(in)Sane di Crateide (/viewuser.php?uid=209651)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 1 *** I ***
Ti sei illusa
un’altra volta, vero cara?
Io ti avevo avvertita.
Fa male, vero?
Dico, i cocci
dell’illusione infranta che si
conficcano nella tua bella pelle bianca.
Sta zitta,
ti prego.
Taci,
non voglio ascoltarti.
La
tua voce è come un cancro nel mio
cervello.
Va
via, lasciami
in pace!
Mi fai ridere, stupida che sei
sempre stata.
La verità
ti fa male, ti ha sempre fatto male.
I miei occhi te la
mostrano, le mie parole te
la rivelano.
Lo so io e lo sai
anche tu.
Tu menti.
Tu
e quel
fottuto specchio!
Ah, lo specchio!
Oh no, lui non mente mai. Sei TU
quella che mente a se stessa.
Ti sei sbagliata, è questa la realtà.
Hai voluto vedere ciò che non c’è,
ciò che
non sei e mai sarai.
...
Sono lacrime,
quelle?
Sei ridicola.
E grassa!
E grassa!
E grassa!
Io
sto dimagrendo, è un dato di fatto.
Lo sto facendo di nuovo.
I jeans vanno più larghi.
Sto per abbandonare i 50 Kg.
Di nuovo!
E pensi che
basti?
Guardarti. Guardati davvero.
Non sarai mai come desideri, finché ci sarò
io a mostrarti la Verità.
So cosa
stai facendo.
Non
ci riuscirai questa volta.
No?
Ci sto già riuscendo!
L’ho fatto poco fa, mentre ti osservavi
l’addome e le cosce.
E ti
sei fatta schifo.
L’ho
fatto l’altra sera, quando hai guardato
le braccia.
E ti
sei fatta schifo.
Continuerò a farlo,
lo sai?
Ma
perché?
Perché mi demolisci, invece di
sostenermi?
TU
SEI ME!
Proprio perché io
sono te, so che non
siamo abbastanza.
Ti sprono, mia piccola
ingenua.
Tu mi fai
del male, come hanno fatto gli
altri.
Sbagliato.
Io
ti do potere.
Non
durerà, lo sappiamo entrambe.
Abbiamo imparato dai nostri
errori, ricordi?
Mi
abbufferò.
Ricordi il dolore?
Tu
eri morta.
No, non lo farai.
E sai perché?
Perché non ne hai più bisogno. Non
hai più bisogno di nasconderti.
Secondo te,
perché sono tornata?
Ho
preso il posto che mi spetta di
diritto!
Te
l’ho dato io, quel posto.
Mi hai ceduto di nuovo il
Trono, principessina.
Sei pronta ad
ubbidirmi?
...
È
sbagliato!
Tu sei
sbagliata!
Ma
lo desideri, perché ti ostini a negarlo?
Vuoi quel
dolore,
vuoi sentire le
ossa
sotto
le dita.
Non
puoi nascondermi i tuoi pensieri né il
piacere
che
provi quando picchietti le unghie sulle costole sporgenti...
No.
Ho
tutto da perdere, questa volta.
Non tieni davvero a
ciò che hai, lo sai
benissimo.
Sei una b u g i a
r d a.
Non
è vero.
Non è
abbastanza, per te.
Sei
avida,
vuoi di più. Ma sei anche un’inetta,
perché non sei in grado di prendertelo!
Vuoi che lo faccia io al tuo posto.
Ammettilo!
No!
...Sì!
E lo farò, ma petite.
Mia piccola.
Mia piccola stupida.
Torna a farti
schifo e lascia che ti
consoli.
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Capitolo 2 *** II ***
Piangere non
serve a niente, lo sai.
Soprattutto se la colpa
è solo tua.
Tu mi avevi
detto che mi avresti
aiutata.
Mi hai
mentito!
Ah!
Non è
la prima volta che lo faccio, bambina.
Volevo solo metterti alla
prova.
So di essere
forte, non ho bisogno
di dimostrartelo.
Non lo sei,
invece.
Sei una delusione,
un continuo
fallimento.
La colpa
è solo tua!
Mi hai di
nuovo sedotta con le tue
false promesse...
Non provarci, ma petite!
