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di _Kurama_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trasparenza ***
Capitolo 2: *** Berretto ***
Capitolo 3: *** Vince sempre lei... ***
Capitolo 4: *** Amicizia spezzata ***
Capitolo 5: *** Extra: Sono solo nuvole. ***
Capitolo 6: *** I protect you ***
Capitolo 7: *** Ti amo così ***
Capitolo 8: *** Girasoli ***
Capitolo 9: *** Woman ***
Capitolo 10: *** Do not worry, Kudo. ***
Capitolo 11: *** Scuse. ***
Capitolo 12: *** L'unica. ***
Capitolo 13: *** Romanticismo ***
Capitolo 14: *** Anime ***
Capitolo 15: *** Amicizia ***
Capitolo 16: *** Tradimento ***



Capitolo 1
*** Trasparenza ***


La mora si sporse un po’ di più assottigliando lo sguardo messo in evidenza dal forte mascara nero.
 
“Secondo me sono grigio-bianchi.”
La castana aggrottò le sopracciglia alzando l’indice della mano destra, nel gesto di voler spiegare qualcosa.
“Assolutamente no, i suoi occhi sono trasparenti.”
“Sonoko è assolutamente l’idea più assurda che tu abbia mai avuto”
“Suvvia Ran, sai benissimo che le mie teorie sono sempre esatte.”
Sbuffò Sonoko passandosi una mano tra i capelli.
“No ragazze vi sbagliate entrambe guardate sono azzurri!” esclamò la piccola Ayumi
“A dire il vero…”
“Ma no guardate meglio, sono verdi!” esclamò Genta spalancando la bocca.
“ Ma come fate a non vedere che sono blu?” fece una voce annoiata
“Papà, ma si può sapere dove lo vedi il blu? Io ribadisco la mia teoria, per me sono bianchi, guardate ci sono anche le sfumature!” ribadì nuovamente il concetto Ran
Goro infilò le mani nelle tasche dei pantaloni sbuffando scocciato “Come ti pare, io vado a guardare il concerto di Yoko Okino!” esclamo inarcando le labbra fino a formare un sorriso perfettamente perverso e giungendo le mani fino a formare un piccolo cuore.
“Papà! Sei assolutamente incorreggibile!” urlò sventolando un pugno in aria.
La piccola rossa inarcò un sopracciglio scettica, come diavolo aveva fatto a finire tra persone del genere?
“Ran guarda, stanno cambiando, ora diventano più chiari!” esordì ancora una volta la piccola Ayumi
“Ma…”
“Forse ho capito, i suoi occhi non hanno un colore!” dichiarò infine Mitsuiko incrociando le braccia
“Ma no, ve lo dico io, i suoi occhi sono color…”
“Indaco.” Disse una vocina
“Come?”
Un bambino dai capelli castani entrò nella stanza sistemandosi gli occhiali sul naso.
“I suoi occhi, sono color indaco, giusto Ai?”
Lei annuì “In effetti è quello che cercavo di dire, i miei occhi sono color indaco chiaro…”
“Bhé in fin dei conti non importa molto il colore, sono bellissimi in ogni caso Ai-san” fece Mitsuiko con un forte luccichio negli occhi.
 
Ma no, a lei non piacevano affatto i suoi occhi.
 
 
Dopo che tutti se ne erano andati era rimasta da sola persa tra pensieri e ricordi che pesavano fin troppo per le sue spalle già segnate dagli eventi della vita.
“Per quale motivo sei sola?” Shinichi era poggiato allo stipite della porta e la guardava sorridendo
“E tu? Perché sei lì?” chiese lei
“L’ha domanda te l’ho posta prima io”
“Non sono tenuta a risponderti”
“Ah no?”
“No.”
“Sei impertinente”
“E tu sei invadente, e anche molto”
“Bisognerebbe rispondere alle domande che ci vengono poste.”
“Non è cortese scontentare la richiesta di una signorina.”
“Non è cortese mandare al diavolo chi si interessa di noi”
“Per quale motivo mi fissavi?”
“Perché mi piace”
Lei inarcò un sopracciglio, scettica
“ Ah sì?”
Sorrise.
“Sì”
Lei rimase in silenzio per qualche secondo, fissandosi allo specchio
“Non mi piacciono affatto i miei occhi”
Lui fu sorpreso, come se non si aspettasse una frase del genere
“Per quale motivo?”
“Perché sono dannatamente identici, a quelli di mia madre”
Shinichi le si avvicinò carezzandole una guancia
“Secondo me sono bellissimi…”
“Non voglio finire come lei”
“Tu non sei come lei…”
Detto questo si sfilò gli occhiali neri poggiandoli delicatamente sul naso piccolo ed elegante di Shiho.
“Prendi questi, daranno un tocco di trasparenza in più ai tuoi occhi, anzi, forse così sono anche più belli e inoltre, sei bellissima…”
 
 
Shiho sorrise. La vita in quel momento non le poté sembrare più trasparente.

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Capitolo 2
*** Berretto ***


             

                                                                  Berretto...

                                 # fa davvero freddo!



 
“Oh se solo sapessi che tipo era!”
“Mh…”
“Dico davvero tesoro, avresti dovuto conoscerlo ti sarebbe realmente piaciuto, è carino, dolce, simpatico, intelligente e soprattutto non è uno psicopatico.” Dichiarò con espressione trasognante una ragazza dai lunghi capelli scuri mentre l’altra fingeva di ascoltarla mentre lavorava ininterrottamente al computer.
“Perché un giorno di questi non vieni con me sarò molto felice di presentartelo, e lui sarà sicuramente molto felice di conoscerti!” fece con una faccia maliziosa la corvina, ma l’altra non accennava ad una risposta.
“Tesoro mi ascolti?”


“Ehy Honey, mi senti?”
Vuoto totale.
La corvina iniziò ad innervosirsi facendo scontrare più volte i suoi tacchi a spillo con il liscio pavimento, e sempre più frequentemente.
“Sorellina?”
Niente. In pratica navigava da sola circondata dall’indifferenza di sua sorella minore. Decise di fare l’ultimo estremo tentativo.
“Shiho Miyano!” le urlò in un orecchio in modo così forte da far invidia ad una delle scimmie dello zoo.
“Akemi! Si può sapere che diavolo vuoi?”
“Un po’ della tua attenzione, se permetti, sto cercando di fare un discorso!”
“Li conosco i tuoi discorsi Akemi, e quindi ti dico fin da subito che no! Non ho la minima intenzione di uscire con un ragazzo, sto bene così come sto.”
Shiho le rispose incrociando le braccia al petto, la petulanza di sua sorella l’avrebbe ben presto sfinita.
“Ah quindi preferisci accontentarti di star chiusa qui dentro tutta la giornata facendo sesso violento e occasionale con un tipo che si infila nel tuo letto dopo aver ammazzato qualcuno?”  Akemi la guardo con aria di sfida.
Shiho assottigliò lo sguardo fino a ridurre le pupille a due fessure, odiava il modo in cui sua sorella criticava il suo stile di vita, le sue conoscenze e sì, anche il modo in cui faceva sesso! Era adulta e vaccinata, che diritto aveva sua sorella di criticare il suo modo di vivere la sua vita, lei non sapeva tutto quello che aveva subito dopo la morte dei loro genitori, cosa le avevano fatto, aveva sempre preferito tenerlo nascosto, per non farla sentire in colpa o peggio ancora di farla soggiogare dalla vendetta.


“Hai mai pensato che forse il motivo per il quale lo faccio è perché mi piace?” bugiarda lo fai perché non vuoi restare sola.
“Shiho, hai mai provato a vivere davvero la tua età, ci hai anche solo provato dannazione!?”
Shiho si morse un labbro, no, non ci aveva mai provato, e che senso avrebbe avuto? Avrebbero rifiutato le sue richieste ancor prima che le ponesse quindi perché avrebbe dovuto farlo? Per sentirsi rifiutata, sottomessa, incatenata, senza un vero scopo? Sarebbe stato masochismo vero e proprio.
“Shiho rispondimi, ti prego!” Akemi la guardava con sguardo implorante, affinché potesse ricevere una risposta
Fu a quel punto che la porta del laboratorio si aprì con uno scatto, in un attimo due uomini fecero capolino nel laboratorio, uno aveva lunghi capelli platinati e occhi di ghiaccio, era vestito di nero e stringeva una sigaretta tra le dita che prendeva a torturare con le labbra di quando in quando, l’altro invece era un giovane sui trent’anni, gli occhi verde chiaro, i lunghi capelli castani e sulla testa un berretto scuro.
“Rye, queste sono invece le sorelle Miyano, credo che avrai riconosciuto la cara Akemi, è una nostra abile cecchino e ladra, mentre lei è la nostra migliore scienziata, Sherry.” Guardò Shiho con un ghigno strafottente
“Care sorelline, lui è Dai Moroboshi, sarà un nostro nuovo alleato, detto questo si voltò e fece per uscire “divertitevi” ghignò
Akemi sorrise con calore al nuovo arrivato “Ciao Dai, è davvero bello rivederti”
“Anche per me” sembrò voler ricambiare il sorriso.
“Vieni ti porto a fare un giro, e tu- sentenziò guardando Shiho- la prossima volta non te la caverai così stanne certa.” Quando i due uscirono, Shiho poté sospirare, almeno per quella volta l’aveva scampata.
 
 
 
Camminavano lentamente, senza guardarsi negli occhi, ognuno perso nei propri pensieri.
“Allora, quella è la tua sorellina?” stranamente a rompere il silenzio fu Dai
“Sì, anche se non sono molto sicura che si fidi davvero di me.” Pronunciò tristemente Akemi
“Cosa te lo fa credere?”
“Non mi parla di quello che prova, di quello che sente, perde il suo tempo in chiusa in quel laboratorio e l’unica persona che frequenta a parte me è Gin, rifiutandosi di conoscere qualcun altro per il terrore di soffrire, ho perso il conto di quante volte io abbia cercato di tirarla fuori da quel guscio…”
Dai non disse nulla preferendo ascoltare
“Ho l’impressione che non si fidi a parlare con me, o che non si senta troppo a suo agio, forse perché ha paura di quello che potrei dirle o che potrei fare per lei…”
“Per quale motivo non glielo racconti?” Akemi sorrise.
“Non avrebbe senso.”
Restarono in  silenzio per un po’ fin quando la corvina non iniziò a sfregarsi le mani per il freddo.
“Accidenti, se continuo ad uscire senza qualcosa in più per coprirmi finirò per ammalarmi.” Borbottò tra sé e sé
D’un tratto qualcosa di caldo si poggiò sulla sua testa, guardò accanto a sé e vide che Dai, stava tornando nella direzione opposta lasciandola sola con quel berretto.

Akemi chiuse gli occhi, sorrise, era davvero caldo.
 

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Capitolo 3
*** Vince sempre lei... ***






 

                Vincsempre Lei...







“No!”
“Andiamo, non dire sciocchezze!”
“Ti ho detto di no!”
“Fallo per me!”
“Assecondati con altre!”
“Non puoi rimanere qui, avevi detto che saresti venuta con me!”
“Io non esco da questa casa conciata in questo modo assolutamente ridicolo!”
Dichiarò infine Shiho dalla cabina armadio.
“Shiho ti prego, cerca di ragionare devi accompagnarmi per il mio rientro!”
 
Fu a quel punto che la porta scorrevole dell’armadio si spalancò rivelando Shiho in tutta la sua rabbia.
“Ti ho detto che ci sarei venuta, ma non che ci sarei venuta vestita come un’idiota, perché è questo ciò che sembro!”
Il corpo di Shiho era fasciato dalla tipica divisa scolastica del liceo di Tokyo.
Le gambe avvolte in una minigonna azzurra che a quanto pare era troppo stretta per le cosce ben formate, la camicia non riusciva a nascondere il seno prosperoso della giovane donna, la giacchetta era troppo corta di maniche e le scarpe le davano l’impressione di camminare sul pavimento, troppo basse rispetto ai suoi soliti standard.
“Quest’uniforme è ridicola, e per di più è anche piccola per me, si può sapere dove diavolo l’hai presa!?”
 
Shinichi sorrise nervosamente passandosi una mano dietro il capo.
“In realtà era di Ran…”
Il volto di Shiho si rabbuiò, se possibile, ancor di più
“Ah davvero?” sorrise.
Pessimo segno
Shinchi percepì immediatamente il pericolo tentando di spiegare
“Non è come credi, è che quando io non ero qui, ma ero Conan lei si fermava a dormire qui e l’ha lasciata qui, ecco…”
“La cosa non cambia, non intendo venire con te.” Bugiarda la verità è che non vuoi dargliela vinta. Shinichi le accarezzò le spalle, le parlò con dolcezza.
“Ma tu sei la mia ragazza…” le sfiorò un orecchio con le labbra
“Stai con me…”
Shiho cercò di trattenersi.
Io n o n  s t o  c o n  t e” sillabò
“Lo hai detto anche ieri notte…”
“Sarà stata la sbornia…” sogghignò
“E la notte precedente…”le sfiorò il collo
“Ho preso molte sbornie in questi giorni”
“Dai fallo per me…”
“Io non conosco nessuno cosa ci farei in un posto come quello?”
“Staresti con me, potrei presentarti ai miei amici, a Ran, bisogna solo sperare che alla fine non tenti di attaccar briga con te” la prese in giro lui.
Lei sorrise poggiando la sua fronte a quella del compagno
“Nell’organizzazione si impara di tutto, perfino l’arte marziale.”
“Non ti facevo gelosa.” Sogghignò lui.
“Non lo sono infatti, ma stavo pensando, che forse potresti cominciare domani, oggi fa freddo, sarebbe molto meglio restare a letto, magari con qualcosa a riscaldarci, non puoi dirmi che l’idea non ti alletta” quelle parole furono letteralmente soffiate sulle labbra del detective, era incredibile come Shiho riuscisse a mostrare certi lati del carattere che nemmeno sembravano esistere
“In effetti non si può dire che mi dispiaccia…” Così dicendo Shinichi cominciò a slacciare i primi bottoni della camicia di Shiho carezzandole dolcemente la pelle.
Questa invece si staccò dalle sue labbra sposandole delicatamente sul suo collo.
 
