The Golden Girl {pt. 3}

di Miss_Sunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Piume, maledizioni e begli occhi ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Mettersi in gioco ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Che la buona sorte ci assista ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - La cosa giusta da fare ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Adesso siamo pari ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Qualcosa per cui festeggiare ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Piume, maledizioni e begli occhi ***


Author's Note.- Buonsalve a tutti! Bentornato a chi ha già letto le due precedenti storie su Stella e benvenuto a chi fa la sua conoscenza per la prima volta. Aver letto le altre due storie non è fondamentale per seguire questa, ma fornisce il background dei personaggi inventati da me che prenderanno parte anche a questa. Dopo il riposo estivo post esami ho deciso di cimentarmi nel capitolo conclusivo delle avventure di Stella, come avevo accennato in precedenza.

La storia si ambienterà prima, durante e dopo i Settantesimi Hunger Games. Se vi ricordate chi vince avrete già capito perché questi Giochi saranno interessanti, se non ve lo ricordate scegliete voi se andare a cercarlo o optare per la sorpresa. Sarà più corta delle parti precedenti, credo intorno ai sei o sette capitoli, ma per il momento non vi svelo altro.

A fine capitolo troverete un'altra nota in cui vi dirò qualcosa che evito di dire ora per non spoilerare troppo, dal secondo capitolo in poi la nota seguirà il testo. Ora la smetto di annoiarvi e vi lascio alla lettura, spero che il capitolo vi piaccia :3

 

 

 

 

The Golden Girl {pt. 3}

 

 

 

Capitolo 1 - Piume, maledizioni e begli occhi

 

 

 

 

Capitol City, Festa alla residenza presidenziale per i Sessantanovesimi Hunger Games

 

D'accordo, niente panico. Niente panico. È soltanto un vestito. Un vestito un po' capriccioso, ma quando mai i miei non lo sono? E questo è soltanto uno sgabello, scendere non è poi così difficile. Prima o poi dovrò farlo, non posso passare tutta la serata qui, nella mia bolla sicura. Certo, non è facile sorridere e fingere che vada tutto bene quando sai che chiunque incroci il tuo sguardo sa perfettamente che stai facendo buon viso a cattivo gioco, anzi a pessimi Giochi, visto che anche quest'anno non hai vinto. Di nuovo. E c'è mancato poco, davvero. Un'altra volta. Io e Gloss eravamo sicuri che avremmo vinto. Ma il nostro Tributo si è fatto staccare la testa da un anaconda gigante spuntata all'improvviso dalla sabbia e la corona è andata al Distretto Cinque. E questo è davvero umiliante.

Non ho idea di dove sia finito Gloss, probabilmente a parlare con qualche Sponsor, a provare a convincerli che arriveremo ai prossimi Giochi più pronti che mai. Che poi è quello che dovrei fare anch'io, quindi mi costringo ad abbandonare il bar e a dirigermi verso l'unico gruppo di persone nel mio raggio visivo in cui c'è qualcuno che conosco. Ad ogni passo le piume della gonna producono un leggero fruscio e io devo stare molto attenta a come cammino se non voglio ritrovarmi lunga distesa a terra. Non sarebbe davvero il caso. Raggiungo la chioma di un bel color corallo di Caesar Flickerman e sorrido nel modo più allegro che posso. "Caesar! Posso salutarti?"

Non ho idea di chi siano le altre tre persone ma spero ci presenterà lui. "Stella!" si volta verso di me nel suo abbagliante completo dello stesso colore di capelli e sopracciglia e mi abbraccia. "Ci stavamo giusto chiedendo dove fosse finita la nostra ragazza d'oro!"

"Magari a nascondersi da qualche parte dopo la seconda sconfitta consecutiva" risponde al mio posto una voce che riconoscerei ovunque, mentre sento una mano cingermi la vita e un bacio sulla mia guancia.

"Publius" lo saluto cercando di non perdere il sorriso, ma con una nota acida perfettamente udibile.

"Oh ma è stata soltanto sfortuna, Stella non ha nessuna colpa. Siamo tutti sicuri che quest'anno il Distretto Uno si prenderà la sua rivincita!" Adoro Caesar, è sempre gentile con me. Cosa che non posso dire di McEntire qui presente, che sorseggia il suo drink. Lo so che non ha ancora digerito di aver perso un sacco di soldi puntando su di noi, è furioso, per quanto non voglia darlo a vedere e la butti sullo scherzo. Dopo quella brutta lite perché mi ero offesa quando si era schierato con Brutus, e aveva vinto, quest'anno ha puntato tutto su di noi. E io gli avevo assicurato che avremmo vinto.

"Sempre che questa maledizione non sia vera" risponde lui, per niente toccato dalle parole di Caesar e tutti scoppiano a ridere. Gira questa divertentissima barzelletta tra gli addetti ai lavori, la maledizione di Stella. Da quando ho vinto io il Distretto Uno non ha più avuto un vincitore, arriviamo ad un passo dalla corona e perdiamo. A me sembra un'enorme sciocchezza, sono passati solo due anni. Ma è anche vero che quest'anno ci ha battuto il Cinque, quindi forse un fondo di verità c'è.

"È una stupidaggine. Le uniche maledizioni sono quelle che ci lanceranno gli altri Mentori quando quest'anno vinceremo" rispondo sicura di me, come da copione.

"A questo proposito, credo che noi due dovremmo parlare di lavoro. Signori, spero non vi dispiaccia se ve la rubo qualche minuto" ci congeda Publius e faccio giusto in tempo a salutare Caesar che lui mi ha trascinata via e mi trovo nuovamente al bar.

"Senti, lo so che sei arrabbiato, ma quest'anno vinceremo di sicuro e tu rientrerai delle perdite. Ma potresti evitare di mettermi in imbarazzo davanti a possibili Sponsor?" sbotto mentre lui fa cenno al barman di portarci da bere. Si volta verso di me e solleva un sopracciglio. "Stella... No, non riesco a prenderti sul serio quando hai un paralume al posto della gonna, non ce la faccio" e lo dice in modo così contrito che entrambi scoppiamo a ridere.

"Ridi quanto vuoi, tutte le Capitoline vorranno un vestito così domani!" Ed è vero, io Ganymedes lanciamo tendenze. Più o meno comode, ma lanciamo tendenze.

Publius beve un sorso dal suo bicchiere e poi mi mette una mano sulla schiena e mi attira a sé in un modo talmente inadeguato ed esplicito da farmi quasi arrossire. "Sai che hai molto da farti perdonare dopo quel casino nel deserto, vero?"

"Non posso credere che tu ci stia provando con tua moglie a cinque metri da noi" rispondo mentre gli do un pugno leggero sul braccio e mi sciolgo dalla presa. Sì, Publius McEntire si è sposato. Poco dopo la fine dei Sessantottesimi Giochi un suo socio in affari ha deciso di ritirarsi e di vendere a lui, ad una condizione: avrebbe dovuto sposare la sua insignificante quanto stupida figlia per sancire l'accordo. E io pensavo avrebbe detto di sì, subito. Invece lui è venuto da me a chiedermi se volevo che rifiutasse, che mi aspettasse per sposarci noi due, un giorno. E io ci ho pensato su, davvero. Per un'intera settimana ho valutato la possibilità di diventare la moglie di Publius, di sposare un Capitolino, trasferirmi nella Capitale e avere dei figli al sicuro dai Giochi. Ma poi mi sono resa conto che non fa per me. Non riuscivo neanche a dormirci con lui, temevo di svegliarmi urlando, di colpirlo mentre la mia mente credeva di essere nell'arena. Pensavo a come avrei potuto spiegare a questi miei figli Capitolini perché la loro mamma la notte si sveglia gridando contro il Presidente. E così ho rifiutato e gli ho dato la mia benedizione. A dirla tutta gli ho dato anche altro, Publius l'ha chiamato regalo di nozze, io ennesimi pessimi errori, ma dal primo giorno dopo il suo matrimonio siamo amici e basta. O amanti platonici, come piace dire a lui. Non che questo faccia di lui un marito fedele, sia chiaro.

"Mia moglie è così stupida che se anche ci trovasse insieme non capirebbe che stiamo facendo" commenta sfacciato, "ma adesso devo trovarmi qualche gentile signorina che consoli il mio ego dopo il tuo ennesimo rifiuto. Comunque se dovessi cambiare idea chiamami" aggiunge ammiccando per poi darmi un bacio sulla guancia e allontanarsi in direzione opposta alla sua dolce consorte. Sorrido scuotendo la testa dopo aver finito il mio drink e muovo qualche passo per rituffarmi nella festa, ma vengo nuovamente interrotta da un'altra mia vecchia conoscenza.

"McEntire è un uomo sposato, quando te lo toglierai dalla testa?"

"Che c'è Odair, sei geloso?"

Mi lancia uno dei suoi sguardi da seduttore e solleva un sopracciglio. "Finnick Odair non è geloso di nessuno, semmai gli altri sono gelosi di me."

Sono sei mesi che non lo vedo e mi è mancato tantissimo. Le telefonate non potranno mai sostituire quegli abbracci di Finnick che ti fanno sentire speciale. "Balliamo. Forniamo qualche bella foto per le prime pagine di domani" mi invita e in qualche modo riusciamo a muoverci in pista nonostante il mio vestito. "Fammi capire, che dovresti sembrare, un piumino per la polvere?"

"Disse l'esperto di moda che andava sempre in giro mezzo nudo."

"Infatti la moda è questa. Mezza nuda avresti molto più successo che piumata."

Non riesco a trovare qualcosa da ribattere e accetto la mia sconfitta. "Come sta Annie?" gli chiedo per cambiare discorso. Annie è la ragazza di Finnick. È davvero adorabile e lui è felice con lei, quindi io sono felice per lui. Sempre un pizzico gelosa forse, ma felice.

"Sta bene" mi risponde con quel sorriso che ha sempre quando si parla di lei. Passiamo un paio di minuti a ballare senza dire nulla e un fotografo si avvicina per avere un'inquadratura migliore.

"Le tue ammiratrici mi staranno odiando, sto monopolizzando Finnick Odair."

"Che c'è, sei gelosa di un mucchio di Capitoline dai capelli sgargianti?"

Tuttavia quando la canzone finisce lui deve andare a prendersi i complimenti del pubblico femminile di Capitol City e io sono nuovamente da sola. Muovo qualche passo tra la folla ma vengo subito chiamata da una voce che mi fa rabbrividire. Coriolanus Snow. "Signorina Maloney! Giusto lei cercavo!"

Non oso immaginare per quale motivo. Mi avvicino a lui e all'uomo con cui sta parlando, un tizio sulla trentina con la barba più assurda che io abbia mai visto. E degli occhi grigio-azzurri in cui mi perderei volentieri, lo ammetto. Se non fosse per quella barba ridicola. Snow mi prende una mano e se la avvicina alle labbra ma non la sfiora e di questo non posso che essere grata. "Volevo presentarle uno dei nostri Strateghi, Seneca Crane, mi parlava di quanto abbia apprezzato i suoi Giochi" introduce lo sconosciuto e io mi chiedo come ho fatto a non riconoscerlo.

È il figlio di Galerius Crane, il Capo Stratega durante i miei Giochi, andato in pensione l'anno scorso. Non prima di piazzare il figlio nella sala operativa degli Hunger Games, naturalmente. Gli porgo una mano e lui decide di seguire l'esempio di Snow e baciarla, mentre tiene i suoi occhi ipnotici su di me. "È un onore."

"Piacere mio" rispondo educata, chiedendomi dove voglia arrivare Snow.

Dall'altra parte del salone, a quanto pare. "Ora scusatemi ma ho ancora molte persone da salutare. Voi restate pure a chiacchierare" si conceda lasciandomi sgomenta in compagnia di Seneca Crane. C'è un imbarazzante momento di silenzio in cui nessuno dei due sa che dire ed è lui ad interromperlo.

"So che sembra una specie di incontro combinato, ma non avevo idea che ti avrebbe chiamata davvero, è imbarazzante" mi dice con un sorriso di scuse mentre io non posso fare a meno di notare quanto questa barba assurda stia bene su di lui.

"Non c'è problema, mi fa piacere fare due chiacchiere. Prendiamo da bere?" Seneca Crane non sembra molto abituato alle donne spigliate che prendono l'iniziativa ma a giudicare dal sorriso che mi rivolge la cosa non sembra dispiacergli. Ci avviciniamo al bar e Seneca ordina due flûte di champagne, credo voglia riprendere il controllo sulla situazione dopo l'imbarazzo di pochi minuti fa. Poggio un gomito sul bancone e gli sorrido, proprio mentre una voce dietro di me mi fa voltare.

"Non eri tipo da rum, Maloney?" biascica Haymitch Abernaty prima di svuotare il suo bicchiere e chiedere il bis. O il tris. Non ho idea di quanto abbia già bevuto, ma è bello rivederlo.

"Ciao Mitchy" lo saluto, perché so che odia questo soprannome, e copro la distanza che ci separa per abbracciarlo. "Puzzi già di alcol" lo rimprovero storcendo il naso.

"E tu sembri un'oca mezza spennata" mi risponde per le rime. "Ti servirà qualcosa di più forte dello champagne se vuoi portarti a letto uno con una barba così ridicola" mi sussurra in un orecchio, lanciando uno sguardo dubbioso verso Seneca.

"Ah è così che distogli l'attenzione dalla voce spaccatimpani della Trinket?" rispondo con un sorriso curioso e innocente e lui non ha il tempo di rispondere perché arriva Seneca a porgermi un bicchiere. "Seneca, ti presento Haymitch Abernaty, il Mentore del Distretto Dodici. Haymitch, lui è Seneca Crane, fa lo Stratega." Haymitch ha il buonsenso di stringergli la mano senza fare battute imbarazzanti sulla sua barba. Seneca sta per dire qualcosa ma viene interrotto dalla voce acuta e dal marcato accento capitolino di Effie Trinket, l'Accompagnatrice del Distretto Dodici, che avanza verso di noi a passo spedito nonostante i suoi tacchi spropositati.

"Haymitch! Finalmente ti ho trovato, ti avevo detto di stare lontano dal bar!" lo rimprovera per poi bloccarsi di colpo quando ci vede.

"Ciao, Effie" la saluta Seneca, con uno dei suoi sorrisi da playboy mentre io cerco di capire perché la cosa mi dia fastidio.

"Seneca, è un piacere rivederti" tuba lei, mentre alle sue spalle Haymitch mima una faccia disgustata e a me scappa una risatina che maschero con una presentazione veloce.

"Io sono Stella, un'amica di Haymitch" dico porgendo la mano ad Effie e lei, dopo un attimo di sbalordimento per quella che credo classificherà come maleducata esuberanza, me la stringe. "Beh, non vi tratteniamo oltre, Haymitch avrà un mucchio di gente con cui parlare" ci congedo con un sorriso mentre lui mi lancia uno sguardo omicida. "E chiamami ogni tanto, tra una sbronza e l'altra" aggiungo mentre si alza di malavoglia dallo sgabello e io mi avvicino per sistemargli la giacca.

"Chiami tu, che bisogno c'è che lo faccia anch'io?" mi chiede sbuffando ma regalandomi uno dei suoi rari sorrisi.

"Sarebbe carino!" lo rimprovero con una smorfia prima di salutare Effie e seguire Seneca verso uno dei divanetti lontani dalla folla, dove lui mi aiuta col vestito e in due riusciamo a tenerlo a bada.

"Quindi questa sarà la nuova moda del mese? Si vedranno donne-struzzo ovunque?" mi chiede dopo aver bevuto un sorso, con un tono serio e genuinamente curioso. "Ti preferivo con quel costume da bagno dei cartelloni."

"Mi hai appena paragonato ad uno struzzo? Io sono un leggiadro cigno!" lo riprendo fingendomi offesa, ma entrambi scoppiamo a ridere e il mio ego si compiace per quel compimento velato.

"Lanci una nuova moda per distogliere l'attenzione da due anni di sconfitte consecutive?" Di nuovo quel tono da spaccone.

"Tutti voi vi rimangerete presto queste stupide battutine" rispondo con un sorriso volutamente falso, "tu piuttosto, sarai uno degli strateghi più giovani, tutti pronti a paragonarti a tuo padre."

Ma il mio tentavo di metterlo in difficoltà non ha molto successo, Seneca si illumina quasi a parlare del padre. "Il confronto non mi spaventa, anzi, mi sprona a fare del mio meglio. Mio padre è stato un vero artista dei Giochi, ma chi può saperlo meglio di te, dopotutto."

Già, con me ha avuto una discreta fantasia omicida, devo ammettere. Mi limito a sorridere e a bere un sorso dal mio bicchiere, mentre inizio ad elaborare una via di fuga. "La tua edizione è stata tra le mie preferite. Tu eri una vera Favorita. Quando hai ucciso quel giaguaro a mani nude... Lì tutti abbiamo capito che avresti vinto. Chiunque capisse qualcosa di Giochi sapeva che la corona sarebbe stata tua."

"Non è stato proprio a mani nude, avevo un coltello" mi schermisco, ma lui ormai è partito in quarta.

"E quando hai ucciso il tuo primo avversario? Una tecnica così pulita non la vedevo da anni, pochi colpi e te ne sei liberata..." D'accordo, come si fa a spegnerlo? Non ho voglia di ricordare i miei Giochi, li ho già rivisti da Caesar, è bastato. "E quando hai lanciato quel coltello al ragazzo del Sette dopo che lui aveva ucciso..."

La vice gli muore in gola e io mi irrigidisco. Non me ne starò qui a sentirlo parlare di Sam, non esiste. Sam. Per quanto ormai mi sono rassegnata che non tornerà mai da me ogni tanto mi manca ancora, lui e tutte le ipotesi di una vita felice, i se e i ma che il suo ricordo si porta dietro. Poso il bicchiere e mi alzo, il solito sorriso freddo che indosso sempre nella Capitale tornato sul mio viso. "Ti ringrazio, ma ora devo proprio tornare di là, Gloss mi starà cercando."

Ma non faccio in tempo a muovere un passo che lui mi afferra per il polso e io devo trattenermi dall'istinto di mandarlo lungo disteso a terra con un movimento del braccio. "Stella, scusami. Sono stato indelicato, è naturale che tu non abbia voglia di parlare di lui" mi dice e sembra sinceramente dispiaciuto.

"Non importa, tranquillo" rispondo senza guardarlo mentre cerco di sistemare la gonna con una sola mano libera.

"Ma certo che importa! Il tuo ragazzo è stato ucciso davanti ai tuoi occhi e tu non hai avuto nemmeno il tempo di piangerlo e di accettare la cosa perché dovevi pensare a sopravvivere, è normale che tu non l'abbia ancora superata." Mio malgrado torno a sedermi, c'è qualcosa in quello che dice che attira la mia attenzione, per quanto io so di aver superato la morte di Sam. "Non ti sei mai presa il tempo che ti serviva per elaborare la sua morte e sei rimasta bloccata in questo limbo di dolore e l'unica cosa che puoi fare è fingere che vada tutto bene, anche se da come ti sei irrigidita è chiaro che non è così."

D'accordo, ora me ne vado. Non ho intenzione di farli psicanalizzare da uno Stratega il cui padre aveva come hobby trovare nuovi metodi per farmi fuori. Anche perché una piccola parte di me dà ragione a Seneca Crane e questa cosa non va bene. Non mi conosce nemmeno, non può parlarmi così. Lui naturalmente non sembra essere d'accordo. "Non avrei dovuto parlarti dei tuoi Giochi, è stata deformazione professionale" aggiunge con un sorriso di scuse.

"Cosa ti fa credere di avermi capita così bene dopo un'ora che mi conosci?" ribatto stizzita, con quel tono che Sapphire etichetta come 'da bambina capricciosa'.

Lui sorride. "Sono uno Stratega, Stella. Analizzo i segnali. Dopo l'arena hai avuto solo storie che sapevi già non sarebbe andate bene. Non riesci ad impegnarti davvero con qualcuno perché in quell'arena qualcosa dentro di te si è spezzato."

Mi prendo un attimo per riflettere sulle sue parole bevendo metà del mio bicchiere. Quasi quasi lo preferivo quando era uno Stratega che si eccitava parlando di morti cruente che ora che cerca di farmi da analista perché si sente in colpa per avermi fatto pensare il mio ragazzo morto. Tuttavia devo ammettere che su qualcosa potrebbe forse, dico forse, avere ragione. Suo padre sarà orgoglioso di lui, sarà un ottimo Stratega. Poso il bicchiere e ancora non mi capacito di essere finita a parlare di cose così private con Seneca Crane.

"Seneca, ascolta, tu... Sei davvero gentile a darmi questi pseudo consigli da strizzacervelli, ma quello che devi capire è che tu non mi conosci. Pensi di conoscermi perché mi hai vista in tv, hai visto i miei Giochi, mi hai parlato per dieci minuti, ma non è così. Quindi grazie, ma ora devo proprio andare."

Ecco, quest'anno i nostri Tributi saranno presi di mira perché io non sono stata carina con Crane junior e chi glielo spiega adesso a Gloss? Ci alziamo insieme e vengo trattenuta di nuovo, sta volta soltanto dalla sua voce. "Hai ragione. Non ti conosco. Ma mi piacerebbe farlo. Se ti fermi in città potremmo vederci qualche volta. Come domani sera a cena."

Ok, perché mi sta chiedendo di uscire invece di essere offeso a morte? E poi non si accorge del conflitto di interessi? Gli uomini, il loro ego e i loro ormoni. "Stando alla tua teoria, io non sono pronta per impegnarmi in qualcosa e una cena con te ha tutta l'aria di essere un impegno" rispondo evasiva. Anche se potresti essere il mio tipo, Crane. Una storia senza futuro che tra qualche mese, con l'inizio dei Giochi, giungerebbe al capolinea.

"Hai ragione, di nuovo. Qualcosa di meno impegnativo? Domani a colazione?" e mi fa quel sorriso che gli mette quella luce furba negli occhi. Uno stratega maledettamente bravo.

"Io adoro le colazioni" rispondo rassegnata con un mezzo sorriso.

"Allora domani alle nove al Brew?" mi chiede con quel sorrisetto ben piazzato sulle labbra mentre io annuisco e prendo il braccio che mi porge per riaccompagnarmi nel salone. 

 

Quando torno al nostro appartamento al primo piano della Torre del Centro di Addestramento cerco di fare del mio meglio per non fare rumore, ma quando entro nella sala tv per approfittare del divano e togliermi le scarpe ci trovo Amarillis nel suo pigiama rosa. "Ciao" esordisco mentre mi siedo accanto a lei e mi libero dei tacchi. "Gloss e Ganymedes dormono?"

"Gany è crollato un paio d'ore fa, Gloss è tornato da poco. È andato a dormire perché domani deve alzarsi presto, ha detto che ti saluterà prima di partire." Gloss torna a casa domani, io mi fermo ancora qualche giorno per lavorare al nuovo album. "Sei sicura di non volerti fermare da noi?"

"Ma no, starò bene in hotel. Avrò degli orari assurdi, non voglio darvi noia" rispondo mentre riesco finalmente a saltare fuori dal vestito e mi siedo accanto a lei, restando strizzata nella sottoveste, ma almeno libera dalle piume.

"Non ci dai noia. Puoi venire quando vuoi." Le sorrido e restiamo qualche minuto in silenzio, il mio piede che giocherella con le piume del vestito abbandonato sul pavimento. "Come stai?" Ha aspettato un intera giornata a chiedermelo, Amarillis sta decisamente facendo progressi. Si riferisce al fatto che sta notte ho avuto un incubo peggiore del solito e ho svegliato tutti con le mie urla. Lo so perché ho sentito passi in corridoio e Gloss che rispediva tutti a letto. Poi è venuto a controllare che stessi bene e ha aspettato con me che mi calmassi.

"Sto bene, era solo uno dei soliti incubi" rispondo con mezzo sorriso. All'inizio si preoccupava molto, così le ho parlato degli incubi sull'arena. Per quanto sia un po' stravagante e molto capitolina, Amarillis è un'amica ormai e capita spesso di dover condividere questo posto quindi ho preferito essere sincera. Lei ha capito e tratta l'argomento con molta delicatezza. "Qualche gossip succulento dalla festa?" le chiedo per cambiare discorso e tranquillizzarla.

"Uno in effetti..." risponde vaga mostrandomi il tablet aperto sulla sezione gossip di Capitol Couture, con tutte le ultime notizie dalla festa più importante dell'anno. C'è una foto di me e Seneca seduti al nostro divanetto appartato che chiacchieriamo con tanto di titolo che recita I'm a Gamemaker but I won't play games with your heart. Io mi chiedo chi si inventi queste cavolate, davvero.

