Il dente di leone che fiorisce a primavera

di Always15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6° ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7° ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8° ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9° ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10° ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11° ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12° ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13° ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14° ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15° ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16° ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17° ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18° ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19° ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20° ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21° ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22° ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23° ***
Capitolo 24: *** Avviso ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24° ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25° ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26° ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27° ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28° ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29° ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30° ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31° ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32° ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33° ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34° ***
Capitolo 36: *** Spazio autrice ***
Capitolo 37: *** Capitolo 35° ***
Capitolo 38: *** Capitolo 36° ***
Capitolo 39: *** Capitolo 37° ***
Capitolo 40: *** Capitolo 38°: Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1° ***


"KATNISS"
Sento gridare il mio nome da un voce. Una voce familiare, molto familiare.PRIM! E' la sua voce, ha bisogno d'aiuto. Prima che possa raggiungererla sento un'altra voce. Mia madre. Sono in pericolo. Hanno bisogno di me. Alzo gli occhi e vedo delle ghiandaie chiacchierone. Sono di nuovo nell'arena. Le voci di Prim e di mia madre continuano a chiedere aiuto. Poi sento un'altra voce. PEETA! Sento il suo urlo straziante, pieno di dolore. Mi continuo a ripetere che tutto questo non è reale. Chiudo gli occhi, ma dopo poco sono costretta a riaprirli, perchè sento urlare di nuovo Peeta. E' li, davanti a me. Il suo corpo è pieno di sangue e di lividi. Peeta, di nuovo depistato. Inizio a correre per raggiungerlo, ma qualcosa mi fa rimbarzare all'indietro. Un campo di forta. Inizio a tirare calci e pugni contro il muro invisibile, ma invano. Vedo Peeta che poggia una mano sul campo di forza. Così mi inginocchio e faccio lo stesso, poggiando la mia mano sulla sua.
Inizio a piangere, quando ad un certo punto vedo qualcuno dietro il mio ragazzo del pane. E' Snow! E' vestito di biano ed ha la sua solita rosa bianca sulla giacca. I suoi occhi sono rosso sangue ed in mano ha una pistola. Inizio a gridare disperatamente mentre il presidente punta l'arma alla tempia di Peeta. Mi alzo in piedi e ricomincio a tirare calci e pugni al campo di forza mentre Snow, ridendo, mi fissa con i suoi occhi da serpente. Vedo la testa di Peeta spappolarsi in mille pezzi, e l'unica cosa che riesco a fare è gettarmi a terra ed urlare il suo nome come una disperata. "Katniss, calmati, era solo un incubo". Peeta. E' la sua voce. E' vivo. Tremante come una foglia, gli butto le braccia al collo ed inizio a piangere. "Ehi, calma, era soltanto uno dei tuoi incubi, non era reale" dice. "Snow...lui ti ha ucciso...tu..." prima che possa finire di parlare, Peeta mi bacia appassionatamente. Il suo bacio mi fa tranquillizzare. Quando ci stacchiamo incontro i suoi occhi azzurri. "Io sono qui e non ti lascerò mai" mi dice accarezzandomi la guancia. "Ora dormi" dice. Così mi getto tra le sue braccia e nel giro di qualche minuto mi addormento.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2° ***


Quando mi sveglio Peeta non è nel letto. E' strano. Tutte le mattine facciamo colazione insieme,
poi lui va alla panetteria. Dopo che io e Peeta ritornammo nel distretto 12, anche altre persone
tornarono. Molta gente incominciò a ricostruire gli edifici che furono distrutti dal bombardamento,
ed una delle prime strutture che fu ricostruita, fu proprio la panetteria dei genitori di Peeta. 
Alcune volte vado con lui per dargli una mano, altre volte vado nei boschi a farmi un giro,
oppure rimango a casa a far nulla. Forse oggi Peeta aveva un impegno molto importante. Forse doveva
preparare una torta nuziale o roba del genere. Ma me l'avrebbe sicuramente detto. Così decido di fare 
colazione da sola. Dopo un' ora Peeta ritorna a casa. "Perchè stamattina sei uscito così presto?" 
gli domando. "Katniss..." fa una pausa "Haymitch sta male". "Male? Questa volta la sbronza era forte?" 
gli chiedo. "No Katniss, Haymitch sta molto male...Ha avuto un infarto" dice molto delicatamente. 
Non riesco a capire, questa cosa non mi dovrebbe importare più di tanto, ed invece sento una fitta 
fortissima al cuore, come se qualcuno mi avesse pugnalato."Come fai a saperlo?" gli domando allarmata. 
"Sta mattina mi sono svegliato molto presto e sono uscito fuori per prendere una boccata d'aria. Ma appena 
ho messo il piede fuori alla porta ho trovato Haymitch disteso per terra. Così ho chiesto aiuto ad alcune 
persone per portarlo dal medico" dice."E che vi ha detto il medico?" chiedo. "Ha detto che per colpa del 
troppo alcool ha avuto l'infarto, ma ha detto che riuscirà a riprendersi, se smetterà di prendere quella roba"
dice Peeta prendendomi una mano. "Quando posso vederlo?" gli chiedo. "Il dottore ha detto che oggi pomeriggio
possiamo andare a trovarlo." mi risponde. Non vedo Haymitch da un anno, però sono davvero preoccupata per lui. 
Passo la mattinata nella panetteria a fissare Peeta che prepara il pane e decora le torte. Mi piace guardarlo 
mentre lavora, mi fa rilassare ed adesso ho bisogno di stare tranquilla. Dopo pranzo io e Peeta raggiungiamo 
la casa del medico,il dottor Defrut. E' arrivato qui dal distretto 9. Non è l'unico che appartiene ad un altro 
distretto. Quando gli spostamenti da un distretto all'altro furono concessi, molte persone arrivarono qui da
altri distretti e si trasferirono definitivamente nel 12. Appena entriamo in casa vediamo Haymitch disteso sul divano.
E' invecchiato moltissimo, forse è stata colta del troppo alcool. Tra la sua chioma bionda si intravedono alcune
ciocche bianche e sul suo viso sono comparse alcune rughe. Mi avvicino a lui e gli prendo una mano cercando di 
trattenere le lacrime, ma non ci riesco e così inizio a singhiozzare come una bambina. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3° ***


"Ehi dolcezza". Solo Haymitch può chiamarmi così. Alzo la testa e vedo il suo viso.
Ora che lo vedo da vicino mi accorco di quanto è cambiato. L'alcol gli ha fatto 
davvero molto male, ma lui non se n'è accorto. "Come ti senti?" gli chiedo con gli
occhi pieni di lacrime. "Un pò meglio. Ma...perchè piangi?" mi chiede. "Be, sai,
mi sono preoccupata per te. Non farmi più spaventare così! Smettila di bere quella 
roba" gli rispondo. "E perchè dovrei" dice mettendosi a sedere "A nessuno importa 
di me". "A noi importa di te" dico alzando un pò la voce. Sto iniziando a pensare
a tutti i momenti passati con Haymitch. A quando lo incontrai per la prima volta.
A quando fu il nostro mentore (per ben due volte). A quando lo aggredì sull'hovercaft
perchè non aveva salvato Peeta. A quando iniziai a piangere per Peeta e lui mi consolò.
"Perchè vi importa di me?" domanda Haymitch. "Perchè sei nostro amico" dice Peeta.
"Come posso essere vostro amico, dopo tutto quello che vi ho fatto" risponde Haymitch.
"So che non abbiamo passato bei momenti" dico "Ma, ormai, quello è il passato. Io
ti ho perdonato Haymitch". "Anche io" dice Peeta. Haymitch incomincia a piangere, così
l'abbraccio. Solo ora capisco quello che sta passando. Deve sentirsi davvero solo.
Gli rimaniamo solo io e Peeta, e non possiamo abbandonarlo. "Calmati. Ora ci siamo
noi" gli dico molto dolcemente. Rimaniamo tutti e tre a chicchierare del più e del
meno. Ricordando i bei momenti passati assieme (anche se pochi), e parlando di ciò 
che abbiamo fatto durante il periodo in cui non ci siamo visti.  Dopo poco il dottore 
entra nella stanza, e ci dice che Haymitch deve riposarsi, ed anche io ho bisogno 
di dormire un pò. Così salutiamo Haymitch, ma prima di andarcene mi volto e gli dico 
"Haymitch, resta vivo ok?". Lui sorride, probabilmente ricordando il consiglio che 
mi diede quando ci incontrammo sul treno della prima arena. "Non preoccuparti, me 
la caverò" dice. Io gli sorrido e poi raggiungo Peeta che è già uscito fuori. Quando 
arriviamo a casa facciamo una cena a base di stufato di coniglio. Rimaniamo in silezio 
dutante tutto il pasto. Be, non abbiamo molto da dirci, siamo ancora un pò scossi 
per quello che è successo durante la giornata. Quando finiamo di mangiare andiamo a 
dormire, ma appena mi metto a letto sono costretta a rialzarmi perchè non mi sento 
molto bene. Vado in bagno ed incomincio a vomitare. Forse lo stufato era andato a 
male, ma anche Peeta l'ha mangiato e lui sta bene. Poi incomincio a tremare e ad 
avere un pò di paura perchè mi accorgo che il mio ciclo non è arrivato regolarmente.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4° ***


Un'emozione attraversa tutto il mio corpo. Cos'è? Gioia? Paura? O tutte e due? In 
questo momento non riesco a riflettere. Ho un forte dolore alla pancia e non riesco
ad alzarmi. "Non voglio avere figli" questo è quello che dissi a Gale. Ma prima
c'erano gli Hunger Games. Ora non c'è più niente, i miei figli saranno al sicuro.
Solo che...non sono ancora pronta per averne uno. Sarò una brava mamma? Riuscirò
a spiegare ai miei figli ciò che io e Peeta abbiamo passato? NO. Non voglio un
figlio. Non ora. Non so quando sarò pronta per averne uno. Ma per ora, l'unica
cosa che posso fare è alzarmi in piedi, cambiarmi e andare a dormire. Così mi
alzo, mi lavo, mi cambio il pigiama e torno a letto, sperando di non avere incubi.
Ma la mia speranza svanisce appena chiudo gli occhi. Sto partorendo. Attorno a me
ci sono degli uomini vestiti da pacificatori. Vedo il mio bambino e cerco di 
prenderlo, ma lo portano subito via da me. "Che cosa succede?" chiedo. Nessuno
risponde. Così mi alzo spingendo via tutti quelli che ho attorno fin qundo non mi
trovo di fronte a mio figlio. Ha gli occhi tutti neri, è pieno di sangue, al posto
delle gengive ha dei denti affilati ed è ricoperto da peli spessi e neri. Un ibrido.
Ho partorito un mostro. "Se ne vada signorina Everdeen" dicono tutti i pacificatori
in coro. Vengo trascinata fuori. Incomincio a tirare calci e pugni mentre urlo e 
piango come una pazza. Spalanco gli occhi e vedo il soffitto della mia camera da
letto. Ho il viso bagnato dalle lacrime e sento le braccia di Peeta che mi stringono
forte. Rassicurata dalla sua presenza, ritorno a dormire. La mattina Peeta corre
in panetteria per un servizio urgente, così io decido di andare dal medico per 
farmi controllare. Appena arrivo li saluto prima Haymitch. Sta meglio, o almeno
credo. Chiacchiero un pò con lui e poi decido di andare dal dottore. Gli racconto
ciò che mi è successo e lui decide di farmi un'ecografia. "Vede qualcosa?" domando.
"Non ancora" risponde. Quando finisce di esaminarmi mi dice di aspettare con Haymitch.
Dopo poco il medico mi chiama nel suo ufficio. "Allora?" chiedo impaziente. "No 
signorina Everdeen. Lei non è incinta" risponde. Dopo questa risposta sono abbastanza
sollevata. "Ma c'è un problema" dice. "Che tipo di problema?" domando. "Lei sta male"
dice. "Che cos'ho? E' qualcosa di grave?" chiedo. "Be abbastanza" dice "Ha un'infezione
all'intestino e se non viene rimossa subito può portare anche alla morte".

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Capitolo 5
*** Capitolo 5° ***


Molto spesso ho pensato di voler morire. Di voler sparire da questo pianeta. Ma non
in questo modo, o meglio non in questo momento. Sembra che tutto stia andando bene
e finalmente nella mia vita c'è un pò di felicità. "E come posso averla presa?"
chiedo al medico. "Be molto probabilmente ha mangiato piante velenose o carne andata
a male" dice. Piante velenose non credo proprio. E' da una vita che caccio nel bosco
e so ciò che è buono e ciò che non è buono. Ma forse..."Ora ricordo" dico al medico
"Qualche giorno fa comprai del cavallo. Il mio fidanzato non lo mangiò perchè stava
male e così lo preparai per me. Forse è stato quello". "Temo proprio di si signorina
Everdeen" risponde "Purtroppo le devo dire che non posso operarla. Qui non ho i 
macchinari adatti". "E cosa dovrei fare?" chiedo. "Dovrebbe partire per un altro
distretto. Uno qualsiasi...o tranne l'11, li sono ancora un pò arretrati". Quindi,
riassumendo, ho una malattia molto grave che potrebbe uccidermi e dovrei partire
per operarmi, però non posso andare nell'11 che è l'unico distretto che mi piace
più degli altri. "Lei cosa mi consiglia?" domando. "Capitol City oppure il distretto
2, sono i più aggiornati, per ora. Naturalmente tutti gli altri hanno macchinari
molto buoni, ma il 2 e la capitale hanno macchinari eccezionali" dice. Perfetto.
Gli unici posti, insieme al 13, in cui avevo deciso di non tornare mai più. 
"Daccordo. Grazie mille dottor Defrut, lo terrò aggiornato" dico uscendo dalla stanza. 
Vedo Haymitch sdraiato sul lettino e la prima cosa che faccio è raccontargli tutto. 
Quando parlo con lui è tutto diverso. Lui riesce a capirmi e mi da sempre ottimi 
consigli. Devo dire che parlare con lui mi è mancato tanto. "Pensa al lato positivo, 
ti farai una vacanza" dice Haymitch ridendo. "Non è divertente. Sono preoccupata, 
non tanto per l'intervento, ma per quello che farà Peeta. Non dormirà la notte e 
sarà in pensiero per me, e l'unica cosa che voglio è farlo preoccupare" dico. "E che 
vorresti fare? Non dirglielo?" domanda. "Esatto. Gli dirò che..." "Non gli avevi 
promesso di dirgli sempre tutto?" mi chiede Haymitch. "Be...si è vero...ma...Haymitch 
lo faccio per il suo bene. Finalmente stiamo vivendo tranquillamente. Peeta non ha quasi 
più i suoi attacchi di rabbia ed io sono molto rilassata. Quindi se glielo dicessi 
sarebbe come fare esplodere una bomba in una città appena ricostruita" rispondo. 
"Dolcezza fa quello che vuoi, io ti ho detto quello che devi fare poi non venirmi a 
dire ^Haymitch avevi ragione^" dice imitando il mio tono di voce. "Bene" dico uscendo
dalla stanza sbattendo la porta. Ho deciso di andare nel distretto 4 per operarmi, 
magari potrò anche vedere Annie e suo figlio. l'ho detto a Peeta (escludendo la parte 
dell'operazione). Lui sembra molto contento e non sospetta di nulla.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6° ***


Stazione. Luogo di partenza Distretto 12. Luogo d'arrivo Distretto 4. Non salgo su
un treno da molto tempo e devo dire che è una senzsazione orribile. Mi ricorda gli
Hunger Games e la rivoluzione. Mi sento disorientata e vorrei tanto scendere, ma 
non posso. Ripeto a me stessa che sto andando via da casa per guarire e non per 
morire. Questa è una di quelle situazioni in cui vorrei essere assieme a Peeta. Lui
mi fa calmare, e riesce a rendere tutto così...bello. Ma ora lui non è qui, ed io
devo affrontare la cosa da sola. Decido di dormire un pò, per smettere di pensare.
Quando mi sveglio mi accorgo che manca poco all'arrivo. Annie sarà in stazione ad 
aspettarmi. Sono molto agitata per il nostro incontro. Non tanto per il fatto che 
rivedrò Annie, forse più pazza di prima, senza Finnick. Ma sono molto preoccupata 
per l'incontro con suo figlio. Non so perchè, ma questa cosa mi agita molto. Be io 
e Finnick siamo stati amici, per poco, ma ci siamo tenuti compagnia quando tutti e due
avevano bisogno d'aiuto. Guardo fuori dal finestrino e vedo il mare. Il distretto 4 
dev'essere davvero molto bello e soprattutto, dev'essere molto sereno. 
Appena scendo dal treno riconosco subito la figura che si trova a qualche metro da 
me. Non è cambiata per niente. Forse solo gli occhi sono diversi, sono più tristi, 
ma si riesce lo stesso a vedere quella punta di felicità che avevano quando guardavano 
Finnick. Mi avvicino a lei molto lentamente. "Katniss!" grida Annie venendomi 
incontro. Ci salutiamo con un abbraccio molto frettoloso. "Ciao Annie, come va?" 
le chiedo. "Dire molto bene, e voi come state? Cioè tu come stai? E Peeta?" mi dice.
Da come parla e dal suo atteggiamento, sembra che stia molto meglio. "Si anche a me 
va tutto bene, grazie. Peeta non è potuto venire perchè non stava molto bene"dico. 
Ho evitato di dire ad Annie dell'intervento, non voglio incasinarle di più i pensieri. 
"Oh no mi dispiace così tanto. Spero si rimetta presto" dice facendo un faccino triste. 
"Già" rispondo. "Dai non pensarci, passerai una settimana fantastica qui. Come ti ho 
già detto potrai alloggiare in una casetta che si trova vicino la nostra abitazione e...oddio 
quasi dimenticavo, sta sera sei ospite a casa nostra. Non vedo l'ora di farti conoscere 
mio figlio, Finn. Sono sicura che ti piacerà" dice facendomi un sorriso a 32 denti. 
Annie mi accompagna nella mia "casa" e dopo aver disfatto le valigie vado a cena da lei. 
La casa si trova in riva al mare ed è abbastanza grande. La porta si apre e mi ritrovo
davanti suo figlio. Sono rimasta paralizzata. E' lui...è identico a lui. "Ciao io sono Finn"
mi dice porgendomi una mano. Io la prendo ed analizzio il suo viso. Stessi occhi, stessi
capelli biondi e ricci. Mi chiedo se il carattere è uguale a quello del padre. "Ciao
io sono Katniss" gli dico sorridendo. "E' vero che eri amica di papà?" mi chiede. "Oh
vi siete già conosciuti" dice Annie. Sono stata salvata dalla sua voce, non potevo, o meglio
non volevo rispondere a quella domanda. Finn scappa via e Annie mi invita ad entrare.
Le pareti sono tappezzate da foto, quasi tutte di Finnick. Come al solito vorrei 
scappare e mettermi a piangere, ma non posso davvero farlo. La cena è molto buona, ed
è intrattenuta dalla vivacità del piccolo. "E' davvero un bravo bambino" dico rivolgendomi
a Annie. "Si, ma quando vuole fa il birbante" dice fancendo il sollettico a Finn.
"Tu hai un figlio?" mi chiede il piccolo. "Oh em...no tesoro" rispondo. "Peccato,
avrei potuto giocare con lui" dice deluso. Per fortuna non mi ha più rifatto quella
domanda, sarei rimasta spiazzata. La serata è stata davvero bella, e riesco a capirlo
sia dal fatto che mi sono divertita, e sia dal fatto che nei miei sogni sta notte vedo
Finnick ed Annie che giocano con il figlio felici.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7° ***


