Ran «Charles in effetti non c'è
fretta, prima diamo un occhiatina alla
casa» sorrise la bella De Ginelli «Bambini, voi
invece è meglio che voi andiate
a casa, siete già in ritardo, e i vostri genitori vi
staranno sicuramente
aspettando dato che avevate detto che vi sareste fermati qui per
mezz’ora!»
«Cosaaa?! È già ora?»
risposero ancora una volta in coro «Sarà meglio
andare
adesso» «buona giornata a tutti, e piacere di aver
fatto la vostra conoscenza!»
salutò Mitsuhiko seguito dagli amici Genta e Ayumi, i quali
vennero ricambiati
con molto affetto. Dopo che i ragazzi se ne furono andati, il dottor
Agasa
prese le chiavi e le porse ai due italo-americani e li accompagno
insieme a
Ran, Sonoko e Conan. Arrivati
a villa
Kudo, le simpatiche ragazze presentarono loro l'abitazione. Il giro
durò solo
un quarto d'ora e subito dopo il gruppo si divise lasciando la giovane
coppietta nella nuova dimora.
«Susan,
io vado in albergo, tu invece occupati della spesa e della cucina, ho
una
voglia matta di mangiarmi una bella pastasciutta
all’italiana!» esclamò con un
solare sorriso fra le labbra «Non c’è
problema, anche io ho voglia di un piatto
di pasta, lo faccio volentieri!» gli rispose «Ah
già, prima che me ne
dimentichi, ecco la tua carta di credito, sai, preferisco portarla
sempre con
me!» mentre consegnava la carta, lanciò un
ammiccamento ironico «Ok grazie, e
stai tranquilla che non sono smemorato come qualcuno!»
sorrise anche lui
«Sempre molto divertente» «Mi raccomando,
piuttosto non perdere la tua di
carta!» «Ma stai tranquillo!»
«Ok, allora vado, a dopo!!» «Bye
bye!». La
ragazza entrò in casa e iniziò a cercare carta e
penna, li trovò nella
biblioteca. “dunque” pensò "a
già la spesa" e girando per casa annotò
tutto quello che serviva. L’unica cosa che la
colpì fu una grande fotografia
nascosta in un angolo della sala da pranzo, ritraeva due coppie con due
bambini
che Susan avrebbe giurato di conoscere.
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Capitolo 4 *** Una cena italiana 1^ Parte ***
Una
cena italiana 1^ parte
Era passata una settimana da quando Ran e i due ragazzi si erano
conosciuti così domenica decisero di andare a fare un giro.
«Susan, Charles!» urlò Ran che correva
insieme a suo padre Goro e il piccolo Conan verso i due ragazzi,
«ciao, tutto bene?» chiese loro Susan sorridendo
«si grazie, scusate il ritardo!» rispose la
karateka «tranquilli, lui è tuo padre?»
chiese Charles «sì, papà loro sono
Susan e Charles, i ragazzi di cui ti ho parlato» rispose Ran
presentando poi i due italo-americani «piacere, io sono il
celebre detective Mouri Goro» disse Goro dandosi delle arie,
come suo solito «scusate, dove volevate andare?»
chiese poi, il piccolo detective «non saprei, tu cosa ci
consigli?» disse Charles, portandosi una mano al mento
«io andrei al parco, è un posto tranquillo e poi
possiamo fermarci a mangiare qualcosa sui tavolini» disse
Conan, facendo l’aria da bambino, cosa che gli riusciva
perfettamente «uff, io non voglio non mi piace andare al
parco!» disse Goro «su papà,
perché non iniziamo ad incamminarci, non è male
come idea» disse Ran sorridendo «va bene»
concluse il detective dormiente! Il gruppo iniziò a
percorrere le vie del quartiere quando trovò la strada
bloccata dalle auto della polizia, davanti ad esse c’erano
l’ispettore Megure, i detective Takagi e Sato e una signora.
«Buongiorno
ispettore Megure» disse il detective «oh Salve
Goro» «Buon giorno ispettore»
dissero Ran e Conan. «ciao ragazzi e i vostri amichi chi
sono?» chiese notando i due stranieri «io sono
Susan de Ginelli, lui invece è Charles de Mattei, molto
piacere» disse la ragazza inchinandosi leggermente
«molto piacere» si aggiunse il ragazzo inchinandosi
a sua volta «piacere mio, io sono Juzo Megure»
rispose L’ispettore «cos’è
successo?» chiese poi Goro indicando le macchine della
polizia «il proprietario è stato trovato morto in
cucina, pensiamo sia stato avvelenato» disse Megure
«interessante chi era?» continuò Goro
«si chiamava Horiuchi Ogawa aveva 42 anni e viveva in questa
casa con la moglie Kayoko Ogawa» disse l’ispettore
«mi scusi ha detto Kayoko Ogawa?» chiese
Ran «sì, è una professoressa del
liceo» continuò l’ispettore
«Lo so è una delle mie insegnanti,
dov’è adesso?» chiese, Ran preoccupata
«Lì con Takagi e Sato, la stanno interrogando.
Quando hanno finito puoi andare» rispose Megure
«grazie mille!» disse la giovane. «mi
scusi ispettore Megure, posso sapere con che cosa è stata
avvelenata la vittima?» chiese Susan «Come mai lo
volete sapere?» «Le rispondo io
ispettore, Susan e Charles sono due grandi appassionati di
chimica!» disse Ran che stava aspettando e che ricordava
quando i due giovani le dissero le passioni che avevano in comune.
«capisco, crediamo che la morte sia sopraggiunta a causa
della Belladonna» disse l’ispettore aprendo il
taccuino dove vi erano gli appunti «capisco, la Belladonna
viene usata in piccole dosi anche in campo terapeutico, sa per caso se
la vittima la assumeva?» intervenne Charles «no mi
spiace ma posso chiedere» rispose l’ispettore, con
espressione sorpresa data la bravura dei due stranieri. «Sei
bravissimo!» esclamò Conan che aveva ascoltato la
conversazione, incuriosito anche lui dalla bravura dei ragazzi,
«grazie mille Piccolo» rispose sorridendo
«perché hai chiesto se assumeva la
belladonna?» chiese Conan con espressione infantile.
«va a loro vantaggio, così potranno sapere se il
veleno era in casa o era all’esterno, se l’uomo
conosceva, o no, il farmaco» disse Susan che si era aggiunta
alla conversazione «capisco, voi sapete per cosa viene
utilizzata la Belladonna?» «certamente, la
Belladonna è un farmaco con proprietà
Antiemorroidari lenitive e Antimuscariniche (autrice: che paroloni!)
disse Charles «in sostanza, blocca i recettori che
controllano la salivazione e le secrezioni, inoltre induce sonnolenza,
stordimento, rilassa i muscoli e aumenta la frequenza
cardiaca.» Continuò Susan
«capisco!» disse Conan dopo aver ascoltato la
conversazione dei due giovani «ragazzi, secondo la moglie il
marito non prendeva il farmaco né lo conosceva»,
disse l’ispettore avvicinandosi nuovamente al gruppo insieme
agli agenti Sato e Takagi. «per cui se la moglie ha detto la
verità, il veleno non era presente in casa e quindi il
colpevole l’ho ha portato con se» disse Susan
ragionando ha voce alta «scusate, è stato trovato
un contenitore o qualche cosa, dove mettere il farmaco?»
chiese Charles «no mi spiace, la scientifica non ha trovato
nulla» rispose Takagi. «capisco, un’altra
cosa da quanto è morto l’uomo?» a
domandarlo, fu la bella italo-americana «da circa 13
ore» rispose Sato «per cui è morto alle
9 di ieri sera» disse Charles. «un’ultima
cosa, se siete sicuri che non si sia avvelenato da solo, avrete dei
sospetti?» domandò Susan «Non abbiamo
prove per supportare nessuna delle due tesi. Comunque le persone
coinvolte e indiziate sono tre, Rui Hikasami un’amica della
moglie; quando l’amica non c’è, fa le
faccende all’interno della casa perché
l’uomo vi è raramente e i due non si conoscevano
che di vista. Kioichi Kuroimy il suocero della vittima, non era in
buoni rapporti con Horiuchi perché avevano avuto una disputa
per i soldi. E Benjiro Tomiky un vecchio amico della vittima erano in
ottimi rapporti ed era qui per incontrare il signor Ogawa»
disse Sato controllando gli appunti sul taccuino.
*****************************
Angolo Scrittrice*******************************
Salve
ragazzi, sono di nuovo qua per riproporvi l’episodio 4 della
mia ff! In questo capitolo c’è un nuovo caso chi
è il colpevole? Ringrazio come sempre Michael Jackson per il
suo aiuto :)
Ci
rivediamo al prossimo capitolo ;) Amelia_6
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Capitolo 5 *** Una cena italiana 2^ Parte ***
Una cena
all’italiana 2^ parte
Ran,
suo padre il celebre detective Goro e Conan in compagnia dei
due nuovi amici Susan e Charles decidono di andare a fare una
passeggiata ma si imbattono in una caso riguardante il marito di una
professoressa del liceo Teitan, il signor Horiuchi Ogawa. I due
stranieri saputo che l’uomo era stato avvelenato, o si era
avvelenato, iniziano a indagare sul caso in compagnia del Detective
Goro e Conan.
«Sappiamo
che la vittima è morta a causa della Belladonna. Se fosse un
omicidio, le persone coinvolte sono un’amica della moglie,
Rui Hikasami, il suocero della vittima, Kioichi Kuroimy, e un amico
di Horiuchi, Benjiro Tomiky» Fece un riassunto
Susan «La persona che ha somministrato il veleno, doveva
sapere i suoi effetti e anche il modo in cui utilizzarlo; la vittima
secondo la moglie non lo conosceva» «scusate,
perché non sospettate della moglie?» chiese il
detective ricordandosi della donna «da quello che la
professoressa mi ha detto» intervenne Ran
«lei era a scuola e l’alibi è stato
confermato» «per cui la polizia l’ha
esclusa a priori e poi non sono ancora certi se si tratta di suicidio e
di omicidio.» «Continuando il discorso Charles se
ci pensi tutti i medicinali vengono accompagnati da un foglietto
illustrativo che spiega come utilizzarli»
evidenziò la sua fidanzata «hai ragione, allora
cosa e com’è successo?» «se
pensiamo ad un omicidio, il farmaco potrebbe essere stato sostituito,
oppure era nel cibo o il colpevole glielo l’ha costretto ad
ingerire» «nessuno dei tre sospettati era a diretto
contatto con il cibo di Horiuchi, quindi si può
escludere» «l’ispettore, mi ha detto di
informarvi che la porta d’ingresso era chiusa e non
presentava delle scassinature» intervenne Goro
«capisco per cui, si può escludere Benjiro e il
suocero, che non avevano le chiavi» continuò
Susan «rimane Rui, ma non ha senso i due si
conoscevano solo di vista, la vittima era solita lavorare fuori casa,
tornava per pranzo quando la donna se ne era ormai andata»
disse Charles «ho scordato di chiedere
all’ispettore chi ha trovato il corpo?» esclamo
l’italo-americana «l’amico, ha bussato
più volte ma nessuno rispondeva, quando stava per andarsene
Rui è arrivata e gli ha confermato che di solito
l’uomo non era in casa» «Ha fatto
comunque accomodare l’uomo ma arrivati in salotto hanno
trovato il corpo della vittima senza vita» disse Goro, che
stava seguendo il ragionamento dei due ragazzi «aspettate, ma
se è così allora il colpevole deve
essere lui!» penso il piccolo detective. Conan
corse verso l’abitazione e di nascosto entro in casa, si
diresse in salotto e quando trovò la prova che cercava,
uscì. Il problema più grande ora erano i due
stranieri, se per caso lo avessero scoperto, era nei guai! Ma dovette
cambiare subito idea, Susan e Charles avevano smesso di fare i
detective incoraggiati anche dall’ispettore e stavano per
andarsene insieme a Ran, Goro e tutti i sospettati. «Goro, -
urlò il piccolo detective – puoi venire un attimo
devo chiederti una cosa» «uffa che vuoi
moccioso?» Il poveretto non fece in tempo ad avvicinarsi che
Conan corse nell’abitazione, Goro si affrettò e
quanto lo prese il piccolo detective lo addormentò e
chiamò a se tutti quanti per spiegare il caso. Goro
iniziò a parlare e chiamò in causa
l’amico della vittima, Benjiro Tomiky, «sa devo
dire che è stato bravo a mentire signor Tomiky, lei e la
signorina Rui vi conoscevate benissimo!» «cosa non
è vero» «vuole negare, Conan ha trovato
vicino al cadavere una fotografia sua e della signora,
abbracciati!» il detective fece una pausa «la foto
porta la data di tre anni fa esatti e la firma della donna!»
«Basterà esaminarla per trovare le sue impronte,
signor Tomiky» «non era mia intenzione, sapevo dove
nascondeva le chiavi, le ho prese e sono entrato; quando mi ha visto si
è meravigliato ma gli ho fatto dire la
verità!» cadde in ginocchio in lacrime e
continuò «la sorella della signorina Rui era
ammalata, doveva subire un trapianto ma la sorella non poteva
così si rivolse all’amica ma non era compatibile;
il marito invece sì!» «ma lui non volle
sottoporsi all’intervento e questo portò in un
anno alla morte della ragazza» fece un’altra pausa
ma a prender parola fu la moglie della vittima «questo non
è vero, in realtà mio marito lo avrebbe fatto ma
in quel periodo aveva avuto anche lui dei problemi e il medico gli
sconsiglio di fare l’operazione»
«cosa?» dopo quell’affermazione
l’uomo cedette si lasciò ammanettare.
«Aspetta Goro, come ha fatto ad avvelenarlo?»
«Probabilmente la vittima gli ha offerto da bere e quando lui
non vedeva il signor Tomiky, ha aggiunto del ghiaccio, dove era stata
aggiunta della belladonna» «Il detective Goro ha
ragione, ho sciolto la belladonna nell’acqua che poi ho
congelato» «Capisco, portatelo via» disse
l’ispettore e l’uomo uscì accompagnato
dagli agenti.
Il
caso era risolto ma era anche pomeriggio inoltrato così
Susan e Charles, invitarono gli amici a cena. Che accettarono
volentieri. La camminata non fu lunga e quando il gruppo
arrivò davanti villa Kudo, i giovani fecero accomodare gli
ospiti. «accomodatevi pure, arrivo tra 1 minuto»
disse la ragazza dai lunghi capelli «va bene,
grazie» dissero tutti. «eccomi sono andata a
cambiarmi e ora per voi preparerò un piatto di pasta
all’italiana» che ne dite? «va
benissimo» esclamò il detective «hai
bisogno d’aiuto?» chiese invece il
fidanzato «no, grazie ci penso io tu rimani qui con gli
ospiti» «ok, a dopo» Susan entro in
cucina mise sull’acqua e inizio a preparare il condimento,
quando l’acqua bolli ci buttò dentro gli spaghetti
[N.d.a: uhm buoni, è pure ora di cena, Hahaha scusa vado
avanti], dopo pochi minuti erano pronti li scolò e gli
unì al sugo in una terrina, la mise al centro della tavola e
richiamo gli ospiti con il fidanzato. «È pronto
venite pure» «arriviamo» «ecco
a voi, un bel piatto di
“CARBONARA”» «sei
davvero un ottima cuoca» si complimentò Conan
«grazie» «hai detto che si chiama
CARBONARA, perché si chiama in questo modo?»
«per il fatto che la cucinavano i carbonai»
«wow» esclamò Ran. «certo che
tu, quando si parla di pasta o comunque di cucina sei
un’enciclopedia» disse Charles verso la fidanzata
«mi ricorda qualcuno» disse il piccolo detective
tra se e se ridacchiando. «molte grazie del
complimento» disse e offesa si girò
dall’altra parte facendo ridere tutti compresa lei. Dopo cena
la famiglia Mouri e Conan non si fermarono molto e quando fu ora di
uscire Goro disse «grazie dell’ottima
cena», «ci farà sicuramente piacere se
ci venite a trovare ogni tanto» disse poi Ran
«grazie verremmo sicuramente» risposero Susan e
Charles ringraziando con un inchino.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
FONTI:
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20130523075119AAFtEaJ
---> spiegazione utilizzata
http://it.wikipedia.org/wiki/Atropa_belladonna
--> info generali
http://www.corriere.it/salute/dizionario/antimuscarinici/index.shtml
---> troppo difficile meglio yahoo!
http://web.mclink.it/MJ7834/fitomedicina/plsvetope/pmvetope.html#bpls
--> ispirazione
*********************************Autrice****************************************************
Ed ecco a voi la fine anche del secondo caso :) spero vi sia piaciuto
;) Spero di non starvi annoiando :( mi dispiacerebbe
Piccolo spoiler: la storia prosegue con un altro caso dove saranno
coinvolti i Detective Boys successivamente invece ci sarà
una piccola svolta nella storia :) (Finalmente -_-)
Infine vi invito a recensire la mia FF mi fa davvero molto piacere
sapere cosa ne pensate :)
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Capitolo 6 *** La lettera 1^ parte ***
La lettera
Dopo due settimane Susan e Charles si erano ambientati alla vita
giapponese, andavano molto bene a scuola e i pomeriggi li trascorrevano
nella villetta dei Kudo oppure andavano a farsi un giro con i nuovi
amici. Era un tranquillo sabato pomeriggio, i due italo-americani
stavano leggendo dei libri di chimica quando dalla finestra della
villetta in stile occidentale arrivarono delle urla di bambini.
«devono essere i Giovani Detective»
ipotizzò Charles «Hai ragione» disse
affacciandosi alla finestra Susan «Uhm, hanno suonato al
campanello» disse la ragazza italo-americana per poi
dirigersi verso l’ingresso. Aperta la porta si
trovò di fronte i Detective Boys «Scusi il
disturbo Susan, volevamo chiederle se ha visto un cagnolino color panna
con le macchie marroni?» chiese Conan con la faccia da
bambino «Io no, aspettate, chiedo a Charles»
«Cosa mi devi chiedere?» «Hai visto un
cagnolino panna e marrone?» «No mi
spiace» «Grazie mille, lo stesso» gli
rispose Conan «Aspettate se volete, vi possiamo
aiutare» disse Charles «Sì, grazie
mille» gli rispose il gruppo e insieme si avviarono lungo il
viale della villa.
Le vie di Tokio erano piene di vita mentre un gruppetto composto da
cinque bambini e due ragazzi camminava osservando bene le strade.
«Ragazzi, non mi avete detto di che razza è il
cane» si rivolse Susan ai ragazzi «è un
bastardino, aspetti forse ho una foto nel telefonino» disse
Mitsuhiko ed estratto il cellulare gli mostrò una foto che
ritraeva due bambini con un cagnolino piccolo con le orecchie lunghe e
dal pelo folto. «è davvero molto bello»
disse Susan guardando lo schermo del telefono. «Potremmo
chiedere in giro, Mitsuhiko mi invii la foto per favore»
chiese gentilmente Charles, il bambino acconsentì e gli
mandò la foto del cane che il ragazzo inviò poi
alla fidanzata. «Bene bambini ci conviene dividerci, ci
troviamo qua fra un’ora ok?» «Va
bene». Susan e Charles si avviarono insieme per poi dividersi
ad un incrocio, invece i giovani detective presero strade diverse.
Ognuno chiese ai passanti e nelle abitazioni se lo avevano visto ma
dopo un’ora nessuno era riuscito a trovare il cane.
«Ragazzi avete delle novità?» chiese
Charles «No» rispose Mitsuhiko «Una
signora dice di averlo visto vicino alla casa dei signori Harada, ma
non ne era sicura» disse Aì rimanendo impassibile
«Va bene, possiamo andare a vedere» disse Susan
«Sapete dove abitano?» «Io sì
sono dei conoscenti dei miei genitori» rispose Genta
«Va bene andiamo allora» intervenne Charles.
Il gruppo si diresse così verso la villetta dei Signori
Harada ma quando arrivarono, di fronte alla casa c’erano le
auto della polizia «Ehi, agente Takagi»
urlò Conan ad un uomo alto con i capelli scuri che era
lì vicino «Oh, Conan bambini che ci fate qui? Ci
sono anche i due ragazzi, Buongiorno» «Salve
agente, eravamo alla ricerca di un cagnolino ma che cosa è
successo qui?» chiese la ragazza «Abbiamo trovato
la padrona morta nel salotto» «Capisco, spero che
abbiate successo nelle indagini» disse Charles
«Sarà molto difficile l’arma utilizzata
risale al 1925» «Takagi» «dimmi
Conan» «Non è più facile se
l’arma è rara?» «Vedi Conan,
l’arma è stata utilizzata nell’esercito
Giapponese durante la seconda guerra mondiale e per legge nessuno
dovrebbe tenerne in possesso» Intervenne l’agente
Sato «Mi scusi, ma possiamo sapere che tipo di arma
è?» chiese Charles «Secondo
l’esame balistico, è una TYPE 14»
«TYPE 14 o Nambu tipo 14, con colpi calibro 8x22 e
può sparare 8 colpi» disse Susan
«Sì» dissero Sato e Takagi sbalorditi.
«Avete dei sospettati?» chiese Conan subito dopo
«Sei sempre curioso, vero Conan» Affermò
Sato «Comunque sono: il marito Kazuico Harada, il genero
Motoki Yamazaki, la figlia Fujuco Yamazaki e un amico del marito Motoki
itȯ». Susan e Charles si allontanarono dal gruppo ma Conan li
seguì con lo sguardo. «Quel tipo di arma la
può avere solo un militare, Charles cosa ne
pensi?» «Non saprei, hai ragione
sull’arma» finche i due ragazzi parlavano, un uomo
gli arrivò alle spalle e tossì. «Salve,
ispettore Megure» disse Susan tornando con il sorriso e
rivolgendosi all’ispettore. «Brava»
pensò Conan con la faccia da pesce lesso, notando
la bravura della giovane nel cambiare espressione. «Salve
ragazzi, scommetto avete qualcosa da dire»
«L’arma utilizzata è stata utilizzata
nella seconda guerra mondiale solo i militari possono averla»
disse Susan «Su questo hai perfettamente ragione»
disse l’ispettore «L’avete
trovata?» chiese poi Charles «No, abbiamo
perquisito i sospetti e controllato in tutta la casa non abbiamo
trovato nulla» «Aspettate ma secondo la legge
giapponese, nessuno può possedere delle pistole, solo fucili
da caccia, per di più non devono avere i proiettili
all’interno e devono essere chiuse a chiave» disse
Charles «È vero» confermò
l’ispettore. «Pensando ad altro, cosa hanno detto i
sospettati» «Il marito era ancora incredulo, non ci
ha saputo dire niente; La figlia invece ci ha detto che
l’arma era di suo nonno la tenevano sempre in credenza
sottochiave ed era anche registrata; il genero non era in buoni
rapporti con la donna, stessa cosa per la figlia. Per finire
l’amico del marito non vedeva mai la donna e non andavano
molto d’accordo» disse Takagi consultando
il taccuino. Intanto il gruppo era entrato in casa dove trovarono anche
una lettera mezza bruciata e una busta indirizzata alla vittima dalla
figlia.
*********************************************Autrice********************************************
Sono ancora qua :) Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ;) cosa ne
pensate?
Lo so, lo so starete pensando: «Ancora un
altro caso? Non è possibile ma quando succede
qualcosa?»
Non vi preocupate vi posso assicurare che dopo la soluzione di questo
caso si cambia :)
Aspetto comununque le vostre recensioni :) Vi lascio con qualche
piccolo Spoiler:
Altri personaggi faranno la loro comparsa e si cambierà
anche location, basta non posso dirvi altro :)
Ci vediamo
presto, Con affetto Amelia_6
|
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Capitolo 7 *** La lettera 2^ parte ***
La
lettera 2^ parte
Susan, Charles e i Giovani Detective sono alla ricerca di un cagnolino
quando incrociano le automobili della polizia. L’ispettore
Megure seguito dai detective Sato e Takagi sta indagando
sull’omicidio di Hisae Harada una casalinga di sessanta anni.
La donna è stata uccisa da una pistola usata durante la
seconda guerra mondiale, per precisione una TYPE 14 da otto colpi con
calibro 8x22. La cerchia dei sospettati comprende: Kazuico Harada il
marito della vittima di sessantacinque anni, Motoki Yamazaki il genero
di trentasette anni, la figlia Fujuco Yamazaki di trenta anni e infine
Motoki Itȯ un amico del marito di sessantatré anni.
Susan stava ancora osservando la lettera quando iniziò a
parlare: «Mi scusi Ispettore»
«Sì» «Ha già preso
le testimonianze dei sospettati?» «No, volete
assistere?» «Se non creiamo disturbo»
sorrise Susan e l’ispettore Megure anche se con qualche
dubbio acconsentì. Conan però sapeva che non
l’avrebbero lasciato entrare facilmente e così
mise una cimice nella tasca della giacca di Susan e subito dopo
uscì dalla casa.
Il suono del telefono attirò l’attenzione di un
uomo basso con capelli e baffi bianchi «Si pronto?»
«Salve dottore» «Oh Shinichi sei
tu» «Sì, avrei bisogno della sua
presenza, vede sono in compagnia dei ragazzi e dei suoi nuovi
vicini» «Cos’è
successo?» «Un omicidio ma non posso risolvere il
caso!» «Perché?»
«Non voglio attirare la loro attenzione!»
«Capisco, dove siete» «Quartiere di
Sumida, casa Harada» «Arrivo» disse il
dottor Agasa chiudendo la chiamata. Intanto Conan grazie alla
ricetrasmittente iniziò a seguire gli interrogatori. Kazuico
Harada disse che era al Bar nel momento del delitto, che dovrebbe
risalire tra le 13.30 e le 15.00. Il genero e la figlia erano insieme a
pranzo fino alle 14.00 poi Motoki è dovuto ritornare in
ufficio mentre Fujuco è andata a casa. Infine Motoki Ito era
in compagnia della moglie fono alle 14.30 quando la donna è
uscita per andare a fare la spesa. «Susan, Charles qualche
idea di chi possa essere stato?» chiese l’ispettore
curioso «No ma se ci da un momento forse potremmo azzardare
la nostra opinione» «Uhm, va be-bene»
rispose l’uomo sorpreso. «Bambini»
«Avete bisogno della squadra dei giovani
detective?» chiese Genta eccitato «Sì,
ma è un segreto» disse Charles inchinandosi per
arrivare alla loro altezza. «Ora dovrete farci un grande
piacere, ci potete dire per favore il tempo che ci s’impiega
per andare da un posto all’altro» disse Susan.
Conan rimase sorpreso «Ho capito, non conoscono la zona ecco
il mistero» disse impassibile Aì sottovoce
«Co-cosa, oh sì ma certo» gli rispose
Conan quasi sussurrando. Intanto il ragazzo italo-americano prese un
foglio con degli indirizzi e lo fece vedere al gruppo «Per
andare dall’ufficio della Nakajima Security2 alla casa degli
Yamazaki ci vuole circa quindici minuti, mentre
dall’abitazione al ristorante Ongaku1 ci vogliono circa venti
minuti ed è nella direzione opposta della Nakajima
security» disse Conan controllando la cartina.
«Dall’abitazione degli Yamazaki a quella degli
Harada ci vogliono circa dieci minuti, venticinque dalla
società Nakajima» Continuò Mitsuhiko
«infine l’abitazione della famiglia Ito
è ha sette minuti da qui» disse Ayumi certa.
«Siete stati davvero molto bravi» disse Susan
«Grazie mille» esclamò il gruppo.
«Un’ultima cosa detective, mi sapreste dire quanto
ci s’impiega da qui a quel bar che abbiamo visto
prima» «Pochi minuti forse tre o quattro»
disse Genta «Grazie» rispose Susan.
Le indagini continuavano, Susan e Charles stavano seguendo con
interesse il caso quando arrivò il dottor Agasa
«Salve dottore» dissero i due ragazzi e il gruppo
dei Detective Boys «Ciao bambini, ragazzi»
salutò l’uomo. «Conan mi ha detto cosa
succedeva voi state tutti bene?» chiese lo scienziato
«Sì» confermò Ayumi
«Dottor Agasa, mi hanno detto Ran e Sonoko che anche ha lei
piacciono i misteri» disse Charles «Oh,
sì» rispose sorpreso. «Forse ci
può aiutare cosa ne dice se le raccontiamo quello che siamo
riusciti a scoprire» disse Charles. «Peccato che
non ci sia il padre di Ran è un Detective molto bravo, va
bhè dottor Agasa scommetto che lo sostituirà
benissimo» sorrise Susan mentre Conan con la sua solita
faccia da pesce lesso ricordava che l’unico a lavorare era
sempre lui. La conversazione con il dottor Agasa durò pochi
minuti ma fu utile al piccolo detective, che stava ascoltando,
perché capì come si erano svolte le cose.
«Dottore, vada dall’ispettore ho, o meglio lei ha,
scoperto chi è il colpevole» disse Conan sottovoce.
Intanto l’ispettore aveva visto l’anziano
scienziato e avvicinatosi lo salutò: «Salve Dottor
Agasa, come mai qui?» «Buon giorno a lei Ispettore,
ero venuto a prendere i bambini ma non ho resistito a seguire i
ragionamenti dei due nuovi giovani; e credo di sapere chi è
il colpevole» a parlare non era il dottore ma Conan che con
il suo papion imitava la voce dell’amico. «Signor
Yamazaki Motoki, ci vuole spiegare perché il suo datore di
lavoro ci ha detto che lei è entrato alle tre e mezza del
pomeriggio, quando dal ristorante Ongaku dove lei ha pranzato con la
moglie al suo ufficio ci vogliono solo cinquanta minuti? Cosa ha fatto
negli altri quaranta minuti?» «Ho trovato traffico,
e mi sono fermato a prendere una bibita?» «Lo
può dimostrare?»
«io…» «Vede se lei ci dice il
distributore dove ha acquistato la bibita potremmo
controllare» continuo Conan con la voce del dottore.
«Ma avranno già svuotata e preso il
denaro» «No, non si preoccupi questo lavoro lo
fanno di mattina presto» [N.d.a: Sì avete ragione
ho sparato a caso :P] l’uomo non sapeva come difendersi poi
un ghigno pervase il suo volto e iniziò a parlare
nuovamente: «Quella donna mi voleva rovinare, sapeva che
avevo dei debiti, ma non voleva che Fujuco mi aiutasse. Voleva vedermi
cadere rovinato non mi aveva mai accettato» «Ho
chiesto a mia madre il denaro ma non ha voluto darmelo e per tutta
risposta mi ha detto che lui non meritava che avrei dovuto lasciarlo!
Anch’io avevo un movente Ispettore» «Mi
spiace signora» intervenne l’ispettore Megure
«Ma la sua vicina ci ha confermato che per tutto il tempo lei
non si è allontanata dalla casa, l’ha vista che
stendeva e si occupava del giardino» la donna era scioccata
«Mi spiace tesoro, spero che mi perdonerai» disse
l’uomo lasciando che gli agenti lo ammanettassero. Susan e
Charles che non erano intervenuti durante la spiegazione andarono a
congratularsi con il vicino. «Accidenti»
esclamò all’improvviso Susan «Che
succede?» chiese il fidanzato «Il cane»
disse mentre un cucciolo si avvicinava «Credo che lei lo
abbia trovato» esclamò Genta «O meglio
lui ha trovato lei» intervenne Mitsuhiko «Ma
guarda» disse prendendo il cane in braccio «Lo sai
che non si deve scappare Birba» «Come sa il suo
nome?» chiese Ayumi «È scritto sulla
medaglietta, vedete?» mostro la ragazza «Un nome
azzeccato» pensò invece Conan. «La
macchina è stretta ma vi posso dare comunque un
passaggio» «Non vorremmo abusare della vostra
gentilezza» sorrise ma Mitsuhiko e Genta li stavano
già trascinando verso il maggiolino giallo.
«Grazie per il passaggio dottor Agasa, ci
sdebiteremo!» disse Charles scendendo dalla macchina
«Non c’è di che» rispose
l’uomo.
Erano passate tre settimane dall’omicidio di Hisae Harada e
per fortuna i due italo-americani non si ritrovarono più
coinvolti in qualche caso. Era una tranquilla mattina e Susan con
Charles stava facendo colazione quando suonò il telefono.
«pronto?» «hello, Black Moon»
«Oh yellow lady che piacere come hai fatto a
trovarmi?» «c’è voluto un
po’ ma un nostro vecchio amico mi ha aiutato!».
1-
Musica (音楽)
2-
Società inesistente, che si occupa di sistemi di sicurezza
elettronici e non.
********************Autrice********************
Come
va? Avevate risolto il caso? Spero che la ff vi sia piaciuto anche
questo capitolo :) Avete notato qualcosa di strano? Aspetto le vostre
recensioni :.)
SPOILER:
Come già detto dal prossimo capitolo ci saranno delle nuove
svolte ;) spero continuiate a seguire la ff!
Con
affetto Amelia_6
|
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Capitolo 8 *** L'invito 1^ parte ***
L’invito
1^ parte
Erano
passate tre settimane dall’omicidio di Hisae Harada e per
fortuna i due italo-americani non si ritrovarono più
coinvolti in qualche caso. Era una tranquilla mattina e Susan insieme a
Charles stava facendo colazione quando suonò il telefono.
«pronto?» «hello, Black Moon»
«Oh yellow lady che piacere come hai fatto a
trovarmi?» «c’è voluto un
po’ ma un nostro vecchio amico mi ha aiutato!»
«il solito burlone!» disse ridendo Susan
«come va lì in Giappone?» «non
c’è male e lì da voi?»
