It's true, I was made for you

di calzonaxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti! Sono una grandissima appassionata di Grey's Anatomy e lo seguo da molti anni. Ho letto molte fanfictions su questa serie tv ed in particolare sulla coppia Callie/Arizona, che è in assoluto la mia preferita. Adoro specialmente il personaggio di Callie, la trovo molto vera e spontanea. Poi sono troppo dolci insieme, le amo! Ho deciso di provare a scrivere una storia perché mi trovo molto coinvolta da questa coppia e mi è venuta un'idea per una fanfic che, a mio parere, potrà diventare molto interessante. Dato che è la mia prima storia su questa coppia mi piacerebbe ricevere recesioni, sia positive sia negative, così che possa migliorare il mio stile che non è un granchè. Un grande abbraccio e spero che la mia fic vi piaccia! 

Prologo. "It's true, I was made for you"
"Tesoro, scendi! La colazione è pronta!"
Al piano di sopra una ragazza si alzò dal letto ancora mezza addormentata, con i capelli arruffati ed il pigiama sgualcito. 
"Dormigliona, scendi o farai tardi a scuola!" , urlò spazientita la stessa voce che proveniva dalla cucina. 
"Arrivo, mamma!" biascicò la giovane, con la voce impastata. 
Calliope Torres era sempre stata una ragazza molto diligente. 
Amava studiare e ci metteva tutto l'impegno del mondo nel farlo, ma non capiva proprio il motivo per cui si dovesse svegliare ogni mattina all'alba quando avrebbe potuto dormire beatamente nel suo letto. 
Questo, fondamentalmente, era l'unico motivo per cui Calliope odiava andare a scuola. 
Per il resto era tutto perfetto: aveva amiche formidabili, come Addison e Miranda; aveva un fidanzato mozzafiato che si chiamava Tom, un migliore amico super comprensivo di nome Mark ed era una delle ragazze più ammirate della scuola. E non solo per il suo aspetto fisico(anche se era indubbiamente una bella ragazza), ma per la sua intelligenza, il suo senso dell'umorismo e la sua gentilezza. 
Insomma, c'era da dire che Calliope Torres aveva tutti i requistiti per essere considerata una brava ragazza.
"Callie, ecco i biscotti con il latte caldo" disse sua madre vedendo entrare la ragazza in cucina, "ed ecco i post-it dove ho indicato tutto quello che devi fare nell'arco della mattinata" sua madre indicò il frigo sul quale erano appesi tutti i pezzetti di carta gialli. 
"Te li leggo per sicurezza: metti in ordine la cucina dopo aver fatto colazione, lavati i denti con il nuovo spazzolino che mamma ha messo in bagno, mettiti la camicetta nuova che abbiamo comprato l'altro giorno, chiudi le finistre del salotto...mi raccomando assicurati che siano chiuse per bene sennò Macchia scappa! E poi...spegni le luci, prendi la chiave di casa e...basta, ecco tutto!" terminò suo madre, dando un bacio sulla guancia alla figlia ed uscendo velocemente dalla porta sul retro. 
"Va bene mamma..." disse Callie, facendo un sospiro di rassegnazione. 
Dopo aver fatto tutto quello che i post-it indicavano, la ragazza riuscì ad uscire di casa e si avviò verso la scuola. Per fortuna distava solo un isolato, così in meno di 5 minuti raggiunse l'entrata.
"Callie! Ehy, sono qua!" una voce squillante fece voltare Calliope che si ritrovò davanti la sua migliore amica, Addison Montgomery, nonché capitana della squadra di basket femminile della scuola. 
Callie salutò l'amica con un bacio sulla guancia e le due si avviarono verso la classe.
"Allora, che fine ha fatto la tua sveglia stamattina? Io oggi devo andare a ricomprarla, non ti dico altro!" disse Addison scoppiando a ridere.
"La mia sveglia di stamani è stata la mamma, ma giuro che avrei voluto farle fare la stessa fine della tua sveglia!" rispose Callie, ridendo a sua volta.
"Ma non mi dire! Ancora post-it?!" chiese sbalordita l'amica.
"Ancora post-it..." disse rassegnata Callie.
"Geniale!" enfatizzò Addie dando una pacca sulla spalla dell'amica.
"Geniale!? E' stressante!" disse Calliope "aspetta, ma dov'è Miranda?" 
"Ha detto che ci raggiungeva in classe, penso che sia con il suo ragazzo..." 
