Pokèmon D-Burning

di DanShade98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Un grande sogno per un grande viaggiatore ***
Capitolo 2: *** Il giorno più atteso ***
Capitolo 3: *** Sfida nella foresta ***
Capitolo 4: *** A Spade Incrociate ***
Capitolo 5: *** La prima avversaria di Dan ***
Capitolo 6: *** La prima battaglia contro il male ***
Capitolo 7: *** Sulla strada per Plumbeopoli ***
Capitolo 8: *** Torneo D'Oltre Mare: un grande obbiettivo! ***
Capitolo 9: *** Scontri da professionisti ***
Capitolo 10: *** Un avversario tuonante! ***
Capitolo 11: *** Un Ruggito dall'Antichità ***



Capitolo 1
*** Prologo - Un grande sogno per un grande viaggiatore ***


Grande sogno, per un Grande sognatore 

 
Ormai il rosso del tramonto stava lasciando spazio al buio della notte imminente. 
pokèmon dell’oscurità stavano ormai popolando la foresta, i loro richiami erano udibili fino al suo limitare ed è proprio li che un giovane ragazzo  con un pokèmon al suo fianco si stava allenando. 

«Distruggi quella roccia con Lanciafiamme!!» gridò il ragazzo. 
A quel comando il pokèmon liberò un immensa lingua di fuoco, la forza con la quale si schiantò contro la roccia la frantumò in mille pezzi. 

«Bravo, un ottimo attacco!!!» si complimentò il ragazzo con il piccolo pokèmon. 

Quest’ultimo era un piccolo pokèmon di colore marrone scuro con una chiazza chiara sulla pancia, sulla fronte aveva un ciuffo bel arrotolato ed elegante di pelo, dietro di lui sei code anch’esse ben arrotolate ed eleganti ondeggiavano al vento della sera. 

Il ragazzo invece non sembrava avere più di 13 o 14 anni, portava i capelli all’insù tranne due ciuffi che cadevano sulla fronte a formare una “M”. Una caratteristica che subito saltava all’occhio erano le punte dei suoi capelli di colore rosso, a differenza del resto della chioma che era di un nero scuro come la pece. Gli occhi erano intinti di un rosso cremisi con qualche sfumatura di arancione. Portava una felpa rossa che teneva aperta infatti si intravedeva una maglietta  gialla sotto con la scritta -Fire Force-. Indossava dei pantaloni lunghi di colore nero, e degli stivaletti alti fino alle caviglia di colore blu scuro.  

«Se userai questa potenza anche negli scontri futuri la vittoria sarà assicurata!!!» continuò a complimentarsi il ragazzo con il pokèmon che rispose con un Vulpixxx!!!” e un gran sorriso dimostrando di aver apprezzato molto i complimenti del suo amico. 

«Domani…Domani è il grande giorno amico mio, domani inizia la nostra avventura, la nostra scalata al successo, da domani io e te saremo finalmente Allenatore e Pokèmon Partner!! Non sei entusiasta Vulpix???» chiese il ragazzino alla piccola volpina, «Da Domani tutti sapranno che i più forti sono Dan Foster e il suo compagno Vulpix!!!!!! Ma ora è meglio rincasare o la mamma ci farà andare a letto senza cena!!» 
Il piccolo pokèmon annuì e insieme a Dan si avviò sulla via del ritorno verso casa a Biancavilla. 

In quel momento nella testa del ragazzo frullavano tante idee e tanti pensieri ma ciò che dominava la mente di Dan era un sogno, una speranza, un stella lontana che sapeva di poter raggiungere. «Mondo preparati, perché io sto venendo a sfidarti!» questo disse con voce grintosa al suo pokèmon mentre stavo per giungere a casa 

Non era altro che un Grande sogno, per un Grande sognatore !!!!! 

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Capitolo 2
*** Il giorno più atteso ***


[In questa storia potreste imbattervi in riferimenti ad altre opere sotto forma di citazioni. La mia è solo una forma di ammirazione verso tali opere e non intendo prendermi meriti per frasi o situazioni non mie, il mio unico merito è quello di essere riuscito (spero) a contestualizzarle dentro il mio racconto.]

 

 

Tutti abbiamo un giorno che aspettiamo assiduamente! Che sia la data del nostro compleanno o l'ultimo giorno di scuola viviamo tutti i momenti che lo precedono con ansia e euforia. Ma nel mondo dei pokèmon uno e uno solo è il giorno che tutti i ragazzi attendono da una vita, un giorno così speciale che non è possibile dimenticarlo mai, un giorno così atteso che difficilmente se ne vivrà un altro simile... Un giorno che con un piccolo passo e con un grande sogno segna da sempre l'inizio di una grande avventura.

 

IL GIORNO PIU' ATTESO

 

 

Se con un grande sogno inizia una grande avventura, con una grande colazione inizia una grande giornata. Almeno questa era la filosofia di Dan visto come si abbuffava quella mattina.
«Ehi, vacci piano o scoppierai prima di arrivare dal prof. Oak!»
«Non ti preoccupare per questo mamma, il mio stomaco non scoppierà certo per un paio di toast alla marmellata.»
«Ma se è l’ottavo che ti mangi nel giro di cinque minuti!» disse una donna sulla trentina, con i capelli a caschetto neri, gli occhi arancioni e un sorriso in volto.
«E fidati che non sarà l’ultimo, Clefable riesce sempre a tostarli al punto giusto!»
Un pokèmon rosa con due orecchie a punta seduto vicino al tavolo sembrò fiero dei complimenti fatti sui suoi toast.
La signora Foster sembrò un po’ delusa invece a sentire quel commento: «Uffa, vai matto dei toast di Clefable mentre i miei non li guardi nemmeno. Potresti anche provare a mangiare ciò che preparo io!» balbettò la donna con un tono un po’ seccato ma mantenendo sempre il suo caratteristico sorriso.
Appena sua madre finì di parlare Dan scoppiò a ridere di gusto.
«Aahahahah! Il fatto è che qualunque cibo tu pensi solo di provare a cucinare si incenerisce a tal punto che la Carbonella a confronto sembra una Pietraidrica!»
A quella battuta sia Clefable che Vulpix , che era seduto vicino a Dan, cominciarono a ridere come matti.
Ma Dan continuò «E’ incredibile pensare che questo pokèmon sia stato il tuo Partner nel tuo viaggio da allenatore pokèmon, mamma, potevi imparare qualcosa sulla cucina da lui Aahahah!»
«Assì?» domandò sua mamma con un espressione imbarazzata e leggermente arrabbiata «Ah, Dan sono le nove e mezza e se non sbaglio tu devi essere al laboratorio per le dieci … è meglio se ti sbrighi invece di criticare la mia cucina»
« Oh no! Grazie per avermi avvisato mamma! Forza Vulpix!» gridò abbandonando il nono toast sul tavolo.
Il pokèmon lo seguì a ruota fino in strada dove vennero fermati dalla voce della signora Foster:
«Ehi, tesoro, dopo torna subito a casa che voglio conoscere il tuo nuovo amico, Ok?»
Il ragazzo annuì mentre partì a correre contento per le strade di Biancavilla. La città si presentava come un paesotto di campagna con ampie strade sterrate e molti campi coltivati. Le abitazioni non si trovavano quasi mai una accanto all'altra per via dei maestosi e coloratissimi giardini che le circondavano. Non si poteva certo dire che fosse un paese sviluppato o che fosse un centro d'attrazione, ma in quanto purezza e genuinità della natura, che lì viveva in simbiosi con i fortunati abitanti, Biancavilla non era seconda a nessuno. Le colline che la circondavano la proteggevano dalle intemperie, insomma a Biancavilla il tempo era soleggiato e sereno tutto l'anno.
«Allora Vulpix secondo te quale pokèmon dovrei scegliere? Avendo già te che sei un tipo fuoco forse dovrei orientarmi sul tipo acqua, o forse al tipo erba? Ahhh, non so decidermi!! Tu che ne pensi?»
Il pokèmon rispose con il suo verso tipico sottolineando che per lui era importante solo avere un nuovo amico, non era importante il tipo di appartenenza perché si sarebbe adeguato a tutto.
Dopo una corsetta di qualche minuto, arrivato al cancello della dimora del professore a Dan non restava che attraversare un vialetto costeggiato di alberi e una porta in legno per diventare finalmente Allenatore.
Ma appena sfiorata la maniglia Dan si girò verso Vulpix: «Ehi, amico per il momento è meglio se stai dentro la Sfera Pokè, ti chiamo quando avrò preso il nuovo componente del team! Promesso!» . Il pokèmon a malincuore ritornò nella sua sfera, ma aveva grosse speranze per quando sarebbe uscito.
“TOC TOC”
« C’è nessuno? Prof. Oak, sono Dan! Lei oggi mi dovrebbe dare la qualifica di allenatore, si ricorda?» chiese il ragazzo entrando in una stanza piena dei apparecchiature per lo studio dei pokèmon. Era uno stanzone ambio e capiente quello che si presentò per primo alla sua vista, non c'era angolo che non fosse stato coperto da qualche apparecchiatura fantascientifica. A dispetto delle enormi risorse scientifiche stipate all'interno, di persona nell'edificio ce n'era solo una: un simpatico signore con un camice da laboratorio e dei bei capelli grigio scuro. Aveva un sorriso rassicurante e simpatico, sembrava davvero un nonno della porta accanto. Vicino a lui stava una struttura cilindrica con una cupola di vetro come coperchio, il ragazzo ipotizzò subito che si dovesse trattare del contenitore per le pokèball.
« Oh ragazzo, certo entra pure!!» rispose una voce dal lato opposto della stanza.
« Ok, grazie!» disse addentrandosi nella sala. Dan si avvicinò al signore ad al piedistallo con le tre pokèball messe a formate un triangolo sopra.
Ma appena le vide sentì qualcosa dentro di lui, una strana energia, uno strano calore… questo calore proveniva dalla sfera messa sulla punta destra del triangolo. Chiuse gli occhi e appena gli riapri c’erano fiamme immense che lo circondavano, all’improvviso tali fiamme presero la forma di una bestia alata, simile ad un drago, che cominciò a volare in direzione di Dan!
« Ahhhhhhhhh!»





« Dan? Dan? Ehi, svegliati!» quando Dan aprì gli occhi c’era il prof. Oak che lo stava scuotendo «Sei crollato come un sacco di patate, stai bene?» chiese l'uomo con i capelli grigi.
«Davvero? Non ricordo altro che delle fiamme e una strana figura infuocata che veniva verso me.»
« Avrai avuto un’allucinazione figliolo, ma, dimmi, ora sei pronto per diventare un allenatore a tutti gli effetti?»
«Certo!! Professor Oak, sono prontissimo!» il giovane si rialzò in piedi con forza ed energia lasciandosi alle spalle la sensazioni e le visioni vissute un attimo prima.
«Perfetto!!! Allora sono felicissimo di consegnarti il tuo Pokèdex!» disse porgendo un apparecchio rosso a Dan «Questa è un enciclopedia di pokèmon tascabile, tutti gli allenatori ne possiedono una.»
«Fantastico! Wow, e qui dentro ci sono i dati di tutti i pokèmon del mondo?» chiese Dan.
«No, purtroppo io ho la qualifica di dare il pokèdex solo con informazioni sul pokèmon di Kanto, per avere dati sui pokèmon delle altre regioni dovrai recarti dai miei colleghi professori nativi di quelle regioni.» rispose con professionalità il Prof. Oak
« Capisco. Ma non importa, anzi meglio, così ora ho un motivo in più per viaggiare!... Ora potrei vedere i pokèmon iniziali che spettano agli allenatori principianti?» gli occhi di Dan si erano illuminati mentre pronunciava questa frase, prova che ci teneva molto.
« Certo! Allora, vediamo se ti piacciono i miei tre amichetti!» il prof. si voltò verso le tre sfere posizionate a triangolo «Primo! Bulbasaur, un pokèmon d’erba!» e dicendo questo aprì la sfera cha faceva da vertice sinistro.
Un fascio di luce si propagò per la stanza e quando scomparve al suo posto c’era un piccolo esserino con una pianta sulla schiena. "Bulba… Bulbasarrr!!"
« Che forte!!! Mi dica prof. questo è un tipo d’erba?»
«Si figliolo, oltre a questo è anche un forte pokèmon di tipo veleno e il più fedele degli amici!»
«Promette bene! E gli altri due?»
Il professore prese in mano la pokèball messa al centro e la lanciò in aria « Ecco il secondo pokèmon: Squirtle!» E detto questo sempre lo stesso bagliore uscì dalla pokèmon per poi lasciare il posto a un pokèmon, questa volta blu e circondato da un guscio all’apparenza solidissimo. "Squirt.. Squirtlee!"
« Mi faccia indovinare Professore! Lui è il tipo d’acqua, vero?»
« Verissimo, è il pokèmon tartaruga ma non fidarti del suo aspetto carino e indifeso, al momento gusto sa tirare fuori le unghie! Non resta che l’ultimo pokèmon »
Dan deglutì “GULP”, il professore stava per aprire la sfera posta a destra, quella da qui si era sprigionato il calore.
« Ecco la ciliegina sulla torta! Il pokèmon Charmander!!»
Dal fascio di luce questa volta apparve una lucertolina rossa con una fiammella posta sulla punta della coda. Questo pokèmon guardò subito Dan negli occhi, occhi speranzosi quanto quelli di Vulpix. "Char… Charmander"
Dan nel vedere quegli occhi rossi, sentì dentro di lui ancora quel calore, questa volta proveniva dal cuore. Cerco di non badarci troppo e decise invece di porre la domanda che più aveva desiderato fare in vita sua.
« Prof. ora credo che dovrei scegliere il mio pokèmon, giusto?»
Il professore chiuse gli occhi per quante istante per poi cambiare completamente espressione.
«No, mi dispiace ma tu non puoi scegliere nessuno!» rispose serio.
« COSA???» chiese allibito Dan «Perché? Perché non posso?»
« Il motivo sta nella tua cintura, si, quella pokeball che hai là contiene un pokèmon giusto? Un Vulpix se non sbaglio, quindi tu possiedi già un pokèmon partner, non hai bisogno di sceglierne un altro. E poi ho sentito che ti alleni tutti i giorni con il tuo amico, questo ti fa partire avvantaggiato rispetto agli altri allenatori in quanto il tuo pokèmon ha già esperienza nelle lotte e nel controllo dei suoi poteri. Quindi mi dispiace ma il pokèdex e le cinque sfere sono le uniche cose che posso darti. Non avrei dovuto nemmeno farti vedere questi tre, ma tu ci tenevi tanto.»
Dan non poteva crederci, ma allo stesso tempo capiva le ragioni del professore, a lui era sempre piaciuto combattere e vincere lealmente quindi se il professore la pensava così non restava che attenersi.
« Sono molto triste per questo, ma in cuor mio capisco le sue ragioni e le accetto. Anche Vulpix sarà triste ma quando cattureremo insieme il nostro primo pokèmon gli tornerà sicuramente l’allegria! Grazie per il pokèdex e per le sfere. Ciao Amici pokèmon, spero troviate un buon allenatore!»
Lanciò un’ultima occhiata a Charmander che sembrava molto triste e deluso, questo fece salire la malinconia di Dan.
«Arrivederci!» salutò uscendo dalla porta.
« Mi dispiace ragazzo. Ma sono sicuro che te la caverai egregiamente anche senza uno dei tre pokèmon iniziali!» disse sorridendo il professore.
Charmander però non sembrava pensarla così a vedere la sua espressione triste.

«Ohh, Dan mi dispiace! Non avrei mai pensato che non ti avrebbe lasciato prendere un pokèmon.»
« Non preoccuparti mamma, il professore mi ha spiegato le sue ragioni e non posso dargli torto, io possiedo già un pokèmon!» guardò Vulpix « Un OTTIMO pokèmon!» .
Il pokèmon volpe gli saltò in braccio e cominciò a leccargli la guancia come segno d’affetto.
« Non importa se non abbiamo guadagnato nessun pokèmon, perché io e te Vulpix c’è la faremo da soli! Vero amico?»
"Vulpix!!!" il suo grido di risposta si sentì per tutta la casa.
« Ok, campione ora vatti a cambiare! Oggi inizia il tuo viaggio!» disse fiera sua madre.
« Certo! Mamma, come potrai stare senza di me?»
« Scherzi? Sarà un favola: non dovrò più lavare camionate di vestiti o lavare 30 piatti al giorno, sarà una magnifica vacanza… però stai attento e torna qualche volta, ok?»
«Ci puoi contare Mamma» i due si abbracciarono forte «Poi c’è Vulpix che veglia su di me!» .
Dan uscì dalla camera con dei vestiti nuovi di zecca: una felpa rossa con il cappuccio che copriva una maglietta gialla con la scritta arancione -Fire Force-. I pantaloni erano neri con dei motivi rossi sui fianchi, le scarpe uguale. « Ti stanno benissimo tesoro! E anche tu stammi bene!»
« Mamma, sei la migliore! Ciao, avrai mie notizie molto presto!» detto questo si diresse verso il corridoio d’uscita con Vulpix sulla spalla.
« Ah, Dan rendimi fiera di te!!»
Dan aprì la porta e …
Davanti casa lo aspettava una sorpresa che non si sarebbe mai aspettato!


Dan fu molto sorpreso nel vedere cosa lo aspettava fuori casa.
Un piccolo pokèmon arancione dall’aria famigliare stava lì al limite delle scale con una collanina alla quale era appesa una pokèball.
« Ma tu… sei Charmander! C-Cosa ci fai qui?» domandò incredulo Dan.
La piccola lucertola fiammeggiante gli santo il braccio e con un “Char-Char” indicò la sfera che aveva al collo.
«Cosa ci fa una pokèball appesa al tuo collo? Vuoi vedere che è la tua!» Dan ci penso un po’, poi ricordò dove aveva già visto questo esemplare.
« Non ci credo, tu sei Il pokèmon del laboratorio! Ma… ma perché sei qui?»
Il pokèmon indico nuovamente la pokèball e subito dopo puntò il dito verso Dan.
« Cosa? Io? Cioè tu vuoi che io mi tenga questa pokèball e di conseguenza anche te?» Dan non ci poteva credere, gli era stata negata la possibilità di avere un pokèmon e ora era proprio il pokèmon stesso a dargliene un’altra.
“Char- Charmander!” il pokèmon annuì.
In quel momento una voce interruppe quello scambio di sguardi, era la voce della signora Foster: « Dan, ma sei ancora qu…? E lui chi è?»
« Ahh, mamma lui è Charmander! Era uno dei pokèmon del laboratorio. Sembra mi abbia seguito.» le spiegò.
« E’ carino! Ricordo che io volevo un Bulbasaur ma mio padre mi regalò Clefairy prima che io compissi 10 anni, ehm!... Comunque dovresti riportarlo al laboratorio, questo pokèmon è ancora sotto la responsabilità del prof. Oak!» .
Il ragazzo era d’accordo, confidava che il professore sarebbe stato pronto a dargli Charmander se avesse saputo del fatto che il pokèmon fiamma lo adorava.
« Farò così! Charmander, io vorrei tenerti ma purtroppo non ne ho l’autorizzazione, dovremo lasciare la decisione al prof. Oak!» Dan sembrava un po’ triste ma mai quanto Charmander che aveva quasi le lacrime agli occhi.
« Decidere cosa?» una voce risuonò dal vialetto.
Dan si girò di scatto come anche la signora Foster e Charmander.
« Pro-Prof. Oak, cosa ci fa qua?» chiese la madre del ragazzo
«Buongiorno signora, sono qui perché stavo cercando il mio amico Charmander, e come pensavo eccoti qua, birbante!» con un tono molto tranquillo e amichevole il professore si avvicino al pokèmon «Dimmi, ti piace tanto questo ragazzo?»
Il pokèmon annuì con un’ innata felicità, tanto che il prof. sorrise e mettendo la sua mano sulla spalla di Dan disse: « Io ti avevo detto che non potevi scegliere nessun pokèmon, ma non ho mai detto a Charmander che non potesse scegliere il suo allenatore. Dan, vorresti essere la sua scelta e quindi il suo allenatore?»
Dan non ci credeva, per un attimo preso dall’emozione esitò ma appena si ricompose guardò la lucertolina e accetto con gran entusiasmo.
« Si, certo! Charmander, io e te saremo amici da ora in poi! Grandissimi amici!»
Anche il pokèmon non stava più nella pelle e cominciò a saltare sul posto.
«Mi prometti che avrai cura di lui?» chiese molto serenamente il professore.
Dan fece si con la testa «Ci può contare Professore! E scusi ancora per il disturbo.»
« Ma quale disturbo? Ora vai, hai tutte le carte in regola per essere il migliore! Ora però devo salutarvi, fai buon viaggio Figliolo. Arrivederci signora.» Cosi il prof. Oak si congedò dai presenti andando verso il laboratorio sulla collina.
« Arrivederci e grazie ancora. Che uomo simpatico, bene, ora credo che sia tutto pronto per la tua partenza Dan. Buona fortuna!»
«Grazie mamma, e ora and… oh, che sbadato devo presentarti a Vulpix! Vieni fuori amico!»
Dalla pokèball lanciata in aria da Dan sbucò Vulpix, un po’ assonnato il piccolo pokèmon rosso guardò prima Dan e poi il nuovo arrivato Charmander.
“Vul-Vulpix?”
« Si, esatto lui è il nostro nuovo amico! Vulpix ti presento Charmander, Charmander lui è Vulpix! Sono sicuro che insieme faremo faville!»
Il pokèmon volpe sembrava felice di conoscere il suo nuovo compagno ma lo stesso non si poteva dire di Charmander che sembrava totalmente sconvolto nel sapere che l’altro pokèmon di Dan fosse anch’esso un tipo fuoco, tanto che rifiutò il saluto colpendo la zampa di Vulpix con la coda.
«Ma che fai Charmander? Sei in squadra da dieci minuti e già litighi con Vulpix? Non va affatto bene così!» lo rimproverò Dan.
« Ma guarda, anche tra pokèmon esiste la gelosia!» commentò divertita la sig.a Foster
« Cosa? Gelosia?» chiese suo figlio un po’ disorientato.
«Ma si, è chiaro che Charmander ti voleva tutto per lui e quando a scoperto che tu avevi già un Pokemon per di più di tipo fuoco ci deve essere rimasto molto male!» spiegò la mamma.
«Oh, caspita. Mi dispiace Charmander ma non posso lasciare Vulpix a casa e dolente o nolente dovrai farci amicizia. Dai, vedrai che conoscendolo ti piacerà!» lo incoraggiò Dan.
Per non deludere fin da subito il suo neo allenatore il piccolo pokèmon rettile tese la mano, anche se con un po’ di riluttanza, a il pokèmon con il ciuffo.
I due si scambiarono il saluto e subito dopo salirono sulle spalle di Dan e questa volta fu Vulpix a sparare saette dagl’occhi. Quello era il suo posto e non lo avrebbe abbandonato facilmente, ma si trattenne per non essere sgridato da Dan.
«Bene ragazzi, il nostro viaggio ha inizio!»
E detto questo Dan si precipitò per la strada che portava fuori città.
Biancavilla, un luogo ancora incontaminato dove i pokèmon e gli esseri umani vivevano in pace e armonia, prati fioriti e ruscelli si scorgevano a vista d’occhio liberi e senza macchia di inquinamento.
Per Dan lasciare quel posto da sogno non era facile ma con un grande sforzo mentale e tanta determinazione uscì dal suo luogo natio per sfidare il mondo!
« Avventura, stiamo arrivando!!!»

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Capitolo 3
*** Sfida nella foresta ***


[In questa storia potreste imbattervi in riferimenti ad altre opere sotto forma di citazioni. La mia è solo una forma di ammirazione verso tali opere e non intendo prendermi meriti per frasi o situazioni non mie, il mio unico merito è quello di essere riuscito (spero) a contestualizzarle dentro il mio racconto.]

