I'm the daughter of Harry Edward Styles

di DrewBieber99lovehim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
  I'm the daughter of Harry Edward Styles.

''Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

 

 

-Cammina.- L'assistente sociale diede una brusca spinta alla ragazzina, incitandola a camminare più velocemente. Harriet rabbrividì, disgustata dal tocco di quell'uomo su di lei, odiava essere toccata, ma lo sopportava comunque, non poteva di certo fermare tutti quelli che lo facevano.

-Siamo arrivati.- Borbottò di fronte ad una grande villa. Harriet socchiuse le labbra sorpresa, era sempre la stessa villa. Tre piani, esternamente dipinta di arancione e giallo, da lei e quello che riteneva suo padre, Harry. Amava quei colori, credeva fossero i più belli di tutto il mondo, ma ora, ora non era più così.

Il giardino era come lo ricordava, forse con qualche decorazione in meno. Sì, non c'erano più tutti e sette i nani, ne erano rimasti solamente quattro. La sua parte preferita però, era la fontana, che purtroppo era fuori-uso da anni, sei per la precisione.

Persa nei suoi pensieri, Harriet non si accorse che l'assistente sociale aveva già suonato il campanello, in attesa dell'arrivo di Mr. Styles, che, ovviamente, non si fece attendere.-Salve Mr. Styles, è un piacere vederla.-

'Falso' commentò mentalmente la ragazza, passandosi nervosa la mano tra i corti capelli nero corvino. Alvin, il suo assistente col nome da scoiattolo, non aveva fatto altro che insultare Harry, dicendo che era un cantante da quattro soldi e che avrebbe dovuto ritirarsi, visto che era un ragazzino viziato.

-Salve... Alvin, il piacere è tutto mio.- Harriet ne approfittò per scrutarlo attentamente. Non era cambiato molto da quando lo aveva lasciato due anni prima, gli stessi capelli riccioli, che gli ricadevano sulla fronte, i bellissimi occhi verdi che le piacevano tanto e...

-Harriet...- Sussurrò, poi, avvicinandosi per stringerla in un abbraccio. Lei sgranò gli occhi, indietreggiando istintivamente. Harry, suo padre, era l'ultima persona che avrebbe avuto il permesso di toccarla.

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Capitolo 2
*** 1. ***


I'm the daughter of Harry Edward Styles.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'


 

-Beh...ehm, quanti anni hai?- Domandò Harry grattandosi nervosamente la nuca. Quella situazione lo stava mettendo fin troppo a disagio. Il silenzio per lui era una cosa insopportabile, non gestibile.

Harriet deglutì silenziosamente, alzando lo sguardo su di lui. Non aveva intenzione di rispondere in alcun modo, se non rimanendo zitta.

Harry sospirò, alzandosi in piedi.-Lo so che non sei muta, parlami.- Disse seguendo lo sguardo della ragazzina. Girovagava sul salotto classico di lusso in legno intagliato in finitura naturale con oro antico e colori. Divano e poltrone imbottite con struttura intagliata. Tavolino con piano in marmo...

-Harriet?- Le schioccò le dita davanti,facendola sussultare.-Ci sei?-

Lei annuì, spostandosi sul divano.-15.- Mugolò a bassissima voce. Harry non la sentì nemmeno, ma già sapeva la sua età, desiderava soltanto sentire la sua voce.

-Il tuo assistente sociale mi ha detto che sei una ragazza molto taciturna.- Si grattò il naso, alzandosi dalla poltrona su cui era seduto.-Ma non credevo così tanto.- Aggiunse a bassa voce.

Harriet alzò gli occhi al cielo, sentendosi messa in soggezione.-Ti mostro la casa.- I due, cominciarono a fare un giro per la villa, limitandosi a rimanere per un minuto in ogni stanza. Harry, parlava, parlava e parlava, senza mai fermarsi e Harriet si chiedeva come faceva, a lei non piaceva chi parlava troppo.

-...questa è la stanza della domestica, Gwen, che è anche la cuoca. In fondo, accanto alla mia stanza c'è la tua ok? Se avrai bisogno di qualcosa puoi..puoi venire da me, va bene?- Chiese guardandola con la coda dell'occhio. Era cresciuta, sana e bella.

'Non verrei da te neanche se mi pagassero' Pensò sistemandosi meglio il borsone sulle spalle. L'unica cosa che si era portata dietro.