"Stavamo solo parlando!"

"Sarà, ma vi danno come la coppia più bella della serata" dice lei, con un sorriso compiaciuto. "È pubblicità positiva, ci serve, continua a fare gli occhi dolci a Seneca Crane."

"Non gli stavo facendo gli occhi dolci! Ma c'è la possibilità che domani lo riveda, un incontro di lavoro, naturalmente."

"Naturalmente." E dal modo in cui lo dice capisco che non ci crede minimamente.

"Buonanotte Amarillis" dico ridacchiando mentre raccolgo scarpe e vestito e mi avvio verso la mia stanza.

 

È già mezz'ora che Gloss è passato a salutarmi e io sono ancora come mi ha lasciata: davanti l'armadio indecisa su cosa mettere. "Ti serve una mano?" mi chiede un divertito Ganymedes dalla soglia. "Ho sentito che hai una colazione di lavoro abbastanza importante..."

"Spero non ti abbia svegliato solo per dirtelo" ridacchio mentre osservo un tubino bianco.

"Ha avuto la gentilezza di aspettare sta mattina. Allora, secondo me dipende tutto da chi vuoi mandare all'appuntamento. La golden girl..." dice pensieroso mentre prende un abitino luccicante color oro con un'ampia scollatura, "o Stella" conclude mettendo sul letto un abito monospalla di un viola intenso. Guardo i due abiti affiancati e alla fine prendo il secondo.

"Devo farlo scappare, questo sarà l'unico appuntamento. Quindi ci mando Stella."

"E se poi dovessi piacergli?" mi chiede mentre posa l'abito luccicante.

"Stiamo parlando di Seneca Crane, non sono il suo tipo."

Arrivo al Brew, uno dei locali più in della Capitale, un paio di minuti dopo le nove, ma trovo Seneca già seduto ad aspettarmi. Con quella camicia rossa e il completo bordeaux scuro sta davvero bene, non posso negarlo. Lo saluto e mi siedo, evitando strette di mano o altri contatti fisici. La cameriera arriva a prendere le nostre ordinazioni e io scelgo pancakes con uova strapazzate e bacon e un succo d'arancia, lui pane tostato con burro e marmellata e un caffè. Ecco, lo sapevo che avrei dovuto far scegliere prima lui. Odio avere una montagna di cibo davanti quando sono a tavola con qualcuno che non mangia.

"Ci tengo a precisare che io di solito non mangio così tanto, è che mi aspetta una giornata assurda e questo sarà probabilmente il mio unico pasto fino a sta sera..."

"Stella, hai un corpo da urlo, puoi mangiarti anche un ippopotamo se vuoi, per me non c'è problema!"

Ok, come faccio a mollarlo se lui mi dice certe cose? Ha detto che posso mangiare un ippopotamo. Per fortuna arrivano le nostre ordinazioni e posso limitarmi a sorridere senza rispondere davvero. Tanto a rompere il silenzio ci pensa lui. "Comunque ti capisco, stiamo lavorando all'arena in questo periodo, sai quando inizi ma non quando finisci, se finisci" risponde ridendo mentre io resto a fissare le punte della sua barba che si muovono cercando di non fare battute in merito.

"Sarà una bella arena?" gli chiedo con uno sguardo languido e curioso, sporgendomi leggermente verso di lui, che però non ci casca, non che mi aspettassi il contrario.

"Per quanto ci stiamo lavorando, lo spero" risponde con un sorriso furbo. "Sarai un Mentore quest'anno?"

"Già, io e Cashmere."

"Puntate sulla bellezza?" mi chiede col suo sorrisetto da spaccone.

"Per distrarre gli avversari e rubargli gli Sponsor" rispondo con un'espressione angelica.

"Avete già iniziato a lavorare su qualcosa?" mi chiede mentre spalma una delle marmellate i cui vasetti circondano il suo piatto sul pane.

"Beh..." esito bevendo un sorso di succo non sapendo bene cosa dire. In teoria no, non potremmo lavorare su nulla prima della Mietitura visto che non abbiamo nessuno con cui lavorare. In realtà abbiamo già puntato qualcuno in accademia di addestramento che secondo noi potrebbe essere un buon volontario. Accademia che, sempre in teoria, non dovremmo neanche avere.

Seneca percepisce il mio disagio e alza le mani. "Hai ragione, scusami, non si parla di Giochi" liquida la cosa tranquillamente e io torno a respirare. "Quanto ti fermi in città?"

"Qualche giorno, ho degli incontri col produttore e devo andare in studio di registrazione, vediamo quanto ci metteremo..."

"Mia sorella è una tua fan, dovrai farmi avere una copia autografata del tuo nuovo album" e stavolta è lui ad usare il sorriso da seduttore.

"Non è considerabile come corruzione?" gli chiedo ridendo mentre finisco anche le ultime briciole.

"Solo se lo vengono a sapere" risponde lui, cospiratorio. "Senti, ora che ci conosciamo meglio e che complottiamo insieme, che ne diresti di accettare il mio invito a cena? Non sei costretta ad indossare un vestito dorato!"

Cosa? Non ha ancora intenzione di desistere? "Seneca, ascolta, non credo sia una buona idea. Tu sei simpatico e carino ma io... Non sono quella che hai visto in tv, non sono come mi dipingono i giornali e decisamente non sono il tuo tipo."

"Credevo avessi capito che non voglio quella che vedo in tv" mi dice serio, con una nota di dispiacere nella voce. "Mi piacerebbe conoscere la vera te, sembri una ragazza interessante. Quindi se dovessi cambiare idea, chiamami." Prendo il foglietto che mi porge e lo metto in borsa. Non che io voglia chiamarlo, ma il numero di uno Stratega può sempre tornare utile, no?

 

Sono passati due giorni dalla colazione con Seneca e questo è il primo momento libero che ho. È quasi ora di cena e questo mi fa pensare che non l'ho più richiamato per rispondere a quel suo invito. Mi rigiro il bigliettino tra le mani e non so bene che fare. So che sarebbe meglio non chiamarlo, ma c'è una piccola parte di me che si sente abbastanza intrigata da lui. Anche se probabilmente a quest'ora si sarà già dimenticato di me, chissà quante ragazze di Capitol City vorranno uscire col nuovo Stratega. Facciamo così, io chiamo. Se non risponde butto il suo numero, se risponde... Si vedrà.

Dopo il terzo squillo sto per chiudere ma lui mi precede. "Seneca Crane." Accidenti, se risponde con questo tono asciutto e sicuro di sé la mia volontà vacilla un po'.

"Seneca, ciao. Sono Stella..."

"Stella! Ci avevo perso le speranze."

"Non ho avuto molto tempo libero. Se non sei più interessato lo capisco..."

"Ti passo a prendere tra un'ora."

Ha riattaccato. Non ho avuto nemmeno la possibilità di ribattere. Seneca Crane è uno stronzo pieno di sé, maleducato e incivile! E io non so che cosa mettermi. Chiamo Ganymedes mentre apro l'armadio e osservo i vestiti. "Finalmente esci con Seneca?" Neanche un 'ciao'. Sono sicura che lui e Amarillis abbiano fatto una qualche scommessa su quanto ci avrei messo a chiamarlo.

"Consideriamolo un incontro di lavoro, ok?"

"Tu che ti lavori Seneca Crane?"

"Sei pessimo."

"Metti quel monospalla nero con i decori oro. Mi sembra un buon compromesso."

Adoro il mio stilista e le sue idee geniali, anche se è pessimo. Lo ringrazio e metto il turbo per prepararmi e quando mi chiamano dalla reception sono anche perfettamente puntuale. Non sia mai che facciamo aspettare Mister Spaccoilsecondo. Seneca mi sta aspettando fuori, appoggiato alla sua macchina sportiva rosso scuro. Va bene, è carino, non lo posso negare. Mi avvicino e lo saluto, lui mi dà un bacio sulla guancia e mi soffia in un orecchio "Sei meravigliosa." Poi mi apre la portiera e va a mettersi alla guida. Mh, non ho idea di dove stiamo andando.

"Non pensavo avresti chiamato" mi dice con un sorrisetto guardandomi con la coda dell'occhio.

"Sono un tipo molto riflessivo che ha bisogno dei suoi tempi."

"In giro dicono che sei impulsiva."

E potrei anche immaginare chi lo dice. "Se si tratta di vedermela con un giaguaro magari sono impulsiva, se si tratta di uomini sono molto riflessiva." Mi giro a guardare le luci di Capitol City dal finestrino. "Adoro questa città di sera."

"Questa città è come te. Bellissima fuori ma dentro chissà che misteri nasconde."

"Se farai il bravo potrei rivelartene qualcuno" rispondo voltandomi per qualche secondo verso di lui per poi tornare a guardare fuori.

Il ristorante che ha scelto Seneca è uno dei più sofisticati della città, lo conosco perché ci sono stata un paio di volte con Publius. Cosa che naturalmente eviterò di dire. Il nostro tavolo è in un privé quindi spero di non finire nuovamente nella sezione gossip di Capitol Couture, sarebbe imbarazzante dover spiegare che indosso anche altri colori oltre al dorato.

 

Mh. Il fattaccio è successo. Osservo il soffitto della stanza chiedendomi come chiedergli delicatamente di andarsene. E concentrarsi con Seneca che mi bacia il collo non è la cosa più facile del mondo. Osservo svogliatamente la sveglia, sono le due e io domani devo alzarmi presto per occuparmi delle ultime cose prima di tornare a casa. "Quanto ti fermi?" mi chiede mentre mi scosta una ciocca di capelli dal viso.

"Non lo so, ancora qualche giorno, credo" mento io. Parto dopodomani col treno delle dieci del mattino, ma non so ancora quanto voglio che questa storia con Seneca diventi seria. "Devo alzarmi presto domani..." lascio cadere casualmente.

"Meglio che ti lasci riposare, allora" risponde prima di darmi un bacio e alzarsi per rivestirsi. O è incredibilmente loquace o è abituato ad amanti che lo cacciano garbatamente via. Lo osservo spudoratamente mentre si veste. "Perché il rosso?" gli chiedo stiracchiandomi.

"Mh mi ha sempre dato un'idea di potere. E poi mi sta bene" risponde con un sorrisetto furbo mentre si abbottona la camicia. "Perché il dorato?"

"L'ha scelto Ganymedes perché gli sembrava adatto a rappresentare il Distretto. Poi ci abbiamo costruito sopra un personaggio."

"E a te non piace?"

"Mi piace quando sono qui" rispondo vaga mentre afferro la vestaglia e vado a fargli il nodo alla cravatta. Non credo ci sia bisogno di mentire con lui, è uno Stratega, sa che i Giochi si basano anche sulle storie per conquistare il pubblico.

"Non far passare altri due giorni prima di chiamarmi" mi dice sulla soglia prima di baciarmi.

"Potresti chiamarmi tu."

"Speravo di ricevere questa autorizzazione" risponde sorridendo per poi uscire e lasciarmi piena di dubbi. 

 

La prima cosa che faccio appena scesa dal treno è correre ad abbracciare Sapphire. Sono stata lontana da casa meno di una settimana ma è bello essere di nuovo qui, tornare alla normalità. Ci incamminiamo verso il Villaggio dei Vincitori parlando del più e del meno, dell'idraulico che non è ancora andato ad aggiustare la loro tubatura che perde, della nuova pasticceria che ha aperto in centro e del fatto che ho dimenticato una finestra aperta e Sapphire è dovuto andare a chiuderla. Approfitto di un momento di silenzio per prendere l'argomento Seneca, meglio togliersi subito il peso. "Devo dirti una cosa."

"Di chi si tratta?" Mi chiedo come faccia a capire sempre tutto.

"Non ti piacerà."

"Peggio di McEntire?" si volta a guardarmi con un'espressione tra il basito e il divertito.

"Seneca Crane."

"Speravo fosse una stupidaggine che si era inventata quella rivista" sbuffa mentre si vede in lontananza il cancello del Villaggio. "Almeno ha solo una decina di anni più di te."

"Lo sai che mi piacciono i ragazzi maturi" scherzo mentre percorriamo il viale.

"Finnick Odair?!"

"Che c'entra, lui è Finnick Odair, non si dice di no a Finnick Odair!" rispondo ridendo.

"Dimmi di Seneca."

"Non c'è molto da dire, siamo usciti un paio di volte. Lui è carino e simpatico, ma è uno Stratega c'è troppo conflitto di interessi. Ed è il figlio dell'uomo che mi ha mandato contro un giaguaro. Sulla lunga distanza non potrebbe funzionare."

"E allora perché stiamo parlando di lui?" mi chiede con un sorrisetto da chi la sa più lunga di te.

"Perché ti dico sempre tutto!"

"No, tu mi parli di quelli davvero importanti. Non mi hai mai detto di aver baciato Marcus, ad esempio."

Mi sento arrossire e mi giro dall'altra parte. "E com'è che l'hai saputo lo stesso?" cerco di cambiare argomento.

"Era il mio Tributo e ti venerava, credevi davvero che l'avrebbe tenuto per sé?! Comunque stavamo parlando di Seneca."

"Non c'è molto altro da dire, lui mi chiama, io non rispondo e aspetto che si stanchi" taglio corto, prima che mi possa dire qualcosa che mi faccia riconsiderare la possibilità di richiamarlo.

"Non c'è che dire, quella di non vederlo più mi sembra una decisione molto matura. Ecco perché non penso che durerà" mi risponde lui, cercando senza molto impegno di non ridere.

"Ehi! Non andrà affatto cos--"

"A tavola alle otto, non fare tardi, altrimenti Eve se la prende con me" mi dice sorridendo prima di darmi un bacio sulla guancia e avviarsi verso casa. Vorrei ribattere ma decido che è meglio andare a cambiarmi. Non voglio arrivare tardi ad una delle succulente cene di Eve.

 

L'indomani mattina alle otto sono già in Accademia con Cashmere ad osservare gli allenamenti, alla ricerca del volontario perfetto per i prossimi Giochi. "Che ne pensi di quello?" mi chiede indicandomi un ragazzo che ne ha appena messo al tappeto un altro sul ring.

"Non male. Di sicuro la forza e la prestanza fisica ci sono, ma i suoi movimenti sono lenti. Non so, dipenderebbe dal tipo di arena."

"Quell'altro?" Si riferisce ad un ragazzo che si sta esercitando nello schivare i coltelli lanciati da un allenatore.

"Veloce, scattante, non un granché in strategia però, a giudicare dalla sua scheda valutativa" rispondo mentre cerco un foglio dalla pila che ci è stata consegnata sta mattina dal direttore e glielo passo. Lei sbuffa, depenna un altro nome dalla lista dei diciottenni maschi e mi restituisce la scheda.

"Quanto a prestanza fisica e velocità che mi dici di..." fruga qualche secondo tra i fogli poi ne afferra uno e si volta verso di me, "Seneca Crane?" conclude con un sorrisetto malizioso.

"Cash, stiamo lavorando!" Ma dal suo sguardo capisco che non sarà facile evitare la domanda. Roteo gli occhi ed emetto un verso scocciato, ma non posso non apprezzare il suo modo di tirarmi in trappola. "La prestanza è buona, quanto alla velocità non è uno a cui piace fare in fretta..." rispondo ridacchiando mentre lei spalanca gli occhi e mi dà di gomito. "Ora possiamo tornare a lavorare?"

Lei annuisce di malavoglia e mi passa le cartelle valutative delle ragazze mentre cambiamo sala. Per quanto il tuffo nei lustrini di Capitol City mi sia piaciuto, è finito, si torna al lavoro. E bisogna dare il massimo perché sono stanca di vedere i nostri ragazzi morire. 

 

 

 

 

Author's Note.- Eccoci qua :3 So che il capitolo è stato un po' lungo, spero di non avervi annoiato. C'è qualche precisazione che devo fare, per cominciare. 1) La prima frase è un omaggio a Sophie Kinsella, chi la legge probabilmente lo aveva già intuito, quindi il copyright è suo. 2) Per quanto riguarda l’arena dei Sessantanovesimi Giochi mi sono attenuta alla breve descrizione che ne viene data nel primo film. 3) The Brew è il nome del locale che fa spesso da sfondo alle vicende di Pretty Little Liars. Non mi veniva un nome decente e così ho preso in prestito questo. 4) Il titolo dell'articolo di gossip su Capitol Couture l'ho ripreso da un'immagine che ho trovato per caso sul web perché mi è sembrato abbastanza nello stile capitolino. 5) Ho ripreso le fattezze fisiche del Seneca del movieverse perché si adattavano meglio alla storia, quindi il 'mio' Seneca sarà un po' più giovane di quello dei libri. Dal movieverse vengono naturalmente anche la barba e lo stile nel vestirsi.

Detto ciò, vorrei spendere due parole su Seneca. Spero davvero di non averlo reso OOC. Nel libro, per quel poco che compare, e nel film sembra molto capitolino ma non spietato come invece si può dire di Snow e spero di aver reso quanto meno decentemente questa dicotomia. Contrariamente da quanto magari sarà sembrato da questo capitolo, la storia non sarà incentrata sulla love story tra lui e Stella, dal terzo capitolo inizieranno i Giochi e l'attenzione si sposterà su quelli. Quindi tranquilli che non sarà una specie di Harmony capitolino 8D

Penso che aggiornerò ogni cinque o sei giorni, più o meno come con le altre storie. Ora basta che ho davvero parlato troppo, vi lascio soltanto qui i vestiti indossati da Stella durante il capitolo, come da tradizione.

Spero di ritrovarvi al prossimo capitolo, un bacio a tutti!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Mettersi in gioco ***


The Golden Girl {pt. 3}

 

 

 

Capitolo 2 - Mettersi in gioco

 

 

 

 

 Il Gala organizzato annualmente da Capitol Couture è uno degli eventi più attesi dell'anno a Capitol City. Partecipano tutti gli stilisti più in vista ed è l'occasione per avere un assaggio delle collezioni che presenteranno nei prossimi mesi. Le Accompagnatrici sfoggiano vestiti creati appositamente per loro dallo stilista che si occuperà del Distretto e quelle che ancora non hanno uno stilista hanno modo di sceglierne uno. Il look è una questione di vitale importanza nei Giochi, la prima apparizione dei Tributi durante la sfilata può già portargli degli Sponsor. Gli Hunger Games sono una vetrina per chiunque voglia farsi notare nell'ambiente della moda e questa festa è una delle occasioni in cui si decidono gli equilibri in questo settore.

Ganymedes vestirà uno dei Distretti favoriti, quindi si trova qui principalmente per farsi pubblicità, più che per ottenere contratti. Amarillis sfoggia un abito rosa chiaro con un'ampia gonna al ginocchio in una stoffa tempestata di pietre preziose che è l'invidia delle sue colleghe. L'Accompagnatrice del Sette è verde d'invidia, il loro stilista è un disastro, continua a vestire i Tributi come alberi. Effie Trinket non se la passa meglio, i ragazzi del Dodici vengono sempre presentati come minatori, non molto d'impatto. Non mi sorprende che non indossi un suo vestito, non ce la vedrei proprio in nero fuliggine.

Io, diciamocelo, sono qui in vece di manichino. Sfoggio un meraviglioso abito e il mio compito è quello di fare da pubblicità vivente per Ganymedes, nonostante sul mio invito c'era scritto che non vedevano l'ora di avermi come ospite d'onore e bla bla bla. Il mio vestito è in una stoffa simile a quella di Amarillis ma naturalmente color oro. Ganymedes ha fatto così tanto per presentarmi al meglio durante i Giochi che non potevo certo rifiutarmi di essere qui. Sto chiacchierando con due fotografi della rivista che conosco quando la mia attenzione viene catturata da una coppia che fa la sua entrata. Seneca Crane sfoggia un completo nero con una camicia bordeaux che fa risaltare i suoi occhi azzurri e al braccio ha un accessorio davvero raffinato: una stangona con delle gambe chilometriche e una fluente chioma castana, strizzata in un abito rosso scarlatto che lascia poco all'immaginazione. Sto per riportare l'attenzione sui miei interlocutori quando i nostri sguardi si incrociano. Gli rivolgo un sorriso timido di saluto e lui ricambia con un'occhiata gelida prima di sorridere alla sua accompagnatrice e passarle un braccio attorno alla vita. È passato un mese da quella nostra cena e deduco non abbia apprezzato il modo in cui ho tagliato i ponti. Ganymedes ci raggiunge e io riporto l'attenzione sul fare il mio lavoro, dicendo quanto ci stiamo impegnando per i prossimi Giochi e mostrando il mio vestito ad un gruppetto di Capitoline che si uniscono a noi.

A metà serata ho finalmente il permesso di prendermi qualche minuto di pausa e appollaiarmi su uno degli sgabelli del bar. Sto meditando su quanti si accorgerebbero se mi levassi i sandali nascondendoli sotto la gonna quando Seneca Crane si ferma a pochi passi da me e dice qualcosa al barista. Spinta da quello che senza dubbio è un istinto autodistruttivo, lo affianco e lo saluto con un cauto "Ciao, Seneca".

"Stella" risponde lui voltandosi verso di me giusto il tempo di rivolgermi un altro sguardo freddo prima di tornare a guardare davanti a sé.

"Bella festa, vero?" ritento per fare un minimo di conversazione ed evitare di sembrare un'idiota che importuna uno Stratega.

"Meravigliosa" è il suo commento atono mentre si passa una mano sul mento e osserva distratto i movimenti del barista.

"Ti trovo in forma." Magari riesco a solleticare il suo ego.

"Anche tu stai bene, bel vestito" risponde senza neanche guardarlo mentre arrivano i due bicchieri che aveva chiesto.

"Mi dispiace per come è andata tra noi" è il mio ultimo, patetico, tentativo di attirare la sua attenzione. Non so neanche io perché, mi sento una cretina.

"Ah ti dispiace?" Finalmente si è voltato verso di me ma il suo sguardo è così amaro che forse preferivo quando non mi guardava. "Bene, perché io davvero non capisco dove ho sbagliato. Mi hai detto che volevi andarci piano e ho avuto pazienza, non ho mai parlato di impegni, ho persino aspettato di avere il tuo permesso per chiamarti e tu sei sparita. Visto che vuoi parlare perché non mi dai una spiegazione?"

Nonostante il tono calmo si capisce che è arrabbiato. Molto arrabbiato. E so che ha ragione lui, mi sono comportata come una stronza scaricandolo in quel modo. Sotto il suo sguardo basito rubo uno dei suoi bicchieri e lo butto giù in pochi sorsi, sentendo il gusto dolciastro che mi invade il palato. Questa roba fa schifo, avrei dovuto ordinare uno scotch. "Il fatto è..." quanto mi costa ammetterlo, "che avevi ragione tu. Ho paura degli impegni e le persone che mi piacciono sono sempre quelle con cui non ho nessuna possibilità di avere un rapporto normale. E tu fai parte di questa categoria, sei uno Stratega, non si può, non può durare." Prendo un attimo fiato e cerco di capire cosa pensa di ciò che ho detto ma lui ha un'aria imperscrutabile. "E mi dispiace perché con te ci stavo bene, nonostante tu sia uno sbruffone egocentrico e borioso che si presenta con una modella con un'autostrada di gambe di cui, lo ammetto, sono gelosa." Forse verso la fine il mio tono si è inacidito un po', pazienza.

Lui, con mio grande stupore, sorride, uno dei suoi sorrisi furbi, poi si volta verso di me con un sopracciglio alzato e l'aria trionfante. "L'ho scelta proprio per farti ingelosire, infatti." Infatti. La mia espressione confusa lo esorta a continuare e ad autocompiacersi. "Sono uno Stratega, Stella. Vedo che sono riuscito nel mio intento di farti uscire dal silenzio in cui ti eri chiusa quindi deduco di essere anche un bravo Stratega."

È così tronfio e gongolante che vorrei schiaffeggiarlo. E poi baciarlo. Ma non posso fare nessuna delle due cose quindi mi limito a rubargli anche l'altro bicchiere e a bere un sorso. "Un ottimo Stratega" mugugno alzando gli occhi su di lui prima di svuotare anche questo. "Ti posso chiamare domani?"

"Vedi di non dimenticartene" risponde con un sorriso di trionfo per poi allontanarsi e sorridermi mentre bacia la guancia della sua accompagnatrice. Ho la vaga impressione che abbia intenzione di continuare così per tutta la sera.

"Scotch" dico al barista "e fammelo doppio."

 

Guardo la sveglia sul comodino con un occhio aperto e l'altro chiuso. Sono già le dieci e io domani mattina devo prendere un treno. Il mio pensiero va alla valigia ancora sfatta in hotel e ai vestiti sparsi sul letto. Mi conviene andare prima che crolli addormentata.