 

SFIDA NELLA FORESTA

 

Il bosco smeraldo era proprio come lo descrivevano: fitto e colmo di mistero.
Gli alberi molto rigogliosi e aggrovigliati l'un l'altro rendevano il luogo un territorio idoneo per diverse specie di pokèmon coleottero e volante.
Dan e i suoi due amici stavano percorrendo il percorso in mezzo a questa immensa foresta.
« Ragazzi, chissà che pokèmon incontreremo per primo? Ho voglia di catturarne subito uno! E voi mi darete una mano vero?» chiese stracolmo di entusiasmo rivolto a Vulpix e Charmander. I due pokèmon annuirono felici prima di guardassi con aria di sfida.
*frushh*
«Ehh? Cos'è stato?»
Un pokèmon simile a un bruco era apparso dietro un fusto. Aveva un aculeo situato sulla fronte e un altro un po’ più ricurvo era posto al limitare della coda. Aveva anche un naso ovale viola che gli conferiva un aria molto buffa.
« Fantastico! Un Weedle! Vediamo subito il pokèdex!» e cosi dicendo Dan estrasse la sua enciclopedia portatile dalla tasca.
-Weedle. L'aculeo posto sulla testa di questo Pokemon serve a iniettare una dose di veleno letale.-
«Interessante, Vulpix, andiamo! Facciamoli vedere chi siamo!»
Il pokèmon volpe salto giù dalla spalla di Dan e si mise il posizione di battaglia. Il bruco si giro giusto in tempo per vedere Vulpix che attaccava con Azione.L’impatto fece volare per qualche metro Weedle, ma subito si rialzò e dall’aculeo posto sulla fronte vennero sparati degl’aghi color viola.
«Attenzione! E’ velenospina!»
Il pokèmon di fuoco evitò l’attacco per un soffio.
« E ora usa Lanciafiamme!» ordinò Dan.
Vulpix intento a caricare il colpo venne però fermato da un intruso che si mise in mezzo tra lui e Weedle.
«Cosa fai Charmander?» chiese Dan incredulo.
“Char-Char” emettendo il suo verso il pokèmon lucertola sparò un lanciafiamme al posto di Vulpix contro la preda. Il colpo andò a segno e provocò ingenti danni al pokèmon bruco.Charmander era fiero di aver messo fuorigioco il nemico ma Vulpix era più arrabbiato che mai!
Con un attacco azione colpì Charmander, il quale rialzatosi dalla caduta provocata dallo schianto reagì con un attacco Graffio.
«Basta ragazzi!! Non litigate, avete fatto entrambi un lavoro eccellente! Perché litigate?» chiese esasperato Dan.
I due pokèmon di fuoco continuarono la disputa finche Dan non si ricordò del Weedle che doveva catturare … solo che quando se ne ricordò egli se la stava dando a gambe levate!
« Ehi, basta! Weedle sta scappando e anche molto in fretta, smettetela di fare i bambini!».
I due pokèmon interruppero l’alterco e si ricomposero per non far arrabbiare il loro allenatore ancora di più.Vulpix fu il primo dei due a cominciare l’inseguimento del pokèmon coleottero ma Charmander con pari grinta parti sparato dietro di lui.
Dan dovette fare uno sprint da velocista per stare al passo con i due piccoletti arditi.
«Come fa un verme a essere così veloce?... Giusto, grazie all’abilità fugafacile!»
Dan infine gli raggiunse, i due pokèmon stavano fermi circondando il piccolo bruco con l’aculeo. Entrambi stavano per attaccare quando un lieve ronzio si udì uscire dal folto della foresta.I due pokèmon si misero subito in allerta, come anche Dan, mentre il Weedle sembrò sollevato nel sentire quel rumore.Il ronzio si faceva sempre più forte, tanto che a un certo punto Dan si coprì le orecchie con le mani.
«Ragazzi fate attenzione! Non sappiamo cosa sta arrivando!» Dan fece appena in tempo a finire la frase che una ventina di grossi insettoni gialli e neri sbucarono proprio davanti a lui e i suoi pokèmon. Questi pokèmon erano grandi quasi come una persona, con due grossi aculei bianchi a posto delle mani e come se non bastasse avevano un terribile pungiglione che spuntava dall’addome posteriore. I loro occhi rossi non promettevano nulla di buono così come il loro ronzio d’ali che si faceva a ogni battito più forte.«Cosa sono questi esseri?» si chiese Dan controllando il pokèdex.
-Beedrill, il Pokemon Velenape. Vola attaccando con i pungiglioni velenosi della coda e delle zampe anteriori.-

«Oh, no! Ragazzi che guaio, occhio agli aculei!».
Ne Vulpix, ne Charmader sembravano impauriti da quello sciame mostruoso. Ben due lanciafiamme si abbatterono su il gruppo di Beedrill purtroppo con insuccesso visto che i pokèmon velenosi riuscirono a scansare i colpi. Ora toccava a loro attaccare: i pokèmon coleottero fecero brillare i loro aculeo anteriori di un viola intenso prima di avventarsi sui pokèmon di fuoco con un attacco Velenpuntura. Charmander riuscì a schivare all’ultimo momento ma purtroppo Vulpix venne colpito in pieno!
«Vulpix!!! NO!!!» Dan corse subito in aiuto del suo amato pokèmon e riuscì a ripararlo da un Doppio Ago facendo da scudo con il suo corpo. «Ahhrg, che male!».
Charmander assistette impotente alla scena, impaurito per le sorti del suo allenatore però si getto a capofitto contro i pokèmon coleottero.
«Charmander che fai? Verrai ferito anche tu, fuggi!» gli urlo Dan. Ma il pokèmon lucertola non avrebbe mai lasciato il suo allenatore e il pokèmon che lui amava tanto da sacrificarsi in pericolo.
I Beedrill prepararono l’offensiva contro Charmander ma lui fu così abile da schivare dei Doppio Ago in paio di volte. In quel momento Vulpix riuscì ad aprire gli occhi e quello che vide lo lasciò a bocca aperta: Charmander che lottava da solo contro lo sciame di api per salvare lui e Dan. Mise fuori combattimento ben tre avversari con un solo lanciafiamme per poi colpirne un quarto con graffio.Ma i restati pokèmon attaccarono con Velenospina, il povero Charmander ne fu investito in pieno e cadde a terra privo di forze.
«No! Non anche tu, Charmander, rialzati…» il ragazzo provò a rimettersi in piedi senza però riuscire a farlo «Diavolo, scusatemi non sono abbastanza forte per proteggervi! Scu..sa..t..e!» pronunciando queste parole Dan svenne di colpo. Seguirono dei momenti di buio totale ma …
All’improvviso non era più nella folta foresta ma in un prato fiorito, Dan non ci poteva credere e si guardò il giro disorientato. «Ma dove mi trovo? Certo però che questo posto è bellissimo!».
C’erano fiori di tutti i colori e di tutte le varietà, i petali volavano sorretti dal vento nel cielo e il sole batteva forte.
«Wow, sembra un paradiso ma… dove sono Vulpix e Charmander?» appena finì di parlare quel posto da favola cominciò a cambiare: i fiori diventarono cenere e il sole fu coperto da dense nubi nere.
«Ma cosa…? Che succede?»
Delle scosse intanto fecero aprire dei crepacci sul terreno, uno di essi si spalancò sotto Dan.Sotto il crepaccio un grosso fiume di lava scorreva minaccioso, la fenditura si allargò a tal punto che Dan ci cascò dentro ma riuscì ad aggrapparsi al bordo.
«Aiuto! Qualcuno mi aiuti!»
Ed è proprio allora che una figura incappucciata si presento al lato del crepaccio dove era appeso Dan.
«Ehi, ti prego aiutami!!» lo implorò Dan ormai al limite.
Ma l’individuo incappucciato invece mise il piede sopra la sua mano e premette fino a fargli perdere la presa.
«Ahahahahaha Il mondo BRUCIERA’ tra le fiamme della disperazione!» queste furono le uniche parole pronunciate da quella figura.
«No! Ahhhhh!» Dan si svegliò di colpo ansimando «Ahhhhh! »
Gli ci volle una decina di secondi per tornare alla realtà, ma appena fu lucido Dan si accorse subito di essere disteso su un letto.
«Dove sono questa volta? Sembra reale!»
Una voce li vicino gli rispose molto delicatamente:
«Ti ho trovato nella foresta. Eri svenuto, ma ora sei al sicuro!»
Dan si voltò alla sua sinistra per vedere il volto della persona che aveva pronunciato quelle parole.Era una ragazza sulla ventina, con i capelli lunghi e di colore verde scuro. Aveva gli occhi di un nero scuro, ma che trasmettevano un senso di sicurezza.
«Hai avuto un incubo terribile a sentire come hai urlato. Oh, che sbadata non mi sono presentata, io mi chiamo Mirty, e tu come ti chiami?» chiese con estrema gentilezza.
«Io… io sono Dan, Dan Foster. Cosa è successo dopo che sono svenuto?» chiese dopo essersi presentato.
Mirty cominciò a raccontare la vicenda:
« Io sono un’agente forestale e quindi sono sempre in giro a pattugliare il bosco. E oggi fortunatamente per te passavo dalle parti dove sei stato aggredito e mi era sembrato strano tutto quel fermento da parte dei Beedrill finche non mi sono accorta che era in corso un attacco. Non sei il primo che viene aggredito e non credo che sarai l’ultimo, comunque fatto sta che ti ho visto in difficoltà e se il mio Butterfree non avesse sparso le sue polveri soporifere in tempo ora non saremo qui a parlare.Dopo di che ti ho portato in questo rifugio al limite del bosco Smeraldo, Grazie al cielo stai bene!» finì con un tono di sollievo la storia.
«Quindi devo a te se sono ancora vivo? Grazie infinite, dal profondo del mio cuore! Ah, dove sono i miei due pokèmon?» chiese tutto preoccupato il ragazzo.
«Non preoccuparti, stanno benone! Una baccarancia e via! Come nuovi! Ora stanno riposando nella sala accanto. Ma sarai affamato su vieni a cenare.» lo invito con squisita cordialità la ragazza.
«Con piacere ma non voglio arrecare troppo disturbo, ti ho già creato troppi problemi!»
«No, ma che problemi vuoi avermi creato? E’ il mio lavoro aiutare le persone in difficoltà e ora su, si mangia!» Mirty si avviò verso la porta per poi uscire dalla stanza.

 

 

Ma Dan non poteva fare altro che pensare al suo fallimento come allenatore, ai suoi pokèmon feriti per colpa dalla sua debolezza.

 

 

 

«Scusate amici, vi ho deluso!» una lacrima di tristezza cadde sulle coperte candide al termine della frase.

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Capitolo 4
*** A Spade Incrociate ***


Vulpix aprì gli occhi lentamente, aveva un aria decisamente più riposata ma non più serena. 
Un po’ disorientato si guardò intorno e vide di essere sdraiato in una cuccia rossa avvolto da morbidissime coperte. Dopo essersi alzato diede uno sguardo alla stanza: era piena di cucce e materassi per pokèmon, ma quello che gli attirò l’attenzione fu la cuccia a fianco alla sua. Nella cuccia arancione vicino stava dormendo Charmandar, Vulpix nel rivederlo non poté non pensare alla prova di coraggio che aveva sostenuto nello scontro. Si avvicinò lentamente e poi una volta raggiunto il luogo di riposo del pokèmon dormiente vi entrò e si aggomitolò molto dolcemente al suo fianco. Questo svegliò per pochi istanti Charmander che con un misto di sorpresa e commozione accennò un sorriso di gratitudine. 

 

 

A SPADE INCROCIATE  

 

Ma il tempo del riposo era finito. Dan camminava molto velocemente tra gli alberi pronto a riaffrontare di nuovo quel luogo che lo aveva quasi ucciso. 
Charmander e Vulpix erano più carichi che mai e nulla gli avrebbe fermati questa volta. 
Al ragazzo vennero in mente le raccomandazioni di Mirty:  
Se vuoi tornare nel Bosco Smeraldo io non posso impedirtelo, ma sappi che io oggi sarò impegnata in un operazione collettiva con altri forestali in una zona molto lontana di qui e non potrò aiutarti se ti troverai di nuovo nei guai. Detto questo, è meglio se eviti altri contatti con i Beedrill e se ti dovesse capitare un altro faccia a faccia fuggi più velocemente che puoi. Spero di rivederti intero la prossima volta!” 
Foster si era promesso che i suoi pokèmon non sarebbero più stati in pericolo per causa sua e avrebbe fatto di tutto per proteggerli.  
« Sentite amici, io … so che vi ho deluso come allenatore ma soprattutto come AMICO. Vi ho lasciato in pericolo e non sono stato abbastanza forte da salvarvi. Mi dispiace molto, davvero, riuscirete mai a perdonarmi?» si scusò Dan quasi con gli occhi in lacrime. I due pokèmon di fuoco si guardarono tristemente e poi con un gesto di infinita dolcezza si avvicinarono a Dan per salire sulle sue spalle e lo accarezzarono con le loro guance sulle sue. 
A quel gesto scoppiò a piangere e abbracciò forte i due piccoletti. 
« Grazie…» singhiozzò  «...grazie davvero! Vi voglio bene, vi voglio tanto bene!» Dan e i due pokèmon rimasero stretti per un po’, li separò solo un verso di un pokèmon proveniente dall’alto. 
Spearow
Un pokèmon vola
nte si avvicinò al gruppo, era piccolo ma incuteva timore. Il suo muso era ricoperto da piume di colore marrone scuro da dove poi si estendeva un corto ma ben ricurvo becco da rapace, il corpo invece presentava un manto di piume bianche mentre le ali erano di colore rosso/violetto. 
Dan si asciugò le lacrime con la manica della felpa e guardò i suoi due amici che risposero con un sorriso talmente raggiante che si dimenticò tutte le preoccupazioni. Alzatosi in piedi chiese « Allora, eravamo qui per catturare un pokèmon o sbaglio» 
Il giovane allenatore ottenne due sonori e incoraggianti “SI” da parte dei due amici. 
«Allora chi vuole combattere? Però non litigate, ok!» chiese gentilmente Dan. I due pokèmon si guardarono negli occhi l’un l’altro finche Charmander  gli chiuse e con un sorriso estese le braccia verso il pokèmon preda per invitare Vulpix a combattere. 
Vul.. pix?” chiese il pokèmon volpe “Char, Char” rispose annuendo la testa la lucertolina. Vulpix con un sorriso di gratitudine e con gli occhi luccicanti dalla gioia ringraziò il suo amico pokèmon. «Wow, finalmente avete fatto amicizia! Oh, che felice che sono! Ma ora non facciamoci scappare questo bel pokèmon!» 
Vulpix era pronto all’azione, mentre Dan controllava il pokèdex. «Vai Vulpix presentiamoci con un Lanciafiamme!» Il suo pokpmon lanciò la mossa nella direzione del bersaglio che però non si fece trovare impreparato. Dei fasci argentati uscirono dalle ali del pokèmon, che si scontarono con lanciafiamme. 
« Quello era Ventagliente! Caspita, vai riprova con Azione!» ordinò Dan.Il pokèmon di fuoco partì alla carica e riuscì a colpire Spearow questa volta.
Ma il pokèmon avversario non si arrese e riprovò con Ventagliente, Vulpix venne colpito ma riuscì a restare in piedi. Dan ordinò un altro lanciafiamme che però Spearow evitò con leggiadria prima di partire con un attacco rotante. « Quello se non sbaglio è Perforbecco! Oh, no Vulpix!» Dan vide il suo pokèmon essere colpito da quel tornado rotante. Di nuovo a terra Vulpix si rialzò ancora,  Charmander era visibilmente preoccupato per il suo amico e cercò di incoraggiarlo. 

Quest'ultimo riuscì a trovare la forza per evitare un altro Ventagliante, a quel punto intervenne Dan che ordinò un Lanciafiamme e che Vulpix riuscì a indirizzare precisamente sull’obbiettivo. Il pokèmon pennuto fu cotto a puntino dall’attacco e quindi non restava che una cosa da fare. « Sai Spearow, spero tu ti sia divertito in natura perché da ora in poi starai al mio fianco! Vai Pokèball!». Con tutta la forza in corpo lanciò una pokeball contro Spearow e lo centrò in pieno! 
Un fascio di luce magenta rapì il pokèmon e lo condusse dentro la sfera… tuc… tuc… tuc e poi delle scintille vennero emanate dalla pokèball. 
« Ab..ab.. abbia…Abbiamo vinto!» urlò a squarcia gola Dan. Dopo di che corse ad abbracciare Vulpix e Charmander si unì nella stretta amorevole. Dan raccolse subito dopo la pokèball, e con un aria da maestro esclamò: « Spearow, esci fuori!» La pokèball liberò il pokèmon nel suo classico bagliore, Spearow aveva l’aria ferita e Dan se ne accorse subito. 
« Ehi, amico, sei stato fantastico nella lotta di poco fa! Davvero, sarà un onore e un piacere averti in squadra e per dimostrarti il mio affetto ti curo subito le ferite. Per fortuna Mirty mi ha dato delle pozioni, prima o poi mi dovrò sdebitare con lei.» L’allenatore estrasse dallo zaino una boccetta con un tappo spray, si avvicino al pokèmon volante che anche se con un po’ di diffidenza iniziale si lascio curare tranquillamente. Appena il liquido venne spruzzato sulle sue piume Spearow fu rianimato quasi da una nuova vita e cominciò a volare felice per poi appoggiarsi sulla testa di Dan. «Ora curo anche te, Vulpix!» e così fece, anche su Vulpix quel medicinale funzionò a meraviglia. 
Ora i tre pokèmon e il loro allenatore si sarebbero dovuti godere un bel momento di felicità collettiva ma qualcosa riecheggiò tra le fronde degli alberi, qualcosa di famigliare! 
«Ma questo ronzio… Non è possibile!» Dan alzo lo sguardo e si vide circondato da una miriade di Beedrill. « Sono.. Sono … Dei Beedrill, oh no! Ragazzi dobbiamo scappare!» Dan si girò e cominciò a correre come non mai ma appena si girò indietro vide che i suoi pokèmon non lo aveva seguito e che fissavano lo sciame con aria di sfida. «No, amici che fate? Dobbiamo scappare!» ma i richiami di Dan non bastarono a smuovere quei tre stoccafissi. Vulpix si girò verso di lui e lo chiamò, così fecero anche Charmander e Spearow. 
«Ma voi volete combattere? Siete sicuri? Io non ..» venne fermato a metà frase da l’ennesimo grido di Vulpix, ma questa volta aveva il sorriso sulle labbra, quel sorriso che ti fa trovare la forza anche in situazioni critiche. 
«Io… capisco, Vulpix e anche voi Charmander e Spearow Grazie! A quanto pare siete voi che state allenando me!»  Se prima correva per fuggire ora Dan correva per raggiungere i suoi compagni e combattere con loro. Intanto i Beedrill si erano disposti il formazione offensiva, ma questo non turbò i pokèmon allenati. 
«Ehi, voi Beedrill, l’ultima volta ci avete sconfitto ma ora saremo noi a trionfare! Andate amici, fate vedere loro la vostra potenza!» 
suoi pokèmon si lanciarono senza paura verso i numerosi nemici. Anche quest’ultimi attaccarono, ma i pokèmon di Dan era molto più determinati dell’ultima volta e si poteva notare dall’agilità e dalla potenza dimostrata. Vulpix riuscì a schivare ben tre Velenpuntura e a rispondere con un Lanciafiamme da manuale, Charmandar segui l’esempio del suo amico e evitò gli attacchi con molta rapidità per poi sferrare un attacco Graffio di una velocità sorprendente tanto che scomparve un attimo prima di colpire, per poi ricomparire in prossimità dei nemici e stenderli con un colpo solo. 
«Wow, Charmander sei un fulmine! E che potenza, due nemici in un colpo solo.» 
Spearow invece teneva a bada i pokèmon insetto con i suoi attacchi volanti che fecero molto male agli avversari. 
«State andando bene! Occhio, Spearow a sinistra, Vulpix schiva a destra, Charmander ti stanno attaccando dall’alto abbassati!» le indicazioni date dall’allenatore erano precise ed efficaci e pokèmon non mostravano difficoltà nell’eseguirle. 
Però ad un certo punto i Beedrill smisero di attaccare, questo insospettì Dan e i suoi pokèmon che guardarono il gruppo con aria di diffidenza. « Vi siete arresi? Beh, meglio così credetemi!» disse loro Dan. Ma presto si rese conto che non erano arresi, almeno non tutti. 
calabroni in prima fila si spostarono di lato per lasciar passare una figura che incuteva molta più soggezione. Un maestoso Beedrill verde si schierò in prima fila e con i pungiglioni fece verso i nostri protagonisti in gesto di sfida. 
«Ma cosa? Quello è diverso! Non mi dirai che tu sei uno di quei rarissimi pokèmon cromatici? Mai avrei pensato di incontrarne uno! Aspetta un attimo!» Dan prese in mano il pokèdex e lo punto verso il pokèmon. 
Questo è un pokèmon cromatico, sono rarissimi e molto più potenti dei pokèmon normali, prestare la massima attenzione! Dan Foster, quello è il pokèmon Regina e ti ha sfidato a duello. Fai attenzione 
«Grazie, ci puoi contare! Bene, vostra maestà, se mi vuoi sfidare io sono pronto!» Spearow si fece avanti per combattere. «Ehi, vuoi combattere?» Spearow fece segno di SI con la testa alla domanda. «Perfetto, anche se sei con me da molto poco sono certo che vinceremo noi!»  
Spearow si caricò di grinta e fiducia e partì alla carica tra le grida di supporto dei due pokèmon di fuoco. «Vai Ventagliente!!» l’ordine arrivò forte e chiaro al pokèmon volente che sparò subito i suoi fasci di energia contro l’avversaria. Essa rispose con un Missilspillo ben piazzato.I due attacchi si scontrarono esplodendo in aria. 
Dan ordinò un Perforbecco ma Beedrill riuscì ad intercettarlo con attacco Pungiglione che causò dei danni al pokèmon uccello. Spearow si rialzò come se nulla fosse ma il pokèmon nemico era già pronto per attaccare. Un Velenpuntura si abbatte su dilui, questa volta non senza conseguenze. Subito dopo un altro attacco Pungiglione colpì il rapace che cadde a terra contorcendosi dal dolore. 

«No Spearow!! Ti prego resisti!» il suo pokèmon era stato colpito ed infettato dal veleno di quell’aculeo micidiale e ancora una volta si lasciò andare alla tristezza. 

«No, non di nuovo! Non può succedere ancora, non dopo che ho promesso che gli avrei protetti. Ma che allenatore sono se non riesco nemmeno a proteggere i miei pokèmon? PERCHE’ SONO COSI' DEBOLE?» il suo pianto fu però accompagnato da un gesto di conforto dei suoi due pokèmon fiamma che gli salirono sulle spalle per coccolarlo e anche Spearow nel vederlo così si rialzò subito per non preoccuparlo ulteriormente. Dan si senti commosso a vedere quanto i suoi pokèmon tenevano a lui. 

« Amici, *Sigh* Voi non mi abbandonate mai! Malgrado io non riesca a proteggervi voi restate sempre al mio fianco! Promettetemi che ci sarete sempre! Io non voglio mai perdervi!» oramai le lacrime smisero di essere di tristezza e diventarono di gioia, gioia nata grazie all’amore dei pokèmon , quell’amore di cui ogni allenatore ha bisogno per sentirsi vivo. 

«Spearow io e te ci siamo appena incontrati e subito ti ho dimostrato la mia debolezza ma mi permetteresti di rimediare portandoti alla vittoria in questo scontro?» chiese Dan rimettendosi in piedi con uno sguardo fiero e libero dalla malinconia. Il pokèmon non aspettava altro e con un sorriso gli fece capire che era pronto a seguirlo ancora. «Bene allora vai, mio nuovo amico! Attacca con Ventagliente!» 
E per la secondo volta Spearow liberò nell’aria i suoi raggi ventosi che Beedrill evito ma questa volta non perse tempo e approfittando di una distrazione momentanea del pokèmon regina dovuta all’attacco di prima la  colpi con un violentissimo Perforbecco. Questo provoco non pochi danni al pokèmon cromatico ma non abbastanza da eliminarla una volta per tutte. Essa cercò la rimonta con un attacco Velenpuntura ma il pokèmon uccello reagì prontamente con un Ventaglinte che colpì in pieno il pokèmon veleno. «Ora usa Perforbecco! … Schiva e vai con Ventagliente! Contrasta con Perforbecco!» Spearow eseguiva perfettamente tutti i comandi e Dan si sentiva perfettamente in armonia con lui. « Quindi è questa… E’ questa la forza magica che scaturisce dall’unione tra il cuore di un  allenatore e quello del suo pokèmon!» 
Beedrill ormai al limite caricò i suoi aculei con un potentissimo Velenpuntura. 
« Questa sarà la battuta finale! Spearow chiudi con Perforbecco e metticela tutta» ordinò Dan mentre di fianco a lui Vulpix e Charmander facevano il tifo come fossero due Cheerleader. Spearow prese un gran respiro e poi cominciò a ruotare come fosse un uragano e si diresse verso il nemico che lo stava aspettando pronto.Lo scontro fu violentissimo, scintille si sparsero ovunque e nessuno dei due osava demordere. 

« Vai Spearow puoi farcela!» 

Sentendo le parole di incoraggiamento Spearow si mise a ruotare ancora più forte e alla fine riuscì a battere Beedrill e i suoi temibili aculei. Entrambi vennero sbalzati all’indietro ma l’unico a restare in volo fu Spearow al contrario di Beedrill che si sfracellò al suolo. 

«Molto bene e ora vai Pokèball!!» Dan lanciò la pokèball per la sua seconda volta e come prima centrò il bersaglio. Tuc…tuc…tuc e poi ancora una volta delle scintille vennero emanate. «Si! Vittoria! Spearow non solo hai vinto ma grazie a te sono riuscito a catturare un nuovo pokèmon! Sei fantastico!» Dan abbracciò forte Spearow mentre i due pokèmon di fuoco si complimentavano con lui. 

Il giovane allenatore prese in mano la sfera e disse «Bene, ora sarai anche tu parte di questa avventura!». 

Ma appena raccolse la pokèball tutti i Beedrill gli si avvicinarono adirati. I tre pokèmon di Dan si prepararono a una nuova battaglia ma lui stesso gli bloccò. 
«Ho capito,…. rivolete la vostra regina, vero?» un Beedrill annuì con la testa. «Ah, beh essere allenatore significa anche avere giudizio. Anche se tristemente riconosco che voi avete più bisogno di lei di quanto ne abbia io. Ecco Beedrill, sei di nuovo libera!» 
Un fascio ,questa volta azzurro, uscì dalla pokèball che ritornò vuota come pochi minuti prima mentre la Beedrill Cromatica veniva liberata. 
«Ecco vostra maestà. Siete di nuovo libera, prima di tutto voglio ringraziarla della lotta che ha disputato con noi e poi proprio per ringraziarla della lotta se permette la curerò dalle ferite riportate. Spearow forza vieni anche tu!»  Dan curò entrambi e appena fu guarita la regina spiccò il volo e insieme a gli altri Beedrill si diresse verso il folto della foresta ma non prima di girarsi verso Dan e salutarlo con gli aculei. Cosa che fecero anche Dan e i suoi pokèmon: 

 « Arrivederci Beedrill!» 

Dan e i suoi pokèmon si guardarono per degli istanti ma poi vennero interrotti da una voce molto familiare:
«Vedo che hai seguito i miei consigli alla lettera!» disse sarcasticamente la voce. 
Foster si girò per vedere l’interlocutore anche se aveva già capito di chi si trattasse. «Mirty! … No aspetta, Mirty? Che ci fai qua, non avevi un importante missione?» chiese abbastanza stupito. «Si e secondo te lascio un che un bambino affronti il bosco smeraldo da solo? Sono sempre stata dietro di te ad osservarti e coprirti le spalle in caso di evenienza. Ma vedo che te la sei cavata bene lo stesso! Anzi sei stato mitico, davvero, sei stato il primo a fraternizzare con i Beedrill e a guadagnarsi la loro fiducia!» esclamò stupefatta «Ma ora sarai stanco che ne dice di dormire a casa mia stanotte e ripartire domani fresco e riposato?» 
«Penso sia un ottima idea! Andiamo?» 
«Certo, adesso però mi devi spiegare come hai fatto a farti amica la regina.» lo prego sorridente Mirty. 

«Oh, beh sai ……» 

 … 

 

Si fece mattino in fretta e Dan e i suoi tre pokèmon erano pronti per ripartire. 
«Grazie infinite Mirty, senza di te non so cosa avrei fatto!» ringraziò Dan. 
«Figurati, ora  però sdebitati promettendomi che starai sempre attento e cha darai sempre il meglio di te.» e così dicendo gli tese la mano sempre molto delicatamente come era solita fare. 
«Ci puoi scommettere!» e così anche Dan gli tese la sua per stringergliela in una bella stretta di mano. 
«Se segui quel sentiero arriverai a Smeraldopoli prima di mezzogiorno e ricordati di fermati al centro pokèmon, li ti garantiranno cure più efficaci per i tuoi pokèmon. Che altro dire? Spero di rincontrati!» Mirty si congedò così. 
«Lo spero anch’io! Ciao a presto!» Dan fece un ultimo gesto di saluto con la mano imboccando il sentiero prima di scomparire alla vista della ragazza. 

