Upon pillars of sand

di Lisaralin
(/viewuser.php?uid=7446)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Martedì ***
Capitolo 2: *** Chiuso ***
Capitolo 3: *** Sete ***
Capitolo 4: *** Emergenza ***
Capitolo 5: *** Notizie ***
Capitolo 6: *** Minuto ***
Capitolo 7: *** Concordare ***
Capitolo 8: *** Terzo ***
Capitolo 9: *** Circo ***
Capitolo 10: *** Controllo ***
Capitolo 11: *** Triste ***
Capitolo 12: *** Rabbia ***
Capitolo 13: *** Garofano ***
Capitolo 14: *** Segni ***
Capitolo 15: *** Caffeina ***
Capitolo 16: *** Violenza ***
Capitolo 17: *** Angoscia ***
Capitolo 18: *** Piegare ***
Capitolo 19: *** Ignorare ***
Capitolo 20: *** Falena ***
Capitolo 21: *** Giocattolo ***
Capitolo 22: *** Riflessione ***
Capitolo 23: *** Diversi ***
Capitolo 24: *** Fantasma ***
Capitolo 25: *** Sinfonia ***



Capitolo 1
*** Martedì ***


“One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt and pillars of sand.”
 
(“Viva la Vida”, Coldplay)

 
Questa raccolta partecipa all'iniziativa del XIII Order Forum Drabbles of Infamy. Le parole/prompt sono state sorteggiate a caso e i personaggi scelti dai partecipanti dovevano essere tutti "cattivi" di opere di letteratura, cinema, anime, videogames etc. I miei cinque sono legati da un filo conduttore: sono eredi di dinastie reali o divine, sono ambiziosi, hanno rapporti spesso conflittuali con altri membri della propria famiglia. Rivelerò i loro nomi gradualmente nel corso della raccolta :)
Buona lettura a tutti!

-----------------------------------------------

01. Martedì

Personaggio: Loki
Fandom: Marvel Cinematic Universe
Avvertimenti: li trovate alla fine.


Il Giorno di Thor. Il Giorno di Odino. Il Giorno di Frigga.
I calendari di Midgard conservano ancora traccia delle gesta degli Asi nella giovinezza di quel regno, anche se i suoi abitanti le hanno dimenticate.
Qualcuno ha persino compiuto l’indecenza di dedicare un giorno, il secondo della settimana, all’inutile Tyr. Un soldato come tanti al servizio di Odino, nemmeno un asgardiano di sangue nobile. Dev’essersi guadagnato il diritto di tramandare il suo storia grazie all’assalto agli elfi oscuri che per poco non gli costò una gamba.
Le cronache non riportano che ad attirare gli elfi nella trappola, quel giorno, furono le illusioni del dio degli inganni. Ma la storia sta per essere riscritta, e presto Midgard si pentirà di non aver tributato il giusto onore al nome di Loki.



Note: nelle lingue nordiche i nomi dei giorni della settimana derivano da quelli di divinità nordiche; il martedì (Tuesday in inglese) era originariamente il "giorno di Tyr", dio della guerra più o meno corrispondente al nostro Marte. Nei film della Marvel questo personaggio ha un ruolo marginale come capo delle guardie di Asgard. Non conosco per niente i fumetti, perciò ogni volta che scriverò di Loki mi baserò solamente sulla versione cinematografica.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chiuso ***


02. Chiuso

Personaggio:
Viserys Targaryen
Fandom: Game of Thrones
Avvertimenti: basata su informazioni contenute nel libro "Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco". Ulteriori spiegazioni nelle note finali ;)


Ormai lo ha capito che “un’altra volta” in realtà significa “mai”.
Il re suo padre dice che i draghi erano i signori del mondo. Viserys non si stancherebbe mai di sentirlo raccontare dei tempi gloriosi in cui l’ombra calava sulle città assieme alle loro ali, e il loro fuoco portava morte e rovina ai nemici dei Targaryen. Il re suo padre dice anche che non esiste niente e nessuno, sulla faccia di Westeros o di Essos, che possa imbrigliare la volontà di un drago.
E allora perché un figlio dei draghi non può correre a giocare fuori dalle sue stanze, fuori dalle mura del Fortino di Maegor che ormai conosce palmo a palmo e potrebbe percorrere a occhi chiusi?
Viserys le ha provate tutte. Ha puntato i piedi e si è rifiutato di mangiare, ha gridato e pianto fino a infiammarsi la gola e arrochirsi la voce. Tirare i capelli alla dama di compagnia di sua madre gli è valso solo uno schiaffo, accompagnato dalla solita risposta di sempre. La regina Rhaella non lo guarda nemmeno negli occhi, e sembra dimenticarsi di lui subito dopo averlo colpito.
Chiuso nella sua prigione senza sbarre, Viserys si rifugia alla finestra. Frammenti di cielo e mare fanno capolino oltre i torrioni della Fortezza Rossa, e se chiude gli occhi è facile immaginare che il vento sia lo stesso che frusta sul viso i cavalieri dei draghi.



Note: in "Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco" si racconta che re Aerys II teneva sua moglie Rhaella e il piccolo Viserys praticamente rinchiusi nella Fortezza Rossa, in quanto temeva nei suoi deliri paranoici che qualcuno potesse attentare alla vita del suo secondo erede.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sete ***


03. Sete

Personaggio:
Sarevok Anchev
Fandom: Baldur's Gate
Avvertimenti: le frasi in corsivo sono citazioni dalla profezia di Alaundo così come appare nella traduzione italiana del gioco.


Il Signore dell’Omicidio deve perire…
Una parte di lui invidia i monaci di Candlekeep. Sono liberi di saziare la loro sete di conoscenza, sereni tra il profumo dell’inchiostro e il quieto fruscio delle pagine.
La sete che spinge Sarevok ad arrossarsi gli occhi sulle pergamene è di tutt’altro genere. Si sprigiona da quel vuoto nero al centro del petto, gli artiglia la gola ogni volta che una vita cade preda della sua lama, annebbiandogli la vista di un velo colore del sangue.
… ma con la sua morte darà origine a una progenie mortale…
È la sete che lo assale negli incubi insieme al grido strozzato di sua madre, quando persino la spada si agita nella sua presa per la smania di immergersi nel collo di Rieltar.
Ma forse esiste un modo per placarla. Lo promettono parole sbiadite dai secoli, abbandonate tra la polvere finché la sua mano non le riporta alla luce. La voce di un profeta riecheggia dagli abissi del passato e gli svela il senso più alto del suo destino.
Il caos fiorirà dalle loro orme.



