Tempo e Desideri

di Nenottina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nervi a fior di pelle ***
Capitolo 2: *** Una proposta particolare ***
Capitolo 3: *** Un giorno per un giorno ***
Capitolo 4: *** Battaglie e dubbi ***
Capitolo 5: *** Scontri e incontri ***
Capitolo 6: *** Un'altra realtà ***
Capitolo 7: *** I cyborg ***
Capitolo 8: *** L'amore colpisce chiunque ***
Capitolo 9: *** Capricci ***
Capitolo 10: *** Visite sgradite ***
Capitolo 11: *** Controllo temporale ***
Capitolo 12: *** Come ottenere il bacio del vero amore ***
Capitolo 13: *** La vita che vorrei ***



Capitolo 1
*** Nervi a fior di pelle ***


Quella era una di quelle giornate in cui tutto era perfetto, c’era un bel Sole e molti ne avevano approfittato per uscire. L’atmosfera in città era allegra e serena.
In città, ma non alla Capsule.
Vegeta era nervoso come non gli succedeva da tempo.
-Papà, tu devi portarmi al centro commerciale! Me lo hai promesso! – urlò Bra da camera sua, intenta a prepararsi per uscire.
-Non ti ho promesso un bel niente e non ho la minima intenzione di portarti da nessuna parte!
-E’ almeno un mese che non compro roba nuova, non hai scusanti, tu mi porterai a quel centro! – Bra fece le scale di corsa e si parò di fronte al padre, puntandogli un dito al petto.
Con una smorfia scocciata Vegeta se ne andò in cucina, lasciando sola una Bra indignata con ancora il braccio alzato.
Prese un bicchiere e lo riempì d’acqua mentre la figlia lo raggiungeva e ricominciava la sua battaglia personale.
La ignorò cercando di mantenere la calma quanto più poteva, ma era molto, molto difficile.
Aveva appena finito di bere l’ultimo sorso quando anche Bulma entrò nella stanza, mesta e rassegnata, ed interruppe la parlantina di Bra.
-Trunks ha deciso che oggi non vuole lavorare. Di nuovo. Hanno chiamato e hanno detto che se n’è andato…amore, non è che potresti…
Vegeta sbatté il bicchiere sul ripiano. Ci mancava solo questa per farlo veramente arrabbiare. Ora lo avrebbe sentito.
Raggiunse la porta a denti stretti ed uscì di casa sbattendola forte.
Percepì subito l’aura del figlio, anche se molto debolmente. Evidentemente non l’aveva abbassata del tutto.
Sempre così. Possibile che non se ne accorgesse?
Volò a gran velocità fino a quando non lo vide mentre rivolgeva il viso verso il cielo ad occhi chiusi, con un sorriso sulle labbra.
Gli volò velocemente di fronte, bloccandolo.
Trunks aprì gli occhi, sorpreso, e quando si rese conto di chi aveva di fronte cacciò un urlo e si affrettò a prendere la direzione opposta.
Vegeta sbuffò. Non cambiava mai.
Lo seguì e lo afferrò per il colletto, trattenendolo. Inizialmente il figlio provò a divincolarsi, ma dopo qualche tentativo si arrese, allora non oppose più resistenza e si lasciò trasportare fino alla sede della Capsule.
-Sai che saprò se proverai ad andartene un’altra volta, e sai anche che non ti conviene riprovarci
Trunks annuì, gli occhi fissi a terra, e rientrò nell’edificio.
Vegeta tornò a casa con i nervi a fior di pelle, deciso a rilassarsi con un allenamento nella stanza della gravità.
Gli toccava pure recuperare il figlio come fosse un poppante da tenere sotto stretta sorveglianza.
Bra gli si parò di fronte con un gran sorriso – Rieccoti, hai sgridato Trunks? Ora possiamo andare, giusto?
-No – la scostò di lato e stava per andare a prendere un asciugamano, quando la moglie lo afferrò per un braccio.
-Mi serve un grosso favore, puoi venire…
Bra gli afferrò l’altro braccio – No, papà deve venire con me a fare shopping!
Bulma scosse la testa – Mi dispiace tesoro ma è una cosa importante, non posso proprio chiederglielo in un altro momento…
La ragazza lanciò alla madre uno sguardo di fuoco – Ma lui me lo ha promesso!
-Andrete un altro giorno, ora ho bisogno che lui venga di là con me
Detto questo strattonò Vegeta in direzione del laboratorio, ma Bra non mollò la presa e si mise a tirare nella direzione opposta.
Quello fu troppo per Vegeta. Strinse i pugni. Aveva sopportato abbastanza.
-Smettetela!
Aumentò un poco l’aura e spinse le due donne lontano da lui, poi uscì di gran carriera dalla stessa porta da cui era entrato poco prima e volò via.
Dopo un po’ si accorse di non avere idea di dove stava andando. Stava sorvolando una fitta foresta di cui non ricordava nemmeno l’esistenza.
Decise di atterrare e si sedette su una grossa radice che sporgeva dal terreno.
Voleva sfogarsi, distruggere qualcosa o qualcuno.
Voleva tornare il Sayan che conquistava pianeti e sterminava popolazioni, piuttosto che avere a che fare con elementi del genere.
Almeno in quel caso avrebbe potuto lasciarsi andare all’istinto, mentre lì sulla Terra doveva contenersi per forza, per evitare di causare danni.
Gli bastava anche un solo giorno. Un giorno per andare su un pianeta lontano e prenderselo con la forza.
Erano state poche le volte che aveva desiderato tornare alla sua vecchia vita, ma quella fu forse una di quelle volte in cui lo volle più ardentemente.
Erano stati tutti così oppressivi quel giorno, mentre lui non voleva altro che starsene in pace.
Se solo ne avesse avuto l’occasione…
Una mano gli toccò una spalla e per poco Vegeta non cadde all’indietro per lo spavento.

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Capitolo 2
*** Una proposta particolare ***


Si voltò di scatto e di fronte a sé vide una donna dai lunghi capelli rosso fuoco. Due occhi dorati lo guardavano gentili, così come gentile era il suo sorriso, poi quella arrossì, assumendo a poco a poco un’aria affascinata, ma si riscosse subito e, ricomponendosi, chiese apprensiva – Stai bene?
Dopo un attimo di sbigottimento, Vegeta si alzò da quella sedia improvvisata.
-No, ed è il caso che tu te ne vada o potrei finire con il colpirti, non è giornata
Si voltò, e stava per andarsene, quando la donna gli ricomparì di fronte.
-Lo avevo intuito, perché non mi racconti cosa ti è successo?
Lui strinse i pugni, resistendo alla tentazione di dargliene uno sul viso – Non sono affari tuoi!
Lei fece un risolino divertito. La odiava già.
-Mi sei simpatico, davvero, e voglio aiutarti – gli disse quella – Io sono Lady Shyra, posso controllare il tempo. Se ti è successo qualcosa di brutto lo farò tornare indietro, solo per te, che ne dici?
Lui la squadrò. Era impossibile fare una cosa del genere, ovviamente, e si chiese perché gli avesse raccontato una menzogna così esplicita.
Intanto quella aspettava sorridente la sua risposta.
-La tua è una bugia bella e buona, nessuno può fare ciò che hai detto. Sparisci
-Nessuno?
Lui incrociò le braccia – Nessuno
Lady Shyra schioccò le dita ed all’improvviso tutto si fermò.
Vegeta non riuscì a nascondere la sorpresa e si guardò intorno sgomento. Non c’era più un filo di vento, un suono, nulla. Le foglie non si muovevano, come se loro fossero chiusi dentro una bolla ed al di fuori di essa tutto si fosse fermato.
Lei schioccò di nuovo le dita ed il tempo tornò a scorrere normalmente.
Ripeté la domanda, questa volta con un sorriso divertito – Nessuno?
Vegeta non rispose, troppo sbigottito.
-Te l’ho detto, io controllo il tempo. Coraggio, potrei rendere la tua giornata migliore se mi raccontassi cosa ti assilla
Lui allora scosse la testa – Non potresti capire, e comunque non voglio niente da te
-Io credo che tu sia scontento e vorresti vivere una vita diversa da quella che hai – gli disse allora lei, seria.
Era davvero così evidente?
-Vorrei solo tornare alla mia vecchia vita, anche solo per un giorno – fece una pausa, ma poi tornò il Vegeta di sempre – Ma a te non può e non deve interessare, perciò addio
Si alzò in volo, ma la donna lo afferrò per una spalla.
-Mi è venuta un’idea – sorrise eccitata – Un giorno per un giorno
Vegeta la guardò confuso.
-E’ molto semplice, fermerò il tempo per ventiquattro ore e tu potrai tornare alla tua vecchia vita per un giorno intero, farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarti. Poi quando le ventiquattro ore saranno scadute il tempo ricomincerà a scorrere normalmente. Si…beh…c’è una cosa puramente burocratica, sai le leggi e bla, bla, bla… - mosse la mano come fosse una bocca, annoiata – Vedi, il tempo non può essere eliminato, se da una parte aggiungi un giorno, dall’altra devi toglierlo…ma non preoccuparti, è una cosa da nulla, sceglierò un giorno della tua vita e lo cancellerò, come se non fosse mai esistito, per esempio…non so, un giorno in cui sei stato male, uno particolarmente noioso o brutto, insomma uno un po’ a caso, che ne dici? – sorrise ancora più di prima, orgogliosa della sua trovata.
Vegeta si ritrovò a pensare che in fondo non era una brutta idea. Non lo era per niente.
Avrebbe potuto usare quella giornata per volare con una navicella su qualche pianeta sperduto e poi scatenare tutta la sua forza. E di certo per lui era più il guadagno che la perdita, magari quella avrebbe pure scelto un giorno che sarebbe stato meglio se non fosse neanche esistito.
Ne aveva proprio bisogno.