"Perché non ti fermi a dormire?" mi tenta la voce di Seneca mentre lui mi passa un braccio attorno alla vita e sento il profumo del suo dopobarba.

"Ho il treno domani e la valigia ancora da fare..."

"Ti accompagno in hotel domani mattina e ti aiuto, faremo in un attimo."

Ammetto che sono tentata ma temo di svegliarlo nel cuore della notte con un incubo sull'arena dovuto a tutto quello che mi ha fatto passare suo padre e il solo pensiero mi dà la forza di mettermi in piedi. "Meglio di no, preferisco andare" taglio corto mentre mi rivesto e cerco di riavviarmi i capelli come posso. Lui si mette a sedere e mi guarda serio.

"Va bene, qual è il problema?"

Gli lancio un'occhiata attraverso lo specchio mentre mi pettino. "Quale problema?"

"Il tuo. Sono tre mesi che ci frequentiamo e ogni volta che sono da te mi cacci, ogni volta che ti chiedo di fermarti a dormire trovi una scusa, quindi qual è il problema?"

"Non c'è nessuno problema. Solo, io non faccio queste cose. Mi piace dormire da sola, non dormo con la gente."

Lui mi guarda come se stessi dicendo delle assurdità. "Non dormi con la gente? E quando ti sposerai cosa farai, caccerai tuo marito in un'altra camera?" Gli sfugge una risatina e io fisso lo sguardo sulla mia borsa controllando che non manchi nulla.

"Non mi pongo il problema, io non mi sposerò. Non fanno per me queste cose. Se ti va bene è così, se no trovati qualcun'altra." Mi avvio verso la porta senza nemmeno salutarlo, decisa a scappare il prima possibile da questa conversazione scomoda. È la prima volta che mi trovo a dover parlare di come vedo il mio futuro sentimentale e non immaginavo che il momento sarebbe arrivato così presto. Sento Seneca in corridoio così affretto il passo e mi chiudo la porta alle spalle, fiondandomi in ascensore. Non avrei mai dovuto iniziare una relazione con qualcuno così lontano da me, lo sapevo che non sarebbe andata bene, perché sono sempre così stupida?

 

Nel fine settimana l'accademia è chiusa quindi non ho granché da fare e me ne sto sul divano a mangiare il mio yogurt coi cereali e a guardare uno stupido programma sulle case più belle di Capitol City. Beh forse non è poi così stupido, ogni tanto mi dà qualche buona idea. Tipo questo divano zebrato a dieci posti. Chissà se nel mio salotto ci entrerebbe... Oh e guarda quella piscina! Perché non ho mai pensato a far installare una piscina? Cashmere e Gloss ce l'hanno, potrei chiedere a loro chi gliel'ha fatta... Sto quasi per prendere il telefono e chiamarli quando sento suonare il campanello. Sbuffo mentre poso la ciotola vuota sul tavolino e mi avvio verso la porta. Probabilmente sarà Ruby che ha bisogno di qualche ingrediente per la sua torta del giorno. Ultimamente le è presa questa mania di fare dolci e ci rimpinza di biscotti, brownies e cose di questo genere, anche perché al terzo giorno Frank si era già stancato di mangiare dolciumi. Quei due dovrebbero seriamente fare un bambino così lei sarebbe impegnata e la nostra glicemia al sicuro. Apro la porta e sto per dire che non ho più uova ma sono costretta a mordermi la lingua. Davanti a me c'è Seneca Crane e sono abbastanza sicura che non gli serva la farina doppio zero.

Rimango a guardarlo senza sapere che dire finché non è lui ad interrompere il silenzio. "Posso entrare?" mi chiede incerto e io mi faccio da parte per fargli spazio. Muove qualche passo nel corridoio guardandosi intorno e io mi affretto a spegnere la televisione.

"Posso offrirti qualcosa? Stavo facendo il tè" propongo nonostante la situazione mi sembri surreale e lui mi segue in cucina. Si siede mentre io accendo il fuoco e poso sul tavolo un piatto con dei biscotti (fatti da Ruby).

"Mi piace casa tua" dice lui di punto in bianco mentre io prendo i tovaglioli e le tazze di porcellana a fiori che mi ha regalato mia madre la settimana scorsa.

"Grazie" rispondo con mezzo sorriso mentre lui prende un biscotto, "stavo pensando di mettere una piscina."

"A forma di stella magari, quelli di Capitol Houses ci andrebbero a nozze" mi prende in giro lui ridacchiando e risponderei per le rime, se non fosse che il bollitore fischia e devo versare l'acqua nelle tazze. Metto sul tavolo la scatola piena di bustine di tè e lo lascio scegliere per primo. Cannella per lui, frutti di bosco per me. Restiamo in silenzio per qualche minuto e mi accorgo che il fatto che lui sia qui, nel mio rifugio sicuro, non mi dà fastidio. Ma non possiamo restare tutto il pomeriggio in silenzio o a parlare del più e del meno, purtroppo. "Allora... Come mai da queste parti?"

Lui sposta lo sguardo dalla tazza a me. "Dopo averti dato un paio di giorni per chiamarmi ho intuito che non sei il tipo che chiama per scusarsi e così mi sono preso qualche giorno di pausa e sono venuto ad affrontarti di persona."

"È un lungo viaggio, per delle scuse" rispondo cauta lanciandogli un'occhiata di sbieco e tuffando pezzettini di biscotto nel tè.

"In effetti vorrei anche una spiegazione" afferma con quel suo tono che non ammette repliche e io riporto l'attenzione sulla tazza. Credo di non avere via di fuga sta volta. Potrei mentire, ma sinceramente mi sono stancata. Sono a casa mia, nel mio mondo, e non voglio indossare una maschera e recitare una parte, non qui.

"Va bene. Ma quello che ti dirò deve restare tra di noi o io finisco con la lingua mozzata a pulire le stanze dei Tributi al Centro di Addestramento." Lui mi guarda serio e annuisce. "Dopo l'arena nessuno torna come prima. Hai visto e fatto cose così brutte che tornare alla vita normale non è possibile. Non ci sono vincitori, non ce ne sono mai, solo sopravvissuti. E sopravvivere richiede che tu faccia i conti con i ricordi della gente che hai ucciso, delle torture che hai subito. C'è chi si butta sull'alcol, chi sulla morfamina, ognuno cerca di dimenticare la vista del sangue sulle proprie mani, ma non puoi, non a lungo almeno."

Faccio una pausa e bevo qualche sorso per riordinare le idee. Parlare dell'arena con qualcuno che non c'è stato è sempre così difficile. "La notte quelle cose tornano, si insinuano nella tua mente, ti riportano lì, a uccidere, a scappare, ad avere paura... Ti svegli urlando senza sapere dove sei, vedendo il sangue intorno a te, anche se è solo nella tua mente... È per questo che--"

Sento la sua mano che prende la mia e la stringo, tenendo lo sguardo basso e passando un dito sul tavolo, in attesa di una qualunque reazione. "Non credere che io non sappia quello che succede nell'arena. Tu ti sei sporcata le mani di sangue per difenderti, gli Strateghi uccidono quei bambini per la fama, per il divertimento del pubblico... Non sei l'unica ad avere problemi a dormire la notte, Stella, a mettere su un sorriso falso quando sei davanti al pubblico... Non credere che a me piaccia il mio lavoro. Ma quando tuo padre è il Primo Stratega e ha già deciso che dovrai seguire le sue orme non c'è molto che tu possa fare" conclude con una nota di rassegnazione nella voce e io mi trovo a stringere di più la sua mano.

"Hai detto che ti sei preso qualche giorno di pausa dal lavoro... Ti va di restare a dormire?" gli chiedo alzando gli occhi su di lui per la prima volta da quando abbiamo iniziato a parlare. E dal suo sorriso capisco che è un sì.

 

Nonostante sia domenica la sveglia suona alle otto. Ah già, avevo detto che sarei andata a correre. Questo prima che Seneca, che ora mugugna qualche lamento contro di me e contro la sveglia, piombasse in casa mia. Ieri abbiamo parlato tanto. Non solo parlato, ma comunque anche quello, per la maggior parte. Con l'aiuto di un paio di bottiglie di vino, lui mi ha diagnosticato una sindrome di Stoccolma nei confronti degli Hunger Games, un rapporto di amore/odio basato sul fatto che mi hanno distrutto a livello emotivo e psicologico, ma allo stesso tempo mi hanno reso una celebrità, ed essendo io patologicamente vanitosa (sì, ha detto proprio così) gli sono grata per questo e sono, nonostante lo neghi, attratta dai Giochi e dalla loro logica. Aveva un tono così serio e allo stesso tempo così ubriaco mentre lo diceva che ieri sera mi era sembrata una diagnosi anche abbastanza corretta. Ora mi viene solo da ridere. Quando è stato il suo turno (non saprei perché ad un certo punto sia diventata una gara a chi fosse l'analisi a più bravo) gli ho detto che ha fatto ruotare la sua vita attorno al desiderio di compiacere suo padre e vuole imitarlo a tal punto che anche lui è finito per cadere nella spirale di attrazione/disgusto per i Giochi. Il fatto che sia innegabilmente bravo in quello che fa solletica il suo ego a discapito della moralità della sua professione. Sì, ho proprio detto così, ho parlato di morale ed etica con un Capitolino. A mente quasi lucida mi sembra un controsenso, ma comunque.

Il lato positivo è che ero così ebbra di felicità e di vino che ho dormito un sonno senza sogni, o incubi. Magari fosse sempre così. Una piccola parte di me pensa possa essere merito di Seneca e del suo avermi abbracciata per tutta la notte, ma non lo ammetterò mai, non sono un tipo sdolcinato. Bleah. Mi decido ad alzarmi e a fare una doccia che lava via gli ultimi postumi della sbornia mentre Seneca si è riaddormento, senza apparenti ricordi della sveglia di prima.

"Vado a preparare la colazione, tu fatti una doccia che puzzi come una distilleria" lo prendo in giro prima di scendere in cucina, ricevendo in risposta un grugnito infastidito.

Ho apparecchiato e preparato i pancakes e sto gongolando osservando la tavola che sembra uscita da una di quelle riviste di arredamento che mi manda Amarillis, quando suona il campanello. Spero di non aver chiamato quelli per la piscina ieri sera, durante qualche momento particolarmente sbronzo. Mi affretto ad andare ad aprire e tiro un sospiro di sollievo quando scopro che si tratta di Cashmere e Ruby. Le due si fiondano dentro raggiungendo il salotto a passo di marcia.

"Vatti a vestire" mi dice Cash in tono perentorio.

"Basta stare qui a deprimerti per Seneca, non ti fa bene" le fa eco Ruby, assumendo la sua voce da Mentore.

"Ti portiamo a fare shopping."

"Ehm veramente io..." tento, ma loro ormai sono partite in quarta.

"Che c'è, hai altri impegni?" mi rimprovera subito Ruby, lanciandomi una delle sue occhiate stizzite, e io sto per rispondere, ma una voce dalle scale mi precede e tutte e tre ci voltiamo verso Seneca. Sta scendendo le scale con un asciugamano attorno alla vita, i capelli ancora bagnati e le goccioline d'acqua che gli scivolano sul petto. E sul mio pavimento.

"Credo di aver finito l'acqua calda, mi dispiace" mi annuncia prima di alzare la testa e passarsi una mano tra i capelli per portarli indietro. "Oh" esclama sorpreso quando si accorge della nostra presenza in salotto. "Buongiorno, signore" saluta tornando ad assumere il suo tono da playboy e quel sorriso sicuro di sé.

Cashmere e Ruby si prendono qualche secondo per studiarlo spudoratamente e poi quest'ultima si decide a dire qualcosa. "Sì, credo abbia altri impegni, Cash..."

"Forse è meglio se andiamo, ci vediamo nel pomeriggio" aggiunge la bionda e io so che, nonostante sembri un commento casuale, in realtà è una convocazione ufficiale.

Quando restiamo soli Seneca raggiunge la cucina e si versa una tazza di caffè. "Che dici, gli sono piaciuto?" mi chiede cercando di reprimere una risata, con scarsi risultati.

"Sei stato fortunato, poteva essere Sapphire e ora non staresti ridendo" gli rispondo con un ghigno malefico che, per una volta, lo rimette al suo posto.

 

Ce ne stiamo sul divano di Cashmere a guardare Dream Dress, un programma in cui la presentatrice se ne va in giro per i negozi di Capitol City con un vestito target da trovare, mangiando la red velvet che ha fatto Ruby. Nella puntata di oggi devono trovare il vestito perfetto per una cena con un ex e stanno discutendo su come dare un'immagine sicura di sé e allo stesso tempo sexy. Alta cultura, insomma.

"Perché nessuno si pone la vera domanda?" chiede Ruby esasperata, a nessuno in particolare. "Perché andare a cena con un tuo ex? Se l'hai lasciato ci sarà un motivo!"

"Magari per riconquistarlo" ipotizzo io mentre lo schermo viene invaso da un tubino di pelle che sembra più adatto ad un nightclub.

"Perché magari ti ha lasciato lui e vuoi fargli vedere che si è perso" concorda Cash mentre il tubino viene scartato, a favore di un vaporoso vestito rosso.

"Prima ti lascia e poi ti invita a cena? Spiegatemi la logica." Ruby è proprio scatenata e noi desistiamo, limitandoci a ridacchiare per le sue invettive contro i tessuti damascati. Appena parte la pubblicità prendiamo un'altra fettina a testa e parliamo del più e del meno. "Ti devo chiedere una cosa" attacca Ruby col suo tono serio che mi mette un po' di ansia. "Quanto ci mette Seneca ogni giorno a sistemarsi quella barba? No perché Frank ne ha una normale ed è capace di passarci delle ore!"

Scoppiamo tutte a ridere e io prometto di cronometrare Seneca domani mattina. "Secondo voi dovrei convincere Gloss a farsi crescere la barba? Va così di moda in questo periodo!" ci chiede Cashmere mentre io mangio un'altra forchettata di torta.

"Uuuh sì, magari un pizzetto!" risponde subito Ruby.

"O dei baffi!" rincaro io, con un sorriso a trentadue denti.

"O magari facciamo anche no" risponde la voce di Gloss dal corridoio e poco dopo spunta anche lui sulla soglia del salotto. "Guardale, le letali vincitrici del Distretto Uno" ci prende in giro appoggiandosi a una poltrona e guardandoci con la sua aria di rimprovero da Mentore.

"Vuoi un po' di torta?" chiede candidamente Ruby, incurante del velato rimprovero.

"No, grazie, ho già preso un caffè con Seneca" risponde, come se il caffè fosse una merenda, lanciandomi un sorrisetto divertito.

"L'hai conosciuto e torchiato a dovere?" chiede Cashmere ridendo.

"Gli ho casualmente detto che conosco più di cinquanta diversi modi di uccidere e che se fa soffrire la nostra piccolina sarò felice di mostrarglieli tutti" risponde lui compiaciuto mentre a me sfugge un sorriso. Povero Seneca.

"Anche noi l'abbiamo conosciuto..." fa eco Ruby nel suo miglior tono ambiguo cercando di non ridere.

"L'ho saputo" è la stringatissima risposta a cui segue uno sbuffo della bionda accanto a me.

"Non abbiamo guardato. Quasi per niente" risponde incrociando le braccia sul petto e poi alzandosi per andare ad abbracciare Gloss mettendo su la sua migliore espressione angelica. "Però sei così carino quando fai il geloso" aggiunge prendendogli le guance tra le dita mentre noi sul divano ridiamo per il risultato. Lui si sgancia dalla presa ma non nasconde un sorriso rassegnato.

Dopo aver finito la puntata di Dream Dress in compagnia di uno sconvolto Gloss, io e Ruby ci avviamo verso casa, fermandoci qualche minuto sul mio vialetto. "Sai, dovresti parlare con Sapphire, prima che lo scopra entrando in casa tua e trovando Seneca seminudo in salotto" mi fa notare col suo tono da sorella maggiore.

"Sì, dovrei. Ma se poi non è d'accordo? Se non gli piace?" Mi rendo conto di essere un po' in apprensione per il giudizio di Sapphire.

"È la tua vita, Stella, e devi prendere le decisioni che ritieni migliori. Sapphire può darti dei consigli, un parere, ma non può decidere per te. E sai benissimo che qualunque cosa farai ti vorrà sempre bene." Ruby ha questo potere di dire sempre le cose in grado di calmarti. "E poi ti ha fatto passare quel banalissimo cliché che è stato Finnick Odair, può accettare anche Seneca!"

"Siete tutte gelose di Finnick!" rispondo ridendo nonostante cercassi di avere un tono indignato.

"E vuoi darci torto?!" mi risponde per le rime prima di salutarmi con un abbraccio e dirigersi a casa sua. Rimango lì finché non mi saluta con la mano prima di entrare, poi faccio un respiro profondo e mi dirigo verso casa di Sapphire. Quando mi apre scopro che Eve non c'è perché è andata a fare la spesa e un po' mi dispiace perché avrebbe potuto intercedere per me nel caso Sapphire dovesse dare in escandescenze. Raggiungiamo il salotto chiacchierando del più e del meno (Ruby ha portato della torta anche a loro) e ci sediamo sul divano, restando qualche secondo in silenzio. Ho l'impressione che sappia benissimo perché sono qui e questo mi rende ancora più nervosa.

"Lo sai, vero?" chiedo fissandomi le ginocchia e giocherellando con l'angolo di un cuscino.

"Ignorare Seneca Crane che passeggia sulla tua veranda è un po' difficile" mi risponde con un accenno di sorriso mentre si appoggia meglio e io mi tolgo le scarpe e tiro su i piedi, cosa che quando c'è Eve mi è categoricamente vietata.

"E cosa ne pensi?"

Lui rimane un attimo in silenzio. "Tu sei felice? Lui ti fa stare bene?" Annuisco e mi accoccolo contro la sua spalla. "E allora vivitela. Se dovesse andare male pazienza, avrai amato e lottato per quello che sentivi giusto, potrai camminare a testa alta. Se andrà bene hai solo da guadagnarci. Comunque vada io sarò qui."

Sento gli occhi pizzicare e lo abbraccio, rendendomi conto di quanto Sapphire sia diventato importante per me in questi tre anni. Non sono brava con le frasi smielate e con l'esprimere i sentimenti, mi sento sempre in imbarazzo. Così mi limito a dire che gli voglio bene, sperando che capisca tutto il resto. Lui ricambia l'abbraccio e mi scompiglia i capelli e anche se è una cosa che odio lo lascio fare. "Ti voglio bene anche io, pulce. Ma questo non esonera Seneca dall'essere torchiato" mi risponde deciso e io scoppio a ridere.

"Credo lo abbia già fatto Gloss!"

"Una volta in più non può certo fargli male" dice tranquillo strizzandomi l'occhio. Povero, povero Seneca.

 

Il mese che precede la Mietitura dovrebbe essere quello che noi Mentori dedichiamo a mettere a punto una strategia vincente, che gli Strateghi impiegano sistemando gli ultimi dettagli dell'arena, che gli Sponsor occupano sondando il terreno e iniziando a tessere accordi con i Distretti, che le Accompagnatrici passano a decidere il loro look per l'evento. In realtà lo passiamo tutti da Caesar Flickerman a cercare di farci pubblicità e conquistare il pubblico ancor prima che i veri Giochi abbiano inizio. Perché dopotutto i Giochi durano molto più di un paio di settimane, lo sappiamo tutti.

Devo dire che noi del Distretto Uno ci siamo assicurati una buona copertura in questo circo mediatico. Io aprirò questa prima puntata che darà il via al conto alla rovescia per Giochi, la prossima settimana toccherà in coppia a Cashmere e Gloss, i fratelli più amati di Capitol City, e poi a Ruby. Dopo sarà il turno di Lana che farà un dibattito con Brutus per il quale Caesar già prevede uno share altissimo visto che tutti nella Capitale non vedono l'ora di un confronto tra i due Distretti. Nell'ultima settimana, proprio durante la puntata prima delle Mietiture, interverrà Sapphire. Insomma, sfido il pubblico a scordarsi del Distretto Uno.

Intanto sto aspettando dietro le quinte di fare il mio ingresso, strizzata in questo tubino che a malapena mi fa respirare. Secondo Ganymedes mi dà un aspetto maturo da Mentore ormai avviato, secondo me ad un certo punto non mi arriverà più ossigeno al cervello. Le luci si accendono sul palco e Caesar, quest'anno in violetto, saluta il pubblico e snocciola le solite frasi di rito per iniziare questo ciclo di puntate pre-arena. Quando chiama il mio nome il pubblico inizia ad applaudire e io lo raggiungo sul palco sorridendo e cercando di avere un passo sicuro nonostante i tacchi altissimi. Dopo esserci salutati lui manda la pubblicità e ho cinque minuti per riprendermi dal crampo alla mandibola. Nonostante saranno passati una decina di minuti da quando ho lasciato la zona trucco, le truccatrici vengono a ritoccarmi la faccia e i capelli e una addirittura mi spalma del fondotinta leggero sulle gambe. Caesar è circondato dallo stesso stuolo di persone e sta controllando quella che credo sia la scaletta dell'intervista. Quando restiamo da soli alza lo sguardo su di me e mi fa la solita domanda di rito.

"Allora, argomenti tabù? Qualcosa che non vuoi che ti chieda?"

E so già che si aspetta la solita risposta, ha già riabbassato lo sguardo sulla cartelletta pensando di sapere cosa risponderò, ma sta volta avrà una sorpresa. "Nessuna domanda su Seneca Crane."

Rimane un secondo a fissare il foglio ma la mano che stava scrivendo qualcosa si è fermata. Alza gli occhi verso di me e mi fissa basito. "Ma era l'argomento principale dell'intervista, tutti si aspettano che te lo chieda! Non posso fare finta di non sapere che stai con uno Stratega!"

È visibilmente frustrato e io mi accorgo di dover fare pipì ma manca un minuto alla ripresa e con questo vestito mi ci vuole circa un quarto d'ora. "Caesar, ascolta, non sono pronta a parlarne in diretta tv, voglio aspettare. Seneca... è una cosa abbastanza seria, a cui tengo molto, vorrei che rimasse privata per un altro po'." Il tempo stringe e lui è costretto a prendere una decisione in fretta.

"Ah e va bene! Solo perché non so dire di no a quegli occhioni" sbuffa e consegna la cartellina. Ci sediamo e due secondi dopo siamo di nuovo in onda. "Bentornati al Games Countdown, gente! Iniziamo questa puntata in compagnia dell'adorabile Stella Maloney, ultima vincitrice del Distretto Uno durante i Sessantasettesimi Hunger Games! Allora Stella, sono già due anni che il tuo Distretto non vince, esattamente come durante la tua edizione. La storia sta per ripetersi, incoronerai un Vincitore quest'anno?"

"Faremo del nostro meglio, noi Mentori siamo pronti a dare il massimo. La vittoria dipende da tante cose, nei due anni passati siamo arrivati al traguardo e abbiamo perso di poco, purtroppo i Giochi sono tutta una questione di fare la cosa giusta al momento giusto nel posto giusto ed entra anche in gioco un pizzico di fortuna. Io e Cashmere siamo pronte a preparare al meglio i nostri Tributi, speriamo che la buona sorte sia a nostro favore!"

Tutti ridono e io non posso che essere felice. Mi aspettavo questa domanda e avevo preparato una risposta che suonasse sicura, che mettesse in buona luce noi Mentori e che richiamasse la tradizione della Capitale. "Che arena ti aspetti per quest'anno?" Ah-ah Caesar, ci hai provato. Vorrebbe che fossi io a tirare in ballo gli Strateghi in modo da sentirsi autorizzato a parlare di un certo stratega in particolare.

"Non saprei, posso solo fare delle supposizioni. L'anno scorso c'è stato un deserto ardente, quest'anno mi aspetto più natura, qualcosa di più simile alla mia arena. Staremo a vedere." Spero di aver recitato bene la parte del Mentore che ha tutto sotto controllo, non dubito che gli Sponsor non si lasceranno sfuggire una sola parola di queste interviste.

"Ti vedo pronta ad avere un Vincitore!" conclude lui, con uno sguardo ammiccante e io accavallo le gambe e sorrido.

"Io sono nata pronta, Caesar, spero lo siano anche i nostri Tributi!"

"Non posso che augurartelo" risponde prima di alzarci e stringerci la mano. "Signore e signori, Stella Maloney!"

Alza la mia mano mentre il pubblico applaude e io scuoto i capelli e sorrido. Che i Settantesimi Hunger Games abbiano inizio. E possa la buona sorte essere davvero a nostro favore.  

