Uno strano accordo

di narutato20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di bene in meglio ***
Capitolo 2: *** ma come osi!?? ***
Capitolo 3: *** Proprio ora che cominciava a piacermi!? ***
Capitolo 4: *** Non si torna indietro ***
Capitolo 5: *** E ora a noi? ***
Capitolo 6: *** Solo loro due ***
Capitolo 7: *** E questo chi lo ha stabilito? ***



Capitolo 1
*** Di bene in meglio ***


 I personaggi di questa storia non sono miei, appartengono a Masashi Kishimoto.
Di bene in meglio.
Al villaggio tutti dicevano, e ognuno poteva testimoniare, che Minato Namikaze, alias quarto Hokage, era il ninja più forte che la Terra del Fuoco ricordasse, e questo era assolutamente vero. Nella sua carriera di ninja aveva affrontato numerosi nemici, uno più forte dell’altro e pochi hanno vissuto per raccontarlo, oltre a ciò affrontava ogni situazione con la calma e l’autorità degne dei più grandi leader e senza mai perdere il controllo.
Eppure in questo momento era seduto nel suo ufficio con sguardo agitato e tenendo su la testa con le mani sorrette dai gomiti con aria stanca.
Per tutta la notte non aveva fatto altro che compilare le solite scartoffie che vedeva ogni giorno da quando era stato eletto hokage, ma in realtà non faceva aspettava notizie da uno dei migliori jonin di Konoha, nonstante fosse anche uno dei più giovani,  nonché suo ex allievo, Kakashi Hatake.
Finalmente senti bussare alla porta e quasi di scatto disse:
Min: <<Avanti>>
Dalla porta entrò kakashi e senza neanche salutarlo, cosa insolita per lui, chiese:
Min: <<Allora cosa puoi dirmi>>  
E kakashi potè solo dire: <<Purtroppo le indagini hanno confermato le nostre più grandi paure: Sembra che Madara Uchiha sia vivo e in salute e sta cercando di richiamare il Demone a nove code e fargli distruggere il villaggio>>.
A quel punto tutta la sua calma che gli era rimasta andò a farsi benedire e imprecando si alzò dalla scrivania e voltandosi comincio a guardare il villaggio come se quella fosse l’ultima volta che lo vedeva, e forse sarebbe stato cosi.Se quel pazzo di Madara fosse riuscito nel suo intento l’unico modo per fermarlo sarebbe stato imprigionare il demone enneacoda, privandolo cosi della sua arma.  La cosa era fattibile, gli sarebbe costata la vita, ma per il suo villaggio questo ed altro. Ma per farlo avrebbe dovuto chiedere aiuto all’ultima persona in quell’universo con cui avrebbe voluto avere acchefare
Ka: <<Ci sarà qualcosa che possiamo fare.>>
Min: <<Possiamo solo setacciare ogni angolo della terra per cercarlo, Forse riuscirà a richiamare la Volpe a Nove Code ma riuscire ad assoggettarla è tutto un altro paio di maniche, sicuramente gli servirà tempo, dobbiamo eliminarlo prima che ci riesca>>.Poi incamminandosi verso l’uscita aggiunse: <<Di a Hiruzen di allertare la squadra speciale perché lo cerchino e che nel pomeriggio gli vorrei parlare, la priorità è massima. Dopo va a casa, abbiamo tutti e due bisogno di riposare>>.
Dopo aver riferito il messaggio all’ ex hokage il copia-ninja si incamminò verso casa, Minato in vece ci arrivo con la sua tecnica di teletrasporto per evitare il solito assedio di ammiratrici che lo aspettava sulla strada del ritorno, poi un paio d’ore di sonno una sciacquata sotto la doccia e un boccone da digerire in cinque secondi e ritorno al palazzo dell’hokage e ciò che trovo lo lasciò di stucco:Ovunque c’erano segni di lotta e le sue guardie erano tutte a terra e, sebbene nessuno sembrava in pericolo di vita, non sembrava che potessero rialzarsi. Subito si chiese chi potesse essere così pazzo da attaccare il palazzo dell’hokage ma di certo, chiunque fosse, ci sapeva fare. La risposta alla sua domanda la trovo quando vide che, sui muri e sui corpi delle guardie, avevano segni lasciati da tre artigli perpendicolari e equidistanti tra loro, non c’erano dubbi era lei.
Di bene in meglio.
Una voce lo interruppe nei suoi pensieri, e voltandosi vide che Hiruzen era arrivato, e che sul braccio aveva segni di striscio di quegli stessi artigli sul braccio,
Min:<< Dove è andata?>> chiese,
Hir:<< Nel tuo ufficio e non si è ancora mossa da lì. Credo voglia vedere te, vai io mi occupo dei feriti finche non arriva la squadra medica.>>
Senza aggiungere altro si diresse verso il suo ufficio e con calma aprì la porta per entrarvi, e eccola lì seduta sulla sua poltrona che si sorreggeva il viso col palmo della mano destra, dalle cui nocche spuntavano ancora quei suoi micidiali artigli d’osso, una delle abilita ereditate dal suo clan. Vestiva con abiti da donna delle pulizie, un travestimento per intrufolarsi e sul suo bellissimo viso, circondato da una lunga chioma rosso-fuoco, c’era quella sua solita fastidiosa superiorità.
XXX:<< Ciao Minato; bello il posto in cui lavori ma il personale andava un po’ rieducato. Ma ci ho pensato io>>
Min:<<A me sembra che sappiano come trattare le ricercate internazionali, come te, Kushina Uzumachi.>>.
 
Ecco il mio battesimo dell’inchiostro, il primo capitolo della mia prima storia.
Spero che a chi ha avuto il coraggio di leggerlo recensisca per farmi notare gli errori e farmi migliorare.
Ho messo Crossover per il riferimento al potere di Wolverine che ho dato a Kushina.
Ciaooo.

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Capitolo 2
*** ma come osi!?? ***


