I miei giorni con te

di dakarys_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Febbre ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Film ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Mare ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Fumetti ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Occhiali ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Donne ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Capodanno ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Febbre ***


-Jean


Mi sento morire da questa mattina, il mal di testa e il dolore alle ossa non mi permette di alzarmi dal letto. Casualmente poco tempo fa avevo letto in un blog su internet le varie morti provocate da febbre molto alta, anche se quelle erano state a causa di insetti o parassiti. Ho comunque un senso di smarrimento e ansia che non mi lascia dal mio risveglio, odio non poter avvisare Marco dei miei problemi di salute, ma con questo caos totale mi è già difficile pensare di poter allungare il braccio verso il comodino. Credo di essere anche svenuto una volta per averci provato davvero; i miei genitori non sono a casa, quindi non posso chiedere aiuto. Infine uso tutta la mia forza di volontà per prendere il cellulare e ci riesco senza avere i miei giramenti di testa; seleziono il numero di Marco dalla rubrica e dopo pochi squilli risponde.

"Ehi Jean, buongiorno! Come va oggi?"
"Marco, non mi sento molto bene."
"Oh mio Dio! Ma che voce hai? Cosa è successo?"
"Credo di avere la febbre alta e non c'è nessuno a casa con me."
"Aspettami, arrivo subito.".

Neanche mi da il tempo di rispondere che ha già chiuso la chiamata, e credo di aver perso i sensi perché trovo Marco di fronte a me con un thè caldo.
"Buongiorno. Ti ho preparato qualcosa di caldo da bere e ho provveduto con un panno freddo per cercare di abbassare la temperatura. E ringrazia che ho le tue chiavi di casa."
"Marco, sei un angelo.".
Sorride per l'affermazione e mi passa il thè, che bevo a brevi sorsi; nel frattempo prende un termometro che posiziona sotto la mia maglia e tremo leggermente nel sentire la sua mano fredda sulla mia pancia. E non so se sia l'effetto della febbre, ma sento la mia lingua più sciolta del solito.
"Marco, se non ci fossi stato tu sarei morto qui sotto le coperte."
"Ma che esagerato, sei solo intontito per l'alta temperatura. Dai, riposa un po', io rimango qui seduto vicino a te in caso ti serva qualcosa."
"Sei davvero un angelo. Non è solo per la febbre, ma anche per tutto il resto. Con te mi sento veramente al sicuro, soprattutto in situazioni come questa. Penso di essere stato davvero fortunato ad averti conosciuto, sei la persona migliore che esista e non voglio sprecare neanche un giorno.".
Marco prende la mia mano e mi fissa con quei suoi occhi scuri e intensi, ma il momento viene interrotto dal bip del termometro che affretta a prendere per controllare la temperatura, con conseguente tremore per le sue mani fredde.
"Tutto questo casino per un semplice 37.5? Sei veramente un vecchio! Aspetta qui che vado a prenderti una pasticca.".
Sparisce dalla stanza e nel frattempo finisco di bere il resto del thè. Torna con la pasticca sciolta in un bicchiere d'acqua, che bevo tutto d'un sorso. Sento che le forze pian piano mi stanno abbandonando e stringo la mano di Marco per attirare la sua attenzione.
"Promettimi solo che al mio risveglio sarai qui con me.".
Sento una lieve risatina e successivamente il sonno ha avuto la meglio. Ha comunque mantenuto la sua promessa.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Film ***


-Marco

Jean mi ha invitato a casa sua questa sera per vedere un film insieme; suono il campanello e come al solito lui mi accoglie in felpa, tuta e con i suoi capelli spettinati. Gli do un veloce bacio sulla guancia ed andiamo a sederci entrambi sul divano.

“Che film hai in mente di vedere questa sera?”
“The Avengers, ovvio. Non me ne stancherò mai.”
“Ma Jean, l’abbiamo già visto una volta al cinema, non ti basta?”
“Senti, è fighissimo, e l’ho appena comprato. Accontentami per questa volta, poi sceglierai tu il prossimo film da vedere.”.