 
Purtroppo era una cosa che nemmeno il più scaltro tra i detective riusciva ad evitare, il fascino di una donna.
E non di una donna qualsiasi, no, perché questo genere di personaggio ha un preciso stereotipo della donna ideale per lui.
Deve essere la donna provocante e sensuale, sarcastica e avvenente, e soprattutto il tipo di donna che conosci nell’istante stesso in cui arrivano i problemi, la donna che ti trasforma dal figo di turno ad essere l’imbranato che non sa cosa dire. Ecco, Shiho era così. Da quando l’aveva conosciuta aveva capito di non dover eccellere in tutto, di non essere sempre il migliore.
“Shinichi…”
“Mh?” mormorò lui tra un bacio e l’altro
“Mancano dieci minuti alle otto e credo valga la pena mettersi qualcosa addosso, a meno che tu non voglia andare a scuola in questo modo, ti dirò che non mi dispiace…” sogghignò lei alludendo alle proprie gambe avvinghiate alla vita del compagno ormai priva di qualunque indumento.
 
 
Fu in quel momento che Shinichi realizzò, aveva vinto lei, ancora una volta.
“Diamine che aspetti dobbiamo mettere la divisa, sbrigati!”
Lei sorrise diabolicamente
“Questo è tutto da vedere.”
 
 
 
 
 
“Buongiorno ragazzi, porto buone notizie!- l’insegnate entrò in classe con un sorriso stampato in faccia – il vostro caro compagno, Shinichi Kudo, sarà nuovamente con noi affiancato dalla sua compagna, prego ragazzi…”
 
Gli studenti si voltarono verso l’entrata  dalla quale comparvero due ragazzi.
L’uno aveva i corti capelli corvini che gli ricadevano lungo la fronte e indossava la classica divisa scolastica, l’altra, lunghi capelli rosso fragola ricadevano scomposti fino a metà schiena, la gambe lunghe erano messe in evidenza dai pantaloni della divisa scolastica chiaramente non suoi, la camicia bianca era sbottonata abbastanza da lasciar intravedere l’incavo dei seni pieni e tondi, i sandali di almeno 15cm le davano un’aria sensuale.
 
 
“Ragazzi date il bentornato a Shinichi e salutate la sua compagna, Shiho Miyano” la classe si esibì in un  caloroso saluto, più rivolto a Shiho che ad altri.
 
“Ragazzi potete accomodarvi nel banco accanto alla finestra…”
Non furono pochi gli sguardi rivolti a Shiho, così come quelli per Shinichi, i due si sorrisero con sguardo d’intesa, forse sarebbero dovuti rimanere in casa.
 
 
 
“Psst, Shinichi, ehi Shin!”
Quando il detective si girò si ritrovò faccia a faccia con il suo compagno Haku.
“Cosa c’è?”
Il suo interlocutore rivolse un’occhiata maliziosa ad un’ignara Shiho
“Il più bel sedere mai visto in Giappone.”
Shin sorrise
“Ci puoi scommettere amico, ci puoi scommettere…”
 
 
Shinichi era troppo distratto a parlare per far caso alle persone intorno a lui, altrimenti avrebbe sentito la matita tra le dita di Shiho spezzarsi in due.
 

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Capitolo 4
*** Amicizia spezzata ***


                                                          Amicizia Spezzata

                                                                                                        #Abbine cura.....
 
 
 
Il ticchettio provocato dai tacchi alti risuonava nel cortile ormai quasi vuoto del liceo Teitan.
Erano quasi venti minuti che Shiho era lì ad aspettare Shinichi facendo scontrare ritmicamente il tacco a spillo dei sandali con il pavimento cementato, era quasi sull’orlo di una crisi di nervi, possibile che per prendere un paio di libri dalla biblioteca ci volesse così tanto?
 
 
Si girò di scatto quando sentì il soffio di alcuni passi avvicinarsi sempre di più.
 
“Ciao” si ritrovò davanti la malinconica faccia di Ran
Restò ferma, le labbra leggermente dischiuse
“Ero venuta per…”
 
“Cosa devi dirmi?” una volta ripresa Shiho scattò leggermente sulla difensiva, preparata a sentire
qualunque tipo di accusa, meritate
secondo il suo pensiero.
 
“E così tu eri la piccola Ai…
accidenti chi poteva immaginare che dietro quel corpicino ci si nascondesse una donna così…” sorrise amaramente.
 
 
“Perché non mi dici quello che vuoi dirmi davvero?”
 
“Cosa ti aspetti che dica, che mi hai rovinato la vita prendendoti l’uomo che amo, o forse che anche quando lui era Conan temeva molto più per te che per me?
Che dall’esatto istante in cui sei apparsa io non ero più la preoccupazione principale?
O forse che non l’ho mai visto così felice come ogni volta che incontra il tuo sorriso? Cosa vuoi che dica in realtà?”
 
 
Shiho non riusciva a muovere le labbra era come paralizzata, per la prima volta nella vita non sapeva cosa dire.
“Sta tranquilla, non sono qui per urlarti contro o per cercare di fare a botte con te- Ran sorrise- volevo solo chiederti una cosa…”
 
“Ran io…”
“Tu lo ami davvero?”
La gola di Shiho si faceva sempre più secca
 
“Ti prego rispondimi, tu lo ami davvero? Perché se credi di non amarlo abbastanza, allora ti prego, ti prego lascialo e dacci un'altra possibilità!”
 
Shiho rimase esterrefatta, davvero quella ragazza si stava abbassando a tanto solo per… Shinichi…
Le parole di Ran non facevano altro che rimbombare nella sua testa come una forte litania, si stava davvero abbassando a tanto solo per amore?
E lei? Lei lo avrebbe fatto per Shinichi?
 
No. Lei non si sarebbe mai umiliata in questo modo per un uomo, lei avrebbe mantenuto freddezza e impassibilità.
Allora era come aveva detto Ran?
Non amava abbastanza Shinihi, doveva lasciarlo tornare da Ran?
No, non poteva farlo in qualunque caso.
 
“Ti prego, rispondimi, ami davvero Shinichi?”
 
Shiho sapeva la risposta.
 
“Io, io non posso prometterti di non farlo mai soffrire, non posso prometterti che mi comporterò come un’amorevole fidanzata, né tantomeno che non ci sarà mai la possibilità di lasciarlo ma posso dirti quello che sento adesso, in questo momento sento che se lo lasciassi mi sentirei soffocare, posso dirti che se lo lasciassi la mia vita ritornerebbe ad essere come prima, vuota e insignificante, so che in questo modo potrò sembrarti un egoista ma se davvero hai amato, se ancora ami Shinichi, sai cosa si prova, io non posso garantirti che lo vedrai sempre sorridente e sarcasico, che non lo vedrai mai arrabbiato o triste.
Ma posso prometterti che cercherò di non ferirlo, di non farlo star male.
Io non so cosa potrebbe accadere in futuro, ma se davvero mi capisci saprai anche che non posso lasciare Shinchi, non posso fare a meno di lui”
 
 
Ran sorrise
 
 
“Sai quando lui mi disse di te ti dipinse come una persona straordinaria, sarcastica e pungente, indipendente e sempre con qualcosa da dire, ma disse anche che eri una donna cha aveva costantemente bisogno di essere rassicurata e protetta, coccolata e amata, nonché vagamente egoista, disse che non poteva lasciarti, che anche se tu lo avessi ferito centinaia e centinaia di volte lui sarebbe ritornato, che non avrebbe mai potuto fare a meno di te, ora capisco il perché”
 
Shiho ascoltò ogni sillaba, davvero Shinichi aveva parlato così?
“Ora non voglio cercare di convincerti, voglio solo che tu mi prometta che fin quando starai con lui tu ne abbia cura.
Ti prego, abbine cura.”
Shiho le sorrise “ne avrò cura.”
 
 
Ran ricambiò il sorriso e quando fece per voltarsi Shiho la richiamò
 
“Ehi, cosa ti disse Akemi Miyano quando la conoscesti?”
 
“Non capisco, io non conosco questo nome, chi è?”
Shiho sorrise.
“Una donna, in cerca di un padre mai ritrovato, è stata uccisa prima di poter essere libera ma al contempo ha trovato la libertà nel suo assassinio.”
 
Ran continuò a guardarla senza capire.
La rossa di fronte a lei, la guardò.
“Era una ragazza che non amava molto studiare, avrebbe voluto diventare un attrice, credo proprio che avrebbe avuto una carriera stupefacente, a quanto vedo.
Era maggiormente conosciuta con il fittizio personaggio di Masami Hirota, ti dice niente?” Shiho sorrise di nuovo, i capelli vibravano nel vento mentre si allontanava spedita.
 
Ran, a quella vista, non sorrise più.
 
 
 
 
 
 





Angolo Autrice^^
Ehi,
scusatemi per non essermi presentata fino ad ora.
Sono _Kurama_ sono una ragazza come tante altre e frequento il liceo classico.
Intanto però, vorrei scusarmi per aver postato il capitolo con così tanto ritardo ma sono stata molto occupata con delle lezioni di greco.
Vorrei anche ringraziarvi per le precedenti recensioni, sono davvero molto felice che questa raccolta vi piaccia, spero di ricevere altre opinioni su questo capitolo.^^
Per qualunque cosa non esitate a contattarmi.
Ciao e alla prossima^^

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Capitolo 5
*** Extra: Sono solo nuvole. ***


La schiena elegantemente poggiata al muro, la testa inclinata verso l’alto tradiva il suo evidente nervosismo.
Con il respiro affannoso Shiho non poteva credere a ciò che aveva appena fatto, aveva parlato dei suoi sentimenti, dei suoi pensieri, di sua sorella…
Aveva appena parlato di sua sorella, con un’estranea quando non riusciva a parlarne nemmeno col suo ragazzo.
Forse era quell’aria da bambina ad averle ispirato fiducia o forse il fatto che sua sorella l’aveva conosciuta, o forse l’affinità che aveva con lei a causa di Shinichi
Non sapeva perché, ma l’aveva fatto, ma la cosa che più la lasciava sconvolta era stata l’incredibile comprensibilità che Ran aveva avuto con lei, non si era arrabbiata, non l’aveva insultata, le aveva semplicemente parlato.
 
A interrompere i suoi pensieri fu la venuta di Shinichi, che con la cartella poggiata su una spalla le schioccò un veloce bacio sulla guancia
“Perdonami, non avrei voluto farti attendere così tanto, ma la bibliotecaria era così felice di rivedermi che non ho saputo trattenermi e sono rimasto a fare quattro chiacchiere” sorrise strofinandosi la testa con una mano.
“Ma se andiamo a casa, saprò come compensare questa mancanza.” le soffiò all’orecchio
“Kudo…”
“Dimmi cara…”
“I tuoi metodi, sia di persuasione, sia di seduzione fanno davvero penare”
Fu grazie a questa frase che Shinichi ebbe un ravvicinato contatto con l’asfalto stradale.
Quando si alzò, la prima cosa che vide fu la schiena di Shiho allontanarsi.
“Sh- Shiho, aspettami!”
 
 
 
 
 
 
 
 
Per l’ennesima volta in quella nottata Shiho fu costretta a sollevare il braccio di Shinichi che chissà come finiva sempre, casualmente sul suo seno
“Mh…” il mugolio di risposta che le arrivò la fece sbuffare infastidita
“Sei così calda” sussurrò Shinchi poggiando la testa nell’incavo del suo collo e rafforzando la presa intorno ai suoi fianchi
“Tu invece sei appiccicoso e….
Kudo, se non levi quelle manacce da lì ti posso assicurare che questa sarà l’ultima volta che mi hai vista nuda.” Shiho fece quella minaccia in tono sibilante e mellifluo, il che ebbe il suo effetto dato che Shinichi si limitò solo a cingerle i fianchi.
“Va tutto bene?”
“Cosa?”
“E’ tutto ok? Sei molto strana oggi.”
Shiho si irrigidì tutta d’un pezzo
“Vaneggi Kudo, hai le allucinazioni, ora zitto e dormi.”
Tagliò corto lei
“Sicura che vada tutto bene?”
“Sicurissima, buonanotte.”
 
 
 
 
 
3:47 a.m.
 
