Quel piccolo fulmine

di Delfi_SirioStars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il fulmine ***
Capitolo 2: *** La forza portante ***
Capitolo 3: *** Non è come sembra ***
Capitolo 4: *** E' troppo pericoloso ***
Capitolo 5: *** Un passato doloroso ***
Capitolo 6: *** Non si può ***



Capitolo 1
*** Il fulmine ***


Capitolo 1: Il fulmine
Era sera, e il sole cominciava a calare lasciando al cielo un colore poco a poco più scuro. Nel cuore della foresta passava uno dei ninja più forti del villaggio della foglia, con la caratteristica di avere i capelli bianchi e di essere un “copiatore”. Cercava di affrettarsi nel tornare a casa visto la sua stanchezza dopo la missione affidatagli dall’Hokage. Ma all’improvviso qualcosa o qualcuno interruppe i suoi pensieri. D’un tratto vide passare accanto a se un… fulmine. Era ciò che sembrava. Un fulmine. Subito dopo delle voci maschili lo richiamarono con un “Ferma là!”. Ferma? Pensò l’uomo fermandosi seccato da tutte le cose che stava patendo in quel giorno ormai giunto alla fine. Non poteva neanche finire una giornata come si deve.
“C’è qualche problema?” chiese con tono secco, notando che coloro che lo richiamarono erano più o meno in 10 e che avevano il copri fronte del villaggio del fulmine. Cosa ci facevano lì? E perché erano così numerosi?
“Oh, non è lui ragazzi! Sparpagliatevi! Avremo più possibilità di trovarla!” esclamò quello che sembrava fosse a capo della missione mentre tutti gli altri obbedirono.
 “Posso esservi utile?” domandò ancora Kakashi perplesso.
“No, anzi, hai per caso visto una ragazza aggirarsi da queste parti?” chiese l’uomo leggermente preoccupato. Ma Kakashi non sapeva cosa rispondere. Che stesse parlando di quella specie di fulmine che gli era passato accanto pochi minuti prima? E se fosse stato cosi, sarebbe potuta entrare al villaggio per poi causare problemi visto che, a quanto pareva sembrava essere pericolosa. Ma l’istinto gli suggerì di rispondere negativamente, infatti “No, non mi è sembrato” fu la sua risposta.
 “Se noti qualcuno di sospetto nel tuo villaggio, per favore avvisaci” concluse il ninja girando i tacchi.
 “Prima dovresti descrivermela” disse Kakashi fermandolo con la voce.
 “Oh, beh, si tratta di una ragazza di statura media e magra, una sedicenne dagl’occhi verde acqua e dai capelli castani raccolti in una treccia laterale con un ciuffo rosso!” descrisse l’uomo allontanandosi.
“E’ una forza portante!” concluse ormai lontano. “Una forza portante?” pensò il ninja perplesso. Quale poteva essere? Nel villaggio del fulmine, se non sbagliava, c’era solo l’otta coda, da quando ce n’erano due? Era una questione da riferire assolutamente alla signorina Tsunade. Ma non prima di essere tornato a casa e aver fatto una dormita. Cosa che fece il più in fretta possibile, anche se le sue forze si stavano esaurendo.
 
**
“Una forza portante… pensavo avessero solo l’otta coda, quegli sporchi traditori!” esclamò l’Hokage battendo un pugno sulla scrivania e facendo sobbalzare sia la segretaria sia Kakashi.
“Perché non me l’hai riferito subito?!” urlò dopo contro il povero Kakashi alzandosi in piedi e facendo cadere la sedia dietro di sé.
“Beh, cercate di capirmi, era tardi e-e ed ero stanco he…” rispose con un sorriso sforzato, cercando di calmare la signorina Tsunade.
“Hai ragione, scusami” aggiunse riprendendo la sedia e accomodandosi.
“Hai una nuova missione, Kakashi, devi perlustrare il villaggio e trovare quella ragazza, sono sicura che si è nascosta da queste parti, e devi riportarmela viva e vegeta” ordinò a Kakashi che già sentiva che non sarebbe stato facile. Sospirò, e poi obbedì cominciando da subito la ricerca insieme ad un altro paio di ninja.
Cercarono ovunque, ma non riuscirono a trovarla, non che avrebbero dovuto riuscirci per forza in un giorno, ma usarono pure i ninja sensitivi più abili, e di lei non c’era alcuna traccia. Si fece notte e dovettero sospendere le ricerche per andare a risposare, avrebbero ripreso il giorno dopo. Prima di tornare a casa però, Kakashi volle passare a prendersi una ciotola di ramen visto che non aveva ancora messo nulla sotto i denti. Ovviamente incontrò Naruto, che come al suo solito ne aveva divorate 10.
“Ah maestro Kakashi salve!” salutò il ragazzo.
“Salve Naruto, ti sei allenato?” chiese l’uomo sedendosi.
“Non ha la minima idea di quanto! sono migliorato un sacco sa? Un giorno di questi la voglio sfidare!” annunciò il biondo estasiato all’idea di lui contro il suo maestro.
“Beh, sono contento per te, ma non riuscirai a battermi!” rispose tranquillo e sicuro si sé il ninja copiatore.
“Questo è tutto da vedere!” esclamò Naruto alzandosi la manica della giacca arancione. Kakashi sbadigliò stanco, molto stanco.
“Cosa ti servo Kakashi?” chiese il cuoco.
“Il solito grazie” rispose. In men che non si dica ricevette ciò che voleva, lo prese, pagò e si alzò per andarsene.
“Se ne va di già maestro?” chiese il biondo girandosi verso Kakashi.
“Si, sono alquanto stanco” disse cominciando a camminare verso casa.
“Arrivederla!” salutò il giovane.
“Ciao!” rispose l’uomo.
Quella nottata sembrava veramente tranquilla e il cielo era pieno di stelle luccicanti, stelle in cui Kakashi si perse alzando la testa e rimanendo a fissarle dimenticandosi di dover tornare a casa. Continuò a camminare senza guardare dove andava e girando istintivamente un angolo sentì la voce di una ragazza parlare con qualcuno. A quell’ora?
Si bloccò d’un tratto, abbassando la testa e osservando quella giovane. Vide che parlava con un gattino che sembrava essere stato abbandonato in una scatola, mentre lo accarezzava gentilmente.
“Sai gattino, io e te siamo uguali… soli” disse la ragazza con un sorrisetto triste e alzando la testa per guardare le stelle, come se volesse esprimere un desiderio. Kakashi fece un piccolo passo avanti per guardare meglio ma fece rumore pestando un rametto a terra e non riuscì a nascondersi vista la velocità della ragazza nell’avvistarlo. Che fosse la forza portante che aveva cercato per un giorno intero?
“Chi sei?” chiese minacciosamente la ragazza alzandosi e facendosi avanti.
“Non voglio farti del male” affermò Kakashi facendo cadere a terra il ramen che doveva portarsi a casa e mostrandosi alla giovane. Coincideva perfettamente alla descrizione del ninja del giorno prima, indossava una maglia a maniche lunghe col cappello, di colore verde e lunga fin sotto il sedere. Di sotto si notavano dei pantaloncini neri, e a coprirle le gambe c’erano un paio di calze lunghe fino a metà coscia, e ovviamente i soliti stivaletti da ninja.
“Mi stavi spiando?” chiese la ragazza seria.
“Ti ho notata per caso e sono rimasto a guardarti per qualche secondo” rispose impassibile l’uomo. All’improvviso spuntò una mano da sotto terra afferrando la caviglia della ragazza mentre quello con cui stava parlando scomparse.
“Una copia” disse mentre la mano la bloccava. “Scaltro da parte tua, ma non abbastanza” aggiunse sorridendo maliziosamente per poi sparire anche lei e ricomparire sul tetto della casa più vicina. Anche quella era una copia. Kakashi, spuntando da sotto terra, rimase di stucco. Quando ha avuto il tempo di creare una copia?
“I ninja del villaggio del fulmine ti hanno detto di cercarmi vero? Che rompi scatole...” disse da sopra il tetto la giovane.
“Sei una forza portante è ovvio che ti cercano” rispose l’uomo salendo con un salto facile sul tetto, rimanendo faccia a faccia con la ragazza.
“Ci mancava solo quel mostro” disse distogliendo lo sguardo da quello di Kakahi la mora col ciuffo rosso.
“Che demone nascondi dentro?” curiosò quasi comprensivo l’uomo.
“Affari miei!” esclamò la giovane girandosi e mettendosi a correre per sfuggire al ninja copiatore.
“Aspetta!” gridò il ninja seguendola. Ma la ragazza di casa in casa sembrava si sdoppiasse, prima 2, poi 4, poi 6… facendo così confondere Kakashi che non seppe su chi lanciarsi. Cercò di non perdere di vista l’originale ma quando si lanciò verso di lei per bloccarla si accorse che era solo una copia e sparì. Quella ragazza era riuscita a seminarlo. Era incredibilmente abile.
Sfinito l’uomo non potette fare altro che tornare a casa.