Faccio una breve risata pensando che è stato proprio Jean a passarmi la passione per i fumetti quando andavamo alle medie insieme, perciò accetto la sua decisione senza ripensamenti. Sistemo una coperta sul divano e, dopo aver messo il film nel lettore dvd, Jean si siede al mio fianco e sotto la coperta. Rido come uno scemo quando inizia a commentare ogni eroe oppure ogni scena di combattimento tra i vari personaggi.

“Comunque devo dire che Thor è figo.”.
La sua faccia quasi delusa mi fa morire dal ridere, ma mi trattengo.
“Intendi dire per le mosse che fa oppure ti riferisci proprio a lui?”
“Mi riferisco a lui, ovvio. Hai visto che fisico? E poi i capelli? È l’uomo perfetto.”
“Ah è lui l’uomo perfetto. Bene, buono a sapersi.”.

Cerco di non sorridere troppo, ma la sua reazione mi sta facendo morire dalle risate.
“Per te non lo è? Dai dimmi chi preferisci tra loro, è incluso anche Loki nella scelta.”
“Vedova nera, senza ripensamenti.”.
Jean si accorge subito dell’espressione che sto facendo in questo momento e infatti cerca di dire qualcosa per non mantenere questo silenzio imbarazzante.
“Perché fai quella faccia? Dai, è una gnocca. L’ho detto anche l’altra volta al cinema.”
“Hai solo sbavato come un cane cercando di non farti notare, senza successo.”.
Si gratta la nuca, quindi sta a significare che è imbarazzato.

“Lo sai come la penso su queste cose, ma per me tu sei la mia Scarlett Johansson.”
“Vuoi insinuare che per te sono una donna?”. Si, mi sto leggermente alterando, anche perché con Jean questi argomenti escono fuori spesso.
“Ma che dici! Intendo dire che per me sei bellissimo come lei, ma in senso di piacere!”.
L’espressione che facciamo entrambi è a dir poco divertente: Jean che è diventato rosso come la felpa che sta indossando, ed io mi sento la faccia andare a fuoco.
“Lo sai che per me non sei affatto come una donna.”
“Certo che lo so, stupido. Dai vieni qui.”.

Si sdraia su di me, avvolgo entrambi con la coperta ed inizio a massaggiargli la nuca, perché so che è un gesto che adora e che gli da un po’ di conforto. Rimaniamo così fino alla fine del film per poi addormentarci, fino al ritorno di sua madre che ci ha beccati incollati sul divano; è stata una bella serata dopotutto.
 
 
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Salve gente!  Grazie per aver letto fino a qui *^*
Sono una nuova autrice , dakarys_96 , e spero che questa storia poco a poco susciti un po’ di interesse a tutti voi CwC

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Mare ***


-Jean
 

Odio il mare, dal profondo del mio essere. La salsedine che ti si attacca ovunque, la sabbia dentro il costume, l’asciugamano che non è mai pulito, i bambini che corrono ovunque e urlano, le mamme di questi bambini che urlano loro di non urlare e non correre, i venditori ambulanti che non smettono di rompere, gli amici che ti obbligano a giocare con loro o a fare il bagno, i granchi che ti pungono i piedi mentre cammini in acqua, le ustioni nonostante tu abbia messo la crema solare 50. Insomma, ci sono vari fattori che mi portano ad odiare il mare, ma ho sacrificato tutto ciò per rendere felice Marco; lui adora andarci e soprattutto fare il bagno e giocare con gli altri.

I nostri amici hanno chiesto di unirci a loro, e per una volta ho voluto accontentare Marco e fargli compagnia. È stata esilarante la reazione dei ragazzi quando mi hanno visto lì presente e soprattutto con il costume. Eren, verso l’inizio della scuola media, pensava seriamente che fossi un vampiro per la mia pelle chiara, ed infatti ora sta facendo varie battute sulla mia asocialità.

Marco si è spogliato ed è andato a buttarsi in acqua appena arrivati in spiaggia, aveva troppo caldo per sistemare le nostre cose; tutti gli altri lo hanno raggiunto poco dopo. Io sono rimasto incollato all’ombra dei nostri ombrelloni, non voglio bruciarmi come quella volta che sono stato obbligato a stare immobile per il dolore. Marco, dopo pochi minuti, esce dall’acqua e mi raggiunge sotto l’ombrellone.