 

 Mentre correva Dan pensava alle avventure appena passate: “Ora so che non devo avere più paura di fallire, non devo più lasciarmi andare alla tristezza, in quanto io avrò sempre degli amici eccezionali su cui contare.” Guardò per una manciata di secondi i suoi pokèmon “Perché ora noi siamo una squadra, ora noi siamo UNITI e lo saremo per sempre!”

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Capitolo 5
*** La prima avversaria di Dan ***


LA PRIMA AVVERSARIA DI DAN 

 

 

Il bosco smeraldo era ormai finito, solo pochi alberi e Dan sarebbe uscito da quella foresta tanto intricata. Dentro quella coltre di vegetazione il ragazzo ne aveva viste di tutti i colori, uscendone avrebbe completato la prima parte del suo viaggio 

«Ancora qualche passo... ecco! Ora sono fuori!»  

Superati gli ultimi tronchi e appena uscito si ritrovò su una collina, li vicino un sentiero portava giù a valle. 

Ai piedi dell'altura un’immensa città si estendeva a perdita d’occhio: Smeraldopoli. 

«Wow, Smeraldopoli è davvero grande! Guarda che palazzi immensi!» commentò Dan. 

Enormi grattacieli si innalzavano al cielo, sotto di loro un labirinto di strade e vicoli brulicavano di veicoli e persone. Tetti spioventi e centinaia di antenne sopra di essi formavano una grande foresta sopra la caotica vita dei cittadini.  

«Forza ragazzi, il centro pokèmon ci aspetta!» detto questo si lanciò in una corsa  giù per il sentiero. 

In men che non si dica entrò dentro la città che subito gli parve immensa. 

«Sono stato qua solo un'altra volta quando ero piccolo, venni a vedere un incontro di pokèmon con la mamma ma devo dire che non mi ricordavo Smeraldopoli così grande. Biancavilla in confronto è niente.» 

Anche i suoi tre pokèmon sembravano un po’ impauriti da quella grande città. 

C’erano persone e pokèmon ovunque e macchine passavano per le strade ogni secondo facendo un baccano inimmaginabile. Tra i passanti in certi punti era persino difficile camminare, più che in mezzo ad una folla sembrava di stare in una mandria di Tauros. 

Dan continuò il suo girovagare verso il centro pokèmon, per sua fortuna le strade erano piene di cartelli con la mappa della città incisa sopra e quindi trovò immediatamente la locazione del Centro. 

Ogni negozio per allenatori era oggetto dell’interesse del ragazzo che si fermava a guardare tutte le vetrine: c’erano pokèball di tutti i tipi, strumenti per il potenziamento delle abilità offensive e difensive, rimedi per le ferite da combattimento e tanto altro ancora. 

Infine arrivò davanti all’entrata del CentroPokèmonn. Il giovane era tutto emozionato per la sua prima visita ad una di quelle strutture. «Forza, entriamo!» 

Appena le porte scorrevoli si aprirono si rivelò il vero aspetto dell’edificio: un magnifico salone pieno zeppo di allenatori e pokèmon si presentava davanti a Dan. 

«Non ci credo! Questo è un posto da favola!» entrò subito seguito a ruota da Vulpix, Charmander e Spearow. 

Nel centro della sala c’era un grande balcone dove una donna vestita da infermiera parlava con gli allenatori che si affacciavano ad esso. 

«Ehi, ragazzi state per ricevere una delle miracolose cure dei centri pokèmon. Vedrete che dopo sarete come rinati.» spiegò Dan ai suoi pokèmon che non ci sputarono per niente sopra all’idea di essere coccolati da mani mediche. 

Foster si avvicino al balcone e subito l’infermiera li andò in contro. Era una signorina coi capelli rosa che portava in due strane code circolari. Il camicie che portava era bianco come è norma nei medici mentre il grembiule sotto al camicie era di un rosa chiaro. 

«Buon giorno e benvenuto al Centro pokèmon di Smeraldopoli, io sono Joy e se ti serve qualcosa chiedi pure a me!» la signorina dietro al balcone aveva un tono molto gentile e anche il suo modo di muoversi e di parlare aveva un “che” di tranquillizzante.  

«Buon giorno, mi chiamo Dan e se per lei non è un disturbo vorrei che curasse i miei pokèmon, sa ieri sono stati partecipi di una grande battaglia.» 

«Figurati, anzi hai fatto bene a portargli da noi! Ora se per favore mi dai le pokèball dei tuoi pokèmon procediamo con le cure.» l’infermiera posò davanti al neo allenatore un vassoio con sei buchi circoncentri sopra. 

«Ok, allora rientrate tutti!»; i soliti fasci di luce rossa uscirono dalle pokèmn e portarono i tre pokèmon dentro di quest’ultime; «Perfetto, ecco a lei signorina Joy.» 

L’infermiera una volta ricevuto il vassoio lo diede a un pokèmon rosa paffutello. 

«E quello chi è?» chiese Dan a l’infermiera. 

«Questo e Chansey, un pokèmon  dai poteri curativi e proprio per questo è il pokèmon più portato per fare l’assistente in un Centro medico.» spiegò lei. 

«Wow, un pokèmon dai poteri curativi?! Vediamo cosa dice il pokèdex!» 

Chansey il pokèmon Uovo. Si dice che porti felicita. E molto altruista e condivide le uova curative con chi e ferito. 

«Non pensavo esistessero pokèmon così al mondo! Ah, mi scusi, per caso ci sono dei telefoni in questo centro? E per caso c’è anche un posto dove rifocillarsi?» chiese l’allenatore. 

«Si, se sali troverai dei telefoni e sempre qui sopra troverai anche la nostra zona bar! Quando i tuoi amici saranno guariti al cento percento l’auto parlante ti chiamerà.» rispose. 

«Grazie mille signorina!» Dan si diresse verso il piano superiore a grandi passi facendo due scalini per volta come era abituato. 

Trovò un videotelefono libero e cominciò a comporre il numero di casa. 

«E’ da due giorni che non sento la mamma, sarà preoccupata.» 

Il telefono rimase in attesa per cinque-sei secondi prima di udire un «Pronto, qui casa Foster chi parla?» 

«Ehi, mamma sono io, Dan!» 

«Oh, tesoro ma sei proprio tu? Mi ero preoccupata tantissimo! Dimmi stai bene? » 

«Si non ti preoccupare, ho avuto dei momenti difficili ma gli ho superati insieme a Vulpix e Charmander! E sai una cosa?... Ho catturato un pokèmon!» 

«Davvero, quale? Sono più curiosa che mai!» 

«Un bellissimo esemplare di Spearow, ora lui e gli altri due sono affidati alle cure del centro pokèmon di Smeraldopoli!» 

I due stettero li a parlare una decina di minuti ma vennero interrotti da una voce. 

Dan, i tuoi pokèmon si sono ristabiliti del tutto, vieni pure a riprenderli. 

«Oh, bene questa era l’altoparlante del Centro, mamma ti devo salutare. A presto e ti voglio bene! 

«Anch’io tesoro e stai molto attento!» dopo l’ultima raccomandazione Dan riattaccò. 

Scese le scale con la stessa furia di quando le stava salendo e si recò subito al balcone. 

Ad aspettarlo c’era un Chansey con in mano le sue tre sfere pokè. 

«Eccovi qua ragazzi! Grazie mille Chansey!» 

Li fece subito uscire e li invitò a unirsi a lui per il pranzo. 

I tre accettarono senza il minimo dubbio e insieme a Dan salirono le scale per raggiungere la zona bar. 

Dan era affamatissimo e svoltò l’angolo che portava alla caffetteria troppo velocemente. 

Punf” si udì per tutta la stanza. Dan cadde all’indietro sbattendo per terra. 

«Ahia, ma che è stato?» chiese ricomponendosi dalla caduta. 

«Ahio, ahio che male! Ehi, tu stai più attento quando cammini, mi sei venuto addosso!»  

Questa frase proveniva da una ragazza che stava a terra come Dan. 

«Eh, cosa? » Dan un po’ rintontito dalla botta non era ancora lucido completamente. 

ohhh, no! Il mio cibo!» la ragazza si voltò verso un vassoio che stava li per terra a pochi metri di distanza circondato da cibi ormai immangiabili. 

Dan si rese conto di ciò che era successo e subito si girò verso la sua interlocutrice 

Era una ragazzina della stessa età di Dan, aveva i capelli di un azzurro come quello di un cielo limpido che gli arrivavano fino alle spalle. I suoi occhi erano celesti chiaro anchessi lucenti come gioielli. Portava un vestito bianco che le arrivava fin sotto la vita e proprio in vita una cintura marrone era legata. Questo dava l’idea che gli ultimi ricami del vestito fossero in realtà una gonna, sotto di esso le gambe erano coperte da dei pantaloni semi-aderenti che le arrivavano poco sotto le ginocchia. 

Dan rimase un attimo immobile guardarla ma subito cercò di ricomporsi. 

«Sono stato io a farti cadere il vassoio e a colpirti? Beh, allora ti prego di accettare le mie scusa più sentite.» anche i suoi pokèmon si inchinarono per chiedere scusa. 

«Questo non basta, quella era il mio pranzo e tu… tu.. sei un allenatore vedo. Quei pokèmon sono tuoi?» chiese la ragazza con un tono molto meno aggressivo. 

«Ehm, si certo che lo sono!» rispose Dan mantenendosi sul cordiale 

«Allora risolviamo tutto con una lotta!» disse sprizzando energia. 

«Una lotta? Vuoi dire una vera lotta tra allenatori?» domandò lui. 

«Si! Non dirmi che non ne hai mai fatta una!»  

«Beh, in effetti no. Sarebbe la prima che faccio con un allenatore!»  

«Non ci credo! Comunque facciamo così: se io vinco la lotta tu mi ripaghi il pranzo e se invece vinco io me lo ripago da sola e per di più lo offro anche a te. Ci stai?» gli chiese molto sicura di se. 

«Si accetto! Voi siete con me, amici?» i suoi pokèmon ora carichi al massimo risposero con un sonoro “SI”. 

«Molto bene, allora vieni con me, ti conduco al campo lotta!» disse puntando il dito contro un corridoio. 

«Campo lotta? Dove?» Dan era molto confuso. 

« Non sai che ogni Centro pokèmon ha un campo lotta al suo interno? Ora lo sai!» e cosi dicendo cominciò ad avviarsi verso il corridoio. 

Dan la seguì subito a sua volta seguito da i suoi pokèmon. 

Mentre percorrevano il corridoio la ragazza prese la parola: 

«Allora, dimmi “Rovescia Vassoi” hai un nome?» domandò. 

«Certo che ho un nome! Io sono Dan Foster e vengo da Biancavilla. E il tuo invece?». 

«Il mio è Nelly, Nelly Shade. Hai detto di venire da Biancavilla, vero?» aveva un tono molto incuriosito. 

«Si, ho detto così, perché?» 

«No, niente, pensavo solo che vieni da un posto bellissimo, fossi in te non lo avrei mai lasciato! Ma eccoci al campo!» 

Il corridoio si chiudeva su un campo di terra battuta, là in attesa di pokèmon che prendessero parte a una lotta. 

«Non credevo che un Centro Pokèmon avesse pure un campo lotta!» osservò stupito Dan. 

Un signore si avvicinò ai due ragazzi, era vestito in tuta e aveva un fischietto al collo. 

«Buongiorno, sono un arbitro delle lotte pokèmon. Volete cimentarvi in una di esse per caso?» chiese l’arbitro. 

«Si, signore. Lei potrebbe assisterci?» domandò Nelly con molta cortesia. 

«Ma certo, con piacere! Allora occupate ogn’uno un rettangolo ai due lati del campo e preparate i vostri pokèmon.» illustrò l’arbitro. 

I due ragazzi fecero così. 

«Bene, Dan, ora vedremo chi si riempirà lo stomaco e chi invece dovrà pagare! Io ho tre pokèmon e tu anche, facciamo un tre contro tre dunque?» Nelly era più determinata che mai. 

«Mi va benissimo! Vai Charmander, sei tu il primo!» Dan ordinò alla sua creaturina di scendere in campo e cosi lui fece. 

«Ok è il tuo turno, Jigglypuff!» Nelly lanciò una sfera in aria da cui uscì un pokèmon rotondo e rosa. Aveva due grandi occhi verdi e due orecchie a punta, tra di esse un ciuffo simile a quelli di Vulpix stava sereno. 

Jigglypuff il pokèmon pallone, Le onde sonore che JIGGLYPUFF emette cantando sono simili alle onde cerebrali di chi dorme. Chiunque lo ascolti non può far altro che cadere in un sonno profondo. 

«Un avversario tosto, stai attento Charmander!» 

«La lotta tra Charmander e Jigglypuff sta per cominciare. Allenatori pronti, Via!» e la lotta inizio con il via dell’arbitro. 

Charmander cominciò subito con un attacco graffio ma il pokèmon rosa evitò la mossa fluttuando nell’aria. 

« Jigglypuff usa Granvoce, ora!» Nelly impartì un attacco speciale che il pokèmon esegui magnificamente. Delle onde sonore assordanti si diressero verso Charmander colpendolo. 

« No, amico! Prova con Lanciafiamme!» reagì Dan. 

Un fascio di fuoco avvolse il pokèmon fluttuate tappandoli finalmente la bocca. 

«Cavolo, usa Doppiasberla!» il pokèmon rosa partì all’attacco ordinatogli da Nelly. 

«Graffio, Charmander!» anche Dan rispose prontamente. 

I due attacchi si equivalsero ma Jigglypuff aveva un arma segreta. 

Nelly rise per una manciata di secondi. 

«Umh?» Dan alzò la guardia. 

«Siete più bravi di quanto pensassi ma ora, beh, ora siete finiti: usa Canto!» Nelly sicura di se ordinò al suo pokèmon codesto attacco. 

Il pokèmon pallone prese un microfono e cominciò a cantare. 

«Cosa? Ma che attacco è?» si chiese Dan con un misto di stupore e spavento. 

Delle note musicali uscirono dalla bocca di Jigglypuff e scomparirono solo dopo aver toccato Charmander. 

Quest’ultimo cominciò a chiudere gli occhi e a sbadigliare. 

«Charmander ma che fai?» Dan non capiva il comportamento del suo pokèmon. 

«Canto è una mossa che addormenta gli avversari, rassegnati Charmader è spacciato.» spiegò Nelly. 

Il combattente infuocato cadde a terra dormiente e questo mise davvero in preoccupazione Dan. 

«Ehi, amico mio svegliati! Non è questo il tempo di dormire!» ma il pokèmon addormentato non lo sentiva. 

Anche Vulpix e Spearow incitavano l’amico a rialzarsi, ma la lucertolina non sentiva nessuno. Jigglypuff intanto colpì il pokèmon di fuoco con un Doppiasberla ripetuto ma Charmander non voleva saperne di svegliarsi. 

«Charmander svegliati! Forza lo so che ne sei capace!» in tutti i modi Foster cercava di svegliare il Pokemon lucertola. 

«E’ finita. Vinci con Granvoce!» Nelly ordinò l’attacco definitivo. 

Il pokèmon rosa non perse tempo e subito rilasciò le onde d’urto contro il pokèmon di fuoco. 

Egli venne colpito in pieno e un esplosione si creò a centrocampo. 

«Oh, no Charmander!» Dan cercava di vedere il suo pokèmon in mezzo al fumo. 

« Bene, meno uno, Dan, il prossimo chi è?» chiese Nelly un po’ spavalda. 

Dan non rispose per alcuni secondi. 

«Ohh,… sai non so chi sia il prossimo a scendere in campo ma so chi è il prossimo a lasciarlo da sconfitto!» rispose Dan 

Il fumo si stava diradando. 

«Eh, cosa?» chiese perplessa Nelly. 

«E costui sarà il tuo Jigglypuff!» urlò Dan alla sua sfidante. 

«Che cosa? Ma Charmander è stato colpito e…, non è possibile!» Nelly fermò di colpo la frase. 

Dall’ormai disperso fumo sbucò la figura di Charmander, era in piedi e completamente sveglio. 

«Il tuo stesso attacco lo ha svegliato, e ora è più arrabbiato che mai preparati!» Dan partì subito all’attacco. 

«Usa Graffio!» 

Il pokèmon di fuoco partì a una velocità pazzesca contro il pokèmon rosa colpendolo più volte e da più direzioni. 

«No, piccolo mio cerca di reagire!» Nelly cercò di riprendere in mano la situazione ma ormai il pokèmon rosa era al limite. 

«Charmander usa Lanciafiamme, forza!» Dan carico quasi come il suo pokèmon diede il comando finale. 

Il pokèmon fuoco sputò una lingua di fuoco contro il piccolo pokèmon cantate che poco poté contro tale potenza. 

«Jigglypuff, no!»   

«Jigglypuff non è più in grado di lottare, vince Charmader!» questo fu il verdetto dell’arbitro. 

Dan corse ad abbracciare il suo pokèmon e anche gli altri due si unirono ai festeggiamenti. 

«Oh, Jigglypuff, scusa tanto, sei stato comunque magnifico, ora perciò riposati un po’.» Nelly dopo aver preso in braccio il suo pokèmon rosa lo fece ritornare nella sfera. 

«Molto bravo Dan, ma ora vedrai! Scelgo te, Bulbasaur!» dalla sfera di Nelly questa volta uscì un pokèmon d’erba. 

«Un Bulbasaur? E’ il pokèmon d’erba del prof. Oak. In questo caso Spearow, scelgo te, va’!» 

«La lotta tra Spearow e Bulbasaur sta per cominciare. Allenatori pronti, Via!» e di nuovo l’arbitro diede un sonoro via. 

«Questa volta inizio io, usa Frustata, Bulbasaur!» il pokèmon ubbidì alla ragazza facendo uscire dal suo corpo due liane che andarono in direzione di Spearow. 

«Schiva con Attacco Rapido!» Dan rispose prontamente così come il suo pokèmon che con uno scatto fulmineo evitò le liane e colpì il nemico. 

«Sfrutta la sua vicinanza per usare Parassiseme!» Nelly aveva una strategia e cominciò a metterla in atto. 

Un piccolo seme si formò sul germoglio di Bulbasaur ma ci rimase per poco visto che venne sparato contro Spearow in pochissimi secondi. 

Il pokèmon uccello venne colpito in pieno e subito dal seme germogliarono moltissime piantine che avvolsero Spearow. 

«Che cosa? Che mossa è mai questa!»  

«Si chiama Parassiseme ed è una mossa molto utile per ritornare in forze dopo un attacco, a discapito del nemico naturalmente.» spiegò Nelly. 

«Quindi quelle piante stanno risucchiando energia a Spearow?» chiese Dan. 

«Si, esattamente!» gli rispose l’avversaria. 

Nelly mandò Bulbasaur all’attacco con un Foglielama che colpi Spearow. 

«Prova a rimontare con Ventagliente!» Dan e Spearow ci provarono ma l’attacco portato dal pokèmon uccello era troppo debole per infliggere danni seri al pokèmon pianta che venne colpito ma non accusò i danni previsti dal duo.Ma subito ritrovò l’energia persa rubandola a Spearow 

«Vinci con Foglielama!» Nelly e Bulbasaur si rivelarono troppo forti per Spearow che incassando un altro colpo cadde a terra esausto. Le piante prodotte dall'attacco Parassiseme scomparvero nel nulla, per il bene di Spearow. 

« Spearow, ti prego dimmi che è tutto a posto!» Dan prese il suo pokèmon tra le braccia. «Non si può vincere sempre, quindi non ti preoccupare vincerai la prossima volta.» 

Detto ciò fece rientrare il pokèmon nella sua sfera. 

«Bulbasaur sei stato divino come sempre! Bene Dan ora siamo pari, ora vedremo subito chi è il più forte!» lo richiamò Nelly. 

«E sia! Vulpix è tutto nelle tue mani!» disse rivolto al pokèmon volpe. 

Quest’ultimo annuì prima di andare nella sua parte di campo. 

« E' la resa dei conti, vai …!» Nelly si fermò. 

Qualcosa interruppe lo scontro, le luci se ne erano andate. 

«Ma cosa succede? Dan, tutto a posto?» 

«Si ma perché è buio? Chi ha spento le luci?» 

Le luci tornarono qualche secondo dopo ma questo non fece tornare il buon umore ai ragazzi in quanto un grande boato si udiva prevenire dalla sala principale. 

«Che cos questo frastuono?» chiese Nelly a Dan un po’ preoccupata. 

«Non lo so ma è meglio se andiamo a scoprirlo. Sei d’accordo?» domandò alla ragazza che annuì. 

I due allenatori ripercorsero il corridoio correndo seguiti da Vulpix, Charmander e Bulbasaur. 

Una volta entrati dentro il salone videro una scena davvero inimmaginabile: il tetto era stato sfondato e degli individui incappucciati stavano al centro della sala circondati da pokèmon e allenatori feriti. 

«Ma voi chi siete?» urlò un allenatore «Chi vi credete di essere?» 

 Le persone incappucciate erano due e vicino a loro stavano anche due pokèmon: uno era verde con delle ali sulla schiena e delle falci a posto delle mani e l’altro era un grosso scartafaccio con due grosse tenaglie sulla testa. 

Una delle due figure si rivolse agli allenatori li vicino: 

«Voi... volete forse sfidarci?» 

«Ci puoi contare! Raticate, Sdoppiatore!» 

« Geodude usa schianto» 

I due individui risero davanti a tali mosse. 

«Scyther vai con ForbiceX!» 

L’altro membro degli incappucciati parlò, però con una voce femminile. 

«Pinsir usa Breccia!» 

I due pokèmon coleottero ebbero la meglio spazzando via gli oppositori. 

Tutti gli altri allenatori arretrarono solo l’infermiera Joy si fece avanti. 

«Ma insomma si può sapere cosa state facendo? Andatevene subito!» gli rimproverò senza successo. 

«Toglicela di mezzo con Ventargenteo, Scyther!» ordinò il tipo incappucciato. 

Dei raggi argentati provenienti dalle ali del pokèmon verde colpirono l’infermiera lacerandoli parzialmente i vestiti. 

« Ma come può fare un cosa del genere?» si domandò Nelly mettendosi le mani alla bocca per trattenere un urlo. 

«Non lo so, ma la pagherà! La pagherà molto cara!» Dan era su tutte le furie. 

Il tipo incappucciato prese di nuovo la parola:  

«Ora se nessun altro vuole mettersi contro di noi, possiamo anche procedere! Si procederemo per far si che il mondo cada nella Disperazione più buia!»

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Capitolo 6
*** La prima battaglia contro il male ***


LA PRIMA BATTAGLIA CONTRO IL MALE

 

«Bene e ora se nessun’altro vuole opporsi possiamo procedere! Procedere per far si che il mondo venga inghiottito dalla disperazione più buia!» urlò la figura maschile ridendo e dimenando il mantello scuro.

La situazione non era molto chiara: chi erano questi individui? Cosa volevano? Perché stavano facendo del male?

«Chi saranno quelli?» si chiese Nelly mentre si portava a se Bulbasaur.

«Non ne ho idea! Ma sicuramente non la passeranno liscia!» dichiarò Dan furente, stringendo i pugni.

I due individui cominciarono a salire le scale che portavano al piano rialzato dove Dan e Nelly si trovavano in quel momento. I loro due pokèmon coleottero erano sempre uno dietro e uno davanti a loro per coprirli come si fa nelle operazioni militari. Il loro avvicinarsi incuteva ansia e un po' di terrore, come spettri che si muovo nell'ombra congelando ogni flebile segno di felicità.

«Vengono qui, che facciamo? Sc-Scappiamo?» chiese impaurita Nelly al ragazzo di Biancavilla.

Egli lanciò uno sguardo ai suoi due pokèmon di fuoco e gli bastò quello per capire cosa i suoi amici avevano intenzione di fare.

«Scappare, dici? No, non davanti a persone così! Io li affronterò!» i suoi due pokèmon salirono sulle sue spalle del loro allenatore per unirsi a lui alla prossima schermaglia che si sarebbe sicuramente scatenata.

Gli incappucciati intanto erano ormai saliti e subito notarono i due allenatori.

«Ehi, dei ragazzini! Per il vostro bene non opponetevi!» consigliò loro la donna coperta.

Dan invece avanzò di qualche passo. Aveva lo sguardo fisso sui due e non lasciava trapelare la minima incertezza.

«Non so chi voi siate, ne cosa vogliate, ma so che non ve ne andrete da qua senza pagare per quello che avete fatto!» gridò forte.

«Oh oh, abbiamo un piccolo eroe qui! Dimmi Còrser abbiamo tempo per divertirci un po’ con lui?» chiese la donna a l’uomo. I due ne parlavano come se loro scorribande non fossero altro un semplice gioco o un innocuo passatempo.

«Beh, abbiamo degli orari ma anche se ritardiamo di qualche minuto non credo faccia differenza. Prego Loriel, prima le signore!» le rispose Còrser.

«Ma che galante. Sentito Pinsir? Fa vedere al bambino cosa significa divertirsi nel nostro vocabolario!» Loriel mandò subito il suo pokèmon a combattere.

«Io non sono qui per divertirmi ma per farvela pagare, siate seri!» Dan non sopportò quell'atteggiamento sfrontato e si arrabbiò ancora di più.

«Dan, non fare pazzie, ti prego!» gli raccomandò Nelly da dietro tesa e irrequieta.

«Tranquilla, è che la gente così non l’ho mai sopportata, ritenere il dolore degli altri un divertimento … ma come fate a ragionare così?».

«Ora vedrai, Pinsir usa Breccia!» Lorier partì subito con un attacco frontale.

Il pokèmon si diresse direttamente su Dan ma i due pokèmon sulle spalle di quest’ultimo si lanciarono contro il nemico.

Un attacco Graffio e un Bottintesta si scontrarono con l’attacco Breccia.

Tutti e tre i pokèmon vennero sbalzati all’indietro. Pinsir ritrovò subito l’equilibrio e parti nuovamente con un attacco Breccia che colpì in pieno Vulpix, ma Charmander lo prese al volo prima che potesse farsi male ulteriormente sbattendo contro la parete. La disputa non era partita nel modo migliore per la squadra del ragazzo ma questo non li fece demordere. «Usate Lanciafiamme e centrate quel pokèmon!» Dan ripartì con un attacco fiammante.

I due pokèmon sputarono i soliti raggi di fuoco dalla bocca, Pinsir riuscì a schivare quello di Charmander ma venne centrato in pieno dall’attacco di Vulpix.

Il grosso scarafaggio cadde a terra e subito delle fiamme cominciarono a divampare sul suo corpo.