"Ehy, aspetta! La Bailey ha un ragazzo? Quella stronza me la pagherà per non avermelo detto!" 
"Chi sarebbe la stronza?" la voce sarcastica di Miranda fece voltare le due ragazze, che sorrisero all'amica.
"Miranda dovevi dirmelo! Adoro il gossip!" esordì Callie avvicinandosi a Miranda.
"Proprio perché adori il gossip non volevo dirtelo!" disse la Bailey facendo ridere le due. 
"Su, andiamo o faremo tardi" disse Addison, incamminandosi verso l'aula con dietro Miranda e Callie che si scambiavano battutine sarcastiche. 
Durante la pausa pranzo le tre amiche raggiunsero la mensa e lì Callie trovò il suo fidanzato.
 Tom era uno dei ragazzi più belli della scuola, ed anche uno dei più donnaioli, ma con Callie sembrava fare sul serio. Stavano insieme da 5 mesi ormai e si volevano un gran bene. 
Prima di fidanzarsi erano sempre stati buoni amici, ma un giorno si trovarono sotto le coporte senza una ragione ben precisa e dal quel momento decisero che valeva la pena provarci.
"Come procede la tua giornata bellezza?" chiese Tom alla sua ragazza
"Apparte la noia ed il sonno tutto bene...tu?" rispose lei accennando un sorriso.
"Anche io sono molto stanco, stanotte ho dormito pochissimo perché ho un raffreddore tremendo...comunque oggi pomeriggio ti va di andare a fare una passeggiata al parco?" chiese il ragazzo speranzoso.
"Tom oggi devo stare in casa a controllare Macchia, perché la mamma non c'è...ti va di venire da me? Magari guardiamo un film...ho anche i pop-corn!" rispose lei sorridendo.
"Certo che mi va tesoro! Passo alle quattro?" 
"Vada per le quattro! Vado a lezione, a dopo!" disse lei, dando un bacio a stampo al suo ragazzo. 
Alla fine di quella giornata stressante Callie non vedeva l'ora di tornare finalmente a casa e mettersi sul letto a sfogliare un libro.
"Callie, così oggi pomeriggio mi dai buca per stare con Tom? Non ci posso credere!" disse Addison uscendo da scuola con lo zaino in spalla.
"Addie, scusa...ti giuro che sabato stiamo insieme! Mi dispiaceva dire di no a Tom..." 
"E io cosa sono? Lo zerbino? Dai Callie che palle! Oggi iniziano i saldi in centro!" 
"Addie okay okay! Verrò con te verso le sei! Va bene?" 
"Andata! Sei un'amore!" concluse Addison dando un bacio sulla guancia all'amica e salendo sull'autobus.
Calliope si incamminò ed arrivò velocemente a casa, ma cercando le chiavi si rese conto di essersele scordata.
"Non ci credo! Porca miseria!" esclamò la latina, battendo un pugno sulla porta "Ed ora come faccio? Come!?" 
Callie stava pensando a tutte le opportunità: la mamma non poteva arrivare a casa perché era a lavoro, il papà lo stesso...sua sorella, beh sua sorella era a pranzo da un'amica! 
"Che giornata..." sussurrò Callie buttando gli occhi al cielo.
"Ehy, ciao! Ti serve una mano?" 
Una voce estranea fece voltare Callie. Davanti a sé vide una ragazza che non aveva mai notato un giro, con i capelli biondi e lisci, gli occhi azzurri come l'oceano ed un super sorriso.
"Ehy, beh, sono rimasta fuori..." disse Callie imbarazzata.
"Posso aiutarti ad entrare dalla finestra, ho notato che è leggermente aperta" disse la ragazza sfoggiando di nuovo il suo sorriso.
"Oh merda...mi sono scordata di chiudere le finestre e prendere le chiavi! Che cretina, dovevo seguire quei dannati post-it..." disse tra sé e sé la latina. 
"Come scusa?" cercò di chiedere la bionda, con un'espressione molto buffa.
"Saresti molto gentile ad aiutarmi, ti ringrazio" disse Callie velocemente, diventando rossa dall'imbarazzo "Comunque io sono Calliope Torres, non ti ho mai vista da queste parti"
Prima di scavalcare la finestra la bionda si voltò e si rivolse a Callie con il solito sguardo magnetico ed il suo sorriso magico. 
"Mi sono trasferita oggi e frequento la tua stessa scuola, ma sono un anno più piccola. A proposito ti ho vista oggi nel corridoio, avevo intenzione di fermarmi per dirti che sei molto bella, ma la vergogna è prevalsa. Perciò te lo dico adesso, dato che sei rimasta chiusa fuori casa e sei imbarazzata pure tu. Sei bella ed io sono Arizona Robbins".

