The vampire and the son of lightning

di stardust94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notte di Valpurga ***
Capitolo 2: *** Sete di sangue ***
Capitolo 3: *** Incontro nella città eterna ***
Capitolo 4: *** Fulger ***
Capitolo 5: *** La profezia e la nuova impresa! ***
Capitolo 6: *** alleati dal incerto destino e baci rubati ***
Capitolo 7: *** la vera prima volta ***



Capitolo 1
*** La notte di Valpurga ***


capitolo 1
la notte di Valpurga


Jason


Mi osservava dormire si era avvicinata, i passi felpati come quelli di un gatto.
Era silenziosa, tanto da celare completamente la sua presenza.

Leia era una ragazza magnifica, un corpo perfetto che sembrava modellato dalle onde del mare. La carnagione di porcellana i capelli, candidi come la neve e leggermente mossi, le ricadevano sulle spalle, come una sottile cascata d'angora.
Il collo salendo, era affusolato come quello di un incantevole cigno.
I capelli che incorniciavano il tipico viso piacevole alla vista, incredibilmente dolce e dai lineamenti giovani e incantevoli.
Un piccolo neo sostava sotto l' occhio destro.

La fanciulla sorrise appena, mostrandomi i canini che brillavano, nella penombra della stanza.
Spostò con eleganza una ciocca di capelli arrotolandola dietro l' orecchio.
Poi si sedette accanto a me.

Avrebbe voluto mostrare subito i suoi "intenti" di quella sera, ne ero sicuro. A lei a differenza di quelli della sua stirpe, non piaceva fare le cose di nascosto.
Pronunciò quel nome, il mio nome, con dolcezza e calma decisamente troppa, per una creatura come lei.
- Jason...-

Aprì gli occhi, avevo freddo e caldo e forse anche la febbre.
Quando la vidi trattenni un sospiro di stupore.
La ragazza mi poggiò il dito sulle labbra e mi fece segno di non chiederle nulla.

- P-perché sei venuta..? -  le domandai, lei scosse il capo sospirando.

Mi amava, ma era chiaro chi ci fosse nel mio cuore.

– Calmati...Semi-dio, sentivo che avevi bisogno di me –
Disse mentre scuotevo il capo sbuffando.

-Da quando in qua, i vampiri bevono sangue divino?- 

Accennai un espressione fredda e seria, lei si limitò ad alzarsi.
Lo giuro in quel momento mi sarei gettato nello Stige, ammisi a me stesso solo una cosa: Quanto la vampira fosse bella.

Era diversa, molto diversa da me.
Gli occhi tra il verde e il blu del cielo, erano incredibilmente sexy, cosi come i capelli d' argento, che si intrecciavano nelle rifiniture del abito ottocentesco.

E quel corpo, chiunque Nico compreso, avrebbe voluto sfiorarlo almeno una volta.
Scossi il capo più e più volte...Io ero fedele a Piper solo lei.

Allora perché sentivo di non poter restare lontano da Leia nemmeno un secondo?

Era un attrazione fatale, come mi ero spesso ripetuto, io semi-dio ne avevo affrontate di creature assurde.
Ma quella ragazza le superava tutte.

Improvvisamente la sua voce mi riportò alla realtà.

- Ne ai bisogno...Non è cosi? - chiese sfiorandomi la spalla con la mano.

Sussultai sospirando, non potevo farne a meno lei lo sapeva, conosceva bene sia me sia la ragione per la quale doveva restarmi accanto.

Si avvicinò prendendomi il viso e facendomelo alzare, poi puntò il collo. Io appoggiai la schiena contro il muro e annui sospirando nuovamente.

Si avvicinò inginocchiandosi di fronte a me, poi con un gesto semplicissimo affondò i canini nel collo all'altezza della giugulare, cominciando a succhiare il liquido rosso scarlatto.

Era un semplice, “rituale” così lo chiamava lei, io era il suo “Holder” e lei la mia “Master”, ognuno dipendeva dal altro per vivere.
Una semplice simbiosi tanto semplice, tanto perfetta.

Ma a farmi male , non era il dolore, quello era sopportabile. Forse mi chiedevo, se era una caratteristica dei semi-dei che ancora ignoravo.
O se fosse una caratteristica tipica degli umani.

Una cosa terribilmente certa: era che la volevo!

La volevo, volevo il suo sorriso che mostrava solo a me, le sue labbra rosee e il suo corpo perfetto. Questo insano desiderio mi spaventava privandomi anche del sonno, sentivo di non poter più fare a meno di lei.

Strinsi le mani con le nocche chiuse a pugno gemendo appena.
Mentre lei continuava a bere il sangue, come se non notasse, i gemiti di dolore e i brividi che mi percorrevano la schiena.

Improvvisamente si fermò alzando il viso. Aveva i canini sporchi di sangue mentre mi guardava.
- Scusa...Stavolta è stato troppo -

Sgranai gli occhi, per quella espressione dispiaciuta e la abbracciai di colpo stringendola.
Il sangue che scendeva dai due buchi sul collo colava sporcandomi i pantaloni scuri del pigiama e parte della spalla.

- No -

Mi sfuggì dalle labbra un leggero strato di fiato poi le feci alzare il viso cercando di dire qualcosa, qualsiasi cosa potesse farle fare un sorriso ma lei mi fermò scuotendo il capo, era tra le mie braccia ma si sentiva inquieta.

Lei era una "sangue puro" io un E... Il suo E.


Leia

Non potevo provare nulla ne amore ne odio, dovevo fingere che fosse solo una questione di "sopravvivenza".
Non dovevo cedere a quel viso cosi bello, ne a quel corpo muscoloso e forte, ne tanto meno ai suoi occhi che mi paralizzavano completamente.

No io ero una nobile vampira, composta fredda ed elegante.
Allora perché in quel momento, stretta tra le braccia del figlio di Zeus, mi sentivo una bambina spaventata?

Jason mi accarezzò con dolcezza la schiena facendomi sussultare.
Nonostante tutto lui teneva molto a me, io gli sarei stata sempre vicino anche quando avrebbe sbagliato.
Non lo ritenevo diverso, ne tanto meno un mostro, come si sentiva lui, da quando aveva scoperto chi era.

Inadatto diverso ed emarginato, era questo agli occhi degli stolti mortali.

- J-Jason...Devo andare -

Sussurrai cercando di allontanarlo, ma mi fermai, avvicinando il viso al suo collo baciandolo con dolcezza, le labbra si macchiarono di cremisi.

Il sangue del semi-dio aveva un profumo inebriante che mi faceva perdere il controllo desiderando di averne molto di più.

Lui mi fece alzare il viso poi sfiorò le mie labbra con un bacio bollente e sbagliato.

Un bacio, che, senza pensarci un momento di più, ricambiai con passione portando le mani dietro al suo collo.

Jason mi stringeva con forza mentre continuava a baciarmi senza staccarsi nemmeno un momento.
 
Cera qualcosa di cosi bello in quel bacio, qualcosa di sbagliato ma anche di maledettamente desiderato da entrambi.

***

Percorse il corpo della ragazza con le labbra che sembravano bruciare a contatto, con la pelle bianca e candida della vampira.

Lei sorrise senza staccare lo sguardo o le labbra dal giovane, questo la fece sdraiare lentamente sul letto sotto di se, baciandole il collo.
La guardava con quello sguardo che la faceva impazzire.

Forte, determinato e per certi versi malizioso.

La ragazza gli accarezzò la guancia con la mano che lui baciò. Leia addolcì lo sguardo poi lo attirò vicinissimo sussurrandogli qualcosa in Rumeno.

- Te iubesc fulger -
Poteva essere tradotto in un solo modo, cosa che fece ridere il ragazzo che riprese ad accarezzarle le labbra con le sue.

Le sussurrò anche lui qualcosa in Latino.
- Te amo lamia -

Lei rise baciandolo, mentre i due consumavano quella notte...

Le gocce di sangue scendevano bagnando il pavimento...


 Non importa se mi odierò il giorno dopo, questa notte è per noi...Solo per noi mia vampira bellissima. (Jason Grace) 


Anche se l' indomani ci separeremo, Il nostro amore e questa passione travolgente, saranno scolpite nel mio cuore per sempre.
Te iubesc Jason. 
( Lamia Leia Alterea) 

---------------------------------------------
NOTE

Te iubesc - ti amo in (Rumeno)
Fulger - fulmine in (Rumeno)
te amo - (ti amo in latino)
Lamia - come lo usa Jason vuol dire vampira sempre (in Latino)
Lamia Leia Alterea - nome completo di Leia
E (esca) - quando un vampiro puro, morde un umano senza trasformarlo, questo diventa un "Esca" per i vampiri gli Esca sono solo nutrimento.
sangue puro - vampiri puri nati da due vampiri, vantano un grande potere e sono spesso nobili.


......................
Che dire...?
io adoro Jason e detesto Piper, quindi visto che Zeus ha avuto parecchie mogli, mi sono immaginata Jason che tradiva Piper.
(So che accadrà prima o poi)
Comunque per Jason ho creato una vampira bellissima e dannatamente sexy.
Il nostro biondo sarà felice ah ah

Il nome Leia è una traslitterazione del inglese "Lie" bugia.
Questo per due motivi:
è il titolo di una canzone che vi consiglio.
E poi perché entrambi i nostri protagonisti finiscono per mentire a loro stessi e al attrazione fatale che provano.
Nelle note vi ho lasciato le traduzioni di alcuni concetti e frasi.
Spero che questo primo capitolo, vi sia piaciuto e vi aspetto nel secondo.
ora vi lascio il link della canzone che vi dicevo
baci di sangue e fulmini. ^^
https://www.youtube.com/watch?v=blrfsn_04tI versione Giapponese
https://www.youtube.com/watch?v=yQ5tT6UxqAo versione Italiana
https://www.youtube.com/watch?v=zUJ_KU9TtJs versione Inglese

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Capitolo 2
*** Sete di sangue ***


Capitolo 2
Sete di sangue


Jason


Leia lasciò la stanza prima del'alba, non mi ero ancora ben reso conto, di quello che avevo fatto quando subentrarono i primi problemi, nella fattispecie mia sorella Talia.

Mi chiamò al telefono e ci volle un ora per spiegarle che avevo dormito da un amico. Ovviamente non era del tutto una bugia, quella era la casa di Leo e Leo era il mio migliore amico.

Mi sentì in obbligo, qualora mi avesse chiesto spiegazioni, di corromperlo con un paio di merendine.

Risi, mentre mi passavo l'asciugamano dietro al collo, avevo appena finito una bella doccia gelata.
Speravo che mi togliesse la stanchezza e...Il suo profumo.

Diventai rosso, un po per l'imbarazzo e un po, perché mi ero reso conto di essere stato con una ragazza che non era Piper, per giunta una vampira!

- Adesso basta! -
Mi dissi, dovevo dimenticarla togliermela dalla testa come dal cuore.
Lei era una vampira, una principessa.

Inoltre, presto sarebbe ricominciata la scuola, l'estate era finita e stava arrivando l'inverno con le prime nevi.

***

Guardai la mia nuova scuola in lontananza, Per volere di Zeus mio padre non che padre di tutti i dei, sia Romani che Greci, alcuni semi-dei, tra i quali io e Percy Jackson ci saremmo dovuti trasferire a New York per un anno.

Proprio il figlio di Poseidone si stava avvicinando con le mani in tasca, gli occhi erano verde acqua i capelli, come sempre in disordine, neri.

- Hei - fece sbadigliando
Sembrava esausto cosa che mi fece sorridere appena.

– Ciao – dissi calmo mentre lo raggiungevo
– Dormito male? - aggiunsi trattenendo una risata, lui sbuffò appena per poi sbadigliare di nuovo.
– Cosa te lo fa pensare? - domandò in tono decisamente ironico.
Io risi a mia volta mentre entravamo nel edificio.

– Hai delle occhiaie niente male – dissi guardando distrattamente verso le scale.
Lui si appoggiò al muro con la schiena.

– Che spiritoso Grace – sembrò piuttosto giù di morale lo guardai domandando quasi subito
– Dove è Nico? -
Ci fu un breve minuto di silenzio poi Percy rispose.

– Da suo padre –

Il tono lasciava intendere poco sulla vera natura della sua convocazione, quando tuo padre è Ade signore del oltretomba...
Ce da stare allegri.

Eccolo arrivare felice come una Pasqua, ovviamente scherzo.
Nico sembrava ancora più cadaverico del solito, si passò una mano tra i capelli neri guardando prima Percy poi me.

– Ciao – disse tirandosi un copino dietro al collo per svegliarsi
– Ciao – rispondemmo io e Percy a nostra volta.

Alla fine entrammo tutti e tre in classe, non ero ancora preparato alla sorpresa che il destino stava per riservarmi.

***

Quattro ragazzi di 16 e 18 anni varcarono l'ingresso della scuola.

Il primo era alto e dal fisico prestante, gli occhi di un intenso blu oltremare, scrutavano verso l'edificio le folle di studenti, che si apprestavano a dirigersi nelle loro classi.
Vestiva con una camicia a quadri nera e bianca e un paio di jeans logori, le scarpe da ginnastica erano grige i capelli erano neri.

Accanto a lui una ragazza occupata con il telefonino, aveva i capelli di un rosso incredibile e anche lei gli occhi blu.
Indossava una camicetta bianca con una cravatta rossa e una minigonna nera, stivali con tacco 12 rigorosamente tutto di marca.

Gli sguardi ammiccanti che lanciava, verso il moro erano un chiaro segno che vi fosse più di una semplice amicizia tra loro.

Dietro occupato a giocherellare con un pugnale un ragazzo che pareva più giovane di loro, occhi color mogano intenso e capelli d'argento finissimi, vestiva con una maglia a mezze maniche grigia.
Si poteva notare quanto fosse muscoloso dai bicipiti sulle braccia i pantaloni erano neri e a vita bassa. Gli occhi del giovane vagarono fino ad incontrare quelli del ultimo membro del gruppetto.

Era una ragazza alta ed elegante, indossava un abito nero di qualche stoffa pregiata con le maniche lunghe.
Le gambe erano fasciate da sottilissime calze di seta bianca e ai piedi calzava un paio di stivali neri come quelli della rossa.
Sopra portava una felpa nera con cappuccio di pelo di visone, ovviamente sintetico lei amava gli animali, e rispetto alla sua amica dai capelli rossi mai, si sarebbe sognata di indossare una pelliccia.
I capelli erano lisci e biondi chiarissimi, quasi a sembrare angora. Gli occhi mogano come quelli del ragazzo al suo fianco.

- Sei pensierosa? - domandò il giovane attirandola accanto a se.
Lei sorrise appena. 
– Si – disse appoggiando la testa contro la spalla del ragazzo.

– Hai fatto un altro incubo? -

Domandò mentre le accarezzava i capelli, la ragazza fece un cenno con la testa come a dire si, stringendosi al giovane.

– Tranquilla sorellina –
Disse lui avvolgendola con le sue braccia, in una stretta rassicurante.

– Diego... - Sussurrò la bionda, affossando il volto nel petto del fratello.
Lui le sorrise dolcemente per poi voltarsi verso gli altri due.

– Aaron, Lirys andiamo –

Disse scomparendo con i due ragazzi, mentre Leia lo guardava scomparire una certa sete si impadronì di lei, aveva bisogno di sangue aveva bisogno del suo E.

***
Fu un attimo e riuscì a raggiungerlo scorgendolo accanto al suo armadietto.

I capelli erano biondi come il grano gli occhi di un azzurro ghiaccio incredibile, stava sorridendo e scherzando come sempre.
Quando la notò il suo sguardo si fece serio e freddo, lei sospirò e si avvicinò al semi-dio.