"Spazio autrice"
Heylà lettori! questa è la mia seconda fan fiction! ebbene si! la seconda. Spero vivamente che vi stia piaciendo...non sono molto brava a scrivere e non sapete quanti consigli accetterei da voi <3 se ci sono errori ditemelo! se vi piace ditemelo! eh, beh...cercherò di aggiornare PRESTO, perchè vedete...sono una campionessa di ritardi :D. Dettagli. Allora alla prossima! Ciao <3!

 

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Capitolo 2
*** La forza portante ***


Capitolo 2: La forza portante
 
Era già mattina e nel cielo gli uccelli canticchiavano felici, accompagnati dai raggi solari che in quel momento filtravano attraverso la finestra socchiusa della camera del Ninja Copiatore. Infastidito da essi si rigirò più volte nel letto tenendo stretto sul volto il cuscino, alla fine, non sapendo che posizione prendere e rendendosi conto che era tardi si alzò di scatto dirigendosi in bagno per prepararsi. Si infilò velocemente i vestiti e uscì di casa a fare rapporto all’Hokage su ciò che era successo la sera prima. Doveva dire tutto.
Bussò leggermente alla porta e come invito si sentì urlare “Chia diamine è adesso!?”.
“Eh…buongiorno signorina Tsunade…” rispose Kakashi entrano lentamente.
“Buongiorno un corno!” esclamò la donna battendo un pugno sul tavolo e facendo sobbalzare per un nano secondo i fogli posati su di esso.
“A quanto vedo si è svegliata male” affermò l’uomo calmo, postandosi davanti all’Hokage.
“Sapessi…ho ricevuto lamentele da un migliaio di persone” rivelò la bionda reggendosi il viso col dorso della mano.
“Cosa è successo?” domandò il ninja perplesso.
“Prima avvistamenti di ombre e subito dopo furti ed eventi strani…dev’essere colpa di quell’intruso proveniente dal villaggio del fulmine, non possiamo continuare così! Quella forza portante va catturata al più presto!” ruggì l’Hokage alzandosi coi pugni stretti sul tavolo e con la sedia ormai a terra. Era propri un abitudine.
“A proposito di questo argomento, avrei qualcos…” stette per parlare Kakashi ma d’un tratto si spalancò la porta dietro di essi interrompendolo e facendolo voltare di scatto.
“Signorina Tsunade deve venire immediatamente a vedere una cosa!” annunciò la segretaria piuttosto preoccupata.
“E ora che succede…?” brontolò la donna dirigendosi verso la porta della stanza. Intanto, incuriosito, la seguì pure Kakashi.  
Corsero al piano superiore che gli avrebbe portati sul terrazzo. Inizialmente né l’Hokage né Kakashi capirono il perché dell’andare sopra se, come avevano capito, era successo qualcosa al villaggio.
Ma poi, affacciandosi fuori, compresero. Alcuni edifici del Villaggio della Foglia erano a pezzi e su uno in particolare era incisa una scritta in rosso. “Datemi la caccia e morirete”. Pareva sangue.
Tutti e tre rimasero alquanto scioccati.
“Ma cosa…?” si chiese incredulo il ninja copiatore. Da quel che gli era sembrato, la ragazza della sera prima, anche se abile, non avrebbe mai potuto fare tutto in una notte, e poi si sarebbe sicuramente svegliato visto che distruggere un palazzo di certo non è come far cadere una bottiglietta di plastica.
“Questo è troppo! Bisogna mandare un messaggio al Raikage!” esclamò Tsunade per poi andarsene insieme alla segretaria. Kakashi, invece, rimase lì a guardare.
“Kakashi!” lo richiamò la bionda prima di sparire. Il ninja si voltò. “Riprendi le ricerche di ieri, e stavolta segui ogni possibile traccia lascata dalla ricercata” ordinò.
“Si, subito” rispose l’uomo saltando via.
Come ordinato dalla Signorina Tsunade, cercò la ragazza seguendo un paio di tracce possibilmente lasciate e cercando di capire da dove avesse cominciato a distruggere fino a dove avesse concluso, immaginando quanto ciakra avesse sprecato e dove si fosse nascosta per riposare.
Riuscì a notare delle analogie tra i diversi palazzi distrutti. Partendo da un negozio in bella vista, ridotto in macerie, e poi andando a posare lo sguardo in un palazzetto situato all’inizio del bosco circostante, meno frantumato, dedusse che la ragazza, probabilmente, avendo esaurito le energie si fosse andata a nascondere proprio in quel bosco. E indovinò.
Entrando nel luogo verdeggiante si accorse di vari legnetti spezzati e foglie cadute. Che fosse stata così disattenta da lasciare tracce? Oppure che fosse solo un tranello?
Fra una e l’altra l’unica cosa plausibile da fare sarebbe stato andare in contro alla morte per cercare la verità. Essendo una forza portante, la ragazza era in netto vantaggio. Evidentemente aveva usato la forza del demone per lasciare quell’orribile messaggio. Ma c’era un'altra cosa da scoprire. Quale dei nove demoni si nascondeva nella ninja del fulmine? E perché il Raikage non aveva proferito parola su di essa?
Era talmente pericolosa da doverla nascondere ad ogni costo?
La curiosità di Kakashi si fece man mano più pungente mentre saltava abilmente da un albero all’altro perlustrando in modo attento la zona. Quando, fermatosi per riprendere fiato, intravide qualcuno. Sembrava essere seduto di spalle sul ramo di una grande quercia, di fronte un lago che separava quel luogo da un paesaggio a dir poco meraviglioso, pieno di grandi monti che si lasciavano sfuggire raggi di sole.
Si posò a terra avanzando lentamente, e quando fu abbastanza vicino da poter dire che codesta persona fosse la ricercata, lo disse sottovoce. Cauto e silenzioso come la notte, si trovò sempre più vicino alla grande quercia. La ragazza pareva assorta in una specie di lavoretto. Sembrava tenesse in mano matita e album. Mai momento migliore fu azzeccato.
Ovviamente non si accorse di Kakashi salito sulla quercia, dal lato opposto del grande e grosso tronco, mentre sbirciava per trovare un momento adatto per attaccare. Quando intravide il disegno della mora dal ciuffo rosso. Pareva fatto da Leonardo da Vinci in persona. Era talmente realistico. Era riuscita ad azzeccare ogni singolo colore del cielo e dell’acqua.
 Scosse la testa tentando di non farsi distrarre e contando fino a tre sbucò fuori dal “nascondiglio” facendo sobbalzare la ragazza concentrata e facendole sbagliare un tratto di montagna per poi far finire l’album a terra.
“Ancora tu!” urlò infuriata e sorpresa.
“Sembra destino” ironizzò l’uomo afferrandole il braccio per bloccarla.
“Credi di poter vincere contro di me?” sfidò la mora.
“E chi lo sa? Potrei riuscirci” affermò Kakashi inarcando un sopracciglio. Allora la giovane tirò il braccio bloccato verso di se, attirando pure l’uomo di fronte, allungò la mano, forse per cercare di fare qualche mossa, ma venne interrotta da una fitta al cuore che la costrinse a portarvi sopra la mano stringendo sempre più. Come a voler soffocare il dolore per non sentirlo. Distratta da ciò cadde a terra insieme a Kakashi, finendoci sopra. Codesto rimase sbalordito e un po’ confuso da quel ch’era appena successo. Evidentemente il demone le faceva male, pensò l’uomo ritrovandosi la testa della ragazza ansimante poggiata sulla sua spalla. Si alzò sui gomiti esaminandola, portò una mano sul fianco di questa inarcando il suo e il proprio corpo al lato sinistro per poi poggiarla delicatamente a terra. Non sapeva che fare. Sarebbe servita Sakura in quell’istante.
“Vattene…” mormorò la ragazza tenendo gli occhi chiusi e la mano stretta al cuore devastato dal dolore.
“Cosa?” domandò Kakashi confuso.
“V-vattene…” ripetè la mora sempre più faticosamente.
“No, hai bisogno di cure, devo portarti al vill…” non fece in tempo a finire la frase data la reazione della giovane.
“Vattene! Ora!” urlò spalancando gli occhi tutt’a un tratto, mostrandosi neri come la pece, facendosi scappare una lacrima addolorata, anch’essi nera. Vedeva la sua spina dorsale incurvarsi verso l’alto seguita dal suo petto, mentre il corpo cercava di trattenersi.
“Ti prego…” la sentì bisbigliare Kakashi. Pareva spaventata e preoccupata. Così, invaso da uno strano senso di colpa, l’uomo se ne andò.



