A Letter For You

di malefica00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** There's post for you! ***
Capitolo 2: *** A Nice Start ***
Capitolo 3: *** A Long Letter ***
Capitolo 4: *** Fixed Thoughts ***



Capitolo 1
*** There's post for you! ***


💌A LETTER FOR YOU💌

1. There's Post For You


“Hyung, voglio andarci!” Namjoon indicò un volantino appiccicato sul palo della luce.
“No” rispose semplicemente Yoongi.
Namjoon gli si parò davanti sfoderando il suo broncio migliore.
“Non provarci nemmeno. La tua faccia da cagnolino bastonato non funziona con me” rispose il maggiore, riservandogli un’occhiata gelida. Diavolo, era stanco e voleva ritornare a casa. Namjoon e le sue stupide idee perditempo.
“Hyung ti prego~ Non sei curioso di scoprire il tuo futuro?”
“Nam, non ti sentiresti in colpa a buttare via 30.000₩ per farti leggere la mano?”
“No, non legge la mano. Ti svela il futuro!” lo corresse contrariato Namjoon.
“Pensaci Yoongi-hyung, non ti attira sapere cosa ti succederà tra dieci anni? Se il destino decide di farti morire in un incidente, almeno lo saprai prima!”
“Che grande consolazione! Sul serio pensi che continuando così mi convincerai? Non ho bisogno di queste baggianate. Io sono un uomo soddisfatto del mio successo.”
“Tu pensi solo al lavoro! È per questo che ancora a ventisette anni sei single! Se tu consultassi...”

“Non ho bisogno di una inutilissima chiaroveggente.”
“Ma hyung pensaci. E se magari il tuo futuro fidanzato girasse l’angolo in questo esatto momento o se lo incontrerai tra cinque anni nel mio futuro ristorante? Almeno lo saprai prima.”
Yoongi lo guardò in cagnesco. “Dì un po’, sei sicuro che stiamo parlando ancora di me? Sputa il rospo, vuoi andare dalla veggente per chiedergli se riuscirai ad aprire il ristorante, non è così?”
Namjoon sospirò e si aggiustò il cappellino che portava in testa. “Lo sai che da quando mio padre mi ha cacciato di casa sono senza fondi. Ci vorrebbe un miracolo.” “Allora non pensi sarebbe meglio un pellegrinaggio a Lourdes?” scherzò Yoongi togliendogli il cappellino dalla testa e mettendoselo sulla sua. Nonostante il suo essere burbero, voleva davvero bene a Namjoon.

“Ok, andiamo da questa grandiosa persona che prevede il futuro, ma ti avviso che ti accompagnerò e basta. Non voglio prendere parte a tutto questo.”
“Grazie Yoongi-yah! Sei il migliore!” Namjoon gli si gettò addosso abbracciandolo ma Yoongi se lo scrollò immediatamente via. Gli puntellò un dito sulla fronte guardandolo negli occhi.
“Ricorda: niente effusioni in pubblico. Ho una reputazione da difendere.”


Così Yoongi e Namjoon seguirono l’indirizzo indicato dal volantino, camminarono per mezza città prima di trovarsi in un vicolo senza via d’uscita. Ad un lato erano ammassati bidoni dei rifiuti, dall’altra parte il muro era ricoperto dai graffiti.
“Nam, sei sicuro di aver letto l’indirizzo correttamente? Mi sembra di essere sul set di un film di gangster o sulla via per un dozzinale night club.”
“Non farti tutti questi problemi hyung, siamo nel posto giusto. È solo un luogo molto... pittoresco.”
“Eh?” Yoongi affrettò il passo e si ritrovò a camminare affianco a Namjoon che si era incantato ad osservare un’insegna luminosa attaccata su una vecchia porta di legno. L’insegna presentava a grandi linee eleganti la scritta glitterata: Lady Jin Jin.
Yoongi preferì non porsi domande ed entrò seguendo Namjoon come un cagnolino. Sinceramente quel posto gli metteva una certa ansia e un po’ di timore. All’interno le luci erano di un viola soffuso e, attaccate ad ogni parete, vi erano foto, dalle più bizzarre alle più inquietanti. Yoongi cercò di non mantenere fisso lo sguardo su una foto in bianco e nero che aveva particolarmente attirato la sua attenzione. Rappresentava un ragazzo con alcune fattezze animali: sembrava un ibrido, mezzo uomo e mezzo gatto. Infatti era un ragazzo, e anche abbastanza carino, ma una lunga coda pelosa da gatto gli spuntava da dietro e sulla testa due orecchie da gatto si facevano spazio, per completare il tutto baffi da gatto spuntavano sotto il naso. Yoongi rabbrividì a quella foto e si passò nervosamente una mano tra i capelli biondo cenere. Era una situazione piuttosto inquietante. Non esistevano cose del genere. Quel posto continuava a non piacergli. Si disse di resistere un po’, alla fine lo faceva solo per il suo migliore amico.
“Hyung, da questa parte” Namjoon richiamò la sua attenzione e lo spinse ad entrare oltre una tenda color prugna, che arrivava fino al pavimento di granito.
Una volta entrati, i ragazzi si ritrovarono in un’altra stanza, completamente diversa dalla precedente. In questa, al posto delle foto, erano attaccate stelline argentate e un tavolo coperto da una tovaglia anch’essa color prugna era sistemato in mezzo.
“Ohilà, chi va là?” Una voce irruppe nella stanza facendo tremare Yoongi dalla sorpresa e dalla paura contemporaneamente.
Namjoon, invece, si inchinò verso la proprietario di quella voce acuta.
“Lei dev’essere Lady Jin Jin, sono molto felice di conoscerla. Io e il mio amico vorremmo usufruire dei vostri servigi!”
Un grande, grandissimo “Eh?” era stampato sulla fronte di Yoongi.
Servigi? Ma andiamo! Neanche nell’Ottocento si usava questo termine. Nam, da quale secolo lo hai rubato?

“Oh! Ma che ragazzo ben educato che sei! Ti chiami Kim Namjoom, vero?” chiese quella che ormai Yoongi identificò come chiaro veggente. La sua voce aveva un qualcosa di strano, molto strano. Sembrava quasi maschile! Namjoon lo colpì su un braccio.
“Yoongi, hai sentito? Sa il mio nome! Te l’avevo detto che mi stava aspettando!”
Sì Namjoonie, stava aspettando proprio te e i tuoi 30.000.

Lady Jin Jin, con in braccio un gatto nero, uscì dalla penombra e si piazzò seduta al tavolino, dove la fioca luce viola del lampadario illuminava la palla di vetro che le imbroglione come lei chiamano: Palla di vetro magica.
Yoongi avrebbe voluto riderle in faccia, ma si astenne dal farlo quando scrutò un po’ meglio il suo viso. Quella donna, che a Yoongi non sembrava esattamente donna, assomigliava terribilmente al ragazzo-gatto della foto, ma questa versione donna non comprendeva orecchie e simili. In più, Lady Jin Jin si dimostrava parecchio uomo per essere una donna. Ok, era davvero confuso.
Questo essere dalla dubbia sessualità, come lo classificò Yoongi, posò un attimo lo sguardo su di lui e poi di nuovo su Namjoon e gli sorrise.
“Bene Namjoonie, non sei curioso di conoscere il tuo futuro?” gli domandò ammiccando.
Maledizione, ancora una volta quella voce stridula si insinuò nelle membra di Yoongi.
Che qualcuno mi dica che non si tratta di un transessuale, per favore.

Con tutto il rispetto Lady Jin Jin, ma io sono venuto qui per il mio amico.”

What? Questo piccolo stronzo maledetto! E io che ci sono cascato come un cretino!

“Questo amico- continuò Namjoon rivolgendosi a Lady Jin Jin che lo guardava con gli occhi accesi dall’interesse – ha una carriera brillante, ma è sempre più solo. E io da buon amico che sono, sono molto preoccupato, tant’è che mi sono sentito in dovere di portarlo da lei. Per favore lo aiuti. Gli dica se troverà mai qualcuno che se lo prenderà” pregò Namjoon con le mani congiunte e le lacrime agli occhi.
Che scena patetica. Gli aveva fatto fare la figura del disperato con un transessuale. Bene.
“Oh my poor baby! Certo che vi aiuterò. Basta semplicemente che il tuo amico metta la mano sulla mia sfera magica e saprò leggergli il futuro” disse Lady Jin Jin, coperta nel suo mantello, ovviamente, color prugna.
“Io non voglio sapere il mio futuro, voglio solo andarmene!” protestó Yoongi, ma Namjoon afferrò la sua mano poggiandola contro la fredda superficie della palla di vetro. Tutti, gatto compreso, osservarono la mano su quell’aggeggio. Quest’ultimo, dopo pochi minuti si illuminò di un verde smeraldo e Lady Jin Jin esultò eccitata battendo le mani.
“È verde! Ciò vuol dire che ci sono grandiose notizie in campo sentimentale!” esclamò, togliendosi il cappuccio e rivelando una corta chioma castana.
Ok è decisamente un uomo. O un mezzo uomo.
“Non sei interessato a sapere se farai nuovi incontri?” domandò Lady Jin Jin.
“No.”
“Mmh.. che ragazzo freddo e spiccio, non vuoi proprio sapere cosa ti riserva il futuro?”
Yoongi scosse la testa.
“Va bene, non posso costringerti, però ti dirò solo una cosa: nuovi incontri farai e solo se tu stesso lo deciderai, in qualcosa di più si evolverà. Ma se sincero non sarai, con la peggior moneta ripagato verrai.”
Yoongi non prestò molta attenzione alle parole della veggente, non era mai stato realmente interessato neanche a far finta di crederci.