 Questo capitolo vi darà modo di capire perché ho intitolato così questa fanfiction, anche se devo dire che il titolo non era per niente azzeccato.
2: Ma come osi?
Hiruzen stava prestando i primi soccorsi alle guardie, erano ridotti tutti più o meno male ma nessuno di loro era in pericolo di vita. Ad un tratto ecco arrivare anche Jiraya, che appena visto lo spettacolo che aveva lasciato la recente battaglia chiese:
Jir:<< Ma cosa è successo >>.
Hir:<< E stata Kushina, ho già chiamato i soccorsi; tu va da Minato. Ora!!! >>
E Jiraya scattò verso l’ufficio dell’allievo.
 Minato cominciava a preoccuparsi; Lei non era in grado di batterlo, questo lo sapeva, ma allora perché presentarsi cosi davanti a lui, e perché era cosi tranquilla.
Improvvisamente nella stanza arrivò anche Jiraya.
Kus:<< Ma guarda… c’è anche il maestro della perversione di konoha. >>
Jir:<< Ma come osi razza di… >>
Jir:<< Lasci stare maestro >>. Lo fermò il quarto,poi Jiraya, cercando di ricomporsi simulando 2 colpi di tosse,  con autorità cominciò a parlare:
Jir:<< In ogni caso, ti credevo un pò più furba Kushina, conosci le disposizioni che abbiamo nei tuoi confronti. >>
Min:<< Infatti, hai rubato molti segreti a diversi villaggi e li hai usati per estorcere loro molti soldi. >>
Kus:<< Beh, una ragazza deve pur mangiare. >>Disse con noncuranza.
Min:<< Non mi risulta che al tuo villaggio facessi la fame. In ogni caso ora i villaggi che hai ricattato vogliono la tua testa per assicurarsi che non venda a nessuno i loro segreti, ma se ti consegni spontaneamente credo che te la caverai con la reclusione a vita. >>
Jir:<< Credo che ti convenga, non hai speranze contro di noi. >>
Kus:<< Detto fra noi, non credo che tu alzeresti le mani su una donna; Non per combatterci chiaro. >> Rispose lei sfottendolo, poi, si alzò dalla poltrona, richiamò gli artigli nelle sue mani e si liberò del travestimento da donna delle pulizie, rivelando un completo da kunoichi di colore arancione che facava perfettamente il bel corpo della ragazza, comodo e sensuale. Poi ricominciò a parlare:
Kus:<< Comunque potete rilassarvi, non sono qui per combattere, e se proprio volete catturarmi non mi opporrò, ma in questo modo non saprai mai l’accordo che volevo proporti. >>
Min:<< E dovrebbe importarcene? >>
Kus:<< Dipende, da quanto ti preme salvare il tuo villaggio da Madara e dalla Volpe a nove code? >>
Anche se lo nascose bene Minato rimase molto colpito dall’ ultima affermazione dell’ intrusa. Sapeva che con la sua abilità era riuscita ad accedere a numerosi segreti ma non immaginava che fosse venuta al corrente persino di questo nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto per tenerlo nascosto, e per quando morisse dalla voglia di sbatterla in cella doveva sapere fino a che punto sapesse, perciò si limitò a domandare:<< Sai per caso dov’è Madara? Se ce lo dirai avrai uno sconto sulla pena. >>
Kushina vide che aveva catturato la sua attenzione e colse la palla al balzo:<< Sono la migliore in quello che faccio, anche se quello che faccio non’è bello, ma purtroppo neanche io sono riuscita a scoprire dov’è, e se non ci sono riuscita io non ci riuscirà nessuno. >>
Min:<< Questo significa che possiamo finirla qui. >> disse Minato sfiorando l’ astuccio contenente il suo Kunai.
Kus:<< Però so quando attaccherà il villaggio. >> si affrettò ad aggiungere lei.
Min:<< E dimmi, quando colpirà? >> disse senza nascondere lo scetticismo che aveva in quel momento.
Kus:<< Tra i 10 e i 12 mesi. >> .
Minato cominciò a riflettere su se darle una chance o no,
Min:<< Se non hai altre informazioni, puoi andare in cella. >>
Kus:<< Non ho altre informazioni, ma hai comunque bisogno di me, solo i membri del mio clan hanno la forza per contenere la volpe a… >>
Min:<< Sei matta se credi che la sigilleremo nel tuo corpo, non oso nemmeno pensare a cosa faresti con tutto quel potere. >>
Kus:<< Non intendevo questo, non ci tengo ad avere quella cosa dentro. >>
Min:<< E allora cosa proponi? >>
Kus:<< Di mettere al mondo un erede con le mie abilità, potrete sigillare la volpe dentro di lui. Poi io me ne andrò e voi avrete la vostra forza portante. >>
Jir:<< Quindi metteresti al mondo un bambino per poi abbandonarlo, pur sapendo quale destino è riservato a una forza portante. >> intervenne Jiraya con una certa ira.
Minato capiva l’ira del suo maestro e la condivideva, ma quella poteva essere l’unico modo per salvare il suo villaggio.
Min:<< Immaggino che in cambio chiederai la grazia sui tuoi precedenti, vero? >>
Kus:<< Esatto. Allora ci stai? >>
Min:<< Considererò la tua proposta e nel frattempo te ne starai in cella; vieni! >>
Kus:<< E se io non volessi? >>
Lo sguardo di Minato si fece ancora più cupo, e Kushina alzò le mani dicendo:
Kus:<< Ehi! Non scaldarti! Scherzavo. >>
Quindi Minato si tranquillizzò e, dopo averle legato le mani dietro la schiena, la fece scortare verso la prigione da Jiraya. Durante il tragitto Jiraya la guardava con un misto di rabbia e di tristezza, e si chiese come aveva potuto quella bambina che aveva conosciuto molti anni prima, diventare quella donna disonesta e manipolatrice.
Una volta incontrato il direttore della prigione le diedero un informe da carcerata e 3 minuti per cambiarsi, le misero delle catene che le limitavano molto la libertà di movimento, poi insieme la accompagnarono alla sua cella tra i detenuti di grado S.
Jir:<< Vuole davvero metterla qui dentro? >> Chiese jiraya preoccupato vedendo i brutti ceffi che stavano li dentro. In fondo provava ancora affetto nei confronti della Kunoichi.
Dir:<< Qui “ospitiamo” tutti i detenuti special i>>
All’improvviso uno dei prigionieri Kushina per il braccio sinistro,
Pri:<< Ehi direttore! Vedo che mi ha portato un regalo. Perché non vieni dentro bambina? >>
Kus:<< Perché piccolino? Vuoi che ti tenga la mano? >>
E con la rapidita di un fulmine Kushina gli afferro la mano con cui la teneva e gliela torse, e quando la ritirò il detenuto aveva 3 dita piegate in modo irregolare e chiaramente rotte e cacciava urla di dolore e imprechi contro la ragazza,
Dir:<< Io credo che se la caverà benissimo >> disse il direttore divertito,
Jir:<< Già! Concordo >>.

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Capitolo 3
*** Proprio ora che cominciava a piacermi!? ***


Cap 3: Proprio ora che cominciava a piacermi?

Erano da poco scoccate le dieci di sera, ma Minato e Jiraya erano ancora a casa del terzo Hokage, dove si erano riuniti per cena e per discutere riguardo la proposta di Kushina. Anche la moglie del terzo Hokage, Biwako, partecipava alla discussione.

< Io continuo a dire di non accettare e lasciarla in cella, ci penseranno le squadre speciali a trovare Madara e a eliminarlo. > Espose, per l’enn-esima volta la sua opinione Jiraya.

< Questa è la quindicesima volta che lo ripete, maestro. Io sarei anche d’accordo, ma se non ci riuscissero? È una possibilita che non possiamo trascurare. > Fu la risposta del quarto.

< Anche se accettassimo come faremmo a farle avere la grazia? I villaggi che ha ricattato non rinunceranno facilmente alla sua testa. > Chiese Jiraya.

< In effetti è difficile, ma se siamo noi a garantire per lei credo che accetterebbero, in fondo chi più e chi meno hanno tutti loro un debito verso la foglia.> disse il terzo Hokage con la voce dell’esperienza.

< ma se ci stesse prendendo tutti per i fondelli? A questo non avete pensato scommetto. Potrebbe decidere di rapire il bambino e scappare. E anche se andasse bene Minato morirà.> disse Jiraya battendo un pugno sul tavolo per l’ira.

< Non è detto .> precisò il terzo hokage, < c’è più di un modo per sigillare un cercoterio. >

< Ci sono altri punti da considerare? > disse all’improvviso Biwako attirando l’attenzione del gruppo su di sé, < Il primo è che dopo la guerra mondiale dei ninja i villaggi sono arrivati a un accordo di pace solo grazie all’equilibrio raggiunto tramite la presenza delle forze-portanti, ma la foglia al momento, essendone del tutto sprovvista, è completamente esposta e ciò è intollerabile. In particolare mi preoccupa il villaggio della Nuvola che come sappiamo ne ha ben due e che tra tutti i villaggi si è sempre mostrato quello più audace >. Fece una breve pausa per dare modo ai presenti di riflettere sul suo intervento, poi ricominciò dicendo:< Il secondo è che Kushina appartiene al villaggio del turbine, con cui eravamo in stretti rapporti di amicizia prima che venisse distrutto e anche se ha perso la via credo che possa ancora ritrovare se stessa, perciò ritengo valga la pena aiutarla se possiamo. >

< Il tuo secondo punto è opinabile, ma il primo è innegabile. > Concordò Hiruzen.

< Beh! In questo caso mi “sacrificherò” io e sarò il padre del bambino, hehehe… > Disse jiraya facendo venire un grosso gocciolone in testa agli altri, era proprio incorreggibile.