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Capitolo 3
*** Un giorno per un giorno ***


-Ne saresti davvero in grado?
Lei annuì convinta.
-E per ventiquattro ore il tempo sarà fermo? Sarebbe come se non me ne fossi mai andato?
La donna annuì di nuovo.
Lui allora la guardò scettico – E va bene, dov’è il trucco?
Allora quella si mise a ridere – Non c’è nessun trucco, la legge è molto severa su questo. Un giorno per un giorno. Che ne dici? – lo fissò in attesa.
Vegeta esitò. Poteva fidarsi?
Doveva assolutamente stare un po’ da solo e sfogare tutta la rabbia, ma di certo non poteva farlo sulla Terra. Era l’occasione perfetta.
-D’accordo
Lady Shyra batté le mani – Fantastico! Ecco, tieni!
Fece comparire un foglio ed una penna e glieli passò.
-Firma lì sotto, per favore…ah, non ci crederanno mai! Il mio primo contratto!
-Fammi indovinare, un’altra cosa puramente burocratica? – chiese lui prendendo la penna in mano.
-Oh si, è proprio una noia, non è vero? Purtroppo sono cose che vanno fatte…credimi, anche io odio queste cose, fanno perdere tempo e basta
Lui roteò gli occhi e firmò dove gli era stato indicato, poi le sventolò il foglio di fronte – Ecco, contenta?
Foglio e penna scomparvero così come erano apparsi.
-Moltissimo! Se c’è qualche problema poi vieni pure a contattarmi, sono sempre qui. Intanto c’è qualcosa che ti serve per questa giornata?
-Una navicella – si chiese se avesse seriamente potuto procurargliela.
Lady Shyra si fece pensierosa e poco dopo esclamò – Trovato! Vieni – gli fece un cenno e volò nella direzione da cui era arrivato Vegeta, e lui la seguì.
Atterrarono in una zona montuosa e la donna stese le mani verso una collinetta. Si concentrò chiudendo gli occhi, mentre Vegeta osservava a braccia incrociate.
Ad un tratto comparve una navicella. Avrebbe potuto giurare che fosse quella che avevano usato i terrestri per arrivare su Namecc, ma era decisamente molto più vecchia e malandata. A poco a poco però stava cambiando, fino a quando non divenne come nuova.
La donna aprì gli occhi con un sorriso soddisfatto sul volto.
-Può andare così?
Lui annuì e si avvicinò alla navicella impaziente, cercando di capire come aprire lo sportello, poi lei disse una parola in un’altra lingua – namecciano? – e quello si aprì.
-Tranquillo, ora vedo se riesco a mettere i comandi manuali
Disse qualche altra parola in quella lingua – Fatto. Le ventiquattro ore iniziano…ora!
Schioccò le dita e tutto si fermò come prima, poi tirò fuori di tasca un cronometro con una catenella.
-Quando il tempo scade significa che sono passate esattamente ventiquattro ore, cerca di tornare per tempo o potrebbero pensare che sei sparito. Che tu sia qui o no, dovrò far ripartire il tempo per forza
E glielo passò.
-Buon viaggio allora, spero di averti fatto felice – gli sorrise.
Lui le fece un cenno e si mise il cronometro al collo.
Avrebbe dovuto esserle riconoscente, ed in fondo lo era. Gli aveva dato una cosa di cui aveva un disperato bisogno. Tempo per sé stesso.
Cliccò un pulsante e lo sportello si richiuse, poi andò ai comandi e cercò un pianeta su cui atterrare.
Non comprese molto, ma capì che quello che aveva scelto non era lontano.
Giunto a destinazione, era carico come non mai. Aveva accumulato così tanta rabbia che appena mise piede a terra cominciò subito a sfogarsi, lanciando una sfera di energia contro un edificio e facendo fuggire gli abitanti che si erano avvicinati alla navicella, incuriositi.

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Capitolo 4
*** Battaglie e dubbi ***