I raggi del sole attraversano il vetro della finestra e riscaldano il mio viso. Oggi
è una bellissima giornata qui al 4. E' una giornata calda, ma c'è sempre quella brezza
piacevole fresca e pulita. Dovrei andare in ospedale per fare dei controlli, ma oggi
è davvero stupendo fuori, e sarebbe un peccato passare tutto il giorno in un luogo
chiuso, pieno di tristezza e di persone malate. Così decido di passare tutta la giornata
in spiaggia. Prima decido di andare a prendere qualcosa da mangiare per il pranzo, poi
avviso Annie che starò tutto il giorno al mare, per non farla preoccupare. Quando 
arrivo in spiaggia stendo una coperta sulla sabbia e mi ci siedo sopra. Resto li
per molto tempo. Osservo il mare tranquillo mentre il sole mi riscalda. Verso l'ora
di pranzo decido di magiare un pò e dopo decido di dormire. Quando mi sveglio, il sole
sta già tramontando. Per colcludere la giorata faccio un bagno. Mentre nuoto mi ricordo
di tutte le volte che andavo con mio padre al lago. Dei tuffi che facevamo. Di quando
raccoglievamo l'erba saetta, la mia erba saetta, a cui mio padre aveva dato il mio nome.
A volte, vorrei tornare bambina, e rivivere quei momenti giorno dopo giorno, solo per
stare con mio padre, solo per godermelo un altro pò. Ad un certo punto ho una forte
fitta alla pancia. Decido di non pensarci e continuo a nuotare, ma la fitta si fa più 
forte. Così decido di stare un pò a mollo nell'acqua sperando che il dolore passi. Ma
non passa. E' sempre più forte. Esco subito dall'acqua. Cerco di prendere la coperta
per asciugarmi ma cado a terra, e inizio a vomitare. Inizio a tremare e ad avere paura.
Quello che ho sulle mani è sangue. Devo correre in ospedale. Con le poce forze che mi
rimangono, prendo la mia roba e corro. Ma dove corro? Non so dov'è l'ospedale. Potrei
andare da Annie, ma li ci sarebbe il bambino e farei spaventare tutti. Così decido di 
andare in città per cercare aiuto. Corro sempre più veloce, ma il dolore si fa ancora
più forte e così sono costretta a camminare. Di questo passo però non riuscirò a mai
a raggiungere la città. Così ricomincio a correre, cercando di non pensare alle fitte.
Il dolore aumenta sempre di più. Non posso farcela. Così cado a terra. Forse qualcuno 
mi vedrà e mi aiuterà. Ma è tutto buio ed è ora di cena. Non c'è nessuno per strada.
"Aiuto" cerco di gridare con tutte le mie forze. Ma quelle parole le ho solo sussurrate.
Il dolore sta aumentando. Nessuno può aiutarmi. O forse si? In lontananza vedo delle 
ombre. Cerco di alzarmi per andare verso quelle persone. Ma il dolore è troppo forte e 
appena mi alzo, ricado a terra e dopo poco svengo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8° ***


Sono morta? Dove sono? In paradiso? Mi trovo in una stanza tutta bianca. Ad un certo 
punto iniziano ad arrivare persone tutte vestite di bianco. Io sono l'unica vestita 
di nero. "Katniss" sento urlare il mio nome da una voce. Mi giro di scatto e vedo 
mio padre. Gli corro in contro e l'abbraccio. E' lui, non posso crederci. "Che ci fai
qui?" mi chiede. "Non so nemmeno io come ci sono finta qui. Non so nemmeno cos'è questo 
posto. E tu che ci fai qui? Come ci sei finito?" chiedo. "Katniss tu non puoi stare
qui" dice preoccupato. "Perchè?" domando confusa. "Non vedi" dice indicando i miei abiti
"Sei diversa da tutti gli altri" risponde. "Be posso indossare un vestito bianco e diventare
uguale a voi, semplice." dico sorridendo "Non sai quanto sono felice di vederti". "Anche
io piccola mia. Ma non puoi stare qui. Lo dico per il tuo bene. Devi andartene" dice.
"Ma perchè?" chiedo. "Perchè lo dico io" risponde e poi mi abbraccia. "Ma io non voglio 
andare" dico. "E' stato bello rivederti" dice andandosene. Rimango sola nella stanza che
intanto si è fatta più piccola. "Papà" urlo. Nessuno mi risponde. Rimango li in piedi,
da sola. Dopo poco, davanti a me, vedo una luce che diventa sempre più grande. Mi avvicino
a quella luce misteriosa ed alla fine ci entro dentro. Spalanco gli occhi e vedo un soffitto
bianco. Non mi trovo più in quella staza, mi trovo in una staza d'ospedale. Sono attaccata
a vari tubi. Non ho più le fitte alla pancia, ma quando la tocco fa male. Quindi qualcuno
mi ha vista e mi ha portata in ospedale. Sono viva, un pò ammaccata, ma viva. Vorrei alzarmi
ma un'infermiera entra nella stanza. "Ciao come ti senti?" mi chiede mentre sistema i tubi. 
"Em...credo bene" dico "Solo un pò stanca". "Allora riposa" dice sorridendo "Sai sei stata
fortunata, ti hanno operato in tempo". Mi hanno operato in tempo? Cosa intendeva dire? 
Non ci penso troppo e così mi addormento. Appena mi sveglio vedo una figura seduta accanto
a me che ha la testa appoggiata sulle nostre mani incrociate. Ho un colpo al cuore. Non può
essere lui. No lui dovrebbe essere a casa tranquillo. "Peeta?" dico a bassa voce. Lui alza
la testa di scatto. Ha gli occhi rossi e le borse sotto gli occhi, segno che non ha dormito
tutta la notte. "Oh mio dico Katniss come stai?" dice allarmato. "Io bene. Ma tu che ci fai
qui?" chiedo. "Annie mi ha detto che eri in ospedale e sono venuto subito qui. Poi i dottori
mi hanno detto che avevi questa malattia" dice "Perchè non me l'hai detto?". "Non volevo farti 
preoccupare" dico. "Non volevi farmi preoccupare!? Katniss stavi per morire." dice con le lacrime
agli occhi. "Morire?" chiedo confusa. "Si. L'infezione era aumentata e se non fossero intervenuti
subito tu saresti morta" dice. Per un pò rimango in silenzio, non perchè non voglio rispondere, ma 
perchè non so davvero che dire. "Scusa, mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo" dico guardandolo negli 
occhi. "Già, forse. Credevo che fra noi due non ci fossero più segreti...ed invece mi sbagliavo"
dice uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta alle spalle. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9° ***


Sono passati 5 giorni da quando io e Peeta abbiamo litigato e lui non si è fatto più
vedere. Oggi mi dimettono dall'ospedale ed io devo cercarlo. Sono stata davvero stupida
a mentirgli e credo che la sua reazione sia stata corretta, perchè anche io avrei reagito
così. Però sono davvero preoccupata per lui. Non so nemmeno se è partito per il 12 senza
di me. L'unica cosa che voglio fare è trovarlo e chiarire con lui. Però non posso vagare
per il distretto 4 senza sapere nemmeno dove andare. Così decido di chiamare qualcuno che
forse potrebbe aiutarmi. "Pronto?" dice la voce dall'altra parte del telefono. "Haymitch?"
chiedo. "Oh ciao dolcezza come va la vita li nel 4?" chiede con la voce chiara. Almeno 
c'è una buona notizia...non sta bevendo! "Bene bene, ma ora non è il momento di chiacchierare"
dico. "Mi hai chiamto per Peeta vero?" chiede. "Si e avevi ragione" dico timidamente. "Ah proprio
le parole che avevo bisogno di sentire" dice ridendo. "Non è il momento di scherzare" dico "E' da
5 giorni che Peeta non mi viene a trovare in ospedale. L'ultima volta che ci siamo visti abbiamo
litigato e oggi mi dimettono. Non so cosa fare" dico. "Non sai dov'è?" domanda. "No. Per caso sai
se è tornato li?" chiedo. "Mmm...no le luci di casa vostra sono tutte spente e non ho visto entrare
e uscire nessuno. Penso sia rimasto li" risponde. "Oppure è andato in un altro distretto" dico. "Non
credo. Sicuramente voleva rimanere qualche giorno da solo. Se fossi stato in lui me ne sarei già
andato e ti avrei lasciata li sola" dice. "Ah grazie, così mi aiuti molto" dico. "Prego...ma comuque
lui non ti lascerebbe mai perchè ti ama. Forse aveva bisogno di qualche giorno per riflettere" dice.
"Quindi che dovrei fare?" domando. "Va a cercarlo. Devi essere tu ad andare da lui, e non lui da te"
dice. "Ma dove lo cerco? Il 4 è immenso" chiedo. "Niente ma" dice chiudendomi il telefono in faccia.
Così, con il consiglio di Haymitch, mi preparo per andare via dall'ospedale. All'uscita trovo Annie e
Finn. "Ciao Katniss. Come stai?" mi chiede Annie. "Io bene e voi?" domando. "Noi bene. Scusa se non sono
venuta a trovarti, e che con Finn era difficile muoversi" dice. "Non preoccuparti, va tutto bene. Senti
posso chiederti una cosa?" chiedo. "Certo, dimmi" dice. "Per caso hai visto Peeta?" domando. "Em...si è
venuto da me cinque giorni fa. Abbiamo chiacchierato e poi io l'ho ospitato a casa nostra ma lui ha 
deciso di andare nella casatta in cui alloggiavi tu e poi non l'ho più rivisto" mi risponde. "Capisco.
Anche io non lo vedo da ciunque giorni, e sono molto preoccupata. Volevo andare a cercarlo" dico. "Oh non
preoccuparti sono sicura che starà bene. Vieni ti porto li" dice. In poco tempo arriviamo alla casetta.
Appena entro sono sbalordita da quello che mi trovo davanti. Cassetti a terra. Due lampade rotte. Le 
sedie in posti completamente diversi da dove si trovavano prima. Una sensazione mi fa rabbrividire.
E se qualcuno fosse entrato e avesse fatto del male a Peeta?. Decido di controllare tutta la casa ma
non c'è nessuno. Così esco fuori e vado in spiaggia. In lontananza vedo una persona. E' lui. E' Peeta.
E' seduto sulla sabbia ed osserva l'orizzonte.     Mi avvicino a lui molto lentamente. "Peeta" lo chiamo.
Lui gira la testa ed incontro i suoi occhi, che sembrano più rossi e più stanchi. "Perchè non sei più
venuto a trovarmi?" chiedo. "Scusa volevo stare solo" dice. "Ti capisco. Non devi scusarti. Sono io
quella che si deve scusare" dico sedendomi accanto a lui. "Che è successo li dentro?" dico indicando
la casetta. "Sono stato io. Ho avuto uno dei miei attacchi di rabbia" dice. "Come? Perchè?" chiedo
preoccupata. "Per quello che ti avevo detto e per averti lasciata sola in un momento così delicato"
risponde continuando a guardare l'orizzonte. "Questa era l'ultima cosa che volevo. Farti avere un
altro dei tuoi attacchi di rabbia" dico. "Non importa" dice lui. "NO. Importa. Importa a me." dico 
mentre gli prendo il viso tra le mani "Sono stata una cretina a mentirti. Ti prego perdonami. Tra
noi non ci sono segreti te lo giuro. Non ti mentirò mai più. Se ci sarà un problema te lo dirò.
Affronteremo la situazione insieme come abbaimo fatto per tutti gli altri problemi" ora sto piangendo
"Ti prego Peeta, non posso stare senza di te. Io ti amo". Lui non risponde, ma l'unica cosa che fa è
baciarmi. "Io ti ho già perdonata" dice asciugandomi una lacrima "Non piangere. Anche io devo chiederti
scusa e ti ho già detto perchè". "Non fa niente. Ora siamo insieme. Promettiamoci che non litigheremo
più così" dico. "Si lo prometto. E promettiamoci anche di non mentirci più, okay?" dice. "Okay" rispondo
baciandolo di nuovo.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10° ***


Io e Peeta passiamo la nostra ultima sera nel 4 a casa di Annie. Finn trascorre tutta
la serata assieme a Peeta. Lui ci chiama zii, e per me va bene, mi sembra una cosa carina.
Quando finiamo di cenare io ed Annie sistemiamo un pò la sala da pranzo mentre Finn e 
Peeta vanno a giocare in salotto. "Katniss tu resta qui io vado a lavare un pò di piatti"
mi dice Annie. "Oh vengo ad aiutarti" dico. "No, no. Tu sei l'ospite, resta qui" risponde
dirigendosi verso la cucina. Così rimango li ad aspettarla, ma incuriosita dalle risate
che provengono dal salotto decido di avvicinarmi alla stanza per sentire quello che
dicono i ragazzi. "Sei simpatico zio Peeta" dice Finn. "Grazie anche tu piccolo" risponde
Peeta. "Saresti un bravo papà" dice Finn mentre continua a giocare con il suo pupazzetto.
"Oh grazie" dice Peeta un pò imbarazzato. "A volte mi manca papà. Volevo conoscerlo"
dice il piccolo. "Be lui è sempre con te. E' sempre qui" risponde Peeta indicando il cuore 
di Finn. "Potresti parlarmi un pò di lui? Sai la mamma non me ne ha mai parlato" chiede il 
piccolo. "Em...si certo" risponde Peeta schiarendosi la voce "Tuo padre era uguale a te. Gli stessi 
capelli, gli stessi occhi, lo stesso naso...Aveva un caratterino un pò strano ma quando
stava con tua madre cambiava totalmente. Aveva occhi solo per lei, non parlava con
nessuno, solo con lei. E la proteggeva con la sua forza. Era molto forte e sapeva usare
il tridente benissimo". "Anche io sto imparando ad usare il tridente" dice Finn. "Be
allora sarete uguali anche in un'altra cosa" dice Peeta. "Quindi tu e lui eravate molto
amici?" chiede il piccolo. "Be si eravamo amici, ma Katniss lo era di più" risponde
Peeta. "E zia può raccontarmi le cose che hanno fatto assieme" chiede Finn. NO. Non posso
dirgli niente. Non voglio più parlare della guerra. "Mmm...non credo" dice Peeta. "Perchè?"
chiede il piccolo con un faccino triste. "Perchè...non ricorda molto bene le cose. Se vuoi
posso darti il nostro numero di telefono così possiamo parlare di tante cose" risponde
Peeta cambiando conversazione. Cerco di continuare ad ascoltare, ma vengo distratta da
Annie, che è dietro di me e piange. "Ehi Annie che succede?" le chiedo avvicinandomi
a lei. "Finnick..." dice lei continuando a piangere. Capisco che ha ascoltato la 
conversazione. "Ehi Annie calma okay? Finnick non è andato via. Lui è sempre con te.
E' sempre qui" dico utilizzando le parole di Peeta. Lei annuisce però non si calma.
"Lui sarà sempre assieme a te. Ti proteggerà come ha sempre fatto e non ti lascerà mai
perchè lui ti amava, ti ama e ti amerà per sempre" dico abbracciandola. "Daccordo"
dice lei smettendo di piangere. Dopo poco io e Peeta decidiamo di andare. "Chiama quando 
vuoi" dico ad Annie. "Grazie Katniss" dice abbracciandomi. "Anche tu piccolo" dice Peeta
prendendo in braccio Finn. Dopo esserci salutati io e Peeta ci dirigiamo nella nostra
abitazione. "Carino il piccolo vero?" mi chiede Peeta. "Si...prorpio come il padre"
rispondo. "Mi piacerebbe averne uno" dice. "Di cosa?" chiedo io facendo finta di niente 
(so cosa intende). "Em...di bambino" dice Peeta. Io rimango in silenzio, non so davvero
come rispondere. "Tu no?" mi chiede. "Em...no. Cioè, ora no" dico. "Oh...va bene" dice
Peeta. So che l'ho deluso. Si vede che vuole davvero un figlio. L'ho capito da come 
giocava con Finn. Sarebbe un padre perfetto, ma io no. Io non potrei mai essere una madre
perfetta, figuriamoci una madre. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11° ***


Il viaggio in treno non dura molto, ed io e Peeta non parliamo per niente. Forse ci è rimasto
male per quello che gli ho detto ieri sera, ma è la verità. Non voglio figli ora. Però non
voglio iniziare a parlare di quest'argomento con lui, così per sciogliere la tensione gli
stringo la mano. "Ehi che c'è?" mi chiede. "Niente. Hai visto che bel paesaggio?" dico indicando
il finestrino. "Si, avevo intenzione di memorizzare tutte le sfumature per crare un quadro." mi 
dice sorridendo. "Fantastico. Così potremmo appenderlo in salotto. Sono sicura che sarà perfetto" 
dico. Lui mi bacia. Sono felice che ci siamo chiariti e che siamo tornati come prima. "Appena
arrivo al 12 devo correre in panetteria" mi dice. "Oh perchè?" chiedo. "Devo svolgere un lavoro
urgente. Torta di compleanno. Devo finirla entro domani" risponde. "Va bene. Sarai a casa entro
l'ora di cena vero?" domando. "Si si certo" dice lui. Come previsto appena arriviamo nel 12 
lui corre in panetteria. Non so se fidarmi di quello che mi ha detto, però ci eravamo promessi
di non mentirci più quindi gli credo. Passo l'intero pomeriggio a leggere il libro delle piante
di mio padre, quello che abbiamo completato io e Peeta, poi verso sera incomincio a preparare da
mangiare. Appena finisco mi metto seduta e aspetto il mio ragazzo del pane. Dopo mezz'ora lui non
è ancora tornato, così lo chiamo al telefono del negozio. Ma niente, non risponde. Decido di andare 
a cercarlo. Attraverso le strade del 12. Sta sera fa un pò freddo, segno che sta arrivando l'autunno. 
Per fortuna ho portato una giacca, sia per me, che per Peeta. Le luci della panetteria sono accese. 
Appena entro nel negozio non c'è nessuno, così decido di andare sul retro. Peeta è sul divano, che 
dorme beatamente. Ha le mani sporche di verde e i capelli tutti arruffati, penso che ci sia del colore
anche tra le sue ciocche bionde. Mi avvicino molto lentamente e mi inginocchio accanto a lui. "Peeta"
chiamo dolcemente. Ma lui non si sveglia, così inizio a scuoterlo piano. "Si sono sveglio, che c'è?" 
dice alzandosi di scatto. "Non sembra" dico ridendo. "Oddio ma che ora è?" dice stropicciandosi
gli occhi. "E' tardi e tu dovresti essere a casa" dico. "Casa?" dice guardandosi attorno "Ma siamo 
sul retro della panetteria". "Meno male che eri sveglio" dico. "Mi ero poggiato un attimo sul divano"
dice "E tu non m'insultare". "Si va bene" dico ridendo "Ho provato a chiamarti, ma naturalmente eri qui
che dormivi come un bambino, mentre io ero a casa a preoccuparmi per te". "Scusami davvero. Dovevo 
riposarmi due minuti, finire la torta e tornare a casa. No...la torta! Non l'ho finita" dice "Dovrò
tornare qui domani mattina per finirla". "Allora andiamo a casa, hai bisogno di dormire" dico. "Scusa.
Non volevo farti preoccupare. Senti, per farmi perdonare, ti invito a cena domani sera. Che ne dici?" 
chiede porgendomi la mano. "Daccordo" dico poggiando la giacca sulla sua mano. "Non volevo la giacca.
Volevo la tua mano." "E se io non volessi darti la mia mano?" domando. "Allora io farei così" dice Peeta
avvicinandosi e baciandomi. "Lo sai che di amo?" mi chiede. "Certo che lo so" dico appoggiando la mia
fronte sulla sua "E tu lo sai che io ti amo di più?". "Mmm...non credo. Però so che tu ami me ed io amo
te, e questo mi basta" dice porgendomi di nuovo la mano. Questa volta la prendo, ed usciamo dalla 
panetteria dirigendoci verso casa.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12° ***