- J-Jason... - lo guardò senza sapere come avrebbe reagito alla sua presenza.

Lui socchiuse appena gli occhi, quando una voce alle sue spalle lo fece voltare, si ritrovò travolto dal abbraccio di Piper.

La castana lo baciò sulle labbra euforica lui ricambiò.

- Pip, cosa ci fai qui? - domandò tra il felice e il sorpreso, lei sorrise.
– Siamo passate a trovarvi –
Disse indicando una ragazza bionda alle sue spalle, intenta a baciare il moro.

Percy alzò le spalle ridendo. 
– Cosa vuoi farci Jas? - disse venendo di nuovo baciato dalla bionda.

Nel frattempo Jason si era voltato, vedendo la vampira scomparire tra la folla.

***

Leia correva, correva verso l'uscita o forse verso le tenebre, non aveva importanza dove stesse andando. La sola cosa che contava era andarsene il più in fretta possibile da tutto quel dolore.

Sentiva gli occhi pizzicarle, lacrime di sconforto le rigarono le guance appena rosse.
Era a pezzi anche la sua eterea bellezza, era offuscata dalla tristezza e l'odio per quella situazione, per quei sentimenti che provava e che la stavano lentamente cambiando.

Si fermò di colpo stringendo i pugni conficcandosi le unghie nella carne, i canini si allungavano prepotentemente nella sua bocca. Tossì violentemente scossa dai brividi mentre vedeva passare le persone.

Tremava boccheggiando nascondendosi nel ombra del albero, doveva bere da qualcuno anche se forse poi si sarebbe sentita malissimo.

Fece alcuni passi e scorse un ragazzo, gli occhi lampeggiarono di rosso. Segno che ormai era al limite.

Notando che il ragazzo era da solo gli si avvicinò di soppiatto e in un sol colpo gli fu addosso, non ci volle molto perché riuscisse a morderlo, succhiando avidamente il sangue dal suo collo.

Dopo qualche minuto si staccò, lasciando cadere il cadavere a terra, stava tremando.
Cercò di calmarsi ma fu tutto inutile in un attimo si ritrovò a tossire sangue, lo stesso che aveva appena sotratto al umano.

Era una vampira "diversa" così le era stato ripetuto spesso.
Poteva bere qualsiasi tipo di sangue e restare fuori anche di giorno, ma il suo corpo accettava soltanto, quello del E che aveva scelto.

Riprese il controllo a stento appoggiandosi al albero, dopo di che guardò il cielo plumbeo che le ricordò quel giorno.

Note autrice
Eccoci al secondo capitolo! 
Questa è una specie di presentazione dei personaggi coinvolti nella storia, si scopre che Leia non può bere sangue se non da Jason e che vive con tre persone, li conosceremo molto meglio più avanti.
Inoltre nel prossimo capitolo si torna indietro, per capire come Jason e Leia si siano conosciuti.

Ditemi pure cosa ne pensate mi scuso subito per eventuali errori, cercherò comunque di correggere il più possibile.

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Capitolo 3
*** Incontro nella città eterna ***


Capitolo 3
Incontro nella città eterna


Leia


Ero uscita per la terza volta di fila dal castello, il mio "cosidetto" promesso sposo, non sapeva nulla e io non avrei di certo parlato
Avevo bisogno di un po di tranquillità e di tempo per me stessa.

Così raggiunsi la città di Roma.

Le luci erano sfavillanti e mentre percorrevo la piazza che portava alla fontana di Trevi, mi guardavo in giro meravigliata, osservando felice il mondo degli umani
Ero ammaliata da tutte quelle voci e quelle luci scintillanti, ma sopratutto dagli usi e costumi dei mortali.
Trovavo il loro modo di comportarsi, così diverso dal mio, molto affascinante.

Improvvisamente andai a sbattere contro un ragazzo.

- Oh! scusate -

Dissi alzando lo sguardo e incontrando quello del giovane in questione, era incredibilmente bello i lineamenti del viso erano semplici eppure incantevoli.
I capelli erano biondi come raggi di sole, mentre gli occhi di un intenso blu cielo cristallini e gentili.

Il ragazzo mi aiutò ad alzarmi, porgendomi il mio ombrello.

- Non Hai freddo? -
Domandò togliendosi la giacca per poi porgermela, sorrisi indossandola per poi guardarlo.

- Non molto, comunque grazie -
Dissi facendo un piccolo sorriso gentile, che venne subito ricambiato dal giovane.

- Ad ogni modo... - Cominciò a dire indicando una tavola calda - ti va di bere qualcosa? -.

Annui seguendolo.
Camminavamo l'uno di fianco al altro lanciandoci timidi sguardi.

- Ah dimenticavo! - disse lui porgendomi la mano.
- Io sono Jason Grace -

Era molto...Come dire?... Allegro e felice, strinsi delicatamente la sua mano.

 - Leia - dissi appena, mentre entravano.

Jason Grace era un ragazzo molto strano, in senso buono ovviamente.
Era al apparenza normale, con i suoi capelli biondi e l'aria seria e gentile, tuttavia aveva un profumo diverso da quello degli umani.

Più intenso, come se avesse fatto il bagno in un costoso profumo di marca, cosa che credevo impossibile.
Eravamo seduti l'uno di fronte al altro con davanti le cioccolate.

- Da quanto sei a Roma? - domandò il biondo stiracchiandosi io lo guardai.
- Da circa un mese - dissi.
- Ci siamo appena trasferiti - aggiunsi poi prendendo un cucchiaio di panna, lui sorrise.
 - Da poco eh? se vuoi ti faccio da cicerone - disse ridendo.

Io sorrisi arrotolando una ciocca dietro l'orecchio.

- Sarebbe interessante - risposi guardando da tutta altra parte, ero un po nervosa.
- La cioccolata è buona -
Dissi guardandolo di nuovo, lui sorrise alzandosi e andando a pagare il conto.

Lo osservai per un istante mentre pagava sorridendo alla ragazza alla cassa tornò verso di me
- Fatto. Vogliamo andare? -
Disse poi prendendo la mia borsa, era molto gentile così decisi di accettare la sua offerta di farmi da guida.

***

- Direi di cominciare dal Colosseo -
Jason camminava davanti a me e mi mostrava le "meraviglie" così le chiamava lui, della sua città.

- Roma viene chiamata città eterna - disse mentre ci sedevamo su una panchina.
- Lo sai perchè? - domandò guardandomi.
Scossì la testa - no perchè signor cicerone? - domandai a mia volta ridacchiando, lui sorrise.

 - Perchè è come una stella brilla di luce propria –
Declamò quasi orgoglioso, guardando verso la fontana di Trevi.

- è molto poetico come pensiero -

Lui sorrise.

- Vieni non ce niente di meglio che vederlo con i tuoi occhi! -

Mi prese la mano trascinandomi dietro di lui con l'altra mi teneva chiusi gli occhi.
- Ecco ci siamo -
Tolse la mano e io restai quasi accecata, ero nel bel mezzo di una arena in stile Romano mi voltai sorridendo.

- Wow -
Dissi mentre camminavo nel immensità di quella arena, mi sembrava così bella cosi grande e imponente.
- Immagina... - cominciò a dire affiancandomi.

- L' arena piena di Romani, i gladiatori che combattono per la gloria -

Per un istante mi sembrò di scorgere malinconia nello sguardo di Jason sorrisi.

- Davvero uno spettacolo incredibile - dissi senza perderlo di vista un attimo.
- Cioccolata calda, un giro della città...E questo posto meraviglioso... -
mi avvicinai a lui lentamente.

- Ora manca solo una cosa -.


Jason


Era stranamente vicina inoltre l'aria si era fatta gelida.
Cosa stava succedendo?

La guardai per qualche istante e fu abbastanza per capire.

La carnagione non era più color pesca ma bianca come la neve e come i capelli che dal biondo erano diventati color angora.
Ora la pelle risaltava ancora di più su i vestiti neri che indossava.

Gli occhi, furono quelli a colpirmi di più, erano rossi come il sangue!.

Si avvicinò mentre io indietreggiavo con la schiena contro una colonna, la sentì ridacchiare mentre avvicinava le labbra al mio collo, in una frazione di secondo affondò i canini lacerandolo.

Urlai mentre la mia espressione si contraeva in una smorfia di dolore.

Avevo i muscoli completamente contratti ero teso e rigido, stringevo i pugni e i denti per non mostrare il minimo segno di paura o dolore.

Lei continuava a succhiare avidamente il mio sangue che, passava scivolando rapidamente ad ogni sorso nella sua gola.
Sentivo i canini lacerare la pelle la sua lingua leccare sempre più sangue.

Avevo la vista annebbiata ma cercai comunque di concentrarmi, pensai a quello che avrei perso muorendo...
A mio padre Zeus mia sorella Talia i miei amici Leo...Hazel...Frank e Percy...Anche a Nico e a Piper...Non potevo morire, con l'ultimo sforzo aprì la mano pronto a scagliare un fulmine.

Quando sentì la sua voce 

- Non ti ucciderò...Voglio solo un po di sangue - 

Più che fredda e crudele...Mi sembrò quasi disperata.
Serrai la mano chiudendola di nuovo a pugno mentre perdevo i sensi.


Leia


Il sangue di quel ragazzo era incredibile.
Ogni sorso che scendeva nella mia gola era un piacere infinito, dal gusto dolce sembrava nettare d'ambrosia misto a qualcosa di più acre più "selvaggio"
Non riuscivo a staccarmi dal suo collo mentre bevevo, alcune gocce scivolarono sulla sua maglietta bianca.

Sorrisi mentre i miei occhi diventavano lentamente scuri non ero più assettata.

Misi una mano sulla sua spalla e lo osservai dormire, il volto era contratto come i muscoli di tutto il suo corpo gli occhi chiusi, li strizzava ogni tanto senza però svegliarsi.

Sorrisi passandogli una mano tra i capelli e leccai la ferita al altezza della giugulare, era un metodo che creava un po di fastidio ma attenuava il dolore.

Notai una piccola cicatrice sul labbro e mi domandai come se la fosse procurata.
Alla fine lo feci scivolare seduto con la schiena ancora contro la colonna e mi staccai sussurando.

- Buonanotte Jason Grace -
Lasciarlo mi costò fatica ma dovevo o presto le guardie sarebbero venute a cercarmi.

Mi incamminai lungo i vicoli della città eterna cercando ancora il gusto del sangue di Jason in bocca.

Il castello non era lontano e le guardie mi guardarono stranite quando mi videro rientrare ma non posero domande.
Salì in camera mia evitando abilmente Il mio promesso sposo.
Avevo bisogno di riposarmi in attesa del alba, varcai l'enorme sala da ballo, fermandomi davanti alla porta-finestra affacciandomi.

Ormai era il tramonto sorrisi e ripensai a quel ragazzo e a quanto fosse buono il suo sangue, mi rincresceva averlo morso.
Ma in un certo senso era nella mia natura, non potevo frenarmi ed ero consapevole del rischio.
Tuttavia mi domandai perchè non avesse reagito?

Quel ragazzo non era umano o almeno non per metà dentro di lui cera qualcosa di più potente, una forza speciale.


Jason


Sentivo delle voci da prima lontane poi sempre più vicine non riuscivo a capire chi fossero ma mi sembravano famigliari
Aprii gli occhi e vidi due volti sfocati poi sempre più nitidi.

Uno era un ragazzo Moro con gli occhi blu acqua l'altra castana.
Parlavano ma non capivo le loro parole riuscì a distinguere solo " lo abbiamo trovato" e " sempre il solito".
Tuttavia li riconobbi erano Percy e Piper la mia fidanzata.

Cercai di parlare ma dalle labbra non uscì un suono. Provai ad alzarmi ma Piper mi fece capire di stare fermo ero debole e avevo perso molto sangue.

Percy mi aiutò ad alzarmi ma la testa mi girava e non riuscivo a restare in piedi, in realtà nemmeno seduto.
Alla fine con molti sforzi riuscì ad alzarmi e appoggiandomi a Percy e tornammo in albergo.
Era la nostra ultima settimana a Roma e io ero riuscito inconsapevlmente a cacciarmi di un guaio, che nemmeno Gea e Crono insieme sarebbero stati peggio...

Su questo avete la mia parola di semi-dio Romano.
Mi sedetti sul letto ancora un po intontito mentre Percy e Piper andavano a cercare delle coperte calde e qualcosa per fermare il sangue.

Appena se ne andarono mi alzai andando allo specchio piegai il collo in modo da vedere chiaramente la ferita.
Due piccoli buchi sostavano al altezza della giugulare erano parecchio profondi.

Ci passai un fazzoletto, gemendo ogni volta che li toccavo per cercare di disinfettarli.
Alla fine riuscì nel mio intento coprì i buchi con una benda bianca indossando poi un maglione a collo alto non volevo che Piper e Percy vedessero quei segni.

Mi sdraiai sul letto chiudendo gli occhi.
Quando la porta-finestra si aprì di scatto rivelando una figura famigliare.

Mi alzai di colpo - Nico! -

Davanti a me stava Nico di angelo con la sua solita espressione da cadavere e il suo sguardo di ghiaccio.

- C-cosa fai tu quì? -
Domandai nascondendo come potevo i segni, lui si avvicinò e disse con tono lapidario

- Per lo Stige... Jason quelli sono...! - annuì stringendo appena la mano sul segno
- Si Nico sono...-


"Sono i segni del morso di un vampiro"

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Capitolo 4
*** Fulger ***


Capitolo 4
Fulger


Jason


Ero sveglio ma tenevo ancora gli occhi chiusi, avevo passato la notte a parlare di vampiri con Nico.
Gli avevo spiegato cosa era successo.
Della ragazza che mi aveva morso e di come, Percy e Piper mi avevano riportato in albergo.

Alla fine dopo averci pensato un po Nico era arrivato alla mia stessa conclusione.

- Non devi dirlo a nessuno -
Aveva detto il figlio di Ade quasi lapidario, io avevo capito cosa intendesse con quelle parole.
Mi stava chiedendo di mantenere questo segreto con tutti, Piper compresa.

In effetti non avrei saputo nemmeno cosa dirle, non mi era mai capitato di incontrare una vampira.
Dopo la chiacchierata Nico era andato via lasciandomi solo con i miei pensieri.
Alla fine mi alzai.
Raggiunsi il bagno e mi specchiai. Ero ridotto peggio di uno straccio avevo le occhiaie e gli occhi inniettati di sangue, sbuffai e togliendomi i vestiti li gettai nel cesto della biancheria.

Buttandomi poi sotto la doccia.

Ad ogni goccia fredda che scivolava sulla mia schiena, sentivo la tensione sciogliersi.
Finalmente mi rilassai chiudendo gli occhi e appoggiando entrambe le mani contro il muro piegai la testa in basso restando fermo.

Dopo qualche minuto ero uscito e mi ero cambiato. Ora indossavo una camicia azzurra cielo e un paio di jeans a vita bassa neri.
Mi specchiai di nuovo prendendo il telefono e chiamai Piper ma non rispondeva.

Guardai l'ora sul dislay e decisi di uscire a fare una passeggiata, indossai il mio giubbino marrone e un paio di scarpe da ginnastica nere poi uscì e mi diressi in città.

In verità non era solo per prendere un po d'aria che ero uscito.

Volevo tornare dove quella ragazza mi aveva morso, nella speranza di scoprire qualcosa in più. Percorsi la strada che portava al Colosseo quando sentì un fruscio alle mie spalle, mi voltai di colpo e la vidi.