«Si è l’effetto secondario di Lanciafiamme: la scottatura!» Nelly pareva aver trovato un po’ di speranza.

«Oh, no! Diamine Pinsir, sono forti quei tre!» Loriel era ora in netta difficoltà. Non si vedeva perché coperta dal cappuccio, ma in quel momento la sua espressione era di certo frustrata ed irritata.

«Ora, Charmander, attacca con Graffio!» Dan, ormai sicuro di vincere, fece attaccare la sua lucertolina.

Oramai vicino all’obbiettivo il piccolo pokèmon arancione saltò per colpirlo ma un raggio incrociato lo intercettò a mezz’aria facendolo sbattere contro un tavolino vicino.

«Cosa? Ma quello era un ForbiceX, ma dove è stato lanciato?»

Il pokèmon verde con le falci ancora illuminate atterrò vicino al suo compagno fumante.

«Sei stato tu maledetto? Eh, rispondi?» gridò il ragazzo all’uomo incappucciato.

«Loriel, perfino da dei bambini ti fai sconfiggere?» Còrser pareva molto divertito dalla situazione.

«Non dovevi intervenire stupido!» lo rimproverò la socia scocciata dalla serie di avvenimenti.

«Ma allora voi giocate sporco, codardi! Vulpix usa Lanciafiamme ancora una volta!» mentre il pokèmon volpe combatteva Dan si affrettò a correre da Charmander.

Loriel però se ne accorse e subito prese rimedi.

«Ma cosa vuoi fare? Pinsir colpiscili con Pietrataglio!»

Delle pietre affilatissime si formarono intorno al pokèmon con le tenaglie e tempo pochi secondi presero il via per colpire il giovane dai capelli rossi e neri.

Quest’ultimo aveva appena raggiunto Charmander prendendolo in braccio e perciò vide troppo tardi l’attacco arrivare.

«Oh, no!!» gridò ormai certo di essere colpito, ma invece una tempesta di foglie arrivò in suo soccorso, mettendosi in mezzo tra lui e le rocce, distruggendole tutte.

«Ma cosa? Quello era un Foglielama. Non mi dirai che..!» Dan guardò indietro e vide Bulbasaur in una posizione da combattimento e subito dietro di lui c’era Nelly. La guardò per una manciata di secondi, lei gli fece un occhiolino e gli alzò il pollice in segno di vittoria. Al ragazzo sembrò quasi di vedere un 'aura lucente attorno alla sua salvatrice quanto l'era grato per il suo gesto.

«Questo è troppo! Ora ve la vedrete con me!» dichiarò la ragazza facendo avanti con coraggio.

«Perfetto, mi divertirò di più allora!» Loriel era apparentemente felice di avere una nuova avversaria.

«Divertirti non è esattamente il mio obbiettivo! Bulbasaur attacca con Frustata!»

La creaturina verde fece uscire da sotto il bulbo due liane che si spinsero contro Pinsir.

Il pokèmon venne schiaffeggiato un paio di volte dai tralci ma poi si rimise in pista con un attacco Breccia ben assestato.

«Bulbasaur riprenditi!» Nelly e il suo pokèmon verdastro erano ormai nel piano dell’azione.

Intanto anche Dan e Còrser si stavano fronteggiando.

«Vulpix Lanciafiamme!»

«Scyther schiva e usa Ventargenteo!» Còrser purtroppo dominava la situazione.

Scyther scansò la lingua di fuoco e colpì Vulpix con i suoi raggi argentati.

«Diamine! Vulpix resisti, non puoi perdere contro degli esseri spregevoli come questi!» lo incitò Dan.

Còrser si lecco il labro e poi ordinò un ForbiceX .

«Ormai sei finito moccioso!» disse ridendo.

Vulpix riuscì a schivare il colpo in extremis e a poggiarsi su un divano li vicino.

Nelly nello stesso momento era alle prese con un altro Breccia di Pinsir che Bulbasaur riuscì a fermare con le liane.

Ma il seguente attacco Pietrataglio non venne bloccato e provocò molti danni al pokèmon d'erba.

«Santo cielo, che posso fare?» Nelly si sentiva spiazzata ma poi ripensò a quando Dan si era buttato incontro ai nemici, senza paura, senza timore della sua sorte ma con tanto coraggio. «Seguirò il suo esempio, non posso essere da meno!» Questo bastò per infonderne a Shade altrettanto.

«Bulbasaur utilizza Foglielama!».

Il rettile verde scatenò una tempesta di foglie contro il suo oppositore che ne fu investito in pieno.

«Credi che basti? Ora ti faccio vedere!» la avverti Loriel «Pinsir finiscili con Breccia!».

«Oh, no! Bulbasaur!» Nelly ormai in panico non sapeva più cosa fare.

Pinsir si diresse contro Bulbasaur per finirlo ma ad un certo punto delle fiamme si accesero per tutto il suo corpo.

«Cosa? Che stregoneria è mai questa!» si chiedeva la malvagia stupita.

«Ma questa è la scottatura di prima!» si voltò per un istante verso Dan e accennò un piccolo sorriso « Vai Bulbasaur colpiscilo con Frustata.»

E ancora una volta le liane schiaffeggiarono Pinsir ma questa volta così forte da sbalzarlo al di là della protezione facendolo cadere nel piano di sotto vicino agli allenatori che assistevano alla scena.

«Com'è possibile?» Loriel guardò il suo pokèmon esausto provando un immenso disgusto per quest'ultimo.

«Lo abbiamo sconfitto! Siamo sempre i migliori!» Nelly abbracciò felice Bulbasaur, fiero del suo operato. Ma un esplosione ruppe quel piccolo momento di felicità « Dimenticavo, Dan sta ancora combattendo!».

Infatti Vulpix era ancora alle prese con Scyther che non finiva mai di attaccare.

«Nelly è riuscita a sconfiggere Pinsir, che brava! Io invece non so dove sbattere la testa con questo qui!» pensò il ragazzo mentre l’ennesimo Lanciafiamme veniva tagliato dalle falci del pokèmon coleottero.

«Sei in difficoltà piccolo eroe? Sicuramente dopo che il prossimo attacco andrà a segno lo sarai!» disse Còrser leccandosi il labbro di nuovo. Quel gesto lo faceva spesso, doveva essere un suo gesto abituale, per quando disgustoso fosse. «Eddai, non sai fare di più?»

«Ogni mio attacco è vanificato da quelle sue lame! Come posso fare?»

Intanto Còrser ordinò un altro ForbiceX.

«Dan stai attento!» gli gridò Nelly.

«Dai fallo fuori» gridò invece Loriel a Còrser.

Foster era ormai al limite delle idee quando gli venne in ispirazione: «Aspetta, Scyther ha solo due falci e quindi può bloccare un massimo di due attacchi per volta. Perfetto!» schioccò le dita sorridendo poi guardò Vulpix con aria sicura.

«Vulpix usa Lanciafiamme!» gli riferì.

«Ancora? Ma ragazzino, non hai capito che è inutile?» lo derise Còrser.

Dan sorrise.

«Ehm? Che hai? Ti sei rassegnato? E’ forse un gesto di resa?» continuò a prenderlo in giro ridendo.

«Usa le tue code!» comunicò l'allenatore a Vulpix «Lancia l’attacco con le tue sei code!»

Vulpix capì subito la strategia, dalle sue code vellutate vennero emanate sei ardenti e scottanti sfere infuocate.

«Ma che diavolo?» Còrser non ci credeva.

Due delle sfere colpirono le falci di Scyther così che l’energia accumulatasi per formare ForbiceX sparisse senza lasciare traccia. Il pokèmon coleottero con le sue due lame scottate non poté proteggersi dalle altre quattro sfere che gli esposero sul torace ponendo fine alla sua battaglia.

Scyther cadde a terra sconfitto sotto gli occhi increduli del suo mentore.

«Wow, che mossa!» Nelly era felice e confusa allo stesso tempo.

Intanto gli allenatori presenti cominciarono ad applaudire ed esultare i due giovani.

Nelly raggiunse Dan e insieme si rivolsero ai due delinquenti.

«Visto? Vi abbiamo sconfitto!» cominciò Nelly.

«Ora diteci cosa siete venuti a fare qui?» proseguì Dan.

I due individui si guardarono e poi iniziarono a ridere.

«Ci avete battuto, bravi, ma si dai vi meritate la verità come premio.» a parlare fu Còrser.

«Noi siamo in missione, una missione che comprende un furto.» Loriel prese la parola dopo di lui.

«Un furto? Cosa dovevate rubare in un centro pokèmon?» domandò Dan.

«Una tecnologia che si trova solo nei centri medici come questo!» rispose Còrser.

«Solo nei centri pokèmon? A cosa vi riferite?» chiese Nelly.

«Al modello GX56 della macchina cura pokèmon! Quella di ultima generazione» rispose sempre Còrser.

«Mi state dicendo che volevate rubare una macchina curativa, ma ci state prendendo in giro per caso? Voi mi sembrate avere tutto in testa fuor che intenzioni che comprendano la cura di qualcuno!» urlò Dan furente ormai pronto a menare i pugni lui stesso.

«Infatti le sue qualità curative non ci interessano per nulla! Noi vogliamo solo il suo motore e il suo nucleo operativo, quelli ci servono. Visto che la loro potenza è talmente grande che potrebbero tenere accesa la città per una settimana se collegati al generatore principale. Non è forse uno spreco usarli solo per curare i pokèmon?» spiegò Loriel mostrando un egoismo di natura smisurata.

«Cosa? Il motore e il nucleo? Ma a cosa vi servono?» chiese l’infermiera Joy che intanto aveva salito le scale sorretta da un allenatore.

«Credo di avervi detto abbastanza, ora potete anche sparire!» obbiettò Còrser prendendo una pokèball.

«Hmm? No!» Dan capì al volo le intenzioni del delinquente e si voltò verso Nelly «Spostati!»

La prese per i fianchi a la spinse via da la gettandosi su di lei, appena in tempo per evitare il fascio di luce che uscì dalla pokèball e sfondò il muro dietro.

«Ehi, avete altri pokèmon dunque?» chiese loro Dan rialzandosi.

Nelly intanto si rese conto di ciò che era successo e guardò Dan prima di ringraziarlo.

«Dan, questa è la seconda volta che mi getti a terra!...» sulle prima sembrava stesse per infuriarsi ma poi cambiò completamente espressione « Grazie mille!» lo ringraziò con un tono calmo e pacifico e con un bel sorriso.

«Oh, figurati per così poco! Ma ora abbiamo altro di cui occuparci.» dopo aver tirato su Nelly si voltò verso il muro sfondato.

Un enorme pokèmon viola emerse dalle macerie, aveva un grosso corno sulla fronte e due grandissime mascelle con denti appuntiti.

I pokèmon di Dan si strinsero attorno a lui, così come Bulbasaur fece con Nelly.

«Quelli di prima erano solo pokèmon che ogni recluta porta con se nel nostro gruppo, ma questo è il mio fiore all’occhiello e sarà la vostra fine! Vi presento NidoKing!»

Còrser presentò il suo pokèmon più forte ringhiando quasi come il pokèmon stesso che intanto mostrava a sua imponenza agitando il corno aggressivamente.

«E questa è la mia punta di diamante, esci Nidoqueen!» Loriel fece uscire dalla sua pokèball un pokèmon non più rassicurante di quello appartenuto al suo collega.

«Nidoqueen, attraversa il buco nel muro e prendi quello che ci serve» le comandò la sua padrona.

Dan si mise a guardare dentro al buco da dove si trovava e intravide decine di macchinari usati per la cura e la riabilitazione dei pokèmon feriti .

«Oh, no! Dentro quella stanza sono contenute la macchine per la cura dei pokèmon se ci entra potrà ottenere ciò che vuole, fermatela!» gridò Joy agli allenatori.

«Si, forza ragazzi, fermiamoli!» incitò un ragazzo con un Machoke.

Altri allenatori lo seguirono.

«Forza Dan! Non è ancora finita!» Nelly mandò Bulbasaur all’attacco.

«Si è vero! Vulpix, Charmander andate anche voi!» i due pokèmon partirono all’attacco.

«Non c’è la farete! Nidoking bloccali prima che tocchino Nidoqueen, fermali tutti con Geoforza!» ordinò Còrser a Nidoking.

Il pokèmon viola sbatte violentemente il pugno al suolo provocando onde d’urto gigantesche che spazzarono via tutti gli allenatori e i pokèmon dentro il raggio d’azione.

Dan, Nelly e i loro pokèmon vennero spinti via violentemente ma per fortuna un allenatore aveva fatto uscire il suo Snorlax in tempo, questo ammorbidì la caduta di tutti.

In quel momento Nidoqueen uscì dalla stanza con i pezzi dei macchinari che servivano ai due.

«Bene possiamo anche andare, che ne dici Còrser?» chiese Loriel.

«Certo ma prima eliminiamo questi ragazzini una volta per tutte! Nidoking distruggili con Megacorno!» questo fu l’ordine di Còrser.

Gli allenatori impietriti ormai si rassegnarono alla fine quando un suono si udì.

«Queste sono le sirene della polizia! Corser non c’è tempo per i tuoi sadici giochetti!» Loriel dicendo questo fece uscire un altro pokèmon. «Abra usa teletrasporto!»

«Ragazzino, ora ti sei salvato ma presto nessuno sarà più al sicuro, nessuno sarà più lasciato vivere in pace. Presto tutti ci temeranno, tutti temeranno IL TEAM DESPAIR!» queste furono le ultime parole di Còrser prima di sparire insieme a Loriel, Nidoking, Nidoqueen e i componenti.

«Il team Despair?!» Dan si interrogava su queste parole.

In quel momento un ingente gruppo di poliziotti e medici entrò nell’edificio.

Un’allenatrice aveva chiamato le forze dell’ordine durante l’attacco e per fortuna arrivarono in tempo per salvare i presenti anche se i colpevoli purtroppo fuggirono.

Subito si diressero dall’ infermiera Joy per avere informazioni sull’accaduto.

Un agente andò anche da Dan e cominciò a farli qualche domanda sui fatti e sui colpevoli ma purtroppo Dan poté riferire solo i nomi in quanto i lineamenti del viso erano coperti dal cappuccio.

I medici intanto curavano i lividi e le contusioni dei feriti sia umani che pokèmon.

Anche Dan e i suoi pokèmn vennero curati subito e nel giro di qualche minuto sia il ragazzo che i suoi tre pokèmon erano di nuovo freschi come rose.

L’infermiera Joy con una gamba fasciata e le stampelle si avvicino a lui.

«Volevo ringraziarti per il tuo coraggio oggi! Sei stato davvero molto abile ad affrontare quei tipi! A nome del centro pokèmon ti ringrazio di cuore.»

«Ma no! Non deve e poi il centro è distrutto. Il mio intervento non è servito a granché!»

«Non è vero! Sei stato magnifico!» gridò un allenatore.

«Si è vero, straordinario!» gli fece coro un altro.

E nel giro di pochi secondi tutti gli allenatori e i pokèmon presenti lo stavano acclamando e applaudendo.

Dan si guadò attorno incredulo ma alla fine anche se con qualche lacrima di commozione lui e i suoi pokèmon accettarono tutto quell'apprezzamento.

Nelly che in quel momento si stava facendo medicare una ferita al bracciò si volto verso di lui e lo guardò con occhi molto decisi e determinati.

 

 

L’indomani dopo aver dormito in una camera d’hotel riservata agli allenatori vittime dell’attacco Dan si alzò presto e decise di continuare il viaggio.

Con ormai Smeraldopoli alle spalle Dan cominciò a percorrere un sentiero per un bosco.

«Quei due sono riusciti a causare tutto quel disordine; mentre noi abbiamo potuto far ben poco contro quei giganti. Ragazzi, questo significa che dobbiamo allenarci di più e diventare più forti!» Esso trovò i suoi pokèmon perfettamente d’accordo, consci dei limiti che il loro livello di preparazione poneva di fronte a loro.

In quel momento una voce lo chiamo da dietro spezzando i cupi pensieri che ronzavano da un po' nella sua mente.

«Dan! Dan! Fermati ti prego!»

«Chi è che mi sta chiamando?» si domandò il ragazzo fino a quando non vide la sagoma di Nelly avvicinarsi a lui.

«Nelly! Cosa fai qui?» le chiese sorpreso.

«Io.. Io volevo ringraziarti per ieri, mi hai salvata… e quindi ti volevo ringraziare...Oh, no, aspetta l'ho già detto.. ehm» la ragazza sembrava leggermente in difficoltà a comporre bene le sue frasi, balbettando un pochino e aggrovigliandosi quasi la lingua. «Insomma... chiederti cosa posso fare per ricambiare. Tutto qui!» finì a fatica con un tono imbarazzato. Non sembrava abituata a questo genere di situazioni.

«Figurati! Per me è stato un piacere aiutarti! E poi non sopporto l’idea di non aiutare la gente se posso quindi non hai alcun debito come me!» le disse Dan modesto, dandosi una leggerissima grattatina alla nuca.

«Ah, bene, allora io vado! Ciao e stammi bene!» Nelly fece il gesto di saluto e si volto e cominciò a camminare.

«Però…»

«Uhm?» Nelly si volto di nuovo.

«… se proprio ti vuoi sdebitare perché non vieni con me?» continuò Dan ora deciso e stracolmo di audacia.

«Ven..Venire con te dici?» gli chiese presa alla sprovvista.

«Si, perché no? Sei un’allenatrice in gamba e sicuramente se viaggiamo insieme potremo diventare più forti così da prenderci la nostra rivincita su quei mascalzoni!» le propose con un’aria molto convincente, aggiungendoci una bella posa da duro con tanto di pugni serrati.

Nelly ci riflette un attimo poi con un sorriso che parlava da solo accettò.

«Si, ci sto! Dan, io e te viaggeremo insieme da ora in poi, è una promessa?»

«Promesso!» Foster era più felice che mai per fatto di non viaggiare più solo. E avere una compagna così fidata ed abile rendeva il momento ancora più magico ed irripetibile.

«Però a una condizione! Promettimi che un giorno mi porterai in quel posto incantato… si, insomma promettimi che mi porterai a Biancavilla!» il suo tono diventò molto sottile in questa frase.

«Ti prometto anche questo! Una volta girata tutta Kanto la nostra ultima tappa sarà proprio Biancavilla, ti va bene?» Dan manteneva sempre le promesse o almeno ci provava quindi per nulla al mondo avrebbe tradito la fiducia di Nelly, la sua nuova amica e commilitone di lotte.

«Certo che va bene! Ora andiamo però, abbiamo un intero viaggio da vivere, forza!» la ragazza gli fece un occhiolino e parti a correre per il sentiero.

«Che tipa! Forza ragazzi andiamo anche noi!» Dan e i suoi amici pokèmon cominciarono a seguirla per il sentiero.

A grandi e rapidi passi l'avventura di Dan e della sua amica Nelly prosegue per la strada che insieme percorreranno, amici e rivali, lotte e incontri, vittorie e sconfitte... La via intrecciata dai due prometteva questo, prometteva emozioni a non finire e legami nascosti da scoprire... ma se volete sapere come prosegue la storia continuate a seguirci;

Il viaggio continua!

 

 

 

«Bravi, molto bravi ragazzi! C’è tutto quello che vi serviva!» disse una voce roca nell’oscurità.

«Signore!» risposero Còrser e Loriel. «Quale sarà la prossima mossa?»

«La vostra prossima missione si trova a Celestopoli, si trova li insieme a un altro tassello del grande piano.» risposero sempre le tenebre. «Entro poco il mondo non sarà più un luogo di pace! Entro poco il mondo … CADRA’!»

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Capitolo 7
*** Sulla strada per Plumbeopoli ***


                    Sulla strada per Plumbeopoli


Il sole di mezzogiorno aveva lasciato spazio a quello pomeridiano, il quale batteva sul terreno con un piacevole tepore.
Tra le rocce che circondavano il sentiero si potevano vedere vari segni di trivellazione e di lavoro umano.
Dan e Nelly, ora divenuti compagni di viaggio, stavano camminando per quel sentiero, a passi lenti e senza nessuna fretta.
«Tra non molto giungeremo a Plumbeopoli, a giudicare dal paesaggio.» osservò la ragazza.
«Plumbeopoli? Dimmi Nelly, tu ci sei stata altre volte?» le chiese Dan, che girava continuamente la testa per non perdersi neanche un frammento di paesaggio.
«Si, un’unica e memorabile volta.» gli rispose.
«E com’è? È una bella città?»
«Si è molto bella, la sua attrazione principale è il Museo della Scienza, appena possiamo andiamo a farci un salto è veramente interessante ciò che contiene. E sai un'altra cosa?»
«Ehm? Cosa?»
« A Plumbeopoli c’è anche una palestra.» 
«Una palestra?»
«Si una di quelle palestre dove puoi vincere una medaglia per partecipare alla lega pokèmon!» Nelly era elettrizzata nel parlarne.
«Lega Pokèmon hai detto?» Dan puntò lo sguardo in giù e a strinse i pugni.
«Ehi, ma cos’hai? Stai male?» Nelly gli si avvicinò preoccupata.
«No, sto bene. Non è niente!» la rassicurò il ragazzo.
«No che non stai bene, stavi tremando molto forte!»
«Non è vero, lo avrai immaginato. E ora forza non vorremo stare qua tutto il giorno?»
Dan ricominciò a camminare molto più veloce di prima, dietro di lui Nelly lo seguiva ma era ancora un po’ perplessa per prima ma cercò di non pensarci.
I due camminarono ancora per qualche ora e non furono poche le volte che Dan inciampo su delle rocce che poi si rivelavano sempre  essere Geodude.
«Sassi ingannatori! Grhhh
Ma presto il tramonto cominciò a colorare il cielo e i due capirono che era ora di trovare un riparo.
«Caspita, prima di arrivare a Plumbeopoli farà buio, Dan forse è meglio se troviamo una grotta o qualsiasi altro posto riparato per passare la notte. Sei d’accordo?»
«Si, pienamente! Forza cerchiamo il nostro letto per stanotte!» Dan con i suoi pokèmon si mise a cercare un riparo così come Nelly.
In una zona boschiva accanto al sentiero per loro fortuna trovarono una grotta vuota abbastanza grande per poterla usare come rifugio.
«Non sarà una camera d’albergo ma a me va bene lo stesso!» Nelly non fece la schizzinosa e si accontentò di ciò che le era offerto in quel momento.
«Non preoccuparti, io ne ho fatti di campeggi e ti posso assicurare che dormire nei sacchi a pelo è comodo come dormire in un letto. Solo che hai il fattore avventura in più, se dormi all’aperto.» Dan non era il tipo che si faceva problemi sul luogo di riposo bastava non fosse rumoroso.
I due allenatori cominciarono a disporre le loro cose per affrontare la notte.
«Allora mentre tu prepari i sacchi a pelo io preparerò la cena.» riferì Nelly al ragazzo mentre disponeva le sua cose sul pietroso pavimento.
«Sai cucinare?» chiese lui incuriosito.
«Certo e vedrai che rimarrai incantato e deliziati, fidati!» Nelly era molto sicura di se, sia nelle lotte quanto in cucina.
«Mi fido se mi prometti di non avvelenarmi!» le disse Dan con un filo di ironia.
La giovane dai capelli azzurri estrasse dello zaino un fornellino a gas portatile e una padella bel incartata, probabilmente per fare in modo che non si sporcasse. In una tasca ben sigillata teneva i generi alimentari per il viaggio, ne prese qualcuno e lo sistemò accanto agli attrezzi da chef.
Acceso il gas vi posò sopra la padella e cominciò a versarci sopra olio e altre spezie.
Poi fu la volta degli ingredienti principali che Dan riconobbe come verdure.
Mentre Nelly si dava alla cucina Dan e i suoi pokèmon erano seduti poco distante in cerchio e discutevano su delle eventuali strategie di lotta.
«Allora l’ultima volta siamo stati sconfitti da quei due pokèmon giganti, mmh, forse non è la potenza che dobbiamo migliorare bensì la velocità? O forse la precisione? E se fosse la difesa da migliorare? Ahhhg, non so come rendervi più forti, maledizione!»
Anche Vulpix, Charmander e Spearow erano intenti a pensare a nuovi mezzi per diventare più forti ma senza risultati visibili che fossero migliori di quelli ottenuti dal loro allenatore.
«Ehi, ragazzi la cena è pronta!» 
Nelly li chiamò a tavola e non dovette aspettare tanto prima che i suoi amici si presentarono affamati.
«Wow, senti che profumino delizioso, chissà cos'hai cucinato?» Dan aveva l’acquolina in bocca.
«Per voi pokèmon c’è del cibo su quelle ciotole, dateci dentro senza fare complimenti, mi raccomando!» Nelly indicò ai suoi amici pokèmon cinque ciotole che subito i tre pokèmon di Dan e i due suoi ci si fiondarono sopra .
« Guada come mangiano, chissà quanta fame avevano? Comunque per noi cosa hai preparato? Eh? Eh?» 
«Ho preparato questo! Spero ti piaccia!» Nelly porse a Dan un vassoio pieno di dischetti gialli fumanti.
«Queste sono … sono … Frittelle!»
«Si esatto, su assaggiale e poi dimmi cosa ne pensi!» lo invitò Nelly.
Dan ne prese una.
«Forza allora, proviamo!» diede un morso alla prima «Uhm!»
«Cosa c’è non ti piace?» gli chiese la cuoca con un po’ di agitazione.
«E’ ... è … deliziosa! Favolosa! Non credo di avere mai mangiato bontà del genere!!» Dan era su di giri e in un sol boccone si divorò il resto della pietanza. 

Nelly tirò un respiro di sollievo.
«Mi ha fatto preoccupare, pensavo non ti fosse piaciuta, birbante!»