< A dire il vero le forze portanti vengono sempre scelte tra i membri delle famiglie dei kage di competenza, per ciò se qualcuno dovrà “sacrificarsi”, questi è Minato > Precisò Hiruzen con un leggero sorriso di derisione, facendo crollare inesorabilmente le speranze dell’eremita. Dal canto suo, Minato, pur sentendosi chiamato in causa, immaginava qualcosa del genere ma non si oppose.

< Prima parliamo di matrimonio, poi parleremo anche di “sacrificio”. > Intervenne Biwako nella conversazione con un evidente vena di irritazione che le sporgeva dalla tempia. Già la conversazione stava prendendo una piega un pò troppo infantile per i suoi gusti, in più non le piaceva che il ruolo delle donne fosse sminuito a tal punto. Jiraya e il maestro si voltarono a guardarla per quello che aveva detto e perche sembrava un po’ arrabbiata,e in quel caso era meglio scappare. < E non guardatemi come se avessi detto chissà quale assurdità, dobbiamo anche pensare all’immagine del villaggio e al buon nome dell’hokage no? Dobbiamo cercare di salvarli, almeno in parte > Parlò in modo autoritario, e Minato abbassò lo sguardo come a volerci pensare un attimo.

< Ma lei ha detto chiaramente che non ha intenzione di restare al villaggio. > Fece notare Jiraya.

< So che non era esattamente questo il modo in cui volevi metter su famiglia, ma sappi che… > Disse Hiruzen cercando di iniziare un discorso, ma venne interrotto da Minato.

< No, ha ragione Madama-Biwako, dobbiamo salvare anche le apparenze, le faremo avere la grazia, poi la sposerò e la farò stare a casa mia, per tutto il tempo della gravidanza, dopo il parto potrà fare come le pare. L’ importante è proteggere il villaggio. > Cosi dicendo pose fine alla discussione, e gli altri annuirono per dire che avevano capito.

Il mattino seguente il quarto e il terzo hokage faticarono parecchio convincere i capi dei villaggi truffati da kushina, che erano il villaggio del gelo, il villaggio della Luna, il villaggio delle serrature, il villaggio dei ponti e quello dell’acciaio. Alla fine accettarono su un offerta di risarcimento e su garanzia degli hokage che la memoria di kushina fosse “ripulita” da tutte le informazioni scomode.

Il giorno dopo ancora il quarto Hokage si recò alla prigione per parlare con l’interessata.

Dopo i dovuti controlli di sicurezza si incontrò subito col direttore, un uomo alto vestito con l’uniforme dei ninja di Konoha con corti capelli neri e la faccia segnata, oltre che da qualche ruga, anche da una grossa cicatrice sulla guancia sinistra che dall’orecchio arrivava sotto la bocca.

< Buongiorno signor-hokage, cosa posso fare per lei? > chiese il direttore con la dovuta cortesia.

< Buongiorno Danjuro.Due giorni fa ho fatto scortare una prigioniera qui, una Kunoichi del villaggio del turbine di nome Kushina Uzumaki. Vorrei incontrarla >. Rispose il Quarto Hokage.

< Certamente, mi segua >. E loguidò tra gli intricati corridoi della prigione.

A un certo punto intrapresero un corridoio che andava nel sottosuolo, e li vi erano anke più guardie. Minato era stato nella prigione diverse volte, ma non ricordava di aver mai visto quella zona, cosi chiese:< Sbaglio o queste sono le celle di isolamento? >

< Esatto. Qui teniamo chi tenta un evasione o chi può, rappresentare un pericolo, o chi richiede protezione. >

< E per quale delle tre ragioni l’avete chiusa qui?> chiese incuriosito.

rispose il direttore.

< L’ha richiesta lei? > chiese un po’ preoccupato il quarto, per un attimo aveva pensato che degli altri detenuti l’avessero molestata.

< Non è come crede, ce l’ho messa io qui per protezione degli altri detenuti, ormai nell’infermieria non c’era più posto >. Disse seccato ma anche un po’ divertito il direttore. Invece Minato alzò gli occhi al cielo. Possibile che in soli due giorni avesse riempito l’infermeria? Decisamente era ancora degna del soprannome che le avevano dato da bambina.

Ancora preso da questi suoi pensieri quasi non si accorse che era arrivato alla cella della ragazza, l’unica sorvegliata da 2 guardie.

< Il peperoncino rosso sangue non si smentisce mai. >

< Minato! È bello ricevere delle visite. > disse come per salutare un vecchio amico.

< Sai ho pensato alla tua offerta, ma questo non è il posto per parlarne, andiamo a prendere un po’ d’aria, ho qui i documenti di scarcerazione. > Disse Minato passando i documenti, ordinati e filmati, al direttore della prigione che volle guardarli per bene per accertarsi della loro autenticità, non perché non si fidasse dell’ hokage, ma perché gli sembrava strano che il quarto hokage volesse far rilasciare quella detenuta.

In ogni caso una volta visto che erano a norma con un leggero inchino disse:< Certo signore, il tempo di compilare un paio di scartoffie e sara fuori di qui >.

< Ma come? Proprio ora che cominciava a piacermi? > Disse la ragazza mettendo su un finto broncio di delusione.

Spazio-autore:

Scusate il ritardo, ma alcuni errori notati troppo tardi mi hanno un po’ scoraggiato a continuare, ma non ho intenzione di lasciare incompleta la mia prima fanfic, bene o male che venga. Detto questo, in questo capitolo ho cercato di rendere le mie impressioni su come sono i personaggi:

Di Jiraya direi che si sa come è fatto.

Il terzo Hokage, credo che sia un ninja saggio, affidabile e valoroso ma che nasconda un lato da porcello che in certe situazioni viene a galla.

Biwako Sarutobi, non si sa molto di lei, ma da come l’ho vista nel manga me la immagino come una donna tutta d’un pezzo, che tiene gli altri in riga, e che sia anche femminista.

Vi invito a dirmi cosa pensate del capitolo e delle mie impressioni sui personaggi

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Capitolo 4
*** Non si torna indietro ***


Non si torna indietro.

Nel giro di qualche minuto tutte le formalità per la scarcerazione furono sbrigate e finalmente la prigioniera poté uscire dalla cella e le furono restituite tutte le cose che aveva con sé prima della carcerazione, così tornò a vestire con la sua tenuta da kunoichi, che consisteva in una specie di Kimono corto color arancione allacciato alla vita con una cintura rossa e che le arrivava a meta coscia e che aveva una scollatura a v  che lasciava intravedere la maglietta a rete che portava sotto il kimono, il Kimono aveva delle ampie maniche come il completo di una sacerdotessa ma che servivano solo a nascondere le armi che le erano state requisite. poi portava un pantaloncino nero e dei gambali neri. Sul kimono vi erano delle decorazioni floreali di colore rosso, e dietro la schiena portava il simbolo del suo villaggio natale, la spirale rossa.

Una volta usciti dalla prigione Minato, Kushina e altri tre uomini della squadra speciale che li scortavano fecero ritorno al villaggio.

In un villaggio di Ninja la gente non faceva caso se vedeva dei Ninja passare per strada, ma vedere il quarto hokage in compagnia di una ragazza e tre ninja era un'altra cosa, quindi non era strano se gli occhi di tutti erano puntati su di loro, e se questo per kushina era una cosa divertente, per Minato era del tutto indifferente. Raggiunsero la casa di Minato in poco tempo, i soldati Ambu rimasero fuori, Kushina non si sorprese nel vedere che dentro la casa c’erano il terzo Hokage e una donna che non aveva mai visto e che forse l’avrebbe degnata di uno sguardo se non fosse stata impegnata a bere una tazza di tè, ma dopo aver finito il suo tè si volse a guardare la ragazza appena arrivata, sembrava volesse dirle qualcosa ma a parlare non fu lei ma il terzo hokage.

< Bentornata Kushina. Ti abbiamo fatto venire qui per parlarti. Ma prima lascia che ti presenti mia moglie Biwako >.