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Io difendo sempre ciò che amo, Calliope. 


I giorni seguenti passarono con una monotonia e una lentezza disarmante per Calliope. La scuola era iniziata da poco tempo, ma già doveva studiare pagine su pagine per interrogazioni, compiti ed esercitazioni.
In quei casi la sua voce interiore chiedeva sempre: 'Calliope Torres, per quale assurdo motivo ti sei iscritta al liceo?!'

Ecco, bella domanda.

Per di più, le sue due migliori amiche non facevano altro che ripeterle che doveva smettere di studiare, che doveva andare a fare shopping, che doveva stare con il suo super-figo fidanzato muscoloso ecc...Calliope, puntualmente, non faceva caso ai loro commenti.
Il poco tempo libero che le rimaneva lo impiegava stando seduta in giardino, leggendo o semplicemente guardando la strada, per godersi quei pochi giorni che restavano prima dell'arrivo della pioggia e del freddo.
Quel pomeriggio, però, avrebbe dovuto vedere Mark, il suo migliore amico di una vita. Mark era partito per una vacanza-studio in Italia a giugno, ed era tornato in tempo per l'inizio del nuovo anno scolastico. Era un ragazzo fantastico, comprensivo e conosceva Callie come le sue tasche.
Alle quattro in punto la latina sentì suonare quattro volte il campanello, un sorriso si formò sul suo volto e, velocemente, si avviò ad aprire la porta a Mark. Beh, sapeva per certo che era lui perché era l'unico che suonava per ben quattro volte il campanello.
“Mark!” esclamò Callie saltando letteralmente addosso all'amico.
“Ehy ehy gioia, vacci piano!” disse il ragazzo con voce suadente “so di esercitare un certo fascino su chiunque, ma questo non ti giustifica affatto..:”
“Sta' zitto e fatti abbracciare!” replicò stizzita, ma divertita, l'altra “mi sei mancato Mark!”
“Anche tu, mostriciattola!” disse lui, mettendo in disordine i capelli della ragazza.
Mark e Callie si misero a sedere in giardino, uno accanto all'altro, ed iniziarono a parlare del viaggio di Mark.
“L'Italia è stupenda, di una bellezza mozzafiato...” disse Mark “credo che sia uno dei Paesi più affascinanti del mondo! E poi c'erano delle ragazze, mh...”
“Mark! Non riesci ad apprezzare niente che non c'entri con le donne?” replicò innervosita la mora.
“Callie un uomo deve sempre apprezzare certe cose!” disse Mark sorridendo “Ah, giust'appunto, mentre venivo ho visto che hai una nuova vicina...e che vicina!”
Callie dette un pugno sul braccio all'amico. “Sei incredibile, non ti smentisci mai!” disse lei, sospirando. La ragazza che aveva visto Mark doveva essere la biondina che aveva conosciuto qualche pomeriggio prima. Arizona, ecco come si chiamava. Arizona Robbins. Callie si ricordava del modo bizzarro con cui quella ragazza si era presentata ed era rimasta stupita di tutti quei complimenti. Se proprio dobbiamo ammetterlo, Callie pensò a quella ragazza per più tempo del dovuto, perché quegl'occhi azzurri come il mare era troppo belli per essere accantonati subito. Ariziona, inoltre, si era dimostrata subito una ragazza socievole e molto simpatica, così Callie la salutava tutte le volte che la incontrava per i corridoi di scuola.
“Comunque la ragazza che hai visto si chiama Arizona” disse Callie con tranquillità.
“Come la nave da guerra?” rispose Mark interessato.
“Ehm...non lo so! Dovresti chiederlo a lei!” scherzò Callie, allargando le braccia.
“Bene, allora andrò da lei!” esclamò Mark, alzandosi dall'erba.
“Cosa!? Sei pazzo?” disse Callie alzandosi a sua volta.
“Dovevo trovare comunque un pretesto per parlare con quella ragazza e, come si dice, ho colto la palla al balzo!” rispose Mark, facendo l'occhiolino.
“Mark, aspetta! Non puoi presentarti da solo da Arizona, non ti ha mai visto prima! Faresti meglio a parlarle a scuola! Mark! Ascoltami!” urlò Callie nel tentativo di fermare l'amico.
“Allora vieni con me, Calliope!” disse Mark, scavalcando il muretto e dirigendosi verso il giardino dei Robbins.
Callie sbuffò e partì a corsa verso l'amico, che intanto aveva già bussato alla porta. La ragazza si affiancò a Mark e, prima che potesse dire qualcosa di offensivo verso l'amico, un uomo adulto aprì alla porta.
“Signor padre di Arizona?” disse Mark dopo qualche secondo di silenzio. Callie alzò gli occhi al cielo e si vergognò come mai prima di quel momento di essere amica di un tale idiota.
“Sì, sono il signor Robbins. Posso fare qualcosa per voi, ragazzi?” disse l'uomo, accennando un sorriso di cortesia.
“Signore, volevamo sapere se Arizona era a casa” continuò Mark.
“Sì, dovrebbe essere in camera sua a studiare, ma ve la chiamo subito” disse il padre, che si voltò per raggiungere la camera della figlia.
“Tu non capisci niente! Come diavolo ti è venuto in mente?! Che figuraccia!! Poi suo padre...” protestò la ragazza, mettendosi le mani sul viso.
“Stai calma, il piano sta funzionando! Stasera, ci scommetto, riuscirò ad uscire con questa ragazza! Te lo assicura il vecchio Mark!” rispose lui, fiero.
“Io mi domando: come si fa ad essere così dannatamente stupidi?! Spero proprio che Arizona-” iniziò Callie, per poi fermarsi, vedendo la ragazza aprire la porta. I capelli biondi le scivolavano dolcemente sulle spalle, una maglietta di lino accarezzava dolcemente i suoi fianchi ed un paio di jeans scuri le fasciavano perfettamente le gambe snelle. Callie rimase un attimo in silenzio ad osservarla, con accanto Mark che aveva la bocca aperta e gli occhi spalancati. Poi la latina tossì e riuscì a parlare.
