Uno strano accordo di narutato20 (/viewuser.php?uid=103267)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di bene in meglio ***
Capitolo 2: *** ma come osi!?? ***
Capitolo 3: *** Proprio ora che cominciava a piacermi!? ***
Capitolo 4: *** Non si torna indietro ***
Capitolo 5: *** E ora a noi? ***
Capitolo 6: *** Solo loro due ***
Capitolo 7: *** E questo chi lo ha stabilito? ***
Capitolo 1 *** Di bene in meglio ***
I personaggi di questa storia non sono miei, appartengono a Masashi Kishimoto.
Di bene in meglio.
Al villaggio tutti dicevano, e ognuno poteva testimoniare, che Minato Namikaze, alias quarto Hokage, era il ninja più forte che la Terra del Fuoco ricordasse, e questo era assolutamente vero. Nella sua carriera di ninja aveva affrontato numerosi nemici, uno più forte dell’altro e pochi hanno vissuto per raccontarlo, oltre a ciò affrontava ogni situazione con la calma e l’autorità degne dei più grandi leader e senza mai perdere il controllo.
Eppure in questo momento era seduto nel suo ufficio con sguardo agitato e tenendo su la testa con le mani sorrette dai gomiti con aria stanca.
Per tutta la notte non aveva fatto altro che compilare le solite scartoffie che vedeva ogni giorno da quando era stato eletto hokage, ma in realtà non faceva aspettava notizie da uno dei migliori jonin di Konoha, nonstante fosse anche uno dei più giovani, nonché suo ex allievo, Kakashi Hatake.
Finalmente senti bussare alla porta e quasi di scatto disse:
Min: <<Avanti>>
Dalla porta entrò kakashi e senza neanche salutarlo, cosa insolita per lui, chiese:
Min: <<Allora cosa puoi dirmi>>
E kakashi potè solo dire: <<Purtroppo le indagini hanno confermato le nostre più grandi paure: Sembra che Madara Uchiha sia vivo e in salute e sta cercando di richiamare il Demone a nove code e fargli distruggere il villaggio>>.
A quel punto tutta la sua calma che gli era rimasta andò a farsi benedire e imprecando si alzò dalla scrivania e voltandosi comincio a guardare il villaggio come se quella fosse l’ultima volta che lo vedeva, e forse sarebbe stato cosi.Se quel pazzo di Madara fosse riuscito nel suo intento l’unico modo per fermarlo sarebbe stato imprigionare il demone enneacoda, privandolo cosi della sua arma. La cosa era fattibile, gli sarebbe costata la vita, ma per il suo villaggio questo ed altro. Ma per farlo avrebbe dovuto chiedere aiuto all’ultima persona in quell’universo con cui avrebbe voluto avere acchefare
Ka: <<Ci sarà qualcosa che possiamo fare.>>
Min: <<Possiamo solo setacciare ogni angolo della terra per cercarlo, Forse riuscirà a richiamare la Volpe a Nove Code ma riuscire ad assoggettarla è tutto un altro paio di maniche, sicuramente gli servirà tempo, dobbiamo eliminarlo prima che ci riesca>>.Poi incamminandosi verso l’uscita aggiunse: <<Di a Hiruzen di allertare la squadra speciale perché lo cerchino e che nel pomeriggio gli vorrei parlare, la priorità è massima. Dopo va a casa, abbiamo tutti e due bisogno di riposare>>.
Dopo aver riferito il messaggio all’ ex hokage il copia-ninja si incamminò verso casa, Minato in vece ci arrivo con la sua tecnica di teletrasporto per evitare il solito assedio di ammiratrici che lo aspettava sulla strada del ritorno, poi un paio d’ore di sonno una sciacquata sotto la doccia e un boccone da digerire in cinque secondi e ritorno al palazzo dell’hokage e ciò che trovo lo lasciò di stucco:Ovunque c’erano segni di lotta e le sue guardie erano tutte a terra e, sebbene nessuno sembrava in pericolo di vita, non sembrava che potessero rialzarsi. Subito si chiese chi potesse essere così pazzo da attaccare il palazzo dell’hokage ma di certo, chiunque fosse, ci sapeva fare. La risposta alla sua domanda la trovo quando vide che, sui muri e sui corpi delle guardie, avevano segni lasciati da tre artigli perpendicolari e equidistanti tra loro, non c’erano dubbi era lei.
Di bene in meglio.
Una voce lo interruppe nei suoi pensieri, e voltandosi vide che Hiruzen era arrivato, e che sul braccio aveva segni di striscio di quegli stessi artigli sul braccio,
Min:<< Dove è andata?>> chiese,
Hir:<< Nel tuo ufficio e non si è ancora mossa da lì. Credo voglia vedere te, vai io mi occupo dei feriti finche non arriva la squadra medica.>>
Senza aggiungere altro si diresse verso il suo ufficio e con calma aprì la porta per entrarvi, e eccola lì seduta sulla sua poltrona che si sorreggeva il viso col palmo della mano destra, dalle cui nocche spuntavano ancora quei suoi micidiali artigli d’osso, una delle abilita ereditate dal suo clan. Vestiva con abiti da donna delle pulizie, un travestimento per intrufolarsi e sul suo bellissimo viso, circondato da una lunga chioma rosso-fuoco, c’era quella sua solita fastidiosa superiorità.
XXX:<< Ciao Minato; bello il posto in cui lavori ma il personale andava un po’ rieducato. Ma ci ho pensato io>>
Min:<<A me sembra che sappiano come trattare le ricercate internazionali, come te, Kushina Uzumachi.>>.
Ecco il mio battesimo dell’inchiostro, il primo capitolo della mia prima storia.
Spero che a chi ha avuto il coraggio di leggerlo recensisca per farmi notare gli errori e farmi migliorare.
Ho messo Crossover per il riferimento al potere di Wolverine che ho dato a Kushina.
Ciaooo.
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Capitolo 2 *** ma come osi!?? ***
Questo capitolo vi darà modo di capire perché ho intitolato così questa fanfiction, anche se devo dire che il titolo non era per niente azzeccato.
2: Ma come osi?
Hiruzen stava prestando i primi soccorsi alle guardie, erano ridotti tutti più o meno male ma nessuno di loro era in pericolo di vita. Ad un tratto ecco arrivare anche Jiraya, che appena visto lo spettacolo che aveva lasciato la recente battaglia chiese:
Jir:<< Ma cosa è successo >>.
Hir:<< E stata Kushina, ho già chiamato i soccorsi; tu va da Minato. Ora!!! >>
E Jiraya scattò verso l’ufficio dell’allievo.
Minato cominciava a preoccuparsi; Lei non era in grado di batterlo, questo lo sapeva, ma allora perché presentarsi cosi davanti a lui, e perché era cosi tranquilla.
Improvvisamente nella stanza arrivò anche Jiraya.
Kus:<< Ma guarda… c’è anche il maestro della perversione di konoha. >>
Jir:<< Ma come osi razza di… >>
Jir:<< Lasci stare maestro >>. Lo fermò il quarto,poi Jiraya, cercando di ricomporsi simulando 2 colpi di tosse, con autorità cominciò a parlare:
Jir:<< In ogni caso, ti credevo un pò più furba Kushina, conosci le disposizioni che abbiamo nei tuoi confronti. >>
Min:<< Infatti, hai rubato molti segreti a diversi villaggi e li hai usati per estorcere loro molti soldi. >>
Kus:<< Beh, una ragazza deve pur mangiare. >>Disse con noncuranza.