La pioggia cadeva fitta sulla città di Tokyo, Shiho poteva ben distinguere le gocce d’acqua graffiare il vetro del balcone, la fioca luce dei lampioni in strada minacciava di spegnersi da un momento all’altro a causa del temporale.
La ragazza voltò leggermente il capo fino a che non riuscì a scorgere la sagoma del suo fidanzato completamente ancorata al materasso del letto, sorrise senza accorgersene, guardando i capelli cadere sulla fronte e il braccio che si agitava freneticamente in cerca di una posizione più comoda.
Shiho si spostò una ciocca di capelli dalla fronte, e si avvicinò all’ampio letto matrimoniale inginocchiandosi accanto alla figura di Shinichi, e gli spostò con lentezza una ciocca di capelli sudati.
 
“Scusami, per favore scusami,
so che non sarò mai una fidanzata, una donna modello, non ti dirò mai ciò che mi angoscia, ciò che sento dentro davvero, ma io non posso, non posso continuare ad allargare una ferita che continua a sanguinare e sporcare le tue mani chiare con la mia impurità, non posso permetterti di essere contaminato da un passato ricco di nero, di inchiostro vermiglio che sento ancora sulle mani, non voglio che tu conosca la disperazione e l’impurità che appartenevano ad una ragazzina appena quindicenne, non voglio e non posso immischiarti nel casino della mia vita, nel casino dei miei anni, nella tragedia della mia famiglia, ti amo troppo per farti una cosa del genere.
 
 
 
Sai, oggi ho parlato con Ran, avevi ragione, è davvero una ragazza straordinaria, per certi versi somiglia molto ad Akemi, hanno lo stesso modo di approcciarsi alle persone, lo stesso modo di pensare, di fare le cose, pensa, hanno anche lo stesso modo di balbettare – sorrise- sono sicura che saresti piaciuto molto a mia sorella, lei ha sempre sognato che potessi, finalmente, svegliarmi nel letto di una persona come si deve, senza traccia di fumo alcool o di qualche proiettile mancato, senza il terrore di poter essere strangolata durante il sonno, con la sicurezza di avere accanto un uomo che non mi avrebbe mai avuto con la forza o con la complicità della droga, sognava che io potessi avere la vita che sto vivendo in questo esatto momento, una vita nella quale io potessi avere una seconda possibilità, una vita per vivere gli anni non vissuti, una vita vera, per me…
Quindi scusa se non parlo, scusa se non dico ‘ti amo ’ con la stessa  frequenza con la quale lo dici tu, scusa se sono così, mi dispiace aver rovinato la tua vita,  mi dispiace, mi dispiace per tutto, ma io ti amo, e non preoccuparti per il velo che vedi nei miei occhi, sono solo nuvole.
 
 
 
Shiho sorrise alzandosi dal letto e guardando Shinichi dallo stipite della porta
“Ci vediamo tra qualche ora.”
 
 
La serratura della porta d’ingresso scattò.
Shinichi sorrise. 











Angolo Autrice^^
ehi
innanzitutto vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito lo scorso e i precedenti capitoli, mi avete resa devvero molto felice, e se più tardi riuscirò a trovare un po' di tempo cercherò di rispondere a tutti ^^
Ho deciso di postare questo capitolo extra non solo per farmi perdonare del precedente ritardo, ma anche per scusarmi poiché non so se nei giorni avvenire avrò tempo per scrivere, purtroppo sarò molto impegnata con il liceo, quindi vi porgo le mie più umili scuse T.T.
Spero comunque che questo capitolo vi piaccia, mi sono impegnata molto per immedesimarmi nel personaggio di Shiho, e spero di esserci riuscita :3 inoltre ho scelto il titolo "sono solo nuvole" per onorare l'uscita (di ormai già qualche settimana) del nuovo album della mia cantante preferita, Laura Pausini ^.^ :3 ^3^
Se avete tempo lasciatemi pure qualche piccola recensione per farmi sapere la vostra opinione, che come sapete è sempre ben accetta :3
Con affetto 
_Kurama_


^o^

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Capitolo 6
*** I protect you ***


                                                                                     I protect you...
                             
                              Honey...

   
 
Alle quattro e un quarto del mattino le strade di Tokyo erano completamente deserte se non fosse per qualche giovane ubriaco che era appena uscito dalla discoteca, ma la strada che Shiho aveva intrapreso non prevedeva locali per ballare o bar notturni, solo piccoli negozi naturalmente chiusi, era quasi arrivata a destinazione, le grandi cancellate di ferro a sbarrarle la strada, accanto c’era un piccolo chiosco di fiori, ovviamente le serrande erano sbarrate.
 
Shiho si guardò intorno, nelle aiuole circostanti riuscì a scorgere una pietra abbastanza grande la raccolse e, con un colpo assestato con forza e una precisione
quasi millimetrica, riuscì a forzare il lucchetto che teneva chiusa le serranda, con un salto che aveva qualcosa di felino scavalcò il piccolo davanzale trovandosi all’interno di quello spazio angusto, venne immediatamente colta dal forte profumo di tutti i fiori presenti in quella stanza, ma la prima cosa che vide fu un vaso, poggiato di fianco alla cassa, dentro c’erano delle camelie rosse.
Shiho sorrise amaramente, era la prima volta che le rivedeva da quel giorno, ne prese una, e con un dito tracciò delicatamente il contorno del petalo vermiglio, sorrise portandolo alle labbra, ma non appena quella sensazione di ebbrezza si fu calmata, spalancò gli occhi e allontanò il fiore poggiandolo delicatamente nella tasca interna del giubbino di pelle. Ne raccolse un altro paio prima di saltare nuovamente il davanzale e tirare la serranda verso il basso.
Quando fu di fronte al cancello di ferro, sentì una strana sensazione, una morsa attanagliarle lo stomaco, quasi le veniva da vomitare; scacciò via quel pensiero e, avvicinandosi al cancello cinse le sbarre prima con una mano poi con l’altra, e con un paio di spinte sulle cosce si ritrovò aggrappata alle sbarre nel tentativo di scavalcare.
Quando fu dall’altro lato il volo di un pipistrello che minacciava dritto verso la sua fronte le fece perdere l’equilibrio e cadere di petto sul terreno umido
 
 
“Dannazione, è troppo tempo che non lo faccio, mi sono davvero arrugginita, ora non riesco neanche a saltare da un cancelletto da quattro soldi” borbottò poggiando il peso della spalla destra sul gomito cercando di rialzarsi.
Si rimise in piedi in pochi secondi cercando di togliersi il terriccio dai capelli, poteva sentire una piccola gocciolina d’acqua scivolarle sul collo e sparirle tra il solco dei seni. Probabilmente era rugiada.
 
Riprese a camminare, gli anfibi neri provocavano un rumore sordo alle sue orecchie, troppo impegnate ad ascoltare il battito cardiaco che non faceva altro che aumentare. Scorse il punto di arrivo della sua camminata, il nervosismo non fece altro che aumentare, facendole conficcare le unghie nel palmo della mano.
 
 
Masami Hirota, era quello  il nome inciso su quella lapide di marmo, si chinò poggiando le ginocchia fasciate dal jeans chiaro sul terriccio, posò le mani sulle iscrizioni tentando di graffiarle arrivando a spezzarsi le unghie dipinte di rosso.
 
 
“Non le hanno neanche restituito la sua vera identità”
Mormorò una voce alle sue spalle, Shiho si bloccò sul colpo, gli occhi spalancati le si inumidirono, le labbra si incresparono in un ghigno, si voltò lentamente
“Non immaginavo ti saresti rifatto vivo, tantomeno in questo posto, Shuichi”
“Perché non avrei dovuto?” sussurrò lui carezzandogli una guancia, lei gli carezzò la mano
“Perché l’hai fatto, perché sei qui ora?”
“E’ il 9 ottobre”
“Secondo i patti stabiliti con l’organizzazione in questo giorno, un anno e mezzo fa, avrebbe riavuto la libertà”
“Già”
Shuichi mise le mani in tasca, rimasero l’uno accanto all’altro a fissare quel nome inciso sul marmo, fu l’uomo a rompere quel silenzio
“Come va con Kudo?”
“Direi che me la cavo, e tu, stai nuovamente con la Starling?”
“Sesso occasionale” Shuichi increspò le labbra in un sorriso
“Con la Starling?”
“Con tutte.”
Si sorrisero, grazie a quel rincontro avevano riscoperto quella complicità, di amici, di fratelli che avevano conosciuto non appena si erano incrociati.
“Honey,mi sei mancata” sussurrò l’uomo stringendo la testa di Shiho sul proprio petto
“Anche tu Lion”
Shuichi sorrise a quel soprannome, la prima volta che lo  chiamò così si giustificò con la frase “i tuoi capelli, sono i tuoi  capelli, sono lunghi, ricci e ora che hai fatto la doccia sembri come un castagno che ha appena fatto esplodere le sue foglie.”
 
“I tuoi  capelli sono più chiari, quasi ramati, Lion”
“Ho fatto un giretto sulle coste del Brasile”
Shiho rise, no il suo fratellone non aveva di certo perso l’umorismo, le era mancato, le era mancato molto, il suo profumo selvatico, i suoi occhi rassicuranti, i suoi capelli, e anche il suo saperla mettere a suo agio in qualunque situazione, la faceva sentire protetta, e lui non aveva mai deluso nemmeno una della sue aspettative.
Certo, lei aveva Shinichi, ma quello che provava per Shuichi era completamente diverso, era un amore fraterno, lui la teneva al sicuro senza soffocarla, la rimproverava urlandole dritto in faccia ciò che doveva, senza mezzi termini, era suo fratello. Punto.
 
Ed era l’uomo che amava sua sorella. E ora era lì.
 
“Promettimi che verrai quando avrò bisogno di te, ti prego Shuichi…”
“Io verrò sempre per te, ti proteggerò Honey…”
“Ti voglio bene Lion…”
Shu le posò la mano grande sulla guancia e le schioccò un bacio sulla fronte
“Alla prossima Honey- la salutò mentre si girava per andarsene- ah, dimenticavo! Tieni pure il cappello!”
 
Shuichi le lanciò il suo cappello, che lei afferrò al volo.
“Lion!”
“mh?”
“Le camelie… ho le camelie rosse” Shiho si strinse le mani al seno
“Prendine una, l’altra la terrò io, e questa…. Questa è per Akemi” mormorò poggiando il fiore sulla tomba
“Sai credo che se si fosse sposata avrebbe fatto in modo di rivestire tutto con delle camelie” mormorò lasciandosi sfuggire un risolino
Quando si girò Shuichi era già andato, con la sua camelia.
La ragazza strinse a sé tutto quello che ora aveva di lui, avrebbe aspettato il loro prossimo incontro…
 
 
 
 
 
 
 
 
Da tutt’altra parte, un uomo era appollaiato sulla ringhiera di un balcone e guardava un ragazzo dormire circondato dai cuscini.
Sorrise quando lo sentì pronunciare il nome della sua fidanzata
“Abbi cura di lei fino al mio ritorno, Kudo.”

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Capitolo 7
*** Ti amo così ***


Shinichi si accasciò sul cuscino ancora completamente sudato.
“E’ stato… stupendo…” sussurrò girando la testa per guardare Shiho, vide che stava ansimando cercando di trattenere il sorriso che stava per spuntarle sulle labbra, dopo un po’ non resistette più e si sfogò in una risata liberatoria.
“S-scusa, non è per te, lo giuro è solo che…”
“Che cosa?” domandò Shinichi incuriosito
“E’ solo che tu sei, no, eri vergine”
Il volto di Shinichi si rabbuiò
“E allora? Merito forse di essere preso in giro per questo? Si ero vergine, è stata una mia scelta, volevo aspettare la persona giusta,  che c’è non ti è piaciuto?
In tal caso non posso farci niente, a quanto pare Gin riusciva a darti molto più di me.” Shinichi si alzò dal letto iniziando a rivestirsi, era davvero offeso dalle parole di Shiho, lui aveva cercato di fare il possibile per essere alla sua altezza, per non sfigurare, certo avevano la stessa età ma lei era stata prematura su molte cose, il sesso era una di queste.
 
“No, aspetta, fermo! Non intendevo dire questo, ehi, ascoltami dannazione!” Shiho si aggrappò al suo braccio nel tentativo di fermarlo
 
“Che cosa vuoi eh? Non ti basta esserti presa gioco di me?”
“Shinichi hai capito male, io non ti stavo prendendo in giro, ascoltami per favore.
Io non cercavo di offenderti solo per il fatto che tu eri vergine, è solo che io, l’ho fatto presto, ho anticipato molte cose, e di certo non le ho fatte nel modo più delicato e indolore, il fatto è che io, io non sono pura, illibata.
Avrei voluto darti tutto di me, qualunque cosa, ma questa, questa è una cosa che non ho potuto donarti, me l’hanno presa senza che io potessi fare niente, credimi io avrei voluto che questo momento fosse nuovo, il primo per tutti e due, ma non è andata così, perché per molto, moltissimo tempo io sono stata di un uomo che amavo, ma io, io non ho mai potuto avere nulla da lui, e ora, ora arrivi tu che decidi di darmi tutte queste nuove sensazioni, queste nuove emozioni, hai deciso di darmi una delle cose più importanti che c’erano in te e io non avevo nulla per ricambiarti, hai deciso di darmi il tuo amore e io, ti chiedo di perdonarmi, non volevo offenderti, né tantomeno sminuirti per una cosa tanto importante per te, anzi ti dirò per essere un novellino non si può dire che tu sia andato male- sussurrò questa frase con voce calda e seducente carezzandogli leggermente la tempia- scusa, non intendevo affatto offenderti.”
Shinichi si girò di scatto, gli occhi lampeggiavano tanto era l’ardore, le prese il mento con una mano costringendola a guardarlo dritto negli occhi.
 