Si alzò in volo per osservare meglio.
In effetti era quasi come essere sulla Terra. Alberi, laghi e fiumi, e soprattutto molte città.
Sorrise. Non si era mai sentito così libero. O forse aveva solo dimenticato quell’emozione.
Lanciò altre sfere di energia contro le persone che correvano da tutte le parti terrorizzate.
A quel punto iniziarono a contrattaccare. Il corpo di polizia del pianeta intervenne e gli sparò dei raggi con delle strane pistole.
Bastava semplicemente spostarsi e schivarle.
Si trasformò in Super Sayan.
-Big Bang Attack!
Quelli vennero scagliati via come foglie durante una tempesta.
Non ricordava che fosse così semplice.
In effetti stava iniziando ad annoiarsi. E poi cosa avrebbe potuto farsene di un pianeta disabitato?
No, non avrebbe certo sprecato la possibilità che gli era stata data.
Lanciò un urlo e caricò di più l’aura, poi cominciò a colpire le varie abitazioni con diversi attacchi mentre la popolazione fuggiva in preda al panico.
Quando tutti gli edifici e le strade attorno a lui furono diventati semplici calcinacci, si concentrò sugli abitanti.
Ne colpì diversi con una rapida successione di calci e pugni, lasciandoli tutti doloranti o svenuti, dopo di che lanciò una grande sfera di energia che li fece volare lontano.
Si spostò poi in un’altra città e come prima cominciò a distruggere ciò che aveva di fronte.
Certo che a farlo da solo non c’era proprio gusto.
Atterrò e si diresse verso un gruppo di quattro alieni che si erano stretti insieme vicino ad alcune macerie, due erano sicuramente adulti, gli altri invece sembravano ancora giovani.
Doveva essere una famiglia.
Il maschio adulto ed il ragazzo si pararono davanti alle due femmine impaurite, guardandolo duri.
Si misero in posizione di difesa.
Lui si fermò ad osservarli.
Volevano forse proteggere le due donne? Avrebbero dovuto capire già da un pezzo che non potevano competere con lui. Eppure non mollavano.
Stese il braccio e creò una sfera di energia.
Le due donne si abbracciarono ancora più strette, mentre i due maschi strinsero i denti, ma mantennero la posizione.
Erano pronti a morire per proteggerle.
Serrò le labbra, insicuro.
Gli sembrava quasi di rivedersi, in quell’atteggiamento. Lui e Trunks a proteggere la sua donna e la sua bambina.
Anche lui sarebbe stato disposto a tutto per la sua, di famiglia. Nonostante tutte le cose che avevano detto e fatto, anche se quel giorno si era infuriato, ci teneva ancora a loro, più di quanto volesse ammettere.
Non ce la fece.
Fece scomparire la sfera e tornò indietro, camminando verso la navicella, mentre quelli lo seguivano con lo sguardo a bocca aperta.
Inutile, ormai era completamente cambiato. La sua vecchia vita non gli si addiceva più.
E allora cosa fare, in quelle ore?
Degli altri agenti gli si pararono di fronte, le armi puntate contro di lui, e gli intimarono di fermarsi.
Lui continuò ad avanzare, senza curarsene, e quando arrivò loro di fronte si aprì un passaggio spingendo verso i due lati quelli al centro.
Non avevano sparato, notò.
Quando era in missione per conquistare un pianeta, prima di stabilirsi sulla Terra, gli avevano sempre sparato contro, in vari modi, in ogni caso avevano sempre cercato di fermarlo. E allora perché non lo avevano fatto anche in quel momento?
Si chiese se non fosse per quello che non provava più piacere a combattere per sottomettere una popolazione aliena. Forse prima si sentiva diversamente perché rimanere vivo per lui era anche una sfida, perché prima non era così semplice.
Si sedette nuovamente ai comandi e cercò un altro pianeta, augurandosi che i suoi abitanti fossero un po’ più forti di quelli appena incontrati, che potessero dargli almeno un po’ di filo da torcere.
Magari avrebbe provato di nuovo le emozioni di un tempo.
La navicella partì e lui controllò il cronometro. Erano passate circa nove ore dalla partenza.
Decise di tornare normale e dopo quattro ore piene di viaggio finalmente atterrò sul pianeta scelto.
Scese e si guardò intorno, mentre alcuni abitanti lo accoglievano disponendosi a cerchio attorno a lui, in posizione d’attacco.
Niente armi significava che si sarebbero difesi a mani nude, quindi sapevano combattere.
Magari ora si sarebbe divertito un po’. Sorrise.

Angolo Autrice: Grazie a chi ha già recensito, mi fa piacere vedere che vi è piaciuta la storia finora :) Volevo solo dirvi che spero continuerete a seguirla e mi direte che ne pensate anche per i capitoli successivi :)
Grazie ancora!
Nenottina

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Capitolo 5
*** Scontri e incontri ***


Attaccò velocemente uno degli alieni e quello parò il colpo, contraccambiando con un pugno sul viso, ma lui lo schivò e gli andò alle spalle, colpendolo con un calcio alla schiena che lo mandò a terra.
Allora un altro prese il suo posto e riuscì a colpirlo ad una spalla, ma lui gli afferrò il polso e lo fece volare in aria, lanciandogli poi una sfera di energia.
Altri due lo colpirono attaccandolo a distanza con due raggi mentre era voltato e poi gli si avventarono contro.
Vegeta parò bene tutti i colpi, lasciandone andare a vuoto qualcuno.
Si stava decisamente impegnando più di prima, eppure ancora niente, l’emozione che cercava non era quella.
Non era affatto quella, proprio per niente, si sentiva quasi a disagio a mietere vittime innocenti.
Aumentò l’aura al massimo e fece volare lontano gli alieni che gli si erano accalcati attorno, dopo di che si affrettò a salire di nuovo sulla navicella, frustrato.
Perché doveva sentirsi in quel modo? Non era da lui.
Aveva ancora molto tempo, più di nove ore per fare ciò che voleva, perciò decise di fare un altro tentativo. Forse la terza volta sarebbe stata quella buona.
Quando arrivò sul terzo pianeta della giornata e vide i suoi abitanti rimase parecchio perplesso. Somigliavano tutti a quella strana ragazza che suo fratello Tarble gli aveva presentato come sua moglie.
Quelli intanto si erano tutti fermati e lo guardavano confusi.
Scese dalla navicella. E se quello fosse stato il pianeta dove si era stabilito Tarble?
A poco a poco gli abitanti ricominciarono le loro azioni quotidiane ed un chiacchiericcio si diffuse nell’aria, mentre tutti gli lanciavano delle occhiate curiose.
Vegeta stava pensando se fosse il caso di cominciare l’attacco, quando una donna gli si avvicinò con un sorriso – Vegeta! Hai finalmente deciso di venire a fare una visita a Tarble, eh? Non vi vedete mai! Vieni, forza, scommetto che sarà felice di vederti
Vegeta la riconobbe, era la moglie di suo fratello. Allora aveva visto giusto.
D’accordo, anche quel pianeta non poteva essere distrutto. In fondo, ormai la rabbia era sbollita completamente, non ne aveva più bisogno.
Vegeta non capì se ciò che provava fosse delusione o sollievo.
Lei si voltò ed iniziò a camminare. Non trovando niente di meglio da fare, lui la seguì poco dopo.
La casa non era lontana e più tardi si ritrovò seduto su un tappeto di fronte ad una tazza di una bevanda fumante e suo fratello che gli raccontava tutte le novità degli ultimi tempi.
Non era cambiato per niente a parte il fatto che non aveva più il rilevatore. Beh, forse si era un po’ alzato.
-Ma ora spiegami un po’ tu che ci fai qui? Non è certo una visita di cortesia, questa, vero?
Vegeta raccontò loro della donna e di ciò che aveva fatto, poi mostrò il cronometro – Entro cinque ore sulla Terra il tempo tornerà a scorrere normalmente
-E tu hai chiesto di viaggiare nello spazio per cercare dei pianeti da conquistare?
Lui annuì e Tarble lo guardò male.
-Credevo non te ne importasse più niente della missione, che avessi capito che cosa orribile fosse…
Vegeta sbatté una mano sul tavolino, e per poco non fece rovesciare le tazze – Non capisci! Non puoi capire!
Tarble alzò il tono di voce – Capisco solo che sterminare intere popolazioni per niente non mi è mai piaciuto e mai mi piacerà, mentre tu continui e ti diverti a fare del male a gente innocente!
Vegeta abbassò il braccio – Io…no che non mi diverto…non più – si voltò dall’altra parte e si mise ad osservare fuori dalla finestra.
Allora Tarble si calmò e sorrise, ma non commentò, invece prese la parola la padrona di casa – Come sta’ tua moglie? E tuo figlio?
Vegeta fece una smorfia – Mi faranno impazzire, soprattutto quella ragazzina…
-Chi scusa? – chiese Tarble.
-Mia figlia, Bra
I due lo fissarono a bocca aperta.
-Allora avete avuto un’altra bambina! Congratulazioni! – il fratello gli prese le mani e poco dopo fu il turno di sua moglie, che fece lo stesso.
Vegeta, sorpreso, ricambiò la stretta.
-Non direste così se la conosceste
I coniugi si scambiarono un’occhiata divertita.
Il cronometro ormai segnava poco più di quattro ore, così Vegeta si alzò – Me ne vado
-D’accordo fratellone, mi ha fatto piacere rivederti, saluta tutti
-Puoi tornare quando vuoi, Vegeta
Fece un cenno ed uscì di casa, dirigendosi poi alla navicella e partendo in direzione della Terra.
Quando atterrò scese velocemente e capì subito che il tempo era ancora fermo.
Controllò il cronometro. Non mancava molto.
Non si era riposato ed iniziava a sentire la stanchezza. Si, aveva dormito durante i viaggi, però era sempre stato un sonno agitato, così volò alla Capsule.
Non poteva certo andare a letto, l’ultima volta se ne era andato su tutte le furie e non sarebbe riuscito a spiegare il suo rientro senza implicare nel racconto anche tutta la storia del “Un giorno per un giorno”.
Entrò nella stanza della gravità e si sedette con la schiena appoggiata al muro, poi chiuse gli occhi.