Min:<< Non mi risulta che al tuo villaggio facessi la fame. In ogni caso ora i villaggi che hai ricattato vogliono la tua testa per assicurarsi che non venda a nessuno i loro segreti, ma se ti consegni spontaneamente credo che te la caverai con la reclusione a vita. >>
Jir:<< Credo che ti convenga, non hai speranze contro di noi. >>
Kus:<< Detto fra noi, non credo che tu alzeresti le mani su una donna; Non per combatterci chiaro. >> Rispose lei sfottendolo, poi, si alzò dalla poltrona, richiamò gli artigli nelle sue mani e si liberò del travestimento da donna delle pulizie, rivelando un completo da kunoichi di colore arancione che facava perfettamente il bel corpo della ragazza, comodo e sensuale. Poi ricominciò a parlare:
Kus:<< Comunque potete rilassarvi, non sono qui per combattere, e se proprio volete catturarmi non mi opporrò, ma in questo modo non saprai mai l’accordo che volevo proporti. >>
Min:<< E dovrebbe importarcene? >>
Kus:<< Dipende, da quanto ti preme salvare il tuo villaggio da Madara e dalla Volpe a nove code? >>
Anche se lo nascose bene Minato rimase molto colpito dall’ ultima affermazione dell’ intrusa. Sapeva che con la sua abilità era riuscita ad accedere a numerosi segreti ma non immaginava che fosse venuta al corrente persino di questo nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto per tenerlo nascosto, e per quando morisse dalla voglia di sbatterla in cella doveva sapere fino a che punto sapesse, perciò si limitò a domandare:<< Sai per caso dov’è Madara? Se ce lo dirai avrai uno sconto sulla pena. >>
Kushina vide che aveva catturato la sua attenzione e colse la palla al balzo:<< Sono la migliore in quello che faccio, anche se quello che faccio non’è bello, ma purtroppo neanche io sono riuscita a scoprire dov’è, e se non ci sono riuscita io non ci riuscirà nessuno. >>
Min:<< Questo significa che possiamo finirla qui. >> disse Minato sfiorando l’ astuccio contenente il suo Kunai.
Kus:<< Però so quando attaccherà il villaggio. >> si affrettò ad aggiungere lei.
Min:<< E dimmi, quando colpirà? >> disse senza nascondere lo scetticismo che aveva in quel momento.
Kus:<< Tra i 10 e i 12 mesi. >> .
Minato cominciò a riflettere su se darle una chance o no,
Min:<< Se non hai altre informazioni, puoi andare in cella. >>
Kus:<< Non ho altre informazioni, ma hai comunque bisogno di me, solo i membri del mio clan hanno la forza per contenere la volpe a… >>
Min:<< Sei matta se credi che la sigilleremo nel tuo corpo, non oso nemmeno pensare a cosa faresti con tutto quel potere. >>
Kus:<< Non intendevo questo, non ci tengo ad avere quella cosa dentro. >>
Min:<< E allora cosa proponi? >>
Kus:<< Di mettere al mondo un erede con le mie abilità, potrete sigillare la volpe dentro di lui. Poi io me ne andrò e voi avrete la vostra forza portante. >>
Jir:<< Quindi metteresti al mondo un bambino per poi abbandonarlo, pur sapendo quale destino è riservato a una forza portante. >> intervenne Jiraya con una certa ira.
Minato capiva l’ira del suo maestro e la condivideva, ma quella poteva essere l’unico modo per salvare il suo villaggio.
Min:<< Immaggino che in cambio chiederai la grazia sui tuoi precedenti, vero? >>
Kus:<< Esatto. Allora ci stai? >>
Min:<< Considererò la tua proposta e nel frattempo te ne starai in cella; vieni! >>
Kus:<< E se io non volessi? >>
Lo sguardo di Minato si fece ancora più cupo, e Kushina alzò le mani dicendo:
Kus:<< Ehi! Non scaldarti! Scherzavo. >>
Quindi Minato si tranquillizzò e, dopo averle legato le mani dietro la schiena, la fece scortare verso la prigione da Jiraya. Durante il tragitto Jiraya la guardava con un misto di rabbia e di tristezza, e si chiese come aveva potuto quella bambina che aveva conosciuto molti anni prima, diventare quella donna disonesta e manipolatrice.
Una volta incontrato il direttore della prigione le diedero un informe da carcerata e 3 minuti per cambiarsi, le misero delle catene che le limitavano molto la libertà di movimento, poi insieme la accompagnarono alla sua cella tra i detenuti di grado S.
Jir:<< Vuole davvero metterla qui dentro? >> Chiese jiraya preoccupato vedendo i brutti ceffi che stavano li dentro. In fondo provava ancora affetto nei confronti della Kunoichi.
Dir:<< Qui “ospitiamo” tutti i detenuti special i>>
All’improvviso uno dei prigionieri Kushina per il braccio sinistro,
Pri:<< Ehi direttore! Vedo che mi ha portato un regalo. Perché non vieni dentro bambina? >>
Kus:<< Perché piccolino? Vuoi che ti tenga la mano? >>
E con la rapidita di un fulmine Kushina gli afferro la mano con cui la teneva e gliela torse, e quando la ritirò il detenuto aveva 3 dita piegate in modo irregolare e chiaramente rotte e cacciava urla di dolore e imprechi contro la ragazza,
Dir:<< Io credo che se la caverà benissimo >> disse il direttore divertito,
Jir:<< Già! Concordo >>.
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Capitolo 3 *** Proprio ora che cominciava a piacermi!? ***
Cap 3: Proprio ora che cominciava a piacermi?
Erano da poco scoccate le dieci di sera, ma Minato e Jiraya erano ancora a casa del terzo Hokage, dove si erano riuniti per cena e per discutere riguardo la proposta di Kushina. Anche la moglie del terzo Hokage, Biwako, partecipava alla discussione.
< Io continuo a dire di non accettare e lasciarla in cella, ci penseranno le squadre speciali a trovare Madara e a eliminarlo. > Espose, per l’enn-esima volta la sua opinione Jiraya.
< Questa è la quindicesima volta che lo ripete, maestro. Io sarei anche d’accordo, ma se non ci riuscissero? È una possibilita che non possiamo trascurare. > Fu la risposta del quarto.
< Anche se accettassimo come faremmo a farle avere la grazia? I villaggi che ha ricattato non rinunceranno facilmente alla sua testa. > Chiese Jiraya.
< In effetti è difficile, ma se siamo noi a garantire per lei credo che accetterebbero, in fondo chi più e chi meno hanno tutti loro un debito verso la foglia.> disse il terzo Hokage con la voce dell’esperienza.
< ma se ci stesse prendendo tutti per i fondelli? A questo non avete pensato scommetto. Potrebbe decidere di rapire il bambino e scappare. E anche se andasse bene Minato morirà.> disse Jiraya battendo un pugno sul tavolo per l’ira.
< Non è detto .> precisò il terzo hokage, < c’è più di un modo per sigillare un cercoterio. >
< Ci sono altri punti da considerare? > disse all’improvviso Biwako attirando l’attenzione del gruppo su di sé, < Il primo è che dopo la guerra mondiale dei ninja i villaggi sono arrivati a un accordo di pace solo grazie all’equilibrio raggiunto tramite la presenza delle forze-portanti, ma la foglia al momento, essendone del tutto sprovvista, è completamente esposta e ciò è intollerabile. In particolare mi preoccupa il villaggio della Nuvola che come sappiamo ne ha ben due e che tra tutti i villaggi si è sempre mostrato quello più audace >. Fece una breve pausa per dare modo ai presenti di riflettere sul suo intervento, poi ricominciò dicendo:< Il secondo è che Kushina appartiene al villaggio del turbine, con cui eravamo in stretti rapporti di amicizia prima che venisse distrutto e anche se ha perso la via credo che possa ancora ritrovare se stessa, perciò ritengo valga la pena aiutarla se possiamo. >
< Il tuo secondo punto è opinabile, ma il primo è innegabile. > Concordò Hiruzen.
< Beh! In questo caso mi “sacrificherò” io e sarò il padre del bambino, hehehe… > Disse jiraya facendo venire un grosso gocciolone in testa agli altri, era proprio incorreggibile.
< A dire il vero le forze portanti vengono sempre scelte tra i membri delle famiglie dei kage di competenza, per ciò se qualcuno dovrà “sacrificarsi”, questi è Minato > Precisò Hiruzen con un leggero sorriso di derisione, facendo crollare inesorabilmente le speranze dell’eremita. Dal canto suo, Minato, pur sentendosi chiamato in causa, immaginava qualcosa del genere ma non si oppose.
