Galeotta fu Barcellona

di guiky80
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Manchester ***
Capitolo 2: *** La partenza ***
Capitolo 3: *** La partita ***
Capitolo 4: *** L'appuntamento ***
Capitolo 5: *** Genzo e Yukari ***
Capitolo 6: *** L'incidente ***
Capitolo 7: *** Finalmente Noi ***
Capitolo 8: *** Separarsi ***
Capitolo 9: *** Il futuro è nostro... ***
Capitolo 10: *** Capitolo extra betaggi! ***



Capitolo 1
*** Manchester ***


“Che bella giornata di sole!”

Tsubasa guarda fuori dalla finestra del suo appartamento e respira a pieni polmoni. È in Spagna già da un anno, si trova bene in prima squadra, non gioca tutte le partite, ma si diverte e gli piace, in più ha fatto amicizia con quasi tutti i ragazzi e lo spogliatoio è molto unito.

 

Dopo il trasferimento dal Brasile alla Spagna, anche in Giappone c'è stato qualche cambiamento.

Sanae è riuscita a vincere una borsa di studio per l’Università di Manchester, e tra la sorpresa di tutti, durante una riunione di ex giocatori della Nankatsu, ha annunciato la sua partenza.

I ragazzi sono rimasti senza parole, lei non aveva mai accennato a nessuno le sue intenzioni.

Anche Yukari e Kumiko restano sorprese, ma sono felici per lei.

 

Passato un mese Sanae chiude la sua valigia e si dirige all'aeroporto, e proprio come anni prima, trova tutta la vecchia Nankatsu ad aspettarla alla fermata dell'autobus.

“Ragazzi, cosa fate qui?” Piacevolmente sorpresa e già con le lacrime agli occhi la ragazza posa il suo bagaglio a terra.

Ryo parla per tutti. “Beh anni fa in questo stesso punto abbiamo salutato Tsubasa che partiva per il Brasile, ci sembrava giusto salutare anche te allo stesso modo.”

“Grazie davvero non dovevate, mi mancherete, mi mancherà la Nanakatsu… Yukari tienili a bada tu, ok?” Sorride raggiante all’amica.

“Certo Sanae lo farò…”

Le due ragazze si abbracciano, poi la prima manager abbraccia Kumi e saluta tutti i ragazzi, prima di salire sull'autobus.

 

In aereo si mette comoda, l'aspetta un lungo viaggio, e così si concede solo qualche minuto di ripensamenti.

Ogni tanto le capita di pensare di aver fatto la scelta sbagliata.

Però non ne poteva più!

Restare lì, in quella città, incontrare tutti i giorni i ragazzi, vederli giocare qualche amichevole, vedere alcuni di loro debuttare nella lega professionisti, vedere altri non farcela, ma comunque restare legati dalla passione per il calcio. Sentirli parlare solo di pallone.

Vedere Yukari iniziare una storia con Ryo, vedere Kumiko sempre più interessata a Shingo.

No! Non ce la faceva più a restare lì con tutti loro, senza di lui...

 

La borsa di studio le era sembrata la via più facile per andarsene.

Certo aveva dovuto lavorare sodo, aveva lottato contro altri candidati, ma alla fine aveva vinto lei. E aveva scelto quella facoltà, così lontana dallo sport, così lontana dal calcio: scienze umane, facoltà di storia antica.

Tuttavia dopo ogni week end, si era ritrovata davanti al computer collegata a internet a cercare le partite del campionato spagnolo.

Aveva visto foto e interviste del Barcellona e aveva visto Tsubasa segnare con la maglia di capitano del Barcellona B e poi debuttare nella stessa squadra in prima divisione.

Le loro mail avevano cadenza mensile, si raccontavano tutto e niente, lui non scriveva molto, e comunque sempre di calcio. Lei scriveva di tutti, ma restava criptica su se stessa. Nessuna menzione alla borsa di studio e alla sua partenza. Niente, non erano affari di Tsubasa Ozora.

 

Ma ora finalmente inizia la sua vita, senza calcio e senza Tsubasa, lo aveva sentito telefonicamente l'ultima volta tre mesi prima, era passata a salutare la signora Ozora e proprio in quel momento lei aveva ricevuto una telefonata dalla Spagna e così le aveva passato il telefono.

“Ciao Capitano, sono Sanae.”

“Ciao Manager! Come va?”

“Tutto al solito, tu piuttosto?”

“Qui è bellissimo, la Spagna è un paese fantastico, e la squadra in cui gioco è pazzesca, hai letto l’ultima mail? Ecco, dopo abbiamo vinto ancora! Siamo primi in classifica in entrambe le divisioni.”

“Perfetto, sono contenta che ti trovi bene in Spagna, beh ora ti passo tua madre, ciao.”

 

Mentre Tsubasa parlava con sua madre, lei si era defilata. Lui non le aveva chiesto nulla di particolare, non le aveva detto nulla di particolare... cosa si aspettava? Che lui le dicesse: “Mi manchi… Senza di te non posso vivere” Illusa! Lui non aveva detto nulla, e tornata a casa aveva accettato la borsa di studio per Manchester, voleva andare via, lontano dal Giappone e da tutto quello che le ricordava Tsubasa. Anche se in realtà andare in Inghilterra l'avrebbe avvicinata geograficamente a lui; tuttavia finché lui non lo sapeva, sarebbe andato tutto bene. Del resto anche se l’avesse saputo non sarebbe cambiato nulla.

Lei per lui era sempre la manager della Nankatsu e niente altro... una tifosa accanita e basta, un'amica dei tempi della scuola...

Decisa ad allontanare questi pensieri, si mette a studiare l'opuscolo di Manchester, e tutto il materiale che le hanno spedito.

 

Arrivata al campus Sanae resta impressionata dalla facciata così austera dell’università, ha visto foto, ha letto opuscoli, ma nulla l’ha preparata allo scontro con la realtà di Manchester e con la sua storia.

Quell’immenso caseggiato, che tanto ricorda un antico castello, quell’ingresso con un portone enorme, unica nota stonata la scritta ‘University of Manchester’ troppo moderna a contrasto con le pietre antiche.

Sanae tira un sospiro profondo e varca l’ingresso. Trova con qualche difficoltà l’ufficio informazioni e viene indirizzata al così detto ‘alloggio garantito’, ossia un dormitorio a pagamento, per fortuna incluso nella borsa di studio, riservato agli studenti esteri, in comune con gli studenti britannici.

 

Arrivata all’ultimo piano del palazzo, trova la sua stanza, varcata la soglia resta piacevolmente impressionata dalla finestra posta in mezzo ai letti, stile abbaino, avendo la stanza un tetto mansardato.

Tutto ha uno stile un po’ antico che però s'intona perfettamente all’università.

Posa la valigia e si guarda intorno, vede degli abiti sparsi a terra, alza un sopracciglio e sobbalza, quando alle sue spalle dalla porta entra una ragazza bionda, poco più alta di lei, che la guarda e sbotta: “Tu sei la giapponese vero?”

Sanae le sorride annuendo. “Piacere Sanae.”

L’altra inclina la testa e lascia scivolare i lunghi e lisci capelli di lato. “Sanae… nome interessante, molto particolare, io sono Lea, sono svedese, studio lettere moderne e come puoi notare ho già preso possesso della parte destra della stanza, se non ti dispiace.”

La nipponica alza le spalle avvicinandosi all’altro letto.

 

Mentre Sanae inizia a disfare i bagagli, Lea parla a ruota libera. “Sei molto carina! Cosa studi?”

“Scienze umane, facoltà di storia antica.”

Lea inarca un sopracciglio.

“Apperò, sei fidanzata?”

Sussultando la manager nega con la testa, e l’altra batte le mani “Meno male! Io nemmeno, sai che strazio stare in camera con una fidanzata!? Avrebbe detto no a tutto, feste, ragazzi in camera, ogni cosa! Ti piacciono i ragazzi?”

Sanae la guarda a bocca sbarrata, è davvero un fiume in piena quella ragazza.

“Certo che mi piacciono i ragazzi!”

L’altra si passa una mano sulla fronte con fare teatrale. “Meno male! Sai che strazio non poter girare per la stanza in mutande perché dormi con una lesbica! No no meglio così!”

Sanae sbatte le palpebre due volte a fila e poi scoppia a ridere. L’altra inclina la testa e borbotta. “Ma che ho detto?”

 

***

 

Passati sei mesi, Sanae si ritrova sommersa di libri e ricerche per la facoltà, ed è in trepidante attesa di sapere se potrà partecipare a uno stage della sua facoltà, con un professore bravissimo.

È così presa dalla sua nuova vita, che non tiene più tanto d'occhio il campionato spagnolo, e quando ci pensa non le spiace poi tanto: la sua vita deve andare avanti. Anche le mail a Tsubasa si sono diradate, lei gli ha riferito di essere presa con l’università, non precisando in quale stato, lui non ha fatto pressioni per continuare a scriverle, e in poco tempo i contatti sono cessate del tutto.

Nel frattempo in Giappone l'unica aggiornata da Sanae resta Yukari, con un fitto scambio di e-mail le ragazze si tengono in contatto.

Un giorno la seconda manager della Nankatsu si trova da Ryo con Shingo e Kumido, ormai coppia fissa, e racconta agli altri della vita di Sanae al campus.

“Caspita e chi avrebbe pensato che Nakazawa sarebbe andata in Inghilterra a studiare storia... e io che pensavo di ricevere la partecipazione per il suo matrimonio con Tsubasa!”

Sbotta a ridere Ryo.

“Smettila!”

Lo riprende subito la sua ragazza.

“Non è certo stata colpa di Sanae! Insomma, il Capitano è andato in Brasile poi in Spagna, e non ha tenuto molto i contatti con lei. Che doveva fare? Sedersi in un angolo e attendere il ritorno del campione? Ha fatto benissimo ad andare via!”

Shingo guarda di sottecchi l’ex compagno di squadra e tenta una minima difesa del suo Capitano.

“Beh Nishimoto tu hai ragione, ma effettivamente nemmeno io pensavo che Nakazawa se ne sarebbe andata, poi tutti sappiamo com’è Tsubasa… soprattutto lei lo sa…”

Yukari annuisce:

“È vero, ma io sono contenta, ha fatto la scelta più giusta, se con Ozora è destino che vada bene, andrà bene lo stesso.”

La risposta di Yukari lascia Ryo con qualche dubbio e decide che Tsubasa merita di sapere la verità, poi potrà decidere.

 

Quella stessa sera Ishizaki telefona in Spagna.

“Ciao Ryo, che bella sorpresa!”

Il Capitano è piacevolmente sorpreso di quella telefonata.

“Ciao Tsubasa come va?”

“Bene, abbiamo vinto anche l'ultima partita e io ho fatto due goal, sono davvero carico! Siamo primi nel torneo e credo che vinceremo il campionato!”

Ryo alza gli occhi al cielo, come al solito il campione parla solo di calcio.

“Bene sono davvero felice per te…”

Tsubasa alza un sopracciglio.

“Ryo, va tutto bene? Hai una voce strana.”

L’altro tentenna, non sa che fare, ma poi decide di dire tutto:

“Si... no... beh senti ti devo dire una cosa anche se Yukari mi ha fatto promettere di non parlartene. Però io credo sia giusto fartelo sapere, poi farai quel che vorrai!”

Tsubasa sbarra gli occhi:

“È successo qualcosa?”

“Si tratta di Sanae…”

In Spagna si tenta di stritolare il telefono!

“Sanae? Che c'è? Sta bene vero?”

Ryo sorride dell’apprensione del suo Capitano.

“Sì, sì sta bene, anzi sta talmente bene che è partita…”

“Partita? E dov'è andata?”

Tsubasa si rilassa contro lo schienale della sedia.

“A Manchester.”

“Ryo non capisco, ma perché Sanae è andata a Manchester?”

“Vedi Tsubasa, senza dire niente a nessuno Sanae ha frequentato dei corsi e ha fatto richiesta per una borsa di studio, ha vinto, e sei mesi fa è partita per l'Inghilterra, ora è alla ‘University of Manchester’ e si tiene in contatto con Yukari.”

Tsubasa sbarra gli occhi e sorride.

“Beh, ma è magnifico!”

“Davvero?” Ryo alza un sopracciglio.

“Certo! Se era il suo sogno ha fatto benissimo a inseguirlo, proprio come me!”

In Giappone si passeggia avanti e indietro per la stanza.

“Questo è il punto, non so se fosse il suo sogno... insomma non ha mai detto nulla a nessuno, nessuno sapeva che voleva studiare storia antica! Tu lo sapevi? No? Bene, nemmeno noi! Ma lei ha fatto domanda. Secondo Yukari voleva allontanarsi da qui, ed è rimasta molto male quando ha saputo di dover andare in Inghilterra. La sua idea iniziale era di andare in America... l'Inghilterra è troppo vicina alla Spagna... questo ha detto a Yukari.”

Tsubasa raddrizza di colpo la schiena.

“Stai dicendo che ha cercato di allontanarsi dal Giappone e non voleva venire in Europa? Ma perché?”

Ryo alza gli occhi al cielo.

“Perché voleva allontanarsi da tutto quello che le ricordava te e la Nankatsu, ma andare in Europa non le è piaciuto, troppo vicino a dove ora sei tu... era meglio l'America, ma è arrivata seconda, mentre a Manchester ha vinto, quindi ora è lì.”

Il Capitano si affloscia ancora sulla sedia.

“Mi sta evitando...”

“Beh tu hai mantenuto contatti molto radi con lei, e credo sia stato interpretato come un allontanamento. Ha deciso di continuare con la sua vita... senza di te…”

Tsubasa respira forte.

“Capisco... beh Ryo ti ringrazio per avermelo detto, sei un amico, non temere non dirò a Nishimoto di averlo saputo da te!”

“Grazie Capitano! Senti, mi spiace, io non volevo turbarti... davvero... stai bene amico ok? E ricorda che sono qui se hai bisogno.”

“Ok, grazie Ryo, grazie di tutto.”

“Figurati, ci sentiamo presto.”

 

Chiusa la telefonata Ryo è sollevato, era giusto che Tsubasa sapesse... soprattutto dopo quella volta...

Sdraiato a letto ripensa a quell'ultima telefonata dalla Spagna, poco prima che Sanae annunciasse la sua partenza.

 

Flash-back

 

Ehi Tsubasa come stai? Tutto bene? Sanae dice che ha poche notizie... domani le potrò dire che sei ancora vivo!”

Già, è vero non la chiamo più tanto spesso...”

E come mai? Ti sei fatto un'amichetta spagnola?”

Ma no figurati! È solo che mi fa male sentirla... mi manca Ryo sai... mi manca da impazzire, scriverle è più facile. Ma non posso tornare a casa, e non posso dirle nulla. Non mi va che lei aspetti me in eterno... deve proseguire con la sua vita, deve fare le sue scelte indipendentemente da me e dalla mia carriera.”

Ehi ehi, stai forse dicendo che hai un debole per Anego? Mamma mia, ti ho preso in giro un sacco di volte per questa cosa, ma non pensavo fosse vera!”

Ryo, credo di essere innamorato di Sanae, ma non posso dirle nulla ora, quando tornerò per le vacanze o altro, vedremo...”

 

Fine flash - back

 

In un'altra nazione, Tsubasa è sotto la doccia. L'acqua cade sui pettorali e sugli addominali scolpiti, dopo essere rimbalzata sul suo viso rivolto al soffione, i suoi pensieri non lo aiutano a rilassarsi.

“Caspita è in Inghilterra, è a solo un paio d'ore di volo da qui... e io non lo sapevo, e se non fosse stato per Ryo non l'avrei saputo, è proprio un amico... Certo lei non ha ritenuto opportuno dirmelo, starà pensando che non mi importa nulla di lei, visto che non l'ho più chiamata... cosa devo fare?”

 

Intanto a Manchester Sanae si prepara alla riunione col gruppo di studio, quella mattina sarà annunciato il nome dell'ultimo stagista scelto.

“Chissà se sceglieranno me oppure Tim... bah…”

Lea da dentro l’armadio dove sta cercando una maglietta di cui Sanae non ricorda l’esistenza, borbotta:

“Secondo me, scelgono te! Tim è un po' tonto!”

Sanae scuote la testa:

“Tu dici? Però è molto preparato...”

La nipponica sta dando gli ultimi ritocchi al suo abbigliamento, per quell'avvenimento ha scelto di indossare dei pantaloni neri con una camicia celeste e le scarpe comode nere.

Si guarda allo specchio e raccoglie i capelli, sorridendo all’immagine riflessa di Lea che sculetta dall’armadio.

Velocemente forma uno chignon, e senza un perché, ricorda un momento della sua infanzia:

 

Mamma, perché ti raccogli i capelli così?”

Si chiama chignon è comodo ed elegante... un giorno servirà anche a te vedrai...”

Impossibile io avrò sempre i capelli corti, troppa fatica farli crescere.”

La madre aveva sorriso amorevolmente alla sua bambina.

 

Ora Sanae sorride al suo riflesso nello specchio, chissà perché quel ricordo è riapparso proprio ora? Il chignon lo fa spesso da quando ha i capelli lunghi, ha smesso di tagliarli già da quasi un anno, non voleva più somigliare alla manager della Nankatsu, voleva un aspetto più da donna, più da adulta e li aveva lasciati crescere. Ora le arrivano sotto le spalle, lisci e neri, con una folta frangetta quasi a coprirle gli occhi, e raccolti così le danno un'aria professionale e sbarazzina al tempo stesso.

 

Passate solo due ore da quella conversazione, Sanae è al settimo cielo, come previsto da Lea, lei è l'ultima stagista scelta, il gruppo lavorerà un mese a stretto contatto al campus, poi si dividerà e proseguirà per altre strade.

Non potendo sottrarre troppo tempo allo studio, i ragazzi hanno organizzato le ore da passare insieme incastrandosi con la tabella di marcia degli altri. Sono previste riunioni a tarda sera o nei week end, pochi si lamentano di queste intrusioni nella vita personale, Sanae non ci fa caso, non ha una vita sociale al campus, solo Lea ogni tanto la obbliga a uscire.

La svedese è una ragazza molto bella che non passa di certo inosservata, e ha sempre uno stuolo di ammiratori al seguito, sia a mensa, sia per la sera. Ogni tanto qualcuno tampina anche lei, infatti quando passeggiano insieme fanno un bell'effetto, l'asiatica con i capelli neri e gli occhi castani e la pallidissima svedese con i capelli biondi e gli occhi azzurri.

Ma Sanae è troppo concentrata sullo studio per distrarsi e poi i ragazzi spesso parlano di calcio e lei vuole evitare l'argomento.


 


 

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Capitolo 2
*** La partenza ***


 

A Manchester, trascorso il primo mese di stage, i ragazzi vengono divisi in gruppi.

Sanae finisce in quello composto da Jonathan, Emily e Ramon.

Sono simpatici e preparati, lei e Jonathan seguono dei corsi insieme, quindi ha già avuto modo di relazionarsi con lui. Emily invece non la conosce molto, ha l'aria di una che pensa solo all'aspetto esteriore, invece durante lo stage ha scoperto che è una persona molto organizzata e veloce nelle cose, è proprio vero che l'apparenza inganna.

Ramon, invece, è il classico bello e impossibile.

Alto, molto più di Sanae, capelli neri sempre tenuti legati in modo ordinato in una coda bassa, occhi verdi che tolgono la capacità di parola a mezzo campus femminile. Ha qualche corso in comune con Sanae, ma non si sono mai rivolti la parola, fino allo stage.

Appena Lea scopre che il capogruppo della sua amica è Ramon, pretende di studiare meticolosamente ogni abbigliamento dell'altra prima di farla uscire per le riunioni serali.

La ragazza nipponica decide di stare al gioco, ma puntualmente appena lascia il dormitorio, dalla sua borsa carica di libri sbuca una felpa rossa un po' larga, che lei adora, ma che Lea definisce indecente.

Sanae vuole essere comoda, non vuole doversi preoccupare di scollature e tacchi mentre prende appunti e discute freneticamente con gli altri.

Nonostante tutti i suoi buoni propositi di tenersi alla larga dai ragazzi, riceve parecchi inviti a uscire, tutti puntualmente rifiutati, tranne uno.

Il quartetto dello stage, una sera, fa particolarmente tardi, e all'uscita Ramon scorta Sanae fino al suo dormitorio, nonostante lei non lo ritenga necessario.

“Insisto! Non puoi attraversare il campus a quest'ora di notte! Non tutti i ragazzi sono a letto a dormire. Parecchi sono ancora a zonzo, sbronzi!”

“Beh, in effetti solo un ragazzo sbronzo importunerebbe me e la mia amata felpa!”

Sanae scoppia a ridere, ma Ramon si fa serio: “Non essere ridicola! Anche con quella felpa addosso sei sexy, io davvero non capisco come tu faccia a non vederlo!”

Sanae diventa molto rossa e guarda a terra. Ramon prosegue:

“All'inizio non capivo perché alcune ragazze parlassero male di te...”

Lei alza di scatto la testa “Male di me!?”

Lui annuisce e prosegue: “Sì, dicevano che eri supponente, snobbavi i ragazzi perché ti sentivi superiore, io non sapevo che pensare, non ti conoscevo e non volevo giudicarti a scatola chiusa.”

Sospira e guarda il cielo stellato, lei nel frattempo ha messo il broncio, non pensava davvero che si dicesse quello sul suo conto, in realtà non pensava nemmeno che qualcuno parlasse di lei.

“Quando ho scoperto che eri nel mio stesso gruppo allo stage, ho pensato fosse l'occasione perfetta per conoscerti e capire se quello che dicevano era corretto...”

Non prosegue e lei lo guarda di traverso. “Beh: è corretto?”

Lui la guarda e quando vede il suo piglio incazzoso, scoppia a ridere:

“No davvero! Si vede che sei molto concentrata e non vuoi distrazioni, ed è giusto così, però, insomma... potresti anche divertirti ogni tanto, non credi?”