 

 

 

 

 

 

Author's Note.- Buonaseeeeeera a tutti :3 Almeno per questo secondo capitolo riesco a rispettare i tempi di aggiornamento promessi, so proud of me XD

Vi ringrazio davvero tanto per aver letto, è passato un po' da quando avevo pubblicato le altre due storie e non sapevo se qualcuno fosse ancora interessato a leggere di Stella, quindi mi ha fatto piacere vedere che le letture non si fermassero alle mie tre per controllare la formattazione :3

Mi è piaciuto scrivere questo capitolo così tranquillo e con un po' di atmosfera capitolina, ma, come avrete capito dalla fine, col prossimo iniziano i Giochi e l'aria si farà più tesa.

Ho giusto un paio di cose da dire prima di lasciarvi in pace. Lana Langdon è un personaggio creato da Lily e se volete saperne di più potete leggere di lei qui e qui. Grazie per avermela prestata, my friend <3 Poi, la frase di Sapphire sul cammina a testa alta è parafrasata da Grey's Anathomy quindi i crediti vanno alla cara Shonda.

Spero di aver scritto di un Seneca abbastanza credibile, nonostante sia il personaggio che mi viene più difficile. Ho letto varie cose su di lui prima di iniziare a scrivere questa fanfiction e mi ha colpito l'idea che Seneca Crane sapesse esattamente a cosa andava incontro lasciando vincere Katniss e Peeta insieme ma si sia comunque sacrificato per far sì che la rivoluzione potesse avere inizio. Dopotutto se non fosse stato per lui non ci sarebbe mai stata nessuna ghiandaia... Ho voluto che il mio Seneca fosse un personaggio tutto sommato positivo ma che in qualche modo si sentisse attratto dalla logica dei Giochi. Spero di non aver toppato in pieno LOL

Bene, ora mi defilo che già mi starete odiando. Ah quasi dimenticavo, qui e qui ci sono i vestiti di Stella, ormai è un rito. Se volete lasciare qualche commento mi farebbe piacere sapere che pensate della storia :D

Al prossimo capitolo e che la buona sorte sia con voi :D

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Che la buona sorte ci assista ***


The Golden Girl {pt. 3}

 

 

 

Capitolo 3 - Che la buona sorte ci assista

 

 

 

 

 

Manca ormai una settimana alle Mietiture e io inizio a sentire la tensione. Ho passato due giorni nella Capitale a sistemare le ultime cose con gli Sponsor in modo da poter partire subito con gli aiuti ai nostri futuri Tributi già subito dopo il bagno di sangue. In teoria questa cosa non è esattamente legale, ma di fatto tutti i Mentori dei Distretti favoriti iniziano a prendere accordi con i finanziatori da prima che i Giochi abbiano inizio. Non scendi mai dal treno degli Hunger Games, c'è sempre qualcosa da fare, qualche filo da muovere da dietro le quinte. È quasi ora di cena e il mio stomaco brontola, reclamando qualcosa di buono. Ho deciso di prendere il treno domani mattina per poter passare la serata con Seneca, visto che abbiamo deciso di non sentirci o vederci per tutta la durata del programma. Non dubito che il pettegolezzo della nostra relazione sia arrivato anche a Snow e che i nostri telefoni saranno tenuti sotto stretto controllo durante i Giochi, quindi meglio evitare qualunque tipo di accuse di favoritismo.

Forse avrei dovuto chiamarlo ma ormai sono quasi arrivata quindi mi limito a salire al suo piano e a suonare il campanello. Sono passata a comprare una bottiglia di quel vino che gli piace tanto giusto per non presentarmi a mani vuote e gliela metto in mano non appena apre ed esclama il mio nome abbastanza sorpreso. "Ciao! Ho portato il vino in cambio della cena. Volevo chiamare ma-"

"Non sei il tipo che chiama, ormai l'ho capito" mi prende in giro mentre va in cucina a prendere due bicchieri. Mh c'è un buon profumo. "Com'è andata la giornata? Hai fatto qualcosa di interessante?"

"Non te lo posso dire" rispondi vaga mentre assaggio il sugo. Lui sorride e si limita a passarmi un bicchiere, senza ulteriori domande. Chiacchieriamo del più e del meno per qualche minuto, poi vado a stendermi sul divano mentre lui finisce di preparare. Vorrei dargli una mano ma mi sento distrutta. I viaggi in treno di questo periodo mi stancano parecchio e da quando ho messo piede qui non mi sono fermata un attimo, sballottata tra gli incontri con gli Sponsor, le interviste in tv e gli incontri con Ganymedes. Poso il bicchiere sul tavolino poco lontano da me e chiudo un attimo gli occhi.

Sarà per la stanchezza, il vino a stomaco vuoto o tutto questo parlare di Hunger Games, il mio cervello abbandona in fretta il salotto di Seneca per ritrovarsi alla Cornucopia di tre anni fa. Rivedo gli altri ragazzi morire, sento gli schizzi di sangue sulla pelle, avverto la confusione, la paura. Afferro una lancia e scappo nei boschi, le foglie che mi sbattono sul viso irritandomi la pelle e facendomi bruciare gli occhi. Finalmente trovo un posto che mi sembra tranquillo ma dal nulla compaiono i tributi del Due, sporchi del sangue degli altri che hanno appena ucciso. Mi si avventano addosso e provo a lottare ma sono troppo più forti di me. Qualcuno in lontananza chiama il mio nome, credo sia Caesar pronto ad annunciare il mio cannone. Riesco a trapassare lei con la lancia ma non ho nemmeno il tempo di riprendere fiato che lui mi ha già afferrato per una spalla. Gli do un pugno che lo fa cadere a terra e subito mi metto su di lui per bloccarlo, cercando a tentoni qualcosa per colpirlo. Trovo una pietra e mi preparo ad abbattermi su di lui quando sento ancora la voce, sta volta più vicina. Sbatto un paio di volte le palpebre ed è allora che mi sveglio del tutto.

Non c'è nessun Tributo che prova ad uccidermi, quello che ho atterrato dopo avergli dato un pugno, che inizia già a lasciare un livido violaceo sul suo zigomo, è Seneca. E non c'è nessuna pietra, in mano ho un fermacarte che era sul tavolino. Vedo il suo sguardo impaurito e lancio via l'oggetto che ho in mano per poi allontanarmi subito. "Mi dispiace..." è l'unica cosa che riesco a dire mentre la consapevolezza della realtà mi colpisce, "mi dispiace così tanto..." Stavo per uccidere Seneca. Se non mi fossi svegliata in tempo a quest'ora avrebbe la testa spappolata sul suo tappeto. Sento le lacrime che iniziano a scendere ma in qualche modo riesco a rimettermi in piedi.

"Non fa niente" lo sento rispondermi con voce incerta mentre muove un passo verso di me. Tramante, prendo la borsa e lo guardo, il livido si sta ingrossando e c'è ancora una traccia di paura nei suoi occhi.

"Non avresti dovuto svegliarmi... Io... Mi dispiace" biascico prima di darmi alla fuga in corridoio per fiondarmi in ascensore. Sento Seneca dire qualcosa ma non capisco cosa. L'aria fresca della sera mi sveglia del tutto e questo mi fa anche stare peggio. Voglio andare via, voglio tornare a casa. Un taxi mi porta in hotel a prendere le mie cose e poi in stazione, dove mi cambiano il biglietto senza fare troppe storie, basta dire che ho finito prima il mio lavoro qui e che non vedo l'ora di prepararmi per la Mietitura. In questo periodo basta nominare i Giochi e qualunque Capitolino diventa allegro.

Mi chiudo nel mio scompartimento e mi accascio sul letto. Pensavo mi sarei sentita meglio una volta da sola ma non è così. Seneca continua a chiamarmi quindi decido di spegnere il cellulare.

Nonostante non ne abbia voglia compro un panino perché il mio stomaco non sembra molto d'accordo a seguire il filo della mia tristezza. Quando il treno prende velocità sui binari osservo la città che svanisce e sento nuovamente le lacrime scendere. Lo sapevo che sarebbe finita così. Lo avevo avvertito. Come ho potuto pensare di avere una relazione normale quando sapevo benissimo che prima o poi questo sarebbe successo? Mi ritrovo a scribacchiare sul mio quadernino dove butto giù le canzoni, è l'unica cosa che mi calma un po'. Avevo pensato di dedicare una canzone a Seneca prima o poi e ora capisco perché quelle carine e romantiche non mi piacevano mai: perché dentro di me sentivo che non mi rappresentavano, non davvero.

Ho provato a rimettere insieme i pezzi in cui ero andata durante i Giochi ma non ho mai davvero saputo come fare. Ever since I could remember, everything inside of me just wanted to fit in... E ora l'unico uomo con cui ero riuscita ad aprirmi davvero, che mi aveva fatto sperare per la prima volta dopo tanto tempo, probabilmente mi vede come una pazza con istinti omicidi. If I told you what I was, would you turn your back on me? And if I seem dangerous, would you be scared?

Non è che non ci abbia provato, prima di andare a letto cerco sempre di fare pensieri positivi, quando mi sveglio urlando mi ripeto che non sono nell'arena, che non è reale, ma come si fa a cancellare i ricordi? Soprattutto se sono così vividi da tornare quando meno te lo aspetti, soprattutto se attorno a me c'è sempre qualcosa che mi ricorda l'arena? I'm taking a stand to escape what's inside me. A monster, I've turned into a monster... Nonostante lui abbia provato a farmi restare, non riesco a sentirmi in pace con me stessa. Non dopo aver visto la paura nei suoi occhi, quello sì che mi ha riportato nell'arena. E ora non riesco a fare nulla se non quello che faccio sempre, scappare. Can I clear my conscience, if I'm different from the rest? Do I have to run and hide?

 

Quando arrivo in stazione non c'è nessuno ad aspettarmi visto che nessuno sa che sarei arrivata di mattina. Mi dirigo a casa a testa bassa e quando finalmente mi chiudo dentro mi sento finalmente al sicuro. Anche se in teoria dovrebbe essere Seneca ad avere problemi di sicurezza, non certo io. Preparo il caffè e mi siedo al tavolo della cucina, riaccendendo finalmente il cellulare. Ad un certo punto della serata Seneca ha smesso di chiamare, spero perché si sia addormentato senza sognarmi in versione killer. Sto rispondendo svogliatamente a qualche mail di lavoro quando il campanello mi distrae. Non che la cosa mi dispiaccia più di tanto.

Non rimango troppo sorpresa quando vedo Sapphire, abita di fronte casa mia e avrà di sicuro notato le finestre aperte. Lo faccio entrare e verso del caffè anche per lui, che intanto si è seduto e mi sta guardando interrogativo. "Pensavo tornassi sta sera."

"Sono partita ieri sera."

"Pensavo passassi la serata con Seneca."

"Te l'hanno mai detto che pensi troppo?" Gli rivolgo un sorriso scherzoso ma lui non abbocca e continua a guardarmi in quel modo.

"Cos'è successo?"

"Niente." Ancora lo sguardo indagatore. Sbuffo, non credo che potrò evitare le domande ancora per molto. "Mi sono addormentata sul suo divano e ho avuto un incubo. Lui mi ha svegliata, io gli ho dato un pugno per togliermelo di dosso, l'ho bloccato a terra e stavo per aprirgli la testa con un fermacarte. Il mio allenatore sarebbe così fiero di me, ho finalmente imparato ad uccidere come si deve" dico tutto d'un fiato, sarcastica sul finale. In accademia non ero mai brava a svicolarmi dagli avversari, ero sempre quella piccolina che veniva presa di mira nel corpo a corpo perché non riusciva a contrastare i ragazzi. Nell'arena sono quasi morta nel corpo a corpo, ma sembra che finalmente io abbia imparato.

"E sai qual è la parte peggiore? Che lui voleva che restassi, come se non fosse una cosa così brutta. E a me tocca fare la parte di quella cattiva che se ne va, perché devo proteggerlo, devo proteggerlo da me. Come farà a dormire ancora con me dopo che l'ho quasi ucciso? Come si supera una cosa del genere?" Mi rendo conto che gli ho riversato addosso tutto quello che mi vorticava in testa e sto per scusarmi, quando lui risponde.

"Credi di essere la sola ad esserci passata? Ci passiamo tutti, tutti abbiamo quasi ucciso, strangolato, pugnalato qualcun altro. Come lo superi mi chiedi? Con l'aiuto delle persone che ti amano, quelle che capiscono e che sono pronte a darti un'altra possibilità. Loro ti perdonano, ma non serve a niente finché non perdonerai te stessa."

Alzo lo sguardo su di lui e mi chiedo come faccia a trovare sempre le parole giuste.  "Ho quasi strangolato Eve una volta. Credi che riuscissi a guardarla dopo, con quei segni sul collo?" Non mi aspettavo una simile confessione e sinceramente non so neanche cosa dire, perché non so cosa dire nemmeno a me stessa. Gli ricambio lo sguardo interrogativo di prima e attendo una risposta. "Ma mi sono convinto che non era colpa mia, che era normale avere i postumi dell'arena. Nessuno torna normale dopo due settimane passate a fuggire da qualcuno che vuole ucciderti o a dare la caccia a chi devi uccidere tu. Gli altri lo capiscono, dobbiamo farcene una ragione anche noi."

"Mi serve tempo."

"Mi stupirei se non fosse così." Mi fa un sorriso e io lo ricambio. Meno male che c'è Sapphire.

 

Questa settimana è volata e quasi mi sembra strano trovarmi già sul palco per la Mietitura. Il microfono continua ad emettere suoni acuti e Amarillis bistratta il tecnico come se questo potesse cambiare le cose. Cashmere è seduta accanto a me, bellissima nel suo vestito rosso, e si sta rifinendo un'unghia che si era scheggiata. Io giocherello con la cintura del mio tubino tempestato di pietre dorate (Ganymedes vuole proprio lanciare la tendenza) e cerco di non farmi prendere dall'ansia. Praticamente sono più nervosa ora che sono un Mentore che il giorno della mia Mietitura. Amarillis viene ad annunciarci che finalmente il problema è risolto e possiamo cominciare.

"Mi raccomando, pesca bene" le dice Cashmere con un sorriso di incoraggiamento, ma siamo abbastanza soddisfatte dei ragazzi che sappiamo già vorranno proporsi. Il Sindaco finisce il suo discorso ed è il momento dell'estrazione. La ragazza si chiama Amber ed è una diciottenne che lancia alle altre vicine uno sguardo omicida. Nessuna si propone al suo posto, quindi credo abbia raggiunto il suo scopo intimidatorio. È bionda con grandi occhi castani, un fisico atletico e un sorriso che di sicuro catturerà gli Sponsor. È una delle migliori del suo corso e Cash mi lancia uno sguardo soddisfatto. Il ragazzo estratto invece è un tredicenne e al suo posto si propone subito Bright, un diciottenne alto e muscoloso, ma anche parecchio carino. La Mietitura è di sicuro a nostro favore, ma raramente non lo è da noi. Non è necessariamente garanzia di vittoria.

Amarillis presenta alle telecamere i Tributi del Distretto Uno per i Settantesimi Hunger Games e la folla applaude. Che la buona sorte ci assista.

 

La cena è stata tranquilla, i ragazzi sono simpatici e Amarillis già li adora. Abbiamo parlato un po' delle loro abilità, lame, coltelli per lei e spada per lui, e del fatto che vorrebbero allearsi con gli altri Favoriti, se gli faranno una buona impressione durante il training. Sono affiatati e questo potrebbe essere un vantaggio, almeno nella prima parte dei Giochi. Dopo cena decidiamo di guardare il riepilogo delle Mietiture per farci un'idea degli avversari e ci spostiamo tutti e cinque nella zona tv. I ragazzi si dividono una poltrona e Amarillis prende l'altra, così io e Cash ci appropriamo del divano. Rivediamo per prima quella del nostro Distretto e siamo parecchio compiaciuti della buona impressione che ne viene fuori.

"Eccomi che salgo sul palco, guardate la faccia delle altre!" esclama Amber e tutti ridacchiamo. Avranno tempo per essere tesi, le Mietiture è meglio affrontarle con qualche risata.

"Ora ci sono io che mi propongo, quasi saltavo per farmi vedere!" C'è un'altra risata generale e poi passiamo agli altri Distretti.

I ragazzi di Brutus ed Enobaria sono forti e sembrano allenati, ma hanno avuto di meglio. Quelli del Tre sono gracilini e non sembrano avere molte speranze, ma è quando sorteggiano la ragazza del Quattro che rimango impietrita. È Annie. Annie la ragazza di Finnick. Annie che ho conosciuto e che mi ha fatto una torta ai lamponi perché ha scoperto per caso che sono il mio frutto preferito. Annie con cui ho preso il sole in spiaggia. Fisso la televisione ma non sento davvero. Scommetto che è opera di Snow. Deve aver saputo di lei e Finnick e ha fatto in modo che venisse sorteggiata, magari c'era solo il suo nome nella boccia. Forse dovrei chiamare Finnick ma temo che i telefoni siano controllati, sarà meglio parlargli una volta a Capitol City.

Mi riscuoto dai miei pensieri quando Cashmere mi chiama, chiedendomi che ne penso, ma io non ho idea di cosa abbiano appena detto. "Mh cosa?" chiedo fingendo di essermi distratta a fare congetture sui nostri avversari e la conversazione riparte. Ma tutti i miei pensieri sono decisamente rivolti a Finnick.

 

Arrivati a Capitol City è stato il solito turbinio di impegni mondani. Appena arrivati i ragazzi sono stati portati al Centro Estetico a prepararsi per la sfilata dei carri. Ganymedes ha scelto il blu per quest'anno e i ragazzi erano meravigliosi. Le pietre e i ricami sui vestiti scintillavano e loro salutavano sorridenti la folla che li acclamava. I Tributi di quest'anno sono bravi, non posso negarlo.

Oggi è il loro primo giorno di training e non posso fare a meno di chiedermi come stia andando mentre guardo l'ennesimo speciale sui Giochi. Cashmere è andata ad un incontro con gli Sponsor, sta volta tocca a lei, e Amarillis ha una riunione con le altre Accompagnatrici, non ho idea di cosa facciano. Ganymedes è appena uscito per andare in atelier a lavorare sui vestiti per l'intervista e i preparatori non li ho più visti da dopo colazione. Sembra proprio che mi abbiano abbandonata tutti. Prendo le schede che Amarillis ha compilato su tutti gli altri Tributi e inizio a leggerle, mettendo la cartella del Quattro in fondo alla pila. Tuttavia dopo le prime due decido già di fare una pausa, compilare liste di lati forti e punti deboli è tremendo.

Mi rigiro il telefono tra le mani, valutando l'idea di chiamare Seneca. Tra poco inizieranno i Giochi e vorrei chiarire le cose prima di non potere più farlo. Lo chiamo ma risponde la segreteria, probabilmente starà lavorando. Decido di lasciare un messaggio nonostante, lo sanno tutti, io lascio i messaggi più terribili che si possano sentire. "Ehm... Ciao Seneca... Sono Stella... Ti chiamavo per... Parlare, sai, dopo quello che è successo l'ultima volta che ci siamo visti... Beh... Richiamami, insomma, se ti va..." Quando chiudo tiro un sospiro di sollievo. Meglio che torni alle mie liste, quelle mi vengono decisamente meglio.

Non so quanto tempo sia passato, a parte che sono arrivata al Distretto Sette e sono sommersa dai fogli, quando qualcuno bussa alla porta. Sarà Cashmere che ha come al solito dimenticato il suo pass e non può aprire la porta. Sbuffo e mi avvio in corridoio, facendo la mia migliore interpretazione di Amarillis. "Devi fare una sola cosa, signorina, una! Come fai a dimenticare il pass, dico io, come fai! Un giorno vi scorderete la testa voi due, siete sempre tra le nuvole!" Perché è ovvio che ad un certo punto il rimprovero diventa multiplo. Apro la porta e scopro con orrore che non è Cash, bensì Seneca. Mi guarda con un sopracciglio alzato e un sorrisetto.

"Il tuo accento capitolino è davvero sexy" commenta cercando di restare serio, con scarsi risultati.

"Pensavo fosse Cashmere" spiego coprendomi il viso con le mani mentre lo invito dentro e mi affretto a sposare i fogli dal divano per farlo sedere. "Ti avevo chiamato, pensavo mi richiamassi, non che ti presentassi qui. Tu ci può stare qui?!" chiedo una volta che siamo seduti e ho spento la tv.

"Ho provato a chiamarti, ma non hai risposto, così ho pensato di passare."

"Oh. Credo che il mio cellulare sia finito seppellito da qualche parte" rispondo contrita osservando il mucchio di fogli.

"Non pensavo chiamassi, tu non chiami mai, non quando litighiamo."

"Che dire, mi piace sorprenderti."

Restiamo qualche minuto in silenzio, lui non mi mette mai fretta con le spiegazioni ed è una cosa che adoro di lui. "Mi dispiace per essere scappata via in quel modo. E mi dispiace per averci messo una settimana a chiamare, ma avevo bisogno di tempo per pensare."

"Ho imparato che hai bisogno dei tuoi tempi." Ricambio il suo sorriso e gli lascio prendere la mia mano.

"E mi dispiace per averti quasi ucciso, non l'ho fatto apposta." Sono probabilmente le scuse peggiori che si possano fare.

"Non importa, so che non lo hai fatto di proposito, non eri in te, smetti di tormentarti."

"Come fai a passarci sopra così?"

"Perché so che non è colpa tua. Perché sono innamorato di te e voglio aiutarti a stare meglio, ma se tu mi allontani non so come fare. Smettila di voler fare tutto da sola e inizia a coinvolgermi nella tua vita." Ha lo sguardo serio e apprensivo, penso fosse davvero più preoccupato per me che per se stesso. Non rispondo, ho bisogno di un po' per elaborare la parte del sono innamorato di te perché non me l'ha mai detto nessuno e non so se sono pronta a dirlo io, ma sorrido e gli prendo il viso tra le mani per baciarlo. Sorrido quando la sua barba mi solletica il collo e mi lascio inebriare dal suo profumo. Mi sfugge un gemito quando sento i suoi denti sulla pelle ma penso di meritarlo, in fondo io gli ho dato un pugno l'ultima volta che siamo stati su un divano.

 

Quando Cashmere torna Seneca è andato via e io ho riordinato tutte le schede sui nostri avversari. "Ricordami perché lo facciamo" sbuffa mentre calcia via le scarpe e si accascia sul divano. "Fare le carine con gli Sponsor e lasciarci palpeggiare fingendo di trovare interessante quello che dicono" precisa davanti al mio sguardo interrogativo.

"Per salvare almeno uno di quei ragazzi" rispondo stringendomi nelle spalle, sconsolata.

"Giusto" è il suo commento risoluto mentre mi rivolge un sorriso stanco.

"Mi chiedevo se vuoi tu la ragazza visto che i coltelli sono la tua specialità" le propongo visto che dovremmo decidere che Tributo seguire.

"Sì, perché no" mi risponde con un sorriso. "Posso fare una battutaccia sul fatto che tu avrai la spada?"

"No, Cash." Il suo broncio mi fa sfuggire una risatina.

"Sei un po' fredda con loro. Con i ragazzi, dico."

"Sono normale."

"Tu di solito sei più socievole, sei quella buona della coppia."

"Vorrei evitare di affezionarmi troppo a loro. Lo faccio sempre e questa cosa mi logora. Posso affrontare la perdita dei Tributi, ma non ce la faccio più a perdere amici." Lei mi passa un braccio attorno alle spalle e restiamo così qualche secondo. "Seneca è stato qui" le confido mentre con un piede giocherello con un cuscino che è finito a terra.

"Qui in generale o qui sul divano?"

"In entrambi i sensi."

"Mh il divano è comodo" è la sua risposta detta in tono assolutamente innocente ma che dopo un secondo ci fa scoppiare a ridere entrambe.

"Fortuna che Amarillis non ci sente!"

"Come se lei e Ganymedes fossero dei piccoli innocenti, ma dai!"

Le lancio un cuscino per farla tacere, visto che non ho voglia di parlare di Amarillis e Ganymedes su questo divano, ma lei lo afferra e mi lancia uno sguardo truce. "Mi hai appena dichiarato guerra." Oh no. Qualcuno mi dia un'arm- un cuscino, subito!