“Piantala, piantala con le tue stronzate sul non essere alla mia altezza, sull’aver perso la verginità quando eri una ragazzina, non mi importa un cazzo se prima eri di qualcun altro, o del fatto che non mi dimostrerai mai pienamente il tuo amore per paura di soffrire, non mi importa, e sai perché? Perché è per questo che ti amo, è per questo che cerco di proteggerti, è per questo che ogni volta che ti vedo parlare con un altro perdo completamente la testa, è per questo che ho deciso di venire a letto con te, proprio con te. Io ti amo così come sei Shiho Miyano, per me nulla è più importante dello starti accanto, di abbracciarti quando ti allontani, per me nulla è più importante dell’amarti”
 
Gli occhi di Shiho si velarono di un sottile strato di lacrime
 
“Allora, vuoi ritornare?”
 
Shinichi sorrise
 
“Io tornerò sempre da te”
“Bene perché ho giusto bisogno di un po’ di calore, ci stai?” sorrise maliziosamente la rossa scostando leggermente le lenzuola, il ragazzo rise prima di tirarla nuovamente accanto a sé e coprirla con le coperte sottili
“Allora tu…”
“Chiudi quella maledetta boccaccia una volta tanto, ti amo così. Punto”
Shiho non parlò più, l’unica cosa che fecero le sue labbra in quel momento fu carezzare la pelle di Shinichi, e niente in quel momento, poteva sembrarle più perfetto.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice^^
Ehi, è da un po’ che non aggiorno, e sono molto felice di aver postato questo nuovo capitolo, spero solo che alcune parole un po’ più così non vi abbiano infastidito, credo sia stata la mia indole da maschiaccio ribelle a tirarle fuori. Ho cercato di spiegare le emozioni dei personaggi attraverso i dialoghi e spero di essere riuscita a rendere bene l’idea^^
Sono un po’ preoccupata per i personaggi, spero di non averli fatti OOC, soprattutto Shinichi…
Colgo l’occasione per mandare un saluto a tutti quelli che hanno recensito gli scorsi capitoli, davvero, grazie con tutto il cuore, mia avete resa davvero felice!
Spero vi piaccia questo nuovo capitolo e che troviate il tempo per lasciare qualche riga del vostro passaggio, sono sempre molto felice di leggere i vostri commenti, allora ciao, e alla prossima con un nuovo capitolo (speriamo) :3
Con tanto affetto la vostra cara
_Kurama_ ^^
:) 

 
 

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Capitolo 8
*** Girasoli ***


                                                                                                 Girasoli






 
“Oh mio Dio tesoro, guarda questo, è davvero fantastico, very beautiful!”
Shiho si stava guardando intorno spaesata, per la prima volta in vita sua si sentiva imbarazzata, aveva sempre condotto una vita solitaria rinchiusa nei covi dell’organizzazione e adesso si ritrovava in giro per i negozi di un centro commerciale con la madre del suo ragazzo.
Yukiko Kudo era arrivata quella mattina con tutta l’intenzione di riuscire a conoscere la ragazza con la quale ora viveva suo figlio e dopo meno di dieci minuti di conversazione l’aveva presa per le spalle chiamandola tesoro e portandola a fare shopping, era per questo motivo che ora si ritrovava incastrata in un camerino nel reparto dei vestitini estivi mentre cercava di chiudere la lampo di un vestito nero con sopra fiori colorati che la sua cara suocera definiva stupendo.
Uscita dallo stanzino striminzito fu costretta a specchiarsi nel lungo specchio posto tra una porta e la parete, Yukiko la guardò con occhi luccicanti mettendole le mani sui fianchi per farle notare quanto bene le aderisse quel vestito.


 
“Guarda tesoro, guarda come sei carina, e il vestito ti sta così bene, anche se credo che ti farebbe risaltare di più se legassi i capelli su un lato, ecco così… accidenti tesoro, sei davvero molto carina, si potrebbe dire sexy, sì sei sexy anche se quello è un aggettivo che preferisco usare per altri tipi di vestiti non so se capisci…” la donna le strizzò l’occhio con aria maliziosa in segno di complicità, Shiho rimase ad osservare la sua figura allo specchio cercando di capire quale fosse la parte che più faceva trasparire la sua sensualità e l’unica cosa che le veniva in mente erano i piedi, già almeno quelli non erano stati sottoposti a tortura riuscendo a tenersi strette le sue amate decolleté nere.
La signora Kudo le sorrise calorosamente, accidenti, le sembrava di essere andata a fare shopping con quel detective mancato in persona, erano praticamente identici.


 
“Yuhuu, Shiho-chan prova questo vestito, guarda, dietro c’è anche un girasole!”
Shiho sussultò osservando il vestitino senza maniche di un bel bianco sfumato con un tocco di rosso, in uno spazio che andava dal fianco destro si potevano osservare dei girasoli che rimpicciolendosi  mano a mano arrivavano fino allo scollo.
“Allora piccola, che ne dici, ti piace?”
Shiho guardava i girasoli sul suo vestito come se un fantasma glieli stesse indicando.


 
“Ehi Shiho-chan, che succede, non ti piace?”
“N-no Yukiko-san è… è molto bello…”
“Sai cosa credo Shiho? Credo che tu non mi stia dicendo la verità.
Inoltre ho la netta sensazione che tu mi consideri leggermente irritante”
“S-signora Kudo io non volevo offenderla…”
“Non preoccuparti, non sono arrabbiata con te, volevo risultarti carina, simpatica, ma forse ho sbagliato approccio. Purtroppo ho dimenticato il motivo per il quale mio figlio ti ha scelta, perché sei diversa… quindi mi scuso se non ,non ti ho fatto una buona impressione, ti va di ricominciare?
Shiho sorrise caldamente, l’aveva sempre pensato ma stavolta ne aveva avuto la conferma, Shinichi aveva decisamente preso da sua madre.
“Credo che la colpa sia in parte anche mia, mi sono comportata in maniera scortese ho dimostrato di non avere interesse e temo di averla offesa, mi dispiace.”
Yukiko sorrise carezzandole il volto fino al mento “credo che entrambe ci aspettassimo qualcosa di diverso, di conseguenza tesoro ti va di partire da qualche passione comune?”
“A dire il vero, Yukiko-san non mi dispiacerebbe restare qui un altro po’…”
“Excellent sweet! Quindi se vogliamo restare ancora qui e visitare gli altri reparti dovremmo prima concludere qui, allora tesoro, prendiamo questo vestito?”
“I girasoli sono i fiori che preferisco, mia sorella me li regalava sempre, in qualunque occasione, non li ho più presi da quando è morta.”
“Tesoro, io…”
“Credo sia il caso che ripopolino di nuovo la mia persona, inoltre sarebbe un peccato lasciare un vestito così bello a qualcun'altra, non trova Yukiko-san?”
“Very good! Come on!”


 
 
“Ah Yukiko-san, mi servirebbero un paio di scarpe, andiamo?”
“Tacco dodici?”
Shiho sorrise
“Tacco dodici.”
Yukiko sorrise avvolgendo un braccio intorno al collo di Shiho
“Mia dolce Shiho-chan credo proprio che io te andremo davvero d’accordo”
 
“Sì, credo anch’io mia cara suocera”
 
La donna spalancò gli occhi parandosi di fronte alla ragazza guardandola dritta negli occhi “l’utilizzo di questo termine, Shiho-chan, è ancora da discutere”








angolo autrice:
ehi salve!
tanto per cominciare vorrei scusarmi del mio ritardo (di nuovo) prometto che non lo farò più (almeno spero)
Allora, che mi dite di questo nuovo capitolo? Che ne pensate?
Credete che sia giusta l'introduzione di questi nuovi personaggi nella raccolta?
Potete farmi sapere tutto tramite una recensione, se vi va ovviamente.
Ora scappo ho davvero un sonno bestiale! Good night people!
Hug
_Kurama_
 

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Capitolo 9
*** Woman ***


                                                             Woman


 
 
Casa Kudo al mattino era come al solito tranquilla e silenziosa, testimone della vita quotidiana quasi normale di due fidanzati.
Come ogni mattino Shinichi sorseggiava il suo caffelatte con gusto e scrutando attentamente il giornale, una donna era stata aggredita e quasi uccisa. Shiho si sporse oltre la spalla del compagno per sbirciare un qualcosa anche lei.
 
“Dato che stai leggendo e custodendo il giornale così gelosamente Kudo ti dispiacerebbe dirmi cosa ha attirato in questo modo la tua attenzione?”
 
“Tentato omicidio, una donna di ventidue anni, al mattino è stata svegliata presto dal suo fidanzato con la scusa di andare a guardare l’alba dal promontorio, quando sono arrivati lui le ha preso le chiavi aggredendola e provocandole una ferita sotto le costole, l’altra andava dal fianco destro quasi fino alla coscia” disse Shinichi tranquillamente come se fosse normale parlare di omicidi e aggressioni a colazione proprio mentre tenti di addentare un muffin con le nocciole.
 
“Un colpo del genere avrebbe dovuto ucciderla entro circa trenta, massimo quaranta minuti.
Come ha fatto a salvarsi?”
 
 
“E’ riuscita a spingere il ragazzo fuori dall’auto prendendogli le chiavi, ha guidato fino a casa dei genitori che l’hanno in seguito portata al Tokyo Memorial Hospital” disse Shinichi con nonchalanche continuando a sorseggiare il suo amato caffelatte.
 
Shiho inarcò un sopracciglio infastidita
 
“Il movente?”
“A quanto pare al ragazzo non andava giù la sua indipendenza, tempo prima le aveva detto di mollare il lavoro e smetterla di frequentare i suoi amici provocando così una furiosa discussione dalla quale la ragazza uscì vincente”
Shiho sorrise strafottente “credeva davvero che quella ragazza si sarebbe sottomessa a lui? Povero idiota, deve aver avuto mancanza d’affetto da piccolo se è così ossessivo”
 
“Io invece credo che se lui si comportava così avesse qualche buona ragione, forse la ragazza lo stava tradendo”
 
La rossa inarcò un sopracciglio, scettica.
 
“Kudo, stai forse difendendo un criminale o sbaglio?”
“Non lo sto difendendo, sto solo dicendo che dobbiamo considerare le varie opzioni”
“Ma se non sbaglio dal tuo discorso, alquanto maschilista, ipotizzi un tradimento da parte della ragazza e il tono con il quale lo hai detto era disgustato, e non provarmi a dire che ho interpretato male perché sappiamo entrambi che non è così.
Di conseguenza secondo ciò che dici per te una donna dovrebbe essere obbediente e sottomessa, erro?”
“Una cosa è certa, voi donne non ascoltate nessuno, il che è una cosa da correggere”
 
Una vena cominciò a pulsare fortemente sulla fronte di Shiho
 
 
 
 
“Fammi capire… secondo te, una donna dovrebbe essere completamente consacrata ad un uomo?”
“Non che questo le debba impedire di lavorare o di avere degli amici ma secondo me sì, una donna come si deve ascolta e rispetta le parole del suo uomo.”
 
“Oh è così che la pensi, perfetto Kudo, davvero perfetto, se la pensi in questo modo per me non ci sono problemi, preparo un borsone e torno a casa del doc così posso anche aiutarlo in un suo progetto, perché se tu davvero ti aspetti che io rimanga tranquilla e sottomessa a un tipo che dimentica anche il verso in cui vanno messi i calzini ti sbagli di grosso. Eccome se ti sbagli! Di conseguenza se la mia indipendenza ti infastidisce puoi benissimo trovartene un’altra con cui andare a letto.”
 
 
Shinichi la osservò, sbigottito dal suo scatto d’ira
Shiho stava per salire le scale quando il moro la incastrò tra il suo corpo e un gradino fissando i propri occhi glauchi in quelli indaco della sua ragazza.
 
 
“Adesso anche il possessivo, Kudo?”
“Se mi lasciassi finire un discorso una volta ogni tanto non sarebbe male, cara- e a quel punto sorrise- stavo dicendo, una donna come si deve, composta, ascolta e rispetta le parole del suo uomo…”
“Questo l’hai già detto, idiota!”
“E io ti dico ancora una volta, fammi finire!”


“Non alzare la voce con me Kudo!”
“E tu lasciami finire un maledetto discorso!
 
Dicevo… nonostante il rispetto per il proprio uomo sia un’ importante  dote per una donna come si deve, quella donna non sarebbe il mio tipo, non saprebbe farsi amare come io vorrei amare una donna, come sai farti amare tu”
Lo sconcerto prese possesso di Shiho per qualche secondo nei quali Shinichi si avventò sulle sue labbra con una dolce fretta, quando la rossa poggiò una mano sul suo torace per staccarlo lui la guardò sornione.
“Allora, qualcosa da dire?”
 
Shiho gli sorrise prendendogli tra le mani il colletto della camicia.
 
