Jamila - Le Origini del Mito

di EragonForever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pologo ***
Capitolo 2: *** Trama ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 - Jamila ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 - Domande e Risposte ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 - Tu Non mi hai mai deluso ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 - Un Annuncio Importante ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 - Arrivo a Konoha ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 - L'Esame ha Inizio ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 - Noi Siamo Uguali ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 - La Seconda Prova ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 - Vittoria ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 - Preparazione ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 - Finalmente Chunin ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12 - Io ti Capisco ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13 - Le prime Missioni ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14 - La Missione di Livello B ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15 - I Gemelli della Nebbia ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 - Il Risveglio della Fenice ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 - Convalescenza ***
Capitolo 20: *** Capitolo 18 - Prime Verità ***
Capitolo 21: *** Capitolo 19 - Rivelazioni ***
Capitolo 22: *** Capitolo 20 - Di Nuovo in Gioco ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21 - La Comparsa di Ideki ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22 - Mi hai Promesso ***
Capitolo 25: *** Capitolo 23 - Scontro sotto la pioggia ***
Capitolo 26: *** Capitolo 24 - Ora sono davvero sola ***
Capitolo 27: *** Capitolo 25 - Una Ferita Indelebile ***
Capitolo 28: *** Capitolo 26 - Cambiamento ***
Capitolo 29: *** Capitolo 27 - Ritorno alla Luce ***
Capitolo 30: *** Capitolo 28 - Kyuu VS Akamaru ***
Capitolo 31: *** Capitolo 29 - Allenamenti Separati ***
Capitolo 32: *** Capitolo 30 - Una Svolta Infuocata ***
Capitolo 33: *** Capitolo 31 - Kasaigan! ***
Capitolo 34: *** Capitolo 32 - La Missione di Livello A ***
Capitolo 35: *** Capitolo 33 - Ora sono pronta a scommettere sulla mia vita ***
Capitolo 36: *** Capitolo 34 - Missione Fallita ***
Capitolo 37: *** Capitolo 35 - Tu non ci hai deluso ***
Capitolo 38: *** Capitolo 36 - Ai miei occhi tu sarai sempre la stessa ***
Capitolo 39: *** Capitolo 37 - Legami ***
Capitolo 40: *** Capitolo 38 - Una Proposta Particolare ***
Capitolo 41: *** Capitolo 39 - L'Avanzata del Nemico ***
Capitolo 42: *** Capitolo 40 - L'Inizio della Fine ***
Capitolo 43: *** Capitolo 41 - Il Valore della Fiducia ***
Capitolo 44: *** Capitolo 42 - Il Sigillo si Spezza ***
Capitolo 45: *** Capitolo 43 - La Sconfitta delle Tenebre ***
Capitolo 46: *** Capitolo 44 - Dopo la Battaglia ***
Capitolo 47: *** Capitolo 45 - Animo in Tempesta ***
Capitolo 48: *** Capitolo 46 - Partenza ***



Capitolo 1
*** Pologo ***


PROLOGO

Quella notte la pace regnava nel Villaggio della Sabbia. La luna brillava alta nel cielo e il silenzio regnava sovrano. Ma all’improvviso un forte boato fece tremare la terra fin dentro le sue viscere, come un forte temporale. Qualcosa stava arrivando. In quell'attimo un verso stridulo squarciò l’aria scatenando il panico totale. Selene allora si svegliò, allarmata nel sentire tutto quel frastuono e corse fuori, spalancando gli occhi.

"Oh no ... sta arrivando.", mormorò, preoccupata.

Jamir, il figlio più grande accorse e la guardò con fare incerto.

"Chi? Chi sta arrivando mamma?", domandò.

Lei indicò un punto preciso alle porte del villaggio, dove era comparsa una colonna di fuoco.

"Mistfire ... la Fenice a 14 Code. Se verrà qui distruggerà ogni cosa!", esclamò.

Lui allora spalancò gli occhi, tremando, quindi la prese per un braccio.

"Aspetta ... non avrai intenzione di fermarla ... vero?", chiese con un filo di voce.

Lei allora si inginocchiò alla sua altezza e lo abbracciò con forza.

"E' l'unico modo per salvare tutti noi ... sono la sola in grado di farlo.", rispose, la voce che era appena un sussurro.

"No no ... non te lo lascerò fare! E poi che ne sarà di noi?! Lei ha bisogno di una madre!", esclamò l'altro, aggrappandosi al suo petto.

A quella frase anche sua madre iniziò a piangere.

"Lo so ma ... ma se non lo faccio ... per voi non ci sarà un futuro ed è proprio perché vi amo con tutto il cuore che sono disposta a dare anche la mia vita pur di proteggervi entrambi. E ora perdonami ma ... devo andare.", rispose, per poi sciogliersi dolcemente dall'abbraccio e correre via mentre dietro di lei Jamir la chiamava invano.

Selene corse a perdifiato fino alle porte di Suna e in quell'attimo ecco che apparve lei, Mistfire, il demone di fuoco che la guardò con i suoi occhi iniettati di sangue. La donna però non arretrò, rimase li ferma immobile per poi, in lacrime, impostare la tecnica del Sigillo. All'improvviso una luce accecante avvolse ogni cosa nel suo bagliore e tornò il silenzio. Non appena si attenuò della Fenice non vi era più alcuna traccia e la donna, stremata, crollò a terra priva di energie. Jamir, che aveva assistito impotente alla scena le fu subito accanto con la sorellina che piangeva tra le braccia.

"Perchè ... perchè l'avete fatto madre? Ci doveva essere un altro modo ... ma non questo!", singhiozzò.

La donna sorrise e gli accarezzò il viso.

"Oh tesoro ... te l'ho detto, l'ho fatto perchè era l'unica possibilità per salvarci ... ora avrete entrambi un futuro.", disse con voce flebile, per poi guardare la piccola e darle un bacio sulla testa.

Volse poi lo sguardo al figlio, uno sguardo di supplica.

"Ti prego ... proteggila, proteggila a qualunque costo tesoro mio ... vi vorrò sempre bene ... siate forti perchè io vi veglierò dal cielo"

E con quelle ultime parole esalò l'ultimo respiro. In quel momento il fianco della neonata si illuminò ed apparve un sigillo con una fiamma e 14 fiammelle attorno ad essa. Fu un attimo e poi scomparve sotto lo sguardo incredulo del fratello, che la strinse a se con fare materno, sempre singhiozzando calde lacrime e guardare sua madre ormai senza vita.

"Non temete ... la proteggerò a qualunque costo, è una promessa.", sussurrò.

Ora la Fenice viveva dentro quella piccola creaturina, e solo lei avrebbe potuto domarla. Il suo nome era Jamila ... Jamila Komamura.


Angolo dell'Autrice!

Salve popolo di EFP! Come mi hanno consigliato le mie amiche Teoth e KakashinoSharingan, ho deciso di fare una bella revisione di Jamila parte 1 e 2. Questo è il prologo revisionato, spero con tutto il cuore che vi piaccia! (Prologo Revisionato)

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Capitolo 2
*** Trama ***


TRAMA

Avere un’abilità innata ti segna nel profondo, può essere considerata come un dono, oppure per alcuni come un richiamo a una vita piena di sofferenza e dolore, una condanna che ti cambia l’esistenza per sempre, una maledizione. E questo Jamila lo sa molto bene. Vista da tutti come un mostro, vive la sua vita nella più completa solitudine, tutti la temono e l'allontanano. Solo suo fratello Jamir la capisce e l’apprezza per quello che è. Un’oscura verità si cela dietro ai poteri di Jamila, una verità ignota che solo pochi sanno. In lei dimora la Fenice di Fuoco, il demone a 14 code, il suo nome è Mistfire ed è indomabile e allo stesso tempo incontrollabile. Sigillato dentro il corpo di Jamila quando ancora era in fasce da sua madre, morta nel fare la sua opera per salvare il Villaggio della Sabbia dalla forza distruttiva del demone. Ora quel potere è reclamato da colui che lo ha creato, disposto a tutto per riaverlo indietro. Il suo nome è Ideki, un’oscura entità, che può creare demoni artificiali, un potere terribile che deve essere fermato. La pace ristabilita è di nuovo a rischio e solo Jamila, la Fenice di Fuoco può fermarlo. Ma non sarà sola, avrà validi alleati al suo fianco che l’aiuteranno nel suo cammino verso la scoperta di se stessa e a capire che il suo potere, ossia di dominare e manipolare i 5 elementi, può fare anche del bene. Dovrà combattere, lottare con tutta se stessa, ma soprattutto dovrà credere, solo così riuscirà a dominare e a controllare il demone che si porta dentro. Solo lei potrà salvare il suo mondo dalla distruzione, poiché dal suo potere deriva un grande destino.

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 - Jamila ***


Capitolo 1: Jamila

Era appena l'alba nel Villaggio della Sabbia, il sole stava tingendo l'orizzonte con le sue sfumature rosate creando uno spettacolo a dir poco mozzafiato. Su una rupe non molto distante da casa sua, stava una bambina di circa 14 anni dalla delicata carnagione color caramello, limpidi occhi azzurri e lunghi capelli color fiamma, raccolti in una coda di cavallo che le ricadeva fluente lungo la schiena mentre il fisico da ragazzina era snello e slanciato. Il suo nome era Jamila, Jamila Komamura e viveva con suo fratello Jamir, di 17 anni, e Kyuu, il suo cucciolo di lupo bianco che aveva trovato qualche giorno prima tra le rocce mentre faceva una delle sue solite esplorazioni. Non appena lo aveva trovato solo e impaurito aveva subito deciso di portarlo a casa con se, essendo molto amante degli animali.

I due erano diventati inseparabili sin dal primo momento, poiché in fondo erano molto simili: erano entrambi orfani di genitori.

Lei non aveva mai conosciuto la sua famiglia e suo fratello non ne parlava mai nonostante la sua insistenza, e ogni volta cambiava sempre discorso. L'aveva cresciuta come padre e madre messi insieme, si volevano molto bene e il loro rapporto fraterno era qualcosa di davvero speciale. Jamir era diventato Chunin da un anno ormai, e spesso era in missione con i suoi compagni di squadra per cui purtroppo era costretto a lasciarla sola.

Ma Jamila in fondo sapeva badare a se stessa, e, per essere Genin se la cavava piuttosto bene nell'arte della sopravvivenza. Tuttavia il suo carattere lasciava spesso a desiderare poiché era piuttosto ribelle, una vera testa calda, sempre con la risposta pronta, molto sicura delle sue capacità, eppure di indole sensibile, però sapeva anche essere gentile e premurosa.

Purtroppo però non era molto ben vista da tutti, per un unico e semplice motivo: aveva un'abilità innata molto particolare, sapeva dominare i cinque elementi: vento, acqua, fuoco, roccia e fulmine. Tempo addietro, quando era ancora bambina, aveva perso involontariamente il controllo del suo potere, causando un disastro, molte case erano state distrutte, e alcuni suoi compaesani erano rimasti uccisi. Da quel giorno era sempre stata tenuta a debita distanza da tutti, soprattutto a scuola, all'Accademia Ninja. Nonostante il carattere era una dei migliori studenti, ma questo non le garantiva facili amicizie, al contrario, era sola e questo la faceva soffrire tutt'ora.

Solo suo fratello Jamir la capiva, dato che anche lui aveva un'abilità innata, ovvero la rigenerazione cellulare iperveloce. Al contrario della sorella, era ben visto, poiché grazie alla sua abilità, garantiva il benessere del villaggio. Essendo uno dei Chunin più brillanti e capaci, il Kage del Villaggio, ossia Gaara del Deserto, gli affidava quasi tutte le missioni assieme al suo team. Quella mattina però era a casa e così raggiunse la sorella in cima alla rupe dove stava.

"Ehi sorellina, che fai qui tutta sola?", esordì

"Guardavo l'alba.", rispose la ragazza con un sospiro.

A quella risposta intuì subito che in verità nascondeva qualcosa, così la guardò intensamente negli occhi.

"Qualcosa non va?", le chiese con apprensione.

Abbassò lo sguardo nel sentire quella domanda, cercando di evitare in ogni modo le sue iridi celesti cariche di preoccupazione.

"No, tutto apposto, sto bene.", rispose semplicemente.

Jamir allora sospirò.

"Ti conosco fin troppo bene, e credimi, so quando c'è qualcosa che non va. E’ inutile che fai la dura, con me non funziona"

Per un attimo, Jamila esitò a rispondere, ma poi parlò.

"Da quel maledetto giorno tutto il Villaggio mi tiene a distanza, e a scuola mi evitano come la peste.", confessò infine.

A quella frase il fratello capì subito a cosa si stava riferendo.

Sospirò.

"Lasciali pensare come vogliono, quello che conta è ciò che sei e ai miei occhi non sei una minaccia, sei mia sorella, e mai ti considererò un pericolo. Se loro la pensano altrimenti, ciò dimostra solo e soltanto quanto siano stupidi e ignoranti, non possono nemmeno lontanamente immaginare come sia difficile gestire un’abilità innata. E ricorda che quello che è successo non è stata colpa tua.", la rassicurò.

Al suo fianco, Kyuu abbaiò in segno di approvazione, facendola sorridere.

"Anche lui la pensa come te vedo.", osservò, accarezzandogli la testina con affetto.

Kyuu in risposta le leccò affettuosamente il viso e la Genin rise con la sua risata soave e argentina.

"Mi fai il solletico!", esclamò.

Il fratello sorrise nel vederla così serena.

"Vorrei vederti sempre così, allegra e sorridente. Quando ti chiudi in te stessa sto male, e mi piacerebbe sapere cosa ti passa per la testa, ma tu sei sempre così testarda che non mi dici nulla. Sei molto più bella quando sorridi.", replicò poco dopo, scompigliandole i capelli con una carezza.

A quel contatto, la ragazza sorrise, abbracciandolo poi con foga.

"E' merito tuo se sono felice, tu sei la mia gioia più grande, se non ci fossi tu sarei persa.", mormorò contro la sua spalla.

Jamir ricambiò la stretta, stringendola con forza.

"E tu sei la sorella migliore del mondo e so che un giorno sarai una grande ninja.", la rassicurò con affetto.

Infine scesero dalla rupe e andarono a fare colazione.

Jamila aveva sempre detestato farsi vedere debole e fragile agli occhi del fratello e per questo si comportava da dura, facendosi vedere forte e sicura.

Ma Jamir riusciva a leggerle fin nel profondo del suo animo, riuscendo a vedere quanto in realtà soffriva la solitudine, quanto l'essere emarginata le pesava. In lei vedeva un profondo dolore, che la sorella non si era mai permessa di sfogare. Ciò gli dispiaceva molto, soprattutto il fatto che non riuscisse a esternargli i suoi sentimenti, perché sapeva che, in fondo in fondo, aveva solo bisogno di essere apprezzata e consolata.

Il suo orgoglio e la sua testardaggine però erano incorreggibili, per cui la sola cosa che poteva fare per lei era esserci sempre quelle poche volte che mostrava di aver bisogno di lui. Un po' si sentiva in colpa nel lasciarla sola quando era in missione, e l'unica cosa che lo consolava quando lo faceva, era il fatto che lei era una ragazza forte e decisa capace di badare a se stessa.

Quel giorno era sabato e non c'era scuola, con sollievo di Jamila.

Odiava andarci, ma allo stesso tempo era una degli allievi migliori, ma non ne era affatto orgogliosa vista la sua situazione.

Non appena finì la colazione decise di andare con Kyuu a fare una passeggiata nel Villaggio.

Era una bella giornata che metteva allegria, le casupole color senape di Suna risplendevano delle tonalità accese dei tendoni e dei bazar del mercato, mentre una folla di gente andava a veniva in continuazione.

Il profumo del bucato pulito, steso sopra le teste dei passanti, delle ciambelle alla cannella e delle spezie inondava le strade mentre un vociare confuso composto da grida, annunci e negoziazioni permeava l’aria.

Dopo poco però, notando i continui sguardi gelidi e curiosi che le lanciavano i passanti, preferì allontanarsi. Odiava quei bisbigli sommessi alle spalle, mai troppo vicini perché potesse affrontarli, ma nemmeno troppo lontani perché potesse non farci caso. La gente si allontanava quando la vedeva passare, le mamme portavano perfino i bambini a casa, le persone tacevano all’improvviso e i vecchi scuotevano il capo, dandole le spalle. Non potendo sopportare oltre preferì allontanarsi dalla via principale, dirigendosi dove nessuno avrebbe potuto importunarla.

Anche se era in mezzo al deserto, quel luogo sapeva regalare dei paesaggi a dir poco spettacolari. I tramonti parevano in grado di incendiare l’orizzonte, spargendo sulle vie deserte della sera ombre che parevano voler catturare i passanti, l’alba profumava sempre d’estate e spediva i suoi raggi rosati contro le cupole in terracotta, sui parchi giochi e sulle case.

Generalmente preferiva allenarsi per conto suo, in un luogo segreto in cui nessuno poteva venire a disturbarla e in cui le sue tecniche, spesso molto invadenti e artistiche, non potessero fare danni in giro.

Non aveva mai avuto bisogno di un maestro o di un tutore per allenarsi dato che, grazie alla sua buona memoria, riusciva a memorizzare le lezioni al primo colpo, cosa che sapeva stupire tutti i Maestri.

Solo Gaara quando aveva un momento libero veniva a vedere i suoi allenamenti solitari. Lui e suo fratello erano stati grandi amici sin dalla Grande Guerra Ninja e da allora erano diventati inseparabili, era un prezioso amico di famiglia, sempre disponibile e presente. La fiducia che lo legava a Jamir era forte e spesso il Kazekage amava prendersi una piccola pausa dai suoi doveri per osservare gli allenamenti della sorella del suo migliore amico, che per lui era quasi come un cuginetta. Aveva notato subito il suo talento per le arti marziali, talento che fioriva e si perfezionava di giorno in giorno, per cui non gli dispiaceva per nulla osservarla in silenzio, anche se ogni tanto non sapeva proprio evitare di darle qualche dritta qua e la.

Anche quel giorno venne a vederla.

È davvero una combattente eccezionale, merita a pieno titolo di figurare tra i migliori Genin del villaggio. Pare quasi che sia nata per combattere, le ci vorrebbe un buon team che sappia far spiccare il suo talento … così da sola è sprecata …

Angolo dell'Autrice

Dopo un lungo periodo ho deciso di riprendere questa storia in mano per renderla ancora più migliore. Come mi hanno fatto notare le mie migliori amiche Teoth e KakashinoSharingan, dopo tutte le continue revisioni dei vari capitoli della prima e della seconda parte, che il mio stile era piuttosto sballato e avrebbe potuto confondere i lettori futuri, così mi sono rimboccata le maniche e ho deciso di fare una revisione completa. Ci vorrà un po' di tempo non lo nego ma è la cosa giusta da fare dato che considero JAMILA come una figlia, una parte di me dato che ci ho messo anima e corpo per scriverla. Comunque ecco il primo capitolo revisionato e arricchito. Spero con tutto il cuore che vi piaccia. Ringrazio di tutto cuore chi finora mi ha seguito sin dall'inizio e i generosi recensori per il loro sostegno. Detto questo alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 - Domande e Risposte ***


Capitolo 2: Domande e Risposte

Quando ebbe finito di allenarsi, Gaara si complimentò.

"Sei sempre una sorpresa, Jamila.", esordì.

"Mi fa piacere che lo pensiate grande Kage, è un vero onore per me.", rispose la Genin, con un sorriso.

"Continua così, e diventerai sicuramente una grande ninja"

"Prima però devo continuare il mio percorso. So bene di essere solo all’inizio, anche perché in fondo sono solo una Genin … eppure un giorno vorrei davvero poter essere qualcuno di cui poter contare, come lo siete voi per Suna.", spiegò.

Gaara sorrise, in cuor suo sapeva che ci sarebbe riuscita. Al contrario dei suoi compaesani si fidava o meglio, credeva in lei e nella sua tenacia, sapeva che era troppo testarda e orgogliosa per farsi sopraffare o impressionare dai pregiudizi altrui. In un modo o nell’altro, si sarebbe sempre rialzata. Lo aveva sempre fatto, ogni volta che era in difficoltà non aveva mai ceduto una volta, non si era mai arresa, sapeva comunque sfoggiare sempre il sorriso, anche se forzato. Scosse il capo, non riusciva proprio a capire come potesse la gente del villaggio temerla tanto. Non era colpa sua ciò che era accaduto, e quindi non aveva motivo di aver paura di lei, anche perché sapeva che quella ragazza più di molti altri aveva tutti i motivi per proteggere il villaggio.

Poco più tardi si congedò, lasciandola sola con Kyuu.

Anche se la solitudine le pesava, a volte Jamila la considerava lo stesso un'ottima opzione per riflettere in santa pace sulle tante domande senza risposta che si poneva da troppo tempo, domande a cui non era mai riuscita a rispondere.

Perché a me?

Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo dolore?

Queste erano le domande che si faceva spesso quando rifletteva per conto suo ma ogni volta non riusciva a dar loro risposte chiare, nemmeno quel giorno. Così tornò al Villaggio, evitando le strade per tornare poi a casa.

"In tempo per il pranzo, come sempre.”, la salutò allegramente il fratello.

"Sai bene che non lo salterei mai per nulla al mondo. Oltre ad essere uno dei Chunin migliori di Suna, sei anche insuperabile in cucina, soprattutto quando si tratta di fare il ramen”

“Questo mi fa piacere sentirmelo dire, sorellina”

La ragazza sorrise.

"Tu non mi deludi mai fratellone, mai hai deluso una mia aspettativa. So che ti senti in colpa quando mi lasci sola, ma hai i tuoi doveri da compiere, e poi non devi preoccuparti per me, so cavarmela.", lo rassicurò, facendogli l'occhiolino.

Mangiarono di gusto. Jamir faceva una grande quantità di ramen, poiché sapeva che Jamila arrivava anche a tre o quattro porzioni, e in casi esagerati anche a dieci ma stavolta però ne mangiò solo una sola. Ciò suscitò la sua curiosità.

"Strano, di solito mangi molto di più di una porzione”

Jamila sospirò.

"Scusami, ma non ho molta fame"

"Quando dici così c'è per forza qualcosa che ti turba, è inutile, con me non puoi nasconderti e lo sai anche tu.", ribatté, serio

"Lo so fin troppo bene.", mormorò lei, sospirando.

Jamir allora si sedette al suo fianco, mettendole una mano sulla spalla.

"Ti va di parlarne con me?", chiese.

"Non credo tu possa capire.", tagliò corto lei.

"Oh, io invece credo di si. Ti ho cresciuta come un padre fin da quando eri una frugoletta così …", iniziò, facendo il gesto per mimare la misura "Io meglio di chiunque altro posso capire cosa ti passa per la testa.", riprese poco dopo, prendendole le mani e guardarla intensamente negli occhi.

Jamila dal canto suo sospirò.

"Ho troppe domande senza risposta a cui provo a rispondere da troppo tempo, ma finora nessun risultato.", rispose infine

"Che domande?"

La sorella allora gli elencò quelle che si faceva più spesso.

"Queste sono le principali"

Jamir ci rifletté un po'su cercando di farsi venire le parole.

"E' piuttosto comprensibile che tu te le faccia cara sorellina, ed è normale, credimi.", spiegò infine, sorridendo.

"Sai darmi delle risposte?"

Il fratello annuì.

"Tu prendi questo tuo dono come un castigo, quando invece non lo è affatto. Continui a chiederti il perché a te, ed è piuttosto semplice: tu porti l'eredità della nostra famiglia, soprattutto della mamma. Questa tua abilità è un dono del destino. Puoi vederla come una condanna, ma non lo è” iniziò, prendendole le spalle "E poi smettila di chiederti cosa hai fatto per meritarti tutto questo, ti dai di continuo una colpa della quale non sei responsabile. Tu non hai fatto niente per meritartelo, niente, lo capisci? Sei nata con un dono. Anch'io all'inizio ho pensato la stessa cosa, ma poi col tempo ho capito che potevo fare del bene grazie al mio dono, e sono sicuro che un giorno lo capirai anche tu, credimi e spero che tu ti renda conto di quanto tu sia speciale.", continuò.

Jamila a quelle parole rimase spiazzata, poiché erano fin troppo vere. Si lasciò quindi sfuggire una lacrima, seguita poi da molte altre. Jamir la guardò, stupito, era la prima volta che la vedeva piangere in sua presenza. Le sue parole dovevano averle lasciato il segno. La portò al suo petto, stringendola con vigore.

"Oh sorella mia, non fare così, shhh … non piangere.", cercò di rassicurarla.

A quella frase il suo pianto si acquietò poco a poco.

"Accidenti, non volevo farmi vedere così da te.", mormorò.

Jamir però sorrise, accarezzandole la testa.

"Tranquilla, è tutto apposto, piangere a volte fa anche bene, credimi sorellina"

"Sarà, ma come sai, odio sentirmi debole e fragile, è una cosa che non sopporto"

"Eheheh, lo so anche fin troppo bene, ma sappi che ai miei occhi non lo sei.", la rincuorò con affetto.

Poco dopo, lo stomaco di Jamila brontolò.

"Ho fame"

Lui ridacchiò.

"Qui c'è tutto il ramen che vuoi sorellina"

Lei allora si mise a mangiare, arrivando ben a cinque porzioni. La giornata volò in fretta, e quella notte il suo sonno fu sereno.
 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, ecco a voi dopo tanto tempo il secondo capitoletto revisionato. Qui vediamo Jamila alle prese con le sue domande ma Jamir è sempre al suo fianco pronto a darle un appoggio. Ringrazio tutti coloro che l'hanno recensita ovvero AkaneChan95, KnightoFire,Teoth e KakashinoSharingan, soprattutto loro perché se non fosse stato per loro questa storia non avrebbe mai preso forma!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 - Tu Non mi hai mai deluso ***


Capitolo 3: Tu non mi hai mai deluso

Anche se sapeva controllare la sua abilità abbastanza bene delle volte capitava che combinasse qualche guaio, ovviamente non di sua spontanea volontà, come ad esempio causare piccoli incendi o tempeste involontarie e nonostante provava a spiegare gli abitanti l'accusavano continuamente. E la cosa peggiore era che le rinfacciavano ogni cosa anche in Accademia e questo era uno dei motivi per cui soffriva nell'andarci. Quella mattina infatti si alzò con il solito sguardo malinconico mentre scendeva a fare colazione. Mangiava molto lentamente e Jamir sapeva che quello era uno dei suoi modi per far capire che c'era qualcosa che non va, quindi l'affiancò.

"Senpre per il solito motivo non è vero?", esordì.

Jamila annuì.

"Già ... è come se lo facessero apposta ... è una cosa insopportabile"

"Lo so che è molto difficile per te ma ricorda quello che ti ho detto alla rupe ok?"

La ragazza sorrise, facendo un cenno con il capo e mostrando un sorriso forzato, anche se sapeva che aveva ragione. Finì quindi la colazione e si preparò per bene il suo tascapane, aggiungendo il pranzo. Quel giorno la giornata durava fino alle due del pomeriggio e quando fu pronta, si abbracciarono per salutarsi.

"Buona giornata campionessa.", la salutò Jamir.

Jamila sorrise e dopo un bacio sulla fronte, uscì, pronta per quella lunga giornata. Ma nonostante il disagio che provava ogni mattina nell'andare a scuola era comunque determinata.

Sarò considerata pure un mostro, ma sono pur sempre una ninja del Villaggio della Sabbia.

Anche se si sentiva un'emarginata, non era il tipo di ragazza che si scoraggiava tanto facilmente. Affrontava a testa alta ogni situazione senza abbattersi.

Arrivata all'ingresso dell'Accademia, si fermò per un attimo prima di entrare. Ripensò alle parole di Jamir quella mattina di due giorni prima sulla rupe.

Lasciali pensare come vogliono, quello che conta è ciò che sei.

Quella era la frase che le era rimasta più impressa. Sorrise.

Poi entrò nel cortile dove si stavano preparando ad entrare. Ovviamente la a notarono subito, come ogni giorno e sin da subito sentì i loro sguardi puntati addosso taglienti come lame di ghiaccio. Ma non si lasciò intimidire e puntò verso di loro uno sguardo serio e solenne.

"Andiamo ragazzi, non vi mangio mica.", esordì.

Questo non è posto per quelli come te, noi non ti vogliamo qui, non fai altro che combinare guai come in quell'incidente.", ribatté un giovane di nome Tazu.

A quelle parole abbassò lo sguardo, non faceva che rinfacciarli che quella volta era stata colpa sua e accusarla della morte dei suoi genitori. Da quel giorno era cambiata ogni cosa. I due non erano mai andati d’accordo già da prima di quel terribile fatto che aveva segnato entrambe le loro vite. Lui si atteggiava spesso in modi anche parecchio tracotanti e spacconi, e persino i maestri faticavano a sopportarlo. Eppure pareva proprio non farci caso, anzi continuava. Inoltre pareva trarre un particolare godimento nell’infastidirla e umiliarla, per cui non di rado si ritrovavano a fronteggiarsi e più di una volta, fuori dal controllo dei professori, erano arrivati persino ad alzare le mani.

Nel vedere quella sua reazione Tazu sogghignò.

"Ops, ho toccato un tasto dolente eh? Ma in fondo perchè negare la verità?"

Jamila non disse nulla e si limitò a sorpassarli.

"Si si sparisci mostro" si sentì dire alle spalle.

Non sopportava tutta quella situazione e piuttosto che combinare altri guai aveva preferito quindi lasciar perdere. Infine entrarono in classe, e la giornata poté iniziare.

Ovviamente la Genin se ne stava sola nel lato destro dei banchi, in ultima fila, l'espressione poco attenta, ma la mente attiva nel memorizzare le lezioni in pochi secondi.

Anche durante la ricreazione e il pranzo se ne stette per conto suo in un angolo. Gli altri suoi compagni se ne stavano con la loro squadra a parlare del più e del meno, mentre lei invece se ne stava per i fatti suoi. I maestri le avevano assegnato delle squadre, ma tutti gli altri Genin si erano rifiutati di farle da nakama per cui alla fine si era tirata indietro, preferendo stare da sola piuttosto che con qualcuno che la detestava.

Ma tutto questo non le pesava più di tanto, o almeno non lo dava a vedere. In verità tutto questo le pesava non poco ma ovviamente nessuno a parte Jamir poteva sapere come si sentiva davvero dentro, come soffriva quella terribile solitudine che le opprimeva il cuore giorno dopo giorno. Aveva suo fratello e il Kazekage certo, ma al di fuori di loro nessun'altro.

La giornata scolastica si concluse con una verifica sulla Mutazione, una delle tecniche all'occhiello di Jamila, poiché sapeva mantenere forma animale per un breve perido, la quale prese il massimo dei voti.

Più tardi tornò a casa, l'espressione annoiata e subito Kyuu corse a farle le feste. Jamila li fece quindi le coccole.

"Ciao bello, sono tornata"

"Ben tornata sorellina, com'è andata a scuola oggi?"

"Il solito, Tazu che continua a provocarmi, verifica sulla Mutazione, la mia specialità, il resto già lo sai.", borbottò Jamila, sbuffando.

"Lo so, ma credimi, non sei sola, hai me e sappi che avrai tutto il mio sostegno, qualunque cosa accada"

"Lo so, e di questo ne sono molto felice ... ma vorrei tanto avere un amico, qualcuno che mi capisca oltre a te capisci? Qualcuno fuori dalla famiglia ecco" mormorò la ninja, sospirando.

"Ti capisco molto bene sorellina, so come ti senti, ma non devi temere, sono sicuro che presto le cose cambieranno"

A quella frase il volto le si oscurò.

"Ti riferisci agli esami di selezione dei Chunin?"

"Si, anche a quelli, quando sarai Chunin le cose saranno diverse, credimi, mi è successa la stessa cosa. Cerca di essere un po' più positiva"

"Come posso essere positiva? So bene come andrà a finire, da sola, nessuna squadra, missioni solitarie.", sbuffò la ragazza, incrociando le braccia.

Jamir allora si inginocchiò alla sua altezza e la guardò intensamente negli occhi, il suo sguardo era terribilmente serio che la fece rabbrividire, poichè lo onosceva molto bene. Stava per farle una bella ramanzina. Deglutì per poi fissarlo con aria di sfida.

“Senti, smettila di essere così pessimista Jamila, possibile che vedi sempre tutto nero e non vedi quali possibilità ti può offrire la vita? Diventare Chunin ti aprirà un'infinità di scelte, rendendoti più responsabile, oltre a cambiarti in molte cose. Inoltre i Kge non permetterebbero mai di lasciarti senza squadra, per quanto si possa ridire, le regole sono chiare. Ogni ninja deve far parte di un team di almeno tre presone. Quindi stai tranquilla, ok?” ribatté il fratello, prendendole le spalle.

A quelle parole Jamila sospirò, abbassando lo sguardo.

"Scusami se ti ho deluso.", mormorò.

Jamir allora le alzò delicatamente il mento e tornò a fissarla di nuovo, scuotendo la testa.

"Tu non mi hai mai deluso sorella mia.", la rincuorò.

Lei allora sorrise, gli occhi che brillavano di felicità. Poi lo abbracciò con foga e lui fece lo stesso.

"Grazie"

"No, grazie a te di esistere mia adorata sorellina.", fece lui, stringendola.

Tra le sue braccia sembrava piccola e indifesa, ma aveva il cuore e il coraggio di una leonessa e Jamir questo lo sapeva.

"Fratellone, andiamo ad allenarci? Oggi non ho missioni da fare.", propose la Genin poco dopo.

"Nemmeno io, andiamo"

E così, fratello e sorella uscirono di casa, mano nella mano, pronti per il loro allenamento.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qua con la revisione del terzo captolo dove la situazione inizierà ben presto a smuoversi per la nostra Jamila. Spero con il cuore che sia di vostro gradimento! Ringrazio i miei fidati seguaci che hanno recensito e letto fino alla fine!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 - Un Annuncio Importante ***


Capitolo 4: Un annuncio importante

Una forza oscura però si affacciava nel frattempo sull’orizzonte, impregnando l'aria con la sua aura di pura malvagità, la quale sola presenza impediva quasi di respirare, un'energia al mondo ignota. Il suo nome era Ideki, un uomo di circa mezza età, smunto e dall'aria folle, dai capelli neri e mossi raccolti in una coda fluente con un lieve accenno di barba sul volto, mentre gli occhi erano di un gelido verde foresta. Viveva ormai da molto tempo in un luogo remoto che non appariva sulle mappe, un luogo isolato dal resto del mondo. Si trattava di una vasta landa grigia e desolata, perennemente coperta da un leggera nebbiolina diafana e perlacea mentre solo qualche alberello raggrinzito sbucava qua e la ogni tanto. Alte montagne tenebrose si stagliavano all’orizzonte, mentre un notte perenne copriva quella landa priva di vita e dimenticata dagli dei. Era il posto ideale per uno come lui dalle folli idee che gli frullavano nella mente da quando un tempo era un giovane ninja della Foglia. Aveva sempre nutrito un'amore straordinario per la scienza e le nuove tecniche e grazie a questo suo talento si era persino guadagnato un posto importante nell'esercito. Ma aveva anche un'ossessione, un'ossessione talmente folle che lo portò alla rovina, ovvero l'utilizzo delle cellule dei Cercoteri per crearne dei cloni, sostenendo che in quel modo la Foglia avrebbe avuto un potere illimitato grazie alla sua dedizione negli esperimenti. Però gli Anziani videro la follia in quelle sue idee alquanto stravaganti e quindi gli impedirono di realizzarle. Ideki ovviamente ne rimase deluso e frustrato, così decise di fingere la sua morte scomparendo nel nulla. Successivamente si era costruito quel covo in modo da portare avanti indisturbato i suoi esperimenti, riuscendo a creare tre cercoteri, Mistfire, l'Inugami e il Bakeneko, ma la sua prima creatura si era rivelata troppo potente per essere controllata ed era riuscita a fuggire ben 14 anni prima. Da quel giorno non aveva mai smesso di cercarla, mandando i suoi seguaci in ogni dove, ma ogni volta era stato un totale fallimento, così aveva dato loro un ultimatum dicendo che se stavolta non fossero tornati con delle buone notizie sarebbero stati puniti molto duramente. Quel pomeriggio, dopo quasi due mesi di assenza li stava attendendo seduto sul suo trono di pietra impaziente, lo sguardo fisso verso l'ingresso della caverna dal quale entrava una lieve nebbia, le dita affusolate che tamburellavano sul bracciolo per smaltire la noia. Infine dopo svariati minuti sentì dei passi avvicinarsi poco a poco. Attraverso la nebbia, comparvero improvvisamente due figura dapprima quasi indistinguibili, eppure dal profilo praticamente identico. Quando furono finalmente visibili si rivelarono essere una ragazzo e una ragazza, visibilmente gemelli, di circa 16 anni. Avevano corti capelli purpurei, dai riflessi sanguigni, profondi occhi violetti e una carnagione leggermente pallida su un fisico robusto e slanciato. Nel vedere lo sguardo severo del loro signore tremarono, bene sapendo di quanto potesse essere spietato se si arrabbiava, ma si limitò a sospirare.

"Spero per voi che stavolta non mi abbiate deluso ... altrimenti sapete cosa vi aspetta.", sibilò.

A quella frase sorrisero con trionfo e allora la ragazza si fece avanti, inginocchiandosi in segno di rispetto.

"Mio signore Ideki, vi possiamo garantire che stavolta abbiamo buone notizie.", esordì.

L'uomo allora si fece attento, mentre il suo sguardo gelido li scrutava uno a uno.

"Quindi l'avete trovata?"

La ragazza annuì, imitata dal fratello, inginocchiatosi al suo fianco.

"Si mio signore, vive nel Villaggio della Sabbia, il suo nome è Jamila Komamura, 14 anni.", rispose.

"Sappiamo che molto presto andrà a Konoha per l'esame di selezione Chunin.", aggiunse il ragazzo.

Ideki sogghignò a quelle parole

"Bene, molto bene. Presto riavrò la mia adorata Mistfire.", esultò poco dopo.

Lui era anche un ottimo stratega, subdolo e calcolatore, sapeva bene come indurre la sua preda a cadere nella sua trappola, e perpetrava i suoi crimini con insano piacere, mentre i suoi piani procedevano e venivano studiati nel minimo dettaglio. Stava per fare la sua mossa, e nessuno avrebbe potuto uscirne vincitore se non lui.

 

(...)

 

Jamila nel frattempo era ignara di tutto ciò, e viveva la sua vita come ogni giorno facendo le solite cose, oltre anche ad allenarsi per conto suo, ben sapendo che gli esami Chunin si stavano avvicinando. A volte però spiava gli allenamenti degli altri ragazzi della sua età con il loro bel tem e il maestro che insegnava le tecniche, a allora un profondo senso di solitudine le avvolgeva il petto, ben consapevole e certa che quell'esperienza non l'avrebbe mai provata dato che nessuno aveva preso la briga di fare squadra con lei, e poi perché avrebbero dovuto? Tutti la consideravano una minaccia per l'intero Villaggio, quindi nessuno si sarebbe scomodato a chiederle se voleva fare squadra. Ormai comunque si era arresa all'evidenza, finché una mattina non accadde qualcosa. Il Kazekage aveva radunato tutti nella piazza principale affiancato da Kankuro eTemari. Guardò i presenti per poi schiarirsi la voce

"Ho un annuncio molto importante da fare.", esordì.

Ci fu un attimo di silenzio in modo da richiamare a se l'attenzione, poi riprese

"Fra tre settimane a Konoha si svolgeranno gli esami di selezione dei Chunin. Tutti i Genin con le loro rispettive squadre, hanno a disposizione da oggi per prepararsi. Vi augoro buona fortuna"

Infine dopo ciò congedò la folla, che si sparpagliò. Tutti i ragazzi erano eccitati dalla notizia, ma solo Jamila non sapeva se esserlo o meno, poiché in fondo lei non aveva una squadra.

"Su con la vita, ti allenerai con me, chiederò a Gaara il permesso di prepararti.", la rassicurò Jamir, sorridendo.

La Genin sorrise, rassicurata. Sapeva che poteva contare su di lui, così suo fratello andò immediatamente dal quinto Kazekage, che fu felice di riceverlo, essendo molto amici. Infatti dal suo sguardo serio intuì subito il perché fosse venuto.

"Immagino che si tratti di Jamila non è vero?", esordì.

"Si ... come sapete lei non ha una squadra e nemmeno un maestro, quindi vorrei chiedervi il permesso di tre settimane di congedo dalle missioni per allenarla personalmente.", spiegò.

A quella richiesta il Kazekage annuì.

"Permesso accordato, so che per te è molto importante e per Jamila significherebbe moltissimo, e poi come ben sai anch'io non la temo"

"Lo so, e vi ringrazio per la vostra comprensione, significa tanto per me"

"Questo e altro per il mio migliore amico, va ora, ti starà aspettando"

Jamir annuì e lasciò l'ufficio, andando a dare la lieta notizia alla sorella che fu subito entusiasta.

"Ma è fantastico!", esultò.

"Lo so e tranquilla, queste tre settimane sarò tutto per te"

"Andiamo ad allenarci allora!", esclamò la Genin.

Il fratello annuì, cos' andarono nel luogo dove la ragazza era solita ad allenarsi e senza troppi indugi iniziarono l'allenamento.

Jamir si mostrò subito un ottimo maestro, le dava fiducia e le insegnava tutto quello che sapeva e anche a dominare la sua abilità innata con maestria. In un pomeriggio, Jamila imparò la maggior parte delle cose che c’erano da sapere.

"Complimenti sorellina, sono fiero di te.", le disse, quella sera.

"Sei un ottimo maestro fratellone, non potevo chiedere di meglio"

"E' merito della tua fiducia, tu sei la mia forza sorellina adorata"

Jamila sorrise.

"E tu sei la mia.", mormorò.

Le tre settimane passarono in fretta e Jamila ottenne il massimo nell'allenamento, impegnandosi con anima e corpo, dando il meglio di se. Il fratello la guardava, felice di vederla finalmente serena, nonostante il senso di solitudine che le opprimeva il cuore, ma sapendo di averlo al suo fianco era carica come non mai. Il Kazekage in quei giorni andò anche a controllare di persona i vari allenamenti. Arrivò infine il momento di partire per Konoha e il giorno della partenza il Quinto Kazekage convocò nuovamente tutto il Villaggio nella piazza.

"Le tre settimane a disposizione sono volte al termine e come ho potuto constatare, tutti voi avete fatto ottimi progressi impegnandovi al massimo delle vostre capacità, e non posso che esserne fiero. A conclusione di ciò non ci resta che partire per Konoha.", annunciò.

A quella notizia ci fu l'entusiasmo generale. L'esame di selezione dei Chunin era molto vicino.
 

Angolo dell'autrice

Già cinque recensioni, wow, non me l'aspettavo, questa è una vera soddisfazione, non credevo riscuotesse tanto successo, eheheheheh. Ringrazio ancora Sasuko per le splendide recensioni e AkaneChan per avermi avvertito su una cosa molto importante. Sono davvero molto soddisfatta. La storia si è evoluta parecchio come potete vedere. Che ve ne pare di Jamila? È carina è? Ora vi saluto. Domani aggiungo il quinto capitolo. Per gli altri dovrete aspettare due settimane, perché sabato vado al mare. Grazie ancora ai miei fan.

Bacioni, EragonForever (Capitolo revisionato)

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 - Arrivo a Konoha ***


Capitolo 5: Arrivo a Konoha

Il viaggio verso Konoha durò una settimana e la una traversata tranquilla con soste per riposarsi dalle fatiche. Era estate e il caldo li spossava non poco dato che erano in pieno deserto. Jamila però essendoci cresciuta era più abituata alla temperatura elevata, così come Kyuu e Jamir. Teneva il piccolo in braccio per non farlo faticare essendo ancora un cucciolo. Non aveva voluto sentire ragioni e così se lo era portato dietro.

