Io dono, ma tu mi salvi

di M_USA14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The party ***
Capitolo 2: *** Worst night ever ***
Capitolo 3: *** His name is... ***
Capitolo 4: *** You're here ***
Capitolo 5: *** I'm in love with you ***
Capitolo 6: *** True love ***
Capitolo 7: *** We'll go there, together ***
Capitolo 8: *** You never said that ***
Capitolo 9: *** I wanna know the truth ***
Capitolo 10: *** Don't leave me ***
Capitolo 11: *** Exams ***
Capitolo 12: *** Suprise ***
Capitolo 13: *** Our vacation ***
Capitolo 14: *** Our love ***
Capitolo 15: *** Back home ***
Capitolo 16: *** It's not working anymore ***
Capitolo 17: *** Seeing you again ***
Capitolo 18: *** I just love you ***
Capitolo 19: *** I love you no matter what ***
Capitolo 20: *** Making plans ***
Capitolo 21: *** It's the end ***
Capitolo 22: *** It's not fair ***
Capitolo 23: *** The perfect song ***
Capitolo 24: *** I can't believe it ***
Capitolo 25: *** We're not alone ***
Capitolo 26: *** No! Yes! ***
Capitolo 27: *** Our future ***



Capitolo 1
*** The party ***


E’ un’ora e mezza che sento parlare di Ungaretti, non penso di farcela ancora per molto.
“Mancano ancora 10 minuti...” dissi tra me e me mentre il professore continuava a spiegare.
“Cavalli!” chiamò il professore e subito mi voltai a vedere il ragazzo seduto due file dietro di me mentre si alzava di scatto dal banco, mi fece ridere.
“Buona notte” disse il professore continuando la sua interminabile spiegazione.
“Ginevra” sentii chiamare.
“Ginevra!” mi voltai e vidi Vanessa mentre si sporgeva dal suo banco per riuscire a parlarmi.
“Cosa?” chiesi sottovoce.
“Vieni con me ed Eugi a fare shopping oggi pomeriggio?”
“Non posso, devo studiare”
“Dici sempre così! Avanti, per una volta”
“Non posso Vane, davvero. Sono indietro” risposi e mi voltai per ricominciare a prendere appunti.
“Cavoli, 20 pagine di appunti presi a mano in due ore di lezione. E chi ha voglia di sistemarli oggi pomeriggio?” pensai.
“Vane, ho cambiato idea. Ci vediamo da me alle tre” dissi guardandola e lei mi sorrise.
Dopo qualche minuto la campanella suonò e finalmente mi alzai per uscire dalla classe. Sistemai i libri nello zaino e mi incamminai verso casa.
“Sono a casa” dissi entrando dalla porta e subito mamma mi venne incontro.
“Ciao Gin, come è andata oggi?”
“Il solito, niente di che” dissi entrando in cucina.
“Papà?”
“Deve ancora tornare dal lavoro”
“Ok, senti io oggi pomeriggio esco con Vane e Eugi. Andiamo a fare shopping, tutto questo studio mi sta dando alla testa”
“Va bene ma solo per oggi. Lo sai che hai gli esami quest’anno”
“Lo so mamma” dissi e salii in camera mia. Aprii l’armadio e pensai a cosa mettermi per oggi ma credo che rimarrò vestita così.
Mi guardai allo specchio e vidi tutte le mie foto attaccate ad esso. Adoro le mie foto.
Vanessa ed Eugenia sono le mie migliori amiche, ci conosciamo da sempre. Siamo sempre andate a scuola insieme sin dall’asilo e ora io e Vane siamo nella stessa classe. Eugi invece, è nella stessa nostra scuola ma frequenta il liceo scientifico mentre io e Vane siamo nel liceo linguistico.
Vanessa è una delle più belle ragazze che io abbia mai conosciuto. E’ alta e magra, invidio moltissimo le sue curve. Lei è perfetta, mora con gli occhi verdi. Eugenia invece è il suo opposto: bassa e un po’ grassottella, bionda e occhi azzurri.
Io sono Ginevra e sono un misto delle due. Non sono molto alta e non sono magrissima, diciamo che mi va bene così. Capelli castani e occhi verdi molto scuri. Abbiamo tutte e tre la stessa età, quest’anno compiremo 19 anni e Eugenia sarà la prima dato che li fa a gennaio.
La scuola è iniziata da quasi un mese e già ci stiamo annoiando, io non sono mai stata una ragazza molto studiosa, mai come Eugenia che ha la media del 9, ma neanche messa male come Vane che ogni anno ci arriva a stento alla promozione. Sono sempre la via di mezzo.
Dopo aver pranzato tirai fuori i libri dallo zaino e sentii il campanello suonare. Presi la giacca ed uscii di casa.
“Ciao ragazze” dissi sedendomi davanti, Vane è sempre quella che guida anche se pure io e Eugi abbiamo la patente.
“Ciao splendore” disse Eugi e sorrisi.
“Come state?” chiese poi.
“Tutto bene, però oggi che rottura di palle a scuola” rispose Vanessa.
“Mmh...” rispose l’altra.
“Cambiando discorso, c’è una super festa sabato sera a casa di Marco. Sono stata invitata e mi ha detto che posso portare chi voglio. Voi ovviamente venite con me” disse Vane.
“Ma anche no” risposi.
“Come no?”
“Lo sai che Marco non mi va a genio”
“Dio mio Gin ti devi svegliare! Hai 19 anni e sei ancora vergine, quand’è che te ne troverai uno? Se non esci e non conosci non succede”
Ecco, questa è una cosa che mi differenzia dalle due mie amiche. Sono ancora vergine e spesso, non so perché, questo è un grosso problema.
“Ma perché me lo dovete sempre rinfacciare? Succederà al momento giusto con la persona giusta”
“D’accordo. Però vieni con noi sabato sera” disse Eugi.
“Va bene” dissi arrendendomi.
Passammo l’intero pomeriggio dentro il centro commerciale e comprammo anche i vestiti per sabato sera.
Presi un vestito nero che mi arrivava a metà coscia senza spalline, mi stava molto bene. Dopo i vestiti passammo alle scarpe ma sapevo di avere un paio di tacchi a casa.
“Ci vediamo domani a scuola” dissi scendendo dall’auto con qualche sacchetto in mano.
“Ciao” mi salutarono e vidi la macchina sparire nella via.
 
“Sono stanca morta” pensai sdraiandomi sul letto, mi feci una doccia veloce e poi preparai lo zaino. Scesi e cenai con la mia famiglia.
“Notizie di Edo?” chiesi e papà rispose
“Ha telefonato stamattina. Ha detto che sta bene e dovrebbe tornare per Natale”
“Bene” dissi sorridendo. Edo è Edoardo, il mio fratello maggiore. Ha ventun’ anni e studia all’università di Roma, mentre noi abitiamo a Torino.
“Ah dimenticavo, sabato Vane mi ha invitato ad una festa. Posso andare?”
“Festa dove?”
“Da Marco, è una festa in casa”
“Va bene” rispose papà e gli sorrisi. Dopo aver cenato salii in camera mia e feci i compiti, poi guardai facebook.
“Pronti per sabato sera ragazzi? Festa da sballo” lessi sulla bacheca e sorrisi.
“Musica, alcool e ragazze” lessi ancora uno dei tanti commenti.
“Ragazze soprattutto! A non finire!” alzai gli occhi a quel commento. Possibile che i ragazzi debbano pensare sempre a quello?  
Presi il telefono ed inviai un messaggio.
A Hazza: Ehi riccio, ci vai alla festa sabato sera?
Da Hazza: Certo bambola.
A Hazza: Ti prego, sei il mio migliore amico ma bambola no, per favore.
Da Hazza: Va bene, tu ci sarai?
A Hazza: Sì, Vane e Eugi mi costringono ma non ho molta voglia.
Da Hazza: Dai su, ci divertiremo. Porto anche i ragazzi con me.
A Hazza: Proprio tutti?
Da Hazza: Sì, Louis e Niall.
A Hazza: Lo sai che Eugi sbava dietro a Louis da anni.
Da Hazza: Meglio, avranno modo di parlare.
A Hazza: Mmh…ok. Tu invece come farai?
Da Hazza: Io non farò proprio niente. Troverò una bella pollastrella per una notte.
A Hazza: Allora ti auguro di trovarla. Ora vado a dormire che è tardi, ci vediamo domani all’entrata.
Da Hazza: Come al solito. Ti voglio bene Gin.
A Hazza: Anche io Harry.
Dopo aver sorriso al pensiero di Harry spensi il telefono e mi fiondai sotto il piumone. Forse dovrei parlare con Harry e dirgli che Vane è innamorata di lui. Mah, vedrò cosa fare….
Pensai e ripensai alla festa di sabato, ossia domani sera. Qualcosa mi dice che non andrà tutto bene.
Cercai di pensare ad altro e in poco tempo mi addormentai.


Il mattino successivo mi alzai alle sei e mezza e mi preparai per andare a scuola. Presi un biscotto dal tavolo ed uscii di corsa.
“Ogni giorno sono sempre più in ritardo” dissi tra me e me. La scuola non dista molto da casa mia così vado spesso a piedi, a meno che non sia proprio in un ritardo clamoroso. Presi il mio cellulare e le cuffiette. Le note di Kiss Me di Ed Sheeran cominciarono a farmi rilassare, è il mio risveglio preferito.
Arrivai ai cancelli della scuola e vidi le mie due migliori amiche che come al solito mi stavano aspettando.
“Buongiorno” dissi sorridendo.
“Ciao, ma dimmi. Come fai ad arrivare così in ritardo?” chiese Vane.
“Non lo so” dissi togliendomi le cuffie dalle orecchie.
“Allora pronte per stasera?” chiese Eugi.
“Dobbiamo proprio andare? Non ne ho molta voglia”
“Sì che andiamo. Sarà l’occasione giusta per conoscere nuova gente” disse Vane.
“Sarà” risposi alzando gli occhi. Poi mi accorsi che Harry si stava avvicinando a me e lo salutai.
Harry è uno dei miei migliori amici. Il mio riccio preferito. Lo conosco da quando mi sono trasferita qui a Torino e gli voglio molto bene, è un ragazzo dolcissimo ed è molto bello. Vane è cotta di lui e dei suoi occhi verdi, non le do torto a dire la verità ma io lo vedo come un secondo fratello. Non potrei mai innamorarmi di lui.
“Gin!” disse lui sorridendo. Adoro il suo sorriso, gli escono sempre quelle due adorabili fossette.
“Ehi Hazza come stai?” chiesi abbracciandolo.
“Tutto bene, pronta per stasera?”
“No, non ho voglia di andarci ma mi tocca per forza”
“Dai, ci divertiremo”
“Lo spero”
“Oh è arrivato Lou. Scappo, ci vediamo più tardi” disse e mi baciò la guancia prima di allontanarsi.
Lou è Louis, il suo migliore amico. Lo conosco molto bene anch’io e passiamo molto tempo insieme tutti e tre. Louis è come Harry, dolce e bellissimo solo che ha gli occhi azzurri.
Hanno entrambi un gran cuore e riesco a capire perché tutte le ragazze vogliano solo loro due, Vane e Eugi comprese. A loro due però sembra che non interessi nessuna, non so perché. Non ne abbiamo mai parlato a dire la verità, a volte sono molto strani. I miei pensieri vennero interrotti dalle spinte di Vane.
“Ma la finisci di spingermi?” chiesi seccata.
“Ti sei incantata. E non ti permetto di guardarlo così, Harry è mio”
“Vane, non sarà mai tuo se non ci parlerai”
“C’è solo bisogno di tempo” rispose Eugi.
“Certo, e tu con Louis?” chiesi guardandola e lei arrossii.
“Parlate tanto di me che sono ancora vergine e voi neanche andate a parlare con il ragazzo che vi piace”
“Per te è diverso, li conosci da tanto”
“E allora?”
Entrambe sbuffarono ed entrammo in classe.
Anche oggi le ore passarono lente tra le lezioni di matematica, geografia, inglese ed economia. Odio economia, è una delle poche materie che non sopporto.
Finalmente la campanella dell’ultima ora suonò e io mi alzai per andare a casa.
“Veniamo da te a prepararci per stasera?” chiese Eugi uscendo da scuola.
“Ehm…certo. Quando volete” dissi sorridendo e dopo averle salutate mi allontanai per andare a casa.
Verso le sette arrivarono Eugi e Vane. Iniziammo a prepararci dato che la festa sarebbe iniziata alle nove.
“Non so neanche dov’è questa festa” dissi mentre Eugi mi arricciava i capelli.
“Io so dov’è, non ti preoccupare” parlò Vane mentre si vestiva. Dopo essermi truccata mi vestii e alle nove e mezza uscimmo di casa pronte per andare a questa festa.
Vane parcheggiò più o meno davanti a casa di questo Marco, già si sentiva la musica molto alta. Entrammo insieme e nel giardino di casa sua e feci attenzione a non essere spinta da dei ragazzi che ridevano e barcollavano con bicchieri di alcolici in mano.
“Sono già ubriachi adesso” pensai. Non serviva suonare il campanello dato che la porta era spalancata. Appena entrai venni invasa dall’odore di alcool, fumo e sudore.
Che schifo. Cercai di vedere se conoscevo qualcuno ma non era così, mi spostai in salotto dove la maggior parte della gente stava ballando ma mi rifiutai di stare lì subito dopo aver visto le facce di alcuni ragazzi che mi fissavano.
“Uuh, carne fresca” disse uno di questi e subito mi voltai per cercare le mie amiche, che ovviamente, erano già sparite chissà dove.
Entrai in cucina, uno dei posti più tranquilli. Qui è dove sono di solito durante le feste a cui partecipo per forza. Se non lo avete già capito io non sono una gran festaiola, comincio a divertirmi dopo aver bevuto un bicchiere ma stasera non ne voglio proprio sapere.
Mi avvicinai al tavolo e presi una bottiglia di acqua minerale dal tavolo.
“Non mi fido” pensai e dopo aver preso un bicchiere pulito aprii il rubinetto e riempii il mio bicchiere. Mi avvicinai alla porta e mi fermai a guardare tutte quelle persone ballare e divertirsi.
“Tu non balli?” disse una voce dietro di me e subito mi voltai. Vidi un ragazzo moro di capelli con le braccia piuttosto muscolose con qualche tatuaggio che mi stava guardando.
“Ehm…no, non stasera” risposi alzando la voce per la musica a tutto volume.
“Credevo che fossi una di quelle a cui piace divertirsi” disse lui avvicinandosi.
“E’ quello che dicono tutti ma non è così” risposi e lo vidi sorridere.
“Sei qui da sola?”
“No, sono con due mie amiche ma non le vedo da quando siamo entrate dalla porta” risposi e lo vidi ridere.
“Mi piaci, sei simpatica”
“Grazie”
“Ti va di ballare con me?” chiese ed io annuii. Mi prese la mano e mi portò in salotto ed iniziammo a ballare.
“Non mi hai detto come ti chiami” disse mentre stavamo ballando un lento che il dj aveva messo.
“Sono Ginevra, ma i miei amici mi chiamano Gin”
“Piacere, io sono Liam” rispose e gli sorrisi. Dopo qualche secondo vidi una mano posarsi sulla sua spalla e Liam si voltò ma io non vidi nessuno.
“Oh, lui è Zayn”
“Chi?” chiesi non vedendo davvero nessuno.
“E’ il mio migliore amico. Lui è proprio come te, non è un festaiolo. Preferisce stare  a casa a guardare un buon film con i suoi amici. L’ho costretto io a venire stasera”
“Capisco”
“Credo che voglia tornare a casa, è meglio che vada. Ci vediamo in giro, è stato un piacere Ginevra”
“Anche per me” risposi sorridendo e dopo averlo salutato ritornai in cucina. Finalmente, non ne potevo più. Non era brutto però quel Liam. Guardai l’orologio: “Caspita sono già le due”.
Cercai Vane e Eugi ma non le trovai da nessuna parte allora presi il telefono e scrissi un messaggio ad entrambe.
“Sono le due, è tardi io torno a casa. Non preoccupatevi per me, ci sentiamo domani. Divertitevi”
Poi uscii da quella casa e respirai profondamente. Arrivai a casa dopo venti minuti, per fortuna i miei non mi stavano aspettando.
Mi struccai ed infilai il pigiama, dopo qualche minuto caddi nel mondo dei sogni.

E sono qui con un'altra super storia!!!!!!!!!!!! Avevo pensato di terminare prima il mio sequel "Per Sempre" ma avevo voglia di aggiungere questa storia.
Non vi libererete di me tanto facilmente!
In questa storia la protagonista è Ginevra. Ci sono un sacco di soprese in arrivo, molti colpi di scena.
Ma la prima domanda è: chi incontrerà in futuro? Chi tra i cinque ragazzi? O sarà qualcun'altro?
Lo scopriremo solo leggendo!
Aggiornerò in base alle visualizzazioni e magari a qualche recensione...
A presto!!!

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Capitolo 2
*** Worst night ever ***


La mia suoneria mi fece svegliare nel cuore di domenica notte.
“Ma chi cavolo mi telefona alle tre di notte?” dissi arrabbiandomi mentre prendevo il telefono.
Numero sconosciuto. Se è uno dei ragazzi che si è divertito a dare il mio numero in giro lo ammazzo.
“Pronto” risposi sbadigliando con la voce impastata dal sonno.
“Parlo con la signorina Rossi?” chiese la voce al telefono.
“Ehm sì, sono io”
“Chiamo dall’ospedale. Abbiamo bisogno di lei al più presto” al suono di quella frase mi alzai immediatamente ed accesi la luce.
“Arrivo subito. Quanto tempo ho?”
“Non molto”
“Sarò lì il prima possibile” risposi ed attaccai prendendo dei vestiti a caso. Corsi nel corridoio e spalancai la porta della camera dei miei genitori.
Accesi la luce e cominciai a prendere dei vestiti dall’armadio.
“Che cosa stai facendo?” chiese mamma svegliandosi.
“Devi portarmi in ospedale. Mi hanno appena chiamato, dobbiamo fare presto”
“Adesso?”
“Mamma muoviti” dissi porgendole i vestiti e subito si alzò di corsa.
Scendemmo veloci le scale e in pochi minuti fummo in macchina.
“Ti hanno detto qualcosa?” chiese lei accelerando.
“No, solo che hanno bisogno di me e che non ho molto tempo”
“Mmh…” rispose lei prendendo una scorciatoia per arrivare prima.
“Pronto” risposi ancora.
“Signorina la stiamo aspettando”
“Sono in macchina, c’è abbastanza traffico anche se è tardi”
“Faccia in fretta per favore”
“Va bene”
“Si prepari già. Spero che non abbia niente di stretto”
“No no”
“Benissimo”
“Dove devo andare quando sarò arrivata?”
“Entri di corsa al pronto soccorso, i medici la faranno entrare immediatamente”
“D’accordo. Io non ho portato i documenti con me, ero di fretta”
“Non si preoccupi, questa è un’emergenza”
“Va bene. Vedo l’ospedale, sono quasi arrivata”
“La aspettiamo” disse il signore al telefono e poi riattaccò.
“Notizie?”  chiese mamma entrando nel parcheggio.
“No, solo che devo andare al pronto soccorso. Fermati, lasciami qui che corro dentro. Ci vediamo dopo”
Dissi scendendo dall’auto velocemente. Cominciai a correre ed entrai in ospedale con il fiatone.
“Sono….sono…” dissi ad un’infermiera del pronto soccorso balbettando per riprendere fiato.
“Presto! Una barella” urlò l’infermiera capendo subito chi fossi. Mi fecero sdraiare sul lettino e subito ripresi fiato. Mi trascinarono correndo in una stanza dove vidi un sacco di dottori attorno ad un'altra barella e stavano tutti urlando parole che io non capivo.
“E’ arrivata” urlò un dottore.
“Chi?” urlò un altro.
“La donatrice! E’ qui ed è pronta” urlò l’infermiera che intanto mi stava preparando il braccio.
“Ciao, sei Ginevra?” chiese un medico con un camice giallo tutto sporco di sangue e a quella vista mi spaventai. Lui se ne accorse e lo tolse subito.
“Sì, sono io” dissi cercando di riprendermi.
“Dobbiamo farti le solite domande” aggiunse lui mentre l’infermiera mi stava bucando il braccio destro.
“Lo so, questa è la prima volta che mi chiamate di notte. Avrei dovuto fare la donazione tra due settimane”
“Per questo hanno chiamato te”
“Bene. Non ho bevuto, non mi drogo e non ho neanche fumato. Non ho avuto rapporti, non ho nessuna malattia. Non ho neanche mangiato nessun tipo di dolce se vuole saperlo”
“Perfetto. Procediamo, speriamo che funzioni” disse allontanandosi da me mentre si spostava dietro alla tenda nell’altra barella.
La macchina cominciò a tirare il sangue che tramite una cannetta di plastica finiva al di la della tenda verde. Non vedevo niente, solo questa tenda alla mia destra. Sentivo solo un sacco di voci di medici che cercavano di salvare la vita all’altra persona.
“E’ in arresto” disse un’infermiera e sentii il suono del mini televisore suonare all’impazzata, come in una puntata di E.R. Questa volta però è la realtà.
“Carica 200. Libera” disse un altro e sentii un tonfo sbattere di nuovo sul quel lettino. I miei occhi cominciavano a riempirsi di lacrime.
“Carica 250. Libera” ripetè la stessa cosa, e sentii ancora quel rumore orribile.
“Accidenti” urlò un altro.
“Fategli il massaggio” diede l’ordine il dottore che qualche secondo fa parlò con me.
“Dobbiamo portalo in sala operatoria” urlò sempre lo stesso.
“Non ci arriverebbe, è inutile” rispose un altro.
“Sta perdendo troppo sangue e neanche con le piastre riusciamo a rianimarlo”
“Continuate a provare!” urlò sempre lo stesso dottore.
Chiusi gli occhi. Ti prego, fa che funzioni.
Un sacco di voci, grida. Ti prego, fa che funzioni.
Altre scariche, altre urla. Ti prego, fa che funzioni.
Basta. Non voglio più sentire, non ce la faccio. Questa persona al di la di questa tenda sta morendo e io sono qui, a cercare di aiutarla ma non c’è più molto che possa fare.
“Siamo riusciti a fermare l’emorragia” disse il medico.
Ti prego, fa che funzioni.
Dopo qualche secondo sentii il rumore del monitor. Una linea piatta. Beeeeeeeeeeeeeep.
“Ora del decesso 03.21” annunciò il dottore.
“Ti prego, fa che funzioni” dissi tra me e me mentre una lacrima rigò il mio volto.
Beep beep beep beep beep
Sentii ancora quel suono e sorrisi mentre tirai un sospiro di sollievo.
“Dottore, la trasfusione sta funzionando” disse una dottoressa e subito sorrisi mentre mi asciugavo le lacrime.
“Ha ripreso il battito, è stabile” annunciò un'altra voce.
“Grazie” pensai sospirando. Dopo 20 minuti mi tolsero l’ago dal braccio, mi sento così debole ma è normale dopo ogni donazione. Appena staccarono l’ago portarono via la barella correndo.
Spero solo che stia bene.
“Grazie signorina, se questa persona vivrà sarà per merito suo” disse il medico di prima avvicinandosi alla mia barella.
“Non credo, avete fatto voi tutto il resto” dissi sorridendo e dopo averlo salutato si allontanò.
Rimasi sdraiata lì ancora qualche minuto, poi decisi di alzarmi. Mi fecero sedere su una sedia a rotelle e mi accompagnarono al bar dove trovai mamma che mi stava aspettando. La dottoressa ordinò per me caffè e due brioches al cioccolato, poi si allontanò.
“Tutto ok?” chiese mia mamma sbadigliando. Annuii ma non risposi. Quando la cameriera mi portò da mangiare mi accorsi che io e mamma eravamo le uniche sedute lì.
“Come ti senti?” chiese poi.
“Stanca e svuotata. E’ stato orribile. Questa persona era accanto a me, sentivo tutto. Ci divideva solo una tenda verde”
“Come in E.R” disse sorridendo.
“Sì ma in E.R non è così brutto. Qui era tutto vero” risposi mangiando la brioche al cioccolato ma avevo lo stomaco chiuso.
“Devi mangiare. Devi recuperare un po’ di forze, buttare dentro un po’ di zuccheri”
“Ne mangio una sola, ho lo stomaco chiuso”
La vidi annuire. Poi risi guardandola.
“Cosa?” chiese lei.
“Sei in pigiama”
“Non ho fatto in tempo a cambiarmi”
“Lo so, mi dispiace avervi svegliati ma non volevo andare da sola”
“Non ti preoccupare, hai fatto bene. Questi sono i rischi dell’essere una donatrice del sangue”
“Già” risposi e poi ripensai a tutte quelle voci così agitate.
“Andiamo?” chiese alzandosi e cominciò a spingere la mia sedia a rotelle.
Percorremmo tutto il corridoio ma poi la fermai.
“Aspetta”
“Cosa c’è?”
“Ho bisogno di sapere”
“Gin, non te lo diranno mai”
“Ti prego, lasciami andare”
“E io cosa faccio? Ti aspetto qui?”
“Torna a casa”
“Non se ne parla neanche”
“Mamma, ho bisogno di sapere se sta bene. Ti chiamo io domani mattina, per favore. Cerca di capirmi”
“Ma dove dormirai?”
“Mamma sono in ospedale, è pieno di barelle. Senti, quella persona ha il mio sangue dentro di sé adesso. Devo sapere se è ancora viva”
“Va bene. Telefonami domani mattina e verrò a prenderti”
“D’accordo, grazie. Ti voglio bene”
“Anch’io. Sono orgogliosa di te”
Le sorrisi e mi spostai di nuovo verso il pronto soccorso. Entrai esattamente dalla stessa porta che usai poco tempo prima.
“Buonasera” disse un’infermiera all’entrata. Crederà che sto male.
“Salve” dissi alzandomi lentamente dalla sedia a rotelle e lei mi aiutò, poi notò il mio braccio semi fasciato.
“Lei è la donatrice?” chiese.
“Sì, la prego ho bisogno di sapere se la persona è viva”
“Mi dispiace, non glielo posso dire”
“Perché no?”
“Questioni di privacy”
“La prego, io ero lì”
“Lo so e lo capisco signorina ma non posso fare niente, mi dispiace” disse e si allontanò.
“Può almeno dirmi dov’è adesso?”
“In chirurgia, a meno che non lo abbiano spostato in terapia intensiva”
“Grazie” risposi sorridendo e andai verso l’entrata dell’ospedale. Guardai il grande cartellone.
“Chirurgia al decimo piano, terapia intensiva undicesimo” lessi sussurrando.
Presi l’ascensore e salii al decimo piano. Le porte erano chiuse così dovetti suonare il campanello e la porta si aprii. Camminai fino a che non incontrai la segretaria del reparto.
“Mi dispiace ma non può entrare qui, l’orario di visita è finito da un pezzo. Deve tornare domani mattina”
“Lo so ma ho solo bisogno di un informazione”
“Sarebbe?” chiese guardandomi.
“Hanno appena spostato una persona dal pronto soccorso”
“Ne spostano tante ogni minuto”
“Lo so ma questa persona ha ricevuto una donazione di sangue”
“Come tutte quante”
“La prego cerchi di aiutarmi”
“Non posso se non ha nome e cognome”
“Non so neanche se era un maschio o una femmina. So solo che mi hanno chiamato questa notte d’urgenza per una trasfusione dal vivo”
La vidi sbarrare gli occhi.
“Ha funzionato?” chiese lei.
“E’ quello che vorrei sapere anch’io” dissi respirando profondamente. Mi sentii stanca e mi sedetti sulle sedie della sala d’attesa.
“Non può proprio aiutarmi?” chiesi ancora.
“Mi dispiace” rispose lei. Presi la testa tra le mani e cercai di ricordare se durante quei bruttissimi e interminabili minuti sentii dire dai dottori il suo nome o se era una femmina o no.
Ma niente. Poi la porta si spalancò all’improvviso e riconobbi il medico di prima.
“Ginevra” disse avvicinandosi a me.
“Dottore” dissi sorridendo.
“Che cosa ci fai qui?”
“Ho bisogno di sapere se quella persona è viva”
“Mi dispiace, non te lo posso dire”
“Ma perché no?” chiesi confusa.
“Motivi di privacy”
“Ma io ero lì, ero presente!”
“Lo so ma non posso fare niente. Solo i genitori possono darmi il consenso per tenerti informata, ma se no, davvero non posso dirti niente”
“E i genitori sono qui?”
“Sì, sono dentro”
“Posso…posso chiedere a loro?” chiesi speranzosa.
“Perché ti interessa tanto?”
“Quella persona ha una parte di me adesso. Voglio solo sapere se è viva, mi basta questo”
“Va bene” disse sorridendo.
“Vieni, ti accompagno dentro” disse e mi alzai immediatamente anche se sono un po’ debole. Le porte si aprirono e mi trovai davanti un lungo corridoio con un sacco di porte ai lati. Ad un certo punto sulla sinistra trovai un altro bancone dove c’erano diverse infermiere che bevevano il caffè.
Prendemmo il corridoio di sinistra e in fondo vidi due persone che si abbracciavano. Poi la donna prese la sua testa tra le mani e cominciò a piangere, quello che doveva essere il marito le accarezzò la schiena tremante.
“Sono loro” disse il dottore e poi mi lasciò. Presi un profondo respiro e lentamente mi avvicinai. Quando arrivai di fronte a loro le parole morirono nella mia gola.
Vidi la donna sollevare la testa e guardarmi dritta negli occhi, non credo di aver mai visto così tanto dolore e tristezza nello stesso tempo. Aveva il volto bagnato dalle lacrime e appena mi vide davanti a se si alzò e mi abbracciò forte.
Ero spiazzata, non sapevo che cosa fare. Non me l’aspettavo ma quell’abbraccio mi fece piacere, poi si staccò e si asciugò le lacrime.
“Scusa” disse.
“No…non c’è problema” sussurrai e credevo che lei non mi avesse sentita.
“Chi sei?” chiese l’uomo seduto vicino a lei, anche lui con il volto rigato dalle lacrime.
“Io sono…ehm, mi chiamo Ginevra” risposi ed entrambi alzarono il volto quando sentirono il mio nome.
Tutti e due si alzarono e piangendo ancora più forte mi abbracciarono ancora. Non riuscivo a capire, poi si staccarono e sorrisi.
“Tu sei….tu sei la donatrice del sangue” disse l’uomo piangendo ed io annuii.
“E’ un piacere conoscerti” aggiunse.
“Anche per me” risposi e abbassai lo sguardo, poi mi accucciai alle loro ginocchia.
“Lo so che non vi conosco per niente, e voi non conoscete me. Ma io, ecco…io volevo solo sapere se la persona che hanno portato qui è viva”
Si guardarono confusi.
“Mi ha telefonato l’ospedale questa notte e mi hanno fatto venire qui con urgenza. Io ero presente, ho sentito tutto ed è stato orribile. Io ho cercato di fare il possibile per aiutare questa persona ma non potevo fare molto”
“Hai fatto moltissimo invece” disse la donna guardandomi.
“Ho solo bisogno di sapere se è ancora viva. Mi basta sapere questo”
“Questa persona è nostro figlio ed è ancora vivo. L’hai salvato”

Ciaooo! Ecco il secondo capitolo! Questo è solo l'inizio della storia...
Allora abbiamo visto quello che succede nel cuore di questa notte, chi sarà la persona che lei ha salvato? Lo scoprirà, oppure per motivi di privacy, non lo verrà mai a sapere?
Vi prego, ditemi cosa ne pensate. E' importante per me sapere se vi piace o se avete qualche consiglio.


Buona giornata, ciaoooo

 

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Capitolo 3
*** His name is... ***


Cercai di sedermi al loro fianco, non volevo disturbarli.
“Sono contenta che sia vivo” dissi dopo attimi di silenzio.
“Non lo sarebbe se non fosse stato per te” disse il signore.
“Non voglio prendermi tutti i meriti, anche i medici hanno fatto la loro parte. Quella più difficile, loro l’hanno salvato”
“E’ stato il tuo sangue a salvargli la vita” disse la donna.
“Se non mi avessero chiamato io non sarei qui adesso” risposi guardandoli negli occhi.
“Noi non sappiamo come ringraziarti” disse il signore.
“Non ce n’è bisogno davvero. Sono contenta di averlo fatto”
“Sei un angelo. Ginevra, giusto?” disse la signora asciugandosi le lacrime.
“Sì” dissi sorridendo.
“Piacere, io sono Kathy” disse lei porgendomi la mano.
“E lui è mio marito Mark” aggiunse presentandomi il marito.
“Scusatemi la domanda ma voi siete italiani? Dai vostri nomi non si direbbe”
“No, siamo inglesi. Ci siamo trasferiti qui sei anni fa”
“Certo, parlate l’italiano benissimo” dissi sorridendo poi il medico uscii dalla stanza di fronte e subito i due signori si alzarono.
“Come sta?” chiese Kathy.
“Ha avuto un gravissimo incidente. Noi ancora ci chiediamo come abbia fatto a sopravvivere. Ha moltissime lesioni interne ma ne abbiamo provveduto in sala operatoria. Ha un forte trauma cranico, la perdita della memoria potrebbe essere una delle conseguenze per questo incidente”
“Perdita della memoria?” chiese Mark e subito mi si strinse lo stomaco.
“E’ una possibilità. Non siamo certi che possa succedere, dobbiamo aspettare che si svegli”
“Quando si sveglierà?” chiese la madre.
“E’ in coma, potrebbe svegliarsi adesso come tra una settimana, mesi, anni” spiegò il medico e Kathy scoppiò a piangere, il marito subito cercò di consolarla.
“Il ragazzo ha perso moltissimo sangue. La donatrice gli ha salvato la vita, se non fosse stato per lei suo figlio a quest’ora sarebbe morto” aggiunse.
“Il medico di turno lo visiterà questa mattina. Potete tornare a casa adesso, non c’è niente che possiate fare stando qui” disse mettendo un braccio sulla spalla di Mark.
“Possiamo vederlo?” chiese lui.
“Sì ma per pochi minuti” rispose e poi si allontanò. Mi sedetti sulla sedia quando i due genitori entrarono nella stanza del figlio.
Guardai l’orologio, sono quasi le sei di mattina. A quest’ora dovrei alzarmi per andare a scuola invece sono qui, in un ospedale. Ad aspettare e a sperare che questo ragazzo a cui ho inconsapevolmente salvato la vita si svegli.
Dopo quasi venti minuti i genitori uscirono dalla sua stanza e furono sorpresi nel trovarmi ancora lì.
“Ginevra, dovresti tornare a casa” disse Kathy avvicinandosi a me.
“Sì io…ehm, adesso vado” dissi alzandomi in piedi e lei mi abbracciò. Poi anche Mark mi abbracciò e si allontanarono.
“Posso solo chiedervi una cosa?” chiesi e loro subito si voltarono a guardarmi.
“Certo” rispose lui.
“Posso venire a trovarlo qualche volta?”
“Puoi venire tutte le volte che vuoi” rispose e mi sorrisero entrambi. Li vidi voltare l’angolo e combattei con la mia coscienza se entrare in quella stanza oppure no.
Che cosa avrei visto? E’ una persona che conosco?
“Devo farlo” dissi e piano aprii la porta. Tutto quello che vidi fu un letto con le lenzuola bianche e un sacco di macchinari attorno ad esso.
Sdraiato sopra c’era un ragazzo pieno di aghi e cannette che gli entravano in entrambe le braccia. Mi avvicinai per guardarlo meglio.
Non credo di averlo mai visto prima o almeno non lo riconosco. Era intubato e l’unico rumore nella stanza era quello del monitor che scandiva il battito del suo cuore e quello del respiratore. L’occhio sinistro era nero e aveva un cerotto sopra al suo sopracciglio destro. La testa era fasciata da una benda bianca e al lato destro si vedeva un cerotto sporco di sangue.
Mi vennero i brividi e poi mi accorsi che il suo polso sinistro era fasciato e la gamba destra era invece ingessata.
Cercai la sedia al lato del letto e mi sedetti. A che cosa devo pensare? Che cosa devo dire?
Non avevo idea di cosa fare così stetti zitta tutto il tempo, mi persi nei miei pensieri mentre lo osservavo. Flash della mia vita mi passavano davanti agli occhi e pensai se fosse giusto fare progetti quando magari un giorno, ti saresti potuto svegliare in un letto d’ospedale esattamente come lui.
Il mio telefono squillò e risposi piuttosto assonnata.
“Pronto?”
“Gin sono io, mamma. Posso venire a prenderti?”
“Sì, va bene” risposi strofinandomi la fronte con la mano.
“Stai bene? Hai dormito un po’?”
“No, non ho chiuso occhio”
“Allora vengo subito e ti porto a casa. Devi essere stanca morta, hai anche fatto una donazione stanotte”
“Va bene, fammi uno squillo quando sei qui”
“D’accordo” disse e riattaccò.
“Non so neanche il tuo nome” dissi guardandolo. Non lo avevo chiesto a nessuno. Dopo qualche minuto decisi di alzarmi e scendere giù. Mi bloccai e mi voltai quando vidi la sua cartella medica al bordo del letto.
La presi ed iniziai a leggere senza capire niente. Poi lessi quello che volevo sapere.
Zayn.
“Zayn è il tuo nome” dissi rimettendo la cartellina a posto.
“E’ carino…inglese direi” dissi sorridendo. Poi pensai che quel nome lo avevo già sentito da qualche parte, ma forse mi sbagliavo.
“Tornerò a trovarti” aggiunsi e poi uscii dalla porta.
Dopo un’ora fui stesa sul mio letto sotto le coperte dopo aver fatto una doccia rilassante e il mio telefono vibrò.
“Hola chica! Che fine hai fatto? Entri alla seconda ora?” Vane scrisse.
“No, ho avuto una nottata un po’ movimentata, vi racconterò presto” risposi e in men che non si dica sprofondai in un sonno profondo.
Mi svegliai verso le quattro di pomeriggio e scesi in cucina a mangiare qualcosa.
“Ciao” disse mamma baciandomi una guancia.
“Ciao. Ho bisogno di mangiare qualcosa, sono senza forze”
“Sai quanto ti hanno tolto stanotte?”
“No, ma credo tanto. Più di una donazione normale sicuramente”
“Non mi hai più detto niente stamattina quando ti ho portato a casa”
“Scusa, ero un po’ stravolta”
“Certo lo capisco. Hai saputo qualcosa?”
“Mi hanno mandato in chirurgia. Ho parlato con un sacco di medici ma tutti mi hanno detto che non potevano dirmi niente per la privacy”
“E’ giusto”
“Mmh…poi ho incontrato il dottore che mi ha visto mentre stavo donando e mi ha portato dai genitori di questa persona che, da quanto dicono tutti quanti, ho salvato”
“E’ giovane allora” disse scioccata.
“Sì, è un ragazzo e si chiama Zayn. L’ho letto nella sua cartella clinica di nascosto”
“L’hai visto?”
“Sì, dopo che sono andati via i suoi. Ero in camera sua quando mi hai chiamato”
“Hai conosciuto i genitori?”
“Sì, non puoi neanche immaginare i loro volti mamma. E’ stato orribile”
“Lo capisco, è il loro figlio”
“Sono stati così contenti però di avermi conosciuto. Dicono che l’ho salvato, mi hanno detto che posso andare a trovarlo quando voglio”
“Pensi di andare ancora?”
“Quando l’ho visto ho sentito qualcosa di strano. Voglio solo assicurarmi che stia bene, è in coma adesso. Andrò da lui fino a quando non si sveglierà, poi sparirò dalla sua vita”
“Va bene, sono orgogliosa di te. Anche papà lo è anche se non lo dimostra”
“So com’è fatto” risposi sorridendo.
 
Il giorno successivo tornai a scuola.
“Oh guarda chi si rivede” disse Harry abbracciandomi e poi abbracciai Louis.
“Hazza sono stata assente un giorno soltanto” dissi ridendo.
“Mi sei mancata lo stesso” rispose e mi prese a braccetto. Mi fermai quando vidi Vane e Eugi guardarmi.
“Sentite voi due” dissi fermandomi e guardai i ragazzi.
“Quelle due cretine delle mie migliori amiche vi sbavano dietro da un sacco di tempo” dissi e li vidi sogghignare mentre entrambi guardavano dietro di me in direzione delle due stupide che sicuramente stavano diventando rosse come pomodori.
“Non potreste farmi questo grande favore e parlarci anche solo una volta?” chiesi quasi implorandoli.
“Vedremo” rispose Louis ed entrarono nella scuola.
“Ciao Gin” disse Eugi venendomi incontro.
“Come state?”
“Bene. Ma tu? Cosa è successo domenica notte?” chiese Vane.
“Ehm….ve lo dico quando riprendo fiato”
“D’accordo, ma va tutto bene?” chiese Eugi preoccupata.
“Più o meno”
“Cambiando discorso di cosa stavi parlando con i tuoi due amici?” chiese Vane.
“Ehm…di niente. Della festa di sabato sera”
“Ah giusto, non ci vediamo da lì” disse Eugi.
“Già, appena entrate dalla porta vi siete perse”
“Non è colpa nostra se noi ci divertiamo” rispose Eugi.
“Sì vabbè”
“Tu però furbetta. Ti ho visto ballare con un bel ragazzo” disse Vane.
“Sì, niente di che”
“Niente di che? Ma tu sai chi è quello?” chiese Vane scioccata.
“No”
“E’ Liam, è uno dei ragazzi più popolari della scuola d’arte” rispose Eugi.
“Bene, sono contenta”
“Certo che devi essere contenta! Gli hai lasciato il tuo numero?” chiese Vane.
“No, è corso via con un suo amico”
“Oddio, l’amico. Sai quale amico?” chiese Eugi.
“Non ne ho idea, non l’ho neanche visto”
“Spero che non sia il moro, hai presente Vane? Quello di cui parlano tutti” disse Eugi tagliandomi fuori dalla conversazione.
“No, non so” rispose lei.
“Ma si che lo sai! Quello inglese, quello molto pericoloso”
“Ah sì ho capito! Anche se ha fatto quel che ha fatto, dio mio quel ragazzo è uno schianto”
“Vero? E’ da un po’ che non lo vedo però”
“Boh, sarà sparito. Qualche volta lo fa, ma come si chiama?”
“Non lo so, tutti lo chiamano “il moro” credo che nessuno sappia il suo nome, a parte Liam”
“Ha la nostra età vero? Sono anche loro all’ultimo anno”
“Sì, in teoria sì” disse Vane sorridendo.
“Ehm, scusatemi se vi interrompo ma io sono qui e vi sto ascoltando. Primo: Liam non mi interessa. Secondo, entriamo che è tardi”
Inutile dire che in quelle cinque ore non prestai assolutamente attenzione agli insegnanti. Tutto quello a cui potevo pensare era quel ragazzo in quel letto d’ospedale.
Finalmente anche l’ultima campanella suonò e mi fiondai fuori dalla scuola senza quasi salutare nessuno a parte Vane e Eugi.
Mi fermai davanti alla fermata dell’autobus ma decisi di tornare indietro.
A mamma: Ciao mami! Non vengo a casa, vado in ospedale. Non ti preoccupare, mangio qualcosa al bar. Torno con il bus, ho i compiti dietro.
Scrissi questo messaggio a mamma rispondendo già a tutte le domande che mi avrebbe fatto.
Da mamma: Va bene.
L’ospedale non è distante dalla mia scuola così andai a piedi fermandomi in un bar a prendere un toast. Passai le porte trasparenti di quel luogo tristissimo e doloroso e mi avvicinai agli ascensori dopo aver controllato il piano di chirurgia.
Arrivai al piano e incontrai un’infermiera diversa da quella di due giorni fa. Perfetto, ora non mi lascerà entrare per via della privacy.
“Buongiorno” disse lei.
“Salve”
“Posso aiutarla?”
“La questione della privacy è sempre valida?”
“Sì se non è un parente”
“Neanche se sono la persona che gli ha salvato la vita?”
“No, mi dispiace”
“Perfetto” dissi e mi sedetti sulla stessa sedia di due notti fa. Dopo dieci minuti uscii il papà del ragazzo e fui contenta di vederlo.
“Ginevra” disse venendomi ad abbracciare.
“Buongiorno, sono contenta di rivederla” dissi sorridendo.
“Oh ti prego, dammi del tu. Che cosa ci fai qui?”
“Ero venuta a trovare suo figlio ma non mi lasciano entrare per via della privacy e perché non sono un parente”
“Oh vieni. Sistemiamo subito questa cosa” disse e mi avvicinai con lui al banco della reception.
“Buongiorno signore” rispose la segretaria sorridendo.
“Salve. Senta la vede questa bellissima ragazza?” chiese Mark.
“Sì”
“Bene, io vorrei che lei scrivesse qualcosa da qualche parte in modo che tutti quelli che hanno il suo stesso turno lo possano leggere”
“Va bene, che cosa dovrei scrivere?”
“Che questa ragazza, Ginevra, può entrare nella stanza di mio figlio tutte le volte che vorrà. Lei gli ha salvato la vita e ha il diritto di fargli visita”
“Va bene signore. Saranno tutti informati”
“Grazie” rispose lui e ci allontanammo.
“Grazie ma non ce n’era bisogno” dissi sorridendogli.
“Invece sì. Sono contento di vederti qui, significa molto per noi”
“Come sta suo figlio?”
“Si chiama Zayn”
“Oh certo. Beh come sta Zayn?”
“E’ ancora in coma, non sanno quando si risveglierà”
“Mi dispiace tanto”
“Lo so cara, lo so” disse e mi abbracciò.
“Io ora vado, devo tornare al lavoro. Sono passato qui durante la mia pausa pranzo. Mia moglie verrà stasera verso l’ora di cena, anche lei lavora tutto il giorno”
“Certo, lo capisco. Quindi Zayn sta da solo tutto il giorno?” chiesi tristemente.
“Sì, a parte quando ci siamo io e sua madre” rispose ed io annuii.
“Ma i suoi amici non vengono a trovarlo? La sua ragazza?”
“Non ha la ragazza e l’unico vero amico che ha non ne vuole sapere di venire a trovarlo”
“Non si preoccupi, gli terrò io compagnia” risposi sorridendo.
“Grazie, sei davvero un angelo Ginevra” disse guardandomi negli occhi prima di uscire dal reparto.
Presi il mio zaino ed andai verso la camera di Zayn. Entrai lentamente e lo vidi sempre lì, esattamente come l’ultima volta.
“Ciao…Zayn” dissi sedendomi sulla sedia.
“Accidenti il tuo nome…l’ho già sentito da qualche parte ma non mi ricordo dove”
Presi il libro di matematica e mi misi a fare i compiti concentrandomi al massimo.
“Cosa credi tu? Credi di battere la fiacca? Adesso ti tormento con questi esercizi” dissi guardandolo poi risi.
“Sembro proprio una cretina a parlare da sola eh? Se ti svegli adesso e mi senti blaterare fammi un fischio, io mi butto dalla finestra così poi me lo doni tu il sangue” dissi chiudendo il quaderno di matematica dopo aver finito i compiti di quella materia.
Passai tutto il pomeriggio con lui, finii i compiti, guardai la televisione. Tutto sempre in silenzio.
“Sarebbe bello se mi rispondessi” dissi guardandolo. Poi controllai l’ora e presi lo zaino.
“Devo andare adesso, se perdo il bus che mi porta a casa chi la sente poi mia mamma?”
“Tornerò a trovarti presto, spero solo che tu possa svegliarti” e detto questo, uscii dalla sua stanza.



Ciaoooo!
Ecco il terzo capitolo! Allora riassumendo..il ragazzo è Zayn!!
Ho scelto di scrivere questa storia su di Zayn perchè è un personaggio che mi ispira e mi sono trovata bene l'altra volta. E poi diciamocelo...è proprio bello!! (pure una foto ho messo...mi sto evolvendo)
Anticipazione del prossimo capitolo: ehm....ci sarà un sorpresina.
Mi farebbe piacere ricevere dei commenti per capire se vi piace e se devo continuare.
Intanto vi saluto, spero di aggiornare presto!
Baci

 

 

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Capitolo 4
*** You're here ***


E’ passata una settimana da quando sono andata a trovare Zayn dopo scuola e ho preso l’abitudine di andarci tutti i pomeriggi.
I miei genitori non mi hanno mai detto niente, tanto sono sempre a casa per cena. Riesco a studiare anche meglio, nella sua stanza c’è sempre molto silenzio. E poi mi fa pena sapere che è sempre da solo quindi mi fa piacere stare con lui.
Non ho ancora raccontato niente a nessuno dei miei amici. Neanche a Vane e Eugi, non lo so il perché.
La situazione di Zayn non è cambiata per niente, è sempre lo stesso. Steso sul quel letto.
Oggi è lunedì e come ogni giorno dopo la scuola sto andando in ospedale. Non mi fermo più al bar, mi preparo un mini pranzo che mi porto dietro.
“Ciao” dissi entrando nella stanza di Zayn e appoggiai lo zaino per terra vicino alla sedia. Poi mi fermai a guardarlo.
“C’è qualcosa di diverso in te oggi, ma non riesco a capire cosa. Ah! Ti hanno tolto il respiratore dalla bocca! Meglio, vuol dire che riesci a respirare da solo”
Mi sedetti sulla sedia e lo osservai.
“C’è davvero qualcosa di strano” dissi ancora ma poi mi arresi.
“Allora, non mi chiedere come è andata oggi a scuola perché non ti rispondo. Quel test di economia era difficilissimo, spero almeno in un sei. Per il resto tutto bene. Non ho ancora parlato a nessuno di te, non so perché. Mi stai simpatico però, sei un gran ascoltatore. Non mi interrompi mai quando ti parlo e non mi chiedi neanche di smettere! Dovrebbero tutti prendere esempio da te”
“Non ti dispiace vero se uso il tuo bagno, me la sto facendo addosso” dissi alzandomi dalla sedia e sentii sogghignare ma non ci prestai molta attenzione.
Stavo riempiendo la mia bottiglietta d’acqua quando qualcuno disse
“Hai messo le radici lì dentro?” sorrisi a quella domanda.
“Sempre gli infermieri più simpatici mi devono capitare” dissi ridendo mentre uscivo dal bagno. Poi alzai lo sguardo e vidi due occhi sconosciuti fissarmi.
Rimasi a bocca aperta e la bottiglietta d’acqua mi scivolò dalle mani. Per fortuna era chiusa.
“Oddio” dissi.
“No no aspetta. Questo deve essere un sogno, sto sognando. Oppure sono ubriaca, ubriaca forte” aggiunsi.
“Non è un sogno, è la realtà. E spero che tu non sia ubriaca” rispose lui.
“Tu…tu mi hai risposto. Ti sei svegliato” dissi scioccata ma comunque con un sorriso.
“Già”
“E quando è successo?”
“Questa mattina”
“E da quanto tu…beh da quanto mi senti parlare da sola?”
“Da quando mi hai chiesto di usare il bagno” disse sorridendo.
Oh bene, bellissima figura. Gli sorrisi.
“Sono Zayn” disse porgendomi una mano con fatica.
“Piacere, mi chiamo Ginevra” dissi sedendomi sulla sedia e lui spalancò la bocca quando risposi.
“Cosa c’è?” chiesi.
“Tu sei…tu sei Ginevra. La ragazza che mi ha salvato la vita” disse sorridendo.
“Beh insomma…Sono stati i medici a salvarti per essere sinceri. Allora, come ti senti?”
“Come se un treno mi fosse passato sopra”
“Beh almeno sei sveglio”
“Mmh…”
“E non hai perso la memoria. Oppure sì?”
“No, quella mi è rimasta” disse sorridendo ma subito fece una smorfia di dolore.
“Hai male da qualche parte?”
“Ovunque”
“Oh. Allora…facciamo come ho sempre fatto. Io faccio i compiti e parlo da sola e tu stai zitto e ascolti”
“Preferirei parlare con te” sussurrò chiudendo gli occhi.
“Sei sicuro?” e lo vidi annuire.
“D’accordo”
“Quante volte sei venuta qui?” chiese. I suoi occhi erano chiusi, muoveva solo le labbra, prima mi sembrava molto più energico e la sua voce si abbassava ad ogni parola. Respirava a fatica.
“Respiri a fatica, cerca di stare in silenzio” dissi cercando di sviare il discorso.
“Lo voglio sapere” sussurrò.
“Vengo qui tutti i giorni. Passo tutto il pomeriggio con te, sei sempre da solo. I tuoi genitori vengono a trovarti durante le loro pause di lavoro. Volevo farti compagnia”
“Grazie” disse. Quella fu l’ultima parola che sentii per tutto il pomeriggio.
Verso le sette presi la mia giacca e lo zaino.
“Tornerai domani?” mi voltai quando lo sentii parlare.
“Certo” dissi sorridendo ed uscii dalla sua stanza con un sorriso stampato sulle labbra.
 
