The Golden Girl {pt. 3} di Miss_Sunshine (/viewuser.php?uid=69485)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Piume, maledizioni e begli occhi ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Mettersi in gioco ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Che la buona sorte ci assista ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - La cosa giusta da fare ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Adesso siamo pari ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Qualcosa per cui festeggiare ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Piume, maledizioni e begli occhi ***
Author's
Note.- Buonsalve a
tutti! Bentornato a chi ha già letto le due precedenti
storie su Stella e
benvenuto a chi fa la sua conoscenza per la prima volta. Aver letto le
altre
due storie non è fondamentale per seguire questa, ma
fornisce il background dei
personaggi inventati da me che prenderanno parte anche a questa. Dopo
il riposo
estivo post esami ho deciso di cimentarmi nel capitolo conclusivo delle
avventure di Stella, come avevo accennato in precedenza.
La
storia si ambienterà prima, durante e dopo i Settantesimi
Hunger Games. Se vi
ricordate chi vince avrete già capito perché
questi Giochi saranno
interessanti, se non ve lo ricordate scegliete voi se andare a cercarlo
o
optare per la sorpresa. Sarà più corta delle
parti precedenti, credo intorno ai
sei o sette capitoli, ma per il momento non vi svelo altro.
A
fine
capitolo troverete un'altra nota in cui vi dirò qualcosa che
evito di dire ora
per non spoilerare troppo, dal secondo capitolo in poi la nota
seguirà il
testo. Ora la smetto di annoiarvi e vi lascio alla lettura, spero che
il
capitolo vi piaccia :3
The
Golden Girl {pt. 3}
Capitolo
1 - Piume, maledizioni e begli occhi
Capitol City, Festa alla residenza
presidenziale per i
Sessantanovesimi Hunger Games
D'accordo,
niente panico. Niente panico. È soltanto un vestito. Un
vestito un po'
capriccioso, ma quando mai i miei non lo sono? E questo è
soltanto uno
sgabello, scendere non è poi così difficile.
Prima o poi dovrò farlo, non posso
passare tutta la serata qui, nella mia bolla sicura. Certo, non
è facile
sorridere e fingere che vada tutto bene quando sai che chiunque incroci
il tuo
sguardo sa perfettamente che stai facendo buon viso a cattivo gioco,
anzi a
pessimi Giochi, visto che anche quest'anno non hai vinto. Di nuovo. E c'è mancato
poco, davvero. Un'altra volta. Io e Gloss eravamo sicuri che avremmo
vinto. Ma
il nostro Tributo si è fatto staccare la testa da un
anaconda gigante spuntata
all'improvviso dalla sabbia e la corona è andata al
Distretto Cinque. E questo
è davvero umiliante.
Non
ho
idea di dove sia finito Gloss, probabilmente a parlare con qualche
Sponsor, a
provare a convincerli che arriveremo ai prossimi Giochi più
pronti che mai. Che
poi è quello che dovrei fare anch'io, quindi mi costringo ad
abbandonare il bar
e a dirigermi verso l'unico gruppo di persone nel mio raggio visivo in
cui c'è
qualcuno che conosco. Ad ogni passo le piume della gonna producono un
leggero
fruscio e io devo stare molto attenta a come cammino se non voglio
ritrovarmi
lunga distesa a terra. Non sarebbe davvero il caso. Raggiungo la chioma
di un
bel color corallo di Caesar Flickerman e sorrido nel modo
più allegro che
posso. "Caesar! Posso salutarti?"
Non
ho
idea di chi siano le altre tre persone ma spero ci
presenterà lui.
"Stella!" si volta verso di me nel suo abbagliante completo dello
stesso colore di capelli e sopracciglia e mi abbraccia. "Ci stavamo
giusto
chiedendo dove fosse finita la nostra ragazza d'oro!"
"Magari
a nascondersi da qualche parte dopo la seconda sconfitta consecutiva"
risponde al mio posto una voce che riconoscerei ovunque, mentre sento
una mano
cingermi la vita e un bacio sulla mia guancia.
"Publius"
lo saluto cercando di non perdere il sorriso, ma con una nota acida
perfettamente udibile.
"Oh
ma è stata soltanto sfortuna, Stella non ha nessuna colpa.
Siamo tutti sicuri
che quest'anno il Distretto Uno si prenderà la sua
rivincita!" Adoro
Caesar, è sempre gentile con me. Cosa che non posso dire di
McEntire qui
presente, che sorseggia il suo drink. Lo so che non ha ancora digerito
di aver
perso un sacco di soldi puntando su di noi, è furioso, per
quanto non voglia
darlo a vedere e la butti sullo scherzo. Dopo quella brutta lite
perché mi ero
offesa quando si era schierato con Brutus, e aveva vinto, quest'anno ha
puntato
tutto su di noi. E io gli avevo assicurato che avremmo vinto.
"Sempre
che questa maledizione non sia vera" risponde lui, per niente toccato
dalle parole di Caesar e tutti scoppiano a ridere. Gira questa
divertentissima
barzelletta tra gli addetti ai lavori, la maledizione di Stella. Da quando
ho vinto io il Distretto Uno non ha più avuto un vincitore,
arriviamo ad un
passo dalla corona e perdiamo. A me sembra un'enorme sciocchezza, sono
passati
solo due anni. Ma è anche vero che quest'anno ci ha battuto
il Cinque, quindi
forse un fondo di verità c'è.
"È
una stupidaggine. Le uniche maledizioni sono quelle che ci lanceranno
gli altri
Mentori quando quest'anno vinceremo" rispondo sicura di me, come da
copione.
"A
questo proposito, credo che noi due dovremmo parlare di lavoro.
Signori, spero
non vi dispiaccia se ve la rubo qualche minuto" ci congeda Publius e
faccio giusto in tempo a salutare Caesar che lui mi ha trascinata via e
mi
trovo nuovamente al bar.
"Senti,
lo so che sei arrabbiato, ma quest'anno vinceremo di sicuro e tu
rientrerai delle
perdite. Ma potresti evitare di mettermi in imbarazzo davanti a
possibili
Sponsor?" sbotto mentre lui fa cenno al barman di portarci da bere. Si
volta verso di me e solleva un sopracciglio. "Stella... No, non riesco
a
prenderti sul serio quando hai un paralume al posto della gonna, non ce
la
faccio" e lo dice in modo così contrito che entrambi
scoppiamo a ridere.
"Ridi
quanto vuoi, tutte le Capitoline vorranno un vestito così
domani!" Ed è
vero, io Ganymedes lanciamo tendenze. Più o meno comode, ma
lanciamo tendenze.
Publius
beve un sorso dal suo bicchiere e poi mi mette una mano sulla schiena e
mi
attira a sé in un modo talmente inadeguato ed esplicito da
farmi quasi
arrossire. "Sai che hai molto da farti perdonare dopo quel casino nel
deserto, vero?"
"Non
posso credere che tu ci stia provando con tua moglie a cinque metri da
noi" rispondo mentre gli do un pugno leggero sul braccio e mi sciolgo
dalla presa. Sì, Publius McEntire si è sposato.
Poco dopo la fine dei
Sessantottesimi Giochi un suo socio in affari ha deciso di ritirarsi e
di
vendere a lui, ad una condizione: avrebbe dovuto sposare la sua
insignificante
quanto stupida figlia per sancire l'accordo. E io pensavo avrebbe detto
di sì,
subito. Invece lui è venuto da me a chiedermi se volevo che
rifiutasse, che mi
aspettasse per sposarci noi due, un giorno. E io ci ho pensato su,
davvero. Per
un'intera settimana ho valutato la possibilità di diventare
la moglie di
Publius, di sposare un Capitolino, trasferirmi nella Capitale e avere
dei figli
al sicuro dai Giochi. Ma poi mi sono resa conto che non fa per me. Non
riuscivo
neanche a dormirci con lui, temevo di svegliarmi urlando, di colpirlo
mentre la
mia mente credeva di essere nell'arena. Pensavo a come avrei potuto
spiegare a
questi miei figli Capitolini perché la loro mamma la notte
si sveglia gridando
contro il Presidente. E così ho rifiutato e gli ho dato la
mia benedizione. A
dirla tutta gli ho dato anche altro, Publius l'ha chiamato regalo
di nozze, io ennesimi
pessimi errori, ma dal primo giorno dopo il suo
matrimonio siamo amici
e basta. O amanti platonici, come piace dire a lui. Non che questo
faccia di
lui un marito fedele, sia chiaro.
"Mia
moglie è così stupida che se anche ci trovasse
insieme non capirebbe che stiamo
facendo" commenta sfacciato, "ma adesso devo trovarmi qualche gentile
signorina che consoli il mio ego dopo il tuo ennesimo rifiuto. Comunque
se
dovessi cambiare idea chiamami" aggiunge ammiccando per poi darmi un
bacio
sulla guancia e allontanarsi in direzione opposta alla sua dolce
consorte.
Sorrido scuotendo la testa dopo aver finito il mio drink e muovo
qualche passo
per rituffarmi nella festa, ma vengo nuovamente interrotta da un'altra
mia
vecchia conoscenza.
"McEntire
è un uomo sposato, quando te lo toglierai dalla testa?"
"Che
c'è Odair, sei geloso?"
Mi
lancia uno dei suoi sguardi da seduttore e solleva un sopracciglio.
"Finnick Odair non è geloso di nessuno, semmai gli altri
sono gelosi di
me."
Sono
sei
mesi che non lo vedo e mi è mancato tantissimo. Le
telefonate non potranno mai
sostituire quegli abbracci di Finnick che ti fanno sentire speciale.
"Balliamo. Forniamo qualche bella foto per le prime pagine di domani"
mi invita e in qualche modo riusciamo a muoverci in pista nonostante il
mio
vestito. "Fammi capire, che dovresti sembrare, un piumino per la
polvere?"
"Disse
l'esperto di moda che andava sempre in giro mezzo nudo."
"Infatti
la moda è questa. Mezza nuda avresti molto più
successo che piumata."
Non
riesco a trovare qualcosa da ribattere e accetto la mia sconfitta.
"Come
sta Annie?" gli chiedo per cambiare discorso. Annie è la
ragazza di
Finnick. È davvero adorabile e lui è felice con
lei, quindi io sono felice per
lui. Sempre un pizzico gelosa forse, ma felice.
"Sta
bene" mi risponde con quel sorriso che ha sempre quando si parla di
lei.
Passiamo un paio di minuti a ballare senza dire nulla e un fotografo si
avvicina per avere un'inquadratura migliore.
"Le
tue ammiratrici mi staranno odiando, sto monopolizzando Finnick Odair."
"Che
c'è, sei gelosa di un mucchio di Capitoline dai capelli
sgargianti?"
Tuttavia
quando la canzone finisce lui deve andare a prendersi i complimenti del
pubblico femminile di Capitol City e io sono nuovamente da sola. Muovo
qualche
passo tra la folla ma vengo subito chiamata da una voce che mi fa
rabbrividire.
Coriolanus Snow. "Signorina Maloney! Giusto lei cercavo!"
Non
oso
immaginare per quale motivo. Mi avvicino a lui e all'uomo con cui sta
parlando,
un tizio sulla trentina con la barba più assurda che io
abbia mai visto. E
degli occhi grigio-azzurri in cui mi perderei volentieri, lo ammetto.
Se non
fosse per quella barba ridicola. Snow mi prende una mano e se la
avvicina alle
labbra ma non la sfiora e di questo non posso che essere grata. "Volevo
presentarle uno dei nostri Strateghi, Seneca Crane, mi parlava di
quanto abbia
apprezzato i suoi Giochi" introduce lo sconosciuto e io mi chiedo come
ho
fatto a non riconoscerlo.
È
il
figlio di Galerius Crane, il Capo Stratega durante i miei Giochi,
andato in
pensione l'anno scorso. Non prima di piazzare il figlio nella sala
operativa
degli Hunger Games, naturalmente. Gli porgo una mano e lui decide di
seguire
l'esempio di Snow e baciarla, mentre tiene i suoi occhi ipnotici su di
me.
"È un onore."
"Piacere
mio" rispondo educata, chiedendomi dove voglia arrivare Snow.
Dall'altra
parte del salone, a quanto pare. "Ora scusatemi ma ho ancora molte
persone
da salutare. Voi restate pure a chiacchierare" si conceda lasciandomi
sgomenta in compagnia di Seneca Crane. C'è un imbarazzante
momento di silenzio
in cui nessuno dei due sa che dire ed è lui ad interromperlo.
"So
che sembra una specie di incontro combinato, ma non avevo idea che ti
avrebbe
chiamata davvero, è imbarazzante" mi dice con un sorriso di
scuse mentre
io non posso fare a meno di notare quanto questa barba assurda stia
bene su di
lui.
"Non
c'è problema, mi fa piacere fare due chiacchiere. Prendiamo
da bere?"
Seneca Crane non sembra molto abituato alle donne spigliate che
prendono
l'iniziativa ma a giudicare dal sorriso che mi rivolge la cosa non
sembra
dispiacergli. Ci avviciniamo al bar e Seneca ordina due flûte
di champagne,
credo voglia riprendere il controllo sulla situazione dopo l'imbarazzo
di pochi
minuti fa. Poggio un gomito sul bancone e gli sorrido, proprio mentre
una voce
dietro di me mi fa voltare.
"Non
eri tipo da rum, Maloney?" biascica Haymitch Abernaty prima di svuotare
il
suo bicchiere e chiedere il bis. O il tris. Non ho idea di quanto abbia
già
bevuto, ma è bello rivederlo.
"Ciao
Mitchy" lo saluto, perché so che odia questo soprannome, e
copro la
distanza che ci separa per abbracciarlo. "Puzzi già di
alcol" lo
rimprovero storcendo il naso.
"E
tu sembri un'oca mezza spennata" mi risponde per le rime. "Ti
servirà
qualcosa di più forte dello champagne se vuoi portarti a
letto uno con una
barba così ridicola" mi sussurra in un orecchio, lanciando
uno sguardo
dubbioso verso Seneca.
"Ah
è così che distogli l'attenzione dalla voce
spaccatimpani della Trinket?"
rispondo con un sorriso curioso e innocente e lui non ha il tempo di
rispondere
perché arriva Seneca a porgermi un bicchiere. "Seneca, ti
presento
Haymitch Abernaty, il Mentore del Distretto Dodici. Haymitch, lui
è Seneca
Crane, fa lo Stratega." Haymitch ha il buonsenso di stringergli la mano
senza fare battute imbarazzanti sulla sua barba. Seneca sta per dire
qualcosa
ma viene interrotto dalla voce acuta e dal marcato accento capitolino
di Effie
Trinket, l'Accompagnatrice del Distretto Dodici, che avanza verso di
noi a
passo spedito nonostante i suoi tacchi spropositati.
"Haymitch!
Finalmente ti ho trovato, ti avevo detto di stare lontano dal bar!" lo
rimprovera per poi bloccarsi di colpo quando ci vede.
"Ciao,
Effie" la saluta Seneca, con uno dei suoi sorrisi da playboy mentre io
cerco di capire perché la cosa mi dia fastidio.
"Seneca,
è un piacere rivederti" tuba lei, mentre alle sue spalle
Haymitch mima una
faccia disgustata e a me scappa una risatina che maschero con una
presentazione
veloce.
"Io
sono Stella, un'amica di Haymitch" dico porgendo la mano ad Effie e
lei,
dopo un attimo di sbalordimento per quella che credo
classificherà come
maleducata esuberanza, me la stringe. "Beh, non vi tratteniamo oltre,
Haymitch avrà un mucchio di gente con cui parlare" ci
congedo con un
sorriso mentre lui mi lancia uno sguardo omicida. "E chiamami ogni
tanto,
tra una sbronza e l'altra" aggiungo mentre si alza di malavoglia dallo
sgabello e io mi avvicino per sistemargli la giacca.
"Chiami
tu, che bisogno c'è che lo faccia anch'io?" mi chiede
sbuffando ma
regalandomi uno dei suoi rari sorrisi.
"Sarebbe
carino!" lo rimprovero con una smorfia prima di salutare Effie e
seguire
Seneca verso uno dei divanetti lontani dalla folla, dove lui mi aiuta
col
vestito e in due riusciamo a tenerlo a bada.
"Quindi
questa sarà la nuova moda del mese? Si vedranno
donne-struzzo ovunque?" mi
chiede dopo aver bevuto un sorso, con un tono serio e genuinamente
curioso.
"Ti preferivo con quel costume da bagno dei cartelloni."
"Mi
hai appena paragonato ad uno struzzo? Io sono un leggiadro cigno!" lo
riprendo fingendomi offesa, ma entrambi scoppiamo a ridere e il mio ego
si
compiace per quel compimento velato.
"Lanci
una nuova moda per distogliere l'attenzione da due anni di sconfitte
consecutive?" Di nuovo quel tono da spaccone.
"Tutti
voi vi rimangerete presto queste stupide battutine" rispondo con un
sorriso volutamente falso, "tu piuttosto, sarai uno degli strateghi
più
giovani, tutti pronti a paragonarti a tuo padre."
Ma
il
mio tentavo di metterlo in difficoltà non ha molto successo,
Seneca si illumina
quasi a parlare del padre. "Il confronto non mi spaventa, anzi, mi
sprona
a fare del mio meglio. Mio padre è stato un vero artista dei
Giochi, ma chi può
saperlo meglio di te, dopotutto."
Già,
con
me ha avuto una discreta fantasia omicida, devo ammettere. Mi limito a
sorridere e a bere un sorso dal mio bicchiere, mentre inizio ad
elaborare una
via di fuga. "La tua edizione è stata tra le mie preferite.
Tu eri una
vera Favorita. Quando hai ucciso quel giaguaro a mani nude...
Lì tutti abbiamo
capito che avresti vinto. Chiunque capisse qualcosa di Giochi sapeva
che la
corona sarebbe stata tua."
"Non
è stato proprio a mani nude, avevo un coltello" mi
schermisco, ma lui
ormai è partito in quarta.
"E
quando hai ucciso il tuo primo avversario? Una tecnica così
pulita non la
vedevo da anni, pochi colpi e te ne sei liberata..." D'accordo, come si
fa
a spegnerlo? Non ho voglia di ricordare i miei Giochi, li ho
già rivisti da
Caesar, è bastato. "E quando hai lanciato quel coltello al
ragazzo del
Sette dopo che lui aveva ucciso..."
La
vice
gli muore in gola e io mi irrigidisco. Non me ne starò qui a
sentirlo parlare
di Sam, non esiste. Sam. Per
quanto ormai mi sono rassegnata che non tornerà mai da me
ogni tanto mi manca
ancora, lui e tutte le ipotesi di una vita felice, i se e i ma che il suo
ricordo si porta dietro. Poso il bicchiere e mi alzo, il solito sorriso
freddo
che indosso sempre nella Capitale tornato sul mio viso. "Ti ringrazio,
ma
ora devo proprio tornare di là, Gloss mi starà
cercando."
Ma
non
faccio in tempo a muovere un passo che lui mi afferra per il polso e io
devo
trattenermi dall'istinto di mandarlo lungo disteso a terra con un
movimento del
braccio. "Stella, scusami. Sono stato indelicato, è naturale
che tu non
abbia voglia di parlare di lui" mi dice e sembra sinceramente
dispiaciuto.
"Non
importa, tranquillo" rispondo senza guardarlo mentre cerco di sistemare
la
gonna con una sola mano libera.
"Ma
certo che importa! Il tuo ragazzo è stato ucciso davanti ai
tuoi occhi e tu non
hai avuto nemmeno il tempo di piangerlo e di accettare la cosa
perché dovevi
pensare a sopravvivere, è normale che tu non l'abbia ancora
superata." Mio
malgrado torno a sedermi, c'è qualcosa in quello che dice
che attira la mia
attenzione, per quanto io so di aver superato la morte di Sam.
"Non ti sei mai
presa il tempo che ti serviva per elaborare la sua morte e sei rimasta
bloccata
in questo limbo di dolore e l'unica cosa che puoi fare è
fingere che vada tutto
bene, anche se da come ti sei irrigidita è chiaro che non
è così."
D'accordo,
ora me ne vado. Non ho intenzione di farli psicanalizzare da uno
Stratega il
cui padre aveva come hobby trovare nuovi metodi per farmi fuori. Anche
perché
una piccola parte di me dà ragione a Seneca Crane e questa
cosa non va bene.
Non mi conosce nemmeno, non può parlarmi così.
Lui naturalmente non sembra
essere d'accordo. "Non avrei dovuto parlarti dei tuoi Giochi,
è stata
deformazione professionale" aggiunge con un sorriso di scuse.
"Cosa
ti fa credere di avermi capita così bene dopo un'ora che mi
conosci?"
ribatto stizzita, con quel tono che Sapphire etichetta come 'da bambina
capricciosa'.
Lui
sorride. "Sono uno Stratega, Stella. Analizzo i segnali. Dopo l'arena
hai
avuto solo storie che sapevi già non sarebbe andate bene.
Non riesci ad
impegnarti davvero con qualcuno perché in quell'arena
qualcosa dentro di te si
è spezzato."
Mi
prendo un attimo per riflettere sulle sue parole bevendo
metà del mio
bicchiere. Quasi quasi lo preferivo quando era uno Stratega che si
eccitava
parlando di morti cruente che ora che cerca di farmi da analista
perché si
sente in colpa per avermi fatto pensare il mio ragazzo morto. Tuttavia
devo
ammettere che su qualcosa potrebbe forse, dico forse, avere ragione.
Suo padre
sarà orgoglioso di lui, sarà un ottimo Stratega.
Poso il bicchiere e ancora non
mi capacito di essere finita a parlare di cose così private
con Seneca Crane.
"Seneca,
ascolta, tu... Sei davvero gentile a darmi questi pseudo consigli da
strizzacervelli, ma quello che devi capire è che tu non mi
conosci. Pensi di
conoscermi perché mi hai vista in tv, hai visto i miei
Giochi, mi hai parlato
per dieci minuti, ma non è così. Quindi grazie,
ma ora devo proprio andare."
Ecco,
quest'anno i nostri Tributi saranno presi di mira perché io
non sono stata
carina con Crane junior e chi glielo spiega adesso a Gloss? Ci alziamo
insieme
e vengo trattenuta di nuovo, sta volta soltanto dalla sua voce. "Hai
ragione. Non ti conosco. Ma mi piacerebbe farlo. Se ti fermi in
città potremmo
vederci qualche volta. Come domani sera a cena."
Ok,
perché mi sta chiedendo di uscire invece di essere offeso a
morte? E poi non si
accorge del conflitto di interessi? Gli uomini, il loro ego e i loro
ormoni.
"Stando alla tua teoria, io non sono pronta per impegnarmi in qualcosa
e
una cena con te ha tutta l'aria di essere un impegno" rispondo evasiva.
Anche se potresti essere il mio tipo, Crane. Una storia senza futuro
che tra
qualche mese, con l'inizio dei Giochi, giungerebbe al capolinea.
"Hai
ragione, di nuovo. Qualcosa di meno impegnativo? Domani a colazione?" e
mi
fa quel sorriso che gli mette quella luce furba negli occhi. Uno
stratega
maledettamente bravo.
"Io
adoro le colazioni" rispondo rassegnata con un mezzo sorriso.
"Allora
domani alle nove al Brew?" mi chiede con quel sorrisetto ben piazzato
sulle labbra mentre io annuisco e prendo il braccio che mi porge per
riaccompagnarmi nel salone.
Quando
torno al nostro appartamento al primo piano della Torre del Centro di
Addestramento cerco di fare del mio meglio per non fare rumore, ma
quando entro
nella sala tv per approfittare del divano e togliermi le scarpe ci
trovo
Amarillis nel suo pigiama rosa. "Ciao" esordisco mentre mi siedo
accanto a lei e mi libero dei tacchi. "Gloss e Ganymedes dormono?"
"Gany
è crollato un paio d'ore fa, Gloss è tornato da
poco. È andato a dormire perché
domani deve alzarsi presto, ha detto che ti saluterà prima
di partire."
Gloss torna a casa domani, io mi fermo ancora qualche giorno per
lavorare al
nuovo album. "Sei sicura di non volerti fermare da noi?"
"Ma
no, starò bene in hotel. Avrò degli orari
assurdi, non voglio darvi noia"
rispondo mentre riesco finalmente a saltare fuori dal vestito e mi
siedo
accanto a lei, restando strizzata nella sottoveste, ma almeno libera
dalle
piume.
"Non
ci dai noia. Puoi venire quando vuoi." Le sorrido e restiamo qualche
minuto in silenzio, il mio piede che giocherella con le piume del
vestito
abbandonato sul pavimento. "Come stai?" Ha aspettato un intera
giornata a chiedermelo, Amarillis sta decisamente facendo progressi. Si
riferisce al fatto che sta notte ho avuto un incubo peggiore del solito
e ho
svegliato tutti con le mie urla. Lo so perché ho sentito
passi in corridoio e
Gloss che rispediva tutti a letto. Poi è venuto a
controllare che stessi bene e
ha aspettato con me che mi calmassi.
"Sto
bene, era solo uno dei soliti incubi" rispondo con mezzo sorriso.
All'inizio si preoccupava molto, così le ho parlato degli
incubi sull'arena.
Per quanto sia un po' stravagante e molto capitolina, Amarillis
è un'amica
ormai e capita spesso di dover condividere questo posto quindi ho
preferito
essere sincera. Lei ha capito e tratta l'argomento con molta
delicatezza.
"Qualche gossip succulento dalla festa?" le chiedo per cambiare
discorso e tranquillizzarla.
"Uno
in effetti..." risponde vaga mostrandomi il tablet aperto sulla sezione
gossip di Capitol Couture, con tutte le ultime notizie dalla festa
più
importante dell'anno. C'è una foto di me e Seneca seduti al
nostro divanetto
appartato che chiacchieriamo con tanto di titolo che recita I'm a
Gamemaker but I won't play games with your heart. Io mi
chiedo chi si inventi queste cavolate, davvero.
"Stavamo
solo parlando!"