"Spazio autrice"
Eccovi il secondo lettori! a quanto pare già è accaduto qualcosa eeee.....beh spero sinceramente che vi piaccia e mi sento il dovere di informarvi che succederanno TAAAAAAAAAAAANTE cose in questa storia. Tante tante. Se c'è qualcosa da segnalare segnalate! Se c'è qualcosa che vi colpisce recensite! Goodby lettori! <3

 

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Capitolo 3
*** Non è come sembra ***


Capitolo 3: Non è come sembra
 
Era ormai giunto il primo pomeriggio e Kakashi rifletteva su ciò che era successo nel bosco e sul perché avesse mentito all’Hokage poco tempo prima…
 
  *Flashback*  
 
“Allora, Kakashi, hai qualche buona notizia da darmi?” domandò l’Hogake al quanto ansiosa, continuando a far suonare le dita sul tavolo in modo impaziente. L’uomo ci pensò un attimo. Non seppe perché, ma non voleva rivelare a colei che lo stava interrogando, quel ch’era accaduto nel bosco. Si sentiva strano. Non avrebbe voluto abbandonare la ragazza proprio quando il demone attaccava dentro il suo piccolo corpo. Ci era passato con Naruto. Sapeva benissimo quanto facesse male essere una forza portante. Essere esclusi da tutti. Perdere il controllo facendo, a volte, del male a persone care. Per questo mentì.
“No, ancora niente” concluse.
 
*Fine Flashback*
 
Passeggiava in un lungo viale pensando solo a quel momento di incertezza. Non riusciva nemmeno a concentrarsi sul libro che teneva aperto in mano. Si bloccò un momento. Fissò il vuoto. Decise.
Sarebbe andato dalla ragazza di notte, quando tutti dormivano, altrimenti avrebbe corso il rischio di essere seguito o interrotto da qualcuno. Pareva un piano perfetto. 
 
