Ceneri e Fenici.

di nothingdrum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tropico del Capricorno. ***
Capitolo 2: *** Candele spente. ***
Capitolo 3: *** Recinti e Kabuki. ***
Capitolo 4: *** Natura e Salvezza. ***



Capitolo 1
*** Tropico del Capricorno. ***


Era da tempo ormai che le Luci avevano avviato quella transumanza dei sopravvissuti dell'epidemia. Era finalmente arrivato il tempo, la caduta della civiltà occidentale era ormai un fatto certo.

Gli economisti non l'avevano previsto, la crisi economica, la sovrapproduzione, il sistema capitalistico... Non era stata quella la ragione della distruzione del mondo come lo conosciamo. La natura ci aveva pensato senza chiedere il permesso, come faceva da millenni.

Emily guardava il mare dalla balconata di quella nave arrugginita che i "terroristi", così chiamavano le Luci, avevano rimesso in ordine, e che infine avevano fatto salpare.

Africa. L'unico posto in cui il fungo non riusciva a sopravvivere. Così dicevano almeno quelli che, in una maniera o nell'altra, erano riusciti ad arrivare agli States dal continente nero.

Quella ragazza, Ellie si chiamava, che avrebbe dovuto dare all'umanità la speranza di sconfiggere il fungo che ormai aveva decimato la popolazione mondiale, era fuggita. Scomparsa da qualche parte, e mai più ritrovata.

Era quindi in atto il piano B, la fuga. Era su quella barca ormai da quasi una settimana, data la velocità piuttosto scarsa della stessa. Perfino il mare sembrava cambiato da quando era successo tutto il casino. La quiete sembrava non ci fosse più, e che avesse fatto posto a delle onde di un colorito verdognolo, perfino in mare aperto.

Il vento le mandava i lunghi capelli ricci in bocca,così decise di raggiungere la sua cabina in fretta.

Il corridoio sottocoperta era pieno di persone, quelle più sfortunate di lei che non erano riuscite ad arrivare abbastanza velocemente da assicurarsi un letto in una camera.

In tutto questo casino però, Emily riusciva a vedere un lato positivo. Sembrava che finalmente, dopo centinaia di anni, la natura altruistica dell'uomo fosse davvero uscita allo scoperto. Serviva la fine del mondo per non far pagare ai poveri la loro opportunità di salvezza. Ora nessuno si lamentava degli emigranti, visto che lo erano tutti. Quell'epidemia era l'unità dell'uomo sotto un'unica bandiera.

Ma Emily non era stupida, sapeva che da qualche parte ancora esisteva qualcuno che pensava sempre al guadagno, era nella natura umana, Apocalisse o non Apocalisse.

Aprì la porta della cabina ed entrò. Benjamin e Clara erano fuori, quindi decise di non chiudere la porta a chiave.

Quei ragazzi erano simpatici. Avevano perso i genitori a sedici anni come lei, i Clicker li avevano fatti a pezzi a New Orleans, e loro due, che di fratellanza ne avevano decisamente da vendere, decisero che affiliarsi alle Luci era il miglior modo di sopravvivere. Ora di anni ne avevano venti, come lei, e averli conosciuti aveva reso il viaggio decisamente meno stressante.

Emily si sdraiò sul letto prendendo in mano uno dei pochi libri che era riuscita a portare con sè:

"La Fattoria degli Animali" George Orwell.

Era incredibile come quel libro si fosse trasfigurato da allegoria dei tempi moderni ad una favola per bambini in così poco tempo. Quella società era scomparsa per sempre. Pazzesco.

 

"Ho ragione io!"

Emily si svegliò di soprassalto. Guardò rapidamente Benjamin e Clara che entravano nella cabina e poi subito dopo l'oblò. Era molto probabilmente notte fonda.

"Sei completamente pazzo se credi che domani raggiungeremo la costa, ci vorrà minimo un'altra settimana con questa schifezza di bagnarola!" Emily era estremamente invidiosa della bellezza di Clara, quei corti capelli rossi sembravano lavati ogni giorno, anche se non era possibile per ovvi motivi, e la magrezza di lei sfigurava a confronto della piccola pancia che Emily aveva avuto sin dalla tenera età.

"Sottovaluti questa nave, e soprattutto dubito tu sappia minimamente dove sia l'Africa rispetto a noi." Benjamin invece era abbastanza brutto in confronto alla sorella. Capelli biondi cortissimi e delle lentiggini che gli coprivano quasi integralmente le guance, perlomeno era piuttosto alto. Sembrava un tedesco, nonostante provenisse dalla Louisiana.