“Ciao Arizona” disse la mora, dando una gomitata nelle costole all'amico.
“Ciao Callie” disse Arizona, sorridendo.
“Ehy, ciao. Sono Mark” disse poi il ragazzo, porgendo la mano destra alla bionda. “Volevamo chiederti se ti andava di stare un po' con noi, sai per parlare e per conoscerci. So che ti sei trasferita da poco...”
“Ciao, sono Arizona. Sì, in effetti sono qua da poco...” disse Arizona “comunque mi farebbe piacere venire con voi” concluse la bionda, guardando Callie.
“Bene, andiamo a casa di Callie!” disse Mark, alzando i pollici.
Callie lo guardò per un attimo e poi accennò un sorriso alla bionda, che continuava a guardarla.
I tre ragazzi arrivarono velocemente nel giardinetto di Callie e si misero a sedere sull'erba fresca.
“Allora, Arizona, ti sei trovata bene nella nuova scuola?” chiese Mark.
“Sì, molto bene a dire il vero. Ci sono persone molto carine in giro” rispose Arizona, guardando la latina.
Callie intanto si sentiva imbarazzata per quella situazione, anche se non riusciva a capire il perché. Lo sguardo di Arizona puntato su di lei la metteva in soggezione.
“Lo puoi dire forte!” disse Mark, sentendosi chiamato in causa “quanti anni hai?”
“Ho un anno meno di Callie, quindi diciassette” rispose la bionda con un sorriso di cortesia.
“Io ho la stessa età di Callie, ci conosciamo da una vita ormai...” disse Mark cercando di risultare dolce “per lei è una fortuna avere un amico come me!” concluse facendo il simpatico.
“Oh, Mark, se fossi in te inizierei a sfoderare delle battute migliori per fare colpo” rispose Callie, sorridendo all'amico. Arizona rise di gusto, mentre Mark sbuffava risentito.
“Ehy Arizona, lascia perdere Calliope...” disse Mark, sospirando.
“Calliope è il tuo nome per esteso? E' magnifico!” esclamò Arizona, voltandosi verso la mora.
“In realtà a me non piace molto, quindi preferisco sempre che gli altri mi chiamino Callie, non è vero Mark?” disse Callie, leggermente infastidita.
“Non dovrebbe darti fastidio, Calliope è un nome così particolare...” disse Arizona sorridendo sinceramente.
Il suo nome suonava così bene detto da Arizona che iniziò improvvisamente ad apprezzarlo di più.
“Ed invece il tuo nome? Arizona come la nave da guerra?” domandò Mark, rientrando nel discorso e rattristito per avere un nome 'normale'.
“Ebbene sì. Più precisamente come la U.S.S Arizona. Sono stata cresciuta per essere un buon marinaio anche durante una tempesta” rispose Arizona, con tono fiero. Callie alzò lo sguardo ed incontrò quello della bionda.
“Dovrai essere orgogliosa di portare questo nome” disse la mora.
“Lo sono. Il mio nome mi descrive perfettamente. Io difendo sempre ciò che amo, Calliope” rispose lei.
Callie la guardò, accennando un sorriso. Arizona Robbins era pazzesca.
“Ehy, Arizona” Mark cercò di interrompere lo scambio di sguardi tra Callie e la bionda “ti andrebbe di uscire con me una di queste sere? Mi piacerebbe conoscerti meglio”
Arizona guardò Mark e sospirò.
“Mark, mi trovo in imbarazzo...” rispose Arizona.
“Per ora possiamo farlo anche solo in amicizia! Poi si sa, dall'amicizia nasce sempre qualcos'altro...!” disse Mark, facendo un occhiolino.
“Mark, non so come dirtelo, ma diciamo mi piace un altro genere di persone...” Arizona sospirò e guardò Callie, che intanto stava trattenendo una risatina.
“Arizona ti farò cambiare idea! Te lo assicuro!” esclamò Mark.
“Mark, sono lesbica!” disse Ariziona spazientita “quando dico che mi piace un altro genere di persona, intendo nel vero senso della parola!”
Callie sorrise vedendo la faccia dell'amico, che sembrava aver appena visto un asino che vola.
“Scusalo, Arizona. E' sempre stato abituato ad ottenere ogni ragazza che desiderava, diciamo che non accetta la sconfitta” disse Callie, facendo ridere la bionda. Callie pensò a quanto fosse bello quel sorriso, aveva qualcosa di magico...
“Mark, vai a casa e chiama Addison” disse Callie all'amico.
“Perché dovrei chiamarla?” rispose Mark.
“Magari ti fa compagnia lei, ti vedo triste” rispose Callie sorridendo.
Addison aveva sempre avuto una cotta per Mark e forse quello era il momento giusto per far mettere insieme i suoi due migliori amici.
“Eh va bene...” disse sconfitto il ragazzo “ci vediamo in giro” salutò sia Callie sia Arizona.
“Ciao Mark, mi dispiace..” disse Arizona, nascondendo un sorriso.
Mark se ne andò e solo quando voltò l'angolo le due iniziarono a ridere così tanto da far affacciare la vicina per vedere se tutto andasse bene.
“Hai visto la sua faccia? Arizona, sei fantastica! Questa scusa per non uscire con un ragazzo l'avevo provata anche io, ma non mi era mai riuscita così bene!” disse Callie, che stava ridendo ancora.
Arizona si fermò improvvisamente. Una scusa? Callie era forse impazzita?
“Che succede?” chiese Callie, preoccupata.
“No niente, tranquilla. Adesso però devo proprio andare. Ci vediamo” Arizona non dette il tempo a Callie di rispondere, poiché se ne andò lasciandola da solo sull'erba piena di rugiada.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La storia inizia.

