This is Halloween

di Sophie_moore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day One: Gray/Juvia ***
Capitolo 2: *** Day Two: Gajil/Levy ***
Capitolo 3: *** Day Three: Natsu/Lucy ***
Capitolo 4: *** Day Four: Laxus/Mirajane ***
Capitolo 5: *** Day Five: Elfman/Evergreen ***



Capitolo 1
*** Day One: Gray/Juvia ***


This is Halloween

La serie "Alternative Universe"



Day One: Gray/Juvia


Fantasmi. (modern!AU)

Maledetti, ringhiò a denti stretti Gray Fullbuster, rischiando di inciampare su una radice sporgente.

Era nel bosco da un'ora e, stando alle lancette del suo orologio da polso, mancava ancora troppo tempo prima che potesse uscirne e tornare a fare quello che faceva.

Maledizione a lui e alla sua sfiga colossale! Se non avesse perso la scommessa, non sarebbe lui lì a vagare senza meta, ma magari quell'idiota di Natsu, o Gajil.

Sbuffò sonoramente, diede un altro occhiata all'orologio, che segnava ancora le dieci e mezza, e poi si infilò le mani nelle tasche con foga e rabbia.

In effetti, più che rabbia era noia, una noia mortale.

˗ Se ti annoi, può sempre farti compagnia Juvia!

Gray si fermò di colpo, rabbrividendo. Era una voce. Cazzo, era una voce. Una fottutissima voce di donna alle sue spalle.

Si voltò lentamente, gli occhi sgranati ed il viso pallido. Stava per svenire, ma la curiosità gli mantenne le gambe solide. Sì, era una donna. Nel senso che fu una donna, in quel momento era…

˗ Un fantasma! ˗ strillò il ragazzo, inciampando all'indietro e ritrovandosi con la schiena sdraiata sul terriccio freddo.

˗ Sì beh… Juvia preferisce essere chiamata spirito…

Gray scosse la testa violentemente, si passò le mani sugli occhi per provare a se stesso che stava semplicemente dando i numeri, ma dopo il passaggio continuò a vedere quella sagoma bluastra. Gli occhi trasparenti del fantasma lo fissavano, vuoti, eppure aveva un bel sorriso sulle labbra. Che stesse progettando di ucciderlo?

Si tirò su in un secondo, indietreggiò e poi scappò urlando nella foresta. Al Diavolo la scommessa, quello era un cazzo di fantasma!


Ragnatela. (modern!AU)

Juvia riuscì a fatica a spostare l'espositore di dolciumi in vetrina e a metterlo di lato: voleva riuscire a finire le pulizie e l'allestimento per Halloween entro quella sera, così che il giorno dopo avrebbe solo dovuto applicare le ultime decorazioni e sarebbe stata perfettamente in tema con tutta la città. Halloween era una festività molto sentita e tutti i negozi si adattavano, così aveva deciso di farlo anche lei.

Aveva aperto da poco, ma notava che i suoi affari andavano piuttosto bene! Vendeva dolciumi casarecci fatti da lei, soprattutto bomboloni decorati con visi famosi o semplici espressioni.

˗ Juvia è così stanca…

Si passò le mani sulla fronte e si scostò i capelli appiccicati dal sudore. Forse fare tutto da sola non era stata una grande idea… però si tirò su le maniche e si fece una coda alta per raccogliere i capelli turchini. Aveva molte cose da fare!

Iniziò a lavare la vetrina con energia: pulire non le piaceva in modo particolare, ma ci teneva che i suoi clienti si sentissero a proprio agio in un ambiente fresco e profumato.


Un paio d'ore dopo aveva sconfitto la polvere e scacciato quel ragnetto che aveva simpaticamente fatto la tana in uno degli angoli del soffitto, perciò si permise di sedersi sull'espositore. Socchiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dall'immaginazione: come sarebbe stato bello se fosse entrato un ragazzo carino e le avesse chiesto un appuntamento? Poi sarebbero andati a cena fuori, avrebbero passeggiato al chiaro di luna, lui l'avrebbe presa tra le braccia e, sussurrandole parole dolci all'orecchio, l'avrebbe poi baciata con passione, e quindi…

˗ Scusa, ti disturbo?