“Perché non entri con noi? Fa così caldo che l’acqua è persino tiepida.”
“Non lo so, sai quanto odio la salsedine.”.

Improvvisamente mi raggiunge sul mio asciugamano e si sdraia sulla sabbia per posare la sua testa bagnata sulle mie gambe.
“È bello stare con gli altri, ma senza di te non è la stessa cosa.”.
Accarezzo i suoi capelli nonostante sappia che mi riempirò di sabbia o salsedine.
“Allora verrò tra un po’, porterò il pallone con me. Vai, vi raggiungo.”.
 
Mi abbasso su di lui quanto basta per dargli un bacio a stampo sulle labbra; sorride e si alza per andare dagli altri, facendo attenzione a non lanciare sabbia sul mio asciugamano. Come pattuito poco dopo entro in acqua, con conseguenti battute dei nostri amici: “Solo Marco ha il potere di obbligarti a fare qualcosa.”.
Per vendicarmi ho stracciato tutti quanti a pallanuoto. Poi a fine giornata, dopo vari bagni e passeggiate, mi sono completamente bruciato, nonostante abbia sempre messo la crema ovunque. Ma come si dice, per amore questo è niente.





Sono risorta! I nostri ragazzi non si fanno troppi problemi a mostrare la loro gayag- il loro amore.
Cosa ne pensate di questo capitolo o di questa raccolta in generale? Lasciate pure una piccola recensione se volete :33
(Ed ammettete anche voi che, nel profondo siamo tutti come Jean per quanto riguarda al mare.)
(Confesso di aver 'creato' questo carattere di Jean basandolo sul mio... sono una cattiva persona.)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Fumetti ***


-Marco

Oggi esce un nuovo volume di Spiderman e Jean mi ha pregato di accompagnarlo nella fumetteria della nostra città. Si, lui mi ha passato l’amore per i fumetti ma devo recuperare circa un milione di volumi, almeno sono in pari con tutti i film di ogni supereroe esistente.
Appena entriamo nel negozio Jean si precipita verso il suo scaffale di fumetti mentre io scambio due chiacchere con il proprietario, ormai siamo clienti abituali; ogni volta facciamo entrambi battutine sulla fissa di Jean, ma lui sdrammatizza e cerca di non mandarci a quel paese.

Improvvisamente il campanello della porta d’ingresso trilla e il proprietario saluta il cliente, non faccio in tempo a girarmi per vedere chi è entrato che noto Jean impallidito e immobilizzato sul posto. Cerco di intercettare il suo sguardo e rimango spiazzato nel vedere chi ho di fronte a noi: la sua ex della suola media.
È una storia vecchissima e con poco significato, ma è stata la prima di Jean; non ricordo neanche come si chiama, e dire che me l’aveva presentata qualche anno fa. Jean si fa avanti per salutarla e lei dice semplicemente: “Ma da quanto non ci vediamo!”, e dire che sei stata tu a lasciarlo.
Lui sembra molto impacciato nel parlarle e la cosa mi fa abbastanza innervosire, forse non si ricorda di quando lei gli era così vicino da essere molto più di una sorella per lui e poi lasciarlo dicendo: “Sei fissato con cose stupide e non è quello che voglio per me.”. Se penso al tempo che Jean ha passato chiuso in sé stesso per la sua autostima distrutta mi viene voglia di prendere a pugni il mio cuscino.
Ora lei sta dicendo cose del tipo: ‘Eravamo così giovani, sono passati un po’ di anni’, parla con quel sorriso così innocente, mentre Jean sta facendo il suo sorriso di circostanza e non riesco a non incazzarmi. Poi mi soffermo a guardare lei per un minuto: ha delle gambe così sottili, un seno che ha molto sviluppato negli anni, un viso con i lineamenti delicati e i capelli lunghi e scuri. Lo ammetto, sono sempre stato invidioso di tutto questo, perché lo ama Jean: ogni giorno cerco di non chiedere a me stesso perché lui stia ancora con me.
Parlano per un altro minuto, finché lui dice di dover fare un acquisto veloce e di avere un impegno; dà i soldi al proprietario e saluta entrambi con la mano. Io tengo lo sguardo basso sperando che lei non mi riconosca e soprattutto che non mi parli, non ne ho proprio voglia in questo momento. Appena varcata la soglia Jean inizia a parlarmi del passato, dicendo ad esempio: “Ma te la ricordi? Eravamo così stupidi al tempo.”; cose del genere, e dire che sono passati pochissimi anni. Nota qualcosa nel mio sguardo e preoccupato chiede se mi fosse successo qualcosa. Cerco di rassicurarlo in qualche modo, ma ormai mi conosce meglio di me stesso e sa quando mento. “Ti ha dato fastidio rivederla? Perché?”.