< Prima parliamo di matrimonio, poi parleremo anche di “sacrificio”. > Intervenne Biwako nella conversazione con un evidente vena di irritazione che le sporgeva dalla tempia. Già la conversazione stava prendendo una piega un pò troppo infantile per i suoi gusti, in più non le piaceva che il ruolo delle donne fosse sminuito a tal punto. Jiraya e il maestro si voltarono a guardarla per quello che aveva detto e perche sembrava un po’ arrabbiata,e in quel caso era meglio scappare. < E non guardatemi come se avessi detto chissà quale assurdità, dobbiamo anche pensare all’immagine del villaggio e al buon nome dell’hokage no? Dobbiamo cercare di salvarli, almeno in parte > Parlò in modo autoritario, e Minato abbassò lo sguardo come a volerci pensare un attimo.
< Ma lei ha detto chiaramente che non ha intenzione di restare al villaggio. > Fece notare Jiraya.
< So che non era esattamente questo il modo in cui volevi metter su famiglia, ma sappi che… > Disse Hiruzen cercando di iniziare un discorso, ma venne interrotto da Minato.
< No, ha ragione Madama-Biwako, dobbiamo salvare anche le apparenze, le faremo avere la grazia, poi la sposerò e la farò stare a casa mia, per tutto il tempo della gravidanza, dopo il parto potrà fare come le pare. L’ importante è proteggere il villaggio. > Cosi dicendo pose fine alla discussione, e gli altri annuirono per dire che avevano capito.
Il mattino seguente il quarto e il terzo hokage faticarono parecchio convincere i capi dei villaggi truffati da kushina, che erano il villaggio del gelo, il villaggio della Luna, il villaggio delle serrature, il villaggio dei ponti e quello dell’acciaio. Alla fine accettarono su un offerta di risarcimento e su garanzia degli hokage che la memoria di kushina fosse “ripulita” da tutte le informazioni scomode.
Il giorno dopo ancora il quarto Hokage si recò alla prigione per parlare con l’interessata.
Dopo i dovuti controlli di sicurezza si incontrò subito col direttore, un uomo alto vestito con l’uniforme dei ninja di Konoha con corti capelli neri e la faccia segnata, oltre che da qualche ruga, anche da una grossa cicatrice sulla guancia sinistra che dall’orecchio arrivava sotto la bocca.
< Buongiorno signor-hokage, cosa posso fare per lei? > chiese il direttore con la dovuta cortesia.
< Buongiorno Danjuro.Due giorni fa ho fatto scortare una prigioniera qui, una Kunoichi del villaggio del turbine di nome Kushina Uzumaki. Vorrei incontrarla >. Rispose il Quarto Hokage.
< Certamente, mi segua >. E loguidò tra gli intricati corridoi della prigione.
A un certo punto intrapresero un corridoio che andava nel sottosuolo, e li vi erano anke più guardie. Minato era stato nella prigione diverse volte, ma non ricordava di aver mai visto quella zona, cosi chiese:< Sbaglio o queste sono le celle di isolamento? >
< Esatto. Qui teniamo chi tenta un evasione o chi può, rappresentare un pericolo, o chi richiede protezione. >
< E per quale delle tre ragioni l’avete chiusa qui?> chiese incuriosito.
rispose il direttore.
< L’ha richiesta lei? > chiese un po’ preoccupato il quarto, per un attimo aveva pensato che degli altri detenuti l’avessero molestata.
< Non è come crede, ce l’ho messa io qui per protezione degli altri detenuti, ormai nell’infermieria non c’era più posto >. Disse seccato ma anche un po’ divertito il direttore. Invece Minato alzò gli occhi al cielo. Possibile che in soli due giorni avesse riempito l’infermeria? Decisamente era ancora degna del soprannome che le avevano dato da bambina.
Ancora preso da questi suoi pensieri quasi non si accorse che era arrivato alla cella della ragazza, l’unica sorvegliata da 2 guardie.
< Il peperoncino rosso sangue non si smentisce mai. >
< Minato! È bello ricevere delle visite. > disse come per salutare un vecchio amico.
< Sai ho pensato alla tua offerta, ma questo non è il posto per parlarne, andiamo a prendere un po’ d’aria, ho qui i documenti di scarcerazione. > Disse Minato passando i documenti, ordinati e filmati, al direttore della prigione che volle guardarli per bene per accertarsi della loro autenticità, non perché non si fidasse dell’ hokage, ma perché gli sembrava strano che il quarto hokage volesse far rilasciare quella detenuta.
In ogni caso una volta visto che erano a norma con un leggero inchino disse:< Certo signore, il tempo di compilare un paio di scartoffie e sara fuori di qui >.
< Ma come? Proprio ora che cominciava a piacermi? > Disse la ragazza mettendo su un finto broncio di delusione.
Spazio-autore:
Scusate il ritardo, ma alcuni errori notati troppo tardi mi hanno un po’ scoraggiato a continuare, ma non ho intenzione di lasciare incompleta la mia prima fanfic, bene o male che venga. Detto questo, in questo capitolo ho cercato di rendere le mie impressioni su come sono i personaggi:
Di Jiraya direi che si sa come è fatto.
Il terzo Hokage, credo che sia un ninja saggio, affidabile e valoroso ma che nasconda un lato da porcello che in certe situazioni viene a galla.
Biwako Sarutobi, non si sa molto di lei, ma da come l’ho vista nel manga me la immagino come una donna tutta d’un pezzo, che tiene gli altri in riga, e che sia anche femminista.
Vi invito a dirmi cosa pensate del capitolo e delle mie impressioni sui personaggi |
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Capitolo 4 *** Non si torna indietro ***
Non si torna indietro.
Nel giro di qualche minuto tutte le
formalità per la
scarcerazione furono sbrigate e finalmente la prigioniera
poté uscire dalla
cella e le furono restituite tutte le cose che aveva con sé
prima della
carcerazione, così tornò a vestire con la sua
tenuta da kunoichi, che
consisteva in una specie di Kimono corto color arancione allacciato
alla vita
con una cintura rossa e che le arrivava a meta coscia e che aveva una
scollatura a v che
lasciava intravedere
la maglietta a rete che portava sotto il kimono, il Kimono aveva delle
ampie
maniche come il completo di una sacerdotessa ma che servivano solo a
nascondere
le armi che le erano state requisite. poi portava un pantaloncino nero
e dei
gambali neri. Sul kimono vi erano delle decorazioni floreali di colore
rosso, e
dietro la schiena portava il simbolo del suo villaggio natale, la
spirale
rossa.
Una volta usciti dalla prigione
Minato, Kushina e altri tre
uomini della squadra speciale che li scortavano fecero ritorno al
villaggio.
In un villaggio di Ninja la gente non
faceva caso se vedeva
dei Ninja passare per strada, ma vedere il quarto hokage in compagnia
di una
ragazza e tre ninja era un'altra cosa, quindi non era strano se gli
occhi di
tutti erano puntati su di loro, e se questo per kushina era una cosa
divertente,
per Minato era del tutto indifferente. Raggiunsero la casa di Minato in
poco
tempo, i soldati Ambu rimasero fuori, Kushina non si sorprese nel
vedere che dentro
la casa c’erano il terzo Hokage e una donna che non aveva mai
visto e che forse
l’avrebbe degnata di uno sguardo se non fosse stata impegnata
a bere una tazza
di tè, ma dopo aver finito il suo tè si volse a
guardare la ragazza appena
arrivata, sembrava volesse dirle qualcosa ma a parlare non fu lei ma il
terzo
hokage.
< Bentornata Kushina. Ti
abbiamo fatto venire qui per
parlarti. Ma prima lascia che ti presenti mia moglie Biwako >.
< Piacere. > Disse con
la giusta educazione, ma poi
altrandosi leggermente disse: < Ora potremo passare alle cose
serie? Mi
avete tenuta in cella gia per due giorni. >
< Sappi che potresti ancora
tornarci! >
<
Che significa?! Credevo che
i villaggi che hanno messo una taglia sulla mia testa mi avessero
concesso la
grazia! > Esclamò la rossa.
<
Loro si, ma ricordati che
hai dei conti in sospeso anche con noi della foglia > Le ricordo
il terzo
hokage.
<
Non l’ho dimenticato,
infatti sono venuta qui per chiuderli. > Rispose sfidante la
ragazza.
<
Però ci sono delle
condizioni > Disse Biwako, prendendo la parola, con lo stesso
tono della
ragazza.