Note: in Baldur's Gate Sarevok è uno dei tanti figli di Bhaal, divinità dell'omicidio che ha sparso la sua progenie per il mondo in vista della sua futura rinascita. Questo è il momento in cui Sarevok scopre la verità sulle sue origini consultando i manoscritti nella biblioteca di Candlekeep.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Emergenza ***


04. Emergenza

Personaggio:
Azula
Fandom: Avatar - The Last Airbender
Avvertimenti: li trovate alla fine.


Il fulmine crepita, si contorce rabbioso tra le sue dita.
“Mai! Ty Lee! Dove diavolo siete?!”
Le sue cosiddette amiche sono dei mostri ad abbandonarla durante un’emergenza di quella portata. Azula morde le labbra e si impone di non pensare al dolore mentre corre a perdifiato, maledicendo la sua stupidità. Non è da lei trascurare dettagli così importanti. La futura Signora del Fuoco dovrebbe essere sempre un passo avanti a tutti, calcolare ogni imprevisto, considerare ogni probabilità.
Invece ora le tempie rimbombano come sotto l’assedio della trivella di Ba Sing Se, e il dolore è così forte da farle salire le lacrime agli occhi. Ma niente, niente è più disgustoso del sangue.
Sotto i suoi calci la porta esplode in una pioggia di schegge e rivela finalmente le due traditrici, intente a bere tè come se il mondo non fosse in procinto di crollare.
“Come osate darvi alla macchia quando io ho assoluto bisogno di un assorbente!”



Note: mi scuso per la totale demenza della cosa ma non ho saputo resistere XD Era destino che almeno una drabble uscisse fuori stupida, solo non credevo che sarebbe successo così presto XD Dedicata a tutte le donne che come me si sentono un po' Azula quando hanno il ciclo ;)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Notizie ***


05. Notizie

Personaggio:
Loki
Fandom: Marvel Cinematic Universe
Avvertimenti: spoiler da Thor: The Dark World.


Non si sono nemmeno degnati di venire di persona.
Ci pensa una comune guardia a liquidare l’incombenza, poche parole succinte, un battito di tacchi, e via di nuovo lungo il giro di ronda. Lo sguardo di Loki resta incollato al libro anche quando le righe iniziano a confondersi in un pasticcio di chiazze scure e l’inchiostro scivola via insieme alla sua disperazione.
L’avranno vestita del suo abito più bello, pensa – e veli, gioielli, il cerchio aggraziato del diadema appena posato sui capelli dorati. Avrà navigato verso l’ultimo orizzonte fiera come una regina, imperturbabile e sfolgorante come una dea. Persino le fiamme avranno esitato con venerazione prima di cingerla nel loro abbraccio.
Non gli hanno neppure concesso di baciarle la fronte un’ultima volta.
I passi della guardia si spengono nella distanza e il dio degli inganni sprigiona tutta la sua furia, sferzando con la magia le pareti invisibili della sua prigione.



Note: è il momento in cui Loki, rinchiuso in prigione ad Asgard, viene a sapere della morte della madre. Solo io trovo abominevole da parte di Odino e Thor che abbiano mandato uno stupido soldato a dirglielo invece di andarci di persona?

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Minuto ***


I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy's eyes
Listen as the crowd would sing
"Now the old king is dead! Long live the king!"
 
(Coldplay, "Viva la Vida")
06. Minuto

Personaggio: Vayne Carudas Solidor
Fandom: Final Fantasy XII
Avvertimenti: nessuno.


Un minuto è sufficiente per soffocare la vita di una persona. Il farmaco è potente, il fisico del vecchio debole e patetico, e ogni dettaglio è stato calcolato con precisione meticolosa. Un minuto è tutto ciò che separa Vayne Carudas Solidor dal trono di Archadia.
È pronto a scommettere che dietro quelle pupille dilatate stia scorrendo una vita intera in un turbine di immagini abbaglianti. Il vecchio lo fissa senza parole, un mare di lacrime e stupore. Forse si accorge solo adesso dell’esistenza di un terzo figlio, anche se i primi due sono ormai polvere da anni.
Sua Altezza sputa sangue, tossisce via anche l’anima. La sua mano però ha ancora la forza di protendersi verso di lui, di afferrargli con un tremito la veste. Lo cerca come mai lo ha cercato prima d’ora, né per accarezzare né per colpire.
Vayne la stringe tra le proprie. Con delicatezza, riguardo per le vecchie dita percorse da un intrico di macchie e rughe. Non distoglie mai lo sguardo, segue ogni sussulto di quelle spalle curve, sempre gravate dagli impegni di stato ma incapaci di chinarsi per cullare un figlio.
Non distoglie lo sguardo finché il minuto non scivola via insieme alla vita dell’Imperatore Gramis.



Note: le parole dei Coldplay mi fanno randomicamente compagnia nel corso di questa raccolta :P

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Concordare ***


07. Concordare

Personaggio:
Viserys Targaryen
Fandom: Game of Thrones
Avvertimenti: nessuno.


Ogni impronta di quei polpastrelli unti sulla corona della madre è una pugnalata al cuore. Il grasso ricettatore si prende il suo tempo; di quando in quando borbotta tra sé nel dialetto di Pentos, e solo al termine della minuziosa ispezione ricorda di colpo la loro esistenza e li invita ad accomodarsi con un cenno. Le labbra si contorcono come vermi turgidi e scivolosi nella parodia di un sorriso.
“Le gemme sono autentiche, ragazzo. Sono disposto a concordare un prezzo.”
Ragazzo? Hai idea di con chi hai a che fare?
Per un attimo il drago rischia di svegliarsi, ruggirebbe se Viserys non stringesse i denti, le dita serrate attorno alla fibbia del cappuccio logoro. Sotto la stoffa i capelli d’argento si rintanano nell’ombra, sporchi e arruffati.
Un drago non tratta con i maiali che grufolano nel fango. Non è possibile concordare un prezzo, perché la corona dell’ultima regina Targaryen può essere pagata solo dalla giustizia e dalla vendetta. Dal fuoco e dal sangue.
Ma il drago dorme ancora. Conserva le forze in attesa dei giorni gloriosi, e il ragazzo deve ingoiare l’umiliazione insieme al puzzo acre di quel bugigattolo di periferia.
“Ascolto la tua offerta.”