Quella mattina Calliope era veramente infuriata.
E non perché sua madre non aveva comprato i suoi biscotti preferiti e nemmeno perché Tom era rimasto online su whatsapp fino alle tre la notte precedente, quando le aveva detto che sarebbe andato a letto presto.
Era arrabbiata con una bionda lunatica e incomprensibile che viveva a pochi metri da casa sua.
Quella ragazza se n'era andata dal giardino della mora senza una minima spiegazione e, per tre giorni, aveva evitato Callie sia per i corridoi di scuola sia davanti casa.
Callie aveva cercato in tutti i modi di chiarire, ma sembrava veramente impossibile trovarla e, se ci riusciva, la bionda non le dava modo di parlare.
Quella mattina, però, Callie era decisa a scovare quella maledetta ragazza, perché sentiva un peso assurdo sullo stomaco che doveva assolutamente togliersi. Si era interrogata per una notte intera sul possibile motivo di quel cambio d'umore nei suoi confronti, ma non aveva trovato una risposta plausibile. Parlando con Arizona avrebbe finalmente trovato la risposta a tutte le domande che aveva in testa.
Presa dall'agitazione, quella mattina Callie si vestì velocemente e prese lo zaino con dentro i suoi libri. Salutò sua madre, che stava dando i croccantini a Macchia, e uscì di corsa dalle scale sul retro. Prima di andare verso scuola Callie si voltò verso la casa di Arizona, ma la finestra della sua camera, che era rivolta verso la casa della mora, era serrata proprio come i giorni precedenti. Alla fine Callie scrollò la testa, si mise apposto i capelli ed attraversò la strada. Dopo aver percorso qualche metro la latina sentì il rombo di un motorino provenire dalla strada e si voltò per vedere chi fosse il maleducato che la mattina presto faceva quel baccano.
“Ehy bellezza, monta in sella!”
Addison Montgomery, con i suoi capelli rossi lucenti, era sopra quella moto da sogno. Aveva un sorriso beffardo e, per richiamare l'attenzione dell'amica, si tolse gli occhiali da sole neri che portava.
“Allora? Ti hanno tolto la lingua? Forza o faremo tardi!” disse Addie, facendo un cenno con la mano e guardando l'orologio.
“Addie, ma cosa diamine-” iniziò Callie, che però venne subito interrotta da un altro rombo della moto di Addison.
“Non c'è tempo per le spiegazioni! Cazzo Torres, sali su questa dannatissima moto!” urlò la rossa, sbuffando sonoramente.
Callie sospirò e si diresse velocemente verso la moto nera e lucida dell'amica. Callie non si intendeva di moto, ma quella di Addison era davvero fantastica!
La mora appoggiò le sue mani sui fianchi dell'amica e chiuse gli occhi per la paura.
“Vai tranquilla baby, saremo a scuola in men che non si dica!” disse Addie, rassicurandola.
“Addison, non parlarmi come se fossimo in un film, ti prego!” si lamentò Callie.
Prima che potesse dire altro, la moto era già sfrecciata per la strada ad una velocità impressionante. Callie si reggeva forte all'amica e si chiedeva come mai avesse deciso di andare con lei a scuola. Arrivarono dopo pochi minuti davanti all'edificio e Addie fece un parcheggio abbastanza azzardato, che però consentì alle due di scendere proprio davanti al portone della scuola.
“Bene, dimmi se non è un gioiellino?” disse Addie, evidentemente eccitata per il nuovo acquisto.
“E' molto bella, Addie! Poi è velocissima!” disse Callie, sorridendo.
“Callie ma sai che moto è almeno? E' una Harley Davidson Street 750!” disse spazientita la rossa.
“Una che?!” rispose Callie pensierosa:
“Harley Davidson Street 750, motore bicilindrico 4 tempi, cambio a sei marce, altezza sella 70,9 cm, peso 222kg ed inoltre è maneggevole e il raggio di sterzo favorevole aiuta nei passaggi stretti tra le auto” spiegò Addie annoiata.
“Ti sei imparata i dati tecnici a memoria? Sei incredibile! Se tu mettessi lo stesso impegno nello studio saresti una cima!” scherzò la mora.
“Ehy, non sei simpatica!” rispose Addie, nascondendo un sorrisino.
Le due entrarono a scuola, osservata da tutti gli altri studenti. Callie ed Addison, infatti erano molto ammirate dal resto dei ragazzi, sia perché erano dell'ultimo anno sia perché erano le ragazze più simpatiche ed affascinanti della scuola.
Tra tutte le facce che la stavano guardando, Callie non riusciva a trovare quella che realmente le interessava. Arizona sembrava invisibile in quei giorni e la cosa infastidiva, e non poco, la mora.
Dopo una lunga ispezione del corridoio, Callie ancora non aveva avvistato i capelli biondi di Arizona e nemmeno i suoi occhi color mare. Si diresse quindi verso la sua classe, sempre più infuriata, quando due mani le tapparono gli occhi da dietro.
“Chi è?” chiese Callie, infastidita.
“Tesoro, sono io” rispose Tom, togliendo le mani e sfoggiando il suo sorriso più bello. Tom era molto alto, poiché giocava nella squadra di pallavolo della scuola, aveva capelli castani e ricci, abbastanza lunghi e gli occhi verde smeraldo. Faceva impazzire tutte le ragazze della scuola.
“Tom, senti non sono per niente in vena di scherzi stamattina” rispose acida la fidanzata “per di più da un bugiardo come te!”
“Che cosa dici Callie?” chiese lui sconcertato.
“Cos'hai fatto ieri sera?” rispose lei, a mo' di sfida.
