Everytime we touch.

di iheartjortini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Credo che non sia stata una buona idea farsi trascinare dalle idee dei miei amici ed andare in discoteca per dimenticare tutto. Sono sullo sgabello in camoscio nero del bar, aspettando un drink che avevo appena ordinato al barista lì dietro.

- “Ehi Stoessel, andiamo?” - Avevo appena chiuso l'armadietto quando, girandomi, mi ritrovai Lodovica davanti. Ogni Giovedì tornavamo a casa insieme dato che Ruggero, il suo fidanzato, non poteva accompagnarla per via degli allenamenti di basket. - “Va bene, dammi due minuti e arrivo. Tu intanto aspettami fuori” - Corsi velocemente senza aspettare una sua risposta, dovevo salutare Diego che a quest'ora stava sempre davanti ai bagni del secondo piano a cazzeggiare con i suoi amici. Esatto, suoi. Non mi erano mai piaciuti, l'unica parola che scambiavo con ognuno di loro era un misero“Ciao”detto tanto per non sembrare maleducata. Stranamente quando arrivai davanti ai bagni non c'era nessuno. Strano. Prima di raggiungere Lodovica, però sentii dei rumori. Non ci feci molto caso, sai quanti ragazzi non riescono a controllare i loro ormoni fino a casa e decidono di farlo in bagno? “Oh si Diego, più forte”. Furono queste -esattamente queste- le parole che catturarono la mia attenzione prima di entrare nel bagno -ignorando il fatto che alle ragazze era proibito entrare, escludendo quelle che si sbattono i ragazzi, ovviamente. - Solo una porta era chiusa, dovevo aprirla o no? Magari non era quel Diego, o forse sì. Era insicurezza, o solo paura di vedere davanti ai miei occhi qualcosa che non mi sarebbe piaciuto per niente?

“Offro io per una bella damigella come te” Mi girai di scatto verso quella voce che involontariamente mi aveva fatto smettere di pensare al motivo per cui avevo -due minuti prima- ordinato una vodka. “Ad una condizione peró: dopo mi concedi un ballo” Il solito stronzo che si fa tutte. Perfetto. Volevo dimenticare ció che era successo 48 ore prima e mi compare davanti la reincarnazione del tipo di ragazzo che avrei dovuto evitare. C'erano due opzioni: ignorarlo e allontanarmi da ogni essere umano che fosse come lui, o accettare e divertirmi per smettere di pensare senza la necessitá di dover perdere tutti i sensi. Indovinate quale ho scelto.

Ho raggiunto il mio obiettivo per questa sera, mi sono lasciata andare ed adesso sono ubriaca fradicia a ballare un lento insieme a lui. Mi stringeva a sè, fino a farmi posare il capo sul suo petto. Avevo gli occhi chiusi, fino a quando posò due dita sul mio mento per poterlo guardare negli occhi.
Si avvicinò, sapevo cosa voleva fare. Voleva baciarmi.
- “Aspetta” - sussurai quando era vicino. Buttarmi o no? Infondo era per questo che ero venuta qui, no? Dovevo dimenticare.
- “Non sono una di quelle che ti fai sempre” - Dovevo cercare di resistere. Anche se sapevo come sarebbe andata a finire non volevo fare quella facile.
- “Davvero credi che sia uno di quelli?” - Okay, va bene che mentre ballavamo era stato dolce, ma non penso sia un santo.
- “Ci conosciamo da venti minuti e volevi baciarmi, suppongo di sì” - La dolcezza è la materia in cui vado meglio insomma.
- “Ti sbagli di grosso, piccola. ” - Posa le sue labbra sulla punta del mio naso. Okay, cosa sta facendo?
- “Non sono come tutte le altre” - Un altro bacio. Sulla guancia destra. Mandava a puttane il mio cervello così.
- “Ne sono consapevole” - Ora sulla guancia sinistra. Cazzo, baciami.
- “Okay, mi arrendo” - L'avevo fatto aspettare e mi ero stufata anche io. Non so se era l'alcool, due giorni fa non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Forse domani mi sarei pentita, ma volevo per la prima volta mandare a quel paese la mia mente e buttarmi. Ero venuta qui per dimenticare, e così sarebbe stato.
- “Lo sapevo che avresti ceduto” - Rise e si avvicina sempre di più finché le nostre labbra sono finalmente in contatto, subito la sua lingua chiede accesso alla mia bocca che gli viene concesso, continuiamo così per qualche minuto finché lui non dice “Vieni con me..”