«tutto tranquillo, ma ti ho chiamato perché volevo
ricordarti che a breve si terrà l’annuale festa
newyorkese!» «certo è vero cade fra
pochi giorni!» «lo so che sei dall’altra
parte del mondo ma non puoi mancare!» «lo so cara
Yellow lady, bhè ne approfitterò per
tornare!» «puoi sempre invitare qualche tuo amico
giapponese!» «mi sembra un’ottima
idea» «mah io» «si lo so cosa
intendevi ma ho trovato dei simpatici amici qui nel paese del sol
levante!» «ma certo, se no non saresti
tu!» esclamò la voce dall’altra parte
del telefono. «Allora ci vediamo alla festa ah e saluta Black
Sunny!» «ma certo!»
«bye» «bye!» e concluse la
chiamata «credo tu sappia di cosa stavo parlando vero
caro?» «ma certo della festa di NY e scommetto che
stenderai l’invito alle ragazze, il detective, lo scienziato
e quei simpatici ragazzi!» «bravo» disse
mentre gli si avvicinò e li diede un bacio. «ah e
ti saluta YL» «chi? Ma certo, Yellow
Lady» disse e la ragazza glielo confermò annuendo.
Dopo quello scambio di battute finirono la colazione e si prepararono
per andare a scuola.
Usciti
da villa Kudo percorsero il vialetto fino all’incrocio dove
Conan, Ran e Sonoko gli stavano aspettando. «Ciao
ragazzi!» salutò Ran «ciao Ran, vedo che
oggi c’è anche Conan» disse
Charles «sì, inizia più tardi
scuola e così mi ha chiesto se poteva
accompagnarci» «capisco» disse Susan
sorridendo «prima che me ne dimentichi pomeriggio vi va di
andare a fare una passeggiata?» chiese «Ma
certo» rispose Sonoko «basta che non ci troviamo ad
affrontare un nuovo caso!» disse Charles «oh ma non
dovete aver paura se ci sono io!» disse a gran voce Sonoko
dandosi delle arie e lasciando basiti i due stranieri.
«vedete ragazzi, come mio padre anche Sonoko risolve i casi a
occhi chiusi!» «ma certo, devo dire che voi
giapponesi siete incredibili in fatto di deduzioni!» disse
mostrando interesse per l’argomento. “grazie per il
complimento, ma qui che lavora sono solo io” pensò
il detective occhialuto con un sorriso da “pesce
lesso” stampato in faccia! «Ah naturalmente Conan,
puoi invitare i tuoi amici e il dottor Agasa!» gli si rivolse
Charles in modo gentile. «grazie mille» sorrise il
finto bambino. «siamo arrivati, allora io vado!»
continuò «va bene Conan, ma stai
attento!» disse con fare materno Ran «si certo come
sempre!» le urlò il bambino salutandola con la
mano.
«uffa,
oggi c’è verifica di inglese!»
esclamò l’ereditiera Suzuki «non farcelo
ricordare!» disse Susan lasciando le due ragazze un poco
sorprese «per voi sarà facile, parlate in inglese
ormai da molti anni!» «si lo so, ma scommetto che a
noi, metterà sicuramente qualcosa in
più!» disse il ragazzo «è
vero l’ho notato anche io, eppure Jodie scusate la
professoressa Saintemillion noi la conosciamo è una persona
molto buona!» disse Ran “I know Ran which is very
good dear Jodie, but isn't really an Angel, after that
incident!” [lo
so Ran che è molto buona la cara Jodie, ma non è
proprio un Angelo, dopo quell’incidente!]
pensarono Susan e Charles.
La
professoressa Jodie Saintemillion, in realtà
l’agente dell’FBI Jodie Starling, aveva lasciato il
ruolo di insegnante dopo un caso in cui era stata coinvolta. Dovette
però rivedere la sua scelta dopo alcuni avvenimenti successi
nel liceo Teitan. Uno studente straniero, che come Susan e Charles,
stava frequentando un periodo di studi in uno stato straniero era morto
in circostanze misteriose. L’unico indizio era una foglia
nera disegnata sul dorso della mano.
«oh
i miei studenti preferiti» disse una voce
dall’accento americano «salve,
professoressa» disse Ran «Salve, spero che abbiate
studiato» «certo professoressa» disse
Sonoko «Ran puoi per favore dire a Conan che ho ritrovato il
mio fantasma» «certo!» le rispose la
giovane, karateka ma rimanendo molto sorpresa da
quell’esclamazione. «It is not that you are getting
a ghost is just that a particular person has escaped death once again!
I must admit that there are many people who know too much!» [trad:
Non è che hai trovato un fantasma è solo che una
certa persona è sfuggita alla morte per l'ennesima volta!
Devo ammettere che sono molte le persone che sanno troppo!]
pensò Susan finche attraversava con il fidanzato e le due
Amiche il vialetto. Per fortuna la mattina passò tranquilla
la verifica non fu poi così crudele e il pomeriggio
arrivò presto. «che bello oggi non
c’è il pomeriggio e possiamo andare a
casa!» esclamò con gioia Sonoko.
«già» «ehi Ran ma quelli non
sono tuo padre, il dottore e i giovani detective?» chiese
Charles indicando un gruppetto «sì hai
ragione» gli rispose la ragazza.
Una
volta che il gruppo si avvicinò Conan iniziò a
parlare, cercando di fare la voce più infantile che poteva
«ciao Ran, ho riunito tutti per fare la passeggiata che
abbiamo detto questa mattina» «sei stato proprio
bravo, Little Detective» disse Susan abbassandosi alla sua
altezza e con un sorriso stampato in faccia. «come mai hai
voluto fare una passeggiata, tutti insieme?» chiese
l’ereditiera «vedete fra pochi giorni in occasione
delle vacanze di primavera a New York si tiene un’annuale
festa e siccome devo andarci volevo chiedervi se volete venire con
noi!» iniziò a raccontare Susan finché
iniziavano a camminare «sarebbe fantastico ma
c’è un problema dei nostri amici di Osaka vengono
proprio in quei giorni a farci visita!» disse dispiaciuta Ran
«potete sempre invitare anche loro non
c’è nessunissimo problema!» disse
Charles mostrandosi ancora una volta molto gentile e disponibile.
«davvero?» «sì»
«grazie!» disse Ran gioiosa «ah Sonoko se
vuoi anche tu puoi stendere l’invito a qualcuno,
più siamo meglio è!» le disse la bella
straniera «grazie ma non ho nessuno da invitare
però ci sarebbero due persone a cui chiedere»
«chi?» chiesero tutti guardandola
«l’avvocatessa Eri Kisaki, madre di Ran e un
Detective stacanovista di nome Shinichi Kudo!»
«sarebbe bello ma la mamma di Ran non credo voglia viaggiare
con il suo Ex» disse dopo averci pensato e aver guardato il
Detective Goro che faceva finta di nulla «hai ragione Sonoko
ma se non c’è problema la inviterei
comunque» «certo che no»
confermò Susan «per quanto riguarda il padrone di
casa?» chiese Charles «è sempre molto
impegnato, non credo che venga» disse Ran avvilita.
«già, Ran ehm non preoccuparti secondo me ti
è più vicino di quando pensi!» disse
Susan cercando di tirare su l’umore dell’amica. Ma
Conan il diretto interessato ed Aì continuavano a guardare
gli stranieri con aria sempre più sospettosa, il motivo non
era lo stesso ma di certo il sorriso con cui erano stati accolti da
parte del piccolo detective era cambiato. Ran intanto aveva contattato
la madre e dopo qualche minuto chiuse la chiamata «Allora
Ran, che cosa ti ha detto?» chiese Susan «le Ha
detto che se sta almeno a qualche metro di distanza da papà
accetta!» «digli che non ci sono
problemi!» affermò l’italo-americano
“con un Hotel a disposizione” pensò poi!
«che ne dite ora di andare al parco?» chiese Sonoko
e tutti accettarono. I due stranieri naturalmente erano sempre tenuti
sottocchio da Conan ed Aì.
Era
sera le strade erano illuminate solo da qualche lampione e dalla luna,
in una villetta in stile giapponese un bambino si intratteneva con un
gruppo di persone. «Jodie, mi è arrivato
il tuo messaggio» disse un bambino con gli occhiali
«Uhm Conan sei qui!» «Sì, ora
mi puoi spiegare cosa significa che hai ritrovato un
fantasma?» «ti ricordi di me?»
«Shuichi Akai!» «già sono
proprio io è molto tempo che non ci si vede!»
«già!» «sai piccolo detective,
io so un tuo segreto» «ehm posso sapere di cosa
stai parlando?» «di nulla Jodie, non ti
preoccupare» «e ho anche qualcosa per te e la tua
amica» disse sempre il misterioso Shuichi
«cosa?!» «dei passaporti a mio nome mio e
di Aì, ma perché?» chiese il giovane
detective mentre gli si gelava il sangue «oh su non fare
così, ti puoi fidare e poi l’annuale festa
Newyorkese è bellissima!» «ci stavi
spiando?» «io, no!»
FLASH
BACK
Una
figura alta si nascondeva dietro all’angolo del muretto,
Conan la notò. Chi era e cosa voleva? Ma non ci fece molto
caso, infatti, era troppo concentrato sui due stranieri.
FINE
FLASH BACK
«capisco,
bhè grazie Shuichi» «non
c’è di che» disse
“detective” pensò poi. «Jodie
se non c’è altro, io dovrei andare, Ran mi sta
spettando!» «Certo Conan non ti
preoccupare!» disse la professoressa di inglese e subito dopo
il piccolo detective se ne andò.
*******************************
Autrice *****************************************
- Eccomi qua con un nuovo capitolo, vi avevo
già avvisato che ci sarebbero state delle novità
;) Vi posso garantire che ce ne saranno altre :D
- Apparte questo vi è il piaciuto il
capitolo? Spero di si aspetto le vostre recensione :)
A
presto, la vostra Amelia_6
|
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Capitolo 9 *** L'invito 2^ parte ***
L'invito 2^ Parte
Era Domenica mattina e nell’ufficio
dell’investigatore privato, Goro Mori, un ragazzo dalla
carnagione olivastra e una ragazza dai capelli neri raccolti in una
coda stavano parlando amichevolmente con il proprietario
dell’ufficio, la figlia ed un bambino. «Ran che
piacere» disse la ragazza, si chiamava Kazuha ed era
l’amica d’infanzia del ragazzo, Heiji Hattori.
Heiji Hattori veniva considerato il Detective dell’ovest in
contrapposizione a Shinichi Kudo, il detective dell’est.
Heiji e la famiglia Mori si conobbero quando il detective di Osaka
arrivò a Beika per sfidare Shinichi, ma conobbe solo Ran,
Goro e Conan. Durante un caso Heiji però riuscì a
scoprire la reale identità di Conan/Shinichi e Iniziarono
così a collaborare. Kazuha invece conobbe Ran, suo padre e
il piccolo Conan, grazie ad un invito ad Osaka di Heiji.
«Piacere nostro, sono contenta che siate venuti ma abbiamo
una sorpresa per voi!» Disse con un sorriso a trentadue denti
«Non tenerci sulle spine» disse Kazuha dato che
l’amica non voleva continuare «Ciao Kazuha, te lo
posso dire io: due nuovi compagni di classe di Ran ci hanno invitato a
passare qualche giorno a NY per una festa e hanno esteso
l’invito anche a voi!» disse Conan sbucando da
dietro il divano dell’ufficio «Ciao Conan, ma
è stupendo, sono stati gentilissimi! Non ci conosco
neanche!» disse la ragazza di Osaka. Ran annui ma Heiji
richiamò il piccolo Detective per chiedergli come avrebbe
fato, ma Conan gli fece vedere il passaporto e gli spiegò
che un membro dell’FBI glielo aveva dato. Gli
spiegò poi che insieme c’era anche quello di
Aì e che L’uomo gli aveva detto che sapeva e gli
sarebbe servito per andare a NY! «ehi Kudo,
un’ultima cosa chi sono questi due stranieri di
così gentile animo?» «Si chiamano Susan
De Ginelli e Charles de Mattei sono Italo-americani; hanno la nostra
età e sono appassionati di chimica, veleni ed armi da quello
che ho potuto vedere con i due casi in cui sono stati
coinvolti» «ah già che mi avevi
raccontato! Eppure ho già sentito quei cognomi!»
continuò Heiji rivolto all’amico
«all’orecchio suonano familiari ma non
saprei!» concluse il bambino. «Heiji, Kazuha! Susan
e Charles ci hanno detto che staremo via per una settimana, voi avete
le cose che vi servono?» «Si Ran!» fece
una breve pausa e poi disse: «avevamo già pensato
di rimanere qui a Beika per una settimana, come ti avevamo
detto» «oh sì, ora ricordo»
«dimmi Ran, chi viene oltre a noi?» chiese la
ragazza di Osaka «mia madre e mio padre, Sonoko e i Giovani
Detective con il professor Agasa.» «che
bello!» disse Kazuha ma Heiji fece una faccia da
“Pesce lesso” pensando: “Ma quanti soldi
hanno per invitare dodici persone in America per una
settimana!”.
In una villetta in stile occidentale una coppia di ragazzi si stava
preparando «Susan, hai preso anche le mie cose?»
«ehm sì, manca solo le cose più
personali» «va bene le metto in una borsa e poi te
le do» «ok dimmi hai preso tu il lettore musicale e
i nostri due libri?» «sì gli ho messi
nella tua borsa, quella grande nera con le scritte colorate»
«va bene, grazie» «ho messo anche i
passaporti con le carte d’imbarco»
«ottima idea» disse Susan «cavolo
è tardi puoi mandare un messaggio a Ran e dirle che noi
siamo quasi pronti e che, fra mezz’ora prendiamo il taxi per
l’aeroporto» «va bene, tu cosa
fai?» «vado a vedere se sono arrivati i ragazzi e
il dottore è pronto» «ok». La
ragazza dai capelli lunghi uscì dall’abitazione,
percorse il vialetto e si diresse verso la casa del suo vicino.
«Salve, scusi il disturbo, sono Susan volevo dirvi che fra
mezz’ora noi partiamo ci troviamo in Aeroporto o ci seguite
con la macchina?» chiese parlando al citofono della casa
«ciao Susan, possiamo benissimo seguirvi con la macchina, fra
mezz’ora qui davanti, giusto?»
«sì, a dopo allora!» concluse la ragazza
per poi ritornare dentro la villa dei Kudo!
L’aeroporto di Tokio era immenso, c’era moltissima
gente e al centro vi era un tabellone con scritti tutti gli arrivi e le
partenze che sarebbero stati effettuati nel giro di poco. Sul tabellone
comparivano le città più famose, Roma la capitale
italiana, Parigi la capitale della Francia, New York e Los Angeles, le
famose città Americane. «Susan, Charles, siamo
qui!» «Salve Detective Goro, Sonoko, Ran»
Salutò Charles «Voi invece dovete essere i ragazzi
di Osaka» «Sì, io sono Kazuha Toyama
mentre lui è Heiji Hattori» disse la ragazza
facendo un lieve inchino seguita dall’amico. «Io
sono Charles de Mattei mentre lei è la mia ragazza Susan de
Ginelli» si presentò l’italo-americano.
«il nostro volo è il 48-69 per New York, prima
classe» disse Susan guardando lo schermo e lasciando un poco
increduli i presenti, tranne il fidanzato. «prima
classe?» chiese una voce femminile alle spalle del gruppo
«Sì, è molto più comoda,
dato che il volo durerà parecchio!» disse Susan,
guardando verso una donna vestita con un tajer lilla, i capelli castano
chiaro raccolti a chignon «lei deve essere la madre di
Ran?» «Sì, mi chiamo Eri Kisaki
piacere» «io sono Susan mentre lui è il
mio fidanzato Charles» fece un breve inchino «devo
ringraziare voi per l’invito?» chiese la donna
«più o meno, noi l’abbiamo esteso ai
parenti e agli amici» «comunque grazie
mille!» «di nulla» «ciao
mamma» «ciao Ran!» «O
c’è anche il piccolo Conan che piacere»
«salve, signora» salutò il piccolo
detective «Eri»
«Goro» si salutarono i due ex.
«mamma, loro sono: Heiji e Kazuha, i ragazzi di
Osaka» «piacere» «piacere
nostro» dissero i diretti interessati.
«scusate ma dobbiamo avviarci ai metal detector e ai
gate!» intervenne Susan guardando l’orologio che
segnava le tre del pomeriggio. Al Metal Detector gli ufficiali
aeroportuali chiesero loro di togliere gli oggetti di metallo e
appoggiare i loro effetti personali negli appositi cestini ci volle un
po’ ma dopo un quarto d’ora tutti i personaggi
attraversarono l’archetto. «Susan abbiamo tempo per
fermarci a bere qualcosa i ragazzi hanno sete!» «ma
certo Ran da quella parte ci sono i negozi mentre dall’altra
parte troverete un bar!» «grazie mille»
«di nulla» disse la ragazza.
Susan stava andando verso un tavolino quando Conan attirò
l’attenzione «Scusa Susan»
«dimmi» «prendi spesso gli
aerei?» «Effettivamente sì, negli ultimi
otto anni mi capita spesso di prenderli soprattutto per andare a
trovare il resto dei miei famigliari in Italia o quelli di Charles in
Francia» «capisco, per cui Charles ha origini anche
Francesi» «sì, vedi i miei genitori e
quelli di Charles si sono conosciuti in Italia durante un
Meeting sulla ristorazione; decisero così di
aprire una rete di Hotel e ristoranti in Italia» fece una
breve pausa, come se ritornasse in dietro nel tempo
«però la madre di Charles aveva la sua famiglia in
Francia e dopo alcuni anni decise di aprire anche lì una
sede; mio padre colse l’occasione di creare una nuova sede in
America, dove vivevano dei parenti di mia mamma e così
partimmo» «che bella storia»
«già, Charles e io però eravamo
già molto uniti dato che eravamo cresciuti insieme e
così con il permesso dei suoi genitori venne in
America» «Siete stati fortunati a partire insieme e
aiutarvi» «sì hai ragione»
sorrise ripensandoci «ma dimmi, perché mi hai
chiesto se sono solita prendere gli aerei?»
«semplicemente perché ho notato che ti era
familiare fare quelle azioni» sorrise il finto bambino
«devo dire che hai un occhio niente male per avere solo sette
anni!» disse l’italo-americana abbassandosi alla
sua altezza «gra-grazie» rispose Conan. I due
furono richiamati dagli amici che dissero loro di aver finito e che si
potevano avviare al Gate.
«Susan a che ora è segnato
l’imbarco?» chiese il fidanzato guardando
l’orologio «non saprei, il volo dovrebbe partire
alle 17.00» «ok grazie» «di
nulla». L’attesa era snervante ma dopo
un’oretta sentirono una comunicazione di servizio che diede
loro una svegliata «Si avvisano i gentili passeggeri del volo
48-69 per New York, America, che il Gate è aperto; i gruppi
con più di dieci persone si accomodino al varco»
«Direi che possiamo avvicinarci allora» disse
Kazuha che era appoggiata al trolley di Ran
«Sì» confermò Susan e si
partì. La prima classe era veramente lussuosa e molto
accogliente, dopo che si furono sistemati attesero qualche altro minuto
e alle 17.00 l’aereo partì.
*******************************Autrice*****************************************
Si parte, direzione New York, mi direte ma Ran e Shinichi ci sono
già stati! Si lo so ma adoro quella città :) che
ci volete fare! Cosa posso dirvi? oh si avete notato il numero del
volo?
Con il prossimo capitolo si entra ufficialmente nella seconda parte
della storia, spero vi sia piaciuta fino qua anche se un po’
monotona -_- Aspetto le vostre recensioni per saperlo
A presto,
Amelia_6
|
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Capitolo 10 *** Ran si confida ***
Ran
si confida
I
posti in prima classe erano comodissimi, Susan si mise vicino al
finestrino al suo fianco le sedette Ran ma prima le chiese
«Scusa posso sedermi qui, mi piacerebbe parlare un
po’ con te in tranquillità»
«Ma certamente, Charles ti spiace se si siede qui
Ran?» «No affatto io mi siederò
qui» disse indicando il sedile dalla parte opposta del
corridoio. Gli altri si sedettero nei posti rimanenti e nel giro di
dieci minuti l’aereo partì. – Ai signori
passeggeri, è possibile slacciare le cinture e richiedere il
servizio bar. L’aereo atterrerà
all’aeroporto John F. Kennedy verso le 17.00 buon volo
– quando la voce terminò i passeggeri tolsero le
cinture e iniziarono a parlare tra di loro. «Susan, posso
farti una domanda?» chiese Ran «Sì, ma
certo dimmi pure» «Volevo chiederti il
perché ti sei trasferita dall’Italia e sei andata
in America» «Vedi Ran i miei genitori lavorano da
anni nel campo della ristorazione; Si sono conosciuti durante il liceo,
mia madre era al linguistico mentre mio papà faceva un
professionale detto Alberghiero» «capisco poi cosa
successe?» Ran si fece curiosa «Si incontrarono e
si innamorarono. Dopo alcuni anni si sposarono e aprirono un
Hotel» fece una pausa e poi continuò
«L’Hotel andava a “gonfie vele”
e così decisero di partecipare ad un meeting dove
incontrarono i genitori di Charles» «Anche loro
quindi erano interessati?» «Esattamente, non
avevano un’attività ma volevano aprirla, mio padre
gli disse che potevano diventare soci e così avvenne. Dopo
un anno nacque Charles e dopo pochi mesi arrivai anche io»
«Siete cresciuti insieme quindi?»
«Sì, ma quando avevamo circa undici anni i nostri
genitori decisero che volevano aprire altri Hotel in altri paesi e si
decise che la famiglia di Charles avrebbe aperto un hotel in Francia
dove vivevano i parenti di Mylène la madre di
Charles, mentre i miei genitori decisero di partire per
l’America dove vivevano dei parenti di mia madre»
«Vi sareste dovuti dividere?»
«Sì, ma i nostri genitori avevano capito che
eravamo legati e decisero che io e Charles saremmo andati in
America» «che bello»
«Sì, arrivati in America non capivamo molto bene
l’inglese a tirarci su il morale furono altri due stranieri
per la precisione due giapponesi» «Per cui
è da lì che hai conosciuto la nostra lingua e il
nostro paese?» «Sì, la ragazza si
chiamava Shiho eccezionale chimica, Lui invece si chiamava Hijiromi,
che noi chiamavamo Jio per semplicità, ed aveva una passione
irrefrenata per le armi!» «sono loro quindi che vi
hanno insegnato tutto?» «esattamente inoltre ci
insegnarono anche il giapponese» intanto Conan che era seduto
dietro le due ragazze stava ascoltando «Aspetta un
po’ una ragazza di nome Shiho che adorava la chimica? Non
sarà mica… No impossibile» il giovane
Detective che conosceva il passato di Aì non poté
non girarsi a guardarla ricevendo in cambio uno sguardo freddo.
Susan
e Ran continuarono a parlare di cose legate all’America, come
festeggiavano e le volte che lei viaggiava per andare a trovare i
parenti. «Invece tu Ran cosa mi racconti, sento parlare molto
di questo Shinichi ma chi è?» «Vedi
è un mio amico d’infanzia, anche io e lui siamo
cresciuti insieme. Ha una grande passione per i gialli e i misteri che
lo ha portato a diventare un detective e anche abbastanza bravo da
aiutare la polizia nei suoi casi»
«Dev’essere un ragazzo eccezionale?»
«Sì, ma è anche uno stupido»
«cosa vuoi dire?» «Come già
sai è sempre via a risolvere un caso importantissimo, quando
torna è per poco» Ran era diventata triste e Susan
capì che si stava confidando e così le disse
«Mi fa piacere che tu ti confidi con me, posso dirti che
secondo me ti tiene lontana perché ti vuole
proteggere!» «come fai a dirlo?» chiese
titubante la Karateka «Quando lo hai chiamato per noi avevi
un’aria malinconica e ti si legge negli occhi che ne sei
innamorata» «Tu di-dici?»
«Sì, ci sono passata anche io!»
«cosa vuoi dire?» «bhè quando
ci trasferimmo a New York erano molte le ragazze che giravano sempre
intorno a Charles, perché era un bel ragazzo,
così un giorno vedendo che ero triste mi prese e nel cortile
della scuola mi baciò» «e cosa centra
con me e Shinichi» «Nulla in apparenza ma qual
gesto lo fece per aiutarmi e sono sicura che Shinichi ti tenga lontano
dal suo caso, soprattutto se è pericoloso, per
proteggerti» «Gra-grazie» disse Ran un
po’ sorpresa ma felice. Susan vedendo il sorriso
dell’amica sorrise perché che era riuscita a tirar
su di morale la ragazza. Anche Conan stava ascoltando e rimase stupito
da quello che disse la straniera «Mi chiedo come faccia a
dire che Shinichi voglia proteggere Ran solo sapendo che siamo
legati?» «Ehi Kudo?»
«dimmi» «cosa ne pensi del discorso tra
la tua ragazza e Susan?» «non saprei sotto
quell’aria innocente ci deve essere qualcosa! Mi sono fidato
ma ho una strana sensazione e poi c’è
Aì che mi tormenta sul fatto che quei due siano
cattivi!» «perché?»
«non lo so Heiji» Heiji e Conan erano sempre
pensierosi mentre Ran e Susan avevano trovato un bel affiatamento tanto
che Ran non ebbe paura a raccontare alla giovane le uscite buffe tra
lei e Shinichi. «Sai una cosa Heiji, Ran non è
ingenua e se si fida a parlare di me non voglio pensar male!»
«capisco» dopo quel breve discorso tutti iniziarono
a divertirsi fino a quando la spia delle cinture non si
illuminò e la voce di servizio disse che stava iniziando
l’atterraggio.
************************************Autrice**********************************************
Cosa
ne pensate? Come sta proseguendo? Fatemi sapere le vostre opinioni
belle o brutte che siano!
Mi
scuso se non ho aggiornato prima intanto, vi lascio ma torno presto con
il seguito :D
Amelia_6
|
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Capitolo 11 *** Benvenuti in America ***
Benvenuti
in America
L’aereo
atterrò all’aeroporto Internazionale John F.
Kennedy di New York alle 07.00, ora giapponese, ovvero alle
17.00, ora Americana. «Susan ricordati di sistemare
l’orologio!» disse Charles sfilandosi il suo e
sistemandolo. «Sì, giusto grazie per avermelo
ricordato» «ehi Conan tu sai di quanto bisogna
tirarlo indietro?» chiese Ran al piccolo amico
«sì, di quattordici ore»
«grazie» sorrise Ran. «Hello
JJ!» urlò all’improvviso Susan
rivolgendosi ad un uomo vestito in abito elegante blu. «Hey,
my favorite girl!» [Hey, la
mia ragazza preferita] «please can
you speak in japan for my new friends» [per
favore puoi parlare in giapponese per i miei nuovi amici]
«Salve a tutti!» disse sorridendo «buon
pomeriggio a lei» dissero i presenti «io sono JJ e
sarò il vostro autista durante la vostra permanenza a New
York» «grazie mille» disse Ran sorpresa
«Ehm JJ spero tu abbia preso quella più grande,
come vedi siamo in molti!» «oh, sì
è parcheggiata qui fuori andiamo!»
«ok» il gruppo si diresse verso il ritiro bagagli e
dopodiché uscirono. Il gruppo appena uscito
dall’aeroporto trovò una limousine, blu scuro,
parcheggiata davanti «che bella!» disse Ran
«un giretto però non ci starebbe male!»
disse invece Sonoko «Non ti preoccupare Sonoko farai molto
più che un viaggetto!» disse Charles ridendo e
aprendo la portiera «Wow» esclamò il
gruppo «Scusate un attimo vorrei farvi solo una piccola
domanda» «dimmi Heiji» disse Susan
«Avete prenotato un volo in prima classe e ci fate viaggiare
in limousine come fate?» i due stranieri si guardarono un
po’ sorpresi ma poi Susan rispose «Diciamo che il
nostro conto in banca ha qualche zero!» fece poi
l’occhiolino e salì in macchina seguita dal
detective dell’ovest.
La lussuoso limousine aveva lasciato l'aeroporto e si dirigeva verso
l'hotel in cui avrebbero alloggiato il gruppo «Uffa,
papà ha finito la scorta di birra, signori posso offrirvi
allora un super Alcolico?» chiese Susan ai tre adulti
presenti «per me no, grazie» disse Eri
«io invece ne approfitterei per bere qualcosa, cosa mi
consiglia, signorina?» «non saprei i miei genitori
hanno lasciato del Sakè, poi del Gin o della
Vodka!» disse Susan in maniera gentile «capisco
credo che assaggerò il sakè!»
«va bene, ecco a lei!» il detective
assaggiò e si complimentò ma a Conan e
Aì quei due nomi fecero riaffiorare non due super alcolici
ma due dei membri dell’organizzazione in nero!
«scusate bambini ma per voi non ho niente dovrete aspettare
di arrivare in hotel!» «ok, non
c’è problema» disse Ayumi
«posso farvi una domanda?» «certo
Mitsuhiko» «come mai non avete bevande
analcoliche?» «vedi, questa limousine è
dei nostri genitori, noi di solito ci muoviamo con quella
più piccola o con una macchina semplice!»
«capisco» «per cui avete altre
limousine?» chiese Sonoko incuriosita «oh,
sì» sorrise Susan. I passeggeri continuarono a
chiacchierare e dopo una quarantina di minuti arrivarono a Manhattan,
proprio nel centro del famoso distretto newyorkese si ergeva un
bellissimo Hotel a cinque stelle. «Benvenuti
all’Hotel Moon» disse Charles
«sarà la vostra casa per una settimana»
concluse poi Susan lasciando i presenti a bocca aperta! «Good
morning, I'm Susan I'd like the key to the Royal Suite,
please!»
[Buongiorno, sono Susan vorrei la chiave per la suite reale]
«Good morning miss, here you are» [buon giorno signorina, ecco a
lei] Susan prese le chiavi, fece fare un
breve giro dell’Hotel e poi portò gli amici
nell’appartamento. «La Royal Suite è
l’appartamento delle nostre famiglie, ci sono tre camere: una
per le ragazze, una per i ragazzi e la nostra» disse
indicando le porte corrispondenti «inoltre troverete per ogni
camera il bagno, i letti sono già pronti e
preparati!» «Grazie mille, è
stupendo!» disse Ran con gli occhi che brillavano
«questo è il salottino, l’ultima porta a
destra porta in una piccola cucina mentre quella a sinistra nello
studio di mio padre!» «Grazie mille!»
disse Kazuha. «ora potete accomodarvi nelle camere, la cena
sarà servita alle 19.00»
Heiji
e Conan stavano sistemando le proprie cose in disparte dal resto del
gruppo, così iniziarono a parlare tra di loro.
«Ehi Conan, tu immaginavi che i due Italo-americani fossero
cosi ricchi?» chiese Heiji «No, ma finche aspettavo
l’aereo, Susan mi ha raccontato la storia del
perché si è trasferita qui!»
«capisco e dimmi come mai?» il piccolo detective
ripete le parole della ragazza a bassa voce per non farsi sentire dai
compagni di stanza «Però, hanno fatto strada
quindi!» «già, e poi ricordi che quando
gli hai chiesto come facessero a permettersi tutto ti ha risposto che
il suo conto corrente aveva qualche zero!» «pensavo
scherzasse!» «io direi di no!» Conan
aveva una faccia simpatica da “pesce lesso” e anche
Heiji aveva l’aria buffa ripensando ai due stranieri!
Anche
le ragazze che si erano sistemate nella camera centrale della Royal
suite parlarono dei nuovi amici, la prima a prendere parola fu Sonoko:
«Devo dire che Susan e Charles sono proprio
strani!» disse «perché»
chiesero le due amiche, Ran e Kazuha «sono riccissimi eppure
sembrano due persone qualsiasi!» «dì la
verità Sonoko, sei invidiosa!» scherzò
Kazuha «affatto!» sottolineò ma il suo
viso divenne di un rosso acceso, le due amiche capirono e si misero a
ridere seguite, subito dopo, dalla stessa Sonoko. «Devo dire
però che sono dei ragazzi davvero particolari, hanno un non
so che di misterioso» disse Kazuha «Si hai ragione,
eppure io mi fido» disse Ran sorridendo.
«Hey
Susan» «dimmi Charles» «Chi
dorme sopra?» «Cosa?» la ragazza sorpresa
si girò e vide il bel letto a castello e disse:
«Mi sembra ovvio, io» «lo
sospettavo» disse ridendo, risata che fu ricambiata da una
linguaccia e un sorriso. «Charles tu credi che stia
bene?» «chi?» ora fu il fidanzato a
cadere dalle nuvole «ah ma certo, la foto» disse
vedendo il portafotografie sulla scrivania per poi fissare la fidanzata
che cercava una conferma nel proprio ragazzo
«sicuramente» disse e avvicinandosi
l’abbracciò e le diede un dolce bacio sulla fronte
«sicuramente» sussurrò ancora. Dietro la
porta però una figura aveva visto la scena ma soprattutto la
fotografia e ne era rimasta così sorpresa che se ne
andò, ma la luce riflette due lacrime che le rigavano il
viso!