Dopo aver riscosso i 30.000₩, Lady Jin Jin si congedò, entrambi i ragazzi furono accompagnati fuori dal gatto che, con la folta coda e molta nonchalance, si richiuse la porta alle spalle.
Inquietante.

“Yoongi, non sei contento? La veggente ha detto che farai nuovi incontri!”
“Namjoon, non hai capito che quella veggente da quattro soldi è un transes- niente Joonie, niente… non voglio rovinare la tua innocenza da venticinquenne, anzi, più che innocenza qui parliamo di stupidità umana. La tua Namjoon, per avermi fatto perdere tempo, e la mia, per averti assecondato.”
Detto ciò, Yoongi si incamminò verso la sua abitazione, lasciando Namjoon a riflettere sulla sua innata stupidità.




Il palazzo dove abitava Min Yoongi si trovava nel quartiere più vivo di Seoul, al centro dell’attenzione. Era talmente importante che aveva persino un nome: Dontown Palace. Molte erano le personalità importanti che vi alloggiavano, dalle star internazionali in viaggio in Corea del Sud, a personaggi importanti del Paese. Si dice che anche la presidentessa Park vi abbia soggiornato un paio di volte.

Come poteva Min Yoongi permettersi tutto questo lusso?
Ebbene, se alla giovane età di quindici anni sognava un futuro da rapper in giro per il mondo, a vent’anni quel sogno sembrò sparire nel nulla quando sua nonna gli piazzò fra le mani un libro di ricette. Yoongi era sempre stato un ragazzino fin troppo tranquillo e abbastanza silenzioso. Sfogava la sua solitudine con la musica e con nient’altro. Perciò, adesso, proprio non si spiegava com’era finito a presentare programmi di cucina, scrivere libri sulla perfetta ricetta per cucinare la pasta italiana e fare da special guest nei programmi di cucina più famosi della nazione. Proprio non se lo spiegava. E dire che all’inizio non sapeva friggere neanche due uova! Inoltre, come prova della sua grande fama di chef, le sue fan, la maggior parte delle quali ajhumme, avevano aperto anche un blog in suo nome. Corredato persino di Fanclub: The Sugars. Insomma, Min Yoongi era sulla cresta dell’onda.

“Signor Min, c’è posta per lei!” annunciò il portiere del palazzo. Yoongi aveva appena varcato la soglia dell’ingresso quando il portiere lo chiamò, quindi si girò verso di lui e gli andò incontro. Non appena gli fu davanti, si inchinò in segno di saluto e prese le buste che il portiere gli stava porgendo. Dopo di che se ne andò alla svelta, aveva appena finito di filmare il suo programma: “Yoongi’s cooking”, in più quell’idiota del suo migliore amico l’aveva portato da una chiaroveggente transessuale con un fetish con il color prugna.
Era stanco e puzzolente di frittura, aveva solo bisogno di farsi una doccia calda.

Dopo aver salito esattamente quarantadue scalini, oh sì, li contava ogni volta, ed essere arrivato al suo piano, aprì il portone del suo appartamento e vi si infilò dentro. Si tolse la giacca, che appese all’appendiabiti, e gettò la posta sul tavolinetto vicino il divano di pelle lucida nera. L’avrebbe aperta più tardi, di sicuro era la bolletta della luce e l’invito all’inaugurazione di qualche ristorante.
Più stanco del solito si chiuse in bagno e si rilassò sotto il getto caldo della doccia per più di un’ora. Quando si riscosse dal torpore dell’acqua e si ricordò che quest’ultima non era gratis, si affrettò ad uscire e ad avvolgersi nel suo morbido accappatoio griffato. Si diede una sistemata ed uscì dal bagno che erano già le nove. Doveva prepararsi qualcosa per cena ma, dopo una giornata intera passata ai fornelli, cucinare era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, e poi non aveva neanche tanta fame. Approfittando di quel momento, ciabbattò fino in soggiorno, accendendo la tv e rilassandosi sul divano. Quella sera davano uno dei suoi film preferiti e non vedeva l’ora di goderselo in santa pace.
Si sporse per afferrare un cuscino quando notò la posta ancora sul tavolinetto, così afferrò anch’essa insieme al cuscino. Le buste erano tre e controllò cosa fossero: la prima era la bolletta della luce. Sì non era una sorpresa, l’aspettava da una settimana; la seconda era pubblicità: offerte e sconti nei negozi Spao su tutte le magliette degli Exo. A lui non piacevano gli Exo, così la gettò via. Si rigirò l’ultima busta tra le mani e notò che era molto decorata, con motivetti eleganti e dorati che la orlavano. Yoongi capì che si trattava di una lettera e sorrise.

Ecco il famoso invito all’inaugurazione del ristorante di Sangwoon.

Sangwoon era un suo vecchio compagno di università e del corso per cuochi.
Si sorprese, invece, quando vide l’emittente. Un certo Jung Hoseok. Yoongi non conosceva nessuno con quello strano nome così, preso dalla curiosità, aprì velocemente la busta e rimase ancora una volta sorpreso quando vide che si trattava di una lettera.
Uno sconosciuto mi ha scritto una lettera. Oh, sarà un fan.

Ciò che era strano era che Yoongi non aveva mai avuto fanboy, o almeno non che lui sapesse. Era sicuro che Hoseok fosse un nome da maschio. Come era sicuro del fatto che lui non fosse Taehyung. Lo diceva la lettera.

 
Gwanju, 5 aprile

Caro Taehyung, - iniziava proprio così. Yoongi era fermamente convinto di non essere il suddetto Taehyung, né di avere un alterego. Questo tizio non ci stava proprio se lo aveva scambiato per uno sconosciuto. Spinto dalla curiosità, però, continuò a leggere la lettera. -


come stai? Sono Hoseok, ho 26 anni e sono il tuo hyung dalla faccia di cavallo! Ho usato quell’applicazione per il cellulare che è in grado di trovarti l’anima gemella e, dopo due ore di caricamento, mi è uscito il tuo profilo. Ho sbirciato un po’ e ho notato che adesso sei in viaggio in India perciò, se non ho sbagliato come al mio solito, adesso starai leggendo questa lettera direttamente da Calcutta, non è così? Dimmi che non ho sbagliato e che non ho inviato la lettera per sbaglio a qualche maniaco stalker! Non vedo l’ora che ritorni in Corea per poterti conoscere. Ehm… forse sto andando troppo veloce, ma ho bisogno di un amico. L’unica cosa eccitante in questo periodo è quando passo le mie giornate ad allenarmi allo studio di danza. È diventato noioso persino stare con Jimin e Jungkook, i miei migliori amici. Entrambi sono nel periodo dove anche il solo respirare di Jimin infastidisce Jungkook e viceversa. Ma io lo so che in realtà si amano eheh! Ora ti devo lasciare dongsaeng, mentre scrivo questa lettera mi trovo in un locale seduto in mezzo ai due sopracitati; in questo momento Jimin è frustrato perché Jungkook ha ordinato per tutti e tre un succo alla fragola quando invece lui lo voleva alla pesca. Rispondimi presto Tae, ho bisogno di supporto.

Hoseok, il tuo amico di penna~

P.s. : In caso te lo fossi chiesto, sono gay. Ah, il tuo indirizzo l’ho preso dal tuo profilo.



Yoongi scosse la testa e si trattenne dal ridere, seriamente, quel tipo era esilarante. In meno di venti righi gli aveva fatto venire mal di testa con le sue parole confuse.
La lettera era datata 5 aprile, quindi Hoseok l’aveva scritta cinque giorni prima.

Ma alla fine chi sono ‘sti tipi? Jimin, Jungkook, Taehyung, Hoseok… nomi che Yoongi non aveva mai sentito in vita sua e lui in ventisette anni ne aveva conosciuto di gente! Ok, quel ragazzo era strano. Aveva detto lui stesso di essere molto maldestro.
Yoongi era estremamente d’accordo. E comunque no, lui non era un brutto stalker maniaco. Semmai era colpa di Hoseok che se le chiamava. Continuava a non capire come la lettera fosse finita nella sua cassetta postale e non in India in quella di Taehyung.
Ma poi…sul serio l’aveva chiamato dongsaeng?