Arrivarono in vista del Villaggio della Foglia nel pomeriggio del settimo giorno. La Genini nel vederlo rimase a dir poco stupita, era tutto colorato e pieno di vita ed emanava una piacevole aria quasi di casa e l'atmosfera metteva una certa serenità nel suo animo. Era molto cambiato rispetto alla prima volta che lo aveva visto, ovvero agli esami Chunin tenuti dal Terzo Hokage ancora prima della Quarta Grande Guerra Ninja, o meglio poco prima che iniziasse. All'ingresso li accolse il Quinto Hokage, ovvero Tsunade, sempre con il solito aspetto da trentenne.

"Benvenuti a Konoha, prego entrate, sarete stanchi.", li salutò con un sorriso.

"Grazie Quinto Hokage.", la ringraziò Gaara.

Così entrarono e come Jamila poté vedere, non cerano solo i Genin del Villaggio della Sabbia, ma anche quelli di altri Villaggi, come quello della Nuvola o dell'Erba.

L'esame di selezione dei Chunin era anche un modo per rinforzare al meglio le alleanze in caso di un possibile attacco di qualche nemico oltre che a essere un evento importante per i giovani ninja che volevano passare di grado.

Presero posto nell'albergo del Villaggio, messo a loro disposizione dal Quinto Hokage per l'occasione.

Jamila fu messa con Jamir in stanza e questo la rese felice, dato che non aveva ancora una squadra. Kyuu era con loro e riposava in grembo alla sua padroncina, tranquillo e beato. Nel vederlo Jamila sospirò.

"Almeno lui è tranquillo.", commentò, accarezzando la testina del piccolo.

Jamir allora la guardò con un sorriso.

"E tu? Sei tesa?"

A quella domanda la ragazza scrollò le spalle.

"No, non più di tanto"

Lui dal canto suo ridacchiò, divertito.

"Beccata, si vede lontano un miglio che sei tesa e agitata"

Poi però tornò serio e la guardò negli occhi.

"Che cosa ti preoccupa?"

La ragazza a quella domanda sospirò.

"Tutto, mi preoccupa tutto"

Jamir allora inarcò un sopracciglio con fare perplesso.

"In che senso tutto?"

Jamila sospirò nuovamente.

"Nel senso che non so nemmeno se avrò una squadra capisci? Sicuramente mi metteranno con Genin di un altro Villaggio.", spiegò.

"E allora? Cosa c'è di male?.", replicò Jamir, curioso.

La sorella quindi lo guardò con occhi carichi suo malgrado di preoccupazione.

"E se sarò sola anche stavolta? E se non mi accettano? Ci hai pensato?"

Lui allora le fu vicino e le prese le mani con affetto, guardandola fino a specchiarsi nel suo sguardo.

"Ehi tranquilla, andrà tutto bene vedrai.", la rassicurò con dolcezza.

A quelle parole lei sorrise lievemente

"Se lo dici tu mi fido"

Lui quindi l'abbracciò, cullandola tra le sue braccia, Kyuu in mezzo a loro. Arrivò infine la sera e quella notte il suo sonno fu sereno.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, questo capitolo è la revisione della stesura precedente, spero vi piaccia, da quello che leggerete Jamila e i suoi amici giungeranno a Konoha per l'esame di selezione Chunin. Ringrazio tutti coloro che in questi anni hanno seguito questa mia storia!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 - L'Esame ha Inizio ***


Capitolo 6: L'esame ha inizio

Il giorno seguente ebbe finalmente inizio l'esame di selezione dei Chunin. Jamila cercava di essere tranquilla, ma non ci riusciva anche se Jamir le era vicino.

"Gaara ha trovato una squadra per te. Ha spiegato la tua situazione al Quinto Hokage e insieme si sono organizzati, e alla fine ci sono riusciti.", esordì dopo un po'.

La ragazza allora lo guardò piena di curiosità.

"Davvero? E chi saranno i miei compagni?"

"Noi …" risposero due voci alle sue spalle.

Jamila quindi si voltò, rimanendo stupita di vedere due ragazzi che la guardavano, un maschio e una femmina. Avevano circa la sua età.

Lui aveva la carnagione ambrata, profondi occhi color cioccolato e capelli neri come l’inchiostro, corti e sbarazzini, fisico abbastanza vigoroso per la sua età. Indossava il coprifronte del Villaggio della Nuvola.

La ragazza aveva la carnagione ambrata, un po' più chiara di quella del ragazzo, occhi verde foresta e lunghi capelli castano scuro. Fisico snello e slanciato. Avvolto intorno al collo portava il coprifronte del Villaggio della Foglia.

Jamila li guardò uno a uno. La ragazza aveva l'aria amichevole mentre il ragazzo un po' annoiata, manco non gliene potesse importare nulla di ciò che la circondava.

"Ciao …", li salutò timidamente.

"Ciao, tu devi essere Jamila immagino.", la salutò la nuova arrivata.

"Si, sono io. E voi chi siete?", chiese lei, stupita.

"Io sono Rayal e lui è Ren, saremo i tuoi compagni di squadra.", rispose l'altra.

Jamila a quelle parole non seppe cosa rispondere. Voleva gridare dalla felicità, ma si contenne.

"Il Quinto Hokage, assieme al Quinto Kazekage ci hanno spiegato un po' la cosa e ora eccoci qui. Mi dispiace per la tua triste situazione.", spiegò Rayal.

"Ah, ci sono abituata.", replicò Jamila, sventolando una mano.

Ren non parlò e rimase in silenzio. Non sapeva proprio cosa pensare di quella nuova comparsa. Possedeva un’abilità innata, ok … e allora? Anche loro ne avevano una e sapeva quindi cosa significava essere biasimati per questo motivo. Non era la prima con problemi simili e non riusciva a capire il perché di tanto chiasso. Guardò le due ragazze, non gli andava per nulla l’idea di dover convivere con due ragazzine.

Poco dopo vennero convocati nell'Accademia Ninja di Konoha, e li Jamila si separò da Jamir, che affiancò i Kage.

Erano entrati in un'aula e li i Genin si sedettero. Dopo di loro entrarono i Kage, affiancati da Jamir e un ragazzo.

Aveva 17anni, occhi azzurri azzurro cielo e capelli biondi un po' ribelli, l'aria gentile, vestiva di una tuta arancione e nera. Portava il coprifronte di Konoha. Fu lui a parlare sotto il consenso del Quinto Hokage.

"Salve, benvenuti alla prima fase dell'esame dei Chunin. Io sono Naruto Uzumaki e sarò il vostro esaminatore. Qui affianco vi è una stanza in cui sarete sottoposti a una prima prova, l’obiettivo è quello di superare la stanza entro il tempo massimo di un’ora. Se non ci riuscirete però state tranquilli, potrete riprovare tra quattro mesi, al prossimo esame Chunin.", disse, incoraggiandoli col suo sorriso smagliante e gentile.

Jamila ne rimase molto colpita. La sua voce era gentile, proprio come quella di suo fratello. In un attimo l'ansia che aveva addosso sparì. Anche Kyuu si mise tranquillo e le si accovacciò in grembo. Non sapeva in cosa sarebbe consistita la prova, ma dentro di lei sentiva che non era di certo cosa facile. Almeno stavolta avevano preso la briga di sostituire la solita e noiosissima prova scritta degli altri anni. Sapeva solo che doveva farcela, sia per lei che per la sua squadra. Infine la prova iniziò e

il suo team fu il penultimo ad essere chiamato e Jamila fu l'ultima di loro tre a fare la prova. Prima di entrare però diede Kyuu a Jamir.

"Non voglio che si spaventi.", gli spiegò.

"Tranquilla, ora va, tocca a te.", le disse lui.

Lei annuì e poi entrò. Il buio della stanza la travolse subito, quindi si guardò attorno, attenta e vigile, in attesa.

Attraverso l’oscurità poteva però percepire delle forme e dei movimenti attorno a lei, immagini che lentamente divennero sempre più chiare fino a rivelare una folla di figure dai contorni incerti, di cui si potevano riconoscere solo gli occhi, simili a fiaccole nere nel buio. Innumerevoli voci, che riconobbe come quelle dei suoi concittadini della Sabbia, iniziarono a sovrapporsi le una alle altre.

"Mostro!"

"Vattene! Non ti vogliamo qui!"

"Scherzo della natura!"

"Se fossi nata morta sarebbe stato meglio per tutti noi"

Improvvisamente la figura di Tazu e di Jamir comparvero di fronte a lei.

"Chi sei? Chi ti credi di essere? Non sarai mai una ninja! Né tantomeno un membro della Sabbia. Non meriti di stare con noi, non sei normale. Sei una mina vagante, un danno per chi ti circonda.", fece il giovane, fissandola con sguardo glaciale.

"Sei la peggiore disgrazia che mi sia mai successa. Ti odio. Proprio a causa tua non posso mai darmi pace, devo sempre occuparmi di te e non ho mai un secondo di tempo per me.", esordì Jamir.

Jamila non poteva credere alle proprie orecchie. Capiva Tazu, ma Jamir. No, non poteva credere che lui potesse dirle delle cose simili. Si mise la mani sulle orecchie, tentando di ignorare il vociare confuso che si faceva sempre più insopportabile.

Improvvisamente però notò qualcosa. Come un vago luccichio, un tremolare nelle immagini. Capì. Non poteva essere vero. La stavano mettendo alla prova.

Si alzò, poi prese fiato: "Mentite. Jamir non direbbe mai nulla di simile. Inoltre non mi importa più nulla di ciò che pensano le persone, io sono Jamila Komamura e non mi tirerò indietro solo per una cosa simile. Diventerò Chunin!"

Poco dopo, la stanza tornò buia. L'ora era trascorsa talmente in fretta che Jamila non se ne era nemmeno accorta.

Uscì e Jamir le sorrise in segno di trionfo.

Passò la prima fase con successo e suo fratello ne fu davvero felice. Anche Kyuu le fece le feste.

Naruto e Jamila si fissarono per un istante e la ninja si sentì paralizzata, lo sguardo di lui era sincero e gentile e gli occhi di lui la osservavano penetranti. Fu lui a rompere il silenzio.

"Ti faccio i miei complimenti.", le disse, la voce incredibilmente gentile.

"Grazie.", rispose Jamila.

Poi, assieme a Jamir e alla sua squadra, fecero ritorno all'albergo.

Quella ragazza è come me pensò Naruto, guardandola andare via.

La prima prova si era conclusa. Ora doveva iniziare la seconda fase. L'esame di selezione dei Chunin non era ancora finito. Restavano solo le due fasi rimanenti. E la seconda fase era ancora tutta da giocare.

 

Angolo dell'autrice

Salve cari lettori. Ed ecco che il grande Naruto Uzumaki fa la sua comparsa. Non vedevo l'ora. La prima prova si è conclusa al meglio per la nostra Jamila. Ora anche lei ha una squadra finalmente e ne sono molto felice. Beh, che ne pensate finora? Vi piace? Riguardo all'Hokage mi sono confusa XD, perdonatemi. Per gli altri capitoli dovrete attendere, stanotte parto per il mare, ma quando torno ritorno in gioco, eheheheh. Spero con tutto il cuore che la mia fanfiction vi piaccia. Attendo le vostre recensioni. A presto.

Bacioni, EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 9
*** Capitolo 7 - Noi Siamo Uguali ***


Capitolo 7: Noi siamo uguali

Quella notte per Jamila non ci fu sonno, così uscì di soppiatto dall'albergo e andò a fare un giro per Konoha da sola. Non temeva la notte, il buio non le faceva paura, non c'era nessuno in giro, era notte fonda e tutto era tranquillo. Arrivò fino al ponte e li si fermò a guardare il suo riflesso nell'acqua per poi osservare il cielo stellato, lo sguardo perso nel vuoto. In quell'attimo il ricordo di quel giorno si impresse nella sua mente, vivo e doloroso come non mai, quel giorno ogni cosa per lei era cambiata nel modo peggiore in assoluto, così come tutta la sua infanzia, vissuta nella più totale solitudine emarginata da tutti con solo Jamir come supporto. Gli occhi le si velarono ma poi scosse la testa per scacciare quel pensiero. Se ne stava assorta nei suoi pensieri quando qualcuno l'avvicinò.

"Non dovresti stare in giro da sola, soprattutto a quest'ora di notte.", le disse una voce familiare.

Jamila si voltò e il suo cuore perse un battito. A pochi passi da lei c'era Naruto che le sorrideva.

"Non riesci a dormire eh?", riprese lui, poco dopo.

"No, sono troppo tesa per riuscirci. Come mai qui?" mormorò lei con un sospiro.

"Ero di passaggio. Posso farti compagnia?" le chiese Naruto, la voce calma e gentile.

A quella richiesta lo guardò con fare incerto, ma poi annuì, titubante.

"Va bene"

"Perché sei tesa?" le domandò lui, dopo un attimo di silenzio.

La ragazza sospirò a quella domanda.

"Sono tesa per via dell'esame, questa è la prima volta che ne affronto uno con una squadra.", rispose con un sospiro.

A quella frase l'Uzumaki la guardò con fare perplesso.

"E perché sarebbe la prima? Di solito non si ha una squadra prima di diventare Genin?"

Jamila sospirò a quella domanda.

"Non è semplice da spiegare"

"Non potrai mai saperlo se non ci provi, no?" fece lui, incoraggiandola.

A quella frase, Jamila sospirò nuovamente e per qualche minuto rimase in silenzio, poi con un respiro profondo iniziò a raccontare.

"La mia infanzia non è stata molto felice, nessuno mi ha mai voluta. Tutti mi tenevano a debita distanza. A scuola nonostante la mia poca volontà sono sempre stata la prima della classe. Ma questo non mi ha garantito vita facile.", esordì.

"E perché?" domandò Naruto, curioso.

Lei tirò un lungo sospiro e poi continuò il racconto.

"Io ho un'abilità innata molto particolare: posso manipolare i 5 elementi a mio piacimento e combinarli come voglio.", continuò con un triste sospiro.

Naruto allora la guardò con preoccupazione.

"Perché ti tengono a debita distanza?", chiese nuovamente.

Jamila sospirò poiché non era una cosa di cui le piaceva parlare ma lui era diverso, le dava in un certo senso sicurezza, quegli occhi così gentili sembravano leggerle dentro, proprio come quelli di Jamir, così dopo aver preso un profondo respiro iniziò a raccontare, la voce tremante.

"Due anni fa persi involontariamente il controllo. Successe il disastro, molti edifici vennero distrutti e ... molte persone rimasero uccise. Da quel maledetto giorno venni vista come un mostro e tutti mi videro come una minaccia, per questo mi tengono a distanza"

Nel sentire quel racconto lui abbassò lo sguardo.

"Mi dispiace … deve essere stato orribile.", mormorò.

Jamila annuì.

"Si, soprattutto di notte. Gli incubi mi perseguitano ancora adesso. Per fortuna che ho Jamir al mio fianco. Lui e Gaara sono gli unici che non mi temono a Suna.", riprese poco dopo.

Il biondo a quella frase la guardò con fare curioso.

"Anche tuo fratello ha un'abilità innata come te?"

"Si, ma la sua abilità innata si basa su una guarigione iperveloce, che gli permette di essere sempre ben visto. La sua abilità non è distruttiva come la mia.", spiegò la Genin, sospirando.

"Lui è l'unico parente che ho, i miei genitori non li ho mai conosciuti. Ho vissuto nella solitudine più totale, completamente emarginata e esclusa e tutto per questa abilità che odio” continuò, quasi con foga.

Naruto a quelle parole la guardò con fare comprensivo.

"Ti capisco, so quello che provi. Anch'io ci sono passato. Anche la mia infanzia non è stata felice, nessuno mi accettava e anch'io ero solo, proprio come te. A quel tempo non sapevo di essere il custode della Volpe a 9 Code. Per farmi accettare continuavo a fare bravate su bravate. Ma poi ho conosciuto Iruka, il mio maestro. Sin da subito mi ha accettato per quello che sono e per me è come un padre. Io e lui siamo uguali, proprio come lo siamo io e te"

Nel sentire quella frase, Jamila fremette di rabbia.

"No, ti sbagli. Puoi anche avere avuto una storia simile alla mia, ma non siamo uguali.", ribatté, trattenendosi a stento.

"E se pensi di capirmi, beh, allora ti sbagli.", riprese, poco dopo.

Naruto si voltò bruscamente e i suoi occhi carichi d’ira si specchiarono in quelli di lei. Indietreggiò, incerta, mentre lui le impediva di andarsene e la inchiodava a un muro col suo peso.

Le mise le mani sulle spalle.

"Si può sapere che razza di discorso è questo? Credi davvero di essere la sola ad averne passate tante? Il mondo è pieno di gente biasimata e odiata per i propri talenti! Ho conosciuto gente perseguitata dai propri familiari, che ha visto la propria casa e la propria vita andare a pezzi. Io stesso sono stato odiato per anni, la gente mi vedeva come una minaccia e in molti hanno tentato di uccidermi per questo. E tu te ne esci con un discorso simile? Il mondo non gira solo intorno a te, devi farti forza e proseguire, perché se è vero che molte persone continueranno a biasimarti è altrettanto vero che tuo fratello e molti altri ci saranno sempre per te. Così come per me ci sarà sempre maestro Iruka, e Kakashi … quindi smettila di piangerti addosso e prova a sforzarti di vedere anche il lato pieno del bicchiere, ok?"

Jamila rimase spiazzata a quelle parole così profonde, nessuno oltre a Jamir le aveva mai parlato in quel modo o compresa a tal punto. Lo fissò intensamente, il suo sguardo era sincero e puro, proprio come quello del fratello, occhi limpidi e sinceri. Le sue parole l’avevano colpita, e sapeva che, in fondo in fondo, lui voleva solo farle capire che non sarebbe mai stata sola. Sentì gli occhi inumidirsi, ma subito ricacciò indietro le lacrime, che erano pronte a uscire. Lo sguardo di lui si addolcì, e le accarezzò la guancia.

"Non devi vergognarti di piangere, a volte fa bene versare qualche lacrima, ti libera dentro, credimi.", le disse Naruto, intenerito.

Jamila allora abbassò lo sguardo.

"Io ... io detesto farmi vedere debole dagli altri, soprattutto davanti a mio fratello, e ... per questo preferisco nascondere la mia debolezza e mostrarmi agli altri in modo diverso.", mormorò infine.

Naruto sorrise, mettendole la mano sulla testa.

"Lo stesso vale per me, io non amo dipendere dagli altri, ma l'amicizia è una cosa davvero straordinaria. Perché nessuno ti giudica se chiedi un po’ di conforto e una spalla su cui piangere.", mormorò, sorridendo.

Jamila ricambiò il sorriso, ma poi tornò seria.

"Avevo quasi perso le speranze nel trovare qualcuno che mi capisse al di fuori di mio fratello, dico davvero.", disse poco dopo.

Lui allora la guardò con decisione.

"Non devi mai perdere la speranza Jamila, mai, qualunque cosa accada"

"Infatti non l'ho persa, un ninja non perde mai la speranza, anche nelle situazioni più disperate.", rispose, seria.

Naruto annuì. Aveva ragione, in fondo loro due erano uguali.

 

Angolo dell'Autrice

Ciaoooooooooooooo, rieccomi qua, sono tornata dal mare due ore fa e eccomi qui di nuovo in scena. Vi sono mancata? Voi molto. Mi sono divertita un mondo in vacanza a continuare a scrivere questa fantastica fanfiction.

Allora, che vi posso dire, in questo capitolo c'è un incontro abbastanza ravvicinato con il mitico Naruto Uzumaki, eheheheh. Mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo e ho pensato che ci stava eccome e spero che non vi dispiaccia.

Si si, lo so che siete pazze per Sasuke, tranquille, più avanti ci sarà anche lui.

Volevo ringraziare Akane x aver recensito la mia storia di Anarien.

Spero che questo capitolo vi piaccia. In questi giorni li aggiungerò fino al 12.

A presto EragonForever (Capitolo revisionato)

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Capitolo 10
*** Capitolo 8 - La Seconda Prova ***


Capitolo 8: La Seconda Prova

Restarono ancora un po' a guardare le stelle, poi quando Jamila iniziò a mostare i primi segni di stanchezza Naruto la riaccompagnò all'hotel dove al momento alloggiava e dopo averle augurato buona fortuna si congedò. Il giorno seguente la ninja si svegliò con il sorriso sulle labbra ripensando alla conversazione della sera precedente con uno che per lei era anche un mito. Era molto più rilassata e tranquilla e non poté che tirare un sospiro di sollievo. Quella mattina si sarebbe svolta la seconda fase dell'esame dei Chunin. La tensione era completamente sparita, e ora era molto più rilassata rispetto ai suoi compagni, che si chiedevano cosa li aspettava.

Arrivarono a fare colazione e poi si misero gli zaini ben attrezzati per ogni evenienza e quando furono pronti, uscirono, e, accompagnati da Jamir, andarono verso il luogo dell'incontro.

Non appena arrivarono, Jamila si guardò attorno. Delle squadre del giorno prima ne erano rimaste si e no la metà e a suo malgrado notò che la squadra di Tazu non era stata eliminata, il suo team, il sette, era ancora in scena e a giudicare dei suoi componenti, era meglio non averci nulla a che fare e non sottovalutarli.

Poco dopo ecco che arrivarono i due Kage, affiancati da Naruto, che spiegò la prova non appena tutti si furono radunati.

"Bene, questa prova sarà molto più ardua della prima. Dietro di me ci sono 6 arene e dentro ogni arena c'è un luogo ostile e inospitale. Dunque, la prova consiste nell'arte della sopravvivenza e nel lavoro di squadra. In ogni Arena si dovranno affrontare due team. Oltre a sopravvivere, dovrete combattere fra voi e se una delle squadre ha un membro ferito grave o morto o non è più in grado di continuare o venisse sconfitta, la squadra verrà eliminata e ritenterà l'esame fra quattro mesi.", spiegò Naruto, serio.

"Avrete a disposizione una settimana a partire da adesso. Ora i vostri maestri vi accompagneranno ai due cancelli attorno alla rete. Al mio via entrerete nell'arena.", spiegò il Quinto Hokage.

Quando ebbe finito di parlare, i maestri si fecero avanti e accompagnarono le loro squadre alle due entrate delle sei arene.

Jamir accompagnò la squadra di Jamila alla prima arena. Arrivati diede loro alcuni consigli.

"Mi raccomando ragazzi, il lavoro di squadra è fondamentale per farcela, usate tutti i miei insegnamenti e andrete alla grande. Fate molta attenzione.", mormorò, preoccupato per poi guardare Jamila "E tu non cacciarti nei guai ... chiaro?"

"Si fratellone, starò attenta.", rispose.

Lui allora l'abbracciò con vigore.

"Sono fiero di te ... vedrai, andrà tutto bene ora che hai una squadra al tuo fianco"

"Lo spero.", fece lei di rimando.

Poi si sciolsero dall'abbraccio e poco dopo l'Hokage diede il via e Jamir aprì il cancello facendo entrare i ragazzi. Riuscì a scambiarsi un veloce sguardo d'intesa con Jamila, per poi vederla sparire tra gli alberi.

Si fermarono poco più avanti per perlustrare la zona.

L'arena era una foresta mista a una palude, il caldo e l'umidità erano quasi insopportabili ed insetti enormi svolazzano intorno a loro, perseguitandoli e rendendo loro la vita impossibile.

"Però, non scherzava Naruto quando aveva detto luoghi ostili.", commentò Rayal, sconvolta.

La tuta era coperta di sudore e anche togliendosi la giacca il caldo rimaneva comunque insopportabile.

"Lo so, ma ormai ci siamo dentro, non possiamo più tirarci indietro", disse Jamila, seria.

"Sono d'accordo.", disse l'amica, annuendo.

Ren non disse una parola e quel comportamento indifferente cominciò a infastidire le due ragazze.

"Senti un po' tu, ti decidi a collaborare? Ti ricordo che siamo una squadra, e in una squadra ci si aiuta a vicenda, ma a te sembra che non te ne freghi un accidente.", sbottò Jamila, irritata.

Ren allora la guardò con sguardo di fuoco.

"Senti, non mi rompere, a me non piace il lavoro di squadra, soprattutto con delle ragazzine come voi.", ribatté Ren,

“Ma dovrai collaborare, che ti piaccia o no.", ribatté l'altra, incrociando le braccia, irritata.

"Smettetela di litigare voi due, sembrate due bambini dell'asilo. Ve lo devo ricordare che abbiamo un esame da fare? Le vostre litigate ci fanno solo perdere tempo.", intervenne Rayal, nervosa, mettendosi tra i due.

Si zittirono, a dir poco impreparati da una reazione così improvvisa della loro compagna, ma in fondo aveva ragione.

Ripresero quindi la corsa nella foresta paludosa, dove l'odore era insopportabile e assai penetrante. Andavano piano per non affaticarsi troppo e tenere il fiato, anche se erano comunque madidi di sudore e nonostante fossero all'ombra degli alberi, il caldo assieme all'umidità non davano loro un attimo di tregua.

Fortunatamente Jamila sapeva orientarsi e quindi, anche se Ren ebbe ovviamente qualcosa da ridire, alla fine avevano acconsentito a lasciare a lei il ruolo di battipista.

A tardo pomeriggio riuscirono a trovare un piccolo ruscello dove bevvero a sazietà e riempirono le borracce.

Si accamparono li per la notte e la temperatura era scesa non poco. faceva decisamente un po' freddo e quindi accesero un piccolo fuoco nella caverna dove si erano riparati. Dopo cena suddivisero i turni di guardia. Jamila puntò per ultima il turno e mentre lo faceva guardò il cielo stellato e i suoi pensieri volarono verso suo fratello. Nel suo cuore sentiva che non doveva deluderlo. Le mancava, ma nonostante questo non avrebbe mollato. Poi i suoi pensieri volarono verso Naruto, lo conosceva appena, ma era come se si conoscessero da sempre.

In fondo le loro storie erano molto simili e sentiva che aveva trovato davvero qualcuno che la capiva.

Con quei pensieri vegliò il sonno beato dei suoi compagni di squadra. Era felice per la prima volta dopo tanto tempo di continue sofferenze, e finalmente adesso aveva qualcuno che l'apprezzasse dopo un tempo che pareva eterno. Lacrime di gioia le scesero lungo le guance per poi continuare la veglia nella notte stellata.

 

Angolo dell'Autrice

Ciaoooooo gente.

Rieccomi di nuovo qua con un nuovo capitolo. Eheheheheheh ve l'avevo detto che sarei tornata di nuovo in scena.

Allora, la seconda prova è finalmente iniziata. Bel luogo ostile eh? Per l'arena mi sono un pochino ispirata a quella di HUNGER GAMES 2.

Si, Jamila ha il ruolo di leader, ma lo ha scelto per un ovvio motivo che scoprirete più avanti. Spero con tutto il cuore che vi piaccia, davvero.

Attendo le vostre recensioni.

Baci EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 11
*** Capitolo 9 - Vittoria ***


Capitolo 9: Vittoria

Avere finalmente una squadra dopo tanto tempo per Jamila significava davvero moltissimo dato che per tutto quel tempo nessuno l'aveva mai voluta all'interno di un team costringendola a stare da sola e ora che ne aveva uno stentava a crederci. Rayal era davvero un'ottima amica, anche se era posata e tranquilla metteva comunque allegria e avevano subito fatto amicizia. Ren dal canto suo era sempre più taciturno e solitario, associale all’inverosimile e quasi impossibile da sopportare. Lui e Jamila erano sempre in conflitto e toccava sempre a Rayal placare gli animi, e i due litiganti si tenevano sempre il broncio. A Jamila queste situazione non piaceva, così la sera del quarto giorno, decise di chiarire le cose una volta per tutte.

"Così non va bene Ren, ti ricordo che siamo una squadra porca miseria, possibile che non vuoi capirlo? Senti, so che avere due ragazze in squadra non ti va giù, ma devi accettare la cosa, che ti piaccia o no. Siete la mia prima squadra, non voglio che la missione finisca male, tuttavia se non cooperiamo è inutile. Quindi vedi di darti una regolata, è per il bene del team!", esordì, irritata.

Stavolta anche lui rimase spiazzato a quelle parole e capì che aveva ragione, in un team tutti dovevano collaborare per riuscire ad andare avanti, se anche un solo membro avrebbe fatto il contrario l'intero team ne avrebbe risentito. Rimuginò per qualche secondo ma poi trovò la frase giusta.

"Va bene, se proprio devo, farò del mio meglio.", disse infine.

Jamila sorrise, soddisfatta, aveva ottenuto qualche risultato.

Ma la prova non era ancora finita, avevano ancora tre giorni in cui si sarebbero dovuti giocare il tutto per tutto, senza alcuna esitazione. Fu al penultimo giorno che si scontrarono con il team avversario, ossia la squadra 8. Erano Genin del Villaggio dell'Erba, due ragazzi e una femmina. Subito si notò che erano gemelli dalla carnagione ambrata, occhi verde smeraldo e capelli castano scuro, fisico abbastanza robusto, l'aria poco amichevole.

Vestivano tutti e tre allo stesso modo: vestito verde erba stretto in vita da una cintura, e poi una calzamaglia leggera e stivaletti.

"Finalmente vi abbiamo trovato team 6.", disse la Genin, con un sorrisetto beffardo per poi battersi una mano sulla fronte "Ma dove ho lasciato le buone maniere, io sono Flary, e loro sono i miei fratelli Luke e Jake, siamo del clan Kyoto.", riprese poco dopo.

"Io sono Rayal, del clan Akami.", disse prontamente l'altra.

"Io sono Ren, del clan Kyumi.", rispose l'altro, seccato.

"Io sono Jamila, del clan Komamura.", rispose lei.

Poi misero tutti mano ai loro kunai, pronti allo scontro.

"Fatevi sotto.", li sfidò Ren.

"Con piacere.", disse Luke, l'aria spietata.

E con quelle parole lo scontro ebbe inizio, Rayal contro Jake,

Ren contro Luke, Jamila contro Flary. Sin da subito notarono che gli avversari avevano un ottimo gioco di squadra essendo insieme da più tempo, avevano persino lo stesso modo di combattere, ma nonostante il loro caratteraccio, ci sapevano fare, per lo meno per quel che riguardava il taijutsu. Si muovevano veloci e quasi invisibili, senza utilizzare ninjutsu e limitandosi a combattere con calci e pugni dalla potenza straordinaria. Eppure era chiaro che, senza l’utilizzo di alcun ninjutsu, era solo questione di tempo perché perdessero. Jamila e i suoi compagni invece in quanto a tecnica erano più avvantaggiati. Ren in quanto a forza era superiore, sfruttando la sua abilità innata alquanto particolare che gli permetteva di acquisire le capacità di tre diversi animali ovvero serpente, grifone e licantropo e in quel caso era quello che aveva scelto, aumentando di gran lunga la sua forza e agilità, lasciando l'avversario a bocca aperta. Rayal invece dalla sua aveva il Byakugan e grazie ad esso aveva una visione completa della situazione attuale, vedeva tutte le intenzioni dell'avversario e godeva di grande velocità, bastava bloccare i suoi flussi di chakra per impedirgli di eseguire una tecnica e per quanto l'altro si sforzasse di contrastarla le sue doti nel taijustsu non sarebbero di certo bastate per contrastare la sua abilità innata e infatti anche lui finì a terra con i flussi di chakra bloccati. Jamila dal canto suo aveva capito che con Flary non c'era da scherzare, poiché il suo taijustu era assai impeccabile nonostante anche lei ci sapesse fare, ma l'avversaria era qualcosa che non riusciva a prevedere, era veloce, troppo veloce e non le dava nemmeno il tempo di attaccare o difendersi. Doveva fare qualcosa per rallentarla così d'istinto unì il chakra del Fulmine assieme a quello dell'acqua, creando l'Arte della Tempesta. Un raggio di energia fluorescente e in perenne movimento travolse l’avversaria, scagliandola a qualche metro di distanza. Quando l'attacco terminò, lei rimase a terra, boccheggiante ma viva. Jamila rise, divertita, ma non fece in tempo a gridare la sua vittoria che quella si rialzò, piazzandole un calcio in pieno petto. Le si mozzò il fiato, mentre veniva spediva bocconi a terra fino a un albero poco lontano. Fece per rialzarsi ma l’avversaria le balzò sulla schiena, schiacciandola a terra col suo peso. Jamila tentò di calmarsi, ignorando il dolore delle costole rotte nel punto in cui era stata colpita. Fece quindi percorrere il suo corpo da una scarica elettrica, che spedì l’avversaria proprio in mezzo a un piccolo torrente, poco lontano. Le si avvicinò, poi immerse una mano nell’acqua attivando il chakra del fulmine e paralizzando la ninja, che si accasciò a terra svenuta. Lo scontro dei suoi compagni invece era ancora in corso ma in confronto agli avversari erano più avvantaggiati e non ci volle molto per metterli al tappeto. Jamila li guardò con stupore, anche loro avevano un'abilità innata come lei.

"E' incredibile, siete … come me ...", mormorò

"Si, anche noi abbiamo abilità innate, io ho il Byakugan mentre Ren da quello che ho capito un'abilità mutaforma.", rispose Rayal.

A quelle parole non potè più contenere l'entusiasmo che scoppiò in lacrime di gioia, e li abbracciò, felice, poiché avevano ottenuto la vittoria. Passarono l'ultimo giorno in modo tranquillo, avviandosi verso il cancello da dove erano entrati.

C'era Jamir ad aspettarli e non appena Jamila lo vide, gli volò tra le braccia e lui la strinse con vigore.

"Oh sorellina adorata, ce l'hai fatta, io lo sapevo che non mi avresti deluso.", le disse con affetto.

"Oh fratellone, mi sei mancato da morire" rispose lei, felice.

Poi si staccarono dall'abbraccio e lui guardò la sua squadra con sguardo deciso.

"Sono fiero di voi, avete trionfato e questo mi rende molto orgoglioso.", disse loro.

Poco dopo arrivarono i Kage, seguiti da Naruto.

"Complimenti, avete superato la seconda fase. Fra un mese esatto avrà luogo la terza prova, quindi avrete tutto il tempo di preparavi, buona fortuna.", esordì Naruto, sorridendo.

L'esame di selezione dei Chunin continuava.
 

Angolo dell'Autrice

Eccomi di nuovo qua. Durante le ferie ho scritto molto, sono arrivata al 13esimo capitolo eheheheheh.

Dunque, l'esame dei Chunin prosegue alla grande per Jamila e la sua squadra. Che ne pensate finora della storia? Sto andando bene o è un disastro totale?

Spero che vi piaccia. Tranquilli, la storia si sta x evolvere al meglio. Attendo i vostri commenti e al prossimo capitolo.

Baci, EF. (Capitolo revisionato)

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 10 - Preparazione ***


Capitolo 10: Preparazione

Ovviamente fu Jamir ad allenarli.

"Come terza prova ci sarà un torneo dove vi affronterete nell'arena di Konoha contro un membro del team avversario. Li dovrete dare il meglio di voi, mostrando le vostre abilità, quindi sarà necessario insegnarvi anche la Tecnica del Richiamo, così avrete un vantaggio in più.", disse Jamir quello stesso pomeriggio.

"E ovviamente vi insegnerò ad affinare al meglio le vostre abilità e a controllarle. Ad esempio, tu Ren potresti provare ad arrivare al secondo livello e tu Rayal affinare il tuo Byakugan.", riprese poco dopo.

Jamila più o meno sapeva già cosa fare: trovare nuove combinazioni e imparare nuove tecniche con gli elementi, cosa abbastanza facile.

"Ma inizieremo domani. Avete appena concluso la seconda prova e sarete esausti e per festeggiare stasera vi porto a mangiare il ramen, offro io.", continuò Jamir, felice.

Jamila e i suoi compagni esultarono, poi però tornò seria.

"Chi è passato oltre al nostro team?”, chiese poco dopo.

Jamir allora si fece serio e poi parlò.

"Il team 7, capitanato da Tazu, con lui ci sono Kiromo e Mikani, i suoi leccapiedi, poi è passato il team 3 del Villaggio della Nebbia, di loro non so praticamente niente, mentre il ragazzo è promettente, poi il team 9 del Villaggio della Cascata e infine voi, in totale 12 Genin, per il momento so solo questo, non mi hanno detto altro.", rispose il fratello.

Non appena sentì il nome del rivale, il volto di Jamila si incupì poiché non avrebbe mai pensato di affrontarlo o quantomeno di rivederlo. Rayal notando il suo sguardo la guardò con fare perplesso.

"Lo conosci?", domandò.

La rossa annuì.

"Purtroppo si, è il bullo del mio villaggio, sempre pronto a prendermi in giro e a provocarmi, un vero serpente.", raccontò, seria.

"Ma sinceramente non lo temo.", riprese poco dopo.

"Ora non pensarci e andiamo a farci un bagno caldo che è meglio.", replicò l'altra.

L'amica sorrise.

"Si ... è proprio quello che ci vuole!", esclamò, entusiasta.

Così fecero, mentre Ren e Jamir si fecero una bella doccia.

Il bagno rasserenò l'animo di Jamila, facendole dimenticare le fatiche della prova e anche la sua compagna si rilassò a dovere.

Quella sera cenarono a base di ramen nel loro ristorante preferito. Jamila per la felicità mangiò 10 porzioni di ramen, sotto lo sguardo stupito dei suoi compagni di squadra.

"Sicura di non aver esagerato?", gli chiese Ren alla 10ecima porzione.

"Affatto, quando sono felice mangio.", rispose Jamila.

"Non è la prima volta che che arriva a 10.", precisò Jamir.

"Wow ... mica male.", commentò Rayal, stupita.

"Infatti ... e pensare che delle volte mi stupisco ancora di vederla con così tanto appetito.", fece l'altro di rimando.

Jamila dal canto suo arrossì e per poco non si strozzò con il cibo se non fosse stato per il tempestivo intervento del fratello. La festa durò fino a tardi e poi tornarono all'albergo, stanchi ma felici. Il mattino seguente iniziò l'allenamento per la terza prova e come prima cosa Jamir insegnò loro la Tecnica del Richiamo. Non riuscì subito e ci volle una settimana per impararla.

Fu Jamila la prima a riuscire e dopo aver stipulato un contratto evocò Shiroi, un Lupo Bianco enorme, aveva una decorazione azzurra che partiva dalla fronte e arrivava fino alla coda, occhi color lapislazzuli. Era stupendo e lui e Kyuu fecero subito amicizia.

La seconda fu Rayal e alla stessa maniera riuscì a evocare un camaleonte di un verde brillante con striature gialle. Gli occhi erano verde selva. La lunga lingua era violacea e si chiamava Lime, ed era poco più piccola di Shiroi.

Ultimo a farcela fu Ren che dopo aver fatto lo stesso procedimento evocò Shiver, una magnifica Tigre Bianca, poco più grande degli altri due con occhi di ghiaccio ed era stupenda.

Non era stato facile ma ora tutti e tre se ne stavano comodamente sulle loro groppe. La sera dopo i risultati ottenuti Jamir non poté essere che soddisfatto.

"Complimenti ragazzi, ottimo lavoro, la Tecnica del Richiamo è una tecnica che va studiata a lungo, ma voi siete riusciti a impararla in una sola settimana e questo mi rende molto felice.", esordì.

"Siamo molto orgogliosi ma soprattutto felici di non aver deluso le vostre aspettative.", disse Rayal con un sorriso

Jamir sorrise.

"Molto bene, da domani inizierà il duro lavoro, Rayal, visto che tu hai il Byakugan io non posso aiutarti molto, perciò ho parlato con il clan Ryuga e hanno accettato di darti una mano dato che il Byakugan è la loro abilità innata per eccellenza.", spiegò poco dopo.

Rayal annuì, entusiasta della notizia.

"Bene, ora andiamo a dormire, domani ci attende una lunga giornata.", riprese Jamir, poco dopo.

Nessuno obbiettò e quella notte fu serena anche per Jamila, che dormì beata con Kyuu stretto a lei in un tenero abbracciò .

Il giorno dopo incominciò il vero lavoro. Rayal fu mandata dai Ryuga, e Hinata si offrì di darle una mano.

Jamila e Ren rimasero con Jamir ad allenarsi, entrambi con un solo scopo.

Lui doveva raggiungere il secondo livello della sua abilità, mentre lei imparare nuove combinazioni e nuove arti seguite dalla combinazione che faceva.

Ovviamente fu una vera e propria sfida per entrambi dato che non era affatto facile mantenere la giusta concentrazione necessaria per la riuscita della tecnica.

"Coraggio ragazzi, un po' più di grinta.", disse loro Jamir, un pomeriggio.

"È più facile a dirsi che a farsi.", borbottò Jamila, sbuffando.

"Concordo.", ribatté Ren.

"Solo se avrete fiducia in voi stessi ce la farete.", replicò l'altro, deciso.

Aveva ragione e questo Jamila lo sapeva molto bene, e non voleva recargli nessuna delusione. Nei giorni che seguirono le cose andarono molto meglio per entrambi e alla fine del mese di preparazione, Jamila e la sua squadra avevano ottenuto ottimi risultati ed ed erano riusciti a migliorarsi parecchio. Ora erano pronti per la terza prova.

Una nuova sfida era alle porte, la sfida più importante di tutte, una sfida che avrebbe cambiato le loro vite per sempre.
 

Angolo dell'autrice

Ehi, rieccomi qua. Wow, già 10 recensioni, non me lo sarei mai aspettato. Ringrazio AkaneChan 95 x i suoi consigli e i suoi commenti.

Allora, che vi posso dire, la terza prova è alle porte finalmente. Ne succederanno delle belle, soprattutto tra Jamila e Tazu, eheheheheheh. Mi sto divertendo molto a scrivere questa fanfiction. Spero con tutto il cuore che stia andando bene e di non fare casini. Se li faccio fatemelo sapere. Al prossimo capitolo gente.

Bacioni la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 13
*** Capitolo 11 - Finalmente Chunin ***


Capitolo 11: Finalmente Chunin

Arrivò infine il giorno della terza prova. L'arena era gremita di gente, il delirio era forte.

Il sole splendeva benevolo nel cielo ed era una calda giornata estiva mentre la tensione era a mille.

Le squadre se ne stavano nella loro parte di arena e si davano occhiate di sfida. Tra Tazu e Jamila invece c'erano sguardi di fuoco di chi aveva voglia di dare all'avversario una bella lezione, ma avrebbero dovuto aspettare, perché il loro scontro sarebbe stato l'ultimo. Non si erano mai sopportati sin da bambini e dopo quel tragico incidente le cose erano andate persino peggio dato che lui aveva perso i suoi genitori e da quel momento l'odio che lui aveva nei suoi confronti era cresciuto, rendendo la sua vita un inferno e Jamila ne aveva sofferto non poco. Ma stavolta tra loro era il momento della resa dei conti una volta per tutte, questo era il primo pensiero che affollava le loro menti.

Poco dopo arrivò l'Hokage sulla sua piattaforma, affiancata dagli altri Kage e Naruto.

"Mia brava gente, benvenuti alla terza prova dell'esame di selezione dei Chunin.", esordì l'Hokage.

La folla esplose in un boato, poi la donna fece un gesto con la mano e ci fu di nuovo silenzio in modo che potesse riprendere.

"Ora vi verranno spiegate le regole del torneo.", continuò.

Poi fu data parola a Naruto.

"Come forse sapete, la terza prova sarà un torneo, dovrete dare sfoggio delle vostre abilità e se infierirete sull'avversario oltre il limite di tempo o quando lui o lei si sarà già arreso, lo scontro verrà sospeso. Ora verrà fuori l'elenco degli scontro.”, esordì l'Uzumaki, indicando una schermata dove apparve l'elenco.

ELENCO SCONTRI

Team 9 VS Team 3

Team 7 VS Team 6

"In totale erano 6 scontri, tutti con una durata di 50 minuti.", spiegò infine, per poi ridare la parola a Tsunade.

"A questo punto, che il torneo abbia inizio!"

A quell'annucio una pioggia di applausi travolse l'arena in trepidante attesa di vedere gli scontri che non attesero molto per iniziare.

Il primo fu tra le due ragazze, quella del Team 3 contro quella del Team 9, la quale si dimostrò sin da subito svantaggiata contro l'avversaria, che in pochi secondi la mise Ko.

Lo stesso risultato fu per il ragazzo del 9 contro l'altro gemello. Cosa a dir poco sbalorditiva.

