This is Halloween di Sophie_moore (/viewuser.php?uid=117125)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day One: Gray/Juvia ***
Capitolo 2: *** Day Two: Gajil/Levy ***
Capitolo 3: *** Day Three: Natsu/Lucy ***
Capitolo 4: *** Day Four: Laxus/Mirajane ***
Capitolo 5: *** Day Five: Elfman/Evergreen ***
Capitolo 1 *** Day One: Gray/Juvia ***
This
is Halloween
La
serie "Alternative Universe"
Day
One: Gray/Juvia
Fantasmi.
(modern!AU)
Maledetti,
ringhiò a denti stretti Gray Fullbuster, rischiando di
inciampare su
una radice sporgente.
Era nel bosco da
un'ora e, stando
alle lancette del suo orologio da polso, mancava ancora troppo tempo
prima che potesse uscirne e tornare a fare quello che faceva.
Maledizione a lui e
alla sua
sfiga colossale! Se non avesse perso la scommessa, non sarebbe lui
lì
a vagare senza meta, ma magari quell'idiota di Natsu, o Gajil.
Sbuffò
sonoramente, diede un altro occhiata all'orologio, che segnava ancora
le dieci e mezza, e poi si infilò le mani nelle tasche con
foga e
rabbia.
In effetti,
più che rabbia era
noia, una noia mortale.
˗ Se ti annoi,
può sempre farti
compagnia Juvia!
Gray si
fermò di colpo,
rabbrividendo. Era una voce. Cazzo, era una voce. Una fottutissima
voce di donna alle sue spalle.
Si voltò
lentamente, gli occhi
sgranati ed il viso pallido. Stava per svenire, ma la
curiosità gli
mantenne le gambe solide. Sì, era una donna. Nel senso che
fu una
donna, in quel momento era…
˗ Un fantasma! ˗
strillò il
ragazzo, inciampando all'indietro e ritrovandosi con la schiena
sdraiata sul terriccio freddo.
˗ Sì
beh… Juvia preferisce
essere chiamata spirito…
Gray scosse la testa
violentemente, si passò le mani sugli occhi per provare a se
stesso
che stava semplicemente dando i numeri, ma dopo il passaggio
continuò
a vedere quella sagoma bluastra. Gli occhi trasparenti del fantasma
lo fissavano, vuoti, eppure aveva un bel sorriso sulle labbra. Che
stesse progettando di ucciderlo?
Si tirò su
in un secondo,
indietreggiò e poi scappò urlando nella foresta.
Al Diavolo la
scommessa, quello era un cazzo di fantasma!
Ragnatela.
(modern!AU)
Juvia
riuscì a fatica a spostare
l'espositore di dolciumi in vetrina e a metterlo di lato: voleva
riuscire a finire le pulizie e l'allestimento per Halloween entro
quella sera, così che il giorno dopo avrebbe solo dovuto
applicare
le ultime decorazioni e sarebbe stata perfettamente in tema con tutta
la città. Halloween era una festività molto
sentita e tutti i
negozi si adattavano, così aveva deciso di farlo anche lei.
Aveva aperto da poco,
ma notava
che i suoi affari andavano piuttosto bene! Vendeva dolciumi casarecci
fatti da lei, soprattutto bomboloni decorati con visi famosi o
semplici espressioni.
˗ Juvia è
così stanca…
Si passò le
mani sulla fronte e
si scostò i capelli appiccicati dal sudore. Forse fare tutto
da sola
non era stata una grande idea… però si
tirò su le maniche e si
fece una coda alta per raccogliere i capelli turchini. Aveva molte
cose da fare!
Iniziò a
lavare la vetrina con
energia: pulire non le piaceva in modo particolare, ma ci teneva che
i suoi clienti si sentissero a proprio agio in un ambiente fresco e
profumato.