La mattina seguente mi sveglio sola nel letto, sul comodino c'è un biglietto: COME TI
AVEVO DETTO IERI, SONO ANDATO IN PANETTERIA. CI VEDIAMO DOPO. TI AMO. Non mi piace stare
sola in casa, è tutto silezioso e noioso. Potrei guardare la TV ma anche quella è noiosa.
Così decido di andare nei boschi. Non caccio. Rimango seduta nel luogo in cui stavamo 
sempre io e Gale. Vorrei tanto cacciare con lui in questo momento. Lo odio per quello 
che ha fatto, ma...è ancora il mio migliore amico, diciamo un fratello che non ho mai 
avuto. Non lo sento da tantissimo tempo. Alcune volte vorrei chiamarlo al telefono, ma
non posso, sia perchè non ho il suo numero (anche se potrei cercarlo) e sia perchè non
ne ho il coraggio. Mi è sempre stato accanto, ed è normale che mi manchi, anche se come
ho già detto lo odio. Decido di tornare a casa per preparare il pranzo. Peeta resta 
soltato per mangiare e poi ritorna in panetteria. Ma prima si uscire mi dice "Ah quasi 
dimenticavo. Oggi fatti trovare alle otto fuori casa". Sono molto curiosa di ciò che 
farà. Alle sette incomincio a prepararmi. Vorrei mettermi un vestito rosso lungo, ma 
alla fine opto per un vestito nero stretto che arriva sopra il ginocchio. I capelli gli
lascio sciolti e applico soltanto un pò di matita agli occhi. Mi guardo allo specchio e 
mi sento abbastanza carina. Il vestito non è certo meraviglioso come quelli di Cinna,
ma è abbastanza bello. Alle otto precise mi faccio trovare fuori casa. Peeta ritarda
di dieci minuti. E' bellissimo sta sera, tranne per i capelli su cui ha messo del gel.
Odio quando gli porta così. "Sei in ritardo. Non si fa aspettare una donna" dico ridendo.
"Scusa mi stavo sistemando. Comunque sei bellisima sta sera" dice. "Grazie anche tu. E 
comuque se per sistemare intendi farti quei capelli allora hai perso solo tempo" dico. 
"Ehi perchè? Cosa c'è che non va nei miei capelli?" chiede offendendosi un pò. "Troppo 
ordinati" dico cercando di rovinare la sua acconciatura."Ferma, ci ho messo quasi un quarto 
d'ora per farli" dice prendedomi la mano. "Va bene ti lascio in pace" dico. Il luogo della 
nostra cena è la panetteria. Mangeremo nel seminterrato. Ha fatto un lavoro molto carino. 
"Wow sembra un altro posto" dico guardandomi intorno "Devi aver lavorato molto". "Mmm...diciamo 
di no. Mi sono fatto aiutare". La cena è veramete perfetta, Peeta è un mago hai fornelli. 
Devo dire che io non sono male a cucinare, visto che per il momento non ho avvelenato nessuno, 
ma Peeta è un cuoco eccellente. Peeta ha portato anche uno stereo qui sotto, così balliamo un pò. 
"Grazie Peeta è stata davvero una bellissima serata" dico baciandolo. "Aspetta manca una cosa, vieni"
mi dice. Mi fa sedere su una sedia e mi benda. "Non sbirciare okay?" mi chiede. "Daccordo" rispondo. 
"Ora puoi guardare" mi dice Peeta dopo qualche minuto. Appena tolgo la benda nel mio campo visivo
entra una torta enorme. E' tutta verde (il mio colore preferito) è decorata con delle foto
dove ci siamo io e Peeta. Poi lui la gira e leggo una scritta: Vuoi sposarmi vero o falso?
In cima alla torta c'è una scatolina, Peeta la apre. Dentro di essa c'è uno dei più bei
anelli che io abbia mai visto. Rimango senza parole mentre continuo a leggere la scritta.
Peeta prende la scatolina viene vicino a me e si inginocchia. "Allora Katniss Everdeen.
Vuoi sposarmi vero o falso?" Scoppio a piangere. "Vero" dico baciandolo. "Non piangere"
mi dice Peeta abbracciandomi. "Queste sono lacrime di gioia" dico mentre il mio furuto
marito mi mette l'anello al dito. "Sarò fiera di essere la signora Mellark" dico baciandolo
di nuovo.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13° ***


Dopo la cena siamo tornati a casa e siamo andati in camera da letto. Be posso dire che 
abbiamo fatto tutto tranne che dormire. Era la seconda volta che lo facevamo, ma per me
era come se fosse la prima. E' stato magnifico. Il mattino seguente mi sveglio, ma Peeta
non è nel letto. Così decido di alzarmi ed andare in bagno. Faccio una doccia veloce e mi 
cambio. Quando esco dal bagno vedo Peeta sul letto. Accanto a lui c'è un tavolino con la
colazione. "Ciao...t-ti volevo fare una sorpresa portandoti la colazione a letto, ma ti
sei svegliata" dice un pò imbarazzato. Dopo la notte che abbiamo passato c'è un pò 
d'imbarazzo. "Oh è stata una sorpresa!" dico sedendomi sul letto. Mangiamo tutto quello
che c'è sul tavolino. "Em...allora ieri ti è piaciuta la cena?" chiede Peeta rompendo 
il silezio. "Si moltissimo. E' stato davvero tutto bellissimo!" dico. "Anche quello 
che è successo dopo la cena?" chiede imbarazzato. "Si, soprattutto quello" dico. Devo
essere diventata tutta rossa perchè all'improvviso ho caldo. Lui si avvicina a me e mi
da un bacio. "Anche per me è stato tutto bellissimo" dice. A un certo punto mi guardo 
l'anello che ho al dito un pò confusa. Poi ricordo che ieri Peeta mi ha chiesto di 
sposarlo ed io ho accettato. "Ti piace?" chiede lui riferendosi all'anello. "Si è stupendo.
Non dovevi comprarmelo, mi bastava anche un semplice: vuoi sposarmi" dico. "Certo che 
dovevo comprartelo. Non potevo chiederti di sposarmi in un modo misero" dice stringendomi
la mano. "Allora grazie per quello che hai fatto" dico "Ora, in teoria, dovremmo organizzare 
il nostro matrimonio". "Si certo. Io pensavo di fare una cosa abbastanza piccola. E tu?"
chiede. "Oh si anche io. Non voglio fotografi e cose così" rispondo. "Si certo.
Potremmo fare una cosa tra amici. Potremmo invitare Haymitch, Effie, Annie e suo figlio,
Johanna, tua madre..." dice. "Aspetta...mia madre?! No non se ne parla" dico. "Ma perchè?
Tu hai bisogno di lei, specialmente in un giorno importante" dice. "Be anche tu hai 
bisogno di tua madre o tuo padre, ma non puoi averli insieme a te" dico mettendomi una
mano sulla bocca e maledicendomi per quello che ho appena detto "Scusa Peeta, non volevo
dire quello. Intendevo che se tu non puoi avere nessuno, allora non avrò nessuno anche
io". "Non preoccuparti. Io voglio che tua madre sia presente. Se i miei non possono 
esserci, questo non vuol dire che tu non puoi avere nessuno come te" dice. "Okay proverò
a chiamarla, ma non so se verrà" dico. "Va bene tu provaci" dice "Sai stavo pensando,
che potremmo invitare anche Gale...e il Dottor Defrut visto che ha fatto molto per noi".
"Che hai detto?" chiedo. "Che potremmo invitare il Dottor Defrut" risponde. "No,
no. Prima di quello" dico. "Gale" risponde. "Okay, posso accettare mia madre ma lui no!"
dico. "Ma perchè? Lui è il tuo migliore amico, hai bisogno anche di lui" dice. "Da quando
ti importa di Gale?" domando. "Da quando so che potrebbe farti stare bene" risponde. Sono
meravigliata dalla sua decisione. Insomma, stiamo parlando di Gale...che mi ha amata.
"No Peeta...non lo voglio al nostro matrimonio" dico. "Okay ma almeno avvisalo" dice.
"No...non lo avviso e non lo invito. Non m'importa niente di lui" dico. "T'importa di lui,
ed io lo so. Però visto che sei così cocciuta, non insisto" dice. "Io sarei cocciuta?" 
chiedo. "Si...ed anche tanto" risponde. "Bene, e non penso che tu voglia sposare una
ragazza cocciuta" domando. "Stai scherzando vero? Sei la cocciuta più bella che io abbia
mai visto" dice abbracciandomi. Io non rispondo all'abbraccio. "Vuoi giocare con me?"
chiede, ma io non rispondo. "Okay allora giochiamo" dice buttandomi sotto le coperte
ed iniziandomi a fare il sollettico. "Basta, basta. Chiedo pietà" dico ridendo. Lui 
mi bacia. "Allora vuoi iniziare a preparare il nostro matrimonio?" domanda. "Mmm...
be oggi è domenica, e vorrei passarla tranquilla senza far nulla" dico. "Okay...allora
visto che sono ancora le nove e mezza possiamo dormire fino a mezzogiorno, così iniziamo
subito a far nulla" dice. "Ci sto" dico. "Allora vieni qui" dice aprendo le braccia. Io
mi ci tuffo dentro e mi addormento subito.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14° ***


Quando mi sveglio sono già le due del pomeriggio. Scendo giù per cercare Peeta. Lo trovo vincino
ai fornelli che sta preparando da mangiare. "Lascia faccio io" dico distraendolo da quello che sta
facendo. "No non preoccuparti, mi piace cucinare" dice. "Lo so ma hai già preparato la colazione,
quindi ora faccio io" dico. "E se ci dividiamo i compiti? Io continuo a fare quello che stavo facendo
e tu taglia le verdure" chiede. "Va bene ci sto" rispondo. Nel giro di poco tempo abbiamo preparato un
pasto molto buono. Dopo passiamo un pò di tempo davanti alla tv, ma a un certo punto veniamo distratti
dal suono del telefono. Peeta va a rispondere e mi lascia da sola sul divano. "Katniss vieni è per te"
dice dopo poco. Mi alzo e lo raggiungo. "Pronto" dico prendendo il telefono in mano. "Catnip! Sei tu?" dice la 
voce dall'altra parte del telefono. Il suono di quella voce mi fa rabbrividire tanto da non riuscire 
più a muovermi. Solo una persona può chiamarmi così. Guardo Peeta impaurita. Lui mi sorride ed alza 
un pollice. "G-Gale?" dico con la voce che mi trema.  "Si sono io. Oddio non sai quanto mi sei mancata!" 
dice. "Come hai fatto ad avere il mio numero?" chiedo. "Sta mattina mi ha chiamato Peeta e mi ha parlato 
di come state nel 12...allora è vero che vi sposate?" dice. "Si" rispondo. "Ed io non sono invitato giusto?" 
domanda. "Em...be insomma sai, il nostro rapporto non è più quello di prima" dico. "Lo so Catnip, ma vorrei 
tanto sistemare le cose. Non verrò al matrimonio, se è quello che vuoi, ma per favore vediamoci" dice quasi supplicandomi.
"Non lo so Gale" dico. "Ti prego...posso anche venire per un paio d'ore, basta che ci vediamo" dice. Non so 
cosa fare. Una parte di me vuole vederlo ed un'altra no. "Domani pomeriggio puoi essere qui?" chiedo pentendomi
subito di quello che ho detto. "Certo! Starò li solo qualche ora poi me ne andrò" dice. "Daccordo, allora a
domani" dico abbassando la cornetta. Raggiungo Peeta che si trova sul divano. "Allora?" mi chiede. "Ma sei
impazzito?! Come cavolo ti è saltato in mente!" dico. "Scusa...pensavo di farti una sorpresa" dice mortificato.
"Be si è stata una sorpresa! Ma ti avevo detto che non volevo vederlo e nemmeno sentirlo" dico. "Scusa" dice.
"Okay, non fa niente" dico sedendomi accanto a lui "Verrà qui domani". "Perfetto. Andrete nei boschi?" domanda.
"Non lo so, forse" dico. "Sono felice per te" dice dandomi un bacio sulla guancia. "Non ti da fastidio?" chiedo.
"Cosa?" domanda. "Gale. Non capisco perchè lo stai facendo" dico. "Katniss...è da qualche giorno che ho notato
nei tuoi occhi grigi una punta di tristezza. Mi sono chiesto, forse sono io che non le do abbastanza, e così ho
deciso di chiamare qualcuno che forse poteva togliere quella piccola parte di tristezza che io non voglio vedere"
dice. "Perchè pensi queste cose? Tu mi dai tutto. Sei tu che mi fai affrontare le giornata con coraggio. Senza
di te io sarei già morta" dico. "No non dire questo, non posso sopportare nemmeno il pensiero delle mia vita 
senza di te" dice. Io lo bacio. "Nemmeno io posso sopportarlo, quindi smettila di dire queste cavolate" dico
baciandolo di nuovo. Questo è il tipo di bacio che amo di più. Siamo solo io e lui e nessuno può interromperci.
Questo è il tipo di bacio che te ne fa desiderare altri, il tipo di bacio dove possiamo esprimere quello che 
proviamo l'uno per l'altro anche senza parlarci. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15° ***


Oggi è il "grande" giorno. Sono agitata, molto agitata. Peeta verso le cinque va in panetteria,
so che lo fa per lasciarmi sola con Gale. Non so come faccia a sopportarlo. Io sarei un pò gelosa
a lasciare il mio futuro marito con una ragazza che l'ha amato per molto tempo. Dopo mezz'ora 
sento bussare alla porta. Quando vado ad aprirla vedo un ragazzo alto e bruno. Non è cambiato 
per niente. "Catnip" dice abbracciandomi. Io lo stringo forte, mi sono macati i suoi abbracci. 
"Ciao Gale" dico. "Come stai?" chiede. "Io bene e tu?" dico. "Benino. Sai la vita nel 2 è dura,
c'è sempre del lavoro da fare" dice. "Capisco. Senti ti va se andaimo un pò...nel boschi? Non
mi va di stare chiusa in casa" dico. "Certo" dice. In poco tempo raggiungiamo il luogo in cui
ci fermavamo a parlare e a scherzare. "Mi è mancato questo posto" dice "E mi sei mancata anche
tu". "Già, anche tu mi sei mancato un pò" dico. "Katniss, lo so che non siamo più amici come prima,
ma io voglio riparare. Sai benissimo che non ho mai saputo di chi fossero quelle bombe, e sai anche
che io come te volevo proteggere Prim a tutti i costi. Mi dispiace tantissimo. Mi dispiace di non
essere stato accanto a te quando ne avevi bisogno. Mi dispiace, perdonami. Sono uno stupido.
Vorrei davvero riavere la nostra amicizia, ti prego" dice. "Lo so, lo so" dico piangendo "Vorrei
tanto riavere il nostro rapporto, ma...sono arrabbiata". "Hai ragione ad essere arrabbiata e mi
dispiace davvero" dice. Sono davvero felice per le cose che ha detto. Ma quello che fa dopo
rovina tutto. Mi mette una mano dietro la testa e mi attira verso di lui per baciarmi. Appena sento
il contatto delle nostre labbra gli tiro uno schiaffo. "Ma sei pazzo. Io sono fidanzata, come ti
permetti" dico dirigendomi verso casa. So che Gale mi sta seguendo ma non m'importa voglio solo 
andare a piangere. Quando arrivo a casa mi stendo sul divano. "Ehi già di ritorno" dice Peeta 
fancendomi spaventare. "Tu dovresti essere in panetteria!" dico urlando. "Sono tornato prima" dice
"Ma cos'è successo?". Non voglio dirglielo, ma ci siamo promessi di non dirci più bugie. "E' successo
che Gale mi ha baciata" dico. "Cosa?! E tu che hai fatto?" chiede. "Gli ho tirato uno schiaffo e sono
andata via. Penso che lui stia venendo qui" dico. "Okay" dice Peeta dirigendosi verso la porta. "Dove
vai?" chiedo, ma lui è già uscito. Così osservo dalla finestra quello che fa. In lontananza vedo Gale.
Peeta si avvicina a lui e gli dice qualcosa prima di dargli un pugno in faccia. Gale dopo poco si
riprende e fa la stessa cosa. Iniziano a picchiarsi così io corro subito da loro. "Fermatevi" dico 
cercando di prendere Peeta dalle spalle, ma lui mi butta a terra. So che in questo momento nella sua
testa c'èil caos. So che in questo momento non è in lui. Gale, che è molto più grosso e forte
di Peeta, lo butta a terra e gli da diversi pugni facendolo quasi svenire. "Smettila" dico facendolo alzare
dal corpo del mio ragazzo. "Cosa vi salta in mente" dico mentre controllo il viso di Peeta. "Brutto
bastardo. Come cazzo ti permetti? Io ti invito qui per farti chiarire con la mia ragazza e tu cerchi di 
rubarmela" dice Peeta cercando di alzarsi, ma io lo fermo. Intanto vedo Haymitch uscire da casa sua.
"Che diavolo succede qui?" chiede. "Il bastardo mi stava fregando Katniss" dice Peeta. "Haymitch puoi
accompagnare Gale alla stazione, grazie" chiedo. "No non me ne vado" dice Gale. "Invece si. Vai via" 
dico. "Okay, ma non ho bisogno di un accompagnatore" dice andandosene. "Come ti è saltato in mente?" 
chiedo a Peeta mentre controllo quello che gli ha fatto Gale. "Lui ti tocca e io lo uccido" dice.
"Haymitch dobbiamo portarlo in casa, mi aiuti?" chiedo. "Si certo" risponde lui. Appena mettiamo 
Peeta sul tavolo lui sviene definitivamente. "Mi spieghi che ha fatto quello li per fare incazzare 
così tanto Peeta?" domanda Haymitch. Io gli spiego tutto mentre curo le ferite del mio ragazzo. "Be 
è stato proprio un bastardo. Anch'io avrei reagito così" dice Haymitch. "Gale ha solo peggiorato le cose. 
Lo sapevo che non dovevo invitarlo" dico. "Be almeno ha capito di chi sei" dice Haymitch andando via. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16° ***