Il ragazzino del 3 però ebbe la sconfitta contro l'altro del Team 9.

Ci furono mille applausi, i primi tre scontri erano finiti.

Ora toccava al quarto scontro che vide come avversari Rayal contro Mikani, forte delle arti illusorie che misero subito in difficoltà l'avversaria, che però non si lasciò intimidire e facendo frutto degli insegnamenti di Hinata riuscì a uscire dalle sue trappole. Ma la vera sorpresa arrivò quando videro il Byakugan della ragazza tenere testa all'avversaria. Rayal si muoveva anche troppo veloce e la sua agilità era a dir poco sorprendente così come anche la grazia.

Hinata dagli spalti la guardava, fiera, con il sorriso sulle labbra.

Le ho insegnato bene e pur non essendo del mio clan, dimostra ottime qualità e abilità. Rayal è un vero talento.

Era vero infatti, il talento di Rayal era davvero fuori dal comune. Alla fine fu lei a vincere, bloccando i flussi del chakra dell'avversaria con la sorpresa di tutti i presenti.

"Si, complimenti, ce l'hai fatta!", esultò Jamila, felice.

"Ci vuole molta intelligenza e si deve giocare d'astuzia. Hinata mi ha insegnato anche troppo bene!", esultò Rayal, contenta.

Arrivò poi il turno di Ren.

"Fatti valere!", lo incitò la rossa, facendogli l'occhiolino.

"Contaci.", rispose lui.

Non intendo perdere pensò tra se e se.

Dalla seconda prova era diventato un po' più amichevole con Jamila e Rayal, con sommo sollievo di entrambe.

Anche lui come l'amica, diede sfoggio alla sua abilità, passata ora al secondo livello.

Aveva assunto un po' le fattezze del Licantropo: occhi gialli, corporatura un po' più muscolosa, capelli più ispidi e zanne un po' pronunciate, oltre all'olfatto super sviluppato e una forza bestiale. I suoi movimenti erano rapidi e precisi e con la sua velocità si rendeva praticamente invisibile agli occhi dell'avversario, in modo da colpirlo non nei punti vitali, lasciandogli solo qualche graffio. L'altro non avendo abilità innate non era nulla di particolare ma vantava di un ottimo taijutsu, ma che però non bastò per contrastare la forza di Ren che riuscì a stancarlo grazie alla sua velocità e alla fine del tempo non avendo più energie ed essendo ferito in più punti non in modo serio, dichiarò la sua resa, dando la vittoria a Ren.

Infine ecco che arrivò lo scontro di Jamila contro Tazu e non appena i due contendenti fecero il loro ingresso si lanciarono sguardi di fuoco di chi era pronto a fare sul serio.

"A quanto pare siamo alla resa dei conti è mostriciattolo? Non vedevo l'ora.", esordì Tazu, guardandola dall'alto in basso.

"Però, sempre la lingua tagliente è serpentello? E poi se pensi di farmi paura, beh, allora ti sbagli di grosso, Tazu.", ribatté Jamila, seria.

"No, sei tu che ti sbagli, e ora basta parlare, è ora di darti quello che ti meriti, mostro.", ringhiò l'altro, lo sguardo di fuoco.

"Non chiedo di meglio"

E con quelle parole partirono all'attacco. Subito Jamila partì utilizzando l'Arte del Fuoco con tutte le tecniche che conosceva ma doveva stare attenta a non espandere troppo il chakra per non perdere il controllo, lanciando scie infuocate contro l'avversario che ovviamente respinse tutti gli attacchi, quindi la guardò con un sorriso beffardo.

"Tutto qui quello che sai fare mostro? Devo ammettere che mi sarei aspettato molto di più da una come te ... ma a quanto pare sei una vera deluisione.", la schernì.

“Tsz, guarda che ho appena iniziato, ora beccati questo serpentello! Tecnica del Richiamo!” esclamò Jamila, con foga.

Poco dopo ecco che sotto di lei apparve un'enorme Lupo Bianco. Shiroi.

"Eccomi.", esordì il lupo.

"Bene, è il momento di far vedere a quella sanguisuga chi comanda"

Lui annuì, se si trattava di dare una bella lezione a un tipo come quello, non c’erano problemi. Così Jamila, Kyuu e Shiroi unirono i loro chakra in uno solo e irradiarono di una luce azzurrina.

“Arte del Ghiaccio, Ghiaccio Cristallizzato!” gridò lei, tendendo le mani.

In un attimo da esse e dalle bocche dei due lupi ecco che fuoriuscì del vapore che a poco a poco si trasformò in ghiaccio e sferrarono attacchi praticamente invisibili e Tazu ebbe un po'di difficoltà stavolta.

Fu colpito varie volte, ma aveva solo tagli lievi, però non ne risentì più di tanto. Quando terminò la guardò con sguardo di fuoco.

"Maledetta, la pagherai!! Tecnica del Richiamo!!”, esclamò, irato.

All'improvviso, sotto di lui apparvero due grossi cobra reali, neri come la pece, occhi purpurei.

"Ma che diamine …", fece Jamila, che mai si sarebbe aspettata una contromossa simile.

I serpenti erano estremamente veloci e puntavano tutta la loro potenza offensiva sulle zanne gocciolanti di veleno, colpendo con rapidità impressionante. Shiroi schivava gli attacchi senza problemi, ma ben presto sia Jamila che Kyuu si trovarono parecchio in difficoltà mentre al contrario Tazu non pareva minimamente affaticato.

"Già stanca? E' meglio che ti arrendi, sei talmente patetica da farmi quasi pena ... quasi.", la sfotté lui, ridendo.

Jamila ansimava e lo guardò con rabbia.

"Non è ancora finita, vieni qui e affrontami ad armi pari codardo, o hai troppa paura e ti nascondi dietro a quei rettili troppo cresciuti?", lo sfidò, irata.

“Perché? Anche tu ti stai facendo parare le tue mostruose chiappette da quei lupi, se è per questo!” ribatté l'altro.

Misero allora mano ai kunai, più che decisi ad affrontarsi ad armi pari tra fendenti, parate e affondi senza dare tregua all'avversario. Fortunatamente Jamila aveva Kyuu a supportarla ma il tempo stava per scadere, doveva fare qualcosa e in fretta se voleva vincere, quindi prese distanza da Tazu e si concentrò, impostando i sigilli.

Serpente, Cinghiale, Cavallo.

"Tempesta di Fulmini!" urlò poco dopo con foga.

In quell'attimo attorno a lei si generò un anello di nuvole temporalesche e di elettricità che crearono uno scudo sia offensivo che difensivo.

Subito attaccò, colpendo Tazu più volte, e lui fu travolto da quella potenza, cadendo a terra a tempo scaduto, guardando poi l'avversaria con ira.

"Co … come hai fatto bastarda? Come?" balbettò, stupito.

Lei sorrise con aria furbetta

"Semplice, ho avuto un buon maestro, per questo ho vinto e ti ho dato una lezione meritevole, hai avuto la sconfitta che meriti.", rispose.

Fece per andarsene quando si voltò un attimo.

"E ricorda che a dispetto di ciò che tu pensi sul mio conto, io non ti considero affatto un fallito, Tazu.", riprese poco dopo per poi tornare dalla sua squadra.

A sentire quella frase, Naruto sorrise.

"Sei stata grande Jamila, gli hai fatto vedere chi sei!",esultò Jamir, abbracciandola.

"Complimenti.", aggiunse Rayal.

"Ti sei fatta valere, brava.", borbottò Ren.

Poco più tardi ci fu la cerimonia di promozione.

"Congratulazioni, da oggi avete raggiunto un nuovo traguardo, da questo momento in poi, siete ufficialmente Chunin!", disse l'Hokage.

L'arena esplose, euforica, tra incitamenti e grida di gioia.

Quella sera, Jamila e la sua squadra andarono a festeggiare a base di ramen. Erano felici come una pasqua.

Come aveva detto l'Hokage, avevano raggiunto un nuovo traguardo.
 

Angolo dell'Autrice

Ehila, rieccomi qua con questo nuovo entusiasmante capitolo. Evvai, Jamila ha finalmente tappato la bocca a quel serpente di Tazu. Si è fatta davvero valere e ora è Chunin. Che ne pensate della storia finora? Vi piace? Sto andando bene?.

Ora piccolo quiz: qual'è il vostro personaggio preferito finora? Il mio ovviamente Jamila, adoro come l'ho fatta. Attendo le vostre recensioni.

Con affetto EF. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 14
*** Capitolo 12 - Io ti Capisco ***


Capitolo 12: "Io ti capisco"

Quella notte Jamila però era troppo felice per dormire, così decise di tornare al ponte, stavolta con Kyuu al suo fianco e quando fu arrivata si mise a guardare il suo riflesso nell'acqua del fiume.

“Vedo che stavolta sei in compagnia.”, esordì la voce di Naruto, affiancandola.

Lei allora prese in braccio il piccolo.

“Si, lui è Kyuu, l'ho trovato nei pressi del mio villaggio. Ora siamo inseparabili.”, spiegò con un sorriso.

Stavolta era molto più rilassata e tranquilla rispetto alla volta precedente e questo Naruto lo dovette notare perché sorrise.

"Vedo che non sei più tesa"

La Chunin allora annuì.

"Già e se devo essere sincera lo devo anche a te.", mormorò.

"Ne sono felice e comunque alla fine ce l'hai fatta, ora sei Chunin del Villaggio della Sabbia e a giudicare dal tuo scontro devo dire che tu e Tazu siete amici di vecchia data.”, osservò l'altro di rimando.

A quella frase Jamila si irrigidì per un attimo fremette.

“No, non siamo mai stati amici, solo compagni di scuola e basta, è il bullo dell'Accademia, sempre pronto a provocarmi un giorno si e l'altro pure. Ha avuto quello che si meritano le persone come lui.”, ribatté quasi con foga.

“Mh ... capisco. A proposito, l'ultima frase che hai detto, chi te l'ha insegnata?”

La rossa allora sorrise.

“Non ci crederai, ma l'ho sentita quando hai sconfitto Neji agli esami di selezione. Mio fratello mi aveva portato a vederli.”, raccontò.

“Mi fa piacere che ti sia rimasta impressa.”, disse Naruto, con un sorriso.

Poi però si fece serio.

“Ora che sei Chunin cosa farai? Tornerai a Suna?”

Jamila a quella domanda sospirò.

“Non subito, insomma, siamo alleati, e poi la mia squadra fa parte di due villaggi diversi, non saprei proprio che fare”

“Tranquilla, non avere fretta, puoi restare qui quanto vuoi” replicò l'Uzumaki, un po' imbarazzato.

Jamila quindi rise di gusto per poi tornare seria e guardare il suo riflesso nell'acqua e il biondo nel vederla così la guardò con fare apprensivo

“Ehi, va tutto bene?”, mormorò.

La ninja allora sospirò nuovamente-

“Spero che ora che sono Chunin, la mia vita cambi al meglio”

“Sicuro, perché, ne dubiti?”

“Si, insomma, dopo tutto quello che ho passato e la mia difficile infanzia, dubito seriamente che cambi qualcosa.”, disse Jamila, con un triste sospiro.

Il biondo a quella frase sbuffò per poi incrociare le braccia.

“Tuo fratello aveva proprio ragione, sei proprio una vera pessimista”

La ragazza allora lo guardò torva.

“E tu perché no? Insomma, hai avuto più o meno la mia stessa esperienza.”, replicò la Chunin con una punta di irritazione.

“Perché ho avuto al mio fianco persone davvero speciali che mi hanno aiutato ad affrontare qualunque difficoltà, persone che mi hanno apprezzato per quello che sono e mi hanno accettato e capito, ecco perché.”, ribatté Naruto, severo.

A quella frase lei abbassò di più lo sguardo e si strinse nelle spalle, piuttosto tesa.

“Allora con me è diverso, ho solo mio fratello e nonostante questo sono ancora pessimista. Lo sono stata da bambina e lo sarò anche adesso. Questa è la mia natura, punto e basta.”, sbottò poco dopo.

“Ma tu puoi cambiare se lo vuoi davvero, certo che sei proprio ostinata.”, fece l'altro di rimando.

Nel sentire quella frase Jamila non potè più trattenersi ed esplose.

“Ma cosa ne sai tu, eh? Vieni qui pensando di sapere tutto su di me?! Beh, ti sbagli di grosso, tu non ne sai niente, niente! Tu non hai ucciso in passato, io si, non sai quello che provo, non lo sai! Da quel maledetto giorno la mia vita è stata segnata definitivamente, e quello che è successo non lo posso cambiare, ma tu non puoi capire, non puoi!”

Aveva gli occhi velati di lacrime, ma riuscì a trattenere il pianto. Naruto nel sentire quelle parole le piantò in faccia uno sguardo talmente severo tale da farla rabbrividire.

“Pensavo che avessimo già trattato questo discorso, ma a quanto pare non ti entra proprio in testa, vero? Ok, hai ragione, io non ho mai ucciso nessuno, eppure ho visto molte più cose di te. Ho visto famiglia spezzate e distrutte, villaggi rasi al suolo, bambini trasformati in macchine da guerra … io meglio di molti altri posso comprendere le sofferenze di chi è come te. Non sei al centro del mondo, non sei la sola a poter provare emozioni, né tanto meno a poter immedesimarsi negli altri. Tu hai ucciso, io invece ero chiamato mostro per un demone che era dentro di me, ma non determinava per questo ciò che ero. Credi sia tanto più facile? Il mondo non è fatto solo di ombre, dovresti imparare ad apprezzare di più i doni che ti sono stati offerti, altrimenti quando li avrai persi sarà troppo tardi per tornare sui propri passi.”, rispose, quasi con foga.

Jamila a quelle parole sgranò gli occhi, spiazzata e il corpo tremante. Solo Jamir le parlava in quel modo. All'improvviso si lasciò sfuggire una lacrima, seguita da molte altre. Abbassò quindi lo sguardo, tornando a guardare il suo riflesso.

“Scusami, non volevo arrabbiarmi capisci? Il fatto è che tu piombi qui all'improvviso con la solfa che mi capisci, che siamo uguali, ma vedi, per me non è facile da accettare la cosa. Ho vissuto così tanto tempo nella solitudine che ora faccio fatica a comprendere questa situazione capisci? Non volevo arrabbiarmi.”, mormorò, mortificata.

Naruto sorrise e senza dire niente si mise in ginocchio alla sua altezza e la strinse al suo petto con vigore.

A quel contatto Jamila rimase sorpresa, poiché non se lo sarebbe mai aspettato, oltre al fatto che solo Jamir l'abbracciava in quel modo, quindi non oppose resistenza e si lasciò cullare da quella dolce stretta dove si permise di piangere senza esitazione.

“Capisco fin troppo bene che non è facile, ma non temere, tutto andrà bene, devi solo volerlo.”, la rassicurò con voce calda e profonda.

Jamila non rispose e si lasciò andare in quel pianto liberatorio che per la prima volta sfogava. Mai se lo sarebbe permesso, ma tra quelle braccia che l'avvolgevano nel loro tepore, si sentiva sicura come mai si era sentita. Solo con Jamir aveva provato quella sensazione di pace e serenità.

Ora sapeva che poteva contare anche su Naruto.

Le loro vite erano intrecciate nello stesso destino.
 

Angolo dell'Autrice

Ehila gente, eccomi di nuovo qua con questo nuovo capitolo.

X iniziare ringrazio Sasuko Uciha96 e AkaneChan95 per le loro recensioni e i loro consigli preziosi. Già 12 capitoli, wow, non mi aspettavo di arrivare fino a qui. Allora, un altro faccia a faccia con Naruto. Si, sono una fan dei caldi abbracci rassicuranti e delle coccole. Sono felice che la storia vi stia piacendo.

Grazie ancora x le recensioni e al prossimo capitolo.

Bacioni EF. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 15
*** Capitolo 13 - Le prime Missioni ***


Capitolo 13: Le Prime Missioni

A stento riuscì a calmarsi ma gli occhi erano ancora gonfi e rossi per il lungo pianto.

“Va meglio adesso?”, le chiese Naruto, poco dopo.

“Si grazie molto meglio, perdonami, non volevo che mi vedessi così.”, mormorò Jamila, sospirando.

Naruto sorrise, tenendola stretta a se.

“Non c'è niente da perdonare, come ti ho già detto, fa bene piangere qualche volta”

Aveva ragione e più tardi riportò entrambi all'albergo.

Il giorno successivo iniziò una nuova vita per Jamila e la sua squadra. Ora erano Chunin ed era una grande responsabilità per loro e nonostante al momento erano presso Konoha, era l'Hokage che si occupava di loro. Quella mattina furono quindi convocati nel suo ufficio.

“Dato che al momento risiedete presso il Villaggio della Foglia, sarò io a darvi le missioni. Al momento siete Chunin freschi di promozione, perciò le missioni che vi verranno assegnate saranno cose abbastanza semplici.”, iniziò Tsunade.

“Si signora.”, rispose Jamila, decisa.

“Bene, inizierete con le missioni da domani, oggi vi concedo un giorno di riposo.”, riprese la donna.

Annuirono e poi vennero congedati. Quel pomeriggio poi fecero una riunione della squadra.

“Bene.”, esordì Jamir.

“Da domani inizieranno le vostre missioni, è chiaro che ora che siete Chunin vi verranno date missioni di Livello C che consistono di proteggere qualcuno o il trasporto di documenti non troppo importanti. Poi ci saranno quelle di Livello B e saranno ragionevolmente alte e solitamente consistono nel proteggere una persona o ritrovare un documento importante o persino assassinare. Queste missioni sono eseguite solitamente da Jonin o Chunin molto esperti, in questo caso me.”, riprese poco dopo.

“E poi?” chiese Rayal, curiosa.

“Poi ci sono quelle di Livello A che vengono eseguite dai Jonin in su. A volte sono così difficili che talvolta deve andare il Kage stesso ad affrontarle. Nessun Chunin può eseguirle, poiché sono altamente pericolose e di estrema importanza. E infine ci sono quelle si Livello S, di queste missioni si sa molto poco, ma dovrebbero essere molto rischiose e difficilissime da portare a termine. Dovrebbero essere svolte personalmente dal Kage o dai Jonin più esperti.”, riprese Jamir, poco dopo.

“Tu quand'è che diventerai Jonin fratellone?”, chiese Jamila.

“Presto, ho l'esame a breve.”, rispose lui, sorridendo.

“Sono davvero eccitata per domani.”, esultò Rayal.

“Anch'io, sono davvero curiosa di vedere quale sarà il nostro primo incarico ma ... spero di esserne all'altezza anche se questa è la seconda volta che svolgerò una missione con una squadra.", disse la Komamura, preoccupata.

"Tranquilla, sono sicura che anche stavolta andrà bene"

"Grazie Rayal, sono felice del tuo sostegno"

"Figurati e poi anche Ren la pensa come me no?", fece l'altra di rimando, guardando il compagno.

Lui titubante annuì.

"Certamente"

Jamila a quelle parole sorrise, mai prima d'ora aveva avuto l'appoggio di qualcuno al di fuori di Gaara e suo fratello e averlo dai suoi compagni di team la rese immensamente felice e quindi quella notte dormì serenamente.

Il mattino dopo si svegliarono di buon ora e dopo una buona colazione si presentarono nell'ufficio dell'Hokage, che fu felice di vederli.

“Bene, oggi avrete la vostra prima missione ed è chiaro che sarà molto semplice, ma più avanti quando sarete un pochino più esperti uscirete anche al di fuori del Paese del Fuoco.”, iniziò l'Hokage.

“Qual'è il nostro primo incarico?”, chiese Jamila, curiosa.

“Dovrete andare nell'archivio e portarmi le mappe del nostro Villaggio.”, rispose la donna.

Come primo incarico non era affatto una cosa complicata e lo eseguirono senza alcuna difficoltà. Per tutta la giornata non uscirono da Konoha e così per i giorni seguenti. Le missioni che svolgevano erano cose spesso di poco conto, simili a quelle di livello D dei Genin, ma comunque se l'Hokage aveva deciso così non potevano farci nulla. Lavoravano sodo ogni giorono per poi tornare a casa completamente esausti. Ogni volta che però facevano una richiesta per una missione fuori Konoha la risposta era sempre la stessa, ovvero che non erano ritenuti ancora abbastanza esperti, cosa che li spinse ad allenarsi quando potevano per migliorare. Il tempo nel frattempo passava ma la situazione non si decideva a cambiare. La cosa cominciò a irritarli parecchio, finché dopo due mesi tra le mura del Villaggio, finalmente l'Hokage li convocò per una missione fuori da Konoha.

“Ho visto tutti i rapporti delle vostre missioni che avete eseguito in questi due mesi, ed ora dopo molte valutazioni posso ritenervi pronti per uscire da Konoha.", spiegò Tsunade, seria.

A quelle parole i loro occhi si illuminarono.

“Quindi ci farete uscire dal Villaggio? E' ancora una missione di Livello C?”, chiese Rayal, curiosa.

“Quanta fretta, comunque si, uscirete da Konoha, ma vi dichiaro abbastanza esperti per una missione di Livello B. Sia io che Jamir vi abbiamo osservato e abbiamo constatato che siete pronti.”, rispose l'Hokage.

“E di cosa si tratta?”, chiese Jamila, impaziente.

“Caspita, mi ricordi molto Naruto, anche lui voleva essere sempre in azione. Comunque si tratta di andare a recuperare dei documenti estremamente importanti che si trovano a Suna, di cui non vi è dato sapere il contenuto. Vi dico solo che si tratta della storia del vostro Villaggio, solo questo. E ora andate a preparavi, partirete immediatamente.”, replicò l'Hokage per poi congedarli.

Il gruppo andò quindi a prepararsi per la missione, preparando gli zaini, e, con sommo sollievo di Jamila, anche Jamir li avrebbe accompagnati. Quando furono pronti andarono alle porte di Konoha. La loro prima missione di Livello B stava finalmente per avere inizio, una nuova avventura stava per cominciare.
 

Angolo dell'Autrice

Ciao.

Rieccomi di nuovo di nuovo qua con questo capitolo.

Allora, il lavoro di Chunin di Jamila e la sua squadra è finalmente iniziato. Scusate la poca descrizione delle loro prime missioni di Livello C, ma pensavo che non fosse troppo importante per descriverle.

Perdonatemi davvero.

Ora dovranno svolgere la loro prima missione di Livello B.

Preparatevi, perché ne succederanno delle belle.

Per concludere ringrazio di cuore la mia carissima amica MartinForever per le sue recensioni e i suoi preziosi consigli, senza il suo aiuto non sarei stata in grado di sviluppare questa fanfiction. Poi ringrazio Sasuko e AkaneChan95 per le loro recensioni.

Al prossimo capitolo.

Baci EF (Capitolo revisionato)

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Capitolo 16
*** Capitolo 14 - La Missione di Livello B ***


Capitolo 14: La Missione di Livello B

Erano partiti da qualche ora, il cielo era sereno e il sole splendeva alto. Il caldo era abbastanza sopportabile e Jamila e la sua squadra procedevano spediti.

“Sono davvero felice di uscire finalmente da Konoha, era ora.”, disse Rayal, contenta.

“Anch'io e poi finalmente rivedo la mia casa dopo un po' di tempo.”, disse Jamila.

Ma in verità non riusciva a capire se era felice o meno di tornare a Suna. Dopotutto li aveva subito troppe sofferenze e dolori e l'idea di ritornarci non l'allettava più di tanto. Ma nonostante tutto quello che aveva passato, la considerava comunque la sua casa.

“Però mi chiedo il perché di recuperare i documenti della storia di Suna.”, osservò poco dopo.

“Me lo chiedo anch'io.”, replicò Jamir, perplesso.

In verità lui sapeva benissimo il perché di tutto ciò, ma per ordine dell'Hokage, non doveva rivelare niente.

Verso mezzogiorno si fermarono per una piccola sosta in una locanda che stava sulla strada. Lì mangiarono e poi ripresero il viaggio .

Il caldo però si era fatto insopportabile e così si spostarono nella foresta all'ombra degli alberi, ma anche li non ebbero sollievo, quindi si fermarono più volte per riprendere fiato.

“Accidenti, di questo passo ci metteremo più tempo del previsto.”, borbottò Jamila dopo un po' che camminavano.

“Sono d'accordo, questo caldo uccide e come se non bastasse è solo l’inizio, scommetto che più ci avvicineremo a Suna e peggio sarà.”, disse Rayal, sospirando.

Si erano fermati all'ombra di una grande quercia a riposare.

“Mi è venuta un'idea.”, intervenne improvvisamente Jamir.

“Ossia?”, chiese Ren, seccato.

“Potremmo usare la Tecnica del Richiamo per andare più veloci.”, propose l'altro.

“Idea geniale fratellone!”, esultò Jamila.

Anche gli altri acconsentirono e così poco dopo eccoli in groppa ai loro compagni. Jamir, con loro sorpresa, se ne stava in groppa a un magnifico lupo grigio perla, occhi color ametista e un segno a stella sulla fronte.

“Lei è Maleka” spiegò Jamir.

“E' bellissima” disse Jamila.

Era la prima volta che la vedeva ed era rimasta abbagliata dalla sua bellezza ed era poco più grande di Shiroi.

“Forza amica mia, abbiamo una missione urgente da fare, portaci a Suna.”, disse Jamir alla lupa.

“Subito.”, rispose lei.

Così, con loro in testa al gruppo, il viaggio poté riprendere in modo più agevolato. Sapevano che poteva essere comunque un bel rischio ma la missione ora aveva ogni priorità essendo molto più importante e la Tecnica del Richiamo era l'unico modo per riuscire a raggiungere Suna in fretta. Si fermarono poco prima del tramonto in una grotta ben riparata, richiamando poi i loro amici per non farli affaticare troppo. Cenarono e dopo cena si turnarono per fare la guardia in caso di evenienza.

Nei giorni successivi usarono la stessa strategia e finalmente al sesto giorno di viaggio arrivarono a Suna. Ren e Rayal a vederla rimasero molto colpiti dal suo splendore, era qualcosa di davvero stupefacente e non avendola mai visitata era normale notare le loro espressioni meravigliate, cosa che fece sorridere sia Jamila che Jamir.

"Prima volta qui eh?", esordì la rossa.

"Si, non siamo mai stati a Suna e se devo essere sincera è bellissima con i suoi colori che richiamano il deserto!", esclamò Rayal, rapita.

"Anch'io se devo essere sincero è la prima volta che la visito, e devo dire che mi piace.", aggiunse Ren.

"Ne sono felice, anche a me nonostante ci sia cresciuta fa uno strano effetto rivederla.", fece Jamila di rimando.

Gli abitanti dal canto loro non fecero molto caso al gruppo di ninja e così i quattro poterono procedere indisturbati verso la Grande Biblioteca. Non appena entrarono, Ren e Rayal rimasero senza fiato, la biblioteca era enorme e piena di libri e tomi di ogni genere, una vera fonte di ispirazione. Era molto ben ordinata e il silenzio regnava sovrano essendo un luogo di tranquillità oltre che di lettura. Solo Jamir non era sorpreso, perché lui la conosceva essendosi già stato e lo stesso Jamila era del suo avviso. Giunsero infine nell'atrio e li si fermarono.

“Bene, ora non muovetevi da qui, vado io a recuperare il rotolo. Conosco il custode degli archivi, è un mio amico di vecchia data, gli ho fatto molti favori.”, disse loro Jamir.

I ragazzi annuirono e allora lui sparì tra gli scaffali.

Si diresse spedito nei sotterranei della biblioteca dove incontrò il custode. Aveva diciotto anni, capelli ricci e sbarazzini di un castano dorato, occhi color cioccolato e carnagione rosea. Non appena lo vide sorrise.

“Ciao Danny.”, salutò, e l'altro ricambiò il sorriso nel riconoscerlo.

“Jamir, che piacere rivederti, cosa ti porta qui?”, chiese il custode.

“Io e la mia squadra siamo in missione urgente per conto del Quinto Hokage, dobbiamo portarle i documenti sulla storia del nostro Villaggio” spiegò Jamir, serio.

“E perché ?”, domandò Danny, curioso.

Il ragazzo a quella domanda sospirò per poi rispondere.

“Perché molto probabilmente la pace è di nuovo a rischio.”, rispose, preoccupato.

A quella frase Danny inarcò un sopracciglio.

“Ti riferisci a Ideki?”, domandò nuovamente.

“Si” annuì l'altro.

Subito allora il custode entrò negli archivi e poco più tardi risbucò fuori con il rotolo in mano.

“Ecco i documenti che mi hai chiesto e se questo servirà a qualcosa per contrastare quel bastardo, così sia.”, disse, consegnando il rotolo a Jamir.

Aveva tutte le ragioni per odiare Ideki, dato che quella maledetta notte di dodici anni fa, Mistfire aveva ucciso la sua famiglia.

Sapeva del suo potere e quando aveva visto il Quattordici Code, aveva capito subito che si trattava di una sua opera. Anche lui sapeva di Jamila e della Fenice sigillata dentro di lei, ma nonostante questo non la temeva.

“Grazie di cuore amico.”, lo ringraziò Jamir.

“Figurati.”, rispose l'altro.

Jamir allora dopo averlo salutato tornò dalla sua squadra con il rotolo sulle spalle.

“Qui abbiamo finito, ora si torna a Konoha.”, annunciò.

Detto questo lasciarono la biblioteca e partirono per il viaggio di ritorno.

Ma qualcosa nell'ombra si stava muovendo.


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, ecco a voi la versione revisionata di questo capitolo, ho sistemato qualche particolare della sintassi ma per il resto nulla di che. Qui i nostri ragazzi si ritrovano a Suna per una missione molto importante. Riusciranno a tornare a Konoha sani e salvi? Tutto questo e altro nel prossimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 17
*** Capitolo 15 - I Gemelli della Nebbia ***


Capitolo 15: I Gemelli della Nebbia

Nel buio della sua grotta, Ideki sogghignava mentre i gemelli riferivano le loro scoperte.

“Quindi l'Hokage sa qualcosa eh? Fate il modo che quei mocciosi non arrivino a Konoha con le informazioni, uccideteli, ma Jamila la voglio viva.”, ordinò loro.

“Sarà fatto.”, rispose il ragazzo.

“Andate e non fallite” li congedò Ideki.

Odiava il fallimento, ma si fidava delle sue creature e per questo non esitò un secondo ad affidare a loro il compito. Bastò un cenno di assenso e i due gemelli partirono per la loro missione.

(...)

Il gruppo nel frattempo era ignaro della minaccia che stava incombendo su di loro e procedevano spediti verso Konoha, ma nonostante fosse tutto tranquillo, tenevano comunque gli occhi aperti e i sensi erano attenti e vigili. In fondo stavano pur sempre svolgendo una missione della massima importanza e per non dare nell'occhio stavolta non usarono la Tecnica del Richiamo. Tutto stava procedendo bene quando Jamila si bloccò all'improvviso, madida di sudore. Anche Kyuu era inquieto e uggiolava al suo fianco, tremando di terrore.

“Ehi, va tutto bene Jam?”, le chiese Rayal, preoccupata.

“Non sentite anche voi questo chakra spaventoso? O lo avvertiamo solo noi due?”, rispose lei, seria.

Poco dopo, anche Ren e Rayal iniziarono a tremare.

“Ora che ci penso lo sentiamo anche noi e fa davvero paura.”, mormorò l'amica.

Jamir allora si mise in posizione di guardia, mettendo mano al kunai.

“State in guardia ragazzi, qualcuno o qualcosa si sta avvicinando”

Si raggrupparono quindi a cerchio e si guardarono attorno, kunai in mano, cercando di nascondere i tremiti.

“Ma che bella visione quei vostri sguardi spaventati.”, disse improvvisamente una voce nell'aria.

“Chi sei? Fatti vedere!”, esclamò Jamir, guardandosi attorno.

In quell'attimo si alzò una fitta nebbia che li circondò, e quando si attenuò ecco che rivelò due ragazzi. Il gruppo spalancò gli occhi nel riconoscerli all'istante.

“Ma voi siete i gemelli del Team 3!”, escamò Jamila, sconvolta.

La ragazza sogghignò a quelle parole.

“Non proprio, noi siamo Yuko e Yuki, i seguaci di colui che conoscete come Ideki. Vuole una cosa che li appartiene.”, rispose.

Poi puntarono lo sguardo verso Jamila e i loro sguardi si fecero minacciosi.

“Finalmente ti abbiamo trovata ragazzina, il nostro signore sarà molto felice di vederti.”, disse Yuko.

“Che cosa volete da me bastardi?”, chiese la suddetta interessata in tono di sfida.

Yuki allora ridacchiò malvagiamente

“Come, non lo sai? Tu hai qualcosa dentro di te che lui vuole, il suo nome è Mistfire, la Fenice a 14 Code che il nostro signore creò quattordici anni fa, ma il demone sfuggì al suo controllo e ora quel mostro vive dentro di te”

A quella rivelazione Jamila spalancò gli occhi, incredula a ciò che aveva appena sentito ma i suoi compagni le fecero da scudo per proteggerla.

“Di qualunque cosa si tratti, voi non avrete mai la nostra amica!”, li sfidò Ren, irato.

Forse all’inizio lui e Jamila non erano proprio partiti col piede giusto, ma di certo non avrebbe permesso a nessuno di mettere le mani sulla sua amica, tanto meno a qualcuno che la considerava solo un topo da laboratorio. Sia lui che Rayal avevano evocato le loro abilità mentre Jamir era entrato in Modalità Eremitica: i suoi occhi si erano fatti viola e sulla fronte le era comparsa una stella, aveva le zanne ben pronunciate, i capelli più ispidi e le orecchie a punta, corpo più muscoloso.

I due gemelli a quella vista risero.

“Bene, se la mettete così, allora ce la riprenderemo...con la forza!”, esclamarono.

In quell'attimo si circondarono di un insolito chakra oscuro. I loro occhi divennero sanguinei. Poco dopo dietro di loro ecco che apparvero due creature spaventose.

Lei aveva un minaccioso Bakeneko con Undici Code di chakra che lo avvolgevano il quale aspetto era quello di un gatto spirito di fiamme viola.

Lui invece aveva l'Inugami, ovvero un cane spirito dalla forma di un lupo bianco con invece Dodici Code di chakra.

Entrambi i mostri erano enormi e i loro occhi sprizzavano una malvagità a dir poco spropositata, cosa che fece tremare i tre ragazzini.

“C ... che cosa sono quelli?”, balbettò Rayal, spaventata.

“Sono Cercoteri, questa però è opera di Ideki, ovvero che sono artificiali.”, spiegò Jamir, cosa che li fece rabbrividire ancora di più sotto gli sguardi divertiti dei loro avversari.

“Piaciuta la sorpresa?”, sghignazzò Yuki.

“Neanche un po', quei cosi fanno pena, persino la lumaca di Tsunade al confronto è più figa” sbottò Ren.

“Sono d'accordo.”, disse Jamila.

Kyuu accanto a lei tremava e Yuko allora li guardò con aria beffarda.

“Vi conviene scappare, non avete speranze contro di noi.”, li schernì.

“Questo lo vedremo!”, li sfidò Jamir.

“Tecnica del Richiamo!”, esclamarono poco dopo tutti e quattro.

Subito i loro compagni apparvero al loro fianco, pronti a combattere.

“Ma che adorabili, peccato che non basteranno per batterc!i”, li sfotté Yuki, lo sguardo acceso da un'insolita euforia.

“Fatevi sotto!”, li sfidò Jamila.

“Con immenso piacere!”, ribatté la ragazza.

Detto questo si prepararono ad attaccare.

Il loro primo vero scontro era appena iniziato.

 

Angolo dell'Autrice

Wow wow wow, già 28 recensioni, non me lo aspettavo proprio. Ringrazio di cuore AkaneChan95 e MartinForever per le loro recensioni e i loro consigli preziosi. Allora, che vi posso dire, i gemelli sono entrati in scena. Preparatevi perché nel prossimo capitolo ne succederanno delle belle.

Vi prego, ditemi se la storia è accettabile o uno schifo, spero con tutta me stessa di non stare facendo su un pasticcio. AkaneChan95 tranquilla che non mi arrabbio, i tuoi consigli e le tue critiche le accetto, insomma, sbagliando si impara. Grazie ancora. Al prossimo capitolo. (Capitolo revisionato)

Bacioni EF.

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Capitolo 18
*** Capitolo 16 - Il Risveglio della Fenice ***


Capitolo 16: Il Risveglio della Fenice

Anche se erano quattro contro due, Jamila e la sua squadra partivano comunque svantaggiati poiché sin dal primo impatto avevano capito che quei due non erano avversari qualunque.

Essi si muovevano con una rapidità incredibile, deviando i loro colpi in modo quasi annoiato, parando e attaccando senza dare loro tregua. Poco importava che avessero fatto ricorso alla Tecnica del Richiamo, era chiaro che i loro compagni non potevano nulla contro i due Cercoteri.

“Noi vi avevamo avvertito che dovevate scappare!”, li schernì Yuki, evitando con nonchalance un colpo di Jamir, diretto alla sua testa.

“Questo mai, i veri ninja non si tirano mai indietro da una battaglia e anche nelle situazioni più disperate riescono sempre a portare la situazione a loro favore!”, sbottò Jamila.

“Che belle parole, mi sono quasi commossa. Tra poco mi metto a piangere Sprechi solo fiato ragazzina!”, ribatté Yuko.

“Il fiato non è mai sprecato!”, replicò l'altra.

“Lo vedremo.”, sibilò Yuki.

All'improvviso i loro chakra si unirono in uno solo e la loro potenza crebbe a dismisura. Furono troppo veloci perché potessero accorgersi dell'attacco in arrivo.

In un attimo, la squadra fu investita da una forte energia e volò a qualche metro di distanza. Jamila per pura fortuna rimase indenne e si guardò attorno, stordita mentre i suoi compagni erano ridotti male ma non troppo gravi.

“Ecco che cosa succede quando qualcuno si mette in mezzo!”, sbottò Yuko.

“Davvero pensavate di batterci? Poveri illusi, siete solo dei falliti. Nobile il vostro gesto, ma totalmente inutile” sogghignò Yuki, tirando un calcio a Rayal.

A vedere quel gesto, Jamila avvampò di rabbia.

“Maledetti, ora la pagherete molto cara bastardi!” urlò, furiosa.

In quell'attimo un'insolita energia si mosse dentro di lei, un potere devastante pronto a essere sprigionato e poco a poco uno strano chakra infuocato l'avvolse nella sua morsa. I suoi occhi divennero tizzoni ardenti e dietro la schiena volteggiava una coda di fuoco. I suoi amici avevano ripreso i sensi e sgranarono gli occhi, sconvolti.

“Che ... che cos'è quello?”, balbettò Rayal, sconvolta, sentendo quell'insolito chakra impregnare l'aria.

“Quello è il chakra di Mistfire, la Fenice a 14 Code che quattordici anni fa nostra madre sigillò dentro di lei per salvare Suna dalla catastrofe.”, spiegò Jamir, tremando.

“E Jamila lo sa?”, chiese Ren, stupito.

“Adesso si ma prima ne era all'oscuro, nostra madre mi chiese di non dirle nulla per proteggerla.”, rispose lui.

Il chakra emanava un'energia inaudita, le volute purpuree si avvolgevano attorno agli alberi, impregnando la terra e l’aria circostante col loro fortissimo odore di zolfo.

I gemelli però non sembravano minimamente spaventatati, anzi, sorrisero, trionfanti.

“Finalmente sei uscita allo scoperto Mistfire.”, sogghignò Yuko.

“Ideki sarà molto felice di riaverti.”, aggiunse Yuki.

“Non mi avrà!”, urlò Jamila

Era un urlo disumano che scuoté la terra, poi si lanciò all'attacco con incredibile velocità e fu loro addosso, il viso deformato da una smorfia di pura rabbia.

Sembrava una bestia feroce che si lanciava senza pietà contro la sua preda . Si muoveva con un'agilità innaturale e colpiva con tale forza che interi alberi veniva sradicati dalla sua corsa. Attaccava senza pensare, guidata solo e soltanto dalla rabbia, non le importava di riflettere sulle tecniche avversarie, voleva distruggerli e basta. I gemelli però non ne parvero minimamente scalfiti.

I suoi amici guardavano lo scontro a distanza di sicurezza per non venire coinvolti. Erano atterriti da tutto quello che stava accadendo.

La Jamila che avevano imparato a conoscere aveva lasciato il posto a un demone assassino e privo di ogni emozione. Era irriconoscibile. Ben presto però si trovò affaticata e il dolore delle ferite cominciava a farsi sentire.

“Jamir, dobbiamo fermarla prima che accada l'irreparabile.”, mormorò Rayal, la voce tremula.

Lui annuì.

“Vado, solo io posso farla tornare alla ragione.”, rispose.

I gemelli rimanevano comunque in due, inoltre parevano aver acquisito un incredibile controllo sul loro chakra demoniaco, per cui se lei attaccava e colpiva senza riflettere, loro al contrario potevano utilizzare strategie complesse e pensare prima di infliggere un colpo. La loro coordinazione, poi, era incredibile, per cui non dovevano nemmeno comunicare per riuscire a creare perfette combo di coppia. Ben presto, nonostante la sua maggiore potenza fisica, Jamila si trovò piena di tagli e ferite, mentre loro parevano ancora perfettamente sani. La rabbia crebbe, e mentre altre quattro code di chakra si materializzarono dietro di lei gli occhi iniziarono a mutare, divenendo due fiaccole ardenti. Si piegò in due, le unghie delle mani che si trasformavano in micidiali artigli e le zanne che crescevano a dismisura, una magnifica piuma color tramonto le comparve sulla testa, scossa dal potere del chakra che ormai era visibile anche a kilometri di distanza mentre altre due code si aggiunsero alla prima. Si gettò contro i nemici con furia rinnovata. Non poteva pensare lucidamente, eppure adesso dalla sua aveva dei sensi incredibilmente acuti, aggiunti a un istinto omicida che le permise di prevedere le mosse avversarie con precisione agghiacciante. I gemelli non fecero in tempo a evocare le loro code per difendersi che li colpì in pieno petto, spedendoli con un rumore di ossa infrante a qualche metro di distanza. Si gettò loro contro, continuando a colpire mentre il loro sangue scrosciava per terra quando improvvisamente due braccia estranee la avvolsero. Jamir le si era avvicinato, ignorando il suo chakra rosso che continuava a turbinare introno a lei procurandogli migliaia di piccoli graffi in tutto il corpo, e la stava abbracciando. Sentì il chakra diventare improvvisamente poco, mentre la spossatezza le intorpidiva le membra.

“Fermati sorellina, sappiamo entrambi che non è questo quello che vuoi, la Jamila che conosco non si farebbe mai prendere dall’ira e dalla rabbia, né cederebbe mai alla volontà di un demone. Non sei così, quindi non diventarlo!”, mormorò Jamir, con foga.

A quelle parole di colpo si arrestò. Il chakra rosso si dissolse e lei tornò normale. I gemelli allora batterono in ritirata, reggendosi appena in piedi a causa delle ferite.

Jamila si lasciò cadere in quel caldo abbraccio, priva di ogni forza.

“Non temere, sono qui.”, la rassicurò il fratello.

La voce di Jamir le giunse distante. L'ultima cosa che vide furono i volti preoccupati dei suoi compagni di squadra, e poi scivolò nel buio totale.



Angolo dell'Autrice

Eccomi qui con questo straordinario capitolo. Ecco che Mistfire entra in scena, o meglio, il suo chakra. Tranquilli, presto si farà vedere, ma dovrete aspettare un pochino.

Spero che Jamila non vi metta paura ( io mi sono spaventata quando ho visto un video che mostrava tutte e 9 le trasformazioni di Naruto a mano che evocava le code). Ma Mistfire è peggio.

Spero con tutto il cuore che la storia vi piaccia. A proposito, l'ho un po' modificata sotto i consigli di AkaneChan95.

Ora vi saluto. Al prossimo capitolo.

Bacioni EF! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 19
*** Capitolo 17 - Convalescenza ***


Capitolo 17: Convalescenza

La prima cosa che vide fu un soffitto bianco e una luce soffusa che entrava dalla finestra. Ci mise un po' a mettere a fuoco i tre volti preoccupati che la guardavano.