Era in piedi davanti a me e si limitava a guardarmi. In altre circostanze avrei evocato subito un fulmine, ma per il momento volevo vedere cosa aveva in mente.

Provò ad avvicinarsi ma il mio sguardo le intimò di starmi lontano.

Non volevo che si avvicinasse ero pronto anche a scatenare il mio potere pur di allontanarla.
Lei si fermò guardandomi aveva i canini e le labbra sporche di sangue doveva aver appena bevuto.

- H-ho bisogno di...Te -

Le sentì sussurrare mentre affondava la testa contro il mio petto. Stringendo con la mano chiusa il tessuto della mia maglietta.

Non sapevo come reagire volevo fulminarla seduta stante ma qualcosa dentro di me me lo impedi. Sentivo le sue mani stringere la maglietta e feci per allontanarla, ma poi la mia calma ebbe il sopravvento sulla rabbia.

Lei stava piangendo.

Sgranai gli occhi e appoggiai una mano stringendole la vita, accarezzandola piano perchè si calmasse.
Era una situazione che aveva del assurdo ma non ero seccato dalla sua vicinanza.

Certo se Piper ci avesse visti così...Sarebbe diventata isterica.

Non mi staccai né la allontanai.
Piangeva e non sapevo perché è forse non era nemmeno il caso di chiederglielo.
Forse quelle lacrime le avevo provocate io.

Alla fine pensarci era inutile, piegai la testa in avanti appoggiando il mento ai suoi capelli. Mentre i singhiozzi si fermavano lentamente.

-Cosa è successo? - 
Domandai accarezzandole la schiena lei non mi guardò e non rispose, non subito almeno.

- Mi dispiace di averti morso - disse singhiozzando ancora un po, stringendosi nelle spalle.
- Non potevo f-fare altro - aggiunse poi strizzando gli occhi per non fare uscire altre lacrime.

La guardai serio.
Aveva bisogno di calmarsi un po non sapevo come reagire, la guardai e stetti fermo aspettando che si calmasse, prima di continuare, ma poi mi tornò in mente il posto dove avevamo bevuto la cioccolata.

Sorrisi calmo prendendole la mano.
- Vieni con me - dissi tirandomela dietro.

Lei mi guardò stranita ma poi mi seguì velocemente e senza parlare.
Tornamnmo in quel posto e ci sedemmo uno di fronte all'altra.

Lei non mi guardava sembrava dispiaciuta la guardai mentre lei non faceva che sospirare.
Feci un colpo di tosse.
- Allora sei una vampira vera...? - Domandai incerto se mi avrebbe risposto o meno.
Lei alzò lo sguardo verso di me e annuì.

-Sono la figlia di Dracula - disse per poco non mi strozzai con la cioccolata.

Rise esponendo i canini cosa che mi fece dubitare del mio autocontrollo.
La guardai e mi tornò in mente il morso. La sensazione di perdere lucidità e sopratutto sangue.
Portai una mano a massaggiarmi la gola un po a disagio.

- E tu...Cosa sei? - domandò guardandomi.
- Il tuo sangue era diverso...Aveva un retrogusto dolce -

Presi quelle parole fin troppo bene perchè risi. In qualche modo mi sembrava mi stesse facendo un complimento.
Tuttavia lei aspettava una risposta e la guardai smettendo di ridere.

Dovevo dirglielo che ero figlio di Zeus o Giove qualsivoglia?
Era inutile mentire il mio sangue aveva parlato per me così presi fiato e affermai

-Sono un semidio -

Lei sorrise di colpo poi si alzò e avvicinandosi si sporse fino a guardarmi in viso.
Aveva ancora il profumo del sangue addosso che si confondeva con quello che pareva il profumo del eternità Io la guardavo senza comprendere.

Il suo odore mi dava quasi fastidio alle narici, non sapevo perché però la sua vicinanza non mi dava fastidio stavo impazzendo?

Ne avevo affrontate di creature da quando avevo sconfitto Gea.
Ma quella era un altra storia.

Appoggiò una mano a contatto con la mia guancia era fredda come il ghiaccio.

 - Stai fermo...Non farà così male -

Disse mentre puntava gli occhi del tutto rossi al mio collo. Stavolta non mi sarei fatto mordere senza vendere cara la pelle!

Feci per spostarmi ma lei mi bloccò.

-Se ti agiti è peggio - disse, sentì le unghie conficcarsi nella spalla e gemetti appena per il dolore.

Poi la guardai lei guardò me e in quello scambio di sguardi capì che mi sarei dovuto dare una mossa.
Mi concentrai e sopra le nostre teste, al di fuori del locale cominciò una tempesta di fulmini che passando attraverso la finestra infransero il vetro come burro.

Le lanciai un fulmine contro, ma lei lo evitò.
Era veloce, ci ritrovammo davanti alla fontana di Trevi e vidi che l'acqua era rosso sangue.

Lei usò i suoi poteri e tentò di sommergermi io evitai due colpi su quattro poi rimasi sommerso dal sangue.

Riemersi e sputai tentando ancora di fulminarla.
Schivò l'ennesimo fulmine e mi prese la testa. In un attimo finì a gambe al aria battendo a terra la testa.
Mi faceva male ogni singola parte del corpo ma mi alzai stringendo l'elsa sulla mia spada di oro imperiare.

Scattai verso di lei deciso a finire quello scontro il prima possibile ma era un osso duro da battere persino per me.

Mi fermai solo quando riuscì ad afferrarla. Stringendole il collo con una mano la tenevo ferma. Era contro il muro con me davanti.

Ansimavo per le ferite e anche perchè ero per metà umano.

Da tanto io Percy e gli altri non combattevamo Mentre lei sembrava abituata.
Ansimava e io la guardavo. Stavo esitando ma non avrei dovuto esitare.

Alla fine la lasciai cadere a terra guardandola.
- Va via. Prima che cambi idea - dissi dandole le spalle.
Lei si alzò avvicinandosi.
Potevo sentire i suoi passi. Il rumore della sua risata e il tocco gelido della sua mano che mi sfiorava la guancia.
- Sei davvero un Fulger Jason - ridacchiò.

Non conoscevo benissimo il Rumeno ma sapevo cosa voleva dire quella parola.
Fulger, fulmine.
Mi girai afferrandole il polso torcendolo indietro contro la sua schiena.

- Lamia non farmi perdere la pazienza - ringhiai appena freddo.
Lei mi guardò seria non sembrava spaventata dalla mia reazione.
- Oh Jason...Tu non mi farai male - disse gemendo per la mia stretta.

Mi ero accorto solo in quel momento del suo soriso. Un sorriso freddo ma al tempo stesso bellissimo.
Improvvisamente una voce mi costrinse a lasciare la vampira.

Percy mi raggiunse e con lui cerano Annabeth e Piper.
Mi girai verso di loro mentre Leia scomparve al di là della via, diretta chissà dove.

Subito la mia ragazza mi saltò al collo per poi sgranare gli occhi.
- Jason! sei ricoperto di sangue! cosa è successo? - domandò preoccupata.

Io sospirai stringendola con la testa contro il petto. Le accarezzai i capelli ma seppure sarei dovuto essere felice di averla.

Il mio cuore era da un altra parte.


Leia


Li guardavo forse la ragazza era la sua fidanzata, ero spiazzata.
Salì ancora di più raggiungendo un ramo più alto del albero dove ero nascosta.

Nel ombra della notte i miei occhi erano indirizzati solo a lui.
Al giovane e coraggioso figlio di Zeus.

I suoi occhi ghiaccio sembravano ancora più belli così come il biondo grano dei suoi capelli era davvero bello, non riuscivo a smettere di guardarlo ma lui era fidanzato e probabilmente non gli interessavo.

Il suo sangue era davvero buono.

Sospirai e decisi di tornare al castello.
Tra poco mio fratello Diego si sarebbe svegliato. Se fossi rincasata al alba mi avrebbe quanto meno rimproverata.
Saltai giù dall'albero e mi diressi verso un portale che avevo aperto.

Oltre mi trovai di fronte il castello di Dracula sorvegliato da due guardie che scattarono sull'attenti per porgermi il saluto.
Volevo vedere Diego.
Dovevo fargli sapere di Jason e del fatto che lo avevo trasformato in un E.

Dovevo ma per qualche ragione non ne avevo voglia.
Varcai l'ingresso quando una voce seducente mi intimò di fermarmi.

Mi ritrovai contro il muro travolta da un bacio selvaggio e passionale dal quale mi staccai ringhiando.
Mi staccai e feci per andarmene contrariata ma Alexander si passò una mano tra i capelli neri e scoccandomi l'ennesima occhiata maliziosa mi afferrò per il polso.

- Dove credi di andare? - sussurrò leccandomi l'orecchio
Mi voltai e lo graffiai sulla guancia.
Ma sapevo che non sarei riuscita a scoraggiare uno perverso come lui.

-Lasciami ora- 
Mi liberai fulminandolo poi mentre sentivo quella sua fastidiosa risata, mi chiusi nella mia stanza.

 Non stavo bene cioè stavo peggio del solito. Non avevo bevuto più una sola goccia di sangue.

Un detto umano dice che si vive per amore ma si può anche morire di esso.

Solo ora che avevo incontrato Jason riuscivo a comprendere quanto fosse vero.
Mi sentivo davvero male, ma non era un male fisico ma un male psicologico che era molto peggio.
Andai verso la finestra.

Sistemando accuratamente il cappuccio della mantella scivolai fuori scendendo e decisi la mia prossima meta.
Volevo andare dal mio E.

Era il mio sangue a chiedermi di vederlo e forse...Anche io lo volevo vedere.

Riaprì il portale e lo attraversai ritrovandomi a poca distanza dal centro di Roma.
Non sapevo dove fosse Jason ma decisi che mi sarei affidata all'istinto.
Sarebbe stato il suo sangue a portarmi da lui.

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Capitolo 5
*** La profezia e la nuova impresa! ***


Capitolo 5
La profezia e la nuova impresa!


Jason


Ero da poco tornato a casa.
Piper avrebbe voluto restare, ma le avevo detto che avevo sonno e che ci saremmo visti più tardi.

Buttai a lavare la maglia poi mi sdraia sul letto, sentivo ancora l'odore del sangue misto al profumo di Piper.
E poi di nuovo il suo di profumo.

Mi passai svelto la mano tra i capelli mentre a lato della stanza vidi Nico.
Per Zeus! quanto odiavo quando faceva così!

-Cosa ci fai qui?- domandai quasi spaventato.
Lui non rispose si limitò a uscire dal cono d'ombra dal quale mi stava osservando.

- Jason Grace l'oracolo di Delfi ha una profezia per te - disse un altra voce.

Era quella di una ragazza che riconobbi subito Rachel Dare.
Si avvicinò sorridendo mentre si illuminava con una sorta di bagliore verdognolo.

Una profezia? Per me?
A questo punto ero curioso di sapere cosa avesse da dirmi l'oracolo.

Avevo un po' di timore a dire la verità anche perché le parole di un oracolo non vanno mai prese alla leggera e poi le profezie portano sempre male.
O almento tutte le profezie che avevo sentito ci avevano solo cacciato nei guai.

Non mi accorsi del fatto che non eravamo soli oltre a noi c'era qualcun altro, ma in quel momento ero concentrato sulle parole dell'oracolo.

"All'ultima sfida siam giunti dove giusto e sbagliato son congiunti, un giovane guerriero che sfatare le illusioni dovrà o al calare della sera il mondo andrà
Luce e tenebre si affiancheranno, bene e male lotteranno.
Sarà l'unione di due esseri opposti a riportare l'antico pugnale"


Restai zitto cercavo di capire a cosa si riferisse la profezia.

Ma ero troppo preso ad osservare l'espressione da funerale di Nico.
Sembrava più sorpreso di me ma sopratutto sembrava sapere il perchè di quella profezia.

- Niente fulmini? niente legioni da guidare? - tentai per come mi fosse possibile, di ironizzare.
-Attento a quello che dici Jason-

Nico mi guardò freddo e io smisi all'istante di ridere, sapevo bene cosa significava.
Avevo una bella gatta da pelare adesso, anche perché non avevo la benché minima idea di cosa volesse dire quella stra maledetta profezia.

Quando i due sene furono andati mi voltai con le braccia incrociate al petto.

- Andiamo esci - dissi freddo voltando lo sguardo verso la finestra.

Leia uscì o meglio entrò nella stanza guardandomi.

-Ho sentito la profezia - Si limitò a dire la vampira, mentre io la guardavo abbastanza contrariato.

Cosa ci faceva lei qui?
Non lo sapevo, ma ero certo che lo avrei scoperto presto.

Lei mi guardò per poi capitolare letteralmente a terra. Se non fosse stato per la mia prontezza di riflessi sarebbe svenuta.

La guardai e per un attimo arrossì.
Sembrava debole e stanca perchè non oppose resistenza e si lasciò accompagnare verso il mio letto per poi lasciarsi sdraiare su di esso.

-Cos'hai?- le chiesi preoccupato, ma lei non rispose era svenuta.

Tentai di svegliarla, ma fu inutile, si riprese solo dopo un ora emmezza, la guardai sorridendo calmo.

- Stai bene? hai bisogno di qualcosa? - sapevo cosa avrebbe risposto.

Solo pensavo non lo avrebbe detto veramente.
Increspò delicatamente le labbra secche e sussurro quella parola che mi faceva salire i brividi lungo la spina dorsale.

- S-sangue -

Lo immaginavo ma non mi andava molto l'idea, visto che avevo intuito che la sua preda ero io.

Lei si mise seduta o almeno ci provò perchè mi finì con il volto contro il petto.
Cavolo se avessero creato un profumo con il suo nome sarebbe di certo stato "bellissimo" e avrei aggiunto anche "decisamente pericoloso".

Non sapevo che fare, se avesse bevuto il mio sangue si sarebbe ristabilita, ma la sola idea mi spaventava a morte.

Ricordavo molto bene il dolore, che avevo provato in quel momento e non ci tenevo a riprovarlo.
La guardai ansimante e debole.
Strinsi i pugni e annuì ormai avevo deciso.

Le feci alzare il viso poi piegai il collo senza parlare. Lei mi morse e io sentii un dolore lancinante che dal collo, si diramava in tutto il corpo.

Affondò i canini lacerando la pelle e urlai dal dolore.
Stringevo il tessuto del materasso respirando affannosamente, mentre sentivo il sangue scivolare dalla ferita e finirle in gola.

Continuò a bere per un po poi staccandosi fece qualcosa, che non mi sarei mai aspettato.
Scoppiò a piangere nascondendo il volto con le mani.

La guardai stupito, non mi aspettavo che scoppiasse a piangere. Non osava guardarmi in faccia.
-Ehi calmati -

Cercai di calmarla ma fu inutile continuava a piangere alla fine le feci alzare il viso e le sorrisi.
Lei mi guardò mentre una lacrima scendeva rigandole la guancia.

- Non avevo mai visto un vampiro piagnucolone - dissi, ridendo appena.

Arrossì sulle guance abbassando la testa
-Non sono una piagnucolona- disse senza alzare lo sguardo da terra.

Io continuai a sorriderle guardandola. Le feci alzare il viso e sorrisi di nuovo, non riuscivo ad odiarla.
Era troppo dolce troppo stravagante anche per gli standar che avevo.

Lei fece un piccolo sorriso che mi mandò le orecchie in fiamme.

Piper non mi faceva quell'effetto, non bastava un suo sorriso per farmi arrossire, ma per Leia era diverso.
Sentivo una sorta di magnetismo provenire da lei, che mi attirava, ma al quale sapevo di dover resistere.
Dovevo? ma lo volevo davvero?