"Sarà,
ma vi danno come la coppia più bella della serata" dice lei,
con un
sorriso compiaciuto. "È pubblicità positiva, ci
serve, continua a fare gli
occhi dolci a Seneca Crane."
"Non
gli stavo facendo gli occhi dolci! Ma c'è la
possibilità che domani lo riveda,
un incontro di lavoro, naturalmente."
"Naturalmente."
E dal modo in cui lo dice capisco che non ci crede minimamente.
"Buonanotte
Amarillis" dico ridacchiando mentre raccolgo scarpe e vestito e mi
avvio
verso la mia stanza.
È
già
mezz'ora che Gloss è passato a salutarmi e io sono ancora
come mi ha lasciata:
davanti l'armadio indecisa su cosa mettere. "Ti serve una mano?" mi
chiede un divertito Ganymedes dalla soglia. "Ho sentito che hai una
colazione di lavoro abbastanza importante..."
"Spero
non ti abbia svegliato solo per dirtelo" ridacchio mentre osservo un
tubino bianco.
"Ha
avuto la gentilezza di aspettare sta mattina. Allora, secondo me
dipende tutto
da chi vuoi mandare all'appuntamento. La golden girl..." dice
pensieroso
mentre prende un abitino luccicante color oro con un'ampia scollatura,
"o
Stella" conclude mettendo sul letto un abito monospalla di un viola
intenso. Guardo i due abiti affiancati e alla fine prendo il secondo.
"Devo
farlo scappare, questo sarà l'unico appuntamento. Quindi ci
mando Stella."
"E
se poi dovessi piacergli?" mi chiede mentre posa l'abito luccicante.
"Stiamo
parlando di Seneca Crane, non sono il suo tipo."
Arrivo
al Brew, uno dei locali più in della Capitale, un paio di
minuti dopo le nove, ma
trovo Seneca già seduto ad aspettarmi. Con quella camicia
rossa e il completo
bordeaux scuro sta davvero bene, non posso negarlo. Lo saluto e mi
siedo,
evitando strette di mano o altri contatti fisici. La cameriera arriva a
prendere le nostre ordinazioni e io scelgo pancakes con uova
strapazzate e
bacon e un succo d'arancia, lui pane tostato con burro e marmellata e
un caffè.
Ecco, lo sapevo che avrei dovuto far scegliere prima lui. Odio avere
una
montagna di cibo davanti quando sono a tavola con qualcuno che non
mangia.
"Ci
tengo a precisare che io di solito non mangio così tanto,
è che mi aspetta una
giornata assurda e questo sarà probabilmente il mio unico
pasto fino a sta
sera..."
"Stella,
hai un corpo da urlo, puoi mangiarti anche un ippopotamo se vuoi, per
me non
c'è problema!"
Ok,
come
faccio a mollarlo se lui mi dice certe cose? Ha detto che posso mangiare un
ippopotamo. Per fortuna arrivano le nostre
ordinazioni e posso
limitarmi a sorridere senza rispondere davvero. Tanto a rompere il
silenzio ci
pensa lui. "Comunque ti capisco, stiamo lavorando all'arena in questo
periodo, sai quando inizi ma non quando finisci, se finisci" risponde
ridendo mentre io resto a fissare le punte della sua barba che si
muovono
cercando di non fare battute in merito.
"Sarà
una bella arena?" gli chiedo con uno sguardo languido e curioso,
sporgendomi leggermente verso di lui, che però non ci casca,
non che mi
aspettassi il contrario.
"Per
quanto ci stiamo lavorando, lo spero" risponde con un sorriso furbo.
"Sarai un Mentore quest'anno?"
"Già,
io e Cashmere."
"Puntate
sulla bellezza?" mi chiede col suo sorrisetto da spaccone.
"Per
distrarre gli avversari e rubargli gli Sponsor" rispondo con
un'espressione angelica.
"Avete
già iniziato a lavorare su qualcosa?" mi chiede mentre
spalma una delle
marmellate i cui vasetti circondano il suo piatto sul pane.
"Beh..."
esito bevendo un sorso di succo non sapendo bene cosa dire. In teoria
no, non
potremmo lavorare su nulla prima della Mietitura visto che non abbiamo
nessuno
con cui lavorare. In realtà abbiamo già puntato
qualcuno in accademia di
addestramento che secondo noi potrebbe essere un buon volontario.
Accademia
che, sempre in teoria, non dovremmo neanche avere.
Seneca
percepisce il mio disagio e alza le mani. "Hai ragione, scusami, non si
parla di Giochi" liquida la cosa tranquillamente e io torno a
respirare.
"Quanto ti fermi in città?"
"Qualche
giorno, ho degli incontri col produttore e devo andare in studio di
registrazione, vediamo quanto ci metteremo..."
"Mia
sorella è una tua fan, dovrai farmi avere una copia
autografata del tuo nuovo
album" e stavolta è lui ad usare il sorriso da seduttore.
"Non
è considerabile come corruzione?" gli chiedo ridendo mentre
finisco anche
le ultime briciole.
"Solo
se lo vengono a sapere" risponde lui, cospiratorio. "Senti, ora che
ci conosciamo meglio e che complottiamo insieme, che ne diresti di
accettare il
mio invito a cena? Non sei costretta ad indossare un vestito dorato!"
Cosa?
Non ha ancora intenzione di desistere? "Seneca, ascolta, non credo sia
una
buona idea. Tu sei simpatico e carino ma io... Non sono quella che hai
visto in
tv, non sono come mi dipingono i giornali e decisamente non sono il tuo
tipo."
"Credevo
avessi capito che non voglio quella che vedo in tv" mi dice serio, con
una
nota di dispiacere nella voce. "Mi piacerebbe conoscere la vera te,
sembri
una ragazza interessante. Quindi se dovessi cambiare idea, chiamami."
Prendo il foglietto che mi porge e lo metto in borsa. Non che io voglia
chiamarlo, ma il numero di uno Stratega può sempre tornare
utile, no?
Sono
passati due giorni dalla colazione con Seneca e questo è il
primo momento
libero che ho. È quasi ora di cena e questo mi fa pensare
che non l'ho più
richiamato per rispondere a quel suo invito. Mi rigiro il bigliettino
tra le
mani e non so bene che fare. So che sarebbe meglio non chiamarlo, ma
c'è una
piccola parte di me che si sente abbastanza intrigata da lui. Anche se
probabilmente a quest'ora si sarà già dimenticato
di me, chissà quante ragazze
di Capitol City vorranno uscire col nuovo Stratega. Facciamo
così, io chiamo.
Se non risponde butto il suo numero, se risponde... Si vedrà.
Dopo
il
terzo squillo sto per chiudere ma lui mi precede. "Seneca Crane."
Accidenti, se risponde con questo tono asciutto e sicuro di
sé la mia volontà
vacilla un po'.
"Seneca,
ciao. Sono Stella..."
"Stella!
Ci avevo perso le speranze."
"Non
ho avuto molto tempo libero. Se non sei più interessato lo
capisco..."
"Ti
passo a prendere tra un'ora."
Ha
riattaccato. Non ho avuto nemmeno la possibilità di
ribattere. Seneca Crane è
uno stronzo pieno di sé, maleducato e incivile! E io non so
che cosa mettermi.
Chiamo Ganymedes mentre apro l'armadio e osservo i vestiti. "Finalmente
esci con Seneca?" Neanche un 'ciao'. Sono sicura che lui e Amarillis
abbiano fatto una qualche scommessa su quanto ci avrei messo a
chiamarlo.
"Consideriamolo
un incontro di lavoro, ok?"
"Tu
che ti lavori Seneca Crane?"
"Sei
pessimo."
"Metti
quel monospalla nero con i decori oro. Mi sembra un buon compromesso."
Adoro
il
mio stilista e le sue idee geniali, anche se è pessimo. Lo
ringrazio e metto il
turbo per prepararmi e quando mi chiamano dalla reception sono anche
perfettamente puntuale. Non sia mai che facciamo aspettare Mister
Spaccoilsecondo. Seneca mi sta aspettando fuori, appoggiato alla sua
macchina
sportiva rosso scuro. Va bene, è carino, non lo posso
negare. Mi avvicino e lo
saluto, lui mi dà un bacio sulla guancia e mi soffia in un
orecchio "Sei
meravigliosa." Poi mi apre la portiera e va a mettersi alla guida. Mh,
non
ho idea di dove stiamo andando.
"Non
pensavo avresti chiamato" mi dice con un sorrisetto guardandomi con la
coda dell'occhio.
"Sono
un tipo molto riflessivo che ha bisogno dei suoi tempi."
"In
giro dicono che sei impulsiva."
E
potrei
anche immaginare chi lo dice. "Se si tratta di vedermela con un
giaguaro
magari sono impulsiva, se si tratta di uomini sono molto riflessiva."
Mi
giro a guardare le luci di Capitol City dal finestrino. "Adoro questa
città di sera."
"Questa
città è come te. Bellissima fuori ma dentro
chissà che misteri nasconde."
"Se
farai il bravo potrei rivelartene qualcuno" rispondo voltandomi per
qualche secondo verso di lui per poi tornare a guardare fuori.
Il
ristorante che ha scelto Seneca è uno dei più
sofisticati della città, lo
conosco perché ci sono stata un paio di volte con Publius.
Cosa che
naturalmente eviterò di dire. Il nostro tavolo è
in un privé quindi spero di
non finire nuovamente nella sezione gossip di Capitol Couture, sarebbe
imbarazzante dover spiegare che indosso anche altri colori oltre al
dorato.
Mh.
Il
fattaccio è successo. Osservo il soffitto della stanza
chiedendomi come
chiedergli delicatamente di andarsene. E concentrarsi con Seneca che mi
bacia
il collo non è la cosa più facile del mondo.
Osservo svogliatamente la sveglia,
sono le due e io domani devo alzarmi presto per occuparmi delle ultime
cose
prima di tornare a casa. "Quanto ti fermi?" mi chiede mentre mi
scosta una ciocca di capelli dal viso.
"Non
lo so, ancora qualche giorno, credo" mento io. Parto dopodomani col
treno
delle dieci del mattino, ma non so ancora quanto voglio che questa
storia con
Seneca diventi seria. "Devo alzarmi presto domani..." lascio cadere
casualmente.
"Meglio
che ti lasci riposare, allora" risponde prima di darmi un bacio e
alzarsi
per rivestirsi. O è incredibilmente loquace o è
abituato ad amanti che lo
cacciano garbatamente via. Lo osservo spudoratamente mentre si veste.
"Perché il rosso?" gli chiedo stiracchiandomi.
"Mh
mi ha sempre dato un'idea di potere. E poi mi sta bene" risponde con un
sorrisetto furbo mentre si abbottona la camicia. "Perché il
dorato?"
"L'ha
scelto Ganymedes perché gli sembrava adatto a rappresentare
il Distretto. Poi
ci abbiamo costruito sopra un personaggio."
"E
a te non piace?"
"Mi
piace quando sono qui" rispondo vaga mentre afferro la vestaglia e vado
a
fargli il nodo alla cravatta. Non credo ci sia bisogno di mentire con
lui, è
uno Stratega, sa che i Giochi si basano anche sulle storie per
conquistare il
pubblico.
"Non
far passare altri due giorni prima di chiamarmi" mi dice sulla soglia
prima di baciarmi.
"Potresti
chiamarmi tu."
"Speravo
di ricevere questa autorizzazione" risponde sorridendo per poi uscire e
lasciarmi piena di dubbi.
La
prima
cosa che faccio appena scesa dal treno è correre ad
abbracciare Sapphire. Sono
stata lontana da casa meno di una settimana ma è bello
essere di nuovo qui,
tornare alla normalità. Ci incamminiamo verso il Villaggio
dei Vincitori
parlando del più e del meno, dell'idraulico che non
è ancora andato ad
aggiustare la loro tubatura che perde, della nuova pasticceria che ha
aperto in
centro e del fatto che ho dimenticato una finestra aperta e Sapphire
è dovuto
andare a chiuderla. Approfitto di un momento di silenzio per prendere
l'argomento Seneca, meglio togliersi subito il peso. "Devo dirti una
cosa."
"Di
chi si tratta?" Mi chiedo come faccia a capire sempre tutto.
"Non
ti piacerà."
"Peggio
di McEntire?" si volta a guardarmi con un'espressione tra il basito e
il
divertito.
"Seneca
Crane."
"Speravo
fosse una stupidaggine che si era inventata quella rivista" sbuffa
mentre
si vede in lontananza il cancello del Villaggio. "Almeno ha solo una
decina di anni più di te."
"Lo
sai che mi piacciono i ragazzi maturi" scherzo mentre percorriamo il
viale.
"Finnick
Odair?!"
"Che
c'entra, lui è Finnick Odair, non si dice di no a Finnick
Odair!" rispondo
ridendo.
"Dimmi
di Seneca."
"Non
c'è molto da dire, siamo usciti un paio di volte. Lui
è carino e simpatico, ma
è uno Stratega c'è troppo conflitto di interessi.
Ed è il figlio dell'uomo che
mi ha mandato contro un giaguaro. Sulla lunga distanza non potrebbe
funzionare."
"E
allora perché stiamo parlando di lui?" mi chiede con un
sorrisetto da chi
la sa più lunga di te.
"Perché
ti dico sempre tutto!"
"No,
tu mi parli di quelli davvero importanti. Non mi hai mai detto di
aver baciato
Marcus, ad esempio."
Mi
sento
arrossire e mi giro dall'altra parte. "E com'è che l'hai
saputo lo
stesso?" cerco di cambiare argomento.
"Era
il mio Tributo e ti venerava, credevi davvero che l'avrebbe tenuto per
sé?!
Comunque stavamo parlando di Seneca."
"Non
c'è molto altro da dire, lui mi chiama, io non rispondo e
aspetto che si
stanchi" taglio corto, prima che mi possa dire qualcosa che mi faccia
riconsiderare la possibilità di richiamarlo.
"Non
c'è che dire, quella di non vederlo più mi sembra
una decisione molto matura.
Ecco perché non penso che durerà" mi risponde
lui, cercando senza molto
impegno di non ridere.
"Ehi!
Non andrà affatto cos--"
"A
tavola alle otto, non fare tardi, altrimenti Eve se la prende con me"
mi
dice sorridendo prima di darmi un bacio sulla guancia e avviarsi verso
casa.
Vorrei ribattere ma decido che è meglio andare a cambiarmi.
Non voglio arrivare
tardi ad una delle succulente cene di Eve.
L'indomani
mattina alle otto sono già in Accademia con Cashmere ad
osservare gli
allenamenti, alla ricerca del volontario perfetto per i prossimi
Giochi.
"Che ne pensi di quello?" mi chiede indicandomi un ragazzo che ne ha
appena messo al tappeto un altro sul ring.
"Non
male. Di sicuro la forza e la prestanza fisica ci sono, ma i suoi
movimenti
sono lenti. Non so, dipenderebbe dal tipo di arena."
"Quell'altro?"
Si riferisce ad un ragazzo che si sta esercitando nello schivare i
coltelli
lanciati da un allenatore.
"Veloce,
scattante, non un granché in strategia però, a
giudicare dalla sua scheda
valutativa" rispondo mentre cerco un foglio dalla pila che ci
è stata
consegnata sta mattina dal direttore e glielo passo. Lei sbuffa,
depenna un
altro nome dalla lista dei diciottenni maschi e mi restituisce la
scheda.
"Quanto
a prestanza fisica e velocità che mi dici di..." fruga
qualche secondo tra
i fogli poi ne afferra uno e si volta verso di me, "Seneca Crane?"
conclude con un sorrisetto malizioso.
"Cash,
stiamo lavorando!" Ma dal suo sguardo capisco che non sarà
facile evitare
la domanda. Roteo gli occhi ed emetto un verso scocciato, ma non posso
non
apprezzare il suo modo di tirarmi in trappola. "La prestanza
è buona,
quanto alla velocità non è uno a cui piace fare
in fretta..." rispondo
ridacchiando mentre lei spalanca gli occhi e mi dà di
gomito. "Ora possiamo
tornare a lavorare?"
Lei
annuisce di malavoglia e mi passa le cartelle valutative delle ragazze
mentre
cambiamo sala. Per quanto il tuffo nei lustrini di Capitol City mi sia
piaciuto, è finito, si torna al lavoro. E bisogna dare il
massimo perché sono
stanca di vedere i nostri ragazzi morire.
Author's
Note.- Eccoci qua :3 So che il capitolo è stato un po'
lungo, spero di non
avervi annoiato. C'è qualche precisazione che devo fare, per
cominciare. 1) La
prima frase è un omaggio a Sophie Kinsella, chi la legge
probabilmente lo aveva
già intuito, quindi il copyright è suo. 2) Per
quanto riguarda l’arena dei
Sessantanovesimi Giochi mi sono attenuta alla breve descrizione che ne
viene
data nel primo film. 3) The Brew è il nome del locale che fa
spesso da sfondo
alle vicende di Pretty Little Liars. Non mi veniva un nome decente e
così ho
preso in prestito questo. 4) Il titolo dell'articolo di gossip su
Capitol
Couture l'ho ripreso da un'immagine che ho trovato per caso sul web
perché mi è
sembrato abbastanza nello stile capitolino. 5) Ho ripreso le fattezze
fisiche
del Seneca del movieverse perché si adattavano meglio alla
storia, quindi il
'mio' Seneca sarà un po' più giovane di quello
dei libri. Dal movieverse
vengono naturalmente anche la barba e lo stile nel vestirsi.
Detto
ciò, vorrei spendere due parole su Seneca. Spero davvero di
non averlo reso
OOC. Nel libro, per quel poco che compare, e nel film sembra molto
capitolino
ma non spietato come invece si può dire di Snow e spero di
aver reso quanto
meno decentemente questa dicotomia. Contrariamente da quanto magari
sarà
sembrato da questo capitolo, la storia non sarà incentrata
sulla love story tra
lui e Stella, dal terzo capitolo inizieranno i Giochi e l'attenzione si
sposterà su quelli. Quindi tranquilli che non
sarà una specie di Harmony
capitolino 8D
Penso
che aggiornerò ogni cinque o sei giorni, più o
meno come con le altre storie.
Ora basta che ho davvero parlato troppo, vi lascio soltanto qui i
vestiti
indossati da Stella durante il capitolo, come da tradizione.
Spero
di
ritrovarvi al prossimo capitolo, un bacio a tutti!
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Mettersi in gioco ***
The
Golden Girl {pt. 3}
Capitolo 2 - Mettersi in gioco
Il
Gala
organizzato annualmente da Capitol Couture è uno degli
eventi più attesi
dell'anno a Capitol City. Partecipano tutti gli stilisti più
in vista ed è
l'occasione per avere un assaggio delle collezioni che presenteranno
nei
prossimi mesi. Le Accompagnatrici sfoggiano vestiti creati
appositamente per
loro dallo stilista che si occuperà del Distretto e quelle
che ancora non hanno
uno stilista hanno modo di sceglierne uno. Il look è una
questione di vitale
importanza nei Giochi, la prima apparizione dei Tributi durante la
sfilata può
già portargli degli Sponsor. Gli Hunger Games sono una
vetrina per chiunque
voglia farsi notare nell'ambiente della moda e questa festa
è una delle
occasioni in cui si decidono gli equilibri in questo settore.
Ganymedes vestirà uno
dei
Distretti favoriti, quindi si trova qui principalmente per farsi
pubblicità,
più che per ottenere contratti. Amarillis sfoggia un abito
rosa chiaro con
un'ampia gonna al ginocchio in una stoffa tempestata di pietre preziose
che è
l'invidia delle sue colleghe. L'Accompagnatrice del Sette è
verde d'invidia, il
loro stilista è un disastro, continua a vestire i Tributi
come alberi. Effie
Trinket non se la passa meglio, i ragazzi del Dodici vengono sempre
presentati
come minatori, non molto d'impatto. Non mi sorprende che non indossi un
suo
vestito, non ce la vedrei proprio in nero fuliggine.
Io, diciamocelo, sono qui in
vece di manichino. Sfoggio un meraviglioso abito e il mio compito
è quello di
fare da pubblicità vivente per Ganymedes, nonostante sul mio
invito c'era
scritto che non vedevano l'ora di avermi come ospite d'onore e bla bla
bla. Il
mio vestito è in una stoffa simile a quella di Amarillis ma
naturalmente color
oro. Ganymedes ha fatto così tanto per presentarmi al meglio
durante i Giochi che
non potevo certo rifiutarmi di essere qui. Sto chiacchierando con due
fotografi
della rivista che conosco quando la mia attenzione viene catturata da
una
coppia che fa la sua entrata. Seneca Crane sfoggia un completo nero con
una
camicia bordeaux che fa risaltare i suoi occhi azzurri e al braccio ha
un
accessorio davvero raffinato: una stangona con delle gambe
chilometriche e una
fluente chioma castana, strizzata in un abito rosso scarlatto che
lascia poco
all'immaginazione. Sto per riportare l'attenzione sui miei
interlocutori quando
i nostri sguardi si incrociano. Gli rivolgo un sorriso timido di saluto
e lui
ricambia con un'occhiata gelida prima di sorridere alla sua
accompagnatrice e
passarle un braccio attorno alla vita. È passato un mese da
quella nostra cena
e deduco non abbia apprezzato il modo in cui ho tagliato i ponti.
Ganymedes ci
raggiunge e io riporto l'attenzione sul fare il mio lavoro, dicendo
quanto ci
stiamo impegnando per i prossimi Giochi e mostrando il mio vestito ad
un
gruppetto di Capitoline che si uniscono a noi.
A metà serata ho
finalmente il
permesso di prendermi qualche minuto di pausa e appollaiarmi su uno
degli
sgabelli del bar. Sto meditando su quanti si accorgerebbero se mi
levassi i
sandali nascondendoli sotto la gonna quando Seneca Crane si ferma a
pochi passi
da me e dice qualcosa al barista. Spinta da quello che senza dubbio
è un
istinto autodistruttivo, lo affianco e lo saluto con un cauto "Ciao,
Seneca".
"Stella" risponde
lui voltandosi verso di me giusto il tempo di rivolgermi un altro
sguardo
freddo prima di tornare a guardare davanti a sé.
"Bella festa, vero?"
ritento per fare un minimo di conversazione ed evitare di sembrare
un'idiota
che importuna uno Stratega.
"Meravigliosa" è il
suo commento atono mentre si passa una mano sul mento e osserva
distratto i
movimenti del barista.
"Ti trovo in forma."
Magari riesco a solleticare il suo ego.
"Anche tu stai bene, bel
vestito" risponde senza neanche guardarlo mentre arrivano i due
bicchieri
che aveva chiesto.
"Mi dispiace per come è
andata tra noi" è il mio ultimo, patetico, tentativo di
attirare la sua
attenzione. Non so neanche io perché, mi sento una cretina.
"Ah ti dispiace?"
Finalmente si è voltato verso di me ma il suo sguardo
è così amaro che forse
preferivo quando non mi guardava. "Bene, perché io davvero
non capisco
dove ho sbagliato. Mi hai detto che volevi andarci piano e ho avuto
pazienza,
non ho mai parlato di impegni, ho persino aspettato di avere il tuo
permesso
per chiamarti e tu sei sparita. Visto che vuoi parlare
perché non mi dai una
spiegazione?"
Nonostante il tono calmo si
capisce che è arrabbiato. Molto arrabbiato. E so che ha
ragione lui, mi sono
comportata come una stronza scaricandolo in quel modo. Sotto il suo
sguardo
basito rubo uno dei suoi bicchieri e lo butto giù in pochi
sorsi, sentendo il
gusto dolciastro che mi invade il palato. Questa roba fa schifo, avrei
dovuto
ordinare uno scotch. "Il fatto è..." quanto mi costa
ammetterlo,
"che avevi ragione tu. Ho paura degli impegni e le persone che mi
piacciono
sono sempre quelle con cui non ho nessuna possibilità di
avere un rapporto
normale. E tu fai parte di questa categoria, sei uno Stratega, non si
può, non
può durare." Prendo un attimo fiato e cerco di capire cosa
pensa di ciò
che ho detto ma lui ha un'aria imperscrutabile. "E mi dispiace
perché con
te ci stavo bene, nonostante tu sia uno sbruffone egocentrico e borioso
che si
presenta con una modella con un'autostrada di gambe di cui, lo ammetto,
sono
gelosa." Forse verso la fine il mio tono si è inacidito un
po', pazienza.
Lui, con mio grande stupore,
sorride, uno dei suoi sorrisi furbi, poi si volta verso di me con un
sopracciglio alzato e l'aria trionfante. "L'ho scelta proprio per farti
ingelosire, infatti." Infatti. La
mia espressione confusa lo esorta a continuare e ad autocompiacersi.
"Sono
uno Stratega, Stella. Vedo che sono riuscito nel mio intento di farti
uscire
dal silenzio in cui ti eri chiusa quindi deduco di essere anche un
bravo
Stratega."
È così
tronfio e gongolante
che vorrei schiaffeggiarlo. E poi baciarlo. Ma non posso fare nessuna
delle due
cose quindi mi limito a rubargli anche l'altro bicchiere e a bere un
sorso.
"Un ottimo Stratega" mugugno alzando gli occhi su di lui prima di
svuotare anche questo. "Ti posso chiamare domani?"
"Vedi di non
dimenticartene" risponde con un sorriso di trionfo per poi allontanarsi
e
sorridermi mentre bacia la guancia della sua accompagnatrice. Ho la
vaga
impressione che abbia intenzione di continuare così per
tutta la sera.
"Scotch" dico al
barista "e fammelo doppio."
Guardo la sveglia sul comodino
con un occhio aperto e l'altro chiuso. Sono già le dieci e
io domani mattina
devo prendere un treno. Il mio pensiero va alla valigia ancora sfatta
in hotel
e ai vestiti sparsi sul letto. Mi conviene andare prima che crolli
addormentata.
"Perché non ti fermi a
dormire?" mi tenta la voce di Seneca mentre lui mi passa un braccio
attorno alla vita e sento il profumo del suo dopobarba.