Provo a stringere l’orlo della maglia per trattenere le mie emozioni e cerco di fare un discorso decente senza balbettare.
“Eri così disinvolto con lei, come se non fosse successo niente tra di voi. Io ricordo ancora tutto come se fosse ieri; ricordo quando innalzasti un muro intorno a te perché avevi paura di far scoprire il tuo lato asociale ed egoista agli altri e questo ti portò al completo isolamento, ed anche che non sei più uscito con una donna perché hai sempre detto che nessuna ragazza può capire il tuo carattere fino in fondo. Io penso ancora a quelle cose che mi tormentavano anche anni fa, al fatto che a te piacciono le donne e stai ancora insieme a me per non so quale motivo.".

Il suo sguardo si fa molto sorpreso e pian piano rallenta il passo.
“Ci siamo già passati e quando ti capita di pensare a queste cose devi dirmelo. Quante volte dovrò ripetere che sto con te perché mi piaci e che me ne frego di cosa hai lì sotto? Potresti anche essere un transessuale, ma per me sarai sempre e solo Marco, d’accordo?”.
Non riesco a nascondere il mio sorriso e di conseguenza anche la sua espressione si fa più serena.
“Stasera vengo a casa tua e ti faccio vedere quanto sono etero. Stai attento a quello che dici Marco, perché poi ne pagherai le conseguenze.”.
Inizio a ridere contagiando anche lui e camminiamo verso un luogo indefinito, e non si è per niente reso conto di aver tenuto la mia mano per tutto il tempo.




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E poco alla volta si iniziano a scoprire i retroscena di questa magica relazione e soprattutto le varie difficoltà che li hanno portati ad essere così uniti :'3
Se volete lasciate una piccola recensione per farmi sapere la vostra opinione o per eventuali errori, non mordo uwu
(ANGST POWA)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Occhiali ***


-Jean

Con il passare degli anni la mia vista è calata, principalmente ho problemi a scandire l'immagine se sto troppo a lungo a vedere la tv o a giocare al pc; dalla terza media sono stato obbligato ad usare gli occhiali in questi casi. A Marco sono sempre piaciuti e non ho mai capito il motivo, dice che di sera mi rendono "più sexy", forse è solo un feticista; anche quando vediamo qualcosa insieme non smette di guardarmi gli occhiali. Una volta mi ha anche chiesto di indossarli mentre facevamo sesso ed è durato meno delle altre volte.
È stato memorabile quando la settimana scorsa, mentre giocavamo a Call of duty ed ho perso la partita, per la rabbia del momento ho spaccato gli occhiali e Marco è rimasto abbracciato a me per tutto il tempo senza motivo. Forse è solo una fissazione, come per me le sue lentiggini.

Comunque oggi ha deciso di accompagnarmi all'ottica -è stato un inferno vedere ogni sera la tv senza occhiali-. Appena arriviamo al negozio comincia a sorridere come un ebete e conoscendolo so che vuole scegliere lui la montatura, per cui gli lascio questa libertà. Siamo stati circa due ore lì dentro, era indeciso tra tre tipi: una di colore rossa e sottile, una nera e spessa e una nera e sottile; era così concentrato che sembrava dovesse disattivare una bomba che sarebbe esplosa a momenti. Ovviamente gli ho vietato la montatura rossa (gli ho ricordato che ho una dignità anche io) ed infine ha scelto la montatura nera e sottile.