< Piacere. > Disse con la giusta educazione, ma poi altrandosi leggermente disse: < Ora potremo passare alle cose serie? Mi avete tenuta in cella gia per due giorni. >

< Sappi che potresti ancora tornarci! >

< Che significa?! Credevo che i villaggi che hanno messo una taglia sulla mia testa mi avessero concesso la grazia! > Esclamò la rossa.

< Loro si, ma ricordati che hai dei conti in sospeso anche con noi della foglia > Le ricordo il terzo hokage.

< Non l’ho dimenticato, infatti sono venuta qui per chiuderli. > Rispose sfidante la ragazza.

< Però ci sono delle condizioni > Disse Biwako, prendendo la parola, con lo stesso tono della ragazza.

< E quali sarebbero? > chiese Kushina.

< Noi abbiamo deciso di accettare la tua proposta, ma prima alcuni dei tuoi ricordi relativi a certi dettagli devono essere sigillati. > Le rispose Biwako.

< Tutto qui? > chiese Kushina.

< Certo che no! Dovrai anche sottoporti a un mio controllo per verificare la tua fertilità. Infondo lo scopo del nostro accordo è quello di dare alla luce un bambino che possa ospitare la volpe, perciò se dagli esami risulterai infertile ritornerai a scontare la tua pena. > Spiegò Biwako.

< Ahh! C’è dell’altro? > chiese gia sapendo la risposta.

< A dire il vero si. Devi sapere che le forze portanti vengono scelte tra i parenti dei Kage, perciò sarà Minato il padre del bambino. > Spiegò il Hiruzen.

< Wow! Non ho niente in contrario a riguardo, avevo il terrore che mi affibbiaste un mostro con occhiali doppi e brufoli sul naso. > Esclamò tutta pimpante kushina, < Anzi! Visto che il tempo stringe, perché non iniziamo subito? > propose lanciando occhiate provocanti a Minato.

< Prima però… > richiamò l’attenzione Biwako, leggermente infastidita dalla scenata a cui stava assistendo, < dobbiamo pensare anche a salvare le apparenze, unendovi in matrimonio >.

< Co…cooosa!!? U…un matrimonio!? > Chiese con stupore la ragazza. Ma non era solo stupita, dentro di sé una miriade di emozioni erano esplose nel momento in cui Biwako aveva pronunciato la “parola con la M”, ma ad avergliele scatenate non era stato solo il pensiero di doversi sposare, quanto il pensiero di “chi” doveva sposare.

< Si! E il matrimonio dovrà essere consumato in presenza di testimoni > Aggiunse Biwako.

< Questo non significa che avrai degli obblighi! Dopo che il bambino sarà nato potrai fare quello che ti pare, andare, restare… quello che vorrai. > precisò Hiruzen.

< Le condizioni sono queste, firma qui e iniziamo. Minato, devi firmar anche tu. > Disse il terzo mostrando un documento che doveva essere un accordo matrimoniale.

Guardò quel pezzo di carta per qualche secondo, che nella mente della rossa equivalevano ad ore. Quando le era venuta in mente l’idea di presentarsi da Minato e proporre quell’accordo le era sembrata una buona idea, infondo tante donne restano incinte dopo una notte folle e abbandonano i loro figli per andare poi avanti con la loro vita e lei sarebbe stata solo una delle tante, ma ora non sapeva proprio cosa fare, una parte di lei le chiedeva chi glie lo aveva fatto fare, e scalpitava per farle stracciare l’accordo e darsela a gambe levate, e l’altra le diceva di firmare, non perché fosse piu saggio, semplicemente non lo sapeva. Decise di dar retta a quella parte e di firmare. Dopotutto non era il momento per farsi prendere dai dubbi.

Dopo aver firmato lei era il turno di Minato di firmare e, esattamente come per kushina, anche a lui erano venuti dei dubi in quel momento, Finche si era trattato di fare dei programmi non aveva esitato a dare il suo consenso ma ora che stava per mettere nero su bianco si chiese se era giusto procedere, anche se c’era una parte di lui che voleva farlo. Alla fine anche lui firmò l’accordo anche lui, senza quasi rivolgere un occhiata alla sua, ormai, fidanzata. E fece male perché cosi si sarebbe accorto dell’occhiataccia che gli rivolgeva, come poteva fare una cosa simile e intanto starsene in silenzio così? Questo suo atteggiamento le fece montare una tale rabbia che sentì le ossa del polso destro muoversi per far spazio ai suoi artigli, che si stavano facendo  strada tra le nocche della mano. Ma poi decise di calmarsi, in fondo, non aveva senso arrabbiarsi per una cosa simile vista la situazione….. Vero?

< Perfetto! Ora possiamo procedere, come hai detto tu, il tempo stringe > disse Biwako prendendo in consegna l’accordo e accompagnando, insieme alle guardie Ambu, la ragazza nel luogo dove le avrebbero ripulito la memoria, di questo se ne occupò un jonin esperto di tecniche mentali, Inoichi Yamanaka. Poi andarono all’ospedale nello studio di Biwako per verificare la fertilità della ragazza.

< Mica dovremo fare qualche pr…prelievo? > chiese con una certa paura Kushina

< Non ti facevo cosi fifona. > la prese in giro Biwako

< Non è fifa e che non mi fido di certe cose, tutto qui. > mentì la ragazza arrossendo un po’ per la vergogna.

< Forza non perdiamo tempo e vieni qui. > la fece sdraiare su un lettino e le mise le mani sull’addome, chiudendo gli occhi come per cercare di sentire qualcosa, dopo qualche secondo li riaprì dicendo: < e tutto apposto, non credo ci sia niente che ti impedirà di avere dei figli. >.

< C…come tutto qui? > chiese un po’ confusa.

< Esatto! Non ti fidi? Preferiresti che ti lasciassi dal ginecologo a farti visitare? > Disse Biwako per provocarla.

< Certo che no! > Rispose Kushina presa da un po’ di paura, poi chiese < Ora dove si va? >.

< A casa di Minato, starai lì per tutto il tempo della gravidanza. > rispose Biwako, lasciando Kushina senza parole.

Dopo di che fu riportata a casa di Minato dove avrebbe vissuto per i prossimi mesi, e lo trovo seduto sulla poltrona del salotto intendo a leggere un libro, andò a sedersi sul divano li accanto e giusto per curiosità sbirciò il titolo.

< Si intitola “La legenda dei ninja coraggiosi”, è il primo libro scritto dal maestro jiraya, gli avevo promesso un parere da settimane.> le disse Minato percependo i suoi pensieri.

< Immagino che capolavoro allora > disse Kushina con ironia, poi aggiunse:  < Comunque ti interesserà sapere che mi hanno ripulito la memoria, e quella Biwako si è occupata di controllarmi e mi ha detto che sono OK >.

< Ah! E dimmi: Come e stato? > si informo Minato guardando la ragazza.

< Credevo peggio! > ammise Kushina grattandosi la testa per nascondere un po’ di imbarazzo. < In ogni caso, ora è fatta, non si torna indietro giusto? > chiese Kushina.

< Già! Non si torna indietro. Ma se potessi lo faresti? > Chiese Minato.

< Vado a vedere di cucinare qualcosa. Sono 2 giorni che non mangio qualcosa di decente > disse alzandosi, facendo cadere nel vuoto quella domanda.

 

Spazio-autore

Mi scuso per l’enorme ritardo, e spero che questo capitolo non abbia deluso, o almeno che non abbia deluso troppo le vostre aspettative.

Ciao

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Capitolo 5
*** E ora a noi? ***


Era passatta una settimana da quando kushina si era trasferita e tutto il villaggio facevano ancora delle chiacchiere sulla fidanzata del quarto hokage. Nessuno degli abitanti conosceva i particolari sul passato di Kushina, ma giravano comunque delle voci che la etichettavano come una criminale e molti si chiedevano se fosse vero che il quarto hokage si unisse in matrimonio a una pregiudicata.