"Ho il treno domani e la
valigia ancora da fare..."
"Ti accompagno in hotel
domani mattina e ti aiuto, faremo in un attimo."
Ammetto che sono tentata ma
temo di svegliarlo nel cuore della notte con un incubo sull'arena
dovuto a
tutto quello che mi ha fatto passare suo padre e il solo pensiero mi
dà la
forza di mettermi in piedi. "Meglio di no, preferisco andare" taglio
corto mentre mi rivesto e cerco di riavviarmi i capelli come posso. Lui
si
mette a sedere e mi guarda serio.
"Va bene, qual è il
problema?"
Gli lancio un'occhiata
attraverso lo specchio mentre mi pettino. "Quale problema?"
"Il tuo. Sono tre mesi
che ci frequentiamo e ogni volta che sono da te mi cacci, ogni volta
che ti
chiedo di fermarti a dormire trovi una scusa, quindi qual è
il problema?"
"Non c'è nessuno
problema. Solo, io non faccio queste cose. Mi piace dormire da sola,
non dormo
con la gente."
Lui mi guarda come se stessi
dicendo delle assurdità. "Non dormi con la gente? E quando
ti sposerai
cosa farai, caccerai tuo marito in un'altra camera?" Gli sfugge una
risatina e io fisso lo sguardo sulla mia borsa controllando che non
manchi
nulla.
"Non mi pongo il
problema, io non mi sposerò. Non fanno per me queste cose.
Se ti va bene è
così, se no trovati qualcun'altra." Mi avvio verso la porta
senza nemmeno
salutarlo, decisa a scappare il prima possibile da questa conversazione
scomoda. È la prima volta che mi trovo a dover parlare di
come vedo il mio
futuro sentimentale e non immaginavo che il momento sarebbe arrivato
così
presto. Sento Seneca in corridoio così affretto il passo e
mi chiudo la porta
alle spalle, fiondandomi in ascensore. Non avrei mai dovuto iniziare
una
relazione con qualcuno così lontano da me, lo sapevo che non
sarebbe andata
bene, perché sono sempre così stupida?
Nel fine settimana l'accademia
è chiusa quindi non ho granché da fare e me ne
sto sul divano a mangiare il mio
yogurt coi cereali e a guardare uno stupido programma sulle case
più belle di
Capitol City. Beh forse non è poi così stupido,
ogni tanto mi dà qualche buona
idea. Tipo questo divano zebrato a dieci posti. Chissà se
nel mio salotto ci
entrerebbe... Oh e guarda quella piscina! Perché non ho mai
pensato a far
installare una piscina? Cashmere e Gloss ce l'hanno, potrei chiedere a
loro chi
gliel'ha fatta... Sto quasi per prendere il telefono e chiamarli quando
sento
suonare il campanello. Sbuffo mentre poso la ciotola vuota sul tavolino
e mi
avvio verso la porta. Probabilmente sarà Ruby che ha bisogno
di qualche
ingrediente per la sua torta del giorno. Ultimamente le è
presa questa mania di
fare dolci e ci rimpinza di biscotti, brownies e cose di questo genere,
anche
perché al terzo giorno Frank si era già stancato
di mangiare dolciumi. Quei due
dovrebbero seriamente fare un bambino così lei sarebbe
impegnata e la nostra
glicemia al sicuro. Apro la porta e sto per dire che non ho
più uova ma sono
costretta a mordermi la lingua. Davanti a me c'è Seneca
Crane e sono abbastanza
sicura che non gli serva la farina doppio zero.
Rimango a guardarlo senza
sapere che dire finché non è lui ad interrompere
il silenzio. "Posso
entrare?" mi chiede incerto e io mi faccio da parte per fargli spazio.
Muove qualche passo nel corridoio guardandosi intorno e io mi affretto
a
spegnere la televisione.
"Posso offrirti qualcosa?
Stavo facendo il tè" propongo nonostante la situazione mi
sembri surreale
e lui mi segue in cucina. Si siede mentre io accendo il fuoco e poso
sul tavolo
un piatto con dei biscotti (fatti da Ruby).
"Mi piace casa tua"
dice lui di punto in bianco mentre io prendo i tovaglioli e le tazze di
porcellana a fiori che mi ha regalato mia madre la settimana scorsa.
"Grazie" rispondo
con mezzo sorriso mentre lui prende un biscotto, "stavo pensando di
mettere una piscina."
"A forma di stella magari,
quelli di Capitol Houses ci andrebbero a nozze" mi prende in giro lui
ridacchiando e risponderei per le rime, se non fosse che il bollitore
fischia e
devo versare l'acqua nelle tazze. Metto sul tavolo la scatola piena di
bustine
di tè e lo lascio scegliere per primo. Cannella per lui,
frutti di bosco per
me. Restiamo in silenzio per qualche minuto e mi accorgo che il fatto
che lui
sia qui, nel mio rifugio sicuro, non mi dà fastidio. Ma non
possiamo restare
tutto il pomeriggio in silenzio o a parlare del più e del
meno, purtroppo.
"Allora... Come mai da queste parti?"
Lui sposta lo sguardo dalla
tazza a me. "Dopo averti dato un paio di giorni per chiamarmi ho
intuito
che non sei il tipo che chiama per scusarsi e così mi sono
preso qualche giorno
di pausa e sono venuto ad affrontarti di persona."
"È un lungo viaggio, per
delle scuse" rispondo cauta lanciandogli un'occhiata di sbieco e
tuffando
pezzettini di biscotto nel tè.
"In effetti vorrei anche
una spiegazione" afferma con quel suo tono che non ammette repliche e
io
riporto l'attenzione sulla tazza. Credo di non avere via di fuga sta
volta.
Potrei mentire, ma sinceramente mi sono stancata. Sono a casa mia, nel
mio
mondo, e non voglio indossare una maschera e recitare una parte, non
qui.
"Va bene. Ma quello che
ti dirò deve restare tra di noi o io finisco con la lingua
mozzata a pulire le
stanze dei Tributi al Centro di Addestramento." Lui mi guarda serio e
annuisce. "Dopo l'arena nessuno torna come prima. Hai visto e fatto
cose
così brutte che tornare alla vita normale non è
possibile. Non ci sono
vincitori, non ce ne sono mai, solo sopravvissuti. E sopravvivere
richiede che
tu faccia i conti con i ricordi della gente che hai ucciso, delle
torture che
hai subito. C'è chi si butta sull'alcol, chi sulla
morfamina, ognuno cerca di
dimenticare la vista del sangue sulle proprie mani, ma non puoi, non a
lungo
almeno."
Faccio una pausa e bevo
qualche sorso per riordinare le idee. Parlare dell'arena con qualcuno
che non
c'è stato è sempre così difficile. "La
notte quelle cose tornano, si
insinuano nella tua mente, ti riportano lì, a uccidere, a
scappare, ad avere
paura... Ti svegli urlando senza sapere dove sei, vedendo il sangue
intorno a
te, anche se è solo nella tua mente... È per
questo che--"
Sento la sua mano che prende
la mia e la stringo, tenendo lo sguardo basso e passando un dito sul
tavolo, in
attesa di una qualunque reazione. "Non credere che io non sappia quello
che succede nell'arena. Tu ti sei sporcata le mani di sangue per
difenderti,
gli Strateghi uccidono quei bambini per la fama, per il divertimento
del
pubblico... Non sei l'unica ad avere problemi a dormire la notte,
Stella, a
mettere su un sorriso falso quando sei davanti al pubblico... Non
credere che a
me piaccia il mio lavoro. Ma quando tuo padre è il Primo
Stratega e ha già
deciso che dovrai seguire le sue orme non c'è molto che tu
possa fare"
conclude con una nota di rassegnazione nella voce e io mi trovo a
stringere di
più la sua mano.
"Hai detto che ti sei
preso qualche giorno di pausa dal lavoro... Ti va di restare a
dormire?"
gli chiedo alzando gli occhi su di lui per la prima volta da quando
abbiamo
iniziato a parlare. E dal suo sorriso capisco che è un
sì.
Nonostante sia domenica la
sveglia suona alle otto. Ah già, avevo detto che sarei
andata a correre. Questo
prima che Seneca, che ora mugugna qualche lamento contro di me e contro
la
sveglia, piombasse in casa mia. Ieri abbiamo parlato tanto. Non solo
parlato,
ma comunque anche quello, per la maggior parte. Con l'aiuto di un paio
di
bottiglie di vino, lui mi ha diagnosticato una sindrome di Stoccolma
nei
confronti degli Hunger Games, un rapporto di amore/odio basato sul
fatto che mi
hanno distrutto a livello emotivo e psicologico, ma allo stesso tempo
mi hanno
reso una celebrità, ed essendo io patologicamente vanitosa
(sì, ha detto proprio così) gli sono grata per
questo e sono, nonostante lo
neghi, attratta dai Giochi e dalla loro logica. Aveva un tono
così serio e allo
stesso tempo così ubriaco mentre lo diceva che ieri sera mi
era sembrata una
diagnosi anche abbastanza corretta. Ora mi viene solo da ridere. Quando
è stato
il suo turno (non saprei perché ad un certo punto sia
diventata una gara a chi
fosse l'analisi a più bravo) gli ho detto che ha fatto
ruotare la sua vita
attorno al desiderio di compiacere suo padre e vuole imitarlo a tal
punto che
anche lui è finito per cadere nella spirale di
attrazione/disgusto per i
Giochi. Il fatto che sia innegabilmente bravo in quello che fa
solletica il suo
ego a discapito della moralità della sua professione.
Sì, ho proprio detto
così, ho parlato di morale ed etica con un Capitolino. A
mente quasi lucida mi
sembra un controsenso, ma comunque.
Il lato positivo è che
ero
così ebbra di felicità e di vino che ho dormito
un sonno senza sogni, o incubi.
Magari fosse sempre così. Una piccola parte di me pensa
possa essere merito di
Seneca e del suo avermi abbracciata per tutta la notte, ma non lo
ammetterò
mai, non sono un tipo sdolcinato. Bleah. Mi decido ad alzarmi e a fare
una
doccia che lava via gli ultimi postumi della sbornia mentre Seneca si
è
riaddormento, senza apparenti ricordi della sveglia di prima.
"Vado a preparare la
colazione, tu fatti una doccia che puzzi come una distilleria" lo
prendo
in giro prima di scendere in cucina, ricevendo in risposta un grugnito
infastidito.
Ho apparecchiato e preparato i
pancakes e sto gongolando osservando la tavola che sembra uscita da una
di
quelle riviste di arredamento che mi manda Amarillis, quando suona il
campanello. Spero di non aver chiamato quelli per la piscina ieri sera,
durante
qualche momento particolarmente sbronzo. Mi affretto ad andare ad
aprire e tiro
un sospiro di sollievo quando scopro che si tratta di Cashmere e Ruby.
Le due
si fiondano dentro raggiungendo il salotto a passo di marcia.
"Vatti a vestire" mi
dice Cash in tono perentorio.
"Basta stare qui a
deprimerti per Seneca, non ti fa bene" le fa eco Ruby, assumendo la sua
voce da Mentore.
"Ti portiamo a fare
shopping."
"Ehm veramente
io..." tento, ma loro ormai sono partite in quarta.
"Che c'è, hai altri
impegni?" mi rimprovera subito Ruby, lanciandomi una delle sue occhiate
stizzite, e io sto per rispondere, ma una voce dalle scale mi precede e
tutte e
tre ci voltiamo verso Seneca. Sta scendendo le scale con un asciugamano
attorno
alla vita, i capelli ancora bagnati e le goccioline d'acqua che gli
scivolano
sul petto. E sul mio pavimento.
"Credo di aver finito
l'acqua calda, mi dispiace" mi annuncia prima di alzare la testa e
passarsi una mano tra i capelli per portarli indietro. "Oh" esclama
sorpreso quando si accorge della nostra presenza in salotto.
"Buongiorno,
signore" saluta tornando ad assumere il suo tono da playboy e quel
sorriso
sicuro di sé.
Cashmere e Ruby si prendono
qualche secondo per studiarlo spudoratamente e poi quest'ultima si
decide a
dire qualcosa. "Sì, credo abbia altri impegni, Cash..."
"Forse è meglio se
andiamo, ci vediamo nel pomeriggio" aggiunge la bionda e io so che,
nonostante sembri un commento casuale, in realtà
è una convocazione ufficiale.
Quando restiamo soli Seneca
raggiunge la cucina e si versa una tazza di caffè. "Che
dici, gli sono
piaciuto?" mi chiede cercando di reprimere una risata, con scarsi
risultati.
"Sei stato fortunato,
poteva essere Sapphire e ora non staresti ridendo" gli rispondo con un
ghigno malefico che, per una volta, lo rimette al suo posto.
Ce ne stiamo sul divano di
Cashmere a guardare Dream Dress, un programma in cui la presentatrice
se ne va
in giro per i negozi di Capitol City con un vestito target da trovare,
mangiando la red velvet che ha fatto Ruby. Nella puntata di oggi devono
trovare
il vestito perfetto per una cena con un ex e stanno discutendo su come
dare
un'immagine sicura di sé e allo stesso tempo sexy. Alta
cultura, insomma.
"Perché nessuno si pone
la vera domanda?" chiede Ruby esasperata, a nessuno in particolare.
"Perché andare a cena con un tuo ex? Se l'hai lasciato ci
sarà un motivo!"
"Magari per
riconquistarlo" ipotizzo io mentre lo schermo viene invaso da un tubino
di
pelle che sembra più adatto ad un nightclub.
"Perché magari ti ha
lasciato lui e vuoi fargli vedere che si è perso" concorda
Cash mentre il
tubino viene scartato, a favore di un vaporoso vestito rosso.
"Prima ti lascia e poi ti
invita a cena? Spiegatemi la logica." Ruby è proprio
scatenata e noi
desistiamo, limitandoci a ridacchiare per le sue invettive contro i
tessuti
damascati. Appena parte la pubblicità prendiamo un'altra
fettina a testa e
parliamo del più e del meno. "Ti devo chiedere una cosa"
attacca Ruby
col suo tono serio che mi mette un po' di ansia. "Quanto ci mette
Seneca
ogni giorno a sistemarsi quella barba? No perché Frank ne ha
una normale ed è
capace di passarci delle ore!"
Scoppiamo tutte a ridere e io
prometto di cronometrare Seneca domani mattina. "Secondo voi dovrei
convincere Gloss a farsi crescere la barba? Va così di moda
in questo
periodo!" ci chiede Cashmere mentre io mangio un'altra forchettata di
torta.
"Uuuh sì, magari un
pizzetto!" risponde subito Ruby.
"O dei baffi!"
rincaro io, con un sorriso a trentadue denti.
"O magari facciamo anche
no" risponde la voce di Gloss dal corridoio e poco dopo spunta anche
lui
sulla soglia del salotto. "Guardale, le letali vincitrici del Distretto
Uno" ci prende in giro appoggiandosi a una poltrona e guardandoci con
la
sua aria di rimprovero da Mentore.
"Vuoi un po' di
torta?" chiede candidamente Ruby, incurante del velato rimprovero.
"No, grazie, ho già
preso
un caffè con Seneca" risponde, come se il caffè
fosse una merenda,
lanciandomi un sorrisetto divertito.
"L'hai conosciuto e
torchiato a dovere?" chiede Cashmere ridendo.
"Gli ho casualmente detto
che conosco più di cinquanta diversi modi di uccidere e che
se fa soffrire la
nostra piccolina sarò felice di mostrarglieli tutti"
risponde lui
compiaciuto mentre a me sfugge un sorriso. Povero
Seneca.
"Anche noi l'abbiamo
conosciuto..." fa eco Ruby nel suo miglior tono ambiguo cercando di non
ridere.
"L'ho saputo" è la
stringatissima risposta a cui segue uno sbuffo della bionda accanto a
me.
"Non abbiamo guardato.
Quasi per niente" risponde incrociando le braccia sul petto e poi
alzandosi per andare ad abbracciare Gloss mettendo su la sua migliore
espressione angelica. "Però sei così carino
quando fai il geloso"
aggiunge prendendogli le guance tra le dita mentre noi sul divano
ridiamo per
il risultato. Lui si sgancia dalla presa ma non nasconde un sorriso
rassegnato.
Dopo aver finito la puntata di
Dream Dress in compagnia di uno sconvolto Gloss, io e Ruby ci avviamo
verso
casa, fermandoci qualche minuto sul mio vialetto. "Sai, dovresti
parlare
con Sapphire, prima che lo scopra entrando in casa tua e trovando
Seneca
seminudo in salotto" mi fa notare col suo tono da sorella maggiore.
"Sì, dovrei. Ma se poi
non è d'accordo? Se non gli piace?" Mi rendo conto di essere
un po' in
apprensione per il giudizio di Sapphire.
"È la tua vita, Stella,
e
devi prendere le decisioni che ritieni migliori. Sapphire
può darti dei
consigli, un parere, ma non può decidere per te. E sai
benissimo che qualunque
cosa farai ti vorrà sempre bene." Ruby ha questo potere di
dire sempre le
cose in grado di calmarti. "E poi ti ha fatto passare quel banalissimo
cliché che è stato Finnick Odair, può
accettare anche Seneca!"
"Siete tutte gelose di
Finnick!" rispondo ridendo nonostante cercassi di avere un tono
indignato.
"E vuoi darci
torto?!" mi risponde per le rime prima di salutarmi con un abbraccio e
dirigersi a casa sua. Rimango lì finché non mi
saluta con la mano prima di
entrare, poi faccio un respiro profondo e mi dirigo verso casa di
Sapphire.
Quando mi apre scopro che Eve non c'è perché
è andata a fare la spesa e un po'
mi dispiace perché avrebbe potuto intercedere per me nel
caso Sapphire dovesse
dare in escandescenze. Raggiungiamo il salotto chiacchierando del
più e del
meno (Ruby ha portato della torta anche a loro) e ci sediamo sul
divano,
restando qualche secondo in silenzio. Ho l'impressione che sappia
benissimo
perché sono qui e questo mi rende ancora più
nervosa.
"Lo sai, vero?"
chiedo fissandomi le ginocchia e giocherellando con l'angolo di un
cuscino.
"Ignorare Seneca Crane
che passeggia sulla tua veranda è un po' difficile" mi
risponde con un
accenno di sorriso mentre si appoggia meglio e io mi tolgo le scarpe e
tiro su
i piedi, cosa che quando c'è Eve mi è
categoricamente vietata.
"E cosa ne pensi?"
Lui rimane un attimo in
silenzio. "Tu sei felice? Lui ti fa stare bene?" Annuisco e mi
accoccolo contro la sua spalla. "E allora vivitela. Se dovesse andare
male
pazienza, avrai amato e lottato per quello che sentivi giusto, potrai
camminare
a testa alta. Se andrà bene hai solo da guadagnarci.
Comunque vada io sarò qui."
Sento gli occhi pizzicare e lo
abbraccio, rendendomi conto di quanto Sapphire sia diventato importante
per me
in questi tre anni. Non sono brava con le frasi smielate e con
l'esprimere i
sentimenti, mi sento sempre in imbarazzo. Così mi limito a
dire che gli voglio
bene, sperando che capisca tutto il resto. Lui ricambia l'abbraccio e
mi
scompiglia i capelli e anche se è una cosa che odio lo
lascio fare. "Ti
voglio bene anche io, pulce. Ma questo non esonera Seneca dall'essere
torchiato" mi risponde deciso e io scoppio a ridere.
"Credo lo abbia già
fatto
Gloss!"
"Una volta in più non
può
certo fargli male" dice tranquillo strizzandomi l'occhio. Povero,
povero Seneca.
Il mese che precede la Mietitura dovrebbe
essere quello che noi Mentori dedichiamo a mettere a punto una
strategia
vincente, che gli Strateghi impiegano sistemando gli ultimi dettagli
dell'arena, che gli Sponsor occupano sondando il terreno e iniziando a
tessere
accordi con i Distretti, che le Accompagnatrici passano a decidere il
loro look
per l'evento. In realtà lo passiamo tutti da Caesar
Flickerman a cercare di
farci pubblicità e conquistare il pubblico ancor prima che i
veri Giochi
abbiano inizio. Perché dopotutto i Giochi durano molto
più di un paio di settimane,
lo sappiamo tutti.
Devo dire che noi del
Distretto Uno ci siamo assicurati una buona copertura in questo circo
mediatico. Io aprirò questa prima puntata che
darà il via al conto alla
rovescia per Giochi, la prossima settimana toccherà in
coppia a Cashmere e
Gloss, i fratelli più amati di Capitol City, e poi a Ruby.
Dopo sarà il turno
di Lana che farà un dibattito con Brutus per il quale Caesar
già prevede uno
share altissimo visto che tutti nella Capitale non vedono l'ora di un
confronto
tra i due Distretti. Nell'ultima settimana, proprio durante la puntata
prima
delle Mietiture, interverrà Sapphire. Insomma, sfido il
pubblico a scordarsi
del Distretto Uno.
Intanto sto aspettando dietro
le quinte di fare il mio ingresso, strizzata in questo tubino che a
malapena mi
fa respirare. Secondo Ganymedes mi dà un aspetto maturo da
Mentore ormai
avviato, secondo me ad un certo punto non mi arriverà
più ossigeno al cervello.
Le luci si accendono sul palco e Caesar, quest'anno in violetto, saluta
il
pubblico e snocciola le solite frasi di rito per iniziare questo ciclo
di
puntate pre-arena. Quando chiama il mio nome il pubblico inizia ad
applaudire e
io lo raggiungo sul palco sorridendo e cercando di avere un passo
sicuro
nonostante i tacchi altissimi. Dopo esserci salutati lui manda la
pubblicità e
ho cinque minuti per riprendermi dal crampo alla mandibola. Nonostante
saranno
passati una decina di minuti da quando ho lasciato la zona trucco, le
truccatrici vengono a ritoccarmi la faccia e i capelli e una
addirittura mi
spalma del fondotinta leggero sulle gambe. Caesar è
circondato dallo stesso
stuolo di persone e sta controllando quella che credo sia la scaletta
dell'intervista. Quando restiamo da soli alza lo sguardo su di me e mi
fa la
solita domanda di rito.
"Allora, argomenti tabù?
Qualcosa che non vuoi che ti chieda?"
E so già che si aspetta
la
solita risposta, ha già riabbassato lo sguardo sulla
cartelletta pensando di
sapere cosa risponderò, ma sta volta avrà una
sorpresa. "Nessuna domanda
su Seneca Crane."
Rimane un secondo a fissare il
foglio ma la mano che stava scrivendo qualcosa si è fermata.
Alza gli occhi
verso di me e mi fissa basito. "Ma era l'argomento principale
dell'intervista, tutti si aspettano che te lo chieda! Non posso fare
finta di
non sapere che stai con uno Stratega!"
È visibilmente frustrato
e io
mi accorgo di dover fare pipì ma manca un minuto alla
ripresa e con questo
vestito mi ci vuole circa un quarto d'ora. "Caesar, ascolta, non sono
pronta a parlarne in diretta tv, voglio aspettare. Seneca...
è una cosa
abbastanza seria, a cui tengo molto, vorrei che rimasse privata per un
altro
po'." Il tempo stringe e lui è costretto a prendere una
decisione in
fretta.
"Ah e va bene! Solo
perché non so dire di no a quegli occhioni" sbuffa e
consegna la
cartellina. Ci sediamo e due secondi dopo siamo di nuovo in onda.
"Bentornati al Games Countdown, gente! Iniziamo questa puntata in
compagnia dell'adorabile Stella Maloney, ultima vincitrice del
Distretto Uno
durante i Sessantasettesimi Hunger Games! Allora Stella, sono
già due anni che
il tuo Distretto non vince, esattamente come durante la tua edizione.
La storia
sta per ripetersi, incoronerai un Vincitore quest'anno?"
"Faremo del nostro
meglio, noi Mentori siamo pronti a dare il massimo. La vittoria dipende
da
tante cose, nei due anni passati siamo arrivati al traguardo e abbiamo
perso di
poco, purtroppo i Giochi sono tutta una questione di fare la cosa
giusta al
momento giusto nel posto giusto ed entra anche in gioco un pizzico di
fortuna.
Io e Cashmere siamo pronte a preparare al meglio i nostri Tributi,
speriamo che
la buona sorte sia a nostro favore!"
Tutti ridono e io non posso
che essere felice. Mi aspettavo questa domanda e avevo preparato una
risposta
che suonasse sicura, che mettesse in buona luce noi Mentori e che
richiamasse
la tradizione della Capitale. "Che arena ti aspetti per quest'anno?"
Ah-ah Caesar, ci hai provato. Vorrebbe che fossi io a tirare in ballo
gli
Strateghi in modo da sentirsi autorizzato a parlare di un certo
stratega in particolare.
"Non saprei, posso solo
fare delle supposizioni. L'anno scorso c'è stato un deserto
ardente, quest'anno
mi aspetto più natura, qualcosa di più simile
alla mia arena. Staremo a
vedere." Spero di aver recitato bene la parte del Mentore che ha tutto
sotto controllo, non dubito che gli Sponsor non si lasceranno sfuggire
una sola
parola di queste interviste.
"Ti vedo pronta ad avere
un Vincitore!" conclude lui, con uno sguardo ammiccante e io accavallo
le
gambe e sorrido.
"Io sono nata pronta,
Caesar, spero lo siano anche i nostri Tributi!"
"Non posso che
augurartelo" risponde prima di alzarci e stringerci la mano. "Signore
e signori, Stella Maloney!"
Alza la mia mano mentre il
pubblico applaude e io scuoto i capelli e sorrido. Che i Settantesimi
Hunger
Games abbiano inizio. E possa la buona sorte essere davvero a
nostro favore.