Intanto
tutto il gruppo, ad eccezione dei padroni di casa, si era spostato in
salotto quando una voce interrompete i loro pensieri «good
morning, are you my daughter’s and her boyfriend Japanese
friends?» chiese una donna sul metro e settanta con i capelli
castano scuro e gli occhi nocciola. Ran che aveva imparato
l’inglese grazie alla compagnia di Susan e Charles,
capì alcune parole ma non seppe risponderle «Yes,
we are! She is Susan’s mother?» «yes,
this is my husband» «Nice to meet you» a
rispondere alla signora era stato Heiji «scusa Heiji cosa ha
chiesto?» chiese Kazuha «ha chiesto se eravamo gli
amici giapponesi di sua figlia e del fidanzato e ha detto che quel
signore è suo marito» «grazie»
«figurati». «Sorry madame,
what’s her name?» chiese Conan
«mi chiamo Elaisa» «sa parlare la nostra
lingua?» «sì, ho degli amici in
Giappone, scusate se non ho parlato subito la vostra lingua»
«non si preoccupi» la donna sorrise e poi
continuò «l’uomo qui accanto a me
è mio marito, Matthew» l’uomo si
inchinò, aveva i capelli sul biondo scuso gli occhi verdi ed
era alto circa un metro e ottanta; indossava un vestito a giacca e
cravatta, nero. «Salve, e ben venuti nel mio
Hotel» il gruppo ringraziò ma
all’improvviso da una porta comparve Susan che
urlò: «mamma, papà che bello siete
già arrivati» corse poi da loro che
l’abbracciarono forte. «ehi Charles, come
va?» si riferì l’uomo, al ragazzo
«Bene grazie, tu invece Matthew?»
«benissimo!» i due si scambiarono il saluto mentre
Elaisa gli diede i due baci di cortesia, «Dimmi Elaisa noi
dove dormiamo?» chiese il padre di Susan ritornando in atrio
e buttando l’occhio nelle camere già tutte pronte
«le cameriere ci hanno sistemato l’attico dormiremo
la su «capisco, per cui non è stato ancora
prenotato?» «No, la vista su Manhattan di notte
deve essere meravigliosa e poi ci tengo troppo, ci saranno anche
Federico e Mylène» «capisco,
la solita romanticona!» «Papà, lo sai
noi donne siamo così!» disse Susan facendo la
linguaccia al padre che sorrise a abbracciò la figlia.
«Cosa ne dite se scendiamo per cena?» disse
Matthew. «Ottima idea» approvò la figlia
e dopo cinque minuti tutto il gruppo si sedette a tavola per cenare.
Erano
le nove quando il gruppo risalì nella Suite,
«Susan che ne dici se domani facciamo un giro per New
York?» chiese il fidanzato «Uhm, si ottima
idea!» rispose entusiasta Susan «Manderò
un messaggio a JJ» continuò la ragazza
«Per me va bene, voi cosa ne pensate?» si rivolse
Charles agli amici che acconsentirono. E si ritirarono nelle proprie
stanze per riposare.
***************************Autrice************************************
Ok
prima di prendermi i pomodori in faccia lasciatemi farvi una domanda:
1.
il capitolo è venuto Bene?
Scusate
«Non riesci a trovare mai delle scuse per non farti tirare i
pomodori!» «Conan?!»
«Sì, vedi sono scappato momentaneamente dalla
scena per vedere cosa avevi in mente per i prossimmi capitoli e
scusarmi con i signori lettori» «Sai una cosa o
appena cambiato idea non tornerai mai Shinichi!»
«Co-cosa?» «Hai capito bene, ti
farò rimanere Conan e farò sposare Ran con, uhm?
Ma si dai con Eisuke oppure con uno come Goro!»
«co-cosa? Io credo che tu sia molto brava e ora devo proprio
andare!» «ne ero certa»
Scusate
tornando a noi spero vi sia piaciuto, ringrazio ancora tutti coloro che
hanno letto e che recensiranno!
P.S:
è proprio bello avere in mano il destino degli altri
hahahahaha e chi vuole segua pure il consiglio di Conan ;) Amelia_6
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Capitolo 12 *** Un giro per New York ***
Un
giro per New York
La
notte era passata e nella Royal Suite una sveglia, impostata alle 07.00
del mattino, suonava insistentemente. La prima a svegliarsi fu Susan
che tirò giù dal letto il fidanzato e gli amici!
«Scusate l’ora ma avremo una giornata lunga. Faremo
un bel giro per New York, la prima tappa sarà
l’empirie state building da dove potremmo osservare tutta la
città, proseguiremo facendo una passeggiata nella zona
pedonale del ponte di Brooklyn. Dal ponte di Brooklyn andremmo a
visitare Coney Island dove potremmo visitare un parco di divertimenti.
Dovremmo riuscire a fare il giro in mattinata torneremo a Manhattan per
pranzare poi andremmo a fare un giro a Central Park. «Wow
vedremmo dei bellissimi posti!» disse Ran «io non
vedo l’ora di andare al parco divertimenti» disse
invece Genta «io non ci tengo molto» fu invece il
pensiero di Conan. «La colazione sarà servita
nella sala da ricevimento al piano terra» disse Charles
«ok ci prepariamo e scendiamo» disse Eri. Alle
08.00 tutti erano pronti, uscirono dalla suite e andarono al piano
terra dove i camerieri avevano appena iniziato a servire la prima
colazione. Il gruppo si sedette in un lungo tavolo preparato per loro,
all’arrivo dei camerieri ognuno disse la propria ordinazione
e nel giro di dieci minuti tutti furono serviti. «Che
mangiata» disse Genta «Sono
d’accordo» confermò Susan
«Dunque JJ ci aspetta con la limousine
all’entrata» disse Charles «ok»
disse Susan e uscirono dall’Hotel. «Salve ragazzi,
il viaggio durerà circa mezzoretta» disse
l’autista «va bene» rispose Ran e poi
tutti salirono.
La
prima tappa, ovvero l’Empire State Building,
lasciò tutti quanti a bocca aperta. Infatti, da una
passerella posta in cima all’edificio è possibile
vedere New York oltre ai territori confinanti lo stato. «che
bel panorama» disse Kazuha «Sono
d’accordo» intervenne Ran «mi piacerebbe
che Shinichi fosse qui» disse poi «ma sono qui, Ran
solo che non puoi saperlo» pensò Conan avvilito.
«Susan, qual è la prossima tappa?»
chiese Eri «Il ponte di Brooklyn, ma cosa succede al signor
Goro?» «Grazie, non ci badare il mio Ex soffre di
vertigini oltre ad essere molto cocciuto» «Capisco,
bene allora scendiamo?» «Ne sarei felice»
disse Goro con i sudori freddi facendo ridere la compagnia.
«JJ ci porti al ponte please?»
«Certamente, tu offri qualcosa di forte al Detective, ti
ricordo che il ponte è sospeso» gli fece
l’occhiolino l’autista
«Accidenti» disse Susan «niente paura
detective, un po’ di Sakè e percorrerà
il ponte in un secondo» «Sì
sicuramente» rispose Goro a JJ. Il gruppo salì in
limousine e in mezzoretta arrivò sul ponte di Brooklyn,
«eccovi a voi uno dei ponti più celebri
dell’America» disse Susan indicando il panorama.
Iniziarono così a percorrere il ponte nella parte riservata
ai pedoni, ad un certo punto si fermarono «La statua che
vedete laggiù è miss liberty» disse
Charles «Ricordo che quando venni a NY con Shinichi mi disse
che i Newyorkesi la chiamano miss liberty, è la statua della
libertà!» «Sì, Shinichi ha
ragione, noi tutti qui la chiamiamo con quell’appellativo;
Non sapevo che tu e Shinichi foste venuti in America» disse
Susan «è stato circa due anni fa, ricordo che ci
venne a prendere Yukiko voleva farci vedere un teatro, il Golden
Apple» «Lo ricordo fu uno dei teatri più
tragici che vidi, un angelo morto che saliva oltre uno
specchio» «Come, come lo sai?»
«Ero tra la folla, con me c’era anche Charles
uscimmo dalla sala quasi subito quando arrivarono le forze
dell’ordine ricordo che trapelò che a risolvere il
caso era stata la baronessa della notte»
«Sì, Yukiko risolse il caso anche grazie a un
indizio di Shinichi» «Davvero?»
«Sì, sull’altezza dello
specchio» «capisco, Yukiko si era dimenticata di
dirmi questo passaggio, non importa» disse Susan ridacchiando
«Ehi Ran c’è qualcosa che non
va?» «No è che quella sera non vidi solo
quelle scene, io e Shinichi fummo coinvolti in un caso riguardante un
malvivente» «L’uomo che aggrediva le
giovani donne, fu ritrovato anche lui privo di vita» disse
Charles «Ran, devi dire a Shinichi che si faccia benedire due
casi in una sola notte» disse Susan sorridendo
«Benedire?» pensò Conan guardando la
ragazza «Vero Conan?» «Sì,
sì hai ragione» disse finche sorrideva in modo
ironico. «Su dobbiamo passare momenti felici non
tristi» disse ad un tratto Susan «quella
è la fine del ponte JJ ci sta aspettando
lì» il gruppo salutò nuovamente il
simpatico autista e si partì stavolta destinazione Coney
Island.
«Bambini
state attenti a non perdervi» disse Ran quando scese dalla
limousine, varcando poi l’entrata di uno dei tanti parchi
della penisola «Sì, faremo i bravi»
dissero a gran voce finche correvano. «Non ti
preoccupare» disse Sonoko «ora li
raggiungiamo» finì Susan «Goro, Eri
dottore voi venite con noi?» chiese invece Charles
«No andate pure avanti, noi ristoreremo in un
chiosco» disse Eri «Va bene, dunque ci ritroviamo
all’ingresso alle 13.00 ci vorrà un’ora
per tornare indietro quindi mangeremo un po’ più
tardi se non ci sono problemi» «Affatto, allora a
dopo» disse Agasa «A dopo» salutarono i
cinque amici e si diressero verso il resto del gruppo.
Come
previsto verso le due del pomeriggio la limousine parcheggiò
di fronte all’hotel Moon. Quando il gruppo entrò
fu accolto dai genitori di Susan che li invitarono subito a mangiare.
Il pasto prevedeva una pasta all’amatriciana, bistecca con
patate e una torta di mele. «Che Mangiata, cosa facciamo nel
pomeriggio?» disse Sonoko «Possiamo visitare
Central Park» rispose Susan «Mi sembra una buona
idea» affermò Ran «Allora andremo a
piedi non ci metteremo molto» disse Charles. Il gruppo
partì mezzora più tardi, il parco era incantevole
e tranquillo al centro c’era un lago dove Genta
rischiò di cadere. «Devi stare più
attento» rimproverò Conan l’amico
«Scusa non ho visto il sasso» si scusò
il bambino «Ragazzi che ne dite di un bel quiz»
«No la prego dottore» «uhm, peccato che
non vogliate era simpatico». Intanto il gruppo si
spostò nel centro del parco dove Charles stese
nell’erba, tre coperte «ci possiamo sedere
qui» disse poi rivolto agli amici che ringraziarono.
«Charles, successe qua vero?»
«Uhm, oh sì lo ricordo bene»
«Ne è passato di tempo» disse Charles
«Sì, molto tempo» sussurrò
Susan guardando poi in direzione di Aì. Intanto Conan si
avvicinò alla ragazza «Susan, posso chiederti una
cosa?» «Dimmi» «Quel giorno che
ci siamo imbattuti nel caso della professoressa di Ran hai dimostrato,
sia tu sia Charles, di avere delle capacità deduttive non
indifferenti. Dove avete imparato a ragionare
così?» «Ho imparato a ragionare
così in questi ultimi anni, del resto mi imbatto un giorno
sì e due anche in dei casi e ho imparato a risolverli
seguendo un filo logico. Seguo il principio di Sherlock
Holmes» «Uhm, capito» disse il finto
bambino guardando la ragazza che osservava i Giovani Detective giocare
a pallone.
Il
gruppo di amici dopo aver passato un tranquillo pomeriggio a Central
Park ritornò in albergo dove incontrarono nuovamente i
genitori di Susan e cenarono in loro Compagnia. Quando ritornarono
nella Suite Susan li raccolse a se nel salottino per raccontare quello
che sarebbe successo nei giorni seguenti. «Ragazzi, volevo
dirvi che domani andremmo a Time Square spostandoci poi nella quinta
strada, ovvero la via dello shopping di New York»
«Una bella giornata anche domani insomma» disse Ran
«Sì, per la sera invece ci sarà una
sorpresa» «Cosa?» chiese curiosa Sonoko
«It’s a secret» disse
l’italo-americana sorridendo «Uffa»
esclamarono invece Ran e Kazuha incuriosite. «Susan,
Charles» «Dicci Conan» «Devo
dirvi un segreto» la ragazza curiosa si abbassò
alla sua altezza e nell’orecchio Conan le disse:
«La festa Newyorkese, non è fra quattro
giorni?» «Uhm, good, really good guy. you guessed
it but the party was in advance, I don't know the real
reason!» [uhm,bene,molto bene ragazzino,hai indovinato ma la
festa è stata anticipata, ma non ne conosco la vera ragione]
disse Susan a bassa voce per non farsi udire dal resto del gruppo.
*******************************************Autrice
*******************************
Capitolo
tranquillo ma ci saranno degli sviluppi molto presto statene certi per
adesso seguiamo l’allegro gruppo tra le vie della grande mela
;)
Amelia_6
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Capitolo 13 *** La nostra Scuola ***
La nostra Scuola
L’orologio digitale segnava le 07.59 e nella Royal Suite
tutti dormivano, ma allo scattare delle 08.00 la sveglia
iniziò a suonare svegliando Susan e Charles.
«Charles, che ore sono?» chiese Susan che non
riusciva a tenere gli occhi aperti «le 08.00, è
ora di alzarsi!» le disse lui con fare dolce. Charles si
alzò dal letto e si diresse verso il bagno quando Susan
scese l’ultimo scalino del letto a castello. Aprì
la porta e busso a quella dei ragazzi, «Scusate
l’intrusione volevo avvisarvi che la colazione
sarà servita fra un’ora» disse nel buio
della stanza dove i ragazzi cercavano di svegliarsi. Dopo aver richiuso
la porta si diresse verso quella delle ragazze e bussò
«scusate, l’intrusione fra un ora sarà
servita la colazione» disse «Ti
ringrazio» rispose Eri che era l’unica in piedi
«Ci penso io a svegliare le ragazze e a buttare
giù dal letto il mio caro maritino con i compagni di
stanza» «La ringrazio» disse Susan
trattenendo a stento uno sbadiglio. «Susan, il bagno
è libero» «Grazie Charles»
sorrise e si diresse nuovamente nella sua stanza.
Alle
09.00 in punto tutto il gruppo era pronto per scendere, anche se
qualcuno sbadigliava ancora. Nel grande salone gli ospiti
dell’albergo finivano la loro colazione mentre il numeroso
gruppo prendeva posto e ordinava. «Susan, sta mattina se non
sbaglio dovremmo visitare Time Square e la quinta strada. Nel
pomeriggio invece?» chiese Eri «Ci
sarà una sorpresa» «Qualche
indizio?» chiese Heiji finche gustava del pane tostato con la
marmellata «Non saprei, stazione»
«Stazione?» «Sì»
confermò Charles sorridendo guardando la fidanzata.
L’orologio a pendolo segnava le 09.30 quando il gruppo si
alzò e si diresse all’uscita dell’hotel
ad aspettarli come sempre c’era la limousine con JJ.
«JJ, ci porti per favore a Time Square a fare un
giro?» «Certamente» disse
l’autista e quando tutti furono saliti l’auto
partì. Arrivarono a Time Square poco dopo «Questa
è una delle vie più belle e famose di New
York» disse Charles dopo essere sceso dalla macchina
«Di notte è ancora più bella»
disse invece Susan che si era avvicinata al ragazzo
«è piena di luci è come se prendesse
vita» continuò la romantica italo-americana. Il
gruppo si incamminò e percorse i marciapiedi affollati
notando ogni più piccolo dettaglio, ad aspettarli
all’arrivo c’era sempre il fedele autista
«Signore, fra un quarto d’ora potrete fare Shopping
nella quinta strada» «Dev’essere
bellissimo, ma non so se permettermelo?» «hai
ragione Kazuha» disse Ran «Dimenticate invece che
siete nostri ospiti» esclamò Charles
«Non vorrai mica dire che…»
«Sì Sonoko pagheremo noi, ma per la sorpresa di
questa sera servono gli abiti adatti» disse Susan sorridendo
all’amica. «siamo arrivati, divertitevi! Vi vengo a
prendere alla fine della strada fra un’ora»
«Ok JJ, e grazie» disse Susan salutando
l’uomo. Il gruppo delle donne si divise da quello
degli uomini e iniziarono a fare Shopping, comprarono gli abiti
più belli e su consiglio di Susan anche delle collane o dei
bracciali. Quando giunsero alla fine della strada tutte tenevano una o
due borse. Anche i ragazzi si erano procurati dei nuovi completi e li
tenevano tutti in due borse ben piegati. «Le borse potete
metterle dietro» disse JJ aprendo il baule della limousine.
«Grazie JJ, ora per favore puoi portarci dove sai
tu?» «Certo, my Dear» il gruppo
incuriosito salì in macchina. «Ci vorrà
circa un quarto d’ora» disse JJ ai passeggeri
«Va bene Grazie» gli rispose Charles. Il viaggio
passò tranquillo e una volta arrivati si trovarono di fronte
alla stazione centrale di NY «Questo è il
“Grand Cetral Terminal” la stazione centrale di New
York.» disse loro Charles. Il gruppo entrò nella
stazione dove i genitori di Susan li stavano aspettando,«Ben
arrivati» saluto che venne subito ricambiato dal gruppo.
«ma dove sarà?» chiese il padre di Susan
continuando a guardarsi a torno «Ehi dad, we are
here!» «Sissi, Francesco,
Mylène» «Salve, che piacere rivederti
Matthew» disse un uomo alto, capelli neri e occhi scuri;
indossava un vestito a giacca e cravatta blu. «piacere mio
sei incantevole Mylène» «grazie
mille» disse una donna bionda con gli occhi grigi indossava
un Tajer nero. «Mamma, papà!»
«Charles» dissero i genitori abbracciando il figlio
«Elaisa come mai con un colore così
solare?» chiese Mylène notando la maglia Arancione
e i pantaloni bianchi dell’amica «il mio
guardaroba è tutto in lavanderia»
«capisco, ehm loro chi sono?» a presentarli
intervenne Susan «Mylène, loro sono il dottor
Agasa, Eri Kisaki e Goro Mori genitori della ragazza dai capelli lunghi
Ran. La ragazza vicino a lei è Sonoko Suzuki seguono poi
Heiji Hattori e Kazuha Toyama. I bambini invece sono Conan Edogawa
bambino che vive con Ran, la figlia adottiva del dottore Aì
Haibara con gli amici Ayumi Yoshida, Genta Kojima e Mitsuhiko
Tsuburaya.» «Piacere di conoscervi» si
inchinò la donna seguita dal marito «Ragazzi,
signori loro invece sono Mylène e Francesco De
Mattei» anche il gruppo si inchinò
«Sorellina e io chi sono il fantasma?» a parlare
era stata una ragazza dai capelli biondo scuro e gli occhi verdi
«Sissi!» «proprio io, sono i tuoi nuovi
amici?» «Sì, ragazzi lei è
mia sorella Sissi ed ha cinque anni in meno di me, il ragazzo invece
che ci sta venendo incontro si chiama Alex McGiver ed è il
suo ragazzo e ha tre anni in più di lei» la
ragazza si inchinò arrossendo un poco, intanto
arrivò il ragazzo «Scusate il ritardo, piacere di
conoscervi» disse il ragazzo che aveva il fiatone a causa
della corsa. «Signori, ragazzi ora conoscete le nostre
famiglie vorremmo portarvi in un posto un po’
speciale» «Dove si mangia?»
«Sì, Genta dicono che il cibo sia
ottimo» disse sorridendo. «Andiamo?»
chiese Genta «Su non essere maleducato Genta» disse
il dottor Agasa «Non si preoccupi, comunque possiamo
andare» disse Charles e si incamminarono tutti insieme.
All’uscita cerano due limousine che li attendevano
«Lui è George, l’autista di mamma,
papà, Francesco e Mylène» disse Susan
«Sorellina, Alex andate con loro?»
«Sì» gli rispose la ragazza ed
entrò insieme al fidanzato nel veicolo seguita dalla
famiglia».
Greenwich
Village, è un quartiere di New York dove risiede
l’università, Washington Square Park, la
Jefferson Market Library, Christopher Street e Winston Churchill Square
e anche la Scuola privata, High school of qualification, dove vanno gli
studenti più facoltosi di New York, offre vari indirizzi tra
cui quello letterario e quello Scientifico o tecnologico, una base
universitaria da dove partire. «Si mangia?» chiese
Genta con un sorriso sulle labbra «Mangeremo nel ristorante
qui di fronte» disse Charles dopo che erano scesi dalla
Limousine. Il ristorante che ospitò il numeroso gruppo si
chiamava Italy, ed era gestito da un signore sulla cinquantina che si
chiamava Giuseppe, era il figlio di un emigrante italiano.
Terminato
l’ottimo pranzo il gruppo uscì e si diresse verso
un Campus poco distante «Signori, Ragazzi questo è
il campus della scuola privata, High school of qualification, ovvero il
liceo che frequento io, mia sorella, Charles ed Alex» disse
Susan «Wow, è bellissimo» disse Kazuha
«Sicuramente è più grande del
nostro» disse Heiji «L’ High school of
qualification, offre più indirizzi. Si può
entrare con un test attitudinale all’età di 14
anni e dura quattro anni» «Voi siete riusciti a
passarlo subito?» «No Mitsuhiko, entrammo un
semestre dopo a causa della lingua» gli rispose Susan
«è difficile entrare quindi»
«Sì» confermò Charles intanto
una bambina dai capelli ramati pensava tra se “è
molto che non ci si vede, my dear school” «Scusate
ma abbiamo il permesso di entrare?» chiese Ran
«Sì, abbiamo avvisato il preside noi»
disse Elaisa «Venite vi faccio fare un giro» disse
Susan e si partì. Il campus era enorme c’erano
campi per vari tipi di sport due palestre, nel corpo centrale
dell’edificio c’erano i laboratori di
informatica, chimica, tecnica e lingue oltre che una biblioteca; nella
parte a destra c’erano le aule di indirizzo letterario e
linguistico dalla parte opposta invece quelle di indirizzo scientifico,
tecnico e informatico. La mensa invece era all’ultimo piano e
occupava tutto il perimetro. «che edificio è
quello che si vede da qui?» chiese Goro
«è la sede dell’università di
New York» gli rispose Francesco «mentre poco
più in la c’è la “Jefferson
Market Library”, edificio che ospita un tribunale, una
biblioteca e una sala lettura per i bambini» concluse
Mylène.
Il
gruppo passò la giornata a visitare il quartiere di New York
e verso le sei le due limousine riportarono il gruppo in Hotel.
«Bene, ora devo fare un annuncio» disse Susan
quando arrivarono nella Royal Suite «Sta sera si
terrà la festa Newyorchese, ovvero il motivo per cui siamo
venuti dall’altra parte del mondo!» Ran
guardò le amiche stupita ma si riprese subito e
iniziò a festeggiare. «C’è
qualche regola particolare?» chiese Eri «No, forse
una: Divertirsi» sorrise Charles. «Ragazzi vi
spiace se mi cambio da voi?» chiese poi Charles vedendo la
ragazza entrare in camera «affatto» disse Heiji.
Intanto le ragazze entrarono e videro che nell’armadio che
non avevano ancora aperto c’erano i vestiti da sera che
avevano comprato, i corpetti brillavano mentre le gonne arrivavano fino
ai piedi. «Mamma il tuo qual è?»
«Uhm, quello color lilla pastello!» Ran porse alla
madre il vestito e poi disse: «il mio è
questo azzurro» «quello violetto invece
è il mio» intervenne Kazuha «io invece
ho preso quello blu oltremare» «bambine i
vostri?» chiese gentilmente Ran «io quello
Rosa» disse Ayumi «io, quello nero;
l’ultimo in fondo» «Va bene ecco a
voi!» porse l’ultimo vestito e si iniziò
a preparare anche lei.
–
TOC, TOC – Si sentì bussare «Ragazze
siete pronte?» chiese un impaziente Heiji «Stiamo
arrivando» disse la voce di Kazuha e un attimo dopo si
aprì la porta lasciando tutti quanti sbalorditi
«Ragazze state davvero bene!» a parlare fu Susan
che era già pronta, indossava un vestito rosso fuoco le
spalline cadevano dolcemente sulle spalle, le maniche erano lunghe e
partivano da sotto le spalline mentre la gonna era a balzi.
«Wow Susan Sei incantevole» «Grazie anche
voi» Ran indossava un abito mono-spalla con la gonna larga,
Sonoko invece aveva un vestito a spalline aderente con la gonna stretta
mentre Kazuha indossava un vestito a girocollo mentre la gonna cadeva
dolce, infine Eri aveva un abito a maniche lunghe con
un’ampia scollatura che era stata coperta da un copri spalla
di pizzo lilla. «Manchiamo solo io e Mylène,
tesoro aspettami un attimo, disse Elaisa dopodiché
entrò nella stanza della figlia dove si cambiò
seguita dall’amica «Il colore è il mio
preferito» dissero Mylène ed Elaisa.
L’abito di Elaisa, era uguale a quello della figlia, tranne
per il colore, era nero con il corpetto di brillantini mentre il
vestito di Mylène anch’esso nero, aveva le maniche
lunghe con una scollatura rotonda mentre la gonna cadeva giù
dritta con uno spacco che partiva all’altezza del ginocchio.
«mamma Mylène state veramente bene, il nero vi sta
benissimo» «Lo so cara, vedo però che a
te dona anche il rosso!» «vedi mamma, io credo che
il color rosso sia misterioso quanto il nero!»
«già» le due donne si sorrisero e
invitarono poi tutti a scendere!
***********************************Autrice**********************************************
Che
giornata particolare per i nostri personaggi ora però si
potranno divertire alla festa Newyorchese, dove potranno incontrare
anche molti VIP e persone di rilievo! Chi sa che cosa
succederà?!
Attenzione:
High school of qualification, letteralmente Liceo di specializzazione,
è una scuola che non esiste realmente, ma un punto di
incontro molto importante per i personaggi. Diversamente dagli altri
luoghi realmente esistenti.
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Capitolo 14 *** La vacanza si tinge di rosso ***
La
vacanza si tinge di rosso
Il
salone delle cerimonie finemente decorato era pieno e gli invitati
chiacchieravano tra loro, al ricevimento erano state invitate molte
celebrità tra le quali spiccavano Yusako Kudo, Yukiko Kudo e
Chris Vineyard. «Scusate torno subito» disse Susan,
che si allontanò avvicinandosi ad una donna «Hey
night baroness, how are you» [ehy baronessa della notte come
stai?] «Susan, Io sto benissimo e tu?»
«Sì, sai devo dire che la vostra villetta in
Giappone non è niente male!»
«co-cosa» «Sì bhè,
vi avevo detto che sarei andata in Giappone»
«Sì, ma certo ora ricordo»
«Lì ho conosciuto Ran Mori che tramite un certo
Shinichi mi ha ospitato a villa Kudo.» «Non ci
posso credere» disse Yukiko «Yusako»
salutò poi Susan «Susan, dimmi sei ritornata
appositamente per la festa?» chiese lo scrittore
«Sì, ma ho portato un po’ di amici dal
Giappone» «Chi?» chiese Yukiko. La
ragazza fece strada e si fermò di fronte ad un gruppo
«Ragazzi, Signori credo che conosciate già i miei
amici Yusako e Yukiko Kudo» sorrise «Che
meraviglia!» esclamò Ran dando un caloroso saluto
alla coppia.
All’improvviso
però una voce richiamò l’attenzione di
Susan «Che confusione! Susan licenzia immediatamente i
musicisti» «Cosa!» disse con tono
arrabbiato verso un ragazzo dai capelli neri come la pece e gli occhi
blu cobalto che risaltavano su una carnagione abbronzata
«Jio, sei tu!» la ragazza fece una smorfia e poi
abbracciò il ragazzo «Sei sempre il
solito» «Certo, questi miei
connazionali?» «Amici del viaggio di
studi» «Capisco! Peccato però, manca
lei!» «Già manca ma sono sicura stia
bene magari è in spiaggia a prendere il sole in qualche
isola sperduta nell’oceano»
«Sì certo è proprio da Shiho mettersi
il costume e già che c’è va a fare
Shopping» disse ridendo «Povera Shiho, sei
cattivo» «Non si fa sentire da anni e io
sarei il cattivo?» «certo» disse
facendogli la linguaccia il gruppo intanto continuava a guardare i due
con aria interrogativa «Scusate, io e Jio stavamo parlando di
una nostra amica, si chiama Shiho Miyano ed è veramente un
eternità che non la vediamo!»
«capisco» disse sorridendo Ran
«Aì Haibara, tu conosci Susan e
Charles!» disse Conan quasi urlando «è
quasi sette anni che non li vedo; Li ho conosciuti quando sono andata a
studiare in America, anche se ho mantenuto per un po’ i rapporti finché ero nell'organizzazione» gli rispose con il solito tono freddo e
distaccato «Non potevi dirmelo!» «Scusa
grande detective ma non mi sembrava importante, del resto sapevo che erano soliti fare viaggi di questo tipo, mai visti i TG? Ma devo dire che in Aereo, quando ho sentito il discorso tra Susan e Ran mi sono affiorati quei pochi ricordi felici!»
finalmente sorrise, un sorriso ironico ma che valeva oro almeno per il
giovane detective accanto a lei, abituato a vederla sempre triste
pensando al suo passato. «Allora Jio, dato che sei qua
potresti darti da fare, invita una di queste belle ragazze a ballare,
ops scusa non sai ballare» «Sei perfida, lo sai
vero?» «Sì, lo so bene!» i due
amici continuarono a parlare in compagnia anche di Charles intanto i
signori Kudo iniziarono a ballare «Ehm, Eri volevo chiederti
se ti va di ballare» disse Goro guardando dalla parte opposta
«uhm sì» disse Eri un po’
incerta sulle capacità dell’ex-marito. Ran,
Sonoko, Heiji e Kazuha ancora in compagnia dei genitori di Susan e
Charles si ritirano verso il buffet lasciando le due coppie andare
verso la pista ballo solo i Giovani detective rimasero in fondo al
salone non sapendo cosa fare «Scu-scusa Aì potrei
invitarti a ballare» chiese titubante il giovane Mitsuhiko
«Ma certo» rispose colta di sorpresa la gelida
bambina «Conan dai vieni a ballare con me» disse
invece Ayumi trascinando il piccolo detective sulla pista da ballo
«ma mi lasciate qui da solo?» disse Genta
«Allora credo proprio che farò un salto al buffet,
ma dove sarà il Dottore?» pensò Genta
dirigendosi verso la parete destra dove una lunga tavolata era stata
riempita di mille prelibatezze. «Ecco
dov’è il professore!» pensò
Genta vedendo il tutore chino a prendere dei dolci per poi porli nel
piatto che teneva in mano.
Il
gruppo dei giovani detective si era di nuovo riunito quando alle loro
spalle comparve una donna alta dai capelli biondo platino e le labbra
rosse fuoco «Sorry Guys but where is it your
parents» gli occhi di Aì divennero due punti
azzurri come quelli di Conan mentre Ayumi, Genta e Mitsuhiko
divennero pallidi a causa dello spavento e del fatto che non
conoscevano la lingua, a prender parola fu però una voce
femminile «Sorry Chris, this guys are with me» [scusa
Chris, questi ragazzi sono con me] la donna
si girò «Susan what a pleasure, sorry but I've
seen them here alone and I thought I had lost» [Susan
che piacere, scusa ma li ho visti qui da soli e pensavo si fossero
persi] disse la
donna «see you» [ci
vediamo] disse poi.
«Scusate bambini, Chris è una donna molto
enigmatica e misteriosa; spero non vi abbia spaventato» disse
Susan «un po’» ammise Ayumi che poi
sorrise «Chi è?» chiese invece Mitsuhiko
«un’attrice molto famosa, quanto la madre
Sharon» «ah» esclamò Mitsuhiko
«Aì» «dimmi Conan»
«Come fa Susan a conoscere Vermouth» «Non
so magari l’ha conosciuta come attrice e non come la
criminale che è!» disse Aì rimanendo
fredda e distaccata come sempre. La sera passava tranquilla fino a
quando un grande orologio a pendolo posto alla sinistra del salone
risuonò la mezza notte, [discorso in inglese]:
Signori e Signore con grande
rammarico voglio annunciare la fine della serata, spero che vi siate
divertiti e abbiate potuto incontrare vecchi e nuovi amici. Vi voglio
salutare alla mia maniera, con la mia canzone italiana preferita:
“Ti lascio una parola, goodbye” dei nomadi per voi
amici cantata in Inglese. Buona Notte a tutti!
A
parlare era stato Matthew il padre di Susan che era salito sul palco in
compagnia della moglie e dei due amici. «Papà sei
stato bravissimo come sempre» disse Susan «lo
so» gli rispose per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Gli invitati erano tutti usciti quando Susan e il gruppo si diressero
verso un salottino per continuare a parlare. Quando però il
gruppo mise piede nella sala trovò un cadavere disteso sopra
il tappeto. «Fermi che nessuno tocchi quel corpo»
disse a gran voce Susan che avvicinata all’uomo
sussultò per poi dire «Jio, mi spiace»
l’uomo disteso a terra non era altri che il padre di Jio,
Riusuke Hikaminaru. «Susan, non ci sono tracce di
soffocamento e non è stato colpito vuol dire che
è morto per avvelenamento?»