Un paio d'ore dopo
aveva
sconfitto la polvere e scacciato quel ragnetto che aveva
simpaticamente fatto la tana in uno degli angoli del soffitto,
perciò
si permise di sedersi sull'espositore. Socchiuse gli occhi,
lasciandosi trasportare dall'immaginazione: come sarebbe stato bello
se fosse entrato un ragazzo carino e le avesse chiesto un
appuntamento? Poi sarebbero andati a cena fuori, avrebbero
passeggiato al chiaro di luna, lui l'avrebbe presa tra le braccia e,
sussurrandole parole dolci all'orecchio, l'avrebbe poi baciata con
passione, e quindi…
˗ Scusa, ti disturbo?
Juvia
spalancò gli occhi e saltò
giù dall'espositore, spalancando gli occhi. Dalla vetrina
vedeva un
ragazzo con i capelli disordinati di un nero intensissimo e due
profondi occhi blu. Sentì il cuore scoppiarle nel petto.
Corse ad
aprirgli la porta e lo fece entrare, rossa come un pomodoro.
˗ Ciao, scusa, ma mi
avanzata
della ragnatela per Halloween e non mi andava di buttarla…
sono il
proprietario del negozio di sport poco più in là!
Lui le fece un sorriso
e Juvia
prese fuoco. Passò lo sguardo sulle mani del ragazzo, che
tenevano
le classiche ragnatele grige da decorazioni ed annuì.
˗ Ti ringrazio molto!
Juvia le
prende molto volentieri!
Il ragazzo sorrise e
gliele
lasciò in braccio, salutandola con la mano. Sulla soglia
però si
fermò: ˗ Mi chiamo Gray, ˗ le disse per poi uscire.
Juvia rimase a
fissarlo per tutto
percorso. Si era innamorata. Persa. Cotta.
Quel Gray sarebbe
stato suo
marito.
Sophie's space___
Amici!!! Avrei voluto
farlo ieri,
ma a causa di forze maggiori (si è fuso il forno che ha
ovviamente
fatto saltare la luce impedendomi di finire tutto in tempo) non sono
riuscita, e quindi ho pensato che farlo oggi sarebbe andata bene
uguale =)
Il primo capitolo
è ovviamente
una Gruvia, in onore della mia Gray personale (la Tetsu-nee della
preview) che mi ha anche prestato i prompt =)
Bene, spero vi
piacciano <3
Alla prossima, e buon
Halloween
<3
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Capitolo 2 *** Day Two: Gajil/Levy ***
Day
Two: Gajil/Levy
Catene.
(1800!AU)
Erano giorni ormai che
stava in
cella. La luce non arrivava bene e capire effettivamente che ora
fosse o quanto tempo fosse passato da quando era stato incarcerato
era difficile, se non impossibile.
Si stava rassegnando a
passare lì
il resto della sua vita, ormai.
In tutta
onestà non sapeva
neanche perché ci fosse finito lì dentro, ma non
poteva
assolutamente contraddire la famiglia nobile del paese o avrebbe
pagato il suo peso in oro per stare in cella.
Si mise in piedi e
provò a
camminare un po' per sgranchirsi le gambe, ma subito il rumore delle
catene lo riportò alla sua condizione.
Gajil Redfox era un
carcerato con
tanto di catena che gli stringeva la caviglia. Poteva fare solo due
passi in tondo e la cosa lo snervava a livello psicologico.
Sentì
improvvisamente dei passi
scendere le scale che portavano al piano di sopra e tornò a
sedersi, deciso a non dare soddisfazioni a nessuno che fosse sbucato
da lì.
˗ Cavolo, ancora qui
sei?
Una voce di donna lo
scosse un
secondo. Non se l'aspettava, quello era vero.
˗ Mi spiace, sai?
Vorrei poterti
far uscire. Sopra c'è una festa per tutto il paese e non
è giusto
che tu sia qui.