"Ragazzi, basta con questo casino a quest'ora!" Emily scese dal letto e guardò i i due ragazzi con uno sguardo serio.

"Avete vent'anni e ancora con queste cazzate, arriveremo quando arriveremo!" Era ormai una settimana che si sentiva quasi come la mamma. Ricorda bene quando era piccola e litigava con suo fratello Josh, che era morto ben prima dell'epidemia, ma di cancro, e la mamma li zittiva con la stessa voce che in quel momento stava usando con Benjamin e Clara.

Mentre i due fratelli guardavano in terra quasi in segno di vergogna, qualcuno bussò alla porta con molto vigore.

"Ragazzi, sono il capitano della nave" Capitano era una parola piuttosto azzardata dato che era solo un membro delle Luci capace di guidare una nave. "Domattina dovremmo riuscire a vedere le coste del Sudafrica, quindi preparate i vostri bagagli, domani dovrete scendere." disse chiudendo la porta. Emily sapeva costa stava per accadere.

"Fanculo Clara, avevo ragione!".

 

 

Era l'alba quando finalmente i tre ragazzi videro terra. Dalla nave sembrava quasi che qualcosa o qualcuno li stesse aspettando in fondo alla scaletta di attracco della barca. La consapevolezza del fatto che non fosse possibile rese quel sognare ad occhi aperti ancora più bello se possibile.

"Resteremo insieme ragazzi." fu Clara a parlare. "Sopravviveremo insieme, ricostruiremo sopra i resti di quello che è stato."

Il silenzio che ne seguì valse più di mille parole di assenso.

 




Ciao ragazzi! Questa nuova fanfic è diciamo un modo per variare e soprattuto iniziare dopo la conclusione prossima della mia altra, per ora, fanfiction a capitoli dedicata a Dark Souls, che per quanto io ami la saga stava monopolizzando troppo la mia scrittura, quindi ho deciso di incamminarmi sin da ora nell'universo di un altro videogioco che mi ha appassionato particolarmente, The Last of Us. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, e se avete accorgimenti o consigli da dare confido in una vostra recensione o messaggio privato! 

Grazie del supporto.
 

-NothingDrum

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Capitolo 2
*** Candele spente. ***


Le vie di quella che una volta doveva essere un paese di discrete dimensioni accolsero Emily, Benjamin e Clara con un calore che non vedevano da moltissimo tempo. Poco importava se le case non fossero più alte di due piani, ormai era già tanto avere un tetto sopra la testa, e sembrava davvero che quelle persone lo avessero tutte. Non erano in molti, non ancora almeno, ad abitare in quel paese, e proprio per questo le case una volta disabitate erano riusciti ad accogliere quelle mille o millecento persone già arrivate.

L'area era delimitata da un recinto elettrificato, ovviamente utile a fermare i Runner e i Clicker che ormai si erano rifugiati nella foresta, costretti a cibarsi degli animali che la abitavano.

"Non avevo mai visto un sole così luminoso!" disse Clara estasiata.

"Questa è l'Africa sorella, è tutto nuovo! Qua è dove ricomincerà tutto, ti rendi conto?" anche Benjamin sembrava meravigliato in egual modo.

Si fermarono ad un chiosco che vendeva piatti principalmente basati sulla verdura che già da qualche tempo veniva coltivata nell'avamposto, e fu sempre il ragazzo a fare una proposta ad Emily.

"Hey Emily... Ti vorremmo proporre una cosa." Lei si svegliò come da uno stato di trance, tale era lo stupore di una società quasi completamente simile alla precedente.

"Dimmi."

"Noi abbiamo avuto, prima di partire, dei pass che le Luci avevano per un appartamento qui vicino. Ma ce ne hanno dati quattro invece di due, quindi vorremmo che il terzo lo prendessi tu."

Emily si rese conto solo in quel secondo che da quando aveva preso la decisione di partire, non aveva minimamente pensato a quello che sarebbe venuto dopo. Il panico rispose alla domanda di Benjamin al posto suo.

"Ovviamente ragazzi."

 

 

 

Davanti all'appartamento c'era un membro delle Luci che molto probabilmente li stava aspettando.

"Voi siete i ragazzi della casa? Pass per favore."

Aprì la porta appena visti i permessi, solo per condurli al secondo piano di una casa quasi completamente integra, dove c'era una grande porta che conduceva alla parte destinata ai tre.