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Capitolo 6
*** Un'altra realtà ***


-Vegeta svegliati, abbiamo degli ordini da eseguire! – a parlare era stata la voce di un uomo. A Vegeta parve di riconoscerla, ma si disse che era impossibile. Lo aveva fatto fuori con le sue mani.
Si rigirò nel letto e ignorò chiunque fosse.
Letto?
Sbatté le palpebre e si guardò intorno. Che strano, somigliava alla camera di quando era ancora agli ordini di quella sottospecie di lucertola.
-Avanti, non possiamo far attendere il Grande Freezer, ci vuole vedere subito
Forse aveva capito male.
Si svegliò completamente e vide Nappa appoggiato al muro che aspettava impaziente.
Lo fissò – Io ti avevo ucciso! – non trovò niente di meglio da dire.
Nappa lo guardò con un’espressione vacua, non capendo, allora lui scosse la testa, come a dire “nulla”.
Era di certo un incubo. Ormai Freezer se n’era andato all’altro mondo da un bel pezzo, così come Nappa.
-Ora però dobbiamo veramente andare, sai anche tu che non possiamo far attendere il Grande Freezer
Vegeta si alzò dal letto. Avrebbe dovuto svegliarsi da quell’orribile sogno prima o poi, giusto?
Poi ricordò. Un giorno per un giorno.
Lo aveva fregato. E per bene anche.
Quella donna si era presa il giorno in cui Kakarot aveva sconfitto Freezer.
Si rese però conto che non poteva essere, perché Nappa avrebbe dovuto essere morto comunque.
Si diresse verso la porta scorrevole, ma la voce di Nappa lo fermò – Il tuo rilevatore
Si voltò e lo vide porgergli il congegno.
Decise di stare al gioco. Lo prese e se lo infilò, con qualche difficoltà, anche se non sarebbe servito a nulla, poi uscì dalla camera e si diresse verso la stanza in cui Freezer li riceveva quando era ancora al suo servizio.
Entrò senza bussare, seguito da Nappa, che fece subito un inchino.
-Freezer – Vegeta parlò con un tono di voce neutro quando se lo ritrovò di fronte, fiancheggiato da Zarbon e Dodoria.
-Principe Vegeta – Freezer sorrise – Sarai felice di scoprire di che pianeta si tratta questa volta, potrai…
-Non lo farò – lo interruppe.
Si voltò ed uscì dalla stanza, lasciando il compagno senza parole. Lo sentì scusarsi con Freezer e poi seguirlo e chiamarlo, ma lo ignorò.
-Ma che ti è saltato in mente?
-Zitto Nappa, non ho paura di lui, posso batterlo quando voglio
-Dici davvero? – Zarbon li aveva raggiunti e sbarrò loro la strada con una punta di sorriso a fior di labbra.
-Spostati e non ti farò male. Forse – intimò allora.
-Vai immediatamente a scusarti con il Grande Freezer e…
Vegeta lo colpì con un pugno in pancia che lo fece volare lungo il corridoio dell’astronave, dopo di che continuò a camminare spedito.
Nappa rimase a bocca aperta, seguendolo come un’ombra.
Avevano raggiunto la sala delle navicelle, Vegeta ne scelse una a caso, impostò i comandi su un computer, scansando uno degli addetti, e poi ci salì in fretta.
-Vegeta ma che ti prende? Dove stai andando?
Lo sportello si richiuse e poco dopo era in volo.
Doveva assolutamente tornare sulla Terra.

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Capitolo 7
*** I cyborg ***


Vegeta si arrovellò per tutto il viaggio cercando di capire quale dei suoi tanti giorni gli era stato sottratto. Continuò a scansare quell’idea, ma il dubbio si stava insinuando sempre più a fondo, finché non fu costretto a cedere: gli era stato tolto il giorno in cui era arrivato sulla Terra per la prima volta.
Un giorno fondamentale per lui, anche se il suo orgoglio ne aveva risentito parecchio.
Quando finalmente raggiunse la destinazione era più nervoso che mai.
Si guardò intorno e non vide altro che desolazione. Tutto distrutto.
Si tolse il rilevatore e lo buttò a terra, stringendo i denti.
Volò alla Capsule, ma l’edificio era ormai soltanto un mucchio di macerie.
Si alterò ancora di più. Chi aveva osato?
Eppure, anche senza di lui, Kakarot non avrebbe certo permesso che tutto ciò accadesse, o forse aveva provato a contrastare il nemico ma non ce l’aveva fatta?
Due macchie indistinte gli volarono di fronte e si fermarono poco lontano.
C-17 e C-18 lo squadrarono da capo a piedi.
-Voi! Siete voi che avete distrutto tutto? – chiese Vegeta, infuriato, puntando un indice verso la casa.
-Fratellino non mi piace per niente questo tipo… - C-18 si osservò le unghie in cerca di imperfezioni.
C-17 sorrise, poi lo attaccò con un pugno nello stomaco, facendolo volare qualche metro indietro, ma lui si fermò prima di schiantarsi al suolo.
Se volevano combattere non si sarebbe certo tirato indietro.
Si trasformò in Super Sayan, sorprendendo i due cyborg, e poi attaccò C-17.
Durante il combattimento si rese conto che qualcuno li aveva raggiunti e stava tenendo impegnata C-18. Quando riuscì a far volare il suo avversario contro un negozio lì vicino, già malridotto, si voltò a osservare.
Un ragazzo biondo con una tuta identica a quella di Kakarot era parecchio in difficoltà. Gohan. Diverso dal Gohan che conosceva, e molto, ma era lui, trasformato in Super Sayan.
Intervenne nello scontro ed insieme riuscirono a far volare a terra la cyborg.
-Spiegami che sta’ succedendo! – Vegeta afferrò il ragazzo per il colletto e lo scosse.
Lui lo spinse e riuscì a fargli mollare la presa – Chi sei?
-Mi chiamo Vegeta. Voglio sapere cos’è successo. Che fine hanno fatto tutti?
-Io non so chi sei né di che stai parlando!
C-17 e C-18 nel frattempo si erano ripresi e li attaccarono alle spalle.
Vegeta reagì per tempo e contrattaccò, ma Gohan venne mandato a terra.
Quei due cyborg avevano distrutto tutto, non li avrebbe perdonati.
Si trasformò in Super Sayan di secondo livello ed allora riuscì a far loro davvero male. Se di male si poteva parlare, per dei pezzi di metallo messi insieme.
Li mandò entrambi a terra e a sbattere contro degli edifici diverse volte, mentre anche Gohan dava il suo contributo, finché quelli non mandarono scintille e non si spensero completamente.
Si avvicinò al ragazzo, che era ancora stordito per l’ennesimo schianto contro un mucchio di calcinacci e terra – Dov’è Bulma?
Lui lo osservò – Come fai a conoscere Bulma?
Non resse più. Lo fece alzare da terra, per poi afferrarlo nuovamente per la tuta – Non ti deve importare, ti ho fatto una domanda! Rispondi! Dov’è la mia Bulma?!
Gohan resse il suo sguardo – E’ a casa. Con mamma. E adesso dimmi chi sei, ho capito che anche tu puoi trasformarti come me
Suo malgrado Vegeta non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Quando aveva visto la Capsule distrutta aveva temuto il peggio.
-Te l’ho già detto, mi chiamo Vegeta e questa trasformazione non è altro che il secondo livello del Super Sayan
Gohan sbarrò gli occhi – Sayan? Tu…sei un Sayan – strinse i pugni – Se vuoi saperlo ormai non c’è più niente da distruggere, qui, ma devi essertene già accorto
-Anche tuo padre era un Sayan e anche tu lo sei, in parte, non dovresti sorprenderti
Gohan strinse le labbra – Papà non poteva trasformarsi però
Ciò significava che non aveva mai combattuto contro Freezer. Per quello l’alieno era ancora vivo.
L’uso del passato però non lo convinse. Era forse morto?
Poi gli tornò in mente.
-Il virus, certo – commentò – Trunks non vi ha portato la medicina
…visto che non esiste, aggiunse tra sé.
Il ragazzo lo stava osservando confuso – Si…infatti è morto per un virus al cuore, anche se non so chi sia il Trunks di cui parli
-Voglio vedere Bulma – gli disse allora Vegeta.
Ne aveva assolutamente bisogno, doveva sapere che stava bene e vederla con i suoi occhi. Almeno lei, visto che i loro figli non sarebbero nemmeno esistiti.
Gohan si fece dubbioso, ma poi si alzò in volo e gli fece un cenno, così lui lo seguì a ruota.
Arrivarono alla casa di Kakarot in poco tempo ed il ragazzo entrò per primo.
-Mamma? Bulma? Sono io
-Tesoro sai che non mi piace che te ne vai in giro… - Chichi si bloccò a metà frase vedendo entrare il figlio insieme ad uno sconosciuto. Bulma rimase anch’essa a bocca aperta.
-Lui è Vegeta, ha eliminato quei cyborg una volta per tutte – Gohan anticipò la domanda delle due donne. Si avvicinò alla madre e le prese le mani con un sorriso sul volto – Non potranno più farci del male
Bulma era lì, di fronte a lui, e stava bene. Anni di preoccupazioni l’avevano fatta invecchiare prima, ma stava bene. Era sempre bella.
Vegeta non riuscì a far altro che ammirarla.
-E’ vero? Hai davvero eliminato quei cyborg? – chiese lei, avvicinandosi e guardandolo speranzosa.
Lui annuì.
Bulma si morse un labbro, poi lo abbracciò di slancio – Grazie! Grazie mille! Tu…non sai cosa hai fatto per noi…quanto abbiamo sofferto…
Vegeta, dopo un attimo di sorpresa, ricambiò l’abbraccio e la strinse forte.
Si staccarono e notò che lei aveva gli occhi lucidi.
-Forse non lo sai…magari neanche ti importa…ma eliminandoli…hai vendicato il mio compagno…