Ero confuso e sapevo che la causa di tutti quei dubbi era il mio cuore insicuro.

Per gli altri ero un comandante di legioni, un semidio figlio di Giove. L'incarnazione del condottiero modello, del guerriero perfetto.
Ma questo era quello che vedevano gli altri e io come mi vedevo?

Beh come un ragazzo dal cuore insicuro, che doveva mantenere la maschera del condottiero perfetto.
Lei parve capire che non ero esattamente quello che mostravo.

Perchè mi spiazzò con un gesto

- Non mentire a te stesso - disse.

Sentivo le sue dita piccole e delicate passarmi tra i capelli dolcemente.
Il suo tocco sembrò rilassarmi Forse aveva ragione.
Prima di mentire agli altri stavo mentendo a me stesso

Avevo indossato una maschera che ormai non toglievo più nemmeno con i miei compagni.
Nessuno doveva vedere, che non ero quello che sembravo nessuno poteva immaginare.

Che sotto sotto ero un ragazzo normale.
Non il mitico Jason Grace potente e coraggioso!
Solo Jason Grace.
Un semidio che avrebbe dato qualsiasi cosa per essere normale.

E forse quella vampira era riuscita a tirare fuori il vero me stesso
La guardai annuendo

- Come lo hai capito? - le domandai.

- Lo si nota da come ti atteggi a eroe - disse scrollando le spalle
- Quando non lo sembri poi così molto - aggiunse poi abbassando la testa.

Cosa? Avevo sconfitto Gea ero un eroe.

La guardai appena tra poco sarebbe stata l'alba e io non avevo dormito.
Lei alzò la testa sussurrando piano un calmo "però sei forte" e fece un sorriso che mi spiazzò.

Come se il gesto successivo, non mi avesse spiazzato ancora di più, si chinò e mi baciò appena le labbra.
Il tempo sufficente perchè una mia saetta si levasse dalla mano ferendole la guancia con un taglio.
Ero a dir poco sorpreso.

Non avevo mai baciato nessuno a parte Piper ovviamente, mi sembrava sbagliato però non potevo negare che mi fosse piaciuto.
Anche se non avrei definito quel tocco un vero bacio.

Lei si mise sulle ginocchia poi fece scivolare una mano al altezza del collo del maglione che indossavo per nascondere i segni del morso.

- Hai paura di me Jason Grace? -

Mi guardò con quei suoi occhi tornati del loro solito colore e per un attimo mi sentì in trappola.

Avevo paura? Forse, ma non ne ero davvero sicuro io lo avrei definito attrazione fatale.

Rise ma era una risata tanto cristallina che non potei non sorriderle.
Fece scivolare la mano tra i miei capelli e il suo toccò sembrò farmi rinascere di nuovo.

Non la fermai nemmeno quando scendendo, mi accarezzò dietro la nuca ero stregato da lei.

Per un attimo pensai "perchè Piper non mi dava lo stesso effetto?" mi maledissi ricordando una cosa importante sui vampiri.

- Ti domandi...- Cominciò a dire mentre passava la mano sulla mia guancia
- Perchè la tua ragazza non ti fa questo effetto? - sorrise
 
Come aveva fatto a capirlo? Leggeva nella mente forse? una cosa era certa se Leia leggeva davvero il pensiero...Ero fregato!

Lei rise come se avesse letto anche questo.
Poi senza darmi il tempo di parlare mi abbracciò portando la guancia contro la mia e il mento sulla mia spalla.
- Jason...Lasciati andare. Non fai nulla di sbagliato - disse

- La profezia...La tua nuova impresa... -
Aveva una voce calma e seria come se soppesasse ogni parola prima di dirla cosa che solitamente facevo io.

Aveva parlato di impresa i semidei erano abituati ad andare in contro alla morte.
Almeno succedeva così per le imprese che compivano in nome degli dei.

Ricordai la mia prima missione il recupero dell' aquila imperiale sul monte Otri.
Era stata la prima missione mia di Leo e Piper.
Ed era stata difficile ma alla fine ci eravamo riusciti, in quella impresa scopri di essere figlio di Giove.
Avevo perduto la memoria ed ero stato spedito al Campo mezzosangue il campo Greco.

Avevo incontrato Leo figlio di Efesto che era diventato il mio migliore amico e poi Piper figlia di Afrodite.
Sospirai pensando a cosa dirle come avrei spiegato la presenza di Leia nella mia vita?

Qualcosa mi diceva che saremmo stati scoperti prima o poi.

E così fu, in una frazione di secondi la vidi correre fuori dalla casa. La mia sensazione era esatta scattai come una molla correndole dietro.

Dovevo spiegarle che non era successo nulla.
Che Leia non era niente per me e che amavo solo lei!

Ma ovviamente mi ci volle un po per raggiungerla era in piedi a poca distanza da me.

- Pip dai.. - Cercai di parlarle di dire qualcosa e mi ritrovai uno schiaffo diretto sulla guancia.
-Non immaginavo avessi un'altra! Io mi fidavo di te!- affermò lei rossa in viso e visibilmente furiosa.
-Ascoltami...-
-Non voglio sentire una sola parola da te! - disse in lacrime le presi una mano guardandola
- Pip. Lei non significa nulla per me - la guardai serio
-Da come eravate vicini non mi sembra proprio!- 

Mi guardava ancora furente e non potevo certo darle torto, sbuffai.
Perchè la mia vita era così complicata?

- Santi numi Piper! Lei mi a abbracciato! - dissi prendendole il viso con le mani per poi baciarla
- La sola che potrei baciare così... - Cominciai baciandola con più forza e passione
- Sei tu. -
Lei ricambiò il bacio, ma sapevo che non era ancora convinta di quello che avevo detto, nutriva ancora dei dubbi le accarezzai i capelli e le sorrisi

- Che ne dici se cene torniamo al campo mezzosangue? - dissi baciandola dolcemente
- Una bella cenetta solo io e te eh? - domandai baciandole il collo e asciugandole una lacrima speravo di calmarla.
Piper annuì appena, la abbracciai stringendola forte e sorrisi

- Ti faccio fare un giro su Tempesta - dissi ridendo
- è da un po che non lo facciamo - risi più forte mentre sentivo che anche lei stava meglio
- Andiamo...Un giro su un cavallo fatto di vento gelido...Quale ragazza non lo vorebbe? -
La guardai ridendo. 
Lei rise e questo mi fece tirare un sospiro di sollievo. Alla fine era andato tutto bene.


Leia


Non erano molto lontani da me, potevo vederli. Sembravano felici, ma la ragazza era ancora dubbiosa, lo sapevo.

Ci aveva visti insieme e ora sapeva di me. Mi mordicchiai il labbro inferiore quando vidi che si stavano baciando.
Improvvisamente mi sentì abbracciare da dietro, una testa bionda era appoggiata alla mia spalla e le sue braccia mi stringevano protettive.

-Ehi cosa ci fai qui?- domandò una voce maschile quella di mio fratello Diego.

Mi volta abbracciandolo. Ero sul punto di mettermi a piangere forse per questo si teletrasportò nel giardino del palazzo

- Non d-dovrebbe fare così male - sussurrai piangendo contro il suo petto
- Non è giusto! - ringhiai mentre le lacrime non cessavano di uscire.

-Probabilmente ci tieni molto per questo fa male- disse lui tenendomi stretta
- Odio essere diversa - dissi guardandolo

Io ero una vampira "speciale" o almeno era così che mi avevano sempre definito tutti.
Con me crocefissi, acqua santa e paletti di legno non funzionavano.

Potevo stare al sole e anche dormire. Se solo gli incubi non mi perseguitassero. Eppure anche io avevo una debolezza.

Potevo nutrirmi solo del sangue di Jason altrimenti il mio corpo ne risentiva.

Mio fratello non parlò si limitò ad accarezzarmi i capelli.
Sapeva come mi sentivo e di sicuro non voleva turbarmi ancora, ma qualcun altro non era della stessa opinione.

Alzai lo sguardo incontrando le sue iridi scure
- Diego lord Dracula chiede di voi - 
Alexander era impecabile come sempre. Capelli perfettamente ordinati come gli abiti. E canini scintillanti

Diego si separò da me e se ne andò lasciandomi in balia di Alexander mi portai una mano tra i capelli. Sapevo cosa stava per dire e stavolta mi sarei difesa bene.

Non gli avrei permesso di comandarmi ero io la principessa di questo castello.

- Allora...Chi è lui? - disse ringhiando - Chi è un Licantropo?! un demone?! - 
Mi sbraitò contro facendomi scivolare a terra su l'erba per poi mettersi a carponi e tenermi i polsi fulminandomi.

-Non sono affari Tuoi!- risposi.

Lui strinse la presa sui miei polsi ma io resistetti ringhiai e gli tirai un calcio dritto nei...Avete capito.
Lui ringhiò a sua volta e mi diede uno schiaffo facendomi volare contro una parete
Il dolore fu grande ma forzai un sorriso sicuro.

-Non sono la tua sgualdrina Alexander! Lasciami in pace!- ringhiai
Lui rise segno che mi considerava tale.

Improvvisamente il colpo di un preciso fendente di spada lo bloccò a pochi passi da me.
Sentì una risata sprezzante
Non riuscivo a vedere chi fosse so solo che la sua risata aveva fatto innervosire Alexander

Era lì di fronte ad un Alexander furioso.

-Tu maledetto moscerino! Come osi?- Ruggì 
-Come osate voi trattare così la principessa - rispose Alec con tono sprezzante quasi a sfidarlo.

Alexander fece per avvicinarsi a me ma un ennesimo colpo di Alec lo tenne lontano sembrava un po' spaccone, capelli corti castani, occhi rossi, pelle chiara, quasi cadaverica, vestiva un farsetto militare nero con lunghi pantaloni dello stesso colore.

Portava un'altra spada oltre a quella che stava usando contro Alexander.
I suoi occhi erano quasi divertiti dalla situazione che si era creata e devo ammettere che mi stava abbastanza antipatico.
Certo meno antipatico di quanto mi stava Alexander.

Risi quando lo fece finire a gambe al aria e mi avvicinai

- Sei in ritardo guardia del corpo - dissi ridendo
-Scusate -rise lui guardandomi senza malizia.

Alexander non gradi molto il fatto che lo stavamo ignorando perché subito si rialzò e puntò minaccioso un dito contro Alec affermando

-Lord Dracula ti punirà pesantemente per quello che hai fatto! -era furibondo non che mi importasse.
-Perché cosa ho fatto? - domandò Alec con finta Innocenza

Alexander era fuori di sé dalla rabbia ma non rispose

Io appoggiai la mano sulla spalla di Alec e guardai Alexander con la più gelida delle espressioni poi risi
- Sparisci. Alec ha fatto il suo dovere - dissi gelida.

Alec chinò la testa
-Scusate ancora per il ritardo vostro padre mi ha trattenuto- io lo guardai
- Per via di qualcosa che non puoi dirmi...Vero? - domandai
Alec annuì sapevo che voleva parlare, ma non poteva andare contro gli ordini di mio padre

- Avevi...Avevi ragione su il semidio - dissi abbasando la testa
- Ha ricevuto una profezia - aggiunsi poi sospirando
-Di che genere?- mi chiese serio e preoccupato

Gli recitai la poesia poi lo guardai anche io visibilmente preoccupata

- Sai che vorebbe dire? - domandai passandomi una mano tra i capelli

-No, ma non è niente di buono. Il pugnale di cui parla deve essere un arma molto potente - 
Dichiarò Alec torturando l'elsa della Spada serio

- Vieni con me! - gli presi la mano apparendo a Roma. La città era desolata e faceva anche piuttosto freddo.

- Dai dimmi cosa voleva mio padre! - dissi - Quì non ha potere non può punirti! - aggiunsi poi
-Mi ha detto che ha deciso chi dovrete sposare e quindi io sono sollevato dall'incarico -

Lo guardai scuotendo la testa mi mancava il respiro e non riuscivo a crederci strinsi i pugni e lo guardai.
- C-chi devo sposare? - domandai terrorizzata dalla risposta
-Alexander - dichiarò Alec abbassando lo sguardo
-Però proverò a far cambiare idea a vostro padre - Alec mi guardò convinto sapevo che ci avrebbe provato.
Sospirai appoggiando la testa contro il muro di un edificio

- è ufficiale...Odio la mia vita! - sbuffai

-Però ha detto un'altra cosa, che se rifiuterete dovrete scegliere un altro giovane che sia meritevole di prendere il posto di Alexander come vostro sposo, ma avete dieci giorni per decidere - affermò ancora 
 -Alec...Quel semidio...Sai Jason - a dire quel nome mi si colorarono le guance di rosso.

Ero terribilmente atratta da lui.
Sospirai rassegnata sapevo che non avrei mai potuto ambire al suo cuore. Eppure credevo vi fosse ancora speranza.

-Lo amate vero? -Mi guardò sorridendo come se avesse già intuito tutto.
- Più che amore credo sia attrazione - mentì sospirando.
- Ma lui ha già la sua amata - ripensai a quella ragazza che baciava Jason e per un attimo mi si spezzò il cuore.
Alec mi guardò e sembrò non credermi molto.

-Mia signora perdonate, a me non sembra che siate solo attratta da lui, se no non soffrireste così - sospirai stringendo i denti.

Aveva ragione quello che provavo per Jason non era semplice attrazione era amore.
Ma lui non mi amava o almeno era questo che pensavo

- Cosa dovrei fare? perchè lottare? - domandai - Ho perso in partenza - abbassai la testa trattenendo le lacrime

Alec mi fece alzare il viso e mi sorrise
-Lottate e conquistatelo, non gli siete indifferente credetemi - affermò con una sincerità strana negli occhi
- Potresti essere processato per aver osato toccarmi-
 Dissi ridendo poi decisa annui passandomi la mano e alzando il capuccio della mantella

- Sarò di ritorno prima del alba. Puoi tenere occupato Alexander? - domandai guardandolo
-Certo contate su di me - sorrise lui inchinandosi.

Lo lasciai correndo.
Avevo trovato la traccia del sangue di Jason.

Dovevo vederlo e scoprire cosa provasse per me ma sopratutto dovevo dirgli che ero innamorata di lui.

***
Lui non era solo, c'era anche la ragazza
Erano occupati a parlare di qualcosa forse della profezia.

Quando lei fu abbastanza lontana mi avvicinai.
Jason stava accarezzando il vento.
E quando parlo del vento mi riferisco ad un bellissimo cavallo fatto di gelidi venti.

Ero affascinata e mi brillavano gli occhi.

- Wow! t-tu cavalchi davvero il vento! - dissi.

Jason si girò verso di me e mi guardò freddo

-Cosa ci fai qui?- il tono della sua voce mi fece quasi sobbalzare
- V-voglio parlare con te. Della profezia-

Feci qualche passo. Ma mi fermai quando il cavallo di vento nitrì scalciando, Jason gli accarezò la criniera con la mano
- Buono Tempesta - disse mentre coccolava la creatura.
Mi avvicinai ancora

- So che cosa devi cercare - dissi.
Era vero sapevo cosa doveva trovare
- Si tratta di...Un pugnale speciale - aggiunsi poi

Lui mi guardò serio
-Davvero? - domandò senza staccarmi gli occhi di dosso.