«Può essere, tuo padre non soffriva di nulla
vero?» «no!» «Odore di
mandorla, è cianuro» disse Conan che si era
avvicinato al corpo «e tu come lo sai?» chiese
Susan «deve avermelo detto Shinichi»
«capisco, comunque è giusto»
«Suicidio o Omicidio?» chiese Charles che era
arrivato per ultimo sulla scena «non lo so ma
dovrà indagare la polizia, su ora andate nelle vostre
stanze» intimò il padre di Charles, Francesco
«detective Goro conosce l’Inglese?»
«Sinceramente no» «Allora per favore
accompagni i ragazzi di sopra e cerchi di tenerli lontani, qui non
siamo in Giappone» «Sì» il
detective capì e per una volta fece la scelta giusta si
ritirò con il resto del gruppo. Finche i ragazzi passavano
nell’atrio notarono l’arrivo del capitano Radish
Redwood e lo scambio veloce di saluti che questo ebbe con i coniugi
Kudo, che conosceva ormai da tempo. Yukiko e Yusako uscirono poco dopo
facendo un cenno di saluto a Conan, che li aveva visti.
Susan
e Charles furono gli ultimi a entrare nella suite reale appena entrati
si soffermarono e dissero «Scusate per tutto, buona
notte» «tranquilli ormai ci siamo abituati a vedere
le scene dei crimini» disse Ran sorridendo. Susan la
ringraziò e poi segui Charles dentro la camera prima di
chiudere la porta però pronunciò queste parole:
«Dear detective that English you know come with me if you
want but make sure you can no longer go back!» e socchiuse la
porta subito dopo Conan disse «Heiji, devo guardare una cosa
sul computer ma non so se posso entrare nello studio verresti con me a
chiedere a Susan il permesso di usare il suo?» «eh,
Sì» disse il Detective dell’ovest
«ragazze non preoccupatevi non ci metteremo molto»
disse e poi entrò nella stanza seguito da Conan
«Scusate ragazzi io vado a dire a Conan che ho vinto una
scommessa andate in camera torno subito» disse Aì
che entrò nella camera seguita da Jio che era rimasto con il
gruppo.
************************************Autrice**********************************************
Sono
di nuovo tra voi ma sta volta con un pezzo di storia sui nuovi arrivati
e Shiho! Jio non viene presentato ma vi posso dire che nel prossimo
episodio ci sarà sicuramente una descrizione del
personaggio. Inoltre con il prossimo capitolo il passato di Susan,
Charles, Jio e Shiho (Aì) verrà a galla! Mi sto
dilungando un po’ troppo forse, un ultimo indizio, ci
sarà ancora un mistero da sciogliere che sarà
spiegato tra il X e il Y capitolo! Spero non mi ucciderete
prima con affetto
Amelia_6
|
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Capitolo 15 *** Il passato bussa alla porta ***
Autrice: Con
questo capitolo viene raccontata la storia antecedente alle vicende
narrate, si
riprende dal discorso tra i detective, Shiho, i due stranieri e Jio per
arrivare a un passato lontano dai ricordi ma celato ancora nei cuori!
Fino ad
una richiesta che viene dal cuore, Buona lettura…
IL
PASSATO
BUSSA ALLA PORTA
«Susan è
per
caso una sfida?» chiese Conan «No Conan non
è una sfida ma la semplice
costatazione che non sei un bambino come gli altri e questo vale per la
bambina
alle tue spalle» «cosa vorresti da noi?»
chiese Heiji «Nulla ma voglio
raccontarvi una storia» «Continua» disse
Heiji «dovete sapere che il padre di
Jio, come il figlio, è un membro dell’FBI e sono
sulle tracce di quella che
viene chiamata Organizzazione in nero, questa organizzazione conta
moltissime
persone anche di notevole spessore o star del cinema e della tv. Fino a
qualche
tempo fa indagavano su un farmaco l’aptx 4869 un veleno in
grado di
ringiovanire il corpo, mi potreste credere pazza ma ne ho le prove e
sono in
questa stanza» Il sangue dei presenti si ghiacciò
e dato il silenzio la ragazza
continuò a parlare «Shio Miyano e Shinichi
Kudo» ora il clima era gelido gli
sguardi di tutti i presenti erano su Conan e Aì
«Un gruppo di infiltrati è
riuscito ad avere le informazioni generali sul farmaco e
l’ultima persona che
ci aveva lavorato, la scoperta ha fatto ghiacciare il sangue a Jio che
ha
voluto informarci» disse Charles «Vedete il suo
nome in codice era Sherry ma il
suo vero nome, ne sono certa, è Shiho Miyano»
disse Susan guardando di fronte a
lei «Come puoi dirlo?» disse Conan
«perché la conoscevo, l’ho conosciuta
circa
sei anni fa» disse la ragazza poi si rivolse alla bambina dai
capelli ramati
«puoi far credere all’organizzazione che sei morta,
ma non alla tua migliore
amica!» «Vedo che non hai perso le tue capacita
deduttive» disse Aì con il
solito tono freddo.
La ragazza si
chinò in lacrime solo allora la bambina dal cuore di
ghiaccio iniziò a piangere
triste per la morte di quel signore che le era stato come un padre
quando era
in America ma felice per aver rivisto i vecchi amici. Conan era rimasto
sconvolto, solo una volta aveva visto piangere Aì ed era
stato quando gli
confidò che Akemi era sua sorella, quella donna che lui non
era riuscito a
salvare. Aì si stava riprendendo aiutata anche dalla
simpatia di Jio mentre
Susan era stretta a Charles che si asciugava le lacrime quando Heiji riniziò a
parlare: «Scusate se interrompo, tu
Susan hai fatto un altro nome. Quello del mio amico Shinichi,
perché?» «è
strano che tu, uno dei pochi che conosce la sua doppia
identità me lo chieda»
«co-cosa?» «hai capito mi sto riferendo a
Conan Edogawa alias Shinichi Kudo»
«Scusa Susan ma dovresti avere le prove» insistete
Heiji «le ho, Ran mi ha
raccontato che Shinichi si fa vedere raramente dopo
l’incontro a tropical land.
Mi ha raccontato che la prima volta che ritornò Shinichi
trovò Conan che beveva
del Paikal, un liquore che permette di cancellare gli effetti
dell’aptx,
inoltre Ran mi ha raccontato dell’arrivo di Aì una
bambina molto scontrosa e
poi una serie di volte in cui Shinichi ricompariva. Avevo capito che
Aì era Shiho
già al nostro secondo incontro, del resto ha lo stesso
carattere di un tempo.
La chiave che mi mancava me la mandò Jio in un e-mail, la
struttura di un
veleno, l’aptx 4869, che già stavo esaminando con
Charles. Così ho fatto due
più due e ho capito la vera identità di Conan
unita poi a quella bravura di
certo non tipica di un bambino di sette anni»
«Sei brava, devo dirlo, non me lo
aspettavo» il finto bambino sorrise,
un sorriso amaro «Quando ero in aereo mi sono stupito che Ran
si fidasse e ti
raccontasse di Shinichi, di me, poi nei tuoi occhi ho visto una luce
brillare
come a infondere sicurezza e mi sono fidato anche io»
un'altra pausa come a
ripensare a trovare le parole giuste «In casa mia sono sicuro
che c’è ancora
una mia vecchia foto con Ran e i nostri genitori è stata
forse quella che ti ha
spinto a chiederti chi ero?» «Sì, hai
indovinato; sono andata con una scusa dal
dottor Agasa per conoscere meglio la bambina che ero certa di
conoscere. Aì non
mi ha deluso per tutto il tempo che sono stata lì mi
osservava e nei suoi occhi
potevo leggere l’odio lo stesso sguardo che Shiho Miyano mi
lanciò otto anni fa
in America.» «Partendo dalle tue supposizioni sei
riuscita a entrare nel cuore
di tutti noi per capire il rapporto tra me ed Heiji rispetto a quello
che io ho
con gli altri!» «Sì, meriti tutta la tua
fama giovane detective. Come
un’attrice entra nel cuore del personaggio che deve
interpretare io sono
entrata nei vostri. È difficile imparare ad entrare nel
cuore della gente ma
sapevo che come c’ero riuscita anni addietro ci sarei
riuscita anche stavolta
non per cattiveria, per far del male ma per poter capire ed
aiutare» le parole
di Susan risuonarono nella stanza, lei non guardava più
né Conan né i presenti,
guardava nel vuoto portando la mente lontano nel tempo…
FLASH BACK
«Ehi Susan
stai attenta, dietro di te!» urlò un ragazzo alto
circa un metro e settanta dai
capelli neri e gli occhi scuri, indossava una divisa scolastica con
pantaloni,
cravatta e giacca bianchi mentre la camicia era rossa.
«Co-cosa» una ragazza
che stava correndo all’indietro urtò
un’altra ragazza che si stava per sedere
su una panchina nel parco. La ragazza aveva i capelli biondi raccolti
in una
coda che le arrivava a metà schiena gli occhi erano di un
marrone molto chiaro
simile all’ambra ed erano striati di verde; anche lei
indossava la divisa ma
diversamente dal ragazzo portava la gonna, la giacca e il fiocco rossi
mentre
la camicia era bianca. «Scusa non volevo stavo cercando di
non perdere
l’aquilone» disse la ragazza bionda «per
colpa tua ho rovesciato l’acqua sui
fogli, accidenti» le rivolse sprezzante uno sguardo vuoto
pieno d’odio che
traspariva negli occhi azzurri della ragazza circondati da dei ciuffi
color del
rame. «Ti giuro non volevo» continuò a
scusarsi «Erano esercizi di biochimica
ora dovrò ricominciare tutto da capo!»
«Cosa? Biochimica che meraviglia»
«scusa?» «Adoro la chimica è
la mia materia preferita infatti vorrei scegliere proprio
il corso di scienze a scuola» solo dopo aver
ascoltato quel discorso
la ragazza dagli occhi ghiaccio notò la divisa simile alla
sua che la straniera
indossava. «Io mi chiamo Susan De Ginelli e tu
sei?» «Mi chiamo Shiho Miyano»
«Sei giapponese quindi?» «Sì
ma perché?» «ho appena incontrato un
ragazzo che
andava molto di fretta anche lui giapponese credo si chiamasse Hijiromi
Hikaminaru!» «Cosa, quel fannullone di
Hikaminaru!» «fannullone?»
«è un mio
amico, uno dei pochi che sono riuscita a trovare!»
esclamò la ragazza dai
capelli ramati. «capisco, uhm è lui?»
chiese indicando un ragazzo alto circa un
metro e ottanta dai capelli neri spettinati e gli occhi blu cobalto. «Sì
in persona!» «Tornando a noi per scusarti
ti va di farci compagnia insieme al tuo ragazzo?»
«non è il mio ragazzo ma un
mio amico d’infanzia si chiama Charles de Mattei»
«ok» disse e fece spallucce
invitando i due amici a sedersi»
FINE FLASH
BACK
«Ricordo bene
quel giorno, a quanto pare non mi sbagliavo vi siete fidanzati qualche
giorno
prima della mia partenza» «Sì, ora
Aì mi dici cosa successe dopo quel giorno?»
«entrai nell’organizzazione con il nome in codice
di Sherry e ci rimasi fino
alla morte di mia sorella Akemi. Per fuggire presi il farmaco e grazie
anche al
dottor Agasa diventai Aì Haibara, sapevo che il farmaco era
stato somministrato
a Shinichi Kudo che io confermai essere morto. In realtà
sapevo che era
rimpicciolito e andai a cercarlo» «capisco dunque
ora hai una nuova vita e dei
nuovi amici» «di certo ha dimenticato quelli
vecchi» disse Jio spazientito «No
non vi ho mai dimenticato ma ti ricordo che Susan e Charles sono
cambiati
in questi sei anni
a differenza di te
Jio che ho riconosciuto subito!!» la ragazza rivolse uno
sguardo esasperato
all’amico come aveva fatto molte volte negli anni precedenti.
«he-he ora ho
capito perché Susan ha detto che ti ha riconosciuto
subito» Jio sbuffo mentre
gli altri presenti si concessero una risata. «Dimmi Susan
c’è un motivo perché
ci racconti tutto, giusto?» «sì, hai
indovinato Conan, non mi interessava
farvi sapere che ero a conoscenza del vostro
segreto fino a quando non ho trovato il corpo del padre di Jio
giù nella sala
da the» «Hai detto che Riusuke era un agente
dell’FBI ed era sulle tracce
dell’organizzazione?» «No non
direttamente, stava indagando su alcuni
funzionari del governo giapponese, probabilmente erano
all’interno
dell’organizzazione» disse Jio «Capisco
ma come fate a essere sicuri che ci sia
la loro mano?» «ci sono due motivi,
nell’organizzazione c’è un serial killer
che uccide con il cianuro, nel caffè corretto con il brandy,
super alcolico che
gli da il nome. Inoltre al ricevimento era presente Chris Vineyard
alias Vermouth»
disse Susan «Capisco,
come fai a sapere
così tante cose sull’organizzazione?»
chiese poi Heiji «Aiuto l’FBI dopo che è
venuto a conoscenza dell’aptx 4869, Jio ha detto che
conosceva due ragazzi
futuri scienziati e così io e Charles aiutiamo
l’FBI sono ormai tre anni che
cerchiamo e raccogliamo informazioni» disse Susan
«da quando Sherry ha
lasciato, e quindi tradito, l’organizzazione»
finì Charles «Ironia della sorte
non trovate?» chiese Aì «Sì
è proprio uno scherzo del destino!»
Conan però
voleva approfondire quello che era successo nell’ultima ora e
quindi chiese se la
polizia o l’FBI avrebbero mai sospetteranno
dell’organizzazione. Ha
rispondergli fu Jio «La polizia non di certo, l’FBI
forse cercherà nei casi
attualmente aperti ma non credo che troverà una pista sicura
e chiuderà il caso
come Suicidio. Solo se verranno trovate altre prove il caso
verrà riaperto» «Vi
chiedo un solo piacere» disse poi Susan «Conoscete
le persone che si celano
dietro questa organizzazione, non si fermeranno mai. Vi prego aiutateci
a
fermarli» la richiesta era insolita lei una ragazza
all’apparenza semplice e
tranquilla aiutava l’FBI a dare la caccia a pericolosi
criminali e stava
chiedendo l’aiuto a due bambini e un adolescente.
Il primo a
rispondere alla richieste della giovane fu Conan che accettò
e per poi
precisare: «ormai posso definirmi anche io un aiutante
dell’FBI» «lo so piccolo
detective la professoressa Jodie mi ha detto che un giovane e astuto
detective
li stava aiutando e quando Shuichi ti ha consegnato i passaporti i miei
dubbi
si sono dissipati» «Sei in gamba Susan non avrei
mai detto che eri li» «lo so
ero ben nascosta» «Shuichi mi ha detto che sapeva,
cosa sa? Gli hai detto tu
qualcosa?» «no io non gli ho detto niente, non
sapevo ancora nulla di preciso,
ma mi ha detto che un suo amico ti ha visto fare qualcosa che ti
collega a
Shinichi Kudo» Conan capì chi era
quell’amico e non chiese più altro «ma
non
poteva sapere di me» intervene Aì «se ti
dicessi Dai Moroboshi? Oppure Rye?»
«Il fidanzato di Akemi» «Dai Moroboshi
era il nome sottocopertura di Shuichi
Akai» «è colpa sua?» gli occhi
le si spalancarono «Non essere frettolosa, è stato
scoperto e credevano che tua sorella fosse a conoscenza della sua reale
identità» «No non ci credo»
«Sai Aì, ancora oggi Shuichi è
dispiaciuto per
quello che successe, dall’ora si veste unicamente di
Nero» «Akemi…» Aì
Haibara
ora era a conoscenza del perché sua sorella era morta aveva
incolpato Conan
voleva incolpare Shuichi Akai ma non poté, non ce la fece
scoppiò solo a
piangere maledicendo quei corvi del malaugurio.
Il sole
risplendeva su New York e un'altra giornata stava iniziando, come una
fedele amica
la luna portò con se i segreti della notte facendo comparire
su tutti i visi
dei sorrisi.
*********************************autrice*****************************************
Pronta per
ricevere i pomodori ma prima lasciate che vi dica grazie per aver letto
fino a
qui. Ora come annuncia l’ultima frase una pausa dai segreti e
complotti dei MIB
per trascorrere qualche giorno in tranquillità visitando NY
ma anche nella
bella città americana si nascondono ricordi e collegamenti?
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Capitolo 16 *** Arrivederci New York ***
Arrivederci
New York
Nella
Royal Suite una sveglia, impostata alle 07.00 del mattino, suonava
insistentemente. «Susan per l’amor del cielo,
chiudi quella dannata sveglia» disse una voce assonnata
«Sì, un attimo mi è caduto il telefono;
Charles, sei sveglio?» «Uhm forse no, ma ho trovato
il cellulare!» «Grazie amico»
«Figurati Jio» «Scusate l’ora,
ma oggi volevo fare un ultimo giro per NY» «Credimi
NY non scappa» «Il solito rompiscatole»
disse Susan all’amico Jio intanto che scendeva dal letto a
castello «vorrei dirti che sei tutta spettinata e
bianca» «Cosa? Jio, uffa, non è colpa
mia! Vado un attimo in bagno intanto sveglia il resto del gruppo
insieme a Charles» «ok». I due amici
uscirono dalla stanza ma si trovarono di fronte Aì con gli
occhi infuocati Ran e Kazuha in piedi anche se non erano del tutto
sveglie Conan che non riusciva a tenere gli occhi aperti come pure
Heiji e i giovani detective, quelli più normali sembravano
essere Goro, Eri e il Dottor Agasa. «Scusate Susan voleva
fare un altro giro a NY ma si è dimenticata di avvisarvi che
ci saremmo dovuti alzare un po’ presto» disse
Charles con molta diplomazia cosa che lo aiutò a passarla
liscia con tutti tranne con una bambina dai capelli ramati
«Scommetto Jio che hai fatto cadere il cellulare dal comodino
così da farle un bello scherzo, ora è in bagno a
lavarsi a causa del borotalco che avevi spanto!»
«Co-cosa io non ho fatto niente del genere»
«Allora perché dietro di te
c’è Susan con lo sguardo di chi vuole uccidere un
giapponese» «he-he era un innocente scherzo credimi
Susan» la ragazza non si accontentò e per
ricambiare la cortesia gli tirò un calcio in piano stomaco
che lo fece dondolare «la prossima volta che cerchi di farmi
fare il volo, giuro non sarò così
clemente» «ok» furono le ultime parole di
Jio che poi si andò a preparare seguito da Charles
«Ottimo lavoro» disse la bambina «Lo so
grazie» disse Susan facendo l’occhiolino.
«Ehi
Haibara, ma cosa è successo a quel ragazzo, Jio»
«Cosa, oh niente di che Conan ha solo imparato che scherzare
con Susan è molto pericoloso»
«Ah» il giovane detective non capì
subito ma poi lo sentì dire «Susan lo sai che
oltre ad avermi lasciato il segno ora non ho neanche fame
«ben ti sta la prossima volta pensaci due volte prima di
voler far finire la tua amica a “gambe
all’aria”» gli rispose la giovane
«non ci credo he-he» pensò Conan
guardandola con la faccia da pesce lesso. Intanto Susan raccolse a se
il gruppo «Allora, vorrei scusarmi nuovamente per ieri sera;
oggi per liberarci dai cattivi pensieri faremo un bel giro per New
York». «Cosa andremo a visitare?» chiese
Genta «Andremo a visitare il museo americano di scienze
naturali, e Little Italy nel Bronx; Sono due bellissimi posti
poi nel pomeriggio prima di ritornare a casa potremmo fare un giro dove
volete» la giovane sorrise e tutti accettarono.
Come
i giorni precedenti tutti si prepararono e scesero per fare colazione.
Davanti all’Hotel trovarono JJ che li aspettava
«JJ, ci porti tutti all’American Museum of Natural
History per favore?» «Certamente se non
c’è traffico 10 minuti e siamo
lì» «Grazie» disse la giovane
e salì in macchina seguita dagli amici. «Lo sai
che non si rubano le Limousine ai propri genitori»
«Non ci credo ancora tu!» Susan era rossa, anzi
nera, in viso «Sì, vorrei visitare Little Italy,
dicono sia il luogo in cui si possa respirare l’Italia, dalla
cucina alla lingua. Forse è per questo che ci vuoi
andare?» «Io, uffa, sei il solito Baka»
«E felice di esserlo» Susan era fuori di se e
Charles la stava calmando Jio rideva, le ragazze si guardavano
imbarazzate in compagnia anche del dottore, Goro faceva orecchie da
mercante mentre Heiji e Conan avevano un’espressione da pesce
lesso infine Eri e Aì, sorridevano per la simpatica scena.
«Susan, siamo arrivati» disse JJ
«Grazie» gli rispose e scese subito dalla macchina.
All’interno del Museo si possono osservare scheletri di
dinosauri e animali, conoscere le teorie sull’evoluzione,
oltre alla storia e si può anche osservare lo spazio al
planetarium. I giovani detective si divertirono molto e il dottor Agasa
fu lieto di raccontare storie o aneddoti lasciando anche il posto a
qualche quiz. Il tour durò un’ora e
mezza, dopodiché il gruppo si fermò a fare uno
spuntino su richiesta di Genta e verso le dieci JJ fece salire tutti in
macchina per la tappa successiva, Little Italy nel Bronx. «La
prossima tappa che faremo è Little Italy, ovvero la piccola
Italia, si trova lungo Arthur Avenue, nel quartiere Belmont. Questa via
racchiude tutte le tradizioni e la cultura italiana.»
spiegò Charles «Ci troviamo nel Bronx, un
distretto dello stato di New York situato sopra Manhattan»
disse Susan accennando il primo sorriso del giorno «Scusate
ma anche a Manhattan esiste un quartiere chiamato: Little
Italy?» chiese Heiji «Sì, Heiji; ma
viene considerato un quartiere italiano più commerciale,
fatto per attirare i turisti.» disse Susan. Arrivati scesero
dalla lussuosa macchina «Il quartiere non è
grandissimo possiamo visitarlo in qualche ora, verso mezzogiorno ci
aspettano in un ristorantino tipico per il pranzo.» Disse
Charles verso il gruppo per poi incamminarsi.
Le
vie erano stupende, i dialetti tipici italiani si mescolavano. I piatti
tipici delle regioni si mostravano sottoforma di ristoranti, pizzerie o
negozi di alimentari. Trovavi bancarelle di souvenir ogni pochi metri.
A mezzogiorno Susan portò il gruppo in un piccolo ristorante
un poco nascosto alla vista. Il proprietario si chiamava Massimo ed era
un suo lontano parente, aveva vissuto per anni a Roma poi si era
trasferito in America. Non parlava giapponese ed il suo americano era
molto accentato e con Susan e Charles parlava in italiano che poi
veniva tradotto per il resto del gruppo.
Finirono
di mangiare verso le 13:00 ma rimasero nel locale ancora un po'.
«Ragazzi, se volete visitare ancora qualche posto dobbiamo
organizzarci» disse Susan «molti dei luoghi
più belli li abbiamo visti, ma ritornerei ancora una volta a
coney Island, vorrei andare qualche ora in spiaggia» Disse
Ran che trovo il consenso delle amiche «ok, ragazze poco
distante da li c'è un mio amico che ha due cavalli ne
approfitto per fare un giro» «Vengo con
te» disse la fidanzata, «potremmo chiedere se
riesce a procurarne altri, se non sbaglio suo zio ha un maneggio non
molto distante magari ci può venire incontro»Disse
Charles «Non sono mai andata a cavallo» disse
Kazuha, «nemmeno io» affermo Sonoko
«quindi deciso, un giro a cavallo e poi tutti in
acqua».
La
limousine percorreva le trafficate strade newyorkesi mentre i
passeggeri discutevano, «non ci credo, il giornale di oggi
riporta che Riosuke è stato ucciso dal "Black
Kill"» esclamò Susan leggendo il giornale e
suscitando l'attenzione di tutti «Che
cos'è?» Chiese Heiji serio «Black Kill
è il nome che è stato dato ad un serial killer
che lasciava disegnato una foglia nera sul dorso della mano»
spiegò Charles. «Il problema è che
è stato arrestato una settimana fa dall'FBI» disse
Susan. «Ma è impossibile allora che sia stato
lui» disse Heiji con sorpresa «Infatti, chi sa chi
è stato veramente» disse Sonoko sovrappensiero
«Di certo anche il NY times avrà riportato la
notizia» disse Charles «Riporta che è
stato un suicidio, personalmente lo credo improbabile»
affermò Jio «Vedrai troveranno chi è
stato» sorrise Susan incoraggiando l’amico.
La
lussuosa macchina aveva parcheggiato non lontano dalla spiaggia ed i
suoi passeggeri erano scesi, Conan aveva l’aria pensierosa e
a svegliarlo dai suoi pensieri fu Aì «Allora
grande detective, cosa c’è che non va?»
chiese con un sorriso beffardo «Nulla, solo che»
non riuscì a terminare la frase che l’amico
Hattori intervenne «è una bravissima attrice non
è vero?» «Sì, esattamente
è riuscita a far credere a tutti che non ne sapesse niente
mentre a noi ci ha raccontato una storia che sembra uscita da un
film» «è il loro fascino»
disse Aì «Cosa intendi?» chiesero i due
detective «Il fascino di quei due ragazzi è
qualcosa di speciale, riescono a entrare nel cuore delle persone che li
circondano, riuscirebbero a mentire a loro madre e non farla accorgere
di nulla» «Da come lo hai detto sembra che tu non
nutra più molta fiducia» «Non
esattamente, semplicemente non mi fido di loro son troppo bravi a
mentire e lo so bene» Affermò e poi si
allontanò.
Susan
e Charles formavano una bellissima coppia e quando il ragazzo
arrivò a cavallo la ragazza gli si tuffò tra le
braccia per baciarlo, come nella più belle scene
d’amore ma ahimè da festeggiare c’era
ben poco e a Conan sembrava il momento adatto per parlare con la
ragazza del mistero «Susan, posso farti una
domanda» chiese Conan «Dimmi»
«Sapevo che eri brava nei veleni e nelle armi da fuoco, come
Charles ma non sapevo però che eri anche brava nella difesa
personale» «Ti riferisci al calcio che ho tirato a
Jio» gli disse guardandolo
«Sì» «Non farci tanto caso,
è stato proprio Jio a insegnarmi
l’autodifesa» «Davvero?»
«Sì, all’epoca mi disse che una bella
ragazza come me doveva sapersi difendere in questa
città» «Capisco» sorrise Conan
«Ora posso farti io una domanda?» chiese la giovane
«Dimmi» «Hai risolto tu i casi in cui ci
siamo imbattuti» «Co-cosa» «Non
mentirmi, per favore» «Sì, ma come lo
sai?» «Semplice, conosco la scienza e un corpo
svenuto non può parlare!» «Solo
questo?» «No, è stato un indizio il
fatto che anche a Sonoko capitasse, e poi il fatto che sei il celebre
detective liceale» «Capisco, ma non lo sono
più» «Posso assicurarti che ti puoi
fidare e il tuo segreto è al sicuro con me, ti posso
comunque dire che anche senza il tuo aiuto Goro anche se con fatica ce
la può fare» «Perché dici
così?» «Finche stavo ragionando, il
padre di Ran mi seguiva e successivamente ne traeva delle sue
conclusioni, affrettate certo ma ragionava» «Sai,
hai ragione mi stupisco solo del fatto che tu sia riuscita ad
arrivarci» «Vedi Conan ho semplicemente imparato a
conoscere la gente» Conan ed Heiji guardavano Susan con occhi
stupiti fino a quando Ran non intervenne «Ragazzi se scendete
dal cavallo possiamo fare una bella partita a pallone? E anche un bel
bagno».
Acconsentirono
e scendendo dall’animale Susan chiese: « cosa
preferite?» «Calcio? Pallavolo?»
«Calcio» dissero i ragazzi «Ok allora che
ne dite di una partita ragazzi contro ragazze?» chiese Susan
«Ok» «Conan, Mitsuhiko, Genta, Heiji,
Charles e Jio contro me, Ran, Sonoko, Kazuha, Aì e
Ayumi» «Va bene» accettarono tutti e si
iniziò a Giocare. «Cosa ne dite se noi ci beviamo
qualcosa intanto?» disse l’autista hai signori
«Per me va bene» disse Goro «Accetto con
piacere» aggiunse Eri «vorrà dire che mi
aggiungerò anche io» disse il dottor Agasa
«Ottimo, ho portato delle bevande dalla Limousine quali
preferite?» «Sakè» disse Goro
«per me va bene» confermarono il dottore ed Eri.
«Uhm, Susan mi ha lasciato dei cioccolatini
volete?» «Godiva, i tuoi preferiti Eri»
«Sì» «Ottimo! Prego
allora» disse JJ porgendo la scatola
«Grazie». Quel pomeriggio nonostante i cattivi
presagi passò velocemente, anche troppo, e in piena
tranquillità. Dopo aver giocato a calcio si fecero un bel
bagno per poi rilassarsi sulla spiaggia.
Verso
le 19.00 il gruppo ritornò in Hotel per la cena, Elaisa e
Matthew, Francesco e Mylène , la sorella di Susan ed Alex
cenarono con loro ma verso le 20.30 l'autista arrivò per
informare il gruppo che da li a 10 minuti sarebbero dovuti partire per
andare in aeroporto.
Il
FIDS (display di informazione sui voli) segnava i vari voli, il primo
era quello per Parigi seguiva Tokio alle 21:30. «Abbiamo
circa un ora per passare il check-in e la dogana». Disse
Susan guardando l'orologio «faremmo meglio ad andare,
allora» esclamò Charles. Il gruppo si
avviò e completati tutti i passaggi si sedette nelle
apposito spazio, per aspettare che il terminal aprisse. Alle 21:25 il
personale di terra aprì gate e i primi a salire furono Conan
e gli amici, a chiudere il gruppo c'erano Susan e Charles che si
soffermarono per guardare un ultima volta l'interno dell'aeroporto e
salutare l’autista «Goodbye, my favorite
driver». Saliti tutti i passeggeri l'aereo partì.
************************************************************
Autrice
***********************************************************************************
Capitolo
un po’ più lungo spero vi piaccia comunque :)
Oggi
sono di poche parole al prossimo capitolo, Amelia_6
|
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Capitolo 17 *** Amicizie e misteri, primo indizio ***
Amicizie
e misteri, primo indizio
La
sveglia posata sul comodino suonava insistentemente quando Conan si
svegliò. Si guardava intorno spaesato era nella sua camera,
quella dell’appartamento Mori, si mise gli occhiali e
andò in bagno. Si lavò e preparò per
poi andare in cucina, ad aspettarlo c’erano Ran e Goro.
«Buongiorno Conan» disse Ran passandogli un vassoio
con la colazione «Buongiorno Ran» «Lo sai
Conan con oggi sono ormai tre anni che sei arrivato» Conan
sgranò gli occhi e poi guardò il calendario, Ran
aveva ragione, esattamente tre anni e un giorno prima lui era andato a
Tropical Land con Ran. «Ma i tuoi genitori non ti cercano
più?» disse Goro «Goro, non ricordi che
mi sono venuti a trovare e ogni giorno li sento quando finisco
scuola» Conan stava mentendo per l’ennesima volta,
cercando di nascondere il suo segreto. «Conan è
tardi dobbiamo andare» disse Ran prendendo la cartella
«Arrivo» gli rispose il piccolo detective e si
avviò con l’amica. Ran e Conan passeggiavano
quando Sonoko arrivò «Ciao Ran,
moccioso» «Sonoko» salutano loro
«Avete già visto i due italo-americani?»
«No, ma possiamo passare davanti alla villa di
Shinichi» «a proposito di Shinichi, ti ha
chiamato?» chiese Sonoko con un sorriso a trentadue denti.
«No non mi ha chiamato, ma lo sai è
impegnato» la ragazza sorrise, ma Conan si rabbuio.
«Conan, Conan…» Urlava una vocina, il
Giovane detective si girò e vide Ayumi che lo guardava con
occhi spalancati «che ti succede?» Conan
alzò lo sguardo si trovava di fronte alla casa dei Kudo
vicino al cancello c’erano i suoi amici e dalla finestra
Charles e Susan salutavano con la mano «Nulla, scusate mi ero
distratto» «A cosa pensi?» chiese
Aì «Niente, è solo che oggi
è l’anniversario del mio
rimpicciolimento» «è già
passato tutto questo tempo?»
«Sì» «Lo sai quei due non mi
convincono» disse Aì per cambiare discorso
«Ma non erano dei tuoi amici?»
«Già, che non vedo da … cinque o sei
anni» «Sei sempre la solita»
Aì lo fulminò con lo sguardo e poi se ne
andò! “Credo che si sia arrabbiata”
pensò il giovane detective.
La
campanella della scuola accoglieva gli studenti, appena rientrati dalle
vacanze primaverili. «Susan, Charles» li
richiamò Ran «Adesso ci sono le ore di educazione
fisica» «Si lo sapevamo, torniamo subito dobbiamo
chiedere una cosa a un professore» sorrise Charles.
«Ah ok» sorrise. Susan e Charles girarono
l’angolo ed estrassero il cellulare «Good morning
I’m Black moon, I have a info on the black secret»
disse al telefono la giovane «Ok, good Jobs» disse
la voce al telefono, Susan aspettò poi mise il vivavoce
«I’m Black sunny what are the new
provisions?» chiese il ragazzo serio, la voce al telefono
parlò, poi chiuse la chiamata e i due giovani si diressero
verso la palestra con un sorriso allegro e spensierato.