Ci troviamo davanti ad una porta della discoteca, sono praticamente schiacciata dal suo corpo verso la porta ma tutto ciò mi piace. Lui cerca di aprire la porta mentre continua a baciarmi, la apre e col piede la richiude e mi sbatte sul letto, si mette sopra di me e comincia a baciarmi il collo, non posso trattenere i gemiti. Comincia ad alzarmi la maglia e con una voce sensuale mi chiede
- “È la tua prima volta?”
- “No..” - Dopo ciò comincio a sfilargli la camicia, lui continua a lasciarmi baci per tutta la parte scoperta dalla maglietta. Pian piano comincia a sfilarmi anche i pantaloni e rimango in intimo.
- “Sei troppo vestito..Non vale” -
- “Allora trova un rimedio per questo” - Rido e comincio a sfilargli i jeans mentre lui ha la mano sul gancio del reggiseno e lo sfila, comincia a baciarmi i seni e per la seconda volta non riesco a trattenere i gemiti. Gli sfilo i boxer e comincio a toccarglielo leggermente, man mano che tocco lui lascia dei gemiti sulla mia pelle. Mi sfila l'intimo rimanente e entra in me. Non posso trattenere un urlo, lui mi tappa la bocca e lentamente toglie la mia mano e comincia a baciarmi, mi abituo alla sensazione e man mano quello che era dolore si trasforma in piacere puro, la serata più bella della mia vita.

Sono sulla sua moto mentre mi riaccompagna a casa, arrivati sotto casa sto per entrare e poi mi ricordo che non ci siamo neanche presentati, mi fermo e mi giro di scatto.
- “Non ci siamo neanche presentati...” -
- “Mi chiamo Jorge, Jorge Blanco” - Mi lascia un biglietto e freccia per le vie di Buenos Aires, alle cinque del mattino, dopo una nottata non del tutto giornaliera. E ora? 



Angolo Autrice: Hello everybodyyy! (sempre se qualcuno sta leggendo tutto ciò). È la mia prima storia su efp e spero di avervi almeno un po' incuriositi. Ho pensato di cambiare un po' e non fare la solista storia d'amore “La nerd e il popolare che si innamorano” e fare qualcosa di più originale. Alla prossima, iheartjortini.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Questa mattina mi sono svegliata con un mal di testa incredibile, sembrava che la testa volesse scoppiare da un momento all'altro. Non ricordo quasi nulla di ieri sera, ricordo fino a quando mi sono ubriacata tantissimo. Stacco il telefono tra la presa del carica batterie e lo poggio sul mobiletto, dove c'è un bigliettino tutto stropicciato, lo prendo e sopra c'è un numero di telefono con su scritto “Chiamami”.

“Non ci siamo neanche presentati...” - - “Mi chiamo Jorge, Jorge Blanco” - Mi lascia un biglietto e freccia per le vie di Buenos Aires, alle cinque del mattino, dopo una nottata non del tutto giornaliera. 

Salvo il suo numero e provo più e più volte a chiamare, ma senza risultati dal momento che non risponde.
 La porta della camera si apre bruscamente e mi trovo davanti un Diego incazzato, nascondo in un secondo il biglietto e mi alzo di scatto.
- “Che vuoi?“
- “Parlarti”
- “Bhé io no quindi puoi anche andartene”
- “Martina ti prego..Non fare la bambina”
- “Ah quindi ora sarei io la bambina? Tu mi tradisci e io sono la bambina?”
- “Non è come pensi...”
- “Ah no? Allora illuminami”
- “Dove sei stata ieri? Tua madre mi ha detto che sei rientrata tardi”
- “Cosa c'entra ora?”
- “C'entra Martina, c'entra! Dove sei stata?“
 - “A fare la stessa cosa che hai fatto tu”
Dico con una voce sensuale per provocarlo.
 
 Era insicurezza, o solo paura di vedere davanti ai miei occhi qualcosa che non mi sarebbe piaciuto per niente? - “Ora capisco perché la Stoessel ha perso la verginità con te, García” - Non solo si fa il mio ragazzo, osa anche pronunciare il mio nome mentre ha un cazzo da aggiungere alla sua collezione. Apro la porta e subito si girano a guardarmi. Non scappo, e nemmeno mi metto a piangere - ci mancherebbe solo che dopo un'umiliazione del genere mi mostro fragile davanti a questo coglione -.
 - “Martina, non è come pensi…”-
 Quello che fino a un minuto fa consideravo il mio fidanzato, allontana la ragazza che in questo momento non ha una faccia preoccupata, anzi, mi sta lanciando un'occhiata che farebbe invidia ad un assassino. Probabilmente mi starà augurando -solo Dio sa cosa- poiché ho interrotto il loro momento. 
- “Tu davvero pensi che io dovrei crederti? L'ho visto davanti ai miei occhi cosa stavate facendo e come questa gatta in calore pronunciava il mio cognome. Sì va bene, ho perso la verginità con te e forse è stato una delle cose più stupide che ho fatto mentre ero accecata dall'attore che eri quando mi dicevi tutte quelle cose. È stata anche una prima volta di merda con quella noce piccola che ti ritrovi tra le gambe”- Urlai, indicando l'unica parte scoperta che si vedeva sotto -Esatto, non si preoccuparono nemmeno di togliersi gli indumenti. – 
- “Non pensavi la stessa cosa quando gemevi ad ogni mio tocco” –
 Forse ho ferito il suo orgoglio. No ma aspetta, da quando le persone come lui hanno dei sentimenti? Non solo mi tradisce, ha anche il coraggio di rispondere in quel mondo. Con persone del genere era inutile sprecare la voce. Uscii - non prima di rispondere con un “Continuate pure quello che stavate facendo” -. Diego mi raggiunse mentre scendevo le scale ed io non avevo intenzione di continuare a parlare con lui. 
- “Fammi spiegare almeno…” 
- “Martina!” 
- “Fermati”. Non lo ascoltai, mi girai soltanto e prima di uscire dall'edificio urlai un semplice “Abbiamo chiuso”. Faceva male, ma se pensava che lo avrei ascoltato e perdonato come facevo ogni volta che litigavamo, si sbagliava di grosso. 