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Capitolo 8
*** L'amore colpisce chiunque ***


Vegeta non riuscì a nascondere la sorpresa – Compagno?
La donna non sembrò farci caso e gli annuì abbassando lo sguardo e portandosi una mano al petto – Si chiamava Yamcha…lui…mi ha protetto fino all’ultimo…ma erano troppo forti…per lui…
Qualche lacrima le scese sul viso.
Vegeta odiava vedere la gente piangere. Soprattutto se la gente in questione era Bulma.
-Smettila di piangere, donna – si voltò per evitare di cedere e di asciugarle quelle stupide lacrime.
La sentì sobbalzare, sorpresa, e tirare su con il naso – Scusa, perdona lo sfogo…non mi sono neanche presentata, mi chiamo Bulma
Chichi gli si avvicinò – Bulma ha ragione, io…
-So chi siete – le liquidò lui.
Quel terrestre era riuscito a spuntarla. Senza di lui, alla fine aveva ottenuto la sua donna.
Ma avrebbe rimesso le cose come stavano, a costo di andare fino in capo al mondo a cercare colei che gli aveva preso il giorno in cui tutto era cambiato.
-Ho una questione da risolvere
Si diresse alla porta di casa, con gli altri che lo seguivano con lo sguardo, e si alzò in volo, verso la foresta dove tutta quella strana avventura era iniziata.
Atterrò vicino alla radice.
-Ehi sporca bugiarda, ridammi la mia vita! Tutto questo non era previsto! – urlò al vento.
Rimase in attesa, ma non successe nulla, così ricominciò – Mi hai sentito? Rivoglio indietro la mia vita!
Allora si sentì toccare una spalla, esattamente come la volta precedente. Si voltò e vide la donna dagli occhi dorati che gli sorrideva.
Strinse i pugni – Hai capito cosa ho detto? Straccia subito quel pezzo di carta!
Sperò che se avesse eliminato fisicamente il contratto tutto sarebbe tornato come prima.
Lei scosse la testa, abbassando lo sguardo – Non posso farlo, mi dispiace…
Lui la afferrò per le spalle e la scosse, fissandola dritto negli occhi – Si che puoi, e lo farai! Oppure te la vedrai con me!
Lady Shyra arrossì violentemente e fissò lo sguardo su un punto a terra – Io…credevo di renderti felice…il giorno che ho eliminato…tu eri così arrabbiato…
-La realtà è completamente cambiata! I miei figli neanche esistono più! E tutto a causa tua!
Vegeta resistette all’impulso di ucciderla sul momento solo perché era l’unica che poteva riportare tutto alla normalità.
La donna sembrò ferita dalle sue parole.
-Tu…sei stato il mio primo…cliente…ma ho combinato un pasticcio… - era sul punto di scoppiare a piangere – Il capo mi ucciderà…
-Beh, puoi decidere se morire per mano del tuo capo o per mano mia, se non ti sbrighi a rimettere le cose a posto!
Lei scosse la testa – Non capisci…non posso semplicemente prendere il tuo contratto e strapparlo, è contro il regolamento!
-E allora prenditi un altro giorno!
Scosse la testa di nuovo – Non posso fare neanche questo
Vegeta si stava innervosendo ancora, e molto.
-Deve esserci un modo per annullare quel contratto, e tu lo troverai! – le puntò un dito al petto, trattenendo la rabbia.
Lady Shyra si morse un labbro, pensierosa, poi fece comparire un nuovo contratto, ancora non firmato, e si mise a leggerlo.
Saltò diverse pagine, arrivando subito alle piccole scritte in fondo all’ultimo foglio.
A poco a poco assunse un’aria sognante e divenne rossa – Certo…
-Certo cosa? Hai trovato un modo? Dà qua!
Vegeta afferrò il contratto e si mise a leggere, arrossendo violentemente poco dopo – Mi stai prendendo in giro? Il bacio del vero amore?
Lasciò cadere i fogli ed incrociò le braccia.
Sembrava una di quelle storie per bambini che qualche volta aveva letto alla figlia quando era piccola. Una cosa più stupida di quella…
La donna intanto aveva abbassato lo sguardo, sempre più rossa – C’è sempre in mezzo qualcosa che ha a che fare con l’amore, in questo tipo di pratiche…
Vegeta la fissò. Non poteva essere vero.
Lei gli lanciò un’occhiata fugace, tornando poi con gli occhi a terra, imbarazzata – Se vuoi… - fece una pausa, poi buttò fuori tutto d’un fiato – Ecco, posso dartelo io! Io ti amo!
Ormai le sue guance erano dello stesso colore dei suoi capelli e quando terminò la frase si mise le mani in faccia.