Tuttavia la coppia non ci faceva caso, nel giro di una settimana erano già iniziati i preparativi del lieto evento. Minato aveva comprato una nuova casa, una abbastanza grande da ospitare comodamente una famiglia di quattro persone, era a due piani, appena aprivi la porta entravi in un corridoio lungo con due porte sulla destra che portavano a un bagno e una sala da pranzo, e una sulla sinistra che portava al salotto e in fondo al corridoio vi era la cucina. Al piano di sopra invece c’era un altro bagno e tre camere da letto, una era matrimoniale mentre le altre due erano per eventuali figli, ma vista la situazione, una camera sarebbe andata al bambino mentre l’altra sarebbe stata adibita a camera per ospiti.

Kushina si trasferì li prima del matrimonio, e dopo anche Minato sarebbe andato a viverci.

I preparativi per il loro matrimonio procedevano spediti. Era un antica tradizione che alle nozze degli hokage partecipassero i membri piu importanti di ogni clan del villaggio e oviamente i daymio e le alte sfere del villaggio. La cerimonia si sarebbe svolta al tempio del fuoco che era poco distante dal villaggio della foglia ma i festeggiamenti sarebbero stati fatti nel villaggio, presso il palazzo degli hokage che era l’abitazione dei ninja eletti hokage anche Minato preferiva recarvisi solo per il lavoro e vivere in una casa apparte.

Mentre Minato e il terzo hokage si occupavano dei dettagli della cerimonia Biwako si occupava di educare Kushina sull’etichetta e le buone maniere, ma chiaramente Kushina e educazione erano concetti agli antipodi.

< Non cosi, ti pieghi troppo > Le disse Biwako correggendola di nuovo sull’inchino e kushina dopo aver sbuffato ci riprovò.

< E adesso ti sei piegata troppo poco, e per l’ennesima volta, devi rimanere con la schiena diritta, è solo il bacino e il collo a piegarsi. Come fai tu sembra che tu abbia la scoliosi. Ora riprova! >

< va bene ci riprovo > e stavolta esegui l’inchino in maniera accettabile per gli standard di Biwako.

< Bene! Era ora.> Poi la portò nel salotto della sua casa e la invitò a sedersi sulla sedia, Kushina obbedi e si sedette velocemente accavallando le gambe.

< Sai gia cosa sto per dire. Giusto? >

E kushina sbuffo di nuovo mentre biwako si preparava a mostrarle come mettersi seduta.

< Quando ti siedi devi piegare le gambe così, e metti una caviglia dietro l’altra, in questo modo. >

E come in uno specchio kushina imitò i suoi movimenti.

< Bene. > disse Biwako alzandosi dalla sedia,

Anche questa fu un impresa immane, appena messe a tavola kushina prese le bacchette e comincio a fare una strage della prima pietanza (ravioli al vapore) pulendosi la bocca col palmo della mano in modo tutt’altro che aggraziato, e come ciliegina sulla torta emise anche un sonoro rutto, non preoccupandosi di mettere la mano vicino alla bocca.

Biwako, dopo aver assistito allo spettacolo, si mise una mano sulla fronte e scosse la testa.

< Ho visto degli scaricatori di porto mangiare in modo molto più civile del tuo. >

< Uffa! Senti: io non capisco neanche perché stiamo a perdere tempo qui, infondo il nostro non’è neanche un vero matrimonio, che bisogno c’è di organizzare quella festa quella cena e tutte queste stupidaggini? >

A quel punto un lampo d’ira passo negli occhi di Biwako, tanto che kushina quasi si pentì di ciò che aveva detto.

< Ora sentimi tu! Non importa per quale ragione lo farai, ma fatto-sta che tu tra due giorni sposerai Minato, e andrai a vivere nella sua casa, e finche sara cosi anche tu avrai dei doveri verso di lui che non si limitano nel mettere al mondo sil suo bambino ma anche aiutarlo sostenerlo e rispettarlo, è chiaro? >

< S-si è chiaro > disse con un po’ di paura Kushina.

Una volta che il messaggio era arrivato kushina capì che non era il caso di fare storie e che era meglio applicarsi seriamente su ciò che diceva la maestra Biwako.

Il giorno dopo, era tutto pronto per il matrimonio, e Minato approfittava di uno di quei rari momenti di pace per riflettere su quello che stava succedendo intorno. Il giorno dopo sarebbe convolato a nozze con Kushina e avrebbe lasciato quella casetta in cui aveva vissuto per tanto tempo per andare a vivere con lei fino al giorno del parto,finche lei non avrebbe abbandonato lui e suo figlio. Tutte le volte che pensava a lei gli veniva naturale ripensare a come era in passato. Kushina era una kunoichi del villaggio del turbine ed era una delle migliori del clan Uzumaki, che era molto temuto per le sue conoscenze nella creazione di sigilli e per le proprietà del suo chakra, talmente forte da poter contenere anche il Kiuby, e per questo fu distrutto durante la guerra e i suoi membri sopravvissuti si dispersero e si nascosero per sopravvivere. Ma un po’ di tempo prima lei abbandonò il villaggio e si dedicò a operazioni  di furto e di spionaggio, tanto che persino il suo villaggio la inserì tra i ricercati, lei non spiegò mai il perché della sua decisione di diventare una traditrice ma lui era quasi certo che centrasse la misteriosa scomparsa di sua sorella: Mariko Uzumaki altra Kunoichi valorosa e leale proprio come lo era la sorella molto tempo prima. Qualunque sia la causa del suo cambiamento, l’unica cosa che sperava era che dopo che aver partorito evitasse di commettere gli stessi errori e soprattutto di essere un buon padre per quel bambino che non avrebbe mai conosciuto la sua mamma.

La diretta interessata stava nella camera che presto avrebbe condiviso con suo marito che cercava di prendere sonno. Le parole di quella tiranna di biwako continuavano a ronzarle in testa, aiuto, rispetto e devozione? Perche no! Avrebbe continuato a recitare la parte della perfetta mogliettina del quarto hokage, ma solo fino al parto, dopo se ne sarebbe andata, avrebbe lasciato per sempre quel posto e tutto quello che riguardava i ninja. Quei maledetti a cui una volta aveva dato tutta la sua lealtà, e che in cambio le avevano strappato la persona più cara, quella che si era presa cura di lei dopo la morte dei suoi genitori.

Minato dormiva tranquillamente nel suo letto, quando venne svegliato da qualcuno nella sua stanza.

< Kakashi! è già ora? > chiese sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.

< Si maestro! La carrozza è qui fuori che la aspetta. > rispose il ninja. Minato aveva scelto lui come testimone dello sposo.

< Grazie. Scendo subito. > e detto questo si fece una doccia  e indosso l’abito per il matrimonio, un kimono di fattura pregiati bianco ornato sulle maniche con delle fiamme e sulla shiena portava l’ideogramma della parola “ho” (fuoco) circondato da fiamme, poi usci dalla casa dove trovò ad attenderlo una folla che gli faceva gli auguri e buttava dei petali di fioriper festeggiarlo, salito sulla carrozza andò verso il tempio del fuoco, una volta arrivato lui aspettò, finchè non cominciarono a venire anche le carrozze dei primi invitati alle nozze come i membri di spicco del clan Hyuga, Uchiha, Nara, Akimichi, Yamanaka e tutti i più importanti clan del villaggio, Poi anche gli anziani della Foglia Il sovrano del paese del fuoco e molti altri “pezzi grossi” che appena arrivarono espressero tutti le loro felicitazioni per il matrimonio. Minato li accolse tutti poi prese il suo posto sull’altare per aspettare la sua fidanzata.

Finalmente le porte del tempio si aprirono e la videro li, impiedi davanti alla soglia del tempio. Minato la trovò bellissima in quel Kimono giallo che risplendeva sotto il sole come l’oro, decorato con motivi di fiamma.