“Sono a casa” dissi allegramente entrando in cucina.
“Come mai così allegra?” chiese papà.
“Qualche bel voto?” aggiunse.
“No, qualcosa di meglio. Molto meglio”
“Cioè?” chiese mamma.
“Si è svegliato” dissi con un sorriso a 32 denti. Vidi mamma e papà confusi.
“Zayn mamma. Il ragazzo che vado a trovare ogni giorno, si è svegliato dal coma!” dissi allegramente.
“Davvero?” chiese papà.
“Sì! Sono felice. Ci ho parlato un po’ ma non ha detto molto, soffre ancora tanto. Mi fa molta pena”
“Mi dispiace” rispose mamma.
“Però mi ha chiesto di andare domani”
“E tu ci vai?” chiese papà.
“Certo che ci vado! Mi fa piacere vederlo”
Salii in camera mia e feci una doccia.
Dopo aver cenato decisi di scrivere un messaggio a Vane e Eugi.
“Ragazze mi dispiace se non sono stata molto con voi in questo periodo. Domani vi racconto tutto, promesso”
“Va bene, noi ci siamo sempre se hai bisogno” rispose Vane.
“Tranquilla Gin, ci saremo” rispose invece Eugi.
Poi spensi il telefono e lasciai che il sonno prendesse il mio corpo. L’ultimo pensiero però fu per Zayn.
La mattina successiva mi svegliai con un sorriso stampato in faccia e dopo mezz’ora arrivai a scuola.
“Ciao Gin” disse Vane abbracciandomi.
“Ciao Vane, ciao Eugi” dissi sorridendo alle ragazze.
“Allora cosa ci dovevi raccontare?” chiese Eugi e dopo esserci sedute in una panchina cominciai a raccontare tutto dall’inizio.
“E ti ha chiesto di tornare da lui oggi?” chiese Vane sorridendo.
“Sì”
“Perché non ce l’hai detto prima?” chiese Eugi mentre entravamo a scuola.
“Non lo so, e mi dispiace davvero”
“Tranquilla, è tutto ok” risposero quasi in coro e mi abbracciarono. Poi entrai in classe con Vane.
Non vedevo l’ora che suonasse per uscire da scuola e andare in ospedale.
 
Bussai alla sua porta prima di entrare.
“Posso?” dissi con un sorriso.
“Certo, entra pure” rispose lui. Mi avvicinai alla solita poltrona e appoggiai lo zaino per terra.
“Ti vedo molto meglio oggi” dissi sorridendo. Infatti lo trovai seduto, sempre con la benda sulla testa ma uno dei due occhi era aperto. L’altro aveva ancora un grande livido.
“Sto meglio” rispose.
“Bene” risposi. Ci furono dei momenti di silenzio piuttosto imbarazzanti anche perché lui non mi aveva tolto gli occhi di dosso.
“Sai quand’eri sdraiato lì, diciamo incosciente era molto più facile. Io parlavo e tu stavi sempre zitto. Ora che mi rispondi mi è più difficile intavolare una conversazione. Non sono abituata” dissi con sincerità e lo vidi sorridere.
“Allora facciamo che ti faccio alcune domande e tu rispondi. Così, per conoscerci meglio” disse.
“Va bene”
“Che scuola fai?”
“Sono all’ultimo anno del liceo linguistico”
“Il liceo quello in centro?”
“Sì, perché?”
“Anche la mia scuola è lì ma non mi sembra di averti mai visto”
“No, non credo. Tu che scuola fai?”
“Sono all’istituto d’arte”
“Ah bello”
“Sì mi piace molto, solo che non riuscirò mai a diplomarmi quest’anno”
“Secondo me potresti farcela. La testa ti funziona” dissi e lui rise.
“Auch” disse lamentandosi.
“Scusa, non ti farò più ridere” dissi preoccupata.
“Sono pieno di punti dappertutto”
“Ma i tuoi amici non vengono a salutarti?”
“No”
“Perché no?”
“Non lo so”
“Belli gli amici che hai!” dissi sorridendo.
“Si scopre chi è un amico vero nel momento del bisogno, giusto?”
“Giusto. E quanti te ne sono rimasti?”
“Neanche uno, neanche il mio migliore amico”
“Mi dispiace”
“A me no. Ho trovato una ragazza che li rimpiazza tutti” disse e io sorrisi.
“Grazie, sei gentile”
“Sei tu quella gentile che viene a trovare ogni giorno un moribondo sconosciuto”
“Ehi! Io lo faccio volentieri. Se però ti do fastidio dimmelo che ti lascio in pace”
“No, ti prego. Non volevo dire questo”
“Ok”
“Continua a venire qui per favore”
“Va bene” dissi sorridendo. Chiacchierammo del più e del meno fino a che non dovetti andare a prendere il bus.
“Ci vediamo domani” dissi sorridendogli.
“Ti aspetto. Da qui tanto non mi muovo” rispose e uscii dalla stanza.
 
“Buongiorno Gin” e sorrisi.
“Ciao Hazza”
“Sei sempre più in ritardo” disse ridendo mentre aspettavamo Vane e Eugi.
“Dove hai lasciato Lou oggi?”
“Sta arrivando, ha detto che doveva parlare con un suo amico”
“Nuove conoscenze?” dissi guardandomi intorno.
“No, si chiama Liam, fa la scuola d’arte”
“Liam?”
“Sì, c’era anche alla festa di Marco”
“Ah sì lo conosco. Ci ho ballato insieme”
“Tu cosa?” chiese scioccato.
“Sì, mi aveva invitato. E’ molto carino”
“Ti avverto Gin, stagli alla larga. Soprattutto stai alla larga dal suo amico, il moro”
“Sì può sapere chi è questo ragazzo senza nome?”
“Sono sicuro che lo hai già visto”
“Mi dici chi è?”
“E’ da un po’ che non lo vedo qui a scuola. Spero sia morto”
“Perché sei così cattivo?”
“Deve solo sparire dalla faccia della terra”
“E perché hai lasciato Lou parlarci con questo Liam?”
“Non lo so ma si conoscono da tempo”
“Bah, siete proprio strani”
“Si vabbè, ti prego Gin. Dimmi che gli starai alla larga”
“Va bene, va bene! Mamma mia, poi non lo vedo dalla festa. Praticamente non ci ho mai parlato e quello senza nome non so chi sia”
“Quello senza nome…lo chiamiamo tutti “il moro” lui ha ucciso una persona” spalancai gli occhi quando sentii questa frase.
“Cosa?”
“Sì, poco tempo fa. Era una ragazza”
“Cosa? Non ci credo” dissi scioccata.
“Per questo ti dico di starci lontana, non è bella gente”
“D’accordo, ma tu? Ti prego Harry dimmi che non hai niente a che fare con loro”
“Non ti preoccupare Gin, stai tranquilla” disse abbracciandomi e subito tirai un sospiro di sollievo. In lontananza vidi arrivare Vane e Eugi esattamente come Lou.
“Bene, noi andiamo” disse Harry allontanandosi ma lo fermai prendendogli un polso.
“No, aspetta. Ti prego, lascia almeno che ve le presenti”
“Le conosciamo già Gin”
“Vi prego, mi faranno morire se non lo faccio” dissi pregandoli.
Lou e Harry si guardarono e alzarono le spalle, io sorrisi.
“Ehi ragazze!”
“Ciao Gin” rispose Vane e Eugi mi diede un bacio sulla guancia. Oggi erano particolarmente belle, chissà come mai.
“Ragazze, posso presentarvi Harry e Louis. I miei due migliori amici oltre a voi” dissi sorridendo.
“Harry e Louis, vi presento Vanessa detta Vane e Eugenia detta Eugi” aggiunsi. Le ragazze alzarono lo sguardo ed incontrarono gli occhi dei miei due amici.
“Oh cazzo” disse Harry.
Ecco, come non detto.



Ciaooooo!!!
Allora il nostro Zayn si è svegliato!!!!!!!
Ma cosa succederà adesso?
Ginevra è già innamorata di lui?
Nel prossimo capitolo ci sarà un Zayn's pov così vediamo un pò meglio quello che pensa lui...
Mi dispiace non aver aggiornato prima ma cercherò di farmi perdonare.
Per favore commentate! Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate...
Per ora è tutto, ci sentiamo la prossima volta!!
Ciaoooooo

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Capitolo 5
*** I'm in love with you ***


“Si può?” chiesi entrando nella solita stanza.
“Ciao” mi accolse lui con un sorriso.
“Come ti senti oggi?” chiesi appoggiando il solito zaino vicino alla sedia.
“Meglio di ieri”
 “Bene” risposi sorridendo. Lo guardai per qualche secondo e mi persi nei suoi occhi. Credo di non aver mai visto degli occhi così belli in tutta la mia vita. Il suo occhio nero è guarito da un pezzo, così anche il taglio sopra il sopracciglio. La benda in testa l’ha tolta, ora ha solo un piccolo cerotto.
Mi persi però a fissare il vuoto.
“Stai bene?” chiese lui.
“Eh? Ehm...sì”
“Invece no, sei preoccupata per qualcosa”
“E tu come fai a saperlo?”
“Sono quasi quattro mesi che ci vediamo tutti i giorni. Ti conosco Ginevra”
“Mmh…”
“Mi dici che cosa c’è che non va?”
“Sono preoccupata per gli esami”
“Ma se siamo solo a dicembre! Gli esami li hai a giugno”
“Lo so ma il tempo passa”
“Andrai bene, lo so” rispose e sorrisi, poi tornai all’improvviso seria.
“Gin, che cosa c’è?”
“Come fai?” chiesi guardandolo.
“A fare cosa?”
“A capirmi così bene. Non ci riesce nessuno neanche Vane e Eugi”
“Non lo so, credo sia una cosa naturale”
“Può darsi”
“Siediti qua” disse spostando le gambe per farmi spazio alla fine del letto. Ormai ero abituata a sedermi lì così lo guardavo negli occhi.
Presi posto sul suo letto e respirai profondamente.
“Forza dillo. Sfogati”
“Non lo so neanche io cos’ho che non va”
“Cioè?”
“Ho degli amici strani e mi fanno paura”
“Ad esempio?” chiese ridendo.
“Non lo so. Te ne parlerò quando avrò le idee più chiare”
“Va bene” disse mostrando quel suo sorriso mozzafiato. Come si fa a non innamorarsi di un ragazzo così? Infatti, dopo quattro mesi io credo di….
“Gin, ti sei persa nei tuoi pensieri di nuovo”
“Scusa, sono solo molto confusa”
“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?” 
Una cosa la potresti fare…un bacio ad esempio pensai.
“No, non credo” risposi semplicemente. Te pareva che dovevo dire il contrario di quello che penso.
“Va bene, su facciamo matematica” disse sorridendo ed io alzai gli occhi al cielo prendendo il libro di algebra.
Dopo due ore finalmente finì di fare l’ultimo esercizio.
“Si può sapere perché tu sei così bravo?” chiesi sbadigliando.
“Sono bravo perché mi piace” rispose ridendo ed io annuii sbadigliando ancora.
“Sei stanca?”
“Un pochino”
“Vieni qua” disse spostandosi verso destra in modo che potessi sdraiarmi a fianco a lui. Mi spostai e lui accese la televisione.
Lentamente chiusi gli occhi al suono della sua voce.
“Sai, non ho mai conosciuto una ragazza come te. Sembri diversa dalle altre, forse perché non vedo una femmina da quattro mesi a parte te. Che stronzo che sono a dire una cosa del genere. Scusa. Solo che sento che sei speciale per me, sei l’unica persona che mi è stata vicina in questi brutti mesi tralasciando i miei genitori. Sei stata accanto a me sin dall’inizio quando ancora non mi conoscevi. Mi hai salvato la vita e io credo di essermi innamorato di te” disse Zayn voltandosi alla sua sinistra per aspettare la risposta di Ginevra che però non arrivò.
Si sporse e vide quella bellissima ragazza dormire beatamente.
“Sei bellissima Gin” sussurrò al suo orecchio e dolcemente le baciò la guancia, poi anche lui si addormentò.
 
La suoneria del telefono rimbombava nella stanza e mi svegliai all’improvviso.
“Pronto?”
“Gin, ma dove sei?”
“Perché? Che ore sono?”
“Sono quasi le undici”
“Cosa? Le undici? Oddio mamma mi dispiace tanto, mi sono addormentata”
“Va bene, ti perdono per questa volta. Sei sempre tornata a casa in orario”
“Grazie”
“Papà ti sta venendo a prendere”
“Va bene, scusa”
“Ci vediamo a casa” rispose e riattaccò. Non ci credo che ho dormito per tutto questo tempo. Misi i libri velocemente nello zaino e presi la giacca, poi mi accorsi che Zayn stava dormendo e decisi di lasciargli un messaggio. Strappai un pezzo di carta e scrissi qualcosa di carino, poi uscii dalla stanza.

ZAYN’S POV

Mi svegliai il mattino successivo e ripensai alla sera precedente a quando dissi a Gin di amarla.
“Non ci credo che l’ho fatto davvero” dissi a voce alta.
“Succede sempre così” qualcuno rispose.
“Come?” chiesi e vidi un’infermiera uscire dal bagno. Poi si avvicinò a me con un sorriso per cambiarmi la flebo.
“I ragazzi dicono alle ragazze di essere innamorati di loro di sera, poi si accorgono che lei sta dormendo. E’ successo questo?” chiese lei ridendo e sorrisi.
“Più o meno”
“Stai parlando di Ginevra? La ragazza che viene qui tutti i giorni?”
“Sì, lei”
“E’ la ragazza più dolce che io abbia mai conosciuto”
“Lo è” dissi sorridendo mentre guardavo il soffitto.
“E’ l’unica che vedo entrare qui”
“E’ l’unica che viene a trovarmi”
“Mi dispiace. Deve essere una buona amica, è normale innamorarsi della ragazza che si conosce da sempre”
“La conosco dalla notte in cui sono stato ricoverato qui”
“Cosa?” chiese lei fermandosi a guardarmi.
“Sì, io non l’avevo mai vista prima”
“Lei è la donatrice?”
“Sì, lei mi ha salvato la vita”
“Non lo sapevo, questo la rende ancora più speciale di quello che è già”
“Lo so”
“Non puoi perdere un angelo sceso in terra, non fartela scivolare dalle dita”
“Non lo farò” dissi sorridendo.
“E per la cronaca, mi sembra che anche lei sia molto interessata a te” disse facendo il giro del letto e subito alzai la testa.
“E come fai a dirlo?”
“Primo perché viene qui tutti i giorni. Se non le piacessi o se le stessi antipatico sono sicura che troverebbe benissimo qualcos’altro da fare che passare i suoi pomeriggi qui con te” disse cambiando il cerotto dalla mia testa e mi fece fare una smorfia di dolore.
“Secondo, ho trovato questo foglietto sul tavolino stamattina. Me ne sono accorta quando ti ho portato la colazione” disse sventolando il foglietto davanti al mio viso e subito lo presi per leggerlo.
“Ciao Zayn,
mi dispiace non averti salutato ma come credo tu abbia visto mi sono addormentata. Mia mamma mi ha svegliato alle undici telefonandomi e sono tornata a casa. Dormivi troppo bene, non volevo svegliarti.
Questo è il mio numero 3** ******8 così mi puoi scrivere quando vuoi. Ci vediamo domani.
Un bacio, Gin.
PS: grazie per il bacio di ieri sera”
Un sorriso si fece spazio sul mio viso e subito presi il mio telefono per registrare il suo numero.
“Quale bacio?” chiese l’infermiera sorridendo mentre mi medicava la ferita sulla testa.
“Le ho dato un bacio sulla guancia prima che mi addormentassi anch’io”
“Capisco” disse sorridendo mentre si allontanava.
Decisi di scriverle subito un messaggio, oggi sento che sarà una bella giornata e non vedo l’ora di vederla.

GIN’S POV

Arrivai a scuola e mi avvicinai al mio gruppo, con mia sorpresa vidi Harry e Louis parlare con Vane e Eugi. Sento che oggi sarà una bella giornata.
“Ciao” dissi avvicinandomi a loro e tutti e quattro mi rivolsero un grande sorriso. Chiacchierammo del più e del meno fino a che non vidi Niall, un amico di Hazza e Lou venirci incontro con un altro ragazzo.
Lo guardai attentamente, oddio. Quello è Liam.
“Ciao ragazzi” disse Niall con allegria.
“Ciao biondo” risposi abbracciandolo e subito vidi Liam puntarmi gli occhi addosso. Non è un brutto ragazzo però io ho occhi solo per Zayn.
Oddio, non posso averlo pensato davvero.
“Ciao, Ginevra giusto?” chiese Liam avvicinandosi a me ma io feci un passo indietro guadagnandomi gli sguardi omicidi di Vane e Eugi.
“Sì, giusto” risposi sorridendo.
“E’ da tanto che non ci vediamo”
“Ehm…dalla festa di Marco”
“Da quella festa sono passati quattro mesi”
“Giusto”
“Senti, ti va di uscire con me oggi pomeriggio? Andiamo a fare un giro, così per conoscerci meglio” disse e subito guardai le mie due amiche in cerca di consiglio. Entrambe stavano sorridendo, certo. Grazie per l’aiuto davvero. Poi pensai a Zayn.
“Ehm…oggi pomeriggio?”
“Sì, passo a prenderti alle tre e mezza. Ti va?”
“Va bene” risposi sorridendo. Mi baciò una guancia e si allontanò. Subito dopo il mio telefono vibrò.
Da numero sconosciuto: Grazie per il tuo messaggio cartaceo. Mi hai migliorato la giornata, non vedo l’ora di vederti oggi. Un bacio, Zayn.
Sorrisi al suo messaggio poi mi ricordai di Liam. E adesso che cosa gli dico?
A Zayn: Sono contenta di averti fatto felice. Mi dispiace ma oggi non ce la faccio a passare, devo vedere una persona. Ci vediamo domani, scusami ancora.
Questa è la prima volta che non andrò da lui e l’idea mi fa stare male. Penserà che mi sono stancata di lui e io non voglio. Ma sarà solo per oggi, dirò a Liam che non mi interessa e poi forse potrei fare anche in fretta e andare da Zayn nel tardo pomeriggio. Sì, mi sembra un buon piano.
Da Zayn: Oh, va bene. Ci vediamo domani allora. Buona giornata.
Sono sicura che ci è rimasto male ma spero di vederlo oggi e di spiegargli tutto stasera.
 
Tornai a casa verso le sette, ed è troppo tardi per andare da Zayn adesso.
Con Liam è andata male, molto male. So di averlo fatto arrabbiare ma non potevo fare altro. E’ venuto a prendermi e siamo andati al centro commerciale, abbiamo fatto un po’ di shopping e mi ha offerto il gelato anche se è pieno inverno. Abbiamo chiacchierato del più e del meno e mi ha chiesto di uscire ancora. E’ qui che ho fatto scoppiare la bomba perché gli ho detto di no.
Ha cominciato a farmi un sacco di domande alle quali non ho risposto, non posso uscire con una persona che non mi piace! Non avrebbe alcun senso.
Spero di non vederlo mai più, neanche a scuola. Invece, non vedo l’ora di vedere Zayn domani. Lui è l’unico che mi fa stare bene.
 
Quel pomeriggio arrivai di corsa in ospedale, avevo una pazza voglia di vederlo. E’ così, credo di essere proprio innamorata.
“Ciao” dissi entrando dalla porta.
“Ciao” rispose lui sorridendomi mentre spegneva la televisione. Mi tolsi le scarpe e presi posto sul suo letto come sempre.
“Come stai?”
“Benissimo”
“Senti, mi dispiace molto per ieri”
“Non ti preoccupare, lo capisco. Non puoi vivere per me” rispose e lo guardai negli occhi per qualche secondo, poi mi ripresi.
“No, non è per questo. E’ solo che….fidati, avrei preferito essere qui con te”
“Perché?”
“Non è stato un bel pomeriggio”
“Ah no?” chiese lui con un sorriso. Perché sorride? Sembra felice…
“Mi sa che l’ho fatto arrabbiare” dissi ridendo e lo feci ridere. Dio quella risata, mi mancava sentirla.
“Gli ho detto di no” aggiunsi abbassando lo sguardo.
“Come mai?”
“Diciamo che….mi interessa un altro” dissi sorridendo e vidi i suoi occhi illuminarsi ma non disse niente.
“Cambiando discorso, è quasi Natale”
“Già”
“E tu pensi di rimanere chiuso qua dentro, sdraiato su questo letto?”
“Non posso fare altro”
“Neanche una piccola uscita?” chiesi facendo gli occhi dolci.
“Vorrei ma non credo sia la cosa migliore dato che ho ancora una ferita aperta sulla pancia”
“Oh, certo dimenticavo. Allora, cosa vorresti fare il giorno di Natale?”
“Rimarrò qui, mangerò il solito purè. L’infermiera però mi ha detto che faranno la torta di mele”
“Uno strappo alla regola” dissi ridendo.
“Esatto! Poi aspetterò i miei genitori e guarderò film natalizi. Ovviamente aspetterò anche te” disse e mi fece arrossire.
“Oh” fu tutto quello che riuscii a dire.
“Anzi, diciamo che spero di passarlo con te e basta il giorno di Natale”
“Smettila, mi fai arrossire”
“E’ la verità” disse guardandomi dritta negli occhi e mi avvicinai a lui per stampargli un bacio sulla guancia. Lo vidi sorridermi e io feci lo stesso.
“Che regalo vuoi?” chiesi sorridendo.
“Nessun regalo”
“Dai su! Ci deve essere qualcosa che vuoi per Natale. E’ un giorno speciale”
“Una cosa c’è”
“Sarebbe?”
“Non te lo posso dire”
“Perché no?”
“E’ un desiderio natalizio”
“E io come faccio a farlo avverare se non me lo dici?”
“Sono sicuro che si avvererà”
“No, adesso me lo dici” dissi avvicinandomi a lui.
“No” disse ridendo.
“Mi hai fatto incuriosire, sputa il rospo”
“Se no cosa mi fai?”
“Ti farò il solletico fino a che non ti si staccano tutti i punti dal ridere. Poi vedrai che bel Natale sarà” dissi e lui rise.
“Davvero lo vuoi sapere?”
“Sì, così mi organizzo e ti porto questo regalo”
“Voglio te”



Ciaooooo! Ecco un altro atteso capitolo!
Mi dispiace non aver aggiornato prima ma ho tolto due denti del giudizio e non sto ancora al 100%.
Comunque....in questo capitolo abbiamo visto che Zayn comincia a provare qualcosa, secondo voi anche Ginevra prova le stesse cose oppure si sta sbagliando?
E cosa sta succedendo con gli amici?
Lo scopriremo presto...
Spoiler: si sta avvicinando il Natale e Ginevra penserà a cosa regalare a Zayn.
Commentate e ditemi cosa ne pensate.
Bacii!!!!

 

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Capitolo 6
*** True love ***


“Tu cosa?” chiesi scioccata ma allo stesso tempo il mio cuore batteva forte.
“Hai sentito bene” disse prendendomi una mano e i brividi cominciarono a correre dappertutto.
“Ripetilo”
“Voglio te per Natale” disse di nuovo accarezzandomi una guancia.
“Ehm…” dissi spostandomi.
“Vedrò quel che posso fare” aggiunsi scendendo dal letto. Mi avvicinai alla finestra e la aprii per prendere fiato.
“Che cosa fai?” chiese.
“Fa un gran caldo qua dentro, tu non lo senti?” lo sentii sogghignare. Dovevo solo riprendere fiato, riprendere a respirare normalmente, calmare il mio battito cardiaco e cercare di diminuire il rossore sulla mia faccia.
Dopo qualche secondo mi voltai e lo guardai sorridermi.
“Bene, adesso sto meglio” dissi riprendendo posto davanti a lui.
“Sei bellissima” disse sorridendo.
“Ti prego smettila sennò o riapro la finestra oppure finirò su un letto d’ospedale anch’io tra pochi minuti” lo sentii ridere e mi sentii meglio.
“Sai il dottore ha detto a mio padre stamattina che potrebbero trasferirmi in un altro reparto”
“Ah! Beh è una bella cosa! Significa che non sei più messo tanto male no?”
“Sì, credo mi metterebbero in ortopedia per la gamba”
“Giusto”
“Non ne posso più di questo gesso. Muoio di prurito” disse lamentandosi.
“Lo capisco ma fidati che sei fortunato. Mio fratello si è spaccato una gamba a luglio e ha tolto il gesso alla fine di agosto”
“Oddio no, d’estate no”
“Esatto. Tu almeno sei qui ed è inverno”
“Allora non mi lamento più” disse sorridendo.
“Ti va una partita a carte?” chiese dopo un po’.
“Solo se mi prometti di non vincere come tutte le altre volte”
“Vedremo”
“Bene, ho già perso” dissi prendendo le carte.
 
“Ma mi spieghi come fai?”
“A fare cosa?” chiese ridendo.
“A vincere ogni singola volta”
“Mi alleno con le infermiere”
“Ah ecco” risposi raccogliendo le carte.
“Sei gelosa?” chiese sorridendo maliziosamente.
“Assolutamente no!” dissi facendo una smorfia e lui sorrise.
“Sì che lo sei”
“Se non la finisci non vengo più a trovarti”
“Ah passi ai ricatti adesso”
“Quando te li meriti”
“Non ho mica detto niente di male”
“Sì invece”
“Non ci credo che sei gelosa delle infermiere” disse ridendo e mi fece arrossire ancora di più.
“Non. Sono. Gelosa” dissi tirandogli dietro le carte e lui rise ancora più forte.
“Guarda che la cosa del solletico è ancora valida” disse lui cominciando a farmi il solletico.
“Era per te quello” dissi ridendo.
“Non puoi….non puoi rubarmi le battute” dissi sempre ridendo e lui non si fermava. Mi stavo agitando ed ero praticamente sdraiata sopra di lui.
“Basta!” dissi ridendo.
“No. Non smetto fino a che non mi dici che sei gelosa”
“Mai” dissi seria e lui ricominciò a stuzzicarmi.
“No! Basta ti prego” dissi ridendo.
“Non respiro” le sue mani mi solleticavano la pancia e i fianchi, stavo per cadere dal letto ma la sua spalla mi bloccava dallo scivolare giù.
“Zayn” sentii due voci dire. Lui di colpo si alzò. Non lo avesse mai fatto. Persi l’equilibrio e con un urletto ridicolo mi ritrovai per terra come un sacco di patate.
“Sei un idiota” dissi alzandomi un po’ dolorante e poi vidi i suoi genitori a bocca  aperta davanti al letto del figlio.
Ci furono attimi di silenzio poi i suoi genitori scoppiarono a ridere e tirai un sospiro di sollievo. Diedi un piccolo schiaffo a Zayn sul braccio e lui mi prese la mano. Il suo gesto mi fece rimanere senza fiato e mi mise in confusione ma lo lasciai fare.
“E’ un piacere rivederti Ginevra” disse Mark venendo ad abbracciarmi. Staccai la mia mano da quella di Zayn e in quei attimi di secondo provai una sensazione di vuoto. Mi sentivo sola fino a che le braccia di suo padre mi avvolsero dolcemente.
“Anch’io sono felice di rivedervi” risposi con un sorriso e abbracciai Kathy, poi mi voltai verso Zayn e vidi i suoi occhi scioccati.
“Voi vi conoscete?”
“Sì, dalla notte in cui lei ti ha salvato la vita” rispose sua mamma.
“No, per favore. Smettetela di dire che sono stata io”
“Non essere modesta. Sei stata tu eccome” rispose suo padre e io sorrisi.
“Perché non me lo avete mai detto?” chiese Zayn.
“Non lo so. Non credevo fosse così importante”
“Adesso capisco di chi avete sempre parlato” disse Zayn rivolto ai suoi genitori.
“Esatto” rispose il padre.
“Non ci credo” disse lui.
“Ehm…io credo di essermi persa qualcosa” dissi ridendo.
“Te lo spiego dopo” rispose Zayn e annuii. Poi vidi l’ora nel mio telefono.
“Ehm…è meglio che io vada. Non vorrei fare tardi” dissi mettendomi le scarpe. Sistemai i libri nello zaino e presi la giacca.
“E’ stato davvero un piacere rivedervi” dissi salutando i genitori del ragazzo.
“Anche per noi, speriamo di rivederci presto” rispose Kathy.
“Ci vediamo domani” dissi a Zayn e gli diedi un bacio sulla guancia, lo feci sorridere e sono sicura di aver visto un po’ di rossore sulle sue guance.
Salutai ancora e uscii dalla stanza.

ZAYN’S POV

“E’ fantastica” disse papà dopo che io ebbi finito di mangiare la cena.
“Chi?” chiesi confuso. Stavamo parlando di calcio…
“Ginevra” rispose e subito sorrisi.
“Lo è”
“Zayn, non ti abbiamo mai visto così. Non con una ragazza”
“Lo so mamma. Credo di essermi innamorato”
“Awwww, che bella notizia!” disse sorridendo mentre mi abbracciava.
“Mamma ti prego”
“Cosa c’è? Ci siamo solo noi tre in questa stanza, non ti vede nessuno”
“Come stai Zayn?” chiese papà sedendosi al lato opposto del letto.
“Così così. I punti sulla pancia mi fanno molto male”
“E la testa?”
“No, il dolore alla testa è passato. Sto meglio di giorno in giorno, è Ginevra che mi fa stare meglio”
“Lo immaginavo” rispose lui.
“Ti ha salvato quella ragazza” disse mamma sorridendo.
“Lo so, io non vedo l’ora che arrivino le due di pomeriggio perché so che lei arriva”
“E’ bellissima questa cosa. Cosa mi dici di Liam?” chiese papà.
“E chi l’ha più visto?”
“Non è venuto neanche una volta a salutarti?”
“No papà”
“Ma eravate così amici”
“Hai detto bene mamma. Eravamo. Mi scrive spesso però, dice che c’è una ragazza che gli interessa”
“Ah bene. Finalmente! Liam è un bellissimo ragazzo” disse mamma.
“Già, mi ha detto che sono già usciti una volta ma non è andata molto bene. Gli ho dato un po’ di consigli per riprendersela, sai com’è Liam. Quando vuole una cosa non c’è niente e nessuno che lo possano fermare”
“No, infatti. Spero che questa ragazza sia una a posto invece” disse papà e mi fece ridere.
“Perché ridi?” chiese mamma sorridendo.
“Ha detto che è bellissima”
“Ah beh allora, digli che non corra troppo” rispose mamma.
“Gli ho dato i miei consigli. Ad esempio di portarla al cinema così può provare con un bacio per iniziare. Quello è il posto migliore”
“E Ginevra invece?” chiese mamma.
“Lei cosa?”
“Non sai se…ha avuto qualcuno?”
“Mamma!”
“Cosa?”
“Non è sicuramente una domanda che le voglio fare”
“L’hai almeno baciata?” chiese papà.
“No”
“E che cosa aspetti?” rispose lui.
“Il momento giusto”
“Non c’è un momento giusto. Da quanto vi conoscete, sei mesi? E ancora non hai mosso un dito”
“Non è vero, ho fatto le mie mosse”
“Ad esempio?” chiese mamma.
“Le faccio un sacco di complimenti e lei arrossisce moltissimo. Non lo sa che quando lo fa è ancora più bella”
“Sei proprio cotto figliolo”
“Credo di sì” dissi ridendo.
“Beh vedi di muoverti, non perderla” disse papà.
“Non lo farò, lei è troppo importante”
Chiacchierammo ancora un po’ poi decisero di tornare a casa e io mi addormentai pensando a lei.

GIN'S POV

Mi alzai più felice del solito, stamattina sarei andata a scuola. Oggi è l’ultimo giorno prima che inizino le vacanze di Natale. Devo ancora cercare qualcosa da comprare per Zayn, forse mamma potrebbe aiutarmi.
Arrivai a scuola in orario questa volta, non so come mai. Per la strada pensai ad un possibile regalo per Zayn ma nessuna idea.
“Buongiorno raggio di sole” disse Hazza abbracciandomi.
“Ciao” dissi sorridendo mentre toglievo le cuffiette.
“Buongiorno bellissima” sentii una voce dietro di me e mi voltai si scatto. No, ancora lui. Liam.
“Ciao” dissi sorridendo.
“Come stai?”
“Bene, tu?”
“Bene. Senti, dato che l’ultima volta non è andata molto bene, ti andrebbe di andare al cinema una di queste sere?”
“Ehm, mi dispiace non posso. Devo studiare”
“Ma dai! Saremo in vacanza! Si tratta di un paio d’ore, poi ti riporto a casa”
“Liam, davvero mi dispiace. Tu non mi piaci in quel senso”
“Perché no?”
“Sei davvero un bellissimo ragazzo ma a me interessa un altro”
“Lo conosco?”
“No, non credo”
“Sei sicura? Non cambierai idea?”
“Mi dispiace” dissi prima di baciargli una guancia e raggiungere gli altri.
Quel pomeriggio andai da Zayn ma arrivai in ritardo.
“Ehi, sei in ritardo” disse sorridendo mentre appoggiava il libro sul comodino.
“Lo so e mi dispiace” dissi e lo baciai sulla guancia, ormai era una droga per me.
“Ti ho portato qualcosa” dissi aprendo la borsa che avevo con me.
“Oggi niente compiti” aggiunsi sorridendo e lo vidi guardarmi confuso.
“Oggi, decoriamo questa stanza” dissi tirando fuori dei festoni verdi, rossi, dorati e argentati e vidi i suoi occhi illuminarsi.
“Sei eccezionale” disse baciandomi una guancia e mi fece arrossire.
“Certo che lo sono. E’ quasi Natale e questa stanza è un mortorio”
“Ti ho anche portato un cd con le canzoni di Natale più belle” aggiunsi tirandolo fuori dalla borsa e mi avvicinai al registratore. La prima canzone fu Happy Christmas cantata da Celine Dion.
“Adoro questa canzone” disse felice.
“Anche a me piace” dissi avvicinandomi a lui.
“Allora, dato che tu non ti puoi alzare ho pensato che potresti addobbare l’albero mentre io appendo queste cose in giro”
“Perfetto” disse sorridendo.
Ci mettemmo tutto il pomeriggio tra chiacchiere e risate.
“Che cosa è successo qua dentro?” chiese il medico entrando nella camera.
“Decorazioni natalizie” disse Zayn sorridendo e io mi alzai per uscire dalla stanza. Dopo 10 minuti il medico uscii dalla sua camera e mi sorrise.
“Signorina aspetti” disse e mi voltai per ascoltarlo.
“Sì?”
“Lei ha fatto miracoli, lo sa questo vero?”
“Come? Di cosa sta parlando?”
“Quel ragazzo era morto quella notte. Con le ferite che aveva nessuno di noi credeva che riuscisse a sopravvivere”
“Oh”
“E’ merito suo se adesso lui sta così bene” disse sorridendo e i nei miei occhi si formarono delle lacrime di gioia.
“Sono felice che lui stia bene” dissi sorridendo.
“Questo è quello che vorrebbero trovare tutti” disse allontanandosi.
“Mi scusi?” chiesi confusa.
“L’amore vero”
Rimasi spiazzata dalla sua risposta. Amore vero…ero sicura di provare qualcosa di forte per Zayn ma l’amore vero, non lo so. Dopo alcune riflessioni rientrai nella sua stanza.
 
Quando entrai a casa venni accolta da mio fratello Edoardo.
“Edo!!” urlai saltandogli in braccio.
“Gin!” disse abbracciandomi forte.
“Come sta la mia piccola?”
“Sto benissimo, ma tu? Come stai?”
“Sto bene, sai ho la ragazza”
“Che cosa?”
“Sì, si chiama Sabrina. E’ bellissima”
“Abbiamo molte cose da raccontarci allora” dissi abbracciandolo ancora.
“Anche tua sorella ha il moroso”
“Mamma! Non è vero”
“Sì che è così”
“Edo no, non è vero”
“Ma perché non gli dici la verità?”
“Perché io non sono innamorata di Zayn” dissi mentendo.
“Non ho mai detto che fosse Zayn” disse lei sorridendo mentre usciva dalla cucina e rimasi a bocca aperta, mio fratello invece sorrise.
Quella sera gli raccontai tutto dall’inizio e sì, gli dissi che sono innamorata di lui.
“Devi aiutarmi però”
“A fare cosa?” chiese lui.
“Non so cosa regalargli per Natale”
“Che ne dici di un bacio?”
“Scemo” dissi ridendo.
“Sei tu quella che lo conosce, sono sicuro che troverai qualcosa di carino”
“Mmh…”
“A Sabrina ho preso un piccolo quadro con una nostra foto. Li adora” disse lasciando la mia stanza e subito mi venne in mente un’idea.



Ciaooooo!!! Ecco il sesto capitolo!!
Allora, cosa succederà nel prossimo? Cosa regalerà Ginevra a Zayn?
Ho in serbo un sacco di soprese, quindi continuate a leggere! :)
Abbiamo visto Ginevra e Zayn avvicinarsi sempre di più, secondo voi succederà qualcosa tra i due oppure decideranno di rimanere solo amici?
Non sempre le cose vanno come si spera...
Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate!!
A prestissimo!


 

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Capitolo 7
*** We'll go there, together ***


Mi svegliai sentendo il profumo del caffè. Questo deve essere Edo, lo fa sempre quand’è la vigilia di Natale.
“Buongiorno” dissi entrando in cucina.
“Oh, proprio tu mancavi” disse mamma.
“Perché?”
“Volevamo sapere se ci sei stasera, ma credo che la risposta sia no” disse papà e sorrisi.
“Mi dispiace, io ho preparato una sorpresa per Zayn. Non sai quanto mi ci è voluto per convincere il medico”
“Va bene, ti perdoniamo. Solo perché lui è molto importante per te” disse Edo ed io sorrisi.
“Lo è” risposi e tutti mi guardarono mentre uscii dalla cucina.
Andai in ospedale verso le otto di sera, mi fermai prima a comprare il suo regalo. Spero che gli piaccia!
Salutai le infermiere, ormai le conosco tutte. Mi fermai al bancone dove erano riunite e chiesi se la mia sorpresa era già arrivata.
“No, ma sarà qui a momenti. Lui sta impazzendo” rispose Anna e io iniziai a ridere. Poi andai da lui.
“Toc toc” dissi aprendo la porta con un sorriso.
“Ehi” disse lui vedendomi e subito mi sorrise. Wow, potrei guardarlo per giorni anche con una semplice maglietta addosso, con un cerotto sulla testa e le borse sotto gli occhi. E’ comunque bellissimo.
“Buon Natale” dissi dandogli un bacio sulla guancia.
“Non è ancora Natale”
“Giusto, mi devo riprendere anche il bacio?” chiesi sorridendo.
“No, quello sta bene lì” rispose guardandomi maliziosamente.
“Come stai oggi in questo giorno di festa?” chiesi sedendomi sempre nello stesso posto ai piedi del letto.
“Bene ma si sono dimenticati di darmi da mangiare, capisco che è Natale ma sono abituato a mangiare alle sette in punto. E sono già le otto e passate”
“Oh, vado a controllare” dissi ridendo ed uscii dalla stanza. Andai dalle mie amiche infermiere e presi la mia sorpresa.
“Grazie” dissi sorridendo.
“Non c’è di che. Offriamo noi, ve lo meritate” rispose una di loro.
“Grazie, siete molto gentili”
“Divertitevi” urlò un’altra e mi fece ridere. Entrai poi nella stanza di Zayn tenendo il cartone della pizza dietro la schiena.
“Non ne sanno niente della tua cena”
“Ma come?” chiese scocciato.
“Consegna speciale!” dissi sorridendo mentre gli mostravo la pizza e lo vidi sorridere.
“No, non ci credo. Non ne mangio una da mesi!”
Mi riempiva il cuore vederlo così felice, mi rendeva felice. Presi il mio solito posto ed aprii il cartone.
“E’ già tagliata, metà a testa” dissi prendendo la prima fetta.
“Come metà?”
“Tu non sai quanto mi ci è voluto per convincere il tuo medico”
“Tutti sapevano tranne me? Anche i miei genitori?”
“Diciamo che…sì, lo sapevano tutti”
“Wow” disse masticando una fetta.
“E’ buona eh?”
“Moltissimo, grazie”
“Figurati. Solo perché è la vigilia di Natale, non ti ci abituare”
“Lo prometto” disse ridendo. Dopo aver mangiato guardammo un film natalizio e io mi sdraiai al suo fianco. Quel letto era abbastanza grande per farci stare entrambi.
Appoggiai la testa sul suo petto e mi beai del profumo della sua pelle e del battito del suo cuore.
“Posso chiederti una cosa?” chiese.
“Certo”
“Consideralo come un futuro regalo di compleanno dato che compio gli anni a gennaio”
“Va bene” dissi sorridendo mentre alzai la testa per guardarlo.
“Quando uscirò da qui ti va di….ehm...”
“Zayn, dillo e basta” dissi appoggiando una mano sul suo petto e iniziai ad accarezzarlo molto delicatamente sapendo che ha la ferita sulla pancia.
“Insomma, ti andrebbe di uscire con me?” il mio cuore perse qualche battito al suono di quelle parole. Vuole uscire con me.
“Mi piacerebbe tanto” dissi sorridendo e gli baciai una guancia.
Il film terminò qualche minuto dopo e mi alzai per cambiare dvd, poi tornai tra le sue braccia.
“Grazie per stasera”
“Non devi ringraziarmi per un pezzo di pizza e qualche film natalizio” dissi sorridendo. Lo guardai negli occhi, i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
“Ti ho preso un regalo” dissi alzandomi e presi il pacchetto dalla borsa.
“Non ce n’era bisogno”
“Invece sì, tutti si meritano un regalo a Natale. Forza, aprilo” dissi sorridendo.
Lo vidi soffermarsi su quel regalo così semplice ma così prezioso per lui, mi guardò con gli occhi che luccicavano.
“Grazie” disse baciandomi una guancia.
“Beh sai, so che ti piace molto disegnare. Me ne hai sempre parlato e dato che non frequenti più la scuola d’arte ho pensato che quando sei qui da solo e ti annoi potresti disegnare qualcosa” dissi sorridendo e lui rispose dandomi un altro bacio sulla guancia.
“Lo appoggi sull’altro comodino?” chiese dandomi il blocco da disegno.
“Certo” risposi e mi voltai per appoggiarlo. Presi poi anche il cartone della pizza e lo misi per terra. Quando mi voltai lo vidi con in mano una scatoletta.
Ero scioccata, i miei occhi passavano dai suoi alla scatoletta.
“Ti ho preso qualcosa anch’io” disse sorridendo.
“Non dovevi farlo”
“Invece sì” rispose porgendomi il regalo. Lo aprii sorridendo e rimasi senza parole alla vista di una collanina di oro bianco con un bellissimo ciondolo a forma di cuore.
“Oddio Zayn” dissi guardandolo e poi guardai di nuovo il regalo.
“Ti piace?” chiese sorridendo.
“La adoro, grazie. E’ davvero bellissima” dissi sorridendo e gli baciai una guancia.
“Vuoi che te la metta?” chiese ed io annuii. Prese la collanina mentre mi spostai i capelli su una spalla e la agganciò, poi si avvicinò al mio orecchio.
“Sei bellissima” sussurrò e mi fece arrossire.
“Grazie” risposi guardandolo. I nostri visi erano sempre più vicini, più ci avvicinavamo più il mio cuore batteva. Sorrisi leggermente e chiusi gli occhi.
Poi lo sentii, il bacio tanto atteso. Le sue labbra sulle mie mi provocarono, oltre alle solite farfalle nello stomaco, una sensazione di libertà. Mi staccai quando sentii qualche botto ma poi lo guardai sorridendo e mi persi letteralmente nei suoi occhi color caramello.
“Credo sia mezzanotte” sussurrò lui accarezzandomi il viso.
“Buon Natale” dissi sorridendo.
“Buon Natale Gin” ripose e poi mi baciò di nuovo. Questa volta il bacio fu più sentito, dopo un pò chiese l’accesso alla mia bocca e glielo diedi senza esitazioni.
Le nostre lingue si incontrarono e cominciarono a toccarsi dolcemente in un bacio totalmente passionale.
“Ehi piccioncini” disse il medico facendo irruzione nella stanza ed entrambi ci staccammo imbarazzati.
“Dottore” disse Zayn schiarendosi la voce e si leccò le labbra.
“Che ne dite voi due di venire a festeggiare di la con noi?” chiese e io guardai Zayn.
“Ehm…no grazie. Rimango qui con lei” rispose prendendomi la mano.
“Perché no? La puoi usare la carrozzina adesso, questo è il mio regalo di Natale per te” disse il medico e subito vidi Zayn illuminarsi di una luce nuova.
“Davvero?”
“Sì, forza andiamo” disse e lo aiutò a scendere. Seduto sulla sedia a rotelle percorremmo il corridoio fino a quando non arrivammo al bancone dove tutte le infermiere ci fecero festa.
“Un bicchiere di spumante per te Ginevra, e un bicchiere di succo per te Zayn” disse Anna ridendo.
“Mi va più che bene così” rispose lui e mi fece sorridere. Quanto è bello.
“Cin cin, buon Natale” disse un’infermiera e facemmo tintinnare i nostri bicchieri. Passammo una buona oretta a parlare con i medici e gli infermieri poi Zayn tornò nella sua stanza.
“Sei stanco?” chiesi sistemandolo sotto le coperte.
“Un po’. Non ci sono più abituato”
“Riprenderai tutte le forze vedrai. Tornerai come prima”
“Un po’ più rotto però”
“No, non credo” dissi ridendo.
“Sarai aggiustato del tutto” aggiunsi abbracciandolo e appoggiai la testa nell’incavo del suo collo dove gli lasciai dolci baci.
“Ero appena uscito di casa”
“Mmh?”
“Stavo andando a comprare qualcosa ma non ricordo cosa”
“Ehi, di cosa stai parlando?” chiesi accarezzandogli il viso.
“Salii in macchina e misi la mia canzone preferita. Pioveva, pioveva a dirotto. Quasi non vedevo niente. Guidavo pianissimo e mi fermai al semaforo dell’incrocio. Ero sicuro che fosse rosso, infatti lo era! Ma non per quello che mi stava dietro” aggiunse mentre mi accarezzava la schiena.
Mi resi conto che mi stava raccontando dell’incidente e rimasi in silenzio ad ascoltare.
“Mi tamponò così forte che uscii l’airbag, la mia macchina venne spinta in mezzo alla strada. Non feci in tempo a realizzare di essere in mezzo all’incrocio che vidi dei fari venirmi incontro alla mia sinistra. Sentii dei clacson ma poi niente, il buio. Non mi ricordo più niente da quella notte fino a che non mi svegliai qui con te che mi chiedevi di usare il bagno” disse sorridendo e poi si voltò a guardarmi.
Una lacrima era scesa sul mio volto e gli accarezzai nuovamente la guancia.
“Va tutto bene, sei qui adesso e sei vivo. Hai i tuoi genitori, e hai me”
“Non potrei chiedere nient’altro” disse e poi mi baciò. In quel bacio sentii la passione, la felicità e il desiderio.
Dormii con lui quella notte, il Natale più bello della mia vita.
 