 

Le interviste sono andate davvero bene. Amber ha ottenuto un dieci durante la valutazione personale e Bright un undici, quindi Caesar non si è dovuto impegnare più di tanto per farli apparire al meglio agli occhi del pubblico. Siamo tutti in sala tv a guardare la replica dello show a mente lucida, senza riflettori di mezzo. Amber fa la sua entrata in scena nel suo vestito blu tutto luccicante, con i capelli acconciati in dei morbidi boccoli e un sorriso che manda in delirio il pubblico. Stringe la mano a Caesar e si siede accavallando le gambe come le ha insegnato Amarillis. Lei è visibilmente fiera della ragazza.

"Benvenuta, Amber!" la saluta il presentatore, sorridente e amichevole come suo solito.

"Ciao, Caesar! Questo palco dà una sensazione incredibile, potrei abituarmici!" cinguetta lei e da come il pubblico sospira capisco che li ha conquistati.

"Amber, gli Strateghi ti hanno dato un dieci, immagino avrai una valida strategia per l'arena."

"Ma certo" risponde lei, sicura di sé. Fa una piccola pausa ad effetto e poi aggiunge "Vincere." Tutti applaudono e Caesar è visibilmente contento della sua prima intervistata.

"Immagino tu non veda l'ora che arrivi domani!"

"È il momento che aspetto da tutta la vita, Caesar. E poi prima vinco, prima potrò tornare qui!" Tutti ridono e applaudono, Amber è di sicuro entrata nei loro cuori.

Dopo è il turno di Bright, elegante e sorridente, che stringe la mano al presentatore in modo deciso ma amichevole. "Bright, tu sei un volontario. Cosa hai pensato nel momento in cui ti sei proposto, cosa ti ha spinto a farlo?" Posso quasi sentire il pubblico trattenere il fiato per la curiosità.

"Non ho pensato più di tanto, sapevo che era la mia occasione e l'ho colta. Se il destino non mi ha sorteggiato allora dovevo farmi strada da solo." Tutti applaudono, è carino e deciso, le ragazze impazziranno per lui.

"E il tuo undici ci dimostra che sai quello che fai. Ti senti pronto per domani?"

"Non vedo l'ora di mettermi in gioco, non mi sono mai sentito più pronto." Su questa frase scadono i suoi tre minuti e Caesar lo congeda tra gli applausi.

Guardiamo tutte le altre interviste, i ragazzi del Due sono bravi ma non particolarmente simpatici, Annie è adorabile ma temo non abbia grandi chance, la dodicenne del nove per poco non scoppia a piangere. Sta per iniziare un altro speciale ma noi spegniamo, dobbiamo tutti andare a riposarci per domani. Si dileguano tutti e restiamo solo io e il mio Tributo. Sto raccogliendo i vari contratti con gli Sponsor che si erano sparpagliati sul tavolo e con la coda dell'occhio noto Bright che fa per uscire, ma poi ci ripensa e torna indietro.

"Qualche ultimo consiglio per domani?"

Mi raddrizzo e incrocio il suo sguardo, la sicurezza mostrata durante l'intervista è quasi sparita. "Mantieni la calma. Sii razionale e non fare niente di avventato. Tutti pensano che il segreto sia uccidere quanti più avversari puoi o avere la migliore alleanza o ancora prendere le armi migliori alla Cornucopia, ma non è così. Non fare cavolate è il segreto per vincere. Quindi non dare di matto e andrà tutto bene, sono solo due settimane, finirà in fretta." Insomma, più o meno. Non è il caso di demoralizzarlo proprio ora.

"Pensi mai di aver fatto la cosa più stupida della tua vita e vuoi mollare tutto per rintanarti sotto un sasso?"

"Praticamente quasi sempre. Ma poi ti calmi, sai che devi stringere i denti perché non puoi morire in diretta tv davanti la tua famiglia e i tuoi amici e vai avanti. Stringi i denti e vai avanti. Poi torni qui e festeggiamo." Lui sorride e annuisce, mi sembra più tranquillo. Lo abbraccio e lo accompagno fino alla sua stanza. Lui promette che dormirà e io vado a infilarmi a letto a mia volta.

Dopo un paio di minuti che mi rigiro decido di chiamare Sapphire, sperando che riesca a spazzare via il mio nervosismo. "Non sei mai riuscita a dormire prima dell'arena" è il suo saluto e io ridacchio, il solo sentire la sua voce mi aiuta a calmare un po' i nervi. "Vedrai che andrà tutto bene, i ragazzi sono in gamba, siamo riusciti a vincere con molto meno. Insomma, tu hai vinto per esempio."

"Sono stata la tua migliore Vincitrice, smettila con queste battutine idiote" è la mia risposta fintamente offesa pronunciata con una voce simile a quella di Amarillis. Ridiamo e poi, senza un vero motivo, quasi dal nulla, sento la mia bocca dire "Seneca ha detto che è innamorato di me."

"Almeno sappiamo che non è completamente idiota."

"Sapphire!"

"Cosa? È un Capitolino, avevo ancora qualche dubbio!"

Mio malgrado rido anche io. "Io cosa dovrei dirgli?"

"Chiedilo ad Eve, c'è lei per le confessioni romantiche." Risponde al mio sbuffo con un altro sbuffo. "L'hai quasi ucciso e lui ti dice che è innamorato di te, ma cosa vuoi dirgli?! Le tue opzioni sono 'vai a farti ricoverare, Seneca' oppure 'anch'io ti amo, Seneca', scegli tu!" Sì, Eve è decisamente più tagliata per questo genere di conversazioni. Ci salutiamo e quando chiudo il telefono già mi manca.

Sto per spegnere le lampada sul comodino ma mi fermo e faccio partire un'altra telefonata. Seneca risponde al secondo squillo. "Seneca Crane." Sono sicura che risponde così solo per darsi un tono, saprà benissimo che sono io. Insomma, spunta il mio nome sul display.

"Volevo solo augurarti buona fortuna per domani, signor Stratega" lo saluto con tono civettuolo.

"Mi chiedo come sopporterò due settimane senza le tue telefonate agli orari più improbabili."

"Ti mancherò tantissimo e le tue giornate saranno vuote e tristi. Ah no, avrai un'area da gestire."

Lui rimane un attimo in silenzio poi scoppia a ridere e io lo imito. Sento le chiavi girare nella serratura e deduco stia rientrando adesso a casa. "Dove sei stato? Non dovresti già essere a letto?"

"Io lavoro, signorina Maloney. Ma sì, vorrei tanto essere a letto. Con te, magari."

Non raccolgo la sua provocazione perché so che mi convincerebbe a scappare da lui e non è proprio il caso. "Buonanotte, Seneca. E possa la buona sorte essere a tuo favore" aggiungo ridacchiando.

"E a tuo, Stella. Buonanotte." La sua voce è così dolce Cher la riascolto ancora un po' nella mia testa, finché non mi addormento.

 

La sala del Centro di Controllo in cui seguiamo i Giochi è gremita di gente. Preparatori, Accompagnatrici, Sponsor, nessuno vuole perdersi l'inizio. Indosso un comodo tubino che mi permette di fare senza troppi problemi un giro di saluti tra i nostri finanziatori e poi vado a sedermi su un divanetto posizionato sotto uno schermo accanto a Cashmere. Publius ci raggiunge e si siede al mio fianco, mettendomi come se niente fosse una mano sulla coscia. Osservo prima la mano e poi lui, ma non la sposta di un millimetro. "Dicono che palpeggiare un Mentore prima dell'inizio dei Giochi porti fortuna" mi dice nel suo tono più angelico guardandomi in modo assolutamente innocente, mentre io alzo gli occhi al cielo ma non riesco a reprimere un accenno di risata.

Il conto alla rovescia inizia, catturando completamente la mia attenzione. Le prime immagini dell'arena mostrano un fiume, un fiume enorme, che divide i Tributi dalla Cornucopia. La vegetazione sembra quella di un bosco di collina, ma chissà quali insidie nasconde. Per raggiungere la Cornucopia i Tributi hanno tre possibilità. Un ponte di legno che sembra abbastanza solido, delle pietre larghe ma scivolose su cui saltellare e andare a nuoto. Allo scadere del conto alla rovescia i Favoriti sono i primi a correre. Bright usa il ponte, seguito a ruota dai ragazzi del Due. Amber salta sulle pietre con incredibile agilità mentre i ragazzi del Quattro vanno a nuoto. I Favoriti hanno preso il controllo della Cornucopia e questo mi fa tirare un primo sospiro di sollievo.

Mi aspetto che ora inizi il vero bagno di sangue visto che anche gli altri Tributi andranno nella loro direzione, ma rimango stupita nel vedere che la maggior parte di loro preferisce dare le spalle al fiume e fuggire nella direzione opposta. La ragazza del Sette muore affogata nel tentativo di superare il fiume e il ragazzo dell'Undici cade dal ponte. Gli altri tre che raggiungono l'altra sponda vengono uccisi abbastanza velocemente dai Favoriti e il tanto atteso bagno di sangue si è concluso. Più che un bagno si è trattato di pochi schizzi.

Abbiamo un totale di cinque morti soltanto e tutti gli altri tredici Tributi chissà dove sono. I sei Favoriti non sembrano molto interessati ad andare a cercarli al momento, probabilmente vogliono aspettare che un po' si facciano fuori da soli prima di perdere tempo e rischiare l'incognito nelle ricerche. "Che palle, la gente a casa si annoierà da morire quest'anno" è il crudo ma ahimè vero commento di Publius. Si prevedono i Giochi più lunghi, lenti e noiosi di sempre. 

 

 

 

 

 

Author's Note.- Buonasera a tutti! Anche sta volta riesco ad aggiornare entro i tempi stabiliti, anche se per un soffio. L'ispirazione mi aveva abbandonata e scrivere questo capitolo è stata una specie di sfida ma spero vi piaccia. Inizio col presentarvi Amber e Bright e col fare le solite comunicazioni di servizio. La canzone che scrive Stella è Monster degli Imagine Dragons e la potete sentire qui, mentre questi sono i vestiti dei Tributi per questi Settantesimi Giochi e questi i vestiti che Stella indossa durante il capitolo. Non ho molto altro da dire, quindi vi do appuntamento al prossimo capitolo dove entreremo nel vivo dei Giochi.

A presto e grazie per continuare a seguire questa storia :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - La cosa giusta da fare ***


The Golden Girl {pt. 3}

 

 

 

Capitolo 4 - La cosa giusta da fare

 

 

 

 

 

Sono passate un paio d'ore dal bagno di sangue e l'eccitazione generale è decisamente calata. Di solito questo è il momento in cui sono tutti in fibrillazione e i Mentori cercano di vendere al meglio i propri sopravvissuti per ottenere assegni e comprare medicine, cibo o armi. Ma visto come sono iniziati questi Giochi, i nostri Tributi godono di ottima salute e hanno tutto ciò che gli serve quindi io e Cashmere non abbiamo molto da fare. Non so per quanto durerà questa calma, ma dubito che altri Tributi oseranno avvicinarsi alla Cornucopia, almeno per oggi. E non credo che gli Strateghi abbiano qualche geniale asso nella manica già pronto, normalmente il primo giorno puntano tutto sul bagno di sangue. La mia collega si annoiava e ha deciso di andare a telefonare a Gloss, lasciandomi a presidiare il fortino. O meglio, il divano.

Publius torna dal suo drink di inizio giornata con gli altri Sponsor e si lascia cadere malamente accanto a me. "Che palle" è il suo stringato commento su queste prime ore di Giochi, "avranno già cambiato canale, a quest'ora ci sta quel programma dove fanno le torte."

Naturalmente so di cosa parla perché Ruby si registra tutte le puntate e ci costringe a guardarle quando ha bisogno di una mano. Una parte di me è felice che non ci siano state troppe morti e che i miei ragazzi siano al sicuro, almeno per il momento, ma so anche che qualche morte in più all'inizio avrebbe agevolato la loro scalata verso la vittoria. Solo uno può tornare a casa e tirarla troppo per le lunghe non so quanto possa giovare. So che Publius ha ragione, un'edizione noiosa con pochi ascolti porta gli Strateghi a dover movimentare le cose e di solito i loro diversivi sono abbastanza cruenti. "Sai cosa dovremmo mandargli? Un mazzo di carte." Mi volto verso di lui con uno sguardo interrogativo. "Sì, così si distraggono un po', guarda che facce annoiate che hanno!" Indica lo schermo e in effetti i Favoriti sembrano un po' giù di tono. Dopo aver organizzato i turni di guardia non gli è rimasto molto da fare e sono pur sempre ragazzi costretti a stare seduti in un prato senza niente da fare.

"Non possono distrarsi, sono gli Hunger Games, non il picnic di fine scuola" è la mia risposta da Mentore accompagnata da un'occhiataccia.

"Secondo me è una buona idea, li aiuterà a legare e a fare squadra. E poi sarà un momento divertente, il pubblico riderà e loro saranno simpatici a tutti. Minima spesa, massimo risultato." Ci rifletto su un attimo, forse ha ragione lui. Insomma, ci attireremmo un po' di simpatia almeno, no? Saranno sempre più interessanti di quanto sono adesso. "E potremmo prenderne un mazzo anche per noi, quanto è passato dal nostro ultimo strip poker, Maloney?"

Gli rifilo una gomitata e uno sguardo allibito. "Ti vorrei ricordare che stiamo lavorando."

"Dimmi a che serve essere così fedele al tuo fidanzato se poi lui non ti fa nemmeno dare una sbirciatina ai file sull'arena. Conoscere la posizione di qualche trappola non sarebbe male."

"Io gioco pulito, Publius."

"Che mi dici di una pulitissima partita a poker, allora?"

"Che hai molti più vestiti di me, quindi direi che si chiama barare."

"Vinci qualche mano e prenditeli." Odio questi sguardi da seduttore lascivo, rendono così difficile dirgli di no. Scuoto la testa per liquidare la faccenda e per fortuna torna Cashmere. 

"Di che parlate?" chiede annoiata mentre si siede anche lei.

"Publius vuole mandare un mazzo di carte ai ragazzi per farli legare e pensa che il momento susciterà la simpatia del pubblico" le riassumo velocemente mentre Caesar Flickerman sullo schermo riassume per circa la settima volta in due ore il bagno di sangue.

"Mi sembra un'ottima idea" è la risposta di Cashmere che mi fa voltare verso di lei abbastanza sbigottita.

"Ecco perché adoro lavorare con te, Cash" risponde lui mentre le allunga una manciata di banconote che lei prende, per poi alzarsi e andare ad occuparsi delle carte.

"Sbaglio o qualcuno ha parlato di stip poker? Sono alquanto offeso dal non aver ricevuto un invito" dice una voce alle mie spalle e io mi volto subito.

"Finnick!" esclamo, felice di vederlo. Stavo giusto aspettando che l'atmosfera si calmasse per andare a cercarlo. Mi affretto ad alzarmi e prendere il braccio che mi offre, incurante della smorfia di fastidio di Publius-a-cui-piace-tanto-lavorare-con-Cashmere, e ci dirigiamo verso un angolo isolato del bar. "Come stai?" gli chiedo appena sono sicura che siamo lontani da orecchie indiscrete. "Come sta Annie?"

"Lei sta... bene, credo. L'ho affidata a Mags, io potrei fare qualcosa di avventato pensando di aiutarla, senza pensarci troppo, e magari invece peggiorare la situazione."

Gli poso una mano sul braccio e annuisco per indicargli che penso abbia preso la decisione migliore. Non vuole darlo a vedere cercando di essere il solito Finnick Odair, ma io mi accorgo benissimo di quanto sia in apprensione. "Sai, Annie potrebbe anche vincere. È carina, piace al pubblico e agli Sponsor, e poi è una Favorita! Ha buone possibilità!"

"Stella, ma li hai visti i Tributi di Brutus? Quelli ti rompono il collo prima che tu riesca ad accorgerti che li hai alle spalle. E i tuoi ragazzi sembrano aver passato la vita a maneggiare lame. Annie resisterà per un po', ma arriverà un momento in cui decideranno di sbarazzarsi di lei e ci sarà ben poco che potrà fare per impedirlo."

Vederlo così giù mi stringe il cuore, ma non ho davvero idea di cosa dire per tirargli su il morale. "Pensi sia stato Snow?"

"Non dubito che il fatto che uno dei divertimenti preferiti da così tanti Capitolini avesse una ragazza gli desse particolarmente fastidio" mi risponde sarcastico, ma io percepisco l'amarezza nella sua voce. "Tu dovresti conoscere il suo metodo" aggiunge rivolgendomi un sorriso triste e io non posso che annuire mentre ripenso ad Ariel. Ce ne stiamo qualche minuto in silenzio ad autocommiserarci, poi la nostra attenzione viene catturata dalla tv.

Un pacchetto scende sulle teste dei Favoriti, che guardano in alto sorpresi, chiedendosi cosa possa essere. Quando lo aprono e vedono le carte si fanno una bella risata, salutano in camera, si mettono a scegliere che gioco fare. Bright inizia a spiegare le regole del Black Jack perché Josie, la ragazza del Due, non le conosce, e per un po' sembrano esattamente quello che sono: un gruppetto di adolescenti in un pomeriggio di primavera. Caesar Flickerman gioisce, ride, commenta. Se potesse farebbe un balletto di ringraziamento per avergli risollevato la trasmissione. Non c'è di che, Caesar.

"Idea vostra?" mi chiede Finnick con mezzo sorriso.

"Ho un buon team" rispondo vaga ma sorrido compiaciuta ed entrambi ridacchiamo mentre un po' di tensione si allenta, almeno per il momento.

"Publius è così indecentemente innamorato di te da essere quasi imbarazzante" mi dice di punto in bianco e io sto per replicare con una battuta stupida, ma lui mi precede. "Lo so perché lo sono stato anch'io, credo sia una fase della vita di noi uomini, essere indecentemente innamorati di Stella Maloney" aggiunge con un guizzo divertito negli occhi.

"Per fortuna che poi guarite" rispondo con un gesto sollevato che gli fa fare la prima vera risata della giornata.

"Anche perché nessuno vorrebbe uno Stratega come nemico." Odio quello sguardo inquisitore.

"Quindi lo sai" rispondo cauta sentendo un leggero calore alle guance.

"Avrei preferito saperlo da te." Non c'è rimprovero nella sua voce, fortunatamente.

"Volevo farlo di persona, ma poi ci sono state le Mietiture e sapevo che avevi qualcosa di più importante a cui pensare e--"

"Io ho sempre tempo per te, non te lo dimenticare."

Poggio la testa sulla sua spalla e lui mi passa un braccio attorno alla vita in quel suo modo protettivo. "Sai cosa, Finnick? Abbiamo avuto un bagno di sangue con cinque morti, i Favoriti stanno giocando a carte e lo share è calato ancora prima dell'ora di pranzo. Io credo che tutto possa accadere in questa edizione. Quindi non disperare, secondo me Annie torna a casa. Anche perché mi ha promesso un'altra torta ai lamponi."

 

Oggi si chiude la prima settimana di Giochi ed è un disastro. Ci sono state solo tre morti e per niente interessanti, almeno per gli standard del pubblico di Capitol City. La ragazza del Dodici è finita nelle sabbie mobili mentre cercava di bere dell'acqua dal fiume, quella del Nove è diventata il pranzo di una pianta carnivora e il ragazzo del Sei si è rotto l'osso del collo in una frana. I Favoriti hanno capito che andremo per le lunghe e hanno iniziato a raziocinare il cibo e ad aspettare con ansia i colpi di cannone, che non arrivano quasi mai. È l'edizione più noiosa da che io ho memoria, ma finora, a parte l'ansia, non ho avuto molto di cui preoccuparmi.

Al momento sono al telefono con Sapphire, completamente distesa su un divano dopo essermi tolta le scarpe. È primo pomeriggio e non c'è quasi nessuno, più o meno come dal terzo giorno in poi. Gli Sponsor si annoiano e vanno in giro per l'edificio, sempre reperibili al telefono, molti Mentori preferiscono seguire i Giochi dal proprio appartamento alla Torre e la Accompagnatrici vanno e vengono solo per controllare la situazione. Io ringrazio che c'è Sapphire altrimenti starei schiacciando un sonnellino da un pezzo.

"Non dico che non sia bello, per carità, ma ci serviva davvero un altro centro commerciale in quella zona? Non potevano farci un parco o qualcosa di simile?" Insomma, io sto via una settimana e inaugurano il nuovo centro commerciale. Era in costruzione da mesi, ma naturalmente hanno deciso di inaugurarlo durante i Giochi per sfruttarli come pubblicità. E hanno anche dato dei regalini. Cashmere ieri ha fatto una tirata assurda a Gloss perché non si è fatto dare nulla e quando lui ha risposto 'ma a che ti servono un'altra crema e un altro smalto' lei per poco non ha lanciato il telefono contro la parete. Uomini, che ci vogliamo fare, li amiamo anche così.

So che dovrei rispondere qualcosa ma il mio sguardo si sposta sulle schermo e io balzo a sedere. Il ragazzo del Sette si nasconde tra gli alberi alle spalle della Cornucopia con in mano un'ascia che non ho idea di dove abbia preso, ma che non dubito sappia usare. "Ti devo lasciare, Sapphire, sta per succedere un casino." Chiudo il telefono proprio mentre lui esce dal suo nascondiglio e si dirige verso i Favoriti.

Il primo che gli capita a tiro è il Tributo di Finnick, che fa appena in tempo ad accorgersi dell'avversario che la sua testa vola via, disegnando una parabola di sangue, fino a cadere a terra a pochi passi da Annie. Lei emette un urlo così agghiacciante che mi viene la pelle d'oca. Attorno a me è calato il silenzio e tutti siamo in attesa di vedere che piega prenderà la situazione. Amber lancia un coltello dritto alla gamba del nemico, che cade in ginocchio. Pochi istanti dopo Bright gli si para alle spalle e gli taglia la gola, tirando un sospiro di sollievo quando lo vede accasciarsi per terra nel suo stesso sangue. Il colpo di cannone arriva e Annie emette un altro urlo, prima di fuggire via verso il bosco, senza portare nulla con sé. Osservo pietrificata due hovercraft che arrivano a prelevare i corpi e poco dopo tutto tace di nuovo. I quattro Favoriti rimasti sono scossi ma indenni e si siedono a parlare tra loro dell'accaduto.

Non posso che essere fiera di Bright e Amber e del loro lavoro di squadra, meriterebbero di vincere entrambi solo per l'autocontrollo con cui hanno gestito la situazione. Ma sono anche preoccupata per Annie che ora sta fuggendo senza una meta, visibilmente traumatizzata. Si rifugia in una grotta e si siede in un angolo, abbracciandosi le ginocchia e dondolandosi avanti e indietro con gli occhi chiusi, piangendo istericamente. Caesar potrà lavorare su questa storia fino a sta sera, non ho dubbi. E gli Strateghi saranno entusiasti che le cose si siano finalmente risollevate.

Mi rimetto le scarpe e raggiungo Finnick. Sono contenta che abbia affidato Annie a Mags, perché la sua condizione al momento non è molto migliore di quella della sua ragazza.

 

Sono passati due giorni dagli eventi alla Cornucopia e tutto è tornato come prima. Non ci sono state altre morti, nemmeno accidentali. Per il primo giorno i Favoriti sono stati all'erta, preoccupati che qualcun altro potesse tentare un attacco, ma ormai sono più tranquilli. Davvero, credo sia l'edizione più rilassata che io abbia mai visto, hanno anche tirato di nuovo fuori le carte. Non avrei molto di cui preoccuparmi se non fosse per Annie. È ancora in stato di shock e non sembra fare molti progressi. Nella grotta dove si trova c'è una piccola fonte d'acqua dove lei ogni tanto va a bere, quanto al cibo non sembra importargliene molto per adesso. Passa le ore rannicchiata in un angolo a fissare il vuoto con occhi vitrei, poi nella sua mente succede qualcosa e si copre le orecchie per proteggersi da rumori che sente solo lei e serra gli occhi. Poi si calma e torna a fissare il vuoto.

Insieme a lei, anche Finnick sta peggiorando. È preoccupato, nervoso e se ne sta incollato agli schermi se possibile più di prima. Profonde occhiaie che il trucco stenta a coprire indicano che in questi due giorni non deve aver riposato nemmeno lui. Mi sono fatta preparare una tisana rilassante dal barista e mi siedo accanto a lui, porgendogli la tazza. "Ti aiuterà a calmare i nervi" gli spiego con un sorriso, mettendogli praticamente la tazza in mano e guardandolo in modo gentile ma fermo. Lui sta per ribattere ma poi ne prende un sorso.

"Fa schifo" è il commento seguito da un'espressione disgustata, ma ne prende un altro sorso senza fare troppe storie.