Cominciò ad avanzare lenta verso l’altare, accompagnata da Biwako e seguita da Biwako, che sarebbe stato la testimone della sposa. Il leggero venticello che soffiava fece muovere un po’ il suo velo, quasi glielo volesse togliere prima del tempo e mostrare a tutti la sua bellezza. Quando furono entrambi all’altare il sacerdote pronunciò la formula nunziale e versò del vino in una coppa come tradizione, poi Kakashi passo a Minato un anello d’oro con un rubino e dei piccoli diamanti disposti a fiore, Minato prese la mano di Kushina e pronunciò la sua promessa di matrimonio:

< Con questo anello io dono a te, Kushina, la mia vita il mio amore e la mia devozione, e prometto di onorarti e rispettarti nel bene e nel male, in salute e in malattia, finche morte non ci separi!> e le mise l’anello al dito.

Poi fù il turno di Kushina, Biwako si avvicinò e le diede l’anello, una fede d’oro senza particolari decorazioni, prese la mano di Minato e pronunciò la sua promessa:

< Con questo anello io dono a te, Minato, la mia vita il mio amore e l-la mia devozione, e pr-prometto di onorarti e ri-rispettarti nel bene e nel male, in salute e in malattia, finche morte non ci separi!> e gli mise l’anello al dito.

A Minato certo non erano sfuggite le sue balbuzie, segno che era piuttosto agitata.

Poi il sacerdote parlò con la sua voce potente:

< Ora bevete da questa coppa così che due esistenze incomplete possano unirsi in un'unica esistenza completa >. Cosi Kushina alzò finalmente quel velo per poter bere rivelando solo allora il suo volto coperto da un trucco leggero che le esaltava la naturale bellezza, ed entrambi presero un sorso del vino che era dentro la coppa, poi Minato prese la sua sposa per le spalle, delicatamente, avvicinandola sempre di piu a sé, fissandola intensamente negli occhi. Entrambi erano un po’ tesi e rigidi, ma poi chiusero gli occhi, come se quello che stava per succedere fosse naturale, come se fosse già stato deciso da qualcuno molto tempo prima, e infine unirono le loro labbra nel loro primo bacio. La maggior parte degli invitati era del tutto indifferente alla cerimonia, come se stessero assistendo ad’una farsa, ma alla fine alcuni di loro si lasciarono andare ad un applauso, in particolare le donne, inteneriti dalla scena.

Poi tutti alle rispettive carrozze, Kushina era in quella di Minato insieme al marito, per andare al palazzo dell’hokage dove ci sarebbe stato un ricevimento ad attenderli. Minato e Kushina presero posto al tavolo piu grande, insieme al terzo hokage, sua moglie Biwako, Kakashi, Jiraya, il sovrano del paese del fuoco, e i due anziani della foglia, Homura Mitokado e Koharu Utatane. Le lezioni di buone maniere furono molto utili a kushina in quel momento. Alla festa c’era chi si dava un contegno e stava composto, ma anche chi ne approfittava per farsi una bevuta con gli amici, come i capi dei clan Nara, Yamanaka e Akimichi. Kushina ringraziò che le ore passarono in fretta perche gli anziani al suo tavolo ogni tanto le lanciavano delle occhiatacce che non le piacevano e questo provocava una tensione che ogni tanto Jiraya allentava con qualche battutina.

Ma che cavolo avevano da guardare quei vecchi bacucchi?

 Quando la festa fu finita, e gli invitati ebbero lasciato il palazzo venne il momento per i due giovani.

Biwako prese Kushina con se e la porto a nella stanza dove avrebbe consumato la sua prima notte con Minato. Era una camera spaziosa e ben arredata con al centro un grande letto matrimoniale con delle tende aperte di colore verde e con delle lenzuola di colore celeste. Erano state da poco accese delle candele che emettevano una luce soffusa che la rendevano perfetta per l’occasione. Quella stanza sembrava fatta apposta per l’evenienza.

Dopo Biwako la portò in un piccolo bagno dove la aiutò a togliersi il Kimono e la fece fare un bagno per liberarla anche del trucco. Una volta asciugata le fece mettere una camicia da notte bianca e sottile che lasciava intravedere le curve e la lasciò ad aspettare Minato.

Una volta sola si sedette cercando di calmare la strana sensazione che sentiva nello stomaco, poteva essere un indigestione, si sdraiò, si alzò, si sedette, si alzò di nuovo, niente non voleva andarsene, ma cosa poteva essere? Panico? Ansia da prestazione? Cosa? Era ansia, ma era anche simile alla felicità, ma per cosa?

Finalmente sentì la porta aprirsi, si voltò e vide Minato, però vide anche gli anziani, ma che ci facevano li i vecchi bacucchi?

chiese infastidita

< come non ricordi? Il matrimonio deve essere consumato in presenza di testimoni > disse la vecchia Koharu

< Beh! Almeno ora avrete una buona ragione per fissarmi come due baccalà > sputo con rabbia.

< Cosa hai detto? >

< Per favore, niente discussioni, chiudiamo la faccenda. > intervenne Minato.

Questo suo intervento lasciò Kushina ferita, anche se non sapeva perché.

< Giusto! > rispose Kushina lanciando un ultima occhiata ai due “testimoni”. Poi si diresse verso il letto dove si sedette. < Dunque. E ora a noi? > disse battendo sensualmente due colpetti sul letto, lanciando un invito che Minato non tardò ad accogliere.

 

 

Spazio Autore

Scusate la lunga attesa e per il fatto che ho lasciato il piu “bello per il prossimo capitolo, ecco il nuovo capitolo in cui ho messo qualche informazione in più sul passato di Kushina, senza entrare troppo nei dettagli.

E ora un parere, come vedete il momento del concepimento è ormai prossimo, volete che sia esplicito, o devo essere più soft.

Ciao.

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Capitolo 6
*** Solo loro due ***


Spero che non vi siate dimenticati di me

Cap 6 Solo loro due

Minato era li che fissava intensamente sua moglie che lo guardava in un aperto invito. Leggeva determinazione e voglia di andare fino in fondo nei suoi occhi, ma ogni tanto volgeva un occhiata anche verso i consiglieri e si vedeva che la loro presenza li le dava un gran fastidio, e in questo era perfettamente d’accordo con lei, quindi si rivolse ai consiglieri dicendo:

- Vogliate scusarmi consiglieri ma credo che la vostra presenza qui sia del tutto inopportuna, perciò vi chiedo cortesemente di lasciarci soli.-

I consiglieri si guardarono per un istante ma poi si resero conto che era la cosa migliore da fare, cosi girarono i tacchi e se ne andarono, non senza lanciare un ultima occhiata a Kushina.

Kushina non nascondeva di essere contenta che gli incomodi avessero tolto il disturbo, Minato invece potè concentrarsi completamente su di lei.

La rossa si fece piu indietro per fare spazio anche al biondo che sempre fissandola negli occhi si avvicinò distendendosi sopra di lei. C’erano molte cose che entrambi volevano dirsi, ma in fondo non ce n’era nessun bisogno. Cominciarono a baciarsi, all’inizio piano, poi dopo più velocemente, Minato, come per istinto, passo le dita tra i capelli di Kushina, poi si fermò un attimo si girò e chiuse le tende che avvolgevano il letto, poi voltò di nuovo verso Kushina, ripresero a baciarsi, Minato si stacco dalla bocca e iniziò a baciarle il collo poi piu giu fino al petto, Kushina si godette il momento per qualche secondo, dopo di che decise che era il caso di prendere un po’ di iniziativa, così con un colpo di reni ribaltò la situazione e mettendosi a carponi sul compagno continuò l’opera di Minato, armeggiando col kimono per toglierglielo, cosa un po’ difficile visto la posizione in cui stavano, perciò si sollevò e iniziò a sollevarsi la camicia da notte mentre anche Minato si spogliava, e quando furono entrambi nudi ripresero le loro effusioni, stavolta con più intensità e passione; Minato passava le sue mani sui fianchi e sui seni della compagna che nel frattempo passava le mani tra i suoi capelli. Entrambi potevano chiaramente sentire l’eccitazione dell’altro che cresceva.