Mi svegliai sentendo delle labbra appoggiarsi sulla mia fronte, aprii gli occhi lentamente e mi adattai alla luce. Poi alzai la testa e vidi il ragazzo di cui mi ero veramente innamorata.
“Buongiorno” disse lui baciandomi ancora la fronte.
“Buongiorno” risposi sorridendo.
“Buon Natale” aggiunsi allungando il collo e gli stampai un dolce bacio sulle labbra. Poi riappoggiai la testa sul suo petto.
“Sei ancora più bella quando dormi”
“Da quanto mi stavi guardando?”
“Non da molto, ma in questi minuti mi sono reso conto di una cosa. Lo sapevo già ma ne ho avuto la conferma anche la scorsa notte”
“Conferma di cosa?” chiesi curiosa guardandolo.
“Mi sono innamorato di te” alle sue parole il mio cuore fece i salti mortali e le farfalle svolazzarono dentro di me. Avevo voglia di urlare, di abbracciarlo, di baciarlo con passione. Avevo voglia di piangere ma tutto quello che riuscii a fare fu sorridergli.
Un sorriso che non avevo mai fatto prima, era un sorriso che esprimeva tutta la mia felicità, il mio amore corrisposto, la forza per andare avanti ogni giorno e la grandissima paura di perderlo.
Lui se ne accorse e azzerò la distanza tra di noi unendo le nostre labbra ancora una volta. Fu un bacio diverso dagli altri, dolce e passionale allo stesso tempo. Caldo e desideroso di fare un passo avanti ma entrambi ci fermammo.
Zayn appoggiò la sua fronte sulla mia mentre una sua mano mi accarezzava il collo.
“Questo è il più bel Natale della mia vita” disse soffiando sulle mie labbra.
“Non credo, sei qui dentro da troppo tempo”
“Ho incontrato te però”
“Te lo ricordi che abbiamo ancora quell’appuntamento in ballo vero?” dissi sogghignando e lui rise, poi mi abbracciò.
“Certo che me lo ricordo, non potrei dimenticarlo. Potresti fare una tesina sull’amore”
“Per l’esame?”
“Sì”
“Non lo so, io pensavo all’America. Mi aiuteresti?”
“Certo. Come mai l’America?”
“Andarci è il mio sogno. Il mio sogno americano”
“Non ci sei mai stata?”
“Non ancora, ma ci andrò”
“Ci andremo insieme, ti piacerebbe?” chiese e subito lo guardai negli occhi sorridendo.
“Moltissimo” dissi e lo baciai.
“Potremmo organizzare un tour con le città più importanti e da lì colleghi le materie”
“Sono quattro materie”
“Beh sicuramente inglese, poi potresti fare storia spiegando la storia degli Stati Uniti”
“Potrebbe essere una bella idea”
“E poi ci sarebbe geografia”
“Giusto”
“E letteratura. Ci sono un sacco di scrittori americani famosi”
“Perché sei così intelligente?” chiesi e lui rise.
“Perché l’argomento mi interessa”
“E la persona che lo espone” aggiunse. Non feci in tempo a guardarlo che la porta si spalancò.
“Buon Natale!” urlò suo padre Mark insieme alla moglie e sorrisi sedendomi sul letto. Scesi per salutarli.
“Buon Natale” dissi abbracciando entrambi.
“Anche a te Ginevra, è bellissimo rivederti” disse Kathy.
“Grazie, anche per me”
“Da quanto tempo sei qui?” chiese suo papà.
“Ehm…”
“Da ieri sera” rispose Zayn e io arrossii.
“Uuhh” disse il padre e mi fece arrossire ancora di più.
“Non ti preoccupare cara, fa sempre così” disse Kathy mettendomi una mano sulla spalla e mi rilassai.
“Allora è successo qualcosa se è rimasta” sussurrò Mark a Zayn ma lo sentii lo stesso.
“Mark ti prego” lo rimproverò la moglie.
“Cosa c’è? Voglio sapere se mio figlio ha la ragazza adesso” rispose lui e arrossii di nuovo. Con lo sguardo cercai Zayn ma il suo sorriso mi mise ancora più in imbarazzo.
“Oddio ma vi devo dire proprio tutto?” disse Zayn incrociando le braccia al petto.
“Beh…sì” risposero i genitori in coro e io mi misi una mano sulla faccia per nascondere il mio colorito rosso fuoco. Datemi una pala che mi scavo la fossa e poi mi ci butto dentro.
“D’accordo. Ci siamo baciati” rispose lui.
“Dov’è la mia fossa?” sussurrai tra me e me ma mi sentirono tutti perché scoppiarono a ridere.
“Oh non ti preoccupare. Siamo felici che state insieme, mio figlio non avrebbe potuto scegliere una ragazza migliore. Benvenuta nella nostra famiglia Ginevra” disse Kathy abbracciandomi.
“Mamma, non le ho chiesto di sposarmi”
“Lo so Zayn, ma sono tanto felice per voi due. Questo è il più bel regalo del mondo” rispose lei e una lacrima le rigò il volto così la abbracciai ancora.
“Congratulazioni, vi meritate a vicenda. Tu Ginevra sei un angelo, hai salvato mio figlio. Non potrei non accoglierti a braccia aperte” disse Mark e mi abbracciò forte.
“Ripeto, non le ho chiesto di sposarmi” disse Zayn e mi fece ridere.
“Oh finiscila” lo rimproverò suo papà e mi fece ridere ancora di più.
“Ti abbiamo portato un regalo” disse Kathy prendendo il pacchetto dalla borsa e io presi posto accanto a Zayn che mi circondò la vita con un braccio.
Non potrei essere più felice in questo momento, non potrei sentirmi più al sicuro.
Zayn scartò il suo regalo: una bellissima maglietta con la stampa della sua band preferita.
Passai la mattina con loro a chiacchierare e scherzare, poi all’ora di pranzo tornai a casa e festeggiai con la mia famiglia.



Ciaooo!
Olè! Ecco il bacio!! Direi finalmente è successo!
Zayn è cuccioloso...che carino anche lui le ha fatto un regalo.
Nel prossimo Zayn riceverà una visita....e chi sarà?
Lo scopriremo presto.
Buona giornata!
Zaooooooo


 

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Capitolo 8
*** You never said that ***


ZAYN’S POV

“Liam! Dio quanto mi sei mancato” dissi sorridendo quando lo vidi entrare nella mia stanza con un mazzo di fiori in mano.
“Anche tu mi sei mancato” rispose sedendosi sulla sedia.
“Liam non sono gay” dissi e lui rise.
“Scusa, non sapevo che cosa portarti. I fiori mi sembravano la cosa migliore” disse avvicinandosi.
“Abbracciami fratello” dissi sorridendo e mi abbracciò per qualche secondo poi si staccò dandomi qualche colpetto sulla spalla come faceva sempre.
“Come stai? E’ tanto che non ci vediamo” dissi guardandolo e lui abbassò lo sguardo.
 “Lo so, sei il mio migliore amico Zayn. Questo non cambierà mai”
“Lo so”
“Allora, come stai?”
“Sto meglio grazie”
“Zayn mi dispiace se non sono mai venuto a trovarti prima”
“Stai tranquillo, sei qui adesso” dissi e lo vidi annuire.
“Ah ma avrai qualcuno che verrà a trovarti, no?” chiese e io sorrisi.
“Cosa mi nascondi?” chiese sorridendo mentre mi guardava e mi fece ridere.
“C’è qualcosa che non mi vuoi dire! Forza, dimmelo!” aggiunse.
“La mia ragazza viene qui tutti i giorni, non sono mai solo”
“Uuuh! E da quando hai questa ragazza?”
“Da quando sono entrato qui dentro. Lei mi ha salvato la vita”
“E bravo il mio Zayn! Ma dimmi, da quanto la conosci?”
“Non l’avevo mai vista prima, non la conosco da tanto”
“Come si chiama?” chiese sorridendo.
“Ginevra” risposi e vidi il suo sorriso scomparire dal suo viso.
“Liam? Liam stai bene?”
“Eh? Sì, sto bene”
“C’è qualcosa che non va?”
“No, è tutto a posto. Ginevra hai detto”
“Ma dimmi invece di te. Come va con la ragazza? Quella di cui mi hai chiesto qualche consiglio”
“Oh, direi male” disse ridendo.
“E come mai?”
“E’ innamorata di un altro. Siamo usciti solo una volta ma l’avevo capito da subito che aveva in mente un altro ragazzo”
“Mi dispiace”
“A me no”
“No? Allora lei non ti piace così tanto”
“Mi piace ma come amica. Conosco bene lui e sono contento per loro”
“Oddio lo conosci? Che imbarazzo!”
“Neanche tanto, sei tu bello” spalancai gli occhi scioccato.
“Io? Io cosa?”
“Sei tu. Ginevra è la ragazza di cui ti ho parlato”
“Tu sei uscito con Ginevra?” chiesi arrabbiandomi.
“Solo una volta”
“Che cosa hai fatto? Se osi sfiorarla solo con un dito io..”
“Ehi amico calmati!” disse ridendo.
“Ti ho detto che siamo solo amici, non te la porterei mai via. Ti puoi fidare Zayn”
“Va bene, ma dove l’hai conosciuta?”
 “L’ho conosciuta all’inizio della scuola, ti ricordi alla festa di Marco? Stavo ballando con lei quando tu sei venuto a chiamarmi”
“Oddio. Lei era lì” dissi scioccato.
 “Sì”
“E non me ne sono accorto”
“L’hai conosciuta lo stesso” disse sorridendo.
“Quindi io e te ci siamo innamorati della stessa ragazza”
“Tu sei innamorato, a me piaceva solo. Poi quando ho capito che eri tu il suo principe azzurro l’ho lasciata in pace”
“Grazie Liam, lo apprezzo molto” dissi e lui mi sorrise.
Passai del tempo con lui fino a che Gin non venne a trovarmi.

GIN’S POV

“C’è qualcosa di diverso in te oggi” dissi dopo aver baciato Zayn.
“Giusto” disse sorridendo.
“Sarebbe?”
“Guardami meglio” disse sogghignando e lo squadrai poi spalancai gli occhi.
“Hai tolto il gesso alla gamba!” dissi sorridendo.
“Sì, il dottore mi ha fatto il suo regalo per l’anno nuovo”
“Benissimo! Significa che stai bene”
“Sì, infatti domani mattina mi trasferiscono in ortopedia. Il medico mi ha detto che inizierò la fisioterapia la prossima settimana”
“Wow, sono felicissima per te”
“Grazie”
“E la ferita sulla pancia come va?”
“Molto meglio, riesco a stare anche seduto adesso. Non mi fa molto male”
“Bene”
“Ho solo ancora i punti interni ma dall’ultima tac che ho fatto è tutto a posto. E la mia faccia è tornata come prima”
“Sono contenta che stai bene” dissi dandogli un dolce bacio.
“E’ tutto merito tuo”
“No che non lo è” risposi ridendo.
“Dici sempre così ma in fondo so che sai che è così” disse e io gli sorrisi.
“Ti va di andare fuori in terrazza? Voglio prendere un po’ d’aria fresca”
“Zayn è gennaio, fa freddo fuori”
“Mi avvolgerò nelle coperte”
“Va bene” dissi alzandomi e gli avvicinai la sedia a rotelle. Con fatica riuscì a sedersi su di essa.
“Stai bene?”
“Mi tirano solo i punti” disse facendo una smorfia.
“Possiamo rimanere qui”
“No, adesso che mi sono seduto qua andiamo fuori”
“Va bene” dissi sorridendo e presi due grosse coperte dall’armadio. Presi la mia giacca e andammo nella terrazza.
“Finalmente un po’ di ossigeno” disse chiudendo gli occhi e mi sedetti al suo fianco, appoggiai la testa sulla sua spalla.
“Vorrei che tu uscissi da qui e che tornassi a casa” dissi nascondendo il viso nel suo collo.
“Uscirò presto, te lo prometto” rispose voltando il viso verso il mio e mi baciò.
“Dove andremo per il nostro primo appuntamento?”
“Dove vorresti andare?” chiese lui.
“Non lo so, credo che qualunque posto andrebbe bene. Mi basta stare con te”
“Per me è lo stesso” mi baciò ancora ed intrecciai la mia mano alla sua.
“Cosa hai pensato quando mi hai visto la prima volta?”
“Mentre ero in coma sentivo i miei genitori parlarmi. Riconoscevo le loro voci, li ho sempre sentiti. Volevo rispondere ma era come se qualcosa mi facesse stare sempre zitto. Non avevo neanche la forza di respirare. Da subito sentii una voce che non conoscevo, eri tu” disse guardandomi.
“Credo di non aver mai sentito una voce così bella. Mi sembrava fosse un angelo, mi rilassavi. I miei genitori mi hanno sempre parlato di te. Dicevano che venivi da me tutti i giorni e che eri bellissima. Quando mi sono svegliato ho capito che avevano torto perché tu non sei bellissima, tu sei meravigliosa. Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto e sei speciale. Sei importante per me e non voglio perderti” aggiunse e una lacrima scivolò lungo il mio viso.
“Non mi perderai” sussurrai al suo orecchio e lo baciai.
Passò un’altra settimana, la scuola ricominciò e Zayn fu trasferito in ortopedia e iniziò con la fisioterapia. Vado a trovarlo tutti i giorni come ho sempre fatto ma è molto stanco dalla ginnastica che gli fanno fare al mattino.
“Ginevra ci sei?” chiese Vane all’entrata della scuola.
“Eh? Sì, sì ci sono”
“Stai bene?”
“Sì è tutto a posto”
“Guarda, c’è Liam lì in fondo” disse guardando verso la sua direzione.
“E’ finita tra voi due, no?” chiese Eugi.
 “Non è neanche mai iniziata”
“Gin!” urlarono contemporaneamente Harry e Louis e mi fecero voltare.
“Ehi ragazzi!” dissi abbracciandoli e poi entrambi si spostarono vicino a Vane e Eugi.
Harry baciò Vane su una guancia mentre Lou diede un dolce bacio sulle labbra a Eugi.
“Siete così belli insieme” dissi sorridendo.
“Tu invece cosa ci dici, come va con Zayn?” chiese Harry e io iniziai a sorridere.
“Va benissimo, ha iniziato la fisioterapia. Tra poco dovrebbero mandarlo a casa”
“Finalmente lo conosceremo!” disse Lou.
“Già, è un ragazzo speciale. Non vedo l’ora di presentarvelo, credo che diventerete grandi amici”
“Lo credo anch’io. Sei molto innamorata di lui, lo si capisce da come parli” disse Vane e le sorrisi.
“Gin come va con Liam, ti disturba ancora?” chiese Lou preoccupato.
“No, non mi ha mai disturbata. Abbiamo parlato e chiarito tutto, credo che potremmo diventare amici”
“Bene! Potremmo uscire una volta tutti insieme, puoi portare anche Zayn quando uscirà dall’ospedale” disse Eugi.
“Sì, sarebbe bello” rispose Harry.
 “Ma aspettate un attimo, che fine ha fatto il moro?” chiese Louis.
 “Non lo so. Non lo vedo a scuola dall’inizio dell’anno. Credo abbia cambiato città” rispose Harry.
“E’ quello che ha ucciso una persona, giusto?” chiesi con la pelle d’oca.
“Questo è quel che si dice” rispose Hazza.
“Come fa Liam di cognome?” chiese Eugi.
“Payne. Lui è un bravo ragazzo, è il suo amico che è pericoloso” rispose Louis e poi entrammo in classe.
 
“Ragazzi! Da quanto non vi vedo!” disse Niall sedendosi al nostro tavolo della mensa.
“Siamo noi che ti stiamo alla larga biondo” disse Harry ridendo guadagnandosi una gomitata da parte di Vane.
“E che ho fatto di male?” chiese Niall.
“Harry stava scherzando” rispose Lou.
“Meglio così. Comunque, sono venuto qui anche per dirvi che sabato sera c’è la festa di compleanno di Silvia e Carlotta. La faranno in discoteca, al Jamila. Siamo tutti invitati”
“Interessante” rispose Vane.
“Ci state?” chiese il biondo.
“Perché no?” rispose Eugi.
“Va bene” disse Vane dopo aver avuto il consenso da Harry.
“Bene, voi quattro siete dentro. Gin?” chiese guardandomi.
“Ehm, non lo so. Te lo dico domani” risposi sorridendo. Sabato è il compleanno di Zayn e volevo stare con lui, gli avrei parlato quel pomeriggio.
 
Ero seduta davanti a lui con le mie carte in mano.
“Ho chiuso” disse sorridendo.
“Non è possibile. Ho ancora tutte le carte in mano!” dissi buttandole in mezzo al letto e lui rise.
“Non gioco più con te, ogni volta è sempre la stessa storia” aggiunsi e lui mi baciò.
“C’è una festa in discoteca sabato sera. Per il compleanno di Silvia e Carlotta” dissi mescolando le carte.
“Ah, perché me lo dici?”
“Volevo che lo sapessi dato che sabato è anche il tuo compleanno”
“Quindi?”
“Niente. Tanto starò qui con te”
“Dovresti andarci invece”
“Cosa? Perché?”
“Hai bisogno di divertirti e di uscire un po’”
“Ma è il tuo compleanno!”
“Lo so ma sei sempre con me. Lo apprezzo ma hai bisogno di sfogarti e vedere i tuoi amici” gli sorrisi.
“Se poi non ci vuoi andare è un altro discorso” aggiunse prendendomi la mano intrecciando le nostre dita.
“Sei sicuro?”
“Sicurissimo” disse sorridendo e mi baciò.
“Domani sera viene a trovarmi il mio migliore amico” disse allegramente.
“Davvero?”
“Sì, mi ha scritto stamattina. E’ venuto anche l’altro giorno”
“Perchè non è venuto prima?”
“Ha detto che non voleva vedermi messo così male”
“Mmh…”
“Dobbiamo parlare di strategie”
“Strategie per cosa?” chiesi ridendo.
“Ragazze”
“Oh beh allora capisco. E tu cosa fai?”
“Lo consiglio”
 “E allora quale sarebbe la prima mossa, Mr le conquisto tutte io?”
“Se lei non vuole bisogna baciarla con la forza, funziona sempre. Prima lei sarà scioccata ma poi si lascerà andare”
“Senti qua!” dissi ridendo.
“Usate sempre le solite mosse?” aggiunsi ridendo.
“Dipende dalla ragazza. Con te non ha funzionato niente”
“Come niente?”
“Non ho usato le mie mosse speciali” disse sorridendo.
“E perché no?”
“Perché anche tu provavi le stesse cose dall’inizio” rispose e sorrisi.
“Anche se non me lo hai mai detto” aggiunse con una nota di tristezza e delusione. Alzai la testa e lo guardai.
“Scusa io…”
“Non c’è fretta Gin”
“Io vorrei dirtelo ma non sono pronta. Non ho mai provato dei sentimenti così forti per nessun altro, ho solo paura”
“Paura di cosa?”
“Di soffrire. Ho avuto solo due storie e per me erano importanti, solo che io non lo sono mai stata per loro. Sono stata usata, hanno giocato con i miei sentimenti. Ho sempre sofferto per amore e non voglio che succeda di nuovo. Sei stato l’unico con il quale ho aperto il mio cuore così in fretta”
“Non ti farò mai soffrire”
“Quello che hanno sempre detto tutti”
“Ginevra, guardami” disse alzandomi il viso con la mano.
“Guardami. Non ti farò soffrire, te lo prometto. E io mantengo le mie promesse, ti prego fidati di me” disse asciugandomi le poche lacrime che cadevano sul mio viso.
“Mi fido” dissi asciugandomi le guance e lui mi sorrise. Lo baciai con passione e mi stesi al suo fianco.
Ho bisogno di fidarmi lui.
 
Ero appena entrata nella discoteca con Vane, Eugi, Hazza e Lou e già si moriva di caldo lì dentro. Indossavo un vestito azzurro abbastanza attillato con i tacchi blu alti 10 cm, trucco e capelli mossi lasciati sciolti sulle spalle.
“Andiamo a prenderci il posto” urlò Harry per farsi sentire data la musica molto alta.
“Ok” risposi. In men che non si dica trovammo due divanetti con un tavolino rotondo e prendemmo posto.
“Si muore qua dentro” disse Vane sventolandosi con una mano e Hazza le baciò il collo.
“Ragazzi, se dovete fare queste cose andate da qualche altra parte” disse Lou e mi fece ridere.
“Senti chi parla!” disse Vane tenendo per mano Harry.
“Hai appena smesso di limonare con Eugi” aggiunse e io e Harry iniziammo a ridere mentre Lou le fece la boccaccia.
“Vado a prendere qualcosa da bere” dissi alzandomi e li vidi annuire. Lo feci sia perché avevo sete ma anche perché volevo lasciarli un po’ in pace. Quanto vorrei che Zayn fosse qui con me ma sorrisi al sol pensiero di andare via presto da quella festa per andare da lui. Attraversai la pista dove un sacco di persone ballavano scatenate e raggiunsi il bar.
“Che cosa vuoi?”
“Rum e coca con ghiaccio per favore” risposi al ragazzo che annuii. Non bevo mai di solito ma una volta ci può stare.
“Ciao” sentii una voce dietro di me e mi voltai.
“Liam” dissi sorridendo.
“Cosa ci fai qui?”
“Sono stata invitata”
“Ti stai divertendo?”
“Sì ma sono appena arrivata. Sono qui con i miei amici”
“Capisco. Senti Ginevra, credo che noi due siamo partiti con il piede sbagliato”
“Lo credo anch’io”
“Ti va di ricominciare? In fondo neanche ci conosciamo”
“Sì lo so” dissi abbassando lo sguardo.
“Da amici” disse sorridendo e annuii.
“Ecco a te” disse il cameriere porgendomi il bicchiere.
“Grazie” dissi sorridendo.
“Ti va di venire con me e i miei amici? C’è anche Louis” aggiunsi alzandomi dallo sgabello.
“Certo” disse prendendo la sua birra e mi seguii.
Arrivai ai divanetti e vidi solo Lou ed Eugi.
“Ciao Liam” disse Lou sorridendo.
“Dove sono Hazza e Vane?”
“Sono andati a ballare” rispose Eugi prendendo un sorso dalla mia bibita.
Dopo un’ora io, Lou e Eugi e Liam raggiungemmo Hazza e Vane sulla pista e cominciammo a ballare. Ad un certo punto sentii delle forti mani prendermi per i fianchi e mi voltai.
“Ciao splendore” qualcuno disse al mio orecchio e mi spaventai.
“Lasciami andare”
“Perché? Voglio solo ballare con te”
“No, sei ubriaco, per favore lasciami in pace”
Provò ad avvicinarsi per baciarmi ma Liam mi difese e gli tirò un pugno sul naso.
Decisi di prendermi una pausa e tornai ai divanetti. Controllai il telefono ma non avevo nessun messaggio. Poi guardai l’ora.
“Ragazzi è quasi l’una, io vado” dissi alzandomi e salutai tutti con un bacio sulla guancia.
“Ma è presto” si lamentò Hazza.
“Lo so ma vado da Zayn. E’ il suo compleanno”
“Ahhh furbetta la ragazza” disse Vane ridendo.
“Vuoi che ti accompagniamo?” chiese Eugi.
“No tranquilla, prenderò un taxi. Divertitevi, ci sentiamo domani” dissi alzandomi.
“Aspetta, dove vai?” chiese Liam prendendomi la mano.
“Dal mio ragazzo”
“Lo conosco, ti accompagno” disse e uscimmo dalla discoteca.




Ciaoooo! Ecco il capitolo number eight!!!
Allora, come vi sembra?
Colpo di scena: abbiamo scoperto che a Liam piace Ginevra, la ragazza di Zayn.
Succederà qualcosa all'uscita dalla discoteca?
E se Liam dovesse proprio dichiarasi, come reagirà Ginevra? O meglio, si dichiarerà?
E chi è questo "moro"?
Lo scopriremo presto...
Il prossimo capitolo risponderà a qualche domanda...
Intanto vi chiedo di commentare per sapere se vi piace o no questa storia. Ne avrei bisogno...
Buon fine settimana!!!!!
Baci

 

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Capitolo 9
*** I wanna know the truth ***


Uscimmo dalla discoteca e ci avviammo al parcheggio.
“Aspettami qui. La macchina l’ho parcheggiata lontano, vado a prenderla” disse Liam e io presi il mio telefono per controllare se avessi messaggi da Zayn. Stavo mettendo via il telefono quando qualcosa mi afferrò per un braccio. O meglio, qualcuno.
Mi voltai spaventata e vidi il ragazzo con il naso sanguinante sorridermi. Mi portò un po’ più lontano all’interno di una stradina buia e mi fece sbattere la schiena contro il muro.
“Lasciami stare” dissi agitandomi ma lui stava sorridendo.
“No, non ti lascio andare”
“Per favore” dissi cercando di allontanarmi ma lui rinforzò la stretta sul mio polso sinistro e sul mio fianco destro.
“Mi stai facendo male, lasciami andare” dissi quasi piangendo e lui avvicinò il suo viso al mio ma io mi spostai dall’altra parte.
“Voglio solo un bacio” disse sorridendo.
“No, non mi piaci e io sto con un altro”
“Frottole, chi ti vorrebbe? Dammi un bacio”
“No! Lasciami” dissi agitandomi e cercai di liberarmi dalla sua presa. Poi sentii qualcosa colpirmi la parte sinistra del volto e mi ritrovai per terra in pochi secondi. Mi toccai la guancia mentre stavo piangendo, stavo sanguinando.
Non ci credo, mi ha picchiata.
“Alzati!” disse arrabbiato mentre mi tirava per un braccio. Stavo piangendo e mi stavo dimenando ma non c’era più niente da fare, era troppo forte. Sentii le sue viscide mani accarezzarmi le cosce ed una di esse si infilò sotto al mio vestito.
“No! No! Lasciami! Lasciami!” urlai ma mi zittì con un bacio schifoso. Infilò la lingua nella mia bocca pretendendo di più mentre la sua mano continuava a toccarmi l’interno coscia.
Mi staccai da lui e cominciai ad urlare.
 “Ehi tu! Che cazzo fai?” sentii un ragazzo urlare all’inizio della strada buia e capii che era Liam.
“Cazzo” disse e poi scappò via. Io mi accasciai a terra e mi sentii svenire.
“Va tutto bene?” chiese Liam vicino a me. Non vidi niente, i miei occhi erano chiusi e continuavo a piangere e singhiozzare. La guancia mi faceva male, stava sanguinando.
“Ti prego rispondimi” disse ancora.
“Lui….lui ha provato a…” dissi singhiozzando.
“Lo so, ho visto. Mi dispiace tanto, vieni. Ti porto a casa” disse prendendomi in braccio e mi appoggiò all’interno della macchina.
Arrivai a casa e vidi i miei genitori correre incontro a Liam e Edo mi prese tra le sue braccia mentre io continuavo a piangere.
“Che cosa è successo?” chiese mamma piangendo. Edo mi appoggiò al divano.
 “Cosa le è successo al viso?” chiese papà urlando.
“Credo sia caduta” disse Edo.
“No, lui…” dissi riprendendo un po’ di conoscenza.
“Lui cosa?” chiese Edo accucciandosi al mio fianco.
“Mi ha tirato uno schiaffo perché non volevo baciarlo” dissi piangendo e vidi i miei genitori ed Edo diventare rossi di rabbia. Papà ed Edo soprattutto.
“Che pezzo di merda” disse Edo alzandosi.
 “Lui…” sussurrai singhiozzando mentre mi tenevo la pancia per non so quale motivo.
“Cosa Gin” disse mamma avvicinandosi a me per medicarmi il viso.
“Lui…” dissi scoppiando in lacrime.
“Cosa Gin? Cosa ti ha fatto?” chiese papà.
“Ha provato a toccarmi” dissi piangendo. Tutti e tre rimasero a bocca aperta, si sentivano solo i miei singhiozzi e mamma scoppiò in lacrime.
“Chi è stato a toccare mia figlia!” urlò papà dando un calcio al tavolino e fece cadere la lampada.
“Liam mi ha salvato, se non fosse arrivato lui non so cosa…” dissi piangendo e Edo mi prese in braccio. Mi portò in bagno e chiuse il tappo della vasca, aprì l’acqua per farmi fare un bagno.
“Gin, sono io. Sono Edo e sono tuo fratello. Lo sai che puoi fidarti di me, piccola dimmi chi è stato” disse e lo abbracciai forte.
“Non lo so, non l’avevo mai visto prima. Devo ringraziare Liam” dissi asciugandomi le lacrime.
 “Va tutto bene, sei al sicuro adesso. Ci sono io con te, ci sono mamma e papà. Stai tranquilla” disse cullandomi per farmi calmare. Poi mi spogliò e mi mise dentro alla vasca.
Dopo mezz’ora mi trovai sul mio letto abbracciata ad Edo.
“Resta con me stanotte, ti prego” dissi mentre altre lacrime scendevano sul mio viso.
“Non vado da nessuna parte Gin” rispose tenendomi tra le sue braccia muscolose.
“Come ti senti?” chiese dandomi un bacio sulla fronte.
“Sto bene, ho solo avuto molta paura” fu tutto quello che dissi prima di cadere in un sonno profondo.

ZAYN’S POV (QUEL POMERIGGIO)

“Posso entrare?” chiese qualcuno aprendo la porta della mia stanza e subito smisi di leggere.
“Certo” dissi sorridendo.
“Liam!” esclamai felice di vederlo.
“Allora, come te la passi?”
“Diciamo che potrei stare molto meglio”
“Quando uscirai da qui?”
“Non lo so ancora. Sto facendo fisioterapia”
“Ah mi manchi a scuola sai?” chiese e io sorrisi.
“Lo immagino”
 “Zayn dobbiamo parlare”
“E di cosa?”
“Lei non sa che tu sei “il moro””
“Non lo sa nessuno” dissi abbassando lo sguardo.
“Zayn questa storia sta diventando troppo difficile, sto facendo confusione anch’io che ci sono in mezzo”
“Cosa dovrei fare Liam?”
“Dille la verità”
“Credi che lei mi voglia ancora vedere dopo che le dirò tutto quello che è successo?”
“Se ti ama davvero starà con te comunque, e poi non è stata colpa tua”
“Ho paura”
“Anch’io ma è giusto che lei sappia. E con lei anche i suoi amici. A scuola non parla d’altro che di te Zayn, i suoi amici ti conoscono per come ti descrive lei! Disprezzano e criticano il moro pericoloso ma allo stesso tempo adorano te. Non sanno che sei la stessa persona”
“D’accordo, parlerò con lei. Tu però potresti farmi un favore?”
“Ti devo la vita Zayn, puoi chiedermi tutto quello che vuoi”
“Proteggila tu fino a che non sarò uscito da qui. La amo e non voglio perderla”
“Non ti preoccupare, sarà al sicuro”

GIN’S POV

E’ passata una settimana da quella sera in discoteca e mi sento molto meglio. Edo, Liam e tutti i miei amici mi sono stati molto vicini.
Non vedo l’ora di vedere Zayn.
“Ciao bellissimo” dissi dandogli un dolce bacio ma capii subito che c’era qualcosa che non andava.
“Cosa succede?”
“Ti devo parlare Gin” disse guardandomi negli occhi.
“Ok”
“Io non sono quello che tu credi”
“Non capisco, di cosa stai parlando?” chiesi confusa.
“Hai sempre sentito parlare dell’amico di Liam vero?”
“Ehm…il moro, sì. Ma che cosa c’entra?”
“Lui, quello pericoloso”
“Sì, dicono che abbia ucciso qualcuno”
“E’ vero”
“E tu come lo sai?”
“Sono io il moro”
 
Dopo quel pomeriggio non andai più da Zayn, avevo bisogno di pensare. Liam invece era venuto spesso a trovarmi per vedere come stavo.
“Devi andare da lui Gin” disse per la milionesima volta quel pomeriggio.
“Non lo so…”
“Lui non ti ha fatto niente”
“Lo so ma…ho paura”
“Paura di cosa? Lo conosco da quando si è trasferito qui. Non è così, non è pericoloso”
“Io non lo so, ho paura e basta. Credo sia legittimo no? D’altronde ha ucciso qualcuno”
 “Ed è vero?”
“Lui non me ne ha mai parlato e io non gliel’ho mai chiesto perché non sapevo che fosse lui “il moro””
“Dopo tutto questo tempo che lo conosci! Gin, se avesse voluto farti del male lo avrebbe già fatto da tempo”
“E’ vero ma…”
“Lo so che sei spaventata e lo capisco ma devi fidarti di me! Lui è il mio migliore amico, lui non è così e ti giuro che la prossima volta che lo vedo lo ammazzo. Non so perché ti abbia detto che ha ucciso qualcuno. Gin, devi parlare con lui. Fatti dire la verità, se scoprirai che lui è veramente la persona che tutti dicono che sia non andrai più da lui. Ma se non è così…”
“Io non voglio che sia così Liam! Io sono innamorata di lui”
“Allora glielo devi dire Gin. Vengo con te se vuoi”
“Lo faresti?”
“Certo. Se ti mette le mani addosso con un pugno lo rimando in coma” rispose e mi fece sorridere.
Quel pomeriggio andai in ospedale, ero agitata. Avevo voglia di vederlo ma allo stesso tempo avevo paura, paura di sapere la verità.
“Ti aspetto qua fuori. Se ci sono problemi vieni a chiamarmi, credo che tu sia più veloce di lui in ogni caso” disse ridendo e poi entrai nella sua stanza.
Non dissi niente neanche quando incontrai i suoi occhi e lui rimase in silenzio come me. Mi avvicinai a lui e mi sedetti sulla sedia. Poi lo guardai ancora.
“Perché non sei più venuta?” chiese.
“Me lo chiedi? Dopo quello che mi hai detto dovevo pensare”
“Mi dispiace” disse guardandomi negli occhi e i miei occhi si riempirono di lacrime.
“Ho parlato con Liam, perché non mi hai detto che un ragazzo ha cercato di toccarti?”
“Non volevo farti preoccupare. Mi ha solo toccato le cosce, non mi ha fatto niente”
“Non è vero!” disse arrabbiato.
“Zayn stai calmo, è passato. Sto bene”
“Se non fosse arrivato Liam…”
“Ehi, sto bene adesso. Guardami”
“Lo picchio quel tizio quando me lo trovo davanti”
“Non so neanche chi sia e comunque so che ci hanno già pensato Liam e mio fratello Edo” dissi sorridendo.
 “Mi dispiace tanto” disse singhiozzando.
“Calmati, sono qui con te adesso. Sto bene, shhhh calmati” dissi accarezzandogli la guancia e con l’altra mano gli toccavo il petto.
Smise di piangere qualche minuto dopo, dopo tutte le rassicurazioni che gli feci.
“Ho bisogno di sapere la verità”
“Ti dirò tutto quello che vuoi sapere. Rischio di perderti non è vero?”
“Zayn, io…”
“Dillo”
“Non lo so, ho solo bisogno di sapere”
“Va bene”
“Perché a scuola hanno tutti paura di te?”
“Per quello che la gente dice di me. Non so neanche perché mi chiamino “il moro”, forse per il colore dei miei capelli o dei miei occhi o per la mia carnagione più scura degli altri”
 “Si dice che tu abbia ucciso qualcuno e tu mi hai detto che è così l’ultima volta che ci siamo visti” dissi guardandolo ma lui non disse niente.
“Zayn ti prego, dimmi la verità. Harry e Louis mi hanno sempre detto di starti lontana, che sei pericoloso. Ma io non sapevo chi fossi fino ad una settimana fa e in questi sei mesi non c’è stato neanche un secondo in cui ho avuto paura di te. Neanche un attimo. Avevo solo paura di perderti” dissi guardandolo negli occhi.
“Per favore, dimmi la verità. Raccontami, sfogati. Mi sono sempre fidata di te e voglio continuare a farlo” aggiunsi e lui subito tolse lo sguardo dal mio e fissò il soffitto.
“Non è una bella storia”
“L’ultima volta ero troppo spaventata e non ero pronta per sentirti. Ora sono qui ad ascoltarti” dissi e gli baciai una guancia. Respirò profondamente e iniziò il suo racconto.

Ciaoooo!
Niente foto oggi, mi dispiace.
Allora, sono successe un pò di cose...
Abbiamo visto che Ginevra è quasi stata violentata (grazie Liam!)
e poi il famoso moro è il nostro Zayn! E qual'è la sua storia?
Tutto nel next capitolo!!
Anticipazione: tutto non sempre va come si vuole...
Byeee!!

 

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Capitolo 10
*** Don't leave me ***


“Ti dirò la verità. Non lo sa nessuno, è una storia che conosciamo solo io, Liam, i miei e i suoi genitori. E’ il nostro segreto” disse guardandomi.
“Liam? Che cosa c’entra Liam?” chiesi guardandolo.
“Mi hai chiesto di dirti la verità e Liam fa parte di questa storia. Sta a te poi decidere se credermi o no” aggiunse. Prese un respiro profondo e fissò il soffitto.
“La mia è sempre stata una famiglia felice, i miei genitori mi hanno voluto molto bene. Hanno sempre lavorato sodo, per darmi un futuro migliore. Ci siamo trasferiti qui sei anni fa quando avevo quattordici anni, mio papà aveva trovato un lavoro migliore” spiegò.
“Non sono mai stato un bambino molto socievole, ero timido e ogni volta che ero insieme a qualche altro bambino sentivo di dover stare da solo anche solo per un attimo. A tre anni pensai che avere un fratellino sarebbe stata una bella cosa, che non sarei più stato solo. Ma non capivo che cosa volesse dire veramente. Una sera entrai in cucina e sentii mia mamma piangere. Mi ricordo che mi avvicinai a lei e le chiesi perché stava piangendo, mi disse che non poteva avere bambini” disse e si fermò per guardarmi, credo per vedere se lo stessi ascoltando. Poi continuò.
“Ero arrabbiato con lei, io volevo un fratello per giocarci insieme. Poi però iniziai ad andare a scuola ma ero comunque sempre da solo. A quattordici anni ci trasferimmo qui perché entrambi i miei genitori trovarono lavoro. Iniziai ad andare a scuola e cambiai. Ero sempre timido e non socievole ma presto diventai scontroso e cattivo. Dopo varie settimane legai con un ragazzo: Liam. Diventò da subito il mio migliore amico, i miei lavoravano tutto il giorno e passavo le mie giornate da lui. Liam aveva una sorella, Beatrice. Era più grande di noi, noi avevamo quattordici anni, lei sedici. Era bellissima ma era così diversa da me”
“Cosa intendi con diversa?” chiesi curiosa.
“Era l’opposto di me. Socievole, divertente, allegra, simpatica. Tutti le volevano bene, guardavano solo lei. Verso l’età di sedici anni cominciò a litigare con i suoi genitori ogni giorno. Io e Liam ci chiudevamo in camera, li sentivamo urlare sempre. Credo che lei non li abbia mai accettati come genitori, diceva che non poteva fare mai niente anche se ormai era grande. Ogni volta che litigavano lei diceva che non vedeva l’ora di compiere diciotto anni per andare via. Ho vent’anni compiuti adesso e non la vedo da quattro anni”
“Che cosa è successo Zayn?”
“La prima volta che la vidi mi innamorai di lei”
“Ti sei innamorato di lei?” chiesi scioccata mentre mi sedevo per guardarlo meglio.
“Non era mia sorella. Forse ero innamorato di lei, io non lo so. Parlai con Liam di questo e lui fu felice per me solo che lei non mi ha mai voluto, fu allora che con Liam iniziai a frequentare una banda che non mi portò sulla buona strada. Ero così arrabbiato con lei perché non mi voleva che per vendicarmi, cominciai ad andare a letto con qualunque ragazza mi capitasse a tiro” continuò a dire non staccando gli occhi dal soffitto.
“Beatrice era sempre più arrabbiata con i suoi genitori e cominciò a litigare anche con Liam, non desiderava altro che andare via. Il giorno che compì diciotto anni fece le valigie ma si rese conto che non aveva un soldo. Neanche un euro e doveva comprare un biglietto aereo per andare in Argentina, ha sempre voluto vivere lì” disse sorridendo.
“Uscì di casa quella sera con Liam e a sua insaputa io li seguii. Entrarono in un supermercato e rapinarono il proprietario, i commessi e svuotarono le casse. Poi corse in aeroporto e comprò il primo biglietto per l’Argentina disponibile. Le corsi dietro e la trovai seduta sulla sedia in attesa del suo volo in lacrime. Chiacchierai con lei fino a che non chiamarono il suo volo e le assicurai che avrei fatto il possibile per aiutarla” disse ed una lacrima gli rigò il volto. Lo presi per mano e lui la strinse forte.
“Quando tornai a casa vidi i poliziotti che parlavano con i genitori di Liam, vidi mia madre in lacrime. Entrai dentro e l’uomo in divisa mi fece un sacco di domande ma io continuavo a pensare alla promessa che avevo fatto a Liam. Ci eravamo promessi che ci saremmo sempre aiutati, lì capii che non potevo abbandonarlo. Gli volevo bene, lui era il mio migliore amico. C’era sempre per me. Aveva già la fedina penale sporca per una piccola stupidaggine così mi presi la colpa, per tutto quanto” lo stavo guardando con le lacrime agli occhi e lui si voltò a guardarmi.
“Lo feci per lui e per lei, ero innamorato di lei e in quel momento preferii fare quello che ho fatto. Pagare per i suoi errori…non mi interessava. Sapevo che lei sarebbe stata felice e al sicuro, lontana da tutti. Il poliziotto mi arrestò e passai sedici mesi in carcere. Quando uscii i miei sapevano che io non c’entravo niente e in un certo senso furono anche orgogliosi di me. A casa spiegai tutto quanto, il papà di Liam restituì tutto il denaro che lui e Beatrice avevano rubato, per fortuna si trattava solo di due mila sterline. Dopo questo episodio decidemmo di non raccontare niente a nessuno. Le persone della città sapevano che tipo di ragazzo ero io, sapevano che ero andato in carcere e cominciarono a dire che io avevo ucciso la sorella di Liam. Pugnalata al cuore e alla testa, bruciata, lasciata annegare nel fiume, sepolta viva. Questi sono solo alcuni dei modi che sentii dire dalla gente, non dissi mai la verità ma non negai neanche. D’altronde è sparita da un momento all’altro. A volte ci penso e mi pento ma poi quando guardo Liam, so che ho fatto la cosa giusta. Lui farebbe lo stesso per me. Quindi questo è quello che sanno tutti, ho ucciso sua sorella. Ma non è così” mi guardò e mi asciugai le lacrime.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto e ci guardammo solo negli occhi.
“Tu non sei cattivo”
“Dopo tutto quello che per anni la gente ha detto, penso di esserlo”
“Non lo sei. L’hai salvata, hai preferito prenderti la colpa per lasciarla vivere serenamente e per salvare anche Liam. Non sei cattivo, sei la persona più buona che io abbia mai conosciuto. Sei un vero amico Zayn, nessuno avrebbe mai fatto quello che hai fatto tu per Liam.”
“Mi credi?” chiese guardandomi negli occhi e in essi intravidi la speranza.
“Sì” risposi sinceramente e lo abbracciai. Lui sorrise e mi baciò, poi mi sdrai al suo fianco.
“Penso ancora a lei qualche volta. Non abbiamo più avuto sue notizie, non sappiamo neanche se sta bene”
“Sei ancora innamorato di lei?”
“Quando lei è partita ho capito di non esserlo mai stato. Non veramente, le volevo solo un gran bene ma non credo fosse amore. Quando ho incontrato te ho capito che quello che provavo per lei non era amore”
“No?”
“No. Le cose che sento quando sei con me non le ho provate con nessun’altra. Sei tu il mio primo grande amore. Ti amo Ginevra” rimasi scioccata e senza fiato a quelle parole. Lo baciai con passione fino a che non vidi Liam entrare nella stanza.
“Ehm scusatemi. Credevo fosse morto qualcuno” disse squadrandoci entrambi.
“Pessima battuta” sussurrai e sentii Zayn sogghignare.
“Ehm, Liam…Gin sa la verità” disse poi guardandolo.
“Zayn mi hai salvato la vita” rispose Liam e lo vidi sorridere.
“Vieni qui” disse e si abbracciarono forte.
“Gin, è tardi. E’ meglio se andiamo”
“Sì va bene” dissi alzandomi.
 “Ci vediamo domani o hai bisogno di pensare?” chiese Zayn guardandomi mentre mi stringeva la mano.
“Ci vediamo domani” risposi e lo baciai dolcemente. Poi mi allontanai da lui.
“Zayn?”
“Mmh?”
“Grazie per esserti fidato di me” dissi e lo vidi sorridere poi uscii dalla sua stanza.
In pochi minuti fui in macchina con Liam e avvertii una brutta sensazione alla bocca dello stomaco, come se qualcosa di brutto stesse per succedere.
“Gin stai bene?”
“Sì, sono solo stanca. Ho bisogno di riposare”
“Avete sistemato le cose?”
“Sì, è tutto a posto”
“Bene. Zayn è un bravo ragazzo, al contrario di quello che pensa la gente”
“Lo è, te lo assicuro”

ZAYN’S POV

Quando Ginevra uscii dalla stanza scoppiai a piangere come non avevo mai fatto. Ero contento però, contento di averle raccontato la verità. Sapevo che lei sarebbe stata la ragazza giusta, non le avrei mai detto niente se non fosse stato così.
Un dolore cominciò a farsi avanti nel mio stomaco.
Ho paura di perderla.
Il dolore si fece più forte.
Continuai a pensare alla mia vita senza di lei. Piangevo, singhiozzavo ma non riuscivo a fermarmi.
Il dolore si fece lancinante e interruppi i miei pensieri quando urlai dal dolore per pochi secondi e poi…il buio.

GIN’S POV

Mi svegliai il mattino successivo e mi preparai per andare a scuola.
“Sei sicura di volerci andare? Lo sai che puoi restare a casa”
“Lo so Edo, ma siamo quasi a febbraio e io ho gli esami quest’anno. Devo andare”
“Va bene, torni a casa poi?”
“No, vado da Zayn”
“Tutto è tornato alla normalità allora” disse sorridendo mentre beveva il suo succo preferito. Quello alla mela verde.
“Già” risposi e uscii di casa. Mi incamminai e cominciai ad ascoltare la musica. Scrissi un messaggio a Zayn.
“Buongiorno! Non vedo l’ora di vederti oggi, devo dirti una cosa. Sto andando a scuola adesso e sono stanca, non ho chiuso occhio stanotte. Ho pensato a quello che mi hai raccontato e tu saresti stato l’unico rimedio per farmi addormentare. Ci vediamo dopo, un bacio, Gin”
Era vero, non avevo chiuso occhio. Arrivai all’entrata della scuola e vidi i miei amici.
“Ciao” dissi.
“Ehi! Cosa è successo alla tua faccia?” chiese Vane abbracciata a Harry.
“Non ho chiuso occhio stanotte”
“Uuh qualcuno ti ha tenuta sveglia!” disse Lou ridendo.
“Non è per quello scemo” risposi ridendo e controllai il telefono. Strano che non mi abbia già risposto, di solito a quest’ora è già sveglio per iniziare la fisioterapia.
“Come stai Gin?” chiese Harry.
“Sto bene, davvero” dissi sinceramente. Loro erano i miei quattro migliori amici.
“Ah ho saputo da buone fonti che il moro è in ospedale” disse Harry.
“Ah sì?” chiesi curiosa. Volevo sentire quali erano queste voci che giravano.
“Sì, per droga”
“Droga?” chiesi scioccata. Ma cosa…
“Sì, è uno spacciatore e l’ultima volta ha sniffato troppo” rispose Louis.
“Cosa state dicendo?”
“Lo sapevo che non era una persona di cui fidarsi. Comunque deve aver fatto una bella sniffata per essere in ospedale da tutto questo tempo” disse Vane.
“Non ci posso credere. Chi vi ha detto questo mucchio di stronzate?” sbottai arrabbiata.
“Gin cosa ti prende?” chiese Eugi.
“Chi vi ha detto queste stronzate?” urlai arrabbiata.
“Tutti dicono la stessa cosa. E’ l’unica cosa che si sa di lui” rispose Louis.
“Cos’altro? Cos’altro si sa di lui? Oltre al fatto che ha ucciso qualcuno”
“Che è cattivo e pericoloso. Non c’è da fidarsi” disse Harry.
“Voi lo conoscete?”
“Più o meno” rispose Vane.
“Davvero? Come si chiama?” chiesi incrociando le braccia al petto.
“Non lo sappiamo” rispose Eugi. Bene….
“Quanti anni ha?”
“La nostra età” rispose Harry. Sbagliato…
“Che scuola fa?”
“Girano tante voci. Alcuni dicono di averlo visto da noi al classico, altri allo scientifico. Altri dicono alla scuola d’arte ma non credo proprio che un tipo come lui possa saper disegnare” rispose Louis e tutti risero. Tutti tranne me.
“No, infatti. E’ solo una brutta persona e bisogna starci alla larga, ho sentito che era alla festa di Silvia e Carlotta ed è lì che ha sniffato troppo. Una ragazza mi ha raccontato che ha stuprato la sua migliore amica” disse Vane e una lacrima scese sul mio volto ma nessuno si accorse perché erano tutti e quattro impegnati a parlare tra di loro scambiandosi gossip su di lui.
Mi chiesi come lui faccia a sopportare tutto questo. Basta, non ce la faccio. Ha bisogno di essere difeso.
“E’ vero, io ho sentito che ha rubato un paio di occhiali nel negozio che c’è in centro” disse Eugi.
“Basta!” urlai e li feci stare zitti tutti e quattro, mi guardarono male e io piangevo.
“La dovete smettere di parlare così di lui. Non lo conoscete, dovete solo stare zitti. Se sentirò solo un’altra volta parlare male di lui non vi rivolgerò più la parola” dissi arrabbiata mentre le lacrime continuavano a scendere giù.
“Avanti Gin, non puoi dire sul serio. Parlano tutti di lui adesso, di com’è pericoloso e della sua grande sniffata” disse Louis ridendo.
“Non è pericoloso! Vi dico io di chi state parlando! E’ uno dei ragazzi più belli che io abbia mai visto, è dolce e intelligente. E’ in ospedale da settembre. Ha fatto un grave incidente e non è mai uscito da allora, tutte queste voci sono false. Non è un drogato, non ha rubato, non ha stuprato nessuno, non ha ucciso nessuno. Lo chiamano il moro per il colore dei suoi capelli, questo è quello che lui pensa. Non è pericoloso, lo conosco da quella notte maledetta e in tutto questo tempo io non ho mai avuto paura di lui. Non ha ucciso nessuno credetemi. Io so la verità, ha solo pagato per gli errori degli altri, per difendere il suo migliore amico. Fa la scuola d’arte e alla faccia di tutti quanti disegna meglio di tutti noi messi insieme. Io gli ho salvato la vita, e lo rifarei altre mille volte.  Ha appena compiuto vent’anni e si chiama Zayn. Il moro è Zayn, lui è il ragazzo di cui ho sempre parlato. Quello che non vedete l’ora di conoscere. E’ Zayn e io lo amo con tutta me stessa” dissi piangendo.
Mi allontanai entrando nella scuola, lasciando tutti a bocca aperta. Solo allora mi accorsi che tutta la scuola aveva assistito alla mia confessione ma non mi importava. Dovevano sapere, era ora che qualcuno lo facesse. Lui non è come gli altri, è speciale e vorrei che anche gli altri lo dicessero.
Quella mattina scolastica passò in fretta, non parlai con nessuno. Sentivo nei corridoi che mi davano della pazza ma non mi importava. Io avevo Zayn e lui era tutto quello che avessi mai desiderato.
Andai in ospedale come sempre alla solita ora ed entrai nella sua stanza.
“Oh scusatemi” dissi vedendo un bambino con la gamba e il braccio ingessato sdraiato su quel letto con i genitori al suo fianco. Uscii e chiusi la porta.
“Camera 11, è quella giusta” dissi tra me e me poi mi avvicinai al bancone e vidi Anna, l’infermiera di Zayn.
“Ciao” disse sorridendomi.
“Ciao. Senti, mi dici dove avete messo Zayn? Nella sua stanza c’è un bambino” la vidi abbassare lo sguardo e capii all’istante che qualcosa non andava.
“Anna?” la chiamai ma non mi rispose.
“Anna mi dici dov’è Zayn?” chiesi mentre nei miei occhi si formavano delle lacrime.
“Ha avuto un’emorragia interna ieri, appena te ne sei andata. E’ tornato in chirurgia, non credo ci sia molto da fare questa volta” rimasi scioccata da quella risposta. Non poteva essere vero.
“No” dissi piangendo e corsi via. Presi l’ascensore ed arrivai in reparto, cercai di entrare ma un medico mi fermò.
“No! No! Mi lasci andare!” dissi dimenandomi mentre piangevo. Un altro dottore arrivò per farmi stare ferma.
“Non può entrare lì dentro” parlò uno dei due.
“Lasciatemi andare! Il mio ragazzo è li dentro, lasciatemi andare” urlai piangendo.
“Si deve calmare, non può entrare. Solo i parenti sono ammessi” disse un altro.
“Sono Ginevra, Zayn è il mio ragazzo. Vi prego lasciatemi andare” dissi singhiozzando e capii che i due medici si guardarono poi mi lasciarono andare e corsi dentro.
“Sara, qual è la stanza?” chiesi all’infermiera.
“Ginevra…”
“Quale stanza?”
“16”
Corsi via in cerca della stanza, ormai quel reparto lo conoscevo come le mie tasche. La trovai subito ed entrai senza neanche bussare poi vidi Kathy e Mark abbracciarsi e piangere. Mi avvicinai al letto e lo vidi steso lì, come quasi sei mesi fa con un lenzuolo bianco sopra al viso.
“No” dissi piangendo e quando abbassai il lenzuolo vidi il suo bellissimo viso pallidissimo.
“No non mi puoi lasciare!” urlai disperata e mi accasciai a terra senza forze. Piansi fino a che non ebbi più lacrime.
“Zayn non mi puoi lasciare” sussurrai singhiozzando. Poi sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla.
“Ginevra” disse questa voce lontana.
“No, non mi puoi lasciare” dissi piangendo.
“Ginevra” disse ancora e quando mi voltai aprii gli occhi.
“Ti eri addormentata” disse Mark dandomi un bicchiere di caffè in mano.
“Grazie, ho fatto un incubo”
“Lo so, piangevi nel sonno” rispose lui.
“L’ho visto con un lenzuolo bianco sopra al viso”
“L’ho immaginato. Kathy è andata a prendere qualcosa da bere, vuoi andare da lui?” chiese ed io annuii.
Entrai nella sua stanza e mi avvicinai al suo letto. Mi tolsi le scarpe e mi sedetti nel mio posto riservato, ai piedi del suo letto. Lo vidi sdraiato lì esattamente come quasi sei mesi fa. Questa volta però senza benda in testa e senza lividi e cerotti sul suo bel viso. Gli unici rumori erano quelli che mi avevano tenuto compagnia per quella settimana nella quale lui era in coma: il monitor del suo battito cardiaco e il respiratore.
Cominciai a piangere.
“Sai oggi, oggi ho detto a tutti che stiamo insieme. Appena arrivata a scuola ho sentito parlare male di te, non puoi neanche immaginare quello che la gente pensa di te e io sono scoppiata. Ho detto a tutti che sono innamorata di te, ed è così. Io non te l’ho mai detto perché avevo paura di soffrire e lo sapevi questo, ma adesso che ti vedo qui così mi pento di non avertelo detto prima per la mia stupida paura. Torna da me Zayn” dissi asciugandomi le lacrime.
“Non mi lasciare, ti prego” sussurrai e mi stesi al suo fianco. Mi addormentai appoggiata al suo corpo tenuto in vita da delle macchine.
 