Lei alza le spalle con noncuranza “Sì, in effetti potrei, ma i ragazzi non mi interessano, non voglio storie che mi leghino a qualcuno, voglio essere libera di fare le mie scelte, la mia vita, poi si vedrà! Come adesso per lo stage, vedi Emily non può muoversi da qui perché se no il suo ragazzo si arrabbia, ma dico io! Che sistema è di amare qualcuno? Se lo ami lo lasci libero...”

Abbassa gli occhi e sospira: “Lo lasci libero... come io ho lasciato Tsubasa libero di andare in Brasile senza dirgli nulla... lo lasci libero... ma fa un male cane!”

Ramon la vede triste e decide di non indagare oltre.

 

La sera seguente viene suddiviso il lavoro, che prevede delle sessioni di ricerca all’università e delle sessioni di ricerca all'estero.

Emily e Jonathan scelgono di restare al campus, per i rispettivi compagni, e Sanae incrocia lo sguardo di Ramon e alza gli occhi al cielo, lui sghignazza, ma si riprende subito annunciando che allora saranno lui e Sanae a partire per la sessione estera.

La scelta è di Ramon, in qualità di capogruppo designato dal professore.

Il ragazzo studia le varie mete proposte, poi decide e quando comunica la scelta, Sanae ha un mancamento.

“Ragazzi, ho deciso! Mentre voi starete qui nel grigiore di Manchester, noi ce la spasseremo a Barcellona!”

La ex manager diventa bianca come un lenzuolo, mentre Emily protesta vivacemente.

“Non vale perché?”

“Perché la scelta era tra: Barcellona, Madrid, Copenaghen o Praga, e siccome io sono spagnolo e ho una casa a Barcellona, sarebbe da idioti non approfittarne, così non dovremo spendere nulla per il soggiorno: è perfetto!”

Sanae deglutisce vistosamente e tenta il tutto per tutto:

“Emily, vuoi andare al mio posto?”

L’altra mette il broncio:

“Non posso lo sai! Non ti piace Barcellona?”

“Certo…”

Tentenna Sanae, ma Ramon è irremovibile:

“Niente cambi dell'ultimo minuto, oggi prenoto i biglietti, partiamo tra tre giorni. Sanae organizza le tue cose e prepara i bagagli, staremo via due settimane, giusto il tempo degli esami delle altre facoltà, così rientreremo prima che inizino le nostre sessioni.”

“Ok capo…”

Rassegnata Sanae torna al dormitorio a preparare tutto per la partenza con un vago senso di nausea. Non riesce nemmeno a scrivere a Yukari la novità, che viene comunicata solo a Lea, che entusiasta l'aiuta a fare i bagagli.

 

Tre giorni dopo Sanae e Lea si salutano sulla soglia del dormitorio.

“Fai la brava in giro per Barcellona, e divertiti con Ramon... mamma mia quel ragazzo ispira sesso solo a guardarlo.”

Sanae le batte una mano sul braccio e sbotta:

“Lea! Smettila, vado per lo stage ricordi?”

La biondina agita una mano con noncuranza.

“Come sei noiosa, però non puoi negare che sia bellissimo!”

Sanae sorride mentre vede Ramon avvicinarsi.

 

Mentre sono in aereo la ragazza sbircia il suo accompagnatore e ripensa alle parole di Lea. Sì, effettivamente è un bel ragazzo.

Ma c'è qualcuno più bello di lui... e quando la mente trasmette un'immagine di Tsubasa, Sanae sussulta, ma è solo un attimo, poi torna padrona di sé e si rimette a leggere i suoi appunti.

 

Quella stessa sera, Sanae si sistema nella sua camera, nella casa estiva di Ramon.

L’appartamento è al primo piano di una bella palazzina, posta vicino al centro di Barcellona.

La camera di Sanae è ampia, tutta sulle tinte del marrone chiaro, con un letto matrimoniale, e un bagno personale. Mentre sistema gli oggetti da bagno, scoppia a ridere, ricordando quello che le ha sussurrato Lea sulla porta del campus, mentre Ramon si avvicinava.

 

Flash-back

 

Mi raccomando, dopo la doccia esci dal bagno con un asciugamano striminzito addosso, sculetta, lancia dietro le spalle i capelli e poi entra in camera lasciando la porta aperta!”

Sanae sbarra gli occhi e l’altra annuisce.

Devi invitarlo a entrare, senza essere sfacciata! Scemo non è, vedrai che entra!”

Sanae scuote la testa, mentre Ramon saluta.

 

Fine flash-back

 

Ora deve spiegare a Lea che anche uscendo nuda dal bagno, non attirerebbe all’attenzione di Ramon.

 

Seduti a cena in un grazioso bar vicino casa, i ragazzi discorrono in modo rilassato.

 

“Allora ti piace Barcellona?”

“Beh, per quello che ho visto sì! E poi fa caldo... caspita non pensavo, a Manchester a quest'ora avrei già indossato la felpa!”

Invece quella sera Sanae indossa un abito a maniche corte lungo al ginocchio blu.

Ramon inclina la testa e sorride.

“Dì un po', ma tu con chi pranzi? Non ti vedo mai... Emily l'avevo già vista, e anche Lea, la tua compagna di stanza, ha pranzato spesso con il mio gruppo.”

La ragazza alza le spalle.

“In realtà io pranzo con Lea solo qualche volta, per la maggior parte del tempo sto nel parco o in biblioteca per qualche ricerca, spesso e volentieri dimentico di pranzare!”

Scoppia a ridere.

“Non dovresti! Non ne hai nemmeno bisogno…”

E Ramon allunga un'occhiata alla siluette di Sanae, e le guance di lei si colorano.

“Ma non salto il pranzo per la dieta, figurati, è solo che a volte sono così presa nelle letture che non mi rendo conto del tempo che passa. Poi nel pomeriggio magari ho altre lezioni…”

La cena prosegue tranquilla, Ramon spiega a Sanae il motivo della sua scelta di facoltà e il motivo per il quale ha scelto Manchester: allontanarsi dalla sua famiglia, un po' ingombrante.

Sanae, quando lui le chiede notizie di sé, resta vaga, dice solo che aveva voglia di studiare all'estero e la borsa di studio le aveva permesso di spostarsi dal Giappone senza pesare sulla sua famiglia. Nessun accenno al calcio, alla Nankatsu, tantomeno a Tsubasa.

 

Finalmente in camera sua Sanae manda un messaggio a Lea e uno a Yukari senza precisare dove si trova.

 

La mattina seguente il programma viene stabilito a colazione:

• giro turistico del quartiere, per permettere a Sanae di uscire senza perdersi;

• visita alla biblioteca per la consultazione di alcuni testi;

• pranzo;

• visita alla sezione staccata di storia antica dell'università di Barcellona;

• riunione con il dirigente universitario di quella facoltà;

• ritorno a casa e cena.

 

A pranzo la ragazza è entusiasta: Barcellona è bellissima!

E la sua biblioteca è immensa, hanno passato lì più di due ore e Sanae si è resa conto di averne visto solo una parte! Mangiando hot dog seduti su una panchina del parco, i ragazzi osservano il laghetto con i cigni, e improvvisamente Sanae ricorda una passeggiata fatta con Tsubasa molti anni prima, dopo la visita dal medico sportivo che aveva accertato che non c'erano fratture alla gamba del ragazzo. Loro passeggiando avevano pensieri ben diversi: lei voleva prenderlo a braccetto e lui pensava a come raggiungere lo stadio per seguire una partita...

 

“Un soldo per i tuoi pensieri…”

La calda voce di Ramon la riporta alla realtà, facendola arrossire leggermente.

“Scusa, ero sovrappensiero…”

“Ho notato! A cosa pensavi? Avevi uno sguardo così dolce e triste al tempo stesso.”

“Niente di che... davvero nulla di importate... allora quanto dista da qui l'università?”

Ramon cade nel cambio di discorso e Sanae è salva....

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Capitolo 3
*** La partita ***


Passata una settimana Sanae si è ormai ambientata, ed essendo domenica, Ramon decide che non dovranno lavorare quel giorno. Le propone, invece, una passeggiata per il centro di Barcellona.

“Sai cosa mi piacerebbe tanto fare Sanae?”

“Cosa?” La ragazza sbocconcella il suo muffin al cioccolato e lo guarda curiosa.

“Vedere una partita del Barcellona! È tanto che non seguo il campionato, ma sono sempre stato un tifoso sfegatato del Barca.”

Sanae tossisce, cercando di non 'sputacchiare' la sua colazione, poi riprende fiato e cerca velocemente di elaborare una scusa, tutto, ma non vuole vedere Tsubasa.

“Tutto bene Sanae?”

Ramon le picchietta sulla schiena.

“Sì, sì certo. A me non piace il calcio! Perché non ci vai tu mentre io faccio due passi?”

Ramon corruga le sopracciglia.

“No figurati, non mi va di lasciarti sola!”

Sanae scuote la testa risoluta.

“Ma no davvero! Facciamo così: arriviamo allo stadio, tu entri e io faccio un giro lì intorno, poi ci ritroviamo e ceniamo insieme.”

Il ragazzo inclina la testa.

“Ma sei sicura? A me dispiace!”

“No, davvero!” con un sorriso smagliante, finalmente riesce a convincere l’amico e non appena arrivati lo caccia letteralmente dentro allo stadio.

 

Rimasta sola gironzola per il parco lì davanti. È piuttosto nervosa, avere Tsubasa a così pochi metri, la tiene sulle spine.

 

Mentre passeggia sente in lontananza delle grida e nota un agente di sicurezza che allontana un bimbo dall'ingresso dello stadio.

Si avvicina ai due mentre l'agente spinge il bambino a terra e si allontana.

Sanae corre al suo fianco:

“Ehi piccolo stai bene?”

Il bimbo si rialza da solo e sbotta.

“Certo! E non sono piccolo!”

Lei alza un sopracciglio, divertita.

“Scusa tanto, ma perché ti trattava così?”

L’altro abbassa lo sguardo.

“Non sono riuscito a trovare il biglietto per entrare alla partita, ma ci tenevo tanto! Quello stupido, tra l'altro mi conosce io sono sempre qui anche durante gli allenamenti!”

“Beh, ci saranno altre partite…”

Tenta di consolarlo lei, mentre controlla che non abbia lividi evidenti.

“No, non così! Oggi il Barcellona gioca contro la squadra di Santana! Sarà una partita memorabile! Santana si scontrerà con Rivaul nel primo tempo e nel secondo con Tsubasa! Caspita, sarà epica questa partita!”

Sanae sobbalza al nome del Capitano, ma scuote la testa e alza le spalle.

“Beh, non puoi farci molto se non hai il biglietto, meglio non pensarci!”

“Sì, hai ragione, però uffa!”

 

Finalmente convinto il ragazzino si avvia verso l'interno del parco a testa bassa, a Sanae dispiace proprio per lui.

“Senti ti va un gelato?”

Lui si volta a guardarla, stringe le labbra e poi annuisce.

“Ma sì, perché no!”

“Però mi devi aiutare, sono appena arrivata e non conosco bene questa zona, mi faresti da guida?”

“Certo!”

Il ragazzino torna correndo verso di lei.

“Benissimo io mi chiamo Sanae e tu?”

“Io sono Pinto! Molto piacere!”

I due si stringono la mano.

“Piacere mio! Bene quindi: dove vendono il gelato più buono di Barcellona?”

“Seguimi!”

Afferma convinto, e si avvia per le vie della città con Sanae al seguito.

 

I due passano tutto il tempo della partita insieme. Quel ragazzino le è proprio simpatico, è nato lì, quindi sa un sacco di cose della città, e le racconta molti aneddoti divertenti. Non riesce proprio a non parlare di calcio, e Sanae scopre che fa parte dei pulcini del Barcellona, e che il giorno prima ha vinto una partita segnando addirittura un goal.

 

Lei è a suo agio con lui, e finalmente, dopo tanto tempo, parla ancora di calcio.

“Sai anch'io facevo parte di una squadra di calcio. Ovviamente non giocavo, ero la manager e a volte infermiera! La mia squadra ha vinto per tre anni di fila il campionato nazionale, erano davvero fortissimi!”

“Davvero? Caspita e tu eri sempre con loro?”

Lei annuisce allungando le gambe davanti a sé.

Sono seduti su una panchina vicino allo stadio, ma la mente di Sanae è volata alla Nankatsu, mentre racconta le loro prodezze.

“Sì, mi occupavo di un sacco di cose, lavavo le loro magliette, li medicavo quando cadevano o si infortunavano, ero un po' una chioccia!”

Il ragazzino incrocia le braccia al petto con fare convinto.

“Beh sei anche carina e quello non guasta mai!”

Sanae sbarra gli occhi.

“Che adulatore!”

Entrambi scoppiano a ridere.

 

“Sanae, ma tu dove abiti?”

“Sono ospite di un mio amico qui a Barcellona, ma abito a Manchester, studio lì.”

“A ecco perché non conosci Barcellona.”

Il ragazzino annuisce.

“E il tuo amico dov'è ora?”

Lei alza le spalle dispiaciuta:

“Alla partita. È entrato poco prima che incontrassi te…”

Pinto allarga le braccia:

“Ma se ti piace tanto il calcio, perché non sei entrata anche tu?”

Lei si blocca all’istante pensando:

Ecco bella domanda!”

Scuote le spalle:

“Beh sai... preferivo fare una passeggiata...”

Pinto inclina la testa osservandola:

“C'è qualcosa di familiare in te, non so... come se ti avessi già visto... è un po' che ci penso, ma proprio non ricordo.”

Sanale gli sorride:

“Forse somiglio a qualcuno che conosci no?”

“No, non credo... bah davvero non ricordo!”

Scuote le spalle e poi si illumina:

“Tsubasa!”

Lei sussulta al nome:

“Scusa?”

“Ho visto la foto della vecchia squadra di calcio di Tsubasa in Giappone e tu somigli a una delle ragazze della foto!”

 

Sanae diventa molto rossa all’improvviso pensando:

Ha una foto della Nankatsu con me?”

 

Solo a quel punto lei nota la maglietta del Barcellona che indossa Pinto. Quando lui le dà le spalle per buttare il tovagliolo di carta, legge il numero 2+8 e la scritta Ozora, sorride: decisamente questo ragazzino è un fan di Tsubasa!

“Va tutto bene Sanae?”

Lei si riscuote dai suoi pensieri e annuisce.

“Certo certo…”

“La partita dev'essere finita, torniamo allo stadio, così tu trovi il tuo amico e io mi faccio raccontare cosa è successo.”

Pinto si alza di colpo e corre verso lo stadio. Lei sorride e lo segue, sperando di trovare subito Ramon e andarsene!

 

In attesa fuori dallo stadio Pinto e Sanae osservano la gente uscire e a un tratto un ragazzino, poco più alto di Pinto, corre loro incontro.

“Ehi che fine hai fatto?”

“Quello stupido non mi ha fatto entrare! Allora?”

Il ragazzino appena arrivato non sta più nella pelle.

“Hanno pareggiato 4 a 4! Pazzesco per gli avversari ha segnato solo Santana! Mentre per il Barcellona ha fatto un goal Rivaul e tre Tsubasa, è stato fenomenale!”

Pinto sbarra gli occhi e saltella felice.

“Cavolo Tsubasa ha fatto tre goal! Non ci credo!”

L’altro ragazzino, spintona Pinto con una gomitata.

“Chi è la tua amica Pinto?”

Il ragazzino arrossisce un poco, facendo sorride la sua accompagnatrice.

“Lei è Sanae, lui è il mio amico Juan.”

“Molto piacere Juan.”

“Piacere mio! Beh Pinto ti sei consolato bene, guarda con che sventola eri a spasso!”

Sanae sgrana gli occhi e scoppia a ridere di gusto mentre Pinto diventa ancora più rosso.

 

La gente si sta diradando pian piano, e di Ramon nemmeno l'ombra!

“Finalmente eccoli! Guarda Sanae sta uscendo il Barcellona!”

 

Sanae cerca di nascondersi, ma non è semplice la gente è molto diminuita e Pinto è troppo basso per nasconderla, allora finge di guardare a terra e da un'altra parte, volta le spalle allo stadio, cerca una scusa per andarsene, poi il suo cuore manca un colpo... quella voce... quella voce perfetta....

 

“Ehi Pinto! Hai visto la partita?”

“Tsubasa! No, non sono riuscito a entrare!”

Il tono di Pinto è molto contrito, ma si sente che è felice di parlare con l’asso del Barca.

“Oh mi dispiace tanto! La prossima volta ti procuro i pass, giuro! E quindi sei rimasto qui fuori?”

“Pinto ha cuccato oggi!”

Juan non si lascia sfuggire l’occasione di torturare l’amico.

Tsubasa alza un sopracciglio.

“Hai cuccato?”

“Piantala Juan! Tsubasa, ti presento la mia amica.”

 

Pinto si sposta e tira Sanae per un braccio e lei si ritrova a fissare gli occhi increduli del suo Capitano.

 

Il silenzio che ne segue è assoluto, anche Pinto e Juan si accorgono che qualcosa non va, il modo in cui quei due si guardano non è normale.

“Sanae... sei davvero tu?”

“La conosci Tsubasa?”

Pinto non ottiene risposta e continua a spostare lo sguardo da lui a lei in attesa.

“Ciao Tsubasa.”

Il cuore del Capitano fa una capriola: quella voce dolce… che pronuncia il suo nome.

“Ma allora vi conoscete!”

Sanae guarda Pinto e sorride.

“Sì, ci conosciamo, Tsubasa era il Capitano di quella squadra di cui ti ho parlato prima…”

Pinto allarga le braccia incredulo.

“Quindi sei tu la ragazza della foto, ecco perché mi sembrava di averti già vista.”

“Eh già credo proprio di essere io... scusa se non te l'ho detto…”

Sanae alza le spalle con tono si scusa, ma Pinto è raggiante!

“Caspita ho fatto da cicerone alla ragazza di Tsubasa!”

Il Capitano e la manager si bloccano.

“No Pinto, che centra…”

“Beh scusa Sanae, ma dal modo in cui Tsubasa ti sta guardando…”

I loro occhi si incontrano per un attimo e entrambi cambiano colore.

 

“Ehi Sanae eccoti finalmente, mi stavo preoccupando, sei dal lato sbagliato…”

Ramon si avvicina a grandi passi.

 

“Come sbagliato? Non sei entrato di qui?”

Sanae alza un sopracciglio muovendo un passo verso l’amico, che a passo di carica arriva da lei.

“No, veramente sono entrato dall'altro lato, e mi stavo già preoccupando... dove hai messo il cellulare? Suona a vuoto.”

Mentre Sanae cerca affannosamente il cellulare in borsa, Tsubasa osserva Ramon con aria diffidente.

 

“Oh scusa non l'ho sentito, allora ti sei divertito?”

“Da morire! Era tanto che non vedevo giocare il Barcellona!”

Poi si volta e vede Tsubasa.

“Caspita ma tu sei Ozora! Cavolo complimenti hai fatto dei goal fantastici!”

“Grazie.”

“È lui il tuo amico Sanae?”

“Sì Pinto, ti presento Ramon, Ramon lui è Pinto mi ha tenuto compagnia durante la partita.”

Ramon stringe la mano al ragazzino e sorride.

“Molto piacere Pinto, grazie per aver intrattenuto la mia amica.”

“Figurati è stato un piacere - Pinto inclina la testa - senti ma è la tua ragazza?”

Ramon scoppia a ridere, Tsubasa si blocca in attesa, Sanae diventa molto rossa e sbotta:

“Pinto!”

Ramon ride sempre più forte:

“Che simpatico ragazzino, no, non è la mia ragazza... beh non ancora…”

Si avvicina e le sfiora la guancia con due dita. Sanae diventa ancora più rossa.

“Piantala Ramon! Pinto io e Ramon studiamo insieme, e siamo qui per un progetto di studio! Anzi a proposito dobbiamo andare a ultimare la relazione.”

 

Ramon agita un dito davanti al naso della ragazza.

“No no signorina, avevamo detto che oggi non si lavorava ricordi?”

 

“Perché non venite con noi? Dopo le partite del Barcellona io e Tsubasa andiamo allo stadio del Barcellona B a veder giocare i suoi vecchi compagni… dai venite con noi!”

Ramon sorride.

“Ma sì perché no! Andiamo.”

Felice si incammina con Pinto e Juan verso l'altro stadio. Sanae sospira e li segue, Tsubasa l’affianca.

“Sono contento di vederti Sanae, come stai?”

Il tono è basso e gli occhi sono a terra.

“Bene Tsubasa grazie e tu? Ho saputo che hai segnato tre goal, direi che te la cavi bene…”

Anche lei fatica a guardarlo, è diventato molto alto e la tuta della squadra lo fascia meravigliosamente.

“Sì infatti... senti, ma tu stai studiando a Manchester o sbaglio?”

Lei sgrana gli occhi.

“E tu come lo sai?”

Lui si piega leggermente verso di lei e sussurra.

“Le notizie dal Giappone viaggiano veloci…”

Sfiora con le labbra i suoi capelli e trattiene il fiato rapito dal contatto fugace, lei diventa molto rossa, un po’ per l’imbarazzo, un po’ per la rabbia, infatti sbotta.

“Ryo!”

Tsubasa alza le spalle.

“Sì, ma Nishimoto non sa che me l'ha detto…”

“A ecco!"

Sanae scoppia a ridere e il cuore di Tsubasa fa un'altra capriola.

“Come mai sei a Barcellona?”

Lei alza il viso al cielo azzurro e racconta:

“Faccio parte di un gruppo di studio che è stato suddiviso in coppie perciò io e Ramon siamo stati spediti qui per delle ricerche, lui ha una casa in città, così ci siamo stabiliti lì... ripartiamo domenica prossima.”

“Caspita di già? Starai qui solo un'altra settimana?”

Tsubasa è molto dispiaciuto e decide di tentare il tutto per tutto, mentre lei gli risponde.

“Già, devo tornare al campus, inizieranno gli esami tra un po'...”

“Senti Sanae io vorrei parlare con te…”

Lo dice velocemente, quasi per paura di essere interrotto.

Il cuore di lei perde un battito.

“Stiamo parlando.”