La colpa
è solo ed unicamente tua, te l’ho già
detto. Sei tu quella debole.
Io ho provato ad
esortarti, ma tu hai ceduto.
Davvero credevi
di poter resistere?
Non dimostrerai mai nulla a te
stessa!
Non devo
dimostrare niente!
A
no?
Sai che non puoi
nascondermi i tuoi pensieri. Io
so la verità!
Vuoi conoscerla?
Vuoi che te la sbatta in faccia
una volta per tutte? Ebbene, la verità è che ti
senti una fallita, sai di esserlo.
Sei consapevole
del fatto che non raggiungerai mai
un obiettivo, nemmeno il più
banale.
Vorresti
riacquistare il controllo, ma non ci
riuscirai. Invece di riprovare e riprovare, preferisci arrenderti.
Sei
indolente!
È
vero.
Mi
dispiace.
Guardati.
Fai
pena.
Non sei nemmeno
capace di difenderti da te
stessa!
Dispiacerti non
ti aiuterà.
Continuerai a
fallire, lo sai.
Perché
mi cerchi? Perché mi chiami, mi stuzzichi?
Sai meglio di me
che il mio aiuto è
completamente inutile. Tu non sei
all’altezza
di ciò che desideri!
Invidi gli
altri, i loro successi e addirittura il loro modo d’essere.
Senti la rabbia
trafiggerti il fegato ogni volta
che riescono dove tu fallisci, ogni volta che mi danno retta, mentre tu
fai
orecchie da mercante.
È
inutile che scorri le foto di quelle
ragazze o che t’arrabbi del loro
Controllo. A te basta un nonnulla e – TAC!
– sei lì a piangere, a deprimerti, a pensare
“tanto cederò...”, senza avere nemmeno
la forza di dirti “devo riprovarci” o
“devo resistere”.
Come posso
aiutarti se sei TU quella che non
ascolta, che non vuole fare nulla?
A-ah!
Quanto ti brucia
sentirtelo dire, eh? Non vuoi fare
nulla.
Sai che
è vero, lo dimostri ogni fottuto giorno!
Davvero, piccola stupida
donnetta, cosa
pretendi da me?
Non lo so.
Pensavo che
questa volta mi avresti
aiutato.
Mi ero
illusa che non avresti fatto
la stronza...
Io ti ho
aiutata, ma tu mi hai ignorato!
Hai preferito
cedere, hai preferito la via più
semplice, nonostante sia quella che ti faccia sentire sporca come in
passato.
Adesso, per
favore, pagane le conseguenze e stai
zitta.
Questa volta, mi querida, affonda da sola.
Note:
Mi sembra
doveroso dare
qualche spiegazione, ora.
Questa raccolta raccoglie
– perdonate il gioco di parole – tutti quei
discorsi e quei pensieri che da
quasi 12 anni a questa parte mi picchiano dentro la testa.
Non
m’importa del destino
di questo lavoro: l’ho iniziato solo perché ho
bisogno di scrivere ciò che mi
passa per la testa e di tenere tutto insieme. Mettere a nudo questi
pensieri mi
aiuta, perché significa ammettere tante verità
che non ho il coraggio di
confidare a nessuno.
In
fondo, in questo luogo
fittizio sono solo una
qualunque.
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Capitolo 3 *** III ***
Stai
zitta.
Lasciami
parlare, ma petite.
Mi
chiedo chi di noi due, ora, sia la Voce della Ragione.
Chissà,
forse è vero quell’adagio che recita:
“la Verità sta nel mezzo”.
Beh,
di certo a te le mezze misure non sono mai piaciute.
O
tutto o niente, o bianco o nero, o adesso o mai. Vuoi forse negarlo?
Perché
ti imbestialisci così tanto, eh?
Hai
scelto tutto, al posto del niente.
Nessuno ti ha costretta!
Non
ti sta bene? Prenditela con te stessa, cara.
Vorresti
il niente per avere tutto, ma non ne sei capace.
Hai
imparato a mentire così bene, che anche la psicologa crede
alle tue balle!
Quanto
ti senti patetica?
Molto.
Tantissimo.
Infinitamente.
Io
lo so: siamo la stessa persona, ricordi?