Note: Viserys in esilio è costretto a vendere la corona di sua madre. Nei libri Daenerys dice che quello è il momento in cui il fratello ha perso ogni gioia ed è diventato completamente la creatura miserabile che conosciamo nella storia.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Terzo ***


08. Terzo

Personaggio:
Vayne Carudas Solidor
Fandom: Final Fantasy XII
Avvertimenti: il nome del fratello maggiore di Vayne è di mia invenzione dato che il gioco non dice nulla in proposito.


“Sarebbe stata meglio una femmina.”
Sua Altezza Gramis ha sempre avuto le orecchie dure e l’abitudine a straparlare senza pensare troppo a chi altro poteva essere in ascolto. Non che ci fossero falle nella sua logica. Con la linea di successione al sicuro e due principi da sfruttare per la politica matrimoniale, un terzo maschio era quasi superfluo.
Fino ad ora. Lo diverte lo sguardo sperduto dei fratelli quando annuncia loro la condanna a morte. Le proteste di innocenza, prevedibili, gli scivolano addosso come vesti sformate. Dopotutto sono ordini di Sua Altezza in persona.
Vanno incontro al loro destino con dignità, questo deve concederlo. Freyr si lascia sfuggire una goffa supplica solo quando sente il clic della carica dei fucili. È il più giovane in fondo, e qualche volta, da bambini, hanno persino condiviso gli stessi giochi.
“Mi dispiace, fratello. Il tradimento non ammette eccezioni.”
La salva di spari riecheggia per una manciata di secondi, e quando il silenzio torna a calare nel cortile il terzo principe di Archadia è appena diventato l’erede al trono.



Note: "how to be a kinslayer", parte II. Dei fratelli maggiori di Vayne il gioco dice solo che sono stati uccisi con l'accusa di tradimento; io rimango convinta che dietro ci fosse lo zampino di Vayne, anche se qui ho scelto di non dirlo esplicitamente.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Circo ***


09. Circo

Personaggio:
Sarevok Anchev
Fandom: Baldur's Gate
Avvertimenti: con "circo" la scelta del fandom era praticamente obbligata ;)


Da tempo immemore gli acquazzoni di Mirtul annunciano l’arrivo del circo nella città di Baldur’s Gate.
Sarevok stenta a credere di aver amato quella fogna brulicante da bambino. Era sempre lui a supplicare la madre di portarcelo, e contava le ore che lo separavano dagli spettacoli con trepidante eccitazione.
Lo sguardo dell’uomo maturo vede le cose per come sono realmente. Le belve che lo inseguivano persino nei sogni di molti giorni dopo non sono che sagome scheletriche senza dignità, le zanne spuntate, il capo chino sotto la minaccia della frusta. Il trucco degli gnomi illusionisti si squaglia insieme alle loro patetiche magie e alle battute da due soldi, cola via in rivoli di sudore e di lacrime.
Ma la più disgustosa resta sempre l’avariel. Ogni anno Sarevok spera di non rivedere la sua gabbia, le augura di essere morta e sepolta sul ciglio di qualche via carovaniera, lontano dagli sguardi avidi della folla. Non capisce cosa trovino di tanto affascinante di lei. Sono ciechi se non si accorgono che le sue ali stanno per atrofizzarsi, ingiallite e malaticce come sono.
Quando un giorno reclamerà l’eredità che gli spetta forse tornerà per invocare su di lei il giudizio del Signore dell’Omicidio. Non per mettere fine alle sue sofferenze, ma perché un essere che ha la fortuna di nascere con le ali non ha il diritto di permettere che siano rinchiuse tra le sbarre di una gabbia.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Controllo ***


10. Controllo

Personaggio:
Azula
Fandom: Avatar - The Last Airbender
Avvertimenti: nessuno.


“Per quanto ancora devo restare così?”
“Finché non lo dico io.”
In realtà non è un gioco tanto divertente. Ty Lee è bravissima a stare dritta su una mano sola, ma ormai Azula glielo ha visto fare tante volte, e dopo un po’ non fa più ridere come prima.
La cosa importante infatti non è il gioco, suo padre lo dice sempre. Ricorda il suo sguardo fisso su di lei quando la osservava evocare la fiamma sul palmo della mano e mantenerla costante, non una scintilla di più, non una di meno. Per ore. Suo padre lo chiama “esercitare il controllo”, e Azula, al contrario di quel piagnucolone di Zuzù, lo ha capito subito che non è una punizione, ma un modo per diventare forti.
Azula è grande e intelligente, e niente la rende felice come scorgere il sorriso di approvazione di Ozai quando scopre che sua figlia ha imparato l’arte di esercitare il controllo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Triste ***


11. Triste

Personaggio:
Viserys Targaryen
Fandom: Game of Thrones
Avvertimenti: stavolta il punto di vista è di Daenerys. Voglio cercare di mostrare i personaggi anche attraverso gli occhi di chi sta loro vicino :)


Viserys ha bevuto di nuovo.
Per fortuna Dany ha chiuso la porta a chiave e fuori ci sono le guardie del Magistro Illyrio a caricarsi in spalla suo fratello e trascinarlo senza troppe cerimonie nei suoi alloggi. Gli strepiti fradici di alcol e minacce impiegano lunghissimi minuti a spegnersi sul fondo del corridoio.
Il drago si risveglia sempre più spesso ormai, ma è un drago dalla lunga e viscida coda di serpente e le ali atrofizzate dalla prigionia. Una figura triste, costretta tra le sbarre da troppo tempo per ricordare cosa siano l’azzurro del cielo e l’ebbrezza della caccia.
Un tempo quelle stesse ali la portavano sulle nuvole. E allora né lo stomaco che brontolava né i coltelli dell’Usurpatore facevano più paura, perché Dany volava al fianco di Aegon il Conquistatore e di Rhaenys la regina dei poeti, era protetta dalla Sorella Oscura di Visenya e dal fuoco invincibile di Balerion, corteggiata dal prode Aemon il Cavaliere dei Draghi, cullata dall’arpa di Rhaegar, il suo principe perduto. Solo gli dèi vecchi e nuovi sanno quanto le mancano i racconti di Viserys.
Darebbe non sa cosa per addormentarsi con il suono della sua voce come da bambina, ma le coperte sono fredde e i bracieri smorti, e Dany non può fare altro che raggomitolarsi da sola e lottare contro le lacrime e la tristezza.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Rabbia ***


12. Rabbia

Personaggio:
Azula
Fandom: Avatar - The Last Airbender
Avvertimenti: ambientata dopo il finale della serie. Mi è venuta un po' più lunga del dovuto.