“No parlare da soli... con un po' di tempo e di tranquillità... ti va di uscire a cena con me stasera? Così per parlare ancora un po'.”

Lei si ferma e lo guarda: ha sognato quel momento per tutta la vita! Ha sognato un appuntamento con Tsubasa per tutta l'adolescenza e oltre, ma ora lei sta bene, lei si sta dimenticando di lui... forse... e uscire con lui non sarebbe certo una buona idea... e mentre elabora questi pensieri, sente se stessa dire.

“Va bene ok, allora stasera ceniamo insieme.”

E poco dopo sente se stessa dare a Tsubasa l'indirizzo di casa di Ramon. Senza volere (o quasi) ha rimediamo l'appuntamento che aspetta da sempre.

 

Arrivati all'altro stadio entrano e si siedono a guardare il secondo tempo della partita. Ramon è seduto di fianco a Sanae, mentre Tsubasa è più lontano con Pinto.

“Questa sera dove vuoi cenare Sanae?”

Lei respira forte.

“Veramente stasera avrei da fare Ramon.”

Il ragazzo la guarda meravigliato.

“A sì e cosa?”

“Esco a cena... con Tsubasa.”

Il suo colore ormai è di un rosso fluorescente.

“Tsubasa? Tsubasa Ozora?”

Lei annuisce e lui insiste.

“Ma l'hai appena conosciuto!”

Lei nega con la testa e lo guarda di sottecchi:

“No... veramente io e Tsubasa veniamo dalla stessa città in Giappone, lo conosco da molto tempo…”

Ramon ha la bocca sbarrata.

“Ma hai detto che non ti piace il calcio e non sei voluta entrare con me... non capisco, perché non mi ha detto che conosci Tsubasa Ozora?”

Lei agita le braccia in aria:

“Beh ora non facciamo un caso di stato!”

 

Le voci dei due sono molto basse, ma Tsubasa si è accorto che stanno discutendo... e di sottecchi sbircia Sanae, caspita è davvero diventata una bella ragazza, non c'è che dire. Non perde nulla: i jeans, le scarpe da tennis alte sulla caviglia, la maglietta blu aderente, sospira e cerca di concentrarsi sulla partita e sui due bimbi seduti accanto a lui.

 

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Capitolo 4
*** L'appuntamento ***


Dopo una doccia veloce Sanae cerca di decidere cosa indossare. Normalmente non si preoccupa di queste cose, ma quella è una serata importante.

Mentre medita davanti all'armadio, non troppo pieno di cose carine, in fondo è andata lì per lavorare e non per divertirsi, sente bussare alla porta.

“Avanti”

“Ciao, come sei messa?”

Ramon fa capolino nella stanza e la vede per metà nell'armadio con indosso una maglietta bianca e i pantaloni della tuta, con i capelli ancora bagnati.

“Ma sei ancora così? Tra poco arriva Ozora!”

“Lo so! Cosa metto Ramon aiutami!”

Congiunge le mani davanti al viso a mo' di preghiera e il ragazzo sorride avvicinandosi. Quando le è davanti, lei è obbligata ad alzare la testa e mentre lo fa i suoi occhi passano sui pettorali atletici di Ramon, stretti in una maglietta nera abbinata ai jeans a vita bassa scuri, è scalzo e i capelli sono sciolti sulle spalle: inevitabilmente le guance di Sanae si colorano di rosso.

Lui inclina la testa, si avvicina al suo viso, ma non la bacia, la sua bocca passa a un millimetro da lei e si posa sulla guancia.

Sanae si è resa conto di non essersi praticamente mossa, forse le ragazze che perdono la parola davanti a lui non hanno tutti i torti.

Si rende anche conto che la sua immobilità potrebbe essere mal interpretata da Ramon. Praticamente è come se gli avesse dato via libera per un bacio.

Lui la guarda e sembra leggerle nel pensiero: “Non ti bacerò stasera, sei troppo presa dall'appuntamento con Ozora.”

Le accarezza la guancia e si allontana di un passo, incrocia le braccia sul petto:

“Dì la verità: ti piace quel ragazzo è? C'è stato qualcosa tra di voi? È per questo che non sei voluta entrare, sapevi che l'avresti visto?”

“Non mi pare il momento! È una storia lunga e complicata... per favore puoi aiutarmi?”

“Ok ok fa vedere.”

Ramon scuote la testa e la sposta di lato.

 

Passati dieci minuti Sanae si guarda allo specchio e Ramon bussa nuovamente alla porta.

“Avanti”

“Caspita! Dove hai messo la mia secchiona compagna di studio?”

 

Sanae prende un cuscino e lo lancia contro Ramon che a bocca aperta dalla porta la guarda ammirato.

Infatti Ramon è riuscito a farle indossare un abito nero che le arriva appena sopra al ginocchio, attillato e non troppo scollato, senza maniche. Evidentemente Lea l'aveva infilato in borsa a sua insaputa, poi Ramon aveva scovato delle scarpe nere con tacco (anche quelle, quasi certamente opera di Lea).

 

I capelli vengono lasciati sciolti sulle spalle con la frangia leggermente di lato, il poco trucco applicato non richiede troppo tempo e ora Sanae si guarda allo specchio.

“Oddio cosa sto facendo? Tutta in tiro per uscire con Tsubasa...”

Ramon sorride alle sue spalle.

“Sei bellissima! Quel ragazzo resterà a bocca aperta! Dovresti vestirti così più spesso... magari anche per le nostre riunioni in intimità…”

“Scemo!”

Scoppiano a ridere e per fortuna la tensione di poco prima dovuta al 'bacio mancato' sembra passata. Proprio in quel momento suona il campanello dell'ingresso, Sanae trema vistosamente, Ramon le accarezza una spalla e prima di allontanarsi sussurra “Guarda che non scherzo, se con Ozora le cose non si mettono bene... io son qui...”

Si allontana per far entrare il calciatore e Sanae sgrana gli occhi pensando “Perfetto! Ora non c'è solo la storia di Tsubasa anche Ramon comincia a fare il cretino!” Alza gli occhi al cielo, ben conscia che Lea andrebbe a nozze con quella situazione!

 

“Ciao Tsubasa.”

“Ciao Ramon.”

Il calciatore è palesemente sulle spine e lo spagnolo decide di divertirsi.

“Mi raccomando non fate troppo tardi domani mattina.”

Tsubasa sbatte le palpebre confuso.

“Domani mattina?”

Ramon alza le spalle.

“Beh nel caso decideste di passare la notte insieme... sai noi dobbiamo lavorare domani…”

“Ramon!”

Sanae compare alle sue spalle, mentre Tsubasa arrossisce e sposta lo sguardo su di lei restando senza parole.

“Ciao Tsubasa…”

“Ciao Sanae…”

I ragazzi restano immobili a fissarsi, Ramon decide di sbloccare la situazione:

“Bene ora che vi siete salutati, sparite, su su, fuori di qui, io ho da fare!”

Li mette fuori dalla porta e i due si guardano sorridendo.

 

“Allora dove mi porti Capitano?”

Sanae passeggia con le mani dietro la schiena, Tsubasa sorride con le mani in tasca e la guarda di lato.

“Nel mio posto preferito.”

“Promette bene…”

 

Camminano senza parlare, con i gomiti che si sfiorano appena, e passati pochi minuti, raggiungono un parco. Senza fare domande Sanae segue Tsubasa all'interno e trova un angolo un po' nascosto con un coperta a terra e un cesto da pic-nic sopra.

Lei sorride arrossendo leggermente, mentre lui guarda verso il bosco facendo un segnale con la mano.

“Buona serata!”

Pinto sbuca dal nulla e come un fulmine corre via.

Sanae sorride di più:

“Hai lasciato Pinto di guardia?”

“Già...”

La ragazza si sfila le scarpe e si siede sulla coperta, Tsubasa la segue poco dopo, per quell'occasione lui indossa dei pantaloni neri e una camicia celeste con le maniche arrotolate sopra i gomiti.

Aperto il cestino lui sistema sulla coperta un sacco di prelibatezze e Sanae alza un sopracciglio.

“Ehi hai imparato a cucinare?”

“No, in realtà è stata la moglie di Rivaul, dopo aver saputo di stasera, ha deciso che non potevo portarti in un posto qualunque, mi ha detto di scegliere un posto carino per un pic-nic. Questo posto l'ho scoperto dopo un mese che ero qui, mi è subito piaciuto e ci vengo spesso, e così ho pensato fosse l'ideale per stasera.”

Lei arrossisce leggermente, ma non commenta.

 

Mentre cenano parlano del più e del meno: Tsubasa parla della sua vita a Barcellona, della squadra, dei compagni, delle partite, del campionato, lei pensa di aver fatto un tuffo nel passato: come ai vecchi tempi, lei lo ascolta e lui parla solo di calcio, non è cambiato nulla, e scoppia a ridere.

Lui si ferma e la guarda.

“Perché ridi?”

“Niente scusa, è solo che mi sembra di essere tornata ai tempi della Nankatsu, tu che parli di calcio e io che ti ascolto.”

Lui si passa una mano dietro alla nuca per l’imbarazzo e lei sorride dolcemente, quel gesto… quante volte glielo ha visto fare...

“Scusa ho parlato solo io finora, raccontami un po' di te, questa cosa di Manchester mi ha lasciato un po' sorpreso.”

Sanae si sistema meglio e si appoggia al muretto di cemento che delimita quell'angolo di parco e inizia a raccontare.

“Mi è sempre piaciuta la storia antica e durante l'ultimo anno di liceo ho seguito un corso e me ne sono innamorata. Poi ci sono stati un po' di eventi nella mia vita e quando il professore mi ha parlato di questa borsa di studio, ho deciso di partecipare, volevo andare all'estero, volevo cambiare aria... Quando ho saputo di aver vinto, mi è sembrato logico partire…”

Tsubasa la osserva, non ha parlato di lui, non ha parlato di quello che l'ha spinta a partecipare.

“Ma come mai proprio Manchester?”

“Veramente la mia prima richiesta era per l’America... ma sono arrivata seconda dietro a un ragazzo, invece a Manchester ho vinto.”

“È lontana l'America…”

“Beh anche l'Inghilterra è lontana dal Giappone, io volevo andare in America tutto qui. Volevo vedere qualcosa di nuovo... e in fin dei conti non mi è andata male, Manchester è davvero carina, un po' uggiosa come zona, ma davvero bella.”

Niente. Nessun riferimento a lui come invece aveva detto Ryo.

 

Restano in silenzio per un po', poi Tsubasa fa altre domande sulla ricerca che stanno svolgendo lei e Ramon, e Sanae risponde.

Parla quasi rapita da quello che racconta e lui ha la possibilità di guardarla in santa pace, mentre lei con lo sguardo perso in avanti continua a scendere nei dettagli della ricerca.

Lo sguardo di Tsubasa non perde nulla, i capelli più lunghi e neri, la frangia folta, lo sguardo attendo e dolce, quegli occhi fantastici che a lui sono sempre piaciuti fin da quando erano bambini, il naso dritto, la bocca sensuale... e lì il suo sguardo indugia di più, e sente di arrossire, così sposta lo sguardo, ma solo per un attimo. Poi torna a contemplarla, scendendo incontra le spalle, il vestito, la rotondità dei seni, la pancia piatta e le lunghe gambe stese davanti a lei, le mani curate abbandonate con grazia in grembo mentre stringono un bicchiere di vino rosso.

Quell'immagine se la imprime nella mente il più possibile, non volendo lasciarsela scappare.

Solo dopo qualche secondo si accorge che Sanae ha smesso di parlare e lo sta fissando.

Mi sta guardando, anzi mi sta squadrando, ora i suoi occhi sono fissi sulle mie mani, ma il suo sguardo ha seguito ogni curva del mio corpo... che sensazione... mi sento ribollire sotto il suo sguardo....”

I loro occhi s'incontrano e nessuno dei due parla più, a un tratto il Capitano allunga una mano nel cestino e nell'aria si diffonde una dolce canzone e si alza, poi allunga la mano verso di lei e la fa alzare.

Quando si ritrovano uno di fronte all'altra sul prato Tsubasa le mette una mano dietro la schiena e intreccia l’altra con quella di lei, iniziando a ballare lentamente.

Sanae lo segue, chiudendo gli occhi per un attimo rapita dalla situazione; lui l'attira ancora più vicina, finché lei appoggia la guancia e la mano libera al suo petto, senza tacchi e decisamente più bassa di lui.

Tsubasa posa il mento sopra la sua testa e restano così a dondolare dolcemente abbracciati al ritmo della musica.

Il battito di Tsubasa è piuttosto accelerato ed è in perfetta sincronia con il battito di Sanae.

Passano tre canzoni, ma la loro posizione non cambia.

Tsubasa, infine si allontana lentamente da lei, le infila un dito sotto al mento obbligandola a guardarlo negli occhi, le sorride e si abbassa inesorabile.

Il bacio che li unisce è un tocco leggero, che si fa sempre più intenso, man mano che le loro labbra si toccano e quando la lingua di Tsubasa raggiunge la sua compagna: l'estasi è completa.

Lei è immobile, non respira.

Lui la trattiene contro di sé, continuando a baciarla.

Lo sguardo languido di Sanae si fonde con quello dolce di Tsubasa quando si staccano.

Senza dire una parola si siedono e lei si scola tutto d'un fiato il bicchiere di vino, tossicchiando.

Il ragazzo scoppia a ridere.

“Va tutto bene?”

Lei non lo guarda.

“S-sì, beh oddio, bene bene non so…”

Lui inclina la testa.

“Perché?”

Lei tentenna ancora:

“Beh insomma, ti sei reso conto di quello che hai appena fatto?”

Lui annuisce convinto.

“Certo! Ed è stata la cosa più saggia che ho fatto nell'ultimo periodo.”

Lei sgrana gli occhi guardandolo di sottecchi.

“Davvero?”

“Certo! Finalmente, aggiungerei!”

“A sì?”

Ora lei raddrizza di colpo testa e schiena.

“Sì, se fossimo rimasti entrambi in Giappone credo che l'avrei fatto molto tempo fa... diciamo pure che: la prima volta che ho avuto voglia di farlo è stato, molto, ma molto tempo fa.”

“Tipo quando? Racconta! Ora sono curiosa…”

 

Tsubasa si appoggia al muretto con le braccia incrociate dietro la testa, e sorride con lo sguardo perso in avanti.

Sanae assume la stessa posizione con le mani che stringono ancora il bicchiere ormai vuoto, e rossa in viso attende il racconto, guardandolo di profilo.

 

“Beh allora... con il passare degli anni ho iniziato a pensare che tu stessi diventando sempre più carina. Poi c'è stata più di un'occasione in cui ho parlato con te al campo di calcio, durante gli allenamenti, e tutte le volte pensavo che stavi diventando sempre più bella e simpatica. Dopo c'è stata quella volta, durante l'ultimo campionato che ho giocato con la Nankatsu, in cui mi sono infortunato, prima al piede e poi alla spalla, tu mi hai medicato più volte, e sei sempre stata con me in infermeria, mi hai sempre seguito, sei stata con me in ospedale prima della finale, insomma... eri sempre presente per me. Quando poi sono uscito dal campo sorretto da Ryo durante la finale, e ti ho trovato a bordo campo con gli occhi lucidi, ecco lì credo di aver sentito il cuore accelerare per la prima volta. Sai quando ero in campo steso a terra privo di sensi ho sentito le voci di Genzo, di Taro, persino Roberto, mi esortavano ad alzarmi, a esaudire il mio sogno, ho stretto i denti, ma quanto ho visto te a bordo campo... insomma è stato un po' come tornare a casa.”

Lei sempre più rossa in viso si guarda le mani.

“Caspita... che memoria…”

Lui annuisce guardando il cielo.

“Già, ci sono dei momenti che sono rimasti impressi nella mia mente... e tutti quelli che non riguardano le partite, riguardano te…”

Sanae distoglie lo sguardo e si sente andare a fuoco.

Tsubasa lascia ricadere la mani sulle gambe e la guarda.

“Che c'è?”

Lei stringe le mani a pugno dopo aver posato il bicchiere.

“Non puoi! Non puoi farmi questo!”

Lui inclina la testa.

“Questo cosa? Non capisco…”

Sanae si alza e si mette a camminare scalza avanti e indietro davanti alla coperta, Tsubasa si solleva e appoggia le braccia alle gambe piegate verso il petto, aspettando la risposta.

“Tu non puoi partire, farti la tua vita, fare di tutto per estromettermi, e poi, quando io sono felice con una vita mia, stabile, e una promettente carriera davanti, arrivi, mi baci, mi dici che avresti sempre voluto farlo... e adesso?”

Si piazza davanti a lui a gambe divaricate e braccia incrociate sul petto, lui ha una voglia matta di baciarla, nonostante in quel momento gli ricordi tanto Anego.

Il silenzio di lui la fa ammattire, e si fa livida in volto e sta per esplodere di nuovo, ma Tsubasa si alza, la sovrasta e con estrema delicatezza l'abbraccia, le fa aprire i pugni e la stringe contro di sé iniziando a parlare.

“Hai ragione sai? Io ho pensato solo alla mia carriera, alla mia vita, e ti ho lasciato in Giappone senza dire nulla, senza farti promesse, e l'ho fatto solo perché non volevo lasciarti ad aspettare, volevo che tu decidessi liberamente cosa fare della tua vita, e l'hai fatto... mi rendo conto che ora non posso più pretendere nulla da te... ma vorrei che tu pensassi al nostro futuro. Vorrei che tu pensassi a noi due insieme... questo non vuol dire che uno dei due deve rinunciare alla carriera... troveremo il modo di stare insieme... ma per prima cosa devo sapere se tu vuoi stare con me... se tu vuoi tentare questa strada... quando Ryo mi ha detto che eri a Manchester, ho comprato un biglietto aereo per venire da te, ma Rivaul mi ha fatto ragionare. Mi ha detto che era meglio farti ambientare e lasciarti il tempo di pensare, che se tu avevi ritenuto opportuno allontanarti dal Giappone e dai ricordi, non dovevo interferire... e così ho fatto... quel biglietto è a casa mia incorniciato... messo dove lo posso vedere per ricordarmi che sono stato un imbecille…”

Sanae, con la guancia appoggiata al petto di Tsubasa, non può credere a quello che ode e si sente strana... questi discorsi li avrebbe voluti sentire per anni durante la vita alla Nankatsu, ma adesso lei sta davvero bene dove sta, si è fatta degli amici, ha delle prospettive per il futuro.

Come può buttare all'aria tutto e riaffidare la sua vita nelle mani del Capitano?

No, deve mantenere il controllo! Anche se costa una fatica allucinante.

Con delicatezza si libera dell'abbraccio e si allontana di qualche passo.

“Scusa... io devo pensare... io devo allontanarmi da te per stasera…”

Tsubasa si rattrista, ma era preparato a questa possibilità, anche se fino alla fine aveva sperato che Sanae si gettasse tra le sue braccia urlando di gioia tutto il suo amore per lui.

Raccolte le scarpe la ragazza si incammina lungo la strada del ritorno scalza.

“Grazie per la serata Tsubasa... Buonanotte.”

“Ti accompagno…”

Lei alza una mano, senza guardarlo e lo ferma.

“No grazie, preferisco fare due passi, da sola…”

 

Sanae continua a camminare con le scarpe in mano attraversando il parco, è buio ma i lampioni illuminano il passaggio tra le panchine, c'è poca gente, e quelle poche persone la guardano un po' storto, ma alla fine ognuno torna ai fatti suoi, lei ha gli occhi fissi a terra e la mente vuota.

 

Tsubasa, rimasto solo sulla coperta, si è seduto e sta guardando il fiume che scorre lento davanti a lui. Ripensa a quella serata, e al fatto che forse avrebbe dovuto affrontare la cosa per gradi prima parlare e poi baciarla, ma non ha saputo resistere alla tentazione, quando l'ha sentita tra le sue braccia, quando l'ha sentita appoggiare la guancia al suo petto, non ha resistito, e tutto sommato forse è meglio così, infatti, se avessero parlato prima e se la risposta di Sanae fosse stata la stessa non ci sarebbe stato alcun bacio quella sera.

 

La ragazza d'infila diretta a letto evitando volutamente le domande di Ramon, che seduto sul divano, l'ha vista sfrecciare in camera. Dubbioso decide di attendere il giorno seguente.

 

 

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Capitolo 5
*** Genzo e Yukari ***


La colazione del giorno dopo è simile in due abitazioni.

Sanae si siede al tavolo e trova Ramon che sorseggia il suo caffè mentre la studia apertamente.

Lei in jeans e maglietta a maniche corte, evita volutamente il suo sguardo e le domande che sa stanno per arrivare. Spalma una fetta di pane tostato con la marmellata.

Ma Ramon non molla:

“Allora? Tutto bene ieri sera?”

“Sì.”

“Avete cenato in un bel posto?”

“Sì.”

“Avete parlato dei tempi passati suppongo.”

“Sì.”

“Avete parlato del futuro?”

“Sì.”

“Hai avuto una conversazione così brillante anche con lui?”

“Sì.”

Ramon si appoggia allo schienale della sedia e sospira, Sanae si alza e si dirige al computer.

Ha bisogno di parlare con qualcuno, e Ramon non è la persona adatta. Apre un messaggio nuovo nella mail e scrive raccontando tutto, dal progetto al trasferimento, all'incontro allo stadio fino all'appuntamento, non tralascia nulla e impiega quasi venti minuti a scrivere tutto, la mail è lunghissima e alla fine senza rileggere preme invio. Ora tocca a Yukari darle il suo parere.

Ramon la guarda, di spalle seduta al pc, non l'ha interrotta, ma ora che la vede guardare il soffitto, si schiarisce la voce e parla:

“Sanae, io non so cosa c'è stato tra te e Ozora in passato, o ieri sera, però quello che ti ho detto è vero. Io sono qui se hai bisogno. Posso essere amico, confidente, fratello, spalla su cui piangere, finto fidanzato per farlo ingelosire e anche oggetto per sfogo sessuale!”