E io
la conosco, la Verità. Perché non la ammetti
anche a te stessa?
Di
cosa hai paura? Dubito che riusciresti a farti più schifo di
così.
Tutti
quei propositi, tutte quelle belle parole... cazzate!
Sei
un’ottima attrice. Accarezzerei l’idea di fare
teatro, se fossi in te.
Ah,
aspetta. Il Teatro è una delle tante cose che avresti voluto
fare, ma che non
hai mai avuto le palle di iniziare.
Hai finito,
maledizione?
Non so
più dove andare a sbattere
la testa.
Non
riesco più a scrivere.
Ci
riesci, invece. Ma ti fa schifo tutto ciò che butti
giù su questi dannati fogli!
Riesci
a demolirti con le tue stesse mani, ne sei consapevole?
Ti
abbatti, ti vomiti veleno addosso, ti disprezzi. Ti odi.
Come
pretendi di avere un minimo di controllo? Anche il cibo è
un’arma che utilizzi
contro te stessa.
Sai
dove andrai a finire!
No, Ossessione.
Questa volta sei
tu
a sbagliare.
E sai
perché? Perché la rotta
cambia insieme al vento...
Note:
Questo
scritto risale a più di due settimane fa. Adesso la situazione
è cambiata, ma
non so se in negativo o in positivo.
Ho
voluto pubblicare lo stesso queste riflessioni, perché
niente deve andare
perduto.
A
presto!
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Capitolo 4 *** IV ***
Smettila
di sogghignare.
Non guardarmi con quegli occhi di
brace.
La tua espressione perversa mi
disgusta.
Vuoi che ti dica che avevi ragione
tu? Sai già di averla!
“Io
e te siamo la stessa persona”,
non sei stata tu a dirmelo?
Cosa
odono le mie orecchie?
Stai
forse proclamando la tua ennesima quanto ovvia sconfitta?
Certo
che ho ragione. Io sto ridendo di te, ma
petite.
Ci
vuole davvero poco per demolirti, è fin troppo facile.
Vederti
crollare come un castello di sabbia mi fa scompisciare!
Ti
odio.
Sei lì, sul tuo Trono, senza fare nulla per
aiutarmi.
Ti sembra
giusto?
Non
puoi prendertela con me per la tua indolenza... o perché ti
sei illusa, di
nuovo.
È
un brutto vizio, lo sai? Di gran lunga peggiore del fumo.
Ciondola la testa,
l’Ossessione,
esprimendo tutto il suo dissenso.
Si blocca di colpo
e l’espressione
sornione che ha sul volto muta: i lineamenti s’increspano
come onde, le labbra scoprono
i denti e le palpebre divengono due piccole fessure dardeggianti.
L’Ossessione
ha un aspetto ferino,
ora.
Tu torni da me solo quando ti
conviene.
Torni con la coda fra
le gambe e le ginocchia
sbucciate dopo l’ennesima caduta.
Divento la tua
migliore amica quando arrivi
alla sera che non ti reggi in piedi, quando ti specchi e vedi lo spazio
fra le
cosce e le costole sporgere sotto la pelle. Mi apprezzi solo quando
indossi una
taglia 34, quando puoi mettere di nuovo i pantaloni dei Giorni Gloriosi.
Non credi di essere
immensamente stupida e
pateticamente ridicola, bambina?
Non
cercare d’ingannarmi.
In quei momenti tu mi esorti a
continuare, mi riempi la testa di promesse che alla fine non mantieni.
Mi presti i tuoi maledetti occhi,
che non mi permettono di vedere la realtà!
Il tuo è un giochetto subdolo e
malvagio.
Sei
sadica.
Ciò
che vedo io è diverso da ciò che vedi tu e da
ciò che vedono gli altri, cara.
Lo
abbiamo imparato tanto tempo fa, non essere ingenua.
L’Ossessione
scimmiotta medici e
psicologi, amici e famigliari: semplicemente, tutti coloro che si sono
riempiti
la bocca di tali parole.
“Non
vedi che sei magra?”.
“Anche
se la taglia cambia da un modello di
pantalone ad un altro, tu sei sempre uguale”.
“Non
è grasso quello che hai addosso! Dove lo
vedi?”.
Ah, aspetta! Aspetta!