E' da quasi due ore che Peeta è sul tavolo svenuto. Io sono accanto a lui che gli stringo
la mano e a volte gli accarezzo i capelli. Dopo qualche minuto inizia ad aprire gli occhi.
"Ehi" dico. "Che ci faccio qui? Dov'è Gale?" chiede. "E' andato via" rispondo. "Meglio"
dice. "Si ma...guarda che ti ha fatto" dico indicando lo specchio. "Ho avuto ferite peggiori.
Passerà" dice. "Non è quello il problema. So che mentre lo picchiavi non eri tu, hai avuto
un altro attacco di rabbia" dico. "Lo so...ma lui non deve permettersi a baciarti" dice.
"Lo so è stato un cretino" dico accarezzando la sua guancia "Hai sofferto vero?" "Quando
ho i miei attacchi di rabbia soffro sempre" risponde. "A cosa pensavi?" domando. "A te...
che baciavi Gale e non ti importava di me" risponde. "Sai che non lo farei mai" dico. "Lo
so...ma quando ho i miei attacchi non riesco a pensare a ciò che è reale e a ciò che non
lo è" dice. "E' una cosa con cui devi coinvivere" dico. "No...non ci posso coinvivere. Un
giorno potrei svegliarmi e ucciderti. Potrei farti del male, com'è successo con Gale!" dice.
"Peeta tu non mi farai del male. Quando avrai uno dei tuoi attacchi, cercerò di riportarti
alla realtà" dico e poi lo bacio. "Avevi ragione, non dovevamo invitare Gale" dice. "Non
importa ora è tutto finito" dico. "Mi sei mancata" dice. "Sei stato senza di me solo due
ore, o meglio, io ero accanto a te ma tu eri svenuto" dico. "Lo so ma...sai non voglio stare
nemmeno un secondo senza di te" dice. "Anche io sai" dico e dopo riprendo a baciarlo. Amo Peeta
e lui ama me. Siamo una cosa sola. Nessuno può separarci. "Andiamo a dormire?" chiede lui.
"Okay" rispondo. Così andiamo in camera da letto e ci addormentiamo. Ma presto il mio sonno 
tranquillo vieni interrotto. Appena mi sveglio vedo Peeta che si muove, come se cercasse
di scappare da qualcosa. Poi capisco. Gli occhi chiusi, i pugni stretti, le goccioline di 
sudore sulla fronte...sta avendo un incubo. Non so cosa fare. Così decido di fare ciò che fa
lui quasi ogni sera. Lo stringo forte tra le mie braccia. Lui si sveglia all'improvviso. "Katniss"
mi chiama. "Peeta era solo un incubo" dico. "NO. Gli ibridi stanno arrivando, vogliono ucciderti.
Devi scappare" dice mettendomi le mani sulle spalle. "Peeta non verrà nessuno, era solo un 
incubo" dico. "No devi andartene" dice spingendomi. "No. Peeta non arriverà nessun ibrido" dico.
"Sei stupida! Sto cercando di salvarti la vita, vattene" dice mentre si ranicchia sul letto. E'
capitato di nuovo. Devo cercare di farlo calmare, come gli avevo promesso. Mi avvicino a lui e
gli prendo le mani stringendole forte. "Peeta siamo al sicuro, era solo un brutto sogno" dico.
"No non è vero" dice. "Si è vero, fidati di me" dico. Lui mi bacia. "Okay" risponde. Lui si stende
e cerca di riaddormentarsi. "Katniss...potresti restarre abbracciata a me fin quando non mi addormento?"
chiede. "Certo, lo facciamo tutte le sere" dico. "Già" dice lui un pò confuso. Così l'abbraccio
e gli do piccoli baci sulla fronte ed alla fine si addormenta.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17° ***


Quando mi sveglio Peeta è accanto a me che dorme beatamente. Quello che è successo sta notte
mi ha fatta preoccupare. So che è normale ma era da mesi che non aveva più i suoi attacchi ed
ora, ne ha avuti tre nel giro di una settimana. Be diciamo che in questi gionri non è andato
tutto rose e fiori, quindi dovrei cercare di tenere tutte le cose sotto controllo. Ma come?
Quello che è successo con Gale non potevo controllarlo, nemmeno quello che è successo sta notte.
Ho paura. Paura di svegliarmi e di non trovarlo accanto a me. Paura di non sentire più la sua voce. 
Paura di andare a trovarlo in un ospedale di Capitol City. Paura di perderlo, di nuovo. "Ehi a cosa
pensi?" chiede Peeta. "Oh ti sei svegliato, non me ne ero accorta" dico. "Già, eri troppo presa dai
tuoi pensieri" dice. "Mmm...forse" dico. "Allora? A cosa pensavi?" chiede. "Al colore delle pareti"
dico mentendo. "Il colore delle pareti?!" dice. "Si...è tutto sbiadito" dico. "Allora ridipingiamo le
pareti" dice. "Sai è una bell'idea. Potremmo farlo prima d'iniziare ad organizzare il matrimonio" dico.
"Già" dice "Em...senti Katniss, scusa per sta notte". "Stai tranquillo" dico. "No non posso stare tranquillo"
dice. "Senti ne abbiamo già parlato ieri. E poi cosa vorresti fare? Andartene via?" dico sperando che la
risposta non sia "si". "Certo che no! Però...forse potrei prendere delle pillole" dice. "Quali pillole?"
chiedo. "Non so il nome preciso, però ne ho sentito parlare" dice. "E fanno diminuire gli attacchi?"
domando. "Si" risponde. "Non lo so Peeta...potrebbero esserci degli effetti collaterali" dico. "Be dovrò
informarmi" dice. "Okay" dico. "Però ora abbiamo di meglio da fare. Dobbiamo ridipingere la pareti" dice.
"Cosa?! Pensavo stessi scherzando" dico. "Certo che no" dice prendendomi in braccio. "E dove la prendiamo
la vernice?" chiedo. "In soffitta c'è un barattolo. Aspetta qui" dice mettendomi giù. Peeta arriva dopo
qualche minuto con in mano un paio di pennelli e un barattolo. "Sporcheremo tutto" dico. "No, ho portato
questi" dice alzando dei teli di plastica. Sistemiamo i teli sui mobili ed iniziamo a dipingere le pareti.
Ora che ci faccio caso erano un bel pò rovinate. "Attenta" dice Peeta dipingendomi la guancia. "Quello attento
devi essere tu" dico mentre gli sporco il braccio. Iniziamo a rincorrerci per tutta la casa. Sembrimo dei
bambini che giocano a sporcarsi con della vernice. Cerco di non farmi prendere, ma Peeta mi raggiunge e mi 
butta a terra. Siamo così vicini che riesco a sentire il battito accellerato del suo cuore."Dovremmo finire 
di dipingere le pareti" dico. Peeta ha la faccia e le braccia sporche. Questo vuol dire che ho fatto un bel 
lavoro. "A me invece piace stare così" dice baciandomi. Quando ci separiamo restiamo a guardarci negli occhi. 
Sto per baciarlo di nuovo, quando lui mi passa il pennello sporco sul naso e poi scappa. "Ehi questo è barare" 
dico cercando di raggiungerlo. "Okay, tregua?" dice porgendomi la mano. "Tregua" dico stringendo la sua mano. 
Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma lui mi attira a se e mi bacia. "Okay, dobbiamo finire la stanza" dico. 
"E va bene" dice riprendendo a dipingere la parete. Quando finiamo il nostro lavoro il risultato è abbastanza 
decente. "Contenta?" chiede Peeta. "Abbastanza" dico. "Abbastanza? Io voglio che tu sia davvero contenta. Non 
abbastanza contenta. C'è qualcos'altro che posso fare per te?" dice. "Mmm...potresti prerarare qualcosa da mangiare. 
Sai, dopo tutto questo lavoro, sono un pò affamata" dcio. "Subito" dice Peeta correndo in cucina. 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18° ***


Dopo aver mangiato decido di fare una lista delle cose da fare per il matrimonio. 
1° Chiamare Effie.
Lei dovrà organizzare il matrimonio, 1. perchè io sono abbastanza negata in queste cose,
e 2. perchè lei significa molto per noi.
2° Organizzare una lista degli invitati assieme a Peeta.
3° Cercare un abito.
Sarà molto difficile cercare un abito. Non sono mai andata pazza per i vestiti, figuriamoci
per quelli da sposa. Decido di svolgere il primo passaggio. Chiamare Effie. Compongo il 
numero ed il telefono inizia a squillare. "Pronto?" dice una voce vivace. "Effie? Sono 
Katniss" dico. "Katniss? Oddio da quanto tempo. Come stai?" chiede. "Io molto bene e tu?"
dico. "Anche io sto bene, ma dimmi, per quale motivo mi hai chiamata?" domanda. "Em...mi
sposo" dico. "Come, come, come? Ti sposi? Ti sposi con Peeta?" chiede. "Si" dico. "Oddio
Katniss è bellissimo. Non me lo sarei mai aspettato! Sono molto felice per voi!" dice. 
eccitata. "Grazie Effie. Senti...potresti farci un favore?" chiedo. "Certamente" dice
"Potresti organizzare il matrimonio?" domando. "Si certo! Volevo chiedertelo ma non volevo
sembrare troppo scortese" dice. "Certo che no. Scommetto che farai un ottimo lavoro" dico.
"Certo, non vi deluderò" dice. "Allora...quando puoi essere qui?" chiedo. "Quando vuoi"
dice. "Va bene fra tre giorni?" domando. "Si va benissimo. Allora ci vediamo, ciao cara"
dice Effie riagganciando. Sono felice della sua risposta. Be sapevo che non avrebbe mai
detto di no. Ora, devo svolgere il secondo punto. Organizzare una lista degli invitati
assieme a Peeta. Lui è in salotto sul divano, così lo raggiungo. "Che ha detto Effie?"
chiede. "Ha accettato" dico. "Perfetto" dice lui. "Già...ora dobbiamo fare una lista 
degli invitati" dico. "Em...certo, passami il foglio" dice. Io glielo passo e lui scrive
in bella calligrafia: Lista invitati. "Allora, chi sarà presente a questo bellissimo
evento?" chiede. "Mmm...be naturalmente Haymitch" dico. "Si poi?" chiede lui mentre 
scrive. "Poi...Annie, Finn e Johanna" dico. "Il dottor Defrut?" chiede. "Si anche lui"
dico. "Okay...poi avevamo detto tua madre" dice. "Em...si" dico. "Non la vuoi?" chiede.
"Em...no cioè si. Sinceramente non lo so! Proverò a chiamarla...comunque, andiamo avanti"
dico. "Okay. Chi altro potremmo invitare?" domanda. "Beetee? O Plutarch?" dico. "Vuoi 
invitare anche loro?" chiede. "Mmm...non lo so era un'idea" dico "Magari chiedo un 
consiglio ad Haymitch". "Daccordo, ora devo andare a lavoro. Tu resti qui?" chiede. "Si"
rispondo. "Okay" dice e poi mi bacia. Lascio stare il terzo punto perchè per quello ci vorrà 
un pò di tempo. Decido di fare quello che ha detto Peeta, invitare mia madre. Apro un tiretto
e prendo il biglietto con il numero, poi lo compongo. Mentre premo i tasti noto che le mie
mani stanno tremando. Poi sento squillare, ed il mio corpo si irrigidisce. Sto per riattaccare,
quando sento una voce. E' la sua voce, la voce di mia madre. Cerco di non crollare, ma non
ce la faccio ed inizio a piangere.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19° ***


"Con chi parlo?" chide mia madre. "Mamma...sono io...Katniss" dico. Per un pò di secondi
c'è il silenzio, poi inizio a sentire dei singhiozzi. "Mamma?" dico di nuovo. "Katniss...
sei davvero tu?" chiede lei piangendo. "Si, sono davvero io. Come stai?" dico. "Riesco ad 
affrontare le giornate senza crollare, quindi credo bene, e tu? Come va con Peeta?" chiede.
"Be ci sposiamo quindi, credo anche io bene" dico. "Davvero Katniss? Sono molto felice per
voi" dice. "Grazie, anche noi lo siamo. E comunque sei invitata" dico. "Oh Katniss grazie
per l'invito ma non credo di poter venire" dice. "Perchè?" chiedo. "Sai, qui ho tanto lavoro
da fare" dice. "Mamma, lo so che per te è difficile tornare al 12 dopo tutto quello che è 
successo, ma ti prego vieni. Anche io ho provato quello che stai provando tu, ma l'ho superato,
non del tutto, ma sono riuscita ad andare avanti. Ti prego mamma, voglio vederti, voglio stare
con te nel mio giorno speciale" dico. Avevo detto a Peeta che non avevo intenzione di vederla,
ma lui mi ha fatto riflettere. Mi manca tantissimo, vorrei abbracciarla e parlare con lei facendo
finta che non sia successo niente. "Tesoro, non potrei sopportarlo" dice piangendo. "Mamma, ti
prego" dico anch'io piangendo. "Katniss non sai quanto vorrei vederti in abito bianco mentre
cammini verso l'altare, ma non riuscirei a resistere. Non riuscirei a sopportare l'idea del 
distretto 12 senza...tu sai chi" dice. So benissimo chi è quella persona. "Mamma, anch'io quando
sono tornata nel 12 non riuscivo a sopportare l'idea di stare senza Prim...ma devi superarlo. 
Non puoi passare la tua vita soffocando il tuo dolore nel lavoro" dico. "Ma io voglio passare
la mia vita così. E' l'unico modo per riuscire a sopravvivere" dice. "No mamma. Tu devi superarlo.
Ti prego, starai nel distretto solo un giorno, ma ti prego vieni" dico supplicandola. "Katniss non
posso farcela" dice. "Mamma tu ce la devi fare" dico. "Okay...vengo. Ma resto solo per il matrimonio"
dice. "Grazie mamma, ti voglio bene" dico. "Anch'io. Ci vediamo" dice riattaccando. Sono felice.
Vedrò mia madre dopo non so quanto tempo. Non m'importa se resterà così poco, voglio solo riabbracciarla
e dirle che andrà tutto bene. Passo il resto del tempo a chiamare tutti gli altri invitati. Tutti
quelli che erano sulla lista hanno accettato. Anche Johanna. Era da molto che non la sentivo, e non
vedo l'ora di vederla. Anche lei deve aver sofferto molto. Verso l'ora di pranzo Peeta torna a casa
ed io gli racconto ciò che è successo. "E' magnifico. Sarà il miglior matrimonio di sempre" dice. 
"Okay ora non esagerare" dico ridendo. "Non esagero. Sai qualche volta avevo sognato di sposarti,
e pensavo che non sarebbe mai successo, ed invece mi sbagliavo" dice e poi mi bacia. Dopo pranzo
vado con Peeta alla panetteria. Lui cucina, io servo. "Senti Katniss io vado a comprare della roba,
tu rimani qui, okay?" dice. "Si, daccordo" rispondo. Resto li ad aspettare per qualche minuto. Poi
decido di andarmi a sedere sul divano che c'è sul retro. Mi stendo e cerco di far riposare un pò
gli occhi, ma dopo poco sono costretta ad alzarmi per un forte senso di nausea. Mi siedo ed inizio a
respirare profondamente. Sto iniziando a tremare. Ho paura che l'infezione all'intestino si possa
essere riformata. Corro in bagno ed inizio a vomitare. Che cos'ho? E' una semplice indigestione? Oppure
ho un'altra malattia e sarò costretta ad operarmi di nuovo?

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Capitolo 20
*** Capitolo 20° ***


Non riesco a muovermi. Sono seduta a terra e fisso il vuoto. Vorrei alzarmi, ma non ci riesco.
Le mie gambe sono diventate di pietra. L'unica cosa a cui riesco a pensare è la paura. Ma perchè
avere paura? Per ora so di non avere niente. Ma non riesco comunque ad alzarmi. Il cuore batte
forte, anche se non mi sto muovendo per niente. Ad un certo punto sento qualcosa sulla mia spalla.
Alzo la mano per toglierla, ma quando alzo lo sguardo una figura invade il mio campo visivo. E'
Peeta. "Cos'è successo? Stai bene?" chiede preoccupato. "Si si ho avuto un'indigestione. Ora
ripulisco tutto" dico. "Sicura di stare bene?" chiede facendomi alzare. "Certo non preoccuparti"
dico. Cerco di andare a prendere degli stracci ma la testa mi gira così tanto che cado a terra. 
Così Peeta mi prende in braccio e mi porta sul divano. "Pulisco io, okay?" chiede. Io annuisco. 
La testa mi gira ancora. Non può essere un'indigestione. "Peeta" chiamo. Lui arriva dopo due secondi.
"Puoi sentire se ho la febbre?" chiedo. Lui si avvicina e mi mette una mano sulla fronte. "No, sei 
fredda" dice. "Peeta mi gira la testa" dico. "Okay, calmati. Ora torniamo a casa" dice. "Ma non riesco
ad alzarmi" dico. Lui mi prende in braccio ed esce dalla panetteria. Appoggio la testa sulla sua spalla
e piano piano mi addormento. Mi sveglio nella mia camera da letto. Ho una pezza bagnata in testa e sto
un pò meglio. "Ehi, come va?" chiede Peeta che si trova sulla poltrona. "Meglio" rispondo. Lui sorride.
"Grazie per avermi trasportata fin qui" dico. "E' stato un onore" dice. Solo lui può farmi ridere
anche se non mi sento bene. "Forse domani dovrei andare dal dottore" dico. "Daccordo. Verrò con te"
dice. "No non preoccuparti. Tu vai in panetteria" dico. "Sicura?" dice. "Si stai tranquillo" dico.
"Okay" dice ed esce dalla stanza. Dopo poco torna con un piatto pieno di minestra. "Oh grazie" dico
facendo un sorriso a trentadue denti. "Di niente" dice. Cerco di prendere il piatto ma lui me lo toglie
dalle mani. "Faccio io" dice ed inizia ad imboccarmi. "Era ottima" dico ingoiando l'ultimo boccone.
"Be, sono un ottimo cuoco" dice. "Sei poco modesto" dico. "Mmm...già" dice e mi abbraccia. Io lo stringo
forte. Rimaniamo così per qualche minuto, poi Peeta si stende accanto a me nel letto e dopo poco tutti
e due ci addormentiamo. I miei sogni sono tormentati dai soliti incubi, ma c Peeta è sempre accanto
a me, e le sue braccia mi tranquillizzano. La mattina seguente, come previsto, lui va in panetteria
ed io dal dottore. Quando arrivo allo studio parlo un pò con il medico dell'intervento (mi ero totalmente
dimenticata di farlo) e poi gli racconto ciò che mi è successo ieri sera. "Dobbiamo fare alcuni controlli"
dice. Dopo un'ora di interminabili controlli, il dottore mi dice di aspettare nella sala d'attesa. Resto
li per quasi mezz'ora, poi il medico mi chiama. Ho la tensione alle stelle. "Signorina Everdeen ci sono
buone notizie" dice. "Oh meno male" dico. "Sta molto bene e la sua infezione e sparita completamente" dice.
Ora sono molto più serena. "Però le consiglio di non fare sforzi" dice. "Come mai?" chiedo. Lui mi fa un
sorriso enorme. "Signorina, lei è incinta".