Ci siamo organizzati per passare la giornata insieme perciò decidiamo di andare a casa sua e magari fare una partita a calcio nel suo giardino. Appena entriamo in casa notiamo entrambi un biglietto sul tavolo lasciato da sua madre, in cui lo informa del suo turno serale in ospedale.
"Allora ti va di fare due tiri a calcio? O vuoi fare altro?".
Dal modo in cui sorride so già cosa sta per rispondermi, per cui abbasso lo sguardo imbarazzato. Si avvicina a me e mi chiude in un abbraccio, né troppo stretto né troppo liberatorio, un abbraccio tipico di Marco. Noto molto la sua vicinanza quandi respira contro il mio orecchio e il mio corpo reagisce di conseguenza -non riesco a non arrossire-.
"Comunque perché questo abbraccio?". Fa un lieve sorriso contro il mio orecchio e sto cercando di controllare il mio respiro.
"Perché mi andava. Sai che mi piacciono le coccole.". Poso una mano sulla sua testa ed accarezzo i suoi capelli morbidi, non mi stancherò mai di tutto questo.
"Se vuoi possiamo andare nel tuo letto, fa anche più freddo del solito oggi.". Mi bacia improvvisamente e credo che il tempo si sia fermato di almeno cinque secondi.
"Tu si che mi conosci. Film horror o d'azione?"
"Horror. Da un po' non ti vedo sussultare dalla paura."
"Jean, sei uno stronzo.". La sua risatina potrebbe essere la cura di ogni male del mondo, intendo male non fisico, nel mio caso forse anche quello. Ci mettiamo entrambi il pigiama -perché io ormai vivo a casa sua e ho dei vestiti per me-, Marco spegne la luce e ci infiliamo sotto le coperte. Fa partire il film e sono costretto a mettere gli occhiali per lo sforzo degli occhi, non ho il tempo di dire niente che mi è già saltato addosso; infine abbiamo perso la visione di metà film ma siamo abituati a tutto questo.

Sobbalzo quando sento la porta sbattere e noto che ci siamo entrambi addormentati, mi dirigo in salotto cercando di non svegliare Marco con lo spostamento delle coperte e vado a salutare sua madre e ad annunciare la mia presenza. Lei, al solito, mi accoglie come un figlio abbracciandomi e dando una pacca vigorosa sulla schiena, e ride dei miei capelli che vanno in ogni direzione. Vedendo la mia espressione stanca mi incita a tornare a dormire e la ringrazio, non c'è niente di meglio dell'abbraccio di Marco.


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Chiedo scusa per l'enorme ritardo nell'aggiornare il capitolo ma è stata una settimana un po' difficile e, considerando che sto scrivendo tante storie insieme, l'ispirazione va scemando. (Si capisce anche da come ho scritto-)
Comunque aggiorno quando più mi gira, non ho una giornata fissa y__y
Spero però che vi sia piaciuto e che continuiate a seguire la storia y.y

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Donne ***


-Jean

Sono dell'opinione che le donne siano la cosa migliore che esista dopo la Playstation e la pizza.
Ho un rapporto molto complicato con il genere femminile ma non mi sono neanche soffermato troppo a lungo cercando di migliorare la cosa. Ho avuto una ragazza, verso la scuola media, e mi ha lasciato dopo poche settimane perché diceva che non ero un ragazzo normale, ero noioso e non facevo niente per migliorare la mia vita.
Cristo, eravamo ancora dei ragazzini, che ne può sapere uno della vita? Ma io già a quel tempo sapevo di essere un po' strambo, preferivo leggere un fumetto o stare sdraiato a guardare serie tv come Lost, oppure mangiare pizza fino a vomitare. Non ero come i miei coetanei, che preferivano uscire e inventare qualsiasi scusa per restare fuori casa fino a tardi per fare bella figura con gli amici. Ovviamente ho sempre avuto degli amici anche io, ma non voglio allarmare nessuno dicendo che penso di essere un asociale patologico dalla prima media.
Comunque quella vecchia relazione mi aveva sbattuto in faccia la realtà, che per quanto potevo sforzarmi a fare il figo o essere il solito ragazzo normale ogni ragazza mi avrebbe respinto appena conosciuto, perché le ragazze odiano quelli come me.