I due si misero a mangiare allegramente le frittelle rimaste.
Anche i loro pokèmon si stavano gustando felicemente la cena e per tirare le somme come secondo giorno di viaggio insieme non era per niente male.
«Senti Dan, stiamo viaggiando insieme da due giorni e ancora non so quasi nulla di te e in effetti nemmeno tu sai molto su di me. Non sarebbe ora di presentarci adeguatamente?» chiese Shade 
«Ti dirò che non ho alcun interesse a conoscerti così!» le rispose l'allenatore di Biancavilla.
«Cosa? Che vuoi dire?» la ragazza pretese subito spiegazioni.
«Io voglio conoscerti viaggiando, passo, passo con le avventure che vivremo, voglio imparare a capirti lottando al tuo fianco. Per il momento mi basta sapere che ti chiami Nelly Shade, che sei un’abilissima allenatrice e che se mia amica.» Foster aveva un modo tutto suo di fare amicizia con le persone.
«Hai un modo molto originale di pensare, mi piace. Quindi anche io mi dovrò accontentare di sapere che ti chiami Dan Foster, che sei un bravo allenatore e che sei in buoni rapporti con me, giusto?» chiese incuriosita.
«Giustissimo, ma vedrai che alla fine del nostro viaggio nessuno dei due avrà più segreti per l’altro!»
«Cosa vuoi dire con questo? Chi ti ha detto che io voglia diventare così intima con te, mh? Io non ho alcuna intenzione di rivelarti tutti gli aspetti della mia vita!» ribattè Nelly fingendo di arrabbiarsi.
«Io intendevo dire che diventeremo una squadra affiatata, solo questo e niente di più!» si spiegò Dan portando avanti le braccia in segno di difesa.
«Lo spero proprio! Sbruffone!» Nelly con un po’ di rossore in viso prese in mano un termos verde «Ehi, ho preparato della camomilla, ne vuoi un po’?» il suo tono di voce si era tranquillizzato nell’offrire la bevanda.
«Grazie molto volentieri!» Il ragazzo ringraziò prendendo il bicchiere con la tisana dentro.
Mentre i due stavano bevendo, Nelly ripartì con un’altra domanda.
«Al centro pokèmon hai eseguito insieme a Vulpix una mossa davvero unica, come hai fatto a elaborarla?»
Dan ci pensò per qualche istante ma poi scuotendo la testa disse: «Non ne ho la minima idea! Io e Vulpix combattiamo insieme da tanto tempo quindi per me è naturale usare i suoi poteri nei più bizzarri dei modi. E forse nell’impeto della battaglia devo aver trovato l’ispirazione vincente, non so dirti altro!» concluse ridacchiando.
«Sarà?! Ma a me sembra che tu nasconda qualcosa!»
«No, no ma che vai a pensare!?» si difese Dan.
Nelly si alzò e andò verso il sacco a pelo.
«Non so tu ma io vado a letto! Ehi, voi due, è ora di tornare nelle pokèball
Rivolgendosi a Bulbasaur e Jigglypuff la ragazza diresse contro di loro i raggio rossi delle due sfere pokè.
«Anche voi forza! Domani ci aspetta tanto duro lavoro!» e così anche Dan fece tornare i suoi pokèmon nelle sfere.
I due ragazzi entrarono ogni uno nei rispettivi sacchi a pelo, e dopo essersi scambiati la buonanotte caddero entrambi in un sonno profondo e piacevole. 

 

La mattina seguente un’esplosione svegliò Nelly di soprassalto. 

«Ahhhh, cosa è stato?» Nelly spaventata si guardò in giro e subito noto che il sacco a pelo di Dan era vuoto.
Cercando si riordinare le idee la giovane assonnata si diresse verso l’uscita della grotta.
Appena fuori trovò Dan e Vulpix circondati da una dozzina di piccoli crateri.
Nelly si diresse infuriata verso di loro e gli incolpò di avergli svegliata e alla richiesta di spiegazioni i due si giustificarono dicendo che avevano bisogno di molto allenamento e perciò avevano dovuto cominciare alle prime luci dell’alba.

«Ormai sono sveglia, quindi potrei cominciare ad allenarmi anchio… , a cosa state lavorando, ragazzi? Cosa sono questi buchi sul terreno?» domandò Nelly.
«E’ la “Tempesta Ardente”! La mossa che Vulpix ha usato contro il tipo incappucciato al centro pokèmon, ma purtroppo non riesco a controllarla bene.» le rispose
u
n po’ deluso.
Vulpix però era determinato a continuare l’allenamento e Dan approvava quell’atteggiamento.
«Vai Vulpix, disintegra quella roccia! Usa la Tempesta Ardente!».
Dan puntò il dito contro una roccia la vicino che segnò come bersaglio.
Vulpix prese la mira e poi fece sprigionare dalle sue sei code vellutate altrettante piro sfere.
Le sfere si diressero nella direzione giusta ma nessuno centrò l’obbiettivo.
Dan imprecò a bassa voce mentre Vulpix abbassò lo sguardo, affranta.
«Non abbattetevi, siete stati già molto bravi a creare una mossa così originale e anche se non la controllate in un primo momento sono sicura che ci riuscirete molto presto!» li consolò l'amica che vedendo tanta passione si era già dimenticata del brusco risveglio. «Non dovete cedere, siete già a buon punto!» 

Anche qualcun altro commentò l’accaduto. 

«Ha ragione! Quella mossa non era niente male!». 

Una voce parlò subito dopo quella di Nelly, una voce più dura e possente. 

I due allenatori si guardarono in giro più allerta che mai.
«Chi ha parlato?» chiese Dan al vuoto. 

«Ehi, ragazzino, quassù!» 

Dan e Nelly si voltarono verso la provenienza della voce e videro sopra la pietra che faceva da soffitto alla grotta un ragazzo che stava li seduto.
«Chi sei tu?» gli chiese Nelly.
Il ragazzo con un balzo scese dalla roccia, era un ragazzo che sembrava avere qualche anno più dei due amici, aveva la pelle più scura e i capelli erano di un marrone anch’esso molto scuro. 

Aveva uno sguardo molto penetrante. 

«Mi chiamo Forrest e vengo dalla qui vicina Plumbeopoli. Ho visto il tuo attacco amico, era davvero forte!».
Forrest non perse tempo per complimentarsi con Dan che sembrava gradire l’appezzamento.
«Grazie, ma è molto imperfetta come mossa e non credo sia tanto facile metterla a posto!»
«Perché non ci provi subito? Lotta con me!» gli propose Forrest.
«Con te?»
«Si, dopo tutto anche io sono qui per allenarmi!» dichiarò Forrest.
Dan accettò subito e con lui anche Vulpix!
I due allenatori erano pronti a darsi battaglia, e con Nelly come arbitro la battaglia poté iniziare.
Dan mandò in campo naturalmente il suo Vulpix mentre dalla sfera lanciata dall’avversario uscì un Geodude.
«Ancora quella roccia ingannatrice!... Vulpix, diamo il meglio di noi!»
Geodude cominciò subito ad attaccare con un potentissimo Centripugno.
Vulpix riuscì a evitarlo e a contrattaccare con Lanciafiamme, l’attacco andò a segno ma non causò molti danni al pokèmon roccioso.
«Geodude è fatto interamente di pietra e questo vuol dire che se vuoi sconfiggerlo dovrai usare mosse molto più forti di quel misero fiammifero!» Forrest provocò i suoi avversari che non accolsero a braccia aperte e con molto entusiasmo quelle parole.
«Fiammifero? Ora vedrai! Vulpix vai ancora con lanciafiamme e mettici tutta la tua potenza!» rispose Dan.
Vulpix sputò un raggio infuocato grande il doppio del precedente che sorprese gli avversari.
«Eh? Geodude, Cadutamassi, presto!» contrattaccò Forrest fu repentino.
Geodude dopo essersi circondato di sassi massicci li lancio contro la fiammata imminente.
Le due mosse si contrarono con un gran frastuono in perfetta parità.
Geodude però attaccò per primo dopo l’esplosione e colpì duramente Vulpix con Cadutamassi.
Vulpix venne sbalzato in aria con molta violenza.
"Devo agire ora!" pensò Dan «Usa la Tempesta Ardente!»
Il pokèmon volpe anche se a mezz’aria riuscì ad attaccare con la sua mossa esclusiva, e come prima, sei sfere di fuoco vennero emanate dalle code.
«Geodude finiscilo con Centripugno!» ordinò Forrest.
Geodude si lanciò contro le sfere scagliate da Vulpix.
Però nessuna di esse colpì il bersaglio rendendo Vulpix un facile obbiettivo.
«Le ha schivate tutte, incredibile!» notò Nelly impressionata.
Geodude colpì pesantemente Vulpix che si schiantò al suolo ormai esausto.
«No, Vulpix!!»
Nelly si avvicinò al Pokemon prima di decretare il risultato:
«Vulpix è esausto, Geodude vince il match!»
Dan corse subito da Vulpix e lo raccolse tra le sue braccia, era visibilmente deluso per il risultato scadente ma sapeva essere umile perciò non si arrabbiò per la sconfitta.
«Wow, Forrest, il tuo amichetto di roccia ha schivato tutte le sfere infuocate!» si complimentò Nelly.
«No, magari. La verità è che nessuna di esse era precisa e lo avrebbero mancato comunque!» precisò Dan abbattuto.
Forrest gli si avvicinò con un sorriso in volto.
«Mi hai sorpreso Dan, davvero! Quel tuo secondo lanciafiamme è stato la tua determinazione sotto forma di fiamma! Sei molto abile anche se sei un po’ carente di strategia.» Forrest era sincero e lo si vedeva benissimo dalla sua espressione serena.
«Grazie, comunque tu sei veramente un portento!» si complimento altrettanto sinceramente Dan.
«Mi sembra logico! Io sono il capo palestra di Plumbeopoli! A proposito, voi parteciperete alla lega pokèmon?» chiese Forrest a Nelly e a Dan.
Il ragazzo scosse la testa prima a destra poi a sinistra.
«Non ho ancora mai partecipato a nessuna lotta in alcuna palestra, non credo sia questo il mio percorso!»
«In questo caso...!»
Forrest riprese la sua espressione serena e curò immediatamente Vulpix con una super pozione che estrasse dal suo zaino capiente, dopo di questo invitò Nelly e Dan a prepararsi e seguirlo. I due amici sistemarono in fretta la loro attrezzatura e in pochi minuti furono pronti a partire.
«Bene ragazzi, allora forza scendiamo in città, la c’è un torneo a cui dovete partecipare!» dichiarò Forrest.
«Torneo?» chiesero all’unisono Dan e Nelly.
«Si, il torneo. Il torneo D’Oltre Mare!» 

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Capitolo 8
*** Torneo D'Oltre Mare: un grande obbiettivo! ***


Torneo D'Oltre Mare: un grande obbiettivo!

 

 

Il gruppo, con ora Forrest come guida, stava scendendo verso la città di Plumbeopoli.

Le rocce che prima dominavano il paesaggio presto vennero sostituite da delle abitazioni che cambiarono radicalmente il paesaggio, anche il sentiero presto finì per immettersi in una strada con tanto di asfalto e guardrail, che portava dritta in città.

Dopo dieci minuti trascorsi percorrendo la strada il gruppo entrò finalmente a Plumbeopoli.

Essa non era affatto come se l’era immaginata Dan cioè vecchia e polverosa.

Era invece moderna e per nulla trascurata, dei grattacieli un po’ più minuti di quelli di Smeraldopoli riflettevano la luce del sole grazie alle numerose vetrate.

Ogni più piccolo cartello per le strade indicava la posizione del museo delle scienze.

«Wow, anche Plumbeopoli è più grande di Biancavilla!» osservò Dan.

Nelly era entusiasta per la sua seconda visita alla città e continuamente si fermava a vedere i negozi che erano stati aperti durante la sua assenza.

«Oh, questo non c’era prima! … Guarda quello, vende abiti a prezzi scontatissimi! … Incredibile! Il nuovo modello del Pokègear!» e così via.

Mentre Nelly continuava a distrarsi a ogni più piccola vetrina, Forrest pose una domanda a Dan: «Hai detto di venire da Biancavilla, vero?»

«Eh? Si, perché?» rispose.

«No… niente!» rispose a sua volta Forrest con un’ aria indifferente.

Li condusse nel centro della città dove un grande stadio era stato costruito di recente.

C’era molta gente all’esterno di questo anfiteatro, molti sembravano allenatori pronti a una lotta imminente.

«Cos’è questo?» chiese Nelly.

«E’ lo stadio dove si svolgerà il torneo D’oltre Mare!» rispose a gran voce Forrest.

«E’ la seconda volta che lo nomini, si può sapere cosa è?»

«A tempo debito avrete la risposta, ora seguitemi!»

«Ancora? Ma è da tre ore che ti seguiamo!» si lamentò Dan con un tono infantile.

Forrest svoltò per un paio di vie e alla fine dopo una lunga strada e sorpassata la grande folla caotica di tutte le grandi città girò ancora una volta.

Poi infine davanti a un grande edificio molto colorato e adibito in modo singolare, egli si fermò.

«Benvenuti a casa mia ragazzi! Benvenuti alla palestra di Plumbeopoli!» dichiarò aprendo il cancello d’entrata.

«La palestra!? Quindi è così che è fatta una palestra della lega pokèmon? Che emozione!»

Nelly era su di giri al pensiero di entrare in una di quelle famosissime strutture.

Il giardino in mezzo al cancello e all’entrata era un semplice giardino di pietra ma con un certo fascino in più rispetto alla terra pietrosa attorno alla città.

«Permesso!?» sussurrarono insieme Nelly e Dan.

Subito aperta la porta Forrest lanciò un grido per avvertire i suoi famigliari.

Al grido risposero ben otto voci di bambini che si avventarono su Forrest per abbracciarlo.

«Ehi, fratellone come è andata?»

«Ti sei allenato con impegno?»

«Hai imparato nuove tecniche?»

Quei bambini erano una mitragliatrice di domande e per poco non soffocarono il povero Forrest a forza di stringerlo.

«Ehi, ragazzi basta! Si mi sono allenato duramente e sono molto più forte ora!» poi però si ricordò di avere portato ospiti a casa e questo lo fece ricomporre.

«Fratellini e sorelline questi sono degli amici: Dan e Nelly! Gli ho invitati a pranzo perciò comportatevi bene!» raccomandò Forrest alle molteplici pesti.

«Ciao..!» salutò un po’ imbarazzata Nelly agitando la mano.

«Ehilà! Come state?» salutò invece più convinto Dan.

I bambini lo guardarono un attimo e poi gli corsero incontro.

«Ma.. che .. ahhg!» Dan ebbe il tempo di pronunciare solo poche sillabe prima che un ondata di bambini lo travolgesse per abbracciarlo.

Nelly cominciò a ridere di gusto nel vedere la marmaglia di mocciosi soffocare il suo compagno.

«Basta, basta bambini non vorrete dare una cattiva impressione al nostro ospite?» chiese retoricamente una voce proveniente dal corridoio appena dopo entrata.

«Ciao, papà! Ho portato degli amici, spero non ti dispiaccia!» chiese Forrest all’uomo che si presento dinanzi a loro.

«Certo che non mi dispiace, ma almeno cerchiamo di tenerlo in vita! Bambini per favore lasciatelo stare!» chiese gentilmente ai marmocchi.

«Va bene, papà!» risposero insieme.

Tutti i bambini si dispersero per le stanze della casa lasciando a terra un Dan quasi blu per la mancanza di ossigeno.

«Scusa ragazzo, non sono cattivi ma si divertono a salutare gli estranei cosi!» si scusò ridacchiando il signore.

«Ahhg … S..si figuri! E’ tutt..o a..ppo..sto!» comunicò il ragazzo mentre prendeva fiato.

«Io sono Flith, piacere di conoscervi!»

I due ragazzi si presentarono a loro volta e poi tutti insieme si diressero verso la sala principale della casa: un bel salotto accogliente.

«Ho avvisato mio fratello che ci siete, così preparerà da mangiare anche per voi!» riferì ai presenti Forrest quando entro nella sala.

«Ma non dovete disturbarvi per noi, possiamo andare tranquillamente in un centro pokèmon!» gli spiegò Nelly.

«Nessun disturbo, anzi è il premio per la determinazione mostrata in battaglia da Dan. Oltre al fatto che mio fratello Brock adora cucinare!» ribatte Forrest.

«Brock hai detto?» chiese incuriosita Nelly.

«Si, l’ho detto…!» rispose il ragazzo dallo sguardo penetrante.

«Se non mi sbaglio è il vecchio capo palestra di questa città! Ed era pure uno dei più bravi di tutta la ragione di Kanto,… sarà un onore conoscerlo!» la ragazza era ora molto contenta di essere stata invitata e si dimenticò subito del disturbo che aveva paura di arrecare.

«*Sono circondato da persone che hanno a che fare con la lega pokèmon! … Devo stare calmo!*» pensò Dan con un’aria molto seria.

Una donna bionda con qualche lentiggine entrò in quel momento per avvisare tutti che il pranzo era pronto, tutti la seguirono senza indugio nella grande e spaziosa cucina.

In quella stanza c’erano pentole e tegami di ogni tipo, colore e forma, altri cento centrini e presine erano appesi alle pareti: insomma una cucina da chef professionisti.

In centro c’era un lungo tavolo con ben otto posti occupati dai bambini, due occupati dai due genitori, e altri cinque rimasti liberi.

I due ospiti un po’ a disagio si sedettero uno vicino a l’altra mentre dalla parte opposta Forrest prendeva posto.

Un ragazzo più grande di Forrest emerse dalla foresta di pentole con una padella fumante in mano.

«Molto bene, prima gli ospiti!»

Molto cordialmente verso il contenuto della pentola sui piatti davanti Nelly e Dan, che ringraziarono subito.

Dopo aver servito gli ospiti fu la volta di tutti i restanti presenti.

La combriccola mangiò molto di gusto il pranzo preparato da Brock, Dan e Nelly mangiarono di tutto e presto si saziarono a dovere.

Quando arrivò il momento delle bevande calde i bambini uscirono a giocare lasciando Dan, Nelly, Forrest, Brock, Flinth e sua moglie Lorei seduti al tavolo.

«Era tutto buonissimo! Sei davvero un grande cuoco sig. Brock!» si complimentò Dan.

«Mi fa piacere che abbiate apprezzato la mia discreta cucina, ma dammi pure del “tu”!» rispose il ragazzo.

«Ma quale discreta e discreta?! Era superba!!! Ti prego, ti scongiuro potresti gentilmente darmi le ricette. TI PREGO!» supplicò Nelly ormai sul punto di urlare.

«Certo, certo.. dopo ti darò tutte le ricette che vuoi!» le rispose nel tentativo di calmarla.

A qual punto fu la signora a prendere la parola:

«Voi due, ditemi, siete compagni di viaggio da tanto tempo?»

«No, solo da tre giorni!» specificò il ragazzo di bianca villa.

«Così poco? Wow, eppure … hehe … sembrate una cosi bella coppia!» li stuzzicò simpaticamente Lorei.

«Eh!?» domandarono all’unisono i due ragazzi, che diventarono rossi in un men che non si dica.

Tutti i presenti risero per la loro reazione per una manciata di secondi.

Subito dopo Flith e Lorei si alzarono per lavare i numerosi piatti sporchi sparsi per la tavola lasciando ora solo quattro persone al tavolo.

« Scusa Brock, è vero che tu eri uno dei migliori capo palestra della regione fino a qualche tempo fa?» chiese curiosamente Nelly.

«Si … insomma, ero un capo palestra ma definirmi il migliore è un po’ esagerato!»

«E perché non lo sei più?» chiese, questa volta, Dan

«Non lo sono più perché, dopo aver viaggiato per le quattro regioni di Kanto, Jotho, Hoenn e Sinnoh con i miei amici e dopo aver vissuto mille avventure e visitato un sacco di posti splendidi, ho capito qual era la mia strada! Ora sto studiando per diventare un bravo medico per pokèmon e quindi non posso più occuparmi della palestra, ma per fortuna ho un fratello di nome Forrest che non vedeva l’ora di diventare capo palestra. Vedendo il suo entusiasmo non ho potuto non consegnarli la palestra e il titolo che un tempo era mio.» spiegò molto profondamente l’excapopalestra, il suo tono era molto limpido e non tralasciava un minimo di incertezza.

«Lo sai che anche Dan proviene da Biancavilla?» fece notare Forrest al fratello.

«Cosa? Davvero vieni anche tu da quel posto?» fece Brock al ragazzo, interessato.

Il giovane rispose affermativamente e poi domandò il motivo di tanto interesse nei confronti della sua città. Brock affermò che uno dei suoi più grandi amici e compagni di viaggio proveniva proprio dalla città natia di Dan, ma a quest’ultimo non chiese altre delucidazioni così il discorso fu chiuso.

«Adesso ci spiegate cos’è il torneo D’oltre Mare?» domandò Nelly.

«Oh, giusto, vi avevo promesso delle spiegazioni!» cominciò Forrest «Il torneo D’oltre Mare è una competizione organizzata dal consiglio dei Grandi Maestri Pokèmon in alternativa alla lega pokèmon.»

«Non riesco a seguirti, scusa!» lo interruppe Nelly.

«Allora, questo torneo è uno dei tanti che si terranno nella regione di Kanto nei prossimi due mesi.

I tornei D’oltre Mare sono una serie di competizioni dove gli allenatori si sfidano per conquistare la vittoria e non solo…» continuò Brock.

Dan sembrò mostrare dei piccoli segni di interesse così si fece avanti con un’altra domanda:

«“E non solo”? Cosa c’è di più?»

«L’obbiettivo di ogni partecipante è vincere due volte. Vincere due tornei è l’obbiettivo primario nella prima fare del Grande Torneo!» chiarì Forrest.

«I tornei D’oltre Mare da domani cominceranno in tutte le sei regioni di Kanto, Jotho, Hoenn, Sinnoh, Unima e infine Kalos.

Sono un evento del tutto nuovo e a partire da quest’anno insieme alla lega pokèmon saranno il metodo di valutazione della Lega per incoronare nuovi campioni! Capito?» proseguì Brock.

I due ragazzi si guardarono per un po’ prima di rispondere.

«Insomma, voi volete che noi due partecipassimo a questi eventi?» chiese Dan.

«Mh, mh! Con la vostra abilità riuscirete sicuramente ad arrivare in alto!» disse loro Forrest annuendo con la testa.

Dan ci riflette molto bene prima di rispondere.

Questa decisione avrebbe cambiato il corso del suo viaggio oppure no? Sarebbe riuscito a completare i suoi obbiettivi anche partecipando a questo torneo?

 

 

«Accetto!» tuonò all'improvviso Dan.

«Eh?» Nelly fu presa alla sprovvista.

«Molto bene! Allora tutti pronti che si va ad iscriversi!» detto questo Forrest si alzò e presa la giacca fece segno ai due ragazzi di seguirlo, come era stato quella volta tra le rocce.

Nelly dopo aver ottenuto le sue ricette tanto ambite insieme a Dan salutò e ringraziò la famiglia per la sua grande ospitalità a gentilezza.

Ora la nuova metà era lo stadio che avevano intravisto un paio di ore prima, una volta arrivati la nuova avventura sarebbe potuta iniziare.

Le seguenti lotte non sarebbero state disputate contro dei poveri pokèmon selvatici ma contro dei veri allenatori, forti, preparati e agguerriti. Dan avrebbe fatto di tutto per superarli, tranne usare loschi mezzi, e dimostrare di essere il migliore.

Pensava a questo mentre camminava verso lo stadio ma all’improvviso da una vetrina di un negozio che vendeva articoli di elettronica, una notizia scaturita da un televisore in mostra rese il ragazzo irrequieto.

 

* Abbiamo da poco saputo che a Cerulian City un grande magazzino è stato svuotato durante la notte da dei ladri. Tra la merce rubata troviamo una dozzina processori e almeno una ventina di lastre di rame. Ancora non si sa il movente del furto ma vi terremo aggiornati sull’accaduto. E ora passiamo invece a … -

 

Dan e Nelly restarono ad ascoltare finche il servizio non finì, poi notarono che nelle riprese si vedeva chiaramente il tetto sfondato del magazzino e questo fece tornare loro in mente la vicenda del centro pokèmon.

«Che … non siano loro gli artefici di questo furto?» si chiese Nelly.

«Il team Despair?! Se sono loro, giuro che la pagheranno.»

Il trio lasciatosi alle spalle la notizia del furto continuò per la sua via, lasciando solo un po’ di ansia nei pensieri dei due ragazzi.

Giunsero infine allo stadio verso le tre e mezza di pomeriggio, la piazza esterna ad esso era piena zeppa di gente e pokèmon. C’erano dei campi lotta dove potersi allenare e molti allenatori stavano usufruendo di quel servizio.

I due allenatori e il capo palestra entrarono nel grande stadio, un salone grande quanto quello del centro pokèmon era situatosi all’interno.

Ma invece del balcone con un’infermiera era presente un balcone con un’incaricata alle iscrizioni per il torneo.

I due si avvicinarono per iscriversi e la ragazza fu la prima.

«Buona giornata e benvenuti allo stadio del Torneo D’oltre Mare, volete dei biglietti da spettatore oppure desiderate iscrivervi?» chiese l’addetta.

Nelly esitò per qualche istante girando continuamente lo sguardo ma poi si buttò:

«Desidero iscrivermi, per favore!»

La signora al banco preparò il computer per l’operazione.

«Signorina, per favore favorisca il suo Pokèdex, grazie!»

Nelly le consegnò un Pokèdex viola scuro che la signora posò su una lastra informatica.

Subito apparvero sullo schermo i dati di Nelly, Dan sempre convinto nelle sue idee voltò lo sguardo per non vedere i dati personali dell’amica.

«Molto bene signorina Shade! Ora mi dica con che pokèmon desidera partecipare? Ha un massimo di due pokèmon tra cui scegliere!»

«Iscriverò Bulbasaur e Jigglypuff!»

L’addetta subito prese nota della scelta.

«Molto bene. Bulbasaur e Jigglypuff confermati! La sua iscrizione è completa. Ora è il suo turno giovanotto.»

Dan eseguì le stesse cose che fece Nelly prima di lui e alla scelta dei pokèmon da usare il ragazzo iscrisse Vulpix e Spearow.

Una volta completata l’iscrizione Dan e i due compagni uscirono dallo stadio.

«Bene, ora devo tornare a casa! Purtroppo non potremo ospitarvi per la notte ma il centro pokèmon lo farà senz’altro! Buona fortuna per domani!» Forrest salutò gli amici e si diresse nella direzione di casa lasciandoli soli.

Dan liberò i suoi due pokèmon prescelti dalle pokèball e cominciò ad allenarsi nei campi lotta li vicino, Nelly prese esempio e cominciò anch’essa ad allenarsi.

«Vulpix dobbiamo perfezionare il tuo attacco! Prova a colpire Spearow mentre vola! Spearow tu però fai di tutto per schivare l’attacco siamo intesi?» ai comandi dell’allenatore i due pokèmon risposero affermativamente.

Vulpix attaccò con la sua Tempesta Ardente Spearow ma un po’ per mancanza di mira e un po’ per la velocità di quest’ultimo non riuscì a colpirlo.

Ci provò altre volte ma in nessuna di esse riuscì nel suo intento.

«Uffa, riprova! Avanti c’e la puoi fare!»

Il pokèmon di fuoco riprovò un'altra volta ma quest’attacco parti in direzione del tutto diversa da quella prestabilita. Le sfere si diressero verso un allenatore li vicino e il suo pokèmon.