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Capitolo 9
*** Capricci ***


-Che cosa? – Vegeta non poteva credere alle proprie orecchie.
Non sapeva nemmeno cosa provare di fronte ad un’affermazione del genere da parte di una donna che non fosse Bulma.
Lady Shyra scosse la testa con forza – Che stupida, stupida, stupida! Lo sapevo! – fece spuntare un occhio da una fessura della mano – C’è un’altra
Lui non seppe cosa replicare. Ovviamente c’era un’altra, c’era Bulma, ma dirlo ad alta voce…non ci riuscì e rimase a fissarla stranito.
Lei fece un respiro profondo e serrò le labbra, con gli occhi lucidi – Io ti amo…ma tu non mi ami...non è vero?
Era logico, si disse Vegeta. Come poteva amarla se a malapena la conosceva? E soprattutto, come poteva quella amare lui?
-Bene – la donna assunse un atteggiamento fiero e composto – Se io non posso avere l’uomo che amo, allora neanche tu potrai avere la donna che ami!
Detto questo, svanì con il contratto.
Dopo un attimo di sbigottimento, Vegeta si rese conto che non aveva risolto nulla. Strinse i pugni e si maledì per aver abboccato a quella trappola.
Perlomeno aveva capito qual’ era il modo per annullare tutto. Ancora gli sembrava strano.
Si passò una mano tra i capelli.
Se tutto ciò era vero come avrebbe potuto dare quel bacio a Bulma? Lei non lo amava, si erano incontrati quel giorno per la prima volta. Non aveva nemmeno capito come lei avesse potuto innamorarsi di lui; come aveva potuto farla innamorare la prima volta, così orgoglioso e testardo, figurarsi riuscirci una seconda.
Non ne sarebbe stato in grado.
E poi nel cuore di Bulma ormai c’era quel terrestre.
Si disse che Lady Shyra non avrebbe faticato poi molto ad impedire quel bacio.
Insicuro su quale direzione prendere, si alzò in volo. Forse avrebbe potuto semplicemente andarsene su qualche pianeta sperduto.
Quasi in trance, tornò alla casa dove si erano stabiliti gli altri.
Esitò di fronte alla porta. Non era più nessuno per loro, ormai, perché avrebbero dovuto accoglierlo?
Si voltò ed iniziò a camminare a testa bassa.
-Ehi eroe! Devi andare a sistemare un’altra questione? – Gohan era uscito di casa e stava sorridendo – Sei diventato il nuovo mito delle mie donne, sai?
Vegeta fece un mezzo sorriso – Le tue donne?
Allora lui rise di gusto – Avanti, perché non entri?
Poco dopo era seduto sul divano di casa, con tre paia di occhi che lo osservavano curiosi.
-Hai detto che ci conosci, ma noi non ti abbiamo mai incontrato… – iniziò Gohan.
-Il corso della storia è cambiato, il giorno in cui vi ho incontrato non esiste più in questa realtà, per questo voi oggi mi vedete per la prima volta – Vegeta aveva lo sguardo fisso a terra.
-Come ci siamo incontrati? – intervenne Bulma.
Lui strinse le labbra – Io ed un altro Sayan volevamo conquistare la Terra, ma Kakarot riuscì a impedirlo…me ne andai, ma ci rincontrammo su un pianeta di nome Namecc e quando tornaste indietro venni anch’io su questo pianeta, e alla fine sono rimasto
Un riassunto confuso per farsi odiare da subito, si disse. Ottimo inizio.
-Kakarot? Vuoi dire…papà? Radish…lo aveva chiamato allo stesso modo…
Lui annuì.
Si rese conto che i tre si stavano scambiando degli sguardi straniti.
-Beh…se alla fine sei rimasto significa che in fondo ci siamo fidati, giusto? Non importa se non vuoi raccontarci molto, il passato non conta, ora siamo qui e senza neanche più il pericolo di quei cyborg, tutto grazie a te, ci farebbe piacere se rimanessi
Vegeta alzò lo sguardo e vide Bulma che gli sorrideva.
La sua Bulma…
Storse il naso e si corresse. Non era sua, ma avrebbe cercato di farla diventare tale.
Si bloccò, sentendo un’aura familiare. Più di una. Poi il rombo di un’astronave che atterrava.

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Capitolo 10
*** Visite sgradite ***


Gohan scattò in piedi e lui fece lo stesso, mentre le due donne si scambiavano un’occhiata preoccupata.
Strinse i pugni.
Si sentì osservato e Gohan gli rivolse la parola – Li conosci? Sai chi sono?
-Soltanto dei fastidiosi visitatori, me ne posso occupare da solo, rimanete qui
Uscì velocemente di casa e individuò immediatamente l’astronave di Freezer poco lontano.
Aveva sempre desiderato fargliela pagare per tutti quegli anni in cui era stato sfruttato. Era la sua occasione, avrebbe avuto la sua rivincita.
Partì in quarta ed atterrò di fronte allo sportello, che proprio in quel momento si stava aprendo lasciando intravedere la sagoma di quell’insulsa lucertola e dei suoi sottoposti.
-Le coordinate non sbagliavano allora, un pianeta niente male, questa volta sono disposto a fare un’eccezione, ma la prossima volta esigo che tu esegua gli ordini che ti sono stati assegnati senza prendere iniziative autonome – Freezer scese con calma dal ponte, guardandosi intorno.
-Vattene subito!
L’interpellato sorrise – Volevo solo controllare come procede la missione, vedo che ti sei dato da fare, non c’è anima viva…
-Allora ci hai mentito – la voce di Gohan intervenne nella conversazione – Hai fatto fuori i cyborg solo perché erano un ostacolo alla tua missione!
Vegeta si voltò, sorpreso – Non è come credi, la missione…
Dietro al ragazzo c’erano Bulma e Chichi che osservavano ad occhi sgranati la scena.
Erano terrorizzate. Da lui?
-Sapevo che non potevi essere completamente impazzito – la voce di Nappa riecheggiò a causa della concavità della navicella, mentre quello scendeva anch’egli dall’astronave – Certo che potevi anche lasciarmi qualcosa di meglio…con quelli non c’è gusto
-Non ho detto che li devi uccidere – Vegeta incrociò le braccia, rivolgendosi al nuovo arrivato.
Lui lo guardò deluso – Vuoi farli fuori tutto da solo?
Vegeta rise per l’espressione del compagno – Non li faresti fuori neanche se ti ci mettessi d’impegno, soprattutto il ragazzo
Nappa strinse i denti – Mi prendi in giro? Sono solo moscerini, posso batterli in due secondi!
-Moscerini? Fatti sotto, voglio vedere chi è il moscerino! – urlò allora Gohan, offeso.
Il Sayan spostò lo sguardo verso la fonte della nuova voce – Ora vedrai! – caricò l’aura e poco dopo attaccò, ma Gohan si scansò all’ultimo secondo e lo colpì dietro la nuca, mandandolo a terra.
Vegeta si avvicinò a loro lentamente – Che ti dicevo? – afferrò Nappa per un braccio e lo aiutò ad alzarsi.
-Grazie amico…
Lui sorrise, poi lo colpì con un pugno allo stomaco, lo fece volare in aria e alzò il braccio, creando una sfera di energia.
Esitò. Poteva farlo ancora, senza provare nulla?
In quell’attimo, un’altra sfera di energia colpì il Sayan ancora in volo, mandandolo lontano.
Si voltò e vide Freezer sorridere divertito – Troppo debole, non è vero? Ma credo che con il terrestre mi divertirò…
-Non provare a toccarli! – intimò Vegeta.
L’alieno alzò un sopracciglio – Osi forse sfidarmi? – fece un cenno e Dodoria gli si parò di fronte, attaccandolo.
Lui parò il colpo e gli volò alle spalle, per poi colpirlo dietro alla schiena e mandarlo a terra immediatamente. Con una sfera di energia, lo fece fuori subito.
Un lampo di pura sorpresa passò nello sguardo di Freezer, ma svanì subito e l’attimo successivo fu il turno di Zarbon.
Vegeta venne colpito con un pugno nello stomaco, ma, senza risentirne più di tanto, contrattaccò.
Poco dopo anche il secondo subordinato di Freezer era a terra, morto.
-Non ho intenzione di ubbidirti, non ne ho mai avuto intenzione! Ed ora ti ucciderò! – dichiarò allora con foga.
-Non rinunci, eh? Molto bene, ma prima lasciami divertire un po’ con i terrestri… - Freezer puntò lo sguardo su Bulma, sorridendo divertito.
-Non…
Prima che potesse finire la frase, l’alieno era già di fronte alla donna, e le afferrò il collo con la coda. La osservò, mentre quella scalciava cercando di liberarsi – Debolucci…
Vegeta lo attaccò, più furioso che mai, e subito lo fece volare lontano.
-Ti ho detto che non devi toccarli! – urlò. Lanciò un’occhiata dietro di sé e vide che Chichi e Gohan avevano soccorso Bulma, che si stava massaggiando la gola.
Freezer si era rialzato, e rise – Sai bene di non essere alla mia altezza…non provocarmi
Vegeta si alzò in volo piano, a braccia incrociate – Infatti il mio livello è superiore al tuo, trema perché hai di fronte a te il leggendario Super Sayan!
Un po’ di scena non guastava di certo.
L’alieno rimase con un’espressione sorpresa sul viso, ma poi si mise a ridere nuovamente.
-Non sto scherzando – disse allora lui, serio, dopo di che si trasformò – Io sono il Super Sayan della leggenda!
La risata svanì.
Vegeta attaccò violentemente fin da subito, e dopo una potente sfera di energia, di Freezer non rimase più traccia.