"Sai, ci ho pensato. Credo che il suo nascondiglio sia abbastanza difficile da trovare. Se rimane lì ha buone possibilità di arrivare alla fine, non sarebbe la prima a vincere in questo modo" provo ad incoraggiarlo, che poi è anche la verità. Lui si gira verso di me con lo sguardo vuoto tanto da indurmi a pensare se abbia capito quello che ho detto.

"Secondo te gli Strateghi la lasceranno lì? È l'edizione più noiosa di sempre e un qualche animale che la attacca mentre si nasconde sarebbe un colpo di scena anche troppo facile per lasciarselo sfuggire e tu pensi che la faranno vivere?" mi chiede, il tono sempre più arrabbiato e basito, prima di posare la tazza sul tavolo davanti a noi. "E dire che stai con uno Stratega, dovresti sapere come funzionano queste cose."

Potrei anche arrabbiarmi per come mi sta trattando, ma capisco che in qualche modo deve sfogare la frustrazione e poi sono troppo concentrata su quello che ha detto. Ha ragione, io sto con uno Stratega. La mia mente lavora febbrile mentre prendo il cellulare e scrivo un messaggio a Seneca. Vediamoci fuori dalla sala di controllo tra dieci minuti, è importante. Forse c'è qualcosa in più che posso fare piuttosto che starmene qui a sperare che non accada niente di brutto ad Annie. "Devo fare pipì, torno tra poco. Bevi la tisana" dico velocemente a Finnick, per poi sgattaiolare via dalla sala.

Percorro velocemente il corridoio, i Pacificatori di guardia al corridoio storcono il naso ma non dicono nulla, a quanto pare la mia relazione con Seneca non è poi così segreta. Lo vedo appena fuori dalla sala dove vengono gestiti i Giochi e affretto il passo, il rumore dei tacchi sul marmo del pavimento ad annunciare il mio arrivo. Lui si volta, l'espressione basita e nervosa sul volto.

"Che accidenti ci fai qui, tu non ci potresti neanche stare fuori da quella stanza!" sbotta quando mi avvicino, lo sguardo che saetta da me alla porta.

"Lo so, ma avevo bisogno di vederti" dico piano, chiedendomi se acconsentirà al mio piano. Lui evidentemente fraintende il motivo per cui sono qui, cosa su cui non posso neanche dargli torto e mi afferra per le spalle, avvicinando il mio corpo al suo e baciandomi. "Seneca, dobbiamo parlare" gli dico più chiaramente, ma lui non demorde, scendendo a baciarmi il collo per poi soffermarsi sulla scollatura del vestito.

"Ho una decina di minuti, poi devo tornare dentro. Possiamo parlare... O possiamo fare qualcosa di più piacevole..." mi soffia in un orecchio e io sono costretta a prenderlo per le braccia e spostarlo.

"No, dobbiamo proprio parlare, mi serve il tuo aiuto!" dico decisa mentre lui sbuffa, si passa una mano sulla faccia e poi mi guarda con aria interrogativa. "La ragazza del Quattro, Annie, è la fidanzata di Finnick, è mia amica" gli spiego mentre il suo sguardo inizia a farsi più consapevole.

"Accidenti" dice mentre con una mano si scosta un ciuffo di capelli ribelle.

"Esatto. Quindi noi la dobbiamo salvare, o almeno aiutare."

"Noi?!"

"Sì, noi. I Giochi languono, tutti si annoiano, ci vuole un colpo di scena. Fai straripare il fiume, Annie è brava a nuotare, se la caverà, ma molti altri no e avrà meno avversari e voi risolleverete un po' il programma" gli spiego, continuando a pensare che la mia sia una grande idea.

"Stella, io non posso truccare i Giochi! Lei è tua amica, ma anche gli altri hanno delle famiglie a casa che li aspettano, chi siamo noi due per decidere chi vincerà? E dei tuoi ragazzi che mi dici? E di te? Tu hai bisogno di vincere!"

So che ha ragione, ha ragione su tutto, ma ho visto Finnick e so che ha bisogno di riavere Annie. "Credi che non ci abbia pensato, che sia facile per me stare qui a supplicarti di ammazzare dei ragazzini innocenti? Beh non lo è, ma uno deve vincere, quindi che cambia se diamo una mano ad Annie ad essere lei?"

"Che cambia? Cambia che non spetta a noi decidere!" Inizio a pensare che non lo convincerò, per quanto i Giochi siano spietati lui ha il suo codice d'onore e non lo vuole infrangere solo perché io sono qui a piagnucolare.

"Senti, tu l'hai visto cosa ha significato per me vedere il mio ragazzo morire nell'arena, come sono diventata. Non possiamo lasciare che lo stesso succeda a Finnick, non possiamo lasciare che si rompa qualcosa anche dentro di lui, dobbiamo salvare Annie." Sono squallida, lo so. Ma sembra funzionare. Lui muove qualche passo, si agita, si passa una mano tra i capelli e poi torna a fronteggiarmi.

"Va bene, lo faccio. Ma solo questa volta. E se è troppo fuori di sé per nuotare non venire a prendertela con me se muore."

"Grazie" è tutto quello che riesco a dire, mentre prendo la sua mano e la stringo. Lo bacio e passerei volentieri qualche ora stretta nel suo abbraccio, ma lui ricorda ad entrambi il nostro dovere.

"Ora vai, devo rientrare." Annuisco e mi allontano, percorrendo il corridoio a ritroso e tornando nella sala dove seguiamo i Giochi. Mi siedo accanto a Finnick e Mags e scopro che lei lo ha convinto a finire la tisana. Le rivolgo un sorriso grato e mi volto verso lo schermo, sperando con tutta me stessa che Seneca riesca a convincere il suo capo.

 

Dopo un'ora non è ancora successo niente, così accetto l'invito di Publius e lo raggiungo al bar. Inizio a chiedermi quanto ci voglia per creare un'alluvione, quanto tempo richiede agli Strateghi una cosa simile? "Sai, fossi in te punterei qualcosa sul Quattro" lascio cadere quasi per caso, mentre muovo i cubetti di ghiaccio nel mio bicchiere con la cannuccia. Chissà cos'è che sto bevendo.

"La ragazzina pazza? Hai di nuovo corretto il tè con la vodka?"

"Perché non provi a fidarti di me per una volta?"

"Ma mi hai rotto le palle per mesi perché puntassi su di voi e ora vuoi che supporti un altro Distretto?"

Sbuffo, probabilmente non avrei dovuto dirgli niente, anche perché non sono ancora sicura che Seneca riesca a mettere in atto il piano. È che mi dispiace far perdere Publius a causa della mia slealtà. "Fa come vuoi, il mio era solo un consiglio" mi concedo, per tornare a vedere come sta Finnick.

Parliamo un po' del più e del meno, io guardo l'orologio di continuo, tanto che lui scherzando mi chiede se ho qualche impegno. Rido e sto pensando ad una risposta divertente quando la voce entusiasta di Caesar ci fa girare verso lo schermo più vicino. C'è un terremoto nell'arena. È iniziato con qualche piccola scossa che ha spaventato alcuni Tributi, ma ora non sembra voler finire, anzi, le scosse si fanno sempre più forti. Le pareti rocciose più fragili iniziano a cedere e così i nervi dei ragazzi. Il familiare panico inizia a serpeggiare nell'arena mentre noi possiamo tenere d'occhio quello che accade da più inquadrature.

Una mi interessa particolarmente. C'è una telecamera che inquadra la diga che domina l'arena e noto delle piccole crepe che iniziano a comparire sulle pareti che regolano la portata del fiume. Le scosse non si arrestano, anzi il loro aumentare di potenza fa cedere la diga e l'acqua si fa strada con forza nel letto del fiume, fuoriuscendo dagli argini e iniziando ad invadere le terre attorno. Scommetto che il pubblico non riesce a staccare gli occhi dallo schermo, saranno rimasti tutti pietrificati davanti all'acqua che dirompeva in quel modo. Non mi ero resa davvero conto della portata del fiume, lo faccio soltanto adesso che l'acqua inizia a prendere sempre più piede. In una decina di minuti l'arena è completamente allagata, Caesar Flickerman è sconvolto, non ha idea di come prendere quello che sta succedendo.

Lo spiazzale della Cornucopia si trova a pochi metri dal fiume quindi si trasforma in un lago e non c'è niente a cui aggrapparsi. I quattro Favoriti vengono trasportati dalla corrente e non c'è molto che possono fare. Amber sbatte la testa contro un masso e la vedo affondare mentre l'acqua si colora di rosso. Il ragazzo di Brutus affoga poco dopo perché non riesce a stare a galla, le onde che si sono formate sono troppo forti. Non so se siano gli Strateghi a regolare la corrente oppure no. Bright finisce intrappolato tra le radici di un albero sradicato e non riesce a liberarsi, affoga poco dopo e il suo corpo rimane a penzolare lì. La ragazza del Due per un po' riesce a nuotare ma poi si stanca, non vede un ramo che sporge sull'acqua e ci finisce infilzata.

Continuiamo a vedere scene simili per ore, ho il vago sospetto che nella sala di controllo non riescano più a controllare l'inondazione. I Tributi muoiono ad uno ad uno e io inizio a pensare che quelli che avevamo previsto sarebbero stati dei Giochi molto lunghi, in realtà avranno fine oggi. Pochi Tributi sono ancora in vita e Annie è tra quelli. Nuota incredibilmente bene, rimane a galla, riesce ad aggrapparsi a qualche appiglio per riposare un po' e poi riprende a nuotare, come se avesse una meta da raggiungere. Finalmente, dopo non so quanto tempo e quanti colpi di cannone, l'acqua si ritira, in un modo che mi sembra molto artificiale. Annie sta respirando affannata distesa sull'erba bagnata e non si vede nessuno attorno a lei. Io riconosco questa calma tesa e il senso di attesa che c'è nell'arena.

"È finita, Finnick. Annie ha vinto" gli dico piano, incredula che abbia funzionato così bene, che tutto, per una volta, sia andato come avevo previsto.

"Non puoi esserne sicura" mi risponde, ma so che l'ha capito anche lui. Pochi minuti dopo, dopo qualche immagine dell'arena ora tornata calma offerta al pubblico, Caesar proclama Annie Cresta del Distretto Quattro vincitrice dei Settantesimi Hunger Games.

Ci sono applausi, gridolini, imprecazioni, bottiglie che vengono stappate, ma io percepisco poco perché sono stretta nell'abbraccio di Finnick. Lo ricambio e sorrido felice, in questo momento voglio solo pensare che l'abbiamo salvata, condividere la sua gioia. Abbiamo fatto una cosa sbagliata? Forse sì. Ma vedendo gli occhi di Finnick lucidi per la gioia non posso fare a meno di pensare che se dovessi tornare indietro lo rifarei altre mille volte. 

 

 

 

 

Author's Note-. Bentrovati a tutti! Spero che questo capitolo incentrato sui Giochi vi sia piaciuto. L'edizione di Annie mi ha sempre incuriosito per questa sua evoluzione non proprio tipica quindi scriverne è stato sia un piacere che una sfida. Non ci sono molte informazioni su quello che successe e io ho preferito approfondire le parti conosciute (inventando di sana pianta giusto il bagno di sangue) adattandole alla mia storia. Spero sia venuta fuori una cosa credibile, era la prima volta che mi confrontavo con un'edizione di cui la Collins aveva buttato le basi e sono un po' in ansia. Credo che il prossimo capitolo sarà il penultimo e sarà incentrato per la maggior parte sul post Giochi.

Mi scuso se 'il look' di questa terza parte non è il massimo, sto avendo più problemi del solito con l'html, spero che i contenuti compensino la mancanza grafica. Come al solito se volete lasciare qualche commentino non potrete che rendermi felice :3 Grazie a tutti per continuare a seguire la storia e alla prossima <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Adesso siamo pari ***


The Golden Girl {pt. 3}

 

 

 

Capitolo 5 - Adesso siamo pari

 

 

 

 

"Ricordami ancora dov'è che vai sta sera."

"Ad una festa segreta organizzata dal Distretto Quattro per festeggiare la vittoria. Ogni anno il Distretto che vince organizza una festa dopo i Giochi per festeggiare e tutti gli altri Mentori e gli Sponsor sono invitati."

È la terza volta che spiego a Seneca questa cosa e lui ancora non si capacita del fatto che ogni anno una festa esclusiva viene organizzata il giorno stesso della fine dei Giochi e lui non ne sapeva niente. Forse gli sfugge il significato di 'segreto'.

"Tu che farai sta sera?" gli chiedo per sviare il discorso da quello che lui immagina come lo scenario perfetto per me e Cashmere ubriache che balliamo sui tavoli con degli Sponsor.

"Dormirò! Sono stati gli Hunger Games peggiori della mia vita, salvare qualcuno è molto più difficile che piazzare ostacoli per farlo fuori!"

In effetti non posso dargli torto. "Non pensavo che Seneca Crane avesse paura delle sfide" lo punzecchio e lui sbuffa una risata. Posso quasi vederlo che si passa una mano tra i capelli mentre fa zapping alla tv silenziata.

"Come sta Annie?"

"Bene, credo. Non aveva grandi lesioni fisiche, penso che in un paio di giorni sarà fuori dall'ospedale."

"Sarà in grado di sostenere l'incoronazione e l'intervista?"

"Se non lo sarà la faranno comunque sembrare tale, non preoccuparti. Reciterà la parte come tutti gli altri." Indosso gli orecchini e osservo la mia immagine allo specchio che mi restituisce uno sguardo stanco. La mia parte sarà mettere su un'espressione seducente e rilassata sta sera, quello che tutti si aspettano da me. "Che impressione hanno fatto questi Giochi?" Sta sera cambiare argomento è la mia specialità.

"Tutto sommato buona. Un po' lenti, ma i colpi di scena hanno avuto presa sul pubblico. Nessuno si aspettava finissero così in fretta, sarebbe stato meglio se l'alluvione avesse lasciato più di un superstite per tirare un altro po' ma è stato comunque un buon finale." Fa una pausa mentre io metto una collana leggera per dare un po' di luce alla scollatura. "Sai, probabilmente cambieranno il Primo Stratega. Snow non sembra molto contento di questo. Quest'anno sarebbe stato un disastro se non fosse stato per la mia idea dell'alluvione..."

"La nostra idea dell'alluvione."

"Ufficialmente, e sarebbe meglio se restasse così, è la mia idea dell'alluvione. Visto che un Mentore non è autorizzato a mettere bocca in Sala di Controllo..."

"Non ho messo bocca in Sala di Controllo, l'ho messa su uno Stratega." Adoro questo rossetto, mi sa che me lo porto a casa.

"Sei pessima" ma sta ridendo anche lui.

"In effetti quest'anno non sono stati dei grandi Giochi. Ma quel deserto dell'anno corso che riprendeva l'ultima arena di tuo padre? Galerius non ha gradito?"

"Neanche un po', l'ha definito 'un modo fintamente gentile per non applicarsi ad avere una buona idea'."

"Che ingrato." Ridiamo di nuovo mentre tolgo la vestaglia e indosso il vestito per la serata. 'Vestito'. Fino alla vita forse, ma la parte superiore è decisamente succinta.

"Cosa indossi?"

"Un vestito dorato e luccicante come sempre."

"Qualche dettaglio in più?" e dal tono malizioso capisco che non vuole sapere delle cuciture.

"Ora chi è quello pessimo?"

"Siamo una coppia di pessimi pervertiti, è questo il bello." Lo dice con tanto candore che non riesco a trattenere una risatina. "Sai, visto che non riescono a trovare un valido Primo Stratega, forse in un paio d'anni potrebbe toccare a me..."

L'ha detto in tono noncurante, come se non fosse niente d'importante, ma so quanto sente la pressione di suo padre e quanto non vorrebbe deluderlo.

"Farebbero un'ottima scelta, saresti un grande Primo Stratega." Ho cercato di assumere il mio miglior tono dolce e suadente per rassicurarlo.

"E sarebbe un complimento visto in cosa consisterebbe il mio lavoro?" avverto quel mezzo sorriso rassegnato ed amaro e odio non essere con lui in questo momento.

"Seneca--" ma vengo interrotta da Cashmere che bussa alla porta. "Ora devo andare, ma ne parliamo più tardi, ok?"

Mi sento tremendamente in colpa a chiudere così, ma ahimè viene prima il dovere.

 

Alla fine ho raccontato tutto a Cashmere perché continuava a dire che l'inondazione era stata un colpo basso ed inveiva contro chiunque chiedendosi perché Seneca non li avesse fermati, visto che sapeva quanto avevamo bisogno di vincere. Mi ha tenuto il broncio per qualche minuto, ma avendo passato quello che ha passato Finnick non ci è voluto molto che mi dicesse che avevo fatto bene. In compenso devo pagare pegno per aver fatto perdere il nostro Distretto e questo consiste nel fare presenza qui mentre lei dopo neanche un'ora è tornata al nostro appartamento a dormire. Poco lontano da me sento l'ennesimo brindisi alla vittoria di Annie e sorrido istintivamente. A volte non riesco ancora a credere che la mia idea abbia funzionato. Credo sia la prima cosa buona che faccio da quando sono un Mentore.

Con la coda dell'occhio vedo Finnick che occupa lo sgabello accanto al mio e sollevo il bicchiere verso di lui. "Alla vittoria del Distretto Quattro" annuncio mentre faccio tintinnare il bicchiere contro il suo per poi bere un sorso. Lui sorride ma non dice nulla, si limita a brindare in silenzio. Sto per aggiungere qualcosa ma lui finalmente parla.

"Non credere che non sappia quello che hai fatto. Lì per lì ero troppo teso per fare caso a tutti quei piccoli dettagli ma poi ci ho pensato. Tu che sparisci per andare in bagno e quando torni dici che c'era fila, ma i bagni sono a due passi e tu sei stata via troppo a lungo. Publius che è il vostro Sponsor dall'inizio ma a poche ore dalla fine cambia idea, guarda caso dopo che avevi parlato con lui. E quell'alluvione così provvidenziale, come se fosse fatta apposta per Annie..."

Scuote la testa sorridendo e io cerco di non scompormi e mantenere il sorriso. "Non ho idea di cosa tu stia dicendo, Finnick. Io non ho il potere di influenzare i Giochi..." Uso il tono accondiscendente che si usa quando spieghi a un bambino piccolo una cosa ovvia.

"Ma hai il potere per influenzare gli Strateghi, o almeno uno di loro."

"Non sento Seneca da due settimane, non so davvero cosa tu stia insinuando."

"Nega quanto vuoi, io so chi devo ringraziare perché Annie è ancora viva. Quindi grazie, ad entrambi." Il suo tono è fermo e il sorriso riconoscente. I nostri occhi si incontrano ed è chiaro che non serve aggiungere altro. Lui lo sa, io lo so, ci porteremo il segreto nella tomba. È il mio migliore amico e gli amici si aiutano ad essere felici, me l'ha insegnato lui.

"Non l'ho fatto per te, l'ho fatto per me. Nessuno fa le torte ai lamponi come Annie." Scoppiamo a ridere e lui mi abbraccia, le sue mani sulla mia schiena nuda mi ricordano quando ero io ad essere indecentemente cotta di Finnick Odair, esperienza che credo tutti abbiano fatto almeno una volta nella vita.

"Sai, fossi il tuo fidanzato non ti farei andare in giro così. Sei da togliere il fiato, qualcuno potrebbe rapirti" mi soffia in un orecchio prima di allontanarsi per andare a prendersi un altro giro di congratulazioni. Lui sì che sa come solleticarti l'ego, devo ammetterlo.

Ho appena ripreso in mano il mio bicchiere quando sento una presenza alle mie spalle e le sue mani sulla vita. Ormai riconosco il tocco di Publius e non mi allarmo, rimango al mio posto sorseggiando dal bicchiere. "Posso essere io a rapirti?"

Sorrido al liquido rosa che ho davanti e poi mi alzo, prendendo il braccio che mi offre, e lo seguo fino alla sua macchina.

 

La sensazione del lanciare via le scarpe è così liberatoria che vorrei quasi urlare la mia felicità. Conosco Publius da troppo tempo per curarmi delle apparenze con lui, quindi me ne sto sbracata sul suo divano con i piedi poggiati sul costosissimo tavolino davanti a me. Lui torna con una bottiglia di champagne e due flûte, la cravatta e la giacca abbandonate in cucina e la camicia con qualche bottone sbottonato. È senza scarpe anche lui noto quando si avvicina per porgermi un bicchiere che accetto, facendolo tintinnare contro il suo, anche se non so che festeggiamo.

"Alla tua vittoria" mi dice e io lo guardo confusa.

"Ma io non ho vinto" rilevo in modo ovvio.

"Il tuo Tributo ha vinto. Non era del tuo Distretto ma era comunque quello per cui facevi il tifo tu, o sbaglio?"

Potrei mentire ma dopo due anni che ci conosciamo so che se ne accorgerebbe. Così sorrido e alzo il calice, lasciando che le bollicine mi solletichino il palato.

"Sto di nuovo con te l'anno prossimo."

"Sarai l'unico immagino, dopo tre anni che non vinciamo."

"Gli altri facciano quello che vogliono, io ti ho vista in azione e questo mi basta. Avevi un obiettivo e l'hai portato a termine, avevi un Tributo da salvare e ha vinto. Non me ne frega niente se non hai seguito le regole, hai fatto quello che andava fatto per riportarla a casa. È questo che fa un vero Mentore."

In qualche modo le sue parole riescono a lenire un po' il senso di colpa che sento per non aver salvato uno dei miei Tributi, per aver infranto le regole e per aver usato Seneca per salvare Annie. "Dov'è tua moglie?" gli chiedo dopo un sorriso grato per sviare la discussione dai Giochi. Per quest'anno ne ho avuto abbastanza.

"In una spa che naturalmente pago io. Era stressata per i Giochi, pensa un po', è partita poco dopo la fine. Per una settimana starò in pace." Mi fa troppo ridere quando parla di lei, è così sferzante e sarcastico che persino il suo accento capitolino di solito molto latente torna a farsi sentire. "Vuoi essere la mia concubina?" mi chiede in modo tranquillissimo mentre riempie nuovamente i bicchieri lanciandomi uno sguardo interrogativo.

"Publius!" esclamo lanciandogli un cuscino dopo che ha posato la bottiglia.

"Ti preferivo quando eri più giovane e con meno inibizioni" sbuffa scocciato per il mio ennesimo rifiuto.

Vuoto il bicchiere e inizio a sentire la testa farsi più leggera. Mi metto a sedere e mi avvicino a lui, poggiandogli due dita sul mento per farlo girare verso di me. "Sei stato la persona giusta al momento sbagliato e questo mi dispiacerà per sempre, credimi. Ma devi smetterla di tentarmi perché, contrariamente a quanto può sembrare, io non sono così forte. So che prima o poi, domani o fra un anno, cederò e Seneca non se lo merita, lo sai anche tu."

Distoglie lo sguardo e sbuffa, poi torna a voltarsi verso di me. "Posso almeno farti battute sconce e palparti ogni tanto in modo innocente?"

"In modo innocente" preciso dopo aver riso. Lui mi mette una mano sulla schiena, ad un'altezza stranamente corretta, e mi dà un bacio in fronte.

"È un uomo fortunato. Lui lo sa, quindi non dimenticartelo."

 

È stata una bella incoronazione. Annie mi è sembrata un po' stordita, forse le avranno dato un qualche sedativo per evitare qualcuno degli attacchi di panico, che ogni tanto ha ancora, in diretta tv. Tuttavia Caesar è riuscito comunque a tirare fuori una bella intervista, anche se ha preferito mandare le immagini della decapitazione quando Annie non era sul palco. Penso sia stata una saggia precauzione, nessuno vuole vendere un Vincitore disturbato, ci vogliono felici e contenti visto che secondo i Capitolini questo è il momento più bello della nostra vita.

Faccio scivolare il mio pass sul dispositivo per la lettura ed entro nel nostro quasi deserto appartamento. I team di Preparatori sono andati via questa mattina, dopo averci messo in ordine per l'ultima apparizione pubblica di questa edizione, seguiti poco dopo da Amarillis e Ganymedes. Prima di andarsene hanno preso da parte me e Cashmere per darci la notizia su cui tutti facevamo scommesse da un po'. Quando ho risposto 'finalmente' all'annuncio della data delle loro nozze persino la futura sposina è scoppiata a ridere, dimenticandosi di rimproverarmi per la mia uscita poco garbata. La notizia mi ha messo di buon umore, sapere che nonostante tutto ci sia ancora spazio per cose belle come i matrimoni in qualche modo mi fa ben sperare per il futuro.