La prima volta hai atterrato la guardia che ti portava il cibo con un colpo alla nuca. Ne hai abbattuti altri dieci prima di venire ricatturata e trascinata dentro tra urla e calci.
La seconda volta hai simulato uno svenimento per far aprire la cella, ma non sei neanche arrivata oltre il corridoio. Loro erano in tanti, ti aspettavano. Di alcuni hai riconosciuto persino i visi nella foga della battaglia; li ricordi piegati fino a sfiorare la terra il giorno che hai cinto la corona di Signora del Fuoco. Mentre ti incatenano i polsi alla parete giuri di ucciderli uno per uno.
La terza volta è apparso lui – ti ripugna chiamarlo fratello, meno che mai Signore del Fuoco – e ha minacciato di convincere l’Avatar a privarti del dominio. La tua risposta è stata uno sputo sulla sua veste scarlatta, ma da allora non hai più cercato di fuggire.
Rinunciare al cibo ti è sembrata la soluzione più orgogliosa, finché i crampi allo stomaco ti hanno insegnato che morire in un buco di pietra come un ratto intrappolato è una fine misera e indegna di una regina.
Allora hai urlato, con tutta la forza che avevi. Nei labirinti attorcigliati dei sogni la tua rabbia incendia i vulcani della Nazione del Fuoco e riversa morte su chi ti ha privata di tutto, come una nuova, terrificante cometa di Sozin.
Un giorno ti ritrovi le unghie ridotte a una poltiglia di sangue, e capisci che devi aver cominciato a scavare. La roccia, a parte le chiazze rosse, non ne conserva il ricordo.
È nel momento in cui stai per arrenderti alle lacrime che lui appare di nuovo. Lo odi per la sua compostezza, per la sua imperturbabilità; e gli serreresti le dita intorno al collo se non ti piantasse in faccia poche parole acuminate come pugnali:
“So dove si trova nostra madre.”



Note: l'ultimo episodio lascia in sospeso la sorte di Azula dopo la sconfitta per mano di Zuko e Katara, ho immaginato che finisse in prigione come Ozai. Mi dicono esista una graphic novel in cui Zuko parte alla ricerca della madre perduta, ma non l'ho letta, quindi non so se le cose siano andate realmente così.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Garofano ***


13. Garofano

Personaggio:
Sarevok Anchev
Fandom: Baldur's Gate
Avvertimenti: sto diventando prolissa.


Ho messo un garofano rosso tra i capelli, perché devi avere occhi soltanto per me.
Guerrieri, chierici o potenti incantatori, siete tutti uguali quando cala la sera e deponete le armi ai miei piedi. Vi basta che il mio corpo assecondi ogni vostra carezza per credervi amanti degni di Sune dalla Chioma di Fuoco, e non sapete che ogni sospiro sfuggito alle mie labbra è solo l’ennesimo filo che vi farà danzare al ritmo della mia melodia.
Tu non sei diverso, Sarevok. Molto più piacevole di altri, lo concedo, con il corpo scolpito, le mani forti e i baci infuocati che farebbero girare la testa a qualsiasi donna. Ma io non sono qualsiasi donna. Non sono la piccola Tamoko che pigola disperata di coscienza e cautela. Io sono la donna che tu renderai regina quando reclamerai l’eredità del Signore dell’Omicidio, e ogni tuo pensiero deve appartenere soltanto a me.

Ho messo un garofano bianco tra i capelli, perché voglio pregarti di tornare da me.
Ne portavo uno anche il giorno che ci siamo incontrati, lo ricordi? Un regalo di mio fratello. Lo hai raccolto tu dalla polvere dopo l’agguato di quei Ladri Tenebrosi, e poi hai sorriso, e mi hai chiesto di insegnarti la mia parata speciale con la katana.
A quel tempo non avevamo bisogno di altro. Il tuo cuore era più leggero, e non c’erano i sussurri di Cythandria a tentarti di scegliere ciò che è facile invece di ciò che è giusto. A quel tempo, io ti bastavo per essere felice.
Ho messo un garofano bianco tra i capelli, perché credo di poterti ancora convincere con il mio amore invece che con la forza delle armi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Segni ***


14. Segni

Personaggio:
Loki
Fandom: Marvel Cinematic Universe
Avvertimenti: ambientata durante il primo Thor. Gungnir e Slepnir sono rispettivamente la lancia e il cavallo a otto zampe di Odino secondo la mitologia norrena.


Forse è la prima volta che non deve sollevare lo sguardo per vederlo.
Perché lui è sempre stato grande, imponente dall’alto del trono o del suo destriero, invincibile nell’acciaio scintillante dell’armatura. Sovrano di Asgard, guardiano dei Nove Regni. Padre degli Asi, venerato come un dio dalla gente ignorante di Midgard e di decine di altri mondi arretrati.
Ora è soltanto un vecchio.
Le braccia che brandivano Gungnir giacciono abbandonate sul lenzuolo, una trapunta d’oro ricopre le gambe che fino a ieri cingevano i fianchi di Sleipnir nel folto della battaglia. A tenerlo attaccato alla vita è il filo labile di un respiro unito alle preghiere silenziose di sua madre. Troppi cerchi su quel tronco, ingiurie del tempo, ferite di armi.
O di parole.
Il fulmine che ha squassato definitivamente la corteccia è scaturito dalle labbra del figlio. E questo Frigga, insonne da giorni al capezzale del suo re, ancora non lo sa.
Ma prima o poi persino la regina dovrà ritirarsi, e allora basterebbe soltanto una stretta decisa. Loki non ha le mani forti come quelle di Thor, ma una cosa del genere è capace di farla persino lui. Un ultimo colpo al tronco già straziato, pochi segni rossi sul collo rugoso; uno scherzo da nascondere per chi domina la magia delle illusioni.
Ma le sue mani restano immobili dietro la schiena quando finalmente Frigga reclina il capo sotto il peso della stanchezza. Sono le sue labbra, invece, a muoversi. Di nuovo.
“Riposa bene, padre. Quando ti sveglierai potrai ammirare l’opera del tuo figlio più degno.”