☆~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~☆



Quindi, per quanto ne sapeva, Taehyung, la presunta anima gemella di Jung Hoseok, era andato a farsi un gap year intorno al mondo, Hoseok si annoiava da solo, non sopportava più Jimin e Jungkook… due presunti ragazzi innamorati l’uno dell’altro, ma che ancora non lo sapevano. Hoseok aveva scritto di aver bisogno di sostegno.
Era per quello che adesso si trovava in cucina con una penna e un foglio tra le mani?

“Ah Min Yoongi, che stai facendo? Hai una dignità! Non puoi rispondere ad una lettera che non è per te. Stai commettendo una bassezza!” esclamò a voce alta, gettando il foglio a terra.
“Però ha bisogno di sostegno! Si sente solo ed annoiato! Gli scrivo una piccola risposta di incoraggiamento e fine!” e raccolse il foglio da terra poggiandolo sul tavolo.
“Ma se poi si accorge che non sono Taehyung? Mi farò odiare da un estraneo. E se mi denuncerà per diffamazione? La mia carriera sparirà nel nulla.. La potrei semplicemente rispedire indietro, no?”
Questa volta strappò il foglio in tanti coriandoli e se li gettò addosso.
“Min Yoongi sei una checca! È solo una cazzo di lettera, che male potrò fare rispondendogli? E poi è lui che ha sbagliato indirizzo! Hoseok ha iniziato tutto questo e ne dovrà pagare le conseguenze!” Finito il monologo Yoongi si procurò un altro foglio e si rimise seduto.
Pensò a cosa potesse scrivergli per non destare sospetti.

 
 
Calcutta, 10 aprile

Caro Hoseok, -quale miglior modo per iniziare?-

sono Taehyung. Per fortuna la tua lettera è finita nelle mie mani, che colpo di fortuna, vero? Pensa se l’avessi mandata ad un indirizzo a caso! Io sto bene qui in India. Mi dispiace che tu non te la stia passando alla grande. Sentiti libero di sfogarti con me ogni volta che vuoi. Sono felice di poter parlare con te.

P.s. : Tranquillo, sono gay anch’io.

Yoon Taehyung.



Visto? Ci voleva tanto?
Anche se si sentiva tremendamente in colpa ad essersi finto qualcun altro. Aveva persino indirizzato la lettera da Calcutta!
La piegò e la sistemò in una busta bianca, l’avrebbe imbucata la mattina dopo prima di andare al ristorante.

Troppo preso dalla situazione, Yoongi si perse il suo film preferito e anche nel letto non smise di pensare a Jung Hoseok. Ogni volta che chiudeva gli occhi per cercare di prendere sonno, la curiosità si faceva largo nella sua mente, cercando di immaginarsi che aspetto avesse il ragazzo. Dalla lettera sembrava essere molto simpatico e alla mano, ma gli sarebbe piaciuto vederlo di persona.

Quella notte si costrinse a prendere sonno pensando che tanto non lo avrebbe più sentito.
Era impossibile che Hoseok sbagliasse di nuovo indirizzo.





[ ]
E questo è il primo capitolo della mia nuova fanfiction. Prima sui BTS.
Avevo intenzione di pubblicarlo molto tempo prima ma per una serie di sfortunati eventi mi ritrovo a pubblicarlo solo adesso. Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito almeno un po'.
Mi farebbe piacere ricevere qualche vostro parere quindi se vi va lasciate una recensione :)
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Capitolo 2
*** A Nice Start ***


💌A LETTER FOR YOU💌

2. A Nice Start



La mattina dopo, come da copione, Yoongi si alzò tardi per merito della sua pigrizia. Fece ritardo anche alle poste ma riuscì lo stesso a spedire la lettera con l’indirizzo di Hoseok prima di andare a lavoro. A quanto pare quel ragazzo, Hoseok, viveva a Gwangju, molto lontano dalla caotica Seoul.

Da quando spedì la lettera, trascorse una settimana piuttosto silenziosa per Yoongi. Stranamente Namjoon non si era fatto sentire da quel pomeriggio da Lady Jin Jin e né lui lo aveva cercato; la settimana era stata stancante, piena zeppa di lavoro e presentazioni gastronomiche.
Con sollievo, ma anche con un po’ di rammarico, Yoongi non ricevette nessuna lettera.

Evidentemente si sarà accorto dell’errore e avrà rispedito la lettera al vero Taehyung.

E dire che in un remoto angolo del suo cuore provava una strana tristezza; A parte Namjoon, Yoongi non aveva amici così stretti con cui confidarsi o scambiarsi lettere.

Voglio dire, chi si scrive più lettere da quando c’è WhatsApp?

Gli sarebbe piaciuto scambiare quattro chiacchiere con qualcuno che non lo conosceva per la sua fama, ma bensì come Min Yoongi, appassionato di cucina ma prima di tutto un bravo ragazzo. Perché sì, prima di essere uno dei cuochi più apprezzati dalla nazione, quando era giovane e un po' meno ricco era stato un bravo ragazzo, del tipo che il voto più basso che avesse mai preso si fermava sulla soglia del 6. Yoongi era quel ragazzo appassionato di letteratura, la cui giornata ideale era sedersi fuori in veranda, nella mano destra una tazza di cioccolata calda e nella sinistra uno dei tanti libri della biblioteca della sua città. Durante la sua giovinezza visse in un piccolo quartiere insieme ai suoi genitori, non aveva fratelli e neanche un cane, nonostante l'avesse desiderato da quando era ancora in fasce.

Daegu era una città piccola e lui non aveva molti amici. Un giorno successe che per combattere la noia della domenica pomeriggio, sua nonna gli mise tra le mani un libro di cucina dicendogli di aiutarla a preparare una pietanza tradizionale per la festa cittadina.
Yoongi tutt'ora non ricorda quale fosse quella pietanza, ma ricorda benissimo che fu grazie alla nonna se lui scoprì la sua grande passione per la cucina. Passione che lo portò molto lontano. A vent'anni si trasferì a Seoul dopo aver passato il test d'ammissione alla School Of Cooking Art e grazie all'aiuto della sua famiglia e ai soldi guadagnati dalla sfilza di lavoretti part-time riuscì a pagare le prime tre tasse annuali. Fu in quel luogo che conobbe Namjoon, destinato a diventare suo compagno di stanza nel dormitorio e suo più grande, nonché unico, amico.

Sei anni dopo fu baciato dalla fama e ogni tipo di persona si avvicinò a lui: dagli approfittatori a coloro che volevano solo screditarlo. Yoongi tendeva spesso ad allontanarsi da questo genere di persone ma a volte, per causa di lavoro nella maggior parte dei casi, doveva fingersi qualcuno che non era entrando nei panni di qualcuno che non gli apparteneva. Per questo era sempre grato di avere NamJoon al suo fianco, perché così come gli era amico quando lui era nei panni di Min Yoongi il grande chef, allo stesso modo gli era amico quando era se stesso.
Pensava che tutto ciò gli andasse bene, ed era così: tutto gli andava bene così com'era, ma ci fu un attimo dopo aver ricevuto quella lettera, qualcosa si era smosso dentro di lui ed era nato il desiderio di parlare con qualcuno. Qualcuno che lo conoscesse semplicemente come una persona normale con l'interesse per la cucina e una vecchia passione per la musica.
A questo punto gli andava anche bene fingersi Kim Taehyung pur di parlare con Hoseok.

Fingersi altre persone non è un reato, vero?

Nonostante Yoongi si presentasse come uno scorbutico ragazzo al di fuori del lavoro, in realtà era felice di fare amicizia e conoscere gente nuova. Ecco, non è che la dimostrasse apertamente questa felicità.


-Ya! Tu, che fine hai fatto?- Digitò velocemente sullo schermo del suo iPhone e inviò il messaggio a Namjoon, dopo di che spense il cellulare e lo gettò dall’altro capo del divano. Si sistemò scompostamente tra i cuscini grigi sul divano e sbuffò guardando il soffitto.
Perché questo ragazzino non mi risponde?
Accese la televisione per distrarsi e si sintonizzò sul primo programma che gli passò davanti nella furia del suo zapping. Catfish. Il conduttore, Nev, aveva appena ricevuto una email dove una ragazza gli chiedeva di aiutarla a trovare il ragazzo con cui chattava da anni ma che non si era mai fatto vedere di persona né si era presentato agli appuntamenti. In quel preciso momento Nev stava blaterando qualcosa sullo stare attenti quando si parla su internet con uno sconosciuto perché potrebbe fingersi una persona perbene e poi rivelarsi un maniaco. Un brivido corse lungo la schiena di Yoongi. Si sentiva con la coda di paglia.
Io non mi fingo una persona perbene, io lo sono. E non sono un maniaco! Aish! Non posso sentirmi così per aver risposto ad una stupida lettera.