Annui avvicinandomi ancora di più.
Muorivo dalla voglia di salire sul cavallo di vento così guardando il semidio sorrisi

- Facciamo un patto - dissi decisa - Fammi fare un giro sul tuo cavallo...E ti dico del pugnale -

Mi sforzai di non arrossire sentendo il fiato caldo di Jason sfiorarmi il collo e le sue labbra accostarsi al mio orecchio.
Mi guardò poi annuendo mi prese la mano e la appoggiò sul muso del cavallo

- Tempesta è un vento gelido - disse
- Dimostragli che vuoi sul serio essergli amica - aggiunse poi ridendo
- Altrimenti dubito voglia farsi montare da un estraneo - 

Il suo sorrisetto di sfida mi seccava parecchio
Guardai il cavallo che stava ricamanbiando lo sguardo ma pareva un pò agitato

- Va bene - dissi per poi cacciare un sorriso di sfida a Jason
- Fatti da parte - aggiusi montando in sella.

Appena fui sopra il cavallo questo cominciò ad agitarsi come un pazzo. Sembrava di essere nel occhio di un ciclone vero.

Feci del mio meglio era davvero forte sbuffai afferrando saldamente il collo del cavallo.
Ma questo mi disarcionò e mi sbatte a terra mentre Jason sela rideva.

-Smettila Jason non è divertente! - sbuffai offesa
- In realtà lo è - disse lui soffocando l'ennesima risata.

Mi avvicinai tanto da poter sentire il suo cuore battere e lo inchiodai con la schiena contro il muro

- No. Non è divertente - dissi seria.


Jason


Mi aveva bloccato al muro, però non ero proprio riuscito a trattenere le risate visto che non era riuscita a domare Tempesta era seria ma io non la smettevo di ridere.
-Dai smettila!- cercò di rimproverarmi lei, ma ovviamente non ci riuscì.

Io non la smettevo di ridere, non ci riuscivo. Appoggiò la testa al altezza del mio cuore facendomi sussultare

- Lo sento battere...Sento che il tuo cuore batte al impazzata - disse alzando appena la testa.
Teneva le mani sul mio petto Io non capivo era ovvio che il mio cuore battesse io non ero un vampiro.

La vita era ancora ben presente in me. Quasi di riflesso le spostai i capelli dal viso aveva le orecchie leggermente a punta ma su di lei donavano. Così come le donava il pallore chiaro e gli occhi rossi.

Un momento occhi rossi?! ad un tratto sentì i brividi lungo la spina dorsale.
Aveva sete, gli occhi erano cambiati.

Tentai di liberarmi ma lei mi teneva bloccato. Notai che non aveva tanta presa su di me e che non si era avvicinata.
- Il pugnale cremisi - disse - Era un regalo di mio padre alla dea Ecate - aggiunse poi.

Ricordavo di aver incontrato Ecate nel impresa per distruggere Gea e chiudere le porte della morte.
Era la dea degli incroci e della magia inoltre controllava la foschia.

Restai basito nello scoprire che, sempre secondo il racconto di Leia, Ecate era stata una delle mogli di Dracula.
Cercai di riprendermi dalla sorpresa e le domandai calmo
- E perchè dobbiamo trovarlo? - 
Avevo detto "dobbiamo" senza accorgermene.

Lei sorrise e si appoggiò accanto a me
- Perchè in mani sbagliate - disse - Potrebbe segnare la "fine" sia per noi Immortali...Che per i Semidei -
Aggiunse poi mentre mi guardava 

- Secondo la leggenda il pugnale può riportare in vita qualsiasi cosa -
-Davvero? -
Se aveva un potere così grande dovevamo trovarlo prima che cadesse nelle mani sbagliate.
Lei annuì. Probabilmente mi aveva letto nel pensiero
- Inclusi Giganti e...Titani - aggiunse poi.
La guardai un po titubante
- Perchè un Immortale vorebbe aiutare un Semidio?-  domandai decisamente cauto.

 -Ecco... - Abbassò lo sguardo arrossendo io la guardai Incrociando le braccia al petto
-Non importa ora dobbiamo trovare il pugnale - disse.

Lasciai cadere l'argomento guardandola per un attimo poi sospirai
- Forse dovrei dirlo a Percy e gli altri... -
 Lei mi bloccò per il polso scquotendo la testa

-No loro non possono venire - affermò

-Cosa?! - Ero irritato dal fatto che avesse già deciso chi doveva comporre la missione. Quando tentò di giustificare quella scelta immprovvisa
- Pensa ai versi della profezia - disse - Vengno nominati luce e ombra. Non acqua o altre cose - aggiunse
- Dobbiamo cavarcela da soli! -
Lo sguardo era calmo e molto serio Forse aveva ragione forse avremmo dovuto cavarcela da soli.

Annuì cercando di calmarmi mentre lei si riavvicinava al cavallo di vento accarezzandolo. Tempesta sembrava tranquillo ma io non lo ero per niente
- Jason...Non ti morderò più - disse mentre tentava di nuovo di salire

Stavolta il mio amico la lasciò fare. Cosa assurda visto che ero l'unico in grado di montarlo

-Non credo - le dissi salendo dietro di lei.
-Lo prometto - si voltò abbracciandomi - Non ti morderò mai più. Lo prometto Jason - stava tremando
- Non voglio mai più ferirti - disse
Ricambiai l'abbraccio sorridendo appena, mi sentivo stupido per le cose che le avevo detto o meglio che avevo pensato

- Va bene mi fido - dissi alzandole il viso.

Per un attimo ebbi l'impulso di baciarla ma qualcosa mi tratteneva ancora e quel qualcosa era...Piper. Ero molto legato a lei la amavo allora perchè non riuscivo a dimenticare Leia?

Le sfiorai appena il viso con una carezza ma mene penti subito perchè lei arrossì. Leia mi prese la mano e sorrise poi guardò Tempesta. Sembrava a suo agio. Gli accarezzò la criniera sorridendo

- Direi che ora - disse guardandomi - Un giro me lo sono meritata no? - rise.
Aveva un bel suono la sua risata era contagiosa e cristallina.

-Direi di si - sorrisi annuendo mentre Tempesta nitriva come a darle ragione La feci spostare dietro di me. Poi afferrai le redini anchesse fatte di fumo e aria
- Sei pronta? - le domandai girando appena la testa
-Certo andiamo - Annuì lei.
-Ok coraggio Tempesta - in un attimo ci librammo in aria.

Sentì le braccia di Leia circondarmi la vita e la sua testa appoggiarsi alla mia schiena Avrei voluto, o meglio dovuto, allontanarla ma mi resi conto che non volevo allontanarla che stavo bene con lei.

Mentre sorvolavamo Roma con ampie virate sorrisi

- Hei vampira piagnucolona - dissi attirando la sua attenzione - Guarda che panorama - aggiunsi poi. Mentre gli occhi di Leia scintillavano
- Wow! che bello! - non era più spaventata ora sorrideva.

Roma era davvero bella non per niente la chiamavano città eterna, ma adesso avevo solo in mente la missione che mi attendeva o meglio ci attendeva.

Leia mi guardo spostandosi i capelli dal volto e sorrise. In quello scintillio di luci lei era la più luminosa la più bella.
Ricambiai il sorriso arrossendo appena.
Forse provavo davvero qualcosa per lei, Leia mi guardò confusa poi si appoggiò alla mia spalla stringendomi il braccio

- Una cosa così bella non avrei mai potutto farla - disse - Mio padre non vuole che esca dal castello - aggiunse poi.
Sembrava triste
-Per quale motivo? -Domandai
Lei fece un sorriso amaro
- Perchè sono una principessa - disse - Non mi è permesso fare cose pericolose ne tanto meno divertenti -
Un lungo sospiro poi terminò di parlare
- Il mio destino è già scritto. -
-Santi numi! Invece dovresti scriverlo tu il tuo destino. Nessuno dovrebbe decidere per te-
Dissi contrariato, detestavo sentire parole simili

- Sei gentile - sorrise e con quel sorriso arrivò l' ennesima espressione imbarazzata da parte mia.
Cavolo Leia era bellissima!

Lei rise poi guardò la città dal alto
- La nostra prima meta sarà la Romania -
Disse facendo pensolare i piedi da Tempesta, che continuava a volare sorvolando il Colosseo.

Io annui serio dando la direzione a Tempesta. Mi sentì abbracciare da dietro era Leia

- Non vuoi salutarli? non vuoi dir loro che parti? - più che domandare sembrava chiedermi " non vuoi rivedere Piper?"
-No non è il caso- risposi abbassando lo sguardo

 Non me la sentivo di rivedere Piper e lei sembrò comprendere il perchè di quella risposta.
Perchè invece di assilarmi si strinse a me

- Va bene. Sei tu che devi decidere - disse - Potresti atterrare? voglio andare a salutare almeno mio fratello - aggiunse poi
-Certo - in un attimo atterrammo e a terra

C'erano due ragazzi uno doveva essere suo fratello ma l'altro non so chi fosse

-Diego! Alec! - cinguettò Leia correndo tra le braccia dei due. - State bene? - domandò poi sorridendo
Il ragazzino, Diego, ricambiò l'abbraccio sorridendo e rispose

-Per ora tutto bene a parte che Alec ha ricevuto un po' di frustate -
-Non è niente principessa sto bene - Si sforzò di sorridere.

Leia gli accarezzò il volto sospirando
- Mio padre è un idiota - disse fredda mentre prendeva un fazzoletto pulendo il sangue del ragazzo moro.

Alec almeno era questo il nome che usavano mi guardò freddo.
-State attenta mi raccomando e non preoccupatevi per vostro fratello lo proteggerò io- affermò
Lei annuì appena poi abbassando il capo andò da Diego

- Ti prego...Spiega tu la situazione a Lys e Aaron- disse
-Certo sorellina fidati- sorrise Diego mentre Alec non staccava lo sguardo da me serio.

Penso che fosse la guardia del corpo di Leia
Lei mi si avvicinò

- Possiamo a-andare - faceva fatica a trattenere le lacrime ma salì in sella a Tempesta dietro di me.

Io annuii e feci segno a Tempesta di andare. Ora avevamo una meta la Romania.
Mi voltai a guardare Leia si era addormentata stretta a me.
Mentre il sole sorgeva e noi lasciavamo Roma.

***
Il cielo si stava tingendo di rosso mentre atterravamo non molto lontano da Bucarest la capitale.

Non avevo la benché minima idea di dove dovessimo cominciare decisi che avrei prima di tutto raggiunto un Hotel.
Leia stava già dormendo forse era meglio riprendere le forze l'indomani avrei cominciato le ricerche

Arrivammo ad un albergo e dovemmo dividere la stanza.
Appoggiai Leia sul letto poi mi sedetti accanto a lei finendo col non dormire.
La guardai per un istante.
Era molto bella. Talmente bella che non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso alla fine il sonno ebbe il sopravvento e mi addormentai al suo fianco.

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Capitolo 6
*** alleati dal incerto destino e baci rubati ***


capitolo 6
alleati dal incerto destino e baci rubati


Nico


Ero rimasto solo io a New York.
Percy era andato a trovare sua madre o qualcosa di simile, naturalmente anche Annabeth lo aveva voluto seguire.
Anche Jason era scomparso insieme a quella ragazza-vampira, che mi faceva salire i brividi su per la spina dorsale.
Cosa che ai figli di Ade non capitava mai.
Quella mattina di metà Dicembre, camminavo vagando senza meta per le vie della città. Come sempre mi annoiavo e come sempre ero solo.
Quando la vidi: Una ragazza forse un po più grande di me.
Aveva i capelli color fuoco vivo, era alta e slanciata vestiva una maglietta semplice a maniche lunghe nera un paio di jeans scoloriti e una giacca di pelle nera.
Fischiettava allegramente mentre passava davanti a me senza degnarmi di uno sguardo.
Mi lasciai sfuggire un piccolo sospiro, quando si voltò e potei notare che aveva gli occhi di un blu molto acceso.
- Ciao - disse semplicemente.
- Ciao - risposi io con il mio solito tono calmo ma che pareva cupo almeno secondo gli altri.
Lei non sembrò sorpresa forse perchè mi aveva già visto a scuola.
Restai zitto osservando le sue mosse, era una ragazza strana emanava un solo profumo, quello della "morte" e credetemi perchè io mene intendo di cose come la morte.
Non capivo come fosse possibile, Ade aveva molti figli ma nessuno come lei.
Quella ragazza emanava una forza straordinaria. Forse era compagna della vampira quella che aveva portato via Jason.
Questo probabilmente era il motivo del suo potere.
Ma cosa ci faceva lei qui?
Mi limitai a schiudere le labbra quando si avvicinò e mi fece cadere sul sedere.
- Sei davvero divertente - disse ridacchiando La guardai corrucciato.
-In cosa sarei divertente? - domandai guardandola
Lei non rispose si limitò a guardarmi poi sorrise. Non aveva i canini. Buon segno, almeno non era una vampira Se non era una vampira allora era umana?
Forse si, anzi probabilmente.
- Sono una Licantropa - disse come se mi avesse letto nel pensiero.
Improvvisamente si trasformò a parte gli occhi blu ora aveva l'aspetto di un grosso lupo rosso
Accidenti! Ecco risolto il mistero, lei era un licantropa.
Ne avevo viste di belve infernali, ma quella le superava tutte.
Era più grande di un Mastino infernale. Occhi di un profondo blu mare e pelo rosso fuoco.
Si avvicinò posando il muso sulla mia mano.
Non sapevo come reagire. Non avevo mai visto creature così.
La guardai come se le chiedessi se avesse informazioni su Jason.
Lei si ritrasformò in un essere umano e scosse la testa
- è sparita anche la principessa -
-Sai dove sono andati?- chiesi preoccupato
Lei rise cacciandomi un occhiata che sembrava dire
" Saranno andati a slinguarsi in qualche vicolo" ma non disse altro.
Avevo capito che se lei sapeva qualcosa non avrebbe parlato.
Non a me, comunque. Mi servivano informazioni, ma ovviamente non era a lei che dovevo chiederlo.
- Mi chiamo Lyris e tu? -
Sembrò più calma aveva qualcosa di tranquillo nello sguardo, scossi le spalle guardandola.
- Nico figlio di Ade -
 Lei sorrise appena come se si aspettasse quella risposta.
Jason come c'era da aspettarsi non aveva lasciato tracce né indizi su dove fossero andati.
La profezia dell'oracolo era rivolta a lui e alla vampira.
- Figlio della Morte eh? - si era improvvisamente avvicinata.
Potevo sentirla respirare sul mio collo. Cosa che mi mise a disagio.
Feci un passo indietro per aumentare la distanza. Non volevo esserle troppo vicino.
Lei rise avvicinandosi nuovamente, mi ritrovai contro la corteccia di un albero.
Ero spalle al muro in senso figurato ovviamente.
Mi sentivo parecchio a disagio, si avvicinò ancora di più e mi guardò con i suoi occhi.
Io pietrificato tentai un teletrasporto con le ombre che fallì.
Ero come in catalessi.
Fisso su gli occhi blu di Lyris. Non sapevo che fare! Ero completamente bloccato.
Chiusi gli occhi stringendo con una mano la spada di ferro dello Stige.
Ero pronto a battermi. Ma le intenzioni di lei furono decisamente diverse.
Si chinò baciandomi con la lingua. Rimasi pietrificato cercando di staccarmi.
Sentivo la sua lingua entrarmi in bocca e la sua mano sfiorare la mia spalla mentre continuava quel bacio.
Non sapevo se allontanarla o meno, anche perché non riuscivo a staccarmi, non riuscivo o forse non volevo.
Le afferrai il volto con le mani e risposi a quel bacio io ero diverso da Jason.
Non avevo alcuna paura di mettermi in gioco non più almeno.
Lei ricambiò il bacio stringendomi forte. Imancabilmente finì con il sedere a terra.
Ero abbastanza preso ma anche abbastanza confuso. Forse perchè circa un anno prima mi piacevano i maschi o forse perchè stavo baciando una lupa in forma umana.
Come se la mia vita di Semidio non fosse già complicata E io me la stavo complicando ancora di più.
Improvvisamente sentì un colpo di tosse. E voltandomi mi ritrovai davanti proprio Piper.
La figlia di Afrodite squadrava la mia nuova "conoscente" con parecchio odio.
Ma Lirys non sembrava affatto spaventata, perchè mi baciò di nuovo con decisione prima di sorridere e stringermi la mano con la sua.
- Chi abbiamo quì? - la voce della rossa era parecchio divertita
 - La figlia di Afrodite-
Okey ora il tono era derisorio... Piper la fulminò con lo sguardo e io decisi di starmene zitto.
Era una questione tra donne, non centravo ne volevo centrare.
Come a leggermi il pensiero la rossa sorrise
- Rilassati. A differenza della principessa -
Esordì mentre ci alzavamo entrambi - io non mordo -
 -Allora cosa sei?- chiese Piper arrabbiata.
- Qualcuno...Che è meglio non stuzzicare - Rispose Lyris. Ammetto che la sua determinazione mi intrigava.
 Stava provocando una semidea furiosa ma non era per niente spaventata.
Piper era sempre più furiosa pensavo al peggio.
In un instante tirò fuori Catropis il suo pugnale puntandolo contro la lupa.
Lei rise inclinando di lato il volto.
- Dovrebbe farmi paura? - disse
- Cosa credi di potermi fare? uccidermi forse! -
Con uno scatto rapidissimo arrivò alle sue spalle.
Teneva in mano il pugnale e lo ficcò dentro la corteccia del albero Rimasi a bocca aperta.
Nessuno era così veloce. Si avvicinò a Piper ma non la toccò si limitò a parlare. E forse avrebbe fatto meglio a stare zitta.
- Dai mostrami la lingua ammaliatrice - disse ridacchiando.
Quando un ragazzo le avvolse la vita. Aveva i capelli scuri come gli occhi. Vestiva una camicia a quadri nera e rossa e un paio di jeans grigi.
Lei non si mosse non fece assolutamente nulla per allontanarlo e io ero sempre più confuso.
- Aaron la finisci di mettermi i bastoni tra le ruote?! - sbuffò staccandosi.
Il ragazzo alzò lo sguardo ridendo sembrava si conoscessero molto bene.
-No, anche perché è divertente - rise lui.
Lei si limitò a sbuffare poi gli scompigliò i capelli con la mano
- Scemo - disse sorridendo mentre il ragazzo si presentava
- Sono Aaron capitano del castello di Dracula -
Sorrise mettendo in evidenza le zanne.
- Un altro vampiro! - ringhiò Piper in preda alla rabbia cieca
-Lui si, io no - disse la ragazza.
 - Voglio che vene andiate! - ringhiò Piper attivando la sua Lingua ammaliatrice.
Il dono di Afrodite che costringeva tutti a fare quello che voleva lei.
Aaron e Lyris però non sembravano influenzati da quel ordine.
- Siamo immuni ai tuoi poteri- disse Aaron sorridendo Piper avrebbe di certo dato di matto.
Se Percy non fosse intervenuto cercando di calmarla
-Adesso Calmati Piper!- Il tono di Percy era autoritario e io Scossi la testa.
Sembrava nervoso, cioè più nervoso del solito. Noi semidei siamo noti per diverse cose ma l'attitudine al comando e la serietà...bhe no.
E quindi era strano anche per Percy.
 - Vacci piano figlio di Poseidone - disse Aaron freddo
- Noi non stiamo cercando la lotta - aggiunse poi venendo interotto dalla rossa, che continuava a dispensarmi occhiatine maliziose
- Cerchiamo la nostra amica -
-Davvero? - Domandò Percy
- No per finta - ironizzò Lys sbuffando
- è scomparsa con quel vostro amico...Quello figlio di Zeus -
Lo sguardo cadde su Piper che ringhiò appena serrando i pugni
 - Cosa voresti insinuare?! - sbottò alla rossa che rise.
-Niente - rise lei
- Ma forse al figlio di Zeus piace il profumo di nuovo - disse di nuovo senza dare a Piper il tempo di replicare
- Resta il fatto che Leia è con lui -
- Quindi dobbiamo trovarli- affermò Aaron serio guardandoci come a dire "E voi dovete aiutarci"
Percy annui sbuffando appena
- Agli ordini. Ma da dove cominciamo? - sapevo che Piper non sarebbe stata della stessa opinione.
-Io comincerei dalla Romania - disse una terza voce ci voltammo tutti nello stesso instante.