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Capitolo 21
*** Capitolo 21° ***


Oggi è arrivata Effie. Appena ci ha visti è scoppiata a piangere, devo dire che anch'io mi sono commossa. Era da tanto che non la vedevo, e mi mancava il suo spirito gioioso. Sta sera sia lei che Haymitch verranno a mangiare da noi. Sono passati due giorni da quando il dottore mi ha dato quella notizia, ed io ho intenzione di annunciarla durante la cena. Non so come farò, sono ancora un pò scioccata. Per forutna Effie mi ha fatto dimenticare tutto trasportandomi da una parte all'altra del distretto per decidere la location della cerimonia. Abbiamo deciso di farla nei boschi, ci vorrà un bel lavoro per sistemare tutti i tavoli e le sedie, ma sono sicura che sarà fantastico. Quando torna a casa sono stremata, così Peeta si offre di preparare la cena. Lo guardo mentre prepara e immagino che accanto a lui ci sia un bambino. Peeta sarà un padre fantastico. Io invece...non credo di saper badare un bambino.  L'idea di preteggere qualcuno mi terrorizza. Ho cercato tante volte di mettere al sicuro le persone a cui volevo bene, ma è sempre andata a finire male. Non voglio soffrire di nuovo. "Tutto bene?" chiede Peeta. "Si si certo" dico. "Haymitch ed Effie sono arrivati" dice. Ero così presa dai miei pensieri che non gli avevo sentiti. "Arrivo" dico. Quando vado in sala da pranzo vedo Effie ed Haymitch seduti al tavolo. "Ciao Katniss" dicono in coro. Gli saluto con la mano e mi siedo. La cena è molto tranquilla, parliamo del più e del meno, ma solo quando abbiamo finito di mangiare mi faccio avanti. "Devo dirvi una cosa" dico un pò tremante. "Katniss vorrei prima dirla io una cosa" annuncia Haymitch. "Okay" dico. Vedo Effie prendere la mano di Haymitch. Quel gesto è così amichevole, forse un pò troppo amichevole. Peeta mi guarda confuso, ma io continuo a fissare le loro mani intrecciate. "Che vuol dire?" chiede Peeta. "Io e Haymitch stiamo insieme" dice Effie. Non so se essere felice o sorpresa. "Cosa?! Tu e Haymitch?! Effie dici sul serio?" chiede Peeta. "Si" risponde. "Ma com'è successo?" chiedo. "Quando finì la guerra io e Effie incominciammo a sentirci, e capimmo che non potevamo stare lontani. Però il problema era che io non volevo andare a Capitol City, e lei non voleva venire qui. Così ci siamo tenuti in contatto per tutto questo tempo, ed è grazie a te, Katniss, che ora possiamo passare un pò di tempo insieme" dice Haymitch. Gli guardo a bocca aperta senza parole. "Be, sono un pò scosso, ma...se voi siete felici, lo siamo anche noi" dice Peeta. "Allora brindiamo a questa nuova coppia" dico riprendendomi dallo shock. "Cosa volevi dirci?" chiede Effie posando il bicchiere. Non so che fare. Sarebbe il momento perfetto per annunciare la mia attesa, ma non ho il coraggio di dirlo. "Em...volevo dirvi che sono molto felice di essere qui con voi. Mi siete mancati molto" dico. "Anche noi lo siamo" dice Haymitch. Dopo poco Effie ed Haymitch se ne vanno. Io e Peeta saliamo in camera da letto, sono molto stanca e vorrei dormire, ma lui inizia a baciarmi. So dove vuole arrivare. "NO" dico spingendolo. "Scusa" dice Peeta imbarazzato. "No non è colpa tua è solo che..." sto per continuare la frase ma inizia a girarmi la testa. Corro in bagno e inizio a vomitare. Peeta si siede accanto a me. "Ti senti male?" chiede preoccupato. Scuoto la testa. "E allora che hai?" domanda. Gli prendo la mano e gliela metto sulla mia pancia. Lui mi guarda confuso, poi capisce. "Sei sicura?" chiede. Io annuisco. "Ho paura Peeta" dico. "Non devi averne." dice "Ci sono io qui con te, e ti...o meglio vi proteggerò".

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Capitolo 22
*** Capitolo 22° ***


Il mattino seguente mi sveglio con un forte mal di testa. Vorrei restare a letto, ma non posso. Io e Peeta dobbiamo andare con Effie a vedere le decorazioni per la cerimonia nei boschi. Dovrebbe venirci a prendere lei, ma decidiamo di andare a casa di Haymitch per dare la notizia della mia attesa ai due. Appena glielo diciamo rimangono quasi sconvolti, come lo siamo rimasti noi quando ci hanno detto che stavano insieme. Dopo il momento di felicità ed emozione andiamo nel luogo deciso per la cerimonia. Vedo Effie andare avanti e indietro per decidere la posizione delle sedie e dei tavoli. Io annuisco e basta. Sono una frana in queste cose. "Ecco a voi dei cataloghi" dice Effie porgendoci le riviste. Scegliamo delle decorazioni tutte verdi ed arancioni, i nostri colori preferiti. "Vorrei posizionare un enorme arco proprio qui al centro fatto tutto di fiori, che ne dite?" chiede Effie. "Sarebbe fantastico. Io potrei disegnarlo e dare lo schizzo al falegname per farlo costruire. Ho già un'idea in mente" dice Peeta. "Ottimo" dice Effie. "Ehi, ci sei?" mi chiede Peeta stringendomi la mano. "Em...si" dico. "Oh quasi dimenticavo" dice Effie interrompendoci "Domani devi lasciarci casa libera signorino". "Mmm...perchè?" chiede Peeta ridendo. "Perchè ho scelto alcuni abiti da sposa e Katniss dovrà provarli" dice. "Devo già provare degli abiti da sposa?!" chiedo. "Certo cara. Dobbiamo trovare l'abito perfetto, e credo che ci vorrà un bel pò di tempo" dice. "Non posso restare a casa?" chiede Peeta. "NO. Sei impazzito, tutti sanno che porta male vedere l'abito della sposa prima del matrimonio" dice. Io guardo Peeta e scoppio a ridere. "Non c'è niente da ridere. Mi ricordo che una volta durante un matrimonio lo sposo scappò con un'altra donna, e sapete perchè? Perchè lui aveva visto l'abito prima della cerimonia" dice. "E va bene domani non starò a casa. E comunque non scapperei mai con un'altra donna" dice Peeta. "Lo so, ma tutto può succedere" dice Effie. "Va bene...ed invece, per quanto riguarda il mio abito?" domanda Peeta. "Per quello c'è tempo. Sappiamo tutti che voi uomini siete più veloci e decisi nelle scelte" dice lei. Dopo molto tempo, torniamo a casa. Peeta va subito a disegnare l'arco di cui aveva parlato con Effie. Vorrei guardarlo mentre lavora, ma lui mi dice che non posso perchè dev'essere una sorpresa, così lo lascio fare. Decido di sdraiarmi sul divano e dopo poco mi addormento. Ma come al solito il mio sonno non è sereno. 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23° ***


Sto camminando verso l'altrare. Vedo Peeta che mi sorride. Attorno a me ci sono tante persone, ma non riesco a riconoscerle, vedo solo i loro occhi, che sono pieni di odio. Continuo a camminare. L'abito che indosso è pieno di rose bianche. Rose bianche...lo vedo. Snow è accanto a Peeta e mi guarda con i suoi occhi da serpente. "Signorina Everdeen, sono le cose che amiamo di più...a distruggerci" dice il presidente mentre inietta una siringa nella schiena del mio futuro marito. Vedo Peeta accasciarsi a terra. Cerco di correre verso di lui ma non riesco a muovermi. Guardo il mio abito è vedo che è diventato rosso. Sono dentro una pozza di sangue. Cerco di liberarmi, ma il sangue sale sempre più su, fino a coprirmi la faccia. Spalanco gli occhi e vedo Peeta che corre da me. "Calmati okay? Era uno dei tuoi incubi. Va tutto bene" dice mentre mi abbraccia. "S-s-si okay" dico tremando. Restiamo così per qualche minuto, poi ci addormentiamo. A svegliarmi è la voce di Effie. "Su signorino, dobbiamo provare degli abiti, vai via e torna tardi" dice a Peeta. "Daccordo, daccordo. Posso almeno salutare la mia fidanzata?" chiede lui. "Si, ma sbrigati" dice Effie. Apro gli occhi e vedo Peeta entrare in camera. "Devo scappare" dice dolcemente baciandomi la fronte. "Okay" rispondo. "Ci vediamo più tardi amori miei" dice toccandomi la pancia. Il suo gesto mi fa rabbrividire e mi fa tornare alla mente le mille domande sul bambino, ma le scaccio via e decido di raggiungere Effie per provare i vestiti. Non so quanti abiti mi fa provare perchè perdo il conto. Ce ne sono tantissimi. Alcuni con le perle, altri con il pizzo, altri ancora con delle pietre scintillanti. Mi siedo sul divano stremata e osservo gli abiti. "Allora, quale ti ha colpito di più?" chiede Effie. "Non lo so" dico. "Vuoi pensarci un pò?" chiede. "Non lo so,Effie. Per me sono tutti bellissimi, però forse, sono troppo" dico. "In che senso?" domanda. "Ecco...vorrei qualcosa di più semplice" dico. "Ad esempio?" chiede. "Be qualcosa sensa tutta quella roba che c'è su quei vestiti" rispondo. "Ma se non c'è quella roba il tuo abito sembrerà una camicia da notte" dice. "Non m'importa! Voglio un abito semplice, proprio come me" dico. "Okay, okay. Sei sempre la solita testarda...che ne dici se a quest'abito togliamo tutte le perle e lasciamo solo il pizzo?" chiede porgendomi uno dei vestiti. Cerco di immaginare il pizzo sullo strascico senza tutte quelle perle. "Si potrebbe andare" dico. "Daccordo. Sarà pronto nel giro di una settimana" dice sistemando gli abiti. Passo un'altra ora a provare veli ed acconciature poi, finalmente, Effie torna a casa di Haymitch, ed io mi butto sul divano. Dopo poco mi alzo e preparo la cena. Aspetto Peeta per un'altra ora, ma lui non si fa vivo. Inizio a preoccuparmi, così decido di andare in panetteria. Quando arrivo la porta è aperta, ma dentro non c'è nessuno. Vado nel seminterrato, ma anche li niente. Esco fuori ed inizio a girare attorno all'edificio. Sto per andarmene quando a terra, accanto ai cespugli, vedo una persona. Peeta. 

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Capitolo 24
*** Avviso ***


Ciao ragazzi, volevo scusarmi per non aver pubblicato nulla in tutti questi giorni, ma sono impegnata con la scuola, e poi il 20 novmbre è uscito mockingjay parte 1 ed io sono ancora traumatizzata. Il capitolo lo posterò in questi giorni, non preocupatevi ;)

Comunque...qualcuno ha visto mockingjay? Se si che ne pensate? Io, come vi ho detto, sono traumatizzata (ed è passata una settimana). Quel film è davvero stupendo, ma ti distrugge (specialmente la scena finale). 

Voglio sapere i vostri pareri, quindi commentateeeee! 

CIAOO :) <3 <3

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Capitolo 25
*** Capitolo 24° ***


Corro verso lui e mi ci siedo accanto. "Peeta" chiamo. Lui non risponde. Gli appoggio la testa sul petto ma non riesco a sentire il cuore. "Peeta!!" urlo, ma niente. Sta accadendo di nuovo. Mi sembra di essere ritornata nell'arena, e di rivivere quell'orribile momento. Tremante come una foglia cerco di rianimarlo, proprio come fece Finnick. Gli appoggio di nuovo la testa sul petto ma non sento nulla. Così, con le poche forze che ho, lo trascino nella panetteria e lo faccio stendere sulla poltrona. Esco di corsa dall'edificio e mi dirigo verso la casa del medico. Appena arrivo, inizio a bussare insistentemente alla porta. Il dottore mi apre preoccupato. "Che succede?" chiede. "Peeta non respira...il suo cuore si è fermato" dico piangendo. "Calma, calma. Dov'è lui?" chiede. "In panetteria. Ho cercato di rianimarlo, ma niente" dico. "Okay, andiamo" dice afferrando una valigetta. Appena arriviamo, il dottore strappa la maglietta di Peeta e tira fuori dalla valigetta uno strano aggeggio. Appena posiziona l'attrezzo sul petto del mio panettiere, lui sobbalza. "Cos'è quella cosa?" urlo, ma il medico non risponde. Mi siedo a terra ed inizio a piangere. Lo sto perdendo. Se ne sta andando. Il mio ragazzo del pane sta andando via per sempre. "E' sveglio" grida il medico facendomi sobbalzare. Vedo Peeta che inizia ad aprire gli occhi. "Katniss?" dice con un filo di voce. "Che ti è successo?" dico mentre gli prendo la mano. "Non lo so. Sono uscito fuori per prendere una boccata d'aria e poi...poi non ricordo più nulla" dice. "Peeta, non respiravi più. Eri morto!" dico. Lui mi stringe forte senza dire nulla. "Signor Mellark, sta per caso continuando a prendere quelle pillole?" chiede il dottore. "Quali pillole?" domando. "Le pillole per far diminuire le crisi di panico" dice. Guardo Peeta confusa, ma lui rimane in silezio. "Allora, le sta continuando a prendere?" chiede di nuovo il medico. Peeta annuisce. "Quante ne prendeva al giorno?" chiede. "Quattro" risponde Peeta. "Quattro?! Il massimo era due. Avevo detto che doveva andarci piano perchè potevano farle male, ed infatti così è stato" dice. "Perchè non me l'hai detto?" chiedo. "Te ne avevo parlato" risponde lui. "Si, ma non mi hai detto che avevi iniziato a prenderle. Perchè?" chiedo. "Perchè se te l'avessi detto, tu non me le avresti fatte prendere, ed i miei attacchi di panico sarebbero continuati" dice. "Eri morto, lo capisci!" urlo. "Scusate se m'intrometto" dice il dottore "ma dovrei giusto fare dei controlli per accertarmi che tutto vada bene" . "Certo, faccia pure" dico alzandomi ed uscendo dalla panetteria. Sento Peeta che chiama il mio nome, ma faccio finta di non sentire. Avevamo promesso di non mentirci più, e lui che fa? Inizia a prendere delle pillole che lo fanno quasi morire! Sono troppo arrabbiata per tornare a casa, così decido di dirigermi verso il bosco, dove forse riuscirò a calmarmi.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25° ***


Non ero mai andata di notte nel bosco. E' ancora più bello e rilassante. Mi fa calmare ed è come se cancellasse tutti i pensieri negativi che ho in testa. Sono appoggiata al tronco di un albero ed osservo la luna. Sembra di essere nell'arena dei miei primi Hunger Games. Il solo pensiero mi fa rabbrividire, così chiudo gli occhi, e dopo due minuti mi addormento. Mi sveglio di soprassalto per colpa di un incubo. Nel sogno ero tornata nell'arena e dovevo uccidere tutte le persone a me care per sopravvivere. Penso sia stato uno dei miei incubi peggiori. Non c'è niente di più spaventoso, che perdere qualcuno a cui tieni, ed io ne so qualcosa. Mi alzo e mi dirigo verso casa. Mentre cammino però vedo un gruppo di lavoratori che sta ricostruendo uno dei tanti palazzi distrutti. Mi fermo ad osservarli, però vengo distratta da una voce. "Potresti darci una mano?" chiede uno dei lavoratori. "Em...certo!" dico. L'uomo mi dice cosa fare ed io eseguo il mio lavoro. Pensavo fosse più semplice, invece è un lavoro davvero tosto. Dopo poco mi fermo. Ricordo a me stessa di essere incinta, così saluto i lavoratori, che mi ringraziano per il lavoro svolto, e vado via. Non vedo Peeta da quasi un giorno, ed il modo migliore per chiarire non è di certo scappare via, anche se io l'ho appena fatto. Così torno a casa, ma appena arrivo non trovo nessuno. Decido di guardare un pò di televisione per far passare il tempo. Dopo poco sento un rumore, così spengo la TV e mi dirigo verso l'ingresso. Peeta è accanto alla porta, ed ha la fronte bagnata di sudore e gli occhi pieni di terrore. "O mio dio Katniss mi hai fatto preoccupare" dice abbracciandomi "Ti ho cercata dappertutto". "Ero nei boschi" dico. "Non fa niente, l'importante è che ora ti ho trovata" dice. "Okay" rispondo. "Katniss scusami tanto. Sono stato uno stupido. Ti prometto che d'ora in poi non ci saranno più bugie. Ho fatto un gravissimo errore. Non so cosa mi è passato per la testa, non ho pensato alle conseguenze. Non prenderò mai più quelle pillole. Sono un cretino. Perdonami, ti prego" dice mettendosi in ginocchio. "Alzati" dico. "No! Devi perdonarmi" dico. "Peeta, alzati" dico di nuovo. Lui si alza lentamente. Io gli getto le braccia al collo e successivamente lo bacio. Sono ancora arrabbiata con lui, ma in fondo, quello che sto passando ora, l'ha passato lui quando non gli ho detto dell'intervento. "Allora mi perdoni?" chiede. "Certo. Ed ora sul serio, non dobbiamo più dirci bugie" dico. "Lo giuro" dice mettendosi la mano sul cuore. "Lo giuro" dico a mia volta, mettendomi anch'io la mano sul cuore. Cerco di andare in salone, ma lui mi attira a se e mi bacia. "Allora hai provato gli abiti?" chiede quando si stacca. "Si, ed è stato orribile!" dico. "    Perchè?" domanda. "Erano tutti troppo appariscenti e poi tu sai che  odio la moda e tutte quelle cose la" dico. "Si, e allora cosa indosserai? Il pigiama?" dice ridendo. "Be, sarebbe un'idea. Ma, purtroppo, ho detto ad Effie che poteva far sistemare uno dei tanti abiti, quindi dovrò indossare quello" dico. "Mmm...capisco" dice "Ma per me, abito o non abito, rimani sempre perfetta".