<
E quali sarebbero? >
chiese Kushina.
<
Noi abbiamo deciso di
accettare la tua proposta, ma prima alcuni dei tuoi ricordi relativi a
certi
dettagli devono essere sigillati. > Le rispose Biwako.
<
Tutto qui? > chiese
Kushina.
<
Certo che no! Dovrai anche sottoporti
a un mio controllo per verificare la tua fertilità. Infondo
lo scopo del nostro
accordo è quello di dare alla luce un bambino che possa
ospitare la volpe,
perciò se dagli esami risulterai infertile ritornerai a
scontare la tua pena.
> Spiegò Biwako.
<
Ahh! C’è dell’altro? >
chiese gia sapendo la risposta.
<
A dire il vero si. Devi
sapere che le forze portanti vengono scelte tra i parenti dei Kage,
perciò sarà
Minato il padre del bambino. > Spiegò il Hiruzen.
<
Wow! Non ho niente in
contrario a riguardo, avevo il terrore che mi affibbiaste un mostro con
occhiali doppi e brufoli sul naso. > Esclamò tutta
pimpante kushina, <
Anzi! Visto che il tempo stringe, perché non iniziamo
subito? > propose
lanciando occhiate provocanti a Minato.
<
Prima però… > richiamò
l’attenzione Biwako, leggermente infastidita dalla scenata a
cui stava
assistendo, < dobbiamo pensare anche a salvare le apparenze,
unendovi in
matrimonio >.
<
Co…cooosa!!? U…un
matrimonio!? > Chiese con stupore la ragazza. Ma non era solo
stupita,
dentro di sé una miriade di emozioni erano esplose nel
momento in cui Biwako
aveva pronunciato la “parola con la M”, ma ad
avergliele scatenate non era
stato solo il pensiero di doversi sposare, quanto il pensiero di
“chi” doveva
sposare.
<
Si! E il matrimonio dovrà
essere consumato in presenza di testimoni > Aggiunse Biwako.
<
Questo non significa che
avrai degli obblighi! Dopo che il bambino sarà nato potrai
fare quello che ti
pare, andare, restare… quello che vorrai. >
precisò Hiruzen.
<
Le condizioni sono queste,
firma qui e iniziamo. Minato, devi firmar anche tu. > Disse il
terzo
mostrando un documento che doveva essere un accordo matrimoniale.
Guardò
quel pezzo di carta per
qualche secondo, che nella mente della rossa equivalevano ad ore.
Quando le era
venuta in mente l’idea di presentarsi da Minato e proporre
quell’accordo le era
sembrata una buona idea, infondo tante donne restano incinte dopo una
notte
folle e abbandonano i loro figli per andare poi avanti con la loro vita
e lei
sarebbe stata solo una delle tante, ma ora non sapeva proprio cosa
fare, una
parte di lei le chiedeva chi glie lo aveva fatto fare, e scalpitava per
farle
stracciare l’accordo e darsela a gambe levate, e
l’altra le diceva di firmare,
non perché fosse piu saggio, semplicemente non lo sapeva.
Decise di dar retta a
quella parte e di firmare. Dopotutto non era il momento per farsi
prendere dai
dubbi.
Dopo
aver firmato lei era il
turno di Minato di firmare e, esattamente come per kushina, anche a lui
erano
venuti dei dubi in quel momento, Finche si era trattato di fare dei
programmi
non aveva esitato a dare il suo consenso ma ora che stava per mettere
nero su
bianco si chiese se era giusto procedere, anche se c’era una
parte di lui che
voleva farlo. Alla fine anche lui firmò l’accordo
anche lui, senza quasi
rivolgere un occhiata alla sua, ormai, fidanzata. E fece male
perché cosi si
sarebbe accorto dell’occhiataccia che gli rivolgeva, come
poteva fare una cosa
simile e intanto starsene in silenzio così? Questo suo
atteggiamento le fece
montare una tale rabbia che sentì le ossa del polso destro
muoversi per far
spazio ai suoi artigli, che si stavano facendo
strada tra le nocche della mano. Ma poi decise di
calmarsi, in fondo,
non aveva senso arrabbiarsi per una cosa simile vista la
situazione….. Vero?
<
Perfetto! Ora possiamo
procedere, come hai detto tu, il tempo stringe > disse Biwako
prendendo in
consegna l’accordo e accompagnando, insieme alle guardie
Ambu, la ragazza nel
luogo dove le avrebbero ripulito la memoria, di questo se ne
occupò un jonin
esperto di tecniche mentali, Inoichi Yamanaka. Poi andarono
all’ospedale nello
studio di Biwako per verificare la fertilità della ragazza.
<
Mica dovremo fare qualche
pr…prelievo? > chiese con una certa paura Kushina
<
Non ti facevo cosi fifona.
> la prese in giro Biwako
<
Non è fifa e che non mi fido
di certe cose, tutto qui. > mentì la ragazza
arrossendo un po’ per la
vergogna.
<
Forza non perdiamo tempo e
vieni qui. > la fece sdraiare su un lettino e le mise le mani
sull’addome,
chiudendo gli occhi come per cercare di sentire qualcosa, dopo qualche
secondo
li riaprì dicendo: < e tutto apposto, non credo ci
sia niente che ti
impedirà di avere dei figli. >.
<
C…come tutto qui? >
chiese un po’ confusa.
<
Esatto! Non ti fidi?
Preferiresti che ti lasciassi dal ginecologo a farti visitare? >
Disse
Biwako per provocarla.
<
Certo che no! > Rispose
Kushina presa da un po’ di paura, poi chiese < Ora
dove si va? >.
<
A casa di Minato, starai lì
per tutto il tempo della gravidanza. > rispose Biwako, lasciando
Kushina
senza parole.
Dopo
di che fu riportata a casa
di Minato dove avrebbe vissuto per i prossimi mesi, e lo trovo seduto
sulla
poltrona del salotto intendo a leggere un libro, andò a
sedersi sul divano li
accanto e giusto per curiosità sbirciò il titolo.
<
Si intitola “La legenda dei
ninja coraggiosi”, è il primo libro scritto dal
maestro jiraya, gli avevo
promesso un parere da settimane.> le disse Minato percependo i
suoi
pensieri.
<
Immagino che capolavoro
allora > disse Kushina con ironia, poi aggiunse:
< Comunque ti interesserà sapere che mi
hanno ripulito la memoria, e quella Biwako si è occupata di
controllarmi e mi
ha detto che sono OK >.
<
Ah! E dimmi: Come e stato?
> si informo Minato guardando la ragazza.
<
Credevo peggio! > ammise
Kushina grattandosi la testa per nascondere un po’ di
imbarazzo. < In ogni
caso, ora è fatta, non si torna indietro giusto? >
chiese Kushina.
<
Già! Non si torna indietro.
Ma se potessi lo faresti? > Chiese Minato.
<
Vado a vedere di cucinare
qualcosa. Sono 2 giorni che non mangio qualcosa di decente >
disse
alzandosi, facendo cadere nel vuoto quella domanda.
Spazio-autore
Mi
scuso per l’enorme ritardo, e
spero che questo capitolo non abbia deluso, o almeno che non abbia
deluso
troppo le vostre aspettative.
Ciao
|
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Capitolo 5 *** E ora a noi? ***
Era
passatta una settimana da quando kushina si era trasferita e tutto il
villaggio
facevano ancora delle chiacchiere sulla fidanzata del quarto hokage.
Nessuno
degli abitanti conosceva i particolari sul passato di Kushina, ma
giravano comunque
delle voci che la etichettavano come una criminale e molti si
chiedevano se
fosse vero che il quarto hokage si unisse in matrimonio a una
pregiudicata.
Tuttavia
la coppia non ci faceva caso, nel giro di una settimana erano
già iniziati i
preparativi del lieto evento. Minato aveva comprato una nuova casa, una
abbastanza grande da ospitare comodamente una famiglia di quattro
persone, era
a due piani, appena aprivi la porta entravi in un corridoio lungo con
due porte
sulla destra che portavano a un bagno e una sala da pranzo, e una sulla
sinistra che portava al salotto e in fondo al corridoio vi era la
cucina. Al
piano di sopra invece c’era un altro bagno e tre camere da
letto, una era
matrimoniale mentre le altre due erano per eventuali figli, ma vista la
situazione, una camera sarebbe andata al bambino mentre
l’altra sarebbe stata
adibita a camera per ospiti.