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Capitolo 11
*** Controllo temporale ***


-Chi erano? E cos’è questa storia del Super Sayan? – Gohan gli si avvicinò insieme alle due donne.
-Te l’ho detto, solo un fastidio, ed il Super Sayan è semplicemente il livello che raggiungiamo quando ci trasformiamo
Il ragazzo lo osservò dubbioso – Hai intenzione di eliminarci e prenderti il pianeta? Perché te lo impedirò
Vegeta fece una smorfia – No che non voglio, non ha senso
Allora le due donne tirarono un sospiro di sollievo e Bulma gli si avvicinò e sorrise – Mi hai salvato la vita…ti ringrazio… - gli prese le mani – Davvero, grazie…
-Rientriamo, forza – Chichi prese il figlio sottobraccio e i due si incamminarono verso casa.
A cena, Vegeta non poté pensare ad altro se non al fatto che lo avevano accolto di nuovo in casa loro. Li aveva protetti, certo, ma si chiese se bastava quello per farsi volere bene. E magari amare.
Non voleva rinunciare. Sarebbe riuscito a riavere la sua vita.
-Raccontaci com’era la tua realtà, era molto diversa dalla nostra? – chiese Bulma, curiosa.
“Eri mia” pensò Vegeta, ma non lo disse.
-Kakarot nella mia realtà era…più forte…di me, aveva raggiunto il terzo livello del Super Sayan
Ci fu un tintinnio di posate e Gohan lo fissò basito – Papà…
Lui annuì – Se un Sayan si rimette in sesto dopo essere stato ridotto quasi in fin di vita diventa più forte, e lui aveva combattuto molte battaglie, fino quasi a morire…immagino sia stato anche questo…
-E’ possibile – Gohan si fece pensieroso – Dopo lo scontro con Radish c’è stato un lungo periodo di pace…fino agli androidi
Il giorno successivo Vegeta uscì di casa, deciso a rimanere un po’ per conto proprio a riflettere su tutta quella storia.
Si stava alzando in volo quando Bulma lo chiamò – Ti va di darmi una mano con la spesa?
Lui si fermò in aria e guardò giù.
Era pur sempre un’occasione per stare insieme a lei, non poteva sprecarla, così annuì e tornò a terra, mentre la donna gli faceva segno di salire in macchina.
-Allora tu e Goku eravate amici? Vi allenavate insieme per caso?
Lui e Kakarot amici? Non ci aveva mai pensato.
-Amici…non lo so…suppongo di si…ma abbiamo combattuto solo un paio di volte
Tralasciò il fatto che in entrambe le occasioni lo avrebbe eliminato più che volentieri.
-Beh, gli amici di Goku sono miei amici – lei gli fece l’occhiolino, ma poi tornò seria – Ci tieni molto a tornare nella tua realtà, vero?
Vegeta strinse le labbra.
-Sono sicura che c’è qualcuno che ti sta aspettando proprio in questo momento, troveremo il modo, vedrai
Bello scherzo del destino, che fosse proprio lei a dire una cosa del genere.
Quando arrivarono a destinazione Bulma parve perplessa – Che strano, il tempo è volato, non è vero? – gli fece un sorriso.
Vegeta annuì – Più di quanto pensi
Lo aveva capito, quella donna, Lady Shyra, aveva già cominciato la sua battaglia per impedire quel bacio.
Lei lo guardò confusa, ma poi scrollò le spalle.
Più tardi erano di nuovo a casa.
-Abbiamo trovato un bel po’ di cose buone! – annunciò la donna quando varcarono la soglia.
Nessuno però li accolse.
-Oh…sono usciti, vorrà dire che oggi cucinerò io – si voltò verso Vegeta – Sai, cucina sempre Chichi qui, è davvero instancabile, ma a volte un po’ di riposo non guasta
Lui si sedette sul divano e la osservò mentre si dava da fare ai fornelli.
Sentendo il suo sguardo puntato verso di lei, Bulma riprese la conversazione interrotta in precedenza – Abitavi con qualcuno per caso?
-Una terrestre irritante…e i nostri figli…
Lei sorrise – Allora alla fine ti sei ricreduto sulla nostra popolazione…e io la conosco?
Vegeta si morse la lingua. Non poteva certo dirle che lei era sua moglie e che avevano dei figli.
-Non credo che tu la conosca
-Oh…capisco… - Bulma si sedette accanto a lui – Sarà una donna fortunata, scommetto…mi dispiace, vorrei aiutarti, se solo sapessi come…
Vegeta strinse i pugni. Doveva fare qualcosa.
Ad un tratto si sentì odore di bruciato e Bulma scattò in piedi e corse verso i fornelli – Oh no! Il riso!
Ma come era possibile? Non era certo passato così tanto tempo da quando aveva iniziato a cuocere.
Lady Shyra. Ancora.
Strinse i pugni, trattenendo la rabbia.
Alla fine, Bulma buttò il riso bruciato, e più tardi, quando anche Gohan e Chichi furono tornati, mangiarono un pranzo cotto alla perfezione, frutto di un secondo tentativo.
Non si sarebbe arreso. Voleva assolutamente far tornare le cose a posto.

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Capitolo 12
*** Come ottenere il bacio del vero amore ***