Juvia spalancò gli occhi e saltò giù dall'espositore, spalancando gli occhi. Dalla vetrina vedeva un ragazzo con i capelli disordinati di un nero intensissimo e due profondi occhi blu. Sentì il cuore scoppiarle nel petto. Corse ad aprirgli la porta e lo fece entrare, rossa come un pomodoro.

˗ Ciao, scusa, ma mi avanzata della ragnatela per Halloween e non mi andava di buttarla… sono il proprietario del negozio di sport poco più in là!

Lui le fece un sorriso e Juvia prese fuoco. Passò lo sguardo sulle mani del ragazzo, che tenevano le classiche ragnatele grige da decorazioni ed annuì.

˗ Ti ringrazio molto! Juvia le prende molto volentieri!

Il ragazzo sorrise e gliele lasciò in braccio, salutandola con la mano. Sulla soglia però si fermò: ˗ Mi chiamo Gray, ˗ le disse per poi uscire.

Juvia rimase a fissarlo per tutto percorso. Si era innamorata. Persa. Cotta.

Quel Gray sarebbe stato suo marito.







Sophie's space___

Amici!!! Avrei voluto farlo ieri, ma a causa di forze maggiori (si è fuso il forno che ha ovviamente fatto saltare la luce impedendomi di finire tutto in tempo) non sono riuscita, e quindi ho pensato che farlo oggi sarebbe andata bene uguale =)

Il primo capitolo è ovviamente una Gruvia, in onore della mia Gray personale (la Tetsu-nee della preview) che mi ha anche prestato i prompt =)

Bene, spero vi piacciano <3

Alla prossima, e buon Halloween <3


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Capitolo 2
*** Day Two: Gajil/Levy ***


Day Two: Gajil/Levy


Catene. (1800!AU)


Erano giorni ormai che stava in cella. La luce non arrivava bene e capire effettivamente che ora fosse o quanto tempo fosse passato da quando era stato incarcerato era difficile, se non impossibile.

Si stava rassegnando a passare lì il resto della sua vita, ormai.

In tutta onestà non sapeva neanche perché ci fosse finito lì dentro, ma non poteva assolutamente contraddire la famiglia nobile del paese o avrebbe pagato il suo peso in oro per stare in cella.

Si mise in piedi e provò a camminare un po' per sgranchirsi le gambe, ma subito il rumore delle catene lo riportò alla sua condizione.

Gajil Redfox era un carcerato con tanto di catena che gli stringeva la caviglia. Poteva fare solo due passi in tondo e la cosa lo snervava a livello psicologico.

Sentì improvvisamente dei passi scendere le scale che portavano al piano di sopra e tornò a sedersi, deciso a non dare soddisfazioni a nessuno che fosse sbucato da lì.

˗ Cavolo, ancora qui sei?

Una voce di donna lo scosse un secondo. Non se l'aspettava, quello era vero.

˗ Mi spiace, sai? Vorrei poterti far uscire. Sopra c'è una festa per tutto il paese e non è giusto che tu sia qui.

Gajil si voltò e si scontrò con un paio di occhi scuri, profondi ed estremamente dolci, circondati da una mascherina nera. Una chioma acconciata azzurra ed un vestito da sera, ampio e gonfio di un giallo delicato. L'aveva riconosciuta in un attimo: Levy McGarden, una delle amiche della famiglia Heartphilia.

˗ La festa non è per i prigionieri.

Levy si guardò attorno, poi si sedette a terra.

˗ Non credo dovresti stare qui. E non credo che quelle catene siano giuste per te, ˗ la ragazza si tolse la maschera e si passò una mano sugli occhi.

˗ Perché vi interessa?

˗ Credo siano superflue. Una persona già carcerata non ha bisogno di catene. A meno che non sia un assassino, ˗ guardò intensamente Gajil, ˗ Sei un assassino?

˗ No.

Levy sospirò, evidentemente sollevata, e si rimise in piedi, ˗ Proverò a parlare con Lucy. Almeno potrai fare due passi, no?

˗ Perché lo fate? ˗ non era riuscito a trattenersi. La curiosità lo stava uccidendo.

˗ Perché non è giusto. E quelle catene sembrano dolorose.