Author's Note.- Buonaseeeeeera
a tutti :3 Almeno per questo secondo capitolo riesco a rispettare i
tempi di
aggiornamento promessi, so proud of me XD
Vi ringrazio davvero tanto per
aver letto, è passato un po' da quando avevo pubblicato le
altre due storie e
non sapevo se qualcuno fosse ancora interessato a leggere di Stella,
quindi mi
ha fatto piacere vedere che le letture non si fermassero alle mie tre
per
controllare la formattazione :3
Mi è piaciuto scrivere
questo
capitolo così tranquillo e con un po' di atmosfera
capitolina, ma, come avrete
capito dalla fine, col prossimo iniziano i Giochi e l'aria si
farà più
tesa.
Ho giusto un paio di cose da
dire prima di lasciarvi in pace. Lana Langdon è un
personaggio creato da Lily e
se
volete saperne di più potete leggere di lei qui e qui.
Grazie per avermela prestata, my friend <3 Poi, la frase di
Sapphire sul
cammina a testa alta è parafrasata da Grey's Anathomy quindi
i crediti vanno
alla cara Shonda.
Spero di aver scritto di un
Seneca abbastanza credibile, nonostante sia il personaggio che mi viene
più
difficile. Ho letto varie cose su di lui prima di iniziare a scrivere
questa
fanfiction e mi ha colpito l'idea che Seneca Crane sapesse esattamente
a cosa
andava incontro lasciando vincere Katniss e Peeta insieme ma si sia
comunque
sacrificato per far sì che la rivoluzione potesse avere
inizio. Dopotutto se
non fosse stato per lui non ci sarebbe mai stata nessuna ghiandaia...
Ho voluto
che il mio Seneca fosse un personaggio tutto sommato positivo ma che in
qualche
modo si sentisse attratto dalla logica dei Giochi. Spero di non aver
toppato in
pieno LOL
Bene, ora mi defilo che
già mi
starete odiando. Ah quasi dimenticavo, qui e qui ci
sono i vestiti di Stella, ormai è un rito. Se volete
lasciare qualche commento
mi farebbe piacere sapere che pensate della storia :D
Al prossimo capitolo e che la
buona sorte sia con voi :D
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Che la buona sorte ci assista ***
The
Golden Girl {pt. 3}
Capitolo
3 - Che la
buona sorte ci assista
Manca
ormai una
settimana alle Mietiture e io inizio a sentire la tensione. Ho passato
due
giorni nella Capitale a sistemare le ultime cose con gli Sponsor in
modo da
poter partire subito con gli aiuti ai nostri futuri Tributi
già subito dopo il
bagno di sangue. In teoria questa cosa non è esattamente
legale, ma di fatto
tutti i Mentori dei Distretti favoriti iniziano a prendere accordi con
i
finanziatori da prima che i Giochi abbiano inizio. Non scendi mai dal
treno
degli Hunger Games, c'è sempre qualcosa da fare, qualche
filo da muovere da
dietro le quinte. È quasi ora di cena e il mio stomaco
brontola, reclamando
qualcosa di buono. Ho deciso di prendere il treno domani mattina per
poter
passare la serata con Seneca, visto che abbiamo deciso di non sentirci
o vederci
per tutta la durata del programma. Non dubito che il pettegolezzo della
nostra
relazione sia arrivato anche a Snow e che i nostri telefoni saranno
tenuti
sotto stretto controllo durante i Giochi, quindi meglio evitare
qualunque tipo
di accuse di favoritismo.
Forse
avrei dovuto
chiamarlo ma ormai sono quasi arrivata quindi mi limito a salire al suo
piano e
a suonare il campanello. Sono passata a comprare una bottiglia di quel
vino che
gli piace tanto giusto per non presentarmi a mani vuote e gliela metto
in mano
non appena apre ed esclama il mio nome abbastanza sorpreso. "Ciao! Ho
portato il vino in cambio della cena. Volevo chiamare ma-"
"Non
sei il tipo
che chiama, ormai l'ho capito" mi prende in giro mentre va in cucina a
prendere due bicchieri. Mh c'è un buon profumo.
"Com'è andata la giornata?
Hai fatto qualcosa di interessante?"
"Non
te lo posso
dire" rispondi vaga mentre assaggio il sugo. Lui sorride e si limita a
passarmi un bicchiere, senza ulteriori domande. Chiacchieriamo del
più e del
meno per qualche minuto, poi vado a stendermi sul divano mentre lui
finisce di
preparare. Vorrei dargli una mano ma mi sento distrutta. I viaggi in
treno di
questo periodo mi stancano parecchio e da quando ho messo piede qui non
mi sono
fermata un attimo, sballottata tra gli incontri con gli Sponsor, le
interviste
in tv e gli incontri con Ganymedes. Poso il bicchiere sul tavolino poco
lontano
da me e chiudo un attimo gli occhi.
Sarà
per la stanchezza,
il vino a stomaco vuoto o tutto questo parlare di Hunger Games, il mio
cervello
abbandona in fretta il salotto di Seneca per ritrovarsi alla Cornucopia
di tre
anni fa. Rivedo gli altri ragazzi morire, sento gli schizzi di sangue
sulla
pelle, avverto la confusione, la paura. Afferro una lancia e scappo nei
boschi,
le foglie che mi sbattono sul viso irritandomi la pelle e facendomi
bruciare
gli occhi. Finalmente trovo un posto che mi sembra tranquillo ma dal
nulla
compaiono i tributi del Due, sporchi del sangue degli altri che hanno
appena
ucciso. Mi si avventano addosso e provo a lottare ma sono troppo
più forti di
me. Qualcuno in lontananza chiama il mio nome, credo sia Caesar pronto
ad
annunciare il mio cannone. Riesco a trapassare lei con la lancia ma non
ho
nemmeno il tempo di riprendere fiato che lui mi ha già
afferrato per una
spalla. Gli do un pugno che lo fa cadere a terra e subito mi metto su
di lui
per bloccarlo, cercando a tentoni qualcosa per colpirlo. Trovo una
pietra e mi
preparo ad abbattermi su di lui quando sento ancora la voce, sta volta
più vicina.
Sbatto un paio di volte le palpebre ed è allora che mi
sveglio del tutto.
Non
c'è nessun Tributo
che prova ad uccidermi, quello che ho atterrato dopo avergli dato un
pugno, che
inizia già a lasciare un livido violaceo sul suo zigomo,
è Seneca. E non c'è nessuna
pietra, in mano ho un fermacarte che era sul tavolino. Vedo il suo
sguardo
impaurito e lancio via l'oggetto che ho in mano per poi allontanarmi
subito.
"Mi dispiace..." è l'unica cosa che riesco a dire mentre la
consapevolezza della realtà mi colpisce, "mi dispiace
così tanto..."
Stavo per uccidere Seneca. Se non mi fossi svegliata in tempo a
quest'ora
avrebbe la testa spappolata sul suo tappeto. Sento le lacrime che
iniziano a
scendere ma in qualche modo riesco a rimettermi in piedi.
"Non
fa
niente" lo sento rispondermi con voce incerta mentre muove un passo
verso
di me. Tramante, prendo la borsa e lo guardo, il livido si sta
ingrossando e c'è
ancora una traccia di paura nei suoi occhi.
"Non
avresti dovuto
svegliarmi... Io... Mi dispiace" biascico prima di darmi alla fuga in
corridoio per fiondarmi in ascensore. Sento Seneca dire qualcosa ma non
capisco
cosa. L'aria fresca della sera mi sveglia del tutto e questo mi fa
anche stare
peggio. Voglio andare via, voglio tornare a casa. Un taxi mi porta in
hotel a
prendere le mie cose e poi in stazione, dove mi cambiano il biglietto
senza
fare troppe storie, basta dire che ho finito prima il mio lavoro qui e
che non
vedo l'ora di prepararmi per la Mietitura.
In questo periodo basta nominare i
Giochi e qualunque Capitolino diventa allegro.
Mi
chiudo nel mio
scompartimento e mi accascio sul letto. Pensavo mi sarei sentita meglio
una
volta da sola ma non è così. Seneca continua a
chiamarmi quindi decido di
spegnere il cellulare.
Nonostante
non ne abbia
voglia compro un panino perché il mio stomaco non sembra
molto d'accordo a
seguire il filo della mia tristezza. Quando il treno prende
velocità sui binari
osservo la città che svanisce e sento nuovamente le lacrime
scendere. Lo sapevo
che sarebbe finita così. Lo avevo avvertito. Come ho potuto
pensare di avere
una relazione normale quando sapevo benissimo che prima o poi questo
sarebbe
successo? Mi ritrovo a scribacchiare sul mio quadernino dove butto
giù le
canzoni, è l'unica cosa che mi calma un po'. Avevo pensato
di dedicare una
canzone a Seneca prima o poi e ora capisco perché quelle
carine e romantiche
non mi piacevano mai: perché dentro di me sentivo che non mi
rappresentavano,
non davvero.
Ho
provato a rimettere
insieme i pezzi in cui ero andata durante i Giochi ma non ho mai
davvero saputo
come fare. Ever since I could remember, everything inside of me just wanted to fit in... E
ora l'unico uomo con cui ero riuscita ad aprirmi davvero, che mi aveva
fatto
sperare per la prima volta dopo tanto tempo, probabilmente mi vede come
una
pazza con istinti omicidi. If I told you what I
was, would you turn
your back on me? And
if I seem dangerous,
would you be scared?
Non
è che non ci abbia
provato, prima di andare a letto cerco sempre di fare pensieri
positivi, quando
mi sveglio urlando mi ripeto che non sono nell'arena, che non
è reale, ma come
si fa a cancellare i ricordi? Soprattutto se sono così
vividi da tornare quando
meno te lo aspetti, soprattutto se attorno a me c'è sempre
qualcosa che mi
ricorda l'arena? I'm taking a stand to escape what's
inside me. A
monster, I've turned into a monster...
Nonostante
lui abbia provato a farmi restare, non riesco a sentirmi in pace con me
stessa.
Non dopo aver visto la paura nei suoi occhi, quello sì che
mi ha riportato
nell'arena. E ora non riesco a fare nulla se non quello che faccio
sempre,
scappare. Can I clear my conscience, if I'm different from the rest? Do
I have to run and hide?
Quando
arrivo in
stazione non c'è nessuno ad aspettarmi visto che nessuno sa
che sarei arrivata
di mattina. Mi dirigo a casa a testa bassa e quando finalmente mi
chiudo dentro
mi sento finalmente al sicuro. Anche se in teoria dovrebbe essere
Seneca ad
avere problemi di sicurezza, non certo io. Preparo il caffè
e mi siedo al
tavolo della cucina, riaccendendo finalmente il cellulare. Ad un certo
punto
della serata Seneca ha smesso di chiamare, spero perché si
sia addormentato
senza sognarmi in versione killer. Sto rispondendo svogliatamente a
qualche
mail di lavoro quando il campanello mi distrae. Non che la cosa mi
dispiaccia
più di tanto.
Non
rimango troppo
sorpresa quando vedo Sapphire, abita di fronte casa mia e
avrà di sicuro notato
le finestre aperte. Lo faccio entrare e verso del caffè
anche per lui, che
intanto si è seduto e mi sta guardando interrogativo.
"Pensavo tornassi
sta sera."
"Sono
partita ieri
sera."
"Pensavo
passassi
la serata con Seneca."
"Te
l'hanno mai
detto che pensi troppo?" Gli rivolgo un sorriso scherzoso ma lui non
abbocca e continua a guardarmi in quel modo.
"Cos'è
successo?"
"Niente."
Ancora lo sguardo indagatore. Sbuffo, non credo che potrò
evitare le domande
ancora per molto. "Mi sono addormentata sul suo divano e ho avuto un
incubo. Lui mi ha svegliata, io gli ho dato un pugno per togliermelo di
dosso,
l'ho bloccato a terra e stavo per aprirgli la testa con un fermacarte.
Il mio
allenatore sarebbe così fiero di me, ho finalmente imparato
ad uccidere come si
deve" dico tutto d'un fiato, sarcastica sul finale. In accademia non
ero
mai brava a svicolarmi dagli avversari, ero sempre quella piccolina che
veniva
presa di mira nel corpo a corpo perché non riusciva a
contrastare i ragazzi.
Nell'arena sono quasi morta nel corpo a corpo, ma sembra che finalmente
io
abbia imparato.
"E
sai qual è la
parte peggiore? Che lui voleva che restassi, come se non fosse una cosa
così brutta.
E a me tocca fare la parte di quella cattiva che se ne va,
perché devo
proteggerlo, devo proteggerlo da me. Come farà a dormire
ancora con me dopo che
l'ho quasi ucciso? Come si supera una cosa del genere?" Mi rendo conto
che
gli ho riversato addosso tutto quello che mi vorticava in testa e sto
per
scusarmi, quando lui risponde.
"Credi
di essere la
sola ad esserci passata? Ci passiamo tutti, tutti abbiamo quasi ucciso,
strangolato, pugnalato qualcun altro. Come lo superi mi chiedi? Con
l'aiuto
delle persone che ti amano, quelle che capiscono e che sono pronte a
darti
un'altra possibilità. Loro ti perdonano, ma non serve a
niente finché non
perdonerai te stessa."
Alzo
lo sguardo su di
lui e mi chiedo come faccia a trovare sempre le parole giuste. "Ho quasi strangolato Eve
una volta.
Credi che riuscissi a guardarla dopo, con quei segni sul collo?" Non mi
aspettavo una simile confessione e sinceramente non so neanche cosa
dire, perché
non so cosa dire nemmeno a me stessa. Gli ricambio lo sguardo
interrogativo di
prima e attendo una risposta. "Ma mi sono convinto che non era colpa
mia,
che era normale avere i postumi dell'arena. Nessuno torna normale dopo
due
settimane passate a fuggire da qualcuno che vuole ucciderti o a dare la
caccia
a chi devi uccidere tu. Gli altri lo capiscono, dobbiamo farcene una
ragione
anche noi."
"Mi
serve
tempo."
"Mi
stupirei se non
fosse così." Mi fa un sorriso e io lo ricambio. Meno male
che c'è Sapphire.
Questa
settimana è volata
e quasi mi sembra strano trovarmi già sul palco per la Mietitura.
Il
microfono continua ad emettere suoni acuti e Amarillis bistratta il
tecnico
come se questo potesse cambiare le cose. Cashmere è seduta
accanto a me,
bellissima nel suo vestito rosso, e si sta rifinendo un'unghia che si
era
scheggiata. Io giocherello con la cintura del mio tubino tempestato di
pietre
dorate (Ganymedes vuole proprio lanciare la tendenza) e cerco di non
farmi
prendere dall'ansia. Praticamente sono più nervosa ora che
sono un Mentore che
il giorno della mia Mietitura. Amarillis viene ad annunciarci che
finalmente il
problema è risolto e possiamo cominciare.
"Mi
raccomando,
pesca bene" le dice Cashmere con un sorriso di incoraggiamento, ma
siamo
abbastanza soddisfatte dei ragazzi che sappiamo già vorranno
proporsi. Il
Sindaco finisce il suo discorso ed è il momento
dell'estrazione. La ragazza si
chiama Amber ed è una diciottenne che lancia alle altre
vicine uno sguardo
omicida. Nessuna si propone al suo posto, quindi credo abbia raggiunto
il suo
scopo intimidatorio. È bionda con grandi occhi castani, un
fisico atletico e un
sorriso che di sicuro catturerà gli Sponsor. È
una delle migliori del suo corso
e Cash mi lancia uno sguardo soddisfatto. Il ragazzo estratto invece
è un
tredicenne e al suo posto si propone subito Bright, un diciottenne alto
e
muscoloso, ma anche parecchio carino. La Mietitura
è di sicuro a nostro favore, ma
raramente non lo è da noi. Non è necessariamente
garanzia di vittoria.
Amarillis
presenta alle
telecamere i Tributi del Distretto Uno per i Settantesimi Hunger Games
e la
folla applaude. Che la buona sorte ci assista.
La
cena è stata
tranquilla, i ragazzi sono simpatici e Amarillis già li
adora. Abbiamo parlato
un po' delle loro abilità, lame, coltelli per lei e spada
per lui, e del fatto
che vorrebbero allearsi con gli altri Favoriti, se gli faranno una
buona
impressione durante il training. Sono affiatati e questo potrebbe
essere un
vantaggio, almeno nella prima parte dei Giochi. Dopo cena decidiamo di
guardare
il riepilogo delle Mietiture per farci un'idea degli avversari e ci
spostiamo
tutti e cinque nella zona tv. I ragazzi si dividono una poltrona e
Amarillis
prende l'altra, così io e Cash ci appropriamo del divano.
Rivediamo per prima
quella del nostro Distretto e siamo parecchio compiaciuti della buona
impressione che ne viene fuori.
"Eccomi
che salgo
sul palco, guardate la faccia delle altre!" esclama Amber e tutti
ridacchiamo. Avranno tempo per essere tesi, le Mietiture è
meglio affrontarle
con qualche risata.
"Ora
ci sono io che
mi propongo, quasi saltavo per farmi vedere!" C'è un'altra
risata generale
e poi passiamo agli altri Distretti.
I
ragazzi di Brutus ed
Enobaria sono forti e sembrano allenati, ma hanno avuto di meglio.
Quelli del
Tre sono gracilini e non sembrano avere molte speranze, ma è
quando sorteggiano
la ragazza del Quattro che rimango impietrita. È Annie.
Annie la ragazza di
Finnick. Annie che ho conosciuto e che mi ha fatto una torta ai lamponi
perché ha
scoperto per caso che sono il mio frutto preferito. Annie con cui ho
preso il
sole in spiaggia. Fisso la televisione ma non sento davvero. Scommetto
che è opera
di Snow. Deve aver saputo di lei e Finnick e ha fatto in modo che
venisse
sorteggiata, magari c'era solo il suo nome nella boccia. Forse dovrei
chiamare
Finnick ma temo che i telefoni siano controllati, sarà
meglio parlargli una
volta a Capitol City.
Mi
riscuoto dai miei
pensieri quando Cashmere mi chiama, chiedendomi che ne penso, ma io non
ho idea
di cosa abbiano appena detto. "Mh cosa?" chiedo fingendo di essermi
distratta a fare congetture sui nostri avversari e la conversazione
riparte. Ma
tutti i miei pensieri sono decisamente rivolti a Finnick.
Arrivati
a Capitol City è
stato il solito turbinio di impegni mondani. Appena arrivati i ragazzi
sono
stati portati al Centro Estetico a prepararsi per la sfilata dei carri.
Ganymedes ha scelto il blu per quest'anno e i ragazzi erano
meravigliosi. Le
pietre e i ricami sui vestiti scintillavano e loro salutavano
sorridenti la
folla che li acclamava. I Tributi di quest'anno sono bravi, non posso
negarlo.
Oggi
è il loro primo
giorno di training e non posso fare a meno di chiedermi come stia
andando
mentre guardo l'ennesimo speciale sui Giochi. Cashmere è
andata ad un incontro
con gli Sponsor, sta volta tocca a lei, e Amarillis ha una riunione con
le
altre Accompagnatrici, non ho idea di cosa facciano. Ganymedes
è appena uscito
per andare in atelier a lavorare sui vestiti per l'intervista e i
preparatori
non li ho più visti da dopo colazione. Sembra proprio che mi
abbiano
abbandonata tutti. Prendo le schede che Amarillis ha compilato su tutti
gli
altri Tributi e inizio a leggerle, mettendo la cartella del Quattro in
fondo
alla pila. Tuttavia dopo le prime due decido già di fare una
pausa, compilare
liste di lati forti e punti deboli è tremendo.
Mi
rigiro il telefono
tra le mani, valutando l'idea di chiamare Seneca. Tra poco inizieranno
i Giochi
e vorrei chiarire le cose prima di non potere più farlo. Lo
chiamo ma risponde
la segreteria, probabilmente starà lavorando. Decido di
lasciare un messaggio
nonostante, lo sanno tutti, io lascio i messaggi più
terribili che si possano
sentire. "Ehm... Ciao Seneca... Sono Stella... Ti chiamavo per...
Parlare,
sai, dopo quello che è successo l'ultima volta che ci siamo
visti... Beh...
Richiamami, insomma, se ti va..." Quando chiudo tiro un sospiro di
sollievo. Meglio che torni alle mie liste, quelle mi vengono
decisamente
meglio.
Non
so quanto tempo sia
passato, a parte che sono arrivata al Distretto Sette e sono sommersa
dai
fogli, quando qualcuno bussa alla porta. Sarà Cashmere che
ha come al solito
dimenticato il suo pass e non può aprire la porta. Sbuffo e
mi avvio in
corridoio, facendo la mia migliore interpretazione di Amarillis. "Devi
fare una sola cosa, signorina, una! Come fai a dimenticare il pass,
dico io,
come fai! Un giorno vi scorderete la testa voi due, siete sempre tra le
nuvole!" Perché è ovvio che ad un certo punto il
rimprovero diventa
multiplo. Apro la porta e scopro con orrore che non è Cash,
bensì Seneca. Mi
guarda con un sopracciglio alzato e un sorrisetto.
"Il
tuo accento
capitolino è davvero sexy" commenta cercando di restare
serio, con scarsi
risultati.
"Pensavo
fosse
Cashmere" spiego coprendomi il viso con le mani mentre lo invito dentro
e
mi affretto a sposare i fogli dal divano per farlo sedere. "Ti avevo
chiamato, pensavo mi richiamassi, non che ti presentassi qui. Tu ci
può stare
qui?!" chiedo una volta che siamo seduti e ho spento la tv.
"Ho
provato a
chiamarti, ma non hai risposto, così ho pensato di passare."
"Oh.
Credo che il
mio cellulare sia finito seppellito da qualche parte" rispondo contrita
osservando il mucchio di fogli.
"Non
pensavo
chiamassi, tu non chiami mai, non quando litighiamo."
"Che
dire, mi piace
sorprenderti."
Restiamo
qualche minuto
in silenzio, lui non mi mette mai fretta con le spiegazioni ed
è una cosa che
adoro di lui. "Mi dispiace per essere scappata via in quel modo. E mi
dispiace per averci messo una settimana a chiamare, ma avevo bisogno di
tempo
per pensare."
"Ho
imparato che
hai bisogno dei tuoi tempi." Ricambio il suo sorriso e gli lascio
prendere
la mia mano.
"E
mi dispiace per
averti quasi ucciso, non l'ho fatto apposta." Sono probabilmente le
scuse
peggiori che si possano fare.
"Non
importa, so
che non lo hai fatto di proposito, non eri in te, smetti di
tormentarti."
"Come
fai a
passarci sopra così?"
"Perché
so che non è
colpa tua. Perché sono innamorato di te e voglio aiutarti a
stare meglio, ma se
tu mi allontani non so come fare. Smettila di voler fare tutto da sola
e inizia
a coinvolgermi nella tua vita." Ha lo sguardo serio e apprensivo, penso
fosse davvero più preoccupato per me che per se stesso. Non
rispondo, ho
bisogno di un po' per elaborare la parte del sono innamorato
di te perché
non me l'ha mai detto nessuno e non so se sono pronta a dirlo io, ma
sorrido e
gli prendo il viso tra le mani per baciarlo. Sorrido quando la sua
barba mi
solletica il collo e mi lascio inebriare dal suo profumo. Mi sfugge un
gemito
quando sento i suoi denti sulla pelle ma penso di meritarlo, in fondo
io gli ho
dato un pugno l'ultima volta che siamo stati su un divano.
Quando
Cashmere torna
Seneca è andato via e io ho riordinato tutte le schede sui
nostri avversari.
"Ricordami perché lo facciamo" sbuffa mentre calcia via le
scarpe e
si accascia sul divano. "Fare le carine con gli Sponsor e lasciarci
palpeggiare fingendo di trovare interessante quello che dicono" precisa
davanti al mio sguardo interrogativo.
"Per
salvare almeno
uno di quei ragazzi" rispondo stringendomi nelle spalle, sconsolata.
"Giusto"
è il
suo commento risoluto mentre mi rivolge un sorriso stanco.
"Mi
chiedevo se
vuoi tu la ragazza visto che i coltelli sono la tua
specialità" le
propongo visto che dovremmo decidere che Tributo seguire.
"Sì,
perché no"
mi risponde con un sorriso. "Posso fare una battutaccia sul fatto che
tu
avrai la spada?"
"No,
Cash." Il
suo broncio mi fa sfuggire una risatina.
"Sei
un po' fredda
con loro. Con i ragazzi, dico."
"Sono
normale."
"Tu
di solito sei
più socievole, sei quella buona della coppia."
"Vorrei
evitare di
affezionarmi troppo a loro. Lo faccio sempre e questa cosa mi logora.
Posso
affrontare la perdita dei Tributi, ma non ce la faccio più a
perdere
amici." Lei mi passa un braccio attorno alle spalle e restiamo
così qualche
secondo. "Seneca è stato qui" le confido mentre con un piede
giocherello con un cuscino che è finito a terra.
"Qui
in generale o
qui sul divano?"
"In
entrambi i
sensi."
"Mh
il divano è comodo"
è la sua risposta detta in tono assolutamente innocente ma
che dopo un secondo
ci fa scoppiare a ridere entrambe.
"Fortuna
che
Amarillis non ci sente!"
"Come
se lei e
Ganymedes fossero dei piccoli innocenti, ma dai!"
Le
lancio un cuscino per
farla tacere, visto che non ho voglia di parlare di Amarillis e
Ganymedes su
questo divano, ma lei lo afferra e mi lancia uno sguardo truce. "Mi hai
appena dichiarato guerra." Oh no. Qualcuno mi dia
un'arm- un
cuscino, subito!
Le
interviste sono
andate davvero bene. Amber ha ottenuto un dieci durante la valutazione
personale e Bright un undici, quindi Caesar non si è dovuto
impegnare più di
tanto per farli apparire al meglio agli occhi del pubblico. Siamo tutti
in sala
tv a guardare la replica dello show a mente lucida, senza riflettori di
mezzo.
Amber fa la sua entrata in scena nel suo vestito blu tutto luccicante,
con i
capelli acconciati in dei morbidi boccoli e un sorriso che manda in
delirio il
pubblico. Stringe la mano a Caesar e si siede accavallando le gambe
come le ha
insegnato Amarillis. Lei è visibilmente fiera della ragazza.