Poi è cambiata completamente la mia visione del mondo quando ho capito che Marco provava qualcosa per me, verso la terza media; ma non sono mai stato gay e non lo sarò mai. Una volta Eren, per scherzare, mi ha abbracciato e palpato il culo, e non scherzo dicendo che sono stato un'ora nella doccia perché ero disgustato. Invece con Marco non ho mai provato niente del genere, anche quando ho notato il suo comportamento per la sua cotta non riuscivo ad essere schifato, anzi.
Non posso neanche dire che sembri una donna, perché nel corso degli anni è diventato poco più alto di me e con un anno di palestra ha formato più o meno tutti i muscoli del suo corpo; nonostante io sappia tutto questo non mi fa schifo.
Stiamo insieme da tanto e, dopo ogni nostra giornata o nottata, non riesco ancora a capire di come faccia a piacermi nonostante non sia una donna, e non mi faccia schifo perché è un uomo. Anche a lui ho sempre detto "È perché sei solo Marco", ma neanche io ho trovato una vera risposta al perché mi sia piaciuto solo lui. Forse dipende dal fatto che è dolce in quel modo solo con me, forse perché mi è stato vicino in situazione in cui rifiutavo tutti quanti e solo lui è rimasto al mio fianco senza chiedere nulla; oppure semplicemente perché quando gli dico che non ho voglia di uscire per vedere la tv lui immediatamente mi chiede: "Che serie ci vediamo oggi? O preferisci un film?".
Credo dipenda dal fatto che lui mi capisca e mi stia vicino costantemente, che continui a stare con me nonostante il mio essere noioso e asociale. Penso che non troverò nessun altro così, neanche la più bella ragazza del mondo può allontanarmi da Marco e da quello che ormai si è creato tra noi per tutto questo tempo; ormai tutto ciò si può riassumere con una sola frase: "Per me sei solo Marco.".



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Questo è un capitolo molto diverso dai precedenti (oltre che cortissimo), volevo proprio esprimere i pensieri di Jean -in modo concreto- almeno una volta.
Spero che non dispiaccia questo "stile" perché ho in mente di usarlo un'altra volta, per chiarire in modo esatto cosa ne pensa Marco, perché si non mi diverto se non scrivo una relazione complicata tra due persone x'D
(Fatemi sapere qualche opinione con un commentino pls T-T
Al prossimo capitolo!) 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Capodanno ***


-Marco

La festa di Capodanno dell'anno scorso è stata un delirio totale: Eren aveva invitato tutti quanti noi a casa sua e non scherzo dicendo che ha una casa minuscola. Molti di noi sono stati obbligati a rimanere fuori in giardino al freddo per avere un po' di ossigeno; poi lasciamo perdere che non bastavano i letti e i divani e alcuni hanno dovuto dormire per terra, come me e Jean ad esempio.

Invece quest'anno sarà diverso, abbiamo organizzato di passare la nottata a casa della nostra amica Christa, inutile dire che è benestante e vive in una villetta di campagna a due piani. Io e Jean quest'anno siamo stati scelti per essere responsabili degli alcolici, come ogni festa degna di questo nome ogni persona ha il proprio compito; lui da stamattina non smette di dire che vuole bere fino a non capire niente e vuole che controlli Eren per tenerlo lontano da lui.
È importante sapere che Jean quando beve più del solito perde la ragione e fa cose stupide senza motivo ed Eren ne approfitta per scrivergli in faccia; quindi anche stavolta mi toccherà fare l'avvoltoio.