"Bene, questa è la chiave, sistematevi come preferite, questa sarà la vostra casa a tempo indeterminato, a meno che non ci siano incidenti ovviamente." La risata che ne seguì non fu molto confortante.

Girarono la chiave nella serratura, e quando aprirono la porta videro quello che decisamente non si sarebbero mai aspettati.

Una ragazza era china in fondo alla stanza, accanto ad una vetrata che riempiva quasi totalmente la parete. Dei lunghi capelli biondi le scendevano fino alla vita, e il suo fisico era decisamente esile.

Si girò verso di loro quasi istantaneamente, e cominciò a correre verso una finestra aperta proprio nella cucina adiacente al salone.

Emily fu più rapida e l'afferrò per un braccio.

"Chi diavolo sei tu?"

La ragazza si sedette in terra, lasciando che il diario che evidentemente stava scrivendo prima dell'arrivo dei ragazzi le cadesse dalle mani.

"Scusate" disse, con una voce molto tenera. Doveva avere quindici, al massimo sedici anni. "Cercavo solo un posto dove stare, non so cosa fare da sola qui..."

Emily non potè che consolarla, mentre i due fratelli erano ancora sulla porta di entrata, a guardare la scena dall'esterno. Le mise un braccio attorno al collo, e cercando di nuovo di emulare sua madre le sussurrò:

"Non preoccuparti, ci siamo noi ora, non spaventarti. Dimmi solo il tuo nome."

"Helena."

"Bene Helena, sembra che tu sappia meglio di noi com'è fatta questa casa, quindi mostracela."

La ragazza si alzò in piedi e si ricompose.

"Beh, questo è il salone e proprio qui c'è la cucina... Le porte che vedete laggiù portano alle camere da letto, mentre una porta al bagno. Quelle delle camere da letto erano chiuse così ho dovuto usare un coltello per forzarle".

E addio all'utilità di queste chiavi del cazzo. Pensò Clara,che nel frattempo aveva posato i bagagli su una delle due poltrone che arredavano la sala per il resto completamente spoglia.

"Benjamin, noi abbiamo quattro pass, giusto?" esclamò Emily.

"Si, direi di si..."

"Allora potremmo tenere Helena con noi, non credete?" Si rivolse ad entrambi questa volta.

Benjamin e Clara si guardarono negli occhi e, seppur con qualche dubbio, dissero insieme:

"Possiamo provare." A volte la complicità di quei due sbalordiva Emily.

"Allora faremo così Helena. Ma dovrai dirci di più su di te."

 

 

La sera la passarono completamente al buio, con solo qualche candela trovata sotto i letti delle camere a riscaldarli ed illuminarli. Parlarono molto con Helena, che gli rivelò il motivo per la quale era venuta fin laggiù:

"Conosco una persona che credo sia da queste parti, è partito molto tempo fa e siccome non ho sue notizie ho deciso di seguirlo."

"Era tipo qualcuno delle Luci? Oppure il tuo ragazzo?" nel buio era impossibile capire se fosse stata Clara oppure Emily a parlare.

"Non proprio. Diciamo che lo vedo un po' come entrambe le cose." rispose ridendo. La sua risata era molto tenera. "E beh...sto cercando informazioni su di lui ora come ora, e vi giuro che appena scoprirò dove si trova vi lascerò stare, vi ho dato fin troppo disturbo."

Tutti e tre i ragazzi concordarono che non era decisamente una minaccia per la loro nuova vita.

"Domani andrò a vedere come procurarci del cibo, anche perchè mi sono rotta parecchio di mangiare cibo in scatola." proclamò Emily.

"Io so dove trovarlo, verrò con te, se vuoi." rispose sorridendo Helena.

"Ovviamente! Ora sono io a doverti ringraziare."

E continuarono a parlare fino a notte fonda, finchè non fu veramente ora di andare a dormire.

"Vado al bagno, arrivo subito!" gridò Clara agli altri che erano già nelle loro stanze.

Si lavò i denti molto rapidamente ed uscì dal bagno, e fu proprio dove era caduto il diario di Helena che vide, illuminato dalla luce della luna, un foglio.

Evidentemente non lo avevano notato per tutta la sera a causa del buio.

Lo raccolse, era la prima pagina del quaderno, dove di solito viene scritto il nome. Il suo viso mutò all'improvviso quando lesse cosa c'era scritto:

"Almeno potrai scrivere da qualche parte le stupidaggini che pensi ogni giorno. Mi manchi già Ellie. Ci vediamo presto."