“In effetti sì… - gli avvicinò sensualmente le labbra all’orecchio- voglio solo che ricordi una cosa…


 
 
Quando una donna sta sotto, è solo perché le piace…
 
 
Shinichi, che intanto si stava lasciando andare sempre più rimase completamente sconvolto dalle parole della sua ragazza che con un veloce colpo di reni ribaltò la situazione, ma il ragazzo si riprese subito
“Quindi dormire e stare con me, ti piace?” lo chiese con un ghigno strafottente e malizioso, sfortunatamente per lui non ottenne l’effetto sperato poiché Shiho lo colpì fortemente alla testa
 
“Kudo, Baka!(*)”
 
“Shiho, piantala, mi fai male!”
 
“Shut up!(**)”
 
“Ahio!”
 
 
 
 
 
 
(*)Baka, significa stupido oppure idiota in Giapponese
(**)Shut up, esclamazione inglese, vuole dire ‘sta zitto’
 
 
Angolo autrice
 
 …
 …






Ehm… si sono tornata e, per favore non mi linciate, è davvero tantissimo tempo che non aggiorno, vi chiedo umilmente di perdonarmi, non solo non pubblico un capitolo da tempi remoti ma ora vi lascio anche con questo capitoletto.
Ma, ho una buona scusa ^>^
Sto rivisitando unna vecchia fanfiction pubblicata sul fandom di Naruto cercando di adattarla a Detective Conan, quindi… mi perdonate?
 
 
Ora però vorrei salutare tutti quelli che hanno recensito i capitoli di questa raccolta, sì lo so ogni volta prometto di rispondere alle recensioni ma poi non ho mai tempo T.T
 
 
 
Quindi, signore, signori, signorine e voi del sesso maschile arrivederci e a presto (spero)^^

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Capitolo 10
*** Do not worry, Kudo. ***


                                                              #10. ​Do not worry, Kudo.
 
 
 
 
Quel mercoledì mattina Shinichi era stato molto mattiniero anche se, come al solito, non era riuscito a stare al passo con Shiho, che infatti gli aveva fatto trovare la tazza di caffè, coperta con un piattino e dei muffin sul tavolo della cucina.
Si vede che quella mattina era abbastanza di buon umore perché gli aveva lasciato anche un biglietto:
 
 
non sporcare troppo, Kudo.’
 
Il suddetto si diresse in bagno per lavare i denti.
Afferrò lo spazzolino verde posto accanto a quello rigorosamente bianco di Shiho e ancora leggermente umido, spalmò il dentifricio sulle setole e quando lo portò in bocca non poté fare a meno di mostrare una smorfia.
 
 
Mentre spazzolava con cura il molare destro il suo sguardo cadde sul cestino al lato del mobile del bagno, tra le poche cose gettate dentro Shinichi riusciva a distinguere distintamente quello che sembrava il pacchetto di un qualche prodotto medico, lo prese accuratamente e lesse l’iscrizione principale
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CLEARBLUE Digital Test di gravidanza.

 
 

 
 
 
 
 
 
 
Lo spazzolino scivolò lentamente via dal molare per poi accasciarsi con un suono sordo nel lavandino in marmo bianco.
 
 
Shinichi fissava lo scatolino, pallido, gli occhi arrossati, ora tutto aveva senso!
Ecco perché quella mattina Shiho era stata così gentile da fargli trovare la colazione pronta, lui sarebbe diventato padre!
A soli ventitré anni lui sarebbe diventato padre!
 
“性交.(*)”
 
 
 
 
 
Quando uscì di casa aveva ancora gli occhi spalancati, nelle pupille l’immagine dello scatolino.
Arrivò alla centrale leggermente in ritardo, dove fu accolto dalla vista della sua scrivania piena zeppa di cartelle e file di casi.
Ma le gente non poteva starsene tranquilla ogni tanto?
Si sedette sulla sedia girevole e sbuffando si scostò una ciocca di capelli scuri dalla fronte, le sue labbra si muovevano senza emettere alcun suono e ripetevano sempre la stessa frase
“Diventerò padre!”
 
 
L’Ispettore nel corso della giornata passò dinanzi alla sua scrivania almeno cinque o sei volte e lo beccava sempre mentre era con gli occhi alzati al cielo, le labbra discostate e i capelli che gli coprivano gran parte della fronte, e per di più delle venticinque cartelle che gli aveva appioppato sulla scrivania solamente dieci erano state accuratamente riviste e avevano rivelato i particolari insospettabili dei casi.
 
 
 
 
Quando alle otto e mezzo Shinichi uscì dalla centrale aveva un terribile mal di schiena e per la prima volta nel corso della giornata un piccolo sorriso gli increspava le labbra, ci aveva riflettuto tutto il giorno e alla fine aveva tranquillamente accolto la notizia, lui sarebbe diventato padre e nonostante fosse ancora giovane avrebbe cercato di essere il padre ideale per suo figlio, gli avrebbe insegnato a giocare a calcio, a baseball, a tennis e, era sicuro, l’avrebbe consigliato quando magari anche lui avrebbe deciso di diventare un detective e avrebbe avuto il primo grosso caso, oppure quando sarebbe stato abbastanza grande gli avrebbe detto di trovarsene una come sua madre.
 
 
 
 

Se fosse stata una femmina, bè  se fosse stata una femmina lui sentiva già che sarebbe stata bella, intelligente e forte come sua madre, una bella bambina dagli occhi color indaco e i capelli rosso fragola, con i lineamenti dolci e antichi, tipici degli europei, e con una fervida immaginazione.
Lui le avrebbe insegnato il calcio, era una cosa a cui proprio non si poteva rinunciare, poi le avrebbe fatto leggere le prime cose sulla grande poltrona della biblioteca, l’avrebbe aiutata nei suoi sogni, le avrebbe insegnato a non fidarsi mai troppo dei ragazzi e ci sarebbe stato per lei quando si sarebbe lasciata con il suo primo fidanzato che, era sicuro, lei stessa avrebbe malmenato.
 
Questi pensieri aveva per la testa Shinichi mentre camminava con gli occhi rivolti verso l’alto e le mani in tasca, poi in sorriso ancor più grande gli nacque sulle labbra e prese a correre veloce.
 
 
 
Entrò nel negozietto vetrato e si poggiò al bancone
“Cosa posso fare per lei?”
 
“Un mazzo di girasoli e se possibile un biglietto.”
 
“Ma certo! Cosa vuole scrivere?”
 
“L’attesa più dolce.”
 
“Per la sua fidanzata?”
“Sì”
“Allora posso affermare di invidiarla” la cassiera ammiccò piegando la testa di lato e facendo l’occhiolino.
“G-grazie” Shin sorrise imbarazzato e infilò il biglietto in tasca, afferrò i fiori e si diresse verso l’uscita trovandosi faccia a faccia con la sua migliore amica
“Shin, ciao!” Ran gli sorrise espansiva, le guance leggermente  arrossate a causa del freddo autunnale.
“Ran! Come mai qui?”
“Questo week-end la mamma viene a casa e volevo rendere il tutto più accogliente, purtroppo i fiori finti che papà si ostina a comprare si riempiono di polvere, alla quale, puntualmente la mamma è allergica e sarà meglio non dare altri motivi di discussione tra quei due.” Concluse Ran sospirando
“Tu piuttosto, qualcosa di carino per Shiho?”
“Già, ho una fantastica notizia!”
“Cosa? Dimmi, non dirmi che vuoi chiederle di sposarti!”
“No a dire il vero è tutta opera sua comunque, è incinta!”
“Oh mio Dio! E’ una fantastica notizia! E lei, lei come te l’ha detto? Ti prego voglio sapere tutto!”
 
Shinichi si portò una mano dietro la testa sorridendo.
 
“Bè a dire il vero, non me l’ha ancora detto!”
 
“Cosa? E allora tu…”
 
“Ho trovato lo scatolo del test di gravidanza in bagno questa mattina.”
 
“Oh Shinichi, sono davvero felice per voi!”
 
“Grazie Ran, grazie davvero! Ora devo andare, si sta facendo tardi.”
 
“D’accordo, fammi sapere tutto!”
“Naturale, a presto!” Shinichi corse fuori l’impermeabile che svolazzava nel vento.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando rientrò in casa Shiho stava ultimando i preparativi per la cena.
“Hai avuto la decenza di ritornare Kudo, dove diavolo… che sono quelli?” Shiho si girò verso di lui puntando pericolosamente il coltello ben affilato.
Shinichi le scoccò un veloce bacio sulle labbra
“Niente, solo una cosa così. Tu come stai?”
Lei lo guardò inarcando un sopracciglio
“Come dovrei stare Kudo?”
“Non si può chiedere?”
 
Le avvolse la braccia intorno alla vita poggiando la testa sulla sua spalla.
 
“Uhm… Kudo, devo forse presuppore che stanotte soffrirò d’insonnia?”
 
Shinchi la guardò sorridendo
 
“Dipende anche da te”
 
Lei ghignò e increspò leggermente le labbra, non servivano parole.
 
 
Sedettero a tavola cominciando a pregustare l’udon preparato da Shiho.
Shinichi la guardava di sottecchi, non faceva altro che pensare al momento in cui lei gli avrebbe dato la notizia.
 
 
“Non credo che dovresti bere, cara.”
Lei lo guardò interrogativa “Perché?”
Shin la guardò imbarazzato
“Bè, potresti stare male…” doveva cercare di non farle capire che lui sapeva
 
Lo guardò ghignante
 
“Tranquillo, lo reggo l’alcool, io.
“Anche io, so tenerlo benissimo!”
“Kudo, ti rendi conto che tu hai la resistenza di un bambino di cinque anni nel momento esatto in cui tocca dei soffici cuscini.”
 
 
Shiho poggiò i gomiti sul tavolo e posò il mento sul dorso della mano sinistra mentre con l’altra continuava a reggere il calice con dentro il saké  tenendolo per il bordo e facendo volteggiare lentamente.
 
 
“Dobbiamo parlare.”
 
“Ah si?” Shinichi deglutì e poggiò le posate orientali che la sua dolce metà aveva scelto di usare quella sera sul bordo del piatto.
 
Restando nella medesima posizione la rossa parlò:
 
“Dai tuoi sguardi di sottecchi, dal fatto che non vuoi che io beva alcool e che da quando sei tornato non fai che starmi addosso, deduco che questa mattina tu abbia trovato il test di gravidanza, non è così?” gli sorrise amorevole.
 
“Già.” Sembrava imbarazzato ed emozionato al tempo stesso.
 
“Il risultato del test è stato positivo- Shinichi si stava commuovendo- quando sono arrivata a lavoro in ospedale ho fatto le analisi del sangue e sono risultate negative- prese fiato- la falsa positività del test è stata data dalla proteinuria nelle urine.
Mi dispiace, a quanto pare ci tenevi molto…”
 
Shinichi saltò e la coinvolse in un caldo abbraccio
“Non hai nulla di cui dispiacerti.”
“Vuoi dire che non sei arrabbiato per il fatto che non sono incinta?”
“Bè ovviamente mi dispiace, stavo già pensando a tutte le cose che potevo insegnargli, ma non temere, abbiamo tempo.” Le diede un veloce bacio sulla tempia.
 
“Comunque Kudo, dovresti aspettare a dare una notizia prima di averne la certezza.” Sorrise sorniona
 
“Che vuoi dire?”
 
“Quella scellerata di Mouri mi ha chiamata completamente elettrizzata facendomi le congratulazioni e pregandomi di non dirti il fatto che tu le avevi detto che sapevi prima che te l’avessi detto.”
 
Lui ridacchiò “E’ davvero impossibile.”
 
 
 
 
 
 
 
Più tardi, quella sera mentre Shiho metteva a posto i cappotti  trovò il biglietto nella tasca di Shinichi.
 
 
“L’attesa più dolce.”
 
 
Lo guardò dormire stanco sul divano, sorrise.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(*) una sottospecie di 'cavolo!' in giapponese.