“Signorina, non può stare qui. Soprattutto non con lui in questo modo” disse un’infermiera svegliandomi.
“Perché no?” chiesi ancora assonata.
“Per l’igiene prima di tutto”
“Lei non capisce, lui è tutto quello che ho sempre voluto dalla vita. Lo amo, non lo posso lasciare”
“Lo capisco signorina. La faremo entrare quando vorrà, glielo prometto ma non si sdrai con lui”
“Va bene” dissi scendendo dal letto e presi posto sulla sedia.
“Devo cambiargli le bende, può uscire?” chiese gentilmente ed io annuii. Fuori dalla stanza non trovai i suoi genitori ad aspettarmi.
“Sono andati via qualche ora fa. Vi hanno visti insieme e si sono commossi” disse il medico alle mie spalle.
“Come?”
“Hanno detto che non hanno mai visto figura più bella di voi due insieme, e hanno ragione”
“Grazie” dissi abbassando il volto.
“Ginevra” chiamò il dottore ed alzai il volto.
“Non perdere la speranza, non lo fare proprio tu. Sappiamo tutti cos’era quel ragazzo solo sei mesi fa, era morto. Tu l’hai salvato non solo fisicamente ma emotivamente. L’unico suo argomento ad ogni mia visita eri tu. Sei stata la sua ancora di salvezza, se non ci fossi stata tu, lui non sarebbe qui. Non mollare adesso, ha bisogno di te. Lo so che è difficile ma devi essere forte per lui. Per voi”
“Grazie dottore” dissi sorridendo e lo abbracciai.
“Ce la farete anche questa volta”
“Mi può dire che cosa è successo?”
“Stava bene, i suoi punti interni si stavano sciogliendo. Non so bene cosa sia successo ma l’infermiera lo ha trovato urlare in un pozzo di lacrime”
“E’ tutta colpa mia” dissi piangendo.
“No, è stata una coincidenza. Sarebbe potuto succedere comunque, bastava che si staccasse solo un punto per causare l’emorragia”
“Quanti…quanti se ne sono staccati?” dissi singhiozzando.
“Otto, per questo è stato difficile fermare l’emorragia ma ci siamo riusciti”
“Si riprenderà?”
“Questa volta non lo so davvero”
“Cosa? Potrebbe morire?”
“E’ una possibilità, le sue condizioni sono ancora più gravi della prima volta”
“In percentuale?” chiesi e lui non rispose.
“Per favore, me lo dica. Quante probabilità ha di morire?”
“Il 95%” disse e scoppiai a piangere.
“La speranza è l’ultima a morire. C’è tutto quel 5%, ce l’hai dentro tu. Devi solo stargli vicino” disse ed io annuii.
“Quando saprete che non ci sarà più niente da fare?”
“Non si può prevedere, è possibile che non passi la notte”
“No” dissi piangendo a dirotto.
“Mi dispiace tanto” disse e si allontanò.
Tornai nella stanza di Zayn e mi sedetti sulla sedia, gli presi la mano. Era così fredda.
“Non mi lasciare” sussurrai prima di riaddormentarmi.




BOOOOOOM!!!!!!!
Ahhhh colpo di scena!!!! Zayn è tornato in coma....
Questo è una delle tante cose che succederanno ragazze, ho molte sorprese.
Quindi...ditemi cosa ne pensate, dopo questa soprattutto.
Mi dispiace non aver aggiornato prima ma la scuola mi tiene molto impegnata.
Niente anticipazioni questa volta, sono un pò cattiva hahah
Intanto vi auguro buone vacanze e mi aspetto qualche commentino!!
Baci!!

 

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Capitolo 11
*** Exams ***


“Ginevra” mi svegliai quando vidi Edo al mio fianco.
“Tieni, ti ho portato un po’ di caffè”
“Grazie” dissi bevendone un sorso.
“Che ore sono?” chiesi guardando Zayn.
“Sono le otto di mattina. Hai dormito qui tutta la notte”
“Non posso lasciarlo”
“Ginevra…”
“No, non lo lascio”
“Come sta?”
“Come ieri” dissi bevendo un altro sorso.
“Io devo andare al lavoro adesso, ci vediamo dopo”
“Edo, chi ti ha fatto entrare?”
“I suoi genitori” annuii e lo sentii uscire.
Passai la mattina in ospedale e all’ora di pranzo un’infermiera mi portò da mangiare ma non toccai niente.
“Gin, dove sei? Siamo preoccupati, per favore rispondi” un messaggio da Eugi.
“Gin, mi dispiace davvero tanto per ieri. Ti prego rispondi e dimmi che stai bene” da Hazza.
“Gin ti prego, dicci come stai. Stiamo impazzendo, nessuno sa niente. Ti prego rispondi” da Vane.
“Gin, scusa per quello che abbiamo detto. Facci sapere dove sei e se stai bene” da Lou.
“Ciao Ginevra. Ho saputo quello che è successo a Zayn, i suoi genitori mi hanno telefonato ieri. Mi dispiace tanto, io ci sono sei hai bisogno di me. Verrò presto a trovare Zayn ma sono sicuro che lui preferisca la tua compagnia alla mia, ci vediamo presto. Liam”
Lessi tutti questi messaggi ed altri cinquanta. Cento chiamate perse. Decisi di scrivere un messaggio a Vane.
“Sono in ospedale. Zayn sta male di nuovo, questa volta potrebbe non farcela. Sto bene, ma non è vero”
Misi il telefono in tasca e rientrai nella stanza di Zayn. Poi squillò il telefono.
“Pronto” dissi tirando su il naso.
“Gin, sono mamma”
“Ciao”
“Come stai?”
“Sto male mamma” dissi piangendo.
“Zayn non è migliorato, potrebbe non farcela questa volta. Sono stanca, stanca di tutto”
“Piccola, vorrei essere con te”
“Ho bisogno di qualcuno mamma, non ce la faccio” dissi singhiozzando.
“Arrivo il prima possibile. Sono a scuola tua adesso, non ci metterò molto”
“Perché sei a scuola?”
“Il preside mi ha telefonato per le troppe assenze. E’ qui davanti a me”
“Oh”
“Gin, vorrebbe parlarti”
“D’accordo”
“Signorina”
“Buongiorno preside”
“Buongiorno. Signorina lo so che è un brutto momento ma la devo avvertire che potrebbe perdere l’anno per tutte le sue assenze”
“Lo so”
“Dovrebbe frequentare le lezioni. Avrà gli esami tra qualche mese”
“Ne sono consapevole”
“Va molto bene a scuola, i suoi voti sono ottimi e non voglio che lei perda l’anno”
“Lo so e la ringrazio. Forse si stupirà ma voglio essere sincera con lei. La scuola adesso è l’ultimo dei miei problemi”
“Ma signorina…”
“Il mio ragazzo è steso su un letto d’ospedale da settembre. Stava bene ma ora è peggiorato, una macchina lo tiene in vita e io non posso perderlo. Non mi allontanerò da lui per venire alle vostre lezioni, mi dispiace”
“Va bene”
“Mi può passare mia mamma per favore?” dissi piangendo.
“Certo, arrivederci”
“Arrivederci”
“Gin, piccola”
“Puoi venire qui?”
“Arrivo quando ho finito”
“Va bene, ciao” dissi attaccando il telefono e piansi.
La sera arrivò in fretta.
“Dobbiamo visitarlo” disse il dottore.
“Non posso restare?” chiesi guardando lui e le due infermiere.
“Per lei abbiamo abolito la regola degli orari di visita, per favore rispetti almeno questa” disse e mi fece uscire dalla stanza sorridendo.
Aspettai.
Aspettai.
Aspettai.
La porta si aprii e io e i suoi genitori ci alzammo in piedi. Mia mamma rimase indietro.
“La situazione non è cambiata” disse il medico e una lacrima mi bagnò il viso.
“Ma non è peggiorato” aggiunse guardandomi.
“Cosa potete fare?” chiese Mark con le lacrime agli occhi.
“Noi niente purtroppo. Dobbiamo solo aspettare”
“Aspettare cosa?” chiese Kathy piangendo.
“Non lo so signora” rispose il medico abbassando lo sguardo.
“Non c’è proprio niente che possiamo fare per aiutarlo?” chiese Mark.
“Ha bisogno di sentirvi”
“Come?” chiese Kathy.
“Parlategli, fategli sentire che ci siete. Ne ha bisogno, soprattutto ha bisogno di una persona” disse indicandomi.
“Davvero?” chiese Mark sorridendo.
“Cos’aveva detto? “Lei è la ragione per la quale io mi sveglio tutte le mattine”” disse sorridendo e io rimasi a bocca aperta.
“Parole sue” disse allontanandosi con un sorriso e subito dopo i suoi genitori mi abbracciarono.
Passai la notte con lui, gli parlai.
“Quanto vorrei che mi rispondessi” sussurrai.
 
“Zayn accidenti! Aiutami! Svegliati e aiutami! Mi avevi promesso che mi avresti aiutato!” dissi muovendogli il braccio.
“Allora riprendiamo. Los Angeles, cosa è successo a Los Angeles?” dissi leggendo il libro poi lo chiusi e sbuffai sedendomi pesantemente sulla sedia.
“Sei furbo tu eh? Pensi di scappare dagli esami di maturità?” dissi guardandolo e poi una lacrima bagnò parte del suo lenzuolo.
“Zayn cavoli” dissi mettendomi le mani sui capelli.
“Sono passati tre mesi, quand’è che ti deciderai a svegliarti? Siamo a maggio. Sai cosa significa? Beh te lo dico io…significa che tra un mese iniziano gli esami e io non sono preparata per niente. Mi bocceranno in matematica, me lo sento. Con questa storia che sei tornato in coma non mi hai più aiutato, se mi bocciano do la colpa a te. Poi vediamo, maggio significa che ci sarà il mio compleanno. Se tu ti svegliassi il giorno del mio compleanno mi farei suora così ringrazierei il cielo per sempre. Forse esagero un po’ mmh?” dissi alzandomi mentre mi avvicinavo alla finestra.
“Poi maggio sarebbe perfetto per un appuntamento. Non te lo sei scordato vero? Stiamo insieme da…vediamo quanto. Gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio. Stiamo insieme da quasi sei mesi e non mi hai mai portato fuori neanche una volta, ti rendi conto? Che razza di cafone sei?” dissi voltandomi per guardarlo.
“E poi potrei andare in vacanza dopo la maturità. E invece no! Mi tocca stare qua perché tu sei qui ancora in questo letto. E’ no bello, questa non me la fai. Non rinuncio alle vacanze solo perché tu sei pigro e non ti va di svegliarti che sia ben chiaro! Quindi hai due possibilità. O ti svegli, ti rimetti in fretta e vieni al mare con me oppure ti svegli, ti rimetti in fretta e vieni al mare con me. Scegli una delle due. A me vanno bene entrambe” dissi sorridendo mentre presi posto di nuovo sulla sedia.
“Mi ricordo la prima volta che ti ho visto sai?” dissi prendendogli una mano.
“Eri ridotto molto peggio di così, adesso hai solo una ferita dentro alla pancia che però è ben guarita dato che non ti muovi da tre mesi. Anche quella sulla pelle sta bene, hai solo qualche cerotto. Ti hanno tolto i punti due settimane fa. Vedi? Adesso stai bene, sei tu il solito testone che non si vuole svegliare”
“Comunque, stavo dicendo che eri messo molto peggio. La tua testa era fasciata, avevi un occhio nero e dei cerotti sul sopracciglio. Un polso fasciato, punti e ferite aperte sulla pancia e pure una gamba ingessata. Invece adesso che sei come nuovo vuoi solo dormire, ma che senso ha io mi chiedo…”
“Mi ricordo che prima di uscire dalla stanza lessi il tuo nome sulla tua cartella clinica. Zayn lessi, bel nome inglesino” dissi ridendo.
“Da quel giorno venni a trovarti sempre. Visto che sono ancora qua? Sì, perché io mantengo le mie promesse. Le tue invece…beh inizio a dubitarne un po’. Però, hai sentito come sono diventata brava a parlare da sola e a fare monologhi? Vedi? Dovresti svegliarti e farmi i complimenti oppure arrabbiarti e dirmi che ti ho tormentato fino allo sfinimento perché non sono mai stata zitta”
“Già” dissi guardandolo.
“Zayn, sono tre mesi che ogni giorno ti chiedo di svegliarti. Non smetto fino a che non lo fai. Però fammi usare il tuo bagno perché me la sto facendo addosso” dissi alzandomi e poi sorrisi ricordandomi che era così che si era svegliato la prima volta.
“Cos’è che mi aveva detto?” pensai mentre mi lavavo le mani.
“Hai messo le radici lì dentro?” sentii dire e risi ricordandomi lui che mi aveva detto questo. Poi realizzai. Lo avevo sentito davvero o era solo il frutto della mia immaginazione?
Uscii di corsa dal bagno e lo vidi steso lì come prima.
“Accidenti a te, credevo che ti fossi svegliato. Ci ero cascata Zayn, sei un bastardo” dissi avvicinandomi alla finestra.
Rimasi in silenzio per qualche minuto poi andai a casa.
“Torno domani come sempre, lo sai che non scappo” dissi sorridendo e gli baciai una guancia.
“Ti amo” gli sussurrai all’orecchio.
“Sono tre mesi che te lo dico, vorrei davvero che mi rispondessi” pensai uscendo dalla porta.
 
“Allora moro. Domani è il grande giorno. Sai che giorno è? Sì che lo sai, sono mesi che ti stresso con questa cosa. Domani è il giorno del mio esame orale, quanto vorrei che venissi anche tu. Ho parlato con i tuoi genitori stamattina, non stanno molto bene Zayn. Sono tristi, depressi. Tua mamma è dimagrita molto, come me. D’altronde in questi casi lo stomaco è chiuso. Mi hanno detto che hanno parlato con il preside della tua scuola per farti fare un esame per prendere il diploma senza che frequenti le lezioni. Così a settembre puoi iscriverti all’università. Tutti fanno progetti per il tuo futuro e tu fai finta di niente continuando a dormire. Bella cosa complimenti!” dissi sedendomi al mio posto sul suo letto.
“Oggi è un giorno speciale e mi siedo qui perché ne ho voglia. Allora Zayn, torniamo seri adesso. Dovrei esporti la mia tesina anche per ripassare ma non ce la faccio. So che comincerei a piangere quindi facciamo che te la dico quando ti svegli ok? Sì mi sembra molto meglio. Senti mi ridiresti la regola di matematica che mi hai spiegato un sacco di tempo fa che io ovviamente ho dimenticato? Certo Ginevra! Te la spiego subito dovresti dire. Invece no, mi tocca rileggerla sul libro” dissi aprendo il libro nella giusta pagina.
“Ti prego aiutami! Lo sai che in matematica faccio schifo! Com’era? Il risultato è sempre due, in base al logaritmo e al suo argomento. Domani all’orale il prof mi fa fare questo esercizio, me lo sento e io non lo so fare. Ti prego svegliati e salvami” dissi. Poi mi accorsi delle mie parole e lasciai che una lacrima scendesse giù.
“Mi manchi” dissi piangendo mentre mi sdraiavo al suo fianco.
“E’ tanto che non sento la tua voce, le tue calde labbra sulle mie, il profumo del tuo shampoo o del tuo dopobarba. Voglio sentire le tue mani sulle mie, voglio che mi stringi forte come facevi tutte le volte che mi sdraiavo con te. Voglio che mi dici che mi ami e che andrà tutto bene, ti prego Zayn” dissi piangendo e poi gli baciai una guancia prima di lasciarmi andare sul suo corpo e addormentarmi.
 
“Ginevra, che cosa ti avevamo detto?” disse il medico svegliandomi.
“Mmh?” chiesi confusa.
“Ti avevamo detto che non ti puoi sdraiare con lui”
“Mi dispiace, avevo solo bisogno di sentirlo vicino a me. Stamattina ho l’esame orale per prendere il diploma”
“Oh in bocca al lupo allora! Ti conviene andare, sono quasi le nove”
“Grazie ora vado. Sono interrogata all’una di pomeriggio, crepi il lupo”
“Ginevra dovresti mangiare, sei dimagrita molto”
“Lo so ma ho lo stomaco chiuso”
“Finirai per ammalarti e sinceramente non ti voglio ricoverare accanto al suo letto”
“Non succederà. E’ solo lo stress, fatto questo esame sarò qui solo per Zayn e non avrò altri pensieri”
“D’accordo. Mi fido”
“Ciao, ci vediamo più tardi”
“In bocca al lupo”
“Crepi” dissi uscendo dalla stanza.
Arrivai a scuola un quarto d’ora dopo e vidi i miei amici. Non ci parliamo molto ma dopo qualche minuto li vidi avvicinarsi.
“Ehi Gin” disse  Hazza avvicinandosi a me con tutto il gruppo di amici.
“Ciao” dissi tirando fuori il quaderno dove avevo scritto tutto.
“Come stai?” chiese Vane.
“Potrei stare meglio”
“E Zayn?” chiese Lou.
“Perché vi interessa?”
“Perché è il ragazzo della nostra migliore amica” rispose Eugi e la guardai con gli occhi lucidi.
“Gin, ci dispiace tanto. Noi non sapevamo e…”
“Hazza, va bene così. Ho solo bisogno dei miei amici adesso, per favore” dissi alzandomi e in pochi secondi fui avvolta in un grande e forte abbraccio di gruppo.
“Mi siete mancati” dissi mentre si staccarono da me e presero posto attorno al mio tavolo.
“Anche tu ci sei mancata. Ma dicci, come sta Zayn?” chiese Vane prendendomi la mano.
“Non è cambiato. E’ in coma da quattro mesi, quasi cinque”
“Gin ci dispiace tanto” disse Lou e una lacrima cadde sul mio quaderno.
“Grazie” risposi sorridendo poi una professoressa uscii dall’aula e chiamò il mio nome. Respirai profondamente e mi incamminai.
“Gin!” mi voltai e vidi i miei amici in piedi.
“Noi siamo con te”
“Grazie Eugi”
“Zayn è con te” disse Harry e gli sorrisi annuendo prima di entrare nell’aula.
 
“Quindi l’ultima citta è San Francisco” disse la professoressa di inglese.
“Esatto” risposi annuendo.
“Bene, io ho finito con le domande” disse la prof di inglese.
“Io anche” disse la prof di letteratura sorridendomi.
“Anche io sono a posto” aggiunse il professore esterno di economia aziendale.
“Bene, allora signorina. Potrebbe risolvermi questo esercizio per favore?” chiese il prof di matematica dandomi un foglio di carta con scritto il testo dell’esercizio.
“Accidenti Zayn, te lo avevo detto” dissi tra me e me.
“Mi scusi?” disse lui.
“Ehm…niente” risposi sorridendo ed iniziai a risolverlo. Giunta alla fine mi bloccai e guardai il professore negli occhi e ricordai…
“Zayn aiutami!” dissi tirandogli un pennarello addosso.
“Dio mio Ginevra, quante volte te lo devo spiegare questo esercizio?”
“Non lo capisco!”
“E’ due! E’ sempre e solo due! Basta che la base ci sia questo numero e che l’argomento sia questo” disse indicandomi l’esercizio sul quaderno.
“Sei sicuro? Mi devo fidare?”
“Mi stai facendo sudare…sì fidati. Così è ed è corretto”
“Bene, se me lo chiede all’esame e lo sbaglio è colpa tua”
“Mi assicurerò che non succeda”
“Bene allora ritieniti invitato ad assistere al mio esame orale, dato che mi aiuterai anche con la tesina”
“Andata”
“Signorina? Signorina si sente bene?” chiese il prof sventolandomi la mano davanti al viso.
“Ehm…sì, mi scusi. La risposta è due. E’ sempre due se alla base c’è questo numero e questo è l’argomento” dissi indicandogli il logaritmo e lui mi sorrise.
“E’ corretto”
“Oddio Zayn ti ringrazio”
“Come prego?”
“Niente” dissi sorridendo e mi misi le mani sui capelli. Che figure sto facendo…
“Ho terminato anch’io le mie domande” disse il prof di matematica e lo ringraziai con il pensiero.
“Bene, allora può andare” disse il professore di economia. Sorrisi e mi alzai dalla sedia.
“Un momento” disse il presidente della commissione.
“Sì?” chiesi.
“Ho io una domanda”



Ciaooo! Come state?
Allora vediamo come procede la storia...povero Zayn.
Ginevra è distrutta, passerà l'esame?
Nel prossimo capitolo vedremo la conclusione dell'esame e una piccola sorpresa.
Vi prego commentate! E' importante per me sapere se vi piace o no, oppure se ci sono delle cose da migliorare.
Intanto vi auguro una buona Pasqua!! E buon rientro a scuola hahaha
Baci a presto!!

 

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Capitolo 12
*** Suprise ***


“Va bene” dissi sedendomi di nuovo su quella sedia così dura. Preferisco di gran lunga quella nella camera di Zayn…
“A che cosa sta pensando?”
“Mi scusi?” chiesi confusa.
“La mia domanda è: a che cosa sta pensando, adesso?” lo guardai stupita.
“Davvero lo vuole sapere?” chiesi sorridendo e lui alzò le spalle. Probabilmente avrà fatto questa domanda a tutti quanti.
“Sto pensando ad una persona che è molto importante per me”
“Nient’altro?” chiese guardandomi negli occhi.
“Penso che non sia giusto morire giovane. Non è giusto pagare per gli errori degli altri. Non è giusto prendere la macchina e non tornare più a casa. Non è giusto che una ragazza passi tutti i suoi pomeriggi in ospedale accanto al ragazzo che ama” dissi e vidi la commissione spalancare gli occhi.
“Penso che non sia giusto che questi due ragazzi siano follemente innamorati l’uno dell’altro. Non è giusto che dopo sei mesi lui sia entrato in coma di nuovo. Non è giusto che dopo cinque mesi, non si sia ancora svegliato. Ma sapete cosa penso davvero?  Penso che sia giusto tutto quello che è successo perché se non fosse stato per l’incidente, questi due ragazzi non si sarebbero mai incontrati. E so per certo che il loro è amore vero”
“Lo deve essere per forza, soprattutto per la ragazza se passa tutti i pomeriggi accanto al suo innamorato” disse la mia prof di letteratura.
“Sono d’accordo” disse il mio prof di economia.
“La ragazza deve essere una persona speciale, un angelo sceso in terra” disse il presidente e io sorrisi.
“Penso anche che non sia giusto che voi rimaniate qui ad ascoltare una semplice ragazza che fantastica sul significato della vita, quando invece dovrebbe essere in ospedale. Accanto al ragazzo che le ha insegnato tutto, che le ha salvato la vita e che lei ama perdutamente” dissi ed una lacrima bagnò il mio vestito.
“E’ stato un piacere conoscerla signore” dissi guardando il presidente e poi mi alzai.
“Grazie per avermi ascoltata. Arrivederci” dissi aprendo la porta.
“Signorina” sentii ancora e mi voltai.
“Un amore così forte vive per sempre, continui a sperare” disse e gli rivolsi un leggero sorriso prima di uscire da quell’aula per sempre.
 
“Zayn, oddio ho preso 90” dissi saltando per la stanza quattro giorni dopo aver fatto l’esame orale.
“E io che mi sarei accontentata di un 70. Zayn svegliati e fammi i complimenti” dissi ma lui non mosse un dito.
E così fu la settimana successiva.
E quella dopo.
E quella dopo ancora.
Poi un pomeriggio scoppiai.
“Sai, non avrei mai creduto di poter provare dei sentimenti così forti per qualcuno. Sei stato il primo a cui ho detto ti amo Zayn. Mi avevi promesso che non mi avresti fatto soffrire, tu credi che stare qui a guardarti mentre sei fermo immobile sia divertente? Che mi faccia sentire bene? Beh, se lo pensi ti stai sbagliando. Hai delle persone che ti vogliono bene qui, persone che ti vogliono conoscere e vogliono che tu stia bene per farmi stare bene” dissi sedendomi sulla sedia mentre gli tenevo la mano.
“Ci sono i tuoi genitori qui fuori, almeno ascolta loro se non vuoi sentire me. Realizza il loro desiderio, vogliono solo riavere il loro unico figlio. C’è mio fratello Edo, dice che se non ti svegli ti picchierà lui così andrai in coma per una buona ragione. Edo non lo ascoltare, è sempre stato così. Cerca di tirare su il morale a tutti. Ci sono i miei genitori, per quasi un anno hanno sentito parlare sempre e solo di te. Non vedono l’ora di conoscerti e sono stanchi di consolarmi. Poi ci sono i miei amici: Harry, Louis, Niall e le mie due migliori amiche Vane e Eugi. Ti ho parlato tanto di loro. La verità è che hanno sempre creduto a quello che la gente ha raccontato per anni su di te ma quando hanno saputo che tu sei la persona di cui mi sono innamorata si sono fidati di me. Anche loro vogliono conoscerti, conoscere il vero Zayn. Il ragazzo buono, gentile e bellissimo” continuai ed iniziai a piangere silenziosamente.
“C’è Liam. Lui non lo mostra ma lo capisco che è distrutto. L’hai aiutato nel momento del bisogno più assoluto e ora che tu hai bisogno di aiuto non sa che cosa fare se non starti vicino. Ha voglia di rivederti, di ridere e scherzare con te come facevate una volta. E poi ci sono io. Ho cercato di essere forte per te, per noi ma non ce la faccio più. Non ci riesco. Sono stanca di stare male, di stare qui a guardarti così. Sono stanca di raccontarti quello che succede nella mia vita sapendo che tu non ne puoi fare parte. Sono stanca di parlarti e non ricevere mai risposta.
Sono passati sei mesi, ci sarò sempre per te ma non te lo chiederò più Zayn. Questo te lo prometto, non ti chiederò più di svegliarti. Se è questo quello che vuoi allora deve andare bene anche a me e lo devo accettare, ma io non posso aspettarti per sempre. Devo andare avanti e vivere la mia vita. Sono egoista lo so, ma lo devo fare. Credevo che fossi innamorato di me come io lo sono di te ma evidentemente mi sbagliavo. Credevo che volessi baciarmi come facevi sempre, che volessi amarmi come solo tu sai fare. Che cosa stai aspettando Zayn?” dissi piangendo.
“Che cosa aspetti? Ti ho amato dal primo momento, ti amo adesso e ti amerò per sempre. Sei tu quello che mi ha salvato la vita, mi hai insegnato così tanto in così poco tempo. Mi hai insegnato a lottare, a non arrendermi, a sorridere, ad amare. Sarò qui se avrai bisogno di me, lo sai che puoi contare su di me. Non ti dimenticherò mai perché tu sei stato il mio primo vero amore, ma non posso continuare così. Forse è meglio chiuderla qui, sarò tua amica Zayn, ma niente più di questo. Mi dispiace” dissi piangendo e gli diedi un dolce bacio sulla guancia, poi mi alzai e mi avvicinai alla finestra.
Non posso credere di averlo fatto davvero, non posso averlo lasciato adesso che ha più bisogno di me. Non so dove io abbia trovato il coraggio di farlo, spero solo che mi abbia sentito. Questa era l’unica cosa che potessi fare, l’ultima speranza per cercare di svegliarlo.
Ma non ha funzionato.
Mi voltai a guardarlo ma era sempre lì, sempre lo stesso. Neanche questo mio ultimo tentativo è andato a buon fine. Mi persi nei miei pensieri guardando fuori dalla finestra.
“Gin” sentii.
“Mmh?” chiesi stanca di tutto.
“Gin” sentii ancora sussurrare. Mi voltai immediatamente e vidi il ragazzo che avevo lasciato qualche minuto fa con gli occhi aperti.
Ma chi sto prendendo in giro? Io lo amo più della mia stessa vita, ha funzionato.
“Oddio” dissi avvicinandomi a lui. Lo vidi guardarmi mentre faceva fatica a respirare.
“Oddio Zayn” dissi correndo fuori dalla porta.
“Dottore! Dottore!” urlai piangendo, non può essere vero. I suoi genitori che erano seduti fuori si alzarono preoccupati.
“Che cosa è successo? E’ in arresto cardiaco?” chiese il medico correndo verso di noi.
“No, no si è svegliato” dissi ridendo mentre le lacrime non smettevano di scendere giù.
“Cosa? E’ impossibile” disse il dottore scioccato.
“Fatica a respirare” dissi entrando nella stanza.
“E’ per il respiratore” rispose il medico seguendomi nella stanza.
“Oddio” disse sua mamma piangendo e suo marito si unì a lei in un pianto di felicità.
“Bentornato Zayn” disse il medico sorridendogli.
“Te la senti di respirare da solo?” chiese e lui annuii.
“Bene, al mio tre fai un respiro molto profondo e io ti tolgo il tubo dalla bocca, ok?” lui annuii sempre.
“Uno, due, tre”
Vidi Zayn respirare profondamente e il dottore gli sfilò il tubo dalla bocca. Cominciò a tossire e il dottore gli diede un po’ di acqua.
“Piano Zayn, il tuo stomaco non riceve più da mangiare da sei mesi. Devi dargli tempo, immagino che loro vogliano salutarti adesso. Torno più tardi per visitarti, chiama se non ti senti bene”
“Ehm…io aspetto fuori” dissi uscendo dalla porta seguendo il medico.
“Ginevra questo è un miracolo. Sapevamo che non si sarebbe più svegliato” disse il medico guardandomi e io sorrisi.
“Che cosa hai fatto?” chiese.
“Niente”
“Che cosa gli hai detto? Che cosa gli hai fatto?”
“Ieri avevo pensato che se io…beh era la mia ultima speranza”
“Ginevra, che cosa gli hai fatto?”
“L’ho lasciato”
“Tu cosa?”
“L’ho lasciato. Gli ho detto che devo vivere la mia vita, che non posso aspettarlo per sempre e l’ho lasciato”
“Ha funzionato” disse lui e lo abbracciai.
“E’ un miracolo, spero che tu ti sia resa conto di quanto ti ama. Ti ha sentito e si è svegliato, pazzesco”
“Lo so” dissi piangendo dalla felicità.
“Ginevra” disse Mark uscendo dalla stanza del figlio con la moglie.
“Ha chiesto di te” disse lei. Annuii ed entrai nella stanza.
Lo vidi seduto con gli occhi aperti.
“Ciao” disse sorridendomi.
“Ciao” risposi e corsi ad abbracciarlo.
“Non sai quanto mi sei mancato” dissi piangendo e nascosi la testa nell’incavo del suo collo.
“Anche tu”
“Perché non ti sei svegliato prima?”
“Non lo so. Credo non avessi una buona ragione per farlo” sussurrò debolmente.
“Non mi hai mai sentito in questi mesi?”
“Ogni parola”
“E credi che niente fosse una buona ragione per aprire i tuoi bellissimi occhi?”
“Non lo so ma mi hai ucciso con quello che hai detto prima. Mi sono sentito morire, questa volta per davvero. Non potevo lasciar correre” disse asciugandomi con il pollice le lacrime sul mio viso.
“Non era abbastanza sentirmi dire ti amo tutti i giorni?”
“Non lo so”
“Non importa, l’importante è che sei qui adesso con me. Sono morta in questi mesi senza di te”
“L’ho sentito. Ginevra…”
“Cosa?”
“Ti amo anch’io” disse e io risi e piansi allo stesso tempo. Lo abbracciai forte poi unii le mie labbra alle sue come se fosse la prima volta. Chiese di approfondire il bacio e glielo lasciai fare. Poi mi stesi al suo fianco e appoggiai la testa sul suo petto.
“Il cuore ti batte forte” dissi mentre gli accarezzavo il petto.
“Batte per te” sussurrò al mio orecchio e lo baciai ancora.
“Non farlo mai più ti prego. Non lasciarmi più”
“Te lo giuro amore” disse e alzai la testa per guardarlo.
“Mi hai chiamata amore”
“Lo sei. Sei il mio amore” sussurrò prima di riunire le nostre labbra.
“Non mi hai lasciato davvero, vero?” chiese preoccupato.
“Mi strozzi se ti dico che l’ho fatto apposta?”
“Cosa?”
“Era la mia ultima possibilità. Ti ho sempre detto quanto sei importante per me, quanto ti amo eccetera. E tu non ti sei mai svegliato, avevo pensato che le sapessi già queste cose”
“E’ così”
“Allora ho pensato di dirti il contrario. Speravo che funzionasse e infatti..”
“Sei una stronza” disse ridendo.
“Ehi! Ti ho salvato per la seconda volta”
“Lo hai fatto davvero. Ti amo”
“Ti amo anch’io” risposi e mi persi in un altro intimo bacio.
 
“Ehi!” dissi baciandolo.
“Come stai?”
“Benissimo adesso che sei qui” rispose e lo baciai ancora.
“Sdraiati con me”
“Ok” risposi e feci quello che mi aveva chiesto.
“Come è andata la visita di stamattina?” chiesi guardando i suoi bellissimi occhi.
“Bene, è passato anche il chirurgo”
“Cosa ti hanno detto?”
“Che sono come nuovo”
“E’ passato un mese da quando ti sei svegliato dal coma”
“Infatti. Hanno detto che posso tornare a casa”
“Cosa? E quando ti dimettono?” chiesi sorridendo mentre mi sedevo per guardarlo negli occhi.
“La prossima settimana” disse sorridendo.
“Stai scherzando?” dissi ridendo.
“No”
“Ma è fantastico” dissi abbracciandolo e lo baciai.
“Non vedo l’ora di uscire da qui”
“Ci credo”
“Hanno detto che dovrò stare a riposo per un po’ e tornare per fare alcune visite ma posso riprendere la mia vita di prima”
“Oh Zayn è una notizia meravigliosa. Sono così felice per te”
“Sono felice anch’io. Oh domani pomeriggio ho la fisioterapia, mi hanno spostato il turno”
“Va bene”
“Ci vediamo dopodomani”
“D’accordo” risposi e lo baciai.
 
Oggi pomeriggio vedrò i miei amici al nostro solito bar in centro.
“Ciao Gin” disse Hazza quando entrai al bar.
“Ah siete già tutti qui” risposi sedendomi al mio posto.
“Sì” rispose Eugi.
“Come mai ci hai chiamati a raccolta?” chiese Niall. Respirai e sorrisi.
“Ehm…giovedì dimettono Zayn dall’ospedale”
“Cosa?” chiese Lou sorridendo.
“Già”
“Oddio Gin è una bellissima notizia” disse Vane abbracciandomi.
“Lo so, non vedo l’ora che sia fuori da lì”
“Quanto tempo ci è stato?” chiese Eugi.
“E’ entrato a settembre. Siamo a luglio”
“Dio mio, quante ne ha passate povero ragazzo” disse Niall.
“Infatti, per questo vi ho chiamato. Vorrei organizzargli una festa di bentornato a sorpresa”
“E’ un’idea stupenda Gin” disse Hazza sorridendo.
“E avrei bisogno del vostro aiuto”
“Certo, ti aiuteremo” disse Niall sorridendo.
“Vorrei che voi rimaneste lì poi. Voglio farvelo conoscere”
“Hai la nostra parola” disse Lou e Eugi gli diede un dolce bacio.
“Ma dov’è Liam?”
“Aveva delle cose da fare, ci raggiungerà presto” disse Vane.
“Perfetto, allora dividiamoci le cose da fare” dissi mettendo le mani sul tavolo.
 
Oggi è giovedì ed è il grande giorno. Ho detto ai genitori di Zayn che non sarei andata a prenderlo, ovviamente loro sapevano tutto. A casa sua non eravamo in tanti, c’erano i miei amici e la mia famiglia, le persone più importanti.
“Kathy e Mark mi hanno detto che Zayn si è arrabbiato perché non sono andata con loro” dissi mentre stavamo sistemando le ultime cose.
“Che cosa gli hanno detto?” chiese Liam.
“Che avevo una lezione di yoga” risposi e tutti scoppiarono a ridere. Davanti alle scale, proprio all’entrata avevamo messo un cartellone con scritto Bentornato e avevamo appeso dei fiocchi colorati con palloncini. Sembrava una festa di compleanno. C’era cibo a volontà e bibite fredde.
Siamo a luglio quindi fa molto caldo infatti indossai un vestitino bianco a fiori con dei tacchi bianchi, i miei capelli semi raccolti.
“Sei bellissima piccola” disse Edo sorridendo.
“Grazie”
“Sei agitata?”
“Sì, non vedo l’ora di vedere la sua faccia” dissi ridendo. Poi ricevetti un messaggio da Kathy.
“Stanno arrivando” dissi e ci mettemmo tutti vicini. Dopo qualche minuto sentii una macchina fermarsi davanti alla casa e delle porte sbattere.
“Devono essere loro” disse Vane.
“Dai a me” sentii Mark fuori dalla porta.
“Papà ce la faccio da solo, non sono mica in coma!” sentii Zayn rispondere ed alzai gli occhi al cielo. Poi sentii la sua risata.
“Scemo” rispose Kathy e la porta di spalancò all’improvviso.
“Sorpresa!” urlammo tutti e vidi Zayn scioccato.
“Oddio” disse sorridendo. Mi staccai dal gruppo e andai verso di lui. Non lo avevo mai visto in piedi in tutto questo tempo, fui contenta di vedere che era più alto di me anche se avevo i tacchi. Indossava una maglietta bianca e un paio di jeans neri molto attillati, era perfetto.
“Bentornato a casa” dissi e gli baciai una guancia.
“Non ci posso credere” disse prendendomi per i fianchi.
“Hai organizzato tutto tu?”
“Sì ma ho avuto un po’ di aiuto”
“Grazie, ti amo” disse e poi mi baciò. Allacciai le braccia intorno al suo collo mentre le sue mi stringevano la schiena, non lo avevo mai baciato così e non vedevo l’ora.
“Ehm mi dispiace interrompervi” disse una voce dietro di me e subito mi staccai. Oddio i miei, che vergogna.
“Vorremmo solo conoscere il famoso Zayn” disse papà sorridendo.
“Certo. Beh mamma Raffaella e papà Sandro, lui è Zayn” dissi presentandogli il mio ragazzo e lui strinse la mano ad entrambi mentre l’altra era attorno alla mia vita.
“Siamo molto lieti di conoscerti Zayn, e siamo contenti che tu stia bene adesso” disse mamma sorridendogli.
“Grazie signora”
“Raffaella va benissimo”
“Va bene” disse lui sorridendo. Gli baciai una guancia e poi andammo in salotto per le altre presentazioni.




Holaaa!!!!!!!
BAM! ZAYN E' TORNATO!!!!!!!!!!
Cosa ne pensate? Non volevo essere troppo cattiva quindi l'ho fatto svegliare hahah ma dato che le sorprese non sono finite....
Anticipazione: ci sarà una proposta nel prossimo capitolo.
Sarà una cosa bella o rovinerà la relazione dei due protagonisti??
Mah...
Allora, ogni volta che aggiorno vi chiedo di commentare perchè mi serve per capire se devo migliorare e in cosa dovrei farlo.
Il problema è che nessuno lo fa e io sinceramente non capisco il motivo.
Quindi, aggiorno solo se commentate. Sono seria questa volta quindi datevi da fare hahaha
A presto!!

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Capitolo 13
*** Our vacation ***


Zayn non si era staccato da me un attimo e mi faceva piacere. Finalmente potevo averlo tutto per me.
“Lui è Edo, credo che vi siate già conosciuti”
“Sì, ci siamo già visti in ospedale. E’ un piacere rivederti, in piedi questa volta” rispose mio fratello e Zayn rise.
“Vieni ti presento i miei amici” dissi prendendolo per mano.
“Ragazzi” dissi intrufolandomi nel piccolo cerchio che avevano creato loro sei.
“Gin! La sorpresa è riuscita” disse Vane abbracciandomi.
“Già. Ragazzi voglio presentarvi il mio ragazzo Zayn” dissi sorridendo mentre lui mi era vicino.
“Molto piacere Zayn, io sono Harry” disse Hazza presentandosi.
“O Hazza” sussurrai all’orecchio del mio ragazzo e lui rise.
“Io sono Louis”
“Lou” sussurrai ancora.
“Piacere, Niall”
“Lui è…Niall” sussurrai ridendo e Zayn mi guardò divertito.
“Io sono Vanessa, una delle due sue migliori amiche”
“Vane sta con Harry” sussurrai a Zayn.
“Piacere mio” rispose lui dandole la mano.
“E io sono Eugenia, l’altra migliore amica”
“Eugi, lei sta con Louis” sussurrai nuovamente.
“E Niall è l’unico single?” chiese sottovoce in modo che solo io lo sentissi.
“Sì”
“Zayniee” sentii urlare e mi voltai ridendo.
“Leeyum” Zayn disse e abbracciò Liam.
“Oh amico mi sei mancato”
“Anche tu Liam”
“E’ bello rivederti”
“Grazie”
La festa proseguì bene, chiacchierammo e ci divertimmo molto. Poi verso l’ora di cena tutti tornarono a casa. Ero seduta sul divano vicino a Zayn, le nostre mani intrecciate, la mia testa sulla sua spalla.
“Sono contenta che tu sia finalmente a casa” sussurrai al suo orecchio prima di baciargli il collo.
“Anche io sono felice”
“Quindi da ora in poi ti verrò a trovare qui e non in ospedale”
“Già”
“E’ strano da dire ma credo che un po’ mi mancherà”
“Stavo pensando alla stessa cosa”
“Quando hai la prossima visita?”
“Tra due settimane”
“Starai bene, vedrai”
“Lo so” disse baciandomi dolcemente le labbra.
“Cosa farai quest’estate?” chiese accarezzandomi una guancia.
“Non lo so. Non ho nessun programma, sarei rimasta qui se tu fossi stato ancora in ospedale”
“Ma adesso sono qui”
“Già, ed è bellissimo” dissi sorridendo.
“Quindi, stavo pensando…”
“Pensavi a cosa?” chiesi guardandolo con malizia.
“Pensavo che, i miei hanno una casa al mare”
“Ah sì? E dove?”
“In Sardegna”
“Wow”
“Esatto, wow. Ci andiamo tutte le estati, lì abitavano i nonni dei miei nonni e ora la casa è di papà”
“Mmh”
“Quindi pensavo che tu potresti venire con me” disse guardandomi e il mio cuore perse un battito.
“Con te?”
“Sì”
“Davvero?” chiesi sorridendo.
“Sì, i miei mi lasciano casa libera fino al 20 agosto. Poi arriveranno anche loro, mi hanno chiesto se volevo scendere prima e portarti con me”
“Io…io non so che cosa dire”
“Ne puoi parlare con i tuoi ovviamente”
“Ok”
“Partirei verso i primi di agosto se tu vieni con me. Sennò rimarrò qui e andrò con i miei più tardi”
“E come mai i tuoi vanno lì così tardi?”
“Perché lavorano entrambi e poi avevano pensato che io e te dovessimo avere del tempo per stare un po’ da soli”
“Non hanno avuto proprio una cattiva idea”
“No, infatti” disse lui sorridendo.
“Per questo te l’ho chiesto” aggiunse.
“E come ci arriviamo lì?”
“Con l’aereo”
“Lo puoi prendere?”
“Credo proprio di sì, comunque lo chiederò al dottore durante la visita. Ma aspetta, è un sì?”
“Sì” dissi sorridendo e lo abbracciai forte.
 
“Mamma, papà? Posso parlarvi un attimo?” chiesi entrando in salotto.
“Oh, Edo ci sei anche tu” dissi sorridendo.
“Sei vuoi me ne vado se devi parlare solo con loro due” disse lui.
“No, no rimani”
“Cosa ci devi dire?” chiese papà abbassando il volume della televisione.
“Beh, avete conosciuto Zayn” dissi sorridendo.
“Sì, è un ragazzo fantastico” rispose mamma e papà annuii.
“Non si merita tutto quello che gli è successo” aggiunse papà e mi sentii sollevata.
“Sono d’accordo” rispose mio fratello.
“Vi piace?”
“Molto” rispose papà e sorrisi.
“Bene, perché io… Ecco, lui mi ha chiesto se…”
“Per andare a vivere insieme credo che sia molto presto piccola” disse mio fratello e io risi.
“No, non è questo! I suoi genitori hanno una casa in Sardegna e Zayn ha il permesso di andarci 20 giorni da solo. Poi i suoi lo raggiungono”
“Quindi?” chiese papà.
“Ecco, lui mi ha chiesto se voglio andare con lui”
“Stare lì tutto il mese?” chiese mamma.
“Beh…sì”
“Va bene” rispose lei e spalancai gli occhi.
“Davvero?” chiesi scioccata.
“Sì, tanto poi arrivano i suoi” rispose papà.
“Erano i primi 20 giorni dove saremo solo io e lui che mi preoccupavano sinceramente”
“Hai paura?” chiese Edo.
“No! Avevo paura che mamma e papà mi dicessero di no appunto per quei 20 giorni”
“Io sono d’accordo. Lo ami?” chiese papà.
“Sì” risposi arrossendo.
“Allora vai. Se succederà qualcosa per favore prendete precauzioni. Non voglio diventare nonno adesso, sono troppo giovane” disse lui e mi alzai ad abbracciarli.
“Grazie, non sapete quanto questo sia importante per me” dissi sorridendo e poi salii in camera mia e telefonai a Zayn.
“Pronto?” sorrisi quando sentii la sua voce al telefono.
“Zayn, sono Gin”
“Amore! Come stai?”
“Bene, tu?”
“Molto bene, stavo per chiamarti io”
“Ah sì? E come mai?”
“Volevo sentirti”
“Awww”
“C’è qualcosa che non va?”
“No, io volevo chiederti se l’invito per venire in vacanza con te è ancora valido”
“E’ sempre valido per te Ginevra”
“Bene perché ecco…posso venire con te” dissi sorridendo.
“Cosa? Ma sei seria? Davvero? Oddio non ci credo, non mi stai prendendo in giro?”
“No Zayn, non ti sto prendendo in giro” dissi ridendo.
“Ho parlato con i miei e sono d’accordo” aggiunsi.
“E’ fantastico! Non vedo l’ora di vederti per strapazzarti di baci” risi alla sua risposta.
“Quando partiamo?” chiesi eccitata per la nostra futura vacanza.
“Beh è già passato un po’ di tempo da quando te l’ho chiesto. Quindi direi sabato che è il 31 luglio e poi i biglietti aerei diciamo che li ho già comprati”
“Hai comprato i biglietti non sapendo se sarei venuta con te?”
“Beh, Liam sarebbe venuto con me volentieri ma ovviamente, preferisco avere te lì con me”
“Sei sicuro? Io non mi offendo se vuoi passare del tempo con lui”
“Ginevra, non ci pensare nemmeno. Tu vieni con me, partiremo sabato e staremo solo io e te, nella mia casa in Sardegna per venti giorni”
“Va bene” dissi sorridendo.
“Ti amo” aggiunsi mordendomi il labbro.
“Ti amo anch’io Gin” disse e riattaccò.
Ero emozionata, non vedevo l’ora di passare del tempo con lui. Ce lo meritiamo entrambi dopo tutto quello che abbiamo passato.
 