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Caffeina ***


15. Caffeina

Personaggio:
Loki
Fandom: Marvel Cinematic Universe
Avvertimenti: da non prendere troppo sul serio.


Il cerchio alla testa gli impedisce di ricordare chiaramente.
Era Vanaheimr? Oppure Alfheimr? C’era un gigante, di questo ne è certo. Uno della tipologia pingue, rumorosa e chiacchierona, il che significa che nel giro di cinque minuti e tre boccali doveva aver scambiato giuramenti di amicizia eterna con suo fratello. E ovviamente…
“A che gli servono tutti quei muscoli se poi non regge l’alcool?” La cameriera ride, e i suoi occhi scintillano come quelli di qualsiasi donna in presenza di Thor. Incredibile come suo fratello abbia il potere di fare colpo sul gentil sesso persino accasciato a faccia avanti sul tavolo come un qualsiasi barbone di periferia. “Bei costumi, comunque.”
“Grazie… Angie” c’è scritto Angie sul cartellino, o almeno crede dato che le lettere fluttuano pericolosamente. Lei poggia il vassoio con il caffè sul tavolo e sorride di nuovo, stavolta come si fa con i bambini capricciosi a cui però non si può fare a meno di voler bene. “Portacene altri, va bene? Molti altri.”
Al terzo bicchiere Thor riguadagna un livello minimo di articolazione del linguaggio: “Avevi ragione sulla… questa… roba… di Midgard.”
“Si chiama caffeina. Dimmi fratello, perché devi coinvolgermi sempre nelle tue bravate?”
“Io ti ho solo messo in mano i boccali, non li ho mica bevuti per te.”
“In ogni caso… “
“In ogni caso grazie… “ il suo sorriso è impastato come la sua voce, e Angie dovrà fare gli straordinari per ripulire i fiumi di caffè che stanno colando copiosamente sul divanetto. “… senza di te non sarebbe stato così divertente.”



Note: qualche curiosità: 1) esiste effettivamente un mito norreno in cui Thor e Loki sfidano un gigante a una gara di mangiate e bevute, tra l'altro perdendo clamorosamente fregati dall'astuzia del gigante stesso XD 2) La cameriera che è appare in questa storia è Angie Martinelli, aspirante attrice e amica di Peggy Carter nella serie Marvel Agent Carter. Il che significa che siamo negli anni '40. Dopotutto gli asgardiani vivono per migliaia di anni XD

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Violenza ***


16. Violenza

Personaggio:
Sarevok Anchev
Fandom: Baldur's Gate
Avvertimenti: questa storia è conseguenza dell'aver visto la serie di Daredevil, in cui tutti si ammazzano a suon di pugni e botte.


Il primo pugno è per non avergli dato nemmeno un briciolo di divertimento.
Gli altri quantomeno tentavano di scappare, alcuni opponevano resistenza perfino, si illudevano di poter rivaleggiare con lui nell’arte della spada. Questo ometto dalla faccia unta ha tentato appena qualche passo all’indietro sulle gambe tozze prima di accasciarsi come un fantoccio privo di paglia, limitandosi a mugolare con le braccia davanti al viso.
Il secondo pugno è perché la spada è sprecata per uno come lui.
Baal è stato previdente con il suo piano di spargere la propria prole nel mondo, ma la fretta deve avergli fatto commettere errori di giudizio nello scegliere le proprie compagne mortali. Questo oste panciuto non ha nulla della possanza del Signore dell’Omicidio; la vita ordinaria e mediocre deve aver addormentato ogni richiamo atavico nel suo sangue.
Il terzo pugno è perché tutto in lui lo disgusta. I denti gialli, le linee tremule del doppio mento. Ripugnante.
Il quarto è perché gli occhi acquosi gli ricordano quelli di Rieltar, ed è allora che perde il conto.
Il seguito è solo la furia rossa del sangue di Baal. Lo sente rimbombare nelle orecchie e ribollire nelle vene, lo vede imbrattare il viso del poveretto in una maschera contorta e grottesca. Lo fa sentire bene. Lo fa sentire vivo.
Ha il respiro affannato quando finalmente si ferma, anche se l’uomo ha smesso di respirare da tempo. Pulisce il sudore dalla fronte con il dorso della mano e recupera la spada che aveva abbandonato per terra. Getta un’ultima occhiata al corpo martoriato e si rende conto che ora, soltanto ora riesce a guardarlo senza provare disgusto.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Angoscia ***


17. Angoscia

Personaggio:
Viserys Targaryen
Fandom: Game of Thrones
Avvertimenti: nessuno.