“Ti sei svegliata grazie al cielo, ronfavi come un ghiro.”, esordì Ren con un sorriso sollevato.

La ragazza mugolò, strizzando gli occhi per mettere meglio a fuoco.

“Dove sono? Cos'è successo?”, mormorò poco dopo, la voce roca.

“Sei a Konoha, in ospedale per la precisione.”, rispose Rayal, anche lei sollevata nel vederla sveglia.

Jamir le era seduto accanto, anche lui felice.

“Ricordi qualcosa sorellina?”, le chiese con apprensione, prendendole una mano.

Lei scosse la testa, sospirando con aria scoraggiata.

“Non temere, la memoria tornerà da se, stai tranquilla.”, le disse una voce di donna.

Poco dopo nella sua visuale si stagliò la figura dell'Hokage che le sorrideva. Jamila allora provò ad alzarsi, ma un dolore straziante alla testa la costrinse a stare distesa.

“E' meglio che non ti muovi, le ferite che hai riportato sono abbastanza serie, hai bisogno di assoluto riposo.”, replicò Tsunade, seria.

Jamila sbuffò a quella notizia, non era affatto contenta di quella situazione, quindi incrociò le braccia, contraria.

“Accidenti, non è giusto, non sono fatta per stare in un letto di ospedale a fare la muffa.”, ribatté, scocciata.

L'Hokage allora la guardò con sguardo serio.

“Questo è un ordine e i miei ordini non si mettono in discussione. Se scopro una tua insubordinazione, vengo a prenderti e ti lego al letto come un salame, sono stata abbastanza chiara?” la rimproverò, severa.

“Si si …” borbottò l'altra, lo sguardo di sfida.

L'Hokage allora se ne andò ma prima di uscire dalla porta ...

"Tenetela d'occhio mi raccomando.", aggiunse, per poi andarsene.

Quando fu uscita, Rayal la fulminò con lo sguardo.

“Ma ti si è fuso il cervello? Non puoi mancarle di rispetto in questo modo, lei è l'Hokage, ed è grazie a lei che Konoha è ancora in piedi.”, sbottò.

L'amica allora alzò le mani in segno di difesa.

“Non era mia intenzione mancarle di rispetto, è solo che non mi piacciono i suoi ordini di stare qui, in questo letto, senza muovermi, non fa per me.”, replicò.

“Perché? Preferiresti andartene a zonzo con quelle ferite? Sei messa così male che anche un neonato ti stenderebbe senza problemi!”, le fece notare Ren, divertito.

Senza esitare Jamir le piantò in viso quello sguardo che le faceva ogni volta che doveva farle una ramanzina ma stavolta però Jamila non riuscì a sostenerlo e abbassò il capo. Lui allora si chinò e la prese per le spalle.

“Ascoltami, so che questa situazione non ti piace, ma l'Hokage lo ha fatto per te, per la tua sicurezza e il tuo bene. Ho ... rischiato davvero di perderti quando mi sei crollata priva di sensi tra le mie braccia. Eri in fin di vita, ok? Se ti avessi persa per sempre non me lo sarei mai perdonato, mai e poi mai hai capito? Perciò adesso piantala con i capricci perché non sei più una bambina, e obbedisci agli ordini dell'Hokage senza dire ma!”, la rimproverò con voce tremula.

A quelle parole non seppe cosa dire, quindi annuì semplicemente. Se c'era una cosa che non voleva era far preoccupare suo fratello più del dovuto. L'aveva praticamente cresciuta facendo fin troppi sacrifici con amore e dedizione, e farlo stare in pensiero era una cosa che non sopportava.

Poco più tardi i suoi amici la lasciarono riposare e anche Jamir si congedò. Era di nuovo sola, ma non ci diede troppo peso e non avendo sonno si mise seduta con cautela guardando fuori dalla finestra vide il sole splendeva e a giudicare dalla sua posizione doveva essere quasi mezzogiorno. Sentì infatti lo stomaco brontolare.

Accidenti, ma da quant'è che non mangio?

Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse della ragazza che era appena entrata.

“Ciao …”, salutò.

Jamila allora si riscosse e guardò la nuova arrivata: aveva la stessa età di Jamir, corti capelli color fragola, grandi occhi verdi e la carnagione rosea. Portava il coprifronte di Konoha, ma, cosa più importante, teneva una ciotola fumante in mano.

“Ciao Sakura.”, la salutò Jamila.

“Mi conosci?”, chiese lei, stupita.

“Certamente, ho sentito parlare di te, dopotutto, sei l’allieva di Tsunade, no?” replicò l'altra.

“Ok ... a proposito, sono venuta a portarti il pranzo sotto richiesta di tuo fratello, sa che a te piace il ramen e così sono passata dal ristorante.”, spiegò Sakura, porgendole la ciotola.

“Grazie, sei molto gentile.”, mormorò l'altra, sorridendo.

Mangiò quindi di gusto e poi posò la ciotola sul comodino.

“Jamir mi ha chiesto di farti compagnia, se vuoi ovviamente.”, disse Sakura, poco dopo.

“Certo, accetto volentieri, dopotutto stare da sola in una stanza di ospedale non è affatto il massimo.”, accettò la Chunin, felice.

La kunoichi allora si sedette su una sedia.

“Non ti piacciono gli ospedali eh?”, esordì.

“Per niente, mi sento a disagio quando li vedo, per me sono come un segno di debolezza, li vedo come una prigione, per non parlare che odio stare bloccata qui.”, rispose Jamila, sbuffando.

Sakura rise a quelle parole.

“Mi ricordi Naruto, anche lui odiava stare in ospedale, voleva essere sempre in azione e anche oggi che è cresciuto non è affatto cambiato.”, commentò.

“Mi ha parlato molto di te.”, riprese poco dopo.

“Immagino ...”, mormorò la rossa, sospirando.

“Quello che hai passato è stato molto doloroso per te e mi dispiace.”, mormorò l'Haruno, apprensiva.

In risposta Jamila scosse la testa.

“Non devi dispiacerti, non centri niente, sono io la responsabile di quello che è successo e poi ormai è passato”

Sakura la guardò con preoccupazione ma non disse nulla, restò con lei fino a tardo pomeriggio e poi se ne andò.

La giornata passò in fretta e quella notte Jamila dormì serena, vegliata da suo fratello, che le stette accanto tutto il tempo.


Angolo dell'Autrice

Eccomi qui. Allora, la nostra Jamila è in ospedale è? Poverina, mi fa tenerezza. Lei non ha la guarigione accelerata come Naruto e non guarisce in fretta come lui, dato che il chakra di Mistfire è totalmente diverso da quello di Kurama.

E entra in scena Sakura Haruno. Spero che non sia troppo banale il loro incontro, ma mi sembrava un modo appropriato per farla comparire. Ringrazio coloro che seguono e recensiscono questa fantastica storia.

Spero che vi piaccia la mia idea di dividerla in due parti.

Al prossimo capitolo.

Baci EF (Capitolo revisionato)

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Capitolo 20
*** Capitolo 18 - Prime Verità ***


Capitolo 18: Prime Verità

Fu verso mattina che il suo sonno si fece inquieto e agitato.

Vide uno scontro, le immagini erano confuse, poi all'improvviso sentì come una forte energia, dirompente quasi come una supernova, lo sfondo cambiò e vide fuoco e fiamme che l'avvolgevano e poi un'enorme occhio purpureo che la guardava minaccioso. Infine tutto buio e il vuoto sotto di lei.

Si svegliò di soprassalto con un grido soffocato e Jamir le fu subito vicino.

“Ehi ehi, guardami …”, le disse, prendendola per le spalle.

La sorella allora lo guardò, il viso stravolto dal terrore, sudava freddo.

“E'... è stato orribile.”, mormorò, trattenendo le lacrime.

“Che cosa hai visto?”, le chiese il fratello, preoccupato.

Lei allora si fece pensierosa, cercando di ricordare.

“Era uno scontro, ma le immagini erano confuse e poi ho sentito come una forte energia, dirompente e terribile. Poi lo sfondo è cambiato, c'era fuoco ovunque e io ne ero come avvolta e ... un occhio enorme rosso sangue che mi guardava minaccioso e infine il vuoto e buio ... tanto buio .”, raccontò poco a poco la ragazza sconvolta.

“Che cos'era?”, riprese.

A quelle parole Jamir spalancò gli occhi, cercando poi di pensae a una possibile risposta per non allarmarla.

“E' la memoria che ti sta tornando a poco a poco.”, spiegò infine.

Lei a quella frase iniziò a tremare.

“Allora è orribile ... ho avuto tanta paura.”, mormorò, scossa.

Le sue lacrime avevano iniziato a scorrerle calde e brucianti lungo le guance. Jamir allora la cinse al suo petto con cautela per non farle male.

“Su, su, ora è passato, è tutto finito.”, la rassicurò con affetto.

Bastarono quelle poche parole ad acquietare il suo pianto e oco dopo si addormentò tra le sue braccia. Il fratello allora le si stese vicino, rimanendole accanto tutta la notte.

Il giorno seguente Jamila si svegliò tardi. Jamir come sempre le era vicino, seduto sulla sedia e sorrise nel vederla sveglia.

“Buongiorno, stai meglio oggi?”, la salutò.

“Magari, ho un gran mal di testa” rispose la Chunin con un sospiro.

“Passerà, stai pure tranquilla ... a proposito, mi spiace per non essere venuto ieri pomeriggio, ma mi dovevo preparare per l'esame di Jonin.”, spiegò il fratello poco dopo.

A quelle parole Jamila sorrise, entusiasta.

“Ma è fantastico! Hai detto che ce l'avrai a breve giusto?”

“Si, la settimana prossima ... certo, mi dispiacerà non esserti vicino, però mi basterà pensare a te per farcela.”, replicò Jamir, accarezzandole la testa.

Kyuu, in grembo alla sua padroncina, guaì felice.

“Non preoccuparti, vedrai che starò bene, stai tranquillo fratellone.”, lo rassicurò, sorridendo.

Jamir le accarezzò il viso, rassicurato, in fondo sua sorella aveva ragione, non doveva preoccuparsi troppo poiché nel suo cuore sapeva che se la sarebbe cavata. Ma era preoccupato per altro ... se la verità sarebbe venuta a galla in quel momento troppo delicato, Jamila ne avrebbe sicuramente risentito.

E' meglio aspettare che si riprenda del tutto, se glielo dico ora, le sue condizioni potrebbero peggiorare, è già una fortuna che non sia in percolo di vita.

Poco più tardi la lasciò riposare e mentre tornava all'albergo, Sakura lo raggiunse, dicendogli che l'Hokage voleva vederli. Senza esitare Jamir si precipitò subito nell'ufficio, seguito dalla ragazza e con sua sorpresa vide che c'erano anche Naruto, Sasuke e Gaara. Evidentemente anche loro aspettavano quello che l'Hokage doveva dire loro. Quando vide che tutti erano presenti Tsunade prese parola

“Bene …”, esordì “Vi ho convocati qui per dirvi una cosa molto importante. Giorni fa avevo inviato Jamir e la sua squadra a recuperare un documento importantissimo a Suna, che riguardava la storia del Villaggio.”, riprese poco dopo.

“E cosa dice questo documento di preciso?”, chiese Sasuke, perplesso.

“Oltre alla storia del nostro Villaggio, racconta anche un fatto molto importante che ci segnò per sempre.”, iniziò Gaara.

“E cosa accadde?” domandò Naruto, curioso.

Il Kazekage allora sospirò per poi riprendere

“Quattordici anni fa, Suna venne attaccata da Mistfire, la Fenice a Quattordici Code. Fu creata da Ideki, un uomo alquanto particolare con l'ossessione per i Cercoteri, ma essendo indomabile, la Fenice sfuggì al suo controllo, seminando il caos. Fu un disastro, ma prima che accadesse l'irreparabile, Selena Komamura, madre di Jamir e Jamila, fece un ultimo gesto disperato e sigillò il demone dentro la bambina in fasce ma nel farlo però perse la vita” raccontò.

A quella rivelazione i presenti rimasero scossi dalla notizia, solo Jamir e l'Hokage non furono a disagio.

“E Jamila questo lo sa?”, chiese Sakura, preoccupata.

“No, non sa niente ed è meglio evitare che lo scopra adesso, le sue condizioni non sono delle migliori, e non voglio che si aggravi ancora di più. Dirglielo ora non farebbe altro che peggiorare la situazione.”, rispose Jamir, serio.

“Sono d'accordo con te.”, disse Tsunade

Naruto allora si fece pensieroso.

E' come me, anche lei ha un demone dentro, solo che il suo ha Quattordici Code ... povera Jamila, non sarà affatto facile per lei.

Una parte di verità era venuta alla luce, ma per Jamila non era ancora arrivato il momento di scoprirla, ora come ora non era nelle giuste condizioni.

Ma molto presto tutto sarebbe venuto alla luce.


Angolo dell'Autrice

Salve gente, eccomi qui con un altro capitolo. Scusate l'attesa, ma ora eccolo qui.

Allora, la verità è venuta alla luce, ma x Jamila non è ancora giunto il momento. Ma tranquilli, presto la scoprirà. Ed è comparso il nostro Sasuke per la gioia di tutte le ragazze. Tranquille, comparirà molte altre volete.

Volevo ringraziare AkaneChan95 e MartinForever per le loro recensioni davvero preziose per me. Senza i loro consigli non sarei mai arrivata fino a qui.

Al prossimo capitolo.

Bacioni la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 21
*** Capitolo 19 - Rivelazioni ***


Capitolo 19: Rivelazioni

Le giornate trascorrevano lente e noiose per Jamila. L'unico sollievo oltre alla presenza dei suoi amici era che riusciva a camminare, seppur aiutata da una stampella. Passava il suo tempo a guardare fuori dalla finestra, assorta nei suoi pensieri.

Konoha le piaceva, in un certo senso si sentiva a casa in quel luogo, era in pace con se stessa, era più felice e Jamir era contento di vederla più serena. Le sue ferite stavano migliorando e non erano più critiche come all'inizio, ormai era passata una settimana e arrivò il giorno in cui Jamir svolse l'esame di nomina a Jonin. Mostrò tutte le sue qualità e alla fine riuscì a passare, con sommo sollievo della sorella.

“Sono felice che tu ce l’abbia fatta!”, esultò, quando il fratello entrò nella sua stanza.

“E' stata dura, ma alla fine eccomi qui, tu come stai invece?”, la salutò il neo Jonin.

“Non mi lamento, a parte il fatto che mi annoio a morte, non ho un cavolo da fare ... è già tanto che riesco a camminare. Stare qua dentro è davvero frustrante.”, rispose la Chunin, sbuffando.

A quella frase Jamir ridacchiò con fare divertito.

“Avevi detto che non ti lamentavi ma ... hai fatto una protesta coi fiocchi”

Anche Jamila scoppiò a ridere.

"Gia!"

Poco dopo però Jamir si fece serio.

“Hai fatto ancora i tuoi incubi mentre ero via?”, chiese poco dopo.

La ragazza a quella frase si rabbuiò per poi annuire.

“Si, l'ultimo è stato ieri notte. Era tutto più nitido, più reale e ho ricordato tutto ... che cos'era quel terribile chakra rosso?”, chiese, sconvolta, cercando il suo sguardo.

Lui la guardò negli occhi e la prese per le spalle, guardandola intensamente per poi sospirare.

“E' giunto il momento che tu sappia la verità.", esordì per poi fare una pausa e riprendere "Quattordici fa, Suna venne attaccata da un demone di fuoco, il suo nome era Mistfire, la Fenice a Quattordici Code, creata da colui chiamato Ideki, un uomo di scienza con l'ossessione per le cellule dei Cercoteri. Mistfire fu il suo capolavoro, però, essendo indomabile, sfuggì al suo controllo, seminando il panico. Quella notte, prima che accadesse il disastro, Selena Komamura, nostra madre, sigillò la Fenice dentro di te, però nel farlo perse la vita. Quel chakra di fuoco che ti ha avvolto durante lo scontro era il suo chakra, ossia quello di Mistfire.”, raccontò, serio.

Jamila a quella rivelazione sgranò gli occhi, sconvolta, mentre nella sua mente si immergeva l'immagine di lei avvolta da quel chakra infuocato, un'immagine spaventosa e terribile. Scosse la testa, incredula.

“No ... non può essere vero, ci ... ci deve essere un'altra spiegazione.”, balbettò, scossa.

Jamir allora la guardò, lo sguardo intenso e sincero.

“Mi dispiace ma ... è questa la verità. So che in questo momento ti senti confusa e arrabbiata con me perché non te l'ho detto prima, ma se non l'ho fatto era perché volevo proteggerti, era per il tuo bene ...”, le spiegò con fare dispiaciuto.

Jamila per un po' rimase in silenzio, cercando di rimuginare per bene la cosa ... mai avrebbe pensato a una verità così terribile e sconvolgente. Non sapeva se essere arrabbiata o meno con suo fratello per avergli tenuto nascosta la verità così a lungo, lo aveva fatto per proteggerla, questo era ovvio, ma stentava ancora a credere a quella rivelazione. Infine sospirò.

“Perché lo ha fatto?”, chiese poco dopo, la voce tremula.

“Lo ha fatto per salvare il nostro villaggio dalla distruzione, ma soprattutto perché credeva in te, e se pensi che mamma lo abbia fatto per rovinarti la vita, allora ti sbagli.”, rispose Jamir, serio.

Jamila sentì gli occhi inumidirsi ma non riuscì a trattenere il pianto.

“Quindi ... sono un mostro ...”, mormorò, in lacrime.

Nel sentire quelle parole Jamir la strinse a se con vigore.

“No, non devi pensarlo neanche per sogno, mamma ti voleva bene e ti amava moltissimo, come me adesso. Ai nostri occhi non sei mai stata un mostro, ma una speranza.”, la rincuorò con dolcezza.

Sorrise lievemente, sapeva che era sincero. La rabbia di colpo mutò in dolore e si lasciò andare, pensando a sua madre che non avrebbe mai conosciuto, a quello che aveva fatto quattro anni prima senza volerlo, all'odio che provava Suna verso di lei. Jamir non disse nulla, semplicemente la tenne stretta a se avvolta nel suo caldo abbraccio. Poco più tardi la sorella si calmò.

“Sei arrabbiata?”, mormorò il fratello poco dopo.

Jamila però scosse la testa.

“No, non potrei mai arrabbiarmi con te, l'hai fatto per il mio bene dopotutto.”, rispose con un sospiro.

Ma Jamir sapeva che non era così, per lei sarebbe stata molto dura da accettare tutto questo.

La verità era finalmente uscita alla luce.
 

Angolo dell'Autrice

Eccomi qui con questo nuovo capitolo.

Allora, Jamila ha finalmente scoperto la verità. Sembra averla presa bene, ma non è vero. Sarà molto difficile per lei accettarla all'inizio.

Perdonate il capitolo poco movimentato ma presto tornerà l'azione tranquilli.

Ringrazio AkaneChan95 e MartinForever sempre per le loro recensioni.

Al prossimo capitolo.

Bacioni EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 22
*** Capitolo 20 - Di Nuovo in Gioco ***


Capitolo 20: Di nuovo in gioco

Quella notte Jamila non dormì, era sola con Kyuu accovacciato al suo fianco che dormiva beato, quindi lo guardò intenerita e sorrise.

“Quanto ti invidio piccolo mio, tu sei un cane e non devi sopportare quello che sto sopportando io.”, mormorò.

Li accarezzò la testa, il pelo era morbido e soffice come cotone e brillava alla luce della luna che entrava dalla finestra.

Pensava alla rivelazione fattale da suo fratello qualche ora prima. Ancora non ci credeva che fosse vero.

Nei giorni che seguirono si fece seria e taciturna, parlava poco e nemmeno Kyuu riusciva a farla ridere e quel suo comportamento cominciò a preoccupare seriamente Jamir, così una sera ne parlò con i suoi compagni.

“Mi sa che ho combinato un casino, da quando glie l'ho detto è cambiata, non è più la stessa Jamila che conosco è più ... fredda.”, esordì.

“Prima o poi ci farà l'abitudine e comunque la verità non poteva mica rimanere nascosta in etrno no?” replicò Ren, serio.

A quelle parole il neo Jonin sospirò.

“Si ma ... non sarà così facile, ne ha passate troppe ... ah, spero solo che si riprenda.”, mormorò, preoccupato.

Rayal li mise una mano sulla spallae lo guardò sorridendo.

“Devi solo avere fiducia in lei e vedrai che tornerà la nostra Jamila.”, lo rassicurò.

A quelle parole comprensive Jamir sorrise.

“Lo spero”.

In un angolo, nascosto nell'ombra, Naruto ascoltava la conversazione in silenzio.

Anch'io ho fiducia in te Jamila pensò tra se.

Infine arrivò il momento di chiarire la situazione, così un pomeriggio Jamir andò dalla sorella, più che deciso a sistemare le cose. Jamila non fu stupita di vederlo, quindi li lanciò uno sguardo di sfida ma lui lo sostenne e le si sedette accanto, lo sguardo deciso.

“Senti, non puoi continuare a comportarti in un modo così infantile, ascolta, so che la verità ti ha sconvolta, ma ormai sono passati cinque giorni ma ... devi accettarla così com'è, punto e basta, e poi non hai motivo di essere arrabbiata con me, perché ti ripeto per l'ennesima volta che l'ho fatto per te, devi cercare di capirlo.”, esordì con fare severo.

Nel sentire quelle parole non seppe cosa dire e si fece pensierosa per qualche minuto, finché poi non trovò le parole giuste.

“E' che ... è difficile ok? Anche troppo ... mi dici come posso accettare una cosa del genere? Me lo dici? Perché io in questo momento non ce la faccio ... dio, mi terrorizza solo il pensiero di avere un coso dentro di me mi fa rabbrividire e ho paura.”, replicò, irritata.

Jamir allora sospirò, per poi guardarla con sguardo serio.

“Senti, so che ti spaventa, ma non puoi farci niente, devi accettare la cosa, perché senza di te tutto quello che conosciamo sparirà per sempre nelle tenebre più oscure e tu non vuoi questo vero?”

Nel sentire quelle parole così sincere la Chunin abbassò lo sguardo, mortificata.

“No, no non lo voglio ...”, mormorò.

Il fratello allora la guardò intensamente.

“Bene, e se allora che non vuoi che accada, piantala con questo atteggiamento da bambina e reagisci per l'amor del cielo ... te lo chiedo per favore.”, la supplicò, la voce tremante.

La ragazza spalancò gli occhi per poi d'impeto stringerlo forte forte, cercando la sua presenza

“Ti perdono e mi dispiace per il mio comportamento così stupido, davvero ... mi dispiace.”, mormorò.

Lui ricambiò la stretta.

“Oh sorella mia ...”, sussurrò.

L'armonia era finalmente tornata tra loro. Passarono altre tre settimane ma alla fine Jamila si rimise completamente tornando di nuovo in forma smagliante e, con suo enorme sollievo, venne finalmente dimessa. Era tornata quella di sempre, allegra e spensierata e con la viglia di vivere e di tornare di nuovo in azione. Per evitare ancora spiacevoli incontri l'Hokage nelle missioni a loro assegnate li teneva non troppo distanti da Konoha per sicurezza. Ora che Jamir era diventato Jonin non sempre li accompagnava in missione e di solito venivano affidati a dei Chunin più esperti come Naruto o Sasuke oppure anche Shikamaru, per il quale Jamila aveva mostrato subito simpatia.

“Mi domando perché sei diventato Chunin, hai sempre l'aria di non voler fare un bel niente.”, esordì Jamila un pomeriggio, mentre erano di ritorno da una missione.

“Lo hanno fatto per il mio modo di pensare e poi anche se non lo do a vedere tengo molto a Konoha.”, ribatté l'altro, scocciato.

E' davvero irritante, è persino peggio di Naruto certe volte pensò poco dopo per poi sorridere.

Ma è comunque simpatica pensò nuovamente.

“Però devo ammettere che in fondo hai la stoffa per essere Chunin, hai le abilità di un vero leader e le tue abilità di stratega sono le migliori.”, riprese la rossa dopo un po'.

“Siamo d'accordo.”, dissero Rayal e Ren.

“Grazie ...”, disse Shikamaru, molto colpito da ciò, ma in fondo non avevano tutti i torti.

Nei giorni che seguirono Jamila prese la decisione di restare a Konoha, assieme a Jamir, cosa che Gaara accettò a malincuore.

“Se è questo che volete non vi biasimo ... buona fortuna.”, disse loro.

Andarono ad abitare in una casetta vicino alla piazza del villaggio. Nei giorni in cui Jamila non era in missione o stava con i suoi amici o andava nella foresta con Kyuu. Insieme erano davvero una cosa sola, lui era stato la sua salvezza da quando lo aveva trovato, in un certo senso la completava, er lei Kyuu era un secondo fratello poiché quando Jamir non cera era quell'adorabile lupacchiotto che le teneva compagnia.

La vita di Jamila trascorreva serena e felice. Ma qualcosa stava per accadere ... qualcosa che averebbe cambiato la sua vita per sempre.


 

Angolo dell'Autrice

Eccomi di nuovo qui!Wow wow wow, già 43 recensioni, non me lo sarei mai aspettato giuro. Ringrazio di cuore AkaneChan95 e MartinForever per le loro fantastiche recensioni che mi danno sempre più voglia di scrivere questa fantastica storia.

Allora, Jamila si è ripresa completamente. Ha accettato la verità alla fine con un po' di difficoltà. Spero di non avere fatto un pasticcio con questo capitolo.

Ed entra in scena anche il nostro caro Shikamaru. Non è il mio personaggio preferito ma lo stimo soprattutto perché è un vero genio nonostante la sua pigrizia, ma quando si da daffare è un mito. La sua tecnica del Controllo dell'Ombra è fenomenale.

In conclusione grazie ancora e al prossimo capitolo.

Bacioni EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 23
*** Capitolo 21 - La Comparsa di Ideki ***


Capitolo 21: La Comparsa di Ideki

Una mattina l'Hokage convocò Jamir, Kakashi e Kurenai nel suo ufficio. Fu Shizune a farli entrare.

“Ha una missione per noi?”, chiese Kakashi, l'aria annoiata.

Tsunade annuì, seria.

“Si, ho avuto notizie che Ideki è stato avvistato qui in zona, la missione consiste nel perlustrare i dintorni di Konoha, così se vorrà attaccare noi saremo pronti.”, spiegò.

Nel sentire quel nome dannatamente famigliare Jamir spalancò gli occhi e fremette per qualche secondo ma poi tornò serio, annuendo con decisione.

“Si signora, partiamo immediatamente.”, rispose.

“State attenti mi raccomando.”, replicò l'Hokage per poi congedarli.

Prima di partire per la missione, Jamir passò da casa per salutare la sorella.

“Devi proprio partire?”, chiese Jamila, con un triste sospiro dopo che il fratello le ebbe dato la notizia.

Lui si inginocchiò come al solito alla sua altezza e le cinse le spalle e sorrise.

“Ehi, non temere, tornerò presto stai tranquilla, è solo una perlustrazione, tutto qui.”, la rassicurò Jamir.

“Mh ... allora torna presto da me, ti voglio bene.”, mormorò lei, gli occhi velati.

“Te lo prometto sorella adorata.”, rispose il fratello, stringendola a se.

Dopo i saluti partii con la sua squadra per la missione, lasciando Jamila in compagnia dei suoi amici.

La missione che era stata assegnata a suo fratello in verità era molto pericolosa e di questo Jamila ne era certa. Anche se lui l'aveva rassicurata sviando i rischi che avrebbe potuto correre, lei non era affatto tranquilla.

“Non preoccuparti, Jamir è in gamba, ce la farà.”, la tranquillizzò Rayal.

“Io ho fiducia ... ma il solo pensiero di perderlo mi uccide, senza di lui sarei persa e non sarei nemmeno qui capite? Non potrei mai sopportare di perderlo.”, mormorò Jamila, preoccupata.

“Ti capiamo benissimo e sappiamo come ti senti, ma sono sicura che tornerà sano e salvo ...”, replicò l'amica, mettendole una mano sulla spalla.

“Rayal ha ragione Jam, in fondo è tuo fratello, e tu più di noi due dovresti sapere quanto è in gamba.”, aggiunse Ren, serio.

La Chunin a quelle parole sorrise.

“Si ... lo è eccome, è la persona più in gamba che conosca, gli devo più della mia stessa vita ...”

“E allora? Non c'è motivo di cui preoccuparsi.”, la incitò Rayal, dandole una pacca amichevole sulla spalla.

Mh ... lo spero pensò Jamila tra se e se.

Era felice di avere il supporto dei suoi amici, ma lo stesso non era affatto tranquilla.


 

(...)


 

Nel frattempo Jamir e i suoi compagni erano arrivati nel cuore della foresta e li si erano fermati.

“Bene, ora non ci resta che perlustrare la foresta ma è meglio restare uniti per qualsiasi evenienza, ma in ogni caso evocheremo alcune copie per riuscire ad avere un campo maggiore che prenda tutta la zona.”, disse Kakashi.

Gli altri annuirono e poco dopo tutti e tre evocarono alcune loro copie per poi partire per la perlustrazione. La foresta era enorme e per perlustrare ogni angolo fino al confine ci sarebbe voluto qualche giorno, ma per quanto si impegnassero non ottennero nessun risultato. La sera del quarto giorno il gruppo si era riunito per fare il punto della situazione.

“Accidenti, è come cercare un ago in un pagliaio, le mie copie si sono spinte quasi al confine, ma niente.”, esordì Jamir, scoraggiato.

“Mh ... purtroppo neanch'io ho trovato niente e nemmeno le mie copie a est ...”, disse Kurenai.

“Mi duole dirlo, ma anch'io non ho avuto successo.”, replicò l'Hatake, deluso.

All'improvviso però si alzò un vento gelido e un insolito chakra impregnò l'aria. Era talmente potente che persino Kakashi rabbrividii.

“Cercavate me?”, sibilò una voce nell'aria.

Subito misero i kunai alla mano, pronti a difendersi.

“Ideki, maledetto bastardo, fatti vedere!”, ribatté Jamir, alquanto irritato.

In quell'attimo davanti a loro si materializzò una figura smunta, i suoi occhi gelidi occhi smeraldini incutevano terrore. Nel vederlo il Jonin ringhiò.

“Finalmente sei uscito allo scoperto maledetto serpente”

Ideki sogghignò a quelle parole.

“Guarda un po' chi c'è, pensavo che il vostro clan si fosse estinto da un pezzo, ma a quanto pare mi sbagliavo. Quindi immagino che tu sappia dove si trovi la mia Mistfire.”, ribatté.

“Non te lo dirò mai maledetto!”, sbottò l'altro, fremente di rabbia.

Ideki allora sospirò.

“Immaginavo che non avresti collaborato ... bene, allora non hai alcun motivo di vivere!”, esclamò.

Detto questo si preparò a colpire i suoi compagni con tutta la sua potenza. Il suo potere iniziò a crescere a dismisura e un chakra oscuro lo avvolse. In una luce purpurea il suo corpo mutò e si trasformò in un enorme Kishin nero come la pece e gli occhi rossi come il sangue dal corpo affusolato decisamente più grande del normale e con sguardo di brace aprì la bocca pronto ad attaccare e poco dopo una sfera di energia infuocata venne scagliata dritta dritta verso il gruppo. Con un ultimo gesto disperato, Jamir riuscì a mettersi in mezzo tra i suoi compagni e il colpo nemico venendo però colpito in pieno e scaraventato a qualche metro di distanza.

“Questo è solo l'inizio ...”, sibilò Ideki per poi scomparire.

Subito i suoi amici si precipitarono in suo soccorso. Era ridotto malissimo e le sue innumerevoli ferite però non si rigeneravano.

“Vai a chiamare l'Hokage, subito.”, disse Kakashi.

Kurenai annuì e senza esitare corse a perdifiato verso Konoha più in fretta che poté.

La vita di Jamir era appesa a un filo.
 

Angolo dell'Autrice

Rieccomi qui con un un altro capitolo, spero di non andare troppo veloce.

E per la gioia della mia migliore amica MartinForever è entrato in scena il mitico Kakashi, che è anche il mio idolo.

E poi entra in scena anche la bella Kurenai.

E per finire il cattivo, Nash, che già odio.

Spero di averlo scritto bene questo capitolo. Dovevo far tornare un po' di azione non vi pare?

Se sto andando troppo veloce ditemelo. Ringrazio ovviamente AkaneChan95 e MartinForever per le loro recensioni e per le loro splendide storie che mi emozionano sempre di più.

In conclusione spero che la mia storia vi piaccia. Al prossimo capitolo.

Con affetto EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 24
*** Capitolo 22 - Mi hai Promesso ***


Capitolo 22: "Mi hai promesso"

Non appena raggiunse il Villaggio si precipitò subito dall'Hokage. Arrivata al Palazzo corse trafelata al suo ufficio e spalancò la porta senza bussare.

“Perdoni la mia intrusione Quinto Hokage, ma si tratta di una cosa grave.”, esordì.

“Parla.”, la incitò la donna.

“I ... Ideki è apparso e Jamir è ... in fin di vita, ha bisogno d'aiuto, venga presto.”, rispose la Jonin.

In un angolo del corridoio Jamila aveva ascoltato in silenzio e allora senza esitare corse via, passando davanti all'ufficio. L'Hokage vedendola provò a richiamarla, ma lei era ormai lontana per sentire i suoi richiami. Tsunade allora chiamò Iruka, che accorse subito.

“Presto, prepara una squadra per andare a riprenderla prima che faccia pazzie, io ti raggiungo.”, li ordinò.

“Subito.”, disse lui per poi congedarsi.

Organizzò quindi la squadra di ricerca e scelse Naruto, Sakura, Sasuke, Kiba, Ren e Rayal.

“Coraggio, Jamila ha bisogno di noi, andiamo.”, disse loro.

Gli altri annuirono per poi partire per la missione di recupero.


(...)


Nel frattempo Jamila era impegnata in una corsa contro il tempo mentre Kyuu era al suo fianco. Anche se era un cucciolo aveva un olfatto molto sviluppato e guidava la compagna con sicurezza.

Arrivarono infine al luogo dello scontro e li la Chunin rimase impietrita davanti a quello che vide. Jamir era li, disteso a terra, in fin di vita, i vestiti sporchi e inzuppati di di sangue. Kakashi lo aveva adagiato su un masso, appoggiandolo contro la roccia.

La ragazza atterrita crollò in ginocchio al fianco del fratello e lo prese tra le braccia, sollevandogli appena la testa per poi mettergli l'altro braccio attorno al fianco. Senza accorgersene aveva le lacrime agli occhi.

“Jamir? Jamir? Ti prego rispondimi, ti supplico” lo chiamò.

Lui apri a fatica gli occhi e la guardò.

“J ... Jamila.”, mormorò, la voce flebile.

Nel sentire la sua voce tirò un sospiro di sollievo.

“Oh Jamir, fratello mio ...”, mormorò con un filo di voce.

Poco dopo arrivò anche la squadra di ricerca e l'Hokage, affiancata da Shizune e Kakashi raccontò quello che era successo. Quando finì il racconto Jamila guardò l'Hokage con aria supplichevole.

“Se potete fare qualcosa, vi prego, fatela.”, la supplicò.

Tsunade allora si chinò su Jamir e lo esaminò con il suo chakra per vedere se poteva fare qualcosa, poi chiamò Sakura al suo fianco, guardandola con fare serio.

“Ora ascoltami bene, dovremo cercare di ridurre i danni al minimo, sempre se ci riusciamo, portarlo ora in ospedale in queste condizioni è sconsigliabile, tutto chiaro?”, esordì

L'Haruno in risposta annuì.

"Si, tutto chiaro"

Così insegnante e allieva si dedicarono nel curare Jamir con la loro estrema dedizione cercando di fare come l'Hokage aveva detto ma purtroppo nonostante il loro impegno costante i danni che aveva lasciato Ideki erano troppo gravi persino per le loro abilità curative e visto che nemmeno Jamir con la sua abilità innata non era riuscito a rigenerarsi la sua situazione non era affatto delle migliori. Sakura allora guardò rammaricata la Komamura, lo sguardo mesto.

"Mi spiace Jam ... abbiamo fatto tutto il possibile ma ... purtroppo nemmeno le nostre abilità curative sono riuscite a fare qualcosa ... scusaci.", mormorò.

A quelle parole Jamila spalancò gli occhi, sconvolta per poi tornare a guardare il fratello con disperazione.

“No ... no, non ci credo ... non voglio ... io ho bisogno di lui"

Jamir allora le accarezzò dolcemente il viso, sorridendo appena.

“Oh sorella mia, non temere ... io so che ce la farai ... anche senza di me.”, mormorò.

La ragazza allora si aggrappò al suo petto, scossa.

“Perché l'hai fatto?”, chiese sempre in lacrime.

“L'ho fatto per per proteggerti ... mai mi sarei permesso di tradirti ... mai” rispose il Jonin, la voce sempre più debole.

“Ma mi hai promesso che mi saresti sempre stato accanto, ti ricordi? Quattro anni fa me la facesti rammenti?” replicò lei, il corpo scosso dai singhiozzi.

Lui allora le sorrise per poi accarezzarle amorevolmente la testa, sempre più debole

“Si te l'ho promesso e terrò fede alla mia promessa, perché anche se non ... non sarò più al tuo fianco, vivrò sempre nel tuo cuore ... e ti proteggerò dal cielo, sorellina”

Poi guardò Naruto e lui si inginocchiò al fianco di Jamila.

“Proteggetela a ... a qualunque costo” mormorò.

L'Uzmaki annuì con decisione.

“Te lo prometto”

Poi lo sguardo di Jamir volse nuovamente verso la sorella.

“Vorrei che tu mi prometta una cosa ...”, iniziò.

“Qualunque cosa fratello mio, qualunque cosa ...”, rispose lei, sempre in lacrime.

“Promettimi di essere forte e non smettere mai ... mai di lottare per coloro che ami, ma soprattutto promettimi che non ti arrenderai per nessuna ragione ... porta a termine il tuo destino sorellina ... promettimelo"

“Te lo prometto con tutto il cuore fratello mio.”, accettò Jamila, ormai a pezzi.

“So che non mi deluderai ... ti voglio bene.”, sorrise per poi esalare l'ultimo respiro tra le sue braccia.

Jamila a quella vista sgranò gli occhi, scioccata alzando sguardo al cielo. Un urlo straziato uscì dalle sue labbra, un grido pieno di disperazione e di dolore. Strinse il corpo senza vita di suo fratello al suo petto. In quell'attimo il suo corpo si circondò del chakra infuocato della Fenice, ma stavolta dietro di lei sfolgorarono tutte e 14 le code e la terra iniziò a tremare. Poi Jamila posò delicatamente il corpo di Jamir a terra e si alzò.

La sua espressione era stravolta dalla rabbia e dalla disperazione.

“Ideki! Pagherai per questo!”, urlò al cielo con un grido disumano.

Poi sparì nella foresta sotto gli sguardi preoccupati dei suoi compagni.

“Oh no, bisogna fermarla prima che accada il disastro!”, esclamò Sakura, sconvolta.

L'Uciha allora guardò con decisione l'amico

“Naruto, va a riprenderla, tu sei l'unico che può farla tornare alla ragione”

Lui annuì e senza esitare partii all'inseguimento.

Doveva farla ragionare prima che fosse stato troppo tardi ... prima che accadesse l'irreparabile.



Angolo dell'Autrice

Mi si è stretto il cuore mentre scrivevo questo capitolo, giuro. AkaneChan95 non odiarmi se ho fatto morire Jamir, ma l'ho fatto per un ovvio motivo come leggerai. Mi mancherà moltissimo, ma tranquilli, riapparirà molte volte nel corso della storia per aiutare la nostra Jamila.

Spero che la storia stia continuando a piacervi. Ringrazio sempre AkaneChan95 e MartinForever per le loro recensioni, e soprattutto la mia best friend per avere esaudito il mio desiderio nella sua storia che aspettavo da tempo. Non temete, Jamila ritornerà in gioco tra qualche capitolo.

In conclusione spero come sempre che questa fanfiction sia di vostro gradimento. Al prossimo capitolo.

Con affetto EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 25
*** Capitolo 23 - Scontro sotto la pioggia ***


Capitolo 23: Scontro sotto la pioggia

Jamila saltava di albero in albero, avvolta dal potere della Fenice. Il calore era tale che rischiava di bruciare l'intera foresta mentre i suoi occhi, rossi come tizzoni ardenti, sprizzavano odio puro. Solo la voglia di vendetta animava il suo cuore. Aveva iniziato a piovere a dirotto, ma nemmeno la pioggia battente riusciva a fermare la sua corsa. Le lacrime che le sgorgavano dagli occhi erano lacrime di rabbia e di profondo dolore.

Ideki le aveva portato via l'unica persona che per lei era stata davvero importante, l'unica che l'aveva sempre capita fin nel profondo del suo animo, l'unica persona che le era sempre stata vicino.E ora lui non c'era più.

Ideki, pagherai per quello che hai fatto, è una promessa solenne

Questo pensò mentre continuava a correre. Un pensiero fisso che aveva completamente preso la sua mente.

Non aveva la minima paura della foresta che si stagliava di fronte a lei, avanzava senza fermarsi.

All'improvviso però qualcosa fermò la sua corsa. Un kunai si piantò in un ramo a qualche passo da lei, facendola voltare di colpo. Naruto era li in piedi e la guardava severo. Nel suo sguardo c'era un'assoluta determinazione.

“Fermati Jamila, non fare una cosa della quale potresti pentirtene, smettila con questa follia, ti prego”

“Le tue parole non mi sfiorano nemmeno, sprechi solo fiato.”, sbottò lei, per poi lanciargli addosso un paio di shuriken, che Naruto schivò prontamente.

“Non voglio combattere contro di te, voglio soltanto aiutarti”

“Se vuoi fermarmi allora devi ... combattere!” esclamò la Chunin, scagliandosi contro di lui, kunai in mano.

Naruto parò a fatica il colpo e per poco non cadde dal ramo. Aveva lo sguardo incredulo, non riusciva a credere che quella ragazzina testarda che aveva imparato a conoscere avesse appena tentato di attaccarlo, forse addirittura ucciderlo, non poteva ne voleva crederci. Ma la promessa che aveva fatto a Jamir di proteggerla non lo fece desistere.

Ti risporterò a casa Jamila, costi quel che costi pensò tra se e se per poi entrare in Modalità Eremitica ed evocare una moltitudine di copie di se stesso.

Spero che basti pensò tra se.

“Ah, davvero patetico, se pensi di battermi con quello allora sei proprio fuori strada.”, lo schernì Jamila, un ghigno diabolico sul viso “Sono più forte di te.”, riprese poco dopo.

A quelle parole Kurama si agitò nervosamente dentro il vetre di Naruto.

Prova solamente a ripeterlo e vedrai come ti sistemo!

Nel sentirlo l'amico ridacchiò, ma decise comunque di non evocarlo, poiché per quanto Mistfire fosse superiore per via di code Jamila di per se era ancora una Chunin alle prime armi e non era necessario ricorrere al suo potere per fermarla.

“Sarà anche vero.”, esordì “Ma sono disposto a tutto pur di fermarti e di farti tornare alla ragione, ti farò entrare in quella testa dura che la vendetta non è la soluzione! Ti riporterò a casa, anche al costo di trascinarti!”

Partì quindi all'attacco, seguito a ruota dalle sue copie, iniziando a colpirla con con una ripetizione di colpi che Jamila difficilmente riusciva a schivare e infatti ne uscì non poco provata.

“Bel tentativo ... ma ti servirà molto più di questo per fermarmi.”, mormorò, affaticata e reggendosi a stento in piedi.

Naruto rimase sorpreso dalla sua cocciutaggine, nonostante l'attacco appena subito aveva ancora voglia di combattere, animata solo dalla voglia di vendetta. Poteva capire quello che provava poiché anche il suo amico Sasuke un tempo aveva scelto quella strada e doveva ammettere che era stato parecchio difficile farlo tornare alla ragione. Non poteva permettere che accadesse anche a lei la stessa cosa altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato. Doveva riportarla indietro prima che fosse stato troppo tardi.