**
Era sera e Kakashi tornava dalle ricerche svolte per l’ennesima volta. Aveva fatto finta di impegnarsi, sapeva benissimo dov’era la ragazza, ma di certo non poteva rivelarlo. Dopo averla vista tremare e agitare di dolore non ci riusciva. Ma forse si era spostata…non poteva saperlo. L’avrebbe scoperto di notte, quando sarebbe andato a cercarla per aiutarla.
Si prese giusto il tempo di fare quattro chiacchere con Naruto per poi cenare, ed infine s’inoltrò nel bosco quando si assicurò che tutti stessero dormendo, o perlomeno di non essere visto.
Passò abilmente da un albero all’altro fino ad arrivare al lago in cui aveva visto la giovane l’ultima volta. Non vide nulla. Perlustrò la zona da cima a fondo ma non trovò nessuno.
“Ma dov’è finita?” si chiese grattandosi la tempia. Cominciò a concentrarsi chiudendo gli occhi. Dove poteva essersi nascosta in quelle condizioni?
Non era lontana, sicuro. In un posto non molto visibile. Nascosta tra gli alberi…oppure…
“Ma certo!” concluse con uno schiocco di dita. Si diresse nelle vicinanze dei piedi della montagna, non molto lontana ovviamente. Era un luogo in cui nessuno andava spesso, se non mai, a causa del rischio di frane. Anche lì perlustrò la zona. Camminando sentì dei lamenti che lo insospettirono. Seguì quella voce fino a ritrovarsi a poca distanza la ragazza appoggiata ad un albero, con una mano poggiata sul ventre ed un'altra a terra mentre teneva la testa bassa.
Si diresse da lei discreto, e giunto lì la fissò da dietro un albero. Le usciva sangue dalla bocca e dai suoi occhi cadevano lacrime di sangue. S’impietosì a quella vista. Povera ragazza…pensò.
“Smettila di spiarmi. Sta diventando un vizio?” domandò d’un tratto la ragazza con voce stanca e alzando leggermente il capo.
“A quanto pare” rispose Kakashi colto di sorpresa andando verso la giovane.
“Che cosa vuoi?” chiese seria quest’ultima.
“Aiutarti” disse secco l’uomo.
“Non puoi aiutarmi. Nessuno può farlo” esalò con tono affranto. Intanto il ninja copiatore si abbassava alla sua altezza guardandola.
“Vattene” mormorò la ragazza voltando la testa al lato opposto di Kakashi.
“Devo, aiutarti” sintetizzò l’uomo.
“Vuoi capire che è impossibile!?” esclamò stufa la giovane voltandosi di scatto e guardando Kakashi dritto negli occhi. Ma il suo movimento le fece solo male. Un altro dolore le fece portare di nuovo la mano sul cuore stringendo la maglietta mentre il suo corpo cedeva, non reggeva più. La afferrò il ninja che aveva vicino in modo da non farla cadere a terra, prendendola per le spalle mentre lei gemeva per il dolore.
“Visto? Non puoi stare da sola” affermò sicuro Kakashi.
“P-perché?” chiese con voce rotta la ragazza ancora tra le braccia del ninja.
“Cosa?”.
“Perché vuoi aiutarmi?”. L’uomo ci pensò un attimo.
“Porto solo distruzione e dolore, perché vuoi aiutarmi?” aggiunse ancora la ragazza.
“Proprio perché sei una forza portante” disse infine il ninja asciugandole con le dita le lacrime sanguinose di prima. Nel sentire quella risposta e nel vedere quell’atto la giovane alzò la testa cautamente e rimase a fissare gli occhi di Kakashi con sguardo confuso. Erano del tutto sinceri.
Quest’ultimo sorrise nel vedere quella faccia. Poi senza pensarci prese la ragazza in braccio iniziando a camminare. Intanto lei rifletteva.
“E che cosa vorresti fare quando mi porterai al villaggio? Chiederai all’Hokage di curarmi e procurarmi una comoda stanza in cui passare le notti?” chiese interrompendo il silenzio.
“Non lo so” rispose onesto l’uomo.
“Perfetto” brontolò lei con una faccia buffa. Ma poi, non seppe come, ma si distrasse. Per la precisione a guardare Kakashi. Non capiva il perché, ma l’atteggiamento di quell’uomo la incuriosiva.
Quegli occhi sinceri, gli occhi di un uomo che nella vita ne ha passate tante e quello sguardo calmo e tranquillo che riflette il suo modo di andare avanti. E poi il suo comportamento sicuro, usante modi convincenti e dolci quando serve e impulsivi quando guidati dal cuore. La attiravano.
Perché lei non riusciva a fare come lui? Beh ma, il suo caso era un altro. Aveva un demone dentro.
“Ti fa ancora male?” domandò d’un tratto Kakashi riportando la ragazza alla realtà.
“Come?”.
“Il cuore, ti fa ancora male?” precisò.
“No” rispose la giovane abbassando la testa verso il cuore e passandoci la mano, come ad assicurarsi che fosse tutto a posto. Quei dolori che molto spesso la attraversavano le facevano paura.
“Se vuoi riposati” aggiunse l’uomo in tono premuroso.
“Prego?” rispose la ragazza perplessa.
“Appoggia la testa sulla mia spalla e risposa” concluse il ninja voltandosi verso la giovane. E di nuovo i loro occhi si incrociarono mentre migliaia di stelle brillavano sulle loro teste.
“No, grazie” disse lei distogliendo lo sguardo un po’ imbarazzata.
“Come vuoi” rispose Kakashi ricominciando a guardare avanti.
E improvvisamente calò il silenzio. Dolci sottofondi di cicale che cantavano armoniosamente e del frusciare del vento tra i candidi fiori erano gli unici suoni, che sommati alla luce della luna e delle stelle che filtrava attraverso le foglie degli alberi illuminando una parte di tutto rendeva il luogo particolarmente bello a differenza delle altre notti caratterizzate da freddo e buio. Come se quel momento fosse predestinato solo ai due ninja diretti al villaggio.
“Posso farti una domanda?” interruppe il silenzio Kakashi.
“Dimmi”.
“Quale demone è rinchiuso nel tuo corpo?” chiese esitante per paura di essere stato invadente il ninja copiatore. Non sentendo alcuna risposta quest’ultimo volse un attimo il capo verso la ragazza notando che il suo sguardo era perso nel vuoto.
“Sono stato invadente, scusa” convenne Kakashi guardando avanti.
“Il mio demone…” cominciò la giovane con tono sofferente e occhi persi in un punto indefinito, facendo di nuovo voltare l’uomo.
“è una forza che non può essere controllata” concluse.
“Capisco…” mormorò il ninja. “Qual è il tuo nome?” chiese in seguito.
“Non la vuoi proprio smettere di fare domande, eh?” ribatte la ragazza infastidita, alzando la testa.
“Sono un ficcanaso” ammise Kakashi con un leggero sorriso.
“Raika” concesse la giovane con uno sbuffo. E senza rendersene conto si ritrovò ad appoggiare delicatamente la testa sulla spalla del ninja copiatore, a causa degli occhi improvvisamente pesanti.
“Solo Raika?” domandò Kakashi voltandosi sorpreso.
“Solo Raika” rispose la giovane.
“E il tuo…ninja, qual è il tuo nome?” chiese tra il sonno quest’ultima.
“Kakashi”.
“Solo Kakashi?” scherzò con un leggero sorriso e la vista man mano sempre più annebbiata.
“Solo Kakashi” rispose lui sorridendo intenerito nel ritrovarsi Raika addormentata sulla sua spalla.
 