“Sono andato a letto presto, te l'ho detto. Mi faceva male la testa” disse lui sicuro.
“Senti, lo sai che non sono una tipa così gelosa, però mi dà noia essere presa in giro, Tom. Stamattina ti volevo scrivere il buongiorno su whatsapp ed ho visto che l'ultimo accesso era alle tre di notte. Ecco, se tu intendi questo come presto, allora ho qualche problema io!” disse lei, lasciando Tom davanti alla porta dell'aula.
Callie si diresse verso il suo banco, seconda fila a sinistra, accanto ad Addison.
“Callie, cosa è successo con Tom? Tutta la scuola vi ha sentiti litigare” chiese Addie all'amica.
“Ma è assurdo! E' successo appena da un minuto e già lo sa tutta la scuola!” si lamentò la latina.
“Le voci girano velocemente...” replicò Addison.
Nel frattempo il professore era entrato in classe con la sua cartellina nera ed i libri sotto braccio.
“Buongiorno ragazzi” disse.
“Buongiorno professor Webber” rispose in coro la classe.
“Non ho mai capito perché porta quella fottuta cartellina se ha i libri sotto braccio” disse Miranda, sporgendosi con la sedia di lato verso Callie ed Addison, che risero sotto i baffi.
“Siete tutti presenti?” chiese il professore, scrutando la classe.
“No professore, mancano Meredith e Cristina” rispose la Bailey prontamente.
“Sempre in coppia quelle due...Non si smentiscono mai!” disse il professore, facendo ridere la classe.
Le due ore con il professor Webber passarono velocemente, tra esercizi e problemi di matematica che erano il punto forte di Callie.
Suonata la campanella Callie uscì di classe per andare a prendere la merenda alla macchinette e, finalmente, vide Arizona infondo al corridoio. La mora partì a passo svelto per raggiungerla e quando Arizona la vide fece per scappare, ma questa volta Callie fu più veloce. Riuscì a prenderla per il polso e ad avvicinarla a sé. Individuò velocemente la stanza vuota più vicina e condusse la bionda all'interno. Prima di chiudere si rivolse alla due amiche di Arizona, che Callie non conosceva minimamente.
“Non farò del male alla Robbins, state tranquille. Vi raggiungerà dopo in classe” disse con voce sarcastica, chiudendo la porta sonoramente.
Erano entrate dentro allo sgabuzzino dei custodi ed Arizona era vicino ad una scopa con la faccia imbronciata.
“Cosa vuoi Torres?” disse Arizona acida.
“Torres? Arizona non mi era sembrato di averti detto il mio cognome” disse la latina sorridendo.
“E' difficile non sapere ogni minimo particolare della tua vita dato che in questa scuola la gente non sembra far altro che parlare di te!” rispose stizzita la bionda “E' una cosa noiosa”
“Okay okay, per prima cosa stai parlando troppo velocemente, seconda cosa non è per questo che ti ho chiusa dentro ad uno sgabuzzino!” disse Callie, gesticolando con le mani.
“E allora perché mi hai chiusa qua dentro? Non ho tutto il pomeriggio, Calliope” rispose Arizona acida.
Callie adorava il modo in cui Arizona la sfidava, era strano, ma le provocava un senso di piacere incontrollato.
“Voglio sapere perché mi eviti da due giorni! Te ne se andata da casa mia senza una spiegazione e poi scappi ogni volta che mi vedi. Non è normale!” disse a voce alta la mora.
“Io...Io, beh Calliope non ti devo spiegazioni! Infondo non ci conosciamo nemmeno!” rispose Arizona sulla difensiva.
“Ma non ci si comporta così nemmeno con uno sconosciuto! Mi eri sembrata una ragazza...diversa dalle altre che avevo conosciuto” disse Callie.
“Ti ricordi la scusa per cui avevo bidonato il tuo amico Mark quel pomeriggio?” chiese Arizona, intenzionata a rivelare tutto a Callie. Quel 'diversa' uscito dalla bocca della mora era stato come renderla unica e differenziarla dal resto degli altri.
“Sì, gli avevi detto che ti piacevano un altro genere di persone” rispose Callie confusa.
“Sì, gli avevo detto che ero lesbica. E tu...beh, tu hai pensato che non fosse vero e l'hai presa come una battuta. Sono lesbica sul serio, Calliope. Non sono mai uscita con un ragazzo in vita mia, sono sempre stata fidanzata con ragazze e sono orgogliosa di essere così. Non me ne vergogno. Però con te...è stato diverso. Non voglio che il mio orientamento sessuale influisca sulla mia vita e sulle mie conoscenze...”. Arizona disse questa frase guardando negli occhi Callie, che era sbalordita.
“Io... non so cosa dire” replicò Callie.
Arizona fece per andarsene di corsa, ma Callie prese il suo polso per la seconda volta e l'abbracciò di slancio. Arizona rimase per un attimo paralizzata da quella sensazione di vicinanza e così anche Callie. C'era qualcosa di diverso in quell'abbraccio, qualcosa che nessuna delle due aveva mai provato.
“Come hai potuto pensare che il tuo orientamento sessuale potesse influire sulla nostra amicizia? Arizona, voglio essere tua amica perché sei interessante, simpatica ed intelligente, non c'entra niente se ti piacciono le donne o gli uomini...” sussurrò Callie ad Arizona, facendola tremare.
E proprio in quello sgabuzzino, tra la polvere e le vecchie scope, inizierà la storia di Calliope Torres e Arizona Robbins.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Per conquistarmi ci vuole molto più che un semplice drink, Arizona