“Perdonami, Viserys. Ti ho svegliato?”
In un primo momento, quando l’ombra si è materializzata dal buio della sua camera, lo ha scambiato davvero per uno di quegli assassini di cui il re suo padre ha sempre paura. Poi la luce della luna si è impigliata tra i capelli della figura trasformandoli in una cascata di argento liquido, e Viserys si è affrettato a mettersi a sedere ritto, le mani composte sulla trapunta davanti a sé. Non deve mostrarsi codardo davanti a suo fratello.
“Sono venuto a salutarti.”
“Torni a Dragonstone?”
Lo capisce subito che è una domanda stupida. Rhaegar è il Principe di Dragonstone e trascorre quasi più tempo sulla sua isola che ad Approdo del Re, ma non avrebbe nessun motivo per lasciare la capitale nel cuore della notte. Né per intrufolarsi come un ladro nel Fortino di Maegor solamente per salutare lui.
Non può dire di conoscere bene suo fratello. Rhaegar è un uomo, è l’erede al Trono di Spade e ha una sposa e dei figli di cui occuparsi oltre agli innumerevoli affari di stato. Ma non c’è nessuno in tutti i Sette Regni che parli male di lui: Ser Barristan dice che è il cavaliere più nobile e valoroso che abbia mai conosciuto, e le dame di sua madre darebbero qualsiasi cosa per trascorrere anche un solo minuto tra le sue braccia. Viserys ha sempre pensato che da grande vorrebbe diventare come Rhaegar.
Suo fratello non risponde. Si limita ad accarezzargli con tenerezza i capelli, e infine gli posa un bacio sulla fronte.
“Forse non ci vedremo per un po’, fratello mio. C’è una cosa molto importante che devo fare. Perdonami, se puoi.”
Viserys vorrebbe chiedere perché, e cosa c’è da perdonare, vorrebbe tirarlo per il mantello e scongiurarlo di non partire, e si odia perché delle lacrime subdole hanno iniziato a raccogliersi agli angoli degli occhi e non c’è neppure un motivo valido. Ma Rhaegar è già sparito, inghiottito dalle stesse tenebre da cui è comparso, e lo lascia solo in preda al silenzio, alla notte e all’angoscia.



Note: ho voluto immaginare così l'ultimo incontro tra i due fratelli. Qui Rhaegar sta per fuggire con Lyanna - o rapirla, se vogliamo credere alla versione di Robert - e per innescare la serie di eventi che porteranno alla Ribellione di Robert e all'esilio dei Targaryen da Westeros.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Piegare ***


18. Piegare

Personaggio:
Loki
Fandom: Marvel Cinematic Universe
Avvertimenti: compaiono personaggi della serie Marvel Jessica Jones. La capacità di Loki di viaggiare a piacimento tra i mondi è la scusa perfetta per imbucarlo dovunque XD


“Dimmi che mi ami, Hope.”
La natura di quel potere continua a sfuggire alla sua comprensione. Non è legato al contatto visivo, forse neppure a una particolare qualità del timbro vocale; potrebbe azzardarsi a dedurre che Kilgrave infetti le sue vittime in qualche modo, magari emettendo un virus o una tossina, ma è troppo presto per tirare conclusioni affrettate. Di certo non ha nulla a che vedere con la piaga degli Inumani che ultimamente sembra proliferare su tutta la faccia di Midgard. Più probabile che qualche scienziato pazzo – forse addirittura lui in persona – abbia giocato a fare il dio e a superare i limiti che la natura ha giustamente imposto alle patetiche creature del pianeta Terra.
“Ti amo.”
La ragazza seduta di fronte a Kilgrave è poco più che una bambina. Meravigliosa nell’abito lungo di seta, con gli orecchini a goccia che catturano la luce dei lampadari ed esaltano la perfezione dei suoi capelli biondi, fini e lucidi come quelli degli elfi di Alfheimr. Ma rimane pur sempre una marionetta. Un giocattolo in mano a un uomo in grado di piegare qualsiasi mente, qualsiasi volontà alla propria. Almeno per un breve periodo di tempo.
“Brava così, Hope. Non è proprio come se lo dicesse Jessica, certo… ma per il momento saprò accontentarmi. Diamo tempo al tempo. Ma ecco che arriva la nostra amatriciana!”
Loki si limita a poggiare sul tavolo i piatti e si confonde nuovamente nel viavai del ristorante. Oggi non indossa la corona del re di Asgard, è solo un semplice cameriere. Oggi il suo unico scopo è osservare.
E soffocare l’ira che gli attanaglia le viscere, perché se lui avesse il potere di piegare le menti con una parola tutti i Nove Regni sarebbero già uniti da secoli e secoli nel nome di Loki. Persino il titano folle Thanos dovrebbe piegare il ginocchio in segno di obbedienza.
E invece questo Kilgrave spreca i suoi doni per sedurre fanciulle e godersi cene in ristoranti a cinque stelle.
Forse dovrebbe ordinare a Lady Sif di venirlo a prelevare. O almeno una parte del suo corpo, quanto basta perché gli studiosi di Asgard capiscano come replicarne le capacità.
E allora ci penserebbe il dio degli inganni a rendere giustizia a quel meraviglioso, inaudito, inesplorato potere.


Note: non oso pensare cosa accadrebbe se il progetto di Loki diventasse realtà XD

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Ignorare ***


19. Ignorare

Personaggio:
Vayne Carudas Solidor
Fandom: Final Fantasy XII; crossover con Kingdom Hearts
Avvertimenti: odio il fatto che in KH non ci sia nessun personaggio di FFXII!


“Un momento. Facciamo il punto della situazione.”
Cid è uno scienziato geniale e un caro amico, ma ha la tendenza snervante a perdersi nei meandri dei suoi stessi discorsi. Bisogna avere pazienza con lui, e riportarlo sui binari giusti ogni volta che occorre. Molto spesso, a dire il vero.
“Sì, certo, dicevo… la regina del mare è andata. Diventare gigante è servito solo a renderla un bersaglio perfetto per la prua di una nave. Lo smilzo con il pizzetto, invece… come dire, è imbarazzante…”
“Sopravvivrò alla notizia.”
“… Venat dice che è diventato un genio. Sono creature ancora più potenti degli Occuria, pare. Sarebbe affascinante riuscire a procurarsi un campione dei loro tessuti, meglio ancora di sangue, sempre se nelle loro vene scorre davvero sangue, s’intende… “
“Dicevi del visir?” Vayne inarca un sopracciglio. La giornata è stata lunga, e persino l’imperatore di Archadia qualche volta brama l’abbraccio delle sue coperte di seta.
“Si è fatto intrappolare nella sua stessa lampada. Venat è rimasto allibito, giuro. Si è mai vista una fine così stupida? In quanto al sacco di vermi… temo che sia ancora un sacco di vermi. Solo un po’più bucherellato.”
“E la strega?”
La strega gli piaceva. Era l’unica in quella combriccola di svitati ad averlo convinto davvero. In lei ardeva il fuoco autentico dell’ambizione, alimentato però da una dose consistente di spirito pratico e astuzia. Cosa che non si poteva certo dire dei suoi bizzarri associati.
“Andata anche lei. Ha messo su un bello spettacolo però, Venat ha apprezzato. Si è trasformata in un drago, ma alla fine è stata sconfitta da un ragazzino minorenne armato di chiave gigante, da un papero e da un cane.” Cid tende l’orecchio verso il vuoto alla sua destra, ed esita appena un attimo prima di sferrare il colpo di grazia. “Venat dice che c’era anche una fatina.”
Il suo sospiro è appena percettibile. “Peccato.”
Un’opportunità sfumata, forse. Ma anche la conferma che il suo intuito strategico ancora una volta ha fatto centro. Ignorare la proposta della strega di far parte della sua banda di esaltati si è rivelata di gran lunga la decisione migliore.