“Preghiamo i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, ci stiamo preparando per il decollo” annunciò l’hostess. Allacciai la mia cintura e Zayn fece lo stesso seduto al mio fianco. Gli sorrisi e gli presi la mano prima di stampargli un dolce bacio.
Poi il nostro aereo prese il volo. Appoggiai la testa sulla sua spalla.
“Sono felice di stare un po’ da sola con te”
“Anche io, non vedo l’ora di arrivare lì. Ti piacerà vedrai” disse sogghignando e lo guardai confusa ma lasciai perdere.
Arrivammo molto tardi, erano quasi le due di notte. Ci fermammo a cenare fuori ed ero stanca morta, prendemmo il taxi e andammo nella sua casa. Mi aspettavo di vedere un semplice appartamento invece mi trovai davanti ad una casa meravigliosa che dava sulla spiaggia.
Rimasi a bocca aperta, ero scioccata e vidi Zayn sorridere. Mi prese la mano e mi fece entrare in casa.
“Zayn…ma tu sei ricco!” dissi guardandomi intorno all’entrata della casa.
“E’ un problema?” chiese appoggiando le valigie vicino alle scale.
“Perché non me l’hai detto?” chiesi facendo un giro su me stessa per guardare tutto.
“Non è importate” rispose abbracciandomi ma si spostò vedendomi sbadigliare.
“Sei stanca?”
“Potrei addormentarmi a momenti”
“Vieni, ti mostro le camere e tu scegli quella che vuoi” disse prendendomi la mano e salimmo su.
“Le camere, ma quante ne hai?” chiesi stupita.
“Credo cinque o sei” rispose guardandomi e spalancai gli occhi. Ma che casa è questa? Un palazzo…
“Sono stanco anch’io. Prendiamo la prima che capita, ti mostro la casa domani mattina ok?” chiese aprendo la prima porta sulla sinistra.
“Certo, va bene tutto. Voglio solo il letto adesso” dissi ridendo.
Entrammo nella stanza e Zayn accese la luce.
“Wow” dissi e sentii Zayn sogghignare. Era una stanza molto spaziosa ma arredata semplicemente. Al centro c’era un bellissimo letto matrimoniale bianco, mi sembrava fosse molto comodo. Ai lati di esso c’erano due piccoli comodini con delle lampade che Zayn aveva acceso. Il bagno ovviamente comunicava con la camera ed era…era proprio wow.
Non aprii neanche la mia valigia e mi sdraiai sul letto stanca morta. Chiusi gli occhi e mi rilassai, poi mi addormentai.
Mi svegliai e mi girai per abbracciare Zayn ma lui non c’era. Mi alzai e vidi che ero vestita esattamente come la sera precedente.
“Devo essermi addormentata con questi vestiti addosso” dissi tra me e me. Mi alzai e aprii la finestra, vidi il cielo azzurro e il mare trasparente davanti a me. Wow, è un posto meraviglioso. Cercai Zayn nella stanza ma non lo trovai così decisi di cambiarmi indossando dei vestiti più comodi e scesi al piano di sotto. Arrivata alla fine della scale mi guardai intorno, questa casa è troppo grande.
Voltai a sinistra ma mi trovai in un grande e bellissimo salotto. I due divani erano posizionati al centro del salotto, di fronte si trovava una televisione molto grande e sotto di essa un camino. Le finestre davano sulla spiaggia e rimasi letteralmente senza fiato.
“Che cosa ci fai qui?” chiese una voce dietro di me e mi voltai.
“Beh, diciamo che ti stavo cercando ma credo di essere andata nella direzione sbagliata” dissi sorridendo e lui si avvicinò a me. Allacciò le mani sulla mia schiena mentre io misi le mie sulle sue spalle e poi mi baciò dolcemente.
“Buongiorno” disse sorridendo.
“Buongiorno” sussurrai baciandolo di nuovo.
“Dormito bene?”
“Sì, ma avrei preferito dormire con il mio pigiama”
“Ti sei addormenta prima ancora che io riuscissi ad aprire la valigia” disse ridendo e un po’ mi vergognai.
“Hai fame?”
“Un po’” risposi e lui mi portò nella direzione opposta da dove io ero venuta.
“Oddio” dissi bloccandomi sulla porta alla vista della cucina.
“Perché ti sorprendi tanto?” chiese aprendo il frigo.
“Perché non ho mai visto una cucina così grande in tutta la mia vita. Hai visto la mia? Non è neanche la metà di questa qui” dissi girando intorno al tavolo e lo sentii ridere. Poi mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro.
“Che cosa stai preparando?” gli sussurrai all’orecchio.
“Pancakes”
“Cosa? Ma è una ricetta americana”
“E allora?” disse sorridendomi.
Mi fece sedere su dei tanti sgabelli e poi mi porse il piatto, lui si sedette davanti a me e mi sorrise prima di iniziare  a mangiare.
“Allora, cosa facciamo oggi?” chiesi con entusiasmo.
“Prima di tutto devi ancora vedere la casa”
“Giusto”
“Poi possiamo andare in spiaggia oppure da qualche altra parte”
“D’accordo”
Dopo aver finito di fare colazione e aver sistemato tutto mi fece fare il giro della casa, o meglio del palazzo. Mi portò al piano di sopra e scelsi di prendere una delle due stanze che aveva le vetrate come finestre che davano sul mare. Erano veramente spettacolari.
Poi scendemmo giù, mi mostrò la cucina e il salotto anche se li avevo già visti. Uscimmo fuori e mi fermai a guardare la piscina idromassaggio nel bel mezzo della spiaggia.
“Hai una vasca idromassaggio” dissi stupita.
“Già, e questa è la mia spiaggia”
“Cosa?”
“La spiaggia è nostra”
“Vostra nel senso che non ci può stare nessun altro?”
“Esatto, è…privata”
“Non ci posso credere” dissi ridendo.
“Credici. Lì ci sono materassini, salvagenti e cose di quel genere” disse indicandomi una capanna sulla spiaggia.
“Interessante” dissi sogghignando prevedendo già i miei pomeriggi sdraiata sul materassino in mezzo al mare.
“Non hai ancora visto la cosa migliore” disse prendendomi per mano mentre mi diede un dolce bacio. Andammo nel retro della casa e aprii il garage.
“Hai una vespa!” dissi sorridendo.
“In realtà è di mio papà ma l’ho sempre usata io” disse accendendola.
“Forza sali, ti mostro il paese” lo baciai e salii dietro di lui. Percorremmo la strada principale e mi mostrò il paese come mi aveva detto.
 
“E’ un posto meraviglioso Zayn” dissi tenendolo per mano mentre camminavamo per le strade del centro.
“Lo è perché sei qui con me” rispose e ci fermammo in un terrazzino a guardare il panorama. Mi avvolse tra le sue braccia mentre una mia mano era sul suo petto.
“Da quanto tempo vieni qui?”
“Da sempre”
“Anche quando abitavi in Inghilterra?”
“Sì, abbiamo sempre passato l’estate qui”
“Quindi le conosci le persone che ci vivono”
“Sì, questo è l’unico posto in cui mi sento veramente a casa. La gente qui non mi ha mai giudicato, nessuno ha mai pensato che fossi pericoloso. Mi conoscono da quand’ero bambino” disse e gli baciai una guancia per fargli capire che sarei rimasta con lui comunque.
“Qualcuno sa la verità su Beatrice?”
“Alcuni di loro sì, solo le poche persone che l’hanno conosciuta. Liam e la sua famiglia sono venuti a volte qui con noi”
“Ma le cose sono cambiate da quando il cielo ha deciso di mandarmi un angelo per proteggermi” aggiunse e lo guardai confusa.
“Sei tu il mio angelo Ginevra. La mia vita è cambiata da quando ti ho conosciuta”
“Non esagerare Zayn”
“E’ così, mi hai salvato. In tutti i modi in cui una persona può essere salvata, ti amo” sussurrò al mio orecchio.
“Ti amo anch’io” risposi e lo baciai con tutto l’amore che potevo donargli.



Ciaoooo!!
Allora abbiamo visto questa proposta...chi non accetterebbe una vacanza con Zayn?!
Ginevra ha accettato ovviamente, si divertiranno molto.
Il prossimo capitolo sarà importante per i due innamorati, ci sarà il loro primo appuntamento. Basta spoiler hahaha

A presto, kiss kiss

 

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Capitolo 14
*** Our love ***


Ero tranquillamente sdraiata al sole sul comodo materassino in mezzo al mare. Era una bellissima giornata, il sole splendeva nel cielo limpido, il mare era cristallino e piatto come una tavola da surf. Zayn era sdraiato al sole sulla sua spiaggia.
“Ehi” lo sentii appoggiarsi al mio materassino.
“Ciao” dissi e lui cominciò a far oscillare il materassino.
“Zayn no ti prego, non mi far cadere” dissi prendendogli le mani.
“D’accordo” rispose ridendo.
“Mmh” dissi sdraiandomi su di esso di nuovo.
“Stasera avevo pensato di farti una sorpresa”
“Sorpresa di che tipo?”
“Se è una sorpresa mica te lo dico”
“Va bene”
“Mettiti qualcosa di carino”
“Ok” dissi guardandolo ma prima che me ne accorgessi mi trovai in acqua e lui stava ridendo a crepapelle.
“Zayn!” dissi spruzzandogli l’acqua addosso.
“Dovevi vederti” disse ridendo.
“Vedrò te la prossima volta” risposi sogghignando. Mise le mani sui miei fianchi e io allacciai le mie braccia sul suo collo.
“Sei bellissima”
“Non è vero”
“Sì che lo sei e ti amo”
“Questo lo so già”
“Lo so che lo sai ma voglio che tu lo sappia ancora” disse e io risi per la sua frase contorta.
Passammo la giornata in spiaggia e verso l’ora di cena andai a casa a farmi una doccia. Misi un paio di pantaloncini corti azzurri ed una camicia bianca molto leggera.
“Zayn?” chiesi entrando in cucina.
“Sei bellissima” disse avvicinandosi a me.
“Devi smetterla di dirmelo”
“Mai” rispose prima di lasciarmi un dolce bacio.
“Vieni” aggiunse prendendomi la mano e mi portò fuori sulla spiaggia. Trovai una lenzuolo steso per terra mentre sopra c’erano piatti e bicchieri. Alla mia destra c’era un cestino con una bottiglia di vino al suo interno e mi accorsi di un falò accesso a pochi passi da me. Intorno a noi c’erano un sacco di candele accese, l’atmosfera era molto romantica.
“E’ bellissimo” dissi sedendomi sul lenzuolo mentre Zayn stappava la bottiglia di vino bianco.
“Come mai hai fatto tutto questo?” gli chiesi passandogli i due bicchieri.
“Questo è il nostro primo appuntamento ufficiale. Te lo avevo promesso, ricordi? Una cenetta romantica”
“E’ perfetto Zayn” risposi prima di baciarlo.
“Cin cin” disse facendo tintinnare i nostri bicchieri.
Mangiammo sulla spiaggia al lume di candela e poi guardammo insieme il tramonto.
“Vorrei essere così felice per sempre”
“Abbiamo ancora 15 giorni prima che arrivino i miei”
“Non intendo questo. Dico essere felice nella vita, come lo sono adesso”
“Beh sei in vacanza con il tuo ragazzo. Sei in una grande casa al mare o come lo chiami tu in un palazzo. Hai appena mangiato una buonissima insalata di pomodori con una bistecca preparate da….beh me. Hai la testa appoggiata sulle mie gambe e stai giocando con le mie mani mentre centinaia di candele ti stanno intorno. Io punterei ad essere felice adesso”
“Lo sono infatti”
“So cosa vuol dire fare progetti, io li ho sempre fatti. Però mi sono trovato prima dietro le sbarre per un tempo che per me era indeterminato e poi su un letto d’ospedale per quasi un anno, e tutto da un momento all’altro. Allora ho capito che non ha senso programmare la tua vita. E’ una cosa che ho imparato”
“Lo posso capire”
“Sei viva e sei sana. Hai una famiglia che ti vuole bene, hai gli amici, hai me. Non sei malata e sei bellissima. Dovresti essere felice a prescindere, tutto il resto è superfluo”
“Hai ragione, mi piacciono queste tue perle di saggezza” dissi sorridendo.
“Vivi il momento per quello che è, che sia bello o brutto perché non tornerà più indietro. Cogli l’attimo perché non sai mai quello che potrebbe capitarti tra qualche minuto” disse sedendosi di fronte a me. Lentamente si avvicinò al mio viso e cominciò a lasciarmi dei baci sulla guancia e poi passò al mio collo.
“Che attimo stai cogliendo adesso?” sussurrai al suo orecchio.
“L’attimo in cui ti voglio da morire” disse baciandomi l’orecchio e i brividi cominciarono a farsi sentire ovunque. Continuò a baciarmi e a succhiarmi il collo, fui così trasportata da quel bacio che non mi accorsi di essere sdraiata sulla sabbia. Le mie mani attorno al suo collo per tirarlo ancora di più verso di me, le sue mani invece, si facevano spazio sulla mia schiena e tra i miei capelli. Avevo bisogno di lui, lo volevo più di qualsiasi altra cosa ma ero spaventata.
Molto spaventata.
Velocemente lui salii sopra di me appoggiandosi sui gomiti all’altezza del mio viso per non pesarmi. Poi realizzai che tutto questo ci avrebbe portato ad una sola cosa…quella di cui avevo paura.
“Zayn, aspetta” dissi terminando quel bacio bellissimo.
“Gin non ci vede nessuno qui, non ti preoccupare” rispose avvicinandosi a me di nuovo.
“No, non è per questo. E’ solo che io non ho mai…”
“Sei vergine?” chiese guardandomi negli occhi.
“Sì”
“Come? Ma io credevo che…insomma sei una ragazza meravigliosa. E’ impossibile che tu non abbia mai…”
“Beh credimi, non è mai successo. Sapevo che non dovevo dirtelo, adesso tu non vuoi…”
Mi zittì mettendo un dito sulle mie labbra.
“Shhh lo voglio anche più di prima se è questo che ti preoccupa. Sono solo stupito” disse guardandomi mentre mi accarezzava il viso.
“Vorresti farlo con me?” aggiunse sussurrandomi quelle parole in un orecchio.
“Sì” risposi e lo baciai. Infilò velocemente una mano sotto alla mia camicia mentre l’altra la intrecciò alla mia sopra alla mia testa. Lentamente mi sfilò la camicia e rimasi solo con il reggiseno. Decisi di prendere l’iniziativa e gli sfilai la sua. Rimase a petto nudo e cominciai ad accarezzare i suoi addominali perfetti, accarezzai la sua piccola cicatrice e al mio tocco lui sorrise nel bacio. Mi chiesi come lui fosse capace di fare tutto questo e mi sentii sollevata sapendo che aveva già avuto qualche ragazza.
“Sei proprio sicura?” chiese e lessi un po’ di preoccupazione nei suoi occhi.
“Sì” dissi sicura ma subito dopo mi resi conto che non sapevo che cosa fare o come comportarmi.
“Zayn, non so che cosa fare” dissi vergognandomi leggermente.
“Ci penso io a te amore mio, rilassati però. Mi rendi tutto più difficile se ti agiti” rispose lui e disse l’ultima frase sogghignando. Poi iniziò a baciarmi il collo provocandomi i brividi dappertutto. Passò alla clavicola e scese fino all’incavo dei seni ancora coperti dal reggiseno. Scese sempre più giù baciandomi e mordicchiandomi la pancia. Le mie mani gli toccavano e spettinavano i capelli tirandoli leggermente, tornò su a cercare le mie labbra. Gli misi le mani sulle spalle mentre le sue cominciarono a toccarmi le cosce, salendo poi sui fianchi fino ad accarezzarmi la schiena e le spalle, scese giù di nuovo e mi slacciò i pantaloncini che indossavo, poi li sfilò. Io un po’ imbarazzata, lo aiutai a togliere i suoi. Portò le mani sulla mia schiena mentre continuava a baciarmi con passione facendomi battere il cuore a mille e cominciò ad armeggiare con il mio reggiseno.
“Accidenti, dovrei aggiornarmi e imparare a slacciare questi cosi” disse sorridendo, mi fece ridere e inarcai la schiena per aiutarlo.
“Gin sei bellissima” sussurrò dopo che il mio reggiseno fu sulla sabbia ed io arrossii. Mi baciò con più trasporto lasciando che i nostri corpi si toccassero di più. Avvertii la sue erezione sulla mia coscia e mi fece sorridere sulla sua bocca. La paura che provavo forse se n’era andata lasciando spazio a nuove emozioni come l’eccitazione e il desiderio. Fece incontrare le nostre fronti, poi i nostri nasi e infine di nuovo le nostre labbra. Con le mani scese di nuovo lungo la mia schiena fino ad arrivare ai miei slip che sfilò lentamente chiedendomi prima il permesso di farlo. Con un gesto veloce si sfilò i suoi e si appoggiò ancora sui gomiti ai lati della mia testa. Allungò il braccio destro e prese il portafoglio dai suoi pantaloni e ne estrasse una bustina quadrata rossa.
Credo che capii la mia preoccupazione così mi sussurrò parole dolci per calmarmi. Cominciai a guardarmi intorno, studiai il focolare alla mia destra mentre lui era impegnato con il contenuto della bustina. Socchiusi gli occhi cercando di prepararmi psicologicamente fino a che il ragazzo che amo tornò sopra di me appoggiato ai gomiti. Non disse niente ma cominciò a baciarmi mentre continuava a premere il suo corpo contro il mio.
“Posso accarezzarti?” chiese sensualmente ed io annuii.
Cominciò a toccarmi mentre mi baciava con passione ma mi irrigidii un pochino.
“Gin guardami. Sei al sicuro, stai tranquilla” sussurrò nuovamente.
“Ascoltami, appena vorrai che io mi fermi lo farò, ok? Fidati di me” disse guardandomi ed io annuii.
“Basta che me lo dici mmh? Sono qui con te Ginevra, andrà tutto bene. Sarà bellissimo vedrai” disse unendo di nuovo le nostre labbra. Cominciò a baciarmi come mai aveva fatto, le sue spalle addirittura si gonfiarono poi capii che lo faceva per distrarmi. Una mano era intrecciata alla sua sopra alla mia testa, l’altra sulla sua spalla. La sua invece mi stava accarezzando la coscia e poi divaricò le mie gambe ancora di più. Strinsi la sua mano e la sua spalla quando lui entrò lentamente in me. Rimasi senza fiato e mi sentii costretta a staccarmi da quel bacio avvicinando lo stesso i nostri visi. Una sua mano era appoggiata al mio fianco che lo aiutava ad entrare in me sempre di più ma con attenzione per non farmi troppo male. Mi morsi il labbro sentendo un forte dolore nel basso ventre fino a che non riuscii più a trattenermi.
“Zayn” ansimai.
“Aspetta” aggiunsi e lo sentii fermarsi ma non uscii da dentro di me.
“Stai bene?” sussurrò in un mio orecchio.
“Ho il corpo in fiamme” dissi stringendo i denti mentre una lacrima bagnò il mio viso.
“Ehi va tutto bene” disse dolcemente baciandomi l’orecchio.
“Solo un altro po’ e poi passa ok?” aggiunse ed io annuii. Cominciai ad abituarmi a quella sensazione e Zayn se ne accorse dal mio respiro che stava cambiando velocemente. Decise di approfondire il contatto con una spinta più decisa e io gemetti. Lo stavo baciando e dal dolore gli morsi il labbro inferiore e lo sentii ridere nel bacio. Cominciò a spingere lentamente e io spostai le mani nei suoi capelli. Il dolore improvvisamente si era trasformato in piacere e mi accorsi di volere di più. Piegai le gambe per stare più comoda e cercai di assecondare le sue spinte che si facevano via via più veloci. Ansimai ma lui ricominciò a baciarmi, poi sentii degli ansimi da parte sua sulle mie labbra e capii che gli stava piacendo.
Non riuscii a continuare così mi staccai dalle sue labbra e Zayn avvicinò il suo viso al mio orecchio trattenendo il respiro.
“Ti amo da morire” sussurrò con la voce roca ed io iniziai a baciargli il collo che trovavo sopra di me. Le sue spinte erano più forti e lontane una dall’altra tanto che mi venne la pelle d’oca e non sentii più niente, solo nuove sensazioni che non avevo mai provato. Sentii un gemito di Zayn più forte degli altri e poi si fermò appoggiandosi su di me con il fiatone mentre i nostri corpi respiravano ugualmente a fatica. Gli accarezzai la schiena e poi lui uscii da me stendendosi a pancia in su al mio fianco. Lo vidi chiudere gli occhi così mi avvicinai a lui e appoggiai la mia testa sul suo petto e lui mi circondò la vita con un braccio.
“Wish I could freeze this moment in a frame and stay like this, I’ll put this day back on replay and keep reliving it” canticchiò al mio orecchio.
“Che canzone è? Non l’ho mai sentita”
“L’ho inventata al momento, solo per te”
 “Ti amo” dissi baciandogli il petto.
“Oddio, credo che entrerò in coma di nuovo” sussurrò sorridendo mentre era ancora affannato.
“Lascia perdere, ho pensato di stare per morire ad un certo punto” e lo sentii ridere.
“Ti ho fatto tanto male?” chiese preoccupato.
“Non è stata colpa tua”
“Mi dispiace tanto”
“Zayn non è stata colpa tua, sei stato perfetto”
“E’ stato come te lo immaginavi?”
“E’ stato meglio di come credevo potesse essere” dissi guardandolo negli occhi che brillavano. Mi baciò e poi entrambi ci addormentammo abbracciati sulla spiaggia che ci aveva accolti come due persone in una.
 
Mi svegliai il mattino successivo sulla spiaggia avvolta in una coperta, mi voltai per cercare Zayn ma lui non c’era. Alzai il busto e ricordai la notte precedente. E’ stata così intensa, una delle più belle della mia vita. Sono contenta di averlo fatto con lui, non me ne pentirò mai.
“Credevo stessi ancora dormendo” disse Zayn appoggiando brioches e caffè nella tovaglia che usammo la sera prima per la cena.
“No, mi sono appena svegliata” dissi sorridendo e lo baciai su una guancia. Facemmo colazione in silenzio, entrambi assorti nei nostri pensieri. Poi mi rivestii e lo aiutai a portare in casa tutto quanto sempre in silenzio. Andai a farmi una doccia e capii che qualcosa non andava.
Insomma abbiamo fatto l’amore ieri sera per la prima volta, perché nessuno dei due ha detto una parola oggi?
“Zayn” dissi sedendomi al suo fianco sul divano mentre stava guardando una qualunque partita di basket.
“Perché non mi hai mai parlato oggi?” chiesi guardandolo e lui subito tolse l’attenzione dal televisore.
“Ho fatto qualcosa che non andava? Ho detto ieri sera qualcosa che..”
“No, stai tranquilla”
“Ma allora che cosa c’è che non va?”
“Sono arrabbiato”
“Sei arrabbiato con me?”
“No”
“Con chi allora? Hai litigato con i tuoi?”
“Sono arrabbiato con me stesso” lo guardai confusa.
“Perché?”
“Ho tutte le ragioni per esserlo”
“Ma perché?”
“Perché ti ho fatto male ieri sera” disse guardandomi e notai la sua rabbia. Cercai di dire qualcosa ma mi precedette.
“Non dire che non è colpa mia perché non è vero, ho visto e sentito il dolore che hai provato. Avrei dovuto fare più piano, stare più attento. Invece il desiderio di averti ha preso il sopravvento, ti volevo troppo e l’ho fatto velocemente e senza rispettarti. Ho rovinato tutto” disse guardando il pavimento mentre si prendeva la testa tra le mani.
“Zayn come posso farti capire che per me è stato perfetto?” dissi guardandolo e lui alzò la testa per guardarmi.
“Tu sei stato fantastico sin dall’inizio. Sei stato dolce e hai fatto il possibile per non farmi male, era la mia prima volta era normale che io sentissi dolore. Non è stata colpa tua, e ti sei fermato quando ti ho chiesto di farlo. So cosa vuol dire non essere rispettata e fidati, tu hai fatto il contrario. Ti sei preso cura di me come avevi detto, non hai rovinato niente anzi l’hai reso migliore di come credevo potesse essere” dissi guardandolo.
“Era la nostra prima volta ed è stato bellissimo. Ero al settimo cielo e lo sono ancora perché sono felice che sia successo. Sono felice di averlo fatto con te, ti prego non pentirtene” sussurrai al suo orecchio prima di infilare la testa nell’incavo del suo collo.
“Non mi pento Gin, ti desidero tantissimo. Avrei solo voluto essere stato più attento” rispose strusciando il suo naso sulla mia guancia.
“Non parliamone più ok? E’ stato perfetto, non cambierò mai idea”
“D’accordo”
“Comunque so che ti è piaciuto” dissi ridendo mentre lo guardavo negli occhi e lui arrossì.
“Come fai a saperlo?” disse guardandomi con malizia.
“Così sai…i tuoi ansimi”
“Guarda che si fa fatica!”
“Non lo metto in dubbio”
“E comunque hai ragione tu, mi è piaciuto moltissimo” disse baciandomi il collo.
“Sono contenta, anche se io non sarò stata il massimo”
“Non lo pensare neanche per scherzo. Sei stata meravigliosa e poi sei ancora più bella senza vestiti addosso” disse sorridendo.
“Zayn!” dissi ridendo mentre gli tiravo un piccolo schiaffetto sul braccio.
“Cosa? E’ la verità”
“Bene, allora dato che mi trovi così meravigliosamente bella senza vestiti cercherò di coprire in tutti i modi possibili ogni mio pezzettino di pelle” dissi alzandomi dal divano mentre andavo in cucina.
“Tu sei pazza!” sentii dire dietro di me e mi resi conto che mi stava seguendo.
“No che non lo sono” risposi aprendo il frigo per prendere una bottiglietta di acqua fresca.
“Invece sì. Se lo farai avrò la scusa per spogliarti” disse sogghignando mentre incrociava le braccia al petto.
“Non oseresti”
“Vuoi provare?”
“No” dissi allontanandomi da lui.
“Dato che questa è una cosa nuova per te hai bisogno di fare pratica” rispose sorridendo mentre allacciava le braccia sulla mia schiena.
“Lo so ma dammi tempo. Ho bisogno di metabolizzare la cosa” dissi unendo le nostre fronti.
“Non ti ho messo fretta prima, non lo farò neanche adesso”
“E poi tu dici che non mi rispetti?”
“Scusa, avevo solo bisogno di dirti come mi sentivo”
“Non ti preoccupare. Ti amo”
“Anch’io” rispose e poi unimmo le nostre labbra in un bacio davvero sentito.
 
“Ehi piccola” disse Zayn entrando in camera mentre mi stavo vestendo.
“Ciao, dove sei stato?” chiesi dopo averlo baciato.
“A fare la spesa”
“Perché non mi hai svegliato?”
“Dormivi troppo bene”
 “Hanno telefonato i miei” aggiunse.
“Cosa ti hanno detto? Dovrebbero essere qui tra poco no? Oggi è il 18”
“Non vengono, devono lavorare”
“Devono lavorare sul serio o vogliono farci stare da soli per ancora un po’ di tempo?”
“Credo che la seconda risposta sia la più corretta ma loro mi hanno detto così”
“Oh…”
“Potremmo invitare qui i ragazzi, poi torniamo insieme a settembre”
“Non sarebbe una brutta idea”
“Sì, tipo Harry e Louis con le tue amiche”
“Interessante. E Niall? Lo verrà a sapere”
“Già ma Niall è l’unico single non vorrei che si sentisse escluso”
“C’è Liam”
“Giusto”
“Quindi come facciamo?”
“Li invitiamo tutti e sei”
“Va bene ma sei sicuro che ti va di averli qui per più di venti giorni?”
“Sì, ci divertiremo”
“Oppure…”
“Oppure cosa?”
“Oppure rimaniamo io e te qui da soli e non invitiamo nessuno” dissi maliziosamente mentre mi avvicinavo a lui.
“Mmh…sai quest’idea mi piace molto di più dell’altra” rispose lui sorridendo mentre mi metteva le mani sulla schiena.
“Allora quale scegli?”
“Scelgo il solo io e te”
“Perfetto” dissi prima di unire le nostre labbra e lui mi fece stendere sul nostro letto, poi facemmo l’amore.



Hola!!!!
BOOM! Finalmente è successo!!! Era così che ve lo aspettavate?
Cosa ne pensate del "dopo" di Zayn, la sua reazione?
Cambieranno idea di nuovo e inviteranno i ragazzi o saranno loro due da soli?
Tutto questo nel prossimo capitolo...
Commentate please!!!
Nel prossimo ci sarà un colpo di scena ma non svelo niente.
Alla prossima!!
Baci

 

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Capitolo 15
*** Back home ***


“Sai ci stavo pensando davvero ad invitare i ragazzi” disse Zayn accarezzandomi la schiena nuda.
“La casa è tua, puoi fare quello che vuoi”
“Ma ci sei tu con me adesso. Se loro venissero non so quanto tempo avremo per stare da soli in pace”
“Ci potremmo anche divertire”
“Potremmo noleggiare una barca e fare un giro di qualche giorno”
“Sì certo e io da dove li prendo tutti quei soldi?”
“Pago io”
“Ti prego, smettila”
“Perché? E’ stata una mia idea”
“Non verrei mai se pagassi solo tu. Non so neanche come sdebitarmi per la vacanza qui, figurati per una vacanza in barca”
“Sono io che mi devo sdebitare con te, te lo sei già dimenticata?”
“Non devi fare proprio niente”
“Non mi basterà una vita per ringraziarti per tutto quello che hai fatto Gin”
“Zayn, è storia vecchia. Ora sei qui e stai bene. Avrebbero potuto chiamare chiunque ed è toccato a me”
“Non so, se non fosse successo credo che non ci saremmo mai incontrati”
“Probabilmente no”
“Non ti ho mai visto a scuola”
“No? Neanche io credo, o forse non ti ho mai guardato”
“Mmh…forse”
“Aspetta un attimo. Tu eri alla festa di Marco subito dopo che è iniziata la scuola, era venerdì sera. Due giorni prima del tuo incidente”
“Sì ma tu come fai a saperlo?”
“Ho ballato con Liam”
“Ah sì, me lo aveva detto. Ma lo conoscevi già?”
“No, non sapevo chi fosse e mi ha invitato a ballare. Ad un certo punto una mano si è appoggiata sulla sua spalla e lui mi ha detto che era il suo amico Zayn. Ecco dove lo avevo già sentito il tuo nome!”
“Quindi mi hai visto alla festa?”
“No, sei sparito”
“Non sono un festaiolo”
“Lo so, in questo siamo uguali. Se invitiamo i ragazzi si uscirà ogni sera, ti avverto”
“Ho preso la mia decisione. Ed è quella definitiva al 100%”
“Sarebbe?”
“Rimaniamo qui solo io e te”
“Davvero?” chiesi sorridendo.
“Sì, solo se per te va bene ovviamente”
“Va più che bene” risposi e lo baciai con passione.
 
“Ragazzi! Che bello rivedervi!” disse Kathy aprendo la porta di casa.
“Ciao mamma” la salutò Zayn abbracciandola.
“Buonasera” dissi io sorridendo.
“Oh Ginevra ti prego! Ci conosciamo da sempre, chiamami Kathy” rispose lei abbracciandomi.
“Allora come è andato il viaggio figliolo?” chiese invece Mark sedendosi sulla poltrona mentre io prendevo posto vicino a Zayn.
“Bene, ma è stato più lungo dell’andata” rispose lui.
“Siete stanchi?”
“Un pochino” risposi sorridendo.
“Io ero passata per un saluto dato che siamo appena arrivati. Lo so che è scortese ma vorrei andare a casa” aggiunsi.
“Oh cara non ti preoccupare, lo capisco benissimo. Ci vediamo un’altra volta ok?” disse Kathy.
“Certo, scusatemi” dissi alzandomi dal divano e li abbracciai entrambi poi Zayn mi accompagnò a casa.
 
“Vuoi entrare?”
“No, avrete un sacco di cose da raccontarvi”
“Mi mancherai”
“Ci possiamo vedere ogni giorno” disse ridendo.
“Lo so ma è tutto diverso adesso. Grazie per la vacanza Zayn, mi è piaciuta molto”
“Anche a me, ti amo”
“Ti amo anch’io” dissi prima di entrare in casa.
I miei genitori mi accolsero a braccia aperte, e mi chiesero di raccontare tutto ma ero piuttosto stanca.
Cenammo insieme e dopo una doccia rilassante andai a letto.
“Non so se riuscirò ad addormentarmi senza di te” scrissi a Zayn. L’ho salutato un paio d’ore fa e già mi manca così tanto…
“E’ lo stesso per me amore”
“Ti ho visto due ore fa e già mi manchi”
“Anche tu, ero abituato a vederti sempre”
“Lo so”
“A baciarti ogni volta che ne avevo voglia”
“So anche questo”
“A svestirti quando mi facevi impazzire”
“Zayn…”
“Cosa?”
“Non sono cose da dire”
“Io le dico”
 
Sorrisi ed appoggiai il telefono al comodino e cercai di prendere sonno. Dopo una quindicina di minuti sentii qualcosa sbattere alla finestra e impaurita accesi la luce, poi mi avvicinai ad essa.
“Non ci credo” dissi mentre Zayn entrava nella mia camera.
“Che cosa ci fai qui?”
“Mi mancavi e volevo vederti, la nostra prima sera a casa” sussurrò prima di baciarmi.
Eravamo sdraiati sul mio letto, tutti e due troppo stanchi per andare oltre ad un singolo bacio.
“Non ce la faccio a fare l’amore con te adesso, sono troppo stanco” sussurrò sulle mie labbra e io risi.
“Non avevo intenzione di farlo infatti”
“Bene, devo riprendere tutte le mie energie”
“E come farai?”
“Standoti lontano”
“Cosa? Non mi vuoi vedere perché ti devi riprendere?” chiesi confusa mentre alzavo la testa dal suo petto per guardarlo meglio.
“Esatto. Ogni volta che ti vedo o che sei con me mi tenti”
“Ma se non faccio mai niente di male”
“Mi basta solo un tuo sorriso perché mi venga voglia”
“E’ carino quello che hai detto”
“Quindi ora che siamo qui, che ognuno vive a casa propria, dovremo organizzarci per passare una notte insieme?”
“Sembra di sì”
“Ma così muoio”
“Se hai appena detto che devi riprendere tutte le energie!”
“Non credo che resisterò a lungo”
“Allora vuoi sprecare questa notte?” chiesi sorridendo.
“Credo che non lo farò” rispose sorridendo e dopo pochi secondi fu sopra di me.
 
“Buongiorno” dissi entrando in cucina.
“Ciao” salutò mamma.
“Papà?”
“E’ già al lavoro”
“Come mai così presto?”
“Aveva un appuntamento importante. Sono contenta che sia andato via prima così non avrebbe visto le condizioni in cui sei conciata”
“Che cosa vuoi dire?”
“Di chi è la maglietta che hai addosso?”
“Ehm….”
“Non mi mentire, sono tua mamma”
“E’ di Zayn”
“Mmh…”
“Me l’ha data quando eravamo in Sardegna”
“Ginevra”
“D’accordo, è in camera mia”
“Lo avevo immaginato. Da dove è entrato?”
“Si è arrampicato ed è entrato dalla finestra. Ma tu come facevi a saperlo? Non abbiamo fatto rumore”
“No ma qualcosa ho sentito”
“Oddio” dissi coprendomi la faccia con le mani.
“Scherzavo, ma se fai così vuol dire che è successo qualcosa”
“Mamma”
“Cosa? Voi due avete…” disse facendo gesti strani per farmi capire e mi fece sorridere.
“Perché non me lo chiedi e basta così poi non ne parliamo più?”
“Va bene. Sei andata a letto con lui?”
“Sì”
“Quando?”
“Ehm…” risposi guardandomi in giro.
“Oddio mi sento male” disse sventolandosi con un pezzo di carta.
“Quante volte lo avete fatto?” chiese scioccata.
“E’ così importante saperlo?”
“Beh…sì”
“La prima volta è successa due o tre giorni dopo essere arrivati in Sardegna. Basta, non ti dico più niente”
“Quindi da lì voi….oddio siete stati lì un mese! Da soli!” quasi urlò.
“Mamma stai tranquilla! Abbiamo sempre preso precauzioni, non sono incinta. E poi non abbiamo fatto solo quello se proprio proprio devo dire tutto” dissi guardandola e lei tirò un respiro di sollievo.
“Bene, e stanotte?”
“Ehm…”
“Ginevra!”
“Cosa? Siamo stati presi dal momento”
“Ma…”
“Buongiorno signora. Ehm, io è meglio che vada” disse Zayn entrando in cucina e mi fermai a guardarlo, quanto è bello anche appena svegliato.
“Ciao Zayn. Senti la prossima volta che vieni a salutare mia figlia nel cuore della notte usa le scale che sono più comode” parlò mamma con un sorriso e lui ricambiò facendomi arrossire.
“Ehm….va bene. Buona giornata” disse lui avvicinandosi alla porta e io lo accompagnai.
“Anche a te” rispose lei dalla cucina.
“Cosa? Siamo stati beccati?” sussurrò lui scioccato.
“No, mi ha chiesto stamattina e non ho potuto non dirglielo. E’ mia mamma, a lei racconto queste cose”
“Dimmi solo che non ci ha sentiti”
“No, stai tranquillo” dissi sorridendo e poi lo baciai con passione.
“Buongiorno comunque” aggiunsi sorridendo.
“Buongiorno” sussurrò sulle mie labbra prima di aprire la porta e uscire.
“Ci vediamo dopo?” chiese ed io annuii. Gli stampai un altro bacio e poi entrai in casa.


Quel pomeriggio incontrai Vane e Eugi al solito bar.
“Ehi Gin!” disse Vane abbracciandomi e poi salutai Eugi.
“Da quando non ci vediamo e sentiamo?” domandò.
“Sono tornata qualche giorno fa dalla Sardegna e siamo qui adesso quindi non lamentatevi”
“Bene” disse Vane.
“Come è andata la vostra estate? Qualcosa da raccontare?”
“Io sono rimasta a casa, però ho visto Louis tutti i giorni” iniziò Eugi.
“Diglielo” disse Vane.
“Dirmi cosa?”
“E’ andata a letto con Louis”
“Sei andata a letto con Lou?”
“E’ il mio ragazzo! Se no lo faccio con lui allora con chi?” rispose Eugi.
“Giusto, hai ragione. E te e Harry?”
“E’ successo il giorno dopo che ci siamo messi insieme”
“Vane non mi interessa sapere se lo avete fatto, cosa che comunque sapevo già”
“Lo sapevi già?” chiese Eugi sorridendo.
“Conosco Vane e conosco Hazza, sapevo che non avrebbero aspettato. Comunque, come va tra di voi?”
“Bene, ci divertiamo” disse lei e tutte e tre scoppiammo a ridere. Poi pensai a Zayn, esattamente come facevo da un sacco di tempo e un sorriso si formò nel mio viso.
“Qui qualcuno non la racconta giusta, cos’è sto sorrisino?” chiese Vane guardandomi.
“Ehm…niente”
“Niente?”
“Pensavo a Zayn”
“A proposito del belloccio pericoloso, cos’è successo in Sardegna?” chiese Eugi.
“La dovete smettere di pensare che sia pericoloso, non lo è”
“D’accordo, ma allora?”
“Ho fatto l’amore con lui” dissi sorridendo e le vidi entrambe spalancare la bocca scioccate.
“Non ci credo che l’hai fatto” disse Vane.
“Fidati, è successo”
“Oddio! E come è stato? Ti ha fatto male?”
“E’ stato perfetto, mi ha fatto male ma so che non è stata colpa sua”
“Wow, finalmente anche tu adesso! Facciamo un brindisi a quest’estate indimenticabile” disse Eugi e tutte e tre facemmo tintinnare i nostri succhi di frutta.
“Gin glielo hai detto dell’università?”
“No, Vane. Non lo sa ancora”
“E cosa aspetti a dirglielo?”
“Non lo so. E’ solo che siamo stati così bene, non volevo rovinare tutto”
“Lo farai se non glielo dici. Lo potrebbe scoprire in qualsiasi momento” disse Eugi.
“Perché?”
“Lo sanno tutti” rispose. Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi.
“Va bene, glielo dirò stasera”
 
“Buonasera” dissi entrando in casa di Zayn e venni accolta dai suoi genitori che erano molto contenti di vedermi.
“Zayn è di sopra” disse sua madre.
“Posso andare?”
“Non dovresti neanche chiederlo” rispose lei e così mi avviai al piano di sopra. Tutte le porte delle stanze erano aperte tranne una, così bussai.
“Avanti” disse la voce che avevo imparato a riconoscere anche ad occhi chiusi.
“Ginevra” disse sedendosi sul letto piuttosto sorpreso.
“Ciao” risposi avvicinandomi a lui e lo baciai.
“Che cosa ci fai qui?”
“Ho bisogno di parlarti” dissi sedendomi ai piedi del suo letto e lui subito prese posto al mio fianco.
“Parlarmi di cosa?”
“Parto la prossima settimana”



Ciaoooo!
Mi scuso davvero per il ritardo ma sono molto impegnata con la scuola e gli esami di maturità. Tra studio, simulazioni ecc non sono riuscita ad aggiornare prima.
Allora Ginevra deve partire...come la prenderà Zayn?
Cosa succederà?
Nel prossimo capitolo...eh nel prossimo succede qualcosina. Li vedremo dopo un pò di mesi, capirete e mi odierete hahahah ma non siamo ancora in quel punto, capirete anche questo hahahah
Bene, torno a studiare. Mi sono presa una pausetta per aggiornare anche perchè non ne posso più di tedesco.
A presto spero
baci, ciaooo

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Capitolo 16
*** It's not working anymore ***


“Cosa vuol dire che parti? Spiegati, non capisco” disse lui cominciando a camminare nella stanza.
“Per l’università”
“Cosa c’entra?”
“Non studierò qui a Torino, vado in Slovenia. Mi hanno ammesso all’università di Lubiana, una delle più importanti università internazionali. Studierò in inglese”
“Io credevo che rimanessi” rispose guardandomi e io scossi la testa.
“Non volevo dirtelo”
“Perché no?”
“Andava tutto bene tra di noi, eravamo felici e non volevo rovinare le cose”
“Perché? Adesso non siamo felici?”
“Sì che lo siamo, è solo che questa non è una bella cosa per il nostro rapporto”
“Non hai pensato che sarei stato orgoglioso di te?”
“Sì ma…cerca di capirmi Zayn”
“Ci sto provando. Quando parti?” domandò.
“Sabato prossimo” risposi ed una lacrima rigò il mio volto. Zayn se ne accorse e si avvicinò a me di nuovo.
“Andrà tutto bene”
“No che non andrà tutto bene. Come faremo a stare insieme?”
“Troveremo un modo”
“Io non posso tornare qui solo per un week – end e tu dovrai frequentare l’ultimo anno di nuovo. Ti diplomerai, non potrai perdere le lezioni”
“Non vuoi neanche provarci?”
“Cosa? No, sto dicendo che sarà difficile starti lontana per molto tempo”
“Riusciremo a vederci lo stesso amore. Vedrai” sussurrò al mio orecchio e mi baciò dolcemente.
 
“Che ore sono?” chiesi staccandomi dal suo abbraccio.
“Quasi le due del mattino” ripose.
“Devo tornare a casa, i miei mi uccideranno”
“Dormi qui con me”
“Non posso Zayn”
“Vuoi sprecare questa notte? Ricordati che è una delle ultime” disse con un sorriso beffardo. Gli diedi ragione e poco dopo mi addormentai tra le sue braccia.
 
“Ti vogliamo bene Gin” disse Vane abbracciandomi all’aeroporto.
“Anche io vi voglio bene ragazze”
“Scrivici quando arrivi, ok?” disse Eugi con le lacrime agli occhi.
“Mi mancherete”
Salutai Harry, Louis e Niall e i miei genitori. Poi la parte più difficile…lo guardai negli occhi per qualche minuto prima di abbracciarlo.
“Troveremo un modo Gin, non ti lascio” sussurrò al mio orecchio mentre le lacrime scendevano giù.
“Ti amo Zayn”
“Ti amo anch’io” disse prima di unire le nostre labbra per l’ultima volta. Chiamarono il mio volo e mi allontanai dalla mia famiglia, dai miei migliori amici, dal mio ragazzo.
Mi mancheranno da morire.
 
 
Sono passati quattro mesi da quando sono arrivata qui a Lubiana e i ragazzi mi mancano tantissimo. All’università mi trovo molto bene, ho fatto nuove conoscenze e gli amici che ho qui sono molto simpatici.
La facoltà è buona, studio design degli interni e mi piace molto. Non sono molto in difficoltà con l’inglese dato che lo parlo 24 ore su 24.
Vane e Eugi sono all’università di Torino insieme a Harry e Louis mentre di Zayn so ben poco.
Non ci sentiamo molto spesso, non come all’inizio. Il nostro rapporto è cambiato ma io lo amo ancora. E’ all’ultimo anno del liceo adesso e so che va bene a scuola, mi manca e ogni volta che ci sentiamo uno dei due ha sempre qualcosa da fare. E’ come se non volessimo parlarci…
Stavo andando verso la mia camera del dormitorio che divido con Jane. E’ una ragazza bellissima e siamo diventate amiche dal primo momento in cui ho messo piede lì.
“Ehi” disse quando entrai in camera nostra.
“Come è andata oggi?” le chiesi sorridendo.
“Bene, la lezione di cinese mi è piaciuta molto. Ho l’esame tra due mesi, dovrei iniziare a studiare”
“Hai due mesi! Prendi un po’ di fiato”
“Lo so, tu quando hai il prossimo?”
“Tra due settimane, torno adesso dalla biblioteca”
“Hai studiato ancora con quel Davide?”
“Sì, perché?”
“Niente”
 “Ho solo studiato con Davide! Anche se siamo usciti sabato sera non vuol dire niente”
“Ti ha chiesto di uscire di nuovo?”
“Sì e io ho accettato. Davide è un bel ragazzo ed è molto simpatico”
“Io non lo farei”
“Perché no?”
“Stai con Zayn Ginevra”
“Io e Zayn non so se stiamo ancora insieme”
“Che cosa?”
“Non lo so, non ci sentiamo mai”
“Quando è stata l’ultima volta che l’hai sentito?”
“Due mesi fa”
 
ZAYN’S POV


“Ehi Zayn! Ci vieni agli allenamenti oggi?” chiese Jason, un mio nuovo amico.
“Certo che ci sarò! E chi se li perde?”
“Bravo”
“Ehi moro! Allora come butta?”
“Ciao ragazzi” dissi sorridendo a Joe e Kyle, i due migliori amici di Jason e da un po’ lo erano anche per me.
“Allora? Che racconti?” chiese Kyle.
“Niente di che”
“Come va con la tua meravigliosa femmina?” chiese Joe e mi fece ridere.
“Quale delle due?” chiesi sorridendo.
“Uuuuuuuuuhh” dissero in coro tutti e tre e io sorrisi.
“Zayn si diverte!” rispose Jason ridendo.
“Ragazzi piantatela”
“Allora? Chi sono le fortunate?”
“Joe, è sempre la stessa”
“Alice?” aggiunse ed io annuii. Già, Alice….
“Bene bene, ti prendi le più fighe eh?”
“Smettila Kyle, non c’è niente da ridere”
“Allora sei anche geloso!” disse ridendo.
“Non sono geloso, sono confuso”
“Come mai?”
“Perché in teoria ho già la ragazza è solo che non la sento mai” dissi abbassando lo sguardo. Non potrei mai dimenticarla…
“Ancora quella Ginevra?”
“Sì Jason, ancora lei. Comunque mi è passata, sto con Alice adesso e sono felice”
“Sei sicuro?” chiese Kyle.
“Mai stato più sicuro. Gin è stato il mio primo grande amore e non la dimenticherò mai, però abbiamo preso strade diverse e tra di noi non funziona più quindi sono andato avanti e mi sono rifatto una vita”
“E bravo il nostro Zayn” dissero quasi in coro mettendomi una mano sulla spalla.
“Allora si festeggia stasera?”
“Non posso Joe, vedo Alice”
“Bene, allora divertiti” dissero sorridendo ed io uscii dalla scuola. Ad un tratto squillò il mio telefono e risposi.
 
GIN’S POV


“Forza chiamalo”
“Jen, no”
“Devi farlo. Stai con Davide adesso”
“Sì ma io…”
“Fallo se no lo faccio io”
“D’accordo” risposi e composi il suo numero che sapevo ancora a memoria.
“Pronto?” rispose la voce dall’altra parte e sorrisi quando lo sentii.
“Ciao Zayn”
“Con chi parlo?”
“Sono Ginevra”
“Gin?”
“Sì. Come stai?”
“Sto bene, tu?”
“Anche. Senti ho bisogno di parlarti. Hai cinque minuti?”
“Certo, sto andando a casa”
“Ok”
“Cosa devi dirmi?”
“Ehm….beh ti sei accorto anche tu che le cose tra di noi non funzionano molto bene vero?”
“Lo so”
“Ecco, è difficile Zayn. E’ troppo difficile”
“Che cosa vuoi dire?”
“Noi non ci sentiamo mai ed è impossibile stare insieme così”
“Lo capisco e ne sono consapevole”
“Che cosa facciamo allora?”
“Mi stai lasciando Gin?”
“Credo che sia la cosa giusta da fare”
“Ti penso ancora lo sai questo?”
“Anche io ti penso Zayn ma non ce la faccio così”
“Va bene”
“Voglio essere sincera con te”
“Ok” rispose tristemente ed una lacrima rigò il mio volto.
“Le cose non funzionano più tra di noi, non ci vediamo, non ci sentiamo e io ho conosciuto un altro. Credo sia giunta l’ora di chiuderla qui” dissi tutto d’un fiato, non potevo mentirgli ancora. E’ una persona troppo importante, non avrei potuto continuare a fargli del male.
“Va bene”
“Mi dispiace” continuai a dire mentre le mie lacrime non si fermavano.
“Spero che tu sia felice”
“Ti auguro tutto il bene del mondo Zayn, te lo meriti”
“Anche tu”
“Ciao allora”
“Ciao” disse mettendo giù il telefono. Scoppiai a piangere sul mio letto mentre abbracciavo il cuscino, è stata la decisione più brutta e difficile che io abbia mai preso, ma in fondo so che è la scelta giusta.
“Allora?” chiese Jen.
“Ho fatto quello che hai voluto, l’ho lasciato” dissi piangendo.
“Lo volevi anche tu, c’è Davide adesso. E poi non vi vedete da tanto! E’ stata la scelta giusta”
“No non lo è. Dopo tutto quello che abbiamo passato, credo di aver distrutto entrambi così”
“Ma cosa dici? Hai fatto bene e poi tu non sei più innamorata di lui, no?”
“Lo amerò sempre” risposi ed uscii dalla mia stanza per andare al parco.
 
ZAYN’S POV


“Zayn tutto ok?” chiese mamma sentendomi sbattere la porta di casa.
“No” risposi salendo le scale per andare in camera mia. Mi buttai sul letto e piansi come non avevo mai fatto prima.
“Ehi, stai bene?”
“No mamma, lasciami in pace”
“C’è qualcosa che non va? Qualche brutto voto a scuola? Hai litigato con Jason?”
“No”
“Allora cosa?”
“Ginevra”
“Oddio” disse alzandosi dal mio letto.
“Le è successo qualcosa?” chiese preoccupata.
“Mi ha lasciato” dissi e altre lacrime bagnarono il mio cuscino.
“Oh mi dispiace tanto, perché l’ha fatto?”
“Non ci sentiamo mai e in fondo non aveva tutti i torti”
“Zayn mi dispiace davvero”
“Sta con un altro”
“Beh anche tu stai con Alice adesso, non gliel’hai detto?”
“No”
“Perché? Lei è stata sincera con te”
“Perché so che sono ancora innamorato di lei mamma, è per questo che mi fa così male”
 “Cosa stai dicendo? La ami ancora?”
“La amerò sempre”
“Ma stai con Alice”
“Lei non è Ginevra. Lo sapevo che lei è quella giusta, quella con cui voglio passare la mia vita”
“Di Alice non pensi questo?”
“No. Ma mi va bene così, se è quello che vuole sono contento per lei”
“Non lo sei, non mentire a te stesso”
“E cosa dovrei fare? L’ho persa”
“Vai da lei, dimostrale quello che provi”  disse prima di uscire dalla mia stanza e io sprofondai ancora in mezzo al letto.
 