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Capitolo 11
*** Scuse. ***


Miei cari lettori, mi spiace scrivervi qui per dirvi che ho bisogno di un piccolo periodo di pausa e quindi non posso continuare a scrivere in questa raccolta, ma non temete non ho di certo intenzione di abbandonarla!
Purtroppo devo concentrarmi per benino sulle ultime interrogazioni e inoltre ho deciso di partecipare ad un concorso letterario che mi terrà impegnata almeno fino alla fine del mese, quindi non avrò neanche una briciola di tempo per curare questa raccolta.
Mi dispiace tantissimo anche perché mi fa piacere che la raccolta abbia avuto questo 'discreto successo' ed è tutto grazie a voi che continuate a seguirla e recensirla.
Intanto spero che abbiate gradito l'ultimo capitolo pubblicato e magari potreste esprimermi le vostre opinioni tramite delle piccole recensioni.
Grazie per tutto e vi porgo ancora le mie più umili scuse.
A un non lontano ritorno
Vostra
Ross ♦

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Capitolo 12
*** L'unica. ***




                                                                                #11. L'unica







La mano di Shiho reggeva il calice dal bordo e lo faceva ruotare, piano.
«Affascinante.»
Ridusse gli occhi a due fessure mentre si portava il bicchiere alle labbra.
«Prego?» Akemi e Shuichi la guardarono inarcando le sopracciglia
«Dicevo che è affascinante osservare la nascita di un'attrazione reciproca, anche quando le persone cercano di nasconderla.»
Akemi la guardò incrociando le braccia al petto
«Non so di cosa tu stia parlando.»
Shiho poggiò il bicchiere sul tavolo e prese una cartellina  e una matita.
«Rapporto interpersonale, seconda fase: negazione.»
Shuichi aggrottò le sopracciglia.
«Si può sapere cosa  stai
combinando?»
«Mi sto interessando molto alla psicologia delle persone, le relazioni e i rapporti interpersonali. Voi siete i soggetti dei miei studi.»
Akemi scosse la testa.
«Sister, stare qui dentro ti sta facendo impazzire.»
«Cosa te lo fa pensare?» domandò Shiho riponendo con cura la cartellina.
«Non hai relazioni. Tesoro, i rapporti si vivono, non si studiano come fai tu»
«Beh, tesoro, si da il caso che io viva in modo perfetto i miei rapporti.» ribatté Shiho voltandosi verso di lei e  poggiando il palmo sul tavolo.
«E quali sarebbero i tuoi rapporti? Oltre me, ovviamente.»
«C'è Gin...»
«Ti tratta come la sua puttana, non conta.»
«Vermouth...» ma non poté continuare perché Akemi la interruppe nuovamente «Minacce velate da finta cortesia. Se potesse ti pianterebbe una pallottola nel cervello. Riprova.»
Shiho sbuffò sonoramente «Ci sono anche i ragazzi del laboratorio.»
«Ma se ti limiti a dare ordini.
Ammettilo, tu non hai relazioni.»
La rossa scrollò le spalle «Non ne ho bisogno, sto benissimo così.»

Shuichi osservò la scena attentamente, si concentrò particolarmente sul fremito delle mani di Akemi dopo l'ultima affermazione della sorella.

«Fa come cavolo vuoi.» Akemi uscì dal laboratorio sbattendo la porta.

«Non dovresti parlarle così, ti vuole bene. Si preoccupa per te.» il riccio si appoggiò al tavolo dei laboratorio incrociando le braccia.
«Il vostro rapporto è più di una semplice amicizia, non è così?»

Shuichi la ignorò

«Le fa male vederti così isolata, e le fa ancora più male sapere di non poterti aiutare, perché tu non vuoi essere aiutata.»

«Ti brillano gli occhi quando la guardi, e lo stesso è per lei.»

«Fatti aiutare, Shiho. Lascia che ci occupiamo di te.» le sussurrò avvicinandosi.

«Ora sarà sola, va' da lei.» gli fece Shiho controllando qualcosa al microscopio.
Il castano non smise di guardarla, lei si voltò verso di lui e con un cenno del capo gli fece segno di andare.


Akemi camminava per i corridoi bui, la borsa stretta al petto.
Quando una mani si poggiò sulla sua spalla stava per voltarsi e dare un calcio all'individuo, ma fu frenata dalla voce di questo.
«Non è colpa tua. Lo sai, vero?»
«Avrei dovuto fare di più, avrei dovuto lottare di più per lei.» la castana abbassò gli occhi.
«Hai fatto l'impossibile.»
«Avrei dovuto fare di più.»

Shuichi si fermò di colpo prendendole il mento fra le dita
«Tu sei l'unica che la rende felice, e rendi felice anche me.»
Akemi gli rivolse un sorriso leggero, lo ringraziava, lui c'era. Si alzò sulle punte dei piedi lasciandogli un bacio leggero sulle labbra.

Lui poteva sentire il profumo ancora forte del vino bevuto poco prima, e dalle sue labbra morbide poteva dedurre la presenza di un sottile strato di lucidalabbra, era tutto naturale, naturale come lo era lei.
La sentì staccarsi lentamente da lui, la vide mentre gli guardava le labbra e poi stringeva la borsa al petto un po' più forte.
«Grazie, di tutto.»

Akemi si allontanò piano, come un'ombra , lui chiuse gli occhi, il suo sapore restava.












Angolo Autrice

Dopo mesi di silenzio rieccomi di nuovo.
Innanzitutto vi porgo le mie scuse, ma ho avuto davvero tanto da fare e da studiare.
Però sono riuscita a scrivere questa piccolissima one-shot, sì, so che è un capitoletto, ma sto lavorando ad un capitolo speciale che spero di finire nel più breve tempo possibile.
Ringrazio tutti quelli che hanno inserito la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate, e ovviamente tutti coloro che hanno recensito, grazie mille!

Se questo capitolo vi è piaciuto una recensione per sapere la vostra opinione è sempre ben accetta.
Tanti Saluti e ancora grazie mille

Ross💕

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Capitolo 13
*** Romanticismo ***












                                  #12. Romanticismo





I momenti in cui Shiho si comportava come un' amorevole fidanzata erano rari, per questo motivo quando Ran ricevette la telefonata della ragazza del suo migliore amico si diresse a villa Kudo a tutta velocità.

«Che diavolo stai architettando? Che cosa devi fargli fare? Oh mio Dio, vuoi lasciarlo?!»
«Mouri non c'era bisogno che corressi 100 metri in 7 minuti, potevi anche venire più tardi-disse la rossa sistemando qualche calla nel vaso trasparente- e poi mi credi davvero così cattiva da lasciarlo subito dopo una bella serata?»

La mora dilatò ancor più le pupille «Sì!»

Shiho la ignorò «Cosa credi dovrei fare?»

L'altra sospirò «Posso sapere a cosa dovrebbe servire tutto questo? Shiho ti giuro che se questo è un modo per architettargli uno scherzo io...»

«Non è uno scherzo, devo solo chiedergli una cosa molto importante per la nostra relazione.»
Dopo aver risistemato i fiori Shiho si appoggiò all'isola della cucina con le braccia incrociate, la Mouri la guardava con sguardo curioso.

«Cosa devi chiedergli? Ti giuro che non aprirò bocca, dimmelo!»

«Mouri non credere che mi sia dimenticata la storia della gravidanza, chiaro segno che tu non sei in grado di tenerti dentro manco l'acqua che bevi.»

«Maddai, Shiho-chan, è successo cinque anni fa! Non crederai che faccia ancora quelle cose.» proclamò Ran mettendosi imbarazzata una mano dietro la testa.
«Poi mi hai rovinato la sorpresa di Natale, quella del viaggio a Londra, la festa per la sua promozione, per non parlare di quando gli hai detto che ero andata fare una visita e che questa volta ero incinta davvero quando era solo appendicite.  Quando arrivai a casa mi fece trovare una festa in piena regola, c'erano anche le trombette...» il tono di Shiho era tagliente.
Ran abbassò lo sguardo imbarazzata.
«Okay, forse hai buone ragioni per non volermelo dire.»
La rossa sospirò «quindi Mouri, cosa dovrei fare?»

La mora le si avvicinò circondandole il collo con un braccio «Shi-chan, prendi carta penna, ti insegnerò come si crea una serata romantica!»














Shiho tirò un sospiro di sollievo una volta che Ran se ne fu andata, certo poteva dire di provare qualcosa verso di lei che poteva considerarsi un lieve affetto, ma a volte era sfiancante.
Tutto sommato poteva dirsi soddisfatta, aveva abbassato l'intensità dei faretti che illuminavano la sala creando un effetto soffuso, nonostante il disappunto di Ran che continuava a reputare le candele una scelta migliore, al posto di qualche canzone sdolcinata di una qualche cantante americana aveva preferito l'essenzialità di Ludovico Einaudi, il pianista italiano preferito da suo padre.
Aveva cucinato cose leggere e adesso aspettava Shinichi leggendo un libro sul tappeto, si era cambiata indossando un morbido vestito rosso e un paio di decolleté nere.
Quando sentì la serratura chiuse il libro riponendolo con cura sul tavolino.
«Ciao» disse Shinichi lanciando la borsa sul divano e stiracchiandosi leggermente.
«Ciao.» Shiho sorrise pacatamente, arrossendo leggermente quando Shin posò gli occhi su di lei.
«Ho dimenticato qualche evento importante?» chiese lui aggrontando le sopracciglia e inclinando leggermente la testa, la rossa scosse il capo appoggiandosi sulle sue gambe «Ho solo voluto fare qualcosa di diverso, è riuscito bene?»
Il moro la bació «Decisamente sì»
Poi assunse un'espressione furba «Che ne dici se andassimo direttamente di sopra?»
«Naah, ho fame e poi... non so se reggeresti molto, e sai che odio non far bene qualcosa.»
Shin sorrise e afferrando la mano della ragazza si diresse verso il tavolo ben apparecchiato.




«Era molto buono.» commentò Shinichi dopo l'ultima portata assaggiata, Shiho gli si sedette di fronte poggiando sul tavolo una coppa di fragole.
«Ascolta Kudo, immagino avrai capito che se ho fatto tutto questo c'è un motivo. Quindi apri bene le orecchie e fa' attenzione Kudo perché non ho la minima intenzione di ripeterlo, capito?» l'altro annuì addentando una fragola.
«Ci conosciamo da molto e anche se siamo diventati una coppia solo nove anni fa abbiamo sempre avuto un rapporto molto intimo, a tratti anche un po' burrascoso, adesso ho bisogno di farti una domanda e voglio che tu risponda sinceramente.
Tu mi sceglieresti ancora?» lo sguardo di Shiho era serio, il collo teso, Shinichi rimase spiazzato.
«Vista la tua faccia deduco che io debba spiegarmi meglio.
Dunque, se avessi la possibilità di tornare indietro, di rifare tutto daccapo, sceglieresti ancora di stare con me, nonostante tutte le difficoltà, nonostante tu sappia che io non sarò mai l'ideale di ragazza che hai sempre sognato?
Rivivresti tutto ciò che abbiamo vissuto?» La rossa inclinò la testa in attesa di una risposta, lui le.sorrise stringendole una mano.
«Dovresti conoscere la risposta, ma dato che papà non fa altro che ripetermi che voi donne amate le parole te lo dirò chiaramente.
Io ti amo Shiho, credo che se non ti avessi mai incontrata ti avrei cercato fino allora sfinimento, io non sarei quello che sono se non avessi avuto mai la possibilità di incontrarti.
Tu mi hai fatto crescere, maturare, e mi hai fatto capire cosa significa affrontare le difficoltà, mi hai dato tutto quello che un uomo può desiderare.
Se potessi ritornare indietro ti sceglierei altre mille volte ancora, mi hai reso un uomo, Shiho.
Ti amo, non c'è altro da dire.»
Shiho gli strinse la mano, leggermente commossa, e gli sorrise
«Sei sempre troppo sdolcinato, Kudo. In ogni caso la tua risposta mi rende davvero felice.»
Shinichi sorrise e addentò l'ennesima fragola.
«Vuoi sposarmi?» Shinichi per poco non si strozzò rimanendo a fissarla a bocca aperta.
«Allora?» Shiho inarcò le sopracciglia
«Non dovrei essere io a chiedertelo?»
«Ti sembro una a cui interessano tutte queste cazzate, Kudo?»



Il moro le si avvicinò facendola alzare e cingendole i fianchi «Tu sei folle.» la rossa sorrise e lui le accarezzò il volto «Sì, lo voglio.»



Lei lo baciò e prima di andare di sopra aggiunse: «Kudo, non ti aspettare un anello nascosto chissà dove perché non c'è, non sono caduta così in basso.
E non comprarne uno a me perché sei un illuso se speri che io lo porterò, risparmia per cose più utili.»

Lui ridacchiò «Tipo?»
«Tipo l'abito da sposa, non crederai mica che indosserò il primo straccio da due soldi che si trova sul mercato, vero?» Shiho gli passò un dito sotto il mento con fare sensuale
«Non l'ho mai pensato.» le risposte stringendola ancor di più e posandole un passionale bacio sulle labbra.

Qualche ora dopo Shinichi si ritrovò a pensare alle informazioni che Ran gli aveva dato poco prima che uscisse dal lavoro, e guardando la sua fidanzata dormire stretta gelosamente al cuscino pensò che la sua Shiho non aveva bisogno di organizzargli una serata romantica per sorprenderlo, dopotutto ogni cosa con lei era sorprendente.





















AngoloAutrice^^
Hello people,
allora? Come state?
È da un po' che non ci sentiamo, ma come vedete non mi sono dimenticata di questa raccolta a cui tengo tanto.
Eh già, si prospettano fiori d'arancio per Shin e Shiho ^^
Vi ho sorpresi? Certo che vi ho sorpresi! Da questo punto di vista anche io come Shiho sorprendo sempre V.V
No, la mia amica mi dice di no, a quanto pare lei se lo aspettava, e ora non fa altro che smontare il mio entusiasmo T.T (cattiva proprio D:)

Ditemi anche voi cosa ne pensate tramite una piccola recensione, anche se so di non meritarle dopo tutto il mio periodo di assenza. >///<
PS. Credete che i personaggi siano troppo OOC?
Grazie a tutti come sempre.
Vostra
Ross ♡ (sì, Kurama o Autrice mi suona un po' troppo formale, viva la non formalità!)

 

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Capitolo 14
*** Anime ***


                                                                                       #13. Anime





                                                                               
 "Non fare il coach modello,Viktor, non 
                                                                                                                     sono mai stato a Barcellona, voglio fare
                                                                                                                     un giro per la città!"
                                                                                

Shiho ghignò maliziosamente mentre osservava l'espressione di Viktor, che stava per rispondere al compagno.