"Spazio autrice"
Holà lettori! Eccomi con un nuovo capitolo! Spero col cuore che vi sia piaciuto, e che man mano che si va avanti vi incuriosisca! Posso anticiparvi che succederanno molte cosa, tanti colpi di scena! Grazie di seguirmi a tutti coloro che lo fanno e grazie anche a tutti coloro che leggono questa storiella scritta un pò male, ma capitemi, ho solo 12 anni! Hahahaha ma di certo nno posso imporvi di innamorarvene! Alla peossima allora! By by!

 

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Capitolo 4
*** E' troppo pericoloso ***


Capitolo 4: E’ troppo pericoloso
 
“Come ti è saltato in mente di dire a quel ninja che la ragazza è una forza portante!?” urlò il Raikage furioso battendo un pugno sulla scrivania.
“M-ma signore, dovevano sapere quale pericolo correvano se la ragazza si fosse trovata lì” rispose il ninja alquanto intimorito.
“Potevi benissimo inventarti una scusa!”
“M-m-ma…”
“Ha ragione Komoto, Raikage, e se si fosse intrufolata nel villaggio per poi scatenare il demone? Ci sarebbe stata una carneficina, e come l’avremmo risolto il problema? Saremmo stati costretti a pagare un enorme cifra” spiegò la segretaria entrando d’un tratto e facendo voltare i due.
“Giusto” ammise il Raikage. “Comunque, cosa ti porta qui? Pensavo avessi da fare” aggiunse.
“E’ arrivata una lettera dall’Hogake in persona” disse la donna porgendo l’oggetto al capo.
“Mhm…” mugugnò leggendo quest’ultimo.
“Cosa dice?” chiese la segretaria un po’ curiosa. Il Raikage non rispose ma rimase concentrato.
“Perfetto!” esclamò tutt’a un tratto alzandosi. I due nella stanza sobbalzarono dallo spavento.
“Bhe?” insistette la donna.
“Raika è a Konoha”
 
**
 
“Ottimo lavoro Kakahsi, sono veramente soddisfatta” lodò l’Hokage.
“Grazie, ma…adesso cosa vuole fare signorina Tsunade?” chiese Kakashi un po’ preoccupato per la sorte di Raika.
“Ho ordinato a Shizune di portarla in ospedale e curarla in una camera d’isolamento, intanto spedirò un'altra lettera al Raikage per avvertirlo che abbiamo preso la ragazza, a quel punto, manderò tre squadre Ambu per scortarla al suo villaggio” spiegò convinta.
“Capisco” si limitò a rispondere il ninja copiatore con sguardo perso. “Beh, io vado a riposare, ho camminato tutta la notta, arrivederci Hokage” aggiunse per poi andarsene.
“Arrivederci kakashi”.
Non sapeva perché, ma sentiva che quella ragazza gli sarebbe mancata. Rifletteva camminando, ma non sapeva a cosa stava riflettendo. Era perso nel vuoto, in un punto indefinito della sua anima protetta dal guscio d’orgoglio che non lasciava trapelare alcun sentimento. Qualcosa lo avvertiva che le loro strade presto si sarebbero incrociate di nuovo. Era una di quelle sensazioni che non si possono spiegare ma solo provare. Una di quelle sensazioni che non puoi controllare ma a cui puoi solo dare ascolto. Una di quelle sensazioni che ti fanno diventare impulsivo e testardo.
Quell’impulso non si fece attendere facendo tornare Kakashi nell’ufficio dell’Hokage.
“Signorina Tsunade!” richiamò.
“Kakashi, che succede?” domandò Tsunade perplessa.
“Ehm…”. Perfetto, ora non sapeva cosa dire. “Volevo…chiederle se…” balbettò il ninja copiatore. Poi d’un tratto sospirò e si ricompose con aria sicura per poi dire “Potrei scortare io la ragazza al villaggio del fulmine”. L’Hokage lo guardò confusa.
“Come mai?” chiese.
“So come trattare una forza portante, infondo, sono il maestro di Naruto”. Silenzio.
“Le tre squadre verrebbero spazzate via, non saprebbero nemmeno come comportarsi in caso di qualche ribellione da parte del demone, anche se manda 10, 20 o più squadre rischierebbe di perderle tutto in un batter d’occhio quindi…”
“Va bene, Kakashi, come vuoi, hai ragione” concluse l’Hokage consapevole di ciò che diceva.
“Perfetto, io vado”.
“Si parte domani all’alba!” esclamò Tsunade per farsi sentire mentre il ninja era già fuori. Si sentiva soddisfatto e confuso allo stesso tempo.
Perché aveva reagito in quel modo? Non riusciva a spiegarselo. Odiava i momenti come quelli, in cui non capiva certi suoi stupidi impulsi. Ma forse, non era stato proprio stupido, forse non voleva rendersi conto che il guscio d’orgoglia ormai troppo vecchio si stava frantumando, consapevole che non sarebbe durato per sempre.
**
 
Uno sbadiglio stanco in un ospedale bianco, all’interno di una delle più dure camere d’isolamento ricoperte da uno ristretto parallelepipedo di vetro forte.
“Ma che diamine…?” si domandò perplessa Raika ritrovandosi tanti fili attaccati alle braccia e il corpo ricoperto da lenzuola bianche. Si guardò intorno.
“Kakashi questa me la paghi” disse come se fosse una cosa normale, che pianificava da chissà quanto. Cominciò a girarle la testa all’improvviso, mentre fissava le pareti bianche, il letto bianco, il pavimento bianco…
Vedeva doppio e un dolore lancinante le sballava la vista, il cuore venne percorso da una fitta dolorosa, più delle altre, poi 2, 3, 4…portò una mano su di esso e strinse forte, come a voler racchiudere tutto ciò che provava in un pugno e buttarlo nel cestino. Staccò agitata tutti i fili che le si appiccicavano ovunque e si lasciò cadere a terra bruscamente cercando di liberarsi di tutto quel bianco che le dava alla testa. Chiuse gli occhi come se tutto ciò che vedesse fosse l’inferno, come se, se ne volesse sbarazzare.
Si agitava, sudava e si sentiva esplodere. Si divincolava sul pavimento e a sfuggita apriva gli occhi e li richiudeva a causa del bianco.
Un colpo forte del cuore le fece andare sul il petto mentre gli occhi si aprirono in colpo fulmineo e diventarono neri come la notte più oscura. Niente battiti. Poi un altro forte. Silenzio. Ancora un altro.
Sentiva il suo nome richiamato, ma era un suono confuso.
Poi vide qualcuno entrare e avvicinarsi a lei, mentre codesta tentava di voltare il capo, ma non ci riusciva. Non batteva le palpebre, le era impossibile. Si sentì afferrare per le spalle e scuotere.
“Raika! Ascoltami! Calmati!”. Era una voce maschile, una familiare. Kakashi.
“I-il…” tentò di spiegare Raika in fin di vita.
“Cosa Raika? Cosa?”.
“I-il b..bianco….i-il bianco” disse con voce rotta.
“Il bianco” riflesse Kakashi. Poi si guardò intorno. Finalmente riuscì a capire. La prese in braccio e la portò fuori dall’ospedale ignorando i richiami di Shizune e degl’altri infermieri.
Si ritrovò fuori, non sapendo dove andare. Serviva un posto buio. Correva e correva, fin che non gli venne in mente casa sua. Decise di portarla lì e una volta entrati la posò sul suo letto e chiuse tutte le tende.
Buio e silenzio. Solo l’affanno di Kakashi per la corsa e il respiro ansimante di Raika che poco a poco si calmava.
Il ninja copiatore si lasciò cadere a terra con la schiena poggiata sulla parete destra della camera, passandosi una mano tra i capelli, come se avesse evitato la catastrofe più totale.
 