"Benvenuta,
Amber!" la saluta il presentatore, sorridente e amichevole come suo
solito.
"Ciao,
Caesar!
Questo palco dà una sensazione incredibile, potrei
abituarmici!" cinguetta
lei e da come il pubblico sospira capisco che li ha conquistati.
"Amber,
gli
Strateghi ti hanno dato un dieci, immagino avrai una valida strategia
per
l'arena."
"Ma
certo"
risponde lei, sicura di sé. Fa una piccola pausa ad effetto
e poi aggiunge
"Vincere." Tutti applaudono e Caesar è visibilmente contento
della
sua prima intervistata.
"Immagino
tu non
veda l'ora che arrivi domani!"
"È
il momento che
aspetto da tutta la vita, Caesar. E poi prima vinco, prima
potrò tornare
qui!" Tutti ridono e applaudono, Amber è di sicuro entrata
nei loro cuori.
Dopo
è il turno di
Bright, elegante e sorridente, che stringe la mano al presentatore in
modo
deciso ma amichevole. "Bright, tu sei un volontario. Cosa hai pensato
nel
momento in cui ti sei proposto, cosa ti ha spinto a farlo?" Posso quasi
sentire il pubblico trattenere il fiato per la curiosità.
"Non
ho pensato più
di tanto, sapevo che era la mia occasione e l'ho colta. Se il destino
non mi ha
sorteggiato allora dovevo farmi strada da solo." Tutti applaudono,
è carino
e deciso, le ragazze impazziranno per lui.
"E
il tuo undici ci
dimostra che sai quello che fai. Ti senti pronto per domani?"
"Non
vedo l'ora di
mettermi in gioco, non mi sono mai sentito più pronto." Su
questa frase
scadono i suoi tre minuti e Caesar lo congeda tra gli applausi.
Guardiamo
tutte le altre
interviste, i ragazzi del Due sono bravi ma non particolarmente
simpatici,
Annie è adorabile ma temo non abbia grandi chance, la
dodicenne del nove per
poco non scoppia a piangere. Sta per iniziare un altro speciale ma noi
spegniamo, dobbiamo tutti andare a riposarci per domani. Si dileguano
tutti e
restiamo solo io e il mio Tributo. Sto raccogliendo i vari contratti
con gli
Sponsor che si erano sparpagliati sul tavolo e con la coda dell'occhio
noto
Bright che fa per uscire, ma poi ci ripensa e torna indietro.
"Qualche
ultimo
consiglio per domani?"
Mi
raddrizzo e incrocio
il suo sguardo, la sicurezza mostrata durante l'intervista è
quasi sparita.
"Mantieni la calma. Sii razionale e non fare niente di avventato. Tutti
pensano che il segreto sia uccidere quanti più avversari
puoi o avere la
migliore alleanza o ancora prendere le armi migliori alla Cornucopia,
ma non è così.
Non fare cavolate è il segreto per vincere. Quindi non dare
di matto e andrà tutto
bene, sono solo due settimane, finirà in fretta." Insomma,
più o meno. Non
è il caso di demoralizzarlo proprio ora.
"Pensi
mai di aver
fatto la cosa più stupida della tua vita e vuoi mollare
tutto per rintanarti
sotto un sasso?"
"Praticamente
quasi
sempre. Ma poi ti calmi, sai che devi stringere i denti
perché non puoi morire
in diretta tv davanti la tua famiglia e i tuoi amici e vai avanti.
Stringi i
denti e vai avanti. Poi torni qui e festeggiamo." Lui sorride e
annuisce,
mi sembra più tranquillo. Lo abbraccio e lo accompagno fino
alla sua stanza.
Lui promette che dormirà e io vado a infilarmi a letto a mia
volta.
Dopo
un paio di minuti
che mi rigiro decido di chiamare Sapphire, sperando che riesca a
spazzare via
il mio nervosismo. "Non sei mai riuscita a dormire prima dell'arena"
è
il suo saluto e io ridacchio, il solo sentire la sua voce mi aiuta a
calmare un
po' i nervi. "Vedrai che andrà tutto bene, i ragazzi sono in
gamba, siamo
riusciti a vincere con molto meno. Insomma, tu hai vinto per esempio."
"Sono
stata la tua
migliore Vincitrice, smettila con queste battutine idiote" è
la mia
risposta fintamente offesa pronunciata con una voce simile a quella di
Amarillis. Ridiamo e poi, senza un vero motivo, quasi dal nulla, sento
la mia
bocca dire "Seneca ha detto che è innamorato di me."
"Almeno
sappiamo
che non è completamente idiota."
"Sapphire!"
"Cosa?
È un
Capitolino, avevo ancora qualche dubbio!"
Mio
malgrado rido anche
io. "Io cosa dovrei dirgli?"
"Chiedilo
ad Eve,
c'è lei per le confessioni romantiche." Risponde al mio
sbuffo con un
altro sbuffo. "L'hai quasi ucciso e lui ti dice che è
innamorato di te, ma
cosa vuoi dirgli?! Le tue opzioni sono 'vai a farti ricoverare, Seneca'
oppure
'anch'io ti amo, Seneca', scegli tu!" Sì, Eve è
decisamente più tagliata
per questo genere di conversazioni. Ci salutiamo e quando chiudo il
telefono già
mi manca.
Sto
per spegnere le
lampada sul comodino ma mi fermo e faccio partire un'altra telefonata.
Seneca
risponde al secondo squillo. "Seneca Crane." Sono sicura che risponde
così solo per darsi un tono, saprà benissimo che
sono io. Insomma, spunta il
mio nome sul display.
"Volevo
solo
augurarti buona fortuna per domani, signor Stratega" lo saluto con tono
civettuolo.
"Mi
chiedo come
sopporterò due settimane senza le tue telefonate agli orari
più improbabili."
"Ti
mancherò tantissimo
e le tue giornate saranno vuote e tristi. Ah no, avrai un'area da
gestire."
Lui
rimane un attimo in
silenzio poi scoppia a ridere e io lo imito. Sento le chiavi girare
nella
serratura e deduco stia rientrando adesso a casa. "Dove sei stato? Non
dovresti già essere a letto?"
"Io
lavoro,
signorina Maloney. Ma sì, vorrei tanto essere a letto. Con
te, magari."
Non
raccolgo la sua
provocazione perché so che mi convincerebbe a scappare da
lui e non è proprio
il caso. "Buonanotte, Seneca. E possa la buona sorte essere a tuo
favore" aggiungo ridacchiando.
"E
a tuo, Stella.
Buonanotte." La sua voce è così dolce Cher la
riascolto ancora un po'
nella mia testa, finché non mi addormento.
La
sala del Centro di
Controllo in cui seguiamo i Giochi è gremita di gente.
Preparatori,
Accompagnatrici, Sponsor, nessuno vuole perdersi l'inizio. Indosso un
comodo
tubino che mi permette di fare senza troppi problemi un giro di saluti
tra i
nostri finanziatori e poi vado a sedermi su un divanetto posizionato
sotto uno
schermo accanto a Cashmere. Publius ci raggiunge e si siede al mio
fianco,
mettendomi come se niente fosse una mano sulla coscia. Osservo prima la
mano e
poi lui, ma non la sposta di un millimetro. "Dicono che palpeggiare un
Mentore prima dell'inizio dei Giochi porti fortuna" mi dice nel suo
tono
più angelico guardandomi in modo assolutamente innocente,
mentre io alzo gli
occhi al cielo ma non riesco a reprimere un accenno di risata.
Il
conto alla rovescia
inizia, catturando completamente la mia attenzione. Le prime immagini
dell'arena mostrano un fiume, un fiume enorme, che divide i Tributi
dalla
Cornucopia. La vegetazione sembra quella di un bosco di collina, ma
chissà quali
insidie nasconde. Per raggiungere la Cornucopia
i Tributi hanno tre possibilità. Un
ponte di legno che sembra abbastanza solido, delle pietre larghe ma
scivolose
su cui saltellare e andare a nuoto. Allo scadere del conto alla
rovescia i
Favoriti sono i primi a correre. Bright usa il ponte, seguito a ruota
dai
ragazzi del Due. Amber salta sulle pietre con incredibile
agilità mentre i
ragazzi del Quattro vanno a nuoto. I Favoriti hanno preso il controllo
della
Cornucopia e questo mi fa tirare un primo sospiro di sollievo.
Mi
aspetto che ora inizi
il vero bagno di sangue visto che anche gli altri Tributi andranno
nella loro direzione,
ma rimango stupita nel vedere che la maggior parte di loro preferisce
dare le
spalle al fiume e fuggire nella direzione opposta. La ragazza del Sette
muore
affogata nel tentativo di superare il fiume e il ragazzo dell'Undici
cade dal
ponte. Gli altri tre che raggiungono l'altra sponda vengono uccisi
abbastanza
velocemente dai Favoriti e il tanto atteso bagno di sangue si
è concluso. Più che
un bagno si è trattato di pochi schizzi.
Abbiamo
un totale di
cinque morti soltanto e tutti gli altri tredici Tributi
chissà dove sono. I sei
Favoriti non sembrano molto interessati ad andare a cercarli al
momento,
probabilmente vogliono aspettare che un po' si facciano fuori da soli
prima di
perdere tempo e rischiare l'incognito nelle ricerche. "Che palle, la
gente
a casa si annoierà da morire quest'anno" è il
crudo ma ahimè vero commento
di Publius. Si prevedono i Giochi più lunghi, lenti e noiosi
di sempre.
Author's
Note.-
Buonasera a tutti! Anche sta volta riesco ad aggiornare entro i tempi
stabiliti, anche se per un soffio. L'ispirazione mi aveva abbandonata e
scrivere questo capitolo è stata una specie di sfida ma
spero vi piaccia.
Inizio col presentarvi Amber
e Bright
e col fare le solite comunicazioni di
servizio. La canzone che scrive Stella è Monster degli
Imagine Dragons e la
potete sentire qui,
mentre questi
sono i vestiti dei Tributi per questi
Settantesimi Giochi e questi
i vestiti che Stella indossa durante il capitolo.
Non ho molto altro da dire, quindi vi do appuntamento al prossimo
capitolo dove
entreremo nel vivo dei Giochi.
A
presto e grazie per
continuare a seguire questa storia :D
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - La cosa giusta da fare ***
The
Golden Girl {pt. 3}
Capitolo
4 - La cosa
giusta da fare
Sono
passate un paio
d'ore dal bagno di sangue e l'eccitazione generale è
decisamente calata. Di
solito questo è il momento in cui sono tutti in
fibrillazione e i Mentori
cercano di vendere al meglio i propri sopravvissuti per ottenere
assegni e
comprare medicine, cibo o armi. Ma visto come sono iniziati questi
Giochi, i
nostri Tributi godono di ottima salute e hanno tutto ciò che
gli serve quindi
io e Cashmere non abbiamo molto da fare. Non so per quanto
durerà questa calma,
ma dubito che altri Tributi oseranno avvicinarsi alla Cornucopia,
almeno per
oggi. E non credo che gli Strateghi abbiano qualche geniale asso nella
manica
già pronto, normalmente il primo giorno puntano tutto sul
bagno di sangue. La
mia collega si annoiava e ha deciso di andare a telefonare a Gloss,
lasciandomi
a presidiare il fortino. O meglio, il divano.
Publius
torna dal suo
drink di inizio giornata con gli altri Sponsor e si lascia cadere
malamente
accanto a me. "Che palle" è il suo stringato commento su
queste prime
ore di Giochi, "avranno già cambiato canale, a quest'ora ci
sta quel
programma dove fanno le torte."
Naturalmente
so di cosa
parla perché Ruby si registra tutte le puntate e ci
costringe a guardarle
quando ha bisogno di una mano. Una parte di me è felice che
non ci siano state
troppe morti e che i miei ragazzi siano al sicuro, almeno per il
momento, ma so
anche che qualche morte in più all'inizio avrebbe agevolato
la loro scalata
verso la vittoria. Solo uno può tornare a casa e tirarla
troppo per le lunghe
non so quanto possa giovare. So che Publius ha ragione, un'edizione
noiosa con
pochi ascolti porta gli Strateghi a dover movimentare le cose e di
solito i
loro diversivi sono abbastanza cruenti. "Sai cosa dovremmo mandargli?
Un
mazzo di carte." Mi volto verso di lui con uno sguardo interrogativo.
"Sì, così si distraggono un po', guarda che facce
annoiate che
hanno!" Indica lo schermo e in effetti i Favoriti sembrano un po'
giù di
tono. Dopo aver organizzato i turni di guardia non gli è
rimasto molto da fare
e sono pur sempre ragazzi costretti a stare seduti in un prato senza
niente da
fare.
"Non
possono
distrarsi, sono gli Hunger Games, non il picnic di fine scuola"
è la mia
risposta da Mentore accompagnata da un'occhiataccia.
"Secondo
me è una
buona idea, li aiuterà a legare e a fare squadra. E poi
sarà un momento
divertente, il pubblico riderà e loro saranno simpatici a
tutti. Minima spesa,
massimo risultato." Ci rifletto su un attimo, forse ha ragione lui.
Insomma, ci attireremmo un po' di simpatia almeno, no? Saranno sempre
più interessanti
di quanto sono adesso. "E potremmo prenderne un mazzo anche per noi,
quanto è passato dal nostro ultimo strip poker, Maloney?"
Gli
rifilo una gomitata
e uno sguardo allibito. "Ti vorrei ricordare che stiamo lavorando."
"Dimmi
a che serve
essere così fedele al tuo fidanzato se poi lui non ti fa
nemmeno dare una
sbirciatina ai file sull'arena. Conoscere la posizione di qualche
trappola non
sarebbe male."
"Io
gioco pulito,
Publius."
"Che
mi dici di una
pulitissima partita a poker, allora?"
"Che
hai molti più vestiti
di me, quindi direi che si chiama barare."
"Vinci
qualche mano
e prenditeli." Odio questi sguardi da seduttore lascivo, rendono
così difficile
dirgli di no. Scuoto la testa per liquidare la faccenda e per fortuna
torna
Cashmere.
"Di
che
parlate?" chiede annoiata mentre si siede anche lei.
"Publius
vuole
mandare un mazzo di carte ai ragazzi per farli legare e pensa che il
momento
susciterà la simpatia del pubblico" le riassumo velocemente
mentre Caesar
Flickerman sullo schermo riassume per circa la settima volta in due ore
il
bagno di sangue.
"Mi
sembra
un'ottima idea" è la risposta di Cashmere che mi fa voltare
verso di lei
abbastanza sbigottita.
"Ecco
perché adoro
lavorare con te, Cash" risponde lui mentre le allunga una manciata di
banconote che lei prende, per poi alzarsi e andare ad occuparsi delle
carte.
"Sbaglio
o qualcuno
ha parlato di stip poker? Sono alquanto offeso dal non aver ricevuto un
invito" dice una voce alle mie spalle e io mi volto subito.
"Finnick!"
esclamo, felice di vederlo. Stavo giusto aspettando che l'atmosfera si
calmasse
per andare a cercarlo. Mi affretto ad alzarmi e prendere il braccio che
mi
offre, incurante della smorfia di fastidio di
Publius-a-cui-piace-tanto-lavorare-con-Cashmere, e ci dirigiamo verso
un angolo
isolato del bar. "Come stai?" gli chiedo appena sono sicura che siamo
lontani da orecchie indiscrete. "Come sta Annie?"
"Lei
sta... bene,
credo. L'ho affidata a Mags, io potrei fare qualcosa di avventato
pensando di
aiutarla, senza pensarci troppo, e magari invece peggiorare la
situazione."
Gli
poso una mano sul
braccio e annuisco per indicargli che penso abbia preso la decisione
migliore.
Non vuole darlo a vedere cercando di essere il solito Finnick Odair, ma
io mi
accorgo benissimo di quanto sia in apprensione. "Sai, Annie potrebbe
anche
vincere. È carina, piace al pubblico e agli Sponsor, e poi
è una Favorita! Ha
buone possibilità!"
"Stella,
ma li hai
visti i Tributi di Brutus? Quelli ti rompono il collo prima che tu
riesca ad
accorgerti che li hai alle spalle. E i tuoi ragazzi sembrano aver
passato la
vita a maneggiare lame. Annie resisterà per un po', ma
arriverà un momento in
cui decideranno di sbarazzarsi di lei e ci sarà ben poco che
potrà fare per
impedirlo."
Vederlo
così giù mi
stringe il cuore, ma non ho davvero idea di cosa dire per tirargli su
il
morale. "Pensi sia stato Snow?"
"Non
dubito che il
fatto che uno dei divertimenti preferiti da così tanti
Capitolini avesse una
ragazza gli desse particolarmente fastidio" mi risponde sarcastico, ma
io
percepisco l'amarezza nella sua voce. "Tu dovresti conoscere il suo
metodo" aggiunge rivolgendomi un sorriso triste e io non posso che
annuire
mentre ripenso ad Ariel. Ce ne stiamo qualche minuto in silenzio ad
autocommiserarci, poi la nostra attenzione viene catturata dalla tv.
Un
pacchetto scende
sulle teste dei Favoriti, che guardano in alto sorpresi, chiedendosi
cosa possa
essere. Quando lo aprono e vedono le carte si fanno una bella risata,
salutano
in camera, si mettono a scegliere che gioco fare. Bright inizia a
spiegare le
regole del Black Jack perché Josie, la ragazza del Due, non
le conosce, e per
un po' sembrano esattamente quello che sono: un gruppetto di
adolescenti in un
pomeriggio di primavera. Caesar Flickerman gioisce, ride, commenta. Se
potesse
farebbe un balletto di ringraziamento per avergli risollevato la
trasmissione.
Non c'è di che, Caesar.
"Idea
vostra?"
mi chiede Finnick con mezzo sorriso.
"Ho
un buon
team" rispondo vaga ma sorrido compiaciuta ed entrambi ridacchiamo
mentre
un po' di tensione si allenta, almeno per il momento.
"Publius
è così indecentemente
innamorato di te da essere quasi imbarazzante" mi dice di punto in
bianco
e io sto per replicare con una battuta stupida, ma lui mi precede. "Lo
so
perché lo sono stato anch'io, credo sia una fase della vita
di noi uomini,
essere indecentemente innamorati di Stella Maloney" aggiunge con un
guizzo
divertito negli occhi.
"Per
fortuna che
poi guarite" rispondo con un gesto sollevato che gli fa fare la prima
vera
risata della giornata.
"Anche
perché nessuno
vorrebbe uno Stratega come nemico." Odio quello sguardo inquisitore.
"Quindi
lo
sai" rispondo cauta sentendo un leggero calore alle guance.
"Avrei
preferito
saperlo da te." Non c'è rimprovero nella sua voce,
fortunatamente.
"Volevo
farlo di
persona, ma poi ci sono state le Mietiture e sapevo che avevi qualcosa
di più importante
a cui pensare e--"
"Io
ho sempre tempo
per te, non te lo dimenticare."
Poggio
la testa sulla
sua spalla e lui mi passa un braccio attorno alla vita in quel suo modo
protettivo. "Sai cosa, Finnick? Abbiamo avuto un bagno di sangue con
cinque morti, i Favoriti stanno giocando a carte e lo share
è calato ancora
prima dell'ora di pranzo. Io credo che tutto possa accadere in questa
edizione.
Quindi non disperare, secondo me Annie torna a casa. Anche
perché mi ha
promesso un'altra torta ai lamponi."
Oggi
si chiude la prima
settimana di Giochi ed è un disastro. Ci sono state solo tre
morti e per niente
interessanti, almeno per gli standard del pubblico di Capitol City. La
ragazza
del Dodici è finita nelle sabbie mobili mentre cercava di
bere dell'acqua dal
fiume, quella del Nove è diventata il pranzo di una pianta
carnivora e il
ragazzo del Sei si è rotto l'osso del collo in una frana. I
Favoriti hanno
capito che andremo per le lunghe e hanno iniziato a raziocinare il cibo
e ad
aspettare con ansia i colpi di cannone, che non arrivano quasi mai.
È l'edizione
più noiosa da che io ho memoria, ma finora, a parte l'ansia,
non ho avuto molto
di cui preoccuparmi.
Al
momento sono al
telefono con Sapphire, completamente distesa su un divano dopo essermi
tolta le
scarpe. È primo pomeriggio e non c'è quasi
nessuno, più o meno come dal terzo
giorno in poi. Gli Sponsor si annoiano e vanno in giro per l'edificio,
sempre
reperibili al telefono, molti Mentori preferiscono seguire i Giochi dal
proprio
appartamento alla Torre e la
Accompagnatrici vanno e vengono solo per
controllare la
situazione. Io ringrazio che c'è Sapphire altrimenti starei
schiacciando un
sonnellino da un pezzo.
"Non
dico che non
sia bello, per carità, ma ci serviva davvero un altro centro
commerciale in
quella zona? Non potevano farci un parco o qualcosa di simile?"
Insomma,
io sto via una settimana e inaugurano il nuovo centro commerciale. Era
in
costruzione da mesi, ma naturalmente hanno deciso di inaugurarlo
durante i
Giochi per sfruttarli come pubblicità. E hanno anche dato
dei regalini.
Cashmere ieri ha fatto una tirata assurda a Gloss perché non
si è fatto dare
nulla e quando lui ha risposto 'ma a che ti servono un'altra crema e un
altro
smalto' lei per poco non ha lanciato il telefono contro la parete.
Uomini, che
ci vogliamo fare, li amiamo anche così.
So
che dovrei rispondere
qualcosa ma il mio sguardo si sposta sulle schermo e io balzo a sedere.
Il
ragazzo del Sette si nasconde tra gli alberi alle spalle della
Cornucopia con
in mano un'ascia che non ho idea di dove abbia preso, ma che non dubito
sappia
usare. "Ti devo lasciare, Sapphire, sta per succedere un casino."
Chiudo il telefono proprio mentre lui esce dal suo nascondiglio e si
dirige
verso i Favoriti.
Il
primo che gli capita
a tiro è il Tributo di Finnick, che fa appena in tempo ad
accorgersi
dell'avversario che la sua testa vola via, disegnando una parabola di
sangue,
fino a cadere a terra a pochi passi da Annie. Lei emette un urlo
così agghiacciante
che mi viene la pelle d'oca. Attorno a me è calato il
silenzio e tutti siamo in
attesa di vedere che piega prenderà la situazione. Amber
lancia un coltello
dritto alla gamba del nemico, che cade in ginocchio. Pochi istanti dopo
Bright
gli si para alle spalle e gli taglia la gola, tirando un sospiro di
sollievo
quando lo vede accasciarsi per terra nel suo stesso sangue. Il colpo di
cannone
arriva e Annie emette un altro urlo, prima di fuggire via verso il
bosco, senza
portare nulla con sé. Osservo pietrificata due hovercraft
che arrivano a
prelevare i corpi e poco dopo tutto tace di nuovo. I quattro Favoriti
rimasti
sono scossi ma indenni e si siedono a parlare tra loro dell'accaduto.
Non
posso che essere
fiera di Bright e Amber e del loro lavoro di squadra, meriterebbero di
vincere
entrambi solo per l'autocontrollo con cui hanno gestito la situazione.
Ma sono
anche preoccupata per Annie che ora sta fuggendo senza una meta,
visibilmente
traumatizzata. Si rifugia in una grotta e si siede in un angolo,
abbracciandosi
le ginocchia e dondolandosi avanti e indietro con gli occhi chiusi,
piangendo
istericamente. Caesar potrà lavorare su questa storia fino a
sta sera, non ho
dubbi. E gli Strateghi saranno entusiasti che le cose si siano
finalmente
risollevate.
Mi
rimetto le scarpe e
raggiungo Finnick. Sono contenta che abbia affidato Annie a Mags,
perché la sua
condizione al momento non è molto migliore di quella della
sua ragazza.
Sono
passati due giorni
dagli eventi alla Cornucopia e tutto è tornato come prima.
Non ci sono state
altre morti, nemmeno accidentali. Per il primo giorno i Favoriti sono
stati
all'erta, preoccupati che qualcun altro potesse tentare un attacco, ma
ormai
sono più tranquilli. Davvero, credo sia l'edizione
più rilassata che io abbia
mai visto, hanno anche tirato di nuovo fuori le carte. Non avrei molto
di cui
preoccuparmi se non fosse per Annie. È ancora in stato di
shock e non sembra
fare molti progressi. Nella grotta dove si trova c'è una
piccola fonte d'acqua
dove lei ogni tanto va a bere, quanto al cibo non sembra importargliene
molto
per adesso. Passa le ore rannicchiata in un angolo a fissare il vuoto
con occhi
vitrei, poi nella sua mente succede qualcosa e si copre le orecchie per
proteggersi da rumori che sente solo lei e serra gli occhi. Poi si
calma e
torna a fissare il vuoto.
Insieme
a lei, anche
Finnick sta peggiorando. È preoccupato, nervoso e se ne sta
incollato agli
schermi se possibile più di prima. Profonde occhiaie che il
trucco stenta a
coprire indicano che in questi due giorni non deve aver riposato
nemmeno lui.
Mi sono fatta preparare una tisana rilassante dal barista e mi siedo
accanto a
lui, porgendogli la tazza. "Ti aiuterà a calmare i nervi"
gli spiego
con un sorriso, mettendogli praticamente la tazza in mano e guardandolo
in modo
gentile ma fermo. Lui sta per ribattere ma poi ne prende un sorso.
"Fa
schifo" è il
commento seguito da un'espressione disgustata, ma ne prende un altro
sorso
senza fare troppe storie.
"Sai,
ci ho
pensato. Credo che il suo nascondiglio sia abbastanza difficile da
trovare. Se
rimane lì ha buone possibilità di arrivare alla
fine, non sarebbe la prima a
vincere in questo modo" provo ad incoraggiarlo, che poi è
anche la verità.
Lui si gira verso di me con lo sguardo vuoto tanto da indurmi a pensare
se
abbia capito quello che ho detto.