«Oh, no! Spostati!» gli urlò Dan.

L’allenatore si accorse in tempo del pericolo e non perse tempo.

«Avanti Pikachu usa Scarica!»

Un sacco di scintille elettriche vennero rilasciate dalle guance rosse di un piccolo pokèmon giallo.

Esse si scontrarono contro le sfere disintegrandole tutte.

Dan corse subito per vedere se avessero subito dei danni, quell’allenatore e in suo pokèmon.

Era un ragazzo alto come Dan, aveva i capelli biondi tranne per due ciuffi frontali che erano di colore arancione. Portava una giacca violetta e dei pantaloni scuri che terminavano solo al contatto con degli stivaletti medio - alti di colore nero.

«Sto bene, non preoccuparti!» confermò il ragazzo accarezzando il suo pokèmon giallo.

«Grazie al cielo! Scusaci, ti prego, ma quell’attacco è molto difficile da controllare!» si scusò Dan immediatamente.

«Sarà, ma devi prestare lo stesso più attenzione, sei fortunato che il mio Pikachu ha dei riflessi perfetti altrimenti ci saremo fatti molto male.» lo rimproverò.

Il pokèmon che gli stava appresso era un topino giallo che due grandi guance rosse, delle linee marroni correvano sui suoi fianchi. La sua coda ricordava molto un fulmine.

«Ma ti perdono! Dopo tutto un errore più capitare a chiunque.» continuò «Mi chiamo Ricky, Ricky Farvel. E sappi che quello era proprio un gran bel attacco dopo tutto .»

«Oh, grazie. Sono Dan Foster e mi scuso ancora per l’accaduto, ma sai il torneo inizia domani e io volevo riuscire la migliorare questa mossa.»

«Partecipi al torneo?!» chiese Ricky.

«Si, io e la ragazza qui di fianco parteciperemo al torneo domani!» rispose Dan.

Intanto anche Nelly raggiunse i due ragazzi.

«Io sono Nelly, piacere di conoscerti» si identificò la ragazzina rivolta a Ricky ma quest’ultimo non le prestò attenzione.

Ricky tese la mano a Dan in segno di sfida.

«Allora ci vediamo domani sul campo lotta! Anch’io partecipo alla battaglia, sarà un piacere battermi con voi!».

Dan strinse la mano a Ricky e subito accettò l’invito di sfida, il giorno seguente un solo vincitore sarebbe stato proclamato e tutti e due avrebbe lottato fino all’ultimo per guadagnarsi quel titolo.

 

 

 

 

Vulpix si distese sul letto esausto, vicino a lui il suo allenatore stava elaborando strategie da mettere in atto durante il torneo imminente.

Nelly invece stava preparando dei tramezzini, seguendo le ricette di Brock, per cena.

Lei non sembrava minimamente turbata dagli incontri che avrebbe sostenuto l’indomani e fischiettando continuò il suo bricolage culinario.

A un certo punto, con la testa fumante a furia di pensare, Dan si arrese e si getto nel letto accanto a Vulpix.

«Non ci riesco! Ne ho pensate di cotte e di crude ma niente, neanche uno straccio di idea!» si lamentò a gran voce.

La sua amica in quel momento finì di preparare il pasto e gli si avvicinò.

«Non urlare! Siamo in una stanza di un centro pokèmon, qui non puoi fare confusione!» lo riproverò Nelly, forse urlando però anche più di lui. «Forse non devi pensare a delle strategie, forse tu non ne sei il tipo!»

«Cosa? Che dici?»

«Dan tu… alla nostra prima lotta, mi hai sorpresa con il tuo stile di combattimento spontaneo e per nulla programmato. E anche contro quei tipacci tu hai usato solo l’istinto e nessuna strategia. Quindi credo che tu, Dan, sia un lottatore imprevedibile e per questo unico! Non hai bisogno di nessuna strategia per vincere perché,… beh, perchè la tua forza sta tutta nella tua determinazione e voglia di vincere!»

Il discorso di Nelly colpì Dan nel profondo, finalmente qualcuno gli aveva dato la risposta che cercava. Ora capiva i suoi errori con Vulpix, quella mossa non era mai andata a segno perché lui non ci aveva mai messo veramente l’anima.

Quella volta contro Scyther Dan riuscì a far sprigionare a Vulpix una forza nascosta grazie al suo animo combattivo che si infiammò, in quella occasione.

«Nelly, sei la migliore!.. Grazie infinite, ora so cosa fare!».

Nelly gli fece un occhiolino e insieme al ragazzo cominciò a gustarsi la cena da lei stessa preparata.

 

 

 

“Signori e signore, benvenuti allo stadio del torneo d’Oltre Mare, qui i nostri coraggiosi partecipanti si sfideranno per conquistare una delle due vittorie che servirà a superare la prima fase. E ora ammiriamo gli allenatori che si sfideranno!”

Il cronista dopo aver salutato gli spettatori e dato il via al torneo presentò gli allenatori che stavano entrando nell’arena in quel momento.

Erano otto in tutto, al loro arrivo la folla andò in delirio gridando incitamenti e cantando cori.

Dan era un po’ sotto pressione nel vedere così tanta gente che lo osservava ma li vicino c’era anche Ricky e quindi cercò di controllare la tensione per non fare brutta figura.

«*Sono solamente otto*?» pensò sorpresa Nelly.

Il cronista annunciò subito che gli incontri sarebbero sto stati casuali e che le coppie scelte erano frutto di un computer.

“Vediamo subito gli abbinamenti”

Un monitor gigantesco posto sopra la curva centrale si illuminò prima di fare apparire tutti i volti dei partecipanti.

Questi si misero a ruotare a dopo appena cinque o sei secondi si disposero a coppie.

“Eccole qua le combinazioni:

 

1° incontro- Dan vs Marion

2° incontro- Timmy vs Dino

3° incontro- Ricky vs Anthony

4° incontro- Nelly vs Sarah

 

Ora che le combinazioni sono state fatte, auguriamo buona fortuna ai nostri partecipanti!”

Il pubblico esplose di nuovo in un boato.

In quel momento il ragazzo di nome Ricky si avvicino a Dan:

«Ti aspetto in finale, amico!»

Dan con un sorriso accolse l’invito molto volentieri: «Ci puoi contare Ricky!!»

“E ora il torneo più iniziare davvero! Nel primo incontro avremo Dan conto Marion! Allenatori presentarsi in pedana, prego!”

Al richiamo dell’arbitro tutti gli allenatori tranne i due avversari si diressero verso lo spazio adibito ai partecipanti.

«Buona fortuna, Dan!!» gli urlò Nelly.

«Grazie, goditi lo spettacolo!» gli rispose alzando il pollice.

“Allenatori pronti!? … Via alla lotta!”

Dan dopo essersi sistemato nel suo lato guardò l’avversaria dritta negli occhi, poi presa la pokèball la lanciò in campo.

«Vai, Spearow! Andiamo a vincere!!»

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Capitolo 9
*** Scontri da professionisti ***


                                      SCONTRI DA PROFESSIONISTI 

 

 

«Vai Spearow, andiamo a vincere!» 

Il primo incontro era cominciato, i due pokèmon erano stati schierati e da li a poco una lotta si sarebbe evoluta. 

Il pokèmon uccello si lanciò subito contro il suo avversario: un piccolo pokèmon roditore viola con un corno situato sulla fronte. 

Lo colpì al volto con il suo Perforbecco, lasciandolo tramortito. 

«Nidoran, usa Velenospina, presto!» Marion, l'avversaria di Dan, attaccò a sua volta. 

Nidoran emanò un sacco di spine color viola dal corno ma Spearow fu più rapido e riuscì a sfuggire a l’attacco. 

«Ventagliente!»  

Il pennuto con le ali creò un turbine di lame di vento, Nidoran provò a spostarsi ma senza successo. Subito dopo Spearow ripartì alla carica con un attacco rapido. 

Ricky stava assistendo dalla zona assegnata ai partecipanti e rimase positivamente colpito dalle doti di Dan. 

«Allora, il nostro amico è padrone anche dei venti! Interessante!» 

Anche Nelly osservava il match e, vicino a Ricky e insieme a Vulpix, stava facendo un tifo sfegatato per il suo amico. 

«Usa Doppiocalcio!» Marion cercò subito la rimonta. 

«Spearow, schivalo e poi attacca con PerforbeccoSpearow fu più veloce per l’ennesima volta e riuscì a non farsi colpire dall’attacco nemico. 

Appena schivato attaccò con l’attacco prestabilito, questa volta il pokèmon avversario non si alzò per continuare e l’arbitrò decretò Dan vincitore del primo match. 

“Ecco il nostro primo vincitore! Un bel applauso!” 

Il pubblico sembrava molto soddisfatto della lotta e anche Dan lo era, subito corse da Spearow per complimentarsi, poi insieme a lui si diresse verso Nelly e gli altri. 

“Ora continuiamo con il secondo incontro: Dino vs Timmy! Buona fortuna ad entrambi!” 

Dan intanto aveva raggiunto Vulpix e Nelly che non persero tempo a complimentarsi con lui. 

«Sei stato grande, una vittoria netta! Tu e Spearow avete fatto scintille!» si complimentò Nelly euforica. Vulpix saltò in braccio a Dan e gli strofino la guancia contro la sua. 

«No, davvero, non ho fatto poi questo gran che!» disse modestamente il giovane un po' arrossito, portando la mano destra dietro la nuca. 

«Sei stato bravo invece, non subire neanche un danno non è da tutti!» espresse una voce molto famigliare. 

Dan si voltò verso un Ricky sorridente che veniva verso di lui. 

«Ricky! Mi hai visto lottare quindi?» gli chiese felice. 

«Certo, e ora ho ancora più voglia di misurarmi con te!» gli rispose. 

In quell’istante un fragore interruppe la chiacchierata seguito da un’esplosione di polvere e ghiaia. 

“Attenzione! Il secondo incontro si conclude di già! E’ una vittoria per Timmy e Machop 

Al centro dello stadio, appena si posò la povere, si vedeva la sagoma di un pokèmon distesa a terra e di un’altra invece stabile sulle gambe proprio davanti. 

Un piccolo pokèmon blu stava li fermo a guardare il suo avversario inerme, era alto come un bambino ma aveva molti più muscoli e una cresta formata da tre lastre d’ossa sulla testa. 

«Bravo, ottimo lavoro amico mio! Il tuo pokèmon non è stato all’altezza, mi dispiace!» commentò il suo allenatore rivolto all’avversario. 

Dopo aver fatto ritorno all’area dei partecipanti, Timmy, andò subito verso Dan. 

«Ciao, sono Timmy! Ci affronteremo nel prossimo match, vedi di farmi divertire più di quel tipo. Il suo Raticate non era un gran che!» proferì rivolgendosi all’allenatore di Biancavilla. 

Il biancavillese non fu minimamente turbato dalle parole del suo robusto interlocutore e rispose con molta sicurezza che non si sarebbe fatto battere tanto facilmente. 

“E ora il terzo incontro! Ricky contro Anthony! Buona fortuna ad entrambi!” 

«Guardami, ti farò vedere ciò che valgo!» gridò Ricky al rivale mentre si incamminava verso il suo posto a lato del campo. 

Anche Anthony prese posto e la lotta poté iniziare. 

«Vai, Pidgeotto! Scelgo te!» Ricky lanciò una pokèball in aria. 

Un pokèmon uccello più grande di Spearow ne uscì: era grande quasi come una persona e aveva delle piume colorate di magenta sulla fronte tirate all’indietro. La coda era formata da gradi penne di colore giallo e rosso. 

Anthony mandò in campo invece un pokèmon uccello simile a uno struzzo ma con due teste. 

Dan prese subito il pokèdex: 

-Pidgeotto, una forma evoluta di Pidgey. E dotato di artigli aguzzi e piomba dal cielo per catturare la sua preda. A differenza del piu mansueto Pidgey, puo essere pericoloso. Si consiglia di avvicinarlo con estrema cautela. 

-Doduo I suoi due cervelli si comunicano le emozioni grazie ai poteri telepatici. 

«Due pokèmon di tipo Volante. Sarà una bella sfida!» commentò Nelly. 

Doduo partì subito all’attacco cominciando a correre velocissimo verso il nemico. 

A un certo punto nella sua corsa spiccò un salto che lo fece arrivare alla stessa altezza di PIdgeotto. 

«Usa Furia!» ordinò Anthony. 

I molteplici attacchi prodotti con i due becchi colpirono Pidgeotto che però non si demoralizzò e con un Attacco D’ala riuscì a scagliare via Doduo. 

Doduo ripartì con un Doppio Smash, ma Pidgeotto fu più scaltro riuscendo a ingannare Doduo con la sua velocità. 

«Questo è Doppioteam!». 

Dan aveva ragione, infatti apparvero subito moltissimi Pidgeotto attorno a Doduo ormai confuso. 

«Colpiscilo con Eterelama!» l’attacco ordinato da Ricky venne eseguito non da un solo pokèmon ma da uno stormo intero di volatili. 

Un sacco di coltelli ventosi creati da tutti i Pidgeotto colpirono Doduo in pieno. 

«Eliminalo definitivamente con Aereoassalto 

Il pokèmon del biondino diventò per un momento velocissimo, tanto da faticare nel vederlo, e con tale velocità si fiondò su Doduo colpendolo molto duramente. 

Doduo non si alzò più, il vincitore era proprio lui! 

“Fantastico! Il nostro terzo vincitore è Ricky! Ma ora vediamo che sarà il suo avversario in semifinale? Nelly o Sarah?” 

Nelly era un po’ tesa al pensiero di entrare in gioco davanti a così tante persone. Dan se ne accorse e cercò di diminuire la sua tensione: 

«Ma che dice quello? E’ logico che sarai tu la vincitrice!» quasi gridò, con un’ aria fasullamente indifferente. «Che tremi chi dovrà affrontare Nelly Shade 

«Oh…?! .. Si, hai proprio ragione! Guai a chi si metterà sulla mia strada perché dovrà vedersela con i miei pokèmon super forti!» la ragazza ritrovò subito la grinta e la voglia di combattere e corse per prendere posizione. 

«Brava, vai così!» la incitò l'amico con un pollice alzato. 

Nel raggiungere il suo posto Nelly incrociò Ricky che stava invece tornando. 

«Goditi la prima vittoria se riesci, ma non ci sperare in una seconda!» le disse freddamente, mostrando per la prima volta attenzione nei sui confronti. 

Nelly non fece in tempo a rispondere che Ricky era già lontano ma dentro di lei un senso di rabbia si formò nei suoi riguardi. 

«Vedremo alla fine, presuntuoso!» penso adirata. 

La ragazza dai capelli blu si sistemò sul lato dal campo opposto alla sua avversaria. 

Jigglypuff fu la sua scelta, mentre la sua avversaria mandò in campo un piccolo esemplare di Oddish. 

“Allenatori pronti!? Che la lotta cominci!” 

Nelly ordinò immediatamente un attacco Granvoce al suo pokèmon che però venne evitato dalla piantina blu. 

Quest’ultima rispose con un attacco Paralizzante, che sotto forma di polline giallo immobilizzò il batuffolo rosa. Un attacco Megassorbimento fu poi portato dal pokèmon pianta infliggendo dei grossi danni a Jigglypuff. 

Ormai alle strette la ragazza non si perse d’animo e continuò il combattimento con molta energia. Anche il suo pokèmon, se pur paralizzato, non si arrese e continuò ad attaccare. 

Oddish attaccò di nuovo con Megassorbimento, ma anche se vide il suo pokèmon perdere energia Nelly sorrise. 

«Ora sei mio Oddish! Jigglypuff, svelto canta!!!» 

Il pokèmon pallone intonò subito una melodia che fece crollare in un sonno profondo  l’avversario. 

«Fantastico e ora rinfrescagli le idee! Geloraggio!» gridò a voce alta la ragazza. 

Una sferzata di freschezza si diffuse per tutto il campo ma era sulla bocca di Jigglypuff che il freddo si concentrava. 

Un raggio assiderante venne scaturito dal Pokemon cantante, la sua potenza era notevole e si ebbe conferma di ciò quando Oddish venne completamente ibernato in una lastra di ghiaccio. 

«No, diamine! Oddish!» la sua allenatrice lo chiamò a gran voce ma addormentato e congelato il piccolo pokèmon non si mosse di un centimetro, neanche quando l’attacco definitivo, un Granvoce, lo elimino dalla gara. 

Oddish è K.O., abbiamo i nostri semifinalisti! Nel prossimo incontro vedremo Dan contro Timmy e in quello a seguire potremo gustarci un combattimento tra Ricky e Nelly. Tra circa mezz’ora comincerà la prima semifinale! Ma prima di questo complimentiamoci con Nelly e il suo pokèmon per la vittoria.” 

Il pubblico applaudì con forza alle gesta di Nelly rendendola fiera e molto felice. 

Non fece neanche ad entrare nella zona riservata che Dan e Vulpix l'assalirono di complimenti per la vittoria. 

«Mitico, geniale, fantastico!!» urlò Dan su di giri. 

«Grazie, in effetti sono stata mitica!» si vantò Nelly senza modestia. 

«Eh?! Io veramente parlavo con Jigglypuff!» confessò lui con un sorrisetto maligno. 

«Cosa!? E io?!» l’espressione di Nelly era un misto di rabbia e imbarazzo. 

«Sei stata straordinaria anche tu, non preoccuparti!» le disse amichevolmente. 

Ma qualcuno ebbe qualcosa di ridire a proposito: 

«Straordinaria o no, il prossimo match non provare nemmeno a credere di poterlo vincere. Ci rimarresti male!» 

Nelly si voltò verso Ricky sapendo che era stato lui a parlare. «Beh, che vuoi?» le chiese. 

«Sei davvero antipatico, lo sai?» lo criticò l’azzurrina. 

«So solo che in finale ci andremo io e Dan, tu non sei nella lista!» controbatté il fanciullo dai modi scorbutici. 

Ma un altro si intromise nella discussione; un ragazzo più alto dei presenti, dai capelli marroni e gli occhi neri. 

«Mi dispiace bello ma in finale ci vado io!» 

Timmy parlò rivolto a Ricky che si limitò a girare la testa nel senso opposto a lui. 

Nelly a quel punto stanca di discutere prese Dan e lo portò dall’altra parte dell’area riservata. 

Cominciò a tirare fuori dallo zaino un fagottino pieno di tramezzini e due lattine contenenti delle bibite gassate. 

«Che rabbia! Ma si, voi restate pure a discutere, io mi tolgo di torno» era in preda alla rabbia tanto che non riuscì ad aprire la lattica per il continuo tremare delle dita. Ma una mano si posò sopra la sua, quella di Dan. 

Nelly alzò lo sguardo sorpresa ma colui che le stava davanti non si spostò di un centimetro. 

«Calmati, Ricky ti sta solo provocando. Tu sei più forte dei suoi giudizi, non cadere vittima della rabbia!» il ragazzo fu molto chiaro e dolce nel confortare l’amica. 

«Dan ..» Nelly fu colta si sorpresa, non aspettandosi un simile gesto rispose con molta impacciataggine. La mano di Dan cominciò a stringere lievemente quella della ragazza. 

« Dimostragli che tu sei più forte, che si sbagliava! E non ti preoccupare se fallisci perché dopotutto il fallimento di oggi è il successo di domani!» fece un gran sorriso dicendo l’ultima frase. 

Nelly resto impalata per qualche secondo, a fissare gli occhi del ragazzo di fronte a lei con un espressione alquanto assente, ma appena le passò per la mente quanto lei e Dan fossero vicini subito di ricompose. 

«Ahhhh, oh si si!! E’ proprio come dici tu!! Ahah! Figuriamoci se me la prendo per queste sciocchezze!» si staccò di circa mezzo metro da Dan e con le guance tutte rosse. 

«Meglio così allora!» l'affamato ragazzo cominciò a mangiare frettolosamente i tramezzini. Ne porse uno anche a Vulpix ma lui non sembrò intenzionato ad accettarlo, con gran stupore del suo allenatore. 

La volpina era pronto alla lotta, ma continuamente emetteva fiamme dalla coda come segno di insicurezza. Lui era un combattente ed entro pochi minuti avrebbe dovuto solo mostrare di esserlo davvero, ma qualche volta risultava difficile travestirsi da se stessi. Il suo insuccesso con la Tempesta Ardente lo aveva turbato molto, ma sapeva che Dan non lo avrebbe mai lasciato solo, che sarebbe stato una certezza a cui ancorarsi. Questo gli permise di non perdere fiducia in se stesso per tutti i suoi anni di vita. 

Dan finì l’ultimo panino appena in tempo per sentire il cronista annunciare la ripartita dei match. 

“Signori e signore, ora le due semifinali avranno inizio, la prima che vedrà Dan contro Timmy comincerà tra pochissimo e a seguire l’incontro tra Ricky e Nelly. I primi due allenatori si presentino sul campo.” 

Dan si caricò Vulpix sulla spalla destra e cominciò ad avviarsi verso il campo per la seconda volta. Anche Timmy si stava muovendo, i due si incrociarono per un istante lanciandosi sguardi accesi. 

Foster guardò anche Ricky che annuì con la testa, lui rispose con lo stesso gesto. 

I due combattenti arrivarono nelle posizioni indicate, la tensione si sentiva forte nell’aria. 

“Allenatori pronti?” 

«Ehi, ragazzino sappi che non mi tratterrò!» avvisò Timmy. 

«Lo spero bene, te ne potresti pentire altrimenti.» gli rispose con un pizzico di arroganza. 

“Via, cominciate!” 

«Vulpix, vai! Sei tu la mia scelta!» il pokèmon volpe balzò dalla spalla di Dan e atterrò sul campo lotta con eleganza. 

«Machop spacca tutto!» Timmy lanciò la pokèball contenente il piccolo pokèmon forzuto. 

I due pokèmon si guardarono, due paia di occhi stracolmi di determinazione erano ora proiettati uno verso l’altro. 

«Riutilizza Machop, mhm, un tipo lotta contro un tipo fuoco, interessante!» commentò Ricky. 

Dan non perse tempo: 

«Attacca con Lanciafiamme!» 

Vulpix sputò il suo raggio infuocato verso il pokèmon lotta, esso con un attacco Breccia però riuscì a disperdere le fiamme. Contrattaccò poi con Pugnorapido troppo veloce da evitare.Vulpix venne colpito in pieno volto cadendo poi vigorosamente a terra.Si rialzò un po’ addolorante ma ancora carico, Machop nel frattempo attaccò con una Breccia che Vulpix scansò all’ultimo. 

Rimbalzando su una roccia colpì con un Bottintesta dritta in fronte il pokèmon forzuto, ma esso rispose con Vendetta. 

Quest’attacco che prede forza dai danni appena subiti fu un grande problema per Vulpix.Un’onda d’urto lo investì con forza facendolo sbattere contro un masso. 

Il povero pokèmon si rialzò nuovamente, ma i danni erano molti e visibili sul suo corpicino. 

«Vulpix - E’ il momento! - Utilizza la Tempesta Ardente!» 

Dan aveva fiducia in Vulpix e sapeva che era ben riposta. 

Vulpix fece brillare le sue code di rosso, Machop si mise sulla difensiva a quel gesto, il rosso  poi si trasformò in fiamma. 

Le sei sfere infuocate vennero scagliate con coordinazione dal pokèmon dalla soffice pelliccia. 

«Ma che diavolo …?» Timmy non aveva mai visto uno spettacolo simile. 

Ricky osservava la scena divertito, al contrario Nelly era tutta in agitazione. 

Le sfere si diressero verso il pokèmon avversario ma neanche questa volta riuscirono a colpirlo. L’unica ben assestata venne deviata da un attacco Pugnorapido. 

«No, non è possibile!» Dan fu più deluso che mai della prestazione sua e del suo pokèmon. 

«Ehi, ragazzino, i fuochi d’artificio lasciali a me. Li userò per festeggiare la tua sconfitta! Machop ora, afferralo!» 

Il pokèmon miniMaciste corse verso il suo avversario prendendolo per la gola. 

«Vulpix, no!!» 

«Oh, si invece! E ora per giusto per umiliarti di più sarà una mossa di tipo fuoco ad eliminarti! Usa Fuocopugno!» gridò il ragazzone alto con tanta arroganza quanta sicurezza sul vincere. 

Machop cosparse il suo pugno di fiamme e scintille e con un montante colpì Vulpix facendolo volare via. 

Timmy si mise a ridere spavaldamente «Ormai la vittoria è mia!». 

«Quello che ride dovrei essere io, amico mio!» 

«Eh?!» 

«Mi hai appena dato la carta vincente per la vittoria, ti ringrazio molto!» Dan sorrise con soddisfazione. 

«Ma che vuoi dire?» chiese Timmy. 

Dan Foster si limitò ad alzare la mano e indicare il cielo 

Vulpix era ancora sospeso in aria, ma non era normale: un aura fiammeggiante era apparsa attorno a lui, i suo occhi erano diventati rossi come rubini! 

«Grazie a te, Vulpix è riuscito ad attivare la sua abilità!» spiegò Dan. 

«Fuocardore, eh? Eheh!» Ricky capì al volo la situazione. 

«E quello che cosa è?» chiese Timmy ora in preda alla preoccupazione. 

«La vostra disfatta, ECCO CHE COS’E’!» urlò Dan all’avversario «Vulpix, usa Lanciafiamme!» 

Il pokèmon volpe si infuocò ancora di più e dalla sua bocca si formò un’enorme sfera rovente. 

«Non ti hanno mai detto che a scherzare col fuoco si finisce con bruciarsi?»  

Un raggio pirotecnico molto più grande del normale si separò dalla sfera piombando dritto su Machop. Quest’ultimo non riuscì a spostarsi in tempo e venne centrato in pieno. 

Un’esplosione inghiottì il pokèmon lotta che scomparve aglocchi di tutti. 

Vulpix atterrò sempre con eleganza e controllo proprio mentre il fuoco e il fumo si dissolvevano. La sagoma di Machop emerse dalle fiammelle rimaste, era ancora in piedi anche se chiaramente lesionato dall’attacco. 

Fece qualche passo verso Vulpix, poi si fermo e fece un sorriso come se fosse soddisfatto di qualcosa. Vulpix ricambiò il sorriso un attimo prima che Machop cadesse svenuto a terra. 

«Machop, rialzati!» 

“Il pokèmon Machop è esausto il vincitore è Vulpix. I nostri primi finalisti, signori e signore: Dan e Vulpix!” 

La folla esultò a più non posso, Dan alzò il braccio in segno di vittoria. 

Timmy fece ritornare il suo pokèmon e se ne andò, ma non prima di essere fermato da Dan. 