GIN’S POV

Davide mi raggiunse al parco per parlare.
“L’hai lasciato?” chiese sorridendomi ed io annuii. Mi prese in braccio e lo baciai dolcemente.
“Finalmente! Così possiamo stare insieme adesso” sussurrò al mio orecchio.
“Già” risposi sorridendo.
Ma perché io desidero essere tra le braccia di qualcun altro?
I suoi occhi, le sue labbra. Le sue braccia, le sue mani. Il suo nome…Zayn.
 
 
Sono passati tre anni.
Tre lunghi anni da quando ho salutato tutti all’aeroporto e la mia vita da quel giorno fa schifo.
Fa schifo da quando ho lasciato Zayn.
La storia tra me e Davide è durata poco. Anzi pochissimo, dopo un paio di mesi l’ho lasciato io. Ogni volta che lo guardavo vedevo Zayn, ogni volta che lo baciavo speravo che quelle labbra fossero di Zayn. Per fortuna non sono andata oltre ad un bacio.
Non riesco a togliermi Zayn dalla testa e lasciarlo è stato l’errore più grosso che io abbia mai commesso.
Una distrazione è stato lo studio per prendere la laurea. Ho fatto l’ultimo esame un mese fa e mi sono laureata, ora sto pensando alla specializzazione da fare per terminare i miei studi.
Ma quando le cose sembrano migliorare, ecco che qualcosa ti ributta giù. Mamma mi ha chiamato la settimana scorsa. E’ morta la mia cara nonna e il funerale sarà tra qualche giorno, infatti ora sono in aereo per raggiungere la mia famiglia in questo triste momento.
Mentre l’aereo atterrava un altro pensiero si fece avanti nella mia testa.
Forse rivedrò Zayn, ma la domanda è: voglio rivederlo?
 
“Ginevra! Quanto mi sei mancata” dissero i miei abbracciandomi all’aeroporto.
“Ci siamo visti un mese fa per la mia laurea”
“Lo so ma ci sei mancata lo stesso” disse mamma.
“Vorrei essere tornata qui per un’altra occasione sinceramente” dissi ed una lacrima rigò il mio volto, poi abbracciai papà che stava piangendo con me.
“Mi dispiace papi” sussurrai sul suo petto.
“Lo so Gin, grazie di essere tornata”
“Lo avrei fatto anche se fossi stata nell’altra parte del mondo” dissi e lo vidi sorridere.
Quella sera la passai a casa con i miei genitori e alcuni amici di papà che avevano saputo la brutta notizia.
Due giorni dopo ci fu il funerale e beh…non credo ci sia molto da raccontare.




Ciaooo! I'm back!
Colpo di scena!!! Ho dovuto proiettarli un pochino nel futuro...
nel prossimo capitolo: colpo di scena numero 2
dai non può essere tutto rosa e fiori...(il peggio deve ancora venire) hahah
bene, torno a studiare va
a presto, ciaoooo

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Capitolo 17
*** Seeing you again ***


“Gin, potresti andare tu al supermercato?”
“Va bene mamma, che cosa devo prendere?”
“Solo un po’ di pane”
“Va bene” dissi. Presi la borsa e le chiavi della macchina poi uscii di casa. Arrivai al supermercato e subito presi il pane. Poi decisi di percorrere il mio corridoio preferito: i dolci.
Leggevo ogni etichetta per scegliere qualcosa di adeguato. Poi mi fermai davanti al mio reparto preferito: la cioccolata.
A chi non piace la cioccolata? Quando ero piccola passavo dei minuti qui davanti a scegliere una barretta di cioccolato e lo stavo facendo anche adesso. Sorrisi a quel pensiero.
“Che cosa posso scegliere?” dissi a voce alta.
“Bene, siccome non so decidermi dico uno di tutto. Mi aiuta con la mia depressione” dissi tra me e me e presi la mia barretta di cioccolata.
Mi voltai per andare alla cassa ma mi scontrai con qualcuno e subito mi voltai per chiedere scusa.
Poi incontrai i suoi occhi. No, non mi può succedere un’altra volta…
“Ginevra” sentii lui dire e mi ripresi dal mio stato di shock.
“Zayn” sussurrai.
Rimanemmo lì fermi a guardarci per dei minuti ma mi sembrava fosse passata un’eternità. Lo guardai intensamente, quanto mi era mancato.
“Ciao” dissi con un sorriso e lui rispose al mio saluto.
“Che cosa ci fai qui?” chiese scioccato.
“Ehm….quello che fanno tutti, la spesa” risposi e lui rise.
“No, intendo qui a Torino”
“Oh. Io, ecco….”
“Senti, hai un po’ di tempo?”
“Sì, certo”
“Ti va di prendere un caffè insieme a me? Così chiacchieriamo un po’”
“Va bene” dissi sorridendo.
“Facciamo che ci vediamo al solito bar tra una decina di minuti?”
“Perfetto” sorrisi e mi allontanai da lui.
Non ci posso credere. Non posso credere di averlo rivisto, io che non volevo. Mi sono letteralmente persa nei suoi occhi.
Dopo tre anni ho sentito di nuovo le farfalle nello stomaco, mi arrendo. Credo che l’amore che provo per lui me lo porterò nella tomba.
 
ZAYN’S POV

Oddio. Lei era la persona che non avrei voluto rivedere dato che mi sono rifatto una vita.
Lei mi ha lasciato tre anni fa ma non sono arrabbiato con lei, in fondo è stata la scelta più giusta.
Però è così bella, è ancora più bella ora che ha ventidue anni. E io che l’ho amata tantissimo…però quando l’ho rivista qualcosa è scattato in me, come la prima volta. Quelle farfalle non se ne andranno mai dal mio stomaco, non fino a che lei sarà vicino a me.
Ma io mi chiedo: con quale coraggio l’ho invitata ad andare al bar?
Senti Zayn, respira. Adesso le spiego come stanno le cose, chiacchieriamo e poi ognuno per la sua strada come abbiamo fatto fino a dieci minuti fa.
Bene.
Ed entrai al bar, la vidi e mi sedetti di fronte a lei.
 
GIN’S POV

Lo vidi entrare nel bar e prese posto di fronte a me. Ordinammo e rimanemmo in silenzio a guardarci per un po’.
“E’ strano vero?” chiesi abbassando lo sguardo.
“Cosa?”
“Rivedersi dopo tanto tempo”
“Già. Quanto è passato?”
“Tre anni, se non di più”
“Giusto. Cosa ti porta qui?” chiese curioso guardandomi negli occhi.
“Non una bella situazione di certo” risposi e mi guardò confuso.
“La mamma di papà, è mancata la settimana scorsa e due giorni fa c’è stato il funerale”
“Oh mi dispiace tanto Gin” rispose e sorrisi.
“Perché sorridi?”
“Solo i miei genitori mi chiamano Gin, e….tu”
“Scusa, non succederà più”
“Non importa, mi piaceva quando lo facevi”
“Come stai Ginevra?”
“Sto bene. Sono sempre di corsa ma sto bene. Tu?”
“Direi lo stesso” disse sorridendo.
“Hai notizie degli altri? Vi vedete ancora?”
“Harry e Vanessa stanno ancora insieme”
“Sì lo so, ho parlato con lei qualche settimana fa”
“Allora ti ha detto che è incinta”
“Sì. E’ la prima cosa che ha urlato al telefono” dissi ridendo.
“Loro due li vedo spesso, abbiamo altri amici in comune”
“Oh bene”
“Louis e Eugenia si sono lasciati invece”
“Sì, so anche questo”
“Niall è single, ma fa esperienze” disse ridendo.
“Così dice lui” aggiunse.
“Interessante” risposi appoggiando la testa sulla mano destra.
“E Liam?” chiesi curiosa.
“Sta benissimo. Viviamo insieme” rispose e spalancai gli occhi.
“Davvero? Mi fa piacere sapere che siete rimasti così uniti”
“Sì, è il mio migliore amico e lo sarà per sempre” rispose bevendo il suo caffè ed io annuii.
“Ma dimmi qualcosa di te, la tua vita sarà cambiata da allora” aggiunse.
“Mi sono appena laureata”
“Davvero?”
“Sì, il mese scorso. Ho preso la laurea dei tre anni, ora devo scegliere la specializzazione ma ho ancora le idee un po’ confuse”
“Laurea in cosa?”
“Design degli interni”
“Sul serio?” chiese sorridendo.
“Sì davvero. Mi piace molto e sono abbastanza brava”
“Non credo sia facile”
“Bisogna avere gusto, soprattutto per arredare l’interno di una casa”
“L’hai già fatto?”
“Sì, ho arredato una casa per una famiglia olandese. Era una delle mie prove d’esame”
“E come è andata?”
“Benissimo, avevo l’ispirazione, la casa mi piaceva. La famiglia era molto ben decisa, sapevano cosa volevano e cosa no. Ho preso il voto massimo”
“Wow, complimenti!”
“Grazie”
“E così per sapere, non per farmi gli affari tuoi. Stai ancora con il ragazzo…”
“Stai parlando di quello per cui ti ho lasciato?”
“Sì”
“Davide. No, non stiamo più insieme. L’ho lasciato dopo un paio di mesi, avevo in testa un altro” risposi. Non glielo dire che è lui….fa che non me lo chieda.
“E stai insieme a questo adesso?” ecco, te pareva.
“No, sono single” dissi sospirando ma allo stesso tempo sorrisi.
“Tu invece?” aggiunsi. Dimmi che non hai nessuna perché mi ami ancora…
“Sto con una ragazza da tre anni. Si chiama Alice, l’ho conosciuta prima che tu mi lasciassi”
“Oh bene” risposi sorridendo falsamente.
“Ci sposiamo”
Il mondo mi cadde addosso. La mia espressione cambiò radicalmente.
“Ti sposi?” chiesi scioccata.
“Sì” rispose sorridendo.
“Beh, sono felice per te”
“Grazie” rispose e poi rimasi in silenzio.
“Senti Ginevra, ho comprato una casa nuova dove vivrò con Alice e non è ancora arredata. Che ne dici di venire a vederla così ci dai qualche consiglio?”
Stai scherzando spero….non esiste. No.
“Certo” invece risposi, che stupida.
“Allora ci mettiamo d’accordo, magari facciamo un giorno di questi”
“Benissimo. Ora devo andare scusa” dissi alzandomi dalla sedia. Lo salutai e velocemente salii in macchina.
Poi scoppiai a piangere.
Io che l’ho amato come nessun altro, lui che è stato il mio primo grande amore  e l’ultimo.
Lui che mi ha avuta per la prima volta e io che non ho avuto nessun altro.
Il mio cuore è a pezzi, lo amo come il primo giorno ma lui si è dimenticato di me ed è giusto che l’abbia fatto dopo tutto questo tempo.
L’ho perso questa volta. Questa volta l’ho perso per davvero, e io non posso fare niente.
 
ZAYN’S POV

Perché le ho detto di Alice? Non potevo essere felice e basta?
Ma cosa sto dicendo, io sono felice con Alice. No, non è vero.
Dio sono così confuso. Dovrei essere felice con la ragazza che sto per sposare ma allora perché non lo sono?
Perché penso a Ginevra in ogni momento? Questo non è un sentimento normale…dovrebbe essere il contrario.
Dovrei essere felice con Alice e di Ginevra non mi dovrebbe interessare niente, invece non è così.
Ho bisogno di tempo, devo pensare. Devo rivedere la ragazza che ho sempre amato: Ginevra.

GIN’S POV

Incontrai tutti i miei amici un paio di volte in quella settimana. Zayn c’era sempre, parlavamo come due amici anche se a volte ci perdevamo negli occhi dell’altro.
Eravamo al parco adesso in una giornata di maggio. Louis e Eugi passavano lo stesso del tempo con noi anche se non stavano più insieme, ma io sapevo che prima o poi sarebbero tornati ad essere una coppia.
“Vane”
“Cosa c’è Gin?”
“Perché Zayn non porta mai la sua fidanzata?”
“Mamma mia mi suona così male”
“Cosa, fidanzata?”
“Sì, mi fa strano vederlo con qualcuno che non sia tu”
“Me ne sono fatta una ragione”
“Ma tu lo ami ancora, non è così?”
“Sì” dissi guardandolo giocare a calcio con Harry, Niall, Louis e Liam.
“Dovresti fare qualcosa”
“No, non devo fare niente. Lui è innamorato di un’altra e la sta per sposare. Devo stargli lontana, è finita per sempre”
“Se lo dici tu. Se fossi in te io gli direi quello che provo, tanto che cosa hai da perdere?”
“Non lo so, non voglio farlo soffrire. Ha già sofferto abbastanza nella sua vita”
“Mmh...”
“Rispondi alla mia domanda”
“Quale domanda?”
“Perché non la porta mai con lui?”
“Oh, Alice?”
“Sì, lei”
“Non è qui adesso”
“No?”
“No, è fuori città con i suoi. Meglio che tu non la conosca”
“E perché no?” chiesi ridendo.
“Non la sopporta nessuno, non sappiamo come Zayn faccia a stare con lei”
“Addirittura?”
“Di che si parla?” chiesero Harry e Louis sedendosi uno vicino a me e l’altro vicino a Vane che era semi sdraiata.
“Di Alice” rispose lei.
“Oddio, non la sopporto quella femmina” disse Louis alzando gli occhi al cielo.
“Neanche io” rispose Harry.
“Che ti avevo detto?” disse invece Vane.
“Ma perché la odiate così tanto? Cos’ha che non va?”
“E’ una stronza maledetta. Non sai quante volte ha tradito Zayn in questi anni” disse Harry e spalancai gli occhi.
“Cosa? Ma lui lo sa?”
“Certo che lo sa. Zayn non è stupido, solo che non gli interessa per niente” disse Lou.
“Ci ha provato anche con Niall” disse Vane.
“Cosa? Ma Niall è amico di Zayn!” dissi sconvolta.
“Lo so, infatti lui non ci è stato. Zayn è cambiato però”
“E’ come se non lo riconoscessi più” dissi tra me e me.
“Non è lo stesso da quando vi siete lasciati. Non gli interessa più niente, non sa neanche quand’è il giorno del suo matrimonio” disse Harry.
“Ma allora perché la sposa?”
“Perché non ha nessun altro” rispose Lou.
“Cosa vuoi dire?”
“Vuole togliersi un’altra dalla testa, ma sembra che non funzioni lo stesso” disse Lou alzandosi.
“Chi vuole togliersi dalla testa?” chiesi confusa.
“C’è bisogno di dirlo?” rispose Harry raggiungendo Lou e gli altri per riprendere il gioco.
Mi voltai e guardai Vane che mi sorrideva.
“E’ ancora innamorato di me?”
“Credo che lo sia. Non è più lo stesso Gin”
“Vabbè, in ogni caso non posso fare niente” dissi sospirando e cambiai discorso.
Non può esserlo, non deve esserlo anche se lo voglio con tutta me stessa.
Non può essere innamorato di me, tra di noi è finita.
Devo tornare a casa e tornare in Slovenia il più presto possibile.
Mi alzai e salutai tutti.
“Ginevra aspetta” disse Zayn correndomi dietro. Mi voltai e gli sorrisi, come posso non amarlo? Gli salterei addosso…
“Ci vediamo domani?” chiese.
“Ehm…domani?”
“Sì, vorrei portarti nella mia nuova casa”
“Oh”
“Ti ricordi? Te ne avevo parlato”
“Sì certo, mi ricordo”
“Allora ti va domani?”
“Sì va bene”
“Passo a prenderti verso le quattro va bene?”
“Certo” dissi e lo salutai. Mi stampò un bacio sulla guancia prima di tornare dagli altri.
No, questo non deve succedere.
 
“Mamma esco” dissi salutandola.
“E dove vai?”
“Ehm…devo vedere Zayn”
“Ok, ti aspettiamo per cena?”
“Sì certo” la salutai ed uscii. Zayn mi stava già aspettando e lo salutai con un sorriso, poi salii in macchina.
“Ciao” dissi mettendomi la cintura.
“Come stai?” chiese.
“Bene, tu?”
“Anche io grazie” disse sorridendo.
Rimanemmo in silenzio per tutto il tempo fino a che non si fermò davanti ad una bellissima casa.
“E’ questa?” chiesi scioccata.
“Sì, ti piace?”
“Sembra enorme”
“Lo è, vieni entriamo” disse aprendo la porta.
“Oddio”



ciaoooo!
BAM COLPO DI SCENA!!! ahhh ve lo avevo detto....ma non si sa mai
aggiorno oggi perchè è il mio compleanno!! Quindi volevo farvi un regalo anche se questo ragionamento non ha senso..
Anzi, fatelo voi a me! Commentate e ditemi cosa ne pensate!!
Vado a festeggiare ora quindi non mi dilungo oltre..
ciaooooooo

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Capitolo 18
*** I just love you ***


Entrai nella sua nuova casa con lui dietro di me. Wow, questa forse è più grande della casa che i suoi hanno in Sardegna.
Feci dei giri su me stessa anche se le stanze erano vuote e bianche.
“Ti piace?” chiese Zayn avvicinandosi a me.
“Wow è bellissima. Forse è ancora più grande di quella che hai in Sardegna” dissi sorridendo.
“E’ la prima cosa che ho pensato anch’io quando sono entrato qui dentro”
“Dovrà essere contenta di poter vivere in un posto così e anche di venire con te in vacanza”
“Bah, non lo so. E’ una perfettina, è difficile che le vada bene qualcosa” risi alla sua affermazione perché sapevo che lui era il contrario di lei.
“Non l’ho mai portata in Sardegna con me” aggiunse e spalancai gli occhi.
“Perché no?”
“Perché è un posto importante per me, non ci porto le prime persone che capitano”
“Zayn stai con lei da tre anni”
“Lo so”
“Ci hai portato me che mi conoscevi da poco e non porti lei?”
“Sì, perché sapevo che eri la donna giusta per me” rispose e rimasi a bocca aperta. E questo cosa vorrebbe dire?
Lo vidi sorridermi e poi mi prese per mano per farmi fare un giro.
 
ZAYN’S POV

Quanto è bella, mi è mancata da morire. La portai a fare un giro della casa e non staccai la mano dalla sua, avevo bisogno di lei.
Ritornammo in salotto dove c’era l’unico mobile d’arredamento che avevo già comprato: un divano bianco.
Lei lasciò la mia mano e si avvicinò alla finestra. Fuori vide la città di Torino e il suo centro.
“E’ diverso il panorama vero?” chiesi dietro di lei e la sentii sogghignare. La osservai come non avevo mai fatto e vari flash della nostra storia mi passarono davanti agli occhi.
“Allora vuoi sprecare questa notte?”
“Credo che non lo farò”
Sorrisi al quel ricordo.
“Che attimo stai cogliendo adesso?”
“L’attimo in cui ti voglio da morire”
Chiusi gli occhi e ricordai quella notte, la nostra prima volta. Quella è stata la migliore notte della mia vita.
Quando riaprii gli occhi vidi che mi stava guardando.
“Stai bene?” chiese preoccupandosi, la guardai e annuii. Poi lentamente mi avvicinai al suo viso, le lasciai il tempo di spostarsi prima di unire le nostre labbra e lei accolse il mio bacio come non aveva mai fatto prima.
Sorrisi nel bacio e allacciai le braccia sui suoi fianchi mentre le sue si impadronivano dei miei capelli.
Dio, adoravo quando mi toccava così. Alice lo faceva ma non provavo le stesse cose anzi, non provavo niente con lei. Ginevra invece mi faceva svenire.
“Zayn” sussurrò lei mentre io le baciavo il collo. Non riposi e non mi fermai.
“Zayn” disse ancora.
“Fermati, non è la cosa giusta da fare” sussurrò al mio orecchio ansimando.
“Lo so ma non riesco a fermarmi” sussurrai sulle sue labbra. Ed iniziai a baciarle il collo di nuovo.
 “Baciami ti prego” sussurrai prima che lei appoggiasse di nuovo le sue labbra sulle mie.
Credevo che fosse un sogno tenerla tra le mie braccia, invece era tutto vero. Le morsi il labbro inferiore e lei sorrise. La baciai con la lingua, con passione e dolcezza.
La volevo. La volevo più di chiunque altro.
La feci indietreggiare fino a che non arrivammo al divano e la feci sdraiare, io sopra di lei.
 
GIN’S POV

Ero sdraiata sul divano con lui sopra di me e lo stavo baciando con passione e desiderio.
Lo volevo. Lo volevo più di chiunque altro.
Era la scelta sbagliata ma mi sembrava così giusto…
Mi baciò le labbra e poi scese sul mio collo per baciarlo, leccarlo e mordicchiarlo. Mi piaceva un sacco quando lo faceva. Poi passò all’orecchio e mi lasciai sfuggire un gemito.
Le mie mani erano sulle sue spalle ancora coperte dalla maglietta mentre le sue mi accarezzavano tutta. Sorridevo al suo tocco e ai suoi baci.
Mi sfilò la maglietta e lo guardai negli occhi che brillavano esattamente come i miei, si avvicinò e mi baciò ancora. Entrambi avevamo il fiato corto ma non riuscivamo a fermarci.
Gli tolsi la maglia e cominciai ad accarezzare quel corpo che non toccavo da anni. Lo vidi chiudere gli occhi beandosi delle mie carezze e dei miei baci sul suo petto. Mi slacciò il reggiseno con delicatezza e baciò l’incavo dei miei seni mentre ne palpava uno con la mano sinistra, l’altra invece accarezzava la mia coscia.
Lo volevo anche se questa sarebbe stata l’ultima volta per sempre. Avevo bisogno di lui, di sentirlo dentro di me. Spostò il viso vicino al mio orecchio per baciarlo.
Mi tolse i pantaloni e poi gli slip e velocemente si tolse i suoi.
“Dimmi che non hai avuto nessun altro” sussurrò.
“Ci sei sempre stato solo tu Zayn” dissi ansimando e lui sorrise prima di baciarmi ancora.
“Ti voglio come non ho mai voluto nessun’altra” sussurrò ancora ed una lacrima scese sul mio viso.
“Anch’io” risposi.
Mi baciò con passione e poi entrò in me. Rimase fermo per qualche secondo per farmi abituare e poi iniziò a muoversi. Il dolore che provavo si trasformò in piacere e un senso di colpa mi fece piangere silenziosamente.
Aumentò la velocità delle spinte e i suoi gemiti li soffocai con dei lunghi baci.
Arrivammo insieme e rimase appoggiato su di me per un po’ prima di uscire da me e sdraiarsi al mio fianco.
Mi abbracciò e appoggiai la testa sul suo petto.
Mi sentivo in colpa per quello che era appena successo anche se era stato meraviglioso.
Alcune lacrime bagnarono il suo petto e lui se ne accorse.
“Ehi Gin, perché piangi?” chiese sedendosi per guardarmi.
“Perché non dovrei essere qui adesso. Non avrei dovuto farlo” dissi piangendo.
“Te l’ho chiesto io” disse accarezzandomi il viso ma mi scansai immediatamente.
“Non posso” dissi rivestendomi.
“Ginevra, ti prego”
“Non posso” risposi tirando su con il naso mentre le lacrime scendevano giù a non finire.
“Non posso farti questo e tanto meno a lei. Stai per sposarti Zayn, ho sbagliato e mi dispiace tanto” dissi prendendo la borsa.
“Ginevra aspetta!” disse correndomi dietro. Lo vidi in piedi davanti a me con gli occhi lucidi e i pantaloni della tuta addosso.
“Non te ne andare di nuovo”
“Mi dispiace Zayn” dissi piangendo mentre uscivo da casa sua. Quando chiusi la porta lo sentii urlare e scoppiai a piangere ancora di più.
Ho sbagliato tutto, lui mi voleva ma non dovevo farlo.
Mi sento così in colpa.
Tornai a casa in lacrime ma mia madre non chiese niente, credo avesse capito.
 
“Ciao mamma” salutai mia mamma all’aeroporto.
“Mi dispiace che nessuno sia venuto a salutarti” disse papà abbracciandomi.
“Non importa, va bene così. Ci sentiamo presto” dissi abbracciandoli ancora una volta e poi andai ai controlli di sicurezza.
Oggi ritorno in Slovenia. Sono partita prima del previsto, non potevo rimanere qui di più.
Zayn non l’ho più visto e sentito da quando siamo stati insieme due giorni fa. L’ho amato per l’ultima volta quel pomeriggio ma devo rendermi conto che è finita per sempre.
Era il mio addio. Il più bell’ addio di sempre.
 
ZAYN’S POV

Sapevo che oggi sarebbe partita anzi, esattamente tra un’ora avrebbe avuto il suo aereo.
Ora che è tutto finito non posso perderla, lei è tutto quello che ho sempre voluto.
Devo vederla ancora, anche se sarà per l’ultima volta.
Presi la mia giacca di pelle, le chiavi della macchina e mi catapultai fuori dalla porta.
“Zayn dove vai?” chiese mamma preoccupata.
“A riprendermela” risposi e corsi via fino all’aeroporto, spero solo che non sia troppo tardi.
 
GIN’S POV

“Il volo per la Slovenia è in partenza al gate numero tre. I gentili passeggeri sono invitati a raggiungere il gate”
Sentii la prima chiamata del mio volo e mi avvicinai per consegnare il mio biglietto.
“Signorina il biglietto” il ragazzo mi disse.
“Come?”
“Il biglietto per favore”
“Certo” dissi prendendolo dalla borsa e vidi all’interno di essa una scatoletta. Non mi ricordavo di averci messo niente qui dentro.
Estrassi la scatoletta e la aprii.
“Oddio” dissi tra me e me mentre le lacrime cominciavano a scendere giù.
“Si sente bene?” chiese il ragazzo preoccupato.
“Ho appena capito che non posso prendere questo aereo perché il ragazzo che amo è qui. Siamo stati insieme tempo fa ma ci siamo lasciati. Ci siamo ritrovati adesso, dopo tre anni. Lui si sta per sposare ma io lo amo ancora e so che lui prova le stesse cose per me. Dovrei andare da lui e dirgli che lo amo ancora?”
“Sì” rispose il ragazzo sorridendo e anche le altre due ragazze che controllavano i biglietti annuirono.
“Lo credo anch’io” dissi asciugandomi le lacrime e mi allontanai. Uscii dall’aeroporto e cercai un taxi.
 
ZAYN’S POV

Arrivai in aeroporto. Presi un biglietto a caso, passai i controlli di sicurezza con velocità e corsi al gate numero tre.
Mi fermai alla finestra a guardare il vuoto, l’aereo non c’era più.
“L’ho persa” dissi e delle lacrime bagnarono il mio viso. Buttai il biglietto nel cestino più vicino e tornai a casa con il cuore a pezzi.
“Allora?” chiese mamma appena entrai in casa ma vide la mia faccia e non disse niente.
“Ho bisogno di stare da solo” dissi andando in giardino.
 
GIN’S POV

Mi fermai a casa e misi giù le valigie.
“Che cosa ci fai qui?” chiese mamma scioccata.
“Non sono partita”
“Questo lo vediamo” rispose papà.
“Ho bisogno di vedere Zayn, devo dirgli quello che provo per lui”
“Gin, si sta per sposare”
“Ho fatto l’amore con lui due giorni fa” dissi prendendo le chiavi della macchina e li vidi entrambi a bocca aperta.
“Non ho niente da perdere” dissi uscendo di casa.
Guidai fino alla casa di Zayn e respirai profondamente prima di bussare alla porta. Stavo piangendo, non riuscivo a fermarmi.
Kathy aprì la porta e rimase scioccata nel vedermi.
“E’ fuori sul retro” disse ed io annuii passandole a fianco. Incrociai Mark ma andai diretta in giardino da Zayn.
Lo vidi seduto con la testa tra le mani e quando mi misi di fronte a lui, lui alzò lo sguardo e si alzò in piedi.
“Ginevra” sussurrò e poi vidi che stava piangendo.
“Mi dispiace” dissi in lacrime.
“Mi dispiace per tutto. Io non te l’ho mai detto ma lasciarti è stata la scelta più difficile che io abbia mai preso in vita mia. E’ vero che in questi tre anni io sono stata con un altro, ma l’hai fatto anche tu. La sposi addirittura! Con Davide è finita presto, forse troppo presto perché avevo sempre e solo te in testa” spiegai mentre le lacrime scendevano giù e lui mi guardava intensamente. Poi mi accorsi che i suoi genitori stavano ascoltando, ma non mi interessava.
“Quando sono tornata avevo paura di rivederti ma quando ti ho rivisto ho subito capito che eri ancora importante per me. E quando mi hai detto che ti sposi…dio mi si è spezzato il cuore, il mondo mi è crollato addosso. Poi ho realizzato che non potevo fare niente, che ti avevo perso per sempre. Qualcosa invece è cambiato due giorni fa quando abbiamo fatto l’amore nella tua nuova casa. E’ la casa dove vivrai con tua moglie e tu hai deciso di avermi proprio lì. L’ho sentito che mi volevi e lo volevo anch’io perché la verità è che io ti amo ancora, non ho mai smesso un attimo Zayn. Ama me, scegli me. Non la sposare ti prego” dissi piangendo disperatamente.
Lo vidi avvicinarsi a me e con le lacrime agli occhi mi sorrise.
“Sono venuto in aeroporto prima, volevo dirti che non mi sposo più”
“Cosa?” chiesi incredula.
“Ho lasciato Alice e ho annullato il matrimonio”
“Quando?”
“La mattina dopo che siamo stati insieme” disse e il mio cuore perse un battito.
“La verità è che quel pomeriggio io ti ho avuto come non avevo mai avuto nessuno prima e solo lì ho capito che non posso vivere senza di te. Sei il mio tutto, ti amo e anche io non ho mai smesso di amarti. Ho capito che l’unica donna che voglio mi venga incontro vestita da sposa non è Alice” disse guardandomi mentre sorrideva.
“Sei tu Ginevra” aggiunse quasi sussurrando quelle parole e dolci lacrime gli bagnarono il viso.
Gli sorrisi e gli saltai in braccio, lo abbracciai e poi lo baciai con passione.
“Ti amo” sussurrai nel bacio e lo sentii sorridere.
“Ti amo anch’io Gin, ti ho sempre amata da morire” disse dopo essersi staccato da me e mi persi nei suoi occhi lucenti.
“Oh sono così felice” sentii dire da Kathy e iniziai a ridere mentre Zayn mi riappoggiava a terra.
“Anch’io sono felicissimo! Finalmente lo avete capito che siete nati per stare insieme” disse invece Mark abbracciando Zayn.
“Te lo devo dire Zayn, Alice non mi è mai piaciuta”
“Lo so mamma. Me lo avete sempre detto”
“Era un mostro”
“Mamma! Non era brutta”
“Rispetto alla ragazza che stai abbracciando? Sì, era proprio un mostro” rispose e Zayn rise.
“Allora cosa vedete di decente in me?” azzardai a chiedere mentre mi asciugavo le lacrime.
“Niente è decente in te” rispose Mark.
“Tu sei meravigliosa, dentro e fuori. Sei perfetta per lui” aggiunse poi.
“Ho l’impressione che se non ci fossimo rimessi insieme ci avrebbe provato papà con te” disse Zayn ridendo facendo ridere pure noi.
“Oh non essere sciocco”
“Tu sei davvero perfetta per mio figlio, l’ho pensato dal primo istante in cui ti ho conosciuta”
“Grazie” dissi abbracciando Kathy.
“Lo penso anch’io” rispose Mark e abbracciai anche lui.
“Sei sempre la benvenuta qui” parlò sua mamma mentre entravamo in casa. Mi voltai per guardare il mio amore e lui mi sorrise.
“Zayn, davvero hai fatto l’amore con Ginevra nella casa dove saresti andato a vivere con Alice?” chiese sua mamma ed io arrossii.
“Ehm…è stata colpa mia” dissi prendendomi la colpa.
“Non dire sciocchezze, non è stata colpa di nessuno perché lo volevamo entrambi e comunque sì mamma”
“Ma sei impazzito?” disse lei ridendo.
“No, perché?”
“L’hai tradita nella casa dove avresti dovuto vivere con lei”
“Esatto, tranquilla non abbiamo usato il letto. Anche perché non c’è”
“Zayn” lo rimproverai cercando di non arrossire di più.
“Ah no?” chiese Mark curioso. Oddio, adesso sprofondo…
“No, non ci siamo arrivati al piano di sopra. Il divano è molto comodo, ci si sta perfettamente in due. Che divano è? Lo vorrei comprare uguale per la mia nuova casa”
“Di che cosa stai parlando?”
“Venderò quella casa”
“Che cosa?” chiesero i suoi genitori contemporaneamente.
“Credete che andrò a vivere lì? Ma neanche per idea! La vendo e con i soldi me ne compro una da un’altra parte”
“Ma sei sicuro?”
“Sì papà sono sicuro. Amore dove vorresti vivere?” domandò guardandomi e mi mancò li respiro.
“Cosa?” chiesi confusa.
“Mai sentito parlare di convivenza?”
“Vuoi andare a vivere con me?” dissi guardandolo confusa e senza parole.
“Voglio stare con te Ginevra, in ogni secondo. Vieni a vivere con me”
“Ma come? Io sono in Slovenia”
“Tutto ma non la Slovenia”
“Perché no? Lubiana è una bellissima città”
“Hai già preso la laurea giusto?”
“Sì”
“Beh gli ultimi due anni li puoi fare da un’altra parte” lo guardai ma non risposi.
“Oppure puoi non farli” disse ridendo.
“Oh no, sono arrivata fino a qui. Non mi fermo ai tre anni”
“Allora scegli un posto”
“Zayn tu sei pazzo”
“Che ne dici dell’America? Amore non sto scherzando”
“E tu come farai?”
“Io troverò un lavoro oppure potrei studiare anch’io”
“E’ tutto troppo confuso” dissi prendendomi la testa fra le mani e poi mi accorsi che eravamo solo io e lui.
“Perché?”
“Perché ci siamo rimessi insieme solo dieci minuti fa, tu hai appena annullato il matrimonio…”
“E allora? Ci sei sempre stata solo tu Gin”
“Lo so ed è così anche per me ma così mi sembra di correre troppo”
“Davvero? Io non voglio metterti fretta. La mia era solo un’idea, un’altra mia dichiarazione di tutto l’amore che provo per te”
“Ti amo anch’io da morire. Solo che voglio vivere la nostra storia. Facciamo un passo alla volta mmh?” dissi nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
“Certo, scusa”
“E’ tutto ok” risposi e lo baciai dolcemente.
Finalmente siamo di nuovo insieme. Solo io e lui.



Ciaoooo!
Yeeeeee sono tornati insieme! Finalmente direi...
ma non è ancora finita, quindi non mettetevi il cuore in pace
Alice potrebbe tornare oppure qualcosa potrebbe succedere.
I prossimi capitoli saranno di passaggio, quindi potrebbero essere leggermente noiosi.
Scusate anche per la scena un pò hot ma ci stava ahahah
Bene, detto questo vado a studiare come al solito
Buone vacanze!
A presto

 

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Capitolo 19
*** I love you no matter what ***


“Come faremo adesso?” chiesi dopo un po’ mentre gli tenevo le mani.
“Non lo so, troveremo un modo”
“Io torno in Slovenia domani mattina, non sono partita perché dovevo dirti quello che provavo”
“Me lo ridici?”
“Ti amo”
“Ti amo anch’io” rispose unendo le nostre labbra.
“Quindi le soluzioni sono tre”
“La prima sarebbe?”
“Ci lasciamo”
“Neanche per sogno! Ho annullato un matrimonio per stare con te, non esiste che ti lascio ancora! Staremo insieme fino alla fine”
“Speravo in questa risposta”
“Perfetto” disse lasciandomi un dolce bacio.
“La seconda?” aggiunse.
“Proviamo una relazione a distanza”
“L’idea non mi piace molto, non ha funzionato la prima volta”
“Giusto, ma forse non ha funzionato perché non eravamo pronti. Non lo so…e l’ultima sarebbe andare a vivere insieme”
“Che è quella che mi piace più di tutte”
“Mmh”
“Ti stai rimangiando tutto quello che hai detto prima?” chiese ridendo.
“Non lo so…forse”
“Troveremo un modo amore, te lo prometto” disse iniziando a baciarmi il collo.
“Mmh...” ansimai mentre lui mi accarezzava poi mi sollevò la maglietta.
“Zayn” ansimai mentre gli toccavo i capelli.
“Fermati” sussurrai al suo orecchio.
“Perché?” disse guardandomi negli occhi.
“Ci sono i tuoi in casa” lui sbuffò e alzò gli occhi al cielo mentre si spostava da me. Mi guardò per qualche secondo ma ritornò a baciarmi il collo con più foga.
“Zayn” dissi ridendo mentre mi faceva alzare e sempre baciandomi mi portava sul divano.
“Non mi interessa, ti voglio”
“Anch’io ma non è il caso” dissi cercando di fermarlo senza risultati.
“Vuoi farti beccare?” chiesi sorridendo.
“Mmh” rispose ansimando mentre mi toglieva la maglietta.
“Ti devi fermare” dissi spingendolo via ma lui sogghignò e si avvicinò ancora. Cominciò a baciarmi e dolcemente infilò la lingua nella mia bocca.
“Oh ma chi se ne frega” dissi sorridendogli e gli tolsi la maglietta. In poco tempo finimmo in camera sua con i nostri vestiti sul pavimento.
 
“Ti amo” sussurrò al mio orecchio svegliandomi.
“Anch’io” risposi voltandomi verso di lui.
“Da quanto mi guardi dormire?”
“Da un po’, sei bellissima” sussurrò baciandomi il collo.
“Mi sei mancato”
“Anche tu Ginevra”
“Ma tu avevi lei, io non avevo nessuno”
“Non voglio sentirla nominare, chiaro? Ho sempre amato solo te”
“Zayn stavi per sposarla, lo avresti fatto se non ti avessi rivisto?”
“No”
“Come?”
“Il matrimonio è un passo importante, come potevo legarmi ad una persona che non amo?”
“Dici davvero?”
“Sarei venuto da te ma avevo paura che avessi un altro” sorrisi e scossi la testa.
“Ti è andata bene” dissi ridendo.
“Sono stato molto fortunato. Sai a cosa stavo pensando prima mentre ti guardavo dormire?”
“Cosa?”
“Che sono veramente innamorato di te” alzai la testa per guardarlo meglio.
“Sì?” chiesi nascondendo il viso nel suo collo.
“Sì, ci siamo ritrovati dopo tre anni e ora il nostro amore è ancora più forte. Darei la vita per te Gin, sei la persona più importante, ti amo con tutto il cuore. E so di essere stato uno stupido, abbiamo perso tre anni”
 “Siamo qui adesso. Insieme. Ti amo anch’io Zayn, più di quanto io possa dire” sussurrai al suo orecchio e mentre lo accarezzavo sentivo la pelle d’oca sul suo corpo.
Lo baciai con dolcezza mentre le sue mani mi toccavano le cosce e la schiena.
“Zayn, sai per caso…” sentii dire da suo padre mentre spalancava la porta. Subito mi nascosi sotto le coperte con la testa sotto il cuscino.
“Cazzo” disse Zayn coprendosi con la coperta.
“Oddio Zayn, mi dispiace” disse Mark e mi sentii morire di vergogna.
“Che cosa vuoi?” urlò lui arrabbiato.
“Volevo chiederti se è tua la maglietta in salotto”
“Sì, cioè no. Ma che cazzo te ne frega?”
“Mi chiedevo se…”
“E’ della mia ragazza, ed ora esci da qui santo cielo!”
“Certo” disse richiudendo la porta e sentii Zayn alzarsi per chiudere a chiave. Misi fuori la testa ed iniziai a ridere.
“Che cosa c’è da ridere?”
“E’ stato divertente” risposi coprendomi con il lenzuolo.
“Non è vero” rispose ma rideva anche lui.
“Oddio sei un’idiota! Non avevi chiuso a chiave!” dissi quasi sgridandolo e lui tornò sul letto al mio fianco.
“Beh, sai com’è…ero impegnato a fare qualcos’altro! Non a pensare di chiudere la porta a chiave!” rispose gesticolando.
Faceva così quando era nervoso e mi faceva ridere di gusto.
“Sei incredibile” risposi stendendomi di nuovo sul letto mentre ridevo a crepapelle.
“Lo so che sono unico” disse lui sogghignando mentre si posizionava sopra di me.
“E cosa pensavi di fare prima, sentiamo?” dissi provocandolo.
“Pensavo di fare questo” disse cominciando a baciarmi il collo ma mi stuzzicava i fianchi facendomi il solletico.
“No, niente solletico” dissi ridendo sotto il suo tocco.
“Ti prego” lo supplicai mentre le mie mani erano sulle sue spalle.
“D’accordo smetto” tirai un sospiro di sollievo e gli sorrisi.
“Sei tutto quello che ho sempre desiderato” dissi senza fiato e lui si avvicinò al mio viso.
“Ho voglia di baciarti”
“I baci non si chiedono, si danno e basta” sussurrai avvicinandomi alle sue labbra e decisi di azzerare la distanza tra di noi. Si staccò da me e cominciò a torturarmi il collo.
“Fa l’amore con me”
“Zayn l’abbiamo appena fatto”
“Ti voglio ancora. Non posso fare a meno di te, non quando sei stesa sul mio letto senza vestiti addosso”
“Allora mi vesto e andiamo di sotto” dissi ridendo ma entrambi sapevamo che non saremmo usciti da lì.
“No, ho bisogno di te” sussurrò al mio orecchio e facemmo l’amore ancora. E ancora. E ancora.
Fino allo sfinimento.
 
“L’aereo diretto a Lubiana è in partenza al gate numero sei” annunciò la voce all’aeroporto.
Salutai i miei genitori e poi lui. Il mio amore. Lo guardai ma abbassai la testa immediatamente.
“Ehi, non succederà niente. Staremo insieme”
“Lo abbiamo detto anche l’ultima volta Zayn, ed è successo il contrario”
“Gin, guardami” disse e lo guardai negli occhi.
“Ti amo e questo non cambierà mai. Non è mai cambiato, ti amo e staremo insieme. Non ti lascerò, non di nuovo. Te lo giuro” aggiunse e mi abbracciò.
Lo baciai per l’ultima volta e con le lacrime agli occhi mi diressi al gate. Mi voltai per guardarlo e solo allora mi accorsi che stava piangendo, forse questa volta le cose andranno in modo diverso.
No, ne sono sicura.
 
ZAYN’S POV

Sono passati tre mesi da quando Ginevra è tornata a Lubiana e in questo periodo di tempo le cose sono cambiate ancora.
Ho trovato un buonissimo lavoro, guadagno molto bene. Sono un commesso nel negozio di abbigliamento più importante di Torino, non mi piace molto perché avevo altri progetti per la mia vita, ma sono giovane e fa bene fare esperienze diverse.
Vivo ancora con Liam, lui lavora in un bar e ci vediamo poco anche se viviamo nella stessa casa. I nostri orari non combaciano molto, quando lui lavora io sono a casa e contrario. Per quanto riguarda gli altri ragazzi siamo un bel gruppo, usciamo molto spesso tutti insieme. E’ strano pensare che in così poco tempo abbiano cambiato idea su di me, e questo lo devo solo ad una persona: Gin.
“Pronto?” sentii dall’altra parte del telefono.
“Amore ciao!”
“Zayn!” disse con entusiasmo.
“Come stai?”
“Mi hai telefonato venti minuti fa” disse lei ridendo e sorrisi.
“Lo so, mi mancavi”
“Anche tu. Come è andata oggi al lavoro?”
“Bene, meglio di ieri. Oggi una ragazza mi ha chiesto di consigliarle quale vestito le stava meglio”
“Dovrei essere gelosa”
“Non esserlo, lo sai che ho occhi solo per te”
“Lo so che mi ami”
“A te come è andata?”
“Piuttosto bene, ho appena finito il colloquio”
“E?”
“E credo che mi assumeranno”
“Benissimo! Sono orgoglioso di te”
“Grazie”
“Mi manchi Ginevra”
“Anche tu Zayn. Senti devo andare adesso, ho una lezione. Ci sentiamo stasera ok?”
“Certo, stasera credo che uscirò con Liam e Harry”
“E Vane?”
“Vane immagino che rimarrà a casa con il pancione che si ritrova”
“Mmh giusto. Ora vado, ti amo”
“Ti amo anch’io. Buona lezione”
“Grazie, buona giornata” disse e attaccai.
“Ehi guarda dove vai!” sentii dire dalla persona con cui mi scontrai.
“Scusa” dissi alzando il viso e scoppiai a ridere.
“Zayn”
“Che cosa vuoi Louis?”
“Con chi eri al telefono?”
“Secondo te?”
“Ancora Gin?”
“Sì” risposi e ci incamminammo verso casa mia.
“Non ci posso credere, avete mantenuto le vostre promesse”
“Louis, la amo con tutto me stesso. Non lascerò che qualcuno me la porti via di nuovo. Ho già vissuto senza di lei e sono stati gli anni peggiori della mia vita”
“Lo so Zayn, lo so. Fai bene a tenertela stretta. Com’è una relazione a distanza? E’ dura immagino”
“Lo è perché non è qui con me e non posso abbracciarla, non posso baciarla. Ma mi fido di lei e lei si fida di me, so che per lei esisto solo io ed è così anche per me. Ci sentiamo in continuazione”
“Non ti stacchi un secondo dal telefono amico”
“Lo so” dissi ridendo.
“Da dove vieni?”
“Ho appena finito il mio turno al lavoro, sto andando a casa. Stasera esco con Liam e Harry, vuoi unirti a noi?”
“Ah non lo so, non è proprio un bel periodo”
“E’ tanto che non stiamo tutti insieme, anche con le ragazze. Che cosa ti succede?”
“Non lo so, mi sento solo”
“Oh Louis, vieni con noi stasera”
“E’ solo che da quando è partito Niall per studiare all’estero mi sento come se non avessi più amici”
“Ma che cosa stai dicendo? Harry è il tuo migliore amico, e poi ci siamo io e Liam! E c’è Gin se hai bisogno di parlare con lei e anche Vane”
“Mmh…”
“Come va con Eugi?”
“Domanda di riserva?”
“Lou”
“Non so che cosa fare Zayn, credo che lei non sia più innamorata di me”
“E come fai a dirlo?”
“Lo sento”
“Siete stati insieme un sacco di tempo in questi tre anni”
“Sì e ho anche perso il conto di tutte le volte che ci siamo lasciati. Io non sono come voi”
“Che cosa vuoi dire?”
“Non sono come Harry che da quando ha incontrato Vane non l’ha più lasciata e ora diventerà anche papà. E non sono neanche come te che hai trovato il tuo vero amore e l’hai perso per tre anni ma poi vi siete ritrovati perché lei è la tua anima gemella e siete destinati a stare insieme”
“Louis, ami Eugenia o per te è solo un passatempo?”
“La amo da sempre”
“Allora diglielo”
“Credi che non l’abbia già fatto?”
“Diglielo per l’ultima volta, chiaro e tondo. Senza giri di parole o discorsi strani, diglielo e basta. Se ti ama anche lei, capirà e ritornerete insieme”
“E se non dovesse andare così?”
“Troverai anche tu la tua anima gemella un giorno”
“Quindi dici che dovrei parlarle? Sei sicuro?”
“Io l’ho fatto tre mesi fa e guarda cosa mi è successo. Mi sono ripreso quello che era mio, ho addirittura annullato il mio matrimonio per lei!”
“Giusto, grazie amico” disse Louis sotto casa mia sorridendo.
“Figurati” mi abbracciò velocemente e poi entrai in casa.
Ah l’amore….
 
GIN’S POV

Sono passati altri tre mesi. Mi sono laureata in anticipo, ho passato tutti i miei esami e ora lavoro a tempo pieno. Sono sei mesi che non vedo Zayn e sto letteralmente impazzendo.
“Ehi Ginevra! Abbiamo un lavoro per te”
“Va bene”
“Viaggerai questa volta, è abbastanza lontano”
“D’accordo. Dove devo andare?”
“Negli Stati Uniti a Los Angeles” sorrisi alla sua risposta.
“Davvero?” dissi scioccata e il mio capo rise.
“Sì, perché quella faccia?”
“Non ci sono mai stata a Los Angeles ma ho sempre desiderato andarci”
“Benissimo allora”
“E cosa dovrei fare?”
“Arredare una casa su richiesta. Il compratore è già sul posto, mi ha telefonato ieri sera”
“Va bene”
“Tu partirai tra due giorni, ti ho comprato il biglietto aereo”
“Posso sapere qualcosa in più sulla casa?”
“La vedrai quando arriverai lì. Se non ci vediamo prima ti auguro buon viaggio e buon lavoro” disse sorridendo. Mi abbracciò velocemente e poi ritornò nel suo ufficio.



ciaoooo!
come state? Spero che la storia vi stia piacendo!
Allora Ginevra è partita di nuovo, andrà tutto bene tra i due o succederà altro?
Le sorprese non sono ancora finite....
Nel prossimo capitolo Zayn riscirà a sorprenderla.
Come? Basterà leggere...
Bene, mi dileguo
ciaoooo

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Capitolo 20
*** Making plans ***


Arrivai a Los Angeles in perfetto orario e subito andai in hotel a riposare.
Quando mi svegliai telefonai a Zayn.
“Pronto?” sorrisi al suono della sua voce.
“Ciao amore”
“Gin” disse con entusiasmo.
“Come stai?”
“Benissimo grazie, tu?”
“Anche ma sono un po’ stanca”
“Cosa è successo?”
“Niente, sono appena arrivata a Los Angeles”
“E cosa ci fai lì?”
“Ti ricordi? Ti avevo parlato del lavoro che mi hanno assegnato”
“Ah sì, giusto”
“Tu invece dove sei?”
“A casa steso sul letto” disse e io risi.
“Mi manchi Zayn”
“Anche tu Ginevra. Quando ci vediamo?”
“Non lo so”
“Quando torni da L.A magari potremmo vederci”
“Dipende se avrò altro lavoro da fare”
“Mmh...”
“Ma tu? Il tuo lavoro?”
“Mi sono licenziato”
“Cosa? E come mai?”
“Ho trovato qualcosa di meglio da un’altra parte”
“E che cosa faresti?”
“Disegno”
“Ti piace? Ti trovi bene?”
“Molto, è quello che volevo fare. Anche se non ho preso la laurea dicono che sono bravo”
“Zayn i tuoi disegni sono meravigliosi, sei bravissimo”
“Grazie”
“E dove lavori?”
“Ehm…non mi ricordo il nome, te lo dirò quando mi verrà in mente”
“D’accordo” dissi ridendo.
“Cosa fai più tardi?”
“Credo che andrò a vedere la casa ma non ne sono ancora sicura. Devo incontrare il compratore prima di tutto”
“Perché?”
“Perché solo lui mi può dire come vuole che la casa venga arredata”
“Giusto, quindi ti aspetta una lunga giornata”
“Abbastanza ma credo che per oggi tornerò a dormire” risposi e lo sentii ridere.
“Sei stanca?”
“Abbastanza”
“Allora ti lascio”
“No, resta ti prego”
“Gin lo vorrei ma devo andare al lavoro”
“Oh, va bene allora”
“Ci sentiamo presto”
“Ti amo”
“Anch’io Gin” rispose e attaccò. Spensi il telefono e ritornai a dormire.
 