Gajil si
voltò e si scontrò con
un paio di occhi scuri, profondi ed estremamente dolci, circondati da
una mascherina nera. Una chioma acconciata azzurra ed un vestito da
sera, ampio e gonfio di un giallo delicato. L'aveva riconosciuta in
un attimo: Levy McGarden, una delle amiche della famiglia
Heartphilia.
˗ La festa non
è per i
prigionieri.
Levy si
guardò attorno, poi si
sedette a terra.
˗ Non credo dovresti
stare qui.
E non credo che quelle catene siano giuste per te, ˗ la ragazza si
tolse la maschera e si passò una mano sugli occhi.
˗ Perché vi
interessa?
˗ Credo siano
superflue. Una
persona già carcerata non ha bisogno di catene. A meno che
non sia
un assassino, ˗ guardò intensamente Gajil, ˗ Sei un
assassino?
˗ No.
Levy
sospirò, evidentemente
sollevata, e si rimise in piedi, ˗ Proverò a parlare con
Lucy.
Almeno potrai fare due passi, no?
˗ Perché lo
fate? ˗ non era
riuscito a trattenersi. La curiosità lo stava uccidendo.
˗ Perché
non è giusto. E
quelle catene sembrano dolorose.
Levy sorrise ed
uscì dalle
segrete del castello, lasciando Gajil a fissarsi la caviglia. Come
doveva considerarle, ora?
Zucca.
(school!AU)
Levy McGarden aveva
quel sorriso
stampato in volto tutti i giorni. Sempre, comunque, che piovesse o ci
fosse il sole, lei sorrideva educata, come una dama d'altri tempi.
Ma quel giorno le era
difficile
mantenerlo.
I suoi bambini stavano
dando i
numeri, non stavano fermi due secondi che fossero due, non ci
provavano neanche a fare il compito che lei aveva assegnato loro!
Come maestra di
elementari, Levy
aveva dei compiti importanti da portare a termine, e quello di quella
giornata particolare le stava dando una serie infinita di problemi.
Che poi non era
neanche così
assurdo o complicato: decorare delle zucche. Per Halloween.
Aveva pensato che
questo avrebbe
fatto stare i bambini concentrati, che avrebbero riflettuto sul modo
migliore per disegnare qualcosa sulla pelle liscia ed arancione
dell'ortaggio, e invece correvano da una parte all'altra della stanza
con pennelli branditi come spade.
Non voleva ricorrere
alla sua
ultima possibilità di ordine…
˗ Adesso basta!
La porta dell'aula si
spalancò
di scatto ed il maestro Redfox entrò con passo pesante.
Tutti i
bambini si fermarono nelle loro posizioni più disparate e
pian piano
si misero in piedi in ordine, ammutoliti.
˗ Non è
possibile che tutte le
volte facciate un casino del genere! Seduti! Adesso!
Gli alunni annuirono
mesti e si
sedettero ai loro banchi, educatamente.
˗ Se vi becco ancora
vi
disintegro. Chiaro?
˗ Non puoi minacciare
dei
bambini… ˗ intervenne Levy timidamente, grattandosi la nuca.
˗ Devi terrorizzarli o
non ti
ascolteranno mai.
˗ Io credo che si
possa fare
diversamente…
˗ Si è
visto, ˗ Gajil ghignò
ed incrociò le braccia al petto.
˗ Puoi andare ora, ti
ringrazio,
˗ cercò di scacciarlo lei, in modo da far concentrare di
nuovo i
bambini sulle zucche.
˗ Se hai bisogno di
me…
˗ Sì,
sì, so dove trovarti…
Gajil sorrise di
sbieco e le mise
una mano sulla testa. Poi si rivolse ai bambini, che trasalirono.
˗ Se la maestra Levy
mi chiama
di nuovo sono guai.
Tutti annuirono ed il
maestro di
educazione fisica poté uscire senza rimpianti, lasciando
Levy con il
cuore che le batteva all'impazzata.
Sophies's space___
Amici! Eccomi con la
seconda
shot, nella quale analizzo la Gajevy *-*
Mia piccola Gajevy!