«Ehi, vai via di già?» chiese amichevolmente. 

«Si, ho perso. Ma auguri per la finale! E scusa se mi sono comportato un po’ da idiota nei tuoi confronti!» si scusò con sincero dispiacere. 

«Anche io non sono stato da meno, beh è stato un piacere lottare con te!» Dan porse la mano a Timmy che la strinse con forza e con un sorriso. 

Il giovanotto vittorioso poi scavalcò il muretto della zona riservata dove lo attendavano Nelly e Ricky. 

«Bravissimo, l’ultimo attacco è stato mitico!» si complimentò Nelly. 

«Si, davvero splendido!» anche Ricky ci mise una pezza. 

«Grazie ragazzi, ma il merito è dell’abilità di Vulpix, che lo potenzia al contatto con altre mosse di tipo fuoco, e di Vulpix stesso! Ma ora forza, date il meglio di voi!!» incitò Dan. 

«Ci puoi scommettere!» rispose sorridente Ricky andando a prendere posto. 

Nelly invece annuì con la testa un po’ insicura, mentre era in procinto di incamminarsi Dan la fermò un attimo. 

«Ehi, ricordati che comunque vada a finire… per me tu rimani sempre la migliore!» le disse Dan con un tono abbastanza serio. 

Nelly assunse inizialmente un’espressione di sorpresa a quelle parole ma poi grazie ad esse si calmò dall’angoscia dell’incontro. 

La ragazza superò il muretto e si diresse dritta al rettangolo che la avrebbe ospitata dorante lo scontro. 

"Grazie .. Dan! Se dovessi vincere, dedicherò a te la vittoria, amico mio!"

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Capitolo 10
*** Un avversario tuonante! ***


UN AVVERSARIO TUONANTE


“Ora comincerà la seconda semifinale, allenatori pronti?! Via!”

Al fischio di inizio i due allenatori avversari estrassero le loro sfere.
«Pikachu, scelgo te!», Ricky fece uscire il topino giallo dalla sua sfera.
«Bulbasaur, rendimi fiera da te!», Nelly invece optò per il  suo pokèmon d’erba.
Il pokèmon della ragazza aveva un lieve vantaggio di tipo nei confronti dell’avversario, ma qualcosa faceva intendere che non sarebbe stata la specie a determinare il vincitore.
«Buona fortuna a tutti e due!», a bordo campo, Dan assisteva interessatissimo alla sfida.
«Devo vincere a tutti i costi! Bulbasaur usa Foglielama!»
Il rettile verde udito il comando non tardò a ubbidire: un vortice di foglie si scagliò contro Pikachu. Ricky rispose all’attacco, il suo pokèmon utilizzò la mossa Scarica per debellare l’assalto nemico.
«Bravissimo, ora usa Schianto!», il biondino non stette con le mani in mano, così come il suo pokèmon che grazie a una velocissima corsa riuscì a portarsi davanti a Bulbasaur. Fece una mezza capriola, poi con la coda colpì la fronte del mostriciattolo erboso causandogli un bel danno.
«No, amico mio! Forza riprenditi! Usa Parassiseme!» la ragazza non si lasciò impressionare e con determinazione continuò l’offensiva. Bubasaur riprendendosi dal colpo creò subito un piccolo seme sulla punta del suo bozzolo.
«Ho capito cosa vuole fare! Pikachu attaccalo per primo, usa Attacco Rapido!». 

Pikachu partì verso il pokèmon di tipo erba a una velocità impressionante, lasciando dietro di se una scia argentata come se fosse una cometa. Riuscì a colpirlo ancora in fronte ma questa volta Bulbasaur aveva un asso nella manica, o nel bulbo, il seme venne sparato appena i due entrarono in contatto, intrappolando Pikachu in una rete di foglie e liane. 

Le foglie cresciute sul pokèmon elettrico cominciarono ad assorbire la sua energia, mentre al contrario Bulbasuar ne riceveva.
«
Perfetto!!»
«Dannazione!»
I due allenatori avevano una visione diversa dell’accaduto. 

Bulbasaur approfittò dell’occasione per attaccare con un Foglielama che colpì Pikachù con forza.
«
Pikachu usa Scarica!», Ricky non demorse e continuò ad attaccare.
Le scintille elettrice prodotte dalle guancie del topino si diressero contro Bulbasaur colpendolo. L’attacco non provocò molti danni ma diede il tempo necessario al mittente per avvicinarsi. Con la coda colpì con Schianto Bulbasaur.
«Resisti, dobbiamo vincere! Usa Frustata!», l’ordine di Nelly arrivò netto a Bulbasaur che rialzandosi liberò le sue due liane. Esse schiaffeggiarono Pikachu un paio di volte, subito dopo un attacco Azione, sempre da parte sua, lesionò ulteriormente il topino giallo.
«Si, vai così!», incitava intanto Dan, felice di vedere l'amica in vantaggio. 

Ricky non parve particolarmente turbato dalla situazione, questo insospettì Nelly.
«
Ok, fine riscaldamento! Ora si fa sul serio!», affermò il ragazzo sicuro di se, sorridendo.
«Cosa? Riscaldamento? Ti faccio vedere io!», Shade decise di fare anch'essa davvero sul serio «Bulbasaur usa foglielama!». Le foglie affilate racchiuse nel vortice si rivolsero verso Pikachù.
«Su, dai schivalo!», gli indicò Ricky.
Pikachù evitò con facilità l’attacco, Bulbasaur lo ripropose di nuovo e ancora una volta il pokèmon elettrico lo scansò facilmente.
«Usa Attacco rapido e schiva tutti gli attacchi».
Pikachù divenne velocissimo e con quella velocità non ebbe problemi ad evitare tutti gli attacchi del più lento Bulbasaur.
Evitò una Frustata, un Foglielema, un’Azione e sempre senza calare di velocità.
«Caspita, è velocissimo! Non sarà facile vincere per Nelly!», commentò il ragazzo di Biancavilla, ora preoccupato per l’amica. 

Pikachù si portò dietro di Bulbasaur molto velocemente «Usa Schianto!»Bulbasaur si girò per reagire troppo lentamente, la coda del topino lo colpì al fianco facendolo sbilanciare e infine cadere a terra con un gran tonfo.
«
Bulba… no!»
Pikachù fece per allontanarsi grazie alla velocità dell’Attacco Rapido ma qualcosa glielo impedì: le foglie attorno a lui stavano brillando, segno che la sua energia era in calo.
«Si, Bulbasaur, la nostra occasione! Avanti, avvolgilo con frustata!», Nelly era convinta della sua strategia e Bulbasaur non fu da meno eseguendo la mossa.
Le liane avvolsero Pikachù stringendolo, con l’obbiettivo di danneggiarlo il più possibile.
«Si, forza non mollarlo!», gridava la ragazza. Dan però non si rallegrò, capendo che era solo un presunto vantaggio. 

Ricky sorrise compiaciutissimo:
«Errore!» 

L’espressione nel volto di Nelly cambiò velocemente, «Cosa?»
«
Pikachù, usa Scarica!»
«Oh no! Nelly attenta!», le gridò Dan appena capito il pericolo che incombeva sul suo pokèmon.
Pikachù sentito il suo allenatore si ricoprì di scintille elettriche scaturite dalle guance che passando per le liane colpirono Bulbasaur. Il pokèmon d’erba lanciò un grido di dolore al contatto con l’elettricità.
«Se c’è contato la scossa risulterà più dannosa!», spiegò Ricky appena Pikachù si liberò dalle liane di un Bulbasaur malridotto.
«Bulbasaur, ti prego rispondimi!», 
«Finiamolo Pikachù, usa Locomovolt!», urlò Ricky mentre il suo compagno si preparava al gran finale.
«Locomovolt?! Devi spostarti Bulbasaur!», gridò Dan rivolto verso campo.
Pikachù intanto venne ricoperto per intero da un’aura gialla di elettricità che bruciò in un attimo le piantine sul suo corpo. Poi partì alla carica come per l’Attacco Rapido lasciando dietro una scia si scintille folgoranti. 

«BULBASAUR!!!!» 

Il piccolo rettile floreale venne centrato da quella meteora fulminate. Un’esplosione seguì il tutto, dalla quale Bulbasaur fu scaraventato proprio ai piedi di Nelly.
Bulbasaur non è più in grado di continuare! Dopo un’aspra lotta, Pikachù si aggiudica la vittoria portando Ricky in finale! 

Il pubblico, come era stato per Dan prima, applaudì con vigore alla lotta, sia Nelly che Ricky furono riempiti di complimenti e sostegno.
La ragazza prese tra le braccia il suo
pokèmon e anche se con un carico di tristezza molto elevato entrò nell’area riservata dove un’infermiera Joy attendeva i due combattenti. 

 

Nelly consegnò il suo pokèmon all’addetta così come fece Ricky. Dan raggiunse subito i due ragazzi, Ricky lo guardò felice.
«Come previsto in finale ci saremo io e te!» 
Dan prima di rispondere andò da Nelly che non sembrava per niente connessa al mondo circostante.
«Ehi, che hai?», le chiese delicatamente, «Non sarà mica perché hai perso ,vero?»
La giovane fece, molto tristemente, un sospiro poi guardò Dan dritto negli occhi, i suoi erano lucidi come se stesserò per mettersi a piangere. L'amico gli mise una mano sulla spalla e con l’altra strinse il pugno di fronte a lei.
«Andiamo, come può una sconfitta averti ridotto così?», le chiese sorridendo.
«Io..io», rispose la ragazza balbettando.
«Tu..?»
«Io ti avevo promesso che avrei vinto, che sarei stata più forte! Invece ,.. invece ho solo confermato ciò che lui diceva su di me!», si appoggiò sulla spalla di Dan singhiozzando leggermente. 

Il quel momento Dan lanciò un’occhiata alquanto fulminante a Ricky, che si mise una mano sulla testa forse un po’ pentito. 

«Dai, su, ti ripeto che rimani tu la migliore, almeno per me! Vedrai che la prossima volta andrà meglio! Bulbasaur secondo te sarebbe felice se ti vedesse piangere?» il ragazzo cercò di calmarla e a quanto pare ci riuscì visto che si staccò da lui asciugandosi le poche lacrime sugl’occhi.
Ricky avanzò verso di loro.

«Forse ho esagerato prima, ti prego di perdonarmi, io non sono cattivo solo a volte la presunzione prende il controllo. Non sei stata male dopotutto, Nelly!»
Nelly non credette alle sue orecchie, Ricky che si scusava? E con tono sincero per di più? ù
Lo guardò prima di proferire parola.

«Accetto le tue scuse, ma sappi che io tiferò per Dan e spero vivamente che ti dia una bella lezione!», lo informò un po' sgarbatamente. 

 

“Signori e Signore, per oggi gli incontri sono finiti! Domani assisteremo alla finale tra gli allenatori Dan e Ricky e alla premiazione del vincitore. Auguro a tutti un piacevole proseguimento della giornata. 

 

Dan prese il suo zaino che aveva appoggiato sopra una panchina prima dell’inizio del torneo.
«
Allora Nelly, andiamo?» 
«Certo! Ho una fame da lupi!» 
I due si diressero verso l’uscita, dopo aver salutato Ricky, che intanto aveva percorso la stessa strada. In seguito andarono a riprendersi Bulbasaur dall’infermiera che lo aveva in cura. Poi al centro pokèmon i due occuparono la stessa stanza del giorno prima.
«Vado a farmi una doccia! Sono stanchissima e piena di sudore e polvere! Non vedo davvero l’ora di andare a letto!», dichiarò Nelly sbadigliando, mentre sistemava la sua roba.
«A chi lo dici!? Fai in fretta però che poi devo dare una spazzolata anche a Vulpix!», le confutò l'inquilino.
L'esausta ragazza si fece, al contrario, una lunga e rilassante doccia, mentre Foster ripassava le strategie per l’indomani.
Charmander era uscito dalla sua sfera per complimentarsi con i due amici e anche per stare un po’ con il suo allenatore.
«Voi due siete stati mitici oggi! Appena vi sarete dati una sciacquata vi darò da mangiare tutto ciò che vorrete.», riferì ai suoi pokèmon, che non desideravano altro.
«Domani ci sarà la finale, Ricky sarà il nostro avversario, mmh, Pidgeotto e Pikachu. Allora faremo così: Spearow tu sei in netto svantaggio contro Pikachu quindi scenderai in campo solo se sarà Pidgeotto a farlo per Ricky. In caso contrario, Vulpix, tu sarai il protagonista della battaglia.»
Poco dopo Nelly uscì da bagno insieme a una nube di vapore densa come un Velenogas. Facendosi strada in una nebbia più fitta di quella in Valpadana, Dan e i suoi amici poterono finalmente trovare conforto nella calda acqua della vasca da bagno.
I due pokèmon sentirono subito il beneficio della doccia calda, i muscoli contratti, la fatica, tutto sparì al contatto con l’acqua mite. Finito, l'allenatore chiuse l’acqua e si mise a fissare i suoi pokèmon.
«Siete con me?», chiese loro.
I due, senza fare uscire un solo fiato, annuirono convinti. 

“Benvenuti, signori e signore! Oggi la finale del Torneo D’oltre Mare sarà disputata! I due allenatori sono molto giovani ma hanno dimostrato dimestichezza e coraggio nelle lotte affrontate. 

Mentre il cronista stava presentando la giornata del Torneo, i due finalisti stavano immobili, uno di fianco all’altro. Seduti sulla panchina aspettavano il via, nella testa di entrambi i ricordi della lotte affrontate fino a quel momento si accumulavano come un film che non aveva mai fine.
Dan era teso, ma anche molto orgoglioso: era riuscito ad arrivare in finale al suo primo Torneo in assoluto! Le sue forze lo avevano portato fin li e sicuramente non lo avrebbero abbandonato proprio oggi.
Ricky al contrario sembrava felice e spensierato, come se nulla stesse per accadere.
“E ora, che entrino i finalisti! Dan e Ricky!”
Al richiamo, i due interpellati balzarono in piedi e si diressero verso il campo lotta.
Nelly dietro di loro li osservava, non nutriva alcun timore sul fatto che l’amico la avrebbe vendicata ma la preoccupazione non se ne era andata da lei.
«Buona fortuna Dan!», sussur piano.
Quest’ultimo e Ricky giunsero al punto di separazione: uno sarebbe andato a sinistra e uno a destra.
«Che vinca il migliore!»
Prima di separarsi si dissero questo, per dimostrare la loro sportività e il rispetto che nutrivano a vicenda. 

“Gli allenatori sono pronti? Comincia la Finale!” 

 

I due estrassero le pokèball contenenti il loro pokèmon prescelti.
«
Pikachu, scelgo te!», Ricky scelse nuovamente il suo topino giallo.
«Allora se è così, Vulpix vai è il tuo momento!», Dan mandò a combattere il suo patner principale.
I pokèmon scesi in campo erano tutti e due carichi, tanto da scoppiare. 

«Vulpix, cominciamo, usa Lanciafiamme!»
Vulpix
eseguì il suo attacco preferito, sputando la lingua di fuoco contro l’avversario. Il piccolo topino evitò la mossa e rimase in attesa di un comando dal suo allenatore. «Svelto attacca con Schianto!», Pikachu si mosse verso Vulpix pronto a colpirlo con la coda ma esso aveva già un’istruzione da eseguire.
«Attacca anche tu, ma usa Azione!», Dan cercò il contrattacco.
Pikachu colpì con la coda Vulpix che però, approfittando dello slancio, rimbalzò sul terreno e colpì al volto il topino con la testa. I due caddero vicino ma appena udirono le nuove direttive si alzarono pronti a darsi di nuovo battaglia.
«Pikachu, usa Scarica!»
«Vulpix, usa Lanciafiamme!»
I due raggi, uno elettrico e uno infuocato, si scontrarono  provocando una piccola esplosione in aria. 

L’incontro era appena iniziato ma già i due schieramenti stavano dando il massimo.
«
E’ forte!», pensò Ricky, felice di avere un avversario con cui poter dare il massimo.
«Non devo abbassare la guardia! Eliminerebbe Vulpix in un attimo se ci distraiamo!», meditò Dan, più ansioso ma comunque elettrizzato dalle prestazione della coppia che stava fronteggiando. 
Pikachu partì con un Attacco Rapido che centrò il pieno Vupix, il pokèmon volpe riuscì comunque a rimanere stabile sulle gambe.
«Continua! Non darli tregua, corri, corri, corri! Più veloce che puoi!», Ricky attuò la sua strategia con molta grinta.
Dalla zona riservata Nelly stava osservando la battaglia, tormentata per l’amico.
«Ma … quella mossa… Si, è la stessa tattica che ha usato contro di me!»
Pikachu correva per tutto il campo con una rapidità tale che solo la sua scia argentata era distinguibile chiaramente. 

«E’ velocissimo! E’ proprio un fulmine!», dichiarò Dan, ora, leggermente in preda alla paura.
Il
pokèmon giallo cominciò a ruotare, creando un grande cerchio luminoso, intorno a Vulpix che si sentì al quanto sotto pressione.
«Vai! Colpiscilo!», urlò Ricky al suo pokèmon.
Dall’anello argenteo formatosi attorno a Vulpix, Pikachu, immerso nella sua scia, colpì il pokèmon di fuoco per poi ritornare a girargli attorno, ricreando il cerchio argentato.
«Cosa? E’ cose se stesse usando DoppioTeam! » 
Pikachu colpì un'altra volta Vulpix e ancora una volta riprese a correre, lo colpì una terza volta. Ma ancora non ci fu un calo di velocità.
«Diavolo! Si sta mettendo male, cosa posso fare?» anche se in difficoltà, ad un certo punto a Dan venne in mente un vecchio insegnamento che gli era stato dato. «Prima del fulmine c'è sempre il lampo! Ma certo! Devo solo capire dov’è il lampo per fermarlo.»
Ricky sentì ciò che Dan disse ma non capi il senso. <farneticando!>> 

Dan scrutò intensamente il cerchio che Pikachu formava con la scia di Attacco Rapido, prima che Vulpix venne colpito per l’ennesima volta notò qualcosa: la parte del cerchio da cui il pokèmon elettrico era partito per attaccare, si era illuminata di più rispetto al resto dell’anello.
«Eccolo lì il lampo!», gridò rassicurato.
Vulpix era ancora in piedi nonostante i danni subiti, per sua fortuna Attacco Rapido non era una mossa particolarmente potente, ma poteva diventarlo a lungo andare. Il topino ricominciò a ruotare in torno al pokèmon di Foster, ma questa volta l’occhio di Dan fu più veloce di Pikachu. Notò subito il cambiamento di tonalità e avvertì immediatamente Vulpix:
«Attento! Alla tua destra, vai con Azione!»
Vulpix si girò di scatto e colpì appena in tempo il pokèmon roditore che si stava fiondando su di lui.
Quest’ultimo ebbe la peggio e per colpa della velocità, alla minima deviazione, venne sbalzato via cominciando a rotolare velocemente per terra. Solo una roccia, contro la quale piantò il muso, riuscì a fermarlo.
«Non è possibile! Wow, siete molto meglio di quello che credevo!», commentò il biondino sbalordito da tanta sagacia. 

«E adesso usa Lanciafiamme!»
Vulpix
colpi l’intontito Pikachu con le sue fiamme, arrostendolo per bene.
Dan e Nelly cominciarono ad esultare ma Ricky li interruppe subito.
«Il mio pokèmon non perde per così poco! Forza amico mio, rialzati!»
Pikachu in effetti si rialzò, le ustioni erano visibili ma a quanto pare non erano bastate per sconfiggerlo.
I due pokèmon si scontrarono ancora, i loro attacchi erano sempre alla pari: Scarica con lanciafiamme, Schianto con Azione.
«Vulpix, usa Bottintesta!»
Con una capocciata, Vulpix lesionò Pikachu mandandolo a terra, il piccolo topino usò un Attacco rapido per ricambiare il danno. 

Dan assunse un’espressione felice, contenta e soddisfatta. 

«Questa è la più bella battaglia che io abbia mai fatto! Mi sto divertendo un mondo!», pensò. 

«Quei due sono bravissimi! Dan, Ricky… non c’è dubbio, ve lo siete pienamente meritati il titolo di finalisti.», ammise Nelly, ripagata da un incontro intenso a magnifico. 

«Dan, mi piace lottare con te! Ma ora credo sia ora di mettere fine all’incontro!», strillò Ricky. «Pikachu, usa Locomovolt!». 

Dan Foster assunse tutto d’un tratto un’ espressione molto seria, conosceva gli effetti della mossa e sapeva che erano devastanti. Il pokèmon elettrico si riempì di scintille e folgori, e poi partì correndo verso Vulpix distruggendo le rocce che trovava sul suo cammino.
«
Vulpix, evitalo!»
La volpina riuscì a farlo per poco, ma anche se non era stata colpita riuscì a capire l’enorme potenza di quella mossa.
«Anche se ti abbiamo mancato, Pikachu ha abbastanza forza per attaccare di nuovo! Usa Locomovolt di nuovo!».
La travolgente mossa elettrica stava per incombere sul suo pokèmon, Dan si rassegnò per un istante alla sconfitta. 

Ma poi vedendo Pikachu e Ricky, ripensò a Scyther e Còrser. 

« Certo! … E’ l’unica soluzione! Il momento della verità, ora vedremo se la fiamma che arde nel mio cuore è ancora accesa come quella volta. Vulpix, sfodera la tua Tempesta Ardente!» 

«Cosa?», .
«
Ma che vuol fare?», anche Nelly, come Farvel, non capiva le intenzione del ragazzo. 

Vulpix illuminò di rosso le sue code. Pikachu era sempre più vicino, non c’era tanto tempo! 

«VULPIX, VAI! IO CREDO IN TE!!!!» 

Il pokèmon di fuoco sentendo il suo allenatore dimenticò le sue paure e le sue ansie. Dan era la sua stella e ora doveva solo seguirla. Sei portentose sfere di fuoco apparvero sopra Vulpix, e tra lo stupore di tutti tra il pubblico, di Ricky e Nelly, si precipitarono sul Locomovot di Pikachu.
Le mosse fronteggiandosi produssero una detonazione di fuoco e fulmini.
La figura di Pikachu venne fuori dal fumo schiantandosi a terra immobile. Ci furono pochi istanti di silenzio, dove tutti cercarono di capire cosa fosse accaduto. 

 

“Ehm… Oh, Signori e Signore, Pikachù non è più in grado di continuare! Abbiamo il nostro vincitore! Dan Foster e il suo pokèmon Vulpix! Voglio sentire un grande applauso gente!”. 

 

Il pubblico andò in visibilio, lanciò coriandoli ed esultò come non mai un Dan ancora incredulo del risultato.
«
Ho.. ho davvero vinto? Vulpix … Abbiamo davvero vinto?!»
Corse subito ad abbracciare il suo fido compagno, anche Nelly lo raggiunse sul campo lotta.
«Siete stati favolosi, maglifici!», li elogiò la ragazza. 
Ricky si aggiunse, aveva un Pikachu un po’ malridotto ma cosciente tra le braccia.
«Complimenti Dan! Sei stato più abile di me, devo riconoscerlo!» aggiunse con sincera ammirazione.
«Grazie a tutti e due ragazzi! E’ sta una battaglia avvincente, Ricky! Ti ho sconfitto per poco.»
I due si strinsero la mano da degli rivali, dopo di che la cerimonia di premiazione cominciò.

«Lo sapevo che avevi la stoffa per vincere!», disse una voce famigliare. Dan volse lo sguardo verso la voce e vide Forrest con un cofanetto in mano.
Il capo palestra gli si avvicinò e gli porse il cofanetto contenente una piccola spilla a forma si mezza stella a cinque punte.
«Questa, amico mio, è la prova che hai vinto un Torneo D’Oltre Mare! Come capo palestra e rappresentante della lega pokèmon è per me un onore consegnarti la metà della “stella polare”!»
«Stella Polare? E perché è solo metà?»
«La Stella polare è la medaglia completa che ti permette di accedere alla seconda fare! Per ottenerla completa dovrai vincere un altro Torneo! Ora posso dartene solo metà!».
Dan accettò con piacere la sua ricompensa. 

«Ho vinto! Ancora una vittoria e poi forse otterrò le risposte che cerco. Vedrai ci riuscirò, riuscirò a ritrovarti! Te lo prometto!» 

Il pensiero di Dan vennero interrotti da una moltitudine di giornalisti e reporter, che lo trattennero per una mezz’oretta.
Dopo aver ottenuto le loro risposte le iene giornalistiche
lo lasciarono finalmente libero e  insieme alla fidata compagna Nelly uscì dallo stadio.
«Ehi, amico mio! Spero di rincontrarti al prossimo torneo!», disse Ricky sbucava da dietro.
«Oh, Ricky! Si, anch’io lo spero tanto! Ma preparati, perché sarò ancora più forte!», lo avvertì Dan spavaldamente.
«Sarà meglio! Perché io non sarò da meno! Ti sconfiggerò vedrai!», ribattes orridendo.
«Ehi, e io? Non mi calcola nessuno?! Anch’io sarò più forte, anzi sarò la più forte! Quindi tremate!», sbraitò Nelly un po’ irritata per la non curanza dei due allenatori.  

«Bene amici alla prossima!», salutò Ricky prima di voltarsi e cominciare a camminare.
«
Ciao!» salutarono Dan e la ora calma Nelly.
«Non so tu Dan, ma io ho una famona! Forza Campione, che ultimo arriva lava i piatti!», Nelly parti a correre serena verso il centro pokèmon. «Cosa? No dai aspettami!», un Dan ridente la seguì a ruota mettendo fine all’avventura del Torneo e aprendo le porte alla successiva.