Dopo un altro sguardo di intesa Minato fece stendere di nuovo Kushina e si sistemò tra le sue gamde, kushina lo abbraccio affondando le dita nella schiena del partner che delicatamente la penetrò, strappando un piccolo gemito alla moglie, e continuò aumentando pian piano il ritmo, e con esso aumentava anche l’estasi di entrambi. Kushina chiuse gli occhi per godersi meglio il piacere poi prese Minato per le spalle e con un movimento invertì le posizioni senza interrompere il contatto, per poi ricominciare a muoversi per non far cessare il piacere; Minato si lasciò invadere da quella goduria per un pò, poi si risollevò e dopo aver unito le sue labra con quelle della rossa in un altro focoso bacio ribaltò la situazione e riprendendo subito a muoversi procurando un grande piacere alla compagna accompagnato da dei gemiti che Minato mise a tacere con un bacio. I loro sguardi si incrociarono ancora una volta ed entrambi, fissando gli occhi del proprio partner, si dimenticarono di tutto, dell’accordo, il matrimonio, del villaggio. In quel momento c‘erano solo loro due e nessun altro. Dopo l’ennesima spinta il piacere degli sposi arrivò al culmine; Minato, non potendo più trattenersi, liberò il proprio seme dentro la sua compagna che lo accolse con gioia, soffocando il suo grido di goduria affondando la bocca nel collo di suo marito e affondando le dita nella sua pelle. Stettero così per qualche secondo, entrambi esausti e soddisfatti, poi si sdraiarono tutti e due per riposarsi; Minato si mise sulla destra, Kushina sulla sinistra, entrambi si sdraiarono sul fianco dando le spalle all’altro coprendosi col lenzuolo bianco del letto. Entrambi si chiedevano quante altre notti di passione ci sarebbero volute prima di poter concepire un bambino; Kushina cercava più che altro di dormire, ma Minato la abbracciò improvvisamente da dietro facendola sussultare. Minato non sapeva perché avesse sentito così improvvisamente il desiderio di tenerla fra le sue braccia, inoltre si aspettava che Kushina lo respingesse o almeno che gli dicesse di togliersi di torno, invece lei afferrò la sua mano e gliela strinse, stringendosi di più a Minato e lasciando che i loro corpi si scaldassero a vicenda , non che prima avessero freddo.

La luce del mattino la costrinse a riaprire gli occhi, e si tiro su tenendo il lenzuolo al petto per non rimanere nuda. La prima cosa che notò, con dispiacere, era che Minato non era più al suo fianco ma nella stanza, vicino alla finestra da cui proveniva la luce, c’era Biwako che la salutò dicendo:

-Finalmente ti sei svegliata-

- Che ore sono?- chiese seccata con la voce impastata dal sonno

-e ora di andare- poi mostrando la tenuta rossa di Kushina disse:- Ti ho portato i tuoi vestiti; li ho fatti lavare a secco e stirare. Giù c’è la colazione, Minato ti sta aspettando. Fapresrto!- e uscì dalla stanza.

Kushina la trovava piuttosto odiosa quanto cominciava a dare ordini, ma ugualmente fece quello che le aveva detto e rivestendosi ripenso che proprio in quella stanza si era unita a Minato. Ovviamente quella  non era stata la sua prima volta, ma mai prima d’ora aveva provato delle sensazioni tanto intense.

Minato si chiese di nuovo se avesse fatto bene a lasciarla cosi mentre dormiva, senza lasciarle un biglietto o altro. Dopo aver consumato il rapporto con Kushina aveva dormito qualche oretta, poi si era rivestito e i consiglieri vollero la conferma che il matrimonio fosse stato consumato, e lui glielo garantì e i consiglieri si fidavano ciecamente della parola di Minato. Dopo si rimise a leggere il libro del suo maestro tanto per passare il tempo, finchè Biwako non gli ha detto di aver svegliato Kushina, ma lui sapeva che più che svegliata la aveva direttamente buttata giù dal letto. Ripensando alla sua prima notte come marito non poteva fare ammeno di notare come fosse strano il fatto che prima credeva sarebbe stata solo una semplice notte di avventura, ma che invece quella notte aveva lasciato qualcosa dentro di lui; Anzi, Kushina aveva lasciato qualcosa dentro di lui.

Smise di pensarci quando si accorse che Kushina era scesa. Apparte un primo buongiorno non si scambiarono nemmeno una parola durante la colazione.

Quando ebbero finito si diressero alla carrozza che li avrebbe portati alla loro nuova casa. Tutti e due guardavano fuori senza dirsi niente, finche

-e cosi che dovremmo fare?- Chiese Minato; Kushina lo guardò senza capire cosa intendesse.

-Dovremmo fingere? Recitare la parte dei buoni sposini davanti a tutti e poi ignorarci nella vita reale?-

-credevo che l’accordo fosse questo.-

-Non per me- seguì un minuto di silenzio che passarono a fissarsi negli occhi,

-Cosa dovremmo fare alora?-

-Potremmo cominciare parlandoci, conoscendoci; magari potremmo anche trovarci simpatici.-

-Tu mi conosci già-

-Una volta lo credevo ma poi…- non continuò la frase

-ora di te so a malapena che non i piace quando qualcuno ti fa la predica e che non ti va di stringere legami troppo importanti-

-E cos’ altro vorresti sapere?-

-Per conoscersi bisogna dirsi le cose profonde- Questo Kushina lo trovò divertente ma Minato continuò

-Per sempio: Qual è il tuo colore preferito?-

-Cosa?!!-

-Il tuo colore preferito! Avanti! Dimmelo.-

-Dimmelo prima tu!!- sembrava volesse evitare la domanda.

-Nessun problema! Il mio colore preferito è il verde. Il tuo?-

Kushina esitò un po’ ma poi si decise a rispondergli

-L’arancione.- Ora fù Minato a trovare divertente la sua risposta e Kushina sbuffando guardò da un'altra parte.

- Scusami ma mi aspettavo che dicessi che era il rosso; come i tuoi capelli.

A quella risposta Kushina prese una ciocca dei suoi lunghi capelli tra le mani e la guardò, come se le ricordassero qualcosa.

-Non mi sono mai piaciuti questi capelli- Disse facendo meravigliare Minato

-Davvero!? Io li trovo molto belli- Le disse guardandola in faccia

Kushina abbassò gli occhi arrossendo un po’, poi rispose:

-grazie- Lo disse sorridendo, era la prima volta da tanto che qualcuno la lodava per i suoi capelli. Forse, dopotutto sposare quel testone era stata una buona cosa.

Minato vide gli occhi di sua moglie ridere dopo tanto tempo e questo gli suggerì di aver fatto progressi con lei, soprattutto cominciò a sentire che in fondo non era pentito di aver sposato quella donna.

Spazio-Autore

Scusatemi se vi ho fatto aspettare e fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo

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Capitolo 7
*** E questo chi lo ha stabilito? ***


E questo chi lo ha stabilito?

Ormai erano quasi arrivati nella loro nuova casa e apparte qualche parolina di circostanza erano stati tutti e due pressoche muti, e appena entrati nella loro nuova casa la situazione non era cambiata, Minato si era messo su una poltrona a leggere il libro del suo maestro, e Kushina invece si era subito messa sul divano a guardare un programma alla televisione; quando arrivò l’ora di cena Minato si alzò per preparare qualcosa, era inutile illudersi che lo avrebbe fatto sua moglie.