La psicologia inversa
adottata dal
Centro-che-non-deve-essere-nominato rimarrà sempre la mia
preferita: “Anoressia?
Nessuno ha mai detto che tu ne soffra!”.
Ammetto di aver
adorato anche la tua
risposta, che meritava un sincero applauso: “E allora cosa ci faccio qui?”. Se non sbaglio,
poi, ti sei alzata e
te ne sei andata, vero?
È stato un
bello spettacolo.
...
Avevano
ragione, Ossessione.
Oh, se l’avevano!
Non conta il numero che compare sulla
bilancia, se poi nella realtà non sembri nemmeno
lontanamente magra.
Chi
è che mente, qui?
L’Ossessione muta
ancora, diventa
innocente e spietata come una bambina.
Quello
di ieri è stato un duro colpo da incassare, vero?
Stare
in mezzo alla gente, dico. Camminare per il Centro della
città e sentirsi
goffa, grassa e brutta.
Suvvia,
non c’è motivo di vergognarsi!
Tutte
quelle belle ragazze sorridenti, ben vestite e magre,
avrebbero fatto ingelosire chiunque come te.
Erano il tuo
esatto opposto!
Tu,
invece... eri lì, anonima e invisibile, con il tuo non-stile
di cattivo gusto,
il volto che vorresti nascondere sotto un sacchetto di cartone e il tuo
rivoltante fisico.
Il
confronto ti fa aprire gli occhi, ma
petite.
Potevi
risparmiarti quei sussurri
maligni, Ossessione.
Non ne avevo alcun bisogno!
Mi fai
male, lo capisci?
Ancora?
Non sono io a farti male, ma la Verità.
Non
sei in grado di contraddirmi, così come non lo è
nemmeno la psicologa. A differenza
di ciò che dice lei, io non ho mai
assolutizzato nulla e ho sempre e solo constatato la realtà
dei fatti.
Perché
contemplare chi ha la pancia più prominente o le cosce
più grosse delle tue? Non
ti serve un misero palliativo o una scusa per farmi tacere. Non
metterti il
prosciutto sugli occhi!
Sei
troppo intelligente, mi
querida, per
lasciarti
ingannare da questi giochetti psicologici. Probabilmente,
l’ha capito anche chi
cerca di inculcarteli...
E
cosa dovrei fare, allora?
Sto
vivendo in un Limbo dove da una
parte ci sei tu, irraggiungibile e agognata, mentre
dall’altra... cosa
c’è?
L’Ossessione
sorride, torna a mostrare
il suo perfido ghigno.
E tace.
Note:
Ieri
e oggi sono state due giornate davvero pessime, piene di errori e
dolore. Avevo
bisogno di buttare giù qualcosa, anche se probabilmente
questo è il dialogo più
delirante che abbia mai avuto con me stessa.
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Capitolo 5 *** V ***
Stronza.
Sei una
maledetta stronza.
Sempre pronta a
rovinare tutto. Tutto...
Ho saggiato la
libertà, ho gustato fino in fondo il
Controllo e l’indifferenza.
Ho gioito di
nuovo per la fame, per lo stomaco
vuoto, per le vertigini, la spossatezza e la testa che girava.
Ho esultato
davanti a quel 4 sulla bilancia, ritornato
a farsi vedere dopo tanti – troppi
–
anni di tentativi.
...Ma ho avuto
anche paura, sì.
Ho avuto paura
che potesse ricominciare tutto da
capo, che si potesse ripetere il copione, che questo maledetto libro
riproponesse
sadicamente i
suoi capitoli peggiori.
Perché,
no, al peggio non c’è mai fine.
Sei consapevole,
ma petite, che ce l’hai
con te
stessa?
Non
sono io l’oggetto della tua rabbia, del tuo odio e del tuo
disprezzo.
Sbaglio, o sei
stata TU a dire che siamo la stessa
persona?
Touché.
Sono confusa, davvero
confusa.
Qualcosa in me
è cambiato nel corso degli anni e
oggi mi ritrovo a vivere in un modo del tutto diverso una situazione
che è così
meravigliosamente
famigliare.
Non so come
inquadrarla, non faccio nemmeno
progetti.
Mi sono
ritrovata semplicemente a viverla, ecco tutto.