 
- “Che cosa vuoi dire?” Dice con una voce preoccupata.
- “Credo che hai perfettamente capito cosa ho fatto”
 - “Ma fai sul serio?”
 - “Tanto a te cosa importa? Neanche stiamo più insieme”
- “Come non stiamo più insieme? Si che stiamo insieme!”
 -“No Diego, capisci quanto io ci sono rimasta male? No certo, ovvio che non capisci, io a differenza tua ti sono sempre rimasta fedele, e adesso per favore vai via..”
- “Martina..”
 - “Martina nulla Diego, vai via”



“Non è come pensi” Apro l'acqua.
Le prime gocce scorrono sul mio corpo ed è una sensazione piacevole, ma non riesce a bloccare i miei pensieri. Continuano a tormentarmi senza pietà. “Non siamo più fidanzati” Questa era la realtà. Ed io stessa avevo pronunciato le medesime parole.
“Offro io per una bella damigella come te” Mi girai di scatto verso quella voce che involontariamente mi aveva fatto smettere di pensare al motivo per cui avevo -due minuti prima- ordinato una vodka. “Ad una condizione però: dopo mi concedi un ballo” E al tempo stesso anche ciò che era successo la sera prima mi tormentava. Ed era strano, fottutamente strano, che mi importasse nonostante non conoscessi assolutamente nulla di quel tipo. Insomma, di solito -anche se non l'avevo mai fatto prima d'ora- dopo una scappatella il giorno successivo si fa come con un capitolo di storia. Viene studiato e la settimana successiva finisce tutto nel buco nero. 
- “Okay, mi arrendo” - L'avevo fatto aspettare e mi ero stufata anche io. Non so se era l'alcool, due giorni fa non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Forse domani mi sarei pentita, ma volevo per la prima volta mandare a quel paese la mia mente e buttarmi. Ero venuta qui per dimenticare, e così sarebbe stato.

Non capivo più niente. Nella mia testa rimbombavano sempre le stesse frasi, e davanti ai miei occhi passavano momenti che si erano verificati in queste ultime ore. L'unica cosa certa era che volevo sapere di più su quel ragazzo. 
 

Sì Lodovica, te lo ripeto per la centesima volta, sto bene così, ciao.”
Chiudo whatsapp -non aspettando nemmeno una sua risposta- e mi ritrovo sulla schermata home.
Se c'è una cosa che odio è che le persone provino pena per me, okay che ci sto male, ma non sono una di quelle “Vita, cuore, battito”. Passerà.
Apro Facebook e finalmente ho il tempo di cercare informazioni su quel ragazzo. Quindici notifiche, non le apro nemmeno dato che come sempre saranno inviti per quei stupidi giochi come Candy Crush. Mi chiedo perché non crepano davvero quando perdono tutte le cinque vite. “Jorge Blanco”. Ecco come pensavo. Sono usciti una marea di risultati, tra cui un anziano che è tutto l'opposto di quello che sto cercando. Non è degno di avere il suo stesso nome e cognome. Continuo a scendere invano mentre tento di riconoscere tra tutte queste persone un volto familiare. Bingo! Finalmente. Insieme a lui, sia nella foto del profilo che in quella di copertina, c'è un ragazzo. Penso sia il suo migliore amico, e devo ammettere che neanche lui è tanto male, anzi. Fanno delle smorfie buffe e, andando avanti con le immagini, noto subito che non sono tutta questa normalità. In una di queste sono entrambi coperti di sapone e fanno la linguaccia. Alla fine perdo la condizione del tempo e mi ritrovo ad una foto del profilo che aveva nel 2012.
Decido di smettere vedere cosa pubblica e siccome non ce l'ho tra gli amici mi appaiono solo i post che condivide pubblicamente: vine che fanno ridere, foto con gli amici, cose stupide che scrive mentre si annoia.
Mi soffermo su uno stato che ha scritto a Marzo. È il più serio che leggo sul suo profilo fino ad ora. “Ho giurato di odiarti, ho promesso di scordarti, poi ti ho rivisto e ho perso cento battiti”.
Okay. Questa è l'unica parola che mi viene in mente. Mi aspettavo di trovarmi di tutto, ma post del genere no.
 

 
 
 
 
Angolo Autrice:
Hello everybodyy! Come state? Spero bene, scusatemi per l’enormissimo ritardo e per il capitolo non molto lungo,  ma devo farvi rimanere con intriga no? Ahaha
Volevo anche ringraziarvi per le 280 visite, davvero grazie!

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