-Senti...mi dispiace per quello che è successo due anni fa.... Ma avevo solo 18 anni e mezzo, non sapevo quello che stavo facendo. Era tutto così strano- Si bloccò, notando Harriet ignorarlo.-...okay, lo so che non mi vuoi parlare, sei arrabbiata e lo capisco, ma non possiamo almeno provare a ricominciare tutto da capo?- Propose sorridendo lievemente.-Dimentichiamo il passato e..- Prima che continuasse lei lo sorpassò, chiudendosi nella sua nuova stanza.

Ne aveva davvero avuto abbastanza di tutte quelle parole a vanvera. 'Insomma, chi mai avrebbe lasciato scappare una donna che aveva tentato di uccidere?'' Nessuno!!'' Si rispose da sola, appoggiando il borsone sopra il letto. Nella sua vita aveva ricevuto molte delusioni, ma la più grande era stata quella da parte di Harry, l'unica persona di cui si era fidata veramente.

-Signorina Harriet, è ora di cena.- La chiamò la domestica bussando alla porta. Finì di sistemare le poche cose che aveva, lanciando un ultimo sguardo alla camera prima di uscire. Le pareti erano color giallo canarino e tutto il resto si intonava ad esso. Il comodino arancione, la lampada, l'armadio...

-Signorina, spero lei apprezzi ciò che ho preparato per il suo ritorno.- Disse Gwen tentando di farle spiccicare parola, fallendo, però, miseramente.

-Questa è la sala da pranzo, si accomodi pure vicino a suo padre.- Harriet era così tentata dal dirle che sapeva già quale fosse la sala da pranzo e che Harry non era suo padre, ma non poteva, non voleva.


 

-Hey, piccola, vedo che non ti sei cambiata, hai per caso bisogno di un pigiama? Sai, il tuo armadio è pieno di vestiti nuovi.- Il ragazzo ricciolo, spostò con un sorriso la sedia accanto alla sua, incitandola a farla sedere, ma, contro ogni sua aspettativa, Harriet andò a sedersi il più lontano possibile da lui.

Il peggio arrivò quando i piatti furono serviti in tavola e lei non sfiorò nemmeno il cibo.

-E' pollo arrosto con patate. Il tuo piatto preferito...o almeno così era.- Commentò Harry, alzandosi dal suo posto per sedersi vicino a lei.-Non ricordi più come si usano coltello e forchetta?- La prese in giro, sfilandole la forchetta inutilizzata di mano.

'Idiota' Pensò lei lanciandogli un'occhiataccia.-Sembri un gattino.- Disse mentre tagliava un pezzo di pollo. Gli occhi di Harriet non erano normali, o almeno non per lei e gli altri che la conoscevano.

''Soffriva'' di eterocromia, una caratteristica somatica di individui che presentano differente colorazione di due parti del corpo omologhe.

In poche parole la differente colorazione delle iridi. Il suo occhio sinistro era marrone scuro, quello destro invece azzurro/blu.

-E dai, apri la boccuccia.- Harriet serrò le labbra, spostando la testa di lato. Non voleva mangiare niente.-Vuoi che faccia il trenino? Uhm? Ciuf-ciuf?- Portò la forchetta sulla sua bocca,stavolta, spingendola bruscamente.-Se mangi almeno questo boccone giuro che poi non ti rompo più.- E fu con quelle ''parole magiche'' che la convinse ad aprire la bocca e ingoiare quel piccolo pezzo di carne.

-Hai visto? non è male, un altro po'?-

Harriet scosse la testa indietreggiando con la sedia, pronta a tornare di sopra, ma fu fermata dalla mano salda di Harry, stretta attorno al suo polso.-Non avrai veramente intenzione di non mangiare? Odio che il cibo sia sprecato.- Disse prima di mollare la presa, per non farle male.-Se non avevi fame avresti dovuto dirlo prima, sai?-

La figlia, scosse di nuovo la testa e tornò di fretta nella sua stanza, prima che la costringesse a mangiare di nuovo.

***************.

-Non lo so..ragazzi, lei..è come dire..strana. Non parla ne mangia da almeno tre giorni...non pensavo fosse messa poi così male.- Harry si confidò coi suoi quattro migliori amici, Louis, Liam e Niall, tutti seduti attorno al bancone da cucina a fare colazione.

-Non parla..?- Chiese sorpreso Niall. Se la ricordava benissimo, erano migliori amici, benchè avessero 4 anni di differenza.