Dedico questo scempio
improprio
alla mia splendida sorellina, Alsha, che condivide con me questa
passione sfrenata.
Grazie a tutti, a chi
legge
soltanto e a chi recensisce! Fanno sempre piacere <3
Vi adoro <3
|
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Capitolo 3 *** Day Three: Natsu/Lucy ***
Day
Three: Natsu/Lucy
Dolcetto o
scherzetto?
(kids!AU)
L'orfanotrofio aveva
organizzato
un'uscita con quasi tutti i bambini più grandi, in modo da
lasciare
alle maestre un po' di tempo di pausa.
Makarov, che
sfortunatamente era
alto quasi quanto i marmocchietti che doveva accompagnare, cercava di
tenerli a portata di mano, ma uno sgusciava sempre dalla sua presa.
˗ Natsu! Vieni qui!
Il bambino dai capelli
rosa si
voltò verso di lui, mostrandogli la lingua.
˗ Per l'amor del
cielo, Natsu!
Stai con gli altri!
Natsu, in risposta, si
allontanò
ancora più dagli altri, ritrovandosi davanti ad un immenso
portone
bianco.
˗ Chi abita qui? ˗
domandò,
sbattendo le palpebre. I suoi occhioni verdi erano sinceramente
curiosi, visto che Makarov aveva assunto un'aria così triste.
˗ Erza, tienili un
secondo, ˗
una bambina un po' più grande degli altri annuì e
prese sotto mano
i più scalmanati, così che Makarov potesse
avvicinarsi a Natsu, ˗
Qui abitano gli Heartphilia.
˗ Non facciamo
dolcetto o
scherzetto?
˗ Non si
può, questa casa non
va bene.
˗ E perché?
˗ Perché no.
Natsu
gonfiò le guance ed
incrociò le braccia.
˗ Puoi ascoltarmi una
volta
sola? ˗ Makarov si massaggiò il volto stanco.
˗ Va bene. Arrivo.
Il vecchietto sorrise
soddisfatto, anche se qualcosa gli faceva pensare che non poteva
essere stato così semplice.
Natsu, infatti, non lo
seguì
subito, ma andò a bussare alla porta. Si tirò
giù la mascherina da
diavolo e si mise in posizione. Avrebbe fatto dolcetto o scherzetto,
che al vecchio fosse piaciuto o meno!
La porta si
aprì lentamente.
Natsu sentiva l'emozione di far qualcosa di proibito crescergli nel
petto.
Sull'uscio comparve
una bambina
bionda, pallida, con un viso estremamente triste.
La volontà
di spaventarla scemò,
e il bambino si tolse la maschera.
˗ Perché
sei triste?
˗ Chi sei?
˗ Sono Natsu. Vuoi una
caramella?
˗ Perché?
˗ È
Halloween e si fa così.
La bambina lo
guardò di sbieco,
poi notò il sacchetto straripante di dolciumi e le si
illuminarono
gli occhi, ˗ Grazie!
˗ Natsu! Santo cielo,
dove sei
finito?
Makarov lo
chiamò e il bambino
vestito da diavolo si batté una mano sulla fronte.
˗ Facciamo finta che
hai fatto
tu dolcetto o scherzetto. Ecco, tieni le caramelle,˗ riempì
le mani
della bambina come meglio poteva e si allontanò, ˗ A presto!
Lei sorrise grata e lo
salutò
presentandosi come Lucy.
Vampiro.
(twilight!AU)
Lucy
Heartphilia aveva sonno. Un sonno colossale, uno di quelli che non si
sarebbe alzata dal letto per ore, ancora. Eppure aveva dovuto
alzarsi, darsi una sciacquata e vestirsi (vestirsi, addirittura!) in
modo quasi decente. Non aveva assolutamente voglia di vivere: quella
giornata doveva essere di assoluto riposo, ma suo padre aveva deciso
che avrebbe dovuto iniziare la scuola, e quindi eccola, che saliva le
scale circondata da altri ragazzi della sua età, decisamente
molto
più sveglia di lei.