"Senti Jamila, tutto questo è una follia, vendicarti non ti procurerà altro che dolore e rimorso ... quindi smettila di comportarti così hai capito? Te lo chiedo per favore!", esclamò, provando a convincerla con le parole.

Purtroppo però non ottenne il risultato sperato, anzi, ottenne l'effetto contrario. Nel cuore di quella ragazza ora c'erano soltanto dolore e rabbia, ma soprattutto odio, un odio che più provava e più la rafforzava, come se i sentimenti di lei e di Mistfire fossero gli stessi, il che era vero poiché anche il Cercotero provava quella voglia di vendetta per tutto quello che aveva subito a causa sua. Jamila pareva inarrestabile, il potere della Fenice pareva davvero di non voler cedere, cosa che però spinse Naruto ad impegnarsi ancora di più, entrando in Modalità Bijuu per riuscire a contrastarla anche perché di per se Kurama poteva avere meno code ma la sua esperienza combattiva era decisamente maggiore rispetto a quella di Mistfire.

Se vogliamo sconfiggerla dovremo utilizzare le maniere forti se nemmeno tu riesci a farla tornare normale con le parole esordì la Volpe, piuttosto seria.

Questo lo so bene ... e poi capisco quello che prova, anche Sasuke in fondo ci è passato per quella strada fece Naruto di rimando.

Si ... e per poco non stava per commettere la cazzata peggiore della sua vita ma ora rispondimi ... cos'hai intenzione di fare con lei? No perché altrimenti ci manderà tutti arrosto replicò Kurama, serio.

A quella domanda l'Uzumaki guardò Jamila che continuava ostinatamente ad attaccare in preda a una rabbia cieca e gli occhi scintillanti di ira folle e ciò lo sconvolse, davanti a lui non c'era più la dolce ragazzina che aveva imparato a conoscere, no, ora al suo posto c'era un mostro, pronto a scatenare una strage. Il potere della Fenice aveva preso il controllo totale della sua mente. Era irriconoscibile. Sospirò.

Non lo so, ma so per certo che devo riportarla indietro, ho promesso a suo fratello in punto di morte che l'avrei protetta ed è ciò che intendo fare rispose con decisione.

Bene e allora diamoci una mossa!

Detto ciò i due amici unirono completamente le forze e Naruto allora evocò un Bijudamarasenshuriken, sperando così di riuscire a rallentarla, quindi lo lanciò.

L'attacco la colpì al ventre mozzandole il fiato e scaraventandola lontano fino alla Valle dell'Epilogo, buttandola contro una parete, cosa che le bloccò il respiro. Quel colpo l'aveva completamente prosciugata ma i suoi occhi erano ancora rossi e pieni di odio. Provò ad alzarsi ma il dolore delle ferite subite la costrinse a terra. Naruto la raggiunse, rimanendo sconvolto per come l'aveva ridotta, ma almeno era riuscito a fermare la sua furia. Quindi camminando sull'acqua la raggiunse e inginocchiandosi alla sua altezza le piantò in viso uno sguardo severo e deciso. La Komamura nel vederlo perse un battito. Era lo stesso sguardo di Jamir.

“Tutto questo non ha senso Jamila, non serve a niente combattere, possibile che non vuoi capire? Così farai il suo gioco lo capisci? Ideki voleva questo sin dall'inizio, sapeva che uccidendo Jamir non avresti esitato a vendicarti. Quindi ti supplico, ferma questa follia.”, le disse Naruto, la voce potente e decisa.

A quelle parole fremette di rabbia, riuscendo a malapena a rimettersi in piedi.

“Ma cosa ne sai tu eh?!? Non puoi capire quello che provo! Non sai cosa significa veder morire il proprio fratello tra le braccia! Non lo sai! Jamir era ... era tutto per me, era l'unico che mi apprezzava ... che mi capiva fino in fondo. Lui ... lui era la persona più importante per me e non sono riuscita a salvarlo! E ora Ideki me lo ha portato via e pagherà per questo! E tu non provare a fermarmi!”, urlò con foga, nonostante fosse affaticata per il colpo subito.

Le lacrime le sgorgavano dagli occhi come un fiume in piena.

Naruto scosse la testa.

“E invece ti sbagli, io capisco benissimo come ti senti, anch'io ho perso delle persone a cui tenevo, ma nonostante tutto sono sempre andato avanti, affrontando ogni sfida a testa alta, senza mai arrendermi, e questo lo devo ai miei amici che mi hanno sempre sostenuto e a loro devo molto, come tu devi molto a Jamir per tutto quello che ha fatto, lui ti amava e anche tu li volevi bene. Quindi se amavi davvero tuo fratello, allora saprai che la vendetta non è la cosa giusta da fare Jamila, credimi ... ti prego, fermati.”, le disse con dolcezza.

"Non mi interessa! Ora lui non c'è più e questo non potrà mai cambiare, mai e poi mai chiaro?!?"

L'Uzumaki allora le mise le mani sulle spalle, guardandola intensamente negli occhi.

"E invece ti sbagli ... vedi, anche se tuo fratello è morto non significa che sia scomparso del tutto, poiché lui vivrà per sempre nei tuoi ricordi e questo significa che sarà una parte di te per tutta la vita ... questo ovviamente vale per tutti noi ...", mormorò, sorridendole caldamente.

Jamila fece per replicare ma non ci riuscì, quelle parole l'avevano colpita nel profondo e mai come ora erano più vere. Così poco a poco mentre ne diventava consapevole i suoi occhi tornarono limpidi ed infine crollò in ginocchio tutta tremante e fissò Naruto in quegli occhi così sinceri e puri, proprio come quelli di suo fratello. Non riuscì a dire una parola, semplicemente scoppiò in un pianto disperato, colmo di tutto il suo dolore.

Si sentì stringere con vigore al suo petto e lei vi si aggrappò con forza, stringendo i lembi dei suoi vestiti.

“Non temere, io sono qui.”, sussurrò l'amico, la voce calda e profonda.

Lei non disse niente.

Le lacrime parlavano al suo posto. Si lasciò andare senza ritegno, avvolta dal calore di quella stretta, così uguale a quella di Jamir.

Pensava a lui, al suo sorriso, al suo affetto, al suo amore, alla sua dolcezza, a tutto quello che aveva fatto per lei, a tutti i momenti felici che avevano vissuto insieme, e che ora non avrebbe mai più potuto rivivere. Pianse a lungo sotto quella pioggia battente che ora si mescolava alle sue lacrime. Entrambi avevano i vestiti ormai fradici.Poi lei guardò il cielo, sempre stretta al suo petto.

Anche il cielo piange la scomparsa di Jamir pensò tra se.

A stento trovò la forza per calmarsi, il petto che le faceva male e gli occhi gonfi per il lungo pianto.

“Va meglio?”, le chiese Naruto, poco dopo.

“Si, ora si.”, mormorò lei, la voce roca.

“Sei pronta a tornare a Konoha?”, domandò nuovamente.

“Si, sono pronta”

L'Uzumaki allora si alzò e le tese la mano. Jamila la strinse e si alzò a sua volta. Poi, mano nella mano, tornarono a casa, bagnati dalla pioggia battente.


Angolo dell'Autrice

Rieccomi qui con questo nuovo capitolo e non immaginate quanto sia stato difficile revisionarlo una terza volta, spero che sia quella buona come anche spero che Jamila non vi spaventi troppo per come l'ho descritta in versione indemoniata. Per fortuna Naruto l'ha fermata in tempo. Ora dovrà affrontare la vita senza Jamir al suo fianco e per lei sarà mooooolto dura superare la cosa. Ma non sarà sola, avrà i suoi amici al suo fianco.

Ringrazio Sasuko per essere tornata a recensire dopo tanto tempo. Aspetto con ansia i vostri pareri. Al prossimo capitolo.

Baci EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 26
*** Capitolo 24 - Ora sono davvero sola ***


Capitolo 24: "Ora sono davvero sola"

I funerali si tennero due giorni dopo l'accaduto. Jamir fu sepolto con tutti gli onori al cimitero di Konoha e le esequie furono celebrate dall'Hokage. Anche Gaara era partecipe e guardava dispiaciuto Jamila che per tutta la cerimonia pianse senza vergogna contro il petto di Naruto. Lui non parlava, la lasciava fare mentre Sasuke la osservava, in silenzio.

Anche Ren e Rayal le erano vicino, cercando di consolarla, ma invano poiché quel dolore era troppo grande.

Finita la cerimonia, tutti se ne andarono tranne Jamila, che rimase ferma immobile, Kyuu in braccio e anche lui guaiva per la morte di Jamir. Rimase a lungo di fronte a quella lapide e solo a pomeriggio inoltrato tornò a casa, chiudendosi nella sua stanza.

Nei giorni successivi andò ogni domenica alla tomba del fratello, negli altri se ne stava in casa, restando ore accovacciata sul letto a fissare la foto che raffigurava lei e Jamir. Poi il suo sguardo spento si perdeva nel vuoto, le lacrime che non smettevano di scendere. Non usciva mai, o se lo faceva stava fuori da Konoha, sempre accompagnata da Kyuu.

Il luogo dove amava stare per conto suo era la Valle dell'Epilogo.

Non lo sapeva, ma i suoi amici la seguivano di nascosto, accompagnati da Iruka, così in caso di pericolo erano pronti a intervenire.

Di lei ora si occupavano Naruto, Sakura, Sasuke e Iruka. Avevano promesso a Jamir di proteggerla e quindi cercavano sempre di farla stare meglio.

Ma la situazione però non era affatto delle migliori. Jamila sembrava un corpo vuoto, non beveva, a malapena mangiava, le sue notti erano insonni. Se ne stava sveglia, seduta sul letto, incapace di reagire, lasciandosi consumare dal dolore più totale, e questo iniziò ben presto a preoccupare i suoi amici poichè nonostante i loro tentativi non erano riusciti a distrarla in alcun modo. Avevano provato qualunque tentativo come ad esempio mangiare assieme un boccone, uscire a fare una passeggiata per negozi di articoli, anche parlare tra compagni, ma nulla di queste cose aveva riscosso successo e una sera allora decisero di parlarne tra loro.

“Così non può andare avanti, non può lasciarsi andare in questo modo.”, esordì Iruka, serio.

“Sono d'accordo, ma cosa possiamo fare? Le abbiamo provate tutte ma è stato inutile.”, replicò Sakura, preoccupata.

“Bisogna trovare un modo per smuoverla, farla reagire in qualche modo ... io capisco il suo dolore, ma purtroppo non sono bravo con le parole.”, mormorò Sasuke, sospirando.

“Naruto, tu sei l'unico che può darle una bella scossa, solo tu puoi salvarla dalla morsa del dolore.”, rispose Rayal, guardandolo con fare supplichevole.

Lui annuì e andò deciso nella stanza di Jamila.

La trovò seduta sul letto, lo sguardo perso nel vuoto, quindi e si sedette accanto e la prese per le spalle, fissandola in quegli occhi ormai spenti.

“Senti, non puoi continuare così per sempre, devi reagire, non lasciare che il dolore prenda il sopravvento, ti supplico, reagisci.”, esordì, una nota di disperazione nella voce.

Jamila non disse niente, lasciò semplicemente che le lacrime uscirono dai suoi occhi, senza vergogna.

“O ... ora sono ... sono davvero ... sola”

Solo questo riuscì a dire.

“Jamir non vorrebbe questo e lo sai, vuole che tu sia forte, Jamila. Ehi, ricordi la promessa che hai fatto? Un ninja mantiene sempre la parola data.”, replicò Naruto, severo.

A quelle parole la Chunin scoppiò in un pianto disperato.

Subito si sentì stringere al suo petto, le sue braccia la strinsero con vigore al quale si aggrappò a lui con forza.

“Sono sola ...", mormorò.

“No ... no, non lo sei, hai noi ora e ti saremo sempre vicino, qualunque cosa accada, e ricorda che Jamir vive dentro di te e non ti lascerà mai hai capito? Mai.”, cercò di rassicurarla.

Jamila non rispose, si lasciò cullare da quella dolce stretta. Le lacrime scendevano senza tregua. Pianse senza alcun ritegno poiché il dolore era troppo forte da tenere dentro.

Naruto non disse altro, solo...

“Non vergognarti di piangere”

La tenne stretta a se con fare protettivo, e sue braccia l'avvolgevano completamente nel loro tepore. Non c'erano parole per descrivere quello che provava. Per lei ora parlavano solo le sue calde lacrime.



Angolo dell'Autrice

Salve, rieccomi con questo nuovo capitolo. Povera Jamila, mi fa davvero pena vederla così a pezzi.

Ora inizierà la fase del dolore e delle insicurezze. La scomparsa di Jamir la cambierà parecchio, non drasticamente ma giusto un pochino.

Ringrazio AkaneChan95, Sasuko e Teoth per le loro recensioni, anche se non mi sarei mai aspettata 10 neutre/critiche.

Riguardo al capitolo precedente lo riscrivo tutto completamente.

A presto.

Baci EragonForever. (Capitolo revisionato)

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 25 - Una Ferita Indelebile ***


Capitolo 25: Una ferita indelebile

Si calmò più tardi, a stento, sempre stretta a lui.

“Va un po' meglio?”

“Si ...”, mormorò, la voce appena percettibile.

Ma il dolore era troppo grande, dentro di lei aveva come una voragine nel petto, un vuoto che nessuno poteva colmare. Aveva perso colui che aveva di più caro e ciò le bruciava più di qualsiasi ferita. Nei giorni che seguirono le cose migliorarono, ma di poco. Usciva di rado e nemmeno i suoi amici riuscivano a darle conforto. Niente poteva alleviare il suo tormento, nemmeno il piccolo Kyuu che le teneva compagnia. Solo il suo ricordo le aveva lasciato Jamir nel cuore oltre anche al coprifronte che Jamila teneva alla cintura in sua memoria, mentre il suo attuale lo aveva messo in un cassetto. Nonostante fossero passati un paio di giorni dal funerale la situazione si era fatta sempre più grave, così una sera ne parlarono con gli altri.

“Ragazzi, la vedo davvero dura, se continua di questo passo finirà per mettere a rischio la sua stessa salute, non riesce a mangiare nemmeno il ramen.”, esordì Rayal, preoccupata.

“A vederla sembra un fantasma, quando esce con noi ha sempre quell'espressione vuota, il suo sguardo è inespressivo, sembra ... un involucro senza più nessuna emozione.”, aggiunse Ren, preoccupato pure lui.

Naruto allora sospirò.

“Posso capire che che la scomparsa di Jamir l'affligga, ma non può continuare così, giorno dopo giorno si sta lasciando ... morire.”, mormorò , serio.

“Sono d'accordo, Jamir ci ha chiesto di proteggerla e di prenderci cura di lei, ma quello che stiamo facendo a quanto pare non basta.”, disse Iruka, serio.

“Lo abbiamo visto tutti, ora Jamila è sola al mondo, proprio come me, e so meglio di voi quello che sta provando in questo preciso momento: dolore, disperazione, rabbia e odio, ma soprattutto il desiderio incontenibile di vendetta, anche se sa benissimo che non serve a niente.”, replicò Sasuke, serio.

“E cosa proponi di fare?”, chiese Sakura, perplessa.

“E' ovvio, farla ragionare a modo mio, in fondo oltre a Naruto so quello che sta passando, fin troppo bene.”, rispose l'Uciha.

Nel sentire le sue intenzioni rimasero un po' perplessi, ma però non avevano altra scelta se non quella di tentare. Così il corvino andò nella stanza della Chunin. La trovò accoccolata in un angolo, voltata di spalle, il capo chin con lo sguardo era sempre perso nel vuoto. Allora le si inginocchiò vicino, mettendogli una mano sulla spalla. A quel contatto la ragazza girò lo sguardo verso di lui, sentendosi subito immergere in quegli occhi color petrolio così freddi ma incredibilmente sinceri e pieni di comprensione. L'altro allora la prese per le spalle e la fissò con sguardo intenso.

“Senti, so bene quello che provi, anch'io come te ho perso il mio clan da piccolo, ma non puoi continuare così, devi reagire porca miseria, possibile che non lo capisci?”, esordì con voce dura, stringendo di più la presa.

In risposta Jamila rimase in silenzio, senza nessuna reazione. L'Uciha allora sospirò, indurendo lo sguardo.

“Ascolta, capisco che la morte di tuo fratello ti abbia distrutta, è successo anche a me che credi? Ma questo tuo modo infantile peggiorerà solo le cose. So che in questo momento vorresti solo scomparire e lasciarti andare, ma se permetterai al senso di vendetta di corroderti difficilmente riuscirai a tornare indietro, credimi, lo dico per esperienza personale e non voglio che tu commetta il mio stesso errore.”, riprese poco dopo, severo.

A quelle parole i suoi occhi spenti incrociarono il suo sguardo per poi riempirsi di lacrime, consapevole che aveva ragione. Sasuke nel vederla sentì il cuore stringersi.

“Oh Jamila.”, mormorò.

Le sue braccia si mossero da sole e la strinsero a se con forza in una stretta calda e sicura. Jamila a quel contatto si aggrappò al suo petto, lasciandosi andare in un pianto disperato. Sasuke non parlò, imase in silenzio, poiché non cerano parole per descrivere il dolore della ragazza. In qualche modo sentiva di essere legato a lei, in fondo entrambi avevano perso il loro clan e ora erano rimasti soli al mondo. Come i suoi amici, aveva promesso a Jamir di proteggerla a qualunque costo e non intendeva infrangere quella promessa. La lasciò sfogarsi, stretta a lui.

Il dolore che provava però le sarebbe per sempre rimasto ne cuore, una ferita indelebile che non sarebbe mai guarita del tutto.



Angolo dell'Autrice

Salve gente, scusate l'attesa, ma rieccomi qui con questo nuovo capitolo. Mi si stringeva il cuore mentre lo scrivevo. Si, Jamila è distrutta per la scomparsa del suo amato fratello e non si riprenderà mai del tutto, ne rimarrà profondamente segnata.

Ma non sarà sola, avrà i suoi amici al suo fianco, sempre pronti a sostenerla. A proposito, ho riscritto il capitolo 23 perché non andava bene.

E ora un piccolo sondaggio. Quali sono i vostri personaggi preferiti?

Jamila

Jamir

Kyuu

Naruto

Sakura

Sasuke

Rayal

Ren

Kiba (che presto farà la sua comparsa)

Attendo i vostri pareri con ansia.

Al prossimo capitolo.

Baci EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 28
*** Capitolo 26 - Cambiamento ***


Capitolo 26: Cambiamento

Nei giorni successivi la situazione migliorò e Jamila tornò poco a poco alla luce. Sia Naruto che Sasuke le avevano fatto capire che lasciarsi andare alla disperazione non sarebbe servito a niente, solo a infrangere la promessa solenne fatta a suo fratello in punto di morte. Era tornata a sorridere, ma soprattutto era tornata a vivere. Ma non era più la stessa di un tempo, la morte di Jamir l'aveva cambiata completamente. Si era fatta più indecisa e insicura ma non esitava a mettere a repentaglio la sua vita per proteggere i suoi compagni e ciò lo aveva dimostrato più volte in qualche missione fuori Konoha. Non voleva perderli per un semplice motivo: se li avrebbe persi sarebbe rimasta di nuovo sola e questo non lo avrebbe mai sopportato. Passava ogni pomeriggio alla tomba di Jamir e restava li fino al tramonto, ci parlava perfino e quel pomeriggio era uno di quelli. Stava li, seduta davanti alla lapide, poi l'accarezzò con affetto.

“Ciao, eccomi qui come ogni giorno. Che ti posso dire, la mia vita senza di te è ... è quasi impossibile da vivere, non c'è giorno a cui non pensi a te, a tutto quello che abbiamo vissuto, fino a quella maledetta notte, quando te ne sei andato per sempre. Da quel momento ho smesso di vivere” esordì per poi sorridere “Ma poi grazie al sostegno dei miei amici sono tornata a vivere, però ... non sono più la stessa, sono cambiata e come potrai vedere da lassù, non è un cambiamento piacevole. Purtroppo non sono più quella di un tempo e ... non lo sarò mai ... spero con tutto il mio cuore di non deluderti perché non me lo potrei mai perdonare ... mai ... manchi, mi manchi da morire”

Parlava alla tomba come se suo fratello fosse ancora li al suo fianco. Era li, immersa nei suoi pensieri quando Kakashi le si avvicinò.

“Da quanto mi osservavate?”

“Da un po'”

“Perché siete qui? Non avete altri impegni?”

“Al momento no, non ho missioni. Volevo parlare un po' con te”

Jamila sospirò.

“A proposito, volevo ringraziarla”

“Per cosa?”, chiese Kakashi, stupito.

“Per aver ... accudito Jamir poco prima del mio arrivo”

Il Jonin sospirò.

“Avrei voluto fare di più, magari evitare che venisse colpito. Ma in quel momento ero troppo spaventato per fare qualcosa. Se solo fossi intervenuto ora sarebbe ancora al tuo fianco”

Jamila lo guardò, severa.

“Non è stata colpa sua, ma del nemico. Non ho rancori verso di lei e nemmeno verso Kurenai”

“Nemmeno verso Ideko.”, domandò Kakashi, serio.

Nel sentire quel nome sussultò per poi sospirare.

“Quello che ha fatto è imperdonabile è vero, ma fortunatamente ho capito appena in tempo che vendicarmi non servirà a nulla, anche se alla fine dovrò comunque ucciderlo.”, replicò.

L'Hatake a quelle parole sorrise.

"Vedo che Sasuke a quanto pare te lo ha fatto capire e questo vuol dire che in qualche modo sei cambiata.", osservò.

La Chunin però non fu del suo avviso e sospirò con fare malinconico.

"Non so se sia un bene questo mio cambiamento ... non sono più quella di una volta ...", mormorò.

Kakashi allora le mise una mano sulla testa.

"E allora? I cambiamenti non fanno quasi mai male e poi sono del tutto normali credimi.", la rassicurò.

"Ah, questo lo so ma il fatto che voglia sempre proteggere i miei compagni è come se ... non avessi la minima fiducia in loro e non voglio che pensino questo"

"Ti capisco ma lascia che ti dica una cosa ... tieniteli stretti il più possibile.", replicò il Jonin, per poi andarsene e lasciarla da sola con i suoi pensieri.

Quella notte di fatti non riuscì a dormire e si alzò di soppiatto, uscendo di nascosto. Andò alla Valle dell'Epilogo, sempre accompagnata dal fedele Kyuu. Era diventato il suo luogo di allenamento ormai, e la faceva in un certo senso riflettere. Infine si preparò per poi iniziare partendo con le varie combinazioni che aveva imparato. Non erano molte, ma erano comunque potenti. L'Arte in cui eccelleva di più era quella del Fuoco, ed era quella più potente. Si allenò fino a che non crollò a terra, priva di energie poi perdendo i sensi sotto i bianchi raggi lunari.


Angolo dell'Autrice

Salve cari lettori! Come potete vedere da questo capitolo, Jamila si è ripresa, ma non del tutto. Il dolore c'è e ci sarà per sempre. Volevo mettere più in luce la figura di Kakashi, e questo mi sembrava il modo più appropriato, spero che non sia banale.

Riguardo al sentimento di vendetta ho cambiato i dialoghi di Jamila rendendoli più maturi.

In conclusione spero che questo capitolo vi piaccia e spero che non sia noioso. Alla prossima.

Baci EF (Capitolo revisionato)

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Capitolo 29
*** Capitolo 27 - Ritorno alla Luce ***


Capitolo 27: Ritorno alla luce

Si svegliò in una stanza d'ospedale, circondata dai volti preoccupati dei suoi amici. Kyuu le era vicino e le leccava la guancia con affetto.

"Ciao ragazzi.", esordì con voce sonnolenta.

"Grazie a dio ti sei svegliata, sei rimasta priva di sensi per un giorno intero.", ribatté Ren, serio.

"Oh ... capisco, immagino che vi abbia fatti preoccupare e vi chiedo umilmente scusa.", mormorò lei, mortificata.

"Non preoccuparti, l'importante è che stai bene.", la rassicurò l'Akami, prendendola per mano.

"Si ..."

Poco dopo entrò Sakura che era venuta a visitarla e nel vederla sveglia sorrise.

"Oh, siamo sveglie eh? Sono venuta a dirti che non abbiamo riscontrato nessun trauma, solo un calo notevole di chakra, ma per il resto è tutto sotto controllo.", spiegò.

"Quindi ... posso uscire?", chiese Jamila, incerta.

L'Haruno a quella domanda annuì.

"Si, ma cerca di non affaticarti troppo finché non ti sarai ristabilita completamente ok? E voi tenetela d'occhio mi raccomando"

"Conti pure su di noi.", rispose Ren, facendo il segno dell'ok.

"Bene, ora vado che ho da fare.", fece l'altra di rimando per poi uscire.

Quando se ne fu andata la Komamura si alzò piano dal letto, rimettendosi in piedi e quando fu abbastanza stabile sulle gambe mosse i primi passi, seguita dai suoi compagni e non appena uscirono dall'ospedale tirò un sospiro di sollievo.

"Ah, come si sta bene qui fuori!", esclamò, entusiasta.

Nel vederla così i suoi compagni sorrisero.

"A quanto pare ti sei completamente ripresa.", osservò Rayal, contenta.

"Si ... mi ci è voluto un po' ma alla fine ho capito che sbagliavo a comportarmi in quel modo, ero talmente chiusa nel mio dolore che vedevo praticamente tutto buio ... vi ho completamente messi da parte e non sapete quanto mi dispiace ...", rispose con un triste sospiro.

"Beh ... ammettiamo che ci siamo rimasti un po' male ... quindi dovresti farti perdonare.", replicò Ren, facendole l'occhiolino.

"Si, avete ragione, stasera andremo tutti e tre al ristorante di Ichiraku, offro io, ci state?", propose, convinta.

A quella frase l'Akami arrossì.

"Ehm ... accettiamo l'offerta ma ... hai i soldi necessari per pagare il tutto?"

La Komamura nel sentire la domanda si fece pensierosa.

"Ehm ... temo di no ... eheh ...", rispose, arrossendo.

"Quindi immagino dovremo chiedere a qualcuno di venire con noi.", osservò la castana, pensierosa.

"Già ..."

Così quel pomeriggio chiesero a Iruka se poteva venire con loro al ristorante e lui accettò di buon grado la cosa e quella sera iniziarono la serata con allegria a base di ramen. Jamila ovviamente ne mangiò ben dieci porzioni.

"Però ... avevi appetito eh?", osservò il Chunin, non poco sorpreso.

"Eccome! In questo ultimo periodo mi sono lasciata un po' troppo andare eheh, ma ora sto molto meglio ... anche se fa ancora male.", rispose lei, mormorando l'ultima parte.

"Lo immaginiamo, ma non temere, Jamir sarà più che fiero di te.", la rassicurò l'Akami.

La rossa a quelle parole le mise una mano sulla spalla, scuotendo la testa.

"No ... non solo di me, ma anche di voi, siete degli amici davvero fantastici e nonostante tutto quello che ho passato durante la mia infanzia mi avete compreso e capito in un modo che nessun'altro oltre a mio fratello e Gaara aveva mai fatto ... oltre al fatto che possedete delle abilità innate pazzesche. Siete i migliori amici che abbia mai potuto desiderare e di questo Jamir se ne è reso conto, quindi sarà più che contento che abbia voi al mio fianco.", spiegò con voce morbida.

A quelle parole loro sorrisero caldamente per poi abbracciarla.

"Sei unica Jam!"

Iruka nel vederli non poté fare altro che sorridere intenerito.

Questi ragazzi sono davvero incredibili ... sono certo che un giorno diventeranno dei ninja eccezionali, hanno dimostrato più volte di riuscire a cavarsela, specialmente nell'esame Chunin e la missione fatta con Jamir ... certo, hanno ancora molto da imparare ma sono sulla buona strada pensò tra se e se.

La cena continuò fino a tardi e il gruppo, stanco ma felice tornò a casa per poi andare a letto. Nei giorni che seguirono Jamila si dimostrò molto più presente e aiutava i suoi amici ovunque avessero bisogno d'aiuto anche senza che loro le chiedessero nulla concentrandosi seriamente su ciò che doveva fare. Venne poi un evento speciale, ovvero il compleanno di Rayal e la ragazza in segreto con Ren e gli altri organizzarono una bellissima festa a sorpresa, cosa che rese la loro compagna molto felice, talmente tanto che scoppiò in lacrime di gioia ringranziando calorosamente ognuno di loro e durante la festa si divertirono un mondo. Jamila non poté che essere contenta poiché ora era finalmente tornata di nuovo a vivere.


Angolo dell'Autrice

Salve, eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo, in questa revisione ho fatto il modo di rendere i compagni di Jamila più presenti nei suoi confronti, facendo anche il modo che fosse lei a fare qualcosa per loro ... e spero davvero di esserci riuscita. Ora si è completamente ristabilita per la gioia di voi lettori e presto lei e il suo team saranno pronti per tornare in gioco.

Già 54 recensioni, non mi aspettavo tutto questo successo. Ringrazio Teoth e KakashinoSharingan per avermi consigliato di revisionare questa fantastica storia, AkaneChan95 e Sasuko per le loro recensioni. Al prossimo capitolo.

Bacioni EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 30
*** Capitolo 28 - Kyuu VS Akamaru ***


Capitolo 28: Kyuu VS Akamaru

Si riprese dopo qualche giorno di riposo sotto le amorevoli cure dei suoi amici. Tornò in forma smagliante, ma per il momento non andava in missione. Non si sentiva ancora pronta a riprendere. La capivano. In fondo dopo quello che era successo a suo fratello non era ancora sicura di uscire fuori dalle mura di Konoha. Ma stava per succedere qualcosa che avrebbe cambiato nuovamente la sua vita.

Quella mattina se ne stava per conto suo a guardare i volti degli Hokage. Le piaceva farlo, l'aiutava a riflettere. Kyuu gli era vicino, sopra le sue spalle e guardava il panorama con i suoi occhietti vispi e vivaci. Era immersa nei suoi pensieri quando na voce dolce e gentile la riscosse improvvisamente, facendola sussultare.

“Ciao.”, esordì.

Jamila allora si voltò, rimanendo a dir poco sorpresa, la voce era di un ragazzo di 17 anni. Sulle guance ambrate aveva due zanne di lupo di un rosso vivo mentre i suoi capelli ribelli di un bel castano scuro gli incorniciavano un viso dall'aria dolce e molto simpatica. Al suo fianco stava un'enorme cane, grande quasi quanto un pony. Lo guardò per un attimo, stupita.

“Ciao, e tu chi sei?”

“Sono Kiba Inuzuka e lui è Akamaru, il mio fedele compagno.”, rispose il giovane, allegro.

“Piacere, io sono Jamila Komamura e questo qui sulla mia spalla è Kyuu”

Il ragazzo allora lo guardò con fare stranito.

“Che è? Una volpe albina?”

Lei lo guardò, fulminandolo con lo sguardo.

“Non è una volpe ma un lupo bianco!”, esclamò.

Kyuu ringhiò, offeso e allora l'Inuzuka alzò le mani con fare innocente.

“Va bene va bene ho capito, non sei una volpe ma un tenerissimo lupacchiotto.”, sorrise.

Accarezzò Kyuu sulla testina e lui in risposta gli leccò la mano, lo aveva già perdonato. Poi guardò la Chunin con aria di sfida e la ragazza iniziò un pochino a preoccuparsi.

“Perché mi guardi così?”, chiese, perplessa.

“Voglio sfidarti a una cosa.”, spiegò lui.

“Sfidarmi? E perché scusa?”

“Voglio vedere se è migliore il tuo Kyuu o il mio Akamaru, è una competizione”

La Chunin lo guardò, irritata.

“Ma come, mi hai appena conosciuta e già vuoi sfidarmi? No grazie.”, sbottò, non affatto contenta.

“E' un modo per tirarti su il morale, si vede che sei giù di corda” ribatté l'altro.

Jamila lo guardò, spiazzata.

“V ... vuoi aiutarmi? È strano ... insomma ... mi conosci appena ...”, balbettò lei incerta.

Lui allora ridacchiò divertito.

“Avanti, accetti oppure no?” la incoraggiò poco dopo.

Jamila allora ci pensò un po' su e poi diede la sua risposta.

“Va bene accetto, qual'è la sfida?”

“Sarà una dimostrazione delle loro abilità o se vuoi anche di bellezza, non c'è problema eheh”

A quelle parole la Chunin rise di gusto

“Se fosse di bellezza vincerebbe di certo il mio Kyuu, si sa che i cuccioli sono più adorabili e più amati rispetto a quei bestioni come il tuo”

“Grrrrr, allora che sfida sia.”, ringhiò Kiba, offeso.

“Oggi pomeriggio”

“E sia”

Si strinsero quindi la mano e poi ognuno andò per la sua strada. Jamila allora andò dritta dai suoi amici, il viso imbronciato.

“Ehi, come mai quella faccia?”, esordì Rayal.

In risposta lei sbuffò per poi raccontare.

“Kiba mi ha sfidato in una competizione per vedere chi è il migliore tra Kyuu e Akamaru in una sfida di abilità ... cavoli, è stato imbarazzante. Mi conosce appena e già vuole sfidarmi accidenti!”

“Ahia, ti sei cacciata nei guai fino al collo.”, borbottò Ren, divertito.

“Sarà, ma io e Kyuu ce la caveremo in qualche modo. Il fatto è che non sono affatto sicura di questa cosa ... è ... imbarazzante”

“Hai paura per caso?”, la stuzzicò Ren.

“Affatto”

“Quand'è la sfida?”, chiese Naruto.

“Oggi pomeriggio, ma comunque non mi tirerò indietro, l'affronterò senza esitare.”, rispose lei, sbuffando”

“Eddai, non prendertela, sarà un vero spasso, gli Inuzuka sono famosi per far divertire la gente”

“Ah si? Buono a sapersi.”, borbottò Jamila, incrociando le braccia sotto al seno, lo sguardo imbronciato.

“Oh insomma, questa sarà una bella occasione, fidati di me.”, replicò Rayal, sorridendo.

“Mh ... speriamo”

Arrivò infine il momento della sfida e i due sfidanti erano uno di fronte all'altra, carichi come non, mai.

“Pensavo che ti ritirassi.”, esordì Kiba, nel vederla.

“Io non mi ritiro di fronte a una sfida, qualunque essa sia non esiterò ad affrontarla”

“Mi fa piacere, ma ora basta parlare, inizia la sfida, sarà una gara di velocità ed abilità, il primo di noi che arriva alla Valle dell'Epilogo vince.”, spiegò l'altro.

“Ci sto”

“Bene, ai posti di partenza, uno due tre e ... via!” esclamò Hinata, la quale aveva saputo della sfida tra i due.

I due sfidanti partirono a tutta velocità e si inoltrarono nella foresta.

“Bene Akamaru, facciamole vedere quello di cui siamo capaci.”, disse Kiba, rivolto all'amico.

Il cane abbaiò in segno di approvazione. Subito allora iniziarono con la Moltiplicazione Selvatica e le zanne perforanti. Jamila era a qualche passo più avanti, nascosta tra gli alberi, però non riuscì a prevedere l'attacco e venne colpita in pieno finendo sbattuta contro un albero. Il contraccolpo le mozzò il fiato e quando si riprese iniziò a guardarsi attorno per cercare Kyuu. Quando lo vide il suo cuore perse un battito: il piccolo era appeso a un ramo e rischiava di cadere. Allora si precipitò in suo soccorso e lo prese appena in tempo.

“Oh Kyuu, meno male, ci è mancato davvero poco, non temere piccolo mio, è passato adesso.”, lo rassicurò, coccolandolo con amore.

Razza di idiota, adesso ti facciamo vedere noi pensò per poi guardare il piccolo con sguardo d'intesa.

“Facciamolo!”, esclamò, guadagnandosi un suo cenno di assenso.

Poco dopo allora i due unirono i chakra.

“Arte del Ghiaccio, Ghiaccio Cristallizzato!”

Successe come l'ultima volta nello scontro contro Tazu, Kiba e Akamaru percepirono troppo tardi l'attacco in arrivo e vennero colpiti in pieno facendo nascere un sorriso soddisfatto sul volto della Komamura.

“Ben vi sta, per poco Kyuu non ci rimetteva le penne”

Kiba in risposta sospirò.

“Stavolta è stata solo fortuna”

“No, non fortuna ma merito del nostro legame.”, fece lei di rimando per poi sparire in mezzo agli alberi con il suo compagno.

L'Inuzuka allora mise su un sorriso furbetto.

“Però, sono veloci, ma hanno uno svantaggio, non conoscono la foresta come la conosciamo noi. Forza Akamaru, facciamogli vedere chi siamo”

Lui abbaiò e poi ripresero la gara. Era vero, Jamila e Kyuu non conoscevano la foresta e era per loro uno svantaggio e così sfruttarono questo punto a loro vantaggio, infatti più volte riuscirono a coglierli di sorpresa. La sfida era un vero botta e risposta di attacchi e i due ragazzi erano parecchio entusiasti.

“Sono in gamba.”, commentò Hinata, che li stava seguendo con il Byakugan.

“Concordo, la sfida è davvero mozzafiato.”, disse Rayal, anche lei con il Byakugan attivato.

E aveva ragione, anche se Kyuu e Jamila erano meno esperti, la loro intesa era senza precedenti, si capivano al volo con un solo sguardo ed erano comunque veloci, ma non alla pari di Kiba e Akamaru, che sbucavano come funghi da ogni parte quando meno se lo aspettavano e ogni volta, o quasi, ci cascavano. Alla fine furono Kiba e Akamaru a vincere la sfida, e Jamila non la prese affatto bene.

“Lo hai fatto apposta, sapevi benissimo che non saremo stati in grado di batterti.”, protestò.

“Pensala come vuoi e comunque è stata una sfida una sfida leale, e poi si è trattato solo, una semplice competizione”

“Ah, sei davvero irritante.”, sbuffò lei.

Si guardarono un attimo e poi scoppiarono a ridere a crepapelle.

“Però è stato un vero spasso, voi due siete molto affiatati insieme!”, esclamò tra le risate.

“Anche voi”

Risero ancora un po' e quando si furono calmati Kiba le tese la mano con un sorriso.

“Amici?”

“Ma si dai, amici.”, rispose la Chunin, stringendola.

Poco più tardi tonarono ognuno a casa propria, stanchi ma felici.

Era vero, era stato proprio uno spasso.


Angolo dell'Autrice

Salve, eccomi qua con questo nuovo capitolo. Dopo il mortorio dei precedenti capitoli, un po' di divertimento non guasta.

E chi è lo specialista delle risate se non il nostro Kiba Inuzuka? Amore mio.

Okok, qui finalmente le ho dato la sua parte, spero che vi piaccia la loro sfida e che non sia troppo banale. Ci voleva un po' di risate. Che ne pensate finora della storia?

Aspetto i vostri pareri.

Alla prossima. Ringrazio coloro che mi seguono e che recensiscono la mia storia e chi legge e basta.

A presto.

Baci EragonForever (Capitolo leggermente revisionato)

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 29 - Allenamenti Separati ***


Capitolo 29: Allenamenti separati

Passò qualche tempo e infine Jamila tornò finalmente in azione con le missioni di Livello B dato che erano le uniche che potessero fare per il momento.

In cuor suo Jamila sperava che le missioni non consistessero nell'assassinare qualcuno. Certo, sapeva che per un ninja uccidere qualcuno era inevitabile poiché anche suo fratello lo aveva fatto per conto del loro Kage e lo aveva sempre visto contrariato se si trattava di togliere la vita.

I giorni trascorrevano lentamente, e in lei vagava il pensiero del disgusto di privare della vita ma fortunatamente le missioni che venivano loro assegnate non consistevano nell'uccidere una persona. Una mattina però l'Hokage convocò Naruto nel suo ufficio dato ce aveva preso un'importante decisione.

“Ho deciso di assegnare al Team 6 una missione di Livello A di estrema importanza che verrà spiegata loro a tempo debito.”, esordì la donna.

“Ho capito, e perché mi ha chiamato?”, chiese lui.

“Voglio che tu li prepari al meglio, Jamila verrà assegnata a te, Ren a Kiba e Rayal agli Hyuga, deve potenziare il suo Byakugan”

“Va bene”

La donna lo guardò, severa.

“Mi raccomando, conto su di te, hanno bisogno di tutto l'addestramento possibile, vedi di non deludermi”

Lui la guardò e fece un largo sorriso.

“Ma come, dopo tutto questo tempo che mi conosce non si fida ancora di me Nonna Tsunade?”

Lei lo fulminò con lo sguardo.

“Mi fiderei se tu fossi più maturo, più responsabile, ma a quanto pare sei ancora lo stesso ragazzino testardo e cocciuto di sempre, sei sempre lo stesso.”, commentò lei.

“Eddai, guardi che sono maturato.”, protestò l'altro.

“Sarai anche l'eroe di Konoha, ma sei sempre il solito ... va ora e fai il tuo dovere” lo congedò Tsunade.

Naruto annuì e poi andò subito a casa di Jamila. La trovò insieme ai suoi compagni.

“Ragazzi, vi devo dire una cosa importante.”, esordì.

Loro allora si fecero attenti.

“Di che cosa si tratta?”, chiese Jamila.

L'Uzumaki prese un profondo respiro per poi parlare.

“Sono appena stato dall'Hokage.”, iniziò.

“E che cosa ti ha detto?”, domandò Rayal, curiosa.

Naruto sospirò e poi continuò.

“Mi ha detto che vi dovrà assegnare una missione di Livello A estremamente importante, ma prima di affrontarla dovrete essere preparati a dovere, potenziarvi di più. Ren, tu stavolta andrai da Kiba per arrivare al terzo stadio della tua abilità, entrambi avete un lato “bestiale”, quindi sono certo che ti sarà utile. Rayal, tu come sempre andrai presso Hinata per potenziare il tuo Byakugan, sei una ragazza in gamba e so che ce la farai. Jamila, stavolta saremo io e te e ti insegnerò una nuova tecnica molto speciale che ti farà girare la testa. Ma tranquilli, presto vi insegnerò qualcosa a tutti e tre insieme.”, raccontò Naruto, arrossendo.

Loro esultarono, felici.

“Bene, direi che si può iniziare anche ... adesso.”, riprese poco dopo.

Esultarono ancora di più.

Poco più tardi si separarono a malincuore.

Hinata fu davvero felice di allenare nuovamente Rayal. La considerava la sua migliore amica dato che si conoscevano molto bene.

Fu Kiba il meno contento di avere un moccioso in mezzo alle scatole da allenare, quindi non appena lo vide lo squadrò dall'alto in basso.

“Dunque tu saresti il mio allievo eh?”, esordì.

“Si sono io, Ren Kyumi”

“Ah si, Naruto me lo ha detto ... beh, vedrò cosa posso fare”

Si vedeva che non ne aveva la minima voglia, ma se era stato un'ordine dell'Hokage non poteva di certo disobbedire.

Nel frattempo maestro e allieva erano giunti in una radura poco distante da Konoha.

“Bene, la tecnica che ti insegnerò è stata inventata dal Quarto Hokage, mio padre. Fu Jiraya a insegnarmela tempo addietro, è una tecnica di Livello A” iniziò Naruto.

“E che tecnica sarebbe?”, chiese Jamila, curiosa e eccitata allo stesso tempo.

“Quanta fretta, comunque è ... il Rasengan”

“Sembra forte”

“Oh fidati, lo è eccome”

“Quando cominciamo?”

“Quando cominciamo? Non sto più nella pelle!”

Naruto la guardò, perplesso, ma poi le fece un largo sorriso.

“Anche subito.”, rispose.

“Evvai”

Il loro allenamento stava per cominciare.


Angolo dell'Autrice

Salve cari lettori. Eccomi qui con un altro capitolo fresco fresco.

Stavolta i nostri ragazzi avranno allenamenti separati ma più avanti torneranno ad allenarsi insieme per imparare la mitica Modalità Eremitica.

La missione di Livello A la scoprirete tra un pochino tranquilli.