Note: do per scontato che Venat con i suoi poteri di Occuria possa quantomeno "sbirciare" cosa accade nei vari mondi ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Falena ***


20. Falena

Personaggio:
Vayne Carudas Solidor
Fandom: Final Fantasy XII; la role del XIII Order Forum
Avvertimenti: questa storia forse non sarà accessibile a molti. Lyanna è un personaggio inventato da me e i miei amici del XIII Order Forum per la nostra campagna di gioco di ruolo ambientata nei mondi di Kingdom Hearts e Final Fantasy. Lyanna proviene da Archadia ed è patriottica fino al fanatismo, sarebbe pronta a dare la vita in un attimo per il suo imperatore Vayne.


È quando vedo occhi come quelli di Lyanna che trovo conferma del mio successo come leader.
Sangue blu, denaro, armate, conta tutto fino a un certo punto. Sono fattori importanti, ma non decisivi. Nutro stima e rispetto per i grandi uomini del passato che si sono costruiti da soli, partendo dalla polvere per innalzarsi fino all'altare della gloria. Brandendo una sola arma: la parola. La forza inarrestabile della persuasione, il carisma ferreo delle grandi personalità. Certi individui sono semplicemente destinati al comando, non importa se provengono dalla più fangosa delle stalle. O se erano solamente terzi nella linea di successione.
Questi prescelti dal destino sono la luce, e attraggono gli uomini inferiori come tante piccole falene.
A Lyanna non importa se perderà la vita nella missione che le ho assegnato. Non ha paura di abbandonare la sua vita privilegiata, non la sfiora il pensiero dei genitori che forse la piangeranno per anni.
Lyanna è una falena, e volerà dove la luce sceglierà di scintillare.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Giocattolo ***


Avvertenze: c'è un imbucato nella mia lista di personaggi. Quando ho iniziato questa raccolta ancora non era uscito Star Wars: Il Risveglio della Forza, altrimenti avrei scelto sicuramente anche questo personaggio. Ma rimedio da adesso, non ho saputo resistere XD
Contiene spoiler pesantissimi per chi non ha visto il film!







----------------------------------------

21. Giocattolo

Personaggio:
Ben Solo/Kylo Ren
Fandom: Star Wars
Avvertimenti: nessuno.

Leia è stata categorica: niente spade laser prima dei dodici anni. Luke può consumarsi le corde vocali a forza di ripetere che ai tempi della Vecchia Repubblica i piccoli padawan imparavano a brandire armi ancora prima che a camminare, ma la risposta della sorella non cambia di una virgola: “Se gli antichi Jedi si sono estinti ci sarà un motivo.”
Come darle torto? Ma non ha importanza. Ben è un bambino sveglio e vivace – tutto suo padre – e basta un pizzico di immaginazione per trasformare un’asta qualunque in una sfolgorante lama di energia azzurra al servizio della giustizia e della pace nella Galassia.
“Più basso quel cappuccio, papà! Devi sembrare davvero cattivo!”
Han sorride e si affretta a obbedire, occhieggiando tra le pieghe nere della stoffa lo zio Chewie già appostato dietro al divano con il blaster giocattolo saldamente in pugno.
“Arrenditi, giovane Jedi!” gracchia Han nella migliore imitazione di una voce anziana e contorta dal male. “La Galassia è mia!”
Ben volteggia brandendo l’asta, para i colpi immaginari del perfido cacciatore di taglie Wookie e gli fa volare il blaster dalla mano. L’ex flagello dell’Orlo Esterno si rotola a terra tra tremendi ruggiti di dolore, e l’eroico Jedi si trova finalmente faccia a faccia con il signore dell’oscurità.
“Sei tu che devi arrenderti, essere malvagio!”
“No, mi hai sconfitto!” Han grida, le mani al cielo. Si lascia cadere docilmente in ginocchio sotto i colpi della giustizia, e quando Ben esplode in una risata grande come la Galassia lo prende a tradimento tra le braccia e lo stringe a sé, scompigliandogli i capelli e mangiandolo di baci.


Note: ispirata a questa fan art.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Riflessione ***


22. Riflessione

Personaggio:
Azula
Fandom: Avatar - The Last Airbender
Avvertimenti: nessuno.


Azula sbuffa davanti allo specchio, sposta il peso da un piede all’altro e a stento resta ferma il tempo necessario perché io le allacci il gioiello intorno al collo.
“Stai benissimo. Stasera al banchetto guarderanno solo te.”
“Lo voglio ben sperare.”
Sospiro, mi mordo le labbra per soffocare un rimprovero. Non voglio sgridarla, non oggi. Oggi è il suo tredicesimo compleanno, Ozai ha decretato una grande festa alla presenza di tutti i nobili della Nazione e io vorrei che fossimo nient’altro che una famiglia felice. Almeno per una volta.
Eppure nemmeno il sorriso di Azula di fronte al nuovo regalo riesce a dissipare l’inquietudine dentro di me. Il riflesso allo specchio mi mostra la bellezza di mia figlia che tra pochi anni sboccerà in tutto il suo splendore, due magnifici, profondi occhi color ambra, pelle chiara e perfetta, capelli morbidi come una cascata di seta. Chiunque, guardandoci, direbbe che siamo due gocce d’acqua.
Solo l’occhio di una madre è capace di cogliere le differenze. Qualcosa di impalpabile nella linea delle labbra, una curva dura e beffarda che non riconosco come mia; e una luce negli occhi che mi ricorda pericolosamente l’ambizione di Ozai.
Sta sfuggendo al mio controllo. Non sono stata in grado di educare al meglio mia figlia.
Sono riflessioni su cui ho paura a soffermarmi. Le scaccio come tante altre volte in un angolo buio del cervello, indosso un sorriso forzato e maschero l’inquietudine in una stretta alle spalle di Azula che vorrebbe essere d’orgoglio.
“Sei bellissima,” ripeto.
Oggi siamo una madre e una figlia felici. Oggi va tutto bene, deve andare tutto bene.
Domani è un altro giorno.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Diversi ***


Contiene spoiler su Star Wars: The Force Awakens






23. Diversi

Personaggo:
Ben Solo/Kylo Ren
Fandom: Star Wars
Avvertimenti: nessuno.