Il tempo sulla sua
testa era
scuro, nuvoloso. Non c'era neanche un raggio di sole che squarciasse
quella coltre di nubi. Un ottimo primo giorno di scuola, decisamente.
D'un tratto
percepì una strana
sensazione di fianco a sé e si voltò di scatto,
ma vide solo la
schiena di un ragazzo dai capelli rosati che si allontanava. Per
qualche motivo a lei sconosciuto le parve diverso dagli altri, ma
decise di non darci peso. Non poteva di certo essere presa per pazza
il primo giorno, no?
Passò una
settimana e aveva
iniziato a stringere delle amicizie nella sua classe, eppure
continuava a pensare a quello strano ragazzo che aveva visto il primo
giorno.
Aveva chiesto a Levy,
una
esuberante ragazzina dai capelli azzurri, e lei le aveva risposto con
un “Non viene spesso, si chiama Natsu”, per poi
scrollare le
spalle.
Lucy decise che
avrebbe voluto
sapere tutto di lui, anche perché voleva capire come mai
aveva avuto
quella strana sensazione.
Quando
riuscì a rivederlo, gli
fece un grande sorriso e si presentò.
˗
Ciao!
Lui
ricambiò il sorriso,
sinceramente contento.
˗ Sono Natsu.
˗ Lo so! Non ti vedo
spesso,
come mai?
˗ Non mi piace il sole.
Lucy
ridacchiò, appoggiandosi al
muro della scuola, ˗ Che, non sarai mica un vampiro?
Natsu sorrise
enigmatico, un
leggero brillio gli illuminò gli occhi verdi e la
salutò
stringendole la mano.
La ragazza solo allora
si rese
conto di quanto fosse ghiacciata.
//
Lucy si
svegliò di soprassalto,
spalancando gli occhi. Si voltò e si trovò Natsu
che dormiva di
fianco a sé. Gli mise una mano sulla fronte e
sospirò di sollievo:
era caldo, come al solito.
Sophie's space___
Amici! Eccoci arrivati
alla NaLu!
Devo dire che il
prompt vampiro
mi ha messa un pochino in difficoltà, ma comunque spero che
vi
piacciano anche queste due flash u.u
Un mega abbraccio a
chi mi
recensisce e a chi legge soltanto, che comunque siete tantissimi!
A domani con la
prossima coppia
=D
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Capitolo 4 *** Day Four: Laxus/Mirajane ***
Day
Four: Laxus/Mirajane
Bloody Mary.
(urban
fantasy!AU)
Laxus aveva dieci
anni. Troppo
pochi per assistere ad una cosa del genere ma abbastanza per capire
cosa stesse succedendo.
Aveva sentito di
quella leggenda
metropolitana e aveva voluto provarla. Lui che a quelle cose non
credeva, che si era sempre considerato un grande uomo coraggioso
nonostante la tenera età, aveva provato. Che cosa sarebbe
potuto
succedere, dopotutto?
˗ Bloody Mary.
Lo aveva ripetuto per
la terza
volta. C'era stato qualche secondo di silenzio dove stava pensando
che aveva vinto lui, ma poco dopo le luci si spensero.
Un rantolio provenne
dalla sua
camera da letto, e poi una voce.
Laxus aveva le gambe
molli, era
terrorizzato, ma si diresse verso la sua stanza, ingollando il groppo
in gola.
Una donna, bianca,
totalmente
bianca, stava nel suo letto, seduta in modo elegante con le gambe
snelle accavallate.
˗ Mi hai chiamata tu?
˗ Chi sei?
˗ Bloody Mary, mi
chiamano così.
La ragazza fantasma si
alzò in
piedi e andò a fare una carezza alla testa del bambino.
˗ Sei troppo piccolo
per queste
cose, non mi devi chiamare più, capito?