Rimarrete a bocca aperta per questa nuova evoluzione del Rasengan, almeno spero.

Volevo ringraziare AkaneChan95 e Sasuko per le loro recensioni, e anche se non sono molto positive le accetto, sapendo che lo fate per darmi una mano.

Alla prossima avventura.

Baci EragonForever! (Parte finale revisionata)

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Capitolo 32
*** Capitolo 30 - Una Svolta Infuocata ***


 

Capitolo 30: Una svolta infuocata

Erano uno di fronte all'altra e Jamila non stava più nella pelle. L'idea di imparare una tecnica diventata materia di leggenda la eccitava davvero tanto. Ma il suo entusiasmo si spense quando Naruto le lanciò un palloncino. La Chunin allora lo guardò alquanto perplessa.

“Ma che è uno scherzo per caso?”, sbuffò poco dopo

“No, è la prima fase” le spiegò Naruto, un sorriso smagliante sul viso “Riguarda la rotazione e il suo scopo è quello di far ruotare il chakra dentro il palloncino per farlo poi esplodere. E naturalmente non avrai nessun indizio, dovrai scoprire tu stessa il modo”

“Ah, fantastico.”, borbottò, contraria, mettendo su il broncio.

Nel vederla così Naruto rise fino alle lacrime e la rossa lo guardò male come per dire: “Ma c'è o ci fa?

“Cosa c'è da ridere?”, sbottò poco dopo, alzando gli occhi al cielo.

Naruto quindi si ricompose a fatica, asciugandosi le lacrime dagli occhi.

“Cara Jamila, ora ho la prova che io e te siamo uguali, hai persino i miei stessi atteggiamenti di quando ero un ragazzino, per questo ho riso”

“Oh ... ok ma adesso vedi di tornare serio, ti ricordo che abbiamo un allenamento da fare.”, replicò lei, seria.

“Hai ragione, scusami. Allora, hai capito finora quello che ti ho detto?”

“Si, ho capito, ma ... non è che mi daresti una piccola dimostrazione? Almeno per avere un indizio, altrimenti non saprei da dove partire.”, propose.

Naruto annuì, prese un altro palloncino e lo tenne in una mano, facendo poi una leggera pressione e quello esplose.

“Visto? È facile, ora prova tu.”, la invitò.

“Mh ... va bene, ci proverò.”, mormorò lei, poco convinta.

Si mise quindi all'opera, notando sin da subito la difficoltà di apprendere quella tecnica. Era un jutsu molto arduo e difficile, anche perché in fondo il Rasengan era al secondo posto dei sei gradi di difficoltà delle tecniche. Il solo pensiero la faceva rabbrividire.

Ma la cosa che la spaventava di più era quella di deludere le sue aspettative. Naruto in quel momento si aspettava molto da lei e in cuor suo sentiva che l'insegnamento di quella tecnica era qualcosa di più di un semplice allenamento.

Era una messa alla prova della fiducia in se stessa e nelle sue capacità. Dalla morte di Jamir era molto cambiata e Naruto più di lei se ne era reso conto.

Ci mise quindi tutto l'impegno possibile, ma si sa che il primo tentativo non è mai quello buono. Per tutta la giornata spremette quasi tutte le sue energie cercando di trovare un modo, ma senza successo. A sera aveva le mani doloranti leggermente bruciacchiate. Tremava per il dolore.

“Questa tecnica è un vero inferno!”, protestò.

“All'inizio è normale, devi solo non esagerare.”, l'ammonì lui.

“Parli bene tu, e comunque non ho affatto esagerato.”, borbottò Jamila in risposta.

“Ah si? E come mai allora hai le mani quasi tutte bruciacchiate al primo tentativo?”, osservò l'Uzumaki, toccandole.

A quel tocco la Chunin gemé di dolore e lo fulminò con lo sguardo.

“Ma che sei scemo?! Mi fanno male e tu me le tocchi?! Razza di idiota!” esclamò, tirandoli una pacca forte sulla spalla.

Lui allora alzò le mani in segno di innocenza.

Nei giorni successivi Jamila ci mise tutta se stessa. Ma nemmeno in una settimana raggiunse il risultato sperato.

“Dannazione è impossibile!” si lamentò un pomeriggio, all'ennesimo fallimento per poi guardare il suo maestro “E non mi dire che non mi sto impegnando, perché ci sto mettendo l'anima”

“Lo vedo infatti, ma ehi, non abbatterti, ce la puoi fare.”, la incoraggiò il biondino, sorridendo.

“Ah, accidenti! Per te è facile parlare!”, esclamò Jamila, lanciando via il palloncino con rabbia.

All'improvviso quello si trasformò in una sfera di fuoco che iniziò a colpire a destra e a manca incendiando gli alberi circostanti.

Entrambi guardarono la scena, stupiti da quello che stava succedendo. In un attimo la palla di fuoco si diresse dritta dritta verso di loro e Jamila prontamente scattò in avanti prendendola al volo, e, con sua sorpresa, non si ustionò.

Fece levitare per pochi secondi la sfera sul palmo della mano e poi quella si dissolse. A quella vista i suoi occhi di cielo brillarono per lo stupore.

“E ... e quello che cos'era?”, chiese Naruto, perplesso.

“Non so cosa sia successo esattamente ma ... è stato mitico!”, esultò lei, entusiasta.

“Mitico? Per poco non bruciavi l'intera foresta!” protestò lui, severo.

“Ma non è successo, quindi è stato super mitico!!” replicò la Komamura, euforica.

Naruto allora ci pensò un po' su, ma poi fece un largo sorriso.

“Cavolo, non me lo sarei mai aspettato, hai ... hai appena inventato una nuova tecnica tutta tua!”, esultò infine.

Lei strabuzzò gli occhi , stupita.

“Davvero? Sul serio?” chiese, parecchio incuriosita.

Lui allora le accarezzò la testa.

“Oh si, eccome”

L'allenamento ora aveva preso una nuova svolta. Una svolta ... esplosiva.


 

Angolo dell'Autrice

Ehi ehi ehi, eccomi di nuovo qua. Perdonate l'assenza, ma ho dovuto revisionare un po' di capitoli, finora ho fatto fino al 9, per chi vuole leggere. Allora, che vi posso dire, Jamila ha accidentalmente inventato una nuova versione del Rasengan che nel prossimo capitolo scoprirete. Tranquilli, non è superiore a quello di Naruto, perché avrà solo le prime due evoluzioni.

Volevo ringraziare come sempre AkaneChan95, Sasuko e MartinForever per i loro consigli e le loro recensioni.

Al prossimo capitolo.

Con affetto EragonForever. (Capitolo leggermente revisionato)

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Capitolo 33
*** Capitolo 31 - Kasaigan! ***


Capitolo 31: Kasaigan!

Jamila rimase per qualche secondo a bocca aperta. Non riusciva a crederci a quello che era successo poco prima.

“Ehi? Mi senti? Terra chiama Jamila.”, fece la voce di Naruto, cercando di riscuoterla.

Lei allora si riscosse, sbattendo le palpebre.

“Si si ... ci sono.”, borbottò incerta.

Poi ebbe come un'illuminazione improvvisa.

“Ci sono! Ho trovato il nome giusto per questa tecnica!” esclamò poco dopo.

“Ah si? E quale?”

“Kasaigan! Si chiamerà Kasaigan!”, rispose lei, eccitata.

“E sia, dopotutto la tecnica l'hai inventata tu.”, esordì lui, sorridendo, per poi sospirare “Comunque credo di aver capito il perché non riuscivi con il Rasengan.”, riprese poco dopo, perplesso.

Jamila allora lo guardò curiosa.

“Ossia?”

“Non hai affinità con l'elemento del vento e quindi hai trasformato di tua spontanea volontà il vento in fuoco, dando vita a questa nuova tecnica, solo che tu non te ne sei resa conto.”, spiegò lui infine.

“Wow, questo è ancora più incredibile.”, commentò la Chunin, gli occhi che le brillavano.

Poi però tornò seria.

“E adesso che si fa con l'allenamento?”, chiese poco dopo.

“Beh ... ecco, il fenomeno appena accaduto è avvenuto in modo naturale, in pratica hai superato la prima fase lanciando il palloncino che si è trasformato in una palla di fuoco rotante, e di conseguenza anche la seconda, poiché era potente. Ora non ti resta che la terza, che consiste di comprimere il chakra senza disperderlo su una sola mano, immaginando che sia il palloncino. È più difficile delle prime due e quindi devi stare attenta a non esagerare.”, l'ammonì Naruto, serio.

La Chunin allora lo guardò con fare incerto.

“Quindi se non ho capito male devo concentrare il chakra in una mano e comprimerlo formando una sfera senza disperderlo giusto?”

“Esatto e devi concentrarlo in un solo punto”

Stavolta Jamila era davvero poco convinta della cosa. E poi avrebbe dovuto stare attenta alla potenza della tecnica, poiché se avesse perso il controllo del chakra molto probabilmente la foresta attorno a Konoha sarebbe andata in malora completamente ... o quasi. Iniziò a sudare freddo.

“Ehi, che hai?”, le chiese Naruto, preoccupato.

“Posso andare avanti domani? Ora ... sono molto stanca.”, fece lei di rimando.

“Oh ... ok va bene”

“Grazie ...”, mormorò, per poi congedarsi.

Quella notte il sonno non volle fare visita a Jamila, era troppo tesa e preoccupata. E poi quel jutsu non era cosa da poco. Sarebbe stata una vera impresa.

Così per calmarsi andò alla Valle dell'Epilogo, che non era molto distante da dove si trovavano e quando vi arrivò si sedette a guardare la luna che brillava nel cielo. Era bella e luminosa. Per un attimo le sembrò di vedere il viso di Jamir che le sorrideva.

Oh fratello mio, mi manchi ... mi manchi da morire pensò tra se e se.

Poco dopo Naruto la raggiunse, sedendosi al suo fianco, guardandola con sguardo serio e lei allora sospirò.

“Immagino che sei venuto a chiedermi il perché ho voluto rimandare a domani vero?”

“Giusta intuizione”

Jamila allora sospirò nuovamente per poi spiegare.

“La verità è che ho paura ... insomma se perdessi il controllo del chakra sarebbe la fine”

“Paura di cosa?”, le chiese Naruto, curioso.

Lei allora abbassò lo sguardo.

“Paura di deluderti, il solo pensiero di fallire o di sbagliare mi fa rabbrividire.”, mormorò, incerta.

“In verità ... hai paura di deludere Jamir non è vero?” osservò Naruto, guardandola intensamente negli occhi.

Jamila sgranò gli occhi a quella frase.

“Si ...” disse infine.

“Ti capisco, ma non hai motivo di avere paura, andrà tutto bene tranquilla. Noi abbiamo fiducia in te crediamo nelle tue capacità, ma devi essere tu la prima a credere in te stessa.”, la incoraggiò l'Uzumaki, sorridendo.

Aveva ragione, se non credeva prima in se stessa non ce l'avrebbe mai fatta a imparare quella tecnica. Doveva impegnarsi a fondo per farcela. E l'ultima cosa che voleva era deludere lui e Jamir.

Così, incoraggiata dalle sue parole, il giorno seguente ci mise tutta se stessa. Ma comprimere un chakra infuocato non era cosa facile e quindi chiese anche il supporto di Sasuke, dato che anche lui aveva il fuoco come chakra principale.

L'Uciha fu contento di rendersi utile nell'aiutare Jamila a controllare la potenza del suo chakra e dosarla al meglio. In fondo anche lui teneva a lei e aiutarla ad allenarsi gli faceva piacere. Certo era un po' più severo rispetto a Naruto, ma Jamila era contenta di avere il suo supporto.

Grazie al suo aiuto le era più facile capire come fare a utilizzare al meglio il suo chakra senza esagerare.

“Te la cavi come insegnante.”, osservò Naruto, una sera.

“In fondo è piuttosto semplice, è come fare una Palla di Fuoco Suprema solo più piccola e comunque grazie. Come sensei sono meglio di te.”, replicò l'Uciha con aria di sfida.

“Se fossi severo come te prenderebbe un colpo” replicò l'Uzumaki, divertito “Ma ognuno ha il proprio modo di fare.”, riprese poco dopo.

In fondo aveva ragione.

Passò un'altra settimana molto intensa per Jamila ma alla fine riuscì nel suo obbiettivo, completando così l'allenamento. Naruto e Sasuke furono molto fieri del risultato ottenuto dalla loro allieva. Ma non era ancora finita.

Ora era arrivato il momento di una svolta ancora più esplosiva.

 

Angolo dell'Autrice.

Eccomi di nuovo qui con un altro capitolo. Eh si, il nome della nuova tecnica è stato finalmente rivelato. Ed entra in scena il Kasaigan!!! Merito di qualche aiuto prezioso di MartinForever se ho avuto questa idea per il nome. Figo eh? Ed entra in scena nuovamente il caro Sasuke, il quale come leggerete sarà di aiuto per la nostra Jamila. E qui viene svelata la paura di Jamila, il suo punto debole: la paura di fallire, il che è giustificata.

Ma tenetevi forte, perché sta per arrivare un'altra bomba: il Kasaishuriken, seconda e ultima evoluzione del Kasaigan.

Ringrazio Sasuko, AkaneChan95 e MartinForever, le mie fidate seguaci, per le loro recensioni. A presto.

Baci EragonForever! (Capitolo leggermente revisionato)

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Capitolo 34
*** Capitolo 32 - La Missione di Livello A ***


Capitolo 31: Kasaigan!

Jamila rimase per qualche secondo a bocca aperta. Non riusciva a crederci a quello che era successo poco prima.

“Ehi? Mi senti? Terra chiama Jamila.”, fece la voce di Naruto, cercando di riscuoterla.

Lei allora si riscosse, sbattendo le palpebre.

“Si si ... ci sono.”, borbottò incerta.

Poi ebbe come un'illuminazione improvvisa.

“Ci sono! Ho trovato il nome giusto per questa tecnica!” esclamò poco dopo.

“Ah si? E quale?”

“Kasaigan! Si chiamerà Kasaigan!”, rispose lei, eccitata.

“E sia, dopotutto la tecnica l'hai inventata tu.”, esordì lui, sorridendo, per poi sospirare “Comunque credo di aver capito il perché non riuscivi con il Rasengan.”, riprese poco dopo, perplesso.

Jamila allora lo guardò curiosa.

“Ossia?”

“Non hai affinità con l'elemento del vento e quindi hai trasformato di tua spontanea volontà il vento in fuoco, dando vita a questa nuova tecnica, solo che tu non te ne sei resa conto.”, spiegò lui infine.

“Wow, questo è ancora più incredibile.”, commentò la Chunin, gli occhi che le brillavano.

Poi però tornò seria.

“E adesso che si fa con l'allenamento?”, chiese poco dopo.

“Beh ... ecco, il fenomeno appena accaduto è avvenuto in modo naturale, in pratica hai superato la prima fase lanciando il palloncino che si è trasformato in una palla di fuoco rotante, e di conseguenza anche la seconda, poiché era potente. Ora non ti resta che la terza, che consiste di comprimere il chakra senza disperderlo su una sola mano, immaginando che sia il palloncino. È più difficile delle prime due e quindi devi stare attenta a non esagerare.”, l'ammonì Naruto, serio.

La Chunin allora lo guardò con fare incerto.

“Quindi se non ho capito male devo concentrare il chakra in una mano e comprimerlo formando una sfera senza disperderlo giusto?”

“Esatto e devi concentrarlo in un solo punto”

Stavolta Jamila era davvero poco convinta della cosa. E poi avrebbe dovuto stare attenta alla potenza della tecnica, poiché se avesse perso il controllo del chakra molto probabilmente la foresta attorno a Konoha sarebbe andata in malora completamente ... o quasi. Iniziò a sudare freddo.

“Ehi, che hai?”, le chiese Naruto, preoccupato.

“Posso andare avanti domani? Ora ... sono molto stanca.”, fece lei di rimando.

“Oh ... ok va bene”

“Grazie ...”, mormorò, per poi congedarsi.

Quella notte il sonno non volle fare visita a Jamila, era troppo tesa e preoccupata. E poi quel jutsu non era cosa da poco. Sarebbe stata una vera impresa.

Così per calmarsi andò alla Valle dell'Epilogo, che non era molto distante da dove si trovavano e quando vi arrivò si sedette a guardare la luna che brillava nel cielo. Era bella e luminosa. Per un attimo le sembrò di vedere il viso di Jamir che le sorrideva.

Oh fratello mio, mi manchi ... mi manchi da morire pensò tra se e se.

Poco dopo Naruto la raggiunse, sedendosi al suo fianco, guardandola con sguardo serio e lei allora sospirò.

“Immagino che sei venuto a chiedermi il perché ho voluto rimandare a domani vero?”

“Giusta intuizione”

Jamila allora sospirò nuovamente per poi spiegare.

“La verità è che ho paura ... insomma se perdessi il controllo del chakra sarebbe la fine”

“Paura di cosa?”, le chiese Naruto, curioso.

Lei allora abbassò lo sguardo.

“Paura di deluderti, il solo pensiero di fallire o di sbagliare mi fa rabbrividire.”, mormorò, incerta.

“In verità ... hai paura di deludere Jamir non è vero?” osservò Naruto, guardandola intensamente negli occhi.

Jamila sgranò gli occhi a quella frase.

“Si ...” disse infine.

“Ti capisco, ma non hai motivo di avere paura, andrà tutto bene tranquilla. Noi abbiamo fiducia in te crediamo nelle tue capacità, ma devi essere tu la prima a credere in te stessa.”, la incoraggiò l'Uzumaki, sorridendo.

Aveva ragione, se non credeva prima in se stessa non ce l'avrebbe mai fatta a imparare quella tecnica. Doveva impegnarsi a fondo per farcela. E l'ultima cosa che voleva era deludere lui e Jamir.

Così, incoraggiata dalle sue parole, il giorno seguente ci mise tutta se stessa. Ma comprimere un chakra infuocato non era cosa facile e quindi chiese anche il supporto di Sasuke, dato che anche lui aveva il fuoco come chakra principale.

L'Uciha fu contento di rendersi utile nell'aiutare Jamila a controllare la potenza del suo chakra e dosarla al meglio. In fondo anche lui teneva a lei e aiutarla ad allenarsi gli faceva piacere. Certo era un po' più severo rispetto a Naruto, ma Jamila era contenta di avere il suo supporto.

Grazie al suo aiuto le era più facile capire come fare a utilizzare al meglio il suo chakra senza esagerare.

“Te la cavi come insegnante.”, osservò Naruto, una sera.

“In fondo è piuttosto semplice, è come fare una Palla di Fuoco Suprema solo più piccola e comunque grazie. Come sensei sono meglio di te.”, replicò l'Uciha con aria di sfida.

“Se fossi severo come te prenderebbe un colpo” replicò l'Uzumaki, divertito “Ma ognuno ha il proprio modo di fare.”, riprese poco dopo.

In fondo aveva ragione.

Passò un'altra settimana molto intensa per Jamila ma alla fine riuscì nel suo obbiettivo, completando così l'allenamento. Naruto e Sasuke furono molto fieri del risultato ottenuto dalla loro allieva. Ma non era ancora finita.

Ora era arrivato il momento di una svolta ancora più esplosiva.

 

Angolo dell'Autrice.

Eccomi di nuovo qui con un altro capitolo. Eh si, il nome della nuova tecnica è stato finalmente rivelato. Ed entra in scena il Kasaigan!!! Merito di qualche aiuto prezioso di MartinForever se ho avuto questa idea per il nome. Figo eh? Ed entra in scena nuovamente il caro Sasuke, il quale come leggerete sarà di aiuto per la nostra Jamila. E qui viene svelata la paura di Jamila, il suo punto debole: la paura di fallire, il che è giustificata.

Ma tenetevi forte, perché sta per arrivare un'altra bomba: il Kasaishuriken, seconda e ultima evoluzione del Kasaigan.

Ringrazio Sasuko, AkaneChan95 e MartinForever, le mie fidate seguaci, per le loro recensioni. A presto.

Baci EragonForever! (Capitolo leggermente revisionato)

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Capitolo 35
*** Capitolo 33 - Ora sono pronta a scommettere sulla mia vita ***


Capitolo 33: "Ora sono pronta a scommettere sulla mia vita"

Il viaggio verso il Villaggio del Tuono fu silenzioso per Jamila. Non proferì alcuna parola. Il suo viso parlava per lei: l'espressione preoccupata e lo sguardo basso e troppi pensieri per la mente.

L'idea di affrontare quella missione di estrema importanza la preoccupava e la spaventava allo stesso tempo e la paura le toglieva persino il sonno. I suoi amici erano davvero molto preoccupati.

La quarta notte di viaggio era di turno di guardia e guardava assorta il cielo stellato.

“Ehi, va tutto bene?”, le chiese Sakura, sedendosi al suo fianco.

A quella domanda Jamila sospirò e si mise una mano dietro la testa.

“Ah, non lo so, a volte si a volte no ... spesso mi chiedo se sia solo normale tensione, anche se la verità non è questa.”, mormorò, incerta.

“E qual'è?” domandò l'Haruno, curiosa.

La Chunin allora abbassò lo sguardo.

“La verità è ... è che ho paura di sbagliare, se questa missione fallisce deluderò le aspettative che l'Hokage si aspetta dal mio Team, e non voglio che accada.”, rispose con un triste sospiro.

“Ma c'è dell'altro ... non è vero?”

Trasalì a quella domanda per poi annuire.

“Si ... c'è, ed è una paura ancora più forte, ossia ... quella di perdervi ... ho già perso la persona più importante che avevo e ... e non voglio perdere anche voi.”, mormorò Jamila, sospirando.

Sakura rimase stupita a quella risposta. Non si conoscevano da molto, eppure Jamila considerava il loro legame già indissolubile, e non avrebbe sopportato la loro perdita. Sorrise con fare rassicurante, mettendole una mano sulla spalla.

“Non temere ... andrà tutto bene vedrai, ne sono certa”

“Lo spero ... lo spero davvero ...”

Più tardi si scambiarono i turni e Jamila tornò a dormire.

Arrivarono al Villaggio del Tuono dopo tre settimane di intenso viaggio e per non farsi vedere si appostarono dietro a un grosso masso.

Il villaggio non era granché, le case erano normalissime casupole di pietra, niente di speciale. Il cielo era un mix tra nuvole temporalesche e una fitta nebbia, sembrava deserto, ma la grossa presenza di chakra diceva il contrario.

“Però, bel posticino.”, commentò Ren, ironico.

“Già.”, fece Kiba, annusando l'aria.

Poco dopo uscirono allo scoperto.

Non fecero neanche in tempo a raggiungere il Villaggio che un gruppo di una cinquantina di persone sbarrò loro la strada, gli sguardi di fuoco. Uno di loro, il capoclan, si fece avanti, aveva l'aria poco amichevole.

“E voi chi siete?”, chiese, scocciato.

“Siamo in missione per conto del Quinto Hokage, veniamo da Konoha.”, rispose l'Inozuka, serio.

“E che cosa siete venuti a fare qui, mocciosi impertinenti mmmh?”, domandò l'uomo, l'aria strafottente.

“Siamo a conoscenza che il vostro Clan Anubis possiede l'abilità di controllare i Cercoteri con una specie di ipnosi. L'Hokage ci manda a chiedervi la vostra lealtà per sconfiggere colui che si fa chiamare Ideki e il vostro contributo sarebbe assai prezioso.”, spiegò Rayal, decisa.

Il capo scoppiò in una fragorosa risata.

“Spiacente, siete arrivati ... troppo tardi. Oh a proposito, vedo che c'è anche la ragazzina, Ideki sarà molto felice di averti ... viva.”, sibilò l'uomo.

Subito Kiba si parò davanti alla ragazza

“Provate solo a toccarla e ve la dovrete vedere con noi.”, ringhiò lui.

“Uhhh sai che paura, devo dire che voi piccoli insolenti non avete ancora capito con chi avete a che fare. Bene, allora mi accontenterò di questo pivello.”, sbottò l'uomo.

In quell'attimo Kiba cadde in ginocchio, paralizzato da una forza misteriosa e poi si accasciò a terra, senza potersi ribellare.

I suoi amici provarono a intervenire, ma bastò la potenza del loro chakra per farli arretrare, e batterono in ritirata a malincuore.

Solo Jamila rimase immobile al suo posto.

“Ehi Jam vieni, è troppo pericoloso stare qui!”. la chiamò Rayal.

Lei allora si voltò verso i suoi compagni.

“No, io non scapperò.”, ribatté.

“Non stiamo scappando, dobbiamo attuare un piano per agire.”, replicò Sakura, seria.

“No, abbiamo già perso troppo tempo, prima di agire lo avranno già ucciso e non voglio che accada. Dobbiamo fare qualcosa adesso!”, sbottò la rossa, irritata.

Bastò quella frase per capire che non si sarebbe fermata di fronte a niente pur di salvare il loro compagno.

“Se vuoi salvare Kiba dobbiamo farlo insieme, non ti lasceremo gettare verso la morte, stanne certa.”, ribatté Sasuke, severo.

Il suo sguardo però si incupì.

“No, adesso basta, sono stufa di essere sempre protetta e aiutata, voi avete già fatto tanto per me e l'ultima cosa che voglio è perdere ancora delle persone importanti ... adesso tocca a me fare la mia parte. Ora sono pronta a scommettere sulla mia vita.”, fece Jamila, decisa.

A quelle parole sgranarono gli occhi, stupiti. Solo Shino rimase impassibile. Non potevano credere che dicesse sul serio, ma bastò guardarla in volto per capire che non scherzava affatto.

Poco dopo si mise in una posizione che Naruto riconobbe all'istante.

"Ferma! Non hai completato l'allenamento! Ti ricordi cos'è successo l'ultima volta?!", esclamò.

Si, Jamila lo ricordava bene. Quella volta aveva quasi incendiato l'intera foresta, ma fortunatamente Kakashi, con alcuni dei suoi era riuscito a fermare l'incendio. Ma quel jutsu era l'unico modo se voleva salvare Kiba. Ora sul palmo della sua mano levitava il Kasaishuriken, ma non essendo ancora perfetto avvertì subito la difficoltà nel tenerlo a bada. L'aria si fece improvvisamente più calda.

Arrivo bastardi.

E ignorando il dolore al braccio delle ossa che si rompevano, lo lanciò con foga contro il villaggio.

Sembrava una lama rotante che falciava senza pietà il nemico, lasciandosi dietro una scia di fuoco. Poi Jamila si lanciò all'attacco.

“Dannazione!”

Naruto non perse tempo e si lanciò dietro di lei.

“Perché mi segui?”

“Semplice, per evitare che tu faccia una pazzia bella e buona”

“Non mi fermerai”

“No, lo so, ma voglio aiutarti”

La Komamura allora sospirò

“E sia ... ma occhio a non scottarti”

Riprese in mano il suo jutsu e lo lanciò nuovamente, ignorante del dolore al braccio. Lo usava come boomerang di fuoco, le ritornava alla mano e lei lo rilanciava. Anche Naruto si dava da fare e grazie alla Modalità Eremitica non aveva nessun problema con il Rasenshuriken. Correvano in mezzo alle tante esplosioni che il Kasaishuriken causava, ignorando il dolore che il braccio destro le provocava. Jamila aveva ferite ovunque per via degli scontri corpo a corpo che a volte doveva affrontare. Naruto era messo meglio fortunatamente.

“Dobbiamo aiutarli, hanno bisogno d'aiuto!”, esclamò Sakura, preoccupata.

Nessuno replicò e allora anche gli altri si lanciarono all'attacco sfoderando le loro abilità e cercando di dare il maggior supporto possibile ai loro amici.

Naruto e Jamila intanto continuavano l'avanzata, lui la supportava come meglio poteva.

“Dobbiamo separarci, così non concludiamo niente, Kiba potrebbe essere ovunque.”, disse Jamila tutto dun'tratto.

“Sicura? Sei in condizioni pessime, non riusciresti a reggere per molto.”, replicò Naruto, serio.

Lei lo fissò, una scintilla di determinazione negli occhi.

“Non sottovalutarmi”

Detto questo andò per la sua strada e lui un momento la guardò mentre spariva tra il fumo delle esplosioni.

E' proprio uguale a me, una vera testa calda pensò l'Uzumaki con un sorriso per poi gettarsi nella mischia.

Jamila intanto continuava l'avanzata, nella sua mente stava un unico pensiero: salvare Kiba a qualunque costo. Sembrava una tempesta di fuoco inarrestabile. Anche se non era in preda al chakra di Mistfire era comunque pericolosa. Fortunatamente riuscì a trovare Kiba, lo avevano legato dentro a una casa che stava per essere avvolta dalle fiamme. Stava bene con suo enorme sollievo. L'Inuzuka la guardò, stupito

“Ja ... Jamila? Non mi dire che hai fatto tutto sto casino solo per salvarmi ...”, mormorò.

“Si, Naruto mi ha dato una mano e ancge gli altri, almeno adesso Ideki non potrà più usufruire di loro. Forza ora, andiamo via prima di morire arrostiti.”, fece lei, liberandolo dalle corde.

Fecero per uscire ma cadde in ginocchio. Non si reggeva più in piedi per il troppo chakra consumato. Allora la prese in braccio e lei subito avvampò.

“Ehi ... ma che fai? Ce ... ce la faccio a camminare.”, protestò, nervosa.

“Ahah, no no no cara mia, hai fatto anche troppo.”, ribatté l'Inuzuka, severo.

Lei allora non protestò, sapendo che in fondo aveva ragione e quindi si lasciò portare tra le sue braccia. Poco dopo però perse i sensi, stremata.

Ha davvero fatto tutto questo per salvarmi? Pazza davvero, ma...grazie

Raggiunse poi gli altri, affiancato da Naruto, che gli aveva raggiunti.

“Presto, torniamo a Konoha, ha bisogno d'aiuto.”, disse alla squadra, anch'essa spossata

Nessuno obbiettò e allora fecero ritorno a casa.


 

Angolo dell'Autrice

E rieccomi di nuovo qua con un altro capitolo. Spero di non annoiarvi troppo.

E il mitico Kasaishuriken si è scatenato. Come vi sembra? Esplosivo vero? Si, mi sono ispirata a una specie di tempesta di fuoco, ma spero che renda l'idea di un boomerang infuocato. In questo capitolo Jamila mette i suoi compagni prima della missione. Certo, agisce un po' fuori di testa, ma lo fa per non coinvolgerli. Sono troppo importanti per lei.

Qui viene evidenziato meglio il suo punto debole, almeno spero. Preparatevi, nel prossimo capitolo apparirà lei, Mistfire, la Fenice di Fuoco, vi ho fatto aspettare, ma penso che ne sia valsa la pena. Ringrazio come sempre le mie seguaci AkaneChan95, Sasuko e MartinForever che mi seguono e per i loro preziosi pareri.

Alla prossima avventura. (Capitolo revisionato).

Baci EragonForever.

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Capitolo 36
*** Capitolo 34 - Missione Fallita ***


Capitolo 34: Missione fallita

Si trovava all'interno di una sala, illuminata solo dalla fioca luce delle torce sulle pareti. Davanti a lei una scala buia a malapena visibile. Iniziò a salirla a piccoli passi, guidata solo dal suo istinto. Gelidi brividi le salivano lungo la schiena.

A poco a poco davanti a lei iniziò a intravedersi un'enorme quadro rettangolare, lungo un'intera parete. Non appena li fu davanti sentì il cuore batterle all'impazzata.

Ehilà? C'è nessuno?” , chiamò.

All'improvviso un gigantesco occhio purpureo si aprì sul nero della tela e in quell'attimo la vide. Mistfire.

Era enorme e terribile allo stesso tempo. Le sue piume color tramonto irradiavano di un insolito bagliore infuocato, che illuminò l'intera stanza di un rosso cremisi.

Il suo sguardo di fuoco la travolse minaccioso.

Chi osa disturbare il mio sonno?”, domandò.

La sua voce stupì Jamila. Non sembrava affatto quella di un demone pluriomicida quale lei era, nonostante una leggera nota di malvagità.

Tu devi essere Mistfire immaginò ... perdonami, non volevo disturbarti, non so neanche dove mi trovo.” , rispose la Chunin, tremando.

Siamo nella tua testa piccola insolente.”, esordì la Fenice, scocciata per poi schiarirsi la voce “Ebbene si, sono io Mistfire, a quanto pare Jamir ti ha parlato di me ... piaciuto il mio regalino dell'ultima volta? Averesti almeno potuto ringraziarmi per non averti fatta schiattare contro i gemelli”

Non vedo perché dovrei” sbottò Jamila ”Per colpa tua sono diventata un mostro e ho quasi ucciso i miei amici, ho rischiato di uccidere ... di nuovo, quindi non vedo il motivo per cui dovrei dirti grazie”

A quelle parole Mstfire sbuffò.

Mh ... tua madre doveva aver preso una bella botta in testa quando mi ha sigillata dentro di te”

Se lo ha fatto è per il bene di Suna, ha avuto le sue buone ragioni”

Buone ragioni? Ma per piacere, se penso che dovrò convivere con una mocciosa come te mi viene il male, ma a quanto pare me ne dovrò fare una santa ragione. E adesso vattene piccola arrogante, sparisci!” esclamò per poi sussurrare “Ma se avrai bisogno di me ... non esitare”

Jamila aprì gli occhi di scatto, ansimante e imperlata di sudore. L'accolse la luce soffusa della cara e solita stanza d'ospedale. Al momento era sola.

Sbuffò. Provò a muoversi, ma era come paralizzata e con un gesto annoiato si tolse le coperte, rimanendo impietrita: aveva il busto completamente fasciato, il braccio sinistro pure e il braccio destro ingessato, così come la testa.

Mitico, sembro una mummia

Guardò fuori dalla finestra e a giudicare dal sole doveva essere pomeriggio. Poco più ecco che entrarono i suoi amici, assieme a Naruto, Sakura e Sasuke.

“Ti sei svegliata grazie al cielo!”, fece Rayal, preoccupata.

“Quanto ho dormito?” chiese Jamila.

“Due giorni da quando siamo tornati dalla missione.”, rispose prontamente Sakura.

“Sei stata un'imprudente a usare quel jutsu, l'allenamento è ancora incompleto. Dovresti pensare prima di agire.”, la rimproverò Naruto, severo.

“Senti chi parla ... ma comunque mi dispiace ... però almeno Kiba è salvo ...”, mormorò, mortificata.

“Si, sta bene tranquilla.”, fece l'Haruno.

“Piuttosto, sicura di stare bene? Hai una faccia di chi ha visto un fantasma.”, commentò Ren, divertito.

“Beh, a dire la verità non è stato proprio un fantasma ... ho visto ... Mistfire” mormorò Jamila, cupa.

A quelle parole i presenti spalancarono gli occhi, sconcertati.

“Davvero?”, chiese Naruto, stupito ma allo stesso tempo preoccupato.

La ninja annuì.

“Si, era in cima a una scala, dentro un'enorme quadro, e si muoveva dentro la tela. Era bella e terribile allo stesso tempo, ma si può dire che il nostro primo incontro non è stato affatto dei migliori”

“E' normale, anche con me non è stato facile all'inizio, tranquilla.”, la rassicurò Naruto, sorridendo.

Lei ricambiò il sorriso.

La permanenza in ospedale fu una vera e propria noia mortale, ma alla fine Jamila tornò di nuovo in forma e così pure il suo braccio destro, grazie alle abili cure di Sakura.

Ma lo stesso giorno che fu dimessa fu convocata direttamente nell'ufficio dell'Hokage. Avrebbe voluto morire, ma doveva affrontare le conseguenze. Non appena fu davanti alla porta esitò un breve attimo, poi si fece coraggio ed entrò. Lei era li, seduta alla sua scrivania che la guardava, severa. Rimase in piedi, a testa alta.

“Immagino che tu ti renda conto da sola della gravità della cosa” esordì la donna.

“Mi dispiace, non potevamo sapere che si fossero già alleati con Ideki ...”, si giustificò Jamila, incerta “E poi non potevo permettere che Kiba rimanesse in mano loro”

Tsunade la fulminò con lo sguardo.

“Non osare mai più mettere in discussione i miei ordini, Jamila e poi ti ricordo che la missione non era del tutto perduta, potevate magari farli ragionare, ma invece ecco che alla fine arrivi tu e mandi a ferro e fuoco il villaggio solo per salvare Kiba dal nemico.” , sbottò lei.

“Lo so ma ...”

“Niente ma! E' fallita ugualmente! Se adesso Ideki attaccherà Konoha non avremo nessuna risorsa con cui poterlo battere, saremo vulnerabili ... capisco che Kiba era importante ma la missione aveva la priorità e tu lo sapevi!”, replicò Tsunade, seria.

A quelle parole Jamila sospirò tristemente.

“Lo so che aveva la priorità ... ma non mi sarei mai perdonata se qualcun'altro a cui tengo morisse ... ”

“Questo lo comprendo assai bene, ma sta di fatto che ora la missione è fallita a causa della tua testardaggine e non voglio sentire ulteriori scuse”

A quelle parole lei abbassò lo sguardo.

“Mi dispiace ... non volevo deluderla ... Quinto Hokage ... non accadrà più”

E detto questo uscì dall'ufficio e si chiuse la porta alle spalle.


 

Angolo dell'Autrice

E rieccomi di nuovo qui con un altro capitolo. Ed entra in scena la cara Mistfire, scusatemi tanto se vi ho fatto aspettare fino a qui, ma ne è valsa la pena eheh. Eh, Tsunade è stata abbastanza dura con Jamila, ma ha comunque un po' ragione. Jamila sarà pure di Suna, ma in lei brucia la stessa Volontà del Fuoco che possiede Konoha e non si arrenderà tanto facilmente. Spero di non essere noiosa. Se vado troppo veloce ditemelo.

Volevo ringraziare AkaneChan95 per le sue preziose recensioni e ovviamente anche le mie altre due seguaci Sasuko e MartinForever.

Come vi sembra Jamila finora? Bella? O vi sta annoiando? Ve lo chiedo così vedo di migliorare qualcosina.

Concludo dicendo ... al prossimo capitolo gente.

Bacioni EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 37
*** Capitolo 35 - Tu non ci hai deluso ***


Capitolo 35: "Tu non ci hai deluso"

Alla fine era successo quello che temeva di più al mondo: aveva deluso l'Hokage, e ora non sapeva se avrebbe riguadagnato o meno la sua fiducia.

Camminava lungo la strada principale, afflitta. Era pomeriggio inoltrato e il sole stava per tramontare. Si mise a correre e uscì da Konoha. Raggiunse la Valle dell'Epilogo, un luogo che in lei aveva lasciato il segno, e poi si sedette.

Li il suo sguardo si perse nell'orizzonte, ora infuocato dalla luce del tramonto, infuocato come i capelli di Jamir. Le sembrò di rivedere il suo dolce sorriso che le scaldava sempre il cuore.

“Mi dispiace fratello mio, ti ho deluso ... ho deluso tutti i miei compagni e l'Hokage ... scusami.”, mormorò tra se.

“Tu non ci hai deluso, Jamila.”, le disse una voce alle sue spalle.

Era Kiba, lo sguardo serio e deciso. Al suo fianco stava Akamaru. Le si affiancò, sedendole accanto.

“La missione è fallita per colpa della mia imprudenza ... persino l'Hokage ha mostrato la sua delusione.”, mormorò lei, poco convinta.

“Che dica pure quello che vuole, io e gli altri la pensiamo diversamente. Io non sono affatto deluso e poi tu non ne hai colpa, non potevamo sapere che Ideki avesse già fatto la sua mossa.”, replicò Kiba, deciso.

“Davvero pensi questo?”

“Si”

Poi il suo sguardo si fece serio e la guardò negli occhi.

“Perché hai fatto tutto quel casino per salvarmi? Saresti potuta morire.”, fece poco dopo.

La ragazza abbassò lo sguardo con un sospiro.

“Lo so, ho fatto una pazzia bella e buona”

“Perché”, insistette.

Jamila allora sospirò nuovamente.

“L'ho fatto ... perché in questi ultimi giorni il nostro legame si è rafforzato abbastanza per diventare importante. Senza di te non sarei mai tornata a sorridere e ... ti ringrazio.”, mormorò infine, arrossendo.

“Oh ... allora grazie per avermi salvato, immagino di essere in debito con te ora.”, la ringraziò lui.

“Beh ... si ma ... un altro motivo per cui l'ho fatto era per evitare di far soffrire coloro che ami e ti stanno vicino, non sopporterei nel vederle soffrire come ho sofferto io.”, spiegò lei, la voce tremula.

A quelle parole rimase spiazzato, l'aveva colpito nel segno. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da una che conosceva appena. Di una cosa era certo: le doveva la vita.

“Ti manca non è vero?” chiese poco dopo.

La Chunin si tirò le ginocchia al petto e abbassò lo sguardo.

“Si ... e tanto, e il pensiero di averlo deluso mi uccide.”, mormorò.

La sua mano gentile si posò sulla sua sua spalla, facendola avvampare.

“Non l'hai deluso, anzi, lui sarebbe fiero di quello che hai fatto, in fondo Jamir avrebbe fatto lo stesso per te no?”

“Si ... anche lui lo avrebbe fatto ... e ci ha rimesso la vita nel farlo...” esordì con un trste sospiro “Ma la mia paura più grande è ... è quella di non riuscire a mantenere la promessa. Gli avevo promesso di essere forte, di non smettere di lottare per coloro che amo e ... e di non arrendermi e di portare a termine il mio ... destino. E ora come ora se ... se Ideki attaccherà Konoha ... sarebbe la fine”

Aveva gli occhi velati e cercava di non piangere e lo sforzo era enorme.

“E se forse attaccherà ... vi perderei.”, disse infine, scuotendo la testa, le lacrime che ormai le rigavano gli occhi, calde e brucianti.

All'inizio forse sarebbe stata più determinata, ma il vuoto che Jamir le aveva lasciato la stava cambiando a poco a poco.

All'improvviso si sentì stringere al suo petto, le sue braccia forti e sicure che le avvolgevano la schiena in un tepore caldo e rassicurante in una stretta protettiva.

“Anch'io quella volta ho promesso che ti avrei protetta, anche se non l'ho dato a vedere, ma l'ho fatto e intendo mantenerla. Non sarai sola, te lo prometto.”, le disse l'Inuzuka, la voce dolce.

“Ho ... ho paura”

Il pensiero di rimanere di nuovo sola la terrorizzava. Si lasciò andare e lui la lasciò fare, permettendole di piangere contro la sua spalla. Anche se la conosceva da poco, aveva iniziato a starle a cuore quella ragazza e il loro rapporto dal giorno della loro sfida si era fatto abbastanza solido e forte. La tenne stretta a se, senza lasciarla.

Anche se aveva atteggiamenti da duro era lo stesso di animo dolce e sensibile. Solo con Hinata aveva mostrato il suo lato tenero. Quella era la seconda volta che lo faceva, e poi Jamila le stava simpatica e non poco e nel vederla piangere le si strinse il cuore. La strinse con più forza.

“Su, su non piangere altrimenti mi inzuppi tutto.”, le disse poco dopo.

Jamila rise tra le lacrime. Si calmò a stento, sempre stretta a lui.

“Scusa.”, mormorò.

“Non hai nulla di cui scusarti tranquilla.”, fece l'Inuzuka, arrossendo.

“Grazie ...”

Kiba sorrise.

Tra loro si era creato un nuovo legame di amicizia, un legame infrangibile.


 

Angolo dell'Autrice

E sono ancora qua ... eh già.

Eccomi di nuovo con un altro capitolo. Sono fan dei caldi abbracci e questo capitolo ne è la prova. Non ho potuto resistere nel dedicare un capitolo a loro due, ci voleva. Com'è Kiba? Troppo alterato o va bene così?

In fondo ha anche lui un carattere dolce e tenero e poi diciamocelo, non sembra affatto un duro, è troppo cucciolo. Lo amo alla follia.

Ringrazio ancora coloro che mi seguono.

Concludo dicendo, alla prossima gente.