Kushina
si trasferì li prima del matrimonio, e dopo anche Minato
sarebbe andato a
viverci.
I
preparativi per il loro matrimonio procedevano spediti. Era un antica
tradizione che alle nozze degli hokage partecipassero i membri piu
importanti
di ogni clan del villaggio e oviamente i daymio e le alte sfere del
villaggio.
La cerimonia si sarebbe svolta al tempio del fuoco che era poco
distante dal
villaggio della foglia ma i festeggiamenti sarebbero stati fatti nel
villaggio,
presso il palazzo degli hokage che era l’abitazione dei ninja
eletti hokage
anche Minato preferiva recarvisi solo per il lavoro e vivere in una
casa
apparte.
Mentre
Minato e il terzo hokage si occupavano dei dettagli della cerimonia
Biwako si
occupava di educare Kushina sull’etichetta e le buone
maniere, ma chiaramente
Kushina e educazione erano concetti agli antipodi.
<
Non cosi, ti pieghi troppo > Le disse Biwako correggendola di
nuovo
sull’inchino e kushina dopo aver sbuffato ci
riprovò.
<
E adesso ti sei piegata troppo poco, e per l’ennesima volta,
devi rimanere con
la schiena diritta, è solo il bacino e il collo a piegarsi.
Come fai tu sembra
che tu abbia la scoliosi. Ora riprova! >
<
va bene ci riprovo > e stavolta esegui l’inchino in
maniera accettabile per
gli standard di Biwako.
<
Bene! Era ora.> Poi la portò nel salotto della sua
casa e la invitò a
sedersi sulla sedia, Kushina obbedi e si sedette velocemente
accavallando le
gambe.
<
Sai gia cosa sto per dire. Giusto? >
E
kushina sbuffo di nuovo mentre biwako si preparava a mostrarle come
mettersi
seduta.
<
Quando ti siedi devi piegare le gambe così, e metti una
caviglia dietro
l’altra, in questo modo. >
E
come in uno specchio kushina imitò i suoi movimenti.
<
Bene. > disse Biwako alzandosi dalla sedia,
Anche
questa fu un impresa immane, appena messe a tavola kushina prese le
bacchette e
comincio a fare una strage della prima pietanza (ravioli al vapore)
pulendosi
la bocca col palmo della mano in modo tutt’altro che
aggraziato, e come
ciliegina sulla torta emise anche un sonoro rutto, non preoccupandosi
di
mettere la mano vicino alla bocca.
Biwako,
dopo aver assistito allo spettacolo, si mise una mano sulla fronte e
scosse la
testa.
<
Ho visto degli scaricatori di porto mangiare in modo molto
più civile del tuo.
>
<
Uffa! Senti: io non capisco neanche perché stiamo a perdere
tempo qui, infondo
il nostro non’è neanche un vero matrimonio, che
bisogno c’è di organizzare
quella festa quella cena e tutte queste stupidaggini? >
A
quel punto un lampo d’ira passo negli occhi di Biwako, tanto
che kushina quasi
si pentì di ciò che aveva detto.
<
Ora sentimi tu! Non importa per quale ragione lo farai, ma fatto-sta
che tu tra
due giorni sposerai Minato, e andrai a vivere nella sua casa, e finche
sara
cosi anche tu avrai dei doveri verso di lui che non si limitano nel
mettere al
mondo sil suo bambino ma anche aiutarlo sostenerlo e rispettarlo,
è chiaro?
>
<
S-si è chiaro > disse con un po’ di paura
Kushina.
Una
volta che il messaggio era arrivato kushina capì che non era
il caso di fare
storie e che era meglio applicarsi seriamente su ciò che
diceva la maestra
Biwako.
Il
giorno dopo, era tutto pronto per il matrimonio, e Minato approfittava
di uno
di quei rari momenti di pace per riflettere su quello che stava
succedendo
intorno. Il giorno dopo sarebbe convolato a nozze con Kushina e avrebbe
lasciato quella casetta in cui aveva vissuto per tanto tempo per andare
a
vivere con lei fino al giorno del parto,finche lei non avrebbe
abbandonato lui
e suo figlio. Tutte le volte che pensava a lei gli veniva naturale
ripensare a
come era in passato. Kushina era una kunoichi del villaggio del turbine
ed era
una delle migliori del clan Uzumaki, che era molto temuto per le sue
conoscenze
nella creazione di sigilli e per le proprietà del suo
chakra, talmente forte da
poter contenere anche il Kiuby, e per questo fu distrutto durante la
guerra e i
suoi membri sopravvissuti si dispersero e si nascosero per
sopravvivere. Ma un
po’ di tempo prima lei abbandonò il villaggio e si
dedicò a operazioni di
furto e di spionaggio, tanto che persino
il suo villaggio la inserì tra i ricercati, lei non
spiegò mai il perché della
sua decisione di diventare una traditrice ma lui era quasi certo che
centrasse
la misteriosa scomparsa di sua sorella: Mariko Uzumaki altra Kunoichi
valorosa
e leale proprio come lo era la sorella molto tempo prima. Qualunque sia
la
causa del suo cambiamento, l’unica cosa che sperava era che
dopo che aver
partorito evitasse di commettere gli stessi errori e soprattutto di
essere un
buon padre per quel bambino che non avrebbe mai conosciuto la sua mamma.
La
diretta interessata stava nella camera che presto avrebbe condiviso con
suo
marito che cercava di prendere sonno. Le parole di quella tiranna di
biwako
continuavano a ronzarle in testa, aiuto, rispetto e devozione? Perche
no!
Avrebbe continuato a recitare la parte della perfetta mogliettina del
quarto
hokage, ma solo fino al parto, dopo se ne sarebbe andata, avrebbe
lasciato per
sempre quel posto e tutto quello che riguardava i ninja. Quei maledetti
a cui
una volta aveva dato tutta la sua lealtà, e che in cambio le
avevano strappato
la persona più cara, quella che si era presa cura di lei
dopo la morte dei suoi
genitori.
Minato
dormiva tranquillamente nel suo letto, quando venne svegliato da
qualcuno nella
sua stanza.
<
Kakashi! è già ora? > chiese sbadigliando
e stropicciandosi gli occhi.
<
Si maestro! La carrozza è qui fuori che la aspetta. >
rispose il ninja.
Minato aveva scelto lui come testimone dello sposo.
<
Grazie. Scendo subito. > e detto questo si fece una doccia e indosso
l’abito per il matrimonio, un
kimono di fattura pregiati bianco ornato sulle maniche con delle fiamme
e sulla
shiena portava l’ideogramma della parola
“ho” (fuoco) circondato da fiamme, poi
usci dalla casa dove trovò ad attenderlo una folla che gli
faceva gli auguri e
buttava dei petali di fioriper festeggiarlo, salito sulla carrozza
andò verso
il tempio del fuoco, una volta arrivato lui aspettò,
finchè non cominciarono a
venire anche le carrozze dei primi invitati alle nozze come i membri di
spicco
del clan Hyuga, Uchiha, Nara, Akimichi, Yamanaka e tutti i
più importanti clan
del villaggio, Poi anche gli anziani della Foglia Il sovrano del paese
del
fuoco e molti altri “pezzi grossi” che appena
arrivarono espressero tutti le
loro felicitazioni per il matrimonio. Minato li accolse tutti poi prese
il suo
posto sull’altare per aspettare la sua fidanzata.
Finalmente
le porte del tempio si aprirono e la videro li, impiedi davanti alla
soglia del
tempio. Minato la trovò bellissima in quel Kimono giallo che
risplendeva sotto
il sole come l’oro, decorato con motivi di fiamma.