Sanae sgrana gli occhi e volta la testa, guarda Ramon, stringe le labbra e scoppia a ridere. Le ci voleva proprio una bella risata liberatoria “Sai che Lea ti avrebbe preso in parola su 'Oggetto per sfogo sessuale' vero?”

Lui annuisce “Sì lo so, tu no?”

Lei scuote la testa “No, io no!”

Lui alza le spalle “Peccato...”

Riceve un penna in fronte, lanciata dalla ragazza che si alza e si chiude in camera da letto.

 

Qualche chilometro più in là, Tsubasa sorseggia un caffè mentre bussano alla porta.

Rivaul è dall'altra parte, alza una mano e saluta.

“Buongiorno.”

“Buongiorno vuoi un caffè?”

“Grazie”

Mentre si siede il Capitano del Barcellona studia il viso del suo compagno di squadra, che indaga.

“Come mai sei passato?”

“Perché mia moglie mi ha tormentato per tutta la serata ieri, facendo varie allusioni su cosa stava accadendo al tuo appuntamento, ora mi serve qualcosa da raccontarle!”

Tsubasa sorride, servendogli il caffè.

“Beh non molto... abbiamo cenato al parco, abbiamo parlato dei vecchi tempi, abbiamo parlato della nostra vita attuale e delle aspirazioni per il futuro.”

“E…”

Rivaul si sporge verso di lui.

“E basta.”

Tsubasa scrolla le spalle, l’altro alza un sopracciglio.

“No, non posso tornare con una storia del genere! Qualche dettaglio in più?”

Il nipponico arrossisce un po' e Rivaul si sporge sulla sedia.

“Sì?”

“L'ho baciata…”

“Bene è un inizio... e?”

“Non ti credevo così curioso!”

“Senti Tsubasa tu mi sei simpatico e qui non hai molte persone con cui parlare. Io sono discreto, e tu non sei obbligato a parlare con me, ma... o telefoni al tuo amico Genzo in Germania o ti rimango solo io…”

Tsubasa sospira:

“Hai ragione... penso che sentirò cosa ne pensi tu da esterno, e poi forse sentirò cosa ne pensa Genzo che conosce Sanae…”

“Spara.”

Nei successivi cinque minuti, Tsubasa racconta del bacio e della risposta di Sanae alla sua proposta.

Rivaul è pensieroso...

“Bhe non puoi darle torto... è vero che l'hai estromessa dalla tua vita?”

“In un certo senso sì... pensare a lei mi faceva deconcentrare... quando ho smesso di sentirla, ho iniziato a segnare. Non so era come avere una vita parallela in cui lei non esisteva... e la mia carriera è progredita. Dieci goal e dieci assist, ricordi?”

Rivaul sorride.

“Ti capisco, Sanae è una bella ragazza e può essere fonte di distrazione, ma ha sempre lavorato con te alla vecchia squadra giusto? E vincevi lo stesso... come mai qui non ci riuscivi?”

“Non so!”

Si passa le mani tra i capelli e prosegue.

“Forse il fatto di sapere che lei era lì e che era lì per me, mentre giocavo, mi aiutava, ma il non sapere cosa lei stesse facendo mentre io giocavo... il non vederla a fine partita... forse non mi ha aiutato.”

“Insomma eri geloso! Non sapevi cosa lei stesse facendo e allora eri geloso e quindi eri distratto.”

Tsubasa arrossisce e riflette, potrebbe essere così in effetti.

Rivaul si alza.

“Beh direi che ora puoi solo aspettare, hai fatto la tua mossa, ora lei dovrà dire qualcosa... Se vuoi la mia opinione preparati a un suo repentino ritorno a Manchester. Se non sa cosa fare vorrà vedere se tu sei davvero disposto a stare con lei, e la lontananza è la cosa migliore in questi casi.”

Tsubasa è un po' dubbioso e Rivaul se ne va, prima di uscire picchietta la mano su un quadretto di vetro appeso appena sopra il telefono, un biglietto aereo incorniciato e sorride.

 

Passati due minuti Tsubasa controlla l'ora, manca ancora un po' all'inizio dell'allenamento e di solito lui è il primo ad arrivare, ma quel giorno ha altro da fare, deve farlo assolutamente, e alza il telefono.

La comunicazione con la Germania arriva subito e Genzo impiega poco a rispondere.

“Ciao Tsubasa! Che sorpresa! Tutto bene?”

“Sì bene grazie, senti mi serve un favore.”

“Dimmi.”

“Ora ti racconto una cosa, e non dovrai interrompermi fino alla fine!”

“Va bene…”

Genzo si siede sul divano e attende un po' dubbioso.

Il racconto del Capitano all'inizio è un po' sconclusionato, parla della scuola, della finale dell'ultimo campionato e di Sanae, poi racconta del Brasile, del Barcellona, alla fine spiega per filo e per segno gli eventi ultimi.

Genzo non ha fiatato per tutto il tempo, ha quasi trattenuto il respiro quando ha saputo dell'appuntamento, ha sorriso al bacio, ma si è fatto serio alla reazione di Sanae, e alla domanda finale del suo amico.

”Cosa ne pensi?”

Trae un lungo respiro e risponde:

“Caspita! A essere onesto ho sempre pensato che tu e Nakazawa fosse destinati a stare insieme, sin dai tempi delle elementari... Certo che tu ce ne hai messo di tempo! Povera, ha atteso tutto il tempo della Nankatsu che tu facessi un passo verso di lei... comunque, non mi stupisce la sua reazione. Evidentemente la sua voglia di cambiare aria era dovuta al fatto che voleva dimenticarti e poi si ritrova catapultata nella tua città, ti vede e tu le confessi i tuoi sentimenti... insomma se il suo intento era dimenticarti tu non le stai rendendo le cose facili! Ora direi che dovresti lasciarla in pace... lei sa dove trovarti e sa cosa tu vuoi da lei... non devi far altro che aspettare... anche se so che non sarà facile amico mio. Forse tu pensavi che una volta tornato in Giappone lei sarebbe stata lì per te, che ti avrebbe aspettato, e che si sarebbe gettata ai tuoi piedi, poi magari vi sareste trasferiti insieme in Spagna per diventare una famigliola felice, sì, beh ottima prospettiva, ma non hai fatto i conti con il carattere di Anego!”

Tsubasa è pensieroso.

“Sai una cosa Genzo, non ho mai pensato a tutte queste cose, ma ora che me le hai dette... forse è vero... forse è così che mi aspettavo la mia vita... spero solo di non aver rovinato tutto.”

“Senti, lasciala in pace per un po', non tormentarla, e soprattutto tienimi aggiornato, ora voglio sapere tutto!”

Dopo qualche convenevole viene chiusa la telefonata con la Germania e Tsubasa si dirige agli allenamenti.

 

Tra la preparazione alla prossima partita e il progetto da portare a avanti Tsubasa e Sanae non si vedono più, ma quando restano soli, sotto la doccia la sera o nei momenti che precedono l'arrivo del sonno, la mente torna sempre al parco, al ballo, al bacio, alla discussione.... e mentre lui freme, lei non sa cosa fare.

 

In Giappone quando Yukari scarica la posta elettronica resta di sale.

Non riesce a credere alla situazione in cui si è venuta a trovare Sanae: un vero disastro.

Lei ha assistito a tutti i preparativi per la partenza della sua amica, sa che Sanae ha scelto di studiare all'estero proprio per evitare di restare lì, dove tutto o quasi le ricordava Tsubasa.

Invece ora è a Barcellona, incredibile, soprattutto ha ottenuto un appuntamento con lui e il Capitano le ha confidato di amarla, è una situazione al limite del paradossale.

Clicca il tasto di risposta e resta a guardare il cursore lampeggiare sulla pagina bianca: cosa può dirle? Come può aiutarla? Ha quasi voglia di chiedere a Ryo il numero di Tsubasa e parlare direttamente con lui!

Prende un respiro e cerca di trovare le parole giuste.

A fine lettera, rilegge i suoi stessi consigli e sa di aver fatto la cosa giusta, ma storce comunque il naso. Ha consigliato a Sanae di andarsene, di tornare subito al campus e di non lasciarsi travolgere da Tsubasa un'altra volta. È vero, è giusto, tuttavia non è convintissima e allora aggiunge quel P.S.:

'Sanae, devi allontanarti da lui, questo è ovvio, per sapere se davvero lo ami ancora, per vedere se davvero lui tiene a te come dice. Però, ti ho visto inseguire l'amore per anni con lui, non credo che dovresti perdere questa occasione, so che è un controsenso, ma anche se parti, non tagliare i ponti con lui.

Ricorda che voglio farti da damigella se deciderai di diventare la Signora Ozora!'

 

Chiude gli occhi e preme invio, pregando gli Dei che davvero la sua amica prenda la decisione giusta.

Si volta e fissa una foto appena sopra il suo letto: lei e Sanae, vicine, sorridenti, ai tempi della Nankatsu.

Nel cassetto, invece, è custodita un'altra foto. Sanae gli ha data prima di partire, dicendo che lei non la voleva più, ma non riusciva a buttarla. Lei la tiene in custodia, chissà se dovrà restituirla alla sua proprietaria, oppure no.

È una foto dell'ultimo anno passato alla Nankatsu, ritrae Sanae e Tsubasa insieme, seduti sulla panchina del mister, intenti a fissarsi, ridendo di chissà cosa, è una foto bellissima, che la sua amica ha tenuto sempre con sé, ma prima di partire si è liberata di parecchie cose, per cominciare la sua nuova vita e quella l'ha affidata a lei.

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Capitolo 6
*** L'incidente ***


Sabato pomeriggio

 

Sanae e Ramon stanno chiudendo le valige, il loro volo partirà alle undici del giorno seguente: il lavoro a Barcellone è finito.

Quel pomeriggio Ramon lo passerà con una vecchia amica d'infanzia ritrovata, Sanae ha declinato l'invito a unirsi a loro e sta passeggiando per il parco, evitando volutamente di passare da 'quella' zona del parco. La giornata è calda e soleggiata, il parco è pieno di persone che passeggiano tranquille.

È certa di non poter incontrare Tsubasa, l'indomani si sarebbe svolta un'importate partita e di certo lui non sarebbe stato in giro, ma concentrato sugli allenamenti dell'ultimo minuto.

Prende un gelato e ricorda il ragazzino di quel giorno allo stadio, Pinto, l'amico di Tsubasa, il suo grande fan, sorride.

 

A un tratto sente un sibilo, volta appena la testa, ma non fa in tempo a schivare la pallonata che la colpisce in pieno volto, facendole volare il gelato di mano e barcollare. Si piega su se stessa, s'inginocchia a terra e si tampona il viso, vede del sangue colarle dal naso, sente la guancia dolorante, poi delle voci concitate e si ritrova circondata da tanti ragazzini pallidi. Il più vicino a lei è proprio Pinto e Sanae tra le lacrime quasi sorride.

 

Quando riesce a sedersi a gambe incrociate, si ritrova con la schiena appoggiata a un dorso solido e qualcuno le preme un fazzoletto sul naso, facendole piegare la testa in avanti. Molti dei ragazzini scappano via, ma tra le lacrime e gli occhi socchiusi continua a vedere Pinto; sente ancora dei muscoli tesi dietro di lei e quel battito accelerato.

Il dolore è fortissimo, poi una voce profonda... quella voce profonda alle sue spalle, che esorta Pinto a correre a cercare del ghiaccio e altri asciugamani.

 

La voce tace, Sanae stringe gli occhi, il dolore le impedisce di muoversi come del resto anche quelle mani, che la trattengono a terra: una premuta sul naso, l'altra che le circonda lo stomaco quasi sorreggendola, poi quella mano si sposta, le fa voltare la faccia verso di lui, di lato e le solleva la frangetta.

Lei piano socchiude gli occhi e il viso che vede è teso e preoccupato, gli occhi sbarrati e la linea dura della bocca, quella bocca....

Sanae si sofferma un po' troppo su quelle labbra mentre ogni singola fibra del suo corpo reagisce al contatto con il corpo di Tsubasa.

 

Pinto torna di corsa, con un po' di ghiaccio in un sacchetto, che prontamente prende il posto del fazzoletto, e le viene premuto su tutta la parte destra del viso; il freddo improvviso la fa sobbalzare, ma Tsubasa la tiene ferma, inchiodata lì, le impedisce ogni movimento.

La situazione deve sembrare tragi-comica a chi passa lì accanto, lui seduto a terra, lei seduta tra le sue gambe, Pinto inginocchiato davanti a loro. La mano destra di Tsubasa insanguinata, come il sacchetto del ghiaccio e il viso di Sanae, la sua maglietta gialla completamente chiazzata di rosso come del resto anche la parte alta dei jeans, ha perso davvero molto sangue, ma è ancora vigile e i suoi occhi guizzano sul viso di Pinto - l'unica cosa che riesce a vedere – allunga la mano sinistra verso di lui, gli accarezza una guancia, il ragazzino è prossimo alle lacrime e d'istinto inchina la testa borbottando qualcosa.

 

Lei gli fa sollevare il volto, grosse lacrime scendono copiose mentre lui balbetta delle scuse, evidentemente la pallonata era sua.

Sanae gli mette un dito sulle labbra facendolo tacere e cercando, per quanto possibile di sorridere.

A un tratto il ghiaccio viene allontanato dal suo viso, e finalmente il suo naso smette di sanguinare; Pinto si precipita a buttare il sacchetto e i vari fazzoletti sporchi.

 

Sanae cerca di alzarsi, ma Tsubasa è più veloce, si alza in piedi e la prende tra le braccia, Pinto raccoglie la sua borsa e si incammina con lui che senza alcuna fatica la trasporta a un portone lì vicino. Entrano e salgono due rampe di scale.

Sanae non ha il coraggio di guardare Tsubasa, né di opporsi a quel trasporto, non le importa nemmeno dove stanno andando, si fida di lui e si abbandona completamente tra le sue braccia.

 

Quando Pinto apre la porta dell'appartamento Sanae ha ancora gli occhi chiusi e la parte destra e dolorante del viso appoggiata alla tuta di Tsubasa.

Dopo pochi passi viene abbandonata su qualcosa di morbido e quando sente di essere sola apre gli occhi, quello che vede è un soggiorno piccolo e grazioso, la porta aperta sul bagno e il profilo del Capitano che si lava le mani appoggiato al lavandino, dietro di lui Pinto saltella senza sosta borbottando qualcosa di poco comprensibile.

 

Lo sguardo della ragazza si sposta sulla stanza e inquadra la porta da cui devono essere entrati e una finestra, altro non vede, ma si rende conto di essere stesa su un divano, con ogni probabilità il divano di Tsubasa.

Diventa rossa e cerca di tirarsi su, incrocia le gambe e si prende tra le mani la testa che le gira vorticosamente.

“Ehi ehi no, stai giù, devi riposare hai perso un sacco di sangue.”

La voce dolce di Tsubasa la trattiene come le sue forti mani che si posano sulle sue spalle e la spingono giù; con un rapido gesto le sfila gli stivaletti bassi e la copre con una coperta.

“Come stai? Hai freddo?”

“No... Dov'è Pinto?”

Lui le accarezza la guancia sana.

“È corso a prenderti qualcosa da bere di caldo, io ho solo del caffè qui, ma credo sia più opportuno qualcosa di leggero.”

“È stato lui a lanciare il pallone?”

“Già… - Tsubasa abbassa gli occhi con aria colpevole - gli avevo appena fatto vedere come fare un pallonetto effettato e stava facendo delle prove. Di solito sono molto attendi quando giocano nel parco e perfino io non ti avevo visto arrivare, oltretutto non pensavo che il calcio di Pinto fosse così forte. Mi dispiace davvero…”

 

Sanae annuisce in silenzio.

“Non ce l'ho con Pinto, so che non l'ha fatto di proposito...povero era davvero spaventato.”

Tsubasa annuisce a sua volta.

“Già, quando ha visto che spuntavi dall'angolo ha gridato, ma tu non l'hai sentito, poi ti abbiamo visto cadere, ho pensato di morire…”

Sanae lo guarda, è ancora piuttosto pallido, ma è bello, da far paura.

In quel momento la porta viene spalancata e Pinto entra correndo seguito da un uomo.

 

“Tsubasa, guarda chi ho incontrato?”

“Salve Ozora, Pinto ha detto che una tua amica si è fatta male.”

“Salve dottore, sì, infatti.”

Il Capitano si sposta e accanto a Sanae compare il viso di uno sconosciuto.

Tsubasa fa le dovute presentazioni.

“Sanae, lui è il medico del Barcellona.”

“Piacere.”

Il medico scuote la testa.

“Non parlare... che ti è successo? Che brutta botta.. è il tipico segno di una pallonata…”

Il medico continua la sua osservazione poi di colpo si volta verso Pinto.

“Stavate ancora giocando al parco? Ti ho detto mille volte che è pericoloso e…”

“No dottore!”

Sanae poggia una mano sul braccio del medico che la guarda.

 

“Pinto, mi ha soccorso non appena sono caduta, non ho visto chi ha calciato il pallone, ma è stata una fortuna per me, che Pinto passasse in quel momento, così ha potuto prendere il ghiaccio e avvisare Tsubasa.”

“Davvero?” Il medico alza un sopracciglio scettico.

“Certo!” Risponde prontamente Sanae.

“Ok ok, lasciati visitare ora…”

 

Mentre il medico prosegue la visita, Tsubasa e Pinto si scambiano un'occhiata cospiratrice.

Infine il dottore si alza e annuisce.

“Bene, allora, devi stare a riposo per tutto il giorno e anche domani, stanotte non devi restare sola. Tsubasa: se vomita portala subito al pronto soccorso e avvisami, siamo intesi?”

Tsubasa annuisce:

“Certo dottore.”

“Falle mangiare cose leggere e vedrai che si riprenderà subito, non c'è nulla di rotto, anche se ho paura che le resterà un bel livido per qualche giorno.”

“Grazie dottore.”

“Figurati Tsubasa e chiamami pure se occorre, ciao Pinto... arrivederci Sanae.”

“Grazie dottore.”

 

Mentre Pinto accompagna il medico per le scale e corre a casa a chiedere a sua madre di preparare del brodo di pollo, Tsubasa e Sanae restano soli, lei seduta sul divano lui appoggiato alla finestra aperta.

“Sei stata gentile a coprire Pinto…”

Lei si stringe nelle spalle.

“Figurati, te l'ho detto, so che non l'ha fatto apposta, è esattamente come te, quando vede un pallone non capisce più nulla…”

Si crea un silenzio strano tra di loro, finché lei decide che ora di andarsene.

“Bene ora vado, grazie di tutto Tsubasa.”

“Dove vai? Non hai sentito cosa ha detto il medico?”

Tsubasa si raddrizza di colpo.

“Certo! Ma posso stare a riposo anche da Ramon.”

“No, rimani qui, ho già chiesto a Pinto di passare da Ramon a spiegargli cosa è successo e gli ho detto di lasciargli il mio numero di telefono così può chiamare se vuole.”

Sanae sgrana gli occhi: ha deciso per lei!

“Ma domani io devo partire e tu devi giocare.”

“Non puoi partire conciata così... non credo sia opportuno volare! Puoi restare qui tutto il tempo che occorre e cambiare il tuo biglietto aereo. Domani poi io farò da riserva, il mister ha deciso di far giocare Rivaul, mi darò malato…”

 

Sanae stringe gli occhi a fessura e sbotta.

“Non esiste tu devi andare, riserva o no! Il Capitano che conosco io non starebbe a casa in poltrona mentre la squadra gioca!”

Lui stringe i pugni lungo i fianchi.

“Ma non si tratta di stare a casa in poltrona, si tratta di occuparsi di te, si tratta di fare una scelta tra te e la partita, e io scelgo te!”

Lei diventa rossa all'improvviso, poi abbassa il tono, ma gli occhi lanciano lampi d’ira.

“Avevi detto che non avremmo interferito uno con la carriera dell'altra.”

“Questo caso è diverso! Tu faresti la stessa cosa.”

Lei alza la testa fiera guardandolo dritto negli occhi.

“Accetto di restare qui e di non partire, a patto che tu domani vada allo stadio e ti siedi su quella panchina con i tuoi compagni.”

Lui apre i pugni sconsolato.

“Ma Sanae…”

“Altrimenti m'imbarco sul primo volo per Manchester: giuro!”

 

Tsubasa la osserva, così infervorata con il viso violaceo da un lato e sorride.

“Ok, vado alla partita, a patto che tu resti qui fino a lunedì mattina. Poi, se starai meglio, ti accompagnerò io stesso all'aeroporto per il cambio del biglietto... va bene?”

“Ci sto... Posso chiederti un favore?”

Lei abbassa la testa e di nuovo il rossore prende piede sul suo viso.

“Certo!”

“Mi accompagneresti al bagno, magari prestandomi una maglietta pulita?”

Entrambi abbassano lo sguardo sulla maglietta gialla della ragazza che ormai è per metà rossa.

Tsubasa controlla nell'armadio e torna dopo due minuti con una maglietta bianca e un paio di pantaloncini blu.

“Credo che ti staranno un po' grandi.”

Sorride passandosi la mano dietro la nuca, lei scuote le spalle.

“Non importa, grazie.”

Lui la prende in braccio e si dirige in bagno.

Lei gli picchia un pugno sulla spalla protestando:

“Posso camminare anche da sola!”

“Non se ne parla nemmeno!”

Risoluto la fa sedere su uno sgabello e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.

Sanae si cambia cercando di lavarsi al meglio nel lavandino, non è ancora abbastanza in forze da restare in piedi nella doccia e non vuol certo svenire e costringerlo a entrare e vederla nuda!

“Mamma mia che faccia!”

 

Si guarda allo specchio e resta basita, ha tutta la parte destra del viso rosso cupo come se ci fosse del sangue secco, ma è la botta, la mattina seguente immagina che sarà completamente viola.

Si infila la maglia di Tsubasa che già da sola le arriva sotto al sedere, mette comunque anche i pantaloncini, sorride e immerge il viso nell’indumento che profuma di lui.

Non appena apre la porta, Tsubasa è subito da lei.