Intanto
Conan seguiva le lezioni o per meglio dire presenziava alle lezioni
della maestra Kobayashi «Conan! Preferirei che tu seguissi le
lezioni» urlò la maestra Kobayashi arrivando
davanti al suo banco «Mi scusi maestra»
«Per questa volta sei perdonato, ma mi farai in
più una pagina dei Kanji che abbiamo fatto oggi in
classe» disse «Si» rispose mentre
Aì rideva di gusto seduta vicino a Conan.
Il
pomeriggio passò velocemente e dopo scuola sia i due
Italo-americani che Conan si diressero verso una villetta alla fine del
quartiere di Beika. «Hello cool detective»
«Salve professoressa Jodie» «Ti
è piaciuta la festa?» «uhm? Parla della
festa newyorkese» «Oh yes» «Bhe
un omicidio non è proprio una meraviglia»
«Figuriamoci per il figlio» disse una voce
«Jio?!» «Salve piccolo
Detective» disse il ragazzo «Signorino Hikaminaru,
ben tornato» disse Jodie «Salve, Miss
Starling» «Ma come sei galantuomo» disse
un’altra voce ridendo «Si cara Susan, io sono un
galantuomo» «Amico ma chi vuoi prendere in
giro» disse Charles entrando nel salone dove erano tutti
radunati. «Salve piccolo detective» dissero i due
italo-americani «salve, non pensavo di vedervi qui»
«villa Hikaminaru è sempre stata una casa stupenda
e poi dovevo pur rompere un po’ a Jio» disse
sorridendo Susan «Villa Hikaminaru?»
«Sì, questa è casa mia» disse
Jio. «capisco ma come mai non siete andati subito ad abitare
qui?» «Perché è il nostro
quartier generale, ci abitano James e Camel, Akai ha affittato un
appartamento vicino alla stazione viene qua solo se serve infine Jodie,
per disperazione, ha preso un appartamento più vicino alla
scuola, che tu e Heiji dovreste già conoscere»
«Sì» Conan guardava stupito la ragazza
«Oh salutamelo, so che sta dando una mano a Goro»
«wow, quante cose sai?» a dirlo era stato Jio
«me l’ha detto Ran» gli rispose Susan
ridendo. «Non importa ti credo sulla
parola» disse l’amico con espressione divertita sul
viso. «Come mai sei qui?» chiese poi la
professoressa Jodie «Volevo sapere se c’erano altre
informazioni sull’organizzazione oggi ho sentito che ci
sarà una festa in onore di un politico»
«Vedo che hai centrato il bersaglio al primo colpo»
disse Jio «Allora è possibile un suo
coinvolgimento» «Sì Conan, il politico
in discussione è il precedente ministro
dell’università e della ricerca»
spiegò Susan «Crediamo che centri con le ricerche
che fanno all’interno
dell’organizzazione» disse una voce
dall’altro angolo della sala «Akai, sai qualcosa
sugli scienziati?» chiese James Black
«Sì, molti hanno studiato fuori dal Giappone
conoscono ogni aspetto delle scienze dalla chimica
all’anatomia e alla medicina» «Tu non
conoscevi uno di loro?» chiese Jodie
«Sì, Sherry ma non so altro su di lei»
«Aspetta» disse all’improvviso Jodie
«Ma Vermouth quella volta, non ha usato proprio quel nome per
indicare Aì l’amica di
Conan»«Jodie, non credo che una bambina di sette
anni abbia le capacità necessarie e poi si parla di
più di tre anni fa» «Sì ha
ragione James» Conan guardava i due italo-americani e Jio.
Che cosa aspettavano a dire tutto, forse mantenevano veramente la
parola data e quindi aspettavano la sua prima mossa?
**********************************Autrice***************************************
Ebbene
si vi lascio così, spero vi sia piaciuto questo capitolo!
Altrimenti
aspetto i pomodori in faccia ;) a presto amelia_6
|
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Capitolo 18 *** Come un Detective, secondo indizio ***
Come un detective, secondo
indizio
Conan, dopo scuola, era
andato in una villetta alla fine del quartiere di Beika. Ma non era il
solo che aveva deciso di far visita all’FBI. Infatti tra i
presenti c’erano i due italo-americani e Jio. Durante il
discorso vennero fuori altri indizi sui MIB, tra cui il nome in codice
di Sherry e il suo collegamento con Aì.
Conan era ancora di fronte all’FBI e ai due italo-americani.
«Conan, dimmi sai qualcosa che noi non sappiamo?»
chiese la professoressa Jodie seria. «Io …
bhè a dire il vero c’è una cosa che
tengo nascosta» disse il ragazzo serio
«Cosa?» chiese Jodie «Vede
…» la sua voce venne coperta dagli squilli di due
telefoni. «Pronto, dimmi Heiji» rispose Conan
«Pronto, che succede?» rispose invece Susan al suo
cellulare. Ma dopo pochi secondi entrambe le conversazioni si
interruppero e all’unisono Conan e Susan dissero:
«Dobbiamo andare» e si precipitarono
all’esterno dell’abitazione. Mentre correvano Conan
iniziò a parlare: «Goro si è imbattuto
in un caso molto strano» «Lo sappiamo, Ran ci ha
chiamati per chiederci consiglio» disse Charles
«Com’è possibile morire avvelenati
facendo un bagno termale?» disse Susan «Ho visto
casi più strani» ammise Conan «Se non
sapessi che in realtà hai diciotto anni avrei i sudori
freddi» disse Charles «Tornando al caso, cosa ti ha
detto Heiji?» «Come? Semplicemente che Goro ha
iniziato a dare di matto» «Ma chi era la
vittima?» chiese Susan «Norie Hasegawa, segretaria
di 38 anni» «Ha qualche collegamento con
Goro?» chiese Charles «Sì, era la sua
vicina di casa prima che si sposasse, solitamente quando sono coinvolte
le persone a lui legate è serio e fa deduzioni
perfette» «capisco, allora perché ci
hanno chiamato?» chiese Susan.
«Susan, Charles siamo qua!» urlò una
voce «Ciao Ran, cosa è successo?» chiese
l’italo-americana riprendendo fiato «La signora
Norie Hasegawa di 38 anni che insegnava alle scuole elementari del
quartiere qui vicino è morta avvelenata finche faceva un
bagno termale. «Si sa altro?» chiese Charles
«uhm, fatemi pensare con lei c’erano solo tre
persone» disse Ran «I loro nomi erano Mineko
Watanabe di 38 anni e Akihiro Watanabe di 39 anni Marito e moglie ed ex
compagni di università e Junichi Hasegawa suo marito di 40
anni» aggiunse Heiji che si era avvicinato ai due stranieri e
Ran « «salve ispettore Meggure, agenti Sato e
Takagi» disse Susan notando che il gruppo si stava
avvicinando. «Salve ragazzi, Indagate anche voi?»
«più che indagare stiamo riassumendo i
fatti» rispose sorridendo Susan «Capisco»
«Ispettore, cosa mi sa dire sugli indiziati?»
«Uhm, dunque la signora Watanabe ed il marito lavorano
entrambi all’università di Beika dove si sono
laureati insieme alla vittima in Lettere e filosofia; il marito invece
è un medico e lavora presso l’ospedale di
Beika» «Capisco, sapete che veleno era?»
chiese Susan «Se non sbaglio è della
cicuta» «Cicuta, è una pianta che cresce
fino a circa 1800 metri è di colore bianco con fiori molto
piccoli; Ha un odore forte e sgradevole ed è solubile molto
bene nell’alcool» Disse Susan «Se non
sbaglio la dose letale per un uomo è di circa 750 gr per via
orale; la morte avviene tra le tre e le sei ore i sintomi sono:
problemi digestivi, cefalee, diminuzione della forza muscolare,
formicolii ed infine paralisi» Concluse Susan.
«sapete come potrebbero essere venuti in possesso della
cicuta?» «Non ne siamo sicuri, ma sospettiamo che
l’abbiano travata durante un campeggio circa una settimana
fa» disse Takagi «Cosa è successo prima
della morte?» chiese Charles «I signori sono
arrivati ai bagni termali verso le otto della mattina, si sono
rilassati nei bagni per qualche ora e poi sono andati a mangiare
qualcosa» disse Goro «Norie aveva esagerato con
l’alcool e così sono tornati verso i bagni
termali» «Goro, per favore rimani fuori dalle
indagini» disse l’ispettore Megure voltandosi verso
il Detective «Per prendere la macchina ma la vittima li ha
convinti di ritornare all’interno dei bagni
termali» Goro era serio perfettamente serio, non sembrava del
nulla fuori di se «Quando sono entrati li ho incrociati e
Norie mi ha salutato invitandomi ad andare con lei»
continuò stringendo sempre di più i pugni
«Siccome eravamo insieme non ho voluto lasciare da solo il
detective e sono andato con lui» si intromise Heiji
«Ci stavamo preparando quando abbiamo sentito urlare e siamo
corsi a vedere e abbiamo trovato la signora Hasegawa morta»
finì il detective dell’ovest.
Conan dopo aver ascoltato la conversazione si allontanò ed
andò vesso la receptionist delle terme «Mi scusi,
posso sapere una cosa?» «Si certo
piccolo» «I detective qui fuori vorrebbero sapere
se lei sa dove sono andate quelle persone a mangiare»
«Vediamo, se non sbaglio al ristorante qui dietro
all’angolo» «La ringrazio»
«non c’è di che piccolo». Il
piccolo detective percorse la strada che portava al ristorante ed una
volta entrato chiese al proprietario se ricordava i sospettati
«Certo che lo ricordo, una delle signore ha bevuto molto, mi
sembrava che avesse litigato con il marito sedutole accanto. Ora che ci
penso è stato l’unico a non bere alcolici ma
continuava a versare da bere alla Donna» «Si
ricorda come erano disposti?» «Certo la donna con i
capelli biondi, se non sbaglio si chiamava Norie, dava le spalle alla
cucina, li in fondo vedi. La ragazza mora le era seduta davanti i due
uomini erano seduti uno accanto alla moglie con cui aveva litigato e
l’altro era a capotavola» «La
ringrazio» Conan aveva trovato chi era il colpevole ora
però doveva trovare le prove. Ritornò sul luogo
del delitto e si avvicinò ad Heiji «Allora
scoperto chi è il colpevole?» «Si forse,
ma mi mancano le prove» disse Conan guardando
l’amico «Cos’è successo con
Goro, non ho mai visto l’ispettore così»
«Goro, ha detto che Norie non si sarebbe mai tolta la vita in
quella maniera» «Cosa voleva dire?»
«Nessuno l’ha capito, e l’ispettore gli
ha proibito di continuare le indagini finche non avesse detto tutto
alla polizia» «Heiji, dimmi una cosa, la vittima ha
litigato con qualcuno?» chiese Charles «Si con il
marito se non sbaglio si è arrabbiata perché
voleva bere nonostante avesse avuto dei problemi con
l’alcool» gli spiegò Heiji
«Good Job Detective, but that sentence is really important
good job Detective Goro» pensò Susan, sorridendo
finche si avvicinava con il fidanzato. «Ricordate come
è morto Socrate?» chiese Charles
«Socrate, se non sbaglio è morto avvelenato a
causa…» Conan non terminò la frase e
disse «Ora capisco» «Già solo
lui poteva commettere l’omicidio» disse Heiji.
Poco distante gli agenti dell’FBI osservavano i ragazzi ma
riuscirono a percepire parte della conversazione «devo dire
che quel ragazzino è proprio bravo» disse James
«Ti riferisci a Conan» chiese Jodie
«Sì, ha cercato in tutti i luoghi a raccolto le
testimonianze ed infine ne ha tratto delle conclusioni»
sorrise «Si è comportato proprio come un
Detective»
*****************************************************Autrice************************************************
Ebbene si vi lascio così ;) Chi è stato il
colpevole?
Spero vi sia piaciuto il capitolo :) e che non mi tirerete i pomodori
A presto, Amelia_6
|
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Capitolo 19 *** L'eterna giovinezza, risoluzione ***
L’eterna
giovinezza, risoluzione
Conan, dopo scuola, si
era andato in una villetta alla fine del quartiere di Beika, ma non era
il solo che aveva deciso di far visita all’FBI. Infatti, tra
i presenti c’erano i due italo-americani e Jio. Durante il
discorso vennero fuori altri indizi sui MIB, tra cui il nome in codice
di Sherry e il suo collegamento con Aì, ma
all’improvviso i cellulari di Conan e di Susan suonano. A
contattarli erano stati Heiji e Ran che volevano un aiuto per risolvere
un caso. La vittima era Norie Hasegawa di 38 anni, la donna si era
laureata all’università di Beika in Lettere e
Filosofia e ora insegnava alle scuole elementari del quartiere vicino.
I sospetti sono ricaduti su: Mineko e Akihiro Watanabe di 38 e 39 anni
marito e moglie ed ex compagni di università e Junichi
Hasegawa marito della vittima di 40 anni.
«Detective Goro» urlò Susan
«Sì, cosa c’è»
«Socrate» «Cosa?» «La
risposta alla domanda che le ha fatto l’ispettore
è Socrate giusto?»
«Sì» le rispose il detective
«a cosa ti riferisci Susan?» chiese Ran
«Al famoso filosofo greco Socrate» disse Charles
«Accusato di Ateismo ovvero non credere negli dei e di
insegnare dottrine che favorivano il disordine politico, fu processato
e condannato a morte. La morte avvenne a causa del veleno ricavato
dalla Cicuta» Spiegò Susan «I signori
Watanabe come la signora Hasegawa all’università
avevano studiato lettere e filosofia quindi sicuramente conoscevano il
personaggio e la sua storia» «Quindi è
uno di loro?» «No ispettore, Norie aveva una grande
passione per Socrate ancora ai tempi del liceo, l’ultima
volta che l’ho vista mi ha raccontato che aveva iniziato
l’università in lettere e filosofia ed era
felicissima. Durante i corsi aveva incontrato un ragazzo e una ragazza
che amavano come lei Socrate e i filosofi greci»
Raccontò il detective «Norie inoltre mi disse che
morire come un grande filosofo era un onore, ma che lei non ne avrebbe
mai avuto il coraggio» a parlare era stata l’amica
Mineko. «Lo raccontò anche a me Ispettore, credo
che per quanto si possa apprezzare un personaggio non lo si possa
imitare anche nella morte» «Ma Goro questo dimostra
che lei non si è suicidata ma l’hanno uccisa e
basta» «Vero, non abbiamo le prove per dimostrare
altro» «Non è così, io e
Conan siamo andati nel locale dove i signori hanno pranzato, il gestore
ci ha raccontato che a causa della lite con il marito una delle due
donne aveva esagerato nel bere mentre l’uomo non ha toccato
nessun alcolico ma continuava a versare del vino alla moglie»
«Lei signor Junichi ci ha raccontato che ha litigato con la
moglie perché voleva bere nonostante i suoi
problemi» «Sì, ma questo cosa
centra?» «Le faccio un'altra domanda, lei conosce
la cicuta?» «Certo, l’ho studiata con i
veleni durante l’università»
«Mi può chiarire un dubbio allora?»
«Certamente» «In che soluzione si
può sciogliere il veleno ricavato dalla cicuta?»
«Non ricordo» «Voi signori Watanabe, lo
ricordate» «Sinceramente non sappiamo le
proprietà scientifiche della pianta solo che è
usata come veleno» «Susan, Charles?»
«La cicuta è solubile in alcool signor
Hasegawa» «Le faccio un'altra domanda»
«Come mai nonostante lei non potesse bere continuava a
versare alcolici a sua moglie e mi può ripetere come mai
avete litigato?» «Mia moglie non voleva bere
perché io non posso quindi abbiamo avuto un battibecco per
convincerla le ho offerto di versarle da bere e ho continuato per tutto
il pranzo» Heiji sorrise «Scusi signor Hasegawa non
aveva detto che sua moglie non voleva che lei bevesse e per questo
avete litigato? In questo caso non avrebbe senso che lei le versasse da
bere» disse l’ispettore Megure «Si
è incastrato da solo signor Hasegawa. Ha sostituito lei uno
degli alcolici della moglie con la soluzione di alcol e
cicuta!» «Goro come avrebbe fatto? Era in pieno
ristorante» «Probabilmente, finché
versava del vino, ha fatto cadere il bicchiere, con quella scusa
è andato a chiederne un altro al Bar»
«Goro, ragiona, di solito è il cameriere a
portartelo» «Non se gli vai incontro»
«Junichi si è alzato per andare a prendere la
borsa alla moglie, che aveva lasciato in entrata, quando è
tornato, aveva anche il bicchiere. Siccome il vino in tavola era finito
se l’era fatto versare al bancone del Bar»
spiegò il signor Watanabe. «Mi tolga una
curiosità perché?» «Ero
stufo, parlava solo di Socrate e delle sue filosofie, che aveva deciso
di morire che non si era tirato indietro e aveva accettato la condanna,
ho voluto farle provare quello che aveva provato il suo mito»
il marito cadde «Non si rende conto che così
avrà perso per sempre la donna che ha amato»
«Solo ora me ne rendo conto». L’uomo
venne portato via dalle auto della polizia e l’ispettore fece
i complimenti a quella squadra un po’ fuori dal comune.
Ran dopo aver assistito alla risoluzione del caso si
avvicinò a Conan, Heiji e i due italo-americani
«Heiji, Susan, Charles che ne dite se mangiamo tutti
insieme?» «Volentieri Ran ma prima devo passare a
villa Kudo a prendere una cosa» disse Susan «Io
invece devo andare dal dottor Agasa con Conan perché gli
avevo promesso di provare a risolvere un suo quiz»
«Ok allora ci vediamo a Casa»
«sì» sorrisero. Il gruppo si
allontanò dalla scena del crimine e si diresse nuovamente
verso villa Hikaminaru quando sentirono «Ehi detective, we
are here» «Jio!» esclamò Susan
«Non farti vedere mi raccomando!» avvisò
poi la ragazza. «Uff – sbuffò
– è da un po’ che siamo qui abbiamo
visto risolvere il caso» disse il ragazzo nippo-americano
«Ok, come mai siete qui?» chiese Charles, Jio e
Akai sorrisero mentre la professoressa Jodie chiese: «Conan
cosa centra Aì Haibara con l’organizzazione degli
uomini in nero?» «Vede Jodie, io non posso non qui
almeno» il bambino si voltò e alla fine della
strada vide Ran che parlava con l’amica Kazuha e il padre.
«Sarà meglio andare a casa del dottore»
disse Conan e la professoressa fece cenno di sì.
Una bambina dai capelli ramati osservava lo schermo di un computer
mentre digitava velocemente caratteri scientifici quando una voce la
richiamò «Aì vieni hai delle
visite» «Arrivo dottore» la giovane
salvò il lavoro e uscì dalla stanza ad aspettarla
c’erano Conan, Jio, Susan, Charles e l’FBI.
«A cosa devo la visita?» chiese. «Vedi,
sappiamo che hai avuto a che fare con l’organizzazione ma ci
lascia perplessi una cosa» Jodie fece una pausa, ma a
continuare fu un uomo vestito di nero con un capello di lana:
«Vorrebbero che tu gli spiegassi perché Vermouth
ti ha chiamata Sherry, stesso nome in codice della giovane donna che
conobbi quando ero un infiltrato all’interno
dell’organizzazione» la giovane alla vista
dell’uomo provò un senso di paura. Si fece forza e
disse: «Siamo la stessa persona» James, Jodie e
Camel rimasero senza parole mentre Susan, Charles, Conan, Jio e Heiji
rimasero impassibili. «Com’è
possibile?» chiese la professoressa «Grazie ad un
farmaco l’APTX4869» rispose Susan «Susan,
Charles che cosa sapete che non ci avete ancora
detto?» «Vede prof grazie al nostro soggiorno qui
in Gippone abbiamo avuto le prove per supportare i dati raccolti da Jio
in America e da Kir qui in Giappone» disse Charles
«L’organizzazione da molti anni sta lavorando su un
farmaco chiamato apotoxina 4869, un veleno che dovrebbe uccidere senza
lasciare tracce ma a causa di alcuni errori, voluti o meno, ha
l’effetto di rimpicciolire o meglio di ringiovanire le
vittime» disse Susan «Le cellule escluse i neuroni
vengono riconosciute come infette e quindi eliminate tramite il
meccanismo di apoptosi ovvero la morte programmata delle
cellule» continuò Susan «Questo lo
sapevamo andate avanti» disse impaziente Joide «I
primi a fare delle indagini sul farmaco furono due scienziati Elena ed
Atsushi Miyano» disse Jio guardando dei documenti
«Gli studi non erano terminati quando morirono in circostanze
ancora misteriose, lasciando due bambine» continuò
il ragazzo «I loro nomi sono Shiho e Akemi Miyano, Shiho
viene mandata a studiare in America mentre la sorella rimase in
Giappone» intervenne Susan «Shiho studiò
presso l’High school of qualification, terminati gli studi
tornò in Giappone e continuò gli studi
sull’APTX4869» spiegò la giovane
italo-americana «La sorella rimase a fare i lavori di
copertura per l’organizazzione, anni più tardi
conobbe un uomo Dai Moroboshi e la storia la conoscete tutti»
disse invece Charles «Probabilmente conoscendo Shiho dopo
aver appreso della morte della sorella a deciso di andarsene, magari
utilizzando proprio quel farmaco da lei studiato, giusto
Aì?» concluse Jio «Sì,
giusto, assunsi il farmaco e andai a cercare una persona che sapevo
fosse nella mia stessa situazione ma venni trovata dal dottor Agasa che
mi adottò dandomi il nome di Aì
Haibara» «Si può sapere chi è
quella persona? Avrà bisogno d’aiuto?»
disse Jodie un po’ preoccupata «Non si
preoccupi» disse la bambina, «Aì ha
ragione non deve preoccuparsi sa prendersi cura di se»
affermò Conan. «Cosa?»
«L’altra persona che assunse il farmaco era un
detective liceale, famoso poiché aiutava a risolvere i casi
della polizia, sto parlando di Shinichi Kudo» Aì
guardò verso gli agenti che erano un poco spaesati
«non starai parlando dell’amico di Ran?»
chiese la donna dell’FBI «Sì»
affermò «Ma non era occupato a risolvere un caso?
O mio dio non sarà sulle tracce di quei corvi?»
«Jodie?» «Dimmi Conan»
«Non devi preoccuparti, Shinichi collabora con
l’FBI» Jodie era fuori di se osservava quel bambino
fuori dal comune, era tranquillo fin troppo per un bambino della sua
età. Il bambino dopo una breve pausa riprese a parlare:
«Dovrebbe saperlo professoressa»
«Co-cosa?» «Sono io Shinichi
Kudo!»
***** Autrice *****
Come va? Eccovi il nuovo capitolo spero vi piaccia :)
altrimenti aspetto i pomodori in faccia ;)
L’FBI ha scoperto che Aì e Conan sono in
realtà Shiho Miyano e Shinichi Kudo cosa
succederà ora?
A presto
Amelia_6
|
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Capitolo 20 *** La scelta ***
La scelta
«L’altra
persona che assunse il farmaco era un detective liceale, famoso
poiché aiutava a risolvere i casi della polizia, sto
parlando di Shinichi Kudo» Aì guardò
verso gli agenti che erano un poco spaesati «non starai
parlando dell’amico di Ran?» chiese la donna
dell’FBI «Sì»
affermò «Ma non era occupato a risolvere un caso?
O mio dio non sarà sulle tracce di quei corvi?»
«Jodie?» «Dimmi Conan» Jodie
era fuori di se osservava quel bambino fuori dal comune, era tranquillo
fin troppo per un bambino della sua età. Il bambino dopo una
breve pausa iniziò a parlare: ««Non devi
preoccuparti, Shinichi collabora con l’FBI, dovrebbe saperlo
professoressa» «Co-cosa?»
«professoressa,
sono io Shinichi Kudo» il bambino non aveva fatto una
smorfia, i suoi occhi erano puntati in quelli della donna era assurdo
Shinichi e Conan erano la stessa persona e loro non se ne erano
accorti! «Non è possibile» Jodie era
sconvolta «Ora capisco molte cose, il tuo intuito e il tuo
modo di fare – sorrise – good job little
Detective» disse la professoressa ripresasi dalla notizia
« In realtà voi avete quindi quasi 19
anni?» chiese James ripensando alle parole dei due finti
bambini. «Sì esattamente, io diciannove anni il
quattro maggio mentre Shiho venti anni il primo di novembre»
disse il bambino «Ora Conan cosa credi di fare?»
intervenne Susan «Le cose si stanno mettendo sempre
più male» continuò «Non lo
so» ammise alzandosi e facendo qualche passo «Non
so se dire tutto a Ran, a tutti, oppure mantenere il segreto»
«Conan questa è una tua scelta, sicuramente da
oggi sarà più difficile abbiamo raccolto molte
prove e siamo quasi allo scontro finale» disse Susan con aria
dolce avvicinandosi al bambino «Susan ha ragione, dire la
verità o meno a Ran spetta a te ma devi essere sicuro di
ciò che fai» intervenne Aì
«Sarà pericoloso, sarà difficile ma
credo sia giunto il momento di dire tutta la
verità!» Conan aveva deciso aveva preso la sua
decisione avrebbe detto tutto a Ran ma come? A voce non ne avrebbe mai
avuto il coraggio «Scrivi» disse una voce
«Scrivile una lettera, da Shinichi; dille che se
verrà a villa Kudo oppure Hikaminaru potrà
trovare la risposta a tutte le sue domande» disse Susan
«Credimi, Susan in queste cose sa il fatto suo»
disse accennando un sorriso Charles «Sicuro» disse
allegro Jio «BAKA, sono cose serie queste»
urlò Susan all’amico «Sempre il solito
baka burlone» disse invece Aì.
«Grazie
Susan, accetterò volentieri il tuo consiglio»
«Non c’è di che Detective»
sorrise. «Cosa ne dite di fermarvi tutti a cena?»
chiese poi il dottor Agasa «La cenaaa» urlarono di
colpo Conan e Heiji «Ran ci ucciderà
tutti» esclamò Conan «Forza che ne dite
di unirvi a noi» chiese Conan «Ma
disturberemo!» esclamò James «La prego
capo non si faccia pregare» disse Susan «E va
bene»
Era
ormai un ora e mezza che i due italo-americani, Conan ed Heiji si erano
allontanati dal loro gruppo «Spero non sia successo
nulla» disse Ran «No vedrai che si sono solo persi
via» esclamò Goro «Non preoccuparti Ran,
vedrai che va tutto bene» le disse Kazuha sorridendo.
«Ran sbaglio o è il tuo cellulare che
suona?» chiese all’improvviso il padre, Ran
confermò e preso il cellulare «Si
pronto?» «Ciao Ran sono Conan»
«Conan, ma che maniere è più di
un’ora e mezza che vi aspettiamo»
«Scusaci, abbiamo trovato la professoressa Jodie con dei suoi
amici e ci siamo fermati a chiacchierare» «Capisco,
ora è li con voi?» «A dire il vero si li
avrei invitati vedi i suoi amici sono appena ritornati
dall’America ah si c’è anche il dottore
con Aì» «Quanti siete?»
urlò all’improvviso Goro che stava ascoltando la
conversazione «papà non origliare, comunque in
tutto quanti siamo?» chiese Ran «Dunque io ed Heiji
i due italo-americani, Jio, Jodie, James, Andrè, Shuichi, il
dottore ed Aì» «Almeno credo»
«Come almeno credi!» «Scusami Ran, ma
stiamo correndo ed ho una fame pazzesca credo di non riuscire
più a contare fino a dieci» «Ok scaldo
la cena, vi aspettiamo» Ran chiuse la chiamata «Che
succede?» chiese Kazuha «Nulla saremmo un
po’ di più sta sera» «Non
è mica un albergo questo!» si lamentò
Goro «Papà!» «Scusa,
Scusa»
L’orologio
segnava le 20.45 quando Conan e la compagnia entrarono nel piccolo
appartamento dei Mouri. «Scusate il ritardo» disse
Charles «Tranquillo» «Heiji»
«Si Kazuha?» «Bakaaa» i
presenti dovettero tapparsi le orecchie per non rimanere sordi
«Che ho fatto?» «Non ci si presenta
così tardi!» «Sempre colpa
mia» disse in un soffio «Cosa?»
«Nulla Kazuha, nulla» il detective
dell’ovest si ricompose e andò con gli altri in
sala da pranzo «Professoressa Jodie»
«Salve Ran, posso presentarti Shuichi Akai, Andrè
Camel e James Black?» «Salve a tutti, Shuichi Akai?
ha detto?» «Si Ran è un mio
collega» sorrise «Lo sapevo» disse ancora
imbambolata Ran «Come?» «L’ho
incontrato a New York molto tempo fa»
«Capisco» «Cosa ne dici ti do una mano in
cucina?» «No, no grazie ho finito devo solo
servire» disse tornando in se.
La
serata passò tranquilla e tutti si divertirono, quando Ran
si accorse che tra gli invitati c’era Jio un amico di Susan e
Charles ci fu da divertirsi. Jio era un ottimo combattente, conosceva
molto bene le varie tecniche e aveva sfidato Ran e poi Kazuha,
riuscì a vincere contro Kazuha abbastanza facilmente mentre
con Ran dovette sudare parecchio prima di vincere. «Devo dire
che sei proprio brava» ammise il ragazzo «Grazie
mille, anche te sei molto bravo» disse riprendendo fiato
«Cosa ne dici Hiroiji di una sfida con me?» disse
invece Susan sorridendo «Ho voglia di sgranchirmi un
po’ le gambe» «Ok»
accettò.
«Credo
proprio che il sakè gli abbia dato alla testa»
disse Aì «Cosa intendi? Non è stato lui
a insegnare a Susan le tecniche di difesa?» «Questo
non significa che Susan non abbia mai frequentato dei corsi»
sorrise, lasciando Conan perplesso. I due amici si guardavano fissi
quando iniziarono a combattere, avevano lo stesso livello di bravura
nessuno riusciva a sferrare un colpo vincente. All’improvviso
Susan colpì Jio lasciando l’amico inerte
«Susan, lo sai che non si aggredisce una persona
indifesa» «Dici d’avvero?»
«In un colpo il ragazzo fu messo al tappeto ma non aveva
proprio voglia di mollare così ribalto la situazione ora era
la giovane in gran difficoltà «Scommetto su Jio
100 Yen» disse Goro che seguiva il mach con molto entusiasmo
«Io altri tanti su Susan» esclamò Heiji
«Io invece punto tutto su Jio» disse Conan
«Io su un pareggio» dissero Aì e Charles
«Susan» disse Ran «Jio, anche se Susan
gli darà vita difficile» dissero i membri
dell’FBI «Susan anche io» disse Kazuha
«Non saprei Susan» disse il dottor Agasa. Susan era
a terra che bloccava Jio quando disse «Che ne dici amico di
un pareggio?» «Ottima idea inizio a risentire la
fame» i due amici risero e Jio aiutò Susan a
rialzarsi «L’avevamo detto» Charles fece
un gran sorriso verso Aì che ricambio a modo suo.
«Dunque se ho sentito bene dovete alla bambina e a Charles
400 yen della vittoria di Susan, 600 yen sulla vittoria mia»
disse il ragazzo nippo-americano «Stavate
ascoltando?» disse Ran sorpresa «Certo dunque se
matematica non sbaglia, sono 1000 yen divisi per due sono 500 yen a
testa» «Accidenti» disse Goro
«Ne ero sicuro» «Su papà
abbiamo sbagliato quasi tutti» il detective soffio
infastidito e dati i soldi ai due ragazzi se ne andò
«Ran io andrei sono molto stanca» disse Susan
«Certamente ci vediamo domani» sorrise Ran
«Heiji, Kazuha voi ve ne andate o rimanete qui?»
«Rimarremmo ancora qualche giorno» «Ne
sono felice» «Ran sai quando daranno gli esiti
degli esami che siamo andati a fare ieri e oggi?»
«Sì dovrebbe essere fra due giorni»
«Ok grazie» dissero Charles e Susan per poi
andarsene con gli agenti, Aì e il dottore.
***************
approfondimenti ***************
Lo
Yen, moneta in uso in Giappone, vale circa 0,0075 euro quindi i
personaggi hanno scommesso meno di un euro (0.75 centesimi circa)
*********
Autrice ************
Allora
un capitolo all’inizio un poco teso per poi diventare
più soft, e rivelare qualcosa dei personaggi nuovi non
presenti all’interno del manga e anime.
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Capitolo 21 *** Cara Ran ***
Cara
Ran
Era
notte fonda, Conan guardava fuori dalla finestra, era una notte serena
ma la luna non si vedeva «C’è luna nera
sta sera» pensò il piccolo detective finche
guardava fuori giocando con una penna. «Allora, come posso
fare?» iniziò a concentrassi su un foglio bianco
«Ma certo» disse a voce alta, fin troppo alta, in
casa tutti dormivano! Conan piegò in due poi quattro il
foglio infine lo strappò lungo le pieghe fatte ed
iniziò a scrivere.
La
sveglia suonava insistentemente quando una mano la chiuse, Ran guardava
fisso davanti a se ancora assonnata. Kazuha che dormiva in un letto
accanto si alzò e disse: «Se vuoi ti do una mano
per preparare la colazione» «Grazie»
rispose ed insieme all’amica andò in cucina.