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Capitolo 27
*** Capitolo 26° ***


Vengo svegliata di soprassalto da un rumore. "Cos'è?" chiedo a Peeta. "Katniss, stanno solo bussando alla porta" dice. Annuisco e mi risistemo sul suo petto, ascoltando il battito regolare del suo cuore. "Katniss..." mi chiama. "Si?" dico. "Dovrei andare ad aprire" dice. "Oh, daccordo" rispondo. "Em...dovresti spostarti" dice. "Certo, scusami" dico. "Stai bene?" mi chiede. "Si certo, sono solo un pò stanca" rispondo. In realtà sono un pò stanca...sono molto stanca. Dopo tutto quello che è successo, vorrei solo starmene al letto tutto il giorno e non fare nulla. Così mi stendo e chiudo gli occhi, ma la voce di Effie me li fa riaprire dopo due secondi. "E' arrivato!" grida. "Cosa?" chiedo mentre la raggiungo. "Ma come cosa?! Il tuo abito!" dice elettrizzata. "Oh...bene, sono così euforica" dico sarcastica. "E tu, che ci fai ancora qui?" dice Effie rivolgendosi a Peeta. "Sai, molto probabilmente questa è casa mia" dice Peeta. "Lo so, sciocco. Non voglio cacciarti, così te l'ho chiesto per non essere scortese" dice. "Okay, vado in cucina a preparare la colazione" dice lui. Appena Peeta esce dalla stanza, Effie si volta verso di me ed estrae l'abito. "Carino" dico. "Appena lo indosserai, rimarrai a bocca aperta" dice, ed infatti è così. Nello specchio non vedo: Katniss Everdeen, la ragazza che ha salvato Panem dal terribile e potente presidente Snow. Vedo una ragazza semplice, che vuole far felice il suo sposo. "Effie è davvero bellissimo" dico. "Già tesoro, Flavius, Octavia e Venia hanno fatto un bel lavoro" dice. "Come?" chiedo. "Oh già, mi ero dimenticata di dirtelo. Loro hanno chiesto, anzi hanno preteso, di risistemare il tuo abito. Ed, ecco, hanno anche preso spunto da alcuni abiti da sposa di Cinna" dice. Vado verso di lei e l'abbraccio. "Grazie" dico  piangendo. "Oh, tesoro, così fai piangere anche me" dice. "Scusami" dico. "Ascoltami, so che ti manca, manca anche a me, ma lui è sempre qui con noi, e so per certo che è davvero fiero di te" dice asciugandosi una lacrima. "Si, grazie ancora Effie" rispondo. Dopo essermi tolta il vestito scendo giù con Effie a fare colazione. "Allora, com'è andata la prova?" chiede Peeta. "Bene" rispondo facendo un sorriso ad Effie. "Allora cari miei. Il vostro matrimonio si terrà tra un mese esatto. Voi non preoccupatevi di nulla, farò tutto io" dice la nostra amica. "Dovremo allargare il vestito?" chiedo. "Katniss, sarai al quarto mese di gravidanza, non al nono. Non ce ne sarà bisogno"dice. Annuisco. "Grazie per tutto quello che stai facendo" dice Peeta. "Oh figurati. Io amo i matrimoni, specialmente se si tratta del vostro" dice. "Bene, io vado in panetteria, vieni con me Katniss?" mi chiede Peeta. "Em, si okay" rispondo. Usciamo tutti e tre di casa. Effie si dirige verso casa di Haymitch, mentre noi andiamo dalla parte opposta. Mentre camminiamo vengo chiamata da qualcuno. Mi volto e vedo Eric, uno dei ragazzi che ho aiutato ieri a ricostruire l'edificio. "Ehi" dico. "Come stai?" domanda. "Bene e tu?" chiedo. "Em...bene. Senti mi stavo chiedendo se sta sera fossi libera?" chiede. "Sto per diventare madre" dico per allontanarlo. "Oh, e lui ti ha mollata?" chiede. "Veramente lui, sarei io" interviene Peeta mettendomi un braccio intorno alla vita. "Oh, perdonami, pensavo che la vostra relazione fosse finta" dice. "Come ti permetti a dire una cosa del genere?!" dice Peeta infuriato. "Amico, sei scemo. Stanno per sposarsi" interviene un uomo. "E tu come fai a saperlo?" chiedo all'uomo. "Lo sa tutta Panem" risponde. "Andiamo Katniss" dice Peeta infastidito. "Chi era quel ragazzo?" mi chiede. "Era solo un ragazzino che ho conosciuto ieri mentre aiutavo dei muratori" dico. "Hai visto cos'ha detto? Non devi avere amici così, Katniss" dice. "Si, ho sentito cos'ha detto, neanche a me è piaciuto. E poi non è mio amico" rispondo. "Daccordo, ma non parlarci mai più. Okay?" dice. "Si va bene. Ma non essere così geloso, ti prego!" dico. "Non sono geloso" risponde. "Si certo...ora pensiamo a quello che ha detto quell'uomo. Tutta Panem sa del nostro matrimonio?! Com'è possibile?" domando. "Non lo so, forse dovremmo parlare con Haymitch" dice. "Okay" dico mentre iniziamo a dirigerci verso casa. 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27° ***


"Che cosa hai fatto?!" dico appena entro in casa di Haymitch. Solo ora mi accorgo di quanto è pulita e profumata quella casa. Lui è seduto sul divano a guardare la tv, ed è sobrio. E' ancora molto strano vederlo in questo stato. "Come? Di cosa stai parlando?" chiede. "Oh dai, non fare il finto tonto. Tutta Panem sa del nostro matrimonio. Allora, che hai da dire a tua discolpa?!" dico. "Okay, okay, calmati. Plutarch l'altro giorno mi ha telefonato, congratulandosi per il vostro matrimonio. Io non ho detto nulla, lo giuro. Sono rimasto sorpreso anch'io quando me l'ha detto" dice. "E allora chi è stato?" domanda Peeta. "Io" dice Effie entrando nel salone. "Cosa?! Perchè?" chiedo. "Per sbaglio l'ho detto ad una mia cara amica di Capitol e lei deve aver sparso la voce. Non dovevo fidarmi di lei. Mi dispiace tanto ragazzi" dice. "Okay, non importa. Stai tranquilla Effie" dico abbracciandola. "Ed ora? Arriveranno telecamere? Dovremo fare interviste e cose così?" chiede Peeta. "Credo proprio di si...ma c'è anche un'altra cosa. Vi vogliono a Capitol CIty" dice Haymitch. "NO!"urlo. "Katniss, mi dispiace. Plutach l'ha annunciato sta mattina in diretta nazionale, non potete mancare" dice. "No, non m'importa. Io non torno in quella schifosissima città" dico. "Nemmeno io voglio andarci" dice Peeta. "Ragazzi non fate i bambini. Dovete solo fare qualche intervista, poi potrete tornare a casa" dice. "No, io non ci vado. Troppi ricordi" dico dirigendomi verso la porta. "Non risolverai nulla scappando" urla Haymitch. Lo fisso per qualche secondo, poi esco sbattendomi la porta alle spalle. Non tornerò a Capitol City, non possono obbloigarmi. Inizio a correre nella direzione del bosco, ed appena arrivo li, prendo il mio arco ed inizio a cacciare. Il bosco mi aiuta sempre in queste situazioni. Riesco a catturare due tacchini. Mi siedo sul prato verde, ed inizio a strappare le piume. Perchè la gente deve decidere al posto mio? Perchè non mi chiedono mai cosa ne penso? I giochi sono finiti, la guerra è finita, è tutto finito, perchè non mi lasciano vivere la mia vita in pace? Sono stufa. Sono stufa di essere Katniss Everdeen, la ghiandaia imitatrice. Voglio solo essere lasciata in pace una volta per tutte. Vengo distratta da un rumore. Alzo gli occhi e vedo del fuoco. Un fulmine ha colpito un albero ed ora quest'ultimo sta bruciando. Prendo i tacchini ed inizio a correre. A un certo punto un altro fulmine colpisce un altro albero, che fa spezzare un ramo infuocato che mi si piazza davanti. Lascio cadere per terra i tacchini per colpa di un forte bruciore alla mano. Mi sono scottata, proprio come nei primi Hunger Games. Chiudo la mano a pugno, cercando di far alleviare il dolore. Sento delle mani che mi stringono le spalle. Mi giro di scatto ed inizio a tirare calci al mio aggressore. "Katniss sono io" urla Peeta. "Oddio Peeta, scusa. Mi hai fatta spaventare" dico. "Scusami tu...ora però dobbiamo andarcene" dice mentre iniziamo a correre verso casa. Appena arriviamo, lui corre in bagno a prendere una pomata per le scottature. Mi prende la mano ed inizia a spalmarmela delicatamente. Io sobbalzo per il dolore. "Scusa" dice cercando di fare più delicatamente. "Non preoccuparti" dico mentre gli accarezzo il viso. "Katniss...ho parlato con Haymitch e lui ha detto che non possiamo fare nulla. Ho provato a convincerlo, ma lui ha detto che non può decidere lui" mi dice. "L'avevo intuito. Scusa se sono scappata, ma dovevo stare un pò sola. Non voglio tornare a Capitol" dico. "Anch'io non voglio tornarci Katniss. Anch'io ho dei brutti ricordi di quella città" dice. Sono stata così egoista che non ho pensato a Peeta. Lui li è stato picchiato e torturato per colpa mia. "Lo so, mi dispiace" dico. "E di cosa? Non è colpa tua" dice. "Si che lo è. E' sempre colpa mia. Ora siamo costretti a tornare in quell'inferno. L'ho sempre detto che dovevo magiare quelle bacche e basta" dico. "Ma cosa dici? Tu ci hai salvati. Hai salvato tutti" dice "non è colpa tua. So che siamo costretti a tornare nella capitale, non possiamo farci nulla. Affronteremo la situazione insieme, come abbiamo sempre fatto. Perchè è questo che facciamo noi due...ci proteggiamo a vicenda". 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28° ***


Ed eccoci qui, sul treno, diretti a Capitol CIty. Non posso crederci. Sto tornando in quel posto. Nel posto in cui, il mio ragazzo del pane è stato torturato e depistato. Nel posto in cui la mia povera paperella è stata uccisa. "Katniss, è tutto okay?" mi chiede Effie. Lei ci accompagnerà in quell'inferno. Ha detto che era il minimo che poteva fare per farsi perdonare. Haymitch invece è rimasto al 12...ha detto che non gli andava di venire. Come se a me andasse tanto di tornare a Capitol. Quando fa così lo detesto. "Si, è tutto okay" dico ad Effie "per caso sai dov'è Peeta?". "No, da quando è salito sul treno non l'ho più visto" risponde. Annuisco e mi alzo dal divano per andare a cercarlo. Lo trovo in una stanza, seduto a terra, con la testa fra le mani. "Posso entrare?" chiedo rimanendo sulla porta. Lui alza la testa e mi guarda. I suoi occhi sono rossi, segno che ha appena finito di piangere. "Si, certo" dice accennando un sorriso. Io mi siedo accanto a lui e l'abbraccio. "Katniss io non ce la faccio, non posso tornare li" dice mentre incomincia a piangere di nuovo. Questa cosa lo sta distruggendo, e sta distruggendo anche me. Non voglio che crolli proprio adesso. Dobbiamo farcela insieme. "Peeta guardami" dico prendendogli il viso tra le mani "non piangere, ti prego. Dobbiamo affrontare la cosa insieme, l'hai detto anche tu". "Lo so Katniss ma...tu non sai quello che mi facevano. Loro..." gli metto una mano sulla bocca prima che possa finire. Non voglio che mi parli delle sue torture. "No Peeta, non sei costretto a dirmi quello che ti hanno fatto" dico. "No io...voglio dirtelo" dice. "Peeta...sei sicuro che ti farà bene? Potresti avere uno dei tuoi flashback ed...ed io non voglio" dico. "No, non avrò uno dei miei attacchi...ne sono sicuro" risponde. Io l'abbraccio di nuovo, e poi lo invito ad iniziare il suo racconto. "I primi giorni non è successo nulla, credo per via delle interviste, per far vedere che stavo bene. Poi sono iniziate le torture. Calci, pugni, frustate e poi...il depistaggio. La cosa più straziante però, era sentire le urla degli altri vincitori che venivano torturati. A volte mi facevano anche assistere. Quel posto sembrava un orologio, proprio come l'arena. La mattina mi torturavano, il pomeriggio mi facevano assistere alle torture e la notte c'erano gli incubi. All'inizio, l'unica cosa che mi faceva resistere..." si ferma un attimo per prendere un bel respiro e poi continua "...eri tu. Poi...il depistaggio ha fatto effetto e...ho iniziato a pensare di voler morire, però prima volevo uccidere te. Ucciderti e poi morire. Ero un mostro. Ed è questo quello che mi terrorizza. Ho paura di tornare come prima. Paura di ritornare ad essere uno schifosissimo ibrido. E soprattutto, paura di volerti uccidere". Lo guardo con le lacrime agli occhi. Non mi aveva mai raccontato delle sue torture. Be non me le ha descritte nei minimi dettagli, però questo già mi fa capire quanto ha sofferto. "Mi dispiace, Peeta" dico mentre lui mi asciuga le lacrime "io so che tu non tornerai quello di prima. So che resterai con me e che non mi farai del male". Lui mi guarda intensamente, e poi mi bacia. "Ti amo Katniss" dice. "Ti amo anch'io" rispondo. Dopo poco sentiamo bussare alla porta. E' Effie che ci dice che siamo quasi arrivati. "Ora stai meglio?" chiedo a Peeta mentre usciamo dalla stanza. Lui annuisce e mi da un bacio sulla guancia, prima di andare ad osservare il terrificante panorama della città. Quel suo gesto mi fa ricordare una scena che ho già visto. Lui, più giovane, che saluta la gente che ci sta aspettando in stazione. Eravamo così innocenti...e nemmeno ci immaginavamo cosa avremmo dovuto passare. Ad un certo punto, tutte le scene più terrificanti a cui ho duvuto assistere iniziano a scorrermi davanti agli occhi. Prim che viene estratta per i giochi, Rue che viene infilzata dalla lancia di Marvel, Peeta con la gamba ferita, l'annuncio di Snow dell'edizione della memoria, la morte di Cinna..."Katniss" Peeta mi chiama riportandomi al presente. "Cosa c'è?" chiedo. "Siamo arrivati, è ora di scendere" risponde. Mi guardo attorno e vedo che il treno è fermo. Afferro la mano di Peeta e mi preparo ad affrontare l'inferno. 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29° ***


"Allora Peeta, come state?" chiede Caesar appena la telecamera si accende. Sono stanchissima. Ieri sera siamo andati al letto tardi perchè hanno organizzato una "festa" in nostro onore, e sta mattina ci siamo svegliati presto per fare le interviste ed i servizi fotografici. Siamo qui da soli 3 giorni e già non ne posso più. "Stiamo bene" risponde Peeta. "Ho saputo che il 12 è stato ristrutturato e che ora è davvero un bel distretto" dice l'intervistatore. "Be si, è migliorato molto, sai dovresti venire a farti un giro" risponde Peeta."Mmm...be magari quando avrò un pò di tempo passerò a trovarvi" dice Caesar ridendo "Comunque...ragazzi, noi tutti siamo eccitati per il vostro matrimonio. Come stanno andando i preparativi?". Era da tanto che non vedevo Caesar. Devo dire che non è cambiato per niente, ma in fondo è ovvio, siamo a Capitol City, chi ha 60 anni ne dimostra 20 in meno grazie alle "magie" che riescono a fare i chirurghi. "Oh Effie sta facendo tutto. Noi diamo soltanto consigli. Lei è davvero eccezionale, non sappiamo come ringraziarla" dice Peeta. "Già, penso che il vostro matrimonio sarà uno dei più memorabili nella storia dei matrimoni" dice Caesar divertito "e tu Katniss. Sei eccitata per il grande evento?". "Si, sono...molto contenta" rispondo. "Puoi darci un'anteprima del tuo abito?" mi chiede. "Caesar...sai che non posso parlarne. C'è un intruso" dico indicando Peeta. Loro scoppiano a ridere. "Si certo, hai ragione. Ma, dicci Peeta, come hai chiesto a Katniss di sposarla?" chiede. Mentre lui inizia a raccontare io mi perdo nei miei pensieri. Quando sono arrivata a Capitol ho notato che per le strade c'erano molti uomini vestiti con un'uniforme grigia. Credo siano soldati del 13 mandati qui per impedire che inizi qualche rivolta. I capitolini sono ingenui, però è meglio prendere precauzioni. "Wow, Peeta, sei un vero romantico. Non vediamo l'ora di vedervi sull'altare" dice Caesar. "Oh, anche noi non vediamo l'ora di sposarci" risponde Peeta. "Certo è davvero molto eccitante" dice "ragazzi, io vi auguro il meglio e vi saluto". "Grazie Caesar, alla prossima" dice Peeta stringendogli la mano. Io faccio lo stesso. Poi ci alziamo e ci incamminiamo verso l'uscita. "E quest'altra intervista è andata" dice Peeta. "Già, non ne posso più di tutte queste domande sul matrimonio e sulla nostra vita al 12" rispondo. "Anch'io. Qui forse non conoscono la parola privacy" dice. "Si lo penso anch'io" rispondo. "Eccovi qui ragazzi, siete stati favolosi" dice Effie entrando nella stanza. "Abbiamo soltanto risposto a delle domande" dico. "Si, ma in modo favoloso" dice lei "ora dobbiamo andare. Ci sarà un pranzo in vostro onore". "Ma non abbiamo fatto una cosa simile ieri?" chiede Peeta. "Si, ma voi siete qui solo per qualche giorno, e quindi dobbiamo festeggiarvi fin quando ne abbiamo la possibilità" dice lei sorridente. Io sbuffo e Peeta mi lancia un'occhiata. "Quindi...è ora di andare" dice Effie. "No, non potete andarvene" dice un uomo entrando nella stanza. Dietro di lui ci sono degli altri uomini che prendono Effie per le braccia e la trascinano via. "Che sta succedendo?" chiedo preoccupata. "Dovete seguirci" dice l'uomo. "No, fin quando non mi dite cosa succede" dico. "Dobbiamo usare le maniere forti?" chiede l'uomo. "Cosa?" domando confusa. Mi volto e vedo un'altro uomo colpire Peeta con un bastone. "NO!" urlo mentre qualcuno mi tiene per le spalle "lasciatelo stare". "Stia calma" mi dicono. "No, non toccatelo!" dico mentre mi dimeno tutta. Cerco di raggiungere il corpo di Peeta, ma ad un certo punto sento qualcosa pungermi il braccio e poi non vedo più nulla. 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30° ***


