The Poet and the pendulum or the song of myself

di _hell_inside_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


Anno del signore 1566, 6 dicembre
 
La folla si era radunata nella piazza già da ore. Centinaia di occhi scrutavano il palco in mezzo ad essa, per iniziare a ricoprire di insulti il colpevole di turno, o meglio, la vittima dei sotterfugi del conte Mikko Latvala.
Il primo a salire sul patibolo, fu il giudice, sempre al servizio del suo “signore”, seguito a ruota da due boia che trascinavano una ragazza che mostrava sul corpo i segni delle servizie dei carcerieri e che probabilmente sarebbe morta congelata, visto che il fisico magro e malaticcio era coperto solo da un vestito leggero, reso ormai straccio. Vestito che le fasciava fin troppo il ventre prominente di una donna incinta. La folla fu percorsa da un brivido. In tanti avevano riconosciuto in lei Laani Hietala, moglie del conte.
Dopo di loro, salì il pastore e, infine, il boia e il condannato a morte. Questo ben pochi lo riconobbero, ma quei pochi, erano i suoi amici più fidati, consci del fatto che non avrebbero mai potuto salvarlo. L’uomo venne trascinato al ceppo e fatto inginocchiare, con i polsi legati alle assi sottostanti. In ogni caso, non sarebbe potuto scappare.
-A morte!- la prima esclamazione si levò dai popolani, e il conte pensò che quello sarebbe stato proprio un bello spettacolo.
-Uccidetelo!- oh, sì. Si sarebbe divertito parecchio.
-Laani Hietala, riconoscete in lui l’uomo che vi ha rapita al vostro legittimo marito e violata?- chiese il giudice. Per tutta risposta, la ragazza tenne chiusi gli occhi e serrò le labbra.
Se l’era scelta testarda, pensò Mikko Letvala
-Ve lo ripeto, Laani Hietala, riconoscete in Tuomas Holopainen l’uomo che vi ha rapita e violata? Rispondete- ripetè il giudice. Laani aprì gli occhi di colpo, svelando uno sguardo di ghiaccio. Uno sguardo lucido e umido per tutte le lacrime che aveva e avrebbe versato.
-S… sì- balbettò mentre una piccola goccia le bagnava il viso, forse una sua lacrima, o forse una lacrima del cielo che aveva iniziato a piangere con lei.
“Perdonami, amore mio. Posso giurarti che lo faccio solo per far vedere al figlio che porto in grembo la luce” pensò Laani, mentre lui le rivolgeva uno sguardo impaurito e alla ricerca di pietà.
-Puttana! Sgualdrina!- queste erano le grida delle donne che si alzavano e istituivano il loro tribunale.
-Sono obbligato a chiedervelo, Laani: voi eravate consenziente?- continuò il giudice mentre la piazza tratteneva il respiro.
-No- rispose, serrando gli occhi per evitare di vedere lo sguardo che l’uomo le stava rivolgendo.
-Per il potere a me conferito da Dio e dalla legge, Tuomas Holopainen, io vi dichiaro colpevole e vi condanno a morte tramite decapitazione. Avete diritto alle ultime parole- sentenziò il giudice.
-Vivi, Laani. Vivi per noi due, e ricordati che ti amerò sempre. Ti amo, piccola-
-Ti amo anche io- mormorò la ragazza, perché solo lui la sentisse e aprendo gli occhi, per incontrarli con l’uomo che aveva appena condannato, per l’ultimo istante, richiudendoli subito dopo.
-Mostro! Figlio del Demonio! Uccidetelo!-
Laani lasciò che le lacrime le scivolassero sulle guance, quando sentì l’accetta abbattersi e il sangue schizzarle sul vestito e sul corpo. Nessuno seppe da dove le venne la forza, ma riuscì a liberarsi e scappare via. Via… via… 

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Capitolo 2
*** Capitolo primo ***