Una vibrazione ripetuta tra i cuscini scosse Yoongi che si affrettò ad afferrare il cellulare.
-Hyung, ti preoccupi per me~ Ma che carino! Comunque sono sotto, cinque minuti e sono da te♡-
Che significava quel cuore? Tutto quest’affetto. Namjoon. Tipico. Bastava un solo messaggio e te lo ritrovavi a casa.

Quando l’avrei invitato a salire?

Yoongi non fece in tempo a rispondersi che il campanello venne suonato con foga. Si alzò lentamente, con passi lenti e felpati attraversò l’ingresso e con movimenti ancora più estenuanti si limitò ad aprire il portone. Poi se ne ritornò sul divano, aspettando che la sua furia personale entrasse.
“Yoongi-yah! Perché sei così maledettamente pigro? Alza il culo che ho portato le pizze!” esclamò Namjoon entrando e posando due scatoloni di pizza sul tavolo.
“Pizza?” Yoongi annusò l’aria piena del profumo di pizza calda e si tirò su.
“Mi hai preso quella ai peperoni, vero? Altrimenti tu e le tue pizze sapete dov’è l’uscita.” “Yoongi-hyung sono sempre più commosso dalla tua delicatezza! Mi fai venir voglia di sbatterti la faccia su quella pizza ai peperoni che tra l'altro è proprio lì!” disse, puntando uno dei due scatoloni. Sulla faccia di Yoongi si dipinse un sorriso relativamente appagato e si sedette al tavolo pronto per gustarsi la sua pizza preferita.
“Di nuovo quell’espressione da orgasmo?” Yoongi smise di masticare e lo fulminò con lo sguardo.
“Cosa cavolo stai dicendo mostriciattolo?”
“Yah non dirmi che non te ne sei mai accorto! L’espressione da orgasmo è quella che hai ogni volta che infili in bocca un pezzo di pizza ai peperoni” spiegò con tutta la semplicità del mondo, come se fosse una cosa da niente.
“Taci prima che ti cacci a pedate” gli rispose Yoongi con tutta l’acidità del mondo. E si domandava come facesse Namjoon a sapere quale fosse la sua espressione da orgasmo.
A giudicare dall’occhiataccia dell’altro, Namjoon pensò che fosse meglio cambiare discorso e si diresse verso il frigo.
“Hai delle birre da qualche parte?” domandò ispezionando il frigorifero da cima a fondo ed estraendo quattro lattine di birra.
“È buffo, no? Due chef come noi che si ingozzano di pizza e birra, invece di mangiare escargot, tartufi e cose costose del genere.”
“Nam, tu sei uno chef squattrinato che lavora in un McDonald’s, dove li troveresti i soldi per andare a mangiare un piatto di escargots?” domandò Yoongi, gustandosi il formaggio filante della sua pizza. Namjoon gli sorrise mettendo in mostra le fossette che piacevano tanto al suo migliore amico.
“Bingo! È per questo che ho te. Tu mi servi. Sei ricco, la prossima volta portami in un ristorante costoso e fammi mangiare le lumache francesi!” Yoongi si limitò ad una smorfia.
Namjoon aprì la birra e ne bevve un gran sorso prima di illuminarsi improvvisamente.
“Ah giusto... quando stavo salendo, il portinaio mi ha fermato dicendo di avere questa per te..” Estrasse una busta da lettera dalla tasca della giacca di jeans e la porse al suo amico.
“Chi è questo Jung Hoseok che ti scrive lettere?”
A quella domanda inaspettata Yoongi sbiancò e la pizza gli andò di traverso. Iniziò a tossire e Namjoon gli batté una mano sulla schiena, quando si riprese e si pulì le mani unte, afferrò la lettera e se la strinse al petto come per proteggerla dalle mani dell'amico. Ciò, naturalmente, scaturì una certa curiosità d parte di Namjoon che assottigliò lo sguardo.
“Non sarà che il mio bambino si è trovato il fidanzatino?” domandò imitando alla perfezione la voce della madre di Yoongi, e quest’ultimo lo colpì in testa con la lettera stessa.
“Odio quando fai così! No, non mi sono trovato il fidanzatino. È solo…una persona qualunque.”
“Sì, e io sono stupido.”
“Ma tesoro, tu sei stupido.”
“Ya, imbecille! Raccontami tutto. Chi è?”
“Un ragazzo” rispose evasivo Yoongi.
“Questo lo so già. Va’ avanti” lo esortò l'amico, ma la verità era che Yoongi aveva troppa poca voglia di parlare, quindi decise di sbrigarsene in modo veloce.
“Ti farò un riassunto, accontentati. In pratica… è iniziato tutto una settimana fa, il giorno che siamo andati da quell’imbrogliona di Lady Jin Jin. Alla sera il portinaio mi disse di avere una lettera per me e quando la lessi scoprii che l’emittente, Jung Hoseok, aveva sbagliato l’indirizzo e, invece di mandarla ad un certo Kim Taehyung, era finita da me. Da bravo stupido io gli risposi perché… beh, perché mi faceva pena. Pensavo comunque che una volta accortosi dello sbaglio, non mi avrebbe scritto più. Invece ecco qui la sua risposta e, detto con tutta sincerità, ho paura ad aprire la busta.” Yoongi finì il suo discorso sospirando. Namjoon era completamente spiazzato.
“…Wow!” esclamò poco convinto, suonava quasi some una domanda.
“Non sai dire nient’altro?”
“È che… Wow.. la predizione di Lady Jin Jin si è avverata!” esclamò Namjoon battendo le mani energicamente.
“Cosa? Che c’entra quella?” domandò Yoongi stizzito. Lo sguardo di Namjoon balzò dalla lettera al suo amico.
“Pensaci. Lady Jin Jin ha detto che farai nuovi incontri, aveva ragione. Questo è un segno del destino. Se solo tu l’avessi lasciata parlare…”
“Nam, come puoi credere a queste cazzate? Innanzitutto io non ho conosciuto nessuno, è stato solo uno sbaglio che non accadrà più, in secondo luogo io non credo a niente di tutto quello che esce dalla bocca di quella donna.”
“Non capisci... Il fatto che la lettera sia arrivata a te e non a Taehyung è un segno del destino. Rifletti, come avrebbe fatto Hoseok a sbagliare recapito due volte?” Yoongi sviò lo sguardo.
“È una persona molto maldestra, l’ha detto lui stesso.”
“Nessuno può essere così incapace da sbagliare l’indirizzo due volte.”
Yoongi sembrò pensarci su ma poi scosse il capo. “È tecnicamente impossibile.”
Namjoon roteò gli occhi. “Fa’ come vuoi. Non vedo l’ora di sentirti dire te l’avevo detto.
“Idiota. Mangia la pizza e sta’ zitto.”
Dopo aver mangiato la pizza, e aver giocato ai videogiochi per tutta la sera, Yoongi spedì via senza troppi complimenti Namjoon, con la promessa che si sarebbero incontrati il giorno dopo.

Pulì veloce in cucina e si diresse nella sua grande stanza da letto dalle pareti dipinte di un intenso blu oceano pandan con la trapunta indaco che copriva il letto matrimoniale. Yoongi chiuse la finestra e si sedette sul letto a gambe incrociate, con la lettera ancora tra le mani. Era ancora chiusa, nonostante Namjoon l’avesse pregato più volte di aprirla perché era curioso di leggere cosa gli avesse scritto Hoseok, ma Yoongi l’aveva custodita gelosamente, tenendola lontana dalle grinfie del suo migliore amico.
Anche lui era curioso di sapere cosa ci fosse scritto ma era anche un po’ preoccupato. E se Hoseok aveva scoperto che si era finto un altro? Sarebbero stati guai.