Lyris


Alec era magnifico. Impeccabile e a dir poco idiota! perchè si stava esponendo così tanto?
Certo non era un segreto che provasse qualcosa per la principessa.
Eppure anche ora che non era più la sua guardia del corpo, si comportava come se lo fosse.
-Chi sei?  - domandò Percy confuso Alec non rispose come sempre
- è la guardia...Cioè era la guardia del corpo di Leia - intervenne Aaron.
Per poco Alec non lo infilzò con la spada ringhiando qualcosa di simile a "togli era".
- Conosco bene la principessa e la situazione - disse
- E di certo la Romania sarà la loro prima tappa. Gli oracoli non mentono - Alec era serio sospirai annuendo
Poi guardai Aaron e il gruppo di Semiimbecilli cioè...Di semidei.
- E va bene! Aaron noi andiamo in Romania - lo sguardo mi caddè su Nico di Angelo e sorrisi
- Voi che fate? -
 Era un tipo singolare. Per lo meno aveva qualcosa nel cervello.
-Veniamo con voi- dichiarò Nico mentre gli altri due annuivano.
 -Vengo anch'io - guardai Alec seria.
- Lei è con il semidio del fulmine Al - lo avevo detto apposta.
Volevo una sua reazione non importava quale.
-Lo so li ho visti -rispose seccato
- Allora sai anche che è la loro impresa - dissi
- Se interferisci lei non ti rivolgerà mai più un solo sguardo - lo stavo incalzando, forse un po troppo
Alec strinse la spada senza fiatare, sospirai. Poi avvicinandomi gli sussurrai al orecchio
 - Lei non sa quello che vuole. Vede Jason come un eroe. Dimostrale chi sei - lo lasciai avvicinandomi a Aaron.
Lui sbuffò
- Ti sei divertita con il figlio di Ade? -
Sorrisi senza rispondere.
- Forse si. -
Lui sbuffò scomparendo era tornato al castello ed era parecchio geloso un bene per me.
- Chi è il tuo ragazzo? - la domanda veniva dalla "figlia" perfettina di Afrodite.
Mi voltai per poi sorridere
- Uno dei tanti -
Lei fece un espressione a dir poco disgustata,cosa che mi fece ridere.
Guardai di nuovo Nico,non percepivo nessun sentimento nei suoi occhi,niente nemmeno un briciolo. E questa cosa mi piaceva.
Alla fine ci avviammo verso l'appartamento, della madre del figlio di Poseidone.
***


Romania: Bucarest ore 12:00

Jason


Ci eravamo messi subito in cerca di informazioni. Leia sedeva davanti a me, consumando il suo capuccino. Pensare che solo qualche giorno fa, non credevo nemmeno che i vampiri esistessero,ora una di loro beveva trsnquillamente una bevanda umana,come una ragazza qualsiasi.
Aveva uno sguardo calmo più del mio di certo. Sospirai nervoso passandomi una mano dietro la nuca poi bevetti il caffè tutto dun soffio,cosa che mi fece ingozzare di colpo. Tossi cercando di calmarmi.
- Sei troppo nervoso - disse tranquilla
-Vorrei vedere te in questa situazione- risposi io
Leia mi guardò qualche istante, poi si voltò verso la finestra
- Da dove cominciamo le ricerchè? - domandai
Lei mi guardò e sorrise appena,sorseggiando il suo Cappuccino.
- Dalle catacombe - esordì.
Io sbuffai.
Non era un posto molto allegro da dove cominciare. Le catacombe erano antiche risalenti alle prime comunità cristiane. Mi sembrava un posto sensato. La principessa sorrise appena.
-So che non ti piace ma è meglio se cominciamo - Si alzò e mi prese per un braccio.
Uscimmo e l'aria frizzante della mattina mi solleticò il viso.
Bucarest era davvero bella solo che non avevo tempo di visitarla. Mi guardai intorno e Leia mi guidò fuori dalla città.
Le catacombe non erano molto lontane dalla città ma io mi ero perso già un paio di volte.
Leia mi guidò fino all'ingresso delle catacombe. Un Soffio di aria gelida mi fece scivolare un brivido lungo la schiena.
-Hai paura? - mi domandò la principessa ridendo
-No- affermai subito entrando.
Le catacombe avevano un aria spettrale ed erano piene di segni del cattolicesimo. Erano secoli che nessuno scendeva li sotto. Leia sembrava seria non parlava da tempo.
Il freddo e l'atmosfera erano terribili.
-Siamo nelle catacombe ma niente è cambiato nulla - sbuffai dopo due ore di giri inutili.
-Le catacombe sono un labirinto non avrai pensato che fosse semplice - sorrise Leia.
No non lo avevo pensato però non sarebbe stato un male se lo fosse stato.
-Ci sono delle prove da superare ma quasi nessuno ci è riuscito -spiegò la ragazza e io annuii mi sembrava strano che per una volta non ci fossero prove complicate da superare.
-In cosa consistono? - Chiesi preoccupato
-Riguardano cuore, mente e forza - rispose lei a colpo sicuro
Sospirai rumorosamente, fantastico adesso potevo dire di essere confuso.
-Ok andiamo - affermai alzandomi in piedi.
Ci trovammo di fronte una enorme tavola di pietra con vari simboli cristiani.
-Dove non arriva il corpo- la scritta era questa ovviamente in latino.
Doveva essere la prima prova.
-Questa deve essere la prova della mente - disse la principessa.
Aveva ragione ma cosa poteva essere. Leia scosse la testa. Era difficile ma non impossibile.
-È l'anima! - Lo dissi ad alta voce sorridendo.
Sentimmo un movimento e la tavola si mosse mostrando una parete buia dietro.
Oltre vi era una scala che saliva. Corremmo veloci sui gradini fino a trovarci davanti una seconda lastra con scritte in greco.
Vi erano sempre simboli cristiani sopra ma non sapevamo cosa volesse dire.
-Ecco la seconda prova -
-Ancora simboli cristiani - affermò Leia.
Annuii. Quei simboli erano ovunque. Ci avvicinammo e leggemmo la scritta.
-Può essere di ghiaccio e di fuoco - lessi ad alta voce.
 Fantastico cosa poteva essere di ghiaccio e fuoco contemporaneamente?
-Forse la soluzione è più vicina di quel che sembra - affermò Leia.
Probabilmente aveva ragione ma non mi veniva in mente nulla.
-Ghiaccio e fuoco, queste sono le parole chiave - borbottai
-È il cuore! - esultò Leia.
Sorrisi.
Aveva ragione il cuore poteva essere di ghiaccio o ardere di passione. Come in risposta la parete ruotò mostrando una sala di ghiaccio. E di sicuro lì avremmo affrontato l'ultima prova.
Abbracciai la principessa e lei sorrise.
Oltrepassammo la porta e ci trovammo di fronte tredici statue.
Dodici erano gli apostoli compreso il traditore Giuda, il tredicesimo era Gesù. Tutti guardavano verso Gesù tranne uno, Pietro.
Dovevo forse girare l'ultima statua verso il Messia? Forse si.
-Forse dobbiamo girare Pietro- disse Leia.
-Sono d'accordo però mi sembra troppo semplice- risposi serio.
Provai a girare l'apostolo ma fu inutile, la statua non si muoveva. Quindi non era Pietro quello che dovevo muovere, non subito almeno.
Guardai gli altri undici. Di sicuro dovevo muovere qualcun altro di loro.
Già ma chi?
-Pietro non si muove, quindi dobbiamo spostarne prima un altro- affermai mentre Leia osservava le statue come se si mettessero a parlare da un momento all'altro.
 - Chi dobbiamo muovere?- domandai più a me stesso che alla ragazza.
-Forse Giuda il Traditore- disse lei sicura.
Mi battei una mano sulla fronte. Certo!
Giuda il traditore! L'unico che non dovrebbe guardare Cristo in faccia perché lo ha tradito!
Corsi verso la statua di Giuda e iniziai a muoverla. Questa si lasciò guidare da me anche se era davvero pesante e questo mi fece sudare sette camicie.
Quando lo sguardo di Giuda fu lontano da Gesù pensai che la prova fosse conclusa ma non era così. Nessun rumore mi fece capire che tutto era finito anzi.
Tutto era immerso in un silenzio carico di attesa, mi girai verso la principessa che annuì.
-Adesso posso muovere Pietro- affermai vittorioso mentre tornavo verso la statua del primo papa.
Feci in modo che anche l'ultimo apostolo guardasse il suo maestro
Ed ecco che il famigliare rumore di ingranaggi che si attivavano rompeva il silenzio della sala.
La porta dietro una enorme croce di pietra si aprì.
Era finita.
Oltre vi era una sala enorme piena di armi e di oggetti sacri
-Ok abbiamo finito- sorrisi trionfante quando la terra cominciò a tremare.
-Non riuscirete mai a trovare il pugnale!- la voce cavernosa di Gea mi fece accapponare la pelle.
- è Gea!- ruggii mentre Leia tentava di tenersi in piedi.
La dea della terra ci stava facendo crollare la sala addosso.
Era strano non pensavo che gli dei greci potessero entrare nei luoghi sacri del cristianesimo. A quanto pare mi sbagliavo di grosso.
Ci mettemmo a correre mentre la sala crollava sopra di noi.
Ci rifugiammo nella cripta. Forse lì saremmo stati al sicuro.
-Dovremmo essere al sicuro - affermai ansimando per lo sforzo della corsa.
Ci guardammo intorno. La cripta era un vicolo cieco non portava da nessuna parte.
Sbuffai. Grandioso eravamo proprio messi bene. Perché i primi cristiani avevano creato una stanza chiusa?