Cominciò
ad avanzare lenta verso l’altare, accompagnata da Biwako e
seguita da Biwako,
che sarebbe stato la testimone della sposa. Il leggero venticello che
soffiava
fece muovere un po’ il suo velo, quasi glielo volesse
togliere prima del tempo
e mostrare a tutti la sua bellezza. Quando furono entrambi
all’altare il
sacerdote pronunciò la formula nunziale e versò
del vino in una coppa come tradizione,
poi Kakashi passo a Minato un anello d’oro con un rubino e
dei piccoli diamanti
disposti a fiore, Minato prese la mano di Kushina e
pronunciò la sua promessa
di matrimonio:
<
Con questo anello io dono a te, Kushina, la mia vita il mio amore e la
mia
devozione, e prometto di onorarti e rispettarti nel bene e nel male, in
salute
e in malattia, finche morte non ci separi!> e le mise
l’anello al dito.
Poi
fù il turno di Kushina, Biwako si avvicinò e le
diede l’anello, una fede d’oro
senza particolari decorazioni, prese la mano di Minato e
pronunciò la sua
promessa:
<
Con questo anello io dono a te, Minato, la mia vita il mio amore e l-la
mia
devozione, e pr-prometto di onorarti e ri-rispettarti nel bene e nel
male, in
salute e in malattia, finche morte non ci separi!> e gli mise
l’anello al
dito.
A
Minato certo non erano sfuggite le sue balbuzie, segno che era
piuttosto
agitata.
Poi
il sacerdote parlò con la sua voce potente:
<
Ora bevete da questa coppa così che due esistenze incomplete
possano unirsi in
un'unica esistenza completa >. Cosi Kushina alzò
finalmente quel velo per
poter bere rivelando solo allora il suo volto coperto da un trucco
leggero che
le esaltava la naturale bellezza, ed entrambi presero un sorso del vino
che era
dentro la coppa, poi Minato prese la sua sposa per le spalle,
delicatamente,
avvicinandola sempre di piu a sé, fissandola intensamente
negli occhi. Entrambi
erano un po’ tesi e rigidi, ma poi chiusero gli occhi, come
se quello che stava
per succedere fosse naturale, come se fosse già stato deciso
da qualcuno molto
tempo prima, e infine unirono le loro labbra nel loro primo bacio. La
maggior
parte degli invitati era del tutto indifferente alla cerimonia, come se
stessero assistendo ad’una farsa, ma alla fine alcuni di loro
si lasciarono
andare ad un applauso, in particolare le donne, inteneriti dalla scena.
Poi
tutti alle rispettive carrozze, Kushina era in quella di Minato insieme
al
marito, per andare al palazzo dell’hokage dove ci sarebbe
stato un ricevimento
ad attenderli. Minato e Kushina presero posto al tavolo piu grande,
insieme al
terzo hokage, sua moglie Biwako, Kakashi, Jiraya, il sovrano del paese
del
fuoco, e i due anziani della foglia, Homura Mitokado e Koharu Utatane.
Le
lezioni di buone maniere furono molto utili a kushina in quel momento.
Alla
festa c’era chi si dava un contegno e stava composto, ma
anche chi ne
approfittava per farsi una bevuta con gli amici, come i capi dei clan
Nara,
Yamanaka e Akimichi. Kushina ringraziò che le ore passarono
in fretta perche
gli anziani al suo tavolo ogni tanto le lanciavano delle occhiatacce
che non le
piacevano e questo provocava una tensione che ogni tanto Jiraya
allentava con
qualche battutina.
Ma
che cavolo avevano da guardare quei vecchi bacucchi?
Quando
la festa fu finita, e gli invitati
ebbero lasciato il palazzo venne il momento per i due giovani.
Biwako
prese Kushina con se e la porto a nella stanza dove avrebbe consumato
la sua
prima notte con Minato. Era una camera spaziosa e ben arredata con al
centro un
grande letto matrimoniale con delle tende aperte di colore verde e con
delle
lenzuola di colore celeste. Erano state da poco accese delle candele
che
emettevano una luce soffusa che la rendevano perfetta per
l’occasione. Quella
stanza sembrava fatta apposta per l’evenienza.
Dopo
Biwako la portò in un piccolo bagno dove la aiutò
a togliersi il Kimono e la
fece fare un bagno per liberarla anche del trucco. Una volta asciugata
le fece
mettere una camicia da notte bianca e sottile che lasciava intravedere
le curve
e la lasciò ad aspettare Minato.
Una
volta sola si sedette cercando di calmare la strana sensazione che
sentiva
nello stomaco, poteva essere un indigestione, si sdraiò, si
alzò, si sedette,
si alzò di nuovo, niente non voleva andarsene, ma cosa
poteva essere? Panico?
Ansia da prestazione? Cosa? Era ansia, ma era anche simile alla
felicità, ma
per cosa?
Finalmente
sentì la porta aprirsi, si voltò e vide Minato,
però vide anche gli anziani, ma
che ci facevano li i vecchi bacucchi?
chiese infastidita
<
come non ricordi? Il matrimonio deve essere consumato in presenza di
testimoni
> disse la vecchia Koharu
<
Beh! Almeno ora avrete una buona ragione per fissarmi come due
baccalà >
sputo con rabbia.
<
Cosa hai detto? >
<
Per favore, niente discussioni, chiudiamo la faccenda. >
intervenne Minato.
Questo
suo intervento lasciò Kushina ferita, anche se non sapeva
perché.
<
Giusto! > rispose Kushina lanciando un ultima occhiata ai due
“testimoni”.
Poi si diresse verso il letto dove si sedette. < Dunque. E
ora a noi?
> disse battendo sensualmente due colpetti sul letto, lanciando
un invito
che Minato non tardò ad accogliere.
Spazio
Autore
Scusate
la lunga attesa e per il fatto che ho lasciato il piu “bello
per il prossimo
capitolo, ecco il nuovo capitolo in cui ho messo qualche informazione
in più
sul passato di Kushina, senza entrare troppo nei dettagli.
E
ora un parere, come vedete il momento del concepimento è
ormai prossimo, volete
che sia esplicito, o devo essere più soft.
Ciao.
|
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Capitolo 6 *** Solo loro due ***
Spero che non vi siate dimenticati di
me
Cap 6 Solo loro due
Minato era li che fissava
intensamente sua moglie che lo
guardava in un aperto invito. Leggeva determinazione e voglia di andare
fino in
fondo nei suoi occhi, ma ogni tanto volgeva un occhiata anche verso i
consiglieri e si vedeva che la loro presenza li le dava un gran
fastidio, e in
questo era perfettamente d’accordo con lei, quindi si rivolse
ai consiglieri
dicendo:
- Vogliate scusarmi consiglieri ma
credo che la vostra
presenza qui sia del tutto inopportuna, perciò vi chiedo
cortesemente di lasciarci
soli.-
I consiglieri si guardarono per un
istante ma poi si resero
conto che era la cosa migliore da fare, cosi girarono i tacchi e se ne
andarono, non senza lanciare un ultima occhiata a Kushina.
Kushina non nascondeva di essere
contenta che gli incomodi
avessero tolto il disturbo, Minato invece potè concentrarsi
completamente su di
lei.
La rossa si fece piu indietro per
fare spazio anche al
biondo che sempre fissandola negli occhi si avvicinò
distendendosi sopra di
lei. C’erano molte cose che entrambi volevano dirsi, ma in
fondo non ce n’era
nessun bisogno. Cominciarono a baciarsi, all’inizio piano,
poi dopo più
velocemente, Minato, come per istinto, passo le dita tra i capelli di
Kushina,
poi si fermò un attimo si girò e chiuse le tende
che avvolgevano il letto, poi
voltò di nuovo verso Kushina, ripresero a baciarsi, Minato
si stacco dalla
bocca e iniziò a baciarle il collo poi piu giu fino al
petto, Kushina si
godette il momento per qualche secondo, dopo di che decise che era il
caso di
prendere un po’ di iniziativa, così con un colpo
di reni ribaltò la situazione
e mettendosi a carponi sul compagno continuò
l’opera di Minato, armeggiando col
kimono per toglierglielo, cosa un po’ difficile visto la
posizione in cui
stavano, perciò si sollevò e iniziò a
sollevarsi la camicia da notte mentre
anche Minato si spogliava, e quando furono entrambi nudi ripresero le
loro
effusioni, stavolta con più intensità e passione;
Minato passava le sue mani
sui fianchi e sui seni della compagna che nel frattempo passava le mani
tra i
suoi capelli. Entrambi potevano chiaramente sentire
l’eccitazione dell’altro
che cresceva.