-Già e...- Si bloccò, nel sentire il rumore dei piccoli passi scendere lentamente dalle scale.-Ragazzi non fissatela troppo.- Mormorò non appena Harriet comparì sulla soglia della cucina, troppo intenta a smanettare col telefono, per accorgersi che tutti gli sguardi erano su di lei.

-Buongiorno tesoro.- La salutò Harry facendola bloccare sul posto. Alzò lo sguardo, deglutendo alla vista di tutti i ragazzi. Dopo quegli anni non si era dimenticata dei loro volti, come poteva farlo?

Sgranò gli occhi e fece per tornare nella sua stanza, ma di nuovo, Harry parlò.-Fai colazione con noi, poi usciamo a fare un giro se ti va..sei rimasta chiusa in casa per tutto il tempo.-

Beh, lo aveva fatto soltanto perché sapeva che se fosse uscita i fan avrebbero scatenato il deliro, online non si faceva che parlare del suo ritorno e lei odiava quella cosa.

-Hey Harriet, ti ricordi di me vero?- Niall le prese la mano, attirandola sé, in attesa di una risposta.

Lei annuì, staccandosi e andando a sedersi tra Liam e Louis.

Sapeva non le avrebbero rivolto la parola. Non erano d'accordo con Harry sul fatto della relazione con la madre, sapevano sarebbe finita male.

-Vuoi del latte?- Chiese Harry porgendogli un bicchiere di latte caldo pieno.

La ragazza dagli occhi colorati non rispose e prese la tazza tra le mani, riscaldandosi le dita.

Niall, ricordava ancora che Harriet odiava il latte 'da solo', senza niente,come lo chiamavano prima, appunto, le sfilò il bicchiere dalle mani, aggiungendoci due cucchiai di 'Nesquik'-Ecco, adesso va meglio. Disse mescolando e ridandogli il bicchiere. Lei gli fece un piccolo sorriso, cominciando a sorseggiare la sua bevanda calda preferita.

-Allora? Dove andiamo questo pomeriggio?- Louis, ruppe il silenzio che si era creato giocherellando con una brioche.

-Io direi di farci una passeggiata al centro commerciale, vorrei..comprare alcune cose.-

-E centro commerciale sia!- Esclamarono tutti in coro, tranne Harriet, che, ovviamente, si tenne in disparte.


Pov autrice:

Per chi non sapesse cos'è l'eterocromia 

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Capitolo 3
*** 2. ***


I'm the daughter of Harry Edward Styles.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

 

-E' soltanto un centro commerciale! Ti prego Harriet.- Harry le tirò di nuovo la mano, cercando di convincerla ad uscire con loro.

Lei scosse la testa, provando a tornare nella sua camera, ma inutilmente.-Per favore, staremo fuori soltanto due orette piccole, piccole.-

-Non voglio.- Mugolò portandosi il pollice tra le labbra.-Non voglio.- Ripetè scuotendo la testa.

-Andrà tutto bene. Andiamo e torniamo.- Sussurrò curvando dolcemente le labbra in un sorriso.-Voglio comprarti dei vestiti e altre cose.-

-Non li voglio.-

-Lo giuro. Solo due ore e poi torniamo a casa.- Harriet sospirò, abbassando lo sguardo. Avrebbe dovuto sopportare i fan, le foto, flash, domande, paparazzi.

-Ecco, allora va a metterti qualcosa e andiamo.- La trascinò nella sua stanza, aprendo poi, la cabina armadio, pieno soltanto per metà. Non era riuscito a riempirlo tutto.

-Ma ci sono già vestiti.- Sussurrò lei sorpresa.

-Si, ma non bastano, allora, metti questi e questa.- Le passò una felpa nera col cappuccio e dei jeans chiari.-Datti una mossa,i ragazzi non sono molto pazienti.-

*.....................*

-Questo vestito è stupendo, prendiamo pure questo.- Disse Harry alla cassiera, che li guardava a dir poco sconvolta. Insomma, Harry Styles era lì, di fronte a lei. Aveva pagato per far chiudere il negozio e tenerlo a loro disposizione.

-Harry, è da un ora e mezza che le stai facendo provare vestiti. E con ognuno di essi è 'adorabile'- Lo imitò Niall aggiungendo la faccia da ebete.-Sarà esaurita povera, non è vero piccolina?- La attirò a sé, in un dolce abbraccio, accarezzandole dolcemente la schiena. Harriet sorrise, beandosi di quelle braccia calde che la stavano stringendo, era da tanto che non veniva stretta così e le piaceva.