"Secondo
te gli
Strateghi la lasceranno lì? È l'edizione
più noiosa di sempre e un qualche animale
che la attacca mentre si nasconde sarebbe un colpo di scena anche
troppo facile
per lasciarselo sfuggire e tu pensi che la faranno vivere?" mi chiede,
il
tono sempre più arrabbiato e basito, prima di posare la
tazza sul tavolo
davanti a noi. "E dire che stai con uno Stratega, dovresti sapere come
funzionano queste cose."
Potrei
anche arrabbiarmi
per come mi sta trattando, ma capisco che in qualche modo deve sfogare
la
frustrazione e poi sono troppo concentrata su quello che ha detto. Ha
ragione,
io sto con uno Stratega. La mia mente lavora febbrile mentre prendo il
cellulare e scrivo un messaggio a Seneca. Vediamoci fuori
dalla sala di
controllo tra dieci minuti, è importante. Forse
c'è qualcosa in più che
posso fare piuttosto che starmene qui a sperare che non accada niente
di brutto
ad Annie. "Devo fare pipì, torno tra poco. Bevi la tisana"
dico
velocemente a Finnick, per poi sgattaiolare via dalla sala.
Percorro
velocemente il
corridoio, i Pacificatori di guardia al corridoio storcono il naso ma
non dicono
nulla, a quanto pare la mia relazione con Seneca non è poi
così segreta. Lo
vedo appena fuori dalla sala dove vengono gestiti i Giochi e affretto
il passo,
il rumore dei tacchi sul marmo del pavimento ad annunciare il mio
arrivo. Lui
si volta, l'espressione basita e nervosa sul volto.
"Che
accidenti ci
fai qui, tu non ci potresti neanche stare fuori da quella stanza!"
sbotta
quando mi avvicino, lo sguardo che saetta da me alla porta.
"Lo
so, ma avevo
bisogno di vederti" dico piano, chiedendomi se acconsentirà
al mio piano.
Lui evidentemente fraintende il motivo per cui sono qui, cosa su cui
non posso
neanche dargli torto e mi afferra per le spalle, avvicinando il mio
corpo al
suo e baciandomi. "Seneca, dobbiamo parlare" gli dico più
chiaramente,
ma lui non demorde, scendendo a baciarmi il collo per poi soffermarsi
sulla
scollatura del vestito.
"Ho
una decina di
minuti, poi devo tornare dentro. Possiamo parlare... O possiamo fare
qualcosa
di più piacevole..." mi soffia in un orecchio e io sono
costretta a
prenderlo per le braccia e spostarlo.
"No,
dobbiamo
proprio parlare, mi serve il tuo aiuto!" dico decisa mentre lui sbuffa,
si
passa una mano sulla faccia e poi mi guarda con aria interrogativa. "La
ragazza del Quattro, Annie, è la fidanzata di Finnick,
è mia amica" gli
spiego mentre il suo sguardo inizia a farsi più consapevole.
"Accidenti"
dice mentre con una mano si scosta un ciuffo di capelli ribelle.
"Esatto.
Quindi noi
la dobbiamo salvare, o almeno aiutare."
"Noi?!"
"Sì,
noi. I Giochi
languono, tutti si annoiano, ci vuole un colpo di scena. Fai straripare
il
fiume, Annie è brava a nuotare, se la caverà, ma
molti altri no e avrà meno
avversari e voi risolleverete un po' il programma" gli spiego,
continuando
a pensare che la mia sia una grande idea.
"Stella,
io non
posso truccare i Giochi! Lei è tua amica, ma anche gli altri
hanno delle
famiglie a casa che li aspettano, chi siamo noi due per decidere chi
vincerà? E
dei tuoi ragazzi che mi dici? E di te? Tu hai bisogno di vincere!"
So
che ha ragione, ha
ragione su tutto, ma ho visto Finnick e so che ha bisogno di riavere
Annie.
"Credi che non ci abbia pensato, che sia facile per me stare qui a
supplicarti di ammazzare dei ragazzini innocenti? Beh non lo
è, ma uno deve
vincere, quindi che cambia se diamo una mano ad Annie ad essere lei?"
"Che
cambia? Cambia
che non spetta a noi decidere!" Inizio a pensare che non lo
convincerò,
per quanto i Giochi siano spietati lui ha il suo codice d'onore e non
lo vuole
infrangere solo perché io sono qui a piagnucolare.
"Senti,
tu l'hai
visto cosa ha significato per me vedere il mio ragazzo morire
nell'arena, come
sono diventata. Non possiamo lasciare che lo stesso succeda a Finnick,
non
possiamo lasciare che si rompa qualcosa anche dentro di lui, dobbiamo
salvare Annie."
Sono squallida, lo so. Ma sembra funzionare. Lui muove qualche passo,
si agita,
si passa una mano tra i capelli e poi torna a fronteggiarmi.
"Va
bene, lo
faccio. Ma solo questa volta. E se è troppo fuori di
sé per nuotare non venire
a prendertela con me se muore."
"Grazie"
è tutto
quello che riesco a dire, mentre prendo la sua mano e la stringo. Lo
bacio e
passerei volentieri qualche ora stretta nel suo abbraccio, ma lui
ricorda ad
entrambi il nostro dovere.
"Ora
vai, devo
rientrare." Annuisco e mi allontano, percorrendo il corridoio a ritroso
e
tornando nella sala dove seguiamo i Giochi. Mi siedo accanto a Finnick
e Mags e
scopro che lei lo ha convinto a finire la tisana. Le rivolgo un sorriso
grato e
mi volto verso lo schermo, sperando con tutta me stessa che Seneca
riesca a
convincere il suo capo.
Dopo
un'ora non è ancora
successo niente, così accetto l'invito di Publius e lo
raggiungo al bar. Inizio
a chiedermi quanto ci voglia per creare un'alluvione, quanto tempo
richiede
agli Strateghi una cosa simile? "Sai, fossi in te punterei qualcosa sul
Quattro" lascio cadere quasi per caso, mentre muovo i cubetti di
ghiaccio
nel mio bicchiere con la cannuccia. Chissà cos'è
che sto bevendo.
"La
ragazzina
pazza? Hai di nuovo corretto il tè con la vodka?"
"Perché
non provi a
fidarti di me per una volta?"
"Ma
mi hai rotto le
palle per mesi perché puntassi su di voi e ora vuoi che
supporti un altro
Distretto?"
Sbuffo,
probabilmente
non avrei dovuto dirgli niente, anche perché non sono ancora
sicura che Seneca
riesca a mettere in atto il piano. È che mi dispiace far
perdere Publius a
causa della mia slealtà. "Fa come vuoi, il mio era solo un
consiglio"
mi concedo, per tornare a vedere come sta Finnick.
Parliamo
un po' del più e
del meno, io guardo l'orologio di continuo, tanto che lui scherzando mi
chiede
se ho qualche impegno. Rido e sto pensando ad una risposta divertente
quando la
voce entusiasta di Caesar ci fa girare verso lo schermo più
vicino. C'è un
terremoto nell'arena. È iniziato con qualche piccola scossa
che ha spaventato
alcuni Tributi, ma ora non sembra voler finire, anzi, le scosse si
fanno sempre
più forti. Le pareti rocciose più fragili
iniziano a cedere e così i nervi dei
ragazzi. Il familiare panico inizia a serpeggiare nell'arena mentre noi
possiamo tenere d'occhio quello che accade da più
inquadrature.
Una
mi interessa
particolarmente. C'è una telecamera che inquadra la diga che
domina l'arena e
noto delle piccole crepe che iniziano a comparire sulle pareti che
regolano la
portata del fiume. Le scosse non si arrestano, anzi il loro aumentare
di
potenza fa cedere la diga e l'acqua si fa strada con forza nel letto
del fiume,
fuoriuscendo dagli argini e iniziando ad invadere le terre attorno.
Scommetto
che il pubblico non riesce a staccare gli occhi dallo schermo, saranno
rimasti
tutti pietrificati davanti all'acqua che dirompeva in quel modo. Non mi
ero
resa davvero conto della portata del fiume, lo faccio soltanto adesso
che
l'acqua inizia a prendere sempre più piede. In una decina di
minuti l'arena è completamente
allagata, Caesar Flickerman è sconvolto, non ha idea di come
prendere quello
che sta succedendo.
Lo
spiazzale della
Cornucopia si trova a pochi metri dal fiume quindi si trasforma in un
lago e
non c'è niente a cui aggrapparsi. I quattro Favoriti vengono
trasportati dalla
corrente e non c'è molto che possono fare. Amber sbatte la
testa contro un
masso e la vedo affondare mentre l'acqua si colora di rosso. Il ragazzo
di
Brutus affoga poco dopo perché non riesce a stare a galla,
le onde che si sono
formate sono troppo forti. Non so se siano gli Strateghi a regolare la
corrente
oppure no. Bright finisce intrappolato tra le radici di un albero
sradicato e
non riesce a liberarsi, affoga poco dopo e il suo corpo rimane a
penzolare lì.
La ragazza del Due per un po' riesce a nuotare ma poi si stanca, non
vede un
ramo che sporge sull'acqua e ci finisce infilzata.
Continuiamo
a vedere
scene simili per ore, ho il vago sospetto che nella sala di controllo
non
riescano più a controllare l'inondazione. I Tributi muoiono
ad uno ad uno e io
inizio a pensare che quelli che avevamo previsto sarebbero stati dei
Giochi
molto lunghi, in realtà avranno fine oggi. Pochi Tributi
sono ancora in vita e
Annie è tra quelli. Nuota incredibilmente bene, rimane a
galla, riesce ad
aggrapparsi a qualche appiglio per riposare un po' e poi riprende a
nuotare,
come se avesse una meta da raggiungere. Finalmente, dopo non so quanto
tempo e
quanti colpi di cannone, l'acqua si ritira, in un modo che mi sembra
molto
artificiale. Annie sta respirando affannata distesa sull'erba bagnata e
non si
vede nessuno attorno a lei. Io riconosco questa calma tesa e il senso
di attesa
che c'è nell'arena.
"È
finita, Finnick.
Annie ha vinto" gli dico piano, incredula che abbia funzionato
così bene,
che tutto, per una volta, sia andato come avevo previsto.
"Non
puoi esserne
sicura" mi risponde, ma so che l'ha capito anche lui. Pochi minuti
dopo,
dopo qualche immagine dell'arena ora tornata calma offerta al pubblico,
Caesar
proclama Annie Cresta del Distretto Quattro vincitrice dei Settantesimi
Hunger
Games.
Ci
sono applausi,
gridolini, imprecazioni, bottiglie che vengono stappate, ma io
percepisco poco
perché sono stretta nell'abbraccio di Finnick. Lo ricambio e
sorrido felice, in
questo momento voglio solo pensare che l'abbiamo salvata, condividere
la sua
gioia. Abbiamo fatto una cosa sbagliata? Forse sì. Ma
vedendo gli occhi di
Finnick lucidi per la gioia non posso fare a meno di pensare che se
dovessi
tornare indietro lo rifarei altre mille volte.
Author's
Note-.
Bentrovati a tutti! Spero che questo capitolo incentrato sui Giochi vi
sia
piaciuto. L'edizione di Annie mi ha sempre incuriosito per questa sua
evoluzione non proprio tipica quindi scriverne è stato sia
un piacere che una
sfida. Non ci sono molte informazioni su quello che successe e io ho
preferito
approfondire le parti conosciute (inventando di sana pianta giusto il
bagno di
sangue) adattandole alla mia storia. Spero sia venuta fuori una cosa
credibile,
era la prima volta che mi confrontavo con un'edizione di cui la Collins
aveva buttato le
basi e sono un po' in ansia. Credo che il prossimo capitolo
sarà il penultimo e
sarà incentrato per la maggior parte sul post Giochi.
Mi
scuso se 'il look' di
questa terza parte non è il massimo, sto avendo
più problemi del solito con
l'html, spero che i contenuti compensino la mancanza grafica. Come al
solito se
volete lasciare qualche commentino non potrete che rendermi felice :3
Grazie a
tutti per continuare a seguire la storia e alla prossima <3
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Adesso siamo pari ***
The
Golden Girl {pt. 3}
Capitolo
5 - Adesso siamo pari
"Ricordami
ancora
dov'è che vai sta sera."
"Ad
una festa
segreta organizzata dal Distretto Quattro per festeggiare la vittoria.
Ogni
anno il Distretto che vince organizza una festa dopo i Giochi per
festeggiare e
tutti gli altri Mentori e gli Sponsor sono invitati."
È
la terza volta che
spiego a Seneca questa cosa e lui ancora non si capacita del fatto che
ogni
anno una festa esclusiva viene organizzata il giorno stesso della fine
dei
Giochi e lui non ne sapeva niente. Forse gli sfugge il significato di
'segreto'.
"Tu
che farai sta
sera?" gli chiedo per sviare il discorso da quello che lui immagina
come
lo scenario perfetto per me e Cashmere ubriache che balliamo sui tavoli
con
degli Sponsor.
"Dormirò!
Sono
stati gli Hunger Games peggiori della mia vita, salvare qualcuno
è molto più difficile
che piazzare ostacoli per farlo fuori!"
In
effetti non posso
dargli torto. "Non pensavo che Seneca Crane avesse paura delle sfide"
lo punzecchio e lui sbuffa una risata. Posso quasi vederlo che si passa
una
mano tra i capelli mentre fa zapping alla tv silenziata.
"Come
sta
Annie?"
"Bene,
credo. Non
aveva grandi lesioni fisiche, penso che in un paio di giorni
sarà fuori
dall'ospedale."
"Sarà
in grado di
sostenere l'incoronazione e l'intervista?"
"Se
non lo sarà la
faranno comunque sembrare tale, non preoccuparti. Reciterà
la parte come tutti
gli altri." Indosso gli orecchini e osservo la mia immagine allo
specchio
che mi restituisce uno sguardo stanco. La mia parte sarà
mettere su
un'espressione seducente e rilassata sta sera, quello che tutti si
aspettano da
me. "Che impressione hanno fatto questi Giochi?" Sta sera cambiare
argomento è la mia specialità.
"Tutto
sommato
buona. Un po' lenti, ma i colpi di scena hanno avuto presa sul
pubblico.
Nessuno si aspettava finissero così in fretta, sarebbe stato
meglio se l'alluvione
avesse lasciato più di un superstite per tirare un altro po'
ma è stato
comunque un buon finale." Fa una pausa mentre io metto una collana
leggera
per dare un po' di luce alla scollatura. "Sai, probabilmente
cambieranno
il Primo Stratega. Snow non sembra molto contento di questo. Quest'anno
sarebbe
stato un disastro se non fosse stato per la mia idea dell'alluvione..."
"La
nostra idea
dell'alluvione."
"Ufficialmente,
e
sarebbe meglio se restasse così, è la mia
idea dell'alluvione. Visto che
un Mentore non è autorizzato a mettere bocca in Sala di
Controllo..."
"Non
ho messo bocca
in Sala di Controllo, l'ho messa su uno Stratega." Adoro questo
rossetto,
mi sa che me lo porto a casa.
"Sei
pessima"
ma sta ridendo anche lui.
"In
effetti
quest'anno non sono stati dei grandi Giochi. Ma quel deserto dell'anno
corso
che riprendeva l'ultima arena di tuo padre? Galerius non ha gradito?"
"Neanche
un po',
l'ha definito 'un modo fintamente gentile per non applicarsi ad avere
una buona
idea'."
"Che
ingrato."
Ridiamo di nuovo mentre tolgo la vestaglia e indosso il vestito per la
serata.
'Vestito'. Fino alla vita forse, ma la parte superiore è
decisamente succinta.
"Cosa
indossi?"
"Un
vestito dorato
e luccicante come sempre."
"Qualche
dettaglio
in più?" e dal tono malizioso capisco che non vuole sapere
delle cuciture.
"Ora
chi è quello
pessimo?"
"Siamo
una coppia
di pessimi pervertiti, è questo il bello." Lo dice con tanto
candore che
non riesco a trattenere una risatina. "Sai, visto che non riescono a
trovare un valido Primo Stratega, forse in un paio d'anni potrebbe
toccare a
me..."
L'ha
detto in tono
noncurante, come se non fosse niente d'importante, ma so quanto sente
la
pressione di suo padre e quanto non vorrebbe deluderlo.
"Farebbero
un'ottima scelta, saresti un grande Primo Stratega." Ho cercato di
assumere il mio miglior tono dolce e suadente per rassicurarlo.
"E
sarebbe un
complimento visto in cosa consisterebbe il mio lavoro?" avverto quel
mezzo
sorriso rassegnato ed amaro e odio non essere con lui in questo momento.
"Seneca--"
ma
vengo interrotta da Cashmere che bussa alla porta. "Ora devo andare, ma
ne
parliamo più tardi, ok?"
Mi
sento tremendamente
in colpa a chiudere così, ma ahimè viene prima il
dovere.
Alla
fine ho raccontato
tutto a Cashmere perché continuava a dire che l'inondazione
era stata un colpo
basso ed inveiva contro chiunque chiedendosi perché Seneca
non li avesse
fermati, visto che sapeva quanto avevamo bisogno di vincere. Mi ha
tenuto il
broncio per qualche minuto, ma avendo passato quello che ha passato
Finnick non
ci è voluto molto che mi dicesse che avevo fatto bene. In
compenso devo pagare
pegno per aver fatto perdere il nostro Distretto e questo consiste nel
fare
presenza qui mentre lei dopo neanche un'ora è tornata al
nostro appartamento a
dormire. Poco lontano da me sento l'ennesimo brindisi alla vittoria di
Annie e
sorrido istintivamente. A volte non riesco ancora a credere che la mia
idea
abbia funzionato. Credo sia la prima cosa buona che faccio da quando
sono un
Mentore.
Con
la coda dell'occhio
vedo Finnick che occupa lo sgabello accanto al mio e sollevo il
bicchiere verso
di lui. "Alla vittoria del Distretto Quattro" annuncio mentre faccio
tintinnare il bicchiere contro il suo per poi bere un sorso. Lui
sorride ma non
dice nulla, si limita a brindare in silenzio. Sto per aggiungere
qualcosa ma
lui finalmente parla.
"Non
credere che
non sappia quello che hai fatto. Lì per lì ero
troppo teso per fare caso a
tutti quei piccoli dettagli ma poi ci ho pensato. Tu che sparisci per
andare in
bagno e quando torni dici che c'era fila, ma i bagni sono a due passi e
tu sei
stata via troppo a lungo. Publius che è il vostro Sponsor
dall'inizio ma a
poche ore dalla fine cambia idea, guarda caso dopo che avevi parlato
con lui. E
quell'alluvione così provvidenziale, come se fosse fatta
apposta per
Annie..."
Scuote
la testa
sorridendo e io cerco di non scompormi e mantenere il sorriso. "Non ho
idea di cosa tu stia dicendo, Finnick. Io non ho il potere di
influenzare i
Giochi..." Uso il tono accondiscendente che si usa quando spieghi a un
bambino piccolo una cosa ovvia.
"Ma
hai il potere
per influenzare gli Strateghi, o almeno uno di loro."
"Non
sento Seneca
da due settimane, non so davvero cosa tu stia insinuando."
"Nega
quanto vuoi,
io so chi devo ringraziare perché Annie è ancora
viva. Quindi grazie, ad
entrambi." Il suo tono è fermo e il sorriso riconoscente. I
nostri occhi
si incontrano ed è chiaro che non serve aggiungere altro.
Lui lo sa, io lo so,
ci porteremo il segreto nella tomba. È il mio migliore amico
e gli amici si
aiutano ad essere felici, me l'ha insegnato lui.
"Non
l'ho fatto per
te, l'ho fatto per me. Nessuno fa le torte ai lamponi come Annie."
Scoppiamo a ridere e lui mi abbraccia, le sue mani sulla mia schiena
nuda mi
ricordano quando ero io ad essere indecentemente cotta di Finnick
Odair,
esperienza che credo tutti abbiano fatto almeno una volta nella vita.
"Sai,
fossi il tuo
fidanzato non ti farei andare in giro così. Sei da togliere
il fiato, qualcuno
potrebbe rapirti" mi soffia in un orecchio prima di allontanarsi per
andare a prendersi un altro giro di congratulazioni. Lui sì
che sa come
solleticarti l'ego, devo ammetterlo.
Ho
appena ripreso in
mano il mio bicchiere quando sento una presenza alle mie spalle e le
sue mani
sulla vita. Ormai riconosco il tocco di Publius e non mi allarmo,
rimango al
mio posto sorseggiando dal bicchiere. "Posso essere io a rapirti?"
Sorrido
al liquido rosa
che ho davanti e poi mi alzo, prendendo il braccio che mi offre, e lo
seguo
fino alla sua macchina.
La
sensazione del
lanciare via le scarpe è così liberatoria che
vorrei quasi urlare la mia
felicità. Conosco Publius da troppo tempo per curarmi delle
apparenze con lui,
quindi me ne sto sbracata sul suo divano con i piedi poggiati sul
costosissimo
tavolino davanti a me. Lui torna con una bottiglia di champagne e due
flûte, la
cravatta e la giacca abbandonate in cucina e la camicia con qualche
bottone
sbottonato. È senza scarpe anche lui noto quando si avvicina
per porgermi un
bicchiere che accetto, facendolo tintinnare contro il suo, anche se non
so che
festeggiamo.
"Alla
tua
vittoria" mi dice e io lo guardo confusa.
"Ma
io non ho
vinto" rilevo in modo ovvio.
"Il
tuo Tributo ha
vinto. Non era del tuo Distretto ma era comunque quello per cui facevi
il tifo
tu, o sbaglio?"
Potrei
mentire ma dopo
due anni che ci conosciamo so che se ne accorgerebbe. Così
sorrido e alzo il
calice, lasciando che le bollicine mi solletichino il palato.
"Sto
di nuovo con
te l'anno prossimo."
"Sarai
l'unico
immagino, dopo tre anni che non vinciamo."
"Gli
altri facciano
quello che vogliono, io ti ho vista in azione e questo mi basta. Avevi
un
obiettivo e l'hai portato a termine, avevi un Tributo da salvare e ha
vinto.
Non me ne frega niente se non hai seguito le regole, hai fatto quello
che
andava fatto per riportarla a casa. È questo che fa un vero
Mentore."
In
qualche modo le sue
parole riescono a lenire un po' il senso di colpa che sento per non
aver
salvato uno dei miei Tributi, per aver infranto le regole e per aver
usato
Seneca per salvare Annie. "Dov'è tua moglie?" gli chiedo
dopo un
sorriso grato per sviare la discussione dai Giochi. Per quest'anno ne
ho avuto
abbastanza.
"In
una spa che
naturalmente pago io. Era stressata per i Giochi, pensa un po',
è partita poco
dopo la fine. Per una settimana starò in pace." Mi fa troppo
ridere quando
parla di lei, è così sferzante e sarcastico che
persino il suo accento
capitolino di solito molto latente torna a farsi sentire. "Vuoi essere
la
mia concubina?" mi chiede in modo tranquillissimo mentre riempie
nuovamente i bicchieri lanciandomi uno sguardo interrogativo.
"Publius!"
esclamo lanciandogli un cuscino dopo che ha posato la bottiglia.
"Ti
preferivo
quando eri più giovane e con meno inibizioni" sbuffa
scocciato per il mio
ennesimo rifiuto.
Vuoto
il bicchiere e
inizio a sentire la testa farsi più leggera. Mi metto a
sedere e mi avvicino a
lui, poggiandogli due dita sul mento per farlo girare verso di me. "Sei
stato la persona giusta al momento sbagliato e questo mi
dispiacerà per sempre,
credimi. Ma devi smetterla di tentarmi perché,
contrariamente a quanto può sembrare,
io non sono così forte. So che prima o poi, domani o fra un
anno, cederò e
Seneca non se lo merita, lo sai anche tu."
Distoglie
lo sguardo e
sbuffa, poi torna a voltarsi verso di me. "Posso almeno farti battute
sconce e palparti ogni tanto in modo innocente?"
"In
modo
innocente" preciso dopo aver riso. Lui mi mette una mano sulla schiena,
ad
un'altezza stranamente corretta, e mi dà un bacio in fronte.
"È
un uomo
fortunato. Lui lo sa, quindi non dimenticartelo."
È
stata una bella
incoronazione. Annie mi è sembrata un po' stordita, forse le
avranno dato un
qualche sedativo per evitare qualcuno degli attacchi di panico, che
ogni tanto
ha ancora, in diretta tv. Tuttavia Caesar è riuscito
comunque a tirare fuori
una bella intervista, anche se ha preferito mandare le immagini della
decapitazione quando Annie non era sul palco. Penso sia stata una
saggia
precauzione, nessuno vuole vendere un Vincitore disturbato, ci vogliono
felici
e contenti visto che secondo i Capitolini questo è il
momento più bello della
nostra vita.
Faccio
scivolare il mio
pass sul dispositivo per la lettura ed entro nel nostro quasi deserto
appartamento. I team di Preparatori sono andati via questa mattina,
dopo averci
messo in ordine per l'ultima apparizione pubblica di questa edizione,
seguiti
poco dopo da Amarillis e Ganymedes. Prima di andarsene hanno preso da
parte me
e Cashmere per darci la notizia su cui tutti facevamo scommesse da un
po'.
Quando ho risposto 'finalmente' all'annuncio della data delle loro
nozze
persino la futura sposina è scoppiata a ridere,
dimenticandosi di rimproverarmi
per la mia uscita poco garbata. La notizia mi ha messo di buon umore,
sapere
che nonostante tutto ci sia ancora spazio per cose belle come i
matrimoni in
qualche modo mi fa ben sperare per il futuro.
Questo
posto così tranquillo
mi stranisce, sono abituata a vederlo molto più attivo. Ho
accompagnato
Cashmere in stazione e adesso devo solo prendere le ultime cose, le mie
valige
sono già a casa di Seneca, mi fermo da lui per un paio di
giorni e poi torno a
casa anche io, mi rendo conto solo adesso di quanto ne sento il
bisogno. Ho
appena finito di chiudere il borsone che troneggia sul mio letto quando
lo
squillo del telefono mi distrae. Sto per urlare ad Amarillis di
rispondere ma
poi mi ricordo di essere da sola e mi affretto ad andare a rispondere.