Leia
Jason non sembrava spaventato ma io lo ero e anche tanto. Non mi ero mai trovata di fronte la dea della terra, o meglio c'era sempre Alec con me.
Ma adesso Alec non c'era e io avevo molta paura. Jason mi abbracciò e questo mi fece calmare almeno un pochino.
Mi guardai intorno. In cerca di un appiglio che mi dicesse come uscire da lì ma niente.
-Jason! Laggiù! - Indicai una grande croce che brillava della luce proveniente dal soffitto.
-È solo una croce - disse lui visibilmente scocciato.
Ma io non ne ero così convinta così mi avvicinai alla croce e la tirai verso di me facendo scattare un altro meccanismo
Jason corse verso di me con un sorriso soddisfatto e io gli dissi un semplice "te l'avevo detto" lui rise.
Inciampai in quel momento e finii vicinissima al viso di Jason.
Avevo una voglia matta di baciarlo ogni fibra del mio essere voleva sfiorare le sue labbra,eppure sapevo che era sbagliato ma al tempo stesso ad essere sbagliato era non baciarlo.
-Jason! Leia! Siete lì! - La voce era quella di Percy.
Ci staccammo un fretta.
Percy sbucò dalla botola che avevo aperto e adesso ci stava fissando. Con lui c'erano anche Piper, Alec e gli altri.
-Ancora Tu! - Ruggì la figlia di Afrodite allontanandomi da Jason e abbracciandolo come a confermare che lui era suo punto e basta.
-Stagli lontano capito vampira!- ruggì di nuovo. Io abbassai la testa.
-Ehi tu porta rispetto! - Alec intervenne in quel momento per difendermi come spesso faceva.
Fece mezzo passo avanti ma io gli feci segno di non fare nulla.
-No Alec sei tu che devi stare al tuo posto! - ruggì il figlio di Giove rivolto al vampiro.
-Adesso basta Jason! Finiscila di fare il doppio gioco! - Alec strinse la spada con lo sguardo teso e ferito ma Jason lo fulminò con lo sguardo.
-Tu non sai nulla quindi Taci! - Jason era fuori di sé ma anche Alec lo era.
Digerì il colpo ma non parlò più. Si morse la lingua.
Piper sorrise malevola e baciò il ragazzo sulle labbra vogliosa.
Fu come se qualcuno mi avesse pugnalato al cuore e corsi via piangendo.
-Leia! - Jason mi corse dietro ma io non volevo parlargli. Non mi accorsi di aver messo un piede in una falla.
Stavo per cadere quando Jason mi afferrò al volo.
-Perché sei corsa via?- domandò il ragazzo. Piangevo disperata e lo guardai.
-Perché ti amo! -
Lui mi guardò stranito come se non avesse capito non sapeva come reagire e io ero in lacrime non sapevo cosa fare.
Mi baciò un bacio appassionato che bramavo da tempo.
-Jason cosa stai facendo?! - Piper urlò furiosa quando ci vide baciarci, ci stava fissando arrabbiatissima e si gettò su Jason con un pugnale in mano.
Non potevo permettere che accadesse qualcosa a Jason mi misi in mezzo e presi il pugnale sulla spalla ferendomi. Jason mi prese al volo e fissò furioso Piper.


Jason


Dannazione! Scattai verso Piper disarmandola.
Si dimenava come una forsennata ma io le impedivo ogni possibilità di movimento.
-Smettila Leia non ha fatto nulla e io la amo!- ruggì
Lei smise di dimenarsi e mi guardò sconvolta. Si liberò e corse via.
La principessa era ferita alla spalla anche se era una vampira,la ferita le fece reprimere un piccolo gemito.
-Jason- iniziò a dire ma io la bloccai baciandole appena le labbra.
-Non parlare ora- sorrisi per rassicurarla.
Estrassi il pugnale mentre lei gemeva per il dolore. Le fasciai di fortuna la spalla mentre mi guardava seria.
-Dovrebbe andare- sorrisi.
Lei mi sorrise a sua volta ma si vedeva che era scossa.
-Quello che hai detto a Piper è vero?- mi chiese a bruciapelo.
Io annuii.
Ero certo di amarla. La cosa mi pareva strana però perché era sempre stata Piper la ragazza che ero convinto di amare. Forse perché lei era figlia di Afrodite la dea dell'amore forse per quello.
Ma forse mi stavo facendo paranoie per niente!
Adesso sapevo di amare Leia e non m'importava cosa sarebbe successo dopo volevo solo proteggerla.
***
Piper


Ero ferita, cornuta e pure mazziata.
Mi serviva una mano per separarli perché Jason era mio e quella vampira da strapazzo non me lo avrebbe portato via!
Soltanto mia madre poteva aiutarmi.
Ed ecco infatti mia madre apparire davanti a me in tutto il suo splendore. Con la permanente e i vestiti perfetti.
-So che ti serve aiuto- disse sorridendo e io annuii seria. Adesso volevo la mia vendetta e chi meglio della dea dell'amore poteva servirmela su un piatto d'argento?
-Bene, allora fa che Jason beva questa e amerà solo te- disse mia madre tendendomi una boccetta rossa.
Risi anche se stringvo i pugni.
-Mai mettersi contro di me- risi mentre pensavo a come attuare la mia vendetta.
Ma adesso non era il tempo dovevo tornare al campo e pianificare tutto.


Jason


Eravamo riusciti a guarire la ferita di Leia e lei pareva stare meglio.
Ci incamminammo per trovare la via d'uscita ma dopo un po' ci fermammo.
La guardai un attimo trovandola bellissima e la baciai dolcemente.
La strinsi baciandola con tutto l'amore che provavo,lei ricambiò cingendomi le braccia dietro la collo.
 Poggiai le mani sui suoi fianchi mentre assaporavo ogni angolo della sua bocca,facendo scorrere la mano tra i suoi capelli,che sembravano raggi di luna. Per quanto erano bianchi.
Quando fummo fuori Leia vide Alec in un angolo. Pareva infastidito, ma non osò dire nulla.
Si avvicinò al ragazzo che fece un inchino.
-Cos'hai? - gli chiese lei
-Niente - rispose vago il giovane
-Non è vero sei infastidito! - Leia strinse i pugni.
-Io vi amo principessa! - Ecco era scoppiato. Leia lo guardò spiazzata.
-A-alec tu non puoi amarmi - affermò lei quasi a negare quello che il ragazzo le aveva detto.
-Perché non posso? Lo so che amate quel semidio e non mi metterò in mezzo ma io vi amo - le parole del vampiro erano sincere e Leia si sentì quasi male sotto lo sguardo sofferente di Alec e sotto il mio decisamente seccato.
Lo ammetto Alec era un avversario valido. In fondo conosceva cose della principessa,che io non sapevo. Le voltò le spalle e fece per andarsene.
-Proteggi la principessa Jason - mi disse Alec e io annuii mentre lo vedevamo sparire nel tramonto.
-Alec! - Leia provò a fermarlo ma fu inutile.
Era già troppo lontano. La strinsi forte consolandola,sperando di calmarla e così fu.
Le sue lacrime si quietarono mentre tornavamo verso l'albergo.

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Capitolo 7
*** la vera prima volta ***


capitolo 7 la vera prima volta


AVVERTENZA: questo capitolo contiene una scena a ranking rosso. Chi non vuole leggere è avvertito


Jason


- senti...Ci conosciamo da molto,sei sicuro della tua scelta?-domandò la voce del mio amico Percy,io sospirai.
Mentre finivo di preparare il latte caldo per Leia. Ci eravamo finalmente riuniti,ma dopo i fatti con Piper...
Avevo un brutto presentimento ma, cercai di scacciarlo Pensando alla dolce vampira,che in questo momento riposava nella mia stanza.
- Percy io la amo - dissi al mio amico.
Il figlio di Poseidone si scompigliò i capelli annuendo,pareva più nervoso di me,inoltre sapevo che mi riteneva un verme.

Stesso pensavano gli altri,ma non mi importava...Mi importava solo di poter stare con Leia
- Lo so ma... -
Non gli diedi il tempo di replicare,poi aprì la porta prendendo un profondo respiro
- Posso...Entrare Leia? - sussurrai appena,per un po non udì un suono poi un sospiro e la sua voce
- Entra - disse,mentre mi facevo coraggio e con il vassoglio in una mano,le sorridevo.
Leia era in piedi,vestiva con una delle mie magliette,sotto aveva un paio di pantaloncini. Mi avvicinai.
Poi posai il vassoio sul comodino e le accarezzai le guance baciandola.
Sentì subito quanto fosse delicata la sua pelle,provai un leggero formicolio al altezza della spina dorsale,quando le sue dita mi sfiorarono la schiena
- Scusa lo so che sono fredda - disse lei,anche se la voce le tremava.
Io sospirai e le feci alzare piano il viso,baciandole la fronte.
Lei sorrise guardandomi mentre io le passavo le dita tra i capelli,erano delicati come seta.
-Adesso la figlia di Afrodite sarà arrabbiata - dichiarò la principessa sospirando
Non potevo darle torto sicuramente Piper era furiosa,ma io avevo fatto la mia scelta
amavo Leia,era lei che amavo e desideravo,eppure lei non sembrava felice.
Non parlava e guardava il panorama in silenzio,scorrendo lo sguardo dalla sua testa fino alla mia maglietta sorrisi e mi avvicinai,abbracciandola da dietro.
-Senti ti va di venire a ballare con me?-
Le domandai e lei mi guardò stranita,apoggiandosi a sua volta con la testa al mio petto
-È divertente - sorrisi, lei mi guardò curiosa ma poi sorrise annuendo.
Probabilmente trovava un iscita con me, un modo per non pensare a nulla
-Allora andiamo?- domandò alla fine
 Io annuii e le feci segno di seguirmi.
Salutai Percy che sospirando sorrise. Sapevo che non si fidava di Leia
Ci sarebbe voluto del tempo,perchè vedessero la ragazza coraggiosa,dolce e bella che vedevo io
Uscimmo insieme verso una delle discoteche più vicine.

Avevo una gran voglia di far vedere a Leia come si divertivano gli essere umani
La ragazza si guardava in giro mentre entravamo in discoteca piena zeppa di ragazzi che ballavano e si divertivano,faceva davvero caldo,fortuna che eravamo vestiti leggeri
-Come si fa a ballare io non sono capace -
Dichiarò Leia  nel panico più totale, io non riuscii a non sorriderle
-Non esistono passi devi solo fare ciò che vuoi - le dissi sorridendo sincero,mentre le spostavo i capelli dal viso,per poi baciarle la fronte.
Lei mi trascinò al centro della pista e iniziava a muoversi un po impacciata a causa della folla.
Inciampò e io la presi al volo prima che si facesse male,i nostri occhi si incontrarono,era bellissima e la baciai tenendola per le spalle.
Lei sorrise ricambiando,mentre mi portava le mani dietro al collo e io le stringevo la vita,stando attento a non farla cadere
-Grazie,mio eroe -
Sorrise imbarazzata lei mentre la aiutavo a rimettersi in piedi e le baciavo una ciocca di capelli
- Sono sempre quì sai? - risi
-Sono il tuo eroe - aggiunsi poi,non le diedi il tempo di fiatare che la stavo già baciando.
Lei mi strinse forte,mentre affondavo le dita tra i suoi capelli,sentì le sue dita sfiorarmi la nuca e un brivido mi percorse per tutta la schiena
Sorrisi staccandomi appena,poi le feci un inchino ridendo
- Mi permetti di ballare con te? - dissi e lei sorrise
- Solo se coprì tutti i miei errori - rispose,porgendomi la mano. Annuì e in un attimo cominciammo a ballare
La tenevo per la vita con una mano,eravamo vicinissimi,mentre ci muovevamo in perfetta armonia.
Anche se qualche volta incespicavamo un po. Le accarezzai il viso,era così bella,tanto da farmi desiderare di tenerla per sempre tra le mie braccia
Ballammo insieme per circa mezz'ora e poi ci mettemmo seduti in un angolo a bere un coktail,ovviamente analcolico.


Non ero sicuro che i vampiri potessero ubriacarsi,anche perchè Leia aveva bevuto solo sangue quindi,non sapevo come avrebbe reagito ad altro.
-Ho un po' di fame - affermai dopo un attimo sorridendo mentre lei rideva
-Andiamo a mangiare qualcosa - disse Leia alzandosi in piedi io la imitai
***
Uscimmo dal locale e ci fermammo a guardare le stelle che sembravano ancora più belle.
Il vento era pareccho freddo,si adesso mi darete del esibizionista lo so già


- Hei Leia guarda - dissi mentre chiudevo la mano a pugno per poi riaprirla ed evocavo un po di vento.
Sorrisi e muovendolo,feci passare il soffio d'aria tra i suoi capelli per poi farlo attorcigliare lungo il suo polso.
- Forte vero? - domandai
- Si moltissimo! - rispose lei abbraciandomi.
Sfortunatamente, I lamenti del mio stomaco ci distolsero da quel momento romantico
Ridemmo di gusto e riprendemmo a camminare fino al alba.
Era troppo tardi per tornare in Hotel e non sapevo nemmeno se volevo
Ci fermammo in una paninoteca e parlammo tanto,delle cose più stupide,della nostra vita.
Fu fantastico, molto diverso dagli appuntamenti che avevo vissuto con Piper della quale mi rendevo conto di non sentire la mancanza
-Non ti manca Piper?-
Domandò la ragazza,come a leggermi nel pensiero,cosa che si sapeva fare. Mentre io ingoiavo un pezzo di panino per l'imbarazzo
-Non lo so -
Affermai serio senza sapere esattamente cosa stessi provando,Piper era stata la mia prima ragazza ma Leia...
Lei mi faceva sentire davvero bene. Come se la conoscessi da una vita
- Dobbiamo trovare il pugnale - affermò lei guardando fuori dalla finestra concentrata. Forse voleva sviare il discorso
Annuii.
I miei problemi con Piper potevano aspettare adesso dovevamo completare la missione,continuai a guardarla poi ripensai al indovinello della profezia.
Leia mi guardò, io le le sorrisi notando che aveva la guancia sporca di salsa piccante.
- Sei così buffa -
Dissi scoppiando a ridere,poi le sfiorai la guancia e face scivolare la mano dietro la sua nuca facendole i grattini,lei mugulo per il mio tocco e sorrise
Presi un fazzoletto e le pulì la guancia delicatamente per poi baciarla. Era vicinissima e sentivo il cuore accelerare i battiti.
Capitava sempre più spesso da quando Leia era entrata nella mia vita. Lei rise ma poi si allontanò da me e io sospirai.
Poi mi venne un idea,qualcosa che avrebbe chiuso per sempre il problema "Piper"
-Vieni con me dai-
Mi alzai e lei mi guardò curiosa per poi seguirmi,sapevo dove portarla e sapevo che era il momento migliore per portarla in quel posto.
Sul tetto della mia vecchia scuola.


La Scuola della Natura era un posto per ragazzi problematici ma aveva il suo fascino e sopratutto, Era un posto speciale per me.
Anche se, nessuno ne conosceva il significato a parte me e Piper.
Era qui che l'avevo baciata la prima volta,mentre guardevamo lo sciame di meteore,credendo che saremmo rimasti insieme per sempre,anche se quelli erano solo ricordi creati dalla Foschia di Era
-Che posto è? - Domandò Leia mentre si avvicinava,indossava la mia giacca.
Ammetto che le stava bene,anche se ciballava un po dentro
-È un posto diciamo...Speciale per me - risi mentre lei piegava confusa la testa di lato
Leia si guardò intorno per poi guardare il panorama che si godeva da lassù
-Per te è un posto molto speciale vero? lo leggo nei tuoi occhi- affermò lei mentre io la baciavo
Annuii ma i miei pensieri erano proiettati verso il pugnale.
Dopo il crollo delle catacombe non avevamo più indizi su dove cercare. Continuavo a ripetere i versi della profezia
- All'ultima sfida siam giunti dove giusto e sbagliato son congiunti - dissi sospirando,Leia mi accarezzò i capelli
- Un giovane guerriero che sfatare le illusioni dovrà, credi si riferisca alla prova delle catacombe? -domandò lei.
Scossì la testa non sapevo che cosa voleva dire sfatare le inllusioni.
Inolte...Avevamo usato la testa per risolvere le prove,ma non mi si erano presentate inllusioni
 - O al calare della sera il mondo andrà - dissi lapidario ma venni interrotto da Leia
- Luce e tenebre si affiancheranno, bene e male lotteranno- disse
- Secondo me si risolve facilmente, Luce - mi indicò sorridendo
- tenebre - stavolta fui io ad indicare lei,accarezzandole il viso
 -Sarà l'unione di due esseri opposti a riportare l'antico pugnale-
- chiaramente si rivolge a noi - Disse la principessa,mentre si appoggiava al mio petto.