Rigirò la lettera tra le mani per qualche minuto, combattuto tra la preoccupazione e la curiosità ma alla fine si decise e aprì delicatamente la busta tirando fuori la lettera piegata accuratamente. Si concesse un attimo per sfiorare con le dita i familiari motivetti dorati ai bordi del foglio
e quando si sentì pronto, dopo aver preso un bel respiro, Yoongi iniziò a leggere:

 
Gwangju, 17 aprile

Caro Taehyung,

come stai? Io sto bene.
Sono davvero felice che tu abbia deciso di rispondere alla mia prima lettera. Certo, ricevere una lettera da uno sconosciuto che ha spiato il tuo profilo su un’applicazione per incontri è inusuale, ma tu ti sei fidato ciecamente di me e mi hai persino risposto! Non ci posso credere! Sinceramente non mi aspettavo una risposta, infatti dopo aver inviato la prima lettera pensavo che appena l’avessi letta l’avresti buttata nel cestino, invece eccomi qua, a scriverne una seconda. Sono molto emozionato, e chiedo scusa se le mie parole sembreranno impacciate!
Tu sei lì, in India, e hai letto la mia lettera! Ti giuro che non appena ho ricevuto la risposta ero più agitato di una fangirl di fronte al proprio idol! Posso sembrarti eccessivo ma non mi è mai capitata una cosa del genere! Voglio dire, chi si scrive più lettere da quando c’è WhatsApp?
Sai, Tae-Tae (posso chiamarti così?) potremmo diventare amici, no? Insomma… se vuoi… non sono il tipo che costringe le persone a diventare amici… amici si diventa in modo naturale, senza costrizioni.
Comunque adesso è un periodo relativamente tranquillo: Jimin e Jungkook hanno smesso di attaccarsi a vicenda, per ora. Invece io passo il mio tempo ad allenarmi nella cantina di casa mia. Eh sì, niente palestra o scuola di ballo.. sono un po’ in rosso ultimamente eheheh

Ah, sono in cerca di un lavoro; l’ultimo che ho sperimentato in questo mese è stato il cameriere in un ristorante del mio quartiere. L’ho lasciato dopo soli tre giorni perché mi trattavano come uno sguattero. Gli chef sono definitivamente finiti sulla mia lista nera. È la razza più presuntuosa che possa esistere. Si sentono così superiori!
E tu, invece? Lavori? Anche tu odi gli chef? Rispondimi presto!

Hoseok.


Yoongi non se lo fece ripetere due volte, prese un foglio bianco ed una penna e scrisse immergendosi nei panni di Taehyung per la seconda volta. Era strano ammetterlo ma provava le stesse emozioni di Hoseok quando aveva ricevuto la lettera di risposta. Anche per lui quella era una cosa mai successa. Aveva un amico di penna ora. Tecnicamente le lettere non erano per lui, ma si stava lasciando lentamente questa fase dei sensi di colpa alle spalle.
 
Calcutta, 22 aprile

Caro Hoseok,

io sto bene. Hai ragione, scrivere lettere è diventata una cosa inusuale in questa generazione, ma sono contento che tu abbia deciso di scrivermi. Sì, mi piacerebbe diventare tuo amico; non ho mai avuto un amico di penna prima d’ora e sarebbe fantastico averne uno.
Mi fa piacere che tu sia più tranquillo adesso; nella prima lettera mi sembravi piuttosto agitato. Sarà perché i tuoi amici si sono dati una calmata, no?
Ti auguro di trovare presto un lavoro, magari non in un ristorante!
Sono curioso.. quanti lavori hai cambiato fino ad ora? Comunque io non credo che tutti gli chef si sentano superiori. Niente affatto, te lo posso assicurare! Io lavoro a tempo pieno, sono uno chef abbastanza affermato!

Tae-Tae.



Yoongi piegò la lettera e la chiuse nella stessa busta della lettera di Hoseok, che conservò nel cassetto del comodino. E per la seconda volta andò a letto e non riuscì a dormire. L'immagine sfocata di Hoseok vagava nella sua testa. Aveva così poche informazioni su di lui che non sapeva neanche se fosse realmente coreano. Il pensiero della lettera, di Hoseok stesso, della teoria di Namjoon e di Lady JinJin lo tormentò per tutta la notte. Si sentiva come se fosse chiuso in una palla di vetro, se la scuotevi, al posto della neve, tutti i pensieri turbinavano senza fermarsi.

E finalmente, alle 02:13 riuscì ad addormentarsi, con il pressante pensiero di chiedere nella prossima lettera una foto a Hoseok.


Dopo cinque giorni esatti, Yoongi si svegliò per andare al lavoro. Raccolse la posta di prima mattina e se la portò con sé per tutto il giorno. Se ne ricordò solo quando era sulla strada per ritornare a casa, non ce la faceva più ad aspettare, era così curioso che si fermò nel parco e si sedette su una panchina, estrasse la lettera dalla tasca della giacca e l’aprì; come al solito era decorata con gli stessi motivetti dorati. In quel momento, Yoongi si sentì davvero felice; non sapeva spiegarsi il sorriso che compariva sul suo volto ogni volta che aveva una lettera di Hoseok da leggere. Il tempo di aprirla e si ritrovò tra le mani il foglio liscio solcato dalle parole.

 
Gwangju, 27 aprile

Caro Taehyung,

omo che figuraccia! Come potevo immaginare che tu fos- No, credimi non ce l’ho con tutti gli chef.. tu sei…diverso. Non volevo generalizzare, spero di non averti offeso. Ti capirei se non volessi più parlare con me. Mi dispiace di averti offeso.

Hoseok.


Ma che cazzo.

Tutto qui?

Non sapeva spiegare il perché, ma Yoongi ci era rimasto male. Aveva aspettato cinque giorni nell’impazienza di ricevere una risposta e l’unica cosa che gli aveva scritto erano delle banali scuse? Non capiva perché il ragazzo si sentisse così in colpa! Non doveva scusarsi di niente perché niente era successo.
Sulla strada del ritorno si fermò in una tabaccheria e comprò una busta da lettera e il francobollo. Non appena arrivò a casa, si disfò degli abiti impregnati dalla puzza di frittura e dopo essersi messo comodo mandò un messaggio a Namjoon scusandosi di non poterlo incontrare quella sera. Sinceramente non se la sentiva di uscire, anche perché conosceva Namjoon meglio di se stesso e quindi, sapeva benissimo che l’avrebbe trascinato nel solito locale puzzolente di vodka dove si esibivano i peggio cantanti di strada. Adesso che ci pensava, aveva anche una cena a base di lumache da offrirgli, motivo in più per non incontrarlo.
Preferì, invece, rifugiarsi in camera sua, seduto alla scrivania con un foglio bianco davanti. Prese una penna e scrisse semplici ma concise frasi.

 
Calcutta, 2 maggio

Caro Hoseok,

la fai troppo tragica! Non mi sono offeso per niente, ognuno è libero di esprimere la propria opinione.
Stai tranquillo, io voglio ancora parlare con te!
E colgo l’occasione per chiederti di raccontarmi di te, è un buon modo per conoscersi meglio, non credi? Quindi.. parlami di te.
Rispondimi presto, e non farmi stare in ansia.

Taehyung.



Doveva chiedergli una foto ma non l’aveva fatto, era diventato un ladro d’identità ma era ancora troppo presto per diventare un maniaco.
Dopo aver scritto quelle poche righe, piegò il foglio e lo infilò nella busta da lettere, pronto per spedirla l’indomani. Accese il suo Ipod e si infilò sotto le coperte, mise le cuffiette e, dopo aver fatto partire la sua playlist preferita, si rilassò da tutta la stanchezza della giornata, mettendo lo stress da parte e cercando di prender sonno, mentre nelle sue orecchie pompavano le sua canzoni preferite.






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Hello everybody!
Saranno stata i Mama di ieri che mi hanno ispirata o forse il cambio di temperatura ma ecco il secondo capitolo dopo anni e anni...
Spero vi sia piaciuto e non sia stato noioso!
Una recensione è sempre ben accetta quindi non cambiate canale e scrivetemi qualcosa, non mordo mica :')
Perdonatemi il ritardo ma ormai non ho più il tempo di scrivere ricordo ancora di avere una fic degli exo da finire ma shh lasciamola lì dove sta
Adesso me ne vado e porto con me il mio disagio.. a presto <3
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Capitolo 3
*** A Long Letter ***


💌A LETTER FOR YOU💌

3. A Long Letter


Passò più di una settimana da quando Yoongi inviò la lettera e non ricevette nessuna risposta. Questo fino alla sera in cui, ritornando dal lavoro, trovò il portiere ad aspettarlo con una busta da lettera in mano.

Era talmente emozionato mentre saliva le scale che quasi inciampò nei suoi stessi piedi. Arrivato davanti al suo portone, tirò fuori il suo mazzo di chiavi ed a fatica riuscì ad inserire quella giusta nella serratura. Quel minimo di lucidità che gli era rimasta gli permise di aprire la porta, entrare e richiuderla prima di buttarsi di peso sul divano. Potè giurarlo: le mani gli tremarono mentre aprì la busta e tirò fuori la lettera. Aveva aspettato una settimana intera e finalmente adesso possedeva tra le mani il foglio ornato dalla solita cornice dorata. Le lettere di Hoseok erano scritte sempre su fogli del genere, quasi fosse un segno distintivo.
Gli occhi di Yoongi saltarono di qua e di là sul foglio e le sue dita si mossero nervosamente, poi prese un respiro e si costrinse a posare gli occhi sulla prima parola di quella che sembrava una lunga lettera.