-E va bene, ci prendiamo un gelato e poi torniamo a casa.- Disse stiracchiandosi un po'.-A meno che Harriet non voglia comprare altro. Non ti piace disegnare?-

Lei annuì, staccandosi dall'abbraccio di Niall.

-Beh, non ti piacerebbe..trasformare la soffitta in uno studio d'arte tutto tuo?-

-I-io..- Balbettò sorpresa e confusa. Non sapeva se accettare o meno.-Non penso..-

-Lo farò anche se mi dirai di no, anche se non so che cosa devo metterci dentro. Pacchi di farina? Pennarelli?- Tentò di farla ridere, riuscendoci.

-Hai visto che bel sorriso mi nascondevi?- Sussurrò dandole un buffetto sul naso.

-Andiamo a prendere quello che ti serve.- Le prese la mano, conducendola alla cassa.-Niall, paga con la mia carta.- Gliela tirò, senza neanche voltarsi.

-Non stai spendendo troppi soldi?- Domandò una volta dentro il negozio dedicato all'arte.

-Sai che ne ho molti e mi piace spenderli. Prendi tutto quello  che vuoi.-

-E se..-

La interruppe, posandole un dito sulle labbra.-Non mi interessa quanto spendi. Prendi e basta.-

Alla fine si ritrovò a pagare matite di varie gradazioni, sfumini, gomma classica, pane ecc...

-Grazie.- Borbottò Harriet regalandogli un bacio sulla guancia, cosa che scatenò ad Harry vari ricordi.

Flashback:

-Harry!- Esclamò Harriet correndo verso di lui, contenta di poter rompere a qualcuno. Si era sentita così sola in quei giorni. Tutti erano via per un motivo.

-Non rompere- La precedette lui, occupato a sistemarsi la benda sul polso.

-Mi sei mancato.- Rise, sedendosi sopra le sue ginocchia. Sapeva che quel gesto gli dava fastidio, ma amava provocarlo in quella maniera, facendolo arrabbiare. Lo faceva da quando aveva 9 anni, anche se ormai ne aveva compiuti 10.

-Harriet, sul serio, sono stanchissimo. Ho il polso slogato e non ce la faccio più.-

-Ti do una mano io!- Battè le mani, prendendogli la benda di mano.-Si fa così, guarda.- Circondò attorno al polso dolorante la benda, facendo attenzione a non fargli male, nonostante la voglia di farlo fosse tanta, sorridendogli subito dopo.

-Ecco fatto, sei proprio un idiota.- Commentò abbracciandolo e nascondendo il viso sulla stoffa della sua maglietta.

-Dov'è tua madre?- Chiese lui tentando di scrollarsela di dosso inutilmente. Amava Harriet, per lui era come una sorellina o una figlia, visto che stava con sua madre, ma glielo nascondeva, fingendosi infastidito in sua presenza. Tanto sapeva che lei lo sapeva che lui le voleva bene, glielo rinfacciava sempre.

-E' al lavoro, mi ha lasciata di nuovo da sola. Come può lasciare sola una creatura adorabile come me!?-

-Sei tutto fuorché adorabile.- Commentò lui arricciando il naso. Ed era vero, Harriet Hasting era davvero una peste. Chiunque la conoscesse lo sapeva, ma le sue dote migliori le utilizzava solamente con Harry, il fidanzato della madre, più grande di lui di molti anni.

-Non è vero! Sei solo invidioso perchè io sono bella e tu no.-

-Questo non fa nessuna differenza. Sei terribile,ammettilo.- Si alzò, posando la mano sotto il suo sedere per non farla cadere.-E' tardi, ti porto a letto.-

-Ma io non voglioo.- Si lamentò mettendo il broncio.

-Sono quasi le undici e domani hai scuola! - Esclamò tirandole una pacca alquanto forte sul culo.

-Aia!- Strillò  cercando di ricambiare, anche se inutilmente.

-Sta ferma.- Dopo quasi un ora Harry riuscì a farla addormentare, obbligato a cantarle una canzone della buonanotte. Aveva solo 18 anni ed era innamorato di una donna con un divorzio alle spalle e una figlia da mantenere. Era giusto quello che stava facendo?.

 

Fine flashback.

 

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