Quando ebbe finito di preparare la cena andò a chiamare Kushina e con sua sorpresa la trovò che sfogliava il libro che leggeva prima;

<< Cosa fai? Ora ti interessa? >> Le chiese con un po’ di sarcasmo.

<< Ma che dici? È solo che in tv non fa niente di decente >> Ribattè decisa.

<< Comunque la cena è pronta >>.

Detto questo Minato sparì dietro la porta e Kushina lo seguì in cucina.

La cene veniva consumata in un silenzio che per Kushina era troppo imbarazzante, così giusto per dire qualcosa disse:

< Non sapevo fossi anche bravo a cucinare >

< Vivendo da soli devi imparare, non si vive di solo ramen > Le rispose atono.

< Continui ad ingozzarti di ramen? per il suo bene spero che il bambino o la bambina non prenda il tuo vizio. >

< A te cosa importa visto che poi te ne andrai? > Chiese Minato con acidità; Al che Kushina non sapeva cosa ribattere, seguì una pausa durante il quale cercava le parole giuste e quando credette di averle trovate le disse con la stessa acidità:

< Comunque non faticherai molto a trovare qualcuna disposta a fargli da mamma; mi pare di ricordare che hai un discreto successo con le donne, anzi, mi sorprende che tu fossi ancora libero quando sono arrivata. Forse Jiraya ti ha contagiato con la sua mania di andare a donne? > La domanda finale era chiaramente una frecciata.

< Certo che no! è solo che non ho trovato quella giusta >. Rispose Minato domandandosi come avessero fatto ad arrivare a quel punto della conversazione.

< Forse sei tu che avvicini quelle sbagliate?! Comunque è meglio così; se avessi avuto una fidanzata avrei proprio voluto vedere come gliela spiegavi questa cavolo di situazione. >

< Sei stata tu a porre le condizioni e forse sei ancora in tempo per cambiarle, se tu volessi > le fece notare Minato

< Cosa c’è da cambiare? Ormai è tutto stabilito >

< Questo lo hai stabilito tu mi pare >.

< Ti pare male > Disse con rabbia sbattendo anche un pugno sul tavolo facendo rovesciare l suo bicchiere pieno d’acqua, poi con uno sbuffo lo rimise in piedi, si versò un altro po’ d’acqua e lo finì in un paio di sorsi per calmarsi; dopo , rivolgendo uno sguardo furente diritto negli occhi di Minato, continuò: < Lo abbiamo stabilito tutti quanti, io ho posto le condizioni dell’ accordo ma siete stati voi a tirare in ballo la storia del matrimonio; in fondo a chi volete che importi della reputazione? Fosse dipeso da me avremmo saltato questi convenevoli. >

A questo punto era chiaro che una lite era inevitabile, ma anche Minato aveva delle cose da dire e decise che era il momento di dirle.

< Cosa credi? Che per me sia divertente? Beh non lo è per niente. Comunque se vogliamo che funzioni dobbiamo smetterla di comportarci come due estranei che vivono sotto lo stesso tetto; mi pare ovvio che ci stiamo male entrambi. Iniziamo a conoscerci! >

< Perché non mi conosci gia? > Disse la rossa distogliendo lo sguardo, sperando cosi di evitare una conversazione che le piaceva sempre meno, ma sapeva gia che il marito non avrebbe mollato.

< Una volta lo credevo; ma poi… > .

Il biondo la guardava in viso, e gli pareva triste come non l’aveva mai vista, forse quello sarebbe stato il momento giusto per porle quella domanda.

< Kushina, perché hai abbandonato il tuo villaggio? >

La domanda non era arrivata inaspettata ma Kushina ebbe comunque un sussulto quando gliela pose; stette un po’ a aspettare ma poi si rese conto che prima o poi avrebbe dovuto dirglielo, cosi iniziò a raccontare:

< Tu sai gia che la volpe a nove code una volta era custodita nel mio villaggio, sigillata in una reliquia sotto massima. Però quando la situazione cominciò a diventare difficile i capi del villaggio decisero di impiegarla in battaglia, e c’è solo un modo per farlo. >

< Creare una forza portante > Intervenne Minato concludendo la frase al suo posto.

< Esatto! E solo i membri del mio clan sono abbastanza forti, ma prima che i nostri leader prendessero la loro decisione fu mia sorella a offrirsi volontaria; mi sembra che tu l’abbia conosciuta. >

Minato torno velocemente indietro con la memoria fino al giorno in cui la vide.

Si chiamava Kalen Uzumaki, ricordava che di aspetto assomigliava molto alla sua attuale consorte mentre di carattere era il suo esatto opposto. Era una delle migliori Kunoichi del loro villaggio, perciò il fatto che alla fine scegliessero lei non era cosi assurdo. Dopo fece un cenno a Kushina perché continuasse la sua storia;

< Quindi sigillarono il demone al suo interno e ccol suo potere in battaglia era una forza, nessuno riusciva a competere con lei > disse orgogliosamente, ma poi subito cambiò tono, < Ma di fatto divenne una prigioniera, fu messa sotto-sorveglianza 24 ore su 24; neanche poteva più vivere all’interno del villaggio, la misero in una casa nella foresta isolata con una barriera, non potevo neanche andare a trovarla senza il permesso delle alte sfere >. Ormai alla rossa cominciavano a luccicare gli occhi; < Poi venne il giorno che Madara la catturò per estrarle il cercoterio e pensa che molti all’interno del villaggio hanno persino gioito di questo, cosi scappai per cercarla ma non l’ho trovata in tempo, avevo anche pensato di vendicarmi ma questo non me l’avrebbe riportata indietro, cosi invece di tornare iniziai con i furti e i ricatti >.

Minato stette ad ascoltare lo sfogo di Kushina in silenzio, Poi anche lui si decise a parlare: < Abbandonare il proprio villaggio equivale ad abbandonare la propria prole. >, Kushina rimase sorpresa da questa frase; < Io conoscevo bene tua sorella Kalen e posso dirti che era dotata di grande lungimiranza, perciò è chiaro che sapesse cosa l’aspettava una volta diventata una forza portante e se si è comunque offerta volontaria era perché voleva proteggerlo e soprattutto perché voleva proteggere la sua famiglia. >

Quello era un punto su cui Kushina non aveva mai riflettuto.

Minato la guardò negli occhiper farle capire qunto era convinto di ciò che le diceva:

< Sara vero che il tuo villaggio ha voltato le spalle a Kalen, ma sono sicuro che nonostante tutto lei era felice, perché sapeva che la sua famiglia le voleva bene. >

Poi anche lui abbasso lo sguardo e con tristezza continuò.

< Nell’ultima guerra che abbiamo combattuto ho perso 2 dei miei allievi. Loro erano come dei familiari per me e anche io alla loro morte mi sono sentito perso, ma nonostante tutto non avevo perso tutto, mi rimangono ancora molte cose per cui lottare e che voglio proteggere > Rialzando lo sguardo vide che Kushina lo guardava ancora e che non si stava perdendo una parola di quello che diceva; < Il fatto è che per quanti crimini si siano commessi e per quanti sacrifici si siano fatti, di fronte all’opprtunita di assistere chi ci è caro ogni vita assume significato. Perciò pensa bene a ciò che ti è caro. >

Kushina voltò di nuovo lo sguardo intimidita dal sorriso che le aveva rivolto, e per una volta dopo tanto tempo si sentì di nuovo a casa.

A interrompere il momento magico fu Minato che si alzo e fece un grosso sbadiglio con tanto di stiracchiamento totale, e le disse:

< Beh! Io vado a letto sono stanco. E visto che ho cucinato io Tu lavi i piatti e rimetti a posto. Buonanotte!  >

Al che Kushina alzò un sopracciglio e chiese:

<  E questo invece chi lo ha stabilito? >

Spazio Autore

Salve lettori,

Si sono tornato, chi sa se qualcuno di voi i cercava. Ad ogni modo eccovi un nuovo capitolo per voi.

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