Laxus annuì
e deglutì,
terrorizzato.
˗ Ci vedremo, Laxus!
Dieci anni dopo.
Laxus stava entrando
nel pub in
cui aveva appuntamento col suo gruppo di amici. Era in ritardo come
al solito, per cui sperava che quegli altri non si fossero mossi
troppo o non li avrebbe più trovati.
Si infilò
all'interno del
locale, dove si faceva fatica a respirare, e spintonò fino
ad
arrivare al bancone, dove si sedette e prese un respiro.
˗ Ciao! Cosa ti porto?
Alzò lo
sguardo e si imbattè in
un viso che aveva già visto, che già conosceva.
˗ Bloody
Mary…?
La barista
annuì, inclinando la
testa di lato e facendo per andare a preparargli quel cocktail.
˗ No, aspetta!
˗ Hai cambiato idea?
˗ Come ti chiami?
˗ Mirajane, ˗ le
rispose la
ragazza.
Quel sorriso, quello
sguardo,
quel viso… Laxus faceva fatica a respirare. Era tornato
indietro di
dieci anni, non sapeva come comportarsi.
˗ Stai bene?
Lui si riscosse,
annuì.
˗ Ci vediamo, ˗ fece
per
andarsene dal bancone con la tachicardia.
˗ Ciao Laxus!
Si voltò di
scatto ma la barista
era scomparsa.
Era impazzito,
evidentemente.
Cimitero.
(Fullmetal
Alchemist!AU)
Mirajane stava sulla
tomba di suo
marito da ormai ore. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma lei
stava lì, gli occhi azzurri persi nella memoria.
Freed adorava la festa
di
Halloween, avrebbe trovato ironico il fatto di essere morto proprio
due giorni prima. Ed ora, il giorno della festa dove tutti si
travestivano per far paura, lei stava pensando che il suo incubo
peggiore si era realizzato.
La pioggia scandiva lo
scorrere
dei secondi quasi regolarmente, eppure lei non sentiva nulla.
Né
rumore, né fame, né sete. Forse era morta
lì anche lei.
˗ Freed adorava la
festa di
Halloween.
Mirajane si
voltò e vide
l'uniforme blu bordata di bianco dei militari. Alzò lo
sguardo,
incontrando un uomo biondo, i capelli tirati all'indietro e una
grossa cicatrice che gli percorreva tutto il lato destro del viso.
˗ Sei ancora qui.
L'uomo
annuì, cercando di fare
un sorriso. Non ebbe un gran successo, per cui Mirajane
tornò a
fissare la tomba.
˗ Anche tu.
˗ Ero sua
moglie…
˗ In un certo senso,
anche io lo
ero.
La giovane donna
aggrottò le
sopracciglia.
˗ Sì, beh,
nel senso che era
sempre al lavoro.
˗ Amava quel
lavoro… ˗
Mirajane sfiorò la lapide, la accarezzò
dolcemente ed un triste
sorriso le increspò le labbra rosse. Senza accorgersene,
l'ombrello
le si sfilò dalle mani e cadde a terra.
Laxus, di fianco a
lei, non lo
raccolse, ma le mise una mano sulla spalla.
˗ Troverò
chi l'ha portato via,
˗ sussurrò.
˗ Cos'hai detto?
˗ Troverò
chi l'ha portato via,
˗ ripeté a voce più alta.
Mirajane lo
fissò negli occhi,
le iridi dello stesso colore e finalmente lo vide piangere. Non si
nascondeva, non cercava di impedirlo: piangeva.
E per lei fu naturale
abbracciarlo stretto, sentendo di nuovo quel calore che sembrava non
dover più provare.
˗ Avrò
bisogno di te… ˗
biascicò contro il suo petto. Erano amici d'infanzia, erano
sempre
stati insieme.
˗ Sarò qui,
˗ Laxus le passò
le mani tra i capelli, cercando di tranquillizzarla.