 






"Spazio autrice"
Voilà lettori!!! Eccovi il 4 capitolo!!! Spero la storia incuriosisca altrimenti non ho azzeccato niente!! haah Beh vi consiglio di leggere una storia che si chiama "Non è tutto perduto" è davvero troppo bella!! Almeno a me è piaciuta da impazzire, poi c'è il continuo ma non voglio confondervi!! Arrivederci lettori!!!!

 

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Capitolo 5
*** Un passato doloroso ***


Capitolo 5: Un passato doloroso
 
“Perché…il bianco?” chiese Kakashi sfinito. Non aveva mai corso così velocemente in vita sua.
“Odia il bianco” rispose Raika calmatasi con voce impassibile, mentre stava a pancia in su e fissava il buio del soffitto con una mano posata sul ventre.
“Talmente tanto da scatenare la sua furia?” domandò il ninja.
“E’ un demone dall’oscurità infinita, dal cuore fatto di carbone, senza essenza, senza anima, sadico e masochista, e non perde occasione per rendermi la vita difficile” sbottò la ragazza con un filo di tristezza e paura nella voce.
“Se mi dicessi che demone ti comanda io potrei…”
“Smettila” concluse Raika. Kakashi sospirò. “Grazie per quello che fai per me” mormorò un po’ imbarazzata visto che non era abituata a ringraziare le persone, chiudendo gli occhi.
“Non mi ringraziare, non ce n’è bisogno” rispose il ninja copiatore cortese.
“Sei il primo che vuole aiutarmi” ammise Raika.
Consiglio dall’autrice: ascoltate <>
 
“La maggior parte della mia vita è stata caratterizzata da persone che volevano uccidermi, che godevano nel vedermi abbattuta, da persone che mi torturavano e da continue, sanguinose, vendette da parte del demone…tanto che ovunque andassi vedevo il sangue di tutte quelle persone che mi imbrattava i vestiti e ricopriva le mie mani…tanto che gli incubi prendevano il sopravvento, tanto da farmi avere paura di dormire, facendomi prendere la decisione di non chiuder occhio giorno e notte” raccontò malinconica mentre Kakashi rifletteva su tutto ciò che la ragazza raccontava.
“Ieri hai dormito, tra le mie braccia” notò quest’ultimo.
“Il tuo cuore mi dava qualche speranza” dichiarò Raika con un leggero sorriso.
“Il mio cuore?” chiese il ninja perplesso.
“Sentire battere il cuore di un ninja che non vuole farmi fuori…rassicura. E poi, c’è qualcosa in te…che mi incuriosisce…forse il tuo modo di andare avanti nonostante ciò che vedevo nel tuo occhio…”
“Cosa vedevi?” domandò Kakashi facendo ritornare la sua mente nel passato, un passato privo di gioie.
“Non sentirti in colpa per ciò che hai fatto, so, come ti senti” disse seria la ragazza. Il ninja copiatore non rispose, ma rimase in silenzio. Nelle grida silenziose del suo cuore infranto.
“Ti chiedo di non dire a nessuno ciò che ti ho raccontato del mio passato. Non è mia abitudine pensare a ritroso, anzi, cerco di dimenticare il caos della vita che ho vissuto, e odio mostrare sentimenti, perciò se ti sento aprire bocca con qualcuno della nostra conversazione ti ucciderò a sangue freddo” minacciò Raika.
“Non preoccuparti” disse Kakashi sorridendo. “Domani, all’alba dovrò riportarti al tuo villaggio” disse poi.
Quella rivelazione fece rabbuiare la ragazza. Non voleva tornare al villaggio del fulmine, altrimenti perché sarebbe scappata? Odiava stare in quel posto. Non poteva uscire. Non poteva sfogarsi. Non poteva vivere.
“Allora sarà meglio riposare, te lo meriti ninja” rispose Raika voltandosi dalla parte opposta a quella di kakashi.
“Certo” rispose quest’ultimo. Passarono un paio di minuti, circa mezz’ora, e la ragazza non aspettava altro che il ninja copiatore dormisse. Pareva alquanto ansiosa.
Si voltò un attimo verso Kakashi, e notò che stava dormendo come un ghiro. Era così tenero!
Scese lentamente dal letto, facendo attenzione a dove metteva i piedi, non che si vedesse un gran che, anche se i suoi occhi lo permettevano. Si ritrovò in corridoio, mentre cercava i chiudere lentamente la porta della camera da letto. Finita l’operazione, che pareva andata a buon fine, fece un sospiro di sollievo. Subito dopo si ricompose e dalla tasca posteriore dei pantaloncini tirò fuori il copri-fronte del fulmine. Non se lo metteva mai, non si riteneva degna, o almeno, gli altri non la ritenevano degna. E poi, odiava quel villaggio. L’aveva sempre trattata male, ad ogni suo passaggio i popolani sputavano o le tiravano frutta e verdura. E i bambini le lanciavano uova e palloncini pieni d’acqua mentre il demone rideva. La faceva imbestialire quella risata da ebete di quel mostro, era già irascibile di suo, si ci mettevano pure gli altri a farla infuriare con le loro stupidate?
La cosa strana che fece Raika in quel momento, fu quella di coprirsi gli occhi col copri-fronte. Dopodichè sgattaiolò fuori trovando, e con sua grande sorpresa, ad aspettare qualcuno, una ragazza dai capelli rosa con una mani alzata, come stesse per bussare.
“Hei, salve…” salutò questa.
“Ehm…” balbettò Raika colta di sorpresa.
“Ci vedi con quella benda sugli occhi?” chiese la ragazza.
“Si, certo, è-è un esercizio” sputò l’altra.
“Ehm, sai dirmi dov’è il maestro Kakashi? lo cerco da più di mezz’ora, vorrei vedere come sta, visto che non si è fatto più vedere” spiegò la giovane dai capelli rosa dando a sfuggita delle occhiate dentro casa.
“Sarei di fretta” sbottò Raika saltando agilmente via, per poi cominciare a correre velocemente da un tetto all’altro sotto lo sguardo sospettoso e interdetto dell’altra ragazza.
“Ma come si permette?” si domanda quest’ultima stizzita, dando un pugno al muro. Poi sbuffa e con una “Maestro kakashi?!” entra dentro casa.
 