Baci EragonForever. (Capitolo leggermente revisionato)

 

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Capitolo 38
*** Capitolo 36 - Ai miei occhi tu sarai sempre la stessa ***


Capitolo 36: "Ai miei occhi tu sarai sempre la stessa"

Rimasero ancora un po' a guardare le stelle e poi fecero ritorno a Konoha in groppa ad Akamaru. Fu un giro piacevole e Jamila si divertì molto. Kiba l'accompagnò fino a casa e poi si separarono.

Quella notte fu un sonno abbastanza sereno per Jamila.

Il mattino dopo pioveva e Konoha era deserta e silenziosa, tutti erano rintanati nelle proprie case al calduccio. Tutti tranne lei, che se ne stava comodamente seduta sul tetto di casa sua. Aveva come un senso di pace sotto quella pioggia, poiché anche il suo spirito era grigio e cupo.

Nel suo cuore si annidava la frustrazione per aver deluso l'Hokage e riconquistare la sua fiducia non sarebbe stato per niente facile, ma ci doveva almeno provare. Ma in quel momento aveva le idee troppo confuse per trovare un modo, così decise di andare ad allenarsi per conto suo alla Valle, con Kyuu al suo seguito. Non appena arrivò iniziò ad allenarsi con il Kasaigan, la sua tecnica. Anche se lo aveva imparato bene poteva ugualmente migliorarlo. Si allenò per tutta la mattina cercando di dimenticare la frustrazione, ma ci riuscì a malapena.

Al ritorno si fermò a pranzare da Teuchi. Le venne nostalgia mangiando il ramen e si ricordò di quando suo fratello glie lo cucinava ogni giorno a pranzo. Dopo mangiato andò alla sua tomba per trovare un po' di conforto. Si mise seduta di fronte alla lapide e nel frattempo aveva smesso di piovere.

Oh fratello mio cosa dovrei fare per riavere la fiducia dell'Hokage? Dimmelo te, io non saprei proprio cosa fare pensò tra se.

Rimase a lungo davanti alla tomba, poi, dopo averle dato una carezza, tornò a casa dove trovò i suoi amici. Sospirò.

“Immagino che abbiate saputo.”, borbottò.

“Si ... lo abbiamo saputo e nemmeno noi siamo d'accordo con l'Hokage, è stato ingiusto con te.”, disse Rayal, seria.

“Ormai è successo, io non posso farci più niente.”, replicò la rossa, seria.

Rimasero di sasso a quella frase. Mai se lo sarebbero aspettato dalla loro compagna.

“Ma cosa diavolo stai dicendo Jamila? Non ti riconosciamo più, un tempo non ti saresti arresa in questo modo, ma avresti trovato una soluzione, mentre adesso che fai? Getti la spugna così di punto in bianco? Cosa direbbe Jamir se ti vedesse in questo stato?”, ribatté Ren, deciso.

Bastò quella frase a farla esplodere.

“Sono cambiata va bene?! Tutto qui ... e non posso tornare indietro e poi non osare nominare Jamir hai capito?!”, esclamò.

Detto questo si rinchiuse nella sua stanza cercando di reprimere la rabbia che aveva nel cuore. Non si sarebbe mai aspettata una loro reazione così brusca.

Ho deluso anche loro, mitico

Quella notte non ci fu sonno per lei, era troppo tesa e agitata per riuscire a dormire. Così si alzò e andò nuovamente alla Valle dell'Epilogo, da sola. Era una notte stellata e la luna piena splendeva nel cielo, creando un'atmosfera quasi magica. Ma nonostante tutto il suo animo era inquieto e allora iniziò ad allenarsi per non pensarci in entrambi le nuove tecniche che aveva messo a punto con Naruto durante il suo addestramento con Naruto fino allo stremo delle forze e sfinita crollò a terra sotto il bagliore della luna.

"Jamila, Jamila ... svegliati ..."

La Chunin mugolò infastidita nel sentire una voce che la chiamava, quindi aprì lentamente i suoi occhi di cielo per poi spalancarli, stupita nel vedere il luogo in cui si trovava: era come se fosse sospesa in uno sfondo arancio-dorato, attorno a lei non c'era nient'altro.

"Ma ... ma dove sono finita?", si chiese tra se e se, perplessa.

"Sei in un luogo a parte del tuo subconscio.", disse nuovamente la voce.

Subito allora si fece vigile.

"Chi è la? C'è qualcuno?"

Non appena ebbe detto quelle parole sentì come dei passi dietro di lei.

Ciao sorellina.”, salutò la figura alle sue spalle.

Si voltò all'improvviso, gli occhi sgranati dallo stupore. Non riusciva a credere a quello che aveva davanti: lui era li, a pochi passi da lei che le sorrideva con il suo caldo sorriso. Era perplessa e quindi lo scrutò con attenzione.

J ... Jamir? Sei ... sei proprio tu fratello mio?”, mormorò, la voce tremula.

Lui sorrise più apertamente.

Si, non mi riconosci? Sono proprio io”

Sei reale? O solo un'illusione?”

Sono il suo spirito, e non è un'illusione della tua mente.”, gli spiegò lui.

Jamila indagò ancora per qualche secondo cercando di capire se quello che gli aveva detto fosse vero, ma infine gli corse incontro senza più indugi e gli tempestò il petto di pugni.

Dannazione! Per tutto questo tempo ho pregato di rivederti almeno una volta! Dopo la tua morte ho subito le pene dell'inferno. Ogni giorno della mia vita speravo in un tuo segno, ma tu ... tu eri distante! Accidenti a te!”, esclamò, le lacrime agli occhi.

Si sentì stringere con forza al suo petto, alla quale vi si aggrappò disperatamente.

Ora sono qui sorella mia.”, mormorò Jamir, la voce tremula.

Mi dispiace ti ho deluso, non sono riuscita a mantenere la promessa. Ogni giorno ho cercato di essere forte ... ma è stato ... tutto inutile ... scu ... scusami.”, mormorò, disperata.

Il fratello a quelle parole la strinse con più vigore.

No, no non mi hai deluso sorella mia, quello che hai fatto in missione è stato un gande gesto. Kiba aveva ragione, anch'io lo avrei fatto”

Jamila allora si staccò dall'abbraccio e lo guardò con rabbia.

Si lo hai fatto e sei morto per questo, mi hai lasciato rendendomi la vita quasi impossibile da mandare avanti! Per colpa tua sto cambiando nel modo più orribile che si possa immaginare, non sono più quella di un tempo e tutto per colpa tua!” gridò, alzandosi di scatto “La tua morte sarà la mia condanna a vita!”, disse infine, il corpo che fremeva.

A quella frase suo fratello la prese per le spalle e la guardò con il suo solito sguardo severo.

La morte arriva per tutti, dovresti saperlo ormai ... ascolta, non ho scelto io di morire, al contrario avrei voluto vivere la mia vita al tuo fianco, avrei voluto vivere tante avventure assieme alla nostra squadra, dico davvero. È stato il destino a decidere la mia sorte, non io, cerca di capirlo. E poi sappi questo: ai miei occhi tu sarai sempre la stessa Jamila, hai capito? Sarai sempre la mia adorata sorellina.”, le disse con dolcezza.

A quelle parole crollò in ginocchio, gli occhi sgranati, le lacrime incessanti che le rigavano le guance. Tremava, sconvolta.

Come puoi dire questo? Io ... io stessa non mi riconosco più ormai ... non posso essere sempre la stessa che ero un tempo ... io ... io non so più chi sono ...”, mormorò, la voce tremula.

Di nuovo si sentì stringere contro il suo petto in quella stretta fraterna che tanto le era mancata. Si lasciò quindi andare in un pianto disperato, avvolta dal calore di quell'abbraccio.

Oh Jam, te l'ho già detto chi sei ... sei mia sorella, una ragazza davvero straordinaria che un giorno diventerà leggenda, sei come un fiore che attende solo di sbocciare a poco a poco. Nel mio cuore sarai sempre la mia Jamila, non dimenticarlo mai.”, la rincuorò il fratello.

E la promessa? Se non la mantengo non mi riterrò più degna di essere una ninja ...”

Io so che ce la farai mia dolce sorellina, io credo in te, ma se vuoi mantenerla devi essere tu la prima, perché se non credi in te stessa non ce la farai. Devi solo volerlo. Sei una ragazza forte e non mi hai mai deluso una volta, quindi non farlo adesso, ora non è il momento di crollare, ma di rialzarsi e di guardare avanti, solo così riuscirai a mantenere quella promessa”

Aveva ragione, ora aveva capito: se crollava adesso per Konoha sarebbe stata la fine. Allora a stento ricacciò indietro le lacrime e lo guardò con nuova decisione.

E' vero, hai ragione, non posso crollare proprio ora, Konoha ha bisogno di me, solo io posso fermare Ideki una volta per tutte ... certo, non sarò più quella di un tempo, ma non ho perso la mia determinazione e sarò disposta a tutto pur di proteggere coloro che amo.”, disse poco dopo con lo sguardo scintillante di determinazione.

Così mi piaci, ora si che ti riconosco mia adorata sorellina.”, rispose Jamir, soddisfatto.

Lei in risposta sorrise ma poi sospirò tristemente.

Oh fratello mio, mi manchi tanto, darei tutto quello che ho per riaverti di nuovo al mio fianco”

Anche tu mi manchi, ma non temere, sarò sempre nel tuo cuore. Non sono morto del tutto, il mio spirito vive ancora dentro di te.”, le spiegò lui.

Jamila lo guardò incerta.

Come sarebbe a dire che vivi “dentro di me”?”, chiese poco dopo.

Ti spiego, in pratica io e te ci siamo completati a vicenda per via del nostro legame fraterno, io completavo te e tu completavi me. Quando sono morto tra le tue braccia il mio corpo ha cessato di vivere, ma il mio spirito no. Ti ho osservato dall'alto vegliando su di te, ma allo stesso tempo vivevo e vivo ancora dentro di te”

Quindi è come se fossimo una cosa sola?”

Si, più o meno, ma non siamo proprio un tutt'uno, i nostri chakra sono separati, come quello della Fenice è separato dal tuo”

Jamila sorrise e lui ricambiò il sorriso per poi accarezzarle il viso con affetto.

E mi dispiace se solo adesso sono apparso ... ti ho fatto soffrire e per questo ti chiedo infinitivamente scusa.”, si scusò poco dopo, mortificato

Lei però lo strinse con forza.

Tranquillo, l'importante è che hai fiducia in me.”, lo rassicurò, sorridendo.

E mai smetterò di averne ... ora però devo andare, il mio tempo sta per scadere, ma non preoccuparti, quando avrai bisogno di me ... chiamami e io verrò in tuo aiuto, arrivederci sorella mia” la salutò lui.

Arrivederci fratellone e grazie di cuore”

E dopo un ultimo abbraccio, lui scomparve in una luce sfolgorante che avvolse ogni cosa



Angolo dell'Autrice

Salve gente, rieccomi con questo nuovo capitolo. E qui ritorna Jamir a dare una spintarella alla nostra Jamila. AkaneChan95, visto che è il tuo personaggio preferito, spero che questo capitolo ti piaccia. Tranquilla, nella seconda parte si farà vedere molte altre volte eheheheh.

Caspita, già al capitolo 36, tra poco ti raggiungo.

Ora Jamila si farà più forte, lo scontro finale è molto vicino.

Ringrazio sempre coloro che mi seguono o chi legge e basta.

Concludo dicendo ... alla prossima avventura! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 39
*** Capitolo 37 - Legami ***


Capitolo 37: Legami

Si risvegliò il giorno seguente sul suo letto e Kyuu accanto a lei che non appena ebbe aperto gli occhi si mise subito a leccarla. Jamila ridacchiò, divertita per poi pensare a quello che era successo ieri sera. Le parole di Jamir l'avevano rassicurata, aveva trovato nuovamente se stessa. Infine si guardò attorno con fare perplesso.

Ma come sono ritornata a casa? si chiese, alzandosi.

Infine scese in cucina e non appena la videro i suoi amici le corsero incontro, preoccupati.

“Jamila! Meno male, eravamo in pensiero, quando Kiba ti ha riportata a casa priva di sensi ci hai fatto spaventare.”, esordì Rayal, sollevata.

“Kiba?”

“Si ... stamattina era uscito con Akamaru per una passeggiata e ti ha trovata alla Valle dell'Epilogo ... accidenti, ma quando ti alleni devi sempre esagerare?”, replicò Ren, severo.

“Scusate, dovevo smaltire la tensione ...”

“Sarà ... comunque siamo felici che stai bene”

“Si ... anch'io ... comunque spero che l'Hokage mi faccia partecipare ad altre missioni. E se decidesse che non sono abbastanza brava? Se non dovesse fidarsi mai più di me? Cioè, io voglio rigare dritto, prometto che seguirò tutti gli ordini e non prenderò più iniziative mie, ma se avessi bruciato la mia unica opportunità di farmi valere? Forse dovrei andare dal Tsunade e pregarla in ginocchio di darmi un'altra opportunità ... voi che ne pensate ragazzi?"

I suoi amici la guardarono, stupiti.

“Appena sveglia e già pensi a questo? Ti sei forse dimenticata di quello che è successo ieri?”, sbottò Ren, offeso.

Lei abbassò lo sguardo.

“Mi dispiace ragazzi, sono stata una stupida a reagire in quel modo.”, mormorò.

“Fa niente ormai è passato ... ora abbiamo la faccenda Hokage da risolvere, o almeno tu ce l'hai, ma comunque ti aiuteremo a risolverla.” , fece Rayal.

“Per me però ha esagerato ... è vero, ho fatto la cavolata di turno ma almeno Kiba è salvo no? E' vero che ho mandato a monte la missione, ma ora almeno Ideki non usufruirà più di loro. Certo, la missione consisteva nel portarli dalla nostra parte ... ma ora il nemico sarà svantaggiato no?”

“Si ma la missione è fallita ugualmente, ora serve solo un'idea per risolvere questo casino, ma dobbiamo farlo con calma, la questione è molto delicata.”, puntualizzò Ren, serio.

“Anche troppo delicata, ma sono più che decisa a trovare un modo.”, replicò Jamila, decisa”

“Come mai questo cambiamento improvviso? Solo ieri eri depressa e confusa ... oggi invece sei raggiante come un raggio di sole e più sicura di te.”, osservò Rayal, perplessa.

Jamila arrossì e sorrise.

“Ieri sera ... ho visto Jamir ...”, fece tutto d'un fiato.

I suoi amici la guardarono stupiti. Che il dolore l'avesse fatta impazzire di colpo?

“Sei seria quando dici *ho visto Jamir?* E' praticamente impossibile.”, ribatté Ren, sconvolto.

“E' la verità, sono serissima.”, borbottò Jamila, offesa.

“E' difficile per noi credere una cosa del genere.”, spiegò Rayal, scossa.

“E se ti è apparso che ti ha detto?” chiese Ren, poco convinto.

Jamila allora raccontò tutto nei minimi dettagli, senza tralasciare nulla e i suoi amici ascoltarono, all'inizio poco convinti, ma poi sempre più assorti.

“Anche morire?”, mormorò Rayal, sospirando.

“Si se sarà necessario.”, rispose Jamila, decisa.

A quelle parole ci fu un silenzio di tomba. Jamila li guardò e sorrise.

“Ma prima voglio vivere altre avventure insieme a voi, state tranquilli, e comunque l'ho visto in sogno.”, li rassicurò poco dopo.

Loro tirarono un sospiro di sollievo, ma erano comunque preoccupati e temevano che avrebbe fatto qualche pazzia. Cosa che però non accadde.

Un pomeriggio decise di allenarsi con Kyuu nella foresta. Lo faceva spesso in quei giorni e stavolta incontrò anche Kiba e il suo Akamaru.

“Ciao, anche voi qui vedo.”, li salutò l'Inuzuka, allegro.

“Si ... lo facciamo spesso in questi giorni, in fondo anche Kyuu deve allenarsi.”, rispose Jamila, sorridendo.

“Ti va ... se ci alleniamo insieme?”, propose poco dopo.

“Si, ci sto, sarà uno spasso e poi meglio in quattro che in due.”, accettò Kiba.

“Sono d'accordo”

Così si allenarono insieme. Il loro rapporto dal giorno della missione, era passato quasi un mese, si era fatto più forte. Kiba si era avvicinato a lei e poi le doveva la vita, si erano scoperti abbastanza simili sul fatto che amavano gli animali e che avevano sempre voglia di azione: non stavano fermi un attimo. E poi avevano un carattere simile: entrambi non volevano farsi vedere deboli dai loro amici e per questo si comportavano da duri.

I loro allenamenti davano sempre i loro frutti e presto Jamila se ne rese conto. Era contenta di passare un po' del suo tempo con Kiba. Lui l'aiutava a non pensare ai problemi, la faceva ridere, le faceva dimenticare il dolore e i suoi sensi di colpa, l'aiutava a tirarsi su il morale.

Lei aveva imparato ad apprezzarlo, era un ottimo amico, in grado ti toglierle di dosso tutti i pensieri. I suoi amici erano contenti che Jamila fosse tornata la ragazza entusiasta di un tempo. Almeno il suo entusiasmo lo aveva recuperato, ma il resto era sepolto nel profondo del suo cuore, coperto ancora da quel dolore che mai l'avrebbe abbandonata.

Nei giorni successivi si impegnò a fondo come si era ripromessa di fare. Dopotutto era stata colpa sua se la missione era fallita e spettava a lei rimediare al suo errore, poiché era quella l'unica soluzione per riconquistare la piena fiducia dell'Hokage. Se conosceva un po' Tsunade, sapeva che non era tipa da accettare suppliche in ginocchio. No, lei pretendeva l'impegno assoluto per riuscire a mandare avanti il villaggio. Perciò Jamila aveva deciso di impegnarsi al massimo senza il supporto del suo Team.

“Sono io che ho commesso questo errore e solamente io posso porvi rimedio.”, aveva detto alla squadra.

Loro all'inizio avevano protestato un po' ma poi avevano capito meglio le sue intenzioni e avevano deciso di lasciarla fare. Si impegnava giorno e notte facendo del suo meglio per Konoha. Accettava missioni di Livello B e a volte anche di Livello A, almeno quelle non troppo rischiose. Ma anche se le eseguiva per conto suo aveva comunque qualcuno che l'accompagnava. Molto spesso Kakashi o Yamato, o a volte Naruto e Sasuke o Sakura o Kiba. Però non sempre dovevano intervenire in suo aiuto.

Alla fine l'Hokage dovette riconoscere il suo grande impegno e a poco a poco riacquistò la fiducia in Jamila, che fu davvero felice di aver finalmente raggiunto il suo obbiettivo. Anche i suoi compagni furono entusiasti della cosa e per festeggiare ... ramen a volontà. La vita a Konoha scorreva tranquilla e serena.

Ma nell'ombra l'oscurità stava per fare la sua mossa finale.


 

Angolo dell'Autrice

Rieccomi di nuovo qua. Ok, spero che questo capitolo non sia troppo noioso ma volevo approfondire un po' di più il legame che si è creato tra lei e Kiba dal giorno della missione e spero di esserci riuscita. Perdonate i pochi dialoghi ma volevo basarmi di più sui pensieri e le sensazioni di Jamila.

Ma tranquilli, dal prossimo capitolo tornerà un di nuovo l'azione, potete starne certi.

Ringrazio AkaneChan95 per le sue recensioni e i suoi consigli che farò del mio meglio per seguirli e ringrazio coloro che mi seguono o che leggono e basta.

In conclusione ... alla prossima avventura!!! Yahooooo!!! (Capitolo revisionato)

 

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Capitolo 40
*** Capitolo 38 - Una Proposta Particolare ***


Capitolo 38: Una proposta particolare

Nell'ombra della sua caverna Ideki progettava la sua mossa finale.

“Attaccheremo Konoha nel modo più devastante possibile”

“Ne è davvero sicuro mio signore?”, si azzardò a chiedere Yuki.

Ideki la fissò con sguardo di brace e lei tremò dal terrore, iniziando a sudare freddo.

“Osi dubitare dei miei piani?!” sibilò con fare minaccioso.

“Assolutamente no, è solo che non sono affatto da sottovalutare ... mio signore.”, replicò la ragazza.

“E' proprio per questo che vi ho fatto dono di quell'abilità, ora avrete un vantaggio in più contro Jamila e i suoi amici. Farete rimpiangere loro di essere nati ... ma lei è mia, voi vi occuperete degli altri, e uccideteli”


 

(...)


 

A Konoha erano ancora ignari dell'imminente attacco che stava per arrivare, ma non di certo impreparati. Infatti quella mattina Tsunade aveva convocato il Consiglio dei Kage per fare il punto della situazione.

“Anche se non sappiamo ancora le mosse del nemico, dobbiamo comunque essere pronti a ogni evenienza.”, esordì.

“Sapete tutti che il destino di Jamila è quello di fermare Ideki una volta per tutte giusto? Lei è l'unica che potrebbe farcela.”, intervenne Gaara.

“Lo sappiamo bene ma ... è ancora una ragazzina e questa responsabilità è troppo grande per lei.”, fece la Mizukage.

“Una possibilità ci sarebbe, noi Kage abbiamo scoperto un jutsu che permetterebbe di estrarre Mistfire da Jamila senza ucciderla, in questo modo Konoha eviterebbe lo scontro con Ideki” fece Tsunade, seria.

“E' vero, ma io non sono d'accordo, ora bisogna vedere se Jamila lo è oppure no”

“Bene, Shizune, va a chiamarla”

L'assistente annuì e lasciò la stanza.

Jamila nel frattempo stava a casa sua stesa sul divano e si stava godendo un meritato riposo, dato che l'ultima missione che era di Livello A l'aveva parecchio sfiancata. Kyuu le dormiva accoccolato tra le sue braccia.

Poco dopo si sentì scuotere lievemente sulla spalla. Era Rayal.

“Mmm ... che c'è?” mugolò, assonnata.

“Scusa se ti sveglio, ma Shizune vuole vederti.”, le disse l'amica.

Lei allora si mise seduta, mentre la figura dell'assistente appariva nella sua visuale.

“L'Hokage vuole vederti, è molto importante”

La Chunin annuì e seguì la donna fino alla sala delle riunioni, dove era riunito il Consiglio dei Kage.

Non appena entrò, tutti i presenti la guardarono stupiti, a parte il Kazekage, che sorrise nel vederla.

“Mi volevate vedere?”, chiese timidamente.

“Si, ti abbiamo convocato per farti una proposta.”, rispose Tsunade, seria.

“Che genere di proposta?”

“Abbiamo scoperto dopo una lunga ricerca, un jutsu molto particolare che permetterebbe l'estrazione di Mistfire dal tuo corpo senza ucciderti e in questo caso se accetterai si potrebbe evitare uno scontro diretto con Ideki”, spiegò la donna, poco dopo.

Jamila sgranò gli occhi, sconvolta. Era una proposta allettante che avrebbe potuto cambiare la sua vita per sempre, sarebbe stata una ragazza normale. Ma un pensiero le invase la mente: se avesse accettato la proposta ... avrebbe sicuramente disonorato quella promessa e non era quello che voleva e poi avrebbe certamente condannato Mistfire a un destino peggiore della morte se l'avrebbe consegnata al nemico. Infine diede la sua risposta

“No mi dispiace, ma non accetto, Mistfire sarà pure un demone assassino, ma è comunque un dono di mia madre, perché lei sapeva che sarei stata una speranza per la pace. Se lo facessi disonorerei la promessa fatta a mio fratello in punto di morte, e questo per me sarebbe un grande disonore e non potrei mai perdonarmelo. Io sono una Ninja e i Ninja mantengono sempre la parola data e per questo non scapperò dal mio destino”

Tsunade sospirò.

“Se è questa la tua decisione non ho nulla da obbiettare, hai lo spirito di una vera Ninja di Konoha e hai ereditato la Volontà del Fuoco. Ho sbagliato mancarti di fiducia, ma ora sono convinta che ce la farai.”, le disse la donna con un sorriso.

Jamila non disse niente e poi l'Hokage la congedò.

“Ero sicuro che rifiutasse.”, intervenne Gaara, serio.

“Già, il destino di Konoha dipende da lei”




Angolo dell'Autrice

Yahoooo gente, rieccomi qui con questo nuovo capitolo. Si, la proposta era interessante, ma Jamila ha detto no.

Preparatevi gente, tra poco ritornerà l'azione.

L'attacco finale è alle porte.

Ringrazio sempre le mie seguaci che continuano a seguirmi e tutti i miei lettori.

Alla prossima avventura!

Baci EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 41
*** Capitolo 39 - L'Avanzata del Nemico ***


Capitolo 39: L'Avanzata del nemico

Poco dopo Gaara l'affiancò.

“Me lo sentivo che avresti rifiutato”

“Era una proposta assurda e piena di rischi, forse non hanno pensato minimamente ai rischi che poteva comportare questa proposta. Sento che Mistfire mi è stata data per uno scopo preciso e se quello scopo sarà salvare Konoha allora non rinuncerò a lei neanche se mi pregassero ... e comunque non lo averei mai fatto”

“La promessa che hai fatto a Jamir è preziosa più dell'oro per te, ha un valore davvero inestimabile, per questo hai rifiutato?”

Jamila sospirò.

“Si ... è per questo.”, mormorò.

“Lui sarà fiero di te”

Lei in risposta sorrise. Poi tornò dai suoi compagni e raccontò ogni cosa. Anche loro furono d'accordo con lei per la sua decisione. Infine andarono a fare un giro. La giornata era splendida e ravvivò i loro animi. Ma Jamila non era tranquilla, il suo animo era inquieto e quella sera decise di parlarne con i suoi amici. Anche Kakashi era presente, quindi raccontò loro della decisione che aveva preso quella mattina.

“Alla fine hai rifiutato, perché?”, chiese Sasuke, perplesso.

“Perché ho promesso a Jamir che avrei protetto Konoha e coloro che amo, ho un destino da compiere. Se avessi accettato mi sarei arresa, cosa che non farei mai.”, spiegò Jamila, decisa.

“E adesso che intendi fare?”. chiese Sakura.

“Anche se ho preso questa decisione non mi sento affatto tranquilla. Temo ... che Ideki attaccherà molto presto ... è come se riuscissi a percepirlo. Comunque in ogni caso dobbiamo stare pronti”

Si vedeva che era molto preoccupata. Ma nel suo sguardo non c'era paura, ma determinazione.

Quella notte fu Mistfire a svegliarla

"Volevo ringraziarti per non avermi venduto come carne da macello.", esordì.

"Anche se non mi avessero fatto la proposta non lo avrei mai fatto ... e comunque ho bisogno di te per affrontare Ideki

"Avrai il mio aiuto, quel bastardo merita la morte per quello che mi ha fatto passare ...", mormorò Mistfire, rammaricata.

"Lo immagino ... non deve essere stato facile per te ..."

"Infatti ... non lo è stato ..." esordì per poi guardarla negli occhi e poggiare il muso contro la sua fronte "Chiudi gli occhi, vorrei farti vedere una cosa ..."

Jamila in risposta obbedì per poi connettere la sua mente con quella della Fenice ed essere inondata dei suoi ricordi: vide lei per il mostro che era quando ancora era una creatura sanguinaria che seminava morte e distruzione ovunque andasse dopo essere sfuggita al controllo di Ideki. La rivide quando era stata creata, gli innumerevoli esperimenti e le torture subite, tutto il dolore che aveva provato, ogni cosa.

Infine Mistfire si staccò non appena le visioni finirono. Jamila la guardava con gli occhi lucidi, quindi d'istinto le cinse le braccia attorno al muso come meglio potè.

"Mi dispiace per tutto quello che hai subito ...", mormorò con voce tremula.

"Tranquilla ... ormai è passato ... comunque ho voluto condividere questi ricordi con te come mia Forza Portante, in fondo mi sembrava più che giusto ... da qui capirai quanto Ideki sia un mostro ..."

"Si ... l'ho capito ... ma ti prometto che non subirai più cose del genere, hai la mia parola"

"Ti ringrazio ..."

Poi il contatto finì e Jamila si addormentò serena.

Ma qualcosa stava per stravolgere il suo dolce sonno.

Era quasi l'alba quando accadde. Un forte boato fece tremare la terra, facendo riscuotere Konoha dal suo torpore. Poi un altro e un altro ancora.

Jamila si svegliò di scatto, non appena udì quel rumore. Accorse fuori, seguita dai suoi amici. All'improvviso una strana sensazione le invase il petto e iniziò a tremare e sudare freddo.

“E' qui ... lui è qui ...”, mormorò.

A quelle parole capirono subito a che cosa si stava riferendo. Si guardò le mani che tremavano convulsamente.

Naruto allora glile prese guardandola intensamente negli occhi.

“Ascoltami, questo non è il momento per lasciarsi prendere dal panico hai capito? Sei una ninja e i ninja non tremano di fronte al nemico. Senti, Konoha ha bisogno di te per resistere, non crollare, hai una promessa da mantenere.”, la incoraggiò.

Lei lo guardò e annuì, ben sapendo che aveva ragione. Non doveva cedere alla paura, aveva un destino da compiere e non si sarebbe tirata di certo indietro proprio adesso che il nemico stava arrivando. Poteva sentire il suo chakra impregnare l'aria con la sua aurea oscura e piena di odio. All'improvviso un altro boato più forte dei precedenti scuote la terra e ci fu un'esplosione all'ingresso del Villaggio. Ed ecco che dalla nuvola di polvere emerse una figura. Ideki aveva fatto il suo ingresso in città a cavallo di un Kishin mentre al suo fianco stavano i gemelli. Ma non solo loro. Al suo seguito stava un esercito a cavallo di viverne più piccole. Indossavano divise nere e il loro volto era coperto.

Oh no, è riuscito a mettere su un esercito pensò Jamila, sconvolta.

Poi scoppiò il caos totale. Piombarono su di loro come una tempesta.

“Forza andiamo, c'è una battaglia da vincere! Konoha ha bisogno di noi!”, esclamò Sakura, riscuotendola dai suoi pensieri.

Jamila annuì, quindi si lanciarono nella mischia. Subito si accorsero che non erano affatto da sottovalutare, erano molto più numerosi e dotati di una forza incredibile e la loro abilità, almeno per la maggior parte era l'esperienza nei sigilli per tenere a bada le forze portanti. Jamila e Naruto correvano molti rischi, ma questo non impediva loro di combattere.

Ideki se ne stava impassibile sulla sua viverna e guardava lo scontro con aria trionfante. La situazione però stava precipitando e il nemico era troppo numeroso. Jamila era a terra, stremata. Un nemico stava per colpirla quando un muro di sabbia si innalzò davanti a lei, proteggendola, quindi si voltò.

“G ... Gaara? Che ci fai qui?”

“Siamo alleati o sbaglio? L'Hokage è riuscita a mandare una richiesta d'aiuto appena in tempo, Suna e gli altri Villaggi hanno risposto all'appello.”, spiegò lui.

“Grazie”

Lui annuì. Poi lei si rialzò e si guardò intorno, vedendo che la situazione stava pian piano tornando a loro favore.

Infine lo vide a pochi passi da lei, l'espressione trionfante.

“Finalmente ti sei decisa a uscire allo scoperto eh Jamila?”

“Se davvero pensavi di spaventarmi dovevi sforzarti di più lurido rettile! È me che vuoi, quindi lascia in pace Konoha maledetto!” esclamò.

Lui sogghignò.

“Yuko, Yuki, occupatevi dei suoi compagni, lei è mia.”, sibilò, euforico.

Loro annuirono. Quando rimasero soli si guardarono con sguardi di fuoco.

“A quanto pare siamo arrivati alla fine, Jamila”

“E sta pur certo che non ne uscirai vincitore, hai causato troppo dolore e sofferenza e per questo la pagherai cara!”, ringhiò lei, trattenendosi a stento.

Sapeva che se si sarebbe scatenata lì per Konoha sarebbe stato un disastro. Mistfire dentro di lei si agitava nervosamente.

Non ora, porta un po' di pazienza

Ne ho portata fin troppa di pazienza fece quella.

Questo non è il posto più adatto e non voglio coinvolgere tutto il villaggio replicò Jamila.

Mistfire sbuffò e non insisté oltre.

Poco dopo Jamila fu affiancata da Naruto, Kiba, Sasuke, Sakura e Hinata.

“Vedo che hai portato altre vittime sacrificabili”

Lei guardò i suoi amici.

“Sasuke, Hinata e anche tu Sakura, andate a supportare i miei compagni. Naruto, Kiba, voi con me, ma interverrete solo quando ve lo dico io e ... niente divergenze”

Fecero come aveva detto, poi lei tornò a concentrarsi su di lui.

“Davvero patetica, se pensi di battermi con il tuo misero esercito sei fuori strada.”, la scherni Ideki, divertito.

Jamila fremette di rabbia.

“Non osare sottovalutarmi, potresti pentirtene”

Poco dopo Kiba lanciò un fumogeno e così poterono allontanarsi senza essere visti.

“Si scappa pure, ma non potrai tirarti indietro ... sto arrivando”

Lo scontro finale stava per avere inizio.



Angolo dell'Autrice

E rieccomi di nuovo qui con questo nuovo capitolo. Eh si gente, lo scontro finale è alle porte.

Perdonate se ho fatto un po' di confusione verso la fine, ma volevo mettere un colpo di scena, che in NARUTO ce ne sono eccome. Ma nel prossimo capitolo spiegherò meglio, abbiate un po' di pazienza.

Faccio i soliti ringraziamenti a tutti quelli che leggono, che mi seguono e recensiscono.

Preparatevi, lo scontro finale sta per iniziare, e ne vedremo davvero delle belle.

Alla prossima avventura gente. (Capitolo revisionato)

Baci EragonForever!

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Capitolo 42
*** Capitolo 40 - L'Inizio della Fine ***


Capitolo 40: L'Inizio della Fine

Jamila intanto era arrivata alla Valle dell'Epilogo assieme ai suoi amici.

Almeno non coinvolgerò Konoha nello scontro

Poi fece un cenno e loro due andarono a nascondersi li vicino, pronti ugualmente a intervenire in caso di necessità.

Poco dopo ci fu un boato e infine Ideki apparve in groppa alla sua cavalcatura.

“Bello scenario per la tua fine.”, sibilò con fare ironico.

“Ti avevo detto ... di non sottovalutarmi!” esclamò lei partendo all'attacco, kunai in mano.

Ideki però riuscì a schivare i primi due fendenti ma il terzo lo colpì di striscio all'addome. Lui gemé di dolore e si allontanò di qualche passo, per poi guardarla con lo sguardo pieno di odio, gli occhi iniettati di sangue.

“Dannata la pagherai!”

Si lanciò dritto verso di lei, kunai in mano puntato al suo ventre. Jamila fece in tempo a schivare anche se venne lo stesso colpita di striscio al fianco. Ideki si muoveva rapido e veloce, guizzava come un'anguilla. Jamila aveva l'agilità dalla sua, ma faceva molta fatica a prevedere e parare i colpi.

Più volte venne colpita, seppur lievemente, alle spalle e alle braccia. Ma anche se erano lievi iniziarono subito a bruciare. A stento si reggeva in piedi.

Dentro di lei la fenice si agitava convulsamente.

Tieni un po' del mio chakra, ti sarà utile, almeno così eviterai di schiattare

Grazie mille per la fiducia borbottò Jamila, offesa.

Il tuo chakra è ridotto all'osso se non hai notato e poi se schiatti tu schiatto anch'io e non ci tengo se è per questo ribatté l'altra.

D'accordo ... e grazie ...

Figurati

Poco dopo allora il chakra della Fenice l'avvolse e i suoi occhi divennero fiammeggianti. Dietro di lei sfolgorò una coda di chakra e subito si sentì rinvigorita ed infine si lanciò all'attacco, kunai in mano. Grazie al chakra era molto più veloce e rapida nei movimenti. Ma anche Ideki non era da meno.

“Cara Mistfire, è un vero piacere rivederti”

Dentro di lei la Fenice si agitò non poco, mentre i ricordi di quello che aveva subito a causa sua tornarono a farsi vividi nella mente di Jamila e la ragazza percepì che la sua sete di vendetta era come una tempesta inarrestabile e non si sarebbe fermata di fronte a niente pur di ottenerla. Anche se si era scatenata a una coda, dovette faticare a tenerla a bada.

Riprese quindi ad attaccare senza sosta, ma Ideki era troppo veloce e schivava ogni suo colpo, prevedendo ogni sua mossa. Ben presto però la Chunin si ritrovò senza quasi più energie. Aveva ferite ovunque e a stento riusciva a reggersi in piedi, ma riuscì con un'enorme sforzo riuscì a colpire Ideki alla spalla e al fianco, ma lui gli regalò una ferita alla coscia. Lei allora cadde in ginocchio, per poi tentare nuovamente un disperato attacco, riuscendo a ferirlo alla spalla e al torace, cosa che lo fece cadere a terra contro un masso. Il nemico a quel gesto non potè non ridacchiare con fare compiaciuto, mentre si rialzava in piedi come se nulla fosse successo, e la guardò con un sorriso sadico.

“Sai ... la tua ostinazione mi ricorda tanto quella che avevo alla tua età” esordì per poi schiarirsi la voce e riprendere “A quei tempi avevo una mente brillante e l'amore per le scienze e le nuove tecniche, anche se ero un comune Ninja della Foglia. Grazie alle Grandi Guerre il mio talento venne subito a galla e mi guadagnai un posto importante nell'esercito ... tuttavia ciò durò poco ... troppo poco.”, riprese, senza staccare lo sguardo da lei, ancora inginocchiata. A fatica riuscì ad alzare gli occhi e incontrare i suoi.

“Perchè ... perchè mi stai raccontando queste cose?”

“Semplice, per farti capire che io e te non siamo del tutto diversi ... comunque dicevo, durò poco, poichè col tempo iniziai ad avere un ossessione per le cellule dei Cercoteri per creare dei cloni, sostenendo che con i miei esperimenti la Foglia avrebbe avuto un potere illimitato ... ma quegli stupidi Anziani videro la follia in me e impedirono che le mie idee venissero realizzate. Deluso e frustrato finsi la mia morte per poi scomparire nel nulla, creando poi un covo dove mandai avanti i miei esperimenti nell'ombra. Fu li che creai i miei capolavori, Mistfire, l'Inugami e il Bakeneko ... e da li capì che potevo realizzare il mio obbiettivo per me, dio quanta soddisfazzione”

A quel racconto Jamila spalancò gli occhi.

“Quindi i due gemelli ...”

“Esatto, loro sono stati i candidati perfetti ... dopo quasi un centinaio di fallimenti ... ma si sa, per ottenere la perfezione sono necessari dei sacrifici”

Bastarono quelle parole per far alzare la Chunin e guardarlo con sguardo di fuoco.

“Quelle persone erano innocenti! Questa la pagherai molto cara!”, urlò con foga.

Si lanciò nuovamente all'attacco, nonostante era quasi al limite delle sue forze, non riusciva più a reagire. Ideki, anche se era ferito, si muoveva sempre con velocità, senza nemmeno risentirne. Allora con un ultimo gesto disperato espanse il chakra e arrivò a tre code, sperando che bastasse. Ripartì all'attacco di nuovo rinvigorita. Ma anche in quelle circostanze i suoi colpi erano vani e non lo scalfivano nemmeno.

Dannazione è proprio una roccia ... spero che il mio Kasaigan possa fare qualcosa

Prese la giusta distanza e si preparò ad evocare il jutsu. Non appena il Kasaigan iniziò a levitare sul palmo della mano, Nash la guardò, sorpreso.

“E quello cos'è? Un nuovo jutsu per caso?”

“Lo vedrai viscida serpe”

Si precipitò verso di lui, la sfera di fuoco sulla mano.

“Kasaigan!”

“Ma cosa ...”

Il jutsu lo colpì all'addome e lo scaraventò con violenza contro una roccia e cadde a terra. Ma bastò poco per rallentarlo.

Si rialzò a fatica e la guardò con odio. In quel momento si avvolse di un chakra oscuro e a poco a poco si trasfigurò, trasformandosi in un'enorme Kishin nero-violaceo dagli occhi vermigli e il corpo sinuoso con quattro zampe dai micidiali artigli e una nera criniera gli incorniciava il muso minaccioso. Jamila lo guardò, sconvolta. La paura le paralizzò le membra.

Dalla sua bocca uscì una sfera d'energia infuocata. La Chunin era atterrita, il potere di quel chakra sembrava quasi che la schiacciasse a terra con tutto il suo peso. Iniziò a sudare freddo. Provò a spostarsi ma fu troppo lenta a causa delle ferite e il colpo la travolse in pieno e la scaraventò contro una delle statue.

Il contraccolpo fu talmente violento che le fece perdere i sensi.

È la fine. Perdonami Jamir, ho fallito.

E con quel pensiero scivolò lentamente nel buio.



Angolo dell'Autrice

Salve cari lettori. Rieccomi qui con un altro capitolo mozzafiato. Si gente, lo scontro finale è appena iniziato e come potete ben vedere, Nash ha messo a dura prova la nostra Jamila. Riuscirà la nostra eroina a rimontare prima che sia troppo tardi? Lo scoprirete molto presto. Ringrazio sempre coloro che mi seguono, che leggono e che recensiscono. È merito un po' anche vostro se questa storia sta andando avanti.

Ahimè, presto però volgerà al termine, la prima parte almeno.

Concludo dicendo ... alla prossima avventura. Yahoooo!!!

Baci EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 43
*** Capitolo 41 - Il Valore della Fiducia ***


Capitolo 41: Il Valore della Fiducia

A Konoha nel frattempo un altro scontro stava per iniziare. Ren e Rayal contro i gemelli.

“Sorpresi di vederci?”, esordì Yuki.

“A quanto pare la lezione dell'ultima volta non vi è bastata.”, sbottò Ren.

“Ora siamo tornati per la rivincita e credetemi, vi faremo rimpiangere di essere nati.”, li schernì Yuko.

“Le vostre parole non basteranno per intimidirci.”, fece Rayal.

“No ... ma questo si!”, esclamarono in coro.

In quel momento dalla pelle degli avambracci apparvero a poco a poco aculei di ... ossa, taglienti e allo stesso tempo infrangibili. Poi dalle loro scapole estrassero un osso simile a una spada.

Grande stupore si disegnò sui volti di Ren e Rayal e dei loro amici.

“Impossibile ... quella è l'abilità innata del Clan Kaguya, come fate a ... possederla?”, balbettò Sakura, incerta.

I due sogghignarono.

“Un piccolo regalo di Nash, sapete, lui ha più di un asso nella manica e la vostra amica se ne renderà conto molto presto.”, spiegò Yuko.

“Noi abbiamo fiducia in lei, ce la farà!”, sbottò Rayal, irritata.

“Ma è ovvio che avete fiducia in lei, non lo neghiamo, ma la fiducia è una condanna se ci si fida delle persone sbagliate. Chi lo sa, magari a quest'ora la vostra ... è bella che fritta.”, rise Yuki.

“Sta zitta!”, esclamò Rayal, lanciandosi all'attacco.

Aveva evocato il Byakugan e riusciva a vedere i flussi di chakra dell'avversaria. Fluiva in tutte le sue ossa, inarrestabile. Provò a colpirla varie volte, ma quella si proteggeva con le ossa che le uscivano da ogni parte. Si creò persino una barriera con la cassa toracica.

“Ma sapete che quell'abilità è davvero disgustosa? Sul serio, fa schifo.”, commentò Ren, l'aria furbetta sul viso.

“Sono d'accordo, è talmente rivoltante che mi fa venire il voltastomaco.”, aggiunse l'Uciha.

“Presto vi rimangerete quello che avete appena detto piccoli insolenti!”, esclamò Yuko, lanciandosi all'attacco.

Estrasse la spina dorsale dal corpo e la usò come frusta. Fortunatamente riuscirono a schivare i colpi grazie allo Sharingan di Sasuke. Ren lo seguiva a ruota grazie allo stadio del Grifone che gli permetteva di volare velocemente e schivare gli attacchi. Rayal invece era affiancata da Sakura e Hinata che le davano tutto il loro supporto possibile. Ma anche se erano cinque contro due i gemelli erano sempre in vantaggio. La loro nuova abilità gli rendeva praticamente invincibili. Sembrava non avessero punti deboli. Nemmeno i Byakugan di Rayal e Hinata riuscivano a individuare un punto debole. Fortunatamente avevano l'agilità che serviva per evitare gli attacchi e schivarli.