CAPITOLO PRIMO, anno del Signore 1565, 21 marzo
 
-Padre! Padre!- il vestito le si gonfiò a campana, durante la discesa delle scale del palazzo in cui era cresciuta. La ragazza, che doveva avere al massimo diciannove anni, si mosse veloce e sicura nel dedalo di stanze e corridoi, giungendo alla porta dello studio paterno.
La porta era aperta sulla stanza arredata in legno di quercia e con arazzi e tappeti degni di una famiglia come la loro. Alla scrivania era seduto un uomo, con un libro tra le mani: il marchese Marko Hietala.
-Posso sapere il motivo della vostra agitazione, Laani?- chiese, sospirando, senza staccare gli occhi dal libro.
-Perdonami, Marko. È scappata e non ho avuto tempo di fermarla- disse la donna comparsa affianco a Laani, Annette Olzen, moglie del marchese
-Lasciatela parlare-
-Perché devo sposarmi con questo conte Mikko Letvala? Che fine hanno fatto le vostre alleanze con la nobiltà svedese?- il marchese chiuse il libro e si voltò a osservare la figlia.
-I tempi sono cambiati, Laani. Sei la mia unica figlia e posso giurarti che mi si stringe il cuore a vederti andare via così presto. Ma tua madre è svedese e con questa guerra imminente… Dobbiamo schierarci dalla parte del vincitore. E il conte è dalla parte di Giovanni di Finlandia. Avrai dei privilegi, figlia mia. Non tutti i mali vengono per nuocere-
E tanto fecero, e tanto dissero, che Laani due settimane dopo si presentò all’altare, vestita di bianco, con il magone alla gola per l’idea di sposare un uomo di ventuno anni più vecchio. Beh, almeno, sarebbe morto presto. E disse il fatidico .
Lo aveva odiato quando quella notte le aveva tolto la verginità e poi si era rigirato dall’altra parte del letto, senza nemmeno dirle una parola. Le aveva fatto visitare il suo palazzo e conoscere i servitori, comportandosi come se lei fosse solo un oggetto da mostrare. Che andassero al Diavolo i privilegi! Lei aveva sognato anche l’amore, in un matrimonio. E, la sera, quando si addormentavano, Laani pregava Dio che lui non la toccasse ancora. Si era sentita sporca, in quel momento. Di sicuro, non totalmente consenziente.
Aveva gioito, quando dopo otto settimane di vita come marito e moglie, lui aveva annunciato che sarebbe partito con tutti i suoi uomini per appoggiare Giovanni di Finlandia contro il fratello Erik. Laani si era rinchiusa in cappella, con la scusa di pregare per la vita di suo marito. In realtà, pregò Dio perché morisse in battaglia. A costo di qualunque cosa.
 
Accadde agli inizi di luglio, pochi giorni dopo la partenza di Mikko. In ogni paese, il mercato porta sempre movimento e le voci iniziano a circolare, vengono storpiate, ingigantite… e diventano leggende.
-Perché sa, signora Letvala, non so quanto le convenga girare senza almeno un uomo accanto. Si raccontano fatti strani…- aveva iniziato la pescivendola
-Raccontate a me che son nuova queste leggende-
-Non lontano da qui, sul mare, vive un poeta. Proviene da una famiglia di origine antichissima, imparentata con Vlad l’Impalatore. Vampiri, signora mia. Figli e figlie di Lucifero. Si racconta che abbia sposato una donna di mirabile bellezza e che abbia tentato di renderla come lui, ma la poveretta non ha retto e si è gettata in mare. L’ha uccisa lui. Noi siam gente per bene e timorati di dio, ma questi racconti fan sempre paura.-
-Certo, che mettono paura, se no perché li inventerebbero a fare? Anzi, signore, dicono che giri addirittura tra di noi a cercare la sua prossima vittima. Nessuno conosce il suo volto o il suo nome. Potrebbe essere chiunque- continuò una voce maschile, staccandosi dalla parete a cui era mollemente appoggiato. I capelli neri, leggermente mossi, erano raccolti in una coda bassa che gli raggiungeva la metà schiena e, sotto la giacca nera, indossava una camicia candida. Ma la cosa che lo rendeva affascinante erano gli occhi, di un azzurro che Laani mai aveva visto in vita sua.
-Voi sareste?- chiese la contessa senza aver paura di risultare sfacciata
-Tuomas Holopainen, per servirla contessa Lavala- si inchinò, togliendosi la tuba –Musicista e artista-
-Sono abbastanza acculturata in musica, signor Holopainen, e mai ho sentito il vostro nome-
-Siete voi stessa musicista, vero?-
-Da cosa lo notate?- si mise sulla difensiva. Con quegli occhi, poteva vederti anche l’anima.
-Permettete, vero? Vedete, qui sul mento avete la tacca del violino- le sfiorò con le dita il mento, per scendere in un movimento naturale lungo il collo, facendo rabbrividire Laani.
-Ebbene si. Sono musicista- rispose, pur sapendo che la religione arrivava quasi a condannare i musicisti più talentuosi. E lei si era sempre considerata in quella maniera.
-Ora capisco il motivo della vostra bellezza, signora. Tutte le donne più belle sono artiste, l’arte da un certo tipo di fascino che solo un occhio abituato a vedere oltre, può comprendere- sorrise Tuomas. Laani rimase turbata da quelle parole, pronunciate con tanta leggerezza.
-Temo di dover andare. Ossequi signor Holopainen- e si inchinò, girandogli le spalle prima che lui potesse rispondere.
-Ossequi, Laani- mormorò il musicista, sorridendo. Oh, quanta compassione aveva per quella donna! Sposare un uomo del genere… Nonostante gli anni fossero passati, Tuomas sentiva ancora salire la rabbia a pensare al conte. “Mi hai portato via lei, Mikko. La tua nuova moglie imparerà subito che razza di essere umano sei. Ti sono sempre piaciute le leggende che hanno creato, ma non uccisi io, la donna che volevo per scommessa. Ti porterò via il tuo nuovo gioiello, Mikko. Te lo giuro”
Con un sorriso sulle labbra si allontanò tra la folla, confondendosi con grande maestria. Questa battaglia l’avrebbe vinta lui.
 