Levy sorrise ed uscì dalle segrete del castello, lasciando Gajil a fissarsi la caviglia. Come doveva considerarle, ora?


Zucca. (school!AU)


Levy McGarden aveva quel sorriso stampato in volto tutti i giorni. Sempre, comunque, che piovesse o ci fosse il sole, lei sorrideva educata, come una dama d'altri tempi.

Ma quel giorno le era difficile mantenerlo.

I suoi bambini stavano dando i numeri, non stavano fermi due secondi che fossero due, non ci provavano neanche a fare il compito che lei aveva assegnato loro!

Come maestra di elementari, Levy aveva dei compiti importanti da portare a termine, e quello di quella giornata particolare le stava dando una serie infinita di problemi.

Che poi non era neanche così assurdo o complicato: decorare delle zucche. Per Halloween.

Aveva pensato che questo avrebbe fatto stare i bambini concentrati, che avrebbero riflettuto sul modo migliore per disegnare qualcosa sulla pelle liscia ed arancione dell'ortaggio, e invece correvano da una parte all'altra della stanza con pennelli branditi come spade.

Non voleva ricorrere alla sua ultima possibilità di ordine…

˗ Adesso basta!

La porta dell'aula si spalancò di scatto ed il maestro Redfox entrò con passo pesante. Tutti i bambini si fermarono nelle loro posizioni più disparate e pian piano si misero in piedi in ordine, ammutoliti.

˗ Non è possibile che tutte le volte facciate un casino del genere! Seduti! Adesso!

Gli alunni annuirono mesti e si sedettero ai loro banchi, educatamente.

˗ Se vi becco ancora vi disintegro. Chiaro?

˗ Non puoi minacciare dei bambini… ˗ intervenne Levy timidamente, grattandosi la nuca.

˗ Devi terrorizzarli o non ti ascolteranno mai.

˗ Io credo che si possa fare diversamente…

˗ Si è visto, ˗ Gajil ghignò ed incrociò le braccia al petto.

˗ Puoi andare ora, ti ringrazio, ˗ cercò di scacciarlo lei, in modo da far concentrare di nuovo i bambini sulle zucche.

˗ Se hai bisogno di me…

˗ Sì, sì, so dove trovarti…

Gajil sorrise di sbieco e le mise una mano sulla testa. Poi si rivolse ai bambini, che trasalirono.

˗ Se la maestra Levy mi chiama di nuovo sono guai.

Tutti annuirono ed il maestro di educazione fisica poté uscire senza rimpianti, lasciando Levy con il cuore che le batteva all'impazzata.






Sophies's space___

Amici! Eccomi con la seconda shot, nella quale analizzo la Gajevy *-*

Mia piccola Gajevy!

Dedico questo scempio improprio alla mia splendida sorellina, Alsha, che condivide con me questa passione sfrenata.

Grazie a tutti, a chi legge soltanto e a chi recensisce! Fanno sempre piacere <3

Vi adoro <3

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Capitolo 3
*** Day Three: Natsu/Lucy ***


Day Three: Natsu/Lucy


Dolcetto o scherzetto? (kids!AU)


L'orfanotrofio aveva organizzato un'uscita con quasi tutti i bambini più grandi, in modo da lasciare alle maestre un po' di tempo di pausa.

Makarov, che sfortunatamente era alto quasi quanto i marmocchietti che doveva accompagnare, cercava di tenerli a portata di mano, ma uno sgusciava sempre dalla sua presa.

˗ Natsu! Vieni qui!

Il bambino dai capelli rosa si voltò verso di lui, mostrandogli la lingua.

˗ Per l'amor del cielo, Natsu! Stai con gli altri!

Natsu, in risposta, si allontanò ancora più dagli altri, ritrovandosi davanti ad un immenso portone bianco.

˗ Chi abita qui? ˗ domandò, sbattendo le palpebre. I suoi occhioni verdi erano sinceramente curiosi, visto che Makarov aveva assunto un'aria così triste.

˗ Erza, tienili un secondo, ˗ una bambina un po' più grande degli altri annuì e prese sotto mano i più scalmanati, così che Makarov potesse avvicinarsi a Natsu, ˗ Qui abitano gli Heartphilia.

˗ Non facciamo dolcetto o scherzetto?

˗ Non si può, questa casa non va bene.