Mi ripeto che ad
oggi la priorità è
l’Università e
che l’alimentazione – e tutto ciò che
essa ingloba – è ormai passata in secondo
piano.
Ma è
davvero così?
...
Rispondi,
maledizione!
Forse
sì,
forse no.
Vuoi sapere
se stai mentendo a te stessa?
Certo,
che lo stai facendo.
Su cosa?
Ah, non
lo so. Potresti mentire su tutto... o su niente.
Hai
mai pensato di poter mentire alla
menzogna?
È
semplice
credere alle bugie, dovresti saperlo!
La vera
domanda che mi farei, mi querida, è: quanto
durerà?
Desideri
già rovinarmi tutto.
Come questa
mattina, vero?
Tutto
ciò che ho ottenuto non ti basta più.
Io non
mi accontento mai, cara, e dovresti imparare a farlo anche tu.
Ho sempre fame
del Vuoto, io.
Cosa ti ha fatto
scattare?
Non ti sei
sentita più importante? Hai pensato che
ti abbia sminuita, ieri?
Ho detto
che non conti niente, mi pare...
Ecco una
prima menzogna, cara!
Io conto
eccome, ma hai trovato
nell’Università
una buona distrazione.
Sei furba
e, lo riconosco, sei stata anche brava.
Tu sai
che sono importante e che in realtà sono io ad avere il
coltello dalla parte
del manico.
Illuditi
quanto vuoi del contrario. Prima o poi tornerai da me strisciando e
implorando
pietà!
Non stai
parlando più come l’Ossessione.
Stai parlando
come la Bestia.
...
“I
mostri sono reali e anche i fantasmi
sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono”1.
Una bella scusa
per soccombere a noi stessi.
Ma, in fondo,
proprio oggi ho sperimentato sulla mia
pelle che la Bestia si è nascosta e che attende solo che le
volti le spalle per
aggredirmi di
nuovo.
Rivuole la mia
vita, così come la vuoi anche tu.
E se, invece,
questa volta fossi io a strapparla dalle vostre grinfie?
Prenditela,
pure, se ci tieni così tanto.
Ma sappiamo
già che alla prima occasione la rimetterai sulla piazza come
una prostituta, in
attesa che io o
la Bestia – o
entrambe? – riprendiamo a giocare con lei come un
gatto con un gomitolo.
1 la
frase è di Stephen King.
|
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Capitolo 6 *** VI ***
Tu
mi conosci meglio di quanto io conosca me stessa.
A
te è affidata la Verità che si nasconde dietro
alle
parole dette, ai pensieri pensati.
Paradossalmente,
sei una Bugia che smaschera altre
bugie.
L’Ossessione
guarda, tace.
Qualcosa in lei
è cambiato.
La pelle
è diafana e non più scura, i capelli neri e
scarmigliati, il viso scarno, gli occhi sono due pozzi vuoti.
L’Ossessione
guarda. E tace ancora.
Dimmela
tu, la Verità.
Sarà
meno doloroso saperla da te, che fai parte di me.
Sarà come udirla dalle mie stesse labbra.
Pensare
che tu sia Altro da me, mi consola.
L’Ossessione
guarda, tace.
Si fa lontana,
si fa straniera. È diversa, non sembra
lei.
Ha perduto il
nome, le è caduta la maschera... o ne ha
messa un’altra.
I suoi occhi
brillano sul viso pallido, una Notte
senza stelle che pulsa nel cuore del Plenilunio.
L’Ossessione
guarda. E le sue labbra viola si
stringono.
Dimmi,
Ossessione: voglio
solo fuggire o desidero davvero sbarazzarmi di te?
Sei
tu a precludermi la Vita o sono io ad aver paura
della Vita? Cosa sei ai miei occhi, Ossessione? Sei
la Carceriera o la Madre chioccia?
Sono
sospesa fra la teoria e la pratica, fra il Pensiero
e l’Atto, fra la stasi e il vivere.
Sono
fra la Domanda e la Risposta, fra il Sì e il No,
fra il Successo e il Fallimento, fra l’Agire e
l’Immobilità.
Tik-Tok
Tik-Tok
Tik-Tok
Il
tempo passa, severo. Le
occasioni sono frutti non
colti e lasciati marcire.