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Capitolo 11
*** Un Ruggito dall'Antichità ***


UN RUGGITO DALL’ALTICHITA’
 

Nella stanza del centro pokèmon c’era un silenzio profondo, i due allenatori nei loro rispettivi letti erano ancora nel mondo dei sogni. La sveglia però suonò e svelta Nelly la fermò prima che potesse sconvolgerle i timpani.
«Ahhhg,… che ore sono? Le nove?!», era ancora molto assonnata e i suoi occhi non erano ancora sicuri se aprirsi o no.
La ragazza scese dal letto e si diresse verso quello di fronte a lei. Dan sembrava non aver sentito l'apparecchio a vedere come dormiva profondamente, accanto a lui anche Vulpix se ne stava beato tra le lenzuola.
Nelly cominciò a scuoterlo:
«Dan?! Ehi, Dan! Svegliati!» 
Il ragazzo cominciò ad aprire gli occhi pian piano.
«Hmmh, che succede?», disse più assonnato che mai.
«Su, svegliati! E ora di alzarsi!»,  lo informò molto gentilmente, mentre lo faceva ancora traballare tra le federe.
Foster ritrovò un po’ di lucidità, pose gli occhi su Nelly che intanto lo scuoteva ancora.
«Ah, Nelly sei tu?! …», rimase per qualche attimo imbambolato a fissare l’amica.
«Che hai perché mi fissi?», domandò curiosa e un po' stranita.
«Beh, perché … Te l’ha mai detto nessuno che con i capelli spettinati sei davvero carina?», rispose con un sorriso grande come il volto stesso.
«Eh? C-cosa? C-carina? …», si portò la mani al viso che era diventato tutto rosso, «Grazie, io…».
Intanto Dan scese dal letto mentre Vulpix si stiracchiava briosamente.
«Oggi continueremo il nostro viaggio, la prossima meta sarà Celestopoli, se non sbaglio?!», propose cambiandosi d'abito. Ma Nelly fece no con la mano prima di controbattere con la voce.
«No, mio caro! Approfitteremo dell’occasione e andremo a visitare il museo delle Scienze!... Forza Campioncino, cambiati in fretta che andiamo!».
I due finirono di cambiarsi e prepararsi e nel caso di Nelly anche pettinarsi.
Poi, dopo averla riordinata, uscirono dalla stanza che ormai non li avrebbe più ospitati, fecero colazione al bar del centro pokèmon e nel bel mezzo della mangiata Dan chiese a Nelly che posto fosse quel museo.
Lei parlò molto bene di quel luogo, descrivendolo come un posto pieno di invenzioni straordinarie, reperti rarissimi e campioni di rocce provenienti da tutto il mondo.
«Ma la cosa più bella di tutte in quel museo è il Resuscita Fossili!», aggiunse euforica.
«Resuscita Fossili? Si può fare davvero?», domandò sbalordito Dan addentando un cornetto alla crema.
«Per davvero! Sfrutta una qualche formula chimica che influisce sul poco DNA rimasto sui residui rocciosi.», spiegò l'interessata ragazza, dimostrando di saperne molto.
«Wow, chissà … chissà se riuscirò a vedere un Tirannosauro vivo?», si chiese il Biancavillese con gli occhi luccicanti dall’eccitazione.
«Certo che no, funziona solo sui fossili di pokèmon!» 
«Ahhn,..», Dan sembrò un po’ deluso dalla risposta. 

Finito di cibarsi e di cibare i loro pokèmon i due allenatori ringraziarono per l’ospitalità a si diressero verso il fantomatico Museo. A Biancavilla non c’erano musei, perciò il ragazzo dai capelli bicolore era molto interessato a sapere come era fatto uno di quegli edifici. Ripercorsero molte strade fatte per arrivare a casa di Forrest ma poi, finalmente arrivarono al museo. Era un palazzo molto grande con una statua di un uomo vestito da minatore sul tetto. C’erano molti turisti all’entrata, ma Nelly riuscì a sgattaiolare tra la folla ed acquistare due biglietti, uno per lei e uno per Dan. Sempre sgattaiolando i due riuscirono a entrare e a obliterare il biglietto per la visita. Il primo salone era immenso, era ricoperto di teche ovunque e rocce di ogni tipo e dimensione erano esposte su degli appositi piedistalli. La stanza sarebbe apparsa maestosa anche se fosse stata vuota. Era altra molti metri e conteneva ben due piani. Quello superiore si affacciava su quello terreno, circondandolo dall'alto. Degli scheletri di qualche creatura antica abbellivano il soffitto, e alcuni, calati sostenuti da delle corde arrivavano fino a qualche metro da terra. Il color rosso acceso rendeva il tutto regale e la placcatura oro per le illustrazioni e i dettagli architettonici trasmetteva ancora più calore al visitatore. 

«Caspita! Quanti sassi!» commentò stupito Dan. 

Nelly non badò alle continue osservazioni dal compagno e puntò dritta all’area prestabilita ai fossili, Dan impegnato come era a guardare i reperti non se ne accorse nemmeno.
Attraversò di corsa un lungo corridoio pieno di picconi, trivelle e strumenti usati nell’estrazione mineraria. Ad un certo punto poté giurare di avere visto sulla parete una fotografia con un Graveler color senape. Si fermò davanti a un tavolino dove era esposto un elmetto da minatore.
«Ahah! Forte! Ho sempre desiderato indossare quei cappelli con le torce! … Anche se il lavoro nel quale sono impiegati è mostruoso.»
Poi schivando altri visitatori raggiunse la sala dei fossili. Uno stanzone enorme piano di ritrovamenti di ogni tipo, forma e dimensione. Al contrario di quelli esposti nel salone d'entrata, che altro non erano che riproduzioni, nella stanza in cui si trovava c'erano solo fossili autentici. Infatti essi non erano nulla di più di semplici frammenti o piccoli pezzi di ossa ormai fusi nella roccia. Trovare un fossile intero era quasi impossibile, anche con le più moderne tecnologie di rilevazione, almeno così diceva una targhetta appesa.
I reperti provenivano da ogni parte del mondo, persino dalla lontana regione di Hoenn.
«Wow, non ci credo! Questo è un Fossilunghia.. ahah .. e questo invece un Radifossile!»
La ragazza era estasiata di vedere tante testimonianze antiche così preziose in una volta sola.
«Quella invece è un’Ambra Antica! Fantastico! Dan vieni a ved… Dan?!»
Nelly notò che il ragazzo non la aveva seguita ma senza farsi troppi problemi continuò ad ammirare la stanza.
Nel frattempo anche il giovane e il suo Vulpix erano intenti ad osservare le pietre esposte in un’altra sala.
Erano pietre evolutive, sul cartello sotto ogni reperto c’era una condita descrizione del cimelio. Il pokèmon volpe era attaccato da minuti a una teca contenente una pietra rossa con delle fiamme incise sopra.
Dan se ne accorse subito e leggendo la descrizione capì all’istante in motivo dell’interessamento di Vulpix: la pietra in questione era una Pietrafocaia. Essa infatti permetteva l’evoluzione di Vulpix in Ninetales, ma l'allenatore era contrario all’idea del suo amico evoluto perciò lo prese in braccio e lo portò in un’altra sala.
In quel momento Nelly stava ancora ammirando un fossile con il brillio che illuminava le sue pupille, quando un signore le si avvicinò.
«Scusi, signorina! Lei non sarà mica Nelly Shade?», le domandò cortesemente.
La ragazza si girò insospettita ma subito riconobbe il suo interlocutore. Era un uomo sulla cinquantina, aveva dei bei capelli grigi molto forti e un abito del tutto rispettabile.
«Ah, buongiorno signor Direttore! Si è ricordato di me! Che piacere rivederla!», rispose altrettanto educatamente.
«Come potrei dimenticarti? Sai, è raro trovare una ragazza, per di più così giovane, che si interessi a questa vecchia roba! Di solito questo posto pullula di ricercatori ma è bello sapere che anche i giovani ci vengono di tanto in tanto.», continuò il signore.
«Ma cosa dice? E’ così affascinate scoprire quanto il nostro mondo sia cambiato da allora, sapere che questo mondo una volta fosse diverso mi riempie di curiosità! E perciò queste pietre e questi macigni, anche se vecchi e polverosi all’apparenza sono in realtà testimoni di un mondo scomparso!» dichiarò decisa la ragazza.
Il direttore sembrava commosso, ma qualcuno interruppe la conversazione.
«Ehi, Nelly, sei qui!», Dan apparve dal corridoio un po’ arrabbiato. ,
«Potresti anche avvisare quando ti allontanarti, pensavo di averti persa!» la rimproverò.
«Oh, Dan! Si, scusami non mi allontanerò più senza avvisarti!», si scusò la ragazza.
«Scuse accettate! Ehi, chi è questo signore?», chiese Dan rivolto a Nelly.
La ragazza con un segno della mano presentò il signore di fianco a lei. «Questo è il direttore del museo! E come se non bastasse è a capo del progetto “Resuscita fossili”!». Dan rimase stupido dalle parole di presentazione: resuscita fossili? Che cosa mai poteva voler dire?
«Buon giorno signore!», si espose Dan con un mezzo inchino.
«Buon giorno a te, figliolo! Dimmi, anche tu sei un amante delle pietre antiche?».
«A dire il vero a me sembrano comuni sassi, ma trovo davvero molto istruttivo questo museo e i suoi reperti.», rispose sinceramente. «Scusi, cosa significa “Resuscita Fossili”?».
Il signore rise per un istante quasi soddisfatto.
«Aspettavo questa domanda! Venite con me! In via del tutto eccezionale vi farò assistere al momento cruciale del progetto. Signorina Nelly lo consideri un ringraziamento da parte del museo.»
La ragazza annuì felice e preso Dan per una manica cominciò a trascinarlo nella stessa direzione in cui stava andando il direttore.
«Ehi, ferma! Ma che fai?»
«Non voglio perdermi il momento quindi cammina!» lo zittì immediatamente Nelly.
«Scusa Nelly, non capisco! Ha detto che questo è un ringraziamento, ma per cosa?»
«Te l’ho detto che ero già stata qua un’altra volta no? Poi … beh, diciamo solo che è una storia lunga!».
I tre dopo un lungo e scuro corridoio arrivarono in un salone ancora più grande di quello di prima.
Era priva di finestre, l’unica fonte di luce erano dei neon sul soffitto altissimo ,ma la cosa che sorprendeva di più erano dei giganteschi tubi grigi alti come la stanza. Questi tubi, quattro in tutto, erano molto larghi e una “porta” era situata proprio davanti ad essi come se fossero dei meccanismi per il teletrasporto che se vedono nei film di fantascienza. Uno di loro però non era rivestito da una corazza metallica come gli altri, e per via di questa assenza si potevano vedere i componenti: erano un sacco di cavi e fili elettrici collegati a installazioni e impianti comunicanti tra loro.
«Bene, bene ragazzi vi presento il laboratorio dove noi riportiamo in vita i pokèmon fossile!», esclamò a gran voce il direttore.
«Ri-riportare in vita i pokèmon? Si può fare? E tutto questo dentro un museo? N-Nelly non mi sembri sorpresa?», balbettò Dan sbalordito. 
«Certo che lo sono, ma io qui ci sono già stata quindi non è una sorpresa del tutto nuova!», rispose fiera.
«Certo, deve sapere che la signorina Nelly venne qui con la famiglia ed è solo grazie a lei e ai suoi famigliari se abbiamo potuto ultimare la prima macchina resuscita pokèmon di Kanto.», spiegò il signor Direttore.
«Davvero!? Allora è stato un duplice onore ospitarti a casa mai!», sostenne una voce intervenuta prima che il biancavillesse potesse parlare. Quando i due ragazzi si girarono per vedere chi fosse stato a parlare trovarono una vecchia conoscenza: «Flith?!», lo riconobbero all’unisono.
«Vedo che vi conoscete già!», notò il direttore.
«Si, signore deve sapere che questi due allenatori hanno partecipato al torneo D’Oltre Mare. E come se non bastasse il ragazzo ha pure portato a casa la vittoria. Io ho avuto l’onore di ospitarli a pranzo a casa mia!» spiegò Flith.
«Oh, non lo sapevo. Signorina Nelly complimenti per aver partecipato a un torneo così difficile e complimenti anche a te per averlo vinto!».
I ragazzi fatta una smorfia felice per i complimenti si rivolsero ancora a Flith.
«Dimmi cosa ci fai qui?», lo interpellò Dan. «Io ci lavoro..», Flith indicò alle sue spalle un folto gruppo di scienziati e ricercatori che stavano lavorando su grandi computer e macchinari di ogni genere. «Vedete Flith oltre che exCapopalestra…», intervenne il Direttore, «… è pure uno dei nostri massimi esperti di speleologia! Anche se molte volte i cocci che trova li vende, perché dovete sapere che lui è un venditore ambulante di sassi, ma quelli più rari li da a noi del museo per le dovute analisi.», finì. 
«Davvero? Wow!» 
Nelly invece era euforica e si dovette contenere per non mettersi a saltare. «Direttore, allora? Possiamo vederlo adesso?», domandò impazientemente sul punto di scoppiare.
«Certo, certo signorina! Abbiamo un esperimento in programma per le 14:30, quindi tra dieci minuti dovremmo riuscire a farvi assistere al miracolo!»
Dan intanto domandò a Flith cosa si intendesse per miracolo. «Vedi Dan questa macchina riesce a rigenerale il DNA, in poche parole ricrea il filamento biologico che consente a un essere di vivere. E grazie a quel poco di DNA rimasto su un fossile è possibile ricreare un intera bio catena, ergo far riviere un pokèmon!», spiegò professionalmente l’uomo.
«Davvero impressionate! Non sapevo che nella regione di Kanto esistesse una tale tecnologia!».
«In effetti è stata la Devon S.P.A. di Ferruggipoli a Hoenn a mandarci questi macchinari! A Kanto solo nell’isola Cannella questa tecnologia si era evoluta tanto come a Ferrugipoli, ma la Devon ha dei mezzi di trasporto migliori così un anno fa gli abbiamo chiesto di mandarci i pezzi delle macchine! Certo erano costosi ma uno studioso del settore dalle grosse finanze ci fece da benefattore: pagò sia il trasporto che il lavoro di montaggio e tuttora i lavori procedono grazie ai suoi finanziamenti.»
Nel frattempo una miriade di scienziati si era accumulata davanti al macchinario, molti di essi stavano davanti a delle console per controllare alcuni parametri della macchina, altri invece stavano accanto ad essa per accenderla. Poi come se fosse stata accesa una comune automobile la macchina emise dei rumori secchi ma poi cominciò ad emettere un ritmico e rilassante suono. «Signori state indietro! Prego attivare l’alimentatore, ora portate qui il fossile!», il ricercatore più esperto stava dando istruzioni al gruppo a finche tutto andasse per il meglio. Il fossile venne posizionato dentro il grande tubo che subito si richiuse. «Forza, fate confluire l’energia dei vasi comunicanti! Il rigeneratore di DNA nella valvola primaria, bene e ora spingete la leva di avvio!», il comando venne dato e subito venne eseguito. La leva fu tirata dando inizio al processo di rigenerazione ma tra la commozione generale, lo stupore di Dan e l’eccitazione di Nelly qualcosa andò storto. Le luci andarono via per poi tornare dopo pochi istanti. «Che è successo?», il direttore si rivolgeva ai suoi collaboratori, che si erano già messi all'opera. Tutti guardavano i monitor per vedere dove stava il problema fino a quando un ricercatore notò due figure incappucciate e due pokèmon gialli in mezzo alla stanza. 

«Ehi, voi chi siete?» 

Dan e Nelly riconobbero immediatamente quei mantelli e quei cappucci. «No, non mi direte che siete …», Dan non fece in tempo a parlare che la figura ordinò un attacco al suo pokèmon. «Hypno, usa ipnosi!».
«Oh, No! Nelly, Vulpix chiudette gli occhi!», il ragazzo si accorse del pericolo e prontamente serrò gli occhi evitando di vedere la luce che emise il pokèmon con il pendolo, al contrario di tutti gli altri cadendo in un sonno profondo. Quando i due ragazzi e Vulpix riaprirono gli occhi capirono che erano rimasti gli unici ancora coscienti. «Direttore?!»
«Flith?!»
Entrambi preoccupati cercarono di svegliare chi era loro vicino ma l’uomo incappucciato intervenne.
«Tranquilli, stanno solo dormendo! Spero non ci costringiate a fare di peggio!»
«Vi riconosco, voi siete il Team Despair!», urlò Dan contro di loro.
«Ah, capisco! Tu e la tua ragazza dovete essere quelli che hanno affrontato Còrser e Loriel!», dedusse la seconda figura incappucciata. I due pokèmon con loro erano molto strani; uno portata un pendolo, aveva una criniera bianca sul collo ed era quasi un umanoide tranne che per il nasone. L’altro invece sembrava un elefante bipede con un corpo che diventava marrone dalla vita in giù, aveva anche una piccola proboscide.
«Sappi che noi siamo del tutto diversi da loro…», disse il primo.
«… perché il nostro potere è più grande!», concluse il secondo.
Dan fece uscire anche Charmander e Spearow, mente Nelly chiamò Bulbasaur e Jigglypuff.
«Non mi interessa chi siate perché io vi sconfiggerò comunque! Vulpix e Charmander usate il Lanciafiamme, Spearow vai di Ventagliente!»
«Siamo con te! Bulbasaur usa Foglielama, Jigglypuff invece utilizza il Granvoce!» I pokèmon di Dan e Nelly scatenarono i loro attacchi conto Hypno e l’altro pokèmon.
«Ehehe Errore! Hypno Usa Psichico!» Il pokèmon ipnotico con la sola forza del pensiero fermò gli attacchi a mezz’aria per rispedirli ai mittenti. Tutti i pokèmon di Dan e Nelly ricevettero i loro attacchi indietro ma pur troppo non era finita. «Ora usa Ipnosi di nuovo!», l’incappucciato era in netto vantaggio. Hypno fece ondeggiare il suo pendolo creando onde psichiche che solo Charmander e Jigglypuff riuscirono ad evitare, tutti gli altri pokèmon vennero colpiti.
«No, svegliatevi su!», Nelly gridava ma i suoi pokèmon non la sentivano.
Il secondo criminale con il pokèmon elefantino entrò in azione. «Drowzee usa Magiasogni!», Drowzee creò un fantasma di se stesso che si diresse verso i pokèmon dormienti inghiottendoli. Dei lievi brontolamenti si udirono dai pokèmon colpiti ma poi caddero a terra esausti.
«Vulpix! Spearow! Oh, no! Tre in un colpo solo!», Dan era sbalorditoe spaventato da quella tecnica. «Charmander usa Graffio!». Il pokèmon lucertola partì verso Hypno con le unghie acuminate ma il pokèmon giallo fu più veloce! Con un TuonoPugno lo colpì in pieno stomaco eliminandolo dalla battaglia. «No! Charmander!». «Tocca a noi! Jigglypuff usa Granvoce!»
Hypno scansò le onde soniche e con un attacco Breccia colpì in pieno il pokèmon rosa che cadde esausto.
«Anche tu Jigglypuff?!», Nelly prese in braccio il pokèmon pallone e cominciò a cullarlo.
I due individui cominciarono a ridere,
«Ma lo sapete chi siamo?», chiese il primo.
«Credo di no, altrimenti vi sareste arresi!», continuò il secondo.
«Noi siamo Gemi!», affermò l’allenatore di Hypno.
«E Niss!», si presentò l’allenatore di Drowzee.
«Gli imbattibili Gemelli Magici!», gridarono insieme assumendo una posa da esibizione.
Dan si adirò ancora di più visti i loro comportamenti infantili. «Basta fare i buffoni! Vi farò vedere!> 
Foster parti a correre contro i due tipi con i pugni alzati cercando lo scontro in prima persona. Ma appena il suo pugno stava per colpire Gemi, la forza Psichica di Hypno lo immobilizzò all’istante. Venne poi sollevato da terra di circa tre o quattro metri.
«Dan …. No! Vi prego non fategli del male!», supplicò Nelly.
Hypno invece scaraventò Dan a terra con forza, Nelly corse subito da lui mettendogli una mano sotto il collo e alzandogli la testa.
«Dan! Dan! Stai bene?»
«Un po’ dolorante ma per il resto sono intero…!» rispose sorridente. «Quei tipi non sono da prendere sotto gamba!...coff… Mi dispiace non poterti più aiutare!»  «Non preoccuparti! Ora ci penso io! Tra poco quei maledetti conosceranno il vero terrore!», promise l'azzurrina con il volto colmo di rabbia. Prese dalla sua borsa una pokèball, poi mise la stessa borsa sotto la nuca di Dan come fosse un cuscino. In quell’istante il direttore si svegliò dal suo sonno e capì cosa era successo. «S-signorina! Cosa vuole fare?».
Nelly fece dei passi verso nemici che reagirono ridendo.
«Ohoh, ma chi  abbiamo qui? Una principessa guerriera o una matta che vuole solo farsi male?» 
Nelly si fermò alzò la mano con la pokèball e la lanciò in aria 

 

«Esci e aiutami! Aerodactyl!» 

Dalla sfera si liberò un fascio lucente gigantesco da cui ne uscì una bestia mastodontica.Un grosso dinosauro grigio alato stava lì, dove era stata lanciata la sfera. Aveva delle grandissime ali e delle mascelle che incutevano ancor più timore. Lo sguardo era molto incisivo e prometteva danni a chi si fosse messo contro di lui. Aveva poi una coda che terminava acuminata con una punta di freccia.
«Cosa? E quello cos’è?», chiesero insieme i due gemelli.
Dan rimase a bocca aperta alla vista di un pokèmon così maestoso.
«Signorina, non mi dica che è …»
«Si, signore, è L’Aerodactyl di quel giorno! Nato dall’Ambra antica del mio ciondolo.»
Hypno e Drowzee furono messi a disagio dalla presenza del pokèmon alato.
«Nuovo pokèmon o meno…» 
«Non ci faremo sconfiggere!».
Nelly alzò il braccio per mettere in allerta il suo pokèmon, poi lo abbassò di scatto. «Usa Iperraggio!!» Il pokèmon antico emise un ruggito assordante, che svegliò tutti i presenti. Dopo di che in raggio viola con sfumature di nero e blu si scateno dalla sua bocca su Drowzee colpendolo in pieno. Il contatto con il raggio spedì Drowzee ormai esausto a schiantarsi contro il suo stesso allenatore.
«Oh, no! Niss!».
Nelly non perse altro tempo.
«Fossi in te non mi distrarrei! Usa Frana!»
«Hypno usa Tuonopugno!»
Aerodactyl fu più veloce, e fece piovere rocce su Hypno immobilizzandolo. «Finiscilo con Dragartigli!». Il pokèmon dinosauro fece brillare i suoi arti inferiori a due dita, e se piccole erano le zampe, grande era la potenza perché distrusse tutte le rocce accumulatesi su Hypno eliminando anch’esso. «No, ma come è possibile? Noi siamo “Gli invincibili Gemelli magici”!», si chiese disperato Gemi. «Ora non più! Ora siete solo dei gran Buffoni!», chiarì Shade freddamente.
Tutti i presenti furono sbalorditi.
«Quello è l’Aerodactyl che resuscitammo nel nostro primo esperimento! Lo riconosco!», disse sorpreso Flith.
«C-Cosa?» chiese Dan cercando di non sforzarsi troppo.
«Te lo spiego io», gli riferì Nelly, «Nella mia prima visita qui al museo era appena nato il progetto “Resuscita fossili”, e io avevo un ciondolo fatto di Ambra Antica, così, sapendo che l’ambra antica non è altro che un fossile, lo prestai al museo per farci i dovuti esperimenti e, non ci crederai, al posto del ciondolo mi sono ritrovata questo gigante! E’ stata una sorpresa meravigliosa! Lui è stato il mio primo pokèmon!».
Intanto nel raccontare la storia si era avvicinata a Dan per metterlo a sedere, poi gli accarezzò la testa delicatamente passando la mano tra i capelli. «Ehi, va meglio adesso?», gli chiese dolcemente.
«Molto meglio ora che la mia principessa combattiva è qui!» le rispose con tanta soavità. Nelly arrossì un po’. «La tua principessa … oh, beh mi piace come soprannome.».
Ad interrompere quel profondo scambio di sguardi fu Gemi, l’unico dei due ladri ancora in piedi.
«Hypno usa Ripresa! Svelto!»
Il pokèmon dopo essersi illuminato recuperò tutte le energie.Tutti vennero presi di sorpresa pure il grande Aerodactyl che intanto si era appollaiato su un macchinario. «Ora usa Psichico sulla macchina in costruzione ed esporta i componenti!». Il pokèmon indirizzò i suoi poteri sulla macchina incompleta ed strappò da esso molto violentemente dei pezzi alla vista importati. «No, quello è il “Generatore di DNA”! Fermi senza di lui non abbiamo la macchina!», gridò il Direttore. Ma il pokèmon continuò e in men che non si dica con un gioco di prestigio lo fece sparire nel nulla.
«Cosa?»
«Oh No! Dov’è?»
Il ladro rise.«Hypno ha spedito tutto al nostro nascondiglio! E ora lo farà anche con noi! Teletrasporto!».
«No, non cè la farai! Aerodactyl usa Dragartigli!». Il Pokemon Pterodattilo piombò su Hypno colpendolo all’addome sconfiggendolo per la seconda volta. «No, Niss tocca a te!!». Il gemello si alzò pronto a ordinare la mossa ma una fune lo legò prima che potesse farlo.
«Cosa?».
Una donna poliziotto era apparsa dalla porta che conduceva al salone.
«Fermi tutti! Vi dichiaro in arresto!»
Un’altra dozzina di agenti accompagnati dai loro pokèmon entrarono nella sala bloccando i due ladri.
I due pokèmon di tipi Psico vennero rinchiusi in delle gabbie che poi vennero coperte da dei Terropanni per rendere nulli i loro poteri. I poliziotti riportarono l'ordine e si scusarono pure per il ritardo nell'intervenire.
Nelly accarezzò il suo pokèmon volante prima di farlo tornare nella sfera. Poi fece passare il braccio di Dan sopra la sua spalla per aiutarlo a reggersi in piedi.
«Sai ho sempre pensato che in questo viaggio io avrei dovuto essere la tua guardai del corpo! E invece ora penso che dovrei essere io quello protetto», ammise scherzosamente, «Ma perché non lo hai fatto combattere al torneo?»
Nelly stette in silenzio alcuni secondi.
«Vedi, il ciondolo da cui lui è rinato, era della mia defunta nonna. Quindi è come se Aerodactyl me la ricordasse in un certo senso. Per questo cerco di farlo combattere il meno possibile, perché non si faccia del male… è difficile da comprendere!»
«No, per niente! Ti capisco sai! Io..... Beh, sembra che non lasceremo mai questa città, andiamo ancora al centro pokèmon! Sono distrutto!».
«Signorina!», il direttore e Flith li raggiunsero poco prima dell’uscita del museo «Grazie infinite! Il museo sarà sempre in debito con lei!».
«Buona fortuna per il futuro ragazzi e tornate a trovarci! La prossima volta avremo così tanti fossili da sommergervi!», disse sorridente Flith.
«Lo faremo!», promise l'ammaccato ragazzo dai capelli rossi e neri.
«Prendetevi cura del museo mi raccomando!» 

I due uscirono dal museo diretti verso il Centro pokèmon della città. Era stata per loro una giornata ricca di scoperte ed azione, ma tutto si era concluso nei migliore dei modi. E con un nuovo bel bernoccolo nella testa di Dan, il viaggio continua.

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