Questo posto così tranquillo mi stranisce, sono abituata a vederlo molto più attivo. Ho accompagnato Cashmere in stazione e adesso devo solo prendere le ultime cose, le mie valige sono già a casa di Seneca, mi fermo da lui per un paio di giorni e poi torno a casa anche io, mi rendo conto solo adesso di quanto ne sento il bisogno. Ho appena finito di chiudere il borsone che troneggia sul mio letto quando lo squillo del telefono mi distrae. Sto per urlare ad Amarillis di rispondere ma poi mi ricordo di essere da sola e mi affretto ad andare a rispondere.

"Appartamento del Distretto Uno, siamo chiusi per ferie, non lasciate messaggi perché non vi richiamiamo" rispondo ridacchiando, pensando sia Cashmere che mi chiede di controllare se ha scordato qualcosa.

"Signorina Maloney, speravo di trovarla ancora! Sono la segreteria del Presidente."

Perché non posso rispondere al telefono normalmente? Perché devo fare la cretina ogni volta? Perché? "Ehm, salve. Scusi, pensavo fosse un'altra persona. Mi dica pure."

"Il Presidente vorrebbe vederla, potrebbe passare qui appena è libera?"

La mia presa sulla cornetta si rafforza e inizio a sentirmi le gambe deboli. Perché Snow vuole vedermi? Non abbiamo niente da dirci. L'anno scorso non mi ha convocata, perché riprendere l'abitudine? Comunque non c'è molto che io possa fare, a parte acconsentire.

E infatti un'ora dopo sono seduta nell'ufficio che ormai purtroppo conosco bene a sorseggiare tè chiacchierando amabilmente col nostro Presidente. Sembra l'inizio di un film horror. D'accordo, mi devo calmare. Non è detto che io sia qui perché lo sa. Come potrebbe saperlo? Perché lui è il Presidente, sa tutto, stupida idiota mi risponde il mio cervello e io bevo un altro sorso di tè per nascondere nella tazza il mio pallore. E anche quando lo sapesse? Non ha prove di quello che abbiamo fatto io e Seneca se pure c'erano delle telecamere non potrà mai provare quello che ci stavamo dicendo. Giusto?

"Immagino lei si stia chiedendo perché ho voluto vederla" mi dice con un dei suoi sorrisi enigmatici che fanno venire la pelle d'oca. "Ho parlato con Seneca questa mattina e mi detto tutto. Era preoccupato che lo venissi a sapere da altri ed è voluto venire di persona, viste le implicazioni della cosa." Sono pietrificata, non riesco a muovere un muscolo. Seneca glie l'ha detto? Fa uso di qualche droga per caso?! "Non potevo che esserne felice naturalmente, formate una bellissima coppia." Ah. Quello. Riprendo a respirare e sorrido come meglio mi riesce.

"Già, sì. Noi pensavamo che lei... Potesse non essere d'accordo, che temesse che la nostra relazione potesse compromettere le nostre posizioni..." Non so nemmeno io cosa sto dicendo, so solo che sento una leggerezza nel petto che aumenta sempre di più.

"Oh ma io non potrei essere più contento. Gliel'avevo detto che avrei preferito una scelta migliore rispetto a Publius McEntire e lei ha seguito il mio consiglio."

Un attimo. Avevo paura che Snow potesse impormi un marito, mi sembrava assurdo ma dopo quella conversazione avevo avuto questa impressione... Ed è stato lui a presentarmi Seneca.

"Era tutto un suo piano, vero? Quella sera al ballo."

Lui ride come se avessi appena fatto una battuta davvero divertente. "Seneca era così felice all'idea di conoscerla che non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione. Voi temevate la mia reazione ma io non potrei chiedere di meglio. Una Vincitrice e uno Stratega." Mi guarda deliziato e io mi sento girare la testa. "Quando vi sposerete sarà come se lei sposasse i Giochi, non potrei chiedere un messaggio migliore da mandare ai Distretti. Alla fine è riuscita a dare quel messaggio più incisivo che le avevo chiesto."

Poggio la tazza sul piattino e apro la bocca per rispondere, ma non ci riesco. Le parole non vengono fuori e nella mia testa si fa strada la consapevolezza che ancora una volta Snow ha tirato le fila per arrivare esattamente dove voleva. "Sono così felice che lascerò correre quel suo scherzetto dell'inondazione. È finalmente riuscita a vendicarsi per la sua amica, io avevo preso Ariel e lei si è presa Annie. Direi che siamo pari."

Credo che ora vomiterò. È troppo, veramente troppo. Mi tiene in pugno in troppi modi, sa troppe cose e io non ho via di scampo. "L'ho sempre detto che avrei scommesso su di lei, non avevo dubbi che non mi avrebbe deluso."

 

Mi appoggio al sedile dell'auto che mi porterà da Seneca e mi accorgo di avere il respiro affannoso, come se avessi corso per chissà quanti chilometri. Con la mano scosto un ciuffo di capelli dalla fronte e mi accorgo che è imperlata di sudore. Non riesco nemmeno ad ordinare i pensieri. Snow sa che abbiamo truccato i Giochi. Ma ci passerà sopra finché io starò con Seneca e quindi con i Giochi. Insomma sarò una specie di propaganda vivente, e sai che novità. La cosa che mi fa rabbia è che così è come se avesse vinto tutto lui, come se avesse deciso con chi devo stare perché a lui fa comodo così. È sempre lui a decidere per me, mi illudo di aver ripreso il controllo  sulla mia vita e lui mi dimostra che non è così. L'unica cosa che riesco a fare mentre guardo fuori dal finestrino senza vedere realmente la città è chiamare Sapphire. Gli racconto tutto, mi sfogo, inveisco. Lui ascolta e quando finalmente finisco fa un pausa seguita da un sospiro.

"Vince comunque lui, capisci? Se rimango con Seneca penserà che lo faccio per compiacerlo, se lascio Seneca ci impicca entrambi per aver cospirato per far vincere Annie." Non vedo via d'uscita.

"Sai qual è l'unico modo per vincere?" No, ma vorrei tanto saperlo. "Fare quello che vuoi. Tu ami Seneca, se rimani con lui perché è quello che vuoi, avrai vinto tu. Quello che Snow vorrà pensare non conta niente. Lascialo pure nella convinzione che lo fai per lui se è questo che vuole credere. Non ti riguarda."

Accenno un sorriso, forse ha ragione lui. Se decido quello che voglio io, che importanza ha tutto il resto? Amo Seneca e lui ama me e questo non c'entra niente con Snow. "Non vedo l'ora di essere a casa" ammetto, senza un vero motivo, ma appena lo dico mi rendo conto che è vero. Questa città mi risucchia l'energia. Voglio essere al Distretto Uno, fare la nostra solita cena di fine Giochi e magari invitare anche Seneca. Mi sembra che anche lui sia più rilassato quando si allontana dalla Capitale. E un po' di tranquillità è quello di cui tutti abbiamo bisogno.

 

Le cene di Eve mi lasciano sempre così piena e felice che penso che se chiudo gli occhi mi addormento ancora vestita e con tutte le scarpe. E poi riunirci tutti insieme, chiacchierare, ridere, scherzare è sempre così bello. Non mi viene un'altra parola, è bello, è casa. Alla fine ho chiuso gli occhi e mi accorgo con difficoltà del movimento del materasso quando Seneca si distende al mio fianco.

"Sai che non puoi dormire con le scarpe, vero?" apro gli occhi e scorgo quel sorriso tirato di quando sta cercando di trattenere una risata. Con gli occhi fissi nei suoi calcio via le scarpe e tiro i piedi sul letto, sorridendo compiaciuta.

"E neanche con un vestito che chiaramente non è una camicia da notte." Camuffa l'accenno di risata con un colpo di tosse e cerca di mantenersi serio.

"Stai solo cercando di farmi spogliare, Crane, non credere che non l'abbia capito." Lui finalmente si lascia andare alla risata e io lo seguo. "Ti amo. Volevo solo che tu lo sapessi" mi lascio sfuggire e lui smette di ridere e torna a guardarmi. Sorride e posso leggere la felicità nei suoi occhi.

"Ne prendo atto, ti ringrazio" mi risponde prima di baciarmi mentre io sorrido e chiudo di nuovo gli occhi. Forse non avrei dovuto prendere la terza fetta di torta, mi sento un po' appesantita. Seneca si è alzato, non ho idea di dove sia andato, ma dopo qualche minuto è di nuovo qui e io apro un occhio, trovandomi davanti davanti una scatoletta di velluto blu abbastanza inequivocabile. Mi tiro su finché non mi trovo seduta e con una visuale migliore.

"Volevo chiedertelo da un po'. Posso?"

Se dicessi di no la farebbe sparire? Insomma, è una domanda aperta, no? Ma mi ritrovo ad annuire, gli occhi fissi sull'astuccio.

"Stella... Saresti così coraggiosa da passare il resto della tua vita con me? Mi vuoi sposare?" Non mi ero mai immaginata che qualcuno potesse chiedermelo, quella di Publius era stata una conversazione più che una proposta. Ma se mai mi fosse capitata la proposta in grande stile con anello e tutto penso di averla sempre inconsciamente voluta semplice e concisa, senza troppe dichiarazioni diabetiche. E l'anello è bello, davvero. Ha ragione Sapphire, mi sento di vincere.

"Sì" è tutto quello che dico mentre allungo la mano e sorrido. Quindi è così che succede. Sei una persona normale poi ti danno un anello, tu dici sì e boom, sei fidanzata.

 

"Sei una sposa meravigliosa, resteranno tutti a bocca aperta!" Sorrido mentre Ruby mi dà l'ultimo ritocco ai capelli e osservo la mia immagine nello specchio. Ci ho provato, davvero. La mia idea iniziale era un matrimonio semplice e tranquillo al Distretto Uno. Poi è venuto fuori che tutti si assettavano sarebbe stato nella Capitale perché qui tutti ci amano e bla bla bla. La lista degli invitati si è allungata e le foto in esclusiva sono state vendute a Capitol Couture. E ci sarà una diretta tv. Devo dire che dopo che ho avuto il permesso di far venire i miei amici dai Distretti ero così felice che ho detto sì ad un po' troppe cose. E l'abito semplice è diventato gigantesco e spumeggiante e gli addobbi in sala si sono moltiplicati. Ma ehi, conto di sposarmi una volta sola, facciamo le cose in grande. Abbiamo aspettato la fine del Tour della Vittoria quindi mediaticamente è un periodo morto e tutte le tv si sono litigate il matrimonio. So che non dovrei gongolare per questa cosa, che mi sto sposando e dovrei essere matura ma... No, sto gongolando.

"Sei pronta? Perché non c'è via di fuga, la bloccano le telecamere" mi informa Cashmere mentre finisce di sistemare la gonna. Ridiamo tutte e tre ma poi la porta si apre e ci voltiamo.

"Ancora alle prese con il vestito? Aspettano tutti te!" mi informa Amarillis, come se potessi dimenticarlo. Guardo le mie damigelle che si avviano e non posso fare a meno di pensare che sono bellissime. Va bene, un respiro profondo e poi un piede dopo l'altro. Il mio sguardo vaga tra gli invitati e ricambio il sorriso incoraggiante di Finnick. Annie sembra stare meglio, sono contenta sia riuscita a venire. Haymitch è seduto accanto ad Effie, che sia la volta buona che riusciamo a farli mettere insieme? E Sapphire si sta asciugando una lacrima in diretta nazionale, mi dovranno dare una foto, assolutamente.

Oh, sono arrivata a destinazione. Ricambio il sorriso di Seneca e per la prima volta da quando mi sono svegliata mi sento finalmente tranquilla. Sto per sposare l'uomo che amo e intendo passare la vita con lui. Tutti i miei amici e la mia famiglia sono qui, non cambierei nemmeno una virgola. Sono felice, davvero. La cerimonia inizia e io sorrido, non riesco a smettere. Per una volta tutto è come ho sempre voluto, anche se magari non lo sapevo. Ormai il difficile è passato, la salita è finita e io sono in cima a guardare il panorama. Anche perché, dopotutto, cosa potrebbe andare storto?

 

 

 

 

Author's Note.- Salve a tutti! Aggiorno con un giorno di ritardo, lo so, chiedo venia. Siamo arrivati al penultimo capitolo, la mia bambina è cresciuta *si asciuga una lacrima come Sapphire*

Avrei potuto chiudere qui, ma niente, volevo complicarmi la vita. Nel prossimo capitolo ci sarà un salto temporale consistente, non vi dico altro, forse avrete già intuito dove voglio andare a parare.

Qui potete vedere il vestito che Stella indossa alla festa (lo so, non ve ne frega niente, è che io ormai mi sono fissata con questi vestiti dorati), mentre questo è quello del matrimonio e questo l'anello.

Vi ringrazio davvero per le recensioni e per i messaggi, i cuoricini e tutto il resto, inutile dire quanto contino per me :') Vi do appuntamento all'ultimo capitolo, un abbraccio <3

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Qualcosa per cui festeggiare ***


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Capitolo 6 - Qualcosa per cui festeggiare

 

 

 

 

"Penso siano la nostra tradizione. Traggono origine da un periodo particolarmente doloroso della nostra storia..."

"Sì, sì..."

"Ma sono stati il modo che ci ha permesso di guarire guarire. All'inizio servivano a non dimenticare la ribellione, erano il prezzo che i Distretti dovevano pagare, ma credo che adesso si siano evoluti, penso che siano qualcosa che ci unisce tutti."

"Questo è il tuo terzo anno come Primo Stratega, quale pensi che sia il tuo tratto distintivo?"

Io lo so, io lo so! È la spettacolarità, decisamente. Anche perché l'ho suggerito io. Mi infilo distrattamente in bocca un altro popcorn mentre Seneca dà la risposta che ha provato circa una dozzina di volte ieri sera. Era così in ansia per questa intervista che mi ha costretto ad aiutarlo ad esercitarsi. Solo che dopo il terzo tentativo io mi ero già stancata e ho iniziato a fare l'imitazione di Caesar Flickerman e lui scoppiava a ridere ad ogni domanda. Così ho cambiato e ho iniziato ad interpretare la parte dell'intervistatrice un po' svampita che ci provava con lui. Il signor Primo Stratega ne ha approfittato, ma poi mi ha costretto a provare ancora, in modo serio sta volta.

Ma tanto io non avevo dubbi che l'intervista sarebbe andata bene, da quando c'è lui al comando i Giochi si sono ripresi. Virgilius Adams, il suo predecessore, è stato licenziato dopo i Settantunesimi Hunger Games, non accorgersi che Johanna Mason aveva finto di essere una povera inetta è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, penso. Al licenziamento di Adams è seguito il tragico incidente che ha ucciso la famiglia della nuova Vincitrice. Non puoi pensare di prendere in giro Capitol City e passarla liscia. So che dovrebbe dispiacermi, e a livello umano mi dispiace, insomma mi dispiace per chiunque perda i propri cari, ma non riesco proprio ad empatizzare, Johanna non mi sta per niente simpatica. Sembra ostinarsi a voler fare la ribelle, la maleducata, quella sempre sopra le righe, come se non avesse capito come funzionano le cose nella Capitale. Non so perché ha legato ha legato con Finnick, non riesco a capire come possa trovare piacevole la compagnia di Johanna Mason. Non che io sia gelosa, per carità, Finnick può essere amico di chi gli pare. Ma non mi va di stare con lui quando in giro c'è anche lei così ho preso le distanze e Finnick si è offeso e non ci siamo parlati per qualche mese. Ma Finnick Odair mi conosce troppo bene per non sapermi riconquistare così ora siamo di nuovo amici, forse più di prima, ma comunque quando ha Johanna intorno io rimango con il mio gruppo. Lui lo sa e non se la prende.

Le due edizioni successive sono state vinte dal Distretto Uno, cosa di cui vado particolarmente fiera perché, insomma diciamocelo, era pure ora. Erano quattro anni che non avevamo un Vincitore, presto avrei iniziato a fare rituali magici propiziatori. Sfortunatamente Opal, mia prima Vincitrice, non è particolarmente avvenente o accattivante quindi agli Sponsor non piace trattare con lei. Durante la sua prima edizione da Mentore era praticamente inutile quindi non credo ripeterà presto l'esperienza. Beata lei. Il Vincitore dell'anno scorso, Silver, ha perso entrambe le gambe nell'arena e non si è ancora abituato bene alle protesi, quindi per quest'anno non mi ha affiancato. Quindi siamo di nuovo io e Sapphire e sinceramente ne sono davvero contenta.

Ormai è il mio settimo anno da Mentore, sto seriamente pensando di prendermi una pausa dopo l'Edizione della Memoria. Magari per fare un bambino, Seneca non desidera altro. Non so quanto sarei una brava mamma, Sapphire dice che a volte ho ancora bisogno della babysitter, ma scherza. Credo. Ruby ha avuto un maschietto quasi due anni fa ormai, se io avessi una femminuccia potrebbero crescere insieme, innamorarsi e sposarsi. Insomma, perché no? Anche Amarillis sta pensando di ritirarsi dopo l'edizione speciale, vuole mettere su famiglia anche lei. Sinceramente tremo al pensiero di una nuova accompagnatrice, ma non posso certo biasimarla. Ganymedes per fortuna rimane con noi, almeno per i vestiti siamo salvi.

Mi sembra così strano fare tutti questi discorsi da adulti, eppure dalla mia vittoria è ormai passato un po' di tempo. Siamo già arrivati alla settantaquattresima edizione e se riuscissimo a vincere per la terza volta di fila sarebbe fantastico. Insomma, immagino la faccia di Brutus. Sento aprirsi la porta e spengo la tv, che ormai stava trasmettendo un qualche reality show.

"Sono addirittura da popcorn?" mi chiede Seneca mentre entra in salotto, prima di darmi un bacio sulla testa e levarsi la giacca.

"Vieni decisamente bene in video" rispondo mentre si siede accanto a me spostando qualche cuscino. "Perché hai glissato su tutte le domande sul futuro e sui figli?"

"Perché credevo tu volessi che evitassi di rispondere."

"In effetti... Almeno così Caesar non si è già potuto prenotare per mandare il mio parto in diretta tv." Lui rimane un paio di minuti in silenzio mentre io spilucco ancora qualche popcorn dalla ciotola quasi vuota, poi si volta a guardarmi con un sorriso tra il felice e lo stupito.

"Sarebbe un sì?"

"Dopo l'Edizione della Memoria mi prenderò una pausa."

"Ti amo" mi dice prima di baciarmi, mentre le mie mani gli accarezzano il viso e le dita giocano con i disegni della sua barba.

"Sei un uomo fortunato, ti amo anch'io."

 

 Sinceramente, non credo che quest'anno vinceremo, i nostri Tributi non sono niente di speciale. La ragazza, Glimmer, è molto carina e di sicuro incanterà il pubblico, ma non è particolarmente brava con le armi. La sua specialità è l'arco, ma ho visto molto meglio. Gli Strateghi le hanno dato un nove, che è sì un voto alto, ma per un Distretto Favorito non è una grande conquista. Anche Marvel, il Tributo di cui mi occupo io, ha avuto un nove ma penso sia un po' più bravo della sua collega. Anche lui è affascinante e sicuro di sé, penso abbia una possibilità di vincere, ma guardando i Tributi di Brutus credo proprio che sarà lui a vincere quest'anno.

Cato ha avuto un dieci e da quello che mi hanno detto i ragazzi è parecchio bravo con la lancia, per non parlare della stazza che di sicuro gli tornerà utile nell'arena. Anche Clove, la ragazza, ha avuto un dieci e pare che la sua specialità siano i coltelli. Credo che il Distretto Due sia quello da cui dobbiamo guardarci quest'anno. Anche i ragazzi di Finnick non sono niente di che, nemmeno lui ha avuto molta fortuna quest'anno. Ci stiamo già psicologicamente preparando all'idea di doverci complimentare con Brutus per la sua vittoria, siamo davvero felici.

L'unica vera sorpresa di questa edizione sembra essere il Distretto Dodici, dove la ragazza si è addirittura offerta volontaria. Tutta questa storia dell'andare al posto della sorellina sta facendo impazzire il pubblico. Fortunatamente per noi la sua intervista non è stata particolarmente interessante, a parte per quel suo vestito fiammeggiante. Cinna è davvero un grande stilista, quando Ganymedes si ritirerà dai Giochi per dedicarsi completamente alla sua carriera di stilista più in voga a Capitol City, potremmo anche offrirgli noi un contratto, al Dodici è assolutamente sprecato.

Questa Katniss ha avuto un undici e io per poco non ho sputato il drink che stavo bevendo. Undici? Ma scherziamo? Al Distretto Dodici? Haymitch mi ha raccontato della sua prova, non vedeva l'ora di vantarsene. La ragazza ha tirato una freccia contro gli Strateghi, mancando mio marito di una decina di centimetri. E lui le ha dato un undici. Il ragazzo invece, Peeta, ha avuto un otto, che è comunque un voto alto in quel Distretto, molto alto. Domani inizieranno i Giochi e tutte queste sorprese a me non piacciono per niente. Insomma, devo iniziare a guardarmi le spalle da Haymitch Abernathy?! Fortunatamente non ci sa fare con gli Sponsor, altrimenti avrei già pensato che potesse avere qualche possibilità di vincere. Ho detto ai ragazzi di liberarsi subito dei Tributi del Dodici e di mettere fine a questa storia il più velocemente possibile, non mi piacciono i Giochi in cui non riesco a prevedere quello che succederà e quei due sono decisamente imprevedibili.

"Non capisco perché ti scaldi tanto, finalmente abbiamo un'edizione con qualche novità, vedervi vincere stava diventando noioso."

Seneca vuole essere picchiato, non vedo altra spiegazione. Se ne sta lì seduto a sorseggiare vino con la sua faccetta tronfia da Primo Stratega e a darmi della paranoica. Lui ci va a nozze con queste novità, lo share è altissimo e si prevede un gran seguito per questa edizione. Il fascino degli outsider o quello che è. "Quella ti ha tirato una freccia e tu le hai dato un undici, davvero non lo capisci?!"

"Non l'ha tirata a me, l'ha tirata al maiale."

"Ti prego, ricordami di nuovo la differenza tra te e il maiale." Lui sbuffa. Da quando è arrivato si sono tutti dileguati nelle proprie stanze perché sapevano che avremmo iniziato ad urlare.

"Vuoi lasciarmi fare il mio lavoro? So quello che faccio. E non capisco perché tu te la stia prendendo tanto."

"Non mi piace quella ragazza."

"Non ti piace mai nessuno che sia fuori dalla tua cerchia di Favoriti." D'accordo, questo in parte potrebbe essere vero, ma non è il punto.

"Lei lancia una freccia contro gli Strateghi di Capitol City e tu la premi, Seneca? Ma davvero?!"

Sbuffa di nuovo, finisce il vino e si alza dal divano, sistemandosi la giacca. "Ti vedo un po' nervosa, Stella, se continui così ti verranno le rughe e i capelli bianchi."

Molto divertente. "Certo che sono nervosa! Devo preoccuparmi del Dodici!" Perché nessuno mi capisce?

"Lascia che ti aiuti a rilassarti."

"Non voglio fare sesso!" sbotto allontanandomi da lui e iniziando a camminare in tondo per la stanza.

"Mi stai negando il sesso perché ho dato un undici alla ragazza del Dodici?!"

"Ringrazia che non ti abbia tirato un coltello! Ti farei dormire sul divano per una settimana se solo fossimo sotto lo stesso tetto!" Cosa che fortunatamente per lui non saremo per le prossime due settimane.

"Come vuoi, ci rivediamo alla fine dei Giochi, quando spero ti sarai calmata e avrai smesso di fare l'isterica" risponde senza neanche prendersela troppo, fermandosi qualche secondo davanti lo specchio per sistemarsi la cravatta e abbottonarsi la giacca. Alzo gli occhi al cielo e vado a sistemargliela io la cravatta, lui non è un granché con i nodi.

"Sei uno stronzo" preciso, ma sto perdendo il tono arrabbiato di prima. Percepisco il suo sorriso e il dorso delle sue dita sulla guancia.

"Ti piaccio così tanto proprio per questo" risponde con un sorriso che noto con la coda dell'occhio. "Sei davvero arrabbiata?"

"Sono preoccupata."

"Non ne hai motivo. Tra due settimane sarà tutto finito e tu potrai tornare a guardare tutti dall'alto in basso." Ridacchio anche io e poi lo bacio. Sì, sentirò decisamente la sua mancanza anche se si tratta solo di due settimane.