˗ E perché?

˗ Perché no.

Natsu gonfiò le guance ed incrociò le braccia.

˗ Puoi ascoltarmi una volta sola? ˗ Makarov si massaggiò il volto stanco.

˗ Va bene. Arrivo.

Il vecchietto sorrise soddisfatto, anche se qualcosa gli faceva pensare che non poteva essere stato così semplice.

Natsu, infatti, non lo seguì subito, ma andò a bussare alla porta. Si tirò giù la mascherina da diavolo e si mise in posizione. Avrebbe fatto dolcetto o scherzetto, che al vecchio fosse piaciuto o meno!

La porta si aprì lentamente. Natsu sentiva l'emozione di far qualcosa di proibito crescergli nel petto.

Sull'uscio comparve una bambina bionda, pallida, con un viso estremamente triste.

La volontà di spaventarla scemò, e il bambino si tolse la maschera.

˗ Perché sei triste?

˗ Chi sei?

˗ Sono Natsu. Vuoi una caramella?

˗ Perché?

˗ È Halloween e si fa così.

La bambina lo guardò di sbieco, poi notò il sacchetto straripante di dolciumi e le si illuminarono gli occhi, ˗ Grazie!

˗ Natsu! Santo cielo, dove sei finito?

Makarov lo chiamò e il bambino vestito da diavolo si batté una mano sulla fronte.

˗ Facciamo finta che hai fatto tu dolcetto o scherzetto. Ecco, tieni le caramelle,˗ riempì le mani della bambina come meglio poteva e si allontanò, ˗ A presto!

Lei sorrise grata e lo salutò presentandosi come Lucy.


Vampiro. (twilight!AU)


Lucy Heartphilia aveva sonno. Un sonno colossale, uno di quelli che non si sarebbe alzata dal letto per ore, ancora. Eppure aveva dovuto alzarsi, darsi una sciacquata e vestirsi (vestirsi, addirittura!) in modo quasi decente. Non aveva assolutamente voglia di vivere: quella giornata doveva essere di assoluto riposo, ma suo padre aveva deciso che avrebbe dovuto iniziare la scuola, e quindi eccola, che saliva le scale circondata da altri ragazzi della sua età, decisamente molto più sveglia di lei.

Il tempo sulla sua testa era scuro, nuvoloso. Non c'era neanche un raggio di sole che squarciasse quella coltre di nubi. Un ottimo primo giorno di scuola, decisamente.

D'un tratto percepì una strana sensazione di fianco a sé e si voltò di scatto, ma vide solo la schiena di un ragazzo dai capelli rosati che si allontanava. Per qualche motivo a lei sconosciuto le parve diverso dagli altri, ma decise di non darci peso. Non poteva di certo essere presa per pazza il primo giorno, no?


Passò una settimana e aveva iniziato a stringere delle amicizie nella sua classe, eppure continuava a pensare a quello strano ragazzo che aveva visto il primo giorno.

Aveva chiesto a Levy, una esuberante ragazzina dai capelli azzurri, e lei le aveva risposto con un “Non viene spesso, si chiama Natsu”, per poi scrollare le spalle.

Lucy decise che avrebbe voluto sapere tutto di lui, anche perché voleva capire come mai aveva avuto quella strana sensazione.

Quando riuscì a rivederlo, gli fece un grande sorriso e si presentò.

˗ Ciao!

Lui ricambiò il sorriso, sinceramente contento.

˗ Sono Natsu.

˗ Lo so! Non ti vedo spesso, come mai?

˗ Non mi piace il sole.

Lucy ridacchiò, appoggiandosi al muro della scuola, ˗ Che, non sarai mica un vampiro?

Natsu sorrise enigmatico, un leggero brillio gli illuminò gli occhi verdi e la salutò stringendole la mano.

La ragazza solo allora si rese conto di quanto fosse ghiacciata.

//

Lucy si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi. Si voltò e si trovò Natsu che dormiva di fianco a sé. Gli mise una mano sulla fronte e sospirò di sollievo: era caldo, come al solito.







Sophie's space___

Amici! Eccoci arrivati alla NaLu!