La prende in braccio e la riporta sul divano, Sanae lo guarda e nota che ha cambiato la tuta, ora ne indossa una di colore nero, sia la felpa che i pantaloni, lo trova ancora più affascinante, così tutto in scuro.

“Quindi: questa è casa tua?”

“Sì, è un po' piccola, ma molto comoda. L'ho presa in affitto appena arrivato e poi non sono riuscito a separarmene. Inoltre non è molto lontana dallo stadio e dalla sede del Barcellona: è perfetta!”

 

“Eccomi!”

Pinto spalanca la porta e rimane bloccato sulla soglia, diventa paonazzo bofonchiando scuse e indietreggiando nel corridoio.

“Pinto, che c'è? Entra!”

Il Capitano alza un sopracciglio verso il ragazzino.

“No! Tsubasa scusate io... lascio qui e me ne vado!”

“Ma che dici vieni, devi ringraziare Sanae per averti coperto davanti al Dottore”

“Grazie!”

 

Molla tutto e se ne va di volata. I ragazzi sono ammutoliti: ma che gli è preso?

 

Poi si voltano e rimangono a fissarsi e forse hanno capito...

 

Pinto è entrato e ha trovato Tsubasa davanti a Sanae, inginocchiato davanti a lei con le braccia ai lati delle sue gambe. Lei seduta lì in mezzo, con le mani a tenere l'orlo della maglietta verso il basso, i pantaloncini nascosti, i loro visi vicini, molto vicini, lei con i capelli un po' umidi, le mani di Tsubasa pericolosamente vicino alle gambe nude di Sanae.

Pinto avrà pensato di aver interrotto qualcosa di intimo.

 

Di colpo si allontanano, il ragazzo si alza e va subito alla finestra, dalla quale grida verso la strada a Pinto di risalire. Lui infatti è là sotto, con il fiatone per la corsa sulle scale, scuote la testa, ma Tsubasa è irremovibile, e allora il ragazzino torna sui suoi passi.

Quando entra il suo amico è ancora nel vano della finestra e Sanae ha la schiena appoggiata alla spalliera del divano e le gambe tirate in su verso il petto, con i pantaloncini ora ben in vista.

Pinto li osserva, sospira, poi si siede sul bordo del divano e la ringrazia come si deve.

 

Lei sorride:

“Non c'è problema davvero, però una cosa la voglio sapere: hai imparato il pallonetto effettato almeno?”

Pinto scuote la testa: “Non del tutto, ma la palla comincia a ricadere, anche se lo fa dopo aver oltrepassato la porta…”

“Beh allora basterà imparare a calciare da più lontano!”

Lui la guarda e poi si volta verso la finestra:

“Hai ragione! Vero Tsubasa, che ha ragione?”

Il capitano scuote la testa:

“Beh, non è così semplice Pinto devi sorvolare più di metà campo così, non puoi arrivare sotto porta.”

“Mmm” Pinto è molto pensieroso mentre Sanae e Tsubasa si sorridono.

 

Passata un'ora la ragazza riceve la telefonata di Ramon:

“Ehi, che mi combini? Una volta che ti lascio uscire da sola!”

Sanae ridacchia, è in piedi appoggiata con una spalla al muro, a piedi scalzi, con una caviglia incrociata sull'altra, tiene la cornetta con una mano mentre l'altra arrotola di continuo il filo del telefono.

Tsubasa è seduto sul davanzale interno e segue la conversazione, senza sapere cosa le sta dicendo il ragazzo spagnolo.

È nervoso.

Sa che sono amici e compagni di studio, ma non gli va che siano così in confidenza. Già quando ha saputo che lei alloggiava da lui gli ha dato fastidio, anche per questo ha insistito affinché Sanae restasse lì.

“Sto bene Ramon, davvero, non ti preoccupare. Pinto e Tsubasa si stanno occupando di me.”

In realtà Pinto se ne è già andato, ma non vuole dire a Ramon di essere rimasta sola con il Capitano, e non sa nemmeno lei perché.

“Davvero? Immagino come Ozora vorrà prendersi cura di te... Quindi che fa? Stasera ti fa pensare ad altro con qualche posizione particolare?”

Sanae diventa paonazza, stringe la cornetta e tuona:

“RAMON!”

Tsubasa alza un sopracciglio e si fa più attento, lei gli volta le spalle e fissa il muro, non riesce a guardarlo.

Dall'altro lato le arriva solo la risata cristallina dello spagnolo, che subito si placa e torna alla carica:

“Non mi piace lasciarti lì con lui da sola... ma tu ci vuoi restare vero?”

Sanae non risponde e Ramon sospira:

“Lo sapevo... ho già perso contro di lui. Mi è bastato guardare i tuoi occhi prima dell'appuntamento. Senti facciamo così, domani mattina andando all'aeroporto passo a lasciarti le valigie, poi vedi tu quando tornare. Io rientro e consegno il nostro lavoro.”

Sanae stringe di più la cornetta.

“Grazie Ramon, davvero! Per tutto.”

Lui sorride sprofondato nella poltrona.

“Non ti preoccupare, a domani.”

“A domani.”

Posato il ricevitorie, lei resta a fissare il telefono, mentre davvero le dispiace per Ramon, ma la voce di Tsubasa le scalda il cuore all'istante mentre chiede:

“Tutto bene?”

Lei annuisce e si volta verso di lui.

“Sì, grazie, mangiamo?”

 

Finalmente a tavola divorano il brodo di pollo e i panini al prosciutto della madre di Pinto.

Sanae si posa una mano sulla pancia, ormai sazia:

“È proprio buono questo brodo! Ma tu potevi mangiare qualcosa di più sostanzioso! Devi giocare domani!”

“Sono riserva domani ricordi? E poi il brodo della madre di Pinto è spettacolare!”

Il Capitano le sorride e qualcosa si agita nello stomaco della ragazza, e non è decisamente il brodo.

 

A fine cena Tsubasa riordina e Sanae si appoggia alla finestra ancora aperta, l'aria fresca della sera la fa rabbrividire solo un poco... sente il Capitano trafficare dietro di lei, nel piccolo angolo cottura e avverte una sola sensazione: quella di casa.

 

Passati pochi istanti lui è dietro di lei, la circonda con le braccia e appoggia il suo dorso alla sua schiena, proprio come aveva fatto al parco solo qualche ora prima.

All'inizio lei è rigida, non riesce a muoversi, ma poi piano piano si rilassa e si appoggia a lui, che ha la testa posata sulla sua spalla destra.

Restano così ancora qualche minuto finché Sanae rabbrividisce di nuovo, allora Tsubasa si allunga per chiudere la finestra e si siede sul davanzale interno davanti a lei, a gambe aperte e se la tira contro, il viso della manager è di poco sopra il suo, si guardano negli occhi.

“Ti fa male il viso?”

“Poco... oddio! Devo essere un mostro!”

 

Sanae cerca di divincolarsi per correre in bagno, ma lui la trattiene.

“Non è vero... sei solo un po' violacea…”

“Oh mamma!”

Lei solleva lo sguardo e fissa la sua immagine riflessa nella finestra, effettivamente è proprio un disastro, la parte destra del viso è gonfia e violacea, lei fa una smorfia e cerca di allontanarsi da Tsubasa, ma lui non la molla ancora.

“Dai lasciami, sono un disastro!”

Lui si acciglia.

“Non è vero! Hai avuto un incidente di cui sono parzialmente responsabile, quindi non ho intenzione di lasciarti andare…”

Stringe ancora di più le braccia intorno alla sua vita, e alla fine lei smette di divincolarsi.

Si fissano, nessuno dei due fa un movimento neppur minimo, alla fine è Sanae a non poterne più, si abbassa veloce e bacia Tsubasa sulla bocca, però si ritrae subito, il dolore nello 'scontro' con lui è stato lancinante.

Il Capitano sorride e si avvicina molto lentamente, le sfiora appena le labbra, ma lei schiude subito la bocca e ignorando il dolore risponde quasi disperatamente a quel bacio.

Mentre le loro lingue giocano a rincorrersi, le mani di Tsubasa vagano sulla schiena di Sanae accarezzandola lentamente, mentre le mani di lei si tuffano nei capelli incasinati del Capitano.

Staccarsi e dirigersi in camera da letto, sembra molto naturale a entrambi. Lei è talmente presa da lui e da quello che sta succedendo che non nota nemmeno la stanza.

Tsubasa si siede e se la tira in braccio, ricominciando a baciarla ma stavolta solo una sua mano è sulla sua schiena, sotto la maglietta, l'altra prende una mano di Sanae e ci gioca poi si posa su una sua coscia nuda e accarezza lentamente, lei geme piano a quel contatto e lui sorride.

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Capitolo 7
*** Finalmente Noi ***


Una luce accecante colpisce Sanae in pieno viso, lei si stiracchia e cerca di mettersi seduta, ma è più difficile del previsto e non capisce perché, poi si accorge di avere qualcosa addosso, qualcosa di pesante che non si sposta, a fatica apre gli occhi e si guarda intorno, non riconosce subito quella stanza, non è Manchester e nemmeno l'appartamento di Ramon, poi ricorda: è da Tsubasa!

 

Vede una porta spalancata e intravede la porta del bagno e una sedia del soggiorno. A lato della porta c'è un grande armadio color terra bruciata, e dopo l'angolo del muro la finestra che la sta 'accecando'.

Infine il suo sguardo corre alle lenzuola celesti che l'avvolgono e infine incontra un braccio abbandonato sopra il suo sterno, segue con terrore crescente quell'arto fino al suo legittimo proprietario pesantemente addormentato dietro di lei...

 

Vede Tsubasa: è lì, con la testa di poco sotto al cuscino protesa verso di lei, i capelli arruffati e senza maglietta, dalla vita in giù è coperto dal lenzuolo.

Sanae torna rapidamente indietro con lo sguardo e arriva a se stessa: è nuda anche lei dall'ombelico in su, e mentre inizia ad agitarsi si rende conto di essere nuda anche dalla vita in giù...

 

Che è successo? Oddio non posso aver fatto l'amore con Tsubasa e non ricordarlo....”

Questo pensiero la tormenta e la sua mente fa fatica a mettere a fuoco.

Rivede Pinto, il dottore, la pallonata, la finestra, le mani di Tsubasa sulla sua coscia, poi buio.

Mentre sente le guance andare a fuoco chiude gli occhi e rivive quel momento.

 

Flash - back

 

È in piedi, guarda Tsubasa seduto sul letto, e lascia cadere gli short, poi avanza verso di lui, gli accarezza una guancia e quando sente le mani del Capitano scorrere sulle sue gambe, sfiorale il sedere, chiude gli occhi in estesi totale.

Lui si alza mentre le mani percorrono i suoi fianchi e il suo addome alzando la maglietta insieme che viene sfilata via.

Gli occhi di Sanae si puntano in quelli di Tsubasa, ed è lei a far sparire la felpa e la maglietta. Accarezza i suoi addominali e bacia i suoi pettorali, non è in imbarazzo, le sembra la cosa più naturale del mondo essere lì tra le sue braccia. Lui la stringe a sé e tuffa il viso nei suoi capelli. Le accarezza la schiena e il reggiseno cede immediatamente, seguito a ruota dagli slip.

Le mani di Tsubasa tormentano il suo corpo senza sosta e Sanae continua ad ansimare.

È poi lei a sfiorare a più riprese i pantaloni del capitano, fino a calarglieli a terra, mentre lui si libera da solo dei boxer, ormai inutili per contenere la sua virilità.

 

Fine flash back

 

Sanae si prende il viso tra le mani e lo sente bollente ormai, cerca di liberarsi del braccio di Tsubasa e alla fine ci riesce senza svegliarlo.

In punta di piedi s'infila in bagno e resta sorpresa: il suo volto non è più gonfio, ma decisamente violaceo verso destra, effettivamente si aspettava di peggio.

 

Mentre si guarda sospira e la sua mente torna inevitabilmente alla notte appena trascorsa, quando ha sentito, più che visto, la bocca di Tsubasa addosso:

 

Flash - back

 

Stesa sul letto a occhi chiusi, sospira e si contorce sotto il tocco delle labbra del Capitano che stanno passando in rassegna il suo corpo molto meticolosamente.

E quando lo sente stendersi su di lei, li apre e ritrova quelli intensi di lui puntati addosso.

Sente il peso del suo corpo sopra di lei, la sensazione bellissima, inaspettata di caldo e l'erezione di Tsubasa posata proprio sopra la sua femminilità.

Infine l'unione, con lei che stringe senza sosta la testata del letto tra le mani, ansimando senza riprendere mai fiato.

 

Fine flash – back

 

I suoi ricordi si fermano lì, un po' confusa si infila in doccia, quando il getto dell'acqua calda la colpisce sul retro del collo, ricorda improvvisamente l'antidolorifico che Tsubasa le ha portato a notte fonda, forse perché lamentava dei dolori. Ecco perché non ricorda lucidamente.

Scuote la tesa e resta sotto il getto con la fronte appoggiata al muro.

 

A un tratto sente aprirsi la porta e prima di voltarsi sente le mani del Capitano massaggiarle la schiena e le spalle, poi quel soffio nell'orecchio.

“Buongiorno.”

“B-b-buongiorno…”

Non osa voltarsi, così il Capitano s'insapona le mani e le passa sulla sua schiena, sul collo, sulle spalle, sulle braccia e poi si ferma.

“Sanae, stai bene?”

 

Lei non risponde e Tsubasa cerca di farla voltare, ma quando ci riesce si accorge che lei sta piangendo.

 

“Ehi, ehi che c'è?”

L'abbraccia e lei si lascia andare contro di lui, mentre l'acqua scorre sopra di loro. Quando smette di piangere lui la guarda preoccupato.

“Che c'è? Stai male?”

 

Lei scuote la testa, non sa nemmeno perché sta piangendo.

Deve sembrare scema! Sta piangendo, nuda, in una doccia con Tsubasa, è talmente assurdo che le scappa da ridere...

 

Il ragazzo è allibito non sa più cosa pensare, alla fine lei scuote ancora la testa.

“Scusa! Davvero scusa! È talmente assurdo, insomma: ieri la pallonata il dolore e tutto il resto, poi stamattina mi sveglio e mi ritrovo a letto nuda con te, ricordo quello che è successo, ma l'antidolorifico mi ha annebbiato il cervello, mi infilo in doccia e tu mi segui... scusa non volevo piangere io...”.

 

Non riesce a finire la frase, Tsubasa le chiude la bocca con un bacio delicato ed erotico al tempo stesso.

Dopo essersi baciati, lavati, accarezzati, escono dalla doccia.

Il Capitano asciuga la sua manager molto meticolosamente e lei è sempre più rossa, anche se il livido in faccia camuffa un po' questa sensazione.

Tsubasa sorride e la bacia nuovamente prima di riportarla di peso verso il letto, lei solleva un sopracciglio.

“Cosa pensi di fare Ozora?”

Lui sorride:

“Rinfrescarti la memoria…”

E Sanae ricorda perfettamente quella piacevole sensazione di dolore e sudore addosso, il peso di Tsubasa su di lei, i suoi baci, le sue carezze, tutto diventa reale e assolutamente perfetto.

 

Solo un'ora dopo sono seduti al tavolo a far colazione mentre Pinto bussa alla porta.

“Buongiorno dormiglioni, siete ancora in pigiama?”

“E già…”

Sanae sorride con indosso la maglietta e gli short del giorno prima.

“Per fortuna...” bofonchia Tsubasa a petto nudo, ma con indosso i pantaloni della tuta.

La ragazza gli tira un calcetto sotto il tavolo ed entrambi scoppiano a ridere, Pinto li osserva e sospettoso si guarda in giro, vede il divano intatto, senza coperte, cuscini o altro e la porta della stanza aperta con il letto completamente sfatto.

 

“Ehi Tsubasa, dove hai dormito?”

I ragazzi arrossiscono di colpo e Pinto si alza di scatto in piedi.

“No! Non ci credo! Sono troppo piccolo per queste cose!”

Si catapulta fuori dalla stanza.

Il Capitano scoppia a ridere e si avvicina alla finestra.

“Ehi Pinto, tra poco io devo uscire per la partita, tieni tu compagnia a Sanae?”

“Ok, ma solo quando sarà sola, non voglio vedere niente di sconveniente!”

Sanae scoppia a ridere.

“Povero Pinto lo abbiamo scandalizzato…”

“Non è così piccolo come credi... L'ho visto più di una volta fare lo stupido con le ragazzine del quartiere!”

 

Poco dopo il campione del Barcellona esce per recarsi alla sede della squadra; Sanae gli augura buona fortuna con un bacio sulla guancia, lui sorride e per tutta risposta la bacia con passione sulla bocca.

Pochi minuti dopo compare Pinto, e la guarda un po' sospettoso.

 

“Allora avevo ragione io! Sei davvero la ragazza di Tsubasa!”

“Non ufficialmente ancora…” Sanae alza le spalle.

“Ma avete dormito insieme!”

“Pinto, non urlare, non deve saperlo tutta Barcellona!”

 

Per passare il tempo la ragazza si mette a contare quanti palleggi riesce a fare Pinto prima di far cadere la palla e così ridono e scherzano finché alla porta si presenta Ramon con le valigie.

“Ehi, ciao come stai?”

Lui si guarda intorno velocemente, e poi inclina la testa guardando incuriosito l'abbigliamento di lei.

“Bene, grazie per le valigie.”

“Figurati! Allora ci rivediamo a Manchester!”

Sanae annuisce convinta.

“Certo, saluta tutti e di a Lea che torno presto.”

“Va bene...”

Poi Ramon guarda Pinto e si avvicina alla ragazza, le passa un braccio intorno alla vita e al suo orecchio sussurra.

“Dal tuo sorriso e dal fatto che qui c'è un letto solo... direi che ti sei divertita stanotte… e non mi piace nemmeno un po'... ma del resto lo sapevo.”

Lei arrossisce di colpo e Ramon scoppia a ridere, lei abbassa gli occhi.

“Mi dispiace io...”

Lui le mette un dito sulle labbra.

“Ok ok, non ti preoccupare, davvero, dovevo muovermi prima di Barcellona, o scegliere un’altra meta... bene vado!”

Le bacia una guancia e varca la porta salutando Pinto.

Il ragazzino guarda Sanae.

“C'è qualcosa tra di voi?”

Lei arrossisce di colpo e scuote la testa: “Certo che no!”.

 

Il telefono di casa suona, facendola trasalire e salvandola dalle domande del bimbo. Corre a rispondere.

“Pronto?”

“Pronto, salve.... forse ho sbagliato numero... c'è Tsubasa?”

“No, è alla partita... chi parla?”

“Sono un suo amico…”

“Wakabayashi?”

“Sì... ma chi parla?”

“Ciao Genzo! Come stai? Sono Sanae!”

“Nakazawa! Che bello sentirti! Io bene e tu come stai? No, aspetta: cosa fai a casa di Tsubasa?”

E prima di riuscire a rispondere, Sanae sente Genzo scoppiare a ridere all'improvviso.

“Ehi, che c'è? Perché ridi?”

“No, no niente scusa, allora come mai sei lì?”

“È una lunga storia... ti basti sapere che come sempre centra il calcio.... tu piuttosto come va in Germania? Ho sentito dire che sei un grande portiere ormai!”

“Beh non esageriamo...”

“Come no? Sì sì, anche Tsubasa me l'ha confermato, ora è uscito per la partita, ma gli dirò che hai chiamato.”

“Grazie, sono proprio contento di averti sentito... mi manca il Giappone e anche la Nankatsu…”

“Già, che nostalgia... era una squadra fantastica: tu in porta, Tsubasa in attacco... eravamo perfetti.”

“E sì... ma ora non è più così potremo aspirare a giocare ancora insieme solo in nazionale... bene allora buona giornata Sanae.”

“Anche a te, ciao.”

Chiusa la telefonata Sanae solleva lo sguardo sorridendo e incontra un quadretto piccolo che non aveva notato prima, appeso esattamente sopra al telefono... un biglietto aereo per Manchester...

In Germania Genzo si butta sul divano e sorride, non riesce a smettere, Tsubasa e Sanae... caspita che bello! Non può crederci... poi i ricordi lo assalgono..

 

Ai tempi delle elementari, lui era il capitano del Shutetsu e conosceva bene Anego, era la supporter numero uno della squadra avversaria e più di una volta aveva attaccato briga con lui. Poi era arrivato Tsubasa e Sanae si era subito invaghita...

Ai tempi della Nankatsu, Genzo aveva visto Anego trasformarsi gradualmente in una ragazza a tutti gli effetti, senza più follie e striscioni esultanti, ma attenta alle esigenze della squadra, e ovviamente alle esigenze di Tsubasa...

La sua cotta per lui non si era mai esaurita e in qualche occasione Genzo ne era stato quasi invidioso, a un certo punto aveva perfino avuto voglia di arrabbiarsi con lui, insomma era talmente palese la situazione e invece lui continuava a non capire!

 

Alla fine, lui era partito per la Germania ed era stata una svolta importante, aveva tenuto i contatti con Tsubasa e con la scusa di un'amichevole era tornato in patria e aveva assistito alla semifinale dell'ultimo campionato nazionale che il Capitano aveva giocato con i ragazzi. Durante la partita si era reso conto di quando Tsubasa fosse migliorato, nonostante gli infortuni era stato in grado di fare cose folli.

A fine partita aveva accompagnato il suo amico dal medico della sua squadra, un luminare in quel campo e con loro era andata anche Sanae.

Quando l'aveva trovata lì fuori dall'ambulatorio ad aspettare i risultati degli esami del Capitano, Genzo aveva avuto modo di parlare con lei, l'aveva osservata, trovandola molto cambiata, molto più bella e più riservata, poi aveva visto quello sguardo, quello sguardo che non era cambiato, quello sguardo adorante che seguiva Tsubasa in ogni movimento.

 

Ricorda ancora quella serata, la sua partita amichevole, e la finale del campionato. I suoi pensieri durante il volo di ritorno in Germania avevano stupito lui per primo.