 
Gwanju, 8 maggio

Caro Taehyung,

sono molto felice di sapere che non ti sei offeso.
Mi scuso se la lettera precedente è stata molto breve ma volevo solo scusarmi con te. Adesso che mi dai l’occasione per farlo diligentemente, ne approfitto.
Quando dico qualcosa tendo sempre a generalizzare quindi mi dispiace se ho dato l’idea di un ragazzo un po’ snob e difficile.
Alcuni chef con cui ho avuto occasione di lavorare sono stati molto insolenti nei miei confronti, questo però non significa che gli chef in generale siano tutti così. E poi sto avendo occasione di parlare con te, che sei uno chef, e non sei minimamente arrogante, anzi, tutto il contrario!
Mi sento a mio agio quando parlo con te, ho una strana ansia quando imbuco la mia lettera e una forte eccitazione quando leggo la tua. Mi piace parlare con te perché non ho mai avuto un amico di penna, adesso però ho te e non potrei desiderare niente di meglio. Nella lettera precedente mi ha chiesto di parlarti di me, preparati perché quando inizio a parlare non la smetto più. Quindi, se devo parlarti di me, tanto meglio farlo perbene, dall’inizio. Perciò..

Ciao Taehyung, sono Jung Hoseok, il tuo nuovo amico di penna. Mi piacerebbe farti una semplice descrizione, giusto per permetterti di farti un’idea di me. Ho 26 anni e sono il tuo hyung dalla faccia di cavallo, questo te l’ho già scritto, mi pare, ma è meglio ribadirlo. Sono alto un bel po’ e sono molto magro e slanciato. Il mio gomito è così appuntito che se tiro una gomitata a qualcuno gli sfondo il fianco. Questo per ribadire che sono molto magro, ma ho anche muscoli ben allenati poiché studio danza da diciotto anni e me la cavo piuttosto bene.
Amo la danza, è l‘espressione più pura e al tempo stesso più sensuale del mondo. Potrebbero togliermi tutto, anche la danza stessa, ma non i miei amici. Sono le persone più importanti della mia vita. Voglio tanto bene ai miei pestiferi dongsaengs. Certo, a volte sono due palle e vorrei darli entrambi al primo maniaco che passa, ma sono sicuro che non potrei vivere senza di loro, senza le loro battute che non fanno ridere e senza i loro sorrisi. Poi c’è mia madre, la persona che non ha bisogno di essere classificata per livello di importanza perché sta sopra a tutto. Lei è la donna che mi ha cresciuto da sola con tutte le sue forze.
È difficile dirlo ma sono figlio di una relazione quasi clandestina, nata al di fuori del matrimonio, in parole povere il fidanzato di mia madre le fece credere di amarla, quando venne a sapere che era incinta, però, la abbandonò al suo destino. In seguito mia madre scoprì che quell’uomo era già sposato e quindi lei passò per l’amante senza saperlo. Dopo essere stata rifiutata, mia madre si trasferì da Seoul a Gwanju nella sua vecchia casa natale dove sua madre (mia nonna) si prese cura di lei e di me una volta nato. Non mi mancò mai niente e non sentii mai il bisogno di un padre perché mia madre faceva per cento. Nonostante mia nonna morì qualche anno dopo, mia madre decise di restare a Gwanju.
Grazie alla mia omma scoprii il piacere della danza.
Quando avevo sette anni, in soffitta, trovai una vecchia videocassetta ed alcune fotografie, le chiesi chi fosse la giovane donna che posava in tutù e la mamma rispose che quella ragazza era lei e che si ricordava ancora di quel giorno tanto importante: il suo primo saggio di danza nel “Seoul Olimpic Stadium”.
Mia madre amava la danza e ed è stata proprio lei ad infondermi questo amore. Ascoltando i suoi racconti, guardando la videocassetta della sua prima esibizione nello stadio più importante della Corea Del Sud, tutte le emozioni e le sensazioni che mi raccontò volevo provarle anch’io. Era un desiderio nato all’improvviso quello di imparare a ballare ma non scomparve presto. Non è scomparso fino ad adesso e sono sicuro non scomparirà mai. Le chiesi di insegnarmi a ballare iniziando con le basi, proprio come fanno i bambini delle elementari quando imparano a scrivere. Poco a poco imparai semplici passi, ma niente di quello che mi insegnava mia madre mi soddisfaceva abbastanza. La danza classica è la migliore, non si discute, ma sentivo che non era il mio stile.
Successe che un giorno vidi in televisione una canzone americana molto movimentata e restai imbambolato a guardare i movimenti e la tecnica dei ballerini. Allora capii che quello, l’hip hop, era il mio genere.

Ok, l’ho detto che se iniziavo a parlare non finivo più, mi dispiace! Comunque, quando mia madre ebbe la possibilità economica, mi mandò ad una vera scuola di danza, con insegnanti di hip hop veri. Imparai in poco tempo e il mio insegnante si complimentò con me perché, a suo dire, avevo la capacità di memorizzare immediatamente i passi e di riproporli in modo fedele all’originale, mantenendo però un mio segno distintivo, disse che queste capacità mi avrebbero portato molto lontano.
Adesso sto frequentando la “University of Performing Arts in Gwanju” per migliorarmi. Tenendo conto della mia età, so che sembra strano, un ventiseienne in cerca di una possibilità frequenta ancora l’accademia, ma purtroppo prima non ho avuto la possibilità. Lavoro come commesso in un piccolo negozietto di abbigliamento per pagarmi gli studi e l’affitto del mio piccolo monolocale. Qualche volta, mia madre mette lo zampino pagando parte delle tasse universitarie e io le sono molto grato, cerco di ripagarla come posso ma lei dice che anche solo la mia presenza basta ad illuminarle la giornata.

Concludo col dirti che sono un ragazzo simpatico, generoso ed onesto.
Amo la cioccolata, l’estate, i tramonti, il mare, la sabbia e le ciambelle alla fragola, non sopporto il freddo e odio quando le persone dicono le bugie, ingannare qualcuno è la cosa più brutta del mondo.

E niente, più che informarti della mia vita sembra che stia scrivendo un tema delle medie. Guardiamo il lato positivo: adesso sai di più su di me!
Adesso è il tuo turno, raccontami di te! So che sei uno chef molto affermato ma non capisco cosa ci fai in India. Non vorrai mica abbandonare il tuo Paese? C’è qualcuno che ti aspetta qui! :)

Spero mi risponderai presto TaeTae, non vedo l’ora di scoprire qualcosa in più su di te.

Hoseok.

Yoongi prese un colpo quando i suoi occhi si posarono su quella frase: Odio quando le persone dicono le bugie, ingannare qualcuno è la cosa più brutta del mondo.
I sensi di colpa che prima sembravano esser spariti, ben presto risorsero nel suo stomaco. Tutti dicono di detestare chi dice le bugie ma sicuramente una volta nella loro vita hanno mentito.
Anche Yoongi detestava i falsi e i bugiardi ma solo fingendosi Kim Taehyung era stato marchiato come uno di loro. Ed era vero, era un bugiardo ma non poteva smettere di esserlo, ormai aveva iniziato e sarebbe stato difficile per lui confessare la verità a quello che ormai era diventato suo amico.