La sveglia suonò alle otto di mattina, scesi a far colazione. Una doccia, mi vestii, un po’ di trucco e poi andai al lavoro.
Mi recai all’ufficio dove ero stata collocata durante quel periodo e chiesi informazioni inerenti alla casa che avrei dovuto arredare.
“E questo è il nostro numero se ha bisogno di ulteriori informazioni” disse una donna dopo avermi spiegato tutto.
“Va bene, grazie mille”
“E’ un piacere” rispose ed uscii dall’ufficio. Presi un taxi e mi recai alla casa.
“Wow” pensai quando vidi l’esterno: un enorme e bellissima casa bianca.
Aprii il portone con le chiavi che mi erano state date e feci un giro su me stessa.
“Wow” dissi ancora sorridendo.
“Sarà fortunato chiunque verrà a vivere qui” dissi facendo un giro. Pensai già mentalmente alla disposizione delle varie stanze.
Alla mia destra un grandissimo salotto. Già lo vedevo con divani bianchi, un tavolino al centro e una mega tv, magari anche un camino da qualche parte. Aprii le vetrate trasparenti e vidi uno spazio di cemento grandissimo.
“Piscina o terrazzo?” dissi tra me e me sorridendo. Questa sarà sicuramente una delle più belle case che dovrò arredare. Tornai all’interno e mi spostai a sinistra, un’enorme cucina.
Sarei impazzita a vivere lì, wow. L’avrei desiderato molto.
“Ti piace?” sentii qualcuno chiedere alle mie spalle mentre prendevo appunti.
“Ehm, si è molto…” dissi voltandomi e mi bloccai scioccata.
Lo vidi sorridermi ma io non potevo crederci. Il mio amore.
“Oddio” dissi ad occhi spalancati prima di saltargli addosso. Risi tra le sue braccia mentre lui cominciò a baciarmi il collo, poi mi mise giù.
“Oddio che cosa ci fai qui?” dissi asciugandomi le lacrime.
“Te lo spiegherò dopo, voglio un bacio prima” sorrisi e lo baciai prima dolcemente e poi con passione. Si staccò da me per riprendere fiato e cominciò a baciarmi il collo.
Infilò una mano sotto alla mia camicia mentre mi faceva camminare all’indietro verso le scale per andare al piano di sopra.
“Zayn, no” dissi ridendo cercando di staccarmi da lui.
“C’è un letto di sopra” sussurrò al mio orecchio.
“No” dissi sempre ridendo.
“Non ce la faccio, è passato troppo tempo. Ti voglio”
“Anch’io ma non è proprio il caso. Cosa dirà il compratore? E se dovesse entrare mentre noi…”
“Mi va benissimo”
“Che cosa?”
“Sono io il compratore”
“Che cosa?” chiesi scioccata e lo vidi sorridermi.
“L’ho comprata io questa casa”
“Tu cosa?”
“Non mi credi?”
“Sì ma sono scioccata. Perché l’hai fatto?”
“Perché il lavoro che ho trovato è qui e mi conveniva trasferirmi. In più ho sempre desiderato vivere a Los Angeles”
“Non ci credo”
“Credici Gin” disse avvicinandosi a me di nuovo ricominciando a baciarmi il collo.
“Zayn” ansimai.
“Vieni a vivere qui con me”
“Cosa?”
“Ti voglio qui con me. Non sopporterei il fatto di starti lontano ancora”
“Ma con il lavoro come farò?”
“Mi sono già informato, lavoreresti nell’ufficio dove sei andata stamattina”
“Oh”
“Ti prego pensaci”
“No, non ci penso. Ti amo Zayn e voglio stare con te, rimango” dissi sorridendo e lo vidi spalancare gli occhi.
“Verrai a vivere qui?”
“Sì” dissi ridendo e poi lo baciai.
Dopo pochi minuti ci staccammo e facemmo un giro per la casa. Ancora non l’avevo vista tutta.
“Sei sicuro che vada bene per noi? Voglio dire, non è troppo…grande?” chiesi guardandolo.
“Non quando ci saranno tanti bambini che correranno in giro”
“Ehi ehi vacci piano” dissi ridendo.
“A me piaceva e non ci ho pensato se era troppo grande o no”
“Mmh...”
“Possiamo cambiare se vuoi”
“No, mi piace da morire. Davvero, stavo solo pensando”
“Allora la teniamo?”
Lo guardai negli occhi e poi mi guardai intorno ancora, sorrisi e risposi
“Sì”
Dopo aver guardato la casa e aver fatto progetti andammo nel suo appartamento.
 
“Da quanto hai affittato questo appartamento?” chiesi mentre appoggiavo la testa sul suo petto sudato.
“Da quando ho trovato lavoro. Starò qui fino a che la casa non sarà pronta”
“Sei sicuro di questa decisione?”
“Certo che sono sicuro. Il lavoro mi piace molto e Torino non è una città che mi piace”
“No” dissi ridendo.
“Intendevo se sei sicuro di voler vivere con me”
“Perché?”
“Mi avrai tra i piedi” dissi sogghignando.
“E tu avrai tra i piedi me”
“So essere molto appiccicosa e irritante”
“Lo immagino”
“E antipatica”
“Mmh”
“Testarda”
“Ok”
“Sapientona”
“Mmh..”
“Diabolica”
“Ehm..”
“Complicata”
“Gin”
“Spietata”
“Ginevra”
“Brutta”
“GINEVRA!”
“Cosa? Di mattina sono molto brutta”
“Non ci riuscirai” disse ridendo.
“A fare cosa?”
“A farmi cambiare idea, io voglio stare con te”
“Non stavo cercando di farti cambiare idea, ti stavo avvertendo” dissi avvicinandomi alle sue labbra.
“Correrò il rischio” disse prima di unire le nostre labbra in un bacio poco casto.
 
“Ho l’aereo per Lubiana tra tre ore”
“Di già?”
“Zayn, sono già due settimane che sono qui”
“Ma come facciamo per la casa?”
“Non succederà niente mentre sarò via”
“Perché te ne vuoi andare?”
“Non voglio andare via adesso che siamo di nuovo insieme”
“E allora perché?”
“Glielo dici tu ai miei che mi trasferisco qui?”
“Ehm..”
“Come non detto, e poi voglio cominciare a inscatolare le mie cose”
“Quanti scatoloni saranno?” chiese abbracciandomi da dietro mentre facevo la valigia.
“Credo un bel po’”
“Lo sai che ci deve essere spazio anche per me?”
“Non ho così tanta roba e poi qualcosa lo lascerò sicuramente a casa. Magari potrei andare a fare shopping qui”
“Interessante, e con quali soldi?” chiese ridendo.
“Fammi pensare” dissi guardandolo maliziosamente.
“Cosa?” Tu mi vuoi sfruttare perché sono ricco” disse ridendo e iniziò a farmi il solletico.
“No! No Zayn smettila” dissi ridendo e subito si fermò.
“Ti amo Gin” disse prima di baciarmi.
“Anch’io” risposi sorridendogli.
“Forza, accompagnami all’aeroporto”
“Ok capo”
 
Una settimana fa sono arrivata a Lubiana e ho preso tutte le mie cose dal dormitorio dell’università, poi tornai a Torino.
I miei genitori furono molto contenti della notizia, un po’ meno mio fratello Edo. Già ci vediamo poco perché studia a Roma, poi ora che vivrò a Los Angeles sarà quasi impossibile stare insieme.
“Pronto?”
“Zayn sono io”
“Ciao amore, come stai?”
“Bene. Senti ho comprato il biglietto aereo per tornare lì”
“Perfetto! Quando arrivi?”
“Ehm…tra due settimane”
“Cosa? Così tanto?”
“Devo fare un sacco di cose”
“Va bene. Al lavoro ti aspettano al più presto, il tuo capo mi ha telefonato l’altro giorno”
“Sì ha chiamato anche me, ma ci sono così tante cose da fare”
“Vorrei aiutarti piccola”
“Mmh…potresti cominciare ad andare per negozi e cercare i divani e gli elettrodomestici”
“Ti fidi così tanto da lasciarmi andare da solo?” risi alla sua domanda.
“Ok, forse è meglio che aspetti me” dissi ridendo.
“Già, è meglio”
“Ah lo sai che Vane ha partorito? Passerò in ospedale stasera”
“Sì mi ha chiamato Harry. E’ un maschio vero?”
“Sì, l’hanno chiamato Leonardo”
“Carino”
“Già, sono arrivati i primi scatoloni che ti ho mandato?”
“Sì ne sono arrivati cinque e pesano un sacco. Si può sapere che cosa ci hai messo dentro? Un letto portatile?”
“Zayn sei incredibile. Sono vestiti e cose che mi servono” dissi ridendo.
“Vestiti? I vestiti non pesano così tanto”
“Ci sono anche quelli invernali”
“In uno scatolone c’è solo un cappotto”
“Lo so, non ci stava nient’altro. E tua mamma mi ha detto di passare da lei a prendere anche i tuoi scatoloni quindi non ti lamentare”
“E cosa c’entra mia mamma?”
“Mi ha detto che a casa tua ci sono delle cose che potrebbero servirti”
“Ah sì hai ragione”
“Quindi ti spedirò anche quelli”
“Perfetto”
“Ora devo andare, devo fare qualche commissione”
“D’accordo. Ti chiamo stasera”
“Va bene, ciao”
“Ciao amore”
Riattaccai ed entrai nel negozio di cose per la casa.



Ciaooo!
Ecco il capitolo numero 20, non manca molto alla fine della storia..
Ancora molte cose devono succedere, non anticipo niente però questa volta, dico solo di prepararvi psicologicamente hahahah
Non so quando aggiornerò ancora, dopo domani iniziano gli esami di maturità e non credo avrò molto tempo per aggiornare.
Spero che magari tra una pausa e l'altra dallo studio, riuscirò a mettermi al computer, magari alla sera.
Quindi, intanto godetevi questo capitolo e spero di aggiornare presto
Baciiii

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Capitolo 21
*** It's the end ***


“Oddio quanto mi sei mancata!”
“Anche tu amore, da morire” dissi abbracciandolo all’uscita dell’aeroporto.
“Come stai?” chiese contento.
“Benissimo ora che sono con te” risposi e mi baciò dolcemente.
Quando arrivai a casa vidi che tutte le mie cose erano già state sistemate.
“Hai messo a posto tutto tu?” chiesi sorridendo.
“Sì, e ho anche arredato tutta la casa”
“Vedo” dissi ridendo.
“In realtà ho solo lasciato che portassero dentro i mobili e che li sistemassero dove tu avevi detto”
“Sì, ho fatto un bel lavoro” dissi soddisfatta di me stessa.
“Anche a me piace molto” disse abbracciandomi.
“E’ la nostra casa adesso” aggiunse e poi mi baciò appassionatamente.
 
Passarono i mesi e niente poteva andare meglio.
“Lo sai che Niall, Louis, Harry e Liam si trasferiscono qui vicino?” chiesi entrando in salotto dopo aver parlato per ore con Vane al telefono.
“Sì lo so”
“E come mai?”
“Gli manchiamo”
“Stai scherzando vero?”
“No, perché?”
“E’ da pazzi Zayn”
“E chi tra di noi è normale?” disse ironicamente e mi fece ridere.
“D’accordo, senti io esco”
“Dove vai?”
“Devo passare in ufficio e poi vado a fare la spesa”
“Va bene” rispose e mi baciò dolcemente.
Uscii di casa e mi diressi da tutt’altra parte.
 
I mesi passarono in fretta e riuscivo sempre a tornare a casa con il sorriso. I ragazzi si erano tutti trasferiti qui e passavamo sempre moltissimo tempo insieme.
Li sentii cantare tutti insieme un giorno e di nascosto feci loro un video.
Quel video lo spedii ad una casa discografica di Los Angeles che conoscevo dato che avevo arredato una casa per una persona che lavorava lì come impiegato.
I ragazzi quasi mi uccisero quando il direttore gli telefonò.
“Vogliamo sentirvi” disse al telefono.
Se lo meritavano, dovevano cantare insieme. Quello era il loro futuro.
Da lì in poi cominciarono a scrivere qualche canzone…
“Ehi” dissi entrando in casa mia.
“Ciao amore!” disse Zayn venendomi incontro.
 “Ciao anche a te Ginevra” disse una voce davanti a me.
“Oh, ciao ragazzi. Non vi avevo visti”
“Certo, troppo impegnata a sbaciucchiare Zayn”
“Harry smettila” dissi ridendo.
“Che state facendo?” aggiunsi.
“Stiamo scrivendo una canzone” rispose Louis.
“Ah! Avete preso in considerazione quello che vi ha detto quell’uomo, come si chiama?” chiesi prendendo posto vicino a loro.
“Simon, è inglese”
“Ecco, bravo Niall. Simon”
“Già ma non sappiamo da dove iniziare” disse Liam.
“Ancora la canzone?”
“Già. Ci piaceva l’idea di cantare qualcosa di nostro” rispose Harry sorridendo.
“Ma avete già qualche idea?”
“Abbiamo scritto qualcosa ma non ci piace per niente” disse Zayn e lo guardai sorridendo.
“Posso leggere quello che è uscito dai vostri cinque cervelli?” chiesi ridendo e Louis mi passò il foglio.
“Non è proprio brutta” dissi dopo un po’.
“Davvero?” chiese Niall.
“Sì è carina. Nel senso, è carino il messaggio che volete mandare. In poche parole dite che ogni ragazza è bella anche se non sa di esserlo, no?”
“Esatto!” dissero Harry e Louis in contemporanea.
“E chi sarebbe la vostra musa ispiratrice?” dissi guardandoli maliziosamente.
“Tu no di certo” rispose Harry e scoppiammo tutti in una fragorosa risata.
“Lavorateci ancora un po’ e sarà perfetta” dissi spostandomi nell’altra stanza.
“Non è che ci aiuteresti?” urlò Liam dal salotto e tornai indietro sorridendo.
“Non credo di essere in grado, io non scrivo canzoni”
“Prova, dicci quello che secondo te dovremmo cambiare” disse Zayn avvolgendomi i fianchi con le sue mani.
“D’accordo, ma dovete farmi sentire la melodia”
Subito Niall partì suonando la chitarra.
“Mi piace! Allora, vediamo” dissi prendendo la matita in mano.
“You are the light in my world, I love the way you flip your hair. And when you smile looking the ground it’s not hard to tell, you don’t know you’re beautiful” lessi a voce alta.
“Mmh…Niall suona di nuovo” e detto questo Niall ricominciò e iniziai a sorridere.
“Che ne dite di: Baby you light up my world like nobody else, the way that you flip your hair gets me overwhelmed, but when you smile at the ground it ain’t hard to tell, you don’t know..” canticchiai seguendo Niall.
You don’t know…oh oh, you don’t know you’re beautiful” finii di scrivere. Mi voltai e vidi i ragazzi sorridermi. Zayn mi prese in braccio ridendo.
“Oh amore sei la migliore!” disse mettendomi giù e mi stampò un bacio sulle labbra.
“Oddio Ginevra sei grande!” disse Liam abbracciandomi e tutti festeggiarono.
“Oh dai ragazzi, non ho fatto niente di che” dissi arrossendo.
“Sì invece, così è perfetta” rispose Harry.
“Forza, continuiamo” disse Niall con entusiasmo e in poche ore sistemammo la canzone tra scherzi e risate.
 
La canzone ebbe un grande successo nella casa discografica e subito chiesero ai ragazzi di firmare un contratto.
Direi che non potrebbero essere più felici e devo dire che in parte è stato merito mio, se non...E’ TUTTO MERITO MIO.
Uscii di casa quel pomeriggio per andare al lavoro mentre i ragazzi occupavano la mia casa, come al solito.
 
ZAYN’S POV

Eravamo tutti felici, Simon ci ha dato delle belle notizie oggi per telefono.
“Quand’è che ha detto che dobbiamo cantare?” chiese Harry.
“E’ un concerto Harry” dissi seguendolo in salotto.
“Sì vabbè, il concerto” rispose alzando gli occhi al cielo.
“Ci saranno un sacco di persone” aggiunse Liam.
“Ma ragazzi ci pensate? Potremmo diventare famosi” urlò Louis sdraiandosi sul divano e risi.
“Potrei avere un sacco di ragazze che mi gireranno intorno” pensò invece Liam e Niall fu d’accordo.
“Accidenti, Vane diventerà gelosissima. Già me la immagino” disse Harry ridendo.
“Sì Harry stai zitto. Tu non hai a che fare con Eugenia” rispose Louis.
“Tu invece Zayn?” chiese Niall sorridendo.
“Io cosa?”
“Gin non sarà gelosa?”
“Non credo, lei si fida di me. Stiamo troppo bene insieme, non la potrei mai tradire”
“Perché non la sposi?” chiese Harry ridendo e lo guardai sorridendo.
“Beh..”
“Beh cosa?” chiese Louis alzandosi di scatto dal divano.
“Glielo hai chiesto?” chiese Liam spalancando gli occhi.
“No” dissi ridendo.
“Ma ci stavo pensando” aggiunsi e li vidi sorridere.
“Lei cosa direbbe?”
“Ma sei idiota Niall? Cosa vuoi che dica! Lei vive per Zayn, figurati se dice di no” disse Louis e risi.
“Comunque, non ditele niente”
“Ma ce lo dirai vero, quando deciderai di chiederglielo?”
“Certo Louis, sarete i primi a saperlo” risposi sorridendo.
“Lei è perfetta per te” disse Liam e alzai lo sguardo per guardarlo.
“E’ vero, siete nati per stare insieme” aggiunse Harry e sorrisi.
“Mi ha cambiato”
“E ha cambiato anche noi!” disse Louis sorridendo.
“Già, se non fosse stato per lei noi non saremmo qui a parlare del nostro primo concerto” disse Harry e ridemmo tutti.
“A proposito, la dovremmo festeggiare. Dov’è?” chiese Harry.
“Dovrebbe tornare a momenti” dissi sorridendo e subito dopo suonò il campanello.
“Ecco, è lei” dissi andando ad aprire.
“Buonasera” parlò un uomo vestito di blu affiancato da un altro.
“Salve” dissi sorridendo felice.
“Lei è il signor Malik?” chiese uno dei due.
“Ehm..”
“Quasi signor Malik” sentii urlare da Louis e risi.
“Sì sono io” risposi sorridendo. Li vidi guardarsi e poi tornarono a guardare me.
“Lei per caso conosce la signorina Ginevra?” li guardai confuso.
“Certo che la conosce! Diventerà suo marito” urlò invece Harry e io risi.
“Ci dispiace interrompere questo momento ma abbiamo una cosa importante da dirle”
“Sarebbe?” chiesi impaziente.
“C’è stato un incidente” disse uno dei due e subito il sorriso scomparve dal mio viso.
“Un incidente?”
“Sì. C’è stato un frontale, in una macchina c’erano due persone e stanno bene. Nell’altra c’era Ginevra”
“No, non è possibile”
“Mi dispiace ma è così”
“Beh ma sta bene no?” chiesi sorridendo e loro non risposero.
“Dov’è lei? E’ con voi?”
“Signor Malik..”
“Perché non mi rispondete? Dov’è?”
“Ginevra ha perso la vita” sentii dire, no. Non è vero.
“E’ uno scherzo vero?” chiesi con le lacrime agli occhi.
“Mi dispiace, l’impatto è stato troppo forte. E’ morta sul colpo” rispose uno di loro e realizzai che erano poliziotti.
“Ci dispiace tanto” aggiunsero allontanandosi dalla casa. Chiusi la porta e chiusi gli occhi iniziando a piangere.
Il mondo mi crollò addosso.
Non può essere vero.
Vidi arrivare Liam con il sorriso sulle labbra e appena mi vide si avvicinò a me.
“Ehi, che cosa succede?” chiese preoccupato ma io non smettevo di piangere.
“Zayn” disse agitandosi.
“Lei è…”
“Lei chi?”
“Ginevra. Lei è….”
“Lei è cosa?” chiese ancora cercando di calmarmi.
“Lei non c’è più” dissi disperandomi.
“Cosa….cosa vuol dire che non c’è più?” chiese Liam quasi urlando e sentii i ragazzi correre da me e Liam.
“Zayn rispondimi! Cosa vuol dire che non c’è più?” urlò Liam piangendo.
“E’…lei è morta” sussurrai annegando nelle mie lacrime.
E da lì non ricordo più niente.
Non ricordo il giorno dopo.
Ne quello successivo.
Ne quello dopo.
Fino al giorno del suo funerale.  



Ciaooo!
BOOOOOOM!!! Lo avevo detto di prepararvi psicologicamente.
Mi dispiace che sia andata così ma non sapevo come far finire questa storia...........
Non ci saranno ancora molti capitoli
Nel prossimo ci sarà il funerale. Preparate i fazzoletti
Commetate e fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto, ciaooooooo

 

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Capitolo 22
*** It's not fair ***


Il prete aveva appena finito di dire le preghiere.
I ragazzi piangevano, la sua famiglia piangeva. Gli amici piangevano.
Pure le persone che lavoravano con lei avevano i fazzoletti in mano.
Io non sentivo niente.
Il mio mondo era sparito, scomparso. Non ero più niente da quando lei non c’era più.
Ero morto con lei.
“Conoscevo Ginevra da quando eravamo bambine. E’ sempre stata emotivamente più forte di me anche se si disperava per i più piccoli dei problemi. Aveva me, aveva Eugenia ma a volte ci diceva di sentirsi sola” disse Vane piangendo davanti alla sua bara.
“Ha sempre voluto qualcuno con cui condividere la vita, e alla fine ha avuto quello che voleva. Una famiglia meravigliosa, degli amici fantastici. E ovviamente, un uomo che l’amava” aggiunse piangendo e una lacrima rigò il mio volto. Si fermò al mio fianco e mi toccò una spalla incoraggiandomi.
“Ero ad una festa molti anni fa. Mi annoiavo moltissimo. Poi vidi una persona, una ragazza che illuminava la stanza, mi sembrava un angelo. Parlai con lei ma la dimenticai in fretta. All’inizio non l’ho capito ma la parte più preziosa di quella festa era aver trovato la mia migliore amica” disse Liam mentre le lacrime scendevano giù ad entrambi.
“E per la prima volta nella vita io mi sono sentito come se fossi finalmente arrivato a casa. Io non so come farò a cavarmela senza Ginevra, come noi tutti faremo a cavarcela. Lei ha unito me e i miei amici come band e so già che a volte mi verrà la tentazione di scappare via da qui facendo finta che non sia successo niente. Ma so cosa mi direbbe. Lei mi direbbe: “E’ il momento di essere forte Liam, è il momento di andare avanti e continuare a vivere insieme a tutte le persone che ami”. Buon viaggio Ginevra, che tu possa riposare in pace” aggiunse piangendo e i ragazzi lo abbracciarono piangendo a loro volta.
Poi fu il mio turno e mi avvicinai alla bara con delle rose bianche in mano.
“Io non so cosa dire. Vorrei non dover dire niente in realtà, non dovremmo essere qui. Non doveva andare così. Le persone come Ginevra non dovrebbero mai andarsene dalle nostre vite. Lei era il mio amore, il mio tutto. Dovevamo diventare vecchi e grigi stando insieme e tutti voi avreste dovuto diventare vecchi e grigi con noi. Ma nessuno può dire che Ginevra non abbia vissuto un migliaio di fantastiche e splendide vite nel breve tempo che ha avuto. O che non abbia reso le vite di tutti noi incredibili. Era speciale. I suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso, il suo modo di fare mi facevano sciogliere dentro. E’ vero, lei riusciva ad illuminare una stanza anche solo stando lì in piedi. Era un angelo, un angelo che il cielo mi ha mandato per proteggermi ma che mi ha tolto troppo presto. Lei mi ha salvato la vita, e io la amerò per sempre perché non potrei fare nient’altro che amarla. Ti amo Ginevra e ti ricorderò per sempre” dissi piangendo ed appoggiai le rose sulla sua bara prima di vederla scomparire sotto i miei piedi.
 
La settimana successiva al suo funerale fu una delle più brutte di tutta la mia vita.
Anzi, fu la più brutta della mia vita.
A volte avrei voluto tornare in coma dove nessuno mi disturbava.
Mi trasferii a casa di Harry e Louis che vivevano insieme. Non riuscivo a stare nella casa dove vivevo con Gin.
C’erano troppi ricordi, troppe immagini di noi due insieme e mi faceva male.
Per fortuna c’era il lavoro che mi distraeva, che ci distraeva.
 
“Oddio che bellissima prova abbiamo fatto ragazzi” canticchiò Harry entrando a casa sua.
“Già, siamo stati molto bravi” gli andò dietro Louis.
“Oh basta vi prego! Per oggi ne ho abbastanza del canto. La gola mi andrà a fuoco”
“Sei sicuro? Potremmo continuare” mi prese in giro Liam e sorrisi.
“Ah sentite qua, Paul mi ha detto che dobbiamo andare ad una festa” aggiunse Liam sorridendo.
“Che palle, ne ho abbastanza di tutte queste feste noiose” disse Niall bevendo un po’ d’acqua.
“Sono d’accordo con lui” rispose Louis.
“Idem” dissi alzando un braccio.
“Questa volta sarà divertente” rispose Liam.
“E cosa la renderà diversa da tutte le altre?” chiese Niall sbuffando.
“Intanto siamo molto famosi adesso” rispose lui.
“E questo che cosa vorrebbe dire?” chiesi confuso.
“Che la gente ci parlerà” rispose Liam e iniziai a ridere.
“Per questo io rimango a casa” disse Niall.
“Sono d’accordo con lui” rispose di nuovo Louis.
“Idem” dissi alzando un braccio ripetendo la stessa scena di qualche secondo prima.
“Oh dai ragazzi!” si lamentò Liam.
“Harry, vieni con me?” chiese poi.
“Solo se viene anche Lou” rispose Harry e Louis gli sorrise.
“Siete troppo amici voi due, non vale. Rimarrei da solo per tutta la sera” si lamentò ancora Liam incrociando le braccia al petto.
“Dio Liam, che cosa vuoi allora?” chiese Louis ridendo.
“Che veniate tutti e quattro” rispose.
Io e Niall ci guardammo ed alzai le spalle.
“Va bene” disse Louis sbuffando.
“Bene, allora vengo anch’io dato che c’è Lou” disse Harry e mi fece sorridere.
“Ci sarò anch’io” risposi e Niall annuii.
“Oh grazie ragazzi” disse Liam felice.
“Però se anche a questa mi annoio, ti taglierò la lingua la prossima volta che me lo chiederai. Chiaro?” lo minacciò Niall.
“Va bene” rispose Liam ridendo.
“Credevo che volessi tagliarmi qualcos’altro” aggiunse ridendo.
“Oh no, ti taglio la lingua così non canterai più” disse Niall soddisfatto e io e Harry iniziammo a ridere.
“Ah uno a zero per te Niall” disse Harry applaudendo facendomi ridere ancora di più.
“Me la paghi Horan” rispose Liam.
 
Il giorno della festa arrivò velocemente e arrivammo fuori dal locale vestiti molto elegantemente.
“Pronti a fare festa” urlò Louis strofinandosi le mani.
“Non voglio che arriviate a casa mia ubriachi o strafatti che sia chiaro” disse Harry serio.
“Sennò?” chiesi alzando un sopracciglio mentre sorridevo.
“Sennò ti butto fuori di casa Malik” rispose mentre entrava nel locale.
Fummo avvolti dall’odore del fumo che si usava di solito sul palcoscenico quindi non mi diede fastidio.
Mi voltai per vedere chi c’era a questo party ma non riconobbi molta gente.
“Ehi ragazzi, voi con…” mi voltai ma non vidi nessuno.
Bene! Non sono passati neanche cinque minuti che tutti e quattro sono spariti.
“Vorrei che fossi qui con me” pensai mentre mi avvicinavo al bar.
“Che cosa ti porto?” chiese il barista.
“Una birra va bene” risposi e subito me la porse e iniziai a bere.
“Ciao” disse una voce dietro di me e velocemente mi voltai.
“Ciao” risposi sorridendo trovandomi davanti una bellissima ragazza.
“Sei Zayn vero? Il ragazzo della band” chiese lei.
“Sì esatto. E tu saresti?”
“Come? Non mi riconosci?” chiese guardandomi negli occhi.
“Ehm…mi dispiace no”
“Sono Savannah, sono una modella”
“Oh, per quale rivista lavori?”
“Vogue”
“Wow”
“Già, per questo mi aspettavo che mi riconoscessi”
“Scusa ma non è il tipo di rivista che guardo” dissi sorridendo.
“Ah certo lo capisco” rispose lei ed annuii.
“Sei qui da solo?” chiese sedendosi vicino a me.
“No, ci sono anche gli altri componenti della band ma diciamo che sono stato abbandonato”
“Ah infatti mi sembrava di aver visto Harry ballare”
“Davvero? Dimmi che non ballava con una ragazza”
“No no” disse lei ridendo e tirai un respiro di sollievo.
“E’ papà vero?” chiese guardando la pista da ballo.
“Già per questo ero preoccupato”
“Savannah!” sentii un uomo chiamarla. La vidi alzare gli occhi al cielo.
“E’ il mio manager, vorrà sicuramente farmi conoscere qualcuno”
“Lo immagino” dissi ridendo.
“Senti perché non mi chiami qualche volta?” chiese sorridendo. Non so se sono ancora pronto per questo…
“Ehm…certo” invece risposi.
“Ti lascio il mio numero” disse estraendo un biglietto da visita.
“E’ stato un piacere Zayn” aggiunse sorridendo mentre si allontanava da me.
“Anche per me” risposi sorridendo e fissai quel biglietto.
“E’ bellissima” pensai ed un sorriso si stampò sul mio viso.
 
HARRY’S POV

“Allora come è andata la festa?” chiesi entrando in cucina dove tutti stavano mangiando. Tutti tranne uno…
“Benissimo Haz, grazie” disse Louis abbracciandomi. Tra tutti e quattro Lou è decisamente il mio preferito.
“E a te Harry?” chiese Niall.
“Abbastanza dai. Non posso dire di non essermi divertito” risposi aprendo il frigo.
“Bene, allora andiamo anche alla prossima? Niall non si è lamentato” disse Liam ridendo e lui sbuffò.
“Dov’è Zayn?” chiesi versando il latte nella tazza.
“A fare colazione fuori” rispose Niall.
“Come fuori? Da solo?” chiesi confuso.
“No, è andato con Savannah” rispose.
“Con chi?” chiese Liam.
“Una modella che ha conosciuto ieri sera. Li ho visti parlare”
“Una modella” ripetei per riordinare le informazioni.
“Già”
“Secondo voi è una cosa buona?” chiese Louis serio e tutti smettemmo di mangiare.
“E’ passato solo un mese da quando…” aggiunse non terminando al frase.
“E’ giusto che sia felice” risposi guardandolo.
“Sì ma non può aver dimenticato Ginevra da un momento all’altro!” rispose Louis.
“Louis”
“Che cosa c’è Harry? A me sembra che stia benissimo, non sembra che le manchi”
“Che cosa stai dicendo Lou?! Lo sai quanto ha sofferto, quanto sta soffrendo”
“Non mi sembra. E’ morta da un mese Harry! Solo da un maledetto mese!” quasi urlò.
“Non arrabbiarti”
“Lo sono invece! Non doveva andare così, lei non doveva…” disse ed una lacrima scivolò lungo il suo viso. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai mentre anche una mia lacrima bagnò la maglietta.
“Manca a tutti Lou” sussurrai e poi vidi Liam asciugarsi gli occhi.
“Non ce la faccio senza di lei. Era la nostra migliore amica” parlò Liam tirando su il naso.
“Stiamo così noi che la conoscevamo bene ma….pensate a Zayn. Lui la amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. So che darebbe tutto quello che ha per riaverla, anche la sua stessa vita” disse Niall e tutti annuimmo.
“Se è voluto uscire con quella Savannah vuol dire che avrà trovato qualcosa di carino in lei”
“E’ passato troppo poco tempo per ricominciare” disse Louis.
“Tutti reagiamo in modo diverso Louis. Se è uscito con lei non significa che non soffra ancora, magari si vuole solo distrarre”
“Forse hai ragione ma non mi sembra neanche giusto che lui usi lei per distrarsi” rispose Liam.
“Lo so ma Zayn sa cosa fare. Se è quella giusta per lui so che aspetterà prima di costruire qualcosa con lei. Se non lo è, se ne accorgerà presto. L’ho sempre ammirato per questo”
“Ha sempre avuto solo Ginevra!” disse Niall.
“Non è vero” risposi guardandolo.
“E’ stato con un’altra e la stava anche per sposare”
“Non l’ha sposata perché ha visto di nuovo Gin” disse Louis soffiandosi il naso e poi ricominciò a mangiare.
“No, non l’avrebbe mai sposata. Sapeva che Gin era l’unica per lui”
“E tu come fai a saperlo?” chiese Liam.
“Lo so e basta, glielo leggevo negli occhi. Non ha mai guardato Alice come guardava Gin”
“Questo è vero” disse Louis e io sorrisi mettendomi in bocca il cucchiaino pieno di cereali.
“Già, è quello che è successo a me con Vane”
“Sì e passi più tempo con noi che con lei e tuo figlio” disse Louis ridendo e alzai gli occhi al cielo.
“Lo sai che la amo con tutto il cuore. E poi viviamo nella stessa casa”
“Harry non la racconta giusta” disse Niall prendendomi in giro e scoppiammo tutti a ridere.
“Su cosa non la racconta giusta?” qualcuno disse dietro di me e vidi Zayn entrare in cucina.
“Ehm...niente di che” subito rispose Louis.
“Allora Zayn, come è andata la colazione?” chiese Niall.
“Bene grazie. Savannah è molto simpatica” rispose prendendo una bottiglietta d’acqua dal frigo.
“Ah bene” disse Liam sorridendo.
“Già, la vedrò anche stasera”
“Oh” sentii dire da qualcuno ma mi bloccai a guardare Zayn.
“Che c’è?” chiese guardandomi.
“Niente, niente tranquillo. Divertiti” dissi sorridendo.
“Questo sicuramente” rispose sorridendo mentre usciva dalla cucina e andava al piano di sopra.
Mi voltai e guardai i ragazzi.
“Non può essere” disse Liam.
“Dobbiamo fare qualcosa” aggiunse Niall.
“No, lasciamolo andare. Se poi uscirà ancora con lei gli parleremo. Ma lasciamolo andare per adesso”
“Va bene Harry, ma sappi che questa cosa non mi sta bene” disse Louis alzandosi.
“Dà molto fastidio anche a me” disse Niall seguendo Louis in salotto.
“Non può rimpiazzarla così in fretta. Non è giusto” disse invece Liam seguendo gli altri due.
“Non sta bene neanche a me” parlai appoggiando i gomiti sul tavolo.


Ciaooo!!
Come avevo detto c'è stato il funerale della nostra protagonista...
Abbiamo visto le reazioni dei ragazzi e sopratutto quella di Zayn che sembra aver già rimpiaziato Ginevra, ma è veramente così?
Questo nel prossimo capitolo.
Mancano ancora pochissimi capitoli per la fine ed aggiornerò prima di fare l'esame orale poi partire per le vacanze.
Quindi aspettatevi un capitolo al giorno
Detto questo vado a mangiare,
a presto, ciaoooooo


 

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Capitolo 23
*** The perfect song ***


HARRY’S POV

“Harry” disse Liam sedendosi sul divano con me e gli altri.
“Mmh…”
“Che cosa facciamo?” chiese Louis.
“Non credo che dovremmo metterci in mezzo ragazzi”
“Sono due settimane che vede quella Savannah ogni giorno!”
“Lo so Lou, ma se è arrivato a questo punto significa che le piace. E noi non siamo nessuno per metterci in mezzo e rovinare tutto”
“Come non siamo nessuno? Siamo i suoi migliori amici, i suoi colleghi!” disse Niall dandomi contro.
“E che cosa vorreste dirgli? Che la lasci perdere? Che non dovrebbe uscire con lei?”
“Esatto” disse Louis.
“Va bene, e cosa farete se lui vi ascolterà?”
“Saremo tutti felici” rispose Niall sorridendo.
“E se lui ne conoscesse un’altra?”
“Harry perché dici questo?” chiese Louis.
“Perché è giusto che si rifaccia una vita. Anche Gin lo vorrebbe”
“Che cosa stai dicendo Hazza?”
“Sto dicendo che Ginevra non tornerà indietro Liam. Lei non tornerà e lui ha il diritto di ricominciare. Se non lo fa adesso lo farà in futuro e noi lo dobbiamo accettare” risposi alzandomi dal divano per andare in cucina ma mi trovai qualcuno davanti.
“Zayn” dissi scioccato.
“Stavate parlando di me?” chiese e vidi la rabbia nei suoi occhi.
“Non proprio” rispose Louis venendo in mio aiuto.
“A me sembrava di sì”
“Zayn senti…” iniziai.
“Perché sono il centro delle vostre conversazioni?” chiese arrabbiandosi ancora di più.
“Perché non ci piace quello che stai facendo” parlò Liam. Chiusi gli occhi e respirai profondamente cercando di mantenere la calma.
Nota personale: uccidi Liam.
“E cos’è che non vi piace?” chiese Zayn avvicinandosi.
“Non puoi uscire con Savannah” continuò Niall.
Nota personale: uccidi Liam. Uccidi Niall.
“E perché dovrei ascoltarvi?”
“Perché tu sei ancora innamorato di Ginevra” disse Louis e alla sua risposta spalancai la bocca scioccato.
Nota personale: uccidi anche Louis. No dai, Louis no.
“Non la devi nominare” disse Zayn arrabbiatissimo.
“Invece sì che la nomino perché lei era l’amore della tua vita ed era la nostra migliore amica. Non puoi rimpiazzarla così Zayn” continuò Louis.
“Louis, Dio mio stai zitto”
“Ecco Louis, ascolta il tuo amico Harry” urlò Zayn.
“E tu non urlare” dissi guardandolo e lo vidi calmarsi.
“Non è questo che vogliono dirti” aggiunsi.
“E allora che cosa?” chiese con la voce tremolante e gli occhi lucidi.
Eccolo che arriva. Lo sfogo di un mese e mezzo di puro dolore sta arrivando…
“Vogliono dirti che…” dissi bloccandomi non sapendo più che cosa dire.
“E’ normale che tu voglia farti una nuova vita” disse Liam.
“Non voglio farmi una vita nuova” sussurrò Zayn sperando che nessuno lo sentisse.
“Ed è normale che tu voglia innamorati di nuovo” continuò Liam.
“Io non voglio innamorarmi di nuovo” sussurrò lui.
“Quindi non…aspetta, che cosa hai detto?” chiese Liam guardandolo.
“Io non voglio innamorarmi di nuovo” ripetè Zayn con le lacrime agli occhi.
“E allora perché esci con lei?” chiese Louis.
“Perché io….io non lo so” disse piangendo.
“Credo perché ho bisogno di avere qualcuno al mio fianco. Non ce la faccio da solo” aggiunse.
“Hai noi” dissi avvicinandomi mentre una lacrima bagnò il mio volto.
“Non mi bastate. Voi siete importanti per me ma lei…lei era metà di me e adesso…” disse inginocchiandosi per terra e il mio cuore si spezzò per l’ennesima volta.
“Oh Zayn” disse Liam abbracciandolo mentre Zayn piangeva a dirotto.
“Io non ce la faccio a vederlo così” sussurrò Niall accucciandosi anche lui per terra.
Io e Louis ci avvicinammo e ci abbracciammo tutti insieme.
“Mi….mi basterebbero anche solo cinque minuti” singhiozzò e ci guardammo tutti.
“Solo cinque minuti per stringerla a me, avrei così tante cose da dirle” aggiunse piangendo.
“Li vorremmo tutti” rispose Liam abbracciandolo e una lacrima rigò il mio volto.
“Mi manca” disse Zayn asciugandosi le lacrime.
“Mi manca da morire” aggiunse ricominciando a piangere.
Non lo avevo mai visto così, così debole, così distrutto. E con lui tutti i ragazzi. Non doveva andare così…
Dopo qualche minuto Zayn si calmò. Sapevo che un pianto liberatorio gli avrebbe fatto bene. Si alzò in piedi asciugandosi le lacrime.
“Ho fame” piagnucolò andando in cucina.
Io e Liam ci sorridemmo.
“Ottimo segno” disse Louis dando il cinque a Niall.
 
Dopo aver mangiato decidemmo di guardare un film tutti insieme a casa mia e di Louis anche perché le ragazze erano in Italia dai parenti.
A metà film Zayn parlò.
“Vi devo parlare”
Ci guardammo tutti e annuimmo mentre Niall spegneva la televisione.
 “D’accordo” risposi avvicinandomi a lui.
“Sentite mi dispiace se non sono stato con voi in questo periodo” iniziò a dire.
“Ehi, non dirlo neanche chiaro?!” disse Niall prendendolo in giro e lui sorrise leggermente.
“Come va con…come va con la band?” chiese guardandoci.
“Beh…” risposi titubante.
“Beh cosa?” chiese lui.
“Simon ci ha detto che se entro una settimana non gli portiamo una canzone nuova siamo fuori”
“Che cosa? Questo quando ve l’ha detto?” chiese scioccato.
“Cinque giorni fa” rispose Louis.
“E perché non me l’avete detto?”
“Non volevamo farti pesare anche questo” rispose Liam.
“Siamo una band no? Dovevate dirmelo”
“Ci dispiace Zayn”
“Vorrei che Ginevra fosse qui adesso. Ma ormai non la sento più accanto a me” disse con gli occhi lucidi.
“Zayn” lo consolò Liam.
“Non ce la posso fare da solo” disse coprendosi il viso con le mani.
“Forse per questo se n’è andata. Per convincerti che ce la puoi fare” rispose Liam e Zayn lo guardò.
“Se Ginevra fosse qui adesso, e tu le chiedessi cosa fare, cosa ti risponderebbe?” chiese Liam. Vidi Zayn chiudere gli occhi e poi rispose.
“Mi direbbe: col cavolo, se lo scorda. Domani avrà la canzone” mi fece sorridere perché immaginai Gin dirlo davvero.
“E tu credi che non sia con te? Lei è qui” dissi guardandolo mentre sorridevo.
“Hai ragione” rispose guardandomi.
“Allora, questa canzone?” aggiunse sorridendo.
“Sei sicuro?” chiese Niall.
“Mai stato più sicuro” rispose mentre andava a prendere un pezzo di carta e una penna mentre Niall prendeva la sua chitarra.
“Io vorrei chiedervi una cosa” disse prima di sedersi sul divano.
“Certo” disse Louis aspettando che parlasse.
“Possiamo scrivere questa canzone su Ginevra?”
“Assolutamente” risposi sorridendo.
“Non lo devi neanche chiedere” disse Liam e lui sorrise.
“Allora, avevo pensato di scrivere quello che provavo per…” cominciò a dire ma poi si fermò e respirò profondamente.
“Quello che provo per lei” si corresse e noi tutti annuimmo.
“Perfetto, è un’ottima idea. Sai da dove iniziare?” chiesi impaziente di sapere.
“Ehm…non ancora” rispose guardandomi.
“Datemi un po’ di tempo” aggiunse.
“Va bene” risposi e mi alzai per lasciarlo da solo.
 
Dopo cena bussai alla porta della sua camera ed entrai silenziosamente.
Lo vidi dormire tranquillamente e mi avvicinai al suo letto dove vidi un foglio scritto. Lo presi e cominciai a leggere.
Corsi giù in salotto sorridendo.
“Ragazzi” dissi attirando l’attenzione di tutti.
“Cosa c’è?” chiese Louis guardandomi preoccupato.
Alzai la mano e mostrai il foglio.
“Zayn l’ha scritta” dissi sorridendo.
“Sì, e avrei voluto dirlo io sinceramente” mi voltai immediatamente e lo vidi con le braccia incrociate al petto che mi guardava.
“Scusa, ero impaziente” dissi sorridendo mentre gli ridavo il foglio.
“Possiamo sentirla?” chiese Liam sorridendo.
Zayn si avvicinò e si sedette sul divano.
“Niall, per la musica avevo pensato che potresti suonare il pezzo che suoni sempre quando non hai niente da fare”
“Certo” disse Niall prendendo la chitarra e iniziò a suonare.
Zayn respirò profondamente ed iniziò a cantare quelle parole che per lui significavano una vita intera.
Am I asleep, am I awake or somewhere in between? I can’t believe that you are here and lying next to me. Or did I dream that we were perfectly entwined? Like branches on a tree, or twigs caught on a vine?
Like all those days and weeks and months I tried to steal a kiss, and all those sleepless nights and daydreams where I pictured this. I’m just the underdog who finally got the girl, and I am not ashamed to tell it to the world
“Wow” disse Niall fermandosi a suonare.
“Beh non è finita” disse sorridendo.
“Continua” dissi emozionato.
“Il ritornello sarebbe…”
“Truly, madly, deeply I am, foolishly, completely falling. And somehow you kicked all my walls in. So baby say you’ll always keep me. Truly, madly, crazy, deeply in love with you. In love, with you”
“Mi piace da morire” disse Louis sorridendo ed io annuii.
“E poi le altre due strofe” rispose guardando il foglio.
“Vai” disse Liam battendo le mani.
Should I put coffee and granola on a tray in bed, and wake you up with all the words that I still haven’t said? And tender touches, just to show you how I feel. Or should I act so cool, like it was no big deal? Wish I could freeze this moment in a frame and stay like this, I’ll put this day back on replay and keep reliving it. ‘Cause here’s the tragic truth if you don’t feel the same. My heart would fall apart if someone said your name”
“Wow Zayn è perfetta” dissi sorridendo.
“Grazie” rispose lui soddisfatto.
“Poi ci sarebbe il ritornello e un’altra parte. L’avevo pensata per Louis quella” aggiunse ridendo.
“Voglio sentirla” disse Lou eccitato.
I hope I’m not a casualty, hope you won’t get up and leave. Might not mean that much to you, but to me it’s everything. Everything”
“Wow veramente” disse Louis sorridendo.
“Lo so che deve essere ancora sistemata ma…”
“No Zayn tu sei pazzo! Questa non va toccata, è perfetta così com’è” disse Niall e ci abbracciammo contenti.
“E’ davvero bellissima” disse Liam.
“Grazie” rispose Zayn abbassando lo sguardo.
“Posso chiederti una cosa?” chiese Louis curioso.
“Certo”
“Le cose che hai scritto, le hai fatte o dette veramente a Ginevra?”
“Ogni singola parola”
 
Il giorno seguente Liam e Niall andarono alla casa discografica e la canzone piacque moltissimo.
Come si fa a non amarla?
Siamo contenti che Zayn si sia sfogato l’altra notte, sembra stare un po’ meglio adesso.
Ma il ricordo di Ginevra è impresso nella nostra mente e nel nostro cuore.
Nella sua anima.



Ciaoooo!
Come avevo promesso, un capitolo al giorno. Ne mancano solo altri quattro.
Bene, in questo capitolo Zayn si è finalmente sfogato ma a tutti si è spezzato il cuore vederlo così, e credetemi è stato difficile scrivere questo capitolo.
Nel prossimo li vedremo ad un concerto al quale parteciperà un personaggio importante.
Ci sentiamo domani,
baci!!

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Capitolo 24
*** I can't believe it ***


Sono passati sei mesi e la nostra band va alla grande.
Abbiamo firmato un contratto che ci fa fare un tour europeo e degli Stati Uniti. Siamo partiti due mesi fa e ora stiamo girando l’America.
Ginevra mi manca come l’aria. Per fortuna con me ho i ragazzi, non so che cosa farei se non avessi loro al mio fianco.
Oggi abbiamo un concerto qui a Los Angeles e non è che io sia proprio di buon umore.
La sua mancanza oggi è più forte di qualsiasi altro sentimento.
La amo ancora, più della mia stessa vita.
 
“Ragazzi, venite a vedere” disse Louis dal salotto. Io e Liam stavamo parlando in cucina ma andammo subito da Louis.
“Che cosa c’è?” chiese Harry alzando lo sguardo dal suo cellulare.
“Guardate” rispose Louis alzando il volume del televisore.
“Continua ad essere cercata questa povera ragazza giapponese” disse la presentatrice al telegiornale.
“Di cosa stanno parlando?” chiese Niall.
“Shhh” lo zittì Louis.
“Non abbiamo notizie certe ma la polizia sta facendo tutto il possibile per cercare questa giovane donna. Questa è la notizia in prima pagina, nessuno sa il motivo per il quale la ragazza sia introvabile e le forze dell’ordine non si esprimono. Sappiamo che sono in corso varie indagini. Chiediamo a tutti gli ascoltatori di avvertire i poliziotti se venisse avvistata. Per ora è tutto da New York” disse la presentatrice e subito dopo Louis abbassò il volume.
“Poveretta” dissi scioccato.
“Ma che cosa è successo? Si sa?” chiese Harry.
“No, non dicono niente” rispose Louis.
“Deve essere grave” aggiunse Liam.
“Già” disse Niall.
“Perché ce l’hai fatto vedere?” chiese Harry.
“Scusatemi se volevo aggiornarvi un po’ su quello che succede in giro per il mondo”
“Stiamo parlando di Giappone Louis” ribattè Harry.
“E che cosa vorrebbe dire? Chissà quante cose succedono qui e nessuno dice niente” rispose.
“Va bene Harry ok, ma questa mi sembra una cosa abbastanza brutta. Non credi?”
“Lo so Lou, sono d’accordo”
“Vorrei che lei fosse Ginevra” sussurrai.
“Cosa?” chiese Harry guardandomi.
“Almeno sarebbe viva, invece…” dissi allontanandomi.
“E’ ancora distrutto ragazzi” sussurrò Niall per non farsi sentire ma non sapevano che io ero ancora lì e stavo ascoltando.
“Vorrei ben vedere Niall. E’ successo solo sei mesi fa” rispose Liam.
“Non so più che cosa fare per aiutarlo” disse invece Louis.
“Ci stiamo provando Lou, non ti dare la colpa. Ha solo bisogno di tempo” rispose Harry.
“Abbiamo tutti bisogno di tempo, non so voi ma anche io sto male”
“Stiamo tutti male Liam. Lei era parte di tutti noi”
“Lo era Harry ma non riesco ancora ad accettare il fatto che non ci sia più”
“Lo so Niall, lo so” rispose Harry sospirando e da lì non sentii più niente perché andai in camera mia e piansi fino a che non mi addormentai.
Passarono i minuti. Le ore. I giorni. Passarono i mesi.
Uno….due….quattro…sei.
Sei mesi.
Dodici mesi da quando mi ha lasciato e non ce la facciamo senza di lei.
Dicono che il tempo guarisce tutte le ferite ma anche dopo un anno…non ce la faccio.
 