Devo dire che il prompt vampiro mi ha messa un pochino in difficoltà, ma comunque spero che vi piacciano anche queste due flash u.u

Un mega abbraccio a chi mi recensisce e a chi legge soltanto, che comunque siete tantissimi!

A domani con la prossima coppia =D

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Capitolo 4
*** Day Four: Laxus/Mirajane ***


Day Four: Laxus/Mirajane


Bloody Mary. (urban fantasy!AU)


Laxus aveva dieci anni. Troppo pochi per assistere ad una cosa del genere ma abbastanza per capire cosa stesse succedendo.

Aveva sentito di quella leggenda metropolitana e aveva voluto provarla. Lui che a quelle cose non credeva, che si era sempre considerato un grande uomo coraggioso nonostante la tenera età, aveva provato. Che cosa sarebbe potuto succedere, dopotutto?

˗ Bloody Mary.

Lo aveva ripetuto per la terza volta. C'era stato qualche secondo di silenzio dove stava pensando che aveva vinto lui, ma poco dopo le luci si spensero.

Un rantolio provenne dalla sua camera da letto, e poi una voce.

Laxus aveva le gambe molli, era terrorizzato, ma si diresse verso la sua stanza, ingollando il groppo in gola.

Una donna, bianca, totalmente bianca, stava nel suo letto, seduta in modo elegante con le gambe snelle accavallate.

˗ Mi hai chiamata tu?

˗ Chi sei?

˗ Bloody Mary, mi chiamano così.

La ragazza fantasma si alzò in piedi e andò a fare una carezza alla testa del bambino.

˗ Sei troppo piccolo per queste cose, non mi devi chiamare più, capito?

Laxus annuì e deglutì, terrorizzato.

˗ Ci vedremo, Laxus!


Dieci anni dopo.

Laxus stava entrando nel pub in cui aveva appuntamento col suo gruppo di amici. Era in ritardo come al solito, per cui sperava che quegli altri non si fossero mossi troppo o non li avrebbe più trovati.

Si infilò all'interno del locale, dove si faceva fatica a respirare, e spintonò fino ad arrivare al bancone, dove si sedette e prese un respiro.

˗ Ciao! Cosa ti porto?

Alzò lo sguardo e si imbattè in un viso che aveva già visto, che già conosceva.

˗ Bloody Mary…?

La barista annuì, inclinando la testa di lato e facendo per andare a preparargli quel cocktail.

˗ No, aspetta!

˗ Hai cambiato idea?

˗ Come ti chiami?

˗ Mirajane, ˗ le rispose la ragazza.

Quel sorriso, quello sguardo, quel viso… Laxus faceva fatica a respirare. Era tornato indietro di dieci anni, non sapeva come comportarsi.

˗ Stai bene?

Lui si riscosse, annuì.

˗ Ci vediamo, ˗ fece per andarsene dal bancone con la tachicardia.

˗ Ciao Laxus!

Si voltò di scatto ma la barista era scomparsa.

Era impazzito, evidentemente.


Cimitero. (Fullmetal Alchemist!AU)


Mirajane stava sulla tomba di suo marito da ormai ore. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma lei stava lì, gli occhi azzurri persi nella memoria.

Freed adorava la festa di Halloween, avrebbe trovato ironico il fatto di essere morto proprio due giorni prima. Ed ora, il giorno della festa dove tutti si travestivano per far paura, lei stava pensando che il suo incubo peggiore si era realizzato.

La pioggia scandiva lo scorrere dei secondi quasi regolarmente, eppure lei non sentiva nulla. Né rumore, né fame, né sete. Forse era morta lì anche lei.

˗ Freed adorava la festa di Halloween.

Mirajane si voltò e vide l'uniforme blu bordata di bianco dei militari. Alzò lo sguardo, incontrando un uomo biondo, i capelli tirati all'indietro e una grossa cicatrice che gli percorreva tutto il lato destro del viso.

˗ Sei ancora qui.

L'uomo annuì, cercando di fare un sorriso. Non ebbe un gran successo, per cui Mirajane tornò a fissare la tomba.

˗ Anche tu.

˗ Ero sua moglie…

˗ In un certo senso, anche io lo ero.

La giovane donna aggrottò le sopracciglia.

˗ Sì, beh, nel senso che era sempre al lavoro.