Laani rabbrividì quando la vecchia dama le slacciò il vestito. Non faceva certo caldo, nonostante fosse estate.
-Floor?- chiamò
-Mi dica signora-
-Cosa sapete dirmi di Tuomas Holopainen?- la donna si fece velocemente il segno della croce, prima di rispondere.
-Non nominatelo mai in questo palazzo, mia signora-
-Ma voi siete qui da prima di me. Vi prego, parlatemene-
-Venni qui a servizio della prima moglie del signore, Tarja. Tutti la amavano e la rispettavano. Lei era principalmente un’infelice, qui. Era una donna del nord, le mancava la libertà e, soprattutto, l’amore. Quando ancora erano fidanzati, conobbe Tuomas Holopainen. Nonostante il matrimonio fosse stato deciso per l’anno seguente, la signora, decise di sposarsi con il Poeta, come lo chiamano tutti, qui. Alloggiava in un convento e, quando restò incinta, pagò il silenzio delle povere monache. Ci sono solo leggende da quel momento il poi… Io la verità non la conosco, signora. Posso solo dirvi che la signora Tarja, cadde dalla scogliera dopo due mesi di matrimonio con il conte-
-Oggi ho avuto l’onore di conoscere il signor Holopainen. Non lo reputo così malvagio come lo descrivono le leggende-
-Lasciatevi dare un consiglio, signora. Seguite il vostro cuore-
-Lo farò sicuramente, Floor. Buonanotte-
-Buonanotte signora-
E Laani scivolò lentamente in un sonno agitato e pieno di incubi… Non avrebbe più dovuto vedere Holopainen, nonostante il suo nome, le risuonasse come una dolce melodia da cui farsi attrarre… Ragione o cuore? Se avesse seguito la ragione, sarebbe stata la moglie perfetta. Se, invece, avesse scelto di dare ascolto al suo cuore, poteva considerarsi morta. Ma lei era morta il giorno delle nozze con un uomo che odiava. Forse, con Tuomas, avrebbe scoperto cosa porta davvero la vita.






NOTE: saaalvee! Prima di tutto, volevo ringraziare quelle 25 anime pie che hanno letto il prologo nell'ombra... Non sono allergiaca alle recensioni! Davvero, positive, negative... quello che volete, non mi offendo.
In ogni caso, questa non è la mia prima ff del fandom dei Nightwish, ma è la prima a capitoli e diciamo che l'idea mi frulla in testa da anni, poi aggiungeteci l'ascolto prolungato di Dark Passion Play e Imaginaerum e puf!, ecco a voi questa storia.
Tenebra 

 

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