"Appartamento
del
Distretto Uno, siamo chiusi per ferie, non lasciate messaggi
perché non vi
richiamiamo" rispondo ridacchiando, pensando sia Cashmere che mi chiede
di
controllare se ha scordato qualcosa.
"Signorina
Maloney,
speravo di trovarla ancora! Sono la segreteria del Presidente."
Perché
non posso
rispondere al telefono normalmente? Perché devo fare la
cretina ogni volta?
Perché? "Ehm, salve. Scusi, pensavo fosse un'altra persona.
Mi dica
pure."
"Il
Presidente
vorrebbe vederla, potrebbe passare qui appena è libera?"
La
mia presa sulla
cornetta si rafforza e inizio a sentirmi le gambe deboli.
Perché Snow vuole
vedermi? Non abbiamo niente da dirci. L'anno scorso non mi ha
convocata, perché
riprendere l'abitudine? Comunque non c'è molto che io possa
fare, a parte
acconsentire.
E
infatti un'ora dopo
sono seduta nell'ufficio che ormai purtroppo conosco bene a sorseggiare
tè chiacchierando
amabilmente col nostro Presidente. Sembra l'inizio di un film horror.
D'accordo, mi devo calmare. Non è detto che io sia qui
perché lo sa. Come
potrebbe saperlo? Perché lui è il
Presidente, sa tutto, stupida idiota mi
risponde il mio cervello e io bevo un altro sorso di tè per
nascondere nella
tazza il mio pallore. E anche quando lo sapesse? Non ha prove di quello
che
abbiamo fatto io e Seneca se pure c'erano delle telecamere non
potrà mai
provare quello che ci stavamo dicendo. Giusto?
"Immagino
lei si
stia chiedendo perché ho voluto vederla" mi dice con un dei
suoi sorrisi
enigmatici che fanno venire la pelle d'oca. "Ho parlato con Seneca
questa
mattina e mi detto tutto. Era preoccupato che lo venissi a sapere da
altri ed è
voluto venire di persona, viste le implicazioni della cosa." Sono
pietrificata, non riesco a muovere un muscolo. Seneca glie l'ha detto?
Fa uso
di qualche droga per caso?! "Non potevo che esserne felice
naturalmente,
formate una bellissima coppia." Ah. Quello. Riprendo
a respirare e
sorrido come meglio mi riesce.
"Già,
sì. Noi
pensavamo che lei... Potesse non essere d'accordo, che temesse che la
nostra
relazione potesse compromettere le nostre posizioni..." Non so nemmeno
io
cosa sto dicendo, so solo che sento una leggerezza nel petto che
aumenta sempre
di più.
"Oh
ma io non
potrei essere più contento. Gliel'avevo detto che avrei
preferito una scelta
migliore rispetto a Publius McEntire e lei ha seguito il mio
consiglio."
Un
attimo. Avevo paura
che Snow potesse impormi un marito, mi sembrava assurdo ma dopo quella
conversazione avevo avuto questa impressione... Ed è stato
lui a presentarmi
Seneca.
"Era
tutto un suo
piano, vero? Quella sera al ballo."
Lui
ride come se avessi
appena fatto una battuta davvero divertente. "Seneca era
così felice
all'idea di conoscerla che non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione.
Voi
temevate la mia reazione ma io non potrei chiedere di meglio. Una
Vincitrice e
uno Stratega." Mi guarda deliziato e io mi sento girare la testa.
"Quando vi sposerete sarà come se lei sposasse i Giochi, non
potrei
chiedere un messaggio migliore da mandare ai Distretti. Alla fine
è riuscita a
dare quel messaggio più incisivo che le avevo chiesto."
Poggio
la tazza sul
piattino e apro la bocca per rispondere, ma non ci riesco. Le parole
non
vengono fuori e nella mia testa si fa strada la consapevolezza che
ancora una
volta Snow ha tirato le fila per arrivare esattamente dove voleva.
"Sono
così felice che lascerò correre quel suo
scherzetto dell'inondazione. È finalmente
riuscita a vendicarsi per la sua amica, io avevo preso Ariel e lei si
è presa
Annie. Direi che siamo pari."
Credo
che ora vomiterò. È
troppo, veramente troppo. Mi tiene in pugno in troppi modi, sa troppe
cose e io
non ho via di scampo. "L'ho sempre detto che avrei scommesso su di lei,
non avevo dubbi che non mi avrebbe deluso."
Mi
appoggio al sedile
dell'auto che mi porterà da Seneca e mi accorgo di avere il
respiro affannoso,
come se avessi corso per chissà quanti chilometri. Con la
mano scosto un ciuffo
di capelli dalla fronte e mi accorgo che è imperlata di
sudore. Non riesco
nemmeno ad ordinare i pensieri. Snow sa che abbiamo truccato i Giochi.
Ma ci
passerà sopra finché io starò con
Seneca e quindi con i Giochi. Insomma sarò una
specie di propaganda vivente, e sai che novità. La cosa che
mi fa rabbia è che
così è come se avesse vinto tutto lui, come se
avesse deciso con chi devo stare
perché a lui fa comodo così. È sempre
lui a decidere per me, mi illudo di aver
ripreso il controllo sulla
mia vita e
lui mi dimostra che non è così. L'unica cosa che
riesco a fare mentre guardo
fuori dal finestrino senza vedere realmente la città
è chiamare Sapphire. Gli
racconto tutto, mi sfogo, inveisco. Lui ascolta e quando finalmente
finisco fa
un pausa seguita da un sospiro.
"Vince
comunque
lui, capisci? Se rimango con Seneca penserà che lo faccio
per compiacerlo, se
lascio Seneca ci impicca entrambi per aver cospirato per far vincere
Annie." Non vedo via d'uscita.
"Sai
qual è l'unico
modo per vincere?" No, ma vorrei tanto saperlo. "Fare quello che
vuoi. Tu ami Seneca, se rimani con lui perché è
quello che vuoi, avrai vinto
tu. Quello che Snow vorrà pensare non conta niente. Lascialo
pure nella
convinzione che lo fai per lui se è questo che vuole
credere. Non ti
riguarda."
Accenno
un sorriso,
forse ha ragione lui. Se decido quello che voglio io, che importanza ha
tutto
il resto? Amo Seneca e lui ama me e questo non c'entra niente con Snow.
"Non vedo l'ora di essere a casa" ammetto, senza un vero motivo, ma
appena lo dico mi rendo conto che è vero. Questa
città mi risucchia l'energia.
Voglio essere al Distretto Uno, fare la nostra solita cena di fine
Giochi e
magari invitare anche Seneca. Mi sembra che anche lui sia
più rilassato quando
si allontana dalla Capitale. E un po' di tranquillità
è quello di cui tutti
abbiamo bisogno.
Le
cene di Eve mi
lasciano sempre così piena e felice che penso che se chiudo
gli occhi mi addormento
ancora vestita e con tutte le scarpe. E poi riunirci tutti insieme,
chiacchierare, ridere, scherzare è sempre così
bello. Non mi viene un'altra
parola, è bello, è casa. Alla
fine ho chiuso gli occhi e mi accorgo con
difficoltà del movimento del materasso quando Seneca si
distende al mio fianco.
"Sai
che non puoi
dormire con le scarpe, vero?" apro gli occhi e scorgo quel sorriso
tirato
di quando sta cercando di trattenere una risata. Con gli occhi fissi
nei suoi
calcio via le scarpe e tiro i piedi sul letto, sorridendo compiaciuta.
"E
neanche con un
vestito che chiaramente non è una camicia da notte." Camuffa
l'accenno di
risata con un colpo di tosse e cerca di mantenersi serio.
"Stai
solo cercando
di farmi spogliare, Crane, non credere che non l'abbia capito." Lui
finalmente si lascia andare alla risata e io lo seguo. "Ti amo. Volevo
solo che tu lo sapessi" mi lascio sfuggire e lui smette di ridere e
torna
a guardarmi. Sorride e posso leggere la felicità nei suoi
occhi.
"Ne
prendo atto, ti
ringrazio" mi risponde prima di baciarmi mentre io sorrido e chiudo di
nuovo gli occhi. Forse non avrei dovuto prendere la terza fetta di
torta, mi
sento un po' appesantita. Seneca si è alzato, non ho idea di
dove sia andato,
ma dopo qualche minuto è di nuovo qui e io apro un occhio,
trovandomi davanti
davanti una scatoletta di velluto blu abbastanza inequivocabile. Mi
tiro su
finché non mi trovo seduta e con una visuale migliore.
"Volevo
chiedertelo
da un po'. Posso?"
Se
dicessi di no la
farebbe sparire? Insomma, è una domanda aperta, no? Ma mi
ritrovo ad annuire,
gli occhi fissi sull'astuccio.
"Stella...
Saresti
così coraggiosa da passare il resto della tua vita con me?
Mi vuoi
sposare?" Non mi ero mai immaginata che qualcuno potesse chiedermelo,
quella di Publius era stata una conversazione più che una
proposta. Ma se mai
mi fosse capitata la proposta in grande stile con anello e tutto penso
di
averla sempre inconsciamente voluta semplice e concisa, senza troppe
dichiarazioni diabetiche. E l'anello è bello, davvero. Ha
ragione Sapphire, mi
sento di vincere.
"Sì"
è tutto
quello che dico mentre allungo la mano e sorrido. Quindi è
così che succede.
Sei una persona normale poi ti danno un anello, tu dici sì e
boom, sei fidanzata.
"Sei
una sposa
meravigliosa, resteranno tutti a bocca aperta!" Sorrido mentre Ruby mi
dà l'ultimo
ritocco ai capelli e osservo la mia immagine nello specchio. Ci ho
provato,
davvero. La mia idea iniziale era un matrimonio semplice e tranquillo
al
Distretto Uno. Poi è venuto fuori che tutti si assettavano
sarebbe stato nella
Capitale perché qui tutti ci amano e bla bla bla. La lista
degli invitati si è allungata
e le foto in esclusiva sono state vendute a Capitol Couture. E ci
sarà una
diretta tv. Devo dire che dopo che ho avuto il permesso di far venire i
miei
amici dai Distretti ero così felice che ho detto
sì ad un po' troppe cose. E
l'abito semplice è diventato gigantesco e spumeggiante e gli
addobbi in sala si
sono moltiplicati. Ma ehi, conto di sposarmi una volta sola, facciamo
le cose
in grande. Abbiamo aspettato la fine del Tour della Vittoria quindi
mediaticamente è un periodo morto e tutte le tv si sono
litigate il matrimonio.
So che non dovrei gongolare per questa cosa, che mi sto sposando e
dovrei
essere matura ma... No, sto gongolando.
"Sei
pronta? Perché
non c'è via di fuga, la bloccano le telecamere" mi informa
Cashmere mentre
finisce di sistemare la gonna. Ridiamo tutte e tre ma poi la porta si
apre e ci
voltiamo.
"Ancora
alle prese
con il vestito? Aspettano tutti te!" mi informa Amarillis, come se
potessi
dimenticarlo. Guardo le mie damigelle che si avviano e non posso fare a
meno di
pensare che sono bellissime. Va bene, un respiro profondo e poi un
piede dopo
l'altro. Il mio sguardo vaga tra gli invitati e ricambio il sorriso
incoraggiante
di Finnick. Annie sembra stare meglio, sono contenta sia riuscita a
venire.
Haymitch è seduto accanto ad Effie, che sia la volta buona
che riusciamo a
farli mettere insieme? E Sapphire si sta asciugando una lacrima in
diretta
nazionale, mi dovranno dare una foto, assolutamente.
Oh,
sono arrivata a
destinazione. Ricambio il sorriso di Seneca e per la prima volta da
quando mi
sono svegliata mi sento finalmente tranquilla. Sto per sposare l'uomo
che amo e
intendo passare la vita con lui. Tutti i miei amici e la mia famiglia
sono qui,
non cambierei nemmeno una virgola. Sono felice, davvero. La cerimonia
inizia e
io sorrido, non riesco a smettere. Per una volta tutto è
come ho sempre voluto,
anche se magari non lo sapevo. Ormai il difficile è passato,
la salita è finita
e io sono in cima a guardare il panorama. Anche perché,
dopotutto, cosa
potrebbe andare storto?
Author's
Note.- Salve a
tutti! Aggiorno con un giorno di ritardo, lo so, chiedo venia. Siamo
arrivati
al penultimo capitolo, la mia bambina è cresciuta *si
asciuga una lacrima come
Sapphire*
Avrei
potuto chiudere
qui, ma niente, volevo complicarmi la vita. Nel prossimo capitolo ci
sarà un
salto temporale consistente, non vi dico altro, forse avrete
già intuito dove
voglio andare a parare.
Qui
potete vedere il
vestito che Stella indossa alla festa (lo so, non ve ne frega niente,
è che io
ormai mi sono fissata con questi vestiti dorati), mentre questo
è quello del
matrimonio e questo
l'anello.
Vi
ringrazio davvero per
le recensioni e per i messaggi, i cuoricini e tutto il resto, inutile
dire
quanto contino per me :') Vi do appuntamento all'ultimo capitolo, un
abbraccio
<3
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Qualcosa per cui festeggiare ***
The
Golden Girl {pt. 3}
Capitolo
6 - Qualcosa per cui festeggiare
"Penso
siano la nostra tradizione. Traggono origine da un periodo
particolarmente
doloroso della nostra storia..."
"Sì,
sì..."
"Ma
sono stati il modo che ci ha permesso di guarire guarire. All'inizio
servivano
a non dimenticare la ribellione, erano il prezzo che i Distretti
dovevano
pagare, ma credo che adesso si siano evoluti, penso che siano qualcosa
che ci
unisce tutti."
"Questo
è il tuo terzo anno come Primo Stratega, quale pensi che sia
il tuo tratto
distintivo?"
Io
lo so, io lo so! È la spettacolarità,
decisamente. Anche perché l'ho suggerito
io. Mi infilo distrattamente in bocca un altro popcorn mentre Seneca
dà la
risposta che ha provato circa una dozzina di volte ieri sera. Era
così in ansia
per questa intervista che mi ha costretto ad aiutarlo ad esercitarsi.
Solo che
dopo il terzo tentativo io mi ero già stancata e ho iniziato
a fare
l'imitazione di Caesar Flickerman e lui scoppiava a ridere ad ogni
domanda. Così
ho cambiato e ho iniziato ad interpretare la parte dell'intervistatrice
un po'
svampita che ci provava con lui. Il signor Primo Stratega ne ha
approfittato,
ma poi mi ha costretto a provare ancora, in modo serio sta volta.
Ma
tanto io non avevo dubbi che l'intervista sarebbe andata bene, da
quando c'è lui
al comando i Giochi si sono ripresi. Virgilius Adams, il suo
predecessore, è stato
licenziato dopo i Settantunesimi Hunger Games, non accorgersi che
Johanna Mason
aveva finto di essere una povera inetta è stata la goccia
che ha fatto
traboccare il vaso, penso. Al licenziamento di Adams è
seguito il tragico
incidente che ha ucciso la famiglia della nuova Vincitrice. Non puoi
pensare di
prendere in giro Capitol City e passarla liscia. So che dovrebbe
dispiacermi, e
a livello umano mi dispiace, insomma mi dispiace per chiunque perda i
propri
cari, ma non riesco proprio ad empatizzare, Johanna non mi sta per
niente
simpatica. Sembra ostinarsi a voler fare la ribelle, la maleducata,
quella
sempre sopra le righe, come se non avesse capito come funzionano le
cose nella
Capitale. Non so perché ha legato ha legato con Finnick, non
riesco a capire
come possa trovare piacevole la compagnia di Johanna Mason. Non che io
sia
gelosa, per carità, Finnick può essere amico di
chi gli pare. Ma non mi va di
stare con lui quando in giro c'è anche lei così
ho preso le distanze e Finnick
si è offeso e non ci siamo parlati per qualche mese. Ma
Finnick Odair mi
conosce troppo bene per non sapermi riconquistare così ora
siamo di nuovo
amici, forse più di prima, ma comunque quando ha Johanna
intorno io rimango con
il mio gruppo. Lui lo sa e non se la prende.
Le
due edizioni successive sono state vinte dal Distretto Uno, cosa di cui
vado
particolarmente fiera perché, insomma diciamocelo, era pure
ora. Erano quattro
anni che non avevamo un Vincitore, presto avrei iniziato a fare rituali
magici
propiziatori. Sfortunatamente Opal, mia prima Vincitrice, non
è particolarmente
avvenente o accattivante quindi agli Sponsor non piace trattare con
lei. Durante
la sua prima edizione da Mentore era praticamente inutile quindi non
credo
ripeterà presto l'esperienza. Beata lei. Il Vincitore
dell'anno scorso, Silver,
ha perso entrambe le gambe nell'arena e non si è ancora
abituato bene alle
protesi, quindi per quest'anno non mi ha affiancato. Quindi siamo di
nuovo io e
Sapphire e sinceramente ne sono davvero contenta.
Ormai
è il mio settimo anno da Mentore, sto seriamente pensando di
prendermi una
pausa dopo l'Edizione della Memoria. Magari per fare un bambino, Seneca
non
desidera altro. Non so quanto sarei una brava mamma, Sapphire dice che
a volte
ho ancora bisogno della babysitter, ma scherza. Credo. Ruby ha avuto un
maschietto quasi due anni fa ormai, se io avessi una femminuccia
potrebbero
crescere insieme, innamorarsi e sposarsi. Insomma, perché
no? Anche Amarillis
sta pensando di ritirarsi dopo l'edizione speciale, vuole mettere su
famiglia
anche lei. Sinceramente tremo al pensiero di una nuova accompagnatrice,
ma non
posso certo biasimarla. Ganymedes per fortuna rimane con noi, almeno
per i
vestiti siamo salvi.
Mi
sembra così strano fare tutti questi discorsi da adulti,
eppure dalla mia
vittoria è ormai passato un po' di tempo. Siamo
già arrivati alla
settantaquattresima edizione e se riuscissimo a vincere per la terza
volta di
fila sarebbe fantastico. Insomma, immagino la faccia di Brutus. Sento
aprirsi
la porta e spengo la tv, che ormai stava trasmettendo un qualche
reality show.
"Sono
addirittura da popcorn?" mi chiede Seneca mentre entra in salotto,
prima di
darmi un bacio sulla testa e levarsi la giacca.
"Vieni
decisamente bene in video" rispondo mentre si siede accanto a me
spostando
qualche cuscino. "Perché hai glissato su tutte le domande
sul futuro e sui
figli?"
"Perché
credevo tu volessi che evitassi di rispondere."
"In
effetti... Almeno così Caesar non si è
già potuto prenotare per mandare il mio
parto in diretta tv." Lui rimane un paio di minuti in silenzio mentre
io
spilucco ancora qualche popcorn dalla ciotola quasi vuota, poi si volta
a
guardarmi con un sorriso tra il felice e lo stupito.
"Sarebbe
un sì?"
"Dopo
l'Edizione della Memoria mi prenderò una pausa."
"Ti
amo" mi dice prima di baciarmi, mentre le mie mani gli accarezzano il
viso
e le dita giocano con i disegni della sua barba.
"Sei
un uomo fortunato, ti amo anch'io."
Sinceramente, non credo che
quest'anno
vinceremo, i nostri Tributi non sono niente di speciale. La ragazza,
Glimmer, è
molto carina e di sicuro incanterà il pubblico, ma non
è particolarmente brava
con le armi. La sua specialità è l'arco, ma ho
visto molto meglio. Gli
Strateghi le hanno dato un nove, che è sì un voto
alto, ma per un Distretto
Favorito non è una grande conquista. Anche Marvel, il
Tributo di cui mi occupo
io, ha avuto un nove ma penso sia un po' più bravo della sua
collega. Anche lui
è affascinante e sicuro di sé, penso abbia una
possibilità di vincere, ma
guardando i Tributi di Brutus credo proprio che sarà lui a
vincere quest'anno.
Cato
ha avuto un dieci e da quello che mi hanno detto i ragazzi è
parecchio bravo
con la lancia, per non parlare della stazza che di sicuro gli
tornerà utile
nell'arena. Anche Clove, la ragazza, ha avuto un dieci e pare che la
sua
specialità siano i coltelli. Credo che il Distretto Due sia
quello da cui
dobbiamo guardarci quest'anno. Anche i ragazzi di Finnick non sono
niente di
che, nemmeno lui ha avuto molta fortuna quest'anno. Ci stiamo
già psicologicamente
preparando all'idea di doverci complimentare con Brutus per la sua
vittoria,
siamo davvero felici.
L'unica
vera sorpresa di questa edizione sembra essere il Distretto Dodici,
dove la
ragazza si è addirittura offerta volontaria. Tutta questa
storia dell'andare al
posto della sorellina sta facendo impazzire il pubblico. Fortunatamente
per noi
la sua intervista non è stata particolarmente interessante,
a parte per quel
suo vestito fiammeggiante. Cinna è davvero un grande
stilista, quando Ganymedes
si ritirerà dai Giochi per dedicarsi completamente alla sua
carriera di
stilista più in voga a Capitol City, potremmo anche
offrirgli noi un contratto,
al Dodici è assolutamente sprecato.
Questa
Katniss ha avuto un undici e io per poco non ho sputato il drink che
stavo
bevendo. Undici? Ma scherziamo? Al Distretto Dodici? Haymitch mi ha
raccontato
della sua prova, non vedeva l'ora di vantarsene. La ragazza ha tirato
una
freccia contro gli Strateghi, mancando mio marito di una decina di
centimetri.
E lui le ha dato un undici. Il ragazzo invece, Peeta, ha avuto un otto,
che è comunque
un voto alto in quel Distretto, molto alto. Domani inizieranno i Giochi
e tutte
queste sorprese a me non piacciono per niente. Insomma, devo iniziare a
guardarmi le spalle da Haymitch Abernathy?! Fortunatamente non ci sa
fare con
gli Sponsor, altrimenti avrei già pensato che potesse avere
qualche possibilità
di vincere. Ho detto ai ragazzi di liberarsi subito dei Tributi del
Dodici e di
mettere fine a questa storia il più velocemente possibile,
non mi piacciono i
Giochi in cui non riesco a prevedere quello che succederà e
quei due sono
decisamente imprevedibili.
"Non
capisco perché ti scaldi tanto, finalmente abbiamo
un'edizione con qualche
novità, vedervi vincere stava diventando noioso."
Seneca
vuole essere picchiato, non vedo altra spiegazione. Se ne sta
lì seduto a
sorseggiare vino con la sua faccetta tronfia da Primo Stratega e a
darmi della
paranoica. Lui ci va a nozze con queste novità, lo share
è altissimo e si
prevede un gran seguito per questa edizione. Il fascino degli outsider
o quello
che è. "Quella ti ha tirato una freccia e tu le hai dato un
undici, davvero
non lo capisci?!"
"Non
l'ha tirata a me, l'ha tirata al maiale."
"Ti
prego, ricordami di nuovo la differenza tra te e il maiale." Lui
sbuffa.
Da quando è arrivato si sono tutti dileguati nelle proprie
stanze perché sapevano
che avremmo iniziato ad urlare.
"Vuoi
lasciarmi fare il mio lavoro? So quello che faccio. E non capisco
perché tu te
la stia prendendo tanto."
"Non
mi piace quella ragazza."
"Non
ti piace mai nessuno che sia fuori dalla tua cerchia di Favoriti."
D'accordo,
questo in parte potrebbe essere vero, ma non è il punto.
"Lei
lancia una freccia contro gli Strateghi di Capitol City e tu la premi,
Seneca?
Ma davvero?!"
Sbuffa
di nuovo, finisce il vino e si alza dal divano, sistemandosi la giacca.
"Ti vedo un po' nervosa, Stella, se continui così ti
verranno le rughe e i
capelli bianchi."
Molto
divertente. "Certo che sono nervosa! Devo preoccuparmi del Dodici!"
Perché nessuno mi capisce?
"Lascia
che ti aiuti a rilassarti."
"Non
voglio fare sesso!" sbotto allontanandomi da lui e iniziando a
camminare
in tondo per la stanza.
"Mi
stai negando il sesso perché ho dato un undici alla ragazza
del Dodici?!"
"Ringrazia
che non ti abbia tirato un coltello! Ti farei dormire sul divano per
una
settimana se solo fossimo sotto lo stesso tetto!" Cosa che
fortunatamente
per lui non saremo per le prossime due settimane.
"Come
vuoi, ci rivediamo alla fine dei Giochi, quando spero ti sarai calmata
e avrai
smesso di fare l'isterica" risponde senza neanche prendersela troppo,
fermandosi
qualche secondo davanti lo specchio per sistemarsi la cravatta e
abbottonarsi
la giacca. Alzo gli occhi al cielo e vado a sistemargliela io la
cravatta, lui
non è un granché con i nodi.
"Sei
uno stronzo" preciso, ma sto perdendo il tono arrabbiato di prima.
Percepisco il suo sorriso e il dorso delle sue dita sulla guancia.
"Ti
piaccio così tanto proprio per questo" risponde con un
sorriso che noto
con la coda dell'occhio. "Sei davvero arrabbiata?"
"Sono
preoccupata."
"Non
ne hai motivo. Tra due settimane sarà tutto finito e tu
potrai tornare a
guardare tutti dall'alto in basso." Ridacchio anche io e poi lo bacio.
Sì,
sentirò decisamente la sua mancanza anche se si tratta solo
di due settimane.