"Peeta!" urlo appena mi sveglio. Sono seduta su una sedia al centro di una stanza tutta bianca. Di fronte a me c'è una porta. Cerco di alzarmi, ma mi accorgo di essere incatenata. Mentre cerco di liberarmi la porta si apre. Entra una donna di mezza età. Ha capelli scuri, con alcune ciocche grigie, e gli occhi...quegl'occhi, gli ho già visti. Accanto a lei c'è l'uomo che ha stordito Peeta. "Finalmente si è svegliata signorina Everdeen" dice. "Chi siete? Cosa volete da me? Dov'è Peeta?" chiedo tutto d'un fiato. "Stia calma" dice. "Voglio sapere cosa volete?" chiedo ancora. "Cosa vogliamo? Semplice...potere" dice. "Cosa?!" domando. "Si, ha capito bene...potere" ripete. "Chi è lei?" chiedo impaurita. "Sono Rosalin Snow" dice. "C-come?!" chiedo scioccata. "Si tesoro, sono la sorella del nostro caro e defunto presidente Snow" risponde. "E cosa vuole da me?" domando. "Ecco, come ben tu sai, da quando mio fratello non c'è più, il potere è passato nelle mani della presidente Paylor e quindi nelle mani dei distretti. E noi siamo diventati invisibili. Non abbiamo più tutto il lusso che c'era prima, non abbiamo più il nostro passatempo preferito, ovvero gli Hunger Games, ma soprattutto non abbiamo più il potere" si ferma per scrutare Katniss e poi continua "e secondo lei di chi è la colpa? Oh, ma guarda un pò...sua. Non posso tollerare che una ragazzina mi tolga tutto ciò a cui voglio davvero bene. Però, lei mi può essere d'aiuto". "In che modo?" chiedo. "Lei ed il suo amato ragazzo del pane siete i miei ostaggi. Tra qualche giorno andrete in diretta nazionale, e direte a tutti che se non riavremo il potere...morirete". "Non lo farò MAI" urlo. "Davvero, tesoro, ne sei sicura" dice mentre l'uomo mi da uno schiaffo "vuoi davvero aumetare la tua dose giornaliera di tornure?". "Cosa?" chiedo. "Tu farai quello che ti dico" dice. "E se io non volessi?" domando. "Ti uccideremo" risponde. "Non m'importa" dico. "Allora uccideremo Peeta" dice. Il mio cuore si ferma per un secondo appena sento quella frase. "Vedo che hai capito" dice. "N-non toccate Peeta" dico. "Mi dispiace ghiandaia imitatrice, abbiamo già iniziato" dice mentre si avvia verso la porta "ed ora inizieremo anche con te". Appena Rosalin esce dalla stanza l'uomo mi slega e mi butta a terra. "Togliti la maglia" urla. "NO!" dico. Lui mi tira per i capelli e mi sbatte contro il muro. "Togliti quella schifosissima maglia, ORA!" dice. Io lo spingo. "NO!" urlo di nuovo. Lui si scaraventa addosso a me ed inizia a togliermi la maglietta. Io cerco di liberarmi dalla sua presa, ma invano. Riesce a togliermela e mi butta a terra. Inizia a frustarmi senza pietà. Lo imploro di fermarsi, ma lui non mi ascolta. Dopo 10 frustate svengo per il dolore atroce. Quando mi sveglio non sono più nella stanza bianca. Sono sul pavimento di cella, buia e grigia. Addosso ho un camice bianco, simile a quello che usano i malati negli ospedali. Cerco di alzarmi, ma non ci riesco. Mi tocco leggermente la pelle nuda della schiena e sobbalzo. 10? 20? 30? Quante frustate mi ha dato? Non lo so. So solo che il dolore è atroce. Fuori dalla cella, seduto su una sedia c'è un'altro uomo. "Quanto ho dormito?" gli chiedo. "Niente domande" dice. "Ti prego" dico. "Quasi un giorno...ora basta domande" dice. "Dov'è Peeta?" domando. "Sei per caso sorda ragazza di fuoco? Ho detto niente domande" urla. "Ti prego, ti supplico. Dimmi almeno se sta bene" chiedo. Lui rimane in silenzio per qualche minuto, poi mi parla. "Di certo non è messo meglio di te"

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Capitolo 32
*** Capitolo 31° ***


"Spero che ti sia piaciuto il nostro regalino!" dice la mia guardia buttandomi nella cella. Sta mattina mi hanno trascinato un una stanza, mi hanno iniettato qualcosa...qualcosa di molto forte che mi ha fatto avere delle allucinazioni orribili. C'erano degli ibridi che mi mangiavano il corpo, ed io...riuscivo a sentire il dolore. Quando mi sono svegliata però ero intatta, avevo solo dei graffi sulle braccia. E poi ho avuto altre allucinazioni orribili, su mia madre, su Peeta, su Prim...E' stato orribile. Mi sfioro la pancia, pensando all'unica cosa che in questo momento mi tiene unita a Peeta. Non voglio che facciano del male anche al mio bambino. "Tieni!" dice la guardia poggiando sul pavimento della roba che non può essere di certo considerata cibo. "Non ho fame" dico. "E' da due giorni che non mangi, così morirai. Ci servi viva! Quindi mangia!" dice. "No, grazie. Preferisco morire di fame, piuttosto che morire per colpa di quella roba" rispondo. "Okay, non mangiare. Non m'importa. Io ho fatto il mio lavoro" dice uscendo dalla cella. Cerco di alzarmi per avvicinarmi al "cibo", ma il mio corpo è tutto dolorante, così sono costretta a dovermi trascinare. Osservo quella roba gelatinosa e la spingo via. Mi ranicchio a terra e chiudo gli occhi, sperando di riuscire a dormire. Ma dopo pochi minuti sento un rumore di passi, e sono costretta ad alzarmi. "Jacob!" urla un uomo alla guardia. "Che succede Chris?" chiede. "Puoi prenderti una pausa, mi occupo io di lei" risponde Chris. "Ho preso già preso la mia pausa un'ora fa" dice Jacob. "Ed ora ne prenderai un'altra" dice l'uomo. "Che cosa intendi fare?" chiede la mia guardia. Chris si avvicina all'amico, e gli sussurra qualcosa nell'orecchio che non riesco a sentire. "Bene" dice Jacob andando via. "Ed ora divertiamoci un pò" dice l'uomo mentre apre la porta. Mi nascondo in un angolo della stanza stringendomi le ginocchia al petto. "Che c'è Ghiandaia Imitatrice? Hai paura?" chiede. Io non rispondo. "Dai, ora ti farò divertire" dice ridendo. Mi prende per i capelli e mi sbatte contro il muro. Io lancio un grido di dolore. "Oh, scusa tanto" dice mentre inizia a stringermi il seno. "Non toccarmi" dico a denti stretti. "Perchè? Questo" dice mentre mi inizia a toccare una coscia "non ti piace?". "NO! Lo detesto!" dico. "Oh, dai tesoro. Fidati di me. Ti farò godere...tanto" dice mettendo una mano sotto il mio camice. Inizio a dimenarmi e a tirare calci per liberarmi, ma non ci riesco. "Non complicare le cose!" dice mentre inizia a toccarmi sempre di più. Continuo a dimenarmi e ad urlare come una pazza, fin quando non sento la porta aprirsi. Chris mi spinge per terra e poi si volta per vedere chi è entrato. Alzo la testa ed incontro quei bellissimi occhi azzurri. Peeta è sulla soglia della porta, ed accanto a lui c'è un'altro uomo. Mi guarda spaventato. Ha la faccia e le braccia piene di lividi. "Che cosa hai fatto?!" urla mentre cerca di divincolarsi dalla presa della sua guardia. "Stavo cercando di far divertire un pò la tua sposina, visto che tu non ci riesci" dice Chris. Peeta riesce a liberarsi e si scaraventa addosso all'uomo colpendolo in pieno viso. La guardia lo prende per le spalle e lo ammanetta. "Che ti salta in mente? E tu perchè l'hai portato qui?" chiede l'uomo al suo collega mentre cerca di alzarsi. "Mi ha supplicato di fargli vedere la ragazza" si giustigica la guardia. "Sei un imbecille. Non dovevi portarlo qui" dice Chris "e tu ragazzino la pagherai per questo". Si incammina verso l'uscita, ma si ferma sull'uscio della porta. "Ragazza di fuoco, non preoccuparti" dice "continueremo più tardi".

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Capitolo 33
*** Capitolo 32° ***


"Ti ha toccata?" chiede Peeta mentre si inginocchia accanto a me. "Si...ma non ha fatto nulla" rispondo "sta tranquillo". La guardia gli toglie le manette e lui mi stringe in un caldo abbraccio. "Non posso restare tranquillo...ci stanno torturando! E tu hai una persona in più da proteggere" dice indicando la mia pancia. "Lo so Peeta. Ed ho paura. Non voglio più  soffrire. Non voglio che altra gente muoia per me. Sono stanca. Non ne posso più. Pensavo che fosse tutto finito, ma in realtà non è così. Non finirà mai!" dico mentre piango. "Calmati ti prego. Devi solo restare forte. Appena scopriranno tutto verranno a prenderci...e saremo salvi" dice. Gli poggio il pollice sul labbro, dove ha una cicatrice. "Che ti stanno facendo?" chiedo. "Credo le stesse cose che stanno facendo a te. Ma non devi preoccuparti, io sto bene, ho già subito queste torure" dice facendo un sorriso triste. "Scusate se m'intrometto" dice la guardia "ma devo urgentemente parlarvi". Lo guardo confusa e gli faccio un cenno con la testa, per dirgli di iniziare a parlare. "Mi chiamo Thomas, e sono una guardia in incognito del distretto 13. Sono arrivato qui ieri appena ho saputo del vostro rapimento. Sono qui per aiutarvi!" dice. "Quindi ora ci porterai via?" chiedo. "Mi dispiace, ma non è così semplice. Domani, mentre voi sarete in diretta nazionale, contatterò la presidente Paylor. Sarà un'operazione molto complicata, perchè qui controllano tutto. Mi servirà almeno mezz'ora per svolgere l'intera operazione, quindi ho bisogno del vostro aiuto. Dovrete prendere tempo, dilungarvi con il vostro discorso. Solo così potrò portarvi in salvo" dice. "Ma non puoi direttamente farci uscire da questo schifosissimo edificio?" domanda Peeta. "Non posso. Siamo solo io e altri due colleghi, ed abbiamo soltanto un'arma ciascuno. Perciò abbiamo bisogno di altri soldati. Qui ci sono 25 guardie tutte ben armate. Da soli non riusciremmo a fare nemmeno mezzo mentro" dice. "Daccordo, domani ti aiuteremo. Possiamo fare qualcos'altro?" chiedo. "Potete soltanto cercare di resistere. Ho scoperto, che il veleno che vi iniettano è molto potente, più potente di quello degli aghi inseguitori. E da quello che ho sentito, vogliono di nuovo depistarti" dice mentre guarda Peeta. "COSA?! No...non...loro...non possono farlo!" urla. "Peeta" dico mentre gli prendo le mani "calmati. Ce la farai. Ne sono sicura. Non ti inganneranno di nuovo". "Già, Katniss ha ragione. Quando vi iniettano quella roba, voi dovete pensare che sia tutto finto,  e cercare di combattere contro le allucinazioni. Io cercherò di aiutarvi. Cercherò di far diminuire le torture e la dose di veleno. Più di questo non posso fare" dice Thomas. "Grazie...davvero!" dico. Lui fa un cenno con la testa e poi mette di nuovo le manette a  Peeta. "Scusa se ti metto queste, ma se non lo faccio si insospettiranno" dice. "Non preoccuparti" risponde Peeta. "Daccordo. Ora dobbiamo davvero andare" dice la guardia. "Aspetta! Hai sentito quell'uomo che ha detto prima? Che tornerà per fare del male a Katniss" dice Peeta. "Ci penserò io, sta tranquillo" risponde Thomas. Do un bacio al mio ragazzo del pane e poi lo lascio uscire dalla mia cella. Mi raggomitolo nel mio angolino e chiudo gli occhi, sperando di riuscire a dormire serenamente. 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33° ***


"Ti prego smettila!" dico all'uomo che mi sta picchiando. "Devi soffrire ragazza di fuoco. Hai fatto del male a tutti. La pagherai per questo" urla. Prende la pistola e spara. "NO!" grido mentre mi sveglio dall'incubo.     Sono tutta sudata. E' da quattro giorni che non mi lavo. Vorrei solo sentire l'acqua fresca sulla mia pelle. "Già sveglia?" chiede Jacob mentre apre la mia cella. "Non riesco a dormire molto" dico. "Si, si, certo. Ora alzati" dice. "Dove mi porti?" chiedo. "Ti porto a farti  bella" risponde. "Come?" domando. "Oggi andrai in diretta nazionale, e dovrai essere abbastanza presentabile" dice. Lo fisso per qualche secondo, poi decido di alzarmi e uscire dalla cella. Jacob mi porta in una stanza molto grande con un lettino al centro e un tavolo su cui ci sono alcuni cosmetici. Mi stendo sul lettino ed attendo. Dopo qualche minuto arrivano delle persone che iniziano ad imbrattarmi la faccia. Mentre svolgono il loro lavoro, io inizio a pensare a quello che dovrò dire nel mio discorso. Sicuramente mi daranno un copione o qualcosa del genere, ma dovrò comunque inventarmi qualcosa per permettere a Thomas di svolgere l'operazione. Dopo circa mezz'ora mi fanno alzare dal lettino e mi danno dei foglietti in mano. "Dovrei dire queste cose?" chiedo. "Esatto ragazzina" dice una delle donne che mi ha truccata. Inizio a leggere le prime righe del discorso. "E se non volessi dire queste cose?" chiedo. "Be, la pagherai" risponde Rosalin Snow entrando nella stanza. "Ma guardati, sei davvero carina. Per fortuna non hanno coperto molto le ferite. Dovranno vedere quello che ti stiamo facendo" dice. "Sei davvero sicura che ti daranno quello che vorrai?" domando. "Si, ne sono sicura. Perchè, sai, se non mi daranno quello che voglio, ti dovrò uccidere" risponde. "Ormai non m'importa più di vivere. Forse starei meglio nell'aldilà. Non avrei più problemi, e non dovrei più soffrire per la morte dei miei cari" dico. "Sapevo che mi avresti risposto in questo modo. Sei un ragazza tosta, questo lo sanno tutti. Ma hai un punto debole, ed anche questo lo conoscono tutti...Peeta. Cosa faresti se iniziassimo a picchiarlo fino a farlo sanguinare così tanto, da farlo morire" dice. Il battito del mio cuore inizia ad accellerare. Non possono uccide Peeta. "Io...io..." inizio a balbettare non sapendo cosa dire. "Lei si difenderà. Ed anch'io la difenderò. Perchè è questo che facciamo noi due, ci proteggiamo a vicenda" dice Peeta irrompendo nella stanza. Appena i miei occhi grigi incontrano i suoi blu, inizio a sorridere. "Oh, ma che cosa davvero dolce" dice Rosalin "ora smettete di fare i piccioncini, dovete fare un discorso e convincere tutti". "Ad una sola condizione" dico. "E quale?" domanda Rosalin. "Io e Peeta potremo vederci almeno una volta ogni giorno" rispondo. "Questo te lo puoi scordare" dice lei. "Okay, allora niente discorso" dico. "Allora più torture per Peeta" dice. "Non m'interessa. Neanch'io dirò il discorso se non ci farete incontrare almeno una volta al giorno" dice Peeta. "Che c'è Rosalin? Ti abbiamo messo in difficoltà? Sai, senza di noi non otterrai nulla" dico. Solo ora mi sto accorgendo che questa è stata un'ottima tattica per perdere tempo e far svolgere, a Thomas, il suo lavoro con calma. "Daccordo. Ora andate a fare il vostro discorso" dice. Mi avvicino a Peeta e gli prendo la mano, ma sono costretta a lasciarla perchè subito ci ammanettano. Ci portano in una stanza simile a quella in cui avevamo fatto l'intervista con Caesar e ci fanno sedere su una poltrona. "Prima parlerà Peeta, e poi tu, Katniss. Appena vedete questa lucina rossa accesa, iniziate il vostro discorso" dice il "cameraman". Dopo qualche secondo la luce si accende e Peeta iniza a parlare. "Salve popolo di Panem. Siamo Peeta Mellark e Katniss Everdeen i vincitori dei 74° Hunger Games. Come sapete tutti, da poco abbiamo annunciato il nostro fidanzamento, e siamo venuti qui, a Capitol City, per raccontare a tutti i dettagli del nostro matrimonio. Ma siamo stati ingannati, ci hanno rapito ed ora ci stanno torturando". Si volta e mi guarda, aspettando che continui. "La sorella del defunto presidente Snow, Rosalin, ci ha presi come ostaggi e ci ha minacciati di morte. Ciò che vuole è il potere su tutta Panem, e noi chiediamo, anzi supplichiamo, la presidente Paylor di fare qualcosa per salvarci". Peeta mi prende la mano, anche se abbiamo tutti e due le manette e mi guarda negli occhi per annunciarmi che è il momento di dire la nostra battuta finale. "Panem oggi, Panem domani, Panem per sempre". 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34° ***


"Bravi ragazzi, mi siete davvero piaciuti. Soprattutto quando vi siete presi per mano...è stata una cosa così dolce." dice Rosalin appena usciamo dalla stanza. Se non avessi le manette le sarei saltata già addosso. "Devo riportare i prigionieri nelle loro celle?" chiede qualcuno alle mie spalle. Mi volto e vedo Thomas. Lui annuisce leggermente facendomi capire che l'operazione è stata compiuta, e che è andato tutto bene. "La ragazza si...invece il ragazzo portalo nella stanza T5" dice Rosalin. Stanza T5? Conosco quella stanza, ma non riesco a ricordare quale sia. Mi hanno portata in così tante stanze, che ormai non riesco più a distinguerle. "Davvero Signora? Oggi hanno svolto un ottimo lavoro i ragazzi. Credo che possa bastare" dice Thomas. "Cosa te ne importa. Tu devi solo obbedire. Ora vai" dice lei. "Daccordo" dice il ragazzo con tono freddo. Ora mi ricordo. Quella è la stanza in cui mi hanno iniettato quel terribile veleno. "Peeta, stanno aumentando le tue dosi del veleno" afferma Thomas mentre raggiungiamo la nostra destinazione. "L'avevo capito" dice Peeta preoccupato. "Fa...fa qualcosa! Non possono depistarlo un'altra volta" dico. "Mi dispiace Katniss. Ho già provato l'ultima volta ad entrare nella stanza, ma sono stato bloccato. Non mi lasciano entrare. Io sono soltanto una guardia" dice. "Katniss, tranquilla. Non riusciranno un'altra volta a trasformarmi. Sarò forte te lo giuro" dice Peeta. Dopo poco arriviamo alla stanza delle torture. Mi avvicino a Peeta e lo bacio, dicendogli di resistere. Poi Thomas mi riporta nella mia cella. "Quando potremo andare via da questo posto?" chiedo al ragazzo prima che se ne vada. "Il 13 ha detto che organizzeranno una squadra il più presto possibile per venirvi a salvare" risponde. Io annuisco e lo saluto, prima di mettermi a dormire.
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Sono passati sei o sette giorni da quando abbiamo fatto la nostra apparizione televisiva e i soccorsi non sono ancora arrivati. Le torture aumentano...ed ho paura per il mio bambino, ho paura che lui muoia. Non posso più resistere. Thomas passa ogni notte per darmi notizie di Peeta, visto che non me lo fanno vedere, nonostante la mia richiesta. Dice che sta davvero male e che le sue torture sono peggio delle mie. Ogni volta che me lo dice mi ritrovo a piangere come una bambina, fin quando non mi "addormento". Thomas mi ha detto anche che ha contattato di nuovo il distretto 13 per chiedere informazioni, ma loro hanno detto che dobbiamo aspettare ancora perchè devono trovare il momento adatto per attaccare. "Andiamo ghiandaia imitatrice" dice Chris aprendo la cella. Non lo vedevo da quando Peeta lo aggredì perchè mi stava toccando. "Cosa vuoi?" chiedo mentre mi ranicchio nell'angolo della stanza, per paura che possa toccarmi di nuovo. "Andiamo, non ti farò del male. Devo portarti da una parte" dice. "E secondo te dovrei crederti?" domando. "So che non mi credi, ma sono serio. Devo portarti da una persona a te gradita" risponde. "Chi?" chiedo. "Certo che sei davvero stupida. Secondo te quale potrebbe essere l'unica persona in questo luogo che ti sta a cuore? Forse la signora Snow?" dice. "Peeta..." sussurro. "Mmm...forse non sei così stupida. Dai alzati" dice. Mi alzo lentamente e lo raggiungo, tenendo le giuste distanze. Percorriamo alcuni corridoi, fin quando non arriviamo davanti ad una porta. "E' qui, entra" dice Chris. Lo guardo per alcuni secondi, poi mi faccio coraggio ed apro la porta. Sono sorpresa. Appena entro vedo Peeta seduto per terra. Pensavo che fosse tutta una messa in scena per portarmi in qualche altro luogo delle torture. "Peeta?" lo chiamo mentre mi avvicino. E' peggiorato tantissimo dall'ultima volta che l'ho visto. E' diventato magrissimo, è coperto di lividi ed i suoi occhi sono spenti. E'  come se fossi tornata indietro nel tempo. "Peeta che hai? Che ti stanno facendo?" dico mentre mi inginocchio di fronte a lui. Mi guarda con un'espressione strana. Sto per parlare di nuovo, quando ricevo un pugno alla testa.