L’Ossessione
sbatte le palpebre, schiude le labbra.
Ciocche
nere le cadono sugli occhi – sipari
alla fine dello spettacolo
– assecondando
il movimento del capo. La pelle d’avorio si tende, diventa
sottile su quel viso
scheletrico: il sorriso si allarga sempre più.
Voglio
liberarmi di te, Ossessione.
Sono
io a non volermi liberare di te, ma
petite.
Note:
In questo
periodo le
cose non vanno bene e mi sento in bilico. Dall’ultimo
aggiornamento è passato
un po’ di tempo e come avrete notato le cose sono cambiate...
beh, in fondo
anche le ossessioni, come le persone, sono soggette a cambiamenti e
volta-faccia.
Devo prendere
una
decisione importante – un probabile ricovero – ma
non so se voglio farlo perché
spinta dal desiderio di fuggire da una realtà che mi va
stretta e da una vita
che non so gestire oppure perché voglio davvero decidermi a
lottare. La motivazione
cambia il risultato!
Non chiedo
consigli,
non ora e non a voi: voglio solo sfogarmi e affidare alla scrittura le
mie
urla.
|
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Capitolo 7 *** VII ***
Sei
un’Ossessione
che fa paura.
Molta paura.
La tua voce
è
lugubre, roboante. Profonda come un abisso tetro e senza fondo, nel
quale ho
rischiato di precipitare. Di nuovo.
Non rispondi,
Ossessione, perché tu non hai voce.
Tu, sei una
parola.
Una parola
orribile.
Una parola
che stavo per conoscere, per afferrare nel suo significato
più intrinseco.
Una parola
che da quel lontano giorno mi ha sempre fatto paura.
Suicidio.
Le dita
tremano, mentre ti scrivo. Il cuore mi balza nel petto, il respiro si
spezza. Annaspo,
precipito, mi agito e mi contorco nel disperato tentativo di strapparti
dalla
mia mente, di mandarti via, di cancellarti, eliminarti, distruggerti. Ucciderti.
Mi hai
martoriata con giornate infernali, ma non hai vinto e – no
– non vincerai.
Non hai
potuto in passato e non lo farai adesso, mia cara Ossessione.
Tu taci, ma
so che mi ascolti. Sei in ogni sussurro, ti annidi negli angoli
più reconditi
della mia mente per saltare fuori all’improvviso, per
ghermirmi, ferirmi,
tentare di strapparmi ad una vita che voglio vivere con tutte le mie
forze.
La Morte
è l’unica
certezza che pone fine al dolore, ma io scelgo il Possibile,
l’Indefinito, il
Forse che mi offre una vita che vale la pena di essere vissuta.
Perché io
respiro, perché io sono nel mondo. E ci sono tante cose che
voglio ancora fare.
No, Ossessione,
non vincerai.
Calpestami,
aggrediscimi, ma io non cederò. Potrai spaventarmi,
terrorizzarmi, atterrirmi,
sbatacchiarmi, ma il mio appiglio rimarrà sempre questo mio
Essere nel Mondo.
La Fragranza
della Vita, sarà sempre migliore del
fetido alito della Morte.
Angolino
dell’autrice:
Devo delle
spiegazioni (almeno credo),
perché mi rendo conto che questo breve scritto è
molto forte.
Tre anni fa ho
tentato il suicidio ed
è stato un trauma che non ho mai superato. Negli ultimi
tre-quattro mesi l’Ossessione
si è ripresentata (assolutamente non voluta) e mi sono
ritrovata a vivere
momenti davvero spiacevoli. Nelle ultime settimane, per fortuna, sto
meglio e
sto pian piano riprendendo in mano la mia vita.
Mi sono lasciata
dominare dall’ansia
e purtroppo questo è un nemico davvero duro a morire.
I momenti di
sconforto ci sono e ci
saranno sempre, ma l’importante è che vengano
controbilanciati dal palpito
della vita vera.
Io non mi
arrendo.
|
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Capitolo 8 *** VIII ***
L’Ossessione
è uno strepito indistinto.
Urla, urla,
urla.
Urla.
E ripete
sempre le stesse frasi.
Ossessiva.