Sentivo i suoi capelli pizzicarmi la spalla,tuttavia era una bella sensazione
-Pensi che saremo noi a trovare il pugnale?-  chiese la ragazza mentre io sospiravo
-Si, ma abbiamo bisogno di fermarci a riflettere. Per prima cosa le Catacombe erano diverse da quelle che si trovano sotto Roma- dissi passandomi una mano tra i capelli
Leia non parlò poi sorrise
- Forse dovremmo tornare a Roma - disse mentre sbadigliava
Io annuì e le accarezzai piano il contorno delle labbra,prima di baciarla
- Hai sete? -
Domandai mentre la baciavo di nuovo con passione,facendola sedere sopra le mie gambe,lei portò le mani dietro al mio collo e mi guardò
- Un po,ma non tanto -
Stava mentendo,ma ormai non avevo più paura,risi e la sollevai tenendola per le gambe poi la baciai intensamente,legai la mia lingua con la sua,volevo sentire il suo sapore in bocca e volevo che lei si fidasse di me,prcependo quanto io mi fidavo di lei
Leia sorrise,al chiarore della luna la sua pelle sembrava cosi bianca,ma anche scintillante.
Si chinò sul mio collo e lo baciò lentamente,facendomi rimangiare un po tutto il mio coraggio
Le accarezzai piano la schiena,ero un condottiero,un pretore Romano! nonche il figlio del dio del cielo...Allora dovevo dimostrare di esserlo!
- Fallo Leia,bevi il mio sangue - dissi baciandole il collo
Lei gemette appena,mentre la stringevo,il suo profumo era fantastico e la sua pelle era fresca,le baciai ancora il collo,sapevo che sarebbe stato difficile,ma tentai di trattenermi
- Va bene -
Disse lei,mentre si teneva con le mani alle mie spalle e cominciava a stuzzicarmi il collo con la lingua
gemetti,era una sensazione strana,piacevole ma un po fastidiosa. Decisi di sdraiarmi,tenedola per i fianchi sopra di me,poi chiusi gli occhi.
Mi abbandinai al movimento della sua lingua,che sfiorando il mio collo lo leccava.
- Fa un po il solletico - dissi,ansimando appena per il suo continuare a sfregarsi,ammetto che cercare di calmarmi fu difficilissimo,sopratutto restare lucido
Lei sorrise e mi baciò,la strinsi forte mentre sentivo la sua lingua nella mia bocca,ingoiai un po di saliva e le accarezzai i capelli
E fu in un attimo,che il piacere lasciò posto ad un dolore acuto Che sopportai mordendomi il labbro inferiore,mentre vedevo scendere il sangue dal mio collo
Strizzai gli occhi,mentre Leia cominciava a succhiarmi il sangue.
Sentivo il rumore,avevo i brividi e vedevo Leia bere avidamente dal mio collo.
Le accarezzai piano la schiena,mentre lei ancorava le gambe al mio bacino,potevo sentirla sfregare con il corpo al mio,gemetti di piacere.
Il piacere che Leia provocava al mio corpo,sottoforma di sfregamenti e baci,che si alternavano al risucchio del sangue nel mio collo.
- L-Leia...N-non sfregarti - gemetti di nuovo,serrando le mani dietro al suo collo,poi ribaltai le posizioni,ritrovandomi sopra di lei.
- S-se fai così,poi mi tocca reagire di conseguenza - dissi sfiorandole con la punta del naso il collo
Lei sorrise e mi baciò passionale,mentre le nostre lingue si legavano,in una danza senza fine.
Le passai la mano dietro la schiena afferrandole una ciocca di capelli,per poi staccarmi e baciarle il collo.
Sentì che le sue mani mi accarezzavano il petto e di nuovo le sentì sul mio collo.
- Fulger,sei fantastico - disse lei,io risi e le baciai il naso
- Lamia anche tu lo sei -
Risi e la sollevai stringendola al petto,continuando a baciarla con passione,mentre lei si teneva a me
- D-dovremmo fermarci - dissi ormai senza fiato,lei annuì,la aiutai a rimettersi in piedi poi le mostrai la mano
Lei la strinse e sorrise,era così bello vederla sorridere
***
Tornammo in albergo che era ormai notte fonda, gli altri ci fecero ben poche domande.
Percy e Annabeth si limitarono a sospirare,Nico non disse nulla di nulla.
Leo,che era arrivato con Hazel e Zanhg, sorrise vedendomi


- Leia ti presento i miei amici - dissi indicandoli uno ad uno
- Lui è Percy Jackson figlio di Poseidone,la ragazza è Annabeth Chase figlia di Atena - dissi
Mentre Percy sorrideva al fianco di Annabeth. Era un ragazzo quasi alto come me,dagli occhi verde-blu,ricordavano il fondo del mare. I capelli invece erano neri.
Annabeth invece,aveva dei lunghi capelli biondi,parecchio mossi e un paio di occhi grigi,occhi che sapevano leggere le intenzioni di chiunque

Leia annuì e fece una riverenza che fece ridere Leo.

Leo era un ragazzotto allegro dai capelli mossi e scuri,la pelle,anche quella era un po scura. Inoltre aveva due grandi occhi allegri ma anche forti
- Che carina! io mi presento da solo Grace - disse il mio amico,avvicinandosi a Leia ridendo
- Piacere sono Leo Valdez figlio di Efesto! - affermò lui sorridendole
- Piacere - rispose formale Leia con un lieve sorriso
Sorrisi anche io,vedendo che si stava ambientando, era più disinvolta di prima. Cosa che mi faceva piacere
- E per ultimi - dissi indicando gli altri tre ragazzi
- Nico Di angelo,figlio di Ade -
Era una ragazza,dalla pelle pallida,occhi neri davvero tenebrosi,non pareva esserci nulla di più scuro al mondo. Riflettevano il suo carattere,anche i capelli erano scuri.
In quel momento nascondeva il volto con il capuccio della felpa alzò appena la mano,come un segno di saluto.
Come carattere era parecchio " freddo" ma era un bravo ragazzo in fondo,era leale e su di lui si poteva sempre contare
- Hazel Levesque sua sorella figlia di Ade -
Era una ragazza alta,molto più di Leia,con la carnagione scura,occhi giallo-marroni e capelli mossi castani,stringeva la mano di Nico,quando raggiunse un altro ragazzo
- Platone - corresse Hazel sospirando, io annui guardando lo scambio di sguardi tra lei e l'ultimo componente della squadra
- Quello accanto a lei e Frank Zhang figlio di Ares -
Aggiusi poi,mentre il ragazzo stringeva la mano ad Hazel.
Era davvero alto,con le spalle larghe. Aveva il tipico fisico da " Romano"
Lineamenti tipicamenti del sud-Est asiatico,pelle tendendte al giallo e occhi scuri,come i corti capelli
Frank era un ragazzo calmo e timido,parla sempre poco. Ma in battaglia si era rivelato forte e deciso.
Leia sorrise ad entrambi,poi li guardò tutti.
Fece un cenno verso di me, prima di prendere la parola
- Sono Leia,Lamia, Alterea. figlia di Dracula - disse
- Sono lieta di conoscervi - aggiunse poi un po intimidita dalle occhiate di Annabeth
- è una vampira -
Disse la bionda,quasi a volerla far sentire in colpa,tentai di difenderla ma intervenne Nico
- A Jason è stata data una profezia - disse il figlio del dio dei morti
- Una profezia che riguarda Leia - aggiunse poi
Calò il silenzio,mentre a parlare stavolta era un altra voce,una voce che conoscevo.
Una voce che avrei prefrito non sentire


- Jason Grace! ti sei fidanzato senza dirlo a tua sorella?! -


Come temevo...Thalia!
Una ragazza dai capelli a caschetto neri,con qualche ciocca blu. Occhi esattamente come i miei,di un intenso blu elettrico. Vestiva in stile punk e mi stava letteralmente fulminando con lo sguardo.
Tra i capelli portava una coroncina d'argento,simbolo del suo essere a capo delle cacciatrici di Artemide
- Ciao sorellona - dissi,mentre Leia si avvicinava a lei,guardandola curiosa.
- Tu sei la vampira vero? -
Domandò Thalia sbrigativa,mentre io avrei preferito scomparire dalla vergogna. Non era così che le avrei voluto presentare Leia
- Si sono io. Tu sei Thalia vero? -  Sorrise Leia, sbalordendomi.
Mentre porgeva la mano a mia sorella ,lei la guardò fredda,ma poi le strinse la mano sorridendo calma. Ovviamente sbiancai di colpo
- Si. Jason ti fa dannare? - domandò mia sorella,mentre cercavo di non avvampare dal imbarazzo
- Non molto - rise Leia,io non potei fare a meno di sorridere.
Le guardai,stavano solo prarlando,tuttavia speravo che diventassero amiche. O quanto meno non si odiassero
Così passò il resto della serata, a parlare dei vecchi tempi,mangiando e riposandoci


Quando gli altri sene andarono a dormire,sgattaiolai fuori dalla stanza,lasciando dormire Leia,peccato che lei ebbe subito l'idea di seguirmi
- Dove vai? - domandò,mettendosi una mantella e guardandomi preoccupata
- A cercare Piper - dissi mentre la abbracciavo,lei mi guardò e lesse nel pensiero
- oh Jason...Non devi farlo davvero - disse,mentre arrossiva
Volevo trovare Piper e chiarirle come stavano le cose.
Dirle che nonostante fossi stato innamorato di lei,le cose ora erano cambiate. Mi sarei scusato per non avergliene parlato prima.
Ma avrei anche messo in chiaro, che era Leia la sola che amavo ora.
Lei mi guardò poi mi baciò dolcemente,la strinsi forte ricambiando con la stessa dolcezza. Poi mi staccai piano baciandole la fronte
- Io e Thalia cela caveremo,poi ci saranno anche Annabeth e Percy -dissi per rassicurarla.
Lei annuì e io tentai di farla ridere facnedo una faccia rassicurante, almeno ci provai
- E poi tu sei in buone mani,hai Hazel,Leo e anche Frank -dissi
- E se vuoi vedermi...Ti basta chiedere a Nico - aggiunsi,mentre le accarezzavo i capelli,lei si appoggiò a me e sorrisi.
Era così dolce,piccola e delicata. le alzai il viso baciandola,poi con una mano le tolsi lentamente la mantella e le carezzai la guancia
- Leia tornerò presto lo prometto -
Mi fermai un instante guardandola e le sfiorai il braccio accarezzandolo,scendendo lentamente fino al suo fianco,per poi baciarle il collo.
Le diedi un altro bacio sulle labbra,che lei approfondì stringendomi la giacca marrone con una mano. Continuammo a baciarci raggiungendo la stanza e mi staccai appena
- Jason ti voglio -
disse lei continuando a baciarmi,io la strinsi per la vita sollevandola un po
- Sei sicura di quello che dici? -
Domandai ridendo,volevo solo essere sicuro che lei fosse pronta.
L'ultima volta non ero andato fino in fondo,anche se il motivo era Piper,ma stavolta volevo solo stare con lei
- Jason Grace...Io voglio tutto di te,ti amo ti amo tanto che sento quasi il cuore battere - disse lei arrossendo
Io la strinsi forte aprendo la porta,poi la chiusi a chiave e continuai a baciarla,stavolta,solo per quella volta...
Azzerai completamente il mio autocontrollo
Cominciai a baciarla con passione,mentre lei mi toglieva la giacca e io la facevo scivolare sul letto. Sorrisi e mi tolsi il resto dei vestiti,mentre anche lei faceva lo stesso.
La guardai,era ancora più bella di come la ricordavo,gli occhi erano tornati blu-verde,un colore davvero simile a quello di un calmo torrente.
I capelli,che rilucevano alla luce,dei raggi di luna. Ccivolavano a lato del suo collo affusolato,mentre la baciavo sulla spalla accarezzandole una gamba con la mano.
La amavo la amavo più della mia stessa vita


Leia


Lo guardai,quanto era bello,con i suoi capelli biondi che accarezzai dolcemente. Con quei suoi occhi blu come il cielo immenso,così vivi così luminosi.
Mi baciò il collo e lo mordicchò facendomi scappare alcuni gemiti,fece scivolare la lingua nel mio orecchio,solleticandolo. Sentivo la sua mano indugiare sulla mia gamba,sfiorarla e accarezzarla piano
Gememtti,sentendo le dita di Jason sfiorarmi la coscia,ebbe una reazione abbastanza strana perchè si fermò e sorrise
- P-perchè t-ti fermi? - domandai ansimando,avevo le guance un po rosse e sentivo parecchio caldo.
Lui mi baciò piano,azzerando ogni mia paura,mi accarezzò il viso poi,con le labbra scese fino a basso ventre e cominciò a leccare piano la mia intimità
Gemetti tirando la testa indietro,mentre faceva passare la sua lingua dentro la mia intimità,gemetti più forte. Sentivo caldissimo e stringevo piano i suoi capelli con le dita
- Ti piace? ti sto facendo male? - domandò Jason. Io scossì la testa ansimando
- è...è b-bellissimo - dissi un po imbarazzata.
Lui sorrise poi continò a muovere la lingua,mentre io gemevo più forte.
Il suo tocco sulle mie gambe,le sue dita che percorrevano il mio corpo,era un tocco inresistibile che mi faceva perdere i sensi,per il piacere.
- Posso? - domandò a quel punto incontrando i miei occhi.
Si era sdraiato su di me,sentivo il suo corpo schiacciato al mio e arrossì con un piccolo gemito
- S-si pu-puoi farlo J-Jason - dissi gemendo,mentre sentivo che stava entrando lentamente. Ansimai e lo strinsi graffiandogli la schiena
Lo vidi fare un po di fatica a sopportare il dolore, capì che doveva essere la prima volta anche per lui
Gli baciai piano le labbra,legando le nostre lingue,sopportando la sensazione e il dolore,che lentamente scomparvero. Era fermo,come se aspettasse un mio comando.
- P-puoi muoverti un po - dissi al culmine del imbarazzo,era la mia prima volta,avevo un po paura
Lui cominciò lentamente a muoversi,dando lievi spinte gemendo un po.
Stesso feci io stringendolo,assaporando il suo corpo,la sua presenza dentro di me,il suo profumo e il suo cuore.
Jason aumentò un po la velocità,dando spinte più forti ma lunghe,così che mi abituassi ancora al suo ritmo.
Sentivo di appartenergli,sentivo che niente ci avrebbe più separati.
Jason aumentò ancora il ritmo stavolta era velocissimo e il piacere era incredibile. Mene inebriaii stringendolo,mentre allacciavo le gambe al suo bacino e ci baciavamo.
- Ti amo Leia - disse mentre gemeva un altra volta sulle mie labbra
- Oh J-Jason...Anche io ti amo - risposi io ansimando sulle sue di labbra,mentre lo stringevo gemendo dal puro piacere
Alla fine consumammo quella notte,crollando l'uno stretto al altra.
Jason sorrise ansimando,mentre mi spostava i capelli dal viso
- è stato... - Si fermò cercando di riprendere fiato.
 Io sorrisi,appoggiando la testa contro il suo collo
- Fantastico Jason, è stato stupendo e meraviglioso - dissi poi,mentre mi addormentavo tra le sue braccia
***
Il mattino seguente,Jason era partito.
Mi svegliai e guardai il letto vuoto accanto a me. sospirai stringendo le lenzuola,avevano ancora il suo profumo di Nettare d'ambrosia. così dolce e indimenticabile.


Jason...Jason il mio Fulger l'uomo che amavo sarebbe tornato presto da me
Lui aveva preso molto di più quella notte,aveva rubato il mio cuore per sempre

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