                                                                                                                        "Lascia fa-"

                                                                                                Connection Error, check the network
                                                                                                            and restart the page (*)

«Dannazione!» la rossa sbuffò, schiacciando "OK" sul telecomando e seguendo con lo sguardo quella linea azzura che vorticava freneticamente sullo schermo, la connesione era lenta.

Mentre aspettava, Shiho si diresse in cucina, faceva freddo e ogni tanto poteva anche permettersi una buona cioccolata calda: si strinse leggermente nella felpa blu della NIKE, tirando leggermente più giù i pantaloni di flanella, Shinichi era ancora a lavoro, in ritardo per l'ennesima volta.


Poco meno di un mese prima lei gli aveva chiesto di sposarla e ora era terribilmente spaventata. Shin sembrava rilassato, senza pensieri, al contrario lei continuava a tormentarsi per ogni minimo dettaglio.
E se la vita matrimoniale non facesse per lei?
E se Shinichi, ad un certo punto, smettesse di amarla e si accorgendosi di aver fatto un errore sposandola?
Shiho si specchiò  nel vetro della porta finestra, gli occhiali leggermente tondi erano elegantemente poggiati sul naso e i capelli raccolti in uno chignon leggermente sfatto.

"Ad un certo punto potrebbe pensare che sono un intralcio per la sua carriera. Improbabile, ma non da escludere." spense il fuoco prendendo una tazza "forse ho sbagliato, è stato tutto così improvviso, che diavolo sto facendo?" fissò lo sguardo sulla lettera poggiata sull'isola della cucina.
Strinse forte tra le mani la tazza bianca e quadrata, dirigendosi nuovamente versso il divano.


«Tesoro, sono a casa!» Shinichi le sorrise amorevolmente, lanciando la borsa su una poltrona e schioccandole un bacio sulla guancia.

«Ciao» gli rispose continuando a sorseggiare la sua bevanda mentre prendeva il telecomando per riavviare il video.
«Cosa guardi?»
«Un anime.» l'espressione interrogativa di Shin la fece continuare.
«Una serie TV formato cartone giapponese, stupido.» l'altro inclinò la testa «Non sapevo ti interessassi di queste cose»
«In effetti è una cosa recente, ti va di guardarlo con me?» sentire la sua testa poggiarsi sulle gambe fu una risposta sufficiente.
«Come si chiama?»

«Yuri on ice: è la storia di un pattinatore giapponese con poca autostima che dopo la vergognosa perdita dell'ultimo Grand Prix decide di ritirarsi, nonostante tutto lui continua a seguire quello che è sempre stato il suo idolo fin da bambino: il pattinatore russo Viktor Nikiforov, tanto che riproduce una sua coreografia che viene in seguito postata e vista da Nikiforv che decide di raggiungerlo per diventare il suo allenatore.
Inoltre, questi due si amano, ma non stanno insieme, o almeno in teoria.» aveva provato ad essere il più sbrigativa possibile.
«Tu che non vomiti davanti a qualcosa di romantico? Mi viene da chiedere se tu stia davvero bene...»
«Chi ti dice che io non sia una romantica, nel profondo?»

Il corvino allungò una mano verso l'altro, toccandole il naso.
«Non ho mica detto che mi dispiace»
lei sorrise.
«Allora, lo vuoi vedere?»
«Sì, ma mettilo dal primo episodio, voglio poter analizzare per bene i fatti.»
Shiho gli tirò leggermente i capelli.
«Non azzardarti a dirmi come finirà o giuro che non vedrai le mie tette per un bel po'.»
Le strinse la mano.
«Non sia mai.»


Si sorrisero, in quel momento non c'era incertezza, né indecisione, erano loro e questo bastava.










(*)errore di connesione, controllare la rete e riavviare la pagina.



Note d'autrice

Buonsalve!
Oddio quanto tempo è passato?
Un tempo non ero così ritardataria (ah, i tempi d'oro della mia vita, in cui studiare era un optional e pubblicare un dovere).
Comunque, miei cari lettori, ho un triste annuncio da farvi:
la raccolta sta per concludersi (gli ultimi capitoli saranno collegati fra loro),ma dato che mi sono tanto affezionata, a voi e al fandom di Detective Conan, ho decido che ci saràun sequel che sarà una long fic a tutti gli effetti (chissà, magari si potrebbe creare una serie), mi piacerebbe sapere cosa pensate di quest'idea (e ovviamente anche del capitolo!).
E niente, continuo a pensare che non vi merito, soprattutto dopo questi miei lunghi periodi d'assenza.
Ah, cosa importante (!) sto cercandodi migliorare il mio stile di scrittura, dato che lo ritengo un po' troppo pesante, so che mi manca ancora molta strada, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate in proposito.
E ora i ringraziamenti
Grazie a
shinichi e ran amore, la mia lettrice più fedele, grazie di cuore per essere sempre presente con le tue recensioni e i tuoi incoraggiamenti, grazie tante, sei un vero tesoro!

eleCorti che segue questa raccolta fin dall'inizio e ha sempre avuto gentili parole da dedicarmi :D

Gocce di Sherry 15 cavolo, hai letto la mia raccolta tutto d'un fiato non mancando mai una recensione, sei un vero fenomeno! Grazie mille, spero di risentirti presto!

AxelVIII anche tu hai letto tutti i capitoli davvero velocemente, no sul serio, ma come fate? A volte quando la rileggo persino io mi devo placare un po' o muoio xD. Scherzi a parte, sono felice che questa raccolta ti piaccia!

Conan Kid beh, non potevo non ringraziarti, tu sei uno dei miei primi lettori, le tue recensioni mi hanno sempre fatto piacere, grazie di tutto e a presto (spero).

Sofia777 nel primo capitolo hai detto che avresti seguito la storia fino alla fine e beh, l'hai fatto sorella! Grazie tante per il tuo supporto, spero di risentirti! ;)

_BrokenAngel_ grazie mille, sono lieta di averti interessata ;D

Zanexd22 Grazie per aver letto e apprezzato :D. Sono felice che tu sia passato/a. A presto! <3

B Becky grazie di aver letto, mi fa piacere che ti sia piaciuta!

Reallyme sono felice ti sia piaciuto, grazie!

miky923  grazie mille per i tuoi complimenti, sei stata carinissima, alla prossima!

Leon92  ciao carissimo, grazie per la tua lunga (e bella) recensione, beh penso che in questi ultimi capitoli troverai pane per i tuoi denti!

Violetta_  cara, grazie mille per essere passata ed aver trovato il tempo di lasciare una recensione, grazie mille!

       Quindi, che dire? Vi ringrazio tutti immensamente
      e come al solito porgo i miei più sentiti ringraziamenti a        
     tutti i lettori silenziosi e a coloro che hanno inserito la      
    storia tra le seguite/ricordate/preferite.
   Grazie di cuore a tutti voi!
Con affetto
Ross :D















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Capitolo 15
*** Amicizia ***


                                                                                     
                                                                  #14.
 Amicizia







«Hattori, hai da fare?»
«Ehi straniera, è da un po' che non ci sentiamo, beh sono leggermente impegnato.»
«La cena con i genitori di Kazuha, hai ragione, pedonami, grazie comunque.»
«Ma no Shiho, non preoccuparti! Anzi, di' pure ciò che ti serve e cercherò di aiutarti, ehi sicura che sia tutto a posto?»
«Puoi venire a prendermi a Kyoto?»

«T- tu cosa ci fai lì?»
«Heiji poche domande, stasera Shinichi torna a casa dopo una settimana e non mi va che non mi trovi lì, puoi venire o no?»
«A-arrivo!»






Shiho lo stava aspettando stretta nel suo impermeabile nel venticello primaverile, la borsa stretta al petto.
«Allora, cos'è successo?»
«Non mi andava di tornare in treno da sola.»
«Sai cosa intendo.»
Shiho sorrise un po' aspramente passandosi la mano tra i lunghi capelli rossi.
«Sono venuta qui per un colloquio»
«Che intendi?»
«Un mese fa ho ricevuto una lettera da parte di un ospedale di New York, vogliono che ne diventi il primario.»

A seguito di tale dichiarazione Heiji rimase scioccato.

«Ne hai parlato a Shinichi?»

Il suo silenzio fu una risposta esauriente.

«Perché qui?»

«L'attuale dirigente era qui per un amico, e mi ha proposto di incontrarci per farmi avere i dettagli.»

Il castano si poggiò al cofano dell'auto.

«Hai accettato?»

«Non ancora.»

«Hai intenzione di farlo?»

«Non lo so.»

In risposta emise uno sbuffo «Cosa dovrebbe significare tutto ciò?»

Fu a quel punto che lei crollò.

«Ho paura, Heiji! Dannazione, ho una tremenda, fottutissima paura di tutto quello che sta succedendo!» si sfogò accasciandosi su una panchina, l'amico le si sedette accanto, mettendole una mano sul collo.

«Tutto questo così, all'improvviso?»

«Io sono sempre stata una donna indipendente, forte delle mie scelte, quando sono scappata dall'organizzazione dopo aver ingerito l'apotoxina mi sono detta che quando tutta questa storia fosse finita io sarei andata via, sarei andata in America, avrei ricominciato daccapo. Quando poi mi sono innamorata di Shinichi, tutto quello che avevo sognato, tutti i miei progetti sono stati accantonati. Più e più volte ho pensato di mollare tutto e andarmene: ho continuato a vivere con il terrore che un giorno Shinichi si sarebbe stufato di me e mi avrebbe lasciata. Tutta la vita sono stata costretta a vivere secondo le regole impostemi da qualcun altro, e quando avevo la possibilità di poter realizzare i miei obbiettivi nella mia vita è entrato Shinichi.»

Heiji s'infervorò «Quindi adesso vorresti dire che è colpa sua?!»

«Non ho detto nulla di tutto ciò, Shinichi mi ha regalato nove anni meravigliosi e io lo amo davvero, ma non posso ignorare il mio turbamento, sarebbe meschino, e in questo momento sento il bisogno di avere altre risposte.»

Il castano si addolcì, carezzandole la schiena «Tu lo ami Shiho, è questo l'importante.
Piuttosto dimmi del colloquio, che intendi fare?»

la rossa si alzò, dandogli le spalle e dirigendosi verso l'auto «era solo un colloquio, nulla più. Gli ho detto che probabilmente non avrei accettato, dovrei chiamarlo per confermare o rifiutare.»


«Quindi, che vorresti fare?»


Lei si voltò con gli occhi lucidi «io lo amo, Heiji.»

l'amico l'abbracciò «solo tu sai cosa è più giusto per te, e sono sicuro che prenderai la decisione giusta.»

lo squillo del cellulare interruppe l'idillio

«Scusami per un secondo... pronto? ah, Kazuha, sì, beh, sono a Kyoto- allontanò il cellulare dall'orecchio quando sentì la sua amorevole fidanzata sbraitare come una iena- ecco, Shiho era qui per incontrare una vecchia amica, e siccome si era fatto tardi non voleva far preoccupare Shinichi, così sono venuto io... ah beh, arriveremo tra circa, uhm... cinque ore, per le undici dovremo essere a Tokyo. Sì, non preoccuparti, ciao, ti amo anche io.»


«Mi dispiace aver creato questo casino» La ragazza sembrò lievemente imbarazzata

«Naaah, mi hai evitato un fastidio. Forza, dobbiamo tornare a casa!»














                                                                                                   ***













Girò la chiave nella toppa e sorrise quando vide il suo Shin indossare il suo grembiule, mentre cuoceva goffamente la carne sulla brace.


«Bentornata tesoro! Oh Heiji, immaginavo saresti passato, Kazuha ha chiamato quattro ore fa, era indemoniata.»

«Immagino»

«Tesoro, chi dovevi incontrare a Kyoto?»

Shiho sorrise a quell'epiteto, schioccandogli un bacio a fior di labbra «Una vecchia compagna della facoltà di medicina, non preoccuparti.»








«ECCOLO, FINALMENTE SI DEGNA DI TORNARE, IL SIGNORINO!»

Shinichi ghignò «ops, forse mi sono dimenticato di dirti che era venuta qui.» Shiho trattenne a stento un riso, stringendosi di più al suo futuro marito.

Il dective di Osaka si rabbuiò «oh, certo, le conosco tue dimenticanze, Kudo.»

«NON TI AZZARDARE A CAMBIARE DISCORSO, HEIJI, AVEVAMO IN PROGRAMMA QUESTA CENA DA TEMPO.»

a quel punto la rossa si sentì in dovere di difendere l'amico «Kazuha, ti prego, non prendertela con lui, è stata colpa mia, non avrei dovuto chiamarlo, mi dispiace molto di aver rovinato i vostri programmi.»

«Oh, non temere Shiho, cercava un modo per scamparsela da giorni.» dichiarò, incrociando le braccia.

Shinichi cercò di rattoppare la situazione «beh, visto che siamo tutti qui che ne dite di cenare insieme?»

«ma sono le unidici! non credi sia un po' tardi?»

«Kazu, non è mai tardi per il cibo, e poi stasera ho cucinato io, sono certo di non aver commesso errori questa volta!»


«Beh, se la metti così non possiamo far altro che dire sì, Kudo!» Heiji circondò la vita di Kazuha, che continuava a essere imbronciata.