Arriviamo a casa di Christa con le nostre sei buste di birra e alcolici vari e gli altri ragazzi ci aiutano a metterle a posto, dopo i vari saluti iniziamo a sederci a tavola per mangiare -ed è una tavola enorme- e successivamente a giocare a carte o a poker. Noto Jean che inizia ad esagerare con le quantità d'alcol ma non lo fermo, anzi gli faccio compagnia, rimanendo comunque nello standard. Il primo sintomo di una sbornia si inizia a vedere quando Jean parla ed agita le mani nello stesso momento, oppure che prolunga alcune parole o intere frasi, come ad esempio: "Eeeeeh questa l'ho vinta io. Eren sei un perdenteeeee.". Il secondo sintomo si mostra quando si avvicina a me e dice di essere l'uomo più fortunato e felice del mondo, e devo ancora capire quanto deve bere per spararne di così grosse. Il terzo e ultimo sintomo è il peggiore di tutti e non è possibile mostrarlo in pubblico, per dirla breve inizia a strusciarsi addosso a me; due anni fa aveva anche provato a farlo davanti a tutti ma ero riuscito a bloccarlo prima che si pentisse di aver fatto una figuraccia enorme. Non è ancora mezzanotte ed è già arrivato al secondo sintomo, si è seduto in braccio a me sussurandomi pericolosamente vicino all'orecchio di essere felice di passare questa serata insieme. Ormai i nostri amici non ci fanno neanche più caso a noi due, anzi, lo prendono in giro per tutta la serata; sono felice di essere circondato da persone che ci accettano senza pregiudizi.

Inutile dire che durante i fuochi d'artificio per il nuovo anno, tra brindisi e strette di mano, Jean a malapena riesce a mentenere l'equilibrio, invece io tengo l'alcol abbastanza bene anche se cerco di non andare oltre il limite. Poi verso le tre di mattina Connie, il nostro amico esaltato dalla testa rasata, ha in mente di giocare a nascondino con le luci spente -ed abbiamo quasi 18 anni-. Considerando l'equilibrio di Jean gli tengo la mano per condurlo in un posto in cui nasconderci entrambi e penso al bagno del secondo piano, quello con una vasca larga quanto un letto singolo.
Appena entrati chiudo la porta e sistemo Jean nella vasca, in modo tale che rimanga sdraiato e quindi difficile da intravedere al buio; mi allontano di un centimetro per cercare un altro posto del bagno in cui nascondermi e invece Jean mi trascina esattamente sopra di lui. Ed ecco il terzo sintomo, si sta strusciando addosso a me e non vuole smettere di baciarmi. Mi ha sempre dato disagio perdere il controllo con lui a casa dei nostri amici, ma in queste situazioni come si fa a rinunciare al tuo piatto preferito? La situazione sta degenerando e credo che non si renda conto di tutto questo, è come se mi stesse pregando di saltargli addosso, ed anche a me l'alcol sta un po' facendo effetto. Iniziamo a toccarci un po' ovunque, tra baci e carezze entrambi ci ritroviamo con il fiato corto; entro nel panico quando sento la voce di Connie avvicinarsi al bagno. Mi blocco immediatamente e mi attacco ancora di più a Jean per nasconderci meglio, e per lui è come se fosse un invito per continuare.
Sento la porta aprirsi e tappo la sua bocca con la mano, poi qualche passo impacciato e infine la porta chiudersi; nel frattempo questo scemo inizia a leccarmi la mano e per il nervosismo, e per errore mio, gli do una testata. Dolorante e ubriaco smette di strusciarsi e mi circonda il collo con entrambe le braccia e rimaniamo abbracciati in quel modo, finché per colpa dell'alcol non mi si offusca la vista e perdo conoscenza. Ci risvegliano i nostri amici la mattina tardi, alla fine ci siamo addormentati insieme nella vasca e sono riusciti a trovarci grazie al russare di Jean; al suo risveglio non capiva perché si trovasse lì sotto di me e ho evitato di dare spiegazioni, adoro quando si ubriaca.






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ENORME RITARDO.
Sto scrivendo più storie insieme ed anche vari problemi personali mi hanno intrattenuta (?).
Ormai questa storia ha preso una via completamente diversa da quella in cui era predestinata; volevo fare una fanfiction semplice e superficiale ed invece ho creato nella mia testa tutti i retroscena di questa relazione tra Jean e Marco e soprattutto le varie difficoltà che hanno dovuto affrontare. Ormai proseguo in questo modo ma spero che non dispiaccia questo cambiamento, fatemelo sapere T^T

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