Dopo un altro sguardo di intesa
Minato fece stendere di
nuovo Kushina e si sistemò tra le sue gamde, kushina lo
abbraccio affondando le
dita nella schiena del partner che delicatamente la penetrò,
strappando un
piccolo gemito alla moglie, e continuò aumentando pian piano
il ritmo, e con
esso aumentava anche l’estasi di entrambi. Kushina chiuse gli
occhi per godersi
meglio il piacere poi prese Minato per le spalle e con un movimento
invertì le
posizioni senza interrompere il contatto, per poi ricominciare a
muoversi per
non far cessare il piacere; Minato si lasciò invadere da
quella goduria per un
pò, poi si risollevò e dopo aver unito le sue
labra con quelle della rossa in
un altro focoso bacio ribaltò la situazione e riprendendo
subito a muoversi
procurando un grande piacere alla compagna accompagnato da dei gemiti
che
Minato mise a tacere con un bacio. I loro sguardi si incrociarono
ancora una
volta ed entrambi, fissando gli occhi del proprio partner, si
dimenticarono di
tutto, dell’accordo, il matrimonio, del villaggio. In quel
momento c‘erano solo
loro due e nessun altro. Dopo l’ennesima spinta il piacere
degli sposi arrivò
al culmine; Minato, non potendo più trattenersi,
liberò il proprio seme dentro
la sua compagna che lo accolse con gioia, soffocando il suo grido di
goduria
affondando la bocca nel collo di suo marito e affondando le dita nella
sua pelle.
Stettero così per qualche secondo, entrambi esausti e
soddisfatti, poi si
sdraiarono tutti e due per riposarsi; Minato si mise sulla destra,
Kushina
sulla sinistra, entrambi si sdraiarono sul fianco dando le spalle
all’altro
coprendosi col lenzuolo bianco del letto. Entrambi si chiedevano quante
altre
notti di passione ci sarebbero volute prima di poter concepire un
bambino;
Kushina cercava più che altro di dormire, ma Minato la
abbracciò
improvvisamente da dietro facendola sussultare. Minato non sapeva
perché avesse
sentito così improvvisamente il desiderio di tenerla fra le
sue braccia,
inoltre si aspettava che Kushina lo respingesse o almeno che gli
dicesse di togliersi
di torno, invece lei afferrò la sua mano e gliela strinse,
stringendosi di più
a Minato e lasciando che i loro corpi si scaldassero a vicenda , non
che prima
avessero freddo.
La luce del mattino la costrinse a
riaprire gli occhi, e si
tiro su tenendo il lenzuolo al petto per non rimanere nuda. La prima
cosa che
notò, con dispiacere, era che Minato non era più
al suo fianco ma nella stanza,
vicino alla finestra da cui proveniva la luce, c’era Biwako
che la salutò
dicendo:
-Finalmente ti sei svegliata-
- Che ore sono?- chiese seccata con
la voce impastata dal
sonno
-e ora di andare- poi mostrando la
tenuta rossa di Kushina
disse:- Ti ho portato i tuoi vestiti; li ho fatti lavare a secco e
stirare. Giù
c’è la colazione, Minato ti sta aspettando.
Fapresrto!- e uscì dalla stanza.
Kushina la trovava piuttosto odiosa
quanto cominciava a dare
ordini, ma ugualmente fece quello che le aveva detto e rivestendosi
ripenso che
proprio in quella stanza si era unita a Minato. Ovviamente quella non era stata la sua prima
volta, ma mai prima
d’ora aveva provato delle sensazioni tanto intense.
Minato si chiese di nuovo se avesse
fatto bene a lasciarla
cosi mentre dormiva, senza lasciarle un biglietto o altro. Dopo aver
consumato
il rapporto con Kushina aveva dormito qualche oretta, poi si era
rivestito e i
consiglieri vollero la conferma che il matrimonio fosse stato
consumato, e lui
glielo garantì e i consiglieri si fidavano ciecamente della
parola di Minato.
Dopo si rimise a leggere il libro del suo maestro tanto per passare il
tempo,
finchè Biwako non gli ha detto di aver svegliato Kushina, ma
lui sapeva che più
che svegliata la aveva direttamente buttata giù dal letto.
Ripensando alla sua
prima notte come marito non poteva fare ammeno di notare come fosse
strano il
fatto che prima credeva sarebbe stata solo una semplice notte di
avventura, ma
che invece quella notte aveva lasciato qualcosa dentro di lui; Anzi,
Kushina
aveva lasciato qualcosa dentro di lui.
Smise di pensarci quando si accorse
che Kushina era scesa.
Apparte un primo buongiorno non si scambiarono nemmeno una parola
durante la
colazione.
Quando ebbero finito si diressero
alla carrozza che li
avrebbe portati alla loro nuova casa. Tutti e due guardavano fuori
senza dirsi
niente, finche
-e cosi che dovremmo fare?- Chiese
Minato; Kushina lo guardò
senza capire cosa intendesse.
-Dovremmo fingere? Recitare la parte
dei buoni sposini
davanti a tutti e poi ignorarci nella vita reale?-
-credevo che l’accordo
fosse questo.-
-Non per me- seguì un
minuto di silenzio che passarono a
fissarsi negli occhi,
-Cosa dovremmo fare alora?-
-Potremmo cominciare parlandoci,
conoscendoci; magari
potremmo anche trovarci simpatici.-
-Tu mi conosci già-
-Una volta lo credevo ma
poi…- non continuò la frase
-ora di te so a malapena che non i
piace quando qualcuno ti
fa la predica e che non ti va di stringere legami troppo importanti-
-E cos’ altro vorresti
sapere?-
-Per conoscersi bisogna dirsi le cose
profonde- Questo
Kushina lo trovò divertente ma Minato continuò
-Per sempio: Qual è il tuo
colore preferito?-
-Cosa?!!-
-Il tuo colore preferito! Avanti!
Dimmelo.-
-Dimmelo prima tu!!- sembrava volesse
evitare la domanda.
-Nessun problema! Il mio colore
preferito è il verde. Il
tuo?-
Kushina esitò un
po’ ma poi si decise a rispondergli
-L’arancione.- Ora
fù Minato a trovare divertente la sua
risposta e Kushina sbuffando guardò da un'altra parte.
- Scusami ma mi aspettavo che dicessi
che era il rosso; come
i tuoi capelli.
A quella risposta Kushina prese una
ciocca dei suoi lunghi
capelli tra le mani e la guardò, come se le ricordassero
qualcosa.
-Non mi sono mai piaciuti questi
capelli- Disse facendo
meravigliare Minato
-Davvero!? Io li trovo molto belli-
Le disse guardandola in
faccia
Kushina abbassò gli occhi
arrossendo un po’, poi rispose:
-grazie- Lo disse sorridendo, era la
prima volta da tanto
che qualcuno la lodava per i suoi capelli. Forse, dopotutto sposare
quel
testone era stata una buona cosa.
Minato vide gli occhi di sua moglie
ridere dopo tanto tempo
e questo gli suggerì di aver fatto progressi con lei,
soprattutto cominciò a
sentire che in fondo non era pentito di aver sposato quella donna.
Spazio-Autore
Scusatemi se vi ho fatto aspettare e
fatemi sapere cosa
pensate di questo capitolo
|
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Capitolo 7 *** E questo chi lo ha stabilito? ***
E questo chi
lo ha stabilito?
Ormai erano
quasi arrivati nella loro nuova casa e apparte qualche parolina di
circostanza
erano stati tutti e due pressoche muti, e appena entrati nella loro
nuova casa
la situazione non era cambiata, Minato si era messo su una poltrona a
leggere
il libro del suo maestro, e Kushina invece si era subito messa sul
divano a
guardare un programma alla televisione; quando arrivò
l’ora di cena Minato si
alzò per preparare qualcosa, era inutile illudersi che lo
avrebbe fatto sua
moglie.
Quando ebbe
finito di preparare la cena andò a chiamare Kushina e con
sua sorpresa la trovò
che sfogliava il libro che leggeva prima;
<<
Cosa
fai? Ora ti interessa? >> Le chiese con un po’
di sarcasmo.