Si era ritrovato a pensare al suo amico, alla sua carriera, ma soprattutto al suo strano atteggiamento con Anego, quell'atteggiamento amichevole, forse troppo, quasi a voler nascondere altro...

Aveva anche parlato con lui, dopo aver appreso della sua decisione di partire per il Brasile, ma non era riuscito a cavare molto dalla loro conversazione.

 

Poi un po' per gli allenamenti, un po' per i ritmi serrati della sua vita, aveva accantonato quel pensiero, fino al giorno in cui aveva incontro per caso la cugina di Kaltz.

Una ragazza molto carina e soprattutto molto spigliata, aveva fatto subito breccia nel cuore di Genzo, che per la prima volta si era interessato a qualcuno estraneo ai campi di calcio.

Quella stessa sera si era messo a pensare a lei e gli era tornata in mente Sanae... e aveva cominciato a capire un po' il comportamento di Tsubasa... da allora erano passati tre anni e lui e Anny facevano copia fissa da un paio di mesi, si erano inseguiti e ignorati per tutto il tempo, prima di riuscire a dichiararsi... Genzo non aveva detto questa novità a nessuno, ma ora poteva condividerla con Tsubasa.

 

In Spagna intanto il Barcellona segna a ripetizione, alla fine del primo tempo sono già 2 a 0.

Tsubasa in panchina segue la partita, sembra molto attento e concentrato, in realtà la sua mente è altrove... è rimasta là, a casa.

È rimasta con Sanae.

Stenta a credere a quello che è successo quella notte. Ha fatto l'amore. La sua prima volta. Ed è stato con Sanae. Ed è stato bellissimo. Ed è stato amore, ne è certo.

Si ridesta alla fine del primo tempo, giusto un attimo prima di sentire l'allenatore annunciare le sostituzioni:

“Ozora: dentro al posto di Rivaul... non voglio che si sforzi troppo.”

Ripresa la partita, Tsubasa dilaga.

È felice e il fatto di poter giocare lo rende euforico.

Passati solo 3 minuti dall'inizio del secondo tempo il Barcellona va in goal con una spettacolare rovesciata del numero 2+8, tutta dedicata a Sanae.

A casa intanto lei e Pinto seguono la partita alla tv, seduti sul divano, ed esultano entrambi all'ingresso di Tsubasa in campo, quando poi viene annunciato il goal ridono e saltellano felici.

Prima della fine della partita Ozora segna altri due goal, e viene acclamato dai tifosi e dai compagni.

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Capitolo 8
*** Separarsi ***


Al suo rientro a casa il Capitano trova i due amici seduti sul divano

intenti a giocare a carte. Osserva la scena pochi secondi prima di essere notato. Pinto è seduto a gambe incrociate tutto concentrato sul gioco, Sanae seduta nello stesso modo di fronte a lui indossa una maglietta rossa e dei pantaloncini di jeans, infatti accanto alla porta ci sono le sue valige, Tsubasa per un attimo si rattrista per l'imminente partenza.

Subito si riscuote quando Pinto si accorge di lui e gli corre incontro esultando per la vittoria.

Sanae lo segue poco dopo, mentre Tsubasa annusa l'aria:

“Cos'è questo profumino?”

“Lo scoprirai presto…”

Replica Pinto prima di scambiare un'occhiata d'intesa con la ragazza.

Il Capitano sorride ai due e posa a terra il borsone.

“Quindi festeggiamo?”

“Certo!” Il coretto che gli risponde lo fa scoppiare a ridere, poi Pinto lo prende per un braccio e lo trascina fuori casa.

“Dove mi porti Pinto?”

“A fare un paio di commissioni…”

“Ma aspetta…”

 

Tsubasa cerca aiuto in Sanae, che per tutta risposta lo saluta con la mano e gli sbatte la porta in faccia.

Mentre il ragazzino continua a trascinare il giocatore in giro, parlando a ruota libera e asserendo di voler riprende l'allenamento del tiro a effetto, Sanae in casa si dà da fare.

Con Pinto hanno già organizzato quasi tutto. Il dolce è in forno - da lì in profumino che ha sentito Tsubasa - l'insalata è pronta nel frigo, e Sanae inizia ad armeggiare con gli yakitori (*) e gli onigiri (*).

Quando è tutto pronto, si rende conto che ha ancora un'ora di libertà, allora si tuffa sulla borsa di Tsubasa la svuota, la sistema e mette a lavare la divisa, sorridendo beata del fatto di potersi occupare di lui come una volta.

 

Dopo aver steso il bucato, s'infila in doccia. Finalmente rinfrescata, decide di infilare un vestito molto carino e leggero, bianco, con le spalline sottili e la gonna un po' svasata che arriva appena sopra il ginocchio; resta volutamente scalza, preferisce così anche quando è in camera al campus. Dà qualche vigoroso colpo si spazzola alla sua chioma, lasciandola poi ricadere sulla schiena.

Finalmente è pronta!

 

Apparecchia la tavola per tutti, compreso Pinto e si siede ad aspettare, in realtà pochissimo, infatti passati solo cinque minuti il bimbo e Tsubasa tornano dalla loro passeggiata forzata.

Quando entrano, il ragazzino sorride beato si affianca a lei.

Il Capitano non riesce a togliere gli occhi di dosso alla ragazza e nota a stento tutto il resto: la tavola imbandita, i piatti prelibati, è tutto molto colorato e allegro.

 

“Caspita! A cosa devo tutto questo?”

“Beh, per la vittoria ovviamente, e per esserti preso cura di me così bene...”

 

Mentre lo dice Sanae arrossisce lievemente e Tsubasa sorride.

Pinto, affamato più che mai, decide di togliere entrambi dall'imbarazzo e si siede subito a tavola per mangiare.

Dopo la cena in perfetto stile giapponese, Pinto attende ansioso la torta.

Sanae la serve subito dicendo di aver imparato la ricetta al campus, ma confessando essere il primo esperimento di pasta frolla, pere e cioccolato.

“Sarete le mie cavie!”

Tsubasa e Pinto si scambiano uno sguardo di finta paura e lei solleva il coltello. “Allora?!”

Subito il Capitano scoppia a ridere seguito dal ragazzino.

Dopo aver divorato ben due fette di torta, Pinto decide di tornare a casa. Sanae gli raccomanda di stare attento e lui tutto impettito sbotta:

“Non sono piccolo!”

Lei sorride ricordando la scena allo stadio. “Ah già dimenticavo!”

Si picchia una mano sulla fronte scoppiando poi a ridere.

Tsubasa osserva la scena ancora seduto a tavola e si sente davvero fortunato in quel momento.

 

Rimasti soli i due ragazzi riordinano, lei lava i piatti e lui li asciuga in assoluto silenzio.

Solo la musica di sottofondo fa loro compagnia, mentre sono intenti a trafficare in cucina.

A pulizie ultimate, Sanae sistema la torta lasciando già pronte e tagliate le residue fette, Tsubasa l'abbraccia da dietro, cingendole tutto il corpo e bloccandole le braccia.

“Grazie... è stata una serata fantastica... la giusta conclusione di un week end fantastico…”

“Ehi ehi, io mi sono fatta male!”

“Ma è stato l'inizio di questo week end meraviglioso!”

Lei sorride e si fa più vicino a lui che la stringe più forte.

La presa viene allentata solo quel poco che basta per far in modo che lei si giri verso di lui, e così occhi negli occhi scatta il bacio.

Passare dal bacio vicini alla cucina, all'essere stesi sul letto di Tsubasa: il passo è breve.

 

Si baciano e si spogliano a vicenda, finché si ritrovano avvinghiati in una morsa dolce e bellissima di gambe legate insieme, di mani che esplorano senza sosta il corpo dell'altro, di baci infiniti, lunghi, decisi, poi più dolci, appena accennati e di nuovo focosi.

Sanae infine guarda il suo Capitano e sospira:

“Sto talmente bene qui con te che mi sembra di non aver fatto altro finora...”

Lui sorride dolcemente alle parole e al rossore diffuso di Sanae.

“Io invece vorrei fare solo questo per il resto dei miei giorni.”

 

La mano di Sanae che accarezza la guancia di lui, la mano del Capitano che ferma quella di lei e le bacia il palmo, poi il polso, indugia con le labbra lì sopra, mentre lo sguardo corre al viso di lei e al suo diffuso rossore, sorride appena e poi si impossessa delle sue labbra.

La ragazza ansima con lui e rotola sul letto tirandosi dietro il ragazzo che finisce sopra di lei e poco dopo dentro di lei, per una fusione perfetta che fa sospirare entrambi di puro piacere.

 

 

La mattina seguente, come promesso, Tsubasa accompagna Sanae all'aeroporto per il cambio del biglietto.

Il volo viene fissato per quella sera alle 19.00 così i due ragazzi tornano in centro città per l'ultima giornata insieme.

Devono affrontare seriamente la situazione, ne sono consapevoli tutti e due, quindi Tsubasa cerca di liberarsi il prima possibile degli impegni con il Barcellona.

 

Quel pomeriggio passeggiano mano nella mano per il parco sotto casa, lo stesso parco della pallonata di Pinto.

“Senti Sanae, io credo che dovremmo parlare seriamente adesso.”

“Già, lo credo anch'io... devo tornare a Manchester per gli esami e proseguire con la vita accademica.”

Tsubasa trae un profondo respiro:

“Lo so, spero solo che non ti sia pentita di quello che è successo…”

Lei scuote la testa mettendo una mano sulla bocca del Capitano.

“Non mi hai fatto finire. Torno a Manchester, ma il mio cuore rimane a Barcellona... con te…”

Tsubasa sorride di più e l'abbraccia.

“Quindi quando ci rivediamo?”

“Dovremo aspettare almeno un mesetto, voglio finire gli esami prima.”

Tsubasa mette un adorabile broncio che fa sorridere Sanae. Infine alza le spalle e ammette:

“Ok... ho aspettato tanto, credo che per un mese posso sopravvivere.”

Si sorridono felici, poi Tsubasa ha un'illuminazione:

“Hai già detto a qualcuno dei nostri amici in Giappone di noi due?”

“No, veramente Yukari ha saputo solo del nostro primo appuntamento, e mi ha risposto di stare attenta, ma di non perdere l'occasione di diventare la signora Ozora!”

“Davvero?!”

Si guardano e scoppiano a ridere.

“Io torno in Giappone tra sei settimane... pensi di poter venire con me per una vacanza a casa?”

“Penso di sì... cos'hai in mente?”

Sanae ancora tra le sue braccia lo guarda curiosa, lui sorride sornione.

“Ho in mente una sorpresa per tutta la vecchia Nankatsu!”

La ragazza scuote la testa, ma decide di accontentare il suo Capitano.

Purtroppo è ora di andare: l'aeroporto li attende.

 

Prima di varcare la soglia del terminal, Tsubasa prende una mano alla ragazza e stringe le labbra. Lei lo fissa incuriosita:

“Tutto bene Capitano?”

Lui annuisce, prende fiato e parla:

“Senti Sanae, voglio solo sapere una cosa da te: io ti considero la mia ragazza... tu mi consideri il tuo ragazzo?”

Lei lo guarda, con lo sguardo speranzoso e le guance arrossate, stringe le labbra e alza le spalle:

“No, per me è solo sesso!”

Tsubasa la guarda sorpreso e lei scoppia a ridere, Anego non ha davvero resistito a prenderlo in giro!

“Capitano scherzavo! Certo che ti considero il mio ragazzo, e guai a te se guardi le altre!”

Lui assottiglia lo sguardo e poi scoppia a ridere a sua volta, trascinandola verso l'imbarco per Manchester.

 

In piedi leggermente defilati rispetto alle persone che procedono all'imbarco sospirano.

Gli occhi che si cercano, le mani che si sfiorano, quel ciao sussurrato all'altro a pochissimi millimetri l'uno dall'altra... è tutto straziante, ma il bacio che li unisce è magico... e non è assolutamente un bacio d'addio.

 

Dopo essersi imbarcata la ragazza rimane a fissare il sedile di fronte al suo per tutto il volo della durata di un paio d'ore, non le sembra vero quello che è successo, non le sembra vero di essere la ragazza di Tsubasa Ozora!

 

Nel frattempo nella sua casa a Barcellona, il Capitano è steso sul letto e sorride beatamente, finché il suono del telefono lo riporta alla realtà.

“Pronto?”

“Oh, sei tornato? Era meglio la voce suadente che mi ha risposto ieri!”

Tsubasa scoppia a ridere.

“Ciao Genzo!”

“Ciao, allora? Ho saputo che il Barcellona ha vinto, Ozora ha segnato, oh quanto è bravo, senza di lui saremmo persi e bla bla bla! Quindi non mi raccontare della partita! Vorrei sapere qualcosa di più sulla signorina che ti gira per casa invece.”

“Non mi gira più per casa, è partita poco fa per Manchester. Ci rivedremo tra sei settimane, e torneremo in vacanza in Giappone insieme.”

Genzo alza un sopracciglio sorpreso:

“Cavolo sei settimane sono tante!”

Tsubasa sospira:

“Decisamente, soprattutto dopo questo week end, ma lei ha gli esami e abbiamo stabilito che la nostra storia non boicotterà i nostri piani, quindi...”

Il portiere si rilassa contro la spalliera del divano, con un sorriso sornione:

“Cavolo! La nostra storia! Senti come parli! Quindi sei cotto?”

Il sorriso di Tsubasa è molto rilassato.

“Diciamo che sono un fidanzato innamorato!”

“Molto bene!”

“Gli altri non sanno nulla, Perciò acqua in bocca! Faremo una sorpresa a tutti!”

“Benissimo, ci sto!”

Parlano per un po' del più e del meno; Tsubasa fa un breve resoconto del week end appena finito... beh, non proprio tutto il week end! Genzo parla solo di allenamenti e della prossima partita che deve affrontare.

 

 

Arrivata al campus, Sanae viene subito investita dall'uragano Lea.

“Dove sei stata? Ramon mi ha detto solo che avevi avuto un piccolo incidente, ma che eri in ottime mani e di non disturbarti!”

Sanae sbatte le palpebre confusa, poi scoppia a ridere.

“Tranquilla Lea, sto benissimo, ho passato un week end molto interessante!”

Sanae posa la valigia e stiracchia le braccia sopra la testa.

Lea seduta sul suo letto la guarda allibita.

“Davvero? Hai conosciuto qualcuno?”

Sanae inclina la testa e sorride:

“Diciamo così...”

“Che vuol dire?”

“Vuol dire che ho incontrato un ragazzo che conoscevo già, ma è stato come se fosse stata la prima volta. È stato bello, romantico divertente, doloroso, visto il mio livido, e molto... passionale!”

Lea scatta in piedi:

“Passionale?”

Poi sbarra la bocca “Hai fatto sesso!”

L'altra ragazza incrocia le braccia sul petto:

“Lea! Non urlare! Comunque sì: ho fatto l'amore con un ragazzo meraviglioso e mi duole dirti che ora sono fidanzata, scusa!”

Lea si lascia ricadere sul letto urlando disperata:

“Nooo e adesso? Oddio ma perché? Non puoi divertiti e basta come fan tutte?”

Sanae la guarda e scoppia di nuovo a ridere:

“Ma Lea!”

Scuote la testa e si siede sul letto accanto all'amica, infine le racconta tutta la storia dall'inizio, da quel giorno lontano in cui lei e Ryo avevano incontrato Tsubasa Ozora, fino al saluto in aeroporto di qualche ora prima.

 

 

La mattina seguente Sanae incontra Ramon nel parco del campus.

Quando sono faccia a faccia, lei trattiene il fiato in imbarazzo, lui inclina la testa e alla fine le sorride.

“Rilassati Sanae!”

Si siedono su una panchina lì vicino e lui racconta di aver consegnato il loro lavoro, che ci sarà una riunione da lì a due giorni e le chiede a che punto è con la preparazione degli esami.

Sanae lo guarda di profilo, stringe le labbra e alla fine gli posa una mano sul braccio.

“Ramon, mi dispiace davvero! Per tutto! Io non sapevo che tu... insomma... e non è stato bello farti assistere a tutta la storia con Tsubasa.”

Lui abbassa la testa e annuisce. “Vero, non è stato bello, ma io non ti avevo detto di essere interessato a te, quindi... va bene così, davvero. Ti ho visto a casa sua, eri raggiante quella mattina. Spero solo che non ti pentirai di aver scelto lui. Perché stai con lui vero?”

Lei annuisce e lui prosegue.

“Ecco, spero davvero che tutto vada bene tra di voi, come spero che tu sia felice.”

Sanae sospira, poi stringe le braccia al collo di Ramon facendo cadere a terra tutti i suoi libri; lui l'abbraccia e nel suo orecchio sussurra:

“Sono qui se ti serve, ci sarò sempre, ricordalo Sanae.”

Lei annuisce e gli sorride ora più rilassata.

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:

La mia Beta mi ha fatto notare di aver fatto cucinare a Sanae piatti troppo italiani... così ho lasciato solo la torta e per gli altri ho consultato Wikipedia: santo subito!!!!

 

* yakitori = spiedini di pollo.

* onigiri = polpette di riso

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Capitolo 9
*** Il futuro è nostro... ***


Questo Capitolo viene dedicato a Mora79: tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti a te, tanti auguri a teeeeeeeeeeeeeee!!!

Immaginala cantata dalla mia flautata voce!

 

 

 

 

 

Passate le famose sei settimane, in cui il Barcellona ha continuato a vincere e Sanae ha ripetuto fino allo sfinimento il suo week end romantico a Lea, instaurando un buon rapporto di amicizia anche con Ramon, i ragazzi sono pronti a rivedersi.

L'incontro è fissato a Francoforte, dove faranno entrambi scalo prima di imbarcarsi per il Giappone.

 

Sanae è seduta su una poltroncina dell'aeroporto e si guarda in giro, è nervosa, non vede l'ora di rivederlo, di baciarlo, continua a passare le mani sulle gambe dei jeans scuri stretti che indossa infilati negli stivaletti, sopra ha una felpa leggera blu con il cappuccio.

D'un tratto lo vede e il suo cuore accelera i battiti.

 

Tsubasa sta venendo verso di lei, jeans anche per lui, ma chiari, maglietta a maniche corte abbastanza stretta da fasciare i suoi pettorali e addominali, felpa grigia legata in vita, occhiali da sole scuri e un sorriso affascinante.

Sanae sente improvvisamente caldo alle guance e si alza in piedi aspettando che lui le arrivi davanti.

Senza praticamente fermarsi Tsubasa le passa le mani in vita e la bacia immediatamente.

Sanae sulle sue labbra sorride e stringe le braccia al suo collo.

Senza lasciare le sue labbra il Capitano mormora:

“Ciao, come stai?”

“Bene grazie, e tu Tsubasa?”

“Sto bene, anzi, ora sto benissimo....”

Sorridono, si baciano di nuovo e si abbracciano stretti, finché qualcuno tossicchia alle loro spalle e molto vicino all'orecchio del Capitano sussurra:

“Siete quasi scandalosi!”

 

I due si staccano di soprassalto e Genzo scoppia a ridere.

Subito Tsubasa stringe la mano dell'amico, mentre Sanae getta le braccia al collo del S.G.G.K. e gli schiocca un sonoro bacio sulla guancia.

“Ehi ehi, voi due basta!”

Tsubasa incrocia le braccia sul petto, anche perché il suo caro amico non si è certo fatto pregare ad abbracciare a sua volta la manager.

 

“Uh il nostro Capitano è geloso?”

Genzo lo prende apertamente in giro, mentre stringe di più la vita della manager che arrossisce subito.

Tsubasa lo fulmina con lo sguardo, ma poi con lui scoppia a ridere.

 

Finalmente riescono a imbarcarsi per il volo finale. Sanae si sistema vicino al finestrino con Tsubasa accanto che le stringe la mano. Genzo è dall'altro lato del Capitano verso il corridoio e decide di schiacciare un pisolino.

Per buona parte del tragitto Sanae racconta a Tsubasa degli esami e di tutte le storie fatte da Lea per sapere nei minimi dettagli la loro storia.

Lui sorride, commenta, racconta delle partite e degli allenamenti, delle prodezze di Pinto che finalmente inizia a capire come funziona il tiro del suo idolo, e infine della felicità della moglie di Rivaul che si è congratulata con lui più volte per la loro relazione.

 

Da quando si sono salutati a Barcellona sei settimane prima si sono sentiti poco, Sanae ha deciso: niente distrazioni! E Tsubasa l'ha assecondata.

 

Dal suo posto a sedere Genzo sonnecchia, ma sorride beato, sentendo i discordi degli amici: è proprio felice per loro e soprattutto è soddisfatto, il suo Capitano ha capitolo che il mondo non gira solo intorno al pallone e alle partite.

 

***

 

Quando scendono dall’aereo trovano ad attenderli una delle macchine della famiglia Wakabayashi, non hanno avvisato gli altri dell’arrivo così da fare una doppia sorpresa a tutti.

 

L’auto accompagna prima Sanae a casa e poi lascia Tsubasa dai suoi, sono tutti d’accordo sul fatto che passate due ore si sarebbero incontrati ancora al campo della Nankatsu, dove probabilmente avrebbero trovato i ragazzi.

 

Nel tragitto che separa casa Nakazawa da casa Ozora, Genzo guarda Tsubasa.

“Allora? Come procede?”

Tsubasa sorride e si volta verso il suo amico.

“Benissimo! Mi è mancata da impazzire in queste settimane e ora non vorrei più lasciarla!”

 

Genzo alza le sopracciglia e scoppia a ridere, il Capitano incrocia le braccia sul petto e sbotta: “Beh che c’è?”

L'altro agita una mano.

“Sei proprio cotto?”

“Perché scusa?”

Genzo gli picchia una mano sulla spalla.

“Non ti è nemmeno passato per l’anticamera del cervello che magari io volevo sapere del Barcellona! Meglio così Capitano! Finalmente ti sei svegliato!”

Tsubasa storce il naso e guarda male il suo amico, ma poi ci pensa: in effetti, Genzo ha proprio ragione.

 

 

Come da intese, dopo due ore tutti s'incamminano per le vie della città fino al campo.

