L'introspezione di una vita buia.

di Sjel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro. ***
Capitolo 2: *** Creatura della notte, umile servitore della morte. ***



Capitolo 1
*** Intro. ***


Volevo iniziare a vivere davvero. Almeno provarci. Ma la dura realtà dei fatti è che mai avrò la possibilità di assaggiare l'emozione del passare degli anni. Mai verrà quel giorno in cui soddisfatto, potrò esalare l'ultimo respiro e diventare cenere, ritornare alla terra. Gli uomini sono terra e terra diverranno. Io non sono un uomo; sono morto ma vivrò per sempre. Sono un essere senz'anima condannato all' infelice eternità, che non ha mai potuto godere della maestosa bellezza del tramonto e dell'alba, in cui il cielo riesce a tingersi delle più belle e luminose tonalità d'azzurro, di viola e di rosso. La mia è un esistenza buia come la notte; nasconde misteri, sangue, morte... Il tunnel che porta alla luce non è mai esistito e dubito esisterà mai. Tante volte ho cercato la pace eterna per poter finalmente raggiungere la bramata luce di quel tunnel ma non sono altro che un lurido codardo. Ahimè! Ahimè... Quest' esistenza mi divora da secoli. Vorrebbe lacerare l'anima che non ho, vorrebbe colpire e far sanguinare il cuore che ormai non è altro che pietra fredda e dura. Dunque sono condannato ad un' inutile sofferenza mentale...
Oh, chiunque sia a capo dell' umanità... M' hai donato tanta bellezza... Cosa me ne faccio se l'unica cosa in cui sono libero è vagare in solitudine nell'oscurità? Un povero essere, profondamente solo e amareggiato dalla vita che ha saputo offrire solo dispiaceri amari. Un essere che per vivere deve nutrirsi della sostanza vitale di quei poveri umani disgraziati. Sono un essere spregevole. Sono tutto ciò che un comune essere mortale potrebbe detestare in una maniera smisurata. Bramo la Morte. La Signora vestita in nero armata di falce prima o poi farà a tutti la sua tanto temuta visita. Non a me. Da me non arriverà mai, perché non sono altro che un suo sciocco aiutante.

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Capitolo 2
*** Creatura della notte, umile servitore della morte. ***


Quanta solitudine per una sola persona... Sono un vile disgraziato.
Tali sere uno spirito ancor più malvagio si impossessa di me, costringedomi a spargere morte e terrore tra i vicoli di città che gorgheggiano di persone, di luci, di sorrise e risate, di odori, di buon sangue... Di sottomissione... Di morte... Mi trovavo lì, in un vicolo buio, che trascinavo una malcapitata donna, che le strattonavo il collo e la privavo della sua preziosa sostanza vitale... Che lottavo con il mostro che vive in me... Sono stato un maledetto irresponsabile, avevo disperato bisogno di nutrimento e non ho badato bene a restare in disparte. Una donnina minuta, dall'odore più intenso che abbia mai sentito in tutta la mia miserabile vita, era lì con gli occhi sgranati dalla paura, che tremava, ma guardava fissa me, che godevo della sofferenza della vittima sottomessa a me. Mi sono reso conto di lei, poco più tardi mi sono reso conto a quale cruda scena abbia dovuto assistere quella piccola anima impaurita. Ha visto un mostro, dagli occhi cattivi e luminosi, dai canini affilati e sporco di sangue. Lei non scappava. Mi avvicinavo a lei, con il mio fare possente e demoniaco che mi dominava, lei non arretrava. Si limitava a guardare. Sono arrivato a sussurrarle all'orecchio che la morte le avrebbe fatto presto visita sotto le vesti di un angelo. Lei non si muoveva. Tremava e aveva gli occhi chiusi. Ma era forte e non osava muoversi. La bestia che era in me cacciò un ruggito rivolto ad un cielo coperto di nubi scure che attendeva il momento giusto per far piovere lacrime ed essere squarciato da un fulmine. Mi sono dileguato in sottile nebbia e sono andato via prima che la poveretta potesse aprire gli occhi, lasciandola lì sola, con un terribile ricordo da cancellare dalla sua mente. L'effetto della strabiliante reazione di quella donna ha riportato terribili conseguenze al mio animo tormentato. Ora sa che non esisto solo nelle sue fantasie o nei libri, ma sono una terribile realtà. Quella notte ha conosciuto il vero volto della morte. 

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