 
Calcutta, 13 maggio

Caro Hoseok,

ammetto di essere stupito, non mi aspettavo una lettera così lunga ma mi sono ritrovato felice di leggerla.
Non ho potuto fare a meno di sorridere mentre leggevo della nascita della tua passione per la danza e di come tu l’abbia sviluppata. Mi dispiace davvero tanto per la tua situazione familiare, purtroppo non posso dirti che ti capisco; ho sempre avuto un buon rapporto con i miei genitori e mi supportano in ogni scelta che faccio. Non posso capirti però ti ammiro. Dev’essere stato difficile per te crescere senza una figura paterna ma ce l’hai fatta, grazie all’aiuto di una madre meravigliosa.
Hoseok, la tua storia mi ha toccato, davvero. Sono felice che tu stia facendo di tutto per inseguire il tuo sogno, alla fine questo è ciò che dovremmo fare tutti: realizzare i nostri sogni.
Io sono fortunato perché l’ho già realizzato, in gran parte. Ho vissuto la mia giovinezza a Daegu e sono sempre stato un ragazzino piuttosto solitario.
Se ti dico che dieci anni fa il mio sogno era diventare un rapper famoso probabilmente non mi crederesti, ma è proprio così.
Ero, e continuo ad esserlo quando mi ci metto di impegno, bravo a scrivere testi, di sicuro non ai livelli di Eminem ma me la cavavo. Bastò un giorno per stravolgermi la vita. Mia nonna mi chiese di aiutarla in cucina, cucinare era una cosa che non avevo mai fatto ma mi piacque subito.
All’inizio rimase un divertimento ma ben presto diventò una vera e propria passione. E questa passione volli farla diventare la mia aspirazione da grande. Diventare uno chef non è semplice ma ebbi la fortuna di studiare in una buona scuola e di partecipare ad un buon programma televisivo qualche anno fa. Non vinsi, ma la sola presenza mi procurò una modesta fama, fui invitato a programmi culinari e rilasciai interviste per qualche giornale. Per un anno passai di show in show e questo mi procurò una buona parte di risparmi che investii comprando un locale e facendolo diventare il mio ristorante. Fu tutto molto proficuo.
Posso sembrare superficiale perché, nei programmi mi invitavano più per il mio bel faccino che per parlare di cucina, ma seppi sfruttare le opportunità che mi diede Dio.
A volte, essere soli è un bene perché puoi notare cose che gli altri non notano.
E inutile dire che nell’ambiente in cui opero sono circondato da persone che si fingono amici solo per sfruttare la mia popolarità, ma al di fuori di questo sono solo io…. Mi Kim Taehyung.
A guardarmi posso sembrare un ragazzo freddo e schivo, ma basta conoscermi meglio per capire che tanto freddo non sono. Mi piace sempre fare un netta distinzione tra il Taehyung dei programmi Tv dal e il Taehyung della vita di tutti i giorni perché sono due facce completamente diverse di una stessa medaglia.
Hoseok, potrò sembrare affrettato ma mi sono affezionato fin da subito a te. Sarà il tuo modo di parlare o i tuoi pensieri, non lo so, ma mi sento a mio agio con te. Invidio i tuoi amici che possono vederti e parlarti ogni giorno.

Non mi viene nient’altro in mente in questo momento, non appena troverò qualcos’altro su di me lo appunterò e te lo scriverò nella prossima lettera.

Ah sì, mi hai chiesto cosa ci faccio in India. Sai quei viaggi che si fanno per andare alla ricerca di nuovi sapori e spezie? Ecco, sto facendo uno di quelli!

Eh no, non ho intenzione di abbandonare il mio Paese :)
A presto~

Taehyung.


Dopo aver scritto la lettera, Yoongi non la rilesse neanche per controllare i possibili errori ortografici e sviste, sinceramente non aveva voglia di rileggere la storia della sua vita con protagonista un’altra persona. Ancora non sapeva perché continuava a rispondere alle lettere di Hoseok, avrebbe potuto tranquillamente smettere e sparire dalla sua vita invece di portare avanti quella farsa.


Ma forse a Yoongi piaceva continuare quella farsa.







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Hello everybody!
Ed ecco che dopo un mese è arrivato un nuovo capitolo, corto ma c'è.
Mi dispiace aggiornare con così tanto ritardo, ma non sempre ho il tempo di scrivere..
Anyway, spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Una recensione è sempre ben accetta quindi non cambiate canale e scrivetemi qualcosa, non mordo mica :')
A presto<3

[]

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Capitolo 4
*** Fixed Thoughts ***


💌A LETTER FOR YOU💌


4.Fixed Thoughts

 
                 Gwanju, 18 maggio

Caro Taehyung,  
mi sento ogni volta più felice di leggere le tue lettere, soprattutto se sono lunghe come l’ultima che mi hai mandato! 
Mi si è stretto il cuore a sapere che ti dispiace per me e che mi ammiri.. sei una persona davvero di buon cuore!                                          
Ma sai, alla fine non sono poi così triste della mia vita perché non ho niente di cui potermi lamentare;  ho la madre migliore del mondo, i migliori amici che ho sempre voluto e faccio tutto ciò che ho sempre desiderato: ballare. 
Te l’ho già detto, e forse ti sei stancato di sentirlo dire di nuovo, ma la danza è la cosa più importante della mia vita. Non potrei viverne senza, perché è stata lei a darmi la forza di rialzarmi nei momenti difficili. Perché sì, sono sempre felice e soddisfatto della mia vita, ma durante gli anni passati capitava che lo sconforto s’impossessasse di me. Durante quei periodi perdevo un po’ di fiducia in me stesso.. poi mi mettevo davanti allo specchio e mi muovevo un po’, vedevo che alla fine non ero così inutile, che qualcosa sapevo farla.
Questi momenti di sconforto capitavano di rado, ma c’erano. Alla fine una persona non può essere  felice ogni giorno, no? Come quelle ragazzine che entrano nel mondo del kpop; la prima impressione è strana e confusa,  poi, ascoltando il gruppo giusto, diventa una fissa per te che diventi super eccitata e hai fame di scoprire nuove canzoni, i membri che ne fanno parte e tutti i programmi in cui hanno partecipato. Dopo tutto questo, però, succede la triste cosa che cresci e la bolla in cui ti sei chiuso all’età di 15 anni scoppia per sempre. Forse non capirai niente di tutto ciò che ho scritto, neanche io mi capisco a volte. Fatto sta che non rimpiango niente, amo mia madre perché è colei che mi ha donato la vita, adesso che sono cresciuto, però, spetta a me migliorarla ed impostarla sulla via giusta.                                                                
Oggi sono stato in accademia, il mio professore di danza ha annunciato alla classe che a fine giugno si terranno delle audizioni facoltative per entrare nel cast di un’opera teatrale a tema hip hop, vogliono portare in scena “Step up”. Sono super eccitato! Mi impegnerò dando il mio meglio per passare l’audizione ed entrare a far parte del cast. Questa è l’occasione della mia vita. Può rivoltare il mio futuro!

Ma adesso basta parlare di me, ti starai annoiando a morte leggendomi, vero? Ahah

“alla fine questo è ciò che dovremmo fare tutti: realizzare i nostri sogni.”                                     
Hai ragione, la penso esattamente come te. Tutti dovrebbero realizzare i propri sogni e sono felice di sapere che tu abbia realizzato il tuo. Non ho mai provato a scrivere qualcosa che non si avvicinasse ad un tema delle superiori. Non sono bravo a scrivere, me lo diceva sempre la mia professoressa di coreano. Ed aveva ragione. Non scrivo mai niente, l’unico sforzo per mettere su carta parole e frasi che abbiano un senso logico lo faccio quando devo scriverti una lettera o fare la lista della spesa, quindi non posso capire cosa significhi  per te. Certo però, deve dare una bella soddisfazione creare qualcosa. Mi piacerebbe sentirti rappare qualcosa scritto da te, un giorno… è stato strano leggere del tuo cambiamento radicale. È meraviglioso scoprire di avere diversi talenti e da quello che so su di te, sei super bravo in cucina! Sei una persona interessante Kim Taehyung, non mi pento di averti scritto.

Sei un ragazzo fantastico, non intristirti, so che il tuo mondo può essere duro ma le persone false ci sono ovunque, basta solo tenersi strette le persone che dimostrano di tenere a te veramente. Hai ragione, a volte essere soli è un bene perché puoi notare cose che gli altri non notano, quindi non scoraggiarti se a volte ti sembra di essere rimasto da solo, perché non è così, ci sarà sempre qualcuno pronto a sostenerti, anche da lontano..

Fai bene a fare una netta distinzione tra il te dei programmi e il te stesso della vita quotidiana, è una buona cosa perché ti aiuta a ricordare che sei sempre lo stesso, che non sei cambiato e che il successo non ti ha dato alla testa.
Sai.. ti conosco da poco, se così si può dire.. ma mi sto affezionando a te, Kim Taehyung. Sei un ragazzo d’oro, sento che diventeremo buoni amici.

Aspetto la tua prossima lettera con ansia!

Hoseok~

 
                
 



 
                           Calcutta, 23 maggio

Caro Hoseok,                                                                                                                                                                                                                        
come stai? Come va la vita nella vecchia Corea?                                                                                                                                  
Sono sempre più felice di leggere le tue lettere, e so di per certo che diventeremo buoni amici. Lo stiamo  già diventando, vero? Mi riesce facile “parlare” con te, sei un ragazzo semplice e alla mano. Anche attraverso delle semplici lettere mi metti a tuo agio! Questa settimana è stata molto stressante a causa del lavoro, come al solito del resto ahah in questo periodo le tue lettere sono l’unico mezzo per risollevarmi il morale! Quindi, per favore, non smettere mai di scrivermi!
 Adoro Step Up! Ho visto il film ma sono sicuro che la rappresentazione teatrale sarà il massimo! Mi raccomando hyung, impegnati mettendocela tutta e passa l’audizione. Ti meriti questa chance! Proprio come dico sempre: tutti dovremmo realizzare i nostri sogni.