 

“Calliope Torres scendi subito da quel letto!”
Quella scena si ripeteva ogni mattina, alla stessa ora e vedeva come conseguenza una Callie stanca ed infastidita scendere dal letto barcollante.

Quella mattina, però, sua madre era più rumorosa del solito. Non faceva altro che spostare sedie, sbattere porte e camminare su e giù per le scale.

“Mamma cosa è successo? Perché è tutto così...strano?” disse Callie, arrivando in salotto e vedendo tutto sottosopra.
“Stasera abbiamo degli ospiti a cena e voglio rendere la casa presentabile!” rispose la madre, spostando ancora un comodino.
“Ospiti? Mamma ti avevo detto che a cena ci sarebbe stata Addison!” rispose la mora stizzita.
“Non ci sono problemi, tanto i nostri ospiti hanno una figlia della tua età! A proposito la conosci? Si chiama Arizona” disse la madre speranzosa.
Callie rimase a bocca aperta e con gli occhi spalancati, mentre fissava la madre intenta a mettere apposto i cuscini.
“Ma..ma, intendi i nostri vicini? Ci saranno i nostri vicini a cena?” domandò Callie ancora turbata.
“Sì, qualche problema? I genitori di Arizona sono delle persone così carine...” rispose la madre con un sorriso.
“No, tranquilla. Nessun problema” affermò Callie.
Arizona Robbins sarebbe venuta a cena da lei e questo poteva essere super bello o super imbarazzante. In realtà dopo la vicenda dello sgabuzzino le due avevano parlato solo una volta nel corridoio della scuola ed avevano percorso insieme la strada scuola-casa per due giorni. Erano delle semplici vicine ed amiche e questo non spiegava il fatto che Callie avesse avuto una reazione del genere nel sentir nominare la bionda. In effetti Callie si sentiva un po' imbarazzata per quello che era successo tra di loro e tendeva a non allungare troppo le conversazioni con la ragazza, almeno che non fosse estremamente necessario. Ma quella sera non poteva starsene zitta ed andarsene in camera sua dopo la cena, doveva sicuramente parlare con lei e la sua famiglia. Per fortuna ci sarebbe stata anche Addison ad aiutarla, lei era molto più estroversa in quelle situazioni rispetto alla mora.
“Mamma, io vado a scuola” disse Callie, dopo essersi messa un velo di trucco “ci vediamo dopo” concluse stampandole un bacio sulla guancia.
“Tesoro, aspetta” la fermò la madre “potresti dire ad Arizona che la cena è fissata per le otto? Io devo andare a lavoro, non ho tempo di avvertire Barbara” concluse implorante.
“Va bene, okay” disse Callie sorridendo.
Bene, anzi benissimo. Adesso doveva anche parlare con Arizona a scuola.
“Che palle” disse la mora non appena uscita di casa.
“Che succede Calliope?”
Una voce ben riconoscibile la fece voltare. Si trovò davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento...
“Ciao Arizona” disse Callie, accennando un sorriso “sempre il solito problema delle chiavi, me ne ero dimenticata” mentì spudoratamente la mora.
“Dovresti scriverti un promemoria. Funzionano, sai” rispose lei, mordendosi il labbro inferiore.
“Ci ho già provato, Arizona. Penso di essere l'unica al mondo che riesca a dimenticarsi anche quelli” rispose lei, sbuffando.
Arizona sorrise e guardò Callie che rimetteva in borsa il cellulare e le chiavi.
“Posso venire con te verso la scuola?” chiese Arizona, con tono innocente.
“Certo che puoi” rispose Callie contenta.
Le due iniziarono a camminare in silenzio, un silenzio che dopo qualche metro si fece troppo opprimente, così Callie decise di sbloccare la situazione.
“So' che stasera sarai a cena da me” disse la mora.
“A quanto pare. Evviva la cena tra vicini!” disse Arizona ridendo.
Callie si voltò ad osservarla: aveva un sorriso veramente magico, incorniciato da due occhi azzurrissimi che la rendevano una bellezza unica.
“Cosa c'è Calliope? Non ti piace l'idea?” chiese Arizona, imbarazzata.
Callie sorrise ancora di più vedendo come riusciva a metterla in soggezione e come le sue guance si coloravano di un colore rosso tenue.
“Mi piace tanto l'idea, Arizona” rispose la mora “A proposito, ha detto mia madre che stasera la cena è per le otto” concluse Callie.
“Benissimo” rispose la bionda con il solito sorriso.