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Capitolo 36
*** Spazio autrice ***


Ciao a tutti ragazzi :3 mi dispiace davvero tanto per la mia lughissimissima assenza, ma per colpa dei compiti non riesco mai a trovare un po di tempo per scrivere (stupida scuola -.-)! Mi dispiace davvero tanto. Vi giuro che entro la prossima settimana pubblico il prossimo capitolo. Se avete domande, o volete chiedermi qualcosa, fatelo pure :)
A presto <3 :)

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Capitolo 37
*** Capitolo 35° ***


Cado a terra e sento qualcuno mettersi a cavalcioni su di me. Cerco di liberarmi, ma non ci riesco. Mi volto leggermente e vedo Peeta che cerca di legarmi le mani con un filo che ha in mano. "Peeta...che stai facendo?" chiedo ma lui non mi risponde. "Fermati, mi fai male" urlo mentre cerco di nuovo di liberarmi. "Katniss deve essere uccisa" sussurra. "Cosa? Peeta...ma che stai dicendo?" chiedo. Appena finisce di legarmi le mani, mi prende e mi scaraventa contro il muro. "Katniss Everdeen dev'essere eliminata. Ordine di Rosalin Snow" dice. I suoi occhi sono due pozze nere...proprio come quando aveva uno dei suoi attacchi. "No. Peeta, sono io. Non devi dar ascolto a quelle persone. Ti stanno manipolando" dico. Aspetto la sua risposta, ma ricevo soltanto un altro pugno in faccia. Cado di nuovo per terra e Peeta inizia a prendermi a calci. "SEI UN IBRIDO. UNO SCHIFO IBRIDO. HAI UCCISO TUTTI QUELLI A CUI VOLEVO BENE. TI ODIO" urla. No, non può essere. Non possono aver riportato indietro Peeta. Non possono averlo trasformato di nuovo in un mostro. Tutte quelle parole...sono mille volte peggio dei colpi che sto ricevendo da parte sua. "Peeta, ti prego. Non dare ascolto a quella gente. Io..." non finisco di parlare che ricevo un altro colpo. "SMETTILA DI PARLARE STUPIDO IBRIDO" urla. Sento la porta aprirsi, e in quel preciso istante Peeta smette di picchiarmi. "Bene, bene, bene...cosa sta succedendo qui?" chiede Rosalin Snow entrando nella stanza insieme ad una guardia. "Come se tu non lo sapessi!" dico. "Signora sto facendo tutto quello che mi ha chiesto" dice Peeta mettendosi inginocchio difronte alla donna. "Lo so Peeta...stai facendo un ottimo lavoro" dice Rosalin mentre gli accarezza i capelli. E' una scena orribile. E' come se lei fosse il padrone e Peeta il cane...è forse è davvero così. "Lo stai solo usando!" urlo. "Veramente sei tu che hai usato Peeta. L'hai fatto innamorare di te e poi...hai ucciso tutti quelli che lui amava. TUTTI!" dice. Guardo il mio ragazzo del pane...e nei suoi occhi vedo la rabbia e il disgusto che prova nei miei confronti. "Non è vero, non ho fatto nulla. Avete solo riportato Peeta indietro. L'avete di nuovo trasformato in un'arma per distruggermi. Ma lui mi ama, ed io so che tornerà da me!" dico. "Ne sei sicura?" chiede Rosalin mentre prende una pistola dal marsupio della guardia. "Forse ci ripenserai, quando il tuo piccolo panettiere ti avrà puntato questa alla testa" dice sorridendo. "Lui...non lo farà" dico con le lacrime agli occhi. "Invece si. Lui ti ucciderà, perchè ormai appartiene a me. E dopo la tua morte avrò tutto quello che volevo. E Peeta...be, lui finirà sicuramente il qualche clinica per farsi curare, ma sinceramente, non me ne importa" dice. Da la pistola in mano a Peeta ed esce dalla stanza. "Non...non farlo. Ti prego" dico mentre inizio a piangere. Lui guarda la pistola, e resta in silezio per qualche minuto. Per un attimo spero che lui sia tornato indietro, ma non è così. Alza lo sguardo, ed al posto dei suoi occhi blu, vedo soltanto due pozze nere. "Devo fare ciò che mi ha ordinato il mio capo. Devo uccidere Katniss Everdeen" dice. "No, no Peeta. Lei non è il tuo capo, tu non sei il suo schiavo" dico, ma lui non mi ascolta ed inizia ad avvicinarsi con la pistola in mano. "Peeta...ti prego, ricordati di me. Ricordati di tutto quello che abbiamo passato insieme. Peeta, noi dobbiamo proteggerci a vicenda" dico disperata, ma lui sembra non ascoltarmi perchè mi punta la pistola alla tempia. Inizio a piangere come una bambina, sperando ancora nel ritorno del mio ragazzo del pane. "Peeta, fallo per nostro figlio. Ricordati di lui...ricordati di noi. Peeta...io ti amo" dico chiudendo gli occhi ed aspettando il suono del grilletto. Ma al posto di quel suono, sento la sua voce dolce. "Katniss..."

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Spazio autrice
Innanzitutto spero vi sia piaciuto il capitolo :3 poi voglio chiedervi una cosa...cosa ne pensate del teaser trailer di "Mockingjay pt.2" che è uscito ieri?
Io l'ho trovato stupendo *-* ed ho sclerato davvero tantissimo hahaha
p.s l'abbraccio tra Katniss e Peeta era qualcosa di stupendo *-*
p.p.s il matrimonio tra Finnick e Annie mi ha fatta sciogliere...specialmente perchè sappiamo tutti cosa succede (non faccio spoiler per quelli che non lo sanno)

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Capitolo 38
*** Capitolo 36° ***


Sento la pistola cadere per terra. Apro gli occhi e vedo Peeta che lentamente si allontna da me spaventato. "Peeta..." lo chiamo, ma lui continua ad allontanarsi. Cerco di avvicinarmi ma lui inizia a scuotere la testa e ad allontanarsi ancora di più. "Katniss...sta lontana da me. Non avvicinarti" dice. "No Peeta, non è stata colpa tua" dico. Mi guarda con i suoi occhi, che ora sono tornati blu, ma che sono pieni di paura. "Come puoi dire che non è colpa mia?! Ti stavo puntando una pistola alla tempia, ti avrei sparato se non fossi riuscito a tornare indietro" dice. Ora si trova in un angolo della stanza, perciò mi avvicino, perchè so che di li non può scappare. Lui si fa sempre più piccolo man mano che mi avvicino, così decido di lasciare tra noi un metro di distanza. "Peeta, ti hanno manipolato, un'altra volta. Non è stata colpa tua. Il tuo corpo era controllato, non eri in te" dico, cercando di farlo ragionare. "Si, non ero in me. Ma questo perchè non sono riuscito a reggere il siero, per la seconda volta!! Ormai sono diventato soltanto un'arma. Un'arma che va contro di te!" dice. "No, non è vero. Non sei un'arma. Sei riuscito a tornare indietro dopo le parole che ti ho detto. E sai questo che vuol dire? Che una parte del tuo corpo stava combattendo con l'altra per impedirle di farmi del male. E ci sei riuscito!" dico avvicinandomi ancora di più a lui. Lui non oppone resistenza, così gli prendo una mano. Mi guarda negli occhi e accenna un sorriso. "Non voglio ritornare quello di prima. Non voglio più farti del male. Mi dispiace Katniss, non sono stato abbastanza forte. Mi dispiace, perdonami" dice abbracciandomi. "Peeta...va tutto bene, non devi preoccuparti" dico. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio. E' un bacio che stavo aspettando da tanto. E' un bacio intenso, che serve per farlgli capire che io non lo abbandonerò mai e che lo amo. "Dobbiamo uscire da questa stanza" dice quando finiamo di baciarci. Io annuisco e mi avvicino alla porta. Come avevo previsto è chiusa. Così decidiamo di aspettare l'arrivo di qualcuno. Appena sentiamo la porta aprirsi, Peeta impugna la pistola e spara alla gamba della guardia che è appena entrata. Ci precipitiamo fuori dalla porta ed iniziamo a correre. Corriamo attraverso i corridoi della residenza, senza sapere dove stiamo andando. Ad un certo punto però, vado a sbattere contro qualcosa o qualcuno, e mi ritrovo per terra. Alzo la testa e vedo un'uomo che mi aiuta a rimettermi in piedi. E' Thomas. "Ragazzi, cosa ci fate qui?" chiede. "Siamo riusciti a scappare" risponde Peeta. "Cosa?! Come avete fatto? Mi hanno appena rifertio che il siero aveva fatto effetto e che ti avevano chiuso in una stanza con Katniss per ucciderla. Stavo correndo da voi per impedire tutto ciò" dice agitato. "Peeta è riuscito a combattere contro il siero e siamo riusciti a scappare" dico. Thomas lancia un sospiro di sollievo e ci porta in uno stanzino. "Ieri ho ricevuto una telefonata dal distretto 13" dice. "Che hanno detto?" chiede Peeta. "Hanno detto che sta notte arriveranno i soccorsi" risponde. "E' fantastico" dico toccandomi la guanzia indolezina a causa del pugno di Peeta. "Si, certo è fantastico. Però ora dobbiamo uscire fuori di qui, e nasconderci fin quando non arriveranno i soccorsi" dice. "Faremo qualsiasi cosa pur di uscire da questo posto" rispondo. "Okay. Queste sono le nostre pistole. Dovrete stare molto attenti...siete pronti?" chiede Thomas. Io prendo la mano di Peeta. "Si siamo pronti" annuncio. 
Dopo mezz'ora riusciamo ad uscire dalla residenza e a rifugiarci nel bosco che si trova vicino. Dopo circa tre ore, quando ormai è buio pesto, Thomas riceve una telefonata dai soccorsi. Ci alziamo, e iniziamo a correre verso il posto indicato dai soldati del distretto 13. Arriviamo al centro del bosco, dove si trova una raduna. Proprio al centro c'è un hovercraft pronto per partire. Corriamo più velocemente ed entriamo nell'hovercraft prima che prenda il volo. 

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Salve a tutti :) Prima di tutto, volevo scusarmi per la lunghissima assenza, ma in questi due mesi sono stata impegnata e non sono riuscita a scrivere niente. Vi prego perdonatemi hahaha.
Cooomunque, vi è piaciuto il capitolo? Siamo quasi giunti alla fine. Non pensavo che la mia storia potesse avere così tanto successo. Ha più di 13 mila visualizzazioni!! So che ci sono moltissime altre storie con il doppio o addirittura il triplo delle mie visualizzazioni, però per me questo è un grande traguardo :D
E dopo questo piccolo spazio autrice, vi lascio. Al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 39
*** Capitolo 37° ***


E’ strano vedermi indossare un abito da sposa. Non avrei mai pensato di sentirmi così bella e felice. E, soprattutto, non avrei mai immaginato di sposarmi e di avere dei figli.
Questi ultimi mesi sono stati davvero difficili per me e Peeta. Dopo essere tornati da Capitol City, ci abbiamo messo un bel po’ per riprenderci, soprattutto Peeta. Ma, insieme, siamo riusciti a rimettere insieme i pezzi, come sempre d'altronde. “Deve essere tutto perfetto!” urla Effie, che mi fa smettere di pensare. “Katniss sei meravigliosa” mi dice abbracciandomi. “Grazie, Effie. Grazie per tutto quello che fai” le dico. E’ come se lei fosse diventata una specie di ‘mamma’ per me. “Wow, dolcezza. Non ti ho mai vista così raggiante” dice Haymitch avvicinandosi a me. In questi ultimi mesi si è ripreso molto bene grazie ad Effie. “Non farci l’abitudine. Non sarò così felice e solare tutti i giorni” dico. “Oh questo lo so dolcezza” dice ridendo. Sarà lui ad accompagnarmi all’altare. Non so nemmeno io il perché di questa mia scelta, ma ho sentito il dovere di farlo. “Allora sei pronta a fare il grande passo?” mi chiede. “Credo di si...” dico un po’ spaventata. “Tranquilla dolcezza. Andrà tutto bene” dice per rassicurarmi. “Grazie Haymitch” dico mentre ci avviamo verso l’uscita. Mi reggo a lui per essere sicura di non cadere per l’emozione.  
Appena esco fuori, vengo accecata dalla luce del sole. Solo dopo poco, riesco a vedere quello che ho davanti. Il bosco, dove si terrà la cerimonia, è pieno di decorazioni. Ai lati, ci sono tutti gli invitati in piedi che mi fissano. Mentre percorro la navata intravedo mia madre, che sembra essere molto felice. Poi scorgo Johanna, Annie e suo figlio, che mi sorridono raggianti. Voltandomi dall’altra parte, vedo Gale che sembra anche lui felice. Io e lui siamo riusciti a riappacificarci, anche se ci vorrà un po’ di tempo per ricostruire il rapporto che avevamo prima. A pochi metri da me, c’è un arco fatto di fiori. Primule. Quei fiori sono primule. E so benissimo di chi è stata l’idea di creare quell’arco. L’ideatore, si trova proprio sotto di esso. Peeta. E’ bellissimo. Ha un abito molto semplice ed i suoi capelli sono ben pettinati. E poi i suoi occhi…brillano di gioia.
Mi ero promessa di non piangere, ma è proprio quando lui mi sorride, che scoppio. “Ehi dolcezza, tranquilla. Va tutto bene” mi dice Haymitch. “Si…lo so. Queste sono lacrime di gioia” dico asciugandomi le guance. Sono davvero lacrime di gioia? Nella mia vita ho pianto tante volte. Ma questa volta è diverso. Sono felice. Ed è come se niente potesse più andare storto.
“Va tutto bene?” mi chiede Peeta appena Haymitch mi lascia all’altare. Io annuisco e gli do un bacio sulla guancia. “Sei stupenda” mi sussurra in un orecchio. Io sorrido timidamente e mi preparo ad affrontare il girono più bello della mia vita.
 
 
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Salve a tutti :) 
Scusate la lunghissima assenza, ma sono stata molto impegnata. 
Vi è piaciuto il capitolo? :D Siamo quasi giunti alla fine, ed io non posso crederci. Grazie di tutto :) Al prossimo (ed ultimo) capitolo :D

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Capitolo 40
*** Capitolo 38°: Epilogo ***


“Non voglio avere figli”. Era questo quello che avevo detto a Gale quel giorno nei boschi? Quante cose sono cambiate in questi anni. Quante persone non ci sono più. Quante invece, nonostante tutto, sono rimaste accanto a me. “Io si…se non vivessi qui” aveva risposto lui. “Ma ci vivi” avevo detto io. Ed ora? E’ tutto cambiato. E’ tutto così diverso. Chi l’avrebbe mai detto che gli Hunger Games sarebbero finiti. Che nessuno avrebbe avuto più paura. Che tutti sarebbero vissuti sereni, senza badare a Snow. E tutto questo grazie a me? Se qualche anno fa qualcuno mi avrebbe detto una cosa del genere gli avrei riso in faccia. “Mamma possiamo andare a caccia oggi pomeriggio?” mi chiede la bambina dai capelli biondi. Ecco un’altra cosa che non mi sarei mai immaginata. Avere dei figli. Essere una madre. Ma tutto è cambiato in quella cella di Capitol City. Quando mi torturavano non mi preoccupavo per me stessa, ma per la mia bambina. Volevo proteggerla a qualunque costo. Sarei rimasta viva solo per lei. “Certo tesoro” rispondo mentre lei corre dal padre. Peeta. Oh lui è un padre perfetto. Non potrei chiedere di meglio. Nonostante tutto quello che ha passato, lui è riuscito a combattere e a restarmi accanto. “Come sta la mia bellissima moglie?” dice Peeta baciandomi la fronte. “Bene e tu?” chiedo. “Io sto benissimo. E il mio secondo figlio come sta?” mi chiede toccandomi la pancia. Si…sono di nuovo incinta. “Anche lui sta benissimo” dico e dopo lo bacio. Tutto questo potrebbe sembrare perfetto, ma non è così. Ci sono giorni in cui gli spiriti del passato ritornano, e devo combatterli con molta sofferenza. Ma Peeta è sempre accanto a me, pronto a proteggermi. Un giorno dovremo raccontare tutto ad i nostri figli, ed ho paura. Ma so che ce la faremo. Perché noi ci amiamo. Perché io ho Peeta e lui ha me ed è questo quello che importa.
 
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Salve a tutti.
Questa è la fine? Si ragazzi, è la fine. Devo dire che un po’ mi dispiace. Ho iniziato questa ff circa un anno fa. Avevo iniziato per gioco, e non avrei mai pensato che mi avrebbe dato così tante soddisfazioni. Mi sono davvero emozionata scrivendo questo capitolo. Diciamo che mi sono emozionata anche perché qualche giorno fa è uscito l’ultimo film di Hg e quindi questo ha portato alla fine della mia saga preferita. Davvero non ho parole, per tutto. Per la fine di Hg, per la fine della mia ff. Sono felice e triste allo stesso tempo. Però…ci tengo a dire una cosa davvero, davvero, davvero molto importante. GRAZIE! Grazie a tuti voi che avete letto la mia storia, che mi avete seguita e supportata sin dall’inizio. Senza di voi non sarei mai andata avanti, e questa storia sarebbe rimasta nella cartella del mio pc. Ho tante idee in mente, e vorrei scrivere altre ff. Ma questo si vedrà dopo. Grazie ancora per tutto, vi voglio bene! :) <3 <3 

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