L'arena
di quest'anno è una foresta molto fitta con la Cornucopia al
centro. Ci sono
laghi, caverne, campi, un ambiente abbastanza ameno insomma, se non
fosse per
gli ibridi. Ma insomma, lo sanno tutti che i Giochi non sono un
camping. Il
cibo e l'acqua non sono un problema, si può cacciare o
raccogliere bacche e
radici, ma bisogna fare attenzione a non mangiare la cosa sbagliata. I
miei
Tributi si sono uniti a quelli del Due e alla ragazza del Quattro, il
maschio
di Finnick è morto durante il bagno di sangue, a conferma
che questi Giochi
saranno pieni di imprevedibili sorprese. Per esempio il fatto che al
gruppo si è
unito il ragazzo di Haymitch, non ho idea del perché.
Finché sarà così potranno
comunque tenerlo sotto controllo e liberarsi di lui quando non gli
servirà più.
La ragazza invece è scappata, i miei Tributi sono
decisamente degli
incompetenti. Haymitch continua a vendere questa baggianata degli
amanti
sfortunati, quando è palese che se mai uno dei due sia
davvero innamorato
quello è il ragazzo. Non ci credo molto comunque, ma non
posso negare sia una
buona strategia, i Capitolini adorano queste cose romantiche e
strappalacrime.
"Gli
amanti sfortunati, davvero? Patetico" lo saluto affiancandolo al bar e
ordinando, in modo molto irresponsabile, quello che sta bevendo lui.
Cioè alcol
etilico o qualcosa di simile.
"Sei
solo invidiosa che l'idea non sia venuta a te" mi risponde con un
sorrisetto facendo tintinnare il bicchiere contro il mio. Non
è che io non
voglia che Haymitch si prende una soddisfazione, per carità,
ma preferirei
fosse Peeta a vincere, la ragazza mi sta antipatica a pelle, mi manca
solo di
avere un'altra Johanna intorno.
"Mi
piace giocare pulito, che vuoi farci."
"Così
pulito che da quando tuo marito è il Primo Stratega tu non
hai perso
un'edizione."
Ecco,
parlavo proprio di questo. Stringo le labbra e metto su un sorriso
acido mentre
mi giro verso di lei. "Ai miei ragazzi non serve nessun aiuto per
liberarsi dei tuoi e neanche a me" rispondo mentre istintivamente
allungo
la mano verso un coltello poco distante da me.
"Giusto,
voi Favoriti conoscete solo due modi per farvi strada, la violenza e il
sesso."
Va
bene, questo è troppo, decisamente. Con un balzo le sono
sopra, incurante del
tubino luccicante e del fatto che un coltello preso al bar non sia
effettivamente un'arma. Lei viene colta di sorpresa e non riesce ad
evitare il
pugno che le piazzo in piena faccia. No, aspetta, non avrebbe potuto
evitarlo
comunque. "Questa è stata l'ultima cazzata che hai detto,
Mason, non la
passerai liscia con me!" urlo mentre le mollo un altro pugno
approfittando
del fatto che è ancora stordita dal primo. Impugno meglio il
coltello e sto per
abbassarlo su di lei quando qualcuno decisamente più forte
di me mi blocca il
braccio. "Va bene così, avete dato un bello spettacolo, ora
torna a fare
la signora Maloney, non ne vale la pena."
Brutus
mi solleva mentre io mi dimeno dicendogli di lasciarmi
perché devo uccidere
Johanna e attorno a noi c'è ormai un nutrito capannello di
gente. Anche Publius
è accorso e provvede prontamente a disarmarmi e a lanciarmi
un'occhiata di
rimprovero. Brutus mi molla con poca grazia su un divano con un
perentorio
"Vedi di restare qui senza uccidere nessuno" e se ne va a dire ai
Pacificatori accorsi che non c'è bisogno del loro intervento.
"Smettila
di guardarmi così" sbuffo rivolta a Publius che a quanto
pare rimane a
farmi da sentinella.
"E
come dovrei guardarti? Uno spettacolo davvero di classe non
c'è che dire."
"Da
quando ai maschi non piacciono le lotte tra donne?"
"Sinceramente
ti preferisco quando fai la carina e non ti mischi a certa gentaglia."
Publius McEntire sì che sa come rimproverare qualcuno. "Che
pensavi di
fare, ucciderla? Non puoi, non ci pensare nemmeno. Non piace nemmeno a
Snow, ma
non si può uccidere un Vincitore, nemmeno lui
può."
"Posso
almeno farle occasionalmente molto male?"
Lui
si volta con quel suo sguardo furbo negli occhi. "Conosco molte persone
che farebbero il tifo per te."
L'incendio
e i Favoriti che hanno finalmente trovato la ragazza del Dodici sono
stati un
momento molto apprezzato. Non dubito che il fuoco porti la firma di
Seneca,
eravamo al quarto giorno e non era ancora successo niente di
particolare, a
parte le solite uccisioni dei Favoriti. Adesso siamo in una situazione
di
stallo con Katniss su un albero e quegli idioti che non riescono ad
ucciderla.
Dico, datemi un arco e lo faccio io, che cavolo. Haymitch è
anche riuscito ad
avere una medicina per le sue ustioni, non potrebbe andare peggio. Se
quel
fuoco era stato (spero per lui) un modo di Seneca per farsi anche
perdonare,
adesso si è rivelato completamente inutile. Come se non
bastasse è sbucata
fuori quella ragazzina dell'Undici a dirle di tagliare un nido di Aghi
Inseguitori per farlo cadere sui nostri ragazzi.
"Se
una di quelle due troiette dovesse vincere sarai tu a dovermi fermare
dal
fargliela pagare" mi sta dicendo Brutus mentre guardiamo la scena
impotenti.
"Perché
non hanno messo nessuno di guardia, perché cavolo dormono
tutti?! Non ci sono
più i Favoriti di una volta, noi non avremmo mai commesso un
errore
simile." Non posso credere che si facciamo uccidere da quelle due
sfigate,
non posso. Ma so che nemmeno gli Strateghi possono permettersi di
perdere tutti
i Favoriti in un colpo solo, andiamo.
Alla
fine va meglio del previsto, muoiono soltanto Glimmer e la ragazza del
Quattro.
Niente Tour della Vittoria per Sapphire e Finnick insomma, ma non penso
gli
dispiaccia più di tanto. Penso avessero comunque capito che
le ragazze non
sarebbero arrivate lontano. Noi tiriamo un sospiro di sollievo a
metà, perché Rue,
la bambina dell'Undici, riesce a curare Katniss, quindi il pericolo non
è scongiurato.
Non vi dico quanto si sta vantando Chaff, in questo momento ucciderei
volentieri metà dei Mentori qui dentro. Dopo questa edizione
credo che
partorire non sarà poi così terribile.
È
ormai iniziata la seconda settimana di Giochi e i Favoriti sembrano
essere
diventati un po' più furbi. Hanno circondato le loro
provviste con delle mine
in gentile dotazione dagli Strateghi, così possono andare in
giro a cercare gli
altri Trubuti senza dover lasciare più di una persona di
guardia alla
Cornucopia. Per nostra sfortuna, la ragazza del Distretto Cinque
è più furba di
loro e riesce a rubacchiare qualcosa senza farsi vedere. Ma non
è lei a
preoccuparmi. Il team delle due sfigate ha deciso di attirare i
Favoriti nel
bosco con dei finti fuochi per farli allontanare e poter far esplodere
il loro
bel mucchio di cibo.
"La
fortuna non è per niente a nostro favore quest'anno"
commento atona mentre
osservo impotente Katniss che lancia una freccia ad una rete di mele
per farle
cadere e attivare le mine.
"Sembra
sia il turno di Haymitch di essere fortunato" risponde Sapphire mentre
controlla quanti fondi ci rimangono per sopperire alla mancanza di
cibo. Quando
i Favoriti tornano Cato è così furioso che rompe
l'osso del collo al ragazzo
del Tre che si era unito a loro e stava facendo la guardia, se
così si può dire
insomma, con un solo semplice movimento.
"Mi
pare che lei non stia benissimo, dici che l'esplosione le ha causato
qualche
danno?" chiedo speranzosa.
"Magari
è rimasta sorda, era parecchio vicina. Sarebbe un buon
vantaggio per noi."
Il
gruppo dei Favoriti è ormai ridotto a Marvel, Cato e Clove,
non si può certo
dire che per noi sia stata una buona giornata. La serata sembra
sarà tranquilla
quindi io e Sapphire torniamo al primo piano per riposarci un po' a
turno. Non
esiste lasciare la tv incustodita con tutti questi casini. "Non ti era
incredibilmente mancato tutto questo?" gli chiedo sarcastica mentre
siamo
sul divano a monitorare l'arena.
"Pregare
che dei ragazzini innocenti muoiano, dormire tre ore a notte, stare
lontano da
casa? Terribilmente" mi risponde in un finto tono addolorato e malgrado
la
situazione ridacchiamo. "Tu piuttosto, quando ti stancherai?"
"Magari
dopo la prossima edizione."
"Stai
valutando la possibilità di dargli il mio nome, vero?"
"Assolutamente!"
rispondo quando riesco a smettere di ridere per il tono serio e
adorabile con
cui l'ha detto.
Siamo
ufficialmente fuori dai Giochi. Oggi Marvel ha ucciso Rue
intrappolandola in una
rete e finendola con una lancia avvelenata. Ho esultato per circa dieci
secondi, prima che Katniss gli piantasse una freccia nel collo.
'Non
preoccuparti, ti rifarai l'anno prossimo con l'Edizione della Memoria e
sarà una
vittoria che tutti ricorderanno. Fregatene di questi zotici del
Dodici!' è stato
il carinissimo sms di Galerius che, per non so quale ragione, mi adora.
Seneca
dice che sono una dei suoi Vincitori preferiti. Ma se mio suocero,
nonostante
abbia in passato cercato di uccidermi nell'arena, è
così gentile, suo figlio mi
sta mandando in bestia. La novità del giorno è
che se alla fine arrivano due
Tributi dello stesso Distretto potranno vincere entrambi. Non dubito
sia solo
un espediente per aumentare la tensione e che la modifica
sarà presto revocata,
ma per ora spinge gli Sponsor a tifare per gli amanti sfigati o quello
che
sono. Persino Publius era tentato di sganciare un assegno ad Haymitch
ma è bastata
una mia occhiata omicida a farlo desistere.
Sfortunatamente
i due innamorati si ricongiungono e gli Sponsor sono in visibilio e gli
inviano
cibo. Qui secondo me si sono tutti bevuti il cervello, giuro che potrei
baciare
Chaff con più trasporto di quei due. I giorni passano e loro
continuano a
giocare alla coppietta felice, se non fosse che lui presto ci
lascerà le penne
se non gli danno qualche medicina.
Naturalmente
il mio caro maritino non si fa sfuggire l'occasione per un po' di sano
spettacolo e organizza un banchetto alla Cornucopia. Ormai questa mi
sembra
l'edizione dell'assurdo.
Il
banchetto è ovviamente il momento che tutti gli spettatori
attendevano per
vedere un po' di sangue, visto che il ragazzo dell'Undici riesce ad
uccidere la
ragazza di Brutus, dopo che questa ha provato ad uccidere Katniss.
Anche sta
volta lei riesce a farla franca e io ripiombo sul divano delusa. Ormai
quella
del Dodici è l'unica coppia in gara. Non che lui sia poi in
grado di fare chissà
che, ma la ragazza continua a preoccuparmi parecchio. Non so neanche
quanti
anni siano che il Dodici non arrivasse a questo punto dei Giochi, Effie
Trinket
è in visibilio, tra poco inizia ad appendere dei festoni
colorati.
Per
due giorni infuria una tempesta, credo che anche nella sala di
controllo
inizino a stancarsi. La coppietta si sbaciucchia un po' e Haymitch gli
manda da
mangiare. Se dovessero avere la brillante idea di togliersi qualche
vestito
penso gli manderebbe un intero banchetto nuziale. Sono più
di due settimane che
andiamo avanti e anche io inizio a sentirmi stanca di stare qui, non
vedo l'ora
di poter tornare a casa. Ma Brutus mi ha chiesto di restare a
sostenerlo e non
posso tirarmi indietro, anche se in un modo tutto strano siamo amici.
"Perché
ho l'impressione che tuo marito faccia di tutto per sostenere il Dodici
e la
loro farsa?" mi chiede mentre l'hovercraft preleva la ragazza del
Cinque
che ha mangiato delle bacche velenose con cui io avevo sperato si
strozzasse
Peeta.
"Perché
al pubblico piace e lui cavalca l'onda" rispondo mestamente, sapendo
che
Seneca sta solo facendo il suo lavoro. Avanti, Mason dì che
mi sta favorendo,
forza. Che cretina.
"Se
ti fossi cavalcata lui a quest'ora io avrei il mio Vincitore e saremmo
tutti
liberi da questo strazio." Ecco, come dicevo, il nostro è
uno strano e non
molto gentile modo di essere amici, che vogliamo farci.
Il
momento finale di questi Giochi penso sarà ricordato per
molto tempo. Con quel
branco di ibridi Seneca ha fatto un lavoro incredibile, non posso
negarlo. Un
degno finale ricco di suspence e sangue. Se solo fosse stato il finale,
in
realtà è stato un disastro. Cato è
morto ed è chiaro che il vincitore di
quest'anno sarà il Distretto Dodici. L'atmosfera qui non
è esattamente gioiosa,
gli unici a festeggiare sono i Mentori dei Distretti più
poveri che si stanno
congratulando con Haymitch. Come avevo previsto, la modifica del
regolamento è stata
annullata, nessuno Stratega può incoronare due Vincitori.
"Se
continuano così mi verrà il diabete, tuo marito
non ne può far ammazzare uno da
quegli ibridi e tanti saluti? Che cazzo."
Diciotto
giorni di Giochi e nessuna vittoria stanno decisamente tirando fuori il
peggio
di Brutus. Non che queste scenette sentimentali a me piacciano. Lo
sapevano che
solo uno può vincere, se hanno creduto alla menzogna degli
Strateghi per
davvero sono degli idioti. Mi chiedo sinceramente come
finirà, è tutto così imprevedibile
che non saprei dire con certezza chi dei due ammazzerà
l'altro. Quando lei tira
fuori i Morsi della Notte penso voglia stupirmi e al contempo farmi un
favore e
togliersi dai piedi. E invece no. Vogliono suicidarsi entrambi come
dispetto
alla Capitale che si è rimangiata la modifica al
regolamento.
Non
possono farlo. Insomma, no. Adesso arriva un ibrido che sbrana lei
prima che
gli passi le bacche e lui sarà il Vincitore, deve per forza
andare così. Seneca
non può farli vincere entrambi, sarebbe la fine della sua
carriera,
significherebbe piegarsi al volere di due ragazzini. Tutto il
meccanismo dei
Giochi ne uscirebbe raggirato, sono sicura che a Snow non piacerebbe
nemmeno un
po'. Ma Seneca non è stupido, sta solo prendendo tempo per
un finale come si
deve, per forza.
Fermala,
andiamo fermala. Ma
non succede nulla, se non che Claudius Templesmith annuncia i due
Vincitori dei
Settantaquattresimi Hunger Games. Due Vincitori. Mi
si gela il sangue
nelle vene.
Mi
accorgo a mala pena delle bottiglie stappate e delle grida di Giubilo
del
gruppo di Haymitch perché mi arriva una chiamata di Seneca
sul cellulare. Mi
affretto ad uscire dalla sala e vorrei sperare sia solo per delle scuse
e
magari arrabbiarmi anche per quanto è stato imprudente, ma
non ci riesco. Il
brutto presentimento che mi perseguita da quando questa edizione
è cominciata
sta piano piano aumentando di intensità. Mi appoggio con le
spalle al muro
appena arrivo fuori e rispondo, la preoccupazione che trapela dalla mia
voce.
"Seneca,
che succede?" Dall'altra parte c'è qualche secondo di pausa
mentre la mia
tensione sale.
"Niente.
Volevo solo sentirti."
Ma
è ovvio che non è solo questo. Sono quattro anni
che stiamo insieme, un po'
ormai lo conosco. Quando finiscono i Giochi è sempre
visibilmente rilassato,
invece adesso percepisco il suo nervosismo. So che Snow non
sarà felice di
questo finale, ma non si può negare che al pubblico i Giochi
siano piaciuti,
no?
"No
che non è solo questo, che sta succedendo?"
"Sono
stato convocato da Snow."
Va
bene, non c'è motivo di andare nel panico. Vorrà
solo ammonirlo, un discorsetto
da se sgarri un'altra volta ti mando via a calci e
niente di più. Voglio
dire, non può fare qualcosa peggiore di licenziarlo al
massimo, giusto? Seneca
ne soffrirà, sarà depresso per un po', poi faremo
un bambino e gli passerà.
Potrebbe insegnare strategia in accademia al Distretto Uno, ci
servirebbe uno
con la sua esperienza.
"Non
avresti dovuto farli vincere entrambi, lo sai benissimo" rispondo
acida, è
più forte di me.
"È
ora che la smettiamo di fare quello che vuole Snow e iniziamo a fare
quello che
è giusto."
"L'hai
fatto di proposito?! Tu sei pazzo. Potrebbe ucciderti per questo!"
Dev'essere
impazzito, non vedo altra spiegazione. O ha deciso di farsi ammazzare
dal
Presidente per sport, non saprei.
"Sono
pronto ad accettare le conseguenze delle mie azioni, non ti ho chiamato
per
discutere di questo."
Mi
gira la testa e mi lascio scivolare a sedere sul pavimento. Quali
conseguenze?
Di che sta parlando? Insomma, Snow non può ucciderlo,
è mio marito e io sono un
Mentore, non è che Seneca può sparire nel nulla
come un qualsiasi parente di un
Vincitore ribelle.
"Perché
mi hai chiamato allora?"
"Volevo
solo dirti che ti amo. E che sei stata la cosa più bella
della mia vita. Anche
se la prima volta che ti ho vista somigliavi ad uno struzzo sui tacchi
ho
capito subito che mi avresti stravolto la vita. Sono stati quattro anni
meravigliosi e non ti dovrai mai dimenticare che ti amo più
di qualunque altra
cosa, prometti."
"Promesso"
riesco a sussurrare con un filo di voce mentre le lacrime mi scivolano
sulle
guance senza che io quasi me ne accorga. Non può succedere,
non può succedere
davvero.
"Brava
la mia ragazza. Lo avrei voluto davvero davvero quel bambino, non ti
devi
dimenticare nemmeno questo, capito?"
"Lo
avrei voluto anche io..." Ormai sto singhiozzando e i capelli mi si
sono
appicciati al viso per via delle lacrime. Mi passo una mano sugli occhi
incurante del trucco e stringo il telefono, come se in questo modo
potessi
trattenere Seneca dall'andare incontro al suo destino. "Ti
amo"è
l'ultima cosa che riesco a dirgli con la voce rotta dal pianto.
"Ti
amo anche io" sono le ultime parole che mi rivolge lui prima di
chiudere e
io rimango seduta sul pavimento a piangere abbracciata alle ginocchia.
Non
rivedrò più Seneca, lo so. Ma sta volta non
asseconderò Snow e le bugie che si
inventerà. Non fingerò che Seneca sia morto in un
qualche tragico incidente.
Capitol City e il suo Presidente me la pagheranno, questa è
una promessa.
--
--
--
--
Rewind
--
--
--
--
Fermala,
andiamo fermala. Ma
non succede nulla, se non che Claudius Templesmith annuncia i due
Vincitori dei
Settantaquattresimi Hunger Games. Due Vincitori. Mi
si gela il sangue
nelle vene.
Mi
accorgo a mala pena delle bottiglie stappate e delle grida di Giubilo
del
gruppo di Haymitch perché sono troppo impegnata a cercare il
numero della
Residenza Presidenziale sul telefono. La segretaria di Snow risponde al
secondo
squillo.
"Ufficio
del President--"
"Gli
dica di non fare nulla, sto venendo lì, gli dica di non fare
nulla,
chiaro?!" la interrompo concitata mentre prendo la borsa e sto
già uscendo
dalla stanza.
"Signorina
Maloney?" Sembra abbastanza confusa.
"Dica
al Presidente di non fare nulla, sto venendo lì!" quasi urlo
prima di
chiudere la telefonata per chiamare un taxi. Giuro che se riesco a
salvare
Seneca da questo casino è solo perché voglio
ucciderlo con le mie mani.
Dopo
una ventina di minuti sono seduta davanti al Presidente, ma sta volta
non c'è
nessun tè o nessuna chiacchierata amichevole.
"Posso
parlare francamente, Stella?"
"Naturalmente."
"Tuo
marito è un imbecille."
Ma
dai, davvero? "Il punto è che è mio marito. La
Capitale ci ama, il nostro
matrimonio ha bloccato le televisioni per un giorno intero e ha dato
un'ottima
pubblicità ai suoi Giochi. Seneca non può morire.
Non me ne andrò da Caesar a
fare la vedova addolorata, posso diventare peggio di Johanna Mason se
voglio." E lui sa che è vero. Sa che se volessi potrei
causargli molti
problemi come sa che sono un'arma troppo buona per gettarla via
così. Gli sono
stata utile in questi anni, il fatto che abbia accettato di vedermi lo
dimostra. "Quindi troviamo un accordo."
"Stai
marciando sul fatto che sei sempre stata la mia preferita, Stella." Mi
concede un accenno di sorriso mentre io provo a mantenere la mia
facciata
sicura di me. Vorrei tirare su i piedi sulla sedia ma mi trattengo.
"Abbiamo
lavorato così bene insieme, non c'è motivo di
interrompere la nostra
collaborazione proprio adesso." Andiamo, Snow.
Lui
congiunge le dita e ci poggia sopra il mento mentre riflette. "Seneca
non
deve più mettere piede nella Capitale. La sua carriera
è finita. Te lo porti al
Distretto Uno e ti assicuri che non metta più piede qui. Mi
sono spiegato?"
"Perfettamente."
"Niente
apparizioni pubbliche, non mi interessa che scusa ti inventerai, lui
non ti può
accompagnare nella Capitale, chiaro?"
"Chiarissimo."
"Ufficialmente
si ritirerà per dedicare più tempo alla famiglia,
ad un qualche bambino che
farete, perché ha capito che fare lo Stratega non
è la sua vocazione, quello
che ti pare. Se farete un figlio potremo discutere di mettervi in
copertina su
Capitol Couture, vedremo."
"D'accordo."
E
questa era la parte facile, adesso deve dirmi che vuole in cambio,
perché non
credo proprio gli basti il fatto che Seneca sparisca dalla circolazione.
"Quanto
a te, ogni occasione, festa, intervista e simili sarà buona
per dire quanto
grata tu sia alla Capitale, quanto gli Hunger Games siano stati una
parte meravigliosa
della tua vita e qualunque altra cosa io vorrò, chiaro?
Dovrai essere la più credibile
sostenitrice di questo governo e di questa città. Ci siamo
capiti?"
"Tutto
chiaro." Penso ci si possa vendere l'anima per salvare il proprio
marito
da morte certa, giusto? Diventerò la bambolina di propaganda
di Snow ma almeno
avrò Seneca.
"Fai
una stupidaggine come quella di tuo marito e vi impicco entrambi,
chiaro?"
Annuisco, abbastanza spaventata da quella luce che ha negli occhi
perché mi
dice chiaramente che manterrà la promessa. "Seneca parte
immediatamente
per il Distretto Uno, tu rimani qui fino all'incoronazione e vedi di
finire su
qualche copertina, ho bisogno di qualcosa che distragga da quei due."
Decisamente
i nuovi Vincitori non gli piacciono e più
visibilità hanno, maggiore è il danno
all'immagine del governo. "Ora vattene, prima che cambi idea. Metti tuo
marito su un treno e presentati al meglio a quella vostra festa
segreta.
Dimostrami che non ho commesso un errore a farti questo favore."
Ci
stringiamo la mano e fuggo, letteralmente. Non ho problemi ad ammettere
che ho
paura di Snow e di quello che potrebbe fare se disubbidissi.
È ovvio che si farà
ricambiare questo 'favore' in mille modi, ma intanto Seneca
è vivo ed è l'unica
cosa a cui riesco a pensare. Che per una che non voleva innamorarsi
è parecchio
divertente. Sto piano piano tornando a respirare normalmente e mi sento
più tranquilla
ad ogni passo. Adesso parlo con Seneca, lo metto su un treno, cosa che
non so
quanto gli piacerà così su due piedi, e vado a
scegliere un bel vestito per sta
sera.
E
si torna in scena. Perché in fondo qualche motivo per
festeggiare ce l'ho
anch'io.
Author's
Note.- Sì, non avete capito male, c'è un finale
multiplo. Questo perché fino
alla fine non sapevo se attenermi al canon e far fuori il povero Seneca
o
apportare questa piccola modifica alla trama originale. Così
mi sono detta 'ma
perché devo scegliere io, facciamo che siano i lettori a
scegliere!' LOL
Buonsalve
a tutti! Ebbene sì, siamo arrivati alla fine. Scusate il
ritardo ma tra le
lezioni che sono riprese e impegni vari ho dovuto ritardare un pochino
l'aggiornamento. Spero che il salto temporale non vi abbia delusi, ho
cercato
di fare del mio meglio, concentrandomi sui momenti più
rilevanti dal punto di
vista di Stella mentore. Le prime righe sono quelle della prima scena
del film
(non letteralmente perché le ho scritte riguardando il film
in lingua
originale, quindi se qualche parola non è uguale al
doppiaggio italiano è per
questo), mentre tutti gli altri riferimenti alla trama seguono il
libro. Mi
sembrava carino chiudere questa mia storia con diciamo l'inizio della
trilogia
della Collins, spero sia venuta fuori una cosa decente.
Io
vi ringrazio davvero per aver dato una possibilità a questa
storia, per aver
letto, recensito, mandato messaggi, messo cuoricini e tutto quanto.
Grazie
davvero di cuore, mi avete riempito di gioia, credetemi. Se vorreste
lasciarmi
un parere su come vi è sembrato questo capitolo un po'
diverso dal solito
naturalmente mi farebbe tanto piacere, non siate timidi :3
Come
al solito la nota è venuta lunghissima, quindi passo e
chiudo, dicendovi ancora
una volta GRAZIE <3
|
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