<<
Ma
che dici? È solo che in tv non fa niente di decente
>> Ribattè decisa.
<<
Comunque
la cena è pronta >>.
Detto questo
Minato sparì dietro la porta e Kushina lo seguì
in cucina.
La cene
veniva consumata in un silenzio che per Kushina era troppo
imbarazzante, così
giusto per dire qualcosa disse:
< Non
sapevo fossi anche bravo a cucinare >
< Vivendo
da soli devi imparare, non si vive di solo ramen > Le rispose
atono.
<
Continui
ad ingozzarti di ramen? per il suo bene spero che il bambino o la
bambina non
prenda il tuo vizio. >
< A te
cosa importa visto che poi te ne andrai? > Chiese Minato con
acidità; Al che
Kushina non sapeva cosa ribattere, seguì una pausa durante
il quale cercava le
parole giuste e quando credette di averle trovate le disse con la
stessa
acidità:
<
Comunque
non faticherai molto a trovare qualcuna disposta a fargli da mamma; mi
pare di
ricordare che hai un discreto successo con le donne, anzi, mi sorprende
che tu
fossi ancora libero quando sono arrivata. Forse Jiraya ti ha contagiato
con la
sua mania di andare a donne? > La domanda finale era chiaramente
una
frecciata.
< Certo
che no! è solo che non ho trovato quella giusta >.
Rispose Minato
domandandosi come avessero fatto ad arrivare a quel punto della
conversazione.
< Forse
sei tu che avvicini quelle sbagliate?! Comunque è meglio
così; se avessi avuto
una fidanzata avrei proprio voluto vedere come gliela spiegavi questa
cavolo di
situazione. >
< Sei
stata tu a porre le condizioni e forse sei ancora in tempo per
cambiarle, se tu
volessi > le fece notare Minato
< Cosa
c’è da cambiare? Ormai è tutto
stabilito >
< Questo
lo hai stabilito tu mi pare >.
< Ti pare
male > Disse con rabbia sbattendo anche un pugno sul tavolo
facendo
rovesciare l suo bicchiere pieno d’acqua, poi con uno sbuffo
lo rimise in
piedi, si versò un altro po’ d’acqua e
lo finì in un paio di sorsi per
calmarsi; dopo , rivolgendo uno sguardo furente diritto negli occhi di
Minato,
continuò: < Lo abbiamo stabilito tutti quanti, io ho
posto le condizioni
dell’ accordo ma siete stati voi a tirare in ballo la storia
del matrimonio; in
fondo a chi volete che importi della reputazione? Fosse dipeso da me
avremmo
saltato questi convenevoli. >
A questo
punto era chiaro che una lite era inevitabile, ma anche Minato aveva
delle cose
da dire e decise che era il momento di dirle.
< Cosa
credi? Che per me sia divertente? Beh non lo è per niente.
Comunque se vogliamo
che funzioni dobbiamo smetterla di comportarci come due estranei che
vivono
sotto lo stesso tetto; mi pare ovvio che ci stiamo male entrambi.
Iniziamo a
conoscerci! >
<
Perché
non mi conosci gia? > Disse la rossa distogliendo lo sguardo,
sperando cosi
di evitare una conversazione che le piaceva sempre meno, ma sapeva gia
che il
marito non avrebbe mollato.
< Una
volta lo credevo; ma poi… > .
Il biondo la
guardava in viso, e gli pareva triste come non l’aveva mai
vista, forse quello
sarebbe stato il momento giusto per porle quella domanda.
<
Kushina, perché hai abbandonato il tuo villaggio? >
La domanda
non era arrivata inaspettata ma Kushina ebbe comunque un sussulto
quando gliela
pose; stette un po’ a aspettare ma poi si rese conto che
prima o poi avrebbe
dovuto dirglielo, cosi iniziò a raccontare:
< Tu sai
gia che la volpe a nove code una volta era custodita nel mio villaggio,
sigillata in una reliquia sotto massima. Però quando la
situazione cominciò a
diventare difficile i capi del villaggio decisero di impiegarla in
battaglia, e
c’è solo un modo per farlo. >
< Creare
una forza portante > Intervenne Minato concludendo la frase al
suo posto.
< Esatto!
E solo i membri del mio clan sono abbastanza forti, ma prima che i
nostri
leader prendessero la loro decisione fu mia sorella a offrirsi
volontaria; mi
sembra che tu l’abbia conosciuta. >
Minato torno
velocemente indietro con la memoria fino al giorno in cui la vide.
Si chiamava
Kalen Uzumaki, ricordava che di aspetto assomigliava molto alla sua
attuale
consorte mentre di carattere era il suo esatto opposto. Era una delle
migliori
Kunoichi del loro villaggio, perciò il fatto che alla fine
scegliessero lei non
era cosi assurdo. Dopo fece un cenno a Kushina perché
continuasse la sua
storia;
< Quindi
sigillarono il demone al suo interno e ccol suo potere in battaglia era
una
forza, nessuno riusciva a competere con lei > disse
orgogliosamente, ma poi
subito cambiò tono, < Ma di fatto divenne una
prigioniera, fu messa
sotto-sorveglianza 24 ore su 24; neanche poteva più vivere
all’interno del
villaggio, la misero in una casa nella foresta isolata con una
barriera, non
potevo neanche andare a trovarla senza il permesso delle alte sfere
>. Ormai
alla rossa cominciavano a luccicare gli occhi; < Poi venne il
giorno che
Madara la catturò per estrarle il cercoterio e pensa che
molti all’interno del
villaggio hanno persino gioito di questo, cosi scappai per cercarla ma
non l’ho
trovata in tempo, avevo anche pensato di vendicarmi ma questo non me
l’avrebbe
riportata indietro, cosi invece di tornare iniziai con i furti e i
ricatti
>.
Minato
stette ad ascoltare lo sfogo di Kushina in silenzio, Poi anche lui si
decise a
parlare: < Abbandonare il proprio villaggio equivale ad
abbandonare la
propria prole. >, Kushina rimase sorpresa da questa frase;
< Io conoscevo
bene tua sorella Kalen e posso dirti che era dotata di grande
lungimiranza,
perciò è chiaro che sapesse cosa
l’aspettava una volta diventata una forza
portante e se si è comunque offerta volontaria era
perché voleva proteggerlo e
soprattutto perché voleva proteggere la sua famiglia.
>
Quello era
un punto su cui Kushina non aveva mai riflettuto.
Minato la
guardò negli occhiper farle capire qunto era convinto di
ciò che le diceva:
< Sara
vero che il tuo villaggio ha voltato le spalle a Kalen, ma sono sicuro
che
nonostante tutto lei era felice, perché sapeva che la sua
famiglia le voleva
bene. >
Poi anche
lui abbasso lo sguardo e con tristezza continuò.
<
Nell’ultima guerra che abbiamo combattuto ho perso 2 dei miei
allievi. Loro
erano come dei familiari per me e anche io alla loro morte mi sono
sentito
perso, ma nonostante tutto non avevo perso tutto, mi rimangono ancora
molte
cose per cui lottare e che voglio proteggere > Rialzando lo
sguardo vide che
Kushina lo guardava ancora e che non si stava perdendo una parola di
quello che
diceva; < Il fatto è che per quanti crimini si siano
commessi e per quanti
sacrifici si siano fatti, di fronte all’opprtunita di
assistere chi ci è caro
ogni vita assume significato. Perciò pensa bene a
ciò che ti è caro. >
Kushina
voltò di nuovo lo sguardo intimidita dal sorriso che le
aveva rivolto, e per
una volta dopo tanto tempo si sentì di nuovo a casa.
A
interrompere il momento magico fu Minato che si alzo e fece un grosso
sbadiglio
con tanto di stiracchiamento totale, e le disse:
< Beh! Io
vado a letto sono stanco. E visto che ho cucinato io Tu lavi i piatti e
rimetti
a posto. Buonanotte! >
Al che Kushina
alzò un sopracciglio e chiese:
< E questo invece chi lo ha
stabilito? >
Spazio
Autore
Salve
lettori,
Si sono
tornato, chi sa se qualcuno di voi i cercava. Ad ogni modo eccovi un
nuovo
capitolo per voi.
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