Quando entrò trovò il padre
«Già sveglio?» «Si oggi
dovrebbe venire un cliente» «Capisco, ora preparo
la colazione» «Va bene, grazie»
«Me la puoi portare giù in ufficio?»
chiese serio Goro «Ok» gli rispose la figlia un
po’ perplessa. Goro aveva sempre un carattere allegro qualche
volta anche quando non serviva, vederlo così serio di prima
mattina era davvero strano. Quando il famoso detective dormiente
uscì dall’appartamento guardò una
lettera:
«So il
segreto del perché Goro e Sonoko si addormentano durante i
casi, so il perché il bambino che è sempre con te
non soffre la lontananza, se vuoi sapere tutto segui gli indizi ti
aspetto SK» diceva la lettera che teneva in mano e che era
indirizzata alla figlia «SK, chi può essere SK
… SK …»
continuava
a ripetere tra se e se quando accendendo la televisione
sentì «Alla famosa festa newyorchese oltre a
celebri Vip come il nostro connazionale Yusako Kudo e
l’attrice Chris Vineyard c’è stato anche
un omicidio il padrone di casa Matthew De Ginelli ha commentato
l’accaduto, la nostra giornalista in diretta da New
York» Goro rimase sovra pensiero e poi gli venne in mente chi
era SK «Non può che essere Shinichi
Kudo» disse a voce alta «Ciao Goro»
«che vuoi moccioso» «è proprio
strano sono passati 19 anni eppure mi chiami ancora moccioso»
sorrise «è giusto che Ran sappi tutto
l’ascia che legga quei messaggi, lasciala andare
Goro» disse il bambino guardando fisso l’uomo di
fronte a lui «19 anni? Tu, tu non sarai
mica…» non voleva continuare non voleva sapere era
impossibile eppure da quando quel bambino era arrivato lui era
diventato famoso in tutto il Giappone. Gli era difficile
ammetterlo ma Shinichi Kudo, quel dannato moccioso, era sicuramente
più bravo nelle deduzioni di lui, era sempre stato un passo
avanti nonostante lui l’aveva visto crescere.C'era qualcosa
che non piaceva, a Goro, in quella situazione Conan era diventato
freddo e calcolatore come un adulto non più il bambino
impiccione che credeva di essere un detective. «Ok moccioso,
ti aiuterò ma cosa succederà?»
«Segui Ran e racconterò tutto a tutti»
«Va bene» com’era possibile che lui si
facesse comandare da un moccioso?!
Ran
scendeva con un vassoi le scale che portavano all’ufficio.
«Papà ti ho portato la colazione»
«Grazie Ran, ah si sulla porta ho trovato una lettera per
te» disse il Detective per poi consegnarle la lettera.
«Grazie, chi sa chi è che mi scrive?»
Pensò ad alta voce aprendo la busta «Co-Cosa
significa?» «Che succede Ran?»
«Nulla, nulla papà deve essere uno scherzo di
Sonoko – sorrise – ora vado a dirgliene
quattro» uscì velocemente dallo studio e
ritornò nell’appartamento «Che succede
Ran?» «Oh, scusa Kazuha devo scappare un attimo
perché papà ha bisogno di una cosa, fa come se
fossi a casa tua» disse finche si vestiva.
La
lettera parlava di alcuni segreti che riguardavano lo strano modo di
risolvere i casi di suo padre e della sua amica Sonoko, pensava Ran.
«Chi può essere stato? Forse i nuovi arrivati? No
non corrispondono alla firma SK» pensava Ran finche correva
verso la prima meta Tropical Land. «Ehi Ran, Ran!»
«Si sentì chiamare» «Salve
Susan, Charles come mai qui?» «Oh è
stato Conan a suggerirci questo posto» disse la ragazza
italo-Americana sorridendo «Conan?!»
«Sì» «Capisco, ora scusate ma
devo scappare» «Ciao» salutarono
«Credo che qui ci sia lo zampino del piccolo detective vero
Moon?» «Sono d’accordo con te
Sunny» sorrisero per poi avviarsi nella stessa direzione di
Ran. Ran si fermò quando su una panchina trovò
una scatola destinata a lei, con incertezza la prese e poi
l’aprì. Dentro c’era un oggetto, per la
precisione un orologio con una lettera che diceva:
«Brava cara
Watson, i miei complimenti! Questo orologio nasconde un segreto qual
è? Cambia l’ora e poi Schiaccia ma stai attenta
non puntarlo verso di te! SK»
Ran
aveva molti dubbi ma fece come scritto, lo punto verso un uccellino li
vicino e quando fece le azioni indicate il piccolo animale cadde si
avvicino e si accorse che si era addormentato inoltre lo schermo
dell’orologio si era alzato come mirino.
«Com’è possibile?» Pensava Ran
finche rileggeva la lettera «Ora che devo fare? Nel retro
della lettera trovò l’indizio che gli serviva.
Perché
quella persona voleva proprio che lei andasse a casa di Shinichi? Che
motivo aveva? Le strade a quell’ora erano molto trafficate ma
in poco tempo, e con qualche scorciatoia, riuscì ad arrivare
a casa dell’amico. C’era un problema ora quella
casa era abitata da altre persone non poteva entrare! Ma si fece forza
ed entrò nel giardino per poi intrufolarsi attraverso una
finestra aperta «Susan e Charles sono degli incoscienti non
si lasciano aperte le finestre!» Esclamò cercando
quello che gli interessava, una foto appesa nella biblioteca della
villa. Presa la fotografia la girò, tra la cornice e la
fotografia trovò una lettera:
«Brava cara Watson,
ora dovrei fare un altro piccolo passo tra i libri di Doyle ed Edogawa
c’è un altro oggetto, prendilo. Una volata
indossato schiaccia il piccolo bottone! SK»
Fece
come descritto quando spostò i volumi trovò un
paio di occhiali «Sono quelli di Conan» disse
finche li esaminava. Trovato il bottone lo premette e comparve una
croce con indicati i punti cardinali ed un segnale. Cosa doveva fare?
Rilesse la lettera ma non trovò nulla, la girò e
vide che c’era scritto dell’altro
«Elementare
Watson, segui il segnale ti porterà da me! SK»
Ran
ancora sotto stress seguì il segnale «Quando lo
trovo non so che gli faccio è tutta la mattina che giro come
una matta!» disse cercando di orientarsi, non era mai stata
bravissima. Arrivata a destinazione notò che c’era
una figura dietro l’albero «Sei tu, Sei tu
SK» «Da dietro l’albero la figura non si
mosse ma fece cadere una lettera «Un’altra? No non
ci sto» ma la figura non rispose «Forza chi sei?
«S» disse una voce strana modificata ma stranamente
famigliare «K» «no non voglio sapere
questo – stava piangendo – voglio sapere chi
sei» «Leggi la lettera» disse allora
quella strana voce. Ran era stanca gli occhi rossi per le lacrime,
prese il foglio ed iniziò a leggerlo.
«Tuo padre e
Sonoko vengono addormentati per poi risolvere i casi con la loro voce,
sembra impossibile ma non è! Ora se alzi gli occhi vedrai un
altro oggetto, per la precisione un farfallino rosso. Grazie a quello
posso cambiare voce. Ti chiederai chi sono eppure ti ho lasciato due
indizi SK ed i libri di Doyle ed Edogawa. Watson, Watson pensa
bene!»
«Watson,
Doyle, Edogawa, SK! Cosa significano» pensava finche
raccoglieva l’oggetto da terra e lo provava
«Prova» aveva parlato con la voce di Sonoko,
«la lettera aveva ragione» «aspetta cosa
aveva detto Susan al primo incontro con Conan?»
«Brava Watson» disse la voce da dietro
l’albero «Co-cosa? Poi ripensò il nome
Conan era lo stesso del giallista inglese Arthur Conan Doyle mentre
Edogawa di un altro scrittore di gialli ma giapponese, aspetta Conan
Edogawa è un nome fittizio!» «Brava
Watson ci sei quasi» «SK, SK, Shinichi»
si fermò, il cuore perse un battito «S come
Shinichi, K come Kudo» «Brava Ran» ora la
voce non era più modificata era quella del piccolo Conan ora
la figura aveva un volto era quella del bambino che viveva da molto
tempo con lei. Era immobile il bambino invece sorrideva e gli
consegnò un’ultima lettera:
«Cara
Ran, sei davvero brava! Devo ammettere che viverti così
vicino per tutto questo tempo è stato difficile, sentire il
mio vero nome era una tortura soprattutto quando, lo dicevi con le
lacrime agli occhi. È stato difficile essere Conan Edogawa
ma l’ho fatto con il cuore perché ti volevo
proteggere. Comparivo e scomparivo dalla tua vita sperando di alleviare
la mia lontananza. Ma credimi ti ero vicino con un corpo diverso ma ero
io! Forse ora sarai arrabbiata perché ti ho mentito ma
l’ho fatto per te. Perdonami Ran. S (Shinichi) K
(Kudo)»
Ran
non si era resa conto di piangere, finito di leggere la lettera si
inginocchiò vicino al bambino gli tolse gli occhiali per
avere quella conferma «Perché mi fai
questo?» disse «Ricordi i due tizi vestiti di nero,
presenti quella volta al Tropical Land?»
«Sì» rispose facendo mente locale
«Sono due malviventi i cui nomi in codice sono Gin e
Vodka» «Gin e Vo-Vodka?»
«Sì, mi hanno fatto inghiottire contro la mia
volontà un farmaco, che poi ho scoperto essere
l’APTX4869, che mi ha rimpicciolito»
«APTX4869» disse per tenerselo in mente
«Non volevo che corressi dei pericoli quindi ho chiesto aiuto
al Dottore e su suo consiglio sono venuto ad abitare con te»
«Ora ricordo» «Già pensavo che
lo zietto Goro mi potesse far avvicinare agli uomini in nero,
così chiamati poiché vestono sempre in questo
colore, ma alla fine sono stato io ad aiutare lui facendolo diventare
Goro il dormiente ma siccome non giravo sempre con lui ho dovuto usare
lo stesso metodo con Sonoko» «La regina delle
deduzioni» «Già»
«Sai ho sospettato più volte che tu fossi
Shinichi, ma qualcuno mi ha sempre contrariato, chi altro sa del tuo
segreto?» «All’inizio solo il dottore poi
si sono aggiunti i miei genitori, che si sono finti genitori di Conan,
una dei criminali Vermouth in realtà l’attrice
Chris Vineyard o Sharon Vineyard, e per finire Aì Haibara ed
Eisuke Hondo» «Aì ed Eisuke?»
ripete sbalordita «Aì Haibara è in
realtà una scienziata dell’organizzazione, il suo
nome in codice era Sherry mentre il suo vero nome Shiho
Miyano» «La ragazza amica di Susan e
Charles» «Sì esattamente»
«Mentre Eisuke?» «è stato
coinvolto nei casi di Reina Mitsunashi, in realtà sua
sorella Hidemi, è una spia della CIA. Prima che partisse mi
ha chiesto se poteva parlare con Shinichi per chiedergli se tu volevi
andare con lui in America ed io gli ho ho risposto che non poteva,
facendomi quindi smascherare» «Non ci
credo!» «Invece è così, in
oltre la prof come già saprai è un membro
dell’FBI» «Si lo sapevo» Conan
e Ran erano ancora uno di fronte all’altro quando
interruppero Susan e Charles «Salve, so che è casa
tua Shinichi ma potrei almeno invitarvi ad entrare in casa?»
disse Susan sorridendo «Certo» disse Conan stupito.
All’interno
dell’abitazione ad aspettare i due ragazzi con gli stranieri
c’erano già il Dottore con Aì, Heiji
con Kazuha e Goro, l’FBI con Jio e la giornalista Rena
Mitsunashi l’unico a cui non sembrava avere un nome era un
ragazzo alto con la carnagione abbronzata e gli occhiali.
«Ciao Ran» la salutò
«Ciao» «Non mi riconosci?»
«No» «Sono Eisuke»
**************************************Autrice*****************************************
Eccoci
qua :) cosa ne pensate?
Conan:
Cosa vuoi che pensino, che sdolcinato che sembro? Bleah!
Autrice:
Conan
Conan:
Dimmi
Autrice:
Lo sai vero che ho fatto uscire Eisuke se fossi in te ci penserei a
fare lo spavaldo con me
Conan:
Tu non oserai, tu non oserai
Autrice
che ride di gusto: Tu non sai con chi hai a che fare
**Conan
se ne va **
A
presto amici ;)
|
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Capitolo 22 *** Due criminali al servizio della giustizia ***
Due
criminali al servizio della giustizia
All’interno
dell’abitazione ad aspettare i due ragazzi con gli stranieri
c’erano già il Dottore con Aì, Heiji
con Ran e Goro, l’FBI con Jio e la giornalista Rena
Mitsunashi, l’unico a cui non sembrava avere un nome era un
ragazzo alto con la carnagione abbronzata e gli occhiali da sole.
«Ciao Ran» la salutò
«Ciao» «Non mi riconosci?»
«No» «Sono Eisuke».
Il
ragazzo rimase fermo e impassibile, di certo in quel periodo che aveva
passato in America l’aveva cambiato. Il ragazzo prima era
magro e aveva la carnagione più chiara e gli occhiali, ora
invece era abbronzato e più robusto e portava le lenti a
contatto. «Scu-scusa non ti avevo riconosciuto»
disse Ran traumatizzata ancora da tutte le novità
«Tranquilla sono cambiato parecchio da quando ho salutato te
e gli altri» «Già, veramente»
disse una ragazza dai capelli non molti lunghi e castani
«Sonoko, che ci fai qui?» chiese Ran
«Kazuha mi è venuta a trovare dicendomi che ci
sono delle novità» «Sonoko, vedi Conan
in realtà non è veramente»
«Un ragazzino?» «Bhè per la
precisione il vero nome è Shinichi Kudo»
tagliò Eisuke «Co-cosa su non scherzare»
«È vero» disse Ran «Tu
moccioso saresti quel detective da strapazzo, io ti
….». «Sonoko calmati dai»
disse l’amica di sempre «Ran tu dovresti, aspetta
ma se tu sei Shinichi è probabile che i casi li
risolva» «Brava, Sonoko» disse ora Susan
che ascoltava «Susan, te lo sapevi?» «Si
da quando siamo andati in America» sorrise «A dire
il vero qui che mente ci sono anche io» disse ora
Aì, tutti la guardavano «Sono in realtà
Shiho Miyano ho diciannove anni, venti in novembre, ed ho sviluppato io
il veleno che ci ha ridotti così». Il clima era
gelato dalla porta stava entrando la polizia che insospettita dalla
confusione, denunciata dai vicini (N.d.A.:
Bho, chi è il vicino di Shin) era andata
a controllare. «Ispettore Megure che succede»
chiese Conan «I vicini si sono lamentati, e mi sono
preoccupato che succede?». A raccontare tutta la storia ci
pensarono Ran e Conan, gli agenti presenti rimasero pietrificati ma
garantirono al “vecchio Amico” una mano.
Il
cellulare di Susan squillava insistentemente quando
l’italo-americana rispose «Hi Yellow lady, tell
me» «hello, black moon I’m in Jaman with
Yellow boy and the spouses of the mystery» «Ok
thanks» sorrise Susan «Charles, vieux amis
viennent, le couple, garçon et la fille en jaune»
« Merci» disse sorridendo anche lui
«Parli anche francese?» chiese Ran «Si,
la famiglia di Charles ha origini francesi» «Oh
capisco» «Cosa avete detto?» Chiese
Sonoko sempre molto curiosa «A secret makes a Woman,
Woman» pronunciò Susan ed i presenti rimasero
impassibili «Un segreto rende donna, una donna»
pronunciarono Aì e Jodie contemporaneamente
«è una frase di Vermouth o meglio Sharon Vineyard
o Chris Vineyard» specificò Jodie «Io
conosco Sharon non farebbe mai del male a nessuno»
«Ran, vedi è un’attrice quella sera
uscì prima dal teatro perché doveva travestirsi
da mal vivente e cercare di uccidere Shuichi Akai, perché
era un infiltrato, che poi è stato scoperto» disse
Susan «Co-cosa la stessa persona che io e Shin abbiamo
salvato?» «Ora capisco perché sulle sue
foto c’era scritto Angel, Angelo»
commentò Jodie “If Susan tell other, she will get
one’s fingers burnt ” pensò poi
l’agente «Davvero?» Ran non riusciva a
seguire «Ran ricordi che mia madre, Yukiko, ti aveva detto
che Sharon voleva farti sapere che aveva trovato un angelo?»
«Si lo ricordo Conan» «Forse era riferito
proprio a te» esclamò Charles avvicinandosi con
del caffè «Sei proprio bravo» sorrise la
fidanzata per poi dargli un bel bacio di ringraziamento.
Le
interruzioni romantiche tra Susan e Charles e di amore/odio tra Susan e
Jio smorzavano quell’atmosfera gelata ma non era ancora tutto
dall’altro capo dello studio entrarono i giovani detective
con una donna «Ragazzi, ma che succede?»
«Susan, Charles scusateci ma questa signora ci ha chiesto di
voi e non sapevamo che fare» disse Ayumi che dalla paura
tremava «Stai tranquilla, vi ha fatto qualcosa?»
disse avvicinandosi seria «No affatto»
affermò Mitsuico «Ma che succede?»
chiese infine Genta «Tranquilli, con calma vi spiegheremo
tutto» disse con gentilezza Charles «invece che ci
fai tu qui, Vermouth» disse Susan pronunciando con disprezzo
quelle parole «Suvvia devi essere più gentile,
sono qui per aiutarvi» «Su non scherzare»
gli rispose Charles «Non scaldatevi dai, ora che non siamo in
pubblico non è giusto che mi trattiate
così» «Tu hai…» non
finì la frase che Vermouth affermò seraffica:
«Ordini» «Sai che me ne faccio dei tuoi
ordini!» ora Susan era rossa in viso dovettero trattenerla in
tre per non farle fare delle pazzie «Ciao Ran, molto che non
ci si vede» «Ciao» Ran non sapeva se
avere paura o meno la reazione dei due amici la preoccupava e gli occhi
di Conan ed Aì erano freddi come il ghiaccio «Non
abbiate paura sono qui per aiutarvi, so molto anzi tutto di voi potrei
farvi condannare a morte o aiutarvi decidete voi»
«Ma non sei la preferita del capo, perché
tradirlo?» intervenne Aì che aveva ritrovato il
coraggio «Oh è un grande aiuto credimi essergli
così amica, e poi sono stufa di uccidere voglio aiutarvi a
salvare delle vite, una volta un ragazzo mi disse:
Dev’esserci per forza un motivo per cui si elimina un'altra
persona, non dovrebbe importare perché la si
salva» «Disse quelle parole al malvivente di New
York quando ero ancora Shinichi» «Esattamente,
quindi cosa volete fare?» i presenti si guardavano, del resto
Ran e Shinichi la conoscevano e non avevano mai avuto problemi con
l’organizzazione, ed Aì era salva grazie
all’amico Conan. Il gruppo si sarebbe potuto fidare oppure
no?
«Se
lei vi aiuta vi posso aiutare anche io» a pronunciare quelle
parole fu un ragazzo vestito in elegante abito bianco con cilindro e
monocolo. «Kaito Kid!» «Certo, sono qui
per aiutarti Shinichi» disse avvicinandosi
«è vero quindi, lo sapevi?»
«Certo naturale, devo conoscere il mio avversario
più agguerrito» «Capisco»
disse sorridendo «Quindi Conan che facciamo?»
Chiese Susan «pensaci: al centro ci sei te, Shiho e le
polizie segrete dell’intero mondo» disse con ironia
Jio «Ma certo…» sorrise Susan
«Io» Conan non riuscì a terminare che
Heiji esclamò: «Aspetta Kudo prima sarà
meglio fare una cosa» «uhm, Ok Hattori»
«Ho
capito cosa volete fare, cari Detective, ma vi posso garantire che ho
le più buone intenzioni»
«Effettivamente, hai mantenuto parola e non hai
più toccato Aì, ma perché dovremmo
fidarci ciecamente?» «Sono cinque settimane che
sono arrivati Susan e Charles, quasi un anno che lavorate tra le mura
di villa Hikaminaru» pronunciò la donna in nero
«Cosa?» mostrò stupore Jodie
«Ho forse sbagliato?» «No, da quanto ci
segui?» «Da quando siete arrivati in Giappone, so
tutto di Kir che è li nascosta per non farsi vedere, del
fratellino, della presunta scomparsa di Akai» «Se
tu sai così tante cose perché siamo ancora
vivi?» chiese Susan ancora con la rabbia in corpo
«Vuol dire solo una cosa che l’attrice qui presente
sta mentendo al capo» disse Akai avvicinandosi
«Perché non lo hai detto?» «Il
mio caro maritino non approverebbe che la CIA sia ancora
nell’organizzazione oltre ad altre organizzazioni nazionali
per la sicurezza. È sorprendente il mondo ci da la caccia ma
nessuno è mai riuscito a scovarci» sorrise
«Allora, posso aiutarvi?» «Forse
c’è un modo in cui puoi
aiutarci» disse Conan con mezzo sorriso «Cosa ne
dici di darci qualche indizio su ciò che deve
succedere» «Va bene» Vermouth prese un
foglio e scrisse giù una tabella con orari e alcune note
«Se nulla va storto non ci saranno cambiamenti»
«Come possiamo contattarti?» chiese Jodie
«Mi farò viva io» disse e
uscì dalla porta.
«Che
donna strana» disse il ladro gentiluomo appena
l’attrice se ne fu andata «Hai ragione Ladro
Kid» disse Jio «Credo ci abbia lasciato un grande
indizio» disse Susan «Cosa vuoi dire?»
«Il boss è suo marito»
affermò Conan «interessante» sorrise
Akai. «Te invece, cosa vuoi fare?» Disse Conan
verso il suo eterno nemico: «Se non avete bisogno di me io me
ne andrei» «Aspetta, Io direi che saresti
perfetto» interrupe Susan «Per cosa?»
chiesero tutti «Interpretare un ladro» disse Conan
sorridendo «Io non rubo qualsiasi cosa»
«Il ciondolo della moglie dell’ex
ministro?» disse Susan facendogli vedere la foto
«Uhm, interessante ci sto» «Non ne avrei
dubitato» affermò Conan «rubi solo gemme
di grande caratura, e quella è perfetta»
continuò «vedo che mi conosci bene»
«Certamente» concluse. «Cosa pensate di
fare?» chiese Jodie «Ogni volta che Kid dice di
voler rubare un gioiello la folla si raduna nel punto in cui il
gioiello sarà esposto. Con molte persone e le forze di
polizia spiegate per Kid sarà difficile attuare il
piano» «Ma Conan quegli uomini non si fanno molti
scrupoli» intervenne Jodie «Già ma hanno
un grande difetto che gioca a nostro favore, non vogliono essere
scoperti» disse Jio «Secondo quello che ci ha
lascito Vermouth i cecchini saranno nell’edificio di fronte a
dove si terrà la festa se la sala sarà piena di
Agenti e persone non credo rischieranno» disse Susan
«Uccidere tante persone e rischiare di essere scoperti non
è da loro» intervenne Charles «E se lo
avvelenassero?» «No è impossibile Conan,
solamente Brandy uccide in quel modo e non collaborerebbe mai con
Gin» disse Jio «Perché?»
Chiese Jodie «Semplice, Brandy e Gin hanno litigato anni fa
da allora non si sono più potuti vedere» Disse
Akai «per cosa litigarono» disse James
«Su come uccidere una persona senza lasciar prova di
se» “Da non crederci” pensò
Conan che stava ascoltando «Ehi Ran, tu ci capisci
qualcosa?» chiese Kazuha «No mi spiace»
«Siamo in tre allora» aggiunse Sonoko.
Intanto
a villa Kudo era arrivata anche un'altra persona «Ran sei
qui? Ran?» urlava una voce femminile «Che succede
dopo che hai riattaccato, non hai più risposto mi sono
preoccupata» «Scusa mamma»
«Salve signora» «Ciao Conan, come
va?» «Bene grazie ma dovrei dirle una
cosa» «Cosa?» «Promette che non
mi sgriderà come faceva una volta?»
«Sgridare?» «Mamma, Conan in
realtà è Shinichi» Disse Ran
«Co-cosa?» «Yukiko lo sa?»
«So cosa?» «Yukiko»
«Ciao Eri» «Sapevi che tuo figlio, vive
nella stessa casa di mia figlia» non finì che
l’amica disse: «Sotto le sembianze del piccolo
Conan?» «Esattamente» «Certo
che lo so» «Sei la solita Yukiko»
«L’ho fatto per lui»
«MAMMA» «Ho forse parlato
troppo?» «no cara baronessa, ma i segreti del cuore
non si rivelano» disse sorridendo e ammicando Susan
«Giusto!» «Ran? Che succede?»
si rivolse poi l’avocato alla figlia «Quando ero a
Londra, Shinichi si è dichiarato» Ran e Conan
avevano il viso di un rosso vivo «Ma certo ora capisco, ma
cosa ci fanno tutte queste persone qui?» «Ciao Eri
– disse Goro – loro sono agenti dell’FBI
e della CIA» disse il Detective per poi raccontare tutti gli
avvenimenti di quella giornata.
Tutti
si erano messi comodi finche il detective raccontava alla moglie tutto
quanto, all’improvviso Yusako richiamò
l’attenzione della moglie: «Yukiko?»
«Dimmi Yusako» «Dove sono finiti i due
ragazzi che erano con noi?» «Cosa, oh no mi sono
persa i due ragazzini» «Cosa hai fatto?»
chiese Eri sospirando «Ero in compagnia di due
ragazzi» «Ragazzi?» chiese titubante Eri
«Sissi De Ginelli e Alex McGiver» disse Susan
«Esatto» «Non ti preoccupare saranno in
giro per la casa» «Sorellona?»
«ecco si parla del diavolo… Che
c’è Sissi?» «Che casa
fantastica, quanto ti invidio» «A noi fanno fare
solo lavori da scrivania» disse Alex prendendo una sedia per
se stesso e la fidanzata «Poveri colletti bianchi»
disse ridendo Susan “Colletti Bianchi?” ripete
mentalmente Conan «Molto spiritosa»
«Grazie» «Scusateci, eravamo curiosi di
vedere la vostra meravigliosa villa» dissero poi verso i
signori Kudo. «Non è possibile dobbiamo fare pure
i baby-sitter!» Akai pronunciò quelle parole con
disprezzo «Non ti preoccupare sanno badare a loro
stessi» disse sorridendo Susan «Se sono come voi ho
più paura io, che loro» disse l’Agente
Camel «Grande e grosso come sei?» lo
rimproverò Akai «Certo, sanno usare armi da fuoco,
taglio e conoscono tutti i veleni possibili» «Uhm,
forse hai ragione» disse scherzando.
Kid,
il ladro fantasma, come era comparso scomparve ma le prova che non gli
avrebbe traditi fu ben visibili a tutti. la mattina seguente, infatti,
fu pubblicato in prima pagina sul giornale nazionale un articolo su di
lui il titolo scritto a caratteri cubitali diceva:
“KAITO
KID LANCIA UNA NUOVA SFIDA:
RUBERÀ IL PREZIOSO DIAMANTE INCASTONATO NELLA COLLANA
DÌ YAMAGUCHI CHIYEKO!”
********************************************************************************Autrice************************************************************************
Allora
che ve ne pare di questo capitolo?
Spero vi piaccia :D Si ho aggiornato prima :) piccolo mio regalo
Al prossimo capitolo, Amelia_6
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Capitolo 23 *** Bianco VS Nero I^ parte ***
Bianco
contro Nero
Il
sole tramontava su Beika e nel palazzo più bello del
quartiere l’ex ministro, Yamaguchi Eiichi, stava dando una
sontuosa festa. La signora Yamaguchi Chiyeko, moglie dell’ex
ministro, era al centro dell’attenzione poiché
ladro Kid aveva lanciato una sfida dicendo che avrebbe rubato il
prezioso diamante incastonato nella sua collana. Fuori
dall’edificio le forze di polizia capitanate
dall’ispettore Nakamori sorvegliavano la zona ma non erano
gli unici.
Sopra
il tetto di un edificio posto ad una cinquantina di metri due cecchini
stavano puntando il primo ministro «Chianti, Korn quanti
poliziotti ci sono?» disse una voce fredda attraverso
l’auricolare che avevano in dosso i due cecchini
«Dunque sono una trentina tutti intorno
all’edificio, sul tetto ce ne sono altri quindici»
disse la donna, Chianti «Inoltre all’interno
dell’edificio ci sono una ventina di uomini per piano oltre a
quelli in borghese» riferì l’uomo, Korn
«Possibile, che per un ladro da strapazzo come quel Kaito Kid
sia impiegato mezzo esercito?» chiese una voce più
forte e decisa «Per una volta hai ragione Vodka, è
proprio un inutile dispiegamento di forze» disse la voce
fredda «Gin cosa dobbiamo fare?» chiese Chianti che
iniziava ad agitarsi, a causa dell’attesa.
«Aspettiamo che compaia il ladro e poi spariamo»
ipotizzò Vodka «No aspettiamo che il ladro se ne
vada, da quello che leggo qui, non utilizza armi da fuoco, sarebbe
troppo avventato» «Gin, Kir ha avvicinato
l’uomo alla finestra» «Stai calma
Chianti, nei patti c’era che lo avrebbe trattenuto per una
mezz’oretta per l’intervista abbiamo ancora qualche
minuto» «Ma cosa succede?»
esclamò Korn che stava fissando l’edificio
attraverso il mirino del fucile «Korn,
novità?» «Sì,
all’interno dell’edificio sono stati fatti
esplodere dei fumogeni abbiamo perso di mira Yamaguchi»
«Cosa!» «All’interno della
stanza è comparso quel Kid» disse Chianti
«Dov’è Yamaguchi?» chiese Gin
irritandosi «Non lo vedo più, aspetta eccolo
lì è circondato dalle sue guardi del corpo
insieme alla moglie» «Il ciondolo della
donna?» chiese Gin «Nelle mani del Ladro»
«Non è possibile» «Capo che
facciamo?» chiese Vodka «Non sarai mica stato
incastrato da quel ladruncolo?» chiese una voce femminile
«Vermouth!» «Non è la
verità?» «Smettila, come mai sei
qui?» «La stanza era troppo piena di inutili
poliziotti» «Da non crederci» disse Vodka
«Tu che non sei al centro
dell’attenzione» Finì la frase
l’uomo. «Allora Gin cosa credi di fare?»
chiesero i due cecchini «Ritiriamoci, ci riproveremo quando
finisce questa buffonata»
All’interno
dell’edificio dove Kid era comparso oltre a Kir,
c’erano anche Conan e gli amici. La conversazione tra gli
uomini in nero non era stata molto riservata infatti grazie alla
ricetrasmettente che Conan aveva messo a Vermouth aveva potuto seguire
lo scambio di informazioni. Conan si stava allontanando dalla sala
principale per dirigersi verso i corridoi più interni e non
visibili dell’edificio, per andare a parlare con gli Agenti
dell’FBI. «Ciao Conan» salutarono i
federali per poi chiedergli come stava andando il loro piano
«Gin ha dato ordini di ritirarsi per il momento, colpiranno
quando finirà la festa» «Il ladro
invece?» chiese Akai «È scomparso nello
stesso momento in cui i due cecchini si sono ritirati»
«come faceva a saperlo?» «L’ho
incontrato nei corridoi dell’edificio e gli ho detto che gli
avrei fatto segno io per scomparire» «Se ti
avessero visto?» «Impossibile, il signor Suzuki zio
di Sonoko, era presente perché voleva comprare il famoso
gioiello e grazie a lui ho potuto entrare nelle indagini»
«Ma sei solo un ragazzino, come mai?»
«Semplicemente perché ogni volta che Kid lancia
una sfida sono sempre presente, oltretutto anche i giornalisti mi hanno
definito come il suo storico rivale» «Che tu non
fossi un bambino normale si era intuito ma addirittura finissi nei
giornali non lo sapevo» disse James «Era un
pericolo per me finire sui giornali, ma ero bersagliato dai giornalisti
ogni volta che Kid lanciava una sfida» spiegò
Conan «Comunque bisogna far in modo che il signor Yamaguchi
esca dall’edificio e rimanga vivo» disse Akai
«Hai ragione» «E se lo seguissimo in
macchina?» chiese Conan per poi spiegare agli agenti
dell’FBI la sua Idea. Il piano consisteva nel far uscire due
limousine una con dentro l’ex ministro con la moglie e le
guardie del corpo mentre nell’altra si sarebbero messi i
federali. «Dove la troviamo un'altra Limousine?»
chiese Jodie una volta che Conan ebbe spiegato il piano «Per
quello possiamo pensarci noi» disse una voce femminile
«Susan, Charles c’eravate anche voi?»
chiese Conan «Oh si eravamo in fondo alla stanza ben nascosti
«Devo dire che siete molto bravi nel nascondervi»
«Ti ringrazio Conan» rispose Charles al complimento
«Allora? Facciamo come ha detto il detective?»
chiese Susan «Va bene» disse James «Voi
che farete?» «Vi seguiremo insieme a Conan con un
utilitaria» «Ma chi guida?»
«Chiese Jodie» «Ci penserò
io» disse Yukiko che si stava avvicinando “Siamo
apposto” pensò Conan ricordando il modo di guidare
della madre.
Intanto
il ricevimento si era concluso e l’ex ministro con la moglie
si stava preparando per uscire. Quando la coppia fu pronta James
riferì il piano, spiegando che il pericolo non era
terminato, dopo che ebbero il via Susan fece arrivare un'altra macchina
identica a quella del signor Yamaguchi ed una famigliare. Le macchine
uscirono distanziate tra loro di qualche minuto per non insospettire i
membri della Porsche 356A nera appostata nel parcheggio
dell’edificio dall’inizio della festa.