-Joel.

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Capitolo 3
*** Recinti e Kabuki. ***


Clara non riuscì a dormire quella notte. Ellie era un nome che si era diffuso velocemente negli States; era il nome di quella ragazza che doveva essere la cura, che doveva salvare il mondo dall'epidemia. E Joel era il maniaco che l'aveva portata vita dalle Luci, togliendo la possibilità al mondo di rinascere.

Che fosse lei? I dubbi l'assalivano mentre si contorceva in quel materasso senza coperte.

 

"Buongiorno ragazzi!" Emily entrò nella stanza, accompagnata da l'odore di caffè solubile che si erano portati dietro durante il viaggio in nave. Clara guardò Benjamin ed "Helena" alzarsi, e si rese conto che stava fissando la ragazza dalla notte precedente.

"Hai fatto il caffé?" grido il fratello, con aria vagamente entusiasta.
"Tu che dici? Forza Helena, l'ho fatto anche per te!"

La rapidità con cui la ragazzina si alzò fece capire a tutti che non beveva caffè da un sacco di tempo. Si misero tutti a sedere sul tavolino in cucina, in un silenzio che probabilmente sembrava strano solamente a Clara.

"Allora Helena, dormito bene stanotte?" l'accento che la ragazza aveva posato sul suo nome destò stupore nella faccia della nuova arrivata.

"A dire il vero sì, questi letti sono molto più comodi di quel che sembrano" rispose sorridendo. "Però se non vi dispiace, oggi ho un incontro importante con un tizio che a quanto pare ha diverse informazioni sul mio amico, quindi devo andare a prepararmi!" e corse in camera, lasciando la sua tazza sul tavolo ancora mezza piena.

 

 

 

 

Ellie corse verso la sua valigia. Nella notte si era accorta di aver perso la lettera di Joel, e sperava che non fosse caduta quando era entrata nell'appartamento dalla finestra, o peggio, che nel viaggio qualcuno gliel'avesse rubata. Aprì quella ventiquattro ore che Joel tempo fa le aveva regalato, e al suo interno, niente. Il panico cominciò a montare. Dove l'aveva lasciata? Se non nella valigia, neanche nel suo diario... Ebbe un'illuminazione. La tasca.

"Cerchi questa?" disse Clara, sventolandola dall'altra stanza.

 

 

"Credo di dovervi delle spiegazioni." Erano tutti attorno al tavolo, ognuno ad un'estremità.

"Eccome se ce le devi, Helena, o Ellie, o come diamine vuoi che ti chiamiamo." disse Benjamin, con il volto decisamente alterato.

"Sono Ellie. Helena è un nome che mi sono inventata-" alzò la mano verso Emily che stava per aprire bocca "-e sì, sono io la Ellie immune. Quella che le Luci dovevano esaminare per trovare una cura. Ma la storia è ben più complicata di così. Joel era quello che mi aveva salvata, su cui avevo contato. Sapevo che mi aveva mentito, sin da quando mi sono risvegliata dalla sua macchina in un camice, con lui che mi diceva che le Luci avevano trovato migliaia di altri immuni, e che io non servivo più. Non ce n'era neanche uno come me. E ancora non c'è. Sono ancora io l'unica persona immune al fungo in tutta la terra. Il mio morso ne è ancora testimone." E tirò su la manica della sua maglia, come troppe volte ormai aveva fatto per salvarsi la vita. "Ma lo avevo accettato. Avevo capito cosa Joel aveva fatto. Sua figlia era morta all'inizio dell'epidemia, e aveva trovato in me una sostituta. Nonostante tutto, nonostante fossi solo un ripiego, l'avevo accettato. Ma ora Joel è scappato, è venuto qui, dove le Luci l'hanno richiamato, e come al solito non mi ha voluto con lui. Aveva paura che lo avessero chiamato per riavermi. Non lo vedo più da tempo, allora ho deciso di raggiungerlo, e ora voglio solo scoprire dove sia."

I tre ragazzi rimasero a bocca aperta. Avevano davanti quella che credevano fino al giorno prima fosse solo una leggenda, la leggenda della ragazzina immune. Ma era proprio lì, e il silenzio fu uno dei più difficili da interrompere.

"Allora perché ci hai mentito?" disse Emily, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.

"Perché potevate essere pericolosi, o peggio, Luci che non aspettavano altro di trovare la cosa che più desideravano. Me."