Il generale Hux è sempre stato un sostenitore dell’intraprendenza dei giovani. I vecchi governatori aggrappati alle loro poltrone con le unghie e con i denti malgrado la demenza dilagante sono una piaga per l’efficienza del Primo Ordine; i posti di comando devono appartenere a giovani brillanti e ambiziosi, uomini dalla volontà d’acciaio capaci di far fronte a qualsiasi situazione imprevista. Uomini come Hux, insomma.
Lui e Ren non potrebbero essere più diversi. Ancora non si capacita che il Leader Supremo riponga tanta fiducia nel suo instabile apprendista, e che glielo abbia addirittura affiancato al comando della base Starkiller.
Forse spera che gli faccia da balia, pensa amareggiato. Perché Ren non è un giovane brillante, e nemmeno un uomo dalla volontà d’acciaio. È solo un bambino capriccioso che in vita sua non ha ricevuto abbastanza sculacciate.
“Mi aspettavo meglio da lei, generale” la voce distorta dalla maschera ostenta freddezza, ma a Hux non sfugge la vena di derisione dietro il timbro meccanico. “Quanto ci vuole per localizzare un droide su una palla di sabbia?”
Quando è troppo è troppo. “Non accetto critiche ai miei metodi da una patetica imitazione di Darth Vader,” pronuncia in tono gelido, certo di scatenare l’ennesimo accesso di rabbia che ridicolizzerà l’impertinente Ren di fronte a tutti gli stormtrooper e i tecnici del Finalizer.
A sorpresa il giovane adepto del Lato Oscuro rimane impassibile, e risponde con altrettanta tranquillità: “E io non accetto rimproveri da una patetica imitazione del governatore Tarkin.”
Hux apre la bocca per ribattere, ma la richiude quasi subito, sconfitto. Per la prima volta un pensiero nuovo gli attraversa la mente come una scarica ad alto voltaggio: forse lui e Ren non sono poi così diversi.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Fantasma ***


24. Fantasma

Personaggio:
Viserys Targaryen
Fandom: Game of Thrones
Avvertimenti: nessuno


“Perché Viserion?”
Non è da Ser Jorah dubitare delle decisioni della sua khaleesi. Si pente della domanda un attimo dopo averla pronunciata, rimproverandosi la sfumatura incredula che ha colorato la sua voce.
Eppure non riesce a capire.
Chi mai dovrebbe rimpiangere Viserys? Lui no di certo: nei suoi ricordi il Re Mendicante è un sorriso laido, sono dita appuntite che lasciano lividi sulle braccia candide di Daenerys.
Dare il suo nome a uno dei draghi è come permettere al suo fantasma di tormentarli ancora.
Daenerys non risponde – una regina non è tenuta a dare spiegazioni – ma Jorah coglie il suo sguardo fisso su un punto oltre le sue spalle, rapito da qualcosa che nessun altro può vedere.
Un altro fantasma, forse. Lo spettro di un Viserys morto anni prima della fatidica corona d’oro, un Viserys che solo lei, in un’altra vita, ha conosciuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Sinfonia ***


25. Sinfonia


Personaggio:
Loki
Fandom: Marvel Cinematic Universe
Avvertimenti: nessuno


Huginn è più veloce, ma le ali di Muninn percorrono distanze più vaste.
Ma ho scoperto che esiste qualcosa che supera persino i corvi di Odino in rapidità e portata: le voci del popolino.
“Non hanno volato neanche oggi” mormorano le guardie con gli occhi rivolti al cielo di Asgard.
“Da quando è morta la regina il re ha paura a farli uscire. Forse teme di perdere anche loro.” Persino le ancelle adesso si sentono in diritto di esprimere opinioni ad alta voce.
Occhi e orecchie del padre degli Asi, Huginn e Muninn hanno sempre solcato i cieli dei Nove Regni in cerca di notizie, a caccia di segreti. Ogni giorno dall’alba al tramonto, dall’inizio dei tempi.
Fino ad oggi.
Solo il re di Asgard sa ricomporre le note stridule del loro gracchiare in una sinfonia dai mille significati arcani. E anche io sarei in grado di decifrarla, se solo si degnassero di cantarla per me.
Invece no. Per me ci sono solo occhi aguzzi come punte di spillo che scrutano oltre l’illusione e si trincerano dietro un muro vacuo di disprezzo. Stupidi uccelli presuntuosi.
Allungo le dita verso la gabbia d’oro. Sostengo senza timore il peso di quegli sguardi neri come la pece. È tempo che i due pennuti capiscano chi comanda.
Ma all’ultimo momento non ci riesco. Mi fermo a un respiro dalle sbarre, come l’ultima volta. E quella prima ancora.
Non sono i colpi dei loro becchi di cui ho paura; le ferite guariscono presto sulla pelle degli Asi. È l’eco del loro gracchiare che ancora mi insegue nel sonno, ricordo della prima e unica volta che mi hanno parlato. Un’altra sinfonia, monotona e stridente.
Falso re, falso re, falso re, falso re…



Note: Nella mitologia norrena Huginn e Muninn sono i corvi di Odino, che viaggiano per i Nove Regni portando notizie e informazioni al loro padrone.
E con questa storia si chiude la raccolta. Il progetto originario e la sfida sul forum prevedevano cinquanta drabble, ma un periodo totalmente arido di ispirazione ha fatto morire il tutto :( Non ho più idee per continuare e perciò ho deciso di chiudere qui, a venticinque che è una cifra con un minimo di senso, almeno nella mia testa XD Grazie a tutti coloro che hanno letto, seguito e recensito! :D
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3280429