E comunque no, non mi annoierei mai a leggere di te.. sei un ragazzo interessante, mi piace leggere quello che scrivi, capire come sei, come vedi il mondo..
Hai detto di non essere bravo a scrivere, secondo me, invece, te la cavi abbastanza bene, fidati. Non dare ascolto alle tue vecchie professoresse, alla fine quelle streghe sono sempre andate a simpatia..
Devo ammettere che mi sorprende il fatto che tu voglia sentirmi rappare ahah ne sei sicuro? Me la cavo, ma non sono poi così bravo.. per il momento preferisco cucinare.. se hai bisogno di qualche ricetta non esitare a chiedere eh! Posso cucinare qualsiasi cosa, dalla cucina coreana a quella vietnamita, da quella italiana a quella giapponese, ma se ti accontenti di un semplice pasto “hamburger e patatine” posso fartelo comunque!
Perché sto scrivendo come se tu fossi qui? Che stupido che sono..

Sai, quando ho letto la parte in cui dici che sono un ragazzo meraviglioso, improvvisamente ho sentito caldo.. era un complimento quello? Cavolo.. sono abituato a ricevere molti complimenti, soprattutto da parte dei miei fan, ma detto da te suona un po’  diverso.. ha un  effetto diverso dal solito..
Mi sento in imbarazzo riguardo la scorsa lettera che ti ho inviato.. ho fatto la figura di un depresso.
Non sono sempre così.. più o meno ahah
Ti ringrazio per le tue parole di conforto, non so come ci riesci, ma mi risollevi sempre l’umore!                                                                 

Aaah Hoseok, Hoseok.. mi piace il tuo nome!
Scrivimi presto~                                                                                                                              

Taehyung.
                               
                                                                                                                                

Yoongi rilesse due volte la lettera per accertarsi che non ci fossero errori grammaticali e, tutto sommato, che ciò che aveva scritto avesse senso. Andava tutto bene, nessun errore, solo una nota stonata grande quanto il suo appartamento: il “Taehyung” con il quale si era firmato, ma a quello non poteva rimediare.
Piegò la lettera e la infilò nella busta, poi conservò la penna nel portapenne sulla sua scrivania. Si alzò dalla sedia e si gettò sul morbido materasso del suo letto, con le braccia  distese sulle fresche lenzuola e lo sguardo rivolto al soffitto. Yoongi osservò il soffitto bianco e si chiese se anche il soffitto della stanza di Hoseok fosse bianco come il suo. Chissà com’era casa sua, chissà se aveva un cane o un gatto.. a Yoongi non piacevano i cani, così appiccicosi e instancabili.                                                                                                                             
Ad un tratto il suo cellulare iniziò a squillare interrompendo i suoi  pensieri.                                                                                                        
“A proposito di soggetti appiccicosi e instancabili..” sbuffò e tese una mano per poter afferrare il cellulare posato sul comodino. Non c’era bisogno di leggere il nome sullo schermo per capire chi fosse. Diede fine a quel fastidioso trillo accettando, a malincuore, la chiamata.                                                                                                                               
“Cosa vuoi Nam?”                                                                                                                                                             
- ciao anche a te, amico mio! Cosa stai facendo in questo preciso momento?-                                                                               
“sto fissando il soffitto, perché?”                                                                                                                                        
-come previsto niente di interessante! Ti aspetto al Titanium alle 21:30, non mi va di restare solo stasera.. divertiamoci un po’! A tra pocoo-           

Namjoon terminò la chiamata e Yoongi rimase lì, con lo guardo ancora rivolto al soffitto, cercando di realizzare ciò che aveva detto il suo migliore amico. In tutti quegli anni  non era mai riuscito a capire perché Namjoon fosse così rompipalle.. uno dei misteri della vita. Non avrebbe dato mai risposta al suo importante quesito, probabilmente.

Giurò che quella sarebbe stata l’ultima volta in vita sua in cui avrebbe accontentato Namjoon. Quindi si alzò, anche se di malavoglia, e si chiuse in bagno per farsi una doccia e prepararsi  per l’eccitante serata che lo stava aspettando. Una gioia proprio. Mentre si faceva la doccia pensò ad Hoseok, mentre si cambiava pensò ad Hoseok, mentre si dirigeva al locale pensò ad Hoseok. Il suo pensiero fisso. Ed era una cosa strana perché oltre alle lettere non aveva nessun altro materiale su di lui, neanche una foto.. niente. Era un mese che si sentivano e non sapeva neanche come fosse fatto il ragazzo.. ma aveva paura di chiedergli una foto, perché se Hoseok gliela avesse mandata, Yoongi avrebbe dovuto fare lo stesso, e non poteva.

Non appena il taxi si fermò davanti al Titanium, Yoongi pagò il tassista e scese. Infilò il cellulare in tasca; c’erano tre chiamate perse da parte di Namjoon ma non se ne curò più di tanto.. ormai era lì, nessun mostruoso ritardo, erano solamente le 22:05..
Entrò nel locale con passo disinvolto e sicuro di sé, anche se non era affatto dell’umore per passare una notte brava, doveva sempre comportarsi come il solito Yoongi stronzo. Appena mise piede nel locale fu  accolto da una di quelle solite canzoni da discoteca che pompavano dalle casse ad un volume altissimo, per un attimo si sentì la vista offuscata dalle forti luci colorate sprigionate dai faretti posti alle estremità del locale. Quando  entrava in quel posto si sentiva sempre così, ma come succedeva ogni volta, dopo qualche secondo i suoi occhi si abituarono a quel gioco di luci ipnotizzanti provenienti da ogni angolo e Yoongi si fece avanti, cercando con lo sguardo il suo migliore amico. Lo individuò subito al loro solito tavolo ma una sensazione di fastidio lo colpì allo stomaco non appena si accorse che Namjoon non era da solo, ma bensì circondato da Kim Yunho, Alex Chan e…Chorong.                        
Non ci fu bisogno che il suo cervello desse alle gambe il comando di andare via, perché lo stavano già portando lontano da quella situazione sgradevole, da quel luogo.                                                                                                                                                                    
Non sapeva quanto c’entrasse Namjoon ma pretendeva delle spiegazioni.                                          

Non voleva ritornare a casa, così andò a fare una passeggiata lungo il viale alberato molto frequentato durante la mattina da tutte quelle persone fissate con lo jogging (lui naturalmente non faceva parte di questa categoria), in quel momento aveva solo bisogno di respirare aria fresca. Doveva ancora riprendersi. C’era rimasto piuttosto male. Era passato quasi un anno da quando l’aveva vista l’ultima volta.

Chorong, la sua ex fidanzata.                                                                                                             
Perché sì, prima di capire se stesso e la sua sessualità, Yoongi aveva avuto alcune relazioni etero di nessuna importanza, tranne quella con Chorong.                     
Quella donna, dall’apparenza dolce e innocua, gli aveva spezzato il cuore. In realtà di dolce e innocuo non aveva un bel niente, a parte il visino. Solo con quello era riuscita a far cadere ai suoi piedi mezza Seoul. Compreso lui. Ebbene sì, Min Yoongi era stato così fesso da farsi raggirare da una donna bella tanto quanto astuta e senza scrupoli. Poteva giustificarsi con una sola parola: innamorato. Yoongi era davvero innamorato di Chorong, così innamorato che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, si era piegato al suo volere come un cagnolino devoto al suo padrone. Si era comportato come il classico sub nei confronti del suo dom.                                                                                                                      
Gli servirono 3 anni di relazione fatta di bugie e tradimenti per capire chi fosse realmente quella donna e il modo in cui si stava meravigliosamente approfittando di lui e di altre persone contemporaneamente.
Era perfino arrivato al punto di chiederle se volesse sposarlo, ma bastò un attimo a far crollare il castello di carte che si era costruito. In quel periodo si chiuse in se stesso, smise di partecipare ai programmi televisivi e lasciò il ristorante nelle mani di Sungwoon. Aveva sofferto per mesi ma si era rialzato, da solo. Fu in quel momento che Min Yoongi decise di accontentarsi di una ristretta cerchia di amici e non lasciar entrare l’amore. Fu un periodo importantissimo anche perché si accorse che qualcosa stava cambiando nel suo animo.. stava facendo uscire finalmente l’altra parte di sé: quella pazzamente attratta dai ragazzi.                                                                                      

Hoseok.                                                                                                                                                
Hoseok.                                                                                                                                                       

Quel nome tornò ad occupargli la testa così all’improvviso, proprio come quel ragazzo che era entrato nella sua vita dal nulla.






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UCCIDETEMI PURE.
Lo so, lo so..sono quasi 6 mesi che non aggiorno niente sorry! Prendetevela con la scuola, con i comeback, con i drama, con le nuove fisse del momento (vedi Shadowhunters).. però adesso sono qua, è questo l'importante no? NO?
Non sapete quanto mi sia mancato riaprire efp e aggiornare, spero che il capitolo vi sia piaciuto, adesso chiedo troppo ma fatemi spere cosa ne pensate con una recensione ahah ;)
ci sentiamo presto (spero)! Bye <3
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