Clara scoppiò a piangere. "Scusami, ho pensato le peggiori cose di te stanotte, e ora mi sento terribilmente in colpa!"

Si allontanò dal tavolo verso il bagno. Ben ed Emily continuarono il silenzio.

"E' isterica, lasciala stare..." disse lui.

"Beh, ma ora resta solo una cosa da fare."

"D'accordo, capisco. Vado a prepare le valige." Ellie si alzò dal tavolo lentamente.

"No, non credo tu abbia capito. Noi ti aiuteremo a trovare Joel."

 

 

 

L'incontro doveva essere alle sedici, davanti allo spaccio dell'insediamento, e il tizio avrebbe "indossato una maschera Kabuki. Non chiedetemi perché." Ellie aveva legato i capelli biondi, in maniera tale da essere ancora più difficile da riconoscere.

I quattro attesero l'ora stabilita esplorando la città in rovina dove alloggiavano. Raggiunsero la rete elettrificata di contenimento e videro perfino alcuni infetti stare a distanza da essa. "In questi anni ho capito che solamente i Clicker non hanno paura di lanciarsi su queste reti. I Clicker sono esseri umani completamente perduti, neanche l'istinto di sopravvivenza è rimasto in loro. Sono solo elettricità che muove i nervi di un corpo. E' per questo che credo ci sia ancora speranza per i normali infetti, c'è ancora qualcosa che li rende umani, e più tempo passa, più credo che Joel avrebbe dovuto lasciarmi alle Luci, per salvare tutte quelle persone che sono al di là di questo recinto." Clara, Benjamin ed Emily lasciavano parlare liberamente Ellie, un po' per sapere di più su questa misteriosa ragazza, un po' perché più parlava, più si rendevano conto di non aver visto nulla in confronto a lei. Era incredibile come l'età non contasse più in un mondo finito nell'abisso più completo.

Erano le sedici. Era ora.

 

 

 

Quella maschera Kabuki arancione incuteva timore alle persone che lo guardavano, inclusa Ellie, che si avvicinò molto lentamente all'uomo.

"Sono io. Dimmi quello che sai e poi sparisci, noi due non abbiamo mai parlato."

"Ah, saresti tu la famosa Helena? Mi aspettavo qualcuno di più grande, sai com'è." La maschera abbassava anche la voce dell'uomo,che dal lungo cappotto nero sembrava molto simile a qualcosa di etereo, quasi inconsistente, o non appartenente a questa dimensione. Ellie doveva smettere di pensare a quelle stronzate e parlare.

"Beh invece guarda un po', sono una ragazzina. Ora dimmi dov'è."

"Ho visto il tuo amico due settimane fa. Si inoltrava nella foresta da solo tramite un pass delle Luci, il che era già piuttosto strano, ma era strano anche che avesse con sè moltissime armi, cosa proibita da queste parti." rispose lentamente il tipo.

"Ed è tutto? Nella foresta?"

"Beh, ho sentito la guardia che gli diceva le coordinate della sua destinazione, ma per quelle dovrai pagare." Ellie tirò fuori i 700 crediti che immaginava sarebbero bastati al tizio.

"Eheheh. Molto bene." e le scrisse le coordinate sul foglio.

L'addio fu molto rapido, e tornò dagli altri.

"Quindi, cosa dobbiamo fare?" disse Benjamin.

"Un safari." rispose Ellie.

 




Dopo ben più di un mese, ho deciso di riprendere la ff su The Last Of Us, sperando che questo nuovo capitolo XXL porti nuova linfa vitale alla fanfiction e rinnovi l'interessamento mostrato verso questo progetto :) Grazie ragazzi, come al solito!

-NothingDrum

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Capitolo 4
*** Natura e Salvezza. ***


"Occhio con quel fucile!"

Clara urlò a Benjamin che le stava puntando l'arma addosso.

"Zitti dannazione, siamo in mezzo ad una foresta piena di infetti!" Ellie sapeva decisamente di più come sopravvivere dati anche i suoi trascorsi.

Riuscire ad andarsene dalla città era stato più facile del previsto, una mazzetta alla guardia fu più che sufficiente per convicerla a lasciare i cancelli aperti cinque minuti durante la notte.

Le armi invece furono piuttosto costose, e costrinsero i ragazzi a rubare dei soldi al mercato mattutino. Ognuno aveva dovuto sopravvivere in passato, così non fu così arduo racimolare la cifra necessaria.