************************************Autrice**********************************
Capitolo
veloce, compiono finalmente i MIB :) che succederà? Gin non
si farà sicuramente fregare da Conan :D
Al
presto con il prossimo capito Amelia_6
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Capitolo 24 *** Bianco VS Nero II^ parte ***
Bianco
Vs Nero 2^ parte
Conan
in compagnia dell’FBI, degli stranieri e degli amici si
è recato alla festa di un ex ministro, Yamaguchi Eiichi, per
mettere impedire agli uomini in nero di uccidere l’uomo.
Oltre al detective però alla festa compare anche il ladro
gentil’uomo, che ruba vuole rubare il gioiello della moglie
dell’ex ministro. Conan e Kid, che si erano già
messi d’accordo, riescono a evitare il peggio ma la serata
non è ancora finita…
La
porche 365A era la macchina di Gin e Vodka, macchina che Conan
conosceva bene. «Gin è possibile che siano loro?
Due limousine nero metanizzato direzione centro di Tokio»
«Addirittura due limousine non crederanno di
depistarci» rispose Gin glaciale e con un sorriso beffardo
sulle labbra «Chianti, Korn affiancate le macchine e mettere
la bomba su entrambe» «Vogliono, una bella festa e
noi gliela faremo» disse Gin guardando fuori dal finestrino.
Conan
intanto in compagnia della madre e dei due stranieri stava seguendo da
distante le due macchine, quando suonò il cellulare
«Conan, sono Ran dove sei?» «Ciao, Ran
sono in macchina con mamma, Susan e Charles» «Dove
stai andando?» «A Tokio, non preoccuparti entro
sera sarò a casa» disse con voce infantile e dolce
«Ti prego non farmi stare in pensiero»
«Tranquilla, sono in ottime mani» disse sorridendo
«A dopo Conan» disse prima di chiudere la
conversazione «A dopo» gli rispose il finto
bambino. Susan e Charles ebbero un brutto presentimento quando due moto
gli sorpassarono affiancandosi alla macchina «Yukiko,
accelera e mettiti vicino ai due motociclisti»
urlò Susan «Perché?»
«Fallo mamma» esclamò poi Conan capendo
chi erano i due uomini. «Gin una famigliare con a bordo una
donna due ragazzi e un bambino si è affiancata a noi e il
ragazzino non smette di fissarci» «Cosa, ragazzini
e ladri la serata più insulsa di sempre»
«Fregatene Chianti, è solo un moccioso, fai
esplodere anche loro» «Va bene Gin» la
perfida donna rallentò un attimo e dopo essersi messa dietro
alla macchina sistemò una bomba, nonostante il bambino
continuava a fissare la moto.
Un
minuto e trenta secondi, e la bomba sarebbe esplosa ma i passeggeri si
accorsero della donna e fermarono la macchina presso un area di
servizio vicina e trovata la bomba la disinnescarono. Susan
avvisò poi i federali che fecero fermare le due macchine per
far allontanare i passeggeri. Allo scattare dei sessanta secondi le
bombe esplosero, Gin e Vodka erano nel traffico e poterono notarono
l’esplosione ma il messaggio che ne seguì fece
infuriare Gin «Le bombe sono esplose ma Yamaguchi
è ancora vivo –Chianti» gli occhi
dell’uomo divennero due fessure «Capo non aveva
detto che si sarebbero fermati solo una volta arrivati in centro a
Tokio?» disse Vodka «Probabilmente a causa degli
eventi di oggi avranno preferito cambiare piani» disse gelido
“Giuro che se ti trovo, ladruncolo da strapazzo te la faccio
pagare” pensò poi Gin.
Era
mattina e Conan stava leggendo il giornale mentre era dal dottor Agasa
insieme ai Detective Boys. Quello che era successo il giorno prima
sembrava lontano anni luce, ma gli attori di questa storia non erano
ancora scesi dal palco mancava ancora la scena conclusiva e Conan lo
sapeva bene! «Dai
Conan, ti prego dicci quello che è successo»
chiedeva o meglio supplicava Ayumi «Non è successo
nulla» continuava a ribattere il piccolo detective
«Ma quella donna è un attrice, ce l’ha
detto Susan» ricordò Mitsuhiko
«è vero, ma cosa voleva da te Conan?»
chiese Genta «Nulla di importante, ma posso sapere dove siete
andati dopo che quella donna vi ha portato nello studio di villa
Kudo?» «Li ho fatti allontanare io, non mi sembrava
il caso!» disse con freddezza Aì che sorseggiava
del the caldo. «Ma perché non volete dircelo, Noi
siamo la squadra dei giovani detective!» disse quasi urlando
Genta «NO, VOI SIETE SOLO DEI BAMBINI! METTETEVI IN TESTA CHE
ALCUNE COSE NON POTETE SAPERLE» urlò Conan tutto
ad un fiato «Ma anche te sei un ba-bambino» disse
Mitsuhiko spaventato dall’atteggiamento dell’amico
«Su Conan, sta calmo, il vostro amico ha comunque ragione.
Meno cose sapete meglio è!» «Ma dottore,
anche lei la pensa così» chiese Ayumi triste
«Si e credo che anche Aì sia d’accordo,
non è vero?» «Sì dottore,
anche io sono pienamente d’accordo ma i bambini vogliono
sapere» «Non sarai mica dalla loro
parte?» «No, non ti agitare grande detective, ma ti
ricordo che la curiosità dei bambini è molto
pericolosa» «E secondo te potrebbero
reggere?» «Non credo» concluse in un
soffio. I giovani detective erano allo stesso tempo arrabbiati e
confusi, cosa sapevano i due amici di così particolare da
non volerlo dire a loro? E cosa significavano le parole di Conan?
In
una stanza d’albergo una donna dai capelli platino era seduta
alla scrivania in mano teneva un piccolo oggetto. «Devo
dirlo, proiettile d’argento, sei stato proprio
furbo» sorrise maliziosa «E pensare che ti fidi di
loro e non di me» disse per poi distruggere
l’oggetto. Conan era assorto non era di buonumore quando
sentì un rumore molto vicino all’orecchio
«Dannazione» esclamò.
***********************************************************************Autrice*****************************************************************************
Conan:
L'autrice non è ragiungibile al momento
Amelia_6:
Conan?!
Conan:
Scusate buon proseguimento
Amelia_6:
Se prendo quel dannato moccioso lo faccio fuori :D
Detto questo, Piaciuto il
capitolo?
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Capitolo 25 *** I corvi neri, la sfida ***
I corvi neri, la sfida
Non erano ancora le 6.00 del mattino quando Conan si sveglio, era
pensieroso ripensava alle parole di Aì e il comportamento
dei suoi piccoli amici. Viveva ancora in casa Mori poiché la
sua abitazione era occupata dai due stranieri. Susan e Charles si erano
offerti di traslocare nell’albergo che li ospitava prima ma
Ran intervenne dicendo che non era necessario, Conan o meglio Shinichi
poteva rimanere con lei, inoltre non avrebbe insospettito i bambini.
Goro invece era di tutt’altro parere non era molto contento
di avere, il “fidanzato” della figlia in casa sua,
ma dovette cedere. Sembrava tutto normale quando il campanello
dell’appartamento suonò. «Salve
professoressa Jodie, c’è qualcosa che non
va?» chiese Ran che era andata ad aprire «Nulla di
particolare ma mi piacerebbe parlare con Conan, scusa
Shinichi» «Certo, posso offrirle del
caffè?» «Volentieri grazie, buon giorno
detective» disse poi verso Conan e Goro.
Jodie era preoccupata qualcosa la turbava ma dopo pochi secondi
iniziò a parlare: «Vedi Shinichi, ci ha contattati
nuovamente Vermouth, dice che è arrivata al capo e che
quest’ultimo vuole concludere un traffico di armi tanto da
occuparsene di persona» «Che tipo di
armi?» «Vedi sono armi di natura chimica e
biologica molto pericolose» «Cosa volete
fare?» «Susan e Charles , che sono i nostri
più validi scienziati al momento, si sono offerti di
partecipare a questo scambio» «Ma è
pericoloso! Non possono essere così sciocchi!»
«lo so, ma il problema più grande è che
Akai non si fida di loro e Vermouth fa delle allusioni strane, senza
contare il comportamento che ha avuto nei confronti dei due
ragazzi» «Anche io me ne sono accorta, non avevo
mai visto ne Susan ne Charles così!»
«Grazie Ran – disse prendendo la tazza di
caffè – Susan e Charles sono dei bravi attori,
sono nel programma dell’FBI da molto tempo ormai»
«Mi scusi, ma Susan ci ha raccontato che è stato
Jio a farli entrare nell’FBI e lui ha confermato»
«Dici davvero? Oh capisco»
«Professoressa, sembra che attorno a quei due ragazzi ci
siano molti più misteri di quello che sembra»
«I don’t tell another » «La
prego professoressa» supplico il ragazzo «Va bene
vi racconto la loro storia, almeno quel poco che conosco:
Susan e Charles sono
cresciuti fino all’età di undici anni in Italia,
successivamente per motivi di lavoro dei genitori dovettero
trasferirsi. Andarono insieme ai genitori della ragazza in America
mentre i genitori di lui si trasferirono da dei parenti in Francia.
Entrambi dicono che fu per allargare il loro piccolo impero ma non
è del tutto vero. Il padre di Susan, Matthew, è
un agente dei servizi per l’estero italiani e così
anche la moglie. Si sono conosciuti al liceo e frequentarono insieme i
vari test per entrare, la loro copertura erano i ristoranti e gli hotel
sparsi per mezzo mondo. Durante l’addestramento conobbero i
genitori di Charles e divennero amici oltre che complici e colleghi il
problema? Che loro facevano parte di un altro addestramento quello per
i servizi segreti francesi. Grazie alle loro doti molti traffici
riguardanti l’organizzazione furono fermati. Il padre quando
era in servizio chiamava le sue due figlie la luna nera e la dama
gialla, che tradotti in inglese diventano: Black Moon e Yellow Lady. Lo
fece perché i loro nomi non venissero scoperti,
così come il nome di Charles che lui soprannominava sole
nero ovvero Black Sunny. Si scoprirà più tardi
che i nomi erano dedicati ai nonni dei ragazzi mentre quello di sissi
era già utilizzato da Susan. Quando si trasferirono negli
Usa le loro abitudini non cambiarono ma si avvicinarono a due ragazzi,
il figlio di un agente dell’FBI e una strana ragazza che poi
scoprimmo essere Sherry. Si lo sapevamo che Susan conosceva la
scienziata, ora tua amica, ma non sapevamo molto ne Susan ne Charles
infatti non vollero mai parlare della giovane e questo è il
punto centrale. Secondo Shuichi entrambi hanno seguito le orme dei
genitori e sono stati degli infiltrati nell’organizzazione,
appoggiandosi sulle loro incredibili capacità e a Sissi e
Alex che nonostante la giovane età sono abilissimi hacker.
Quando Jodie finì di raccontare le facce dei presenti erano
bianche come un lenzuolo, ma non per la storia ma per il fatto che i
suoi protagonisti erano comparsi dalla porta. «Ran devi stare
più attenta, avevi lasciato la porta socchiusa»
disse Susan con un sorriso «Oh non me ne ero nemmeno resa
conto» «Tranquilla, comunque Jodie anche se Shuichi
ha questa idea, può benissimo fidarsi di noi!»
disse sorridendo, non sembrava arrabbiata del fatto che la
professoressa avesse raccontato la storia sua e del suo ragazzo a
Conan. «Siamo venuti però per parlare di una cosa
importante, Vermouth è stata gentile fino ad un punto ora
pretende una cosa» disse Charles serio «Infatti,
è arrivata una lettera a villa Kudo a nome suo e destinata
all’FBI e hai Detective» «Si me
l’ha detto Shuichi sono qui apposta»
«Allora vedo che si è dilungata
prof» Susan sorrise
nuovamente, facendo come se nulla fosse, anche se aveva fatto un accusa
ben precisa alla donna. «Vedi Susan è stata colpa
mia, ero curioso» «Oh
great Detective you are very curious, but the curiosity it’s
like a fire, burns» Il ragazzo
spalancò gli occhi, quella ragazza era veramente molto
strana, la curiosità brucia come il fuoco era quello che era
successo a lui si era scottato! «Yes Susan, but
a characteristic of Detective is exactly the curiosity»
disse Charles «Yes
sure» rispose la fidanzata sorridendo.
«Susan, la lettera era di sfida vero?»
«Sì Conan, esattamente, è per questo
che vogliamo andare noi e poi se l’idea di Shuichi
è vera abbiamo due motivi o meglio tre motivi per
“scendere in campo” e giocare con il
diavolo» disse accennando un sorriso di sfida.
“Diavolo? L’ho già sentito da qualche
parte, ma certo in quel documentario su quella spia italiana aveva
definito il loro nemico il diavolo aveva poi detto che come nome in
codice il capo dell’organizzazione veniva chiamato il diavolo
o signor Black. Da il modo di dire italiano “giocare con il
diavolo” o “scendere a patti con il
diavolo” e signor black in fede al colore usato nella sua
“società” Conan interrupe il monologo
mentale e capì. «Susan, Charles ne siete sicuri
volete veramente farlo?» chiese Conan
«Sì, non abbiamo nessun problema a
farlo» affermò Charles «Va bene, io sono
d’accordo con loro all’inizio pensavo fosse da
pazzi ma sarebbe ipocrita da parte mia, del resto sono il primo che
cerca di risolvere sempre tutto anche se si potrebbe mettere nei
guai» «Thank you, great Detective»
dissero i due italo-americani.
Il cellulare di una bambina dai capelli ramati suonava insistentemente,
«Si pronto?» chiese burbera «Ciao
Aì sono Shinichi, volevo sapere se sai le
novità?» chiese «Ho sentito qualcosa
nulla più» Conan decise quindi di raccontare
tutto, compresa la storia dei due amici di Susan «Si lo
sapevo, Susan e Charles me lo avevano raccontato prima di partire anche
Jio lo sa. Disse che era un segreto e darebbe dovuto rimanere
tale» «Davvero lo sapevi?»
«Sì, ma non si fidavano a parlare»
«Per quel l’uomo, brandy?»
«Sì, è spietato si pensa sia uno
potente, al pari di Gin e Vermouth. Inoltre è lui
l’uomo che mi accompagnò in America»
«Co-cosa?» «Sì, quei due lo
sanno, l’hanno riconosciuto come hanno riconosciuto me, non
è difficile fare due più due»
«va bhè cosa ne pensi te? Fanno bene?»
«Diciamo così, Susan e Charles a differenza tua
contano anni di esperienza quindi se hanno deciso così per
me va bene» «Cosa significa, Aì
… Aì ….» nulla la scienziata
aveva chiuso la chiamata ora però nella testa di Shinichi
c’era un nuovo tassello da mettere in ordine,
l’ultima frase di Aì.
******************************************Autrice*****************************************
Si entra nel vivo
:) Lasciatemi questa volta ringraziare ErroreGrave che mi segue da un
po' e ha recensito tutti i capitoli e a Ran Mouri 2 :)
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Capitolo 26 *** I corvi, faccia a faccia ***
I corvi neri,
l’incontro
Conan camminava lungo le vie di Beika, con la testa piena di idee e
supposizioni cercava di venire a capo di tutta quella faccenda, quando
davanti a lui comparvero i due stranieri. «Ciao Conan,
volevamo avvisarti che ci incontreremo con Vermouth e Rena, prima di
andare all’incontro» «Va bene
grazie» «Ci dobbiamo incontrare a casa tua, fai la
strada con noi?» si mostrò gentile Susan
«Va bene» confermò e partirono.
A villa Kudo erano già arrivati l’FBI e la CIA
oltre ad Heiji. «Ciao Shinichi, mi sono precipitato qua dopo
la tua telefonata, ero appena arrivato a casa»
«Scusa hai detto qualcosa hai tuoi genitori?»
«No a Kazuha ho solo detto che era per quella
storia» «Grazie Hattori, come mai sei venuto
qui» «In realtà sono arrivato con Kazuha
e siamo andati in agenzia ma non c’eri, lei si è
fermata li con Ran mentre io sono venuto a cercarti, pensavo fossi
qua» «Avevo semplicemente fatto il giro
largo» «Ma guarda due Detective che non sanno
neanche trovarsi fra loro» disse una voce per poi ridacchiare
«Kid» «Ciao Conan, o meglio Shinichi come
ti avevo detto posso darti una mano ma è due giorni che mi
sento seguito. Di hai tuoi amici che non voglio, ho la mia
privacy» «Povero, ladruncolo» disse Heiji
«Ladruncolo a chi scusa?»
«BASTA» urlò Susan e i tre si girarono
traumatizzati «Ladri e Detective se volete collaborare farete
meglio ad andare d’accordo o» Non finì
la frase perché entrò Aì
«Buon giorno a tutti» «Ciao
Aì» salutarono i presenti «Scusaci Kid,
o meglio Kaito Kuroba, dirò ai miei agenti che non ti
sorveglino più ma spero di poterti parlare ancora da
oggi» disse sorridendo James «Ma se la mette
così per me va bene! Se avete bisogno di me chiamatemi, il
signore – disse indicando James – saprà
sicuramente come fare» disse per poi svanire.
«È proprio un tipo strano» disse Sissi
che era appena entrata nella stanza. «Si vero»
ammise la sorella «C’è qualche
novità?» chiese poi «Nessuna,
Alex sta ancora cercando» «Mi chiedo come sia
possibile non trovare nulla» «Infatti, sta
tranquilla sorellona, vedrai che troviamo qualcosa»
«Forse ho un idea» «Quale?»
«Chiedete al dottor Agasa degli occhiali di Conan»
«Sono particolari?» «Molto»
disse ammiccando «Va bene, a dopo». Il breve
scambio di informazioni tra Susan e Sissi aveva lasciato tutti di
stucco, quelle due avevano veramente l’età che
dicevano di avere? «Susan, che succede?» chiese
Conan «Nulla di particolare, little Detective; diciamo solo
che è meglio prevenire che curare» disse
sorridendo per poi girarsi infatti la porta principale era stata aperta
e sulla soglia si videro due donne.
Conan con gli amici e gli Agenti dell’FBI si era appena
accomodato nella sala da pranzo della villa, quando Vermouth
richiamò l’attenzione: «Susan, Charles o
dovrei chiamarvi: Black Moon e Black Sunny siete ancora dei
loro?» Disse indicando il cellulare della ragazza che vibrava
sul tavolo, ma la proprietaria non accorgendosene non aveva risposto.
Susan e Charles ebbero un brivido lungo la schiena, non fecero nulla
tranne che guardare lo schermo del telefono, notando la scritta Black
Secret «Come sospettavo fate ancora riferimento ai servizi
segreti italiani e francesi, che insieme alla CIA e all’FBI
sono sulle tracce della nostra organizzazione, con
l’operazione Black Secret» Conan si girò
verso i due stranieri «Hai indovinato, siamo degli agenti dei
servizi segreti per l’estero dei nostri paesi come i nostri
genitori del resto» disse Susan «Usiamo gli Hotel
in: Italia, Francia, Usa ed uno anche in Giappone come
copertura» spiegò Charles «I
servizi segreti italiani sono il SISMI (per l’estero)
e il SISDE (per l’interno) mentre per la Francia ci
sono il DGSE (per l’estero) e il DCRI (Per
l’interno) ed entrambi sono sulle tracce
dell’organizzazione» Spiegò Jio.
«L’hotel dove soggiornavamo è stato
fondato da dei miei lontani zii» disse Susan
«Ancora dieci anni fa quando è iniziata
l’operazione Black Secret» spiegò
Charles «perché accettaste di vivere a villa
Kudo?» chiese Jodie «Per non suscitare scompiglio;
il Nikko (日光), letteralmente luce del sole, è uno degli
alberghi più lussuosi di Tokio» disse
Aì che era venuta a sapere dove avevano soggiornato i due
vecchi amici. «Ecco perché non volevate
dircelo» «Esattamente, avevamo paura che faceste
due più due» disse Susan «Ma a quanto
pare uno di voi ci è arrivato comunque» disse
Charles «Va bhè oltre a Shiho, scusa
Aì, che era una delle persone che sapeva la storia nella sua
interezza giusto?» sorrise il ragazzo
«Sì» ammise «Conan anche te ci
eri arrivato vero? Non avevi le prove sicure giusto? Great
detective!» disse Susan sorridendo «Sì,
mi ero basato su un servizio che avevo visto in tv dove un NOC, di cui
però non si vedeva il volto e aveva la voce distorta, che
raccontava alcuni aneddoti sulle operazioni dei servizi segreti
italiani» Susan e Charles si guardarono e poi dissero
«Quel farabutto, traditore di Key» Conan ed i
presenti non capirono ma poi Charles spiegò.
Quando
avevano 14 anni, i genitori di Susan dovettero partire per una missione
insieme ad un altro agente, per l’esattezza Key. Susan e
Charles riuscirono a trovare la coppia, erano a Los Angeles, che
facevano delle ricerche su un membro dell’organizzazione. I
due ragazzi senza volerlo si intromisero nelle indagini in maniera
molto discreta tanto che proprio grazie a loro riuscirono ad avere le
informazioni che volevano e a scoprire che Key stava per tradire il
gruppo. Nonostante Elaisa e Matthew erano infuriati con i due, il capo
di allora, disse che se volevano collaborare potevano. Li
inserì nel gruppo che indagava nel capo delle scienze, dove
poterono dare un contributo essenziale. Da allora cambiarono aspetto,
Susan passo dal biondo oro al castano chiaro e iniziò a
portare delle lenti colorate, dal colore marrone ambrato. Charles
invece si tinse i capelli di castano scuro ed iniziò a
portare delle lenti colorate di un marrone molto intenso.
Susan e Charles dopo aver raccontato un pezzo della loro vita si
prepararono, a villa Kudo arrivò Yukiko mentre Vermouth se
ne andò. Kid ricomparve con la scusa che quella donna lo
traumatizzava. Susan e Charles vennero truccati dalla madre di Shinichi
in modo da non essere riconosciuti anche gli agenti dell’FBI
cambiarono immagine grazie a trucco e parrucche: James si
ritrovò ringiovanito di una ventina d’anni, mise
una parrucca bionda e con titubanza anche delle lenti a contatto
colorate. Shuichi invecchiò di circa trent’anni
anni e da moro divenne bianco, con i capelli che gli arrivavano alle
spalle. A Jodie i capelli si allungarono di almeno trenta centimetri e
divennero biondo cenere mentre gli occhi assunsero il color verde.
Infine Camel rimase uguale ma i capelli gli si accorciarono e divennero
più chiari. Rena rimase com’era del resto doveva
interpretare se stessa e suo fratello aveva un ruolo marginale e non
era conosciuto quindi non subì cambiamenti.
Fu proprio prima di partire che la sorella di Susan comparve con Alex,
«Ecco a voi, vi aiuteranno» disse ammiccando e
consegnando ad ognuno un piccolo aggetto. «Sono delle piccole
ricetrasmittenti, qualsiasi cosa succeda basterà pronunciare
una parola e la polizia interverrà»
spiegò Alex «Ne ho consegnati altri al White Thief
dicendoli di portarle alla polizia» aggiunse Susan
«Ci possiamo fidare?» chiese un uomo
«Certo è monitorato giorno e notte» fece
l’occhiolino Sissi «In che modo?»
«Semplice Conan, grazie ai tuoi occhiali» sorrise
Sissi, Conan capi e sorpreso guardò le due sorelle. Erano
identiche, per figura e carattere, entrambe sempre sorridenti, entrambe
con mille segreti.
Alle 19.00 in punto tutti erano sul luogo dello scambio, che era stato
comunicato da Vermouth, in via ufficiale, a Susan e Charles. Mezzora
dopo una Mercedes berlina nera parcheggiò e
dall’auto scese un uomo sui sessant’anni. Aveva il
fisico allenato, i capelli erano bianchi mentre gli occhi di un azzurro
così chiaro da sembrare ghiaccio. «Buona
sera» disse, la sua voce era rauca aveva un accento
straniero, Americano per la precisione.
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Fonti **************************************************************
-
https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_informazioni_e_sicurezza_interna
-
https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_informazioni_e_sicurezza_esterna
-
https://it.wikipedia.org/wiki/Direction_centrale_du_renseignement_int%C3%A9rieur
-
https://it.wikipedia.org/wiki/Direction_g%C3%A9n%C3%A9rale_de_la_s%C3%A9curit%C3%A9_ext%C3%A9rieure
**************************************************Autrice**************************************************************
Piccolo regalino spero vi
piaccia :D
Il Nikko non esiste
l'ho inventato di sana pianta :P
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Capitolo 27 *** I corvi neri, strada a senso unico ***
I
corvi neri, strada a senso unico
Alle
19.00 in punto tutti erano sul luogo dello scambio che era stato
comunicato da Vermouth, in via ufficiale, a Susan e Charles. Mezzora
dopo arriva una Mercedes berlina nera e dall’auto scese un
uomo sui sessant’anni. Aveva il fisico allenato, i capelli
erano bianchi mentre gli occhi di un azzurro così chiaro da
sembrare ghiaccio. «Buona sera» dice, la sua voce
è rauca e aveva un accento straniero, Americano per la
precisione. «Vermouth dimmi cara chi sono i nostri
Soci» «Allora capo, loro sono Luna e Sunny lei
è italiana mentre lui è americano, abili nelle
scienze hanno detto che hanno un prototipo di sostanza chimica tanto
potente quanto introvabile, può uccidere un gruppo di dieci
persone nel giro si pochi secondi.» «Molto
interessante, ma le vostre facce mi sono familiari, non mi
fido» disse l’uomo.
A
poca distanza un gruppo di persone arrivava a piedi «Uhm capo
laggiù c’è della gente cosa dobbiamo
fare?» «Non sparate, catturateli» disse
in maniera serafica e i suoi uomini si mossero catturando il gruppo
«Oh che gruppo interessante, ditemi cosa siete qui a fare,
c’è pure un bambino» «Noi, Noi
siamo una famiglia non, non ci vorrete far del male, noi siamo qua per,
per fare un giro» «Oh per ora non vi faccio nulla,
ma più tardi ci sarà una sorpresa, su piccolo non
serve che piangi dimmi sono mamma e papà?»
«Sì, sì gli altri due sono il nonno, lo
zio e mio cugino» disse con vece flebile «dimmi
ragazzo – rivolto al più giovane –
dov’è la tua mamma?»
«è … è …
è morta signore» rispose terrorizzato
«Sta tranquillo fra poco tornerai da lei insieme ai tuoi
famigliari non sei contento» il ragazzo non rispose e
l’attenzione dell’uomo si posò
nuovamente sui due giovani scienziati.
«Stavo
dicendo, voi due avete delle facce, che mi ricordano
qualcuno» la voce si era alzata, come per farsi sentire da
tutti i presenti. «Non so perché ma –
fece una piccola pausa - vi ho già visti dite di essere te
italiana mentre tu Americano si può essere, ma non avete
nessuna cadenza particolare. Cosa mi dite?»
«Signore, vede io fin da piccolo ho imparato varie lingue,
forse per questo?» «Io ho degli amici qui in
Giappone che vengo a trovare una volta all’anno fin da
piccola e quindi probabilmente non ho preso
l’accento» «Capisco quindi secondo voi
non avete sviluppato l’accento perché fin da
bambini parlate questa lingua o altre. Ci posso stare, come mai avete
voluto contattare noi?» «Abbiamo trovato quella
donna e abbiamo iniziato a parlarci, volevamo smerciare
quest’arma a persone che ne potessero far buon uso e lei ci
ha parlato di un organizzazione e noi abbiamo accettato» ha
rispondere era stata Susan «Cosa sapete su di noi?»
«Che volete delle buone armi batteriologiche e che le volete
sviluppare nulla di più» «Vedi,
perché io dovrei fidarmi di voi quando ho un gruppo di
scienziati, con tre o quattro laure ciascuno e che mi
obbediscono?» «Vede, quello che abbiamo noi nessun
altro lo può sviluppare, vede i due cecchini la
su?» l’uomo guardò verso i due
subalterni quando la donna estrasse una pistola e sparò, i
due cecchini Chianti e Korn caddero «Co-cosa avete
fatto?» «Una prova che un solo grammo di questa
meraviglia provoca seri danni a chiunque, vede i suoi cecchini sono
fortunati nei proiettili non c’è la dose letale
rinverranno fra una decina di ore» «Capisco,
effettivamente è molto potente ma ora i miei uomini hanno in
pugno quella famigliola e vi hanno puntato, non potete fare mezzo
passo» disse facendo vedere che ognuno dei complici aveva la
pistola puntata, inoltra ai piedi di ciascuno c’erano gli
ostaggi con le mani legate ed imbavagliati: Gin sorvegliava
un anziano mentre Vodka un uomo giovane con i capelli biondi Kir teneva
in pugno sia il bambino che il ragazzino; Brandy un uomo alto
corpulento con i capelli rasati e un tatuaggio sul collo a forma di
foglia da the, teneva in pugno l’uomo con i capelli corti e
Vermouth invece la donna dai capelli lunghi.
«Vede
il problema è che quella gente noi non la conosciamo, potete
benissimo sparare a non ci fa ne caldo ne freddo» disse
Charles «infatti, per noi sono pericolosi quanto lo siete
voi» disse Susan con un sorriso beffardo «Ora
però mi lasci dire una cosa Yoshirou Kuroto, i suoi
novant’anni li porta davvero bene come la sua cara moglie
Sharon Vineyard» disse Susan puntando la pistola
«Chi sei?» l’uomo era furente, la ragazza
lo aveva in pugno, gli occhi gli presero fuoco «Si salutano
così i vecchi amici?» disse con disprezzo Charles
per poi levarsi il travestimento, anche la fidanzata lo fece e
l’uomo non poté che rimanere stupito
«Vedi caro signor Black, posso chiamarti così
vero? Devi svelarci il segreto della tua giovinezza eterna
perché noi invecchiamo mentre tu hai la stessa faccia di
sessant’anni fa l’unica cosa di diverso
è che non sorridi più» Susan parlava
all’uomo come fosse un vecchio parente «Oh ma certo
tu sei la figlia di Matthew, nipote di colui che nel nostro campo
è noto come l’uomo nero mentre tu dovresti essere
il nipote dell’uomo bianco sbaglio?» «No
vedi i nostri nonni nonostante le origini italiane hanno vissuto qui
per la maggior parte della loro vita tanto da prendere nomi giapponesi:
Kuroichi il mio mentre il nonno di Charles si chiamava Haru»
«Si lo so, eravamo grandi amici ma erano dei traditori li ho
dovuti far uccidere, ma ora basta con le chiacchiere liberatemi da
questa seccatura» disse ripensando ai due uomini per poi dare
l’ordine ai suoi agenti.
Quelle
parole diedero il via il bambino e il giovane si alzarono facendo
notare che non erano stati legati «Kir!»
urlò Gin «Scusa Gin ma dopo tanti anni ho voglia
di gettare la maschera» «Traditrice»
urlò l’uomo «No non ho mai tradito
nessuno faccio solo gli interessi degli stati uniti
d’America» puntò la pistola e si
avvicinò alla donna per slegarla mentre i ragazzi liberavano
gli alti «Ecco ora siete liberi, una famiglia felice
libera» disse «Ti ringrazio»
esclamò l’uomo più vecchio al bambino
prima di togliersi il travestimento «Ma vedi cara Hidemi, noi
siamo una famiglia molto particolare»
«Rye» disse il capo prendendo la sua pistola
«Vedo che dovrò ucciderti di persona»
disse sparando ma l’uomo aveva indossato un giubbotto
antiproiettile e quindi non aveva un graffio. Akai ricambiò
la cortesia e riuscì a prendere il braccio sinistro del
mitico capo dell’organizzazione «Ora capisco
perché fa fare agli altri, inizia a sentire
l’età anche lei» disse Jodie che si era
liberata della parrucca e aveva preso in mano la pistola seguita da
James e Camel. «Siete tutti agenti dell’FBI molto,
molto interessante. Ma ditemi perché avete con voi un
moccioso» «Sono un detective»
l’uomo fece una faccia sorpresa «Ma vede, a causa
di un veleno che la sua organizzazione mi ha fatto inferire ora sono
costretto in questo corpo» «Oh quindi hai nel tuo
corpo gli effetti dell’Aptx4869 sviluppato dai
Miyano» «Sì e vede voglio indietro il
mio corpo» disse prendendo anche lui una pistola. Le armi
erano arrivate li tramite un simpatico ragazzo vestito di bianco e
nascoste con un trucco prima dell’incontro.
Yoshirou
Kuroto però non era stupido e sparò in aria, a
quel segnale altri uomini, rigorosamente vestiti di nero, vennero fuori
e iniziarono a sparare. Gli agenti dell’FBI e della Cia ne
approfittarono e si misero in un posto più sicuro dove
potevano sparare senza rischiare di essere colpiti. I colpi
rimbalzavano ma nessuno riusciva a prevalere finché i colpi
non attirarono i poliziotti. «Settant’anni che
faccio questo lavoro e non sono mai riuscito a farmi incastrare Sharon
non, non mi avrai mica tradito?» «Scusa caro, ma
avevo paura che il divorzio con te non fosse abbastanza»
«Maledetta» furono le ultime parole di uno dei
più potenti criminali internazionali, Conan aveva puntato
l’arma contenente il veleno e aveva sparato mirando a braccia
e gambe dell’uomo. Nessuno degli uomini che fino ad allora
avevano seguito i suoi ordini, neppure Gin e Brandy i due peggiori, o
migliori dipende dai punti di vista, aveva ricordato che la dose
sparata non era abbastanza forte da uccidere un uomo. Nonostante tutto
però non si era erano arresi alle forze
dell’ordine, forse per vendicarsi. Ma numerosi agenti delle
società segrete degli USA, dell’Italia e della
Francia erano intervenuti e avevano fermato quegli uomini. Una delle
più potenti organizzazioni era stata sconfitta i suoi membri
erano stati traditi dagli amici e ingannati dai nemici, ma la cosa che
bruciava di più era che era stato un bambino a fermare il
più potente criminale, il capo di
quell’organizzazione. Quella gente aveva preso una strada a
senso unico che terminava con un vicolo cieco.