 

L'arena di quest'anno è una foresta molto fitta con la Cornucopia al centro. Ci sono laghi, caverne, campi, un ambiente abbastanza ameno insomma, se non fosse per gli ibridi. Ma insomma, lo sanno tutti che i Giochi non sono un camping. Il cibo e l'acqua non sono un problema, si può cacciare o raccogliere bacche e radici, ma bisogna fare attenzione a non mangiare la cosa sbagliata. I miei Tributi si sono uniti a quelli del Due e alla ragazza del Quattro, il maschio di Finnick è morto durante il bagno di sangue, a conferma che questi Giochi saranno pieni di imprevedibili sorprese. Per esempio il fatto che al gruppo si è unito il ragazzo di Haymitch, non ho idea del perché. Finché sarà così potranno comunque tenerlo sotto controllo e liberarsi di lui quando non gli servirà più. La ragazza invece è scappata, i miei Tributi sono decisamente degli incompetenti. Haymitch continua a vendere questa baggianata degli amanti sfortunati, quando è palese che se mai uno dei due sia davvero innamorato quello è il ragazzo. Non ci credo molto comunque, ma non posso negare sia una buona strategia, i Capitolini adorano queste cose romantiche e strappalacrime.

"Gli amanti sfortunati, davvero? Patetico" lo saluto affiancandolo al bar e ordinando, in modo molto irresponsabile, quello che sta bevendo lui. Cioè alcol etilico o qualcosa di simile.

"Sei solo invidiosa che l'idea non sia venuta a te" mi risponde con un sorrisetto facendo tintinnare il bicchiere contro il mio. Non è che io non voglia che Haymitch si prende una soddisfazione, per carità, ma preferirei fosse Peeta a vincere, la ragazza mi sta antipatica a pelle, mi manca solo di avere un'altra Johanna intorno.

"Mi piace giocare pulito, che vuoi farci."

"Così pulito che da quando tuo marito è il Primo Stratega tu non hai perso un'edizione."

Ecco, parlavo proprio di questo. Stringo le labbra e metto su un sorriso acido mentre mi giro verso di lei. "Ai miei ragazzi non serve nessun aiuto per liberarsi dei tuoi e neanche a me" rispondo mentre istintivamente allungo la mano verso un coltello poco distante da me.

"Giusto, voi Favoriti conoscete solo due modi per farvi strada, la violenza e il sesso."

Va bene, questo è troppo, decisamente. Con un balzo le sono sopra, incurante del tubino luccicante e del fatto che un coltello preso al bar non sia effettivamente un'arma. Lei viene colta di sorpresa e non riesce ad evitare il pugno che le piazzo in piena faccia. No, aspetta, non avrebbe potuto evitarlo comunque. "Questa è stata l'ultima cazzata che hai detto, Mason, non la passerai liscia con me!" urlo mentre le mollo un altro pugno approfittando del fatto che è ancora stordita dal primo. Impugno meglio il coltello e sto per abbassarlo su di lei quando qualcuno decisamente più forte di me mi blocca il braccio. "Va bene così, avete dato un bello spettacolo, ora torna a fare la signora Maloney, non ne vale la pena."

Brutus mi solleva mentre io mi dimeno dicendogli di lasciarmi perché devo uccidere Johanna e attorno a noi c'è ormai un nutrito capannello di gente. Anche Publius è accorso e provvede prontamente a disarmarmi e a lanciarmi un'occhiata di rimprovero. Brutus mi molla con poca grazia su un divano con un perentorio "Vedi di restare qui senza uccidere nessuno" e se ne va a dire ai Pacificatori accorsi che non c'è bisogno del loro intervento.

"Smettila di guardarmi così" sbuffo rivolta a Publius che a quanto pare rimane a farmi da sentinella.

"E come dovrei guardarti? Uno spettacolo davvero di classe non c'è che dire."

"Da quando ai maschi non piacciono le lotte tra donne?"

"Sinceramente ti preferisco quando fai la carina e non ti mischi a certa gentaglia." Publius McEntire sì che sa come rimproverare qualcuno. "Che pensavi di fare, ucciderla? Non puoi, non ci pensare nemmeno. Non piace nemmeno a Snow, ma non si può uccidere un Vincitore, nemmeno lui può."

"Posso almeno farle occasionalmente molto male?"

Lui si volta con quel suo sguardo furbo negli occhi. "Conosco molte persone che farebbero il tifo per te."

 

L'incendio e i Favoriti che hanno finalmente trovato la ragazza del Dodici sono stati un momento molto apprezzato. Non dubito che il fuoco porti la firma di Seneca, eravamo al quarto giorno e non era ancora successo niente di particolare, a parte le solite uccisioni dei Favoriti. Adesso siamo in una situazione di stallo con Katniss su un albero e quegli idioti che non riescono ad ucciderla. Dico, datemi un arco e lo faccio io, che cavolo. Haymitch è anche riuscito ad avere una medicina per le sue ustioni, non potrebbe andare peggio. Se quel fuoco era stato (spero per lui) un modo di Seneca per farsi anche perdonare, adesso si è rivelato completamente inutile. Come se non bastasse è sbucata fuori quella ragazzina dell'Undici a dirle di tagliare un nido di Aghi Inseguitori per farlo cadere sui nostri ragazzi.

"Se una di quelle due troiette dovesse vincere sarai tu a dovermi fermare dal fargliela pagare" mi sta dicendo Brutus mentre guardiamo la scena impotenti.

"Perché non hanno messo nessuno di guardia, perché cavolo dormono tutti?! Non ci sono più i Favoriti di una volta, noi non avremmo mai commesso un errore simile." Non posso credere che si facciamo uccidere da quelle due sfigate, non posso. Ma so che nemmeno gli Strateghi possono permettersi di perdere tutti i Favoriti in un colpo solo, andiamo.

Alla fine va meglio del previsto, muoiono soltanto Glimmer e la ragazza del Quattro. Niente Tour della Vittoria per Sapphire e Finnick insomma, ma non penso gli dispiaccia più di tanto. Penso avessero comunque capito che le ragazze non sarebbero arrivate lontano. Noi tiriamo un sospiro di sollievo a metà, perché Rue, la bambina dell'Undici, riesce a curare Katniss, quindi il pericolo non è scongiurato. Non vi dico quanto si sta vantando Chaff, in questo momento ucciderei volentieri metà dei Mentori qui dentro. Dopo questa edizione credo che partorire non sarà poi così terribile.

 

È ormai iniziata la seconda settimana di Giochi e i Favoriti sembrano essere diventati un po' più furbi. Hanno circondato le loro provviste con delle mine in gentile dotazione dagli Strateghi, così possono andare in giro a cercare gli altri Trubuti senza dover lasciare più di una persona di guardia alla Cornucopia. Per nostra sfortuna, la ragazza del Distretto Cinque è più furba di loro e riesce a rubacchiare qualcosa senza farsi vedere. Ma non è lei a preoccuparmi. Il team delle due sfigate ha deciso di attirare i Favoriti nel bosco con dei finti fuochi per farli allontanare e poter far esplodere il loro bel mucchio di cibo.

"La fortuna non è per niente a nostro favore quest'anno" commento atona mentre osservo impotente Katniss che lancia una freccia ad una rete di mele per farle cadere e attivare le mine.

"Sembra sia il turno di Haymitch di essere fortunato" risponde Sapphire mentre controlla quanti fondi ci rimangono per sopperire alla mancanza di cibo. Quando i Favoriti tornano Cato è così furioso che rompe l'osso del collo al ragazzo del Tre che si era unito a loro e stava facendo la guardia, se così si può dire insomma, con un solo semplice movimento.

"Mi pare che lei non stia benissimo, dici che l'esplosione le ha causato qualche danno?" chiedo speranzosa.

"Magari è rimasta sorda, era parecchio vicina. Sarebbe un buon vantaggio per noi."

Il gruppo dei Favoriti è ormai ridotto a Marvel, Cato e Clove, non si può certo dire che per noi sia stata una buona giornata. La serata sembra sarà tranquilla quindi io e Sapphire torniamo al primo piano per riposarci un po' a turno. Non esiste lasciare la tv incustodita con tutti questi casini. "Non ti era incredibilmente mancato tutto questo?" gli chiedo sarcastica mentre siamo sul divano a monitorare l'arena.

"Pregare che dei ragazzini innocenti muoiano, dormire tre ore a notte, stare lontano da casa? Terribilmente" mi risponde in un finto tono addolorato e malgrado la situazione ridacchiamo. "Tu piuttosto, quando ti stancherai?"

"Magari dopo la prossima edizione."

"Stai valutando la possibilità di dargli il mio nome, vero?"

"Assolutamente!" rispondo quando riesco a smettere di ridere per il tono serio e adorabile con cui l'ha detto.

 

Siamo ufficialmente fuori dai Giochi. Oggi Marvel ha ucciso Rue intrappolandola in una rete e finendola con una lancia avvelenata. Ho esultato per circa dieci secondi, prima che Katniss gli piantasse una freccia nel collo.

'Non preoccuparti, ti rifarai l'anno prossimo con l'Edizione della Memoria e sarà una vittoria che tutti ricorderanno. Fregatene di questi zotici del Dodici!' è stato il carinissimo sms di Galerius che, per non so quale ragione, mi adora. Seneca dice che sono una dei suoi Vincitori preferiti. Ma se mio suocero, nonostante abbia in passato cercato di uccidermi nell'arena, è così gentile, suo figlio mi sta mandando in bestia. La novità del giorno è che se alla fine arrivano due Tributi dello stesso Distretto potranno vincere entrambi. Non dubito sia solo un espediente per aumentare la tensione e che la modifica sarà presto revocata, ma per ora spinge gli Sponsor a tifare per gli amanti sfigati o quello che sono. Persino Publius era tentato di sganciare un assegno ad Haymitch ma è bastata una mia occhiata omicida a farlo desistere.

Sfortunatamente i due innamorati si ricongiungono e gli Sponsor sono in visibilio e gli inviano cibo. Qui secondo me si sono tutti bevuti il cervello, giuro che potrei baciare Chaff con più trasporto di quei due. I giorni passano e loro continuano a giocare alla coppietta felice, se non fosse che lui presto ci lascerà le penne se non gli danno qualche medicina.

Naturalmente il mio caro maritino non si fa sfuggire l'occasione per un po' di sano spettacolo e organizza un banchetto alla Cornucopia. Ormai questa mi sembra l'edizione dell'assurdo.

Il banchetto è ovviamente il momento che tutti gli spettatori attendevano per vedere un po' di sangue, visto che il ragazzo dell'Undici riesce ad uccidere la ragazza di Brutus, dopo che questa ha provato ad uccidere Katniss. Anche sta volta lei riesce a farla franca e io ripiombo sul divano delusa. Ormai quella del Dodici è l'unica coppia in gara. Non che lui sia poi in grado di fare chissà che, ma la ragazza continua a preoccuparmi parecchio. Non so neanche quanti anni siano che il Dodici non arrivasse a questo punto dei Giochi, Effie Trinket è in visibilio, tra poco inizia ad appendere dei festoni colorati.

Per due giorni infuria una tempesta, credo che anche nella sala di controllo inizino a stancarsi. La coppietta si sbaciucchia un po' e Haymitch gli manda da mangiare. Se dovessero avere la brillante idea di togliersi qualche vestito penso gli manderebbe un intero banchetto nuziale. Sono più di due settimane che andiamo avanti e anche io inizio a sentirmi stanca di stare qui, non vedo l'ora di poter tornare a casa. Ma Brutus mi ha chiesto di restare a sostenerlo e non posso tirarmi indietro, anche se in un modo tutto strano siamo amici.

"Perché ho l'impressione che tuo marito faccia di tutto per sostenere il Dodici e la loro farsa?" mi chiede mentre l'hovercraft preleva la ragazza del Cinque che ha mangiato delle bacche velenose con cui io avevo sperato si strozzasse Peeta.

"Perché al pubblico piace e lui cavalca l'onda" rispondo mestamente, sapendo che Seneca sta solo facendo il suo lavoro. Avanti, Mason dì che mi sta favorendo, forza. Che cretina.

"Se ti fossi cavalcata lui a quest'ora io avrei il mio Vincitore e saremmo tutti liberi da questo strazio." Ecco, come dicevo, il nostro è uno strano e non molto gentile modo di essere amici, che vogliamo farci.

 

Il momento finale di questi Giochi penso sarà ricordato per molto tempo. Con quel branco di ibridi Seneca ha fatto un lavoro incredibile, non posso negarlo. Un degno finale ricco di suspence e sangue. Se solo fosse stato il finale, in realtà è stato un disastro. Cato è morto ed è chiaro che il vincitore di quest'anno sarà il Distretto Dodici. L'atmosfera qui non è esattamente gioiosa, gli unici a festeggiare sono i Mentori dei Distretti più poveri che si stanno congratulando con Haymitch. Come avevo previsto, la modifica del regolamento è stata annullata, nessuno Stratega può incoronare due Vincitori.

"Se continuano così mi verrà il diabete, tuo marito non ne può far ammazzare uno da quegli ibridi e tanti saluti? Che cazzo."

Diciotto giorni di Giochi e nessuna vittoria stanno decisamente tirando fuori il peggio di Brutus. Non che queste scenette sentimentali a me piacciano. Lo sapevano che solo uno può vincere, se hanno creduto alla menzogna degli Strateghi per davvero sono degli idioti. Mi chiedo sinceramente come finirà, è tutto così imprevedibile che non saprei dire con certezza chi dei due ammazzerà l'altro. Quando lei tira fuori i Morsi della Notte penso voglia stupirmi e al contempo farmi un favore e togliersi dai piedi. E invece no. Vogliono suicidarsi entrambi come dispetto alla Capitale che si è rimangiata la modifica al regolamento.

Non possono farlo. Insomma, no. Adesso arriva un ibrido che sbrana lei prima che gli passi le bacche e lui sarà il Vincitore, deve per forza andare così. Seneca non può farli vincere entrambi, sarebbe la fine della sua carriera, significherebbe piegarsi al volere di due ragazzini. Tutto il meccanismo dei Giochi ne uscirebbe raggirato, sono sicura che a Snow non piacerebbe nemmeno un po'. Ma Seneca non è stupido, sta solo prendendo tempo per un finale come si deve, per forza.

Fermala, andiamo fermala. Ma non succede nulla, se non che Claudius Templesmith annuncia i due Vincitori dei Settantaquattresimi Hunger Games. Due Vincitori. Mi si gela il sangue nelle vene.

Mi accorgo a mala pena delle bottiglie stappate e delle grida di Giubilo del gruppo di Haymitch perché mi arriva una chiamata di Seneca sul cellulare. Mi affretto ad uscire dalla sala e vorrei sperare sia solo per delle scuse e magari arrabbiarmi anche per quanto è stato imprudente, ma non ci riesco. Il brutto presentimento che mi perseguita da quando questa edizione è cominciata sta piano piano aumentando di intensità. Mi appoggio con le spalle al muro appena arrivo fuori e rispondo, la preoccupazione che trapela dalla mia voce.

"Seneca, che succede?" Dall'altra parte c'è qualche secondo di pausa mentre la mia tensione sale.

"Niente. Volevo solo sentirti."

Ma è ovvio che non è solo questo. Sono quattro anni che stiamo insieme, un po' ormai lo conosco. Quando finiscono i Giochi è sempre visibilmente rilassato, invece adesso percepisco il suo nervosismo. So che Snow non sarà felice di questo finale, ma non si può negare che al pubblico i Giochi siano piaciuti, no?

"No che non è solo questo, che sta succedendo?"

"Sono stato convocato da Snow."

Va bene, non c'è motivo di andare nel panico. Vorrà solo ammonirlo, un discorsetto da se sgarri un'altra volta ti mando via a calci e niente di più. Voglio dire, non può fare qualcosa peggiore di licenziarlo al massimo, giusto? Seneca ne soffrirà, sarà depresso per un po', poi faremo un bambino e gli passerà. Potrebbe insegnare strategia in accademia al Distretto Uno, ci servirebbe uno con la sua esperienza.

"Non avresti dovuto farli vincere entrambi, lo sai benissimo" rispondo acida, è più forte di me.

"È ora che la smettiamo di fare quello che vuole Snow e iniziamo a fare quello che è giusto."

"L'hai fatto di proposito?! Tu sei pazzo. Potrebbe ucciderti per questo!"

Dev'essere impazzito, non vedo altra spiegazione. O ha deciso di farsi ammazzare dal Presidente per sport, non saprei.

"Sono pronto ad accettare le conseguenze delle mie azioni, non ti ho chiamato per discutere di questo."

Mi gira la testa e mi lascio scivolare a sedere sul pavimento. Quali conseguenze? Di che sta parlando? Insomma, Snow non può ucciderlo, è mio marito e io sono un Mentore, non è che Seneca può sparire nel nulla come un qualsiasi parente di un Vincitore ribelle.

"Perché mi hai chiamato allora?"

"Volevo solo dirti che ti amo. E che sei stata la cosa più bella della mia vita. Anche se la prima volta che ti ho vista somigliavi ad uno struzzo sui tacchi ho capito subito che mi avresti stravolto la vita. Sono stati quattro anni meravigliosi e non ti dovrai mai dimenticare che ti amo più di qualunque altra cosa, prometti."

"Promesso" riesco a sussurrare con un filo di voce mentre le lacrime mi scivolano sulle guance senza che io quasi me ne accorga. Non può succedere, non può succedere davvero.

"Brava la mia ragazza. Lo avrei voluto davvero davvero quel bambino, non ti devi dimenticare nemmeno questo, capito?"

"Lo avrei voluto anche io..." Ormai sto singhiozzando e i capelli mi si sono appicciati al viso per via delle lacrime. Mi passo una mano sugli occhi incurante del trucco e stringo il telefono, come se in questo modo potessi trattenere Seneca dall'andare incontro al suo destino. "Ti amo"è l'ultima cosa che riesco a dirgli con la voce rotta dal pianto.

"Ti amo anche io" sono le ultime parole che mi rivolge lui prima di chiudere e io rimango seduta sul pavimento a piangere abbracciata alle ginocchia. Non rivedrò più Seneca, lo so. Ma sta volta non asseconderò Snow e le bugie che si inventerà. Non fingerò che Seneca sia morto in un qualche tragico incidente. Capitol City e il suo Presidente me la pagheranno, questa è una promessa.

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Rewind

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Fermala, andiamo fermala. Ma non succede nulla, se non che Claudius Templesmith annuncia i due Vincitori dei Settantaquattresimi Hunger Games. Due Vincitori. Mi si gela il sangue nelle vene.

Mi accorgo a mala pena delle bottiglie stappate e delle grida di Giubilo del gruppo di Haymitch perché sono troppo impegnata a cercare il numero della Residenza Presidenziale sul telefono. La segretaria di Snow risponde al secondo squillo.

"Ufficio del President--"

"Gli dica di non fare nulla, sto venendo lì, gli dica di non fare nulla, chiaro?!" la interrompo concitata mentre prendo la borsa e sto già uscendo dalla stanza.

"Signorina Maloney?" Sembra abbastanza confusa.

"Dica al Presidente di non fare nulla, sto venendo lì!" quasi urlo prima di chiudere la telefonata per chiamare un taxi. Giuro che se riesco a salvare Seneca da questo casino è solo perché voglio ucciderlo con le mie mani.

Dopo una ventina di minuti sono seduta davanti al Presidente, ma sta volta non c'è nessun tè o nessuna chiacchierata amichevole.

"Posso parlare francamente, Stella?"

"Naturalmente."

"Tuo marito è un imbecille."

Ma dai, davvero? "Il punto è che è mio marito. La Capitale ci ama, il nostro matrimonio ha bloccato le televisioni per un giorno intero e ha dato un'ottima pubblicità ai suoi Giochi. Seneca non può morire. Non me ne andrò da Caesar a fare la vedova addolorata, posso diventare peggio di Johanna Mason se voglio." E lui sa che è vero. Sa che se volessi potrei causargli molti problemi come sa che sono un'arma troppo buona per gettarla via così. Gli sono stata utile in questi anni, il fatto che abbia accettato di vedermi lo dimostra. "Quindi troviamo un accordo."

"Stai marciando sul fatto che sei sempre stata la mia preferita, Stella." Mi concede un accenno di sorriso mentre io provo a mantenere la mia facciata sicura di me. Vorrei tirare su i piedi sulla sedia ma mi trattengo.

"Abbiamo lavorato così bene insieme, non c'è motivo di interrompere la nostra collaborazione proprio adesso." Andiamo, Snow.

Lui congiunge le dita e ci poggia sopra il mento mentre riflette. "Seneca non deve più mettere piede nella Capitale. La sua carriera è finita. Te lo porti al Distretto Uno e ti assicuri che non metta più piede qui. Mi sono spiegato?"

"Perfettamente."

"Niente apparizioni pubbliche, non mi interessa che scusa ti inventerai, lui non ti può accompagnare nella Capitale, chiaro?"

"Chiarissimo."

"Ufficialmente si ritirerà per dedicare più tempo alla famiglia, ad un qualche bambino che farete, perché ha capito che fare lo Stratega non è la sua vocazione, quello che ti pare. Se farete un figlio potremo discutere di mettervi in copertina su Capitol Couture, vedremo."

"D'accordo."

E questa era la parte facile, adesso deve dirmi che vuole in cambio, perché non credo proprio gli basti il fatto che Seneca sparisca dalla circolazione.

"Quanto a te, ogni occasione, festa, intervista e simili sarà buona per dire quanto grata tu sia alla Capitale, quanto gli Hunger Games siano stati una parte meravigliosa della tua vita e qualunque altra cosa io vorrò, chiaro? Dovrai essere la più credibile sostenitrice di questo governo e di questa città. Ci siamo capiti?"

"Tutto chiaro." Penso ci si possa vendere l'anima per salvare il proprio marito da morte certa, giusto? Diventerò la bambolina di propaganda di Snow ma almeno avrò Seneca.

"Fai una stupidaggine come quella di tuo marito e vi impicco entrambi, chiaro?" Annuisco, abbastanza spaventata da quella luce che ha negli occhi perché mi dice chiaramente che manterrà la promessa. "Seneca parte immediatamente per il Distretto Uno, tu rimani qui fino all'incoronazione e vedi di finire su qualche copertina, ho bisogno di qualcosa che distragga da quei due."

Decisamente i nuovi Vincitori non gli piacciono e più visibilità hanno, maggiore è il danno all'immagine del governo. "Ora vattene, prima che cambi idea. Metti tuo marito su un treno e presentati al meglio a quella vostra festa segreta. Dimostrami che non ho commesso un errore a farti questo favore."

Ci stringiamo la mano e fuggo, letteralmente. Non ho problemi ad ammettere che ho paura di Snow e di quello che potrebbe fare se disubbidissi. È ovvio che si farà ricambiare questo 'favore' in mille modi, ma intanto Seneca è vivo ed è l'unica cosa a cui riesco a pensare. Che per una che non voleva innamorarsi è parecchio divertente. Sto piano piano tornando a respirare normalmente e mi sento più tranquilla ad ogni passo. Adesso parlo con Seneca, lo metto su un treno, cosa che non so quanto gli piacerà così su due piedi, e vado a scegliere un bel vestito per sta sera.

E si torna in scena. Perché in fondo qualche motivo per festeggiare ce l'ho anch'io.

 

 

 

 

Author's Note.- Sì, non avete capito male, c'è un finale multiplo. Questo perché fino alla fine non sapevo se attenermi al canon e far fuori il povero Seneca o apportare questa piccola modifica alla trama originale. Così mi sono detta 'ma perché devo scegliere io, facciamo che siano i lettori a scegliere!' LOL

Buonsalve a tutti! Ebbene sì, siamo arrivati alla fine. Scusate il ritardo ma tra le lezioni che sono riprese e impegni vari ho dovuto ritardare un pochino l'aggiornamento. Spero che il salto temporale non vi abbia delusi, ho cercato di fare del mio meglio, concentrandomi sui momenti più rilevanti dal punto di vista di Stella mentore. Le prime righe sono quelle della prima scena del film (non letteralmente perché le ho scritte riguardando il film in lingua originale, quindi se qualche parola non è uguale al doppiaggio italiano è per questo), mentre tutti gli altri riferimenti alla trama seguono il libro. Mi sembrava carino chiudere questa mia storia con diciamo l'inizio della trilogia della Collins, spero sia venuta fuori una cosa decente.

Io vi ringrazio davvero per aver dato una possibilità a questa storia, per aver letto, recensito, mandato messaggi, messo cuoricini e tutto quanto. Grazie davvero di cuore, mi avete riempito di gioia, credetemi. Se vorreste lasciarmi un parere su come vi è sembrato questo capitolo un po' diverso dal solito naturalmente mi farebbe tanto piacere, non siate timidi :3

Come al solito la nota è venuta lunghissima, quindi passo e chiudo, dicendovi ancora una volta GRAZIE <3

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