Le due arrivarono finalmente a scuola, con 10 minuti di anticipo. Davanti al portone dell'edificio l'imbarazzo tra Callie e Arizona era tangibile poiché nessuna delle due sapeva cosa fare e cosa dire.
“Bene, allora io vado...” iniziò Arizona.
“Senti, vuoi venire a fare colazione con me al bar? Stamattina mia madre non mi ha preparato il mio dolce preferito e quindi sono rimasta a stomaco vuoto” rispose Callie tutto di un fiato.
“Assolutamente sì” rispose Arizona felice “Qual è il tuo dolce preferito Calliope?”
“La crostata di albicocche” rispose Callie imbarazzata “mia nonna me l'ha sempre preparata e da quando, beh, non c'è più, mia madre me la cucina una volta a settimana” terminò la ragazza, tristemente.
“Mi dispiace, Calliope” disse Arizona, guardando il volto dell'amica.
“Tranquilla, è passato” rispose Callie sorridendo “E qual è il tuo dolce preferito?”
“Mh...sai, non vado matta per i dolci, ma se proprio dovessi scegliere direi il cheesecake” rispose Arizona tranquilla.
“Come fai a non adorare i dolci? Arizona stai perdendo punti!” scherzò Callie.
“Però mi piacciono le persone che mangiano i dolci, Calliope” rispose Arizona sorridendo.
Callie rimase un attimo in silenzio, evidentemente imbarazzata.
“Stavo scherzando Callie” disse la bionda, vedendo la reazione dell'amica.
Callie rise, ancora con le guance rosse. Per fortuna il barista le chiese cosa volesse, riuscendo così a mettere fine ad una conversazione fin troppo imbarazzante.
“Arizona, con quante ragazze sei stata nella tua vita?” chiese Callie quando le due si misero a sedere nel tavolino “Oddio, scusa! Sono stata impertinente...”
“Ma no, Calliope, tranquilla!” rispose Arizona sorridendo “Comunque ho avuto solo una storia seria, se così si può definire...le altre volte sono stati rapporti occasionali” concluse la bionda.
“Sei quel tipo di persona che va a letto con la prima ragazza che incontra?”chiese Callie divertita.
“Diciamo che è capitato...” rispose Arizona imbarazzata.
“Arizona, mi stai dicendo che sei una Mark Sloan al femminile?” chiese Callie fingendo di essere esterrefatta.
“Oddio no, Calliope! Io ho molta più eleganza e stile nel rimorchiare!” disse Arizona.
Callie rise, mentre Arizona aveva lo sguardo puntato su di lei. La bionda non aveva mai visto una ragazza così bella in vita sua, nemmeno nella sua vecchia scuola c'era qualcuna paragonabile a lei. La cosa che Arizona definì 'preoccupante' fu che, già dalla prima volta che vide Callie, non aveva avuto la minima intenzione di portarsela a letto. Aveva una grandissima voglia di conoscerla, di stare con lei, di condividere il maggior numero di momenti possibili con quella ragazza stupenda.
“Hai molta più eleganza? Ecco, adesso devi dirmi come si rimorchia una ragazza, sono curiosa!” disse Callie, risvegliando la bionda dai suoi pensieri.
“Okay ti faccio vedere” disse Arizona “Facciamo conto che tu sei seduta in un locale” continuò la bionda alzandosi “ed io sono una bella ragazza che entra e ti vede sola con il tuo drink” concluse Arizona con tono da playboy.
Callie annuì ridendo sotto i baffi e pensando a quanto fosse dannatamente dolce quella ragazza.
“Ehy, bella serata, non è vero?” disse Arizona arrivando e sfoderando una sguardo dannatamente accattivante.
“Carina...” rispose Callie, entrando nel personaggio.
“Carina? Scommetto che dopo che ti avrò offerto da bere diventerà fantastica!” disse Arizona, ridendo e facendo l'occhiolino a Callie.
Callie perse il respiro per un attimo, rendendosi conto che la trovava fin troppo sexy e che, in un'altra situazione, avrebbe sicuramente accettato il drink che le aveva offerto.
“Dai Calliope, devi rispondere! Non puoi troncare a metà la mia miglior tecnica di seduzione!” disse Arizona scherzosamente.
“Arizona, non vorrai che tutta la scuola impari le tue super-mosse per rimorchiare? Andiamo, ti accompagno in classe!” rispose Callie sorridendo e prendendo Arizona per un braccio.

“Dai Calliope ammettilo che sono la migliore! Se tu non fossi etero ti avrei già conquistata...” la prese in giro Arizona, ridendo.
“Per conquistarmi ci vuole molto più che un semplice drink, Arizona” rispose Callie, facendo l'occhiolino all'amica. 

 

 

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