**
 
Arrivata in cima alla collina circostante al villaggio della foglia, Raika, diede a sfuggita attorno a sé delle occhiate losche. Subito dopo si tolse la benda dagli occhi, così da far rimanere quel particolare, scoperto al mondo della natura. Si avvicinò lentamente, come se temesse qualcosa, al lago che le era vicino e si specchiò. Per la precisione cercava di accettare il riflesso di quel maledetto Rinnegan, quel maledetto colore viola e quei maledetti sei cerchi intorno alla pupilla nera. Tentava in qualche modo di trovare aspetti positivi in quel “dono” che non fece altro che distruggerle la vita. Fu un passato doloroso il suo, ancora nelle sue mani vedeva il sangue dei suoi genitori e di suo fratello. Non esistette cosa più dolorosa, Atto, più doloroso che quello di uccidere la propria famiglia senza rendersene conto.
Inevitabilmente quegli occhi si riempirono di lacrime nel ricordare il passato. Nel ricordare che la sua famiglia se n’era andata coll’odio nei confronti di Raika per aver tolto loro la vita. Almeno così pensava, lei.
Si portò le mani sugl’occhi lasciandosi cadere in ginocchio.
“Vi chiedo scusa…” mormorò poggiando la fronte a terra con la speranza d ricevere una risposta dall’Aldilà. Mai nessuno cercò di comprenderla. Mai nessuno provò ad aiutarla. Mai nessuno tentò di insegnarle ad usare quel maledetto Rinnegan e la forza di quel dannato Demone.
Che le cose sarebbero mai cambiate? No. No. No. Si ripeteva nella sua mente. L’umanità non avrebbe mai accettato la presenza di mostri. E lei era un mostro. Così si considerava e così veniva considerata.
Scorgeva nel lago il riflesso del suo passato, vedendo la sua felice famiglia imbrattata di sangue.
Vedeva se stessa invasa dalla forza del demone che si scatenava nelle vicinanze del villaggio del fulmine.
Vedeva lei presa a bastonate dai popolani all’età di 7 anni.
Vedeva la crudeltà delle persone. E si vedeva rispecchiata nell’odio degl’occhi di tutti coloro che la guardavano, come fosse un rifiuto, uno schifoso rifiuto.
Giorno dopo giorno perdeva le forze, che venivano risucchiate dal demone in modo atroce. Il Demone, che si nutriva del dolore altrui, per la precisione di quello di Raika.
Odiava sentirsi in quel modo, odiava sentirsi debole, odiava piangere!
Era completamente persa nella lacerazione della sua anima grigia. E proprio quando era giunto qualcuno che voleva aiutarla, doveva abbandonarlo. Quel qualcuno era Kakashi. L’unico che aveva buone intenzioni nei confronti di Raika. L’unico che, forse, la capiva.
Ma anche se non avesse dovuto abbandonare il suo unico aiuto in quel modo, ci avrebbe pensato il demone a farlo fuori. E Raika questo non se lo sarebbe mai perdonata.
A quei pensieri tormentanti, quest’ultima, battette forti due pugni a terra, come a voler maledire la sua dannata vita.
Cercò di ricomporsi alzandosi e asciugandosi gli occhi lucidi. Dopodichè poggiò un ginocchio a terra e piegò l’altro tenendolo a mezz’aria, prendendo una posizione che annunciava concentrazione profonda e l’imminente arrivo di una difficile tecnica. Chiuse gli occhi abbassando la testa e sollevò mansueta le braccia formando con le mani una specie di pistola puntata verso l’alto. Prese un respiro profondo e incominciò a muovere in fretta le mani, creando segni ch’era impossibile decifrare o capire data la loro velocità. Finiti questi ultimi, la ragazza alzò tutt’a un tratto il capo spalancando gli occhi in un colpo fulmineo. Si creò un cerchio attorno a lei che iniziò ad illuminarsi come i suoi occhi, e un lungo bagliore la attraversò dal basso verso l’alto, quasi fino a toccare il cielo.
Conclusa l’operazione si ritrovò a dover appoggiare le mani a terra per sostenersi visto lo sforzo che dava ogni volta che metteva in atto quella tecnica, cioè ogni giorno da quando l’aveva imparata, ossia all’età di 6 anni. Battette le palpebre più volte e riaprì gli occhi lentamente.
Tornò l’illusione verde acqua nei suoi occhi.
 





"Spazio Autrice"
HEilà lettori!!! Eccoci con un altro capitolo!! Ho deciso di farvi sapere di più sul triste passato di Raika! Spero sia riuscito a coinvolgervi!!! tornerò presto (se internet non mi muore di nuovo) a pubblicare il 6 capitolo perchè è già pronto! Non lo pubblico adesso perchè prima voglio farvi gustare questo!!! Eh, si, devo dare una piccola ripassata alla strada per arrivare al villaggio del fulmine!!! He, lo so, sembro ignorante, ma non ho mai avuto buona memoria!!! XD By by Lettoriii!!! <3

 

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Capitolo 6
*** Non si può ***


Capitolo 6: Non si può
“Ma dove diamine è finita?” si chiese Kakachi alquanto preoccupato per cosa avrebbe potuto fare il demone dentro Raika al villaggio. O forse era semplicemente preoccupato per lei…
“Ma che mai potrebbe fare in giro? Massimo litiga coi cani randagi” scherzò Sakura a fianco al maestro.
“Non te lo ha detto la signorina Tsunade?” chiese l’uomo.
“Non ci siamo viste oggi. E poi, cosa doveva dirmi scusa?”. Il ninja copiatore la guardò con sguardo rassegnato.
Dopodichè, d’un tratto, si sentì un forte rumore proveniente dal di fuori del villaggio che fece voltare i due con occhi sgranati. Un bagliore lucente come la luce del sole s’innalzava da terra fino a toccare il cielo in modo fulmineo. La fonte sembrava provenisse dalla cima della collina.
“Raika” sussurrò Kakashi.
“Cosa?” chiese Sakura.
“Ti spiego man mano che andiamo”.
 