Strada facendo Sanae viene raggiunta di corsa da Genzo che le sorride:

“Allora, cara manager Nakazawa, alla fine sei riuscita a intrappolare il Capitano!”

“Intrappolare?”

Sanae alza un sopracciglio divertita e l'altro annuisce:

“Non ha fatto altro che parlare di te, non mi ha detto niente di niente del Barcellona! Ti pare normale?”

Lei sbarra gli occhi e si copre la bocca con le mani:

“Oddio allora è malato!”

Si guardano un secondo e scoppiano a ridere mentre escono dal parco di fronte al campo di allenamento, dove arrivano praticamente con le lacrime agli occhi.

 

 

Ryo e gli altri sono intenti a fare due tiri come tutti i giorni prima di sera.

A un tratto la loro attenzione viene attirata da Kumiko che si alza e corre incontro a un ragazzo.

Shingo subito le va dietro e si ritrova a sbarrare gli occhi di fronte al suo ex Capitano.

“Tsubasa! Sei tornato! Ma quando?”

 

Il ragazzo viene circondato da tutti e sorride beato, mentre racconta di essere arrivato quel giorno stesso. Dopo le molte pacche sulle spalle e i vari abbracci e saluti, Yuzo urla indicando l’altro lato del campo.

“Anche loro!”

 

La squadra si volta e vede arrivare Sanae e Genzo.

Tutti si riuniscono a centrocampo.

Tsubasa in disparte osserva la scena dei ragazzi che salutano il portiere e delle ragazze che salutano la manager, poi intercetta il suo sguardo e le sorride, lei ricambia senza farsi notare e si fa largo tra i ragazzi, che ammutoliscono e seguono la scena.

 

Lei avanza passando in mezzo alla squadra fino a trovarsi di fronte al suo Capitano. La tensione è palpabile, tutti pensano che quello sia il primo incontro dopo anni, invece i due sono tranquilli, uno di fronte all'altra, lui con le mani in tasca, lei con le mani dietro la schiena.

 

Nel silenzio totale, a Sanae scappa da ridere, ma si trattiene e solleva le braccia, circonda il collo di Tsubasa e lui le stringe i fianchi, si avvicinano ancora, poi lei sussurra.

“Ciao.”

“Ciao.”

Alla fine le loro labbra si incontrano e si schiudono.

 

Un attimo di imbarazzo passa tra i ragazzi presenti, finché Genzo sghignazza.

“Ve l’ho già detto siete scandalosi!”

 

I due protagonisti si voltano e scoppiano a ridere, mentre Sanae fa una linguaccia al portiere.

Tutti gli altri iniziano a commentare, a sorride e per i successivi dieci minuti vogliono sapere cosa è successo.

Tsubasa fa un breve riassunto del loro incontro a Barcellona, tralasciando parecchi punti ovviamente.

Ryo inizia al saltellare felice girando intorno a Yukari.

“Hai visto alla fine avevo ragione io!”

Lei lo guarda e alza gli occhi al cielo, Sanae è curiosa:

“E su cosa Ryo?”

“Che prima o poi avrei ricevuto la partecipazione al vostro matrimonio!”

Tutti scoppiano a ridere, mentre Sanae e Tsubasa arrossiscono.

 

Passata un’ora in cui i ragazzi hanno giocato a calcio e le ragazze hanno parlottato a bordo campo, tutti se ne vanno.

I tre neo arrivati comunicano che la data della loro ripartenza è prevista da lì a due settimane, quindi avranno ancora tempo per stare con gli altri.

 

Ora il Capitano ha solo voglia di accompagnare Sanae a casa, come una vera coppia, come avrebbe voluto fare milioni di volte tanti anni prima.

Mentre sono per strada sotto i ciliegi vicino alla vecchia scuola, lui la ferma, lei lo guarda e inclina la testa.

“Ehi Capitano che c’è?”

“Ho un regalo per te…”

Tsubasa è palesemente in imbarazzo e lei sbatte le palpebre confusa.

“Per me? E come mai?”

 

Lei è molto sorpresa e sgrana gli occhi, a lui sudano le mani, non sa come fare, forse è troppo, ma non ha resistito quando l’ha visto, Sanae lo guarda e raddrizza la testa di colpo.

 

“Tsubasa, stai bene?”

“S-sì… io, insomma… spero che tu accetterai questo regalo! So che è improvviso, ma…”

Sanae lo osserva frugarsi in tasca e poi con sua enorme sorpresa lo vede inginocchiarsi davanti a lei.

“Tsubasa…”

Ora ha le lacrime agli occhi e lui le prende una mano.

La guarda, apre la scatoletta e lei ammira quel bellissimo cerchietto d’oro bianco con un diamantino nel mezzo, trattiene il fiato.

 

“Sanae: vorresti farmi l’uomo più felice del mondo accettando di diventare la Signora Ozora?”

 

Lei lo fissa, non riesce a parlare, annuisce con forza, mentre le lacrime le solcano il viso sussurra.

“Sì…”

 

Tsubasa si alza, le mette l’anello al dito, lo sistema e lo bacia.

Le prende il viso tra le mani e la bacia a fior di labbra, prima di guardarla e sorridere anche lui con gli occhi lucidi.

 

Si baciano ancora e ancora, finché Sanae lo osserva inclinando la testa.

“Prima però dobbiamo sistemare delle cose.”

“Che cosa?”

Tsubasa le prende la mano e la stringe felice di sentire quel cerchietto d'oro al suo dito.

 

“Beh per esempio io devo finire l’anno a Manchester… poi bisognerà organizzare il matrimonio e il mio trasferimento…”

Tsubasa sbarra gli occhi:

“Trasferimento? Davvero? Verrai a Barcellona?”

Lei alza un sopracciglio.

“Perché scusa, vuoi un matrimonio a distanza?”

Lui scuote la testa risoluto.

“No, pensavo che avresti voluto aspettare ed ero agitato, ma l’avrei accettato per te… ma se verrai da me, io… sarò più che felice! Allora devo iniziare a trovare un appartamento più grande!”

 

Lei lo guarda e scoppia a ridere.

“Perché ridi?”

“Perché abbiamo pianificato tutto e non sappiamo ancora quando sposarci!”

“Quando vuoi tu, basta che sia presto, molto presto, voglio svegliarmi con te tutte le mattine, voglio farti felice, viziarti e amarti ogni istante della vita.”

Le accarezza una guancia, e lei si scioglie sotto quello sguardo innamorato.

Si baciano ancora, stavolta è Tsubasa a scoppiare a ridere e Sanae lo guarda.

“Che c’è?”

Lui si trattiene a stento.

“Pensavo a Ryo…”

“Oh non mi ci far pensare! Non ci farà vivere! Continuerà a dire a tutti: io l’avevo detto! Io l'avevo detto! Quasi, quasi non lo invito…”

Si guardano e insieme scoppiano a ridere e si incamminano verso il loro futuro mano nella mano.

 

 

FINE

 

 

 

 

Angolo dell'autrice.

Questa storia è molto semplice e leggera. Spero sia piaciuta.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e chi ha recensito.

Chi mi ha scritto in privato e in chat, un grazie a tutti!

Un grazie speciale e doveroso alla mia Beta, Sanae77, per il lavoro e le risate, ormai indispensabili per noi. Grazie per i suggerimenti, i consigli e per le 'urla' sul fatto che: RIDONO TROPPO!

Nel corso delle mie fanfic ho avuto tra le altre cose: insulti e minacce (Te li affido, te lo affido), lodi costanti e continue (Brasile contro Giappone) e qui ho dovuto 'difendere' il 'povero' Pinto da tutte voi! Ahahahah, mamma mia quante risate per quel bimbo sempre in mezzo!

Mi avete fatto morire!!!

Non perdete la prossima settimana il Capitolo extra dei betaggi e poi si parte con qualcosa di... particolare...

Un bacio a tutti e grazie ancora.

Guiky80

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Capitolo 10
*** Capitolo extra betaggi! ***


E come di consueto ecco i betaggi della mia svitatissima Beta reader Sanae77! Buon divertimento!
 