Mirajane non
riuscì più a
trattenersi e si lasciò andare in un pianto disperato,
liberatorio.
Era la prima volta che piangeva da quando lui era andato via.
Sophie's space___
Terza flash! Che ansia
xD
Non sono
così convinta della
seconda, ma non avevo altre idee. Se proprio vi fa schifo schifo
schifo posso scriverne un'altra appena avrò tempo u.u
Vi voglio bene anche
se siete
silenziosi <3
Grazie di cuore per le
views,
comunque =D
|
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Capitolo 5 *** Day Five: Elfman/Evergreen ***
Day Five:
Eflman/Evergreen
Zombi.(modern!AU)
Evergreen si
aggrappò alle
braccia di Bixlow e Fried. Avevano appena visto uno di quei film
dell'orrore al cinema, terribili, con i morti che tornavano in vita e
mangiavano gli altri… beah, che schifo!
Il problema era che
non riusciva
a smettere di guardarsi intorno come una disperata. Aveva una paura
matta, e quei due antipatici la prendevano in giro.
˗ Ever,
Ever… gli zombi non
esistono! ˗ ridacchiò Bixlow, spintonandola leggermente.
Lei
rabbrividì.
˗ Certo che no! Ma
quello non
era un film da ragazza, quale sono.
˗ Bastava che non
venissi, sai?
˗ provò ad intervenire Fried, ma lei lo fulminò
con lo sguardo.
˗ Non potete uscire
senza di me.
˗ Da quando?
˗ Da sempre! ˗
Evergreen batté
un piede a terra impettita. Era offesa dal fatto che solo lei si
considerasse parte integrante del gruppo.
˗ Sei arrivata,
rompiscatole, ˗
Bixlow si staccò dall'amica e le mise una mano sulla testa
quando si
fermarono di fronte ad un portone scuro.
˗ No io ho paura!
˗ Guardati un altro
film, no? ˗
Fried era più razionale come persona, ma quando Evergreen si
metteva
d'impegno diventava davvero insopportabile.
˗ Ma se è
mezzanotte!
˗ Al massimo farai
degli incubi
questa notte, chi se ne frega! ˗ Bixlow prese le chiavi dalle mani
della ragazza ed aprì personalmente la porta. ˗ Forza.
Buonanotte!
˗la spinse dentro, così poté tirare un respiro di
sollievo.
Evergreen
sbuffò e gonfiò le
guance. L'avrebbe riferito sicuramente a Laxus non appena fosse
tornato! Così li avrebbe strigliati per bene!
Decise di andare in
casa, ora che
era dentro al condominio dove viveva. Salì le scale, si
trovò di
fronte alla porta blindata e la aprì, chiudendosela alle
spalle. Era
tutto così silenzioso che le faceva venire i brividi. Si
infilò
sotto le coperte senza neanche svestirsi, si tolse a malapena le
scarpe.
Sentì dei
rumori provenire dal
pianerottolo. Si svegliò di soprassalto, col cuore che le
martellava
nel petto. Era sconvolta. Stava giusto sognando che uno zombi
maledetto voleva entrare in casa sua e si svegliava proprio nel
momento in cui c'erano quei graffi contro la porta?
Scattò in
piedi, afferrò un
libro dalla libreria ed andò alla porta. Guardò
nello spioncino: un
ragazzo dai capelli bianchi stava per entrare. Aveva una smorfia
orribile…
Evergreen
aprì di scatto e diede
il libro in testa al ragazzo, all'urlo di : ˗ Muori zombi maledetto!
˗ Ma sei scema?
Aprì gli
occhi, che un attimo
prima aveva chiuso per la paura, e vide il ragazzo di prima con uno
sguardo sconvolto.
˗ Qual è il
tuo problema?
˗ Il mio problema? ˗
Evergreen
aveva accantonato l'idea che fosse uno zombi, ormai, ˗ Sei tu che
entri in casa mia!