˗ Amava quel lavoro… ˗ Mirajane sfiorò la lapide, la accarezzò dolcemente ed un triste sorriso le increspò le labbra rosse. Senza accorgersene, l'ombrello le si sfilò dalle mani e cadde a terra.

Laxus, di fianco a lei, non lo raccolse, ma le mise una mano sulla spalla.

˗ Troverò chi l'ha portato via, ˗ sussurrò.

˗ Cos'hai detto?

˗ Troverò chi l'ha portato via, ˗ ripeté a voce più alta.

Mirajane lo fissò negli occhi, le iridi dello stesso colore e finalmente lo vide piangere. Non si nascondeva, non cercava di impedirlo: piangeva.

E per lei fu naturale abbracciarlo stretto, sentendo di nuovo quel calore che sembrava non dover più provare.

˗ Avrò bisogno di te… ˗ biascicò contro il suo petto. Erano amici d'infanzia, erano sempre stati insieme.

˗ Sarò qui, ˗ Laxus le passò le mani tra i capelli, cercando di tranquillizzarla.

Mirajane non riuscì più a trattenersi e si lasciò andare in un pianto disperato, liberatorio. Era la prima volta che piangeva da quando lui era andato via.







Sophie's space___

Terza flash! Che ansia xD

Non sono così convinta della seconda, ma non avevo altre idee. Se proprio vi fa schifo schifo schifo posso scriverne un'altra appena avrò tempo u.u

Vi voglio bene anche se siete silenziosi <3

Grazie di cuore per le views, comunque =D

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Capitolo 5
*** Day Five: Elfman/Evergreen ***


Day Five: Eflman/Evergreen


Zombi.(modern!AU)


Evergreen si aggrappò alle braccia di Bixlow e Fried. Avevano appena visto uno di quei film dell'orrore al cinema, terribili, con i morti che tornavano in vita e mangiavano gli altri… beah, che schifo!

Il problema era che non riusciva a smettere di guardarsi intorno come una disperata. Aveva una paura matta, e quei due antipatici la prendevano in giro.

˗ Ever, Ever… gli zombi non esistono! ˗ ridacchiò Bixlow, spintonandola leggermente.

Lei rabbrividì.

˗ Certo che no! Ma quello non era un film da ragazza, quale sono.

˗ Bastava che non venissi, sai? ˗ provò ad intervenire Fried, ma lei lo fulminò con lo sguardo.

˗ Non potete uscire senza di me.

˗ Da quando?

˗ Da sempre! ˗ Evergreen batté un piede a terra impettita. Era offesa dal fatto che solo lei si considerasse parte integrante del gruppo.

˗ Sei arrivata, rompiscatole, ˗ Bixlow si staccò dall'amica e le mise una mano sulla testa quando si fermarono di fronte ad un portone scuro.

˗ No io ho paura!

˗ Guardati un altro film, no? ˗ Fried era più razionale come persona, ma quando Evergreen si metteva d'impegno diventava davvero insopportabile.

˗ Ma se è mezzanotte!

˗ Al massimo farai degli incubi questa notte, chi se ne frega! ˗ Bixlow prese le chiavi dalle mani della ragazza ed aprì personalmente la porta. ˗ Forza. Buonanotte! ˗la spinse dentro, così poté tirare un respiro di sollievo.

Evergreen sbuffò e gonfiò le guance. L'avrebbe riferito sicuramente a Laxus non appena fosse tornato! Così li avrebbe strigliati per bene!

Decise di andare in casa, ora che era dentro al condominio dove viveva. Salì le scale, si trovò di fronte alla porta blindata e la aprì, chiudendosela alle spalle. Era tutto così silenzioso che le faceva venire i brividi. Si infilò sotto le coperte senza neanche svestirsi, si tolse a malapena le scarpe.


Sentì dei rumori provenire dal pianerottolo. Si svegliò di soprassalto, col cuore che le martellava nel petto. Era sconvolta. Stava giusto sognando che uno zombi maledetto voleva entrare in casa sua e si svegliava proprio nel momento in cui c'erano quei graffi contro la porta?

Scattò in piedi, afferrò un libro dalla libreria ed andò alla porta. Guardò nello spioncino: un ragazzo dai capelli bianchi stava per entrare. Aveva una smorfia orribile…

Evergreen aprì di scatto e diede il libro in testa al ragazzo, all'urlo di : ˗ Muori zombi maledetto!