“Pronti per un altro concerto?” chiese Niall saltando per il camerino.
“Faresti meglio a scaldare la voce invece di saltare come un canguro” lo rimproverò Liam e iniziai a ridere.
“Anche tu Zayn, poi domani vi lamentate se avete mal di gola”
“Sì papà” risposi prendendolo in giro.
“Uuuh papà! Divertente” disse Louis ridendo.
“Sì molto” parlò Harry mentre si infilava i pantaloni.
“Oggi spacchiamo, me lo sento” disse Louis battendo le mani.
“Come sempre” risposi io senza entusiasmo mentre mi sistemavo i capelli.
“Zayn stai bene?” chiese Harry.
“Sì” mentii.
“Non è vero”
“Ho perso la donna della mia vita. Come pensi che possa stare?” dissi arrabbiato ma mi pentii immediatamente.
“Scusa, non volevo urlarti contro” aggiunsi scusandomi.
“Non ti preoccupare” rispose lui appoggiando una mano sulla mia spalla per farmi sapere che mi era vicino.
“Siamo con te Zayn, non sei da solo” disse Liam e gli sorrisi.
“Lo so. Io non credo di avervi mai ringraziato ragazzi. Mi dispiace”
“Non lo dire neanche Zayn, lo sai che ti vogliamo un bene dell’anima. Sei hai bisogno sai che ci siamo” disse Louis e poi tutti mi abbracciarono.
“Harry io vorrei tornare a casa mia”
“Sei sicuro?”
“Sì, ho bisogno dei miei spazi e poi credo di essere pronto. Insomma, lo dovrò fare prima o poi”
“Certo. Beh sappi che se dovessi cambiare idea, la porta di casa nostra è sempre aperta”
“Grazie Harry, lo apprezzo molto”
“Figurati” disse e poi lo abbracciai.
“Forza ragazzi, è ora” disse Paul dandoci i microfoni.
Sospirai, chiusi gli occhi e sorrisi falsamente.
“Lo so Zayn” disse Harry abbracciandomi.
“E’ dura” aggiunse Louis.
“Facciamolo per lei, ok?” disse Niall e pochi secondi dopo entrammo in scena saltando e sorridendo come se i One Direction fossero i ragazzi più felici del mondo.
Il concerto andò bene, cantare mi faceva stare bene.
Mi sfogavo e non pensavo alla mia vita schifosa da quando Ginevra non c’era più, quelle erano le poche ore in cui mi sentivo ancora vivo.
“Allora Directioners! Come state?” urlò Louis al microfono e mi fece sorridere. Le urla erano assordanti.
“La prossima canzone è una canzone speciale” disse Liam e ci abbracciammo tutti e cinque scatenando altre urla.
“Zayn, sei sicuro?” sussurrò Niall.
“Sì, è la nostra canzone. E’ la più importante di tutte” dissi sorridendo.
“D’accordo” disse Liam prima di separarci.
“Questa canzone l’ho scritta io” dissi e le fan urlarono ancora di più.
“E’ la mia canzone, rappresenta tutto per me. Parla di tutte le cose che amo nella ragazza che viveva con me fino all’anno scorso” detto questo sentii il silenzio in tutto lo stadio. Non volava una mosca.
“Ginevra, la ragazza che ho amato dall’inizio e che amo ancora. Non smetterò di amarla mai. Mi è stata portata via troppo presto, proprio quando avevamo deciso di iniziare a vivere la nostra vita insieme. Grazie a lei, io, Harry, Louis, Niall e Liam siamo insieme. Grazie a lei voi siete qui oggi, grazie a lei noi siamo i One Direction. Questa canzone è Truly, Madly, Deeply, l’avete già sentita è ovvio, ma merita una presentazione degna di nota” dissi asciugandomi una lacrima.
“Grazie a lei, io sono vivo. Questa canzone è per te Gin, ti amo e ti amerò sempre. Mi manchi amore” dissi piangendo e Niall iniziò a suonare quella canzone che valeva più della mia stessa vita.
Finito il concerto andammo nella nostra stanza e mangiammo qualcosa. Cercammo di ridere ricordando i momenti sul palco ma le nostre menti erano da un’altra parte.
La mia soprattutto.
“Zayn” disse Paul entrando nella stanza.
“Cosa?”
“Vieni un attimo. Simon vuole parlarti” disse facendomi uscire e mi spostai in un’altra stanza.
“Paul, qui non c’è Simon” dissi entrando dalla porta.
“Aspetta un momento” disse e si allontanò.
Mi voltai e vidi Gin venire verso di me. La vedevo sempre nella mia testa, come se fosse ancora viva. Erano allucinazioni, me ne rendevo conto ma mi piacevano da morire e ora, era uno di quei momenti.
Sorridevo guardandola venire verso di me. “Quanto mi manchi” pensai.
Lei allungò un braccio e mi toccò.
“Ciao Zayn” disse. Spalancai gli occhi e iniziai a piangere dalla disperazione.
Mi inginocchiai a terra agitandomi moltissimo e lei mi accarezzò la testa.
“Oh mi dispiace Zayn, sono io!” disse cercando di calmarmi ma io non ci potevo credere.
“Zayn mi dispiace, ti prego guardami” aggiunse piangendo mentre mi prendeva il volto tra le mani.
“Calmati, per favore” continuò mentre io piangevo e mi dimenavo per scappare dalla sua presa.
“Zayn sto bene, guardami. Sto bene”
“Io….io continuavo a vederti nella mia testa ma tu eri morta e ho dovuto parlare al tuo funerale, e tu mi hai lasciato credere di essere morta” dissi piangendo mentre la guardavo.
“Mi dispiace Zayn, mi dispiace tanto. Non volevo farti del male te lo giuro” disse lei guardandomi negli occhi.
“Ma cos’è stato? Uno scherzo? Oppure è un sogno e mi devo svegliare”
“Non è un sogno, è la realtà”
“Ma è uno scherzo? Ero io l’unico a non saperlo?” dissi piangendo.
“No, no. Potevo dirlo solo a Paul” rispose prendendomi le mani.
“Mi sei mancata”
“Anche tu un sacco” disse abbracciandomi.
“Zayn ascoltami, devo dirti una cosa” aggiunse guardandomi negli occhi.
“Non puoi, lo sai che è pericoloso” disse un uomo al suo fianco.
“Ma Luke, io…”
“Non puoi” rispose lui interrompendola, lei abbassò lo sguardo ma poi mi guardò immediatamente.
“Ma che cosa è successo?”
“E’ iniziato tutto quando mi sono trasferita da te, qualche mese dopo. Mi avevano affidato un lavoro importante, una bellissima casa da arredare. Mentre lavoravo ho per caso scoperto che i proprietari erano degli spacciatori, i boss direi. Loro hanno scoperto che lo sapevo e hanno tentato di uccidermi. Io sono riuscita a scappare e sono andata dalla polizia. Hanno cominciato a proteggermi e a fare delle indagini. Erano due i killer, ma da due sono diventati quattro e poi sei” spiegò mentre le lacrime le bagnavano il volto e io la guardavo sconvolto.
“Le mie guardie del corpo si sono raddoppiate perchè proteggermi era diventato più difficile. Dovevano portarmi via da qui per mettermi al sicuro. Io vivevo con te e sapevo che, se fossi rimasta, saresti stato in pericolo anche tu con i ragazzi. Così hanno inscenato l’incidente facendo credere a tutti che fossi morta”
“Tu mi hai fatto veramente credere di...”
“Ehi, se fossi veramente morta non potrei fare questo” disse avvicinandosi a me e mi baciò dolcemente.
“Abbiamo dovuto dirtelo Zayn. Le tue condizioni sono disastrose, pensavamo che fosse una buona idea per farti stare meglio e poi lei continuava a chiedere di te” disse Paul.
“Ne abbiamo presi quattro, gli altri due sono ricercati in tutto il mondo. Isole comprese. Finirà presto” disse un altro uomo.
“Beh, quattro in meno” risposi guardandola e lei sorrise.
“Ma ti perderò comunque, vero?” aggiunsi piangendo e lei annuii mentre le lacrime le ricoprivano il volto.
“Quando?”
“Purtroppo ora” rispose una delle sue guardie.
“Lo devi dire agli altri”
“Mi spiace, non si può” rispose uno dei quattro uomini che erano con lei.
“Per favore, loro sono distrutti. Esattamente come me”
“Ha funzionato Roger, pensano che sia morta. Lasciamelo fare” parlò Gin asciugandosi le lacrime.
“Va bene, ma dobbiamo fare in fretta” rispose lui. Mi alzai e seguii Paul nella stanza dove c’erano i ragazzi ancora incredulo di quello che era successo qualche minuto fa.
“Zayn” disse Liam vedendomi entrare.
“Ci siete solo voi?” chiesi guardandomi intorno.
“Zayn che cosa stai dicendo?” chiese Harry.
“Non c’è nessun altro?”
“Che cosa sta succedendo?” chiese Liam.
Mi spostai lentamente e dopo che la porta si chiuse due guardie si spostarono e i ragazzi videro Ginevra.
Niall fece cadere il piatto che teneva in mano mentre gli altri erano tutti a bocca aperta.
“Oddio” disse Louis coprendosi la bocca con una mano mentre una lacrima gli scese giù.
“Ginevra” disse Liam correndo ad abbracciarla.
“Mi siete mancati tanto” disse lei abbracciandoli tutti a turno e dopo tanto tempo, rividi il suo splendido sorriso.
“Ma…ma che c-?”
“Non ho tempo per spiegarti Harry. Zayn vi dirà tutto quanto” disse lei affiancandomi.
“Va bene” rispose Harry.
“Quello che saprete dovrà rimanere tra di voi. Questo deve essere chiaro, non credo che vogliate metterla ancora più in pericolo” disse una guardia.
“Certo” rispose Liam.
“E sareste in pericolo anche voi” aggiunse la guardia.
“Luke, manterranno il segreto” disse Ginevra e Luke annuii.
“Come state?” chiese lei poi.
“Siamo scioccati” disse Louis.
“Lo posso capire” rispose lei abbassando il volto e le circondai la vita con un braccio.
“Dobbiamo andare” disse una guardia e subito noi protestammo.
“Mi dispiace, siamo qui da troppo tempo”
“Va bene Roger, fammeli salutare” disse Ginevra e una lacrima le rigò il volto.
“Te ne vai via di già?” chiese Niall abbracciandola mentre piangeva.
“Sì, mi dispiace. Mi mancherai sai” rispose lei e lui baciò una guancia.
“Anche tu Gin”
“Ciao Louis” disse abbracciandolo.
“Oh oddio Gin, prenditi cura di te mi raccomando” rispose lui asciugandosi le lacrime.
“Non ti preoccupare, ho guardie del corpo che mi sorvegliano 24 ore su 24. Sono al sicuro” disse lei sorridendo.
“Oh, come sta Eugi? Sono secoli che non la sento” aggiunse guardandolo e lui sorrise.
“Sta bene, le manchi da morire. Soffre moltissimo ma siamo tornati insieme”
“Lo sapevo che sarebbe successo. Lei ti ama Lou, da sempre. Non lasciartela scappare”
“Non lo farò” disse dandole un bacio sulla guancia.
“Harry” disse Gin davanti a lui.
“Oh mi mancherai da morire Gin” disse abbracciandola.
“Anche tu Hazza, un sacco”
“Vane sarebbe felice di vederti, anche lei è distrutta”
“Lo so e mi dispiace, ma non diteglielo. Neanche a Eugi, non devono sapere”
“No, sta tranquilla” rispose Harry e anche lui la baciò dolcemente.
“Liam” disse poi abbracciandolo.
“Gin, ti voglio bene. Lo sai questo, non dimenticartelo”
“Non lo farò, ti voglio bene anch’io” rispose e lui le baciò una guancia.
“Avremo tue notizie?” chiese Harry e sperai con tutto il cuore che dicesse di sì.
“Mi dispiace, non si può. Attirereste i killer da lei” rispose una guardia e i ragazzi spalancarono gli occhi.
“I k – killer?” chiese Louis alquanto preoccupato.
“Vi spiego dopo ragazzi” dissi guardandoli.
“Ragazzi, io sto bene. Dovunque sarò ricordatevi che io vi voglio bene e che vi considero la mia seconda famiglia. Non avrete mie notizie ma io avrò notizie su di voi, anche perché adesso siete famosi. Godetevi il vostro momento. Io sarò sempre con voi, ok?” disse piangendo e la abbracciammo tutti insieme.
“Quando tornerai?” chiese Niall piangendo.
“Quando sarà al sicuro potrà tornare. Ora è meglio andare” disse una guardia portandomela via.
“Aspetta, non ho salutato Zayn” disse lei mentre la portavano verso la macchina e noi la seguimmo.
“Non c’è tempo, dobbiamo andare”
“Roger, aspetta un attimo. Per favore” disse lei e si avvicinò a me.
Mi accarezzò una guancia e poi mi abbracciò.
“Zayn, io non….io non posso pretendere che tu stia qui ad aspettarmi per non so quanto tempo, tu devi vi-“
La zittii mettendole un dito sulle labbra.
“Shh, io ti aspetterò per sempre Ginevra. Tu sei la mia vita” dissi unendo le nostre fronti.
“Non potrei amare nessun’altra. Quando tornerai io sarò qui ad aspettarti e ti amerò ancora di più” aggiunsi piangendo e lei mi baciò prima dolcemente, poi con passione.
“Ginevra” disse una guardia del corpo e lei fece un passo indietro.
“Ti amo” dissi lasciandole la mano.
“Ti amo anch’io Zayn, con tutto il mio cuore” rispose lei avvicinandosi all’auto nera con i vetri oscurati e anti proiettili.
“Vi voglio bene” disse e mi mandò un bacio volante.
Poi salì nell’auto e andò via.
Via da me, per un tempo indeterminato.
Viva.



SORPRESA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Credevate che fosse veramente finita così? Ma no dai....
Ma non è detta l'ultima parola dato che l'hanno portata via di nuovo.
Ho in serbo ancora una sopresa e poi sarà veramente finita.
Mi piacerebbe sapere se questa storia vi piace oppure no.
A domani,
baciiii





 

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Capitolo 25
*** We're not alone ***


Sono passati quasi cinque mesi da quando ho visto Ginevra. Penso a lei sempre, non riesco a smettere.
Sono così preoccupato, non so dov’è, se sta bene.
Io e i ragazzi stiamo bene e la band va alla grande ma lei mi manca, sempre.
“Zayn!”
“Che cosa c’è Harry?” chiesi alzandomi dal divano.
“Cosa vuoi?” dissi entrando in cucina.
“Sono finiti i miei biscotti preferiti” alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
“Sono finiti perché sono i TUOI biscotti preferiti, io non li mangio e questa è casa mia”
“Devi averli comunque” protestò aprendo il barattolo della nutella.
“Cosa stavi facendo prima?” chiese leccando il cucchiaio.
“Niente, guardavo il telegiornale”
“Zayn”
“Non dire niente Harry”
“Ginevra manca a tutti ma lo sai anche tu che non avremo sue notizie”
“Lo so ma io sto scoppiando. Sono così preoccupato”
“Quanto tempo è passato?”
“Quasi cinque mesi”
“Non si sa se hanno trovato i due killer?”
“No, e se da due fossero diventati quattro di nuovo?” chiesi preoccupato.
“Starà bene Zayn, non ti preoccupare. E’ al sicuro”
“Lo spero tanto”
“Dai su forza! Che cosa vuoi fare domani?”
“Niente, rimarrò qui a casa”
“A deprimerti da solo? No, non va bene. Domani è il tuo compleanno”
“Non sono in vena di festeggiamenti”
“Oh su dai! Gin vorrebbe che tu ti divertissi. Io e i ragazzi ti portiamo fuori, ti va?”
“No, ma grazie per il pensiero Harry”
“Oh dai. Solo a pranzo”
“Va bene” risposi sbuffando.
“Perfetto, allora avverto gli altri e ti chiamo dopo. Ok?”
“Ok” risposi e poi mi lasciò solo in casa mia.
In casa nostra.
 
“Dai Zayn! Festeggiamo!” urlò Harry correndo per casa mia.
“Harry santo cielo, calmati! Ti ho detto che non sono in vena”
“Oh avanti! E’ il tuo compleanno!” disse Liam correndo insieme a Harry.
“Si può sapere dov’è Louis?”
“E’ andato a prendere il tuo regalo. L’ha lasciato a casa” rispose Niall aprendo un pacchetto di patatine.
“Va bene” dissi sbuffando e mi sedetti pesantemente sul divano. Poi il campanello suonò.
“Andiamo noi” urlarono Harry e Liam.
Come fanno ad essere così felici?!
“Buon compleanno!” urlò Louis correndo ad abbracciarmi.
“Grazie”
“Non sei felice?” chiese guardandomi.
“No”
“Oh dai su non ci pensare!”
“Ma come fate voi ad essere così felici?”
“Ehm…” disse Liam.
“Lascia stare, non voglio saperlo”
“Allora ti va di aprire il mio regalo?” chiese Louis sorridendo.
“Se proprio devo”
“Che palle Zayn, mi fai passare la voglia di festeggiare” disse avvicinandosi alla porta di casa e l’aprii.
La chiuse subito dopo.
“Ciao Zayn” sentii dire da una voce.
“Ciao” risposi non dando importanza a quella persona.
Ma poi, la sua voce… Mi alzai velocemente e mi voltai. Poi vidi lei, e mi innamorai ancora guardandola negli occhi.
………………………………………………………………………
Lo vidi alzarsi velocemente dal divano e si voltò. Gli sorrisi e corsi ad abbracciarlo.
“Oddio” disse lui piangendo mentre mi stringeva forte.
Si staccò da me e mi guardò negli occhi poi avvolse le sue braccia intorno al mio corpo ancora.
“Oddio Ginevra, quanto mi sei mancata” sussurrò al mio orecchio.
“Anche tu mi sei mancato” risposi mentre una lacrima bagnò la sua maglietta.
Mi staccai dall’abbraccio e lui mi baciò.
Le farfalle nello stomaco, le gambe che tremano, i brividi lungo tutto il corpo….emozioni che non sono mai svanite.
“Ehm, mi dispiace interrompere ma vorrei salutarla anch’io” disse Liam e io sorrisi arrossendo.
“Ciao Liam” dissi sorridendo.
“Ma perché voi non siete scioccati?” chiese Zayn abbracciandomi.
“Perché l’abbiamo vista ieri” rispose Harry.
“Come? Cosa? Perché non me l’avete detto?” si lamentò Zayn.
“Perché io sono il tuo regalo di compleanno. Tanti auguri amore” risposi e gli stampai un dolce bacio sulle labbra.
“E’ al sicuro adesso, i tizi che la minacciavano sono tutti dentro. D’ora in poi potrà avere una vita normale” parlò una guardia del corpo.
“Davvero?” chiese Zayn agitandosi.
“Sì, è finita” risposi e lui mi abbracciò ridendo.
“Quindi puoi restare?” chiese Niall felice.
“Sì, se mi volete ancora” dissi sorridendo e il mio amore mi baciò una guancia.
“Consigliamo comunque il trasferimento” disse Roger.
“Di questo non c’è problema, andremo a vivere a Londra” disse Liam incrociando le braccia al petto.
“E perché?” chiesi ignara di tutto.
“Uno: odiamo questa città, abbiamo tutti sofferto troppo qui” disse Zayn.
“Due: abbiamo più possibilità a Londra di farci conoscere in Europa” disse invece Harry.
“Tre: tu sarai al sicuro” disse Liam.
“Quattro: siamo più vicini a casa” disse Niall.
“Cinque: perché sì” disse invece Louis alzando le spalle e sorrisi.
“Io lo apprezzo ma non voglio che lo facciate per me”
“La tua sicurezza viene prima di tutto. E poi cosa credi? Che ti lascerò tornare al lavoro dopo quello che è successo? Te lo scordi piccola” parlò Zayn allontanandosi da me per andare a prendere una bibita.
“Che cosa? E io come farò?”
“Sarai nel team One Direction” disse Luke sorridendo.
“Cosa? Devo lavorare per loro?” chiesi ridendo.
“Non proprio, ma…beh si quasi” rispose lui ridendo.
“Ma non ci penso nemmeno!”
“Invece sì, Simon ha già parlato con Paul e tutto lo staff. Vedrai, ti divertirai e poi sarai sotto controllo” rispose Roger.
“Allora non posso neanche oppormi, devo accettare per forza”
“Esatto” dissero i ragazzi in coro e mi fecero ridere.
“Bene, noi andiamo. Vi lasciamo festeggiare e credo che abbiate molte cose da raccontarvi” disse Roger e si avviò verso la porta.
“Aspetta” lo fermai.
“Io ecco….io volevo ringraziarvi. Senza di voi sarei morta adesso, vi siete presi cura di me e mi avete protetto come se fossi stata vostra figlia. Grazie davvero, per tutto quanto” dissi prima di abbracciarli.
“Ah non ti preoccupare, li avrai ancora tra i piedi” disse Harry ridendo.
“Che cosa intendi?”
“Dice che le nostre guardie del corpo sono state licenziate e sostituite con la squadra di Roger” disse Louis.
“Davvero?” chiesi guardando Roger e Luke e loro annuirono sorridendomi.
“Oddio che bello” esultai abbracciandoli.
“Quindi ci vediamo presto” dissero uscendo dalla porta.
“Sì, ci vediamo presto” disse Niall uscendo.
“Ma dove vai?”
“Torno a casa. Liam muoviti!” rispose sorridendo.
“Arrivo! Ciao Gin” disse Liam baciandomi una guancia.
“Ma perché ve ne andate?”
“Perché Zayn è in astinenza da un anno” disse Harry ridendo mentre usciva dalla porta e sorrisi anch’io.
“Esatto, e non vogliamo che voi facciate un bambino davanti ai nostri occhi” aggiunse Louis seguendo Harry.
“Ma ci vedremo ancora vero?”
“Certo! Quando deciderete di uscire dalla vostra camera chiamami” disse Liam salendo in macchina e chiusi la porta ridendo.
Tornai in salotto e vidi Zayn seduto sul divano.
“Stai bene?” chiesi sedendomi al suo fianco.
“Sì, sono solo un po’ scosso. Non ci credo ancora che sia veramente finita” disse guardandomi.
“A chi lo dici, non ne potevo più”
“Dove sei stata per tutto questo tempo?”
“Dappertutto. Non ci siamo fermati in un posto per più di due settimane”
“Ti hanno fatto del male?”
“Cosa? No, non mi hanno toccato con un dito. Sono eccezionali, abbiamo legato molto. Nell’ultimo periodo non sembrava neanche che stessero lavorando”
“Stai bene?”
“Sto bene Zayn, sono qui con te adesso. Non me ne andrò più”
“Ma perché non mi hai detto quello che ti stava succedendo? Avrei potuto aiutarti”
“Non avresti potuto fare niente, saresti stato coinvolto anche tu”
“Mi dispiace tanto che tu abbia dovuto passare tutto questo da sola”
“Ti ho sempre portato con me, ci sei sempre stato” dissi nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
“Ho voglia di fare l’amore con te” sussurrò al mio orecchio e io sorrisi.
“Li hai cacciati tu gli altri?” chiesi ridendo.
“No!” rispose ironicamente e iniziai a ridere. Si alzò e mi prese in braccio.
Ridendo andammo in camera e diventammo una persona sola dopo tanto tempo.
 
“Oh che bello! Siete di nuovo insieme” disse Harry saltellando per casa nostra, mi fece sorridere ma poi diventai seria.
Se solo sapesse…
“Gin, va tutto bene?” chiese Zayn avvicinandosi a me.
“Sì, sto bene” mentii. Guardai fuori dalla finestra e mi persi a vedere la strada.
“Sei sicura?” chiese Niall.
“Mmh? Sì” risposi abbassando lo sguardo. Ci furono attimi di silenzio piuttosto imbarazzanti e quando vidi una macchina fermarsi davanti a casa il mio cuore cominciò a battere forte.
Cominciai ad agitarmi e il mio respiro si fece irregolare.
“Ginevra” disse Liam guardandomi. Mi voltai e una lacrima bagnò il mio volto.
“Che cosa succede?” chiese Zayn preoccupato mentre mi prendeva le mani ma le allontanai dalle mie.
“Tu..” dissi piangendo.
“Io cosa?” chiese guardandomi ma non riuscivo a sostenere il suo sguardo.
“Gin, lui cosa?” chiese Louis preoccupato avvicinandosi a me.
“Non mi vorrai più” dissi piangendo e vidi con la coda dell’occhio i volti dei ragazzi molto confusi.
“Ma che cosa stai dicendo?” disse Zayn sorridendo ma io ero seria.
“Tu non…non mi vorrai più Zayn” dissi disperata.
“Non capisco, ti ha sempre aspettata. Ma che cosa stai dicendo?” disse Harry appoggiandosi al tavolo della cucina.
“Mi dispiace tanto, io…io te lo dovevo dire prima ma non me l’hanno permesso” singhiozzai.
“Che cosa dovevi dirmi?” chiese Zayn corrugando la fronte.
“Zayn, lasciala stare. E’ scioccata, prendile un bicchiere d’acqua” disse Liam mettendomi una mano sulla schiena e iniziò ad accarezzarmi per farmi calmare.
Velocemente mi asciugai le lacrime e sentii la porta aprirsi mentre vedevo Zayn aprire il frigo. Vidi Roger entrare in cucina.
Nessuno si era accorto della sua presenza, tutti i ragazzi erano accanto a me.
Vidi Roger accucciarsi a terra e indicare verso di me e poi sentii quella voce. Il mio cuore smise di battere.
“Papà!”
I ragazzi si voltarono e videro Roger uscire dalla porta, un sorriso si formò sulle mie labbra.
Erano scioccati. Non capivano.
Mi spostai dalla sedia per guardare il bambino che camminava lentamente.
“Mamma” disse e iniziò a piangere. Mi alzai e lo presi in braccio.
“Shhh, non devi piangere” dissi accarezzandolo e vidi i suoi occhioni color caramello fissarmi, poi mi abbracciò con le sue piccole braccia.
Mi guardai intorno e vidi i ragazzi con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Mi soffermai su Zayn che sembrava sconvolto e…arrabbiato.
“Ehm…forse è il caso che togliamo il disturbo” disse Harry e tutti e quattro iniziarono ad allontanarsi.
“No” li fermai e feci sedere mio figlio sul tavolo.
“Rimanete per favore” dissi asciugandomi le lacrime di nuovo.
“Non credo sia il caso” disse Liam.
“Lo sa chi è lui?” parlai a mio figlio e lui con un dito in bocca fece no con la testa.
“Lui è lo zio Liam. E’ il migliore amico della mamma” dissi guardando Liam e poi mio figlio.
“Luk” rispose lui e sorrisi.
“Ha detto Lou?” chiese Louis sorridendo.
“No, ha detto Luke”
“Logel” disse poi e risi.
“Gli amici della mamma non sono solo Luke e Roger” dissi guardandolo.
“Sai dire Harry?” chiese Harry indicandosi.
“Papà” disse mio figlio e sorrisi.
“No, lui non è papà” risposi ridendo e guardai Zayn che era scioccato con la bocca spalancata.
“Lo sai chi è papà?” chiesi a mio figlio sorridendo e lui fece sì con la testa.
“Chi è papà?” chiesi sorridendo e lui girò la testa guardando Zayn. Incrociai i suoi occhi che mi guardarono con confusione.
“Lo vuoi dire a papà come ti chiami?” chiesi al mio bambino.
“Jay” disse dolcemente.
“Solo Jay?” lo guardai e lui scosse la testa.
“Al”
“Quindi come ti chiami?” chiesi ancora.
“Jay Al” rispose e mi abbracciò e lo feci scendere dal tavolo. Lo vidi andare in salotto e si mise a giocare sul tappeto.
Guardai i ragazzi che ancora erano scioccati, guardai Zayn che non aveva detto niente fino ad adesso. Respirai profondamente e mi sedetti sulla sedia.
“L’ho scoperto un mese dopo” dissi guardandomi le mani.
“Era già un mese che ero lontana da voi. Non posso dirvi quello che….quello che ho provato quando ho scoperto che ero incinta” spiegai cercando di non piangere.
“Ho provato in tutti i modi a tornare indietro, a venire qui ma non potevo. Era il periodo peggiore, era troppo pericoloso” aggiunsi e poi alzai lo sguardo per vedere i ragazzi.
Non mi accorsi che Zayn aveva preso posto accanto a me e mi stava tenendo una mano. Non era arrabbiato?!
Mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi.
“Jay – R ha i tuoi stessi occhi. Da quand’è nato io…ho sempre visto te in lui. E’ uguale a te Zayn” dissi sorridendo e lo vidi sorridermi.
“E’ vero, quel bambino è identico a te” disse Niall guardando verso il salotto.
“Sembra una tua fotocopia” aggiunse Louis sorridendo.
“Si vede che è figlio tuo vero?” chiesi guardando Zayn.
“Ma…ma tu non eri incinta quando…” disse ricordando ma lo interruppi.
“Lo so, era nato da poco più di un mese. Io volevo dirtelo te lo giuro solo che Luke non me l’ha permesso. Credeva di mettermi ancora più in pericolo e aveva paura per Jay – R”
“Perché?”
“Perché sapeva che se te l’avessi detto saresti voluto venire con me e io non potevo lasciartelo fare”
“Ma Gin, io..”
“E’ stato meglio così, non volevo metterti in pericolo. Io volevo dirtelo ma sapere che anche tu poi…non potevo”
“E’ una grande cosa quella che hai fatto lo sai?” disse Liam guardandomi.
“Non mi sembra. Gli ho nascosto il fatto che abbia avuto un figlio, capisco se non mi vorrai più vedere Zayn”
“Che cosa? Tu sei impazzita” rispose lui e lo guardai negli occhi.
“Io non ti lascerei mai! Tanto meno adesso che so che non sei da sola, che insieme abbiamo creato una famiglia. Non lascerò che tu te ne vada via” disse ed una lacrima gli bagnò il viso.
“Io sono scioccato, chiunque lo sarebbe. Dio mio ho appena saputo che sono diventato padre da…da quanto?”
“Ha un anno ormai”
“Ecco, ho un figlio che ha un anno e io non sapevo neanche che esistesse. Ma aspetta, lui ha detto papà quando è entrato” disse e io sorrisi annuendo.
“Gli ho sempre mostrato una nostra foto, l’ha sempre tenuta sotto il cuscino. Ogni sera gli raccontavo la storia di come ci siamo conosciuti mostrandogliela. Non si è mai staccato da questa e quando è entrato qui dentro, beh credo ti abbia riconosciuto”
“Perché poi ha detto mamma e si è messo a piangere?” chiese Harry.
“Perché Zayn non l’ha riconosciuto e non l’ha preso in braccio. Fa sempre così” risposi sinceramente.
“Si aspettava che lo facessi?” chiese il moro al mio fianco.
“Io non lo so! E’ piccolo, non parla neanche”
“Ma allora…”
“Non lo so Zayn, va da lui” dissi guardandolo.
“Forza, è anche una parte di te” dissi alzandomi mentre gli prendevo la mano e insieme andammo in salotto.
“Jay – R” dissi attirando l’attenzione di mio figlio. Nostro figlio.
“Mamma” disse venendo verso di me e lo presi in braccio.
“Oddio, sei sempre più pesante” dissi ridendo.
“Allora, lo vuoi salutare papà?” dissi guardandolo e lui annuii. Lo passai a Zayn e lui lo prese in braccio.
“Ciao” lo salutò il ragazzo e una lacrima gli bagnò la maglietta.
“Papà” disse Jay – R e lo abbracciò forte.
Scoppiai a piangere.
“Stai bene?” chiese Niall mettendomi un braccio intorno alla vita mentre sorrideva.
“Sì. E’ solo che….era tanto che aspettavo questo momento” dissi asciugandomi le lacrime mentre sorridevo.




Ciaooooo!
BOOOOOM! Lo avevo detto che ci sarebbe stata un'altra sopresa.
Quindi Ginevra e Zayn hanno avuto un figlio ma lui non lo sapeva...saranno felici insieme o lui cambierà idea?
Nel prossimo capitolo vedremo come la pensa Zayn.
Quindi a domani!!
Byeeee

 

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Capitolo 26
*** No! Yes! ***


I ragazzi andarono a casa molto presto per lasciare me e Zayn da soli. Da soli con Jay – R.
“Ehi” dissi entrando nel salotto e lo vidi semi sdraiato sul divano mentre girava canale in continuazione.
“Jay – R?”
“Si è addormentato” dissi sedendomi accanto a lui.
“Senti Zayn, mi dispiace tanto”
“Per cosa sei dispiaciuta?”
“Per non avertelo detto prima”
“Credevo avessimo chiarito questa cosa” disse guardandomi.
“Sì, ma….ecco io...”
“Ehi non devi giustificarti. Lo so che se avessi avuto la possibilità me lo avresti detto”
“Io credevo che ti arrabbiassi con me”
“Beh all’inizio lo ero. Quando l’ho sentito dire papà credevo che fosse figlio di…che so, Roger?”
“Roger? Ma se ha vent’anni in più di me” dissi ridendo.
“Pensavo che ti fossi divertita con un altro. Ma quando l’hai preso in braccio ho visto che era uguale a me e non ci credevo”
“Non ti potrei tradire mai Zayn, ti amo troppo”
“La cosa è reciproca. Però cavoli….quel bambino è identico a me!” disse scioccato e io iniziai a ridere.
“E’ figlio tuo” risposi ridendo.
“E’ nostro figlio” disse calcando la parola “nostro”. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lui mi avvolse in un dolce abbraccio.
“Quando ci trasferiamo a Londra troviamo una bella casetta, che dici?” sussurrò al mio orecchio e la cosa mi provocò i brividi.
Lo guardai sorridendo e annuii.
“Voglio un salotto grande come questo e una bellissima cucina” sussurrò ancora e non smisi di sorridere.
“Una camera da letto per noi due con un letto enorme” aggiunse e iniziai a ridere.
“Dobbiamo procreare” disse sghignazzando.
“Zayn!” lo spinsi leggermente.
“Poi una camera per Jay – R ma voglio che abbia molto spazio per giocare” disse guardandomi.
“Un giardino con un barbecue fuori per i pranzi della domenica, quando non pioverà” aggiunsi sorridendo.
“Bellissima idea e un bagno enorme collegato alla nostra camera”
“Con la vasca” dissi sorridendo e lo vidi sogghignare.
“Che cosa manca?” chiese guardandomi.
“Un’altra camera” sussurrai al suo orecchio e lui iniziò a baciarmi il collo.
“Per…per un altro bambino” aggiunsi ansimando.
“Magari due camere” disse infilando le mani sotto alla mia maglietta mentre continuava a baciarmi il collo.
“Quanti figli vuoi?” dissi ridendo.
“Non lo so ma averli con te….potrei impazzire” sussurrò mordicchiandomi la mascella e poi mi sfilò la maglietta.
“Un cane” sussurrai accarezzandogli il petto.
“Un cane?” chiese facendomi sedere sulle sue gambe.
“Un labrador color panna” dissi mordendogli l’orecchio.
“D’accordo” ansimò prima di baciarmi.
Gli sfilai la maglia e gli baciai il collo, poi la clavicola. Lui armeggiò con il reggiseno e lo lasciò cadere per terra insieme alle nostre maglie.
“Basta fare progetti, mi stai facendo impazzire” sussurrò facendomi sdraiare sotto di lui.
“Hai iniziato tu” dissi ridendo.
“Lo so” disse slacciandosi i pantaloni e se li sfilò. Tornò sopra di me e iniziò a baciarmi il collo e poi cercò le mie labbra.
Chiese l’accesso con la lingua mentre mi slacciava i pantaloni.
“Ti voglio Zayn” ansimai mentre mi sfilava l’intimo.
“Anch’io voglio te amore, non sai quanto” sussurrò.
E facemmo l’amore.
 
Mi svegliai nel mio letto. Non so come arrivai qui dato che mi addormentai sul divano.
Mi voltai in cerca di Zayn ma lui non c’era. Mi alzai e scesi in cucina pensando che Jay – R stesse ancora dormendo.
Di solito non si sveglia mai presto il mattino.
Scesi l’ultimo scalino e sentii Zayn ridere.
“Ma cosa...” sussurrai ma mi bloccai prima di entrare in cucina.
Jay –R era seduto sul seggiolone ed era tutto sporco di nutella credo. Zayn rideva come un matto mentre preparava i pancakes.
Risi anch’io e Zayn si voltò a guardarmi.
“Buongiorno amore” disse venendo a baciarmi e gli sorrisi.
“Mamma”
“Ciao” dissi accarezzando mio figlio e lui mi sporcò di nutella.
“Ma sei tutto sporco” dissi ridendo.
“Gli piace la nutella” disse Zayn controllando il fuoco.
“E a chi non piace. Ma non dovrebbe mangiarne tanta, gli fa male”
“Lo so, solo per oggi dai” disse baciandomi il collo.
“Zayn” ansimai.
“Non è colpa mia, hai la nutella sul collo e non resisto”
“Ehi” ansimai ancora.
“Mmh…” continuò.
“Fermati” dissi ridendo.
“Sì Zayn, fermati. Niente atti osceni in luogo pubblico” disse qualcuno dietro di me.
“Si da il caso Louis, che questa sia casa mia e non è un luogo pubblico” rispose Zayn e io risi pulendo la bocca a Jay – R.
“Per noi è un luogo pubblico dato che siamo qui 23 ore su 24” rispose Harry.
“Ma per favore” rispose Zayn irritato forse perché avevano interrotto qualcosa.
“Comunque, non si fanno queste cose davanti ad un minorenne” aggiunse Liam.
“Ma ci siete proprio tutti? Ma voi non avete delle case vostre?” chiese Zayn e io iniziai a ridere.
“Sì ma Louis ha finito i miei biscotti e non posso fare colazione senza”
“Harry non li ho mangiati io” si lamentò l’altro.
“E allora chi è stato?”
“Il pinguino”
“Il cosa?” chiesi ridendo e Zayn si unì a me.
“Il pinguino” rispose Louis serio.
“Da quando in qua abbiamo un pinguino in casa?” chiese Harry mettendosi una mano tra i capelli.
“Voi due siete proprio stupidi” disse invece Niall aprendo il frigo.
“Quando ve ne andate?” chiese Zayn finendo di mangiare la sua colazione.
“Noi intendevamo restare e conoscere Jay – R” disse Liam e il moro sbuffò.
“No, voi ve ne andate adesso” aggiunse spingendoli fuori dalla cucina.
“Zayn” lo rimproverai.
“Forza fuori” disse aprendo la porta.
“Perché ci cacci?” chiese Louis.
“Perché voglio passare del tempo con mio figlio e la mia futura moglie, da solo” disse chiudendo la porta e mi bloccai.
Che cosa ha detto?
“Che cosa hai detto?” chiesi mentre rientrava in cucina.
“Che voglio passare del tempo con voi due”
“Sì ma…come mi hai chiamata?” chiesi confusa.
“Ehm…ho detto Ginevra”
“No”
“Sì”
“No!”
“Sì”
“No”
“Sì!”
“Zayn!”
“Ginevra!”
“Sì”
“No!”
“Ah! Hai detto no, che cosa hai detto?”
“Niente!”
“Perché non lo vuoi dire? Lo sai che ho sentito”
“Perché hai sentito male”
“Davvero?”
“E perché non è così che voglio chiedertelo quindi sì, hai sentito male”
“D’accordo” dissi prendendo Jay – R in braccio e camminai verso le scale.
“Non te la sei presa vero?”
“No”
“Ginevra”
“Cosa?”
“Io non...”
“Va bene così” risposi salendo le scale.
Il giorno passò in fretta, andammo al parco e vedere Zayn giocare con Jay – R mi riempiva il cuore di gioia.
Tornati a casa decidemmo di farci portare la pizza e guardammo un film mentre mangiavamo.
Jay – R si addormentò subito dopo aver mangiato quindi rimanemmo soli. Come ai vecchi tempi.
“Non mi dispiacerebbe vedere un Jay – R due” parlò avvolgendomi la vita con un braccio.
“Che cosa?” chiesi confusa guardandolo.
“Hai sentito”
“Vuoi un altro figlio?” chiesi scioccata e lui mi sorrise.
“Stai scherzando vero?”
“Perché dovrei scherzare su una cosa così bella?”
“Jay – R non ha neanche due anni!”
“E allora?”
“Beh…poi tu l’hai appena conosciuto”
“Ma è comunque mio figlio e lo amo a prescindere”
“Lo so ma…”
“Ehi, era solo un’idea. Non ho detto che ne dobbiamo fare un altro”
“A me sembrava di sì” dissi ridendo.
“Dico che ne voglio avere un altro”
“Ne avevamo già parlato”
“Non è vero”
“Sì, l’altra sera”
“Sappiamo entrambi come è andata a finire l’altra sera” disse sghignazzando mentre si avvicinava per baciarmi il collo. Ma mi spostai.
“Sì e stasera non finirà come l’altra volta”
“Cosa?” chiese lui alzando la voce.
“Shhh, sveglierai Jay - R” dissi ridendo.
“Ripeti quello che hai detto” disse lui guardandomi.
“Hai sentito”
“Sei proprio sicura? So essere molto provocante”
“Lo so benissimo”
“E allora perché no?”
“Perché hai bisogno di un po’ d’astinenza, è da quando sono tornata che non facciamo altro”
“Cosa? Ma sono stato un anno e cinque mesi in astinenza!”
“Aspetta, mi stai dicendo che in tutto questo tempo non sei andato a letto con nessun’altra?” chiesi guardandolo negli occhi.
“Cosa? Ma…ma sei impazzita?” disse corrugando la fronte.
“Ma io credevo che tu…”
“Credevi che avessi un’altra?”
“Beh…insomma sapevi che ero morta. Sarebbe stato giusto se ti fossi rifatto una vita”
“Ma non l’hai ancora capito che sei tu la mia vita vero?”
“Sì che lo so”
“No che non lo sai se te ne esci con queste domande”
“Scusa, volevo solo essere sicura”
“Ma davvero credevi che ti avessi tradito?”
“Dopo un po’ sì”
“Non ci posso credere”
“Non ti arrabbiare per favore. Avevo tutti i diritti di pensarlo”
“Certo, perché secondo te dopo che l’amore della tua vita muore, non vedi l’ora di avere un’altra”
“Ti ho visto dopo un anno e passa, non una settimana! Per questo ti avevo detto che non pretendevo che mi aspettassi”
“Non potrei mai volere nessun’altra Ginevra” disse e mi voltai per guardarlo negli occhi.
“Davvero?”
“Mai. Tu sei quello che ho sempre desiderato, mi hai cambiato l’esistenza. Ero solo un ragazzino pieno di problemi quando ci siamo conosciuti, ed ora sono cresciuto. Ho un lavoro, una casa, degli amici. E ho te e so che mi ami. Solo il fatto che tu non abbia voluto coinvolgermi in quello che ti è successo per non mettermi in pericolo mi fa capire che ti importa di me” disse abbassando lo sguardo.
“Zayn mi importa moltissimo di te. Ti amo” dissi baciandogli una guancia.
“Ti amo anch’io Gin”
“Lo so” dissi nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
“Sposami”



Ciaooo!
Finalmente Zayn si è deciso, dopo tutto quello che è successo era ora. Domani l'ultimo capitolo. Ed è anche il giorno prima del mio orale...aiuto!
Quindi non so se riuscirò ad aggiornare viste le ore che passerò a studiare.
Comunque sì, tornerò presto
Ciaoooo

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Capitolo 27
*** Our future ***


Alzai la testa dalla sua spalla e mi persi guardando i suoi occhi.
Ero scioccata, guardai Zayn per minuti senza rispondere.
“E’ un sì?” chiese sorridendo.
Scossi la testa incredula. Insomma, ieri lo avevo sentito parlare con i ragazzi ma averlo sentito così, adesso…oddio.
“Lascia stare” disse amareggiato mentre si alzava dal divano.
“No” dissi cercando di fermarlo.
“No?”
“No, cioè sì. Voglio dire…mi hai chiesto davvero quello che penso tu mi abbia chiesto?”
“Sì”
“Sei serio Zayn?”
“Assolutamente. Sei l’unica donna con cui voglio passare la mia vita” rispose e sorrisi.
“Davvero vuoi sopportarmi per il resto della vita?” chiesi ridendo mentre lui mi abbracciava.
“Mmh…solo ad una condizione”
“Sarebbe?”
“Dimmi di sì”
“Ma sei sicuro? E con il tuo lavoro?”
“Non sarà un problema, dimmi di sì”
“Ma le fan poi…”
“Dimmi di sì” fermai i miei pensieri e lo guardai.
Mi sorrise non potei non sorridergli anch’io.
“Solo ad una condizione” dissi sorridendo.
“Sarebbe?”
“Arredo io la casa dove andremo a vivere” risposi e lui mi abbracciò ridendo.
“Allora è un sì?!” disse felice.
“Sì Zayn. Ti sposo, ti amo”
“Ti amo anch’io Ginevra” rispose e poco dopo i nostri vestiti si accumularono sul pavimento della nostra camera.
 
Dopo un paio di mesi ci trasferimmo tutti a Londra. Prendemmo una casa ciascuno. Io ovviamente vivevo con Zayn e Jay – R.
Davanti a noi Harry comprò una casa per vivere con Vane e il loro bambino.
Louis fece la stessa cosa e andò a vivere con Eugi. Avevano la casa a fianco della nostra e spesso sentivo Eugi e Louis litigare ma poi facevano sempre pace.
Liam e Niall presero la casa alla nostra sinistra e decisero di vivere insieme.
Niente poteva andare meglio.
Io iniziai a lavorare per i ragazzi, organizzavo le loro interviste e facevo combaciare tutti i loro impegni. Un lavoro abbastanza stressante.
Io e Zayn iniziammo ad organizzare il nostro matrimonio, per fortuna Vane ed Eugi mi aiutarono molto.
 
Stavo aspettando Zayn per andare a cena fuori. Solo noi due.
“Hai più di un’ora di ritardo!” dissi andandogli incontro mentre scendeva dalla macchina.
“Lo so, mi dispiace tanto ma stavo firmando una cosa”
“Tu e i ragazzi avete firmato il contratto?”
“Per più o meno…oh tre milioni di sterile” disse tranquillamente. Rimasi scioccata.
“Mi stai prendendo in giro” dissi guardandolo negli occhi e lui scosse la testa sorridendo.
“Non stai scherzando?”
“No, dovevi vedere le facce dei ragazzi. Ho creduto che stessero per svenire quando hanno sentito la cifra”
“Senti, i ragazzi vogliono festeggiare tutti insieme a pranzo domani. Ma io dico di prendere il primo volo disponibile e andare da qualche parte a sposarci e poi una luna di miele lunghissima” aggiunse.
“E coma facciamo con Jay – R?”
“Viene con noi! Non vedi come è tutto perfetto? Dopo questi concerti potrei smettere di lavorare e avremo i soldi per vivere tranquillamente” disse abbracciandomi e gli sorrisi. Poco dopo si staccò e infilò una mano in tasca.
Estrasse una scatoletta e mi sorrise.
“Che cos’è?” chiesi confusa e lui mi guardò sorridendo.
“Solo qualcosa che non potevo non comprare per la mia futura moglie”
Aprì la scatoletta e vidi un bellissimo anello al suo interno. Sorrisi e lui lo mise al mio dito.
Poi lo baciai come se non ci fosse un domani.
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L’ANNO DOPO

“Vuoi tu, Zayn Malik, prendere Ginevra Rossi come tua legittima sposa per amarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?”
“Lo voglio” disse sorridendomi.
“E tu, Ginevra Rossi vuoi prendere Zayn Malik come tuo legittimo sposo per amarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?”
“Lo voglio” risposi mentre una lacrima di felicità bagnò il mio viso.
“Io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la tua sposa”
Zayn si avvicinò a me e unì le nostre labbra sorridendo.
 
Dopo la nostra luna di miele tutto tornò come prima a parte il fatto che io e Zayn eravamo finalmente marito e moglie.
Tornammo a casa e ricominciammo ad andare al lavoro, Zayn e Jay – R si affezionarono uno all’altro. Jay passava più tempo con mio marito che con me.
 
“Zayn!” lo chiamai dalla camera.
“Cosa?” rispose dal piano di sotto.
“Vieni qui!” urlai ridendo.
Dopo qualche secondo lo sentii entrare nella nostra camera.
“Dove sei?”
“Bagno”
Entrò e mi guardò confuso.
“Stai bene?”
“Sì” dissi sorridendo.
“E allora perché mi hai chiamato?”
“Perché qui ci sono due linee” dissi mostrandogli un test di gravidanza da lontano.
“Due…due cosa?” chiese agitandosi.
“Due linee” dissi sorridendo.
“E anche in questo” dissi passandogli un secondo test.
“E anche in questi quattro” dissi mostrandoglieli.
“Non ci credo” disse guardandomi e io iniziai a ridere.
“Sarai papà di nuovo signor Malik!” dissi ridendo mentre mi avvicinavo a lui. Lo baciai dolcemente ma lui si staccò e corse giù dalle scale di corsa urlando e mi fece ridere ancora di più.
Scesi anch’io e lo vidi bussare con forza alla casa di Harry.
“Che cosa fa papà?” chiese Jay - R raggiungendomi alla porta.
“E’ diventato pazzo”
“Ma perché abbraccia così forte lo zio Harry?” chiese guardando fuori dalla porta e li vidi abbracciarsi proprio come aveva detto Jay.
“Perché è tanto felice”
“E perché?”
“Perché ha scoperto che diventa papà”
“Ma lui è già papà. Lui è il mio papà”
“Lo so” dissi accucciandomi per guardarlo negli occhi.
“Ma la mamma avrà un altro bambino” dissi sorridendo e lo vidi spalancare gli occhi felice.
“Davvero?” chiese sorridendo.
“Sì”
“E dov’è adesso?”
“E’ nella mia pancia, proprio dove eri tu quando eri piccolo piccolo”
“Lo puoi far uscire? Lo voglio vedere!” disse pregandomi e risi.
“Se lo faccio uscire adesso poi starà male. Deve crescere prima e poi lo potrai vedere”
“Allora va bene, aspetto mamma” disse abbracciandomi e poi corse fuori anche lui e bussò alla casa di Lou.
Risi vedendo la mia famiglia così felice.
Questo è quello che ho sempre desiderato.
E ogni giorno io ringrazio il cielo per tutto quello che mi è successo in questa vita. Anche per le cose brutte, perché se non fossero successe, io non sarei così felice adesso.
E devo tutto ad una persona soltanto: Zayn.
Io ho donato, ma è lui che mi ha salvato.

FINE


Ciaooooooo!
Questo è l'ultimo capitolo di questa storia....mi dispiace che sia finita ma prima o poi doveva succedere.
Spero che vi sia piaciuta e ringrazio moltissimo le poche persone che hanno commentato questa storia dandomi consigli.
Non è detto che non ne scriva un'altra ma per adesso non ho nessuna idea, sono quindi ben accetti consigli o idee per una nuova storia.
Vi auguro buone vacanze e spero di aggiornare presto con una nuova avventura
Baciiiii
M_USA14

 

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