**
 
Un sospiro risuonò nell’aria pura della collina mentre una ragazza era sdraiata a terra con braccia e gambe divaricate.
Fissava il cielo con occhi vuoti e persi chissà dove, in un angolo impreciso dei suoi pensieri.
Tutt’a un tratto provò delle contrazioni dal corpo che la fecero agitare. Chiuse gli occhi respirando profondamente e concentrandosi tentando di mantenere la calma.
Aperti gli occhi si ritrovò in un immensa camera vuota, nera, coi piedi sull’acqua e di fronte a sé un enorme prigione, quasi infinita, come quella camera.
Osservò attentamente ciò che aveva davanti, cercando qualcosa, o qualcuno…
“So che sei lì, non è la prima volta che mi ritrovo in questo posto” affermò con sguardo e voce impassibile come non mai. Udì una risata, una malefica risata, una che conosceva fin troppo bene. Poi, dal buio, comparvero due occhi giganti, occhi che possedevano il Rinnegan più potente mai esistito. Per questo lo aveva pure Raika, e anche per un altro motivo…
“Smettila. Di ridere.” Sintetizzo quest’ultima a pugni stretti. “Ti piace proprio farmi arrabbiare, eh?” chiese, poi, con un sorriso amaro e arrogante stampato.
“Non solo” rispose il demone con quella sua voce pesante e paurosa. Da film Horror.
“Già…non solo” confermò Raika seria. “Che cosa vuoi?” domandò furente.
“Avvertirti cara Raika”.
“Spiegati”. Inarcò un sopracciglio indispettita.
“Goditi per adesso il tuo amichetto, perché presto sistemerò anche lui”. E scomparve tutto in un disegno sbiadito, senza neanche dare alla ragazza il tempo di ribattere.
“No.no! aspetta! Non puoi farlo!” fu ciò che riuscì a sbottare in preda al panico. Come volesse sperare di aver sentito male.
 “Oh…si che posso!” concluse il demone ridendo malignamente mentre ormai Raika aveva aperto gli occhi, così da far sembrare la voce di quel mostro incorporea.
Inevitabilmente sentì le lacrime pizzicarle gli occhi all’idea di rivivere gli incubi del passato. Richiuse gli occhi lasciando cadere una sola lacrima, che però era in grado di mostrare tutto il suo dolore.
“Kakashi…” sibilò al vento malinconica.
Tutt’a un tratto avvertì uno strano chackra provenire dalle vicinanze. Avanzava poco a poco a tal punto da rendersi localizzabile e decifrabile. Kakashi.
“Si parla del diavolo e…”
 
**
 
“Spuntano le corna…eccola” mormorò Kakashi fermando Sakura con un braccio.
“Quindi è lei la forza portante di cui parla il villaggio…pensavo fossero solo voci senza fondamento invece…è vero” rispose quest’ultima sbigottita.
“Sta qui e non ti muovere. Io vado” decise il ninja.
“Ma, maestro, aveva detto che non è pericolosa come sembra” obbiettò la ragazza.
“Con alcuni” precisò l’uomo. Dopodichè s’incamminò cautamente verso Raika lasciando Sakura interdetta.
Giunto abbastanza vicino la richiamò. “Raika”
“Che cosa vuoi?” rispose la giovane rimanendo a terra, senza muovere un muscolo e con gli occhi ancora ancorati al cielo.
“Perché te ne sei andata senza dirmi nulla?” chiese Kakashi avanzando poco a poco con le mani in tasca visto che si trovava a qualche metro dalla ragazza.
“Devo pure chiederti se posso uscire?” domandò Raika impassibile.
“Non è questo il punto”.
“Qual è allora?”.
“L’infermiera ha detto che sei debole e devi riposare”.
“Non sono debole e non devo riposare. Non mi serve a nulla”.
“Proveniva da te il bagliore che poco fa si è visto in cielo?”.
“Qual è il problema?”.
“Non voglio che ci siano falsi allarmi al villaggio”.
“Tutto qui?”.
“No”.
“Di quello che hai da dire perché mi hai stufata”.
“Potresti perdere il controllo da un momento all’altro, non puoi stare da sola. Saresti un rischio per te stessa e per il villaggio intero”. Silenzio. Raika stette a guardare il cielo con occhi vuoti.
“Lo so” disse infine. Intanto Kakashi era giunto a qualche passo da lei, in cui, poi, si bloccò sedendosi con le gambe incrociate e i gomiti poggiati sulle ginocchia.
“Lascia che ti aiuti” disse il ninja addolcendosi.
“Ti ho detto e ripetuto che non puoi aiutarmi” sbottò Raika.
“Perché?” chiese l’uomo. A quella domanda la ragazza non riuscì a rispondere. Doveva, forse, dirgli che il demone l’avrebbe ucciso senza pietà? Che quel demone era impossibile da controllare e che poi avrebbe ucciso pure lei?
“Rispondi” insistette Kakashi. 
“Non puoi e basta” si limitò a mormorare la giovane.
“Guardami negli occhi” ordinò serio il ninja. Raika, al contrario di come ordinato dall’uomo, voltò il capo dall’altra parte.
“Raika” la richiamò. Lei non ascoltò. Ma poi, sentendosi lo sguardo pesante di Kakashi addosso, si alzò dal suolo mettendosi seduta a gambe incrociate, con lo sguardo fisso in avanti. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, perché altrimenti, si sarebbe ricordata quegli occhi dopo che il demone lo avrebbe ucciso. E non avrebbe sopportato il tutto.
Kakashi notando l’indifferenza della ragazza nei suoi confronti sollevò il braccio e portò la mano sul mento di Raika costringendola a voltarsi delicatamente. Questa nel sentire il tocco delicato del ninja copiatore abbassò di colpo la testa guardando a terra mentre si voltava piano e un brivido le correva lungo la schiena.
Lui, vedendo che la ragazza non mollava neanche quando si ritrovò Kakashi di fronte, le alzò il capo dal mento. “Guardami” mormorò.
La giovane, sentendosi sotto pressione, si decise a guardare dritto negl’occhi il ninja che aveva davanti, ritrovandosi il viso di quest’ultimo ad un soffio.
“Certo che posso aiutarti. Devi solo permettermelo” bisbigliò l’uomo. Ci fu silenzio. Un silenzio tombale in cui i due poggiati sull’erba soffice si fissavano negl’occhi scrutando ogni singolo anglo di passato che si celava in essi. A rompere quella quiete fu Raika che, non riuscendo più a sopportare l’intensità dello sguardo di Kakashi, si liberò dalla presa di quest’ultimo alzandosi in piedi e sorpassandolo per poi andarsene correndo tra gli alberi mentre nel sentire il demone ridere malignamente e di gusto dentro sé, risentì le lacrime pizzicarle gli occhi dopo tanto. E ad aggiungersi a quell’angoscia fu la sua immaginazione, in cui vedeva già Kakashi ucciso dal demone proprio come la sua famiglia. Erano immagini che esattamente il mostro le costringeva a vedere.


"Spazio autrice!"
Voilà!!! Il sesto!!  Davvero uno stronzo questo demone, eh? Nel prossimo capitolo comincierà il viaggio verso il villaggio del fulmine, e da lì....oh, da lì in poi succederanno taaaaaante di quelle cose!!!! Non vi spoilero niente ^_^! Vi chiedo di lasciare una recensione, mi aiutereste!!!!! Grazie e alla prossima! <3

 

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