La foresta africana era terribilmente bella. Le fronde degli alberi disegnavano ombre quasi antropomorfe sul terreno, che veniva attraversato da piccoli torrenti e popolato ancora da animali. Il virus era stato veramente magnanimo da quelle parti.

Si riuscivano a sentire i versi terribili degli infetti nelle vicinanze, cosa che però non riusciva a turbare il senso di magnificienza dell'ambiente circostante.

"Non dobbiamo preoccuparci degli insetti più pericolosi ragazzi" sussurrò Emily "Un tizio delle Luci sulla nave mi ha raccontato che gli animali letali sono stati quasi tutti uccisi dal virus, a parte i più grandi ovviamente."

"Grazie Emily, ma ora sono più occupato a non farmi notare da quei clicker laggiù."

Benjamin indicò una radura non molto distante, in cui gli infetti si erano radunati in massa.

"Okay ragazzi, ora lentamente, passiamo tra gli alberi, e grazie ai rumori ambientali non ci sentiranno." Si misero in fila indiana, Ellie ovviamente in testa, e attraversarono senza problemi la radura.

Camminavano ormai da molto tempo, quando Emily finalmente chiese ad Ellie la domanda che tutti si ponevano ormai da giorni.

"Perchè diamine tutto questo sbattimento per un tizio che ti ha rapita?"

Ellie si fermò, si girò e la guardò con faccia seria.

"Perchè lui è mio padre."

Un grido interruppe la risposta di Emily. Era Benjamin.

"Aiuto! Cazzo aiuto!!" Un infetto era attaccato alla sua spalla come un pappagallo su quella di un pirata.

"NO!" Clara corse rapidamente verso il fratello, sparando con la sua 9mm senza centrare il bersaglio.

"CLARA FERMATI!" Ellie non riuscì a convincerla.

Il secondo infetto sbucò dalle fronde degli alberi e la morse senza pietà.

Solamente due colpi della pistola della ragazza immune riuscirono a fermare le due creature.

I due fratelli giacevano in terra sanguinanti.

"Oh cazzo oh cazzo oh cazzo..." piangeva Ben, mentre la sorella era priva di sensi accanto a lui.

"Emily, prendi le medicine, dovremo accamparci qui."

 

 

 

La notte era calata sulla foresta, e un fuoco acceso dalle due ragazze avvampava lentamente nel cielo. La paura degli infetti ormai non c'era più, c'era solamente la preoccupazione per la vita dei due fratelli.

Due barelle erano state fatte per i ragazzi feriti, in attesa dell'imminente trasformazione.

"Perché dobbiamo aspettare? Sono stati morsi, è finita." Emily non aveva preso bene la cosa, come avrebbe fatto una qualsiasi persona.

"Ho visto abbastanza persone morse per assicurarti che finchè non si trasformano, è ancora omcidio."

Emily guardava le due barelle e le fasciature dei due. Ben era dolce perfino prima di morire.

"Avresti dovuto dirglielo." Il suo pensiero venne interrotto da Ellie.

"Cosa?"

"Avresti dovuto dirgli che l'amavi. Era palese."

"Lo so. Ma non pensavo che il tempo sarebbe stato così poco."

Si addormentarono tardi, spegnendo il fuoco e guardando le stelle così luminose nel cielo.

 

Erano le tre di notte quando cominciò. Una delle due barelle cominciò a scuotersi e ad emettere versi tremendi. Era quella di Clara.

"Dobbiamo sparargli, adesso!" disse Ellie alzandosi velocemente in piedi.

Emily era ancora in terra, gli occhi strabuzzati a guardare la trasformazione della ragazza.
Un solo proiettile. Ma non proveniva dalla pistola di Ellie.

Il fucile di Benjamin vibrava tra le sue mani, ma non mancò il bersaglio.

"T-tornate a dormire. Ora." Disse il ragazzo in lacrime.

Le due non poterono che obbedire.

 

 

Si svegliarono la mattina dopo con Benjamin ancora svenuto, e il sangue di Clara sulla terra.

"Com'è possibile? Perché Benjamin è ancora vivo?" Disse Emily alzandosi e osservando il corpo terribilmente mutato della ragazza morta.

"E' semplice mia cara." Disse Ellie "Ora Benjamin è immune."




Ed ecco qua, come promesso, il nuovo capitolo di Ceneri e Fenici! Non ci sono particolari commenti da fare, quindi mi scuso solo per la lunga attesa, prometto che sarà più regolare :) Ciao a tutti e continuate a seguirmi!

-NothingDrum

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