È
lì, che
mi guarda.
Ghigna.
Ma petite,
cou-cou.
Non puoi
sfuggirmi, oh mio prediletto
Fallimento.
Soffri?
Gorgheggio.
Annaspo in
cerca di parole.
Un cappio mi
stringe
la gola,
tenaglie mi
legano
le dita,
fauci
metalliche divorano i miei pensieri.
Non
parlo
più.
È un
gioco da ragazzi spezzare la tua
volontà.
Guarda!
Ti stringo fra
l’indice e il pollice.
Ti lascio o ti
schiaccio, mi querida?
Tic-tac.
Tic-tac.
Lacrime,
amare lacrime.
Bruciano come
fuoco.
Cascate di
fiamma sulle mie guance di ghiaccio.
Pugnale.
È
lì,
conficcato nel mio cuore.
Gira e
rigira.
E fa male.
La mia mente!
La mia mente!
Un sussurro.
Abbandona la
speranza.
Legata a me per sempre,
continuerò a
sussurrarti nell’orecchio.
Che cosa?
Ssshhh.
S i l e n z i o
|
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Capitolo 9 *** IX ***
Sei tornata ad
essere urla e strepiti.
Sei tornata ad
essere Amica e Nemica al tempo stesso.
Sei tornata ad
essere la mia carnefice.
Mi sei mancata,
Ossessione.
Attenta a non perdermi di
nuovo,
stavolta.
Dentro di
me qualcosa è cambiato.
Sicura che sia
dentro di te e non
fuori?
Sei rimasta sola, ricordi?
La solitudine mi
dà forza.
Non ho
niente e nessuno per cui lottare, ma...
...Ma?
...Ma mi chiedo
se non si rivelerà essere un’arma a
doppio taglio.
Ho
già assaporato questo piatto.
Ho
già bevuto questo veleno.
Ho
già sofferto questo dolore.
Vorrei fuggire,
ma non ci riesco.
Sono
sull’orlo di un precipizio.
Sono in caduta
libera.
Io sono stanca
di te, ma petite.
Mi chiami solo
quando non hai più
nessuno.
E adesso, mi querida, non hai davvero nessuno!
Lo so.
E,
chissà, forse è la mia fortuna.
Forse, il non
essere più amata mi darà la forza per
abbandonarmi al tuo abbraccio.
Per sempre.
Nel mio
abbraccio si muore.
Ricordalo!
Si muore anche
fuori.
Ma meglio
fra le braccia di qualcuno che sul ciglio di
una strada lastricata di disperazione.
Stai ridendo.
Ti vedo.
Anche se il tuo
volto è serio.
Anche se i tuoi
occhi sono arrossati.
Anche se il
dolore al petto ti
schiaccia.
Tu ridi.
Perché?
Perché
questa, Ossessione, è la prima volta che mi
ascolti.
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Capitolo 10 *** X ***
Tutto questo
potere mi sta uccidendo.
Te ne sei preso
un’infinità.
Di nuovo,
non me lo aspettavo.
Ti
sbagli, mi querida.
Sei
tu che me ne hai dato molto.
E
ti piace. Schifosamente.
Ti
piacciono le mie torture.
Ti
piace udire i miei sussurri nella mente.
Ti
piace sentirti dire che fai schifo.
Ti
piace avvertire il bruciore dei muscoli dopo gli esercizi.
Ti
piace lo stomaco vuoto.
Ti
piace quel numero sulla bilancia che scende.
Oh, se ti piace!
Non credevo che
sarebbe durato.
Al primo sgarro
mi son detta: “ecco, è già tutto
finito”.
Invece, tu sei
ancora qui.
Perché?
Fai parte
del passato. Di un passato che desidero solo
dimenticare!
Sei
in errore, sciocca!
Io
sono sempre stata il tuo presente.
Con
un’altra maschera.
Con
un altro viso.
Con
un’altra voce.
Con
altre esigenze.
Con
un altro sintomo.
Ma
ci sono sempre stata e sempre ci sarò.
C’è
qualcosa di sbagliato, in tutto questo.
Non sei
più un’Ossessione.
Sei cambiata.
Sei
diventata volontà.
La
volontà ha potere.
Finché
dura, Ossessione.
Finché
dura.
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