“Siete in gamba, davvero ... ma ora preparatevi al peggio!”, esclamò Yuki.

Detto questo entrambi si prepararono al loro prossimo attacco

“Danza della Camelia!” gridarono.

In un attimo furono loro addosso come un uragano e iniziarono a muoversi in una specie di danza mortale. Persino Sasuke non riusciva a prevedere i loro attacchi. Il loro movimento era quasi invisibile, troppo veloce per prevederlo in tempo. Ma erano Ren e Rayal il loro obbiettivo, gli altri erano feriti più lievemente.

Ben presto i due ragazzi si ritrovarono allo stremo delle forze, pieni di tagli ovunque. Caddero a terra sfiniti, il corpo dolorante incapace di muoversi.

“Ah poveri sciocchi, pensavate davvero di batterci? Davvero patetici. Guardatevi, fate pena. A quanto pare la fiducia che Jamila ha avuto in voi finora è stata mal riposta. Non siete degni di fiducia, siete una delusione.”, li schernì Yuko.

Quelle parole trafissero Ren e Rayal come lame di ghiaccio. Stavano per desistere quando...

“Non ascoltateli, non è vero quello che dicono, lo stanno facendo solo per schiacciarvi. Mostrate a loro che hanno torto. Pensate a Jamila ... lei si è fidata ciecamente di voi da quando avete formato il Team 6 ricordate? La fiducia è la cosa che lega la vostra squadra! Non dimenticatelo! Jamila ha fiducia in voi, ora però tocca a voi averla in voi stessi capito?!”, li incoraggiò Sakura, con decisione.

Ansimava e a stento si reggeva in piedi.

“Dimostrate a quei bastardi che si sbagliano. Ora alzate quelle vostre chiappette da terra e rialzatevi! Siete ninja o siete delle pappe molli?! Rialzatevi o giuro che vi faccio rialzare a modo mio!”, intervenne Sasuke.

Bastarono quelle parole a riscuoterli. Si alzarono a fatica, le gambe che tra poco cedevano.

“Noi siamo ninja ... e non ci arrenderemo proprio adesso ... avete ragione, la fiducia reciproca è la cosa che fa del Team 6 una vera squadra ... la fiducia in ognuno di noi ... è vero ... Jamila mai una volta ci ha mancato di fiducia ... lei ha sempre creduto in noi, specialmente in me ... mi ha reso la persona che sono adesso. Prima ero io che avevo bisogno solo di me stesso ... ma lei mi ha fatto capire che solo ... solo avendo fiducia e fidandosi l'uno dell'altro si è più forti ... Per questo continueremo a combattere.”, replicò Ren, la voce roca.

“Lotteremo fino alla fine ... per Konoha e per coloro che amiamo!”, esclamarono poi in coro.

Avevano evocato la Modalità Eremitica.

Rayal aveva gli occhi di un giallo vivo, le palpebre verde limone e il corpo ricoperto di strisce del medesimo colore, o almeno gli avambracci, i fianchi e le gambe. Sembrava quasi un'Amazzone.

Ren invece aveva gli occhi felini azzurro ghiaccio, palpebre bianche. A differenza di Rayal aveva strisce tigrate bianche, sugli avambracci, il busto e i polpacci, zanne ben visibili da tigre e corporatura leggermente più muscolosa. Al posto delle mani aveva possenti artigli e lo stesso ai piedi.

Le loro ferite si erano rimarginate, ma avevano i vestiti laceri e strappati. I loro amici gli affiancarono.

“Avremo bisogno del vostro aiuto, anche se abbiamo la Modalità Eremitica servirà il gioco di squadra per batterli. Sakura, la tua forza alla Tsunade ci sarà utile. Sasuke, tu cerca di prevedere le loro mosse.”, fece Ren, serio.

“Io farò il possibile per coprirvi le spalle al meglio.”, fece Hinata, decisa.

“Anch'io.”, intervenne Rayal.

Poi lo scontro riprese.

Grazie alla Modalità Eremitica e al lavoro di squadra erano molto più avvantaggiati e la loro forza era cresciuta.

Rayal dalla sua oltre al Byakugan aveva la mimetizzazione con la quale riusciva a cogliere di sorpresa gli avversari e aveva anche una sostanza paralizzante che li poteva paralizzare per cinque minuti.

Ren invece dalla sua aveva la forza e l'agilità e soprattutto la velocità, grazie alla quale poteva colpire senza farsi vedere, apparire alle spalle alla velocità della luce, insomma, le abilità di un felino.

Anche gli altri si davano da fare dando tutto il loro supporto. I colpi di Sakura erano micidiali e ben presto i due gemelli si trovarono senza difese, dato che Rayal e Hinata erano riuscite a bloccare i loro flussi di chakra. Alla fine ci pensò Sasuke a dar loro il colpo di grazia con il Millefalchi.

“Bene, anche questa è fatta, ora andiamo da Jamila, Sakura, Hinata, occupatevi dei feriti.”, disse l'Uciha.

Loro annuirono.

Una dura battaglia era stata vinta.

Ora un'altra doveva essere portata a termine. Il destino di Konoha si decideva tutto in quello scontro, uno scontro che avrebbe determinato l'inizio di una nuova era.



Angolo dell'Autrice

Salve gente! E rieccomi di nuovo qua con un altro capitolo. Credetemi, scrivere questo capitolo è stato proprio un parto, soprattutto perché non riuscivo a scegliere l'abilità innata adatta per i due gemelli. All'inizio volevo farli entrambi con il Rinnegan, ma poi ho constatato che era meglio di no. Se devo essere sincera la Manipolazione delle Ossa era purtroppo la mia unica alternativa. Credetemi, mi fa venire la nausea solo il pensiero, ma se è forte è forte, punto.

Ci ho messo un po' per organizzare le mosse dei due bastardi, ma alla fine sono contenta del risultato ottenuto.

Passiamo ai ringraziamenti. Voglio ringraziare con tutto il cuore la mia best friend MartinForever per le sue recensioni di ieri molto belle e costruttive e per avermi sostenuto per scrivere questa storia al meglio, devo tutto alla sua esperienza sul fantastico mondo di Naruto. Ovviamente ringrazio anche le mie altre due seguaci AkaneChan95 e Sasuko.

Lo scontro finale si deciderà tutto nel prossimo capitolo. Preparatevi a un capitolo mozzafiato che vi farà andare fuori di testa.

Concludo dicendo...alla prossima avventura! YAHOOO! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 44
*** Capitolo 42 - Il Sigillo si Spezza ***


Capitolo 42: Il Sigillo si spezza

Era stesa a terra ai piedi della scala, nella stanza dell'ultima volta. Si svegliò poco dopo, sentendosi chiamare.

Jamila, Jamila.” , disse una voce dolce.

La ragazza si guardò attorno, ancora stordita. La voce la chiamò di nuovo e capì che proveniva da sopra la scala. Si alzò e iniziò a salirla, guidata da quel dolce richiamo.

Arrivata in cima si trovò di fronte al solito quadro e poi la vide.

In mezzo alla tela si stagliava la figura di una giovane donna. Era identica a lei, occhi azzurri, una delicata carnagione caramellata e lunghi capelli color fiamma che le ricadevano lungo i fianchi. Vestiva di un lungo vestito azzurro chiaro che segnava i dolci lineamenti dei suoi fianchi. Le sorrideva.

Lei la guardò stupita, era dannatamente uguale a lei.

M ... mamma?”, chiese, la voce arida come se non bevesse da giorni.

Selena Komamura sorrise, un sorriso caldo e dolce.

Ciao Jamila”

Lei sgranò gli occhi, sconvolta, non riusciva a credere ai suoi occhi. Sua madre era li davanti a lei, che sorrideva. Non sapeva se essere felice o meno. I suoi occhi si inumidirono e lasciò fuoriuscire le lacrime. Ma non erano di gioia, bensì di rabbia.

Perché? Perché l'hai fatto! Per colpa di questo coso che mi ritrovo dentro di me tutta la mia vita è stata un incubo! Perché proprio a me, io, tua figlia, mi hai condannato a una sofferenza simile?! Dimmelo! Perché!”, esclamò, irata.

In quell'attimo la stanza mutò in uno sfondo arancio-dorato.

Jamir ti ha spiegato il perché figlia mia, perché credo in te e per il bene di Suna, ma soprattutto perché so che un giorno tu riuscirai a domare il suo potere. Se ti ho causato 14 anni di dolore ... ti chiedo scusa e mi dispiace molto. Ma sappi che ai miei occhi non sei un mostro ... sei e sarai sempre la mia bambina.”, le spiegò la donna.

A quelle parole non seppe più che dire, era rimasta spiazzata.

Si lasciò travolgere da un pianto disperato. Poi con sorpresa si sentì stringere dolcemente al suo petto in una stretta calda e sicura. Non oppose resistenza e si lasciò cullare tra le sue braccia.

Ti perdono ...” , mormorò poco dopo.

Aveva capito il vero senso del perché sua madre le avesse sigillato Mistfire dentro di lei. Non era stato per il suo male, ma per il suo bene, poiché sua madre aveva fiducia in lei.

Ma Jamila non ne aveva o almeno non più come un tempo.

Davvero pensi che io riuscirò a controllare quel potere? Non ho più quella sicurezza di un tempo, non sono più la Jamila che hai messo al mondo e perdonami se ti ho deluso, mi ... mi dispiace.”, riprese.

La donna allora la prese per le spalle, inginocchiandosi alla sua altezza e la fissò intensamente negli occhi.

No, non mi hai deluso, ehi, sono tua madre, ho fiducia in te, ne ho da quando ti ho presa tra le mie braccia la prima volta. Quando ti ho vista ho pensato “Questa bambina diventerà leggenda un giorno, ha un grande destino davanti a se e so che non mi deluderà”. E infatti avevo ragione a pensarlo e non mi pentirò mai di averlo pensato. So che ce la farai, perché credo in te.”, la rincuorò sua madre, la voce calda e profonda.

Anch'io credo in te mia dolce sorellina”

Poco dopo affianco a sua madre ecco che apparve Jamir con il suo caldo sorriso. Anche lui si unì alla donna e insieme la strinsero con amore.

Fratello mio ...”, mormorò Jamila, sospirando.

Anch'io la penso come la mamma qui presente e non cambierò idea.”, le disse lui.

Ma Ideki è troppo forte per me ... dubito di poterlo battere ...”

Non temere, ti aiuteremo noi.”, la rassicurò la donna.

E come?”, domandò lei, preoccupata.

Romperemo il sigillo.”, rispose Jamir.

Jamila li fissò allibita.

State scherzando? È una pazzia bella e buona. Se lei si scatena ... distruggerà tutto...non si fermerà di fronte a niente ... è una follia.”, ribatté, scossa.

Non temere, la terremo noi a bada, stai tranquilla” la tranquillizzò Selena, con un caldo sorriso.

Poco dopo tornarono nella solita stanza.

E ricorda questo, noi crediamo in te, ce la puoi fare, Jamila”

Detto questo toccarono entrambi la tela.

All'improvviso una luce accecante sfolgorò da essa e avvolse ogni cosa con il suo bagliore. Una scossa di energia travolse Jamila come una tempesta e il sigillo sul suo fianco iniziò a pulsare sempre più forte, poi scomparve.

Un boato scosse la stanza, facendola tremare e un verso stridulo squarciò l'aria. Mistfire era finalmente libera.

Il sigillo era stato spezzato.

Jamila la guardò nei suoi occhi purpurei.

Sei pronta a combattere al mio fianco?”

Pronta a scatenarmi”

A proposito ... mi dispiace per l'ultima volta”

Sei perdonata, tu piuttosto, sei pronta?”

Si, pronta come non mai”

Selene allora guardò la Fenice con un sorriso.

Prenditi cura di lei mi raccomando”

Sarà fatto”

Poi la luce avvolse ogni cosa e poi fu buio. L'ultima cosa che vide fu il sorriso di sua madre e di suo fratello e poi le fecero l'occhiolino.

Ce la farai.”, fu l'ultima cosa che udì.

Jamila aprì gli occhi di scatto, erano fiammeggianti.

Ideki preparati, stiamo arrivando.


 

Angolo dell'Autrice

Salve, rieccomi di nuovo. Questo a parer mio è il miglior capitolo che io abbia scritto finora, non so se sarà lo stesso per voi. Mi sono ispirata al primo incontro tra Naruto e Minato che ho avuto l'onore di leggere due giorni fa, stupenda quella parte, mi sono sciolta. Tornando al capitolo è finalmente apparsa sua madre, Selena, che ve ne pare? Stupenda eh? Per lei mi sono ispirata alla figura di Kushina, diciamo per l'aspetto almeno, per il carattere mi sono ispirata a quello di mia mamma. A proposito, ringrazio ancora MartinForever per le sue splendide recensioni molto costruttive, AkaneChan95 per avermi regalato uno splendido capitolo di YAMI e Sasuko sempre per le sue recensioni.

Ora il sigillo è spezzato, riuscirà Jamila a domare il potere di Mistfire? Riusciranno insieme a sconfiggere Nash una volta per tutte? Tutto questo lo scoprirete nel prossimo capitolo.

La battaglia finale per difendere Konoha continua. Alla prossima avventura gente!

Baci EragonForever! (Capitolo leggermente revisionato)

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Capitolo 45
*** Capitolo 43 - La Sconfitta delle Tenebre ***


Capitolo 43: La Sconfitta delle Tenebre

Ideki nel frattempo stava combattendo contro Kiba e Naruto. Entrambi erano sfiancati e ridotti a uno straccio. Avevano ferite ovunque e i vestiti strappati, a stento si reggevano in piedi, tremanti per la fatica che quello scontro stava comportando. Ideki dal canto suo stava benone, non era minimamente sfiancato e sorrideva beffardo, come se i loro attacchi non gli avressero fatto proprio nulla.

“Ah ... davvero patetici, pensavate sul serio di potermi fermare?!”

“Beh ... era quello il nostro intento.”, rispose l'Inuzuka con tono di sfida.

“Tsz ... allora pensavate male!”, gridò l'altro in risposta, per poi prepararsi a dar loro il colpo di grazia, quando all'improvviso la terra fu scossa da una forte esplosione poco distante che sollevò una nuvola di polvere.

“Ma che diamine sta succedendo?”, fece Kiba, stupito.

Naruto sorrise.

“E' Jamila, ha rotto il sigillo”

L'Inuzuka lo guardò, scosso.

“Che cosa?! Ok, siamo morti!”

Aveva saputo di recente che Jamila era una Forza Portante e il pensiero che che avesse spezzato il sigillo lo inquietava parecchio. Poco dopo ci fu un altro boato e un verso stridulo tagliò l'aria, alzando una raffica di vento talmente forte che spinse i tre a terra. Poi a poco a poco la nuvola di polvere causata dall'esplosione iniziò a diradarsi, mostrando poco a a poco una figura immensa.

Ed ecco infine che apparve lei, Mistfire in tutto il suo splendore e la sua potenza. Era enorme, poco più grande di Kurama, il suo piumaggio era di un magnifico color tramonto con sfumature rosso fuoco, sulla testa aveva due lunghe piume che le ornavano il capo, il corpo era non troppo massiccio. Le zampe affusolate erano dotate di artigli micidiali, le ali maestose in grado di creare una tempesta mentre i suoi occhi sanguinei sprizzavano odio puro come il suo becco minaccioso pronto ad avventarsi senza pietà contro il nemico. E poi dietro di lei ecco che volteggiarono le sue 14 Code cariche di energia. Il suo chakra infuocato che l'avvolgeva faceva quasi tremare la terra.

Jamila se ne stava sulla sua groppa, gli occhi che sprizzavano scintille. Attorno al collo della Fenice stava un anello di chakra azzurrino.

Dannazione, così non potrò scatenarmi come si deve protestò.

È per il bene di Konoha, se fossi stata libera del tutto avresti sicuramente causato un disastro le spiegò Jamila.

Quella sbuffò.

A quanto pare non scherzavano quando hanno detto che mi avrebbero tenuta a bada

Smettila di lamentarti e concentriamoci sulla battaglia

Hai ragione.

Ideki sgranò gli occhi per lo stupore. Non riusciva a crederci che lei, Mistfire, la sua creatura, era li davanti a lui in tutta la sua forza. Sorrise trionfante.

“Ci rincontriamo Mistfire, quanto tempo”

“Non pensare che io sia felice di vederti.”, sbottò lei.

“Dovresti solo ringraziarmi, sono io che ti ho creata! Io che ti ho dato la vita! Sono io io il tuo padrone!”, esclamò Ideku, furioso.

“No ti sbagli, io non sono la serva di nessuno, tanto meno di te”

“Io sono la sua Forza Portante e mai la tratterò come un giocattolo! Piuttosto come un'amica! E insieme ti sconfiggeremo, Ideki!”, esclamò Jamila.

“Lo vedremo”

All'improvviso ecco che evocò il Kishin in tutto il suo potere. Ma stavolta Jamila non tremò. Per un attimo guardò Kiba e Naruto a qualche passo da loro.

“Spostatevi, qui ci penso io!”

“Sei sicura?!”, replicò Kiba, preoccupato.

Lei allora fece il segno dell'ok con la mano e sorrise.

“Si, al 100%! Questa è la mia battaglia!Voi restate nei paraggi! Non preoccupatevi, ce la farò!”

Naruto sorrise.

So che ce la farai

Poi lui e Kiba si allontanarono, appostandosi da un'altra parte.

Infine rimasero solo loro due.

Ideki, animato solo dalla voglia di potere e dalla sete di vendetta.

Jamila, animata dalla voglia di lottare per coloro che amava.

“E' arrivato il momento della resa dei conti”

“E della tua fine!”

Si lanciarono in uno scontro frontale. L'impatto fu talmente violento che la scossa arrivò fino a Konoha.

Il vero scontro era appena iniziato.

Erano faccia a faccia, avvolti dai loro chakra che crescevano a dismisura. Ma quello di Mistfire era leggermente più limitato dato che era tenuto a bada, però non ne risentiva.

Subito Jamila sfoderò il Kasaigan, che alimentato dal chakra della Fenice, divenne ancora più forte e faticò un po' a trattenerlo, ma riuscì comunque a colpire Ideki in pieno petto, disarcionandolo dal Kishin e cadde in acqua con un sonoro splash.

Ma riemerse, solo per vedere la sua cavalcatura venire dilaniata dal becco uncinato di Mistfire sul collo, i fianchi erano squarciati dai suoi artigli taglienti come rasoi. Alla fine quella stramazzò a terra, inerte.

A quella vista, una rabbia folle esplose nel suo petto e in poco tempo ecco che si trasformò in Kishin, i suoi occhi sanguinei iniettati di odio puro.

“Maledetta! La pagherai!”, urlò, la voce cavernosa.

Si lanciò con forza addosso a Mistfire. Il contraccolpo fu così violento che lei cadde a terra, disarcionando Jamila, che si rialzò, il chakra infuocato che l'avvolgeva. Nel vedere l'amica in difficoltà si lanciò a capofitto contro Ideki, lanciandogli contro due Kasaishuriken, che li lasciarono un bel taglio sul ventre.

Lui gridò di dolore, ma si ricompose subito.

Mistfire nel frattempo si era rialzata un po' tremante sulle zampe, aveva una ferita alla coscia che le dava difficoltà a stare in piedi, ma poco dopo si rimarginò grazie all'intervento del chakra di Jamir che curò la ferita. Jamila allora le risalì in groppa. La pioggia nel frattempo continuava a scendere ma niente poteva estinguere le fiamme di Mistfire, lei e Jamila erano inarrestabili, i loro chakra uniti erano come una tempesta di fuoco. Ogni volta però Nash aveva sempre la forza per rialzarsi e contrattaccare, e questo le fece parecchio innervosire.

Dannazione, i nostri attacchi non lo hanno nemmeno affaticato

Per forza, il mio chakra è tenuto a bada da tuo fratello e tua madre, per questo non riusciamo a combinare niente.

Se espandessi il tuo chakra fino all'ultimo Konoha sarà solo terra bruciata. L'unica soluzione era quella di limitare il tuo potere per permettermi di non perdere il controllo su di te. E comunque avremo il tempo per parlare ma questo non è il momento

Che si fa?

Troviamo il punto debole è ovvio

Quello là non ha punti deboli

Scopriamolo

Il loro chakra allora si fondé in uno solo e la sua potenza impregnò l'aria.


 

(...)


 

Intanto i suoi amici, accompagnati da Sasuke, erano arrivati al luogo dello scontro e avevano affiancato Naruto e Kiba nel loro nascondiglio.

“Com'è la situazione?” chiese l'Uciha.

“Guardate voi stessi” fece l'Uzumaki.

Rimasero stupiti dalla bellezza di Mistfire.

“Cavolo, sono al limite” osservò Ren, preoccupato.

“Ce la faranno, vedrete” replicò l'Inuzuka.

“A quanto pare il qui presente Naruto ti ha contagiato” scherzò l'Uciha.

Kiba scrollò le spalle, ma il dolore delle ferite lo costrinse a sedersi.

(...)


 

Intanto Jamila e Mistfire continuavano a combattere senza sosta.

Dobbiamo farlo tornare umano, è l'unica soluzione

Allora lei unì fuoco e fulmine, formando un Kasaishuriken enorme, un po' più grande di quello che faceva di solito ecco, e lo avvolse con il chakra della Fenice. Poi lo lanciò.

L'attacco colpì Ideki in pieno e fu talmente devastante che quello tornò umano. Cadde a terra, fumante, aveva il petto dilaniato e il sangue usciva copiosamente dalle ferite, tingendo l'acqua di un rosso vermiglio.

Jamila allora scese e gli si avvicinò, sovrastandolo con la sua ombra. Lui la guardò, il suo sguardo ancora carico d'odio.

Era esanime e tremava.

“C ... come hai ... fatto?”

“Semplice ... ho creduto nelle mie capacità fino ... alla fine. Abbiamo avuto fiducia ... l'una nell'altra e il bene ha trionfato ...”

“Maledette ... che voi siate dannate per questo ...”, ringhiò Ideki, la voce flebile.

Era terreo e sempre più debole, non aveva neanche la forza per parlare.

“La battaglia è vinta ... hai avuto la sconfitta che meriti e hai pagato per quello che mi hai fatto viscida serpe”

“Chi ride bene ... chi ride ultimo”

E con quelle parole esalò l'ultimo respiro, dissolvendosi poi in una nube nera.


 

Angolo dell'Autrice

Salve, rieccomi qua con questo nuovo e straordinario capitolo. Tadaaah, ecco che Mistfire fa finalmente la sua comparsa definitiva (spero che ti piaccia MartinForever). Lo scontro finale è entrato nel vivo, credetemi, ho patito un pochino ma ci sono riuscita. Spettacolare eh?

Volevo ringraziare MartinForever e AkaneChan95 per le loro recensioni e il loro appoggio, e per le loro opere che mi fanno emozionare. Alla prossima avventura gente.

Baci EragonForever. (Capitolo revisionato)

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Capitolo 46
*** Capitolo 44 - Dopo la Battaglia ***


Capitolo 44: Dopo la Battaglia

Non appena la nube si dissolse Jamila e Mistfire tirarono un grosso sospiro di sollievo.

"A quanto pare ce ... ce l'abbiamo fatta ...", esordì la Chunin, ansimante.

"Già ... però caspita se è stato difficile ...", fece la Fenice di rimando.

"Puoi dirlo forte ..."

Mistfire sorrise, per poi guardarla con gratitudine.

"A proposito ... grazie per aver sconfitto colui che mi trattava come una cavia da laboratorio ... te sarò per sempre grata"

In risposta Jamila arrossì.

"Beh ma ... è stato anche merito tuo in fondo no? Se non fosse stato per te a quest'ora saremmo morte entrambe"

"Si ... hai ragione ... comunque ora è meglio che vada, ma chiamami se avrai bisogno di me"

"Contaci ... basta che non distruggi tutto ...", ridacchiò la rossa in risposta.

"Vedrò che posso fare ... a presto"

"A presto ..."

Poi in un bagliore di luce scomparve e in una scia di fuoco rientrò dentro di lei. Per un attimo sul suo fianco apparve il sigillo e poi sparì. In quel momento sentì le forze mancare. Stava per cadere quando ...

“Jamila!”

Le braccia forti di Kiba la presero al volo. I due si guardarono. Entrambi erano ridotti male, ferite ovunque e a stento riuscivano a stare in piedi con qualche costola rotta e i vestiti strappati macchiati di sangue. A quel contatto Jamila avvampò per un attimo, ma poi sorrise.

“Grazie...”

“Prego, non c'è di che”

Continuava a sorreggerla per evitare che cadesse a terra, gli occhi carichi di preoccupazione. Poi in quell'attimo i loro sguardi si incrociarono nuovamente, stavolta più intensi.

Jamila sentì il cuore batterle all'impazzata e avvertì qualcosa sciogliersi nel suo petto. Avvicinò lentamente il viso al suo e lo fece. Le sue labbra toccarono quelle di lui in un dolce bacio.

Kiba per un momento sgranò gli occhi, stupito da quel gesto del tutto inaspettato. Ma poi a poco a poco dischiuse le labbra concedendosi a quel suo gesto pieno d'amore. Poco dopo lei avvertì le sue braccia stringersi attorno alla sua schiena in una stretta calda e sicura.

Una verità li travolse in pieno, da quando si erano conosciuti il loro legame si era formato tra un allenamento e l'altro e mai prima di allora avrebbero una cosa così inaspettata come l'amore. Ma dal giorno della missione qualcosa era cambiato. Il loro rapporto si era fatto più forte e solo ora se ne erano resi davvero conto.

Le sue labbra sapevano di un dolce aroma selvatico misto al tropicale che non poté fare altro che conquistarla.

Dopo un po' si staccarono ancora con il fiatone. Entrambi erano bordò. Kiba si mise una mano dietro la testa un po' imbarazzato.

“Wow ... è stato ... ehm”

“Strano ... ma anche bellissimo.”, terminò lei per lui.

“Quindi come dire ... è una cosa ufficiale?”

“Beh ... se a te va bene ... per me è ... si”

Kiba allora ci pensò un attimo e poi sorrise.

“Anche per me va bene ...” disse infine.

Jamila lo guardò, felice. Poi arrossì. Poco dopo tornarono dagli altri, lei in braccio a lui poiché faticava a camminare.

“Si! Ce l'hai fatta!”, esultò Rayal, contenta.

“Sembra proprio di si.”, mormorò Jamila.

“Eravamo sicuri che lo avresti sconfitto!” fece Ren.

“Sono fiero di te, hai creduto in te stessa e nelle tue capacità, ben fatto.”, fece Naruto.

"Si ...", fece lei di rimando, per poi perdere i sensi tra le braccia di Kiba.

Non appena riaprì gli occhi si ritrovò nella sua mente, affiancata dalla madre e dal fratello.

Brava tesoro, eravamo sicuri che non ci avresti deluso”

Sono orgoglioso di te, hai mantenuto la promessa con tutta le tue forze, sono contento”

Grazie per aver creduto in me” mormorò.

Non smetteremo mai di farlo. Ora dobbiamo andare, il nostro chakra si sta affievolendo, buona fortuna sorellina” fece Jamir.

Noi saremo sempre nel tuo cuore, sappilo questo”

"Si ... lo so ..."

Loro sorrisero e dopo un ultimo abbraccio sparirono in un alone di luce.

I suoi amici inizialmente si erano preoccupati ma poi tirarono un sospiro nel vederla sorridere nel sonno. Ma le sue condizioni erano comunque critiche, quindi fecero ritorno a Konoha sotto la pioggia battente.

Lo spettacolo che videro li atterrì. Molte case erano in fiamme, altre rase al suolo, altre in piedi con seri danni. Molti piangevano i loro morti, altri curavano le loro ferite, mentre il corpo medico guidato da Katsuyu andava da una parte all'altra a soccorrere chi aveva più bisogno. Poco dopo li raggiunse l'Hokage, trafelata.

“Allora?”

“Ideki non è più un ... problema ... ma Jamila è crollata”

"Lo immagino, poratela subito in ospedale, ha bisogno di cure e lo stesso vale per voi"

Il gruppo allora annuì per poi fare come aveva detto loro la donna. Tra loro lei era quella messa peggio, il suo chakra era del tutto prosciugato e le ferite erano fin troppo gravi. Tsunade si occupò personalmente di curare sia lei che i suoi compagni.

Ren e Rayal se la cavarono con qualche leggera frattura alle costole e ferite del tutto lievi. Naruto e Kiba con ferite un po' dappertutto ma nessun osso rotto. Jamila invece con tutto il corpo fasciato e un braccio e una gamba ingessati, ma nessun danno celebrale.

Grazie però alle cure dell'Hokage, Shizune, Sakura e il corpo medico, si rimisero in sesto dopo quasi un mese. In quel lasso di tempo il rapporto d'amore tra Jamila e Kiba divenne ancora più forte e entrambi cominciarono a considerarlo non più una stranezza ma una cosa vera, un sentimento vero e sincero. Ovviamente in pubblico si comportavano come al solito. Ma quando erano soli mostravano tutto il loro amore, concedendosi qualche bacio e abbraccio in più. Ormai non avevano più l'imbarazzo iniziale, il loro rapporto si era fatto più naturale.

“Sono felice che tutto stia andando per il meglio.”, fece Jamila un pomeriggio.

“Anch'io”

Nessuno dei due si vergognava di mostrare il suo lato tenero all'altro. Solo con i loro amici si mostravano diversamente.

Anche se si erano da poco ripresi, Konoha aveva ancora bisogno di qualche sistemata e in quei giorni Jamila e i suoi amici si dedicarono con anima e corpo nella ricostruzione di quello andato distrutto nell'attacco.

Il lavoro l'aiutava a non pensare a quanto era successo. Un po' si sentiva in colpa, si sentiva responsabile. Mai avrebbe pensato a conseguenze così devastanti. Nessuno però le aveva dato addosso la colpa e questo per lei era un sollievo. Ma la cosa a cui non poteva credere era il fatto di avere ucciso di nuovo. Anche se era ben consapevole che Ideki aveva meritato la giusta fine, non poteva crederci di averlo ucciso.

Quel pensiero non le dava pace e di notte a stento riusciva a prendere sonno. Molto spesso capitava che si svegliasse gridando tutta madida di sudore per la paura.

Anche se la pace era di nuovo ristabilita, il suo animo restava ancora tormentato come una violenta e implacabile tempesta.


 

Angolo dell'Autrice

Rieccomi qua con un altro capitolo.

E finalmente il momento che tanto aspettavo, il bacio di trionfo tra Jamila e Kiba. Vi prego non uccidetemi se li ho fatti innamorare. So che ai vostri occhi Kiba non è proprio tanto adatto per queste cose, ma ho fatto il possibile per non stravolgerlo troppo credetemi. Siate clementi vi prego. Riguardo a Jamila, si, si sente in colpa per avere ucciso Nash e non la posso biasimare.

Passiamo ai ringraziamenti, ringrazio come sempre la mia bestfriend MartinForever per le sue recensioni tanto belle quanto allegre e divertenti, poi AkaneChan95 sempre per le sue recensioni molto costruttive.

Vi informo che mancano ormai due capitoli alla fine della prima parte della fanfiction!

Concludo dicendo ... alla prossima. Yahoooo!!! (Capitolo revisionato)

 

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Capitolo 47
*** Capitolo 45 - Animo in Tempesta ***


Capitolo 45: Animo in tempesta

Si era appena conclusa un'altra giornata di lavoro e, con il sollievo di tutti, Konoha stava pian piano riconquistando il suo antico splendore.

Anche se Jamila era stremata, quella notte il sonno non la toccò nemmeno. Così decise di andare alla Valle per schiarirsi le idee. Si guardò attorno. I segni dello scontro erano ancora ben evidenti. Ogni attimo di quella battaglia era impresso come un segno indelebile nella sua mente.

Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse della presenza di Sasuke al suo fianco.

“So come ti senti, anch'io ci sono passato e credimi, so benissimo che non è affatto una cosa facile.”, esordì l'Uciha.

“Infatti non lo è ... e il solo pensiero mi disgusta, solo a pensarci mi vengono i brividi” mormorò lei.

“Naruto mi ha raccontato quello che ti è successo quattro anni fa. Allora eri solo una bambina e non riuscivi a capire quello che si prova quando si uccide. Ora invece ne sei consapevole. Che cosa hai provato quando hai ucciso Ideki?”

A quella domanda Jamila abbassò lo sguardo, ma poi trovò la forza per rispondere.

“Provavo rabbia, odio e rancore, ma non il piacere o la voglia di vendetta. Quando è morto però non ho provato niente, mi sono sentita ... non so come definirlo ... libera ecco ... libera da un peso....”

“Sarà anche così, ma provi lo stesso disgusto. Non sono l'unico ad essermene accorto, ma è da quando hai ucciso Ideki che sei in guerra con te stessa, non ti dai pace per aver compiuto un simile gesto, hai l'animo tormentato come una tempesta. Anch'io ho provato quello stai provando adesso. Ma devi guardare avanti. L'importante è che Konoha sia salva, hai fatto quello che dovevi fare, quindi smettila di tormentarti, perché non serve a niente.”,la rimproverò l'Uciha, severo.

Jamila non seppe più che fare, quelle parole la travolsero come un uragano di verità. Nel suo cuore sentiva che aveva ragione. Non riuscì a replicare e si chiuse nel suo silenzio.

Riuscì solo a dire “E' vero, hai ragione”

Quella notte però la passò in bianco, con lo sguardo fisso sulla bianca luna piena che brillava nel cielo notturno. Lei se restò seduta sul letto, Kyuu in grembo. Fu verso l'alba che il sonno la prese all'improvviso.

Riuscì a dormire solo qualche ora, dato che fu svegliata da un bussare alla sua porta. Andò ad aprire, l'aria assonnata. Ma la sua espressione cambiò di colpo quando vide Kiba e Akamaru alla sua porta.

“Possiamo entrare?”

“Si certo, entrate pure”

Non appena entrarono lui chiuse la porta e strinse Jamila tra le sue braccia e la baciò con dolcezza sulle labbra.

Poi si sedettero sul divano. Lei aveva il viso appoggiato al suo caldo petto. Solo quel dolce calore riusciva a dare un po' di pace al suo animo tormentato. Con Kiba si sentiva in un certo senso completa, si sentiva bene e più serena.

“So come ti senti, ma sappi che ai miei occhi e a quelli degli altri non sei un mostro hai capito?”

“Almeno tu me lo dici.”, mormorò lei.

Kiba sorrise. Era contento di renderla felice.

Ma nonostante il loro amore la rendesse serena, il suo animo era lo stesso tormentato.

Rimasero insieme tutta la mattina e poi andarono a fare un giro. Quella notte però il sonno la prese come una dolce sensazione. Ma la tempesta in lei era ancora forte e viva.


 

Angolo dell'Autrice

Rieccomi di nuovo. Che vi posso dire, spero che il capitolo vi piaccia. È tipo un capitolo ponte in cui spiego come si sente Jamila dopo la battaglia. Sapeva che era da fare, ma si sente comunque lo stesso in colpa. Diciamo che è una spintarella per il prossimo capitolo.

Vi avviso già che questo è il penultimo capitolo, e che in questi giorni farò una revisione degli ultimi capitoli x sistemare quello che non va.

Ringrazio come sempre MartinForever e AkaneChan95 per le loro recensioni.

Concludo dicendo ... alla prossima.

Baci EragonForever! (Capitolo leggermente sistemato)

 

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Capitolo 48
*** Capitolo 46 - Partenza ***


Capitolo 46: Partenza

Nei giorni successivi tentò di distrarsi tra il lavoro nella ricostruzione di Konoha, che ormai era quasi terminato, e l'allenamento per riuscire a perfezionare il Kasaigan e il Kasaishuriken, le sue creature che lei stessa aveva creato.

L'allenamento l'aiutava a non pensare, era un buon modo per distogliere la mente e rilassarsi, e poi le piaceva tenersi in forma. Si era rimessa ormai del tutto da quando era uscita dall'ospedale, ma era un pochino fuori allenamento. Generalmente preferiva farlo da sola, ma a volte i suoi amici si univano a lei. E questo Jamila lo apprezzava davvero.

“Sapete ... sono felice che vi alleniate con me” disse un pomeriggio.

“E perché non dovremmo? Siamo una squadra, siamo il Team 6.”, fece Ren, con un sorrisetto.

“Se penso a quando mi allenavo da sola ... certo mi piaceva ... ma era noioso, ora invece è diverso”

“Ci fa piacere che lo pensi.”, fece Rayal.

Jamila sorrise.

Almeno sono riuscita a proteggervi

Quel pensiero la colse di sorpresa e si bloccò nel mentre stava per eseguire il jutsu.

“Ehi che c'è?”, chiese Ren, sorpreso.

Lei li guardò e sorrise.

“Tutto apposto sto bene, tranquilli”

Ma si vedeva che era una bugia, però non dissero niente, ma quella sera decisero di affrontare la cosa. Anche Naruto, Sasuke e Sakura erano con loro.

“Guarda che è inutile che cerchi di tenertelo nascosto, si vede lontano un miglio che c'è qualcosa che non va.”, esordì l'Uciha.

Lei sospirò.

“E va bene va bene, sputo il rospo. Il fatto è che da quando Ideki è morto mi sento in colpa, non pensavo davvero di uccidere di nuovo. Certo ... Konoha e il mondo intero sono salvi, ho compiuto il mio destino ... ma a quale prezzo? Voi almeno siete salvi, ma tanti altri sono morti ...”, spiegò.

A quelle parole capirono quello che voleva dire.

“Non sei tu la causa di tutto questo, tu non hai colpa di niente, se c'è qualcuno da incolpare quello è Ideki.”, replicò Sakura, seria.

Lei scosse la testa, gli occhi velati.

“Non è vero, sapete benissimo anche voi che Ideki era disposto a tutto per avere me e Mistfire e mi avrebbe anche catturata se avesse potuto. Sono morte delle persone e tutto a causa mia. Non negate la verità, dite così solo per farmi stare meglio quando invece sapete benissimo che è vero.”, mormorò lei, la voce tremula.

Le lacrime iniziarono a rigarle gli occhi, calde e brucianti. Allora corse via, chiudendosi nella sua stanza. Si sedette, appoggiandosi al bordo del letto. Ma poi crollò in ginocchio, lasciandosi andare in un pianto disperato, le mani sul viso.

Poco dopo sentì le sue braccia forti stringerla contro il suo petto. Vi si aggrappò con forza, permettendosi di piangere contro la sua spalla.

“Non è stata colpa tua, è inutile che ti autocommiseri, non serve a niente. Ora è il momento di lasciare il passato alle spalle. È vero, hai ucciso e ciò ti disgusta. Ma non sei un mostro, anzi, dovresti essere felice, hai salvato Konoha. Non farti carico di quel senso di colpa che ti opprime. Devi reagire.”, la spronò Naruto, severo.

“E come?”

“Devi guardare avanti, Jamir e tua madre sono fieri di te, non deluderli proprio adesso”

Era vero, non poteva.

Allora si asciugò le lacrime e il suo sguardo si accese di nuova determinazione.

“E' vero, non lo vorrebbero, da loro ho ereditato la forza di non arrendermi, mi hanno tramandato la Volontà del Fuoco che brucia dentro di me, ossia il coraggio di non arrendersi mai. Devo essere forte, per loro, per voi e per Konoha e non mi tirerò indietro proprio adesso”

Naruto la strinse più forte.

“Ben detto”

“A proposito, c'è una cosa che voglio comunicare, torniamo dagli altri”

Così fecero e non appena Jamila ebbe di nuvo davanti i suoi amici sospirò.

“Volevo dirvi che ho preso una decisione ... ci ho pensato in questi giorni e ora è arrivato il momento di dirvela.”, esordì.

“Ossia?” chiese Rayal, preoccupata.

A quella domanda fece un respiro profondo.

“Ecco io ho ... ho deciso di lasciare temporaneamente Konoha.”, iniziò.

Sgranarono gli occhi, sconvolti, stentando a crederci. Ren quindi la prese per le spalle.

“Ma cosa cavolo stai dicendo?! Non puoi dire sul serio!”, esclamò.

Jamila allora lo fissò, seria.

“So che siete sconvolti ... ma lo faccio anche per voi. Ho intenzione di partire per un allenamento solitario. Credetemi, non voglio essere egoista, vi voglio troppo bene ... per ... per perdervi ... almeno così riuscirò a diventare più forte per proteggervi mi capite?”, spiegò lei.

“Certo che ti capiamo ... è solo che ... siamo piuttosto stupiti.”, fece l'Haruno di rimando

“Anch'io lo sono in effetti, ma non temete, tornerò un giorno.”, li rassicurò lei, con un caldo sorriso.

Sapevano che sarebbe tornata, ma erano comunque dispiaciuti che lei partisse. Dopotutto si erano affezionati a quella ragazzina tanto testarda quanto insicura e poi avevano imparato ad apprezzarla e l'idea che se ne andasse li rattristava.

Il giorno seguente Jamila comunicò la sua decisione all'Hokage, che rimase stupita.

“Sei proprio sicura di volerlo fare?”, chiese.

“Si, per il bene di Konoha lo sono”

Tsunade sospirò.

“E va bene, avrai il mio permesso ... e non ti azzardare a morire capito?”, fece poco dopo.

Jamila rise. Era ovvio che anche l'Hokage si fosse affezionata a lei.

“Non morirò stia tranquilla”

“Bene ... quando partirai?”

“Domani mattina”

Poi l'Hokage la congedò.

Arrivò il turno di dirlo a Kiba, che non fu per niente felice della notizia. Ma accettò a malincuore.

“Promettimi che tornerai sana e salva”

“Tornerò e staremo di nuovo insieme”

Si baciarono dolcemente, stringendosi in un caldo abbraccio mentre quel pomeriggio lui l'aiutò a preparare lo zaino per la partenza con tutto quello che le occorreva.

Quella notte però lei non dormì, o almeno lo fece, ma in modo inquieto. Infine giunse il momento fatidico e poco prima dell'alba tutti i suoi amici erano li a salutarla. Ren e Rayal furono i primi a porgere i loro saluti in un abbraccio di gruppo.

“Buona fortuna, ci mancherai”

“Anche voi e mi raccomando, siate forti”

“Lo saremo”

Poi toccò a Sakura, Naruto e Sasuke, che l'abbracciarono a loro volta.

“Dacci dentro.”, le disse l'Haruno.

“Certamente”

Poi ci fu Kiba che la strinse con vigore.

“Sarò qui ad aspettarti”

“Prenditi cura di Kyuu fino al mio ritorno”

“Contaci”

Si baciarono, ignorando gli sguardi stupiti di Kakashi e Tsunade. Anche loro la salutarono. E dopo gli ultimi saluti, ai primi raggi del sole, Jamila partì per il suo viaggio. Li guardò un'ultima volta in lontananza e sorrise.

Tornerò un giorno e sarò più forte e in grado di proteggervi tutti, è una promessa solenne.

E con quel pensiero si lasciò Konoha alle spalle.

Su una rupe in lontananza stava una figura con una maschera sul volto, che la osservò sogghignando.

“Chi ride bene ... chi ride ultimo ... ci rivedremo Jamila”


 

Angolo dell'Autrice

Cari lettrici, cari lettori, siamo arrivati purtroppo alla fine di questa fantastica fanfiction sul fantastico mondo di NARUTO. Scriverla è stata davvero una vera e propria avventura, credetemi. Ho davvero patito, ma alla fine ci sono riuscita.

Volevo ringraziare con tutto il cuore la mia amica MartinForever perché senza il suo aiuto e il suo sostegno non sarei mai riuscita a creare questa storia che mi ha fatto emozionare e non poco. Grazie di cuore, devo anche a te tutto questo. Ringrazio poi AkaneChan95 e Sasuko per le loro recensioni e i loro consigli che non dimenticherò mai poiché sono stati davvero molto preziosi e costruttivi.

Concludo dicendo ... grazie di cuore e alla prossima avventura.

Bacioni EragonForever! (Capitolo leggermente sistemato)

 

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