***************************************************Autrice**************************************************
ta
ta tan ... ecco a voi il primo capitolo della fine :)
Cosa
deve ancora succedere? Shinichi riavrà il suo corpo?
E
Susan e Charles che sembrano spariti per lasciar posto a Conan!
Quali
altri segreti ci sono ancora da sciogliere?
Aspetto
le vostre recensioni ;) Al prossimo capitolo, Amelia_6
|
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Capitolo 28 *** Si ricomincia, la vita continua ***
Si
ricomincia, la vita continua
Susan
e Charles erano seduti a terra, la gente passava avanti e indietro,
nessuno li vide lì immobili che guardavano il sole. La notte
era ormai passata e la luna stava tramontando lasciando il posto al
sole che faceva capolino dall’orizzonte con un colore rosso
fuoco. «Susan, Charles» richiamò
l’attenzione un bambino. «Ciao Conan, che
succede?» «Avevate avvisato voi gli agenti segreti
italiani e francesi?» «Si certamente, chi altri se
no?» «SUSAN, CHARLES» si sentì
urlare «COSA VI È SALTATO IN MENTE»
l’uomo era infuriato «scusaci James
Junior» «SIETE IMPAZZITI» «Ti
ho detto che … MI DISPIACE …» Susan era
in lacrime. Conan intanto faceva mente locale, quell’uomo
dove lo aveva già visto? «Agente McGiver, la prego
cerchi di capire cosa è successo» disse in
italiano un uomo con il viso severo e gli occhi e i capelli neri come
la pece. «Susan che cos’è
successo» «Nulla, stavamo cercando di capire
cos’era successo ai nonni ma c’erano altri uomini
ed è iniziata una sparatoria, Ad un certo punto il ragazzino
a preso l’arma ed ha sparato» «Il
ragazzino! Che arma?» «Nulla di straordinario era
una comunissima pistola, ma avevamo cambiato i proiettili modificandoli
aggiungendo un veleno» «Che veleno era?»
«Nulla di particolare» disse Susan «Ehi
ragazzino, oh ti chiami Conan, giusto?» «Cosa?
Sì, sono io» «Sei un ragazzino sveglio,
lo notato a New York, dimmi come mai hai usato un arma?» Il
bambino non sapeva cosa fare quell’uomo lo conosceva, lo
aveva incontrato a New York? Poi un fulmine attraversò i
suoi pensieri. «James Junior lascia stare, non indagare
ulteriormente» «Ma Susan» «Ti
spiegherò io, comunque tuo figlio è al sicuro
insieme a mia sorella ho chiesto a due amiche di tenerli
d’occhio» «Non credo che siano abbastanza
forti…» «Hahahaha non conosci le due
ragazzine di cui parla Susan» disse Jio che si aggiunse alla
conversazione, vedendo i due amici in crisi «Ran Mouri e
Kazuha Toyama sono entrambe delle campionesse di arti marziali
rispettivamente di Karate e Aikido» disse Charles che finora
era stato in silenzio. «Capisco, ora vado a parlare con il
capo, a dopo my favorite girl and boy» «Ciao a dopo
JJ» Disse Susan salutando l’amico,
l’autista più fuori del mondo.
Aì
digitava velocemente al computer una serie di codici, formule chimiche
e numeri; vicino a lei sedevano Susan e Charles, anche loro intenti a
scrivere su dei computer. Nella stanza il silenzio, erano tutti troppo
concentrati per parlare, solo il rumore dei tasti riempiva la stanza.
«Non vi bruciano gli occhi?» chiese
all’improvviso Jio che era entrato di soppiatto nella stanza.
«No, ci siamo abituati» disse Susan senza levar gli
occhi dallo schermo «Almeno che tu non abbia del
caffè non disturbarci» disse Aì gelida
«Ecco a lei principessa» disse Jio con ironia
«La bambina batte le mani sul tavolo con forza tanto da far
tremare gli strumenti che vi erano appoggiati. «ESCI
IMMEDIATAMENTE O TI FACCIO CAMBIARE I CONNOTATI» disse
urlando contro al ragazzo. Jio guardò gli amici che
sorridevano dolcemente «Grazie, Jio ora vai è
meglio» disse Susan e il ragazzo se ne andò
lasciando nuovamente soli i tre scienziati. «Sei troppo dolce
Susan» disse Aì con tono distaccato «uhm
lo so, lo so Shiho» la ragazza sorrise era ormai molto tempo
che nessuno pronunciava più quel nome.
Ran
andava avanti e indietro per il salotto del professor Agasa
«quanto ci metteranno?» chiese impaziente
«Ci vorranno almeno un paio d’ore» gli
rispose il professor Agasa «Di solito Aì si
rinchiude nella sua stanza almeno un giorno, prima di aver pronto
l’antidoto di prova» continuò lo
scienziato. «Con tutti i dati, dovrebbero metterci
meno» disse Conan. «Conan, ci sono i
bambini» disse il dottor Agasa «Ciao Conan,
cos’è successo?» chiese con timore Ayumi
«Nulla tranquilla» sorrise «ora ci dici
cos’è successo? Dove Sono Aì, Susan e
Charles?» chiese Ayumi più spaventata che resto
«Vedete ragazzi è una storia molto lunga e non
credo che…» Conan non poté finire la
frase che i tre amici dissero «non ci importa nulla, vogliamo
sapere» a quelle parole Conan si arrese e iniziò a
raccontare quel che era successo, dagli avvenimenti più
recenti e al perché erano successi. «Quindi tu, tu
in realtà sei Shinichi?» chiese Mitsuhiko
«Sì, sono io» disse
«è per quello che sapevi tutte quelle
cose» disse Ayumi che stava per piangere, poi con le lacrime
agli occhi si avvicinò a Ran e disse «Mi dispiace
tanto, sei una ragazza fortunata» scoppiando poi in lacrime
«Non ti preoccupare» la consolò Ran.
«Ayumi ha una cotta per Conan mentre Conan, in
realtà Shinichi, è innamorato di Ran.
Aì dal canto suo aveva dei riguardi per Conan
perché gli ricordava Jio, l’amico che aveva perso
insieme alla sua libertà quando iniziò a lavorare
per l’organizzazione. Sei fortunato Conan, riesci a incantare
tutti. È una dote straordinaria fanne buon uso»
disse Susan, guardando poi il suo ragazzo. «Ecco qua
l’antidoto per l’APTX4869, potrai tornare
Shinichi» disse Aì porgendogli una pillola, Conan
la guardò, quando la prese in mano tremò, avrebbe
finalmente riavuto il suo corpo. Si sedette e mise in bocca la piccola
pastiglia, i bambini ebbero paura e si chiusero gli occhi ma molti dei
presenti vollero vedere quel miracolo della scienza, vollero vedere
quella magia. In pochi secondi il cuore di Conan prese a battere sempre
più forte, dei forti dolori gli riempirono il petto e il suo
corpo iniziò a crescere. Nel giro di due minuti Conan
scomparve e ritornò Shinichi. «Non ci credo
è, è stupendo» disse felice per poi
inchinarsi verso la scienziata l’amica che aveva condiviso
quell’avventura con lui «Grazie di tutto
Aì, tu cosa farai?» «Non
prenderò l’antidoto e ripercorrerò gli
anni che mi sono stati rubati» rispose e accennò
dopo moltissimi anni un vero sorriso, che scaldo il cuore a tutti.
«Ti aspetterò, lo prometto» interrompete
Jio «Aspetterò che tu cresca di nuovo, che diventi
di nuovo una donna, aspetterò finche tu non capirai che ti
voglio un mondo di bene» crollò il simpatico e
burlone amico, cadde sotto il peso dei sentimenti e
abbracciò la bambina. Aì non si movete da
dov’era strinse solo le braccia al collo del ragazzo.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Era
passato un mese dalla cattura degli uomini in nero. Ran stava per
indossare per l’ultima volta la divisa scolastica
«Ran» disse la voce del padre
«C’è quel detective che ti
cerca» sbuffò «Si arrivo, scendo
subito» disse sistemandosi i capelli. «Ciao
Shinichi, come va?» «Bene» sorrise
«Andiamo?» chiese e la ragazza annuì. Al
contrario dei vecchi tempi, in cui andavano a scuola a piedi quel
giorno c’era la macchina che gli aspettava,
all’interno c’erano già Goro con Eri e
Yukiko con Yusako, gli ultimi a salire furono loro.
«RAN!» Urlo Sonoko appena l’amica
entrò nel vialetto della scuola «Ci stiamo
diplomando, non ci credo ancora» «Già,
nemmeno io». Shinichi, Ran e Sonoko si diressero verso
l’interno della scuola. «La cerimonia si
svolgerà nel cortile dietro della scuola» disse
Shinichi «Uff lo sai ti preferivo quando eri un
quattrocchi» «Spiritosa» disse il
ragazzo. I tre amici percorsero i corridoi e salutarono la loro classe
per poi andare verso l’esterno dell’edificio dove
amici e parenti aspettavano i neo-diplomati.
La
cerimonia fu stupenda, In prima fila i genitori dei ragazzi e gli
amici, ma la cosa più bella fu che tutti i personaggi di
questa storia erano presenti e alla fine si alzarono per applaudire.
Uno ad uno gli studenti presero il diploma salendo sul palco. Tra gli
alunni spiccavano anche Susan e Charles a cui venne consegnato un
attestato di frequenza.
Alla
fine della consegna dei diplomi ci fu un piccolo rinfresco.
«Congratulazioni» dissero due voci in coro
«Heiji, Kazuha e voi che ci fate qua?»
«Nulla, siamo venuti a sapere che avevate la cerimonia e
volevamo ricambiare il piacere» «Che bello! Ora
siamo tutti diplomati» esultò Ran.
«Abbiamo una sorpresa per voi» disse poi Kazuha
«Cosa?» «Frequenteremo entrambi
l’università a Tokio» «Come
mai questa scelta Hattori?» chiese Shinchi
all’amico «Così, volevo sfidarti anche
sui banchi di scuola» gli rispose il rivale. «Va
bene» disse. «Sarà un peccato non vedere
chi vincerà» interruppe Susan, «Quando
partite?» chiese Shinichi «JJ ci aspetta con il Jet
privato, in aeroporto» disse Charles «Appena
finisce la cerimonia ce ne andiamo» finì Susan
«Jet privato?» chiese Heiji
«Sì, AJ è un comandante
dell’aeronautica oltre che capo dell’operazione e
fratello di JJ» spiegò Susan, lasciando tutti un
po’ sorpresi «Allora, ci vediamo» sorrise
l’italo-americana «A presto» la
salutarono i nuovi amici. «Vi aspettiamo in Italia»
disse Charles prima di andarsene.
Tutto
era tranquillo il vento soffiava e rinfrescava il volto alle persone
sedute sulla riva del fiume. Quando Shinichi interruppe il silenzio
«cosa ne dite se facciamo una scommessa»
«Cosa?» chiesero in coro i presenti «Fra
dieci anni, quando avrete la nostra età dovrete essere
diventati dei detective, ok?» i bambini si guardarono e
fecero un sorriso a trenta due denti. Ran e Shinichi, finalmente
insieme si godettero il tramonto in compagnia degli amici di sempre.
*****************************************************Autrice***************************************************
Ecco
a voi il ventottesimo capitolo, spero vi piaccia :D
Potri
dirvi che è l'ultimo ma in realtà non
è cosi hihihihihi
ci
saranno due capitoli conclusivi in cui ....... spero vi piacciano ;)
A
presto, Amelia_6
|
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Capitolo 29 *** 10 anni dopo, l'invito ***
10
anni dopo, l'invito
Il
sole splendeva su Beika in una villetta in stile giapponese due
famiglie stavano tranquillamente trascorrendo la giornata.
«Ehi Kazuha è arrivata posta?» Chiese
una delle due donne, Ran. «Si Ran c’è
una strana lettera spedita da Roma con destinatari tutti e quattro
noi» rispose Kazuha all’amica. «Da Roma?
Chi potrebbe essere?» pensò a voce alta Kazuha
finche apriva la lettera. La lettera era scritta in giapponese
perfetto, ed era firmata Black Moon and Black Sunny. Le due donne
capito chi era il mittente sorrisero avviandosi verso la biblioteca.
«Heiji, Shinichi» disse a voce alta Ran
«Che c’è?» rispose in tono
assorto Shinichi «Abbiamo un mistero per voi» disse
Kazuha, i due uomini si guardarono e incuriositi chiesero quale.
«Dunque, La luna nera e l’eclissi di sole si
incontrano» disse Ran pensando bene alle parole.
«Ma Ran è impossibile» disse Shinichi
«Invece no» gli rispose la moglie «Luna
nera? Eclissi di sole?» pensò ad alta voce Heiji
«Black Moon o new moon e Solar eclipse oppure Black
Sunny» disse Shinichi guardando l’amico
«Ma certo» dissero i due Detective «Susan
de Ginelli e Charles de Mattei» disse Heiji
«L’unica volta in cui una luna nera incontra un
eclissi di sole» disse sorridendo «Cosa hanno
scritto?» chiese curioso Heiji «Dunque, Sissi e
Alex si sposano» disse Kazuha «Però,
bhè se è come il matrimonio della sorella e
Charles sarà stupendo» disse Shinichi ricordando
l’evento di qualche anno prima.
Circa
un anno dopo le vicende narrate negli scorsi capitoli, inizio flash back
Susan
e Charles sorridevano, lei era vestita in un meraviglioso abito bianco:
la gonna larga con uno strascico lungo e il corpetto rivestito di pizzo
bianco, il velo si attaccava ad una piccola coroncina che si incastrava
in una stupenda pettinatura, degna di una regina. Charles invece
indossava un abito nero a doppio petto che ne risaltava la figura ed i
capelli erano perfettamente in ordine. Si trovavano in una stupenda
chiesa, nella periferia di Roma. La cerimonia seguiva quella ufficiale
cattolica anche se tra i presenti c’erano le più
diverse persone, dalle più diverse origini. Nelle file
più avanti c’erano i genitori mentre in quelle
centrali si notavano un gruppo folto di giapponesi.
La
festa che si tenne dopo il matrimonio fu una favola, Susan e Charles
arrivarono al ristorante New Moon in una carrozza trainata da due
cavalli bianchi e due cavalli neri. Il ristorante era in una zona
più centrale ed il calesse destò particolare
attenzione tra i visitatori della città e tra gli abitanti.
Davanti al ristorante, come spesso succedeva, vi erano parcheggiate
varie macchine tra le più belle, berline o cabrio nere di
diverse marche: Audi, Alfa, BMW, Mercedes, Porche, Ferrari (unica ad
essere di colore rosso), Lamborghini e Bugatti.
«Ciao
ragazzi» disse Susan al gruppetto nipponico «Ciao
Susan» sorrisero «Come va?» chiese
Charles «Tutto bene, l’università
è un po’ dura ma ce la faremo» disse
Shinichi «Certo capisco» sorrise la sposa
«Voi invece?» chiese Aì
«Nulla, la nostra laurea è stata accettata anche
in Italia quindi dal prossimo mese entriamo in due gruppi di
ricerca» Affermò Charles «Scusate
– interrupe Ran – ma quando vi sareste
laureati?» chiese dubbiosa «Prima di venire in
Giappone, Of Course» disse sorridendo Susan
«Prima?» si alzò un coro
«Certamente non ve lo abbiamo detto?» chiese
Charles ridacchiando «No» fu la risposta del gruppo
«Io lo sapevo» disse Jio «Bhè
mi sembra il minimo dato che la nostra laurea è arrivata un
anno dopo il tuo diploma e la decisione di seguire le orme di tuo
padre» sorrise Susan «Già»
disse quasi sottovoce «Su forza, ora divertiamoci»
disse mettendo il braccio intorno al collo dell’amico
«Ho già provveduto» gli disse in un
orecchio e gli lasciò un bacio «Grazie,
Susan» sorrise «Ma guarda che il tuo maritino
sarà geloso» ammiccò Jio «Io
mi preoccupo di più per il tuo piccolo angelo
custode» disse ricambiando l’occhiolino, per poi
andare verso Charles.
Fine
Flash back
Ran
sfogliava, insieme al marito e agli amici, l’album delle foto
ricordando il matrimonio lussuoso e particolare degli amici
italo-americani. «Ricordo anche quando vennero loro al nostro
matrimonio, qualche anno fa» disse Kazuha «Si lo
ricordo, quel mese ci sposammo anche io e Shinichi e Susan e Charles
fecero un mese di ferie con le loro famiglie»
ricordò Ran. «Dimmi Ran c’è
altro nella busta» chiese poi Shinichi ricordando un
particolare dei due ragazzi «Uhm, dunque, si
c’è un biglietto di gruppo per la prima classe
sono segnate tredici persone però c’è
anche la possibilità di un supplemento» disse Ran
«Ci avrei scommesso» esclamò Shinichi
sorridendo, sorriso che vene subito ricambiato.
Il
giorno dopo
Shinichi
era in piedi davanti al portone della villa, «Ehi amico, sono
pronte le ragazze?» chiese Heiji «Uhm no non sono
ancora scese» «Uhm se non ci sbrighiamo arriviamo
tardi» disse seccato il detective, originario di Osaka,
«Papà» urlò una bambina dai
capelli marroni «Dimmi Shiho» disse Shinichi
«La mamma a detto che arriva subito» sorrise
«Ok grazie, dov’è tuo fratello
Conan?» chiese poi «Eccolo sta arrivando»
disse indicando un bambino sui 6/7 anni con i capelli un po’
arruffati «Conan – urlò Ran da in cima
le scale – sistemati che dobbiamo partire»
«Si mamma» disse sorridendo. «Heiji,
Kazuha ha chiesto dov’è Hideaki»
«Non è con voi?» chiese Heiji
preoccupato «No» disse Ran sorpresa
«Papà, papà guarda» disse il
bambino sbucato all’improvviso «HIDEAKI
DOV’ERI?» urlò Heiji
«Scu… Scusa papà ero in
giardino» disse per poi mostrare un libro «Ho
terminato di leggerlo anche io» disse accennando un sorriso
«Bravo piccolo, ma il papà ha ragione»
disse dolce Kazuha, che era scesa in quel momento con Ran, al figlio.
La
macchina viaggiava lungo le vie di Tokio per poi fermarsi nel grande
parcheggio dell’aeroporto. Le due famiglie raggiunto
l’aeroporto si erano incontrate con un gruppo di liceali ed
un signore sulla sessantina ed un uomo. «Salve ragazzi,
doc» disse Shinichi «Ciao» salutarono
sorridendo. Il gruppo era composto da: Ayumi Yoshida, Mitsuhiko
Tsuburaya, Genta Kojima e Aì Haibara, ormai adolescenti;
Hiroiji (Jio) Hikaminaru ora mai trentenne e Hiroshi Agasa (Doc).
Il
gruppo entrò nell’aereo e passati i controlli
chiese dove partisse l’aereo indicato nel biglietto. A
rispondergli fu un uomo che avrebbero giurato conoscere
«Siete voi gli amici di Moon e Sunny vero?» chiese
l’uomo riconoscendo il biglietto, i presenti si guardarono
per poi annuire «Voi non mi conoscete, mi chiamo Alexander
Junior o AJ e sono il fratello gemello di JJ» il gruppo si
guardò e sorrise «Piacere io sono Shinichi, lei
è mia moglie Ran con i nostri figli Shiho e Conan. Poi il
ragazzo con la pelle olivastra è Heiji segue la moglie
Kazuha con il figlio Hideaki. I giovani detective con Ayumi, Genta,
Mitsuhiko e Aì, l’uomo con i capelli e i baffi
bianchi invece è il dottor Agasa ed infine Jio»
presentò Shinichi «Piacere di conoscervi a tutti e
di rivedervi signorino Hikaminaru» «Il piacere
è mio AJ, ti ha mandato Susan vero?» chiese il
ragazzo «Sì, il biglietto che avete è
per un volo privato» disse facendo notare un piccolo
particolare. I presenti non si stupirono più di tanto, del
resto avevano imparato a conoscere i due ragazzi.
Il
Jet privato della compagnia Moon parti dall’aeroporto
internazionale di Tokyo alle 13.00 e atterrò alle 4.00 ora
giapponese, 21.00 di sera del giorno precedente (fuso orario +9 in
Giappone) . Il gruppo dopo aver preso i bagagli si diresse fuori
dall’aeroporto di Fiumicino «Ehi Guys, we are
here» disse una voce femminile che apparteneva ad una donna
dai capelli biondo scuro e gli occhi marrone-verde «Ciao
Susan» salutarono «buona sera a voi, e bentornati
in Italia» disse sorridendo. «Ehm
Charles?» chiese Jio «Ci aspetta dalle macchine. Il
gruppo avviatosi dopo pochi minuti arrivò nel parcheggio
dell’aeroporto dove stava aspettando il marito di Susan.
«Buona sera a tutti» salutò l'uomo dai
capelli neri e occhi molto scuri, saluto che venne ricambiato
affettuosamente. «Bene, Bene, JJ è impegnato
quindi andiamo in macchina; Dunque abbiamo due Audi, prese in prestito
da papà, da 7 posti l’una e la moto per
Jio» disse «Uh che bello mi avete portato la
moto» disse contento il ragazzo «certo è
la migliore» disse Charles «Mi fido di
te» sorrise per poi prendere al volo le chiavi, lanciategli
dall’amico. «Ehi Aì» disse
dopo aver messo il casco «Uhm non mi fido di te»
disse la ragazza, l’uomo rise divertito e dopo avergli messo
il casco disse «Nemmeno io mi fiderei di me»
Aì sbuffò ma seguì comunque
l’amico (N.d.A: ma si dai il fidanzato). Quando tutti furono
saliti e pronti si diressero verso la villa dei de Mattei.
La
villa dei De Mattei sorgeva un poco fuori Roma, era circondata dal
verde. Il giardino era enorme nella parte anteriore c’erano
delle piante da frutto mentre in quella posteriore una piscina ed un
enorme prato. La villa aveva tre piani, al primo si trovavano la sala
da pranzo ed una grande cucina, al piano superiore c’erano
dieci camere da letto tra cui quattro camerette molto grandi per i
bambini. L’ultimo piano era una grandissima sala che prendeva
l’intero perimetro, comprendeva: una raccolta di enciclopedie
scientifiche e letterarie perfetta, una libreria con vari romanzi di
vario genere, quattro scrivanie ed un mobile con svariati oggetti.
Era
mattina e l’intero gruppo era nella grande cucina per la
colazione quando nella villa entra Sissi con un enorme sorriso
«Sorellina, domani mi sposo» urlo abbracciando
Susan «Sì lo so Sissi, da brava saluta»
disse rimproverandola «Scusate, buon giorno a
tutti» sorrise. La somiglianza tra le due era incredibile
tanto che le due avrebbero potuto scambiarsi e ingannare anche i loro
genitori. Quella giornata passò molto tranquilla Susan e
Charles portarono i vecchi amici a fare un giro della città
e alla sera cenarono nella bella residenza di famiglia.
*********************************************************Autrice*******************************************************
Eccomi,
spero che anche questo tranquillo capitolo vi sia piaciuto :)
Vi
aspetto al prossimo capitolo, conclusivo :)
Amelia_6
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Capitolo 30 *** 10 anni dopo, Segreti e Matrimoni a Roma ***
10
anni dopo, Segreti e Matrimoni a Roma
A
villa Kudo arriva un invito ad un matrimonio, i mittenti sono Black
Moon e Black Sunny, che vogliono invitare il gruppo al matrimonio di
Yellow Lady e Yellow Boy ovvero la sorella di Susan, Sissi, con Alex.
Arrivati a Roma grazie al jet privato di Susan e Charles, si sistemano
nella villa dei De Mattei.
Sissi
aveva un abito bianco con gonna a campana e ricoperto da pizzo con
disegni floreali, come il velo. Alle 9.00 la sposa arrivò su
una macchina d’epoca nero metallizzato cabrio. Ad
accompagnarla all’altere era Matthew che indossava un
completo blu notte. La cerimonia in chiesa fu molto bella e dopo
l’ormai celebre «può baciare la
sposa» del prete tutti uscirono dalla chiesa buttando chicchi
di riso sopra ai novelli sposi. La macchina che aveva portato Sissi fu
portata nuovamente davanti alla chiesa e dopo aver fatto salire i
neo-sposi partì con destinazione il ristorante Moon.
Susan
e Charles in compagnia degli amici giapponesi arrivarono pochi minuti
prima degli sposi, ad aspettargli c’era JJ con la limousine.
Quando l’uomo aprì la porta della lussuosa
macchina scesero quattro bambini, due di circa otto o nove anni e altri
due di circa cinque o sei anni. «Mamma,
papà» urlarono quando videro i genitori, Susan e
Charles. «Siete arrivati» sorrise la donna
«È stato bello» disse con il sorriso la
bambina più grande, Violette. «Sono felice che vi
sia piaciuto» gli rispose la madre. «Ragazzi loro
sono i nostri figli» disse Charles finchè la
moglie parlava con i piccoli. «La bambina più
grande si chiama Violette, il bambino più grande,
è suo fratello gemello Mark. I due più piccoli
invece sono Bianca e Roberto» continuò Charles.
«Buon giorno» salutarono in inglese i quattro
bambini una volta raggiunto il gruppo, che ricambiò
calorosamente il saluto. Violette e Bianca avevano entrambe i capelli
biondo scuro e gli occhi grigi mentre i bambini: Mark e Roberto avevano
capelli castano molto scuro e occhi verdi.
Durante
il ricevimento Susan e Jio si misero a parlare «Allora moon,
non hai mai abbandonato loro vero?» «Uhm,
già ne io ne Charles, ma neanche te hai abbandonato la
vecchia via o sbaglio?» «Non ti si può
nascondere nulla, vero Moon?» «Già
– sorrise – e con lei come va?»
«Male» «Cosa?
Perché?» «Scherzavo»
«Brutto» la ragazza tentata di uccidere
l’amico si alzò «Ho imparato a
ballare» disse prima che Susan lo mandasse al creatore
«Cosa? Si hai ragione va mele» esclamò
«Non mi credi mai» «Sei un cretino Jio,
come sta tua madre?» «Abbastanza bene
dai» «È una donna forte»
«Come te» «Sei gentile, come mai? Cosa ti
serve?» «Uff, mi hai scoperto»
«Forza dimmi» «Chi sono Blue e Red
Moon?» «Non lo sai? Sono mio padre e mia
madre» «Capisco, è proprio un soprannome
di famiglia» «Già,
c’è un motivo dietro al nome degli
Hotel» «Come facciano le più grandi
menti criminali a non capirlo non lo so» «Non lo so
neanche io, ora ti conviene andare» disse Susan
«Perché?» «Il tuo piccolo
angelo ti aspetta» i due si scambiarono un sorriso e si
divisero.
Shinichi
correva lungo il parcheggio del ristorante «Susan, Charles
abbiamo un problema» urlò «Che succede
Shinichi» chiese Susan «Una donna sta
male» «dov’è?» Susan
senza pensarci corse nella direzione indicatagli dal ragazzo e
trovò la nonna «Nonna»
Esclamò per poi prendere dei farmaci dalla borsa
dell’anziana signora «Ecco prendi» disse,
la donna fatto come diceva la nipote prese la pastiglia e nel giro di
qualche minuto si sentì meglio. «Shinichi
grazie» «Non c’è di
che» «Shinichi come sapevi che era la nonna di
Susan?» chiese Ran raggiunto il marito e l’amica
«Dagli occhi»
«Cioè?» «Entrambe le donne
hanno un particolare sguardo e occhi particolarmente grandi»
disse facendolo notare «Questa caratteristica ce
l’hanno anche Elaisa e Sissi» spiegò
Shinichi.
Da
quel momento la giornata passò tranquilla, tra musica e
ballo e alle undici di sera ci furono anche i fuochi
d’artificio. I bambini di Susan e Charles fecero molta
amicizia con Conan, Shiho e Hideaki e passarono tutto il pomeriggio
insieme per poi crollare verso le 22.00. Sissi ed Alex stavano
veramente bene insieme e tutti furono felici per loro, la festa
terminò verso l’una e mezza dopodiché i
due sposi partirono immediatamente mentre Susan e Charles assieme agli
amici ritornarono a villa De Mattei.
«Susan
posso farti una domanda» «Dimmi pure
Shinichi» «come mai usate il soprannome Moon? So
che nero deriva da tuo nonno» «Si ricordi bene,
Moon è parte del nome in codice dei miei genitori, mio padre
Blue moon e mia madre Red moon. Venivano usati nelle comunicazioni per
non usare i nomi veri, poiché molto celebri»
«Capisco quindi anche per Sunny vale lo stesso
ragionamento?» chiese Heiji e la ragazza annuì
«Un ultima cosa» «Chiedi pure»
si intromise Charles «Il boss, è dieci anni che me
lo chiedo, come aveva conosciuto i vostri nonni» «I
nostri nonni erano dei militari oltre che agenti sottocopertura, furono
infiltrati nella mafia giapponese molti anni fa. Quando Yoshirou Kuroto
creò l’organizzazione i nostri nonni riuscirono ad
entrare, dato che avevano fatto amicizia con l’uomo. Scoperto
che i nostri nonni erano degli infiltrati, li mandò ad
uccidere da una donna, all’epoca molto giovane con la quale
aveva una relazione» spiegò Charles
«Vermouth?» chiesero i detective
«Esattamente, all’inizio il signor Kuroto era molto
tranquillo, sorrideva spesso ma con il passare degli anni e dopo aver
eliminato vari amici a causa di segreti e complotti
cambiò» continuò a raccontare Susan
«Prima di morire i nostri nonni riuscirono a mandare dei file
con le informazioni essenziali per iniziare ad investigare»
spiegò l’italo-americana «Il gruppo
all’inizio era formato da: Riosuke Hikaminaru (RH), James
Junior McGiver (JJ), Alexander Junior McGiver (AJ), George Marcus
McGiver (GM), Elaisa McHonis (Red Moon), Matteo de Ginelli (Blue Moon),
Mylène De Marie (Red Sunny), Federico de Mattei (Blue
Sunny)» spiegò Charles «Le nostre
famiglie erano uno l’opposto dell’altra come lo era
per i nostri nonni» disse sorridendo Susan. «Io
invece mi sono sempre chiesta un'altra cosa» interruppe Ran
«Cosa?» gli rispose Susan «Prima di
iniziare con gli Hotel, deve trovavate i soldi?» «I
nostri bisnonni erano famiglie nobiliari molto note, al servizio prima
del regno d’Italia e poi della repubblica Italiana»
Spiegò Susan «Ah capisco, eravate famiglie molto
importanti quindi?» «Si esattamente»
disse Susan sorridendo.
Il
giorno dopo Susan e Charles accompagnarono nuovamente gli amici a fare
un giro per la città. «Questo che vedete
è l’ingresso per i fori romani da qui poi andremo
a vedere il Colosseo» disse Charles. «Wow ma
è meraviglioso, che posti stupendi» disse Ran.
«Hai ragione Ran» disse Shinichi che osservava gli
antichi resti romani. «Ragazzi state vicino» disse
Susan quando il gruppo dei bambini si allontanò
«Ragazzi, quello è il cancello»
indicò Charles «Da li gireremo a destra per
arrivare davanti al Colosseo. «Susan, Charles posso farvi una
domanda?» chiese Mitsuhiko «Certo chiedi
pure» «Come mai viene chiamato Colosseo?»
«Dunque il suo vero nome è anfiteatro Flavio, una
volta davanti a questo vi era un enorme statua di Nerone. È
proprio grazie a quella che oggi è noto con quel nome
inoltre le sue dimensioni sono veramente colossali. Infatti
è tuttora considerato uno degli anfiteatri più
grandi del mondo» Spiegò Susan «Wow, la
statua che fine a fatto» chiese invece Ayumi
«È stata spostata, in origine, come diceva mia
moglie era di Nerone. Dopo la morte dell’imperatore la statua
cambiò raffigurando il dio sole» disse Charles. Il
gruppo, dopo essere entrato nel famoso monumento italiano, si diresse
verso un ristorantino dove ordinarono dei piatti tipici italiani, come
pasta e pizza.
Quella
giornata si concluse in maniera stupenda ma la notizia che il gruppo
doveva tornare arrivò proprio la mattina seguente. La sera
di martedì Susan e Charles ringraziarono tutti della visita
e lasciarono il gruppo alla porta dell’aeroporto in compagnia
di AJ. Ma prima che partissero Susan chiese hai giovani Detective se
avevano mantenuto la promessa ed erano diventati dei bravi Detective, i
quattro ragazzi si guardarono per poi annuire. «Come facevi a
saperlo?» chiese Aì, Susan sorridendo disse:
«Ognuno ha i propri segreti, mia cara
Aì».
***************************************************Autrice************************************************
Eccomi
qua :) si questo è l’ultimo capitolo :D
Spero
che questa storia vi sia piaciuta, ma lasciatemi cogliere
l’occasione per ringraziare tutte le persone che mi hanno
seguito. Un ringraziamento a:
Michael
Jackson che mi ha aiutato a iniziare questa storia. Erroregrave e Ran
Mori 2 per aver seguito tutta la storia e per le recensioni
incoraggianti :)
Quindi
arrivederci a tutti, Amelia_6
PS:
C'è i progetto un prequel con portagonisti Shiho e Jio e
Susan e Charles :)
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