Una sera, Bulma era intenta a giocherellare con qualche ingranaggio e Vegeta si mise ad osservarla. Aveva quasi dimenticato che adorava quel tipo di cose. E quando era così pensierosa di solito stava pensando ad uno dei suoi congegni.
Lei alzò lo sguardo, così lui lo distolse.
-Dovrei smetterla di pensare a queste cose…non è vero? – chiese lei a nessuno in particolare.
-A cosa non dovresti pensare cara? – Chichi si voltò per un attimo, intenta a pulire i piatti.
-Alle invenzioni, ormai c’è così poco materiale e costa tutto una fortuna…
-Mi dispiace…lo so che hai molte idee ma con i pochi soldi che abbiamo…
-Nella mia realtà avevi costruito una macchina al cui interno era possibile aumentare la gravità per gli allenamenti, per fare in modo che il corpo si sforzasse di più – si inserì allora Vegeta, tornando a guardarla.
Bulma rimase un attimo in silenzio, pensierosa – Sai, nessuno si era mai interessato molto alle mie invenzioni, ma da come ne parli a te dovevano piacere… - abbassò lo sguardo – Non come a Yamcha…
-Il terrestre?
-Il mio compagno…sai…non ci siamo mai sposati, lui…non è mai stato pronto a compiere questo passo…
Vegeta fece una smorfia. L’unica cosa positiva della vita di quel tipo era proprio il vivere accanto a quella donna fantastica e lui aveva buttato via quell’occasione?
-Quanto è stato stupido… - si voltò di nuovo verso la finestra.
-Io ho sempre pensato che Yamcha non fosse il tipo adatto a te – commentò Chichi – Non ha mai retto le relazioni stabili, figurati che quando avevo appena conosciuto Goku mi aveva detto che mi amava…
Con la coda dell’occhio vide Bulma sorridere – Già…me lo aveva detto…
La donna tornò a rivolgere lo sguardo verso di lui – Comunque non preoccuparti per me – gli prese una mano e lui fissò le loro dita intrecciate, stupito – Ormai l’ho capito da un pezzo, se anche non se ne fosse andato…non ci saremmo sposati in ogni caso
Doveva assolutamente saperlo, allora o mai più.
-Lo ameresti ancora, se fosse vivo? – chiese con voce monotona, evitando accuratamente di far trasparire qualsiasi emozione.
Lei abbassò lo sguardo – Gli vorrò sempre bene…ma non credo di poter dire che lo amerei come una volta se…se fosse ancora tra noi…
Vegeta scoprì di aver trattenuto il fiato.
Bulma si scosse di dosso la tristezza e sorrise – E tu?
-Io?
Lei annuì – Ami tua moglie?
Allora dopo un attimo di sorpresa fu lui ad abbassare gli occhi, e si sentì avvampare.
Sentì le due donne ridere e alzando lo sguardo le vide scambiarsi un’occhiata d’intesa.
-Si vede da come ne parli, sai?
Vegeta non seppe cosa replicare.
Passò qualche giorno e i tre avevano ormai cominciato a considerarlo come un membro aggiunto della loro famiglia, se di famiglia si poteva parlare.
La donna dagli occhi dorati aveva continuato a far passare il tempo più velocemente quando Vegeta si trovava da solo con Bulma, e ciò rendeva il Sayan sempre più impaziente di tornare alla sua vita.
Un giorno Gohan e la madre uscirono di casa, mentre Bulma era intenta a scribacchiare su un pezzo di carta.
Vegeta le si avvicinò da dietro e vide un abbozzo della stanza della gravità. Era un po’ diversa, ma era lei.
Bulma alzò lo sguardo e vedendolo sorrise – Ti piace? Era così?
Lui inclinò un po’ la testa di lato – Era un po’ più tozza…così… - le prese la mano e modificò il profilo della macchina con la matita che impugnava la donna.
-Ora è uguale, almeno dall’esterno – si sedette sul divano lì vicino e si mise a osservare le mattonelle del pavimento.
-Grazie… - lei mise giù la matita – Anche se rimarranno semplici progetti, mi piace inventare
Vegeta tornò a guardarla e lei si spostò vicino a lui.
-Vorrei inventare anche qualcosa per te…
-Non mi serve una macchina…mi serve…un’altra cosa. Non si può inventare
Bulma si mise ad osservarlo, cercando di capire.
-Lascia stare, è complicato – le disse, vedendola intenta a decifrare la sua frase.
-Cos’è? Magari possiamo trovarla…qualsiasi cosa sia – si inclinò verso di lui e gli prese una mano.
Sembrava davvero preoccupata per lui, poi però lanciò un’occhiata all’orologio della parete – Che cosa? E’ già ora di pranzo? – gli lasciò la mano e si alzò.
Di nuovo lei, Vegeta poteva scommetterci. La maledì mentalmente per l’ennesima volta. Sembrava così vicino…
Ma non avrebbe sprecato un’altra occasione come quella.
Voleva che Bulma fosse di nuovo sua, e stare con lei, ma non avrebbe combinato un bel niente continuando in quel modo.
Non gliene importava più, avrebbe dato quel bacio e il resto che andasse al diavolo.
Non sarebbe certo tornato alla sua vita, ma non poteva aspettare ancora.
Le conseguenze? Ci avrebbe pensato poi.
Afferrò Bulma per il polso e la tirò di nuovo verso di sé.
Lei arrossì un poco – Vegeta…dovrei…
-Quello che mi serve è… - si bloccò e serrò le labbra – …una cosa così stupida…
Si impose di dirlo. Doveva assolutamente dirlo. Lo buttò fuori tutto d’un fiato.
-…il bacio del vero amore, d’accordo?
Le prese il viso tra le mani e la baciò.

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Capitolo 13
*** La vita che vorrei ***


E così aveva rovinato tutto, si disse Vegeta.
Si rese però conto che Bulma non lo stava affatto respingendo, al contrario, dopo un attimo di sorpresa, si era rilassata e aveva ricambiato il bacio.
Allora forse c’era qualche speranza…
Si staccarono e per un lungo terribile istante non successe nulla.
Bulma lo stava guardando a occhi sgranati.
Poi, preso dall’emozione o chissà che altro, Vegeta si sentì svenire.
Quando riaprì gli occhi era in piedi e di fronte a sé vide la donna dai capelli rosso fuoco.
Lei lo guardò a bocca aperta, indignata, e strinse i pugni – Tu…l’hai baciata!
Si guardò intorno, ignorandola, ma non era certo che fosse tutto tornato come prima.
-Cos’è successo? Il contratto si è annullato? Rispondi! – le intimò allora.
-Si…il tuo stupido contratto non è più valido…è tutto tornato alla normalità, sei contento adesso? – le tremavano le labbra.
-Certo che lo sono – si alzò in volo e si diresse verso la Capsule.
Lady Shyra gli ricomparì di fronte – Tu non la meriti! Mi hai spezzato il cuore e lo spezzerai anche a lei! – stava tremando.
Lui serrò le labbra – Credo di averlo già fatto…neanche io so perché mi sopporta ancora. E adesso sparisci
-Io…credevo avresti potuto ricambiare ciò che provo…
-Ascoltami bene, piccola imbrogliona – le afferrò il viso con una mano, tenendola ferma, e a denti stretti continuò – Hai visto chi ho baciato? Bene, lei è la mia donna, e non sarai certo tu a portarla via da me, perché lotterò per lei. Sempre! – poi la lasciò andare – Vattene!
Lady Shyra si morse il labbro inferiore nel tentativo di non scoppiare a piangere – Tu non meriti il mio amore… - disse con la voce che tremava, e poi scomparve.
Vegeta fece un respiro profondo, riprendendo un po’ della calma perduta, e senza più ostacoli volò velocemente a casa.
Prima di entrare si chiese se la moglie e la figlia avessero trovato un accordo tra loro per quanto riguardava il suo destino.
Avrebbe dovuto accompagnare Bra a comprare vestiti o aiutare Bulma con qualche invenzione?
Entrò in casa e si trovò immediatamente assalito dalle due donne che, sentendo la porta aprirsi, erano corse all’ingresso.
-Papà…
-Non verrò, è inutile che continui a chiederlo – la bloccò subito.
Sorrise tra sé, divertito. In fondo non poteva certo cambiare atteggiamento da un momento all’altro.
-Volevo solo dirti che non devi più portarmi al centro commerciale se non vuoi, andrò con un’amica
Vegeta sbatté gli occhi, sorpreso.
-E poi…ricordi quel lavoro per cui mi serviva una mano? – aggiunse Bulma – L’ho finito da sola, perciò ora puoi rilassarti
Bra lo prese per mano e lo condusse al divano di casa, poi gli si sedette a fianco e si appoggiò a lui, guardandolo da sotto in su.
-Scusa papà…
Lui la fissò. Tutto ciò era davvero molto strano. Era forse capitato in un altro universo parallelo?
Si scoprì a desiderare che Bra ricominciasse a urlare di uscire insieme a lei, o che Bulma lo trascinasse di peso in laboratorio per avere un aiuto.
Non era quella la sua famiglia. Normalmente non avrebbero fatto così. E così non c’era affatto gusto.
In quel momento il telefono squillò e Bulma andò a rispondere.
Quando riattaccò fece un sospiro – Trunks…
Vegeta si mise in ascolto e percepì la debole aura del figlio. Sorrise.
Allora ne fu certo, quella era la sua realtà. E la sua vita. E non l’avrebbe cambiata per niente al mondo.

FINE.

Angolo autrice: Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa fanfiction fino in fondo e tutti coloro che hanno recensito e recensiranno in futuro.
Spero davvero che vi sia piaciuta, se vi fa piacere ditemi che ne pensate ^^
A presto ragazzi <3

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