˗ Ma sei scema?

Aprì gli occhi, che un attimo prima aveva chiuso per la paura, e vide il ragazzo di prima con uno sguardo sconvolto.

˗ Qual è il tuo problema?

˗ Il mio problema? ˗ Evergreen aveva accantonato l'idea che fosse uno zombi, ormai, ˗ Sei tu che entri in casa mia!

˗ Casa tua? Ma se ci abito io, qui!

La ragazza arrossì e gli diede un'altra librata in fronte, ˗ Questa è casa mia, punto!

Lui inarcò un sopracciglio, osservò la targhetta sul citofono e spalancò gli occhi.

˗ Scusami! È casa tua! Scusa, ho sonno e ho sbagliato… buonanotte!

Evergreen lo guardò mentre attraversava il pianerottolo ed entrava nella porta di fronte.

Mai più film con gli zombi, si promise.


Sposa cadavere. (Sposa cadavere!AU)


Elfman si massaggiò le guance esasperato. Doveva imparare la promessa di matrimonio prima del giorno dopo o sarebbe saltato tutto e allora sì che sarebbe stato un enorme problema.

Si sedette su un tronco mozzato e rigirò tra le dita l'anello nuziale, osservandolo da qualsiasi angolazione possibile. Non era chissà che, non aveva molti soldi a disposizione, ma era quello che poteva permettersi la sua famiglia.

Era anche per quello che si doveva sposare con una sconosciuta, per risollevare le sorti della famiglia Strauss.

Si alzò in piedi di scatto, si schiarì la voce ed iniziò a recitare: ˗ Con questa mano io dissiperò i tuoi affanni! ˗ fece un paio di passi in avanti, ˗ Il tuo calice non sarà mai vuoto perché io sarò il tuo vino! ˗ alzò il braccio verso il cielo, dove la luna bianca e splendente stava lì ad osservare divertita, ˗ Con questa candela illuminerò il tuo cammino nelle tenebre! ˗ volteggiò. Poi vide a terra un rametto che sembrava essere una mano e si inginocchiò, ˗ Con questo anello io ti chiedo di essere mia.

Era soddisfatto di come aveva pronunciato quelle parole, così decise di infilare l'anello in uno dei rametti.

Subito dopo, questo si mosse ed un freddo vortice d'aria li inghiottì. Una donna totalmente bianca uscì dalla terra: indossava un abito da sposa stracciato e rovinato, delle scarpe con un bel tacco alto e un paio di occhiali dalla montatura trasparente.

˗ Lo voglio, ˗ disse quella donna, per poi scoppiare a ridere.

Eflman svenne.


Si svegliò poco dopo con un mal di testa atroce che gli faceva rimbombare tutte le voci che sentiva.

˗ Largo, largo! Lasciatelo respirare!

Aprì gli occhi piano e venne bombardato da luci e colori.

˗ Svegliati, non fare la femminuccia!

Si girò e mise a fuoco la donna di prima, quella del bosco. Solo allora si rese conto di com'era messa: un braccio ed una gamba erano totalmente scarnificati, e l'anello stava proprio nella mano senza carne, solo ossa.

˗ Oh, è ancora vivo… ˗ brontolò un verme che uscì dall'orecchio della donna morta, guardando di sbieco Eflman.

˗ Che cosa…?

˗ Benvenuto nel mondo dei morti!

˗ Hai sposato Ever, adesso sei uno di noi!

˗ Finalmente un volto nuovo!

Eflman non capiva cosa stesse succedendo, ma quando focalizzò chi, o meglio cosa, stava parlando, svenne di nuovo.

˗ Credo che non vada bene neanche lui, sai? ˗ il verme nella testa, scosse la testa sconsolato.








Sophie's space___

Amici! Sono tornata!

Ho avuto qualche giorno di pausa dal pc, ma nel weekend se posso lo evito, quindi… niente! Eccovi l'Elfever!

È strana, lo so… ma mi sa che lo spirito halloweenesco mi stia scemando xD

E niente, spero vi piaccia!

Un abbraccio, Adam- oh, no, Sophie <3

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