˗ Casa tua? Ma se ci
abito io,
qui!
La ragazza
arrossì e gli diede
un'altra librata in fronte, ˗ Questa è casa mia, punto!
Lui inarcò
un sopracciglio,
osservò la targhetta sul citofono e spalancò gli
occhi.
˗ Scusami!
È casa tua! Scusa,
ho sonno e ho sbagliato… buonanotte!
Evergreen lo
guardò mentre
attraversava il pianerottolo ed entrava nella porta di fronte.
Mai più
film con gli zombi, si
promise.
Sposa
cadavere. (Sposa
cadavere!AU)
Elfman si
massaggiò le guance
esasperato. Doveva imparare la promessa di matrimonio prima del
giorno dopo o sarebbe saltato tutto e allora sì che sarebbe
stato un
enorme problema.
Si sedette su un
tronco mozzato e
rigirò tra le dita l'anello nuziale, osservandolo da
qualsiasi
angolazione possibile. Non era chissà che, non aveva molti
soldi a
disposizione, ma era quello che poteva permettersi la sua famiglia.
Era anche per quello
che si
doveva sposare con una sconosciuta, per risollevare le sorti della
famiglia Strauss.
Si alzò in
piedi di scatto, si
schiarì la voce ed iniziò a recitare: ˗ Con
questa mano io
dissiperò i tuoi affanni! ˗ fece un paio di passi in avanti,
˗ Il
tuo calice non sarà mai vuoto perché io
sarò il tuo vino! ˗ alzò
il braccio verso il cielo, dove la luna bianca e splendente stava
lì
ad osservare divertita, ˗ Con questa candela illuminerò il
tuo
cammino nelle tenebre! ˗ volteggiò. Poi vide a terra un
rametto che
sembrava essere una mano e si inginocchiò, ˗ Con questo
anello io
ti chiedo di essere mia.
Era soddisfatto di
come aveva
pronunciato quelle parole, così decise di infilare l'anello
in uno
dei rametti.
Subito dopo, questo si
mosse ed
un freddo vortice d'aria li inghiottì. Una donna totalmente
bianca
uscì dalla terra: indossava un abito da sposa stracciato e
rovinato,
delle scarpe con un bel tacco alto e un paio di occhiali dalla
montatura trasparente.
˗ Lo voglio, ˗ disse
quella
donna, per poi scoppiare a ridere.
Eflman svenne.
Si svegliò
poco dopo con un mal
di testa atroce che gli faceva rimbombare tutte le voci che sentiva.
˗ Largo, largo!
Lasciatelo
respirare!
Aprì gli
occhi piano e venne
bombardato da luci e colori.
˗ Svegliati, non fare
la
femminuccia!
Si girò e
mise a fuoco la donna
di prima, quella del bosco. Solo allora si rese conto di com'era
messa: un braccio ed una gamba erano totalmente scarnificati, e
l'anello stava proprio nella mano senza carne, solo ossa.
˗ Oh, è
ancora vivo… ˗
brontolò un verme che uscì dall'orecchio della
donna morta,
guardando di sbieco Eflman.
˗ Che cosa…?
˗ Benvenuto nel mondo
dei morti!
˗ Hai sposato Ever,
adesso sei
uno di noi!
˗ Finalmente un volto
nuovo!
Eflman non capiva cosa
stesse
succedendo, ma quando focalizzò chi, o meglio cosa,
stava
parlando, svenne di nuovo.
˗ Credo che non vada
bene
neanche lui, sai? ˗ il verme nella testa, scosse la testa
sconsolato.
Sophie's space___
Amici! Sono tornata!
Ho avuto qualche
giorno di pausa
dal pc, ma nel weekend se posso lo evito, quindi… niente!
Eccovi
l'Elfever!
È strana,
lo so… ma mi sa che
lo spirito halloweenesco mi stia scemando xD
E niente, spero vi
piaccia!
Un abbraccio, Adam-
oh, no,
Sophie <3
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