Shiho simulò un colpo di tosse «Avete firmato la vostra condanna a morte.»



Il corvino assottigliò lo sguardo «hai detto qualcosa, tesoro

«Chi, io? Assolutamente niente, amore

al naso dei quattro arrivò un vago odore di bruciato «accidenti, ho dimenticato la brace accesa!»

Shiho puntò il dito verso l'altra coppia e inarcò un sopracciglio «poi non dite che non vi avevo avvisati.»















«Allora, com'è?»

Kazuha trattenne una smorfia di disgusto «mmh, squisito, oserei dire che è davvero... ottimo.»
«Kudo, mai pensato di lasciare la polizia per la cucina?»

 Shinichi aggrottò le sopracciglia «Sbaglio o mi stanno prendendo in giro?»
Shiho gli poggiò una mano sulla testa facendogliela poggiare sulla sua spalla «Ci hai provato amore.»
La rossa, alzandosi, chiamò Heiji «Hattori, invece di farneticare aiutami a portare i piatti, sbrigati.»
«Arrivo, arrivo, sei una vera dispotica.»
«Su, poche lamentele. Ecco, così, bravo... oh, poggiali lì.»


«Shiho...»
«Sì?»
«Dove altro vorresti cercare le tue risposte?»
la ragazza guardò Shinichi sorridere con il mento poggiato sui palmi.
«L'unica risposta che mi serve è qui.»


















Note d'autrice

O MIO DIO.
Non ci credo, ho aggiornato con largo aniticipo, evvai!
Sono davvero commossa TT.TT
Ehehe, visto che io sorprendo sempre?
Ah, a proposito di soprese, che ne dite di questo capitolo? Banale, stupidotto, superficiale, scritto in modo troppo pesante?
E i personaggi, forse li ho resi un po' OOC?
Ho cercato di descrivere tutto al meglio, spero di esserci riuscita.
Oh, vabbé, scleri a parte voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito lo scorso capitolo, grazie mille, siete il mio orgoglio!
Spero he questo capitoletto vi piaccia
Un forte abbraccio a tutti i miei cari lettori, a presto!
Ross :D




























 








































































 

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Capitolo 16
*** Tradimento ***


                                                                                                      #15. Tradimento







Day of wedding




«Shin...»
«Mi ha umiliato, lei mi ha umiliato e tu sapevi tutto!»
«No, davvero, ti sbagli, i-io pensavo che fosse tutto risolto...»
«Tu mi hai mentito, in queste settimane tu sapevi tutto quello che le passava per la testa e mi hai mentito spudoratamente!»


Dalla cucina sbucò Ran, scura in volto, seguita da Kazuha, portavano del té.

«Perché, perché ha fatto questo? Lei, lei aveva promesso...» Ran si reggeva la fronte con una mano.









Two months ago...




«Mmmh, non saprei...» Shiho si specchiò con attenzione, il vaporoso vestito che aveva commosso Ran e Kazuha non la convinceva per niente.
«Me ne fa vedere un altro? Mgari quello completamente bianco in stile impero...»
«Meh, Shiho-san, siamo qui dentro da ore e non hai preso una decisione, non credi che dovremmo andare altrove a questo punto?» Kazuha prese un sorso in più di champagne, mentre Ran scriveva un messaggio.
«No, ora vedo l'ultimo, se non lo troverò cercherò altrove tra un mesetto, questo era il mio unico giorno libero.» la rossa si sedette, esausta.
«Dite che Shinichi sarà nervoso?»
«Che intendi?»
«Credete che sia nervoso per il matrimonio?»
Kazuha la guardò, comprensiva.
«Tesoro, è un uomo, chi può sapere cosa gli passa per la testa, e poi è Shinichi!»
«Vi dirò, a me è sembrato molto calmo...- Ran si reggeva il mento con una mano- perché, sei forse preoccupata?» 
«Credo di essere io la più agitata tra i due, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, cioè, non avrei mai creduto che io mi sarei sposata, un giorno...»
Ran l'abbracciò
«Cara, non temere, sono certa che andrà tutto bene, dopotutto si tratta pur sempre di voi due!»
La rossa la guardò, stranita «Cosa vuoi dire?»
«Oh, andiamo! Shiho e Shinichi, la coppia storica, l'amore che supera gli ostacoli più difficili, la coppia che ha sconfitto il nero, l-...»
«Sì, la faccenda mi è chiara.» Shiho incrociò le braccia, imbronciata





«Signorina, ecco il modello richiesto.»
«Grazie.»

Quando Shiho uscì dal camerino aveva un aspetto incantevole, il candido vestito la faceva sembrare una dea greca, i capelli rossi le ricadevano lungo la schiena e gli occhi le rilucevano come zaffiri.
Si specchiò più volte, osservandosi da tutte le angolazioni.
«Mi piace, voi che ne dite?»

Gli occhi di Ran luccicavano «sei splendida!»
«Concordo pienamente!» esclamò Kazuha a mani giunte.



La futura sposa girò su se stessa, si guardò allo specchio abbozzando un sorriso.
















«Kudo, sono a casa!»
Silenzio.
«Kudo?»
Shiho avanzò con leggero timore nel salone «Shin?»

Il suono dolce del valzer le giunse alle orecchie come un soffio di vento, facendola dirigere verso la biblioteca.


«Sei un vero disastro! Su, non è così difficile, un piede dopo l'altro, forza!»
«Mamma, se faccio così cado!»
«Sei assurdo, possibile che ti ci voglia tanto! Certo che tu e la musica siete proprio in due universi paralleli, eh? Sicuro di volerle dedicare quella canz-»
«Mamma!»
«Scusa, è la verità!»
Shiho sorrise da dietro la porta.











Day of wedding



«Fuori tutti!»
«Shi-»
«Ho detto fuori!»

Rimasto solo Shinichi si abbandonò contro il muro con la testa fra le mani, il volto leggermente più disteso mentre portava la testa indietro.

«Perché Shiho, dimmi perché...»









Two nights before the wedding





«Shinichi, sei sveglio?»

«Mh-mh, che succede?»

«Dimmi, tu non sei agitato?»

Shinichi si alzò leggermente poggiando la testa su una mano «Che intendi, parli del matrimonio?»

lei annuì.

Il corvino la guardò in modo dolce e intrecciò una mano alla sua «No, io non lo sono, sai perché? Perché sono forgiato dai miei sentimenti per te.»
«Dici sul serio?» lui le baciò il dorso della mano
«Dopo tutti questi anni nutri ancora dei dubbi su di me?»

Shiho sorrise con gli occhi lucidi «Potrei.»

«Allora lascia che ti convinca definitivamente.» il corvino si sporse verso di lei baciandola lentamente.

«Detective, non lo sa che per certe cose si aspetta il matrimonio?»

«Faccio solo i suoi interessi, signora Kudo?»

Shiho si allontanò, improvvisamente seria «"Signora Kudo",  fai sul serio?»

«Perché, cosa c'è che non va?»

«C'è che io ho intenzione di mantenere il mio cognome.»

Shinichi la guardò meglio, aggrottando le sopracciglia «Davvero?»

«Certo, pensavo fosse chiaro, io rimango fedele a me stessa.»

«Infatti io non ti chiedo di fare qualcosa che vada contro i tuoi ideali.»

«Io sono orgogliosa del mio cognome, se tieni tanto al fatto che siano uguali prendi tu il mio, io intendo rimanere ferma nella mia posizione.»

«Bhè, se è per questo anche io.»

«Bene, in tal caso non se ne fa niente, buonanotte Kudo.»

Shiho gli voltò le spalle, poggiando la testa sul cuscino.

«Shiho, non farai sul serio, ehi, ascoltami! Shiho!»
















Day of wedding




Shinichi rise, una di quelle risate cariche di dolore, che porta con sé i sogni di una vita crollati, speranze affogate come il sole nel mare al tramonto.




«Alla fine, alla fine non è servito a niente, hai vinto tu, avevi ragione: nessuno può incatenarti, è stato sciocco pensare che sarei potuto essere io colui che ti avrebbe trattenuta... »








The day before the wedding





«Lei cosa ne dice Doc?»

«Perché me ne parli solo ora?»

«Mi vergognavo, sono felice con Shinichi, ma al contempo sento che sto tradendo il giuramento fatto dopo la sconfitta dell'organizzazione: sarei sempre stata libera di seguire le mie aspirazioni. E' il lavoro dei miei sogni, ma domani sposerò Shinichi. Doc, cosa devo fare?»

«Penso che avresti dovuto parlargliene.»

«Bhé, non l'ho fatto, è stato un errore, lo so, ma ora è troppo tardi.»

Agasa si passò una mano dietro il capo.

«Shiho, sarò franco, non so cosa risponderti, è una situazione a cui tu sola puoi fare capo.»

La rossa chinò il capo, stringendo la tazza di té.

«Qualunque sia la tua decisione, sappi che non potrai mai deludermi.» Agasa le rivolse un sorriso sincero a cui Shiho rispose con un forte abbraccio.

«Grazie, Tou-san(*)»
 
L'uomo la guardò con gli occhi lucidi.

«Mi rendi davvero felice, piccola.»


















Day of wedding



Shinichi si alzò passandosi la mano tra i capelli, dirigendosi verso la scala.
Solitamente correva come un bambino per salire in fretta quei gradini, raggiungere la camera da letto e gettarsi a peso morto sul letto, accanto a Shiho per raccontarle la sua giornata; in quel momento camminava piano, stanco, aprì la porta altrettanto lentamente fissando lo sguardo sulla scrivania, la vedeva seduta lì...








Six hours before the wedding





"[...] so che l'ho ripetuto già molte volte, ma te lo dirò ancora: perdonami.
Ti ho deluso, questo lo so, sono un'egoista, lo ammetto.
Ho bisogno di fare quest'esperienza, per il mio bene e per il tuo.
Ti amo, ma restare qui con la consapevolezza di aver avuto la possibilità di realizzare ciò che ho sempre voluto non gioverebbe né a me né a te.
Non sto cercando di discolparmi, solo di essere sincera al massimo delle mie possibilità, te lo meriti, Shinichi, tu meriti tutte le cose belle ci sono al mondo ed io non sono una di quelle. Ti avevo avvertito, Shinichi, ti avevo detto che prima o poi ti avrei fatto soffrire, non ti ho mai meritato, nel profondo l'ho sempre saputo: ero e sono tutt'ora indegna del tuo amore, le tue parole dolci mi hanno perennemente rassicurata, rendendo questi miei pensieri ombre, a volte celate, ma sempre presenti in me.
Però, Shinichi, voglio farti una promessa: un giorno tornerò, più forte di come sono oggi, con il coraggio di guardarti negli occhi a esprimerti ancora una volta il  mio rammarico.
La vita mi ha resa ciò che sono, tuttavia sarebbe ingiusto affibbiare al passato la colpa delle mie scelte attuali, forse sono una codarda, egocentrica ed egoista, ma oltre le scuse devo dirti altro: grazie.
Innamorarmi di te, concederti tutta me stessa è stata la scelta più giusta di tutta la mia vita, mi hai fatto conoscere la felicità e io ti ripago con questo.
Forse questa volta hai commesso un errore, Kudo, ti sei affidato alla persona sbagliata, non sono abbastanza forte.
Nonostante tutto spero che tu possa perdonarmi, ricorda che ti amo, nulla potrà mutare i miei sentimenti.

Per sempre tua

Shiho Miyano."












Day of wedding





«E' incredibile quanto possa far soffrire l'amore, Shiho, senti come il fiato mi viene a mancare?»


Gli occhi di Shinichi brillavano di lacrime, di rabbia, di dolore, o forse di delusione.

«Mi dispiace.» il vestito di Ran sfiorava il pavimento, frusciando al minimo movimento. Shinichi la guardò a lungo, ma per quanto si fosse affannato, non vide nemmeno una minima parte del luccichio degli occhi color indaco di Shiho in quelli azzurri dell'amica, il riflesso di sé che ci vide gli fece nascere un sorriso. 
Sherlock non era affatto imbattibile.













(*) significa 'papà', scritto in una forma contratta, se le mie informazioni sono giuste.


















Angolo autrice

Sì, è finita.
Devo ammetterlo, è stato abbastanza scontato come finale, ma è necessario per sviluppare il sequel come voglio, e poi non ci sarebbe stato gusto nel far vivere tutti felici e contenti senza problemi, no?
Vorrei esprimere a tutti voi lettori la mia gratitudine per essere arrivati fin qua è grazie a voi che questa piccola raccolta è andata avanti.
Ringrazio chi di voi ha sempre recensito, ma anche chi non l'ha fatto, seguendo la storia silenziosamente magari inserendola solo tra le seguite/ricordate/preferite, ma i ringraziamenti sono dovuti anche a quelli che magari passano qui per caso, giusto per curiosità o perché non hanno niente da fare.
Vi ringrazio infinitamente per essere giunti fin qui nonostante i ritardi e la mia scrittura, che so bene essere pesante e un po' noiosa a tratti.
Un fortissimo abbraccio a tutti voi e ancora grazie di cuore!
Spero che siate così gentili da lasciare la vostra ultima opinione sulla storia.
Vi voglio bene e vi sono grata, spero di risentirvi per il sequel (che non ho ancora scritto al computer, ma vbb^^)
A presto carissimi
Un abbraccio
Ross :D














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