Capitolo 1: Manchester
 
Posa la valigia e si guarda intorno, vede degli abiti sparsi a terra, alza un sopracciglio e sobbalza, quando alle sue spalle dalla porta entra una ragazza bionda, poco più alta di lei, che la guarda e sbotta: “Tu sei la giapponese vero?”
Sanae le sorride annuendo. “Piacere Sanae.”
L’altra inclina la testa e lascai scivolare i lunghi e lisci capelli di lato. “Sanae… nome interessante, molto particolare, io sono Lea, sono svedese, studio lettere moderne e come puoi notare ho già preso possesso della parte destra della stanza se non ti dispiace.”
La nipponica alza le spalle avvicinandosi all’altro letto.
Mentre Sanae inizia a disfare i bagagli, Lea parla a ruota libera. “Sei molto carina! Cosa studi?” (OH MICA SARA’ LESBICA!??!)
“Scienze umane, facoltà di storia antica.”
Lea inarca un sopracciglio.
“A però sei fidanzata?”
Sussultando la manager nega con la testa, e l’altra batte le mani “Meno male! Io nemmeno, sai che strazio stare in camera con una fidanzata!? Avrebbe detto no a tutto, feste, ragazzi in camera, ogni cosa! Ti piacciono i ragazzi?”
Sanae la guarda a bocca sbarrata, è davvero un fiume in piena quella ragazza.
“Certo che mi piacciono i ragazzi!”
L’altra si passa una mano sulla fronte con fare teatrale. “Meno male! Sai che strazio non poter girare per la stanza in mutande perché dormi con una lesbica! No no meglio così!” (ecco ogni fantasia muore qua)
Sanae sbatte le palpebre due volte a fila e poi scoppia a ridere. L’altra inclina la testa e borbotta. “Ma che ho detto?”
***
“Caspita e chi avrebbe pensato che Nakazawa sarebbe andata in Inghilterra a studiare storia... e io che pensavo di ricevere la partecipazione per il suo matrimonio con Tsubasa!”
Sbotta a ridere Ryo.
“Smettila!”
Lo riprende subito la sua ragazza.
“Non è certo stata colpa di Sanae! Insomma, il Capitano è andato in Brasile poi in Spagna, e non ha tenuto molto i contatti con lei. Che doveva fare? Sedersi in un angolo e attendere il ritorno del campione? Ha fatto benissimo ad andare via!” (ah fatto bene sì,no stai li a grattartela suvvia)
Shingo guarda di sottecchi l’ex compagno di squadra e tenta una minima difesa del suo Capitano.
“Beh Nishimoto tu hai ragione, ma effettivamente nemmeno io pensavo che Nakazawa se ne sarebbe andata, poi tutti sappiamo com’è Tsubasa… soprattutto lei lo sa…”
Yukari annuisce:
“È vero, ma io sono contenta, ha fatto la scelta più giusta, se con Ozora è destino che vada bene, andrà bene lo stesso…” (intanto cara datti da fare che l’Ozora può attendere divertiti)
La risposta di Yukari lascia Ryo con qualche dubbio e decide che Tsubasa merita di sapere la verità... poi potrà decidere.(OH ma i cazzi sua questo mai eh…)
Quella stessa sera Ishizaki telefona in Spagna.
“Ciao Ryo, che bella sorpresa!”
Il Capitano è piacevolmente sorpreso di quella telefonata.
“Ciao Tsubasa come va?”
“Bene, abbiamo vinto anche l'ultima partita e io ho fatto due goal, sono davvero carico! Siamo primi nel torneo e credo che vinceremo il campionato!”
Ryo alza gli occhi al cielo, come al solito il campione parla solo di calcio.(INFATTI LA STESSA COSA CHE HO PENSATO IO … MA UNA TROMBATA NO E’??)
“Bene sono davvero felice per te…”
 *** * ***
In Giappone si passeggia avanti e indietro per la stanza.
“Questo è il punto, non so se fosse il suo sogno... insomma non ha mai detto nulla a nessuno, nessuno sapeva che voleva studiare storia antica! Tu lo sapevi? No? Bene, nemmeno noi! Ma lei ha fatto domanda. Secondo Yukari voleva allontanarsi da qui, ed è rimasta molto male quando ha saputo di dover andare in Inghilterra. La sua idea iniziale era di andare in America... l'Inghilterra è troppo vicina alla Spagna... questo ha detto ad Yukari…”
Tsubasa raddrizza di colpo la schiena.
“Stai dicendo che ha cercato di allontanarsi dal Giappone e non voleva venire in Europa? Ma perché?”(UN DISEGNO PRESTO DATEMI CARTA E PENNA VELOCI)
Ryo alza gli occhi al cielo.(TI CAPISCO RYO PER UNA VOLTA TI CAPISCO)
“Perché voleva allontanarsi da tutto quello che le ricordava te e la Nankatsu, ma venire in Europa non le è piaciuto, troppo vicino a dove ora sei tu... era meglio l'America, ma è arrivata seconda mentre a Manchester ha vinto, quindi ora è lì.”
Il Capitano si affloscia ancora sulla sedia.
“Mi sta evitando…”(100 MINUTI DI APPLAUSI E FISCHI DAL FONDO GRAZIE)
“Beh tu hai mantenuto contatti molto radi con lei, e credo sia stato interpretato come un allontanamento. Ha deciso di continuare con la sua vita... senza di te…”
*** * ***
“Ehi ehi, stai forse dicendo che hai un debole per Anego? Mamma mia, ti ho preso in giro un sacco di volte per questa cosa, ma non pensavo fosse vera!”
“Ryo, credo di essere innamorato di Sanae, ma non posso dirle nulla ora, quando tornerò per le vacanze o altro, vedremo...” (MA SIIII ASPETTIAMO GIUSTO QUEI TRENTA ANNI CHE LE VENGONO LE RAGNATELE… CANE CHE SI PICCHIA LA ZAMPA IN TESTA CAZZO!!!)
Fine flash - back
In un'altra nazione, Tsubasa è sotto la doccia. (UNA DESCRIZIONE DEL CAPITANO SOTTO LA DOCCIA NO E’!?!? STO BUONA VA… ODDIO SOLO IL PENSIERO)
“Caspita è in Inghilterra, è a solo un paio d'ore di volo da qui... e io non lo sapevo, e se non fosse stato per Ryo non l'avrei saputo, è proprio un amico... certo lei non ha ritenuto opportuno dirmelo, starà pensando che non mi importa nulla di lei, visto che non l'ho più chiamata... cosa devo fare?”(UN ALTRO FOGLIO PRESTOOOOOOOOOOOOOOOOO)
*** * ***
Capitolo 2: La partenza
ll quartetto dello stage, una sera, fa particolarmente tardi, e all'uscita Ramon scorta Sanae fino al suo dormitorio, nonostante lei non lo ritenga necessario.
“Insisto! Non puoi attraversare il campus a quest’ora di notte! Non tutti i ragazzi sono a letto a dormire. Parecchi sono ancora a zonzo, sbronzi!”
“Beh, in effetti solo un ragazzo sbronzo importunerebbe me e la mia amata felpa!”
Sanae scoppia a ridere, ma Ramon si fa serio: “Non essere ridicola! Anche con quella felpa addosso sei sexy, io davvero non capisco come tu faccia a non vederlo!”
Sanae diventa molto rossa e guarda a terra. Ramon prosegue:
“All'inizio non capivo perché alcune ragazze parlassero male di te...”
Lei alza di scatto la testa “Male di me!?”(CAZZO CHI E’ CHE PARLA MALE GUARDA CHE VADO LA IO CON UN CRIK CAZZO!!!)
Lui annuisce e prosegue: “Sì, dicevano che eri supponente, snobbavi i ragazzi perché ti sentivi superiore, io non sapevo che pensare, non ti conoscevo e non volevo giudicarti a scatola chiusa.”
*** * ***
“No davvero! Si vede che sei molto concentrata e non vuoi distrazioni, ed è giusto così, però, insomma... potresti anche divertirti ogni tanto, non credi?” (SANAE IN ATTESA DELL’OZORA PUOI FARTI IL TROMBAMICO VA DI MODA ADESSO NON LO SAPEVI!??!?!)
Lei alza le spalle con noncuranza “Sì, in effetti potrei, ma i ragazzi non mi interessano(IL DUBBIO CHE SIA DELL’ALTRA SPONDA……STOP FERMI TUTTI FACCIAMO UNA FANFIC LESBO QUESTA MANCA EHHH SAI CHE BELLO ODDIO GIA’ MI SCORRE IN TESTA), non voglio storie che mi leghino a qualcuno, voglio essere libera di fare le mie scelte, la mia vita, poi si vedrà! Come adesso per lo stage, vedi Emily non può muoversi da qui perché se no il suo ragazzo si arrabbia, ma dico io! Che sistema è di amare qualcuno? Se lo ami lo lasci libero...”(EMILY E’ UNA CRETINA CHE SI FA CONDIZIONARE SU QUESTO TI APPOGGIO IN PIENO)
Abbassa gli occhi e sospira: “Lo lasci libero... come io ho lasciato Tsubasa libero di andare in Brasile senza dirgli nulla... lo lasci libero... ma fa un male cane!”
Ramon la vede triste e decide di non indagare oltre.
*** * ***
Il ragazzo studia le varie mete proposte, poi decide e quando comunica la scelta, Sanae ha un mancamento.
“Ragazzi, ho deciso! Mentre voi starete qui nel grigiore di Manchester, noi ce la spasseremo a Barcellona!” (EVVAI SQUILLANO LE TROMBE… POI SI TROMBA VERO!??!)
La ex manager diventa bianca come un lenzuolo, mentre Emily protesta vivacemente.
*** * ***
“Niente cambi dell'ultimo minuto, oggi prenoto i biglietti, partiamo tra tre giorni. Sanae organizza le tue cose e prepara i bagagli, staremo via due settimane, giusto il tempo degli esami delle altre facoltà, così rientreremo prima che inizino le nostre sessioni.”
“Ok capo…”
Rassegnata Sanae torna al dormitorio a preparare tutto per la partenza con un vago senso di nausea(LE ALTRE TI DIRANNO CHE E’ GIA’ INCINTA A DISTANZA CON IL SOLO PENSIERO *ROTOLA VIA*). Non riesce nemmeno a scrivere a Yukari la novità, che viene comunicata solo a Lea, che entusiasta l'aiuta a fare i bagagli.
*** * ***
Mentre sono in aereo la ragazza sbircia Ramon e ripensa alle parole di Lea. Sì, effettivamente è un bel ragazzo, occhi verdi capelli neri folti, tagliati alle spalle, e sempre raccolti in una coda ordinata, è davvero bello!
Ma c'è qualcuno più bello di lui... e quando la mente trasmette un'immagine di Tsubasa, Sanae sussulta, ma è solo un attimo, poi torna padrona di sé e si rimette a leggere i suoi appunti.(EBBASTA HAI UNO STRAFICO VICINO E BUTTATI)
*** * ***
Scoppia a ridere.
“Non dovresti! Non ne hai nemmeno bisogno…”
E Ramon allunga un'occhiata alla siluette di Sanae, e le guance di lei si colorano.
“Ma non salto il pranzo per la dieta, figurati, è solo che a volte sono così presa nelle letture che non mi rendo conto del tempo che passa. Poi nel pomeriggio magari ho altre lezioni…”
La cena prosegue tranquilla, Ramon spiega a Sanae il motivo della sua scelta di facoltà e il motivo per il quale ha scelto Manchester: allontanarsi dalla sua famiglia, un po' ingombrante.
Sanae, quando lui le chiede notizie di sé, resta vaga, dice solo che aveva voglia di studiare all'estero e la borsa di studio le aveva permesso di spostarsi dal Giappone senza pesare sulla sua famiglia. Nessun accenno al calcio, alla Nankatsu, tantomeno a Tsubasa.(TIPO TERZO SEGRETO DI FATIMA VIA)
Finalmente in camera sua Sanae manda un messaggio a Lea e uno a Yukari senza precisare dove si trova.
*** * ***
A pranzo la ragazza è entusiasta: Barcellona è bellissima!
E la sua biblioteca è immensa, hanno passato più di due ore e Sanae si è resa conto di averne visto solo una parte! Mangiando hot dog seduti su una panchina del parco, i ragazzi osservano il laghetto con i cigni, e improvvisamente Sanae ricorda una passeggiata fatta con Tsubasa molti anni prima, dopo la visita dal medico sportivo che aveva accertato che non c'erano fratture alla gamba del ragazzo. Loro passeggiando avevano pensieri ben diversi: lei voleva prenderlo a braccetto e lui pensava a come raggiungere lo stadio per seguire una partita... (E QUESTO LA DICE LUNGA... PESSIMO OZORA PESSIMO!)
“Un soldo per i tuoi pensieri…” (OHHH MA CHE CARINO OCCHI CHE SFAVILLANO)
La calda voce di Ramon la riporta alla realtà, facendola arrossire leggermente.
“Scusa, ero sovrappensiero…”
“Ho notato! A cosa pensavi? Avevi uno sguardo così dolce e triste al tempo stesso”
“Niente di che... davvero nulla di importate... allora quanto dista da qui l'università?”
Ramon cade nel cambio di discorso e Sanae è salva....
*** * ***
Capitolo 3: La partita
Il ragazzino torna correndo verso di lei.
“Benissimo io mi chiamo Sanae e tu?”
“Io sono Pinto! Molto piacere!” (CHE CULO PROPRIO QUEL RAGAZZINO LI’ HA LE ANTENNE SANAE E’ FURBONAAAA)
I due si stringono la mano.
*** * ***
Sanae cerca di nascondersi, ma non è semplice la gente è molto diminuita e Pinto è troppo basso per nasconderla, allora finge di guardare a terra e da un'altra parte, poi il suo cuore manca un colpo... quella voce... quella voce perfetta....
“Ehi Pinto! Hai visto la partita?”
“Tsubasa! No, non sono riuscito a entrare!” (CHE SPILORCIO CAPITANO E COMPRAGLI UN BIGLIETTO NO!! MA CHE GENTE, NON HO PAROLE)
*** * ***
Il silenzio che ne segue è assoluto, anche Pinto e Juan si accorgono che qualcosa non va, il modo in cui quei due si guardano non è normale.
“Sanae... sei davvero tu?”(NO UN OLOGRAMMA MA FOTTITI OZORA)
“La conosci Tsubasa?”
*** * ***
“Senti Sanae io vorrei parlare con te…”
Il cuore di lei perde un battito.
“Stiamo parlando.”
“No parlare da soli... con un po' di tempo e di tranquillità... ti va di uscire a cena con me stasera? Così per parlare ancora un po'.” (ODDIO PIANGO HA PRESO L’INIZIATIVA HA PRESO L’INIZIATIVAAAAA SBANG CADUTA AL SUOLO)
*** * ***
Capitolo 4: L’appuntamento 
Infatti Ramon è riuscito a farle indossare un abito nero che le arriva appena sopra al ginocchio, attillato e non troppo scollato, senza maniche. Evidentemente Lea l'aveva infilato in borsa a sua insaputa, poi Ramon aveva scovato delle scarpe nere con tacco (anche quelle, quasi certamente opera di Lea).(sta Lea un monumento santa donna)
*** * ***
“Ehi hai imparato a cucinare?”
“No, in realtà è stata la moglie di Rivaul, dopo aver saputo di stasera, ha deciso che non potevo portarti in un posto qualunque, mi ha detto di scegliere un posto carino per un pic-nic. Questo posto l'ho scoperto dopo un mese che ero qui, mi è subito piaciuto e ci vengo spesso, e così ho pensato fosse l'ideale per stasera.” (OHHH A CHE ROMANTICO dai 10 punti guadagnati)
*** * ***
Quando si ritrovano uno di fronte all'altra sul prato Tsubasa le mette una mano dietro la schiena e intreccia l’altra con quella di lei, iniziando a ballare lentamente. (altri 10 punti)
*** * ***
Capitolo 5: Genzo e Yukari
“In un certo senso sì... pensare a lei mi faceva deconcentrare... quando ho smesso di sentirla, ho iniziato a segnare... non so era come avere una vita parallela in cui lei non esisteva... e la mia carriera è progredita... dieci goal e dieci assist... ricordi?”(manu ci diamo un taglio a tutti sti puntini vero!??!)
Rivaul sorride.
*** * ***
Capitolo 6: L’incidente
Sanae non ha il coraggio di guardare Tsubasa, né di opporsi a quel trasporto, non le importa nemmeno dove stanno andando, si fida di lui e si abbandona completamente tra le sue braccia.(CHIAMALA SCEMA VORREI PRENDERE IO UNA PALLANOTA COSI’ E POI ESSER PORTATA A CASA SUA BAH)
*** * ***
Tsubasa annuisce a sua volta.
“Già, quando ha visto che spuntavi dall'angolo ha gridato, ma tu non l'hai sentito, poi ti abbiamo visto cadere, ho pensato di morire…”
Sanae lo guarda, è ancora piuttosto pallido, ma è bello, da far paura.(LO SO, LO SAPPIAMO PORCA PALETTA DICCELO ANCHE PIANGE DISPERATA)
*** * ***
Staccarsi e dirigersi verso il letto sembra molto naturale a entrambi.
Tsubasa si siede e se la tira in braccio, ricominciando a baciarla ma stavolta solo una sua mano è sulla sua schiena, sotto la maglietta, l'altra prende una mano di Sanae e ci gioca poi si posa su una sua coscia nuda e accarezza lentamente, lei geme piano a quel contatto e lui sorride. (TI UCCIDERANNO PER AVER INTERROTTO QUA’ NE SEI CONSAPEVOLE SI’?????)
*** * ***
Capitolo 7: Finalmente noi
La sua mente fa fatica a mettere a fuoco, ma rivede Pinto, il dottore, la pallonata, la finestra, le mani di Tsubasa sulla sua coscia, poi buio, poco dopo rivede se stessa in piedi mentre lascia cadere a terra gli shorts e toglie la maglietta e così nuda tornare verso di lui ancora vestito... sente più che vedere la bocca del Capitano sul suo corpo, poi rivede le sue mani tremanti abbassare i suoi boxer. Ricorda l'estasi, il caldo, il sudore, quel dolore improvviso e dolcissimo e il bacio di Tsubasa a seguire, e poi rivede ancora lui che le allunga un bicchiere con una pastiglia... l'antidolorifico! Ecco perché non ricorda lucidamente. (TEMEVO CHE NON VOLEVI DIRE NULLA NULLA TI AVREI UCCISO LO SAI SI’… IO AGGIUNGEREI UN POCHETTO COMUNQUE NON è VERDE ALMENO GIALLA. PUOI PASSARE ALL’ARANCIONE SE AGGIUNGI QUALCHE DETTAGLIO DECIDI TU.) (Angolo dell'autrice: da qui la mia decisione di passare all'arancio e aggiungere il pezzo che avete letto...)
*** * ***
Flash - back
Stesa sul letto a occhi chiusi, sospira e si contorce sotto il tocco delle labbra del Capitano che stanno passando in rassegna il suo corpo molto meticolosamente. (DONNA FORTUNATA PORCA PALETTA FORTUNATA)
E quando lo sente stendersi su di lei, li apre e ritrova quelli intensi di lui puntati addosso.
*** * ***
Lei scuote la testa, non sa nemmeno perché sta piangendo.
Deve sembrare scema! Sta piangendo, nuda, in una doccia con Tsubasa, è talmente assurdo che le scappa da ridere... (basta che si decide o ride o piange, non è che ora inizi a farmeli ridere e piangere SEMPRE VERO!?!?!? VEROOOOOOOOOOOOOOO!?!?!?!!?)
*** * ***
Non riesce a finire la frase, Tsubasa le chiude la bocca con un bacio delicato ed erotico al tempo stesso.
Dopo essersi baciati e lavati entrambi escono dalla doccia.(Cioè niente ciulata in DOCCIA!!!!!!)
Il Capitano asciuga la sua manager molto meticolosamente e lei è sempre più rossa, anche se il livido in faccia camuffa un po' questa sensazione.
Tsubasa sorride e la bacia nuovamente prima di riportarla di peso verso il letto, lei solleva un sopracciglio.
“Cosa pensi di fare Ozora?”
Lui sorride:
“Rinfrescarti la memoria…” (posso rinfrescarmi la memoria pure io!?!?)
E Sanae ricorda perfettamente quella piacevole sensazione di dolore e sudore addosso, il peso di Tsubasa su di lei, i suoi baci, le sue carezze, tutto diventa reale e assolutamente perfetto.
Solo un'ora dopo sono seduti al tavolo a far colazione mentre Pinto bussa alla porta.(‘sto bambino è sempre fra le palle sappilo!!!)
“Buongiorno dormiglioni, siete ancora in pigiama?”
“E già…”
Sanae sorride con indosso la maglietta e gli short del giorno prima.
“Per fortuna...” bofonchia Tsubasa a petto nudo, ma con indosso i pantaloni della tuta.
La ragazza gli tira un calcetto sotto il tavolo ed entrambi scoppiano a ridere, Pinto li osserva e sospettoso si guarda in giro, vede il divano intatto, senza coperte, cuscini o altro e la porta della stanza aperta con il letto completamente sfatto.
“Ehi Tsubasa, dove hai dormito?”(regola numero 1 SONO DOMANDE CHE NON SI FANNO)
I ragazzi arrossiscono di colpo e Pinto si alza di scatto in piedi.
“No! Non ci credo! Sono troppo piccolo per queste cose!”
Si catapulta fuori dalla stanza.(alleluia alleluia alleluiaaaaaaa)
Il Capitano scoppia a ridere e si avvicina alla finestra.
“Ehi Pinto, tra poco io devo uscire per la partita, tieni tu compagnia a Sanae?”
“Ok, ma solo quando sarà sola, non voglio vedere niente di sconveniente!”
Sanae scoppia a ridere.
“Povero Pinto lo abbiamo scandalizzato…”
“Non è così piccolo come credi... L'ho visto più di una volta fare lo stupido con le ragazzine del quartiere!”(più sveglio di te Capitano questo è certo)
*** * ***
Poi Ramon guarda Pinto e si avvicina all'orecchio della ragazza.
“Dal tuo sorriso e dal fatto che qui c'è un letto solo... direi che ti sei divertita stanotte…”
Lei arrossisce di colpo e Ramon scoppia a ridere. (MA QUA NESSUNO CHE SI FACCIA MAI I CAZZI SUA)
“Ok ok, capito vado!”
*** * ***
Il telefono di casa suona, facendo trasalire Sanae, Pinto scoppia a ridere, e lei corre a rispondere.
“Pronto?”
“Pronto, salve.... forse ho sbagliato numero... c'è Tsubasa?”
“No, è alla partita... chi parla?”
“Sono un suo amico…”
“Wakabayashi?”(se riesce a dirlo le faccio un monumento GIURO)
“Sì... ma chi parla?”(eccolo là quell’altro TONNO)
“Ciao Genzo! Come stai? Sono Sanae!”
“Nakazawa! Che bello sentirti! Io bene e tu come stai? No, aspetta: cosa fai a casa di Tsubasa?”(oh te! il neurone ha girato ma và)
E prima di riuscire a rispondere, Sanae sente Genzo scoppiare a ridere all'improvviso.
“Ehi, che c'è? Perché ridi?”
“No no niente scusa, allora come mai sei lì?”
“È una lunga storia... ti basti sapere che come sempre centra il calcio.... tu piuttosto come va in Germania? Ho sentito dire che sei un grande portiere ormai!”(no sai era andato in Germania per schiacciare cimici ai pali con la testa che non lo sapevi… e pensare che lei dovrebbe averne due di neuroni eh)
“Beh non esageriamo...”
“Come no? Sì sì, anche Tsubasa me l'ha confermato, ora è uscito per la partita, ma gli dirò che hai chiamato.”
“Grazie, sono proprio contento di averti sentito... mi manca il Giappone e anche la Nankatsu…”(tipo …. E mi manchi tu? Così da sconvolgere tutto sghignazza)
“Già, che nostalgia... era una squadra fantastica: tu in porta, Tsubasa in attacco... eravamo perfetti.”
“E sì... ma ora non è più così potremo aspirare a giocare ancora insieme solo in nazionale... bene allora buona giornata Sanae.”
“Anche a te, ciao.”
*** * ***
Ai tempi delle elementari, lui era il capitano del Shutetsu e conosceva bene Anego, era la supporter numero uno della squadra avversaria e più di una volta aveva attaccato briga con lui. Poi era arrivato Tsubasa e Sanae si era subito invaghita...(GIUSTO UN POCHINO E’)
*** * ***
Poi un po' per gli allenamenti, un po' per i ritmi serrati della sua vita, aveva accantonato quel pensiero, fino al giorno in cui aveva incontro per caso la cugina di Kaltz.
Una ragazza molto carina e soprattutto molto spigliata, aveva fatto subito breccia nel cuore di Genzo, che per la prima volta si era interessato a qualcuno estraneo ai campi di calcio.
Quella stessa sera si era messo a pensare a lei e gli era tornata in mente Sanae... e aveva cominciato a capire un po' il comportamento di Tsubasa... da allora erano passati tre anni e lui e Anny facevano copia fissa da un paio di mesi, si erano inseguiti e ignorati per quasi tre anni, prima di riuscire a dichiararsi... Genzo non aveva detto questa novità a nessuno, ma ora poteva condividerla con Tsubasa.(sai che ti chiederanno una storia parallela con sta tizia sììììììììììì)
*** * ***
In Spagna intanto il Barcellona dilaga, alla fine del primo tempo sono già 4 a 0.
Tsubasa in panchina segue la partita, sembra molto attento e concentrato, in realtà la sua mente è altrove... è rimasta là, a casa... è rimasta con Sanae...(I PUNTINIIII)
Stenta a credere a quello che è successo quella notte. Ha fatto l'amore. La sua prima volta. Ed è stato con Sanae. Ed è stato bellissimo. Ed è stato amore, ne è certo.
Si ridesta alla fine del primo tempo, giusto un attimo prima di sentire l'allenatore annunciare le sostituzioni:
“Ozora: dentro al posto di Rivaul... non voglio che si sforzi troppo...”
Ripresa la partita, Tsubasa dilaga. È felice e il fatto di poter giocare lo rende euforico. Passati solo 3 minuti dall'inizio del secondo tempo il Barcellona va in goal con una spettacolare rovesciata del numero 28(2+8), tutta dedicata a Sanae. (tenero lui occhi a cuoricino)
A casa intanto lei e Pinto seguono la partita alla radio(ALLA RADIO MA SEI FUORI!!!!! MINIMO AVRA’ UN 100 POLLICI IN SALA NON CI CREDO DELLA RADIO NO NO NO NEGA CON LA TESTA PIU’ E PIU’ VOLTE…. SE LO VEDE GENZO POI GLIELO SPEDISCE UNO CON AMAZON STANNE CERTA…. GUARDA CHE LO CHIAMO EH!) (Angolo dell'autrice: altro 'delicato' commento che mi ha fatto morire dal ridere, ma poi ho dato un televisore al Capitano...), ed esultano entrambi all'ingresso di Tsubasa in campo, quando poi viene annunciato il goal ridono e saltellano felici.
Prima della fine della partita Ozora segna altri due goal, e viene acclamato dai tifosi e dai compagni.
Capitolo 8
Con Pinto hanno già organizzato quasi tutto. Il dolce è in forno (da lì in profumino che ha sentito Tsubasa), l'insalata è pronta nel frigo, e Sanae inizia ad armeggiare con l'arrosto e le bruschette. (non so, però sono piatti nostri, forse meglio qualcosa del loro paese!?!?!?) (Angolo dell'autrice: Questo pezzo mi era venuto così, e non ci avevo più pensato! Poi LEI mi ha dscritto questo... e allora... va beh abbiate pietà!)
Quando è tutto pronto, si rende conto che ha ancora un'ora di libertà, allora si tuffa nella borsa di Tsubasa la svuota, la sistema e mette a lavare la divisa, sorridendo beata del fatto di potersi occupare di lui come una volta.(sai che IO non lo farei sìììììì e sono cose che fai TU ahahhahaha)
*** * ***
“Caspita! A cosa devo tutto questo?”
“Beh, per la vittoria ovviamente, e per esserti preso cura di me così bene...” (ok sia ben chiaro: voglio una pallonata pure io e voglio essere curata così pure io fine comunicazione di servizio)
Mentre lo dice Sanae arrossisce lievemente e Tsubasa sorride.
Pinto, affamato più che mai, decide di togliere entrambi dall'imbarazzo e si siede subito a tavola per mangiare.(cioè non può togliersi dalle palle il ragazzino no è!?!?)
*** * ***
“Sarete le mie cavie!”
Tsubasa e Pinto si scambiano uno sguardo di finta paura e lei solleva il coltello. “Allora?!”(La Mela si aggirerà con la mazza chiodata se metti entrambi sappilo!)
Subito il Capitano scoppia a ridere seguito dal ragazzino.
*** * ***
Dopo aver divorato ben due fette di torta, Pinto decide di tornare a casa.(FINALMENTE)
*** * ***
Rimasti soli i due ragazzi riordinano, lei lava i piatti e lui li asciuga in assoluto silenzio.(una lavastoviglie popo di spilorcio con tutti i soldi che guadagna gli fa schifo eh….)
*** * ***
Si baciano e si spogliano a vicenda, finché si ritrovano avvinghiati in una morsa dolce e bellissima di gambe legate insieme, di mani che esplorano senza sosta il corpo dell'altro, di baci infiniti, lunghi, decisi, poi più dolci, appena accennati e di nuovo focosi.
Sanae infine guarda il suo Capitano e sospira:
“Sto talmente bene qui con te che mi sembra di non aver fatto altro finora...”
Lui sorride dolcemente alle parole e al rossore diffuso di Sanae.
“Io invece vorrei fare solo questo per il resto dei miei giorni.”
(scuote la testa scandalizzata OOC….. il pallone cazzo, il pallone, quando assaggiano un po’ di topa… ciaoooooo….. vedi alla fine so tuttiiiiii uguali)
La mano di Sanae che accarezza la guancia di lui, la mano del Capitano che ferma quella di lei e le bacia il palmo, per poi concentrarsi di nuovo sulla sua bocca.
La ragazza sorride e rotola sul letto tirandosi dietro il ragazzo che finisce sopra di lei e poco dopo dentro di lei.
*** * ***
“Davvero?!”(Occhio alla Melaaaaa)
*** * ***
Sanae posa la valigia e stiracchia le braccia sopra la testa.
Lea seduta sul suo letto la guarda allibita.
“Davvero!?(ne scegliamo uno altrimenti scende la Mela al terzo che trova stanne certa) Hai conosciuto qualcuno?”
*** * ***
Lea scatta in piedi:
“Passionale?”
Poi sbarra la bocca “Hai fatto sesso!” (ah già… le api i fiori già già)
L'altra ragazza incrocia le braccia sul petto:
“Lea! Non urlare! Comunque sì: ho fatto l'amore con un ragazzo meraviglioso e mi duole dirti che ora sono fidanzata, scusa!”
Lea si lascia ricadere sul letto urlando disperata:
“Nooo e adesso!?(Mela) Oddio ma perché!?(Mela al quinto non hai scampo) Non puoi divertiti e basta come fan tutte?”
Sanae  la guarda e scoppia di nuovo a ridere “Ma Lea!”
Scuote la testa e si siede sul letto accanto all'amica, infine le racconta tutta la storia dall'inizio, da quel giorno lontano in cui lei e Ryo avevano incontrato Tsubasa Ozora, fino al saluto in aeroporto di qualche ora prima.
“Non mi gira più per casa, è partita poco fa per Manchester... ci rivedremo tra sei settimane, e torneremo in vacanza in Giappone insieme.”
“Cavolo sei settimane sono tante!”
“Decisamente, soprattutto dopo questo week end, ma lei ha gli esami e abbiamo stabilito che la nostra storia non boicotterà i nostri piani... quindi...”
“Cavolo... la nostra storia… senti come parli! Quindi sei cotto?”(I PUNTINIIIII)
***
Capitolo 9
Il ragazzo viene circondato da tutti e sorride beato, mentre racconta di essere arrivato quel giorno stesso. Mentre tutti gli danno pacche sulle spalle, Yuzo urla indicando l’altro lato del campo.
“Anche loro!”
Tutti si voltano e vedono arrivare Sanae e Genzo.
Ora sono tutti a centrocampo Tsubasa in disparte osserva la scena dei ragazzi che salutano il portiere e delle ragazze che salutano la manager, poi intercetta il suo sguardo e le sorride, lei sorride di più e si fa largo tra i ragazzi, che ammutoliscono e seguono la scena.
Lei avanza passando in mezzo alla squadra fino a trovarsi di fronte al suo Capitano, la tensione è palpabile tutti pensano che quello sia il primo incontro dopo anni, invece i due stanno sorridendo. (sai che stanno sorridendo troppo da un po’ vero!??!)
Sanae solleva le braccia e circonda il collo di Tsubasa e lui le stringe i fianchi, si avvicinano ancora, poi lei sussurra.
“Ciao.”
“Ciao.”
E alla fine le loro labbra si incontrano e si schiudono.
Tutti sono ammutoliti mentre Genzo sghignazza.
“Ve l’ho già detto siete scandalosi!”
I due protagonisti si voltano e scoppiano a ridere, mentre Sanae fa una linguaccia al portiere, tutti gli altri iniziano a sorridere e per i successivi dieci minuti vogliono sapere cosa è successo.
Tsubasa fa un breve riassunto del loro incontro a Barcellona, tralasciando parecchi punti ovviamente.
Ryo scoppia a ridere guardando Yukari.
“Hai visto alla fine avevo ragione io!”
Lei lo guarda e alza gli occhi al cielo, Sanae è curiosa:
“E su cosa Ryo?”
“Che prima o poi avrei ricevuto la partecipazione al vostro matrimonio!”
Tutti scoppiano a ridere, mentre Sanae e Tsubasa arrossiscono.
Passata un’ora in cui i ragazzi hanno giocato a calcio e le ragazze hanno parlottato a bordo campo, tutti se ne vanno, i tre neo arrivati comunicano che la data della loro ripartenza è prevista da lì a due settimane, quindi avranno ancora tempo per stare con gli altri.
Tsubasa accompagna Sanae a casa, ma prima di arrivare la ferma, lei lo guarda e inclina la testa.
“Ehi capitano che c’è?”
“Ho un regalo per te…”
“Per me? E come mai?”
Lei è sorpresa e sgrana gli occhi, a lui sudano le mani(vedi che non sudano solo alla mia Sanae tzé), non sa come fare, forse è troppo, ma non ha resistito quando l’ha visto, Sanae lo guarda e raddrizza la testa di colpo.
“Tsubasa, stai bene?”
“S-sì… io… insomma… spero che tu accetterai questo regalo… so che è improvviso, ma…”(PUNTINIIIIII)
Sanae lo osserva frugarsi in tasca e poi con sua enorme sorpresa lo vede inginocchiarsi davanti a lei.
“Tsubasa…”
Ora ha le lacrime agli occhi e lui le prende una mano, la guarda, apre la scatoletta e lei ammira quel bellissimo cerchietto d’oro bianco con un diamantino nel mezzo perciò trattiene il fiato. (Angolo dell'autrice: all'inizio l'anello del Capitano non aveva un diamantino, ma la mia Beta mi ha scritto questo: spilorcio, lavastoviglie no e diamantino no ma fottiti Ozora con tutto quello che guadagni va la)
“Sanae… vorresti farmi l’uomo più felice del mondo accettando di diventare la Signora Ozora?”(ODDIO OCCHI CHE SFAVILLANO AVRA’ DORMITO FIN’ORA MA CAVOLO S’E’ SVEGLIATO TUTTO INSIEME – vedi che aveva ragione Ryo!)
Lei lo fissa non riesce a parlare, annuisce con forza e mentre le lacrime le solcano il viso sussurra.
“Sì…”
Tsubasa si alza, le mette l’anello al dito, scoprendo che è leggermente largo,
*** * ***
FINE
 
Ti lovvissimo Beta mia!!!!!

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